niente è come sembra

di MercuryVit
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sarah, ricordati che nulla corrisponde mai alla prima impressione ***
Capitolo 2: *** Plasmato dai sogni ***
Capitolo 3: *** Sogni e delusioni ***



Capitolo 1
*** Sarah, ricordati che nulla corrisponde mai alla prima impressione ***


Erano passati ormai 3 anni dall’avventura di quindicenne che Sarah aveva passato nel Labirinto,da quando si era svegliata credendo che quello fosse solo un sogno.
Seppur il tempo fosse passato quella vicenda era ancora impressa vividamente nella sua mente e non riusciva a spiegarsi come avesse potuto compiere un sogno così ben strutturato e coerente, di solito la notte la sua mente produceva scene distaccate fra loro senza il puro senso logico, delle quali non comprendeva assolutamente niente e che scordava dopo poco tempo.
Quel libricino rilegato dalla copertina rossa di pelle veniva però custodito ancor più gelosamente di prima all’interno del suo comodino…Nessuno avrebbe dovuto sapere della sua storia:era sua e di nessun altro.
La sua stanza era cambiata, non c’erano più pupazzi ma poster di cantanti famosi e film, accanto alla sua moltitudine di libri si erano affiancate musicassette e numerosi vinile dei quali era certamente gelosa come lo era stata per i suoi amici di pezza : non sia mai una copertina si fosse rovinata o il disco graffiato! Non poteva assolutamente permetterlo. 
Ma l’oggetto di cui era decisamente possessiva era lo stereo con giradischi che aveva ricevuto in regalo per il suo compleanno,Toby non poteva neppure avvicinarsi a quello che avrebbe aizzato le urla della sorella contro di lui.
Ora Sarah era diventata una ragazza matura e socievole a differenza di prima,anche se la sua fantasia non l’aveva mai abbandonata e si faceva sentire ogni volta che scriveva qualcosa.
Adesso frequentava il penultimo anno delle scuole superiori con tutto il suo vagone di studi,di corsi pomeridiani e naturalmente con le prime cotte.
Era infatti innamorata di un ragazzo  giunto nella sua classe l’anno prima : David.
Fu subito colpita da lui, inconsciamente le ricordava tantissimo il re della città di Goblyn anche se cercava di negarlo.  I suoi occhi la ammaliarono così come il suo sorriso ed i suoi folti capelli biondi,la sua figura alta e slanciata,i suoi modi,le sue mani … era attratta da tutto di lui e da qualunque suo gesto.
*Point of view of Sarah* -Flashback
Era il primo giorno di scuola del terzo anno delle superiori quando entrò un ragazzo con un foglietto in mano con scritto “ 3 G “ ed il timbro della segreteria che si presentò a tutti come nuovo allievo.
Rimanemmo tutti stupiti, sia gli alunni che la professoressa della prima ora…Nessuno ne sapeva niente ed in più quel nuovo compagno aveva un non so che di fuori dal normale: la sua presenza, i suoi gesti,il suo modo di parlare,di muoversi ( se non addirittura di essere) sembravano non appartenere ad un essere umano bensì ad un alieno androgino.
Io lo guardavo silenziosamente studiando ogni dettaglio del suo viso mentre rispondeva alle domande fatte dalla classe e dalla professoressa.
“Assomiglia tantissimo a Jareth”  il mio pensiero si diresse subito a lui ma non volevo ascoltarlo, infondo quella era solo frutto della mia fantasia: Jareth non è mai esistito.
A quanto pare  aveva un debole per i libri fantasy e di fantascienza oltre che ad essere un abile musicista.
Finito il colloquio il ragazzo si sedette proprio accanto a me salutandomi con un sorriso a trentadue denti:
<< Ciao! Sono David,piacere di conoscerti. >>
<< Piacere mio, io sono Sara h>> dissi cercando a tutti i costi di nascondere la mia timidezza, impaurita dall’ eventualità che le mie guance potessero diventare paonazze facendo trasparire così tutto l’imbarazzo che provavo in quel momento.
Feci caso proprio allora ai suoi occhi,che prima mi erano parsi solamente azzurri, erano spaiati: uno aveva la pupilla ristretta e l’altro l’aveva dilatata e questo ne influenzava il colore facendolo sembrare un fenomeno di eterocromia.
Passammo tutta la giornata scolastica a ridere e scherzare sui ragazzi ed i professori,non avrei mai immaginato che David potesse dimostrarsi così simpatico ed ironico…Diventammo immediatamente amici.
“Tu lo ami” no è impossibile,io non lo amo, lo conosco appena.
“Niente è mai come sembra…”

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Capitolo 2
*** Plasmato dai sogni ***


"Sembra assurdo ma lei,dopo tutto questo tempo,non si è ancora accorta che ,forse, quel giovane ragazzo di nome David, nasconde ,dietro quel viso semplice,un’altra personalità.  Non si è ancora accorta che, colui che lei pensa di conoscere, è invece la persona che l’ha sfidata anni fa all’interno del suo labirinto” Sospirò il re di Goblyn.                                                                                                                                                                                                                                       
“Non si è neppure mai resa conto che,durante questo lasso di tempo ,non l’avevo mai abbandonata. Ho sempre avuto su di lei il mio occhio vigile ed attento,pronto a soccorrerla da qualsiasi cosa. In questi anni ho studiato gli umani solo per farmi vivo,solo per proteggerla direttamente. Ho lasciato il mio castello,i miei Goblyn, solo per starle di nuovo accanto, esclusivamente per assaporare il dolce profumo dei suoi capelli corvini. Mi ritrovo in questo mondo di luridi umani per chiederle di passare l’eternità al mio fianco.” Pensava ad alta voce Jareth,con lo sguardo fisso verso la finestra del suo squallido monolocale.  Ora era una persona come le altre,un semplice studente che,per pagarsi gli studi e l’affitto, era costretto a diversi lavoretti. Un giorno dava ripetizioni di matematica,l’altro faceva il fattorino delle pizze ed un altro ancora era il commesso di un negozio di abbigliamento. Chi lo avrebbe mai pensato? Sua Altezza no di certo. L’amore lo stava pian piano trasformando,gli stava facendo conoscere il sacrificio e la forza della determinazione. Adesso niente gli era più dovuto,non sarebbe bastato uno schiocco di dita a mettere la gente a sua disposizione e la magia non lo avrebbe di certo aiutato a pagare le bollette  
Stanco si sfilò la maglietta ed i jeans attillati per mettersi il pigiama ed andare finalmente a letto.      
Raggomitolato sotto le coperte e con tra le braccia il cuscino sembrava così umano,stranamente vulnerabile.                       

*  POV OF JARETH * --------- Flashback     ------------------------------------------------------------------------------         

  Il rintocco di un orologio,tutto buio e poi un improvviso lampo di luce accecante. Mi risveglio così nella sala del trono. I miei abiti sono cambiati,non indosso più quelli dello scontro finale e,all’interno della mia testa, scorrono confuse le immagini ed i ricordi di poche ore prima. L’unica cosa che mi sembra chiara in quella foschia che è la mia mente è la proposta di rimanere fatta a Sarah. “ Non hai che da temermi, amarmi, fare ciò che io ti dico ed io diventerò il tuo schiavo.” Continuano a riecheggiare nella mia testa quelle parole,quella promessa. Forse in realtà,io sono già suo schiavo. Ha avuto timore dinnanzi a me,mi ha amato e mi ama ancora seppure non voglia ammetterlo ed io, senza di lei, sono rimasto colmo di vuoto,schiavo del suo amore. Senza di lei,senza i suoi sogni da bambina neppure esisterei. Sono un Sidhe e come tale il mio carattere,il mio aspetto estetico assieme  alla mia esistenza, sono determinati dalla mente di quella fanciulla. Sono già suo schiavo,vivo compiendo le azioni che lei si aspetta da me,sono un essere privo di personalità propria. Ad unirci è un legame inscindibile,entrambi possediamo parte dell’altro.

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Era l’una e mezza di notte e Sarah continuava a girarsi nel letto. Era tardi e non riusciva ancora a prendere sonno,nella testa aveva in mente un’unica cosa : David.
 Quel ragazzo spuntava dal nulla proprio nel momento esatto in cui lei stava iniziando a lasciar perdere la storia del Labirinto. La verità era che lei sperava e spera ancora che quello non sia un comune umano ma il mago che le aveva rubato il cuore  quando era ancora una ragazzina e non gliel’aveva mai più restituito.    
La sera si immergeva nei suoi pensieri chiedendosi che fine avesse fatto il Re di Goblyn,inspiegabilmente sentiva la sua presenza gravare su di lei ogni giorno. 
Più ci pensava e più continuava  a negarlo,ritenendosi pazza,credendo che quello fosse solo uno scherzo della vivida immaginazione della  quattordicenne che covava dentro di sè un immenso senso di abbandono e solitudine e che cercava di respingere il fatto che adesso suo padre stesse con un’altra donna,che sua madre era andata via per non tornare mai più.         
 Aveva passato diversi anni in seduta da diversi psicologi senza mai riuscire a parlare,senza mai riuscire a spiegare che la fantasia era per lei l’unica via di salvezza dal mondo esterno. Da un mondo dove lei non contava niente e nel quale a nessuno importava  dei suoi sentimenti,di cosa facesse. L’unica soluzione che le avevano dato al male che aveva dentro erano pillole,stupidi antidepressivi che non aveva mai preso.              
La sua personalità era ed è troppo forte per sottomettersi all’utilizzo di sciocche pasticche per migliorare l’umore,non sarebbero servite ugualmente a nulla. Erano pochi gli amici in grado di farla sorridere,di farla sentire apprezzata e non sola. Uno di questi era David,seppure non parlassero spesso di loro lui riusciva sempre a farle scappare una risata spontanea, a farle dimenticare le cose brutte,la  faceva sentire amata,le portava alla memoria ricordi felici ed il suo sorriso esprimeva positività.          
“Forse  Jareth ha donato a lui il mio cuore” con questo pensiero la ragazza sprofondò,lentamente, tra le braccia di Morfeo. La verità  era che il suo cuore non aveva mai cambiato proprietario.

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Capitolo 3
*** Sogni e delusioni ***


La sveglia suonò ripetutamente sul comodino di Sarah,costringendola,seppur malvolentieri, ad alzarsi dal letto. Con estrema lentezza si tirò su da quel morbido e caldo giaciglio, si guardò allo specchio.  Aveva le guance paonazze e la sua fronte,come tutto il suo corpo bolliva nonostante sentisse un freddo gelido pervaderle la schiena. A pezzi scese a fare colazione,non ce la faceva,aveva sicuramente la febbre. Karen,attivato l’istinto materno, se ne rese immediatamente conto e costrinse la giovane a ritornare a riposo.  La matrigna che Sarah considerava tanto cattiva le stava portando la colazione a letto! Se quando Toby era in fasce le era parsa una donna irosa,petulante e dal fare arrogante aveva riscoperto una mammina modello, forse curandosi della crescita del nuovo arrivato era scaturito un improvviso impulso materno anche nei confronti della ragazza. Ella si sentì particolarmente coccolata da tutte quelle premure,sensazione che aveva ormai dimenticato. L’influenza le avrebbe concesso di saltare la scuola per qualche giorno, un’idea che ecciterebbe qualsiasi studente,soprattutto l’adolescente in questione!
Mangiato un po’,giusto per far felice la matrigna che era stata così gentile,si raggomitolò nel piumone e si abbandonò al senso di stanchezza che pesava su di lei.
Era passata una mezz’oretta che fu svegliata da un ciarlare proveniente dalla cucina…La voce di Karen come al solito oltrepassava le pareti. A quanto sentiva alla porta c’era David,si era proprio scordata che quella giornata sarebbero dovuti andare a scuola assieme!
“Passa oggi pomeriggio,penso che a Sarah farà piacere sentirti ed avere informazioni sulla scuola” riuscì a comprendere. Ne fu entusiasta,una visita di quel ragazzo le avrebbe di certo sollevato il morale e fatta sentire meglio!                               
Fra tutto il chiasso del mattino,del padre che si preparava ad andar a lavoro, Toby a scuola, riuscì comunque a prendere sonno,il suo però fu un sonno agitato turbato da incubi ed allietato da sogni.
----------------------------------------------------------------------- POV OF SARAH
“Mia preziosa,noto che non sei cambiata affatto” disse la voce che pareva amplificata dal buio di quell’atmosfera misteriosa. Non mi spaventai all’udito di quel timbro familiare,al contrario,ne fui stranamente entusiasta,la mia faccia rimase però imperturbata. Non mi sembrava vero, quel tono così irriverente era proprio quello del sovrano del Labirinto,chi l' avrebbe più scordato!
Silenzio. Una figura alta e slanciata stava venendo verso di me in quel preciso istante. Avanzava lento e deciso ed il mantello che frusciava a contatto del pavimento di marmo accompagnava il rumore dei suoi passi. Quei rumori,il sentirlo respirare a poco a poco sempre più vicino, faceva vivere in me emozioni di tutti i tipi,dall’ansia all’angoscia e da quest'ultima all’esaltazione. La sua camminata si concluse a pochi millimetri da me,a quella vicinanza riuscivo a percepire l’odore di quell’essere soprannaturale,un profumo pungente e conturbante. La testa bassa, sentita minacciata dall’eventualità che i miei occhi potessero incrociarsi con quello sguardo così penetrante, in grado di scrutare rapidamente l'interno della mia anima. Il Sidhe parve rendersi conto del mio imbarazzo e ,con l’indice, mi sollevò delicatamente il viso. Una forza magnetica attirò i miei occhi ai suoi. Erano passati anni dall’ultima volta che avevamo avuto un contatto così intimo,dalla scena del ballo.
“Mi sei mancato” sussurrai quasi impercettibilmente,nella mia voce c’era un pizzico di malinconia. Tristezza nel dimostrarmi vulnerabile ai sentimenti in balia all’interno del mio cuore.
“Non ti ho abbandonata regina del mio cuore,ti sono sempre stato accanto…Mi hai confidato ogni tuo segreto”. Un ghigno gli illuminò il volto quasi a ridere del fatto che non me ne fossi mai accorta.
A quel punto compresi tutto,i miei occhi si spalancarono e le mie sopracciglia si inarcarono in un’espressione di sorpresa,era lui il ragazzo misterioso che era piombato dal nulla nella mia classe,quello che aveva bussato poco prima alla mia porta.
“Quindi…” Non riuscii a continuare la frase,improvvisamente ero come paralizzata, incapace di proferir parola.
Quel corpo che mi  era stato accanto possente fino ad ora si allontanò e si girò di spalle.
“Sì,ero io. Ero io colui del quale ti sei innamorata arrivando addirittura a chiederti se infondo non avessi donato a lui il tuo cuore. Stupida,stupida Sarah. Tu appartieni a me,renditene conto…Ed io,io appartengo a te al medesimo modo.”  Si rigirò improvvisamente,nelle sue parole colsi un briciolo di rabbia,gelosia. Il pensiero che potessi desiderare altre braccia al di fuori delle sue lo spaventava.
Gli andai vicino,lo accarezzai e  tranquillizzai dicendogli :” Ora l’ho capito,mi sono innamorata di te una seconda volta e mi (ri)innamorerò di te ogni giorno,sempre di più” .
I nostri nasi si sfiorarono, un attimo descrivibile come il “rullo di tamburi”,quello che precede il bacio,ci avvolse. Un lasso di tempo innocente durante il quale nell’aria turbinano le emozioni.
Non diedi tempo al rullo di terminare con il momento fatidico che lo sussegue,che mi svegliai.
Era stato tutto un sogno…Che delusione.
Misurai la temperatura, il termometro segnava 37 e 7. Con tutte le poche forze che possedevo mi tirai su dal letto per prendere un bicchier d’acqua e la tachipirina,incredibilmente affranta dal fatto che le visioni di me e Jareth fossero solo frutto del mio subconscio.

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