La Maestra Delle Multi-Armi.

di Namieee
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arrivo alla Shibusen, una nuova sfida per Black*Star e Soul? ***
Capitolo 2: *** Vecchie e nuove amicizie; Death The Kid un vecchio amico del passato? ***
Capitolo 3: *** Il pranzo dei ricordi, la follia è ancora tra noi? ***



Capitolo 1
*** Arrivo alla Shibusen, una nuova sfida per Black*Star e Soul? ***


 Arrivo alla Shibusen,
una nuova sfida per Black*Star e Soul?




“Soul! SVEGLIATI! È DA DIECI MINUTI CHE SUONA STA DANNATA SVEGLIA!”
Un’altra giornata era incominciata in casa Albarn- Evans.
La giovane weapon master stava perdendo la pazienza. Come sempre.
E, come ogni mattina che si rispetti era costretta a buttare, letteralmente, giù dal letto la sua arma dormigliona.
Ancora non si spiegava come era riuscita a trasformare un elemento del genere in una Death Scythe.
Soul mugugnò qualcosa di incomprensibile.
“Bene allora ti sveglierò con le cattive” disse Maka.
Nella sua voce c’era un non so che di sadico, come poteva affermare il suo sguardo e l’aura oscura dietro di lei.
In mano teneva un dizionario di inglese comparso da non si sa dove.
“Makaaa-Chop” il ‘grido di battaglia’ si propagò per tutta la casa.
Soul aprì gli occhi in tempo per vedere il libro schiantarsi sulla sua faccia con una potenza disumana.
“Ma porca di quella… Maka! Dannazione sono sveglio!” ribatté l’albino dopo essersi ripreso dal trauma.
“Certo come no.. ma se fino a due secondi fa eri spalmato sul letto!”
Soul diede un occhiata alla sveglia, spalancò gli occhi e si alzò di scatto.
In meno di un attimo Maka si ritrovò fuori dalla stanza.
Sbatté qualche volta gli occhi cercando di capire che cosa fosse accaduto.
Stupida falce della morte!
Non solo lo faceva, con le buone o con le cattive, arrivare in tempo a scuola, preparava la colazione, teneva pulita la casa, faceva il bucato e lui come si sdebitava? Sbattendola fuori dalla camera.
Così, un po’ (tanto) arrabbiata si avviò a preparare la colazione.
Nel frattempo Soul si stava vestendo.
Non si era vestito così velocemente in tutta la sua vita e così arrivò alla conclusione che sistemarsi rapidamente era molto poco fico.
Mise la fascia tra i capelli bianchi e si precipitò in cucina.
Maka appena lo vide arrivare non sapeva se mettegli le uova al beacon nel piatto o lanciagli la padella in testa per averla sfrattata malamente, e senza motivo, dalla camera.
Alla fine scelse la prima opzione.
“Allora… Soul mi spieghi il perché di tutta questa fretta?” disse la ragazza sedendosi dall’altro capo del tavolo.
La Death Scythe dal canto suo aveva iniziato ad ingozzarsi, la mancata risposta fece infuriare ancora di più l’ artigiana.
“Allora?!” disse minacciandolo con un cucchiaio.
“Mmm… nulla devo vedermi con…- alzò lo sguardo sull’orologio a muro- cavolo è tardissimo! Io ti precedo ci vediamo a scuola!” detto questo si alzò dalla sedia e si catapultò fuori di casa.
Maledetto! Con chi si deve vedere… ? E se si deve incontrare con una ragazza? Ma da quando in qua mi importa della sua vita sentimentale?
Si diede della stupida poi afferrò il suo mantello nero e uscì di casa, direzione Shibusen.

Ore 8.01 davanti all’atrio della Shibusen.

Black*Star e Tsubaki si trovavano a metà dell’imponente scalinata della Shibusen.
“Come osa Soul fare ASPETTARE un DIO come ME?!” disse Black*Star alla sua arma.
“Capita a tutti di essere un po’ in ritardo…” rispose la dolce ragazza.
“Vieni Tsubaki! ANDIAMO a cercare i NUOVI ARRIVATI!!!” la camelia non ebbe tempo di replicare che il ragazzo  la trascinò davanti all’entrata.
“YAAAAAAOOOOHHH!!! NUOVI DOVE SIETEEE?!!!” un gruppetto di studenti si girarono nella loro direzione.
Tsubaki disse un paio di ‘Scusatelo…’ imbarazzata per il comportamento dell’azzurro.
“Su! Black*Star stai calmo!” cercò di tranquillizzare il suo artigiano che gridava come un ossesso.

Qualche metro più in la… (prov. Daiki)

“Emmm… Jun, non hai anche tu l’impressione che quel tipo ci stia cercando?” chiesi alla mia fidata arma indicando con la testa un tipo con i capelli a punta azzurri.
Jun posò il suo sguardo blu notte su di me e poi sul tipo che si agitava tanto.
“Può darsi… ma sinceramente non voglio rogne visto che siamo appena arrivati!”
“A chi lo dici… anche se non ci tireremo di sicuro indietro” sistemai il cappuccio meglio sulla fronte in modo da vederci più chiaramente.
Jun sorrise orgoglioso.
Death City, non era cambiata di una virgola da quando ero andata via anni prima.
Ero ancora una bambina quando i miei si trasferirono in Giappone.
Tornai sulla terra in tempo per vedere un ragazzo dai capelli talmente chiari da risultare bianchi arrivare vicino all’azzurro.
Il secondo parve riprendere il nuovo arrivato poi si guardarono intorno.
Sorrisi strafottente, se volevano una sfida, beh l’avrebbero avuta.
***

“Soul! Come ti permetti a farmi aspettare! UN DIO NON ASPETTA MAI!” disse Black*Star, falsamente arrabbiato.
“Scusami Star! Ma Maka mi ha tempestato di domande e per di più mi sono svegliato tardi. Allora li hai trovati?” chiese all’azzurro.
“Ragazzi… vi farete male come quando avete combattuto con Kid... ho sentito che sono molto forti” esclamò preoccupata la camelia.
“TACI TSUBAKI! Il BIG ME ha bisogno del suo spettacolo quotidiano!”  disse con entusiasmo Black*Star.
Se lo avessi detto a Maka mi avrebbe Makachoppato all’infinito.
Pensò Soul guardandosi attorno.
E fu allora che li vide.
Erano seduti a lato dell’ultimo gradino dell’imponente scalinata.
Chi dava più nell’occhio era la ragazza, con quel fare misterioso.
Di fatti portava un mantello blu notte, simile a quello di Maka, ma con un ampio cappuccio con le nascondeva abilmente gli occhi.
Il ragazzo al suo fianco aveva i capelli neri e gli occhi davvero scuri, da quella distanza non sapeva dire di che colore fossero.
“Star… guarda” fece Soul al suo losco compare indicando i due ragazzi.
“YAAAOHHH!!! LI ABBIAMO TROVATI!!!”
***

Ridacchiai.
Come pensavo cercavano noi, sicuramente devono aver sentito del nostro arrivo, o hanno scoperto della missione affidataci da Shinigami in persona.
Decisi di osservare le loro anime.
Iniziai dall’azzurro che sembrava quello più forte dei due.
Un grande anima forte ed egocentrica. È un maestro d’armi.
Intuì che la ragazza con i capelli neri legati in una coda alta fosse la sua arma.
“Wow… interessante…!” Jun mi guardò enigmatico.
“Stai controllando le loro anime?” annuì distrattamente.
Passai all’albino che aveva iniziato a guardare sia noi sia le scale… che stesse aspettando qualcuno? Bah.
Un’ anima altrettanto forte, leggermente piena di se ma gentile allo stesso tempo. È un arma, no anzi è più forte di una qualsiasi arma… che sia...
Mi alzai di scatto attirando l’attenzione di Jun.
“Ehi Daiki tutto bene?”
Che sia l’ultima falce della morte creata alla Shibusen? Che sia Soul Eater Evans l’arma della mia amica Maka?
Eppure quest’ultima non si era ancora fatta vedere…
“Jun… il ragazzo con i capelli bianchi… deve essere l’ultima Death Scythe creata alla Shibusen…” una voce attirò la nostra attenzione.
Alzai lo sguardo inquadrando una figura nera su uno degli spuntoni del tetto della scuola.
“EHI! VOI DUE! SI VOI NUOVI! IO SONO BLACK*STAR! COLUI CHE TRASCENDERÁ GLI DEI! IL GRANDE ME E SOUL VI SFIDANO!”
Scoppiai a ridere.
“Ma cos’è uno scherzo?“ avevo già capito che era egocentrico ma non credevo fino a questo punto!
L’ azzurro… no.. Black*Star saltellò vivacemente sullo spuntone che si ruppe facendolo precipitare violentemente al suolo.
“Poco stupido mi dicono eh?” disse Jun sghignazzando accanto a me.
Per quanto sia stupido deve essere davvero forte…
La ragazza dai capelli neri fece per avvicinarsi al suo artigiano ma quest’ ultimo la fermò.
“Tranquilla Tsubaki! Ci vuole molto di più per uccidere un DIO COME ME! Vai a chiamare il Professor. Stein”
Tsubaki fece come richiedeva il ragazzo ed entrò nella scuola.
“Allora accettate?” disse Soul con aria di sfida.
Ridacchiai.
“Pensavo fosse ovvio…”dissi prima di essere interrotta.
“SOUL. EATER .EVANS! TU!” il ragazzo si voltò di scatto seguito a ruota da me e Jun.
L’albino sbiancò non appena vide una ragazza bionda con due codini svolazzanti e un gigantesco libro in mano.
Certe cose non cambieranno mai.
Sorrisi involontariamente.
“MAKAAAA-CHOPPPP!”  dopo il colpo, il povero Soul si ritrovò con la faccia spiaccicata al pavimento e una fontanella di sangue che usciva dalla testa.
“Ecco! Così impari ad andartene senza darmi spiegazioni dettagliate!”
“Massì Maka! Doveva incontrare IL GRANDE ME!!! Noi dobbiamo…” la bionda lo fermò allungando il libro nella sua direzione.
“Black*Star, giuro che se dici un'altra parola di troppo ti ritroverai nelle medesime condizioni di Soul” mi girai verso Jun che si stava dando una sonora manata sulla fronte.
“Daiki, ma dove ci hanno spedito?” chiese a bassissima voce.
“Credimi questo è nulla…” sussurrai.
“Tutto… questo... è molto poco fico. Per colpa tua Maka ora appariremo come dei perdenti agli occhi dei nuovi!”
La ragazza lo fulminò con uno sguardo.
“Bene… mi sono stufata. Non ci avevate sfidato? È da dieci minuti che aspettiamo i vostri comodi” dissi spazientita, anche se era una scena esilarante.
“È per questo che dovevi vederti con Black*Star?” chiese Maka sconcertata.
“E già! Dobbiamo far vedere chi sono i più forti qui…” disse la Death Scythe.
Tsubaki arrivò seguita da un professore che si muoveva seduto su una sedia con le ruote, quelle tipiche da ufficio.
“Mi hanno detto che qualcuno si doveva sfidare…” e così lui era il tanto decantato Dottor Stein…
Si è esattamente come me lo ha descritto mio padre.
Impressionante la vite conficcata nella testa…
“Forza Soul, TRASFORMATI!!!” gridò Black*Star.
“Okay, ma vedi di non fare come l’ultima volta” ribatté l’altro.
Il corpo del ragazzo sparì in una luce azzurra, al suo posto comparve una falce nera e rossa.
Black*Star lo afferrò, con un po’ di titubanza.
Maka e Tsubaki si misero vicino al professor Stein.
“Jun” dissi.
“Si subito!” saltò verso l’altro e si trasformò anche lui in una falce.
Lo afferrai al volo facendolo roteare sulla mia testa per poi fermarmi in posizione d’attacco.
La lama blu scuro, come i suoi occhi, splendeva alla luce del sole.
L’energia scorreva tra me e lui.
Eravamo pronti a combattere.
“Prima voglio sapere contro chi ci dovremo battere” disse Soul apparendo come riflesso sulla lama.
Sorrisi scaltra.
Con un mano feci cadere il cappuccio all’indietro.
Sentì il respiro di Maka mozzarsi da quella distanza.
“Io, sono la maestra delle multi-armi Daiki Yamada, la mia weapon è Jun Ikeda” strinsi la presa su Jun.
“Ikeda hai detto… è l’unica famiglia che può trasformarsi in più armi differenti” disse il Professor. Stein ficcandosi in bocca una sigaretta.
Il suo sguardo non prometteva nulla di buono.
“Il loro potere è molto raro... quanto vorrei poter vivisezionare quel ragazzo” concluse con uno sguardo sadico.
“Possibile che qui nessuno sia normale?” disse Jun mentalmente così che potessi sentire solo io.
In risposta ridacchiai.
“ALLORA VOGLIAMO INIZIARE?!” chiese Black*Star esaltato.
“Quando vuoi, ti concedo la prima mossa…” ribattei.
Se i miei calcoli sono giusti dovrebbe saper controllare molto bene la sua lunghezza d’anima.
L’azzurro lasciò a terra il povero Soul.
“MA DI UN PO’SEI IMPAZZITO?!?!” chiese l’arma sbucando dalla lama.
“Mi dispiace Soul ma per questo attacco mi sei d’intralcio!!!” poi si fiondò verso di me ad una velocità strabiliante.
Abbassai la falce facendo cadere la mia unica difesa.
“Attenta Daiki!” chiese Jun preoccupato.
“Ho tutto sotto controllo”
“A che gioco vuoi giocare?”
“Vedrai”
mi concentrai e regolai la mia lunghezza d’anima sulla stessa di Black*Star.
“Assaggerai il potere di un DIOOOO!” mi colpì all’altezza dello stomaco e rilasciò un’ondata di energia potentissima.
Mi stordì per un secondo ma bastò per farmi cadere in ginocchio.
“Daiki!”
Bene ora giocherai al mio gioco Black*Star.
Feci finta di aver subito un colpo bello forte per far abbassare la guardia all’azzurro.
“HAHAHAHA E VOI SARESTE FORTI? Ma fatemi il piacere! Battervi è stato un gioco da ragazzi!” si avvicinò a Soul per dagli il cinque e in quel momento mi alzai.
Iniziai a ridere.
“Davvero credevi di potermi battere così facilmente?!” lessi stupore sugli occhi di tutti.
“Ma com’è possibile?” chiese Soul.
“Semplice, ho regolato la mia lunghezza d’anima alla sua e così il colpo e stato minimo” risposi.
“Proprio come ha fatto il Professor Stein quando abbiamo combattuto contro di lui” disse Maka stupita.
Quella tecnica l’avevo presa da un libro che parlava di tutti i più grandi maestri d’armi del nostro secolo, era una delle mie carte vincenti, il più delle volte.
“Forza Jun tocca a noi” presi la rincorsa e caricai il colpo su Black*Star, colpo che venne fermato da Soul con il suo braccio trasformato.
Le due lame stridettero al loro contatto.
“Ti eri dimenticata di me giusto?”
Anche se questo attacco non era andato secondo i miei piani non mi scoraggiai, così velocemente pensai al contrattacco.
“Oh no per niente… mmm… Soul mi sembri un’ anima musicale…  vediamo se riesci a tenere il mio ritmo” visto che in quel momento non mi veniva in mente nessuna canzone inventai un motivetto.
“Jun modalità Katana Ninja” la mia arma si trasformò sotto i miei occhi prendendo la forma di una katana.
Negli occhi rossi di Soul lessi insicurezza, non sapeva dove sarei andata a parare.
“DANCE OF DEATH FAST!” spezzai il contatto tra le due armi e iniziai a girare rapidamente su me stessa accerchiando Soul che cercava di tenermi d’occhio.
“ORA JUN…”
“RISONANZA DELL’ANIMA!” gridammo in contemporanea.
 Jun tornò nella modalità falce.
Sentì le nostre anime entrare in contatto, era come se fossimo un’unica persona.
Con un rapido salto, che fece confondere Soul, lo bloccai con la lama.
Trasmisi la mia lunghezza d’anima a Jun facendolo scintillare d’energia.
In pratica stavo usando Jun come conduttore, di fatti l’energia entrò in contatto con il corpo di Soul che fece una smorfia di dolore.
“Daiki dietro di te!”
Con la mano libera fermai il pugno che aveva caricato Black*Star e gli scagliai contro la mia lunghezza d’onda.
Ad un tratto venni colpita da un giramento di testa.
“Ti stai affaticando troppo, sai che cosa può succedere Daiki” interruppi entrambi i contatti e feci un salto all’indietro usando Jun come slancio.
“Non è nulla” rassicurai la mia arma, in pensiero per me.
I nostri due sfidanti erano ancora in piedi.
Non sono facili da piegare questi due…
“Beh… siete indubbiamente forti…” disse Soul ficcando le mani in tasca.
D’istinto strinsi la presa su Jun.
“Soul, l’unico modo per sconfiggerli è….” Pensò ad alta voce Black*Star.
“Si lo penso anche io” l’albino si ritrasformò in falce.
Girai lo sguardo verso gli spettatori.
Maka e Tsubaki erano sbiancate, la prima aveva lo sguardo spento come se fosse entrata in una sorta di trance, la seconda era visibilmente preoccupata.
“RISONANZA DELL’ANIMA”
Ma che cavolo…? La loro risonanza è... stabile (?).
Okay Daiki, non farti prendere dal panico.
Ragionai rapidamente.
“Jun, Gun Mode” annunciai.
La mia arma si rimpicciolì fino a raggiungere le dimensioni di una pistola laccata di nero con le finiture argentee.
“Riproviamo con la risonanza?” annuì lentamente.
“Ehi Soul?! Dici che riusciamo a fare il Majogari ?!” chiese Black*Star entusiasta.
“È totalmente impazzito! Così si faranno male!”
In effetti Maka non aveva tutti i torti, okay le loro anime erano sulla stessa lunghezza ma la loro risonanza non era così forte e stabile.
“Massì perché non provarci!” rispose Soul  ridacchiando.
La mascella delle due spettatrici sfiorò il pavimento mentre Stein seguiva l’incontro con un certo entusiasmo.
“Si vogliono fare molto male allora…” dissi.
“Già sono un po’ incoscienti…” le parole di Jun mi suonarono nella mente subito prima che i due idioti gridassero:” MAJOGARI!”
La lama rossa e nera cedette il posto ad una più spessa e argentea.
Black*Star fece un passo in avanti, per prendere la rincorsa, ma cadde stremato al pavimento privo di forze.
La falce cadde accanto a lui e successivamente ritornò in forma umana.
“Puah idioti…” fece Maka leggermente irritata.
Tsubaki corse in contro al suo master.
“Tu non provare a muoverti! Stiamo ancora combattendo” disse Soul trasformando il braccio.
“E chi si muove. Sai siete davvero uno spasso qui alla Shibusen!” dissi.
“Concordo in pieno con Daiki” ribatté Jun.
“Beh allora… RISONANZA DELL’ANIMA!” la medesima sensazione di prima mi percorse lungo il corpo.
“CANNON OF JUSTICE!” Jun si espanse ricoprendo metà del mio braccio prendendo la forma di un cannone, appunto.
Percepì la mia anima ingrandirsi, una brezza carica di energia mi sollevò i capelli e la coda del mantello.
“Pronto?”
“Spara pure!”

“FINAL ATTACK!” rilasciai il colpo.
“Un'altra volta no!” disse Soul parando il colpo ma, per i potentissimo contraccolpo, volò all’indietro andando addosso a Black*Star, che stava già saltellando sul posto.
Inutile dire che tutti e due andarono a finire a gambe all’aria.
“ALLORA? LA VOGLIAMO FINIRE CON STA PAGLIACCIATA?!” chiesi.
Ero stanca, sia della situazione sia psicologicamente.
Jun, nel frattempo, era ritornato normale.
Maka stava dicendo qualcosa al Dottor. Stein mentre Tsubaki aiutava i due ragazzi ad alzarsi.
Mi avvicinai.
“Wow! Siete davvero dei degni avversari!” disse Soul mentre si toglieva la polvere dai pantaloni.
“Beh anche voi non siete male.. da quanto so non siete partner”
In col tempo, la bionda si era avvicinata al gruppetto.
“Non so se prendermela prima con Soul o con Daiki… ahhh!” inizialmente credevo che stesse per darmi un libro in testa, invece mi abbracciò sotto gli occhi sconvolti di tutti.
Ricambiai l’abbraccio.
“Non sai quanto mi sei mancata! Shinigami, è da anni che non ci vediamo!” disse Maka emozionata.
“Già anche a me sei mancata! Ma guarda, ti ho lasciata che avevi i codini e li hai ancora!!” la strinsi di più a me.
“V-voi due vi conoscete?” chiese Soul visibilmente sconvolto.
“Già!” risposi.
Maka sciolse l’abbraccio e si girò verso Soul.
Comparve un libro da non si sa dove e gli tirò un Maka-Ciop.
“Ti ho già detto l’altra volta che non devi combattere come un idiota!” disse infuriata.
Gli sbalzi d’umore di Maka sono incredibili.
“Okay, chiedo perdono” sussurrò quasi fosse in punto di morte.
“Ragazzi mi dispiace interrompervi ma Lord Shinigami vuole vedervi, tutti” ci informò il Dottor. Stein ruotando la vite conficcata nella testa provocando un rumore a dir poco agghiacciante.
“Dottor. Stein; Kid, Liz e Patty non sono ancora arrivati” disse Tsubaki.
Kid ha detto?
“Non importa, quando arriveranno verranno nella Stanza della Morte” Jun alzò lo sguardo verso di me.
Allora rivedrò anche lui…
“Bene andiamo” dissi entrando nell’atrio della scuola.





Ciao a tutti!!!
Sono nuova di questa sezione.
Dopo aver scoperto che su questo bellissimo sito c'era anche una parte dedicata a questo manga/anime, che da un po' di mesi è diventato uno dei miei preferiti, mi sono detta "perchè no" così mi sono imbattuta in questa nuova avventura.
Beh che dire questo capitolo è lunghissimo! Nei prossimi capitoli spiegherò meglio la tecnica di combattimento di Daiki e Jun.
Mmm che altro dire... Soul e Black*Star sono stati nuovamente sconfitti XD e come avete letto le classiche battute non mancheranno.
Per i fan (tra cui la sottoscritta) di Death The Kid comparirà nel prossimo capitolo... si la sua mania nevrotica per la simmetria ci sarà XD.
Bene ora spa...
Daiki: ehi baka di un autrice.
Io: senti, in anzi tutto ti calmi. Poi a me baka non lo dici perchè senza di me tu non ci saresti capito?!
Daiki: si... *baka*
Io: Jun portati via la tua maestra d'armi che è meglio va...
Jun: sisignora! *si porta via Daiki che si dimena* 
Dicevo... a si! Ora sparisco. Spero vi sia piaciuto.
Alla prossima!










 

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Capitolo 2
*** Vecchie e nuove amicizie; Death The Kid un vecchio amico del passato? ***


Vecchie e nuove amicizie; Death The Kid un vecchio amico del passato?


Kid’s prov

Intanto a Villa Patibolo…

“Ah dannazione Kid sei sempre il solito!” disse Liz trascinandomi a forza fuori di casa.
“Aspetta Liz devo finire di controllare la simmetria della villa!!” mi lasciai trascinare perché se mi fossi attaccato a qualche mobile li avrei spostati, quindi niente più simmetria.
Patty continuava a ridere per la scena esilarante che le si presentava davanti.
“Shinigami ci vuole parlare e tu vuoi far aspettare tuo padre?! Un po’ di rispetto Kid!” ed ecco Liz che entrava in modalità ‘maestrina’.
“E va bene Liz, ora smettila di trascinarmi!” la ragazza lasciò la presa sulla mia giacca, mi alzai rapidamente in piedi togliendo la polvere dai vestiti.
“GIRAFFAAA!” gridò Patty tentando di scompigliarmi, senza un motivo valido, i capelli.
“Su trasformatevi così possiamo viaggiare meglio” dissi scocciato dalla piega che aveva preso la situazione.
“Agli ordiniiiiii!” disse Patty che, seguita a ruota dalla sorella si trasformò in una pistola perfettamente simmetrica.
Le afferrai al volo e feci comparire il mio fidatissimo skate.
Ci saltai sopra e partì in quinta verso la Shibusen.
Quando arrivammo davanti alla scuola le sorelle ritornarono umane e il mio skate scomparì nuovamente.
“Ah! La Shibusen, si vede che è la scuola di mio padre è così simm…” mi bloccai.
“Kid tutto bene?” chiese Liz seguendo il mio sguardo.
“CHI HA OSATO ROVINARE LA PERFETTA SIMMETRIA DELLA SCUOLA?!” dissi sentendo salirmi la rabbia.
“Sarà stato quell’idiota di Black*Star” rispose la sorella maggiore.
“Black*Star… appena lo vedo gli farò un bel discorsetto…” detto questo, cercai di calmarmi un po’ ed entrammo nella scuola.

Verso la Stanza della Morte (Daiki’s prov)


“Ehi guarda che sono arrabbiata con te, non mi hai detto che venivi alla Shibusen!” disse Maka dandomi una leggera spallata.
“SORPRESA!!!” ribattei; lei sbuffò e poi scoppiò a ridere.
“Beh direi che c’è bisogno di un giro di presentazioni, anche se a grandi linee avete capito tutto” annuì.
“IO SONO IL GRANDE ASSASSINO BLACK*STAR e sappi che devi essere ONORATA di conoscermi” cercai di non scoppiagli a ridere in faccia, così per prenderlo in giro gli feci un inchino.
“Sono onoratissima” Maka e Jun ridacchiarono; invece Black*Star era rimasto traumatizzato, credo.
“No cioè… hai visto Tsubaki? Si è inchinata! Ha capito che IO sono grande!” disse con occhi sognanti, l’arma gli sorrise.
“Si certo come no…” sussurrò Jun che stava sghignazzando come se nulla fosse.
Gli assestai una gomitata ‘affettuosa’ allo stomaco e smise.
Per fortuna Black*Star non lo sentì.
“Io sono Tsubaki, piacere” disse allungando la mano prima a me e poi a Jun.
“Beh suppongo che mi conosciate già, comunque io sono Soul Eater Evans, l’ultima Death Scythe creata qui alla Shibusen” disse l’albino.
“Già, sei la buki di Maka” ribatté Jun togliendomi le parole di bocca.
La maestra d’armi ,in questione, si guardava attorno come se stesse pensando a qualcosa.
“Ehi Maka, come sta quel pazzo pervertito di tuo padre?” chiesi facendo rimanere Soul di stucco.
“Credevo che solo io, oltre Maka, insultassi Spirit…” disse visibilmente sconvolto.
“Daiki ha un mio permesso speciale” controbatté Maka.
“Beh diciamo che c’è stato un episodio che… mi riguarda” rabbrividì di disgusto al solo ricordo.
Arrivammo davanti la porta della stanza della morte.
“Siamo arrivati” annunciò Tsubaki.
Wow, l’ultima volta che sono stata qui ero piccola, per aprire la porta dovevo alzarmi sulle punte dei piedi.
Maka apri la porta ed entrammo tutti dentro.
Camminai con Jun al mio fianco,entrambi rimiravamo le ghigliottine che fungevano da corridoio.
Poco dopo ci trovammo tutti davanti a lui.
Shinigami-sama non era cambiato di una virgola, se mai era più raggiante del solito, anche se ci dava le spalle riuscivo a vedere la sua maschera attraverso il riflesso dello specchio.
Dedussi che questa spavalderia, fosse dovuta alla sconfitta di Ashura, da parte dei ragazzi alle mie spalle, di sicuro Shinigami si era tolto un grande peso.
“Salve salvino membri dello Spartoi” disse girandosi di scatto.
“Hello hello Lord Shinigami siamo qui come ha richiesto…” rispose Maka seguita a ruota dagli altri che salutarono il Dio della Morte.
Io non riuscivo a spiaccicare una sola parola, era tutto così inverosimile.
“Oh ma chi abbiamo qui… Daiki da quanto tempo…” fece comparire le sue grandi e buffissime mani bianche e mi fece cenno di avvicinarmi.
Così feci una cosa di cui tutti sarebbero rimasti traumatizzati a vita; lo abbracciai.
“Buongiorno Lord Shinigami!” cercai di non commuovermi troppo.
L’imponente figura nera ricambiò l’abbraccio.
Quando vivevo qui a Death City era come un secondo padre per me.
Sciogliemmo l’abbraccio e Shinigami si rivolse agli altri che avevano delle espressioni tra lo stupito e il traumatizzato.
“Ragazzi Daiki per me è un po’ come una seconda figlia, ha aiutato Kid in un momento davvero importante della sua vita…” confessò Shinigami lasciando tutti, meno Jun e Maka, di sasso.
Si levò un leggero brusio.
 “Shinigami-sama vorrei presentarti, come si deve, la mia arma Jun Ikeda” Jun, da parte sua accennò un sorriso timido, non gli è mai piaciuto stare sotto un riflettore.
“Ho sentito grandi cose su voi due ragazzi ed è per questo che…”
“Buongiorno padre, siamo qui come hai richiesto” disse una voce maschile alle nostre spalle.
Mi voltai facendo alzare la coda del mio mantello che mi sfiorò le gambe.
Non potevo credere ai miei occhi, davanti a me c’era lui… Death The Kid.

(Kid’s prov)

Erano presenti tutti i miei amici.
Che strano, allora mio padre voleva comunicarci qualcosa di importante.
Feci vagare lo sguardo su tutti ma c’era qualcosa di diverso… per meglio c’era qualcuno in più.
Una ragazza dai lunghi capelli castani con indosso un mantello blu come la notte, spalancò gli occhi appena mi vide.
La prima cosa che pensai fu... è asimmetrica.
Soprattutto i capelli.
Mantenni un certo autocontrollo, anche se, ero convinto che non avrebbe tenuto per molto.
La ragazza sbatté rapidamente gli occhi come se volesse accertarsi di essere nella realtà.
Non riuscivo a capire la sensazione di famigliarità che era riuscita a mettermi addosso.
Possibile che la conosca?
Su avanti Kid pensa! Mi ricorderei di una ragazza così asimmetrica.
Il mio sguardo si fermò sul suo giro collo, più precisamente sul suo pendente.
Un teschio, proprio come quello rappresentato sui miei anelli, argenteo.
No, fermi tutti… non può essere…
Mi sorrise e poi corse verso di me abbracciandomi.
Un calore famigliare mi attraversò quando mi strinse a se.
Automaticamente ricambiai l’abbraccio.
C’è ne hai messo di tempo per tornare, Daiki.

(Daiki’s prov)

E per la seconda, anzi terza, volta nella giornata mi lasciai comandare dalle mie emozioni.
Una cosa per niente nel mio stile, solitamente riesco sempre a controllarle, ma con loro no.
È tutto diverso, soprattutto qui a Death City.
Tra le braccia del mio vecchio migliore amico capì che mi era sempre mancato e che nessuno aveva preso il suo posto, perché nel mio cuore lui ne aveva davvero uno speciale.
Quando sciogliemmo l’abbraccio mi scontrai con i suoi occhi d’orati.
Molti anni fa pensavo fossero simili a quelli di una tigre, in realtà nessuno possedeva occhi di quel colore… tranne lui appunto.
“Non ci posso credere, pensavo che non ti avrei rivista mai più” disse sorridendomi.
“Mi dispiace di averti fatto aspettare così tanto. Death, non sei cambiato per niente, sei solo più alto” ridacchiai e cercai di non far uscire le lacrime.
“Credimi fino ad un anno fa era più basso di me” disse una ragazza dai capelli biondo scuro, che era entrata con lui ed un'altra ragazza dai capelli di un biondo più chiaro.
“Ti credo,è sempre stato un tappetto” esclamai ricordandomi una foto che avevo in camera mia che ci ritraeva da piccoli.
“Daiki, loro sono le sorelle Thompson, le mie armi” disse indicando le due ragazze.
“Immagino che hai due armi per essere simmetrico, no?” ebbene si, la leggendaria fissazione di Death The Kid per la simmetria è sempre esistita.
“Stendiamo un velo pietoso sull’argomento simmetria, comunque io sono Liz, la più grande delle due, e lei è Patty” mi rispose la ragazza che aveva parlato prima.
“Ahahah una volta non voleva combattere perché Liz era sparita e non era simmetrico!”raccontò Patty visibilmente divertita.
Mi schiaffai una mano sulla fronte trattenendo una risata.
Direi che col tempo questa ossessione è peggiorata sempre di più.
“Ecco a cosa ti riferivi prima con ‘questo è nulla’” disse Jun raggiungendomi.
“Già… lui è la mia weapon Jun Ikeda” Kid spalancò gli occhi.
“Sei una maestra d’armi?! Ecco a chi avevi affidato quella missione, padre” disse Kid guardando suo padre.
“È anche di questo che vi volevo parlare, ragazzi. Da oggi Daiki e Jun studieranno qui alla Shibusen e faranno parte degli Spartoi, visto che la loro forza è paragonabile a quella degli altri team qui presenti. Daiki, Jun, starete nella classe Crescent Moon”
“Siamo in classe insieme!” disse Maka spumeggiante di felicità.
“Ragazzi potete andare, oggi le lezioni per voi sono sospese” concluse Shinigami congedandoci.

“Cool! Niente lezioni!” disse Soul appena uscimmo dalla Stanza della Morte.
“MAKAAA!!! Amore di papà! Come stai!?” ci voltammo tutti verso la fonte della voce.
Spirit Albarn stava tentando di attaccarsi a Maka ma la ragazza lo scansava abilmente.
 “Per me non esisti hai capito?” disse la maestra della falce visibilmente irritata.
Spirit iniziò a piangere come un bambino a cui togli il suo giocattolo preferito.
Poi spostò il suo sguardo su di me.
“Oh ma tu sei Daiki! Dimmi un po’ come sta tua madre?” disse con gli occhi a forma di cuore.
Mi salì leggermente il nervoso e gli tirai un ceffone dietro la nuca, l’impatto fu così violento che lo misi al tappeto.
“Lurido porco, come ti permetti!? Mia madre è sposata! Se dovesse mai venire qui a Death City, spero vivamente che Shinigami c'è ne sacampi, e ti sorprendessi a provarci con lei ti faccio rimpiangere di essere nato!” quando conclusi ci avviammo tutti fuori alla scuola.
“Credimi la mia stima nei tuoi confronti è salita! Ho sempre desiderato picchiare Spirit” disse Soul ghignando.
“Ahaha, beh non è la prima volta… mi dispiace solo che Maka potrebbe rimanerci male” risposi.
“Naaah! Hai fatto benissimo, ora sarà in un angolo della Stanza della Morte a giocare con una bambola in pezza che mi rappresenta”
“Davvero tuo padre gioca con una bambola di pezza che ti rappresenta?” chiese Jun, sconvolto.
Di certo la mia arma non era abbituato a tutta questa... pazzia?
“Si, davvero… mamma mia che vergogna avere un padre così!” disse Maka nascondendo il viso tra le mani.
“Ma Maka-chan lui lo fa per te...”  disse Tsubaki poggiandole una mano sulla spalla.
“Okay, ma ha solo da non andare dietro a tutte le belle donne che gli passano davanti” ribatté Maka scocciata.
“Ehi ragazzi? Che ne dite di far vedere la scuola a Jun?” propose Kid.
“Io ci sto! Ho bisogno di ricordarmi bene come orientarmi” risposi.
“Per me va benissimo!” esclamò Jun.
“Bene allora seguite L’ILLUSTRE ME! Che vi condurrà per i corridoi della Shibusen!”
Beh una cosa era sicura... quell’anno ne avremmo viste delle belle!

Una risata tetra risuonò in un paesino sperduto dell’est Francia.
C’è l’aveva fatta!
Stava diventando più forte.
Ora, avrebbe potuto piacere a James, la sua arma.
Anzi no, non avrebbe potuto, perché lui era morto, lei l’aveva ucciso.
Spezzò il collo all’ultima persona presente nel paesino e, una volta morto, mangiò l’anima azzurra che, da qualche secondo le era apparsa davanti.
Era la centesima o la millesima?
Aveva perso il conto.
Un'altra risata risuonò nell’aria a quel pensiero.
Che differenza faceva?
Ora la follia era la sua nuova migliore amica.
Avrebbe fatto vedere alla sua arma quanto credeva in se stessa.




YAAAAAAAAAAAAOOOOOH la grande me è tornata! (Black*Star mode on)
Okaaay tornando sul pianteta Terra dopo due secoli sono riuscita ad aggiornare!! 
Durante questo lungooo asso di tempo ho anche cambiato nome u.u (si sente realizzata)
Finalemente sono arrivate le vacanze nelle quali avrò più tempo per scrivere. EVVAI!!!
Beeene in questo capitolo compare il nostro adorato Death The Kid *-* (enfasi da personaggio perferito spero possiate capirmi XD)
Secondo voi... che cosa accade nelle ultime righe? Io lo so ma non ve lo dico u.u
Nel terzo capitolo vedremo il rapporto che c'era tra Daiki e Kid... e tante altre belle cose.
Ora mi volatilizzo.
Alla prossima!!!


 

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Capitolo 3
*** Il pranzo dei ricordi, la follia è ancora tra noi? ***


Il pranzo dei ricordi, la follia è ancora tra noi?


Camera della morte.

I passi di Death The Kid risuonavano nel lungo corridoio adornato da inquietanti ghigliottine.
Suo padre lo aveva convocato, gli aveva esplicitamente chiesto di presentarsi da solo.
Il giovane shinigami ignorava il motivo di cui li padre voleva parlargli.
“Buongiorno padre, dimmi per quale motivo mi hai convocato” disse Kid guardando la scura figura del Sommo Shinigami.
“Salve salvino! Kid... quelle tre strisce sono incantevoli questa mattina...” il giovane shinigami roteò gli occhi dorati.
“Padre, sai benissimo che non tollero questi tipi di complimenti...” rispose cercando di trattenere il ripudio verso i propri capelli.
“Bene, direi di passare al motivo per cui sei qui... ho una missione da affidarti. Conto sulla tua discrezione per portarla a termine” disse il Sommo Shinigami.
“Dimmi tutto”
“Ottimo, ti dovrai recare in un paesino ad est della Francia dove si sta verificando una rapida diminuzione delle anime umane. Devi cercare di capire che cosa stia accadendo...” annunciò l’oscura figura mascherata.
“Perfetto padre, mi metterò in viaggio quanto prima” Kid si voltò ed usci dalla stanza.



Daiki’s prov.

Dopo aver fatto il giro della scuola, cercando di fare il meno casino possibile, ma ovviamente avendo Black*Star come guida fu l’esatto contrario, decidemmo di andare a far pranzo.
Mentre il tour procedeva, Kid fu convocato da suo padre e poco prima che uscissimo dalla scuola venne a prendere Liz e Patty.
Shinigami gli aveva appena affidato una missione.
Malgrado un po’ tutti avremmo voluto sapere di che missione si trattasse Kid non disse nulla.
Doveva essere qualcosa di davvero molto serio, anche se la sua espressione non fece trapelare nulla.
Io e Jun ci scambiammo uno sguardo di intesa prima di iniziare a seguire il restante resto del gruppo verso un ristorante poco lontano dalla Shibusen.
Non appena prendemmo posto, Soul mi chiese come ci eravamo conosciuti io e Jun.
“Oh.. beh ecco, vedi Soul, io e Daiki ci siamo sconosciuti in Italia... più o meno un paio di anni fa”

***
Il ragazzo si guardava attorno cercando di orientarsi, dannazione ma perché non aveva iniziato la scuola come tutti i normali ragazzi?
Almeno a quest’ora non avrebbe avuto questo problema.
Mentre girava per i corridoi, che sembravano somigliare sempre più ad un labirinto, una porta di una classe si aprì.
Ad uscire era una ragazza dai lunghi capelli castani.
“Scusa!” la ragazza si voltò verso di lui.
“Si?” gli rispose atona.
A Jun parve che la ragazza fosse in tutti i posti tranne che li.
“Sono appena arrivato e credo di essermi perso... sai dirmi dove si trova la Sun Class?” la ragazza accennò un sorriso.
“E quella da dove sono appena uscita... così tu sei il nuovo studente di cui stamattina tutti parlavano, pensa che le ragazze avevano già gli ormoni a mille” poi sotto voce aggiunse un “proprio non le sopporto”.
“Oh grazie mille!” Jun le sorrise raggiante e si incamminò verso la porta.
“Ehi senti... sei un arma o un maestro d’armi?” fece lui facendo voltare la ragazza che si stava dirigendo al bagno.
La ragazza uscì dalla sua trance.
“Sono una maestra d’armi... senza arma” rispose tristemente.
“Io sono una arma senza maestro...” i due si sorrisero complici.
“Beh se vuoi potremmo fare squadra. Che ne dici?” disse la ragazza avvicinandosi.
“Ci sto. Io sono Jun Ikeda, piacere” le porse la mano.
“Io sono Daiki Yamada e il piacere è tutto mio” detto ciò Daiki strinse la mano di Jun e insieme entrarono in classe.

***

Jun mi osservò di sottecchi.
Lui sapeva che cosa era successo prima del suo arrivo nella mia vita.
Gli sorrisi per fargli capire che andava tutto bene.
Che ormai era acqua passata e non si doveva preoccupare.
“Ci mettemmo un anno per riuscire a fare una risonanza dell’anima decente” dissi, Jun mi guardò sorpreso.
Solitamente non parlavo quasi mai del nostro periodo da vere schiappe.
“Beh immagino! Siete due poli opposti” osservò Maka.
“Eh già” disse Jun cercando di evitare l’argomento.
“ E come hai conosciuto Kid?” chiese Tsubaki per poi riprendere il suo maestro d’armi perchè si stava ingozzando di cibo rischiando il soffocamento.
Sentendo gli occhi di tutti puntati addosso iniziai a narrare.

Death City, 12 anni prima.

“Andavo al asilo della Shibusen, visto che sono la figlia di un maestro d’armi e di un arma.
Sono sempre stata una tipo molto tenace e responsabile, ho sempre odiato le ingiustizie, forse è per questo che sono diventata maestra d’armi.
Ho sempre preferito stare da sola ma, se qualcuno ha bisogno di aiuto, non mi tiro mai indietro.
E, anche in quell’occasione, fu così.
Era una giornata normale, ci avevano portato nel boschetto vicino alla scuola a giocare.
Osservavo i fiori muoversi ritmicamente seguendo il delicato venticello che soffiava.
Poco più lontano da me c’era un piccolo bambino dai capelli neri dove sopra vi risplendevano tre strisce bianche, il figlio di Shinigami, quando me lo disse mio padre pensai che sarebbe stato impossibile essergli amica.
 Era intento ad osservare un sassolino a forma di cuore perfettamente simmetrico.”



“Chissà perché non avevo dubbi!” esclamò Black*Star, tra un boccone ed un altro, prendendosi poi un pugno nello stomaco da Soul.
“Taci una buona volta” disse l’albino sghignazzando pero poi riportare i suoi occhi su di me.

"Comunque, per colpa di questa sua fissazione, in classe tutti lo prendevano in giro, malgrado lui fosse il futuro Dio della Morte.
A me, sinceramente, non mi faceva ne caldo ne freddo, se lui era così erano fatti suoi.
Ma non tutti la pensavano come me, infatti tre bambini che facevano gruppo, gli si avvicinarono e afferrarono la piccola pietra simmetrica scagliandola via.
Il destino volle che quella pietra mi colpì in testa facendomi infuriare.
Così mi avvicinai al gruppetto.
“Chi ha lanciato questa pietra?” chiesi ‘innocentemente’.
Non era vero, ero incavolata come non mai.
Il ‘capo banda’ pensò di prendersi gioco di me, visto che ero una bambina e, evidentemente, mi considerava inferiore.
“Siamo stati noi”
“Lasciatelo in pace non vi ha fatto nulla” ribattei.
“Stai zitta bamboccia non sai niente tu” quella frase fece traboccare la mia rabbia.
Alzai il braccio e gli lasciai le mie 5 piccole dita stampate sulla guancia.
Mi sentì fottutamente potente in quel momento..."


“Ahaha grande Daiki” disse Jun battendomi il cinque ridacchiando.

"I tre scapparono con la coda tra le gambe, sapevo anche che erano molto vendicativi,ma in quel momento non me ne curai molto.
Mi voltai verso Kid e gli sorrisi.
“Ecco se ne sono andati! Questa è tua?” allungai la mano tenendo sul palmo la pietra che precedentemente mi aveva colpito.
Kid annuì e afferrò l’oggetto titubante.
“Io sono Daiki Yamada e tu come ti chiami?” dissi espandendo il sorriso che avevo già sulle labbra.
Kid spalancò gli occhi stupito.
Era ovvio che sapessi il suo nome, solamente che mi sembrava un approccio più appropriato.
“Death The Kid” rispose con un filo di voce.
“Wow che nome strano e contorto che hai!” dissi salterellando da un piede all’altro.
Non seppi il motivo preciso ma, successivamente, mi ignorò tutto il tempo, benché mi fossi seduta accanto a lui.
Da quell’episodio passarono due giorni e, nel frattempo, il gruppetto di bambini aveva trovato degli ‘alleati’ per farmela pagare.
Così un giorno, sempre mentre eravamo nel bosco, mi accerchiarono tenendomi con le spalle contro ad un albero.
Dicevano cose come ‘sei solo una bambinetta che ha paura’ oppure ‘non sai stare al tuo posto’"



“Mette i brividi. È incredibile quanto i bambini siano stronzi a volte” disse Maka.
“Oh si Maka. Non sai nemmeno quanto” risposi per poi riprende il discorso.

"Ad un tratto un bambino perse un ramo abbastanza spesso, pensai di essere spacciata.
Così quando lo alzò sopra la sua testa chiusi gli occhi attendendo il colpo.
Colpo che però non arrivò.
Quando riaprì gli occhi vidi che davanti a me c’era Death, ebbene si lui si prese un colpo in testa al posto mio.
“Cosa pensi di fare Kid, sei solo un perdente” disse il ‘capobranco’ e vidi Death fremere di rabbia.
Non so che fece ma i bambini scapparono a gambe levate.
Quando vidi quella scena, benché fossi dietro di lui, mi inquietai parecchio.
La prima cosa che pensai quando si voltò verso di me fu:’ oh cavolo... e ora?’ in realtà dissi:
“Grazie... senza il tuo aiuto non sarei riuscita a far nulla”
“Grazie a te per l’altra volta” mi rispose.
Fece per andarsene ma lo fermai.
“Senti visto che siamo sempre entrambi soli... potremmo diventare amici?”gli chiesi, ricordo che lui spalancò gli occhi stupito.
Così da quel giorno diventammo amici"


“E poi che successe?” chiese Tsubaki.
“Rimasi qui a Death City fino all’età di nove anni, poi i miei genitori vennero spostati in Giappone, dove conobbi Maka, successivamente ci dovemmo spostare in Italia” le risposi.
“E invece tu Jun?” chiese Soul.
“Oh beh, la mia famiglia ha origini Giapponesi ma è da generazioni che vive in Italia. Non mi sembra ancora  vero di essere qui!”
“Non ho ancora capito il vostro metodo di combattimento però...” disse dubbiosa la maestra della falce.
“ORA BASATAAAAAAAA!!!!!!!!!!! Voi due siete da troppo tempo sotto i riflettori. Mi state rubando la scena!!”
La prima cosa che pensai appena mi girai nella sua direzione fu ‘ma quando cavolo è salito sul tavolo?’
Ignorai l’assassino che si dimenava come un ossesso nel vano tentativo di farsi notare.
“Oh vedi Maka, Jun ha le seguenti modalità: falce, pistola e katana. Oltre a questo recentemente abbiamo scoperto che posso trasmettergli la mia onda d’anima usandolo come conduttore, in pratica posso scagliare l’onda dell’anima contro il nemico attraverso Jun. In più ho una percezione delle anime che mi permette a grandi linee di ‘leggere’ le doti delle persone che mi trovo davanti che siano armi o maestri d'armi. Ed a volte uso il ‘ritmo dell’anima’ del mio avversario per poter attaccare o per potermi difendendere”
Maka spalancò gli occhi entusiasta.
“Wow che figata!” disse Soul sghignazzando poi si rivolse alla sua maestra d’armi “Ehi senza tette! Impara un po’ da Daiki!” Maka lo fulminò con lo sguardo.
“Cosa staresti insinuando?” la vena sulla tempia iniziò a pulsarle per via della rabbia.
“Oh si dai insomma! Tu a confronto sembri una pivellina” la bionda lo guardò in un mix di rabbia e tristezza.
“Maka-chop!” un libro che poteva avere almeno... 700 pagine si schiantò pesantemente sul cranio di Soul che andò dritto al tappeto.
Poi la maestra della falce si alzò ed uscì dal locale.


Qualche ora più tardi, nel continente europeo...


“Che posto è questo Kid? Mette i brividi... sicuro che non ci siano dei fantasmi?” chiese la più grande delle sorelle guardandosi attentamente attorno e stringendosi a Patty.
In quel posto non solo erano sparite delle anime, come aveva detto suo padre, non ne era rimasta nemmeno più una.
Kid non riusciva a percepire nessuna anima.
“È incredibile...” mormorò lo shinigami continuando a guardarsi attorno.
Il silenzio regnava sovrano, non vi era nemmeno un alito di vento.
D’un tratto Kid si fermò bruscamente, di fatti le due armi gli andarono a sbattere contro.
“C-c-che cosa c’è Kid?” chiese Liz impaurita.
“Su sta calma sorellona non è niente!” cercò di rassicurarla Patty con un sorrisone sulle labbra.
Lo shinigami continuava a guardare un punto preciso alla sua destra.
Poi la vide.
Una ragazza dai capelli neri come la pece camminava tranquillamente per quelle vie vuote.
Kid fece per andarle incontro, ma il suo istinto lo bloccò.
C’era qualcosa che non andava in quella piccola figura.
“Ehi Kid! Dobbiamo aiutarla!” disse Liz notando gli abiti sudici e logori della ragazza.
Presa da un moto di coraggio Liz fece per avvicinarsi ma Kid la bloccò.
“C’è qualcosa che non mi convince... insomma è l’unica persona viva in questo posto non vi sembra un po’ strano? D’ ogni modo state pronte a trasformarvi”
Quando la strana ragazza fu a pochi metri da loro sorrise.
Un sorriso carico di follia, un sorriso che accese anche gli occhi scuri, bramanti di anime.
“Liz, Patty, trasformatevi!” le due sorelle non se lo fecero ripetere due volte.
“Chi sei? Cosa è successo alle persone di questo paese?” Kid si mise in posizione d’attacco.
“Non credevano...” rispose la ragazza.
Kid la squadrò, insomma era sicuramente contagiata dalla follia, però non aveva nessuna arma.
La ragazza lo guardò poi inclinò la testa mordicchiandosi il labbro inferiore.
“E voi... credete in voi stessi?!”





Zalve mondo!
Sono tornata. (passa una foglia portata dal vento)
Scusate l'attesa ma ero in vacanza e non potevo aggiornare.
Allora questo capitolo è un po'... come dire di cononscenza dei personaggi.
In oltre abbiamo Kid che è in missione.
Secondo voi ci sarà uno scontro tra il giovane shinigami e la misteriosa folle ragazza? Forse si o forse no, una cosa è sicura nel prossimo capitolo ci sarà dell'azione! *Yeah! Finalmente!*
Ci tengo a ringraziarvi per le recensioni e ringrazio anche chi segue la storia *inchino time*
Ora sparisco.
Alla possima!

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