Up to the stars with you ∞

di 1D_and_I
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ATTENZIONE!!!! ***
Capitolo 2: *** Cambiamenti ***
Capitolo 3: *** novità ***
Capitolo 4: *** Smile ***
Capitolo 5: *** Ritorno a scuola! ***



Capitolo 1
*** ATTENZIONE!!!! ***


VOLEVO AVVISARE CHE HO RISCRITTO LA STORIA, MODIFICATA, SCRITTA IN PRIMA PERSONA E MIGLIORATA.
L'HO POSTATA SU WATTPAD ANZICHE' QUI. SE VOLETE, SI CHIAMA "NOTHING IS INDISPENSABLE" OPPURE VI LASCIO IL LINK QUI
https://www.wattpad.com/myworks/47730480-nothing-is-indispensable MI DISPIACE PER NON AVER AGGIORNATO PER COSI' TANTO TEMPO, MA HO AVUTO DEI PROBLEMI CON INTERNET E COMPUTER.
SPERO VI PIACCIA
UN BACIONE

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Capitolo 2
*** Cambiamenti ***


ATTENZIONE!!!!
VOLEVO AVVISARE TUTTI CHE LA STORIA L'HO RIPOSTATA SU WATTPAD, CAMBIATO I NOMI DEI PERSONAGGI E MIGLIORANDO IL TUTTO. SPERO VI PIACCIA, SI CHIAMA "Nothing is indispensable" VI LASCIO IL LINK QUI . . .
https://www.wattpad.com/myworks/47730480-nothing-is-indispensable
Erano circa le 11 di sabato sera e la ragazza era scappata da quella festa terribile; stava camminando sotto la pioggia battente senza nessuna protezione da quel tempo che le portava ancora più infelicità. Le lacrime calde le tagliavano le guance e si univano con le gocce fredde provenienti dalle nubi che a quell'ora non si notavano nel cielo buio, ne approfittò per poter camminare a testa alta lungo il marciapiede sgombro della principale strada di Bradford che di solito è il più gremito di gente; ora però si sentivano solo i singhiozzi rumorosi che uscivano dalla sua bocca mezza aperta in una smorfia e che rimbombavano nella strada.
Stava ripensando alla prima volta che si erano visti e si era subito sentita appartenere a lui; la prima volta che si erano sfiorati; le farfalle nello stomaco prima di poterlo baciare; il bacio; si era illusa per quello che credeva “vero” amore, che l'aveva aiutata ad uscire dall'anoressia, ma che in realtà non c'era mai stato; si domandava a tutti quegli sguardi che lui le regalava quante bugie contenessero; quanti “ti amo” senza che avessero più senso; la vita che lei voleva passare con lui; tutto quello che era successo in quei quattro anni di finzioni, e lei ci aveva creduto fino al midollo, si era sentita per la prima volta amata, ma era tutto maledettamente finto. Ora nella sua testa però si identificava tra gli altri quel ricordo dei gemiti provenienti dal bagno puzzolente di alcol e vomito della casa in festa; lei all'inizio non ci aveva fatto caso, insomma erano tutti mezzi nudi, ma poi sentì quel nome: Peter, il suo fidanzato era nel bagno e stava facendo sesso con Kathrine: la ragazza più popolare della scuola e per altro già felicemente fidanzata.
Arrivò al semaforo che cambiò di scatto da verde a rosso e lei si maledisse per non aver corso. Era talmente tanto immersa nei suoi pensieri che non si accorse della figura che si stava avvicinando fino a quando un rumore la riportò alla realtà. Si girò di scatto e vide stagliarsi al suo fianco una figura nera che l'aveva riparata dalla pioggia con l'ombrello, lei andò nel panico e nel buio non riusciva a capire chi fosse quella persona. Mise subito le mani in tasca per trovare qualcosa con cui difendersi nel caso fosse stato un malintenzionato ma non trovò niente.
X:”Calmati, sono solo io.” disse prendendola delicatamente per il braccio destro. “Perché sei a quest'ora in giro?”
Lei era ancora spaventata e non riusciva a mettere a fuoco la figura che le stava accanto per via delle lacrime che continuavano a scivolare lungo il profilo della mascella.
X:”Alice calmati, sono Zayn, non ti ricordi?” Era Zayn, reputato il più figo e stronzo di tutta la scuola; tutte le ragazze gli andavano dietro e lui da “gentiluomo” se le portava a letto. Alice era una delle poche con cui ancora non si era appartato forse perché i genitori si conoscevano da quando i due andavano all'asilo: erano migliori amici che però non si frequentarono più dalla quinta elementare in poi, si persero di vista per via della scelta di due scuole diverse e poi lei aveva trovato il fidanzato, mentre lui si era dato al vagabondaggio con la sua banda di ragazzi stupidi in cerca di ragazze carine e altrettanto ingenue. Lei di sicuro non si reputava una di quelle ed era riuscita a stare in pace per tutto questo tempo.
Alice aveva sempre avuto una cotta segreta per lui e cercava di reprimerla sotto tutto l'odio con cui era riuscita a sopravvivere tutti questi anni senza parlargli. Lei aveva eretto un muro per proteggersi dal bisogno che aveva di lui: era indistruggibile per chiunque tranne che per Peter ed Anne, la migliore amica da quando si erano conosciute in Francia per una vacanza studio e che purtroppo abitava a Holmes Chapel nel Cheshire. Questo muro era l'anoressia.
Alice si cercò di calmare e di parlare.
A:”Scusa e che con questo buio, pensavo fossi un malvivente.” disse in mezzo ai singhiozzi.
Z:”Okok, cosa ci fai da sola qui senza neanche un ombrello?”
A:”Ero alla festa di Charlie solo che ho deciso di andarmene perché faceva schifo.”
Z:”Ma perché non hai chiesto un passaggio o qualcosa del genere?”
A:”Be tutti dormivano là, mia mamma stava già dormendo e gli autobus a quest'ora non passano.”
Z:”Chiamavi me.” disse seriamente.
A:”Si certo; non ho neanche più il tuo numero di telefono.” rispose con tono divertito.
Z:”Eccoti accontentata:” in quel momento le prese il telefono che lei gli aveva porso timidamente e salvò il suo numero in rubrica.
Z:”Bene ora per qualsiasi evenienza mi potrai chiamare... Scusa, ma perché piangi?”
A:”Non sono affari tuoi.” In quel momento scattò il verde e lei ne approfittò per prendere la via verso casa che distava ancora cinque isolati. Zayn le corse dietro con l'ombrello come se fosse il suo maggiordomo.
Z:”Guarda che non significa visto che ci siamo persi di vista io non sia più tuo amico.”
Alice continuava a camminare con passo svelto tentando di lasciarlo indietro.
A:”Non credo di conoscere questo Zayn.” disse fermandosi e facendo segno con la mano verso il ragazzo che era rimasto stupito dalla risposta che aveva ricevuto.
In quel momento Alice iniziò a starnutire.
Z:”Dai che sei anche raffreddata, vieni a casa mia, visto che la tua e ancora a cinque isolati buoni da qui!”
A:”No, Zayn... io devo tornare a casa, mia mamma mi starà aspettando.”
Z:”Hai sbagliato, tua mamma non ti aspetta perché tu dovresti dormire fuori:”
A:”E va bene, basta che non mi fai rimpiangere della mia scelta.”
Camminarono per un quartiere malfamato dove da piccoli lo usavano come scorciatoia per arrivare a casa di Zayn.Durante il tragitto parlarono di come la loro vita fosse cambiata, in quel momento erano tornati piccoli: quando stare in compagnia dell'altro sesso non significava per forza sbaciucchiarsi.
Arrivarono a casa sua che era rimasta uguale: con lo stesso giardinetto all'entrata ben curato, la casetta sull'albero e la ruota di gomma appesa ad un ramo della grande quercia che era situata in quel punto da più di cent'anni.
A:”Ti ricordi quando venivamo qui al pomeriggio?”
Z:”Già e poi quando tuo fratello Stephan aveva preso la cotta per mia sorella Donyia? Ahahah che risate!”
Entrarono e Alice si ritrovò in una casa sconosciuta, dentro era totalmente cambiata: avevano ridotto la cucina per aggiungere una stanza.
A:”Come mai avete ristretto la cucina?” chiese a bassa voce.
Z:”Perché Safaa è arrivata dopo.”
A:”Un'altra sorella?!”
Z:”E già! Ha 10 anni!”
A:”Ah mi ricordo che tua mamma era incinta, poi però sono finite le elementari.”
Z:”Basta parlare, sei stanca e devi riposarti.” Andò verso le scale e fece cenno di seguirlo, arrivati in cima ad esse, la portò nella stanzetta dove dormiva sempre quando andava da loro per la notte; Zayn andò nella sua stanza e la lasciò sola. Quella era rimasta identica a come l'aveva lasciata. C'erano un paio di foto impolverate di loro due che facevano le facce, su certe c'erano delle dediche con le calligrafie terribili di quando erano piccoli. Sulla scrivania impolverata c'era un foglio strappato che riconobbe subito, l'aveva scritto quando aveva scoperto che non sarebbe stata nella stessa scuola con il suo migliore amico, aveva scritto anche che avrebbe voluto vedere crescere la sorellina e che le piaceva tanto il nome scelto: Safaa. Vide un'altra cosa sulla scrivania, le venne un attacco di claustrofobia e decise di aprire subito la finestra che si affacciava sulla casetta di legno fissata all'albero. Quel gesto le ridusse il peso che si sentiva sul petto.
Si trattava del braccialetto con su scritto “BFF ∞” l'aveva lasciato sulla scrivania per fare in modo che Zayn non si dimenticasse di lei, le tornarono in mente tutte le cose che avevano fatto insieme e le venne nostalgia. Sicuramente lui non se le ricorderà, ma io non le dimenticherò mai. Si ricordava ogni parola e gioco che avevano fatto insieme.
Non avrebbe mai immaginato che un amico le potesse mancare così tanto. Decise di cambiarsi per togliersi dalla testa quel pensiero del ragazzo così vicino, ma allo stesso tempo lontano anni luce.
Cercò di dormire,ci impiegò circa cinque secondi a capire che non ce l'avrebbe fatta: stava ancora pensando alla porta chiusa del bagno da cui uscivano le urla. Ad un certo punto sentì battere sulla porta e sobbalzò nel letto.
A:”Avanti.” disse con il tono più calmo che riuscì a imitare.
Entrò Zayn con un vassoio in mano e si avvicinò a lei.
Z:”Ho sentito che ti stavi agitando allora ho deciso di farti un te all'arancia e zenzero, come piace a te.”
Si mise seduta nel letto e lui appoggiò quel vassoio instabile sulle gambe della ragazza, lei prese la tazza e bevve un sorso, era bollente allora lo lasciò freddare un po'. Zayn era rimasto in piedi immobile. In quel momento si rese conto di quanto voleva avere un contatto fisico con lui.
A:”Siediti pure.” battè la mano sul letto in segno di sedersi. Lui acconsentì e si appoggiò al copriletto, nel movimento però urtò la tazza e rovesciò il contenuto su tutto il letto. Alice ebbe un sobbalzo e uscì subito da sotto le coperte.
Z:”Scusami tanto, oddio non volevo.” Continuò così finché lei non decise di togliere la federa dal materasso e la portò in bagno, lui la seguì e le disse che poteva lasciarla vicino alla lavatrice e sua mamma le avrebbe lavate il giorno dopo.
Z:”Senti tu dormi nel mio letto e io vado sul divano, domani spiego la situazione a Patrisha ok?”
A:”Ok tranquillo, sono ancora viva, non ti devi agitare tanto.” La portò in camera sua e la lasciò sistemarsi. Lei sperava tanto di ricevere qualche altra attenzione da parte del ragazzo, ma con quella frase la lasciò sola a riflettere sulla serata pesante. Desiderava follemente che lui rimanesse con lei per mettersi nel letto e stringerla finchè non si fosse addormentata e nel caso ci fosse stato qualche incubo lui l'avrebbe protetta dal passato facendola pensare solamente al momento presente. WRITER TIME: Questa è la mia prima storia, spero che vi piaccia. Ditemi quello che pensate, io vi aspetto al prossimo capitolo che spero di riuscire a pubblicare domani. Ora vi lascio che devo scappare. -Ilaria xx

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Capitolo 3
*** novità ***


La festa stava andando per il meglio: tutti si divertivano; c'era tanto da mangiare; la musica era interminabile; e la testa della moretta dal vestito blu lungo fino le ginocchia si era svuotata dopo aver provato per la prima volta dell'alcol, ora si stava scatenando in pista, ma senza esagerare perché era ancora consapevole che non doveva tradire il suo ragazzo: occhi marroni; capelli corti bruni ricci; fisico perfetto, anche se non aveva mai approfondito le ricerche oltre le mutande. Non era incuriosita da quello che si trovava lì sotto, e ancora non le interessava.
Le venne del conato in bocca e corse in bagno dove ormai tutti facevano cose sconce. Quel puzzo le stimolò ancora di più il vomito. Dei gemiti provenienti da un bagno le riempivano le orecchie tappate per la musica troppo alta.
Ma poi, quell'urlo inconfondibile: il nome del suo ragazzo detto con bramosia la fece andare fuori di testa. Un istante dopo la porta si aprì e caddero fuori lui, si proprio lui Peter, e Kathrine.
Alice colta dalla disperazione corse nella camera dove quella notte avrebbe dovuto dormire, prese le sue borse e scappò da quella casa.
Si ritrovò per strada con i capelli spettinatamente incollati dalla pioggia che le scendeva dalla chioma al seno e lungo tutto l'abito ormai rovinato, gli occhi marroni che sfumavano sul verde agata erano immersi nelle lacrime e le ballerine in mano per cercare di salvarle dall'acquazzone.


Il sole stava iniziando ad invadere la città con i suoi raggi. Arrivò finalmente anche negli angoli più bui della stanza che odorava di calzini sporchi. Spalancò gli occhi e con il respiro affannato per via dell'incubo appena fatto, si guardò intorno e si ritrovò nella camera di Zayn: era piena di fogli attaccati alla parete con delle scritte o dei disegni fatti a mano e colorati con lo spray; si ricordava della passione del corvino.
Si alzò dal materasso e poggiò i piedi scalzi sul pavimento freddo. Si avviò verso il bagno privato del ragazzo, ma sentì l'acqua della doccia scorrere allora tornò indietro ed arrivò alla scrivania, posizionata alla destra del letto, sepolta da tanti graffiti e vestiario sudicio. Rovistò tra un paio di cose ammucchiate e si ritrovò sotto gli occhi un cartoncino con su un disegno di lei da bambina, glie lo aveva fatto quando erano piccoli ed era ancora là.
Le lacrime erano sull'orlo di fuoriuscire, ma sentì la chiave girare nella serratura della porta in legno a cui prima si era avvicinata, si trattenne dall'istinto di scoppiare in lacrime e andare ad abbracciare il ragazzo, e invece coprì il foglio su cui aveva visto il ritratto; si girò di scatto verso il rumore e si resse con le mani sulla sedia dietro di lei.
Zayn aveva addosso solo un asciugamano beige in vita e i capelli erano ancora umidi per via della doccia.
La giovane sotto il pigiama che le accarezzava la pelle, si irrigidì e distolse lo sguardo. Lui come reazione a quell'atteggiamento iniziò a ridere e si avvicinò ad Alice .

Z:”Non sono mica nudo!” lui che era abituato a farsi vedere senza vestiti al primo appuntamento faceva ilarità che la sua amica si vergognasse di vederlo così.

A:”Be sappi che non sono come le altre che te le porti tutte a letto!”

Z:”Ok ho capito, me ne vado.” detto questo uscì con dei vestiti freschi di bucato; pure lei si prese dei ricambi e si fece una veloce doccia leggermente fresca per risvegliarsi.

Ora le restava da asciugarsi, indossare i pantaloni della tuta e una t-shirt rossa.
Scese le scale e si diresse in cucina. Entrando notò che avevano anche cambiato il colore delle pareti da biancastro a bordò e che la notte prima non aveva notato nell'oscurità.
Trovò la famiglia al completo seduta al bancone in marmo. Trisha le sorrideva e la fece sedere tra lei e Safaa. Quest'ultima messa di schiena rispetto all'entrata era intenta a spiegare quello che avevano fatto venerdì a scuola e non si accorse che tutte le attenzioni dei familiari non erano più rivolte a lei; solo quando si sedette l'estranea essa si interruppe

S:”Chi sei tu?” disse con tono stranito.

A:”Sono Alice, una vecchia amica di tuo fratello.”

S:”Oh Zayn non ci aveva detto di avere una nuova fidanzatina!”

La madre la interruppe senza far caso che Zayn aveva accennato un piccolo sorrisetto, mentre aveva notato che Alice era arrossata e aveva abbassato lo sguardo.

T:”Ti sembra il modo di rivolgere la parola alla vecchia migliore amica di Zayn?!”

S:”Eddai mamma , stavo solo scherzando; certo che tu il senso dell'umorismo proprio non ce l'hai!” dopo quella frase ci furono dei secondi di silenzio imbarazzante e per fortuna la signora Malik li interruppe prendendo la parola.

T:”Pensa che lei ci aiutato a scegliere il tuo nome! Era un'amica molto fidata.”

S:”E come mai non è mai venuta a trovarmi? Magari potevamo essere migliori amiche, invece non è mai tornata.” le scese una piccola lacrima che il fratello maggiore le asciugò abbracciandola e consolandola.
Alice parlò e spiegò tutte le complicazioni che si erano presentate in tutti quegli anni, e per fortuna riuscì a convincere la piccolina.

S:”Allora mi prometti che mi verrai a trovare ogni tanto, visto che hai deciso il mio nome?”

A:”Certamente!” disse Alice un po' commossa dalla tristezza della bambina.

Finita la colazione andò al piano di sopra per prendere le borse e tornare dalla sua famiglia anche se controvoglia poiché in quella casa tutti la trattavano bene e aveva riscoperto la parte innocente del suo migliore amico: non era più solo "Zayn Malik l'Intoccabile".
Scese le scale impacciatamente per via dei bagagli; stava per entrare in cucina che si scontrò con Zayn: le cadde tutto a terra e per raccoglierle sfiorò la mano del ragazzo che si era accuciato con lei. Si fissarono per qualche secondo interminabile e poi Alice spostò lo sguardo sulle cose che giacevano per terra. Notò i libri che erano caduti a Zayn erano di biologia avanzata. Si rialzarono.

A:”Ti piace biologia avanzata?”

Z:”Cosa scusa?” si era perso con lo sguardo sulle labbra della ragazza che stava di fronte a lui. Lei si accorse della sua distrazione e si mise a ridere.

A:”Ripeto: ti piace biologia avanzata visto che hai quei libri?”
Z:”Oh si, è l'unica materia in cui vado bene... Ti prego non farne girare la voce.”

A:”Tranquillo, acqua in bocca.” ci fu un momento di silenzio che nessuno dei due voleva interrompere. Da dietro il corpo di Zayn si materializzò sua madre.

T:”Allora già te ne vai?”

A:”Si mi dispiace signora, ma...” non la lasciò finire che con un sorriso cominciò a parlare

T:”Puoi tranquillamente chiamarmi Trisha come quando eri piccola.”

A:”Si Trisha, devo andare, ma prometto che tornerò per stare un po' con Safaa.” Con quella frase uscì dalla porta d'entrata e andò verso la fermata dell'autobus, ma si fermò appena udì una voce ancora di bambina che la chiamava per nome; si girò e trovò Safaa che le correva in contro con il pigiamino e le pantofole. Le saltò addosso e l'abbracciò forte; Poi vide la figura di Zayn avvicinarsi.

Z:”Safaa prenderai freddo!”

S:”Zayn, lasciami stare” disse avvinghiandosi ancora di più alla ragazza che la teneva dolcemente in braccio, mentre Zayn cercava di staccarla da quella presa. “Io voglio bene ad Alice! Non voglio che se ne vada!”

Z:”Ma tornerà al più presto appena avrà tempo; ora anche lei deve andare dai suoi genitori.”
con quella frase la bimbetta si divise dalla nuova amica e la salutò con la manina mentre Zayn l'accompagnava indietro fissando a sua volta la ragazza che rimaneva immobile.

In bus Alice accese il telefono che aveva tenuto spento per non avere nessuno che la disturbasse, si accorse di aver 20 chiamate perse da Peter e una da sua madre. Richiamò subito quest'ultima e le disse che era stata una festa bellissima anche se mentendole poiché non era rimasta lì per più di 2 ore.

Arrivata a casa mangiò il pranzo con suo fratello Stephan facendo finta di niente, eliminò dalla rubrica del cellulare il numero del suo ex-fidanzato e si vestì per andare al parco a fare jogging per liberare la mente dagli episodi concentrati che erano accaduti la sera prima.

Stava tranquillamente seduta dopo aver corso per un buon tratto sull'erba con sopra la rugiada e il terriccio fangoso per via della pioggia, era sudata, però il canto delle rane che c'erano nello stagno la distoglievano dai pensieri. La portavano in una pace quasi estenuante; per fortuna qualcuno la riscosse poggiandole una mano sulla spalla da dietro, si girò di scatto e incrociò lo sguardo con quello color nocciola del ragazzo.

*Ma mi segue sempre o è un caso?* Si chiese fra sé e sé.

Z:”Ciao, come stai?”

A:”Bene grazie; mi sono un po' ripresa da ieri” gli fece un piccolo sorriso “A parte che mi sta venendo un raffreddore. Come mai da queste parti?”

Z:”Ti avevo detto che ti saresti presa un malanno” abozzò anche lui un sorriso facendo il premuroso come quando erano piccoli “Comunque ho accompagnato Safaa al parco giochi che ci sono dei suoi amichetti; e poi dovevo portare a spasso il cane. Tu vedo che ti allenavi...”

A:”Si...” rispose poco convinta perché era persa in quei pozzi che si trovavano al posto delle pupille.

*Come mai l'ho reputavo stupido quando stava tra le ragazze? Hey aspetta... è cambiato da quando non ci frequentiamo più... No, in fondo è sempre lo stesso bambino con cui ho passato tutta l'infanzia.*

WRITER TIME:
Scusate per il ritardo ma dovevo studiare. Spero vi piaccia e continuiate a seguire la storia, ditemi cosa ne pensate e recensite!!!
Ecco come mi immagino che sia la protagonista http://images6.fanpop.com/image/photos/35600000/Tori-tori-vega-35672722-1920-1200.jpg

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Capitolo 4
*** Smile ***


Alice si guardò un po' in torno per capire se Zayn aveva intenzione di andarsene, ma non fu così allora decise di fare il primo passo. Desiderava tanto abbracciarlo, dopo tanto tempo che l'aveva messo in uno scatolone pieno di polvere in un angolo del suo cuore insieme a tutti i ricordi dell'infanzia e si era accorta che le mancava la sua vicinanza.

A:”Io devo andare a casa.” disse con tono distratto.
Z:”Stai cercando di evitarmi per caso?”
A:”No, e che...” *Una scusa qualunque...* “Puzzo e devo andare a farmi una doccia.”
Z:”A me non sembra; hai un buon profumo: arancia e... cannella.”
A:”Si è il mio bagnoschiuma, mentre uso anche il profumo alla vaniglia di mia mamma.”
Z:”Oh si me lo ricordo, te lo mettevi da piccola e dicevi con tono solenne: 'Da grande sarò come mia madre!'”
Alice si mise a ridere per il fatto che se lo ricordasse ancora. Forse lui non aveva fatto come lei e aveva cercato di dimenticare tutto, forse sperava in qualche modo che ancora gli potessero servire quei momenti di felicità.
A:”Ora devo andare sul serio.” Non diede nemmeno il tempo al moro di lamentarsi che fuggì via.
*Si ricorda ancora quando mi mettevo le scarpe di mia madre e dicevo quella frase; e poi ha indovinato il profumo del mio bagnoschiuma!* Ormai non c'era più da stupirsi sul ragazzo: era cambiato in superficie, ma dentro era sempre lo stesso bambino dolce e premuroso.
Arrivò a casa verso le 6 di sera e iniziò a starnutire in continuazione. Lucy, la madre che da un paio di anni non la disturbava quasi più, prese della medicine e si preoccupò di dire alla figlia che non sarebbe potuta andare a scuola finché non si fosse rimessa del tutto.
Ne approfittò di quel servizio che non riceveva da anni e si mise nel letto, prese il cellulare e chiamò Anne.
Le raccontò tutto l'accaduto.
An:”Alice mia, ti sei appena mollata con Peter e a distanza di 30 minuti ti sei già trovata un altro?! Che sporcacciona la mia amica! Eheheh.”
Al:”Anne cosa dici?! Io non ho fatto niente! E poi tu innocentella, che scarichi tutte le pene su di me, come stai a ragazzi? Sei ancora indecisa fra tutti gli spasimanti? Ahahah.” Ecco il solito tono divertente che usavano per far prendere una piega spiritosa alla conversazione. Era per questo che si trovavano bene l'una con l'altra: l'amica aveva delle qualità che l'altra non possedeva.
An:”Alla faccia tua, io ho trovato l'amore della mia vita!" disse con tono solenne "e sappi che non ti sto prendendo in giro: ho conosciuto sua madre e indovina come si chiama?”
Al:” Aspetta, non dirmelo! Lasciami indovinare: si chiama Genoveffa, anzi no Gertrude.”
An:”NO! Si chiama Anne, proprio come me!!!”
Al:”Certo che hai una fantasia a inventarti frottole! Ahahahah, sei pessima quasi come me!!”
An:”No ti giuro è quello giusto! Si chiama Harry e ci frequentiamo da circa una settimana.”
Al:”Aspetta, aspetta, aspetta: DA UNA SETTIMANA?! E NON MI DICI NIENTE?!?!”
An:”Scusa e che ho avuto molti impegni, il cellulare si è rotto, non avevo credito e non ho avuto molto tempo libero.”
Al:”Ahhh capisco avevi molti impegni con il tuo nuovo amore della vita... e l'amore che sta qui ad aspettarti? Cosa mi dici? Si parla della sottoscritta!”
An:”Senti tu non puoi sostituire un ragazzo, ma rimarrai sempre la più pazza con me a fianco ahahah.” In quel momento si intromise una voce urlante nella conversazione.
Al:”Ora ti devo lasciare che mia mamma mi chiama!" disse verso il telefono. "MAMMA ARRIVOO!!" urlò istericamente verso l'altra parte della casa.
An:”Ok, riferiscimi come va a finire questa storia del migliore amico.” disse permalosamente e sottolineando le ultime due parole.
Al:”Si ok, e tu mi dovrai mandare una foto del tuo ragazzo immaginario, perchè non ci crederò finché non lo vedrò.”
An:”Ahahah contaci, ciaoo.” con quella frase Alice chuise la chiamata e corse da sua mamma che le continuava a sbraitare contro che si doveva muovere per vedere una cosa alla TV e che non le interessava se fosse a piedi scalzi perché tanto era già ben raffreddata.
*Ecco che cavolo di madre mi devo subire! Mi interrompe sempre!* iniziò a pensare.

WRITER'S TIME!
Scusate per il ritardo e per il fatto che questo capitolo sia più corto ma è di passaggio. Vi riservo tutte le sorprese al prossimo capitolo che pubblicherò al più presto, solamente fatemi sapere: recensite, recensite, recensite!!! Mi piacerebbe tanto avere la vostra opinione e lo so che siete timide dietro i vostri schermi!!
-Ilaria xx

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Capitolo 5
*** Ritorno a scuola! ***



La mattina seguente si svegliò con il naso chiuso e le sembrava quasi che le avessero lanciato delle bombe lacrimogene dentro casa, poichè non vedeva oltre ai suoi piedi.
Accese il computer e mise un po' di musica per rallegrare la casa deserta; si vestì come un eschimese solo per andare a fare colazione: bacon, uova strapazzate e spremuta di arance.
Finito il pasto anche troppo abbondante per i suoi gusti, andò in bagno a lavarsi la faccia per capire qualcosa di quel mondo che sembrava si fosse trasformato in una notte; notò cose che prima di ritrovare Zayn erano ormai nell'ordine giornaliero e a cui non dava più molta importanza, come il profumo alla vaniglia della madre Lucy che portava sempre e ormai aveva riempito tutto il bagno con la sua essenza.

Lucy era una donna molto giovane con gli stessi tratti di Stephan, Alice invece aveva preso la maggior parte dal padre Evan: capelli nocciola chiari e occhi che sfumano sul verde. Lucy ed Evan si erano conosciuti al liceo e da quella volta si erano innamorati e la madre aveva dovuto lasciare la scuola perché era rimasta in cinta. Evan aveva dovuto trovare un lavoro fisso e con uno stipendio sufficiente per tre persone, e alla fine non riuscì ad esaudire il suo sogno: laurearsi e diventare astronomo. Alice diceva che era tutta colpa sua, e il padre la consolava dicendo che lei ancora non esisteva, e he quindi non poteva essere stata lei.

Era orribile rimanere da soli a casa, aveva troppo tempo per pensare a quello che le era successo, non le piaceva rimuginare troppo sulle cose ormai successe e irrimediabili.

Finalmente arrivò l'ora di pranzo: l'unico momento in cui tutta la famiglia era riunita.
Stephan aveva 16 anni e si credeva il più figo del mondo, ma solo quando era con i suoi amici pecoroni si dava tutte quelle arie, a casa era un semplice ragazzo che aveva iniziato a fumare per colpa delle superiori e degli "amici".
Questi ultimi non sanno ragionare di testa loro, seguono il gruppo e le mode, per il resto ci pensa il loro secondo "cervello" che tutti conoscono.

Quei giorni sembravano aver congelato il tempo e tutte le persone, Alice non ne poteva più di rimanere chiusa in casa ed essere negata alla luce del sole sulla pelle, le sembrava un'ingiustizia, ma poi le tornava in mente l'altra prigione: la scuola in cui avrebbe dovuto affrontare Peter, quindi si accontentava di rimanere sotto le coperte al calduccio dove tutto è sicuro.

Dopo 2 giorni di malattia dovette tornare a scuola e Peter dopo le 20 chiamate perse aveva rinunciato nel contattarla. Ma la sua mente, nei pochi minuti di auto per arrivare da casa a scuola, era occupata dal corvino e dalla sorellina che teneva per mano; l'ultimo sguardo che le aveva rivolto Zayn era pieno di affetto e protezione nei confronti della ragazza.
Le sembrava di tornare bambina, quando Lucy la portava a scuola in auto, e da sette anni aveva perso quell'abitudine. Si vergognava un po' perché la madre era troppo premurosa per una ragazza che frequenta il quarto anno di liceo, ma cercava di sopportarla e di ricambiare tutta la tenerezza che avesse in corpo.

Arrivò in classe e nessuno sembrò notarla tranne la sua amica delle medie Elly con cui adesso era in banco insieme. Al primo riposo mangiò la solita mela rosso fuoco e andò verso i bagni delle ragazze. Durante il tragitto incontrò Peter appoggiato al muro davanti al bagno in stile "gangster" che con uno sguardo ti può uccidere. Alice si cercò di nascondere con i capelli, cambiò direzione e avvelocizzò il passo, ma l'aveva già individuata e la seguì.
Le si piantò davanti con il suo sguardo magnetico, era molto carino, ma adesso tutto era cambiato, non lo poteva più guardare con gli stessi occhi di una volta; anzi non lo voleva neanche guardare.

P:"Perché non mi hai risposto a tutte le chiamate?"

A:"E hai anche il fegato di chiedermelo?! Sei un porco infame! Ah e non chiamarmi più amore!" Si spostò velocemente alla sua destra e riprese a camminare per la sua strada.

P:"Non è successo niente alla festa!"

A:"E allora quello che ho sentito e ho visto nel bagno che cos'era?"

P:"Era solo una finzione per far ingelosire il fidanzato di Kathrine!"

A:"Mi dispiace, ma non ti credo più!" Le salirono le lacrime agli occhi, ma si sforzò di trattenerle, guardò per terra; era difronte al suo ex...
Le prese con due dita il mento e le impose di guardarlo in faccia, cercò anche di baciarla, ma gli tirò uno schiaffo sulla guancia, dove rimase un segno rosso.

Suonò la campanella e rientrò in classe. In quel momento avrebbe voluto Zayn al suo fianco.
Ritornò con la mente alla lezione di biologia: *Ah ecco ci mancava biologia!* Tutto quello che faceva o aveva vicino le ricordava Zayn *Maledetti ragazzi!* pensò facendo una faccia a metà tra un sorriso e un'espressione infastidita.
Poco prima che finisse la lezione chiamarono lei e Peter dalla preside per il loro comportamento scorretto.
La preside Finley era una delle più severe della città, quindi si aspettavano il peggio.

F:"Ma come le è saltato in mente di aggredire un alunno? Signorina Peather, da lei non me lo sarei mai aspettato questo comportamento." In quel momento si intromise Peter.

P:"Preside Finley, è stata colpa mia, io l'ho stuzzicata e io mi devo prendere le colpe."
*OHW che dolce ora fa anche la parte del pentito! Ma fammi il piacere!* Be l'ultima parte la disse a bassa voce e per fortuna la Finley non la sentì.

F:"E va bene, ma che sia l'ultima volta; riguardo a lei signorino Matthew visto che non ha alzato le mani, non la posso sospendere, quindi potete andare."

Uscirono dall'uffico per tornare in classe quando Peter le disse da dietro.

P:"Pensavo almeno mi ringraziassi."

A:"Per cosa? Per esserti scopato Kathrine?!?!" A quella domanda non i fu una risposta e Alice si mise a singhiozzare.
Tornò in classe con gli occhi ancora rossi dal pianto e non si scusò per il ritardo, disse solo che la preside l'aveva trattenuta.


WRITER'S TIMEEEEEE:
Sciaooooooooooo oggi sono felicissima, perché credo che questo capitolo sia molto coinvolgente; mi dispiace se ci sono degli errori di ortografia. Mi dispiace per l'attesa che avete dovuto sopportare e che ero piena di verifiche! Il prossimo capitolo spero di pubblicarlo il più presto possibile. Secondo voi cosa succederà nel prossimo capitolo? Fatemi sapere come la pensate voi!

-Ilaria <3

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