Good girls love bad boys.

di StewyT
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Puzza di bruciato. ***
Capitolo 3: *** Esiste l'amore? ***
Capitolo 4: *** Un ottimo ragazzo. ***
Capitolo 5: *** Una birra di troppo. ***
Capitolo 6: *** Colpa delle stelle? ***
Capitolo 7: *** La casa sul lago. ***
Capitolo 8: *** Obbligo o verità? ***
Capitolo 9: *** È tempo di film! ***
Capitolo 10: *** Insicurezze e paure. ***
Capitolo 11: *** Musica e demoni. ***
Capitolo 12: *** Ipnotic Dragons. ***
Capitolo 13: *** Dolci errori. ***
Capitolo 14: *** Angeli senza ali. ***
Capitolo 15: *** E se nessuno di noi fosse reale? ***
Capitolo 16: *** Il profumo di quello che sarebbe potuto accadere. ***
Capitolo 17: *** Ha i tuoi occhi. ***
Capitolo 18: *** Partenze e verità. ***
Capitolo 19: *** E per quanto sarò la sua Brendy? ***
Capitolo 20: *** Sei gelosa? ***
Capitolo 21: *** Ti vivo. ***
Capitolo 22: *** Ama e vivi per sempre. ***
Capitolo 23: *** Una fantastica sorpresa. ***
Capitolo 24: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Prologo.



Sembra che il sole sia sorto prima questa mattina, e sembra che sia più allegro del solito. Forse vuole prendermi in giro, dal momento che sta iniziando la peggior estate di tutta la mia vita.
Brenda. Ragazza uguale alle altre, diciotto anni, confinata in un corpo normalissimo con un cervello tutt'altro che normale, governata da due genitori iperprotettivi con la paura che la propria figlia possa perdere il proprio onore prima del matrimonio.
Caratteristiche fisiche: occhi marroncino chiaro, capelli color miele, naso piccolo, a patatina, labbra carnose. In carne, seno abbondante, cosce grosse.
Caratteristiche: malata mentale, rinchiusa in un mondo immaginario, tanta voglia di vivere, simpatica, timida, idiota, sclerata, lamentosa, camionista.
Sogno momentaneo: passare l'estate più bella del mondo col proprio ragazzo.
Sogno nel cassetto: avere un cassetto per i sogni più grande.
Colore preferito: viola.
Cibo preferito: cibo in generale.
Materia preferita: odia la scuola in generale.
Animale preferito: se stessa.
Tipo di uomo preferito: occhi blu e capelli neri: perfetto.
Libro preferito: Colpa delle stelle.
Ah, ovviamente, sesso: femminile.
Brenda: con tanta voglia di andare in vacanza con il proprio fidanzato e zero voglia di andare a casa di uno che le sta altamente sulle balle.
Daniel. Già solo il nome le urta i nervi e le fa salire il nervosismo.
Sì, questo può andare come mia scheda personale.
La porta si spalanca e la mia adoratissima madre entra nella mia meravigliosa cameretta bianca e viola scuro.
«Buongiorno» Urla.
Buongiorno e un cazzo, mi viene da rispondere, ma reagisco buttandomi il cuscino in testa e lamentandomi, come mio solito.
«Su, Bren. Stai per andare in vacanza. Stiamo per andare in vacanza.».
«Vacanza e un cuor di zenzero, mamma. Starei andando in vacanza se stessi per partire con Jim. Invece no. Devo andare a casa di quel deficiente di Daniel. Dio. Sai che non lo sopporto, mamma. Perchè vi siete impuntati a farmi andare da quello? Non è forse un maschio anche lui?»
«Brenda lui è come un figlio per noi, e tu lo sei per i suoi genitori. Vi conoscete da una vita e poi i suoi genitori verranno con noi in vacanza. Sei come una sorella per lui, non ti toccherebbe per niente al mondo, al contrario del tuo Jim! E scusa tanto eh, ma sei tu che non sei voluta venire con noi in Florida».
Sbuffo.
«Manco se mi avessero mandata col mio ragazzo fossi morta.»
Mi alzo catapultandomi nel mio bagno personale e chiudendomi dentro in dolce compagnia del mio mp4.
Mi lavo velocemente e metto nel beauty case tutto quello che mi servirà: spazzolino, dentifricio, spazzola, shampoo, schiuma per i capelli, voglia di chiudermi a casa di un deficiente a tre miliardi di distanza da Jim.
«Sei pronta? È pronta la valigia? Dimentichi niente?»
«E Dio santo, mamma. Vado su Marte o ci sono anche lì dei negozi?» mia madre sorride e prende la mia valigia.
«Hai ragione. Ma sono troppo ansiosa.»
«Sè, hai paura che qualcuno che non sia Daniel possa rapirmi? Insomma mamma, potete ancora ripensarci. Jim lo conoscete. È un bravo ragazzo e..»
«E non se ne parla neanche per idea. Muoviti, vai in macchina e preparati.»
«Ma preparati a cosa!?» Chiedo tra me e me.


La risposta è una: preparati a romperti i coglioni dietro uno che non ti ha mai sopportata.
Montana, tra le montagne e il nulla in un monolocale senza neanche l'aria per respirare con uno stronzo totale.
Preparati a sperare che arrivi presto Settembre.


Spazio autrice.
Ma ciao :3
Uhm.. io sono StewyT e... questa è la seconda storia "romantica" che scrivo, e devo dire che forse è più demenziale di quando abbia pensato all'inzio, ma perchè non tentare!? Tentar non nuoce. Al massimo se vi fa schifo mi ritrovo solo tre milioni di insulti, no!? LOL
Quindi.. niente. Qesto è il prologo di una storia d'amore divertente e spensierata, nata tra due scapestrati, teste di cacchio, che adoro infinitamente; e spero che anche voi alla fine della storia possiate farlo.
Spero che mi lasciate una recensione per farmi sapere cosa ne pensate, per farmi sapere se vi interessa!
Grazie per aver letto.
StewyT.

 

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Capitolo 2
*** Puzza di bruciato. ***


Puzza di bruciato.

La macchina sgomma e si ferma.
Mi ritrovo in una minuscola città, con la probabilità di incontrare abitanti della mia età, inferiore a meno uno.
Fuori dalla porta della piccola casa con tetto spiovente ci sono Luis e Anna, stretti l'uno all'altra con un sorriso che va da un orecchio all'altro, che se avessi la possibilità spazzerei via con una bella capocciata in bocca.
Maledetti. Loro e le loro dannatissime idee.
Mio padre si toglie la cintura ed esce, diretto verso il suo comcissimo amico. Mia madre fa lo stesso, correndo in contro alla luce dei suoi occhi: una più ancora scema di lei, con ancora più idee strane su come torturare Brenda.
Io sbuffo e resto lì, nella macchina con ancora le mie cuffiette attaccate alle orecchie.
Non voglio assolutamente restare qui: non appena il loro aereo sarà partito, la prima cosa che farò sarà chiamare Jim e pregarlo di venirmi a prendere.
«Su, Bren, esci. Anna vuole vederti» Come se non mi vedesse da chi sa quanto tempo.
«Dai, non vedo l'ora di rivedere la mia piccola Brendy» Dio, quanto odio questo maledetto soprannome.
Mia madre apre la portiera e mi tira per un braccio.
Non mi sforzo neanche di sorridere quando le braccia della donna dai capelli neri mi circondarono pronunciando un «Sei diventata così bella».
Non so se prenderla come un'offesa o un complimento.
Sono diventata bella in quanto prima ero brutta!?
«Sei felice di passare un po' di tempo con Daniel? Sono così felice che voi stiate assieme per un po'. Sai il mio piccolo ha sempre voluto una sorella e tu hai sempre voluto un fratello..»
A parte che non ho mai voluto un fratello, ma proprio mettendo questo in un angolino, di cosa ti fai? Io e quell'idiota fratelli? Ma manco se me lo dicesse un bellissimo esame del DNA ci crederei. È troppo stupido per essere mio fratello.
E.. è pure troppo bello. Magari gli somigliassi.
Dio mio, perchè gli adulti sono così stupidi e ottusi da non riuscire a capire?!
Jim. Datemi la mia meritatissima e desideratissima vacanza con Jim.
Abbracciata lei, devo superare l'ostacolo più grande dei prossimi cinque minuti: sopravvivere alle battute di Luis.
«Hey rospetto» Fanculo tu e tutti quelli che mi chiamano ancora così.
«Come ti va la vita? Che fine hanno fatto i brufoli eh?!»
Sono finiti sul tuo culo.
Arrossisco per la rabbia e mando giù le parole fingendo un sorriso a trentadue denti che scompare non appena si affaccia dalla porta Dan.
Bello è dir poco.
L'ho sempre odiato, ma non sono mai riuscita a vederlo brutto come di solito vedo chi non sopporto.
Alto più di un metro e ottanta. Fisico statuario alla.. David di Michelangelo, solo più vero, liscio e perfetto, fasciato da pantaloncini lunghi al ginocchio di Jeans e maglietta con scollo a v bianca.
Filo di barbetta nera sulla mascella leggermente pronunciata, naso perfetto, oggi blu come il mare, capelli neri e morbidi come la seta coperti da un cappellino da baseball nero.
No, non sto parlando di un modello, ma dell'essere più odioso che abbia mai conosciuto.
Diciotto anni che ci conosciamo tredici che non andiamo d'accordo, cinque che mi rivolge la parola per mandarmi solo a quel paese o sparare qualche cattiveria.
Mi guarda infastidito senza neanche rivolgermi una parola, quindi, essendo io educata e gentile, e non stronza come lui, lo saluto. Mi risponde con un
«Devo uscire, quindi se possiamo muoverci, ti mostro la casa e vado».
Affanculo devi andare.
La madre sorride debolmente accorgendosi di quanto fosse stupido quello che ha detto pochi minuti prima.
«Vabbene, quindi noi.. andiamo. Ci aspetta l'aereo.»
Sorrido e abbraccio mia madre.
«Divertiti piccola»
«Certo, mi divertirò. Proprio con questo vichingo antipatico e stronzo»
«Dai, non tratteresti mica così tuo fratello!?»
Ma mi sono persa qualcosa? Mio padre ha forse concepito quell'essere con Anna? No perchè non siamo mica fratelli.
«Se fosse come lui sì. Ma sai cosa papà? Chi lo conosce questo».
Sorride. Mi abbraccia e mi lascia con un bacio su una guancia.
I genitori del buzzurro salutano prima lui poi me.
Entrano in macchina e sgommano via.
Addio.
Mi giro verso Daniel che guarda infastidito con uno sguardo che sembra dire «muovi quel culo lardoso ed entra che devo uscire».
Quindi non appena entra lo seguo.
Diamine se non mi divertirò un mondo assieme a lui.

«Questo è il saloncino. Lì c'è la cucina, lì il bagno..»
«Guarda che se devi uscire posso anche vedermela io eh. Non è che ci sia tanto da scoprire qui» Dan mi guarda infastidito, ancora.
«Uno cerca di essere gentile ma tu proprio.. Okay, mi scoccio pure di parlare. Ti dico solo qualche cosa» Mi prende per mano e mi trascina su per le scale.
«Questa è la camera da letto. Purtroppo dovremo stare qui entrambi»
«Assolutamente no. Io dormo sul divano»
«Ti piacerebbe. Il divano è occupato»
«Da chi?»
«Da me e le mie amiche»
«Oh, capisco..»
«Quindi sei costretta a dormire con me, anche se non credo che ti faccia così schifo»
«E credi male invece» sospiro e lo guardo fisso negli occhi.
«Io dormirò sul pavimento.» Non mi aspetto di certo un «tranquilla, lascio il letto a te.» Quindi quando sorride e dice un «Okay» non mi sorprendo più di tanto.
«Prima di andare via devo chiarire immediatamente delle regole. Ne sono tante, ascolta bene.»
«Sì, padrone» Annuisco.
«Prima e importantissima cosa, non immischiarti nei miei affari. Quando vengono a farmi visita le mie amiche non devi assolutamente farti vedere. Non voglio che ti vedano e pensino che io sia fidanzato. Non è cosa per me»
«Tranquillo, non ci tengo affatto a farmi scambiare per la tua fidanzata!»
«Perfetto. Seconda regola. Questa è casa mia. Qui comando io. Tutto quello che vedi è mio. Non azzardarti a toccare o a muovere niente. I tuoi vestiti lasciali dove sono, non spargere i tuoi prodotti in bagno, i libri per la casa... niente»
«Ai tuoi ordini.»
«Per quanto riguarda le faccende di casa..i giorni pari ti occupi tu della cucina, ovviamente cucinando e pulendo e io dei vari servizi. I giorni dispari il contrario.»
«Perfetto»
«Non dobbiamo mai farci vedere assieme. Quando andremo in piscina io mi metterò da una parte e tu dall'altra. Lo stesso in discoteca, lo stesso in ogni occasione».
«Daniel non c'è bisogno che tu ribadisca il concetto né tanto meno che lo faccia io. Tu non ci tieni a farti vedere con me e diamine neanche io ci tengo. Nemici come prima» Sorrido e butto il giacchetto che mi ricopre le spalle sul letto per vedere la sua reazione.
Lui si imbroncia e sembra nascere una fiammella nei suoi occhi.
«parli la mia stessa lingua? Dove eri quando ho detto di tenere le tue cose lontane dalle mie?» Scoppio a ridere.
«Stavo scherzando, mamma mia». Annuisce, gira i tacchi ed esce dalla camera.
«Io esco. Non so se torno per cena, quindi boh, fai tu. Oggi è un giorno pari. Fai tutto tu»
«Divertiti»
Non mi degna di uno sguardo, gira le spalle e sbatte la porta.
Un vaffanculo gridato mi esce proprio dal cuore.


«Dio mio, ti giuro, Kat, se non trovo il modo di scappare da qui io impazzisco prima di settembre. Aiutami, ti prego. Ti rendi conto? Sono costretta a dormire sul pavimento. Sul pavimento» Urlo.
«Ma tu sei pazza. Io gli salterei addosso»
«Io lo odio Kat. Non riesco a vederlo bello o attraente. È uno stronzo»
«Che ti fa dormire sul pavimento freddo»
«Domani devo andare a comprare un maledetto materasso e un cuscino.»
Mi sporgo e vedo Daniel sullo stipite della porte.
«Adesso si mette pure a spiare le telefonate. Attacco Kat. Ci sentiamo domani. Divertiti»
«Oh, anche tu»
«Simpatica come sempre.»
Attacco e poggio il cellulare al mio fianco.
«Hai tanto da guardare Daniel?»
«Potresti non parlare di me alle mie spalle?» Scoppio a ridere.
«Non parlo di te alle tue spalle, dal momento che ascolti le mie conversazioni sfacciatamente.»
«Allora evitare di dire cattive cose sul mio conto alle mie spalle!?»
«Non dico nessuna cattiva cosa e soprattutto non alle tue spalle, se vuoi posso ripetere ogni singola cosa che le ho detto qui, adesso, avanti ai tuoi occhi e alle tue orecchie».
Sbuffa e dopo essersi tolto la maglia, la butta sul letto.
«Vado a farmi una doccia.»
«Bravo». Sospiro e mentre lui si chiude la porta del bagno io mi alzo e mi dirigo nella cucina che da sul salottino.
Prendo delle uova dal frigo e le butto su una pentolina.
Aspetto che si cuociano e mi perdo nei miei pensieri e nel ricordo di Jim in costume.
Ha un sorriso magnifico, sì ma ti perdi prima di arrivarci.
Ti perdi sul suo fisico perfetto, sulla sua mascella tonda e decorata da spruzzi di barba bionda, sulle sue labbra sottili ma allo stesso tempo carnose..
«Diamine che puzza di bruciato» sbatto gli occhi e mi ritrovo di nuovo lui, coperto solo da un paio di pantaloni, capelli bagnati e occhi lucidi.
«Cazzo hai combinato!? Dio, manco un uovo ti sai cuocere» Mi spinge leggermente, prende le uova e le butta nel cestino.
«Oh capito che nei giorni pari dovrò andare al ristorante.»
Sospiro.
«Credo di non avere più fame.»
«Non mi interessa. Mi interessa solo che tu non faccia bruciare la casa.»
«Daniel si sono bruciate due uova. Non è andato a fuoco niente. Le uova.. te le ripago» Lui sbuffa.
«Odio la puzza di bruciato» Apre la finestra e inizia a borbottare.
Io di mio salgo le scale e i butto su quel piccolo lenzuolo che ho poggiato a terra. Dopo neanche venti minuti sale anche Dan e si ferma a guardarmi sorridendo.
«Sul serio vuoi dormire lì tutta la notte?»
Lo guardo accigliata.
«Dove dovrei mai dormire?»
«C'è un letto qui, se tu non te ne fossi accorta..»
«Non ho la benché minima intenzione di dormire sul tuo stesso letto. E poi hai detto che non posso toccare le tue cose. Il letto è una tua cosa.»
«Fa come vuoi» mi guarda indifferente e si stende sospirando come fa una persona stanca, che ha lavorato tutto il giorno.
«Vuoi un cuscino?»
«non voglio disturbarti ulteriormente».
Lui mi butta un cuscino e biascica un «Buonanotte».
E chi se lo sarebbe mai aspettato.
Io personalmente non avrei fatto quello che ha fatto lui.
Mi sta meno sullo stomaco.
Mi giro dall'altra parte, e senza neanche volerlo mi addormento di botto.


Spazio autrice.
Salve gente! Come va la vita? 
Uhm.. niente volevo solo farvi "vedere" i miei Daniel e Brenda. 
Quindi vi dico che il mio Dan assomiglia tantissimo a Colton Haynes.
Per quanto riguarda Brenda.. beh non ho ancora pensato bene ad una Brendy, ma per il momento se dovessi dirvi a chi somiglia beh vi direi una Lily Collins con le sopracciglia più sottili e molto più chiara di capelli, o al massimo ad una Holland Roden (so che sono totalmente diverse, ma la mia fantasia oscilla tra le due attrici lol) con le labbra decisamente meno grandi.
Per il momento ho solo descritto lui, quindi sono sicurissima di come sia, e spero che più o meno anche voi lo abbiate immaginato come Colton.

Grazie per aver letto. Spero di scoprire i vostri pareri nelle recensioni.
A presto.
StewyT.



 

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Capitolo 3
*** Esiste l'amore? ***


Esiste l'amore?
 
Il suono del cellulare mi sveglia drasticamente dal mio bellissimo sogno:
Io in riva al mare, con il sole caldo sulla pelle, Kat al mio fianco, la risata di Jim nelle orecchie.
Apro gli occhi infastiditi dalla luce che entra dal balcone, e cerco il cellulare.
Lo prendo, ma non faccio in tempo. Ha già smesso di suonare.
Lo metto di nuovo al mio fianco e mi rigiro dall'altra parte.
Neanche dieci minuti e inizia di nuovo a suonare.
«E che cazzo Brendy, rispondi.»
Sbuffo e lo prendo. Rispondo assonnata, con la voce impastata senza neanche vedere chi è.
«Pronto!?»
«Bren. Piccola.»
«Jim?!»
«Esatto. Sono io. Il ragazzo più figo che hai»
«E anche l'unico...Spero!»
«Ciaaaao» Sorrido sentendo la sua voce.
«Da quanto tempo.»
«Esattamente tre giorni.. Mi manchi.»
«Oh Jim. Anche tu. Tanto.»
«Ti giuro senza di te qui mi sento vuoto. Vorrei averti adesso stretta tra le mie braccia»
«Jim ti prego non dirmi queste cose che mi fai stare ancora peggio di quanto non stia già.»
«Perchè?»
«Perchè!? Perchè sono costretta a stare qui e.. non voglio» sorride.
Immagino le sue labbra inarcarsi sui denti bianchi come il latte.
«Non ci starai per molto. Ad Agosto, appena finisco di lavorare giuro che ti raggiungo e stiamo assieme per una settimana.»
«Sul serio!?»
«Brendy! Brendy. Puoi uscire fuori? Sto cercando di dormire, porco Giuda!» La voce irritata di Dan mi riporta alla realtà.
«Eh?» Gli chiedo.
«Vaffanculo» urla lui e si chiude in bagno.
«Si è svegliato col piede storto» sbuffo.
«Oddio quando vengo gli faccio pagare tutto quello che ti farà passare. Giuro»
«Tu non fai pagare niente a nessuno. Appena arrivi l'unica cosa che fai è restare al mio fianco. D'accordo?»
«In una bellissima camera d'albergo che da sul mare»
«Ed eccolo che mi prende per il culo. Il mare non c'è. Sono in Montana»
«Giusto. Allora.. che da su una bella vallata?»
«Quantomeno romantico, dai» Sorride.
«Che stavi facendo?»
«Stavo dormendo» dico a bassa voce.
«Cosa? Ma sono le due del pomeriggio» ride.
«Lo so, lo so. Non ho dormito questa notte»
«Ti ha dato fastidio il tipo?»
«No. Lui non sta facendo niente. Insomma si comporta come forse ti comporteresti tu se venisse una che odi a vivere con te perchè obbligata. Oddio, comunque mi sta altamente sullo stomaco, ma lo capisco. Lo odio, ma gli do ragione» scoppia a ridere.
«Se fosse venuta una come te in casa mia.. Diamine l'avrei sbattuta al muro»
«Jim. Ti prego!»
«Sul serio. Non so come tu faccia a stargli antipatica, ma molto meglio così. Per lo meno non devo essere geloso. Anche se.. lo sono lo stesso»
«E di cosa?» Alzo un sopracciglio come se lui fosse li e potesse vedermi.
«Da quello che so è un bel ragazzo»
«Indubbiamente, ma tu sei centomila volte meglio. Sei più bello, più dolce, il tuo sorriso è più luminoso, sei più figo e.. io sono innamorata di te».
In realtà...
In realtà non so se sono veramente innamorata di Jim. Insomma ci conosciamo da sette anni e stiamo assieme da quattro, ma non so se tra di noi c'è davvero amore. Siamo giovani e non riesco a vederci come due che possano stare assieme per l'eternità, e per me due che si amano devono stare assieme per l'eternità. Di conseguenza tra noi non può esserci amore. Al massimo infatuazione.
Probabilmente.. Jim non è giusto per me. Io non sono giusta per lui. Oppure non so riconoscere i miei sentimenti. Fatto resta: sono infatuata di Jim. Al massimo. Mi piace. Ma non ne sono innamorata.
E continuo a chiedermi perchè mi venga spontaneo dirglielo, o sorridere quando lui lo dice a me.
«Anche io lo sono. Tanto. E non vedo l'ora di averti tra le braccia per spupazzarti»
«Ohw. Anche io non vedo l'ora che tu venga qui e mi stringa forte»
La porta del bagno si apre e ne esce Daniel coperto solo da un asciugamano nelle parti basse, completamente bagnato, i capelli neri, resi ancora più scuri dall'acqua, buttati all'indietro, gli occhi liquidi.
Arrossisco leggermente, quindi mi copro il viso con i capelli, lui mi guarda indifferente e sputa un nervoso:
«Quanto odio le coppiette. Come fate ad essere così smielati!? Dio mio!»
Prende una maglia e dopo aver passato l'asciugamano su tutto il corpo se la infila.
«Girati Brendy. Stai per vedere una cosa che potrebbe sconvolgerti»
Sorride malizioso.
«Sta parlando con te?!» Chiede Jim.
«Aspetta un secondo Jim»
Guardo Dan infastidita.
«Dio mio Daniel, fai schifo».
Esco e mi sbatto la porta alle spalle.
«Cosa ha fatto quell'idiota?» chiede Jim preoccupato.
«Niente. Non ha fatto niente.» Rispondo infastidita.
«Hey, io vado dai. Tra un po' inizio il turno.»
«Okay, ci sentiamo dopo». Mi schiocca un bacio e sorrido.
«Oggi è il tuo turno di cucinare, giusto?» Daniel scende beatamente le scale.
Vantandosi del suo fisico statuario e del suo carattere di merda.
Stronzo, antipatico, bacucco.
«Quando sarà il tuo turno di essere meno stronzo e antipatico? Sei così strafottente.»
«Cosa ho fatto?» Guarda perplesso. Anzi fintamente perplesso.
«Se non me ne fossi andata ti saresti spogliato ugualmente?»
«Perchè, che ci sarebbe stato di male? Sono abituato a farlo e non ti sarebbe di sicuro dispiaciuto» si dipinge sul suo volto un sorrisetto di vittoria.
«Questo lo pensi tu, Dan. Non tutte le tipe sono attratte da te, sappilo.»
«E tu non lo saresti, giusto?!»
«Assolutamente no.»
Sorride di nuovo.
«Ci crederò solo quando non uscirai dalla stessa camera in cui mi sto spogliando»
«Mi stai mettendo alla prova?»
Questa volta sorrido io. Non mi conosce affatto.
«Guarda che se mi lanci una sfida non posso che accoglierla»
«Quando vuoi»
«No. Quando tu vuoi.» Lo guardo con superiorità.
«Cosa si mangia?» Chiede lui indifferente.
«Cosa c'è qui?».
Mi avvicino al frigo e lo apro. È bianco. Totalmente vuoto.
«Bene. Non c'è niente»
«Quindi devo uscire per pranzare?»
«Zitto. Sta zitto un minuto, Daniel» Sbuffo.
Prendo della pasta e dei pomodori.
«Dovrai accontentarti di pasta al pomodoro. Dopo quando esco per prendere il mio materasso faccio anche spese.» Annuisce.
La pasta inizia a cuocere e il pomodoro a far sentire il suo profumo.
E Dan si siede su uno sgabello di fronte al piano cottura catturando ogni gesto che faccio.
«Cosa? Non ti fidi di quello che sto mettendo nella pentola?»
«In effetti no. Ho visto cosa hai combinato con le uova e non voglio rischiare di restare senza cibo»
«Dio mio, quando la smetterai con questa storia?» sorride.
«Quando non brucerai più uova»
«Quindi io potrò smettere di dire che sei coglione quando smetterai di esistere?»
«Non riesco ancora a capire chi ti ha dato tutta questa libertà d'espressione. Nessuno ha detto che puoi chiamarmi coglione quando vuoi. In realtà nessuno ha nemmeno detto che puoi nominarmi» dice con fare superiore.
«Dal momento che tu puoi insultarmi e puoi nominarmi quando vuoi,posso farlo anche io Daniel.»
«E quando ti avrei insultata?»
«Lo stai facendo anche ora pensando che io sono stupida, ma attenzione, non lo sono. Faccio la finta tonta e l'imbranata solo per ottenere quello che voglio»
«Potremmo dire che non ci sei riuscita, allora»
«Davvero, perchè?» Alzo un sopracciglio.
«Sei costretta a stare qui con me» Si alza dallo sgabello.
«O forse è quello che volevi?»
Sbuffo e mi viene da maledirlo in tutte le lingue del mondo.
«Col cazzo. Hai ragione, non ci sono riuscita. Ma chi sa, forse ci riuscirò in futuro.»
Impiatto la pasta e metto i piatti sul tavolo.
«Il pranzo è servito» dico acidamente.
«Prego».
Daniel si siede e guarda il piatto di pasta sorridendo, poi ne assaggia un boccone.
«Quindi sai cucinare! O per lo meno non fai bruciare tutto quello che cucini»
Sorrido sarcastica.
«Tu parli parli,ma non ho ancora mangiato niente di tuo. Fino a quando non lo farò sei tu a non saper cucinare, caro Dan».
«Domani ti sorprenderò.»
«Nah, ormai niente più mi sorprende quando si parla di te.»
Prendo un altro boccone.
«E comunque per quanto riguarda l'essere costretta a stare qui con te.. beh tranquillo. Tra un po' ti lascerò in santa pace. Jim mi ha promesso che mi verrà a prendere appena avrà finito al lavoro» lui sorride.
«Credi davvero che verrà a prenderti? Credi davvero che ti ami, vero?»
Lo guardo titubante. Che domande sono?
«Perchè mi fai queste domande?»
«Perchè ho sentito la vostra conversazione. Dio mio, siete così dannatamente smielati. E io odio le coppiette come voi. Cospargete tutto di miele, zucchero e cuoricini solo per coprire la realtà.»
«E sarebbe?»
«Voi non vi amate. Tu non sei niente per lui. È felice che tu non sia lì con lui anche se ti dice il contrario. Anzi non è felice. È felicissimo, perchè così si può scopare tutte quelle che vuole senza dover star dietro ad una verginella da dieci dollari. Poi vi vedrete e lui farà finta di essere l'uomo più felice del mondo. Otterrà da te quello che vuole e poi ti lascerà lì sconfitta e infelice oh.. oh magari continuerà a tenerti come fidanzatina di scorta. Tutto sommato non sei brutta, quindi perchè mollarti? Per quanto riguarda te.. beh ti è poco più che indifferente. Magari lo trovi pure attraente ma non sai perchè continui a starci assieme. Ti ho sentita mentre pronunciavi quel sono innamorata di te. Era talmente incerto che si capiva di qui a Roma che non lo sei affatto. Sai benissimo di mentire a te e lui, eppure lo fai ancora. Lo fai perchè così vi rende felici. L'amore non esiste. Non esiste per te, per lui, per me. Per chiunque l'amore non esiste. È un'illusione e tu te ne stai rendendo conto. Ma quando ne sarai pienamente cosciente sarà troppo tardi. Non riuscirai a tirarti indietro e ti sentirai sola, persa.» Lo guardo nervosa.
Mi è salita una rabbia dentro che gli tirerei un pugno tra i gioielli di famiglia, ma so che ha ragione. Per lo meno su di me. Ha ragione perchè io forse davvero non lo amo. Ci ha azzeccato, sì, ma nessuno gli da il diritto di sentenziare delle vite altrui. Non può farlo così liberamente come se lui fosse al di fuori di tutto. Come se lui non potesse essere sfiorato e distrutto da niente e nessuno.
«E tu? Perchè diamine ti comporti come se niente potesse sfiorarti? Come se fossi indistruttibile? Come puoi parlare alla gente in questo modo? Non sei nessuno Daniel. Nessuno. Non puoi dare delle sentenze sulla mia vita, su quella di Jim o su quella di chiunque altro.»
«Troppe domande tutte assieme.» Sputa infastidito.
«Non mi comporto come se niente potesse sfiorarmi, mi comporto come se niente potesse abbattermi perchè è così. Fino a quando si sa che l'amore non esiste ed è tutta un'illusione nostra perchè abbiamo paura di stare soli.. fino a quando sai di essere solo sei indistruttibile.»
«Parli solo come un deluso. Un ignobile deluso. Da tutto, da tutti. Dal cosmo, dalle donne, dalla famiglia. Sembra che tu sia stato ferito da tutto quello che ti circonda e che tu voglia ferire allo stesso modo tutti. Ho una notizia per te, Dan. Tu sei il meno indistruttibile di tutti. Tu sei quello più illuso. Tu sei quello che più soffre. Sei il più povero, il più solo e il più triste tra gli uomini perchè non ti concedi libertà. Non ti concedi passione né amore.»
Mi alzo lasciando il mio piatto di pasta ancora pieno.
«Oggi è il tuo turno di lavare i piatti» sbuffo.
Lui si alza contemporaneamente a me, e prima che mi allontani mi tira per il polso.
«Sarò tutto quello che vuoi tu. Non me ne fotte un cazzo di quello che pensi di me, Brendy, ma non parlare mai più in camera mia, in mia presenza, d'amore. E soprattutto da oggi in poi spegni quel fottuto cellulare o silenzialo, perchè su quanto è vero che mi chiamo Daniel Harrow io te lo spacco quel congegno infernale. Prima mando affanculo chiunque sia dall'altra parte del telefono, poi te lo spacco e lo butto giù e poi saranno cazzi tuoi. Intesi?» Mi guarda minaccioso. Se pensa di farmi paura si sbaglia di grosso.
Lo strattono e quando mi lascia il polso mi dirigo per le scale gridando un:
«Non mi fai paura buffone.»
Sbatto la porta e mi chiudo in bagno.
«Pronto?»
«Voglio andarmene via di qui, mamma. Non ce la faccio già più. Lo odio. Perchè mi avete costretta a stare qui?»
«Cosa è successo Bren!?»
«Lo odio, ecco cosa è successo. Io odio lui e lui odia me. Come possiamo stare nella stessa casa se non riusciamo a parlare civilmente? Insulta me, Jim, l'amore.. io davvero non riesco a starci nella stessa casa con questo. Figurati nella stessa camera. Vi sto odiando, mamma. Mi avete distrutto l'estate. Dopo tutto l'inverno passato sui libri a farmi il cuore come una capanna non mi lasciate decidere nemmeno della mia estate. Non è giusto.»
«Calmati»
«Devo sempre calmarmi io. Devo sempre subire io. Devo sempre essere io la sottomessa. Devo sempre farmi mettere i piedi in testa. Non ce la faccio più. Non lo voglio più. Me ne vado all'istante da qui»
«Provaci e non ti lascio più vedere Jim» urla lei.
«Adesso basta fare l'attrice. Non sei in un dramma, sei nella tua vita. Accontentati di quello che hai e non cercare altro. Tu hai deciso di non venire con noi, adesso resta lì, muta»
«Io non sapevo che l'altra scelta sarebbe stata stare qui con quest'idiota»
«Adesso lo sai»
«Vi odio. Vi odio» attacco il cellulare e tolgo la batteria.
Come si fa ad essere così strafottenti?
Dan inizia a bussare alla porta.
«Brendy, esci cazzo. Devo uscire e ho bisogno del bagno»
«Un attimo» rispondo.
Asciugo gli occhi e mi catapulto fuori.
«Prego» sbuffo.
«Questa sera esco» dice lui di malavoglia.
«Se vuoi puoi venire anche tu».
Ma che carino, fa anche il gentile adesso.
«Cosa?! Hai ascoltato di nuovo tutta la conversazione e pensi che i tuoi possano prendersela con te quindi fai il carino?» Sbuffa.
«Ho fatto il mio dovere. Adesso sta a te decidere se venire o meno. Alle dieci parto da qui. Se ci sei bene se no, cazzi tuoi» dice. Poi si chiude la porta alle spalle.
Io la apro frettolosamente, prima che lui possa spogliarsi.
«Cosa vuoi?»
«Devo andare a comprare il mio materasso»
«Divertiti» fa per chiudere di nuovo la borsa.
«Qual è il posto più vicino in cui posso andare?»
«Ma chi l'ha mai comprato un materasso. Fattelo dire dal conducente del taxi»
Mi sbatto la porta dietro le spalle e ingoio un «Vaffanculo».


Chi sa come il conducente del taxi mi ha portata in un enorme supermercato.
Chi lo avrebbe mai detto che in quel posto sperduto ci fosse un negozio così enorme.
Continuo a girare da dieci anni in questo enorme casino di oggetti e gente.
Sbatto contro un tizio e arrossisco violentemente.
«Scusa» sussurro. Lui sorride.
Occhi neri come cioccolato fondente, capelli biondini sconvolti, sorriso angelico.
«Stai bene?» Chiede.
«No. Ma non è colpa tua.»
«Cosa succede?» Chiede come se mi conoscesse da una vita, poi sorride di nuovo.
«Sono costretta a stare a casa di un idiota che non mi ha accompagnata neanche a prendere un materasso. E io non ci sono mai stata in questo posto. Non ho mai comprato un materasso e non so dove diamine li tengano qui. In realtà non so perchè ne sto parlando con une estraneo.»
«Perchè l'estraneo ti darà una mano»
«In cambio di cosa?»
«Di niente. Perchè tutti pensano che io voglia qualcosa in cambio?» si butta i capelli all'indietro.
«Non penso che tu voglia qualcosa, ma tutti lo vogliono.»
«Beh io no». Mi tira per una mano e mi porta nel regno dei materassi.
Materassi larghi, piccoli, stretti, enormi, lunghi, corti, di lana, di lattice, di cotone, anallergici, all'aloe vera, con la molla, senza molla.
«Non sapevo esistessero tutti questi tipi di materassi, Mi sta quasi per venire il mal di testa.» ride.
«Come farò a trovare quello giusto? Ce ne sono un'infinità!»
«Ti ci butti sopra e quello più comodo è quello che fa per te» questa volta scoppio io a ridere.
«Buona idea»
Mi siedo su uno. Mi stendo su un altro. Mi butto sul terzo e mi metto a schiena sotto sull'altro.
Avanti e dietro. Lattice e non. Bianco e morbido, bianco e duro, scelgo il mio materasso. Mai soldi furono spesi meglio.
«Grazie mille davvero. Non so come avrei fatto senza di te.»
Sorride. «Mi sono divertito. Spero di rivederti presto.»
Annuisco.
«Così magari mi dirai anche come ti chiami»
«Esattamente».
Esco da quel labirinto felice di aver trovato un tizio così gentile, e mi dirigo verso i surgelati, verso la verdura. Poi inverto la rotta e vado verso la pasta. Verso il pane e i biscotti. Verso la frutta, e poi grazie a Dio verso la cassa.
Pago, dopo aver aspettato trent'anni in fila. Rimetto tutto nel carrello. Mi tiro dietro anche quello enorme del materasso e mi dirigo al parcheggio.
Mi giro attorno in cerca del taxi giallo che aveva detto sarebbe tornato lì a prendermi entro due ore, senza ormai speranza.
Mi aveva ovviamente lasciata lì.
«Pronto? Sarebbe possibile avere un taxi qui..»
«Dove?»
«Uhm nei pressi de Montana's center.»
«Certo. Entro un'ora però»
«Diamine»
«Un'informazione arrivare da qui a..»
Il tizio di prima mi si para avanti e sorride.
«A!?»
«A niente. Grazie mille.»
«Cosa succede?» chiede gentilmente.
«Il taxi che doveva venire qui esattamente venti minuti fa non c'è. E io sono qui a sola, sospesa nel nulla. Sta per calare il sole e quello stronzo di sicuro non verrà a riprendermi»
«Ti posso dare un passaggio» sorride.
«Non voglio disturbarti ulteriormente. Hai già passato tutto il pomeriggio con me..»
«Insomma, prenditi il passaggio e sorridi» sorride lui, però.
«Dove devi andare?» Chiede.
«Non lo so con precisione. Comunque vicino ad un locale che si chiama tipo.. Stars o falling Stars.»
«Lì lavoro io» sorride.
«Sono proprio di strada. Ti ci porto io.»
«Sicuro?» Annuisce.
«Però..Non so se è sicuro andare in macchina di uno sconosciuto con un materasso dietro.» scoppia a ridere.
«Se mi presentassi sarei comunque uno sconosciuto?»
«Non penso.»
«Okay, allora mi presento. Sono Jake»
«Io Brenda»
«Perfetto, sali a bordo, Brenda».
Mi tira dentro la macchina. Chiude lo sportello e maneggia con la spesa e con il materasso. Dopo poco entra anche lui.
«Dio, menomale che il cosmo mi ha fatto incontrare te e il tuo furgone oggi» sorride.
«Menomale che al bar avevamo finito le provviste»
«Sia lodato il bar» sorride ancora.
«A casa di chi sei?» Chiede.
«Perchè vuoi saperlo?»
«Perchè se stai tanto male posso proporti di venire a vivere a casa mia. A patto che tu mi aiuti con le pulizie» scoppio a ridere.
«Beh se avessi potuto scegliere di andare a casa di un ragazzo che non fosse Daniel Harrow sarei andata i sicuro dal mio ragazzo»
«mi sembra giusto.» annuisce lui.
«Comunque sei davvero da Daniel Harrow?»
«Lo conosci?»
«È un mio grandissimo amico.»
«E te pareva» borbotto.
«E chi se lo sarebbe mai aspettato che quel figlio di puttana trovasse una ragazza fissa...»
«Eh? Non sono la sua ragazza»
«Oh.. giusto! Mi aveva detto che sarebbe venuta in città sua cugina»
«Sua cugina?!»
«Non sei sua cugina?»
«Ovvio. Ovvio che sì» Ma che mi salta in mente?
«Eppure non avrei mai pensato che fosse così carina la cugina di quello stronzo» gli sorrido.
«Come diamine fate ad essere amici? Tu sei.. lui è..»
Scoppia a ridere.
«Dan è un ottimo ragazzo, Brenda.»
«Disse quello che lo ha chiamato stronzo un secondo fa» ride.
«È un modo affettuoso il mio. Comunque lui è davvero un bravo ragazzo.»
«A parte che con me»
«Diciamo con le ragazze in generale» sospira lui.
«Se uno ha una brutta storia alle spalle..»
«Tutti abbiamo brutte storie alle spalle» sospira lui.
«Non te lo aveva mai detto?»
«Non siamo cugini intimi, come avrai capito. Non ci sopportiamo, ecco.»
«Siamo già arrivati.»
Scende dalla macchina e mi apre lo sportello.
Mi aiuta a prendere il materasso e la spesa.
«Ti andrebbe di darmi una mano a trascinarlo dentro? Non odiarmi, ti prego»
«Certo che sì, andiamo».
Avanza e mi precede. Busso alla porta ma nessuno apre.
Ovviamente Dan è uscito e mi ha lasciata fuori. Io lo uccido. Dio mio.
Jake guarda divertito la mia espressione nervosa.
«Tranquilla Brenda, so dove posa le chiavi»
«Dio mio, ma tu sei un regalo dal cielo. Sei un miracolo» urlo felice.
«Per così poco? Se mi vedessi a letto cosa diresti?»
Sotto sotto doveva aver pure qualcosa in comune con Dan, no?
«Oh.. ecco cos'hai in comunque con quell'idiota. La malattia del sesso» sospiro e lui scoppia a ridere.
«Lui è leggermente più in fissa di me. Ma lo ammetto, anche io faccio il mio»
«Bene»
Prende la chiave da sotto ad un vaso affiancato alla porta e me la porge.
«Elementare Watson» dico.
Apro la porta e mi trascino dentro. Lui si carica il materasso sulle spalle e sale le scale.
«Jake credo di amarti.»
«Oh, quanto sei lusinghiera»
«Cosa, anche tu credi che non esista l'amore?»
«non esattamente.» sorride.
«Adesso devo andare. Però potremmo vederci una di queste sere al locale»
«Certo» sorrido.
«Se Dan si decide a venire questa sera al..»
«Falling stars» mi aiuta lui.
«Sì, esatto. Se Dan decide di venire lì verrò a cercarti»
«E io ti presenterò mio fratello e la sua ragazza. Così avrai degli amici qui, in questo paesino sperduto. Come lo hai chiamato tu».
Sorride e mi saluta sventolando la mano.
Benedetto Jake e chiunque lo abbia mandato a me.

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Capitolo 4
*** Un ottimo ragazzo. ***


Un ottimo ragazzo.
 
«Hey, Brenda! Sei venuta alla fine» sorrido a Jake che si sporge dal bancone per darmi un bacio su una guancia.
«Vi conoscete?!» chiede Dan innervosito.
«Già. Mi ha dato una mano a comprare e portare su il materasso»
«Oh, quindi con me niente e con Jake tutto eh?!» entrambi scoppiano a ridere e io do un cazzotto a Dan.
«Sempre simpatico Daniel, davvero» sospiro.
«Sarebbe comunque incesto» dice Jake. «con me non lo è»
«Peccato» dico guardando nervosa Dan.
«Beh praticamente non è incesto. Non siamo cugini di sangue»
Ma che cazz? Devi dire una bugia? E dilla bene, porco Daniel.
«Peccato»
«Potremmo lasciar cadere l'argomento, per piacere?»
«Cosa sei troppo santarellina per pensare a questo, cara cugina?»
«No, caro cugino perverso. Semplicemente non mi sembra il momento ed il luogo più adatto!»
«Magari possiamo vederci in un altro luogo noi tre» butta a ridere Jake.
«Certo..»
«Hey Dan» una ragazza si avvicina a Dan e lui la guarda infastidito.
«Ancora tu Clara! Ciao. Pensavo che ormai ti fossi scocciata di venire qui»
Lei fa un finto sorrisino.
«Perchè mai? È il mio locale preferito»
Certo. Non ci viene per lui.
Si gira e si allontana, Daniel segue la sua figura con lo sguardo e borbotta qualcosa come «la odio ma è proprio bona. Abbiamo deciso per questa sera».
Bah. Pensieri maschili. Valli a capire.
Mi siedo su uno sgabello avanti al bancone.
«Allora come va Jake?»
«Bene. Tu hai provato il nuovo materasso?» scoppio a ridere.
«A dire il vero no. Oggi mi sono dedicata alla chimica.»
«Maledetti compiti per le vacanze.» Sospiro pensando a tutto quello che ho da fare.
«Tu invece?»
«Ho preparato quello che vedi qui» mi mostra un bancone pieno di cibo.
«Eh? Sai cucinare?»
«A differenza tua cucina molto bene Jake. E non ha mai bruciato un uovo» Sputa Dan con la sua superiorità.
«Io ti odio. È ufficiale. Da quanto tempo sono arrivata? Nemmeno una settimana. Mi hai rinfacciato questa cosa per tutto il tempo. La prossima volta l'uovo invece di bruciarlo te lo spacco in testa»
Lui sorride.
«Sei nervosetta questa sera eh!? È il tuo periodo?»
«No. Sei tu che mi fai diventare così».
«Ohhh, allora ti lascio sola»
«Grazie».
Jake sorride sotto i baffi.
«È leggermente stronzo, lo so, ma è..»
«è stronzo e basta. In quanto a te, porgimi una fetta di pizza, per piacere»
«Porgimi!?»
«Cosa, preferisci dammi?»
«Oddio, ti rende avvero strana e isterica quel ragazzo»
«Già.»
Mi porge la pizza sorridendo.
«Allora? Come mai ti innervosisce così tanto?»
«Lo vuoi davvero sapere? Non vorrei crearti dei problemi. È un tuo amico eh..»
«Tranquilla. Non mi crei problemi» sorride tranquillizzandomi.
«Oh, aspetta un attimo» si avvicina ad un cliente. Annuisce. Prende una fetta di pizza e gliela serve. Poi stappa una birra e gliela porge.
«Scusa ma.. devo lavorare quindi dovrai sopportare un Jake che core di qui e di lì» gli sorrido.
«Facciamo così. Io adesso me ne sto qui tranquilla tranquilla a leggere un libro che devo assolutamente finire. Ne ho circa altri dieci da legger entro settembre, e quando finisci di lavorare ne riparliamo, okay? Abbiamo un'intera estate per parlare. E soprattutto tu avrai un'intera estate per sentire le mie lamentele.»
«Non se ne parla Brendina» sospiro.
«Perchè siete tutti fissati con questi nomignoli?» sorride.
«Perchè non ti piacciono?»
«Non è che non mi piacciono. Ma fosse mai una volta che riusciste a trovarne uno carino. Brendina, Brendy.. Brenda non è più bello?»
«No» mi guarda indispettito. Poi scoppia a ridere.
«Okay. Volete farmi perdere la testa. È ufficiale».
Lui ride ancora, poi allunga il braccio e saluta qualcuno.
Mi giro e mi sporgo verso l'entrata.
Prima vedo Daniel seduto con la ragazza di poco prima tra le gambe, poi un ragazzo alto e statuario. Con gli occhi di Jake e i capelli leggermente più scuri venire verso di noi, accompagnato da una ragazza alta quasi quanto lui, con i capelli ricciolosi.
Jake sorride.
«Brendina, ti presento mio fratello».
Ecco spiegata la somiglianza.
«Anzi il mio fratellone. Lui è David». David mi sorride e allunga una mano.
«E tu? Sei una spasimante del mio fratellino?» Jake sorride e arrossisce.
«Zitto, vecchio bacucco. Lei è la cugina di Dan.»
«Beh non proprio cugina di sangue. Ma sono cresciuti come due di famiglia.»
David guarda il fratello. «Peccato. Saresti stata bene con Jake»
«David. Piantala» lo strattona la ragazza bellissima al suo fianco.
Punta i suoi occhi neri nei miei e sorride.
«Io sono Amanda» allunga una mano, che io stringo con imbarazzo.
«Io Brenda. Ma puoi chiamarmi come vuoi, dal momento che ognuno si sceglie un nomignolo tutto suo» lei scoppia a ridere seguita da Jake.
«Il tuo quale sarebbe?» chiede al ragazzo.
«Brendina».
«Dio mio, è orribile, fratellino!»
«Hai visto!? L'ho detto anche io ma non mi crede». Alzo le mani in segno di sconfitta.
«Ma se fossero tutti questi i problemi..»
«Attualmente ne hai uno più grande di un nomignolo orribile?» chiede Amanda.
«Esattamente. E si chiama Daniel. Daniel Harrow»
David ride. «Perchè mai sarebbe un problema Dan?»
«Perchè sono costretta a stare da lui tutta l'estate e i miei piani non erano esattamente questi. Secondo i miei calcoli a quest'ora dovrei essere tra le braccia del mio ragazzo a circa cinque ore di macchina da qui. Invece...»
Amanda mi guarda sconfitta.
«E perchè sei qui se non vuoi starci?»
«Perchè ho dei genitori che al posto del cervello hanno una nocciolina andata a male. Hanno paura dell'onore della loro unica povera e sconsolata figlia e non hanno voluto mandarmi col mio ragazzo. Questo implica che dovrò rompermi le scatole assieme a quell'idiota tutta l'estate, e questo, come volevasi dimostrare, già sta accadendo»
«Oddio avrei paura a mettermi contro di te, se fossi Dan»
«Ma non lo sei, purtroppo. Lui non fa altro che mettersi contro di me, David»
Tutti sorridono io li seguo sorridendo nervosamente.
«Sul serio. Mi sta facendo pesare il fatto che appena sono arrivata ho fatto bruciare un uovo. Un uovo. Mi sta dannando l'anima per uno stramaledettissimo uovo. E mi ha detto che non devo farmi vedere con lui, se no le sue amichette potrebbero pensare che sono la sua ragazza e nessuna più vorrebbe venire a casa. Ho dormito atterra e non mi ha ceduto il suo materasso. Mi ha fatto un ramanzina perchè sono innamorata del mio ragazzo... Sono io che ho qualcosa che non va o è lui?»
Mi ritrovo sei occhi puntati contro e arrossisco.
«Scusate. Non mi avete conosciuta neanche da dieci minuti e già sto qui a lamentarmi a più non posso. È il mio lato peggiore. Sul serio, scusatemi. Vi giuro che non mi lamenterò più»
«Tranquilla» sospira Amanda.
«Puoi sfogarti quanto vuoi. Anche io sarei arrabbiata al tuo posto, e soprattutto anche io mi sfogherei.»
«Sì, ma vi ho appena conosciuti»
«E ti stai lamentando di nuovo, anche se avevi promesso di non farlo più» annuncia David sorridendo gentilmente. Neanche il tempo di finire la frase e viene subito raggiunto da quattro occhi furiosi.
«Invece di continuare a dire coglionate, sali qui e dammi una mano, fratello» sputa Jake infastidito. David quindi fa il giro del bancone e si accosta a Jake che inizia a servire cocktail e stuzzichini a tutta forza.
«Dai, vieni. Togliamoci di qui e lasciamoli lavorare in pace» dice Amanda prendendo due birre fredde dal frigo.
Le sorrido e mi avvio dietro di lei.
«Allora? Da quanto vi conoscente?»
«Da tutta la vita ma non ci siamo mai sopportati troppo. All'inizio eravamo amici poi.. lui è cambiato. È diventato antipatico, saccente, molto molto arrogante e decisamente diverso fisicamente»
«Io lo conosco da quando è arrivato qui a studiare. Più o meno sette anni e.. non mi è mai sembrato troppo arrogante o antipatico.»
«Forse perchè.. non lo so perchè Amanda, ma ti giuro con me è orribile e io sto odiando i miei genitori per avermi costretta a venire qui. Loro e questo maledetto siete come cugini o addirittura fratelli, dovreste amarvi. No, diamine. Noi non siamo niente e non ci sopportiamo affatto è inutile, assolutamente inutile, costringerci a stare assieme» lei annuisce.
«Anche io la penso così. Sai quando ho conosciuto David.. mi stava proprio sullo stomaco quanto Dan a te. Lui, Dan e Jake già erano amici, io e Dan solo conoscenti e con me a differenza di David si comportava sempre molto bene. Jake.. ero innamorata di lui. Così cuccioloso. Diverso da quelli della sua età. Diverso dal fratello. Poi però ho iniziato ad uscire con loro e David si è aperto è diventato dolce e carino quanto Jake. Era antipatico con me semplicemente perchè pensava che fossi come le mie amiche, e cioè una stronza cronica. Ma una volta conosciutami meglio aveva iniziato a comportarsi meglio e.. mi dice ancora oggi che si innamorò di me quando un pomeriggio stava piovendo, e dovevo raggiungere Dan per studiare assieme a lui. Io ero distrutta perchè non avevo la macchina. C'era sciopero e non potevo andare da Dan. Lui aveva la febbre e non poteva venire da me. Allora mi venne a prendere David. Io ero completamente zuppa. Non avevo trucco. I capelli erano un ammasso di acqua, ero nervosa e incazzata. Eppure.. lui mi vedeva bella. Molto più del solito. Mi baciò. Da quel momento siamo inseparabili.. Non è chissà quale grande storia d'amore. Io non sono Cenerentola e lui non è il principe, eppure ci amiamo come se fossimo stati destinati a stare assieme alla nascita.
Non è importante come si conosce una persona, quello che si prova inizialmente per una persona.. ma quello che quella riesce a darti. Prova a conoscere Dan andando oltre il tuo odio e scoprirai un ottimo ragazzo»
Ma quello che riesce a darti!
Cosa avevo dato a Jim e cosa lui aveva dato a me?
«Hey. Cosa pensi?»
«A Jim» risposi senza pensare.
«E sarebbe?» Chiede lei sorridendo.
«Il mio.. ragazzo. Quello che hai detto mi ha fatto parecchio pensare a lui. Lo conosco da tutta una vita e mi illudo da tutta una vita di provare qualcosa per lui, ma stando lontana dai suoi occhi.. non.. non riesco a capire quello che provo per Jim. Stando lontana mi manca, ma non come dovrebbe. Quando sto con lui sto bene, sono felice ma non come dovrei. Però non penso a una Brenda senza Jim. Se dovessi lasciarlo.. non lo farei. No perchè non so se non sono innamorata di lui. Se poi lo lascio e mi accorgo davvero di amarlo? In fondo non ho mai provato amore. Non so cosa si sente e fino a quando non sarò certa di essere o meno innamorata di lui non potrò lasciarlo. Penso che dopo soffrirei, e credo che questo significhi che sono innamorata di lui..»
«Ma non abbastanza?»
«Non lo so. Magari lo sono ma non lo so»
«Come fai a non sapere di essere innamorata di una persona?»
«Non lo so, Amanda.»
«Amy, chiamami Amy.» sorride lei.
«D'accordo Amy.» sbuffo e prendo un sorso di birra.
«Ti sto riempiendo la testa di chiacchiere, perdonami. Ma è da tanto che non riesco a parlare con qualcuno. Ultimamente la mia migliore amica ha avuto problemi e non mi è sembrato opportuno romperle le scatole»
«Mi piace ascoltare le persone» accavalla le gambe e mi guarda con una luce negli occhi che non avevo mai visto a nessuno.
«Mi sembri un tipo.. eccezionale!» lei sorride.
«Anche tu. Dan è fortunato a conoscerti»
«Oh lo stesso vale per quanto riguarda te.»
Parlando del diavolo spuntano le corna.
Daniel si avvicina con la ragazza di poco prima stretta ai fianchi e un sorriso imbecille dipinto sul volto.
«Cugina Brendy, io vado a fare una passeggiata con.. Clara» borbotta.
«Se vuoi accompagno prima te a casa..»
Mi alzo, ma Amanda mi paralizza e risponde per me.
«Va tranquillo Denny, te la riportiamo noi a casa. Tra poco io vado via, e mi fa piacere darle un passaggio.» Si alza e gli si avvicina.
«Tu non bere troppo e fai attenzione. Okay?»
«Certo mamma» risponde lui ridendo.
Lei gli scompiglia i capelli e gli da un bacio sulla guancia che sembra quello di una madre al figlio.
«Dovresti trattare meglio questa ragazza, idiota» sbuffa.
«Fatti gli affaracci tuoi, stregaccia» grugnisce lui, poi prende la tizia e scompare.
Amy si siede ridendo.
«Quel ragazzo ha la testa per dividere le orecchie» dice tra un risolino e l'altro.
«Mi chiedo quando riuscirà a trovare qualcuna che lo soddisfi talmente tanto da farlo innamorare. È una cosa unica. È stato quasi con tutte quelle del paese.»
«Oh, mi meraviglia quel quasi»
«Beh sì.. non ci sono mai stata» sorride lei.
«Quel quasi siamo io e te.» scoppio a ridere e lei mi segue.
«Perchè non sei caduta nella sua trappola?»
«Perchè l'ho sempre visto come un.. bambino. L'ho sempre considerato come un fratellino. Dalla prima volta che l'ho visto qui assieme a David.»
«Mi sembra tutto tranne che un bambino.» sospiro.
«Brenda, dagli una possibilità. Te ne prego. È davvero speciale e ha perso ogni fiducia nell'amore a causa di una ragazzina. È diventato così a circa dodici anni.. a causa di una dannatissima bambina che l'ha rifiutato. Da quel momento sai cosa? Ha chiesto ai genitori di venire in un istituto qui, e ha vissuto con Jake lì. Poi dopo il diploma si è affittato una casa. Lui non si merita una che lo faccia soffrire, e ha altamente paura di soffrire. Per questo si comporta in questo modo con tutte. O le allontana come fa con te, o se le porta a letto. Le porta a letto quando per lui non sono altro che belle, le allontana quando gli piacciono davvero.»
«Certo, adesso magari gli sto pure simpatica»
«Non credermi se non vuoi..»
«Non è che non ti credo, è che non riesco ad andare oltre questo astio nei suoi confronti. Se magari lui fosse meno.. viscido»
«Ma non è viscido. È.. un ottimo ragazzo.»
«Beh quando vedrò questo ottimo ragazzo mi comporterò meglio. Lo giuro».
Lei annuisce.
«Spero che vuoi due possiate diventare amici. Quello lì ha bisogno di un'amica come te»
Mi alzo e poso la bottiglia sul bancone.
«Stanco eh Jake?»
«Da morire. Non vedo l'ora di stendermi sul mio bel materasso»
«Oh, anche io, adesso che ne ho uno»
Scoppia a ridere.
«Tieni» mi da un piattino con una fetta di dolce al cacao.
«L'ho fatto io. Spero ti piaccia» sorrido e lo assaggio.
«Sei un cuoco perfetto Jake»
«Sono da sposare!»
«E penso che Kat ti sposerebbe con piacere» sorrido pensando alla mia migliore amica, amante dei dolci, al fianco di Jake.
«E sarebbe?» alza un sopracciglio.
«La mia migliore amica. È una bomba Jake. Dovresti vederla»
«Hey, fratellino, non pensare troppo a ragazze nude che dopo mi diventi cieco» sbuffa David.
«Sei proprio un coglione» grida lui dandogli una pacca sulla spalla.
«Io ho finito qui. Ero venuto per stare con la mia adorabile ragazza» le da un bacio appassionato e poi continua.
«E invece ho dato una mano a te.»
«Eh beh questo posto è anche tuo» sussurra Amanda.
«Sì, ma oggi era il mio giorno di riposo.»
«Fanculo stronzo, ben ti sta» dice Jake ridendo.
I due si prendono a capelli per un paio di minuti, poi si abbracciano.
Sono così carini.
«Sono molto legati, e spesso tra loro due e Dan finisco per stare da sola. Amo il fatto che adesso ci sia anche tu» sorride Amy.
«Mi fa piacere non essere sola qui» sussurro io.
«Andiamo va. La nostra Brendina sarà assonnata.»
«Eh no. Anche tu Brendina no. Prima hai detto che non ti piaceva! È un vizio di famiglia!?»
tutti scoppiano a ridere.
Ci avviamo verso l'uscita ed entriamo nella confortevole mini rossa di David.
In dieci minuti, tra chiacchiere e traffico arriviamo a casa.
Li invito ad entrare ma rifiutano cortesemente.
Entro dentro e c'è pace, finalmente un po' di sano silenzio.
Mi catapulto in bagno. Mi spoglio e mi fiondo sotto la doccia.
L'acqua scende calda, morbida sulla mia pelle, e io resto lì a rilassarmi.
Sento bussare alla porta.
«Brendy ci se tu lì dentro?»
«Chi potrebbe mai esserci?» Grido di rimando.
«non entrare Daniel»
«Tranquilla, volevo solo dirti che sono arrivato e che sono con una mia amica giù.» sorride.
Annuisco, metto la maglia lunga di Jim, ormai la uso a mo di vestaglia da notte, ed esco fuori. Lui è ancora attaccato alla porta.
«Complimenti, ti sta bene questa maglia». È allegro. Beato lui.
Apre un cassetto e prende una piccola bustina argentata.
«Farai meglio ad usare dei tappi per le orecchie, oltre a qualcosa di leggermente meno provocante, Brendy. Sta per iniziare un concerto che farebbe invidia anche a Mozart» dice, poi scoppia a ridere ed esce dalla camera chiudendosi la porta dietro.
Belah. Che schifo.
Mi fornisco di mp4, cuffiette e pazienza, e mi stendo sul mio materasso: ottima scelta.
Come promesso, dieci minuti e iniziano risatine e miagolii.. che diavolo si è portato a casa una donna o una gatta in calore? Dio mio.
Sento poi ansimare e.. basta!
Metto le cuffiette e la musica parte a tutto volume.
Ci sono ancora dei rumori, ma sono leggeri rispetto alla musica che rimbalza di qui e di li nei miei timpani.
Mi rilasso, e cerco di non pensare a quello che sta avvenendo di sotto.
Chiudo gli occhi e spero di addormentarmi in fretta.


 

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Capitolo 5
*** Una birra di troppo. ***


Una birra di troppo.
 
Apro gli occhi, dopo non so quante ore di sonno, e mi ritrovo abbracciata al cuscino e coperta da un lenzuolino.
Alzo la testa e vedo Dan seduto sul suo letto, a sfogliare un giornale.
Ha i capelli spettinati, le ciglia lunghe rivolte verso il basso e l'espressione meno antipatica che gli abbia mai visto sul volto.
Lo guardo attentamente e dopo qualche minuto si accorge di me.
«Scusa se ti ho coperta» mi dice.
«È che.. quella maglia è troppo corta. Non dovresti metterla. O per lo meno non nella mia stessa camera.» sorride, io non ricambio.
Mi butto nuovamente sul mio materasso e sospiro.
«Cosa?» chiede.
Uhm... quante risposte potrei dare?
1- Non ho praticamente chiuso occhio a causa delle urla della tua micetta, fino a quando non avete finito di.. fare quello che stavate facendo;
2- Per provare a non sentire te e quella ho dovuto dormire con la musica ad alto volume e adesso ho un mal di testa che non t'immagini;
3- Stavo sognando quando ho sentito un forte rumore e mi sono svegliata. Sei salito e ho fatto finta di dormire, ma ero sveglia. Avevi appena distrutto una delle mie più belle fantasie;
4-Sei nudo, e ti lamenti della mia maglia. Sei serio!?
5-Resti lì a fissarmi, e mi da fastidio.
«Perchè resti qui a fissarmi?» Scelgo la quinta un po' rivisitata.
«Sei carina» mi sorride.
Okay.
Dan.
Fa.
Il carino.
Con.
Me:
C'è qualcosa che non va.
«Daniel.. cosa c'è che non va? Cosa ti serve?» scoppia a ridere.
«E non ridere. È inutile fare il carino con me. Okay?»
Sa cosa intendo con quel «è inutile».
Si alza e butta il giornale in un angolino.
Lo osservo in tutta la sua bellezza, e la mia attenzione viene richiamata da uno strano tatuaggio sull'addome. Al confine con i boxer. Lui se ne accorge e sorride, io distolgo velocemente lo sguardo.
«È un drago» chiarisce lui.
«Non mi sembra di avertelo chiesto.»
«A me sembra che i tuoi occhi l'abbiano fatto»
«Allora ti sbagli» sbadiglio e chiudo gli occhi.
«Oggi è il tuo turno di cucinare» sospira lui.
Si mette dei pantaloni e si chiude la porta alle spalle.
Maledetto Daniel Harrow e chi mi costringe a stare qui.
Controllo se ci sono messaggi, ma niente.
Mando un «Buongiorno» a Jim e un «Stronza, non ti fai mai sentire» a Kat.
Poi mi alzo e mi catapulto in bagno.


«Allora? Ti avevo detto di non presentarti nella mia stessa stanza con quella maglia».
Lo guardo infastidita.
«Daniel, vedi di smetterla, okay?»
Alza le mani in sua difesa e ride.
«Cosa ho fatto?»
«Finiscila di dire cretinate e inizia a comportarti come uno normale. Ieri mi odiavi e adesso stai facendo battute.. a sfondo sessuale su di me»
A sfondo sessuale?! Che cazzo mi è saltato in testa?
Lui scoppia a ridere.
«Sfondo.. sessuale?»
«Esattamente. Finiscila».
Prendo il latte e lo verso il due ciotole. Poso sulla tavola dei cereali, e inizio a fare del caffè.
«Cosa? Oggi si mangiano cereali? Ho consumato molte calorie questa notte, ho bisogno di qualcosa di energico»
«Allora fatti un cornetto con la Nutella» sputo infastidita.
Sorride e si avvicina a me. Si poggia al mio fianco con una mano e si allunga per prendere un coltello.
«Avrei potuto passartelo io».
«Oggi sei abbastanza nervosa, vero Brendy?» Chiede sorridendo.
«Da cosa lo hai notato?»
«È per colpa mia?»
SECONDO TE?!
Prendo il caffè e mi avvio al tavolo.
«Dobbiamo parlare, Daniel»
«Oddio. È per questa notte. Scusami» sorride, fintamente imbarazzato.
«Giuro, ho cercato di contenermi, ma la ragazza di ieri..» si gratta il capo, e mentre cerco di interromperlo mi blocca.
«Clara, mi sembra che si chiamasse, beh lei era così.. le ho chiesto di fare piano diecimila volte e non lo ha fatto. Scusami. Giuro che la prossima la sceglierò meglio» ride ancora.
Che schifo.
«Daniel» do un urletto, visto che sembra voglia ancora continuare.
«Non me ne frega niente di Clara, o come diavolo si chiama, né delle tue notti focose, né di qualsiasi altra cosa abbia a che fare con questa notte. Non mi interessa e non dirò niente ai tuoi, tranquillo. Il segreto con me è al sicuro.»
«Adesso mi vai più a genio» sorride.«David aveva ragione»
«David?»
«Mi ha chiamato questa mattina presto..»
«Non mi interessa» lo interrompo. È troppo felice e troppo prolisso, oggi.
«Mi devi spiegare perchè diavolo hai detto che siamo cugini e.. improvvisamente hai cambiato scenario. Cugini ma non di sangue, così non andiamo contro l'incesto? Che cazzo mi significa?» urlo leggermente.
Sorride e io mi infurio ancora di più.
«E togliti quel sorriso da stronzo dalle labbra»
«È l'unico che ho» dice alzando le spalle.
«Allora? Daniel voglio una risposta.»
«Cosa vuoi che ti dica, Brendy? L'unica spiegazione della tua presenza in casa doveva essere legata al fatto che fossimo di famiglia, e potevi essere solo mia cugina»
«E per il resto?» ride.
«Mi sono accorto di aver fatto una coglionata. Come la mattiamo se ti porto a letto? Come avrei raccontato ai miei amici la notte passata con te se loro avessero saputo che eri mia cugina?! A pensarci però.. l'incesto è ancora più interessante»
«Daniel!» mi alzo e urlo sotto il suo sguardo divertito.«Stai scherzando!?»
«Perchè dovrei!»
«Perchè non verrò mai a letto con te e lo sai benissimo. Non ci siamo mai minimamente sopportati, perchè diavolo dovrei venire a letto con te quest'estate? .. Sei fuori. Assolutamente fuori. Io non verrò mai a letto con te. Né tanto meno su quel divanetto sporco.. che schifo!»
Mi viene da piangere al solo pensiero.
Lui invece ride.
«È solo per questo che non verrai a letto con me? Perchè ci siamo sempre odiati?! E che ne fai della bellezza che hai accanto? La sprechi guardando altrove!?»
«Daniel. Io ho Jim, come devo fartelo capire?»
«Tu non lo ami»
«Questo non c'entra adesso. Voglio che la mia prima volta sia con lui, e così sarà» scoppia a ridere.
«Quindi è per questo!»
«Cosa?»
«Sei ancora una verginella! Non mi sbagliavo» scoppia a ridere.«Per questo mi odi tanto.»
«Perchè?»
«Perchè hai paura che io possa tentarti!»
«Oh, per piacere, Daniel, finiscila di sparare cazzate»
«E finiscila di ridere. Cosa? Non hai mai incontrato una che non l'ha data al primo colpo? Ti fa strano?» Mi posiziono avanti a lui e gli punto il dito contro.
«Beh non c'è niente di strano e sono fiera di essere ancora vergine. Sono assolutamente fiera. Voglio che la mia prima volta sia speciale, con l'uomo che amo, non con uno conosciuto al bar, non solo per divertimento, non con uno come te.»
Lo guardo soddisfatta, mi giro e salgo le scale, mi chiudo in bagno e ci resto per un'oretta buona.
Sono ancora sotto la doccia quando sento la porta aprirsi.
«Dan!»
«Sì. Che c'è?» Chiede divertito.
«C'è che mi sto facendo una doccia. Vorrei che tu uscissi»
«Sei qui dentro da un'ora. Prima o poi devo lavarmi anche io»
«E vuoi farlo proprio ora che ci sono io?!»
«Tranquilla, non ti disonorerò.»
«Dio mio, quanto sei simpatico.» lo sento soffocare una risatina.
«Comunque io sto per andare in piscina»
«Piscina? C'è una piscina in questo posto sperduto?»
«Esattamente.»
«Dovrei avere un costume. Esci immediatamente» urlo un po' esaltata.
Ho davvero bisogno di stendermi su un lettino e prendere un po' di sole.
«Uscito» urla. E io mi affaccio per esserne certa.
Mi asciugo frettolosamente, e ancora avvolta nel mio accappatoio mi catapulto fuori, sotto lo sguardo divertito di Dan.
«Diamine, devi proprio aver bisogno di andare in piscina»
«Diavolo sì. Ho bisogno di stendermi su un materassino e prendere il sole».
Mi sorride.
«Cosa hai da ridere?»
«Sembri una bambina».
Non rispondo neanche. Mi siedo atterra e apro la valigia. Tra i milioni di cose trovo un costume. Viola, del mio colore preferito. Uno di quelli che mi sta meglio. Lo prendo e saltellando su un posto, quasi cantando dall'emozione, mi chiudo di nuovo in bagno.
«Oh, certo. Fa pure, Brendy. Io andrò nell'altro bagno» dichiara sconfitto Daniel.
Una buona mezz'ora dopo io e Daniel siamo di nuovo nella camera da letto.
Io, nel mio costume viola, completamente esaltata, lui nel suo costume blu che fa pandant con gli occhi, divertito da morire.
Mi prende per mano, e corriamo verso la macchina.
Piscina, sto arrivando.
Sole, tra poco sarò completamente tua.
Poggio il borsone da mare sulla base dell'ombrellone e mi siedo sulla sdraio sbuffando.
Daniel prima ha fatto tutto il carino, poi ha visto che non potrebbe mai arrivare a quello che vuole, e ha preso nuovamente le distanze da me.
Un ombrellone con una sdraio per me, un ombrellone con una sdraio per lui.
Idiota.
Si dice meglio sola che mal accompagnata, è vero, ma quando sei davvero sola non la pensi in quel modo.
Sbuffo di nuovo, poi mi faccio coraggio.
Mi alzo, sistemo il mio asciugamano sulla sdraio, slaccio il top, sbottono i pantaloncini e sono in costume. Mi dispiace tremendamente per chi è costretto a guardarmi in bikini, ma.. il sole mi aspetta.
Mi tuffo nell'acqua fresca e mi rilasso.
Avevo paura che fino a settembre non avrei toccato una piscina e non avrei visto un raggio di sole, invece.. la vita ti sorprende sempre.


«Ti giuro quel ragazzo mi manda il cervello a puttane» Jake sorride.
È così carino a sorbirsi le mie lamentele.
«Cosa ha fatto?» Chiede versandomi una birra alla sprina nel bicchiere.
«Questa mattina ha fatto tutto il carino e poi.. in piscina mi ha lasciata da sola»
«Avresti potuto chiamarmi. Sarei corso da te» sorride.
«Così ti avrei vista anche in costume»
«Oddio non è che tu ti sia perso chi sa cosa. Anzi. Ci hai guadagnato, credimi»
«Sta zitta e bevi. Hai dici minuti per finire la birra. È quasi finito il mio turno» dice soddisfatto.
«Ti porto a fare una passeggiata»
«Dove?»
«Sorpresa» sorride.


«Allora? La sorpresa sarebbe?»
«Sarebbe questa» dice e mi apre gli occhi mostrandomi un parco giochi.
Non li ho mai sopportati. Ho sempre avuto paura delle giostre alte e mi hanno sempre urtato i nervi i Clown ma non ho il coraggio di dirlo. È stato molto carino a dedicarmi del tempo e non mi sembra giusto ripagarlo in questo modo.
«Non dirmi che non ti piace il parco giochi» arrossisco.
Perchè e come lo ha capito!?
«Ho paura delle giostre alte»
«Oh tranquilla, non ci andremo. Voglio solo sfidarti».
Mi tira per una mano, e mi posiziona avanti ad un bancone pieno di pupazzi.
«Chi colpisce più pupazzi vince»
«Cosa?» Chiedo curiosa.
«Una birra»
«Oh.. okay. Il prossimo premio lo scelgo io»
Carico il fucile e inizio a sparare.
Anche se sono già mezza brilla butto al tappeto 8 lattine su 10, mentre Jake ne butta 7.
«Ah. Ho vinto io. Sono l'uomo della situazione. Fanculo ho vinto» inizio a saltellare su un posto mente un Jake sbellicante dalle risate mi guarda.
«Ops. Sto esagerando!? Quando sono felice inizio a cantare» sorride.
«Sei bellissima».
Jake sta fraintendendo le cose. Ho paura che possa vedermi come qualcosa di diverso da un'amica..
«Perchè mi guardi così?»
«Non voglio rovinarci la serata Jake»
«Parla.»
«Ho paura che tu possa pensare che io stia facendo la gatta morta con te.»
«No» asserisce lui.
«Mi stai simpatico, molto, ed esco con te perchè mi diverti ma..»
«Ma siamo solo amici. Ci conosciamo da tre, quattro giorni? Ti capisco Brenda. Sei fidanzata. Non ci proverei mai con una fidanzata. Anche se fosse l'unica donna sul pianeta. E poi aspetto ancora quella tua amica»
scherza.
«Io te le presenterei pure ma.. non dovresti usarla»
«Sè. Poi vai a vedere ed è lei che usa me. Perchè sono troppo figo per non essere usato. Ammettilo Brendina.»
«Voglio la mia birra» lui scoppia a ridere.
«Tutto pur di non dirmi che sono figo eh!?»
«Esattamente»
«Ti darò la tua birra quando tu mi darai la mia rivincita»
«Okay.»
Pago io, questa volta, e prendo 20 colpi.
«Chi vince..da un pugno a Dan»
«Ma dai». Sorrido.
«È il mio sogno picchiarlo». Lui scoppia in una fragorosa risata.
«Perderai.»
«Cosa è anche il tuo sogno!?».
Iniziamo a sparare e sbam. Detto fatto. Perdo.
«Lo hai fatto apposta, vero stronza di una Brendina?»
«Io? Mai». Alzo le mani in mia difesa.
«Dai. Ti offro un gelato e ti do la tua birra» mi tira per una mano.
Ordiniamo due gelati al carretto, e poi mi fa dare una birra fredda.
Ci sediamo su una panchina e inizio a mangiare il mio «cronccantello».
Una specialità del Montana.
«Mi manca la mia città» sbuffo.
«A me manca il non far nulla dell'inverno. Di solito studio e basta. Adesso mi tocca pure lavorare al locale».
Sorrido.
«Però è un gran bel locale.» annuisce.
«Posso sapere cosa hai contro Dan?»
«Cosa sono queste domande all'improvviso!?» Alzo un sopracciglio.
«Ti prego.» dice dolcemente lui.
«Mi stanno antipatici quelli come lui. Quelli che vogliono avere tutto senza chiedere. Quelli che pensano solo a se stessi. Quelli che si fanno una diversa al giorno. Quelli spocchiosi. Quelli che come lui non danno opportunità.»
«Non mi sembra che tu gliene dia»
«No. Perchè lui non l'ha mai data a me. Eravamo sulla strada di diventare amici quando ero in prima media. Poi ha iniziato a trattarmi di nuovo male e non so neanche il perchè. È peggiorato parecchio.»
«Io lo so. So la sua storia. Così come David e Amy ma non possiamo dirtela. Non possiamo andare contro Dan. Lui è un ragazzo sensibile e anche molto Brendina. Lui è uno dei migliori che io abbia mai conosciuto. È dolce, gentile e simpatico. Ma ha dei.. problemi nel relazionarsi con le donne.»
«Lui pensa che siamo dei manichini da sbattere sul quel maledetti divano e poi buttare».
«No. No. È stato lui quello ad essere buttato e adesso fa di tutto per non far riaccadere la storia. Può sembrare una stupidata ma essere rinnegati nel bel mezzo dell'adolescenza può colpirti per molto tempo. Lui fa tutto quello che fa per.. stare al sicuro. Per non innamorarsi.»
«Lui sta con delle ragazze senza neanche chiedere il loro numero per non innamorarsene?»
«Lui sta con loro per auto convincersi di non avere niente che non va.»
«Okay basta parlare di lui, ti prego.»
«Va bene. Ma prima promettimi che se lui facesse qualcosa per diventarti amico tu non lo rifiuteresti!»
«Non lo farei» gli prometto e lui mi sorride.
Penso davvero che manterrò la promessa. Sono curiosa di scoprire questo Daniel tanto bravo che tutti mi propongono. Sono curiosa di sapere perchè è diventato così.. stronzo nei confronti delle ragazze.
«Di cosa vorresti parlare?»
Bevo in un sorso mezza bottiglia di birra e immediatamente inizia a girarmi la testa.
Forse ho esagerato a bere così tanto, visto che non sono abituata.
«Di... cosa studi?»
«Psicologia»
«Bello.»
«Già» sorride. «Mi piace sapere quello che pensa davvero la gente e anche se so che non riuscirò mai a sapere davvero cosa passa per la loro testa, studiare quello che potrebbero pensare mi rende felice e mi aiuta a stare bene».
«Sei profondo però eh!» mi da un pizzicotto.
«Tu invece cosa vorresti fare?»
Prendo un altro sorso.
«Proverò per medicina. Il mio sogno è sempre stato fare pediatria ma.. ultimamente mi intriga oncologia. Voglio salvare delle vite. E voglio farlo alla grande. Anche se magari non sarò pronta a vederne volare via altre.»
Annuisce.
«Sono convinto che farai un ottimo lavoro»
«E io penso che tu eviterai molti suicidi»
Finisco la birra e mi alzo per buttarla nel bidone.
«Che ne diresti di tornare a casa? Mi sembri più o meno brilla».
Dice indicando la mia camminata.
«Cammino sempre così» dico indicando il mio piede storto.
«È tardi e domani devo andare a lavoro. Quindi mi dispiace Bredina ma dobbiamo andare» annuisco.
«Okay.» sbuffo e mi lascio accompagnare da lui alla macchina; poi al portone di casa. Mi farei accompagnare anche a letto,tanto che non mi reggo in piedi, ma faccio forza e coraggio e apro la porta di casa mentre lui saluta dalla sua macchina.


Apro la porta lentamente, cercando di non fare rumore, e mi ritrovo avanti una scena più o meno raccapricciante. Fortunatamente sono più o meno brilla quindi forse avrò la fortuna di non ricordare niente domani.
Dan è steso sul divano, è coperto da un paio di jeans sbottonati, anche se non mi applico sul suo viso riesco a vedere i suoi occhi blu brillare nel buio della stanza.
Sposto poi lo sguardo su una ragazza dai capelli rosso-violacei.
È quasi completamente nuda. Indossa solo un paio di mutandine, ed è lì lì per togliere i pantaloni a Dan. Sorride, e i denti bianchi spiccano.
Sussurra un «Voglio che tu sia mio» ma non appena mi vede il sorriso bianco viene nascosto da un ombra.
Mi viene quasi da scoppiare a ridere, ma riesco a trattenermi.
«Chi diamine è quella» grida la ragazza spostandosi leggermente e tirando Dan per il collo.
Lui copre un risolino e risponde distrattamente «nessuno».
«Ma come nessuno!? Non ho le allucinazioni c'è una tipa nel saloncino e sta guardando noi due che facciamo sesso»
«Ehy. Non sto guardando nessuno fare niente. Sono appena entrata e me ne vado subito a letto. Buon divertimento» dico sconcertata.
Quella mi aveva presa per una pervertita. Idiota.
«Chi cazzo è questa?» Grida di nuovo la rossa, questa volta si alza e si infila una maglietta. Grazie a Dio. Non avevo voglia di vedere per altro tempo la sua pancia perfettamente liscia. Mi basta avere complessi di inferiorità anche solo a guardarle il viso. È bellissima.
Daniel continua a ridere. Poi mi guarda e.. se gli sguardi potessero uccidere sarei morta.
«Tranquilla!» le dico con non chalance.
«Sono solo sua cugina. Non di sangue».
Mi dirigo alle scale, quasi inciampo in uno dei trampolini della ragazza, ma mi metto subito in piedi, senza non ridere, e inizio a salire gradino dopo gradino, fino a quando Dan non mi stringe un braccio.
«Mi fai male» dico biascicando.
«E tu mi hai distrutto la serata. Siamo pari.» dice lui nervoso.
Sbuffo. «tranquillo. Te la darà comunque». Faccio per togliermelo di torno, ma non ci riesco, e invece di allontanarlo, cado di schiena sulle scale, e lui cade su di me. Siamo così esageratamente vicini.
Mi viene da ridere ma spingo dietro l'allegria causata dalle innumerevoli birre bevuto e faccio per rialzarmi, ma con lui sopra non è facile.
«Allora? Vorresti farmi alzare?» chiedo frastornata.
Lui subito scatta e si alza. Così lo faccio anche io.
«Sei ubriaca!» dice quasi urlando.
«Quell'idiota di Jake ti ha fatta ubriacare»
«No. Non sono ubriaca e se lo sono non è colpa sua». Scoppio a ridere.
«Tu invece da quanto eri fermo ai preliminari? Sei ancora vestito» noto guardandolo. Il mio sguardo poi viene rapito nuovamente dal tatuaggio che ha lì, in basso, e sembra volere attirare le attenzioni di tutte le donne presenti.
Sorride.
«Mi hai appena rovinato la serata e vuoi anche scherzare?» alza di un ottavo la voce e dice un «Che cazzo. Ti avevo detto di non entrare dalla porta principale di notte, Brenda».
«E da dove sarei dovuta entrare? Andiamo, sentiamo». Urlo a mia volta.
Senza accorgermene la mano di Daniel è stretta di nuovo intorno al mio braccio, e mi fa male. Domani mi troverò un nuovo livido.
Apre la porta e mi sbatte in camera da letto. Mi prende di nuovo, violentemente, per il braccio e mi porta avanti alla porta a vetri.
«Porca puttana. Da qui saresti dovuta entrare. Cosa ti avevo detto di fare? Ti avevo detto di entrare dalla porta a specchi. Ti avevo chiesto solo questo e non lo hai fatto. Brenda io già non ti voglio qui. Mi fai pure queste cose. E che cazzo». Scoppio a ridere.
«È assolutamente esagerato tutto quello che stai facendo perchè hai paura che quella non te la dia. Soffri di crisi di astinenza?» lui sbuffa.
«Sei odiosa» urla.
«E tu un morto di figa. E credimi sei più odioso di me.» chiude le mani a pugni.
«Peccato che tu non sia un uomo. A quest'ora ti avrei già ucciso, credimi»
«Oh, io non ho paura di niente, neanche di colpirti».
Racchiudo la forza che ho, e gli scaglio un pugno in pieno viso.
«Puoi colpirmi Daniel. Fallo. Non andrò a denunciarti. Avanti.» urlo.
Lui ride.
«Sei ubriaca. Stai male e perdo ancora tempo con te. Mi sto rincretinendo.»
«No. Sei così. Non ti stai rincretinendo. E non sono ubriaca» urlo.
«Non urlare» dice ancora più forte di me.
«O cosa? Si spaventa la tua gattina? Ma vaffanculo»
«Perchè non sei entrata da qui?»
«Ma che razza di domande sono!» mi guarda nervoso.
«Lo hai appena detto tu. Sono ubriaca» rispondo abbassando la voce.
«Cazzo, hai appena detto che non lo sei.»
«Beh forse lo sono» scoppio a ridere sotto il suo sguardo incredulo.
«E ho infinitamente sonno» dichiaro togliendomi le scarpe e buttandole in un angolino.
Mi sfilo poi i pantaloni, Dan mi guarda con gli occhi sbarrati. Mi viene da ridere.
Quanto vorrei esser cosciente per ricordare quest'espressione.
Tolgo la maglia e resto lì, senza che il mio cervello ne sia cosciente, in intimo.
Dan mi guarda ancora.
«Cosa hai da guardare? Lo so. Non sono magra, né tanto meno bella come quelle che ti scopi, ma ho sonno e ho diritto anche io a dormire in mutande. No?» mi guarda ancora.
«Daniel basta. Va da quella.»
«Non posso» dichiara lui. «Quella sta per andare via»
«E mi sembra logico. Sei qui a discutere con me»
«Perchè fai le cose a cazzi tuoi» sbuffa.
«Senti non voglio che tu mi rompa le scatole ulteriormente, ho sonno e mi sento da vomitare. Adesso risolvo io tutto con la tipa.»
Apro la porta e prima che lui riesca a tirarmi mi ritrovo avanti alla tizia tinta.
È imbronciata.
«Senti non voglio che tu ti faccia nessun tipo di film. Non sono niente che possa essere d'intralcio a te e Daniel. Sono solo sua cugina. Mi sta ospitando qui perchè quegli idioti dei miei genitori non mi hanno voluto mandare dal mio ragazzo. Se ti stai chiedendo perchè sono ridotta in queste condizioni.. è per le troppe birre bevute. Detto questo vado a letto. Buona scopata» dichiaro schioccando un occhiolino a Dan.


Non so neanche come mi ritrovo per le scale, poi in camera, poi nel letto.
So solo che sbam. Chiudo gli occhi ed è già mattino.


Angolino autrice.
Heilà, qui che vi parla c'è la malata di mente che sta scrivendo questa storia :3
Niente, volevo solo chiedervi.. uhm dei commenti. Insomma, mi farebbe davvero davvero davvero piacere sapere cosa pensate di questa storiella, di Dan (io lo amo *^*) e Brendy (adoro anche lei!).
Grazie per l'attenzione.
StewyT

 

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Capitolo 6
*** Colpa delle stelle? ***


Colpa delle stelle?
Il cellulare prende a squillare, ma non ho voglia di rispondere. Ho troppo sonno.
Mi giro dall'altra parte e chiudo di nuovo gli occhi.
Il cellulare squilla di nuovo. E ancora.
«Ma allora, vorresti deciderti a rispondere a questo fottuto telefono? Sono le otto. Ho sonno».
Mi giro e mi ritrovo Dan a pochi centimetri.
Sono stesa sul suo letto, tra le sue coperte e sono in intimo.
Cosa diavolo è successo? Arrossisco e scaccio il pensiero di cosa sia capitato dalla mente.
«Sì» farfuglio
lo prendo e rispondo senza neanche vedere chi è, tanto già lo so.
«Mamma! Dimmi»
«Piccola come sta andando la vacanza?»
«È tutto tranne che una vacanza. Mi hai chiamata per chiedermi questo? Stavo dormendo e ho sonno. Tra l'altro l'unica cosa che può darmi sollievo e farmi dimenticare dove e con chi sono, è dormire. A parte il fatto che non ho un letto chi sa quanto comodo, quindi potresti gentilmente dirmi che vuoi?»
«Sei leggermente.. stressata, piccola»
«Ma no!?»
Sospiro.
«A te come va?» Mi obbligo a chiederle.
«A meraviglia. Ti mando su whatsapp una foto del mare»
Oh, sa usare anche whatsapp, magnifico.
«Se ci tieni»
«Ti lascio dormire, va.»
«Grazie eh. Divertiti»
«Anche tu, amore.»
Oh, lo farò di certo.
«Perchè il tuo cellulare non era spento?»
«Non lo so» sospiro prendendomi la testa tra le mani. Mi fa incredibilmente male.
«La vera domanda è perchè sono.. tra le tue lenzuola e indosso solo il mio intimo!» urlo allarmata. Lui ride.
«Non ricordi niente?»
«Cosa cazzo dovrei ricordare?» dico arrossendo e allontanandomi da lui.
«Allora la sbornia di eri è stata pesante.»
«Ho bevuto solo qualche birra al locale e..»
«E?!»
«E.. sì. Ho bevuto parecchio. Ma cosa ho combinato?»
«Hai solo interrotto del fantastico sesso.»
«Questo lo ricordo. Cioè non so se fosse fantastico. Ma ricordo di essere entrata dalla porta. E ricordo il tuo sguardo assassino.»
«E la caduta sulle scale? E.. quando ti sei spogliata e sei scesa giù dalla ragazza dicendo un semplicissimo buona scopata? Ricordi anche questo?»
Scoppio a ridere.
«Lo ricordo, sì ma.. cazzo ho davvero fatto questo? Pensavo che fosse un sogno» Annuisce.
«Non capisco ancora cosa c'entri con questo» indico il mio corpo quasi nudo.
«Non lo so. Ti ho trovata a dormire e non ho voluto svegliarti. D'altra parte sai come sono. Non ho potuto fare a meno di coprirti.». Arrossisco.
«Grazie.» mi sorride.
«E comunque sei più bella di quelle che mi scopo!» dice convinto.
«Cosa!?» chiedo viola in viso.
«Niente» sospira. Poi si stende e subito si addormenta.
Io lo seguo. Ormai sono già lì al suo fianco è inutile alzarmi e buttarmi sul mio materasso. Altri dieci minuti e mi alzo.
Chiudo gli occhi e cado di nuovo nel mio mondo: quello in cui dormo su un soffice letto di una bellissima camera d'Hotel che affaccia sul mare blu, scintillante e meraviglioso. Le braccia di Jim strette a me.
Puf. Il sogno finisce.
Vengo svegliata da delle urla femminili. Urla maschili. Poi il frastuono di una porta sbattuta.
Prendo coscienza e mi catapulto per le scale.
«Che diamine è successo? C'è stato un casino esagerato» Sbuffo nervosa.
«Cazzi miei» Urla, evidentemente del mio stesso umore, Daniel. Si avvicina poi ai fornelli e fa cadere in una padella un miscuglio giallo/arancione, che inizia a cuocere lasciando dietro una scia dolce.
Mi lascio trascinare dal profumo delizioso, e quando apro gli occhi mi ritrovo Daniel seduto affianco. Mi guarda stranito.
«Spero che ti piacciano i pancake.»
«Dio, a chi è che non piacciono» sorrido e ci verso sopra dello sciroppo.
«Cosa è successo prima?» Chiedo masticando un boccone.
«Ho sentito delle urla e la porta chiudersi violentemente.»
«Ti ho già risposto, Brendy.» Eccoci di nuovo con quel nomignolo.
«Sai che odio essere chiamata in quel modo. Perchè continui?» Sorride malizioso.
«Odi anche me, eppure sotto sotto ti piaccio.»
«Cosa?» Lo guardo accigliata.
«Ti sei fatta trovare nuda nel mio letto!» ride.
«Stai scherzando! Ero ubriaca e.. non sapevo neanche di chi fosse il letto.»
«A no?» chiede malizioso.
«Non mi piaci minimamente e ogni cosa estrapolata dal proprio contesto ha un senso diverso.»
«Mi dispiace per te allora, non hai buoni gusti»
«Oh mio Dio, ma come fai ad essere così?» piagnucolo.
«Così.. come?»
«Così dannatamente strafottente e pieno di te. Mi sembri un gallo certe volte. Cammini con quell'aria tutta ringalluzzita, fiera..»
«Semplicemente sono me stesso. Dovresti esserlo anche tu. Sono bello, e lo so. Sono intelligente e lo so.. mi piaccio. Questo mi fa essere così!»
«Così spiacevole? Sei così perchè ti piaci?»
Sorride.
«Quando la volpe non arriva all'uva, dice che è acerba.» canticchia.
«E con questo vorresti dire?!»
«Quello che hai capito» sorride divertito, di nuovo, e poi prende un boccone e beve del latte.
«Non ho capito niente»
«Allora non voglio dire niente, piccola, indifesa Brendy»
Guardo in aria disperata.
«Un giorno mi spiegherai il tuo segreto per farti odiare così tanto. Sono una che di solito.. è gentile e di buon cuore. Ma tu proprio mi fai salire il nazismo»
«Certo. E ti insegnerò a cucinare» Lo guardo infastidita.
«Comunque, giusto per dire eh. Impara a cucinare, sul serio. Non voglio che tu bruci tutte le mie uova.»
«So cucinare. Non puoi mettere in mezzo sempre quelle uova bruciate perchè.. avevo sonno. Ti ho dimostrato di saper cucinare!»
«E ci credo ti metti ai fornelli alle due di notte»
«Scusa tanto se mi era venuta fame» Sospiro.
«E sul serio so cucinare. Chiedi a Jim»
«Perchè sei qui a rompere le scatole a me e non sei con ti il tuo Jim?»
Mette tanta enfasi in quel nome da renderlo particolare.
«E lo chiedi a me! Mi sembra di avertelo già spiegato mille volte. Ho pregato i miei genitori in tutte le lingue del mondo. Sono anni che sto con questo Jim, e adesso desideravo tu non sai quanto, passare del tempo con lui. Vivere per un periodo assieme. E invece sono costretta vivere assieme a te. Uno che non ho mai sopportato e che a sua volta non mi ha mai sopportata e solo perchè sanno che tra noi non potrà mai accadere niente.»
«Tu pensi..»
«Eh?» lo guardo accigliata non capendo.
«Tu pensi e loro pensano che tra noi non accadrà mai niente..»
Scoppio a ridere.
«Di nuovo al discorso di ieri? Diventi monotono caro Daniel. Già ti ho detto come la penso al riguardo!»
«Mi piace il tuo modo di essere sicura di te su questo argomento»
«So dove vuoi andare a parare e so anche perchè questa mattina sei leggermente più gentile del solito. Oh aspetta, anche ieri lo eri. Poi in piscina mi hai mollata da sola.»
«Ah sì? E dove voglio andare a parare?» sorride malizioso.
«Esattamente dove vai a parare con tutte. Tipo con quella che è andata via di qui urlando e chiamandoti bastardo e la rossa di ieri» Sorrido.
«E perchè non dovrei riuscirci con te?»
«Perchè..» faccio un attimo di pausa.
Perchè non dovrebbe?
«Beh perchè io voglio Jim».
Alza gli occhi al cielo e io sbuffo buttandomi la testa tra le mani.
«La mia vita è un completo disastro». Ed è vero.
Lui tossisce leggermente per attirare la mia attenzione, ci riesce.
Lo guardo ridere e mi perdo in quel bel sorriso.
«Cosa?»
« Credo che dovresti prendere la vita con più filosofia, Brendy» Si alza e avvicinandosi a me sussurra «vivresti molto meglio» mi sorride e sale le scale.
«Ci proverei se mi chiamassi Brenda e non Brendy»
Stronzo.
Non mi piace la filosofia.
Odio quella stronza che ce la insegna a scuola. E insegna è un modo di dire dal momento che non fa altro che parlare del suo braccio rotto.
Magari sarebbe pure figa la filosofia, se non avessi una deficiente come professoressa.
Che poi.. non ho mai capito perchè si dice prendi la vita con filosofia.
Perchè? Che ci appizzano?
Mi alzo e corro per le scale entrando velocemente in camera.
Sento dell'acqua cadere dalla doccia, e ad occhi chiusi entro nel bagno solo per gridare un: «Onestamente non mi piace la filosofia e non ho mai capito perchè si dicesse prendi la vita con filosofia. Quindi no. Non prenderò la vita con filosofia. E scusa la ripetizione di parole.».
Esco e chiudo la porta rallegrandomi al suono della sua risata scampanellosa.


«Cosa fai?» alzo gli occhi dal libro di matematica e li dedico a Daniel, di nuovo, per l'ennesima volta in mutande.
«Potresti cortesemente vestirti in mia presenza?» chiedo infastidita.
Lui ride.
«Pensavo che non ti dessi fastidio dal momento che non provi attrazione nei miei confronti»
«Quindi se mi metto nuda non ti da fastidio?» chiedo alzandomi dal divano.
Lo farei. Sì. Mi spoglierei solo per rompergli le scatole e fargli vedere che non sono inferiore a lui.
Ride.
«No. Anzi.»
«Okay» dico, e subito mi tolgo la maglia mettendola sul divano.
«Devo continuare?» chiedo e lui scoppia a ridere.
«Rivestiti. Ero sceso solo a prendere del caffè» dice grattandosi il capo.
«E se vuoi guarda pure il mio drago» arrossisco e quasi affogo.
«Cosa?» scoppia a ridere.
«Intendevo il drago. Il tatuaggio. Ne siete tutte attratte».
«Io non lo sono. Sono attratta solo da questo maledetto esercizio che non vuole venirmi»
«Matematica?» «esatto» sbuffo.
Mi siedo di nuovo e sfoglio il libro in cerca di un aiuto.
Subito Dan si siede al mio fianco e mi ruba il quaderno.
Guarda l'esercizio e sorride.
«è facilissimo» mi prende la penna dalle mani e inizia a scrivere.
Inizia poi a spiegare e io non so come, capisco precisamente tutto quello che sta dicendo. Non mi perdo nei suoi occhi, sulle sue labbra e sul suo sorriso.
Ascolto tutto e colgo tutto alla perfezione.
«Sei un bravo insegnate» dico soddisfatta. Lui sorride.
«E tu una brava alunna. Hai capito al primo colpo».
«Troppi complimenti tutti in una botta Daniel. Va calmo».
Si mette una mano tra i capelli e mi fissa.
«Perchè mi guardi?»
«Perchè sei bellissima.» Awh. Maledetto Augustus Waters.
«Brenda!? Ci sei?» sorrido.
«Scusami mi ero persa.»
«In che galassia ti eri ritrovata?»
«Nella galassia di Colpa delle stelle.» inclina la testa.
«È il mio libro preferito».
«Ti piace leggere?» dice sorridendo.
«Piacere? Di più. I libri sono la mia vita.»
«Si dice che ci legge troppo è insoddisfatto della propria vita e ne cerca altre in cui trasferirsi. Vale anche per te?» arrossisco e lo guardo con un velo di lacrime.
«Non sono domande da fare, queste. Daniel Harrow.»
Mi alzo e mi dirigo in cucina seguita da lui. Prendo un bicchiere di latte e lo butto giù.
«Scusa. Non volevo essere cattivo o.. essere indiscreto»
«Lo sei stato» sbuffo, e ritorno al divano, sempre seguita da un Dan-modello vestito solo da delle mutande.
«Di cosa parla il libro?»
«Daniel non hai proprio niente da fare per interessarti a quello che faccio, vero?»
«In realtà no. Ma non sto parlando con te perchè non ho niente da fare.»
«E per cosa allora?»
«Perchè voglio conoscerti meglio»
«E da quando?»
«Cosa sono queste domande fredde e antipatiche?»
«Sono le mie domande, caro Dan.» sorride.
«Da ora, okay? Voglio conoscerti meglio.»
«Lo hai già detto»
«Tu non vuoi proprio eh?»
«Cosa?»
«Non vuoi stabilire un rapporto tra noi due!»
«Non ne vedo il motivo.»
«Jake mi ha detto il contrario.»
«Jake?» alzo un sopracciglio e lui si ammutolisce.
«Mi ha detto che stai soffrendo la mia vicinanza. Allo stesso tempo però ti senti sola e hai bisogno di qualcuno. Ti sono antipatico ma solo perchè.. mi comporto da antipatico. Ha detto che sei una brava ragazza e che dovrei conoscerti. In più mi ha detto della promessa!» sbuffo.
«Non parlerò mai più con Jake. Non può dire i cazzi miei alla gente»
«Non sono gente» dice alzando le spalle. «Sono Dan»
«Allora non può dire i miei affari a te!»
«Voglio conoscere la brava ragazza» annuncia lui.
«Oh anche io voglio conoscere il bravo ragazzo, con una grande delusione alle spalle, che tratta le donne come delle pezze solo per non innamorarsene. Così ti ha definito Amy» lui sorride.
«Lo so. Amy mi tratta come se fossi un figlio anche se ho la sua età. Vuole che io metta la testa a posto. Vuole che trovi qualcuno che mi ami veramente.»
«Oh beh allora perde solo tempo» sbuffo.
«Dal momento che tu non vuoi fare altro che scopare». Lui sorride.
«Non mi conosci affatto Brenda. Non sai chi sono. Non puoi giudicarmi. Voglio che tu mi conosca prima di considerarmi uno stronzo cronico.»
«Hai detto che vuoi conoscermi e vuoi farti conoscere. Fallo»
«Voglio diventare tuo amico»
«Vuoi troppe cose, Daniel. E le vuoi tutte troppo in fretta. Non puoi dire che vuoi diventare mio amico e sbam lo sei. Non si può.»
«Perchè? Chi lo ha deciso?»
«Io. Io sono fatta così.» sorride nervoso.
«Brendy ti stai perdendo tanto»
«Mai quanto te» annuncio.
Si gratta il capo e si sistema meglio sul divano.
«Facciamo una cosa. Tu leggi Colpa delle stelle. Poi parliamo del libro e...»
«Detto fatto. Dammi il libro». Sorrido.
«Proprio non capisco perchè tu abbia tutto questo interesse. Sul serio non ne vale la pena. Non ti perdi niente»
«Lascialo decidere a me.» mi sorride. «In realtà anche io la pensavo così.» confessa. «Ma penso anche che Jake abbia ragione. Lui non si è sbagliato su di me. Ha saputo vedere qualcosa che neanche io credevo di avere.»
«Mi sembri così profondo. Sul serio. Non pensavo che tu fossi capace di fare discorsi sensati. Sai l'ultima volta che abbiamo fatto un discorso era.. su quanto l'amore e i sentimenti fossero inutili».
Sorride imbarazzato. «perchè l'amore per me continua a non esistere».
«E per quale strano motivo vorresti leggere un libro alla base del quale l'amore è tutto?»
«Voglio farlo perchè voglio imparare il tuo modo di pensare. Perchè non credo all'amore ma questo non vuol dire che non esista».
«Adesso mi diventi anche poeta».
«Insomma! Vuoi darmi questo benedetto libro?» Scoppio a ridere.
«Credi davvero che io presti i miei libri? Non ho mai prestato nessun libro. Figurati se posso mai prestare il mio libro preferito. Se posso mai prestarlo a te»
«Davvero non me lo presterai?» annuisco.
«Okay. Allora vado a prepararmi» si alza dal divano e mi guarda con non chalance.
«Andiamo in un supermercato qui vicino. Così facciamo la spesa e compro il libro. Vai a vestirti». Schiocca un occhiolino e se ne va, seguito dai suoi boxer blu che mettono in evidenza un perfetto didietro.


Venti minuti dopo Daniel mi guarda soddisfatto avanti ad una bella cesta di pomodori.
«Questi mi piacciono». Sbuffo.
Ma vedi tu dove sono finita! Non sono mai voluta andare con i miei genitori nel reparto verdura e adesso mi tocca. Stronzo bastardo di un Karma.
«Brendy» Dan mi strattona.
«Svegliati. Questi mi piacciono»
«E prendili» dico senza sapere neanche di cosa parla. Lui sbuffa e inizia a riempire una busta.
«Adesso..»
«Adesso un cacchio. Odio comprare la verdura. Vieni qui».
Lo tiro per una manica e lo porto verso biscotti e delizie varie. Lui ride.
«E poi ti lamenti della pancia» lo guardo infastidita.
«Non mi ci sono mai lamentata.»
«Ieri notte sì»
«Cosa?» lui scoppia a ridere.
«niente .Prendiamo dei biscotti e andiamo»
«Quali?» Chiedo con gli occhi che brillano.
«Tutti. Così non sarai più costretta a fare delle uova». Lo guardo infastidita e poi scoppio a ridere. «Lo ricorderai per sempre, vero?» lui annuisce.
«Mh.. prima o poi ci sarà qualcosa che anche io ti ricorderò per sempre.»
«Certo» si avvicina a me e sussurra un «che sono il più figo del mondo».
«E anche il più convinto» dico ridendo.
Prendo due pacchi di biscotti e li butto nel carrello.
«Basta così?»
«Libri?» Chiedo con un sorriso che va da un orecchio all'altro.
Lui annuisce.
Camminiamo per qualche metro e ci troviamo in un piccolo, rispetto alle librerie che frequento, paradiso terrestre.
Centinaia di libri posati ordinatamente uno in fila ad un altro.
La cosa più bella del mondo.
«Oh. The Book Thief. Mi hanno detto che è bello. La trama è stupenda».
Lo prendo dallo scaffale e lo sfoglio. Adoro il profumo dei libri.
Lo tengo tra le braccia. Sono soddisfatta. Ho scelto il mio libro. O lui ha scelto me?
«Allora? Come hai detto che si chiama il libro che devo leggere?»
«Non devi leggerlo.»
«Devo farlo se voglio diventare tuo amico». Rido.
«Scherzavo Dan. Pensavo che tu lo avessi capito..» Annuisce.
«Adesso però voglio davvero leggerlo. Non si sa mai. Potrebbe piacermi». Annuisco. E cerco tra tutti i libri. Ce ne sono migliaia. C'è il mio mondo.
Vedo Looking for Alaska. Vedo Uno splendido disastro. Il ritratto di Dorian Gray..
Mi brillano gli occhi.
«Cosa succede? Ti vedo tutta elettrizzata»
«Sono nel mio mondo» batto le mani e mi dirigo in direzione di Colpa delle stelle. Bella come nessun'altra c'è la copertina con lo sfondo azzurro e le due nuvole.
«Eccolo» lo tiro verso di me. Prendo il libro dallo scaffale e glielo piazzo tra le mani.
«Buona lettura amico. Ah, sappi che alla fine non avrai più una vita. Né tanto meno voglia di viverne una»
«Fa talmente schifo?» ride. Gli do un pizzicotto.
«È il libro più perfetto di sempre».


Il sole batte ancora forte sulla strada nonostante siano le cinque passate.
Io cammino con i libri da una parte e due buste in un'altra mano.
Dan avanti a me cammina con tre buste e tanta voglia di tornare a casa.
Sta già organizzando i piani per questa sera.
Vuole passare più tempo con la sottoscritta. Quindi prima di scoparsi qualcuno farà amicizia con me. Yuhu. Che entusiasmo.
«Perchè non ti piace quello che faccio?» chiede d'un tratto.
«E me lo chiedi pure? Tratti quelle ragazze che vengono da te una merda. Sei antipatico. Ti diverti e poi le mandi via»
«Anche loro si divertono. E non vogliono avere contatti con me, il più delle volte. Io non piaccio a loro. Vengono da me solo perchè ci divertiamo»
«Ma che razza di senso ha? È una cosa disgustosa. È come se tu.. ti vendessi per un po' di autostima. Quando poi mi sembra che non te ne serva nemmeno un grammo!» sbuffa.
«Invece..»
«Invece non mi piace comunque come ti comporti. Se tu fossi un bravo ragazzo come dice Amy non ti comporteresti in questo modo orribile e stupido. Vali molto di più di quello che sembri.»
«Brenda che mi fa un complimento! Miracolo» si gira verso di me e scoppia a ridere.
Nel frattempo non so nemmeno come, arriva una macchina ad una velocità assurda, e per poco non lo investe. Non ho il tempo di dirgli «girati».
L'unica cosa che mi viene in mente di fare, e che alla fine faccio, e tirarlo per la maglia.
Lascio cadere le buste e i libri, e lo tiro con entrambe le mani.
Riesco ad essere così forte, che lui cade all'indietro e io non so in che modo, mi ritrovo atterra con un braccio sotto la schiena.
Lui è seduto al mio fianco. Si gira verso di me e mi guarda spaventato.
«Brenda che cazzo hai combinato?» Chiede stupito.
«Ti ho salvato la vita. Quell'idiota stava volando, non stava guidando! Se ti avesse investito adesso sarei praticamente da sola. Dio mio» ho le lacrime agli occhi, e non solo per lo spavento.
«Carina, hai avuto paura che io morissi»
«Ho avuto paura di dover organizzare un funerale e poi di avvisare tua madre» borbotto infastidita.
«Stai bene?» Gli chiedo. Lui annuisce con un sorrisino.
«Tu?» sbuffo.
«Penso di no.»
«Cosa succede?» Si alza e mi porge una mano.
«Il braccio! Mi fa malissimo». Mi aiuta ad alzarmi e poi scoppia a ridere.
«Come si può fare? Non riesci neanche a salvare una vita senza mettere in pericolo la tua»
«Oddio avrei dovuto lasciarti morire!»
«Di sicuro avresti dormito su un letto più comodo»
«Allora? Cosa aspetti? Vuoi portarmi all'ospedale, Dan?» lui mi guarda preoccupato.
«Ti fa davvero così male?»
«Sì» sospiro.
Una cosa faccio bene e dieci ne sbaglio.




Mi stendo finalmente sul mio comodissimo materasso.
È stata decisamente una lunghissima giornata.
Tra discorsoni filosofici con Dan, e raccomandazioni di dottori affascinanti..
Sceglier non saprei.
«Davvero hai intenzione di dormire lì?» alza un sopracciglio.
«Perchè no?»
«Perchè il dottore ha detto che devi stare nel massimo della comodità. Devi fare attenzione con quel braccio»
«Dan sono su un materasso. Va bene»
«No. Mi sento troppo in colpa» sbuffa. «è in parte per colpa mia se adesso sei dolorante»
«Non capisco il “in parte” ». Scoppio a ridere.
«Scherzavo, tranquillo.»
«Oh, sai com'è. Stavo per spezzarti il braccio direttamente» sorrido.
«Io ho molto sonno, quindi.. buonanotte».
Chiudo gli occhi e mi ritrovo Dan a fissarmi.
«Oh. Prendi pace?»
«No. Non fino a quando non sarai lì vicino a me»
«Bello, il piccolino vuole un pupazzo da abbracciare?»
«No. Voglio che stia comoda»
«Sto benissimo»
Sbuffa infastidito. Si abbassa e mi prende in braccio.
«Oddio Dan. Non puoi»
«E invece sì».
Mi poggia delicatamente sul letto e sorride soddisfatto.
«Perfetto. Adesso posso dormire».
Si butta a peso morto sul letto.
«Anche se sarebbe più facile se tu fossi più coperta» arrossisco.
«Mai visto una ragazza pigiama estivo?» chiedo mostrandomi sfacciata.
«In pigiama sì, in intimo no»
«Ma vaffanculo» gli sorrido e mi giro dall'altra parte.
Sento la sua mano poggiarsi sulla mia spalla.
«Dan io già non voglio dormire qui sopra con te. Poi mi ritrovo anche le tue mani addosso e.. non ce la faccio» sbotto innervosita. Lui sorride.
«Tienile a posto, oppure giuro che ti castro. Okay?» sorride ancora.
«E finiscila di ridere come un deficiente.»
«Perchè non ti giri? Oddio non che non mi piaccia il didietro ma..»
Mi giro e gli do un ceffone.
«Perchè dovrei stare girata?»
«Volevo parlare un po'. E poi il..»
«Sì, sì. Lo so già. Il dottore ha detto bla bla bla.. Peccato che io sia comoda nell'altra posizione. E poi proprio adesso vuoi parlare? Ti prego, facciamolo domani. Ho troppo sonno..»
Mi guarda con tenerezza.
«Sei carinissima con quell'espressione» Arrossisco violentemente.
«quale?»
«quella assonnata. È così sexy..»
«Daniel!»
«Eddai. Sono cose che un amico ti dice!»
«Assolutamente. Sono cose che uno che vuole portarti a letto ti dice. Le hai mai dette ad Amy?» lui sorride. «Ecco, appunto.»
Mi giro dall'altra parte e mi compro con il lenzuolo in modo tale da dividere il mio spazio e il suo.
«Caro Daniel, ricorda che non riuscirai mai a portare anche me su quel divano. Quindi se mi stai diventando amico solo per quello.. stai perdendo solo tempo»
«Buonanotte Brenda» sospira lui.
«Buonanotte anche a te Dan. E grazie» mi obbligo a dire, prima di aggrapparmi al lenzuolo e sprofondare nel sonno.




Angolino autrice malata di mente.
Salve gente! Come va la vita? Io ultimamente sono stressatissima. Non ce la faccio più. Voglio che passi Maggio, davvero.
Anyway, sono stata più o meno puntuale, no? 
Uhm è uno dei miei primi/pochi angolini e voglio sfruttarlo al meglio.
Voglio prima di tutto  ringraziare tutti quelli che leggono e recensiscono la storia. Vi amo, davvero. Vi amo immensamente.
Voglio poi ringraziare chi legge la storia e chi la mette nei seguiti/ricordati.
Altra cosa che voglio fare e lasciare un ringraziamento speciale a 
Emily_19 che è probabilmente una delle prime donne sul pianeta a shippare due personaggi inventati da me, e addirittura a dare un nome alla ship. Vi presento, ufficialmente i Drenda!
Non è fighissimo? *^*
And so.. nada. Fatemi sapere cosa ne pensate.

Ah, volevo spendere una parolina per quanto riguarda il titolo "Colpa delle stelle?" che riprende ovviamente il titolo di un meraviglioso libro di Green (Colpa delle stelle) (lo amo più della mia stessa vita) del quale si parlerà molto molto abbondantemente nel prossimo capitolo. Se non o avete letto ve lo consiglio. È perfetto.
Altra cosa che volevo dire è: Preparatevi ad un pucciosissimo Dan *^* e ad una fantastica amicizia tutta Drenda.
Pace, amore, e lasciate una recensione? :3


StewyT.


 

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Capitolo 7
*** La casa sul lago. ***


La casa sul lago.
Attenzione: se state leggendo Colpa delle stelle, o avete intenzione di farlo, non leggete le parti in cui se ne parla. Ci sono spoiler.
(se ne parla solo all'inzio.)
Apro gli occhi e mi trovo esattamente dove ieri mi ero stesa: sul letto di Dan in un involucro di lenzuola bianche come la neve.
Dalla porta finestra sulla camera entra tantissima luce, tanto che faccio fatica a tenere gli occhi aperti.
Al mio fianco non c'è Dan, ma al suo posto c'è un vassoio con un'abbondantissima colazione.
Sento l'acqua smettere di scendere, poi la porta del bagno si apre.
«Brendy, sei sveglia! Buongiorno!»
Daniel, per l'ennesima volta in mutande, mi sorride, e non posso fare a meno che focalizzare lo sguardo sul suo bellissimo sorriso, piuttosto che sul fisico scolpito oppure sul drago in bella vista.
«Buongiorno» dico con voce ancora impastata. Lui sorride nuovamente.
«Quella è tua» indica la colazione.
Io quindi prendo un cornetto e lo addento.
«Come mai.. la colazione a letto? Oggi era il mio turno di cucinare»
«Ho pensato che ti facesse male il braccio e fossi stanca, quindi da buon amico ho preparato io la colazione»
«Devo dire che sei proprio un buon amico» gli sorrido.
«Allora..»
Si siede sul letto e mi guarda attentamente.
«Come posso fare a riavere la mia vita?»
«Eh?» lo guardo accigliata.
«Secondo te è morta anche Hezel Grace?»
«Lo hai finito!» dico entusiasta.
«Esatto. Tutto in una notte» gli sorrido.
«Sei depresso?»
«Abbestia. Non so cosa pensare. La lettera di Gus è stata..»
«È diventato un fanboy» dico applaudendo.
«Cosa?»
«Niente. Mi capisco da sola. Ma dimmi quale è stata la tua parte preferita?»
«Il bacio nella casa della Frank! E.. la scena di dopo. È stato così romantico!La tua?»
«Assolutamente quella del funerale di Gus organizzato da lui stesso. Ho pianto come una matta leggendolo. Penso che se sapessi che da un momento all'altro potrei morire lo farei anche io!» lui annuisce.
«Sì. E dovrei sapere cosa direbbero tutti ai miei funerali»
«Esatto» mi metto le mani nei capelli.
«Sai che da quando ho letto questa storia penso di aver paura dell'oblio? Non ci avevo mai pensato e leggendo.. ho capito che ho davvero paura del nulla, ho paura di essere dimenticata. Ho paura di non vivere abbastanza per lasciare il segno»
«Io invece sono come Hezel. Non mi preoccupo di essere dimenticato. Non voglio fare niente per essere ricordato. Se dovessi essere nei pensieri di qualcuno beh.. voglio che sia perchè mi ha amato. Non perchè io abbia fatto chi sa cosa..» annuisco. Giusta teoria.
«Da chi pensi di essere ricordato, allora?»
«Dai miei genitori, ovviamente. Da David, Amy e Jake. I miei unici veri amici»
«E io?»
«Beh se morissi domani non so se tu mi considereresti un vero amico»
«Ma se morissi dopo una lunga conoscenza?»
«In quel caso saresti nella lista dei miei veri amici» sorrido.
«Siamo davvero così strani da.. metterci a parlare di morte?»
«Io ti ricorderei» dice d'un tratto, senza rispondermi, Dan.
«Ti ricorderei per quella che per essere mia amica mi ha quasi costretto a leggere un libro. Per quella che non verrebbe mai a letto con me, solo perchè sono stato con mezzo Montana»
«Non solo per quello»
«Ecco. Ti ricorderei anche per quella che interrompeva i discorsi epici» sbuffa e poi sorride. Mi perdo di nuovo nel suo sorriso.
«Tu somigli ad Augustus» maledetta me. Cosa dico!?
«In che senso?»
«Nel senso che sei bello come lui» sorride e inizia a fissarmi.
«Adesso dovresti chiedermi perchè ti sto guardando!»
«Oh no. Non osare dare quella risposta!» scoppia a ridere.
Prendo un po' di caffè e gli sorrido.
«Mi prometti una cosa?»
«Cosa?»
«Non consigliare mai a nessuno, al quale non tieni davvero, questo libro. Voglio che resti il nostro libro e.. non voglio più parlarne. Okay?»
«Okay sarà il nostro per sempre?» scoppio a ridere.
«No, aspirante Augustus Waters. Non sappiamo nemmeno se la nostra amicizia avrà un per sempre.»
«Sei molto meno positiva di Hezel Grace eh!»
«Parecchio».
Faccio una pausa, e i pensieri mi portano, senza che io lo voglia a Jim.
«Sai che neanche Jim lo aveva mai letto? Gli avevo regalato il libro con il mio numero sopra al nostro primo appuntamento. Lui non lo ha mai letto»
«Ho sempre detto che fosse un idiota. Questo libro merita e tu...di più»
«Oh che romanticheria, mamma mia!» fisso i suoi occhi e vedo quelli di uno che potrebbe diventare davvero un mio amico.
«Davvero non l'ha letto?» mi fissa per qualche secondo in attesa di una risposta.
«Davvero.»
«Io lo avrei fatto se me lo avesse chiesto una ragazza che volevo conquistare»
sorrido.
«Quindi lo hai letto solo per conquistarmi?»
«Diciamo di sì».
Scoppio a ridere.
«Beh mi sembra una mossa astuta dirmelo eh!»
«In effetti non lo era» dice fintamente timoroso.
«Comunque.. volevo chiederti scusa»
«Per cosa?»
«Per aver parlato in quel modo di te e Jim.»
«Ti sei ricreduto! Non pensi più che l'amore sia un illusione?»
«Non lo so. Per me è ancora.. non credo ancora nell'amore, Brendy. Non so se ci crederò mai. Fatto resta che non avrei dovuto aggredirti in quel modo. Non mi piace Jim e non so perchè»
«Non lo conosci»
«Infatti. Mi dispiace odiarlo senza neanche conoscerlo. È che non lo so, il nome mi ricorda un emerito coglione» rido, anche se non dovrei: stiamo insultando il mio attuale ragazzo.
«Beh se ci fermassimo ai nomi.. io sarei una sgualdrina. Il nome Brenda mi ricorda altamente quello di una prostituta, mentre uhm.. vediamo. Daniel. Il tuo mi ricorda un idiota senza palle. Tu sei così?» lui ride.
«No.»
«Non ne sono molto certa. Ad ogni modo quello che intendevo dire è che i nomi ingannano. Come si dice, l'abito non fa il monaco, e grazie a Dio il nome non fa la persona»
«Fatto resta che o sono uno strafigo!».
«Certo. E io una modella!»
«Sicura di non aver fatto davvero la modella?! Ho visto il tuo volto su qualche cartellone pubblicitario!» Scoppio a ridere e gli tiro un cuscino in faccia.
Lui ride, e a sua volta, mi tira un cuscino.
«Stronzo»
«Hai iniziato tu, infortunata e una ceppa!» grida, e tira ancora un altro cuscino, e uno ancora, e ancora e «Vuoi la guerra?! E guerra sia!» urlo, e iniziamo davvero una battaglia.
Altro che troiani e spartani.
Qui ci sono Daniel e Brenda: che la fine del mondo abbia inizio.


Circa venti minuti, venti cuscini, lenzuola sporche di caffè, e miliardi di risate dopo, io e Dan ci ritroviamo stesi con fiatone sul letto.
Non riusciamo a muoverci, tanto che abbiamo riso, e il mio braccio è più dolorante che mai, ma chi se ne frega!
«Ho vinto io» dichiaro ridendo.
«Affatto. Ho vinto io»
«Daniel, insomma. Fa il gentiluomo»
«Parità dei sessi, Brendy»
«E quindi?»
«E quindi non si fa più nessuno sconto per nessuna donna»
«Nemmeno per una infortunata?»
«Uhm.. cosa mi dai in cambio?»
Si avvicina a me, che mi allontano, e ride.
«Tranquilla, non ti mangio!»
«Non potrei dire lo stesso di me. In questo ultimo periodo ho sempre così tanta fame!» dico nervosa.
«Sei incinta!?»
«Dello spirito santo!» ridiamo.
La sua risata è così dannatamente bella. Sembra estremamente sincero, unico.
Il liquido dei suoi occhi blu è sconvolgente.
«Perchè mi fissi?»
«Non ti sto fissando» dico arrossendo. Certo che lo stavo facendo. È così bello.
«Ah no?»
«No.»
«Qual è il tuo colore preferito?»
«Daniel da dove ti esce questa domanda?»
«Non lo so. Avevamo detto che dovevamo conoscerci meglio, no?»
«Viola» rispondo velocemente.
«Il mio è il blu»
«Non me ne ero accorta» indico le pareti della camera.
«E dimmi ti piace anche il rosso?» scoppia a ridere.
«Guardando casa mia si capisce molto di me, Brendy. È come per te e i libri. Se li leggi capisci che persona è Brenda!»
«Oh, che cosa carina.» Mi sorride.
«Di che colore è il divano di sotto?»
«Rosso» dichiara lui.
«Non intendevo quello che possiamo vedere tutti. Ma quello che possono vedere solo le fortunate» mimo il segno delle virgolette.
«Non lo saprai fino a quando non ci finirai anche tu sopra!» dichiara con sguardo sicuro.
«Oh, bene, quindi non me lo dirai mai? Sono curiosa»
«La curiosità fotte la gente»
«Non era la convinzione a fottere la gente?»
«No. La curiosità. Prendi il vaso di Pandora. Se quell'idiota fosse stata meno curiosa non ci sarebbero cattivi sentimenti sul mondo!»
«Giusto.» annuisco ridendo.
«Il tuo cibo preferito?»
«Amo il cibo in assoluto. Non si nota?» ride.
«Per niente.» mima un «no» con la testa.
«Il tuo?»
«Penso.. pizza»
«Oh, nettare degli Dei!»
«Esattamente.»
«Tocca a me. Uhm.. animale preferito»
«Drago. Il mio amato drago» indica il tatuaggio al confine con le sue mutande
«Ma non esiste»
«Chi ti dice che non sia esistito? Ha la stessa probabilità di aver vissuto che ha l'homo sapiens!»
«I tuoi esempi mi sconvolgono, Dan» ride.
«Libro preferito?»
«Lo conosci» lui sorride.
«Già. Ma sei proprio sicura di scegliere quello? Intendo se dovessi essere delegata su un isola deserta senza biblioteche, internet, musica, libri, ebook.. se potessi scegliere solo un libro, porteresti Colpa delle stelle?»
«Assolutamente sì. Oh, porterei anche una penna ed un foglio. Mi piacerebbe far rincontrare Augustus e Hezel..» sorride.
«Mi piacerebbe leggere un loro incontro, lo sai?»
«Tu quale libro porteresti?»
«Il ritratto di Dorian Gray. Quel libro mi ha insegnato parecchio»
«E cioè? La solita frase: non è importante la bellezza esteriore ma quella interiore? Coglionate. Se ti senti brutta.. la bellezza interiore non serve ad un cazzo, credimi»
«Lo hai letto anche tu! Dovresti sapere la vera morale»
«La conosco. Il problema è che leggendolo mi veniva costantemente in mente questa frase e ho odiato questo libro, anche se confesso di amarlo. Però sai.. mi sembrava una grandissima presa per i fondelli. Dorian Gray è arrivato alla conclusione che la bellezza interiore vale molto di più di quella esteriore, sì, ma ci è arrivato dopo aver sacrificato ogni cosa bella della propria vita.
E ci è arrivato uno bello, capisci. Avrebbe avuto più senso se ci fosse arrivato un gabinetto!» annuisce.
«Ad ogni modo non bisogna passare la vita a cercare quello che si ha, Brendy. Non si può, se no come hai detto tu si sacrifica ogni bella che si ha. La vita è un'opera d'arte. Adesso sta a noi, che siamo gli artisti, fare in modo che sia ben riuscita.»
«Adesso mi parlerai anche delle tentazioni?» sorride.
« L'unico modo per resistere alle tentazioni, è cedervi. No?»
«Lo ammetto. Mi piace parlare di libri, che amo, tra l'altro, con te»
Sorride soddisfatto.
«Perfetto. Abbiamo una cosa in comune. Siamo amici»
«La tua frase preferita dal Ritratto di Dorian Gray?»
«Oh, vedo che hai dato molto peso alla mia affermazione!» sorrido.
«Allora?»
«L'inferno e il paradiso sono tutti e due dentro di noi. E Oggigiorno si conosce il prezzo di tutto, ma non si conosce il valore di niente. La tua?»
«Forse questa: Lo scopo della vita è sviluppare noi stessi. Ognuno di noi è al mondo per realizzare perfettamente sé stesso. No, penso che sia questa: Ridere non è affatto un brutto modo per iniziare una amicizia, ed è senz'altro il migliore per troncarla.
Oppure.. Chi è innamorato, comincia sempre con l'ingannare se stesso, e finisce sempre con l'ingannare gli altri. O..»
«O basta. Mi stai citando tutto il libro, Brendy. Non ti chiederò mai più la tua citazione preferita, giuro!»
«Anzi no..» sorride.
«So che hai detto che non ne dobbiamo più parlare ma.. una. Dimmi una sola citazione di Colpa delle stelle che ami. Una che ti insegna a vivere»
«Ma Gus, amore mio, non riesco a dirti quanto ti sono grata per il nostro piccolo infinito. Non lo cambierei con niente al mondo. Mi hai regalato un per sempre dentro un numero finito, e di questo ti sono grata.»
Mi viene quasi da piangere.
«Amo il loro piccolo infinito» lui sorride dolcemente
«Non ti uccidono, se non le accendi. E non ne ho mai accesa una. E' una metafora, sai: ti metti la cosa che uccide fra i denti, ma non le dai il potere di farlo. Io invece amo quando Augustus usa mille metafore per spiegarsi. Amo il fatto che non fumi e voglia solo far fallire la cosa che vuole ucciderlo»
«Diamine anche io amo questo aspetto di Gus» sussurro.
«Voglio che tu diventi mia amica!» dice in una botta, io rido.
«Perchè ridi?»
«Perchè.. non so perchè ma sei estremamente carino quando me lo chiedi, e non so come fare a dirti di no. L'amicizia non si può negare a nessuno. E poi una delle più grandi consolazioni della vita è l’amicizia »
«E una delle consolazioni dell’amicizia è quell’avere a cui confidare un segreto. Guardala come cita Manzoni!»
Sorrido.
«Mi diventi sempre più simpatico, uomo»
«Anche tu, donna. Non so neanche perchè ci siamo odiati fino ad ora. Non lo ricordo»
«Oh, Amy mi ha detto che odiavi le donne in generale a causa di una.. uhm cotta che hai avuto da adolescente»
«Grazie per avermelo ricordato» scoppio a ridere.
«Un giorno me ne parlerai, vero?»
«Quando vuoi. A patto che tu mi parli di Jim. Voglio sapere perchè ti sei innamorata di lui».
Lo guardo negli occhi. Sappiamo entrambi che non sono innamorata di lui.
«Sei stronzo forte» sussurro.
Il suono del campanello lo salva. O forse salva me.
Dan scoppia a ridere, e scende ad aprire la porta, in mutande.
Solo lui può.
Dopo poco lo seguo anche io, e dalle scale vedo che è Jake.
«Ma possibile mai che sei ancora così? Avevamo detto che saremmo partiti presto!»
Jake sorride con fare dispiaciuto.
«Possiamo partire tra trenta minuti? Giuro che sarò velocissimo»
Jake lo manderebbe con piacere affanculo, ma gli da un pacca e lo spinge.
«Hey, Brenda.» mi guarda e poi arrossisce.
«Non ditemi che ho interrotto qualcosa» dice indicando la mia mise e le mutande di Dan. Io scoppio a ridere.
«Una chiacchierata su Dorian Gray e basta» gli assicuro.
«Menomale» sospira di sollievo.
«Allora, dove andate di bello?»
«Dove andiamo di bello» ribadisce lui. Gli sorrido.
«Allora, dove andiamo di bello?»
«Alla casa sul lago. Ci andiamo ogni ultimo fine settimana di giugno» dichiara con un sorriso che va da un orecchio ad un altro.
«Ormai è una tradizione del nostro gruppo!»
«Oh. Allora non vedo perchè debba venire anche io. Insomma non..»
«Sta zitta. Ci sono due buone ragioni.»
«Ah sì, sarebbero?» chiedo sorridendo a Dan.
«La prima è che fai quasi parte del gruppo. La seconda..» si avvicina al mio orecchio.
«È che anche se adesso siamo amici.. non ti lascerei mai da sola a casa mia. Sono troppo geloso» sorrido.
Entrambi corriamo a prepararci, e circa un quarto d'ora dopo siamo già belli e sistemati in macchina, pronti a correre verso l'autostrada, che ci porta in circa cinque sei ore, togliendo ovviamente le pause prese, alla casa sul lago.


Appena David parcheggia la macchina e riesco a guardare per bene la casa mi scappa un «wow» seguito da una risatina di Dan e Jake.
La casa è enorme e affaccia su una vallata verde e piena di fiori che mi viene voglia di buttare via le scarpe e correrci dentro.
Oltre alla vallata c'è un lago grandissimo che più che un lago sembra una piscina naturale, un mare dolce.
Seguo Amy, che, mentre i ragazzi prendono le valigie, apre la casa.
Se fuori è bellissima, dentro lo è ancora di più: grande, piena di luce, elegante e ariosa.
Entro dentro quasi ballando e battendo le mani per la gioia di essere finalmente in una casa grande e non più in quel buco per topi, e con la speranza di avere una camera tutta mia.
«Ti piace?» Chiede Dan posando la mia valigia ai miei piedi.
«Come puoi anche chiederlo? È.. bellissima»
«Dovresti vedere le camere»
«Oh sì. Non vedo l'ora di entrare nella mia camera.»
«Nostra» dichiara lui ridendo.
«Nostra» camera.
«Cioè?»
«Allora piccioncini» dichiara David ridendo.
«Cosa si fa questa sera? Idee?»
«Pokerino?» chiede Jake allettato dall'idea.
Amanda mi tira per un braccio e mi trascina nell'enorme cucina di marmo e legno scuro, piena di finestre e di elettrodomestici fantastici, e ridendo mi rassicura.
«Tranquilla. Non giocheremo anche noi a Poker. Io non sono mai riuscita ad imparare, e a meno che tu voglia farlo...»
«No. No. Assolutamente no. Ho provato una volta a giocarci e non è cosa per me»
Lei annuisce.
«Allora sistemiamoci, poi mentre loro giocano io e te cuciniamo»
«Perfetto».
Ci avviciniamo ai tre che decidono cosa fare, e ci sediamo accanto a loro.
«Dividiamo le camere» urla Amy.
«Io dormo con te» dichiara David.
«Io voglio stare solo!» dice Jake.
«Io starò con Brendy. Tanto siamo abituati. Per te va bene, no?»
No. No. No. Non va bene. Voglio dormire in una camera tutta mia, porco cane.
«Sì» dico con un mezzo sorriso.
Quindi tutti si alzano, e io li seguo a ruota.
Saliamo le scale e ci troviamo in un ambiente totalmente diverso.
Stessa disposizione di sotto, ma più mura, colori più scuri, bagno più grande.
Dan apre la nostra camera e ci ritroviamo improvvisamente in un piccolo paradiso al chiuso.
Le pareti sono grigie, il letto è tanto soffice che sembra una nuvola bianca sospesa in un cielo notturno, dalla portafinestra che dà su un piccolo terrazzino si vedono le stelle e c'è un piccolo bagno con vasca idromassaggio.
«Dio mio, fatemi restare qui e non portatemi più via» dico buttandomi sul letto.
Daniel sorride.
«Bello eh? Amo questo posto»
«E grazie a Dio posso finalmente togliere i miei vestiti dalla valigia. Dio mio. Sono da circa tre settimane lì dentro.»
«Okay. Vuoi farmi sentire in colpa»
«Assolutamente sì, caro Dan.»
Corro in bagno e mi ci richiudo per almeno dieci minuti.
Mi sciacquo un po', sistemo i capelli e mi rinfresco.
Quando esco Dan non c'è e sento del frastuono provenire dal terrazzino di sotto, quindi scendo anche io.

«Finalmente! Che fine avevi fatto?» Chiede Amy ridendo.
«Stiamo tutti aspettando te! Tieni» mi da tra le mani una birra, e io ne bevo un sorso.
«Scusate. Avevo bisogno di rinfrescarmi. Non vedo l'ora di fare un bagno in quella vasca..»
«anche io» dichiara Jake.
«Quindi vediamo di muoverci a fare questa partita»
«Andiamo a cucinare, và!» Amy mi tira via e sorridendo dice «Ho voglia di svelarti una ricetta segreta del bar, donna. Sta molto attenta. Con questo cocktail stenderai Jim.»
«Ricordi il nome del mio ragazzo» lei sorride.
«Ricordo tutto. E noto tutto.»
«E cioè?»
«E cioè ho notato te e Dan!»
«Me e chi?»
«Oh, insomma. Non dirmi che adesso non ti piace di più»
«Certo. Sta.. provando a diventarmi amico» lei sorride.
«E ci sta riuscendo?»
«sì, cazzo. Ha letto il mio libro preferito e ne abbiamo discusso. Neanche il mio ragazzo lo aveva mai fatto per me.» mi guarda dolcemente.
«Ti avevo detto che era un ottimo ragazzo»
«E avevi ragione tu, sì. Ma.. insomma non so se.. il fatto che lui abbia letto il mio libro preferito, e che si comporti bene con me per qualche giorno, non lo rende il ragazzo perfetto che mi avete descritto» lei annuisce.
«Sei esigente con Daniel eh?»
«Io penso che in lui ci sia molto di buono»
«Questo già è qualcosa» mi sorride, e io ricambio.
Prende tra le mani uno shaker, e ci versa dentro delle cose dicendomi cosa sono.
È convinta che imparerò a fare questo cocktail. La convinzione.. fotte la gente.
Dieci minuti dopo, i ragazzi sono seduti sui divanetti, con delle carte da gioco sul tavolino e dei bicchieri di un liquido trasparente tra le mani, io e Amanda siamo tra i fornelli, con padelle e cibo, che venti minuti dopo è nel nostro stomaco.


Finito di mangiare e sistemare la casa io e Amanda saliamo nella zona «notte», e ci dividiamo dopo un caloroso abbraccio e un «dormi bene che domani faremo un mucchio di cose».
Entro in camera e mi butto sul letto.
È così dannatamente soffice che resterei lì per sempre, ma.. la vasca idromassaggio mi aspetta.
Mi spoglio e corro velocemente in quel piccolo paradiso, dal quale esco solo circa un'ora dopo.
Metto una delle tante maximaglie che mi fanno da pigiama, e inizio a togliere i vestiti dalla valigia, anche se resterò qui solo per altri due giorni.
Voglio finalmente far prendere un po' d'aria ai miei poveri vestiti.
Sono così soprappensiero che non sento neanche la porta aprirsi e chiudersi.
Sento solo le braccia di Daniel che circondano la mia vita.
«Cosa.. ti prende?» dichiaro infastidita da quell'abbraccio.
«Avevo voglia di abbracciarti.. e sai che non posso vederti con queste maglie»
Scoppio a ridere.
«Devo dire che ti ha fatto male quello che hai bevuto eh?» lui ride e si allontana.
«Sapevo che avresti risposto così, Brendy. Lo giuro.»
«Sono sconsolato» dichiara dopo un minuto di silenzio.
«Perchè mai?»
«Ho perso a poker» scoppio a ridere.
«Daniel che perde in qualcosa? Wau. Dovrei congratularmi con il vincitore»
«Non è quello il problema»
«A no? E cosa allora?»
«Avevamo scommesso che ci avrebbe perso, domani si sarebbe fatto il bagno nudo!»
Sto quasi per morire dal ridere.
«Scherzi, vero?»
«No, cazzo!» dice ridendo come un matto.
«Domani ti divertirai parecchio, Brendy»
«Oh, penso proprio di no!»
Prende un pacchetto di sigarette dalla sua borsa e si avvia fuori sul terrazzino.
«Ho provato la vasca idromassaggio. Dovresti farlo anche tu» dico seguendolo.
«è il paradiso, lo giuro. È una cosa bellissima. Sembra che ci siano tante dita ad accarezzarti..»
«Onestamente preferisco le dita di una bella ragazza» sorride.
«Sempre a quello pensi. Come devo fare con te?» gli sorrido e lui ricambia.
«sono felice di essere qui» sospiro, e guardo il lago.
È completamente nero, se non fosse per quel pezzettino di luna che si riversa in lui, non riuscirei nemmeno a vederlo.
«è un posto bellissimo.»
«Già. Adoro questo posto dalla prima volta che ci sono venuto.»
Accende la sigaretta che ha tra le labbra e fa un tiro. Butta fuori il fumo e dopo lo rifa.
«Non ricordavo tu fumassi»
«Non fumo avanti ai miei genitori»
«Avanti ai tuoi genitori sei una persona diversa. Non fumi, non bevi.. sembri quasi un bravo ragazzo» sorride.
«Devi far finta di essere quello che loro vogliono per ottenere quello che vuoi.»
Lo guardo di traverso.
«Che cosa orribile hai detto.»
«perchè?»
«Beh perchè non voglio fingere di essere qualcun altro. Io sono me stessa e non cambio per nessuno. Nemmeno per i miei genitori.»
«Nemmeno per le tue priorità e i tuoi desideri?»
Ci rifletto su qualche minuto.
«Allora?»
«No. Assolutamente no. La mia più grande priorità è essere me stessa»
Dan sorride e mi guarda come non ha mai fatto.
Noto ancora una volta gli occhi blu che spiccano su quel volto bellissimo.
«Mi piaci Brendy. Mi piace il tuo carattere e il tuo modo di pensare, sul serio, ma.. non potrei mai essere come te. Sei troppo fedele a te stessa. Credo che sia una cosa ottima, ma io non potrei mai essere così. Per questo ti invidio» mi appoggio al muretto, al suo fianco.
«Tu sei come me Dan. Solo che.. hai priorità diverse.»
«E vediamo.. le mie priorità sarebbero?» Sbuffo e ci penso su.
«Quali sarebbero secondo te le priorità di Daniel Harrow?»
«Penso che la tua più grande priorità sia.. scappare da qualcosa che ti ha ferito.»
«Qualcosa?»
«L'amore. Più volte tu hai parlato male dell'amore e mi è arrivata all'orecchio..»
«È vero. Voglio scappare dall'amore» adesso però sta scappando dall'argomento.
«Perchè?»
«Perchè.. non voglio più soffrire come mi è successo in passato.»
«Hai ventidue anni, Dan. Cosa potrebbe mai essere successo?»
«Niente di che, ma.. quel poco che è successo mi ha fatto stare male e mi ha cambiato completamente» ha gli occhi più liquidi di prima, e le mani sono su una seconda sigaretta che sta per accendere.
«Perchè lo fai?»
«Cosa?» mi chiede disorientato.
«Perchè fumi? Sai Gus direbbe che ama avere la sigaretta spenta tra le labbra per avere la causa della morte tra le labbra. Alaska direbbe che lo fa per morire.. tu? Per cosa fuma il nostro Daniel Harrow?»
«Il tuo Daniel fuma per stare bene.» alzo un sopracciglio e lui sorride.
Butta in gola del fumo e poi si spiega meglio.
«Quando fumo mi calmo. Mi rilasso. Mi sento molto molto meglio» sorride.
«Può sembrarti una cretinata, ma quando fumo.. è come se ingoiassi un tranquillante caldo. È come se per la gola scendesse.. un sonnifero per i miei nervi».
Ne parla così bene, che mi viene quasi voglia di fumare.
«Non hai mai provato?»
«No.» rispondo.
«Non fumare è una tua priorità?» sorrido alla domanda.
«No. Penso di no. Insomma se mi dovesse..»
«Vuoi fare un tiro?» dice sorridendo.
«Stronzo di un Harrow. Mi stai portando sulla cattiva strada»
«Mi dispiace» dichiara ridendo.
Poi poggia la sigaretta tra le mie labbra, e io scoppio a tossire
Lui scoppia a ridere.
«Prima o poi imparerai anche tu..».
E già al secondo tiro ho imparato.
Ho imparate e apprezzo quello che sto facendo.
Non è una cosa bella. Al giorno d'oggi è diventata una moda.
Vedi ragazzini di dodici anni che camminano per le strade con queste sigarette tra le mani. Perchè?
Siamo davvero tutti così stressati da aver bisogno di nicotina per calmarci?
Non avevo mai provato a fumare, e adesso che lo faccio mi sento in colpa, ma dannatamente bene.
Il fumo scende giù per la gola, la riscalda, la scioglie. Scioglie il mio nervosismo, e mi fa rilassare. Mi calmo. La parte del mio cervello dedicata al nervosismo si calma, nemmeno stessi assumendo una droga.
«Allora?» mi sorride.
«Avevi ragione, ma penso che non lo rifarò più. Mi piace ma.. prenditi un'altra sigaretta, perchè se deve essere l'unica voglio fumarla per bene».
Daniel ride e si siede su una poltroncina di fronte a me.
«Mi piace essere tuo amico» dichiara.
«Mi preoccupa vederti così dolce, Dan. Cosa vuoi da me? Quello che vuoi da tutte?»
«Vado a farmi una doccia» dice alzandosi e sorridendo.
«Voglio una risposta.»
«Il mondo non è un ufficio esaudimento desideri, disse Gus. Io aggiungerei che non è un ufficio esaudimento voglie, Brendy» sorride ancora e si chiude la porta del bagno alle spalle.
«Beh ricordalo per la prossima volta che avrai voglia di qualcosa di particolare a colazione» grido, e lo sento ridere.
Faccio l'ultimo tiro, e poi butto la sigaretta in un portacenere.
Mi viene un'improvvisa voglia di sentire Jim. Di dirgli che ho fumato per la mia prima volta, per dirgli che aspetto lui, per dirgli che.. che voglio lui. Che voglio che la mia prima volta in un altro ambito sia con lui, e quindi lo faccio.
Cerco nella rubrica «Jimmi», e appena lo trovo lo chiamo.
Uno, due, tre squilli, poi risponde.
Ha la voce strana, affannata, come se stesse baciando qualcuno, o se avesse appena fatto un'incredibile corsa per rispondere al telefono.
«Bren. Piccola! Come mai mi chiami a quest'ora? È successo qualcosa?»
Guardo l'orologio. Nemmeno avevo visto che era mezzanotte.
«No. Avevo bisogno di sentirti! Scusa se ti ho disturbato»
«Scherzi? Non disturbi mai, e anche io volevo sentirti. Sono qui tutto solo..»
«Sei a casa?»
«sì» dice. «E tu?»
«Io.. dove ero questo pomeriggio» dichiaro ridendo.
«Sai che ho fumato»
«Tu cosa?»
«Ho fumato. Sì. L'avresti mai immaginato?»
«Questo Daniel ti sta portando sulla cattiva strada. Stai facendo tutte le tue prime esperienze con lui..» scoppio a ridere.
«Non.. non tiriamo in ballo l'argomento. Non saprei come affrontarlo.» ride anche lui.
«Mi manchi. Tanto. Mi manchi tantissimo, piccola Bren»
«Anche tu».
Restiamo in silenzio per qualche secondo, e sento provenire dall'altro capo del telefono una voce femminile.
«Chi c'è con te?» chiedo curiosa.
«Non avevi detto di essere da solo a casa?» dopo un minuto di silenzio lui risponde.
«No. Cioè sì, sono solo, ma non sono a casa. Sono a lavoro»
«Avevi detto di essere a casa»
«No. Ho detto che..» mi sta mentendo.
«Che sto quasi per finire il turno, e non appena tornerò a casa sarò solo.. senti adesso devo attaccare. Ti richiamo appena finisco il turno, okay?»
«No. Ci sentiamo domattina. Notte.» dico fredda, poi attacco per prima.
Jim mi ha mentito.
Ho tremendamente paura.
Forse Dan aveva ragione..
Daniel esce dal bagno, e mi si avvicina.
«Cosa succede?» chiede spaventato.
Si siede di fronte e me e allunga una mano. Mi asciuga una lacrima.
Neanche mi ero accorta di piangere.
Che deficiente.
«Cosa succede?» chiede di nuovo.
«Penso che Jim mi stia tradendo.»
«Lui cosa?»
«Insomma mi ha detto di essere da solo a casa. Non appena gli ho detto di aver sentito una voce, femminile, lui mi ha detto che era a lavoro. E ha risposto in modo molto.. furtivo. Inoltre aveva il fiatone di uno che ha appena dato un bacio spassionato alla ragazza di cui è innamorato».
Daniel mi guarda ancora, fisso, e mi sembra che i suoi occhi siano più scuri.
Poi mi si butta addosso. Mi prende tra le braccia e mi stringe forte.
È così dolce e tenero che non sembra nemmeno essere lui. Non so cosa gli prenda.
So solo che tra le sue braccia mi sento molto, molto, bene.
Sono al sicuro, al caldo, sul suo petto duro, scolpito, sul suo cuore che batte velocemente.
«No. Non ti sta tradendo, Brendy. Sta tranquilla. Probabilmente era davvero a lavoro e aveva la voce ansimante perchè.. forse ha fatto una corsa per risponderti o..»
Le sue scuse campano in aria, ma decido di credergli.
Non posso accusare nessuno di niente.
E poi.. anche se volessi accusarlo.. non sto forse passando anche io del tempo con un ragazzo che non è lui?
La ragazza poteva essere chiunque: una cliente, la cugina, la sorella.. chiunque.
«Hai ragione» dico sorridendo e allontanandomi da lui.
«E poi è inutile rovinarsi la serata così».
Entro dentro e mi metto sotto il lenzuolo sotto il suo sguardo triste.
«Cosa succede?» gli chiedo sorridendo.
«Come vi siete conosciuti tu e Jim?»
«Giusto. Ti avevo promesso che ti avrei parlato di noi».
Si stende al mio fianco e mi guarda interessato.
«Ci conosciamo da molto tempo. Siamo stati amici per tipo quattro anni. Poi a quattordici anni lui si è dichiarato, e io non ho potuto che baciarlo. Basta. Tutto qui. Stiamo assieme da quel giorno. Ci sopportiamo da molto e ci vogliamo bene da molto» sorrido al ricordo di un piccolo Jim biondo, poi di un adolescente davvero attraente, poi di un uomo bellissimo.
«Ma..?»
«Ma? Perchè dovrebbe esserci un ma?»
«Perchè sento molta incertezza nella tua voce.»
«Fammi la domanda che vuoi farmi, Dan.»
«Tu non lo ami, è vero?»
Annuisco.
«Sapevo che volevi chiedermi questo.» mi gratto il capo, ci penso su e poi rispondo.
«No. Non lo amo. Penso che neanche lui mi ami. Credo che stiamo assieme solo per abitudine, ormai. Ci vogliamo bene, ma niente di più. Mi manca quando non è con me, e voglio stare con lui, quando è al mio fianco. È vero. Ma.. sono certa di non amarlo. Quando ami una persona sai che daresti la vita per lei, no? Sai che.. faresti di tutto per stare con lei. E vedi un futuro con questa persona. Ecco per me non è così. Non so se darei la mia vita per lui, e non so se farei di tutto per stare con lui, ma la cosa peggiore è che io non lo vedo in un mio futuro, capisci?! Non lo vedo.»
«E chi vedi al tuo fianco?»
«Non lo so» dichiaro sconfitta.
«So solo che se ne sono innamorata non ne sono cosciente. E.. e penso che.. forse sono troppo giovane per capire cosa sia l'amore.»
Lui mi guarda triste.
«Sono venuto qui in Montana per scappare a tutto.»
«Tutto cosa?»
«Con tutto intendo il mio amore adolescenziale che mi ha completamente distrutto; gli amici inesistenti che non facevano che farmi stare male. Gli amici dovrebbero aiutarti, loro non facevano che prendermi in giro e dirmi che ero un fallito. I miei genitori che non hanno mai avuto il figlio che volevano e me lo hanno sempre fatto pesare. A causa di questo tutto ho deciso di scappare e di cambiare. Ho deciso di venire a studiare in una scuola qui in Montana. Un' ottima scuola. A quindici anni mi sono trasferito in questa scuola e ho iniziato a vivere qui. A diciotto anni ho finito il liceo e ho affittato una casa tutta mia. Ho iniziato il college. Qui ho incontrato le persone migliori di questo pianeta. Mi hanno accolto. David e Jake mi hanno accolto. Mi hanno trattato come se fossi uno di loro. Amy mi ha sempre capito. Grazie a loro sono diventato quello che sono. Sono cambiato.» sorride.
«Sei cambiato?»
«Sono diventato quello che sono, e quella stronza ha perso tanta roba» sorride di nuovo.
«Ricordo come eri» arrossisco ricordando di un piccolo bambino paffutello, con gli occhi blu, il caschetto nero.
«Mi dispiace per te» rido.
«Non dovresti. Eri così dolce e carino..»
«Adesso sono sexy e bellissimo» guardo in aria.
«Non è così?»
«Penso di avere sonno» faccio un finto sbadiglio.
«Penso di.. iniziare a provare un certo affetto nei tuoi confronti»
«Oh, mi adori, lo so» dico sorridendo.
«Ma.. ho comunque sonno, caro Dan. Continuiamo a parlare domani, che ne dici?»
Mi sorride. Mi da un bacio su una guancia, si gira dall'altra parte.
Faccio un respiro enorme, spengo la luce, e cado nel profondo del sonno.



Spazio autrice.
Salve gente! Qui che vi parla ovviamente c'è StewyT che è riuscita ad essere puntulae nonostante i maledetti impegni scolastici. 
Sono così fiera di me lol
Uhm.. niente. Spero che il capitolo vi piaccia, e spero che queste poche righe possano avervi spinte a leggere Colpa delle stelle.
Mi ha cambiata, davvero, e vorrei che lo conoscesse tutto il mondo (cosa che sta accadendo *^*)!
Spero che mi facciate sapere cosa ne pensate del capitolo (della storia) e mi lasciate qualche recensione.
Grazie.
StewyT.


 

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Capitolo 8
*** Obbligo o verità? ***


Obbligo o verità?
«Sveglia» Non è la voce di Daniel a svegliarmi, dal momento che lui è steso al mio fianco e ha un sonno ancora più pesante del mio, ma la voce di Jake.
«Come on, ragazzi. Dobbiamo fare molte cose oggi. Alzate quei culi flaccidi da quel letto»
«Buongiorno anche a te, Jake» mi stiracchio per bene e dopo un lunghissimo sbadiglio mi strofino gli occhi.
«Alzati Brendy, dai! Ti prego. Abbiamo tante cose da fare»
«Okay, okay» dichiaro alzandomi lentamente al letto.
«Ci penso io a svegliare Dan, tranquilla» dice poi sorridendo.
«Oh cazzo. Non so perchè ma ho paura.»
«Anche io ne avrei» dice David passando per la camera.
Jake apre la bottiglietta d'acqua che ha tra le mani e la riversa completamente in faccia a Daniel che apre di colpo gli occhi.
«Stronzo bastardo!» si alza dal letto e da una spinta a Jake che inizia a ridere, seguito, ovviamente, da me.
«Non potevi svegliarmi come fanno tutti i cristiani?»
«Ci ho provato»
«Confermo» dico ridendo ancora.
Daniel si asciuga e poi si siede sul letto.
«Jake fallo un'altra volta e giuro sul mio dragone che ti uccido»
Allo giuramento mi piego in due dalle risate, sotto lo sguardo divertito di Jake e quello apparentemente nervoso di Dan.
«Andiamo a colazione, va!».
Jake mi tira per una mano, e mi fa correre per le scale assieme a lui.
«Buongiorno!»
«'Giorno a te Brendy» dice Amy sorridendomi.
«Dormito bene?»
«Benone» le sorrido. «Amo la tua vasca idromassaggio. Sul serio. La adoro»
«Anche io» ridacchia Jake sedendosi al mio fianco.
«Penso che ne smonterò una e la porterò nel mio piccolo appartamento»
«Anche detto tugurio» commento la frase di Dan.
«Hey, lascia stare casa mia. È perfetta»
«Scherzavo!»
Amanda e David si siedono al tavolo vicino a noi, portando cornetti, spremuta e caffè.
Amo la colazione cucinata da altri.
«Oggi si va al lago» dichiara David sorridendo.
«Avete portato tutti il costume?»
«Io no!» Amy mi sorride.
«Menomale.»
«Perchè? Avrete mica intenzione di far fare un bagno nuda all'ultima arrivata?!»
«Oh tu no, ma.. qualcuno che dovrà fare un bagno nudo c'è!» dice divertito David. Tutti scoppiamo a ridere.
«Per il bene di Brendy che non è abituata alla nostra pazzia avevo pensato di scendere in acqua vestito e togliere poi il costume. Andrò a fare una nuotata nudo e poi mi rimetterò il costume»
«Oh, guardo 'sto stronzo bastardo come vuole annullare la scommessa»
«Me lo ha chiesto lei, Jake!» dichiara lui ridendo.
«Davvero?» David mi guarda sorridendo.
«Io? Cosa?» guardo Dan che mi schiocca un occhiolino.
«Hai chiesto tua Dan di tenere il costume?» chiede Jake.
Amanda continua ridere, David si copre la faccia ormai rossa per le risate, l'unico che sembra prendere tutto sul serio è Jake.
«Oddio sì. L'ho fatto io. Non mi farebbe piacere vederlo nudo. Che schifo!»
«Oh, sta zitta! Non hai mai desiderato altro!»
«Daniel. Io sto cercando di pararti il culo, zitto!» dico ridendo.
«Okay. Va bene. Fa il bagno come vuoi!» Amy mi tira per un braccio.
«Ma tu vieni con me! Devo darti il regalino di benvenuto!».
Salgo le scale con lei e vado in camera sua.
Mi da un pacchetto tra le mani e mi sorride.
«Oddio, ma davvero c'è un regalo per me! Non dovevi, sul serio!»
«Non l'ho fatto io, ma tutto il gruppo.» sorrido.
«Grazie mille!»
«Insomma, aprilo e fammi sapere se ti piace. Dovrebbe essere della tua misura».
Scarto il regalo e mi ritrovo tra le mani un bellissimo costume lilla, abbastanza sgambato, ma di un lilla così intenso che mi innamoro.
«Avete azzeccato il colore. È uno dei miei preferiti» sorrido.«Vado subito a provarlo!».
Prima però abbraccio Amy e la ringrazio.
Corro in camera da letto, e il bagno purtroppo è già occupato.
«Dan. Fa presto, dai. Devo provare il costume»
«Ti piace? L'ho scelto io»
«Oh, non so perchè ma lo immaginavo!».
Daniel esce dal bagno nel suo costumino nero, e per poco non mi incanto.
È dannatamente bello. Quel maledetto fisico scolpito mi fa venire voglia di scattargli una foto e attaccarla al muro di cameretta.
«Allora? Ti sei incantata? Mi hai dato la fretta. Va. Il bagno è tuo» mi sorride.
Entro rossa in viso in bagno. Mi preparo e ed esco dopo dieci minuti.
«Allora? Cosa ne pensi?»
«Penso di aver scelto bene il costume. Ti sta benissimo» mi accarezza una guancia e io inizio a saltellare.
«Devo farlo vedere ad Amy»
Corro in camera sua, lei è lì, col suo bellissimo e statuario fisico, fasciata da un costume bianco e i capelli tirati su.
«Ti sta benissimo!» dichiara battendo le mani.
«Sì, ma dopo aver visto te posso anche dire addio alla mia maledetta autostima»
«Oh, andiamo, sei bellissima» sorride.«Su, muoviamoci!». Mi tira per la mano e mi porta con lei.


La discesa per il lago non è molto lunga. È solo abbastanza ripida e rischio due, tre volte, di cadere atterra, ma ho Jake e Dan alle costole, e guidata da loro due è impossibile farsi male.
Come dopo una lunghissima scalata, sono stanca morta, ma.. come si dice?!
Ne è assolutamente valsa la pena.
Il lago sembra uno specchio. È bellissimo. Il sole si riversa, come la notte precedente, in lui. Si tuffa verso gli abissi.
Tolgo subito le scarpe e affondo i piedi nella riva morbida e bagnata.
Sono circondata da montagne, è vero, ma ho davanti il più bello spettacolo di sempre:
uno specchio tra l'erba e la natura.
«Bellissimo, vero?» sussurra Dan al mio orecchio.
«Sì. È assolutamente fantastico.» gli sorrido.
Mi spoglio, senza pensare alla vergogna, senza pensare alla mia bruttezza al fianco di Amy, senza pensare a niente, e mi tuffo nel lago.
L'acqua è fresca e pulita, il sole caldo e dolce.
La giornata è appena iniziata, ma già so che sarà perfetta.


«Allora? Vanno bene così i marshmallows?»
«Awh sì» dice Amanda battendo le mani.
Mi perdo a guardare il cielo e nemmeno mi accorgo di David che mi sta porgendo il mio spiedino zuccheroso.
È così scuro che quello luminoso e chiaro di oggi mi sembra essere una fantasia più che un ricordo.
Riesco a distinguere chiaramente l'Orsa Maggiore e l'Orsa Minore e tutti gli altri milioni di puntini che rendono il manto blu scuro un diamante.
«Heylà!» Daniel richiama la mia attenzione e ci riesce perfettamente.
«Sì?»
«Non vuoi più il tuo spiedino?» arrossisco e lo ringrazio.
Inizio a mangiare, e nemmeno il tempo di finirlo tutto che Jake inizia con «Obbligo, verità o giudizio?»
«Giudizio» dice David.
«Quanto trovi sexy Stephy da uno a dieci?»
«Attenzione a come rispondi, uomo. La tua donna potrebbe prenderla a male e lasciarti in bianco per un po'!» Amanda scoppia a ridere.
«Oh sì. Ha proprio ragione Dan.» dice poi.
«È indubbiamente una bella ragazza, ma.. meglio la sorella!» afferma con sguardo furbo Davi.
«Non hai risposto, caro David. Se speravi di cavartela così.. sappi che ti sbagliavi» lui ride e arrossisce.
«Le darei un otto. Ma ho scelto la sorella perchè è un dieci!»
«Oh, che carino!» Dice Amy abbracciandolo.
«Che leccaculo» dice invece Jake.
«Tu Amy? Obbligo, verità o giudizio?»
«Verità!»
«Ti è mai piaciuto fisicamente Dan?» lei sorride.
«No. L'ho sempre visto come un fratellino da tenere al sicuro!»
«Bam. C'è una donna che non ti vuole, Dan» dice Jake ridendo.
«È il tuo turno, Brendina cara! Obbligo, verità o giudizio? Avanti. Spara.»
«Uhm verità!»
«Credi che tra voi due» indica me e Dan «possa esserci vera amicizia?» Dan sorride alla domanda.
«Penso che ci sia» dico sorridendo, e ritrovandomi dall'altra parte un meraviglioso sorriso.
«Dan. Obbligo, verità o giudizio?»
«Giudizio»
«Quanto daresti a Brendy?» Lui sorride.
«In cosa??»
«In tutto.»
«Come persona un bel sette.»
«Così poco, stronzo di un Dan?» lui scoppia a ridere.
«Sapevo che lo avresti detto Brendy!»
«Obbligo, verità o giudizio?» Chiede poi a Jake.
«Voglio essere.. coraggioso. Obbligo!»
«Vammi a prendere una coperta e una tazza di caffè.»
«Oh, non avrei mai immaginato un obbligo così.. poco antipatico. Vado e vengo» dice sorridendo.
«Qualcun altro vuole qualcosa?»
«No. Quello è il tuo obbligo. Porta solo quello».
Jake si alza e si allontana.
«Anche io pensavo che saresti stato più cattivo!»
Sorride.
«Alla prossima la sconterà!».
Si stende all'indietro, con le mani sotto la testa, e io lo imito, mentre i due piccioncini prendono a baciarsi.
«È bellissimo il cielo» sospira.
«Non lo ricordavo così bello.»
«Qui è tutto più bello, Dan.»
«Anche io?» chiede sorridendo.
«Non so se sia possibile!»
«Oh, lo so. Sono perfetto. È impossibile migliorarmi..»
«Non intendevo questo, ma se ti fa piacere pensarlo, va bene anche a me!»
«Sei sempre così, Brendy?»
«Così come?»
«Non dai mai soddisfazione a nessuno.» sorrido.
«Beh non mi piace dare sicurezza a quelli che non ne danno a me!»
«Che stronza!» dice ridendo.
«Eccomi qui con la tua richiesta. Obbligo svolto, uomo!» dica Jake di ritorno, con una coperta in una mano e una tazza di caffè nell'altra.
Dan li prende e lo ringrazia, lui si risiede e iniziamo un altro giro.
David sceglie verità, e confessa di non essersi mai innamorato di nessun'altra ragazza.
Amy sceglie obbligo, ed è costretta a dare un bacio sul collo a Jake, il quale non la finisce di ridere, sotto lo sguardo divertito di David. Io scelgo verità e confesso che non andrei mai a letto con Dan perchè non voglio finire su quel divanetto, perchè ho un ragazzo, perchè voglio che la mia prima volta sia con qualcuno che amo.
È il turno di Dan, che sceglie obbligo, ed è obbligato a tuffarsi nel lago.
Dan scoppia a ridere.
«Okay» dice sprezzante, si spoglia, e poi si tuffa.
È così divertente. È allegro. Sprizza felicità da ogni poro. Vorrei essere come lui.
In questo momento lo invidio. Invidio la sua forza, il suo coraggio, la sua voglia di divertirsi.
Esce dall'acqua che trema e batte i denti, ma non la finisce di ridere.
«Il miglior bagno di tutta la mia vita!» dichiara mentre lo copro con il plaid.
«E ti beccherai anche la miglior febbre di tutta la tua vita!»
«Tanto avrò la miglior infermiera che avrei mai potuto avere, no?»
«Contaci» dico ridendo e trascinandolo con me avanti al fuoco.
Riprendiamo il giro, con Jake che svela un segreto: non è mai stato innamorato, ma è stato vicino a farlo, e lo finiamo con un mio obbligo.
«Non puoi sempre dire verità o giudizio, Brendy. Abbiamo fatto tutti un obbligo. Tocca anche a te»
«Okay.» sospiro. «Obbligo. Ma siate clementi».
«Certo» dichiara Jake sorridendo.
Il suo sorriso mi mette paura.
«Daniel. Portala dove sai» dice ridendo.
«Cosa?» lo guardo impaurito. «Cosa?!» richiedo, visto che nessuno mi ha risposto.«No. Non potete obbligarmi»
«è un obbligo» dice David ridendo.
«Non ti farà niente. Solo uno bacio» dice Amy dispiaciuta.
«Uno dei suoi baci» dice Jake mettendo enfasi nel «suoi».
Daniel lascia via la copertina, mi prende per mano e mi trascina nella boscaglia, dietro, lontano.
Nemmeno riesco a vedere il lago, a causa del fogliame e degli alberi.
«Dan io non voglio baciarti» lo guardo nervosa.
«Non vedo perchè dobbiamo farlo davvero. Potremmo semplicemente dire che ci siamo baciati» dico guardandolo e sperando che dica un «okay».
Invece non dice niente. Mi guarda e i suoi occhi mi dicono tutto.
Forse sono io che non li comprendo. Vedo una voglia. Una voglia irrefrenabile di baciarmi. E spero che lui non legga la stessa cosa nei miei occhi.
Io non voglio baciarlo. Okay, io voglio baciarlo. Ma ho un ragazzo. Cosa direbbe Jim di questo maledetto gioco? Prenderebbe Dan a pugni. Forse è quello che dovrei fare anche io in questo momento. Mi sale l'ansia. Il cuore inizia a battere velocemente, lo stomaco a contrarsi e a farmi male. Mi sta venendo da piangere.
«Daniel! Parla»
«Cosa dovrei dirti?» dice con la voce roca.
«Ti prego. Non dirmi che vuoi davvero farlo. Proprio adesso che stiamo diventando amici!». Mi guarda dispiaciuto.
Vedo insicurezza sul suo volto. Insicurezza e voglia. Voglia di chi?
Mi accarezza e sul suo volto si dipinge un sorriso dolce.
«Farò in fretta, okay. In fondo non è nemmeno un bacio. Uno dei miei baci non è un bacio. Tranquilla»
«Non posso» mi sorride e mi si avvicina.
Siamo così dannatamente vicini. Non esiste distanza tra noi. C'è il suo corpo liscio,muscoloso e nudo stretto al mio, coperto solo da un costume e una t-shirt.
Solo due tessuti sottili sperano il mio seno dai suoi pettorali, le mie gambe dalle sue.
Niente separa le nostre labbra. Niente separa le sue mani poggiate sul mio collo.
«Hai detto che.. non puoi. Non che non vuoi»
Perchè forse lo voglio. Mi viene da dire, ma non lo faccio. Ingoio questa frase e aspetto che si avvicini e mi baci.
«Non odiarmi» dice. Annuisco. Non lo farò.
Abbatte totalmente la distanza tra i nostri corpi. Mi stringe forte tra le braccia.
Io lascio le mie penzoloni. Non voglio animare quello che sta per succedere.
Si avvicina lentamente, sento quasi il suo cuore battere. È veloce come il mio.
Bum bum bum.
Poi ecco le sue labbra. Non sono dove dovrebbero. Non sono sulle mie, che le aspettano, forse desiderose. Sono sulla base del mio collo, e lo toccano delicatamente, dolcemente, ma allo stesso tempo sono forti, possenti, desiderose, autoritarie.
Sono le labbra di Dan sul mio corpo. La perfezione di Dan mi sta facendo sua.
Mi viene voglia di stringerlo ancora di più a me. Di chiedergli di non smettere mai.
Di non allontanarsi mai e di non far finire alle sue labbra di scendere e salire dal mio collo. Le mie mani perdono la loro timidezza e dopo aver accarezzato i suoi capelli morbidi lo spingo frettolosamente più vicino a me.
Le sue mani si fermano sul mio sedere, e avvicinano il suo bacino al mio.
Dopo salgono, e si fermano sulle mie spalle. Le stringono forti. Fanno sentire la loro presenza. Salgono ancora, e si fermano sul mio collo, sembra che voglia strangolarmi, ma le sue labbra fanno tutt'altro. Continuano a lasciare scie dolci e bollenti su tutto quello che trovano.
Le mani si allontanano, penso che stia per farlo anche lui, ma non lo fa.
Resta lì. Sento le sue dita sulle mie labbra secche. Sono così morbide. Le accarezzano così teneramente. Si allontana leggermente e mi guarda negli occhi.
I suoi occhi blu ardono. Sono bellissimi. Non avevo mai visto niente di più bello.
Sono persino più meravigliosi del cielo stellato.
Resto lì, ferma. Immobile. Cerco di pensare a cosa dire, ma non ci riesco.
Mi viene in mente solo un rifallo. Ma non posso dirlo. Non voglio e non posso.
Lo spingo leggermente, giusto per allontanarlo il minimo indispensabile per scappare.
Corro via.
É questo quello che faccio quando non so come comportarmi: evado, mi allontano dal problema. Non so bene quale sia in quel momento il mio problema. Non so sono io che voglio lui, o se è lui, che è lì per tentarmi. Davvero non ne ho idea. Ma scappo comunque.
Mi fermo avanti ai ragazzi. Ho quasi le lacrime agli occhi.
«Io penso di dover andare a dormire. Buonanotte.» Amy si alza e fa per avvicinarmi, ma sento arrivare Daniel. Jake sorride. Non sa cosa sia successo. Pensa che ci andremo ad appartare per fare quello che fanno tutte dopo un bacio del genere.
Ma non lo faremo. Io non farò niente con Dan. Se non.. parlare e chiedergli spiegazioni, perchè ci deve essere una spiegazione ad una cosa simile.
«No Jake. Non sorridere. Non succederà niente di quello che pensi» sussurro, e poi corro nuovamente via, seguita da Dan.
Entro dentro e mi chiudo la porta alle spalle. Due secondi dopo si riapre.
Asciugo le lacrime che sono colate giù, e bevo un bicchiere d'acqua.
«Cosa ti è preso?» Chiede lui allargando le braccia.
«Cosa mi è preso?» richiedo. «Cosa è preso a te! Perchè lo hai fatto?»
«Ma che problema c'è? Non hai fatto niente tu. Ho fatto tutto io. Ti ho dato un semplice e casto bacio sul collo e basta. Tu non hai tradito il tuo ragazzo. Va tutto bene».
Sbuffo.
«Io non ho fatto niente? Un semplice e casto bacio? Perchè vuoi prendermi per il culo? Non era affatto un semplice né tanto meno un casto bacio» Sbuffa anche lui.
«Cosa vuoi che ti dica?»
«Perchè lo hai fatto»
«Ma che problema ti ha causato? Cosa è cambiato? Dovevi pagare un obbligo e lo hai pagato. Basta»
«Prendete troppo sul serio questo gioco»
«E tu hai preso troppo sul serio questo bacio» dice alzando leggermente la voce.
«Perchè? Te lo ripeto, non hai fatto niente, tu. Stai apposto con la tua coscienza»
«No» grido, e scoppio a piangere.
«Cosa succede?» dice lui avvicinandosi e facendo per abbracciarmi.
«No.» lo allontano. «Non è vero che non ho fatto niente. Ti ho avvicinato. Ho animato anche io quella situazione, cosa che mi ero ripromessa di non fare. E la cosa peggiore sai qual è? Che ho sperato che tu mi baciassi davvero!» sussurro.
«Tu cosa?»
«Hai sentito perfettamente, Daniel Harrow. Non ripeterò una seconda volta»
Lui deglutisce. Vedo nei suoi occhi che vorrebbe abbracciarmi, ma non può.
Tra di noi ho alzato un muro.
Salgo le scale, seguita da lui.
«Sei arrabbiata con me?» chiede lui. E sento tensione e tristezza nella sua voce.
«No. Sono arrabbiata con me e basta.» Mi siedo sul letto e nascondo la faccia tra le mani.
«Perdonami» dice sedendosi ai miei piedi e cercando di togliere le mani dal mio volto.
«Baci tutte così?»
«Penso di sì»Mi sta mentendo, ne sono certa.
«Perchè?» dico.
«Cosa?»
«Perchè mi hai avvicinata ancora di più? Perchè sentivo che volevi baciarmi? E Perchè non lo hai fatto?»
«Non ho pensato che eri tu mentre ero così vicino a te. Se avessi pensato con il cervello non ti avrei avvicinata, lo giuro. E.. non so perchè avessi voglia di baciarti. Non mi è mai successo».
«Quindi non mi hai baciato perchè poi ti sei ricordato che lì, stretta a te c'ero io, e ti sei ricordato che non mi baceresti o non mi porteresti mai a letto perchè non sei abbastanza attratto da me?»
«No.» dichiara lui. «Assolutamente no.»
«Allora perchè ti ho chiesto di non farlo?»
«Anche» gli sorrido.
«Perchè ho un ragazzo?»
«No. Non me ne frega minimamente del tuo ragazzo. Può andare a farsi fottere.»
«Perchè!?» urlo.
«Perchè me lo hai chiesto. Non potevo ferirti. Ti voglio troppo bene» dichiara sconfitto. «Può sembrarti strano, ma ti voglio davvero bene. Di già.»
«Solo per quello?» Ci pensa su per qualche secondo.
«No. Anche perchè.. non ho mai baciato nessuna. Non bacio le ragazze che mi porto a letto. Con un bacio dimostri di esserti innamorato di una persona e io non mi sono mai innamorato di nessuna delle ragazze che sono state con me»
Sembra così fragile. La sincerità lo fa sembrare fragile.
«Non potevo baciarti. Non posso. Non fino a quando..» deglutisce, e decido di tagliare corto. Ho avuto la mia risposta, e non voglio metterlo in difficoltà.
«D'accordo.» gli dico interrompendolo.
«Anche io penso che il bacio sia una cosa importante» gli sorrido e mi alzo.
«Molto più importante del sesso?» mi chiede.
«Sono a pari merito. Dovresti baciare o donarti solamente alla persona di cui sei, o per lo meno pensi, di essere innamorato.» lui annuisce.
«Io andrei ad usufruire nuovamente della vasca idromassaggio.» dico massaggiandomi il collo. Lui mi sorride.
«Divertiti.»
«Non è che potresti darmi una sigaretta?»
«Ma non avevi detto che quella sarebbe stata l'unica?»
«Lo avevo detto» faccio spallucce, prendo la sua sigaretta, e corro in bagno.


Mi immergo completamente nell'acqua calda, che già fa effetto: mi calmo.
Prendo la sigaretta, l'accendo e faccio il primo tiro.
Ripenso ai nostri corpi attaccati. Alle sue labbra sul mio collo. Alle sue scuse.
Al suo volto mortificato. Alla mia voglia di baciarlo, alla sua dichiarazione di non aver mai baciato nessuno, al mio «Dovresti baciare o donarti solamente alla persona di cui sei, o per lo meno pensi, di essere innamorato», alla mia attrazione nei suoi confronti. Alla mia paura. Non mi sono innamorata di Jim in una vita come potrei averlo fatto con Dan in sole tre settimane?
Do sfogo ai miei pensieri e alle mie lacrime. Cadono e si confondono con l'acqua schiumosa.
Chiudo gli occhi, e vedo il sorriso di Jim. Poi quello di Dan. Vedo i suoi piccoli oceani blu, e mi ci perdo dentro al solo pensiero.
Li apro mi ritrovo Dan avanti. È seduto, e i nostri volti sono a una distanza impercettibile.
Butto la sigaretta finita nel water con un lancio e lo guardo.
«Cosa diamine ci fai qui?» chiedo arrossendo. «Hai proprio deciso che vuoi farmi impazzire questa sera! Sono nuda» grido ancora.
«Tranquilla. Non guarderò altro che i tuoi occhi, Brendy. Ormai ti sei abituata a questo nomignolo eh? Non fai più storie.» sorrido.
«Sei entrato qui dentro, mentre mi sto rilassando, solo per farmi questa domanda?»
«No.»
«E per cosa, allora?»
«Per dirti che io ti bacerei in questo preciso istante. Io ti porterei a letto, non su quel divanetto, ma in un vero letto, in qualsiasi momento tu mi dicessi di sì.»
«Cosa?» gli chiedo arrossendo.
«Hai capito bene. Prima mi hai chiesto se io non.. non ti avessi baciata perchè non ero attratto da te. Beh lo sono. Sono incredibilmente attratto da te, e non come lo sono da tutte le ragazze. Non hai niente di diverso da loro. Non sei speciale. Non sei migliore. Ma per me.. cazzo, per me lo sei. Con te sto abbattendo tutte le difese. Mi comporto diversamente. Mi comporto come se il Dan ferito, che non vuole più innamorarsi non esistesse. Non ti ho ancora chiesto di venire a letto con me semplicemente perchè per me conti molto. Davvero. Sei una delle poche donne che mia sia venuta voglia di conoscere, e voglio andare a fondo con te. Voglio conoscerti bene. Mi capisci?»
No. Non lo capisco. Ma solo perchè il mio cervello si è momentaneamente sconnesso. Mi ha appena detto le parole più belle che potesse dire. È stato l'unico che me le avesse mai dette. Jim non lo ha mai fatto. Jim non mi ha mai confessato di essere diverso con me. Mi viene quasi da piangere.
«Un giorno, quando sarò pronto, ti racconterò tutto di me, e mi capirai» dice lui.
Annuisco e deglutisco.
«So che posso sembrarti un pazzo. Lo so, credimi. Ma... dovevi saperlo. Dovevi sapere che mi piaci. Che sei una persona fantastica» mi accarezza una guancia, e scoppio in lacrime.
«Cosa succede? Perchè piangi? Mi fai preoccupare!» dice con voce rotta.
«Va tutto bene, sul serio. Ho solo bisogno di restare da sola. Devo sciacquarmi. Non posso farlo con te avanti» sorrido, cercando di trovare la Brendy di prima.
Cazzo, ho appena pensato, chiamandomi Brendy. Questo ragazzo mi sta cambiando totalmente.
«Perdonami» dice lui.
«Tranquillo. Non è successo niente. È stato solo un obbligo svolto, no?»
«Il perdonami era per quello che ti ho appena detto» lo guardo e annuisco.
«Va bene. Sul serio.» Restiamo in silenzio per qualche secondo, poi riprende la parola.
«Vorrei solo che..che tu non fossi arrabbiata con me. Ho bisogno della tua amicizia, Brendy»
«Ovvio» gli dico stringendo con la mano insaponata, la sua.
«Ovvio che ti darò la mia amicizia. Facciamo finta che questa sera non sia successo niente, okay?» Butto fuori tutta la dolcezza che ha Brenda. Tutta quella che non ha mai mostrato a nessuno, cercando di fare la dura.
Anche io ho bisogno della sua amicizia.
Voglio conoscere Daniel. Devo conoscerlo.
Daniel mi guarda e mi sorride.
«Non è successo niente» dichiara. Poi si alza, lascia un bacio sulla mia fronte ed esce.


Resto in bagno per atri venti minuti. Devo calmarmi. Assolutamente. Devo dimenticare, o per lo meno far finta che lui non mi abbia detto niente.
Devo solo non pensare al Dan ferito, che non vuole più innamorarsi.
Devo solo vedere Daniel come l'ho visto in questi giorni.
Il Daniel strafottente, simpatico, dolce, intelligente, amico.
Amico.
Devo solo pensare al Daniel amico.
A Jim. Devo pensare ai miei sentimenti per Jim. Alla voglia che ho di stare con lui.
Al fatto che ho sempre voluto stare con lui. Che una delle mie priorità e donarmi a lui.


Esco dal bagno, più vestita del solito, e mi stendo al fianco di Dan.
«Come va?»
«Ho fame» dichiara lui. Gli sorrido.
«Non mangi perchè hai paura di ingrassare e non piacere più alle ragazze?» ride.
«No. Mi amerebbero comunque. Vieni a mangiare qualcosa con me?»
«No. Io ho davvero paura di ingrassare e di non essere più amata di Jim. Insomma mi vedi? Sono già una balenottera»
«Sta zitta» dice ridendo. «Sei perfetta».
Si alza. «Io vado a mangiare. A dopo» dice.
«Buonanotte» dico.
Esce e si chiude la porta alle spalle.
Chiudo gli occhi sperando di chiudere anche questa serata e quel maledetto obbligo alle nostre spalle.




Spazio autrice.
Salve salvino :3
Come va la vita? Finalmente questa maledetta scuola sta per finire, quindi posso dedicarmi tutto il tempo a libri e scrittura *^*
Uhm... ho deciso che non appena avrò finito di leggere CoHF non farò altro che scrivere, per portare a termine questa storia entro settembre! Mi ci vorrà molto lavoro!

Anyway Dan cambia ancora una volta, e forse per la prima volta mostra le sue insicurezze e le sue debolezze. 
Vi piace un Daniel così dolcioso e carino? Io lo adoro, e cacchio, perchè non ho la stessa fortuna di Brenda ma solo il suo carattere, i suoi gusti e il suo fisico? Questa cosa mi deprime. Voglio anche io un Daniel Harrow tutt mio *-*

Okay, vi lascio andare. Grazie millissimissimo per aver letto il capitolo.
Spero che mi lasciate una recensione bella o brutta che sia, per farmi sapere cosa ne pensate.

Pace, amore e tanti Daniel per tutte.
Oh, una cosa. Lunedì prossimo(il 9 giugno) è il mio compleanno, e devo ancora organizzare milioni di cose per la festa, quindi probabilmente non riuscirò ad aggiornare sabato prossimo :S
Spero di riuscire a farcela. Farò il possibile, giuro!

StewyT

 

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Capitolo 9
*** È tempo di film! ***


È tempo di film
Un forte colpo di tosse mi sveglia. Apro gli occhi ancora incollati dal sonno e mi guardo spaventata attorno. Neanche ricordavo di essere tornata a casa di Dan.
Sul letto di Dan. E provo a non ricordare neanche quella sera..
Mi giro e lo vedo rosso in viso, con gli occhi scavati, il naso gocciolante e le labbra secche. Mi viene da ridere. Lo sfigato, come avevo predetto, si è preso la febbre.
Mi stropiccio gli occhi.
«Ti sei svegliata» sussurra lui con voce raffreddata.
«La tua tosse mi ha svegliata» dico  ancora assonnata. 
Lui sorride e mi accarezza.
«Mi dispiace.»
«A me no. Ti avevo detto di andare a vestirti e invece hai fatto di testa tua. Ti sta bene»
«Non fare la stronza»
«Quanto hai di febbre?»
«39»
«Occazzo. Hai preso qualcosa?»
«Non riesco ad alzarmi da qui. E.. Cazzo. Devo chiamare Jake»
«Che ha fatto?»
«Niente. Avevamo appuntamento oggi pomeriggio»
Sbuffo e mi alzo.
«Tieni» gli do il cellulare.
«Grazie».
Compone il numero e lo chiama.
«Sì. Davvero, Jake. Grazie alla tua favolosa idea mi sono beccato la febbre. No. Okay. Oh sì. Grazie. Uhm okay. A dopo. Ciao» attacca e sorride.
«Cosa?»
«Dopo vieni qui a trovarci»
«E noi dobbiamo trovare qualcosa da fare» dichiaro.«Non ho intenzione di non fare niente.»
«Puoi uscire con Jake»
«No. Non posso lasciarti qui. Ti avevo promesso che ti avrei fatto da infermiera!»
«Oh, quanto sei carina. Me ne ricorderò quando brucerai il prossimo uovo»
«Io ti uccido Daniel Harrow. Attenzione a quello che ti darò da mangiare, che su quanto è vero che mi chiamo Brendy ti avveleno!»
Lui scoppia a ridere. «Ti chiami Brendy?»
«Cazzo» arrossisco e scoppio a ridere anche io.
«Mi stai contagiando, maledetto Daniel. Non capisco perchè tu mi chiami così. Io odio questo nomignolo»
«Tanto da iniziare ad usarlo!?»
«Prima o poi mi chiamerai col mio vero nome?»
«Beh.. quel momento in cui ti chiamerò Brenda... sarà per qualcosa di preoccupante.»
«Quindi quando mi chiamerai Brenda dovrò preoccuparmi?»
«Esattamente»
«Bene..» sorrido.
«Comunque oggi ho voglia di farti vedere il mio film preferito, caro Dan»
«Interessante..» sorrido.
«Puoi scommetterci forte, Dan.»
«E quale sarebbe? Orgoglio e pregiudizio?»
«Perchè, se fosse cosa avresti da dire?»
«Niente. Semplicemente che il nome ti somiglierebbe molto. O no, ms orgogliosina?»
«Zitto» gli tiro un cuscino in faccia.
«Comunque no. Non è quello. Probabilmente nemmeno lo conosci. Si chiama Remember me.»
«Ricordati di me. Che nome.. sdolcinato»
«Harrow ringrazia la tua febbre.»
«Perchè?»
«Perchè se non avessi avuto la febbre ti avrei ucciso con queste manine!» alzo le mani e gliele mostro ridendo.
«Vado a mangiare qualcosa. Va. Vuoi che ti porti qualcosa principino?»
«Non so. Fai tu»
«Okay. Latte caldo e caffè»
«Con questo caldo?»
«Farà bene alla tua tosse». 
Tossisce e sorride. «Hai ragione!».
Annuisco.
Preparo tutto su un vassoio di plastica e dopo aver morso il mio cornetto salgo in camera.
Daniel attacca furtivamente e nasconde il cellulare.
«Cosa succede?» gli chiedo curiosa.
Lui arrossisce e sorride. «Niente»
Scoppio a ridere. «Poverino. Hai dovuto annullare uno dei tuoi tanti appuntamenti?»
Mi guarda di traverso. «No.»
«Pensavo non fossi abbastanza in forze per..»
«Lo sono. E comunque era una sorpresa per te»
«Oh, cosa posso finalmente andare via?»
«Pensavo fossimo diventati amici e.. che volessi stare anche tu qui» scoppio a ridere.
«Di qui a dire che voglio stare anche io qui ce ne vuole, ma.. sì, siamo amici, ovviamente sì» mi siedo al suo fianco e gli passo la tazza di latte caldo, caffè e miele.
«Forse può farti schifo, ma fa bene per la tosse e il mal di gola. Qui c'è anche la tua pasticca»
«Grazie mille»
«Di niente. È mio dovere in quanto futura dottoressa»
«Non mi hai mai detto di voler fare medicina»
«Oh, adesso lo sai.»
«E da quando pensi di farlo? Scommetto da dopo Colpa delle stelle.»
«No» scuoto la testa. «Ho sempre voluto farlo. È sempre stato il mio sogno. Tu invece? Hai dei progetti per il futuro? Uhm fammici pensare, gigolò?» scoppia a ridere.
«No. Ingegneria»
«Wow. Cose pesanti eh!?»
«Non direi. Mi piace quello che studio. Diventerò un ottimo ingegnere»
Annuisco e do un morso al cornetto.
«E un ottimo gigolò» aggiunge dopo poco.
«Allora!?» dico dopo un minuto di silenzio imbarazzante.
«Cosa si fa?».
Dan prende il telecomando e accende la tv.
«Programmi demenziali?»
«Musica?» chiedo sorridendo. Al che lui mi accontenta e si sintonizza su MTV.
«Adoro ascoltare la musica mentre leggo!»
«Questo vuol dire che stai per metterti a leggere?»
«Esatto. Andrò prima a fare un bellissimo bagno rilassante, seguita da una delle tue sigarette, e poi verrò a leggere. A dopo» gli sorrido e mi alzo.
Sfilo dal suo pacchetto sul comodino una sigaretta e l'accendino e mi chiudo in bagno, dove con le note dei Green Day mi preparo un bellissimo bagno caldo.
 
Esco dal bagno dopo circa un'ora, e trovo Dan a dormire.
È così carino che quasi quasi mi viene voglia di fotografarlo.
Ha il viso bianco, solo due chiazze rosse sulle guance, i capelli completamente scompigliati coronano il suo viso mascolino, e la mascella è in bella vista.
È scoperto, e ha la canotta bianca inzuppata di sudore.
Non dovrei farlo, dovrei lasciarlo riposare, ma farlo dormire in quello stato non lo aiuterà di certo.
Mi avvicino a lui e cautamente lo accarezzo, cercando di svegliarlo nel modo più dolce possibile, ma non ci riesco.
Lui non mi considera minimamente.
Gli do un pizzicotto, e stringe forte la mia mano. Cerco di liberarmi ma non ci riesco.
«Dan. Dan» inizio a chiamarlo. Lui non risponde. Dorme ancora profondamente, con la mia mano stretta nella sua. Inizio a preoccuparmi.
«Daniel!» urlo, e lui apre gli occhi impaurito.
«Cosa succede?» dice ancora stringendomi la mano.
«Non puoi dormire in queste condizioni. Hai già la febbre, se sudi e tieni la maglia sudata.. addio salute!»
«Hai ragione» dice a bassa voce.
«Ma.. perchè la tua mano è qui?» dice stringendola ancora più forte.
«Oh, ho capito» dice ridendo. «Volevi molestarmi!»
«Vorresti lasciarmi la mano?» chiedo ridendo a mia volta.
«Volevi farlo, vero?»
«Sì, lo giuro. Ero tentata dal mettere la mano nei tuoi pantaloni»
«Oh, puoi farlo senza problemi, basta chiedere» il suo volto si apre in un sorriso a trentadue denti e io scoppio a ridere.
«Penso che tu ti debba fare una bella doccia fredda, caro Dan. Magari scende anche la febbre» sorride.
«Se mi accompagni tu posso farne anche due»
«Mi serve la tua rubrica» dico fingendo di cercarla per la stanza.
«Perchè?»
«Così chiamo una delle tue amiche. Di sicuro saprà farti più compagnia di me» rido. «Oh, dimentico, non ti fai dare i loro numeri»
«touchè»
«Esattamente. Mai metterti contro Brenda, uomo».
Annuisce serio.
Si alza e barcollando arriva in bagno.
«Oh, come è andata la sigaretta?»
«Rilassante» gli dico sorridendo.
Entra in bagno, e io sistemo la camera, rifacendo il letto e spolverando un po'.
Scendo poi in cucina, e inizio a preparare qualcosa di sostanzioso da mettere sullo stomaco.
Giusto per ricordare al signorino Daniel che so cucinare delle uova, preparo tre  frittate e cuocio della pasta alla quale aggiungerò del pesto, dopo.
Mi siedo sul divano, cercando su internet il film da vedere.
Lo trovo e inizio a farlo caricare.
Due secondi dopo Daniel scende le scale. Sembra essersi ripreso. Ha il viso più colorito, ma comunque continua a tossire e ad avere il naso rosso.
Sembra così puccioso.
«Sento odore di.. frittata» dice ridendo.
«Esatto. Giusto per farti vedere che anche io so cucinare»
«Oh, ottimo! Oggi non si mangia. Mi sa che chiameremo una pizza» gli butto un cuscino che prende al volo.
«Allora? Quando viene Jake? Ho cucinato anche per lui»
«Ha detto che sarebbe passato nel pomeriggio, prima di andare al Falling Stars. Mi ha chiamato Amy, ti saluta  e.. ti ringrazia per essermi vicina»
«Che carina» sorrido.
«Allora, come on. Mangiamo»
Sistemo la tavola e dispongo tutto quello che ho «creato», e mi siedo, raggiunta da Dan.
Iniziamo il nostro pranzo, in pace, senza parlare, e senza battutine da parte del bruno.
Lo finiamo dopo poco, non appena Jake bussa alla porta.
Io sto lavando i piatti, Dan è steso sul divano a fare zapping tra i canali televisivi, quindi mi asciugo frettolosamente le mani e corro ad aprire.
«Oh, che carina la  nuova infermiera» dice Jake entrando.
«Ciao anche a te.»
«Dan dov'è?»
«Lì» indico il divano, e Dan si affaccia dalla spalla alta.
«Ciao bello» Dice Jake. «Come va? Scesa la febbre?»
«Fanculo. Stronzo. Tu e i tuoi fottuti obblighi».
Jake scoppia a ridere e io lo seguo a ruota.
«Vuoi qualcosa da bere?»
«Niente, grazie». Si avvicina al divano e si siede al fianco di Dan che gli fa spazio.
«Sono solo passato per dare questo a Danny» gli da un pacco «e per adempiere al mio ultimo obbligo» lo guardo stranita.
«Obbligo? Ancora. Dio mio come prendi sul serio quel fottuto gioco» dico sbuffando.
Daniel sorride, Jake si alza e mi schiocca un bacio sulla guancia.
«Fatto» dice. 
«Era solo questo?» lui annuisce.
«Oh.. adesso che mi ci fai pensare, qualcuno doveva dare un cazzotto a qualcun altro . Ricordi? Hai vinto alle giostre» lui ride.
«D'accordo.»
Si avvicina a Dan il quale alza le mani.
«Hey. Hey. Già mi hai dato tu un pugno. Perchè dovrebbe darmelo anche lui?»
«Lei?» chiede Jake ridendo.
«Esatto. Era ubriaca e.. ci stavamo insultando» rido anche io.
«E d'accordo. Sgancia questo pugno» dice dopo le mie mille insistenze.
«Te lo risparmio per questa volta» dice Jake. «Ma dopodomani dovete essere dei nostri».
«Cosa si fa?»
«Lo saprete al tempo debito. Addio, amici» dice fingendosi un aristocratico e scomparendo dalla porta.
«Prima o poi mi farà morire dal ridere, quel ragazzo» sospiro sedendomi al suo fianco.
«é un deficiente.» mi sorride Dan.
«Allora, cosa ti ha portato?» chiedo curiosa.
«Oh, scorgo molta curiosità sul tuo volto, piccola Brendy»
«Giusto  un po'. E poi.. piccola?» alzo un sopracciglio.
«Non ti piace?»
«Nemmeno un po'» sussurro dandogli un pizzicotto.
«Allora? Devo strapparti quel pacco da mano per sapere cosa c'è?»
«Non sono affari tuoi» dice indifferente.
«Okay» mi alzo dal divano e mi avvio a prendere un bicchiere di acqua fredda dal frigo, poi ritorno al suo fianco.
Cerca di strapparmi il bicchiere da mano, ma non glielo lascio fare.
«Mi dispiace, ma se vuoi bere l'acqua è nel frigo» dico con tono nervoso.
«E a cosa devo quest'acidità?»
«Ai tuoi misteri» dico ridendo e lasciando il bicchiere pieno a metà sul tavolino.
«Dove vai adesso?» dice con voce divertita.
«A prendere il cavo per collegare la tv al pc. È nella mia valigia. Lo porto sempre con me» dico sorridendo.
Mi siedo avanti la valigia e inizio a cercare il cavo viola e nero.
Lo cerco prima, inutilmente, nel borsone del portatile, poi  tra i vestiti, ma non c'è. Nelle due tasche superiori, ma non c'è.
Non lo trovo, e la cosa peggiore è che non immagino davvero dove possa essere.
Sono certa al cento per cento di averlo portato. Quel cavo va ovunque vada il mio pc.
Scendo le scale sbuffando e quasi con le lacrime agli occhi. 
Voglio vedere quel film e voglio che Dan lo veda.
«Cercavi questo?» dice alzando il cavo, mentre ancora scendo le scale.
«Come diavolo lo avevi tu? E non potevi dirmelo prima?» dico arrossendo di rabbia.
Lui scoppia a ridere.
«Pensavo che non ci sarebbe servito..»
«Perchè?» alzo un sopracciglio.
«Perchè con l'aiuto di Jake ho questo» mi fermo avanti a lui curiosa e leggermente stizzita, lui sorride di nuovo e poi mi lancia tra le mani una scatolina, sulla quale c'è scritto in caratteri rossi e cubitali Remember me.
Inizio a saltellare di gioia. «Davvero mi hai regalato il dvd di Remember me?» lui scoppia a ridere e annuisce. «Con l'aiuto di Jake sono riuscito a reperirlo. C'era questo nel pacchetto. Questo e il mio film preferito».
«Oddio, che carino» dico correndo ad abbracciarlo.
Mi ritrovo così, senza pensarci, stretta a Daniel. Non fa niente per staccarsi e non sembra volerlo fare. Non è dispiaciuto dal mio abbraccio, anzi mi stringe forte.
Siamo così dannatamente stretti. Mi ritorna in mente il bacio che non c'era stato e tutto il resto appresso.. E rovina il momento.
Arrossisco e subito mi allontano.
«scusa» dico. «Tranquilla» mi sorride. «allora? Lo guardiamo, Brendy?» annuisco e inserisco il dvd nel lettore.
Due minuti e inizia il film. Due minuti e mi trovo a New York. 
Non sono più seduta al fianco di Dan, ma al fianco del bellissimo Tyler.
E lo sono fino alla fine, fino a quando sulla lavagna di vede la fatidica data:
11/11/2001.
Fino a quando si vedono gli occhi cristallini di Tyler, pochi secondi prima dell'attacco alle torri gemelle, posarsi sulla magnifica vista che ha d'avanti. Fino a quando lo schermo diventa nero, e le lacrime iniziano a scendere. Fino a quando una donna,che pensa che sia una giornata come le altre, esce dal suo appartamento e vede sgretolarsi avanti ai proprio piedi un'altra vita. La vita di un altro caro. La vita di un altro figlio. Fino a quando un padre vede andare via il figlio nell'esatto momento in cui era rientrato nella sua vita.
Sono nel film anche quando il migliore amico, quello che ti ha sempre spinto a fare di più esce fuori, e non vede altro che cenere cadere dal cielo. L amico al quale restano solo le cazzate che avete fatto assieme. Quello che non ti dimenticherà mai, seguito dall'unica donna che tu abbia mai amato. Quella che è entrata nella tua vita da poco, ma in maniera così violenta e feroce da diventare completamente dipendente da te.
Sono lì, a contemplare la morte di Tyler anche quando la piccola sorellina è cosciente di aver perso un'altra persona importante della propria famiglia. Il fratello. L'unica che l'aveva sempre protetta, anche a costo della propria vita.
 
Qualsiasi cosa tu faccia sarà insignificante, ma è molto importante che tu la faccia perchè nessun altro la farà.
Come quando qualcuno entra nella tua vita e una metà di te dice «Non sei assolutamente pronto» , mentre l'altra metà dice: «falla tua per sempre».
Michael, Caroline mi ha chiesto se saprei cosa dirti se tu potessi sentirmi. Lo so benissimo: Ti voglio bene. Mi manchi tanto e ti perdono.
 
 
 
Lo schermo diventa nero e appaiono i titoli di coda.
Non ci siamo più solo io,Tyler e le sue vicende, ma io, Daniel e tutti gli attori che hanno fatto parte di quel meraviglioso film.
Mi guarda sorridendo commosso, a suo modo, io mi giro velocemente dall'altra parte e mi asciugo le lacrime, ma non finiscono di scendere. Di solito finiscono prima.
Mi alzo e corro a prendere un bicchiere d'acqua. Torno da lui, e lo trovo a riflettere.
«Perchè ti piace tanto questo film?» mi chiede guardano dritto nei miei occhi.
«Non lo so. Lo adoro. Quando lo guardo mi sento assolutamente immersa lì. Sono nel 2001. Sono Tyler stesso, forse. Ogni singola parola di questo film mi fa venire  i brividi, mi fa pensare. Un pochino come Colpa delle stelle. Anche questo film mi ha insegnato molto. Tu cosa pensi di aver appreso?»
«La fugacità della vita. Lavori una vita intera e ti fai un culo tanto. Nasci, cresci, cerchi di imparare a vivere, fai le tue scelte, sbagliate o giuste che siano, ti fai tanti nemici per arrivare ai tuoi scopi, per salvaguardare le persone che ami, ti innamori, che tu ci creda o no nell'amore. Cerchi di ricavare frutti da questi amori. Metti al mondo dei piccoli te, li cresci e gli insegni tutto quello che devono sapere. Poi bam. Arriva il tuo momento. Due minuti e sei morto. Cosa hai concluso? Perchè sei esistito?» lo guardo accigliata e mi perdo tra le sue parole.
Perchè sei esistito?
Me lo chiedo anche io.
«Allora? Io sto aspettando di sapere cosa ha insegnato a te» dice con un sorriso timido.
«Tipo che la vita è assolutamente imprevedibile. Non puoi fidarti di lei. Quando sembra che sia sul punto di darti quello che stavi chiedendo te lo toglie senza preoccupazioni, senza neanche chiederti scusa, anzi lo fa sorridendo beatamente delle tue disgrazie. Questo film mi ha insegnato che bisogna vincere contro le debolezze umane. Mi ha insegnato che prima di pensare a se stessi, bisogna pensare agli altri.
Michael è stato egoista: ha pensato solo a se, e così ha sconvolto un'intera famiglia. L'esistenza di quattro persone. Come dice Tyler Le nostre impronte non sbiadiscono dalle vite che tocchiamo. Tyler ha sempre odiato il padre perchè lo ha sempre visto distante, freddo. Ha sempre pensato che a lui non fregasse dei suoi figli, invece era quello che ci soffriva di più. Era quello che avrebbe voluto dare tutto di se ai propri figli. Spesso quelli che si mostrano più duri, o quelli che sorridono di continuo, sono quelli più tristi e soli.» 
Sospiro e guardo gli occhi blu di Dan completamente persi nei miei.
È così carino.
«Ti sei.. perso in qualche posto preciso?» chiedo sorridendo.
«Nei tuoi occhi. Sono così.. ho letto dentro di te tutto quello che tu mi hai detto»
«Ti senti bene?» mi avvicino di più a lui a lui e poggio la mano sulla sua fronte, lui ride.
«Abbastanza meglio. Credo sia scesa la febbre»
«Dopo quello che hai detto, invece, io penso sia salita»
«Non scherzavo. I tuoi occhi sono così sinceri..»
«I tuoi sono due oceani racchiusi su una faccia da stronzo» dico abbassando il volto e coprendolo con i capelli biondo scuro. Dan mi accarezza una guancia, e poi pronuncia a bassa voce una delle frasi emblematiche del film:
« Qualcuno sta cercando di dirmi: Fa che lei ti ricordi per sempre... sto lavorando al "per sempre..."»
Sorrido e distolgo lo sguardo imbarazzata.
«Beh, direi di togliere Remember me. Ci siamo rattristati abbastanza per oggi» sorrido.
«Spero che il tuo film sia decisamente più.. divertente»
«Non ne sarei così convinto. Penso che anche il mio ci farà riflettere parecchio.»
«Torno subito, sussurra». Si alza dal divano, e torna dopo circa dieci minuti con due cornetti caldi e pieni di Nutella e due tazze di latte.
«Ho preparato la cena» dice posandoli sul tavolino.
Poi apre il pacchetto portato da Jake e mi mostra il suo film.
In time.
«Lo hai mai visto?»
«Una volta» dico affascinata. «E l'ho adorato» sorrido.
«Sono felice di scoprirti molto.. simile a me» dico e mi gratto il capo mentre lui inserisce il dvd e si siede di nuovo al mio fianco.
«Io sono molto sorpreso».
 
Il film inizia, e sono di nuovo catapultata in un altro universo.
Questa volta però la cosa che più preme è il tempo.
Che cosa strana, no? Tutti viviamo, e tutti abbiamo paura di perdere tempo, ma Comunque continuiamo a fare cose futili che non ci servono e non ci rendono veramente felici. Non ci fanno vivere davvero.
Ma se come i protagonisti del film avessimo il tempo contato?
Se ci fosse donato solo un anno?
Cosa faremmo in quell'anno?
«Tu vorresti essere ricco in una società del genere?».
Il film è finito, come i nostri cornetti  e il nostro latte.
Ormai sono le undici di sera, e il freschetto inizia a farsi sentire.
Sono così vicina a Dan da sentire quasi il suo cuore battere.
«Che domande. Ovvio che sì» dice sorridendo.
«Ah sì, e perchè?»
«Chi non vorrebbe essere ricco in qualunque società?»
«Cosa te ne faresti di tutto quel tempo, Dan?! Lo sprecheresti?»
«Cosa intendi per sprecare?»
«Faresti quello che fai normalmente adesso?» domando veloce.
Lui ci pensa su qualche secondo.
«Perchè no!? Sono felice della mia vita. Non penso di sprecare tempo. O per lo meno se lo faccio sono cosciente e felice di farlo» annuisco.
«Ne sei davvero certo?»
«Certo» dice fissandomi di nuovo dritto negli occhi.
«E tu?»
«Io penso che non resterei a fare quello che faccio adesso. Penso che girerei il mondo e cercherei di impossessarmi di sempre più ore, ma non per fare quello che pensi. Donerei le ore in più alle persone che più ne hanno bisogno. Se i ricchi hanno il diritto di vivere bene perchè non devono farlo anche i poveri?
Non mi piace la concezione secondo la quale Se non sei ricco allora corri. I poveri sono destinati a morire. Il sistema funziona così»  dico citando una frase del film.
Lui annuisce.
«Saresti un'ottima persona anche tra tutti quei corrotti» dice poi guardandomi ancora negli occhi. 
«E.. cosa pensi dell'immortalità?» Gli chiedo
«Che Nessuno dovrebbe essere immortale, anche se costasse una sola vita» sorrido.
«Come me. Anche io penso la stessa cosa. Insomma.. se ci è stata data una sola vita, perchè dovremmo affannarci per cerare un'altra? Dovremmo piuttosto affannarci per vivere nel modo migliore quella che ci spetta di diritto, no?»
«Esatto. Insomma..la vita è già un grandissimo dono. Perchè viverne una lunga? A quale scopo? A quello puramente egoista di togliere del tempo a qualcuno? No. Tutti hanno il diritto di vivere, e nessuno di vivere una vita esageratamente più lunga delle altre» dice lui sorridendomi.
«Ho amato la frase In un giorno si possono fare tante cose. Spesso ci perdiamo in tutto quello che dobbiamo o vogliamo fare e.. non facciamo niente di quello che dovremmo per paura di non riuscirci, quando beh.. i giorni sono fatti per essere produttivi e per fare tanto.» lui annuisce.
«Io ho amato questa. Mi pare fosse così: l'orologio non è una cosa bella per nessuno, sono stanca di passare il tempo senza vivere, di arrivare un giorno a capire di aver vissuto senza mai aver fatto una sciocchezza. Sai, per fare tutto quello che si vuole o deve», dice riferendosi alla mia frase di prima, «si finisce per non gioire più di nessuna cosa si faccia, e.. così si vive infelici. Bisogna godere di ogni piccolo avvenimento, bello o brutto che sia. E poi, dovremmo fare tutti delle sciocchezze. Una vita senza errori che vita è?»
«Non lo so» dichiaro, ma io stessa sono sempre stata molto coscienziosa nel fare cose che  mi sembravano diverse da quelle che facevo abitualmente. Io stessa non ho fatto tante sciocchezze per la paura di non rendere felici i miei, o di andare contro le mie priorità.  Io stessa non avevo vissuto la mia vita.
«Mi sembra di finire in un caffè letterale ogni volta che faccio qualcosa con te» dico ridendo, Dan si unisce a me.
«Cazzo, siamo due dannati filosofi.»
«Oh sì, puoi dirlo forte, amico».
Sono completamente distrutta, è da un giorno intero che poltrisco su quel divano, e mi fa male la testa.
«Scusa bello, ma devo assolutamente andare a dormire, sono stanchissima. Prima di venire a letto prendi un'altra aspirina, e misura la febbre. Voglio sapere se è scesa. Anche se... tossisci di meno» gli sorrido.
«Sì, mamma. Buonanotte mamma» dice prendendomi in giro.
Così mi avvio in camera, mi faccio una doccia veloce, metto il pigiama, lavo velocemente i denti,  e mi stendo poi sul magnifico letto, lasciandomi trascinare da Morfeo nel suo bellissimo pianeta.


Spazio autrice.
Salve gente! Come va la vita?
Scusate il ritardo. Ho cercato di  fare il più velocemente possibile, e ne è uscito questo capitolo.
I know, potrebbe non piacervi. Ci sono troppi discorsi strani, ma.. Brendy è fatta così. Per conoscere bene una persona deve trovarsi in discorsi strani e forse contorti. Solo così, secondo lei si può conoscere veramente una persona. Solo sapendo tutto quello che pensa, per quanto riguarda anche le cose più inusuali, si riesce a fare amicizia.
La pensate nello stesso modo, o secondo voi basta sapere le cose di base per essere veramente amici?

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e non vi abbia annoiate.
Lascoatemi qualche recensione :3
Love you all!


StewyT.

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Capitolo 10
*** Insicurezze e paure. ***


Insicurezze e paure.
 
Il telefono inizia a squillare e mi sveglia da quello che mi sembra un sonno eterno.
Ricordo di essermi svegliata verso le dieci, di aver visto Dan dormire beatamente, di aver toccato la sua fronte, e dopo aver visto che era abbastanza freddo, di essere uscita fuori a prendere una boccata d'aria fresca, e poi di essere rientrata ed essermi nuovamente addormentata. Come si faccia non lo so.
In effetti lo so. Il sonno che ho in questi giorni è sicuramente dovuto alle poche ore di riposo avute nel fine settimana.
Daniel si gira impaziente nel letto, poi si appoggia su un braccio e mi guarda.
«Vuoi che risponda io?» dice con voce impastata.
Faccio segno di no e rispondo.
«Chi è?» dico nervosa.
«Non dirmi che stavi dormendo, sono le quattro del pomeriggio, Bren»
Cazzo. Jim chiama sempre nei momenti meno opportuni.
«Stavo solo facendo un riposino»
«Ah sì?»
«Jim cosa vuoi?»
Daniel alza un sopracciglio e mi guarda interrogativo.
«Perchè mi parli così? Cosa ho fatto che non va?»
«Niente» dico. «È solo che ho sonno, e sai che non mi piace essere criticata ogni volta che mi trovi a dormire. Io non ti critico quando mangi».
«Okay. Ti richiamo più tardi?»
«No. Dimmi perchè mi hai chiamato» sento la mia voce ed è cambiata dall'ultima volta che ci siamo sentiti, ma non è l'ultima cosa che è cambiata tra noi due.
In me è cresciuto il sospetto che mi tradisca, e cosa più importante, dopo quell'obbligo mi sono convinta di non essere innamorata di lui, e di non voler più stare con Jim. Gli voglio bene, è importante nella mia vita, ma non posso.. stare con lui se non lo amo.
Lo sento sorridere.
«Indovina?»
«Dimmelo tu, dai»
«Okay» sorride di nuovo. «Ho finalmente prenotato l'hotel. È bellissimo, e ha una vista meravigliosa».
Bam. Il cuore inizia a battere più velocemente e inizia a mancarmi l'aria.
Cazzo.
Lui prenota l'hotel, vuole stare con me, io non sono sicura di poter, dover, stare con lui, e penso già di averlo dimenticato.
Scaccio indietro il groppo che ho in gola e provo a non piangere.
«Sono felice» dico con voce palesemente strana.
«Non vedo l'ora di vederti» dice lui.
«Anche io, lo sai» ma no. Non voglio vederlo. Ho paura. Perchè non posso lasciarlo, mi si sgretolerebbe il mondo ai piedi. No.
«Se ho fatto qualcosa che non va.. dimmelo. Cosa ho combinato?»
«Niente. Non hai fatto niente che non vada. Va tutto bene, te lo giuro».
«Ti amo» dice. E mi viene nuovamente da piangere.
Io ti voglio bene, dovrei dire, ma non lo faccio. Sto solo in silenzio, e penso che anche lui non mi ama veramente. Anche lui non vuole trascorrere tutta la sua vita con me.
«Okay. Ti lascio. Mi sembra che tu non abbia voglia di parlare con me»
«Non è così» dico. È solo che mi sento tremendamente in colpa.
«Allora com'è, piccola Bren?» Non chiamarmi piccola, maledizione.
«Non lo so, Jim, so solo che.. ho dannatamente sonno» facci finta di ridere e butto la cosa sul comico.
«Per questo non mi hai detto che mi ami?»
«Non mi piace dirlo per telefono» rispondo velocemente.
«Le altre volte lo hai fatto»
«Adesso non ne ho voglia» dico. «Perdonami, ma devo stendermi di nuovo, sto male. Penso di avere la febbre»
«Oh.. ti chiamo più tardi. Fammi sapere come stai»
«Certo» rispondo sbuffando.
«Buonanotte!» dice ridendo.


Stacco e butto il telefono sul comodino.
«Cosa succede Brendy?»
«Non lo so. Non lo so,davvero» mi viene da piangere, quindi mi copro il volto con le mani.
«So solo che mi ha detto di amarmi e io non ho risposto. So che ha prenotato l'hotel e io.. non so se voglio che venga. Non perchè io stia bene qui» dico velocemente, anche se io sto bene lì. «Ma perchè devo trovare la forza per dirgli che non posso più stare con lui, che ho capito che non posso andare avanti, perchè io voglio innamorarmi di qualcuno, e con lui non ci riesco» dico tra un singhiozzo e l'altro.
Mi ritrovo stretta tra le braccia di Dan, e sono felice, al caldo, a casa.
«Tranquilla, tutto si risolverà» dice dolcemente, mentre mi tiene tra se.
«Non lo so. Non penso avrò il coraggio di mettere tutto su un tavolo e capire se è giusto o no che io stia con lui»
«Se ci stai pensando non è giusto, Brendy. Lo capisci, vero?»
Annuisco e continuo a piangere.
Sto bene lì, ma ho bisogno di uscire e prendere un po' di aria fresca.
Mi allontano lentamente, anche se devo fare forza perchè le sue braccia sembra che non vogliano lasciarmi, mi ritrovo poi con gli occhi puntati nei suoi.
I miei piccoli occhi marroncini nei suoi piccoli infiniti blu.
Mi sento mancare il respiro, ci nuoto in quegli oceani.
«Io.. credo di aver bisogno di stare un po' da sola. Ti dispiace se esco a fare una corsa?» gli chiedo arrossendo. Spero che mi abbracci e mi dica di restare.
«Vai. Ti aspetto qui» dice con un sorriso rassicurante.«Solo.. fai presto. Non voglio restare troppo da solo!» annuisco e gli lancio un sorriso.
Mi catapulto in bagno e non faccio che lavare più volte il viso.
Mi lavo i denti e metto le prime cose che ho preso: dei pantaloncini larghi e una maglia di una taglia più grande della mia.
Prendo l'ipod, e rubo una sigaretta dal pacchetto di Dan, gli sorrido furtivamente.
«A dopo» pronuncio a bassa voce, e poi mi chiudo la porta blu alle spalle, avviandomi fuori dalla casa.
Apro la porta, e una prendo una veloce e piena boccata d'aria fresca.
L'aria entra nei miei polmoni, li risveglia e poi fuoriesce più calda di prima.
Accendo la sigaretta che prima ho preso da Dan, e mi chiedo se sia giusto fare quello che sto facendo ai miei polmoni. Li sto facendo ammalare, sto facendo abituare il mio corpo al fumo, e sto permettendo a delle sostanza chimica di controllare i miei nervi, ultimamente poco saldi.
Non dovrei farlo, va contro me e i miei genitori, ma chi se ne frega. Alla fine anche questa «vacanza» è andata contro me, e me l'hanno imposta proprio i miei genitori.
Fanculo. Butto fuori il fumo della mia Malboro e sorrido triste e poco soddisfatta di quello che sto facendo: mi sento in colpa e in dovere verso il mio povero corpo.
Butto la sigaretta che non è nemmeno a metà, apro il cancelletto e mi metto a correre. A fare come ho sempre fatto quando non mi piaceva qualche situazione: invece di risolvere i miei problemi scappavo, mi nascondevo, e non facevo che piangere. Ero un'immatura. Prima o poi avrei dovuto crescere.
Forse non è ancora arrivato quel prima o poi.


Mi ritrovo avanti al Falling Stars senza sapere perchè.
Entro dentro, e mi siedo.
«Ciao» dice Amanda.
«Ciao» la saluto sorridendole.
«Cosa c'è che non va?»mi domanda curiosa. Io non sopporto la domanda e scoppio a piangere. «Oh. Dimmi cosa succede» dice asciugandosi le mani, prendendo un bicchiere di acqua fredda e facendo un cenno al biondo dietro al bancone. Esce dal bancone e mi prende per un braccio portandomi sui divanetti.
Mi porge il bicchiere, e io bevo il contenuto velocemente. L'acqua fredda, quasi ghiacciata scende e rinfresca tutta la mia gola.
«Niente di che» dico. «Non succede niente di che. Succede solo che non sono più sicura di niente. Non so più cosa faccio. So solo che.. non sono innamorata di Jim e che non voglio continuare ad illuderlo. Mi dispiace troppo. Mi ha detto che ha prenotato l'hotel ma.. io nemmeno so se voglio che venga. Devo dirgli che non lo amo, e anche se so che neanche lui mi ama mi fa stare male pensare di poterlo ferire. Devo dirgli che gli voglio bene come ad un fratello. Gliene voglio troppo per ferirlo, capisci? » ho gli occhi ancora ricolmi di lacrime, e lei mi guarda troppo dolcemente. Meriterei di essere picchiata. Perchè mi accorgo solo ora del fatto che tra noi non potrà mai esserci amore?
Oh, no, Brenda. Non pensare a quello che stai pensando, fottuto il cazzo non puoi.
«Sono un'esimia testa di cazzo. Non c'è altro modo per descrivermi» butto la testa tra le mani e mi sfogo ancora. Amanda passa al mio divanetto e mi abbraccia. È così dolce. Mi sta vicino anche se ci conosciamo poco.
«Grazie per essermi vicino» le dico sorridendole.
«Non riesco neanche a parlarne con Kat di queste cose. Avevo bisogno di sfogarmi»
«Perchè non ci riesci?»
«Ho paura che non mi capirebbe»
«Tu l'hai sempre capita?» annuisco. «E lei lo ha sempre fatto con te, presuppongo» annuisco di nuovo. «Allora ti capirà anche questa volta, e cazzo, riuscirà ad aiutarti» sbuffo.
«Grazie davvero. Mi sa che devo tornare da.. Dan»
«Aspetta» mi spinge di nuovo verso il divanetto e mi siedo nuovamente.
«Daniel è molto.. aperto con te. Come non l'ho mai visto con nessun'altra. È strano vederlo così. È pieno di vita, gioia, allegria, è sempre stronzo, ma in modo migliore» dice guardandomi dritta negli occhi come se volesse scoprire qualcosa dentro di me.
«Ti assicuro che non ne sono io la causa»
«Oh, io penso proprio di sì, invece» arrossisco e penso a come era Dan con me pochi giorni fa, a quella sua improvvisa voglia di diventare mio amico a tutti i costi, al libro letto solo per me, al film visto con me, a tutto quello fatto con me e.. sì, è cambiato. Daniel è diventato un mio amico.
«Io penso che tu gli piaccia» spara Amy così, senza preavviso.
Io penso che ti sto odiando, Amanda. Penso, e mi viene voglia di urlare e scappare, di nuovo, via, ma questa volta non lo faccio, stiamo solo parlando. Non succederà niente.
Faccio un finto sorriso, mentre dentro sto per morire.
«Ti sbagli. Assolutamente. Penso che tu sia fuori strada. Io e Dan siamo amici, lui sta diventando uno dei miei più grandi amici»
«Gli piaci, e.. è pericoloso quando si innamora di qualcuno. Lo ha fatto una sola volta ed è cambiato totalmente, è diventato quello che hai conosciuto prima di diventare sua amica. Non voglio che soffra ancora»
«Perchè mi stai dicendo questo?» dico alzando di un ottava la voce.
«Perchè penso che possa innamorarsi di te, e come già ho detto, non voglio che soffra. Voglio che sia felice. Penso che tu potresti renderlo felice, se fossi innamorata di lui»
«Beh non lo sono» mi alzo in fretta e lei mi spinge i nuovo sul divanetto.
«Non voglio insinuare niente, non voglio che tu mi odi, voglio solo metterti avanti ai fatti» dice in tono gentile.
«Okay. Lo hai fatto. Ti assicuro che lui non è innamorato di me e che neanche io lo sono. Se cambiasse qualcosa saresti la prima a saperlo» dico nervosa.
«Ti piace?» dice così, spiazzandomi.
Mi piace?
A chi non piace Daniel? È un bellissimo ragazzo, e cazzo, si è messo di impegno per piacermi, sì, mi piace.
«Cosa intendi con.. ti piace?»
«Lo trovi un bel ragazzo?» rido.
«Dimmi chi non lo trova un bel ragazzo!»
«Potresti innamorarti di lui? Potresti ricambiarlo?»
«Non lo so, Amanda. Che diamine di domande sono? Lui non c'entra con me e Jim, te lo assicuro. Se me lo stai chiedendo per sapere perchè voglio lasciare Jim.. non è Dan la ragione. Non lo lascio per lui, e nessuno sarà scottato da questa storia. Daniel non soffrirà, e neanche io.» Lei annuisce.
«Scusa se.. ti ho fatto queste domande, ma sai che è un fratello piccolo per me!»
Annuisco anche io.
«Tranquilla. Va tutto bene» le sorrido. «Voglio solo che tu stia davvero tranquilla. Non penso potrebbe succedere niente.»
Mi avvicino al bancone seguita da lei.
«Vuoi qualcosa?»
«Sì, due vaschette enormi di gelato. Non abbiamo pranzato, e penso che anche a Dan faccia piacere» lei sorride.
«Ama il gelato.»
«Anche io» dico prendendo le due vaschette che mi da.
La saluto, e mi avvio verso casa Harrow.


Mi piace Daniel?
Impossibile.
Possibile.
Sì.
Lascio Jim per Daniel? È a causa sua se non sono più certa di voler stare con lui?
Sì.
Forse.
No.


Busso, e aspetto qualche minuto che Dan venga ad aprire.
«Pensavo ti fossi persa»
«Sono qui» dico sorridendo. Alzo la busta con le vaschette. «E guarda! Ho portato il nostro pranzo»
«Oh, beh vista l'ora potresti dire anche cena» dice ridendo.
«Scusa, okay? Scusa se sono stata due ore fuori, ma dovevo schiarirmi le idee»
«E lo hai fatto?»
«No. Adesso sono ancora più confusa.»
«Su cosa?»
«Su tutto» dico aprendo la mia vaschetta e sedendomi sul divano.
«Facciamo un gioco» alzo un sopracciglio e rido all'entusiasmo di Dan.
«Che gioco vuoi fare? Mi fai paura, Dan»
«Voglio sapere le tue paure. Dimmi tutte le tue paure»
«È questo il gioco?»
Annuisce assaggiando un cucchiaino di gelato.
«Perchè dovrei mettermi a nudo?»
«Oh, magari lo avessi fatto, cara Brendy. Sono dovuto diventare tuo amico perchè non ho potuto vederti nuda» dice ridendo.
«Mi dispiace per te, caro Dan, ma non ci riuscirai nemmeno essendo mio amico»
«È questo che mi piace di te. La determinazione» prende un cucchiaio di gelato e lo mangia.
«Davvero, Dan. Perchè dovrei svelarti le mie paure?»
«Beh perchè.. siamo amici» sussurra. «E poi perchè dopo io ti direi le mie. Dai, Brendy, è un gioco» dice sorridendo.
Come faccio a dire di no a quel sorriso meraviglioso? Come si fa a resistere a Daniel?
«Ho molte paure e quasi nessuna è una vera paura, non prendermi in giro, okay?»
«Assolutamente no, lo giuro» mette una mano sul cuore, poi porta gli occhi fissi nei miei.
«Ricordi di cosa aveva paura Augustus? Sì, so che ci eravamo ripromessi di non parlarne più, ma.. beh è stato grazie o forse per colpa sua che mi sono resa effettivamente conto di aver paura anche io dell'Oblio. Io non voglio essere dimenticata. È una cosa orribile, perchè se vieni dimenticato...cazzo, vuol dire che nessuno ti ha mai amato davvero. Non hai lasciato niente di così importante da essere ricordato. Sei stato insignificante. E io non voglio essere così. Io voglio essere ricordata» sospiro. «Sì. Voglio essere ricordata.» lo guardo, aspettandomi che dica qualcosa, ma non lo fa. Mi guarda solo negli occhi, con una curiosità che non ho mai visto in nessuno che stesse parlando con me. Vedendo che non mi interrompe continuo con la mia lunghissima lista.
«Ho paura della morte. Che c'è dopo? E se non ci fosse niente? Se ci fosse solo un'enorme stanza nera dove stai da solo per l'eternità? Ho paura di restare sola. Sì, Daniel. Ho paura di non avere nessuno su cui contare. Ho solo i miei genitori al mondo. Solo loro. Quando un giorno non ci saranno più io sarò completamente sola, e odio questa paura presente costantemente dentro il mio petto. Se un giorno tornassi a casa e loro non ci fossero più? Che ne sarebbe di me? Io penso.. che preferirei morire che stare sola. E sì, lo so che ho appena detto che ho paura della morte, ma che preferirei morire, sono due cose contrastanti, non sono coerente, ma è così. Ho paura di essere infelice. Sai penso che la mia felicità sia legata, molto stretta, al successo che voglio avere, ai sogni che voglio realizzare, e spesso, conoscendomi, e sapendo che non realizzo mai i miei sogni, mi chiedo come mi sentirò da grande quando sarò seduta su una sedia a dondolo, avanti ad una finestra, con tutto il mio passato ai piedi. Come mi sentirò avanti alla consapevolezza di non aver concluso niente nella mia vita?» Faccio una pausa e prendo un cucchiaio di gelato al cioccolato.
Dan è ancora fisso e silenzioso, sa che non ho ancora finito. «Adesso.. mi tirerai il gelato dietro» dico sorridendo, lui ricambia.
«Ho paura dei ragni. Mi fanno.. orrore. Quelle zampettine piccoline ah, Dio. Eh.. ho paura del buio. Odio il buio. Ho paura di stare da sola in casa quando fuori è buio. Ultima paura,lo giuro, forse la più grande. Soffro di vertigini, e ho una fottuta paura dei tuffi. Non mi sono mai tuffata in vita mia, e.. non lo farò mai. Basta. Adesso è il tuo turno» dico ridendo.
Daniel finalmente apre la bocca.
«Okay»
«Dio mio, avevo paura che non avresti parlato più, Dan».
Scoppia a ridere. «Stavo pensando alle tue paure. E.. sono diverse dalle mie. In realtà io ho una sola paura.»
«Ecco a voi il superuomo»
«No, davvero. Quando ho paura mi ripeto che sono più forte di tutto e mi calmo.»
«E allora perchè hai paura di quell'unica cosa?»
Mima un non lo so e lo vedo rattristarsi.
«Hey. Se non vuoi parlarne va bene. Tranquillo»
«Ho paura dell'amore.» dice spiazzandomi.
«Ho paura di amare. Ti sembrerà una cretinata ma quell'amore di cui ti ho raccontato già una volta mi ha cambiato, anche se avevo dodici anni, e cazzo, amore non poteva essere di certo. Diciamo che era.. voglia di piacere a qualcuno, e visto che non ci sono riuscito sono rimasto scottato. Adesso ho paura di innamorarmi. Per questo non riesco a stabilire rapporti con donne che non siano speciali» fa una pausa e mi guarda negli occhi. I suoi meravigliosi occhi blu. «Se dovessi mai innamorarmi so già che soffrirei tantissimo, quindi perchè rischiare? Tanto vale non essere coinvolto sentimentalmente da nessuna.»
«Dan mi parlerai mai di quella storia?»
«Cosa vuoi che ti dica?»
«Tutto. Non voglio che me ne parli come se fosse un ricordo sfumato. So benissimo che non lo è»
Daniel sospira.
«Okay. Prima o poi lo farò.» mi sorride.
«Adesso sai quale sia il mio unico tallone d'Achille» gli prendo una mano.
«Non devi avere paura Dan. Nessuna potrebbe farti soffrire» gli dico, e non so perchè mi ritrovo stretta tra le sue braccia, che in un primo momento sono insicure, poi mi stringono forti, decise, piene di calore. Sono due braccia potenti e quasi fraterne.
Il petto sul quale ho la testa poggiata è duro, mascolino, è Dan.
Restiamo così per non so quanto tempo.
Stretti, con la testa sulla spalla dell'altro, la tv accesa su un canale che nessuno dei due sta guardando, e il gelato ormai sciolto, sul pavimento.
Chiudo gli occhi, e improvvisamente mi sento persa, ho la testa pesante.
Sono sul punto di dormire quando Dan mi sussurra un dolcissimo:
«Non sarai mai sola, Brenda. Non devi avere paura, te lo prometto, con te ci sarò io. So che.. non ci sono stati mai buoni rapporti tra noi, ma da adesso in poi farò del mio meglio per farmi volere bene».


Sorrido, e mi stringo di più a lui, facendomi trasportare da Morfeo, nel regno dei sogni.



 

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Capitolo 11
*** Musica e demoni. ***


Musica e demoni.

Sento qualcosa muoversi sotto di me, ed è assolutamente impossibile che sia il letto, a meno che io non sia capitata in un mondo parallelo in cui i letti si muovono e.. respirano.
Apro gli occhi lentamente e mi ritrovo sul petto di Dan. Arrossisco violentemente.
Sotto di me che si muoveva era il petto di Dan che inspirava ed espirava.
Sento il suo cuore battere più forte, appena gli stringo la gamba, e lo sento a sua volta stringermi di più. Come se fossi un pupazzo che sta cadendo dal letto.
Ha gli occhi blu rivolti verso di me, e appena vede che mi sono svegliata arrossisce e mi mi sorride.
«Scusami. Non volevo svegliarti»
«Scusami» dico alzandomi velocemente. «Non volevo addormentarmi».
Lui mi sorride e pronuncia un «tranquilla, mi è piaciuto» mi spinge dolcemente di nuovo sul suo petto e mi sorride.
«Mi ha ricordato quando ero piccolo e dormivo stretto a mia madre».
Mi scappa un sorriso.
«Come sei romantico, Dan»
«Oh beh la tua testa è abbastanza pesantuccia, invece.»
Scoppio a ridere.
«Volevo alzarmi due secondi fa, e non me lo hai permesso, quindi non lamentarti»
«Beh non te l'ho permesso perchè so che anche a te non avrebbe fatto piacere»
«E riecco il nostro modestissimo Daniel Harrow».
Lui ride e sento il suo petto vibrare.
«Non intendevo niente di quello che pensi. Intendevo solo che questa notte hai dormito come un angioletto, quindi pensavo di essere comodo»
«Oh, lo sei» dico sorridendogli.
«Occazzo è tardissimo» dice lui guardando il cellulare che lampeggia.
«Perchè? Cosa abbiamo da fare?»
«È il dopodomani che intendeva Jake. Dobbiamo muoverci. Tra poco saranno qui»
«Dove dobbiamo andare?»
«È una sorpresa. Lo facciamo tutti gli anni. Mettiti comoda e pratica, anche fresca. Porta una felpa, questa sera farà freddo, e porta una cambiata e un telone da mare. Al resto penso io» dice alzandosi e lasciando cadere la mia testa sul bracciolo del divano.
«Okay. Ma perchè tanto mistero?» dico non scomodandomi e guardandolo correre a destra e sinistra.
«Perchè se ti dicessi dove andiamo penso che non verresti».
Sale sopra, e scende dieci minuti dopo con uno zainetto in spalla ed una chitarra in una mano.
«Una chitarra? Suoni?»
«Non te lo avevo mai detto?» dice ridendo.
«No. Non lo avevi mai fatto. Perchè?»
«Io David e Jake ci dilettiamo a fare cover acustiche» dice non rispondendo neanche lontanamente alla mia domanda.
«Allora? Perchè?»
«Non lo so. Non c'è n'è mai stata l'occasione» si ferma avanti al frigo, si riempie un bicchiere di latte e lo beve, poi viene da me e ridendo mi prende le braccia.
«Dai alzati».
«No» dico con fare nervoso. «non so dove devo andare, non vedo perchè devo fidarmi di te»
«Oh beh perchè siamo amici» dice ridendo. «e perchè non andiamo solo noi, quindi tranquilla, non potrebbe succederti niente di male a parte innamorarti follemente di me. Oh, ma guarda, quello già lo hai fatto, no?» dice ridendo.
«Okay, mi alzo. Ma giusto per non sentirti sparare cazzate.»
Mi muovo velocemente, e lo spingo per passare.
«Il bagno sarà mio per la prossima mezz'ora. Devo fare shampoo e doccia»
«Lo shampoo non ti servirà, credimi. Alza i capelli e fa il possibile per stare comoda e fresca. Metti un cappellino se non sopporti il sole.»
«Okay, è ufficiale mi stai mettendo ansia».
Corro su per le scale e faccio uno zainetto con tutto quello che mi ha detto.
In più mi fornisco di mp4 auricolari e torcia. Non so perchè, ma ne porto sempre una con me.
Corro poi in bagno a lavarmi: in dieci minuti sono fuori e indosso dei pantaloncini corti, nonostante io non abbia uno dei fisici migliori e forse non potrei metterli.
Ma sono una che non segue le regole, non segue le mode. Chi ha detto che le 46 non possono mettere dei pantaloncini perchè hanno delle gambe troppo grasse?
Basta queste taglie 38 aboliamole. Non bisogna essere delle mazze per essere belle.
«Cosa pensi?» dice Dan interrompendo il mio filmino mentale.
Sono lì, in mezzo a tante ragazze da taglia 46 in su che urlano il mio nome e supportano le mie teorie.
«Penso che non dovremmo essere necessariamente magrissime per piace e per piacerci» lui mi guarda e ride.
«E perchè pensarlo proprio adesso che andiamo di fretta?»
«Perchè non posso comandare al mio cervello quando pensare e quando no»
Lui ride.
«Non mi piacciono quelle magrissime» dice poi tornando serio.
«Oh. Non venire a fare il moralista. Ti porteresti una taglia superiore alla 40 a letto?» dico alzando un sopracciglio.
«Cazzo, sì» io rido.
«Davvero? Allora domani ti presento una mia amica.»
«Brendy il problema delle taglie ve lo fate solo voi ragazze, ormai. Una donna è bella perchè è donna. Deve avere tutto al punto giusto. Seno, culo, e perchè no? Anche gambe e pancia»
«Questa pancia?» indico la mia. «Sei ipocrita»
«Tu lo sei per prima. Fai la moralista e poi vorresti essere 10 chili in meno. Perchè?»
«Perchè lo vuole la società»
«Che si fotta la società. Sei bellissima così» mi guarda e io arrossisco.
Quello sguardo mi percorre tutta: da testa a piedi, e si ferma poi nei miei occhi.
Maledetti occhi che vi perdete nei suoi oceani.
«Sono pronta» dico cercando di mettere fine al discorso.
«Okay. Andiamo».
Prendo il mio zainetto in spalla, abbasso gli occhiali da sole e seguo Dan con il suo zaino e la sua chitarra «Kit».
Fuori ci sono già i tre pazzi ad aspettarci.
Sorrido quando vedo Jake sventolare una mano dal finestrino posteriore della macchina.
Daniel apre il cofano della mini rossa e ci posa le sue cose, poi le mie.
Entriamo in macchina.
Sono tutti entusiasti, io ho leggermente paura.
«Dove andiamo?» chiedo curiosa.
«Tra poco lo saprai!».
Dice Amy sorridendomi, seguita da Dan che mi fa un occhiolino.
David spinge il piede sull'acceleratore e bam. Partiamo con i capelli al vento.
Jake clicca il pulsante play e gli American Authors si diffondono nell'abitacolo con Believer.
Chi sa dove mi porterà questa giornata, ma non mi interessa più di tanto saperlo.
So che sto con delle persone davvero carine. Persone che non avrei mai immaginato di incontrare, qui, in questo posto che ho tanto odiato, qui strettamente vicina ad una persona che ho sempre pensato di odiare, qui lontana dalla città, lontana da Jim. Qui a schiarirmi le idee e a cercare di capire davvero chi sono.


Due ore dopo mi interessa dove questa giornata mi porterà. Sono circa trenta minuti che camminiamo in salita,e sto per morire.
Si sa, non sono una persona sportiva, odio camminare, figuriamoci fare un lunghissimo percorso in salita. Aiuto.
«siamo arrivati?» dico lamentandomi e stringendo il braccio di Dan.
«No.»
«Ma dove cazzo mi state portando?» urlo quasi sull'orlo della pazzia.
«Nel posto più bello che ci sia, Brendina»
«Questo posto più bello che ci sia è in paradiso, Jake? Non si arriva più»
«Quasi» dice David indicandomi la vetta di una montagna.
Io scoppio a ridere, ma sono solo preoccupata.
«Stai.. scherzando?»
«Assolutamente no»
«Vi odio» sbotto. E continuo a lamentarmi fino a quando Dan non toglie il suo zainetto, il mio, e li da a Jake. Lo guardo con fare interrogativo. Lui mi sorride e mi prende in spalla. Cosa diamine sta facendo?
«Dan? Cosa stai facendo?»
«Faccio in modo che tu chiuda quella boccaccia e la finisca di lamentarti. Il viaggio è ancora lungo. Nessuno di noi vuole arrivare in cima col mal di testa» dice ridendo
«HAHAHA» faccio finta di ridere e gli tiro i capelli.
«Ferma lì su. Non farmi male, o quanto è vero che ti chiami Brendy ti metto a terra e ti trascino per le braccia» dice dandomi un pizzicotto.
«Uffa» sbuffo.
E mi faccio trascinare fino a dove Dan riuscirà a trascinarmi, e cioè fino alla fine del tragitto.
Sembrerà strano, ma Daniel davvero riesce a portarmi sulle spalle fino alla fine.
Mi lascia solo quando siamo su un enorme spiazzato pieno di verde, che da su una vista meravigliosa. Siamo circondati da prati verdi e montagne altissime che squarciano il cielo azzurro, e vanno oltre l'infinito.
Fiori bianchi azzurri e lilla ci intralciano i piedi, e si sente un piacevolissimo rumore di acqua che scorre. Per non parlare del profumo dolcissimo e freschissimo dell'erba.
«Wow» dico, e gli altri mi guardano sorridendo.
«Ti avevamo detto che era bellissimo e che ne sarebbe valsa la pena»
«Beh.. valsa la pena non lo so. Insomma ci abbiamo messo quattro ore per arrivare qui. Sono le sei. Non vedo quanto possiamo divertirci visto che tra poco dovremo tornare a casa». David mi guarda ridendo.
«Credi davvero che siamo venuti fin qui per restarci dieci minuti?»
«No?» dico guardandolo con gli occhi sgranati.
«No.»
«Dan, Brendy, voi andate a prendere del legno da ardere, io e Jake mettiamo su le tende e Amy inizia a preparare la cena» dice sorridendo.
«Intendi dire che dormiremo in una tenda?» alzo un sopracciglio.
«Molto meglio, intende dire che dormiremo guardando le stelle».
Dice Dan tirandomi per un braccio e spingendomi nella coltre foschia di alberi.
«Non pensavo che sapessi cantare» dico abbassandomi e raccogliendo un legnetto.
«Non pensavi neanche che fossi così perfetto» ammicca.
«Stavo dicendo sul serio. Cosa canti?»
«Di tutto. Cosa vorresti sentire dopo? Faccio decidere a te giusto perchè ti voglio bene» mi dice sorridendo.
«If I lose myself dei..» Mi interrompe.
«Amo i One Republic.»
«Altra cosa in comune» gli sorrido.
«Perchè siete così con me?» Daniel mi guarda stranito, non ha capito la domanda che gli ho appena fatto?
«Così come?»
«Insomma fino all'altro ieri non eravamo niente io e te, e adesso siamo grandi amici, e guarda caso ho trovato altri amici fantastici. Insomma.. perchè siete così ospitali con me?»
«Di solito i ragazzi non sono ospitali con le tipe che mi porto dietro.»
«Io non sono una tipa che ti porti dietro» Daniel ride.
«Sapevo che lo avresti detto.» sospira. «Penso che loro ti trattino come una di noi perchè lo sei diventata, e pure in poco tempo. Non so come tu abbia fatto»
Sorrido. «Neanche io lo so, Dan. Di solito fatico tantissimo per farmi degli amici. Con voi non è stato così».
Continuiamo a camminare, con il vento fresco che ci incolla la maglia al corpo sudato, il sole che pian piano diventa sempre meno caldo, l'aria sempre più pungente, il percorso sempre più ripido.
Sono quasi sul punto di iniziare a lamentarmi di nuovo, ma ho quasi paura di farlo.
Alzo lo sguardo verso un enorme albero pieno di fiori, e quasi cado a terra a causa di uno stronzo di rametto nascosto tra le foglie.
Daniel riesce a prendermi in tempo per un braccio, e a farmi rimettere in piedi, poi mi guarda ridendo.
«Cazzo, adesso oltre ai legnetti devo raccogliere anche te, Brendy?»
«È stata colpa dell'albero, non mi distraggo più» dico ridendo e mettendo nel cestino il ramo bastardo che voleva uccidermi.
«Sei felice?» chiedo improvvisamente a Daniel.
«Ti senti bene?» Mi risponde lui ridendo.
«Penso che il sole mi abbia dato alla testa. Ma allora? Rispondi, dai!»
«Sei felice è una domanda troppo sfacciatamente generica, Brendy»
«Ah sì? E quale domanda faresti per sapere se una persona è felice?»
«Ma felice di cosa?» mi domanda sorridendo.
Mi perdo nel suo sorriso e quasi quasi mi ritrovo di nuovo a terra.
«Della tua vita. Di quello che fai. Di come sei. Di dove vivi»
«Troppe domande» sbuffa lui. «Facciamo così. Sì sono felice della mia vita. Sì, lo sono di quello che faccio, sì sono felice di essere come sono e sì, mi piace il posto in cui vivo»
«Oggi non hai voglia di parlare.» dico velocemente e mi allontano di qualche passo.
«In effetti sono stanco» dice lui raggiungendomi.
«Okay» dico mettendomi le cuffie e facendo partire I'm not the one.


Drink the poison lightly,
'Cause there are deeper and darker things than you.
I know 'cause I've been there too.

I know it might seem frightening
To have the world fall apart right under your shoes.
Trust me,
You'll make it through.



Prendo legnetti su legnetti, e li metto nel cesto, mentre Dan mi guarda interrogativo.
Mi stacca una cuffietta e quasi quasi lo ucciderei.
«Cosa vuoi?» gli urlo contro.
«Eh! Calma, Brendy»
«Non staccarmi mai le cuffiette, Dan. Uomo avvisato mezzo salvato!»
Lui mi sorride.
«Cosa ascoltavi?»
«Avevo riproduzione continua su I'm not the one.»
«non la conosco!»
«Quando ne avrò voglia te la farò ascoltare» dico abbassandomi a prendere un altro legno.
«Ti ho fatto qualcosa?»
«No» gli sorrido.
«Non volevo rispondere a quella domanda, non mi piaceva, okay? Troppo.. profonda»
«non capisco perchè. Abbiamo parlato di cose molto più profonde, Dan.»
«La mia felicità è una cosa che riguarda solo me, okay?» annuisco.
«Non ti farò più domande del genere».
Questa volta lui mi ferma e mi avvicina a lui.
Mi perdo nei suoi occhi.
Tra tutto il verde che ci circonda, tra il sole che sta pian piano scomparendo, il cielo che si sta scurendo, i fiori dai colori più diversi, io mi perdo nel blu mare dei suoi oceani,e non vorrei mai più trovare la strada di casa.
«Non prendertela. Non è per te»
«Okay Dan, okay. Amici come prima» lui mi sorride.
«Sicura?»
«Sì. Però muoviamoci che sono stanca. Ho bisogno di riposarmi».
Daniel mi prende per mano e mi tira con lui verso la coltre di alberi che si infittisce sempre di più.
Mi chiedo e mi domando: ci serve legno per una notte o per una vita intera?
Il sole cala, al suo posto sono ben visibili le stelle e la luna, e noi siamo ancora alla ricerca di legna da bruciare. Nel frattempo però sono i miei piedi a bruciare. Stanno maledicendo me e i calzini che ho messo.
Le gambe sono congelate, e i peli sulle braccia mi si stanno rizzando.
Assieme al sole è calato anche il caldo, e oserei dire che fa quasi freddo qui su.
Dan finalmente si decide a scendere «abbiamo legno per più di due giorni» dice soddisfatto. E se ne è accorto anche lui,che stiamo camminando da circa due ore, abbiamo il cesto pieno e siamo spersi da soli in questa maledetta foresta.
Per di più sento anche un ululato, e salto, stringendomi forte a Dan che scoppia a ridere.
«Dai, è solo un cane»
«Secondo me invece è una bestia enorme e con tre teste, Dan».
Lui ride ancora e mi stringe. Lì mi sento calda e al sicuro.
Grazie a Dio c'è così tanta poca luce che Dan non riuscirebbe mai a vedere le mie guance andate a fuoco.
«Dove vorresti vivere?» mi chiede dolcemente.
«Ma tu non eri quello che non aveva voglia di parlare?»
«Devo farti distrarre in qualche modo, no?» mi sorride e mi stringe ancora di più.
«Londra. Tu?»
«Perchè?» risponde veloce senza degnare d'attenzione il mio «tu?».
«Quel posto è magico. Libero, fresco, giovane. Non perdiamoci in chiacchiere. Tu dove vorresti vivere?»
«Roma. Amo il cibo italiano, amo la poesia dell'Italia».
E mi perdo per Roma. Su una vespa,stretta a Dan, il vento che ci scompiglia i capelli, le mani intrecciate...
Jake, Amy e David con una torcia accesa mi fanno sobbalzare.
«Finalmente» dice Amy strappando di mano a Dan il cesto.
«Qui stavamo morendo di freddo e io odio il buio» sbuffa.
«Dove siete andati a prendere questa legna? In paradiso?» mi sorride Jake.
«No, Jake. Solo fin su la montagna. Ha avuto il coraggio di farmi camminare fin là su il tuo amichetto» indico la montagna e Jake scoppia a ridere venendo ad abbracciarmi. «Povera piccola, stanca, sconsolata Brendina»


Daniel si inginocchia e inizia ad accendere un fuoco, mentre io mi rifugio nell'unica tenda montata, e mi copro con un maglione pesante.
Quando esco sono già tutti seduti attorno al fuoco, a gambe incrociate. Amy sta mantenendo degli spiedini di carne, David sta distribuendo bottiglie di birra.
«A Brendy niente birra. Un succo di frutta va più che bene» esordisce Dan ridendo «Non vorrei che si ubriacasse,e che me la ritrovassi nuda nel letto di nuovo».
Arrossisco violentemente e gli tiro un scozzetta.
«Come si ti fosse di spiaciuto» scherza Jake bevendo un sorso della sua birra.
«Insomma, David, vorresti darmi questa birra?» lui mi guarda.
«Giura che sei maggiorenne. I baristi non possono servi...» mi guarda e scoppia a ridere «okay prendi la tua birra».
Me la lancia e riesco a prenderla senza far cadere il contenuto della bottiglia.
Prendo un sorso e scoppi a ridere vedendo l'espressione dipinta sul volto di Jake.
«Allora.. è mai venuto qualcun altro qui su?»
«Oltre te,intendi dire?» chieda David.
Annuisco.
«Sì. Una volta è venuta con noi una ragazza che usciva con Jake» dice Amy e Jake arrossisce e scoppia a ridere.
«Jake che esce con una ragazza?»
«E che ragazza» commenta Dan lanciando uno sguardo di approvazione all'amico.
«Era la tua fidanzata e Dan se la portava a letto?»guardo prima l'uno poi l'altro.
«Ma non dire stronzate. Le donne degli amici non si toccano» dice Dan.
«Quanto maschilismo nelle tue parole, Dan. Come diamine li sopportavi prima che arrivassi, Amy?»
«Oh non lo facevo, credimi» ammicca lei.
«Comunque non era la mia ragazza, okay?» mi guarda serio.
«E chi era?»
«Quante domande, Brendy!»
«Eddai, Jake!»
«Era una ragazza con la quale stavo uscendo. Volevo presentarla a tutti perchè mi piaceva parecchio!» sorride.
«Allora cosa è successo?»
«Non l'hanno approvata» sbianco, ma subito Amy dice un «non dire stronzate, Jake»
«Esatto, anche perchè io l'ho approvata. E se non fosse stata con te me la sarei portata anche a letto».
«Sul divanetto, forse volevi dire» attacco Daniel e gli do un buffetto su una mano.
Jake scoppia a ridere.
«Tranquilla. Se hai paura di non essere approvata non corri rischi, e tra l'altro Dan fa quello che vuole». Guardo David esterrefatta.
«Scherzi David? Non ho bisogno di approvazione. Sono solo un'amica. Per tutti» concludo prendendo un sorso della birra.
«Allora?» chiedo poi rivolgendomi a Jake.
«Cosa è successo alla ragazza? Sei stato friendzonato?»
«No» mi sorride. «Quando ho pensato di essere troppo oltre, quando ho iniziato a pensare di essermi innamorato di lei l'ho lasciata» abbassa lo sguardo timido.
«Tu cosa? Perchè?»
«Perchè non volevo innamorarmi» sospira e beve.
Penso che non voglia parlarne, quindi non faccio altre domande. Sto zitta e penso.
Penso che tutti abbiamo dei demoni interiori. Anche Jake, il dolce, bello e gentile ragazzo che mi ha salvata al supermercato e mi ha aiutata a cercare e portare a casa un materasso, anche lui ha migliaia di demoni interiori che non conosco.
Come dice la mia canzone preferita in assoluto: guarda nei miei occhi, è dove i miei demoni sono nascosti. Non venire troppo vicino, dentro di me è tutto scuro.
Pensavo che quella canzone riflettesse solo me, invece no: riflette tutti.
Abbiamo tutti qualcosa da nascondere. Siamo tutti bui dentro.
Amy mi da lo spiedino, e inizio pazientemente a strappare morsi di carne e a masticarli buttandoli giù con un sorso di birra fresca.
Il cielo che ci circonda è scurissimo, e tutto attorno a noi è buio.
Se non avessi tremendamente paura del buio potrei anche dire che siamo in un posto meraviglioso, ma visto che ho paura non riesco a fare altro che pensare che molto, molto, molto, probabilmente non dormirò, resterò tutta la notte con gli occhi aperti per difendermi a eventuali attacchi.
Siamo dispersi così, in una coltre di alberi invisibili, nascosti dal freddo e dal buio della notte.
Siamo illuminati solo dalla luna, da un mantello di stelle che tappezza il cielo quasi quanto le foto dei miei attori preferiti tappezzano la mia camera, e questo enorme fuoco caldo, colorato e piacevole.
Daniel finisce di mangiare, e seguita da David e Jake prende la chitarra, beve un sorso di birra e annuncia: «Brendy ha una richiesta. Mi ha chiesto di cantare una canzone dei One Republic»
«Dan?» dico ingoiando velocemente un boccone. «Ho cambiato idea. Mi piacerebbe infinitamente ascoltare Demons degli Imagine dragons. Non so se li conosci..»
«Oh, amo quella canzone» esulta David.
«Okay, cantiamo quella».


Due secondi dopo David attacca, e Jake lo segue. Dan attacca per ultimo con voce e chitarra. Non me lo sarei aspettato, ma ha una bellissima voce. Liscia e dolce quando serve, roca e forte quando deve esprimere un concetto più complicato.
Mentre le mani e il viso sono rivolti verso la chitarra, e i suoi occhi puntati dritti nei miei mi perdo, e mi innamoro di quel momento.


Look into my eyes
It’s where my demons hide



Mi lascio andare, lascio che i suoi occhi mi portino dentro di lui e mi portino alla ricerca di quei demoni interiori che tutti abbiamo.
Dove sono i suoi? Quali sono i suoi?


Don't get too close, it's dark inside.


Non mi interessa. Potrebbe essere buio, potrei diventare cieca, potrei non vedere niente, ma comunque vorrei sapere quello che nasconde Dan. Io voglio conoscerlo veramente, come non ho mai fatto con nessuno, se non con Kat, prima d'ora, come forse non ho mia fatto neanche con me.


Don’t want to let you down
But I am hell bound



E Dan? È davvero così tanto dannato come vuole far credere? È davvero così tanto ferito? Davvero non riuscirà ad amare mai più?


E io?
Quali sono i miei demoni interiori?
Perchè non voglio far entrare nessuno? Sono oscura anche io? E questa mia oscurità cosa nasconde? Esiste qualcuno che vorrebbe oltrepassare ogni barriera e conoscere la vera Brenda? Qualcuno che non ha paura delle conseguenze, qualcuno che mi amerebbe per i miei difetti?
E io? Sono davvero così tanto pura e senza problemi come voglio far credere?
Anche io, se lascio la mano di quei pochi che mi trattengono a galla sprofondo giù, cado nell'inferno. Perchè non lo faccio? Perchè continuo a provare a vivere come qualcuno che non sono? Ma chi sono io? La vera me stessa è nascosta negli abissi, dove i demoni di tutti sono nascosti?


La voce di Dan e il coro dei ragazzi si arresta, David posa la chitarra e sorride soddisfatto. Prende Amy per mano e dopo aver detto un «Andiamo nel nostro posto segreto» scompare. Jake beve un'altra birra, e inizia a lamentarsi: vuole sapere quale sia questo posto segreto, ma visto che non gli danno corda, prende una torcia e si allontana da solo. Va a fare un bagno. È pazzo. Un bagno. Di notte. In una radura abitata da chi sa quanti lupi.
Dan è lì, immobile con lo sguardo rivolto ancora verso i miei occhi.
Dopo pochi minuti però è al mio fianco.
«Cosa succede? Sei.. triste!» mi dice accarezzando il dorso della mia mano
«Sto bene. Sto solo pensando»
«Brendy pensa? Ha questa capacità?» rido e gli do uno schiaffo.
«Più di quanto quel cervello che verrebbe normalmente chiamato nocciolina, che ti ritrovi nel cranio, faccia»
«Oh, cattivella questa».
Annuisco e rido.
«Hai sonno?»
«Non chiuderò occhio questa notte, Dan»
«Neanche se dormissi tra le mie braccia?» chiede poi sospirando.
«Non penso»
«Bah io penso che valga la pena provare, Brendy!» mi sorride. Poi si alza e scompare. Ritorna dopo cinque minuti con un maglione addosso, e due sacchi a pelo.
Li stende a terra. «Dai, vieni. Ti canto la ninnananna».
Assecondo la sua richiesta, e cerco di entrare nel sacco a pelo, anche se, diamine, continuo a pensare che passerò la notte in bianco.
Anche Dan entra nel suo sacco a pelo, e anche molto più velocemente, devo ammettere. Caccia poi un braccio fuori, e con quello mi circonda, fa in modo che la mia testa scivoli sul suo petto, e così, anche se siamo in due sacchi diversi siamo attaccati. Sul suo petto che sale e scende meno regolarmente di come farebbe di solito, sto bene: mi sento sicura, e ancora una volta protetta.
«A cosa pensavi?» chiede poi improvvisamente.
«Perchè vuoi saperlo?»
«Mi interessano i tuoi pensieri»
«Ah, davvero, Dan, e perchè?»
«Perchè voglio conoscerti bene» il mio cuore perde un battito, e io mi aggrappo stretta alla sua maglia.
«Non te lo dirò. Tu oggi non hai voluto dirmi se sei felice o meno»
«Lo sono. Lo giuro. Sono felice in questi momenti.» risponde senza esitazione.
«In questi momenti? Che vuol dire?»
«Vuol dire che quando sono con te sono più sereno e penso che questa sia la mia piccola felicità».
Mi spiazza. Le sue parole sono come una palla da bowling, e io dei birilli.
Vengo sbattuta velocemente a terra.
Ancora una volta mi dice cose che non avrei mai immaginato di pensare.
Lui che non crede nell'amore sta rischiando di farmi innamorare.
Ah. Ma cosa vado a pensare. Scuoto velocemente la testa e provo a non pensarci.
«Stavo pensando a te e a me» sussurro.
«A noi?» sorride leggermente.
«A te e a me. Come due soggetti distinti. A Daniel e a Brendy. Quali sono i tuoi demoni interiori?»
«Oggi sei fissata con i demoni» nota, io annuisco.
«Colpa di Jake che mi ci ha fatto pensare.» sbuffo.
«Non penso di avere demoni interiori»
«È qui che ti sbagli, Dan. Tutti abbiamo un lato oscuro che ci divora da dentro»
«Il mio lato oscuro lo conosci, e conosci anche quello chiaro.»
«Tutto qui? Il tuo lato scuro è un lato un po' stronzo?»
«È un lato che mi ha permesso di farmi odiare da te per tutto questo tempo»
«Mi stavi antipatico, ma non ti ho mai odiato.» ripenso a tutte le volte che ci ho pensato. «Okay, sì ti odiavo, ma non quell'odio irreversibile. Insomma, guardaci adesso» alzo gli occhi verso di lui, e lo scorgo a guardarmi attraverso le ciglia lunghe.
Gli sorrido, e lui fa altrettanto.
«E per quanto riguarda te?»
Il cuore mi perde di nuovo un colpo, forse due o tre.
«Non lo so. Sto ancora cercando di capire chi sono» lui mi guarda ancora più attentamente.
«Sei una persona fantastica» dice poi mordendosi il labbro.
Sta per baciarmi? Ditemi che sta per poggiare le sue labbra sulle mie.
No. Non possiamo farlo, cazzo.
«Allora?» dico dopo qualche minuto di imbarazzo. «Non volevi cantarmi una ninnananna?»
Dan mi sorride, e mi stringe di più.


La da da da da da die,
Oh why, oh why,
Just say good bye step off your throne
Oh no, and it's all because, it's all because of you.
Oh I, I fall because, I fall because of you.
And finally, I'm free because I'm free because,
I'm free because you showed me how
To love lo-love who you truly are,
Not la da not who you want to be.



La sua voce è una dolce melodia, mi rilassa, e mi ondeggia di qui e di lì, così, anche se pensavo che non mi sarei mai addormentate, stretta tra le sue braccia, e cullata dalla sua voce, dormo, e sogno, sogno me, il buio che mi circonda, Dan, Jim.
Sogno, una cosa confusa, che mi fa stare male e bene contemporaneamente.



Spazio autrice!
Saaaaaalve gente :3
Finalmente(?) ritorno a rompervi le scatole con un nuovo capitolo!
Amatemi: sono stata puntuale anche questa volta, anche se ho fatto molte cose questi giorni, tra cui deprimermi per la partenza della mia parabatai (uhm pardon, migliore amica). Questa cosa mi ha parecchio rattristata.
Anyway è uscito il capitolo ed è uscito anche un video. Yep. Avete letto strabene! Ho fatto un video (con altri video trovati su youtube) che ritrae i miei Brendy e Dan perfetti (diciamo solo Dan perfetto, in quanto Brendy sarei proprio io, ma.. non ho miei video, e penso che vi avrebbe fatto schifo vedere la mia faccia :/ ).
Vorrei tanto farvelo vedere, ma non ho voglia di postarlo qui, anche perchè non è fatto benissimo, e se non faccio le cose perfettamente non le rendo di dominio pubblico! Quiiiindi.. se volete vederlo posso mandarvelo in un messaggio privato.
Yep. Tutti quelli che recensiranno avranno l'onore di vedere il mio video (avanti, mandatemi affanculo lol).
Basta, penso che se io scriva qualche altra cosa non mi leggerete più e mi odierete, quindi la finisco qui.
Spero che questo capitolo vi piaccia e che arrivino tante recensioni! Come on. Voglio farvi vedere il video u.u

A presto, e grazie mille per tutto.
StewyT.

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Capitolo 12
*** Ipnotic Dragons. ***


Ipnotic Dragons.
«Sveglia» mi sento urlare nelle orecchie, ma non riesco ad aprire gli occhi. Mi sembrano siano incollati.
Mi smuovo leggermente, e mi sento attaccata. Non riesco a divaricare le gambe come mi piace fare appena sveglia, e non riesco ad allontanarmi dalla presa ferrea di qualcuno.. di Dan.
«Dan, alzati, dai. Oggi è il gran giorno!»
Gran giorno per cosa?
Dove siamo? Sono ancora nella radura?
Neanche due minuti dopo, un fortissimo getto d'acqua congelata mi si schianta addosso, incollandomi vestiti e capelli al viso, e scollandomi gli occhi.
Li apro velocemente per capire cosa sta succedendo intorno a me. Muovo lo sguardo da una parte all'altra. Non riesco a capire niente, sono ancora troppo addormentata.
Mi giro verso Dan, che continua a stringermi come se non ci fosse un domani, e si guarda attorno altrettanto disorientato.
«Hey piccioncini! Avete intenzione di scollarvi o anche solo di alzarvi?» dice David ridendo, accompagnato da Jake con una bottiglia vuota tra le mani.
«Maledetto. Ti sembra il modo di svegliare una povera ragazza?» dico con la voce impastata. Lui ride.
«Andiamo, perchè sprecare tempo a dormendo?»
«Perchè ne abbiamo bisogno, Jake» ribatto io, affondando il viso nel petto di Dan, il quale, continua a stringermi forte, incurante di quello che succede attorno a noi.
«Dai, Dan, alzati. Abbiamo appuntamento alle dodici, e sono già le nove»
«Le nove? È così presto? Diamine vi odio» dico allontanandomi da Dan, e aggrappandomi a Jake per alzarmi.
«Ecco, contenti?» do un buffetto a David, e mi dirigo da Amy nella tenda.
«Prendi un accappatoio, ti porto nel posto più bello che ci sia» mi annuncia lei senza neanche salutarmi.
«Vuoi fare un.. bagno?»
«Perspicace, eh?» dice Dan abbracciandomi da dietro.
Io arrossisco, e cerco di allontanarlo.
«Perchè no?»
«Perchè non ho il costume, Amy»
«Ah, insomma, siamo solo noi, non ti vedrà nessuno».
Mi tira per una mano, e mi trascina attraverso le foglie, il profumo del verde, il cielo azzurro e cristallino, in un pezzettino della radura che è magnifico.
Gli alberi non sono altissimi, si vede molto di più il cielo che si riflette in una pozza di acqua naturale, trasparente come acqua fresca che esce da una sorgente.
«Oh Dio» dico guardando quella meraviglia.
Amanda mi sorride, e si spoglia velocemente mettendo tutto in un angolino.
La guardo ed è meravigliosa. Quei lunghi capelli ricci, il bellissimo fisico. La invidio.
Ha un piccolo disegno al confine delle mutande.
Un draghetto, molto più piccolo di quello di Dan, e di un colore diverso, questo è azzurro, e ha gli occhi neri.
Mi fa un occhiolino, e poi si tuffa. Attorno a lei si formano mille cerchi di acqua trasparente, e posso resistere ad ogni cosa, ma non ad un bellissimo specchio d'acqua, quindi, considerato che ho anche i vestiti già bagnati, mi butto senza perdere neanche un secondo per spogliarmi.
L'acqua mi accoglie, e mi sento subito fresca e felice, anche se, devo ammettere che i vestiti incollati addosso non sono proprio piacevoli, quindi mi tolgo velocemente pantaloni e t-shirt, e butto tutto sulla riva.
«Oh! Finalmente ti sei decisa. È il nostro piccolo paradiso questo»
«Sì, è proprio un paradiso» mi distendo sull'acqua e mi rilasso lasciando che mi porti di qui e di lì.
«Come lo avete scoperto?»
«Lo ha scoperto Jake. Una sera eravamo tutti in campeggio qui, lui era ubriaco e si è incamminato per i boschi. Il mattino dopo, quando ci siamo accorti della sua assenza ci siamo incamminati tutti molto spaventati, e lo abbiamo trovato qui, mezzo fradicio, con i postumi della sbronza, steso tra l'erba e il terriccio.»
Scoppio a ridere.
«È una storia vera, te lo giuro!»
«Oh beh conoscendo Jake ci credo»
«Chi mi ha nominato?» Jake spunta dal nulla, si spoglia velocemente e si tuffa, seguito da David. Anche loro due hanno dei dragoni tatuati al bordo delle mutande,e non hanno niente da invidiare a Dan. Sono altrettanto belli e perfetti.
Dove li hanno trovati? Sembra di essere su un dannato set fotografico, ci manca solo Dan, che arriva e si spoglia beatamente facendo ammirare a tutti quel maestoso fisico che si ritrova.
Si tuffa, e risale a galla con gli occhi liquidi, e i capelli neri, resi ancora più scuri, incollati alla fronte.
Sorrido e li tiro indietro. Lui mi ferma la mano e ne bacia il palmo, il tutto sotto lo sguardo languido di Amanda e il mio sconvolto.
Perchè non potevo lasciare i suoi maledetti capelli dove erano?
«Timidona la nostra Brendina» arrossisco e guardo di traverso Jake.
Dan scoppia a ridere e mi abbraccia.
«Perchè non fai che abbracciarmi e mettermi in ridicolo, ultimamente?» gli sussurro.
«Perchè mi piace»
«Ti piace mettermi in ridicolo?»
«Mi piace abbracciarti, Brenda. Mi piace tenerti stretta»
«Oh, mi hai appena chiamato Brenda. Stai bene?»
Sorride.
«Mi correggo. Mi piace abbracciarti, Brendy»
Gli do un pizzico, e presso per farmi allontanare, cosa che fa a malincuore.
«Allora, quando i piccioncini avranno finito di spulciarsi dirò il programma per la giornata, okay?» David dice sorridendo.
Mi giro verso di loro, e Amy ci guarda con un sorriso che va da un orecchio all'altro, Jake ammicca e David sorride ancora.
Stanno travisando le cose?
Vedono di sicuro qualcosa di diverso da quello che c'è tra me e Daniel.
Ma esattamente, cosa c'è tra me e Daniel?
«Piccioncini?» domando io.
«Progetti?» domanda Dan.
«non siamo piccioncini. Siamo amici e basta» dichiaro poi io sovrastando la voce di Dan.
«Oh, se lo dite voi» dice Amy. «io tifo per voi»
«Anche io» commenta Dan.
«Siamo quasi cugini» commento io.
«Non lo siete affatto. Ti stai solo arrampicando sugli specchi»
«no, David. Sono fidanzata»
«Non ami il tuo ragazzo» afferma Dan.
«Okay basta! Non siamo in terapia di coppia. Anzi non siamo affatto una coppia. David, ti prego, dicci questo maledetto programma per la giornata qual è!»
«Stavamo solo scherzando, Brendy» si affretta a dire Amy.
«Va bene. Vi chiedo scusa. Ultimamente sono un po'..»
«Suscettibile sull'argomento» finisce Dan la mia frase, e io lo fulmino con lo sguardo. Proprio non ne vuole di stare al suo posto.
David sorride e parte sparato con tutto quello che faremo. Mi fermo su:
«Andremo al negozio, dove Brendina diventerà ufficialmente una di noi, e poi torneremo a casa, ci rilasseremo, e dopo attenzione: tutti alla festa di Axton, okay? Sarà una bomba quella festa. Soprattutto se accompagnata dalla nostra musica» sorride ancora, e Amy batte le mani come una bambina che è stata appena accontentata.
Io guardo tutti titubanti e chiedo «negozio? Ufficialmente una di voi?»
Mi volto verso Dan che mi guarda sorridendo.
«Hai notato qualcosa di strano in tutti noi?»
«A parte una grave malattia mentale, Dan?»
«A parte» dice Jake.
«Uhm» Ho notato qualcosa di strano? Il drago!
«Il drago!» quasi lo urlo. «È il drago, vero?»
«È il drago» afferma David.
Applaudisco felice.
«Aspetta!» urlo. «Avete intenzione di farmi tatuare un drago?».
Nessuno risponde, e si sa che chi tace acconsente.
«NO. No. No. No. No, ragazzi. Non si può fare. No. Assolutamente.»
«Dai, Brendina. L'ho fatto anche io. Va bene anche piccolissimo come il mio»
«Amy il problema non è solo grande o piccolo. Io odio sentire dolore, e non oso immaginare quanto faccia male un tatuaggio»
«Non soffrirai molto. Te lo giuro. Il nostro tatuatore di fiducia ha la mano più leggera di una piuma» afferma Jake.
«Non se ne parla. No. Voglio essere una del gruppo, ma non voglio fare questo tatuaggio. Non posso. Se lo scoprisse mia madre? Sarei finita»
«Non lo scoprirebbe. Insomma ti fai vedere nuda da tua madre?»
«No, Jake, no. Ma si pensa che vada a mare con mia madre, che viva nella sua stessa casa»
«non lo scoprirà, Brendy, basta coprirlo un po'» mi rassicura Dan. «E se lo facesse le diciamo che ti ho costretta io e che è un tatuaggio semi-permanente.»
«Ragazzi se lei uccide me, io uccido voi. Intesi?»
«Non ti ucciderà» parla di nuovo Dan.
«Siete proprio sicuri che io debba farlo? È proprio necessario? Non mi considerereste una del gruppo anche senza quel tatuaggio?»
«Certo che sì» dice Amy, che si becca sei occhi infuriati, e due grati.
«Quindi non c'è motivo di farlo, no?»


Ed è proprio perchè non c'è motivo che ci troviamo, quattro ore dopo, da Setta. Il loro tatuatore di fiducia. Bah.
È un tipo alto, magrissimo, tatuato da testa a piedi. Due dilatatori alle orecchie, una scarnificazione a forma di stella sul dito medio destro, ma nonostante questo sembra davvero un tipo sul quale riporre fiducia.
Ha un sorriso gentilissimo, e degli occhi neri rassicuranti.
«Sei pronta?» mi dice infilandosi dei guanti di lattice azzurri.
«No» dico ridendo per il nervoso.
«Avanti, ci siamo noi qui con te!» afferma dolcemente Dan.
David e Jake sono dietro Setta, e già ridono come pazzi, Amy mi tiene la mano destra, molto pazientemente, e Dan quella sinistra; il suo volto e a pochi centimetri dal mio, e se non fosse che sto per iniziare il mio quarto d'ora di sofferenza immane, molto probabilmente mi lascerei trasportare dalla bellezza dei suoi occhi e delle sue labbra carnose tese morbidamente a mostrare i denti.
«Durerà poco. Lo abbiamo scelto piccolo» afferma Setta.
«Piccolo e viola, con gli occhi blu» aggiungo io.
Occhi blu come il mare. Blu come un cielo stellato. Blu come gli occhi di Dan.
«Perfetto. Adesso non so, stringi i denti, oppure stringi le mani di Dan ed Amy, o urla o fai quello che vuoi. Tra un'oretta avrai il tuo piccolo e bellissimo drago e sarai fuori da qui, okay? Fidati del tuo bel Setta»
«Okay, Setta. Mi fido di te» sussurro.
E non ho neanche il tempo di dirlo che Setta punta l'ago al confine con le mie mutande e inizia a lavorare. Nello stesso momento in cui l'ago si poggia sulla mia pelle e l'inchiostro entra dentro di me, inizio ad urlare e mordere e stringere la mano di Dan.


Sono avanti allo specchio, nel piccolo bagno di Dan, e dopo una bellissima doccia rilassante, che è riuscita a non farmi pensare al dolore sentito durante il tatuaggio, non faccio altro che ammirare il piccolo drago coperto da un po' di carta trasparente.
Daniel entra nel bagno e mi abbraccia da dietro.
«Potresti, per piacere, smetterla di abbracciarmi e di entrare in bagno quando sono nuda, o quasi?»
«Non sei nuda»
«Lo sono quasi, Dan».
Lui sorride.
«Okay. Sei ancora traumatizzata dal dolore?»
«No. Avevate ragione. Non è stato così doloroso come credevo»
«Mi sembrava il contrario nello studio. Urlavi come se ti stessero strappando chi sa cosa da dentro la pancia»
«Beh non sono abituata al dolore, okay? L'ho detto.» sbuffo, e lui mi stringe di nuovo.
«non sei abituata neanche agli abbracci?»
«Perchè?» chiedo.
«Perchè mi sembri sempre fredda quando ti abbraccio»
«Beh, se magari facessi decidere a me quando voglio abbracciarti forse sarei meno fredda»
«Ma così rischierei di non averti mai tra le braccia»
«Sono pericoli che un uomo coraggioso deve rischiare».
Lui ride.
«Hai intenzione di metterti qualcosa di molto corto questa sera?»
«Perchè?»
«Beh.. te lo sconsiglio. Non vorrei far impazzire tutti i ragazzi dell'università del Montana»
«Oh. Addirittura!» Dan mi sorride.
«Non vorrai farmi impazzire»
«Ti ci vuole così poco?» lo spingo leggermente.
«Dan.. Senti ultimamente tu ti sei avvicinato parecchio» prendo una grande boccata d'aria, e cerco le parole giuste per chiedergli di allontanarsi un po', anche se forse non è proprio quello che desidero. «Siamo amici, Dan.» dico in modo forse troppo duro.
«Lo so» annuisce lui. «E non mi sembra di aver fatto niente che un amico non farebbe, ma se ti sembro troppo.. appiccicoso va bene. Proverò ad esserlo di meno. Non ho avuto molte amiche e con Amy mi sono sempre comportato così. Se a te da fastidio cercherò di..» si interrompe e scoppia a ridere.
«Che argomenti che tiri fuori. Muoviamoci che tra un po' passa David» dice poi spingendomi fuori dal bagno e chiudendo dietro di se la porta.
È impazzito o cosa? Prima sembra voglia fare chi sa quale discorso e poi scoppia ridere? Ditemi: sono io la pazza?


Entriamo in questa casa bellissima, piena di persone che non conosco.
Sono accompagnata da Dan, gli altri del gruppo, e un vestitino bordeaux anni sessanta, corto, con buona parte della schiena nuda, e delle converse nere.
Mi sento a mio agio in quel vestito, anche se non potrei dire lo stesso del posto in cui mi trovo e delle persone con cui sono.
Si avvicina a noi un tizio alto e pompato. Ha una birra tra le mani e un sorriso da invidiare. Dan si allontana leggermente e lo abbraccia.
«Come va amico?» gli chiede.
«Bene» l'altro, che penso sia Axton, risponde sorridendo.
«Ti presento Brendy»
«Tua cugina.» mi sorride e allunga una mano.
«Piacere Breny»
«Piacere tutto mio» gli sorrido. «Axton?»
«Esattamente. Avanti, venite» tira Jake per un braccio e ci porta in una cerchia di persone che si muovono lentamente seguendo il ritmo di una canzone dei Bastille. Jake e Dan non fanno che salutare gente, mentre David e Amy si fondono in un unico dolcissimo abbraccio, io mi guardo attorno, mentre Axton fa domande del tipo: «ti piace stare qui?» alle quali rispondo con semplici e veloci monosillabi.
«Lei è la mia migliore amica» dice poi spingendo verso di me una ragazza dai capelli biondi e gli occhi marroncini. Mi sorride.
«Sono Hana» dice poi stringendo la mia mano.
«Piacere Hana. Io sono Brendy.»
«Resterai per molto qui?»
«Tutta l'estate. Tu?»
«Io e mio fratello partiamo dopodomani. Andiamo in vacanza dai nostri nonni» mi sorride. «mi dispiace che tu debba restare qui.» dice poi grattandosi il capo.
Forse qualche settimana fa avrei risposto con un «oh, anche a me, credimi» ma adesso non ci penso minimamente. Sono più che fortunata a passare qui la mia estate. Ho incontrato delle persone meravigliose, che a quanto pare alla prima occasione si liberano di me. Mi giro cercando Dan, ma lo rivedo solo dopo circa cinque minuti. Ha tra le mani due grossi bicchieri. Uno contiene un drink super-alcolico, l'altro un'aranciata.
«Suppongo che quello analcolico sia per me!?»
«Certo che no» dice ridendo. «Cia Hana. Come stai?» da un bacio sulla guancia alla bionda e lei arrossisce. «Abbastanza bene. Dopodomani si parte» sorride a Dan che esibisce trentadue denti meravigliosi sputando un:
«Oh, mi dispiace. Anche quest'estate scappi da me, eh?»
«Esattamente. Ci si rivede l'estate prossima. Io vado» dice poi frettolosamente, allontanandosi e schioccando un occhiolino a Dan.
«Le piaci?» chiedo a Dan.
«Tu dimmi a chi non piaccio?»
Sbuffo.
«Quel giorno in cui mi avresti spiegato come fai ad essere così modesto non è ancora arrivato, vero?»
«No» gira la testa a destra e sinistra e sorride.
«Quando imparerò ad essere modesto ti avviserò.»
«Oh, per lo meno sai di non esserlo per niente»
«Ovviamente, Brendy. Allora? Vuoi quest'aranciata?»
«No. Preferisco una birra. Vado a prendermela aspettami qui» sbuffo allontanandomi tra la calca di gente.
Arrivo al tavolo enorme pieno di bibite, tra cui molti alcolici, e cibo.
Prendo un panino e lo mordo velocemente. Ho talmente fame che mangerei anche un orso. Jake mi abbraccia ridendo.
«Lo shock per il dolore ti ha fatto venire più fame del solito, eh?»
«Nah. Mangio così quasi sempre» gli sorrido e mordo ancora il panino al prosciutto. «Ecco perchè mi ritrovo questa» indico la mia pancia, e lui scoppia a ridere.
«Se glielo permettessi Dan ti aiuterebbe a smaltirla in poche notti»
«Jake. Che battuta di poco gusto» gli do uno schiaffo su una spalla,e lui scoppia a ridere.
«Che poi.. oddio potrei aiutarti anche io eh, Brendina bellina» dice ancora ridendo.
«No. No» giro frettolosamente la testa. «No. Finiamola con questo argomento».
Lui ride ancora i più. «Okay. La finisco, bomba sexy»
«Jake!» urlo e gli do un pugno nello stomaco. Lui si piega in due dalle risate.
«Adesso basta, oppure questo finirà sui tuoi bellissimi capelli e la tua pregiata camicia blu» gli dico mostrandogli una birra. Lui si alza in piedi e sventolando una mano esclama «sono in pace, lo giuro. Basta».
Prendiamo le nostre birre, io prendo una pizzetta, e ci avviamo verso la folla.
Mi dirigo dove Dan mi stava aspettando, ma non c'è più.
Faccio un giro su me stessa, e vedo Dan e David su un piccolo palcoscenico.
David è seduto con la sua chitarra, Dan è ancora in piedi, e sventola una mano nella nostra direzione.
«Oh!» esclama Jake. «Mi dispiace lasciarti sola, Brendina, ma la folla mi chiama» dice sorridendomi. Mi lascia un bacio su una guancia, e si dirige, mentre tutti gridano il suo nome, verso gli altri.
Dan sorride e prende il microfono tra le mani.
Tutti chiamano il suo nome, e lui scoppia a ridere.
«Okay. Premetto che non ci eravamo preparati e che questi non sono i nostri strumenti, quindi non aspettatevi chi sa cosa» per la prima volta Dan è modesto?. «Insomma, già siamo fighi. Non possiamo anche essere impeccabili». Tutti ridono, lui continua accennando ad un sorriso. «Dunque parlo a nome degli Ipnotic Dragons. Esatto. Abbiamo trovato un nome» ride di nuovo. «Beh questa sera vi suoneremo Addicted to you.».
Lancia un occhiolino al vuoto, così di sicuro ogni ragazza presente penserà che l'occhiolino sia per lei.
Attacca David, e subito dopo Jake. L'ultimo è Dan che inizia a cantare battendo le mani sulla sua chitarra.
La sua voce è roca e profonda. Mentre canta è come se stesse indirizzando le sue parole a me, infatti ogni singola lettera, parola, frase, mi entra dentro e mi scalfisce. Ogni volta che muove le labbra e ne esce un suono, questo arriva dritto verso di me, e come una lancia mi entra dentro.
Gli occhi di Daniel si puntano nei miei. Tra tutta la folla, i suoi occhi cercano i miei, e riescono a trovarli.


Don't know just how it happened,
I let down my guard...
Swore I'd never fall in love again but I fell hard.
Guess I should have seen it coming,

caught me by surprise...
I wasn't looking where I was going,
I fell into your eyes.

You came into my crazy world like a cool and cleansing grace.
Before I knew what hit me baby you were flowing though my veins...



Non so proprio come sia successo ,
Ho abbassato la guardia...
Ho giurato che non mi sarei mai innamorato di nuovo, ma è accaduto
Immagino che avrei dovuto vederlo arrivare
mi ha colto di sorpresa ...
Io non stavo guardando dove andavo,
Sono precipitato nei tuoi occhi

Sei venuto nel mio mondo pazzo come una folle e purificante grazia
Prima che io sapevo che cosa mi colpisse, baby, scorrevi dentro le mie vene...



Non so perchè, ma mi piacerebbe che Dan stesse davvero parlando di me in quella canzone. Mi piacerebbe essere la grazia purificante del ragazzo più speciale che io abbia mai incontrato. Mi piacerebbe far innamorare uno come lui, significherebbe essere forte. Più forte di qualsiasi altra cosa.
Ma non è così. Non sono una grazia purificante, non ho fatto innamorare Dan, e sto facendo l'unica cosa che non dovrei fare: farmi trasportare da lui, che alla fine ha un solo scopo: portarmi a letto.


La canzone finisce, e tutti iniziano ad urlare ed applaudire chiedendo un bis.
Gli Ipnotic Dragons scendono dal palco sorridenti e soddisfatti, e si ritrovano improvvisamente accerchiati da ragazze. David corre da Amy, Dan e Jake restano lì, e sembrano gli unici cagnolini in un deserto di cagnoline in calore.
Mi viene da vomitare. Se solo qualche secondo prima avevo pensato che quella canzone potesse essere in qualche modo, dedicata a me, adesso sono certa al cento per cento che non lo sia.
Prendo un'altra birra e cerco di allontanarmi il più velocemente possibile da tutta quella gente. Mi gira un po' la testa e mi sento da vomitare.
Riesco ad uscire, mi siedo su una panchina e inizio ad inspirare ed espirare.
Brendy. Brenda. Innamorata? Di quel deficiente?
Nah.
Sbuffo e prendo un sorso di birra. Il liquido pieno di bollicine mi scende frizzante ed energetico in gola, poi nello stomaco. Lo sento quasi camminare dentro di me.
«Fa a tutte questo effetto» mi giro e trovo Hana seduta al mio fianco.
«Cosa?» alzo un sopracciglio.
«Dan. Fa a tutte questo effetto. Tutte si innamorano i lui»
«No. No. Non sono innamorata di lui. Sono sua cugina» farfuglio arrossendo.
«Non lo sei» dice lei sorridendo. «Qui tutti sappiamo tutto di tutti» mi sorride ancora.
«Non sono innamorata di lui, Hana. Tu invece?»
«Certo che no. Sono innamorata di quel deficiente del mio migliore amico. Solita storiella. Sono friendzoonata» ride. Forse sto per essere congelata nella fiendzone anche io.
«Non gli hai mai detto che ti piace?»
«No» sorride. «Non lo farò mai.»
« Ha una ragazza?» le chiedo. Lei arrossisce. «No. Non che io sappia».
«Oh» le si illumina il volto. «Matty. Vieni!».
Un ragazzo biondo, con il suo stesso nasino e il suo bel sorriso, si avvicina a noi.
«Lui è mio fratello» si apre in un sorriso. «Anzi, il mio gemello. Matty»
Matty mi sorride. «Piacere».
«Piacere mio. Io sono Brenda».
«Senti noi andiamo via. Vuoi venire con noi?» azzarda lui.
«Dove andate?»
«A fare un giro in macchina. Così viene sonno alla mia piccola sorellina».
«Sono nata prima, io Matty. Fa poco il cretino» dice lei colpendolo.
«Allora? Che fai?» mi chiede di nuovo il biondo.
«Andiamo» gli sorrido.
Mi alzo, prendo la borsa che è poggiata dentro, non degno di una parola Dan, avvinghiato a una ragazza, né Jake, appartato con un'altra, né i due fidanzatini, e corro in macchina da Hana e Matty.
«Se non vi avessi incontrati a quest'ora sarei lì fuori ad ubriacarmi»
«E invece..» annuncia Matty alzando il volume della musica. «Diamo inizio al nostro ultimo giorno qui» grida ridendo. A lui si unisce la sorella che gli stringe la mano.
Matty incalza e sfrecciamo via.


Sono ormai le due di notte.
Non abbiamo fatto niente di che, ma quando la macchina si ferma avanti al portone di casa, vorrei chiedergli di ripartire e continuare a girare assieme.
Non lo faccio, ovviamente. Scendo dalla macchina, abbraccio Hana e Matty e gli dico che mi sarebbe piaciuto conoscerli prima, loro di rimando dicono che l'estate prossima resteranno in Montana, e io gli prometto che tornerò a salutarli.
Apro la porta. Tutte le luci sono ancora spente: sono sola in casa.
Accendo la luce nella saletta, e mi avvio alle scale. Salgo velocemente, sperando che Dan sia già sul letto, invece no.
Mi siedo sul letto. Sono ufficialmente una di loro, eppure mi hanno lasciata da sola tutta la sera. Col cazzo che mi considerano una del gruppo.
Sbuffo, mi spoglio e mi catapulto in bagno seguita da pigiama estivo e mp4.
Ed Sheeran accompagna la mia doccia con la sua poesia e la sua voce dolce e morbida.
Esco, e anche se un po' infreddolita mi siedo fuori al balconcino.
Penso a Jim e a Kat. Chi sa se stanno già dormendo.
Apro whatsapp. Kat è online.
«Cosa succede?» Kat risponde con voce impaurita, al primo squillo.
«Niente. Mi è venuta un po' di malinconia»
«Oddio. Mi è sceso il cuore nei calzini» rido.
«Mi manchi Kat.»
«Oh, ma quanto romanticismo. Hai bevuto?»
«No. Mi sono fatta un tatuaggio»
«Tu cosa?»
«Hai capito, Kat. Mi sono fatta un tatuaggio. Sono uscita con i ragazzi e..e mi hanno lasciata sola, ed è così che in questo momento mi sento: sola»
«No. Ci sono io con te»
«No. Non sei qui con me. Non ci sei tu, non c'è Jim. Neanche Dan è qui in casa. Sono completamente sola»
«Brenda. Sappiamo entrambe della tua paura di stare da sola in casa la notte. Ma entrambe sappiamo che sei forte. Dai. Calma»
«Ti voglio bene, Kat. Scusa se ti ho disturbata»
«Stavo rileggendo Colpa delle stelle» risponde lei ridendo. «La parte del funerale organizzato e.. stavo pensando a cosa potresti dire al mio funerale» dice ancora sorridendo.
«potrei dire di essere stata fortunata ad incontrare una persona così speciale che fa di tutto per farmi stare bene. Una che finge di leggere una cosa che amo, solo per distrarmi dalla mia paura». Lei ride.
«No. Stavo leggendo davvero. Te lo giuro su Gus»
«Okay. Non puoi aver giurato falso»
«Assolutamente no» dichiara lei.
«Non puoi raggiungermi qui per un paio di giorni, vero?» chiedo improvvisamente.
«Oh..penso di..no. Mi dispiace. Sai che farei tutto per te. Lo sai. Cercherò di convincere mia madre a lasciarmi venire. Te lo giuro»
«Sì, lo so, Kat. Scusa per averti messa in difficoltà con questa richiesta. Non volevo»
«tranquilla. Va bene. Troveremo il modo di vederci»
«Skype» annuncio io. «Abbiamo skype.»
«Perfetto allora appena potrai faremo una bella videochiamata così mi presenterai anche a quel bonazzone di Dan»
«Kat. Dai» lei ride.
Sento aprire la porta, poi degli stramazzi e dei gridolini.
Una ragazza ride, poi sento la voce di Dan. Chiede alla ragazza di aspettarlo in silenzio.
«Oddio è tornato Dan»
«E quindi?»
«Sono incazzata con lui» dichiaro.
«Sei forse.. gelosa? Ti sta iniziando a piacere più di quanto dovrebbe. O sbaglio?»
«Sbagli!»
«Non mentirmi, Bren»
«Okay. Sai che ho sempre.. pensato di non essere fatta per Jim. Sai che non mi ama e io non lo amo. Beh sto bene con lui. Ma con Dan.. sono in paradiso. È un ottimo amico»
«Amico?»
«Sì» annuisco come se lei fosse di fronte a me. «Penso di sì»
«Qui ci parte una grande scopata, amica»
«Kat!» quasi do un urletto.
Poi si apre la porta, e salto dalla sedia.
«È tornato. Devo attaccare. Ci sentiamo domani?»
«Notte piccola. Ti voglio bene» mi schiocca un bacio e attacca.
Poso il cellulare e guardo Dan.
«Sei ancora sveglia» dice sorridendo.
«Esattamente.»
«Che fine hai fatto? Non ti ho più vista. Sei.. scomparsa»
«Sono andata a fare un giro con Hana e Matty»
«Ma non li conoscevi neanche»
«Beh persone che non conoscevo non mi hanno lasciata sola, a differenza tua e degli altri» dico con un tantino di cattiveria in più a quella che pensavo di riuscire a far trapelare.
«Che vuol dire?»
«Vuol dire che sono rimasta quasi tutta la sera da sola, mentre tu palpeggiavi quelle ragazze, e Jake se ne andava in bagno con una»
«È forse una scenata di gelosia?»
Scoppio a ridere.
«Ti sembra una scenata di gelosia?» alzo un sopracciglio. «È solo che ci sono rimasta molto male. Basta»
Dan sbuffa. «Non sarei potuto restare tutta la sera con te» alza le spalle.
«Perchè poi chi ti saresti sbattuto questa sera?» mi alzo dalla sedia e mi punto di fronte a lui. «Mi sembra giusto come ragionamento.»
«Hai voglia di litigare, Brendy?»
«Non chiamarmi Brendy» urlo.
«Non urlare» mi tappa la bocca e si avvicina un po' troppo a me.
I suoi occhi blu sono dritti nei miei.
«Pensavo ti stessi divertendo con noi, qui»
«Anche io. Questa sera però mi avete dimostrato che non faccio esattamente parte del gruppo. Oppure voi vi dividete così quando andate da qualche parte?»
«Senti Brendy»
«Senti, Dan» lo interrompo. «Fa quello per cui eri venuto in camera. Prendi quello che devi e va dalla ragazza giù. Non mi sembra giusto lasciarla sola.»
Lui sbuffa.
«Ti è piaciuta la canzone?»
«Cosa c'entra adesso?» gli chiedo nervosa.
«Ero venuto qui per chiedertelo e tu mi hai detto di fare quello che dovevo..»
Nascondo il viso tra le mani. «Mi farai impazzire.»
«Allora?»
«Allora non ricordo neanche quale fosse»
La sua espressione cambia, si rattrista.
«Peccato, era quasi tutta dedicata a te.»
Mi gira forte la testa e devo sedermi sul letto. Faccio l'indifferente, ma proprio non mi riesce bene. Si vede di qui in America che ricordo perfettamente quelle parole, che ho sperato che fossero per me quelle parole.
Si vede che gli salterei tra le braccia e lo stringerei forte. Si vede che Dan mi sta piacendo parecchio.
«Va beh. Se non hai voglia di parlare io andrei»
«Va pure. Divertiti e grazie per la compagnia».
«Si può sapere cosa diamine hai?» mi punta il dito contro, e mi viene il magone.
«Succede che mi sento profondamente sola. Succede che mi manca Kat. Mi manca Jim, e mi mancano persino i miei. Sto male. Voglio tornare a casa. Non voglio più stare da sola» Dico. E mi sembra quasi che io stia per scoppiare in lacrime.
Improvvisamente però mi ritrovo stretta a lui, e in qualche modo sto meglio.
Lo guardo arrossendo.
«Che diamine stai facendo?» gli chiedo non alzando gli occhi verso lui.
«Ti sto dando la buonanotte» sospira al mio orecchio.
«La prossima volta non farlo.» provo ad allontanarmi, e quasi leggendomi nel pensiero mi stringe di più.
«Brendy voglio semplicemente farti capire che non sei sola. Okay? Ci sono io con te»
«Ti ricordo che mi hai lasciata sola senza neanche presentarmi ai tuoi amici, e lo stesso ha fatto Jake»
«Ho sbagliato. Abbiamo sbagliato. Mi dispiace.» dice quasi urlando.«Non essere arrabbiata con me»
«Lo sono.» dichiaro. «Sono arrabbiata con te e Jake.»
«Anche con Jake?» chiede lui.
«Certo. Sono amica di entrambi, ed entrambi mi avete lasciata sola. Avete sbagliato» dico. Poi mi allontano da lui.
«Non succederà più, okay?»
«No. Non succederà più perchè tra due settimane vado via, e perchè fino ad allora non uscirò più con voi. Non verrò più alle vostre feste.»
Mi sento quasi una bambina dispettosa, e questo mi innervosisce.
Lui sbuffa.
«Non vedi l'ora di andare via, vero?»
«No» dico andando contro a quello che vorrebbe dire il mio cervello.
«Voglio vedere Jim, ma mi mancherete»
«Parli sempre al plurale. Io? Io ti mancherò?» dice scandendo «io»
«Ovvio. Sei diventato uno dei pochi ragazzi con i quali riesco a parlare e esprimermi liberamente. Da quello che più odiavo a quello a cui voglio più bene.» mi sorride.
«Allora non sei arrabbiata con me!»
«Va dalla ragazza, Dan»
Non mi aspetto che lui resti, e infatti non lo fa.
Apre il cassetto e prende una bustina argentata. Si avvicina a me e mi da un bacio. Poi sussurra un: «la canzone era davvero dedicata a te. Ti voglio bene, davvero, Brendy. Sei l'unica ragazza, oltre ad Amy, con la quale io abbia mai avuto un qualche tipo di dialogo. Sei speciale».
Annuisco, e vorrei che mi abbracciasse come ha fatto prima, ma non lo fa.
«Usa dei tappi per le orecchie» dice poi allontanandosi con un sorriso furbo.
Appena la porta si chiude, mi sento di nuovo sola, persa, e mi manca.
Mi mancano le sue braccia.
Prima di iniziare nuovamente a pensare, mi butto con la testa sotto il cuscino, e prego di addormentarmi velocemente.



Spazio autrice.
Heilà! Come va?
Uhm.. non ho molto da dire, quini.. niente.
Grazie per le recensioni, spero che ne arrivino parecchie anche qui :3
(se non avete chiesto di vedere il video potete ancora farlo, eh!)
Grazie a tutti quelli che leggono anche senza recensire e.. yeeeep! Grazie a tutti lol
Okay. Sto impazzendo. Sì.
Uhm.. Ipnotc Dragons? Che ne dite, vi piace come nome? :3
E.. il capitolo? Cosa ne pensate? Fatemi sapere!!

StewyT.

 

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Capitolo 13
*** Dolci errori. ***


Dolci errori.
Mi sento abbracciare e poi sento delle labbra morbide e calde sul mio braccio.
Apro lentamente gli occhi accorgendomi di non essere in un sogno.
Mai un risveglio normale, eh?
Mi giro velocemente e mi ritrovo Dan a nemmeno dieci centimetri di distanza.
Quasi quasi i nostri nasi si sfiorano.
«Stai bene?» gli chiedo assonnata.
«Sei ancora arrabbiata con me?» dice lui di rimando
«Perchè non dovrei?» Lui sbuffa e mi abbraccia più stretta.
«Ho caldo, Dan» dico allontanandolo.
«Non trattarmi così»
«Così come, Dan?»
«Come se la mia presenza ti desse fastidio!» mi alzo dal letto e mi chiudo in bagno.
«Mi hai svegliata per dire queste cretinate?»
«No! Perchè volevo parlare!»
«Di cosa?» urlo.
«Non lo so. Speravo di riuscire a fare uno dei nostri discorsi»
Mi sciacquo la faccia ed esco. Mi risiedo al suo fianco.
«No.» dico mordendomi un labbro. «non ne ho voglia.».
Lui sbuffa e mi guarda negli occhi.
«Come è andata ieri?» chiedo.
Lui arrossisce e mi guarda nervoso. Poi si alza, accende una sigaretta ed esce a fumarla. Io lo seguo.
«Allora?»
«Cosa vuoi sapere?»
«Come è andata. Ti sei.. divertito?»
«Non ti capisco più» butta fuori il fumo. «Davvero. Non ti capisco»
«Fai come se non ti avessi chiesto niente»
«Perchè fai queste domande? Perchè vuoi litigare? Oggi avevo organizzato una giornata per noi. Vengono tutti qui. Volevo che fosse una sorpresa, ma...»
«Mi sono persa qualcosa.» sbuffo. «Non voglio litigare, okay? Ed è inutile che vengano tutti qui. Se lo fate per ieri.. va bene. I miei amici in fondo non sono qui. Sono tutti a casa. Questa è solo una vacanza, non è la vita, no? A settembre.. non ci vedremo neanche più. Probabilmente quando i nostri usciranno assieme noi continueremo ad evitarci. O sbaglio?»
«Brenda..» si sta incazzando. Usa il mio nome e i suoi occhi sono diventati più scuri. Poi mi stringe forte un braccio e alza la mia canotta. Mi indica il drago.
«Sei una di noi. Ti sei fatta questo tatuaggio pensando che fosse solo per divertimento?»
«Perchè vedete le cose più futili come cose di maggior importanza? È un tatuaggio. Basta. Non indica il nostro legame eterno»
«Sì, invece. Lo fa. Io voglio che tu resti con noi».
Mi perdo nei suoi occhi, e improvvisamente tutto il nervosismo sparisce.
«Anche io» sussurro. E mi ritrovo così nel suo dolce abbraccio.
«Allora non essere arrabbiata. Non comportarti così. Goditi tutto. Godiamoci tutto». Annuisco alle sue parole.
«Vai a prepararti. Tra un'ora saranno tutti qui»
« Prepara tutto Jake» mi sorride. «Ha detto che farà un dolce squisito»
«E cioè?»
«Non ne ho idea, ma mi fido di lui. Cucina molto bene»
«A differenza tua» dico sorridendogli.
«Ah ah. Ha parlato la chef stellata» mi sorride e mi spinge sul letto.
Poi salta su di me e inizia a farmi il solletico.
Non la finisco di ridere, eppure non mi lascio sfuggire la perfezione dei suoi occhi.
«non dovevo andare a prepararmi?»
«Giusto» dice lui tra una risata e l'altra.
Si alza e mi aiuta ad alzarmi.
«Pensavo non mi avresti lasciata così facilmente»
«Oh, se vuoi posso anche riprenderti»
«Meglio di no» arrossisco e mi chiudo dentro.


Circa un'ora dopo sono stretta tra le braccia di Jake che mi dice di non essersi reso conto di avermi lasciata da sola, e continua a ripetermi che si sente in colpa. In questo modo non fa che far sentire me in colpa. Forse non avrei dovuto fare tutto quel casino, alla fine non hanno ucciso nessuno. Hanno solo voluto divertirsi a loro modo, come facevano prima di me.
«Basta» grido ridendo. «Basta. Ho fame. Sono le tre. Voglio mangiare».
Amy scoppia in una fragorosa risata. «Finalmente! Ho una fame infinita.»
«Anche io» commenda David.
«Allora perchè diamine non stiamo mangiando?» chiedo sbuffando.
«Chiedilo al tuo amico» Dan sposta lo sguardo verso Jake.
«Okay. Okay. Mangiamo» Jake alza le mani in aria e da a tutti dei piatti colmi di pasta fredda.
Iniziamo a mangiare, a bere, a parlare e a divertirci come nostro solito.
Come alla fine riesco a fare solo con loro.
Dan ha ragione, in un certo senso ne avevo anche io, siamo uniti, e non da uno stupido, superficiale tatuaggio. Siamo uniti dall'idiozia, dai cervelli malati, dallo stomaco senza fondo, da quest'estate iniziata così, per caso, e diventata assolutamente perfetta.




Sono ormai le sei, il sole sta iniziano a raffreddarsi, e il cielo a diventare più scuro, e noi siamo appena arrivati al dolce.
Dei biscotti al cioccolato da riempire di panna fresca prima di essere morsi.
Mi viene l'acquolina solo a guardarli, quindi prima che ne dia agli altri, prendo una scodella di biscotti e un tubetto di panna solo per me. Mi siedo nel giardinetto e mi riempio la bocca di panna.
«Brendy. Che schifo» dice Dan sedendosi al mio fianco e imitandomi.
«Mh» rispondo ingoiando la panna. «Fa talmente schifo che lo hai appena fatto anche tu» dico ridendo.
«Brendy..» mi guarda e scoppi a ridere.
«Cosa?»
Si alza ancora ridendo e mi si avvicina.
«I ragazzi.. vedendoti cosparsa di panna.. potrebbero..»
«Dan!» urlo e gli o un cazzotto. Lui ride, e mi pulisce.
«Meglio!» si risiede e prende un biscotto, lo riempie di panna e lo mangia.
«Sono ottimi» esclama David riempiendosi la bocca di biscotti.
«Esatto» Amy ride e gli ricopre la faccia di panna.
«Amanda!» urla lui. Si pulisce gli occhiali, e si vendica, spruzzando panna a non finire nella maglia della sua ragazza, che a sua volta spruzza nei suoi pantaloni. Jake scoppia a ridere, e si becca un biscotto rivestito di panna, giusto in fronte. Trattengo un risolino per non fare la stessa fine. Resto a guardare tutto, seduta tranquillamente al fianco di Dan.
«Che guerra sia» afferma Jake. Prende un tubetto di panna e inizia a spruzzarlo ovunque.
Guardo Dan spaventata. «Forse è meglio entrare» sussurro.
Lui si alza lentamente, lo faccio io, cerchiamo di allontanarci senza destare sospetto, ma non ci riusciamo.
«Hey! I due stronzi stanno scappando e sono puliti» afferma David prendendo un tubetto nuovo di panna, sbattendolo per bene e spruzzandoci.
Fa tutto così velocemente che noi nel frattempo non riusciamo nemmeno a muovere un altro passo. Scatta veloce, e in due secondi sono anche io sporca.
«Eh no!» urla Dan. Prende della panna e si imbatte contro David. Gli apre la bocca a forza, e la riempie di panna. David ride, e quasi muore soffocato a causa della panna. Inizia a tossire ridendo. Dan riempie i suoi capelli di panna e si allontana soddisfatto. «Chi si fa avanti?» chiede. E Jake scoppia a ridere.
«Comando io, qui» annuncia armandosi di due bombolette spray.
«Che vinca il migliore».
David è ancora atterra, ride.
Amy mi guarda e inizio a tremare. «Cazzo» pronuncio, e non ho nemmeno il tempo di finire che vedo un enorme getto di panna venirmi contro. Provo a scappare, ma inevitabilmente mi prende. «Maledizione» urlo. Prendo un tubetto e corro contro Amy. Si nasconde dietro David, io faccio finta di arrendermi, ma non appena mi si avvicina le faccio uno sgambetto, cade, mi poggio su di lei e la riempio, come se non ne fosse già abbastanza ricoperta, di panna.
«Vinto» asserisco allontanandomi.
Dan è lì, con la bomboletta spruzzante tra le mani, Jake è molto più sporco di lui, ma impugna due «pistole». Prendo un altro tubo, e mi affianco a Dan.
«Vinceremo» urlo, e inizio a sparare panna come se non ci fosse un domani.
Dieci minuti, quattro bombolette, e vestiti completamente sporchi dopo, io e Dan abbiamo vinto.
«Oh. La vittoria è nostra.» rido, ma quando mi giro potrei piangere.
Sono tutti e quattro schierati, con quattro bombolette piene, tra le mani, sguardi sadici, e un ghigno bastardo.
«Abbiamo vinto» dicono assieme.
Così, quattro contro uno, mi uccidono di panna.


«Dan, pensavo saresti stata dalla mia parte» sputo infastidita, guardandomi allo specchio del bagno.
Lui ride. «Non potevo. Avremmo perso sicuro. Mi alleo sempre dalla parte del più forte, io»
«stronzo» sbuffo.
«È stato divertente, no, Brendy?»
«Giocare con la panna? Molto. Perdere un po' di meno» gli sorrido.
«Evvabbene. Non ti piace perdere! Adesso mi farai sentire in colpa per essermi schierati con loro per tipo tutta la vita?»
«Esattamente, Daniel Harrow. Sconterai la tua pena sentendoti in colpa per sempre»
«Oh, perfetto. Allora non mi sento più in colpa»
«Appproposito di colpe! Quel bastardo di Jake. Ho capito a che giochetto stava giocando oggi. Si è scusato così tanto che alla fine quella che si sentiva in colpa ero io. Figlio di puttana» Dan scoppia a ridere.
«Vedi? Anche io lo dico. Quando fa un errore finisce per far sentire te in colpa»
«oltre al danno pure la beffa, insomma»
«Esatto»
«stronzo di un Jake.» sbuffo e Dan ride.
«Però in quest'occasione ha fatto bene. La stavi tirando troppo per le lunghe!»
«Che stronzo» gli tiro un pugno, e lui ride. «Scherzavo»
«Vaffanculo!».
Stiamo zitti per qualche minuto. Mi poggio al lavabo e mi guardo allo specchio di nuovo. Non c'è più un pezzettino del mio viso che non sia bianco.
«Sei completamente.. bianca»
«Chi sa per colpa di chi, vero Dan?» ride, ancora.
«Dovresti farti una doccia, ma sei carinissima piena di panna. Da mangiare tutta». Dice con un sorriso perverso dipinto in volto.
«Oh Dio. Tu avresti bisogno di una bella doccia fredda, Dan».
Lui ride. «Ah sì?» sussurra, poi mi prende con forza e mi butta sotto la doccia.
«A chi serve una doccia fredda?» dice puntandomi contro la doccia e inzuppandomi completamente.
«A te.» urlo. Lui ride, e continua a coprirmi d'acqua.
Gli do un pizzico e riesco a girare il getto nella sua direzione. Gli inzuppo la maglia, i pantaloni, e poi resto ferma sul suo viso per un paio di secondi, prima che mi rubi di nuovo il getto, e lo punti dritto nei miei occhi.
«Negli occhi no» provo a dire, ma nemmeno il tempo di farlo che la mia bocca si riempie di acqua fredda. «Stronzo» mugugno ridendo.
La sua voce scampanellante si unisce alla mia.
Gli do un calcio e prendo di nuovo il getto. Incollo la sua testa al muro della doccia con una mano, e con l'altra maneggio con il getto.
«Vuoi puntarmelo nei pantaloni?» dice ridendo.
«Quello lo fanno le tue amichette» gli do un pugno, e ride ancora.
Punto il getto dritto dritto tra naso e bocca, e lui non sa più come respirare.
Resta per pochi secondi in apnea, con gli occhi chiusi, avvilito dalla troppa acqua che lo in veste, poi inizia a farmi il solletico, e il getto cade ai nostri piedi, bagnandoci entrambi, come se fossimo asciutti!
La sua maglia bianca ormai è diventata trasparente, ed è incollata ai suoi pettorali forti e possenti. La mia canotta gialla lascia vedere benissimo il reggiseno che tenta di coprire il mio seno abbondante, ma non ci riesce quasi mai alla perfezione.
Lui mi sovrasta. Mi spinge verso il muro di piastrelle blu, continuando a farmi il solletico, io provo ad allontanarlo. In un vortice di mani, occhi blu, denti perfetti, bellezza sovrumana, mi ritrovo a pochi centimetri dalle sue labbra.
Il suo alito fresco si confonde quasi con il mio.
Le sue mani sono poggiate sui miei fianchi. Mi stringono a lui.
La parte razionale di Brenda è andata a farsi fottere, così sussurro un «sei bellissimo». Cosa che non avrei assolutamente dovuto fare. Lui sorride.
«Sei perfetta» dice di rimando, e senza neanche pensarci, un attimo dopo ci stiamo baciando.
Lui sta baciando me, e io sto baciando lui.
Sento le sue mani stringere forte i miei fianchi. Poi salgono e si posano sul mio volto. Lo stringono, quasi a dire «Sei mia. Non andare via». Ma non potrei mai andare via in quel momento.
Penso a tutto e a niente contemporaneamente.
Penso che sto facendo una cosa che avrei voluto fare da tempo.
Penso che sono pronta. Che voglio stare con Dan. Penso che forse ne sono innamorata. Penso che mi farei toccare, baciare, amare da lui.
Penso ai suoi occhi aperti, e mi viene da aprire anche i miei. Così, mi ritrovo per la prima volta veramente dispersa nell'oceano. In un ciclone di colori splendenti, bellissimi, perfetti.
In un turbinio carne, labbra, denti, occhi, braccia, lingue.
Dan che non aveva mai baciato nessuna stava baciando me.
Potevo perfettamente ricordare le sue parole.
Non ho mai baciato nessuna. Non bacio le ragazze che mi porto a letto. Con un bacio dimostri di esserti innamorato di una persona.
Anche lui innamorato?
Anche?
Sono innamorata di Dan?


Io ti bacerei in questo preciso istante.
E lo sta facendo: Daniel mi sta baciando come nessuno ha mai fatto prima. Lui è quello che nessuno è mai stato per me. Ragazzo. Amico. Uomo. Amore.
No, cazzo, non posso amarlo.


Sono incredibilmente attratto da te, e non come lo sono da tutte le ragazze. Non hai niente di diverso da loro. Non sei speciale. Non sei migliore. Ma per me.. cazzo, per me lo sei. Con te sto abbattendo tutte le difese. Mi comporto diversamente. Mi comporto come se il Dan ferito, che non vuole più innamorarsi non esistesse.
E infatti in questo preciso istante il Dan ferito non esiste. Tra le mie braccia c'è un Dan forte, bellissimo, sensuale. Un Dan che mi sta spingendo a chiedergli di non smettere più di baciarmi.
Lo fa dannatamente bene. È così dannatamente dolce e sensuale allo stesso tempo mentre mi tocca.
Mi allontano per respirare, e per guardarlo di più negli occhi, ma non me ne da il tempo. Mi attira di nuovo a se. Lascia scie bollenti sul mio collo. Prende una mia mano e la posa lentamente sul suo cuore. Sento la maglia bagnata, la sua pelle e il suo cuore battere freneticamente.
«Pensavo di impazzire» sussurra. Poi velocemente, forse per paura che io mi allontani, avvicina di nuovo le nostre labbra.
E c'è di nuovo un turbinio magico, perfetto.
Lo stringo forte a me, gli mordo il labbro leggermente, e attorciglio le gambe attorno al suo bacino.
«Lo volevo da quel maledetto obbligo» dice tra un bacio veloce e l'altro.«Anche tu lo volevi?» si ferma un secondo, e mi guarda dritto negli occhi.
Non arrossisco, o forse sì. Non lo so. So solo che adesso quella che sta impazzendo sono io. Voglio di nuovo baciarlo.
«Anche tu lo volevi?» mi chiede ostinato.
Ho paura che se non risponderò le nostre labbra non si sfioreranno di nuovo, ma non lo faccio. Non rispondo. Mi avvicino di nuovo a lui, lo tiro per i capelli e lo bacio di nuovo. Più forte però. Come se fosse il primo e l'ultimo bacio di due innamorati. Come se fosse il bacio tra due angeli destinati ad essere scaraventati dal paradiso e a non vedersi più.
Sono stretta tra le sue braccia, e lui è lì, tra le mie.
Vorrei potergli dire che non so come: non so come dall'odio, o indifferenza, o quello che prima c'era tra noi, si possa passare così velocemente all'amore. Vorrei chiedergli se lui sa come sia possibile, ma non riesco a staccarmi da lui.
Mi stringe più forte. Straccio la sua maglia, talmente bagnata e morbida da sembrare carta imbevuta.
Scendo giù, e inizio a baciare il suo collo, le sue braccia, i suoi pettorali.
Mi fermo sul suo cuore. Vorrei sussurrargli un: «non preoccuparti. Con me sarà al sicuro. Non ti spezzerò i nuovo il cuore» ma non lo faccio.
Non so se è solo la foga di questo momento. Non so se sono innamorata di lui.
Dan mi stringe a lui, e sento che mi vuole, quasi di più di quanto io voglia lui.
Continuo a stringermi a lui. A farlo impazzire, a far impazzire me.
Mi risveglio, mi rendo conto di quello che sta accadendo solo quando squilla il telefono.
«Lascialo squillare» dice lui.
Mi sta togliendo la canotta. «fatto» dice vittorioso.
Avvicina le mani al mio reggiseno. È vicino al toglierlo. Sono vicina all'essere davvero sua.
Jim. Poi penso.
E no, non posso. Non ora. Non posso tradire Jim.
Devo dirgli che non lo amo. Devo lasciarlo. Non si merita questo.
«Dan ti prego allontanati. Scusami. Scusami. Ma non posso» sussurro.
Lui si allontana lentamente, fa cadere velocemente le mani dal mio reggiseno e mi guarda. I suoi occhi mi fanno sentire in colpa.
Vorrei morire fulminata all'istante.
«Non puoi?» dice poi.
Ha la voce più roca e sexy di sempre. Capisco perchè tutte voglio stare con Dan. Lui fa impazzire le ragazze.
«Non adesso. No. Anzi, mai» sussurro mettendo enfasi nel mai.
«Okay» mi dice lui. Si allontana e mi fa uscire dalla doccia. Poi si chiude la porta alle spalle.
Sono shockata. Non riesco a capire cosa ho fatto. Non capisco il perchè di quello che ho fatto.
Ho sbagliato. Forse più nei confronti di Dan che in quelli di Jim.
Mi asciugo e mi cambio velocemente.
Leggo sul display del cellulare. In neretto c'è scritto «una chiamata persa da Jim» e sbatto il cellulare dall'altra parte della stanza.
Nello stesso preciso istante Dan esce dal bagno.
«Senti» diciamo all'unisono.
«fa parlare prima me» dico con voce ferma e dura.
«Okay» annuisce lui.
«Scusami. Non avrei dovuto baciarti. Sono stata trasportata dal momento eh..»
«Per te i baci non erano qualcosa di importante? Tanto quanto il sesso?»
Annuisco.
Ha ragione. L'ho baciato, e con lui, in quel momento ci avrei fatto anche l'amore.
Mi copro il viso con le mani. Provo a nascondermi dal suo sguardo indagatore.
«Sì. Assolutamente sì. Ho sbagliato. Mi stavo divertendo e sei effettivamente bellissimo. È difficile resisterti» dico. Mi mordo un labbro.
«Non volevi?» mi chiede nervoso.
«Penso di no»
«Pensi? Tu pensi?» urla.
«Mi hai baciato»
«Okay, Dan. Ti ho baciato, ma anche tu hai baciato me, sia chiaro. Mi hai baciata e qualche giorno fa mi hai detto che non baci quelle che vuoi portarti a letto»
«E infatti non volevo portarti a letto»
«Stavi per fare l'amore con me, Dan»
«E tu stavi per farlo con me, Brenda»
«Okay» prendo una boccata d'aria e penso a qualcosa da dire.
«Abbiamo sbagliato entrambi, okay? Volevamo divertirci e lo abbiamo fatto»
«Forse tu volevi»
«Che vuol dire?»
«Vuol dire che se voglio divertirmi con qualcuna la sbatto su quel maledetto divanetto e me la scopo» urla. È rosso di rabbia. «con te è stato diverso» dice poi calmandosi.
«Diverso?»
«Lascia stare, okay?» mi guarda perplesso.
Pensa che io faccia finta di non capire, ma io davvero non capisco.
«Scusami» dico.
Squilla di nuovo il cellulare e urlo «pensavo di aver rotto quel pezzo di merda».
Lo riprendo, attacco e lo ributto dall'altra parte della stanza.
«Scusa» dico di nuovo, questa volte in lacrime.
Daniel mi guarda dispiaciuto, mi avvicina e mi abbraccia.
«Ho sbagliato nei tuoi confronti, ma soprattutto in quelli di Jim. L'ho tradito. Lui si fidava di me» sento il suo petto indurirsi, congelarsi.
«Ecco. Era logico che adesso si sentisse in colpa verso il suo ragazzo» lo sento bofonchiare.
«Sì, Dan. Mi dispiace ma è logico. Ho sbagliato, ti rendi conto? Capisci cosa abbiamo fatto?» lui mi allontana.
«Volevi divertirti, lo hai fatto. Adesso non lamentarti.»
«Non essere arrabbiato con me»
«Perchè non dovrei?»
«Oddio, stiamo litigando? Perchè mi sento in colpa per il mio ragazzo?»
«No, perchè stavi per fare l'amore, come lo hai chiamato tu, con me, e adesso sei qui a piangere per il tuo ragazzo. Mi fa schifo tutto questo!» urla.
E io scoppio di nuovo a piangere. Ha ragione.
«Perdonami»
«Vaffanculo tu e questo perdonami, Brenda» urla di nuovo, e si sbatte la porta alle spalle.
Puf. Scomparso. Dan non è più lì con me, e temo di averlo perso.


Spazio autrice.
Heilà! Come va la vita?
Okay, voglio dirvi solo tre cose:
1) non odiate né me, né Brendy, né Dan per tutto il finimondo successo nel capitolo;
2)fatemi sapere cosa non vi piace/cosa vi piace del capitolo. Non sono sicura di aver reso bene.. insomma non so se mi piaccia davvero lol Ho bisogno di voi.
3)settimana prossima dovrei partire (finalmente *^^*) quindi non so se riuscirò a postare prima di andare via. 
Nel caso non ce la facessi.. ci si rilegge a settembre! (dubito seriamente di riuscire a prendere connessione in vacanza :S se ci riuscissi però posterei!).

E niente, se non ci si rilegge prima che io parta.. Buone vacanza :)
Amatemi, amate i Drenda lol e fatemi sapere cosa ne pensate.
Oh, grazie per tutte le recensioni allo scorso capitolo (10 recensioni: piango per la felicità!), quindi grazie a tutti quelli che hanno recensito e anche a quelli che non lo fanno, continuando a leggere. Vi adoro tutte <3




StewyT.

 

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Capitolo 14
*** Angeli senza ali. ***


Angeli senza ali.
Mi sveglio, e noto che Dan non è in camera.
Scendo velocemente le scale allarmata, e lo vedo lì, sul divano, coperto solo dai boxer. Dorme beatamente.
A terra c'è una bustina di preservativi, sul tavolino accanto al divano una bottiglia di tequila. Ci sono delle mutandine femminili attorno alla bottiglia.
Mi viene da vomitare pensando a ieri sera.
Salgo di sopra, mi lavo velocemente la faccia e mi siedo fuori al terrazzino.
Il sole è così caldo oggi. È maledettamente bello.
Come quel bacio.
Sicuramente non come la litigata, oppure il rumore della porta sbattuta, o la preoccupazione. Daniel che non tornava. Il tempo che continuava a scorrere, io che non sentivo il rumore di macchina sull'asfalto del vialetto.
La preoccupazione, il timore, il rumore della porta, delle risate femminili.
Ricordo ancora quel contato di vomito e quella voglia di spaccare la faccia di Dan che mi è salita quando ho sentito la voce della ragazza.
Peggio ancora quando Daniel è salito su. Non mi ha degnata di uno sguardo.
Ha aperto il cassettino, ha preso una bustina argentata, è passato avanti al letto dove io ero stesa, si è chiuso la porta alle spalle. Ha sceso le scale. Si è spogliato. Ha spogliato la ragazza di turno, e..
E ho chiuso gli occhi sul materasso comprato con Jake. Non riuscivo a stare sul suo letto. Sentivo il suo profumo, e mi veniva il nervoso.
Ho chiuso gli occhi pieni di lacrime, e ho sperato che gli urletti, le risate e tutto finissero in fretta, ma così non è stato.
La sigaretta che ho preso dal pacchetto sul comodino è finita troppo velocemente. Asciugo gli occhi, mi alzo e ne prendo un'altra.
Mi sento esattamente come quell'unica povera nuvola grigia sperduta in quel cielo azzurro e radiante che ho davanti.
Persa, sola.
Ho bisogno di qualcuno. Ho bisogno di Kat.
Prendo il cellulare, compongo il numero: uno, due, tre squilli. Poi entra Dan in camera, e attacco furtivamente.
Non mi degna di uno sguardo: di nuovo.
«Buongiorno» dico io nervosa.
Si gira verso di me e mi fa un cenno.
«Perchè hai dormito di sotto?»
«Non avevo voglia di salire le scale»
«Non avevi voglia di vedermi!» dico triste.
«Sì. Non avevo voglia di vederti. Questa situazione è.. pericolosa, Brenda»
«Brenda? Sei talmente arrabbiato con me che mi chiami col mio nome?»
«Ti ho detto che ti saresti dovuta preoccupare quando avrei iniziato a chiamarti col tuo vero nome» accenna ad un sorriso, so che sta facendo di tutto per non ferirmi.
«Senti...» faccio una pausa. Prendo una boccata d'aria e continuo. «È stato un errore. Ho sbagliato. Non avrei dovuto..»
«non avresti dovuto baciarmi?»
Non intendevo proprio quello.
«No» sussurro.
Lui sorride. I suoi occhi diventano più scuri, e ho tremendamente paura.
«non avresti dovuto baciarmi?» urla.
«No» ripeto io. «Non avrei dovuto farlo. Sapevo di non provare niente. Sapevo di.. devo prima mettermi le idee in chiaro. Sono confusa»
«Su cosa?» urla di nuovo.
«Su me e Jim, te, tutto!».
Mi guarda infuriato.
«Tu sei quella per cui i baci e il sesso erano importanti, vero?» dice sarcastico.
«Vero?» mi prende per un braccio e mi avvicina a lui strattonandomi.
«Mi hai baciato solo per divertimento? Per mettermi alla prova? Per vedere quanto Dan fosse stupido. Vero Brenda?»
Non rispondo, so che stanno per arrivare le lacrime.
«Vero?» urla, e stringe di più le dita attorno al mio braccio.
«Anche tu hai baciato me» è l'unica cosa che dico in mia difesa.
«Sì, ma non l'ho fatto per divertimento. Dovevo farlo»
«Dovevi?»chiedo. Mi strattona di nuovo.
«non pensavo che mi avresti preso in giro, Brenda. Per te i baci erano importanti e cosa fai? Mi baci e inizi a parlare del tuo ragazzo»
«Tu mi hai baciata e ti sei scopata un'altra» urlo, più forte di lui. «Mi avevi detto che avresti baciato solo la donna della quale ti saresti innamorato. E invece mi hai baciata»
«E non ti sei fatta un paio di domande?» mi interrompe lui ringhiando.
«No! Non mi sono fatta nessuna domanda, perchè dopo avermi baciato sei andato chi sa dove, e sei tornato con una che ti sei scopata. Che domande mi sarei dovuta fare? Mi hai trattato come.. il niente»
«Tu, dopo avermi baciato, hai pianto per il tuo ragazzo, Brenda. Hai pianto per lui, dopo aver baciato me» ribadisce. «Sapendo che per me un bacio era importantissimo»
Nascondo il viso tra le mani e lascio le lacrime scendere.
«Perchè cazzo piangi, adesso?» mi strappa le mani dal viso, e mi guarda dritto negli occhi.
«Non posso nemmeno più piangere?»
«Non puoi piangere per ogni cagata. Sei una donna, cresci»
«Io crescere?» mi lascio scappare un risolino. «Io dovrei crescere? Parla quello che quando è nervoso invece di mettere le cose a posto sfoga con una cagna. Daniel tu sei quello che deve crescere. Dico che quella che scappa sono sempre io, ma ieri sei scappato tu. Mi hai lasciata da sola qui. Triste, sconsolata, sola. Con una sola cosa in mente»
«Cosa? Ah, non dirmelo: la colpa per aver tradito Jim, no?»
«No» sussurro. La voglia di baciarti di nuovo. Le tue labbra. Avevo le tue labbra stampate nel cervello.
«E cosa, allora?»
«Sicuramente non quello che avevi tu» dico.
«Perchè ti da tanto fastidio che io sia andato con una?» dice insolente. «sei gelosa?»
«No! Mi fa schifo. Mi fa schifo aver baciato uno così. Uno che prende tutto sotto gamba»
«Ah beh, a me fa schifo aver baciato, per la prima volta, una che ha un fottuto ragazzo, una che non si fa scrupoli a tradirlo, e poi dopo piange come non mai. Mi fa schifo aver baciato una che assomiglia più a un coccodrillo che ad una donna. Un coccodrillo che prima mangia i figli e poi piange»
Sorrido.
«Mi paragoni ad un rettile quando l'unico viscido qui sei tu»
«Ieri il viscido ti piaceva. Ieri stavi per farti portare su quel divanetto, dal viscido che hai di fronte».
«Non lo avrei mai fatto, Daniel. Mai. Credi davvero che avrei fatto sesso con te?» mi guarda nervoso, afflitto.
«Ah adesso si chiama sesso?»
«Non sarebbe stato amore, con te» sputo con tanto veleno da far paura ad una vipera. Se potesse mi ucciderebbe, ne sono certa. Penso che nessuna lo abbia mai trattato così.
«Daniel? Ti sei incantato?»
«Brenda. Vaffanculo, okay? Vaffanculo» grida. «E la prossima volta, se devi baciare, e fare sesso con qualcuno, perchè stavamo per fare sesso, scegli qualcuno che non sia Daniel Harrow, perchè preferirei morire senza toccare più donna piuttosto che avere le tue mani addosso.» sorrido.
«Insomma, il contrario di quello che mi hai mostrato ieri, no?» apre la porta e se la chiude alle spalle.
«Ma bravo. Scappa di nuovo. Va a piangere tra le gambe di un'altra puttana. Va pure, coglione. E tranquillo, non ti toccherò mai più. Imparo dai miei errori, Daniel.» urlo. Lui di rimando mi urla un «vaffanculo».
Sento la porta di casa sbattere dopo circa dieci minuti.


Non puoi piangere per ogni cagata.
Non è una cagata, dico a alta voce. È amore.


«Kat. Kat ho bisogno di te. Del tuo aiuto. Sto male» sussurro piangendo, stringendo forte tra le mani il mio telefono, che miracolosamente dopo le due botte di ieri, funziona ancora a meraviglia.
«Bren. Cosa succede?»
«Sto male.» dico a bassa voce. «Ho baciato Dan e..»
«Cazzo» sussurra lei. «Cazzo. Ci sei andata a letto! Bren!»
«No. No. Jim mi ha fermata. Ma abbiamo litigato e.. penso che mi odi. L'ho illuso. Pensa che io l'abbia illuso»
«Lo hai fatto?»
«No. Sono davvero presa da lui» ammetto, convinta, per la prima volta.
«Ti prego Kat. Non puoi venire qui anche solo per due giorni? Ho bisogno di te. Sto male..»
Sbuffa. La immagino mentre si mette le mani nei capelli e inizia a fare i suoi calcoli.
«Arrivo questa sera verso e undici, se riesco a partire entro venti minuti» afferma. «Aspettami».
«Davvero? Vieni davvero, Kat? E tua madre? Come fai con lei?»
«Come non potrei venire? La mia migliore amica, nonché emerita testa di cazzo, è in difficoltà. Non posso lasciarla da sola» la sento sorridere «mia madre se ne farà una ragione, piccola!»
«Grazie Kat. Non so come farei senza di te.»
«Ti converrebbe se io non venissi. Dovrai spiegarmi tutto, okay? Ogni cosa!»
«Ho bisogno di farlo».


Preparo velocemente la borsa, mettendoci tutti i vestiti sparsi per la casa, spazzolino, dentifricio, asciugamani: tutti i miei averi.
Mi siedo sul divano, dal quale non ho intenzione di muovermi fino a quando alle undici il campanello non suonerà annunciandomi l'arrivo di Kat.
Purtroppo, però prima di Kat arriva Daniel.
Sbatte la porta, e si avvia alle scale. Vede il mio borsone a terra, si gira e mi guarda quasi sconvolto,oserei dire.
«Dove vai?» dice nervoso.
«Viene a prendermi Kat. Passerò qualche giorno con lei»
«Dove avete intensione di andare?»
«In un hotel, Dan»
«Potete restare qui.»
Si avvia su per le scale.
«Perchè?» urlo.
«Perchè ho chiesto a Jake se posso andare da lui e mi ha detto che non ci sono problemi»
«Non voglio che tu vada via da casa tua».
Non lo seguo. Aspetto che scenda lui, e infatti, dopo venti minuti è giù con il suo borsone.
«Davvero. È casa tua. Non devi andare via per colpa mia»
«Non vado via per colpa tua. Ho bisogno di staccare, e non posso farlo altrimenti, se non rinchiudendomi a casa del mio migliore amico.»Annuisco. «Potete restare qui, davvero. Non mi dispiace.»
«grazie» sussurro.
Si avvia alla porta senza nemmeno salutarmi, se la chiude dietro e a me già manca tremendamente.


Resto per tutto il giorno seduta su quel divano. Il cellulare in una mano, il telecomando nell'altra, il cuore che non smette di battere a centoventi l'ora.
È normale che un cuore batta così velocemente?
Aiuto.
Giro e rigiro canale, ma non trovo niente che possa catturare la mia maledetta attenzione.
Faccio il conto alla rovescia. Non vedo l'ora che arrivi Kat. Ho bisogno di lei più che dell'aria per respirare.
Tra quanto arriva? Che ore sono? Quanto ci manca alle undici?
Non faccio che chiedermi.
Poi, quando finalmente riesco a rilassarmi, e sono ormai le undici passate, sento suonare il campanello.
Salto in piedi, e corro alla porta.
«Chi è?» chiedo allarmata.
«Chi dovrebbe essere?» la sua voce scampanellante e melodiosa mi fa perdere un anno di vita. Apro velocemente, e sembra che un angelo sia appena entrato in casa. Kat alta, bellissima, statuaria, il mio contrario. Incontro quei due occhi azzurro chiaro, quasi color ghiaccio, messi lì, su quel viso d'angelo, coronato da una folta chioma bionda. Dall'ultima volta che l'ho vista sono cambiati solo i capelli, che adesso le arrivano al mento e sono circa dieci centimetri più corti.
«Kat» sospiro. Appena le mie braccia si chiudono attorno al suo busto il mio cuore si tuffa in una scodella di zucchero e ci sguazza felice e soddisfatto.
«Kat! Sei qui» dico stritolandola ancora
«Proprio così. E dovrei restarci fino a dopo domani, quindi.. non strangolarmi!»
La lascio, e il suo sorriso fa sorridere anche me.
«Dio mio, quanto mi sei mancata» sospira lei. «sapevo che non avrei dovuto lasciarti venire da sola. Immaginavo che avresti combinato guai, e sono arrabbiata con te e per te, a causa dei guai che hai fatto, ma cazzo, non vedevo l'ora di rivederti» dice e io l'abbraccio di nuovo.
Prendo la sua borsa e la porto in camera da letto.
«E il bellissimo?»
«È andato da Jake» sospiro. «Ha detto che voleva evadere. Voleva solo allontanarsi da me» digrigno i denti e mi viene da vomitare solo al pensiero di tutte le litigate che ci sono state tra noi in questi ultimi giorni.
Kat si spoglia, pronuncia un «Ho assolutamente bisogno di una doccia calda. Scusa, ma ho i nervi uccisi, e tutte quelle ore di macchina non mi hanno fatto di certo bene. Due minuti e sarò lì per te, stronza. Giuro», e senza chiedere niente si catapulta sotto la doccia.
Mi butto sul letto sofficissimo, e mi viene da ridere per la spontaneità e il meraviglioso carattere che si ritrova Kat.
Dieci minuti dopo, la bionda, esce dal bagno con un sorriso che va da un orecchio all'altro. Come un idiota, per un secondo, ho sperato che da quel bagno ci uscisse Daniel.
«Guarda la tua migliore amica cosa ti ha portato» sorridendo alza una bustina.
«No!»
«Sì. Il meraviglioso cornetto panna e nutella che tanto ami!»
«Dio mio, Kat. Tu si che sai come farmi stare bene.»
«Sì, ma so anche come farti stare male, donna. Devi raccontarmi tutto. Dall'inizio alla fine. Senza niente escluso»
«Okay» rispondo abbattuta. «Ci vorrà parecchio tempo».
Così, quattro cornetti, un pacco i fazzolettini, tante parolacce, tanti fatti raccontati, e circa due ore dopo, Kat sa esattamente tutto.
«Dio» sbotta. «Che enorme testa di cazzo! Ti sei innamorata!» dice buttandosi la testa tra le mani.
«No! Non essere esagerata come sempre» sbuffo. «Mi piace, ma non ne sono di certo innamorata»
«Ci sei vicino, Bren. Sei vicina ad innamorarti di Dan. Se in soli due mesi sei riuscita ad innamorarti di lui e in una vita a non innamorarti di Jim, beh lui non fa per te»
«Lo so. Me ne sono resa conto anche prima di pensare di provare qualcosa per Dan».
«Allora devi lasciarlo, Bren»
«E so anche questo, e anche da molto»
«Allora?»
«Allora sono confusa più di prima, Kat. Ti ho chiamata per aiutarmi, non per confondermi di più, porca puttana!»
«Non voglio confonderti» dice lei triste. «Sul serio, voglio solo aiutarti»
«Lo so! Accidenti non prendertela. Sono troppo nervosa per non essere cattiva con chiunque!»
«Non me la prendo, tranquilla» dice Kat accarezzandomi e mostrandomi uno dei suoi bellissimi sorrisi. La prendo per mano, prendo una delle sigarette che Dan ha lasciato sul comodino, ed esco fuori il terrazzino.
«Da quando fumi?»
«Ricordi che ti dissi che avevo provato?»
«Sì, ma da quando fumi assiduamente!?»
«Non lo faccio. Ne fumo una ogni tanto, giusto per calmarmi» Kat gira la testa contrariata.
«Ti stai innamorando di chi hai sempre odiato!» Sbuffa.
Ha ragione. È quella la cosa bella. Mi sto innamorando di uno che mi è sempre stato sulle balle.
«Sai qual è il problema?»
«No» sussurra lei imbarazzata.
«Beh il problema è che anche se mi fossi innamorata di Dan, cosa che non è ancora successa, non potrei dirglielo. Non fino a quando non ne fossi sicura al mille per mille. Lui è così dannatamente fragile. Vuole sembrare lo stronzo della situazione, ma non lo è, credimi, non lo è. E.. io non vorrei mai farlo soffrire. Tra l'altro chi mi dice che lui prova lo stesso per me? Non so se lui sia esattamente attratto a me»
«TI ha baciata e ha detto che bacia solo quelle di cui sta per innamorasi.»
«Sì, ma dopo è stato a letto con un'altra»
«E tu dopo averlo baciato hai pianto per Jim»
«In realtà ho pianto anche perchè ho paura di farlo soffrire. Dan, intendo, ho paura di far soffrire Dan»
«L'amore può anche essere sofferenza, ma meglio tentare, no?»
«No, Kat. Non nel caso di Dan. Gli voglio davvero bene per tentare. Devo essere sicura, e basta»
Lei annuisce.
«Dobbiamo solo capire come lasciare Jim» le sorrido. Amo quando si discute di un mio problema e lei lo fa anche suo.
«Non ne ho idea. So solo che.. penso che mi tradisca. E questo mi fa imbestialire. Se non mi ami, lasciami, come farò io tra poco con te. Se davvero scopro che mi tradisce io lo uccido. Lo uccido perchè mi sono fatta tutte queste seghe mentali per lui, per capire come lasciarlo, e alla fine..»
«Non lo sai ancora, Bren. Non lo sai. Non pararti il culo con questo sospetto»
«Non lo faccio. Mi conosci. Mi prendo sempre le mie responsabilità!»
«Non come quello che ha messo incinta Megan!» dice lei allontanandosi dal discorso.
Attenzione attenzione: la mia sigaretta è finita, e io e Kat stiamo per iniziare a spettegolare!
«Megan cosa?» la guardo strabiliata.
«Hai capito bene. Megan è incinta!»
«Non ci posso mai credere. Una zoccola come lei che si fa mettere incinta? Nah, Kat. Mi stai prendendo in giro!»
«Te lo giuro. È stata vista mentre entrava in uno studio ginecologico, è ingrassata di un paio di kg negli ultimi due mesi, e Senna, ha detto in chiesa che la sua migliore amica avrebbe presto avuto un bambino. Prima o poi tutte scontano quello che meritano!» scoppia a ridere.
«Spero che sia di quel bastardo di Andrea.»
«Andrea? Che ti ha fatto?»
«Mi ha illusa e poi è andato a letto con quella!»
«Pezzo di merda. E pure sembrava un bravo ragazzo»
«O sono tutti stronzi, o quella ce l'ha d'oro, amica»
«Cosa improbabile. E poi anche se fosse, che gusto ci trovano quei malati pervertiti ad andare a letto con una che si è fatta tutti gli stati uniti?»
«Disponibilità, tesoro. Ci trovano disponibilità»
sorrido. «che schifo!».
«Eggià!»
«Se tu solo volessi, cara Kat, potrei farti conoscere un ragazzo perfetto per te.»
«E sarebbe?» inarca un sopracciglio.
«Jake. È figo da paura, cucina, è dolce, va a puttane anche lui, ma solo perchè non è mai quasi stato innamorato!»
Sorride. «prima o poi me lo farai conoscere, okay? Adesso però è ora di andare a letto và!»
«Sarai stanchissima. Scusa se.. ti ho costretta a venire qui!»
«Bren!» Kat mi prende per le spalle e mi guarda negli occhi. «Non mi hai costretta, e non osare chiedere nuovamente scusa. Sono la tua migliore amica, come potrei mai lasciarti sola in un momento simile? Sei la persona più importante che io abbia. Ho intenzione di starti vicino per sempre, anche se sbagli!» le sorrido e la stringo forte.
«Sai che ogni parola che hai detto beh.. la condivido in pieno. Anche tu per me sei la persona più importante, sei la sorella che non ho mai avuto. Ci sarò per sempre, Kat!».


Così, con quella promessa d'eterna amicizia, finisce la serata.
Amore, cibo, libri, vita, musica..
Niente, niente è meglio di una vera, pura e sincera amicizia.
Niente è meglio di Kat, o delle sue parole, per me.
Ricordo ancora la frase che scrisse nella prima letterina di Natale che voleva regalarmi. Ricordo persino la mia. Quanto erano vere quelle parole. Quanto mostravano il bene che volevamo l'una all'altra. Quanto mostravano quello che ci saremmo volute per sempre.


Gli angeli esistono,diceva la frase di Kat, ma a volte non hanno le ali, e allora li chiamiamo amici.


Due amici sono due corpi con un'anima. Diceva la mia.


Ed era fottutamente vero: Kat era il mio angelo personale, e metà della mia anima ormai apparteneva a lei, alla mia piccola, grande, rompiballe e unica sorella.



Spazio autrice.
Saaaaaaaaalve gente! Qui che vi parla c'è StewyT che vi chiede perdono.
Spero di esservi mancata almeno un pochino, in caso contrario.. me ne farò una ragione lol
Come va la vita? Come è andata l'estate? Per me è durata troppo poco sebbene sia durata più di un mese (non smetterei mai di andare a mare e.e). Ad ogni modo in questo mese ho pensato a cosa scrivere e ne ho approfittato per scrivere qualche capitolo quindi ho una buona notizia. Se entro sabato il capitolo riceverà parecchie recensioni (minimo 5) posterò subito il prossimo capitolo :3

Ad ogni modo niente.. spero che vi piaccia il capitolo.
Non odiate me, non odiate Dan e non odiate Bren.
Pace e amore, ricordate! lol


Tanto amore!
StewyT.

 

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Capitolo 15
*** E se nessuno di noi fosse reale? ***


E se nessuno di noi fosse reale?



I due giorni in cui Kat è stata con me sono passati velocissimi.
I giorni sembravano non durare nemmeno 24 ore. Le novità dal nostro quartiere erano troppe, le cose da dirci erano troppe, persino le cose da decidere lo erano, e alla fine siamo rimaste chiuse in casa a parlare e riflettere come non ci capitava di fare da molto: con i cellulari spenti, la musica ad alto volume tutto il giorno, biscotti e patatine come pranzo e cena, i pigiami addosso tutto il giorno.
I restanti cinque giorni in cui sono stata da sola in casa, non ho dormito di notte, non mi sono svegliata il mattino, ma il pomeriggio, ho saltato pranzo o cena, ho pianto, ho guardato film a caso, ho sentito musica che non mi è nemmeno mai piaciuta, invece sono durati un'eternità.
Sembrava che non volessero più finire. Ogni ora trascorreva in dieci ore. Ogni giorno in venti giorni. La tristezza.
E cosa peggiore: Dan mi mancava tremendamente.
E quando una persona inizia a mancarti.. vuol dire che stai davvero iniziando a provare qualcosa. E questa è la cosa che più mi spaventava, che più mi spaventa.
Oggi, lontana una settimana da quel bacio, vorrei riviverlo, senza più lacrime, senza litigate, solo con un abbraccio. Stretta tra le forti braccia di Daniel. Persa nei suoi occhi blu mare.
E invece sono stesa sul letto, la musica ad alto volume, un libro che mi hanno assegnato a scuola aperto sulle gambe.


Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario.




Continuo a leggere questa frase, quasi volessi impararla a memoria, invece, non vuole entrarmi in testa.

Dire la verità è un atto rivoluzionario, e io voglio dire la verità.




Qualcuno suona alla porta. Mi affaccio dal balcone e vedo Jake, aspettare pazientemente che qualcuno, io, gli apra la porta.

«Jake, sali da qui, dai!» gli urlo.

Sono talmente scocciata che mi da fastidio persino scendere le scale e aprire la porta.

Mi sorride in segno di okay. Pensavo che non avrei rivisto più il suo sorriso. Il sorriso di David, Amy, quello di Dan. E invece ecco quello di Jake arrivare e spuntare.

«Ma che fine hai fatto!» Dichiara sorridendo.

«Sono stata chiusa in casa tutto il tempo. Tu?»

«Mi sono sorbito le lamentele di quel peso morto tutto il tempo. Non ci hai chiamati mai»

«Nemmeno tu» dichiaro guardandolo dritto negli occhi. Poi però sento di dovermi scusare. «Io vi avrei chiamati se non mi fossi sentita una completa merda, se non mi fossi sentita in colpa. Pensavo che non mi avreste più voluta vedere»

«E perchè mai?».

Sbuffo. «Perchè ho fatto dal male a Dan»

«Per questo ti punirà lui stesso. Sei mia amica. Non ti abbandono solo per questo»

«Anche Dan lo è, e lo è anche da molto più di me»

«Certo, non tradirò nessuno dei due per l'altro, però. Siamo così nel gruppo». Mi sorride. «Non avere paura, Brendina»

«Ne ho parecchia invece.»

«Perchè?»

«Abbracciami, Jake. Ti prego» sussurro, e lui senza farselo ripetere due volte mi stringe forte. «Pensavo che non mi avresti abbracciata più. Che non mi avresti parlato più. Che nessuno di voi lo avrebbe mai fatto.»

«E per questo avevi paura?»

«Non solo» dico, so che sto per scoppiare a piangere, di nuovo, e di nuovo per Dan.

«Voglio bene a Dan. Molto, molto bene. Di più di quanto ne abbia mai voluto a nessun ragazzo. Non voglio perderlo. Non posso farlo, mi capisci? Però.. lui è.. non è esattamente il tipo di ragazzo che immaginavo.» mi prendo la testa tra le mani, spero che Jake non parli, che mi ascolti ancora, e così fa. Voglio che sappia cosa provo per il suo migliore amico.

«Quando l'ho baciato l'ho fatto perchè.. volevo. Non l'ho fatto perchè non avevo niente da fare. Okay? Non sono innamorata di lui, provo qualcosa i forte, e non posso dirglielo. Sapere che dopo avermi baciato è uscito,e si è portato a letto un'altra donna mi ha fatto tremendamente male. Sì, okay, è vero. Io ho pianto per Jim, ma questo non toglie che se ho baciato Dan è per un motivo, e.. non bacerò mai più Jim.»

«Smettila di fare così, Brendina, smettila di piangere, dai»

«Mi ha chiamata Brenda» mi stringo ancora di più a lui.

«Smettila di fare così, parlagli. Anche lui è nella tua stessa situazione!»

Questo vuol dire che anche lui prova qualcosa per me?

Lo spero vivamente.

«Pensa che tu abbia sbagliato tutto. Tu pensi il contrario. Parlate. Chiaritevi. Le cose si fanno sempre in due.»

«Non so come fare, Jake. Non voglio litigare di nuovo»

«So io come fare» sorride beffardo. «Anche perchè devo assolutamente togliermelo dai coglioni. Tu non puoi immaginare quanto abbia rotto in questa settimana. Dio mio. Non faceva che parlare di te, che insultarti e poi dire che però gli sei entrata maledettamente nel cuore»

«Non volevo» dichiaro grattandomi la testa. «non volevo che succedesse. Non volevo complicazioni. Non volevo che si innamorasse di me. Non volevo innamorarmi io. Come si può passare così velocemente dall'odio all'amore?»

«Tra odio e amore c'è un confine maledettamente sottile» annuisco.

«Sono una testa di cazzo. Ha ragione Kat.»

Lui sorride di nuovo.

«Dimmi di sì, e lo porto qui. Dimmi di sì, e mi farai l'uomo più felice del mondo. Ho bisogno di dormire nel mio letto. Ho bisogno di averlo tutto per me» dice buttandola sul ridere.

Annuisco. «non ho mai voluto che andasse via. Non gliel'ho chiesto io»

«Lo so.» sorride.

Si alza e mi da un bacio. Si avvia di nuovo alla porta-finestra. La apre, prende la chiave e con un sorriso dice «Questa è meglio che la tenga io».

Lo guardo interrogativo, mentre chiude la porta, mette in tasca la chiave e mi saluta sorridendo.




Un'ora dopo, suona il campanello della porta.

Sbuffando scendo le scale.

«Chi è?»

«Il padrone di casa seguito dal migliore amico più figo che c'è!» dice Jake ridendo.

Mi sale l'ansia. Il cuore inizia a battere velocemente. Martella nel petto, quasi mi sento scoppiare la cassa toracica.

Batte ancora, freneticamente.

«Calmati» mi dico inspirando ed espirando.

«Oh, Brendina, ti muovi?» dice ancora Jake suonando.

Conto fino a cinque, poi apro, e non sono pronta a rivedere Daniel.

Mi gira la testa quando vedo i suoi occhi blu. Non ricordavo fossero così dannatamente belli.

Inarca le labbra sui denti a mostrarmi un sorriso che avevo paura di non rivedere più. Mi metto quasi a ballare per la felicità.

Il mio cuore perde un battito, e io arrossisco.

«Brendy» sorride di nuovo, e appena sento quel nomignolo che ho sempre odiato, ma che adesso non vedevo l'ora di sentire, lo abbraccio.

Lui arrossisce e mi guarda con gli occhi lucidi.

«Scusa» dico, e mi allontano velocemente sotto lo sguardo divertito di Jake.

«Porto la tua borsa sopra» annuncia lui.

Io resto lì, impalata, a guardare Daniel, e lui fa lo stesso con me.

Poi si ritrova a camminare e salire le scale, e io mi ritrovo a seguirlo, senza nemmeno sapere perchè o come, e siamo entrambi avanti a Jake.

«Bene! Io vi lascio un po' di tempo per.. parlare. Ci vediamo domani. Già sai eh, Dan?» il bruno gli sorride beffardo.

Daniel si gira verso di me, e mi sorride ancora.

È così.. dannatamente bello e solare che mi viene voglia di abbracciarlo, di nuovo.

Un click e una risata mi distraggono dal suo volto perfetto, e impallidisco.

«Occazzo!»

«Adesso voglio vedere proprio come fate ad uscire!» sento dire a Jake.

«Occazzo Dan. Jake ci ha chiusi dentro. È pazzo!»

«No, non può averlo fatto!» dice Daniel ridendo senza speranze.

Si avvicina alla porta, ma non riesce ad aprirla. In un batter d'occhio si avvicina alla porta-finestra, ma anche quella è chiusa.

«Merda» asserisce dando un pugno al vetro. «Jake, apri questa fottuta porta!» urla.

«Perchè dovrei farlo? Non fate che litigare. Sei persino stato a casa mia a rompere le balle. Questa è la mia vendetta. Vedete di fare pace, e non rompete più, okay?»

«Apri!» urlo io. «Apri. Non abbiamo cibo» dico, e Daniel scoppia a ridere.

«Cibo? Ti preoccupi del cibo?»
«Perchè tu no?» dico, e lui mi da una pacca sulla spalla e mi guarda stranito.

«Jake, sul serio, apri questa fottuta porta, o giuro sulla mia dignità che appena esco da qui ti concio male!»

«Lo faresti comunque. Tanto vale farvi stare per un po' assieme. Domani mattina tornerò, e se avrete fatto pace uscirete, se no, resterete ancora lì!»

«Abbiamo fatto pace!» dichiaro io. «Dan ha ammesso di aver sbagliato!»

«Io cosa?» mi ritrovo due occhi blu scuro puntati addosso. «Cosa avrei ammesso io? Tu hai sbagliato, non io!» dice digrignando i denti.

«A davvero? E cosa avrei fatto di sbagliato?»

«Mi hai baciato, Brendy!»

«Eccoci di nuovo punto e da capo!» sbuffa Jake.

«Anche tu, Dan. Anche tu mi hai baciata!»

«Sì, ma dopo non sono scoppiato a piangere per la mia ragazza!»

«Peggio. Ti sei scopato una. Mentre io ero qui su, su questo materassino a piangere!»

«Ragazzi, io vado. Ci si vede domani mattina. Vi porto qualcosa da mangiare, okay?» lo sento ridere. Due minuti e sento la porta di casa chiudersi a chiave.

«E perchè stavi piangendo? Io lo so. Io lo so!» dice puntandosi il dito contro. «Piangevi per il tuo fottuto ragazzo!»

«no!» urlo io. «Piangevo per te. Perchè mi hai umiliata!»

«E in che modo lo avrei fatto? Sentiamo!»

«Daniel! Più umiliata di sapere che il ragazzo che ti piace, e che hai appena baciato si sta trombano un'altra?»

Ecco. Il guaio è fatto. Brava Brendy. Brava, davvero. La prossima volta spiattellagli in faccia il fatto che saresti voluta essere tu tra le sue braccia, che saresti voluta essere tu quella ragazza!

«Aspetta, ripeti!»

«Non ripeterò nulla, Harrow!».

Lui sbuffa e mi si avvicina.

«C'è qualcosa di più umiliante. Vuoi sapere cosa? Baciare una ragazza che ti piace da morire, essere vicino così dal farci l'amore, e poi stringerla tra le braccia mentre piange per il suo ragazzo. Questo è più umiliante, e cazzo! Cazzo, fa molto più male, credimi.»

Lo guardo negli occhi. Sono arrossata, accaldata, sudo, e mi gira la testa.

Va così, Brenda! Tra poco svieni, e manco la finisci di agitarti.

«Okay!» ammetto. «Ho sbagliato».

Sul suo viso compare un ghigno di vittoria. Non può finire così, Daniel.

«Ma devi ammettere che anche tu lo hai fatto.»

«E perchè mai?»

«Di nuovo? Devo ripetere per la centesima volta perchè hai sbagliato?»

Alzo un sopracciglio, e lui scoppia a ridere.

«Okay. Hai ragione. Anche io ho ci ho messo il mio per esaurirti e peggiorare la situazione. Ma non volevo. In quel momento non riuscivo a pensare a niente, se non al fatto che stavo male, e in qualche modo dovevo fare. Dovevo stare meglio. Dovevo sfogarmi, per non litigare di nuovo con te, per non farti del male. Sono scappato come un bambino, e non ho provato a risolvere la situazione. Sono una femminuccia, okay?».

Gli sorrido.

«Non volevi litigare con me?» chiedo.

«Di tutto quello che ho detto ti sei soffermata su quello? Cazzo. Speravo che mi dicessi: ma no, dai. Non sei una femminuccia.» sorride. «Ah, Brendy, Brendy. Beato chi ti capisce!»

«Davvero non volevi?»

«No, ovvio che no!».

Mi si avvicina e mi attira a se.

«Sì, sì.» Una vocina nella mia testa canta. «Finalmente ti bacia di nuovo. Sì. Non vedevo l'ora. Stavo impazzendo nell'attesa. Baciami Daniel. Baciami!».

Le sue mani salgono lungo la mia schiena, e le mie restano lì, ferme. Aspettando chi sa cosa.

I suoi occhi mi spingono ad avvicinarmi di più. Quei maledetti oceani mi spingerebbero anche ad uccidere qualcuno, probabilmente.

Arriva con la mano sulla mia testa, tira una ciocca di capelli, la profuma e mi sorride. «Amo il tuo odore.» dice. Poi mi stringe di più e poggia la testa nell'incavo del mio collo.

Dovrei decidere: lo bacio o no? Ma aspetto che faccia tutto lui. Farò quello che mi sembrerà giusto.

Alza la testa, e avvicina le labbra alle mie. Adesso distiamo giusto lo spazio per respirare, infatti sul mio viso arriva il suo alito fresco, sa di menta e sigaretta.

Si avvicina di più,e quasi le nostre labbra si sfiorano. Poi sbam.

Mi allontano.

«Scusa» dico con la voce che mi trema. «Scusa ma non posso. E.. non per Jim».

Dan si allontana e mi guarda fisso. «Per chi allora?»

«Per me» dichiaro a bassa voce. Ho troppa vergogna di dire la verità. Dovrei dirla, ma non ce la faccio a dirgli che non lo bacio per salvaguardarlo.

«Per te! Ti fa così schifo baciarmi?»

«Non voglio litigare, Dan. Quindi ti prego, non dire cretinate»

«Perchè non vuoi baciarmi?»

«Sono troppo confusa. So di non amare Jim. Il mio problema adesso sei tu. Non so se provo qualcosa per te. Okay?»

«Ti aiuto io: non provi niente. Se no, non ci staresti pensando!»

«E tu? Tu provi qualcosa per me?» gli chiedo, con la voce ancora più tremante. Sono talmente in ansia che mi sento da vomitare.

«Perchè dovrei dirtelo?»

«Perchè non dovresti?» alzo un sopracciglio, e faccio finta di essere tranquilla, ma dentro ho un uragano.

«Non te lo dirò, Brenda. Non accontenterò una tua stupida pretesa».

Brenda. Mi ha chiamata di nuovo Brenda.

Vaffanculo tu, e i tuoi sentimenti.

«Okay» dichiaro sedendomi sul letto.

«Visto che dovremo restare fino a domattina qui, vediamo di fare qualcosa. Così, magari non penso neanche alla fame che ho!»

Lui ride. «Perchè questo cambio drastico di discorso?»

«Mi sono sembrata chiara. Non ho voglia di litigare, Dan»

«E se io ne avessi?»

«Lì c'è uno specchio. Prova a litigare con lui, vedi se ti risponde» gli sorrido e mi butto sul letto.

Accendo la tv, e inizio a girare spedita. Lui entra in bagno, e ne esce dopo circa venti minuti. Io sono ancora lì a girare e rigirare, poi arrivo ad un canale strano, che trasmette «The Truman Show». Poso il telecomando soddisfatta: ho trovato quello che volevo. Un bellissimo film, anche se sta per finire, questo mi rende felice. Daniel si siede al mio fianco sul letto. Ovviamente indossa solo dei pantaloncini, e ovviamente devo fare un grandissimo sforzo per non perdermi sulla perfezione del suo corpo.

Mi manca.

Mi è mancato il calore che emana il suo corpo, il suo perfetto corpo.

«Amo questo film» dice grattandosi la testa.

«Anche io. Quindi shhh!» lui mi spinge sorridendo, poi si ammutolisce, e restiamo entrambi in silenzio fino alla fine del film.

Chi sei tu?
Sono il creatore di uno show televisivo che dà speranza, gioia ed esalta milioni di persone.
E io chi sono?
Tu sei la star.
Non c'era niente di vero.

Tu eri vero: per questo era così bello guardarti. Ascoltami Truman. Là fuori non troverai più verità di quanta non esista nel mondo che ho creato per te. Le stesse ipocrisie, gli stessi inganni. Ma nel mio mondo tu non ha niente da temere. Io ti conosco meglio di te stesso.

Non ho una telecamera dentro la testa

Tu hai paura. Per questo non puoi andare via. Sta tranquillo. Ti capisco. Ho seguito ogni istante della tua vita. Ti ho seguito quando sei nato, quando hai mosso i tuoi primi passi, il tuo primo giorno di scuola. Il momento in cui hai perso il primo dentino. Come fai ad andartene? Il tuo posto è qui. Con me. Parlami. Di qualcosa. Accidenti Truman, Cristo, vuoi parlare? Sei in televisione. Sei in diretta mondiale!

Casomai non vi rivedessi: buon pomeriggio, buonasera e buonanotte!







«Bravo» mi alzo in piedi battendo le mani nell'ultimo secondo del film. Quando Truman saluta tutti, si inchina e si incammina verso la sua vita. La sua vera vita.

Daniel sorride e mi tira giù.

«Quanto entusiasmo! Ha perso un'occasione, Brendy!»

«Sei d'accordo con quello stronzo?»
«Ha protetto Truman dalle brutture della vita!»

«È normale. Non gli ha lasciato vivere una vita, Dan. Non dirmi che.. sei d'accordo con quello che dice. Con il fatto che sarebbe meglio vivere nel mondo che ha creato per lui!»

«No. No. Non penso questo. Però sono d'accordo su quello che dice del nostro mondo. Il nostro mondo è orribile. Ovunque ti giri, vedi morti, disperazione, fame, tristezza. Ormai non abbiamo neanche più il dialogo. Parliamo su internet, col cellulare, e viene perso questo!» si avvicina a me, mi guarda negli occhi e si indica i suoi. «Viene perso ogni contatto.»

«Noi stiamo parlando»

«Noi siamo di quella generazione che per il venti percento è riuscita a salvarsi. Ma vedi la strada? Sembriamo tutti dei robot. Siamo tutti nelle mani di cellulari, computer. Non siamo noi a possedere loro. Sono loro a possedere noi».

Lo guardo e su questo punto ha pienamente ragione.

«Questo non vuol dire che ognuno non abbia diritto a scegliere per la propria vita. Tu hai il diritto di scegliere cosa fare di te, della tua vita. Anche io ho questo diritto. Tutti lo hanno.» dico guardandolo

«Chi ti dice che tu scegli davvero?»

«Cosa intendi?» gli chiedo stendendomi e poggiandomi su un gomito.

«Insomma.. cos'è la vita?»

«È.. l'esistere. E l'essere cosciente di quello che si fa, e soprattutto delle proprie scelte. No?»

«Quindi basta esistere e scegliere per essere vivi?»

«No. Certo che no, Dan!»
«E cosa ci vuole?» mi fermo a pensare alla domanda di Dan.

«Ci vuole amore, conoscenza, allegria, cibo..» Mi sorride.

«Quindi cosa differenzia la vita dalla morte?»

«Dan! Che domande sono? L'esistere differenzia i vivi dai morti»

«Ah. Quindi i morti non sono esistiti? »

«Sono esistiti, ma non lo fanno più»

«Nessuno li ricorderà?»

«Certo che sì, Dan»

«Beh, allora Brendy, esisteranno comunque!»

«Ma questo cosa c'entra con il vivere?»

«Cosa questo?» mi guarda alzando un sopracciglio.

«Insomma.. questo discorso.»

«Non lo so. C'entra con la vita, non con il vivere, ma non sono forse la stessa cosa? Se dici che vivere vuol dire fare le proprie scelte, allora la vita è un ammasso di scelte. No?»

«Sì» dichiaro. Mi sta venendo mal di testa.

«Bene. Allora.. tu pensi davvero che tutte le tue scelte siano veramente tue?»

«Dove vuoi arrivare?»

«Brendy.. oddio. Mi sembra una coglionata!»

«No, adesso parli!» gli punto contro il dito, e lui ride.

«Stavo pensando ad un mondo.. governato da qualcuno.» inarco un sopracciglio, ma lui continua comunque. «Insomma.. è come se quel qualcuno fosse uno scrittore. Se fossimo tutti nelle sue mani? Se le nostre decisioni fossero sue? Cosa.. insomma. Capisci? Come se fossimo tutti nel Truman Show. Solo che nessuno è reale. Come se nessuno potesse vedere il nostro show.»

«In pratica siamo dei robot che pensano di pensare, ma non lo fanno veramente, poiché lo fa uno scrittore per loro? Quindi lo scrittore esiste, noi no. Giusto?»

«Esatto!» dice sorridendomi.

«Tipo che.. ogni volta che ci dimentichiamo quello che stavamo per dire è a causa dell'autore che ha sbagliato qualche frase e l'ha cancellata!»

«Esatto, oppure... hai presente quando sbagli qualche pronuncia? Probabilmente è a causa dello scrittore che ha sbagliato a scrivere qualche parola»

«E i sogni? I nostri sogni sarebbero tipo i suoi sogni. Quelli che non ha mai fatto e che vorrebbe vivere.»

«Ti è mai capitato di provare una sensazione che già avevi provato?»

annuisco. «E se.. la riprovassi perchè magari lo scrittore sta modificando il passaggio nel quale l'hai provato la prima volta?»

«Wau» espiro e per un secondo mi perdo chi sa dove.

«Pensi che se questo.. scrittore esistesse» gli chiedo mangiucchiandomi un unghia «beh... pensi che per lo meno qualche decisione la farebbe prendere a noi?»

«No» sorride amaramente. «no. Perchè dovrebbe?»

«Non pensi che possa essere compassionevole?»

«No» dice.

«Quindi.. siamo come dei burattini.»

Daniel prende una sigaretta e l'accende, senza badare al fumo in camera.

Prende una boccata, si gira verso di me, e butta tutto il fumo grigio addosso a me. Tossisco, poi gli do una pacca sulla spalla.

«Esatto. Tutti dei burattini in carne ed ossa.»

«Diamine, sarebbe.. orribile»

«Sarebbe? Chi ti dice che non sia così? Insomma. Che certezze abbiamo? Non sappiamo niente di certo»

«Sì, ma dobbiamo pur credere in qualcosa!»

«Perchè? Tu non riesci a vivere senza credere in qualcosa, Brendy?»

«Come si può?»

«Io ci riesco. Credo solo in me stesso»

«E se ti senti sopraffatto? Come fai, eh? Piccolo supereroe!»

«In quel momento mi affido alle persone che mi vogliono bene!»

Finisce la sigaretta e si stende al mio fianco.

«Se pensi che qualcuno scelga per te.. allora cosa pensi che ti farà fare in futuro?»

«Non lo so» ammette abbattuto. «E non so se vorrei saperlo ora».

Annuisco e mi accoccolo al suo fianco.

Diamine, quanto mi era mancato poter stare vicinia, così vicina, a lui.

«E cosa pensi che.. questo scrittore potrebbe decidere per me e te?»

«Non ne ho idea. Però vorrei che fosse qualcosa di bello» mi sorride e mi accarezza la testa. «Non voglio litigare più con te, Brenda».

Mi ha chiamata di nuovo Brenda. Perchè? Quando lo pronuncia lui questo nome sembra così dannatamente lontano dal mio.

«Perchè ultimamente mi chiami spesso Brenda?»

«È così che ti chiami e che ti piace essere chiamata, no?»

«No» giro la testa contrariata. «Io sono Brendy per te, no?»

«Lo sei» mi sorride. «La sola e unica, fortunatamente!» ricambio il sorriso, e mi avvicino di più a lui.

Una cosa non riesco a spiegarmi: come diamine è possibile che nemmeno due mesi fa odiavo questo ragazzo e adesso sono vicina all'innamorarmene? Perchè?

Perchè ho bisogno di stargli vicino?

Sì, è proprio bisogno! Tipo quando hai sete e hai bisogno di bere. L'unica differenza è che quando hai sete berresti anche l'acqua del mare. Tutto il mare, in teoria. In pratica però riesci a berne solo due bicchieri, massimo. Non succede lo stesso con Dan. Quando ho bisogno di stargli vicino, non riesco a staccarmene.

«Oh, cosa pensi?» mi chiede accarezzandomi di nuovo.

«A noi» sospiro.

«Esiste un noi?» mi chieda alzando un sopracciglio.

Sa come mandare il mio cervello a puttane, questo ragazzo.

«Non lo so» mi mordo un labbro. Lui mi prende il mento tra le mani e avvicina di nuovo i nostri visi. Non so cosa fare. Non riuscirei ad allontanarlo di nuovo, lo so. Allora sparo una stronzata, che poi tanto stronzata non è.

«Ho fame» dichiaro in un sospiro.

Dan si allontana e scoppia in una fragorosa risata.

«Hai.. fame?»

«Sì. Porco cane. Quello stronzo di Jake poteva per lo meno darmi qualcosa da mangiare» metto il broncio, e Daniel scoppia a ridere.

«Sei una bambina» dice poi accarezzandomi una guancia.

«E voi due dei coglioni. Potevi pensarci? Perchè non hai portato niente da mangiare? E perchè in questo maledetto cassetto ci tieni solo preservativi e sigarette? Cibo, Dan. Dovresti avere cibo di scorta dappertutto!»

«Hai ragione. Assolutamente. Domani provvederò a mettere di biscotti nel cassetto. Giuro» dice ancora ridendo.

«E se chiamassimo Jake dicendogli che abbiamo fatto pace?»

«Nah. Non ci crederebbe» sbuffa. « E poi probabilmente ci manderebbe affanculo. È l'una. O sta dormendo o è nel pieno di attività.. promiscue» dice con un sorrisetto malizioso.

«Facciamo una cosa, okay? Adesso provi a dormire, così magari ti passa la fame»

«non ho sonno» dico. E in parte è vero. In parte, però, voglio vedere ancora i suoi occhi e ascoltare la sua voce.

«Ti canto una canzone, okay?»

«Okay» dichiaro accettando e rubando il suo sorriso.

Mi stringoo a lui: non abbiamo mai dormito così vicini.

Mi copro con un lenzuolo, e poso le mani sui suoi fianchi.

Chiudo gli occhi e sento Dan iniziare a cantare, ma lo fermo.

«Dan?»

«Sì?» mi chiede sorridendo.

«Abbiamo fatto pace?»

«Ovvio.»

«E non litigheremo più?»

«Certo che sì. Io e te litighiamo per tutto, Brendy.»

«Ma ci vogliamo bene lo stesso?»

«Certo. Io ti adoro comunque»

«Anche io. Nessun ragazzo mi è mai stato così vicino. Non ho mai voluto così tanto bene a nessuno come a te.» mi stringe di più.

«Siamo pari»

«Eh?» gli chiedo.

«Vale lo stesso anche per me».

Gli sorrido e abbasso di nuovo la testa.

«Mi sei un po' mancato» dico. Lui sorride.

«Oh, Brendy. Non riuscirai a sentire uscire dalle mie labbra le parole che tanto vuoi sentire» dice ridendo ancora. Io gli do un pizzicotto, e inizio ad ascoltare la sua canzone.

Colgo giusto qualche frase. Qualcosa tipo:




Will tomorrow be better
When yesterday things got worse?

And just because we were
That don't mean that we are meant to be
No, but who cares what tomorrow brings
If it can't make sense of you and me?

It's too late
To cut you out
You're in my blood
You're gonna spread
Your smell, your taste
Your laugh
Stuck in my heart
And trapped in my head

But now I've got you
And I can't imagine any day without you
It makes me wanna shout

Hold on, don't let go
It's not time to wake up yet

Hold on, don't let go
Don't open your eyes just yet




Domani sarà meglio anche se ieri le cose sono andate peggio?

Proprio perchè siamo stati assieme, non vuol dire che tra di noi non possa esserci nulla.

No, ma a chi interessa cosa porta il domani se non può dare senso a noi due?

È troppo tardi: mi sei entrata dentro. Sei nel mio sangue. Ti spargi.

Il tuo odore, il tuo sapore, la tua risata, fanno colpo nel mio cuore, e sono intrappolati nella mia testa.

Adesso che ti ho, non posso immaginare un giorno senza te: mi far venire voglia di gridare.

Vai avanti, non lasciare perdere, non è ancora il tempo di svegliarsi.

Vai avanti, non lasciare perdere, non aprire ancora i tuoi occhi.




Questa canzone mi ricorda così dannatamente noi due.

Mi ricorda così dannatamente che Dan ormai è dentro di me. Ogni piccola cellula del mio corpo sa che mi piace, e che forse sto per innamorarmi di lui.

Solo il mio cuore non vuole ammetterlo.




Finita la canzone Dan mi stringe di più. Mi guarda, so che mi sta guardando, anche se non apro gli occhi, e faccio finta di dormire.

«Mi sei mancata anche tu. Tantissimo. Non vedevo l'ora di stringerti tra le mie braccia» dice, poi.

Provo con tutta me stessa a non sorridere, e forse ci riesco.

Dopo qualche secondo le labbra di Dan si posano sulle mie.

Resto lì, immobile, senza muovermi. Quanto vorrei stringerlo a me.


Spazio autrice.
Salve gente, come va?
Beh visto che avete lasciato molte recensioni ho deciso di postare subito il nuovo capitolo.
Mi scuso per la formattazione, ma oggi l'editor mi ha dato qualche problema :/ e ho preferito postare così che non postare per niente. Appena posso aggiorno il capitolo e lo miglioro.
Comunque volevo ringraziare tutte le lettrici (quelle che recensiscono e quelle che non lo fanno!). Mi sembra che la storia vi stia piacendo e non potrei esserne più felice. È la mia prima originale che riscuote così tanto successo.
Niente, spero che il capitolo vi piaccia, in caso contrario potete tirarmi contro un bel secchio di acqua fresca, visto che ho caldo lol

A presto!
StewyT.

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Capitolo 16
*** Il profumo di quello che sarebbe potuto accadere. ***


Il profumo di quello che sarebbe potuto accadere. 
 
Mi sveglio, mi rigiro nel letto e vedo Dan al mio fianco: tutto quello successo ieri, e la mia fame, sono reali. È tutto vero. Mi viene da sorridere. Sono felice.

Dan è sveglio, ma ha gli occhi chiusi. Io resto lì a fissarlo, fino a quando non si gira e mi sorride.

«Buongiorno» dice con voce roca. Perchè la sua voce da appena sveglio è così sexy? La mia è da papera.

Gli sorrido in segno di saluto. Non voglio contagiare la sua voce con la mia.

«Dormito bene?» mi chiede accarezzandomi un braccio. Non posso non rispondere.

«A parte la fame benissimo» ride.

«Dai, vedrai che tra poco verrà Jake a tirarci fuori. E dopo andrà a farsi una bella passeggiata in ospedale.»

Sorrido. «Invece no. Nonostante la fame credo che ieri sia stata una delle sere più belle passate assieme. Quindi no. Non andrà in ospedale».

Mi accarezza di nuovo.

La sua pelle poggiata sulla mia mi causa strani effetti.

Per esempio mi si chiude lo stomaco, e addio fame.

Mi corre un brivido lungo la schiena, e il cervello sembra inibirsi per qualche secondo.

Non appena non ci tocchiamo più, riprendo il comando del mio corpo.

Il mio cellulare inizia a squillare. Quando squilla di mattina porta solo brutte notizie.

Lo prendo, guardando Dan dispiaciuta e rispondo.

«Piccola!»

«Jim» provo a nascondere il tono di voce irritato, ma forse non ci riesco.

«Indovina!» dice lui entusiasta.

Cosa, non vieni più qui? Mi verrebbe da dirgli.

«Non so cosa indovinare!»

«Lunedì sarò da te.»

«Lunedì? Dopodomani?»

«Esatto» dichiara ridendo.

«Ma non saresti dovuto venire la prossima settimana?»

«Ho fatto molti straordinari per vederti».

Come dovrei fare a credergli? È diventato troppo sdolcinato da quando sono andata via. Mi fermo a riflettere. Forse sono io che ho perso, senza alcun motivo, la fiducia in lui. O forse è la cotta per Dan che mi ha allontanata ancora di più da lui.

«Hey! Non sei felice?»

«No!» Mi viene da piangere. Che cavolo sto combinando? «Cioè come non farei ad esserlo?» faccio finta di sorridere, ma non inganno nessuno.

«Bene. Devo andare. Ci si sente più tardi. A dopo, piccola!»

«D'accordo».

Attacco. Ho un groppo in gola.

Come faccio a dire a Dan che devo andare via?

Ma la cosa più difficile: come faccio a dire a Jim che voglio lasciarlo?

«Cosa succede?» mi dice il bruno scrutandomi.

Sbuffo. «Lunedì.. lunedì verrà Jim!»

«Cosa?» mi guarda spaventato.

«Hai capito perfettamente»

«Hai intenzione di andare con lui?»

«Lo devo a lui e a me»

«E a me?» urla lui. «Io sono solo.. l'amico, in questa storia, vero?»

«Tu.. cosa c'entri in questa storia?» alzo un sopracciglio. «In questa storia c'entro solo io. Devo.. ho bisogno di parlare con Jim»

«Che coglione sono!» urla lui alzandosi dal letto.

«Non voglio litigare di nuovo, Dan. Ho bisogno di te. Ho molto bisogno del tuo supporto!»

«Vuoi che ti spieghi come sarà la tua prima volta?» dice sarcastico.

Se voleva ferirmi forse, non ci è riuscito quanto me.

Non ci sarà una prima volta. Vorrei dirgli, ma ingoio questa frase.

«Senti.. siamo amici io e te, okay? Mi sembrava di averlo chiarito»

«No che non lo siamo» urla lui. «Tu non sei solo mia amica.»

«Che vuol dire?» so benissimo che vuol dire, ma voglio conferme.

«Sai cosa vuol dire» dice con un sorrisino. «Ma fa niente. Facciamo finta che tu non lo sappia, che io non lo sappia, e che.. siamo solo amici, vabbene?»

«Ti prego, Dan»

«Cosa?»

«Non odiarmi»

«non posso» urla chiudendosi la porta del bagno alle spalle.

Mi stendo, e una lacrima scende.

Come mi sono cacciata in questa situazione?

Sembra di essere in un maledetto libro scritto da una deficiente incompetente.

Altro che film per adolescenti. Questo che sto vivendo è molto peggio.

Prendo in cellulare, compongo il numero e chiamo.

Uno squillo, due squilli, «Pronto?»

«Kat. Jim arriva lunedì»

«Porca puttana» urla lei.

«E.. non so ancora cosa fare. Come comportarmi con lui, con Dan. Non so niente»

«Hai fatto pace con lui?»

«Sì, ma la telefonata di Jim ha scombussolato tutto. Di nuovo.» sbuffo. «Temo che anche lui ci sia dentro, Kat. Questa storia sta prendendo una bruttissima piega»

«Cristo!» esclama lei. «Come potresti lasciare un ragazzo con il quale sei stata tutta la tua vita, senza amarlo? Non lo so, Bren. Credimi. L'importante è che tu lo faccia. Se deve soffrire meglio adesso che più in là. Devi essere coraggiosa»

«Peccato che io mi senta solo sporca. Mi sento una maledetta puttana. Altro che coraggiosa»

«No. Sei solo giovane e poco esperta e.. innamorata»

«No»

«Sì, lo sei.»

«Lo sono?»

Dan apre la porta e fa il suo ingresso in pantaloni lunghi fino al ginocchio blu come i suoi occhi e canotta bianca.

«Attacco.» Kat annuisce.

«Ti voglio bene, piccola»

«Anche io. Infinitamente».

Poso il cellulare e guardo Dan negli occhi. Lui fa qualche passo incerto, poi si siede al mio fianco, si accende una sigaretta e inizia a parlare.

«Di solito non fumo in camera. Ma sono estremamente nervoso. Ne ho bisogno» annuisco. «Senti..» dice leccandosi le labbra secche. «Senti io ti voglio maledettamente bene, okay? Sei Brendy» mi sorride. «E non voglio che il tuo ragazzo si metta tra noi. Ovviamente io non ho alcuna intenzione di mettermi tra voi. Quindi.. amici come prima, okay? Niente più baci, o occhiate dolci o paroline dolci.. amici!»

Lo guardo, e il mio cuore rallenta. Non vuole più baciarmi?

Devo lasciare Jim.

Se il mio cuore mi fa questo, se mi sento da vomitare e mi gira la testa, se il mio corpo mi fa sentire così è perchè vuole avvisarmi, vole dirmi che è certo di essere innamorato di Dan.

«Grazie» gli dico. Invece vorrei urlare un «No. Io voglio baciarti. Voglio abbracciarti e dirti che ti starò vicino e ti farò superare la fobia dell'amore. Lo voglio fare e lo farò».

Ma non posso. Non ancora.




«Allora, diamo inizio a questa serata?» Jake sorride e mischia le carte.

È seduto tra due ragazze: una bionda platino, bella prosperosa, naso lungo e dritto, denti perfetti, occhi azzurri; e una bruna, magra, piccola, ma elegante.

Dan è tra la ragazza bruna e me. Amy è tra me e David.

Tra tutti quelli seduti a quel tavolo l'unica che non ha mai fatto parte delle loro «Serate hot», sono io.

Hot? Cosa si intende per hot? Non vorrei mai scoprirlo, invece lo farò presto.

Cinque, sei bottiglie di Jack Daniel's. Delle carte, Jake che sorride.

«Bene. Iniziamo con un gioco.. facile.» sorride, e mi mette paura. «La rana salta nel lago splash» la bionda batte le mani ridendo.

«Non lo conosco, Jake» dico e la bruna mi guarda con superiorità. Che nervoso.

«Allora, devi semplicemente completare la frase. Io dico la rana, e tu salta, Amy nel lago, e così via. Ad ogni girone si dice ogni parola due, tre, quattro volte, e così via. Ogni volta che perdi ti scoli due Daniel's.» mi spiega pazientemente Dan.

«Okay.»

È stato tutto il giorno distante.

Quando Jake è venuto a «liberarci», lui mi ha sorriso e ha detto che doveva uscire.

Sono rimasta tutto il giorno da sola. È tornato verso le nove con gli altri.

Forse però è stato meglio così, perchè ho pensato a cosa potrei dire a Jim.

Ho pensato che buttarla sul tragico non andrebbe bene. Mi conosce.

Quini dovrei semplicemente dire qualcosa come:

«Jim. È inutile dire che ti amo da sempre, e non so perchè all'improvviso tutto è cambiato. Non ti ho mai amato, e tu non hai mai amato me. Lo sappiamo entrambi. Ti ho voluto, e ti voglio un bene dell'anima. Ma niente di più. Ti voglio troppo bene per mentirti e dirti che.. potrei venire a letto con te, o continuare a baciarti. Non posso. Ti vedo come un fratello. Sì, potrebbe sembrarti un luogo comune, ma non lo è. Con te ci sto da una vita, ma non ho mai.. provato niente. Sono una stronza? Sì. Mi odi? Hai ragione, ma avevo bisogno di dirtelo. Sei troppo importante per me. Non voglio perderti, ma se per non farlo devo continuare a mentirti, e fare del male a me e te.. non ci sto. Non perdonarmi, odiami, fai pure. Hai tutte le ragioni del mondo. Però in questo modo sto bene con me stessa, e so che non ti sto facendo ulteriormente del male».

«Brendy. Oh» Daniel mi sventola una mano avanti agli occhi, e ritorno al tavolo, alle facce delle due ragazze che mi guardano schifate, Amy che mi guarda stranita, e Jake, Dan e David che ridono.

«Scusate» dico grattandomi il capo.

«Il primo errore lo hai fatto tu» dice la bionda.

«Ma se non ho neanche risposto!» dico io, altrettanto altezzosamente.

«È un errore non rispondere» dice l'altra.

Guardo Dan, e lui non dice niente. Simbolo della sua distanza.

«Okay. Bevo».

Prendo i due bicchierini e li butto giù in un colpo.

Non avrei dovuto farlo così velocemente come fanno nei film.

Mi brucia tutta la gola. Mi sento come se potessi sputare fuoco da un momento all'altro.

«Allora, ce la fai a continuare?» guardo la bruna e la incenerisco con lo sguardo.

«La rana» inizio io. Gli altri proseguono.

Arriviamo al nono giro, chi sa come non ho sbagliato.

Questa volta, infatti, sbaglia la bionda.

«Oh guarda. Ho sbagliato» dice con quella voce da papera.

Si allunga sul tavolo lasciando intravedere il suo seno nudo sotto la camicetta nera, quasi trasparente. Che schifo.

Dan la guarda e le sorride.

Dio, mi viene da vomitare al pensiero di quello che faranno dopo su quel divano.

Proseguiamo. Arriviamo a nove. Sbaglio io. Prendo altri due bicchieri, questa volta li butto giù più lentamente.

Riprende Dan, e sbaglia proprio lui, all'undicesimo giro casca sul lago.

Prende i due bicchierini, li beve e sorride alla bruna.

Che schifo.

Inizia di nuovo il giro. Sbaglia di nuovo: che coglione, lo sta facendo a posta.

Beve ancora. Continua. Sbaglia Amy che sbuffando beve.

Continuiamo, e beve la bionda.

Poi io. Io. Io. Io e ancora io, alternata con Dan, Jake e le due troiette.

Amy beve solo due volte, David una.

Jake quattro. Dan sei. Le gemelle sette. Io nove.

«Insomma, vuoi iniziare? Muoviti, idiota» dice guardandomi la bruna.

L'alcool inizia a fare effetto. Lo sento arrivare al mio cervello, scendere e salire dolcemente, insinuandosi dappertutto e spegnendolo completamente. Addio mondo.

«Oh, ma chi cazzo sei per dirmi che devo fare?» dico in tono di sfida. «calmati, sfigatella» dice la bionda.

«Le gemelle Kessler? Perchè diamine parlate assieme?» lei mi guarda e sorride.

«Saremo anche gemelle, ma tu sei proprio cessa. Ti sei vista?»

«E tu quando sei uscita da casa ti sei vista? Nessuno ti ha mai detto che il vedo non vedo è sexy mentre il vedi, vedi pure, sono una troietta nuda è volgare e schifoso?»

«Ragazza, hai bisogno di sesso. Sei troppo acida» dice la bruna

«E tu hai bisogno di tenere le gambe un po' più chiuse.» dico alzando un sopracciglio. Si alza, in tono minaccioso. «Adesso le chiudo io le tue. Te le spezzo» dice. Io mi alzo. Non ho paura di lei. Che mi faccia pure del male. Le spezzerò il collo. Daniel si alza urlando un «Wo, wo. Basta Brenda. Non fare la cogliona. Siediti e sta zitta». Mi spinge sulla sedia e mi guarda minaccioso. Le idiote sghignazzano, e Dan mi guarda duro. Io gli do una spinta, Amy mi tira per un braccio e mi porta in bagno.

«Calmati, Brenda.» mi mette le mani sulle spalle.

«Quelle stronze hanno creato una coalizione contro di me, e quel deficiente di Dan le difende pure. Dio mio, io vado di la e spacco la faccia a tutti e tre»

«non la spacchi a nessuno la faccia».

Dan entra in bagno.

«Non ho paura di te» grido.

«Ti fa male l'alcool. Ti rende sempre così.. nevrotica»

«Allora non fatemi bere.» mi districo dalla presa di Amy e mi tuffo addosso a Dan.

«Cosa, hai paura che ti rovini la scopata? Scopatele, vai. Divertiti».

Lui mi guarda ridendo. «Sei una bambina»

«E tu un morto di figa»

«Litighiamo di nuovo, ancora, per cola tua»

«No, per colpa tua. Che motivo avevi di trattarmi in quel modo avanti a quelle, eh?» scuote la testa, Amy si mette tra noi.

«Dan, va di là. Io resto qui con Brendy. Vengo tra poco, okay?»

Lui stringe la mascella e annuisce.

«Stronzo» gli urlo dietro. Amy mi guarda sorridendo.

«Dai, calmati!»

«Ma come faccio? Hai visto come mi tratta? Poi se ne esce con «non siamo solo amici» ma vattene affanculo!» sono rossa sia di rabbia che di vergogna: appena detto ad Amy qualcosa sulla mia relazione con Dan.

Oddio. Relazione? Nah. È l'alcool che parla per me. Che pensa per me.

«Allora?» chiede sedendosi sul water. Io mi siedo a terra e la guardo titubante.

Adesso, conciata in questo modo, non riesco proprio a subire le sue domande.

«Cosa?» chiedo a mia volta.

«Allora mi hai detto che la prima a sapere tutto su te e Dan sarei stata io» sorride.

«Cosa dovresti sapere?» alzo un sopracciglio e cerco di tenere il cervello collegato con la bocca. Non voglio fare stronzate, e non voglio trattare male Amanda.

«Sei innamorata, adesso?»

«Di Dan?» lei annuisce ridendo.

«Guarda, Amy. Sono mezza ubriaca. Secondo te riuscire a sostenere una conversazione?»

«Per me ce la fai»

«Dovrai farmi ubriacare completamente prima che io possa dirti qualcosa, mi dispiace».

Lei ride, e mi segue di là. Fa per sedersi al mio fianco sul divano, ma non la faccio accomodare.

«Amy, non ho bisogno di una babysitter, davvero. Quindi vai a divertirti, io me ne starò qui con la mia amica Haineken e qualche programma televisivo»

«Sicura?» mi guarda premurosamente.

«Assolutamente sì. Per lo meno tu, che riesci a sopportare quelle due, divertiti!»

La spingo di là, e lei prima di allontanarsi mi sussurra un «non fare cazzate».

Eh, magari la stessi a sentire.







Non so precisamente quanto tempo sia passato.

So solo che quando ero alla terza birra Amy è venuta a salutarmi dicendomi che lei e David tornavano a casa; che la bruna si è accasciata sul tavolo e sonnecchia dalla mia prima mezza birra, che dalla mia seconda birra Jake si è chiuso in bagno con la bionda.

Dan non ha neanche provato a svegliare la bruna. È venuto vicino a me, si è seduto affianco a me, e ha iniziato a fissarmi. Chi sa quanto è ubriaco anche lui.

«Che cazzo guardi?» sputo dopo una ventina di minuti che è lì. Sembra che sia in trance. Inizio a temere che stia messo peggio di me, cosa alquanto impossibile.

Insomma già ero ubriaca prima delle birre, figuriamoci adesso.

Stranamente non mi gira la testa, e non mi sento nemmeno da vomitare, ma ho una voglia pazza di fare del male a qualcuno. Mi formicolano le mani, quasi volessi prendere qualcuno a schiaffi. Davvero, non qualcuno in particolare, solo la bionda, la bruna o Dan.

«Ridico che quando sei ubriaca diventi più scorbutica»

«Tu più deficiente» rispondo di botta.

«Si può sapere cosa diamine ti ho fatto, Brenda?»

«Precisamente quando durante questa giornata?»

«Dai, avanti, spara».

Mi viene da ridere, così mi alzo dal divano.

«Buonanotte Dan».

Mi sento fermare e tirare per il braccio.

«Eh no, Brendy. Quando parliamo tu non puoi appendermi e andare via»

«Strano, perchè mi sembra che tu possa farlo!»

«Non l'ho mai fatto, e non lo farò mai. Adesso parla, e dimmi cosa ti ho fatto di così tanto odioso questa sera».

Rido di nuovo. Questa volta però rido per tipo due minuti, durante i quali Dan mi guarda spaventato. Penso che possa iniziare a temere per la sua incolumità.

«Cosa mi hai fatto? Iniziamo da quando Jake ha aperto la porta. Sei scappato senza dire nulla. Io speravo che restassi, e invece no. Sei volato via. Si può sapere perchè?» mi fermo un secondo, quando lui apre bocca per rispondere lo fermo. «Sh. So perchè. Lo so. Ti da fastidio che lunedì io vada via, vero? Cosa ti saresti aspettato? Pensavi che io restassi qui con te solo per un bacio? No. Non lo farò» diamine, quanta cattiveria. Non dovrei più bere. Spero vivamente che domani Dan non ricordi niente.

«Continuiamo con la seconda cosa storta? Hai portato quelle qui. E menomale che a me ci tenevi e volevi dimostrarmelo: così non ci riesci. La terza? Quelle due puttane mi trattano una merda e tu così dolce e carino te le difendi pure? Ma sei uno stronzo. Un fottuto bastardo che per una scopata si venderebbe anche la madre. Fai schifo. Dovresti odiarti, davvero. Io penso che sono vicina al farlo. Mi disgusti. Speravo per lo meno che riuscissi ad essere coerente, ma per due gambe aperte faresti proprio di tutto, eh? Sei come gli altri»

«Pensi che Jim non rientri nella categoria, vero?» dice interrompendomi.

Gli occhi non sono blu. Sono neri, e vedo.. cattiveria. «Lui è come gli altri. È come me. Ti faccio così tanto schifo, ma alla fine aprirai le gambe con uno che esattamente come me. Carina lei, pensava che il signorino avesse aspettato lei durante tutto questo tempo. Oh, svegliati. Non ce l'hai d'oro! E anche se fosse? Sai cosa sei? Sei una fottuta bambina viziata che se non ha quello che vuole inizia a sclerare. A rompere tutto. A fare di testa sua. Dovresti crescere, e credimi, non si cresce con i discorsi filosofici, con i libri deficienti sull'amore, con l'alcool o con il sesso. No. Non si fa così!». Si ferma per un secondo.

Ho le lacrime agli occhi, e non perchè il suo discorso mi abbia colpito. Semplicemente perchè mi ha disgustata. Mi ha fatto venire ancora più voglia di.. fargli del male. Voglia che non riesco più a reprimere.

Così, alzo velocemente la mano, e la pianto velocemente sulla sua guancia esordendo con un «E vuoi insegnare tu a me come crescere, figlio di puttana?».

Neanche il tempo di sentire la mano formicolare per il dolore che mi sono auto provocata dopo lo schiaffo, neanche il tempo di vedere la sua guancia diventare rossa, neanche il tempo di ricacciare indietro le lacrime o di respirare, che Dan è sulle mie labbra.

Mi stringe forte il viso tra le mani, e pressa la bocca che sa di fumo e whisky sulla mia.

Inizialmente faccio per spingerlo, ma poi non ce la faccio. M abbandono alle sue braccia possenti che mi stringono, quasi facendomi male.

«Perchè mi stai baciando?» chiedo.

Mi gira forte la testa, e non per aver bevuto troppo.

I sintomi della sbornia sono sonno, voglia di spaccare tutto, e.. il fatto che io sto baciando Dan, il fatto che lui sta baciando me, è a sua volta un sintomo della mia sbornia.

«E tu? Perchè mi baci?».

Mi allontano leggermente, e provo a spingerlo via, ma non ci riesco. È più forte di me. La mia volontà è troppo debole in questo momento. Sono troppo ubriaca per pensare, quindi lascio che mi stringa di nuovo.

Mi bacia forte, questa volta non si limita a pressare le labbra sulle mie.

Le labbra si toccano, le lingue si tuffano l'una verso l'altra, le braccia stringono forte il corpo dell'altro.

Le mie mani sono sulle sue braccia sode e dure. Le stringo forti, forse è questo che anima ancora di più il bacio.

O è il mio respiro affannoso. O le sue mani che stanno per esplorare tutto il mio corpo. O la sua lingua tra la mia. Non lo so. So solo che improvvisamente non ci stiamo solo scambiando un bacio.

Le sue mani si muovono velocemente sul mio corpo. Prima stringevano il viso, adesso stringono i miei fianchi, coperti solo da una maglietta verde. Poi scendono sulla mia coscia, mezza coperta da pantaloncini corti.

Respira forte, quasi quanto il mio cuore che sembra battere più veloce del solito.

Infilo la mano sotto la sua canotta, e mi trovo un fisico sodo, non una tartaruga grande ed evidente, piuttosto degli addominali leggermente scolpiti, caldi, morbidi e duri allo stesso tempo. La sua pelle è così liscia da sembrare seta. Le mie mani si muovono così velocemente da sembrare affamate.

«Va piano» mi sussurra ad un orecchio.

«Oppure?»

«Oppure il tuo fidanzatino potrebbe avere brutte sorprese».

Sorrido e tiro via, velocemente, la sua maglia.

«Mh, vediamo che brutte sorprese avrà»

«Non istigarmi, Brenda»

«Non ho paura, Dan. Se lo faccio è perchè lo voglio» sussurro, e avvicino le sue labbra al mio collo.

«Quindi lo vuoi?» sussurra salendo e scendendo sul mio collo.

«Cosa?» chiedo frastornata dalla dolcezza dei suoi baci.

«Me. Mi vuoi?» dice.

Non so se è per l'alcool o cosa, ma non arrossisco, anzi, prendo le redini della situazione in mano, e mi avvicino di più a Dan.

«Se tu mi vuoi..» dico sorridendo. So che mi vuole. O meglio, il mio cervello disorientato lo sa.

Lui mi attira a sé, più forte, però. Quasi mi faccio male al seno, a causa dell'impatto con il suo petto duro.

Le sue mani si poggiano di nuovo sui miei fianchi, questa volta insinuandosi sotto la maglia, e posandosi sul piccolo drago tatuato.

Io a mia volta, lascio cadere la mano sul suo, e quando la prende per farmi abbassare i suoi pantaloni non la ritiro.

Lo aiuto, e presto mi ritrovo avanti un Daniel in parte svestito.

È dannatamente bello. Non noto quello che di solito guardo, cioè i suoi occhi, ma mi soffermo sul suo fisico, sul drago che sembra invitarti ad andare oltre.

Sorride guardando la mia espressione.

«Pensavo avessi visto per lo meno qualcuno nudo» giro la testa contrariata, e sorridendo gli mordo il collo. «Ehy» sussurra lui. «L'alcool ti fa bene»

«O male» dico io «dipende dai punti di vista».

Sorride e mi spinge sul maledetto divano.

«Avevi detto che non mi avresti mai portata qui su» dico, continuando a baciare il suo corpo. Scendo dal collo al braccio, poi mi ferma la testa e mi guarda negli occhi.

«Se mi assicuri di starci, ti porto in camera» dice. Gli sorrido. Meglio non rischiare.

«Avanti» dico. «Non fermarti».

Inizia a baciarmi di nuovo. Mi gira, e mi ritrovo col volto all'ingiù, e la schiena contro la sua bocca. Scende e sale. Va dal mio collo, arriva al confine dei pantaloncini. Mi rigira e mi guarda negli occhi.

«Pensavo che non avrei mia potuto toccare come faccio con le altre. Che non avrei mai potuto comportarmi così» dice.

«Chi ti dice che ti comporterai come fai con le altre?»

Prima che lui prenda possesso della situazione mi metto a sedere, lui sotto di me, io sulle sue ginocchia.

«Oddio, cosa vuoi fare?» dice ridendo.

«Niente di proibito, Daniel» lo bacio di nuovo, e mi sfilo la maglietta.

Lui mi osserva con gli occhi che gli brillano. Mi prende per le spalle, e si mette di nuovo sopra di me. Prende le me gambe e le attorciglia attorno ai suoi fianchi.

«Magari domani non lo ricorderai nemmeno. Anzi, lo spero, lo spera la mia mente ubriaca, ma.. mi sto innamorando di te, Brenda». Sospira.

Le sue mani cercando il mio reggiseno, e riescono a sganciarlo.

Gli sorrido, probabilmente se fossi in me scoppierei a piangere per la gioia.

«Cosa dovrei dire?» dico, invece.

«Non mi aspetto che tu provi lo stesso».

Gli sorrido, e poso una mano sul suo cuore.

«Secondo te se non provassi lo stesso sarei qui, adesso?»

«Sei ubriaca».

«Domani ricorderò tutto» prometto e riprendo a baciarlo.

Mi abbraccia, e sussurra un «lo spero».

Mi bacia il collo, ancora, ancora. Ma non tocca mai le mie labbra. Adesso stiamo per fare sesso: mi tratterà come tutte. Arriva a sfilarmi i pantaloncini, adesso ad allontanarci ci sono solo le nostre mutande e il mio reggiseno sbottonato.

Sorrido, al pensiero. Sono quasi sul punto di essere sua, e non mi importa se domani non lo ricorderò. Mi ha detto che si sta innamorando di me, e sa che anche io lo ricambio.

Poi sento la porta del bagno aprirsi, e sussurrare da qualcuno un «Oh, Cristo. Aspettami qui».

Non so come, ma Dan non sovrasta più il mio corpo. Sono nuda. Non è più su di me. Mi guarda attorno e c'è Jake che mi guarda infuriato.

«Siete ubriachi. Cosa cazzo volevate fare? Stavate per fare sesso e per rovinare di nuovo tutto. Va sopra, Brenda!»

«l'accompagno io!» biascica Dan.

«No, l'accompagno io. Tu va a farti una doccia fredda. Domani avremo molto di cui parlare».

Jake mi prende in braccio, saliamo le scale, e mi poggia sul letto.

Mi gira la testa, e non so nemmeno cosa stava per succedere.

«Sai cosa stavi per fare, vero?» lo guardo e annuisco.

«Lo voglio» dichiaro. «E perchè non lo fai da sobria, idiota!» urla lui.

Mi butto la testa tra le mani. «Mi sento da vomitare».

Jake sospira di nuovo, mi prende e mi butta con la testa nel water.

«Vomita, starai meglio» promette.

Ma non so se sto meglio dopo averlo fatto. So solo che sono stesa sul letto, quasi quasi per addormentarmi, e sento ancora su di me il profumo di Dan.

Il profumo di quello che sarebbe potuto accadere.


Angolo autrice.
Heilà, come va?
Vi chiedo scusa se non ho aggiornato prima, ma ho avuto problemi con il pc (ho temuto addirittura di aver perso la storia!).
Spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo abbastanza "acceso".
Una domandina: se non fosse arrivato Jake, cosa sarebbe successo, secondo voi? :3

Niente, spero che il capitolo vi sia piaciuto :3
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Eh oh, buon inizio  scuola tortura  a tutte! (io già mi deprimo.)


StewyT.

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Capitolo 17
*** Ha i tuoi occhi. ***


Ha i tuoi occhi.
Mi sveglio con un fortissimo mal di testa. È così forte che non riesco neanche a tenermi in piedi, ma anche se è l'ultima cosa che vorrei fare, devo fare le valigie. Il tempo stringe, a domani mancano solo ventiquattro ore.

Mi alzo lentamente dal letto e mi catapulto nel bagno. Sono un mostro.

Ho il viso pallido, le labbra rosse fuoco, gli occhi stanchi, i capelli sembrano un nido per uccelli, faccio una specie di chignon, che viene irrimediabilmente spettinato. Sbuffo. Lavo la faccia e mi sento un po' meglio, ma il mal di testa continua ad esserci, e in più non ricordo praticamente niente.

Non ricordo neanche come sono arrivata al letto.

Mi gratto la testa. Tiro da sotto il letto la valigia viola e la apro.

Da dove inizi a fare le valigie se proprio non vuoi farle?

Inizi buttandoci dentro quello che trovi.

Prendo un paio di pantaloncini, qualche maglia, il caricabatteria del cellulare, spazzola, mp4 dentifricio, mutande, asciugamano e accappatoio e basta. No?

Sbuffo e apro la porta della camera. Sento delle voci provenire dalla piccola cucina. Sono Dan e Jake. Sorrido. Mi chiudo la porta dietro lentamente, e mi avvicino alle scale per sentire altro, e quello che sento proprio non mi fa bene.

«Ieri quella era proprio bona» dice Dan.

«Quella chi?» chiede Jake.

«Quella bruna che mi sono portato a letto!»

«Dan.. come si chiamava?»

«Non me lo ricordo» afferma lui ridendo.

Mi viene voglia di dargli un pugno. Sospiro.

«Sai perchè? Perchè non sei andato a letto con nessuna ieri!»

«Eh?» sento ridacchiare Dan.

«Fossi in te non riderei tanto. Non ricordi proprio niente?»

«Cosa dovrei ricordare, Jake?»

«Dovresti ricordarti il nome della ragazza. Si chiama Brenda»

Cazzo.

Brenda?

BRENDA IO?

Il cuore inizia a martellare e la testa a girare.

Dan sorride.

«Si chiamava anche lei Brenda?» ride ancora, gli darei volentieri un cazzotto.

«Dan, tu stavi per fare sesso con Brenda. Brendina. Brendy. Stavi per portartela su quel divano. Te l'ho portata via perchè sapevo quello che sarebbe successo oggi!»

«Cosa?» dice Dan spaventato.

Io sto peggio di lui. Sto per vomitare.

«Io cosa stavo per fare?» Jake sbuffa, Dan percuote rumorosamente le mani sul tavolo. «Porco Giuda. Che cazzo stavo per fare» lo vedo coprirsi il viso con le mani. Jake gli posa una mano su una spalla.

«Tranquillo, non è successo niente»

«Stavo per fare l'amore con Brendy e nemmeno me ne ricordo» dice lagnandosi.

«L'amore?» chiede Jake stranito.

«L'amore!» ammette lui. «Io provo qualcosa per lei».

Mi sento male. Sto per piangere. Crollare e piangere.

«Adesso mi odia. Mi odia» dice buttandosi ancora la faccia tra le mani.

«Non si ricorderà niente, proprio come te. Ieri era ubriaca marcia»

«E se se ne ricordasse? Dio mio» dice Dan.

Non lo ricordo. Maledizione, non ricordo niente. Io stavo per fare l'amore con Dan e non mi ricordo niente. Ripete il mio cervello usando una fase di Dan.

Mi sto odiando in questo momento. Non odio lui, odio me.

Mi allontano lentamente dalle scale e mi chiudo dentro.

Mi viene voglia di urlare, spaccare tutto. Voglia di uccidere qualcuno.

Posso reprimere questa voglia solo con una sigaretta di Dan.

Cerco nei suoi jeans e sul cassettone, ma alla fine le trovo nel cassetto dei preservativi. Mi viene da piangere.

La prendo, l'accendo e mi siedo fuori.

Inizio a fumare e chi sa come, subito mi calmo.

«Vediamo» inizio a dire da sola. «Io ieri stavo per fare sesso con Dan. Non sesso, l'amore. E su questo non ci piove. Però non ricordo niente. Praticamente niente. L'ultima cosa che ricordo è la spinta, la litigata in bagno e stop. Chi sa come ci siamo spogliati, baciati» inizio a toccare le labbra che ieri Dan ha baciato, arrossisco involontariamente. «Però Jake ci ha.. salvati. Sì, ci ha salvati! E io domani devo partire. Partire con Jim. Per fare cosa? Per dirgli una volta e per tutte che lo lascio. Su questo non ci sono dubbi!» prendo un altro tiro. «Perchè io sono innamorata, quasi innamorata di Dan. Nemmeno su questo ci piove. Credo. Questa sera dobbiamo stare tutti assieme, per il mio «addio». Dobbiamo divertirci, stare bene e litigare con Dan, perchè alla fine arriveremmo a litigare, non va d'accordo con lo stare bene. Quindi l'unica cosa che posso fare è fingere di non ricordare . O meglio, fingere di non aver ascoltato niente. Sì!».

Continuo a fumare la sigaretta, e decido che appena la finirò scenderò giù come se niente fosse.

E così succede. Dieci minuti dopo sto scendendo le scale, con un mal di testa e un mal di stomaco che manco riesco a tenermi in piedi.

Sorrido allegra ad entrambi, anche se è l'ultima cosa che farei.

Mi avvicino a Dan, e gli scompiglio i capelli, poi do un bacio su una guancia a Jake, prendo una tazza di caffè ed un cornetto e mi siedo al tavolo.

«Buongiorno!» Jake mi sorride e Dan alza una mano in segno di saluto. «Chi è morto?»

«La sua testa» dice Jake.

«Oh, anche la mia. Mi fa così talmente male. Non ricordo un accidenti di quello che è successo dopo la litigata.» dico sperando che se la bevano.

Anche se effettivamente è la pura realtà. Sul viso di Dan compare un sorrisino e Jake subito lo guarda meno teso.

«Perchè sorridi? Cosa ho combinato ieri?» alzo un sopracciglio.

Non mi dirà mai che stavo andando a letto con lui, no?

«Niente»

«Ma stavi sorridendo» sorseggio il mio caffè.«Oh che mal di testa! Di solito non prendete niente?»

«Un'aspirina» dice Jake.

«Mh, dopo la prenderò!».

Do un morso al cornetto.

«Che avete?» chiedo sorridendogli.

«No, tu cos'hai?» domanda Jake.

«Cosa dovrei avere?»

«È felice. Domani parte» dice Dan.

«Oh, ecco dove volevate arrivare» metto un finto muso. «Siete così perchè domani parto?» sorrido. «Scherzate, vero?»

«Perchè dovremmo?» chiede Jake. «Mi dispiace che tu vada via»

«Starò via per una settimana» o due giorni, dipende dal tempo che mi prendo. «E poi per voi.. insomma.. non cambia niente.»

«Jake, basta» sussurra Dan.

«Che hai da dire?» gli chiedo nervosa. «Cosa hai contro di me, oggi?»

«Niente. Semplicemente noi siamo tristi perchè tu vai via e tu ne sei felice. Basta. Ci fa capire parecchie cose»

Io felice? Ma dove?

Sbuffo. Se oggi non volevo litigare beh.. non ci sto riuscendo.

«Cosa, per esempio?»

«Che preferisci il tuo ragazzo a noi!» Jake lo guarda stranito, come se avesse detto un'idiozia, e in un altro caso lo sarebbe. Nel mio no. Preferisco loro a lui.

«Ma ti senti quando parli?» gli chiedo prendendo l'ultimo sorso di caffè.

«Lasciamo stare, Dan. Vado a finire di fare la valigia. Te ti saluto ora?» dico rivolgendomi a Jake con un sorrisino. Lui scuote la testa.

«Assolutamente no. Stasera al Falling Stars c'è una serata dedicata a te!» dice abbracciandomi. «Ci salutiamo lì!»

«Cosa?» domando sorpresa.

«Hai capito bene!» Jake si allontana e si risiede.

«Siete pazzi» dichiaro sorridendo e allontanandomi.




Sono pazzi, ma per davvero.

Li adoro alla follia.




Otto ore dopo, precisamente alle sette e mezza, sono quasi pronta.

Indosso il mio semplicissimo vestitino blu, corto fino al ginocchio, un gilet di jeans e le amate converse blu. I capelli sempre raccolti in un chignon spettinato e nessuna voglia di salutare tutti.

Vedo Dan scendere le scale e mi batte forte il cuore per qualche secondo.

Ha dei pantaloni di jeans lunghi e strettissimi, tanto che mi chiedo come faccia a tenerli, con un buco enorme sul ginocchio sinistro, una canotta bianca e delle converse nere. È semplicemente bellissimo.

«Allora, sei pronta?» mi guarda ammiccando. «Sì, lo sei» dice quando mi alzo e mi ci avvicino. «E sei dannatamente bella».

Scoppio a ridere. Il bue che dice cornuto all'asino.

«Come mai questi complimenti, Harrow? Dai, muoviamoci!».

Lo tiro per una mano e ci incamminiamo abbracciati verso il Falling Stars. So che è una pessima idea stare così stretta a lui, ma non riesco a farne a meno.

Ho bisogno di sentirlo stretto a me, di sentirmi al suo fianco.




Il locale è completamente illuminato, da piccolo bar sembra essere diventato una discoteca. Entriamo, e la piccola sala si è aperta su un'altra enorme sala illuminata, dove ci sono già parecchie persone a ballare. Si vede una porta finestra e una bellissima piscina costellata di candele.

«Wau. Quando Jake si mette a lavoro fa delle magie!».

Jake mi abbraccia alle spalle. Pensavo di trovarlo dietro al bancone, invece lì c'è un ragazzo biondo che ho già visto lavorare qui.

«Sei bellissima!» dice sorridendo.

«Oh, il locale lo è!» Lo abbraccio a mia volta.

È così bello con questi pantaloncini di jeans e la camicia bianca arrotolata fin su gli avambracci.

Ci avviamo tutti e tre al nostro tavolo, dove ci sono Amy e David ad aspettarci.

Sorrido ad entrambi e mi siedo di fronte ad Amy.

«Finalmente è arrivato il giorno!» mi dice guardandomi seria.

Ha capito che non voglio andare via.

«Sì, finalmente!» sorrido e guardo Dan, infastidito. Si guarda attorno. Sta cercando sicuramente la ragazza da portarsi a casa.

«Cosa farete in questi giorni?»

«Io sarò chiuso in casa con qualche ragazza» dice Dan con un sorriso stronzo.

Lo odio quando fa così.

«Non ne avevo dubbi.» gli lancio un'occhiataccia.

«Noi due andiamo alla casa sul lago» dice Amy stringendosi a David, «E ci diamo dentro» aggiunge lui sorridendo. Lei gli da un pugno leggero e non riesco a non ridere. Sono carinissimi assieme. Jake sospira.

«Io lavorerò qui. Prenderò tutta la prossima settimana libera, invece, vero, fratellone?» David annuisce.

«Mi mancherai, Brendina» mi abbraccia.

«Anche tu, Jake» gli sorrido

«Allora. Sono già pronte le valigie?» mi chiede David prima di lasciare un bacio sulla tempia di Amanda.

«Le valigie? Resterò lì al massimo una settimana.» Lo sai che resterai solo due giorni, Brendy! Mi ripeto. «Quindi una piccola valigia basta e avanza!»

«E poi starai per molto tempo in camera, no?» sussurra Dan provocandomi.

Dio, ho una voglia esagerata di dargli un cazzotto sul naso. Prima fa il carino e poi lo stronzo. E poi dicono che quelle incomprensibili sono le donne.

«Servono delle cose anche per quando si sta solo in camera, non te lo hanno mai detto?» gli dico dandogli un pizzicotto.

«Dici cose sexy?» ride. «Ti prego, Brendy. Non ti ci vedrei mai con quei completini..»

«E infatti non mi ci vedrai mai» sbotto infastidita. «Guardala, sta arrivando la tua bomba sexy!» dico alzandomi dal tavolo appena lei viene e gli da un bacio sul collo. Che schifo.

Lui non dice niente. Appena arriva lei se la prende a sedere in braccio, e non mi guarda neanche più.

«Vaffanculo tu e questa troietta» dico a voce bassa.

Jake mi raggiunge. «Hey, tutto bene?»

«Volevo una birra» gli sorrido.

Parte una canzone carinissima e Jake mi tira dietro di se in pista.

«Amo questa canzone, non potevo non ballarla, scusa».

Gli sorrido. «Mi stai invitando a ballare? Ci sto»

«Già stiamo ballando» nota lui.

Inizia a saltare e a muoversi a tempo di musica.

«Sarà una settimana lunga senza di te» dice mentre anche io provo ad imitarlo, ma proprio mi riesce male. «Quel deficiente di Dan non la smetteva di ripeterlo. Dice che quando te ne andrai cadrà in depressione».

Mi giro e lo vedo poggiato al collo della rossa, e proprio non mi sembra che stia per cadere in depressione.

«Jake, guardalo. Non se ne frega minimamente, ovviamente»

«non lo conosci ancora quanto me, Brendina!»

«Comunque andrò via per più o meno due giorni» dico poggiando la testa sulla sua spalla, anche se quel gesto non c'entra praticamente nulla con la canzone.

«Due giorni?» annuisco.

«Solo il tempo di sistemare delle cose tra me e Jim»

«Cioè?» dice Jake accennando ad un sorrisino.

«Voglio lasciarlo» dico. «Ma non dirlo a Dan, ti prego.»

«Perchè non glielo hai detto?»
«Potrebbe pensare che voglio lasciarlo a causa sua»

«E così non è?»

«No, Jake. No.»

«Perchè allora lo lasci?»

«Perchè.. non lo amo e voglio stare con qualcuno perchè provo delle cose con quel qualcuno. Jim non merita di stare con qualcuno che non lo ama»

«Non provi niente per Dan?» chiede Jake stringendomi di più.

«Perchè mi fai questa domanda?»

«Lui prova qualcosa per te e anche tu provi qualcosa per lui. Diamine, ammettetelo!»

«Lui non prova niente per me, guardalo!».

Jake scuote la testa contrariato.

«Brenda, dovrebbe restare lì a struggersi per una ragazza che lo considera solo un amico e sta per partire col suo ragazzo?»

Annuisco. Ha palesemente ragione.

«E poi sai della paura di Dan» continua lui. «Lui non ammetterà mai per primo di provare qualcosa».

«Beh nemmeno io» dichiaro. «Se dovessi provare qualcosa non lo direi di certo per prima»

Jake sorride: «Se dovessi provare qualcosa? Tu sei innamorata di lui quasi quanto lui lo è di te!»

«Jake la canzone è finita» dico nervosa. Non mi piace quando qualcuno insinua che io sia innamorata di Dan. E non mi va a genio nemmeno se lo fa Jake.

Prendiamo cinque bottiglie di birra e le portiamo al tavolo.

Dan sbuffa e se ne esce con un «E Clara non la considerate?»

Io lo uccido.

«Vado a prenderle una birra!» dice Jake.

«Fa niente, beve dalla mia» le sorride. «Tu, piuttosto, non dovresti bere!» dice guardando me. Io questa sera lo uccido.

«L'alcool ti fa estremamente male. Sei strana e ancora più isterica quando bevi!» la rossa scoppia in una fragorosa risata.

Sto per spaccarle molto dolcemente i denti.
«Dan!» lo richiama Jake.

«Tranquillo, Jake. Vediamo fino a dove vuole arrivare il signorino! Cosa cazzo hai questa sera?» Dan sorride.

«Cosa dovrei avere?»

«Dimmelo tu, visto che non fai che rompere i coglioni da quando siamo arrivati!»

«Mi sto solo divertendo»

«Gran bel modo di merda di farlo, davvero!»

Prendo una sigaretta da un pacchetto sul tavolo,e faccio per alzarmi.

«Resta, resta. Ce ne andiamo noi. Qualcuno può riaccompagnare Brendy a casa?» chiede come se fossi un peso morto. Lo uccido.

«Può venire anche da me!» dice Jake. Lo adoro.

«Fate come meglio credete!».

Prende la rossa e se ne vanno.

Affanculo, ve ne dovete andare!

«Non farci caso, okay?» dice Jake abbracciandomi. «Quando ha paura di soffrire fa così!»

«Che vada al diavolo!».

Bevo un sorso della mia birra e provo a non ricordarmi di Dan per il resto della serata.

Daniel?

Chi è?




Arriviamo fuori la porta, e mi viene quasi voglia di piangere.

Non voglio salutare, anche solo per due giorni, Jake.

Immagino quando dovrò partire a settembre. Sarà un casino.

«Allora.. ci salutiamo?» mi sorride.

«Se proprio dobbiamo. Odio gli addii»

«Eh, addii. Dai. Hai detto che resterai due giorni fuori. Quindi.. no problem!»

Gli sorrido. «Ti adoro, Jake. Sono fortunata ad aver trovato un amico come te, davvero!»

«Anche io lo sono.. E Dan è fortunato ad aver trovato una ragazza come te».

Lo fulmino con lo sguardo e poi scoppio a ridere.

«Sei uno stronzo. Non la finirai mai!»

«No..»

«Mh.. abbracciami di nuovo, dai. Confortami!»

«Che hai?»

«Non voglio vedere Jim. Ho paura di dirgli che voglio lasciarlo!».

Lui mi stringe forte. «Dammi l'indirizzo dell'hotel, domani, e vi seguo. Lo giuro!» gli sorrido.

«non ho paura che possa farmi del male, Jake. Ho paura perchè non voglio fargli del male!».

Lui annuisce. «Gliene faresti molto di più se continuassi a nascondere la verità!»

«Sì!»

«Bene, va a dormire!» mi stritola ancora. «Ci sentiamo domani quando arrivi all'hotel, okay?»

Annuisco.

«Da un altro bacio ad Amanda!»

«Appena la vedo!» mi sorride e mi da un bacio su una guancia.

Lui salta sulla sua macchina e sgomma via, io prendo un grande respiro.

Ho paura di quello che potrei vedere dentro.

Provo a contare fino a dieci, ma arrivata a tre apro la porta.

Resto a fissare qualche secondo quell'immagine quasi straziante.

Dan nudo, coperto solo dalla ragazza che gli sorride. Lui attira la sua testa, sta per baciarla, quando, il mio cellulare piomba a terra, si apre in due pezzi, e io mi porto le mani alla bocca.

«O-o-oddio scusate!» balbetto raccogliendo velocemente il telefono a pezzi.

«Io non volevo. Scusate!» corro verso le scale, e faccio a due a due i gradini, mentre Dan chiama il mio nome.

Sbatto forte la porta e mi trattengo a stento dal piangere.

Che stronzo.

Che stronza io, a credere alle parole che mi ha detto.

Voleva solo portarmi a letto, ovvio. Dan è il tipo di ragazzo che per portare la sua «preda» a fare quello che vuole, dice di tutto.

Mi viene da vomitare. Butto il gilet di jeans sul letto, mi tolgo le scarpe e mi stendo sul letto.

Spero vivamente che quella porta non si apra,e che da lì non entri Dan. Non saprei fermarmi dallo sputagli addosso quello che penso di lui.

Ma, anche se la speranza è l'ultima a morire, questa mia non dura molto.

La porta si spalanca, e un mezzo Dio- Dan, coperto solo da dei pantaloncini fa il suo ingresso.

«Brendy..»

«Non volevo interromperti!» dico non alzandomi dalla mia posizione. «Se sei venuto per farmi la ramanzina come è già successo.. beh non l'ho fatto a posta. Pensa solo che per una settimana avrai casa libera. Non ti scoccerò più.»

Dan scuote la testa.

«non sono venuto per questo»

«E per cosa, allora?»

«Per quello che hai visto giù»

«Non ho visto niente giù» ribatto fredda.

Mi alzo dal letto, prendo una maglia e mi avvio in bagno. Dan mi ferma, e mi spinge di fronte a lui.

«Hai visto tutto.»

«Sì, ma non mi interessa, okay?»

«Cosa mi aspettavo?» dice lui sorridendo. «A Brenda poteva mai interessare qualcosa di Dan? Povero stupido!»

«Dan, ti aspetti che inizi a piangere avanti a te per averti visto baciare una di quelle puttane che ti trombi di continuo? Non mi interessa. Non voglio che mi interessi!». Scuote di nuovo la testa.

«Non stavo per baciarla!» sorrido.

«Eccome se non stavi per farlo. Mi dispiace solo di avervi interrotti, magari ne sarebbe nata una grande storia d'amore, dal momento che tu baci solo quelle di cui pensi di essere innamorato, vero? Proprio come quando hai baciato me. Me!» dico indicandomi con un dito.

«Non sono innamorato di lei!»

«Nemmeno di me!»

«Non penso potrò mai innamorarmi davvero di qualcuno!»

«E beato te, allora. Che ti devo dire?»
«Perchè sei così arrabbiata con me?»

«Perchè non dovrei?»

«Sei arrabbiata perchè non dovresti?!» mi prende per le spalle.

«Stavamo per fare l'amore e nemmeno te lo ricordi!» sbuffo. Sto giocando le carte sbagliate. Lui mi guarda, potrebbe piangere, lo vedo.

«Tu sì?» non rispondo.

«Se avessimo fatto l'amore, e tu non te lo ricordassi.. io..»

«Tu lo ricordi?» mi chiede e io scuoto la testa.

«L'ho sentito questa mattina!» lui annuisce.

«Ho ringraziato Jake per... se dovessi fare l'amore con te, vorrei ricordarlo!» urla. «Lo ricorderei!» Anche io. Anche io.

«Daniel. Va via!» urlo. Lui mi guarda stupito

«Dove devo andare?»

«Da quella o da qualsiasi altra parte!» mi scende una lacrima. L'asciugo in fretta. Non voglio dargli questa soddisfazione.

«Non voglio andare da lei» pronuncia con voce tremante. «Voglio stare con te!».

Gli do una spinta.

«Non vuoi. Non vuoi. Se no non ti saresti comportato così. Domani parto e.. stiamo litigando!»

«Cosa ti aspettavi? Che ti dicessi: Complimenti, sono felice che la ragazza che mi piace se ne vada col suo fidanzato? Sono felice che voglia che la sua prima volta sia con qualcuno che non sono io, quando invece tutto quello che io vorrei, sei tu? Vuoi che mi congratuli, sì?» adesso forse, sta piangendo anche lui. Ma non lo so di sicuro. Vedo le ombre proiettate dalla luna sulla sua pelle,e provo a non piangere.

«Non mi aspettavo che baciassi un'altra!» sospiro.

«Tu, domani, a quest'ora sarai nello stesso letto di quello. Cosa devo dire io?»
«non voglio fare l'amore con lui!» urlo, mi sfogo, piango. «Non lo voglio, Dan!»

«Allora perchè te ne vai?»

«Devo!»

«Perchè?»

«Non ti deve interessare. Non deve»

«E invece sì!» mi stringe per le spalle e mi si punta avanti.

Gli occhi nei miei.

«Dimmelo, ti prego!»

«Mi fa schifo. Questa situazione mi fa dannatamente schifo!» sbuffo allontanandomi da lui. Chiudo gli occhi per un secondo.

«Non l'avrei baciata, te lo giuro!»

Prendo la maglia e mi chiudo in bagno, sbatto la porta.

«Non.. perchè ti comporti così?» dice lui, bussando pesantemente alla porta.

«Perchè mi fa schifo!»

«Cosa, chi? Io? Ti faccio schifo io?».

Non rispondo. Non posso rispondere. Quella che mi fa schifo sono io, ma anche lui non ci scherza.

Mi fa schifo il fatto che noi due siamo quasi innamorati, ma non riusciamo ad ammetterlo. Mi fa schifo dover andare via. Mi fa schifo sapere che Dan è stato a letto con tante ragazze e non posso sopportarlo. Mi fa tutto troppo male.




Faccio una doccia, che a quanto pare riesce a calmarmi parecchio.

Esco dal bagno, indosso solo una maglia lunga fino al ginocchio.

Mi sento in colpa per aver litigato per l'ennesima volta con Dan.

Lui è affacciato. Fuma.

Mi ci avvicino silenziosamente. Vedo che ne portacenere ci sono otto mozziconi.

In un'ora ha fumato otto sigarette?

«Fumare così tanto ti farà solo male» mi appoggio alla ringhiera e lo guardo negli occhi.

«Come fai a sapere cosa può farmi bene?»

«Dan..» chiudo gli occhi. «non volevo litigare anche questa sera.»

«Nemmeno io»

«Oh, non mi sembra. Al locale non.. hai fatto altro che lanciarmi frecciatine»

«Al locale volevo che ti alzassi e andassi via. Volevo seguirti. Volevo che tu mi dessi uno schiaffo. Volevo incollarti al muro. Volevo baciarti e supplicarti di non partire».

Resto sconvolta per qualche secondo.

«Ma io mi sono alzata» dichiaro. Non è la cosa che avrei dovuto dire.

«Ti ha seguita Jake.» annuisco.

«Senti.. lasciamo stare questa sera, okay? Non mi interessa del bacio, delle litigate e del resto. Voglio tornare ad essere tu amica» No, non avrei dovuto dire neanche questo.

«Mia amica?» chiede quasi ridendo. Si gira verso di me e mi inchioda con gli occhi. Non posso non guardarlo.

«Vuoi tornare ad essere mia amica? Io no!» mi sta venendo da piangere.

«Ti prego, Daniel. Non adesso!»

«Perchè ti faccio schifo? Per questo non adesso?»
«Non mi fai schifo!» grido, e le lacrime mi rigano il viso. «Non mi fai schifo per niente. Non tu, per lo meno!»

Lui mi guarda fisso. «Brenda resta con me!»

«No, Dan. Non chiedermelo.» Lui sbuffa.

«Mi odi?» chiede. Io lo guardo stranita.

«Perchè dovrei, Dan. Perchè dovrei?»
«Perchè ti ho messa in questa situazione di merda!»

«Mi ci sono messa da sola. Con le mie mani. Okay?» Prendo una sigaretta e l'accendo. Il fumo entra nei miei polmoni.. Non dovrei farlo. Quando fumo penso sempre ad Hazel a quante parolacce mi direbbe adesso.

«Non posso odiarti, Daniel. Lo capisci?»

«Puoi amarmi?»

«Non lo so.» scuoto la testa. «Ma so per certo che non posso odiarti!»

Lui annuisce ed entra dentro. Si chiude in bagno.

Non si può continuare così.

Finisco la mia sigaretta, e mi stendo sul materasso sotto il letto di Dan.

Non ce la faccio a dormire al suo fianco. Non questa sera.

Chiudo gli occhi, e mi viene da vomitare. Vorrei che non arrivasse mai domani. Mai.

Dan esce dal bagno. Indossa, come sempre, solo i pantaloncini, e come sempre mi stupisco della sua bellezza.

«Che ci fai lì?»

«Ci dormo»

«Scherzi?» mi guarda frustrato.

«No.»

«Brenda, alzati, avanti!»

«No, Daniel no. Voglio dormire qui!»

«Mi spieghi perchè? È per qualcosa che ho fatto?» Se gli sguardi potessero uccidere io sarei morta in questo preciso istante.

«Non c'entri tu»

«Non c'entro mai io. Fai tutte cose che fanno soffrire me, ma non c'entro mai io. Che cazzo di vita è questa?» alza le braccia al cielo.

«Alzati da quel materasso, prima che lo faccia io!»

Sorrido. «La finisci di fare la vittima?»

«non faccio la vittima. Adesso alzati!».

Dico per l'ennesima volta no, lui si abbassa e mi prende tra le sue braccia, mi dimeno, ma subito mi butta sul letto.

«Avanti. Adesso possiamo dormire!»

«Perchè devo proprio stare qui?»

«È l'ultima sera. Voglio abbracciarti!»

«Non è l'ultima sera!»

«Quando tornerai sarai completamente sua. Più sua e per niente mia!».

Sto per piangere di nuovo. Mi abbraccia, e lo lascio fare.

«Ti piace Clara?» chiedo. «Insomma.. potrebbe aiutarti a superare la tua paura!»

«C'è solo una donna in grado di farlo e a quanto pare non lo capisce.»

Sbuffa e mi sento in colpa.

Non voglio che venga domani per non far soffrire Jim, ma voglio che venga domani per non far soffrire Dan. Odio me stessa e la mia vita in questo momento.

«Non l'avrei baciata e non la bacerò mai!»

«Ma era vicinissima alle tue labbra!»

«Ha i tuoi occhi!» Dice come se fosse una cosa ovvia. «Ha i tuoi occhi e per un momento avevo pensato di avere te avanti. Poi però mi sono accorto di avere lei.» sussurra. Mi stringe a se. Piango, ma mi addormento.

Mi addormento stretta a Dan. A un Dan che vuole farmi capir che prova qualcosa per me. A un Dan verso il quale provo qualcosa.


Angolino autrice.
Saaaaalve gente :3
Beh ho postato un po' prestino il nuvo capitolo, spero non vi dispiaccia. Ho paura che con l'inizio della scuola non potrò postarli molto regolarmente quindi.. appena posso ne approfitto lol
Ad ogni modo.. che ne dite di questo capitolo? Guai in vista, oppure tutto sta per risolversi?
Fatemi sapere, se vi va, cosa ne pensate.

Oh, dimenticavo! Volevo ringraziarvi tutte per le recesioni e per aver messo la storia tra le seguite, ma soprattutto perchè mi appoggiate tanto e leggete tutti i miei capitoli. Vi adoro tanto, davvero. Mi date forza e coraggio <3

A presto!
StewyT.

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Capitolo 18
*** Partenze e verità. ***


Partenze e verità.
 
La sveglia inizia a suonare imperterrita: quanto vorrei essere a settembre, piuttosto che in questo giorno.

Mi rigiro, e non sono più stretta tra le braccia di Dan. Sbuffo, mi alzo, e scendo giù. Lui è seduto sul divano. Con un enorme broncio guarda lo schermo del cellulare. Mi rattristo a guardarlo.

«Buongiorno!» mi siedo al suo fianco. Distoglie gli occhi dal cellulare e li punta nei miei. Sorride triste.

«Buongiorno..certo!». Scuoto la testa.

«Insomma, Dan, finiscila»

«Esco» dice alzandosi dal divano.«A che ora viene a prenderti Jim?»

«Tra un'ora!»

«Okay sarò qui».

Annuisco, adesso quella col broncio sono io.

Perchè si comporta così?

Mi alzo, mangio un cornetto, e riguardo la valigia. C'è tutto, tranne la voglia di partire. Mi siedo sul letto e ricordo quando stavo per venire qui a casa di Dan e a quanto non volessi minimamente accettare l'idea di dover passare con lui così tanto tempo.

Lo squillo del cellulare mi riporta alla realtà.

«Mamma?»

«Bren. Come stai?»

«Bene» dico, ma non è vero, e lei lo capisce.

«Sicura? Va ancora bene con Dan?»

«Sì. Abbiamo fatto più amicizia!».

AMICIZIA?

Scuoto la testa, mi alzo e mi posiziono avanti allo specchio mentre lei continua a parlare.

Io sono quella riflessa: occhiaie, espressione triste, ciglia corrugate, capelli sconvolti.

«Bren, mi ascolti?»

«Certo, mamma.»

«Okay, allora.. ci rivediamo a metà settembre!»
«Metà settembre?» chiedo alzando un sopracciglio.

«Sì, ti ho detto che abbiamo prolungato e torniamo verso il dieci!»

Il che non è proprio metà settembre, ma sempre qualche giorno in più.

«Ma non mi ascolti quando parlo?»

«Mi ero distratta, scusa!» sussurro.

«Okay, vado!»

«Ci sentiamo, mamma!»

«A domani!»

Dieci giorni in più con Dan. Dieci giorni in più con Dan.

Il mio cuore saltella e mi verrebbe da seguirlo, ma tutto quello che faccio è catapultarmi in bagno, e prepararmi alla bell'è meglio.

Precisamente quaranta minuti dopo, Dan apre la porta della sua camera da letto, ho appena infilato la maglia, quindi mi lascio sfuggire un gemito sereno.

«Già di ritorno?»

«Non puoi partire!» mi attacca.

«Perchè?» chiedo sarcastica appoggiandomi al mobile bianco.

«Brenda..» il mio nome. Le cose si fanno serie.

«Io.. okay ti dirò tutto, okay? Però non arrabbiarti con me.» fa una pausa e mi guarda con quei suoi occhioni blu che sono la fine del mondo. Gli faccio cenno di continuare.

«Io e te siamo diventati amici, ma entrambi sappiamo che ci piaciamo, no? Tu mi piaci, e te l'ho detto mille volte, e io ti piaccio, anche se non me lo hai mai detto. Per te ho fatto cose, che pensandoci, non ho mai fatto, né pensato di fare per qualcuno, e questo vuol dire solo che.. già mi piacevi, anche se.. ero ancora in fissa e odio con tutte quelle che fossero donne.» sorride amaro. «poi arrivi tu, con i tuoi discorsi filosofici, i tuoi libri strappalacrime,i film sulle torri gemelle, i sorrisini stronzi, i discorsi sull'amore e le paure e improvvisamente il muro che mi ero creato per proteggermi dalle ragazze, cade. Improvvisamente non provo più tutto il piacere che provavo prima ad andare a letto con ragazze che mi attraggono solo fisicamente, vorrei andare a letto con persone che mi piacciono davvero, con te. Continuo a fare finta di niente, fino a quando Jake tira in ballo quel maledetto bacio e.. mi sono trattenuto, Brenda. Quella sera io avrei voluto farti mia e non lasciarti più andare. Non l'ho fatto. Ho continuato ad andare avanti a sentire le conversazioni tue e di Jim, a confortarti per causa sua, ad adorarti in segreto, ad avvicinarmi di più a te. Ci baciamo, e iniziano di nuovo i problemi. Me ne vado per una settimana, e cazzo.. mi manchi immensamente, durante questa settimana, quindi arrivo alla conclusione, sì, perchè prima facevo finta di non esserci arrivato!» si ferma un attimo e alza gli occhi su di me, ma non mi guarda davvero. Se lo facesse, vedrebbe i miei occhi pieni zeppi di lacrime, le mie mani tremanti e la mia voglia di baciarlo.

«Brenda!» mi prende il viso tra le mani e mi guarda, io fatico a non sciogliermi.

«Io.. tu.. tu mi piaci. Sei la prima a piacermi davvero, sei la prima che non porterei a letto solo per divertimento o per aumentare il numero sulla mia lista. Il giorno dopo, se dovesse accadere qualcosa con te, tu resteresti ancora con me, non ti caccerei da casa mia senza neanche dirti ciao. Tu mi hai fatto capire quanto ho sbagliato in questo periodo a non mostrare mai quello che sono davvero, ad aver eretto un muro, avanti a me, ma.. alla fine anche se non lo avessi fatto, non avrei mai trovato quella giusta prima che arrivassi tu. Quella giusta sei tu. Io.. io..»

Lui, lui...

Bam. Suona il campanello. Tremo, sto per svenire, piangere, morire, tutto.

Non voglio lasciare questa camera, non voglio lasciare Dan.

«Cazzo!» sussurro.

Dan sospira e apre la porta della camera, prende la mia valigia e scende giù.

Jim è dall'altra parte della porta di casa.

È bello, come sempre, ha i capelli biondi scompigliati, gli occhi allegri e un bellissimo sorriso sul volto. È bellissimo, ma non è Dan, il mio Dan.

Mi abbraccia, e io lo lascio fare. Non ho neanche la forza di allontanarmi.

«Bren, mi sei mancata!»

Resto zitta, e mi faccio forza per non guardare Dan.

Mi allontano sorridendo «Ti presento Daniel!».

Jim sorride al bruno, che lo guarda con aria superiore; si stringono le mani, Jim prende la mia valigia e si avvia verso la porta.

Quindi finisce qui? Il discorso di Dan finisce con «io?».

No. Voglio sapere quello che dopo avrebbe detto.

«Jim, devo prendere una cosa di sopra, tu intanto sistema la valigia, okay? Arrivo subito!».

Mi tiro Dan per una mano, e mi chiudo in bagno.

«Cosa volevi concludere con quel discorso così, poco prima che partissi?»

«Voglio che tu resti con me»

«Dan starò via per una settimana!»

«Lo so» sussurra lui prendendomi il viso e stringendolo tra le mani. «Lo so. Ma tra una settimana.. sarai solo di Jim. Adesso sei anche un po' mia!»

Io sono solo tua, vorrei dire, ma mi mordo la lingua.

«Perchè dovrei restare qui?»

«Perchè..non oso immaginare come potrei stare senza di te»

«Per una settimana?!»
«Per una settimana, un giorno, una vita. Io... Brenda, io penso di provare qualcosa di grosso per te. E cosa... cosa succederebbe se la mia paura di amare non fosse poi più così grande?» una lacrima mi scende sulla guancia, e lui l'asciuga con un piccolo bacio. «Tu.. mi hai aiutato a superare la mia paura per l'amore!»

Questo vuol dire che mi ama?

Resta! Resta!

Mi dice tutto il mio corpo, ma proprio per quello che mi ha detto, devo andare.

Devo lasciare Jim, tornare da Dan e dirgli che provo lo stesso anche io.

Cosa gli dico? Cosa?

Stringo forte una sua mano nella mia, e lo guardo negli occhi.

«Tornerò presto!».

Gli accarezzo una guancia e vado via.

Non mi giro. Ho paura di quello che potrei vedere. Cammino dritta, a testa bassa, salgo in macchina e mi preparo a dire quello che devo a Jim.

Arriviamo all'hotel: non ho praticamente parlato durante tutto il viaggio; continuavo ad annuire e sorridere a Jim, sperando che non leggesse in quel sorriso la mia tristezza.

Entro in camera, seguita ovviamente da lui, che sorride a trentadue denti.

«È bellissimo, qui, vero?»

Sono talmente nervosa, che non ho neanche guardato l'hotel o la camera, ma adesso che mi ci soffermo è davvero bella. Non è enorme: al centro della camera c'è un letto che sembra essere davvero morbido e comodo. Ci sono due piccoli tavolini che fanno da comodini, un armadio color panna; c'è una finestra che affaccia su delle colline verdi, proprio avanti al letto, e alla sinistra del letto c'è una porticina che porta al bagno.

«sì, è bellissimo!» sussurro. Lui mi guarda interrogativo.

«C'è qualcosa che non va?»

Cazzo!

«Non mi sento molto bene!» sussurro sedendomi sul letto che sì, effettivamente è comodo come pensavo.

«Che hai?» si siede al mio fianco e mi abbraccia.

Lasciami, vorrebbe dire ogni piccola cellula del mio corpo, ma metto tutti a tacere e parlo io. «Cose da donna!» gli sorrido.

Due problemi in meno: lui che non farà domande e lui che non si farà avanti per la «prima notte».

«Oh, mi dispiace!» si gratta il capo.

«Come posso aiutarti? Vado a prenderti qualcosa al bar?»

«Una camomilla, magari. Ma non voglio..»

«Shhh!» mi zittisce. «Vado a prendere le valigie e una camomilla per te!».

Mi sorride e va via.

Mi tremano le mani. Non posso parlargli ora, devo calmarmi e tranquillizzarmi.

Gli parlerò domani.

Il cellulare prende a squillare. Lo prendo e rispondo distratta, la voce dall'altra parte del telefono però mi sveglia per bene.

«Devi tornare qui!» Daniel dice quasi in un sussurro.

«Dan che vuoi?»
«Voglio te!»

«Daniel basta!»

«Brenda non voglio ricattarti, ma mi vedo costretto a chiamare tua madre e dirle che sei andata via!»

«E io mi vedo costretta a dire ai tuoi tutte le cose che so di te e che sono diverse da quelle che sanno loro!»

«Non mi interessa, digli quello che vuoi!»

«Dan finiscila!»

«Brenda non mi faccio problemi a chiamare i tuoi, lo giuro. Torna.»

«Non ne sarei così certa. Ti creeresti da solo parecchi problemi. Sai che non ti parlerei più, mi perderesti!»

«Brenda, mi manchi. Mi manchi già!» sospiro.

«Come puoi essere andata via dopo quello che ti ho detto? Come?» urla quasi.

«Dovevo farlo!»

«Perchè?»

«Per me.» dico. «Devo stare qui!»

«Tu non provi per me quello che io provo per te, vero?»

«Daniel...» il cuore mi si ferma in gola, e delle lacrime si preparano ad uscire; la porta però si apre, e quindi caccio tutto indietro.

«Devo andare. Ci sentiamo dopo. Ti prego, non fare niente di stupido!» dico senza neanche ascoltare la risposta. Attacco e sorrido a Jim.

«Chi era?»

«Kat» mento, di nuovo. Quanto sto mentendo da questa mattina?

«Come va?» si siede e mi massaggia la schiena.

«Uguale!». Inizio a sorseggiare la camomilla che mi ha portato e mi mordo un labbro.

«Ho letto il menu. Tra mezz'ora giù apriranno il buffet.. è pieno di cose deliziose!» dice sorridendo.

«Senti io questa sera non me la sento di scendere..» mi gratto il capo. «Mi sento troppo uno schifo. Però voglio che tu scenda, okay? Scendi e portami dei dolci. Tanti, tanti dolci!».

Lui mi guarda con uno sguardo che non gli ho mai visto: forse ha capito quello che voglio fare quanto prima, o forse anche lui non vuole stare più con me.

Non ha provato a baciarmi, grazie a Dio, e non ha messo nessuno «discorso» in mezzo. Sospiro sollevata. Spero che si vada avanti così fino a domani.

«Ti porterò tutto i dolci presenti al buffet!».

Gli sorrido e lo guardo chiudersi in bagno.

Mi stendo sul letto, e non so per quante volte rifiuto le telefonate di Dan.

Mi sento tormentata, è un tormento essere innamorata di una persona e doverne lasciare un'altra con la quale si è stati per così tanto tempo.

Non so davvero come fare a non ferirlo. Mi sento così dannatamente sporca e.. sono diventata tutto quello che non sarei mai voluta essere.







Sto dormendo, quasi beatamente, quando squilla per l'ennesima volta il cellulare. Lo prendo e rispondo nervosa.

«Cosa vuoi ancora?»

«Vuoi lasciare Jim, per questo sei lì?»

Sbuffo. Lo uccido. Uccido prima lui e poi Jake che non tiene mai la bocca chiusa.

«Dan non puoi continuare a tormentarmi così!»

«Rispondi!» dice in tono minaccioso. Sono sicura che se fosse di fronte a me riuscirei a vedere i suoi occhi leggermente più scuri.

«Sì, voglio lasciarlo. Ma ti prego di dire a Jake, se è li al tuo fianco, che non gli dirò più niente!»

«Non sarai sua?» chiede quasi felice.

«Non.. no!»

«vuoi lasciarlo per me?» noto speranza nella sua voce.

«No» dico. Non solo, dovrei dire. «Lo lascio perchè voglio qualcuno da amare al mio fianco, qualcuno che mi ami, e con lui non succederà mai!»

«Tu non lo ami!»

«No.»

«E provi qualcosa per me?» Sbuffo.

«Non mi sembrano cose di cui parlare tramite un telefono.»

«Brenda, la risposta è sì o no?» lo strangolerei, davvero.

«Perchè mi chiami Brenda?»

«Rispondi!»

«Rispondi prima tu, Daniel!» questa volta sbuffa lui esasperato. «Okay, okay.» sussurro, e provo a pensare a cosa dovrei dire in questo preciso istante.

«Provo qualcosa per te, ma non devi pensare che io ti ami e che io voglia qualcosa da te. Non voglio...»

«Vengo a prenderti immediatamente!» dichiara.

«No! Non puoi. Domani, tornerò domani. Devo parlare con lui.».

Lui sospira. «Domani tornerai» dice quasi come par rassicurarsi.

«Buonanotte, Brendy!» dice in tono dolce, e questa volta sono io a non avere il tempo di parlare, che già ha agganciato.

Mi stendo di nuovo sul letto, e chiudo gli occhi: voglio addormentarmi di nuovo, non voglio essere sveglia per quando tornerà Jim. Non ce la farei.
 



Spazio autrice.
Hey gente, come va?
Uhm eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo e qualche piccola notizia/spoiler per voi.
Prima delle notizie però devo dirvi una cosa: mi devo scusare immensamente  per non aver risposto alle recensioni, ma potete capirmi, ho tantissime cose da fare e sempre meno tempo per scrivere, quindi quando ne ho la possibilità preferisco spegnere tutto e attivare il cervello per scrivere; ad ogni modo ho letto tutte le recensioni più di una volta perchè mi caricano da morire. Sapere che vi piacciono i miei personaggi e che vi piace il mio modo di scrivere, per l'Angelo voi non potete sapere quanto mi aiuti ad andare avanti ed essere sempre più sicura di quanto scrivo.
Per una persona fondamentalmente insicura di tutto quello che fa, sapere che la propria storia non fa schifo ai lettori è una cosa formidabile. Quindi.. vi ringrazio davvero tanto per i complimenti e vi prometto che farò del mio meglio per non deludervi.

Adesso passiamo alle news e agli spoiler.
News numero uno: oggi (dieci minuti fa!) ho appena messo la parola 'fine' a questa storia -molto a mal in cuore, devo dire- ho finito la storia con un epilogo che potrebbe farvi schifo -ma che io adoro profondamente-.
Devo dirvi che è stata davvero dura finire questa storia perchè beh.. Brenda mi mancherà molto. Mi sono affezionata incredibilmente a lei -da quando scrivo di lei mi piaccio di più perchè sto imparando a consocermi meglio- e penso sia diventata un pochino indispensabile nella mia vita..  
La smetto di tirarla per le lunghe lol
La seconda notizia è che i capitoli sono 24+ epilogo e voi siete al diciassettesimo capitolo, questo vuol dire che tra sette capitoli più l'epilogo la storia sarà finita!
Adesso passiamoa gli spoiler.
L'ultima parola che leggerete nell'epilogo è.. 'Fine'. No, okay scherzo lol l'ultima parola sarà 'consiglio' e la canzone del capitolo sarà 'Underwater' di Mika.

Uhm ho finito quello che avevo da dire lol
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che mi facciate sapere quello che ne pensate.

Vogliatemi un po' di bene, su lol Io ve ne voglio tanto.
A presto!


StewyT.


 

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Capitolo 19
*** E per quanto sarò la sua Brendy? ***


E per quanto sarò la sua Brendy?

 
«Devo parlarti!» urlo quasi a Jim appena si sveglia, lui scoppia a ridere e mi guarda interrogativo.

«Proprio adesso? Non puoi parlarmene dopo la colazione? Ho fame!»

Scuoto la testa. Perchè mi deve rendere tutto più complicato?

«No. Devo parlarti adesso!»

Sospira, si alza e si siede al mio fianco. Mi abbraccia e io arrossisco: spero vivamente che non voglia baciarmi. Quasi come se capisse il mio desiderio, non mi bacia. Mi guarda e sorridendo sussurra «Fammi per lo meno fare una doccia». Annuisco.

Alla fine ho ancora bisogno di qualche minuto per pensare bene a come dirgli quello che devo dirgli.

Jim si alza e si chiude in bagno, io accendo il cellulare.

«Mi manchi!».

Ecco, appunto. Solo Dan ci voleva per aiutarmi ancora di più ad innervosirmi.

Poso il cellulare sul comodino, e mi stendo di nuovo, iniziando a respirare lentamente.

Come si dovrebbe dire ad una persona che.. la si vuole lasciare?

Ripercorro l'idea che avevo, ma non mi sembra più buona. Niente mi sembra più buono. Kat.

«Hey!»

«Kat sto per dire a Jim che lo lascio!» sussurro.

«Finalmente!»

«Sì, ma già sto piangendo»

«Brendy, finiscila e calmati, cazzo.»

«Sì, mi calmo» non è vero, non ci riesco.

«Devi dirgli che non lo ami e che non vuoi farlo soffrire, né vuoi soffrire tu stessa, quindi non puoi continuare a prenderlo in giro e a farti prendere in giro!»

«Sì, userò proprio queste parole.»

Sospiro e chiudo gli occhi.

Come reagirà? Mi darà ragione o mi caccerà via dicendo che lui era innamorato di me? Ho paura.

Improvvisamente sento il cellulare di Jim squillare.

«Jim il tuo cellulare!»

«Lascialo fare» urla lui.

Io annuisco e mi alzo lentamente per vedere chi è, ma appena mi sporgo questo smette di squillare e si spegne.

«Cosa succede?»

«Stava squillando il suo cellulare.»

«Ti sei calmata un po'?»
«Sì». E invece no.

«Cosa hai detto a Dan?»

«Sa tutto. Jake gli ha detto che sarei venuta per lasciarlo e... Dan mi ha detto cose importanti, Kat»

«Carino»

«Ho paura!»

«Hai sempre paura di qualcosa, Bren!»

«Adesso ho paura di lasciare Jim e ho paura di Dan.» Butto la testa tra le mani, e ovviamente il cellulare mi cade dalle mani.

«Vaffanculo!» grido.

Jim grida dal bagno un: «Va tutto bene?»

«Non potrebbe andare meglio!» rispondo esausta.

Non vedo l'ora che tutto questo finisca.

«Kat sei ancora lì?»

«Va tutto a meraviglia, eh Bren?» dice, e immagino le sue labbra inarcarsi in un sorriso.

«Non ti ci mettere anche tu!»

«Sì, mamma arrivo! Che palle Bren. Devo scendere a dare una mano a mamma»

«D'accordo»

«Ti chiamo più tardi. Stai tranquilla, ti prego.»

«Ci provo!».

Stacco e mi stendo nuovamente sul letto.

Jim mi capirà. Anche lui non vuole stare con qualcuno che non lo ama. Lui merita molto di più.

Improvvisamente il suo cellulare si illumina e inizia a squillare: gli è arrivato un messaggio.

Non dovrei farlo, lo so, maledetta me, so che non dovrei impicciarmi dei suoi affari, ma lo faccio comunque.

Mi alzo e prendo il cellulare tra le mani. Non lo avessi mai fatto.

«Hey amore! Mi manchi da morire. Hai detto tutto a Brenda? Non vedo l'ora che tu torni. Ti amo!».

Mi manchi da morire?

Hai detto tutto a Brenda?

Ti amo?

Scherziamo?

Che diamine è questo messaggio?

Vado sugli altri messaggi, e ne trovo parecchi di simili, spediti tutti da Megan.

O cazzo. Non ditemi che quella «Megan» è.. Megan!

Mi gira la testa e mi viene voglia di vomitare, ma no, non lo farò.

Voglio delle fottute spiegazioni da Jim. Ero venuta per lasciarlo e non può farmi che piacere se anche lui vuole lasciarmi, ma voglio sapere tutto.

Prima di iniziare ad innervosirmi e fare altro, prendo il cellulare e mando un messaggio a Dan: «Dan, ti prego. Ho bisogno di te. Vienimi a prendere.»

Non so neanche se lo leggerà. Magari è ancora steso sul divano con qualche ragazza che gli dorme sopra. Fanculo anche Dan.

Prendo la valigia e la sistemo, mettendoci tutto quello che la sera prima avevo sparso per la camera. Appena esce Jim dal bagno mi si annebbia la vista, prendo il cellulare e glielo piazzo tra gli occhi.

«Jim cosa significa? Cosa cazzo devi dirmi?»

Arrossisce e mi guarda. Sembra un ebete. Idiota.

«Jim, parla. Avanti»

«Io... mi dispiace, Bren. Davvero non so cosa dirti»

«Cosa cazzo devi dirmi? Come fai a non sapere cosa dovevi dirmi? Dovevi lasciarmi? Vuole questo quella Megan? Se è questo che vuole, tranquillo, ti aiuto io. Ero venuta per lasciarti, perchè mi sono innamorata di un altro. Adesso avanti, spara. Dimmi perchè vuoi lasciarmi e dimmi chi cazzo è questa Megan!»

Mi guarda e vedo frustrazione, rabbia e odio nei suoi occhi. Cosa diamine avrà da odiare?

«Megan è.. la Megan di classe tua»

Scoppio a ridere. «Sei stato così coglione da metterla incinta? Come ho fatto a stare con te per tutto questo tempo? Porca merda!»

«Io.. mi dispiace»

«A me no. Mi stai aiutando a lasciarti. Da quanto va avanti? Sto ancora decidendo se lasciarti con un «restiamo amici» oppure se mandarti direttamente affanculo.» Abbassa lo sguardo mortificato.

«Da un anno»

«Cosa? COSA?» urlo in preda ad una crisi di nervi.

«Va avanti da un anno, Bren»

«Un anno? UN ANNO? Io sono venuta qui, mi sto facendo seghe mentali da una vita, per dirti che non sono innamorata di te e per questo ti lascio, per dirti che ho capito grazie ad un bacio di Dan che non volevo più stare con te e quindi non volevo illuderti e tu... mi dici che è da un anno che mi prendi per il culo? Hai idea di cosa hai appena fatto? Ti sei guadagnato un bel biglietto di sola andata per andare affanculo, ecco cosa ti sei guadagnato.»

Prova a prendermi per le spalle, ma lo strattono e lo spingo verso la porta del bagno.

«Sei un pezzo di merda, Jim. Non voglio mai più vederti in vita mia»

«Aspetta, Bren..»

Non gli do il tempo di dire altro, prendo il cellulare e la valigia, e corro via dalla porta, sbattendomela alle spalle.

Scendo velocemente di sotto, e Dan non è ancora arrivato.

Spero quanto meno che non scenda anche Jim a «spiegare altro». Proprio non lo sopporterei.

Mi viene da ridere e piangere allo stesso tempo.

Tutto è andato per il «meglio». Pensavo che sarebbe stato peggio lasciare Jim.

Allo stesso tempo però, tutto è andato per la peggio.

Come si fa ad essere ingannati per un intero anno e a non capirlo?

Se mi è successo adesso, con un idiota come Jim, potrebbe succedermi ancora e ancora e ancora.

Mi butto la testa tra le mani, e senza volerlo mi scende una lacrima.

Non vorrei davvero, e alla fine non piango neanche per Jim. Non mi importa di lui. Non ho fatto che sentirmi in colpa per lui e per il fatto che non lo amassi, ma lui non ha fatto che deludermi.

La mini rossa di Dan mi passa avanti, e vedo lui tutto occhi blu e sorriso aspettarmi.

Prendo la valigia, che butto sul sediolino di dietro, e mi siedo al suo fianco.

«Mi sei mancata da morire» sussurra stringendomi.

Non so perchè, ma tra le sue braccia sto così bene.

Si allontana leggermente e mi guarda.

«Cosa succede? Lo hai lasciato?»

«Ci siamo lasciati» dico con un mezzo sorrisino.

«E vuol dire?» alza un sopracciglio.

Mi erano mancati i suoi occhi blu, le sue labbra carnose e i suoi capelli neri.

«Vuol dire che mi tradiva da un anno con Megan di classe mia»

Improvvisamente sbianca come se avessi nominato chi sa chi, poi mi guarda

«Mi dispiace»

«Mi ha aiutato a lasciarlo e.. a capire che era la cosa giusta da fare».

Guardo dritta avanti a me, e vedo Jim, scendere mentre si abbottona ancora la camicia, e bussa al finestrino.

«Dan, ti prego, andiamo»

«Cosa succede?» mi chiede e io guardo verso Jim.

«Vai. Non voglio che mi parli di nuovo».

Dan è il tipo che scenderebbe dall'auto e lo riempirebbe di pugni, lo so, ma non voglio che lo faccia.

Come gli avevo chiesto, mette in moto, e corre via.

Mi sento libera da un peso. Adesso posso dedicarmi a Dan. Adesso non c'è più Jim il fidanzato rompiscatole che non è mai stato innamorato di me e del quale a mia volta non sono mai stata innamorata.

Il viaggio è durato così poco: nemmeno quindici minuti.

La macchina di Jim è ancora dietro la nostra, quindi inizio a lamentarmi.

Il biondo si avvicina verso di noi -sono stretta tra le braccia di Daniel- e mi viene da urlargli di andare via, ma Dan lo fa al mio posto.

«Va via» dice in tono minaccioso.

«Perchè dovrei? Chi sei?»

«Pensavo di essermi già presentato. Sono Daniel, piacere tutto tuo»

«Non me ne vado da qui fino a quando non dico a Bren quello che devo dirle»

«Tu te ne vai da qui immediatamente, invece»

Jim fa un passo verso di Dan, e lui a sua volta si allontana da me, per avvicinarsi a lui.

Cazzo. Ho paura.

Dan si avvicina minaccioso a lui.

«Se non me ne vado cosa fai?» Jim alza un sopracciglio mentre Dan scoppia a ridere, prima di scagliargli un pugno. «Ecco cosa ti faccio. Ne vuoi ancora, o te lo devo spiegare ancora?».

Jim gli da uno spintone, e poi un pugno, che Dan schiva, per schiantarne un altro nel suo stomaco. Jim si piega in due e sbianca. Cazzo, deve aver fatto male.

Dan si innervosisce ancora di più, e gli da un altro pugno- questa volta sul naso- e un altro nello stomaco.

«Okay. Okay, basta» urlo io prendendo Dan e spingendolo via.

«Basta. Jim vattene via. Ti avevo già detto che non voglio più vederti né sentire parlare di te». Spingo Dan per le spalle, e lo butto in casa.

«Cosa cazzo ti è preso? Non eri ad un incontro di Boxe, Dan»

«Ti ha fatta piangere»

«Ma sei impazzito? Cosa cazzo... ti sei bevuto il cervello?».

Gli do uno spintone, e corro in camera sua.

Avevo bisogno solo di lui. Solo che lui mi abbracciasse, invece si è scagliato contro Jim.

Svuoto la valigia, e poi quando lui inizia a bussare alla porta, esco.

«Cosa, vuoi tartassare di pugni anche me?» alzo un sopracciglio e lui mi guarda mortificato.

«Scusa, okay? Non volevo»

«Non puoi fare una cosa e poi giustificarti con un «non volevo», Daniel. Te ne rendi conto, vero?»

«Basta, Brendy. Adesso sembra che la colpa di tutto sia solo mia. Non prendertela con me».

«Hai ragione» faccio cadere le braccia lungo i fianchi, ma lui subito me le prende e le stringe dietro i suoi fianchi.

«Megan... è lei che... a dodici anni mi ha rifiutato facendomi fare una figura schifosa avanti a tutti. Non le bastava dirmi di no. Doveva umiliarmi, e come farlo se non con uno dei suoi scherzi stronzi e cattivi? Mi ricordo che disse che sarebbe venuta al ballo di fine anno con me, io ero felicissimo. Arrivato lì, la trovai al fianco di un altro, e fosse stata quella la cosa peggiore! L'altro mi riempì di botte, e tutti iniziarono a deridermi chiamandomi «ciccione». Cazzo, Brendy penso che sia stata la cosa più umiliante che mi sia mai successa. Un bimbetto grasso, tutto sudaticcio e pieno di sangue che viene deriso e preso in giro. Che schifo».

Lo guardo, e mi viene voglia di riempire di calci in culo quell'idiota che lo ha picchiato.

Lo stringo più forte.

«È per questo che hai picchiato Jim? Perchè lui è riuscito ad avere Megan e tu no?»

Questa domanda mi è uscita decisamente cattiva. Mi sento in colpa.

«Come ti viene in mente? Ho picchiato Jim perchè.. come cazzo fai a tradire una come te, Brendy? Io non lo farei mai, porco giuda. Te lo giuro sulla sigaretta di Gus. Non ti tradirei mai» gli sorrido e mi stringo a lui.

«Neanche io avrei mai rifiutato un bimbo come te»

«No? Non mi avresti rifiutato?»

Scuoto la testa.

«E adesso? Rifiuteresti uno come me?»

Arrossisco. No. Ovvio che no. Sono quasi innamorata di un ragazzo come te.

Mi limito a rispondere con un semplice «No»

«Quindi vorresti diventare la mia ragazza?»

«Daniel mi hai appena chiesto di diventare la tua ragazza. Hai capito che ho lasciato il mio ragazzo da neanche due ore? Non voglio avere una nuova relazione dopo due ore.»

«Quindi è un no?»

«No.» mi mordo un labbro.«Quello che hai detto ieri è vero, Dan?»

«Sì»

«Benissimo. Ho qualcosa da dirti anche io, allora» prendo un grosso respiro.

«La prima volta che sono entrata in questa casa avevo esagerati istinti omicidi, ti odiavo. Poi siamo diventati amici, e.. sei stato l'unico a leggere il mio libro preferito. Pensavo fosse solo perchè volevi portarmi a letto, e invece.. beh non sei riuscito a fare quello,non ancora per lo meno» sorrido e vedo lui che ride assieme a me«hai fatto molto di più.» mi stringo a lui e poggio la testa sulla sua spalla. «Penso di essere vicina ad avere ancora meno paura dell'amore» gli sussurro ad un orecchio.

«Ma... è presto. Non voglio baciarti o fare altro oggi. Ti prego, non spingermi a fare niente che io non voglia».

Lui annuisce.

Ha gli occhi esageratamente lucidi, e un grosso sorriso sulle labbra.

«E quindi sei innamorata di me?»

«Tu sei innamorato di me, Dan?»

«Quasi»

«Beh anche io sono quasi innamorata di te» gli sorrido e lui mi stringe forte.

«La mia Brendy»

«La tua Brendy» dico sorridendo contro la sua spalla.




E per quanto sarò la sua Brendy?





Spazio autrice.
Saaaale ragazze come va la vita?
Io sono di frettissina ho scuola guida praticamente tra dieci minuti e sono ancora qui lol
Uhm niente spero che questo capitolo vi piaccia!
Fatemi sapere cosa ne pensate del piccolo e dolcioso Dan cicciotto io penso che fosse adorabile comunque <3

StewyT.

Ps. grazie mille per tutte le recensioni allo scorso capitolo, giuro che appena posso rispondo a tuuuutte le recensioni. Vi adoro.

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Capitolo 20
*** Sei gelosa? ***


Sei gelosa?


Mi sveglio tra le braccia di Dan, che mi guarda sorridendo: mai risveglio fu migliore. Se penso che potrei svegliarmi così per le prossime settimane mi viene da ridere per la felicità.

«Ciao Brendy quasi innamorata di me» dice con un sorriso che va a un orecchio all'altro. Si butta sotto di me, in modo da farmi stare con la testa sul suo petto. Sento il modo in cui batte il suo cuore. Veloce, forte, frenetico.«Ciao Dan quasi innamorato di me» dico io a mia volta, e mi stringo di più a lui. Probabilmente a Dan non basta -anzi, ne sono quasi certa- ma già il fatto che riesco a stare stretta a lui, già avere le sue labbra sulla mia fronte, già essermi svegliata al suo fianco è tanto per me. Non mi era mai successo prima, e a dire il vero ne sono felice. Sono felice di avere poca esperienza. Voglio che tutte le mie esperienze migliori siano con Dan.

«Avevo pensato... ti va di venire a fare una corsa con me?» inarca un sopracciglio e mi sorride.

«Non sono proprio un tipo atletico, dovresti saperlo, ma ci vengo.»

«Perfetto». Si alza velocemente, e senza capire come mi ritrovo di nuovo con la testa sul cuscino. Peccato.

Daniel entra in bagno, e ne esce dopo dieci minuti in pantaloni da tuta neri, lunghi fino al ginocchio e canotta bianca. Spiegatemi come fa a essere così dannatamente bello anche in tuta.

Dieci minuti dopo esco io dal bagno, e non sono esattamente bella come lui.

I suoi pantaloni mi vanno larghi, ma meglio così, starò comoda, la maglia è sempre esageratamente lunga, e quindi annodata; ho i capelli legati in un codino e le guance rosse. Daniel mi fa male. O forse bene?

Dan è di sotto, quindi lo raggiungo. Mi sorride e mi porge un frappè.

«Cioccolato e nocciola. Spero vada bene»

«Sei pieno di risorse, Daniel Harrow. Sai anche fare frappè»

Lui scoppia a ridere e beve un sorso del suo. «Sono un uomo da sposare».

«O da evitare? Il confine fra i due non è così distante»

«Per te sono di sicuro da sposare. Insomma sono bello, intelligente, leggo buoni libri. Cosa puoi desiderare di più?»

«La modestia è il tuo forte, devo dire».

Rido, e lo trascino fuori con me.

«Comunque il frappè era buono» gli do uno schiaffetto dietro la nuca, e prendo a correre.

«Quanto vuoi correre?»
«Non lo so. Ce la fai a fare un kilometro e mezzo? Non vorrei ucciderti»

«Uhm... proviamo».

Daniel inizia a correre e io ammiro le sue gambe che si flettono e si rilassano, il suo petto che si alza e si abbassa.

Sono dannatamente cotta di lui.

Sono un'idiota.

Inizio a correre anche io, e mi tengo qualche passo dietro di lui.

Come era la teoria di Zenone? Se in uno stadio una tartaruga ha un vantaggio, anche contro Achille, questo non riuscirà mai a vincerla. Potrà avvicinarsi a lei, ma mai superarla.

Non siamo proprio in uno stadio, ma le stradine sono larghe e piene di curve, e io sto per morire.

Corriamo da solo venti minuti e già mi sono fermata cento volte per riprendere fiato e respirare.

Aiutatemi. Chi me lo ha fatto fare? Ma tu guarda per amore cosa si fa.

Mi viene da sorridere «per amore». Non avrei mai immaginato di poter pensare di essere innamorata davvero di qualcuno.

Mentre vedo Dan sorridermi e correre penso che in fondo la differenza tra «quasi innamorata» e «innamorata» è larga quanto una lastra di vetro sottilissima. Io sono davvero innamorata e sono davvero ricambiata. Chi lo avrebbe mai detto.

«Allora sei stanca?» urla lui. Io fatico persino a rispondere.

Sì. Direi di sì.

Mi fermo un secondo, poi però corro più forte di lui, e fanculo lo stadio e Zenone, lo raggiungo e lo supero -di una decina di passi miei che equivalgono a cinque passi suoi- .

«Non sono stanca» urlo, ma lo sto facendo solo per fare bella impressione. Sto per morire.

Sento Dan ridere. Se ha capito che sono stanchissima, oltre che sudatissima e puzzolentissima, mi conosce davvero bene.

Arriviamo in un piccolo spiazzato d'erba. È bellissimo. L'erba è alta, umidiccia e profumata; c'è una piccola fontanella all'estremità del campo, e io punto dritta verso di lei. Ho finito l'acqua praticamente dieci passi dopo casa, e sto morendo di sete.

Daniel mi chiama, mi giro verso di lui, e addio fontanella.

È incantevole. Ha gli occhi blu così scuri e scintillanti da sembrare mare intrappolato in due bicchieri; le labbra inarcate sul sorriso e due chiazze rosse al posto delle guance. Dio, aiutami.

Non ho il tempo di chiedergli cosa vuole, che mi si avvicina e mi svuota la sua bottiglina in testa.

«Complimenti. Hai vinto. Questo era il tuo premio» dice scoppiando a ridere.

Gli urlo contro uno «Stronzo» e mi butto su di lui. Il risultato? Lui cade e mi trascina con se. Sono seduta sulle sue gambe, il viso a pochi centimetri dal suo.

Maledetto il momento in cui ho detto «sì, vengo a correre con te.». Non avrei dovuto farlo.

«Mi consideri ancora stronzo? Dai, guarda di cosa ti stai beando».

Gli do un pizzicotto e lui ride.

«Sei bellissima».

E mi sa che mi sta prendendo esageratamente per il culo.

Ho praticamente la faccia viola, la fronte sudata e i capelli incollati addosso.

Non sono neanche minimamente guardabile e per lui sono «bellissima», sta male.

«Cosa vuoi?» gli dico inarcando un sopracciglio.

Mossa sbagliata, Brenda.

Dan si muove velocemente e mi stende sull'erba fresca, mettendosi sopra di me.

«Voglio te». Sospiro rumorosamente.

«Smettila»

«Di fare cosa, Brendy?»

«Di flirtare con me» dico ridendo.

«Non lo sto facendo»

«No?» alzo un sopracciglio.

«Per lo meno Augustus lo avrebbe ammesso»

«E vabbene. Lo ammetto. Ma mi piaci. Non posso farci niente» il suo alito fresco mi arriva dritto in faccia. Siamo così vicini che se allungassi di un centimetro il collo lo bacerei.

Non lo fare, Brenda.

«Ti piaccio?»

«Okay, sono quasi innamorato di te».

Scuoto la testa. «Daniel se scopro che fai tutto questo solo per portarmi a letto... ti uccido»

«Diciamo che quello è il mio secondo fine» rido.

«Il primo sarebbe?»

«Farti innamorare totalmente e incondizionatamente»

«Al punto di risponderti con un «Daniel. Daniel ti amo, ti amo» al telefono?» dico imitando quella che secondo me sarebbe potuta essere la voce di Hazel Grace nel momento in cui nel bel mezzo di notte squilla il suo telefono.

«Mi stai dicendo che mi ami?» dice lui. Gli occhi gli brillano, sorridono anche loro.

«Certo che no»

«Prima o poi me lo dirai?»

«Non posso dire cosa farò prima o poi».

Sospira e io lo seguo a ruota.

«Mi stai facendo impazzire, Brenda».

«Brenda?»

«Sì. Sono arrabbiato con te».

Sbuffo divertita. È carinissimo con il musone. Ho così tanta voglia di baciarlo.

Perchè devo privarmene?

Non dico niente, prendo solo il suo viso tra le mani, lo avvicino quel poco che basta a me,e lo bacio.

Vedo i suoi occhi spalancarsi per un secondo. Non riesce a capire perchè io l'abbia fatto, ne sono certa; subito dopo però mi sta già stringendo, sussurrando qualcosa che presa dal momento di foga non capisco, e baciando forte.

Lo allontano, quando le sue mani si muovono e iniziano a vagare sulla mia schiena.

«Adesso rifiuteresti uno come me?» mi dice sorridendo.

«No» rispondo di nuovo.

«Allora vuoi essere la mia ragazza?»

«È presto» mi alzo e lo tiro su con me.

«Sei stronza. Tanto»

«Mi piaci, tanto» dico stringendomi a lui.




__________._____________._______________




«Allora sei pronta?» Mi grida Dan.

«Due secondi». Poso tutti i trucchi nella borsetta ed esco dal bagno.

«Eccomi». Non indosso niente di particolare, solo dei pantalonicni di jeans e una camicia blu lunga, eppure lui mi guarda come se fossi Madonna scesa dal suo trono di cristallo per dedicargli una canzone.

Io dal canto mio, non riesco a distogliere gli occhi da lui.

Ha quei pantaloni corti bianchi che mettono in risalto le sue gambe, quella camicia blu arrotolata sulle braccia che invece mette in risalto addominali e braccia. Sospiro. Non ci siamo più sfiorati da quel bacio, e non ho voglia di fare altro.

Daniel sorride,e mi trascina via correndo.

«Jake ci aspettava al Falling Stars alle nove»

«Sono le nove e un quarto. Capirà» dico ridendo a mia volta.

Daniel fa tutto in fretta, e mi fa venire l'ansia. Mi spinge sulla sua moto, mi attacca il casco, stringe le mie mani ai suoi fianchi.

«Non so se tu ci sia mai salita su una di queste cose, ma stringiti forte» dice, poi parte e io mi stringo davvero a lui -non solo perchè ho paura, ma anche perchè è bello stringerlo tra le braccia.

Il falling Stars è illuminato e bello come sempre. Si sente la musica pompare nelle casse, la serata è già iniziata, e infatti Jake, David ed Amy sono già seduti al tavolo; io e Dan prendiamo due birre e li raggiungiamo. Amy si alza sorridendo e mi abbraccia «Ci sei mancata in questi due giorni» ricambio l'abbraccio sorridendo. È troppo carina. Jake mi sorride e mi urla « mi devi un ballo, signorina» annuisco e mi siedo al tavolo.

«Allora come è andata?» chiede David. Tutti sono curiosi, eppure tutti sanno quasi tutto. Scuoto la testa contrariata «Diciamo bene. Sono stata tradita per un anno, quindi non è stato poi così difficile lasciare Jim»

«Cosa?» urla quasi Amy.

«Mi tradiva con una stronza e... meglio così. Mi ha reso la vita più facile» dico sorridendo.

Dan è tutto allegro e pimpante; non fa che lanciarmi sguardi maliziosi, avvicinarmi e poi allontanarmi. Si lamenta dicendo che lo farò impazzire. Per il momento l'unica che impazzisce sono io.

«Una domanda» sussurra al mio orecchio. «Non sei ancora la mia ragazza, giusto?»

«Giusto» dico io sorridendo.

«Allora non sarà tradimento» borbotta lui. Io rido ancora e senza neanche mandarlo affanculo mi alzo e mi avvicino al bancone.

Non è ancora il mio ragazzo, e se tocca un'altra non lo sarà mai.

Jake mi segue, e prima che io prenda la birra mi tira a ballare in pista.

«Allora?» dice sorridendo.

«Tu, brutto stronzo, hai spifferato tutto a Dan»

«Voleva venire a spaccare la faccia a quell'idiota per riportarti a casa. Continuava a ripetere 'devo essere io ad averla. Io la amo. Lui no.' È stato uno strazio, Brendina, davvero!» mi mordo un labbro.

«Ti perdono»

«Grazie».

«Davvero ha detto che mi ama?» annuisce e io sorrido.

«Come stai?». Prendo un grosso respiro. Mi sento in colpa a dire 'benissimo', ma cavolo, è così che sto.

«Innamorata» dico sorridendo. «Di quel deficiente» indico Dan che parla con la tipa rossa che odio, e mi guarda sorridendo. Stronzo. Potrei ucciderlo.

«E così il mio migliore amico si è trovato la ragazza» sorride.

«Non sono ancora la sua ragazza. Dipende tutto da questa sera»

«Lui già ti ci considera»

«Potrebbe sbagliare, allora». Mi stringe e ride.

«Non farmelo soffrire.»

«Tu non l'hai proprio più cercata quella tipa?» Jake alza un sopracciglio. «Avanti, quella di cui pensavi di essere innamorato..»

«Brendina hai memoria lunga per queste sciocchezze, vero?»

«Già..».

Lui ride e si allontana. «Io voglio sapere. Non vale. A te ho raccontato tutto».

Urlo, ma facendo finta di niente ristorna al tavolo. Sbuffo divertita, e dopo aver preso una birra raggiungo tutti -compresa la rossa seduta su una sedia, questa volta.

«Allora come va?» dice Dan sorridendomi.

«Alla stragrande, Daniel, a te?»

«Ti presento Clara» le sorrido falsamente.

«Piacere» dico io acida stringendo la sua mano. «È la tua ragazza?» chiedo.

Lui mi sorride.

Se uno nasce stronzo, ci muore pure.

«No» dice le «pensavo fossi tu la sua ragazza..»

«Oh,se fosse il mio ragazzo non verrebbe a letto con te, non credi?»

«Ma io..».

Fanculo entrambi.

«Io penso di voler andare a casa» dico interrompendola.

«Ci vediamo domani per la partita di paintball, okay?» mi alzo, do un bacio su una guancia a Jake Amy e David, e dopo aver salutato Clara, vado via.

Mi ritrovo avanti a Dan che mi guarda divertito.

«Gelosa?»

«Per niente. E spostati». Lo butto, lui mi tira verso di se e mi infila il casco, poi mi spinge sulla moto e parte.

Arriviamo a casa, e io faccio di tutto per non parlargli.

Non sono arrabbiata davvero. Insomma non ci ha fatto niente con Clara, non questa volta, per lo meno. Li ho guardati tutto il tempo.

Mi stendo sul letto, dopo essermi fatta una doccia, ed essere tornata il mostriciattolo senza trucco di sempre.

Daniel esce dopo poco dal bagno, ovviamente in boxer.

Maledetto lui e il suo fisico perfetto.

Si stende sul letto, e io mi giro dall'altra parte, lui ride e mi tira verso di se, girandomi; mi sta usando manco fossi una bambola.

«Sei gelosa, davvero?» ride.

«non lo sono. Non sono gelosa della tipa»

«E di me?»

«No, Daniel non lo sono»

«E se fossi la mia ragazza?»

«Lo sarei.»

«Quindi sei la mia ragazza» dice con aria soddisfatta.

«Non lo sono»

«Lo sei»

«No.»

«Sei gelosa»

«Non lo sono. Perchè dici che sono gelosa?»

«Perchè te ne sei andata infastidita, quando mi hai visto con Clara»

«Solo perchè mi stai dietro da due giorni con questa storia del 'sei la mia ragazza?' e poi appena vedi quella ti scordi di me.»

«Hai ragione. Non sei gelosa, sei gelosissima» ride e mi stringe di più a sé.

Io mi distacco e gli salgo sopra a cavalcioni. «Ci saresti andato a letto con quella, questa sera?»

«Questa sera e domani, dopodomani e ancora dopodopodomani, andrei a letto solo con te, Brenda» mi prende il viso tra le mani.

«Sono un po' gelosa»

«Io lo sono tanto. Guai a chi ti guarda»

«Ti piaceva la rossa?»

«No»

«Una volta l'hai baciata»

«L'avevo scambiata per te. Ricordi?» scuoto la testa e sbuffo.

«Sì» dico, ma non è un 'si lo ricordo', è un 'sì, voglio essere la tua ragazza'.

Lui mi sorride. «Menomale»

«Dan il sì era per il 'Vuoi essere la mia ragazza?'»

«Cosa?»

«Vuoi essere il mio ragazzo?» chiedo.

Sto correndo troppo, lo so, ma non mi frega. Ho poche settimane con lui. Devo godermele.

Lui non risponde, mi attira verso di se, e mi bacia, facendo intrecciare labbra, lingue, mani. Si allontana quando non ha più il respiro.

«Secondo te?» sussurra.

«Forse sì»

«Forse?» alza un sopracciglio. «Ti adoro, Brenda».

Mi stringe.

«Ti ci vorrà un altro po' di tempo per portarmi a letto»

«Non mi interessa.» scuote la testa. «Voglio solo che tu stia con me»

«Sto con te»

«Sicura?» annuisco.

«E tu sei sicuro di non voler più andare a letto con nessuna?»

«Con nessuna esclusa te? Sicurissimo». Rido e nascondo il viso sul suo collo.

«Stiamo correndo troppo. Lo so, ma abbiamo poco tempo» Dan non mi permette di parlare, mi bacia di nuovo, e a me piace essere baciata da lui.

Le sue mani si muovono in modo dolce e calmo sulle mie spalle, le mie cercano i suoi capelli neri; le mie labbra cercano le sue e sono felice quando i nostri respiri si uniscono.


Sono innamorata.




Spazio autrice.
Saaaaaaaaaaaaaaaalve gente!
Scusate se non posto da parecchio ma:
1)sono stata impagnatissima;
2)non ho riscontrato molte recensioni nell'ultimo capitolo e la cosa non mi è piaciuta tanto, perchè quello era davvero un capitolo che mi piaceva.
Ad ogni modo ad ognuno i propri capitoli lol
Uhm voi che mi dite? Come va la vita? La scuola già mi ha stressata T^T non vedo l'ora che finisca (e non è neanche ancora iniziata :O).
Evvabbè vado a.. indovinate cosa? Se avete pensato qualcosa come 'a studiare', brave, vi meritate una caramellina; è proprio quello che devo andare a fare :(

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che mi facciate sapere cosa ne pensate.
Grazie sempre per aver letto, vi adoro quasi quanto Dan aora il suo dragone <3

StewyT.


 

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Capitolo 21
*** Ti vivo. ***


Ti vivo.
 
Ho una voglia matta di allargarmi e prendere mezzo letto per me, ma le mani e le gambe di Dan -strette completamente attorno al mio corpo- non me lo permettono, quindi resto ferma, per qualche minuto, fino a quando non do un leggero morso sulla mano di Dan, e lui si allontana.

«Hey» dice ridendo.

«Buongiorno» gli sussurro con voce roca e impastata.

È così esageratamente bello, sul serio.

Gli occhi sono limpidissimi, e ha un sorriso mozzafiato dipinto sul volto.

Mi accarezza dolcemente.

«Come hai dormito?»

«Benissimo» sussurro. «tu?»

«Non ho dormito»

«Cosa?» alzo un sopracciglio e rido.

«Come potevo mai dormire sapendo di averti al mio fianco? Eri dolcissima. Non riuscivo a non guardarti».

Arrossisco tremendamente e rido. «Finiscila» gli do un buffetto sul braccio e lui mi si avvicina. Non appena le sue labbra sono a pochi centimetri dalle mie mi scatta un allarme in testa.

Bacio. Dormire. Alito. Denti. Bacio. Dentifricio.

Scatto e corro a chiudermi in bagno.

Mi lavo i denti velocemente, ed esco fuori.

Dan è rimasto ad occhi sbarrati e mi guarda stranito. Io gli sorrido debolmente e mi metto nuovamente sul letto, sedendomi a cavalcioni su di lui, che prende a sorridere.

«Perchè sei scappata così?»

«Mi ero appena svegliata» dico con un'alzata di spalle.

«E allora?»

«E allora volevo lavarmi i denti».

Lui scoppia a ridere, e poi mi ferma la testa, raggiungendomi e baciandomi forte. Fa scontrare le nostre labbra, le nostre lingue e le nostre mani.

Da quanto desideravo poterlo baciare così. Poter avere i suoi occhi così vicini da poter distinguere le scaglie azzurrine e quelle nere disperse nell'oceano di blu.

«Brendy mi giuri di essere davvero interessata a me?»

«Dan, il puttaniere tra i due eri tu» dico alzando un sopracciglio «Se sto con te è perchè mi piaci, e pure tanto»

«Da quando?»

«Non lo so con precisione. Forse da quando mi hai chiesto quale fosse il mio libro preferito,o da quando Jake ci ha dato quell'obbligo. Magari dopo il tuo bacio. Non lo so. Tu?» sospiro contro le sue labbra e lui mi guarda interrogativo.

«Io penso di essermi innamorato di te molto prima.»

«Tipo?»

«Tipo da quando ho iniziato a trattarti male. Sai la paura di non essere ricambiato e via dicendo!»

«Aspetta» lo fermo e lo guardo negli occhi. I miei sono languidi e pieni di lacrime. Potrei piangere.

«Cosa ho fatto?» dice alzando le spalle.

«Hai detto che pensi di esserti innamorato di me»

«E allora?»
«E allora non... avevi detto di essere quasi innamorato di me»

Quel maledetto quasi fa la differenza per me.

Lui sorride «Allora mi sono sbagliato» Ecco. Adesso ci aggiunge il 'quasi'.

«Sono follemente innamorato di te» sussurra prendendomi il volto tra le mani.

«Lo giuro, Brendy»

«Io... tu...» Sembro un'ebete. Come dovrei reagire a Daniel che mi dice quello che avrei sempre voluto sentirmi dire nel modo più vero e semplice?

Mi abbasso e faccio scontrare le nostre fronti.

«Hai superato la tua paura?» dico in un sussurro.

«No. Non ancora. Ma.. abbiamo parecchio tempo, non credi?»

Annuisco e mi abbasso sulle sue labbra; questa volta lo bacio io, facendo scontrare dolcemente le nostre labbra. Mi stringo forte a lui, e porto le mani all'altezza del suo petto nudo. È così liscia la sua pelle. Inizio a sfiorare con le labbra il suo collo, poi ci lascio su dolci scie di baci.

«Brendy?»

«Mh?» sussurro lasciando ancora un bacio sul suo collo.

«Non trovi che questa posizione sia sconveniente se non vuoi fare l'amore con me adesso? Potrei soffrire e non poco» dice e abbassa leggermente lo sguardo.

Io scoppio a ridere, non dovrei, lo so, eppure lo faccio. Gli lascio un bacio sulla guancia e con un balzo scendo giù dal letto.

Non avrei mai pensato di fare un effetto simile su un ragazzo, né tanto meno su un ragazzo come Dan.

«Vado a preparare la colazione!»

«Io vado a fare una lunga doccia fredda» dice in modo comico.

Daniel mi ha appena confessato di essersi innamorato di me. Innamorato, non quasi innamorato e la differenza tra le due è tanta.

Anche io sono innamorata di lui. Completamente e incondizionatamente innamorata di lui.

Mi sono innamorata di lui come ci si addormenta: piano piano e poi tutto in una volta.

Quanto poteva avere ragione Hazel?

Mi sono innamorata di lui così, senza neanche accorgermene, ed è la cosa più bella che mi sarebbe mai potuta capitare.

Dan è avvolto in un asciugamano che gli copre solo le parti basse, e menomale! Non avrei sopportato di vedergli una maglia. Ha gli addominali troppo belli per essere coperti.

Lo aspetto con un pezzo di cornetto alla nutella in bocca, e lui mi guarda sorridendo. «Cosa hai preparato? Hai mica bruciato qualche uovo?»

Rido. «Sono passati più di due mesi, Dan. Più di due mesi»

«Tu non sai quanto ho riso quella notte» confessa «Avevi un'espressione così... strana. Eri un misto tra 'adesso uccido quell'idiota' e 'ho talmente fame che quell'idiota quasi quasi posso farlo a forno e mangiarlo'!».

Scoppio a ridere.

Si siede al mio fianco e beve un sorso del suo caffélatte, poi morde il suo cornetto. «Ah, adesso dimenticavo. Tra un'ora abbiamo una partita a paintball. Giochiamo io e te, contro David,Amy e Jake con una sua amica»

«La ragazza che lui ha mollato?» chiedo speranzosa.

«No» scuote la testa e addenta di nuovo il cornetto.

Lo guardo masticare, e vorrei essere la sua mascella. Si muove così sinuosamente.

È proprio vero: l'amore fa vedere tutto in modo diverso.

«Ricordi quando poco tempo fa abbiamo parlato dell'amore?» dice sorridendo.

«Ricordo quanto ti ho odiato in quel momento, e quanto avessi ragione, Dio mio. Io non amavo Jim, e lo sapevo, e lui non mi amava e mi tradiva da tempo. Avevi ragione su tutto»

«Tranne che sull'amore. Non ne sono ancora convinitissimo, ma cazzo, l'amore sembra esistere» gli sorrido.

«Come ci si può innamorare in così poco tempo?» chiedo osservandolo attentamente.

«Nessuno ti ha mai detto che il confine tra l'odio e l'amore è di un passo?» dice, poi beve un sorso dalla sua tazza. «Davvero, il confine è sottilissimo. C'è chi non riesce ad oltrepassarlo e poi ci sono quelli come noi».

«Sono felice di essere riuscita a fare quel mezzo passo, Dan»

«Anche io» mi accarezza una guancia»

«Che poi» inizio io. Eccola una domanda rompicervello sta arrivando! «Chi ha deciso che questo sentimento così forte dovesse chiamarsi amore? Cioè a me sembra così tanto finta, ormai, questa parola. Ha perso significato. Come la parola sempre e la parola infinito. Sono diventate così frequenti che sono finite per perdere il loro vero significato.» lui sorride.

«Mi mancavano questi discorsi. Sono stati loro a farmi innamorare di te» dice stringendo una mia mano.

«Comunque se non ti piace come parola, possiamo cercarcene una nostra, no?»

«Ti vivo mi sembra molto più forte di un ti amo, non credi? Insomma se ti amo vuol dire che provo quel grosso sentimento per te, giusto? E ti vivo? Per me vuol dire che provo un sentimento così forte da voler mettere tutto da parte e farmi guidare da te per stare sempre al tuo fianco, seguirti sempre e viverti. E poi chi ha sempre la fortuna di vivere un amore? Non tutti, e non tutti hanno la fortuna di vivere a lungo. Mi sembra un buon sinonimo per il nostro amore, no?»

«Facciamo che il nostro 'ti amo' diventa un 'ti vivo', okay?»

«Okay» annuisco io sorridendo.

Questo ragazzo mi spiazza sempre di più. Andando così, riuscirà presto a farmi dire il nostro speciale 'ti vivo'.







Fortunatamente è una bella giornata. C'è un sole fortissimo, e fa talmente caldo che diventa difficile anche tenere addosso le tute antinfortunistiche del paintball.

Mi avevano detto che sarebbe stato divertente, e in effetti è così.

Io e Dan abbiamo scelto il blu come colore. Okay, l'ho scelto io. Mi piace un sacco il blu, mi ricorda i suoi occhi.

Jake mi ha fatto conoscere la sua amica, che come dice lui, non è altro che un'amica come me. Ci credo. Non lo vedo chi sa quanto attratto da lei, anche se penso che se lei ci stesse, se la porterebbe a letto per una notte.

Mi dispiace per lui. Prima mi sentivo meno in colpa, perchè prima come lui non avevo mai provato il vivere. Non avevo mai avuto le farfalle nello stomaco e non ero mai stata sul punto di svenire dalla voglia di abbracciare qualcuno. Invece da un mese a questa parte mi è successo spesso con Dan, e adesso che so che lo stesso vale per lui, mi sento in colpa, perchè io sto per vivere, Daniel sta per vivere, e Jake si è lasciato scappare questa opportunità tempo fa.

Mi distraggo un secondo, e una palla rossa- David ed Amy hanno scelto il rosso- mi si scaraventa addosso. Adesso sulla tuta blu ho una macchia rosso scuro. Mi ricorda il sangue.

Perchè l'amore ha come colore simbolo il rosso?

Perchè il sangue con cui viviamo è rosso?

C'è forse un collegamento tra i due?

Quando ami, o meglio, vivi, alla fine la persona per cui faresti tutto, ti entra dentro, nel sangue, e diventa parte importante della tua vita.

Amy mi corre incontro. «Allora? Cosa fai, non mi spari?».

Resto immobile. Le mie seghe mentali non dovrei farle mentre gioco a paintball. Rischio di essere sparata di nuovo da Amanda.

«Scusa» sussurro.

Lei mi tira con se dietro un grosso materasso nero, si abbassa e mi tira giù.

«Hai detto che sarei stata la prima a sapere tutto» dice mettendo un muso.

«non mi hai ancora detto niente, e tra te e Dan è successo già parecchio. Parla» ha un tono minaccioso,che mi fa ridere.

«Avevi ragione»

«Ma davvero?» ridiamo. «Lo ami?»

«Diciamo che sono sul punto di viverlo»

«viverlo?»

«l'abbiamo deciso io e Dan. Il 'ti amo' ci sembrava un po' scontato per due come noi». Lei ride.

«State ufficialmente assieme?»

«Penso di sì. Mi ha chiesto di essere la sua ragazza»

«Non posso crederci» dice.

In questo esatto momento mi sembra di parlare con Kat. Lei non lo sa ancora, e non va bene. Sarebbe dovuta essere la prima a saperlo. Quando ho avuto un problema ho contattato lei. Questa sera la chiamo immediatamente.

«neanche io, Amy. Mi sembra così.. impossibile»

«Cosa?»

«Che Dan possa provare qualcosa per me» lei scuote la testa.

«Ho sempre pensato che tu potessi salvarlo»

«Da cosa?» dico inarcando un sopracciglio.

«Dalla sua paura e da se stesso».

Le sorrido.

«Torniamo fuori?» indico il boschetto «Alleati con me, David, Jake e Iz. Spariamo Dan. Gli mancano solo due colpi per perdere»

Rido. «Perchè no, quando abbiamo giocato con la panna lui si è alleato con voi contro di me. Sono pronta».

Sorrido, e le sparo. «Scusa» urlo correndo incontro a Dan «Te lo dovevo».

Dan è nascosto dietro un muro di plastica blu, e mi sorride.

È così carino tutto sporco di rosso e giallo, con quella tutina blu stretta addosso.

Lo tiro verso di me e lo bacio.

«A cosa devo questo bacio?»

«Non posso baciarti senza una ragione?»

«Non lo so. Non mi fido»

«Ah no?»

«No»

«Vabbene» faccio per allontanarmi, ma lui mi tira di nuovo verso di sé.

«A cosa devo questo bacio?» chiedo io divertita.

«Non posso baciarti senza una ragione?»

«Non lo so. Non mi fido» sussurro al suo orecchio.

«Ah no?»

«Mh...» sparo un colpo dritto al suo cuore. La sua tutina blu si macchia di altro blu. Magari il colore del nostro 'ti vivo' potrebbe essere il blu.

Blu come il sangue deossigenato che porta il sangue dal cuore ai polmoni. Quello che serve per respirare, per vivere.

Lui mi guarda interrogativo. «Hai perso, mi dispiace» sussurro al suo orecchio.

«Ma non vale! Eri mia alleata!»

« Non potevo. Avremmo perso sicuro. Mi alleo sempre dalla parte del più forte, io» dico ripetendo più o meno quello che mi disse lui dopo la battaglia di panna.

«Sei una stronza» sussurra abbracciandomi.

«Lo so» gli dico mordendogli il labbro inferiore.

Dan si allontana e urla. «Che la guerra finisca. Ho perso io. La mia ragazza stronza si è alleata con il nemico»

«La tua ragazza?» urla Jake sbucando fuori da un cespuglio «E quando volevi dircelo?»

«Ve l'ho appena detto» dice sorridendo.

«Io l'ho saputo per prima!» urla Amy.

«Stronzo. Dovevo essere il primo a saperlo!» dice Jake sbuffando, poi gli spara un colpo giallo sul viso, e io scoppio a ridere. È bellissimo anche di giallo. Come si fa?




Chiudo gli occhi, e sento i risolini, le urla e i lamenti degli altri.

Mi sembra così impossibile. Due mesi fa bestemmiavo in turco perchè non volevo venire qui, adesso non andrei più via. Ho trovato tutto quello che effettivamente a casa non ho mai avuto -escludendo Kat-.

Degli amici splendidi, coglioni e idioti,che di migliori non ne avrei mai trovati; un ragazzo, che anche se già conoscevo non pensavo di poter amare.

La mia situazione con Dan mi ricorda incredibilmente la strofa di una canzone, magari abbiamo trovato anche la nostra canzone.

Dopo il «vivere» e dopo il colore «blu», la nostra strofa potrebbe essere questa.




It's too late to cut you out. You are in my blood, you gonna spread

Your smell, your taste, your laugh stuck in my heart and trapped inn my head

But now I'v got you and I can't imagine any day without you.




È troppo tardi per tagliarti fuori. Sei nel mio sangue, ti espanderai.

Il tuo odore, il tuo tocco, la tua risata hanno fatto breccia nel mio cuore e sono impressi nella mia testa.

Adesso che ti ho, non riesco ad immaginare un giorno senza te.




E onestamente io, non voglio neanche immaginarlo un giorno senza Dan.

Una vita senza questa estate.



Spazio autrice.
Saaaaaaaaaaaalve gente :3
Come va? Io sto congelando! 
È arrivato il freddo da due giorni? E già sono stanca e voglio il caldo lol
Ad ogni modo ho deciso di postare anche se le recensioni stanno visibilmente diminuendo e la cosa mi dispiace molto perchè a parer mio stiamo entrando nella fase più dolciosa della storia. Avete tutte conosciuto il Dan stronzo e la Brendy acida, quindi pretendo che voi conosciate anche il Dan amorevole e la Brendy dolce; davvero dovete farlo!
Uhm niente, speor che il capitolo vi piaccia, e spero di ricevere qualche commento (anche negativo mi va bene :3).
A presto, spero.
StewyT.

Ps -5 al finale :3

 

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Capitolo 22
*** Ama e vivi per sempre. ***


Okay di solito non scrivo mai qui su, ma adesso devo dirvi due cosine:
1)ci sono degli spoiler di diversi libri, ma sono messi in evidenza da una scritta rossa, quindi se li state leggendo non leggete quella parte scritta piccolissima;
2)è la prima volta che scrivo una scena d'amore come quella che troverete qui sotto, di solito mi limito a molto meno come 'ci amammo', ma no! Questa storia mi è entrata davvero dentro e volevo che fosse tutto un po' più speciale. Non vi anticipo nulla, su. Spero vi piaccia. Ci leggiamo giù.

 
Ama e vivi per sempre.
 
Daniel mi sveglia lasciandomi una scia di baci sul collo.
Forse, mai risveglio è mai stato migliore, o ancora meglio, mai settimana è stata migliore.
Mancano tre settimane all'arrivo dei nemici, o più propriamente, all'arrivo dei miei genitori e già mi sto deprimendo. Non andrei mai via da questo posto.
Mi giro verso di lui e gli sorrido.
«Come va?»
«Benissimo».
Fa per avvicinarsi e lasciare un bacio sulle mie labbra, ma si allontana ridendo.
«Mi ero dimenticato del tuo rito!» dice con un musetto stupendo.
«Già». Mi alzo, corro in bagno e dopo aver lavato i denti mi tuffo di nuovo tra le sue braccia, stendendomi sul letto, e poggiando la testa sul suo addome liscio e perfetto.
«È stata la settimana più bella della mia vita, questa»
«Pensavo che tutti questi mesi fossero stati i più belli della tua vita» sussurra con un'alzatina di spalle prima di abbassarsi e lasciare un bacio sulle mie labbra.
«Io potrei quasi pensare di rapirti, Brendy. La vita sarebbe più facile con te al mio fianco»
«Io potrei pensare di venire all'università qui» dico sorridendogli.
«Davvero?»
Annuisco. La vita qui sarebbe molto più facile anche per me.
«Ti adoro» sussurra al mio orecchio, e poi inizia a lasciare dei baci sparsi sul mio collo. Ricordo quella sera alla casa sul lago, l'obbligo, le labbra calde sul mio collo sudato, il mio cuore che batteva veloce e impaurito. Non è rimasto niente di quella sera, se non i baci. Adesso ci siamo io e lui, in casa sua, le sue labbra calde sono sul mio collo, e il mio cuore batte veloce, ma per la felicità e la voglia di essere tutto per lui, di viverlo.
«Dan» lo chiamo mentre le sue labbra sono ancora sul mio collo «Non è che potresti accompagnarmi da Setta?»
«Perchè vuoi andare da Setta?» mi chiede con un guizzo di curiosità negli occhi.
«Boh, per parlarci un po'.» gli do un buffetto sul collo «Ma per un tatuaggio, no?»
«Vuoi farti un tatuaggio?»
«Esatto» annuisco felice.
«E cosa vorresti?»
«È un segreto».
Non gli dirò mai cosa voglio tatuare.
L'ho detto solo a Kat, che appena lo ha saputo ha detto qualcosa come «sei pazza» seguito da una risatina e da un «ma è una cosa dolcissima, e io vi shippo esageratamente» che detto nella lingua di tutti i comuni mortali vuol dire che ci adora come coppia, che ci vede bene assieme.
Lo usiamo noi «fangirl» quando leggiamo e ci innamoriamo delle coppie dei libri. È il nostro modo di dire che desideriamo che esistano coppie così. Purtroppo però, nella maggioranza dei casi, le storie finiscono con qualche morte, qualche ship distrutta e molte lacrime di noi lettori.
Esempi?
(Spoiler su TFIOS, Cercando Alaska, Allegiant, La principessa. Se li state leggendo vi prego di NON leggere le prossime tre righe, che saranno in un carattere minuscolo!)
John Green che ci distrugge le ship uccidendo Gus e Alaska;
Veronica Roth che ci distrugge la ship uccidendo Tris;
Cassandra Clare che ci distrugge la ship uccidendo Will Herondale.

Ma come si dice, gli scrittori sono loro, decidono loro chi uccidere, decidono loro chi far piangere e soffrire.
Questa è la vita di noi fangirl.
Ritornando a me e Dan, diciamo che anche io ci shippo. Sorrido tra me e me. In realtà shippo anche Kat e Jake. So che non si conoscono e che magari non si potrebbero nemmeno piacere, eppure secondo me potrebbe nascere qualcosa tra loro due.
«Brendy? A cosa pensi?» scuoto la testa divertita.
«Pensavo a Jake e Kat. Magari starebbero bene assieme»
«Fare Cupido è sempre stato il tuo sogno, vero?»
Gli sorrido. Forse ha ragione. Ho sempre fantasticato troppo sull'amore.

Grazie a Dio sono riuscita a non dire che tatuaggio voglio,e lui non me lo ha chiesto più di cinque volte, il che tecnicamente è pure poco per i suoi standard.
Siamo arrivati da Setta, che in questo momento mi guarda sorridendo e disegnando su carta quello che tra poco avrò alla base del mio collo.
Daniel mi ha detto che se acconsento vuole avere un tatuaggio in comune con me: un 'Okay' sul cuore, dal momento che Colpa delle Stelle ci ha aiutati parecchio ad avvicinarci e conoscerci meglio.
Benedetto sia Green.
Guardo Setta che mi guarda entusiasta, sul foglio c'è esattamente quello che desideravo: un Love&Live in alto, con un Forever sotto, e una piccola rosa ad incastrare il tutto. Sorrido felice.
«Farà male?»
«Leggermente» mi confessa.
Prendo un grande sospiro, chiudo gli occhi e sussurro un «vai» convinto; subito dopo l'ago si poggia sul mio collo, e un piccolo bruciore inizia a farsi sentire.
Questa volta però non ho paura.
Questo tatuaggio lo sto facendo per me, ma è un incoraggiamento per Dan, è la frase che distinguerà il nostro amore da quelli di tutti gli altri, perchè alla fine lo ammetto, anche io ho sempre avuto paura di amare. Non ci sono mai riuscita prima, questo vuol dire solo che sono sempre stata inconsciamente spaventata anche io, e Dan, con la sua incurabile paura mi ha aiutato a superare anche la mia.
Del resto, modificando una frase di Green, La paura esige di essere sentita.
(È questo il problema del dolore. Esige di essere sentito.)
Effettivamente, cosa saremmo noi senza paure? Dei Robot che non hanno bisogno di scappare da niente.
Senza la paura non potremmo vivere davvero. Insomma se hai paura sei costretto a combattere, se combatti e vinci (e vinciamo sempre le nostre paure)ti senti invincibile. La paura è un po' come il buio e la luce: senza il buio non riconosci la luce, senza la paura non riconosci la tua forza. Chi non prova paura, alla fine non prova dolore, e chi non prova dolore, si sa, non prova felicità.
La felicità, il dolore e la paura sono tutte strettamente collegate.
Abbiamo paura di vedere e provare cose brutte ma alla fine solo grazie ad esse possiamo vedere le cose belle, abbiamo bisogno dell'odio per riconoscere l'amore. Sono frasi fatte, ma volenti o nolenti, sono assolutamente vere.
Io senza paure, non sarei quello che sono.
Daniel senza paure non sarebbe quello che è.
Tu, senza paure non saresti quello che sei.

 
******
 
Il tatuaggio è fatto, la giornata è andata.
Sono stesa sul petto di Daniel. Lo sento respirare piano, dolcemente, e inizio a sincronizzarmi al suo respiro.
Uno, duo.
Inspiro, espiro.
Ho così voglia di baciarlo, ma non voglio interrompere questa sincronia perfetta.
Due cuori che battono assieme, quattro polmoni che lavorano assieme, due corpi perfettamente uniti.
Daniel mi accarezza una guancia, e proprio quando sto per addormentarmi mi sorride. Tutto il sonno scompare.
«Quando mi farai vedere cosa ti sei tatuata?»
«Quando sarai pronto»
«Che vuol dire?» sorride.
«Quando sarai certo di essere innamorato di me te lo mostrerò» dico sincera e sicura delle mie parole.
Voglio condividere il tatuaggio con lui, ma lo farò solo quando lui condividerà il suo cuore con me.
Daniel si sposta leggermente, mi fa alzare dal suo petto, si inginocchia, mi tira nella stessa posizione e avvicina i nostri volti.
«Non so come fartelo capire, Brenda» dice «Io ne sono certissimo, e lo sarò sempre e comunque. Hai abbattuto tutti i muri. Non ho più paura. Non ho paura dell'amore, non ho paura di te. Io ti amo» e il mio cuore perde un battito.
Lui mi ama.
«E so che non ti piace come frase, la trovi finta, quindi te lo dirò così come abbiamo deciso: voglio viverti, Brenda. Voglio farlo oggi, domani e dopodomani. Voglio restare al tuo fianco e voglio che tu stia per sempre al mio. Vivimi, e non te ne pentirai».
Non so perchè, ma una piccola lacrima scende dal mio occhi destro.
Stronzo, bastardo che mi smaschera sempre.
Lui sorride e mi bacia la guancia bagnata.
Non avrei immaginato di sentirmi dire una cosa così. Non avrei mai immaginato di sentirla dire dalle labbra di Dan.
«Non voglio che tu mi dica che mi ami adesso, okay? Solo non ce la facevo più a non dirtelo». Annuisco. Mi giro lentamente. Non gli dirò che lo amo, lo farà il mio tatuaggio per me.
Mi sfilo lentamente la maglia, allungo il braccio e stacco il piccolo pezzo di garza bianca.
«Ama e vivi per sempre, Dan.» sussurro. Non lo vedo, ma so che in questo momento sta sorridendo. So che sta tremando leggermente; lo sento perchè le sue mani sulla mia schiena si muovono un po' incerte, accarezzando timidamente il tatuaggio.
«È per me?» chiede.
«Non voglio che tu ti arrabbi» sussurro, e lui in risposta da un bacio sul mio tatuaggio.
«Ti vivo e quindi vivrò per sempre» dice, io sorrido.
Sono certa, certissima di volerlo.
Ricordo tutte le volte in cui gli ho detto «non riuscirai a portarmi a letto».
In questo preciso istante me le rimangio tutte.
Mi giro lentamente, senza rimettere la maglia, e sfioro il suo petto già nudo.
Lo guardo negli occhi leggermente umidi, e avvicino i nostri visi.
«Ti vivo anche io Dan. Ti vivo oggi e voglio viverti per il resto dei miei giorni».
Dico quasi sfiorando le sue labbra, poi mi butto su di lui e lo bacio.
Le nostre bocche si muovono al ritmo dei nostri cuori, le nostre lingue giocano divertendosi, il mio cuore fa diecimila capovolte al minuto.
Non so come dirgli che il mio corpo desidera essere suo, che io desidero che il suo corpo sia mio.
Qual è il modo migliore per dire le cose, se non quello più semplice?
Lascio piccoli baci sul suo collo, e porto le mani verso i suoi pantaloni.
Lui le ferma, le stringe nelle sue, lasciando che le nostre dita si incrocino, poi le porta sul suo petto. Sento il suo cuore battere. È veloce quasi quanto il mio.
«Daniel» sussurro mordendogli leggermente il lobo destro. Lui sorride. Sento che anche lui mi vuole. Mi vuole nello stesso modo in cui io voglio lui.
Domani non mi caccerà. Mi vorrà ancora qui nel suo letto.
«Ti voglio, Dan»
«Anche io ti voglio» sussurra lui. «Incredibilmente».
«E allora fammi tua» chiedo, quasi implorandolo; lui si ferma di scatto, e mi guarda negli occhi.
«Ne sei certa?».
Annuisco. Ho paura e ho vergogna. Non so cosa fare, come muovermi, ma lo voglio. Prima o poi avrei dovuto comunque affrontare questa vergogna, no?
Sorride.
«Hai detto che non saresti mai venuta a letto con me»
«E tu hai detto che non ti saresti mai innamorato» lui sorride.
«I tuoi genitori ti hanno fatta venire qui per preservare il tuo onore» sussurra quasi per convincermi a non farlo, ma non ci riuscirà.
«Strano, vero? Non ci sono riusciti. Siamo fatti così, noi adolescenti, facciamo di tutto pur di disobbedire» lui mi sorride. «Dan, dico davvero. Mi fido di te. Voglio che la mia prima volta sia con te e non mi interessa non essere esperta, non sapere cosa fare e cosa aspettarmi» dico portando le sue mani sul mio reggiseno. «Voglio averti» sussurro. Gli lascio sbottonare i gancetti, e arrossisco tremendamente quando prende a guardarmi. Mi sono sempre trovata fuori posto, non mi sono mai sentita felice o fiera del mio corpo; ho sempre pensato di avere cosce e braccia troppo grandi, pancia troppo pronunciata, seni troppo grandi e distanti; in questo momento, mentre lui guarda il mio seno e stringe la mia schiena, penso di essere perfetta. Se mi guarda così vuol dire che gli piaccio, no?
Mi morde leggermente il lobo, come ho fatto io con lui prima, e sussurra un
«Sei la ragazza più bella del mondo».
Non è assolutamente vero, ma in questo momento mi sento davvero bella, perfetta, unica.
Daniel prende a baciare il mio collo, mentre mi stringe a se. Non sta toccando il mio seno perchè sa che ho vergogna di tutto questo, e mi sento leggermente in colpa.
Porta le mani ai miei pantaloncini. «Sicura?».
Annuisco.
Lui li sfila via, e mi guarda in mutande. Pessima scelta. Queste mutandine rosa con i fiocchettini azzurri fanno tanto bimbetta delle elementari. Mi mordo un labbro mentre lui sorride. Non sembra divertito, sembra solo felice.
Sbuffo e lui mi sorride come per incoraggiarmi, ma non ho paura, mi fido di lui.
In questo preciso istante ci sono solo due leggeri strati a separare il suo corpo eccitato e il mio tremante: le nostre mutande, e presto non ci sono più neanche loro.
Mi stende delicatamente sul letto, poi si stende su di me, e inizia a lasciare baci roventi sul mio collo, sul mio seno, sulla mia pancia, sulle mie labbra.
Dio, così mi farà impazzire.
«Dan» sussurro.
«Non vuoi più...»
Stringo le gambe attorno alla sua vita, per fargli capire che lo voglio.
Voglio che Dan mi abbia tutta per sé. Lui mi sorride e si allunga verso il suo comodino. Chiudo gli occhi. Mi imbarazza vedere cosa succederà un attimo prima che i nostri corpi diventino tutt'uno.
Sento un «track» e poi il rumore metallico di una bustina che va via. Non sento più il calore di Dan per qualche secondo, poi subito dopo, sento di nuovo le sue labbra sulle mie. Sorrido mentre si sfiorano, e lui sorride con me. Poggio le mani sulla sua schiena. Sono incerte, piene di paura. Ho paura.
«Hai paura?» mi chiede. Io apro gli occhi, e mi ritrovo quelli suoi blu come il mare. Sono così belli, unici, forti, che ogni tipo di paura scompare.
«No» dico con voce tremante.
«Non devi averne» mi sussurra lui «Farò piano, okay?».
Annuisco «mi fido di te» gli dico.
Mi accarezza, porta le mani sulla mia pancia -dove lascia dei baci- poi sui miei fianchi, che arpiona con forza. «Sei l'unica ragazza con la quale farò mai l'amore. L'unica con la quale lo farò nel mio letto. Nessun'altra dormirà qui dentro. Tu, sei l'unica che domani resterà ancora con me. Sei l'unica ad avermi fatto innamorare.» dice con un sorriso che va da un orecchio all'altro.
Lui è il primo, e spero anche l'unico ad avermi. Non lo dico. I miei occhi lo fanno per me.
Qualche minuto dopo, Daniel possiede ufficialmente tutto il mio corpo.
Mi sento libera e al tempo stesso legata.
Mentre Dan spinge e mi fa sentire che è lì, con me, che mi sta vivendo, mi sento forte e unica: anche io lo sto vivendo.
Sospiro piano.
Non è come pensavo sarebbe stato: è molto meglio.
 



Spazio autrice.
Saaaaaalve gente!
Come va la vita? Io sono un pochino triste. Quella di Halloween è una delle serate che preferisco, ma quest'anno non si fa nada e io mi deprimo T^T
Volevo travestirmi! Uffa. Evvabbè tanto la faccia da strega la tengo sempre lol
Ad ogni modo cosa ne dite di questo capitolo? Cosa ne dite della loro prima volta? Pensate che io abbia forzato un pochino troppo la mano? Ho paura perchè è davvero la prima volta che scrivo una scena d'amore simile e boh...
Uhm. Fatemi sapere cosa ne pensate, vi prego.

Ohhhh! -4 al finale :3

StewyT.
Ps. Buon Halloween streghette <3

 

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Capitolo 23
*** Una fantastica sorpresa. ***


Una fantastica sorpresa.
Il sole entra allegramente dalla porta-finestra, e mi sveglia.
Sono ancora intrecciata a Dan. Le mie gambe sono strette alle sue, le sue braccia sono attorno al mio busto e la mia testa è sul suo cuore. Lo sento battere.
Mi alzo lentamente, senza fare rumore e senza svegliarlo. Prendo una sigaretta dal suo pacchetto e scendo di giù.
L'aria è fresca, di sicuro di più di come dovrebbe essere a questo punto dell'estate; il sole mi si appiccica addosso e rende i miei capelli più biondi.
Accendo la sigaretta e prendo il primo tiro.
Io, ho appena fatto l'amore con Dan ed è stata la cosa più bella del mondo. 
Non so come sarebbe stato con chiunque altro, so solo che non sarebbe di sicuro potuto essere migliore. 
Prendo il cellulare, buttando fuori altro fumo, e digito velocemente il numero di Kat.
“Bren?” dice assonnata.
“Kat”
“Cosa succede? Dan ha...?”
“Io e Dan siamo stati assieme” dico interrompendola, trattenendomi dall'urlare per non farmi sentire da tutto il quartiere.
“Voi cosa?”
“Ho fatto il tatuaggio ieri, non volevo mostrarglielo ancora, ma lui mi ha detto di amarmi e.. mi sono sentita pronta” la sento ridere dolcemente.
“Come è stato?”
“Non so come sarebbe dovuto essere, ma posso giurarti che è stato molto meglio di come pensavo”
“E così Dan è un dio del sesso” dice ridacchiando.
“In realtà l'ho sempre pensato” dico soffermandomi un secondo a ricordare i suoi movimenti e i suoi baci bollenti. “Dio, Kat! Che mi fai dire” scoppiamo a ridere.
“E adesso cosa.. sta dormendo?”
“Sì. Penso di dover andare di sopra. Se non mi trova...”
“Hai paura, Bren?” mi fermo un secondo su questa domanda. Che vuol dire? 
“Che?”
“Sento la tua voce. Sei leggermente spaventata” spiega.
Come fa a saperlo? Come fa a sapere quello che neanche io so?
“Di cosa hai paura?” chiede.
“E se mi riservasse lo stesso trattamento che riserva a tutte?”
“Sai se fossi lì cosa ti farei? Ti darei una sberla. Ti ha detto che ti ama e tu hai paura che ti cacci via? Sei idiota” annuisco.
“Hai ragione”
“Come sempre.”
“Vado, Kat. Non voglio che si svegli prima che io torni.”
“Divertiti”
“Anche tu” dico ridendo.
“Ci vediamo dopo”
“Okay” sussurro.
Ha già attaccato quando mi rendo conto del 'ci vediamo dopo'. Ci vediamo? Come ci vediamo? Boh.
Salgo le scale silenziosamente. Dan dorme ancora beato. È un cucciolo.
Mi lavo velocemente i denti, e torno sul letto.
Mi siedo a cavalcioni su di lui, e inizio a baciarlo lentamente.
“Dan” sussurro al suo orecchio “la tua ragazza ti reclama”.
Gli lascio altri baci sul collo e lo sento mugugnare. Dopo qualche minuto e qualche 'mh mh' apre gli occhi e io lo guardo sorridente.
Quanto è maledettamente bello. Un Dio greco gli farebbe un baffo.
“Buongiorno” sussurro prima di baciarlo. Lui sorride contro le mie labbra, poi mi allontana leggermente.
“Devo dirti una cosa” dice allontanandomi lentamente.
Un brivido sale lungo la mia schiena, e inizia a battermi forte il cuore.
Vuole dirmi quello che dice a tutte. Mi vuole cacciare dal suo letto. Vuole che io vada via.
Scuoto la testa e ingoio, anche se non c'è niente da ingoiare se non l'ansia.
“Cosa? Vuoi cacciarmi come fai con tutte?” chiedo alzando un sopracciglio. 
La  butto sul ridere, ma cazzo, non voglio ridere.
Mi stringe più forte e mi sorride.
“Brenda la smetti di dire cretinate?”
Mi tranquillizzo. È come se mi si fossi tolta un peso dallo stomaco.
Dio mio, grazie.
“Cosa ho detto?”
“Non voglio che tu vada via, Brenda” dice di nuovo, e sembra più duro di prima. “Ti prego, credimi” sussurra stringendo la mia testa tra le mani.
“Cosa volevi dirmi, allora?” alzo un sopracciglio e lui mi accarezza.
“Avrei dovuto dirtelo ieri, ma mi hai travolto...” si morde un labbro.
“Allora?” lo incito a continuare. Mi sta facendo innervosire e innervosirmi di prima mattina non è mai un buon modo per iniziare la giornata.
“Ecco ieri mentre eri da Setta ho sentito Kat”
“Kat?” alzo un sopracciglio guardandolo stranito. “Cosa è successo a Kat? L'ho sentita poco fa e mi ha detto che va tutto bene”
“Kat è in un hotel a un paio di ore da qui” dice di un fiato “E ci resterà fino a questa sera, quindi.. tra un paio di ore andiamo, vedi Kat e poi passi una settimana da favola con me, d'accordo?” sorride. Torna quel sorriso stronzo e bello, quello che in fondo mi ha fatto innamorare di lui.
“Stai scherzando?” 
“Perchè dovrei?”
“Ecco il 'ci vediamo dopo' di Kat. Dio mio” inizio a battere le mani per la felicità, poi lo abbraccio e lo bacio.
“Daniel sei l'uomo perfetto!”
“Solo perchè ti porto dalla tua migliore amica?” chiede ridendo.
“No, anche perchè hai letto il mio libro preferito, hai visto con me il mio film preferito, ti sei innamorato di me e mi hai fatta innamorare di te, ah poi anche perchè sei bellissimo e perchè sei un Dio a letto” sussurro quest'ultima parte, prima di dargli un bacio sul collo, e iniziare a tastare i suoi pettorali; lui scoppia a ridere. “A proposito di letto.  Non ti avevo già detto che questa posizione è sconveniente?”. 
Sorrido.
“Perchè?”
“Perchè potrebbe farmi venire voglia di fare l'amore con te per la seconda volta nel giro di neanche dodici ore!”
Rido, mi allungo verso il comodino, lo apro, prendo una bustina argentata e gliela metto tra le mani.
“A che ora dobbiamo partire?” chiedo iniziando a baciare il suo collo e la sua spalla.
“Abbiamo ancora un paio di ore”
“Perfetto”.


L'hotel dove alloggia Kat, e dove alloggeremo anche noi, è qualcosa di bellissimo. Immenso, pieno di piscine, tecnologico, pieno di finestre e luce.
Il viaggio che ci ha portati da casa all'hotel è durato all'incirca due ore (ore nelle quali non abbiamo parlato molto. Gli ho fatto ascoltare tutto l'album degli Imagine Dragons, e quando lui provava ad aprire bocca io lo mettevo a tacere con un “Questa è la parte più bella della canzone”. Il lato positivo di tutto questo è che gli è piaciuto l'album, e che proverà a fare delle cover di It's time, Demons, Bleeding out e Who we are, che tecnicamente non è dell'album Night Visions, ma io la adoro quindi gliel'ho fatta ascoltare comunque.).
Sono circa le quattro di pomeriggio, il sole è ancora alto, e in camera si riesce a stare bene solo grazie all'aria condizionata accesa.
Per non farmi vedere dai genitori di Kat sono dovuta correre in camera (una bellissima camera sulle tonalità bianco-fumo di Londra con un'enorme finestra che prende una parete, e un letto morbido e carinissimo su quella di fronte), Kat ha dovuto inventarsi una scusa, ha detto qualcosa come 'vado a salutare un'amica che ho conosciuto qui. Resto per un paio di ore con lei'.
Dan è in piscina. Ha voluto lasciarci un po' di tempo libero. È davvero l'uomo perfetto.
Kat tra poco deve andare via, partirà alle cinque; la sua valigia è pronta, io non lo sono. Non voglio che vada già via, ma alla fine siamo già state fortunate ad incontrarci. Sapevo che era lì, ma non avrei mai pensato di poterla raggiungere.
Il fatto che Dan presti così tanta attenzione a me, ai miei desideri, al mio amore per Kat, mi fa capire che in tutto questo tempo mi ha conosciuta davvero.
Sa esattamente quello che mi piace, sa come mi piace essere corteggiata e come farmi stare bene. Sa cosa dire nei momenti giusti. Sa farmi sciogliere per lui.
Quello che gli ho detto qualche ora fa era vero, penso davvero che lui sia l'uomo perfetto, e con 'perfetto' non intendo quello univocamente perfetto. 
Nessuno lo è, e questo lo sappiamo. Nessuno può essere oggettivamente il meglio per tutti, ma lui è il meglio per me.
Daniel Harrow è lo stronzo più stronzo che io abbia mai conosciuto, ma allo stesso tempo il ragazzo più tenero, dolce e amorevole del mondo. È pieno di interessi, cervello (e ho sempre pensato che i ragazzi non ne avessero di cervello!), amore per i libri e diamine anche pieno di figaggine. Cosa si può volere più? 
Sono stata così fortunata!




Spazio autrice.
Saaaaaaaaaaalve gente!
Sì sono due settimane che non posto e mi dispiace, scusatemi, ma sono state davvero pesanti e tipo sono arrivata a sabato scorso sussurrando cose come "non svegliatemi mai più" e "lasciatemi morire nel mio letto" quindi.. non ho avuto la forza di correggere e postare il capitolo.
A dire il vero non sono riuscita a correggerlo neanche ora ma una personcina a cui tengo parecchio mi ha chiesto di postare e quindi l'ho fatto.
Beh so che il capitolo è breve e non è importantissimo, ma mi serviva per due scopi:
-arrivare al finale
-dimostrarvi quando Dan tiene a Brendy <3
Uhm spero che nonostante tutto vi sia piaciuto; fatemi sapere.

StewyT.

Ps. -3 *^*

 

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Capitolo 24
*** Epilogo ***


Angolo autrice.

Okay non mi piace per niente scrivere qui su; mi viene l'ansia, ma lo farò comunque perchè come avrete ben capito con questo capitolo finisce la storia, e sotto non vorrei che ci fosse scritto niente oltre a 'Fine'.
Volevo dirvi giusto una cosina prima di passare ai ringraziamenti o altro, e cioè che prima dell'epilogo nella storia originale ci sono altri tre capitoli che non posterò perchè a quanto pare avete perso interesse nella storia; capisco che spesso le cose lunghe possano scocciare l'anima, quindi la accorcio per non farvi scocciare e permettervi di sapere come va a finire tra i due; io lo leggo conoscendo anche il resto, ma spero non ci siano 'buchi' o cose varie creati dagli altri tre capitoliche non vi permettano di capire bene qualcosa; in caso contrario chiedete pure :3
Detto questo...
Ho sempre avuto tante cose da dire invece adesso non mie scono molte parole; sarà che anche questa è una fine e tutte le fini mi mettono angoscia e tristezza, ma se una cosa inizia deve anche arrivare ad un termine e spero che questo termine vi piaccia quasi quanto piace a me. Penso sia uno dei capitoli meglio riusciti e beh Brendy dice delle cose che vorrei indirizzare a tutte noi ragazze un pochino insicure. Lo sto imparando a mie spese, non bisogna mai non credere nelle proprie capacità. Qualsiasi cosa accada, credete sempre in voi stesse; non perdetevi mai avanti ai problemi e non scappate dagli ostacoli; affrontateli a testa alta e perchè no, magari prendeteli a pugni come fa Brendy con Dan, ma soprattutto abbiate fiducia negli altri; avere delle persone che ci amano al nostro fianco ci può aiutare tantissimo, quindi donatevi; qualsiasi cosa accada donate la vostra anima alle persone che lo meritano: stategli vicino e non nascondetegli mai le vostre parti migliori perchè l'unico modo per vivere in eterno è amare ed essere amati.
Vi ringrazio infinitamente per aver seguito e apprezzato la mia storia (e per non avermi mandata tipo affanculo tremila anni fa lol).
Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate di questo capitolo e di tutta la storia in generale quindi se vi va lasciate una piccola recensione e nada.. vi auguro di essere felici e di trovare il vostro Daniel Harrow.
Grazie a tutte,
StewyT.

Epilogo.

Mi sento strattonare, inizialmente penso di essere in un sogno, ma poi sento Daniel che mi chiama e mi strattona ancora e non posso fare che aprire gli occhi.

“Cosa succede?” chiedo assonnata, mentre lui mi guarda sorridendo, e poi mi bacia. Sorrido contro le sue labbra e ricambio il bacio.

“Mi hai svegliato per questo?”

“Alzati” ridacchia.

“Dan cosa vuoi fare?”.

Lui scoppia a ridere e si alza. “Alzati, dai. Voglio fare una cosa con te.”.

Lo guardo stranita ma mi alzo. “Dammi due minuti per svegliarmi e possiamo fare quello che vuoi”

“Mh.. te ne do cinque di minuti. So che non ti piacerà quello che voglio farti fare.”

“Inizi a spaventarmi..”.

Mi nascondo per qualche minuto nel bagno della nostra camera e mi lavo più volte la faccia, fino a quando non mi sento sveglia; beh come ci si sentirebbe svegli tipo alle due di notte.

Mi aggrappo a Dan “Allora, cosa dobbiamo fare di così urgente da non poter aspettare domani mattina?”

“Adesso mi dai un bacio, poi ti bendo, e poi.. vedrai”.

Non ho il tempo di ribattere che le labbra di Dan sono subito sulle mie, e le mie mani sono tra i suoi capelli, mentre i nostri occhi stanno facendo l'amore.

Dio, quanto amo i suoi occhi.

“Bene, adesso.. fidati di me, okay?” Sussurra al mio orecchio, poi mi da un bacio sul collo e mi benda, mentre io inizio a protestare.

“Non è che non mi fidi di te. Ti amo e mi fido di te, lo sai, ma ho proprio paura di stare bendata” ridacchia e mi stringe a sé, prendendomi poi sulle spalle.

“Hai paura anche così?”

“Effettivamente ho meno paura, se mi stringessi tra le braccia però, sarebbe meglio”.

Lui annuisce e mi stringe tra le braccia, dandomi un veloce bacio sulle labbra.

“Andiamo, su”.

“Ma dove?” chiedo curiosa.

“Zitta, Brendy” dice ridendo.

Mi stringe forte al suo petto; poggio la testa sul suo cuore e lo sento battere così calmo e lento che mi rilassa. La presa forte che ha sulle mie gambe e la mia schiena invece mi fa venire voglia di baciarlo fino a quando non moriremo entrambi per i troppi baci. Ho voglia di rivedere ancora i suoi occhi, ma ha chiaramente detto che non mi avrebbe tolto la benda per niente al mondo.

Entriamo in ascensore, e Dan preme un pulsantino. Circa due minuti dopo la porta si apre, e Dan mi porta fuori. Camminiamo un po' e poi ne sono certa, siamo sul terrazzo. Sento odore di alberi, e il vento fresco mi viene addosso e sento odore di candele..

“Adesso aggrappati forte forte forte alla mia schiena, okay?”

“Okay Dan, sto ufficialmente morendo di paura. Cosa hai intenzione di fare? Liberami, ti prego!”

Sta sorridendo, lo sento, e poi lo vedo.

Mi toglie la benda e mi da un veloce bacio.

Non siamo su terrazzo, mi sbagliavo, ma l'odore di alberi e candele c'è davvero.

Siamo in giardino, quello dedicato alle piscine, più precisamente siamo vicino alla scala del trampolino, e la piscina è circondata da candele.

È stupendo, anche perché l'azzurro chiaro dell'acqua adesso è un misto tra il nero del cielo e la luce chiara delle candele.

“Diamine” sussurro e lui mi sorride.

“Beh ti avevo detto di aggrapparti a me e stare in silenzio, ma visto che hai voluto vedere tutto.. Adesso ti tocca salirci da sola lì su”.

Rido nervosamente “Stai scherzando.. sì?”

“No” dice guardandomi attentamente.

“Ascolta.. non voglio farti morire o altro” mi prende il viso tra le mani e mi guarda negli occhi – e porco cane,inizio già a calmarmi!- “è semplicemente che.. beh ti ricordi quando ci siamo parlati delle paure? Io ti ho detto che avevo paura dell'amore e tu mi hai detto che un giorno non ne avrei avuto più paura. È arrivato quel giorno, ed è arrivato grazie a te, quindi, Brendy voglio farti passare una paura e questa mi sembra la più facile. Insomma per la paura del restare sola.. non devi davvero spaventarti della solitudine, non ti lascerò mai sola. La paura della morte.. su quella non posso farci niente. Posso solo dirti che beh se hai paura della morte per l'oblio non devi e non ti ripeto tutto il discorso di Hazel Grace. Poi c'è la paura del buio e diciamo che ti passerà anche quella molto presto. Adesso però è il turno del trampolino e del tuffo. Ti farò passare questa paura e tutte quelle che ti verranno in futuro. Al mio fianco non devi avere paura di niente!” mi sorride, e mi bacia ancora.

Lo sto odiando per la storia del trampolino, ma mi ha detto delle cose così.. meravigliose.

Io davvero non so quanto si possa essere felici prima di morire, perché se c'è un limite ci sono vicina.

“Allora, sei pronta o hai qualcosa da dire?” sussurra al mio orecchio.

“Sono pronta” gli do un pizzicotto “Più o meno pronta. Ho paura, ma ti amo e mi fido di te”.

Mi avvicino alla scala, e inizio a salirla piano piano. Dan è dietro di me e le sue mani sono sui miei fianchi. Mi guidano dolcemente e mi ricordano che lui è lì con me.

Può sembrare una cosa stupida parlare di amore eterno a diciotto anni. In effetti lo è. L'amore non può essere eterno, né tanto meno quello tra due giovani, ma in questo momento ho voglia di credere che io e Dan resteremo per sempre assieme; voglio credere che lui mi amerà per sempre, mi proteggerà per sempre e starà per sempre con me, anche se so che domani potremmo stancarci uno dell'altro; anche se non credo chi sa quanto nel vero amore, anche se so che magari persino l'amore tra Hazel Grace e Augustus sarebbe potuto finire.

In questo momento non mi interessa.

Augustus non è mai morto, Hazel non morirà mai, continueranno ad amarsi per sempre; Daniel mi ha sempre amata, resterà sempre al mio fianco e io lo amerò per sempre.

Il nostro non è stato un amore avversato alle stelle, anzi.

Abbiamo litigato, ci siamo odiati, è vero, ma siamo qui e ci stiamo vivendo; questo non vuol dire che non lo sarà in futuro, se avremo un futuro, ma mi sento così positiva che in questo momento, mentre sono sul penultimo gradino, ho il cuore che mi batte a mille e sto morendo di paura, proprio adesso sto pensando che starò al fianco di Dan sempre e comunque e beh non vedo l'ora di scoprire tutti i guai che le stelle ci hanno riservato.

Metto il piede sull'ultimo gradino e mi guardo attorno.

Siamo a tre metri di altezza e sto per morire. Ho incredibilmente paura, ma Dan mi stringe e mi sorride e tutto scompare in un secondo.

Sono tra le sue braccia, tra le braccia del mio Augusuts, perché sì, diamine, lui non è il mio principe azzurro. Nessuno più ha bisogno di un principe azzurro.

Lui è il mio Romeo, il mio Tyler Hawkins, lui è il mio Augustus Waters, lui è il mio Daniel Harrow, il ragazzo più stronzo e bello e unico che esista. Lui è il mio vero uomo dei sogni, anzi il mio vero uomo dei libri, e non sarei potuta essere più fortunata di così.

Mi stringe e mi sussurra uno 'stringiti a me' e così faccio.

Mi stringo a lui, e quando mi spinge verso il nulla non chiudo gli occhi.

Li tengo aperti sul cielo che si allontana sempre di più, le lucine delle candele che si avvicinano di più, l'acqua della piscina che si fa sempre più invitante, gli occhi di Dan mi perforano sempre di più.

Aveva ragione, non ho più paura, per niente.

Se c'è una cosa che ho imparato in questo periodo è il non dover aver paura di niente, quindi se potessi parlare a qualcuno di questa mia estate, se davvero questo fosse un libro scritto da un mezzo malato di mente o se davvero tutti noi fossimo solo personaggi di un libro scritto da un uomo che non può vivere la propria di vita, beh mi piacerebbe poter dire che non si deve mai avere paura di cadere, di ritrovarsi da soli nel vuoto. Non si deve avere paura della caduta, bisogna credere in sé stessi, nel percorso che si è scelto, nella vita che si ha.

Non avere mai paura di niente. Dan non ha più paura di amare, io non ho più paura di cadere nel vuoto e sono certa che in questo momento da qualche parte del mondo qualche altra persona non abbia più paura di qualcosa che prima la spaventava pericolosamente; non vedo perché tu debba avere paura di qualcosa.

Ecco, se fossi il personaggio di un libro direi qualcosa di simile.

Un secondo prima dell'impatto, Daniel mi sussurra un “Ti vivo. Ti vivo alla follia” e porca merda, non riesco a trattenere una lacrima che subito si confonde con l'acqua piena di cloro della piscina.

Siamo completamente immersi in essa. I nostri vestiti lo sono, e le nostre anime; le nostre bocche no. Loro sono vicine, si sfiorano allegre e felici mentre l'acqua le solletica.

Neanche ieri odiavo questo posto, l'idea di doverci stare tre mesi interi; neanche ieri mi chiedevo:«Ma preparati a cosa!?».

La risposta è una: preparati ad innamorarti e scoprire davvero cos'è l'amore. Preparati ad incontrare delle persone che ti faranno stare tanto bene.
Preparati a bruciare delle uova, a dover andare a cercare un materasso, ad ubriacarti,a far leggere il tuo libro preferito ad uno che non hai sopportato mai così tanto, a guardare i tuoi film preferiti con lui, a provare le vere grandi emozioni con lui. Preparati a non voler mai più lasciare questo posto, queste persone, lui. Preparati a decidere di trasferire qui tutto, a lasciare il tuo ragazzo e a desiderare di poter restare per sempre con il 'ragazzo che non sopporti' perché quell'odio si trasformerà presto, tanto tanto presto in amore e ti innamorerai come ci si addormenta, piano piano e poi tutto una volta, come è successo alla persona di un libro che ami tanto. Preparati a non aver più paura di niente. Preparati a sperare che non arrivi presto Settembre.
“'Cause all I need Is the love you breathe put your lips on me and I can live underwater, underwater, underwater!”

Perchè tutto quello di cui ho bisogno è avere le sue labbra sulle mie.
Tutto quello di cui ho bisogno è credere in me stessa, per sconfiggere sempre tutti quelli che mi daranno contro. Voglio sempre avere lui al mio fianco, non perché senza non potrei vivere, ma perché con lui tutto è migliore.
L'amore non sarà eterno, ma è una cosa bellissima, che ti permetterà di vivere per sempre.
Ama e vivi per sempre, ma soprattutto non avere paura di niente e sii sempre forte, coraggiosa, indipendente e credi in te stessa, ecco cosa ti consiglio.













 

Fine.

 

 

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