La festa stava andando per il meglio: tutti si divertivano; c'era tanto da mangiare; la musica era interminabile; e la testa della moretta dal vestito blu lungo fino le ginocchia si era svuotata dopo aver provato per la prima volta dell'alcol, ora si stava scatenando in pista, ma senza esagerare perché era ancora consapevole che non doveva tradire il suo ragazzo: occhi marroni; capelli corti bruni ricci; fisico perfetto, anche se non aveva mai approfondito le ricerche oltre le mutande. Non era incuriosita da quello che si trovava lì sotto, e ancora non le interessava.
Le venne del conato in bocca e corse in bagno dove ormai tutti facevano cose sconce. Quel puzzo le stimolò ancora di più il vomito. Dei gemiti provenienti da un bagno le riempivano le orecchie tappate per la musica troppo alta.
Ma poi, quell'urlo inconfondibile: il nome del suo ragazzo detto con bramosia la fece andare fuori di testa. Un istante dopo la porta si aprì e caddero fuori lui, si proprio lui Peter, e Kathrine.
Alice colta dalla disperazione corse nella camera dove quella notte avrebbe dovuto dormire, prese le sue borse e scappò da quella casa.
Si ritrovò per strada con i capelli spettinatamente incollati dalla pioggia che le scendeva dalla chioma al seno e lungo tutto l'abito ormai rovinato, gli occhi marroni che sfumavano sul verde agata erano immersi nelle lacrime e le ballerine in mano per cercare di salvarle dall'acquazzone.
Il sole stava iniziando ad invadere la città con i suoi raggi. Arrivò finalmente anche negli angoli più bui della stanza che odorava di calzini sporchi. Spalancò gli occhi e con il respiro affannato per via dell'incubo appena fatto, si guardò intorno e si ritrovò nella camera di Zayn: era piena di fogli attaccati alla parete con delle scritte o dei disegni fatti a mano e colorati con lo spray; si ricordava della passione del corvino.
Si alzò dal materasso e poggiò i piedi scalzi sul pavimento freddo. Si avviò verso il bagno privato del ragazzo, ma sentì l'acqua della doccia scorrere allora tornò indietro ed arrivò alla scrivania, posizionata alla destra del letto, sepolta da tanti graffiti e vestiario sudicio. Rovistò tra un paio di cose ammucchiate e si ritrovò sotto gli occhi un cartoncino con su un disegno di lei da bambina, glie lo aveva fatto quando erano piccoli ed era ancora là.
Le lacrime erano sull'orlo di fuoriuscire, ma sentì la chiave girare nella serratura della porta in legno a cui prima si era avvicinata, si trattenne dall'istinto di scoppiare in lacrime e andare ad abbracciare il ragazzo, e invece coprì il foglio su cui aveva visto il ritratto; si girò di scatto verso il rumore e si resse con le mani sulla sedia dietro di lei.
Zayn aveva addosso solo un asciugamano beige in vita e i capelli erano ancora umidi per via della doccia.
La giovane sotto il pigiama che le accarezzava la pelle, si irrigidì e distolse lo sguardo. Lui come reazione a quell'atteggiamento iniziò a ridere e si avvicinò ad Alice .
Z:”Non sono mica nudo!” lui che era abituato a farsi vedere senza vestiti al primo appuntamento faceva ilarità che la sua amica si vergognasse di vederlo così.
A:”Be sappi che non sono come le altre che te le porti tutte a letto!”
Z:”Ok ho capito, me ne vado.” detto questo uscì con dei vestiti freschi di bucato; pure lei si prese dei ricambi e si fece una veloce doccia leggermente fresca per risvegliarsi.
Ora le restava da asciugarsi, indossare i pantaloni della tuta e una t-shirt rossa.
Scese le scale e si diresse in cucina. Entrando notò che avevano anche cambiato il colore delle pareti da biancastro a bordò e che la notte prima non aveva notato nell'oscurità.
Trovò la famiglia al completo seduta al bancone in marmo. Trisha le sorrideva e la fece sedere tra lei e Safaa. Quest'ultima messa di schiena rispetto all'entrata era intenta a spiegare quello che avevano fatto venerdì a scuola e non si accorse che tutte le attenzioni dei familiari non erano più rivolte a lei; solo quando si sedette l'estranea essa si interruppe
S:”Chi sei tu?” disse con tono stranito.
A:”Sono Alice, una vecchia amica di tuo fratello.”
S:”Oh Zayn non ci aveva detto di avere una nuova fidanzatina!”
La madre la interruppe senza far caso che Zayn aveva accennato un piccolo sorrisetto, mentre aveva notato che Alice era arrossata e aveva abbassato lo sguardo.
T:”Ti sembra il modo di rivolgere la parola alla vecchia migliore amica di Zayn?!”
S:”Eddai mamma , stavo solo scherzando; certo che tu il senso dell'umorismo proprio non ce l'hai!” dopo quella frase ci furono dei secondi di silenzio imbarazzante e per fortuna la signora Malik li interruppe prendendo la parola.
T:”Pensa che lei ci aiutato a scegliere il tuo nome! Era un'amica molto fidata.”
S:”E come mai non è mai venuta a trovarmi? Magari potevamo essere migliori amiche, invece non è mai tornata.” le scese una piccola lacrima che il fratello maggiore le asciugò abbracciandola e consolandola.
Alice parlò e spiegò tutte le complicazioni che si erano presentate in tutti quegli anni, e per fortuna riuscì a convincere la piccolina.
S:”Allora mi prometti che mi verrai a trovare ogni tanto, visto che hai deciso il mio nome?”
A:”Certamente!” disse Alice un po' commossa dalla tristezza della bambina.
Finita la colazione andò al piano di sopra per prendere le borse e tornare dalla sua famiglia anche se controvoglia poiché in quella casa tutti la trattavano bene e aveva riscoperto la parte innocente del suo migliore amico: non era più solo "Zayn Malik l'Intoccabile".
Scese le scale impacciatamente per via dei bagagli; stava per entrare in cucina che si scontrò con Zayn: le cadde tutto a terra e per raccoglierle sfiorò la mano del ragazzo che si era accuciato con lei. Si fissarono per qualche secondo interminabile e poi Alice spostò lo sguardo sulle cose che giacevano per terra. Notò i libri che erano caduti a Zayn erano di biologia avanzata. Si rialzarono.
A:”Ti piace biologia avanzata?”
Z:”Cosa scusa?” si era perso con lo sguardo sulle labbra della ragazza che stava di fronte a lui. Lei si accorse della sua distrazione e si mise a ridere.
A:”Ripeto: ti piace biologia avanzata visto che hai quei libri?”
Z:”Oh si, è l'unica materia in cui vado bene... Ti prego non farne girare la voce.”
A:”Tranquillo, acqua in bocca.” ci fu un momento di silenzio che nessuno dei due voleva interrompere. Da dietro il corpo di Zayn si materializzò sua madre.
T:”Allora già te ne vai?”
A:”Si mi dispiace signora, ma...” non la lasciò finire che con un sorriso cominciò a parlare
T:”Puoi tranquillamente chiamarmi Trisha come quando eri piccola.”
A:”Si Trisha, devo andare, ma prometto che tornerò per stare un po' con Safaa.” Con quella frase uscì dalla porta d'entrata e andò verso la fermata dell'autobus, ma si fermò appena udì una voce ancora di bambina che la chiamava per nome; si girò e trovò Safaa che le correva in contro con il pigiamino e le pantofole. Le saltò addosso e l'abbracciò forte; Poi vide la figura di Zayn avvicinarsi.
Z:”Safaa prenderai freddo!”
S:”Zayn, lasciami stare” disse avvinghiandosi ancora di più alla ragazza che la teneva dolcemente in braccio, mentre Zayn cercava di staccarla da quella presa. “Io voglio bene ad Alice! Non voglio che se ne vada!”
Z:”Ma tornerà al più presto appena avrà tempo; ora anche lei deve andare dai suoi genitori.”
con quella frase la bimbetta si divise dalla nuova amica e la salutò con la manina mentre Zayn l'accompagnava indietro fissando a sua volta la ragazza che rimaneva immobile.
In bus Alice accese il telefono che aveva tenuto spento per non avere nessuno che la disturbasse, si accorse di aver 20 chiamate perse da Peter e una da sua madre. Richiamò subito quest'ultima e le disse che era stata una festa bellissima anche se mentendole poiché non era rimasta lì per più di 2 ore.
Arrivata a casa mangiò il pranzo con suo fratello Stephan facendo finta di niente, eliminò dalla rubrica del cellulare il numero del suo ex-fidanzato e si vestì per andare al parco a fare jogging per liberare la mente dagli episodi concentrati che erano accaduti la sera prima.
Stava tranquillamente seduta dopo aver corso per un buon tratto sull'erba con sopra la rugiada e il terriccio fangoso per via della pioggia, era sudata, però il canto delle rane che c'erano nello stagno la distoglievano dai pensieri. La portavano in una pace quasi estenuante; per fortuna qualcuno la riscosse poggiandole una mano sulla spalla da dietro, si girò di scatto e incrociò lo sguardo con quello color nocciola del ragazzo.
*Ma mi segue sempre o è un caso?* Si chiese fra sé e sé.
Z:”Ciao, come stai?”
A:”Bene grazie; mi sono un po' ripresa da ieri” gli fece un piccolo sorriso “A parte che mi sta venendo un raffreddore. Come mai da queste parti?”
Z:”Ti avevo detto che ti saresti presa un malanno” abozzò anche lui un sorriso facendo il premuroso come quando erano piccoli “Comunque ho accompagnato Safaa al parco giochi che ci sono dei suoi amichetti; e poi dovevo portare a spasso il cane. Tu vedo che ti allenavi...”
A:”Si...” rispose poco convinta perché era persa in quei pozzi che si trovavano al posto delle pupille.
*Come mai l'ho reputavo stupido quando stava tra le ragazze? Hey aspetta... è cambiato da quando non ci frequentiamo più... No, in fondo è sempre lo stesso bambino con cui ho passato tutta l'infanzia.*
WRITER TIME:
Scusate per il ritardo ma dovevo studiare. Spero vi piaccia e continuiate a seguire la storia, ditemi cosa ne pensate e recensite!!!
Ecco come mi immagino che sia la protagonista http://images6.fanpop.com/image/photos/35600000/Tori-tori-vega-35672722-1920-1200.jpg
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