Slender Man.

di Just a Shapeshifter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Tirò in alto le braccia, incrociando le dita e scrocchiandole, nel frattempo, mentre sbadigliava lievemente, per poi rincollare gli occhi allo schermo del pc.
“A noi due, Slendy.” Ghignò, sistemandosi le cuffie verde fluo e nere sulla testa, facendole appoggiare infine ai padiglioni orecchiali, mentre avviava il gioco.

Adorava i videogiochi horror, ne era stato appassionato fin da piccolo, e ora aveva quel nuovo programma, e non vedeva l'ora di iniziare. Aveva provato Amnesia: The Dark Descent, Alone in the Dark, Penumbra, entrambi i capitoli, ma... quel videogioco lo aveva affascinato, colpito, anche perché era stato creato sfruttando varie leggende, ed era stato a dir poco patetico scaricarlo, in meno di un'ora era li, pronto sul desktop, per l'uso. Lo Slender Man, creatura alta, senza volto, con uno smoking nero e quella cravatta rossa. Oh, non vedeva l'ora di imbattersi in lui e combatterlo, trovare quelle maledette otto pagine e vincere...

C'era un trailer iniziale, come in ogni videogame che si rispetti. Il volto del personaggio non si vedeva, ma dai piccoli respiri affannosi si poteva pensare ad una bimba... in più, le leggende metropolitane descrivono lo Slender Man come una creatura che rapisce i bambini.
La schermata divenne nera, schiarendosi mano a mano, si vedeva un bosco, alberi, alberi ed ancora alberi intorno a se. Aveva in mano una torcia, e basta, che con la fioca luce illuminava di poco intorno a se e, in alto a destra, un pallino rosso.
“Oh, il personaggio vuole riprendere tutto...” Sussurrò, sogghignando. Che fosse come Saw, uno dei suoi film horror preferiti? Splatter, splatter ovunque... sangue, tanto sangue. Oh, magari... ma non era splatter, niente sangue. Quel gioco era un gioco in prima persona, di genere horror e puntava piú sulla psiche umana che sul sangue per farti arricciare il naso.
Ghignò, iniziando a prendere famigliarità con i comandi, che alla fine erano sempre gli stessi: bisognava muovere il mouse per guardarsi intorno, le frecce alternative W,A,S e D per muoversi, con il pulsante destro del mouse accendevi e spegnevi la torcia e con quello sinistro prendevi gli oggetti... infine Q ed E facevano da zoom.
“Tutto chiaro” Sussurrò, posizionando meglio le cuffie e iniziando a giocare. Da quel che aveva capito doveva collezionare queste famigerate otto pagine e riuscire a scappare dall'uomo in smoking, maledettamente magro e senza volto, Slender Man detto in breve.

“Collect all 8 pages”

Ad ogni pagina era sempre più difficile...
Prima pagina: sgranò gli occhi il moro, sogghignando poco dopo. “Eccoti qui.” Lo Slender Man era fermo, dietro un albero, a fissarlo... per quanto potesse fissarlo senza avere un volto preciso.
Seconda pagina: Lo Slender appariva nuovamente, ma più vicino.
Terza pagina: La telecamera del gioco iniziava ad avere interferenze, oltre allo schermo che per brevi tratti si riempiva di quelle fastidiose righe, si aggiungeva lo sgradevole suono di intrusioni, che preannunciavano la Sua presenza nei dintorni. Lo Slender é noto per mandare in corto le apparecchiature elettroniche, e quelle piccole interferenze potevano aiutare non poco il personaggio.
Quarta pagina: La telecamera mandava sempre più interferenze, e il punk era costretto a cambiare sempre via. Sussultò poi, appena lo Slender Man gli si parò davanti, facendo diventare la schermata buia...

“COSA?!” Duncan sbuffò, doveva ricominciare tutto da capo.
Uno, due, tre, quattro... cinque... sei...
Era morto diverse volte, ma alla fine era arrivato all'attesissima settima pagina.

Lui appariva sempre di più. Lui mirava ad ucciderti. Ma Duncan non demordeva, ghignava ogni volta che perdeva, ricominciando sempre più agguerrito: avrebbe vinto; punto.
“Muoviti stupido idiota! D'ah, non comando un personaggio, comando un obeso che ha una fornitura annuale di panini del McDonald's...” Sbuffò, continuando a far correre il proprio personaggio. Correva, alla ricerca dell'ultima pagina. Cambiava continuamente traiettoria, quel dannato coso continuava a seguirlo, senza dargli tregua. Cercava, cercava... cercava.
“Bingo!” Un lento ghigno gli si dipinse in viso, mentre oltrepassava la foresta ed entrava in quella specie di deposito, sempre più vicino all'ultima pagina.
“WOHOO!” Duncan si alzò, facendo cadere le cuffie dalla testa, che precipitarono sul freddo pavimento, mentre esultava. “Stronzo! Ho vinto io alla fine.” Rideva, rideva come un idiota, mentre fissava quel 8/8, segno che aveva completato le pagine, segno che aveva vinto.
Sgranò gli occhi poi, appena si ritrovò a terra, intravedeva la fine dello Slender, ovvero le gambe avvolte dallo smoking, e poi tutto nero.
“Ma... ma che?!” Perché era morto? Lui aveva vinto!
Si ritrovò di nuovo alla schermata iniziale, e stava per mandare a quel paese tutto e tutti, quando vide nuove mappe disponibili. “Ah,” Fu il suo unico commento: evidentemente ogni volta che prendevi le otto pagine lui ti uccideva ma sbloccava nuove mappe...
~ Sbuffò infine, ma sorrise lo stesso. “A quanto pare non abbiamo ancora finito la nostra battaglia, Slendy bello...”

***

“Non uscire, che altrimenti la tua nemesi ti uccide.” Il punk rise, insieme al festaiolo. “Se, se Jeoff, ma io devo pisciare, quindi: o la faccio qui in tenda, o vado qui vicino. Eh? Che ne dici?” Duncan si abbassò la zip dei pantaloni. “No! No, no, no... sei libero di andare.”
Il Marcio uscì, e poco dopo notò di avere la pelle d'oca. “Andiamo Dunc, ci sei stato un sacco di volte in campeggio, perché proprio ora ti fai suggestionare?” Scosse la testa, proseguendo per il boschetto.

Sospirò sollevato poco dopo, tirandosi su la zip e allacciandosi i pantaloni, pronto per tornare alla propria tenda. Si girò, ma intorno a se c'era solo il buio. Sbuffò il punk, ritornandosene sui propri passi, ma nulla...
“Ho fatto si e no cento metri, non la maratona di New York! D'ah. Jeoff? JEOFF?!”
Silenzio
Si voltò infine, e sbiancò alla vista di quel foglio appeso ad un comunissimo albero.

“É la tua immaginazione Dunc, non pensarci.” Lo sorpassò, cambiando un paio di volte direzione, ma nulla... si era perso. E un altro foglio spuntava dal nulla.
Il moro deglutì, e si ritrovò a tremare appena lo scorse in lontananza:

...Lo Slander Man era a una quarantina di metri di distanza, e lo stava osservando...


Angolo di M:

Buonsalve :D
Spero ci abbiate capito qualcosa :3
Comunque: come avevo detto questa é una One shot che potrebbe benissimo diventare una piccola Long, il tutto dipende se vi é piaciuta e se volete che la continui...

Curiosità:
~Per capire qualcosa in più sullo Slander Man, andate qui ---> http://theblacksite.altervista.org/leggenda-dello-slenderman.html
~Per capire qualcosa sul gioco, qui ---> http://it.wikipedia.org/wiki/Slender:_The_Eight_Pages :3
~So che normalmente sarebbe illegale farlo ma, mi servirebbe un vostro parere per sapere se continuarla o no (perché per ora é completa, ma se mi dite di continuarla cambio le impostazioni :3)
~É la prima cosa horror che scrivo, ergo siate clementi D: … come farò a dormire la notte?! TTOTT *stringe a se peluches e copertina*
Okay, ho detto tutto :3 Sciao!

~M

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Deglutì il ragazzo, cercando di ricordarsi come si facesse a correre:
“Sta calmo cazzo, magari é la tua immaginazione, nulla di che e...”
Sgranò gli occhi, nuovamente: “Cazzo.” Sibilò tutto d'un fiato, la vista si stava annebbiando, il telefono che aveva in tasca iniziò ad emettere interferenze, quegli strani versi meccanici e fastidiosi.

Allora era tutto vero...

Non ci pensò due volte, girandosi ed iniziando a correre nella notte, il più veloce che poteva. Aveva due opzioni il punk:
Primo; scappare, lasciare stare le pagine e sperare di non esser catturato.
Secondo; cercare ogni singola pagina, ovvero tutte ed otto, e sperare di esser lasciato in pace alla cattura dell'ottava.

Tutto a posto, se non per due piccolissimi fattori.
Se scappava, lo Slender Man l'avrebbe catturato. Era successo un paio di volte, lasciava il proprio personaggio vagare per la zona, snobbando volontariamente le pagine e dopo una decina di minuti sentiva quel sottofondo di tamburi, poi la telecamera del gioco iniziava ad emettere varie interferenze, ed infine Lui appariva, uccidendoti.
E non aveva preso nessuna fottuta pagina... ergo la prima opzione era da scartare, rimaneva solo la seconda: correre come un demente, prendendosi rami in faccia e sulle gambe, sperare di non cadere e riuscire a prendere tutte ed otto le pagine prima che quello strano demone lo prenda.
I battiti del cuore accelerarono, il telefono stava cercando di suicidarsi? Vibrava, emetteva interferenze, eppure non aveva nessuna chiamata in corso, ne messaggio.

Era notte fonda, era solo e stava correndo come un completo idiota in un bosco che non conosceva minimamente, in cerca di una via di salvezza.
“Ragiona, l-li sai i trucchi no?” Ripeteva ad alta voce, mentre correva, schivando alla bell'e meglio gli ostacoli come radici sporgenti o massi:
Mai. Mai guardarsi intorno, procedere sempre per la propria strada, e girarsi a destra e sinistra solo per controllare se ci siano pagine, mai girarsi indietro.
Distrarsi. Parlare ad alta voce, canticchiare.
Giocare con luci acc-

“MA CHE CAZZO STO FACENDO?” Luci? Cantare canzoncine? Se, non lo faceva quando giocava davanti a quel fottuto schermo, figurarsi farlo ora, che stava giocando in modalità “live”.
Saltò un successivo masso, ma il moro sbagliò i calcoli ed i piedi finirono sopra del fango. Il cervello realizzò in pochi secondi la situazione, ma intanto Duncan stava precipitando giù lungo una piccola discesa, per poi battere la schiena su dell'erba umida.
Si massaggiò testa e schiena, guardando il boschetto che lo osservava con aria cupa a pochi metri di distanza... almeno Lui non c'era, non più.
Regolò il respiro, magari aveva sognato tutto, ora che si guardava intorno il posto sembrava riconoscerlo, davanti a se c'era il bungalow del campeggio, quello dove c'erano i guardiani, o qualcosa di simile... si pulì velocemente i pantaloni dal fogliame e dal fango, correndo verso la casetta di legno: stare fuori lo inquietava, ora.
Bussò.
Nessun risposta.
Bussò di nuovo.
E, nuovamente nessuna risposta.
Imprecò sottovoce, girandosi nuovamente e cercando di orientarsi.
“Hai avuto solo una visione, probabilmente hai giocato troppo a quello stupido gioco e... beh... il bosco e tutto il resto hanno aiutato a farti vedere cose che non ci sono... si, dev'essere così.”
La sua mente era la prima che cercava di calmarlo, ma era anche la prima a pensare al peggio: e se non fosse stata una visione? Sapeva che la leggenda “dell'uomo smilzo” era solo una bufala ma... se non fosse così? Il moro rabbrividì, eppure era estate, faceva caldo e i grilli cantavano, sereni.
G-grilli?! Nonono, anche quelli gli riportavano in mente quello stupido manichino in smoking. Sbuffò. Che cazzo gli stava prendendo? Lui era Duncan. Lui era stato in riformatorio. Lui non aveva paura di simili stronzate.
La mente tornò lucida, anche se per poco, ed il piercing individuò il cartellone con la mappa della zona. ”Bingo: mi oriento, torno da Jeoff e gli altri, e mi dimentico di tutto questo... probabilmente ho bevuto troppa birra...” Sbadigliò, più tranquillo mentre si avviava verso l'insegna.
E allora cos'era quella sensazione di... essere visto? E... e quell'improvviso freddo? Lui non aveva mai freddo, nemmeno di inverno, lo... lo soffriva molto poco, rispetto agli altri. Era estate cazzo! Perché. Aveva. Freddo!
La pelle rabbrividì, così come il ragazzo: non era solo, lo sapeva, e non solo perché il telefono aveva ripreso a vibrare senza motivo.

Non era un sogno.

Non era una leggenda.

Era tutto vero.
Riprese a correre appena lo intravide tra gli alberi, oramai non gli importava dove accidenti era... doveva trovare quelle fottute pagine e... sperare in meglio.
La luce della luna lo rendeva visibile, faceva risplendere il viso... insomma, viso completamente bianco immerso in un mare di nero... più o meno era come mettere un corvo nel bel mezzo dell'Antartide: tutti l'avrebbero notato.
Era facile alla fine. Corri, afferri quei pezzi di carta, non pensi col cervello ma ti fai d'adrenalina e vai ad istinto: una sola regola, non permettergli di avvicinarsi troppo.
Riprese a correre, le gambe iniziavano a dare i primi segni di affaticamento, ma il punk non demordeva, guardandosi intorno... bosco? No grazie, magari dopo. Aveva notato un paio di pagine la dentro, ma ora Lui si aggirava da quelle parti... le avrebbe prese dopo. Una casa? Beh... almeno doveva essere una casa: sembrava di più un edificio diroccato. Ma c'era una macchina li vicino, magari avrebbe trovato qualcosa di utile.
Raggiunse finalmente l'automobile, scassinandola in pochi secondi ed aprendola. Nessuna chiave, e non c'era tempo per manomettere i fili, il suo fedele coltellino era in tenda. “Merda!” Osservò il cruscotto, che puntava verso la foresta... almeno lo Slender non c'era, per ora. Ghignò lievemente appena vide una torcia sul sedile del passeggero, nel retro delle batterie. “Ora giochiamo alla pari Slendy.” Sussurrò afferrando il tutto ed accendendo la torcia, ora almeno aveva una fonte di luce in più che... beh, la luna.
Urlò dal terrore appena lo vide riapparire, era ad una decina di metri da lui, ma il proprio cuore andava a mille, gli occhi sgranati dalla paura: ordinò più volte al suo corpo di muoversi, spegnere la torcia e correre, correre verso l'edificio, aveva visto una pagina attaccata alla parete...
Non calcolò minimamente il telefono che emetteva ripetuti suoni, sempre più acuti, mentre scendeva dall'auto già col fiatone, arrivando infine alla prima pagina:

“Don't look... or it takes you” “Cazzo, grazie Capitan Ovvio, ora sono al sicuro...devo solo chiudere gli occhi...” Sbuffò, ficcandosi la pagina in tasca e ghignando, nella mente gli veniva dipinta la classica frase “1 of 8 pages collected” e riprendendo a correre, appena vide lo Slender dietro di lui...


Angolo di M:

Perdono perdono perdono TTOTT
Mi scuso con tutti/e, ma ero sotto esami, e ora finalmente ho finito il capitolo, -e gli esami u.ú-

Alluoooora, avevo in mente di fare una pagina a capitolo. -chiamatemi masochista-
Okay, mi dileguo ^^"

PS: a breve continueró Cigarette <3
PPS: P. é tornata :D e sta scrivendo pure lei.
PPPS: P. ha disegnato una delle pagine dello Slender Man (Si, ogni capitolo avrá una pagina disegnata da P.) <3

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Mi scuso per il capitolo "corto", so (e sapete) che di solito sono molto piú lunghi, ma... credo che sia bene lasciarlo cosí, e non andare avanti :3 La smetto di rompervi <3

Si nascose all'interno di una casa, di nuovo, il cuore a mille, ed aveva conquistato solo una delle fottute otto pagine.
Era solo cazzo, come poteva... beh, vincere? Solo una volta in vita sua era riuscito a prendere tutte ed otto le pagine senza mai morire, ma c'era da dire che quella volta aveva avuto culo e basta e che si trattava di un videogioco, al massimo avrebbe avuto un incubo la notte, e sarebbe finita li...

“Pensa Duncan, pensa... magari é solo un incubo, magari devi solo svegliarti...” La mente gli stava sussurrando all'orecchio diverse cose, cose che il punk sembrava ascoltare, o forse no. Si guardò la mano, e il pensiero di darsi un pizzicotto fu forte ma, appena avvertì l'aria farsi gelida all'improvviso, l'idea di pizzicarsi la pelle tra due dita svanì, sostituito dal pensiero di riniziare a correre.
Aveva imparato la mappa a memoria, ergo se aveva preso la pagina in quella specie di muro di mattoni che sembrava una X e ora si trovava in quella casa... sgranò gli occhi:
“Il cross wall e i bagni multipli! Certo!” Nella mente del punk si materializzò finalmente la mappa, mappa che aveva imparato a memoria... beh, a quanto pare era capitato in qualche modo nella sua mappa, il suo territorio... beh, poteva sfruttare le proprie conoscenze per non morire no?
Ripassò mentalmente la mappa, di solito in quei bagni non aveva mai trovato nulla ma... accese la torcia e corse per i diversi sentieri, alla ricerca di qualche pagina... “Come al solito nulla.” Sbuffó frustrato uscendo e guardando alla propria destra, furtivo... nulla, e da quella parte c'era il tunnel che l'avrebbe portato dai “Cutted woods”, gli alberi tagliati... li di solito un paio di pagine le trovava, poi gli sarebbe bastato seguire il sentiero, trovare le grandi rocce e svoltare a destra, di nuovo, verso quelle specie di botti giganti arrugginite...
“Avevano anche un nome...” mormorò tra se e se, mentre accendeva la torcia e correva verso il tunnel, per attraversarlo. “Ma sinceramente non me lo ricordo e non m'interessa ricordarlo, non ora.” Arrivò all'atteso tunnel, allora non era finzione, era davvero in quella sottospecie di mappa?! Rimase per un attimo sconvolto, accendendo di nuovo la torcia, che nel mentre si stava affievolendo sempre di più, come se anche lei risentisse della presenza dell'uomo smilzo... si tastò velocemente le tasche, il cellulare emetteva qualche leggera vibrazione di tanto in tanto, nell'altra tasca le batterie erano al sicuro... sogghignò, era da una decina di minuti che non si faceva vedere, tanto meglio.
Puntò la torcia all'interno del tunnel, facendola roteare da destra al soffitto, e dal soffitto a sinistra... tutto regolare e sul fondo aveva intravisto un altro foglietto bianco, un'altra pagina... sogghignò, avviandosi, ma...

Sgranò gli occhi subito dopo: un cadavere... che cazzo ci faceva un cadavere in quel tunnel?! Lo Slender Man non era... il gioco in se non aveva mai fatto vedere persone morte, almeno non in Slender, the eight pages...
Deglutì, l'enorme pozza di sangue e la puzza di cadavere si facevano già sentire, ed annunciavano la fine della vita di quell'uomo. Duncan deglutì, l'odore ferroso del sangue gli attraversò le narici, facendogli venire un conato di vomito, conato deglutito e rispedito giù nell'intestino.
Cercò di non farci caso, ma il fiato si bloccò nella gola appena vide chi era l'uomo.

“Ehi! Questo é un campeggio serio ragazzi! Nessuna cazzata, intesi?” L'uomo dalla folta barba color cioccolato brizzolata da alcune schegge di nebbia osservò tutti i presenti, soffermandosi infine sul punk. “Specialmente tu. Non azzardarti a farne una delle tue, ti conosco eh! Ho visto cosa facevi nel reality!” Duncan sbuffò, sogghignando. “Suvvia, solo perché ho fatto un paio di errori in passato e perché sono stato in riformatorio... tutti si permettono di classificarti come un delinquente” Il punk guardò il vecchio negli occhi, mischiando acqua marina e terra, “Mmh, sa? Ha ragione con le sue stupide teorie.” Sussurrò ghignando, per poi distogliere subito lo sguardo con una smorfia di disprezzo, come se la terra negli occhi dell'uomo potesse inquinare il suo blu perfetto.

Era lo stesso uomo che li aveva “accolti” nel campeggio, ora si ritrovava a terra, privo di vita. Il Marcio deglutì, i brividi ripresero a scuotergli il corpo, mentre chiudeva gli occhi, prendeva un respiro e si tappava i polmoni, correndo via da li, via da quell'uomo oramai senza vita.
Non sapeva il perché fosse li in piena notte, non sapeva nemmeno se era stato lo Slender ad ucciderlo o no, ma non gli importava. Corse, corse fino a raggiungere la fine del tunnel, afferrando la pagina, nel disegno un'unica scritta; “Follows” insieme al disegno stilizzato dell'uomo smilzo e un pino.

“2 of 8 pages collected”

Sussultò appena si ritrovò l'entità davanti agli occhi, appena fuori dal tunnel, era si e no a due metri di distanza da lui, e potette chiaramente guardargli il volto, completamente bianco. La testa inizió a girare, il moro distolse lo sguardo, cercando di vedere di nuovo.
Avanti a se lo Slander Man, e poi il suo prossimo obiettivo, le due rocce giganti, dietro di se un uomo morto, e forse la salvezza.
Accese la torcia, che si spense subito dopo, le batterie avevano esalato l'ultimo respiro, al contrario del ragazzo che iniziò a bestemmiare, correndo nella più completa dell'oscurità. Intravide appena il cadavere, saltandolo, ma ruzzolò a terra:
il corpo privo di vita lo aveva afferrato per una caviglia, trascinandolo giù a terra.


Angolo di M:

Buooonaseeeeera :3 Mi scuso per il ritardissimo (?) ma l'ispirazione non arrivava, e solo stasera sono riuscita a finirlo ^^"
Mi scuso per la mancanza della pagina "Follows", P é stata molto presa in questi giorni, tra gli ultimi pezzi di The Destiny of Wolver e Principessa delle fate, ma a breve -domani- dovrebbe darmi la pagina, che poi pubblicherò qui :3
Grazie per l'attenzione, siete i migliori.

~M

PS: Ringrazio:
-SmileSmoke
-Nekodeath
-_Rainforest_
-Sunburst
-SamanthadettaSam
-GwenxDuncan
-boreal lele
-Alejandroelmejor
-Stardust in your eyes.

Siete i/le migliori ragazzi/e! *O* <3

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo Duncan, nel vedere quel cadavere muoversi e arpionare con le dita la propria caviglia, senza intenzione di mollarla. Sgranò gli occhi, terrorizzato a morte: come faceva un cadavere a muoversi, ad afferrarti la caviglia e... a ghignare?! Iniziò a scalciare, in un disperato tentativo di liberarsi, come se fosse un'animale in trappola con la zampa legata a quest'ultima. É disposto a perdere un arto, piuttosto che andare incontro alla morte.
Il moro urlò nuovamente, ma stavolta dal dolore, il pseudo cadavere gli aveva azzannato il polpaccio, per poi alzare gli occhi e ghignare nuovamente, la carne sempre tra i denti. Sbiancò appena incrociò i suoi occhi: bianchi, nessun segno di iride o di pupilla. Beh, non era del tutto vero, la pupilla c'era ma era opaca, il nero era scomparso e al suo posto c'era un minuscolo alone di grigio, come se fosse cieco.
Ma non lo era dannazione, o a Duncan non sarebbero venuti i brividi e non avrebbe iniziato a tremare. L'aria era sempre più fredda, e notò Lui dietro al morto vivente... ma era immobile, pareva quasi fissare i due... che lo stesse comandando? No. Non poteva farsi prendere vivo.
Lui era Duncan, lui era sopravvissuto a svariate stagioni del narcisistico, egoistico e odiosissimo Christian McLean. Lui non poteva morire ora. Lui non si sarebbe fatto uccidere.

STO CAZZO CHE SI SAREBBE FATTO UCCIDERE.

Assestò un altro paio di calci al proprio aggressore telecomandato dall'uomo smilzo, colpendolo finalmente alla mascella e riuscendo a liberarsi. Si divincolò dalla presa e ricominciò a sentire il telefono vibrare: la torcia era scarica, ma il punk aveva delle batterie di scorta nella tasca... doveva solo trovare un paio di secondi per nascondersi e poter cambiare le batterie consumate della torcia con un paio nuove...
Sibilò appena appoggiò l'arto a terra, il polpaccio faceva male cazzo. Ma corse, col cuore in gola e il fiato corto, uscendo da quel dannato tunnel e precipitandosi sempre avanti, fino ai Rusted Tankers, quegli strani contenitori simili a piccoli acquedotti arrugginiti. Vide una pagina attaccata ad uno di essi e corse a prenderla, non leggendo nemmeno la scritta, aveva già intuito quale pagina fosse solo nel vedere una faccia stilizzata con due “X” al posto degli occhi...

“Always watches... no eyes.”

Non fece nemmeno caso alla propria mente che visualizzava il “3 of 8 pages collected.” ma si preoccupò prima di tutto di cambiare le batterie alla torcia, per poi puntarla intorno a se... nessuna pagina da quelle parti, nessuna traccia del demone ne dello Slender.
Si puntò poi la torcia al polpaccio sinistro, dove i canini di quella fottuta cosa si erano fatti sentire eccome, ora quattro piccoli fori con del sangue sostavano sulla pelle. Ecco cos'era quel dolore che l'aveva perseguitato negli ultimi minuti...
Rabbrividì poco dopo, e se la creatura fosse infetta? E se quella specie di zombie lo... no. Non voleva essere sotto l'effetto dello Slender Man. Aveva giocato anche a “Slender: the arrival” e li oltre al simpatico uomo alto due metri c'era pure una sorta di ragazza che ti inseguiva...

La tua migliore amica nella storia ora era la tua nemica più brutale, oltre al bellissimo uomo smilzo.

E il proprietario del campeggio ora era sotto l'effetto del tuo nemico, il proprietario del campeggio ora era il tuo nemico... ghignasti, già meditavi una sorta di difesa contro quello zombie e di risorse ce ne erano tante nella foresta. Il polpaccio doleva e anche tanto, ma un colpo di genio ti illuminò il cervello per pochi secondi: proprio li di fianco c'erano i vecchi bagni dove non si trovava mai nulla ma, se tutto andava bene avresti potuto trovare un po' d'acqua, o qualche cosa per sciacquarti o bendare al meglio la ferita...

Si ritrovò così in quei fetidi bagni arrugginiti e perché no, con diverse macchie di sangue. “Oh, ma certo, era troppo semplice trovare dei normali bagni puliti eh? Dovevano per forza sbudellare qualche povero cristo!” il piercing si tappa a forza la bocca, mordendosi la lingua... magari lo Slender e il suo schiavetto erano nei paraggi, e potevano sentirlo...
La torcia ti serviva, non potevi sprecarla di nuovo, ti mancavano ancora quattro pagine e la prima serie di batterie le avevi fatte fuori. “Cazzo.” Fu l'unica ed adeguata parola che gli uscì al momento, mentre pensava alle sue condizioni, mentre sibilava sciacquandosi il morso, per lo meno dopo l'iniziale sbobba giallo ruggine l'acqua aveva ripreso a scorrere limpida... fin troppo cristallina per lo schifo di momento che si trovava ad affrontare il punk.
Duncan scosse la testa, mandando a fare in culo il dolore che persisteva al polpaccio, sciacquando alla bell'e meglio la ferita e... asciugarla: doveva asciugarla, o coprirla in modo da evitare infezioni... si guardò intorno. Nulla, assolutamente nulla. E ora? Lo sguardo finì poi sulla sua amata maglietta col teschio, simbolo di riconoscimento per tutti quegli anni... lo fece a malincuore, ma era una situazione critica, e sinceramente preferiva perdere una bella maglietta ora che una gamba in futuro per colpa di chissà quale stupida infezione.
La maglia gli arrivava appena sotto il petto ora, l'altro pezzo era stato usato, stropicciato, tirato fino a formare una sottospecie di benda, che era stata legata alla gamba. “Ed anche questa é fatta.” Sogghignò soddisfatto, per poi rabbrividire nel solo udire un respiro roco... “Non girarti. Non girarti... NON GI-RAR-TI!” Inutile, il verde lo fece, era più forte di lui... puntò il fascio di luce addosso alla creatura, la quale si coprì gli occhi con le mani, alquanto infastidita. “Ah!” Esclamò Duncan ghignando. “Che c'è, sei una specie di vampiro?” Iniziò a sghignazzare, ma si fermò subito appena la torcia iniziò ad accedersi e spegnersi da sola, e il viso ritornò bianco... si era dimenticato che i nemici erano due...
“Brutta mossa pivellino, ora muovi il culo e scappa, giocherai con l'allegro zombie un'altra volta.” La mente si stava prendendo gioco di lui e la cosa non piacque molto a Duncan, ma decise che era meglio ascoltarla, girarsi e correre ancora più all'interno in quel labirinto fatto di muri e bagni, labirinto dove lo Slender Man non poteva raggiungerlo la maggior parte delle volte.
Appena distolse la torcia l'oscura presenza si precipitò al suo inseguimento, ringhiando come se non avesse mangiato per mesi interi, come se il punk fosse la sua fresca e gustosa preda, un pezzo di carne; Duncan correva, puntando di tanto in tanto la torcia dietro di se ogni qualvolta sentiva lo strano essere farsi troppo vicino, ogni volta che sentiva il suo fetido respiro sul proprio collo.
Destra, sinistra, ancora sinistra e poi destra... fuori, e il suo inseguitore ringhiava dentro quelle mura, probabilmente si era perso, tanto meglio. Ghignò, ma la torcia e il telefono non volevano aiutarlo, o forse si, visto che lo avvisavano in ogni maniera ogni volta che lo Slender era nei paraggi... La smilza figura si parò davanti a lui e Duncan dovette ricorrere a tutta la propria scarica di adrenalina per correre e schivarlo, sgattaiolando di nuovo dentro quei bagni: era meglio la figura alta e magra dai rari ma numerosi tentacoli, incapace di camminare e senza occhi ma capace di teletrasportarsi dove vuole e sapere in ogni momento dove ti trovi o un vecchio sotto il controllo della prima figura citata, facile da ingannare o sorpassare, beh, facile da evitare rispetto a Lui? Era meglio il vecchio, senza ombra di dubbio.
Si precipitò nuovamente dentro, andando quasi a sbattere contro lo zombie ma non perse tempo, gli puntò addosso la torcia e gli sferrò un pugno in pieno stomaco, facendolo vacillare all'indietro, stordito. Sgattaiolò di nuovo tra quei cunicoli che oramai conosceva a memoria, sbucando infine dall'altra parte, di nuovo verso i “Rusted Tankers” rifugiandosi poi nella foresta li vicino... sapeva che lo stava seguendo, e sogghignò quasi, appena gli venne un'idea, osservando quella creaturina... era un azzardo, ma nel reality lo aveva salvato diverse volte questo trucchetto... trovò un piccolo scoiattolo che si stava arrampicando su un albero, e lesto lo prese, facendosi vedere dal proprio inseguitore.
Corse per un altro paio di metri, tenendosi lo scoiattolino stretto al petto, per poi fermarsi di scatto, girarsi, puntare la torcia addosso allo zombie facendolo fermare e lanciandogli letteralmente addosso lo scoiattolo. Il nemico non gradì molto il regalo del Marcio, e iniziò a picchiarsi da solo, nel vano tentativo di liberarsi del roditore. Dal canto suo, lo scoiattolo emetteva piccoli versi di terrore e mordeva qualunque cosa gli capitasse a tiro, in questo caso la pelle semi putrefatta del vecchio: pancia, schiena, braccia, collo... Duncan si nascose dietro un albero, e vide lo Slender Man dietro un altro albero, immobile; anche lui sembrava fissare la scena della propria marionetta che si dimenava. Al punk iniziò a dolere la testa per colpa dell'uomo smilzo, ma continuò a guardarlo come per sfidarlo, spostando lo sguardo dal burattinaio alla marionetta, sogghignando. Entrambi stavano fissando il vecchio zombie lottare contro uno spaventato roditore, e gli schiamazzi dei due attirarono i gufi.
Un pasto facile non si rifiutava mai no? I volatili iniziarono ad arpionare con gli artigli gli arti, il viso e il busto dell'uomo, il quale ora lottava anche contro i gufi e le civette che reclamavano lo scoiattolino. Duncan e lo Slender erano come in panchina, a fondo campo, ad osservare la scena: il primo sogghignando, il secondo impassibile come al solito, ma dalla schiena stavano spuntando lentamente quegli oscuri tentacoli, presagio di morte. Il Marcio se ne accorse, ma rimase acquattato dietro il proprio pino, continuando ad osservare il vecchio zombie lottare contro gli animali notturni che reclamavano il cibo.
Alla fine il piccolo roditore uscì da una gamba del vecchio, passando sotto i jeans strappati e correndo al riparo in una piccola tana sopra un albero, schivando i gufi. Alcuni insoddisfatti volarono via, altri continuarono a prendersela con l'uomo sotto il controllo dello Slender, per poi seguire i compagni in volo, disperdendosi nella notte.
Il moro strinse la torcia nella mano, come per verificare che andava tutto bene, che era vivo, che non era lui quello in pericolo ora. Beh, si lo era in pericolo, ma non quanto la marionetta dell'uomo smilzo. L'altra mano andò in tasca, controllando che i fogli ci fossero ancora... c'erano, e sorrise maliziosamente nel vedere i tentacoli dello Slender Man avvicinarsi al suo oramai ex giocattolo, quest'ultimo si teletrasportò davanti allo zombie, guardandolo con indifferenza e circondando le sue stanche membra coi tentacoli, per poi stritolarlo nella morsa.
Duncan chiuse gli occhi, quelle urla mano a mano soffocate erano disumane, era il suo nemico si, ma mai, mai avrebbe voluto vedere quello spettacolo di persona. Molte volte aveva visto nemici morire tra le grinfie di varie entità, come in Outlast, ma viverlo dal vivo era... terrificante, strinse la torcia tra le dita, come per darsi forza: lo Slender stava ammazzando quella sorta di burattino, doveva approfittarne e correre via, verso gli altri posti e pregare chissà chi per avere la fortuna di trovare le restanti pagine.
Accese la torcia Duncan, cambiando nuovamente direzione e scrutando la propria mappa mentale: il silo. Doveva raggiungere o il gigantesco silo, o le grandi rocce, e sperare di trovare altre pagine.
Doveva farcela, era sopravvissuto a graffi, cadute, morsi ed infarti... si, doveva solo prendere le redini del gioco in mano e spronare la propria forza di volontà, facendola partire al galoppo verso i nuovi due obiettivi.


Angolo di M:

Hi miei amati campeggiatori :3 Eccoci con il nuovo capitolo dello Slender Man, accompagnato come sempre dalla pagina -si sono due perché nello scorso capitolo P. non era riuscita a farmela, ergo ora sono qui ^^”-
Mh, che dire? Oggi avrete un'altra sorpresina, visto che sto finendo di scrivere Cigarette, e dovrei pubblicarla a breve *-*
Incrociamo -ed incrociate- le dita <3

~M

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


Il silo... l'immenso silo che aveva sfottuto ogni volta. Si trovava nel mezzo della foresta, ed immancabilmente trovava lo Slender Man sempre li, sempre più vicino...
Duncan non avrebbe mai corso questo rischio, ma doveva andare sul sicuro, li c'era sempre una pagina. Sempre.
Riprese a correre, oramai le gambe non le sentiva più, figurarsi il battito del cuore o il fiatone, che si faceva sempre più marcato... correva, e l'alone della torcia che aveva in mano illuminava di qua e di la, il fascio di luce puntava prima la strada, poi gli alberi, ed intorno a se: non voleva trovarselo nei paraggi, non voleva in alcun modo trovarselo davanti. Deglutì, cercando di mandare via quella fastidiosa sensazione di freddo nella gola, mista a fiatone.
Dava fastidio, estremamente fastidio: era come quando si mangiava una cicca alla menta e poi si correva a bere acqua da un torrente ghiacciato in pieno inverno... l'aveva fatto Duncan, pagando una penitenza, una sorta di sfida. L'avevano sfidato in uno dei loro stupidi giochi. Aveva masticato due cicche alla menta per poi sputarle e bersi un bel sorso di acqua di sorgente, ritrovandosi con la gola praticamente ghiacciata, così ghiacciata da non sentirla più. Questo provava ora, in minor quantità ma era comunque fastidioso, tutto quel fastidio era dovuto alla corsa estenuante, ai ripetuti infarti e agli sbalzi di temperatura concessi gentilmente dal bellissimo manichino in smoking...
“MA PERCHÉ NON TE NE STAI IN UNA BELLA VETRINA A SFILARE COME TUTTI I BRAVI MANICHINI?!” Aveva urlato il verde di fronte all'ennesima apparizione dello Slender, facendo uno scatto di lato e correndo su per un altro sentiero.
Giocavano a guardie e ladri, ad una stupida ed insensata lotta. Duncan lottava per entrare nel cerchio immaginario che lo Slender aveva creato intorno al silo. L'aveva vista la pagina, l'aveva vista circa quattro volte, ma non poteva prenderla.
La sua nemesi aveva sviluppato una strategia diversa? O forse si stava solo divertendo con lui, fatto sta che mentre Duncan correva, compiendo così un perimetro nettamente superiore, allo Slender bastava teletrasportarsi da un luogo all'altro senza fatica, ostacolandogli la successiva pagina, facendolo andare su tutte le furie.
Ringhiava oramai Duncan, oramai provava odio e rabbia per quella sottospecie di manichino con i poteri psichici più che paura... certo, quella c'era ma in minore quantità. Duncan doveva prendere la pagina, lui doveva escogitare un piano per riuscire a prenderla...
Corse, cambiò direzione un paio di volte, ma alla fine si ritrovava sempre a girare in tondo ed ad essere ostacolato ogni cinque secondi dalla nemesi. “Oh andiamo! LEVATI!” Esclamò esasperato il punk, sbiancando appena lui gli apparì proprio davanti. Sentì la testa girare e la vista annebbiarsi: “Non guardarlo!” gli urlò la mente, facendolo rinsavire e correre via, lontano dal silo... eppure doveva tornarci, quella pagina gli serviva e sinceramente non aveva voglia di correre da tutt'altra parte, riuscire a prendere le altre pagine per poi tornare senza farsi uccidere e prendere pure quella... questo gesto equivaleva quasi ad andare in Antartide, prendere un pinguino e portarlo in Kenya, lasciandolo in mezzo ai leoni e dicendogli di cavarsela da solo e di sopravvivere per un anno...
Detto in breve, non poteva lasciarsi nessuna pagina alle spalle: si trovava? Doveva prendersela subito e correre via...

“Slendy, slendy, slendy... posso per favore prendere la tua paginetta bella bella? Prometto che ne avrò cura e...” In risposta ricevette un altro attacco di cuore da parte dello smilzo, che lo fece sobbalzare ed allontanare di altri passi... oramai quel gioco da inseguimento con morte certa si era trasformato in un “Prendiamoci gioco di Duncan e facciamolo impazzire, tanto lui é stupido.”
“Tsk, io ti prometto che la tratterò bene e tu cerchi di uccidermi! Stupido idiota.” Sibilò il punk, cercandolo con lo sguardo, senza trovarlo da nessuna parte. La torcia illuminò la pagina, ed il moro riuscì a capire di quale si trattasse:

“Can't run.”

“Aaaaah.” Il punk sogghignò lievemente, capendo tutto. “Ecco perché fai il prezioso, mi stai mettendo alla prova... non puoi correre ma puoi teletrasportarti, e ti stai in qualche modo vantando di questo tuo potere... patetico Slendy, davvero patetico.” Lo stava davvero sfidando? A quanto pare si, e lui non si faceva vivo.
“Codardo.” Il verde ghignò, facendo un paio di passi avanti, fregandosene della nemesi che ora come ora si stava dimostrando un coniglio, avanzando verso la pagina, che si faceva sempre piú chiara e vicina... Si, era veramente il disegno che spiegava al giocatore che lo Slender Man aveva si le gambe, ma era in qualche modo incapacitato, non poteva usarle e allora aveva sviluppato questo potere di governare lo spazio, la dimensione... la nemesi del Marcio aveva il potere di trasportare il proprio corpo da un posto all'altro, facendoti prendere infarti su infarti. Ma non poteva camminare, il che era un vantaggio ed uno svantaggio...
Ma ora non bisognava pensare a questo, ora si doveva solo iniziare a correre e afferrare la pagina. Un sorriso vittorioso s'impossessò del volto di Duncan che finalmente potette posare mano su quel foglio di carta e guardare il disegno, il quale sembrava fatto dalla mano di un bambino, come tutti i precedenti:

Don't look...or it takes you.”

“Follows”

“Always watches. No eyes.”

“Can't run.”

Quattro. Quattro pagine. Era a metà, lo Slender non gli dava tregua e quella scrittura sembrava tanto quella di un bambino. Il cellulare non emetteva alcuna vibrazione, e la torcia non dava segni di cedimento, così il punk si concesse un paio di minuti per riprendere fiato ed esaminare le pagine. Quelle quattro pagine...

“4 of 8 pages collected.”

Brutta idea...
Il telefono in realtà aveva esalato l'ultimo respiro pochi istanti prima, andando in corto e spegnendosi. La torcia iniziò ad emettere deboli variazioni di luce, poi sempre più forti, arrivando ad accendersi e spegnersi di tanto in tanto, ma Duncan sembrava quasi rapito da quelle pagine, che solo quando si ritrovò a terra con lo Slender a pochi centimetri da lui rinsavì, sgranando gli occhi.
Lo Slender Man era davanti a lui. Lo Slender Man poteva ucciderlo da un momento all'altro. Scosse la testa, distogliendo lo sguardo dal suo bianco volto e scattando in piedi, sentì una fitta di dolore al polpaccio ferito, ma non ci fece caso. Ora erano entrati nel vivo del gioco, ora doveva scappare.
E così fece, riuscì miracolosamente ad alzarsi e a riordinare i pensieri, mentre si tuffava in una corsa senza una meta, mentre cercava il più possibile di prendere le distanze da Lui.


Angolo di M:
Buonasera :3 mi scuso per il ritardo -again- ma non e colpa mia...
É LA SCUOLA D: CATTIVA SCUOLA, CATTIVA!
Comunque, la storia si avvicina alla fine, -se, siamo solo a metà, é vero... but I'm crazy :3 É impossibile decifrare la mia mente ^0^- quindi dirò solo che la storia mano a mano si avvicina al finale...
Ehm... non lanciatemi pomodori TTOTT
Hi <3

~M

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***


Si ritrovò a tremare, avvertendo di nuovo il gelido essere alle proprie spalle.

Scappare. Dolore. Stanchezza.

Non ne poteva più. Fermarsi e farsi catturare finalmente dallo Slender? Mai. Mai!
Riprese a correre, la torcia sempre più lieve, affievolita, il telefono oramai morto, spento. Si guardò intorno più volte, sempre più intimorito, sempre più impaurito. La tensione saliva di secondo in secondo, ora... oramai non si poteva più tornare indietro, o mandare a fare in culo il gioco ed uscire, magari per andare a spararsi un buon caffè e qualche ridicolo programma demenziale che mandavano in onda il sabato sera: era solo. Solo e disperso nello stesso gioco che aveva adorato per mesi. Prigioniero del suo stesso sogno, schiavo della sua stessa nemesi.
Rabbrividì. Voleva tornare a casa, voleva scappare da li, rompere il gioco in cui era stato lanciato, crasharlo, scappare... aveva bisogno di trucchi, scappatoie: non voleva più averne a che fare con Lui.
Sentì una goccia di sudore scendergli lungo la fronte, calandosi verso la guancia, l'altra scivolò velocemente sul collo, cadendo sotto la maglia nera oramai stracciata.
Si guardò il polpaccio, il bendaggio di fortuna reggeva, ma iniziava a fare male di nuovo. Sibilò, cercando di non guardare la gamba lesa e riguardandosi intorno... nessuna traccia, non ancora.
Sospirò, forse un poco più sollevato, inghiottendo bocconi di coraggio, asciugandosi le gocce di sudore e cercando di ricomporsi.
Paura... da quanto non aveva paura? Persino quando era evaso dal riformatorio non aveva avuto paura, ma solo adrenalina, adrenalina pura. E ora si sentiva vuoto, perso...solo.
Cadde all'indietro appena lo vide, poco più in la, circa ad una decina di metri di distanza. Era dietro un grosso pino dalla corteccia nera, scura, quasi come se anche il povero albero fosse stato contagiato dallo smilzo ed oscuro uomo senza volto. Duncan d'altro canto era dalla parte opposta, seduto ed appoggiato ad un tronco di un albero, la radura tra di loro, che li separava.
Si rialzò a fatica, quasi come se tutte le forze che aveva in corpo fossero scappate... almeno loro potevano farlo. Si aggrappò alla corteccia, graffiandosi i palmi, i polpastrelli, il dorso, le nocche... non importava. Tentava disperatamente di rialzarsi per poter scappare di nuovo ma... come si poteva riniziare a correre se i muscoli del proprio corpo si rifiutavano di muoversi?
Poteva chiaramente sentire il proprio fiato spezzarsi a mezz'aria, o il proprio cuore battere all'impazzata nel suo petto, quasi come se anche lui volesse scappare dalla gabbia toracica e via di li. Deglutì il ragazzo, ma lo Slender Man non si mosse di un passo.
Duncan lo guardò, sfidandolo quasi. “Sono qui bello, avanti. Vienimi a prendere, che aspetti?” Lo sguardo non cedeva, riuscì ad alzarsi in posizione perfettamente eretta, alzando il mento e serrando i pugni, fregandosene del bruciore che avvertiva sulle nocche. “Che c'è, ti diverti a torturare le prede, prima di ammazzarle e dare soddisfazione al tuo macabro sadismo?” Mentre pensava quelle frasi continuava a guardarlo, perché si; ancora non si capacitava di tutto ciò che gli stava accadendo, ancora non riusciva a capire se quell'essere era vero e non solo una leggenda, ancora una parte di se non credeva di star giocando dal vivo a quel malsano gioco.
Rimasero a fissarsi a lungo, i due o meglio... solo Duncan rimase a fissare quei lineamenti di viso inesistenti, disegnandogli una faccia immaginaria quasi come per conoscere il proprio nemico.

Ed era proprio questo il brutto, non poter dare un'identità al proprio nemico, non potergli disegnare volto, non poter conoscere il colore dei suoi occhi o i lineamenti del viso.
Questa era la più grande paura che lo Slender poteva farti, il fatto di essere un ignoto, una persona irriconoscibile eppure così particolare, impossibile da dimenticare.
Era questo che la gente temeva, specialmente Duncan: essere rapiti ed uccisi da un essere, un assassino e non poter nemmeno sapere che tratti somatici aveva...

Si ritrovò in piedi, stazza possente, spalle larghe, piccolo ghignò sul volto, come per deriderlo, sbeffeggiarlo:
Aveva imparato la lezione? Nossignore, questo mai.
“Beh?! Ti sei stancato Slendy?!” Si portò le mani a coppa intorno alla bocca, urlando contro a quell'uomo smilzo, urla che furono seguite da una piccola risata.
Doveva morire? E allora perché non farlo divertendosi? Ghignò, scendendo da una delle radici dell'albero vicino a se e riprendendo a correre.
Non si sarebbe arreso tanto facilmente; col cazzo che si sarebbe arreso tanto facilmente.

L'uomo smilzo rimase immobile, lasciandolo scappare. Non si mosse di un millimetro, solo i tentacoli che sporsero poco dopo dalla sua schiena lo fecero, partendo dentro il terreno e sopra di esso... aveva un'ultima preda da far fuori prima del ragazzo dalla cresta verde...

Ghignò nuovamente il moro, cacciando un urlo di soddisfazione nella notte. “Help me” Un lento, sadico ghigno si disegnò sul viso del moro, mentre afferrava la pagina e si guardava intorno, per poi tornare a fissarla.

“6 of 8 pages collected”

Sei, era a sei e poco fa aveva preso l'unica pagina con solo un disegno, il presunto Slender nella foresta, circondato da pini e altri alberi, ora la pagina con scritto “Help me” ... Ne mancavano due, due soltanto e avrebbe vinto.
Era da una buona mezz'ora che non lo vedeva, era da trenta minuti che riniziava a fare scorta di spavalderia e coraggio... Slendy non era li in zona, e la luna lassù in cielo sostituiva egregiamente la torcia, per fortuna. Lanciò torcia e batterie morte vicino ad un albero, sedendosi con la schiena contro la corteccia ed esaminando tutte le pagine... Beh, gli mancavano solo due, quella piena di “no” con Lui al centro e il “Leave me alone”. Si, poteva farcela.
Riprese a correre e riuscì persino a rendersi conto di quanto stupida ed ironica fosse la situazione: era notte, correva da quando era uscito da quella tenda e aveva alle calcagna un essere terribile, un fottuto psicopatico.
Cercò di dimenticare il versetto più alto di un ottava che fece appena salto di lato per schivare la grande massa che gli era apparsa davanti.
La tenda.
LA TENDA! Duncan ghignò, poi lavorò quella smorfia, facendola diventare un sorriso di pura gioia. Jeoff, li c'era Jeoff! Non era solo, poteva dire addio a quel fottuto incubo o almeno combatterlo in compagnia del suo fidato festaiolo... chissà, magari il cowboy con la mania per le feste avrebbe invitato lo Slender Man ad uno dei suoi party, lo smilzo avrebbe accettato e... “D'ah Duncan! Ma a che cazzo pensi?!” Si diede un colpo sulla nuca ed uno in fronte poco dopo “Concentrati!” per poi avvicinarsi alla tenda ed aprirla.
Vuota, come diamine poteva essere vuota?! Beh... magari, hm... magari era uscito a cercarlo insieme agli altri, magari tra poco sarebbero tornati.
Sentì un vento gelido alle sue spalle e riprese a correre, via di li, via, così come gli diceva l'istinto.
“Jeoff, JEOFF!” Entrò a razzo nella tenda, alla ricerca del festaiolo, ma vi ci trovò solo il suo cappello da cowboy... “J-Jeoff?” Questa volta la voce del punk aveva perso ogni certezza, e l'esitazione regnava sovrana tra le corde vocali del verde, mentre si guardava intorno...
Un quarto “Jeoff” si fece strada nel silenzio della notte, oramai quasi alba; si poteva vedere meglio, la luna ed il buio stavano dando spazio alle prime luci del mattino. Oltre le montagne si scorgeva già la luce del giorno: si, poteva vincerlo.
Aveva resistito tutta la notte, aveva conquistato quasi tutte le otto pagine, due; gliene mancavano due. Si prese una manciata di minuti per sistemarsi quella ferita che aveva gridato vendetta per tutta la notte, togliendo quella striscia di pantaloni fradicia di sangue e schifezze e rovistando nel borsone dentro la tenda, strappando questa volta una striscia di maglietta, una parte la usò per pulire la ferita con l'acqua nella borraccia, l'altra servì per bendare quel morso sovrumano.
Si diede una veloce regolata, concedendosi il lusso di svuotare la borraccia e di inghiottire quella preziosa e rinfrescante acqua e prendendo anche l'altra per sciacquarsi il viso, facendosi scivolare il liquido dalla nuca fino ai piedi sorridendo tra se e se nel sentire la sensazione di apparente pulito sul corpo, anche se esso era sporco di rami, diverse foglie e fango.
Prese poi l'ultima borraccia e se la mise in tasca... l'acqua serviva sempre, e dello smilzo ancora nessuna traccia. Afferrò velocemente una barretta tra le provviste segrete del festaiolo e la divorò velocemente, stando sempre all'erta sul mondo al di fuori di quel piccolo rifugio... altre due si aggiunsero alla borraccia ed al coltellino del verde, quel fedele coltellino che aveva sempre con se, quasi come un portafortuna.
Si sorprese quando vi ritrovò pure quel piccolo teschio intagliato che anni fa aveva regalato a Courtney... lei glielo aveva rispedito indietro, quasi lanciato con tanto di insulti lievi e pesanti; era un peperino quella ragazza, e il punk si ritrovò a sorridere al ricordo della ragazza, per poi scuotere la testa e poggiare l'oggetto sul sacco a pelo, insieme a torcia e pile scariche... il telefonino lo rimise in tasca, poteva sempre servire no?
Uscì con il polpaccio fasciato, acqua e cibo nello stomaco e una piccola ed apparente calma, calma che crollò disastrosamente appena un grido gli fece gelare il sangue nelle vene... “Fratello!” Si lasciò la tenda alle spalle, afferrò istintivamente il coltellino ed iniziò a correre verso quell'urlo di dolore.
L'alba si alzava sempre di più, così come l'adrenalina del punk, che correva per l'ennesima volta a perdifiato alla ricerca dell'amico: un'altra pagina aveva conquistato, ed era un poco piú sicuro, solo una pagina ed avrebbe vinto...

“7 of 8 page collected”

E la pagina con la scritta Leave me alone” era sua. Più il sole saliva, più la gola bruciava e il cuore pareva scoppiare in petto.

Odore di bruciato:

Quante volte aveva sentito quell'acre odore di fumo e legna bruciata? Lui per primo adorava mandare a fuoco oggetti vari e vederli morire per il suo divino potere ed ora gli si era ribaltato tutto contro, lui era la vittima, lui era quell'oggetto che stava per finire bruciato.
Sgranò gli occhi nel vedere quella scintilla di fuoco, deglutì appena essa investì un albero, scostandosi immediatamente di lato, come se anche solo la striscia di fumo nero che ne scaturì poco dopo potesse ferirlo mortalmente. Ricapitolando: doveva correre, doveva schivare rami che cadevano improvvisamente e cercare di non inalare fumi velenosi. Un incendio improvviso era scoppiato nel bel mezzo di quel bosco maledetto e le grida di Jeoff sembravano esser sparite.
“Fratello! Eddai dammi un maledetto segno!” Si fermò per pochi secondi, portandosi le mani a coppa intorno alla bocca e cercando un segnale, un qualunque segnale del biondo. Se lo trovava... beh sinceramente non sapeva che cosa avrebbe fatto, ma lui era il tipo di persona che non programmava nulla, se una cosa doveva succedere succedeva e basta, una scappatoia si trovava sempre...
Scappatoia che il punk non trovò, per una volta era perso in quel vortice di sensazioni che la vita gli stava sputando addosso.

“Rinuncio.” Sussurrò in quel momento, appena vide lo Slender Man davanti a lui, immobile, immune ad ogni cosa. I tentacoli che sbucavano da dietro la schiena si agitavano, come tante code; solo una era ferma, solo una era tesa verso l'esterno... solo una teneva per il collo il corpo oramai senza vita di Jeoff.
Si lasciò cadere a terra il punk, erano ore che cercava il festaiolo per vederlo scoppiare a ridere e dire che era tutto uno scherzo, era ore che scappava dalla morte. Aveva ritardato solo di pochi giri d'orologio la sua ora...
Era finita.

***

“Ehi amico? Ah, finalmente sei sveglio, é da due settimane che non apri gli occhi... ci stavamo preoccupando.” il punk sbatté più volte le palpebre, cercando di capire dove si trovava e cosa stesse succedendo. “Che é successo?” Duncan si massaggiò il capo con una mano, mentre l'altra lo sorreggeva sul materasso... aspetta:
Materasso? Letto?! Si girò di colpo e vide le stelle, la testa doleva da morire, così come la gamba. Sgranò gli occhi appena gli occhi tornarono a vedere senza ulteriori sfocature Era nella stanza di un ospedale, una gamba ingessata e una benda in testa, senza contare la flebo attaccata ad un braccio... “Che cazzo ci faccio qui Jeoff?” Il verde puntò gli occhi acquamarina sul biondo, il quale alzò le spalle.
“Da quel che ne so mi sono svegliato ed eri sparito, ti abbiamo ritrovato dopo ore giù per un piccolo dirupo... non so come diamine tu ci sia finito ma bello... hai avuto culo, un sacco di culo i medici qui dicono che avresti potuto romperti il collo.” Il festaiolo rise. “Ma ovviamente non sanno con chi hanno avuto a che fare, eh vecchia pellaccia?” Duncan sbuffò, un poco scocciato per via di quella fastidiosa ingessatura e per il mal di testa, un sacco per il fatto di essersi sognato tutto: lo Slender Man non esisteva, era tutto frutto di una brutta nottata. Si erano sbronzati prima di dormire, questo se lo ricordava bene... poi, beh... forse si era svegliato per uscire e vomitare o altro, era buio... ha inciampato e bum! Giù nel piccolo dirupo.
L'ubriachezza, la botta e tutto il resto gli avevano fatto immaginare lo Slender, e i vestiti stracciati erano di sicuro opera della caduta, così come il sangue.
“Però é strano... prima di ingessarti hanno visto uno strano segno, come un morso... ma non hanno capito di che razza di animale... ah va beh, chi se ne frega, ora ti hanno svegliato dal coma farmacologico e devi solo muovere il culo e riprenderti. Ah, Duncan... ricordami di non farti bere quando vieni in campeggio con noi.” Le risate di Jeoff, Duncan e del gruppetto di amici li a fargli visita scomparirono poco dopo, mentre si faceva notte nell'ospedale.
Altri tre giorni di convalescenza, poi sarebbe tornato a casa. Si alzò dopo due ore dal risveglio, gli arti indolenziti volevano almeno provare a zoppicare per la stanza... Un paio di quasi cadute e il moro dovette rinunciare, stava tornando a letto quando ad un tratto vide i propri vestiti superstiti di quella atroce notte di oramai due settimane fa sulla sedia... perché erano li?
Allungò la mano e li prese, quando dalla tasca dei jeans a vita bassa oramai quasi maciullati caddero dei fogli. “E questi?” Duncan inarcò un sopracciglio, prendendo quattro fogli sparsi a terra e trovandone altri tre nelle tasche. Ci trovò anche il coltellino, ma della borraccia e del cibo nessuna traccia. Una smorfia di terrore di impossessò del normalmente strafottente viso del Piercing, mentre deglutiva come per scacciare quella sensazione di angoscia.
“E-era tutto un sogno no? Un stu-stupido sogno!” Gettò le pagine lontano da se, cercando di andare a letto e non pensarci. Era al piano terra, poteva distrarsi e guardare il cortile li fuori, magari qualche corvo litigava o altre cazzate simili:
Quando mai l'aveva fatto.
Sbiancò, diventando più freddo dei piercing che aveva addosso, alla sua sola vista.
Ogni singolo organo si contrasse, parevano voler uscire dal ragazzo.
Vomitare. Doveva vomitare.
Ma nonostante tutto non riuscì a distogliere gli occhi da quell'altra, smilza ed oscura figura, che nel frattempo come teletrasportata di avvicinava al punk, solo il vetro della finestra li separava.
Aveva i tentacoli dietro la schiena, aperti fieramente a ventaglio, ed ancora solo uno brandiva tra le sue grinfie una cosa, un oggetto questa volta. Una pagina svolazzava al rimo di quei tentacoli, mentre il moro non aveva nemmeno la forza di gridare. L'ultima pagina, quella con lo Slender al centro e una miriade di NO come sfondo.
“No.” Fu questa l'ultima parola di Duncan, prima di venire trapassato da parte a parte da un tentacolo dello Slender Man. Sentì ogni forza svanire lentamente, abbandonarlo, ma sorrise piano, mentre guardava il suo assassino.
“Ce l'avevo quasi fatta, Slendy bello.” Pensò, prima di chiudere per sempre gli occhi.
Non ritrovarono il corpo del verde, così come non trovarono le pagine sparse per terra dal ragazzo prima di morire. Tutto ciò che trovarono in quella stanza fu una piccola macchia di sangue e un coltellino svizzero sul cuscino.


Ehilá, uh-uh oggi ho fatto il pienone di testi :D *le fanno male da morire le mani* Spero solo che Duncan non mi becchi, l'ho appena fatto crepare >~<
Duncan: Qualcuno mi ha chiamato?
E-eh? Oh no, ma figurati ^^" *lo caccia via e corre a chiudersi in uno stanzino* Beh ragazzi, mi dispiace sia finita, ma ci tenevo a ringraziare tutti coloro che hanno letta e recensita, ma anche solo letta per divertimento o interesse.
Quindi ringrazio: *rullo di tamburi*
- Alejandroelmejor
- boreal lele
- sunburst
- _SamanthadettaSam_
- GwenxDuncan
- _Rainy_
- Nekodeath
- Smilesmoke
- Stardustinyoureyes
- xXla_StrategaXx
- Rocker_wolf_love
- GweneDuncan4ever
- Liberty_Fede
- Babytitta
- TDfan
- Hope_dream

Davvero ragazze/i, senza di voi questa storia non sarebbe finita mai. Grazie a tutti per il supporto e i consigli, davvero <3 e come promesso ecco tutte le immagini delle pagine fatte da P. in un bel collage: PS: visto che l'immagine mi sbalza ogni cosa della pagina, vi lascio qui il link, su tinypic si dovrebbe vedere :3 se non riuscite ditemelo che la metto qui, anche se sará immensa D:
http://i62.tinypic.com/14v2tt.jpg É stato bello <3
~M

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