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di DeliciousApplePie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. I demoni della notte. ***
Capitolo 2: *** II.In vino veritas? ***
Capitolo 3: *** III. Il seme della discordia ***
Capitolo 4: *** IV. Il tacito accordo ***
Capitolo 5: *** V. Scommettiamo? ***
Capitolo 6: *** VI. Desideri. ***
Capitolo 7: *** VII. Hot Pants ***
Capitolo 8: *** VIII. Paure ***
Capitolo 9: *** IX. Cosa? ***
Capitolo 10: *** X. Sentimenti ***
Capitolo 11: *** XI. Violenza ***
Capitolo 12: *** XII. Everything's gonna be fine? ***



Capitolo 1
*** I. I demoni della notte. ***


Capitolo primo.
I demoni della notte.

 
Ed eccoli li, due ragazzacci di 17 anni che girovagavano per le strade di Poway in cerca di avventure all’una di notte.
A guardarli bene era  una coppia male assortita. Uno era minutino in confronto all’amico che gli barcollava di fianco, era molto magrolino, si potrebbe quasi definirlo rachitico. L’altro, ben più alto dell’amico,  in quel momento non dimostrava affatto la sua altezza dato la sua postura ricurva sull’altro a causa dell’eccesiva sbronza. Mettendo a fuoco i volti dei due si poteva notare che non erano di certo dei tipetti “normali”, il rachitico, il quale possiamo identificare con il nome Travis, grazie allo stangone che urlava il suo nome abbinato ad altri aggettivi poco carini che non sto ad elencare, portava con fierezza un bel crestone, due nostril , un central e due dilatatori.L’altro, quello più grosso, portava una curiosa capigliatura color platino, un labret,  un eyebrow e anche lui portava due dilatatori, ma più piccoli rispetto l’amico.
Osservandoli bene, anche i loro vestiti erano poco “normali”, beh, ma non c’era da sorprendersi.
Chiunque li avrebbe incontrati, o per le vie della città, o per i corridoi della scuola, li avrebbe definiti con un solo aggettivo: Punk.
Ebbene si, quei due erano molto diversi tra loro, sia per il carattere (Uno troppo timido,l’altro troppo estroverso) sia  per l’aspetto fisico, ma avevano una cosa in comune, il loro amore per il Punk Rock.
I due barcollavano per le strade dalla piccola cittadina, non è che Travis avesse bevuto (Aveva promesso all’altro di tenerlo d’occhio) ma la grande stazza dell’amico ubriaco gravava tutta su di lui, e questo di certo non aiutava a mantenere un’andature dritta.Travis alzò gli occhi al cielo e si fece forza, mancava poco ad arrivare a casa sua, quindi si fece passare un braccio dell’amico intorno al collo e fece un ultimo sforzo, finché non giunsero davanti ad un sobrio cancelletto bianco. Il moro frugò nelle tasche e con aria compiaciuta trovò al primo tentativo le chiavi. Aprì con facilità il cancelletto e continuò a trasportare l’amico. Ora arrivò il problema: Aprire la porta di casa, trascinare di peso il suo amico per due rampe di scale senza far svegliare il padre (Il quale non si sarebbe fregato dell’amico ubriaco, ma del fatto che il giorno dopo sarebbe dovuto andare a lavorare) e sua sorella. Lei si che sarebbe stata il vero problema. Sua sorella, alias Elisabeth Mary Barker , nonché la migliore amica dell’ubriacone.
Lei si sarebbe davvero arrabbiata se avesse visto lo stato del suo migliore amico.
Lei non era assolutamente contro l’alcool, la droga il sesso e il Punk, anzi, anche lei era Punk e amava ubriacarsi con i suoi compari, qualche volte, invece l’amico, non era la prima volta che durante l’ultima settimana si trovava in quelle condizioni.
Malgrado le preghiere di Travis, che chiedevano di far si che la sorella non si svegliasse furano vane.
La ragazza era già sveglia, sul piccolo balconcino della sua camera che affacciava sulla parte posteriore della casa a fumare una sigaretta, e non appena Travis passò davanti camera di Beth il biondo cercò di sbiascicare qualche parola per richiamare l’amica, ma il moro glielo impedì mettendogli una mano sulla bocca la quale fu addentata dall’amico che riuscì ad urlare -Effyyyyyy-
Si. La chiamava così. Come la protagonista di Skins, ma solo lui aveva il diritto, e guai a chi si permetteva a riferirsi cosi a Beth.
La ragazza sussultò, fece l’ultimo tiro e lanciò la sigaretta girandosi delusa -Di nuovo eh?- Il fratello abbassò lo sguardo senza proferire parola –Come te lo devo far capire che così lo lasci solo autodistruggersi! E perlopiù per una puttanella come Lea! Non ti capisco, davvero!-
La ragazza entrò in camera infreddolita, e solo allora il fratello si accorse che indossava solo un top nero e un paio di slip azzurri.
 -Cosa ci fai cosi! Sei  quasi nuda! Non vedi che c’è Tom?-
Eccolo! Ecco svelato il nome dell’amichetto che domani mattina si sarebbe sorbito una predica,Thomas Matthew DeLonge, il quale si era accasciato proprio davanti lo stipite della porta.
-TRAVIS! Tu porti in casa mia all’una e mezza di notte un tizio senza avvisarmi,e pretendi di trovarmi vestita? Lo sai che dormo così! – La ragazza infuriata si avvicinò al fratello e gli strinse le guance e lo guardò negli occhi in modo truce, le iridi blu del ragazzo si infrangevano in quelle grigie della sorella -Questa è l’ultima volte che lo voglio vedere ridotto così – indicò Tom steso a terra -Non mi frega che sta male perché Lea l’ha tradito, ma non voglio che mandi a puttane il suo fegato e soprattutto la sua vita. Travis Landon Barker, questo non è un consiglio, ma una manaccia, ti avviso per la tua incolumità-
La ragazzina anche se più piccola di un anno rispetto Travis sapeva come farsi rispettare.
Lasciò libero il fratello e si accovacciò vicino Tom e gli accarezzò una guancia, il ragazzo sorrise, lei ricambiò, ma subito quel sorriso si trasformò in un ghigno cupo e la carezza in uno schiaffo abbastanza sonoro che fece sobbalzare Travis e lasciare di stucco Tom
-Ma.. ma… ma…cosa.. che...che ho fatto?- Disse sbiascicando
–Ne riparliamo domani, quando sarai lucido, non adesso, non mi sembra il caso-
La tipetta si alzò e riferendosi al fratello disse
–Portalo a letto, e sta attento che non vomiti-
Il ragazzo annuì, ma Tom alzandosi faticosamente in piedi replicò
-Io… voglio dormire con te! Come i vecchi tempi, ricordi Effy?-
La ragazza si intenerì. Non era facile sentire delle parole così uscire dalla bocca di Tom, soprattutto quando era ubriaco. Travis sospirò e le diede il consenso di dormire con lui. Tom non l’avrebbe mai toccata o sfiorata in modo malizioso, neanche se glielo avrebbe chiesto lei. Neanche da ubriaco! Sapeva che se l’avesse toccata con un doppio fine, o se l’avesse mancata di rispetto Travis non ci avrebbe pensato due volte a spaccargli la faccia. D'altronde lui era HotPants, e tutti conoscevano la sua reputazione!
Beth lo fece stendere sul suo letto e gli tolse la maglia impregnata d’alcool, non ritenne il caso di toglierli i pantaloni, dato che erano abbastanza larghi da dormirci tranquillamente.
Gli tolse le scarpe e si accoccolò di fianco a lui.
Gli accarezzò la guancia che poco prima aveva colpito e con amarezza disse:
-perché ti riduci così? Lei non se lo merita..-
Lui, con quella poca lucidità rimasta le rispose
- Scusa.. non so come sfogarmi e mi butto di capo fitto nell’alcool.. mi manca Lea.. Però non preoccuparti, dormi ora, ci pensiamo domani-
Detto questo abbracciò l’amica e la strinse a se.
Poteva sentire il suo respiro sul petto, i suoi capelli tra le dita, le sue gambe leggere e sottili avvinghiate alle sue, e tutto questo gli donava un senso di protezione che mai nessun’altro sarebbe stato in gradi di dargli, nemmeno sua madre, la quale era ormai troppo delusa dal figlio e non riusciva nemmeno ad abbracciarlo.
Per Tom, Beth era il tutto.
Lei si era sempre presa cura di Tom fin dal loro primo incontro. Lei c’era sempre stata per lui. E lui per lei. Ma a dir la verità era sempre stato Tom a presentarsi a orari improbabili durante la notte con crisi e richieste assurde.
Una volta la costrinse ad andare con lui a San Diego per un concerto di un certo gruppo , e la riportò a casa giusto in tempo per spegnere la sveglia, ma lei non si lamentò, lui aveva bisogno di svago in quel periodo, dato che era davvero un brutto periodo.
I pensieri di Tom tornarono al loro primo incontro: Primo giorno di scuola delle elementari. Lui aveva dimenticato il pranzo a casa (Classico di Tom) e lei gli offrì di dividere il suo.
Da quel giorno erano ormai inseparabili! Sembrava il terzo fratello del Barker! Tom sorrise al pensiero e chinò il capo e notò che Beth stava ormai dormendo. Gli lasciò un leggero bacio in fronte e si addormentò cullato dalla fresca brezza che aveva dato tregua al caldo infernale di quel torrido agosto.




 

 

Ela è qui che parla:

Okay, questa è la mia prima FF sui Blink-182,
grupop che personalmente amo.
Spero vi piaccia. Mi farebbe anche molto piacere se mi lasciate una piccola recensione.
Grazie per aver letto il primo capitolo. 
Un bacio.

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Capitolo 2
*** II.In vino veritas? ***


Capitolo secondo.
In vino veritas? 

 
Erano ormai le 10 passate, Tom aprì gli occhi controvoglia e notò che la ragazza che la sera prima era di fianco a lui era sparita, quindi decise che era arrivato il momento di scollare il culo dal letto e scendere al piano di sotto.
Quando scese le scale si ritrovò Beth seduta comodamente sul divano,il biondo flebilmente diede il buongiorno, Beth rispose con un tono di voce troppo alto e con troppa enfasi e il ragazzo si portò le mani alle tempie.
–Sei pazza ad urlare così di prima mattina, mi scoppia la testa- Si lamentò Tom.
La ragazzina si strinse nelle spalle –Beh, sono le 10 e un quarto- disse osservando l’orologio -non credo sia prima mattina. Comunque te lo meriti. Sono le conseguenze di quello che hai fatto ieri.. ehm… carino l’alzabandiera!-Rise la ragazza. Tom osservò il rigonfiamento nei suoi boxer e arrossì leggermente –Ma i pantaloni? Ieri non te li ho mica tolti io! Dove sono finiti?- Chiese sorpresa.
–Ti sarebbe piaciuto togliermeli eh?- Ammiccò il ragazzo - comunque li ho tolti mentre dormivo- continuò Tom osservando l’espressione della rossa.
–Ok, questa te la do buona! Vado a prepararti la colazione, vieni in cucina.-
La ragazza si mise a trafficare con pentole e fornelli mentre Tom seduto su uno sgabello si godeva il fantastico “panorama”. Proprio in quel momento fece la sua comparsa Travis, e tutto assonnato diede il buongiorno con poco entusiasmo e si sedette proprio davanti a Tom coprendo la visuale del fantastico culo di Beth. Tom lo aveva sempre apprezzato, non poteva rimanere impassibile di fronte a cotanta bellezza! Era pur sempre un ragazzo! A volte pensava che perfino Travis facesse dei pensierini su quel fondoschiena.
-La finisci di squadrare il culo di mia sorella?- Chiese ancora con la voce impastata il punk.
–Lei prima ha squadrato la mia erezione! È una pervertita!-
La ragazza si girò sconcertata con una strana espressione sul volto e un mestolo in mano.
–Erezione? Qualcuno mi illumina su cosa sia successo prima che arrivassi qui?- Chiese preoccupato Travis.
–Mannò! Che hai capito sciocchino! Sei geloso del mio amichetto eh? Non preoccuparti, è solo tuo!-Da un momento o l’altro Travis lo avrebbe schiaffeggiato –Tua sorella fissava solo il mio splendido alzabandiera!-Il moro si girò verso la sorella.
–Cristo Tom, la finisci di sparare boiate! Non è colpa mia se ti presenti in mutande con.. quel coso.. lì....vabbè... hai capito!-
Travis si girò verso Tom e appoggiò la testa sulla mano continuando osservare il ragazzo di fronte a lui.
–Non crederle- Disse il biondo a bassa voce rivolgendosi a Trevis –è una ninfomane- continuò –sicuramente guarda anche il tuo mentre ti fai la doccia!-
Travis alzò un sopracciglio e mandò a fanculo il biondo.
Ora, Tom, osservando meglio i due fratelli, notò la loro eccesiva somiglianza: stesso naso, stessa forma degli occhi, stesse labbra,l’unica cosa che differiva tra i due era la forma del viso, quella della ragazza era più tondo, e donava maggiore grazia e femminilità ai suoi tratti somatici.
Il volto di Beth era ornato dai capelli lunghi mossi e rossi, rasati di lato che le donavano un certo fascino.
Nell’ultimo periodo, il ragazzo, stava facendo troppo spesso questo genere di pensierini  sull’amica, e la guardava con occhi differenti, forse, prima, quand’erano piccoli, non l’aveva mai vista sotto una l’altra prospettiva che non fosse l’amicizia. L’aveva sempre trattata come un maschio, e di conseguenza non aveva mai prestato attenzione al suo bellissimo fisico e al suo viso. Ora, invece, al fronte dei suoi 17 anni,con un po’ di maturità in più, aveva notato quanto Beth potesse essere carina e aggraziata anche con una maglia XL addosso.
Tom scosso da questo pensiero fu interrotto dal piatto che Beth gli piazzò davanti pieno di bacon, uovo e salsicce.
–Sicuro che è commestibile?- Azzardò.
–Non ti fidi di me DeLonge?- La ragazza porto le mani sui fianchi –Beh, allora?- Tom continuò a fissare il piatto e portò un boccone alla bocca.
–Quindi? È commestibile?- Chiese anche Travis preoccupato dalla strana faccia che aveva assunto l'amico mentre assaporava il boccone.
–Mmmmh, si lo è!- Rispose ai due e continuò a mangiare con foga.
–Eccoci a noi Tom- Disse Beth sedendosi di fianco a lui –Non so se ricordi come stavi messo ieri, ma non era un bello spettacolo. Lo so che soffri per Lea, ma non è una buona soluzione ubriacarsi!- Tom mandò giù un boccone.
–Si lo so, mi dispiace Effy .. Giuro che non succederà più! Giuro!- La ragazza volle credere alle parole dell’amico, e lo abbracciò.
–Va bene Thomas, ma non deludermi. Comunque, oggi vuoi mangiare a casa? Nostro padre oggi è partito per una convention, quindi torna domani!- Il ragazzo ci pensò su.
–Mi sarebbe piaciuto, ma sai che mamma vuole compagnia a pranzo!- la ragazza annui e lasciò salire Tom a rivestirsi.
 
 
Era ormai notte.
Beth quella sera non era uscita, aveva preferito rimanere a casa a far compagnia al gatto che incontrare Lea per strada e rischiare di finire in gabbia con l’accusa di omicidio doloso.
Il fratello ancora non era tornato e a casa Barker c’era il silenzio più assoluto, ma di li a poco sarebbero arrivati Tom Travis e Mark per passare la notte insieme.
“Strano che non sono ancora arrivati” pensò la rossa.
Un oretta dopo, Beth, scocciata di vedere uno stupido reality in tv  prese una sigaretta e andò fuori in giardino per fumarsela, ma quello che vide non fu per niente un bello spettacolo:Mark e Tom completamente ubriachi e il povero Travis che cercava di farli camminare dritti o di reggerli in tutte le maniere possibili, ma il fatto di essere il più basso e il più gracile non aiutava di certo.
La ragazza corse scalza lungo il vialetto e raggiunse il fratello e lo guardò con sguardo truce.
–Perché?-
Travis rispose con voce dubbiosa –Ecco, vedi, Mark voleva bere un po, allora Tom lo ha accompagnato in un locale.. e..-
La ragazza lo fermò –E tu dov’eri?- Chiese arrabbiata.
–A scopare con Lea, ecco dov’era-
Beth abbassò lo sguardo e trovò con grande sorpresa Tom ai piedi dell’amico che ercò di alzarsi, ma inesorabilmente ricadde sul vialetto.
–Travis… ma che cazzo fai? Io… Io non capisco, davvero! Sembra che lo fai perché ti piace veder soffrire Tom! Sai che lui non si regola, e Mark si fa trascinare da quello che fa lui. Tu saresti l’unico in grado di farli ragionare, e cosa fai? Vai a scopare con Lea? Cristo santo! Ma come ti è venuto!- Il ragazzo abbassò lo sguardo.
–Avevo voglia.. e lei ci provava spudoratamente.. quindi me la sono portata nel cesso.. e poi è entrato Tom..-
La ragazza abbassò lo sguardo sull’amico steso a terra sporco di vomito, poi si girò verso sinistra e notò Mark che vomitava in un angolo.
Beth non resse la pressione della situazione e scoppiò a piangere portandosi le mani sulla faccia e corse fino a tornare in casa.
Passarono una decina di minuti da quando si era barricata in camera sua. Dai rumori che sentì provenire dal piano di sotto capì che Travis era riuscito a portare i due ragazzi in casa.
Beth era stesa sul letto, a pancia in su, era così assorta dai suoi pensieri che non sentì nemmeno la porta aprirsi. Si accorse che c’era qualcuno in camera sua solo quando sentì un peso gravare di fianco a lei
Accese il lumino sul comodino e con poco stupore notò che era Tom.
–Tom, ti prego, va via. Sono arrabbiata. Avevi promesso di non farlo più. Avevi giurato! Io lo dico per te. Ti stai solo rovinando.- Disse la ragazza.
L’espressione di  Tom stava diventando man mano sempre più cupa.
Beth scese dal letto spaventata.
Il ragazzo la seguì e la bloccò per i polsi avvicinandosi al viso della rossa facendo incontrare i loro occhi.
–Effy,cara puttanella, sinceramente mi hai rotto un po il cazzo, quello che ti piace tanto, hai presente? Si,quello, me lo hai rotto. Sono stufo di stare sempre a sentire le tue lamentele. Sono solo stronzate. Io faccio quello che mi pare, e tu non sei nessuno per impedirmelo-
La ragazza resse lo sguardo cattivo del ragazzo senza nemmeno versare una lacrima, ma dentro si sentiva morire.
-Se mi chiami puttanella non voglio immaginare come chiami Lea.-
Tom non rispose, si limitò ad avvicinarsi ancora di più a Beth e a stringerle i polsi.
–Tom lasciami andare- Disse leggermente impaurita. Il ragazzo assottigliò gli occhi e la strinse ancora più forte.
–Tom, lasciami, mi fai male!- La voce della ragazza iniziò a tremare.
–TOM LASCIAMI- Urlò Beth con tutte le sue forze.
Il ragazzo infastidito accontentò la rossa e la spinse violentemente contro la parete della camera provocando un forte tonfo e la caduta di Beth, che scoppiò in lacrime tenendosi la testa dal dolore.
La porta si aprì qualche secondo dopo.
Era Mark.
Notò Beth accasciata a terra e barcollando si precipitò da lei abbracciandola.
–Ma si può sapere che succede? Sembra una cristo di puntata di O.C.!- Disse Travis dal corridoio, ma non appena entrò in camera della sorella e vide la strana scena che si presentava davanti hai suoi occhi quella poca ironia che aveva scomparve.
Travis si incupì con uno scatto si avvicinò a Tom.
Anche se il punk era ben più basso del biondo non aveva alcuna paura nel confronto diretto con lui. Per la sorella avrebbe fatto questo ed altro.
Non appena lo sguardo truce di Travis si posò su Tom, il biondo si rese conto di quello che era successo, e spaventato da quello che aveva fatto, scappò.
 

Tom si ritrovò a correre per le strade si Poway,quasi con le lacrime agli occhi
La testa girava.
Non capiva ne dove si trovasse e ne dove stesse andando.
Gli occhi si annebbiarono e nel giro di qualche secondo il suo corpo entrò in contatto con il duro e bollente asfalto.
Tom si rese conto di essere caduto, ma non fece nulla per rialzarsi.
Si sentiva così male, ma non solo fisicamente,ma  anche per quello che aveva fatto,che pensò che la cosa migliore da fare era stare steso sul ciglio della strada come un animale aspettando finché non si sarebbe ripreso. Chiuse gli occhi per un momento. Gli ritornò in mente l’immagine di Beth, accasciata contro il muro, con le lacrime che le rigavano le guance.
I suoi pensieri ritornarono a quando aveva spinto la rossa e il forte tonfo iniziò a rimbombare nel suo cervello.
Per cercare di cancellare quelle scene aprì gli occhi, ma, con grande sorpresa, trovò una figura femminile accovacciata davanti a lui che l’osservava.
–Beth?- Azzardò.
–No, Monique Foster. Piacere!- Rispose la ragazza con un gran sorrisone.
Tom  mise bene a fuoco Monique. Sembrava che l’avesse già vista! “Poway è piccola”pensò. La ragazza  aveva dei lunghi capelli castani, lisci, molto lisci. E dei grandi occhioni blu. E le labbra sottili e aggraziate, un sorriso che ti riempiva il cuore, e un fisico da urlo.
–Tu saresti Tom DeLonge? Giusto? Andiamo nella stessa scuola, frequentiamo anche lo stesso corso di filosofia! Ma non ci siamo mai parlati- Tom si alzò sui gomiti ma non fece in tempo a parlare che la mora riprese il discorso.
–Ti ho trovato sul ciglio della strada mentre tornavo a casa. Pensavo fossi morto!- Rise.
–Vuoi un passaggio, Tom?-
Il ragazzo annuì con un po’ di difficoltà riuscì al alzarsi e a entrare in macchina della ragazza appena conosciuta.
–Allora, dove abiti?- Chiese Monique.
–Ecco.. non posso tornare a casa, mia madre mi ucciderebbe! Beh, vediamo, portami al rifugio dei barboni!- La ragazza scoppiò a ridere.
–Bene direi!- Rise ancora –Vuol dire che stanotte vieni a casa con me!-
Tom non aprì bocca e si girò verso il finestrino osservando il paesaggio scorrere.
–Siamo arrivati- Disse la mora interrompendo i pensieri di Tom.
I due entrarono in casa e il ragazzo riconobbe quella struttura, ma non si ricordò perchè.
“Ecco cosa succede quando bevi! Ti dimentichi le cose!” La voce cristallina di Beth gli trapassò i pensieri come una lama affilata.
Questa fase faceva parte del repertorio delle prediche della rossa. Tom sorrise al pensiero finché non fu interrotto da Monique che gli indicò il divano.
–Dormi tranquillo- Disse –I miei non ci sono.. Buonanotte DeLonge!-
E prima che Tom potesse rispondere la ragazza era già sparita in cima alle scale.
Il biondo si stravaccò su divano.
Le palpebre sembravano chiudersi da sole.
Si sentiva terribilmente stanco, e nel giro di 10 minuti era già nel mondo dei sogni.



Ela è quì che parla!  
Heilà baldi giovani, eccomi qui.
In questo capitolo non ho voluto mettere in evidenzia l'aggressività di Tom
da ubriaco, ma bensì il "salvataggio" di Tom da parte della domzella, Monique.
Questa new entry farà aprire gli occhi ad una certa personcina (eheheheh) e farà cambiare 
decisamente il rapporto tra Tom e Beth.
Riguardo al fatto che Travis ha scopato con Lea, beh, l'ho messo a random non sapendo cosa far fare a quel poveretto che oltre a trascinare ubriachi per strada non fa niente! (lo amo hahha)
Se volete, recensite il capitolo, mi farebbe molto piacere.
Un bacione.
Ah, scusate se trovate qualche errore C:


Ps_ Un ringraziamento a staywith_me e a Layla per aver recensito il primo capitolo :D
 


 

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Capitolo 3
*** III. Il seme della discordia ***


Capitolo terzo.

Il seme della discordia.

 
 
 
 
 
Il telefono di casa Barker squillò, e Beth assonnata alzò la cornetta e rispose con tono pacato
"Pronto?"
"Ehm, si, ciao Beth, sono Shon… Thomas è li con te?"
"Shon? Non conosco nessun… aaaaah, il fratello di Tom… giusto … da quand’è che sei a Poway? Non stavi frequentando l’università a New York?"
"Si, ma sono tornato per il compleanno di mamma che è oggi.. avremmo dovuto festeggiare tutti insieme, io, Tom,Kari e mamma… ma a quanto pare Tom è sparito nel nulla!"


La ragazza sospirò e ripensando a quello che era accaduto la scorsa notte, riattaccò il telefono senza nemmeno salutare Shon e preoccupata si preparò in fretta e furia cercando di fare il più presto possibile.
Travis dormiva ancora e a lei non andava di dire al fratello che stava uscendo come una disperata in cerca del suo migliore amico. Travis non glielo avrebbe mai permesso, avrebbe chiodato la porta e sbarrato le finestre, d’altronde Tom le aveva dato praticamente della puttana e l’aveva scaraventata contro il moro della camera provocandole un doloroso bernoccolo.
La ragazza si tastò il punto più gonfio e con una smorfia si sistemò i capelli in una coda e prese il suo skate.
Uscì di casa senza far rumore e non appena arrivata in strada posò il suo fidato mezzo di trasporto sul caldo asfalto e ci saltò sopra dando una potente spinta.
L’aria che le arrivava sulla pelle a causa dei vestiti larghi la faceva sentire libera, come se volasse. Le spinte man mano diventarono sempre più forti, finché Beth si rese conto che non sapeva esattamente dove andare -Bene, devo dire che sono proprio un genio!-Pensò poggiando un piede a terra e fermando lo skate.
Come se avesse avuto un illuminazione la ragazza cambiò direzione e iniziò a ispezionare un vialetto pieno di ville abbastanza lussuos. -Qui dovrebbe abitare Lea, probabilmente sarà da queste parti- la sua intuizione fu sbagliata.
Setacciò l’isolato in lungo e in largo ma niente.
Di Tom, nemmeno un capello color platino!
La ragazza voltò in un vicoletto ombrato, la frescura la ristorava. Continuò per un paio di metri finché non girò a destra, poi a sinistra e poi di nuovo a sinistra. Davanti a lei si apriva un enorme skate park. La faccia della ragazza assunse un espressione di beatitudine e si fiondò sulla pista.
Ogni volta che faceva skate si sentiva meglio, ogni paura, grazie all’adrenalina che le procurava ogni trick, spariva.
Si sentiva finalmente felice.
Un Ollie.
Un kick flip.
Uno shove it 360°.
Un hard flip.
Un pavimento bianco.
La ragazza si ritrovò stesa sul candido pavimento dello skate park, mentre lo skate fu lanciato completamente dal lato opposto. Beth dolorante si girò e alzò lo sguardo. Una figura magra, snella, alta e bionda aveva recuperato il suo amato skate.
“Lo sai che non sei capace di fare hard flip, perché ti ostini a provare?”
Era Tom, il quale sorrise in modo beffardo.
Lei aveva perso così tanto tempo per trovarlo, e in vece è stato lui a trovare lei.
La ragazza infuriata si alzò di scatto.
 “Tu!” Puntò un dito in direzione di Tom camminando velocemente verso di lui “Lurido bastardo. Ti cerco da oggi! Mi hai fatto preoccupare!”
La ragazza arrivò a toccare il petto del biondo con l’indice, e prima che potesse aprire bocca di nuovo il ragazzo la strinse tra le sue braccia.
“Scusa. Scusa per ieri, non ero in me. Scusa per tutto”
Il cuore di Beth accelerò, non per felicità o emozione, ma per paura.
Aveva paura dell’amico. Le mani iniziarono a sudare e le ritornò in mente ciò che era successo. La ragazza si staccò dal biondo.
"Tom, io ti sono venuta a cercare solo perché mi ha chiamato Shon, è a Powey, lo sapevi? Per il compleanno di tua madre!E perché ti devo parlare..” Il ragazzo annuì “Io.. ecco.. non so come spiegarti.. ieri.. mi sono davvero preoccupata, ho avuto paura di essere vicina a te.. non mi sento più a mio agio quando mi abbracci. Ho paura di te.” Il ragazzo abbassò lo sguardo “Io, vorrei solo che ti allontanassi un po’ da me.. giusto il tempo per.. riprendere fiducia.. capisci? Poi Travis è davvero incazzato.. è stanco perfino lui da farti da balia.. dovresti chiedergli scusa..”
Tom indietreggiò di alcuni passi e con voce roca disse solo un flebile “Si”.
La ragazza continuò a fissarlo finché il momento non fu interrotto da una vocina stridula provenire in lontananza.
”Ehi Tom! Ho preso la colazione” Tom non appena vide la ragazza avvicinarsi sorrise.
Beth osservò quel sorriso. Molto attentamente. La maggior parte delle volte quel sorriso era riservato a lei.
Sentì il cuore stringersi.
La ragazza una volta arrivata baciò il biondo su una guancia. Beth osservava ancora. Si sentì inopportuna, quasi di troppo tra i due. Una strana sensazione le percorse i piedi fino ad arrivare all’ultima estremità dei capelli.
Si sentì lo stomaco stringersi e i pugni chiudersi facendo diventar bianche le nocche.
Che fosse rabbia? Si, ma per cosa!
“Ehm, tu chi saresti scusa?” Chiese la rossa con un briciolo di acidità.
“Lei è Monique, ho passato la notte da lei ieri.” Disse Tom incredibilmente serio.
“Monique Foster! Piacere” Disse leggiadra la ragazza con un gran sorriso allungando la mano, Beth incrociò le braccia.
“Elisabeth” si limitò a dire. Dopo di che girò i tacchi, o meglio, le suole delle sue Etnies e uscì di scena recuperando prima il suo skate.
 

“Non ci posso credere! Non ci posso credere! Ha passato la notte con la sorella di Denise!.... Si! Denise il troione!...Quella che si è scopato minimo 200 volte!.. Esatto! Proprio lei!...Anne? Mi ascolti? Non me ne frega che Mark ti fa vedere il suo culo peloso! … Si vabbè… Ti richiamo… Ciao!"
La rossa sbuffando riattaccò il telefono e si buttò sul letto afflitta. In quel momento fece la sua comparsa Travis in camera della ragazza, si diresse verso l’armadio e selezionò vari vestiti, che appoggiò su una sedia.
“Che stai facendo?”Chiese curiosa Beth alzando leggermente il capo.
“Mh, niente, mi riprendo solo i vestiti che tu, imperterrita, ti ostini a prendere senza chiedere, e perlopiù non restituisci neanche!” La ragazza sbuffò sonoramente.
“Lo sai che stanno meglio a me che a te!” Travis scosse il capo.
“Si, ma non significa che devo rimanere solo con un paio di jeans e tre maglie nell’armadio!”
La ragazza alzò le braccia in segno di resa.
“Ma non ti prepari? Oggi suoniamo allo Spirit Club!”Chiese il punk.
“Non credo di uscire oggi.. sai, non me la sento.. e poi non ho niente da mettere.. Hai preso tutto!” La ragazza fece il broncio mirato ad intenerire il fratello.
“Non mi freghi, sai?” Disse Travis sedendosi di fianco alla ragazza “Ti conosco bene più di qualunque altro, Barker! So qual è il vero motivo per cui non vuoi uscire. È per Tom, lo so. C’è sempre stata qualcosa tra voi due, e intendo qualcosa di più dell’amicizia” Il ragazzo si voltò osservando l’espressione impassibile della sorella “E credo che ora stia uscendo fuori sotto forma di gelosia.. sai.. per colpa di quella ragazza.. com’è che si chiama? Monique?” La ragazza sgranò gli occhi, e prima che potesse parlare Travis la precedette “Ho origliato!” 
La ragazza guardò truce il punk.
"Bene Trav, stiamo facendo progressi! Sei riuscito a parlare per più di 2 minuti consecutivi! Davvero un ottimo lavoro!” il ragazzo rise di gusto e si alzò in piedi prendendo i vestiti poggiati sulla sedia antistante il letto “Ah! Beth!” Aggiunse richiamando l’attenzione della sorella “Perché non provi a vestirti almeno per una volta in modo femminile?” La ragazza alzò un sopracciglio e Travis ricambiò lo sguardo con un sorriso e si diresse in camera sua.

La ragazza riflesse molto sulla proposta del fratello. Sia mentre si lavava i denti, sia mentre si faceva la doccia, sia mentre si asciugava i capelli e sia mentre si truccava.
Arrivò il momento. Si piazzò davanti all’armadio e aprì un piccolo cassetto in basso.
-Finalmente è arrivata la vostra ora!- Pensò scettica.
Quel piccolo cassetto era riservato alla roba inutile che rubava solo per sfizio insieme a Anne, la sorella di Mark, nei negozi.
Lei e Anne erano carissime amiche, le aveva fatte conosce Tom dopo che Anne fece conoscere Tom e Mark! 
La rossa aprì titubante il cassetto.
Eccolo.
Lo vide. Un pantaloncino di jeans scuro, a vita alta, che aveva “preso in prestito” in un negozio punk in centro.
Richiuse il cassetto e si portò il pantaloncino in vita. Si guardò allo specchio. -Fanculo- Pensò buttandolo sul letto e cercando una maglia da abbinare.
Prese una maglia tutta tagliata dei Ramones.
Poi si spostò vicino al comodino e cacciò fuori un paio di calze a rete tutte rotte e un paio di parigine nere.
Indossò tutto mettendo la maglia dentro i pantaloni e indossando i suoi amati anfibi, si ritoccò il rossetto e senza nemmeno guardasi allo specchio si precipitò dal fratello.
“Allora?” Disse tremolante. Travis si girò pacatamente, ma quando mise a fuoco la sorella sgranò gli occhi “Oddio.. Beth.. non sembri nemmeno tu!” La ragazza roteò gli occhi.
“Si vabbè. Ora andiamo in questo locale o no?”
 
 

Travis era corso sul retro del locale dai ragazzi per ripassare i pezzi. Beth, con indifferenza aprì la porta del locale e rimase stupida quando quella poca gente che stava aveva tutti gli occhi puntati su di lei.
Mise a fuoco gli spettatori e notò che erano Anne, Jonas, Kari, Chris, Alo, un tizio ubriaco,i baristi e Monique. Anne sgranò gli occhi e incitò la rossa a venirle incontro. Quando si avvicinò notò Chris, Alo e Jonas fissi su di lei. La ragazza salutò i tre punk con un cenno, Kari e Anne con un abbraccio.
“Ehm..ragazzi?” Chiese Beth scocciata della reazione dei tre-
“Ah, si! Ciao Beth, stasera sei… Uno schianto!” Disse Jonas mentre li altri due annuirono in simultanea e Anne scoppiò a ridere. “Chris, hai cambiato colore alla cresta? Ti sta bene il blu” Il ragazzo si “riprese” e annuì con vigore e fiero della sua capigliatura.
“Bene ragazzi, sta per incominciare!” Disse Anne.
Tutti si zittirono e i ragazzi salirono sul palco.


“Buonasera figli di puttana! Noi siamo i Blink!” Ed eccolo, Mark con la sua chioma ormai sbiadita.

Una serie di gridolini isterici uscivano dalla bocca di Anne, mentre Chris iniziò saltare e a urlare. Anche se ne erano  in 9 (contando i tizi del bar) solo i tre punk facevano casino per 10 pogando e urlando senza ritegno. A Beth scappò una risata vedendo Alo cadere a causa della spinta di Chris che subito lo aiutò ad alzarsi goffamente. Tutti si muovevano e facevano casino il più possibile, mentre la rossa era ferma, con le braccia incrociate, un po in disparte, che si gustava l’esilarante pogo dei tre.
Alla sua sinistra sentì un “Tom! Ehi Tom!” si girò e vide Monique che saltellava come un capriolo agitando la mano.
Lo sguardo della ragazza inconsciamente si diresse verso il palco e i suoi occhi incontrarono quelli di Tom che la fissava. Un fuoco percosse la ragazza che impulsivamente abbassò lo sguardo. Si sentiva le guance andare a fuoco.
-Perchè?- pensò.
 
 
Il “concerto” era finito da un quarto d'ora circa e Beth era fuori al locale appoggiata al muro fumandosi una sigaretta mentre gli altri discutevano. Beth sentiva a tratti ciò che dicevano, non le interessava. Aveva solo capito che quel locale non li aveva pagati perché non era venuto nessuno a sentirli.
Tra le tante voci sentì quella di Tom. E quella di Monique.
Ed eccolo.
Un altro “crampo” al cuore.
Si scollò dal muro e si diresse verso i due. Aveva bisogno di parlare con Tom.
Certo, la paura nei suoi confronti non era passata. Ma erano comunque amici. Migliori amici -Lo siamo o lo eravamo?-
Mentre si avvicinò hai due notò il vestito nero a fior di culo della mora. Beth sbuffò, poi cacciò un sorriso alquanto falso e si prese coraggio “Ehi Monique! Ti rubo Tom un attimo!” La mora sorrise.
“Veramente stavo parlando con lei” Disse Tom con voce cupa.
“Che c’è? Ti sei fatto la nuova amichetta del cuore?” il biondo assottigliò gli occhi.
“Tu mi hai detto di farlo” La ragazza strinse i pugni.
“Non intendevo questo!”
Gli occhi della ragazza erano ormai gonfi di lacrime.
Rossi.
Lucidi.
Abbassò per un attimo le palpebre e dall’occhio destro scese una lacrima che le rigò il volto candido. Tom si girò indifferente allontanadosi da lei con Monique che sorrideva maligna.



 


Leggete leggete legete :D


Eccoooooomi!

Okaaay, in questo capitolo possiamo notate che
Tom si sta allontanado man mano da Beth.
Per Monique? Per la richiesta di Beth?
O per un altro sconosciuto motivo che scopriremo nei prossimi capitoli??
Penso sia proprio la terza opzione!
Tralasciando questo, abbiamo assistino a uno dei primi concerti dei Blink!
Già, in questa FF descrivo i Blink alle origini, ma senza 
Scott e in un periodo diverso! In fatti non ci troviamo negli anni novanta ma nel duemila! 
Già lo so, fa strano!
Comunquuue nel prossimo capitolo troveremo anche un piccolo litigio tra Trav e Tom per colpa di quello che è successo con 
Lea, e grazie a questo litigio scopriremo mooooolto cose! ehhehe 
Non dovrei anticiparvi niente ma non ci riesco, è più forte di me!
Bene, sono arrivata alla conclusione! Spero vi sia piaciuto questo capitolo, se volete lasciate una recensione,
mi farebbe piacere e ne sarei molto grata.
Un saluto. 
Al prossimo capitolo :*
 

 

 

 

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Capitolo 4
*** IV. Il tacito accordo ***


Capitolo quarto.

Il tacito accordo.

 

 
 
 
 
“Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca”.
 

 
 
 
Il sole colpiva le lenzuola giallo paglierino e il cuscino abbinato era ricoperti da una massa di capelli rossi che appena i raggi del sole accarezzavano diventavano ancora più luminosi. I tendaggi  arancioni lasciavano filtrare anche qualche altro sprazzo di luce che illuminava il soffitto, e la brezza mattutina che entrava dal piccolo balconcino soffiava delicatamente sulla pelle candida della ragazza. Quel tocco fece rabbrividire Beth facendola stringere ancor di più in quel lenzuolo che lasciava scoperto una gamba che penzolava fuori dal letto. Uno spicchio di sole la colpì in pieno volto provocandole un mugugno e scocciata strizzò gli occhi.
La porta si aprì lievemente lasciando sprigionare nell’ambiente un forte odore di dopobarba e profumo maschile.
La ragazza stropicciò il naso e si girò dal lato opposto. Sentì il materasso inclinarsi sotto un peso e una mano grande e ruvida accarezzarle il volto. “Ehi principessa” Una voce roca riempì la stanza. La ragazza sorrise e aprì gli occhi lentamente lasciandoli incontrare con quelli dell’uomo che le sedeva di fianco. “Buongiorno” La ragazza sorrise ancora una volta e poggiandosi sui gomiti si mise seduta sprofondando nel celeste di quelle iridi tanto simili a quelle del fratello. “Buongiorno papà” disse dolcemente mentre il padre gli stampò un bacio un fronte.
Beth osservò con attenzione il padre sorriderle. “C’è qualcosa che devi dirmi?” Aggiunse.
Il padre scosse la testa e abbassò lo sguardo. “No no. Ero passato davanti la tua camera e mi sono ricordato di quando eri piccola e ti osservavo dormire. Eri così ingenua e indifesa. Invece ora.. Beh.. guardati. Sei cresciuta. Sei una bellissima ragazza. Molto furba e intelligente. E soprattutto ti fai rispettare. Non ti fai mica mettere i piedi in testa tu! No di certo!” Il padre soffocò una risata e le accarezzò una guancia “Sai.. Mi ricordi tua madre. Tu e Travis, mi ricordate lei. I vostri caratteri.. possono sembrare così diversi, e invece sono così simili. Molto simili a quelli di vostra madre. Solo che Travis è ancora dentro al guscio. Lui non l’ha mai superata. “ La ragazza annuì flebilmente “Lui era molto legato a mamma. Forse anche più di me.” Il padre ancora una volta accarezzò la candida pelle di Beth e spostando leggermente lo sguardo verso il piccolo balconcino continuò. “Landon è ancora molto fragile. Lo sai. Tu sei riuscita a crearti questa corazza che protegge da tutto e da tutti. Non so come hai fatto, ma ci sei riuscita. Ti chiedo solo di badare di più a lui. So che siete molto legati, so che ci tieni a lui. Ma ti ricordo solo di tenerlo d’occhio.. non voglio che succeda come l’ultima volta..” La rossa si passò una mano tra i capelli pensierosa “Comunque ora rilassati principessa. Io vado a lavoro, ci vediamo oggi pomeriggio” Il padre le schioccò un bacio sulla guancia e si dissolse nel corridoio.
“Mi sono perso qualcosa?” La cresta  floscia del fratello fece capolino nella stanza di Beth.
“Oh, non credo, non preoccuparti Landon!” La ragazza sorrise e il punk accigliato riprese a parlare.
“Da quando in qua mi chiami con il mio secondo nome? Comunque, io oggi vado a fare skate con Jonas, Alo e Chris… vuoi venire?” Beth scosse il capo.
“Nah.. oggi andrò dall’Hoppus! Il tuo amichetto mi ha invitato a casa sua perché non voleva restare da solo..” Travis inclinò il capo e stupito alzò le spalle.
“Ma Anne? Anche lei è andata  a San Diego con i genitori?” La ragazza annuì.
“E.. Tom?” Chiese Travis curioso.
“Da Monique” Disse con una vocina stridula cercando di imitare quella della ragazza appena nominata.
A Travis scappò una risata e si dileguò anche lui nel corridoio.

 

“Tu non me la racconti giusta!” Concluse Mark osservando la rossa sedersi di fianco a lui sul divano. La ragazza fece una faccia interrogativa “Guardati! Non mi sembri più tu! Da quando in qua indossi pantaloncini lasciando in mostra tutta questa carne? Ed hai un top! Capisci?! Un top! Ed anche stretto! E ti lascia le spalle scoperte! Chi stai cercando di ammaliare Beth?” La ragazza arrossì lievemente, chinò il capo e con voce sottile rispose “Me lo ha consigliato Travis” Mark inarcò un sopracciglio e si scompigliò i capelli, che un tempo erano di un blu accesso, ora si un celestino tendente al grigio.
“Tu non hai mai ascoltato quello che dice Trav.. figuriamoci se ti metti a seguire i suoi consigli sullo stile! Che poi non ha nemmeno! Io ho lo stile!”  Mark si passò le mani dalla testa fino alla metà del busto, come per mostrare il suo abbigliamento. La ragazza rise di gusto e gli tirò una sberla.
“So perché ti conci così. È per Monique.. giusto? Ti credi inferiore a lei perché Tom ora in un certo senso l’ha “scelta” e allora tu cerchi di ..  Conquistare la sua attenzione! Ecco!” La ragazza inarcò un sopracciglio.
“Gli ho chiesto io di allontanarsi. E tu SAI il perché! Poi io e Tom siamo, o meglio eravamo migliori amici. Non mi serve attirare la sua attenzione in questo modo! Non devo di certo scoparmelo.” Mark ebbe un illuminazione e il suo volto assunse un’espressione soddisfatta.
“ E chi ha detto che tu da lui vuoi solo amicizia!? Si vede lontano un miglio che provi qualcosa di più”
Il ragazzo prima che finisse il pensiero fu interrotto dalla rossa che gli era saltata addosso dandogli dei pizzicotti sulla pancia. Mark rideva e non riusciva più a fermarsi. Beth era diventata tutta rossa dallo sforzo e dal caldo e alla fine decise di dare tregua all’amico ormai ricoperto di lividi.
 

Travis era seduto sul caldo pavimento bianco, accanto a lui Chris e i loro due skate.
Erano sfiniti e si stavano godendole evoluzione di Alo mentre Jonas era andato a prendere qualcosa da bene. Travis si aggiustò la cresta moscia e si posizionò gli occhiali da sole sul naso. Con un gesto rapido di asciugò una gocciolina di sudore che scendeva rapida sulla tempia.
Scocciato si girò verso Chris, che stava col naso all’insù osservando il cielo. Ancora più scocciato di prima si girò nella direzione opposta.
Un ragazzo alto e biondo con il suo skate e una ragazza di fianco avevano fatto la loro comparsa. Erano Tom e Monique.
–E chi poteva essere sennò?- Pensò con un filo di acidità Travis,  si alzò per salutare l’amico, che molto inaspettatamente lo scansò dandogli una spallata.
“Che c’è? Ora fai pure l’offeso?” Tom si fermò di scatto e senza proferire parola tornò indietro posizionandosi davanti a al punk perforandolo con sguardo truce.
“Il gatto ti ha mangiato la lingua?”Tom alzando le spalle sogghignò.
“Dovrei pure rivolgerti la parola dopo quello che hai fatto con Lea?” Travis lo guardò perplesso.
“Ancora con questa storia? Durante le prove e il concerto non te li facevi questi problemi”
“L’ho fatto solo per la band. Sai quanto ci tengo. E sai quanto ci tenevo a Lea.”

Travis sgranò gli occhi esterrefatto.
“ È una… troia! Lo sai! Ci prova con tutti! Lei mi ha provocato.. si è buttata addosso! E poi mi sa che ti è passata tutta questa attrazione nei confronti di Lea” Disse indicando Monique poco distante da loro.
“Monique è solo un amica”
Il punk alzò un sopracciglio.
“Certo.. un amica che scopi. Carino! Magari avessi anch’io delle amiche con una mentalità cusì.. aperta! E non solo quella!”
Il biodo rise dando una pacca sulla spalla al moro.
“Ma.. l’altra tua amica? Quella non te la da, vero? Ti ricordo che è mia sorella!”
Il volto di Tom si scurì in un attimo.
“Non è più mia amica. Mi ha chiesto lei di allontanarmi”
“Lei ti ha chiesto del tempo per riprendere fiducia! Dopo che l’hai scaraventata contro il muro mi sembra normale. Sai, mi sarei dovuto molto arrabbiare per questo. Ma ora mi spieghi perché ti sei completamente dimenticato di lei!”

Tom scrollò le spalle e non rispose.
"Tom. Dici di tenere tantissimo a Lea dopo che ti ha fatto soffrire come un cane. Definisci Monique un'amica anche se la conosci da 3 giorni. Non puoi non tenere a Beth. È l’unica che non ti ha mai fatto soffrire. L’unica che ti è stata sempre vicino. L’unica che ti ha sempre difeso. Tu non lo sai, ma dopo quello che è successo quella notte io volevo.. come dire.. volevo davvero chiudere i rapporti con te. Ma quella notte, lei è entrata nel mio letto e..”  
“Ti ha fatto una sega? Oddio! Lo sapevo che tra voi c’era qualcosa! Figo! Un incesto!”

“Ma che dici coglione? Niente sega! Ma ti pare? Siamo fratelli! Comunque, fammi continuare, è entrata nel mio letto e mi ha implorato di dimenticare tutto, di far finta che non fosse successo niente..  E così ho fatto.. e poi Mark ha vomitato sul pavimento, ma questo è irrilevante!”
Tom rimase di impassibile.
“Allora, mi dici o no il motivo per cui eviti Beth?”
Tom fece un sospiro.
“Nessun motivo in particolare.”
Travis inarcò un sopracciglio.
“Senti, saranno cazzi miei?” Sputò acido il biondo.
 “No, non lo sono. Perché è mia sorella quella che ci sta male. Non tu!”
“Appunto. Lei sta sempre male per qualsiasi cosa che faccio. È troppo attaccata a me. Si aspetta sempre che io la protegga, ma non è così. Deve allontanarsi. Quando partirò dovrà essere pronta a sopportare tutto da sola. Ho colto l'occasione. Lei mi ha chiesto di allontanarmi e io l'ho fatto.”

Travis rimase in silenzio per un paio di secondi elaborando ciò che l’amico aveva appena finito di pronunciare con tono arrabbiato.
“Tu.. parti? Quando?”
Tom annuì.
“Si. Parto dopo il diploma. Vado a New York da mio fratello”
Il punk incredulo abbassò il capo.
“E i Blink?”
“Si vedrà. Ah, sono riuscito a farci suonare in un locale in periferia, li va molta gente. Magari qualcuno ci noterà!”

A Travis gli si illuminarono gli occhi e un sorriso prese posto sul suo volto.
“Mi sembra perfetto! Quando suoniamo? E come si chiama il locale? E soprattutto, quando lo dirai tutto a Beth?”
“Suoniamo Martedì. Il giorno prima che inizia la scuola. Tutti verranno per svagarsi un po’! Il locale si chiama Spoot ,e,  quando lo dirò a Beth e MARK? Non ora di certo. Tu non dire niente. Mi fido!”

Il moro annuì.
“Perché non la chiami più Effy?”
Tom alzò le spalle e superò il punk raggiungendo Jonas che aveva in mano una birra ghiacciata.
 
 
                                                                 



 

Eccomi c:

Finalmente abbiamo scoperto il vero motivo per cui Tom
si è allontanato da Beth!
Ebbene si, il nostro caro Tom ha intenzione di partire, ma chi lo sa
se cambierà idea?? Incrociamo le dita!
Comunque Mark sta scoprendo qualcosina, e sarà proprio lui insieme ad un altro tizio losco
che daranno inizio ad una scommessa con Tom!
Vabè, meglio non anticiparvi niente sennò non c'è gusto!
Se siete arrivati fin qui vuol dire che avete letto il capito, e vi dico grazie!
Se volete lasciate una recensione, mi farebbe piacere.
Al prossimo capitolo.
Ps_ Grazie a Layla, Kaleidoscope_ e staywith_me per aver recensito il terzo capitolo :D

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Capitolo 5
*** V. Scommettiamo? ***


Capitolo quinto.

 Scommettiamo?
 
 
 
 

La musica del locale riempiva le orecchie del biondo. L’eccitazione era alle stelle.Avrebbero aperto un concerto di una band abbastanza famosa a Poway e il locale era stracolmo di gente.
Percorse con lo sguardo la grande sala per individuare la chioma azzurra di Mark (Riportata al suo colore originale per l’occasione), ma senza successo. Tra quella ressa di punk e le luci psichedeliche era praticamente impossibile identificare qualcuno.
Si sistemò meglio sullo gabellino del bancone pronto ad ordinare qualcosa da bere quando una mano si posò delicata sulla spalla.
Delle labbra si avvicinarono all’orecchio del ragazzo.
“Non prima del concerto, per favore.”
 
A Tom non serviva girarsi per capire chi fosse, ma quando la figura slanciata di Beth lo superò ne ebbe la conferma. Indossava un  semplicissimo top nero e dei pantaloncini in pelle, anch’essi neri e i suoi amati anfibi. I capelli erano tenuti fermi da una bandana, nera , in stile pin up, che contrastava con i capelli rosso fuoco. Sulle spalle si notavano i due papaveri tatuati. Tom sospirò.
“Bella e dannata?” Una voce gracchiò e riportò il ragazzo alla realtà.
”Cook? Che ci fai qui?” Il ragazzo dietro al bancone sorrise mentre asciugava un bicchiere.
“Ci lavoro. Secondo te mi diverto ad asciugare i bicchieri e a servire da bere a ragazzi fin troppo ubriachi per bere ancora?” Tom alzò le spalle.
“E chi lo sa! Dopo l’ultima volta che ti sei fatto arrestare da te mi aspetto di tutto! Anche che ti scopi un cane!” I due risero di gusto.
“A proposito di scopare.. Immagino che hai già adocchiato la tipa con cui.. “consumerai” stasera.. giusto?” Chiese il ragazzo riferendosi a Beth. Tom scosse la testa.
Lei è Beth. La sorella di Trav, te la ricordi? Frequentavate il corso di storia insieme.” Cook strabuzzò gli occhi e si picchiettò la fronte con una mano.
“Alla faccia della pubertà. Prima non me la sarei mai scopata.. invece ora.. due bottarelle gliele darei proprio. È vergine giusto?” Sogghignò. Tom annuì in modo cupo.
“Calmo amico. Scherzavo! Chi te la tocca.. ma tu non stavi con Lea?” Il biondo fece una smorfia.
“Stavo.. appunto! Ora mi scopo Monique Foster”
“Ma non ti eri già scopato la sorella,Denise??” Una lampadina si accese nella testa del biondo.
“Ecco perché casa sua mi sembrava così familiare!”
“Amico, tu stai male” Rise “Comunque, tu hai Monique. Che problema c’è se io mi accalappio la rossa?” Tom si avvicinò all’orecchio del ragazzo dietro al bancone.
“Tu provaci e finisce male” Cook gli diede un bacio sulla guancia in segno di sfida.
“Non credo, DeLonge, mi sa che aggiungerò un’altra verginella alla lista” Il biondo lo prese per il colletto e si alzò in piedi.
“Tu prova solo ad avvicinarti a lei, e ti ammazzo.” Il moro rise e si allontanò aggiustandosi la polo.
“Ti ricordo che l’esperto in crimini qui sono io. Poi, comunque sia, lei non te la darà mai” Tom sogghignò.
“Tu dici?”
“Dico si! Facciamo una scommessa, chi riesce a consacrarla per primo vince. Ci stai?” L’amico scosse il capo.
“Assolutamente no.”
“Ma dai! Hai paura di perdere?”
“No. Solo che faccio scommesse sulle persone. Specialmente su Beth” Cook scosse il capo.
“Daaai Tom! Accetta! Sarà divertente!” Una voce si intromise nella conversazione. Era Mark. Tom lo guardò con scetticismo.
“Dai dai! Ci sarà da ridere!”
“Hai visto? Lo dice pure Hoppus!”
Continuò Cook.
“E se lo viene a sapere Travis?” Incalzò Tom.
“Non viene a sapere niente! Non preoccuparti! Poi spetta a Beth decidere se farlo o no!” I
"E cosa ci ricavo io?"
"Niente, è solo una sfida tra me e te. Una cosa personale"
Tom alzò un sopraciglio.
“Affare fatto allora?” Cook stese una mano in direzione di Tom, che la strinse vigorosamente con sguardo truce.
“Andiamo, Mark” Concluse voltandosi nel lato opposto del bancone  e addentrandosi nella folla con l’amico di fianco e raggiungendo i camerini.
Una volta nel corridoio Mark continuò “Lo sai che ha un debole per te. Sara facile come.. come.. come fare un panino! A proposito, mi è venuta fame.” Tom abbassò lo sguardo allontanandosi dall’amico.
 
 
“Fottuti stronziiii”
Tom con la sua voce stridula fece il suo ingresso sul palco. I punk in pista risposero con un vigoroso urlo.
Tom fu soddisfatto.
“Pronti a spaccare tutto, succhia cazzi?” Ancora una volta i punk urlarono e fu così che ebbe inizio il concerto. Iniziarono con “Strings”, poi fu la volta di “T.V” e “21 Days” fecero altri 3 pezzi e il pubblico era in delirio. Tra quell’ammasso di ragazzi e ragazze che saltavano e pogavano riconobbe la piccola figura di Beth.
Capì che era il momento.
Doveva iniziare ad avvicinirasi di nuovo a lei.
Doveva vincere quella scommessa.
Doveva.
C’era in ballo la sua reputazione di donnaiolo e il suo orgoglio.
Decise di suonare Carousel. Non era in programma, l’aveva scritta da poco, e non ne era ancora sicuro. Ma doveva cantarla. Propose ciò a Mark che accettò. “Lo sai che se dedicherai questa canzone a Beth pubblicamente Monique non te la scopi più, vero?”
“E chi lo ha detto che lo farò pubblicamente? Lei capirà”
Mark annui, e iniziò a pizzicare le corde del suo basso.
Tom con gli occhi cercava Beth. Non la trovava –Merda- pensò, ma proprio quando incominciò a suonare anche lui la intercettò di nuovo. Era in piedi con una bottiglia di rum in mano alla sinistra del palchetto. I loro occhi si incrociarono e Beth indifferente bevve un sorso dalla bottiglia. Il biondo senza spezzare il contatto visivo iniziò a cantare.
 
*I talk to you every now and then
I never felt so alone again
I stop to think at a wishing well
My thoughts send me on a carousel
 
Here I am standing on my own
Not a motion from the telephone
I know not a reason why
Solitudes a reason to die
 
Just you wait and see
As school life is a
It is a woken dream
Aren't you feeling alone? 
 
I guess it’s just another
I guess it’s just another
I guess It’s just another night alone
 
Now as I walk down the street
I need a job just to sleep in sheets
Buying food every once in a while
But not enough to purchase a smile
 
A tank of gas is a treasure to me
I know now that nothing is free
I talk to you every now and then
I never felt so alone again
 
Just you wait and see
As school life is a
It is a woken dream
Aren't you feeling alone?
 
I guess it’s just another
I guess it’s just another
I guess it’s just another night alone*
 
“Grazie, noi siamo i Blink!” Concluse Mark.
Tom posò la chitarra nel camerino e correndo si ributtò nella folla sotto lo sguardo divertito di Mark.
Percorse in lungo e in largo il locale ma niente. Di Beth nemmeno l’ombra. “Tom! Sei stato bravissimo!!” La vocina di Monique interruppe la ricerca.
“Grazie. Ora devo proprio andare andare a prendere una boccata d'aria, scusami.” Con una scusa la congedò e si dissolse nella massa di punk cercando l’uscita.
Aprì la grossa e pesante porta e il venticello fresco di settembre gli sferzò il volto.
Richiuse la porta alle sue spalle, e il suono della band che suonava in quel momento si ovattò. Con lo sguardo percorse il grande parcheggio e riconobbe la rossa. Era appoggiata al muro, ancora con la bottiglia di rum in mano. Di fianco a lei Cook. Tom si avvicinò a passo svelto.
“Ti chiamo allora!” Concluse il ragazzo prima di schioccarle un bacio sulla guancia e andarsene stuzzicando Tom facendogli l’occhiolino
La ragazza sorrise e lentamente si lasciò cadere a terra sedendosi con le ginocchia al petto. Bevve un altro sorso lasciando il resto al biondo che la seguì sull’asfalto.
“Tre quarti di rum? Ti sei bevuta tre quarti di rum?” La ragazza annuì flebilmente.
“Chi ti ha dato la bottiglia?”
“Il tizio di prima.. com’è che si chiamava?”
“Cook”
Rispose veloce Tom.
“Ah si.. Cook, simpatico!” Tom scosse la testa.
“Non è simpatico solo perché ti offre da bere e ti fa ridurre così”
“Tu non ti fai problemi quando TU ti riduci così e poi NOI ti dobbiamo portare a casa!”
“Ma domani c’è scuola!”
“Tu lo fai sempre. E ripeto. Non ti fai problemi!”

Il biondo iniziò a bere senza proferire parola e un pesante silenzio calò tra i due fatto di piccole occhiatine e sguardi.
“La canzone era per te” Concluse Tom alzandosi interrompendo il silenzio e lasciando la bottiglia vuota di fianco.
“Aspetta” Disse Beth allungando la mano e afferrandogli la maglia.
Il ragazzo si accovacciò di fronte alla rossa.
“Perché mi tratti così di merda dopo tutto quello che ho sempre fatto per te?” Disse tutto d’un fiato Beth lasciando scappare una lacrima. Tom si sentì terribilmente in colpa. Sia per lo spintone, sia per non avergli detto di New York.
“Scusa” Disse con voce bassa abbassando il capo.
“Non chiedermi scusa se alla fine fai sempre gli stessi errori” La rossa voleva fare un uscita di scena trionfale, quindi cercò di alzarsi per lasciare di stucco Tom, ma appena si mise in posizione eretta la testa iniziò a girare e la salivazione aumentò nella sua bocca.
Doveva vomitare.
Si manteneva lo stomaco guardandosi attorno spaventata. “Che hai?” Chiese il biondo.
Beth non rispose.
Pensò che se lo avrebbe fatto sicuramente avrebbe vomitato.
Il suo fegato e il suo stomaco chiedevano pietà. Un conato di vomito percorse il suo flebile corpo. Tom capi. Si avvicinò lentamente e le raccolse i capelli e gli mise una mano sulla fronte.
“Vomita” Comandò. Beth scosse il capo.
“Vomita. Non trattenerti. Ti sentirai meglio. Te l’assicuro!” Un altro conato scosse la ragazza.
Cerò di liberarsi da Tom ma niente. Stava troppo male per farlo. Alla fine assecondò l’amico. Arrivò un altro conato, e lei si sporse in avanti vomitando. Tom non era per niente schifato. Pensò a tutte le volte che lei lo aveva fatto per lui, si sentì in colpa ancora più di prima. Finito di vomitare il ragazzo si preoccupò di farla sedere, di pulirle la bocca e asciugarle le lacrime provocate dallo sforzo. “Grazie” Sussurrò l’amica appoggiandosi sulla sua spalla.
“Dovere” Beth sorrise e si accoccolò tra le braccia del ragazzo.
Era poco vestita, e aveva freddo. Quelle braccia erano un ottimo rifugio, ma non bastava a placare il freddo di quella notte, molto strano, soprattutto in California e a Settembre.
“Vieni” Disse il biondo picchiettando l’asfalto in mezzo alle sue gambe. La ragazza non se lo fece ripetere due volte che si ritrovò sovrastata al corpo ancora accaldato di lui. Mise il volto nell’incavo del suo collo, e aspirò intensamente il suo profumo.
  Si sentiva come se avesse ritrovato la strada di casa dopo essersi persa.
Forse per colpa dell’alcol, o forse per un qualcosa che non si sapeva spiegare neanche lei, iniziò a baciare delicatamente quella parte di pelle. Tom non disse niente.
Lasciò fare.
Era una sensazione piacevole. Si lasciò trasportare dal momento e dei brividi cominciarono a risalirgli la schiena. La sua mano iniziò a percorrere il corpo della ragazza arrivando alla testa e affondando nella chioma rossa incitando la ragazza a continuare. Beth sorrise maliziosamente e prese tra le labbra un piccolo lembo di pelle iniziando a succhiare e mordicchiare. Tom rise capendo cosa avesse intenzione di fare la rossa, ma la lasciò continuare. Una volta finito guardò soddisfatta il suo lavoro e rise.
“Non vale” Disse Tom. “Ora tocca a me”
Beth non oppose resistenza e piegò di lato il collo sottile. DeLonge era esperto. Sapeva come far impazzire una ragazza. Ma con Beth era diverso. Si sentiva impreparato e indifeso. Lei conosceva tutte le sue tecniche. Con i polpastrelli spostò una piccola ciocca di capelli che era rimasta sulla pelle pallida. Avvicinò le labbra all’orecchio e iniziò a mordicchiare e leccare il lobo. Mille brividi percorrevano il corpo di Beth.. Tom con dei piccoli baci a fior di pelle e scese lungo il collo. Si fermò a metà e iniziò a mordicchiare leccare e succhiare.
La rossa si lasciò fin troppo trasportare. Anzi. I due si lasciarono fin troppo trasportare senza accorgersi che Travis fosse proprio davanti a loro.
“Thomas. Matthew. DeLonge. Che cazzo stai facendo a mia sorella?” Beth sobbalzò e la testa iniziò a girare.
 “Tu alzati” Comandò autoritario il fratello maggiore.
Lo sguardo di Tom era perso.
Non posso”
“Ha bevuto, e molto”
Continuò il biondo indicando la bottiglia vuota di fianco.
“E tu  ne approfitti, giustoi?” Accusò Travis.
“Ha incominciato lei!” Cercò di discolparsi Tom alzandosi e mostrando il succhiotto. Il punk annuì e osservò la sorella accasciata a terra.
“Capisco. Questa te la lascio passare!”
“Lo so che mi ami mon amour!”
Tom si avvicinò al moro con le labbra a bacio.
“Fanculo! Finiscila. Pensa ad alzare Beth. Ma si può sapere perché l’unico con un minimo di cervello sono io? Perché sono l’unico che non si sfonda a sta maniera?”
“Perché tu devi badare a noi quando siamo ubriachi”
Rise il biondo aiutando la ragazza ad alzarsi. Travis lo guardò truce e concluse “Grazie a Dio Mark ha la macchina e ci può accompagnare!”



 

Eccomi di nuovo qui!
Finalmente è arrivata la famigerata scommessa!
Chissà comeandrà a finire! Vincerà Cook, o vincerà Tom? A voi le scommesse!

Grazie per aver letto il quinto capitolo di questa storia.
Se volete lasciate una recensione. Mi farebbe molto piacere.
Un bacio C:


Vorrei ringraziare in oltre staywith_me, Kaleidoscope_ e  Layla per aver recensito lo scorso capitolo C:

 
 
 

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Capitolo 6
*** VI. Desideri. ***


Capitolo sesto

Desideri.
 

 
 
“Dio” Una voce maschile imprecò per l’ennesima volta e delle mani iniziarono a percuotere il corpo della ragazza ancora nel letto.
“Giuro su mamma che se non apri quei cazzo di occhi ti rutto in faccia e ti faccio diventare bionda”
La ragazza mugugnò per l’ennesima volta rigirandosi nel letto. Travis sbuffò e si avvicinò alla porta-finestra del balconcino spalancando le tende.
Trav.. mi fa male la testa..” E lentamente il ragazzo si avvicinò porgendole una pasticca e dell’acqua che aveva precedentemente appoggiato sul comodino di fianco al letto.
 “Lo immaginavo, ora alzati, primo giorno di scuola, ricordi?” Beth sobbalzò dal letto non appena riuscì ad elaborare la frase. Prese la pastiglia e si diresse in bagno. Si specchiò e due profonde occhiaie le solcavano lo sguardo, ma non se ne curò molto. Il collo candido era ricoperto da molteplici succhiotti, ma che per la stanchezza non notò. Si fece una doccia, si sistemò i capelli, indossò delle bermuda larghe e una maglia rubata nell’armadio del fratello. Non si truccò molto, si limitò a coprire le occhiaie. 
Alla  Poway High School era abbastanza anonima. Lei non dava fastidio a nessuno e nessuno dava fastidio a lei, tranne qualche cheerleader che la squadrava dalla testa ai piedi. Una volta fatta colazione lei e il fratello, come consuetudine, si recarono a scuola con i loro amati mezzi di trasporto, gli skateboard.
 
 
“Cosa diamine hai sul collo? Sembri un dalmata!” Affermò Anne non appena la rossa gli si presentò davanti.
“Maledetto DeLonge” ringhiò tra i denti portandosi una mano sul collo.
“Cosa cosa cosa? Ho sentito bene?” Beth roteò gli occhi e portò l’indice della mano libera sulla bocca della bionda.
“Non dire niente a nessuno. Ti spiego dopo” Non appena concluse la frase Tom fece capolino dal parcheggio della scuola. Una vampata improvvisa percorse il corpo di Beth, le guance diventarono paonazze e un senso di vergogna la portò ad abbassare lo sguardo.
“Sbaglio o ti sei uniformata al colore della tua maglia? Sei bordeaux!”
“Mimetizzazione!”
Anne alzò un sopracciglio notando Tom arrivare.
“Si, mimetizzazione. Io e te dobbiamo parlare!” Beth annuì.
“Di che dovete parlare?” Si intromise il biondo dando un bacio sulla guancia a Anne.
“Cosa da donne!” Tom le scompigliò i capelli e si avvicinò alla rossa dandole un pizzicotto sulla guancia.
“Sei cadaverica. E non hai un bell’aspetto. Hai certe occhiaie.” Beth fece spallucce. Una folata di vento spostò i capelli liberando il collo. Lo sguardo di Tom si posò proprio su di esso sogghignando.
“Buongiorno” Travis fece la sua comparsa con Jonas riservando un occhiataccia al ragazzo che poco prima non era a debita distanza dalla sorella.
“Dio Beth, ma quale animale ha mai potuto combinarti questo?” La ragazza maledisse Jonas e osservò di sottecchi Tom che se la rideva beato mentre Travis si allontanava infastidito. Beth se ne accorse.
Lo seguì.
“Si può sapere che ti prende?”
“Fino a qualche giorno fa nemmeno ti guardava più in faccia, e ora sembra tutto passato! Non ti fai qualche domanda?”
Concluse Travis raggiungendo Mark che in lontananza parlava con alcune cheerleader mentre lei decise di entrare nel tanto odiato edificio chiamato scuola per iniziate il suo primo giorno.–Fanculo-

“Abbiamo l’armadietto vicino. Che coincidenza!” Una voce famigliare squarciò i pensieri di Beth intenta a leggere l’orario delle lezioni. “Oh, ciao Cook! Non è il mio questo. Non so di chi sia. Mi ero solo fermata a leggere l’orario. Il mio è nell’altro corridoio.” Il ragazzo annui.
“Beh, che coincidenza lo stesso. No?” La rossa sorrise mettendo una mano in tasca.
“Oggi pranziamo insieme?” Chiese di nuovo. La risposta fu interrotta dalla campanella che segnava l’inizio delle lezioni e fu trascinata dalla massa degli studenti lontano da Cook dicendo solo un “Si”.
 
 
 
-Perché proprio io devo andare a fare le fotocopie degli elenchi?Perché?- Beth vagava per la scuola in cerca di qualche bidello che la potesse aiutare. Era la quarta ora, e aveva filosofia. –Sempre meglio fare le fotocopie però!- Pensò mente si avvicinava allo sgabuzzino sperando di trovare Ken, il bidello simpatico.
Lo chiamò un paio di volte, ma niente.
Quando la porta si spalancò e una mano la trascinò dentro chiudendo a chiave la serratura. Per lo spavento Beth lasciò la presa dei fogli che portava in mano che si dispersero sul pavimento. “Ma come cazzo ti permetti? E sopratutto chi sei?!” Chiese incazzata. Una mano le bloccò la bocca. Un profumo pungente che conosceva bene le inebriò i sensi. Era Tom. C’era da aspettarselo!
Il ragazzo lasciò libere le labbra di Beth, e pericolosamente si avvicinò a lei poggiandole le mani sui fianchi e nascondendo la testa nell’incavo del suo collo iniziando a baciarlo lentamente. “T-Tom..” Piazzò le mani sul suo petto allontanandolo leggermente ritrovandosi faccia a faccia con il biondo. Tom fece un altro passo in avanti facendo aderire il suo corpo con quello di Beth finché con la punta del suo naso non arrivò a toccare quello della rossa. Le mani si infiltrarono furtivamente sotto la grande maglia e iniziarono a toccare la pelle liscia passando alla schiena disegnando delle linee che fecero rabbrividire Beth. Tom, curvo su di lei si abbassò ancora un po’ finché con le sue labbra sfiorò quelle di lei e sul suo volto comparve un mezzo sorriso “Ciao” disse continuando ad accarezzare la pelle nuda. La ragazza fece per parlare ma lui l’anticipò andando via lasciandola da sola nello sgabuzzino, al buio, raccogliendo i fogli da terra.

La campanella suonò. Era ora di pranzo.

“Tom, non ti smentisci mai eh? Come hai fatto a farti sbattere fuori dalla Gonzalez il primo giorno di scuola?” Chiese Mark mentre  prendeva posto di fianco all’amico. Il loro tavolo era di fianco a quello delle cheerleader e ai giocatori di football. Se è quello che pensate, beh, si, erano abbastanza popolari per essere dei punk.
“La signorina Gonzalez non gradisce il mio repertorio di parolacce spagnole. Poi ha parlato quello che a vent’anni sta ancora in un liceo” Mark fece spallucce e rise appoggiando una mano sulla spalla dell’amico. “Sei sempre la solita testa di cazzo! Scommetto che sei andato nello sgabuzzino di Ken, giusto?” “Si, ma non cambiare argomento come sempre! Comunque ho azzardato a fare una cosa” Mark assunse una espressione interrogativa e Tom gli raccontò tutto per filo e per segno.
“Quindi il piano sta procedendo eh! Confido in te!” Tom rise e salutò Travis, Anne, Alo, Jonas, Markus e Chris che avevano appena preso posto.
“Beth? Dov’è?" Chiese Travis a Anne, la quale alzò le spalle. Il biondo iniziò a guardarsi in torno.–Meno di una settimana e me la scopo sicuro!- Pensò soddisfatto. Ma non appena concluse il pensiero notò Beth seduta fuori al grande giardino con Cook. Parlavano animatamente.
“Mi sa che James ti ha fregato” Sussurrò Mark al suo orecchio ridendo.

James Cook. Ultimo anno. Il classico ragazzo mediamente popolare, con una brutta reputazione. Aveva un grosso tatuaggio sul fianco, una croce.

Tom velocemente si alzò dal tavolino e uscì dalla mensa dirigendosi fuori, accese una sigaretta e con noncuranza si avvicinò hai due che erano seduti sul prato. “Ciao Effy” Beth rimase perplessa. Era da molto che non la chiamava in quel modo.
 “Ehm, ciao, Tom.” Il biondo sorrise aspirando del fumo.
“Ciao anche a te Cook!” Il moro fece un cenno con il capo. Cadde silenzio imbarazzante tra i tre. Tom si posizionò davanti a Beth sedendosi a gambe incrociate.
“Ehi Eff, ho bisogno di parlarti. Oggi puoi venire a casa? Verso le 7, va bene per te?”
“Dovrei uscire con Cook stasera a dir la verità, ma faccio un salto da te prima. James, quindi oggi alle 8 al parco?”
Il ragazzo annuì e salutando la rossa se ne andò lasciandola da sola con il biondo.
“Quindi oggi esci con lui, eh?” Beth annuì.
“Beh, c’è di meglio” La ragazza alzò un sopracciglio. 
“Ah si?”
“Certo che si! Il sottoscritto ad esempio! Non per niente mi chiamano HotPants!”
“Tom, se stasera mi devi parlare di quello che hai fatto oggi, beh, ti dico solo che non è stata una buona idea.”
Il biondo sorrise malizioso.
“E che ho fatto?”
“Lo sai! Ma non so nemmeno io cosa volesse significare ciò che hai fatto, ma è stato.. strano. Non voglio essere una delle tante.”
“E chi ti dice che tu lo sia?”
Beth lo fissava negli occhi intensamente. Tom si sentì a disagio. Dover mentire così spudoratamente alla sua “migliore amica”, se così si può ancora definire, era dura.
“Senti, Thomas, non so tu cosa stia architettando, ma non mi frega. Mi sta iniziando ad interessare Cook. E tu, beh, tu sei tu.” Il biondo abbassò lo sguardo sentendo una stretta al cuore. Una cosa mai provata prima. Un dolore atroce.
“Capisco” Disse flebilmente alzandosi.
“Beh, allora ci vediamo. Non preoccuparti per stasera. Non c’è bisogno che vieni” Si girò e in silenziò ritornò dagli altri. –Ma che cazzo mi è preso? Sembravo uno sfigato che veniva rifiutato in uno scarso film di serie B- Commentò alzando gli occhi al cielo.
 
 
 
“Non saprei come aiutarti. Tu la conosci meglio di me.. dovresti aiutarti da solo!” Concluse Mark.
“Si, ma..non la conosco su questo punto di vista. Non so cosa fare. Capisci?” L’amico annuì.
“Chiedi a Trav!” Il biondo sgranò gli occhi.
“Amico, ti riprendi? Se chiedo una cosa del genere a Travis mi spezza in due.” L’altro fece spallucce.
“Chiedi ad Anne!” Tom scosse il capo.
“E allora arrangiati e scopati sua nonna! Vale lo stesso, no?”
“Mark! Fottuto idiota, lo sai che ti amo, ma ho bisogno di serietà. Non posso perdere questa scommessa.”
“Lo so. Eccome se lo so. Ma nemmeno io conosco questo aspetto di Beth. L’unica cosa che so è che ha sempre avuto un debole per te. E questo lo sai anche tu, per cui non capisco perché ti abbia rifilato un due di picche!”
Il biondo ci pensò su.
“Probabilmente conoscendo la mia brutta reputazione ha pensato che volevo solo scoparla”
“Perché, non è così?”
Rise Mark. Tom non rispose.
 

Beth camminava frettolosamente stingendosi nel top che indossava –Maledizione, avrei dovuto mettere una felpa- Pensò mentre girava l’angolo tra due villette. L’entrata del grazioso parco le si apriva davanti a lei. Una figura le venne incontro. Era Cook.
“Buonasera!” Disse James cordialmente.
“Sera” Sorrise Beth sistemandosi il pantaloncino di Jeans.“Che si fa quindi?”
Allora, andiamo prima ha mangiare al mc qui vicino. E poi verso il tardi andiamo al Soma. Che ne dici? Mica hai già mangiato?” “Oh, no. Non ho mangiato. Comunque mi sembra un ottima idea.”
“Perfetto! Beh, offro io comunque!”
Beth sorrise nuovamente e Cook le cinse la vita dirigendosi verso il fast food.
 

“Vaffanculo.” Urlò Tom.
“Che diavolo succede ora? È tutto il pomeriggio che imprechi.” Disse Mark scocciato mentre l'amico lanciò il suo telefono su divano e incrociò le braccia al petto come un bambino.
“Eff non risponde.” Il blu roteò gli occhi.
“Tutta questa preoccupazione per una scommessa? La stai prendendo sul serio vedo! So cosa ci serve per rilassarti un po.” 
“Illuminami!”
“Andiamo al soma. Ascoltiamo buona musica. Tu ti diverti un po’. Io e Trav cerchiamo di convincere il bastardo del proletario di darci una serata e siamo tutti felici e contenti”
Il biondo annuì
Va bene. Mi sembra ottimo. Andiamo a prendere Travis”



 

La rossa rideva a crepapelle. Cook come un bimbo offeso aveva messo il broncio. “Non posso crederci! Come, come hai fatto a copiare pure in nome? Non ci credo” Rise ancora.“Dio. Samantha Cook.  Come hai fatto a copiare pure il nome? Perfino il nome! Non bastava copiare le risposte”
Il ragazzo sorrise e si arrese alle risate di Beth. “Ero distratto.” Beth lo fissò seria per un secondo e poi scoppiò in un'altra risata.“Ho perso le speranze”Ammise James divertito.
 “Stasera chi suona al Soma?” Chiese la ragazza curiosa asciugandosi una lacrima provocata dalle forti risate. “Non so." -Tom lo sa di certo- Pensò. Ma poi come per scacciare il pensiero scosse il capo cercando di non pensare al biondo.
 

Mark entrò nel locale affollato come sempre. Tra la folla notò un gruppetto di ragazzi che frequentava il suo stesso corso di storia. Si girò verso  Travis “Andiamo dal pelatone a chiedere per il concerto” Il punk annuì lasciando indietro Tom.
Il biondo non appena mise piede al Soma si precipitò verso il piccolo bar pieno di alcolici.
“DeLonge” Salutò il barista. Ormai li era di casa. Tom ricambiò il saluto con un cenno del capo. “Che ti porto? Il solito?”
“No, portami una birra. Oggi vado sul leggero”
 Il barista non se lo fece ripetere due volte che la rissa era già di fronte a lui. Presa la bottiglia marroncina si immerse nella folla. Iniziò a pogare insieme alla massa di ragazzi. Doveva rilassarsi e divertirsi un po. Cercò tra la folla una possibile preda da rimorchiare e portarsi nel bagno. Quello era il suo modo per rilassarsi. –Dov’è Monique quando serve?- Pensò ringhiando. La birra era finita. Aveva bisogno di qualcosa di più forte. Si riavvicinò al bancone “Ehi amico. Dammi il solito và.” Il barista rise e gli preparò un cocktail che velocemente buttò giù. –Così va meglio- Si buttò tra la mischia più leggero e spensierato di prima. Iniziò a pogare come se non ci fosse un domani quando con una gomitata colpì qualcuno. “Gesù” Sentì imprecare. La musica era alta, ma il grido di quella ragazza era talmente alto da riuscire ad arrivare alle orecchie di Tom. Il biondo curioso si girò. “Beth?” Disse. Ma la ragazza fece segno di non aver capito tenendosi il labbro con una mano lasciando intravedere una scia di sangue che era arrivata a sporcare il top azzurro. Dietro di lei Cook che osservava la scena. Strafottente Tom, mantenendo lo suardo fisso su Cook, le prese un braccio e la portò in bagno. “Scusa per la gomitata” Disse mentre imbeveva un fazzoletto con dell’acqua.
“Non preoccuparti” Il labbro era leggermente gonfio e il sangue continuava ad uscire. Con estrema delicatezza tamponò il liquidò rosso e cercando di fermarne la fuoriuscita. Beth sussultò dal dolore.
“Scusa ancora.” Prese un altro fazzoletto, sempre imbevuto e iniziò a pulirle il sangue sul petto e sulla maglia. Fermato il sangue Beth si sedette su uno dei lavandini. Tom le si piazzò davanti. “Perché ti devo sempre distruggere in qualche modo?”Chiese ironico.
“Odio represso nei miei confronti?” Tom scosse il capo.
“Non potrei mia odiarti. Sei la mia migliore amica” La rossa sorrise portandosi una ciocca dietro i capelli.
“Abbracciami” Disse poi, allargando le braccia e le gambe facendo posto davanti a lei per permettere al biondo di avvicinarsi il più possibile. Il ragazzo la strinse con forza. Iniziò ad accarezzarle la schiena e lentamente prese a baciarle il collo. “Tom, ne abbiamo parlato oggi” Disse atona l’amica staccando il biondo. Tom abbassò lo sguardo sulle sue labbra osservando la piccola ferita. Un brivido strano gli invase il corpo. Aveva voglia di assaggiarle. Aveva voglia di provare com’erano. Quella labbra che erano sempre state a sua disposizione ma che adesso erano per un altro.In quel momento non pensava a niente, la testa era vuota, e l'unica cosa che voleva fare era baciare quelle labbra così perfette. Gli mise una mano sul collo e avvicinandola a se posò le sue labbra su quelle della ragazza lasciando un casto bacio. Erano soffici, morbide e vellutate anche se segnate da quello spacco che doveva ancora rimarginarsi. La rossa non oppose resistenza e le schiuse facendo incontrare le loro lingue. La bocca di Tom sapeva di alcol. Si staccò di poco leccandosi il labbro superiore “Vodka?” Chiese sfiorando le labbra del ragazzo che sorrise annuendo. Beth si fiondò su quelle labbra e quel bacio casto e puro si trasformò in un groviglio di lingue e lievi gemiti. Le mani del biondo accarezzavamo vogliose il corpo di lei. Le mani finirono sotto il top accarezzando la pelle e salendo fino ai seni accarezzandoli dolcemente, mentre Tom era sceso a baciare il collo. Preso dalla voglia iniziò a stringere e palpare bramosamente il seno mentre Beth gemeva lievemente sotto quel tocco. Tom era eccitato e la ragazza se ne accorse e si sentì soddisfatta. La sua mano destra scese lungo il petto del biondo fino ad arrivare all’erezione. Tom staccò il suo volto dal collo di lei e con espressione maliziosa incoraggiò Beth a continuare. Ma rimase deluso. La ragazza scostò il biondo. “Non sarebbe dovuto succedere” Detto questo scese dal lavandino e si diresse nel locale.
 


 

Eccomi qui C:

Beh, che dire? Strana questa situazione, no?
I ruoli si sono invertiti. E' Tom che ora vuole Beth, 
anche se solo per un secondo fine, ma cambieranno i sentimenti di Tom?
Si inizierà ad interessare sul serio a Beth? Chi vincerà la scommessa?
Tutto questo nei prossimi capitoli!
Oddio oddio oddio, sembra una cazzo di publicità, vero? HAHAHHA
Scusatemi, ma ho sempre desiderao farlo!
Comunque vorrei ringraziare staywith_me , Layla e Kaleidoscope_ Per aver recensito lo scorso capitolo :3


Se volete lasciare una recensione
mi farebbe molto piacere. 
Grazie per aver letto questo capitolo.
-Ela

 

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Capitolo 7
*** VII. Hot Pants ***


VII. Hot Pants        

 
 
Era un caldo pomeriggio di settembre, forse troppo caldo per i gusti di Travis, che si godeva una piccola brezza che veniva dal mare. Si dondolava fumando una sigaretta sulla spiaggia alienandosi dagli altri punk e guardando il sole tramontare. Sentiva di sottofondo le risate della combriccola sovrastate da quella cristallina della sorella. Sorrise pensando a quanto fosse sciocca quella ragazza.
Beth poteva sembrare agli occhi degli altri furba e dura, ma lui la conosceva meglio di tutti, non insinuava il fatto che fosse sempre sciocca o che non fosse furba, ma quando si trattava di Tom lei lo diventava. Il biondo aveva una strana influenza su di lei, e questo pensiero faceva sempre infuriareTravis.
Il ragazzo fece l’ultimo tiro e buttò la sigaretta.  Non riusciva a spiegarsi perché la sorella credesse ad ogni cosa che Tom le dicesse, non riusciva a credere come una ragazza così intelligente come lei potesse farsi abbindolare da quel ragazzo così sfacciato e narcisista. Il solo pensiero che lei potesse provare qualcosa di più per Tom mandava in bestia il punk, che quando scoprì che la ragazza usciva con Cook ringraziò il signore, e perfino quando Tom si allontanò dalla sorella lo fece.
Ma la cosa che preoccupava di più Travis era questo strano interessamento del biondo nei confronti di Beth. E se c’era una cosa che invece lui sapeva bene era che di sicuro Mark era a conoscenza di tutto quello che passava nella testa diTom, quindi, di sicuro lui sapeva cosa stesse accadendo al ragazzo in questione.
Ritornò dal gruppo dei punk ma prima che potesse richiamare l’attenzione dell’amico Alo lo interruppe.
“Trav! Ehi Trav! Venerdì sera, cioè domani, super mega festa a casa mia per il mio compleanno! Ci sei?”
Travis annuì.
“Perfetto! Preparatevi al delirio ragazzi!”
Tutti risero e il punk prese per un orecchio Mark facendolo alzare di colpo.
“Ma che ti prende?” Chiese dolorante massaggiandosi il lobo.
“Dobbiamo parlare”
Mark lo guardò interrogativo e ridendo disse “Tu che parli. Fico. Questo si che è un problema”
Travis, ancor più serio di prima prese per un braccio l’amico trascinandolo in disparte.
Amico, calmino eh!”
“Cosa ha in mente di fare Tom?
”Mark sobbalzò e deglutì.
“Ehm, cosa intendi?” Il moro alzò gli occhi al cielo.
“Lo sai cosa intendo. Perché fa così con lei?”
“Così con chi?”
“Così con Beth.”
Mark impallidì, ma prese coraggio e facendo finta di nulla scosse il capo.
“Non sta facendo niente con Beth. Ma anche se non fosse così io non so nulla” Fece per andarsene ma Travis lo trattenne per la maglia.
“Dimmi la verità”
“È questa la verità”
Concluse il blu andandosene definitivamente. L’altro scosse il capo e lanciando un occhiata alla sorella si allontanò nuovamente sedendosi sulla sabbia. “Thomas Matthew DeLonge, tu non me la racconti giusta.”
 

Mark preoccupato dalla conversazione con il punk raccattò le sue cose e sparì dalla spiaggia dirigendosi verso casa dell’amico poco prima citato da Travis. Appena notò la graziosa casa a due piani affrettò il passo e non appena fu davanti alla porta iniziò a bussare incessantemente. Dopo due minuti aprì la porta un Tom annoiato con una busta di patatine in mano che fu sovrastato dall’amico che senza nemmeno salutarlo entrò in casa e si diresse in cucina prendendo dell’acqua.
“Fai come se fossi a casa tua!” Disse ironico Tom.
“Dobbiamo parlare” Annunciò l’altro mentre beveva un altro sorso.
“Qual è il problema!”
“Travis”
“Ehm, mi chiamo Tom.”
“No, ma che caz.. no! Il problema, è Travis”
Il biondo sedendosi su una sedia fece una strana smorfia.
“Travis sta iniziando a insospettirsi. Dovresti mettere fine alla scommessa. Anzi, devi mettere fine alla scommessa. Ora!”
“E lasciare Beth a Cook. No di certo”
“È solo una scommessa Tom!”
Il biondo scosse il capo.
“No, non è solo una scommessa. È una questione di principio. Di onore!”
“Perché pensi sempre e solo all’onore o alla popolarità o a ‘ste stronzate, non puoi vincere questa scommessa. Fattene una ragione. Lascia Beth a Cook,  tu la vuoi solo per ripicca. Non puoi rovinare un amicizia per colpa dei tuoi stupidi giochetti”  
Il biondo scosse il capo.
“Io riuscirò a scoparmela. Stanne certo” Mark infuriato iniziò ad urlare.
“Sei subdolo. Pensi solo a scopare. Mi fai schifo. Se Beth lo viene a sapere la vostra amicizia è fottuta. Lasciala a Cook. Per Dio!” Tom si alzò scaraventando la sedia.
“Non è per ripicca. Non sono subdolo. Non è solo per scopare. E non è nemmeno per l’onore. Io non voglio solo vedere Beth con Cook, e ne con altri.” Urlò diventando tutto rosso in faccia. La bocca di Mark divenne una O perfetta e strabuzzò gli occhi.
“A te.. a te piace Beth” Rise appoggiandosi una mano sulla fronte.
“NO. Non intendevo dire..” Tom fu interrotto da Mark che continuava a ridere.
“Ti ho sgamato! Lo sapevo che c’era sotto qualcosa! A te piace Beth.”
“No” Insistette Tom.
“No, hai ragione. Tu la ami.” Tom diventò paonazzo e ancora più furioso di prima si portò una mano alle tempie. “Ascoltami, a me non piace Beth, e tantomeno la amo.”
“Allora perché non vuoi che nessun altro esca con lei?” Insistette l’amico.
“Perché.. Ecco..”
“Visto?”
“No Mark, ti sbagli, a me non piace. E te lo dimostrerò!”
“Come?”
“Lo vedrai!”

                                                      

Il venerdì. Che grande giorno.
Quel giorno della settimana era perfetto per Beth. A scuola non aveva materie impegnative, il giorno dopo non si andava a scuola, e soprattutto, il venerdì sera c’era sempre una festa a cui andare. E quel venerdì c’era la festa di Alo. Compiva 17 anni, e per l’occasione aveva tinto il suo liberty spike mohawk di arancione.

Beth si sistemò per bene lo zaino in spalla e con pacatezza raggiunse Mark e Jonas davanti al cancello dell’istituto. “Buongiorno belli.” Disse sorridendo cacciando una sigaretta dal pacchetto che teneva nella tasca dei pantaloni e accendendola.
“Buongiorno” Rispose Jonas rubandole un tiro.
“Giorno Beth. Rapina a mano armato oggi?”Disse Mark mentre Beth con una smorfia fece un tiro.
“Uhm?”
Sei completamente vestita di nero. Tra un po’ vai a svaligiare qualche negozio di alcolici per la festa?” Beth scosse il capo ridendo. “No, non avevo più niente di pulito e ho messo questo” Mark annuì.
“Capisco.Suppongo che alla festa verrai in mutande allora?” La Rossa fece spallucce buttando la cenere.
“Vabbè, ho capito, oggi non ha voglia di parlare.” Concluse Mark giocando con delle ciocche rosse che ricadevano sulle spalle della ragazza.
“Che hai alla prima ora?” Continuò Jonas.
“Chimica, meglio che entri.” I due salutarono l’amica con un cenno mentre si allontanava.

La giornata passò in fretta, Beth tornò a casa per le 5. Non c’era nessuno, il padre era a lavoro e Trav era da Mark con Jonas e Chris. Verso le 8.30 mangiò qualcosa e subito dopo si fece una doccia, si lavò i capelli e si preparò per la vesta. Mise i soliti pantaloncini neri di pelle, con delle calze a rete stracciate, gli anfibi e sopra un top rosso e la giacca di pelle. Quando finì di truccarsi si erano fatte le 10. Uscì di casa e lentamente si avviò.
Teneva la testa bassa e le cuffiette nelle orecchie. In breve tempo si ritrovò davanti all’enorme abitazione di Alo.
Da fuori si sentiva già la musica e in giardino c’erano già le finte “ubriache” che si strusciavano contro dei malcapitati. –Bene- Pensò passandosi una mano tra i capelli. Attraversò il giardino. Pensò di bussare, ma la porta era già semi aperta. Fece un bel respiro e senza esitare entrò in casa. La musica era altissima. C’erano decine di ragazzini che si accalcavano, che ballavano strusciandosi, sembrava quasi un orgia –Farò un video e lo metterò su Youporn- Pensò la rossa ridacchiando.
Una vampata di calore le invase il corpo. La giacca di pelle era troppo pesante, e in quella casa faceva decisamente troppo caldo. Passò in rassegna tutta la sala, ma non si fidava di lasciare la sua amata giacca in balia di adolescenti ubriachi e arrapati. –La porto sopra và-
La parte superiore della casa era off limits, a parte per lei e gli altri del gruppo. Salì le scale, una dopo l’altra, lentamente. Non aveva fretta. Una volta arrivata al piano superiore iniziò ad aggirarsi per le stanze. Una in particolare attirò la sua attenzione. Da questa provenivano dei strani gemiti. Beth divertita, e soprattutto incuriosita aprì di poco la porta. Due ragazzi, stesi sul letto di Alo, che tutto facevano tranne che riposarsi. Riconobbe un ammasso di capelli neri e lunghi. Sicuramente era la ragazza del primo anno che vedeva sempre nei corridoi.  Sopra questa c’era un ragazzo. Era biondo. Troppo biondo per essere un naturale. Era palesemente finto. Poi notò una collana. –Come quella di Tom- Pensò. Appena elaborò il tutto sgranò gli occhi. Il cuore prese ad accelerare e la mano strinse la presa della maniglia di ottone della porta. Il respiro divenne affannoso, e la bocca diventò secca e asciutta. Continuò a guardare la scena finché il ragazzo non alzò la testa e con un mugugno venne. Era proprio Tom. Beth era schifata, voleva andarsene, ma non riusciva a muoversi. Era paralizzata. Come se qualcuno la costringesse ad osservare quella scena. Sentiva un vuoto nel petto, lo stomaco era sotto sopra, e tutta la voglia di divertirsi era svanita. Sentì gli occhi pizzicare. La vista si offuscò e le lacrime iniziarono a rigarle il volto.  Solo allora decise di muoversi. Di andarsene. Di fuggire da quell’orribile scena. Percorse il lungo corridoi fino in fondo e si accovacciò in un angolino al buio. Si isolò dal mondo piangendo finché la porta non si aprì di nuovo lasciando uscire la ragazza seguita da Tom senza maglia. Si passò una mano tra i capelli e sospirò soddisfatto. Non appena la ragazza scomparve dalle scale fece la sua comparsa Mark.
“Allora?” Chiese Mark serio.
“Allora siamo a quota due! Mi faccio un'altra e poi mi fermo! HotPants ha dato già troppo oggi!” Il blù incrociò le braccia.
“Questo sarebbe il tuo modo per dimostrarmi che non ti piace Beth?” Tom annuendo sogghignò.
“Perché continui con questa farsa allora?”
“Perché mi va. Voglio solo scoparmela, è come un traguardo da raggiungere, capisci?"
“Se lo viene a sapere Travis?”
Tom esitòper un istante.
"Non lo verrà a sapere."
 Beth  osservava la scena distrutta dal dolore. In fondo ci aveva sperato che il ragazzo che fin da piccolo aveva occupato intere pagine del suo diario segreto si fosse interessata a lei. Rimase li accovacciata finché i due si ributtarono tra la folla. Si fece coraggio, si asciugò le lacrime, si alzò e a passo svelto percorse il corridoio, scese le scale e con indifferenza passando tra tutta quella marmaglia di gente. Una mano la bloccò per il polso.
Era Tom. Avrebbe riconosciuto il suo tocco tra quello di mille persone.
“Allora, Tom, chi è stata quella a farti godere di più oggi?” Chiese schietta senza nemmeno girarsi.
La rossa sentì la presa affievolirsi sempre di più, finché quella mano grande e ruvida non l’asciò ricadere l’esile braccio lungo il fianco della ragazza.
 
La festa era finita da un pezzo, e Tom si trovava per strada a rimuginare su quello che era accaduto,, sul discorso fatto il giorno prima con Mark, su quella domanda che gli aveva posto Beth che l’aveva spiazzato. Iniziava a provare qualcosa per lei. Lo sapeva. Ne era consapevole, perché ogni volta che lei era con Cook, o con qualsiasi altro ragazzo che la guardava con occhi avidi un senso di gelosia gli pervadeva il corpo. Ma Tom non poteva permettere ciò. Lui era Tom DeLonge. Lui era il classico bastardo. Non poteva permettersi di farsi piace qualcuna, e tantomeno innamorarsi. Soprattutto dopo tutto quello che era successo con Lea. La sua mente era divisa in due fazioni che combattevano ognuna per difendere i proprio ideali. Una parte combatteva per dimostrare alla rossa che per lui, lei non era come le altre. L’altra combatteva per dimostrare alla gente che lui era Hot Pants.

 Hi.

Look at me.

Allora, prima di tutto vorrei scusarmi per il ritardo. Sono impegnatissima con la scuola e trovare il tempo per scrivere diventa difficile ç-ç

Comunque, Tom inizia a interessarsi a Beth ma fa di tutto che dimostrare a se stesso che non è vero.

BEL PROBLEMA.
E ora che Beth ha sentito quella conversazione che succederà? Le cose rimarranno inalterate? Beth si allontanerà da Tom? Si inizierà ad attaccare  Cook?
Eheheheheheheh per saperlo dovete aspettare il prossimo capitolo :*
Grazie per aver letto il settimo capitolo.
Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno letto questa storia fino ad ora. 
Davvero, grazie. c:
Se vi va lasciate una recensione. Mi farebbe molto piacere.
Alla prossima <3

Ps_ Vorrei ringraziare staywith_me, Layla e Kaleidoscope_ per aver recenrito lo scorso capitolo :)

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Capitolo 8
*** VIII. Paure ***


Capitolo VIII

Paure.

 
 
 
 
-Basta. Basta. Mi sono rotta il cazzo di essere sempre quella che ci rimane sotto. Perché non posso divertirmi come una sedicenne normale invece di farmi tutte queste paranoie? Da oggi cambia la storia eh! Da oggi sesso droga e punk rock! Oh. Ma che cazzo dico. Sono una fottuta cogliona. Dovrei uscire invece che fare questi monologhi interiori assurdi!-
La ragazza era distesa a pancia in giù sul letto con la testa immersa nei cuscini. Andava avanti così da quasi due settimane, erano due settimane che non parlava ne con Tom e ne con Cook, ed erano due settimane che non usciva di casa. Arrivava la sera e Beth iniziava a tempestarsi di domande tipo –Se incontro Tom che faccio?- oppure –Gli parlo o lo ignoro?- Ma la più gettonata era –Io e Tom siamo ancora amici?- E ogni volta finiva per rimanere in camera sua per tutta la serata guardando film smielati o orride soap opera. Qualche volta le fece compagnia Travis, che non sapeva spiegarsi perché la sorella si comportasse in quella maniera, molte volte aveva chiesto alla ragazza in questione il motivo, ma niente, dalla bocca di Beth uscivano solo mugugni e frasi borbottate e incomprensibili. Ormai si era rintanata in casa, viveva in simbiosi con la sua tutona grigia e le sue maglie della Hurley enormi. Si cambiava, grazie a Dio, solo per andare a scuola. Ma se non fosse stato necessario, non lo avrebbe fatto nemmeno per quello. Beth si rigirò a pancia in su e osservò l’orologio di fianco al letto.
“7.30” Lesse a voce alta. “Oh fanculo. Oggi rimango a casa. Uscirò domani. Forse”
Detto questo si rigirò a pancia in giù finché non sentì la porta aprirsi.
“No Trav, non ti presto la maglia arancione della Hurley, sei pure daltonico, a che ti serve una maglia arancione poi?” La rossa aspettò per qualche secondo la risposta del presunto fratello. Ma con molta sorpresa una voce sottile la fece sobbalzare.
“Ehm ehm.” La ragazza si mise subito a sedere osservando la bionda a braccia incrociate.
“Anne” Disse Beth imbarazzata “Come va?” Continuò.
“Come va? Come va? Va che tu sembri una depressa. Non esci da giorni, a scuola non parli con nessuno e non ti fai né più vedere ne più sentire. Perfino Tom non ci capisce più niente.” L’amica sobbalzò appena sentì quel nome.
“Ah beh. Certo. Tom. Giustamente! E beh si! Si si. Tom.”
“Ma che ti prend..”
“Ma vaffanculo Tom. Vaffanculo. Che morisse!”
“Mi spieghi che ti prende?”
“Tom di qua, Tom di la, Tom su, Tom giù, il TomTom. Perché dovete sempre nominare Tom, un navigatore satellitare che non sia il TomTom vi fa schifo???”

La rossa urlava per la camera andando su e già con gli occhi di fuoco mentre una Anne terrorizzata si chiedeva il perché di tutto ciò. “Ora ti calmi e mi spieghi che succede”
“Che succede? Ah. Che succede. NIENTE. No no. Niente. Oddio. Sembro una schizzata, vero?”
Anne annuì di rimando.
“Credo che uscire ti farà bene.” Beth annuì e andando in  bagno continuava il monologo interiore iniziato poco prima.
Dopo una mezz’oretta abbondante lei e l’amica erano già sul vialetto di casa Barker.
“Allora, dove andiamo?” Beth fece spallucce.“Ok, propongo io allora. Andiamo all’Ice?”
“Ci sono troppi tossici”
“Allora andiamo al Plaza?”
“Troppi writer”
“Al District Dark?”
“Troppi skater”
Anne sbuffò.
”Non ti va bene niente! Andiamo al Soma allora!”
“No, li c’è sicuramente T..”
“Chi scusa?”
–Oh fanculo-
Si disse la rossa. –Fanculo Tom.-
Anne era ancora in attesa di una risposta, ma Beth fece spallucce archiviando il discorso.
 
 
La rossa e la bionda erano in pista saltando e pogando. Erano al dungeon, la parte inferiore del Soma, ma c’era da divertirsi comunque. Ridevano e scherzavano,e finalmente Beth si stava liberando da quell’angoscia che l’aveva perseguitata da giorni. Aveva deciso di preoccuparsi solo di se stessa, di mettere da parte tutti i problemi e comportarsi come una sedicenne, senza pensieri e preoccupazioni,e soprattutto aveva deciso di dimenticare Tom.
Lui era il suo migliore amico, e tutti sapevano che c’era dell’altro sotto, ma comunque Beth non ci aveva mai dato peso, perché sapeva che lui l’avrebbe posta sempre sopra di tutto e tutti. Era perfino più importante di Mark. E questo le bastava. Era come un legame inossidabile. Ma quando sentì che lei era solo una scopata, il mondo le cadde addosso. Era caduta ai livelli di Monique, Molly, Samantha, Jane, e tante altre ragazze che per lui erano solo state delle scopate,e dopo aver ricevuto quello che voleva le scaricava, non degnandole mai più nemmeno di un sorriso. Lei preferiva essere una semplice amica, ma importante, e non una scopata, ma insignificante.
Sicuramente penserete “Che gran bastardo il Karma, proprio in quel momento doveva arrivare Mark?” vero? Beh, se non lo pensate voi, è sicuramente quello che pensava Thomas appollaiato sullo sgabello del bancone.
Continuava a torturarsi le labbra mordendole animatamente non curandosi nemmeno del labret. Il cuore gli scoppiava nel petto.
Beth si avvicinò al bancone e ordinò due birre, e lui iniziò a innervosirsi.
“Amico, ma che ti prende?” Si intromise Cook che aveva appena terminato il turno al bar.
“Oh, niente James”
“Se lo dici tu. Beh, ti volevo solo informare che la scommessa è ancora in corso, quindi io andrei”
Disse indicando Beth che aveva finito di scolarsi il secondo boccale di birra sotto lo sguardo divertito di Travis e di Anne.
 
“Andiamo in pista!” annunciò allegra e anche un po’ brilla la ragazza.
“Finalmente è tornata in se” Disse il fratello nell’orecchio di Anne. “Grazie per averla fatta rinsavire” Anne arrossì, ma non fece in tempo a rispondere che Beth la tirò verso il mucchio di gente che pogava. Senza ne pensieri ne problemi. Si sentiva libera e spensierata, finalmente dopo tanto tempo.
Mentre ballava e rideva insieme a Anne due mani le cinsero i fianchi. Si girò e stupita si ritrovò davanti a se Cook. Le sorrise, e lei senza nemmeno pensarci due volte si fiondò sulle sue labbra assaporando a fondo quel momento. Gli occhi chiusi, la musica alta, il profumo pungente di Cook. Era tutto perfetto. Perfino lo sguardo costantemente posato su di lei di Tom non le dava fastidio. Non sapeva perché lo stava baciando, forse per ripicca, forse per colmare il vuoto di Tom, o forse solo perché voleva divertirsi. Tuttavia non ci pensò molto, e si godette quella serata fino in fondo.
 
 
 
Erano le otto del mattino seguente, e come al solito Beth era davanti a scuola con il fratello, Mark e Anne aspettando l’arrivo degli altri. Due profonde occhiaie le solcavano il viso. Si accese una sigaretta e con calma salutò alzando il bracciò sinistro Alo e Chris che si avvicinarono ai quattro.
“Chris, per te lo zaino è un optional?” Commentò Anne.
“No, carissima la mia Anne. Oggi niente scuola per me e il mio compare di avventure, Alo. Oggi si va a San Diego, e siete invitati ufficialmente tu, Travis, Mark e Beth” La rossa saltellò battendo le mani seguita da Anne, invece Mark e Travis si guardarono in modo scettico.
“E dimmi, compare, come ci entriamo in una macchina dato che ne siamo 6?”
“Eheh, ci siamo dimenticati di annunciarvi che Mark dovrà venire con la sua macchina!”
“Cosa? Lo sai che non posso uscire fuori città con la macchina di mamma!”
“Oh andiamo Mark! Fallo per la tua sorellina! Così può venire anche Tom!”
Pregò Anne mentre Beth le riservò uno sguardo atroce, ma come poteva incolparla, alla fine lei non sapeva niente dell’accaduto. Mark annuì. “Che sia la prima e l’ultima volta!”
“Ma certo!”
Rispose angelico Alo.
“Va bene, io e Anne aspettiamo che arriva Tom. Voi avviatevi.”

Travis annuì trascinando la sorella per il braccio andando verso gli altri due punk.
“A dopo allora” Concluse Chris cacciando le chiavi della macchina dalla tasca del chiodo.

Dopo una mezzora di cammino tra il deserto la sagoma dei palazzi di San Diego iniziava a vedersi. Alo era in fibrillazione, sarebbe andato a farsi un nuovo tatoo, un ragno sulla spalla destra, Chris invece sarebbe andato a comprare delle nuove tinte, che a parer suo erano fantastiche. A Beth venne in mente di farsi rifare il medusa. L’aveva già fatto qualche mese fa, ma per sua sfortuna aveva preso infezione dopo appena 2 giorni. Propose la cosa a suo fratello, dato che lui era esperto di piercing e conosceva tantissimi studi dove li facevano, e le disse che l’avrebbe portata da un suo amico che gli doveva un favore e che glielo avrebbe fatto gratis. La rossa era eccitata, San Diego, il sole, il mare, gli amici, e finalmente il suo amato piercing sarebbe tornato in vita. Appena arrivati si accordarono di ritrovarsi tutti verso mezzogiorno in spiaggia, vicino gli scogli, dove non c’era nessuno. Travis e Beth iniziarono a girovagare per San Diego, e dopo un quarto d’ora abbondante erano arrivati allo studio di quest’amico di Travis. Il suo nome era Stewie, aveva i dread lunghi fino alle spalle, due rose del Borneo sulle clavicole che si intravedevano grazie all’eccesiva scollatura della maglia, sull’avambraccio aveva invece tatuato un dinosauro con in testa un cilindro e in una zampa una pipa. Il fratello salutò con calore il rasta e dopo aver scambiato un paio di battute la fece accomodare su un lettino, si lavò le mani, si mise i guanti, prese le pinze e l’ago sterile e dopo aver individuato la piccolissima cicatrice dello scorso buco con decisione forò il labbro superiore della rossa.

Quando uscirono dallo studio Beth era in fibrillazione. Era così eccitata che avrebbe accompagnato Travis per tutta la mattinata d’ovunque! E così fece.
Prima andarono a prendere delle bacchette nuove, poi andarono in un negozio di strumenti musicali a rimirare gli amati doppi pedali che Travis desiderava tanto, ma che non si poteva permettere, così la sorella si ripromise di regalargliene uno al compleanno.
Finite le commissioni andarono in spiaggia, nel luogo accordato con gli altri, ma di Alo e Chris nemmeno l’ombra.

“Aspettiamo un altro po’! Sono ancora le 11 e mezza, poi, se non si fanno vivi quei bastardi mi faccio sentire io eh.” Travis annuì e tolse le scarpe affondando i piedi nella sabbia fresca.
“È da un po’ che non parliamo noi due, eh, sorellina?” La ragazza alzò lo sguardo incrociando i suoi occhi grigi con quelli azzurri del fratello.
“Già” Si limitò a dire con un filo di voce ripensando a tutte le cose che gli aveva nascosto, il bacio con Tom, la discussione tra quest’ultimo e Merk. Ma non poteva di certo spifferare tutto.
“C’è qualcosa che devi dirmi?” Beth scosse il capo, cercando di scacciare tutti i brutti pensieri con quel movimento.
“Parlami, Elisabeth, parlami cazzo.”Il fratello l’afferrò per le spalle “Perché non mi dici cosa succede?” “Yuuuuuhuuuuu” Una voce incredibilmente stridula e irritante bloccò la conversazione. Questa era l’unica volta nel giro di 2 settimane che Beth ringraziava il signore per la presenza di Tom. “Ragazzi, che si dice?” Aggiunse il biondo (ormai con la ricrescita) non appena fu abbastanza vicino ai due.
“Stiamo aspettando Alo e Chris.” L’amico annuì.
“E tu Effy?” Chiese ancora abbassando il tono.
“Stasera vieni a casa che dobbiamo parlare. Anzi. Stasera vengo io a casa tua che ti devo parlare” Tom deglutì.
“D’accordo”

Da lontano una zazzera blu e una bionda  raggiungeva il gruppetto vicino agli scogli con Alo e il compare al seguito.
“Mark hai preso le corde per il basso?” Chiese Tom.
Si, e ho preso anche questo plettro con un polpo da sopra. Guarda! Non è carino??”
“Oh, si Mark, lo è. Come mi ecciti quando fai così.”
Il tutto fu completato da Mark che saltò in braccio a Tom facendo finta di pomiciare.
“Okay ragazzi…”  Si intromise Chris. “Credo sia ora di tornare a Poway!” Tutti annuirono ritornando alle macchine.
“Io e te dobbiamo ancora parlare” Annunciò Travis alla sorella.
 
-Bene, devo parlare con Tom, devo parlare con Travis, dovrei parlare anche con Cook. Gesù bambino, perché mi devo mettere sempre nei casini?-
 

 

Boom Baby

Eccomi qui con un altro nuovo e emozionante (?) capitolo!
HAAHHAHA no scherzo, non è emozionante perchè 
è solo un capitolo di transito per arrivare al succo della storia.
Che sia la volta buona che Tom confessa tutto a Beth?
Beh, vi anticipo che non è così
Tom è troppo testardo e orgoglioso, ma vi posso dire che accadrà qualcosa
di... sssssspumeggiante che stravolgerà tutto.
Grazie per essere arrivati all'ottavo capitolo della storia
ringrazio tutti quelli che la stanno seguendo,
grazie per sopportare i miei scleri notturni messi per iscritto!
Se il capitolo vi è piaciuto, o quant'altro recensite :3
A me farebbe molto piacere.
Alla prossima.
Yeeeeeee

 
Ps_ Vorrei ringraziare Layla e staywith_me per aver recensito lo scorso capitolo :3


 

 

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Capitolo 9
*** IX. Cosa? ***


Capitolo nono
Cosa?

 
 
 
 
 
 
Tornati da San Diego, Beth e il fratello al seguito tornarono a casa e la rossa iniziò a preparare il pranzo. Travis era ancora pensieroso, e sotto la doccia continuava a pensare allo strano atteggiamento della sorella. Le doveva parlare. Assolutamente.

Si vestì velocemente e raggiunse il piano inferiore e sedendosi a tavola e iniziò a gustarsi il suo risotto ai funghi. Il silenzio regnava, si sentivano solo i rumori delle posate. Il ragazzo alzò gli occhi e posò il cucchiaio una volta finito il riso tenendo fisso lo sguardo sulla rossa.
“Trav, finiscila di fissarmi. Mi metti in soggezione”
“Ti sto osservando, non ti sto fissando”
Beth alzò un sopracciglio.
“E sentiamo, perché mi ‘osservi’?” Il fratello sospirò e riempì il bicchiere con un po’ d’acqua.
“Perché voglio capire cosa mi nascondi. Prima fai tutta la gatta morta con Tom, ora non gli parli nemmeno. Mi spieghi che diavolo succede?” Beth si irrigidì al suono di quel nome.
“Niente” Rispose insicura.
“Dimmi la verità”
“Niente. Se dico niente è niente!”
“Mi spieghi che è successo a mia sorella?”
“Tua sorella è stata rapita dagli alieni!”
Rispose ironica Beth alzandosi da tavola e appoggiandosi con le spalle al muro.
 “Ora mi sembri Tom.” Beth ebbe la stessa reazione di prima, e l’altro questa volta, se ne accorse.
“Ecco. Vedi? Tu mi nascondi qualcosa. Perché non vuoi dirmelo? Mi hai sempre detto tutto. Perché ora non lo fai?”
“Perché non ho niente da dirti. Ecco tutto”
Il moro arrabbiato raggiunse la sorella.
 “Dimmi la verità. Chi vuoi proteggere? Eh? Tom? Mark? I Blink?” La rossa abbassò lo sguardo trattenendo la vocina della sua coscienza che la invitava di dire tutto al fratello, che ormai aveva centrato il punto della questione.
“Ho capito.” Continuò il punk. “Vuoi proteggere Tom. Bene, sai che ti dico? Lui di te non se ne frega niente.”
“Questo lo so.”
Disse atona Beth mentre si allontanava dal fratello. “Si, ma quello che non sai è che Tom se ne sbatte così tanto di te che si è ‘dimenticato’ di dirti che dopo il diploma se ne va. Parte. Va a New York da Shon. Bye bye Tom. Sayonara! Adios! Ciao ciao.”
“C..cosa?”
“Hai capito benissimo Elisabeth. Non c’è bisogno che lo ripeta. Quindi ora faresti meglio a dirmi tutto.” “Io.. io devo andare”

Travis non fece nemmeno in tempo a chiederle dove andava che la sorella era già sparita. 
Camminava affannosamente per le strade di Poway con le sue Vans blu, come quelle di Mark, dei pantaloncini che usava quando faceva ginnastica e una maglietta gialla enorme. I capelli erano tutti arruffati e di certo non migliorava il loro stato il forte vento che si era alzato da poco.
Era da un oretta che il cielo si era incupito e le nuvole nere minacciavano pioggia, o meglio, una tempesta tropicale.
Neanche il tempo di superare l’isolato che iniziò a piovere. Beth si maledisse in tutte le lingue del mondo di non essersi sistemata, o almeno, vestita più decentemente prima di uscire.
I vestiti grondavano acqua, i piedi alleggiavano nelle vans e i capelli gli si erano incollati in faccia. Accelerò l’andatura stringendosi nelle spalle e tirando su col naso.
Dopo una decina di minuti si ritrovò davanti a casa DeLonge. Iniziò a bussare con insistenza finché la porta non venne aperta da Kari, la sorella minore di Tom.
“Tom?” Chiese con rabbia Beth.
“In camera sua. Bagnerai il pavimento così.” Disse titubante la piccola bionda.
“No, farò subito.”
Beth con grandi passi si diresse verso le scale di quella casa che conosceva tanto bene.
Arrivò davanti la camera del biondo e con forza aprì la porta con espressione feroce e i capelli che penzolavano bagnati davanti agli occhi.
“Aaaaaah”
Un gridolino acuto rispose. “Dio Eff. Stavo per morire. Questo è il tuo travestimento per Halloween? Sai, perché è efficace, mi hai fatto prendere un colpo!” Tom era sdraiato sul letto con un fumetto in mano che posò con cura alzandosi. La rossa strizzandosi la maglia davanti la soglia avanzò di poco per poi richiudersi la porta alle spalle.
“Lurido.. lurido.. lurido bastardo!” Beth con un balzo si buttò sull’altro tempestandolo di pugni. “Tu! Non mi hai detto che te ne andrai. Mi fai schifo.” Continuò trattenendo le lacrime. Il ragazzo non rispose, si limitò a sorbirsi i leggeri pugni. “Come hai potuto” Beth si staccò tenendo la testa bassa. Tom le toccò un braccio.
“Sei ghiacciata. Vieni qui che ti presto qualcosa. Nel frattempo spogliati.”
“No, torno a casa.”
“Non puoi, piove. Spogliati, ti verrà una polmonite”
“Non mi frega.”
“Non fare la bambina”
Il ragazzo si avvicinò alzandole la maglia.
“Cosa fai?” Urlò Beth.
“Se non ti spogli con le buone lo farò io con le cattive.” Beth si avvicinò al volto di Tom.
“Pensa a spogliare le tue puttanelle, non me” Disse tagliente. Di tutta risposta il ragazzo l’abbracciò.
“Mi sei mancata” L’amica non rispose. Si limitò a ricambiare l’abbraccio in modo triste. Tom si scostò di poco e chiudendo gli occhi posò le sue labbra su quelle di Beth aspettando un po’ prima di far incontrare anche le loro lingue.
La rossa affondò una  mano in quei capelli ossigenati mentre l’altra era poggiata delicatamente sul collo.
Le mani di Tom percorrevano bramosamente il corpo minuto della ragazza, cercando assaporare a fondo quel momento. Sollevò di poco la grande e bagnata  maglia di Beth quasi come per chiederle il permesso, e non trovando nessun ostacolo gliela sfilò dolcemente lasciandola a terra. Riprese a baciarla con foga accarezzandole la schiena. La rossa iniziò a spingerlo verso il letto togliendogli la maglia e lanciandola chissà dove. Le sue mani iniziarono a torturare di nuovo i capelli biondissimi mentre Tom scese a baciarle il collo. Beth si staccò  e lo spinse leggermente facendolo cadere sul letto e mettendosi a cavalcioni su di lui riprendendo a baciarlo. Tom ribaltò la situazione continuando a lasciarle una scia di succhiotti sul collo e prese a torturarle i capezzoli dopo averla liberata dal reggiseno.
Tom si sentiva strano. Anzi, era la situazione ad essere strana. Non era nemmeno sicuro di volerlo fare, era Beth, la sua migliore amica, alias la sorella di Travis. E se il fratello sarebbe venuto a sapere qualcosa, beh, sarebbero stati cazzi amari. Ma lui era Thomas DeLonge, non poteva tirarsi indietro, in ballo c’era una scommessa, e lui non poteva perderla. Se tutto sarebbe andato per il meglio, avrebbe vinto e avrebbe potuto vantarsi sia con Mark che con Cook, quindi si decise di affrettare le cose. Abbandonò tutta la dolcezza che qualche instante prima governava i suoi movimenti. Tornò a baciare con foga la ragazza togliendole i pantaloncini e con un ghigno osservò gli slip lilla e il suo corpo nudo e accaldato. Le tolse anche l’ultimo indumento rimasto e velocemente si slacciò i pantaloni e li lanciò ai piedi del letto. Prese un preservativo nel cassetto del comodino e lo infilò, poco dopo con un gesto secco e privo di dolcezza entrò con violenza in Beth. –Ho vinto- Pensò.
La ragazza rimase pietrificata, per un istante si pentì di ciò che stava succedendo, appoggiò la testa nell’incavo del collo di Tom e il dolce profumo di crema solare al cocco le fece vibrare qualcosa dentro e tutti i cattivi pensieri svanirono. Lo amava. Eccome se lo amava. L’aveva sempre fatto, e non poteva immaginarsi senza di lui, e solo ora se ne accorse,prima era sicura che lui non se ne sarebbe mai andato, ma ora, questa certezza era crollata, travolgendola e lasciandola senza fiato.
Il ragazzo continuava a spingere con energia e foga e Beth gemeva sotto di lui premendo le unghie nella sua schiena e lasciando grandi graffi. In fine raggiunsero l’apice insieme e Tom ricadde stremato al suo fianco. Cadde il silenzio e una cappa di imbarazzo invase la stanza finché il telefono di Tom non squillò.
“Mh, un messaggio.” Il biondo scese dal letto con le chiappe all’aria facendo arrossire Beth. Prese il telefono e poi raggiunse l’armadio prendendo una felpa che poi porse a all’altra che intanto aveva indossato slip e reggiseno.
“Chi è?”
Chiese titubante la ragazza.
“Jennifer”
“J..Jennifer? Jennifer Jenkins?”
“Si. Non pensavo la conoscessi.”
“Ehm.. per l’amor di Dio Tom! Rivestiti. Mi si bloccano i pensieri se continui a girarmi d’avanti nudo.”
L’altro fece spallucce infilandosi i boxer.
“Così va meglio. Esci con lei ora?”
“Si, sembra interessante”
Rispose pacato. “Quello che è successo poco fa, beh, che rimanga tra noi.” Continuò.
 
*“Questo sarebbe il tuo modo per dimostrarmi che non ti piace Beth?” Tom annuendo sogghignò.
“Perché continui con questa farsa allora?”
“Perché mi va. Voglio solo scoparmela, è come un traguardo da raggiungere, capisci?"
“Se lo viene a sapere Travis?” Tom esitò per un istante.
"Non lo verrà a sapere."*


Il viso della ragazza si contrasse in una smorfia.
 “Certo” Disse mentre si infilò l’enorme felpa grigia. “Ha smesso di piovere, credo dovresti tornare a casa. Cerca un pantalone nell’armadio, io nel frattempo vado a prepararmi. Puoi lasciare i tuoi vestiti qui, li faccio lavare da mamma e poi te li porto” Lo sguardi dell’altra era perso nel vuoto cercando di metabolizzare quella voce fredda.
“Si. Dove devi andare, da Mark?”
“No, mi devo vedere con Jennifer”
“Ah”
Beth prese le prime bermuda che trovò e infilò le scarpe quando Tom le si avvicinò toccandole una spalla.
“C’è qualcosa che non va?”
“Oh, no niente, sto solo pensando.”
“ A cosa?”
La rossa abbassò lo sguardo.
“A niente  Tom, a niente. Beh, ora vado. Divertiti con Jen.” Tom la salutò con un cenno della mano.
Ancora in boxer si distese sul letto annusando il cuscino. L’odore di mele dello shampoo della rossa gli riempì le narici. Sospirò. Il senso di colpa aveva già iniziato a divorargli i pensieri. Si distese bene e sotto la schiena sentì qualcosa. Era la collana di Beth. La prese fra le dita facendola dondolare. “Gliela porterò stasera”
 
 
Travis era spaparanzato sul divano mangiando delle patatine quando la porta di casa si spalancò lasciando entrare Mark e Anne, e quest’ultima prese posto di fianco al punk dandogli un bacio sulla guancia.
“No, Trav, non scomodarti a salutare” Lo punzecchiò Mark.
“No, Mark, non scomodarti a bussare”
“Quante storie! Sono venuto perché ho un idea strabiliante per una canzone!”
“Allora scusami eh”
“Quanto sei acido”
Travis roteò gli occhi mettendo in bocca una patatina.
“Dov’è Beth?” Chiese Anne per entrare nel discorso.
“Da Tom, credo.” Mark sobbalzò.
“Ah si?” Il punk annuì.
“Vengo subito” Mark come era entrato così era uscita lasciando di stucco il moro.
“Ma perché tutti se ne vanno oggi? Prima Beth, poi Mark, vuoi andare anche tu? Non mi offendo mica eh!” Anne arrossì ridendo lievemente.
“No, rimango qui.” Travis sorrise.
“Bene allora”
“Già”

Il moro iniziò ad accorciare la distanza tra le loro bocche quando la porta si spalancò di nuovo.
“ECCHEPPALLE! Ma non si può stare un secondo in pace! Vaffanculo Mark!”
“A quanto pare è Beth”
Rise Anne osservando l’amica.
“Anne, vieni su, dobbiamo parlare” Concluse Beth trascinando l’altra su per le scale.
"Oh, fanculo" Imprecò il ragazzo osservando le due che si allontanavano.

“Okay, calmati, anche io ti devo dire una cosa. Quindi parlo prima io!” Anne si sedette sul letto accarezzando il gatto mentre Beth annuì leggermente. “Bene, cara, ‘amica’, hai interrotto la mia unica possibilità di avere un incontro riavvicinato con tu fratello, bene!” Beth strabuzzò gli occhi.
“Da quando in qua ti interessa Landon?”
“Mmh, da un po’”
“Ah, e non mi dici niente?”
“Sei sua sorella, non sapevo come l’avresti presa!”
L’amica fece una smorfia.
“Oh, andiamo, avevi solo paura che glielo dicessi.”
“Lo avresti fatto, e sono sicura che lo farai... Ma perché te l’ho detto?! ”
protese le mani con aria drammatica mentre l’altra se la rideva.
“Oh, eccome se lo faro! Dato che le tue questioni amorose vanno divinamente,e te lo posso assicurare, ora ti parlerò dei miei problemi.” Anne la incitò a continuare. “Bene. Beh, facciamo subito, via il dente, via il dolore!” Prese un bel respiro e chiuse gli occhi. “HoPersoLaVerginitàConTom!” Disse tutto d’un fiato.
“C-cosa?”
“IoHo..”
“No no, ho capito, non c’è bisogno che ripeti, già sono traumatizzata così. Mi è solo sfuggito l’ultimo nome.. mi sa di aver capito male.”
“Oh, no mia cara Anne, hai capito bene. Lo so ho fatto la stronzata!”
La bionda si portò una mano in fronte.
“Hai perso la verginità con Tom. Non ti ricorda niente il soprannome HotPants? E poi non eravate ‘migliori amici’?” Mimò le virgolette con aria arrabbiata.
“Eh eh Anne, non ti immagini quanto sia veritiero quel soprannome, sai-“
“No, oh no, non voglio sapere i particolari. Risparmiameli!”
“Beh, come vuoi! Il punto della questione è che lui, dopo aver.. concluso.. mi ha praticamente cacciata perché doveva vedersi con Jennifer Jenkins, occhi blu capelli color merda, faccia da cavallo. Presente?”
Anne annuì interessata.
“Che vuoi aspettarti da lui, è un classico, no? Lo dovresti sapere bene. Ma perché l’hai fatto? Poi non vi parlate da non so quanti giorni.Fate pace in modo strano a quanto pare" 
“Non lo so, non lo so nemmeno io, so solo che mi ha fatto terribilmente male sapere che si vedeva con quell'aborto. E non so perché.”
“Io sto pensando al peggio. Oh, non mi guardare con quella faccia smarrita. Lo sai, secondo me lo ami”
La rossa roteò gli occhi.
“Oh per l’amor del cielo. Ci ho solo scopato. Si, ho solo scopato con Thomas Matthew DeLonge Jr!”
“COSA?” Una voce maschile interruppe la conversazione.
"Ehy, Travis” Rispose Beth con la voce tremante e l’espressione di chi è appena stato sgamato.
 

Bene bene bene.

Finalmente è arrivano il fatidico momento.  
Tom è un bel pò confuso, poi ora cisi mette anche Jennifer.
Che dire, bel casino! Poi Travis ha sentito tutto.
Come la prenderà? EHHEHEHE dovete aspettare il prossimo capitolo MUHHAHAHAHAH,
Se volete, recensite, mi farebbe piacere sapere consa ne pensate c:
Alla prossima!


Ringrazio Layla, Kaleidoscope_ e staywith_me per aver recensito lo scorso capitolo :3

 

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Capitolo 10
*** X. Sentimenti ***


Capitolo decimo
Sentimenti.
 

 
“Io.. io lo ammazzo”
Sibilò Travis tra i denti. I pugni erano chiusi e le nocche erano diventate bianche.
“No Trav, tu non ammazzi nessuno.” La ragazza, alzando il timbro di voce e cercando di nascondere quel velo di timore continuò. “è stata una scelta mia.”
Quest’ultima affermazione invece di calmare il fratello procurò proprio  l’effetto contrario.
“Sei una stupida.”
“No.”Rispose sconcertata alzando il volume della voce.
“SI INVECE, SEI UNA COGLIONA, UNA STUPIDA BAMBINA CHE NON PENSA ALLE CONSEGUENZE.”
“TU ALLE CONSEGUENZE PENSI TROPPO INVECE.”
“IO SONO MATURO! SONO SEMPRE IO QUELLO CHE TI PARA IL CULO CON TUTTI E CON TUTTO”
“IO LO AMO, PERCHE’ NON LO CAPISCI? DICI DI SAPERE TUTTO, INVECE NON SAI UN CAZZO” Concluse la rossa trattenendo le lacrime.
“Cosa?” Travis non poteva credere alle sue orecchie. Una batosta dietro l’altra. Di li a poco gli sarebbe venuto un esaurimento. Sicuro. Si portò una mano in fronte e iniziò a gironzolare per la stanza finché non si sedette sul letto proprio di fianco ad Anne.
“Che succede?”
Un Hoppus selvatico comparve davanti la porta.
“Allora? Qualcuno mi risponde, sembra di essere a un funerale.” La rossa scosse il capo.
“Niente Mark, niente,a proposito, dove sei stato fino ad ora?”
“Da Tom, dovevo parlargli, ma lui era già uscito con Jennifer”
“Perfetto! Ti scopa e dopo esce con un'altra. Non ti fa schifo?” Sputò il punk lasciando di stucco Mark. “Uhm, ehm, che dire, schietto tuo fratello eh?” Disse l’amico grattandosi in testa.
“Credo che sia arrivato il momento che io e Anne torniamo a casa.”
“Mark. Vuoi lasciare che questi due si scannino a vicenda? Non credo tu voglia perdere due dei tuoi più cari amici.”
Il fratello di Anne scosse il capo per poi sedersi sulla scrivania di legno chiaro di fianco al letto. Tutto era molto surreale, l’aria era tesa. Se qualcuno avrebbe detto o fatto qualcosa di sbagliato, la quiete creatasi in quel momento sarebbe scomparsa lasciando posto solo al caos. Tutti sapevano ciò, quindi si limitavano a tenere la testa basta, senza proferire parola, pensando al modo più semplice per convincere Travis a non massacrare Tom. Cosa molto difficile.
“Vado a prendere un bicchiere d’acqua” Annunciò Beth.
Arrivata in cucina prese un bicchiere, lo riempì d’acqua e poi lo sollevò osservando le bollicine salire in superficie e poi sparire. Spostò lo sguardo verso la finestra malinconicamente, e notò la figura alta di Tom superare il cancelletto bianco.
La rossa lasciò il bicchiere sul bancone e in fretta e furia raggiunse la porta e l’aprì con forza per poi richiuderla delicatamente senza far rumore.
“Sto avendo un déjà vu” Rise il biondo.
“Tom, stai zitto e seguimi” Il ragazzo rimase li impalato osservano confuso l'amica allontanarsi. “Allora?” “Dov.. Ma che.. Perc..”
“Tom, una domanda alla volta, e che sia completa. Ma cammina!” Annuì con veemenza seguendo l’amica che ancora portava i suoi vestiti.
“Dove stiamo andando?”
“Non lo so. Ma lontano da qui. E soprattutto lontano da mio fratello” Tom non capiva.
“Ma che succede? Perché dovremmo stare lontani da tuo fratello?”
“Tom, il punto è che TU devi stare lontano da Travis.”
“Perché?” Beth fermandosi fece un respiro profondo per poi girarsi verso il ragazzo.
“Sa tutto.” Tom continuava a fissarla senza capire.
“Oddio Tom. Sei bacato? Sa tutto. Tutto tutto. Quello che è successo oggi presente?”
“Aaaah. Ohhh. ODDIO. SONO MORTO.” La rossa rise abbassando lo sguardo.
“Si Tom, lo sei.”
Lo sguardo del ragazzo era perso.
Sapeva che un giorno il punk lo sarebbe venuto a sapere, ma non si aspettava di certo che accadesse il giorno stesso.
“Scappiamo” Questa volta era Beth a guardare confusa Tom.
“Uhm?”
“Scappiamo. Da qualsiasi parte. Andiamo.”
Il biondo prese per un polso la ragazza iniziando a correre. Il vento le scompigliava i lunghi capelli rossi passandole sotto la maglia facendola rabbrividire. La mano di Tom dal polso era scivolata sulla mano della ragazza intrecciando le loro dita. Spesso a lei scappava una risata isterica, ma sincera, e lui si girava per vederla ridere. Percorsero isolati correndo mano nella mano senza avvertire la stanchezza della corsa. Era l’adrenalina, oppure la voglia di stare insieme, ma fatto sta che fu comunque il momento migliore della loro vita.
“Oddio Tom fermati” Disse la ragazza ridendo. Tom la assecondò, si fermò tenendole ancora la mano, e la osservò.
Era piegata in avanti, con il fiatone e i capelli scompigliati.
Si passò una mano in fronte per asciugare quelle poche gocce di sudore che le imperlavano la pelle. Beth si accorse dello sguardo fisso su di lei e imbarazzata lasciò cadere la mano del biondo. Prese un elastico dal polso e raccolse i capelli in una coda alta.
“Scusami” Fu tutto quello che Tom riuscì a dire in quel momento.
“Non.. non capisco” Lui abbassò lo sguardo.
“Per quello che è successo oggi. Io.. dovevo fermarmi”
“No. È stata una cosa voluta da entrambi alla fine. Tu non mi hai costretta. Non hai motivo per cui scusarti.”
Oh, e invece si che ne aveva. Ad esempio doveva scusarsi per il fatto di essersela scopata solo per vincere una scommessa.
Ma in fondo,nel profondo,sapeva non era solo per una scommessa.
Lui provava qualcosa di più per Beth. Una strana sensazione che non aveva provato mai con nessun’altra ragazza. Ma aveva paura di ammetterlo. Aveva paura di esporsi, di scoprire i suoi sentimenti.
I suoi genitori non aveva affatto un bel rapporto.
Prima che divorziassero litigavano spesso. Le urla erano ormai la colonna sonora di ogni giornata. Quando le cose andavano particolarmente male, e lui aveva particolarmente paura, si nascondeva nell’armadio, portando con se sua sorella Kari tappandole le orecchie, sperano di salvare almeno lei. Quando i suoi, durante la cena di quel 23 febbraio, avevano annunciato che avrebbero divorziato lui aveva solo 12 anni, e quando sua madre, quella stessa sera, gli disse piangendo “L’amore non esiste. Non innamorarti mai, Thomas, l’amore è solo una presa per i fondelli” lui crebbe fermamente a quelle parole. Le seguì alla lettere. Ma ora, che provava un così forte sentimento per Elisabeth tutte le sue certezze e le sue mura stavano per crollare. Ma lui non poteva permettere ad una ragazzina di infrangere quel divieto che da sempre era stato scalfito nel suo cuore e nella sua anima. O forse si?
“Era la tua prima volta” La rossa si avvicinò e dolcemente gli passò una mano tra i capelli.
“E’ tutto apposto Tom. Davvero, non preoccuparti”. Il ragazzo accorciò le distanze stringendola in un abbraccio facendosi dondolare dolcemente dal vento.
“Hai un buon odore” sentenziò lei affondando il naso nell’incavo del collo.
“E’ crema! Uso solo prodotti di qualità per la mia pelle delicata. Sono di origini francesi io!” Beth rise alzandosi in punta e staccandosi leggermente da Tom guardando negli occhi.
“Sembri quasi innocente” Tom fece una smorfia. “I tuoi occhi. Sono così innocenti. Sembrano quelli di un bambino. Tutti sappiamo qual è la vera natura di Hot Pants, ma alla fine riesci sempre a fregarmi” Lui accennò un sorriso.
“Non è che ti fai fregare dai miei occhi. È che ci tieni a me e mi vuoi bene. Ecco perché. Ma non capisco cosa centri questo.”
“Oh, eccome se centra! Oggi ero venuta per picchiarti, ucciderti o qualcosa del genere.tu non mi  avevi detto che partivi dopo il diploma. Mi sentivo presa per il culo. Son venuta a casa tua.. e poi è successo quello che è successo. Non ti sto incolpando di niente, sia ben chiaro. L’unica cosa che mi fa incazzare è che tu hai avuto il coraggio di fare sesso con me solo per sfizio. Alla festa di Alo, mentre parlavi con Mark, ti ho sentito, sai? Non è stato per niente piacevole. Alla fine sono la tua migliore amica.. ma non sono più sicura di questo dopo tutto quello che è successo.” I due ormai erano a debita distanza. “Questo cosa significa?”
“Non lo so, Tom.”
“Io non voglio perderti.”
“Perché? Ormai hai avuto quello che volevi. Ora posso anche sparire. Sono irrilevante ormai. Hai Monique, hai Jennifer.”  “Monique me la sono solo scopata, non me ne frega niente di lei. E Jennifer… può anche andare a fanculo, ecco. Io ho bisogno di te, Effy.Poi, non pensavo davvero quelle cose.” La rossa sorrise abbassando lo sguardo. “Davvero o lo dici solo per pararti il culo?"                                  
Tom non rispose, si limitò ad abbracciarla di nuovo, stringendola forte. Come se non volesse farla scappare.
“Ehm.. Tom.. Dove siamo?” Il biondo si staccò dalla ragazza guardandosi in torno.
“Ci troviamo praticamente dietro casa di Chris. Credo.” Disse grattandosi una guancia.”Ah, ero venuto a casa tua per portarti la collana che oggi hai dimenticato a casa mia” Concluse facendola penzolare davanti al naso di Beth per poi mettergliela.
“Dove andiamo ora?” Tom fece spallucce  iniziando a calciare un sassolino a terra.
“Io sono stanco… ti accompagno a casa e poi-“
“NO.” Lo interruppe Beth. “Non voglio tornare a casa..C’è Trav..e ci ho litigato..” Il ragazzo sospirò per poi sorridere.
“Oggi dormi a casa allora”
 
“Sono stanca morta. Se fosse per me dormirei anche nel tuo portico” Sibilò Beth davanti la porta di casa DeLonge sbadigliando.
“Allora suppongo che non fai uno spuntino notturno con me” Scherzò Tom mentre faceva girare lentamente le chiavi nella serratura. L’altra scosse la testa, e non appena la porta fu aperta si precipitò su per le scale. Una volta in camera del ragazzo notò che le lenzuola erano state cambiate, e le sfuggì una risatina.
Tolse le vans e i pantaloni e rimase con la grande maglia.
Si mise sotto le coperte e sospirò chiudendo gli occhi. Qualche minuto dopo la porta si riaprì lasciando entrare Tom, che dolcemente le baciò la fronte per poi preparare un letto di fortuna per terra.
“Non fare il galantuomo, non lo sei mai stato, e mai lo sarai, quindi approfittane come al solito e vieni nel letto” Non ricevette risposta. Solo quando percepì un peso inclinare il materasso dietro di lei capì che Tom ben volentieri aveva accettato la sua proposta.
Sentì la presenza del ragazzo alle sue spalle, che gli passò un braccio intorno alla vita attirandola a se. La rossa sentiva il respiro di Tom sul collo, e ciò la fece rabbrividire pensando a ciò che era successo il pomeriggio.
“Tom..”
“Uhm” Rispose pieno di sonno lui.
“Tu cosa provi per me?”
Tom rimase di stucco. Sobbalzò perfino, e Beth se ne accorse. “Io.. ecco.. tu..ehm”
“Ehi, non fa niente. Calmati, va bene? Quando lo saprai me lo dirai!” Era quello il problema. Tom già lo sapeva, e bene anche. Ma aveva solo paura. La ragazza si girò ritrovandosi faccia a faccia con il biondo lisciandogli un dolce bacio sulle labbra che lui ricambiò.

 

ECCOMI C:

Spero vi piaccia il nuovo capito.
Ci ho messo tanto per scriverlo. 
Fatemi sapere cosa ne pensate lasciando una recensione, ce vi va c: Ne sarei contenta:



Ps_ Vorrei ringraziare Layla per aver recensito lo scorso capitolo! Grazie c:

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Capitolo 11
*** XI. Violenza ***


Capitolo 11
Violenza.

 
Era mattina, le nuvole cariche di pioggia oscuravano il caldo sole della California, e quella mattinata così buia rispecchiava in pieno l’umore di tutti. Tom aprì gli occhi trovando un ammasso di capelli rossi che gli oscurava la vista e gli pizzicavano il naso. Alzò lievemente il capo osservando la situazione. Di fianco a lui dormiva tranquillamente Beth che gli dava le spalle e il suo braccio era intorno alla sua pancia e le loro mani erano intrecciate. Tom si lasciò cadere nuovamente sul cuscino osservando il collo candido della ragazza ornato solo dalla collana in metallo.
“Tooom, è ora di alzarsiiii” Connie, la madre del ragazzo, urlava dalle scale.
“Cristo” Imprecò.
Beth mugugnò qualcosa per poi lasciare la mano del biondo e rigirarsi nel letto.
“Effy” La chiamò.
Ma come tutti sapevano, la ragazza, non aveva affatto il sonno leggere, e per svegliarla ci volevano le maniera forti. Con uno scatto rapido la scoprì per poi trascinarla fuori dal letto. Ma niente. Dormiva ancora, sul pavimento, ma dormiva ancora. A Tom gli si accese una lampadina (Cosa molto rara) la sollevò di peso prendendola in braccio,la portò in bagno infilandola nella doccia e aprendo il getto ghiacciato. La ragazza saltò letteralmente in piedi per poi ricadere facendo un grosso tanfo trascinando con se il ragazzo.
“Tom, ma che succede?”
“Ehm, niente mamma. Sto facendo la doccia!”
La scena era alquanto bizzarra. Tutti e due, vestiti, sotto l’acqua gelida, e Tom spalmato su Beth che le teneva chiusa la bocca con una mano.
“Fai subito che la colazione è pronta!” Si alzò non appena sentì i passi della madre affievolirsi lasciando libera la rossa.
“Perché diavolo lo hai fatto?”
“Sssh, non urlare. Mamma può sentirti! L’ho fatto per svegliarti! Mamma mi avrebbe ucciso se ti avesse visto dormire nel mio letto. Sai com’è fatta!” Nel frattempo Tom aveva bloccato l’acqua aiutando l’amica ad alzarsi.
“Ora come ci arrivo a scuola. Anzi, come ci arrivo a casa a cambiarmi e a prendere i libri?”
“Ti fai qui la doccia e ti presto qualcosa di mio, di nuovo, alle 8 passa Mark, ti fai accompagnare prima a casa a prendere i libri e poi a scuola” La ragazza tolse la maglia bagnata rimanendo in intimo. “B..Beth.. c..compriti..”
“Oh, Delonge. Mi hai visto nuda e non ti sei fatto tutti questi problemi. Faresti meglio ad uscire dal bagno però!” Annuì con veemenza uscendo e chiudendo la porta alle sue spalle per poi spogliarsi.
“Sei un coglione” era Mark a parlare. Tom scosse il capo facendo segno di stare zitto.
“Oh Tom. Io non sto zitto proprio per niente. Ma ti rendi conto? No dico.. ti rendi conto? Come cazzo ti è venuto in mente di scoparti Elisabeth solo per vincere una cazzo di scommessa. Ora che l’hai vinta cosa hai ottenuto? Un bel niente. Anzi, qualcosa forse: Un Travis molto incazzato, una Beth illusa,e un Mark.. beh, credo che tu abbia capito che io sia infuriato.”
L’espressione di Tom era disperata.Pregava l’amico di zittirsi, ma niente, continuava imperterrito finché la porta del bagno non si spalancò. Ciò che ne uscì non fu proprio una bella visione. Beth, stravolta dal pianto, ancora in intimo.
“Ancora non ti sei fatta la doccia?” Chiese titubante il biondo con un sorrisetto dipinto sul volto. “VAFFANCULO TOM. VAFFANCULO.”
“Non urlare porca troia!” La rossa gli si avvicinò minacciosa.
“Thomas Matthew Delonge. Tu sei la persona più schifosa che io abbia mai incontrato. Esci fuori dalla mia vita. Anzi, dalla nostra vita. Sei solo un casino. Riesci a rovinare sempre tutto. Sei perfino riuscito a rovinare la nostra amicizia, che era la più bella cosa che mi fosse mai capitata. E per cosa poi? Per una scommessa. Dio. Una scommessa. Tutto..tutto quello che mi hai detto, tutto quello che è successo, era solo una presa per il culo. Quanto mi fai schifo Delonge. Quanto mi fai schifo. Va all’inferno e non tornare mai più.” Detto questo la rossa, ancora in biancheria, prese le sue scarpe e uscì di casa seguita da Mark che cercava di coprirla in qualche modo con la sua felpa. Poi, aprì il bagagliaio, prendendo una coperta e avvolgendo la ragazza abbracciandola, che scoppiò di nuovo a piangere. Le lacrime le rigavano il volto, e capelli erano arruffati, e si sentiva così stupida ad aver pensato che Tom poteva realmente provare qualcosa per lei.
“Ti accompagno a casa?” Scosse il capo. ”Non c’è Travis, tranquilla. Ti rivesti e poi andiamo a farci un giro. Non mi sembra il caso di andare a scuola oggi.” La ragazza tirò su col naso per poi abbracciare l’amico.
“Grazie Mark”
“Di niente piccola. Ora andiamo, le persone stanno iniziando a osservarci” I due entrarono in macchina. Il silenziò dominò durante tutto il tragitto. Arrivati a casa Barker Beth si fece una doccia, si asciugò i capelli e si rivestì per poi raggiungere l’amico sul divano che l’avvolse con un abbraccio.
“Non dirmi che ci sei andata a letto di nuovo.” Scosse il capo. “Meglio così.”
“Mark, davvero Tom ha fatto tutto per una scommessa?” Concluse la frase con la voce tremolante.
“Si Beth, e se devo dirti la verità.. beh… l’ho spinto anche io a farlo. Ma poi me ne sono subito pentito. Ho cercato di fermarlo, ma lui era troppo orgoglioso, non poteva far vincere Cook..”
“COSA? Anche Cook? Fantastico” Le lacrime avevano preso il sopravvento e iniziarono a scendere bagnandole le guance. “Mi ero ripromessa di non piangere..” Sussurrò. Poi un singhiozzo. Poi un altro. Passarono una decina di minuti e la rossa era ancora rannicchiata tra le braccia di Mark che cercava in tutti i modi di consolarla.
“Ehmm.. Beth, ma tuo padre non c’è mai a casa?” Le scappò una risatina pensando a quanto potesse essere fuori luogo a volte quel ragazzo.
“Lavora fuori città, esce la mattina presto e rientra la sera tardi.” Mark annuì.
“Capisco.. Beh, che ne dici bella bionda, andiamo a fare colazione fuori?”
“Sono rossa, ma si, andiamo. Offri tu?”
“Certo. Ti porto in un posto dove fanno delle ciambelle….. mmmmmh… mi si apre lo stomaco solo a pensarci!” Il blu scompigliò i capelli all’amica uscendo di casa.
 
 
Non solo il tempo era triste, ma anche Tom lo era. Il cielo era nuvolo e lui camminava a testa bassa, con le mani nella sua felpa nera e il cappuccio tirato su. Entrò nel parcheggio della scuola sistemandosi lo zaino sulle spalle.
“Ehi amico, dov’è Hoppus?” Gli chiese uno del secondo anno. Lui non rispose. Si limitò a superarlo. “Tom?” Il tizio di prima continuava a chiamarlo ma senza risultato,finchè non gli appoggiò una mano sulla spalla. Tom si girò di colpa assestandogli un pugno sulla mascella.
Tutto il parcheggio si era avvicinato ad assistere la scena. Il ragazzo era accerchiato da decine di studenti che lo incitavano a continuare mentre l’altro era a terra. La folla si aprì e lasciò passare una donna grassottella e bassa dai capelli ricci e rossi.
“DeLonge! In presidenza! SU.BI.TO.” Tom non se lo fece ripetere due volte.
Aprì la porta della presidenza sedendosi comodamente sulla poltrona del preside appoggiando i piedi sulla scrivania. Dopo qualche minuto entrò il proprietario dell’ufficio, che abituato alla presenza di DeLonge in quella stanza non ci faceva neanche più caso alla mancanza di rispetto.
“Allora, Thomas. Sentiamo, perché hai dato un pugno a McFill?”
“Non lo so. Esco scazzato. Non volevo che mi rompesse i coglioni. Volevo stare da solo. Ma lui continuava a rompere il cazzo, a chiamarmi. E non ci ho visto più.”
“Il suo linguaggio mi sorprende ogni giorno di più” Ridacchiò il preside. “Eeeh, Tom Tom, anche io sono stato giovane, e ti capisco. Per questa volta, bastano delle scuse. Ma che non si ripeta!”
“Grazie Mr.Brown” Disse il biondo alzandosi dalla poltrona in pelle verde.
Uscì dall’ufficio sotto lo sguardo divertito del preside, percorse il corridoio in tutta la sua lunghezza per poi svoltare a sinistra. Lo sguardo era sempre rivolto al pavimento finché non sentì dei passi lenti avanti a lui.
Un ragazzo magro, molto magro, con le bermuda larghe a stampa militare, la maglia gialla e la cresta era di fronte a lui che ignaro della sua presenza camminava beato.
Era Travis.
Tom sbiancò, e per poco non cadde. Deglutì pensando alla cosa migliore da fare. Ma quando gli caddero le chiavi dalla tasca della felpa provocando un fragoroso rumore si maledì in tutte le lingue del mondo. E quando Travis si girò incuriosito dal rumore, per un istante pensò perfino scappare e correre a gambe levate, ma poi pensò che la cosa migliore da fare era affrontare il punk con le buone maniere. Il punk lo riconobbe e si fiondò su di lui con una rabbia immane assestandogli un pugno sul naso facendolo cadere. Poi si mise a cavalcioni su di lui riempiendolo di pugni. Per un istante pensò ferfino che si meritava tutto quello.
“Stronzo!” urlava Travis. “Figlio di puttana. Non toccare mai più mia sorella!”
Le urla del punk richiamarono l’attenzione delle classi vicine. Dei giocatori di football riuscirono a bloccare il moro staccandolo e tenendolo fermo mentre continuava a dimenarsi e a lanciare insulti.
“Io ti ammazzo. STRONZO!”
Alcuni cercarono di aiutare Tom ad alzarsi. Ma niente. Non si muoveva da quella posizione. Aveva tutto il corpo dolorante, il sangue scorreva a fiotti dal naso arrivando a imbrattare le candide mattonelle del pavimento.
“DeLonge! Alzati che ti portiamo in infermeria!” Dissero alcune ragazze. Lui tossì sputando del sangue. “No.. sto bene”
“No che non stai bene, dai, forza!” Il punk osservava tutto e la rabbia dentro di lui cresceva sempre di più.
Si chiedeva come uno dei sui migliori amici avesse potuto fare una cosa del genere a sua sorella. Si chiedeva come lui non avesse potuto far niente per fermarlo. Si chiedeva come lui non avesse fatto ad accorgersene che qualcosa non andava. Ma nello stesso momento si sentiva male, perché sapeva che questo avrebbe comportato la fine dei Blink. E per lui, quel gruppo, era tutto.


Travis fu spedito in presidenza mentre Tom riuscì ad alzarsi e accompagnato da qualche professore andò in infermeria dove lo medicarono e lo fecero riposare per qualche ora. Al suo risveglio trovò due occhioni blu che lo scrutavano attentamente.
“J..Jennifer” Disse sorpreso.
“Ehm, Tom. Ehi. Scusa, se vuoi vado via”
“No, rimani” La trattenne per un polso. “Ti prego. Mi.. mi sento così solo.”
La ragazza si intenerì e lo assecondò.
“Non sei solo. Hai i tuoi amici. Cioè, gli altri tuoi amici.”
“Loro erano gli unici amici veri che avevo. E ho rovinato tutto. Ho rovinato tutto con Elisabeth. Ora lei mi odia. Io.. Io..”
“Tu le vuoi bene, lo so..”
“No Jen. Io.. la amo. Lei.. lei mi ha.. mi avrà per sempre.. come la violenza, come il dolore. E come essi lei mi uccide. Ma io la amo.”
“Perché non glielo dici?”
“Io.. non ho il coraggio.” La ragazza gli accarezzò una guancia.
“Sai Tom, a volte bisogna mettere da parte l’orgoglio, l’imbarazzo, la rabbia… e bisogna solamente aprire il cuore e lasciare spazio ai sentimenti.”
“Si ma tu non sai tutt-“
“Tom, dammi retta. Digli tutto. E quando dico tutto, intendo tutto. Tutto quello che in questi anni ti sei tenuto dentro. Diglielo. Andrà tutto bene se lo farai.” Il biondo annuì.
“Lo farò. Grazie, Jen.”
“Di niente” La ragazza con un segno della mano salutò e uscì dalla stanza.
 
“Barker, poco prima mi ha fatto compagnia il tuo compagno di avventure, il signor DeLonge, ora tu. E mi hanno detto che il tuo bersaglio è stato proprio il tuo amichetto! Che dovrei fare ora? Eh? Delle scuse non credo che bastino”
Il punk non rispose. Aveva il capo basso e si massaggiava le nocche rosse.
“Va bene Landon, non hai voglia di parlare. Allora parlerò io. Credo che 3 giorni di sospensione vadano bene. Ora puoi andare.” Travis tranquillamente si alzò, salutò il preside e uscì dall’ufficio per poi uscire da scuola.

 

FINALMENTE SI SONO PICCHIATI OLE'! 

O meglio, Travis ha picchiato Tom! HAHAHAHA
Ditemi un po che ne pensate! Recensite se volete. Mi farebbe molto piacere c;

Ringrazio Layla e staywith_me per aver recensito lo scorso capitolo :D Grazie ragazze!
 

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Capitolo 12
*** XII. Everything's gonna be fine? ***


Capitolo dodicesimo.
Everything’s gonna be fine?
 

 
Erano passati tre mesi da quel giorno di settembre. Tre mesi che sembravano un eternità. Travis e Mark avevano completamente interrotto i rapporti con Tom. Di lui non si parlava mai. Era diventato un tabù. Soprattutto in presenza di Beth. Non si faceva nessun riferimento a lui, non si nominava, e tutto questo per evitare di spezzare quel precario, e soprattutto falso, equilibrio che si era creato. Anche Alo Chris e Jonas, per quanto fossero coglioni, rispettavano questo silenzio, e una volta scoperti i motivi anche loro iniziarono a provare rancore nei confronti dell’ormai non più biondo DeLonge. Tutti facevano finta che le cose andassero bene, tutti cercavano di credere che un Tom non ci fosse mai stato, ma ogni volta che per i corridoi della scuola, o per le stradine di Poway incrociavano per qualche secondo lo sguardo dell’ “innominato” tutti si ammutolivano per qualche secondo, ma poi, continuando il discorso, fingevano che tutto andasse per il meglio. Ma non era affatto così, e ogni singolo individuo lo sapeva. Travis una volta prese in considerazione l’idea di andare da Tom e abbracciarlo come se non fosse successo niente per poi andare a provare stupide canzoni nel garage, ma ogni volta che vedeva lo sguardo affranto della sorella tutte le sue buone intenzioni andavano a farsi fottere. Beth si sentiva terribilmente in colpa per tutto quello che era successo. La fine dei Blink, la fine dell’amicizia tra lui Mark e Trav, ma soprattutto la fine della LORO amicizia, la facevano strare terribilmente male. Ormai intorno a DeLonge girava Jennifer, che a quanto pare, dalle voci di corridoio, era la sua nuova migliore amica. Tutto ciò sconvolse la scuola. Non vedere più i tre punkettoni con la loro mascotte con i capelli rosso fuoco faceva abbastanza strano, tante’vero che perfino delle cheerleader cercarono di chiedere spiegazioni, ma dalla bocca del bassista uscì solo un “Non è successo niente. Non vedete, è tutto normale?”. Ma ormai tutti sapevano che qualcosa non andava, soprattutto quando il classico sbruffone di turno iniziò a dar fastidio alla rossa e Tom, osservando la scena, non fece assolutamente nulla. Si limitò a passare un braccio intorno alle spalle della Jenkins per poi dirigersi in mensa.



Beth la  mattina del 13 dicembre si svegliò con l’umore sotto i piedi, e dopo aver fatto colazione e dopo essersi preparata uscì di casa con lo zaino in spalla e il fratello di fianco.
“Pronta ad affrontare questo lunedì?” Le chiese Travis non appena varcarono la soglia del cancello dirigendosi verso Mark ed Anne. “Non credo.” Il punk scosse la testa. Arrivarono dagli altri due e Mark prese subito a rassegna l’amico portandoselo in disparte. “Buongiorno” Disse dolcemente Anne come era solita fare.
“Giorno”
“Come siamo felici oggi.” La ragazza roteò gli occhi. “Vabbè, ho capito, meglio non toccare questo tasto. Comunque ieri sono andata a fare compere e..”
Anne continuava a parlottare, ma la rossa non era affatto interessata. Infatti il suo sguardo andava oltre le spalle dell’amica catturando il profilo di Tom che con le mani in tasca superava il cancelletto.
“AUGURI TOOOOM!”
Una voce stridula fece sobbalzare la rossa. Dopo poco, al collo di Tom pendeva Jennifer che lo stringeva forte.
“Il mio diciottenne!” Disse fiera di lei. Una vampata di rabbia sommerse Beth. –Il tuo diciottenne? Il tuo diciottenne? Al massimo il MIO diciottenne. Non sei tu quella che gli faceva compagnia in bagno mentre faceva la cacca perché aveva paura che un assassino potesse ucciderlo mentre faceva i suoi bisogni!- Il ragazzo ricambiò l’abbraccio baciandole la fronte.
“Grazie Jen.”
La ragazza si scostò di poco porgendogli una busta che Tom prese incerto per poi aprirla. Sul volto gli si aprì un sorriso che arrivava da orecchio a orecchio per poi sollevare IL vinile dei Descendentes. Il suo preferito. Cioè “Enjoy!”.
“Oddio Jen, è il più bel regalo che io abbia mai ricevuto!” Beth osservava la scena a malincuore. “Davvero Jen, non so che dire. Grazie, oddio grazie!” Jennifer sorrise.
“Compi 18 anni. Data importante, regalo importante!”
 “Stasera a casa mia alle otto.”
Lo sguardo del ragazzo continuava a vagare per il parcheggio della scuola finché non si posò pesantemente sulla figura minuta di Beth. Quella volta nessuno dei due abbassò lo sguardo. Nessuno dei due interruppe quel contatto.
Beth sorrise impercettibilmente. Forse quello fu il suo modo di fargli gli auguri.
“E allora, in conclusione, che ne pensi?” Beth sobbalzò spostando lo sguardo sul volto dell’amica.
“Ehm… Uhm… Eh, beh, penso che, beh, insomma. Ehm.. devo scappare, ciao Anne!” Con uno scatto la ragazza si allontanò ed entrò nella struttura dirigendosi nel bagni e chiudendosi dentro a uno di essi. Si appoggiò sul muro massaggiandosi le tempie. Si sentiva triste, vuota, persa. Quando c’era lui nei paraggi non era più in grado di pensare, di parlare e di agire. Era come se l’interruttore venisse staccato.
 Si sentì la porta spalancarsi e poi degli strani rumori.
“Dai Tom, lasciati andare” Beth rabbrividì riconoscendo la voce di Jennifer.
“Che palle che sei. Oggi è il tuo compleanno e non vuoi nemmeno saltare la scuola, ma che ti prende?”
“Niente. Non ho voglia di fare niente in questo periodo” La ragazza sbuffò.
“Da quando quella bastarda non ti parla più ti sei rincoglionito! Mi sono scocciata di questo tuo modo di fare da depresso. Basta ripetere che tu la ami e blablabla ma alla fine non le dici mai niente”
“Smettila Jennifer, qualcuno potrebbe sentirti.”
Beth rimase a bocca aperta.
 “Vaffanculo Tom. Sei un coglione. Non hai le palle nemmeno di dirle ciò che provi“
“Senti Jen, vuoi saltare la scuola? Saltala. Io ho il compito di matematica alla quarta ora. Ci si vede.”
I passi pesanti iniziarono ad allontanarsi finché la porta non si aprì per poi richiudersi.
La ragazza respirò profondamente asciugandosi una lacrima. Il battito del suo cuore non era affatto regolare, e l’ansia cresceva. Con titubanza afferrò la maniglia di quella porta piena di scritte e tentennando e aprì.
“Me la pagherai Barker” Beth si irrigidì non appena sentì quelle parole di fuoco. Non aveva di certo pensato che la Jenkins fosse ancora nel bagno. La rossa non ebbe nemmeno il tempo di risponderle che  l’altra uscì furiosamente dalla stanza.


La professoressa di filosofia parlava con una stana cadenza, quasi cantilenate. Aveva sempre trovato le lezioni di Filosofia interessanti, ma dopo quello che era successo 6 ore prima non riusciva a seguire una sola parola che usciva dalla bocca rinsecchita della vecchia donna seduta dietro la cattedra, che, letteralmente, le entravano da un orecchio e le uscivano dall’altro. “Fanculo” Disse a bassissima voce battendo un bugno sul banco.
“Che succede?” le chiese Anne che le era seduta di fianco.
La rossa scosse il capo lasciandosi cadere sul libro aperto a pagina 394.
“Elisabeth, ti conosco fin troppo bene. Parla”
Quella era un imposizione, e Anne non avrebbe di certo accettato un altro semplice movimento del suo capo.
“Non sto capendo un parola di quello che dice questa vecchiaccia, e a fine settimana abbiamo anche l’ultimo test prima di Natale. Ecco”
Anne borbottò qualcosa prima di risponderle.
“Andiamo, non era a questo che mi riferivo”
La rossa abbassò il capo e con un filo di voce le spiegò per filo e per segno quello che era successo. Dopo varie smorfie e sospiri la bionda parlò. “Sai cosa devi fare?” La rossa scosse il capo. “Ecco, bene , te lo dico io. Oggi. Tu. Elisabeth Mary Barker, vai da Tom.” “A fare che? Gli dico: -Mh, senti Tom, mentre ero nel cesso ho sentito che faccia da cavallo ha detto che mi ami!-  Ti pare?” L’amica ridacchiò.
“Sì, magari non con questi termini!”
La campanella suonò interrompendo la conversazione. Beth si alzò velocemente raccattando la sua roba e dirigendosi verso l’aula di matematica per l’ultima lezione della giornata. Sapeva che avrebbe incontrato Jennifer, e l’agitazione iniziò a farsi sentire. Tutti sapevano che Jennifer portava problemi se non le stavi simpatica, e di certo, lei non era proprio la sua migliore amica. Lo stomaco le faceva male e sentì qualcosa risalirle. Un conato di vomito la blocco nel corridoio. Portandosi una mano sulla bocca corse verso il bagno più vicino piegandosi sul primo water.  Non appena il suo stomacò si svuotò dallo schifoso pasto che le rifilavano in mensa si asciugò con il dorso della mano e poi si sciacquò con acqua fredda il volto e la bocca. La campanella era suonata da un pezzo e la ragazza si affrettò a raggiungere l’aula 12.
“Alla buon ora Barker” Sputò acida la giovane professoressa.
“Non mi sono sentita molto bene..”
“Si certo, come sempre. Accomodati pure di fianco alla Jenkins.” La ragazza raggelò e con pacatezza raggiunse il terzo banco. Lo stomaco rincominciò  far male. Sicuramente era colpa dell’agitazione. Cacciò dallo zaino libro e quaderno. –Perfetto- Pensò per poi far scivolare lo sguardo alla sua destra posandolo con leggerezza su DeLonge che, giratosi per chissà quale motivo, incrociò il suo sguardo. La mora, scrutò attentamente la ragazza di fianco e interrompendo quel flusso di sguardi parlò.
“Hai rovinato Thomas”
“Parli come se tu lo conoscessi per davvero” La mora sogghignò.
“Aah, Beth Beth Beth, mia cara e dolce Beth. Conoscere una persona dall’infanzia non vuol dire conoscerla per davvero” Beth si sentì scossa da quelle parole. E se la cavalla avesse ragione? Se davvero non avesse mai conosciuto sul serio Tom? Scosse il capo cacciando via quei pensieri cerando di seguire la lezione che sembrava non finisse mai. 
 


Erano le 7 e 45 minuti e Beth era seduta sul divano con di fianco Alo che mangiava patatine al formaggio. Sapeva che tra un quarto d’ora si sarebbe presentata sulla soglia di casa DeLonge Jennifer. E chissà cosa sarebbe successo. Jennifer era stra cotta di Tom, e quest’ultimo di certo non disdegnava. Aveva un bel fisico, e sapeva come far girare la testa ai ragazzi. Non era di certo goffa e impacciata come la Barker. L’ansia portava Beth a distruggersi le dita spostando velocemente lo sguardo dalla tv all’orologio .Di colpo si mise in posizione eretta uscendo di casa ignorando il povero punk, che, ignaro di quello che frullava in testa all’amica, chiedeva spiegazioni ma senza ricevere risposta. Si strinse nella felpa alzandosi il cappuccio. Il passo era svelto. La sua testa continuava a ripetere di fermarsi, ma sembrava che le sue gambe dessero ragione solo al suo cuore che continuava a ripetere che quella era la cosa migliore. Affrettò il più possibile il passo e finalmente si ritrovò sulla soglia di quella fatidica casa. Le mani sudate a causa dell’ansia erano in tasca. Le labbra erano torturate dai denti e il cuore le batteva forte nel petto. Il sole era tramontato da un pezzo e di li a poco sarebbe arrivata Jennifer.–Sono una cogliona- Pensò tra se e se ripercorrendo a ritroso il vialetto, ma una volta arrivata al cancelletto bianco che divideva il giardino dalla strada si fermò per poi tornare in dietro. Questa volta era decisa, era convinta di ciò che voleva. E quello che voleva era li. In quella casa. Non poteva farselo sfuggire, non poteva lasciarlo nelle braccia di una ragazza qualunque. Lei lo voleva tra le sue braccia. Lo voleva vicino a se nei momenti difficili. Voleva sentire il suo fiato sulla pelle. Voleva percepire il suo profumo. Il suo tocco, le sue mani nei capelli, la sua risata, le sue battute poco caste, i suoi abbracci, i suoi baci, tutto gli mancava di lui. Fece un bel respiro e avvicinò titubante il dito al campanello per poi pigiarlo.Dopo qualche minuto la porta bianca si aprì lentamente lasciando spazio alla figura imponente – e sonnecchiante- di Thomas che svogliato si stropicciava gli occhi.
Una volta messa a fuoco la ragazza sulla soglia il suo corpo si irrigidì.
Era lì, fermo, che osservava sorpreso la figura mingherlina.
“Ciao”
Fu la sola cosa che uscì dalla sua bocca, ma non ricevette nessuna risposta. La ragazza aveva il capo chinato e i capelli le coprivano il volto.
“Effy?”
Tom aspettava una risposta che non arrivava. Un singhiozzo strozzato interruppe quel silenzio.
“Perché piangi?”
Un’altra domanda senza risposta. Il ragazzo fu travolto dalla rossa che l’abbracciò. Fu un gesto avventato, e Beth lo sapeva, ma in quel momento era l’unica cosa che avrebbe voluto veramente fare.
“Tom..” La voce della ragazza tremava. “Mi manchi” Le lacrime le rigavano il voto e la sua testa era appoggiata sul petto del ragazzo che ricambiava l’abbraccio sprofondando il viso in quell’ammasso di capelli infuocati.
“Anche tu mi manchi Eff.. anche tu” Le baciò la testa sciogliendo quell’abbraccio tanto voluto da entrambi invitando ad entrare la ragazza richiudendo la porta alle sue spalle. “Andiamo in camera”
La ragazza annuì seguendo l’amico su per le scale. Entrò nella stanza e si guardò in torno notando una loro foto di due estati fa incorniciata e posta sulla scrivania. Sorrise.
“Devo parlarti” Il ragazzo annuì, prese posto sul letto facendo segno alla ragazza di seguirlo.
“Tom.. Thomas.. ricordi quella sera, che ti chiesi cosa provavi per me? Tu non hai ancora risposto a quella domanda, vorrei lo facessi ora. Perché io sono qui, e sarei disposta a perdonarti, sarei disposta a sistemare tutto, sarei disposta a mettermi anche mio fratello contro pur di starti vicino. Ti chiedo solo di essere sincero. Ti chiedo solo questo.”
Il ragazzo deglutì passando una mano tra i capelli scuri che gli ricadevano sulla fronte.
“Effy.. io..”
“No Tom, niente “Effy”, niente “io”, niente stronzate. Voglio solo la verità.. ti prego..”
Tom abbassò il capo ma fu bloccato dalla mano delicata di beth che lo costrinse ad alzare lo sguardo.
“Guardami negli occhi, e di quello che senti.”
Il ragazzo fissò quegli occhi grigi e profondi, e senza pensarci si fiondò su quelle labbra rosee. Era una bacio dolce, casto. Un bacio che Beth accettò ben volentieri. Tom concluse quel bacio e le accarezzò piano una guancia e le sfiorò le labbra con le sue.
“Elisabeth.. io.. io ti amo. Si ti amo. Non ho mai avuto il coraggio di ammetterlo a me stesso perché avevo paura.. e ho cercato inutili pretesti solo per averti più vicina, solo per essere più di un semplice amico ma senza mettere in mostra i miei sentimenti, e l’unico risultato è stato quello di allontanarti. Tutta colpa di quella fottuta scommessa. Una scommessa del cazzo ha rovinato tutto. Non era nemmeno una mia idea. Cook voleva solo portarti a letto, e io cercavo di proteggerti in qualche modo, ma non volevo mostrami, non volevo che gli atri capissero, e soprattutto non volevo che io capissi. Quando finalmente ho accettato il fatto che ti amo, quando finalmente ho capito che amare non significa per forza essere deboli, che amare non è un male, ormai era troppo tardi, e di fianco a me c’era Jen.. ho provato a cercare te in lei.. ma non era la stessa cosa. Sono stato un coglione Eff… un coglione… scusami…” La ragazza sorrise trattenendo le lacrime.
“Tom.. anch’io ti amo”
La voce tremava e i suoi occhi erano fissi in quelli del moro. Tom le accarezzò nuovamente la guancia per poi attirarla a se e baciarla di nuovo.
“Quindi adesso?” le chiese lei scostandosi di poco. Il ragazzo le baciò l’angolo della bocca per poi sorridere.
“E adesso sei la mia ragazza. Vero?”
Beth annuì con veemenza per poi tuffarsi di nuovo su quelle labbra segnate dal piercing. Il bacio era dolce e lento, sembrava proprio che volessero assaporare quel momento fino in fondo, quel momento tanto atteso. Ma poco dopo il ritmo si velocizzò mandando a puttane la castità del momento. Tom scese a baciarle il collo ornato dalla collana di metallo per poi farle scivolare via la felpa.
“Tom..” Sospirò ansante. “Io..” Il ragazzo appoggiò la fronte nell’incavo del collo aspirando forte il suo profumo dolce.
“Ti aspetto, non preoccuparti. Capisco che dopo la tua prima volta… beh… tu voglia aspettare.”
“Grazie” Sussurrò dolcemente.
Tom sollevò la testa incrociando i loro sguardi.
“Si, ma se non me la dai per il compleanno almeno dammi qualcos’altro!”
La ragazza rise di gusto. Almeno il suo umorismo sconcio non era cambiato. Era sempre il solito Tom, che in quel momento aveva assunto un espressione imbronciata.
“Perché ridi?”
Beth continuava a ridere osservano la sua espressione. Sembrava un bambino a cui si negano le caramelle.
“Ok, ok, la smetto!” Disse con fiatone.
“Ora occupiamoci di Travis. Dovremmo avvisarlo di…”
“Noi, dovremmo avvisarlo di noi.” Il campanello trillò. “Beh, per prima cosa occupiamoci di Jen” Disse divertito Tom alzandosi sotto lo sguardo altrettanto divertito e compiaciuto di Beth.



 

Okkkkk,
scusatemi se ho aggiornato dopo millanta anni, ma ero davvero impengata con la scuola e con la famiglia. Scusatemi tanto.. PERDONATEMI ç.ç
Se vi è piaciuto il nuovo capitolo, o se avete qualche commento su di esso lasciate una recensione c:
Alla prossima (che prometto, non sarà lontana!)

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