It's too cold outside for angels to fly

di Ossidiana_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** We were best friends since we had this height ***
Capitolo 2: *** Let me be the one to save you❤ ***
Capitolo 3: *** Tonight I'm Superhero, watch me fly, I'll never get low ***
Capitolo 4: *** Never I felt like this before, are we friend or are we more? ***
Capitolo 5: *** When I see your face, there's not a thing that I would change, 'cause you're amazing just the way you are ***
Capitolo 6: *** And your eyes irresistible ***
Capitolo 7: *** Under the lights tonight, you turned around and you stole my heart ***
Capitolo 8: *** I like the summer rain, I like the sound you make, we put the world away, we get so disconnected ***
Capitolo 9: *** You save me when you leave me it's gone agan ***
Capitolo 10: *** I'll be coming back for you ***
Capitolo 11: *** You're my wonderwall ***
Capitolo 12: *** Paris ***
Capitolo 13: *** But I've found my sweet escape when I'm alone with you ***
Capitolo 14: *** While you were slipping through my fingertips ***
Capitolo 15: *** AVVISO. ***



Capitolo 1
*** We were best friends since we had this height ***


Esco con lo skateboard quasi volando, ancora un po’ dentro casa mia e sarei diventata pazza. Odio non avere una vita normale, odio essere in questa situazione, odio il fatto di avere una malattia che potrebbe portarmi alla morte. Detesto che mia madre si sia fidanzata con uno stronzo che non sapeva essere uno dei più potenti boss del Bronx, detesto vivere qui e dover salvare mia madre dalle sue botte, non ricordo nemmeno quante ne ho prese in tutti questi anni. Odio non poter andare in giro vestita normalmente e dovermi cambiare a scuola, odio farmi del male soltanto per sentirmi meglio, odio questa realtà che mi sta soffocando.
-Sei in ritardo-
-Lo so, scusa Luke- lui, l’unico raggio di sole in tutta la mia esistenza. Siamo migliori amici dalla prima media nonostante sia quasi un anno più grande di me.
-Perché ogni mattina devi cambiarti? Non puoi venire direttamente vestita così?-
-Cosa mi hai promesso quando siamo diventati migliori amici?- si gira incastrando i suoi meravigliosi occhi azzurri nei miei viola.
-Che non avrei mai dovuto farti domande, ma la verità è che a volte credo di non sapere niente su di te- mi avvicino prendendogli la mano.
-Non penso che ci sia persona che mi conosce meglio di te, puoi starne certo- il suo volto si apre in un sorriso splendente. Dimenticavo, odio dover mentire a Luke, lui non sa niente della mia situazione famigliare, di dove vivo, e non deve saperlo, deve rimanere lontano dal mio mondo, devo tenerlo al sicuro.
-Andiamo in classe dai- passa un braccio intorno alle mie spalle mentre usciamo dagli spogliatoi. Col fatto che ci scambiamo di soli 10 mesi abbiamo la maggior parte delle lezioni in comune.
-Ecco dov’eri finito Luke! Dovevo immaginarli che fossi con lei- Aisha, un metro e settanta di superficialità ed arroganza con un particolare odio per me e per la mia amicizia con Luke. Se potesse mi farebbe scomparire.
-Luke! Ops siamo arrivati tardi- Michael si gratta i capelli neri e verdi notando di non essere riuscito nel suo intento. Dalle sue spalle fanno capolino anche Ashton e Calum con un sorriso di circostanza.
-Forse solo leggermente…comunque io vado ci vediamo in classe- salgo velocemente le scale e mi dirigo verso l’armadietto per prendere i libri.
-Lo sai che stanno litigano per te vero?-
-Mh-mh- la mia migliore amica sospira appoggiandosi all’armadietto.
-E lo sai che probabilmente si lasceranno vero?-
-Mh-mh-
-E sai anche che tutto questo accade perché lui non riesce a starti lontanto?-
-Mh-mh- sbatte rumorosamente l’anta del mio armadietto e mi afferra per le spalle.
-Cazzo Jazzy tu lo sai che quel ragazzo è fottutamente innamorato di te vero?- sospiro abbassando lo sguardo.
-Lo so- è impossibile non accorgersene, non accorgersi di come mi guarda, di come mi abbraccia, di come manda all’aria tutte le mie relazioni per me.
-E tu sei in pace con te stessa sapendo di nascondergli metà della tua vita?-
-Raccontargli la verità vorrebbe dire esporlo a tutti i pericoli che ne conseguono e questa è l’ultima cosa che voglio- faccio per andarmene ma lei mi blocca.
-Ma tu sei innamorata di lui?-
-Quasi non posso permettermi degli amici, figuriamoci un ragazzo- la verità è che non ci ho mai pensato, per me Luke è sempre e solo stato il mio migliore amico, nonostante sia irrimediabilmente bello, simpatico, buffo, perfetto.
-Buongiorno prof, scusi il ritardo-
-Alla buon ora Luke, ancora un po’ e avremmo mandato i cani a cercarti-
-Ma mamma…- Liz lo incenerisce con lo sguardo e lui fila a sedersi accanto a me.
-Tua mamma stava per ucciderti-
-Ma veramente?- gli disegno una linea sul braccio come punizione per avermi risposto male e lui inizia a strofinarmi le nocche sulla testa.
-Luke! Jazmine! Prestate attenzione- Liz ci richiama e noi ci mettiamo sugli attenti ancora ridendo.
-Ho lasciato Aisha- mi mordo le labbra, questa proprio non ci voleva.
-E perché?-
-Come perché? Ti trattava male e poi tu sei la mia priorità- continuo a tenere lo sguardo sul foglio per evitare di incrociare quei maledetti occhi azzurri, pensavo, e speravo, che gli fosse passata finalmente.
-Luke se continuerai così rimarrai solo-
-Vuol dire che mi sposerò con te- disegno una lunga linea per tutto il foglio, santissimo ragazzo. –Wow, tu e l’amore andate molto d’accordo vedo-
-Non è questo, è che è…complicato-
-Come sempre- oh Luke, tu non hai idea di quanto vorrei dirti tutto, ma per ora è meglio che solo Rory lo sappia.
Finita la scuola compio il solito cambio di vestiti e prendo lo skate dall’armadietto.
-E se venissi a mangiare da te oggi?- il mio iPhone cade rovinosamente per terra.
-O-oggi? Non credo che sia una buona idea, sai abbiamo tutta la casa in disordine- mi blocca per un braccio trascinandomi accanto a lui.
-Sai mi sono accorto che ci conosciamo da quasi 4 anni e non ho mai visto casa tua e le occasioni in cui ho incontrato tua madre saranno state due o tre al massimo-
-Ma non hai niente da fare oggi pomeriggio? Tipo vederti coi ragazzi, suonare, andare agli allenamenti?-
-Ho capito Jazzy, il tuo messaggio è stato recepito forte e chiaro- se ne va arrabbiato, se solo sapesse che mento per il suo bene.
Percorro le strade affollate di New York pensando totalmente a quel biondino. Che cosa pensa, che non sarebbe più facile per me raccontargli la mia storia? Io voglio solo difenderlo, ho paura di quello che potrebbe succedergli, lui è l’unica cosa bella che mi sia capitata in questi 15 anni di vita.
Quando apro la porta di casa un silenzio regna sovrano e un nodo mi stringe la gola.
-Mamma? Mamma?- la trovo distesa sul divano come se fosse morta. La scuoto leggermente ma niente, poi la mia attenzione viene catturata da un flaconcino di pillole che cade dalla sua mano. Impreco come mai ho fatto prima ad ora e compongo il numero del dottor Mark che ormai so a memoria.
-Pronto Jazzy? Che succede?-
-Dottor Mark la prego venga, credo che mia madre abbia ingerito degli psicofarmaci-
-Arrivo- quando fa il suo ingresso in casa riesce a rianimare mia madre prima di portarla all’ospedale.
-Mamma ma che ti è saltato in mente?-
-Oh tesoro, volevo morire-
-Comodo, così lasciavi me in questa merda, quando finirai di rovinarmi la vita?- prendo di nuovo lo skate e vado via con le lacrime che stanno iniziando a scendere dai miei occhi viola. Come ha solamente potuto pensarlo? Non solo siamo in questa situazione per colpa sua, per la sua paura di denunciarlo, cazzo è coinvolto con la mafia, ci picchia ogni giorno e lei è tranquilla.
Mi ha rovinato la vita e per poco non manda all’aria la mia amicizia con Luke, io a volte credo di non farcela, e la mia frustrazione si riflette sulla mia pelle, sulle mia braccia, sui miei polsi.
Arrivo davanti a quella casa che ormai conosco a memoria e suono il campanello.
-Jazzy tesoro che succede?-
-Niente…c’è Luke?-
-Si è in camera- si sposta ed io corro su per le scale prima di bussare.
-Avanti…cosa ci fai qu…Jazzy che succede?- posa la chitarra guardandomi dal letto.
-Mia madre ha tentato di suicidarsi, l’ho trovata distesa sul divano con un flacone di pillole in mano- senza accorgermene le lacrime hanno iniziato a scendere dai miei occhioni viola.
-Ma perché Jazzy? Che succede?-
-Ti prego Lukey abbracciami, ne ho davvero bisogno- mi attira su di sé facendomi sdraiare accanto a lui. Nascondo la testa contro il suo petto e chiudo in un pugno la sua maglietta.
-Erano anni che non mi chiamavi ‘Lukey’- continuo a piangere mentre lui gioca con i miei capelli. –Jazzy perché non mi racconti tutto?-
-Perché non voglio che ti accada niente di male-
-Chi potrebbe farmi male Jazzy? Cazzo uscirò fuori di testa-
-Luke prometto che ti racconterò tutto prima o poi-
-Ora oppure ti do un bacio e non sulla guancia- deglutisco rumorosamente, perché deve rendere tutto così complicato?
-Va bene, su coraggio farlo- lo guardo incrociando le braccia ed ecco che in un secondo mi ritrovo le sue labbra sulle mie, devo dire che non avevo mai immaginato che il mio primo bacio sarebbe stato così. Sciolgo le mie braccia e le poso sulle sue prima che si stacchi incastrando i suoi occhi azzurri nei miei viola. –F-forse è meglio che vada-
-No- mi tira per un braccio facendomi scontrare contro il suo petto. –Ti prego Jazzy non te ne andare- sospiro abbassando la testa e incastrando le mie dita con le sue.
-In realtà volevo chiederti se potevo rimanere qui sta notte- il solo pensiero di passare la notte con Bruce mi fa venire la pelle d’oca. –O magari finché mia madre non esce dall’ospedale-
-Certo piccola, ora vado a chiedere a mamma, tu intanto riposati un po’- mi sdraio sul letto ripensando al bacio e al fatto che dovrò prendere alcune cose da casa, questa proprio non ci voleva. Mi obbligo a chiudere gli occhi per almeno 5 minuti e mi addormento.
 
Apro gli occhi svegliata da una risata e scendo le scale trovando Luke insieme a Michael, Ashton e Calum.
-Ciao piccola- sorrido a Luke avvicinandomi al divano per poi essere attirata da lui sulle sue gambe.
-Ciao ragazzi, scusate se vi ho interrotto-
-Tranquilla, tanto stavamo parlando di te..ahi- Michael dà una gomitata nelle costole di Ash mentre io guardo Luke diventare tutto rosso.
-Comunque Jazzy ho parlato con mia madre e ha detto che puoi rimanere qui quanto vuoi- appoggio la testa sul suo petto mentre gli altri tre si lasciano in schiamazzi e fischi.
-Allora c’è qualcosa che voi due piccioncini ci dovete dire?-
-Mikey sua mamma ha tentato il suicidio oggi…- lanterna verde si tappa la bocca e si mette in ginocchio chiedendomi scusa.
-Perdono Jazzy, io non pensavo-
-Tranquillo è tutto okay, non lo sapevi- Mikey rimane in ginocchio per una buona mezz’ora, fino a quando la mamma di Luke non ci comunica che le pizze sono pronte.
-Sai a volte mi chiedo se siate più pazzi voi o io che vi sto appresso- il biondo mi dà un colpo di anca facendomi finire il dentifricio sulla maglietta. –Ehi!- ride, con quella risata che potrebbe illuminare anche la giornata più buia.
-Ma il tuo pigiama?-
-Ecco a proposito di questo volevo chiederti se mi potessi prestare una maglietta e un pantaloncino- sorrido e lui va di là per poi lanciarmi gli indumenti. Mi chiudo in bagno e quando li indosso mi accorgo che sono intrisi del suo profumo, io lo adoro, è un odore che ti mette sicurezza, per me sa di famiglia, quella che non ho mai avuto.
-Ti stanno bene però-
-Considera che la maglietta mi scivola da tutte le parti, sei troppo alto- mi fa la linguaccia prima di sdraiarsi con la chitarra in mano.
-Sai non ho mai dormito senza il mio orsacchiotto-
-Però, allora non sei una vera dura- mi siedo ai piedi del letto.
-Lo sai che non sono davvero così, sono tutte le cose che mi sono capitate nella vita- mi si avvicina alle mie spalle e me le circonda con le braccia.
-Anche se non so proprio tutto sei una delle persone più forti che io conosca- mi schiocca un bacio sulla guancia per poi tornare al suo posto. –Che ne dici se ora andiamo a dormire?-
-Si hai ragione- mi sdraio accanto a lui e lo sento ridere.
-Sai, magari potresti abbracciare me al posto del tuo orsacchiotto- gli tiro una scoppola e lui mette il broncio.
-Ti stai facendo troppo il furbo mi sa- mi appoggio sul suo petto e lui circonda il mio busto con il braccio.
-Infatti mi stai abbracciando-
-Se vuoi mi sposto-
-Notte Jazzy-
-Notte Luke- e mi addormento cullata dal suo respiro sul mio viso.
 
-E’davvero imbarazzante notare come i miei vestiti stiano meglio a te che a me- sorrido passandomi una mano tra i capelli ramati.
-Finiscila, sai che non è vero…comunque oggi pomeriggio dopo scuola vado a prendere i miei- chiudo le mani a pugno al solo pensiero che molto probabilmente dovrò confrontarmi con quello stronzo.
-Vengo con te- gli schiocco un bacio sulla guancia prima di andarmene in classe.
-Ne riparliamo a pranzo promesso- mi fiondo in classe dirigendomi dritta dritta verso il mio amatissimo ultimo banco.
-Jazzy cosa pensi di…?-
-Lo so va bene?! So che così lo sto ferendo, so che il bacio di ieri sera è stato sbagliato, ma ho agito per quel fottutissimo istinto di sopravvivenza che mi diceva che se fossi rimasta da sola con Bruce oggi probabilmente non sarei qui- Rory rimane in silenzio per qualche secondo.
-Veramente ti stavo per chiedere cosa ne pensi di Luke Buckennon, visto che so che vuole invitarti al ballo di primavera-
-Oh…beh già il fatto che abbia lo stesso nome del mio Luke non credo sia un fattore positivo-
-Non cercare di cambiare discorso ora: tu e lui vi siete baciati?-
-O gli raccontavo la verità o mi facevo baciare, ho scelto il male minore-
-Per lui o per te?- sospiro fissando la lavagna ed iniziando a scrivere.
-Te l’ho già detto: non ho intenzione di dire niente a Luke, lui è l’unica cosa bella che mi sia capitata nella vita e la proteggerò ad ogni costo-
-Dovrei reputarmi offesa ma penso che la cosa sia molto dolce…non è che sei innamorata di lui?-
-E’fuori luogo- la campanella suona ed io sospiro, ora abbiamo educazione fisica ed è una delle materie che odio di più visto che sono negata in tutti gli sport, anche se fino a qualche anno fa facevo danza.
Vedo Luke correre per il campo, lui ha gli allenamenti di football e devo dire che è diventato veramente bravo.
-Dai ragazze, la prima di qua e la seconda di qua-
-Ciao Greyson- mi giro notando Luke Buckennon farmi l’occhiolino ed io rispondo facendogli un sorrisetto di circostanza.
-Perché ho l’impressione che Aisha mi stia fissando?-
-Perché lo sta facendo baby- e infatti appena la palla di pallavolo si alza in aria ecco che lei la schiaccia sul mio naso facendomi cadere per terra.
-Così impari a mettere i bastoni fra le ruote a me e Luke-
-Cazzo- rialzo il busto notando le mani sporche di sangue.
-Jazzy!- Luke corre verso di me inginocchiandosi e cercando di vedere in che condizioni sia il mio naso.
-Non è niente Luke, tra un po’ passa- certo, quando non ci sarà più sangue nel mio corpo finirà, visto che ne sto perdendo una quantità industriale.
-No, ora ti porto in infermeria, su- mi prende di preso davanti alle facce stupite di tutti, perfetto, già pensano che stiamo insieme, così li stiamo servendo i pettegolezzi praticamente su un piatto d’argento.
-Andiamo Luke, non è una cosa così grave-
-Jazzy taci per una volta- mi poggia sulla sedia della sala d’aspetto dell’infermeria per poi sedersi accanto a me.
-Hai soltanto aiutato ad incrementare i pettegolezzi su noi due- sospira poggiando la testa contro il muro.
-E cosa c’è di così tanto malvagio? Detesti così tanto che qualcuno possa anche solo pensare che noi due stiamo insieme?!- quei dannatissimi occhi azzurri, dopo così tanti anni riescono ancora a bloccarmi.
-No, dico solo che noi siamo migliori amici e per questo mi sembra strano, ecco tutto- si alza per poi tirare un pugno contro il muro e in quel momento la sua immagine si sovrappone a quella di Bruce e mi sento mancare il respiro.
-Ti prego Luke non lo fare mai più- ritorna a sedersi con lo sguardo preoccupato.
-Jazzy ehi che succede? Perché stai tremando?- non me sono accorta finché non me lo ha detto lui.
-S-si, ora però credo sia meglio che entri- apro la porta ma lui mi segue a ruota, cazzo Luke, perché non puoi essere strafottente come tutti gli altri maschi? Sarebbe più facile, sarebbe più facile allontanarti, tenerti al sicuro.
-Allora Jazzy, che hai combinato sta volta?-
-Pallonata da una cheerleader irritata- Mizzy sorride iniziando a tastare il mio povero naso. –Auh, auh- in quel momento mi accorgo che Luke ha poggiato la sua mano sulla mia.
-Bene, fortunatamente non è rotto, ma ti farà male per un po’- ci mette sopra un cerotto parecchio imbottito ed io scendo dal lettino. –Mi raccomando, stai attento a non sbattere di nuovo- faccio un lieve cenno con la testa, anche se dubito che questa cosa possa finire bene, visto che oggi devo andare a casa a prendere i vestiti.
-Sono contento che non ti sia fatta niente, l’avrei uccisa-
-Si certo- Luke si ferma ed io mi volto verso di lui.
-Sai che c’è sono stanco di perdere tempo con te, addio-
-Bene, non ho bisogno di te, non ho bisogno di nessuno- tiro un pugno contro gli armadietti per poi gemere per il dolore. Le lacrime iniziano a scendere lungo le mie guance, sono tutte bugie, io ho bisogno di lui, ho totalmente bisogno di lui. Se negli ultimi anni ce l’ho fatta a superare tutto è solo perché ho avuto lui accanto, ma allo stesso tempo non posso permettere che gli succeda qualcosa di brutto, perché dopotutto, lui è il mio paese delle Meraviglie, la mia ancora, il mio mare.
 
-Jazzy, Jazzy!- mi volto anche se non ce ne sarebbe bisogno, riconoscerei la voce di Luke dappertutto.
-Luke…-
-Mi dispiace per oggi, io non so cosa mi sia preso- sorrido facendogli una carezza sul volto.
-E’tutto okay, ora però devo andare a prendere i vestiti-
-Vengo con te- mi giro verso di lui e sospiro, non mi lascerà mai andare, così mi alzo sulle punte e poggio le mie labbra sulle sue, tanto per complicare ancora di più le cose.
-Ti prego Luke, aspettami a casa, fidati di me-
-Preparo la merenda- sorrido, almeno sono riuscita a convincerlo.
Salto sullo skate e già mi sento male, spero vivamente che Bruce non ci sia. Perché non posso uscire da questa situazione? Dio ti sto tanto sulle palle eh?
Non faccio in tempo ad entrare in casa che un bicchiere di vetro mi passa di lato frantumandosi contro la porta.
-Sei tornata stronzetta- ed eccolo lì, il mio incubo peggiore da ormai quasi 9 anni.
-Prendo solo alcune cose e poi me ne vado- un ceffone fortissimo mi arriva mentre cerco di andare in camera ed io finisco per terra.
-E dove stai eh? Tu non hai nessuno a parte me e tua madre-
-Da un mio amico- un ghigno si dipinge su quel volto.
-Stai dal biondino eh?- alzo lo sguardo e serro i pugni.
-Non pensarci nemmeno- ride, odio la sua risata.
-Ho tanti piani per te mocciosetta- avanza ed io mi ritrovo schiacciata contro il muro mentre un pensiero terribile passa per la mia testa ed inizio a sudare freddo. –Oh, tranquilla, non ho intenzione di toccarti, mi fate schifo voi ragazzine, ma al figlio di John non dispiaceresti-
-Luke Buckennon…-
-Brava nanerottola, sei intelligente-
-Non lo farò mai, non sono un oggetto- il suo pugno finisce violentemente contro il mio viso.
-Tu non puoi decidere- mi rialzo prendendo tutte le borse che ho riempito.
-Certo che posso, potrai anche comandare su mia madre ma non su di me- faccio per andarmene ma le sue parole mi bloccano.
-Tu non vuoi che accada niente al tuo amichetto?- il cuore perde un battito, no, il mio Luke no.
-Abbiamo litigato, sto da Rory per ora- so che contro di lei non può fare niente, suo padre è troppo in alto.
Esco da quella casa obbligandomi a non piangere e sperando di non incontrare quel decerebrato di Luke…oddio, fa così senso pensare queste cose, perché la mia mente si ricollega subito al mio Luke.
Prendo un sospiro di sollievo prima di bussare.
-Ehi sei tornat…o mio dio Jazzy che ti è successo?- mi tira dentro per poi prendere il mio viso tra le mani.
-In che senso?- mi trascina davanti allo specchio e noto che ho un labbro spaccato, un occhio nero e il volto rosso. –Ah questo! Sono caduta con lo skateboard- abbasso la testa, lo faccio sempre quando mento.
-E secondo te io ci dovrei credere?- d’istinto lo abbraccio affondando la testa nel suo petto ed inebriandomi del suo profumo. –Perché ogni volta che non vuoi rispondere ad una mia domanda mi abbracci?-
-Perché vuol dire che ho bisogno di te- mi stringe forte posando un bacio sulla mia testa.
-Ho preparato la merenda comunque…- mi stacco incastrando i miei occhi viola nei suoi azzurri.
-Ecco perché ti adoro- ride e non posso fare a meno di paragonare la sua risata a quella di Bruce, la luce e il buio, il bene e il male, la mia cura e la mia malattia.

Holaaaaa c:
okay, alcuni di voi si staranno chiedendo che cosa sto combinando visto che ho all'attivo anche 'Beside you', bene ho pensato che dato che quella ff non ha molo successo (ho pensato infatti di eliminarla) pootre provarci con questa prima abbandonare definitivamente la strada della scrittura ahahahahahha.
Anyway, ci tengo a specificare che questa storia sarà incentrata maggiormente su Luke che sugli altri ragazzi semplicemente perché prima era nata come una storia originale ma siccome mi ero fissata che il protagonista dovese essere biondo e con gli occhi azzurri e uscito fuori questo. Okay ho parlato troppo, ora mi dileguo, Ossidiana xx

 

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Capitolo 2
*** Let me be the one to save you❤ ***


Luke spegne con un colpo fulmineo la sveglia e si volta verso di me.
-Lukey ci dobbiamo alzare, abbiamo scuola- mugola qualcosa e mette la testa sotto il cuscino. –Va bene, vorrà dire che mi farò portare a scuola dall’altro Luke, almeno lui ha già la macchina- il biondino scatta in piedi come se gli avessero tirato una botta in testa.
-Cinque minuti e sono sotto- mai ragazzo fu più di parola, ora so come far arrivare Luke puntuale. –Senti che ne dici se oggi andiamo a trovare tua madre?- mi irrigidisco, Bruce non lo deve vedere, non lo deve conoscere, non deve sapere che in realtà gli ho mentito, devo proteggere Luke.
-Tranquillo posso andare pure da sola-
-Jazzy sta volta non accetto un ‘no’ come risposta chiaro? Ti ho detto che ti ci accompagno io e basta- tu pensi di farmi del bene, ma non sai che è come se mi stessi buttando tra le braccia del diavolo.
-Va bene-                                          
-E sta sera andiamo in discoteca-
-Luke non mi dare ordini, lo sai che lo detesto- mi tira per un braccio facendomi sbattere contro il suo petto e spostandomi una ciocca di capelli.
-Lo sai che lo faccio solo perché ti voglio bene vero? E tra l’altro credo che dovremmo parlare del bacio dell’altro giorno- ci giriamo sentendo qualcuno schiarirsi la voce.
-Interrompo qualcosa?- che tu sia benedetto Calum, che tu sia benedetto.
-No Cal, anzi io stavo andando in classe, a dopo-
-Tienimi il posto-
-Si biondo- filo dritta dentro l’aula di biologia ed occupo i soliti posti ma qualcuno ha deciso che deve cambiare le carte in tavola. –Ehm veramente c’è Luke seduto lì- il ragazzo sorride furbamente passandosi una mano tra i capelli scuri.
-Io mi chiamo Luke-
-I-io veramente intendevo Luke Robert Hemmings, nato il 16 luglio 1996, alto, biondo, occhi azzurri, hai presente?- odio dovermi sempre bloccare davanti alle persone che non conosco bene, anche se può sembrare strano sono timida, se non conosco qualcuno non ci parlo.
-Ma lui ora non c’è principessa-
-Veramente sono qui, e ora levati dalle palle coglione- Luke lo prende per il colletto della maglietta e lo spinge via prendendo posto accanto a me.
-Ti fai tanto il bulletto Hemmings? Tu non sai dove sono cresciuto-
-So da dove vieni, sei del Bronx, quale persona sana di mente frequenterebbe un individuo di quelle parti?- tu Luke, da ben 4 anni e hai pure una bella cotta per lei.
Il moro ride, è come se mi avesse letto nel pensiero e per un attimo ho paura che possa dire la verità a Luke.
-Fossi in te Hemmings non parlerei tanto di quelli del Bronx, ne hai uno più vicino di quanto pensi- se ne va mentre io poggio le mani sul volto, le cose si stanno facendo sempre più complicate e non so quanto potrò resistere ancora, ma se mi azzardassi a denunciarli non so cosa potrebbe accadere a mia madre.
-Stai bene? Ti ha infastidita?-
-Tutto okay grazie-
-Gli individui come lui, quelli provenienti dal Bronx, dovrebbero essere controllati prima di essere immessi nelle scuole a piede libero-
-Luke ora non è che tutti quelli che vengono da lì sono mafiosi o nigga pronti a spararti in faccia, non conosci le storie di tutti, molti si trovano lì contro la loro volontà- e tra questi ci sono io, che vorrei solo fuggire via da New York, o Fred, che è costretto a vivere nel Bronx solo perché è nero e fa fatica a pagarsi gli studi di legge.
-Volevo solo difenderti- sospiro avvolgendo il suo braccio con le mie e poggiandovi la testa.
-No scusami tu, è un periodo di merda-
-Me ne sono accorto-
-Fortuna che ho te- l’ho detto davvero? Okay dovrei separare alcuni pensieri dalla via per la bocca.
-Non me lo avevi mai detto-
-Ecco, quindi non ti ci abituare- ride mentre per tutta l’ora l’altro Luke non fa che osservarmi facendomi accapponare la pelle.
Finita anche quella lunga giornata di scuola, Luke insiste per andare subito da mia madre ed inutili sono i miei sforzi di fargli cambiare idea.
-Hai paura?-
-Un po’, l’ultima cosa che le ho detto è che la deve finire di rovinarmi la vita-
-Non chiederò in che modo lo sta facendo perché tanto non mi risponderesti, ma sappi che sono qui con te-
-Grazie- intreccia le dita della sua mano con le mie ed è come se mi infondesse coraggio. –Vuoi aspettare fuori?-
-No, voglio entrare con te- prendo un respiro ed apro la porta trovando anche Bruce lì. Cazzo.
-Ciao mamma-
-Jazzy tesoro, speravo che venissi- mi chiede di avvicinarmi ed io lo faccio senza mollare la mano di Luke, ho paura che se lo facessi potrebbero portarmelo via e fargli del male. –Luke, come ti sei fatto grande e bello-
-Grazie signora-
-Potete lasciarci sole un attimo?- il cuore comincia a battere forte vedendo l’espressione sul volto di Bruce.
-Mark, Mark-
-Jazzy che succede?-
-Puoi portare Luke a fare una passeggiata mentre io sto con la mamma?- Mark sembra inizialmente non capire ma poi inizia ad annuire con la testa.
-Certo, certo, andiamo Luke- tiro un sospiro di sollievo, ora so che è in buone mani.
-Tieni davvero tanto a lui-
-E’l ‘unica cosa buona che mi sia capitata in questi anni-
-Oh andiamo Jazzy, non credo proprio- sospiro imponendomi di mantenere la calma.
-Il tuo caro Bruce vuole farmi diventare l’amichetta del figlio di un suo compare e tu ancora parli?!- i suoi occhi si riempiono di lacrime, ecco ora passo io per la cattiva.
-So che ti ho rovinato la vita tesoro ma sto cercando di rimediare-
-E come? Senti lascia stare, me ne vado- esco e in quel momento mi scontro contro Bruce.
-Ora mocciosetta farai tutto quello che voglio-
-Mai-
-Vuoi che faccia due chiacchiere col tuo amichetto?- serro i pugni, non so da dove trovo la forza o il coraggio ma so che lo devo fare.
-Dovrai passare sul mio corpo prima di fare del male a Luke-
-Sai che per me non sarebbe per niente un problema-
-Jazzy hai già finito?- mi giro vedendo Luke sorridente insieme a Mark ed io sospiro cercando di ricompormi.
-Si, torniamo a casa Luke- mi aggrappo al suo braccio poggiandovi la testa, non deve accadergli nulla di male.
-Tutto okay Jazzy?-
-Si tranquillo, sono solo un po’scossa, ecco tutto-
-Non pensarci…sta sera ci divertiamo- guardo quel sorriso come se lo vedessi per l’ultima volta.
-Luke devi promettermi una cosa però: se mai accadesse che per qualche motivo io mi dovessi allontanare da te oppure fare cose che non ti piacciono o anche ferirti, giurami che non mi odierai- ho gli occhi appannati per le lacrime mentre il biondo mi guarda senza capire.
-Jazzy così mi fai preoccupare però- mi getto d’impulso tra le sue braccia singhiozzando, era davvero troppo tempo che non mi facevo un bel pianto liberatorio. -Scusami Luke, scusami se in tutti questi anni non ho fatto altro che incasinarti sempre di più la vita e farti soffrire, ma io cerco solo di proteggerti, sei la cosa migliore che mi sia capitata nella vita- mi prende il volto tra le mani e incastra i suoi occhi azzurri nei miei viola.
-Anche tu sei la cosa migliore che mi sia mai capitata ma che ti prende piccola? Difendermi da cosa?- mi avvicino di più al suo viso ma non riesco a baciarlo, così lui annulla le distanze poggiando le sue labbra sulle mie. –Quando non vuoi spiegarmi una cosa o mi baci o mi abbracci, credo che inizierò a farti più domande-
-Scemo- gli do una leggera spinta pur rimanendo tra le sue braccia. –Non dovremmo farlo, siamo migliori amici noi due- il biondo comincia a disegnare cerchi sul suo pantalone, scusami Luke, scusami se ti sto ferendo.
-Si, forse hai ragione-
 
-Jazzy sei lentissim…wow- guardo Luke dalle scale mordendomi il labbro, è così bello. Indossa una camicia a quadri blu e celeste, un paio di jeans e di Vans azzurre, io invece un vestitino bianco con le Converse dello stesso colore.
-Stai benissimo- arrossisce abbassando lo sguardo.
-Grazie, ma ora andiamo che i ragazzi ci stanno aspettando- appena arrivati in discoteca un rumore assordante mi perfora i timpani e non riesco nemmeno a capire cosa mi dice Ashton. In un attimo ho perso Luke ed inizio a imprecare, non vedo più nessuno.
-Mike dov’è Luke?- lanterna verde mi indica un punto ed io metto a fuoco il mio migliore amico con le labbra incollate su quelle di Aisha, fanculo.
Esco spingendo tutti per poi sedermi fuori con le braccia conserte.
-Problemi in paradiso principessa?- alzo lo sguardo incrociando quello di Luke mentre realizzo che questa non deve essere proprio la mia serata.
-Lasciami stare, non è serata- mi solleva il mento con le dita ed io mi scanso velocemente.
-Fai la difficile eh?- gli tiro un calcio ma lui mi blocca da dietro ed io inizio a dimenarmi.
-Ehi lasciala stare!- Ashton esce di corsa tirando un pugno a Luke stendendolo. –Jazzy tutto bene?- sospiro appoggiando la testa contro il suo petto.
-Portami a casa ti prego- fa un lieve cenno con la testa e mi conduce dentro tenendo sempre un braccio intorno alle mie spalle.
-Che è successo?- Luke mi guarda preoccupato ed io giro lo sguardo dall’altra parte, ora si preoccupa, dopo che ha finito di darsi da fare con la sua amichetta. O mio dio ma che sto dicendo? Sono gelosa? Io? Di Luke?
-Niente guarda, solo l’altro Luke che mi stava mettendo le mani addosso, continua a stare tranquillo- gli batto la mano sulla guancia sinistra mentre tutti rimangono a bocca aperta ed Ashton aumenta la presa sulle mie spalle.
-Cosa? Ma io gli spacco la faccia-
-Per favore Luke evita queste scene del cazzo- le mie parole lasciano tutti a bocca aperta, non gli avevo mai parlato così. –Ashton mi puoi riaccompagnare a casa?- il riccio fa un lieve cenno di sì con la testa.
-Jazzy vengo anch’io- lo blocco con la mano.
-Non ti scomodare, dirò a tua madre che non mi sono sentita bene- salgo in macchina sbattendo la portiera così fortemente che la potrei rompere. –Scusami Ash, non volevo-
-Tranquilla, è stata una brutta serata e lo capisco, quello che però mi sfugge è perche tu te la sia presa così tanto con Luke- sospiro iniziando ad attorcigliare le ciocche dei miei capelli ramati.
-Non lo so nemmeno io, non so perché ho reagito in quel modo-
-Forse volevi solo che ti venisse a salvare- faccio una risatina per poi portare lo sguardo sul paesaggio sul finestrino.
-No Ashton, non è per questo, ho smesso di sperare di essere salvata tanto tempo fa, semmai è il contrario, sono io che cerco di difenderlo ogni giorno- Ash mi guarda corrucciato mentre scendo dalla macchina.
-Cosa volevi dire con ‘cerco di difenderlo ogni giorno’?- sorrido tristemente prima di aprire la porta di casa.
-Un giorno vi spiegherò tutto, promesso- salgo fino in camera indossando il pigiama e sdraiandomi nel letto.
Non posso credere di aver avuto una crisi di gelosia, non può succedere, no. Dannati baci, dannati abbracci, dannate notti passate a dormire insieme l’uno accanto all’altro. Io non posso, non devo, lui è il mo migliore amico e basta, mi sarò arrabbiata solo perché avevo bisogno di lui ma non c’era, ecco tutto.
Passando pochi minuti quando sento la porta aprirsi e i passi di Luke salire su per le scale così fingo di dormire, non ho voglia di discutere ora.
-Guarda che lo so che sei sveglia, hai le palpebre che svolazzano come farfalle- sbuffo alzandomi a mezzo busto e passandomi le mani sul volto. –Si può sapere cosa ti è preso?-
-Non mi è preso niente…e tu perché sei tornato così presto?-
-Ma non lo so, forse perché avevo paura per te dopo quello che è successo?-
-Ma se non te ne sei nemmeno accorto! Eri troppo impegnato con la tua amichetta- gesticolo facendo cadere la lampada che si rompe in mille pezzi e lui si china per raccoglierla.
-Allora è questo il punto, tu sei gelosa!- grugnisco alzandomi dal letto ed uscendo dalla camera. –Dove vai?-
-Dormo sul divano- Luke sbuffa seguendomi.
-Non fare la bambina dai…poi non ho capito cosa ti abbia dato fastidio-
-Lascia stare Luke, comunque la prossima volta evita di baciare me se poi ti devi slinguazzare con quella- mi getto sul divano lasciandolo lì in piedi senza parole mentre io mi danno per quel che gli ho detto e per quel che fatto. Forse non avrei dovuto dirgli tutte queste cose, lo sto solo facendo soffrire di più.
Quando riapro gli occhi la mattina seguente mi ritrovo nella camera di Luke ma di lui nessuna traccia. Scendo le scale e trovo Liz intenta a preparare il pranzo.
-Buongiorno tesoro, dormito bene?-
-Si…ma Luke? Dov’è?-
-All’allenamento- non le do il tempo di finire la frase che corro su in camera a cambiarmi per poi scendere di nuovo sotto.
Prendo il mio amato skateboard e imbocco la strada per la scuola iniziando a pensare a cosa dirò a Luke, dopotutto abbiamo litigato ieri sera e non sono volate parole molto carine.
Quando arrivo al campo di football lo trovo con Aisha, dio ma questa deve stare sempre in mezzo ai coglioni?
-Cosa ci fai tu qui?-
-Non lo so nemmeno io a dire la verità…solo che quando mi sono svegliata tu non c’eri e ho provato una strana sensazione- un sorriso dolce si stampa sul suo volto e in un attimo mi attira contro il suo petto stringendomi forte.
-Mi dispiace per ieri, non so cosa ho fatto per farti arrabbiare ma ti chiedo scusa comunque-
-Ehm Luke apprezzo il momento, ma puzzi leggermente e credo di stare per soffocare- si stacca quasi imbarazzato e grattandosi la testa mentre io scoppio a ridere, è così buffo. –Non mi devi chiedere scusa comunque, nemmeno io capisco perché ho fatto quel che ho fatto, forse è stato lo spavento-
-E se ne parlassimo a colazione? Riesco a sentire il tuo stomaco che brontola- gli tiro una leggera spinta mentre lui si toglie la maglietta, che dio benedica quel ragazzo. –Allora dolcezza, dove andiamo a mangiare?-
-Uno chiamami di nuovo dolcezza e ti tiro un pugno, due allo Starbucks- mi strizza l’occhio e mi fa cenno di salire sulla sua schiena mentre con la mano sinistra tiene lo skateboard.
-Sai credo di aver capito cosa ti sia capitato ieri sera-
-Spara-
-Hai avuto un attacco di gelosia- per poco non mi strozzo con un pezzo di ciambella. Io? Gelosa? Di Luke?!
-Io? Pff- il biondo si passa la lingua sulle labbra continuando a tenere i suoi occhi azzurri incastrati nei miei viola. –Perché dovrei essere gelosa di te? Sentiamo-
-Perché magari sei innamorata di me ma non lo hai ancora capito- deglutisco rumorosamente cercando di scacciare quel pensiero, ci mancherebbe solo quello.
-Io…io vorrei ribattere in qualche modo ma non so come, lasciami il tempo di pensare- scoppia a ridere per poi scompigliarmi i capelli, vorrei dire qualcosa ma ho paura di ferirlo.
-Secondo te sarebbe sbagliato se noi due ci mettessimo insieme?- secondo pezzo di ciambella che mi si blocca in gola, perché deve complicare tutto così? No, non può stare per chiedermelo, no, no, no.
-Non lo so, ho sempre pensato a te come un amico, sei tutta la mia famiglia- vedo il suo sguardo spegnersi ed inizio mentalmente a maledirmi, lo sto facendo soffrire inevitabilmente, qualsiasi cosa faccia.
-E tutti i baci allora? Io non capisco-
-Se solo potessi spiegarti Luke…ora so che sei arrabbiato e so che vorresti non parlarmi mai più ma…-
-Tranquilla, non ho nessuna intenzione di arrabbiarmi con te, non posso permettermelo, devo prima scoprire cosa c’è dietro di te principessa- sorrido alzandomi e mettendomi davanti a lui.
-Bene…allora che cosa hai in mente di fare oggi?- mi passa il braccio intorno alle spalle.
-Decidi tu-
-Parco! Voglio stare un po’ al parco!-
-E parco sia!- una volta arrivati io mi getto sull’erba con lo sguardo rivolto verso il cielo fissando le nuvole come se stessi cercando chissà che cosa. –Jazzy tu ci pensi mai al futuro?-
-No, vivo giorno per giorno, non so cosa potrebbe succedere, cosa potrebbe succedermi, potrei morire da un momento all’altro- si alza a mezzo busto con l’aria allarmata e gli occhi strabuzzati.
-C’è qualche problema con la malattia? Il cuore? Oddio andiamo all’ospedale- si alza tutto impanicato ed io lo tirò accanto a me ridendo.
-No Luke va tutto bene, dicevo così per dire-
-Dicevi così per dire ma a me stava venendo un infarto- fa grandi respiri mentre io gli avvolgo un braccio intorno alle spalle e lo tiro su di me.
-Oh scusami Lukey non volevo…e tu che piani hai per il futuro?-
-Vorrei andare avanti con la band, magari riusciremo a sfondare- a volte dimentico il suo sogno più grande: lui, Michael, Calum e Ashton hanno formato una band, i 5 Seconds of Summer, e sperano di aver successo un giorno, sono molto bravi.
-Ne sono sicura, un giorno vi esibirete al Madison Square Garden- mi alzo in piedi trionfante sotto il suo sguardo divertito, sarebbe veramente bello se il suo sogno si realizzasse.
-E magari in prima fila ci saresti tu a guardarmi con occhi sognanti- mi siedo fissandolo col sopracciglio alzato.
-Luke in tutti questi anni che ci conosciamo quando mai ti ho guardato con occhi sognanti?-
-Tutti i giorni, solo che non lo vuoi ammettere- gli tiro uno spintone ma lui mi tira su di sé iniziando a ridere.
-Ti voglio bene Lukey, non so cosa farei senza di te-
-Semplice, saresti molto triste senza questo bel ragazzo che ti allieta le giornate- sorrido, in fondo ha ragione, senza di lui forse l’avrei fatta finita molto tempo fa. Il flusso dei miei pensieri viene interrotto dal mio iPhone che squilla.
-Pronto?-
-Tesoro? Sono la mamma, domani mi dimettono, puoi tornare a casa- quelle parole mi arrivano dritte come un pugno nello stomaco, il solo pensiero di dover tornare in quel posto mi fa salire l’ansia.
-Ah che bello…ci sentiamo domani allora, ciao- chiudo la telefonata e sospiro rumorosamente, questa proprio non ci voleva, non ora almeno.
-Jazzy che è successo?-
-Dimettono mio madre domani-
-Ma è una notizia bellissima! Non sei contenta?- Luke mi abbraccia ed io affondo la testa nella sua spalla inspirando profondamente.
-Si, hai ragione-
-Domani verrò con te, voglio vedere tua madre- mi stacco da lui prendendo il suo viso tra le mani.
-Sei proprio una grandissima testa dura lo sai vero Luke?-
-Si, proprio come te- mi stampa un bacio sulla guancia per poi alzarsi e tendermi le mani. –Ora andiamo, ho le prove della band- gli salto in spalla rischiando quasi di farlo cadere mentre lui se la ride come un pazzo.
Passo tutto il resto del pomeriggio ascoltando lui e gli altri tre provare le nuove canzoni, hanno deciso di registrare un EP nonostante ancora non abbiano nessun produttore.
-Ragazzi sono sicura che tra qualche anno avrete uno stuolo di ragazzine che urleranno a squarciagola il vostro nome-
-Un po’come fai tu con gli One Direction?- i ragazzi scoppiano a ridere mentre io fulmino con lo sguardo Ashton, quel batterista ha i giorni contati.
-Sbaglio o sei tu quello che ha il loro poster in camera?- dalle retroguardia si leva un ‘oh’ mentre io ed Ashton continuiamo la battaglia di sguardi.
-Aspetta ma tu come fai a saperlo?- Luke rimane con la chitarra a penzoloni immaginandosi chissà quale storia d’amore tra me ed Ashton.
-Lukey che hai la memoria a breve termine questo lo sappiamo, ma non credevo fino a questo punto. Non ti ricordi della festa a sorpresa per il 16esimo compleanno di Cal?-
-Oh vero! L’abbiamo fatta a casa di Ash-
-Conoscendoti chissà cosa avevi pensato- incrocio le braccia sotto quello che dovrebbe essere un seno mentre Luke si gratta nervosamente la testa.
-Io? Niente…- tutti ridono mentre il biondo diventa tutto rosso in volto, quanto è tenero.
-Che ne dite se ordiniamo una pizza?- Mike posa la chitarra passandosi una mano tra i capelli neri, quel ragazzo rimarrà calvo sicuro tempo un paio di anni.
-Io sono d’accordo con Mister Arcobaleno- tutti ridono tranne lui che mi tira una scoppola sulla testa, devo dire che quei quattro hanno un senso dell’umorismo da vendere.
-Quindi domani torna tua madre?- Calum addenta un pezzo di pizza mentre io sospiro, vorrei pensarci il meno possibile, e vorrei trovare una soluzione per rimanere dagli Hemmings, con loro mi sento parte di una famiglia per la prima volta in quasi 15 anni.
-Già-
-E se le organizzassimo una festa? Sono sicuro che le piacerebbe- per poco non mi affogo con la Coca-Cola che sto bevendo, ma com’è che tutte le idee del mondo ce le hanno loro?
-No Ash, meglio di no, sai potrebbe aver bisogno di riposare-
-In caso possiamo passare noi, quando puoi ci chiamo e noi veniamo- oh Luke, perché proprio non riesci a capire?
-Va bene- un largo sorriso si apre sul suo volto, non oso immaginare quanto ci rimarrà male quando domani non riceverà la mia chiamata, sarebbe anche solo una fortuna se riuscissi a sopravvivere ed andare a scuola.
-Noi non abbiamo mai visto tua mamma, com’è?-
-Le assomiglia molto sai Mike? Tranne gli occhi, quelli sono di sicuro del padre- sorrido fissandomi le scarpe, già, ho gli occhi proprio come i suoi.
-E ora che ci penso nemmeno lui-
-Cal suo padre è morto- Luke dà una gomitata nelle coste del moro sibilando quelle parole, non sa che non mi fanno niente in confronto a quello che devo subire ogni giorno.
-Tranquillo Luke…comunque mio padre è morto quando sono nata, non l’ho mai conosciuto-
-Però sua madre convive da nove anni con un uomo- con un mostro Luke.
-Ma ora basta parlare di me, cambiamo discorso-
-Lukey lo sai che la nostra cara Aisha ti vuole ancora? Sembra impazzita da quando l’hai lasciata- Ashton scompiglia i capelli del biondo che gli sposta la mano ridendo. Forse sarebbe stato meglio continuare a parlare di Luke…
-Non penso che tornerò con lei, cioè io non provo niente, sarebbe ingiusto illuderla-
-A me sta antipatica-
-GELOSA!- tutti i ragazzi mi gettano i cuscini di sopra ridendo per poi farmi il solletico.
-Dai ragazzi lasciatemi stare, sto morendo ahahaahah-
-Ammettilo che sei gelosa di Aisha- faccio la lingua a Michael sistemandomi i capelli ramati che ora come ora assomigliano di più al nido di un uccello.
-Certo che siete tutti fissati con questo fatto, io non solo gelosa di Aisha, solo che se stesse annegando probabilmente manderei Zayn Malik a salvarla- i ragazzi sospirano tirandomi altre cuscinate non prestando voce alle mie proteste.
-Ehi! Ma voi non avete niente da fare? Dovete piantarvi qui tutta la serata?- i quattro si guardano con un sorrisetto sghembo sul volto che non promette nulla di buono.
-PIGIAMA PARTY!-
-Oh gesù- sarà una lunga, lunghissima serata.
 
Holaaaaa c:
okay so di essere in ritardo anche con questa storia, ma sapete che ho avuto una settimana movimentata ahahhhah.
Beh per quanto riguarda il capitolo....non ci sono parole per descrivere quanto sia brutto, e non lo dico solo per ricevere complimenti o cose del genere, lo dico perché lo penso veramente, non so cosa mi sia preso da quando sono ritornata dalla Grecia ma non riesco più a scrivere 'bene', mi devo sforzare. Anyway, ma quanto è dolce Luke? asghdhdh un cuoricino di panna❤ ahahahha. 
Detto questo mi dileguo, alla prossima (speriamo). Ossidiana xx.

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Capitolo 3
*** Tonight I'm Superhero, watch me fly, I'll never get low ***


-Allora appena tua madre finisce di riposarsi ci chiami?- faccio a Luke un lieve cenno con la testa mentre raccolgo i libri lentamente, oggi non ho nessuna voglia di tornare a casa. –Oppure posso venire con te ora, avrai bisogno di sostegno morale-
-Tranquillo Luke, sto bene- mi volto ma lo sento sospirare rumorosamente.
-Jazzy io non credo di potercela fare, non posso sopportare tutto questo, tutte queste tue omissioni-
-Mi dispiace Luke- ho gli occhi pieni di lacrime, non avrei mai immaginato che lasciarlo andare sarebbe stato così doloroso.
Quando arrivo a casa ho le guance totalmente rigate dalle lacrime e il cuore spezzato in due.
-Jazzy sei tornata-
-Ciao mamma- spalanca le braccia ed io mi avvicino a lei titubante, purtroppo tutta questa storia non ha fatto altro che inasprire i nostri rapporti, il mio corpo rifiuta la sua vicinanza.
-Guarda un po’, la figliol prodiga è tornata a casa- uno schiaffo si scontra violentemente contro la mia guancia ed io barcollo per un po’. –Ho dei bei piani per te- un ghigno si dipinge sul suo volto mentre io non posso fare altro che rimanere immobile.
-Appena Luke sarà qua ci divertiremo- suo padre ride mentre io associo a quel nome la figura del biondo, i suoi occhi spenti e delusi, delusi da me.
-Ehi guardate chi ho trovato qui fuori- e quando mi giro verso di lui il respiro mi si blocca e il cuore inizia a battere più forte del normale: tiene per il collo della T-shirt Luke che mi guarda con occhi smarriti.
-Luke che ci fai qui?-
-Ti ho seguito…volevo conoscere il tuo segreto…- sospiro portando le mani sul volto, ho fallito, non sono riuscita a tenerlo lontano da tutto questo.
-Ora che ci facciamo con lui?- un sorriso sghembo si dipinge sul volto di Luke ed io serro i pugni, non può e non deve toccarlo.
-Niente, lui non ha che fare con questa storia- non faccio in tempo a finire che un pugno minaccia di finire sul suo stomaco. –No, lascialo stare- tiro uno spintone all’altro Luke mettendomi davanti al biondo e credo di non aver mai fatto mossa peggiore in tutta la mia vita, infatti con un colpo Bruce mi stende a terra facendomi sbattere la testa contro il tavolino.
-Portala via Luke, portala via finché ancora respira- il biondo segue il consiglio di mia madre e mi prende di peso correndo via. I suoni sono tutti ovattati da quel momento in poi e credo di aver visto Fred e tutta la sua banda assistere alla scena rimanendo in silenzio.
-Luke…m-mi dispiace…- non riesco né a sentire ciò che dice né ad ascoltare la sua risposta perché svengo, forse per il colpo troppo forte che ho ricevuto alla testa.
Quando riapro gli occhi mi ritrovo sul divano di casa Hemmings con Liz, Andrew, Josh, Luke, Rory, Ashton, Calum e Michael che mi fissano.
-La mia testa- mi sollevo leggermente tenendomi il capo dolorante.
-Jazzy tesoro vuoi raccontarci quel che è successo?- Liz mi passa una mano sulla schiena mentre la mia attenzione viene catturata da un uomo in uniforme che sta davanti a noi.
-Lei è un poliziotto?-
-Si Jazzy, sono il commissario Monroe, vorrei sapere cosa è successo in quella casa- prendo un respiro profondo ed incastro i miei occhi viola in quelli di Luke che però sono freddi, non li avevo mai visti così.
-Bruce picchia me e mia madre da circa nove anni ogni giorno, ma non posso dire niente, perché lui è…-
-Si lo sappiamo Jazzy, siamo sulle sue tracce da anni-
-E sapete anche che non posso denunciarlo finché avrà mia madre nelle sue mani. Posso anche odiarla ma non voglio una morte sulla coscienza- il poliziotto sospira ed io mi lascio andare sul divano.
-La terremo con noi fin quando la faccenda non sarà sistemata la faccenda, per noi non c’è nessun problema- guardo Liz sorridendo mentre Luke si alza andandosene.
-Luke aspetta- lo inseguo ignorando il lancinante dolore alla testa, non posso credere di averlo perso. –Lasciami spiegare-
-Cosa c’è da spiegare?! Tua madre sta da anni con un boss della mafia del Bronx, e questo spiega perché l’altra volta ti sei arrabbiata, vieni picchiata ogni giorno e lasciamo perdere la questione Luke e non mi hai mai detto niente! Rory lo sapeva, lo ha saputo dal primo giorno, invece io no, io sono sempre il solito coglione per te vero?! Beh ecco una bella notizia Jazzy: da oggi in poi puoi anche evitare di inventarti scuse, non siamo più amici noi due- quelle parole mi arrivano dritte al cuore e fanno più male dei pugni di Bruce. Come posso aver rovinato tutto pur avendo cercato di difenderlo sempre dal mio mondo?
 
-Non hai riportato alcun danno a livello celebrale, dopo tutti questi anni mi chiedo ancora come possa il tuo corpo sopportare la malattia e le botte- Mark mi scompiglia i capelli ramati sorridendo.
-Forse è grazie a te e a tutte le cure che mi hai dato in questi anni-
-E Luke? Come l’ha presa questa storia?- improvvisamente la punta delle mie scarpe è diventata interessante.
-Malissimo, crede che gli abbia nascosto tutta la verità per male-
-Gli hai spiegato che hai fatto tutto questo solo per difenderlo?-
-Ci ho provato ma non me ne ha dato la possibilità-
-Sono sicuro che tutto si sistemerà Jazzy-
E intanto sono giorni che dormo in camera di Ben, il fratello di Luke che ormai studia a Londra, ho spostato tutte le mie cose lì mentre il biondo è tornato a condividere la stanza con suo fratello Josh.
-Non puoi continuare ad andare avanti così-
-E quando ci dovrei parlare Rory? Se non è con i ragazzi è con Aisha- già perché Luke ha pensato bene di riavvicinarsi a lei, come a volermelo fare apposta.
-Non ci posso credere, quante volte hai rischiato di farti uccidere solo per impedire che lui ci andasse di mezzo?-
-Lasciamo stare, se lui la pensa così non posso fare niente per fargli cambiare idea- sbatto rumorosamente l’armadietto per poi entrare nell’aula di matematica e prendere posto al mio solito ultimo banco, oggi compito.
-Jazzy dov’è Luke?-
-Lo sai che non mi parla Liz, era con Aisha- mi fa un sorriso dispiaciuto, non può abbandonarsi alle dimostrazioni d’affetto a scuola, andrebbe contro il regolamento.
-Scusi prof, sono rimasto bloccato in un altro impegno-
-Perfetto Hemmings, allora non ti dispiacerà se al tuo punteggio toglierò un punto per il ritardo-
-Ma…-
-Siediti prima che te ne tolga due- Luke sospira abbandonandosi sulla sedia accanto a me.
-Ehi Jazzy ho parlato con Rory, mi ha spiegato tutto- mi trattengo dal tirargli qualcosa in testa cercando di ricordarmi tutti i motivi per cui gli voglio bene.
-Se tu me ne avessi dato la possibilità lo avrei fatto pure io-
-Ero arrabbiato e mi dispiace, ho esagerato-
-Fammi fare il compito Luke-
-Quello che hai fatto è stato…-
-Lucas, Jazmine mi volete spiegare perché invece di fare il compito state chiacchierando?-
-Scusi prof, non se la prenda con Jazzy, non è colpa sua, sono io che la distraggo- sospiro, odio quando fa così, è il suo modo per farsi perdonare.
-Luke sappi che un giorno ti ucciderò e farò sembrare il tutto un semplice incidenti-
-E come farai?-
-Oh fidati, gli agganci non mi mancano- sorride per poi concentrarsi finalmente su quel dannato compito.
Quando finisco esco correndo verso la classe di Rory, credo che mi debba spiegare qualcosa.
-Professore  mi scusi potrebbe uscire un attimo Ro…Rachelle?- non gli dà neanche il tempo di rispondere che scatta fuori richiudendosi alle spalle la porta della classe.  -Che hai detto a Luke che è tornato tutto carino e gentile?-
-La verità- le getto le braccia al collo abbracciandola così tanto forte che rischio quasi di farla soffocare. –Cazzo Jazzy non mi abbracciavi dalla quinta elementare-
-Si hai ragione, ora scusa, quanto vado a sistemare un certo biondino-
-Certo che ti piace davvero tanto Luke-
-Finiscila- corro verso il campo di football, ormai so tutti i suoi orari a memoria ma mi scontro con qualcuno. -Scusa-
-Ma guarda un po’chi si rivede- impreco mentalmente in tutte le lingue che conosco quando vedo Aisha davanti a me con le braccia incrociate sotto il seno.
-Fammi passare per favore- mi tira una spinta facendomi indietreggiare.
-Per farti andare da Luke? No no no-
-Aisha dai falla andare da Luke, tanto non te lo dà né ora né mai- scoppio a ridere mentre lei sono sicura che vorrebbe uccidere Michael da un momento all’altro.
-Grazie Mikey ti adoro- gli scompiglio i capelli neri e lui ride.
-Ehi Luke guarda c’è Jazzy- il biondo si gira alle parole di Calum e mi sorride mentre io scuoto la testa. Mima un ‘dopo scuola’ e mi fa l’occhiolino.
-A quanto pare il cuore di qualcuno si sta sciogliendo- se gli sguardi potessero uccidere Rory sarebbe cenere.
-Non ho un cuore di ghiaccio, e poi ne abbiamo già parlato-
-Quando ammetterai che ti piace Luke sarà troppo tardi- le faccio un cenno con la mano e mi dirigo nell’aula di studi sociali.
-Posso sedermi qui?- alzo lo sguardo portandolo su Ashton che mi sorride col libro in mano.
-Certo Ash-
-Sono contento che tu e Luke abbiate fatto pace, era così triste…devi sapere che lui…-
-Lo so, so che ha una cotta per me-
-Come fai a saperlo?- inizio a scrivere cose senza senso sul block notes, lo faccio spesso, è come se potessi sfogare tutta la mia frustrazione scrivendo.
-Avevo qualche sospetto ma poi Rory mi ha fatto fare attenzione a tutti i suoi comportamenti…andiamo chi non lo sa? Le sue relazioni non sono mai durate più di qualche mese-
-E perché non glielo hai mai detto?-
-Non pensare che io voglia giocare con lui o cose simili, semplicemente guarda in che mondo vivo, tutto quello che ho fatto in questi anni è stato solo per proteggerlo, lui è la cosa migliore che mi sia capitata in tutta la mia vita-
-Ma a te Luke piace oppure no?-
-Non posso permettermi un ragazzo ora come ora- Ashton mi scompiglia i capelli ramati per poi tornare a prestare attenzione alla lezione. Quando finalmente quella lezione finisce corro fuori cercando Luke tra la folla e lo vedo parlare con Aisha, dio ma questa sta sempre in mezzo ai coglioni.
-Ti giuro che la ucciderò un giorno di questi-
-Se non è gelosia questa non so cosa sia- do una scoppola in testa a Rory che se ne va ridendo mentre gli occhi miei e di Luke si incastrano alla perfezione prima che le sue labbra si aprano in un sorriso.
-Jazzy vieni qui dai- se gli sguardi potessero uccidere, quello di Aisha mi avrebbe già trasformato in cenere. –Ora se vuoi scusarci dobbiamo andare- il biondo mi passa una mano sulle spalle ridendo mentre io mi sposto non appena mi accorgo che gli occhi di Aisha non ci stanno più guardando.
-Non ci provare, dopo quello che mi hai fatto passare in tutti questi giorni non te la caverai così facilmente-
-E tutte le bugie che mi hai detto fino ad ora allora?-
-Sbaglio o sono state per difenderti?-
-Touché- sposta la sedia del bar e vi si getta rischiando di cadere per terra. –Senti, mi dispiace, ho sbagliato a reagire in quel modo, e soprattutto ho sbagliato a non ascoltarti-
-Beh effettivamente…avevo molto da spiegarti-
-E allora fallo- sospiro guardando i suoi occhioni azzurri.
-Tutto quello che ho fatto, tutte le cose che ti ho nascosto, è stato tutto solo per difenderti. Vedi Luke tu sei forse l’unica cosa positiva che mi sia capitata in tutta la vita e avrei fatto di tutto pur di proteggerti, pur di tenerti lontano da tutto questo…io non so cosa tu abbia pensato, ma quelle parole, cazzo, mi hanno rotto in due. In questi anni non ho fatto altro che cercare di proteggerti e tu che fai quando lo scopri?! Ti incazzi e per di più ritorni con quella troietta che solo il signore sa quanto la detesti- tiro un pugno al tavolo facendo sobbalzare tutto ciò che vi sta sopra.
-Sono stato un coglione vero?- alza lo sguardo guardandomi con quei dannatissimi occhi azzurri da cucciolo bastonato che farebbero intenerire anche Barbablù.
-Si abbastanza, mi hai fatto stare malissimo…e ora finiscila di guardarmi così- allunga le mani prendendomi un braccio e spostando delicatamente i bracciali, beccata.
-E questi quando li hai fatti? Quando hai litigato con me?- mi libero della sua presa sistemando meglio i bracciali e incrociando le braccia.
-Si, ma non pensare che abbia iniziato ora- Luke tira un colpo al bicchiere frantumandolo in mille pezzi e tagliandosi una mano. –Ma che cazzo fai?- si alza di scatto mentre io lascio sul tavolo quel che dovrebbe bastare sia per la consumazione che per il danno del biondo.
-Fa malissimo-
-Certo che ti fa male Luke, cosa pensavi?- lo trascino a forza verso l’ospedale mentre lui continua a lamentarsi e il sangue a sporcarmi la camicia della divisa.
-Jazzy che hai combinato sta volta?-
-Io niente, lui però…- Mark sospira rumorosamente, sono convinta che mi ucciderà un giorno.
-Venite- lo seguiamo, anche se non avrei bisogno, conosco quell’ospedale meglio di casa mia.
-Non si devono mettere i punti vero?- Luke per poco non si mette a piangere mentre cerca la mia mano che, appena trova, stringe con forza.
-No Luke, sei stato fortunato, solo che non potrai suonare per un po’- il ragazzo sbianca stringendo ancora di più la mia mano.
-Cosa? No, non ci posso credere…aspetti lei come fa a sapere che suono?- e in quel momento sento le guance andare a fuoco letteralmente.
-Me ne ha parlato la tua più grande fan- Mark sorride mentre mi ritrovo gli occhi di Luke di sopra.
-Bene ora direi che possiamo anche andare prima che i tuoi genitori ci uccidano, grazie Mark- mi catapulto fuori dall’ospedale mentre Luke ancora se la ride.
-Sai sono sempre più convinto che tu sia innamorata di me: mi difendi, sei una delle mie fans più sfegatate…-
-Mai quanto Aisha, Lukey- chiudo la porta rischiando di prenderlo in faccia.
-Ragazzi dove siete stati? E soprattutto che hai fatto alla mano?- Andrew si toglie gli occhiali passando lo sguardo da me a Luke.
-Abbiamo litigato ed ho tirato un pugno al bicchiere, ora se non vi dispiace salgo in camera- mentre lui scompare, appare Liz, a cui per poco non viene un infarto.
-Jazzy?! Che è successo?-
-Tranquilla Liz, Luke si è ferito alla mano, questo è il suo sangue- corro fino in camera e lo trovo disteso sul letto a fissare il soffitto. –Ti sto rubando una maglietta Luke, che la camicia è tutta sporca di sangue e mi secco cercarne una- emette un suono mentre io prendo la sua amata T-shirt con lo smile e mi chiudo in bagno per cambiarmi.
-Sai stavo pensando che sono stato io il primo a chiamarti ‘Jazzy’, quando ci siamo conosciuti alle medie- esco dal bagno sedendomi sul letto di Luke che continua a guardare il soffitto. –Mi sembrava carino, perché mi ricordava il jazz, mi ricordava la musica, tu mi ricordavi la musica-
-Ti ricordavo la musica?-
-Si, perché quando ti ho iniziato a conoscere scoprivo ogni giorno qualcosa di nuovo, non ci sono note uguali nella musica, e non ci sono altre ragazze uguali- è questione di minuti che mi getto su di lui abbracciandolo e nascondendo la faccia contro il suo collo.
-Quanto posso volerti bene Luke?- circonda il mio busto con le braccia e mi schiocca un bacio sulla fronte.
-Guarda cosa ho fatto per te, non potrò suonare per un macello di tempo- passo le dita sulla fasciatura della sua mano e lui sussulta un po’per il dolore.
-Troveremo una soluzione-
-Tipo?-
-Potrei suonare io al posto tuo, mi nasconderei dietro di te e tu faresti finta di strimpellare la chitarra, non se ne accorgerebbe nessuno- mi fissa per qualche minuto per poi sollevarmi di peso ricadendo all’indietro sul divano.
-Jazzy tu sei un fottutissima genio, io ti amo te lo giuro- inizia a darmi baci su tutto il volto mentre io scoppio a ridere.
-Dai Luke ahhahaahah non esagerare ahahahaha- si mette in ginocchio prendendo la mia mano tra le sue.
-Jazmine Robin Greyson sappi che mai come ora ti ho amato in tutta la mia vita- rido gettando la testa all’indietro, quanto posso adorare questo ragazzo?
-Lucas Robert Hemmings, credo che ormai tu ti sia bevuto tutto il cervello-
-Può darsi...sono felice Jazzy-
-Felice? Per cosa?-
-Solo per averti accanto-
 
-Di cosa volevi parlarmi?- Luke sta di fronte a me con la sigaretta tra le labbra ed un sorriso sghembo sul volto.
-Come va a casa Hemmings?-
-Non ti dovrebbe interessare, ora dimmi che vuoi
-Dovrai fare un lavorino per me piccola-
-Non ci penso nemmeno- faccio per andarmene ma le sue parole mi bloccano.
-Vuoi tanto bene a Luke vero?-
-Ti ho detto che devi stare lontano da lui!- non so come, ma lo spingo violentemente contro il muro facendogli sbattere la testa.
-Non ci provare mai più è chiaro?- porta la sua mano alla mia gola spingendo me contro il muro. –Quando avrò bisogno di te ti chiamerò- mi siedo portando le gambe al petto cercando di calmare il cuore, ora come ora ci mancherebbe soltanto questo.
-Jazzy che succede?-
-Luke, vuole che faccia qualcosa per lui-
-Jazzy non mi fare preoccupare…-
-E come posso? Ha minacciato di far del male al mio Luke- e in quel momento lo vedo parlare con quel coglione e sento il cuore uscire fuori dal petto, tutto gira, non riesco ad emettere alcun suono e poi il buio.
Quando riapro gli occhi una luce accecante mi arriva direttamente sugli occhi e riesco di poco a scorgere le figure di Luke, Cal, Mikey, Ash e Rory.
-Jazzy come stai? Tutto okay? Hai bisogno di qualcosa?-
-Lukey stai tranquillo, tu piuttosto, stai bene vero?- prendo la sua mano incastrando i miei occhi viola nei suoi azzurri.
-Si perché non dovrei stare bene?-
-E-ecco p-perché…- cerco con lo sguardo la mia migliore amica sperando che mi dia qualche idea geniale da usare come scusa.
-…perché aveva paura che Aisha potesse stuprarti- tutti ci giriamo verso Rory mentre io la guardo male, davvero non ha saputo inventarsi niente di meglio?
-Avevi paura che Aisha lo stuprasse?- ed io che pensavo che quei quattro facessero il coro solo quando cantano.
-Avevi paura che Aisha mi stuprasse? Jazzy sicura di stare bene?- Luke mi posa una mano sulla fronte ed io mi scosto cercando di prendere tempo.
-Si, almeno credo…-
-Secondo me la gelosia ti ha dato alla testa- se gli sguardi potessero uccidere Calum sarebbe cenere.
-E basta con questa storia della gelosia, mi avete rotto- faccio per scendere ma perdo l’equilibrio e fortunatamente Luke mi prende in tempo.
-Facciamo che ti porto io fino in classe va bene?-
-Per sta volta si- e in quel momento penso che finché starà con me Luke non gli si potrà avvicinare.
-Cosa è successo? Perché ti sei sentita male?-
-Non so, saranno stati gli avvenimenti che sono accaduti in questi giorni- mi passa una mano tra i capelli ramati sorridendo.
-Quando finirai di farmi prendere infarti tu?-
-Non lo faccio apposta te lo giuro, sono un disastro vivente-
-Un bellissimo disastro- sento le guance diventare sempre più rosse, dannatissimo ragazzo, mi farà morire un giorno di questi.
-E poi mi chiedo perché la gente pensa che stiamo insieme, non sono cose che due migliori amici si dicono-
-Neanche tutti quei baci che mi hai dato per sviarmi sarebbero dovuti accadere…-
-Lucas, Jazmine, insomma ma non la smettete mai di parlare voi due?!-
-Scusi prof- Luke scoppia a ridere mentre io gli tiro una gomitata, odio essere rimproverata per colpa sua.
E sapendo che non posso opporre più resistenza incastra le dita della sua mano con le mie per poi schioccarmi un bacio sulla guancia.
-Lo so che mi ami- sciolgo la mia mano dalla sua e gli schiaccio il piede così tanto forte che per poco non si mette ad urlare. –Già ho una mano che non funziona, vuoi rompermi anche il piede?-
-Meglio il piede che qualcos’altro che hai tra le gambe, se non la finisci di rompere- Luke mi guarda allarmato per poi serrare le gambe.
-Sei diabolica…piuttosto, oggi dobbiamo mettere la nostra prima canzone sul sito, ho bisogno che tu suoni al posto mio-
-Si va bene- mi passa un foglio dove troneggia la scritta ‘Out of my limit’ e quando inizio a leggere per poco non mi prende un colpo. –Luke chi ha scritto questa canzone?-
-Noi quattro- un sorriso si apre sul suo volto ed io mi sbatto una mano sulla fronte: quella canzone parla di me, ora le cose si complicano di brutto.
 
Holaaaaa c:
e come promesso sono riuscita ad aggiornare pure questa ahahaahahah.
Beh che dire, anche questo capitolo mi sembra che faccia abbastanza schifo, ma purtroppo l'ho dovuto scrivere in due parti perché non sono rimasta a casa :(
Detto ciò, avete sentito del nuovo singolo? Asdhhdhd io non vedo l'ora *-* okay, mi dileguo, un bacio, Ossidiana xx

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Capitolo 4
*** Never I felt like this before, are we friend or are we more? ***


-Tutto pronto ragazzi? Jazzy?- faccio un lieve cenno di sì con la testa a Luke cercando di rassicurarlo.
-Tranquillo Lukey, come stabilito io mi metterò dietro il divano e suonerò, così nessuno si accorgerà di niente- sorrido posandogli una mano sulla spalla e lui sembra essersi rassicurato.
-Già poi pensa come impazziranno le ragazze appena vedranno che stai cantando pur avendo una mano rotta- Ashton imita la faccia delle ragazze che fangirlano ed io gli lancio un cuscino in faccia.
-E tu dovresti essere il più maturo?-
-Ricordiamoci che quando diventeremo famosi, dovremmo tenere Jazzy lontano dalle fans, potrebbe ucciderle tutte per la gelosia- Michael se la ride ed io prendo la chitarra a suon di martello pronta a sbattergliela in testa.
-O potrei uccidere te- Calum mi prende la chitarra mentre Luke mi blocca con le braccia.
-Okay io direi di iniziare, che ne dite?-
-Io non sono gelosa, siamo solo amici- sbuffo gettandomi dietro al divano e prendendo a Calum la chitarra, quei quattro mi faranno uscire pazza.
Però mentre suono, mentre li sento cantare, capisco che se facessero strada tutto quello che ha detto prima Michael si avvererebbe. Ed io sarei pronta a condividere i ragazzi col mondo? Sarei pronta a condividere Luke con il mondo? Ho così tanti pensieri per la testa che non mi accorgo nemmeno che la musica è finita e che i ragazzi stanno ringraziando le loro fans.
Guardo Luke, mi sembra tanto un pulcino spennacchiato, sempre col sorriso stampato sulle labbra e con la chitarra in mano.
-Ehi puffetta ti sei addormentata?- caccio un urlo spaventata per poi tirare un colpo di chitarra sul naso al povero Calum che cade a terra imprecando e piangendo.
-O mio dio Cal scusami, è stato un riflesso incondizionato-
-Corri a prendere il ghiaccio Jazzy- faccio un cenno di sì ad Ashton e corro su prendendo il ghiaccio dal frizer per poi metterlo sul naso del povero ragazzo.
-Ti giuro Calum, non era mia intenzione-
-Tranquilla Jazzy, che il signore protegga il ragazzo che si metterà contro di te- ridiamo tutti tranne Luke che rimane col telefonino in mano sorridendo come uno scemo.
-Ehi Hemmo con chi messaggi di bello?- Luke alza lo sguardo verso Michael passandosi una mano tra i capelli biondi.
-Oh con nessuno, Aisha vuole vedermi, vuole chiarire e tutto sommato credo di doverglielo, solo che non vorrei lasciare sola Jazzy-
-Non sono una bambina piccola, non ho bisogno della babysitter- se vuole andarsene a parlare con la sua bella cheerleader faccia pure, non ho bisogno di qualcuno, me la so cavare anche da sola.
-Okayyy, Jazzy che ne dici se ci andiamo a prendere un gelato?- Ashton sorride mettendomi una mano sulla spalla
-Dico che la dovete smettere di trattarmi come una bambina-
-Veramente io voglio davvero un gelato- sorrido mentre lui si gratta la testa, dio quanto è dolce quel ragazzo.
-Va bene…Cal, Mikey voi venite? Guarda così ti lasciamo anche casa libera- Michael fa per dire qualcosa ma io lo blocco. -Se ti azzardi a dire che sono gelosa ti ficco quella chitarra dove non batte il sole- il biondo sbianca e fa un passo indietro mentre tutti ridiamo.
-Ma tu sei proprio sicura che non ti piaccia Luke vero?-
-Ne abbiamo già parlato Ashton, non posso permettermi un ragazzo data la situazione in cui sono-
-Non hai risposto né si né no Jazzy- guardo Calum e il suo naso rosso prima di prendere l’ennesima cucchiaiata di gelato.
-La verità è che non ci ho mai pensato, voglio dire, per me Luke è sempre stato l’amico che c’era, quello che bisognava difendere da tutto quello che mi circondava, solo che a volte, quando lo vedo con Aisha, non lo so…-
-Quando lo vedi con lei ti senti qualcosa nello stomaco e ti vengono in mente tantissimi modi per eliminarla- Mike ruba una cucchiaiata del mio gelato ridendo ed io forse per la prima volta ammetto che ha ragione, tutto quello che ha detto succede sempre quando vedo Aisha con Luke.
-Questo vuol dire che…-
-Ti piace Luke-
-Ed io che credevo che voi tre faceste il coro solo quando dovete cantare- ridiamo, anche se quella di Calum più che una risata sembra un lamento, visto che ogni volta che lo fa gli duole il naso. –Naturalmente non direte niente a Luke vero?-
-Perché mai dovremmo dire al nostro migliore amico, innamorato della sua migliore amica da anni, che a questa forse lui piace facendolo diventare il ragazzo più felice di questo pianeta?- do uno schiaffo sul braccio di Michael e lui continua a ridere. –Sul serio Jazzy perché non gli parli?-
-Ma non ci penso minimamente-
-Sono d’accordo con Michael, ora torniamo a casa e parlate, su su- Ashton mi butta praticamente giù dalla sedia mentre io inizio ad imprecare in tutte le lingue del mondo, guarda in che guaio mi stanno cacciando questi tre.
Appena arrivo a casa Hemmings lascio i ragazzi sotto che fangirlano come dei pazzi e mi dirigo verso camera di Luke aprendo la porta. Non lo avessi mai fatto. Infatti trovo quei due che, beh, penso che se fossi arrivata un po’ più tardi Liz sarebbe diventata nonna.
-Doveva essere una bella idea eh? Ecco cosa succede ad ascoltarvi-
-Jazzy che è successo?-
-Chiedilo al tuo amico Ashton- chiudo la porta di casa alle mie spalle prendendo lo skateboard, fanculo a Luke, ad Aisha, a quello che sento, riuscirò a reprimere anche questo sentimento.
Mi siedo contro la corteccia di un albero obbligandomi a non piangere, non voglio che qualcuno mi veda e che gli faccia pena.
-Problemi in paradiso dolcezza?-
-Non rompere Luke- il moro si siede accanto a me così faccio per andarmene ma lui mi blocca.
-Jazzy davvero non voglio farti niente, non pensare che ogni volta che ti vedo voglio stuprarti o ucciderti-
-Sai non è tanto facile da credere visto i precedenti- ride per poi passarsi la lingua sulle labbra.
-Senti sono stati mio padre e Bruce che hanno combinato tutto appena hanno capito che mi piacevi, io non volevo usare metodi così drastici, credimi- si porta una sigaretta tra le labbra.
-Mi fai fare un tiro?- ride buttando il fumo fuori per poi posare lo sguardo su di me.
-Jazzy Greyson, la ragazza più onesta, intransigente e guasta feste della scuola mi sta chiedendo se può fumare? Cazzo questo è un evento storico- mi porge la sigaretta ed io la porto alle labbra aspirando e tossendo, dio che schifo. –Non devi fare così in fretta vedi ahahhaah…cosa succederebbe se Hemmings ti vedesse?-
-Probabilmente non se accorgerebbe nemmeno, troppo impegnato con me con Aisha-
-Ah la Clark, è per questo che sei arrabbiata, sei gelosa- provo a fare un altro tiro e sta volta riesco a non tossire.
-Non sono gelosa, odio solo le persone incoerenti…Luke non può dire che non prova più niente per lei e poi farsi trovare in camera con quella mentre si baciano- ride passandosi una mano tra i capelli scuri.
-Questo spiega tutto…mi dispiace per tutta la situazione che stai passando ora-
-Altra cosa difficile da credere-
-Sul serio, non pensavo avessi dovuto passare tutto ciò-
-E non è ancora finita-
-Hai da fare sta sera?-
-Mi stai chiedendo di uscire?- mi mostra l’iPhone gettando la cicca di sigaretta poco distante da noi.
-Aisha ha postato questa foto con Luke e ha scritto che sta sera andranno all’Hollywood, ora quanto pensi che il tuo amico si arrabbierebbe vedendoti con me sta sera?- sorrido al pensiero, anche se una parte di me mi sta dicendo che non è affatto una buona idea.
-Tantissimo…ma come faccio a fidarmi di te?- si alza tendendomi le mani che io non afferro.
-Se c’è un’altra cosa che adoro a parte te è fare incazzare Hemmings, e penso che anche tu lo voglia- e per una volta mi trovo d’accordo con lui: non so cosa mi sia scattato, non so perché stia accettando, ma l’unica cosa che voglio è togliermi dalla testa l’immagina di Aisha e Luke avvinghiati nel suo letto.
 
-Jazzy cazzo perché non mi fai parlare?! Stai facendo esattamente la stessa cosa che ho fatto io con te- sistemo il vestito davanti allo specchio mentre Luke mi segue continuando a battere il piede per terra.
-Io veramente non sto facendo niente Lucas- sono sicura che stia per esplodere perché continua a mordersi il labbro in continuazione. In quel momento però arrivano i ragazzi tutti sorridenti e tirati a lucido.
-Ciao ragaz…-
-Lucas?! LUCAS? E poi che cosa è questo vestito? E’troppo corto- Michael ritira la mano e il sorriso che aveva sfoderato quando era entrato.
-Ma chi sei tu mia madre? E ora se non ti dispiace l’altro Luke mi sta aspettando fuori- lo supero urtandogli la spalla mentre tutti gli altri ragazzi mi guardano a bocca aperta.
-Si può sapere che cazzo ti è preso?-
-Niente, solo pensavo che con me fuori dai piedi ti saresti divertito di più con la tua amichetta invece che continuare ad inventare una scusa su un’altra- faccio per andarmene ma le sue parole mi bloccano.
-E va bene Jazzy va’, ma ti avverto, sta volta se ti trovi nei guai non venirmi a cercare perché non ti salverò-
-Non te l’ho mai chiesto Lucas, io non ho bisogno di te, non ho bisogno di nessuno- sbatto così violentemente la porta che avrei potuto scardinarla.
-Però arrabbiata sta sera-
-Colpa di Luke, ora andiamo- un sorriso si dipinge sul suo volto prima che metta in moto.
Quando entriamo nella discoteca un fortissimo odore di alcol e di erba mi entra dentro le narici condito dalla musica assordante che mi perfora le orecchie. Incrocio per un momento lo sguardo di Luke che scuote la testa prima di mettere un braccio intorno alle spalle di Aisha, a quanto pare vuole la guerra quel biondino.
-Balliamo?-
-Certo piccola- non faccio in tempo a mettere piede in pista che il mio braccio viene afferrato e strattonato.
-Che cazzo ti è preso Jazzy?-
-Chiedilo a Lucas-
-So quello che è successo me lo hanno raccontato i ragazzi, ma dico, è proprio necessario?- prendo la sigaretta dalla bocca di Luke e aspiro per poi buttare il fumo in direzione del biondo che mi guarda stupito.
-Lo stai facendo partire di testa piccola- e infatti per tutta la serata sento i suoi occhi azzurrissimi puntati di sopra che controllano ogni mio minimo movimento.
Nel frattempo l’altro Luke mischia qualsiasi tipo di alcol con l’erba e sembra molto più partito del solito.
-Vieni con me ora- il moro mi trascina e un presentimento mi dice che le cose si stanno per mettere maluccio.
-Luke sei totalmente ubriaco- sogghigna avvicinandosi ancora di più, posso sentire il suo alito alla vodka alla fragola e alla marijuana sbattermi sul volto, ma ecco che qualcuno mi tira via prima che inizi ad allungare le mani e gli tira un pugno assestato sul naso che lo fa barcollare prima di cadere a terra privo di sensi.
-Muoviamoci prima che si riprenda- Luke prende la mia mano ed inizia a correre mentre io zoppico, dannati tacchi.
-Aspetta- mi appoggio al muro con i piedi che mi stanno per bestemmiare in faccia.
-Non abbiamo tempo Jazzy, appena quello si riprenderà manderà il suo gruppetto di amici per farmi il culo- dato che rimango ferma nella mia posizione, si toglie le sue amate Vans nere e si avvicina mettendosi in ginocchio.
-Che stai facendo?-
-Mettiti le mie scarpe, queste non ti faranno male- mi slaccia le scarpe col tacco ed io mi infilo velocemente le scarpe che lui allaccia prontamente. –Ora andiamo- Corriamo velocemente senza fermarci nemmeno un secondo ed arriviamo in poco tempo a casa sua.
-Non vedo l’ora di compiere 16 anni e poter guidare- Luke si getta sul letto ed io rimango a guardarlo, mi ha salvata nonostante gli avessi detto tutte quelle cose cattive.
-Perché lo hai fatto?-
-Non volevo avere il tuo possibile stupro sulla coscienza- abbasso il capo, ha ragione, se non ci fosse stato lui sarebbe finita veramente male.
-Se vuoi dormo sul divano-
-No. A mia madre verrebbe un infarto e si dispiacerebbe…però vatti a fare una doccia, puzzi di fumo-
-Comunque grazie Luke, avresti dovuto lasciarmi lì-
-Mi spieghi cosa cazzo ti è preso porca troia?!-
-Non urlare Luke, i tuoi stanno dormendo-
-Jazzy!- sospiro abbassando lo sguardo, non voglio guardarlo negli occhi.
-Non lo so cosa mi è preso, solo che quando vi ho visto avvinghiati in quel modo, porca troia avrei voluto ucciderti Luke, avrei voluto massacrarti di botte…sono gelosa di lei lo ammetto, ma non so perché, mi dà fastidio quando sta con te, quando ti bacia, oddio uscirò pazza porca troia- mi metto le mani tra i capelli ramati iniziando a tirarli e ad andare su e giù per camera sua.
-Jazzy, Jazzy calmati ora! Vai a farti una doccia che mi ricordi un camino- faccio come dice ed entro in bagno rimanendo sotto la doccia non so quanto tempo. Quando finisco la mia attenzione viene catturata da un oggetto: il rasoio di Luke. Nuovi tagli compaiono sulla mia pelle mentre la testa viene assediata da migliaia di pensieri, da migliaia di sensi di colpa. –Jazzy tutto okay?-
-Si, sto arrivando- quando esco lo trovo davanti alla porta con soltanto indosso i pantaloni della tuta. –Fa così tanto caldo sta sera da stare senza maglietta?-
-No ma siccome una certa ragazza non fa altro che mettersi le mie magliette ogni volta che capita ora sono tutte a lavare- sorride mentre io abbasso la testa arrossendo.
-Scusa Luke- sospira gettandosi sul letto e tirando su le coperte.
-Riparleremo di tutto questo domani, ora sono veramente stanco, ne sono successe di tutti i colori- rimango ferma nella mia posizione mentre nella mia testa si insinua uno strano pensiero. –Jazzy che succede?-
-Luke tu e Aisha oggi avete…-
-Oh Cristo Jazzy no! Capisco che la cosa ti abbia scioccato…-
-Molto, ho l’immagine stampata in testa, non riesco nemmeno a guardarti in faccia-
-Ma ora ho davvero troppo sonno-
-Beh dormi, non mi pare che te lo stia impedendo…-
-Purtroppo credo di non riuscirci più senza di te accanto, quindi…- mi avvicino sospirando e stendendomi accanto a lui.
-Ora va bene?-
-Mi hai fatto prendere un colpo sta sera, sono stato con l’ansia tutto il tempo, il minimo è che tu mi risparmi questo sarcasmo-
-Va bene hai ragione…ma non ne hai proprio magliette?- ride.
-No, ma trovi che questo ti metta a disagio?- gli tiro una scoppola e lui mette la testa sotto il cuscino guardandomi con gli occhi da cucciolo bastonato.
-Nah, non c’è tanto da vedere, buonanotte-
-La cosa è reciproca, notte- e spegne la luce. Io ucciderò questo ragazzo, ne sono sicura.
Non riesco a chiudere occhio tutta la notte, saranno i sensi di colpa o l’immagine di Luke e Aisha, ma rimango tutto con gli occhi sbarrati tutta la notte.
All’alba scendo giù cercando di non svegliare il biondino che dorme come un cucciolo avvinghiato al mio braccio, un cucciolo con problemi di salivazione principalmente, e mi metto a preparare la colazione per tutti, anche se non sono tutto questo granché in cucina.
-Buongiorno tesoro, che stai facendo?- mi giro verso Liz aggiustando meglio gli occhiali sul naso.
-Sto preparando la colazione- metto un pancake sul piatto rischiando quasi di scottarmi. –O almeno ci provo- Liz si avvicina schioccandomi un bacio sulla testa.
-Va tutto bene vero?-
-Si perché?-
-Vi ho sentito litigare ieri sera- verso un altro po’ di pastella cercando di non guardare Liz negli occhi.
-E’colpa mia non so cosa mi sia preso- si allontana aprendo il frigorifero e prendendo il succo d’acero e la cioccolata per poi posarli sul tavolo.
-Sai, non mi è mai piaciuta quella Aisha, ha una brutta reputazione a scuola e guarda Luke come se fosse una bistecca- rido notando che anche lei è d’accordo con me e mettendo anche i waffels nel piatto.
-Il problema è capire Luke, prima la lascia, poi si baciano, poi la evita e poi li trovo avvinghiati nel letto- mi mordo la lingua per l’ultima affermazione, ops…
-Cosa?-
-Ti prego Liz non gli dire niente, mi ucciderebbe-
-Vedi un po’se questa mi deve far diventare nonna a 48 anni-
-Ehi ho sentito un buon odore…- ed ecco che compare in tutta la sua bellezza Josh, anche lui senza maglietta, deve essere una prerogativa della famiglia Hemmings. -Hai cucinato tu Jazzy?-
-Si- ruba un pancake dal piatto addentandolo e andando a sedersi accanto a sua madre.
-Se non ti sposa mio fratello giuro che lo faccio io, sei perfetta: sai cucinare qualcosa, giochi alla play, non rompi per lo sport e gli amici, sei carina…cosas si può volere di più?- rido mentre lui si avvicina tutto il piatto di pancakes versandoli sopra una quantità industriale di cioccolato.
-Buongiorno, ho sentito un odore buonissimo…Jazzy hai cucinato tu?-
-Si Andrew-
-Papà io dico che dobbiamo fare di tutto per tenerci Jazzy stretta in un modo o nell’altro- sorrido sedendomi con loro, non mi ricordo di avere mai avuto scene di quotidianità così a casa mia, vivevamo in un regime di terrore.
-Ma perché fate casino? E’sabato mattina…uuhh ma quelli sono pancakes?- Luke si avvicina come un folletto al piatto ma suo fratello lo sposta.
-Ah ah ah, non te li meriti fratellino, non dopo quello che hai fatto a Jazzy ieri sera- il biondo lo guarda con uno sguardo corrucciato.
-Lo sai?-
-Lo sappiamo tutti Luke, non riesci proprio a parlare sottovoce eh?- Josh addenta l’ennesimo pancakes sorridendo a suo fratello.
-Chiudendo per un momento questa parentesi, hai cucinato tu?- gli faccio un lieve cenno di sì con la testa e lui sorride, come fa ad essere bello anche di prima mattina?
-Comunque se vuoi Luke sono sicura che anche Aisha sappia preparare i pancakes e i waffels- Josh scoppia a ridere e mi batte il cinque mentre il biondino ci guarda malissimo.
-Jazzy 1 Luke 0, sai credo di amare sempre di più questa ragazza- mi mette un braccio intorno alle spalle e mi schiocca un bacio sulla tempia mentre Luke sposta la sedia rumorosamente per poi sedersi e prendersi il piatto con le frittelle.
-Quanto mangio prima che voi due mi facciate passare la fame-
-Sarebbe un miracolo tesoro…- Liz porta la tazza alla bocca mentre Luke spalanca le braccia ed io e Josh ridiamo.
-Non ci posso credere, sta mattina sono tutti contro di me- mentre tutti ancora mangiano io salgo in camera di Luke, devo mandare un messaggio a Rory per scusarmi.
Ehi…mi dispiace per ieri sera…non so cosa mi sia preso, ho fatto una grandissima cazzata…
L’amore, e soprattutto la gelosia in questo caso, portano a fare cose inimmaginabili
Lo so, non ragionavo più…
Aspetta un momento, stai ammettendo che ti piace Luke?!
No, sto ammettendo che odio Aisha e che vorrei ucciderla ;)
-Una domanda: cos’è questa storia tra te e mio fratello?-
-Ma niente, stavamo solo scherzando- si toglie il pantalone della tuta rimanendo in mutande mentre io mi porto una mano davanti agli occhi. –Ti pare il caso?-
-Non credo che sia la prima volta che mi vedi in mutande…comunque ho messo il jeans, puoi anche togliere la mano- sposto delicatamente l’arto notando Luke senza maglietta e con il suo solito jeans strappato. –Sembravate molto affiatati voi due-
-Dai Luke…-
-Oh no Jazzy, non puoi dirmi ‘dai Luke’ dopo ieri sera, non puoi- sospiro passandomi una mano tra i capelli ramati.
-Usciamo Luke, usciamo perché dobbiamo parlare-
-Andiamo allo skatepark, è da tanto che non ci andiamo- faccio un cenno di sì con la testa e afferro lo skateboard uscendo prima di lui.
Per tutto il tragitto nessuno dei due osa fiatare, continuiamo a fissarci le punte delle scarpe anche se io avrei così tante cose da dirgli.
-Voglio provare a fare quella rampa- lo guardo salire sulla scaletta e lo seguo preoccupata.
-Luke ti prego non fare cazzate, ci sono tantissime altre rampe a New York, perché proprio questa?-
-Andiamo, che sarà mai?- gli afferro la mano e lui si volta incastrando i suoi occhi azzurrissimi nei miei viola.
-Ti prego Lukey- posa le sue labbra sulle mie per una frazione di secondo mentre io inizio a imprecare in tutte le lingue del mondo.
-Andrà tutto bene Jazzy- e lo vedo andare giù per poi cadere e rotolare fino a fine rampa.
-Oh Cristo Luke!- volo praticamente giù dalla scaletta fino a lui e prendo il suo busto tra le braccia. –Luke, Luke, dai cazzo svegliati- il biondo apre i suoi grandissimi occhi azzurri sorridendo come uno scemo.
-Credo di aver fatto un bel volo- sospiro alzandolo e facendo passare il suo braccio sulle mie spalle.
Una volta arrivati a casa lo adagio sul divano mettendogli ghiaccio praticamente dappertutto.
-Sei stato fortunato a non romperti niente-
-Forse lo skateboard dovrei lasciarlo a te- ridiamo mentre io gli sistemo meglio la borsa del ghiaccio sulla testa. –Mi dispiace Jazzy per ieri, hai ragione, non posso essere così incoerente sulla questione di Aisha-
-Ed io non volevo essere gelosa e reagire in quel modo, scusami Luke, non volevo metterti nei casini- abbasso lo sguardo e lui mi attira a sé in un abbraccio.
-Quanto siamo coglioni da 1 a 10?-
-1000…non voglio più litigare con te- mi accuccio ancora di più contro il suo petto, ho avuto tanta paura che si fosse fatto male.
-Neanche io…auh- mi sposto spaventata mentre lui si passa una mano sul costato.
-Scusami Luke, non volevo farti male-
-Tranquilla Jazzy, avere male perché tu mi stai abbracciando è il dolore più bello di questo mondo- e quando mi guarda con quei suoi occhioni azzurri e mi sorride con quel sorriso che potrebbe illuminare una città capisco che ora sono davvero fottuta.
 
Holaaaaa c:
come promesso sono riuscita a pubblicare il capitolo in settimana, non mi sembra possibile *-*
Allora che ne pensate? Avete visto come le cose si sono complicate per Luke e Jazzy? A quanto pare qualcuno non è più sicuro dei suoi sentimenti...
Anyway, volevo ringraziare le ragazze che leggono e recensiscono i miei capitoli, le vostre parol mi riempiono di gioia e spero di non avervi deluso sta volta :3 Ossidiana xx

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Capitolo 5
*** When I see your face, there's not a thing that I would change, 'cause you're amazing just the way you are ***


-Lukey, Lukey dai svegliati- il biondo apre i suoi occhioni azzurri regalandomi uno dei suoi meravigliosi sorrisi.
-Non ci credo, mi hai portato la colazione a letto-
-Beh io e tua madre abbiamo deciso che per ora è meglio farti sforzare il meno possibile- mi fa una carezza spostando qualche ciocca di capelli ramati dietro l’orecchio.
-Jazzy devi stare tranquilla, a parte una caviglia slogata non ho niente-
-Non sappiamo se hai avuta una commozione cerebrale-
-JAZZY!- Luke urla facendomi quasi volare il vassoio dalle mani.
-Non urlare, sono solo preoccupata per te- respira profondamente prima di riaprire gli occhi e scuotere la testa.
-Va bene scusa, solo che non sono cose che fa piacere sentirsi dire-
-La prossima volta vuol dire che porterò il mangiare a tuo fratello- scatta in avanti attirandomi a sé.
-Vieni qui, non ti azzardare- gli tocco il bernoccolo e lui sussulta.
-Diventerai un bellissimo unicorno entro domani-
-Le ragazze mi andranno dietro lo stesso-
-Su questo non ho dubbi- mi alzo passandogli una mano tra i capelli biondi. –Sei sicuro che non vuoi andare da Mark?-
-Jazzy…-
-Va bene, va bene-
-Sai, penso che se non ci fossi stata tu con me ieri mi sarei fatta molto male, sei come il mio angelo custode-
-Io sono tutto fuorché un angelo Luke, ti ho messo nei guai troppe volte-
-Invece no, mi hai sempre difeso, sei un angelo, un angelo caduto ma pur sempre un angelo- sorrido appoggiandomi contro il suo petto e lasciandomi circondare con un abbraccio.
-Sei diventata abbastanza sentimentale ultimamente-
-Sai che lo sono sempre stata-
-Posso farti una domanda?-
-Dimmi-
-Ti manca tua madre?- mi irrigidisco a quelle parole, nessuno me lo aveva mai chiesto ed io avevo cercato di pensarci il meno possibile.
-Mi ha rovinato la vita, è colpa sua se siamo in questa situazione-
-Non hai mai pensato che lei non ha potuto fare niente per paura che qualsiasi sua azione si ripercuotesse su di te? Un po’ come tu hai fatto per me- mi alzo sedendomi ai bordi del letto, perché Luke mi sta mettendo tutte quelle idee in testa? –Jazzy so che per te non è un argomento facile…-
-Mi accompagni in un posto?- mi guarda stupito grattandosi la testa. –Tranquillo, non ci sarà tanto da camminare-
-Andiamo-
Per tutto il tragitto nessuno dei due parla, Luke avrà sicuramente paura di farmi arrabbiare.
-Jazzy io prima non volevo…cioè forse ho usato parole sbagliate…-
-Luke stai tranquillo, solo ora non mi va di parlarne, non qui- il biondo si guarda intorno prima di realizzare che ci troviamo al cimitero centrale. Davanti a noi un’immensa distesa di verde su cui trionfano migliaia di tombe grigie e per certi versi spente.
-Perché siamo qui Jazzy?-
-E’qui che è sepolto mio padre. Sono circa 9 anni che non ci vengo, da quando Bruce è entrato nella nostra vita praticamente, non mi ricordo nemmeno più dove è la sua tomba- non mi accorgo di avere le lacrime che scorrono sulle mie guance fin quando Luke non ne raccoglie una col dito prima di abbracciarmi.
-Ehi piccola va tutto bene, ci sono io qui-
-A volte ti invidio sai Luke? Vorrei avere una famiglia bella come la tua, invece io non ho niente. Ho vissuto per anni nel terrore, nelle botte, tra la vita e la morte, ed ora vivo a sbafo a casa tua, non hai idea di quanto mi senta in colpa ma cosa posso fare io? Se ci fosse un modo per contribuire a tutte le spese lo farei- prende il mio viso tra le mani incastrando i suoi occhi azzurri nei miei viola.
-Sono veramente poche le volte in cui ti ho visto piangere in questi anni e ho capito che odio vedere le lacrime scendere da questi bellissimi occhioni viola- sorrido mentre si porta le mani alla testa con le guance tutte rosse. –E Jazzy siamo noi la tua famiglia,tutti noi ti adoriamo, mio fratello Josh anche troppo, ma comunque non ti devi sentire in colpa, a noi piace averti a casa e mia madre, dio mia madre è innamorata di te. E ti giuro Jazzy che finché avrò fiato nei polmoni e battiti nel cuore tu non sarai mai sola- gli getto le braccia al collo con le lacrime che continuano a scendere e schioccandogli un bacio sulla guancia. -Sai in questo momento ci vorrebbe un bacio- gli do una leggera spinta e lui ride gettando la testa all’indietro.
-Mi sa che ce ne siamo dati un po’troppi negli ultimi tempi-
-Hai paura di innamorarti di me?-
-Guarda non ti picchio solo perché siamo in un luogo sacro- intreccia le sue dita con le mie sorridendo e porca puttana, ho il cuore che va più veloce di quando mi sento male.
-Andiamo a cercare la tomba di tuo padre, così può finalmente vedere che bella figlia ha-
Dopo aver girato un po’ la troviamo ed io mi inginocchio davanti ad essa iniziando a sistemare i fiori nel vaso.
-Ha i tuoi stessi occhi- mi giro verso di lui sorridendo.
-Ora li odio di meno, sono qualcosa che mi lega a lui- si inginocchia accanto a me intrecciando di nuovo le sue dita con le mie.
-Ciao John, noi non ci conosciamo e vorrei dire che ho sentito parlare tanto di te ma purtroppo non è così, tua figlia si tiene tutto dentro, non sempre si esterna con me e non capisco il perché. E’meravigliosa sai? Farebbe di tutto per difendere le persone a cui tiene davvero ed è molto dolce, anche se cerca di mascherarlo. Si perché devi sapere che lei è una piccola guerriera, vuole sempre combattere da sola, affrontare la vita così com’è, ma io so che lei nel profondo del suo cuore vorrebbe essere una principessa da salvare perché è davvero stanca di lottare. Saresti davvero fiero di lei, per anni non ha fatto altro che affrontare tutto quello che la vita le ha riservato in silenzio e senza lamentarsi, mi ha pure tenuto all’oscuro dell’intera faccenda. John hai una figlia speciale e spero che tu dall’alto stia vedendo che persona fantastica è- lo guardo con le lacrime che ormai scendono a fiumi, nessuno mi aveva mai detto cose così belle. –Ps spero che però tu non abbia visto tutta la parte dei baci perché in tal caso ti chiedo scusa…e per favore non mandarmi fulmini o roba del genere, sono un bravo ragazzo io- scoppiamo a ridere entrambi senza che le nostre mani si stacchino e dentro di me intanto si fa strada un brutto presentimento.
-Le pensi veramente tutte quelle cose?-
-Certo, sennò non le avrei dette- abbasso lo sguardo mordendomi il labbro. –So che stai pensando-
-Ah si?-
-Il nostro rapporto è cambiato, forse non è più solo un’amicizia- queste sono le parole che non avrei mai voluto sentirmi dire da lui, o almeno non ora come ora.
-Luke io ecco…non credo che ora sia il momento più adatto, con tutto quello che sta succedendo, con tutti i pensieri che ho per la testa, e poi non vorrei mai metterti in pericolo- sospira passandosi una mano tra i capelli dorati.
-A volte sei l’unica che non vede la realtà, io potrei curare il tuo cuore-
-E’una cosa bellissima quella che hai detto-
-Si…oh questa me la segno, la metterò nella nostra nuova canzone- ride mentre vedo Luke scrivere frettolosamente la frase sul telefonino.
-Questo vuol dire che posso escogitare piani per eliminare Aisha-
-Beh in teoria io e te non stiamo insieme, quindi non dovresti arrabbiarti-
-In teoria tu sei maschio ma posso comunque castrarti- sbianca a quelle parole portandosi le mani davanti come per difendersi mentre io scoppio a ridere, lui è tutto ciò di cui ho bisogno.
 
Non ci credoooooo, quindi ora state insieme? ❤_❤
No Rory, ora come ora no, non è prudente
Almeno hai ammesso che ti piace u.u
Non so se mi piace però è tutto così tremendamente romantico
-Beh si modestamente il romanticismo è una mia prerogativa- arrossisco notando che quella testa di carota di Luke ha letto i miei messaggi con Rory quindi gli do una spinta mentre lui ancora se la ride.
-Prova un’altra volta a leggere i miei messaggi e vedi quello che ti combino-
-E che fai, mi ammazzi di baci?-
-Luke stai urtando il mio sistema nervoso-
-E se oggi provassi a fare di nuovo quella rampa?-
-Non ci provare nemmeno! Vedi che ti lego- un sorriso malizioso si dipinge sul suo volto, qualcosa mi dice che oggi Luke prende botte.
-E quando mi leghi che mi fai?- un cinquino si stampa sul suo viso mentre Rory, Ash, Mikey e Cal rimangono immobili dietro di lui.
-Luke ti sto avvertendo: se non la finisci con queste battute del cazzo non rispondo più di me stessa- giro i tacchi prendendo Rory sottobraccio.
-Che ha combinato sta volta?-
-Mi sa che fa un po’troppe battute per i miei gusti-
-Cambiando discorso, lo sai che la prossima settimana c’è il ballo di Sadie Hawkins vero?- mi sistemo meglio la tuta mentre lei mi guarda con gli occhi a cuoricino.
-E quindi?-
-O mio dio Jazzy! E’il ballo in cui le ragazze invitano i ragazzi! Devi invitare Luke!-
-Ma non ci penso minimamente, è una cosa imbarazzante-
-Oh certo, non lo invitare, così lo farà Aisha e…-
-Rory non lo dire-
-…scoperanno, SCOPERANNO! Ecco l’ho detto- mi passo una mano tra i capelli ramati cercando di evitare che la scena di qualche giorno prima mi si ripresenti. –Ha quasi 16 anni Jazzy, non potrà aspettarti per sempre-
-E va bene Rory mi hai convinta-
-Brava ragazza…una domanda: cos’ha in testa?-
-Oh niente, ha provato ha fare la rampa spacca ossa e, beh, si è spaccato le ossa- quando usciamo dallo spogliatoio la coach Collins per poco non ci sbraita in faccia.
-Greyson, McGruver, ma è possibile che siate sempre in ritardo?- biascichiamo un ‘ci scusi’ mentre l’affianca Aisha con un sorriso a 32 denti sul viso.
-Ciao ragazze- mi giro per vedere Ashton salutarmi con la manina, okay c’è qual quadra che non cosa.
-Voi quattro non dovreste essere all’allenamento di football?-
-Il coach Bolton è malato, quindi faremo ginnastica con te, non sei contenta?-
-Sto facendo i salti di gioia Calum- la mia attenzione viene catturata da Luke che se ne sta a tre metri di distanza da me.
-Per gli esercizi di oggi mettetevi a coppie- e fu così che Michael, Calum, Ashton e Rory spingono me e Luke l’uno contro l’altro.
-Ehi- la prof fischia ed iniziamo a saltellare coordinatamente.
-Luke che hai?-
-Niente perché?-
-Perché non mi guardi in faccia?-
-Mi hai tirato uno schiaffo prima…-
-Facevi il coglione- alza lo sguardo puntando su di me quei fottutissimi occhioni azzurri. –Comunque ti dovrei parlare di una cosa- un sorriso si apre sul suo volto.
-Di cosa?-
-Appena finisce il supplizio te lo dico- ride, dio quanto amo il suo sorriso.
-Bene ragazzi, ora fate l’esercizio della fiducia-
-Vai prima tu- mi giro pregando che Luke mi prenda, non si sa mai, ci sono troppe distrazioni. –Perché non cadi?-
-Sai com’è, non è che mi fidi tanto di lasciarmi andare se tu fissi il culo di Aisha- mi giro vedendolo arrossire.
-Io non sto guardando il culo di nessuno- scuoto la testa cadendo all’indietro e fortunatamente mi prende al volo. –Visto? Sana e salva tra le mie braccia- rido col suo volto praticamente incollato al mio, no Luke ti prego, non mi baciare.
L’ora di ginnastica passa tra tantissime risate, devo dire che Luke ed Ashton hanno un futuro come ballerine di danza classica, sono molto portate.
-Luke possiamo parlare un attimo?- ma quanto posso odiare quella voce?
-Luke anche io volevo parlarti dopo-
-Levati dalle palle Jazzy- sospiro, ma perché il signore non se la prende?
-3, 2, 1…- schiocco le dita e dietro spuntano Michael, Ashton e Calum.
-Ma Aisha ancora che vuoi fare? E’ da un anno che ci provi ma tanto Luke non te lo darà- la ragazza sta per scoppiare mentre il biondo scoppia a ridere come un pazzo.
-Non ci posso credere che l’abbiate detta con lo stesso ritmo del ritornello di Out of my limit ahahahaah-
-Che ti posso dire, sono dei geni quando vogliono…comunque Luke io ti volevo chiedere beh, sai questa cosa del ballo di Sadie Hawkins no? Ed io avevo pensato che io e te, insomma…- inizio a balbettare e a diventare rossa, perfetto Jazzy, buon lavoro.
-Mi stai invitando?-
-In un certo senso…-
-Noooo ti volevo invitare pure io!-
-Aisha io…-
-No Luke, ora basta, devi scegliere: o me o lei-
-Tan-tan-tan-tan- mi giro verso Ashton che ha fatto pure l’accompagnamento battendo sullo stipite del muro.
-Ash…no- mi volto verso Luke che è rimasto imbambolato. –No fammi capire, ci stai davvero pensando? Dopo tutto quello che ci siamo detti ieri?-
-Che ci siamo persi?-
-Andiamo Mikey non dirmi che non te lo ha già raccontato- fa per ribattere ma poi si ritira.
-In effetti-
-Jazzy- ci voltiamo tutti verso Luke che caccia le mani in tasca.
-Cosa hai detto prego?-
-Ho detto Jazzy, Aisha. Jazzy, Jazzy, Jazzy e ancora Jazzy. Sceglierei lei anche se mi proponessero uno scambio con Megan Fox-
-Credo che questo però sia un tantino esagerato- io e Calum tiriamo una gomitata ciascuno nelle costole di Michael che si piega in due.
-Fallo continuare, è uno di quei momenti così ricchi di patos che sembra di essere in una fan fiction- guardiamo tutti male Calum che intatto ha estratto un pacchetto di patatine dalla tracolla ed ha iniziato a mangiarlo come se si trovasse al cinema. Questi si fanno di roba veramente pesante.
-Ho sopportato per mesi che tu la trattassi male ma ora non mi va più-
-Sappi che te ne pentirai Hemmings…e tu piccolo mostriciattolo, sappi che da oggi in poi renderò ogni tuo giorno un inferno- mi punta un dito con tanto di unghia laccata contro, se solo sapesse cosa veramente sia un inferno.
-Ora ci vorrebbe un bacio- ci giriamo tutti verso Calum che continua a mangiare le patatine con gli occhi a cuoricino, okay è fatto di brutto.
-Ora io veramente dovrei andare in classe, ci vediamo a pranzo ragazzi- salgo in fretta le scale sapendo di essere in ritardo e mi imbatto nell’ultima persona che avrei voluto vedere.
-Dove stai andando così di fretta bambolina?-
-In classe Luke…-
-Sai tua madre sta male per ora- mi volto per quelle parole, ci mancava solo questa.
-Che stai dicendo?-
-Dico che sente sempre la tua mancanza, magari potresti farle visita-
-Certo così rischio di non uscire più da lì- lo lascio dirigendomi in classe mentre cerco di trovare una soluzione quando la vibrazione del mio telefonino mi scuote dai miei pensieri.
Però aveva ragione Calum, il bacio ci sarebbe stato bene ;)
Hemmings non ho più intenzione di baciarti
Why? O.O
Dobbiamo evitare per ora, comportiamoci come prima
Come vuoi tu Jazzy.
E in quel momento mi viene un’idea: scriverò una lettera a mia madre così non sarò costretta ad entrare a casa, potrò lasciarla a Fred o a qualcuno della sua banda all’inizio del Bronx.
Cara mamma,
non so se quello che ha detto Luke è vero (cioè che stai male per la mia mancanza), ma io deciso di scriverti lo stesso.
Mi dispiace di averti abbandonato lì con Bruce, anche se in teoria sei stata tu a dire a Luke di portarmi via, ma credimi, se tornassi ora come ora porterei solo guai, ormai mi controllano quindi resisti, tra poco finirà tutto.
Sto bene, e non lo dico solo per dire, dagli Hemmings sto veramente bene, mi sento a casa e Liz mi tratta come se fossi un’altra dei suoi figli, per la prima volta mi sento di far parte di una famiglia, mi sento quasi una normale ragazza di 15 anni.
Ieri sono andata a trovare papà e Luke ha improvvisato un discorso che mi ha fatto piangere, è davvero speciale quel ragazzo.
In verità non so cosa scriverti, non abbiamo mai parlato molto noi due, volevo solo farti sapere che qui è tutto okay quindi non ti preoccupare e soprattutto tieni duro, sotto sotto sei forte anche tu.
Mi dispiace per tutte quelle volte che ti ho trattata male o ti ho detto cose brutte, è solo che non sopporto il tuo modo passivo di affrontare tutta questa situazione, ecco tutto, sembra che tu non voglia mai fare niente per risolvere questo enorme problema. Nonostante tutto però resti pur sempre mia madre, quindi stai tranquilla va bene? Sono in ottime mani.
                                                                                Jazzy
Piego il foglietto in due e lo ripongo nella tasca dei jeans, ora il problema sarà riuscire a portarlo senza che Luke venga con me.
-Dopo scuola ci vediamo tutti da te Lukey, dobbiamo provare- mai una volta che mi vada bene eh?
-Io appena usciamo devo fare una cosa, mancherò al massimo 20 minuti- Rory mi guarda attentamente anche se posso giurare di sapere che ha capito, infatti poi ritorna a mangiare scuotendo la testa.
-Dove devi andare?-
-In un posto, tranquillo Luke-
-Quando tu mi dici così invece mi devo preoccupare- ruoto gli occhi, non mi lascerà mai andare.
-Devo andare a comprare il vestito per il ballo e non voglio che tu lo veda prima di allora, contento ora?- un sorriso si apre sul suo viso, e anche sta volta se l’è bevuta.
-Allora vengo con te-
-Tranquilla Rory, posso anche fare da sola-
-Ma che dici! Le amiche vanno sempre a comprare i vestiti insieme- okay sta volta sono fottuta.
Quando finalmente il pranzo finisce, la biona mi trascina per un braccio fino al bagno delle ragazze.
-Si può sapere che devi fare lì? Perché ci stai ritornando?-
-Devo portare una lettera a mia madre, Luke mi ha detto che sta male-
-Ti ha raccontato una balla-
-E se invece è così?- Rory si zittisce iniziando a mordersi in continuazione il labbro. –Non possiamo saperlo-
-Allora vengo con te-
-Non vorrei ma ora lo devi fare per forza, i ragazzi si potrebbero insospettire e l’ultima cosa che voglio è che Luke decida di fare un’altra gita nel Bronx-
Suonata anche l’ultima campana, io e Rory sgattaioliamo dal gruppo il più in fretta possibile, non si sa mai.
-Queste strade mi mettono paura-
-Non allontanarti da me per nessun motivo- arrivate al punto iniziale, batto tre colpi sulla scala antincendio facendo scappare qualche gatto ma anche attirando l’attenzione di Fred.
-Jazzy?! Cosa ci fai qui? Lo sai che cosa rischi se ti beccano?-
-Lo so, però ho bisogno che tu faccia arrivare questo a mia madre- gli porgo il foglio che lui apre prima di mettersi in tasca.
-D’accordo glielo farò avere- in quel momento una voce ci interrompe, Luke deve essere tornato. –Merda nascondetevi presto- Fred ci incita a metterci dietro una macchina e come se non bastasse il secchio che stava a malapena in equilibrio sul tettuccio cade rovesciandosi rovinosamente su di me.
-Non ci credo ahaahhaha-
-Rory muta- le tiro un colpo e lei protesta mentre osserviamo ogni singolo movimento di Luke.
-E’venuta Jazzy per caso?-
-Jazzy? Amico non la vedo da tantissimo tempo- Luke sputa fuori una nuvola di fumo guardandosi attentamente in giro.
-Pensavo che sarebbe venuta sapendo della madre-
-Che ha Nicole?-
-Le manca la figlia, non mangia, non beve, non dorme…e nessuno più che la difende da Bruce- serro i pugni e lotto contro la voglia di saltare fuori, anzi più che altro è Rory che mi blocca.
-E’intelligente la ragazza- la risatina di Luke squarcia quella tensione che si è creata, è troppo sicuro di sé, troppo.
-Io so come indebolirla e costringerla a tornare qui-
-E come?-
-Toccandole il suo unico punto debole: quel ragazzo con i capelli biondi che l’ha salvata l’altra volta- sgrano gli occhi a quelle parole.
-Luke!- Rory mi tappa la bocca mentre io inizio a pregare che lui non mi abbia sentito.
-Cosa è stato?-
-Un gatto bello- il moro si avvicina a Fred con aria di sfida, per avere solo 16 anni si comporta come un gangster di 40.
-Fred stammi a sentire: se scopro che hai coperto Jazzy farai una brutta fine, è chiaro?-
-Chiarissimo- quando finalmente se ne va io e Rory usciamo dal nostro nascondiglio.
-Devo scoprire che cosa ha in mente di fare a Luke-
-Non è prudente che torni qui-
-E come posso fare?- si tocca il mento pensieroso mentre io sento il battito del cuore accelerare notevolmente, forse la malattia si sta presentando.
-Incontriamoci venerdì alle 4 allo skate park, ti dirò cosa ho scoperto, ora però andate via prima che qualcuno vi veda- iniziamo a correre come due pazze rischiando di essere investita praticamente un centinaio di volte e ci fermiamo soltanto quando ci accorgiamo di essere in prossimità di casa di Luke.
-Cosa racconterai quando ti vedranno in questo stato?- mi guardo i vestiti ancora fradici respirando affannosamente.
-Che stavo provando un paio di scarpe al centro commerciale ma sono caduta nella fontana- bussiamo e ci viene ad aprire un Luke sorridente, ma la sua espressione muta quando mi vede.
-Jazzy ma che hai combinato?-
-N-niente i-io…- non faccio in tempo a finire la frase che i miei occhi si spengono e tutte le forze mi abbandonano lasciandomi inerme sul pavimento.
 

Sbam!

Come promesso sono riuscita ad aggiornare in settimana (viva me ahahahah).
Allora, che ve ne pare di questo capitolo? Ammetto di aver scritto qualche cavolata ma purtroppo l'ho prodotto maggiormente prima di andare a letto e dopo le 11 comincio a sclerare di brutto ahahahhaahhaha.
Anyway spero che vi piaccia, io ora devo andare, se non faccio qualche compito prima di domani mia nonna mi uccide, un bacio, Ossidiana xx

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Capitolo 6
*** And your eyes irresistible ***


Apro gli occhi e le figure di Ashton, Calum, Rory, Luke e Michael prendono una forma pressoché distinta. Giro la testa di lato, è davvero troppo pesante.
-Ma che è successo?- faccio per alzarmi ma tutti portano le mani avanti bloccandomi.
-Stai ferma, hai avuto un attacco dei tuoi, e per giunta hai la febbre alta- Luke guarda attentamente il termometro prima di posarlo. –Ora ti preparo un bell’impacco di acqua fredda così la facciamo scendere-
-Luke passione infermiera, una nuova serie prossimamente su Real Time- scoppiamo tutti a ridere tranne il biondo che trucida Ashton con lo sguardo.
-Ah ah ah molto divertente- esce dalla camera ancora borbottando per poi tornare con una bacinella di acqua ghiacciata. –Mi spieghi come hai fatto a bagnarti tutta se eri con Rory al centro commerciale per il vestito?- guardo la bionda in cerca di aiuto, in questo momento non mi viene nessuna scusa decente.
-Un piccione le ha fatto la pipì di sopra- ci giriamo tutti verso di lei guardandola con la bocca aperta, questa è quasi peggio di quella dello stupro di Luke. –Beh che c’è da guardare? I piccioni al giorno d’oggi mangiano di tutto…avrà bevuto un po’di acqua Rocchetta, fa fare tanta plin plin-
-Non ci credo- mi sbatto una mano in fronte, ma davvero questa ragazza ha 15 anni?
-Jazzy che cosa mi stai nascondendo?- Luke punta i suoi occhi azzurri nei miei viola, ecco e ora che cosa mi invento?
-E-ecco l-la v-verità è che…che…che sono caduta nella fontana del centro commerciale, solo che mi vergognavo troppo a dirlo-
-Effettivamente ahahahahaha- Michael scoppia a ridere e dopo poco lo seguono tutti a ruota, tutti tranne Luke che continua a fissarmi con quegli occhi come se volesse leggermi dentro.
-Ragazzi ora potete anche andare, mi occupo io di Jazzy- i quattro si guardano stupiti per poi capire e andarsene.
-Perché li ha cacciati?- Luke chiude la porta per poi sedersi di fronte a me e continuare a squadrarmi con quei dannatissimi occhi.
-Jazzy ti prego, dimmi che non sei tornata lì-
-Luke io…-
-Jazzy!...-
-Luke mia madre sta male, dovevo farlo- si passa entrambe le mani sul volto.
-Basta con tutte queste bugie Jazzy, io non ne posso più- si alza avvicinandosi verso la porta ed io sono ancora troppo debole per alzarmi.
-Bravo Luke abbandonami quando le cose si fanno più difficili- si gira verso di me con i pugni serrati e con la voglia di spaccare qualcosa.
-Abbandonarti? ABBANDONARTI? Dimmi soltanto una volta in cui ti ho lasciato sola Jazzy, una-
-Quando hai saputo la verità, in questo momento…- si passa le mani tra i capelli tirandoseli ed iniziando ad andare avanti e indietro per la stanza.
-Ho mandato tutte le mie relazioni a puttane per stare con te-
-Non te l’ho mai chiesto Luke, non ti ho mai chiesto di fare il mio principe azzurro- tira un pugno con la mano fasciata contro il muro chinandosi poi a terra per il dolore. –Deficiente cosa hai fatto? Così si riapre la ferita- mi chino accanto a lui e prendendo la sua mano tra le mie.
-Mi fa malissimo Jazzy…e non parlo solo della mano, non sento più il mio cuore che batte- incastra i sui occhi azzurri nei miei viola per poi appoggiare la testa sulla mia spalla.
-Oh Lukey…hai detto una cosa dolcissima ma non credi di essere un po’teatrale?- lo sento ridere contro il mio collo per poi cercare di muovere la mano ancora saldamente tenuta dalle mie.
-Se mi rompo la mano giuro che mi ammazzo-
-Luke non dire cazzate- mi alzo di scatto facendolo ridere. –Ti ammazzano Michael, Calum ed Ashton la cosa è diversa- continua a ridere mentre la stanza intorno a me riprende a girare ed io sento di star per perdere l’equilibrio.
-Jazzy ehi- Luke mi afferra al volo prendendomi di peso e rimettendomi a letto. –Per qualche giorno è meglio che tu stia a casa-
-Cosa? E che farò?-
-Jazz-Jazz lo so che odi stare con le mano in mano ma è l’unica soluzione, a meno che tu non voglia saltarti il ballo e perderti l’occasione di andare con uno dei ragazzi più amati di tutta la scuola- si alza pavoneggiandosi mentre io scoppio a ridere, non cambierà mai.
-Uno non mi chiamavi Jazz-Jazz dalla prima media, due devo ancora comprare l’abito e tre Lukey ti stai montando la testa-
-Sai che prima del tuo avevo ricevuto già 10 inviti?- alzo lo sguardo posandolo su di lui, c’è qualcosa che non mi quadra.
-Che cosa?-
-Mi avevano già Ashley Roberts, Mackenzie Peters, Violet Manson, Harmony Jackon, Aria Moon, Ally Martin, Rose Gill, Bella Dawson, Sophie Prescott e Stella Smith- lo guardo ancora più stupita, sono dieci delle ragazze più carine della scuola, molte delle quali sono nel suo corso di biologia, io ancor non lo posso frequentare perché sono sempre un anno più piccola ma ci sto lavorando.
-Luke ma avresti avuto solo l’imbarazzo della scelta, sono alcune delle ragazze più desiderate della scuola, perché non hai accettato nessuno dei loro inviti?-
-Perché nessuna di loro è te, e ti giuro che ho sperato tantissimo che mi invitassi, non sarei voluto andare con nessuna che non fossi tu- si morde il labbro ed io mi metto il cuscino sulla faccia iniziando a mugolare. –Ho fatto qualcosa di male?-
-Si- mi alzo di scatto ritrovandomelo ad un palmo dalla faccia. –Sei tremendamente dolce porca puttana-
 
Luke apre di scatto la porta gettando lo zaino per terra e tenendo il cellulare in mano.
-Ciao Luke eh- alza lo sguardo su di me per poi sorridere.
-Scusa Jazzy, è che sto organizzando le prove coi ragazzi, tra un quarto d’ora dovrebbero essere qui-
-Oh va bene, piuttosto, raccontami che è successo oggi a scuola- è quasi una settimana che non vado a scuola, domani ci sarà il ballo e dovrò anche vedere Fred…e sottolineo che ancora non ho comprato il vestito, sono stata troppo male in questi giorni.
-Niente di che, il professor Prescott mi ha interrogato in biologia…-
-Uh come è andata?-
-Devi aiutarmi a studiare, non ci capisco niente e in questo modo potresti passare nel mio corso-
-Si ora ci mettiamo e lo facciamo-
-Ah e poi abbiamo assistito ad uno spettacolo delle cheerleader, sai hanno comprato le divise nuove- Luke mi guarda con occhi sognanti mentre io li roteo, questo ragazzo non cambierà mai.
-Erano bellissime- caccio un urlo vedendo spuntare Calum e gli altri.
-Si immagino…forse è meglio che andaste a provare, ora- i ragazzi fanno dietro front e in quel momento mi ricordo di una cosa. –Calum per favore puoi venire un attimo qui? Ti devo parlare- lui e Luke mi guardano stupiti prima che il moro entri in camera.
-Chiudo la porta?-
-Si si-
-Che cosa?-
-Luke tranquillo non la stupro- chiude la porta e si siede ai piedi del letto intrecciando le dita. –Spara-
-Calum mi dovresti fare un enorme favore-
-Cioè?- prendo un respiro profondo.
-Oggi allo skate park ho un appuntamento con un mio amico per avere notizie su mia madre che per ora è stata male, solo che non sapevo a chi chiedere se non a te-
-Potrebbe uccidermi?-
-No, no tranquillo, Fred è dolcissimo-
-A che ora è l’appuntamento?-
-Alle quattro…mettiti questo così ti riconoscerà- gli porgo il mio braccialetto azzurro con le note musicali e lui si fa circa tre giri sul polso per legarlo.
-Spero che Luke non se ne accorga, sennò gli dovremmo spiegare un bel po’ di cose- mi dà un buffetto sulla guancia prima di uscire e così ne approfitto per mandare un messaggio a Fred.
Domani verrà un mio amico, è alto, moro, dai tratti asiatici anche se non lo è, ed avrà il mio braccialetto azzurro.
Decido di scendere per ascoltare i ragazzi, sono stanca di stare a letto.
Mi avvicino al garage e sento che stanno provando una canzone nuova.
-I dedicate this song to you, the one who never sees the truth, that I can take away your heart, heartbreak girl-
Non ci credo, ha veramente usato la frase che mi ha l’altra volta.
-Jazzy tu dovresti essere a riposare-
-Hai usato la frase che mi hai detto l’altra volta-
-Seriamente ancora non hai capito che ogni singola parola di ogni singola canzone sia dedicata a te?!-
-Non penso ci fosse bisogno di puntualizzarlo Michael- Luke abbassa lo sguardo diventando tutto rosso, è così tenero.
-Calum ma quello non è il braccialetto di…- tiro una bacchetta ad Ashton prendendolo in un occhio, ops. –Che cazzo fai Jazzy?!-
-Ma che cos…-
-Lukey- abbraccio il biondo mimando ad Ashton di stare muto.
-Ma che ti prende?-
-A me? Niente- mi guarda sospettoso per poi spostare lo sguardo su Calum e notare il braccialetto. –Perché Calum sta indossando il bracciale che ti ho regalato per il tuo dodicesimo compleanno?-
-Come portafortuna- il moro sorride a Luke che per tutta risposta gli sferra un pugno sul naso.
-Luke che cazzo ti prende?! Che cazzo vi prende?! Sto impazzendo!- Ashton sbotta arrabbiato mentre il biondo se ne va sbattendo la porta.
-Non ce la posso fare- mi metto le mani sul viso prima di seguirlo fuori. Lo trovo seduto in giardino, con le gambe incrociate e i pugni stretti. Mi avvicino cautamente a lui abbracciandolo da dietro e schioccandogli un bacio sulla -guancia. –Dai Lukey, che ti è successo?-
-Non voglio che nessuno prenda il mio posto con te, per nessun motivo al mondo- sto per dirgli quanto è dolce quando noto una chiazza rossa sul suo collo.
-Luke questo è un succhiotto?- il biondo si passa una mano sul punto indicato.
-Ah questo…si, Aisha voleva tornare con me e mi si è gettata addosso, cercavo di togliermela e mi ha fatto questo- rabbrividisco e mi arrabbio allo stesso tempo, perché non riesco a toglierla dai piedi una volta per tutte. –Sei arrabbiata Jazzy? Allora non ti dico della festa che darà sta sera perché esci pazza-
-Oh e vaffanculo a tutto, VAFFANCULO! Non ce la posso fare, sono settimane che ormai andiamo avanti facendomi dispetti per farci ingelosire, non ce la posso fare. Non possiamo stare insieme per ora Luke, per il semplice fatto che non voglio che ti accada nulla di male. Finita questa faccenda, finita tutta la storia con Bruce, ben venga una possibile relazione, ma fino a quel momento non voglio coinvolgerti più di quanto tu non lo sia già- si alza mettendosi davanti a me con i pugni serrati e gli occhi bui, bui e delusi.
-Non me ne fotte più un cazzo va bene Jazzy? Sono stanco, sono stanco di aspettare qualcosa che potrebbe avvenire tra anni, sono stanco i fingere che tutti quei baci non siano mai avvenuti, sono stanco di tutto questo! La verità è che tu hai paura, sì, hai paura perché non credi più nella razza maschile e temi che ti accada la stessa cosa che è accaduta a tua madre, tu hai paura di innamorarti,  e ti nascondi dietro mille scuse ma sai che c’è? Da oggi in poi me ne lavo le mani, te la vedrai veramente da sola- gli occhi iniziano ad appannarsi per le lacrime e decido così di andare via, nonostante stia indossando una maglietta di Luke e la tuta del pigiama.
Quando suono alla porta di Rory ho già le guance tutte rosse e il fiatone.
-Jazzy che cosa è successo?- entro raccontandole tutta la storia con qualche difficoltà visto che non riesco a smettere di singhiozzare in continuazione. –Dai tesoro vedrai che tutto si risolverà-
-No invece, lui non ne vuole più sapere di me, l’ho perso per sempre- Rory si alza mettendo le mani sui fianchi.
-Jazzy non essere melodrammatica, non è da te…ora andiamo a casa che Liz si sarà preoccupata tantissimo- mi alzo fissando la punta delle scarpe e sento Rory sospirare. –Magari prima passiamo a prendere un gelato…ma non dire niente a nessuno! Mi ucciderebbero se venissero a sapere che ti ho fatto stare fuori, sei ancora cagionevole…aspetta un attimo…da dove viene questo termine?- faccio spallucce mentre lei incrocia le braccia sotto il seno.
-Forse hai passato un po’troppo tempo con me questa settimana-
Purtroppo nemmeno il gelato riesce a farmi calmare, mi sento una strana sensazione allo stomaco che provoca nausea, il che aumenta quando, tornando a casa, trovo Luke tirato a lucido è bello come sempre.
-Si può sapere dove cazzo sei stata fino ad ora? Ci hai fatto preoccupare tantissimo-
-Scusa Luke, non volevo…-
-A quanto pare sai dire solo questo ultimamente-
-Lucas ora basta- Liz mi fa una carezza sulla testa per poi abbracciarmi. –L’importante è che ora Jazzy sia a casa- il biondo guarda il telefonino distrattamene per poi infilarselo nella tasca dei jeans strappati.
-Bene, detto questo io andrei, non mi aspettati sveglie- sospiro vedendolo andare via maledicendo me e la mia vita in tutte le lingue del mondo.
-Tesoro che è successo? Un altro litigio?-
-Ormai le cose non vanno più bene con Luke ed io non so seriamente che fare-
-Oh piccolina- mi abbraccia accarezzandomi la schiena. –Si sistemerà tutto, ne sono convinta, tu e Luke vi volete troppo bene per non parlarvi più-
Per tutta la serata non faccio altro che guardare tutte le vecchie foto mie e di Luke e non posso fare a meno di pensare a come le cose siano cambiate così velocemente tutte d’un colpo e senza che io abbia cercato di fare qualcosa per impedirlo.
Sono le tre di notte quando sento dei rumori provenire da sotto e, spaventata, scendo afferrando la prima cosa che mi capita tra le mani per difendermi. Quando apro la luce però mi ritrovo Michael, Calum ed Ashton che sostengono un Luke totalmente ubriaco e che non la finisce di ridere.
-Dio ragazzi mi avete fatto prendere un colpo-
-Non penso che spaccare in testa all’intruso la chitarra di Luke sarebbe stata una buona idea, poi te la saresti dovuta vedere con lui- Michael si trattiene dal ridere mentre cerca di non far cadere Luke il contorsionista per terra.
-Comunque si può sapere che è successo?-
-Alla festa si è ubriacato di brutto e poi non ha fatto altro che dire il tuo nome e chiedere di portarti qui- poso lo sguardo sul biondo che continua a ridere dicendo cose -senza senso. –Per quanto riguarda quella cosa…-
-Si Cal, sistemo Luke e parliamo- apro le braccia ed Ash e il moro lo lasciano andare rischiando di farm cadere, certo che pesa più di quanto sembri.
-Sei bellissima Jazzy-
-E tu sei ubriaco, andiamo in camera ora, prima che tua madre si svegli…ragazzi voi potete pure andare-
-Va bene, chiama se ci sono problemi, notte- Michael ed Ashton escono e Calum richiude la porta dietro di loro per non far rumore.
-Perché lui sta rimanendo qua, avete una storia?- lo faccio sedere sul letto mentre lui inizia a spogliarsi sotto lo sguardo vigile del moro.
-No Luke, ora da bravo vai a dormire-
-No, lo fate solo perché così potete andare a scopare-
-LUKE!- gli tiro una sberla in pieno viso ed i suoi occhioni azzurri si riempiono di lacrime.
-Non è giusto però, io sono innamorato di te da molto più tempo- appoggia la testa sulle mie gambe cominciando a singhiozzare come un bambino mentre io e Calum lo guardiamo stupiti.
-Tranquillo Luke va tutto bene ora, non piangere più- per tutta risposta lui si alza e si fionda in bagno vomitando. –Ma quanto cazzo ha bevuto?!-
-Non lo so, parecchio, Aisha sperava di riuscire a portarselo a letto- continuo a tenere la fronte del biondo che nel frattempo sta vomitando anche l’anima.
-Domani le spaccherò la faccia- Luke si alza e Calum lo aiuta a darsi una ripulita, ma lui è riluttante, non vuole nemmeno farsi toccare.
-Jazzy ho sonno, andiamo a dormire?-
-Si Luke vieni- si sdraia aggrappandosi alla mia mano come un bambino piccolo ad un orsetto.
-Jazzy tu mi vuoi bene vero?-
-Certo, che domande fai?-
-E perché stai con Calum e non con me?-
-Non stiamo insieme, ora dai dormi, domani abbiamo scuola- lui si stropiccia gli occhi accoccolandosi ancora di più contro di me.
-Resti con me vero?-
-Si Luke tranquillo- nel giro di pochi minuti Luke collassa ed io riesco a sgusciare fuori senza svegliare il biondo. –Allora che hai scoperto?-
-Intanto ti ridò il bracciale prima che mi procuri altri guai con Luke, non mi parla, secondo Fred ha scoperto che tua madre per ora non esce più di casa e a quanto pare non sta molto bene-
-Allora l’altro Luke aveva ragione-
-Non hai freddo?- in effetti siamo fuori casa e la temperatura non è del tutto calda.
-No, continua-
-E ho scoperto che lui vuole fare del male a Luke, non so come ma sta aspettando un momento giusto, un momento in cui è da solo…sta sere bene o male era con Aisha e non ha potuto fare niente ma ti prego Jazzy, almeno fin quando questa faccenda non si risolverà non litigare più con lui, cerca di proteggerlo- inizio a mordermi il labbro e a serrare i pugni.
-Grazie Calum per il tuo aiuto, sta notte penserò ad una soluzione…e mi dispiace per averti fatto litigare con Luke-
-Tranquilla Jazzy, ora vai a dormire che domani devi tornare a scuola ed è già tardi- mi schiocca un bacio sulla guancia e se ne va.
Salgo le scale e vedo Luke dormire come un angioletto e mi scappa un sorriso.
-Hemmings ma quante me ne combini?-
-Jazzy, Jazzy dove sei?- sta avendo un incubo e cerca disperatamente la mia mano.
-Sono qui Luke, accanto a te- intreccia le dita della sua mano con le mie ed un sorriso tranquillo si stampa sul mio volto.
-Beside you…-
-Non ci credo, sta componendo nel sonno- mi stampo la mano in faccia, questo ragazzo non cambierà mai.
 
Quando la sveglia suona mi sembra di aver dormito soltanto 10 minuti.
-Forza Luke svegliati, devi andare a scuola ed io a comprare il vestito- non ottengo nessuna risposta da parte sua così scuoto la testa e scendo a fare colazione.
-La mia testa- dopo poco il biondo ci raggiunge tenendosi il capo tra le mani e barcollando ancora un po’.
-Luke a che ora sei tornato ieri sera?- Liz lo squadra dalla testa ai piedi e sul suo volto compare un’espressione impanicata.
-A mezzanotte, sono rimasta sveglia ad aspettarlo-
-Va bene, mi fido di te perché so che non mi mentiresti, ora però sbrigatevi sennò fare tardi- corro su a cambiarmi e quando esco dal bagno sbatto proprio con Luke.
-Mi dispiace per tutte quelle cose che ti ho detto ieri, non so cosa mi sia preso…-
-Gelosia-
-Si…ero geloso e non volevo ferirti-
-Devi scusarti con Calum- si passa una mano tra i capelli biondi.
-Si certo, lo farò appena arriviamo a scuola…quindi tra noi due è tutto okay-
-Certo- un sorriso si apre sul suo volto. –Ovviamente mi porterai a cavalluccio fino al centro commerciale dove ho appuntamento con Rory-
-Ovviamente- si gira ed io gli salto sulla schiena ridendo, amo dargli questo genere di punizione. –Per quanto riguarda sta mattina grazie, non mi ricordo niente di quel che è successo…-
-Sei tornato a casa alle tre di notte ubriaco fracido e hai accusato me e Calum di volerti fare addormentare perché dovevamo scopare-
-Non ci credo…-
-Oh credici, eri convinto che noi stessimo insieme…e non voglio sapere quello che hai fatto con Aisha- inarca la schiena all’indietro per consentirmi di scendere mentre Rory getta la sigaretta e si avvicina a noi.
-Ma buongiorno ragazzi! Avete fatto pace?-
-Si ma ora io dovrei andare a scuola, sono già abbastanza in ritardo, ci vediamo sta sera- mi schiocca un bacio sulle tempie e se ne va.
Passiamo tutta la giornata in giro per negozi alla ricerca del vestito perfetto, il che si rivela abbastanza difficile, visto che tutti sono troppi stretti o troppo corti ed io non ho per niente il fisico adatto.
-E di questo che ne dici?- esco indossando un vestito bianco lungo con le paiettes sul corpetto e con piccole balze. Rory alza la testa precedentemente posata sulla mano guardandomi a bocca aperta. –Sto così male?-
-No Jazzy tutt’altro, non ti ho mai visto così bella prima d’ora- sento di essere diventata rossa e mi guardo allo specchio non totalmente convinta. –Ora però le scarpe-
-Metterò le Converse bianche-
-Ah, non farmi ridere, Allie escimi fuori un paio di zeppe, non permetterò mai a te, Jazmine Robin Greyson di andare al ballo di Sadie Hawkins con Lucas Robert Hemmings indossando un paio di Converse- indosso le zeppe bianche e dire che non riesco a camminarci e dire poco.
-Oh merda-
-Bene, ora andiamo, ti devi lavare, preparare, ecc ecc- mi spinge fuori dal negozio per poi chiamare Nick e farci portare a casa Hemmings. –Perfetto ora sei pronta-
-Hai tenuto Luke fuori dalla camera tutto il giorno, ti ucciderà- mi fa guardare allo specchio appoggiando le mani sulle mie spalle.
-Si è cambiato a casa di Calum ed ora è sotto in smoking che ti aspetta, vai Jazzy- esco dalla camera titubante e quando vedo Luke in smoking con tanto di farfallino il mio cuore perde un battito, non lo avevo mai visto così dannatamente bello.
-Wow- Michael fischia mentre tutti gli altri mi guardano a bocca aperta.
-Siete bellissimi ragazzi- loro sorridono e Luke mi tende la mano puntando i suoi occhi azzurri nei miei viola.
-I miei ragazzi, vi siete fatti così grandi…aspettate che vi faccio una foto-
-Mamma-
-Dai Luke, lasciala fare- il biondo sospira per poi sorridere insieme a tutti gli altri aspettando che Liz scatti la fotografia.
Usciamo da casa Luke per poi arrivare a scuola in 10 minuti, fortuna che Ashton, Michael e Calum portano già la macchina.
-Jazzy aspetta- Luke mi trascina accanto a sé prima di entrare.
-Che succede Luke?-
-Stavo pensando perché sta sera non ci dimentichiamo chi siamo? Perché non ci dimentichiamo di tutti i nostri problemi e non ci comportiamo come due ragazzi normali? Perché almeno sta sera non evitiamo di reprimere quello che proviamo l’uno per l’altra?- mi perdo dentro quegli occhi che fanno invidia all’oceano e al mare mentre sento che mi prende la mano iniziando ad accarezzarla col pollice.
-Va bene, per tutta la serata niente più preoccupazioni, segreti o sentimenti repressi…domani però dovrà tornare tutto normale, sai come la penso riguardo alla tua incol…- non mi fa finire di parlare che posa le sue labbra sulle mie e vaffanculo, altro che le farfalle, sento i tamburi, i fuochi d’artificio, Iron Man che balla la macarena.
-Lo so Jazzy, sei il mio angelo custode ricordi?- rido facendogli una carezza sul viso mentre lui mi schiocca un bacio sulla fronte.
-Che ne dici ora? Entriamo oppure rimaniamo qua fuori?- ride gettando la testa all’indietro per poi condurmi dentro.
 

Sbam

buon pomeriggio biscottini miei (?) allora come vi sembra questo capitolo? Luke non vi sembra la tenerezza? Tutto geloso di Cal *w* per non parlare di come Jazzy cerca di difenderlo e manda quel poverazzo all'appuntamento ahahaahahah.
Anyway, non ho ancora descritto tutto il ballo perché mi ero accorta di aver scritto troppo, ma tranquille, ci sarà nel prossimo capitolo c:
Per il resto ringrazio tute le ragazze che hanno recensito, siete dolcissime, alla prossima, Ossidiana xx 

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Capitolo 7
*** Under the lights tonight, you turned around and you stole my heart ***


-Perché ci avete messo così tanto?- Rory continua a parlare mentre io fisso Luke incantata scherzare con i suoi compagni di squadra. –Ti sei imbambolata per caso?-
-Scusa è che è così bello sta sera- il biondo si gira attirandomi a sé per un braccio.
-Non ho intenzione di condividerti con nessuno sta sera principessa, sappilo- mi lascio stringere tra le sue braccia mentre mi schiocca un bacio sulla fronte, per poi scendere al naso e infine posare le sue labbra sulle mie.
-Non pensavo fossi così, spero di riuscire a tornare alla normalità domani mattina- Luke incastra i suoi occhi azzurri nei miei viola sorridendo.
-Sono abituato da anni a non esternare troppo i miei sentimenti per te, ce la potrò fare anche sta volta-
-Ma bene bene, ecco Cenerentola e il suo principe azzurro…a mezzanotte le scarpe si trasformeranno in Converse e il vestito in uno di quei tuoi soliti stracci- mi indica da capo a piede mentre le sue amiche se la ridono come delle pazze. Evidentemente non si sono viste prima di uscire, sembrano pronte per passare la notte sul marciapiede.
-Aisha, anche sta sera no-
-Oh io volevo solo parlare di quello che era successo ieri tra di noi alla festa-
-Niente di niente visto che è tornato a casa come uno straccio, non penso che abbia avuto la forza di fare niente con te- sorrido mentre lei se ne va arrabbiata.
-Come fai ad essere così sicura della mia innocenza?-
-Luke vuoi essere castrato?- sul suo volto si dipinge il panico mentre io scoppio a ridere.
-Andiamo a ballare dai- Ashton ci trascina in pista e finalmente iniziamo a ballare come dei pazzi, non mi sono mai divertita così tanto ad un ballo.
Quando mettono i lenti però tutti si fermano e si guardano imbarazzati.
-Mi concede questo ballo signorina?-
-Ma certo- avvolgo le braccia intorno al suo collo e lui intorno alla mia vita.
-Avresti mai pensato che sarebbe successo questo tra noi due?-
-No, le cose sono cambiate così in fretta nell’ultimo mese che non me ne sono nemmeno resa conto- posa le sue labbra sulle mie sorridendo. –Certo che ci stai prendendo un po’troppo la mano con questi baci-
-Non so quanto dovrò starne senza, ne potrei morire- la sua solita teatralità che mi fa ridere, non so come farei se lui non ci fosse.
-Grazie per la bella serata Luke- sorride schioccandomi un bacio sul naso, vorrei che questa serata non finisse mai.
I ragazzi si dirigono alla macchina ballando e cantando mentre io e Luke rimaniamo più in disparte mano nella mano.
-Hai freddo piccola?-
-Un pochino- si toglie la giacca e la posa sulle mie spalle circondandole con il braccio.
-Piccioncini se non vi muovete vi lasciamo qui-
-Michael sei acido, te lo hanno mi detto?-
-Credevo che fossi tu quella allergica all’amore Jazzy- gli tiro una scoppola e tutti ridono, in fondo se non avessi loro cinque la mia vita sarebbe più noiosa.
Arrivati a casa getto le zeppe per terra colpendo Luke alla caviglia che inizia a saltellare per tutta la camera imprecando come un pazzo.
-Cazzo Jazzy hai una mira di merda- scoppio a ridere andando in bagno a cambiarmi, ma in quel momento mi arrivano due messaggi che mi riportano alla realtà.
Luke Buckennon
Principessa certo che eri davvero bella sta sera ;)
Fred
Domani dobbiamo vederci al parco alle 10, c’è una cosa importante che devo dirti

Sospiro guardando quelle parole, la fiaba è finita e Cenerentola deve togliersi il vestito e le scarpette e prendere spada e armatura, un po’ come Fantaghirò, dio amavo quel cartone animato da piccola, volevo essere esattamente come lei, la principessa guerriera.
Esco dal bagno trovando Luke seduto sul letto con la chitarra in mano, non ci credo questo compone sempre, ventiquattr’ore su ventiquattro.
-Luke vedi che ti saltano i punti così- alza lo sguardo verso di me sorridendo e passandosi una mano tra i capelli dorati.
-Nah, non sto facendo tanta forza- mi siedo accanto a lui a gambe incrociate.
-Un’altra canzone-
-Si, a quanto pare ho sempre l’ispirazione per ora- un radioso sorriso si apre sul suo volto, che bello vederlo così. –Hai sonno?-
-Sto morendo- scatta in piedi posando la chitarra e tendendomi le mani.
-Io invece non ho nessuna intenzione di sprecare queste ore, quando il sole sorgerà tutto tornerà come prima- mi alzo afferrandole e guardandolo interrogativa.
-Allora Luke che hai intenzione di fare?- metto le mani sui fianchi guardandolo con un sopracciglio alzato.
-Perché devi sempre pensare male di me? Voglio solo guardare le stelle…-
-Va bene allora, usciamo- faccio per andarmene ma lui mi blocca per un polso.
-Chi ti ha detto che voglio andare in giardino?- lo guardo interrogativa e lui apre la portafinestra della camera appoggiando le mani sul tetto.
-Luke ti è andato di volta il cervello?!- esco vedendolo seduto tutto tranquillo, quel ragazzo non la finirà mai di stupirmi.
-Dai vieni su con me-
-Sai che soffro di vertigini-
-Ti prego, sono le ultime ore che possiamo passare insieme senza restrizioni- sospiro abbassando il capo per poi rialzarlo.
-Va bene, ma se cado e mi ammazzo mi avrai sulla coscienza- ride tendendomi le mani che io afferro prontamente mentre prego in tutte le lingue del mondo per non cadere. –Auh mi sono fatta male- noto sul ginocchio sinistro diversi graffi insanguinati, mannaia a Luke.
-Beh diciamocelo non è che tu sia il massimo dell’atletica- gli tiro una spinta per poi ricordarmi che siamo sul tetto e attirarlo a me in un abbraccio. –Ti sei preoccupata?-
-Si avevo paura di farti cadere- ride schioccandomi un bacio sulla mandibola e facendomi il solletico sul collo col naso. –Dai Luke ahahahaha- si stacca procurandomi quasi un dolore fisico e sdraiandosi con le braccia sotto il capo.
-Ci sono tantissime stelle sta sera-
-Si, guarda. Quello è il Cigno, poi abbiamo l’Orsa Maggiore, il Pegaso…sai cosa dice riguardo a quest’ultimo? Che sia stato il dono di un dio per una ragazza mortale di cui si era innamorato, solo che quando lei era morta aveva deciso di dare le ali al cavallo per farlo salire fino in cielo, in modo che potesse rimanere per sempre con la ragazza-
-E’una storia bellissima- mi sdraio accanto a lui continuando a fissare il cielo.
-Non è forse questo lo scopo del vero amore? Rendere felice la persona che si ama anche dopo la morte?-
-Come siamo filosofiche…- si stropiccia gli occhi per poi alzare il busto incrociando le braccia. –Vorrei poter continuare a stare con te anche quando il sole sorgerà-
-Arriverà il momento, ne sono sicura- Luke continua a tenere lo sguardo fisso all’orizzonte senza spiaccicare più una parola.
-Il solo sorgerà tra meno di un minuto- si avvicina pericolosamente al mio viso incastrando i suoi occhi azzurri nei miei viola. –Ultimo bacio?-
-Ultimo bacio- posa le sue labbra sulle mie prima che la tiepida luce del sole ci investa. –Beh Lukey, non so tu, ma io sto morendo di sonno quindiii notte- faccio per andarmene ma mi blocco accorgendomi di non sapere come scendere.
-Vuoi una mano?-
-Mi sarebbe molto d’aiuto- sorride prima di rientrare dalla porta finestra per poi tendermi le mani.
Mi getto sul letto finendo proprio sulla chitarra di Luke che si spezza in due.
-L-la mi-mia…JAZZY!- sono sicura che se potesse mi prenderebbe a pugni.
-Ascolta Luke ti giuro che te ne comprerò una nuova…-
-Andiamo a dormire che è meglio- si sdraia dandomi le spalle, non è possibile che io sia così negata in tutto.
 
Guardo l’orologio che segna le nove così decido di vestirmi e scendere sotto a fare colazione.
-Allora come è andato il ballo?- sorrido a Liz addentando un pancake e prendendo lo skateboard.
-Benissimo, ma non ho visto Josh…-
-Sarà andato da qualche parte con i suoi amici, sai in quelle feste dopo ballo…dove stai andando?-
-Ho un appuntamento con Rory in centro, ci vediamo più tardi- esco di casa pensando a Luke e alla faccenda della chitarra, proprio ora che avevamo fatto pace sono riuscita a rovinare tutto di nuovo.
Quando arrivo al parco vedo Fred seduto sull’altalena che gioca col cellulare.
-Ciao Fred come va?- si alza sistemando il telefono nel pantalone.
-Malissimo, da quando te ne sei andata il nostro pezzo di Bronx è caduto nel terrore di Bruce e di John…per non parlare di Luke, si sta preparando per diventare il nuovo boss- rimango a bocca aperta, la situazione è degenerata di brutto.
-Non ci posso credere…e mia madre? Come sta? E il piano di quel pazzo?-
-Tua madre ormai non esce più di casa, la tengono chiusa dentro…e Luke, ho sentito che si è creato una gang con gli altri ragazzi che vivono qui e non prevedo dei giorni felici per il tuo amico- sospiro passandomi nervosamente le mani tra i capelli, quel ragazzo mi porterà all’esaurimento nervoso. –Devi denunciarli Jazzy, solo così potrai salvare il tuo amico-
-Non posso Fred, non posso finché hanno in mano mia madre, devo trovare una soluzione-
-E quale? Farti ammazzare? Beh devo dire che forse all’ora si fermerebbero-
-Non lo so, troverò una soluzione, ma ora devo andare- salgo sullo skate rimuginando su quello che Fred ha detto. Non posso denunciarli e non posso permettere che facciano del male a Luke. Forse dovrei tornare nel Bronx, così lo lascerebbero in pace.
Il mio perpetuo flusso di pensieri viene interrotto dalla vista di una chitarra uguale a quella di Luke nel negozio più famoso della città.
-Ci spenderò tutti i risparmi ma va bene, potrò cercarmi un lavoro- entro e la prendo, magri così non mi vorrà più uccidere.
Prima di tornare a casa mi fermo alla biblioteca  per offrirmi come aiuto, almeno potrò passare più tempo tra i libri.
Torno a casa Hemmings sbattendomi la testa contro il muro per non aver preso l’abitudine di portarmi le chiavi ma quando la porta si apre mi ritrovo davanti Aisha.
-Non ci credo-
-Non ti scaldare, dovevo solo dare a Luke la felpa che si è dimenticato l’altra sera- si scansa facendomi passare mentre io le urto il fianco con lo skateboard, non ci posso fare niente se non la sopporto.
-Bene allora puoi anche andare- si avvicina a me socchiudendo gli occhi a due fessure.
-Hai deciso di tirare fuori le orecchie Jazzy solo perché ieri sera Luke ti ha fatto sentire la sua principessa? Beh Cenerentola guarda un po’ il ballo è finito- in quel momento sento due braccia prendermi i fianchi e tirarmi indietro per poi stringermi.
-Okay Aisha penso che sia arrivato il momento che tu te ne vada, Michael fa il tuo lavoro- Luke continua a tenermi stretta a sé mentre l’altro biondo la fa accomodare fuori. –Però se non fossi arrivato in tempo sarebbe finita in un bagno di sangue-
-Per lei- sorride mentre nel frattempo sopraggiungono anche Calum e Ashton intenti a mangiare un pezzo di torta. –Comunque questa è per te, mi dispiace per la fine che ho fatto fare a quella vecchia- Luke guarda con occhi sognanti lo strumento mentre tutti gli altri vi si avvicinano con la bocca aperta.
-Non ci credo gli hai comprato una chitarra nuova?-
-La domanda giusta Cal sarebbe: che fine ha fatto fare a quella vecchia?-
-Mi ci sono buttata di sopra ieri sera Michael- il biondo mi guarda con una faccia scandalizzata e offesa allo stesso tempo.
-Sei un’assassina- roteo gli occhi guardando Luke che continua ad osservare la chitarra.
-Ti piace?-
-E’perfetta, ora ogni volta che suonerò penserò a te-
-Come se già non lo facessi- se gli sguardi potessero uccidere Mikey sarebbe cenere.
-Io dico che ci starebbe un bacio- sul volto di Calum si stampano due occhi a cuoricino, che il signore salvi quel ragazzo, fangirla peggio di me quando vedo gli One Direction in tv.
-No ragazzi, niente più baci fino a nuovo ordine- il suono del mio telefonino mi riporta alla realtà e quando leggo quel nome mi si ferma il cuore. –Che vuoi?-
-Principessa quanto sei scortese…ti sei divertita ieri al ballo?-
-Luke che cosa vuoi?-
-Te…so che prima o poi dovrai tornare e quando accadrà io sarò pronto a fartela pagare- stringo i pugni chiudendo gli occhi.
-Va bene- lo sento ghignare, quanto lo odio.
-Cosa?-
-Puoi farmi qualsiasi cosa, basta che non tocchi Luke-
-Jazzy!- chiudo la chiamata voltandomi verso il biondo che mi fissa con quei grandissimi occhioni azzurri spalancati. –Perché hai detto quelle cose?- corro verso di lui affondando la testa nel suo petto e aspettando in un suo abbraccio che non tarda ad arrivare.
-Sai a volte vorrei essere un’adolescente come tutte le altre, preoccuparmi di cosa indossare, di come piacere al ragazzo a cui vado dietro…cose normali insomma, non cercare di salvare tutto e tutti in continuazione…per una volta vorrei essere la principessa da salvare, non la piccola guerriera- Luke si siede sul letto facendomi mettere sulle sue gambe e spostandomi i capelli ramati finiti sugli occhi.
-Allora permettimi di salvarti, non cercare sempre di proteggermi, basta con questi tuoi sacrifici-
-Luke vuole farti del male, ha formato una gang o qualcosa del genere e tu…- mi metto un dito sulle labbra per poi far combaciare le nostre fronti.
-Jazzy non mi toccherà, fidati…ora devi solo rilassarti-
-E come faccio a salvare mia madre?- mi attira contro di sé in un abbraccio.
-Troveremo una soluzione piccola, te lo prometto, però non dire più quelle cose, non potrei sopportare di vederti con quel coglione- tiro su col naso iniziando a giocare con le dita della mano di Luke che sorride mansueto.
-Grazie Luke per esserci sempre...mi dispiace di arrabbiarmi spesso con te, non deve essere facile starmi accanto nonostante tutto, a volte non so cosa ci trovi in me- mi tappo la bocca mentre le sue guance assumono una colorazione rossastra, lui non deve sapere che io so.
-I-io…t-tu…come fai a saperlo?-
-Beh diciamo che dalle battute di quei tre deficienti non si può proprio non capirlo- abbasso lo sguardo iniziando a torturarsi le mani. –Mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto passare, il fatto è che un ragazzo non era nei miei piani, soprattutto sei avrei potuto mettere in pericolo te-
-E ora come lo vedi?- sta volta sono le mie guance a diventare rossissime, dannato ragazzo.
-Oddio Luke, perché mi fai queste domande?- scoppia a ridere gettando la testa all’indietro.
-Ammettilo che ti faccio partire di testa- mi mordo il labbro guardandolo passarsi una mano tra i capelli biondissimi senza smettere di ridere.
-Porca puttana se non è così-
-Ma in teoria devo ancora aspettare, quindi in teoria potrei avere anche altre ragazze- mi alzo chiudendo gli occhi a due fessure, Hemmings mi stai sfidando?
-Luke non oseresti-
-Aishaaaaa- esce dalla camera iniziando a correre mentre io lo inseguo per tutta la casa cercando di prenderlo, ora lo faccio diventare bruno con gli occhi castani.
-Lucas Robert Hemmings se ti prendo ti faccio nero- gli altri tre ridono brandendo in aria il pugno e tifando ‘Jazzy’ a squarciagola.
-Insomma da che parte state?-
-Da quella che ci farà ridere- Ashton riempie una ciotola di pop corn e si siede sul divano condividendola con gli altri tre che guardano la scena divertiti.
-Andiamo Jazzy, non riuscirai a prendermi-
-Questo è quello che pensi tuuuuuuu- metto per sbaglio il piede sullo skateboard prendendo una storta e cadendo all’indietro, dio che male, ma perché capitano tutte a me.
-Visto che avevamo ragione? Ahahahahah- Calum continua a ridere per poi tendermi una mano che io afferro prontamente, ma quando mi metto dritta sui piedi, un dolore lancinante parte dalla caviglia sinistra e mi costringe ad aggrapparmi al moro.
-Porca troia di un Aisha, credo di essermi fatta qualcosa-
-Oh-oh- Luke si gratta la testa sorridendo mentre Calum mi prende di peso e mi adagia sul divano.
-Fai bene a dire ‘oh-oh’ Luke, perché ti giuro che ti prendo a colpe di stampelle…auh- il moro scopre leggermente la caviglia che risulta rossa e gonfia, ecco ci voleva solo questa. –Non ci credo! Hemmings ti deve prendere il signore- il biondo sbianca e si tocca lì spaventato.
-Forse dovremmo portarti all’ospedale, su vieni qui- Calum mi riprende in braccio ridendo mentre gli altri tre si affrettano a prendere le chiavi della macchina di Ashton e ad aprire la porta.
-Lascio un bigliettino a mamma e papà, potrebbero spaventarci-
-Scrivici: Cari mamma e papà siamo all’ospedale perché sono così coglione da aver fatto slogare la caviglia a Jazzy, vi voglio bene, vostro Lukey- ridiamo tutti battendo il cinque a Calum mentre il biondo si limita a fargli il verso.
-Cal ti ho mai detto che ti amo?- tutti fischiano e posso giurare di aver visto Luke roteare gli occhi, ben gli sta.
-Beh sei tu che ti ostini ad andare dietro a quel biondino truzzettino che non è altro- altra risata di gruppo mentre Luke comincia ad avere uno strano tic all’occhio, potrei ridere fino al 2060.
Quando arriviamo a destinazione Mark ci vede e si sbatte una mano sulla faccia.
-Jazzy…di nuovo qui?-
-Piacere di rivederti Mark- sfoggio un sorriso a 32 denti prima che lui sospiri rumorosamente. Ancora appoggiata a Calum entro nel suo studio prima che lui faccia uscire i ragazzi che, protestanti, si mettono a sbirciare dalla tenda a grate.
-Allora che hai combinato questa volta?-
-Mentre inseguivo LUKE- calco il suo nome in modo che senta, deve sentirsi in colpa. –sono inciampata nello skateboard e credo che la caviglia abbia fato tipo il giro di 360°- gesticolo facendolo ridere, è sempre stato gentile con me, quasi come un padre.
-Dai piccolo disastro, fammi vedere questa caviglia- sollevo il leggins mentre lui inizia a tastarla.
-Auh-
-Più che distorsione è una lussazione…si tratta di un…-
-Spostamento dell’osso del suo asse originario-
-La chiamavano Miss Enciclopedia- Luke fa capolino della porta mentre io e Mark lo squadriamo seri. –Okay ritorno fuori-
-Pensavo che fosse più intelligente-
-Lo credevo anch’io- prende tra le mani la mia caviglia e con un gesto secco la spinge causandomi un dolore atroce. –Auh che male, Cristo-
-Jazzy che è successo? Che le hai fatto?- butto gli occhi al cielo vedendo il biondo di nuovo sulla soglia torturarsi il labbro.
-Mi sta aggiustando quello che hai rotto tu, ora esci- se ne va spaventato mentre io sospiro.
-L’ho rimesso nel suo asse-
-Si, però fa un male cane- ride avvicinandosi all’armadietto e prendendo un barattolo di crema e un paio di stampelle.
-Dovrai tenere queste per un po’di tempo- lo guardo brontolando e lui ride scompigliandomi i capelli.
-Non ci credo, già non so camminare normalmente, ci mancavano solo queste-
-Sono sicura che supererai anche questa, ora andiamo prima che Luke mi scavi un fossato nel corridoio col suo andare avanti e indietro- rido cercando di stare in equilibrio sulle stampelle con scarsi risultati.
-Allora?- e di nuovo con questo coro.
-Ha avuto una lussazione, dovrà tenere la caviglia a riposo per un po’, capito ragazzi?- i quattro fanno cenno di sì con la testa e mi aiutano a camminare.
-Ragazzi tranquilli ce la faccio- la stampella scivola e mi ritrovo sorretta da Calum e Michael. –Quando riuscirò a prendere equilibrio-
-Facciamo così va- il moro mi solleva di peso lasciando le stampelle a Michael. –Almeno per una volta sei una principessa- rido sentendo le guance diventare rossissime.
-Tutto questo zucchero mi farà cariare i denti, vogliamo tornare a casa?- ci guardiamo tutti osservando Luke sbattere la portiera della macchina con forza.
-Gelosia portami viaaaaa- ci guarda trucemente digrignando e stringendo i punti, sembra un Pokemon pronto all’attacco, vai Luke scelgo te, daracheccemon.
-Statevi zitti porco cazzo- per tutto il viaggio di ritorno nessuno osa proferire parola, non possiamo sapere se in un momento di pazzia Luke decida di ucciderci tutti a colpi di stampelle. Okay, a furia di passare tempo con loro mi sto rincoglionendo.
Quando arriviamo a casa troviamo tutta la famiglia Hemmings al completo.
-Mamma, papà, siamo tornati- la figura di Andrew compare davanti a noi tutta vestita di tutto punto. –Dove state andando?-
-All’annuale ballo della signora Duley- suo padre fa una faccia esausta roteando gli occhi e facendomi ridere. –E voi che avete combinato?-
-Tuo figlio mi ha fatto avere una lussazione- Luke sgrana gli occhi ed Andrew incrocia le braccia alzando il sopracciglio.
-Sei un disastro Luke…mi raccomando, c’è Josh a casa-
-Va bene mamma- ci schiocca un bacio sulla fronte e se ne a braccetto con Andrew.
-Che caffo è fucceffo?-
-Tuo fratello mi ha fatto prendere una lussazione- Luke butta gli occhi al cielo.
-E di nuovo- Josh ride passandosi una mano tra i capelli biondi.
-Dai Jazzy, siediti che ti prendo un po’ di ghiaccio. Hai anche fame? Qualcosa da bere?- sorrido a suo fratello mentre Luke sale in camera borbottando.
-Non ci posso credere, sto coglione-
-Lukey sappi che me la pagherai- si affaccia dalla ringhiera alzando un sopracciglio.
-E come?-
-Giochiamo all’estetista- sul suo volto compare un’espressione impanicata.
-No, ti prego, all’estetista no- prendo l’iPhone sorridendo e componendo quel numero che ormai so a memoria.
-Oh si Lukey, la devi pagare-

Sbam!

Okay, sono in ritardo anche in quest capitolo, ma come vi ho già spiegato miei cari cupcakes, ho 3547284894 mila cose da fare per ora, dannata scuola, mai scegliere il liceo classico, nuoce gravemente alla salute.
Anyway,so che il capitolo fa schifo ma in questo periodo non riesco più a scrivere, ho il blocco dello scrittore, e quando questo accade entro in crisi profonda *sigh*.
Detto questo io dovrei andare, c'è lo speciale degli One Direction su Sky Uno e sto fangirlando come una pazza, un kiss, Ossidiana xx

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Capitolo 8
*** I like the summer rain, I like the sound you make, we put the world away, we get so disconnected ***


-Andiamo Jazzy, luce dei miei occhi, non puoi farmi questo- Luke mi guarda sbattendo i suoi grandi occhi azzurri.
-No, devi pagare, quindi ora togliti i pantaloni- sbianca mentre Rory entra con la cera per la ceretta bella calda nel pentolino.
-Volete stuprarmi?-
-No coglione, vogliamo farti la ceretta, ora muoviti che mi si stanno ustionando le mani- Rory posa il pentolino mentre Luke inizia a singhiozzare togliendosi quei dannatissimi jeans strappati.
-Si può sapere che state facendo?- ci giriamo tutti vedendo Josh senza maglietta e con un barattolo di gelato in mano sulla porta. Dio cosa non è quel ragazzo.
-Credo che tuo fratello abbia bisogno di una bella seduta dall’estetista, sai per quello che mi ha fatto-
-Non potete farlo- posa il gelato sulla scrivania di Luke mentre questo tira un sospiro alle sue parole.
-Ti ringrazio fratellone-
-Non potete farlo senza che io lo riprenda e lo posti su Facebook- io e Rory iniziamo a battere le mani a ritmo della risata di Josh.
-Non ci credo-
-Josh ti ho mai detto che ti amo?-
-Ti amo anch’io Jazzy- mi fa l’occhiolino mentre Rory inizia a mettere la cera sulla gamba del povero Luke.
-Ragazze mi appello alla vostra coscienza: non potete farlo…auh, che dolore- la prima striscia va via e in un quarto d’ora le gambe di Luke diventano più lisce delle mie.
-Non ci credo ahahahahaha e il prossimo passo qual è?-
-Ovviamente con delle gambe così belle ci vuole un vestito- se gli sguardi potessero uccidere Luke mi avrebbe già incenerito.
-Jazzy non oseresti- frugo nell’armadio che condivido con lui e ne esco con un vestitino rosa a fiori.
-Via anche la maglietta baby- ormai rassegnato Luke si toglie la T-shirt mettendo in bella mostra il suo fisico che sta iniziando a formarsi.
-Ed ora passiamo al trucco, Jazzy tu occupati dei capelli-
-Vi giuro che non ho mai passato un sabato sera migliore di questo hahahaah-
-Josh il signore dovrebbe prenderti col suo braccio meccanico-
-Se Jazzy viene con me ben venga- mi fa l’occhiolino mentre io inizio a pettinare e stirare i capelli di Luke.
-Jazzy ma tu non hai mai stirato i capelli-
-Infatti tu sei il primo Lukey-
-Non ci credo voglio morireeeeee- quando finalmente la nostra opera è completa, con tanto mi manicure e pedicure, gli facciamo indossare un paio di scarpe col tacco, impresa abbastanza difficile visto che quel ragazzo ha due zattere al posto dei piedi.
-Luke sei la ragazza più bella che io abbia mai visto- mi tira una scoppola mentre gli altri due continuano a ridere come disperati.
-Ho davvero una bellissima sorella ahaahaha-
-Okay ora che vi siete divertiti posso spogliarmi?-
-Non ancora, ho chiamato gli altri saranno qui a momenti- e mentre Luke sbianca per l’ennesima volta in quella serata, il resto dei 5 Seconds of Summer, che poi non ho mai capito perché si chiamano five se sono four, sarà stata qualche invenzione di quel geniaccio di Luke, arriva scoppiando a ridere nel vedere Luke.
-Ahahahahahaha non ci credo ahahahaah- Calum cade per terra ridendo come un matto.
-Però sei proprio carina Luke ahahahahaa- Ashton riempie l’aria con la sua risata, credo che sia la più bella che abbia mai sentito in tutta la mia vita.
-Seriamente non ce la posso fare hahahah, Jazzy sei un mito- Michael mi batte il cinque mentre io per poco non perdo l’equilibrio.
-Okay vi siete divertiti abbastanza, ora andatevene tutti a dormire- sbuffiamo tutti mentre lui inizia a spogliarsi strappandomi il vestito.
-Ehi quello è uno dei miei vestiti preferiti!- mi guarda trucemente mentre anche Josh se la dà a gambe.
-Jazzy ne vuoi seriamente parlare?- getta tutto all’aria, qualcuno si è proprio incazzato, ops.
Lo abbraccio da dietro sentendo i suoi muscoli rilassarsi, il mio povero cucciolo.
-Sai che eri una ragazza davvero carina? Avevi delle gambe bellissime- ride appena.
-Te ne comprerò uno nuovo domani Jazzy- si gira verso di me ed io scoppio a ridere.
-Scusami Luke ma ti prego datti una ripulita, non riesco a prenderti sul serio sennò ahahahaha- si fionda in bagno buttandosi una quantità industriale di acqua sul volt o imprecando contro tutto e tutti.
-Jazzy non si toglieee!- mi precipito da lui prendendo una salviettina struccante e dandogli quattro schiaffi per farlo calmare.
-Ora ci penso io, ma tu togliti lo smalto dai piedi, non ho nessuna intenzione di toccarteli- sbuffa prendendo l’acetone e iniziando a cancellare lo smalto rosa shocking. Passo delicatamente la salvietta sul suo volto mentre sento il suo respiro accarezzare delicatamente il mio viso, se aprisse gli occhi in questo momento vedrebbe le mie guance rossissime. –Ecco, ora sei tornato maschio- spalanca le palpebre ed io mi perdo dentro quel mare che ha negli iridi.
-Questa punizione è stata troppo dura, dopotutto non ti ho detto io di inseguirmi, non è colpa mia se sei gelosa- sospiro e mi getto indietro sul letto mentre Luke si riveste borbottando. –E noto con piacere che tu e mio fratello state legando tanto-
-Perché dobbiamo litigare per ogni piccola fottutissima cosa?!-
-Perché siamo innamorati l’uno dell’altra ma reprimiamo i nostri sentimenti per tutta la situazione di merda in cui vivi- lo guardo con la bocca aperta e gli occhi lucidi, non può aver veramente detto quelle cose. –J-Jazzy scusa non volevo- fa per avvicinarsi ma io lo allontano.
-No lasciami stare Luke- apro la porta della camera e mi allontano praticamente saltando su un piede.
-Dove stai andando?-
-Lontano da te-
-Jazzy…-
-Sai Luke vorrei tanto svegliarmi con un colpo di amnesia e dimenticarmi di tutte queste piccole cose, di tutte le cazzete, di tutta la mia vita…credi che sia stato facile vivere così in tutti questi anni?- non osa parlare, rimane fermo a guardarmi. –Vedo che hai finito le parole, ci vediamo in giro Luke Hemmings- una piccola parte di me sperava che lui mi sarebbe venuto dietro gridandomi di non andarmene, che avremmo affrontato tutto insieme, ma lui non lo fa, rimane fermo davanti alla porta senza fare niente.
Non so nemmeno come e perché ma arrivo all’inizio del Bronx e un corpo veloce mi investe facendomi cadere per terra.
-Jazzy?- alzo lo sguardo vedendo il volto di mia madre illuminato dal chiarore della luna.
-Mamma cosa…?-
-Come hai osato scapp…ah bene, guarda un po’ chi c’è- su Bruce compare un ghigno mentre io inizio a imprecare mentalmente.
-Jazzy corri-
-Mamma non so se lo hai notato ma ho una caviglia lussata- un pugno violentissimo si scontra contro il mio viso e finisco per l’ennesima volta per terra. Sento il suo corpo sovrastarmi e una ventina di colpi sopra di me ma all’improvviso, non so grazie a quale illuminazione, gli tiro un colpo di stampella nei gioielli di famiglia e lui cade all’indietro bestemmiando e urlando dal dolore. –Ora dobbiamo veramente correre- inizio a saltare e a cercare di correre con la caviglia che urla dal dolore.
-Credo che ora siamo abbastanza lontane- mi guardo in giro constatando che ormai siamo arrivati nel quartiere di Luke, la sua casa è a pochi metri di distanza.
-Jazzy che hai combinato?- mi giro vedendo Liz ed Andrew in macchina, devono essere tornati dalla festa. –Karen?!-
-Dovrei spiegare qualcosa vero?-
-Oh di sicuro signorina-
 
-Auh!- sussulto a contatto col codone idrofilo imbevuto di alcol che preme sul mio labbro insanguinato.
-Scusa Jazzy- Luke si ritira spaventato ed io sospiro.
-Dai continua, tanto ci sono abituata- cerco di non farmi scappare niente dalla bocca, mi limito solo a chiudere gli occhi e a stringerli quando la pelle inizia a bruciare. –E’la terza volta che mi riduce il labbro in queste condizioni-
-Però non sembra…cioè nel senso che quando noi…tu…beh hai capito no- arrossisco contemporaneamente a lui prima che mi aiuti a scendere tendendomi le mani.
-Questa però fa malissimo, l’ho sforzata troppo-
-Aspetta- si passa il mio braccio intorno alle spalle e la sua mano sul mio fianco aiutandomi così a scendere le scale.
Nel salone di casa Hemmings tutti sono seduti e cercano di capire cosa fare, guarda in che guaio li ho cacciati.
-Perché sei scappata?-
-Non mi faceva uscire Jazzy, e tu mi mancavi così tanto- grosse lacrime scendono dai suoi occhioni verdi mentre Liz le accarezza la schiena, ma purtroppo io sono immune a tutto ciò, sono immune a lei.
-Sai c’è una soluzione chiamata denuncia- scuote la testa continuando a piangere ed io sto iniziando a perdere la pazienza. -Io davvero non ti capisco, dovresti essere l’adulta responsabile invece scarichi su di me tutte le responsabilità-
-Jazzy dai non essere così dura…e tu Karen puoi restare da noi, ci stringiamo ancora un po’- scuoto la testa, non possiamo farlo.
-No, a questo punto dovremmo andarcene tutte e due- gli sguardi di tutta la famiglia sono puntati su di me.
-Che cazzo stai dicendo Jazzy?! Io, cioè noi, noi non ti lasceremo mai andare via!- mi stacco da Luke mettendomi in ginocchio davanti a mia madre.
-Ascolta noi non possiamo rimanere qui chiaro? Li metteremmo ulteriormente nei guai ed io non voglio, quindi o tu ti da una svegliata e li denunci, oppure torniamo entrambe là e tu sopporterai che tua figlia venga stuprata e picchiata- Luke lancia una bestemmia fortissima spaccando il muro con un pugno, quella mano ormai se ne è andata a fanculo.
-Aspetta tesoro c’è un’altra soluzione- guardo Liz titubante e il suo volto si apre in un sorriso. –Tua madre potrebbe stare dal dottor Mark, Bruce non potrebbe mai sospettarlo e tu potresti stare qui, così almeno evito che quel maleducato di mio figlio mi distrugga la casa- se gli sguardi potessero uccidere, Luke sarebbe cenere.
-Liz sei un geniaccio- le getto le braccia al collo scatenando le sue risate prima di schioccarle un bacio sulla guancia.
-Ahahahahaha grazie tesoro, ma ora andate tutti a dormire, è stato un sabato impegnativo-
-Va bene, allora notte-
-Notte ragazzi- Luke e Josh si passano le mie braccia sulle spalle e posano le loro mani sui miei fianchi, guardatemi sono tra le braccia dei due fratelli Hemmings.
-Notte mamy-
-Ah Luke sei in punizione, per una settimana niente band-
-Non ci credo- Luke si sbatte una mano in fronte piagnucolando, toglieteli la band e gli toglierete la vita.
Quando esco dal bagno trovo Luke seduto sul letto con le gambe portate al petto e gli occhi lucidi.
-Ehi Luke che succede? Sei triste per la punizione?-
-No…-
-E allora che succede?- mi siedo accanto a lui accarezzandogli la schiena mentre le lacrime non la smettono di scendere dai suoi occhioni azzurri.
-E’colpa mia, è colpa mia se Bruce ti ha picchiato- sospiro passandogli una mano tra i capelli biondi.
-Non è vero-
-Si invece, se io non ti avessi provocato con quella cosa di Aisha tu non mi avresti rincorso, non ti saresti lussata la caviglia, non ti saresti vendicata in quel modo, non ti avrei detto quelle cose brutte e tu non te ne saresti andata di casa-
-Oh Lukey- gli circondo il corpo con le braccia appoggiando la testa nell’incavo del suo collo. –Non è colpa tua, è mia che te l’ho fatto credere…vedi cosa combino? Non ne faccio una giusta, come potresti stare con me? Sono solo un fottuto errore…- Luke alza il busto incrociando i suoi occhi azzurri nei miei viola.
-Non lo devi pensare nemmeno, non voglio che nuovi segni compaiono sul tuo polso- appoggia la sua testa sul mio petto continuando a piangere, ma come siamo arrivati a questo punto? –E’colpa mia, non mi sarei dovuto innamorare di te, non avrei dovuto fare tutte quelle cose-
-Luke se ora ti dicessi un segreto smetteresti di piangere?-
-Dipende-
-Fin ora sei l’unica ragione che mi ha dato la forza di continuare con tutto questo- alza leggermente il capo sorridendo. –Ci sono riuscita allora, ti ho fatto sorridere-
-Ed io voglio fare in modo che nessuno ti tocchi più-
 
-Luke puoi piantarla per favore?- il biondo mi fissa smettendo di passare la penna sul pettine che ormai da una settimana si porta dietro come sostituto della sua amata chitarra.
Sbuffa posando il tutto incrociando le braccia e mettendo su il broncio prima di gonfiare le guance in quel modo coccoloso.
-Quando ti ridaranno la chitarra?- Michael lotta con la cannuccia per infilarla nel succo di frutto ottenendo però che uno schizzo gli arrivi dritto dritto negli occhi.
-Domani-
-In teoria Lukey ormai era l’una passata, quindi dopodomani-
-Non ci credo- appoggia la testa contro il tavolo piagnucolando mentre io gli accarezzo la schiena sorridendo.
-Bambolina possiamo parlare?- l’altro Luke compare davanti a noi con le mani nelle tasche degli skinny jeans neri e la sigaretta in bocca.
-Devi starle almeno a cinquanta metri di distanza hai capito?- Luke serra i pugni alzandosi in piedi e mettendosi davanti a me a mo’ di barriera scatenando le risate del suo omonimo.
-Tu, Luke Hemmings, il ragazzo più buono della scuola, stai minacciando me?- anche gli altri tre ragazzi si alzano mettendosi davanti a me e in quel momento arrivano gli amici del moro tutti minacciosi e pieni di tatuaggi. –Volete davvero uno scontro? Non vi converrebbe-
-Vengo con te- tutti si voltano guardandomi con gli occhi spalancati mentre io mi alzo incastrando i miei occhi viola in quelli di Luke verdissimi.
-Non te lo permetterò- il biondo mi blocca per il polso ed io sospiro per poi guardalo mordendomi il labbro.
-Ed io non permetterò che ti faccia del male, lasciami andare ti prego- l’altro Luke sorride mentre mi conduce un po’più lontano. –Oh no, io più di così non mi muovo- un sorriso sghembo si dipinge sul suo volto.
-Hai paura che ti faccia male bambolina?-
-Di cosa mi volevi parlare?-
-So quello che è successo la settimana scorsa- incrocio le braccia, non è un segreto, penso che tutto il Bronx ne sia ormai venuto a conoscenza.
-E allora?-
-L’abbiamo presa Jazzy, ce l’abbiamo di nuovo noi- in quel momento il mio mondo sembra fermarsi, come hanno fatto?
-Cosa volete?-
-Devi tornare bambolina, sei una mina vagante, troppo pericolosa-
-Non lo farei mai- si passa una mano tra i capelli scuri ridendo.
-Tu non vuoi che accada qualcosa a Luke vero?- si avvicina di me sempre con quel sorriso stampato in faccia, sempre con quella faccia da schiaffi.
-Non osereste-
-Siamo in guerra Jazzy, una guerra che tu hai scatenato. Ti sei divertita a fare l’adolescente normale, ad andare alle feste, hai pure avuto l’ardire di innamorarti, ma ora la favola è finita bambolina, riapri gli occhi e torna nel tuo posto- mi lascia lì mentre le lacrime continuano a scendere imperterrite, non posso fare questo a Luke, non posso. Se solo sapesse la verità impazzirebbe e si caccerebbe nei guai per me, potrebbe anche farsi ammazzare e questa è l’ultima che voglio. Devo trovare una soluzione, ma non so quale, la testa potrebbe esplodermi da un momento all’altro.
Non avrei mai voluto Luke, mai te lo giuro.
-Jazzy cosa voleva Luke?- guardo il biondo svegliandomi temporaneamente dal mio stato di trans.
-Niente tranquillo- nel momento in cui pariamo la porta una miriade di gente salta fuori gridando ‘Sorpresa’. –Aspetta un momento…-
-Sei stata così impegnata ultimamente che ti sei anche dimenticata che oggi è il tuo compleanno, auguri principessa- mi schiocca un bacio sulla guancia mentre vedo tutti venire verso di me sorridendo e facendomi gli auguri.
-Ora vieni con me Jazzy, ti devo dare una bella sistemata- Rory mi trascina per un braccio fino in camera di Luke facendomi indossare un vestitino verde acqua e truccandomi subito dopo.
-Devo andare via Rory…-
-Che stai dicendo Jazzy?-
-Luke gli farà del male ed io non posso permetterlo- una sola lacrime riga il mio volto mentre lei sospira profondamente.
-Cosa posso fare per te?-
-Proteggilo quando io non potrò-
Per il resto della serata nascondo tutto dietro ad un falso sorriso mentre Luke mi tiene stretta accanto a lui per tutto il tempo, se solo sapesse.
-Jazzy non mi sembri felice, c’è qualcosa che non va?-
-No anzi, è tutto perfetto Lukey- affondo la testa contro il suo petto mentre lui mi cinge il corpo titubante.
-Vorrei tanto darti un bacio ora- gli occhi si iniziano ad appannarsi per le lacrime, non devo piangere, non voglio piangere.
-Beh fallo allora-
-Cosa?- sul suo volto compare un’espressione corrucciata, lo farò impazzire me lo sento.
-Dico davvero- sorride prima di posare le sue labbra sulle mie mentre le lacrime iniziano a scendere senza che io possa fare alcunché per fermarle, questo potrebbe essere il nostro ultimo bacio.
-Jazzy perché piangi?-
-Sono solo contenta Luke, grazie di esistere- il sorriso che non smette di stare sul suo volto è la ricompensa più grande per il mio sacrificio, so che devo farlo per lui.
E lui ancora dorme nel suo letto io mi siedo alla scrivania prendendo carta e penna, non avrei mai avuto il coraggio di parlargli a quattr’occhi o di andarmene senza dirgli niente.
Caro Luke,
quando leggerai questa lettera io sarò già lontano, sarò già tornata in quell’inferno e forse non mi vedrai più.
So che il tuo cuore si sarà spezzato per l’ennesima volta, so che sarai arrabbiato e non vorrai parlarmi più ma voglio che tu sappia alcune cose.
Io non ho mai voluto bene ad una persona come a te, ho cercato in tutti i modi di proteggerti dal mio mondo ma inevitabilmente ti ci ho spinto dentro più di quanto abbia voluto. Sono dovuta tornare perché non avrei mai potuto permettere che Luke alzasse anche un solo dito su di te, o sui ragazzi, tu sei il mio unico punto debole, neanche alla notizia del rapimento di mia madre mi ero scossa. Ora ti chiedo solo un favore Lukey…so che per molto tempo mi odierai, ma ti prego, non farlo per sempre. Vorrei che parlasse ai tuoi figli di noi, di quante ne abbiamo combinate insieme, della nostra amicizia, vorrei che non ti dimenticassi di me, potresti ripormi in una piccola parte della tua mente e ripormi lì.
Non ho mai avuto intenzione di farti male, non ho mai avuto intenzione di ferirti, volevo solo che fossi felice e al sicuro, e invece da quando hai scoperto la verità non ho fatto altro che complicarti ulteriormente la vita, con le mie scenate di gelosia, con i nostri litigi, col mio umore che cambiava ogni due secondi. Mi dispiace se ti ho fatto passare un mese di inferno, non avrei mai voluto, ma in fondo anche io sono un’adolescente come te, e sono molto più debole di quanto non sembri.
“’Cause I’m just a teenager dirtbage baby, I’m just a teenager dirtbage baby, listen to Iron Maiden baby with me”
Sono solo questo Luke e nient’altro, solo una quindicenne che si ostina a fare la guerriera quando in realtà vorrebbe essere una principessa, vorrebbe essere salvata, ma questa non è una favola, io non sono una principessa e tu non puoi salvarmi, perciò promettimi solo di non odiarmi per sempre e di non dimenticarmi, il mio cuore si spezzerebbe ulteriormente.
Sei stato la parte più bella della mia adolescenza.
                                                                   Ti voglio bene,
                                                                              Jazzy.

Poso la penna e il foglio sulla scrivania rivolgendo un ultimo sguardo a Luke che ancora giace beatamente nel letto. Mi sdraio accanto a lui cingendogli la vita con le braccia prima di schioccargli un bacio sulla guancia.
-Mi mancherai tanto Luke- prendo le borse scendendo sotto e rivolgendo un ultimo sguardo a quella casa che ne ha viste tante in queste settimane.
Grazie di tutto Liz, sei stata come una seconda madre per me, non ti sarò mai grata abbastanza, ti voglio bene xx
Attacco il post-it sul frigo prima di uscire da lì. Il freddo vento mattutino mi sferza il viso colorando di rosso le mie guance bianche.
Mi chiamo Jazzy Greyson, ho quindici anni, i capelli ramati e gli occhi viola. Ho un migliore amico, Luke Hemmings, che adoro più della mia vita. Ho una migliore amica, Rory McGruver, che mi ha sempre sostenuto e tre amici pazzi, Michael Clifford, Calum Hood e Ashton Irwin, con cui passo la maggior parte delle mie giornate.
Sono innamorata del mio migliore amico anche se non gliel’ho mai detto, me ne sono accorta troppo tardi. Adoravo i suoi abbracci, i suoi baci, i suoi occhioni color dell’oceano che avevano una storia nascosta, la sua voce…
Mi chiamo Jazzy Greyson, ho quindici anni, i capelli ramati e gli occhi viola. Ho un migliore amico, Luke Hemmings, e sto andando a morire per lui.
 

Sbam!

Okay, so che sono in ritardissimo, ma purtroppo la scuola prosciuga tutte le mie energie, mai fare il classico.
Anyway, ammetto di essere stata un po'malvagia ad avervi lasciato così, ma volevo creare un po' di suspense (?) spero che questo capitolo vi piaccia, ci ho proprio messo il cuore, un bacio, Ossidiana xx

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Capitolo 9
*** You save me when you leave me it's gone agan ***


Non so da quanto tempo sono per terra priva di forze, il corpo che mi fa male e il sangue che cola da tutte le parti.
-Oh oh mocciosetta te la sei cercata- Bruce sputa quelle parole accompagnate da una risata che mi fa accapponare la pelle, ma va bene così, l’importante è che lui sia al sicuro.
-Jazzy! NO!- ho parlato troppo presto, la sua figura longilinea compare davanti ai miei occhi increduli e stanchi. Cosa ci fa qui?
-Hemmings ti sei appena cacciato in una faccenda più grande di te- l’altro Luke lo getta a terra prendendolo a pugni e vedendo quella scena dentro di me l’adrenalina comincia a scorrere potentissima, nessuno può fargli del male. Mi alzo di scatto gettandomi sul moro prendendolo a pugni, tutti cercano di bloccarmi ma la mia furia è troppo grande.
Afferro qualsiasi oggetto avessi vicino spaccandoglielo in testa e quando quei due sono tramortiti prendo Luke e lo trascino fuori.
-Lucas Robert Hemmings si può sapere che hai in testa?! Hai rischiato di farti ammazzare!- un sorrisetto si dipinge sul suo labbro spaccato, riesce ad essere felice anche in una situazione del genere.
-Volevo salvarti Jazzy…per una volta volevo essere io il tuo eroe e tu la principessa da salvare- mi guarda con quegli occhioni azzurri che fanno invidia al cielo ed io sospiro continuando a camminare verso casa sua, ormai ho preso la mia decisione.
-Che è successo?!- Liz si porta una mano sul cuore mentre mi aiuta a trasportare Luke dentro.
-Ma che cazz?- Andrew si alza togliendosi gli occhiali mentre Josh scende probabilmente allarmato dal rumore.
-Mi ha voluto seguire nel Bronx e questo è il risultato- caccio le mani in tasca mentre Liz tocca il volto di Luke che si scosta arrabbiato.
-Perché te ne sei andata? Perché hai voluto fare questa cazzata?!- Luke si alza sbottando tutto quello che fino ad ora si era tenuto per sé.
-Perché Luke mi ha detto che ti avrebbe fatto del male ed io non potevo permetterlo…ma ho fallito…quindi c’è solo una cosa che posso fare- giro i tacchi uscendo da quella casa mentre sento le urla del biondino seguirmi come una pietra nelle scarpe.
-Dove stai andando Jazzy?-
-A fare quello che avrei dovuto fare tanto tempo fa- mi giro mentre lui continua a seguirmi come se niente fosse.
-Vengo con te-
-No Luke, devo farlo da sola, ti prego torna  casa- rimane fermo mentre io lo sorpasso zoppicando un po’ sia per la lussazione che per il dolore alla gamba.
Arrivo al commissariato in un quarto d’ora e chiedo del commissario Monroe.
-Jazzy…o mio dio che è successo?-
-Credo che abbiamo un bel po’ di cui parlare- si sposta dalla porta conducendomi nel suo ufficio dove gli racconto tutta la storia e dove gli mostro tutti i segni e i lividi che serviranno per la denuncia.
-Hai avuto un bel fegato Jazzy, sei la persona più forte che io conosca- mi apre la portiera dell’autovolante facendomi accomodare.
-Cosa succederà ora?-
-Beh, se tutto va bene Bruce e gli altri verranno presi, ma penso che a tua madre verrà tolta la tua custodia- alzo le spalle guardandolo dallo specchietto.
-Non mi cambia più di tanto…non potrei restare dagli Hemmings?-
-Sto andando a chiedergli proprio questo, se ti devono mettere in una famiglia affidataria tanto vale che quelli siano loro- sorrido scendendo dalla macchina e suonando alla porta di casa.
-Allora era questo quello che volevi fare- Luke sospira rumorosamente spostandosi e facendosi passare.
-Commissario Monroe…si è decisa?-
-Si, solo che ora non sappiamo, beh, se a sua madre venisse tolta la custodia…-
-Ce ne occuperemmo noi, dopotutto l’abbiamo tenuta con noi per tutto questo tempo, ormai è parte della famiglia- Liz mi posa dolcemente le mani sulle spalle.
-Credevo che foste arrabbiati con me per quello che è successo a Luke…-
-Non dire sciocchezze tesoro, noi non ti lasceremo mai sola, tranquilla- mi schiocca un bacio sulla tempia sistemandomi i capelli mentre Luke davanti a me si dondola avanti e indietro, so che vuole un abbraccio.
-Ovviamente sempre se non ci sia un parente vicino, in tal caso la custodia passa automaticamente a lui-
-Non mi pare..cioè se ci sono io non li ho conosciuti- in quel momento mi accorgo della mancanza di Luke, così salgo le scale della camera trovandomelo sdraiato sul letto con gli occhi a fissare il soffitto.
-Tutto okay Luke?-
-Stavo pensando che dovevo farmi male io perché tu ti decidessi a denunciarli- mi appoggio al suo petto e lui mi circonda col braccio pieno di lividi.
-Mi dispiace che ti sia accaduto questo, era l’ultima cosa che volevo…-
-Perché te ne sei andata?-
-Ti avrebbe fatto del male ed io non volevo, dovevo essere forte per entrambi- sospira rumorosamente ma deve fargli male la costola sinistra, infatti si tocca quel punto gemendo per il dolore. –Perché non ti riposi un po’? Ti vedo tutto rotto-
-Ho paura-
-Di cosa?-
-Se mi addormento quando mi sveglierò tu sarai qui?-
-Certo Lukey, io non me ne vado- la presa sulla mia spalla si intensifica ed io inizio a solleticargli il collo col naso per tranquillizzarlo. I suoi occhi i chiudono e il suo respiro si tranquillizza.
Lo guardo dormire, i capelli biondi arruffati gli ricadono sulle guanciotte arrossate, la bocca è rosea e dischiusa. Un braccio gli ricade lungo il corpo mentre l’altro mi tiene stretta a sé.
-Sai Luke io credo di doverti delle scuse, ti ho fatto entrare in un casino più grande di te pur cercando di proteggerti…non credo di meritarti sai? Io sono un fottutissimo disastro e tu dovresti stare alla larga da me, ti porto solo guai. Il problema Luke è che io credo di essermi innamorata di te, porca troia Hemmings quando sto con te mi dimentico di tutti i miei problemi. So di averti fatto soffrire, e non la smetterò mai di pentirmi di questo…tu mi hai salvato Luke, e non potrò mai ringraziarti abbastanza- lui continua a dormire come se niente fosse, il mio piccolo grande chitarrista che vorrebbe sconfiggere tutto il male del mondo con il suo sorriso. Perché io credo di non aver conosciuto persona più buona di lui, anche con me, mi avrebbe dovuto mandare a fanculo tanto tempo fa, eppure è ancora qui, che mi stringe contro il suo petto, che si fa conciare da schifo per salvarmi.
 
-E’l’ultimo giorno di scuolaaaa- salto sulle spalle di Luke che afferra prontamente le mie gambe portandosele all’altezza dei fianchi. –Allora oggi la mia band preferita suonerà al dopo ballo di Valerie Richmond?-
-Si, la nostra prima esibizione, non ci posso credere-
-Calum possiamo parlare camminando? Ho sessanta chili sulla schiena-
-Ehi!- gli tiro una scoppola sul capo per poi appoggiare di nuovo la testa nell’incavo del suo collo.
-Jazzy ci prepariamo insieme?-
-No Rory, lei è il nostro portafortuna quindi deve stare con noi fino a quando non saliremo sul palco-
-Dì più che altro che è il tuo portafortuna-
-Sei un acidazzo Michael- mi fa l’occhiolino mentre quei quattro continuano a parlottare tra di loro.
Non so cosa siamo io e Luke ora, gli avevo promesso che appena tutta questa storia fosse finita staremmo stati insieme, ma lui non ha più accennato all’argomento. La paura che ormai la cotta gli sia passata mi provoca un senso d’ansia terribile.
-E’tutto okay?- cerca le chiavi nelle tasche degli skinny jeans neri mentre io osservo ogni suo movimento, da quello più buffo a quello più perfetto.
-Niente, insomma è stato un periodaccio e non credo di sentirmi tanto bene, ho il cuore debole lo sai- mi poggia una mano sul collo per sentire se le pulsazioni sono regolari.
-Sembra tutto apposto- Luke apre la porta di casa Hemmings e diverse figure infestano il salone.
-Cosa succede qui? Commissario Monroe?-
-Oh ciao Jazzy, faresti meglio a metterti seduta- Luke afferra la mia mano saldamente mentre seguiamo il suo consiglio e ci accomodiamo sul divano. L’aria è tesa, la tensione si può tagliare col coltello. –Allora abbiamo preso Bruce, ma tutti gli altri ci sono sfuggiti…quindi abbiamo pensato di allontanarvi da New York…i tuoi amici ritorneranno in Australia e tu andrai in Inghilterra con tua zia- la donna dietro di lui fa un passa avanti tenendo le dita incrociate e lo sguardo basso.
-Io ho una zia?-
-Si, io sono Robin, la sorella di tua madre, non credo che tu possa ricordarti di me, eri molto piccola l’ultima volta che ti ho visto- la squadro con attenzione: i capelli ramati come i miei, gli occhi azzurri, il fisico longilineo e ben curato, l’aspetto calmo, non assomiglia proprio a mia madre.
-Tra quanto dovremmo partire?-
-Una settimana: il tempo di metabolizzare la cosa e preparare le valige, loro non so quando partiranno- ricordavo che Luke e i ragazzi erano in realtà australiani: qualche anno fa c’era stata l’esplosione di un’industria di insetticidi vicino al loro quartiere, avevano fatto evacuare la zona e siccome non c’erano troppe case disponibili erano stati mandati in America, ringraziando il cielo.
-Tutto questo non può accadere per davvero, non te ne puoi andare- la forza di Luke vacilla e le lacrime iniziano a scendere dai suoi occhi color del mare, quanto ancora dovrò ferire questo ragazzo?
-Lo devo fare Luke, per tutti voi...-
-Non voglio dirti addio Jazzy- si getta tra le mie braccia con i singhiozzi che si fanno sempre più forti e il mio povero cuore si distrugge a vederlo in questo stato.
-Non è un addio Luke, ci rivedremo prima di quanto pensi, prometto di esserci per il tuo sedicesimo compleanno- sento un altro tocco sulle mie spalle, Liz ci ha raggiunto.
-Godetevi questa ultima settimana come meglio potete- quando il campanello di casa Hemmings suona, Luke cerca di darsi una calmata, non vuole farsi vedere dai ragazzi in questo stato.
-Io vado a provare con i ragazzi- quando lo vedo scomparire mi lascio andare, le forze mi abbandonano e punto gli occhi sul soffitto, Luke mi mancherà tantissimo.
Seguo il ritmo delle canzoni dei ragazzi, hanno composto una nuova canzone, certo quel ragazzo scrive musica ventiquattr’ore su ventiquattro.
Quando Luke posa gli occhi su di me smette di suonare e a ruota tutti gli altri.
-Però tutti quei giorni a comporre ti sono serviti- nessuno di loro ride, sono tutti troppo occupati a guardare per terra. –Ragazzi vi prometto che tornerò prestissimo-
-Ci mancherai tantissimo lo sai?-
-Anche voi Ashton-
-Io vado a prepararmi- Luke stacca la chitarra dall’amplificatore per poi salire in camera.
-Avete un’ultima settimana, fallo stare bene- capisco al volo le parole di Calum e corro su trovando Luke in mutande. Mi copro gli occhi diventando tutta rossa mentre lui se la ride alla grande.
-Scusami Luke, scusami-
-Tranquilla, puoi anche riaprire gli occhi se vuoi- tolgo le mani notando che si è già vestito, lo fa con una velocità assurda quel ragazzo.
-Posso chiederti una cosa?-
-Certo-
-Visto che questa è l’ultima settimana che passiamo insieme per un po’ di tempo, che ne dici se facciamo come quella sera del ballo?- adoro quando Luke abbassa lo sguardo sorridendo, lo rende così tenero. –So che molto probabilmente renderà le cose più difficili quando dovrò partire ma cred…- non mi fa finire che le sue labbra finiscono sulle mie e posso giurare di sentirlo sorridere.
-Credo che sia l’idea più bella di tutte-
Per ore e ore e ore i ragazzi non fanno altro che provare, se chiudo gli occhi posso ancora sentire le loro voci.
-Porca merda ed ora come facciamo con la batteria di Ashton?- non ne vuole proprio sapere di entrare in macchina e Michael si gratta la testa per poi lasciarsi andare ad una bestemmia abbastanza scorrevole.
-Avete provato ad abbassare uno dei sedili?- dal modo in cui mi guardano desumo che non ci abbiano pensato totalmente. –Mamma mia ma come farete quando io non ci sarò?-
-Probabilmente un giorno ci risveglieremo sotto un ponte dopo una sbronza totale, io completamente nudo, Lukey sposato con una prostituta, Mike vestito da femmina ed Ashton con un piercing in posti dove i piercing non dovrebbero stare- mi chiedo come faccia Calum ad andare male in inglese, cioè ha una fottuta immaginazione.
-Mi immagino la scena, ma se ora non vi date una mossa alla festa non ci arrivate più- i quattro malamente caricano su la batteria di Ashton che piagnucola miagolando cose come ‘oh la mia bambina’, ‘attenti alla mia cucciola’ e cose del genere.
-Questo è uno dei motivi per i quali Ashton Irwin non avrà mai una ragazza- Michael e la sua risata riecheggiano per la strada prima che entri nell’abitacolo.
-Ragazzi abbiamo un problema- Luke abbassa gli occhiali da sole, e sono le 11 di sera eh, guardandomi dallo specchietto laterale e alzando il sopracciglio, senti Hemmings vedi quello che devi fare.
-Non ci credo-
-Michael aka mister simpatia, non c’è posto per me- geme buttando gli occhi al cielo e lasciandosi andare ad un ‘perché ho scelto questa band’.
-Tranquillo me la tengo sulle gambe, tu mettiti alla guida sennò veramente a questa festa non ci arriviamo- mi accomodo sulle gambe di Calum che mi circonda il busto con le braccia mentre in sottofondo Luke bofonchia qualcosa di incomprensibile.
-Come Luke? Non riusciamo a capirti- Ashton scoppia in una fragorosa risata che lo fa arrabbiare ancora di più, così prende a guardare fuori dal finestrino con gli auricolari cacciati nelle orecchie e le braccia conserte.
-Mi sa che sta sera mi uccide-
-Tranquillo Calum ti proteggo io in caso- fortunatamente il viaggio non è troppo lungo e quando arriviamo a casa di Valerie la festa è in pieno fermento: gente che corre, che salta, che scopa, insomma un casino.
-Non ero mai stata ad una festa-
-Sul serio?- aiuto Michael col tamburo più grande della batteria di Ashton, non riuscirebbe mai a portarlo da solo.
-Sai quanto è pericoloso e difficile uscire dal Bronx di notte?-
-Mi immagino…lascia faccio io- sull’uscio Valerie saluta i ragazzi con in mano un bicchiere di qualcosa che sicuramente non è acqua.
-Venite venite, monteremo tutto in giardino, così in tanto noi ci potremo fare il bagno in piscina- e mentre lei ci fa strade in un succinto costume da bagno i ragazzi sbavano come quattro cani davanti ad un osso.
-Per favore evitate almeno di sbavare- il giardino è ancora deserto ma la musica ad alto volume proveniente dall’edificio si sente comunque benissimo. –Luke tutto okay?- non mi degna nemmeno uno sguardo, continua a fissare la chitarra facendo finta di accordarla.
-Alla grande- nel momento in cui gli prendo le mani incrocia i suoi occhi azzurri con i miei viola.
-Guarda che se non mi fossi messa sulle gambe di Calum non sarei potuta venire e come avresti fatto con tutte quelle galline mezze nude che ti guardano come se fossi una torta al cioccolato col ripieno morbido?- gli scappa un sorriso e mi abbraccia posando la chitarra. –Che poi non stiamo nemmeno insieme in teoria-
-Taci Jazzy- mi schiocca un bacio sulla guancia prima di venire richiamato dal battito delle bacchette di Ashton, il concerto deve cominciare.
Tutta la scuola inizia ad affluire in giardino e loro sono in imbarazzo, Luke non fa che attorcigliarsi i capelli biondi, Ashton gioca con i braccialetti, Michael si dondola avanti e indietro e Calum si morde continuamente il labbro.
-Forza ragazzi, dai- Luke si avvicina tentennante al microfono e tutte le ragazze iniziano a parlottare, vediamo se devo picchiare qualcuno.
Iniziano con ‘Ouf of my limit’ e piano piano li vedo prendere sempre più confidenza col microfono e col pubblico, quei quattro ragazzi sono nati per stare sul palco.
-Grazie per averci ascoltato, buonanotte a tutti- vedere Luke e gli altri sorridere in quel modo è la cosa più bella del mondo.
-Siete stati bravissimi- li raggiungo e mi stritolano in un abbraccio saltellando come…beh come me ad un concerto degli One Direction.
-Bravo Lukey sei stato il migliore- un’Aisha molto ubriaca e più troia del solito in un succinto costume da bagno che lascia poco all’immaginazione si fionda sulle labbra del mio…ehm di Luke.
-Buona bella, non ti conviene ucciderla ora che ti sei liberata di tutti i problemi- Michael mi cinge con le braccia e per quanti cerchi di dimenarmi non riesco a fargli mollare la presa.
-Guarda che potrei ucciderla e non far trovare mai più il corpo, i pesci del fiume Manhattan sono molto ingordi-
-Jazzy tra poco ce ne andremo dall’America, non si vedranno più- la loro attenzione però viene catturata dalle altre compagne di squadra, ma insomma un costume normale no?
-Va be’ ho capito vi aspetto in macchina- faccio un cenno ai ragazzi con la mano ed entro in macchina sospirando, che stress continuo. Devo dire che per essere la mia prima festa non è andata nel migliore dei modi.
Il cielo di sta sera è particolarmente stellato, troppo per essere sprecato a stare in macchina a struggersi per una persona con la quale non sono ancora riuscita a definire il tipo di relazione. Forse questo è il destino che mi sta dicendo che io e Luke dobbiamo solo rimanere amici, che tutto questo è sbagliato o che forse mi sto facendo troppi trip mentali, Jazzy cazzo stacca il cervello per una volta.
-Jazz-Jazz…- la sua voce arriva più come un sussurro, tentennata e debole come lui in questo momento, con gli occhi che non mi guardano in faccia e le mani cacciate negli skinny jeans sbiaditi.
-Ehi, la squadra delle cheerleader vi ha mollato?- il suo volto si lascia andare ad un sorrisetto di circostanza per poi tornare triste.
-Mi dispiace per prima, per Aisha intendo…-
-Tranquillo Luke, noi non stiamo insieme, non mi devi nessuna spiegazione…siamo solo due migliori amici che per qualche motivo sono bloccati e non riescono ad andare oltre, così fingono di stare insieme per qualche giorno, per poi far tornare tutto come prima- per la prima volta ammetto al realtà, forse ha ragione Luke, forse mi sono sempre nascosta dietro al fatto che avrei potuto perderlo o semplicemente ho evitato di affrontare la situazione.
Lui, dal canto suo, non parla, rimane a fissare la punta delle sue scarpe calciando di tanto in tanto qualche sassolino.
-Perché secondo te non ci riusciamo?- un altro sussurro e quelle due pozze d’acqua che ha al posto degli occhi mi catturano.
-Perché io non mi faccio amare, ogni volta che ti avvicini io ti allontano per paura, per tutto quello che ho passato…ho vissuto per nove anni con un uomo che non ha fatto altro che distruggermi e con una madre che non faceva niente per evitarlo…ho paura Luke, ho paura di qualsiasi forma di amore, anche della tua, ma ti giuro che non lo faccio apposta, è davvero più forte di me…e d’altro canto se tu hai smesso di lottare lo capisco, non meriti tutto questo- mi mordo il labbro cercando di fermare gli occhi lucidi che piano piano stanno per straboccare, io tra una settimana me ne andrò e devo essere sincera con me stessa, nessuno mi garantisce che le cose torneranno come prima, potrei perderlo per sempre.
Un tocco legger sfiora la mia pelle, le dita di Luke sfiorano le mie intrecciandosi insieme in un delicata stretta.
-Jazzy io non smetterò mai di lottare, anche se dovessi aspettare milioni di anni, non la smetterò mai…so che un giorno noi potremmo stare insieme, so che potrò guarire il tuo cuore Jazzy- non riesco più a trattenere le lacrime che ora corrono giù lungo le mie guance bianche. –My hero, she’s the last real dreamer I know…-
-Però le parole di No heroes allowed non valgono- un sorriso scappa dalle sue labbra perfetta lasciando intravedere quei denti bianchissimi.
-Aspetterei all’infinito solo per averti- le sue mani sono un tutt’uno con le mie e le sue labbra delicate e leggere sorridono in quel bacio.
-Piccioncini che dite, torniamo a casa?- Michael Gordon Clifford giuro che me le pagherai tutte.
-Va bene però sta volta sto io dietro con lei- mi faccio tutto il viaggio seduta sulle gambe di Luke, con la testa appoggiata al suo petto e il suo braccio che mi circonda il busto timoroso di farmi cadere.
-Vi posso fare una foto? Siete tremendamente dolci-
-Certo Ash- il batterista si appiattisce contro il vetro del finestrino e scatta una foto con l’iPhone per poi mostrarcela. Siamo fottutamente belli, o almeno lui lo è: per quanto la situazione possa essere triste riusciamo ad avere un sorriso vero sulle labbra, un sorriso che non si formava in questo modo sul mio viso da davvero troppo tempo. Il suo braccio mi cinge come se potesse perdermi da un momento all’altro, come se per lui fossi la cosa più preziosa del mondo.
-Ashton riesci a stamparmela entro domani?-
-Sì Jazzy, penso di sì-
-Fallo anche per me…a proposito hai anche quella di sta mattina in cui la tengo sulle spalle?- lo guardo interrogativa, non sapevo nulla di quella foto.
-Aspetta abbiamo una foto di sta mattina?-
-Certo bambolina- mi fa l’occhiolino ridendo. E quando lui scoppia a ridere io scoppio a vivere.
 
-Hai intenzione di non svegliarti prima delle 12 ogni giorno da ora in poi?- è davvero bello quando a svegliarti è la voce di Luke insieme alla sua risata cristallina.
-Lucas Robert Hemmings, giuro che un giorno di questi ti uccido- alzo il busto con le mani sul volto che però vengono subito spostate da Luke.
-Senti questo è il nostro ultimo giorno insieme per chissà quanto tempo ed io non ho alcuna intenzione di sprecarlo, quindi alza il culo e vestiti- in questi giorni h perso la cognizione del tempo, avrei voluto bloccare la mia vita i quei giorni coi ragazzi, in quei giorni passati a mare a ridere e a scherzare con loro, in quei giorni passati tra le braccia di Luke. Solo ora sto realizzando quello che sta succedendo davvero, che non lo vedrò per non so quanto tempo, ma devo essere qui per il suo sedicesimo compleanno, gliel’ho promesso.
Guardo quella valigia ormai pronta per essere chiusa nonostante i vestiti siano pressoché impallati e sgualciti e un senso di angoscia mi invade facendomi venire le palpitazioni e bloccandomi il respiro.
-Ehi piccola, non ci pensare su- sento le sue mani poggiarsi sulle mie spalle e le sue labbra sulla mia guancia per tranquillizzarmi. Lui sembra molto più tranquillo di me, non so come faccia.
-Luke ricordati che ho l’aereo tra poche ore-
-Ce le faremo bastare, lo giuro-
Scorrazziamo per tutta New York, facciamo colazione da Starbucks, andiamo alla rampa di skateboard, in giro per negozi e per finire al parco, sdraiandoci sull’erba fresca. Luke ha la testa appoggiata sulle mie gambe ed io gioco con i suoi capelli biondi.
-Ti prego giurami che non te li taglierai fin quando non tornerò-
-Te lo prometto Jazzy-
-E’quasi ora Luke- si alza dalla sua posizione provocandomi un dolore fisico, come se mi fosse stata staccata una parte del corpo.
Arriviamo a casa dove tutti ci aspettano già pronti, l’ansia aumenta, ci sono anche i ragazzi.
-Ciao Jazzy, allora sei pronta per partire?- mi ha visto solo una volt in questi giorni eppure Robin si comporta come una madre, come la mia non si è mai comportata.
-Non tanto- mi volto verso tutti i presenti che stanno già per darsi ai pianti, per favore no.
-Mi mancherai tantissimi piccola mia- Liz ed Andrew mi soffocano in un abbraccio, loro sono la famiglia che non ho mai avuto.
-Anche voi-
-Ciao Jazzy, ricordati che quando litigherai con tuo fratello ci sono sempre io- Josh riesce a scherzare anche in momenti come questi.
-Certo Josh, sei sempre il mio preferito lo sai-
-Mi mancherai tanto lo sai? Chi cercherà di mettermi nei guai facendomi andare come intermediario come uno dei rappresentanti del Bronx-
-Oh Cal- mi getto tra le braccia del moro che inizia a piangere come una fontana contagiando tutti.
-Ciao piccola guerriera, attenta a non combinare casini a Londra- Ashton mi abbraccia bagnandomi i capelli con le lacrime.
-Tranquillo Ash, ce la farò-
-Mi mancherà tanto la mia migliore amica, cosa farò ora?-
-Passa più tempo coi ragazzi, sono dei pazzi ma infondo sono buoni- io e Rory ci abbracciamo, non capita molto spesso tra noi due lasciarci andare a gesti d’affetto così plateali.
-Sai, sarà strano non vederti più con noi o prendere in giro Luke per come si comporta con te…niente sarà più come prima- vedere anche Michael con le lacrime che gli rigano il volto è proprio il colpo di grazia.
-Oh Mike, sarà strano anche per me non sentire i tuoi commenti su tutto- e quando i miei occhi viola si incastrano in quelli azzurri di Luke sento la terra mancare sotto i piedi.
-Non so come ce la farò a stare senza di te, non siamo mai stati lontani per tanto tempo…probabilmente diventerò un depresso del cazzo tutto vestito di nero che scriverà canzoni deprimenti- ci scappa un risolino prima di fiondarci l’uno tra le braccia dell’altro.
-Ricordati che sei l’unica ragione per cui io sono arrivata fin qui- si stacca da me facendomi scivolare qualcosa nella mano.
-Aprilo quando sarai sull’aereo- un sussurro al mio orecchio prima di lasciare un bacio sulla mia guancia.
-Tesoro, dobbiamo andare ora- faccio un lieve cenno di sì con la testa a Robin per poi seguirla.
Mi volto un’ultima volta vedendo tutti piangere, in particolare Luke che ormai ha le guance rosse per le lacrime.
-Mi mancherete tutti ragazzi, ci vedremo presto lo giuro- quando piano piano le loro figure scompaiono all’orizzonte il senso di panico riaffiora e mi sento mancare.
-Jazzy tutto okay?-
-Robin per le prossime volte sappi che soffro di cuore-
-Lo so dolcezza, so tutto di te- prendiamo posto sull’aereo, prima classe, sedili a due, tutto perfetto.
-Davvero?-
-Sì: ami lo skate, la musica, sei un piccolo genietto a scuola, moriresti per i tuoi amici che tra l’altro sono quasi tutti maschi, conti molto sulla tua migliore amica e soprattutto sei rimasta impigliata in questa situazione per difendere Luke- sorrido al sentire quel nome ricordandomi di quel foglietto. Lo apro delicatamente come se fosse la cosa più preziosa al mondo e sorrido per quella calligrafia che riconoscerei tra mille iniziando a divorare le parole avidamente.
For a while we pretend that we never had to end it, but we knew we’d have to say goodbye
Io e Luke nell’ultimo periodo facevamo finta che tutto andasse bene, che tutto si sarebbe risolto in una bolla di sapone, ma non avevamo fatto i conti col destino.
You were crying at the airport when they finally closed to plane door, I could barely hold it all inside
Abbiamo pianto tutti prima che io sparissi dietro quelle porte ed avrei tanto voluto tornare indietro da loro.
Torn in two, and I know I shouldn’t tell you but I just can’t stop thinking about you, wherever you are, you, wherever you are
Ho il cuore rotto in due eppure lui è ancora il mio pensiero fisso anche a chilometri di distanza.
Every night I almost call you just to say it always will be you, wherever you are
So che ogni sera avrò l’istinto di chiamarlo anche solo per sentire per un minuto la sua voce, ma non posso, non posso fargli correre un rischio del genere.
I could fly a thousand oceans but there’s nothing that compares to what we had, and so I walk alone
Niente può prendere il posto di ciò che avevamo ed ora mi ritrovo da sola a chilometri di distanza.
I wish I didn’t have to be gone, maybe you’ve already moved one, but the truth is I don’t want to know
Nessuno dei due avrebbe mai voluto lasciare andare l’altro ma non avremmo potuto fare che questo.
Torn in two, and I know I shouldn’t tell you but I just can’t stop thinking about you, wherever you are, you, wherever you are. Every night I almost call you just to say it always will be you, wherever you are
You can say we’ll be together someday, nothing lasts forever, nothing stays the same, so why can’t stop feeling, this way?

Dice che un giorno riusciremo a stare insieme mentre tutto quello che avrei voluto io sarebbe stato fermare il tempo a quei momenti.
Torn in two, and I know I shouldn’t tell you but I just can’t stop thinking about you, wherever you are, you, wherever you are. Every night I almost call you just to say it always will be you, wherever you are…non avrei avuto altro modo per dirti quello che provo per te Jazzy…questa è la canzone che mi vedevi scrivere sempre, quella che strimpellavo in tutti i momenti…tutto questo per dirti che ti aspetterò, ovunque sarai
 

Sbam!

Okay, so di essere tremendamente in ritardo ma la scuola risucchia ogni mia energia. 
Anyway, so che anche questo è un capitolo triste come quello di Beside you, ma per ora non riesco a scrivere altro.
Spero che vi piaccia, un bacio, Ossidiana xx

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Capitolo 10
*** I'll be coming back for you ***


2 mesi dopo
Il tempo soleggiato di questa giornata di inizio luglio mi mette di buon umore. Pedalo lentamente godendomi quel paesaggio che denota così tanta tranquillità che quasi non mi sembra vero. Esatto, io, Jazzy Greyson, su una bicicletta, non so nemmeno da quanto tempo non tocco lo skate. All’apparenza sembro così cambiata, adesso indosso molti più vestiti, le mie Converse non so nemmeno dove siano, i colori sono più accesi di prima.
-Ciao zia- la sento canticchiare, la sua voce invade l’aria, è così dolce.
-Jazzy tesoro vieni qui devo dirti una cosa- entro in cucina trovandola intenta a preparare la cena. –Ti devo dare una bella notizia-
-Spara-
-Ho parlato col commissario Monroe, sta sera partiremo, andiamo a Sydney, andiamo da Luke- il bicchiere d’acqua che tocca le mie labbra cade rovinosamente per terra spargendo i suoi cocci blu per tutta la casa. Quel nome, per quanto non lo senta dire da tanto tempo, ha sempre lo stesso effetto su di me. Quante volte la notte ho pensato a lui, ad Ashton, a Calum, a Michael, a Rory, dire che mi mancano è un eufemismo. Mi mancano le cazzate fatte con loro, le risate, la loro musica, mi manca stare tra le braccia di Luke, mi mancano i suoi bracci, mi manca la mia vecchia vita, ovviamente solo quello che concerne la parte bella e tranquilla.
-Davvero?-
-Si, ormai il pericolo è debellato, puoi tornare dai tuoi amici- la abbraccio saltellando ed in un attimo sono sopra a preparare le valige, buttando i vestiti così come sono, appallottolati, sgualciti. –Però sei veramente contenta-
-Avevo promesso a Luke che sarei tornato per il suo compleanno, ed ora riesco ad esserci pure per quello di Ashton- salto sulla valigia chiudendo la zip, sento l’adrenalina correre per tutta le vene. –Mamma?-
-Abbiamo preso una casa vicino a quella degli Hemmings, per un po’starò anche io con voi, così per vedere se tua madre è idonea a crescere una ragazza speciale come te-
-Vicino agli Hemmings?! O mio dio questo si che è il paradiso-
Carichiamo tutto in macchina mentre la mia gioia sembra venir fuori in tutte le cose.
-Chi stai chiamando?-
-Liz- tre squilli e finalmente risponde.
-Pronto?-
-Ciao Liz-
-Jazzy! Oh piccola mia come stai? Quanto tempo è passato!-
-Sto per prendere l’aereo per venire da voi, so che ho pure casa vicino alla tua, non riuscirai più a togliermi dai piedi-
-E chi lo ha mai voluto tesoro…ma Luke? Luke lo sa? E i ragazzi?-
-No Liz, voglio farli una sorpresa-
-Ne morirà…oh è tornato, ora vado, un bacio- chiudo la telefonata appoggiando la schiena al sedile quando un pensiero si insinua nella mia testa.
-E se a Luke non dovessi più piacere? E se a lui ora piacesse un’altra ragazza? E se fosse fidanzato?-
-Ehi Jazzy calmati, non bagnarti prima del tempo, non penso che in due mesi siano cambiate così tante cose-
-Ne sei sicura?-
-Totalmente- mi lascio andare ad un sospiro e caccio le mani dentro la borsa estraendo quell’oggetto che ho tenuto in tutte queste settimane come se fosse il diamante più prezioso al mondo. Guardo le foto che ci ha scattato Ashton una settimana prima che partissi, quella dopo la festa, quella in cui sono sulle gambe di Luke e lui mi stringe come se fossi la cosa più preziosa al mondo. In quel momento mi accorgo che insieme siamo davvero belli e soprattutto felici.
-Luke sto tornando-
Luke
-Sono il re del mondooooo- Ashton si getta dalla rampa urlando e finendo rovinosamente a terra tra le risate generali di tutti noi. Se a quest’ora ci fosse stata Jazzy sarebbe uscita fuori di testa. Jazzy…chissà come sta, cosa fa, se si è innamorata, se pensa a me qualche volta, se pensa a noi, perché io penso a lei costantemente, è il mio pensiero fisso da due mesi a questa parte.
-Ciao Lukey- Aleisha McDonald, mia migliore amica prima che partissi per l’America, mi schiocca un bacio sulla guancia ed io mi allontano infastidito. Maledico quella sera, mi sono ubriacato così tanto che l’ho baciata, piangevo mentre lo facevo, ma il ricordo di Jazzy era fottutamente forte. Non so se abbiamo fatto altro, non mi ricordo niente, ma lei da allora non mi si è più scollata di dosso. Ashton prova di nuovo a fare quella pista ma cade per la seconda volta, Jazzy a quest’ora l’avrebbe fatta due volte quella rampa, rido al pensiero.
-A cosa stai pensando Luke?- Michael mi batte una mano sulla spalla prima di prendere posto accanto a me, sospiro.
-A Jazzy, lei l’avrebbe fatta subito quella rampa- nessuno parla, manca a loro quasi quanto manca a me, per non parlare di Rory, non la vedo in giro da un bel po’.
-Cos’ha di così tanto speciale questa Jazzy?- mi alzo furioso, potrei uccidere Aleisha in questo momento.
-Lei è speciale in tutto quello che fa, nessuna ragazza è come lei- prendo lo skate imboccando la via di casa, il mio falso buon umore se ne è andato. –Ma’sono tornato-
-Ne morirà…oh è tornato, ora vado, un bacio- chiude la chiamata frettolosamente sorridendomi nervosamente.
-Chi era al telefono?-
-Oh Ben, sai tornerà tra qualche giorno con Terry e ha detto che ti porterà una chitarra nuova- in altri tempi sarei impazzito per un simile regalo, ma ora sembra che anche la musica non mi basti più, ho bisogno di lei, ho bisogno di averla accanto. Un lieve bussare alla mia porta mi distoglie momentaneamente dai miei pensieri.
-Avanti-
-Ehi Luke- l’immagine di Calum compare davanti ai miei occhi stanchi, lui è una delle uniche persone con cui non devo fingere di stare male. –Come va?-
-Bene perché?-
-Non prendermi per il culo, seriamente, come stai?-
-Male Cal, non riesco a togliermela dalla testa, non riesco a togliermela dal cuore…vorrei averla qui, aveva promesso che ci sarebbe stata per il mio sedicesimo compleanno-
-Manca ancora più di una settimana Luke, potrebbe farcela- punto lo sguardo fuori mentre le immagini di noi due iniziano a corrermi davanti agli occhi.
-E se non volesse più tornare? Se la vita a Londra le piacesse? Se qualcuno avesse preso il mio posto?- sento la mano di Calum posarsi sulla mia spalla massaggiandola, gli occhi mi si riempiono di lacrime. –Mi manca terribilmente e non so cosa fare, il pensiero che poi possa esserci un altro ragazzo-
-Beh tu hai baciato Aleisha- passo il dorso della mano ai lati dei miei occhi azzurri.
-Per me Aleisha non conta niente, posso anche averci scopato e sai che non mi ricordo assolutamente nulla, ma lei non prenderà mai il posto di Jazzy, nessuna potrebbe riuscirci- ricado sul letto senza forze, il soffitto azzurro con le stelle mi ricorda com’ero prima di partire da qui, avevo solo 12 anni e non avrei mai potuto immaginare come la mia vita sarebbe cambiata così radicalmente.
Ero appena arrivato a New York insieme agli altri, guardavo quella scuola tutto spaesato, quella grande e nuova città così tanto differente da Sydney. Con qualche difficoltà ero riuscito a finire il primo anno delle medie ma frequentavo molti di quei corsi ancora, nessuno dei miei amici era con me.
Era settembre, mi ero seduto all’ultimo banco aspettando l’arrivo dei primini quando in classe era entrata una ragazzina dai capelli ramati e gli occhi viola ed io ne ero rimasto totalmente affascinato. Aveva preso posto accanto a me mentre la sua amica bionda stava davanti con un ragazzo, non mi calcolava, era come se non esistessi per lei.
-Ciao, mi chiamo Luke- le avevo teso la mano ma lei mi aveva guardato titubante, solo tempo dopo avrei scoperto per te.
-Jazmine-
Avevo passato i due mesi successivi ad osservarla, a sorriderle, a cercare di passare più tempo possibile con lei, eravamo diventati migliori amici e aveva legato anche con i ragazzi.
-Sai penso che Jazmine sia un nome troppo lungo- stava seduta sull’altalena, dondolava le gambe fissava il vuoto con i suoi grandi occhioni viola ed io la osservavo curioso, quella ragazzina aveva qualcosa che mi attraeva verso di lei.
-E come mi dovrei chiamare allora?-
-Jazzy!-
-Jazzy?-
-Si, Jazzy, mi piace Jazzy- aveva riso, all’epoca la sua risata era cristallina, anche se i lividi già si vedevano, ero io così stupido da non notarlo.
-Luke Hemmings sei il ragazzo più strane che io conosca….ma Jazzy mi piace-

Le lacrime ormai corrono lungo le mie guance, non posso farcela.
-Luke guarda che restare a letto a struggerti d’amore per lei non ti aiuterà, ti farà diventare solo il prossimo Shopenauer- gli tiro il cuscino e lui si getta a terra fingendosi colpito a morte da un dardo.
-Ho composto una nuova canzone comunque, si chiama Beside you-
-Dal nome suppongo che sia come Wherever you are-
-Senti finché lei non tornerà non riesco a scrivere canzoni felice- allungo un braccio afferrando la chitarra e intonando le parole di quella canzone.
Vorrei andare in un’altra dimensione in questo momento, ma senza di lei niente ha senso. Mi aveva detto che forse un giorno lei mi avrebbe dovuto lasciare andare ma io non l’ho ascoltata, la pregavo solo di restarmi accanto. Siamo sotto lo stesso cielo eppure siamo così distanti.
-Cavolo Luke penso che sia la canzone più bella che tu abbia scritto fino ad ora-
-Certo, è venuto da Jazzy e niente può venir male se c’è lei di mezzo, perché dopotutto Jazzy è ancora il mio angelo- afferro la foto che sta accanto al mio letto, quella che Ashton ci ha scattato una settimana prima che partisse, quella quando la tengo sulle mie spalle e lei sorride avvolgendomi il collo. La voglio qui, la voglio qui ora.
Jazzy
Un leggero picchettio sulla mia spalla fa svenire i miei sogni in cui ero già tornata dai ragazzi. Apro lentamente gli occhi vedendo la figura di mia zia sorridere.
-Ma quanto ho dormito?-
-Parecchio, siamo appena arrivate a Sydney- sento l’aereo atterrare bruscamente e sobbalzo sbattendo la testa contro il tettuccio.
-Iniziamo bene- l’aeroporto è davvero grandissimo, quasi più grande di quello di Heatrow.
Guardo Sydney curiosa dal finestrino del taxi, non vedo l’ora di andare da Luke, batto il piede freneticamente e muovo le gambe, voglio arrivare il prima possibile. In mano ho ancora la foto, non l’ho mollata un momento da quando siamo partite.
-Porto io le valige a casa, tu vai dal tuo bel biondino- getto le braccia al collo di mia zia che ride sonoramente per poi andare a bussare alla porta accanto.
La figura di Liz mi appare davanti, i suoi occhi sono increduli e la sua bocca si curva in un sorriso.
-Jazzy! Ma guardati, sei bellissima, e questi capelli?- prende tra le mani le punte azzurre ridendo.
-Color occhi di Luke…a proposito è a casa?-
-No, è alla pista di skateboard con gli altri, volevano portare fuori Rory…devi andare sempre dritto da qui-
-Grazie Liz- inizio a correre con il cuore che batte a mille, potrei sentirmi male da un momento all’altro.
Li vedo da lontano, Luke che prova una rampa e cade rovinosamente per terra tra gli sguardi divertiti dei ragazzi, Rory che sorride timidamente ed una ragazza che lo aiuta ad alzarsi, il mio cuore perde un battito.
-Hemmings sei sempre stato una sega con lo skate- sei paia di occhi si posano su di me prima che Ashton, Michael, Calum e Rory mi si gettino di sopra stritolandomi in un abbraccio di gruppo. –Suppongo che vi sia mancata-
-Mancata? Non avevamo più casini nella vita- tiro uno schiaffo a Michael che continua a ridere, Luke rimane in disparte con lo skateboard in mano.
-Auguri Ash, oggi diventi maggiorenne, il primo diciottenne del gruppo- abbraccio il biondo senza smettere di fissare il mio migliore amico. –Tu non mi saluti? So che sei arrabbiato con me ma pensavo che…- non faccio in tempo a finire la frase che lui si getta tra le mie braccia sollevandomi e facendomi girare.
-Arrabbiato? Sono la persona più felice del pianeta!-
-Credigli, fino a ieri piangeva al tuo ricordo guardando la foto che Ash vi ha scattato prima di partire- rido mentre Luke guarda male Calum che sorride innocentemente.
-Mi sei mancato tanto anche tu Luke-
-E questi capelli?- prende in mano un ciocca rigirandosela tra le dita con un sorrisetto sul volto.
-Mi ricordavano i tuoi occhi- gli scompiglio i capelli gettandoli nuovamente le braccia al collo, il mio Luke.
-Io dire che qui ci starebbe un bacio- Calum fan girl parte…beh ho perso il conto.
-Calum sei sempre il sol…- Luke posa le mani sotto il mio mento spostandolo ad una velocità assurda e posando le sue labbra sulle mie, e vaffanculo Hemmings, ci risiamo. –Vi siete messi d’accordo ammettetelo- un colpo di tosse distoglie l’armonia che si è creata. La ragazza che notavo prima sta davanti a noi, i capelli biondi lasciati sciolti, jeans e una maglietta a maniche lunghe totalmente trasparente.
-Così tu sei Jazzy, ho sentito tanto parlare di te, io sono Aleisha, la migliore amica di Luke prima che partisse- tende la mano che io afferro prontamente sorridendo più falsamente di lei.
-Jazzy, l’attuale migliore amica di Luke-
-Si baciano cento volte, fingono di stare insieme, si fanno i dispetti per farsi ingelosire, lui le scrive centinaia di canzoni ma no, sono solo e ancora migliori amici-
-Calum noto con piacere che non sei cambiato- una folata di vento mi fa rabbrividire, ho sottovalutato il fatto che in Australia le stagioni siano invertite.
-Ma tu stai ghiacciando!-
-Ho dimenticato questo piccolo particolare- Luke getta la testa indietro ridendo e si toglie la felpa posandola sulle mie spalle ed incoraggiandomi a indossarla.
-Sta sera c’è la mia festa, verrai?-
-Certo, solo che tipo ora dovrei tornare a casa, sai mia madre ancora non mi ha visto-
-Ti accompagno io, dove abiti?-
-Accanto a casa tua- un sorriso curva le sue labbra rosee e sottili, dio quanto è bello.
-Non ci credo, grazie Signore- punta gli occhi al cielo con le mani giunte e il sorriso sul volto ma per tutta risposta un gabbiano gli lascia un regalino sulla faccia, le risate sono generali. –Forse sarà meglio tornare a casa-
 
-Mamma, io sta sera vado al compleanno di Ash, Luke dovrebbe passarmi a prendere tra poco- il suo volto si alza squadrandomi con un sorriso, l’ho vista cambiata da quando sono tornata: è stata sempre zitta, si preoccupa di quel che faccio, sorride e scherza con Liz, sembra quasi una madre normale.
Il campanello suona e volo giù in picchiata trovandomi davanti alla porta un Luke Hemmings vestito di tutto punto e più bello che mai.
-Ma ciao principessa, allora pronta ad andare?-
-Certo…ciao ma’, ci vediamo sta sera- richiudo la porta alle mie spalle, Luke mi guarda sorridendo, le mani cacciate negli skinny jeans, le stelle che brillano nel cielo, il venticello invernale che soffia.
-Allora, andiamo?- mi porge il braccio che io afferro prontamente.
-Luke non vedo l’ora che tu faccia sedici anni, se non ti regala Liz la macchina giuro che lo faccio io-
-Così ti posso scorazzare quanto voglio?-
-Preferisci portarmi sulle spalle?- si gira verso di me sorridendo, quel sorriso potrebbe illuminare un’intera città.
-Coraggio salta su- sorrido arrampicandomi lungo la sua schiena, poggio la guancia sulla sua testa e attorciglio le braccia al suo collo. –Mi sei mancata tantissimo lo sai?-
-Anche tu Luke, sono felice di essere tornata, e di vedere che niente è cambiato- quando arriviamo a casa Irwin la musica si sente fin da fuori, c’è un mucchio di gente che corre di qua e di là con bicchieri pieni di alcool tra le mani. –Però, Ashton si è dato da fare-
-Sì, senti che musica- Luke si dimena a ritmo facendo ridere me e tutte le persone che in quel momento stanno passando di lì.
-Luke evita per favore, non sei bravo-
-Ti odio Jazzy-
-Oh, se vuoi me ne ritorno a Londra- il biondo si abbassa, mi afferra per le gambe e mi solleva portandomi dentro come un sacco di patate, però è più forte di quanto ricordassi.
-Ehi ragazzi, siamo arrivatiiii-
-Luke mettimi giù, così mi renderai ridicola davanti a tutto il corpo studentesco della mia futura scuola- in pochi secondi mi ritrovo di nuovo con i piedi per terra con Calum, Michael ed Ashton che ci guardano curiosi e divertiti.
-Siete la coppia più strana del mondo, sappiatelo- Michael porta il bicchiere alle labbra, una coppia, non lo siamo, non so cosa siamo, non ne abbiamo parlato ancora e dopotutto è passato così tanto tempo, anche se il bacio di oggi…
-Non siamo una coppia, Michael per favore finiscila con queste battute- il braccio di Luke mi cinge la vita attirandomi contro il suo petto mentre fa strani gesti col capo agli altri due.
-Jazzy ti abbiamo preparato una sorpresa- Calum esce dalla tasca degli skinny jeans neri quattro bastoncini neri come se fossero la cosa più preziosa del mondo. –Vedi, ognuno di questi bastoncini rappresenta uno di noi- Luke caccia la mano dentro i suoi pantaloni e ne estrae un altro identico ma più piccolo.
-E questo rappresenta te, che ci connetti tutti e quattro insieme- unisce tutti e quattro i bastoncini sul palmo della mano di Calum e poi vi poggia sopra quello più piccolo. –In questi due mesi ci siamo sentiti veramente persi senza di te, pensavamo che non fosse tanto difficile ma ci sbagliavamo, tu sei la forza che ci connette a tutto-
-E inoltre abbiamo pensato che questo potrà essere il logo della band- Ashton si lega una bandana rossa ai capelli con sguardo fiero e con le mani sui fianchi. Dal canto mio ho gli occhi leggermente appannati e il sorriso sulla faccia.
-E’davvero una cosa bellissima, grazie ragazzi vi voglio bene- ci stringiamo in un abbraccio di gruppo, qui o sono io che mi sono abbassata di brutto o loro in questi due mesi sono diventati ancora più alti. –Allora che ne dite se ora mi presentate qualcuno dei vostri amici? Tra qualche giorno io inizierò la scuola con voi-
-Vieni dai- Luke mi tende la mano che io afferro al volo sotto il suo sguardo divertito, è una bella sensazione riavere le sue dita intrecciate con le mie. –Ragazzi lei è Jazzy, vi ricordate vi ho parlato di lei, Jazzy loro sono Mark, James, Josh e Larry, alcune dei nostri compagni di squadra- sorrido ai quattro ragazzi che stanno davanti a me e che per ricambiare sollevano in alto i bicchieri.
-Quindi tu saresti la ragazza di Luke?-
-Oh ehm no, io e lui non stiamo insieme- quello che deve essere Larry porta il bicchiere alle labbra bevendone un lungo sorso.
-Meglio, anche perché non si sa che cosa abbia fatto con Aleisha il mese scorso- mi volto verso di lui, ho già le mani strette a pugno, il suo volto passa dal rosso al bianco per poi iniziare a torturarsi le labbra.
-Tu cosa?-
-Vieni un attimo- mi trascina in giardino, l’aria è fredda in questa giornata di luglio, mi stringo nelle mie spalle portando le mani a riscaldare le braccia.
-Che cosa hai fatto con quello?-
-Era passata una settimana da quando tu te ne eri andata, non reggevo lo stress, c’era stata questa festa, mi sono ubriacato, ricordo solo che l’ho baciata, piangendo inoltre, ma poi ho il vuoto- lotto con la voglia di prenderlo a pugni e di scoppiare a piangere, come ha potuto farmi questo? Come ha potuto dimenticarmi così in fretta? –Jazzy io…-
-No, non voglio che tu dica nemmeno una parola-
-In teoria noi non stiamo insieme-
-Porca troia è questo il problema, siamo sempre al punto di partenza! Io piaccio a te, tu piaci a me ma continuiamo a farci soffrire a vicenda per non so quale fottuto scherzo del destino. Ho aspettato due mesi per tornare qui, sperando di sistemare le cose con te e tu…tu…- le lacrime ormai scendono lungo le mie guance rosee, lui appoggia le mani sulle mie braccia cercando di incastrare i suoi occhi azzurri nei miei viola.
-Jazzy lei non conta niente per me, è stato solo un momento di debolezza-
-Chiedi scusa ad Ashton da parte mia, non ce la faccio a stare qui- mi giro con le mani cacciate nelle tasche del giubbotto, spezzata in due, col suo volto negli occhi e impresso nel cuore.
-Jazzy non voglio che tu te ne vada- la sua mano si avvolge delicatamente intorno al mio polso, i suoi occhi cercano un barlume di speranza, un barlume di qualcosa che gli dica che non sono arrabbiata con lui.
-Vorrei che tu non mi avessi lasciato andare- me ne vado via lasciandolo lì, il vento che gli scompiglia i capelli biondi, mi sembra di essere in un film romantico.
Io e Luke non ci parliamo da nove giorni, ho iniziato la scuola da otto ed oggi è il suo sedicesimo compleanno, mi sembra un mondo così nuovo. Passo le mie giornate con Rory, non mi avvicino nemmeno più ai ragazzi, e poi ogni volta che ci prova c’è Aleisha con loro, questa è quasi peggio di Aisha, secondo me è il nome.
-Jazzy devi venire un attimo con noi- Calum e Michael mi sollevano portandomi nella mensa della scuola, non tocco nemmeno con i piedi, c’è tanta confusione oggi. Al centro della sala Luke con una chitarra in mano ed Ash con qualche tamburo davanti.
-Sai Jazzy ho pensato per tre giorni a come farmi perdonare fin quando non ho capito che avevo la soluzione ha portata di mano- inizia a strimpellare la chitarra e con lui anche Michael, Calum ed Ashton. La melodia è dolce e tranquilla e quando inizia a cantare mi rendo conto che si tratta di Wherever you are, negli ultimi due mesi ho riletto il testo così tante volte da essere ormai capace di riprodurre anche la scrittura di Luke. Dopo quella canzone, non ancora contento, ne cantano un’altra ancora più bella, ancora più dolce, credo che si chiami Beside you.
Quando finiscono tutti i ragazzi della scuola applaudono, le ragazze lanciano gridolini tipo ai concerti degli One Direction, Aleisha si avvicina a Luke ma lui non la guarda, cerca di decifrare la mia espressione, cerca un segno che gli possa dare qualche certezza.
-Jazzy Greyson ho cantato per te davanti a tutta la scuola, ora, il giorno del mio sedicesimo compleanno voglio chiederti finalmente di essere la mia ragazza, ti prego fammi il regalo più bello del mondo- rimango a guardarlo con la bocca aperte, intorno a noi tutti mormorano e mi sembra di essere sempre di più in un film alla High School Musical. Cerco di emettere qualche suono dalla mia bocca ma sembra che non esca niente, le parole rimangono bloccate in gola, riesco a sentire solo il battito del mio cuore che accelera sempre di più, le cose intorno a me sono distorte, sento le forze mancarmi e piano piano cado giù, dopodiché il buio.
 
Odio i postumi di uno svenimento, sento sempre la testa pesante e le palpebre cadenti, per non parlare del respiro che è sempre mozzato o dell’amnesia temporale che mi investe ogni volta che mi sveglio.
-Dove mi trovo?- davanti a me Mike, Cal, Rory, Ash e Luke, che continua a tenere il capo basso.
-Sei svenuta dopo che Luke ti ha dedicato due canzoni e fatto una dichiarazione d’amore davanti a tutta la scuola-
-E’andata esattamente come ha detto Rory, se prima sembrava un film tu sei riuscita a sconvolgere la trama, cazzo Jazzy una volta in cui non ne combini qualcuna non c’è-
-E tu sei sempre dolce Michael- scendo dal lettino ma rischio di cadere, dimenticavo il senso di spossatezza che continua per circa un’ora dallo svenimento. Luke si passa un braccio sulle sue spalle e mi cinge la vita con la mano libera.
-Ce la fai a tornare in classe?-
-Sì dai andiamo Luke, ci vediamo dopo ragazzi- mi tengo aggrappata a lui saldamente, nessuno dei due emette un suono, una parola, un qualcosa. –Sì-
-Cosa?-
-Mi dispiace per essere svenuta prima, è stato davvero un colpo di scena, ma comunque la mia risposta è sì- Luke spalanca la bocca, la sua presa diminuisce ed io rischio di cadere.
-Cioè tu mi stai dicendo che ti vuoi mettere con me?-
-Luke in quante lingue del mondo te lo devo dire?- inizia a saltare per tutto il corridoio come un bambino il giorno di Natale, sembra un piccolo folletto biondo.
-Io e Jazzy stiamo insieme, io e Jazzy stiamo insieme, io e Jazzy stiamo insiemeeeee- dalla mia bocca inizia a nascere una risata, prima timida poi sempre più forte, quella scena è epica.
-Si va bene Luke, è bello vederti felice ma ora dobbiamo andare o tua madre ci uccide- Luke apre tentennando la porta della classe, sua madre finisce di scrivere e ci guarda con le braccia sotto il seno.
-E voi due che scusante avete per i vostri venti minuti di ritardo?-
-Jazzy non si è sentita bene- Liz ci guarda malissimo prima di sospirare un ‘andate al vostro banco’, ormai quella donna è rassegnata, penso voglia ucciderci.
-Luke che dici la finisci?- il biondo muove incessantemente la gamba, ora batte le dita sul tavolo, non riesce a stare fermo.
-Scusa ma sono esaltato, questo è il più bel giorno della mia vita- prende la mia mano tra le sue, mi sciolgo e mi lascio andare ad un sorriso sincero che fa curvare anche le sue labbra, perché ora ho il ragazzo più meraviglioso al mondo al mio fianco.
 

Sbam!

Finalmente riesco a pubblicare, ho avuto tanti di quei problemi nell'ultima settimana, ci si è messo pure il computer ed il wi fi che fino a cinque minuti fa non mi stavano facendo pubblicare, stronzi.
Anyway, che ve ne pare di questo capitolo? Non è dolciosissimo? :3 finalmente Luke e Jazzy si sono messi insieme, la maledizione è stata spezzata, viva i Lazzy (Ella mi riferisco a te u.u)
Okay ora vi lascio, un bacio Ossidiana xx

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Capitolo 11
*** You're my wonderwall ***


-Jazzy cazzo sei lentissima- Ashton, Calum e Michael irrompono in camera mia mentre cerco di allacciare le zeppe bianche che avevo al ballo di Sadie Hawkins.
-Provate voi a camminare con queste- mi alzo e prendo una storta imprecando come non ho mai fatto in vita mia. –Visto?- Ashton e Michael mi si avvicinano, si passano le mie braccia sulle loro spalle e prendono le mie gambe mentre Calum apre la porta.
-Se aspettiamo te non ci arriviamo, arrivederci signora Greyson- Michael lancia le chiavi a Cal e mi adagia insieme ad Ashton sul sedile posteriore. –Credo che questa sia la prima volta che vedo tua madre da quando ti conosco-
-E’veramente la prima volta- guardo fuori da finestrino tamburellando sulle gambe con le mani fredde.
-Hai fatto un bel regalo a Luke comunque- Ashton sorride, gli si formano sempre le fossette quando lo fa.
-Vi mentirei se dicessi che so come comportarmi, non so più cosa fare, cosa non fare-
-Continua a fare le stesse cose, anche da migliori amici sembravate fidanzati quindi il problema non si pone- Mike mi apre la portiera fingendo un inchino e porgendomi il suo braccio visto il mio scarso equilibrio. –Ehi Lukey bello siamo arrivati, avremmo fatto prima se la tua ragazza non avesse preso una storta mentre si metteva le scarpe- il volto del biondo si apre in un sorriso, Michael mi getta letteralmente tra le sue braccia e lui ride, mentre io lo insulto dalla testa ai piedi.
-Lazzy, Lazzy, Lazzyyyyyyy-
-Calum che vai blaterando?-
-Lazzy, Luke + Jazzy, Lazzy- mi sbatto la mano in fronte mentre gli altri quattro ridono.
-Cal, tesoro, secondo me ti fai troppo di marijuana-
-Andiamo in fondo è bellino come soprannome no?- Luke sorride, mi scocca un bacio sulla punta del naso e mi stringe ancora di più contro il suo petto.
-Fatemi capire ora vi dovremo sopportare con le vostre smancerie? Io mi ammazzo-
-Michael se vuoi ti pianto un proiettile in mezzo agli occhi- sorrido e il biondo mi dà un cinquino sulla fronte. In quel momento mi accorgo che è tutto troppo perfetto. Bruce in carcere, io lontana dall’altro Luke, mia madre al sicura, niente più botte, io e Luke che stiamo insieme, io e i ragazzi…mai in tutta la mia vita ero stata così felice e la cosa mi fa paura, temo che da un momento all’altro potrebbe accadere qualcosa che rovini questa calma apparente che si è creata.
Mentre vedo Luke ridere e scherzare mi convinco che non desidero di meglio a questo mondo se non lui, che ha patito tutte le mie sofferenze, che ha curato ogni crepa del mio cuore con pazienza.
-Ehi non mi starai diventando mica sentimentale- Rory mi aggiusta la gonna gonfia del vestito bianco, una piccola lacrima minaccia di scendere dai miei occhi.
-Lo sono sempre stata, solo che non me lo potevo permettere- il suo braccio si posa sulle mie spalle, Luke si volta verso di me e mi fa l’occhiolino.
-Siete bellissimi insieme, finalmente-
-Perché la mia bellissima ragazza mi sta lontano sta sera?- Luke mi cinge il bacino e mi attira contro il suo petto, io faccio una smorfia per il dolore.
-Non lo so, appena la vedrò glielo chiederò-
-Scema…non pensi che sia una serata perfetta?- il flash di una macchina fotografica mi fa sbattere le palpebre,il fotografo ci ha appena scattato una fotografia.
-Sì, finalmente è finita-
-And after all, you’re my wonderwall- le sue labbra si posano dolcemente sulle mie, si dischiudono con grazia a ritmo del suo respiro.
-Luke Hemmings tu mi farai morire un giorno di questi-
A fine serata rimaniamo solo noi quattro gettati sui divanetti del locale, la testa di Luke sulle mie gambe mentre io gioco con i suoi capelli biondi, Michael che dormo con la bocca aperta e una leggera bava che gli cola lungo il mento ed Ashton e Calum che si divertono a fargli foto e a spalmargli la faccia con la cera delle candele ormai spente.
Il mio iPhone squilla, Luke si lamenta alzandosi e incrociando le braccia e mettendo il broncio.
-Pronto?-
-Ciao principessa ti sono mancato?- sbarro gli occhi, quella voce, quella voce ha per due mesi ho cercato di dimenticare ora mi arriva dritta nell’orecchio come un sibilo sinistro.
-Luke?! Tu, come, dove?- Calum, Ashton e Luke scattano sull’attenti a quel nome e sul volto del biondo si legge terrore misto a rabbia. Il batterista da un colpo a Michael che si sveglia imprecando.
-Pensavi di esserti liberata di me? E per la cronaca con quel vestito assomigli proprio ad una di quelle bamboline di porcellana- il telefono mi scivola dall’orecchio rovinosamente per terra. Mi volto con una lentezza degna di un film horror e quando me lo trovo dietro sento che potrei morire da un momento all’altra.
-Tu?! Come hai fatto a…?-
-A trovarti? Bambolina io so tutto, sapevo che loro erano australiani e sapevo che vi avrebbero mandati qui-
-Lasciala stare- Luke si mette di fronte a me, le mani chiuse a pugno e la voglia di difendermi, la voglia di essere il mio supereroe. L’altro Luke si lascia andare ad una risata che però assomiglia di più ad una smorfia.
-Hemmings quando la smetterai di fare l’eroe?- il suo pugno entra in rotta di collisione col volto di Luke ma Calum, Ashton e Michael lo bloccano da dietro spingendolo per terra.
-Devi fare prima i conti con i 5 Seconds of Summer bello!- Ashton si atteggia a gangster mafioso mentre dietro di lui gli altri due incrociano le braccia. Io abbraccio Luke con il cuore che ancora batte per la paura.
-Giuro che ti spacco la faccia stronzo!- tiro uno spintone a Luke e il pugno finisce sul mio occhio, una sensazione che non mi manca per niente. Barcollo cadendo per terra e in quel momento si scatena il putiferio: Josh Hemmings, allarmato probabilmente dal casino, si precipita insieme al fratello Ben e a tutti i cugini presenti al compleanno.
-Ehi America, welcome to Australia- una raffica di pugni si scatena su di lui, Ashton, Calum e Michael si guardano prima di alzare le spalle e unirsi anche loro alla rissa.
-Jazzy tesoro, va tutto bene? Luke aiutala- lui e Liz mi aiutano ad alzarmi, l’occhio colpito fatica a mettere a fuoco alla perfezione.
-Tranquilli non avevo ancora perso l’abitudine…famiglia Hemmings più tre quarti dei 5 Seconds of Summer, aprite il culo a quel bastardo!- Luke si scrocchia le dita e il collo, vorrebbe intervenire pure lui ma io lo prendo per il bavero della camicia trascinandolo al mio fianco. –Dove pensi di andare Lucas?-
-Ad unirmi alla mischia-
-Non ho preso un pugno in un occhio perché tu possa farti menare da quello, e sai meglio di me che lui cerca solo questo- rilassa le spalle e scioglie i pugni passandosi una mano tra i capelli biondi.
-Andiamo a mettere qualcosa su questo occhio nero, a lui ci pensano loro- Luke prende un tovagliolo non totalmente sporco e vi mette dentro del ghiaccio per poi poggiarlo sul mio occhio. –Quando smetterai di fare tu il supereroe tra noi due? Devi essere tu la principessa ed io il principe che ti salva-
-Hemmings come sei tradizionalista- se gli sguardi potessero uccidere io sarei già cenere. –E’ più forte di me Lukey, cerco sempre di difenderti perché in tutti questi anni sei stato la mia famiglia-
-Scusate non vorrei rovinare il momento ma abbiamo sistemato lo stronzo ed ora stiamo aspettando la polizia- Josh si passa una mano tra i capelli biondi uguali a quelli del fratello, Ash, Cal e Mike ci raggiungono.
-Forse sarebbe meglio se portassi Jazzy a casa, è stata una giornata lungo preceduta da una settimana non tanto tranquilla e non vogliamo che il cuore di qualcuno ceda-
-Per la prima volta sono d’accordo con Calum, portami a casa Luke- appoggio le mani al petto del biondo che mi cinge la vita con il braccio lasciandosi andare ad un sospiro.
-Sì, sta sera dormi da me, ci vediamo domani ragazzi- Luke caccia la mano nella tasca per poi estrarne fiero una chiave luccicante.
-Finalmente puoi guidare, che il Signore sia lodato- mi lascio andare sul sedile sospirando, Luke tace. –Sei arrabbiato con me Lukey?-
-No, solo che porca troia anche al mio compleanno!- abbasso lo sguardo torturando le mie mani, sapevo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato, non potevo seriamente sperare che Luke non si arrabbiasse mai, cazzo gli incasino sempre la vita.
-Mi dispiace Luke, non voglio incasinarti la vita credimi, fosse per me, me ne andrei via e ti lascerei vivere tranquillamente- arresta la macchina una volta arrivati a destinazione, i suoi occhi azzurri mi guardano e le sue labbra si curvano in una smorfia.
-Non volevo intendere questo Jazzy, solo che…- apro la portiera, sta sera si congela.
-Non lo faccio apposta te lo giuro-
-Andiamo a dormire va bene? Domani ne riparliamo- sospiro, entro togliendo il cappotto ed adagiandolo sul gancio dell’attaccapanni, Luke è già in camera. –Non volevo farti pensare che mi complichi la vita, scusa- Luke mi attira in un abbraccio, amo il suo profumo, amo stare con lui.
-Voglio proprio vedere come domani spunteremo a scuola, saremo due zombie- il suo volto si apre in un sorriso per poi sfociare in una risata cristallina e dolce.
-A me va bene tutto, basta che sto con te-
 
-Luke, Jazzy, alzate il culo o arriverete in ritardo a scuola- la voce di Liz ci arriva dritta nelle orecchie, Luke sobbalza cadendo per terra e tirandosi giù anche me.
-Porca merda, che risveglio tremendo- apro gli occhi che fino a quel momento mi ero obbligata a tenere strettamente ridotti a due fessure e noto due pozzi azzurri che mi fissano. –Ma buongiorno principessa- sorrido a Luke che si alza catturando le mie labbra in un bacio senza accennare ad alzarsi.
-Lukey non te lo vorrei dire ma i baci con l’alito mattutino non sono proprio il top- sono ormai alzata quando gli tendo le mani e il mio sguardo si posa sulla sveglia, sono le otto meno un quarto. –Porca merda Hemmings dobbiamo darci una mossa! – apro l’armadio in cerca di una camicia di Luke, fortuna che ha due divise.
Mi chiudo in bagno e quando esco a Luke scappia un risolino: indosso la sua camicia sui leggins ed ho ancora le zeppe di ieri sera.
-Però, sono sicuro che lancerai una nuova moda-
-Evita di ridere e andiamo, oggi abbiamo compito di biologiaaaa- gli salto sulle spalle e lui afferra prontamente le mie gambe portandosele ai lati.
-Ciao famiglia noi andiamo-
-Ciao famiglia Hemmings, a più tardi- Luke mi lascia andare sul sedile della macchina, prende posto accanto a me e mette in moto la macchina, anche questa volta ce la siamo cavata.
Rory😃
Rory devi portarmi la gonna della tua divisa di riserva, è urgente!
Eh? Che hai combinato?
La sveglia non ha suonato e sono con la camicia di Luke sopra i leggins
Notte selvaggia eh?😏        
Rory!
Okay okay ci penso io

Sospiro lasciandomi andare sul sedile, Luke sorride fermando la macchina.
-Tranquilla sweetheart, ce l’abbiamo fatta- gli sorrido prendendogli la mano, sembra così tranquillo.
-Abbiamo iniziato con i soprannomi-
-Sì bambolina- passa il suo braccio sulle mie spalle, le sue labbra si posano sulla mia guancia e Calum, Michael ed Ashton ci accolgono facendoci un cuore con le mani.
-Grazie ragazzi, per ieri sera intendo, non ho avuto il tempo di farlo-
-E’ un piacere picchiare Buckennon, però vedo che l’occhio è diventato bello nero- Michael caccia le mani nelle tasche degli skinny jeans neri porgendomi il telefono. L’immagine che vedo rivela un bel contorno nero intorno al mio occhio, beh almeno si intona col viola dell’iride.
-Jazzyscusamaladivisadiriservaeraalavaretipregononmiuccidere- sembra cadere appena le parole gli volano via dalla bocca.
-Perfetto, allora dovrò rimanere così tutta la giornata, almeno ho le scarpe da ginnastica nell’armadietto- inserisco la combinazione e lo apro, non sono mai stata così felice di vedere le mie sporchissime Air Force in vita mia.
-Sei perfetta lo stesso principessa, ora andiamo, abbiamo il compito…ciao ragazzi- il braccio di Luke mi avvolge i fianchi attirandomi contro di sé, lo sento ridere.
-Ho sonno Luke- mi lascio andare col volto sul tavolo, la sua mano fa avanti e indietro sulla mia schiena.
-Tutti seduti ora, il compito avrà la durata di un’ora e mezza, barrate con una x la casella con la risposta multipla e rispondete sinteticamente alle domande aperte-
-E ricordate di scrivere il nome e il cognome con la lettera maiuscola- do una scoppola a Luke che ride per poi farmi la linguaccia.
Due fogli bianchi si depositano sul nostro banco, sospiro e prendo la penna dall’astuccio rosa delle Converse. In circa mezz’ora riesco a finire il compito, non era poi così tanto difficile, ma quando mi volto verso di Luke lo vedo in preda al panico.
-Lukey tutto okay?-
-Jazzy non so un cazzo- gli occhi sgranati e la mano che trema mi fanno capire che è davvero nei guai. Getto un’occhiata al professore che ci guarda come un secondino che controlla i suoi carcerati.
-Greyson, Hemmings, volete anche dei pasticcini per caso? Fate il compito, ORA- Luke sbuffa sonoramente per poi portare gli occhi su di me.
-Jay davvero se questo compito mi va male sai cosa farà mia madre…-
-Ti toglierà la chitarra lo so, lo so…ma che hai fatto negli ultimi giorni? E’ una settimana che sappiamo del compito-
-Oh chi lo sa, forse ero impegnato a farmi perdonare da una certa persona? E ieri ti ricordo che era il mio compleanno-
-Fammi capire, ora sarebbe colpa mia?-
-Greyson, Hemmings, la finite oppure devo buttare la signorina fuori dalla classe?- biascichiamo un ‘ci scusi’ prima che Luke ritorni a fissarmi. In quel momento il professore si alza per una chiamata improvvisa e la classe inizia a passarsi fogli e fogliettini.
-Okay, tu ora prendi il mio compito ed io finisco il tuo- scambio i due fogli ed incito Luke a coprire il ‘Jazmine Greyson’ che troneggia sull’angolo destro della pagina con l’astuccio.
-Come farai con la scrittura? Tu metti i pallini sulle ‘i’ e diciamo, non è molto comprensibile- lo guardo inarcando un sopracciglio e abbassando gli occhiali.
-Luke vuoi fare il compito da solo-
-Scrivi scrivi sweetheart, ti ho mai detto che vorrei avere la tua stessa scrittura?- lo fulmino con lo sguardo, lui si ricompone ed inizia a guardarsi in giro come in uno di quei film dove lo scemo si mette a guardare le zanzare. A volte penso che sia una fortuna che sia fottutamente carino e bravo nel cantare.
Cerco di imitare alla meglio la sua scrittura, di quante volte ho letto il testo di Wherever you are che mi ha dato prima di partire ormai riesco a riconoscere ogni suo singolo tratto di penna. Quando finalmente ho finito scambio i fogli e gli faccio segno di alzarsi.
-Prof io e Luke abbiamo finito, stiamo uscendo- l’insegnante ci guarda corrucciato spostando lo sguardo da me a lui in continuazione.
-Greyson, Hemmings, io vi avverto che se trovo qualcosa che mi fa solamente pensare che il compito lo abbia fatto la signorina qui presente vi metto due a tutte e due e ve lo faccio uscire in pagella chiaro?- deglutisco a fatica, Luke invece dal canto suo sembra tranquillissimo, con il ciuffo leggermente scompigliato che gli ricade quasi lungo la guancia e le mani cacciate nelle tasche degli skinny jeans blu.
-Chiarissimo prof, ci vediamo- Luke si richiude la porta alle spalle poggiando entrambi i nostri zaini sulle spalle.
-Se lui scopre…-
-Jazzy tranquilla, non riuscirà mai a capirlo, fidati di me- sospiro lasciandomi circondare il busto dalle sue braccia. –Sei stata la mia salvezza mia piccola guerriera- le sue labbra si posano sulla mia guancia, si dondola da destra a sinistra.
-Mi dispiace per ieri, non avrei mai immaginato che Luke potesse raggiungermi fino a qui-
-Non devi preoccuparti, ho esagerato anche io, ero in preda alla rabbia- mi lascio andare sul prato freddo del cortile, le nuvole coprono il cielo grigio, a quest’ora a New York sarebbe piena estate. –Riesci a credere che stiamo insieme? Io e te?-
-Effettivamente no, voglio dire io e te siamo stati amici per tutti questi anni e a volte ho come l’impressione di essermi persa il momento in cui ho capito che tu per me non eri più solo un semplice amico-
-Io l’ho sempre saputo, porca puttana dalla prima volta che ti ho visto entrare in classe ho pensato ‘quella ragazza è speciale’, e lo sei. Negli ultimi tre mesi mi hai praticamente stravolto la vita, ho scoperto che in tutto questo tempo tu non hai fatto altro che difendermi da qualcosa che era più grande di te, molto più grande di te. Eppure riuscivi a condurre la vita tranquillamente, come se niente fosse, o almeno fin quando…-                  
-O almeno fin quando mia madre non ha fatto quella cazzata di tentare il suicidio, da quel momento ho perso totalmente il controllo della situazione, ho permesso che le mie due vite si incontrassero e scontrassero, ho permesso che la tua vita fosse messa in pericolo, e questo non me lo perdonerò mai- Luke si avvicina di più a me, blocca il mio continuo torturarmi le mani, sono piene di graffi. I suoi occhi si incastrano alla perfezione nei miei viola.
-Smettila di sentirti in colpa, tu sei riuscita a far arrestare una delle gang più potenti del Bronx, non so se te ne rendi conto- abbasso lo sguardo guardando l’erba piena di piccole gocce di rugiada. –E soprattutto smettila di prendertela con tua madre, perché le dai sempre la colpa di tutto?-
-Perché se lei avesse avuto il coraggio di opporsi sin dall’inizio niente di tutto questo sarebbe successo- le sue braccia mi circondano il busto prima di attirarmi contro di lui, stringo tra in un pugno la sua maglietta, lui lascia teneri baci sulla mia fronte.
-Voleva proteggerti Jazzy, non devi essere sempre così severa con lei. Forse non sarà forte come te ma ti vuole un mondo di bene. Sai in questi due mesi in cui tu sei mancata ha passato molto tempo a casa mia, credo sia gelosa del tuo rapporto con mia madre…comunque lei non faceva che parlare di te, di quanto sia orgogliosa di averti come figlia e di quanto avrebbe voluto sentirti…è una donna molto dolce, a me piace tanto- mi lascio andare ad un sospiro cercando di trattenere quanto più possibile le lacrime.
-La cosa che mi fa più male è che ora non ho più la tomba di mio padre sulla quale piangere. Lui è sepolto in America, è praticamente dall’altra parte del mondo- il suo abbraccio si intensifica ulteriormente, inizia a dondolare avanti e indietro intonando le note di Beside you. –Vorrei averlo qui Luke, ci parlavo e questo lo sai pure tu-
-Sweetheart se solo potessi ti porterei l’intera tomba qui, ma purtroppo non posso- mi stacco da lui sollevandomi e spolverandomi i leggins freddi come il ghiaccio.
-Andiamo dai ragazzi dai, prima che inizino a pensare male- si alza, intreccia le dita della sua mano con la mia ed iniziamo a camminare.
-Non devi reprimere più i tuoi sentimenti, specialmente quelli per tuo padre, specialmente con me-
-Grazie Luke, grazie di esistere-
Per il resto della giornata non parlo molto, ogni volta che esce fuori l’argomento di mio padre mi rattristo.
-Jazzy sei silenziosa oggi- rivolgo ad Ashton un’alzata di spalle e in quel momento un chicco d’uva mi colpisce, Michael se la ride.
-Ciao ragazzi- la voce trillante di Aleisha dà il via alle mie imprecazioni, Luke posa la sua mano sulla mia e sorride per farmi calmare. –Allora, Rory e Jazzy, verrete al ballo padre e figlia che si terrà sabato sera al the Moon?-
-Non ci credo- quando quelle poche parole lasciano la mia bocca la presa di Luke si intensifica, Ashton posa il panino, Calum parlotta parole incomprensibili e Michael pensa prima di assumere l’espressione di chi ha appena avuto un’idea.
-Ehi che ne dite se andiamo a prendere il dessert? Dicono che ci sia la Sacher oggi?-
-Oh sì buona idea Mike, cucciola ne vuoi?- riporto lo sguardo su Aleisha che nel frattempo ha preso posto tra Mike e Cal facendo cadere il povero Ashton col sedere per terra.
-Sai mio padre è un famoso imprenditore, il tuo cosa fa?- sbuffo sistemando le poche cose che avevo lasciato sul tavolo e alzandomi, questa discussione è durata fin troppo. –Ma che ho detto?-
-Suo padre è morto quando lei era ancora piccola…Jazzy aspettami-
-E per la cronaca mio padre era un avvocato, razza di oca senza cervello- Luke mi ha sempre detto che la fuga era il mio forte ed ora so che ha ragione.
-Jazzy aspettami dai- mi volto verso di Luke, le mani posate sulle ginocchia, il fato corto, i capelli sudati e schiacciati sulla fronte.
-Scusami Luke ma voglio stare sola- non dice niente, semplicemente rimane lì a fissarmi, con gli occhi azzurri che sembrano scrutarmi dentro l’anima.
Se c’è una cosa che ho sempre odiato è far soffrire Luke, se potessi evitargli ogni sorta di dolore lo farei, per il semplice fatto che so troppo bene cosa si prova.
Per tutto il resto della giornata sto per conto mio, quando sono di cattivo umore è meglio limitare i miei rapporti con la gente all’essenziale, non so mai cosa potrebbe uscire dalla mia bocca.
Sono buttata sul letto di camera mia a guardare il soffitto da non so quanto tempo, ho provato a mettere lo smalto ma con scarsi risultati, ogni volta che lo passavo su un’unghia arrivava un messaggio di Luke a cui puntualmente non rispondevo.
Lukey😅💖🎶
Sweetheart stai bene?
Che ne dici usciamo un po’ oggi cucciola?
Ehi piccola rispondimi ti prego😓
Jazzy ti devo parlare

-Ma insomma, tu il cellulare non lo usi o lo hai venduto a qualche sicario in cambio della sicurezza che quello ucciderà Aleisha?- una testa bionda spunta in camera mia come una furia. Alzo lo sguardo verso Luke alzando le spalle con non curanza e tornando alla mia solita posizione. –Jazzy ti dispiacerebbe tanto degnarmi per cinque minuti della tua attenzione?-
-Sono di cattivo umore Luke, e penso che tu possa sapere bene il perché-
-Oh lo so benissimo il perché, per questo ti ho fatto tremila chiamate, ho una sorpresa per te- lo guardo corrucciata, lui tende la mano e mi fa cenno di prenderla.
-Luke se è una minchiata delle tue giuro…-
-Mi pare di averti mostrato in più di un’occasione che riesco a fare il serio, coraggio- scendo dal letto infilando gli Ugg e prendendo il capello con le orecchie fatte di pompom, Luke ride. –Ti devo bendare però-
-Che?!- una bandana rossa si posiziona sui miei occhi viola e le dita di Luke si intrecciano con le mie. –E’ una delle bandane di Ashton questa?-
-Ci puoi giurare, ora andiamo- per tutto il tragitto nessuno dei due fiata, io perché non ho niente da dire e Luke perché rispetta il mio silenzio, in qualche modo.
Quando finalmente arriviamo a destinazione, finalmente il biondo mi toglie la benda e la fioca luce del sole ricomincia ad illuminare il mio mondo, devo stringere un po’gli occhi prima di mettere a fuoco completamente ciò che mi circonda.
-Hemmo dove siamo?-
-Al cimitero centrale…vieni- mi trascina per un braccio come se non stesse camminando in mezzo ai morti bensì ad Hyde Park. –Vedi questa lapide? Sono riuscito a farla mettere per tuo padre, mi ci è voluto un pomeriggio e tutte le ore che avevo a scuola ma ne è valsa la pena. So che fisicamente il corpo di tuo padre è rimasto a New York e che per portarlo qui ci vorranno tanti permessi e tanto tempo, ma pensavo che per il momento questo potesse andare bene. So che quando eravamo ancora in America tu venivi a trovare spesso tuo padre, quando le cose si facevano difficile, ed ora puoi farlo ancora, non posso dimenticarmi la ‘discussione’ che ho avuto con lui qualche mese fa…io ti amo Jazzy e l’unica cosa che voglio è vederti felice, hai fatto tanto per me in questi anni ed ora voglio che tu ti senta a tuo agio con la tua vita, che tu non sia più costretta a reprimere i tuoi sentimenti- guardo il biondo con le lacrime agli occhi, lui sorride dolcemente, le mani che si torturano tra di loro.
-Tu sei pazzo Luke Hemmings, sei la persona più fuori di testa che io abbia mai conosciuto. Continuo ad incasinarti la vita e tu fai questo…e sbaglio o mi hai detto che mi ami?-
-Sì, esattamente- cingo il suo busto con le mie braccia affondandovici il capo, inspiro il suo profumo stringendolo sempre più forte.
-Voglio stare per sempre con te Luke, non voglio avere nessun altro- dalla pressione del suo mento contro la mia testa capisco che sta sorridendo, le sue labbra si posano sulla mia fronte mentre io osservo la foto di mio padre stampata sulla lapide e gli occhi viola che troneggiano in mezzo al volto.
-Anche io Jazzy…io diventerò una star internazionale, i 5 Seconds of Summer diventeranno la nuova rock band mondiale, ci sposeremo e avremo tanti bambini- scoppio a ridere gettando la testa all’indietro.
-Ferma l’entusiasmo Hemmings, ho quindici anni ancora e ricordati che stai parlando davanti alla tomba di mio padre-
-Oh giusto…beh signore deve sapere che io non cercherò di violare sui figlia prima del tempo- mi sbatto una mano sulla faccia ormai totalmente rossa, la sua va a grattarsi la testa. –Non sono bravo in queste cose vero?-
-Decisamente no-

 

Sbam!

Okay, lo so che non aggiorno da due settimane ma vi chiedo scusa, il computer ha smesso di funzionare e poi sono andata in crisi per un bruttissimo blocco dello scrittore
Anyway che ne pensate di questo capitolo? Luke è dolcioso ashdhdhdhd.
Okay ora mi dileguo, un bacio, Ossidiana xx

 

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Capitolo 12
*** Paris ***


-Amore ma ci pensi, passeremo un’intera settimana a Parigi- allaccio la cintura di sicurezza, Luke mi guarda con occhi sognanti. La nostra classe di francese, di cui facciamo parte io, Luke, Calum, Michael, Ashton, Rory e purtroppo anche Aleisha, farà una gita a Parigi. Per Luke questa gita capita a pennello: dopodomani sarà il nostro primo mesiversario e appena ha saputo che in quel periodo saremmo stati a Parigi se ne è partito di testa e Calum, diventato il nostro più grande fan, più di lui.
-Jazzy ma ci pensi, passerai un’intera settimana con noi a Parigi- il sorriso di Michael mi fa rabbrividire, un’intera settimana con quei quattro pazzi e potrebbero chiudermi in una clinica psichiatrica.
-Sweetheart che succede?-
-Non mi sento molto bene Luke- porto le mani sopra il ventre, mi fa un male cane.
-Che hai?-
-Allora non pensate che sia fantastico passare una settimana tutti insieme a Parigi?- ho già detto che odio la voce di Aleisha, è così stridula ed io, tra il mal di pancia e il fatto che sono le quattro del mattino, proprio non la reggo.
-Jazzy lo hai portato tu il phone?- Rory fa capolino dal sedile davanti, Michael accanto a lei continua a sorridere.
-Jazzy tu parli bene il francese?- se Aleisha non toglie immediatamente le mani da sopra Luke le sparo in bocca.
-Insomma basta! Jazzy di qua, Jazzy di là, sto male e sono le quattro di mattina, finitela di scartavetrarmi la minchia!- volto il viso verso il finestrino, il silenzio è calato, il mal di pancia è aumentato.
-Jazzy che hai?-
-Le mie cose Luke- lui e gli altri quattro si lasciano andare ad un ‘ooooh’ prima di tornare al loro posto.
-Detto questo io mi metto le cuffie, non voglio rischiare di morire-
-L’ho sempre detto che tu sei il più intelligente Ashton- lo imito cacciando le cuffie nelle orecchie, le note di No Heroes Allowed riempiono tutto, la canzone mia e di Luke.
Non so quanto tempo passo ad ascoltare la musica, so solo che ad un certo punto sento un leggero picchiettio sulla spalla, mi volto e un paio di occhioni azzurri mi guardano dolcemente.
-Mi dispiace per prima…non volevo farti arrabbiare- tolgo definitivamente le cuffie arrotolandole e gettandole nella borsa, mi volto verso Luke e appoggio la testa sulla sua spalla.
-No scusa tu, è che quando sto male per il ciclo sono sempre arrabbiata- giocherella con le mie dita prima di incastrarle con le sue, posa le sue labbra sulla mia fronte.
-Perché non provi a dormire un po’amore? Magari il dolore ti passa- alzo gli occhi verso il suo viso, osservandolo in ogni sua sfaccettatura: i capelli biondi che ricadono lunghi su una guancia, gli occhioni azzurri che si guardano intorno, le guanciotte piene e morbide che mi piace baciare e strizzare, le labbra rosee e lisce, ho avuto il ragazzo perfetto accanto e non me ne sono mai accorta. Sorrido. –Perché mi guardi in questo modo?-
-Perché mi piace quando mi chiami amore o quando fai il fidanzato premuroso-
-Quindi ti piaccio sempre, visto che IO sono sempre un fidanzato premuroso- calca la parola ‘io’ ed io alzo un sopracciglio.
-Mi stai forse dicendo che io non sono dolce?-
-Più che altro a volte risulti un tantino acida ma va bene così- si avvicina portando le sue labbra sulle mie, sorridiamo insieme in quel bacio, prima che lui inizi a lasciarmene tanti piccoli e veloci sulle labbra.
-Luke, Jazzy, se cominciate così dove arriveremo a fine settimana?- la voce della professoressa fa giurare tutta la classe verso di noi, io e il biondo ci stacchiamo e le mie guance diventano rossissime.
-Da nessuna parte, tanto Jazzy ha il ciclo- Luke scoppia a ridere come un pazzo, io sgrano gli occhi.
-Michael Gordon Clifford questa è la volta buona che ti attacco le palle all’ala dell’aereo- mi sporgo indietro verso il suo sedile per prendere il suo gracile collo tra le mie mani, ma Luke mi afferra per i fianchi e mi trascina giù circondandomi con le sue braccia.
-Buona Jazzy-
-Ma hai sentito che ha detto?! Cioè…non ci credo!- il biondo ride lasciandomi un bacio sulla guancia, io mi rilasso e mi lascio andare tra le sue braccia. –Cazzo il mal di pancia è tornato-
-Perché non provi a dormire un po’? Di solito ti passa sempre con una bella dormita-
-Come fai a saperlo?-
-Sweetheart ti conosco da tanto, so come curare ogni tuo piccolo malessere, dalla malattia al cuore al ciclo- mi accuccio contro il suo petto, le sue labbra si posano velocemente sulle mie.
-Mi canti qualche canzone?-
-Certo amore- canticchia sottovoce Beside you ed io piano piano mi addormento, stretta al petto di Luke mi sento sempre al sicuro.
 
-Et voilà, la France- Calum salta tre scalini in un colpo e spalanca le braccia con fare teatrale, Michael gli tira una scoppola ridendo.
-Allora sweetheart questo è l’inizio della nostra settimana super romantica- Luke sussurra quelle parole al mio orecchio ed io rido, il suo braccio continua a stare intorno alle mie spalle. Ashton si gira verso di noi e ci scatta una foto.
-Ash ma che cazz…?-
-Mi piace scattarvi foto, siete coccolosissimi, come due unicorni- scoppiamo a ridere mentre lui ci mostra la foto, effettivamente siamo venuti bene, o almeno Luke di sicuro.
-Mandamela dai- Luke si volta verso di me, mi strizza le guancia con una mano e mi scocca un bacio sulle labbra. –Ma quanto ti amo io?-
-Ma quanto sto per vomitare? Dio-
-Michael sei un acidazzo-
-Ehi bambolina, sei tu quella col ciclo- mi fa l’occhiolino mentre si dirige a passo svelto verso il nastro trasportatore, Michael Clifford non tornerà in Australia, questo è poco ma sicuro.
-Tranquilla, te la prendo io la valigia-
-Luke già che ci sei puoi prendere anche la mia?-
-No Aleisha- le rivolgo un sorriso a trentadue denti, Rory si avvicina a me col suo bagaglio e mi batte il cinque.
-Vorrei anche io un ragazzo come Luke, ti tratta come una principessa, anzi ti ha sempre trattato come una principessa!- rido osservando il biondo alle prese con la mia e la sua valigia che lo fanno finire rovinosamente per terra.
-Stai bene Lukey?- gli sposto il ciuffo biondo che ora gli ricade davanti agli occhi, lui sorride.
-Solo il didietro un po’ammaccato per la botta…tu? Tutto okay il mal di pancia?-
-Sì ma non vedo l’ora di arrivare in albergo, farmi la doccia e buttarmi sul letto-
-Fai bene, sta sera ci diamo alla pazza gioia- Calum improvvisa un balletto insieme ad Ashton, mi chiedo sempre più spesso che droga usino.
-Sono d’accordo con Cal, sta sera tutti al Moulin Rouge- Mike dal canto suo improvvisa un balletto di can-can, io e Rory ci sbattiamo una mano sulla fronte, quei quattro non sono normali.
-Come faremo ad uscire?-
-Tranquillo Luke, la prof ha detto che la sera possiamo uscire, basta rispettare il coprifuoco-
-Cal te le sei pensate proprio tutte…comunque Lukey, luce dei miei occhi, tu sta sera al Moulin Rouge non ci metti piede- gli scocco un bacio sulla guancia prima di dirigermi verso il pullman. In quel momento la suoneria del mio iPhone mi riporta alla realtà, mia madre.
-Pronto ma’?-
-Tesoro! Sei arrivata? Tutto okay? Il ciclo?-
-Sì mamma tutto okay, solo un po’ di mal di pancia-
-Con Luke?- in quel momento il biondo prende posto accanto a me, posa le labbra sulla mia guancia e l’orecchio sul cellulare per sentire.
-Ciao Kareeeeennn- mia madre dall’altro capo ride, da quel che ho capito, durante tutto il periodo in cui sono mancata quei due hanno stretto uno strano rapporto.
-Ciao Luke, aveva appena chiesto di te- mi ruba il cellulare dalle mani e se lo porta all’orecchio.
-Puoi stare tranquilla, mi occupo io di Jazzy-
-Allora è fottuta-
-Michael, ma tutte queste battute oggi? Comunque questa era bella- il biondo ride battendomi il cinque, Luke ci guarda malissimo.
-Ah ah ah, come siete spiritosi. Allora io sta sera me ne vado coi ragazzi- mi avvicino a lui che alza il sopracciglio sospettoso.
-Hemmings tu provaci è quella sarà l’ultima cosa che vedrai, ricordati che posso ucciderti e far sembrare il tutto un incidente- sorride avvicinando le sue labbra alle mie, pochi centimetri li dividono.
-E’ una minaccia o una promessa?- rido e lui mi segue, faccio per baciarlo ma poi gli sposto la testa con una manata.
-Un dato di fatto Luke- tutto il resto del viaggio verso l’hotel lo passo scattando foto dal finestrino, molte delle quali vengono rovinate dalla presenza delle dita di Cal e Luke o dai capelli di Mike ed Ash, santa pazienza.
L’albergo si trova proprio al centro di Parigi e sembra tanto uno di quei castelli delle fiabe, ha l’aria romantica. L’interno è totalmente ricoperto di parquet e sopra le nostre teste dominano enormi lampadari fatti di Swarovski, dalle finestre si vede un’enorme distesa di verde ed un magnifico roseto, credo di essermi innamorata di questa città.
-Rachelle Dover e Jazmine Greyson, camera 102- allungo il braccio verso quello della prof che mi consegna la chiave magnetica.
-Michael Clifford, Luke Hemmings, Calum Hood ed Ashton Irwin, camera 104-
-Non ci credo siete accanto a noi- Luke mi sventola sotto gli occhi la chiave della camera tutto soddisfatto, sarà una lunga settimana. –Beh almeno mi potrai portare la valigia-
-Ovviamente- per arrivare alle nostre stanze saliamo su una scala a chioccia con la ringhiera dorata e gli scalini trasparenti, io mi guardo intorno spaesata e meravigliata.
-Assomiglia al castello delle fiabe-
-Per forza, hanno saputo che veniva una principessa- Luke mi scocca un bacio sulla guancia, Rory e Mike si lasciano andare a conati di vomito finti.
-Fate per una settimana così e vi uccido-
-E poi sono io quella col ciclo…ci vediamo più tardi ragazzi- passo la carta davanti alla fessura e davanti ai nostri occhi si apre una bellissima camera bianca con un’enorme portafinestra che dà proprio sul roseto. I letti sono divisi da un comodino dove vi sono poggiati il telefono e l’abat-jour, una scrivania troneggia sotto il televisore al plasma, l’armadio è quasi il doppio di quello di casa mia e dentro al bagno una vasca ad idromassaggio. –Rory io da qui non me ne vado più-
-Nemmeno io- esce fuori nel balcone e caccia un urlo che mi fa saltare il cuore in gola.
-Rory che succede?!-
-Quegli stronzi dei tuoi amici mi hanno fatto spaventare- da fuori fanno capolino le quattro teste di Luke, Michael, Calum ed Ashton che se la ridono a più non posso.
-Te l’avevo detto che abbiamo la stanza accanto alla tua, contenta?- Luke si avvicina prendendomi per i fianchi e attirandomi contro di lui, gli altri si lasciano andare agli ormai consueti fischi.
-Sì, ma ora volatilizzatevi, devo farmi la doccia, sciò-
-Va bene mon amour…comunque la Dixon ci ha dato appuntamento tra un’ora nella hall-
-Farò in tempo- rido e quando finalmente escono ne approfitto per entrare in bagno e liberarmi di quei dannati vestiti.
-Ehi stai attenta a non sporcare, non voglio le tue macchie di sangue per tutto il bagno-
-Evviva la finezza Rory- in quel momento il display del mio iPhone si illumina rivelando un messaggio di Luke.
Lukey😅💖🎶
Mi sono dimenticato di darti un bacio prima di andarmene, e di dirti che ti amo

Allegato con il messaggio una sua foto con le labbra a papera come se mi stesse dando un bacio, rido per quanto sia buffo e per quanto io trovi la cosa dolcissima.
Sei adorabile💖
Quando finalmente sia io che Rory siamo tutte belle, profumate e cambiate, scendiamo sotto, Luke ha il telefono attaccato all’orecchio, starà parlando con sua madre sicuramente.
-Sì mamma, tranquilla…ehi!- con un balzo di fortuna prendo l’iPhone dalle sue mani sorridendo e portandolo all’orecchio.
-Ciaooooo Lizzzzzzzz-
-Ciao Jazzy- ride dall’altro capo del telefono. –Come state?-
-Benissimo, ora ci fanno andare a fare shopping-
-Mi raccomando, stai attenta a Luke-
-Sì tranquilla, un bacio, ci sentiamo- il biondo di fronte a me mi guarda con le braccia conserte e il sopracciglio alzato. –Che c’è?-
-Hai interrotto la mia chiamata-
-L’hai fatto pure tu- gli faccio la linguaccia e lui mi tira per tutta risposta una scoppola.
-Andiamo ragazzi, su su- la prof ci fa salire tutti sul pullman, l’eccitazione di tutti è palpabile.
-Ho parlato con la prof, ha detto che sta sera possiamo uscire- Michael tutto esaltato comincia a saltare con le ginocchia sul sedile seguito a ruota da tutti i rappresentanti della razza maschile.
-Le hai chiesto per dopodomani?- il biondo aggrotta la fronte alla domanda di Luke e lui sospira rumorosamente. -Per il mesiversario mio e di Jazzy, Mike! Ti avevo detto prima di uscire dalla camera se glielo chiedessi tu-
-Aaaaah…me lo sono dimenticato- Luke sbuffa e si alza.
-Sto tornando amore, visto che qualcuno ha una memoria di merda-
-Visto che qualcuno ha una memoria di merda- ridiamo per l’imitazione che Michael fa di Luke, in quel momento mi volto verso Calum con un sorriso a trentadue denti.
-Caaaaaaal-
-Jazzy…-
-Che cosa ha in mente Luke per il nostro mesiversario?-
-Oh no, no, no, non riuscirai a farmi parlare- Calum fa il segno della cerniera che va a chiudere le sue labbra, io sbuffo passando ad Ashton.
-Aaaashhhhh-
-Jazzy non ci provare- sbuffo sbattendo le ciglia dei miei occhi viola, di solito funziona sempre.
-Andiamo ragazzi-
-Jazzy fidati, sarà così bello che ci ringrazierai per non averti detto niente- Ashton posa le sue mani sul mio braccio ed io lascio perdere.
-Va bene, va bene- in quel momento Luke torna tutto sorridente, passa il suo braccio intorno alla mia vita ed io cado su di lui, ride.
-Allora sweetheart, ho parlato con la professoressa e ci ha dato il permesso di staccarci dal gruppo per festeggiare il nostro mesiversario, sarà perfetto- si blocca un attimo, io mi mordo il labbro pensierosa. –Che succede Jazzy?-
-Niente è che…lo sai meglio di me che non ho mai avuto un ragazzo e la cosa…la cosa un po’mi spaventa perché non so come comportarmi- il suo volto si apre in un sorriso, la sua mano si posa sulla mia guancia prima che le sue labbra si congiungano con le mie.
-Andrà tutto bene amore, fidati di me-
-Va bene-
Il pullman ci porta nel centro di Parigi e la professoressa ci dà due ore di tempo per fare shopping. Ovviamente mi separo da Luke che va con i ragazzi mentre io mi faccio trasportare da Rory.
-Allora Jazzy dobbiamo trovare un abito trés magnifique per la tua cena con Luke- guardo Rory con il sopracciglio alzato e le braccia conserte.
-Quindi sarà una cena eh?-
-Cosa?- quando Rory mente parla sempre in falsetto. –Ti prego non dire niente a Luke, mi ucciderebbe e userebbe la mia pelle per i tamburi della batteria di Ash-
-Va bene, va bene, terrò la bocca chiusa…dimmi almeno come mi devo vestire, sai che non sono abituata a queste cose-
-Lo so, per questo ci sono io- prende una cruccia a cui sta attaccato vestitino grigio perla-beige con la parte di sopra ricamata a fiori e l’orlo leggermente arrotondato. –Prova questo su su- mi spinge dentro un camerino ed io faccio come dice lei per poi uscire.
-Allora?-
-Ti sta veramente bene- mi volta verso lo specchio sorridendo. –Indosserai questo per l’uscita con Luke-
-Sempre che non succeda qualcosa prima- la risata malvagia ed irritante di Aleisha riecheggia per tutto il negozio.
-Ripetimi perché non posso ucciderla e poi gettare il corpo nella Senna-
-Perché poi ci costringerebbero a cercarla- faccio un lieve cenno di sì con la testa, probabilmente ha ragione, non voglio andare ‘Alla ricerca di Aleisha’.
Passiamo l’intero pomeriggio per negozi e dopo un po’ io lamento un languorino.
-Rory andiamo a mangiare, Rory andiamo a mangiare, Rory…-
-CAZZO JAZZY HO CAPITO CHE HAI FAME!- prende un respiro profondo prima di parlare di nuovo. –Chiama Luke e fatti portare a prendere un gelato-
-Buona idea- digito sulla tastiera quel numero che ormai so a memoria e dopo un paio di squilli la voce pimpante del biondo si diparte per tutto l’apparecchio.
-Amoreeeee-
-Lukey dove sei? Ho fame e Rory non mi vuole portare a mangiare- ride dall’altro capo del telefono, ha una risata così bella.
-Sono al negozio di musica alla fine della strada con i ragazzi, raggiungimi lì e ti porterò a prendere il gelato-
-Va bene, sto arrivando- mi incammino velocemente fino al negozio, dovevo immaginare che quei quattro fossero lì. Luke sta guardando una chitarra come un ragazzo normale guarda Megan Fox in costume da bagno, Calum dorme sulla panca con il dito in bocca, Mike guarda gli strumenti con fare filosofico ed Ashton sta dando prova della sua bravura con la batteria. –Ciao chitarrista biondo che fa impazzire il biondo- arrivo alle spalle di Luke cingendogliele con le braccia, lui sorride e mi scocca un bacio sul naso.
-Ti piace?- mi mostra una chitarra bianca con occhi sognanti, è davvero bella.
-Sì…ma non ne hai una nera a casa?-
-Appunto, nera non bianca- scuoto la testa mentre lui la fissa ancora come se avesse visto la madonna.
-Lo sai che se spunti con una nuova chitarra tua madre te le spacca in testa vero?-
-Molto probabilmente…allora volevi prenderti un gelato bambolina?-
-Sìììììì- gli salto sulle spalle e lui afferra le mie gambe al volo portandosele lungo i fianchi, io poggio la guancia contro la sua testa. –Finalmente stiamo un po’ insieme-
-Stavo per dire la stessa cosa- quando finalmente affondo un cucchiaio in una quantità industriale di gelato mi accorgo veramente di essere a Parigi. La Torre Eiffel che si vede da lontano, la gente che passeggia mano nella mano, io e Luke che ci dividiamo una coppa gigante di gelato, tutto perfetto. –A cosa pensi amore?-
-Che ora è tutto pe…- Luke non mi fa finire la frase che mi getta il cucchiaio in bocca contro le mie proteste. –Ehi!-
-L’ultima volta che lo hai detto, Luke è spuntato dal nulla al mio sedicesimo compleanno- rido gettandogli il gelato in faccia, lui impreca e si pulisce facendo la stessa cosa con me.
-Okay ora basta o ci butteranno fuori a calci-
-Je t’aime mon cherie- prende la mia mano e vi posa le labbra sopra, io continuo a ridere.
-Wow allora non hai dormito per tutte le lezioni-
-In teoria questa sarebbe una delle poche cose che so dire quindi…non è che chiederesti il conto tu al posto mio?- scuoto la testa alzando la mano e chiamando in cameriere. –Tu invece sei bravissima e quando parli ti viene anche la erre moscia-
-Non so se prenderlo come un complimento o altro- ride alzandosi e tendendomi la mano che io afferro al volo.
-Vorrei restare qui per sempre, con te, sarebbe perfetto-
-Beh anche in Australia non è che le cose ci stiano andando piuttosto male dopotutto- lui sorride ma la suoneria del suo telefono ci riporta alla realtà.
-Era Mike, dice che dobbiamo tornare- sbuffo alzandomi ed imprecando contro l’inconsapevole biondo che ogni volta manda all’aria i nostri piani.
Una volta che siamo sistemati sul pullman belli bellini io poggio la testa sopra la spalla di Luke che sorride divertito.
-Ti stai addolcendo per caso?-
-Sì…sei contento ora Hemmings?- per tutta risposta lui ride, ride di cuore, e in quel momento mi rendo conto che ne è valsa la pena lottare, lottare per lui, lottare per noi.
-Fortuna che siamo arrivati presto, stavo morendo di fame-
-Luke ma se ci siamo calati una coppa di gelato che non finisce mai-
-Lo so Jazzy, ma io ho sempre fame- si siede improvvisamente ad un tavolo e mi tira per la mano per farmi stare accanto a lui.
-O mio dio Lukey sei incinto, te lo avevo detto che dovevamo prendere delle precauzioni!- Michael, io ed Ashton scoppiamo a ridere mentre Luke tira un pezzo di baguette a Calum mormorando un ‘coglione’.
-Posso sedermi qui?-
-Levati Aleisha, ci sono io qui- Rory tira un colpo di anca alla bionda che inciampa nella custodia per chitarra nuova che Michael si è appena comprato e che casualmente, e sottolineo casualmente, si trova in mezzo ai piedi e finisce sopra un cameriere facendogli rovesciare tutta la pasta sul pavimento, tutti ridono, sarà una lunga gita.
-Jazzy ho la netta sensazione che c’entri tu in tutto questo-
-Io Luke? Come avrei potuto se ero accanto a te tutto il tempo?- mi fissa con gli occhi sgranati e spaventati, quel ragazzo a volte mi stupisce davvero.
-Non lo so, ma ormai ho imparato che sei capace di tutto- tutti scoppiano a ridere ed io gli tiro uno spintone. Okay la storia del Bronx e tutto il resto, ma alla fine io sono una brava ragazza, non farei mai del male…okay forse nel caso di Aleisha le augurerei di trovarsi in una vasca piena di amichevoli piranha, visto che secondo il mio modestissimo parere lei è una parola che fa rima con sottana ma…o mamma mia mi sto intrippando di brutto.
-Jazzy tutto okay?- mi scuoto sentendo le parole di Michael e scosto il piatto davanti a me, mi è passata la fame a quanto pare.
-Non lo mangi?- guardo disgustata Luke con la bocca piena, ripeto, fortuna che è bello.
-No prendilo pure piccolo Hemmingsauro- lui sorride sornione afferrando il piatto al volo. –Scusate io salgo in camera, non mi sento molto bene-
-Ehi Jazzy vuoi che venga con te?-
-No tranquilla Rory, mi addormento un po’ e vi raggiungo per uscire- lei fa un lieve cenno di sì con la testa ed io sospiro, almeno se l’è bevuta, non posso mica dirle che ci sono rimasta male per il fatto che Luke pensi che sia peggio di un sicario.
Il problema è che ora mi sembra di dover fare sempre attenzione a come mi comporto con lui, alle cose che devo dire, alle cose che faccio, perché lui sembra sempre così perfetto ai miei occhi ed io non sono semplicemente alla sua altezza, non lo sono mai stata.
Esco fuori ed un vento fresco mi scombina i capelli ramati e azzurri, dall’albergo si vede alla perfezione la Torre Eiffel e una spia nella mia testa mi ricorda che tra due giorni sarà il nostro primo mesiversario. Appoggio la testa contro la ringhiera e lascio che i capelli svolazzino sotto seguendo la scia del vento mentre ancora io devo capire quale sia la mia e come fare a seguirla. Ho solo quindici anni ed ho già troppi pensieri della testa, pensieri su un futuro che non speravo di avere, perché mai un attimo nella mia vita ho pensato che sarei riuscita a liberarmi di Bruce, mai, o di riuscire a cavarmela bene con la malattia. So che dovrei operarmi ma il punto è che io penso sempre di riuscire a cavarmela con le mie sole forze, senza dover chiedere aiuto a nessuno, una parte di tutto ciò è dovuto a mia madre, lei non ha mai combattuto e quando ho deciso di farlo io mi sono ritrovata da sola in guerra, l’ultimo soldato sopravvissuto del fronte.
Il punto è che ci sono anche tantissime cose che nascondo a tutti, che nascondo a Luke. Per esempio non gli ho detto del concorso di scrittura che ho vinto, dio Liz se ne è vantata per una settimana, mi tratta sempre come una figlia, e Luke non sa che il tema parla di lui, non sa che quel tema sull’amore quel giorno l’ho scritto pensando a lui. Luke non sa che Mark mi ha aumentato al dose di pillole perché il mio cuore non riesce più a lavorare bene, Luke non sa che mi faccio tanto la forte quando invece vorrei solo stare sempre tra le sue braccia, Luke non sa che ho una fottuta paura di perderlo da un momento all’altro.
-Allora, hai intenzione di mostrare l’aria di poeta maledetta per tutta la settimana o mi dici cosa ti è successo?- mi giro e la figura di Rory compare in penombra, io continuo a guardare il cielo stellato.
-Sai che da questa parte dell’emisfero si possono vedere costellazione che dalla nostra parte non possiamo scorgere? Per esempio la cintura d’Orione-
-Devo dire che tutto questo è molto affascinante e denota la tua totale attenzione durante le lezioni di astronomia ma io ora sono qui perché voglio sapere cosa ti è successo-
-Non voglio più sembrare una cattiva ragazza, hai sentito quello che ha detto Luke no?- Rory getta le braccia al cielo come in attesa di qualche aiuto divino che però non arriva.
-Ma certo, come posso non essermene accorta? Il problema è sempre e solo Luke Hemmings, che cogliona-
-Dai Rory sono seria-
-E lo sono pure io! Dai sembra che tu sia l’unica che non capisce che quel ragazzo muore per te, farebbe la qualsiasi solo per vederti sorridere! Dio solo sa quanti soldi sta spendendo per il vostro mesiversario ed io non capisco perché tu ti debba attaccare a queste piccole cose, a volte sembra che tu voglia che lui ti lasci-
-E se non fossi adatta a lui? E se non fossi abbastanza?- posa le sue mani sulle mie spalle facendo un respiro profondo, sono convinta che stia combattendo contro se stessa per non darmi uno schiaffo.
-Jazzy, ho dovuto lottare come una matta per non farlo entrare in camera e considera che hanno la stanza qui accanto quindi sentono tutto-
-Sì forse hai ragione- mi blocco notando solo adesso un dettaglio importante. –Un momento, i ragazzi sono in camera?-
-Sì perché?- mi avvicino al separé di plastica che divide i balconi delle due camere tirando un pugno fortissimo, qualcuno dall’altra parte sobbalza.
-Perché c’è troppo silenzio, infatti qualcuno ci sta ascoltando, vero ragazzi?- quattro testoline fanno capolino da dietro e dal modo in cui Mike si massaggia l’orecchio deduco che quello più vicino fosse lui. –No dico ci stavate spiando?-
-Più che spiare volevamo sapere cosa vi steste dicendo…e credo che tu mi abbia fatto diventare sordo-
-Siete incredibili! Andiamo Rory, dobbiamo prepararci per sta sera- io e la bionda ci chiudiamo la porta alle spalle e lei mi guarda con due occhi a cuoricino. –Perché mi guardi in questo modo?-
-Ti prego, ti posso vestire io? Sono anni che aspetto questo momento- sospiro lasciando cadere le braccia lungo i fianchi, anche se provassi a controbattere vincerebbe lei.
-Va bene- inizia a saltare per tutta la stanza lasciandosi andare a gridolini, io già mi pento di averle detto sì.
Venti minuti dopo indosso il mio vestito dei quindici anni, i miei occhi viola sono messi in risalto da uno strato di matita verde e le mie labbra da un velo di lucidalabbra rosa.
-Non riesco a camminare sui tacchi Rory-
-Non mi importa, ce la devi fare, ed ora andiamo che siamo in ritardo- mi trascina per un braccio mentre io mi tengo il vestito che, rigorosamente senza bretelle, rischia di cadermi.
-Jazzy, Rory, mancavate solo voi-
-Ci scusi- nel momento in cui incrocio gli occhi di Luke lui sorride portando una mano dietro la nuca, è troppo tenero.
-Non sei arrabbiata per prima vero? Cioè non volevamo, io personalmente non ho sentito niente-
-Tranquillo Luke, è tutto okay- come volevasi dimostrare i ragazzi hanno vinto e sta sera vanno a vedere il Can-Can e Luke insiste perché io vada con lui, sono l’unica ragazza.
-Jazzy ti sei mai presa una sbronza?- guardo Mike posando la guancia sulla mano, un sorriso sornione si apre sul suo volto.
-Michael non pensi che lo sapresti visto che passo con voi la maggior parte del mio tempo?- il biondo per tutta risposta va scivolare davanti ai miei occhi un bicchierino contenente un liquido arancione che ha l’odore di medicinale.
-Rimediamo allora-
-Mike ti è andato di volta il cervello per caso?!- Luke sbotta spostando il bicchiere dal mio campo visivo.
-Cosa c’è di male scusami? Mi reputi capace di far cadere Aleisha con la sola forza del pensiero tra poco e non posso prendermi una piccola sbronza?- Ashton ci fissa a bocca aperta mentre io e Luke siamo occhi negli occhi.
-Va bene Jazzy, fai come vuoi, ma se ti senti male vai da Michael sta notte, non da me-
-Va bene!- non so dopo quanti bicchierini comincio a perdere la ragione, so solo che ad un certo punto inizio a sparlare e a raccontare a Luke tutta la verità. –Mi hai fatto arrabbiare prima, perché mi reputi capace di fare del male alla gente?-
-Non volevo Jazzy, era una battuta-
-Tu non sai quanto bene ti voglio, se avessi letto il tema del concorso, quello di cui tua madre si è vantata per settimane, lo sapresti- Luke tira fuori dalla tasca un foglietto bianco stropicciato in cui sembra essere stata fotocopiata la mia scrittura.
-Intendi questo?- sgrano gli occhi e lui si lascia andare ad un sorriso dolce prima di prendermi la mano. -Usciamo dai- l’aria fresca della sera mi fa tornare parte dell’autocontrollo, Luke si siede sulla panchina e mi attira sulle sue gambe.
-Come fai ad averlo?-
-Non grazie a te, questo è ovvio, me lo ha dato mia madre dicendo che dovevo assolutamente leggerlo- mi mordo il labbro iniziando a dondolarmi avanti e indietro, Luke porta una mano dietro la mia schiena per impedirmi di cadere.
-Lo hai letto?-
-No, aspettavo che tu mi dicessi la verità, porto questo fogliettino in tasca da circa due settimane- me lo porge ed io sospiro, lo apro delicatamente ed inizio a leggere.
Fino a qualche tempo fa se mi avessero chiesto cosa è l’amore avrei risposto alzando le spalle, sviando la domanda verso un’altra direzione. Ma da un po’di tempo le cose sono cambiate e credo di aver dato la mia personale definizione a questa parola.
Per me l’amore non è solo quello tra due fidanzati, non è solo baci, abbracci, San Valentino e cose del genere. L’amore può essere anche quello di un’amicizia, perché per amore di una persona puoi tenerlo all’oscuro di qualcosa che sai che lo ferirebbe, è annullarsi per l’altro, per proteggerlo da qualsiasi cosa al mondo.
Se penso all’amore mi vengono in mente i miei amici, quattro ragazzi ed una ragazza senza i quali non credo che sarei qui a scriverne. Molte volte quando la vita, la mia vita in particolare, si è fatta troppo dura hanno saputo gettarmi un’ancora e salvarmi dal mare in cui stavo affogando, e questo non è amore per caso? Per tutta la vita ho cercato di evitare questo sentimento lasciando che tutte le emozioni mi si scrollassero di dosso senza sapere che ne ero immersa fino al collo. Perché tutto questo? Perché avevo paura, una terribile paura di diventare vulnerabile, paura che qualcuno potesse scalfire la corazza che mi ero creata in quindici anni di vita e diventare egli stesso il mio scudo. Non sapevo che stava già succedendo, ogni giorno che passava sempre di più.
Ed ho rischiato, ed ho rischiato tutto per tenerlo al sicuro, ho rischiato tutto quello che avevo, e quando pensavo di aver fallito sentivo come una voragine dentro al petto, ma non capivo che era amore, o forse non lo volevo ammettere, perché farlo sarebbe stato quasi una sconfitta, la sconfitta di quella partita che ormai da anni avevo con la vita, ma non capivo invece che io stavo vincendo, vincendo nel modo più assoluto.
Ed ora quando penso all’amore mi viene in mente anche quello di una madre, di una madre che mi ha accolto settimane a casa sua e mi ha trattato come una figlia, nonostante il pericolo costante, ed anche l’amore di una madre che non aveva coraggio ma che in fondo per sua figlia avrebbe fatto tutto.
Quindi quando mi dicono che esiste solo una forma d’amore io non posso crederci, perché l’amore ha mille colori, sfaccettature, sfumature. Per esempio l’azzurro: l’azzurro non ha solo quella tonalità ma può essere più chiaro, più scuro, ma alla fine è sempre azzurro no?
Perché proprio questo colore vi starete chiedendo, perché per me l’amore è azzurro, l’azzurro dei suoi occhi, quel colore così chiaro e accesso che per molte mattine è stato la prima cosa che ho visto quando aprivo gli occhi. Azzurro è la luce, lui è la mia luce, l’unica che c’è stata per molto tempo nella mia vita, lui è l’azzurro in contrasto col viola dei miei occhi, le tenebre, il buio, quello che ho nel cuore e che sto cercando di combattere ancora oggi.
Azzurro è la sua risata, cristallina e limpida, il suo modo di non capire niente il più delle volte, la sua testardaggine nel voler fare sempre le cose a modo suo, nel suo prefiggersi di salvarmi.
Azzurro è il colore delle punte dei miei capelli, perché quando li ho fatti eravamo lontani e quel colore mi ricordava lui, azzurro è il cielo perché l’amore che provo per lui è fino alla luna e ritorno, azzurro è il mare perché io mi ci perdo sempre ne suoi occhi, azzurro è il colore della sua camicia di jeans che gli sta da dio, azzurro è il colore della sua stanza dove ho passato tante notti abbracciata a lui cercando di soffocare il senso di paura e solitudine che provavo.
Azzurro è la prima cosa che penso quando sento la parola amore, azzurro è la sua voce che canta per farmi addormentare, azzurro siamo io e lui.

 Quando finisco di leggere noto gli occhi di Luke leggermente lucidi, le labbra leggermente curvate e le mani che si torturano.
-Hemmings ti sei commosso?-
-Lo sai Jazzy, tu sei una fottuta stronza- lo guardo a bocca aperta, non mi aveva mai parlato in quel modo ma poi il suo viso si apre in un sorriso. –Sei una fottuta stronza perché non mi hai parlato subito di questo tema, dio è bellissimo?-
-Davvero?- mi alzo dalle sue gambe portando le mani sulle braccia, fa freddo sta sera.
-Sì! Lo amo quasi quanto amo te- ripiega il fogliettino e lo mette sta volta dentro il portafoglio. –Quando torniamo a Sydney ne voglio fare un’altra copia così questo resterà sempre nel mio portafoglio e l’altra me l’appendo in camera- sorrido e lui si toglie la camicia di jeans lasciandola cadere sulle mie spalle, io rido per la maglietta con lo smile gigante.
-Non hai freddo?-
-Nah, mi hai fatto così tanto incazzare prima quando ti sei presa la sbronza che mi sono riscaldato anche abbastanza- ride ed io in quel momento sento il mio stomaco iniziare a contorcersi e tutto quello che ho bevuto risalire su. –Stai per vomitare?-
-Credo di sì-
-Oh merda, torniamo all’albergo su-
-Ma non avevi detto che se mi fossi sentita male sarei dovuta andare da Michael?-
-Chi se ne fotte di quello che ho detto prima!- in cinque minuti siamo di nuovo all’hotel, Luke apre la camera ed io mi fiondo in bagno vomitando anche l’anima. –Beh come prima sbronza hai retto bene-
-Mi sento la testa pesantissima-
-Passerà entro domani mattina- faccio per alzarmi ma cado per terra, Luke se la ride. –Forse è meglio se dormi qui sta notte-
-E se la Dixon se ne accorge?-
-Nah-
-Voglio la tua maglietta con lo smile però- Luke sbuffa biascicando un ‘mi fotti sempre le magliette’ e mi lancia la maglia rimanendo a torso nudo. –Se mi andassi a prendere il pantalone del pigiama in camera mi faresti un piacere.
-Altro sua altezza?-
-No grazie- dopo essermi cambiata mi sdraio accanto a lui con la testa appoggiata sul suo petto mentre gioca con i miei capelli.
-Mi farai uscire fuori di testa un giorno di questi lo sai vero?-
-Luke voglio parlarti di alcune cose prima di ritornare del tutto cosciente e nascondertele ancora- lo sento irrigidirsi, il suo respiro si fa più concitato ed i suoi occhi non mollano il soffitto.
-Così mi fai preoccupare però-
-Tu mi reputi capace di far del male alla gente?-
-Andiamo Jazzy ti ho detto che scherzavo!-
-Il problema è che io mi sento sempre…inadeguata a te- sospira prima di stringermi contro di lui, è buio ma posso scorgere perfettamente i suoi occhioni azzurri che brillano come due zaffiri lucenti.
-Jazzy se chiedi a chiunque, a qualsiasi ragazzo della scuola, a mia madre, alla mamma di Cal o a quella di Ash o di Mike, ti darà sempre che Luke Hemmings è stato fatto per Jazzy Greyson e Jazzy Greyson è stata fatta per Luke Hemmings, è un dato di fatto, una cosa certa, come che io sono un grande chitarrista, che Michael è il più pazzo di tutto il gruppo, che Calum si shippa con la stessa intensità con cui le ragazze shippano Jelana o come il fatto che Ashton non troverà mai una ragazza se continua a chiamare la sua batteria ‘bimba’ o ‘amore’- scoppio a ridere contagiando anche lui poco dopo.
-Ashton è dolcissimo, ve la farà vedere a tutti un giorno-
-Il punto è Jazzy che io non riesco ad immaginarmi con nessun altra ragazza che non sia tu, non ci sono mai riuscito e non credo che mai ci riuscirò- mi accuccio ancora di più contro il suo petto, le sue braccia mi avvolgono interamente il busto. –C’era qualcos’altro di cui volevi parlarmi?-
-Mark ha aumentato la dose delle pillole, sembra che la mia malattia stia peggiorando-
-Porca merda Jazzy! Non puoi sganciare tre bombe del genere in una sera!-
-Okay, okay scusa, ma ti prego non ti arrabbiare- lo afferro per le spalle e lo riconduco vicino a me, lui sospira rumorosamente. –Ho solo bisogno che tu mi dica che andrà tutto bene-
-Non sei così forte come dai a vedere, perché non ti lasci andare un po’?-
-Perché ho paura-
-Paura di cosa-
-Di cadere-
-Sweetheart se cadi io ti prendo al volo, promesso- preme le sue labbra dolcemente contro le mie e tutta l’ansia sembra andarsene. –Devi lasciarti amare Jazzy, devi lasciarti tutto alle spalle, il Bronx, Luke, Bruce, tutto, è finita adesso, quel che conta ora siamo io e te e nessun altro, ce la puoi fare a tornare la ragazzina che ho conosciuto tanti anni fa?-
-Ci proverò Lukey, te lo prometto- la luna illumina leggermente il suo corpo lasciando scorgere un piccolo sorriso che nasce sul suo volto.
-Sei il casino più grande e più bello della mia vita Jazzy Greyson ed io ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo…ma ora dobbiamo dormire perché sono le tre di notte e alle sette suona la sveglia- rido strofinando il naso contro il suo collo, si stringe contro di me ancora di più e si lascia andare anche lui alle risate.
-Mi canti qualcosa per farmi addormentare?-
-Ma mi hai preso per un jukebox o cosa?-
-My heart’s a stereo and beats for you so listen close- inizia a ridere fortissimo gettando la testa all’indietro e rischiando di sbattere contro il comodino.
-Va bene, va bene hai vinto tu…comincio dalla solita?-
-Sì Hemmo, ormai mi conosci troppo bene- e quando inizia ad intonare Wherever you are io capisco che non c’è altro posto in cui dovrei stare se non qui, tra le sue braccia.

Sbam!

Okay, so che non aggiorno da tanto e mi dispiace, ma questi ultimi giorni sono stati frenetici e ieri e l'altro ieri ero a Milano e ancora non connetto abbastanza bene, cioè non posso credere di averli visti e pensate che quando i 5sos sono usciti io sono andata verso la ringhiera, ho urlato 'Ashton I love you more than spaghetti' e lui si è girato e mi ha mandato un bacio asdgdhhdh.
Anyway, torniando al capitolo, ma quanto è dolce il nostro Hemmo **? E' proprio il fidanzato perfetto e sta riuscendo a sciogliere il cuore della nostra Jazzy awwwww.
Ora mi dileguo, ho parlato anche troppo, un bacio, Ossidiana xx

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Capitolo 13
*** But I've found my sweet escape when I'm alone with you ***


La guida continua a spiegare le opere in un pessimo inglese mentre io sono appoggiata con la testa sulla spalla di Luke, il quale a sua volta ha gli occhiali spiaccicati sul naso, per il resto, Calum dorme sulla spalla di Michael seduti su una panchina ed Ashton sonnecchia tutto tranquillo con la faccia attaccata ad una statua, Rory invece sembra essere l’unica sveglia.
-Forza ragazzi muovetevi, non oso chiedervi cosa avete fatto sta notte-
-Abbiamo cercato due coglioni che non ci hanno detto che erano tornati in albergo, vero Luke e Jazzy? - se gli sguardi potessero uccidere noi saremmo già morti. Ieri sera, quando ce ne siamo andati, ci siamo dimenticati di avvertire i ragazzi che ci hanno cercato per mezza Parigi prima di realizzare che fossimo trovati in albergo, e quando erano piombati in camera…apriti cielo, per un momento ho avuto paura che le vene del collo di Michael esplodessero.
-Vi abbiamo già chiesto scusa tremila volte, avevamo alcune cose di cui discutere- Luke scrolla le spalle e Michael fa per tirargli un pugno ma poi si ritira assumendo la consueta posizione yoga.
-Non ucciderli Michael, avresti solo grane. Luke alla fine è un bravo chitarrista e di questi tempi è difficile trovarne uno, ti serve per diventare famoso, Jazzy è un genietto, ti serve se hai bisogno di aiuto a scuola-
-Devo dire che hai una bella considerazione di noi due-
-Ci avete fatto spaventare a morte Jazzy, oggi non hai voce in capitolo- mi aggrappo al braccio di Calum sbattendo le ciglia, lui sposta lo sguardo.
-Andiamo Cal, lo sai che sei il mio preferito-
-Mi considero offeso- Luke sposta la testa in alto con fare snob, io sospiro prima di abbracciarlo da dietro.
-Sto cercando di lavorarmi il resto della band, è quasi un giorno che non ci parlano!-
-Pensa che domani sarà il nostro mesiversario, loro sono un dettaglio-
-Coglione- Ashton tira una scoppola sul collo di Luke che per tutta risposta si attacca alla sua cintura, i due ingaggiano una specie di lotta e alla fine il batterista rimane in mutande davanti a tutto il museo, io e Michael stiamo seriamente per collassare dalle risate. –Hemmings giuro che questa me la paghi-
La professoressa decide di lasciarci il resto della giornata libero, Luke mi rapisce totalmente da tutto e da tutti, e non smetterò mai di dire quanto sia bello passare del tempo con lui.
-Sono felice Luke, lo sono davvero, forse per la prima volta in vita mia- guardo il sole tramontare distesa sull’erba col biondo al mio fianco. Lui è girato a testa sotto, la guancia contro la mia e gli zigomi a contatto con la mia tempia, lo sento sorridere.
-Sono riuscito a sciogliere il cuore di Jazzy Greyson, mi sento potentissimo in questo momento- scoppia a ridere ed io gli tiro una scoppola, lui si gira ed in cinque minuti sono tra le sue braccia, col capo appoggiato sul suo petto e le mie mani che giocano con le sue guanciotte.
-Ma quanto sei tenero? Ma quanto?- gli strizzo le guance per poi baciarle, lui si lascia andare alle migliori risate.
-Ti prego rifallo che ti voglio fare un video come testimonianza- esce l’iPhone dalla tasca degli skinny jeans e lo punta contro di me, io nascondo il volto contro il suo petto ma lui non ne vuole proprio sapere.
-Sei uno stupido Luke Hemmings, ma sei tenero lo stesso-
-E questa diventerà la nuova suoneria del mio telefono- lui ride ed io torno a fissare il paesaggio parigino con occhi e mente assorta. –Tutto okay Jazzy?-
-Sto solo pensando che ho trovato la mia dolce scappatoia quando sono con te- in pochi secondi le sue labbra sono sulle mie e in questo momento, lo giuro, è come se fossimo disconnessi dal mondo.
-Ti amo…e mi hai dato l’ispirazione per una nuova canzone- mi schiaffo una mano in fronte mentre lui prende nota tutto contento così, di soppiatto, prendo la Polaroid e gli scatto una foto. –Che fai?- si sposta accanto a me per vedere meglio l’immagine e sorride.
-Ho solo pensate che avrei tanto voluto che questa immagine di te così felice mi rimanesse per sempre-
-E’ ufficiale: sei diventata una romanticona- scuoto la testa alzandomi e porgendogli le mani che lui afferra al volo.
-Andiamo coglione che sennò la Dixon inizia a pensare male- camminiamo con le mani intrecciate e ridendo per le cose più sciocche, il mondo sembra essersi fermato solo per noi due finalmente, niente più problemi, solo io e Luke.
-Mi sembra quasi impossibile vedere te e Luke così, nel senso tu eri quella che fino a cinque mesi fa diceva che non si sarebbe mai potuta permettere un ragazzo- mi lascio andare sul letto sorridendo, Rory mi tira una cuscinata ed io realizzo per la prima volta la lunghezza del tempo trascorso.
-Non possono essere passati davvero solo cinque mesi, a me sembra molto di più-
-Era fine marzo quando sei andata a vivere a casa degli Hemmings, Luke ha scoperto tutto a metà aprile, poi ci sono stati vari baci ed il tuo compleanno, il ballo, tu te ne sei andata, sei tornata, Aleisha e poi cuori da tutte le parti-
-Credo che questo sia un riassunto molto efficace di tutta la storia- il nostro discorso viene interrotto da una musica assordante che sembra provenire dalla camera dei ragazzi. –Ma che cazz..?- usciamo fuori in balcone mettendoci in punta dei piedi e buttando un occhio al di là della barricata che divide le due stanze: il balcone dei ragazzi è invaso da tutta la classe di francese che balla, beve e limona tranquillamente, qui c’è lo zampino di Michael Clifford.
-Allora non è venuta una festa spettacolare?- e infatti ecco che il biondo compare davanti ai miei occhi alzando un bicchiere in aria e sfoggiando uno dei suoi soliti sorrisi sornioni.
-Sapevo che era stata una tua idea-
-Ehi, neanche il tuo ragazzo è stato contrario-
-Michael, luce dei miei occhi, ora io vengo di là ed è meglio per te che Hemmings sia solo e senza spogliarelliste o Aleisha che gli girano intorno sennò giuro che ti appendo al balcone per l’amichetto che hai tra le gambe- il biondo sbianca ed mi dirigo verso l’altra camera con Rory che mi segue.
-Amore!- sospiro vedendo Luke sorridente e da solo, lo abbraccio e lui sembra leggermente confuso prima di ricambiare il mio abbraccio. –E’ tutto okay?-
-Sì, sì, avevo solo bisogno di un abbraccio- lui sorride prima di poggiare le sue labbra dolcemente sulle mie.
-Mezzanotte, sedici agosto, un mese insieme- rido gettando la testa all’indietro, Rory imita un conato di vomito.
-E’ solo l’inizio vero Luke?-
-Esatto Jazzy-
 
Quando la sveglia suona l’indomani mattina, apro leggermente gli occhi e vedo Luke cercare di lottare contro quel suono infernale prima che Ashton si alzi e gli dia un pugno facendola tacere per sempre.
-Porca merda Ashton, era il mio telefono!- Michael sbotta incazzato ed il batterista dal canto suo ritorna a dormire.
-Non è colpa mia se hai una sveglia di merda nel cellulare-
-Voi non siete normali, sappiatelo- alzo il busto liberandomi a fatica dalla presa di Luke e guardandomi in giro. –Ehi ma dov’è Rory?-
-Credo che sia andata con uno dei giocatori di football, ma ora non ricordo, ho bevuto troppo- Calum collassa di nuovo e finalmente Luke riprende vita, i capelli biondi tutti sgualciti e le guanciotte arrossate.
-Perfetto, vado a cercarla, ci vediamo dopo- faccio per andarmene ma la sua voce mi blocca.
-Jazzy…-
-Sì Luke?-
-No niente lascia stare- faccio spallucce prima di uscire da quella camera che sembra più che altro un porcile ed entrare nella mia dove mi ritrovo Rory con gli occhi sbarrati.
-Ti stavo cercando!-
-Anche io!-
-Ma cosa è successo?-
-Non lo so, sta mattina però mi sono ritrovata nel letto di Brandon Fields- mi schiaffo una mano in fronte e lei inizia a camminare avanti ed indietro per la camera. –Credo di aver bevuto troppo ieri sera-
-Uhm lo credo anch’io-
-Ma questo non vuol dire che abbiamo fatto qualcosa vero?-
-Non necessariamente…- sospira passandosi nervosamente le mani tra i capelli, io mi lascio andare sul letto. –Comunque ora tu preparati, sbaglio o è un mese di te e Luke?-
-E’ un mese- mi passo freneticamente le mani tra i capelli ramati ed azzurri non psicologicamente pronta a questo giorno prima di realizzare che è meglio che mi vada a vestire.
Quando scendiamo a fare colazione, un paio di labbra si posano sulla mia guancia ed un enorme mazzo di rose rosse si presenta davanti ai miei occhi.
-Sono trentuno rose, come i giorni che abbiamo passato da quando stiamo insieme- scuoto la testa mentre Luke prende posto accanto a me sorridendo come un ebete.
-Tu sei un pazzo Luke Hemmings, spero che tu ne sia consapevole-
-Abbastanza…ma sappi che le sorprese non sono ancora finite…visto che oggi abbiamo la giornata libera ho disseminato bigliettini ovunque, ci metterai tutta la giornata per decifrarli, buona fortuna amore- in un minuto si è volatilizzato sotto i nostri sguardi assonnati, io intanto scorgo un bigliettino tra le rose, lo apro ed inizio a leggere.
Che la caccia al tesoro abbia inizio amore! Allora come prima cosa devi andare nel luogo dove tutti gli innamorati si vogliono baciare xx.
-Una caccia al tesoro? Ma siamo seri?! Il posto dove tutti gli innamorati si vogliono baciare…ma certo, la Tour Eiffel! Rory mi accompagni?- la bionda, che per tutto il tempo non ha fatto altro che dormire con la testa appoggiata al tavolo, alle mie parole scatta sull’attenti cercando di darsi una svegliata.
-Cosa? Certo, andiamo immediatamente- scattiamo in piedi salutando i ragazzi e, con molta fortuna, prendiamo un autobus di linea che ci porterà proprio lì.
-Tu sapevi niente della caccia al tesoro?-
-No Jazzy, Luke molte cose ce le ha tenute nascoste, voleva che fosse una sorpresa per tutti- sorrido pensando a quel biondino che un giorno mi farà sicuramente uscire pazza, anche se so che senza di lui niente avrebbe più senso.
Arrivate a destinazione, scorgo un altro bigliettino appeso ad un palo che sta di fronte alla Tour Eiffel e, dopo aver aspettato che la coppietta in questione smettesse di farsi foto mentre si baciavano, lo afferro al volo divorando letteralmente le parole.
Hai risolto il primo indovinello bambolina, ora vediamo se sei davvero brava: il prossimo indizio si trova nella via dalle mille vetrine.
-Via dalle mille vetrine?-
-Agli Champs Eliseu Rory, coraggio andiamo- la bionda butta gli occhi al cielo mentre anche io inizio a maledire mentalmente Luke per tutti i chilometri che mi sta facendo fare, ma dopotutto sta solo cercando di rendere questo primo mesiversario memorabile e credo che ci stia riuscendo alla grande.
Dopo aver corso non poco, giungiamo al punto prestabilito e, proprio sula vetrina del negozio di musica, trovo il secondo biglietto.
Ti ho mai detto quanto mi piaci con i vestiti? Vai nel negozio qua accanto e cerca il vestito per Jazzy.
-Oh no, questo no, io ti ho fatto comprare quel vestito e tu te lo metterai, non mi importa che cosa dice Luke Hemmings, e che palle- rido posando una mano sulla sua spalla, so quanto ci tenesse a vedermi con quel vestito ma sa come è fatto Luke, quando si mette in testa qualcosa niente e nessuno riesce a fargli cambiare idea.
-Dai Rory non te la prendere…prima però devo fare una cosa- entro nel negozio di musica e, dopo essermi guardata intorno per un po’, scorgo la chitarra bianca che ha fatto sbavare Luke per un lungo quarto d’ora. –E se gliela prendessi? Mi sembra il minimo dopo tutto quello che sta facendo lui per me-
-Jazzy, Luke una chitarra già ce l’ha e mi pare che tu prima di partire gliene abbia già comprata un’altra…-
-Che avevo rotto io…-
-Comunque, il punto è: che se ne fa di tutte queste chitarre?-
-Almeno quando diventerà famoso avrà sempre questa che gli ricorderà me- sento Rory sospirare mentre armeggio con lo strumento prima di riuscire a prenderlo in mano.
-Jazzy non ci sono garanzie sul fatto che loro diventino famosi lo sai vero?-
-Io ci credo in loro, credo che ce la possano fare, sono migliorati tantissimo da quando hanno iniziato, hanno già qualche piccolo ingaggio, il loro discreto seguito di fans su internet…ce la possono fare- Rory sospira per l’ennesima volta scuotendo la testa, io prendo la chitarra e pago. –Più che altro ora devo chiedere a mia zia di ricaricarmi la carta di credito, credo di essere rimasta senza soldi-
-Sai, ti ci prenderei a sprangate sulle gengive con quella chitarra, ora come ora-
-Rory…-
-Jazzy cosa vuoi che ti dica? Che è tutto okay? Se anche diventassero famosi chi ti assicurerebbe che Luke rimarrebbe con te? Chi ti assicurerebbe che non ti lascerebbe per una modella o cose così?- rimango ferma davanti a quelle parole, non ci avevo mai pensato seriamente, non avevo mai pensato alla possibilità di poter perdere tutto, di poter perdere lui. –Scusa Jazzy, non so cosa mi sia preso, sono parecchio stressata…dai ora andiamo al negozio di vestiti- faccio un lieve cenno di sì con la testa ed entriamo dentro il più prestigioso negozio di tutta la via, mi sento come in Pretty Woman nell’entrare in un posto del genere.
-Oh tu devi essere Jazzy giusto? Sei esattamente come il ragazzo ti ha descritto, ora vieni, qui c’è il tuo vestito- la commessa mi conduce in un camerino grande quasi quanto camera mia, sulla poltroncina c’è appoggiato un vestito rosa col ricoperto di pizzo, la parte davanti è trasparente in una parte, poi dall’altezza del petto si intravede il vestito rosa senza bretelle che finisce in una gonna a palloncino a tre stati, tessuto, volà e pizzo, mi sembra di indossare uno dei miei vecchi tutù. La schiena ha una scollatura a v un po’ profonda, sulle spalle il pizzo è completamente trasparente.
-Però, devo dire che Hemmings in fin dei conti ha buon gusto- Rory batte le mani mentre io mi guardo allo specchio per poi fare un giro su me stessa.
-Adoro questo vestito, mi ricorda i tempi in cui facevo danza-
-Il ragazzo biondo ha detto che ti sarebbe piaciuto sicuramente, e mi ha detto di darti queste- nel momento in cui un paio di scarpe col tacco rosa finiscono nelle mie mani inizio ad imprecare mentalmente, fanculo Luke.
-C’è un altro bigliettino Jazzy!- prendo la carta bianca che sta sopra le scarpe e leggo cosa ha da dirmi il biondino.
So che in questo momento vorrai uccidermi per le scarpe ma ti prego, fai questo piccolo sacrificio per me, sarai bellissima sta sera…ora torna in albergo e vai dai ragazzi, il prossimo bigliettino è da loro.
-Non ci credo, dobbiamo tornare in albergo! Io lo uccido e poi butto il corpo nella Senna- sospiro buttando gli occhi al cielo, Rory mi segue a ruota ma sta volta andiamo lentamente, siamo troppo stanche e soprattutto il mio stomaco protesta. –Fermiamoci a mangiare ti prego- l’aria parigina oggi è particolarmente frizzante, tutta la città sembra in subbuglio e la gente va di qua e di là senza prestare attenzione a ciò che la circonda.
-Ma che hanno tutti oggi?-
-Sono così presi dalla loro vita da non prestare ascolto a quella che li circonda, qualche volta dovremmo tutti fermarci e pensare-
-Jazzy è due giorni che vai avanti con questa tua vena poetica, c’è qualcosa che non va?- faccio spallucce giocherellando con il cibo nel piatto, lo stomaco mi si è chiuso di nuovo, non sto mangiando tanto negli ultimi giorni. –E il fatto che tu stia rifiutando il cibo mi fa preoccupare ancora di più-
-E’ tutto okay davvero, è solo che ultimamente mi ritrovo spesso a pensare, ecco tutto-
-Pensavo che avessimo superato la fase ‘non sono abbastanza per Luke Hemmings’-
-Non è quello, è che…non so nemmeno io perché quando sono con lui mi dimentico di tutto e quando invece siamo lontani sento il peso di questi mesi quasi opprimermi- Rory mi guarda prima di prendere il mio piatto e avvicinarlo a sé, sospiro.
-Beh se cominciamo così, pensa se dovesse diventare famoso, hai visto quanto stanno in tour gli One Direction, non avresti sempre Luke a portata di mano come adesso- una strana sensazione mi attanaglia lo stomaco, uno stato d’ansia mi invade, perché non voglio salutare il mio piccolo segreto.
-Ci penserò a tempo debito allora…comunque muoviti a finire, dobbiamo andare dai ragazzi sperando che siano ancora in albergo- Rory si riempie la bocca di cibo, io la guardo disgustata mentre chiedo il conto, sarà una lunga giornata.
Venti minuti dopo siamo all’hotel a bussare alla camera dei ragazzi, un Michael Clifford parecchio assonnato e con solo dei boxer blu con dei pony rosa stampati sopra ci apre la porta.
-Hai sempre un ottimo tempismo Jazzy, hai interrotto il mio sonnellino pomeridiano-
-Michael spero seriamente che tu non abbia tutte le mutande così sennò…- non riesco a finire la frase che scoppio a ridere seguita a ruota da Rory, il biondo ci incenerisce con lo sguardo.
-Comunque ecco il bigliettino, Luke si è divertito tanto a disseminarli dappertutto-
Okay, sei arrivata fino ai ragazzi, ora ritorna in camera tua, l’ultimo tassello ti attende lì xx
Gemo frustrata, speravo veramente che la caccia al tesoro fosse finita, a quanto pare la trasformerò nella caccia a Luke Hemmings appena ce lo avrò tra le mani.
-Dico ma quel ragazzo non aveva nient’altro da fare? Meglio che torni a dormire Michael, sembri un drogato che si è appena accorto che la coca è finita-
-Sempre gentile…buonanotte- io e Rory passiamo nella camera accanto e quando apriamo la porta troviamo uno squadrone composto da cinque ragazze tutte sorridenti e ben vestite, okay Hemmings questa me la devi spiegare.
-Ciao Jazzy, ci ha chiamate Luke, abbiamo il compito di vestirti, truccarti e pettinarti prima che lui ti venga a prendere tra due ore-
-Hemmings- sibilo tra i denti mentre mi immagino i possibili modi per torturarlo, sa quanto non sopporti l’idea di essere truccata come una bambolina di porcellana, a stento permetto a Rory di toccarmi!
Quelle cinque ragazze però instaurano un vero e proprio centro di benessere in camera nostra: creme, ceretta, manicure, pedicure, caro Luke se stavi cercando di dirmi che non ti piaccio così come sono e che dovrei truccarmi di più ci sei riuscito alla grande.
Dopo quasi due ore passate sotto le loro mani e con Rory che documentava tutto scattando foto all’impazzata, mi guardo allo specchio ed è come se mi vedessi per la prima volta: i capelli ramati e azzurri ricadono ordinati e a boccoli sulle mie spalle, dal lato destro sono passati dietro l’orecchio mentre da quello sinistro sono lasciati liberi, i miei occhi sono contornati da ombretto bianco e matita rosa, le mie ciglia allungate a dismisura, le mie guance solitamente bianche rosee e le mie labbra, che hanno definito a cuoricino, ricoperte da uno strato di delicato lucidalabbra rosa, per non parlare delle unghie, non le avevo mai viste così ordinate e soprattutto tagliate tutte della stessa lunghezza.
-Devo dire che non ti ho mai visto così, allora sotto il maschiaccio in vestiti, Converse e skateboard giace una bella ragazza- faccio la linguaccia a Rory e in quel momento mi viene dato l’ultimo, si spera, biglietto.
Finalmente adesso sei pronta e, se non hai voglia di uccidermi per tutto quello che ti ho fatto passare oggi, scendi nella hall, ti sto aspettando principessa xx.
-Bene, il momento è arrivato…qualche ultimo consiglio Rory?-
-Hai preso le mentine?- la guardo con un sopracciglio alzato mentre lei si dà alle migliori risate. –Okay scusa…stai tranquilla, andrà tutto bene- prendo un respiro profondo prima di uscire dalla camera e scendere giù, e nel tragitto incontro i ragazzi.
-Buona serata Jazzy, ah e sei bellissima-
-Grazie Calum-
-Mi raccomando, non fate i monelli-
-Tranquillo Ash- rido e quando davanti ai miei occhi vedo comparire la figura di Luke con la sua camicia bianca leggermente sbottonata, gli skinny jeans e le Vans nere tutta la preoccupazione sembra svanire. –Devo farti i miei complimenti Hemmings, ti sei dato davvero da fare- alza lo sguardo per poi aprire le labbra in un luminoso sorriso.
-Che posso dire, sono un ragazzo dalle mille risorse…andiamo?- mi porge il braccio che io afferro al volo ed usciamo dall’albergo. –Allora, ti sei divertita a cercare bigliettini disseminati per tutta la città?-
-Oh sì, soprattutto quando sono dovuta andare in camera tua e mi sono ritrovata Mike con indosso solo un paio di boxer con i pony- il suo volto assume un’espressione disgustata mentre io scoppio a ridere. –E’ stato davvero dolce quello che hai fatto per me-
-E’ ancora non è finita-
-Davvero?-
-Sì…beh in teoria non pensavo di spendere così tutti i miei risparmi, magari per una chitarra, ma va bene anche così-
-Luke! Non dovevi- si volta verso di me senza smettere di sorridere.
-Oh sì che dovevo bambolina…ed ora andiamo, su su, sei lenta-
-Oh chissà come mai- nel giro di venti minuti arriviamo nel più grande parco di Parigi dove, in un angolino nascosto da tutti, Luke ha allestito un pic nic sull’erba. –Non ci credo! E’ una cosa così dolce, mi ricorda tanto High School Musical- lui ride prima di prendere posto accanto a me.
-Sai pensavo che mi avresti ucciso per tutta la storia del salone di bellezza improvvisato-
-Ci ho pensato per un momento, ma è tutto così perfetto che non vorrei mai rovinarlo- la serata passa così, tra risate, baci, scherzi, perché in fondo io e Luke siamo ancora i ragazzi di sempre, i ragazzi di cinque mesi fa, solo che abbiamo ammesso di piacerci, ecco tutto.
-Ed ora è arrivato il momento del mio regalo-
-Luke dai…-
-Jazzy taci- il biondo fruga nelle tasche dei pantaloni prima di porgermi uno scatolino con la carta dorata. Lo scarto delicatamente e sbuffo quando noto che c’è uno scatolino blu di velluto ancora da aprire.
-Mi sembra di avere a che fare con una matrioska- lui ride e quando finalmente apro il tutto, davanti ai miei occhi appaiono due collanine di ora bianco una incastrata nell’altra: la prima è una piastrina dove c’è incisa una ‘J’, la seconda è un cuore con una ‘L’ fatta interamente di brillantini.
-Aspetta- Luke prende le due collane e le divide, nella piastrina rimane la forma di un cuore vuoto. –In questo modo ti porterò sempre con me- allaccia la collana intorno al mio collo prima di infilare la sua, io sento gli occhi pizzicare per le lacrime. –Jazzy va tutto bene?-
-Va più che bene Luke, dio, io non so davvero cosa dire- gli getto le bracci al collo facendolo cadere all’indietro, lui ride.
-Penso che questa reazione valga come risposta- sorride prima di spostarmi una ciocca di capelli e di posare le sue labbra sulle mie. In quel momento un pensiero ritorna a galla nella mia testa.
-Luke dobbiamo tornare in albergo, ho lasciato lì il tuo regalo!-
-Il mio regalo?-
-Sì, coraggio andiamo- mi alzo di scatto mentre lui abbassa la testa sbuffando prima di imitarmi e di intrecciare le dita della sua mano con le mie.
-Sono contento che ti sia piaciuta la collana-
-Giuro che non la toglierò mai-
-Sai, avrei voluto portarti a mangiare sulla Tour Eiffel, ma costava troppo…ti prometto che quando diventerò famoso ti ci porterò- mi rifletto nei suoi grandi occhi azzurri speranzosi, sorrido.
-Luke Hemmings, a me vai bene così come sei- lui sorride prima di stringermi a sé e di baciarmi di nuovo mentre il vento leggero di Parigi comincia a soffiare sulle nostre pelli.
-Hai freddo?- si stacca lentamente e abbastanza da potermi dare la possibilità di fare un lieve cenno di sì con la testa, lui mi passa il suo giubbotto intorno alle spalle. –Andiamo dai-
Arrivati in albergo, troviamo Michael fuori dalla camera che batte sulla porta come un assatanato.
-Cosa è successo?-
-Luke, dio sia lodato, Calum ed Ashton mi hanno chiuso fuori dalla camera perché dicono che lascio le mie cose dappertutto-
-Hanno ragione, la biancheria che c’è sotto il tuo letto un giorno prenderà vita e ti mangerà- per tutta risposta il biondo mi tira uno scoppola ed io brontolo accucciandomi contro Luke.
-Quindi mi dai le chiavi?-
-Sì basta che non rompi- lui sorride ed entra in camera mentre io mi massaggio la testa. –Allora questo fantomatico regalo?-
-Ta dan- lui sposta lo sguardo ritmicamente da me alla chitarra prima di sedersi sul letto e passarsi le mani tra i capelli.
-Jazzy non mi dire che…-
-Beh aprila no?- fa come dico e appena ai suoi occhi compare la chitarra bianca che tanto aveva sognato, afferra le mie gambe e mi attira su di lui, io rido.
-E ancora tu ti chiedi perché io ti amo? Oh Jazzy nessuno mi rende felice come mi rendi tu- e quando le sue labbra si posano per l’ennesima volta sulle mie so di essere nel posto giusto al momento giusto.
 

Sbam!

sì, ce  l'ho fatta anche ad aggiornare questa storia, ho scritto notte e giorno ma ne è valsa la pena ahhahaha. Non avete idea cosa è voluto dire tornare e trovarsi tutto questo lavoro da fare, mi sono messa le mani nei capelli, però, beh, diciamo che la febbre mi ha dato l'ispirazione (?). Okay basta ora mi dileguo, un bacio, Ossidiana xx

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Capitolo 14
*** While you were slipping through my fingertips ***


E’ strano come il tempo passi velocemente senza che noi ce ne accorgiamo, un minuto prima sono a Parigi tra le braccia di Luke per il nostro primo mesiversario, un minuto dopo è già dicembre e tra due mese i ragazzi se ne andranno. Sì perché il loro sogno ha iniziato a prendere forma: un contratto discografico e la possibilità di aprire i concerti del Take Me Home tour degli One Direction in Inghilterra, America, Australia e Nuova Zelanda. Staranno via non so quanti mesi ed io mi obbligo a pensarci il meno possibile, a non pensare che sto dicendo addio al mio piccolo segreto, a non pensare che il mio Luke starà lontano da me tanto tempo, a non pensare che non avrò sempre accanto i ragazzi, perché ora le cose cambieranno e lo so, cambieranno perché diventeranno famosi e la paura di perdere tutto si fa strada dentro di me ed io non riesco a fermarla.
Per questo mi concentro sull’albero di Natale, appendo decorazioni, palline e in questo momento il puntale.
-Buongiorno alle tre donne più belle del mondoooo- il coretto di quei quattro appena entrati in casa mi distrae, mi volto per guardarli e il mio piede scivola dalla scala, in un secondo mi ritrovo per terra.
-O mio dio Jazzy!- mia madre accorre seguita da mia zia e dai 5 Seconds of Summer, non so perché ma ultimamente non riesco a chiamarli semplicemente Michael, Calum, Ashton e Luke, non da quando hanno firmato il contratto, non da quando sono venuti a trovarli gli One Direction, insomma sono capitate davvero tante cose negli ultimi quattro mesi.
-Jazzy, Jazzy come stai?- e gli occhi di Luke, così azzurri, puntati nei miei mi fanno mancare il respiro, e penso che questi occhi non li vedrò per molto tempo, e penso che a scuola quest’anno sarò da sola, e penso che tutto sta per cambiare.
-Bene, solo credo di essermi procurata un bel livido al sedere- il biondo e Calum mi aiutano a rialzarmi mentre i guardo la stella rosa ancora nella mia mano: devo metterla in cima.
-Facciamo che questa la metto io okay? Prima che tu ti rompa qualcosa- mugolo un ‘ce l’avrei potuta fare anche da sola’ e osservo Luke sistemare il puntale in cima, sospiro.
-Allora, pronta per andare a mare?- Ashton passa un braccio intorno alle mie spalle e gli rispondo con una semplice alzata di spalle, sto passando davvero tanto tempo con loro negli ultimi giorni, complice il fatto che Rory per tutta l’estate sarà bloccata in un pizzo di montagna da sua nonna, e ormai ho imparato che a volte non servono le parole, loro capiscono subito al volo.
-Ecco fatto! Nicole, Robin che ne pensate?-
-E’ perfetta Luke ma ora scendi, non puoi permetterti di farti male a due mesi dalla partenza- un brivido corre lungo la mia schiena alle parole di mia madre, il biondino scende tutto sorridente.
-E’ davvero affascinante come nel giro di sette mesi tu ti sia trasformata in una madre modello, sono davvero colpita- il silenzio cala mentre Ashton mi guarda con un sopracciglio alzato, in questi giorni non sono capace di intendere e di volere. –Sentite andiamo a mare per favore? Il troppo caldo mi sta dando alla testa- prendo la borsa che avevo lasciato sul pavimento ed esco, senza aspettare che mi seguano, cosa che invece fanno subito dopo.
-Okay sistemate tutto in macchina-
-Guidi tu Luke?-
-Yes- sospiro prendendo posto davanti mentre tutti gli altri parlottano su quel che vedranno o che faranno una volta che saranno in tour con gli One Direction. Pare infatti che Niall li trovi abbastanza simpatici e loro sono al settimo cielo per questa cosa, è tutto così nuovo per loro.
Mi mordo la lingua per il mio essere così tanto egoista, non potevo realmente sperare che loro rimanessero con me per sempre. E’ giusto che realizzino il loro sogno, che vadano in tour, che facciano concerti, ma è giusto anche dire che una piccola parte di me sta morendo dentro no? Perché per quanto ami la loro musica, perché per quanto non veda l’ora di sentire finalmente quei quattro cantare su un palco di fronte a migliaia di persone, ci sarà sempre in me la paura di perderli, di perdere Luke, perché dopo tutto quello che ho passato, dopo tutte le battaglie vinte, le sconfitte, Aisha, Aleisha, insomma dopo sette mesi in cui non un solo giorno ho avuto paura che le cose potessero cambiare, la paura che Luke mi scivoli tra le dita è tanta.
Con tutti questi pensieri non mi sono nemmeno accorta che siamo arrivati a destinazione e che Luke sta di fronte a me, con lo sportello aperto ed un braccio dietro la schiena, che mi chiama a ripetizione.
-Jazzy!-
-Cosa?-
-Ma che ti prende?-
-Niente, sono solo sovrappensiero- scendo dall’auto e sento il suo sguardo addosso, le braccia incrociate, sospira.
-Fingerò di crederci, quando vuoi parlarne…- si toglie la maglietta mostrando un fisico molto diverso da quello di sette mesi fa, perché ormai ha sedici anni e l’adolescenza sta facendo il suo lavoro. I ragazzi si gettano in acqua, io rimango con le gambe al petto e la macchina fotografica in mano intenta a scattarli foto a raffica. Luke se ne accorge ed esce grondante d’acqua per poi gettarsi accanto a me. –Allora parli oppure ti devo costringere?-
-Ho solo paura Luke, paura di perdere tutto questo quando voi ve ne andrete. Ho un’ansia dentro che tu non hai idea, eppure allo stesso tempo sono felice, felice perché finalmente vi vedrò su un palco davanti a milioni di persone…insomma ho parecchi sentimenti contrastanti- le sue braccia si avvolgono intorno al mio corpo prima di attirarmi contro il suo petto bagnato. Minuscole goccioline d’acqua cominciamo a bagnarmi.
-Come può un unico cuore, malato per giunta, provare tutti questi sentimenti contrastanti in una volta sola?-
-Non lo so Luke-
-Ti prometto amore che ti chiamerò ogni volta che potrò, anche alle quattro del mattino, anche se sarò totalmente rotto, non farò passare un giorno senza sentire la tua voce- sento gli occhi pizzicare e mi accorgo di stare piangendo quando Luke prende una lacrime col dito.
-Giurami che non ti dimenticherai di me Luke, che non troverai una ragazza più bella, ti prego-
-Honey non c’è nessuna che può prendere il tuo posto, né ora né mai- e quando posa le sue labbra sulle mie in un bacio che sa d’acqua salata mi sento più leggera, perché è come se Luke mi stesse infondendo quella fiducia che mi manca. –Ma ora bagnoooo- in un secondo mi solleva e mi getta in acqua sotto lo sguardo divertito degli altri tre, io riemergo con i pugni serrati.
-Lucas Robert Hemmings, sappi che sei un ragazzo morto- mi metto ad inseguirlo mentre Ashton riprende tutta la scena col telefonino, Calum si dà a cori da stadio e Michael fa inciampare Luke col risultato che poi io cado sopra di lui, ma continua lo stesso a ridere.
-Come farò senza il mio piccolo disastro? Devi promettermi che verrai a trovarci- sospiro lasciandomi andare su di lui, gli altri tre ci raggiungono.
-Luke ha ragione, devi venire per forza- Ashton sorride, gli si formano sempre le fossette quando lo fa.
-Esatto, sennò con chi sputtanerò Luke? Dico hai idea di quanto sarà imbarazzante quando lo beccheranno dormire col suo pinguino di peluche?- tutti ridiamo per la battuta di Michael meno che il diretto interessato che diventa tutto rosso.
-Io non dormo con…okay forse qualche volta- gli schiocco un bacio sulla guancia e lui sorride mentre in quel momento l’ansia di prima sembra acquietarsi.
-Va bene, vi prometto che verrò a trovarvi ogni volta che potrò…ma voi dovete promettere che sarete qui il 1° maggio, per i miei sedici anni-
-Promesso- quel loro solito coretto, dio quanto mi mancherà, mi mancherà tutto di loro: la risata stupenda di Ash, le battute sarcastiche di Michael, che ora ha deciso di farsi moro, la dolcezza di Calum e gli occhi di Luke, il modo in cui riesce sempre a calmarmi, la sua voce, e giuro che mai come ora io, Jazzy Greyson, mi sento così debole e vulnerabile, ed ora capisco, capisco tutto, capisco che la mia forza sono sempre stati loro.
-Sta sera siamo a casa tua Luke?-
-Sì Cal, festeggeremo il Natale tutti insieme e apriremo i regali- Luke dietro di me mi circonda con le gambe e con le braccia, io mi lascio andare contro il suo petto.
-Hemmings non ti aspettare regali da me, ho dato con le due chitarre- per tutta risposta lui mette su il broncio ed inizia a sbattere le ciglia dei suoi grandi occhioni azzurri come se fosse un cucciolo di cane.
-Ma…ma…-
-Scherzavo, tranquillo, non potrei mai lasciarti senza regalo-
Il resto della giornata passa così, tra le onde e gli scherzi di quei quattro, e per quelle poche ore è come se dimenticassi tutto, dimenticassi tutte le preoccupazioni, perché io alle loro promesse ci tengo, ci tengo più di quanto possa dare a vedere.
E’ tardo pomeriggio quando decidiamo di tornare su sollecitamento dei nostri genitori visto che tra due ore dovremmo essere già a casa Hemmings tutti vestiti, lavati e ben profumati.
-Vuoi che resti un po’ con te?- Luke ferma la macchina e punta i suoi occhioni azzurri nei miei viola, io scuoto la testa.
-Tranquillo Luke, vatti a cambiare, ci vediamo sta sera-
-Va bene amore, ti prego non essere triste- mormoro un debole ‘sì’ mentre lui mi schiocca un bacio a fior di labbra ed io scendo dalla macchina, oggi fa un caldo infernale.
-Tesoro sei tornata finalmente! Hai solo due ore di tempo per prepararti, poi dobbiamo andare dagli Hemmings-
-Mamma tranquilla, ce la farò- mi chiudo in camera accedendo la musica e alzando il volume per coprire le sue parole, sette mesi ed ancora non l’ho perdonata, è più forte di me, non ci posso fare niente.
Fisso il muro dove ho appeso una miriade di foto che ho fatto con i ragazzi o che ritraggono soltanto loro, e butto un’occhiata al quaderno dove, negli ultimi giorni, ho scritto tante cose, tanti pensieri, insomma come al solito non ho la mente libera.
Perché la verità è che loro sono la storia della mia vita, sono in ogni mio ricordo, e lasciarli andare via vorrà dire lasciar andare una parte di me.
 
-Ora è perfetto- Calum mi ridà l’iPhone nuovo che Luke mi ha regalato per Natale e noto con molta gioia che lui e gli altri quattro lo hanno già riempito con le loro foto, sospiro.
-Vi ho mai detto quanto vi odi?-
-Praticamente ogni giorno, ma sappiamo che non è vero- gli passo una mano tra i capelli neri ed in quel momento Luke spunta da non so dove e posa una mano sulla spala di Calum.
-Vieni dai, dobbiamo provare- il moro sbuffo gettandosi all’indietro sul divano, la sua testa penzola e Molly, il nuovo cagnolino di casa Hemmings, va a leccargli il naso.
-Amico è Natale, perché non ti rilassi?-
-Perché c’è la nuova canzone da provare, le altre da perfezionare, insomma c’è molto lavoro da fare…uuh ho parlato in rima- mi schiaffo una mano in fronte ricordando a me stessa che non è così stupido come sembra e guardando il povero Calum bestemmiare in tutte le lingue del mondo.
-Jazzy digli qualcosa tu ti prego- sospiro puntando lo sguardo su un Luke che non accetta repliche, io mi alzo, mi sistemo il vestitino nero con le paiettes e allaccio le braccia intorno al suo collo.
-Andiamo Lukey, non puoi farli provare anche sta sera, è contro natura- lui scuota la testa spostandomi leggermente e prendendo Calum con forza.
-Non ci provare Jazzy, ho detto che dobbiamo provare e così sarà, andiamo Hood- il moro geme lamentoso con gli occhi rivolti al cielo e lo segue fin giù nel garage dove Ashton e Michael ci guardano non troppo entusiasti. –Andiamo ragazzi un po’ di allegria-
-Lucas, è l’una di notte ed io, invece di essere in discoteca a caccia di ragazze, sono bloccato qui con te a provare!-
-Mike non ti lamentare, sai quante ragazze avremo quando la band diventerà famosa anche in Europa?- incrocio le braccia guardandolo con un sopracciglio alzato, lui sfodera uno dei suoi soliti sorrisi sornioni. –Ti amo Jazzy lo sai-
-Sì sì e vedi di ricordartelo, anche se sei lontano posso lo stesso farti eliminare- deglutisce a fatica ed iniziano a provare mentre io mi siedo sul divano. Non riesco a seguirli, sono troppo stanca e spesso e volentieri mi assopisco mentre le parole delle loro canzoni mi arrivano ovattate, ho passato troppe notti insonni da quando ho saputo del contratto ed ora che mi sono calmata tutto il sonno e la stanchezza sono arrivati in una volta senza lasciarmi via di fuga, infatti non mi accorgo nemmeno che i ragazzi se ne sono andati e che siamo rimasti solo io e Luke.
-Qualcuno ha un po’ di sonno vedo- apro leggermente un occhio e noto la figura esile di Luke chinata vicino a me, sorrido e spalanco le braccia. –Ho capito- sbuffa prima di prendermi di peso, io poggio la testa sul suo petto.
-Mi mancherai tantissimo Lukey-
-Anche tu, ma non voglio fare questi discorsi ora- mi rimette giù ed io afferro la sua maglietta con lo smile che ormai uso come pigiama e mi chiudo in bagno. –Quella me la dovrai ridare prima di partire-
-Allora mi prendo quella dei Nirvana-
-Jazzy!- esco e lo trovo con le braccia incrociate al petto, amo rubargli le cose.
-Voglio solo qualcosa tua da tenere sempre con me, non ti sto chiedendo la luna Luke, dopotutto per quanto tempo non ci vedremo?- sospira prima di sedersi sul letto, posare le mani sulla parte di dietro delle mie ginocchia ed attirarmi contro di sé.
-Tu manderai a puttane il mio sistema nervoso lo sai?-
-Sì- lo abbraccio ed entrambi cadiamo all’indietro sul letto mentre i fuochi d’artificio impazziscono nel cielo di Sydney.
-Puoi prenderti tutte le magliette che vuoi Jazzy, basta che me ne lasci qualcuna- mi accuccio contro il suo petto e gli solletico il collo col naso.
-Ho paura del giorno in cui ti dovrò dire addio, ho paura di non riuscire a farcela-
-Invece ci riusciremo Jazzy, noi siamo più forti di tutto-
 
I giorni passano, il nuovo anno arriva, e con lui anche la tanto temuta data della partenza.
Sono le sei del mattino di un caldo venti febbraio, Luke, Michael, Ashton e Calum sono tutti pimpanti che discutono con le loro madri, io invece mi limito a rimanere seduta su una delle sedie e ad osservare, osservare come la loro vita sta per cambiare per sempre.
-Sweetheart…- il biondo prende posto accanto a me spostandomi una ciocca dei capelli ramati e rosa dal viso e sorridendo debolmente. –Me lo fai un sorriso? Sennò parto ancora più triste- curvo leggermente le labbra e lui mi abbraccia sospirando, vorrei non staccarmi più.
-Non pensare a me, è il vostro momento, godetevelo appieno- Luke fa per dire qualcosa ma Michael lo blocca.
-Luke dobbiamo andare…- ed in quel momento sento il cuore che mi si stringe in una morsa, devo cercare di essere forte.
-Quindi questo è il momento dei saluti- mi avvicino verso di lui e lo abbraccio. –Mi mancheranno le tue battute del cazzo Mike-
-A me mancheranno le tue minacce di castrarmi- sorrido correndo tra le braccia di Ashton, l’unico che forse non ho mai minacciato di morte.
-Mi raccomando Ash, io mi fido di te, tienimi d’occhio Luke-
-Tranquilla Jazzy, puoi contare su di me- e poi vedo Calum ed il suo faccino dolce e sorrido prima che lui mi attiri contro il suo petto.
-Mi mancherà parlare con te Cal, e soprattutto mi mancheranno i tuoi scleri da fangirl- ride senza accennare a staccarsi, lui è forse quello che mi capisce di più di tutti, forse anche più di Luke.
-Mi mancherà essere messo in pericolo di morte da te Jazzy, davvero l’adrenalina che provo quando ci sei pure tu non l’ho mai sentita in vita mia- e quando mi stacco da lui i miei occhi viola si incastrano in un paio azzurri come il ghiaccio, due occhi che sono sempre stati il mio inferno e il mio paradiso, due occhi che hanno un colore che mi ricollega all’amore, due occhi che faticherò a salutare.
-Tu sei forse quello più difficile da salutare- Luke mi attira contro il suo petto ed ormai io sto piangendo come una fontana, ma non sono sola perché sulle sue guance piccole lacrime cristalline stanno iniziando a scendere prepotentemente.
-Allora non farlo Jazzy, non salutarmi, il nostro non è un addio, è un arrivederci…ricordati che c’è sempre il tuo sedicesimo compleanno e il nostro anniversario- sorrido accucciandomi di più contro il suo petto, di sottecchi vedo tutti guardarci con le lacrime agli occhi ed una strana sensazione di déjà-vu mi persuade, noi questa scena l’abbiamo già vissuto, solo che quella che partiva ero io, e da allora sono cambiate davvero tante cose.
-Mi mancherai tantissimo Luke, mi mancherà sentire le tue cazzate ad ogni ora del giorno e della notte, mi mancherà sentirti suonare, cantare…-
-A me mancherà vederti combattere contro tutto e tutti, non accetterai mai di essere solo la mia principessa vero?- passa i pollici sotto i miei occhi asciugando le lacrime e sorridendo debolmente, il tempo ormai è quasi scaduto.
-Ci sto lavorando…ma ora devi andare- fa un lieve cenno di sì con la testa prima di posare delicatamente le sue labbra sulle mie nel bacio più triste che mi abbia mai dato.
-Ricordati sempre che ti amo va bene? E chiamami se hai bisogno di qualsiasi cosa, anche se sono lontano tu hai sempre qualcosa di me ricordi?- alza il ciondolo a forma di targhetta dove troneggia lo spazio vuoto di un cuore che io porto al collo e mi fa l’occhiolino prima di andarsene.
-Mi raccomando 5 Seconds of Summer, avete fatto tanta strada, non deludetemi proprio ora- e quando li vedo scomparire man mano che la scala mobile sale, sento che una parte di me è partita con loro.
-Torneranno Jazzy non ti preoccupare- Liz mi avvolge le spalle con le braccia prima di schioccarmi un bacio sulla tempia, almeno so di non essere totalmente sola qui.
-Il problema è che ora non so che fare, non ho più nessuno-
-Che ne dici di venire con me? Ho gli esami di quelli del corso estivo- sospiro passandomi una mano tra i capelli ramati e rosa, alla fine l’alternativa sarebbe tornare a casa e meno tempo passo con mia madre meglio è.
Salgo in macchina con Liz e guardo l’aeroporto scomparire dietro di noi, un aereo solca il cielo ed io immagino sia quello dei ragazzi. In quel momento mi parte in testa Wherever you are e devo lottare a lungo per evitare che le lacrime scendano a fiumi.
-Mi ricordo quando ti ho visto per la prima volta: avevi i capelli all’altezza delle spalle ed erano tutti di un colore, un paio di grandi occhiali neri e il sorriso timido di chi si spaventa anche solo a respirare- sorrido debolmente, da quando Luke è entrato prepotentemente nella mia vita non è stata più come prima. –E Luke, dio ci ha fatto una testa così per una settimana: e mi raccomando comportatevi bene quando arriverà Jazzy, non fatemi fare brutta figura…era tutto esaltato, ed ora capisco il perché-
-Uno dei miei più grandi errori Liz è stato senz’altro non fargli capire quanto ci tengo a lui-
-Lo sa Jazzy, lo sappiamo tutti…ed ora voi dovete solo essere bravi a non far sciupare quel che c’è tra di voi, anche perché io non voglio una modella come suocera- rido seguita a ruota da lei, alla fine la mia paura più grande è questa, essere rimpiazzata da Luke, e so che ne soffrirei parecchio.
In poco tempo arriviamo a scuola, fa davvero uno strano effetto vederla così deserta. Nei corridoi della Northwest ci sono solo pochissimi ragazzi che non sono riusciti ad ottenere la sufficienza in tutte le materie e che quindi hanno dovuto frequentare i corsi estivi.
Liz cammina fino alla nostra aula di matematica ed io accenno un sorriso avvicinandomi al vecchio banco mio e di Luke dove troneggiano le più strane e ridicole scritte: ‘Diventerò una rockstar hihihi’ ’16.07.12’ ‘Let’s go to Paris’.
-Salva, lei deve essere la professoressa Hemmings, io mi chiamo Clarissa Price e sono appena arrivata dall’Inghilterra, mi hanno detto che potevo chiedere a lei per avere un aiuto in matematica- una ragazza dai lunghi capelli castani e gli occhi dello stesso colore entra in classe, avrà più o meno la mia età.
-In che anno sei?-
-In Inghilterra sono a metà del secondo ma credo che qui ancora debba iniziare-
-Sì, comincia a marzo…Jazzy puoi venire un attimo qui? Ho bisogno del tuo aiuto per ricordare i programmi, oggi Luke mi ha messo così tanta fretta che li ho scordati sul tavolo della cucina-
-Dì piuttosto che mi vuoi interrogare Liz- la ragazza ci guarda leggermente turbata, non si vede tutti i giorni un simile rapporto tra professore e alunno.
-Clarissa, questo orso delle caverne è Jazzy, la mia migliore alunna, non farti ingannare dalle apparenze è molto dolce in realtà, orso delle caverne lei è Clarissa, viene dall’Inghilterra- le porgo la mano che lei stringe prima di sfoderare un radioso sorriso.
-Jazzy? Che nome strano- china la testa di lato ed io sorrido, se ci fosse stato Luke si sarebbe offeso.
-In realtà sarebbe Jazmine ma quando eravamo piccoli il mio ragazzo diceva che era troppo lungo e quindi ha iniziato a chiamarmi così-
-L’ho sempre detto che Luke non si applica, talento sprecato- rido mentre lei ci guarda confusa, povera ragazza.
-Da che parte dell’Inghilterra vieni?-
-Oh da Londra-
-Bella Londra, ci ho vissuto per due mesi prima di venire a vivere qui-
-Comunque ora Jazzy ti aiuterà col programma, lei ha finito molti corsi del secondo anno pur essendo solo al primo- lei sgrana gli occhi prendendo un foglio dalla sua cartellina blu trasparente.
-Come hai fatto?-
-Diciamo che a furia di fare i compiti a quattro aspiranti rockstar più grandi di me ho imparato le cose più velocemente- mi tappo immediatamente la bocca mentre Liz mi guarda con un sopracciglio alzato. –Ops-
-Poi faremo i conti pure con gli altri quattro- alzo le spalle ridendo nervosamente, questa è la volta buona che mi uccidono per davvero.
-Ma voi siete madre e figlia?-
-Oh no, cioè è come se lo fossimo perché ho vissuto per circa due mesi a casa sua e mi aiuta sempre ma lei è in realtà la madre del mio ragazzo- lei ci guarda confusa facendo su e giù con la testa più a se stessa che a me. –E’ una storia complicata lo so-
 

Sbam!

Eccomi, sono tornata dopo settimane d'assenza con la storia di Jazzy e Luke.
In questo capitolo il tempo scorre molto velocemente, più che altro si tratta di un capitolo di passaggio, mi serviva un modo per conitnuare la storia e per inserire il fatto che i ragazzi stessero muovendo i loro primi passi nella musica.
Anyway, purtroppo ho notato che ormai nessuno legge più le ff quindi ho pensato di cancellare l'account se anche questo capitolo non avrà successo....detto ciò aggiungo soltanto che questo sarà il terzultimo/penultimo capitolo, ma ho intenzione di iniziare al più presto il seguito, se non qui da qualche altra parte.
Okay ho parlato troppo, un bacio, Ossidiana xx
PS state partecipando al Derp Corn voi? Io sì ma non ci sto capendo più niente ahahaah

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Capitolo 15
*** AVVISO. ***


Salve a tutti gente! Come avete potuto notare non aggiorno da quasi un anno, sia perché le idee scarseggiavano sia per le poche persone che seguivano la storia. Or dunque, ho deciso che il capitolo precedente sarà l'ultimo, ma prima che qualcuno si possa disperare (Gabriella) intendo precisare che sto scrivendo il seguito della storia che spero di riuscire a pubblicare entro domani per il compleanno di Luke. Inoltre ci tengo a ringraziarvi per i vostri commenti, le vostre recensioni e per essermi stata vicina, questa è stata una delle mie prime FF e vi sarò eternamente grata per il sostegno, un bacio, ossidiana xx.
PS spero che amerete allo stesso modo le mie nuove storie xoxo

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