Grow Up

di SeelLith
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Istinto di sopravvivenza ***
Capitolo 2: *** You Should Be Alone With Me ***
Capitolo 3: *** I Had It All But Not What I Wanted ***



Capitolo 1
*** Istinto di sopravvivenza ***


Grow Up

 

Capitolo 1: Istinto di Sopravvivenza

 

Pov Oliver

 

Il bus mi lasciò davanti all'entrata del cortile della mia nuova scuola. Per motivi di lavoro di mio padre mi sono dovuto trasferire dall'Inghilterra all'America. Ho dovuto lasciare là tutti i miei amici e la mia vecchia scuola, ma in fondo è un bene: non mi trovavo molto bene prima, ho avuto diversi problemi con i professori e con i miei compagni. Pensai che mi avrebbe fatto bene cambiare aria. 

Scesi dal bus ed entrai dal grande cancello rosso che delimitava il cortile della scuola. Era enorme, una delle scuole più grandi che avessi mai visto. 

Mi avviai attraverso un sacco di ragazzi e ragazze per raggiungere le porta d'entrata della scuola. 

Entrai e dentro era deserto. Tutti erano fuori a godersi gli ultimi minuti di libertà prima di entrare ed essere rinchiusi per cinque ora nella stessa stanza. 

Avrei preferito di gran lunga anche io stare fuori a prendere un po' d'aria, ma sfortunatamente quello era il mio primo giorno e dovevo andare nell'ufficio del preside per farmi spiegare le solite menate, del tipo quale fosse il mio armadietto, il mio orario…

Entrai nell'ufficio della preside che scoprii fosse una donna abbastanza giovane che non sembrava affatto una preside di un liceo. Ci volle davvero poco tempo per spiegarmi le varie regole e cose del genere, si vedeva che non aveva per niente voglia di avere un nuovo studente a cui badare. 

Non ebbi nemmeno tempo di uscire dalla stanza che la prima campanella suonò e io fui sommerso da un'ondata di persone che spingevano per raggiungere le classi. Il corridoio diventò claustrofobico, così mi misi a spingere per riuscire a leggere i cartelli sulle porte delle classi per riuscire a trovare la mia. 

La trovai dopo venti minuti e nell'entrare tutti si girarono verso di me. Volevo ricominciare tutto da capo, quindi risposi a quei sguardi con un sorriso e un 'ehy'. 

La classe tornò a fare casino e io mi diressi in fondo alla stanza, per occupare un banco. Mentre passavo attraverso la classe, notai subito una ragazza con i capelli di un arancione accesso e una frangetta gialla che sorrideva a tre ragazzi. 

Mi misi a sedere, appoggiai lo zaino a terra e cominciai ad osservare le persone nella stanza

C'erano due ragazzi che scherzavano, uno seduto sulle ginocchia dell'altro. Parlavano con le persone davanti a loro, ma ogni tanto si sorridevano. Quello di loro che aveva il ciuffo biondo lanciava occhiate all'altro molto spesso. Pensai subito che stessero insieme.

Una ragazza con i capelli di un biondo ossigenato parlava con un ragazzo castano che le sorrideva. Lui sembrava molto preso da lei, che gli spiegava chissà cosa gesticolando e ridendo ogni tanto. Avevano entrambi il piercing al naso e il ragazzo continuava a sistemarsi il cappello sulla testa.

La porta della classe si aprì ed entrò una donna di mezza età con i capelli neri.

-Buongiorno ragazzi.- disse lei. Tutti si alzarono, e lo feci anche io, constatando che la donna era la professoressa. Precisamente la signora Smith, insegnate di scienze, almeno così diceva il mio orario.

I suoi occhi si fissarono subito su di me. La donna mi squadrò da capo a piedi, rimanendo un po' interdetta dal mio aspetto, ma cercò di non farlo notare e mi sorrise.

-Tu devi essere Oliver Sykes, il nuovo studente. Benvenuto.- disse semplicemente, evitando di mettermi in imbarazzo con domande varie.

-Grazie.- mormorai sorridendo a mia volta.

La professoressa si sedette, e con lei ci sedemmo anche noi. Quando aprì il computer per iniziare a fare l'appello sul registro elettronico, la porta si aprì di nuovo.

-Buongiorno professoressa! Kellin Quinn è arrivato.- esclamò il ragazzo appena entrato con una voce squillante. Aveva i capelli neri lunghi fino a poco sopra le spalle e sorrideva.

-Sì Kellin, va tutto bene. Ora siediti. Ti prego.- chiese la professoressa Smith prendendosi il volto fra le mani.

Il ragazzo ridacchio compiaciuto e si diresse verso il suo banco. Nel camminare lungo il corridoio inciampò nel mio zaino malamente appoggiato a terra.

-Scusami.- dissi spostando lo zaino.

-Non fa niente. Sei quello nuovo?- chiese porgendomi la mano.

-Quinn siediti.- disse la professoressa con tono autoritario.

-Sì professoressa, cercavo solo di fare conoscenza.- rispose lui. -Comunque io sono Kellin.- disse rivolto a me. Gli strinsi la mano e risposi: -Oliver.- 

Mi sorrise e si sedette nel banco dietro il mio, vicino al ragazzo con il piercing e il cappello.

-Ehi Vic.- sentii dire da Kellin. -Ciao Kells.- rispose il ragazzo vicino a lui.

La professoressa fece l'appello e cominciò la lezione.

Notai i miei compagni avevano dei nomi abbastanza strani.

Constatai anche che il ragazzo con il ciuffo biondo si chiamava Jack Barakat e il suo amico/ragazzo era Alex-cognome-impronunciabile.

Quello vicino a Kellin era Vic Fuentes, e la ragazza con cui parlava prima dell'arrivo della professoressa era Jenna.

La ragazza con i capelli arancioni si chiamava Hayley e i tre con cui parlava erano Josh Franceschi, Dan Flint e un certo Taylor.

Mi stufai presto di ascoltare la professoressa che spiegava cose che non avrei mai capito sulle cellule del sistema nervoso, e mi misi ad origliare la conversazione di Kellin e Vic.

Non avrei dovuto, ma era abbastanza complicato non sentirli visto che erano a dieci centimetri da me e che stavano praticamente urlando.

-Kells, non possiamo più stare da me.- 

-Perchè?-

-Perchè ieri Mike ci ha sentiti e sinceramente non mi va che lo dica ai miei o cose del genere…- Mentre pronunciava queste ultime parole il tono di Vic si abbassò drasticamente.

Decisi di smettere di origliare perchéè la conversazione prendeva una piega fin troppo intima e preferivo evitare di scoprire cose che probabilmente non mi avrebbero mai detto.

La campanella suonò indicando la fine della lezione di scienze.

Le successive due ore passarono velocemente, poi la campanella della terza ora segnò la ricreazione.

Mi alzai e mi diressi fuori dalla classe.

Scoprii velocemente dove si andava per fumare quando non volevi essere beccato dai professori, e mi diressi lì.

Presi una sigaretta dal pacchetto e l'accesi. Poco dopo vidi la ragazza con i capelli arancioni venire verso di me insieme a Josh e Dan.

-Ciao Oliver… Giusto?- chiese tendendomi la mano. Io annuii. Lei mi sorrise. -Sono Hayley.- si presentò tendendomi la mano. Ricambiai il gesto.

-Piacere.- dissi.

-Come ti trovi?- chiese allegra.

-Bene, per essere il primo giorno.- risposi ridacchiando.

Si presentarono anche i due ragazzi, e ci mettemmo a scherzare un po' prima che vedessero un loro amico e si allontanassero lasciando Hayley e me soli.

-Ehi, hai una sigaretta?- chiese Hayley indicando quella che stavo fumando.

-Sai, una ragazza bella come te non dovrebbe fumare.- dissi ridendo.

-Oh, io non fumo, è per Josh. Comunque grazie, me lo dicono in tanti.- rispose atteggiandosi da ragazza snob  (non era per niente una ragazza snob) e ridendo con me.

-In questo caso va bene. Tieni.- esclamai prendendo una sigaretta dal pacchetto, inginocchiandomi e porgendogliela con i palmi aperti sopra la testa come se fosse l'arma più potente e magica dell'universo.

Lei si inchinò e la prese, chiamando Josh e consegnandogli l'arma, cioè, la sigaretta nello stesso modo che avevo usato io.

Entrambi ci voltammo sentendo la voce squillante di Kellin rimproverare qualcuno.

-JUSTIN! VATTENE SUBITO TU NON DEVI FUMARE CAPITO?!- strillò Kellin. -GUARDA CHE LO DICO A MAMMA!- concluse poi.

-Se continui così la mia mamma sarai tu.- esclamò di rimando il ragazzo che Kellin aveva aggredito.

-Dammi quella sigaretta Justin, se no sai dove te la ritrovi? Nel…- iniziò Kellin, per poi essere interrotto sul più bello da un ragazzo alto e moro.

-Ehi ehi ehi, calmi ragazzi. Kellin, vai a farti un giro, ci penso io a lui.- disse il ragazzo.

Kellin sbuffò e si allontanò.

Si diresse verso me e Hayley.

-Ciao ragazzi. Ciao Oliver. Ti trovi bene?- chiese appena ci raggiunse, ancora alterato dalla discussione con quello che avevo capito essere suo fratello.

-Sì, tutto bene.- dissi sorridendogli e buttando la sigaretta ormai finita a terra.

Mentre inizia una conversazione sui professori con Kellin, arrivarono anche Josh e Dan che iniziarono a prendere in giro Hayley per la sua statura. In effetti era piuttosto bassina. 

Stavo scherzando con Josh sul professore di matematica, quando sentii Kellin trascinarmi per un braccio. 

-Ehy Kellin! Lascia qua Oliver, stava parlano con noi!- Urlò Hayley, afferrandomi per l'altro braccio. 

-Sì, okay, ma ora deve venire con me che gli voglio far conoscere Victor!- ribattè Kellin, strattonandomi verso di lui. 

-Ah sì, Victor…- mormorò Hayley alzando le sopracciglia in segno allusivo verso Kellin.

-Piantala.- disse lui guardandola torvo.

-Okay, scusami Kells. Allora vengo con voi.- disse lei, avviandosi a passo di marcia insieme a Kellin.

-Ehm…Ragazzi, potete lasciarmi ora?- chiesi ai due che ancora mi stringevano le braccia.

-Oh, si, scusami.- mormorò Hayley smettendo di stritolare il mio polso e prendendomi a braccetto. Wow.

Ci avviammo verso le panchine situate sotto due grandi alberi, dove riconobbi Vic. 

-Ehy ragazzi, vi voglio presentare quello nuovo. Si chiama Oliver!- urlò Kellin indicandomi e destando l'attenzione di mezzo cortile.

Feci cenno con la mano per salutarli. Per quanto mi stessi sforzando di essere amichevole, mi era comunque difficile presentarmi a nuove persone. 

Dalla panchina si alzò un coro di:-Ciao Oliver!- che faceva molto gruppo di riabilitazione. 

Ci avvicinammo di più e quello che ormai avevo identificato come Vic si fece avanti.

-Ehy, io sono Vic!- Mi porse la mano che, per ricambiare il gesto, strinsi. 

Anche gli altri, ovvero Jenna, Taylor, Justin e Mike (il ragazzo che aveva difeso Justin da Kellin. Wow.) si presentarono. Scoprii che Mike era il fratello minore di Vic e confermai la mia ipotesi: Justin era il fratello di Kellin.

Ricordai anche quel frammento di conversazione tra Kellin e Vic che avevo origliato alla prima ora, e gli sguardi torvi che Mike lanciava ai due confermavano indiscutibilmente quello che si erano detti.

Ci mettemmo a scherzare quando Mike esordì con una frase del tutto fuori luogo: 

-E voi due, statemi lontani che sono sono ancora incazzato per il fatto di ieri.- 

-Mike, senti non farla così tragica.- rispose Vic. 

-Esatto Michael, non è stato niente di che, rilassati.- continuò Kellin. 

-Come!? Niente di che!?- sbottò Vic, di nuovo. 

Kellin sgranò gli occhi e cercò di zittire Vic. Dopo qualche minuto di imbarazzante silenzio i due decisero che era meglio levare le tende e andarsene. 

-Ma… Mike, davvero lo hai scoperto solo ora che quei due scopano?- Taylor ruppe il silenzio che stava diventando davvero insopportabile. 

-E perché? Voi lo sapevate già?- chiese Mike, sgranando gli occhi. Tutti lo guardarono come per dire 'era una cosa ovvia.', quindi Mike si agitò e se ne andò con Justin.

-Oli, andiamocene.- disse Hayley ancora un po' sconvolta da tutto quello che era successo nell'arco di quei cinque minuti. Oli?! Nessuno mi chiamava così da tanto tempo. La cosa mi fece piacere, ma mi riportò alla mente vecchi ricordi che cercavo di seppellire da quando mi ero trasferito.

La seguii dall'altra parte del cortile e vidi che ci dirigevamo verso Jack e Alex, i due ragazzi che avevo visto quella mattina.

-Ciao ragazzi, conoscete già Oliver, no?- chiese Hayley rivolta ai due.

-In un certo senso. Piacere io sono Alex e lui è Jack.- disse Alex stringendomi la mano.

-Piacere mio.- dissi stringendo anche la mano di Jack.

Dopo aver parlato un po' del più e del meno notai che le mani dei due ragazzi si erano unite e che Alex giocherellava con il laccio della felpa di Jack.

A interrompere i miei pensieri sulla loro relazione furono un ragazzo e una ragazza che ci raggiunsero salutando calorosamente Hayley.

-Lui chi è?- chiese il ragazzo appena arrivato. Aveva i capelli di un rosso brillante e sorrideva un po' confuso.

-Oh, sì, lui è Oliver. E' nuovo ed è in classe con noi.- disse sorridendomi.

-Oh, ciao. Piacere, io sono Gerard.- esclamò il ragazzo stringendomi la mano. Mi chiesi perché tutti in quella scuola stringevano la mano a quelli nuovi. Nel vecchio posto dove studiavo tutti snobbavano i nuovi o si limitavano a presentarsi e poi andarsene.

-Lei è Hannah.- continuò Gerard indicando la minuta, bella, meravigliosa ragazza vicino a lui.

Il mio cervello si scollegò subito dopo averla vista, riuscendo a fissarsi solo sui suoi occhi e su quanto fosse maledettamente bellissima, e su quanto io sembrassi stupido a continuare a fissarla. Abbassai lo sguardo e constatai quanto fossero interessanti le punte delle mie scarpe.

-Piacere, a mio fratello piace parlare per me.- disse lei porgendomi la mano e lanciando uno sguardo torvo al fratello.

-Piacere.- mormorai. Lei mi sorrise e ritrasse la mano. Wow. Il suo sorriso. Wow. Non avevo mai visto un sorriso così bello. I suoi occhi marroni si illuminarono, e continuai a focalizzarmi solo su quanto fosse perfetta.

Cercai di non guardarla, ma i suoi occhi si fissarono nei miei, scrutandomi dentro, mentre continuava a sorridermi. Anche io sorrisi, ma probabilmente mi resi ancora più stupido ai suoi occhi.

-Sì, d'accordo.- disse Hayley dopo un lungo periodo di silenzio dove io e Hannah continuavamo a sorriderci.

Mi voltai verso di lei e vidi che passava lo sguardo da me a Hannah, sorridendo compiaciuta. Gerard, Alex e Jack stavano parlando in disparte, e la conversazione sembrava seria, quindi non ci davano molta attenzione.

Cercai una distrazione per smettere di fissare Hannah, quindi tirai fuori dalla tasca il pacchetto di sigarette.

-Non fumare qui. Non vorrai metterti nei guai già il primo giorno.- disse Hannah.

La guardai per un attimo e rimisi il pacchetto in tasca. Ma lo faceva apposta?! Io cercavo un modo per non stare lì a fissarla come un ebete e lei mi toglieva anche la possibilità di mantenere un po' della mia dignità.

La campanella suonò, interrompendo anche quell'ultimo sguardo che ci stavamo scambiando.

-Ciao Oliver, ci vediamo dopo.- disse Hannah passandomi davanti e entrando a scuola. I miei occhi la seguirono automaticamente finché non sparì nell'edificio.

Mi voltai verso Hayley e la vidi che mi guardava ridacchiando.

-Ehi, sei proprio cotto.- disse prendendomi a braccetto. Ci dirigemmo verso la scuola.

-Nah, che dici?!- esclamai negando. Lei mi guardò inarcando un sopracciglio. -Si vedeva tanto?- chiesi dopo qualche secondo abbassando lo sguardo.

-No tranquillo. Sembrava solo che te la volessi fare in mezzo al cortile.- rispose lei. -Ma tranquillo, è normale con Hannah, anche a me è successo la prima volta che l'ho vista.- continuò tranquillamente.

Io mi voltai di scatto e la guardai con un misto di confusione e perplessità.

-Scherzavo, ma è sexy, non è che sei l'unico che lo può pensare.- esclamò lei.

Io scossi la testa e mi misi a ridere. 

-Amore!- disse Hayley lasciandomi il braccio e trotterellando verso Josh Franceschi.

-Ciao piccola.- esclamò lui sollevandola da terra e dandole un bacio sulle labbra.

Si sorrisero, poi si voltarono verso di me, li raggiunsi, Hayley mi riprese il braccio, Josh mi prese l'altro, e tornammo in classe.

 

Dopo qualche giorno ero riuscito ad inserirmi bene, come non ero mai riuscito a fare prima.

Scoprii che Jack e Alex stavano davvero insieme, e che Vic e Kellin invece scopavano e basta.

Mi divertivo molto con loro quattro, e nell'ultimo periodo avevo passato molto tempo con Hayley, Jack, Alex, Gerard e Hannah.

Io e Hannah continuavamo ad avere conversazioni brevissime e a stare tutto il tempo a guardarci e sorriderci.

Hayley mi aveva anche detto che però lei aveva un ragazzo quindi le mie speranze si erano parzialmente spente sul nascere.

Ma non mi importava.

Dopo scuola Hayley e Josh mi portarono in una pizzeria dove avremmo dovuto incontrarci con Jack, Alex, Gerard e Hannah. Hannah. Con il suo ragazzo.

All'inizio avevo tentennato un po' nel sapere che sarebbe venuta anche lei con il suo ragazzo, ma poi Hayley mi aveva convinto.

Ci sedemmo ad un tavolo e dopo poco arrivarono anche gli altri.

-Io sono Pete.- si presentò il ragazzo.

Noi lo salutammo, visto che nessuno lo conosceva.

Pete aveva i capelli rossi (naturali, non come Gerard), e degli occhi marroni (insignificanti, non come quelli di Hannah).

Mi stava già antipatico.

Lui le prese la mano, ma lei gliela lasciò sussultando. Pete per nascondere quel gesto freddo da parte della sua ragazza sorrise e si inserì nella conversazione.

Mi soffermai sui particolari tatuaggi che ricoprivano la mano di lei, stretta attorno al bicchiere, e d'istinto guardai le mie di mani, pensando a come sarebbero stati bene i suoi tatuaggi con i miei. Ma poi, il mio istinto di sopravvivenza mi impedì di autodistruggermi con pensieri del genere e mi portò ad ascoltare la conversazione che stava avendo luogo attorno al tavolo.

In sintesi Gerard si stava lamentando del fatto che erano tutti fidanzati.

-Ehi, ti ricordo che io non ho una ragazza.- dissi sorridendo.

-Perfetto! Hai ragione!- esclamò lui illuminandosi come se la sua vita avesse appena acquistato un senso. -Ehi sai, dovremmo metterci insieme. Tutto sarebbe più bilanciato.- continuò lui facendomi l'occhiolino.

"No grazie, mi sono innamorato di tua sorella." pensai, ma il mio istinto di sopravvivenza sopraggiunse nuovamente per mettermi a tacere e risposi un normalissimo: -Sì, ma solo per stasera amore.- 

Tutti scoppiammo in una risata.

In risposta Gerard, che era vicino a me, avvicinò la sua mano alla mia, io la presi e gli feci l'occhiolino.

Ordinammo le pizze e nell'attesa decisi di uscire a fumare insieme a Josh.

-Amore torna presto, non ce la posso fare senza di te.- mi disse Gerard.

Le nostre mani si lasciarono in un gesto molto teatrale e poi Josh mi trascinò fuori.

Accesi la sigaretta e inspirai, chiusi gli occhi per evitare di guardare Hannah dalla finestra.

-Carina eh Hannah?!- chiese Josh. 

-Sì, è bellissima…-mormorai in ammirazione, poi mi resi conto di ciò che avevo detto e mi schiarii la voce correggendomi: -intendevo, sì, è carina, non è male. Insomma, nella norma cioè…Ecco.- dissi prendendomi il volto fra le mani e scuoterdo la testa.

-Tranquillo, non lo dirò a nessuno.- disse lui dandomi una pacca sulla spalla, buttando la sigaretta a terra e rientrando nella pizzeria.

Io rimasi fuori ancora qualche secondo a schiarirmi le idee e poi rientrai anche, autoconvincendomi che Hannah in realtà non mi piaceva.

Mangiammo e dopo qualche battutina su Jack e Alex che non si mollavano neanche un secondo, decidemmo di andare a bere qualcosa in un locale.

Appena entrai nel locale fui investito dalla musica troppo alta, l'odore di alcol e il caldo causato da troppe persone in un posto troppo piccolo.

Hayley trascinò Josh a ballare, mentre Jack e Alex iniziarono a pomiciare su un divanetto.

Pete e Hannah iniziarono una breve discussione perché Hannah voleva ballare e lui no, quindi lei con il bel caratterino che aveva si incazzò e trascinò me in pista.

Vidi Pete dire qualcosa a Gerard e poi andarsene dal locale.

Gerard indicò Hannah e mi fece l'occhiolino, io alzai gli occhi al cielo e lo mandai a quel paese, ma nella mia mente lo ringraziai per non avermi fatto storie.

-Però io non so ballare, anzi, sono un pericolo pubblico quando mi muovo.- dissi a Hannah.

-Non fa niente, basta che ti lasci andare.- disse lei sorridendomi.

Iniziammo a muoverci a ritmo, e fui subito rapito dai suoi movimenti e dai suoi occhi sempre fissi sui miei.

Dopo un po' sentii un istinto irrefrenabile dentro che si contrapponeva a quello di sopravvivenza, scattai in avanti e la baciai poggiando una mano sulla sua schiena.

Lei non protestò, anzi, rispose, ma io mi resi presto conto dell'enorme cazzotta che stavo facendo. Mi staccai di colpo e la guardai confuso.

-Mi dispiace. Non avrei dovuto, scusami. Cazzo, sono un idiota.- farfugliai allontanandomi.

Lei mi corse dietro, prendendomi per un braccio e baciandomi di nuovo.

La allontanai.

-No fermati.- dissi serio.

-Perchè? Non ti piaccio?- chiese lei un po' offesa.

-No, sai benissimo che non è per questo. Anche un deficiente si sarebbe accorto che mi piaci, e parecchio, l'ha capito pure Josh! Ma non puoi proprio farlo. Tu hai un ragazzo, e io ho sbagliato. e tu non dovresti incoraggiare le mie speranze…- dissi guardandola negli occhi.

-Oli, non fare lo stupido.- disse lei sorridendo e provando ad avvicinarsi di nuovo alle mie labbra.

-No, tu non fare la stupida.- dissi serio e uscii dal locale.

Mandai un messaggio a Hayley: "Me ne sono andato, a domani. -Oli".

Mi tirai il cappuccio sulla testa, accesi una sigaretta e provai a camminare il più velocemente possibile verso casa mia.

 

Angoloino trullallà (?) :
Hello!
Allora, scusate per il miscuglio di persone varie che non c'entrano quasi niente le une con le altre.
Scusate anche per gli eventuali errori di distrazione.
Sono fiera di questa FF, quindi gli errori si possono anche tralasciare, no?! 
Don't Worry people che nei prossimi capitoli diventa più interessante. :')
Bye bye.
c:
(Hope you like it, btw)

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Capitolo 2
*** You Should Be Alone With Me ***


Capitolo 2: You Should Be Alone With Me

 

 

Ormai era un mese che frequentavo quella scuola, uno dei mesi più belli di sempre, se non fosse stato per quella dannata serata. 

Da quel giorno non parlai più con Hannah, ma comunque non la persi mai di vista. Forse me ne sarei dovuto fregare di quel Pete, dare retta a quella vocina che diceva 'baciala ancora' invece di dare retta al mio istinto di sopravvivenza. 

Comunque continuavo ad uscire con Gerard e diciamo che lui mi teneva aggiornato sulla questione Hannah. Gli avevo raccontato cosa successe quella sera e fortunatamente aveva accettato di darmi una mano, in qualche modo. 

Per il resto le cose andavano benissimo. Non mi ero mai sentito così accettato e così pieno di amici. 

Nell'ultimo periodo mi avvicinai davvero tanto a Kellin, che scoprii essere davvero, davvero simpatico. 

Mi stave preparando per uscire con lui, dovevo aiutarlo a comprare i regali di Natale per sua madre e, ovviamente, per Vic, anche se da quello che mi diceva, le cose fra loro due non stavano andando proprio a gonfie vele. 

-Odio il Natale.- esordì Kellin, mentre entravamo nell'ennesimo negozio di biancheria intima femminile. 

-Perchè?- chiesi stupito da quell'affermazione: Kellin non era proprio il tipo. 

-Perchè…- Kellin esitò un po', per poi cambiare completamente argomento. 

-Quale preferisci?- mi chiese lui, mostrandomi due paia di slip da donna. 

-Ehm… Sarebbero per tua madre, vero?- chiesi preoccupato. 

Mi guardò malissimo per un secondo:-Cero, idiota. A Vic ho intenzione di prendere un CD.- rispose -comunque, qual'è il migliore?- continuò rimirando i due capi che teneva in mano.

-Ma perché vuoi comprare un tanga a tua madre? in teoria è una cosa che un figlio non dovrebbe mai fare… E io a cosa ti servo se sai già cosa prendere a Vic?- chiesi  confuso.

-Visto che fai tante polemiche sentiamo cosa proporresti di comprarle.- rispose acido Kellin.

-Non lo so, comprale un maglione!- dissi in tono ovvio.

-Okay, andiamo.- esclamò Kellin dopo averci riflettuto su per qualche secondo.

-Ma, non è un po' presto per i regali di Natale?- chiesi, ricordandomi che fossimo solo a Novembre.

-Presto? Manca solo un mese e mezzo ed io voglio essere preparato. E poi non voglio ritrovarmi alla vigilia bloccato in un centro commerciale a comprare un CD a Vic.- rispose un po' alterato, cercando qualcosa di interessante fra gli scaffali dei CD.

Dopo dieci minuti di indecisione optò per Take Off your Pants and Jacket dei Blink 182. Grande scelta.

Uscimmo dal centro commerciale e andammo in un bar a bere qualcosa.

-Allora, adesso mi dici perché odi il Natale?- chiesi dopo che ci fummo seduti.

-E' una storia lunga, lascia perdere.- disse Kellin liquidando l'argomento con un gesto della mano.

-Per tua fortuna oggi non ho niente da fare.- insistetti io.

Lui sbuffò, ma poi si decise.

-Quando ero piccolo mio padre e mia madre litigavano spessissimo, un giorno litigarono più ferocemente degli altri. Mi ricordo che corsi in camera di mio fratello Justin. A quei tempi io avevo sette anni e lui sei. Visto che io ero il maggiore spettava a me proteggerlo. Andai da lui e gli feci ascoltare la musica con le cuffie per non fargli sentire i nostri genitori che urlavano al piano di sotto. Io intanto sentivo tutto quello che dicevano, mentre premevo le cuffie sulle orecchie di Justin. Ricordo come se fosse ieri il rumore della porta d'ingresso che sbatteva e il pianto sommesso di mia madre al piano di sotto. Fu l'ultimo giorno in cui vidi mio padre. Era la Vigilia di Natale. Quel giorno mi costrinsi a non piangere perché quell'uomo non si meritava le mie lacrime. Aveva ferito mia madre e ci aveva voltato le spalle… Questo è il motivo per cui odio il Natale.- disse Kellin bevendo un grande sorso dell'acqua che la cameriera gli aveva appena portato.

-Mi dispiace tanto…Non lo sapevo, non lo immaginavo nemmeno a dire il vero.- dissi scosso, dopo qualche secondo.

-Tranquillo, ormai è passato.- disse lui sorridendo tristemente.

-Su, andiamo.- disse afferrando i pacchetti con il maglione e il CD.

Pagammo il conto e uscimmo dal bar.

Ci volevano dieci minuti buoni per arrivare a casa mia, e Kellin insistette per accompagnarmi.

-E con Vic?- chiesi dopo un pò.

Kellin alzò le spalle e contorse la bocca in una smorfia.

-Non lo capisco più. Una volta ci intendevamo alla perfezione. Una volta ero quasi innamorato. Ora si scoperebbe qualsiasi cosa che riesce a muoversi…Quando è con me e siamo soli non riesco neanche a provare ad avere una conversazione, gli interessa solo sbattermi e poi sbattersi qualche ragazza e poi provarci con Jenna che non lo filerà mai perché è troppo inaffidabile. All'inizio era divertente poter fare sesso con lui senza che si mettessero in mezzo cose da coppia, ma poi ha iniziato a fare lo snob e abbiamo litigato. E' da un po' che non lo sento, a parte la scuola.- disse abbassando lo sguardo sulle sue scarpe.

-Ah, è proprio un idiota! Senti, non posso darti consigli sulle cose tra ragazzi, ma sulle relazione in generale qualcosa so…Senti, è difficile che non si mettano in mezzo i sentimenti perché alla fine se non c'è amore può esserci qualcos'altro: rabbia, tristezza, sofferenza…Qualsiasi cosa può alterare la nostra percezione di una cosa così intima, insomma, magari lui la viveva in un modo diverso da te e ha pensato che se si faceva qualche bionda a te non sarebbe importato perché la pensavi come lui. Credo comunque che tu debba dirglielo se vuoi che le cose si rimettano a posto, e poi magari non avrai più qualcuno con cui fare sesso ma avrai indietro il tuo migliore amico.- dissi facendo un tiro dalla sigaretta che avevo appena acceso.

Sentii il fumo riempirmi i polmoni, rovinandoli sempre di più, e la nicotina scorrermi dentro. Chiusi gli occhi per un secondo, per poi buttare fuori il fumo.

-Hai ragione. Forse è meglio così. Tanto avrei dovuto comunque rassegnarmi all'idea di perderlo.- rispose Kellin.

Dopo qualche minuto di silenzio arrivammo nella strada di casa mia.

-Ci vediamo domani Kells.- dissi al mio amico.

-A domani.- rispose lui salutandomi con la mano e andando dritto per a sua strada.

Io percorsi velocemente la strada che mi separava da casa mia.

Feci per salire i tre gradini che portavano alla porta d'ingresso ma mi bloccai. Alzai lo sguardo e vidi Hannah seduta sul secondo gradino, in lacrime.

-Hannah. Ehi, cos'è successo?- chiesi inginocchiandomi di fronte a lei.

-Dovevo vederti, ma non c'era nessuno e quindi ti ho aspettato…- disse lei con la voce confusa dai singhiozzi. Si teneva la testa fra le mani, e non riuscivo a vederla in faccia.

-Ehi, guardami…- dissi prendendole il viso fra le mani.

Lei alzò la testa senza protestare troppo. Sgranai gli occhi perché sotto il suo occhio e sulla sua guancia c'era un livido violaceo e un taglio da cui usciva ancora un po' di sangue.

-Chi cazzo te l'ha fatto?- chiesi con un tono duro e incazzato.

Lei non rispose, si limitò a piangere di più.

-Ehi, scusami…Va tutto bene.- sussurrai addolcendomi. Mi sedetti accanto a lei e le misi un braccio dietro alle spalle.

Lei si abbandonò sul mio petto, stringendo la mia maglietta e bagnandola di lacrime.

La tenni stretta finché non si calmò, poi le alzai di nuovo il viso, le accarezzai la guancia sana e le presi la mano.

-Ti prego, dimmi cosa è successo.- la implorai, fissandola negli occhi ancora lucidi.

-E' stato Pete… Abbiamo litigato. Eravamo entrambi incazzatissimi e io l'ho colpito, e poi mi ha colpita anche lui, e io mi sono ritrovata a terra sanguinante mentre lui provava a scusarsi, e me ne sono andata. E sono venuta qui…- disse visibilmente scossa.

-Gliela spacco io la faccia a quel coglione. Vedrai che lo mando all'ospedale la prossima volta che lo vedo.- dissi abbracciandola di nuovo.

Dalle sue labbra a cuore provenì una flebile risata.

-Che ne dici se entriamo?- chiesi alzandomi.

Lei annuì, le presi le mani e la aiutai ad alzarsi, ma le sue gambe cedettero e rischiò di cadere a terra.

-Attenta. Ti aiuto io.- dissi, le misi un braccio sotto le ginocchia, uno sulla schiena e la sollevai.

Era così piccola tra le mie braccia, così leggera e indifesa.

La misi distesa sul divano e mi sedetti accanto a lei.

-Non voglio che stai così lontano. Ti voglio qui.- disse allungando una mano.

Mi fece un po' di spazio e io riuscii a distendermi fra lei e lo schienale del divano.

Le misi un braccio attorno alla vita, e lei appoggiò la mano sulla mia.

Restammo così per diversi minuti, mentre le accarezzavo lentamente i capelli corvini.

Hannah si girò verso di me e ritrovai i suoi occhi che scrutavano la mia anima come la prima volta che ci eravamo visti.

Le sorrisi, lei ricambiò il gesto e poi mi prese una mano attorcigliandola alla sua; si avvicinava sempre di più, e quella volta fu lei a baciarmi. Chiusi gli occhi e assaporai tutto di quel momento, assaporai le sue labbra morbide, le nostre mani intrecciate, i suoi capelli che mi solleticavano il collo, il suo profumo.

-Oliver, non mi importa niente di Pete.- disse staccando le sue labbra dalle mie e fissandomi negli occhi.

-Nemmeno a me importa niente di Pete.- risposi baciandola di nuovo. Quello fu il momento in cui mandai del tutto a puttane il mio istinto di sopravvivenza.

Avrei potuto non smettere mai di baciarla, perché sicuramente le sue non erano labbra di cui ci si stanca. Baciarla era la cosa più bella che avessi mai fatto in tutta la mia vita.

Quando ci staccammo nuovamente per prendere aria, non riuscii a interrompere il contatto e iniziai a baciarle il collo. Le sue mani mi accarezzavano la schiena, scivolando sotto il maglione e la maglietta.

Mi ritrovai sopra di lei.

Ci accorgemmo che se non avessimo smesso, le cose sarebbero degradate e ci saremmo ritrovati non solo a baciarci perché nessuno dei due riusciva a controllarsi quando c'era l'altro.

Ci fermammo e ci tenemmo semplicemente stretti.

-Vuoi qualcosa da bere?- le chiesi continuando a sorridere come un ebete.

-Certo.- disse alzandosi dal divano. Mi alzai anche io e la presi per mano, portandola in cucina.

Ovviamente io non avevo mai fatto un tè, anzi non avevo mai nemmeno lavato un cucchiaino, figuriamoci se sapevo anche solo far bollire l'acqua.

Hannah mi prese in giro e fece il tè.

Ci sedemmo al tavolo davanti alla finestra che dava sul cortile interno di casa mia. Sorseggiammo il tè in silenzio, e mi sorpresi nel notare che le nostre mani erano intrecciate sopra il piano del tavolo. Non mi ero nemmeno accorto di quel contatto, era già una cosa automatica per me cercarla e sentirmi bene quando potevo averla vicino.

Sorrisi.

-Perchè sorridi?- mi chiese Hannah.

-Perchè i tuoi tatuaggi stanno davvero bene con i miei.- dissi indicando le nostre mani intrecciate e i tatuaggi che si toccavano e si confondevano.

Sorrise anche lei.

Il telefono iniziò a vibrare nella mia tasca e fui preso dallo sconforto: per rispondere avrei dovuto lasciare la sua mano, quindi avrei potuto non rispondere, a meno che non avessi potuto avere due mani, ma io avevo due mani; quindi lasciai la tazza sul tavolo e sorrisi compiaciuto visto che potevo rispondere a Gerard che mi chiamava e anche tenere la mano di Hannah.

-Ciao Gerard.- dissi rispondendo al telefono.

-Ehy, sai dov'è Hannah? Ti ha chiamato?- chiese preoccupato.

-Sì, è qui da me, stai tranquillo.- risposi guardando Hannah, lei sospirò.

-Me la passi?- chiese lui, io feci un verso di approvazione e passai il cellulare a Hannah.

-Ehy.- disse tranquillamente. -Sì, sono da Oliver, dovresti averlo capito visto che questo è il suo telefono. No, non voglio tornare a casa. Non mi interessa. Hai davvero visto Pete? E' venuto a casa?! Davvero?! Ah, si, ci siamo mollati. Mi ha colpita. Ah, se te l'ha detto allora va bene. Bravo, in effetti hai fatto bene a tirargli un pugno. No, non voglio tornare a casa, per la seconda volta. Perché non mi importa di Pete, mi importa di Oliver. Sì, non dirmi che non l'avevi capito. Se proprio devi puoi venire qui. Ma non devi. Quindi non venire. Scommetto che verrai comunque, giusto?! Ecco appunto. Ciao. Sai che sei un rompipalle?! Sì, ciao.- questo era quello che Hannah rispose alle domande del fratello.

-Quindi sta venendo qui?- chiesi avendo capito qualcosa della telefonata.

-Già.- disse Hannah sconsolata.

Notai con piacere che le nostre mani non si erano ancora lasciate, e l'avrebbero fatto difficilmente.

-Quindi ti importa di me, eh?- chiesi con una faccia da ebete ricordando una parte della sua conversazione con Gerard.

-Sì, mi importa di te Oliver Sykes. Mi importa molto di te.- disse allungandosi sul tavolo per avvicinarsi a me e baciarmi.

Sorrisi sulle sue labbra, baciandola ancora una, due, tre volte.

Mandai un messaggio a mio padre con scritto di portare mia madre a cena fuori quella sera perché a casa dovevano venire degli amici.

Io e Hannah mangiammo qualcosa per cena e poi ci mettemmo sul divano a guardare un film.

Guardavamo lo schermo, lanciandoci qualche occhiata e qualche sorriso ogni tanto, ormai era il nostro modo di comunicare. Lei era sdraiata con le gambe appoggiate sopra le mie. Io le accarezzavo le caviglie e le cosce, tenendo l'altra mano irrimediabilmente intrecciata alla sua.

Sentii bussare alla porta.

-Chi è?- urlai per la non voglia di alzarmi.

-Sono Gerard.- disse la voce da fuori la porta.

Io e Hannah ci scambiammo uno sguardo e alzammo gli occhi al cielo.

-Entra, la porta è aperta.- risposi. La porta si aprì e si richiuse con un tonfo, e poco dopo Gerard spuntò dal corridoio.

-Ciao ragazzi.- disse lui sedendosi sulla poltrona vicino al divano.

-Ciao Gee.- disse Hannah, io lo salutai con un cenno.

-Hannah, va tutto bene?- chiese lui. Lei annuì sorridendogli e lanciando uno sguardo a me.

Gerard ci guardò sorriderci e poi guardò le nostre mani intrecciate e la mia mano ferma sulle caviglie di Hannah, e il fatto che sembrava una cosa così normale, così assolutamente perfetta. Così assolutamente naturale.

Quando Hannah si alzò per andare in bagno, Gerard me lo disse, mi disse che quello per lui era così assolutamente amore.

Hannah tornò, e ci chiese che cosa avessimo, visto che entrambi sorridevamo, e Gerard aveva le lacrime agli occhi per la felicità perché era un ragazzo molto sentimentale.

In quel momento potei dire che stavamo ufficialmente insieme.

Hannah tornò sul divano vicino a me, si sedette e appoggiò la testa sulla mia spalle. Io la circondai con un braccio e repressi il forte istinto che mi diceva di baciarla, ma non potevo perché c'era Gerard e sarebbe stato fuori luogo.

-Io mi sa che vado in cucina così la puoi baciare, se no che brutto…Non trovi? Poi credo che me ne andrò anche.- disse Gerard e andò in cucina, e io la baciai. La baciai dolcemente ma a lungo, e poi sentii la porta di casa chiudersi perché Gerard se n'era andato. 

-Sai, credo che anche a me importi di te…Ma forse non è che mi importa, è che ti amo.- dissi accarezzandole il viso.

-Sai, credo di amarti anche io.- rispose lei sorridendo e abbracciandomi.

 

Il giorno dopo a scuola salutai velocemente i miei amici e mi diressi subito verso Hannah, che parlava con Hayley e Gerard.

-Ehi.- dissi io abbracciandola e dandole un leggero bacio sulle labbra.

-Ehi.- rispose lei sorridendo e circondandomi la vita con un braccio

-Ciao Oli.- dissero Hayley e Gererd in coro facendo una vocina svenevole e guardando me e Hannah.

Lei arrossì e abbassò lo sguardo, mentre io ridacchiai e la baciai fra i capelli.

La campanella suonò e mi costrinse a salutare Hannah e a lasciarle la mano.

Andai con Hayley a braccetto in classe, mi sedetti al mio banco e finalmente pensai a quanto ero assurdamente felice.

Feci il test di matematica senza pensare a quanto fosse difficile, la professoressa di scienze mi interrogò e andò malissimo perché non sapevo niente e pensavo solo ad Hannah, ma non mi importava; e durante la terza ora guardai continuamente l'orologio perché non vedevo l'ora di rivederla. Stavo diventando maniacale.

Hayley ridacchio scuotendo la testa quando la campanella suonò e io corsi fuori dall'aula.

Corsi per il corridoio e poi giù per la rampa di scale che portava al piano terra, uscii in cortile e la vidi già lì ad aspettarmi nel solito posto dove ci incontravamo con gli altri.

Non c'era nessun altro in cortile per il momento quindi la sollevai da terra e la baciai con passione, finché un colpo di tosse finto non ci riportò alla realtà.

Ci voltammo verso Hayley e Kellin che facevano finta di guardare l'ora e battere il piede innervositi.

Poi si misero a ridere anche loro e ci guardarono dolcemente, compiaciuti e divertiti.

-Insomma, che vergogna, scambiarsi effusioni in pubblico in questo modo!- esclamò Alex arrivando con Jack.

-Parlate proprio voi che non vi staccate un attimo!- disse Hayley sbuffando.

-Guarda signorina che anche tu e il tuo Josh non siete meglio!- la canzonò Alex incrociando le braccia.

-Non vi siete mai resi conto di quanto sia bello essere single?! Non ci sono questi problemi di effusioni!- esclamò Gerard che intanto ci aveva raggiunti.

-Vedrai che prima o poi la penserai diversamente.- gli disse Kellin battendogli una pacca sulla spalla.

Il sorriso sulle labbra di Kells si spense appena vide Vic venirci incontro, seguito da due ragazze che nessuno conosceva.

-Ciao ragazzi, come state?- chiese lui appena ci raggiunse.

-Bene, tu?- disse Josh.

Kellin alzò gli occhi al cielo e se ne andò senza dare troppe spiegazioni.

Non gli aveva ancora parlato, oppure gli aveva parlato e le cose erano peggiorate. 

Istintivamente seguii Kellin, lanciando un'occhiata di scuse ad Hannah e lasciandole controvoglia la mano.

-Ehi, Kells, che hai?- chiesi raggiungendolo. Faticai a stargli dietro perché, anche se era piuttosto basso, camminava molto velocemente.

-Niente, è solo che non ho voglia di parlare a Victor mentre ci sono lì le sue amichette.- disse con amarezza.

-Ma non gli hai parlato? Per chiarire le cose?- chiesi aggrottando la fronte.

-No, non ancora…- ammise abbassando la testa.

-Mi puoi spiegare perché gli hai comprato un regalo?!- esclamai confuso.

-Senti, io gli voglio bene. E sarà sempre così. Poi l'hai detto tu: a Natale manca ancora un bel pò. C'è sempre il tempo che le cose si sistemino.- disse in un modo fin troppo ottimistico; ma mi lasciai trasportare dall'entusiasmo e sorrisi annuendo.

Rientrammo in classe prima che la campanella suonasse e fummo costretti a bloccarci sulla soglia. 

Spesso ci chiedevamo cosa facessero Alex e Jack quando sparivano a ricreazione, e in quel momento i nostri dubbi scomparvero del tutto.

I due erano mezzi sdraiati su un banco a limonate in modo un po' troppo selvaggio per essere le undici di mattina.

-Oh, ciao ragazzi.- disse tranquillamente Alex.

Io e Kellin ci scambiammo un'occhiata e richiudemmo velocemente la porta dell'aula, scappando in cortile.

 

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Capitolo 3
*** I Had It All But Not What I Wanted ***


Capitolo 3: I Had It All But Not What I Wanted

 

 

Dormivo beatamente nel mio letto e sognavo le labbra di Hannah, quando qualcosa non mi fece svegliare di soprassalto.

Appena i miei occhi riuscirono a mettere a fuoco quello che avevo davanti, mi accorsi di essere completamente fradicio. Voltai la testa e trovai Hayley in piedi accanto al mio letto con un secchio in mano.

-Ciao Oli.- disse la ragazza con tono zuccheroso. -Dormito bene?- chiese ridendo.

-Tu! Ti odio!- urlai puntandole un dito contro.

Lei scoppiò a ridere e lasciò cadere il secchio. Altre risate si unirono alla sua e vidi Hannah, Gerard e Josh in piedi dietro Hayley.

-Scusami ma questa non posso non immortalarla!- disse Gerard lacrimando dal ridere e tirando fuori il cellulare.

Mi fece una sorta di servizio fotografico e io resistetti all'impulso di spaccare il collo a lui ed Hayley.

-Sì, vi voglio bene anche io ragazzi. Ma ora ditemi…COSA CAZZO CI FATE IN CAMERA MIA ALLE SETTE E MEZZA DI DOMENICA MATTINA?- gridai garbatamente.

-Vestiti. Andiamo a pattinare.- disse Hayley ignorando la mia sfuriata.

Sbuffai e mi alzai.

Mi avvicinai all'armadio e iniziai a tirare fuori una maglietta.

-Oh, ma ti prego!- esclamò la tappetta rossa esasperata. Si avvicinò al mio armadio, studiò i vestiti nel complesso e poi tirò fuori quello che sarebbe stato il mio outfit.

-Non preoccuparti Oli, fa così tutte le volte che dobbiamo uscire.- disse rassegnato Josh. Ci scambiammo un'occhiata comprensiva.

-Su, mettiteli.- disse esortandomi a sbrigarmi. 

-Ehm. Non potete uscire, vero?- chiesi facendo intuire che non avevo intenzione di cambiarmi di fronte a loro.

-Non fare il bambino! Tanto prima o poi ti vedremo in costume quindi anche se sei in mutande non fa niente, e Hannah è la tua ragazza, prima o poi capiterà di…- disse Hayley, venendo bruscamente interrotta da Hannah che le tappò la bocca per non farle continuare il discorso.

Sbuffai ancora e mi rassegnai al fatto che non si sarebbero schiodati di lì per paura che mi riaddormentassi.

Mi spogliai e rivestii più in fretta che potei, mi misi le scarpe scelte (anche quelle) da Hayley e corsi giù per le scale insieme agli altri.

-Genitori, io me ne vado! A domani…Forse.- esclamai prima di uscire frettolosamente dalla porta, trascinato da Josh e Gerard.

Salimmo sulla macchina di Josh e arrivammo alla pista di pattinaggio nel giro di dieci minuti.

Non c'era quasi nessuno. C'erano solo Kellin, Justin, Mike, Vic e Jenna. Dopo poco ci raggiunsero Dan, Taylor e Jack e Alex.

Noleggiammo i pattini e andammo in pista.

C'eravamo solo noi, quindi eravamo liberi di fare tutte le cazzate che ci venivano in mente.

Dopo qualche tentativo di Jack e Alex di pattinare seriamente caddero per terra e si sdraiarono iniziando a pomiciare. Ovviamente.

Kellin stava facendo la sua personale esibizione, ma tanto era bravo, quindi ci fermammo un attimo ad osservarlo.

Hayls e Josh pattinavano tranquilli mano nella mano e si fermavano ogni tanto per un bacio veloce.

Gerard arrivò vicino a me ed Hannah e iniziò a lamentarsi del fatto che tutti si baciavano o peggio (riferendosi a Jack e Alex) e, quando io e Hannah provammo a baciarci per dargli fastidio, ci buttò a terra e cademmo rovinosamente tutti e tre.

Vic, Jenna, Dan e Taylor erano quasi fermi in mezzo alla pista e parlavano tranquillamente.

Justin si era fermato a parlare, o meglio, discutere con Kellin vicino alla balaustra. Kellin scocciato se ne andò da Vic e provò a chiedergli di parlare, ma lui gli rispose in malo modo e Kellin lo spinse facendolo cadere addosso a Dan.

Risero tutti tranne Kellin e Vic. Se per gli altri quello era solo uno scherzo amichevole, per loro due era una sorta di dichiarazione di guerra.

E come se tutti mi stessero leggendo nel pensiero, iniziarono la guerra. Si spingevano e si buttavano a terra, e ridevano molto.

Dan e Josh slittavano sulla pancia spingendosi l'un latro come i pinguini. Una scena abbastanza patetica.

Taylor pattinava con in braccio Hayley che urlava.

Alex e Jack rimanevano sdraiati a pomiciare, stranamente ancora incolumi.

Vic e Kellin smisero di scherzare e iniziarono a discutere urlandosi contro.

Mike provò a difendere suo fratello spingendo Kellin, e Justin si arrabbiò con Mike prendendo le parti di suo fratello.

-Lascia stare mio fratello! Lui e Vic stavano solo discutendo! Non c'è bisogno di arrivare alle mani!- esclamò Justin scocciato.

-Ma piantala! Siete tutti e due patetici! Kellin è soltanto una checca triste perché ha perso il suo giocattolino, e tu sei patetico perché lo difendi!- Nella voce irata di Mike c'era solo amarezza, e a Justin non andò molto giù il suo discorso perché gli tirò un pugno in faccia.

Vic reagì buttandolo subito a terra e aiutando il fratello a rialzarsi.

Accorremmo tutti in loro aiuto. Io e Alex provammo a fermare Mike da far di nuovo male a Justin.

-Tu non tocchi mio fratello! A me puoi fare quello che vuoi Vic, tanto mi hai già spezzato il cuore. Cosa può essere peggio?- urlò Kellin provando a tirare un pugno in faccia a Vic.

-Ragazzi basta! Usciamo di qui e parliamone civilmente!- esclamò Hannah mettendosi in mezzo a Vic e Kellin.

Il messicano non reagì molto bene ma seguì tutti fuori dalla pista.

Ci togliemmo i pattini.

-Victor, sei solo un coglione.- disse Kellin sprezzante.

Vic, che si stava togliendo i pattini, strinse il puno intorno al pattino che aveva appena tolto e in uno scatto d'ira lo tirò addosso a Kellin che cadde a terra.

Corremmo subito da lui.

-Lasciatelo respirare!- urlai cercando di fargli un po' di spazio.

Mi avvicinai a lui e vidi che la lama del pattino gli aveva creato una brutta ferita alla testa.

-Kellin, mi senti?! Dio, chiamate un'ambulanza!- urlai rivolto agli altri.

Kellin rimaneva per terra, senza dare nessun segno di essere sveglio.

Aveva gli occhi chiusi e dalla sua testa si allargava una grande pozza di sangue scarlatto, ma respirava ancora.

-Ma sei un coglione?! Cazzo, potevi ucciderlo! POTEVI UCCIDERLO! QUALUNQUE COSA SIA SUCCESSA FRA VOI DUE IDIOTI NON VALE LA SUA VITA!- urlò irata Hayley spingendo Vic.

Ma lui non la sentiva nemmeno, guardava a bocca aperta Kellin e tutto il sangue intorno a lui. Era completamente sbiancato e le mani gli tremavano. Evidentemente non aveva pensato prima di fare quello che aveva fatto.

L'ambulanza arrivò, colorando tutto di rosso e azzurro e riempiendo l'aria con il suono assordante della sirena.

Io e Justin salimmo in ambulanza con lui, mentre gli altri arrivarono in ospedale in macchina.

Kellin si era svegliato durante il tragitto pista-ospedale, ma non era confuso come mi aspettavo.

Lo portarono al pronto soccorso dove gli misero parecchi punti alla ferita sulla fronte.

-Sei fortunato. Ti ha mancato l'occhio per un pelo. Ma com'è successo?- chiese l'infermiera che gli stava finendo di dare i punti.

-Sono caduto. Eravamo a pattinare e sono caduto, tagliandomi.- disse Kellin cercando di non guardare me e Justin negli occhi.

Non avevo chiaro il perché avesse mentito, ma sapevo che aveva fatto bene, aveva fatto la cosa giusta.

-Come sta?- chiese Vic appena raggiunsi lui e gli altri in sala d'aspetto.

-Bene, ma gli hanno dato tanti punti. E' cosciente, e sei fortunato che non ha detto che sei stato tu. Ha detto che è caduto. Non so perché l'abbia fatto, ma tu stagli lontano o ti spacco la faccia.- dissi sprezzante andando da Hannah e Hayley.

-E ora dov'è? Kellin, intendo.- mi chiese Hannah, prendendomi la mano. 

-Stanno finendo di medicargli la ferita. Justin è con lui.- risposi passandomi una mano fra i capelli. 

Ci sedemmo sulle sedie in sala d'aspetto. Eravamo tutti in silenzio, aspettando che Kellin e Justin ci raggiungessero. 

Continuavo a pensare all'atto di Kellin: non tutti avrebbero fatto così al suo posto. Mi stupii di quanto Kellin volesse bene a Vic, anche dopo che gli aveva fatto una cosa del genere. 

Continuavo a fissare Vic, si vedeva che era davvero davvero dispiaciuto: tremava e continuava a torturarsi le mani da quanto era nervoso. 

Ma pentirsi non era abbastanza. Doveva riconoscere la cazzata che aveva fatto, anzi, non era nemmeno abbastanza, avrebbe dovuto non farla e basta.

Justin uscì dal pronto soccorso, sostenendo Kellin intontito dagli antidolorifici.

-Gli ha chiesto di tornare a casa e non pensano che sia grave quindi Josh, ci puoi accompagnare?- chiese Justin visto che loro erano arrivati con Vic e Mike.

-Certo. Ma non ci stiamo tutti in macchina.- disse Josh mordendosi il labbro pensieroso.

-Tranquillo, io abito a dieci minuti da qui, vado a casa e prendo la mia macchina.- dissi indicando Hannah e Gerard.

Josh mi ringraziò e andò con Kellin, Justin e Hayley alla macchina.

Quando Kellin passò di fronte a Vic, il messicano provò a mormorargli qualche scusa, me lui lo ignorò e Justin lo fulminò facendolo stare zitto.

Io e Hannah ci dirigemmo verso casa mia mano nella mano, con Gerard che stava a distanza di sicurezza.

-Sai che puoi camminare vicino a noi, vero?- disse Hannah girandosi verso suo fratello.

-No tranquilli, sto bene qui solo, non si sa mai con voi coppie, potete fermarvi da un momento all'altro e iniziare a mangiarvi la faccia a vicenda. Non è una scena a cui voglio assistere.- disse lui continuando a fissare lo schermo del suo cellulare, da cui stava scrivendo un messaggio.

-Con chi messaggi?- chiese Hannah curiosa.

-Nessuno.- rispose lui sulle difensive.

-Uh, calmo.- ribattè lei ridendo.

-Han, se lui è così preso dal telefono, posso mangiarti la faccia?- chiesi facendo il verso a Gerard.

-Ma sì, dai.- disse lei prendendo a baciarmi.

-Ecco appunto.- esclamò Gerard superandoci velocemente.

Ci mettemmo a ridere e lo raggiungemmo, prendendogli un braccio per uno per spiare con chi stesse massaggiando.

Ma lui si infilò subito il telefono in tasca e si staccò da noi.

-Non voglio contatti troppo ravvicinati, grazie, ho bisogno del mio spazio vitale.- disse schifato.

-Oh, scusami maestà.- esclamò Hannah.

-Ma perché Vic l'ha fatto secondo voi? DI solito non è mai quello che si lascia sopraffare dalla rabbia.- chiesi pensieroso.

-Non so. Credo che quello che sia successo fra loro non sia così grave, ma Kellin quando lo vede gli dice spesso cose pesanti. Lo insulta. Credo che non ce la facciano più.- rispose Gerard.

-Secondo me hanno sbagliato entrambi, Vic ha esagerato, ma Kellin è stato molto coraggioso a non incolpare Vic. Ha evitato di metterlo nei casini almeno.- commentò Hannah.

-Già…- mormorai attirandola a me e cingendole la vita con un braccio.

Dopo quei pensieri facemmo il resto del percorso fino a casa mia in silenzio.

Entrai in casa e presi le chiavi della macchina.

Accompagnai a casa Gerard e Hannah e, visto che erano solo le undici di mattina, mi chiesero di rimanere lì a pranzo.

I loro genitori non c'erano quindi avremmo dovuto arrangiarci, ma fortunatamente dopo quello che era successo a Kellin nessuno di noi aveva più fame.

Passammo una ventina di minuti di silenzio. Non ci veniva voglia di ridere, ma neanche di parlare. Sinceramente in quel momento l'unica cosa che volevo era sapere come stava Kellin, quindi presi il telefono e mi allontanai da Hannah e Gerard. Composi il numero di Justin. 

-Pronto?- rispose Justin. 

-Ehi Justin, sono Oliver. Volevo sapere se Kellin sta meglio e se se la sente di parlare.- gli chiesi sottovoce.

-Uh, ehm… Sta meglio, ma sta dormendo. Se vuoi ti faccio richiamare da lui quando si sveglia.- ripose Justin.

-Ehm, sì grazie. Ciao.- conclusi la chiamate e ritornai da Hannah e Gerard che, nel frattempo, si erano spostati in cucina e stavano preparando dei panini. 

Mi avvicinai a Hannah da dietro e la abbracciai, appoggiando la mia testa sulla sua spalla. 

-Che ha detto Justin?- mi chiese Hannah, voltandosi verso di me e posandomi un piccolo bacio sulle labbra. 

-Ha detto che mi richiama appena Kellin si sveglia.- non feci tempo a finire la frase che il telefono squillò. 

Guardai lo schermo del cellulare. Era Justin. 'Quando parli del diavolo, spuntano le corna', pensai. 

-Pronto?- risposi sottovoce, per paura che ci fosse Kellin dall'altra parte e di stordirlo ancora di più.

-Oli, sono Kellin.- disse una voce flebile dall'altra parte della linea.

-Ehi, Kells, come stai'- chiesi preoccupato.

-Meglio, diciamo che i miei sentimenti sono più feriti della mia faccia.- rispose lui amaramente.

-Immagino…Kells, mi dispiace tanto. Se ti serve qualcosa noi ci siamo- dissi cercando di fargli capire quanto tutti noi gli fossimo vicini.

-Grazie Oli. Ci vediamo.- disse lui.

-Ciao Kells.- risposi chiudendo la telefonata.

-Sta meglio?- chiese Hannah.

-E' scosso.- dissi raggiungendola.

-Ragazzi, io devo andare. Ci vediamo dopo.- disse Gerard dopo aver scritto un messaggio. 

-A dopo.- rispose Hannah. -Scommetto che non li vuoi nemmeno tu quei panini, giusto?!- chiese poi a me.

-Già.- risposi prendendole la mano.

-Allora andiamo su.- disse accompagnandomi al piano di sopra.

 



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E' da troppo che non aggiorno, e mi dispiace tantissimo! Mi scuso un sacco con chi seguiva la storia! Davvero, la storia era ancora agli inizi e non aggiornando più ho probabilmente perso e deluso i pochi che si erano interessati, quindi, ancora una volta, mi dispiace un sacco! 
Non voletemi male!
Alla prossima, e prometto di aggiornare più velocemente di quanto io non abbia fatto stavolta. 

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