La forza di rialzarsi... per vivere di nuovo

di Stellyna_P
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E quando sembra tutto inutile… qualcuno ti darà la forza di rialzarti ***
Capitolo 2: *** Non voglio andare a Londra ***
Capitolo 3: *** Lui e Lei ***
Capitolo 4: *** Incontro ***
Capitolo 5: *** La quiete prima della tempesta. ***
Capitolo 6: *** La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo ***
Capitolo 7: *** Lei: la strega cattiva ***
Capitolo 8: *** Ritorno da te ***
Capitolo 9: *** Salvataggi e un Malfoy di troppo ***
Capitolo 10: *** Il segreto di Klelia ***
Capitolo 11: *** Pollo alle mandorle e gelosia # I parte ***
Capitolo 12: *** Pollo alle mandorle e gelosia # II parte ***
Capitolo 13: *** L'importante e che tu ci sia ***
Capitolo 14: *** Sentimenti contrasti ***
Capitolo 15: *** La maledizione dei Nuttinum ***



Capitolo 1
*** E quando sembra tutto inutile… qualcuno ti darà la forza di rialzarti ***


Mani piccole e curate

E quando sembra tutto inutile… qualcuno ti darà la forza di rialzarti

Mani piccole e curate.

 [Mani sempre indaffarate, unghie mangiucchiate]

 

Occhi azzurri, superficiali, frivoli…vuoti.

[Occhi d’oro, dolci e sempre attenti pronti ad amare o… ad odiare]

 

Chioma rossa, come la passione, sistemati in un’elaborata acconciatura.

[Capelli cespugliosi, crespi, sempre trattenuti da una rigida crocchia]

 

profuma di fragola e zucchero…troppo dolce

 [essenza di rosa, delicata ma forte]

 

Labbra carnose e piene di trucco

[Labbra morbide e perennemente torturate dai suoi denti candidi]

 

Seno abbondante,molto,probabilmente rifatto

[Petto piccolo e sodo]

 

Voce acuta e poco persuasiva

[Voce petulante e da saccente, ma dolce e leggera]

 

Sorriso malizioso

[riso abbagliante e pieno di speranze]

 

Katie Collins

[Hermione Jane Granger]

La camera era sommersa dai gemiti dei due ragazzi, la loro pelle era infuocata, le gambe si sfioravano e si intrecciavano continuamente e le loro lingue erano impegnate a giocare e a inseguirsi.

Un’ultima spinta di lui, più forte, lei inarca il busto permettendogli di andare più affondo.

Un flash.

Ricci castani sparsi per il cuscino, il volto accaldato e un po’ sudato…Hermione…

A quella visione continua a spingere il suo membro dentro di lei fino ad arrivare all’orgasmo insieme.

Il ragazzo esce da lei e si accascia vicino al corpo della rossa che posa le sue mani sul suo petto, stringendolo.

-“è stato fantastico” mormora la ragazza con la voce ancora roca.

Il ragazzo non risponde. È troppo impegnato a pensare a quella maledetta strega che è riuscita ad insinuarsi nei suoi pensieri come solo un serpente riesce a fare… e per fortuna che era lui la serpe.

Ancora una volta aveva desiderato che ci fosse lei, Hermione, al posto di una di quelle ochette che si portava a letto.

Erano passati cinque schifosissimi anni, e lui ancora pensava alla mezzosangue.

A quella ragazza che aveva insultato e torturato per anni che poi infine aveva imparato ad amare. E aveva ragione Blaise quando gli aveva detto che quelle come Hermione ti entrano nel cuore per tutta la vita.

-“Amore, domani andiamo alla festa di Harry insieme?”

Amore? L’aveva chiamato amore. Questo era il colmo.

Lui non era tipo di stupidi epiteti come tesoro o orsacchiotto.

-“No” risponde con una voce annoiata, l’ennesima che pensava di poter

diventare importante per lui.

Solo quattro persone erano riuscite ad avere questo onore.

E quella che aveva il trono indiscusso l’aveva allontanata da lui.

Che grande stronzata aveva fatto.

-“Ma orsacchiotto, perché?ah ho capito non vuoi andarci perché vuoi rimanere qui con me,stupidino me lo potevi dire prima” risponde Katie con un sorriso malizioso.

-“No Katie, io domani andrò alla festa di Potter,ma senza di te” detto questo si alzò e iniziò a cercare i vestiti

-“Ma, ma, io… pensavo che mi amassi” le lacrime le stavano per uscire dagli occhi.

Quanto odiava le persone che piangevano, soprattutto per cose cosi futili.

-“Senti Katie, è stato davvero una bella serata, ma nulla di più. Mi dispiace. Ora se vuoi puoi andartene. Quella è la porta” disse mentre cercava di indossare la maglietta.

-“Sei uno stronzo Draco” E con le lacrime Katie si diresse verso l’uscita per poi chiuderla brutalmente.

Draco sospirò e si sedette su una delle comode poltrone di Malfoy Manor.

Un attimo dopo una ragazza dai lunghi capelli corvini si materializzò nella casa del biondino e scrutandolo sorrise, come solo una madre o una sorella sapeva fare.

-“Un’altra biondina scappata in lacrime eh?”

-“No stavolta era rossa” rispose con un leggero sorriso.

Si avvicinò a lui e solo dopo Draco notò che in braccio aveva un bellissimo bambino di due anni.

Aveva gli occhietti blu, il vanto dei Zabini e i capelli neri.

-“Io e Blaise ti volevamo chiedere un favore” disse con un tono supplichevole.

-“No, no e ancora no” rispose Draco alzandosi dalla poltrona

-“Ma non ti ho chiesto ancora cosa devi fare” gli disse sbattendo gli occhi con fare civettuole.

-“Mi chiederai ti tenerti questa piccola peste così tu e Blaise potrete andarvene tranquillamente fuori” incalzò Draco.

Lei come risposta gli sorrise e gli passo il pargoletto che dormiva come un angioletto.

-“Ma guarda sta dormendo, non ti procurerà nessun fastidio. E poi tu sei il suo padrino qualcosa la dovrai pur fare.

Guardò attentamente il bambino e infine sorrise. Uno di quei sorrisi che conservava solo per i due suoi migliori amici e per il loro bambino.

-“Ok, ok. Ma non predetevi questa abitudine” sentenziò il ragazzo.

-“Grazie Draco, sei un amore” gli rispose Pansy in modo provocatorio, sapeva che l’amico odiava quei nomignoli ma era troppo divertente quando si arrabbiava.

-“Non chiamarmi amore, Pansy, non potrei rispondere alle mie azioni” disse avvicinandosi alla mora.

-“Ma io so che mi vuoi bene e che non mi faresti niente”

-“Ed è solo per questo che ancora sei viva”

-“Vabbè Draco io vado, Blaise lo prenderà più tardi, non comportarti da bambino con lui” e senza dare tempo a Draco di rispondere si smaterializzò.

Draco poggiò il bambino, che ancora dormiva, sul suo letto e poi per passare del tempo, prese la Gazzetta del Profeta che ancora non era riuscito a leggere.

“Le così dette “ANIME DELLA MORTE” continuano a portare lo sgomento nella Londra Magica. Il dipartimento Auror non sa ancora dirci cosa vogliono e chi sono queste creature.(continua a pag 14)”

girò la pagina annoiato, era giorni che si occupava di questo caso e sinceramente non aveva voglia di pensarci ancora. Né avrebbe parlato il giorno dopo con Potter.

Eh gia, Draco Malfoy era diventato un abile auror e lavorava insieme al grande Harry Potter.

Certo non si amavano ma non si ammazzavano nemmeno appena si vedevano. C’era una sorte di rispettò fra loro due.

Continuo a sfogliare il giornale alla ricerca di qualche informazione interessante.

Si bloccò solo quando lesse il titolo in alto della rubrica della “Moda” .

“Hermione Jane Granger ha riaccettato il contratto con la LookMagic, la giovane modella dopo aver avuto problemi con l’associazione aveva deciso di ritirarsi dal mondo dello spettacolo, ma con l’aiuto di Adrien Guerin (il fotografo della casa) e delle sue due coinquiline Chanel Barbier e Ambrè Martinez(entrambe modelle) ha capito che la fama e lo spettacolo fanno parte della sua vita. La rivedremo di nuovo qui a Londra, per la sfilata di fine Gennaio e chissà se andrà a trovare Harry Potter e Ronald Weasley,i suoi due migliori amici dai tempi di Hogwarts. Delle fonti certe ci hanno informato che i tre non si sentono d….

Draco chiuse di scatto il giornale e lo buttò a terra. Si ricordava benissimo quel giorno dove tutto fra loro due era finito.

Non pensava certamente che lei se ne sarebbe andata da Londra per vivere a Parigi e diventare una modella.

Adesso sarebbe ritornata, anche se per poco, e la riavrebbe conquista.

Se l’era fatta scappare allora e adesso non avrebbe di nuovo fatto lo stesso errore.

-“Czioooo….” L’urlò disumano del piccolo fece catapultare un Draco spaventato nella stanza da letto

-“Ehy piccolo, che hai combinato?’” con lui si poteva permettere il lusso di essere dolce. Infondo i bambini sono gli unici che con la loro ingenuità riescono a comprendere anche l’uomo più sadico e solo del mondo.

-“Nente, ancola non t’avlevo saluzato… me lo dai un bazino czio?” Draco si avvicinò al bambino e si sedette vicino a lui per poi scoccargli un bacio sulla fronte. “Certo piccola peste, però ora dormi”

-“Lesti con me?” chiese Andreas con voce speranzosa e con gli occhi da cucciolo bastonato. Quella tattica era uguale a quella della madre. E come riusciva a dirgli di no?

-“Ok peste” si sdraio vicino a lui e presto si addormentarono.

Tre ore dopo Blaise trovò i due addormentati,sorrise vedendo il modo in cui si trasformava Draco grazie a suo figlio e dopo aver preso dolcemente Andreas tornò a casa.

Ma non aveva sentito la voce di Draco che nel sonno invocava il nome di Hermione.

 

Hermione Jane Granger camminava fra le vie di Parigi. Era notte e la Tour Eiffel era illuminata e regalava ai turisti un meraviglioso spettacolo.

Paris di notte era favolosa.

I suoi piedi fasciati da un paio di decolté con un tacco vertiginoso, si muovevano sinuosamente e sicuri.

Se una volta gli avessero detto che con i tacchi si sarebbe trovata a suo agio come con un paio di scarpe da ginnastica, avrebbe riso come una pazza.

Eppure era la semplice e pura realtà.

Hermione Granger l’alunna che indossava la divisa tre taglie più grandi del dovuto e che aveva la schiena sempre curva a causa dei libri che si portava dietro era diventata una modella.

Eh che modella. Era insieme alle sue due migliori amiche,la migliore di tutta la Francia.

Tutti le acclamavano come La Bionda,La Mora e La Rossa.

Aveva tagliato i capelli e adesso li portava a caschetto.

Un taglio netto in poche parole…

Anche alla sua vita.

Aveva detto addio al suo sorriso dolce, e adesso quando,quelle poche volte che sorrideva,le sue labbra si increspavano solo in modo altamente malizioso e provocatorio.                                                                

È quello che il pubblico vuole.

I suoi modi sempre gentili e avvolte anche un po’ timidi erano svaniti, come la nebbia che scappa all’arrivo della notte.

Una lunga e apatica notte, dove la luna non brilla quasi mai e le stelle sono solo spettatori silenziosi di una vita che scorre senza la sua autorizzazione.

Hermione si era fermata. Si era stretta meglio il cappotto come per sentire il dolce tepore che riesce a darti solo delle braccia amiche e aveva osservato in silenzio l’orgoglio di Parigi. Quella torre che era stata la culla di nuovi amori. Alcuni con il solito vissero felici e contenti, altri invece no.

E pensava quello che ormai faceva troppo spesso.

Aveva riaccettato di nuovo quel maledetto lavoro, solo per occupare il tempo, se avesse voluto adesso avrebbe anche potuto riposarsi per tutta la vita, tanto aveva tanti di quei soldi che avrebbe potuto comprarsi la Francia intera. Ma non l’aveva fatto.

Si ricordava ancora quando quel giorno di cinque anni fa aveva preso un aereo qualsiasi senza nemmeno sapere la destinazione ed era partire.

Per fuggire, una Grifondoro che scappa,

Se l’avrebbe detto a Harry di sicuro gli avrebbe risposto con queste parole”Herm sei una Grifondoro, i dolori vanno affrontati non bisogna scappare. Se non che grifone sei?”

Ma Harry non poteva capire, lei era solo una ragazza, una ragazza con il cuore a pezzi.

E la fuga gli era sembrata la scelta più giusta.

Egoista.

           Vigliacca.

                        Astuta.

                                    Una vera serpe.

E lei era cambiata.

Lo sapeva e se ne rendeva conto.

Aveva abbandonato tanto. ma quello a cui non avrebbe mai rinunciato era il suo cervello.

Ovunque vai vacci con la mente.

Era questo il suo motto.

Aveva cambiato l’ultima parola. Infondo non aveva senso dire: “Ovunque vai vacci con il cuore” perché il cuore è solo un muscolo involontario.

Siamo noi a dargli tutta quella importanza.

E lei aveva smesso di dare fiducia al suo cuore, tanto non serviva a nulla.

Gli procurava solo dolore.

Camminava Hermione.

Con la testa abbassata.

Aveva rinunciato anche di camminare a testa alta. Non sfidava più con il suo sguardo le persone. Non ne aveva più il diritto, lei ormai era diventata tutto quello che disprezzava.

Camminava Hermione.

Non correva più.

E non volava nemmeno. Le sue ali si era strappate attimo dopo attimo. Infondo aveva deciso lei quella vita,no?

Camminava Hermione

O meglio trascinava il suo corpo, Hermione.

E come ogni notte, sperava che il dì non arrivasse mai.

E che quella la notte la divorasse.

Ma quello non succedeva mai. E lei si ritrovava ogni notte a camminare, con il cuore a pezzi.

Lacerato a  causa di tutti i suo errori.

Condannata a vivere in un limbo, come un’anima vagante.

Hermione non poteva fare altro che camminare, e quando dopo aver percorso tutta quella strada, arrivava a casa sorrideva.

Un sorriso falso.

Perché quello non si poteva considerare casa.

La sua casa erano Harry,Ginny,la famiglia Weasley…Ron…Draco.

E chiudeva gli occhi. Aspettando l’arrivo del sole che l’avrebbe svegliata e l’avrebbe castigata.

Facendola tornare alla routine della solita vita.

Quella vita fatta di persone ipocrite, di belle frasi.

Che ormai Hermione era abituata ad ascoltare.

E domani ad Hermione gli diranno di nuovo “Favolosa, continua così”.

Ma quel cuore che cerca di azzittire si ribellerà, ma lei sarà troppo occupata a vedere la sua vita correre senza di lei.

Hermione è rimasta indietro.

Cammina, ma non cerca di correre, e non può farci niente.

Aspetterà Hermione.

Aspetterà, ma adesso chiude gli occhi.

Domani sarà una giornata diversa per lei. Ma adesso può solo sognare, perché quando sogna puoi essere te stessa.

Nessuno ti giudica.

Nessuno ti dice che sei perfetta nel tuo vestito rosso.

Nessuno ti vedrà per quello che non sei.

Ci saranno solo degli occhi grigi e penetranti che ti riscalderanno il cuore.

E ancora. Ancora. Ancora.

Ti faranno tornare di nuovo un’orgogliosa Grifondoro.

Ti faranno battere convulsivamente il cuore.

Ti faranno correre, Hermione. Quella corsa che ha deciso di rinunciare, per diventare la bambola perfetta e fredda che sei ora.

Una bellissima bambola di porcellana.

Che presto prima o poi si romperà, liberandoti e facendoti brillare come solo la Stella Polare riesce a fare.

 

Dedicata alla mia dolce bambolina… piccola ti voglio bene, continua a brillare. Anche quando tutti ti diranno che i corpi celesti sono destinati a smettere di

scintillare.

Dimostra a tutti quello che sai fare e quanto vali. Perché Serena, nessuno riuscirà a levarti la luce che risplende nei tuoi occhi. Ma però(per te faccio anche gli errori grammaticali, tanto chissenefrega xD) se qualcuno prova a farlo se la vedrà con me.

E io ci sarò,sempre, sarò dietro l’angolo o in prima fila ad aspettare la tua rimonta. Perché sarai eccezionale anche in questo.

Perché in circolazione ci sarà una nuova mamma.

Una mamma che ha dovuto combattere.

Una mamma,forse si, un po’ troppo giovane all’apparenza ma con il cuore di una donna matura.

Ti voglio bene, dalla tua stronza preferita.

Ecco la mia nuova FF….questo dovrebbe essere il continuo di “Carpe diem”. Ammetto che per scrivere questo capitolo ho impiegato solo 20 minuti, e quindi non mi soddisfa molto. Ma non so perché non ho voluto cambiare niente.

Vabbè questo come dico sempre sono dettagli xD… spero che vi piacerà.

Non aggiornerò spesso, perché fra la scuola, gli amici, i vari problemi, l’altra mia ff( Criseide e la leggenda di Shira) non ho nemmeno il tempo di respirare o di dormire.

Un’altra cosa lo stile della “parte” dedicata a Draco e quella invece dedicata a “Hermione” sono molto diverse. Ed è una cosa abbastanza voluta. Ho cercato di dare ad Hermione più spessore.

Nel prossimo invece mi dedico a Dracuccio puccino puccino xD

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Non voglio andare a Londra ***


Londra 9:00

Londra 9:00

15 Gennaio

Draco Malfoy si trovava in un bar babbano, fumava una sigaretta babbana e beveva un caffè babbano.

Amava andare la mattina al “London Bar” e fumare in santa pace la sua sigaretta gustando quella sostanza nera amara capace di svegliarti,e di cui aveva scoperta l’esistenza solo da poco.

Pioveva fittamente, e le persone correvano tenendo in mano un ombrello in cerca di un riparo o semplicemente correvano per arrivare puntualmente ai loro rispettivi appuntamenti.

Quasi tutti indossavano capi firmati di un grigio cupo che si mescolavano con la nebbia che caratterizzava la regione.

E continuavano a correre, sembravano tante formiche tutte uguali messe in fila capaci solo di muoversi. Non si fermavano mai.

Non sapeva che qualcuno,invece,cercava di correre ma era costretta a rimanere ferma.

Bevve un altro sorso di caffè e si alzò lasciando una generosa mangia sul tavolo. Salutò con un cenno la proprietà del bar,una gentile signora un po’ grassoccia e dai lunghi capelli bianchi,che riusciva a donare felicità anche ai suoi clienti, e uscì dal locale facendo suonare il campanellino della porta principale.

Dopo essersi nascosto in una via deserta si smaterializzò al settore Auror dove un Potter indiavolato l’aspettava nel suo ufficio.

“Malfoy sai per caso che ore sono?” iniziò il bambino sopravvissuto.

“Sono le nove e mezza, perché?” rispose il biondino svogliatamente.

“Perché? Tu mi chiedi il perché? Il tuo turno iniziava da circa un’ora. Puoi spiegarmi perché di questo tuo ritardo?

“Stavo bevendo un caffè”disse con un tono indifferente.

“Ci rinuncio. Comunque parliamo di cose serie. È stata aggredita una ragazza. Si lo so, è la terza in una settimana. Il ministro ci sta alle costole vuole che gli diamo qualche novità. Abbiamo indizi?” chiese Harry portandosi le mani in testa.

“No niente Potter, le persone hanno sessi diversi, anni diversi fanno lavori completamente differenti, non hanno niente in comune.”

“Mezzosangue?”

“No. Non sono come i Mangiamorti. Non fanno distinzione di sangue. Ho la sensazione che uccidono solo per hobby. Sinceramente Potter non abbiamo nemmeno un indizio.”Disse Draco per poi sedersi vicino a Potter.
”Lenticchia ha novità?”

“No, la pensa anche lui come te”

“Tzè, è capace di pensare?”

“Malfoy mi spieghi perché ti comporti come un 17enne quando sei in sua compagnia?”

“Mi diverto, e ora se non ti dispiace esci da qui che ho da fare. Non sono come te che da quando hai sconfitto Voldemort te ne stai seduto a non fare niente.

“Vedi che io qui dirigo tutto” disse Harry risentito.

“Certo, Sparisci Sfregiato” sentenziò il biondo

“Come vuoi tu Furetto.”

 

Parigi 9:00

15 Gennaio.

In una villa al centro di Parigi una ragazza stava dormendo dolcemente. Le mani vicino al volto e i piedi buttati alla meglio maniera.

“ Herm svegliati è tardi” disse una voce dolce.

“Mmm…altri 5 minuti mamma”mugolò Hermione

“Hermione Jane Granger svegliati immediatamente” urlò un’altra ragazza.

“Mmm…papà è estate ancora un po’” rispose la bella addormentata facendo arrabbiare ancora di più la ragazza che aveva urlato prima.

“Papà?? Mi ha chiamato papà. Scema almeno chiamami mamma, e svegliati che non siamo in estate ma in inverno. Ti svegli sempre a quest’ora tutto perché la notte vai a dormire tardi

Ambrè, sembri veramente mio padre. Se Herm vuole dormire altri cinque minuti lasciala fare.” Sussurrò Chanel con il suo accento francese.

“Grazie mon amour, tu sei sempre dalla mia parte” disse Hermione che stava iniziando a svegliarsi.

“Noi dovevamo dirti una cosa importante” disse Ambrè stavolta con un tono più gentile che si era avvicinata ai piedi del letto.

“Cosa?” sussurrò ancora insonnolita la ex grifondoro.

“Vedi fra 5 giorni andiamo a Londra, non è una bellissima notizia?”

“Stai scherzando vero?”

Hermione guardò le due amiche e vedendo i loro sguardi si rispose da sola. Si alzò di scatto dal letto e corse in bagno chiudendosi in bagno.

Petite esci, forza..” disse Chanel avvicinandosi alla porta sigillata.

“Perché me l’avete detto solo ora?”

“Perché sapevamo che avresti fatto questa adaptée”

“Io non vengo” urlo Hermione.

“Invece si.”

“Ne riparliamo dopo, adesso vestiti che dobbiamo andare da Adrien.” Disse Ambrè aprendo la porta del bagno con la copia della chiave.

Sapeva già che Hermione si sarebbe rinchiusa.

“bâtarde” disse arrabbiata la mora.

 

 

Londra 12:00

Una bellissima ragazza dai capelli rossi fiammanti era entrata frettolosamente nella stanza del suo ragazzo.

Diede un leggero bacio al moro e si sedette vicino a lui.

“Harry, chi verrà oggi a casa?”

“Amore, te l’ho gia detto saremo circa quaranta.”

“Ok, amore. Draco e Katie vengono?”

“Draco si, Katie no”

Ginny rise e si avvicinò ancora di più a Harry.

“L’ha gia lasciata?”

“Si”

Però, è stato un record. Una settimana. Katie deve sentirsi fortunata.”

“Già, Ron con chi viene?”si informò Harry

“Con Luna, sai fanno una bella coppia, anche se lui pensa solo a lei

Harry sospirò. Il suo amico ancora cercava di capire cosa aveva spinto Hermione a scappare quel giorno.

“Deve capire che Hermione non tornerà” disse sconsolato Harry.

“Lo sai com’è Ron, continua a sperare” ribatté Ginny per accarezzare il viso del ragazzo.

 

 

Parigi 12:00

“Hermione tu es fantastique.”

La ragazza sorrise, come sempre, ormai si era stancata di sentire ogni giorno la stessa frase.

“Grazie Adrien,chiamo Chanel per le altre foto?”.

La solita monotonia, ogni giorno era sempre uguale al precedente.

Svegliarsi, andare al lavoro, riceve complimenti, mangiare, girare per Parigi e tornare a dormire.

“Oui”

Hermione si girò e ancora con indosso il suo vestito rosso andò a chiamare l’amica con cui ancora non aveva parlato.

Non poteva crederci di essere stata tradita da loro due. Avrebbero dovuto dirglielo prima di firmare il contratto così lei avrebbe rifiutato.

Invece loro avevano mentito.

Come facevano ancora a guardarla in faccia?

“Barbier, Adrien ti cerca” disse la ragazza usando il cognome dell’amica.

“’Mione per favore ragiona, l’abbiamo fatto per te

“Certo Chanel, senti vai ti stanno aspettando. Io ho finito ci vediamo a casa.”

Alla fine aveva ragione Chanel.

Le due ragazze la conoscevano ormai da cinque anni.

E avevano visto solo una part di Hermione. Quella responsabile e taciturna.

Forse quella sarebbe stata un’opportunità per ritornare la solita Hermione.

Gli occhi della ragazza per un attimo tornarono a brillare.

Brillavano gli occhi di Hermione,di speranza.

Cosa che notò anche Chanel che la guardò e poi sorrise.

Le vere amiche, sono quelle che fanno di tutto per renderti felice.

Sorrise anche Hermione.

Salve a tutti, ecco il nuovo capitolo.

Ho scritto in un modo diverso dal mio stile O.o.

Di solito sono più descrittiva e uso di meno i dialoghi, però questo capitolo mi è venuto così, spero che vi piaccia lo stesso anche se è molto piatto e non succede niente ma mi serviva per il pross chap^^

 

Ringraziamenti:

giuly94: Grazie sono contenta che ti sia piaciuta sia “Carpe diem” che questa nuova ff. Draco e Herm si incontreranno fra due capitoli. Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo un bacio Ile.

 

Kucciolaflea: Ma grazieeeeeeeeeeee*__*. Sono contentissima che la ff ti abbia emozionato^_^ spero che questo capitolo non ti abbia deluso. Un kiss da ile.

(Hai un nome stupendo…anche mia cugina si chiama Nicla**)

 

AuraD: Grazie anche a te per la recensione, comunque il mio scopo era quello di fare un Hermione diversa dal solito, sono contenta di esserci riuscita xD. Si ha tagliato tutti i ponti sia con Harry che con Ron, e credo che in questo capitolo si sia notato.

Un bacione Ile.

 

giorgia_spuffy: Ti sono piaciute veramente tutte le mie fic?** me contenta xD.

Sinceramente non volevo continuare “Carpe Diem” ma poi l’idea mi è venuta e non sono riuscita a scacciarla.

Spero che ti sia piaciuto il capito un kiss Ile

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Lui e Lei ***


Lui

Lui

Al diavolo Potter

 

 

La casa di Harry Potter rispecchiava lo stato d’animo del suo padrone. Quel giorno aveva qualcosa di speciale sembrava che anche le pareti della villa volessero condividere la felicità del bambino sopravvissuto.

Chiunque avesse visto in quel momento Harry avrebbe sicuramente notato i suoi occhi brillanti e il fatto che rideva ogni due secondi, anche per le cose più stupide.

Se in quel momento zio Voldie sarebbe entrato dalla porta molto probabilmente il salvatore del mondo magico l’avrebbe invitato a stare con loro e magari avrebbe ballato perfino con lui.

Il bello e che nessuno sapeva per quale motivo il moro fosse così spensierato. Nessuno tranne lui.

Questo lui guardava annoiato la scena davanti a lui.

La piccola Wesley parlava con la Lovegood.

Ron invece conversava con un suo collega sul nuovo caso, Potter stringeva eccitato qualsiasi mano di qualsiasi essere vivente e una ragazza praticamente nuda si strusciava addosso al suo corpo.

Tutto normale insomma.

Si portò il calice alla bocca e sorseggiò il liquido lentamente.

La ragazza di prima continuava a mangiarselo con gli occhi.

Santo Merlino, si stava annoiando da impazzire, non vedeva l’ora che Potter facesse il suo annuncio e andare a casa magari con quella bionda.

“Piacere mi chiamo Lizzie” disse con una voce maliziosa.

“Draco Malfoy” rispose con una voce annoiata, di uno che voleva essere da tutte le parti tranne nel posto in cui si trovava. E in effetti era così.

Ma io lo so chi sei, chi non ti conosce?” iniziò per poi elencare tutti i posti in cui l’aveva visto.

Quella ragazza parlava troppo per i suoi gusti. Intrappolò le sue labbra con quella della bionda almeno adesso avrebbe smesso di parlare.

“Mmm”  mormorò Harry Potter. Draco si stacco dalla ragazza proprio ora doveva dare il suo grande annuncio, che preparava da settembre?

Si avvicinò al centro della sala senza degnare di uno sguardo Clizzie, Lizzie o come diavolo si chiamava.

Potter cercava di catturare l’attenzione dei suoi ospiti invano.

“Ascoltate Potter, così posso andarmene a casa”  tuonò Draco.

La sala si ammutolì.

Ghignò come amava il potere.

“Grazie Malfoy ma non c’era bisogno” Draco annuì sbrigativo.

“Bhè io volevo ringraziare in tanto di essere qui oggi e poi…volevo dire una cosa speciale a una mmm persona speciale.”

Draco sbuffò. Quello doveva essere il discorso che ripeteva ogni sera a memoria? .come si chiamava? Ah

“Tutti voi conoscete il mio passato. Voldemort, i Mangiamorti, i miei genitori. Ho vissuto con i miei zii fino all’età di undici anni, poi ho conosciuto la mia vera famiglia, coloro che sono stati sempre con me, nei periodi difficili ma hanno riso anche con me quando ero felice. Ringrazio Ron” si bloccò un attimo.”Hermione,Neville e Luna. Credevo di essere felice solo grazie a loro, ma non me ne volte c’è una persona che riusciva a conquistare sempre ogni mio piccolo pensiero, la mia metà, la persona a cui voglio donare tutto il mio amore” fissò Ginny per poi darle la mano e avvicinarla a lui.

“Io ti amo Ginny, amo quando ridi, il modo in cui vuoi avere sempre ragione anche quando hai torto, amo quando fai la forte, amo quando mi baci. Amo tutto di te” gli occhi di Ginny si stavano inumidendo, dove voleva parare Harry?.

“Ed è per questo che ti chiedo… vuoi diventare la signora…Potter?”la ragazzo scoppiò de finitamente in lacrime.

Si aggrappò ad Harry mentre le lacrime scorrevano sul suo volto.

Si,si,si Harry” disse senza forse un senso logico.

La sala iniziò ad applaudire mentre i due giovani lasciavano la sala per dedicarsi ad altre cose.

L’amore rendeva scemi le persone.

Per fortuna lui non aveva mai amato.

Mentire. Mentire anche a se stessi, prima regola per sopravvivere.

Draco Malfoy sorrideva.

Era felice?Forse.

In quel momento però gli balenò in mente una domanda malsana.

Cosa avrebbe fatto Hermione se fosse lì in quel momento?

Il sorriso si spense subito. A lui non interessava la Granger. No, completamente.

E allora perché aveva sperato che al posto di Potter e la Weasley ci fossero stati lui e la sua mezzosangue?

Al diavolo Potter e le sue stupide feste.

Si smaterializzò a casa, quella sola, grande, malinconica casa.

 

Lei…

Quando le domande non servono.

 

Tre ragazze cercavano di farsi spazio fra la folla del grande aeroporto di Parigi.

Le persone si fermavano a guardarle affascinati.

Posso tornare a casa?Per favore ragazze..” sussurrò la ragazza mora che si stava torturando energicamente le mani.

Era possibile che il suo cuore la spingeva a prendere quel benedetto aereo e riconquistarsi il suo bel principe mentre il cervello le diceva che doveva tornare a casa e magari rifugiarsi sotto le lenzuola.

Aveva archiviato tutto quello che l’avrebbe potuta fare soffrire in un angolino del suo cervello e adesso doveva ripescare tutto quello? No era impossibile.

“Ragazze, veramente andate voi, io torno a casa.”

Si girò e incominciò a camminare, pronta anche a scappare se fosse stato necessario.

Sfortunatamente Ambrè e Chanel l’avevano afferrata e non volevano lasciarla.

Hermione sbuffò.

“Mon amour, dai andiamo, è possibile che nemmeno lo incontri.”

Quelle parole fecero sussultare la mora, aveva ragione Chanel di tutte le persone che popolavano Londra lei avrebbe incontrato lui?

Strinse maggiormente la mano della bionda che le sorrise e contraccambiò il gesto, poi la lascio. Sapeva che non sarebbe scappata, o almeno lo sperava.

Forse aveva concesso un’altra possibilità al suo cuore.

Forse.

“Dai andiamo, mi hanno detto che Londra è fantastica, tu che ne pensi Herm?” chiese sadica Ambrè

“Penso che una di queste notti ti uccido mentre dormi.”
Chanel rise sotto i baffi. Adorava quei litigi. La rossa era l’unica che riusciva a risvegliare Hermione.

Dai forza muoviamoci” disse in tono autoritaria Chanel.

Non persero l’aereo per pochi minuti, anche se Hermione sperò con tutto il cuore che l’aereo partisse senza di loro.

Quando salì sull’aereo e si sedette iniziò la vera e propria tortura.

Le persone la scrutavano come se fosse un leone appena scappato dallo zoo e le hostess camminavano sempre avanti e indietro sorridendo a tutti e chiedendo con quel tono dannatamente gentile se tutto era ok.

No, che non lo era, lei si voleva buttare dal finestrino.

Si limitò solo ad annuire alla Hostess.

Quando l’aero incominciò a decollare si sentì male e capì solo che adesso non poteva più scappare.

Iniziò a guardare Ambrè e Chanel che leggevano svogliatamente una rivista e che si scambiavano anche qualche parola.

Per passare del tempo iniziò ad osservare il panorama, non che fosse particolarmente bello ma la colpì molto.

Le nubi si inseguivano e il colore azzurro del cielo le dava particolarmente un senso di pace, aveva letto in qualche libro che l’azzurro era il colore della tranquillità, infatti quando guardò il mare si calmò un po’.

Il problema era che aveva paura.

Ecco l’aveva ammesso. Paura di aver fatto la cosa sbagliata, paura di capire che poteva rimanere con loro. Paura di incontrare Ron e di vedere che la guardava solo con disgusto. Paura di vedere quegli occhi grigi e scoprire che dopo tutto questo tempo l’amava lo stesso.

Una lacrima le bagnò le ciglia se l’asciugò velocemente con la manica. Non doveva far vedere le sue debolezze.

Mai far capire che sei debole, prima regola per sopravvivere.

Non si accorse nemmeno che le palpebre iniziarono a farsi pesanti e che si chiusero senza il suo consenso.

Ambrè notò la ragazza che dormiva e sorrise.

Quando aprì gli occhi sentì solo la voce del pilota che stava annunciando che il treno stava per atterrare.

Il suo cuore perse un battito. Non era pronta ad abbandonare quella che ormai era diventata una specie di gabbia. Sicura ma opprimente.

Molte domande si formarono nella sua mente, senza però riuscire a ricavare qualche risposta.

Quando il suo piedi toccarono l’asfalto sorrise.

Nessuna domanda iniziò a infiltrarsi nel suo cervello. Era a casa. E per un minuto, almeno uno poteva pensare che il sole di Londra brillava mille volte di più di quello di Parigi.

Era solo una sua impressione? Forse, ma a chi importava?

 

Questo capitolo mi ha fatto diventare pazza…l’avevo scritto giorni fa ma poi per sbaglio non l’ho salvato e si è cancelletto. L’ho dovuto riscrivere anche se quello che avevo scritto prima mi piaceva di più e vabbè. Spero che comunque vi piaccia lo stesso. È anche questo molto piatto. Credo che nel prossimo Draco ed Herm si incontreranno *_*

 

Aqa: sano contenta che i capitoli precedenti ti siano piaciuti^^spero che anche questo ti piaccia. Un bacione ile.

Kucciolaflea:Prego, grazie anche a te per i complimenti, siete gentilissime. Questo capitolo ti è piaciuto??

titti6493. Graziee mi fai arrossire xD, ah ti volevo chiedere quando aggiorni la ff “Vorrei essere Cenerentola?” l’adoro. Comunque si certo che ho msn, l’indirizzo è ile_pachu@hotmail.it

redrose: Grazie speravo che a qualcuno piacesse l’Hermione “fredda” che ho creato. Un bacione anche a te spero che il capitolo ti sia piaciuto.

 

 

 

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Capitolo 4
*** Incontro ***


Incontro o scontro

Incontro o scontro?

. e dimmi ancora
quanto pesa
la tua maschera
di cera
tanto poi
tu lo sai
si scioglierà
come fosse neve al sol
mentre tutto scorre

-Negramaro Mentre tutto scorre-

 

Qual è quel sentimento che riesce ad ucciderti lentamente? Quel sentimento che il minuto prima ti fa sentire tre metri sopra il cielo mentre il minuto dopo un verme?

Esatto l’amore.

Ambrè Martinez si era sempre vantata che nessuno era ancora riuscito a conquistare il suo cuore.

Ma quel giorno vedendo delle tenere coppiette che si scambiavano effusioni e dolci parole aveva provato una specie di fitta al cuore.

Una sensazione che aveva sentito pochissime volte nel corso della sua vita.

Invidia.

Si, era invidiosa di quelle persone che riuscivano ad amare e a donarsi completamente all’amore.

Lei non ci riusciva, andava in tilt se qualcuno iniziava a trattarla dolcemente o in maniera diversa.

Ambrè Martinez non riusciva ad amare. Lei voleva amare ma non ci riusciva.

- Ambrè, qualcosa non va?- Chanel con il suo sorriso materno si era avvicinata a lei, lasciando Hermione indietro ad osservare le vetrine di un negozio del centro di Londra.

Hermione non aveva ancora abbandonato la sua aria pimpante e il suo sorriso, il suo pessimismo in quel momento era andato a farsi un giretto, era troppo bello poter camminare per le strade della Londra magica.

Una chioma rossa catturò subito la sua attenzione, in un negozio da sposa una ragazza parlava emozionata con una commessa.

Si bloccò appena notò chi era quella ragazza.

- Ehy Mione ti sei incantata, tu odi i vestiti da sposa che cosa guardi?-  la voce di Ambrè sembrava così lontana..

- Niente – il sorriso che un attimo prima aveva reso felice Chanel e Ambrè era appena sparito.

-Sicura?- domandò scettica Ambrè

-Certo- sussurrò Hermione.

 

Nel frattempo anche nel negozio una certa persona aveva notato la ragazza.

-Luna, quella è Herm?- domandò Ginny con un tono strano, era felice ma anche triste, non voleva illudersi.

-Mmm… si è lei, lo sapevo i Nargilli mi avevano detto che oggi era una giornata speciale, ma pensavo scherzassero- la dolcezza e la ingenuità di Luna nel corso del tempo non era ancora scomparsa.

Ginny sorrise, adorava Luna.

 

La piccola Weasley uscì di corsa dal negozio per poi andare incontro ad Hermione e abbracciarla.

- Hermione sei tu,vero?” disse fra le lacrime Ginny.

Da giorni Ginny piangeva sempre. Per fortuna ogni lacrima che aveva versato erano tutte di gioia.

Hermione non si mosse, rimase con le braccia attaccate ai fianchi e con un espressione che non prometteva niente di buono.

Non doveva andare così, lei non doveva incontrare nessuno, adesso sarebbe stato più difficile andarsene da lì.

-Ginevra  mi stai soffocando-  la voce annoiata di Hermione fece allontanare di botto la ragazza.

-Herm non sei contenta di vedermi?- disse Ginny.

-No- sussurrò seccamente Hermione.

Mentire ormai le riusciva naturale, era diventato un meccanismo di autoprotezione.

Dopo tante lacrime di felicità, Ginny ne versò di dolore.

Si erano tutti illusi che Hermione in quei cinque anni aveva sofferto come loro.

Invece non era così.

Hermione la lasciò là immobile, in mezzo alla strada.

-Ciao-

Chi era che la disturbava in quel momento?

Una ragazza da i capelli rossi e gli occhi verdi la guardava attentamente.

-Scusa chi sei?- domandò acidamente Ginny.

- Mi chiamo Ambrè, sono un’amica di Hermione-

-E cosa vuoi?-

-Quello che ha detto Herm non è vero, le mancate tutti.-

E detto questo se ne andò.

Ma cosa avevano tutti quel giorno? Si divertivano a spiazzarla per poi lasciarla da sola in quello stato? 

 

Hermione scappava, per la millesima volta.

Si era odiata quando aveva usato quel tono con Ginny.

Egoista.

Preferiva far del male a gli altri invece di soffrire lei stessa.

Egoista.

- Hermione, torna indietro-

Se ne fregò anche di Ambrè che la inseguiva.

Egoista.

-Herm fermati, non fare la stupida.-

No, non voleva fermarsi, voleva andare al Hotel, fare i bagagli e tornare a casa. A Parigi.

Egoista.

Faceva male, troppo male. Sapeva che sarebbe finita così ma non riusciva a guardare in faccia la realtà.

Come una bambina preferiva girarsi dall’altra parte e fare finta di niente.

Infondo era solo questo una bambina egoista.

Camminava ancora con la testa china quando sbatte contro qualcosa…o qualcuno.

Due braccia forti e muscolose riuscirono a bloccare la sua caduta.

Alzò lo sguardo.

No, no, no, no, no e ancora no. La sfiga la perseguitava.

-Granger ci incontriamo sempre così eh?- quella voce soave, quegli occhi grigi, quel sorriso malizioso.

Il suo più grande tormento.

Draco Malfoy.

Si staccò subito da lui, come se avesse preso la scossa.

Era così concentrata a fissare l’immagine di Draco che non si accorse nemmeno di due occhi che la fissavano.

Un paio di occhi verdi come la speranza e un paio azzurri come il cielo più limpido.

Harry Potter, Ron Weasley e Draco Malfoy erano immobili.

 

Quel giorno era iniziato così bene, perché dovevano rovinare tutto?

Perché?

Scappò di nuovo.

Lasciando di nuovo qualcuno da solo per la strada.

Stavolta però al ricordo di due occhi grigi non riuscì a trattenere le lacrime.

 

Ambrè correva ancora in cerca di Hermione, dove si era cacciata quella ragazza?

-Scusa hai per caso visto una ragazza correre da questa parte?” chiese col fiatone Ambrè a un ragazzo biondo.

- Non rompere ragazzina- rispose arrabbiato il ragazzo.

Ambrè stava già per rispondere malamente quando qualcuno la interruppe.

-Scusalo, comunque no, non abbiamo visto nessuno- rispose l’altro ragazzo dai capelli rossi.

Ambrè incrociò gli occhi del rosso e il cuore mancò di un battito.

Si ricompose subito, non era quello il momento per cercare l’anima gemella.

-Ok grazie lo stesso.-

-Prego- rispose il rosso sorridendo.

Ambrè sorrise a sua volta prima di continuare a cercare Hermione.

Ma continuava a pensare a quel ragazzo.

Era questo, quello che tutti chiamavano colpo di fulmine?

 

-Potter torniamo all’ufficio- ordinò Draco come se non fosse successo niente.

Quando pesa la tua maschera di cera, eh Draco?

Quella maschera che presto si sarebbe sciolta come neve al sole.

*******************

Eccomi, ho aggiornato prima di quanto pensassi xD( io sono mooooolto lenta).

Se devo essere sincera credo che il capitolo sia troppo superficiale e anche troppo affrettato. Povera Herm era così felice e io devo rovinare tutto.

Scusate veramente ma devo scappare e non ho tempo per ringraziarvi…

Scusateeeeeeeeee.^^

Un bacione e recensite anche se il chap è venuto malissimo xD…

Grazie

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** La quiete prima della tempesta. ***


Vecchi ricordi

Vecchi ricordi.

I can love
But I need his heart
I am strong even on my own
But from him I never want to part
He's been there since the very start
-My angel Gabriel
-

 

Hermione Jane Granger si era rinchiusa nella camera del lussuoso Hotel.

A niente erano serviti le urla e le minacce della sue amiche.

Niente Hermione, era rimasta tutta la santa giornata a leggere un libro e a ordinare cibi ipercalorici per affogare un po’ nel dolore.

Inoltre Ambrè sembrava che si fosse teletrasportata in un altro pianeta e che non riuscisse a stare cinque minuti calma.

A Londra le due ragazze avevano perso il lume della ragione, per fortuna c’era Chanel che ancora conservava la sua primordiale capacità di rimanere tranquilla in ogni situazione.

Ma ancora per quanto?

Dopo un po’ infatti Chanel rinunciò a capire cosa fosse successo alle due modelle e mandò tutto a quel paese concedendosi un’altra sana ora di shopping.

Hermione coperta dalle soffici coperte di lana continuava a pensare a quegli occhi grigi e penetranti.

Involontariamente si toccò il ciondolo che aveva al collo.

Un cuore d’oro con striature d’argento,

Bastardo di un Malfoy, riusciva a tormentarla anche senza il suo consenso.

 

-Granger devo comprare un regalo a una ragazza, consigli?-

-Mmm…Chi è questa?- rispose quel giorno Hermione con un tono falsamente curioso per mascherare la delusione.

L’aveva chiamata solo per quello.

-         Non la conosci.-

 Dopo vari consigli della ragazza che naturalmente vennero bocciati dal biondo, i due si fermarono in una gioielleria.

-         Scusa Malfoy, ma cosa diavolo vuoi regalarle?-

-         Non so, qualcosa di speciale-

Hermione si bloccò a contemplare quella collana.

Quel ciondolo sembrava chiamarla. Il piccolo cuore d’orato brillava alla luce della lampada del negozio e le piccole strisce d’argento colato lo rendevano elegante e particolare allo stesso tempo.

-Quello- bisbiglio Hermione estasiata.

- E’ perfetto-

La mattina dopo, il giorno del compleanno di Hermione, quando la ragazza si svegliò sul comodino trovo un pacchetto. Allegato al regalo una pergamena con poche parole.

“Grazie per l’aiuto. Mi sei stata molto utile

D.L.M.

Aprendo il regalo vide il cuore oro e argento che brillava solo per lei.

 

 

 

Si alzò lentamente dal letto , non doveva pensare a lui.

Ogni gesto che aveva fatto per lei, erano stati fatti tutti con ipocrisia e non con amore.

 

Il lenzuolo verde copriva le figure dei due amanti abbracciati.

La quiete prima della tempesta.

Il silenzio fu interrotto dalle parole di Hermione.

-Domani mi sposo.-

-E allora?- rispose dopo pochi secondi.

-Bhè niente, volevo solo sapere se tu venivi-

Erano poche le volte che Draco Malfoy perdeva la pazienza e questa era una di quelle volte.

-Stai scherzando vero Mezzosangue? Non chiedere cose impossibile.- Il tono duro di Draco fece capire ad Hermione che la discussione era appena terminata.

 Se ne andò poche ore dopo.

Non doveva stare male per quella risposta. Infondo per lei, lui non era niente.

Quanto si sbagliava.

 

 

Attraversò la camera per poi tirare le tende rosse e affacciarsi dalla finestra.

Per le strade una bambina piangeva.

Sorrise al ricordo di quel giorno.

 

 

-         Mezzosangue che stai facendo seduta per terra?- chiese accigliato Draco.

-         Ma non vedi? Mia cugina  sta piangendo- rispose preoccupata la ragazza.

-         Ehy piccola perché piangi?- chiese poi apprensiva Hermione.

-         Mi sono fatta male al ginocchio.- rispose fra le lacrime la bambina. Dopo che la piccola scrutò Hermione si soffermò su Draco.

-         Ehy ma tu sei il principe azzurro?- domandò la bambina adesso sorridente.

-         Ehy, non ti fa più male il ginocchio?-

-No. Voglio un bacio dal principe così poi mi sento meglio.-

 La cugina di Hermione abbracciò Draco affettuosamente.

-     Che ci puoi fare Granger ogni essere di sesso femminile mi ama.- disse Draco maliziosamente.

Hermione rise, infondo aveva ragione.

 

 

Le mancava troppo Draco, non era servito niente cambiare stato per lui.

Doveva rincontrare quel serpeverde borioso e poi chiudere de finitamente con lui.

Magari dandogli un bel calcio.

Prese borsa e giacca e uscì dalla camera.

Approfittava di quel momento in cui si sentiva sicura per abbandonare de finitamente il passato.

Tagliare quel filo che la collegava a lui e vivere tranquillamente il resto della sua vita.

Però prima doveva trovare Harry, doveva parlare con lui.

E se conosceva bene il bambino sopravvissuto molto probabilmente si trovava nell’ufficio Auror.

Harry Potter l’auror, si decisamente suonava bene.

Perché il salvatore del mondo magico era stata per tutti i maghi salvezza e speranza.

E adesso il suo periodo di pace era finito perché a Londra si respirava di nuovo aria di dolore e terrore.

 

Io posso amare
ma ho bisogno del suo cuore
io sono forte anche da sola
ma da lui non voglio mai separarmi
è stato qui da sempre
Il mio angelo Gabriel

-My angel Gabriel-

 

 

1:00 Malfoy Manor.

Quella notte il silenzio era opprimente, era un silenzio che piegava e sottometteva le anime.

Un silenzio che anticipava una sciagura.

Tic. Tic. Tic.

Come sottofondo questo ticchettio rimbombava per le pareti della ampia villa.

Tic. Tic. Tic.

il ticchettio di sottofondo si fermò di colpo.

La quiete prima della tempesta.

Un esplosione, un forte rumore e quel  fuoco che nella sua danza letale riusciva a bruciare tutto quello che passava per la sua strada.

la villa crollò.

Distrutta.

Il silenzio ritornò ad opprimere, nessuno si era accorto di niente.

Dormite finché è possibile, dormite adesso. Nessuno disturberà i vostri sogni.

 

-         Signore, la bomba babbana è esplosa ma Malfoy non era a casa. Malfoy Manor è isolata, nessuno ha sentito il rumore della…  -

-         Cosaaaaaa?? È ancora vivo?-

-         Mi dispi….a…-

-         Anche a me dispiace di fare questo, Avada kedavra, che peccato eri un bravo servo .-  disse per poi rivolgersi a un uomo dai capelli castani.

-         Bene, adesso basta giocare. Voglio quel Black morto. Adelbrecht domani attaccate la base auror. E dopo ci occuperemo anche del bambino- un ghignò comparì sulla faccia dell’uomo.

-         Si signore.-

E di nuovo il silenzio si impossessò di quella notte apparentemente tranquilla.

Erano brutti tempi  quelli per i maghi.

 

[Un bambino ignaro delle stupide lotte dei grandi dormiva.

Dormi piccolo finché è possibile.

Andreas Zabini era un bambino speciale, ma ancora solo poche persone erano a conoscenza di questo piccolo dettaglio.

Dormi piccolo,perché sta notte nessuno verrà a disturbare i tuoi sogni.]

    

****

Non ci credo, sono stata velocissima a scrivere questo capitolo (sese, l’avevi scritto ieri insieme a quello precedente U_U N.D.Herm)

All’inizio questa fic come genere doveva essere solo “romantica” però non riesco a scrivere una ff senza un po’ di azione.

Quindi spero che la fine questo capitolo vi abbia un po’ incuriosito.

Inoltre le mie manine mi hanno stupita molto perché Il chap è troppo mieloso per i miei gusti, di solito le cose troppo dolci non mi piacciono molto. Spero che almeno a voi sia piaciuto.^^

Aggiornerò giovedì prossimo, questa settimana sarà altamente stressante -.- .

 

 

Ringraziamenti(stavolta ci sono xD)

Kucciolaflea: Ma io ti adoro*-* grazieeeee tu mi fai sempre arrossire con i tuoi complimenti  xD. Comunque sisi ho fatto incontrare tutti quanti adesso però ci saranno dei problemi, soprattutto per Dracuccio. Sono sadica,che ci posso fare?

Falalula: Ho aggiornato prestissimo contenta? Quasi quasi mi stupisco da sola xD, spero che questo capitolo non ti abbia deluso…un bacione Ile^^

aqa: Ekko questo capitolo, spero che ti sia piaciuto. Stamattina ho letto le tue fic *___* sono stupende…quando continui “A te…O forse dovrei dire a voi??? “ è bellissima.  Cmq tornando a noi hai ragione, Hermione si è comportata da pazza e non immagini nemmeno quello che farà nel prossimo xDDD.

 

Un grazie anche alle 34 persone che hanno messo la fanfiction nei preferiti e anche a quelli che leggono.

Mi lasciate un commentino anche voi?? *-* Grazieeee. Un bacio a tutti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo ***


ATTACCO IMPROVVISO

La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo

 

Hermione era andata senza avvisare nessuno a cercare Harry. 

Il primo posto in cui era andata era proprio la centrale auror.

Come aveva intuito Harry era diventato uno dei più famosi auror d’Inghilterra, anche grazie alla sua cicatrice.

La fortuna, però, tutti sanno che si diverte a fare scherzi, proprio quel giorno il bambino sopravvissuto non era in servizio ed era a casa a godersi la vita con la sua futura sposa.

 

-Impossibile, non posso crederci, sono andata a cercarlo e lui, lui dov’è?? È a casa.

È impossibile.- Un Hermione praticamente infuriata si sfogava con Chanel che annuiva senza ascoltarla veramente.

-Chanel mi stai ascoltando?- la ragazza continuò ad annuire.

-Chanel cosa ho detto?- 

-….-

-Chanel hai una macchia gigante sulla maglietta-

La ragazza annuì quando capì finalmente le parole dell’amica sobbalzò.

-Cosa?- osservò la maglietta e quando vide che Hermione aveva mentito sbuffò.

-Scusa Herm… non ti stavo ascoltando- rispose affranta Chanel.

-Ho notato, c’è qualcosa che non ?-

- No, niente- rispose frettolosamente la bionda per poi sorriderle dolcemente.

Hermione stava per ribattere quando la ragazza la salutò dicendo che andava alle prove della sfilata.

Chanel uscì dalla camera del Hotel e se ne andò.

Dopo cinque minuti di pura noia, la giovane grifondoro prese una delle riviste del mondo magico più letto: “ Strega Moderna” e iniziò a leggere e a fare uno stupido test, uno di quelli che di solito si fanno quando sei depressa o non hai niente da fare.

Quindi era perfetto per quel momento.

Il test si intitolava “Puoi vivere senza di lui?.”

 

1)     Sei seduta ad un tavolo e stai aspettando il tuo lui che però non arriva. Cosa fai?

A: Te ne torni a casa senza contattarlo.

B: Ti materializzi a casa sua per vedere se è là.

C: Lo lasci il giorno dopo.

 

Che diavolo di domande erano quelle? Alla fine optò per la risposta B.

 

2)     Quanto lui non è con te quante volte lo pensi?

A: Poco.

B: Ogni secondo.

C: Non lo pensi completamente.

 

Lei non lo pensava completamente a quel biondo platinato. No completamente ma forse la sua matita la pensava diversamente visto che segnò la lettera B.

 

3)     Avete litigato, lui si presenta a casa tua con una rosa cosa fai?

A: Gli chiudi la porta in faccia.

B: Lo perdoni.

C: Lo lasci sulle spine per qualche giorno ma poi lo contatti per far pace.

 

Di sicuro non sarebbe mai riuscita a perdonare subito qualcuno solo grazie ad una rosa, ma non sarebbe riuscita nemmeno a chiudergli la porta in faccia quindi segnò La c.

 

4)     Il tuo lui sta parlando scherzosamente con la sua ex cosa fai?

A: Gli chiedi spiegazioni.

B: Non la prendi bene, ma non lo fai notare.

C: Gli fai una sceneggiata, ma alla fine capisci che lui ama solo te

 

Decisamente la B, lei non  avrebbe mai fatto notare la sua gelosia.

 

5)     Non vedi il lui che ha conquistato il tuo cuore da 5 anni. Lo ami ancora?

A)     No

B)     Si

C)    Un po’, ma la vita continua.

 

Stupida, stupida domanda. Ma anche quei test erano contro di lei? Chiuse gli occhi e la sua mano tracciò una “X” sulla prima risposta, ma il suo cuore urlava “SI”.

Quando finì il test, lesse il profilo “B” tutto di un fiato.

 

Maggior numero di risposte “B”

No, la risposta è semplice. Non puoi vivere senza il tuo  lui. Non puoi vivere senza le carezzi, gli sguardi e le parole dolci del tuo boy.

E anche se cerchi di dimenticarlo lui rimarrà per sempre nel tuo cuore. Quindi metti via l’orgoglio e confidagli che lo ami ancora.

 

Hermione fece una faccia sdegnata. Stupidi test dicevano solo un mucchio di stronzate.

Lei non l’amava. Punto. Voleva vederlo solo per…per… dargli un pugno. Ecco.

Ma chi voleva prendere in giro?Se stessa? Lei lo amava ancora.

Chiuse la rivista e andò in bagno per farsi un bella doccia, almeno il rumore e lo scorrere dell’acqua sulla sua pelle l’avrebbero fatta rilassare e magari non avrebbe pensato a quel maledetto lui che la tormentava sempre.

Quando uscì dalla doccia, decise che il giorno dopo sarebbe andata da Harry. Gli mancava troppo.

 

 

 

-Potter, vedi anche tu quello che vedo io?-

-Credo di si, Draco, credo di si-

Harry e Draco guardavano la scena con occhi spalancati.

Draco si avvicinò alla sua casa, o meglio a quello che rimaneva di casa sua.

Che settimana orribile.

Prima la Granger che gli cadeva fra le braccia, nel senso letterario della parola, e che gli provoca tutte quelle sensazioni devastanti che non provava da più di cinque anni e poi questa.

Solo adesso capiva il senso del detto: la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo.

-Sembra che qualcuno voleva ucciderti.- disse Potter.

- Grazie Sfregiato, senza di te non l’avrei mai capito. Chiamo Blasie e gli dico se mi può ospitare per un a casa sua.- sentenziò il biondino.

-Se vuoi puoi stare a casa mia e di Ginny.-

-Per favore già sto male se ti vedo 4 ore al giorno figuriamoci 24 ore su 24.-

Draco prese il cellulare e chiamò Blaise, quanto amava quelle invenzioni babbane.

 -Pronto Blaise, c’è un problema.-

- Già Drà, c’è un problema.- La voce preoccupata dell’amico fece spaventare il ragazzo.

-Cos’è successo?-

Di sicuro niente di importante. Ormai cosa poteva andare storto?

- E’ scomparso Andreas.-

Draco non rispose.

Aveva parlato troppo. Al peggio non c’è mai fine.

 

“Allora piccolo la conosci la leggenda del re Mida?”

“No.” Le lacrime bagnavano le guance paffute di Andreas.

“Bene, allora la conoscerai presto.”

L’uomo avvolto da un lungo mantello grigio rise mentre le speranze di quel bambino si spegnevano lentamente.

Nessuno l’avrebbe salvato.

La storia nel corso del tempo si ripete.

Sempre.

 

 

 

*****

Salveeee xD….eccomi qua. Capitolo abbastanza piatto. Finalmente Hermione ha capito di amare ancora Draco(finalmente xD.)

L’idea del test mi è venuta l’altro ieri mentre parlavo al telefono con la mia migliore amica, quindi ringrazio Serena…(Tvb amù)

Il chap è centrato soprattutto su Herm, Il prossimo sarà completamente dedicato al mio Andreas piccino picciò xD.

Ps: credo che questa settimana non potrò aggiornane più, la mia insegnante di danza mi sta facendo impazzire per non parlare poi della scuola. Scusateeeeeeeee**

Passiamo ai ringraziamenti…

 

aqa: Tesoro…. Grazie per i complimenti sul cap precedente. Non posso dire niente sul personaggio misterioso xD(anche perché ancora devo capirlo io..ihihi ) Questo chap ti è piaciuto? l’ho scritto durante l’ora di scienze quindi non mi piace molto…vabbè spero che almeno a te piaccia. Un bacione^^

 

valval_ Grazieeeeeeeeeee** sono contenta che ti piace l’idea di Herm…un bacione^^ continua a recensire. Un kiss ile^^

 

gloria85: Grazie, sinceramente non volevo pubblicare questa ff, avevo la paura di rovinare “Carpe diem” ma sono felice che non è successo^^ questo capitolo ti piace??spero di si. Un bacio

 

kucciolaflea: Ciaooo bellissimaaa, nuovo capitolo spero che ti piaccia(sono ripetitiva xD) comunque si Draco ed Herm erano amanti( + o -) visto che Herm stava con Ron. Finalmente Hermione ha ammesso che ama ancora Draco, adesso tocca al biondo -.- … e con lui sarà un po’ + complicato. Baciottoli(?xD) Ile.

 

redrose: Salveeeee…. Grazie per la recensione. Il capito dove capirete cosa pensava Draco nell’incontro/scontro con Herm sarà l’ottavo( lo sto gia scrivendo…) Il prossimo invece sarà pieno d’azione xD… un bacione Ile…

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Capitolo 7
*** Lei: la strega cattiva ***


Perché lei era una strega cattiva imprigionata in un corpo da principessa

Perché lei era una strega cattiva imprigionata in un corpo da principessa.

 

 

Ora vi racconto una storia che
Farete fatica a credere
Perché parla di una principessa

-Favola Modà-

 

Il freddo pungente di quella notte intorpidiva gli arti e provocava ad Andreas dei brividi.

Se quei brividi derivavano dal freddo o dalla paura ancora non era chiaro.

Nello scantinato buio il bambino cercava di non chiudere gli occhi mentre Klelia cercava un modo per uscire da quel posto.

 

Flashback.

-Allora piccolo la conosci la leggenda del Re Mida?- chiese quella voce roca e leggermente paurosa.

-No-

- Mida era il re della Frigia fa parte della mitologia babbana. Un giorno questo re ottenne da Dioniso il potere di trasformare in oro tutto quello che toccava. Un gran bel dono eh?Peccato che ogni volta che sfiorava del cibo o una persona si trasformavano anche essi in oro. Mida allora implorò il dio Dioniso di toglierli quel potere. Dioniso accettò. Ora, piccolo, cosa c’entra tutto questo con te?-

Andreas non rispose, le lacrime scivolavano senza sosta.

-Bene, mi rispondo da solo, i babbani di oggi sono stupidi tutto quello che non riescono a vedere con gli occhi e che non riescono a spiegare lo considerano irreale.- si bloccò un attimo solo per vedere la reazione di Andreas.

-Adesso Mida è veramente esistito e anche il suo dono. No, niente dei, niente di tutte queste stupidaggini. Mida era un grande mago e quando capì che questo dono che aveva acquisito grazie a una pozione, era solo una disgrazia lo rinchiuse dentro di sé. Non capisci ancora eh? Tu sei un erede di Mida, il suo potere è rinchiuso in una piccola percentuale in te e anche in tua madre. Ma preferisco lavorare con i bambini. Sai fanno meno storie.- l’uomo rise.

-Cosha uoi da me?- chiese il bambino singhiozzando.

- Voglio il tuo potere.- disse per poi rivolgersi a uno dei suoi seguaci – Portalo nello scantinato.-

Il bambino fu preso in braccio da una donna –Non preoccuparti troverò il modo di fare uscire da qua te e mia figlia.- sussurrò quando lo posò delicatamente in un letto sporco e unto.

Una ragazza sedicenne guardava la scena seduta per terra. I capelli biondi si notavano solo grazie alla luce soffusa della candela e gli occhi azzurri erano appannati dalle troppe lacrime.

-Vieni qua piccolo.- disse poi la ragazza avvicinandosi ad Andreas.

Andreas non rispose ma iniziò a piangere forte, voleva il suo lettino e voleva sentire la voce dolce e gentile di sua mamma.

-Come ti chiami?- continuò la giovane.

-Mi chaimo Andreas.-

-Klelia.-

 Fine flashback

 

Klelia si muoveva velocemente dentro la stanza mentre cercava qualcosa che l’avrebbe permesso l’uscita da quello scantinato.

I giorni precedenti aveva avuto quella brillante idea ma che non era mai riuscita a mettere in atto. Adesso forse con l’aiuto di quel bambino poteva riuscirci.

- Andreas sai per caso la via in cui abitano i tuoi genitori?- domandò in ansia Klelia.

-No.- sussurrò il bambino, in fondo non si poteva aspettare niente da lui. Era ancora troppo piccolo.

-E mi puoi dire un posto dove voi andare spesso?- domandò stavolta la ragazza.

-Dallo zio.-

- e dov’è tuo zio?- chiese di nuovo Klelia

-Aulol-

Aulol stava per che cosa?

Ma certo, come non aveva fatto a pensarci prima.

-Hai detto auror vero?- Andreas annuì.

Klelia si fermò un attimo e strappò un pezzo di stoffa dalla maglietta ormai quasi tutta lacerata.

-Dimmi com’è tuo zio.- chiese mentre cercava qualcosa di appuntito.

- Come te.-

-Una femmina?- domandò accigliata.

-No, i capelli-

-Ok, ok capito capelli biondi e occhi azzurri no?-

Andreas annuì di nuovo.

-L’ultima domanda. Come si chiama?- chiese sperando in un nome particolare e non troppo diffuso.

-Draco.-

-Perfetto.-

Respirò profondamente. Adesso arrivava la parte più dolorosa ma doveva farlo, doveva uscire e salvarsi. Prese un sasso e iniziò a sfregarlo fortemente sul dito. Il sangue piano piano iniziò a fuoriuscire dalla pelle diafana della ragazza. Un gemito di dolore uscì dalle sue labbra mentre col dito sporco di sangue tracciava nel panno una piccola e imperfetta “A”.

Continuò questo lavoro per un bel po’. Finche non riuscì a scrivere “ANDR” sperò che questo bastasse perché ormai non aveva più forza e le mani, macchiate di sangue e polvere iniziavano a farle male.

Percorse tutta la stanza e raggiunse la piccola finestra da cui filtrava un po’ di aria e luce.

Una civetta era appollaiata sul davanzale e dormiva. Dopo i primi tre giorni la fidata Pinsi l’aveva trovata e stava tutto il giorno a vegliare la sua piccola padroncina.

-Pinsi, Pinsi svegliati- bisbigliò Klelia.

La civetta aprì di scatto gli occhi e guardò attentamente la sua padroncina.

-Pinsi devi farmi un favore. Prendi questo panno.- e dalle sbarre della finestra passò lo stracciò alla civetta che l’afferrò con il becco

-e vola fino alla Londra magica, vai al ministero della magia e cerca gli auror. Devi darlo a un uomo dai capelli biondi e dagli occhi azzurri. Il suo nome è Draco. Poi cerca in tutti i modi di portarlo qua. Da noi. Capito? È importante.-

La civetta spiccò il volo e maestosamente sfrecciò nel cielo. Klelia seguì con gli occhi la sua civetta fin quando questa diventò solo un piccolo puntino bianco.

Si allontanò dalla finestra e si avvicinò al suo letto. Andreas si era addormentato. Si sdraiò anche lei e cercò  di chiudere gli occhi.

Quegli occhi che per un attimo cambiarono colore e diventarono rossi. Perché lei era una strega cattiva imprigionata in un corpo da principessa.

E quella era la sua condanna. Vivere quella vita di dolori solo a causa della persone che amava di più.

Suo padre.

Ma avrebbe continuato ad amarlo perché non riusciva ad odiarlo.

 

-Cosa vuoi fare da grande?-

-La principessa-

-Che noia Klelia.-

-Perché?-

-Le principesse sono noiose, non arriveranno da nessuna parte.-

-E tu? tu cosa vuoi fare da grande?-

-Io voglio essere potente-

-Potente?-

-Si, potente. Papà dice che chi è debole non vive a lungo solo i forti riescono a distinguersi dalla massa.-

- Si, ma io continuerò a sperare. Voglio essere una principessa e lo sarò.-

Stupide illusioni di una bambina viziata.

 Lei non era una principessa e mai lo sarebbe stata.

Lei non viveva in una favola.

Lei non aveva un regno pieno d’amore.

Lei non era buona.

Lei era solo una strega cattiva intrappolata nel corpo di una principessa.

 

 

Eccomi qua. Come avevo già detto questo capitolo è completamente dedicato ad Andreas, anche se non avevo specificato che ci sarebbe stato un nuovo personaggio.

Se devo essere sincera Klelia è il mio personaggio preferito dei nuovi personaggi xD.

Spero che non vi abbia annoiato visto che non c’è nessuna traccia di Dramione ma vi avevo avvisato prima che questa fanfiction non aveva come protagonisti solo loro due.

Ho sbagliato i calcoli, avevo detto che questo capitolo sarebbe stato pieno d’azione e ho sbagliato sarà il prossimo xD.

Ora vediamo se qualcuno indovina:

Che cos’è Klelia? E perché deve condurre una vita dannata?

Chi è il padre di Klelia?

Draco riuscirà a salvare i 2?

Hermione ci sarà nel prossimo capitolo?xD

Scoprirete tutto questo e altro alla prossima puntata.(Ho sempre desiderato dirlo xD fa tanto telefilm delle 18:OO)

Ok, ho la febbre capite i miei deliri.

 

kucciolaflea: Nicluccia (ma quanto amo il tuo nome?*_*) se non ricordo male gli auguri te li ho gia fatti ma non si sa mai te li rifaccio…. Auguriiiiiiiiiiiii. 16 anni giusto??

Sono felice che l’idea del test ti sia piaciuta.

Un bacione tesoro. E continua a recensire.

 

gloria85: Già la fine di carpe diem non una di quelle tutte rose e fiori(anche se non so se questa finirà bene, scherzo xD ancora devo decidere)Spero che questo capitolo non ti abbia annoiato visto che non c’è nessuno incontro fra Draco e Hermione. Un bacione^^

 

debby12:Salveeeee… Che bello una nuova lettrice xD *__* Non fatemi montare la testa con tutti questi complimenti. Grazie veramente, sono felice che ti piaccia il mio modo di scrivere. Spero che il capitolo ti sia piaciuto(c’è il piccolo Andreas)Comunque anche io amo Blaise. Infatti lo metto quasi sempre nelle mie ff(che mondo sarebbe senza Zabini?) Un kiss Ilenia

 

aqa: Ciau bellissima, questo capitolo non l’ho scritto a scuola ma con la febbre quindi forse e ancora peggio xD. Grazie ancora dei complimenti sei fantastica…tvb kiss kiss

 

redrose: Ciao. Sono contenta che trovi la fanfiction interessante, pensavo che a nessuno sarebbe piaciuta. Già finalmente Hermione ha capito cosa prova x Draco. Per il personaggio di Andreas mi sono basata molto sul mio adorato cuginetto. Fisicamente sono uguali mentre l’idea della leggenda di Mida mi è venuta una notte mentre cercavo di dormire xD Un bacione continua a recensire che è sempre un piacere leggere i vostri commenti^^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Ritorno da te ***


Draco Lucius Malfoy non amava la confusione ma quel giorno tutto era particolarmente diverso

Ritorno da te

E ritorno da te nonostante il mio orgoglio
Io ritorno perché altra scelta non c´è
Ricordando i giorni a un `altra latitudine.
Frequentando i posti dove ti vedrei
Recitando i gesti e le parole che ho perso
E ritorno da te dal silenzio che è in me

- E ritorno da te. Laura Pausini.-

 

Draco Lucius Malfoy non amava la confusione ma quel giorno tutto era particolarmente diverso.

Al dipartimento Auror ,infatti, non si capiva più niente.

Harry Potter e Ron Weasley dentro il loro ufficio erano sommersi da una montagna di carta e foglietti.

Draco Malfoy invece camminava avanti e indietro, chi lo conosceva poteva capire che l’ultimo erede dei Malfoy stava pensando.

Ginny Weasley cercava di consolare una sconvolta Pansy e Blaise invece beveva un caffè al minuto.

A completare quel quadretto snervante c’era anche un fastidioso ticchettio che proveniva dalla finestra, una civetta bianca infatti picchiettava fortemente il vetro.

Draco, dopo aver dato un'occhiata alla civetta, continuò a camminare. Ci mancava solo quello stupido pennuto.

-Draco per favore fa entrare quel coso prima che lo trasformo in un pollo ripieno.- Pansy rivolse un'occhiataccia prima a Draco e poi al “coso”.

Malfoy dopo aver sbuffato parecchie volte si diresse verso l’oggetto dei loro pensieri e lo lasciò entrare.

La civetta beccò indignata Draco e Pansy e si appollaiò sopra la testa di Harry.

-Ma che diavolo.- Harry si alzò di scatto dalla sedia facendo volare la civetta che si avvicinò titubante al biondo.

Draco notò subito la stoffa che l’uccello custodiva nel becco e lo prese.

Scritto con il sangue, quelle poche lettere provocarono una dolorosa fitta al cuore.

La porta dell’ufficio si aprì di botto.

 

Non poteva crederci. I maghi inglesi erano più stupidi di quanto ricordasse.

Quando era andata al ministero della magia, si aspettava qualcosa di più…più professionale.

Invece niente, per cercare qualcuno aveva impiegato circa un’ora e infine quando finalmente era riuscita ad avere l’attenzione di un auror quest'ultimo l’aveva gentilmente mandata al diavolo dicendole di cercare una certa Katie Collins. Come se lei sapesse chi fosse.

E che diamine, lei era Hermione Jane Granger, mica una qualunque.

Dopo un’altra mezzoretta riuscì finalmente a trovare questa ragazza. I suoi capelli biondi erano raccolti in una coda e scherzava con una collega. Sembrava la sorella gemella di Barbie.

-Mmm- mormorò per farsi ascoltare  -mi scusi sto cercando Harry Potter? Puoi dirmi,dove lo posso trovare?- chiese cortesemente.

La ragazza dopo averla squadrata sorrise.

-Il signor Potter non può ricevere nessuno in questo momento- disse svogliatamente.

-Credo che per me possa fare un’eccezione. Mi dica dov’è?- richiese Hermione.

-Scusa ma lei chi sarebbe?- domandò roteando gli occhi, la millesima ragazzina che sbavava per il bambino sopravvissuto. Lei mirava più in alto.

-Sono Hermione Granger, ora se mi vuole dire dove posso trovare Harry bene, se vuoi posso fare da sola.-

Katie posò di nuovo gli occhi sulla figura della mora e dopo aver borbottato una specie di “scusami” la condusse nell’ufficio dell’auror.

La porta dell’ufficio si aprì di botto.

 

La mezzosangue era cambiata, i suoi vestiti, i suoi capelli, il suo modo di comportarsi. Tutto in lei diceva apertamente che l’Hermione che conoscevano loro era scomparsa.

Però  quegli occhi d’orati rimanevano sempre gli stessi,orgogliosi e ardenti. Forse avevano una nota di malinconia e tristezza che potevano far pensare che i suoi occhi erano spenti e vuoti ma chi conosceva bene Hermione sapeva che i suoi occhi sarebbero sempre rimasti perfetti. Sempre.

La Granger guardò attentamente tutti quanti  tranne lui.

Draco ghignò.

-La signorina Granger voleva parlarti Harry, le ho detto un sacco di volte che non volevi essere disturbato ma ha insistito tanto. Spero che non disturbi troppo, posso chiamare la sicurezza se vuoi.- disse Katie sorridendo.

Harry stava per rispondere ma fu anticipata da Hermione.

-Non disturbo, ora se vuoi, puoi anche andare. Grazie-

Katie se ne andò senza degnare di uno sguardo Hermione.

Draco Ghignò.

Harry sorrise.

Hermione era tornata e il silenzio inevitabilmente cadde in quella stanza.

-Disturbo?- sussurrò Hermione per spezzare quell’opprimente silenzio. Non ebbe il tempo di chiedere altro che Ginny corse ad abbracciarla.

-Lo sapevo. Sapevo che mentivi l’altro giorno.- concluse la piccola Weasley.

-Scusate mio figlio è in pericolo e voi state qui ad accogliere la pecorella smarrita? Torniamo a lavorare. Muovetevi - sbottò infuriata Pansy.

-Hai ragione continuiamo. Scusa Herm parliamo più tardi ti dispiace?- propose Harry.

-Ehm si certo, posso aiutarvi?-

-Certo, Granger. Grazie- Rispose Blaise.

Hermione si sedette vicino a Ginny. Hermione sapeva che ogni gesto aveva poi delle conseguenze, e sapeva anche che presto avrebbe dovuto spiegare tutto. Ma non adesso. Adesso voleva solo godere della mano confortevole di Ginny e di quegli occhi grigi che, anche se lei non sapeva, non la lasciavano in pace da quando era entrata.

 

Stupida Mezzosangue, che gli faceva perdere la testa, per colpa sua si era dimentico di dire quello che aveva appena scoperto.

-Potter vieni un attimo qua, cosa leggi?-

Harry si avvicinò a Draco e strappò il foglio dalle mani del biondo. Quando lesse il nome di Andreas, si bloccò e si girò ad osservare la civetta che indicava con il becco la finestra e che muoveva energicamente le ali.

-Hai capito quello che ho capito io?- chiese preoccupato Harry.

-Vuole che lo seguiamo. Che facciamo? Può essere una trappola.-

-Secondo me, non può essere una trappola. Non ha senso.-

-Potter chiama Weasley. Noi andiamo.-

Il bambino sopravvissuto dopo aver spiegato frettolosamente la situazione cercò la sua scopa. Il tempo passava velocemente e loro erano ancora lì a parlare e a discutere tranquillamente quando la vita di quel povero bambino era in pericolo.

-Chi viene con me? Ron, Malfoy?-

I due annuirono.

-Veniamo anche noi.- Ginny, Hermione e Pansy alzandosi dalle sedie si avvicinarono a gli auror.

-No, è pericoloso. Non potete.-

- E’ mio figlio.- urlò Pansy

- Combinerete chissà quale guaio se non vengo.- disse sorridente Hermione.

Draco stava per rispondere che anche senza il suo aiuto in quegli anni erano rimasti ancora vivi ma si morse la lingua per non aggiungere niente.

-Harry zitto per favore. Vuoi ancora che ti sposi?Vero? Minacciò Ginny.

Il-bambino-sopravissuto-che-voleva-sposare-ancora-Ginny deglutì fortemente e acconsentì di malavoglia.

Uscirono dal dipartimento e andarono nel parco vicino al ministero per poter volare liberamente.

-Ginny tu salì con me sulla scopa. Pansy vai con Ron e Hermione con Draco.-

Hermione e Draco contemporaneamente trafissero con lo sguardo Harry che sorrise e dopo aver montato la scopa con Ginny si alzò da terra per seguire il meraviglioso uccello.

-Granger stringimi forte se non vuoi cadere- disse quando stavano per partire.

Quelle erano le prime parole che Draco le diceva dopo quei quattro anni, quanto le era mancata quella voce, quel corpo che adesso stringeva come se fosse un’ancora di salvezza.

Draco aumentò la velocità mentre la mezzosangue si stringeva ancora di più al suo corpo e il suo cervello automaticamente riusciva solo a pensare che il calore che emanava la Granger forse, solo forse, gli era mancato tantissimo.

 

 

Tu dimmi se c´è ancora per me
Un `altra occasione, un `altra emozione
Se ancora sei tu
ancora di più un `altra canzone fresca e nuova
Tu dimmi se ormai qualcosa di noi c´è ancora dentro gli occhi tuoi.

-E ritorno da te. Laura Pausini.-

 

Scusate, questo è il capitolo che molto probabilmente ho scritto peggio di tutti. Fa veramente schifo. Avevo promesso un po’ di azione ma ho di nuovo sbagliato i calcoli xD.

Questa settimana è stata veramente straziante e questo è il massimo che sono riuscita a fare, se non vi piace, ditemelo per favore che lo modifico.

Scusate ancora ma non ho tempo per ringraziarvi uno a uno. Mi dispiace ç__________ç.

Io ora vado a nascondermi così non potete lanciarmi pomodori e qualsiasi altro tipo di ortaggio.

Un bacione a tutti

Stellyna_P

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Salvataggi e un Malfoy di troppo ***


La mia storia

Salvataggio e Malfoy di troppo.

 

Any moment, everything can change,
Feel the wind on your shoulder,
For a minute, all the world can wait,
Let go of your yesterday
.

-Fly, Hilary Duff-

 

.

 

Draco Malfoy aumentò la velocità.

Hermione poteva sentire il vento in faccia e il sangue ribollire nelle vene. Da quando non sentiva quell’adrenalina?Da tanto, troppo tempo.

Inoltre aveva tremendamente paura di volare e Malfoy lo sapeva benissimo.

-Malfoy rallenta- urlò spaventata la ragazza.

-Stringimi e stai zitta- ordinò Draco in risposta.

Hermione fece come ordinato, non che gli dispiacesse, però l’orgoglio era l’orgoglio e lei non poteva non rispondergli.

-Non darmi ordini.- brontolò mentre chiudeva gli occhi arrossati dalla polvere.

Nessuno dei due parlò dopo.

Avevano così tanto da dirsi eppure nessuno dei due voleva rompere quella specie di magia che si era creata.

Dopo un po’ Draco rallentò finché non si fermo del tutto.

Hermione rimase immobile con le sue braccia che circondavano il corpo del ragazzo e gli occhi chiusi.

-Granger siamo arrivati, puoi anche staccarti.-

La mora arrossì violentemente e si stacco di colpo.

Harry, Ginny, Pansy e Ron li raggiunsero quasi subito.

Si trovavano in una campagna isolata, una casa apparentemente disabitata si reggeva al centro e la civetta che li aveva portati là, volò fino a una finestra.

Il vento gelido fece rabbrividire Pansy che si lasciò scappare una lacrima.

-Pansy tutto bene?- chiese apprensivo Harry. La ragazza annuì e si asciugò la lacrima.

-Facciamo così-continuò Harry.                                                        

-Ginny e Pansy rimangono qui a fare da guardia. Hermione tu vieni con noi?-

-No, la mezzosangue rimane con loro.- s'intromise subito Draco.

Anche se non lo ammise, non voleva che la mezzosangue rischiasse la vita.

-Malfoy credo di saper scegliere ancora da sola. Quindi si certo, Harry vengo con voi.-

-Che testarda.- mormorarono Draco e Ron insieme.

 Le due ragazze rimasero là mentre i quattro invece s'incamminarono verso la villa.

La serratura chiusa fu aperta da Hermione con un semplice incantesimo di apertura. Aprirono la porta senza far rumore.

Il cuore di Hermione batteva forte, da quando non faceva queste cose? Da quando non teneva in mano la bacchetta?

Un elfo scese dalle scale e guardandoli sbalordito inizio a parlare.

-Il padrone, Millo chiamare padrone, voi non dovreste essere qui. Il Padrone non vuole sconosciuti, Via andate via.-

-No, noi non vogliamo farti del male. Dicci chi è il tuo padrone.-

-Stupefecium.- una luce rossa fece schiantare il piccolo elfo al muro che scivolò per terra privo di sensi.

-Malfoy era un elfo.-

Non sarebbe mai cambiato.

-Si Granger mi parlerai dopo del CREPA.- sussurrò Draco.

-E’ C.R.E.P.A…oooh al diavolo, che ci parlo affare con te. E’ completamente inutile.-

-Silenzio voi.- disse Harry –E ascoltate.-

Un uomo dai capelli castani stava parlando con un altro. Il viso era coperto da un cappuccio grigio e aveva la bacchetta in mano.

-Il bambino è ancora nello scantinato insieme alla Malfoy.- disse l’uomo incappucciato.

Draco sgranò gli occhi. Aveva capito bene? Malfoy?

-I crucio non la fanno parlare. Non vuole dirci dov’è sua sorella. Il bambino invece non vuole liberare il suo potere.- continuò L’uomo.

-Voi andate negli scantinati, noi ci occupiamo di questi due.- ordinò sotto voce Harry a Draco e a Hermione.

I due ragazzi corsero via.

-Ehy chi c’è?- i due uomini incappucciati si girarono insieme e osservarono Harry e Ron.

Si aprivano le danze.

-Expelliarmus-  Hermione sentì urlare l’incantesimo da Ron mentre continuava a correre.

-Adelbrecht gli altri due sono andati negli scantinati.- sentì invece stavolta Draco.

-Corri Mezzosangue.- una luce rossa sfiorò il braccio di Hermione che si allontanò subito.

Sia Hermione sia Draco correvano ansimando.

Ma quanto diavolo era grande quella villa?

L’ennesimo stupefecium fece cadere Hermione per terra. Sicuramente si era slogata una caviglia perché non riusciva ad alzarsi.

 -Hermione ti sei fatta male- chiese Draco fermandosi.

Era strano che in un momento come quello l’unica cosa che riusciva a pensare era che Draco l’aveva chiamata per nome.

-Allora chi abbiamo qua…Draco Malfoy e Hermione Granger, aah la famosa mezzosangue. Chanel mi ha parlato molto di te.- disse l’uomo incappucciato avvicinandosi ai due.

-Cha…Chanel- bisbigliò Hermione. No, Chanel non poteva conoscere un essere viscido come quello. Era impossibile. Lei era la sua migliore amica, non poteva, la conosceva troppo bene per pensare una cosa del genere. Eppure tutto sembrava quadrare le sue sparizioni senza motivo, le mezze spiegazioni che dava ogni volta che tardava.

-Si Chanel, sai è una cara ragazza.-

-Expulso.- urlò Draco senza preavviso.

L’uomo cadde a terra

-Tzè, mai abbassare la guardia.- prese imbraccio Hermione e continuò a camminare.

-Malfoy cosa stai facendo?- domandò Hermione rossa in viso.

-Mezzosangue vuoi che ti lascio qua?-

-No, non preoccuparti.-

.Finalmente arrivarono negli scantinati. Il buoi dominava su tutto e i due ragazzi non riuscivano a vedere niente.

-Sono li.- una voce femminile li fece sussultare.

-Lumos.-

Una donna dai lunghi capelli biondi li fissava grati.

-Forza, forza portateli fuori di qui.- continuò la donna.

-Ma chi?- chiese Hermione accigliata. Non dovevano salvare il bambino?

-Klelia e Andreas. Sbrigatevi. Prendete le chiavi e andatevene stanno venendo.- La donna lanciò le chiavi a Hermione che per prenderle stava per far cadere lei e Draco.

-Mezzosangue attenta, non sei una piuma.-

-Eccoli sono là- la voce che a mano a mano si avvicinava fece spaventare Hermione.

I due prigionieri erano là che sorridevano, finalmente liberi.

Klelia prese in braccio Andreas e si avvicinò a Draco e Hermione.

-Vieni qua, dammi la mano che ci smaterializziamo.- Klelia afferrò la mano di Draco e furono risucchiati da quel vortice che li portò al sicuro.

-Draco prenditi cura di Klelia.- sussurrò la donna prima di accasciarsi a terra e piangere.

Per adesso sua figlia era libera.

 

 

In qualsiasi momento, tutto può cambiare
Senti il vento sulle tue spalle
Per un minuto, tutto il mondo può attendere
Lascia andare il tuo passato

-Fly,  Hilary Duff-

 

 

 

-Malfoy ma sai smaterializzarti?-

-Non ti rispondo nemmeno Mezzosangue.-

I due si stavano salutando amorevolmente …a modo loro.

Si trovavano in una casa spaziosa e ben arredata.

Draco appena erano arrivati aveva abbracciato il piccolo Andreas che rideva fra le lacrime.

Klelia invece guardava con aria aristocratica i due ragazzi che litigavano ogni secondo.

Che stupidi litigavano tanto per cosa poi? Per nascondere i loro veri sentimenti.

-Dove siamo?- domandò ad un certo punto Hermione sedendosi su una sedia.

-A casa di Blaise.- rispose Draco mentre si sedeva su una delle pregiate poltrone in maniera maledettamente sexy, ma questo particolare molto probabilmente sconvolse solo Hermione.

Klelia stava sorseggiando dalla tazzina un delizioso the, mentre Andreas giocava con la testa del bambolotto di Merlino.

Un leggero “pop” distacco Hermione dai suoi pensieri.

Harry, Ron, Ginny e Pansy erano appena arrivati. Quest’ultima appena notò il suo piccolo bambino che giocava indisturbato sul tappeto, corse subito a prenderlo in braccio e a coccolarlo.

Hermione non aveva mai visto una Pansy così felice, ancora conservava l’immagine di una Pansy che si atteggiava da ochetta viziata.

Quella invece che vedeva adesso era una Parkinson ormai adulta e con gli occhi che gli brillavano per la gioia.

-Siamo tutti sani e salvi giusto? E’ stata una passeggiata. Ormai i nostri nemici stanno perdendo punti. Quasi quasi mi mancano i Mangiamorti almeno loro sapevano l’ABC della magia.- disse Harry con un sorriso sarcastico mentre si sistemava la maglietta. Hermione gli rivolse un’occhiataccia che fece raggelare il sorriso di Harry.

-Tutto ok?- Harry guardò attentamente Hermione mentre si massaggiava la caviglia indolenzita

-No, niente Harry non preoccuparti. Ho solo preso una storta.-

-Mmm. Ok-

-E questa chi è?- continuò il salvatore del mondo magico indicando con lo sguardo la ragazza bionda che li guardava con aria aristocratica.

-Sono Klelia Meissa Malfoy.- rispose la diretta interessata

Il baccano che si era creato cessò di colpo.

Klelia guardò tutti con un ghigno sulle labbra. Sembrava che avesse appena detto di avere quattro occhi e dodici gambe.

L’unico che aveva il diritto di essere sorpreso, invece non aveva detto e fatto niente.

Forse quella era la famosissima freddezza che caratterizzava ogni Malfoy.

Klelia fece un respiro, pronta per iniziare il suo discorso.

Se erano rimasti sorpresi per così poco dopo il suo racconto cosa avrebbero fatto? Bella domanda.

Era tutto così difficile e lei, in quel momento non riusciva a capire nulla.

L’unica cosa che sapeva e che non doveva accettare il consiglio di quella voce diabolica che dentro di lei, le diceva di tacere e di non dire niente.

No, stavolta avrebbe fatto a modo suo.

Stavolta non avrebbe permesso che lei gli rovinasse di nuovo la vita.

Perché per una volta la strega cattiva doveva ubbidire alla principessa.

Glielo doveva.

 

 

Mmm…me va a nascondersi(di nuovo)ç__ç scusate per il ritardo.

Ma sapete tutti che questo è uno dei periodi più terribile per noi poveri studenti.

Interrogazioni a destra e a manca, verifiche, compiti a palate e test a sorpresa(prof bastardi…) mi stanno facendo diventare pazza.

Ho scritto questo capitolo nei pochi momenti liberi U.U

Se tutto va secondo i miei calcoli dovrei postare giovedì (PS: i miei calcoli sono sempre, o quasi sempre, sbagliati xD.)

Comunqueee…parliamo di questo capitolo. Vi è piaciuto almeno un po’?Spero di si.

Una cosa voglio precisare Klelia non è sorella di Draco, odio di solito i fratelli o sorelle che spuntano come funghi, invece ho una passione per i cugini( e non dico più niente U.U) che spuntano come funghi xD.

Spero che non vi abbia deluso con il personaggio di Klelia.

Nel prossimo svelerò gli ultimi segreti su di lei( anche se vi ho dato degli indizi nel capitolo, non so però se gli avete trovati…)

 

Ringraziamenti

vinny: Ciaooo, grazie per la recensione. Sei troppo buona. Ehehe. Anche io amo le Ron/Pansy ma in questa ff Pansy è di Blaise. Sisi. Continua a recensire mi raccomando. Un bacione e grazie ancora^^

kucciolaflea: Nuclucciaaaaaaaaaaaaaaaa Lo sai che inizio ad amare tutte le ff che scrivi??? Stupenda la Ron/Gabrielle. Ok basta xDDD. Scusa ma oggi ho la testa in un altro pianeta. E non riesco nemmeno a commentare. Quindi accontentati di questo xD. Ah, si dimenticavo Grazie. Questo chap ti è piaciuto? Un bacio tvbtttt

 aqa: Tesorooooo. Grazie della recensione. Comunque si hai ragione Harry alcune, ripeto solo alcune, volte ha qualche idea caruzza xD Andreas è sano e salvo(almeno per ora) contenta??? Un bacione tesò tvbttt.

redrose: Adoro le tue recensione. Veramente. Grazie, come ho gia detto sono felicissima che l’idea di questa Hermione ti sia piaciuta.  Per Klelia no, nessun demone rinchiuso dentro di lei, però però…ok non parlo. Un bacione.

Ringrazio anche le 52 persone che hanno messo la fanfiction nei preferiti.

 

1 - AIne Yukimura
2 - alexandra611
3 - aqa
4 - AuraD
5 - Ayesha
6 - baby93
7 - bao
8 - bloody_slytherin
9 - Bulm88
10 - carolina
11 - DamaArwen88
12 - debby0588
13 - Diddola
14 - Dubhe92
15 - EleG93
16 - excel sana
17 - foxina
18 - freedom
19 - giu87
20 - giuly94
21 - GiulyMPotter90
22 - gloria85
23 - ImAya
24 - isabell 1
25 - klakla
26 - kucciolaflea
27 - Lady_Eowyn
28 - Leleo 91
29 - Lexie89
30 - Lily261
31 - LilyPilot
32 - lye
33 - mal
34 - Miss Black_Lady Riddle
35 - nanachan89
36 - pan151
37 - pingu
38 - poppi
39 - PunkyMarty
40 - redrose
41 - romualdo
42 - Saka
43 - Sardignola
44 - scherryino87
45 - Selene_Malfoy
46 - Shona
47 - simoneannabelle
48 - valval
49 - Veronica91
50 - vinny
51 - whitewolf88
52 - Xevias

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Il segreto di Klelia ***


Il segreto di Klelia

Il segreto di Klelia

 

but I close my eyes
and find truth in what I'm sayin'
they thought it was all a lie
how could they deny it when I was just a
little child

secrets I kept inside me
noone can understand
secrets I had to hide
'cause noone would hold my hand when
secrets for me to know
and never for you to see
secrets for only me

-Secrets, Anastacia-

 

Klelia fece un grande respiro e titubante iniziò a parlare.

Quello che stava per dire andava contro a tutto quello che si era ripromessa di fare. Aveva giurato di non rivelare mai a nessuno il suo segreto.

Non era mai stata una ragazza coraggiosa ed era sempre stata succube di lei.

Aveva sempre pensato che quello che le diceva era la verità, eppure avrebbe dovuto capirlo prima che quella più forte fra le due non era la maggiore ma lei.

-Come ho gia detto mi chiamo Klelia Meissa Malfoy, sono figlia di Alexander Malfoy.-

Un altro sospiro, abbassò gli occhi aveva paura di alzarli.

-Alexander?- domandò Draco sollevando il sopraciglio

-Si, il fratello di tuo padre. Alexander non fece la sua prima magia prima degli undici anni. Abraxas, nostro nonno, pensò subito che in realtà mio padre fosse un maganò. Tu sai che i maganò vengono disprezzati da alcuni maghi, ed è per questo che nascose a tutto il mondo magico l’esistenza del suo secondo figlio.- disse tutto in un fiato.

Quante volte aveva sentito suo padre rivolgere parole offensive verso Abraxas e verso Lucius.

Lucius che aveva fatto la sua prima magia a soli sei anni.

Lucius che era sempre educato.

Lucius che non sbagliava mai.

Lucius che qualsiasi cosa faceva era sempre il suo perfetto primogenito.

-Quando a tuo padre arrivò la lettera da Hogwarts, Abraxas trovò un altro motivo per disprezzare mio padre. Lui non sarebbe mai andato a Hogwarts. Abraxas decise di darlo a una coppia di maghi. Come se fosse un oggetto rotto e difettoso.-

Un sorriso amaro si dipinse sulle labbra di Klelia.

-Alexander visse con la sua nuova famiglia, certe volte Abraxas andava a fargli visita, penso che un po’ si sentisse in colpa. A dodici anni a dispetto di tutti e tutto, papà fece finalmente la sua prima magia.-

-Vuoi un biscotto?- la interruppe Ginny porgendo un vassoio pieno di dolcetti.

Klelia fece un cenno negativo e ringrazio la ragazza mentalmente, per aver alleggerito l’atmosfera.

-Era felice, finalmente non doveva essere considerato uno scarto. Poteva anche lui spostare gli oggetti con la bacchetta come aveva visto tante volte fare a suo padre.- continuò la ragazza.

-Non frequentò Hogwarts, tutto quello che sa, l’ha imparata da autodidatta. Era stregato dalla magia. Succube di essa. La sua vita apparteneva solo alla magia e al sapere. Si considerava ancora inferiore e cercava in tutti i modi di poter sempre migliorare.-

Hermione sussultò, anche lei era stata succube della magia. Sapere più cose possibili e dimostrare a tutti che lei era migliore di qualsiasi mago Purosangue era stata una sua grande fissazione. Una specie di scudo che la proteggeva, che la faceva sentire sicura.

-Negli anni della sua adolescenza continuò a studiare. Ad allargare le sue conoscenze. Quando compì i suoi diciannove anni, conobbe mia madre. Era stato amore a prima vista, credo. Si sposarono quattro anni dopo.-

Draco continuava a fissarla, sentiva il dolore e il rimpianto della ragazza in ogni sillaba che pronunciava.

 -Papà però non era ancora felice, non riusciva a esserlo. Quando Abraxas morì per il vaiolo di drago, sentì una specie di soddisfazione. Non provò dolore. Iniziò a vivere solo per la vendetta. La sua personale vendetta, contro tutti quelli che l’avevano disprezzato. Era pazzo?Forse. Non l’ho mai capito sinceramente. Quando ero piccola, papà si rinchiudeva sempre nel suo studio e usciva solo la sera. Non sapevo cosa facesse lì dentro, e nemmeno m'interessava.-

Quanto odiava la vendetta. Quel schifosissimo sentimento che aveva rovinato la vita di suo padre.

Klelia iniziò a fissare il pendolo dell’orologio e il ticchettio iniziò a darle parecchio fastidio.

Forse perché tutto questo le faceva ricordare lei, la sua amata e odiata sorella.

 

Flashback

Era odioso quel ticchettio.

Il campanile della vecchia chiesa continuava i suoi rintocchi, voleva che il tempo si fermasse solo per lei. Ma questo non avveniva.

Si domandava sempre per quale motivo il tempo non seguiva mai i desideri delle persone e continuava in disturbata il suo percorso.

Artemide Malfoy leggeva, sfogliava il libro assorbendo ogni parola.

Parole Sacre per lei.

Anche quando era piccola aveva amato la magia oscura, affascinante, misteriosa, subdola e perfetta.

Ogni volta che vedeva suo padre non riusciva a non disprezzarlo, così determinato nella sua vendetta da sembrare patetico.

Fissato con qualcosa che lo legava al passato.

Odiava le persone che si distruggevano per qualcosa che non sarebbe mai ritornato.

Quindi odiava suo padre.

Lei sarebbe stata grande, il suo nome avrebbe intimorito ogni famiglia. Come quello del Signore Oscuro.

Si, lei venerava Voldemort così potente. Quanto avrebbe desiderato essere come lui.

Continuò a sfogliare quel libro rubato dalla libreria del padre.

E ancora, quel ticchettio odioso che la uccideva attimo dopo attimo.

Tic, tic, tic, tic.

Odiava essere vulnerabile, odiava sentirsi sempre più male ad ogni rintocco.

Tic, tic, tic, tic.

L’aveva trovato finalmente.

Quella magia che più o meno  le avrebbe permesso di continuare a vivere.

Tic, tic, tic, tic.

Lesse velocemente il titolo del libro: come creare un Horcrux.

Tic, tic, tic, tic.

Continuò a leggere.

Tic, tic, tic, tic.

Tutto era perfetto. Doveva solo trovare l’oggetto giusto o la persona giusta.

-Klelia, puoi venire un attimo.-

Il cuore le batteva e per una volta aveva paura della scelta che aveva fatto.

-Sorellona che c è?-

Una bambina di undici anni era appena entrata. I capelli lisci erano legati in due codine gli occhi cerulei erano evidenziati da delle occhiaie violacee.

Anche Klelia, come sua madre, era disperata per Artemide.

Tic, tic, tic, tic.

-Odiami ti supplico Klelia, qualsiasi cosà farò non volermi bene. Odiami.-

Artemide scagliò l’incantesimo e sentì un dolore lancinante, come se si fosse appena staccata una parte di se stessa. Una parte fondamentale.

Tutto quello era atroce, si sentiva peggio di quando aveva commesso quell’omicidio.

Tic, tic,tic,tic.

Maledetto orologio, maledetto tempo.

Tic, tic,tic,tic.

Anche Klelia si sentiva strana, come se qualcosa si fosse aggiunto dentro.

Si sentiva diversa, più cattiva.

Si, diversa era la parola giusta..

Non aveva più voglia di diventare una principessa. Adesso anche lei voleva essere la strega cattiva.

Voleva essere come sua sorella.

Voleva essere potente.

-Scusami Klelia, scusami.- Un sussurro, fu quello, una scusa, l’ultima parola pronunciata da sua sorella.

Una scusa.

Si era appena scusata per averle rovinato la vita.

Tic,tic,tic.

Il tempo odiava, anche esso, Artemide Mary Malfoy.

 

-Mia sorella ha preso molto da mio padre. Anche lei era ossessionata dalla magia. Morì a vent’anni. Per una ricerca andata a male. Era potente Artemide, ma non riuscì a sopravvivere. Quando morì, fu il periodo più difficile della mia vita. Le volevo molto bene.-

Anche se involontariamente non poteva non odiarla.

-Lei mi ha lasciato un regalo-

O meglio una disgrazia.

Continuò, si morse la lingua per non aggiungere altro

-Ed è questo che vuole mio padre, per questo ero rinchiusa in quel luogo, voleva che gli rivelassi il segreto di Artemide.-

Un segreto che pesava molto.

-Quindi tuo padre è il leader di quelli che tutti chiamano Anime della morte.- domandò Harry che aveva seguito il racconto in silenzio.

-Si. Per prima cosa vuole uccidere Draco, visto che è il figlio del perfetto Lucius.-

-E ti pareva. Ormai cercare di uccidere Potter è fuori moda. Devono cercare un rimpiazzo.- sentenziò ironico Draco.

Inutile dire che Harry lo guardò male.

-E cosa vuole da te?- domandò di nuovo Harry a Klelia.

La ragazza si bloccò come poteva dirgli che quello che lei conservava era un segreto troppo grande.

-Io, bhè, scusa ma non mi sento pronta a dirlo, ti dispiace?- disse rossa in viso.

-No, non ti preoccupare. Se non hai nessun posto in cui puoi stare sei benvenuta a casa nostra. Giusto Ginny?.-

La rossa annui sorridente.

-Vi ringrazio, ma non vorrei disturbare.-

-Non ti preoccupare. Ansi oggi tutti a cena da noi. Ok? Specialmente tu Hermione, hai molte cose da dirci.-

Hermione sorrise forzatamente. Ecco addio pace. Adesso doveva affrontare il passato.

Basta scappare.

Tutti si smaterializzarono a casa propria, mentre Blaise e Pansy mettevano a letto il loro piccolo bambino, che si era appena addormentato con il sorriso sulle labbra.

Harry e Ginny dopo essersi smaterializzati a casa indicarono una stanza a Klelia, che dopo averli ringraziati si diresse verso la camera per riposarsi un po’.

Si sdraio nel comodo letto e sì toccò la piccola ampolla che aveva come ciondolo, al collo.

Un liquido azzurrino si mosse e lei sorrise.

Quello era il loro piccolo segreto e sarebbe rimasto tale.

Chiuse gli occhi.

E la principessa non sentì più nessun ticchettio, peccato che la strega cattiva che dimorava in lei continuava a percepirlo.

Era forse questa la sua condanna? Ascoltare per sempre quell’odioso rumore  che scandiva il tempo?

Quel tempo maledetto. 

 

 

 Ma chiudo gli occhi
e trovo la verità in ciò che sto dicendo
loro pensavano che fosse una bugia
come potevano negarlo,
quando ero solo una bambina?

 


segreti tenuti dentro di me
nessuno può capire
segreti che ho dovuto nascondere
perché nessuno mi teneva la mano
segreti che dovevo conoscere
e che tu non dovrai mai vedere,
segreti solo per me

-Secrets, Anastacia-

 

 

Ragazzuole ho aggiornato. Sono stata troppo veloce??xD

Il capitolo mi piace, più o meno.  Spero che vi sia piaciuto anche a voi.

Ho spiegato finalmente uno dei segreti di Klelia, io vi dicevo che avevo seminato indizi qua e là.

Ripetevo la frase della principessa per un motivo ben specifico U.U, ancora non sono diventata pazza.

Quindi per ricapitolare Klelia è l’ Horcrux di sua sorella Artemide. Suo padre è colui che l’aveva rinchiusa perché voleva che la ragazza gli rivelasse il segreto della sorella. Cosa che non ha fatto.

Adesso però c’è un’altra domandina: Qual è il segreto di Artemide?

Il prossimo capitolo è uno dei miei preferiti( Draco&Herm mode on) e sarà suddiviso in due parti. Finalmente Draco ed Hermione si chiariranno.

 

Ringraziamenti:(velocissimi e cortissimi, scusate ma devo proprio scappare)

poppi: eh già. Draco è sempre Draco. Spero che il capitolo ti sia piaciuto. Un bacione e grazie per la recensione.

vinny: ihihi no, l’indizio non era l’ultima frase della prima parte. Il capitolo ti è piaciuto?Spero di si. Un kiss Ile.

roby94: Ciau, grazie per aver recensito. Anche io adoro la canzone FLY, anche se non impazzisco per Hilary Duff. No comunque la Malfoy non è la figlia di Bellatrix. Spero che però l’idea ti sia piaciuta lo stesso. Un bacio Ile.

kucciolaflea: Nicluccia, ho davvero pochissimo tempo quindi spero che ti accontenterai del mio semplicissimo GRAZIE. Un kiss grande grande tesoro. Tvbtttt

aqa: Non ti preoccupare x le mini recensione, l’importante è che mi dici la tua. E se il capitolo ti è piaciuto. Sisi. Un bacione tesoro e grazie tvbtt

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Pollo alle mandorle e gelosia # I parte ***


Pollo alle mandorle e gelosia # I parte

 

Pollo alle mandorle e gelosia # I parte

 

E mi accorgo che penso a te
Ogni giorno da giorni sai
Sembra impossibile
Ma vivo per quegli occhi ormai
E come un fiume, che non ha fine
Mi porterà

-Quello che sento, Alexia.-

 

 

-Prova questo vestito Hermione.-

-No, non mi piace. Questo che sto indossando com’è?-

-No toglitelo subito, ti fa sembrare una balena.-

-Oh, grazie Ambrè. Sempre gentile.-

-Prego tesoro è un piacere. E’ poi il rosa non ti dona. Metti quello blu.-

-Ok, ok. Facciamo come vuoi!-

Hermione Jane Granger stava impazzendo. Tutto quest'agitazione era causata da Ambrè che si era nominata sua consulente d’immagine per un giorno.

Erano ore che provavano vestiti di qualsiasi colore, modello e taglia.

-Basta. Mi sono stancata. Se non ti piace il vestito, vado a questa maledetta cena in jeans e maglietta.-  disse uscendo dal bagno mentre indossava un paio di ballerine nere.

-No va bene così, sei perfetta.- dichiarò la rossa sorridendo.

-Finalmente.-

Hermione si sdraio sul morbido letto dell’hotel. Quella sera avrebbe dovuto a mettere a tutti i suoi amici e a lui la verità. Sbuffò.

-Ambrè?- la chiamo la ragazza.

-Mmm, che c’è?- domandò l’altra.

-Potresti venire con me oggi. Per favore. Ho bisogno di qualcuno che mi aiuti.-chiese speranzosa, passandole il vestito preferito di Ambrè.

-Non lo so. Non conosco nessuno, mi sentirei a disagio.-

-Tu a disagio?Impossibile. Per favore.-

-Ok, ok.- acconsentì la rossa. Hermione si avvicinò e l’abraccio con forza – Grazie, grazie, grazie.-

Appena le ragazze si staccarono da quell’abbraccio caloroso sentirono qualcuno che bussava alla porta.

-Herm, Ambrè sono io. Chanel.-

L’ex Grifondoro si avvicinò di colpo alla porta e l’aprì senza dire niente.

Non riusciva ancora a crederci a quello che aveva sentito dire della dolce Chanel.

-Dove sei stata?- disse con voce dura.

-Alle prove. Pourquoi?-

Hermione si rabbuiò, stava mentendo.

-Le prove sono state rimandate a domani. Non mentirmi Chanel.-

-Cosa sta succedendo?- domandò Ambrè che non ci stava capendo più nulla.

-Chiedilo a lei.- rispose Hermione fissando la bionda.

-Chanel?- chiese dolcemente Ambrè.

-Io non lo so.- la voce della ragazza era un po’ incrinata.

-Chi stai frequentando?- domandò di nuovo Hermione.

-Nessuno. Io non capisco, Herm che ti prende.-

Chanel si attorcigliò con le mani un lembo del maglione che indossava. Hermione fissò quel gesto attentamente. La francesina non sapeva mentire e quando lo faceva, si capiva benissimo. Come in quel momento.

-Non mentirmi.-

-Io…Herm…- balbettò Chanel.

Hermione fissò con occhi pieni di dolore Chanel.

-Sai che è un assassino?- domandò senza giri di parole.

Ambrè che prima aveva rinunciato a capire la discussione delle due si avvicinò di nuovo.

-Io…- iniziò Chanel. Hermione non l’aveva mai guardata in quel modo. –Si.- concluse abbassando la testa.

-Sei un’ingenua Chanel. Non capisci che lui voleva solo arrivare a me e poi a Malfoy. Eh?- urlò la mora.

Chanel alzò di colpo il capo. Questo non doveva dirlo. Lei non sapeva niente, e non aveva nessun diritto di dirle quelle cose.

-Non esisti solo tu Hermione. Tu non sai niente. Il monde non gira intorno a te.- urlò di rimando Chanel mentre delle lacrime scorrevano sul volto.

Non sapeva nemmeno lei perché stesse piangendo. Forse perché in fondo sapeva che la ragazza avesse ragione. Ma lei non voleva darle retta. Si era illusa che lui l’amasse veramente e poi Hermione senza il suo consenso spazzava via quella certezza. Voleva solo illudersi.

-Chanel si sta prendendo gioco di te.- Hermione si avvicinò a Chanel, vederla piangere era sempre doloroso. Quella ragazza aveva sofferto già molto.

-Io l'amo Hermione. Non voglio crederti. Perché non puoi essere felice pour me.- disse abbassando la voce.

Lui l’amava. Si era così. Hermione si stava sbagliando, lei non lo conosceva. Eppure una vocina nella sua testa continuava a dirle che forse la sua migliore amica aveva ragione. E che tutte quelle cose che Adelbrecht le aveva raccontato erano solo bugie.

-Io Chanel, non è come credi. Io lo faccio per te.-

-Non è vero Herm, non è vero.-

Chanel si girò e di corsa usci dalla stanza sbattendo la porta. Hermione continuò a fissare la porta, perché adesso quella porta sembrava volerle ridere in faccia? Perché sembrava volerle dire che aveva sbagliato? Di nuovo.

Quando smetterà di sbagliare?Forse mai.

-Ambrè andiamo?- domandò chiudendo per un attimo gli occhi.

La rossa annui e insieme si smaterializzarono a casa Potter.

Il cuore di Hermione batteva forte. Solo un minuto prima aveva litigato con Chanel e adesso affrontare Harry e gli altri risultava ancora più difficile.

-Sei pronta Herm? Appena abbiamo un attimo libero, devi spiegarmi un po’ di cose.-  disse Ambrè riferendosi a quello che era successo prima con Chanel.

-Ok.-

Hermione schiaccio il campanello di casa Potter tremante. Dopo pochi secondi Ginny sorridente aprì la porta.

-Hermione, tesoro entra.- disse salutando la ragazza. Poi si presentò anche ad Ambrè.

-Seguitemi da questa parte ci sono anche gli altri.-

La villa era abbastanza grande e i colori rosso e oro si notavano un po’ da per tutto. Di sicuro era opera di Harry.

Si fermarono nella stanza da pranzo. Il fuoco scoppiettava nel cammino. Harry e Ron parlavano di Quiddich. I soliti pensò Hermione. Pansy cullava Andreas mentre stressava il suo povero marito, Klelia Malfoy in un angolo scrutava tutti quanti come se volesse analizzarli e Draco Malfoy parlava con una biondina.

-Mmm- Ginny catturò l’attenzione di tutti. –E’ arrivata Hermione con una sua amica. Si chiama Ambrè.-

Draco smise di parlare immediatamente e si volto a guardare Hermione.

Era bellissima e soprattutto irraggiungibile. Non era più sua.

Non sapeva quanto si sbagliasse.

-Hermione ti stavamo aspettando.- disse Harry mentre abbracciava la sua migliore amica. Prima non aveva avuto tempo per parlare con lei. Adesso però averla lì con loro sembrava normale. Era quel pezzo del puzzle che tutti stavano cercando e che era indispensabile per finire il disegno. Il puzzle finalmente era completo.

-Harry mi sei mancato tantissimo.- disse Hermione ricambiando l’abbraccio.

Mentre gli altri a turno salutavano Hermione, Ambre rimase immobile a fissare quel ragazzo dai capelli che in un solo minuto aveva catturato la sua attenzione. Era l’unico che insieme al biondo aveva salutato Hermione con un semplice cenno di testa. Sembrava triste.

Gli occhi di Ambrè incrociarono quelli di Ron. La ragazza dopo due secondi interruppe quel gioco di sguardi e si avvicino imbarazzata all’amica.

-Ho una fame, iniziamo a mangiare.- domandò Ron.

-Ronald sei sempre il solito. Pensi sempre al cibo.- rispose Hermione senza pensarci due volte. La forza dell’abitudine. Si aspettò una battutina acida di Ron che invece non arrivò mai. Il ragazzo si limitò a sorriderle dolcemente.

-Amore tu hai fame?- la voce squillante di una certa bionda fece irrigidire Hermione.

-Un po’, piccola.- rispose ghignante Draco fissando la bella grifondoro.

Hermione si girò e sorrise sadicamente a Draco. Voleva la guerra? Bene l’avrebbe avuta.

-Ciao Malfoy, ancora non mi hai salutato. Da quando non ci vediamo? Dai tempi di Hogworts.- disse Hermione mentendo e avvicinandosi al ragazzo. Nascondendo bene la sua agitazione.

-Veramente l’ultima volta che ci siamo visti e stata sta mattina Granger.- disse tranquillamente Draco.

-Ah.-  mormorò Hermione.

Ok. Aveva vinto la battaglia. Non la guerra.

Si avvicinò a lui e posò le sue labbra sulla guancia fredda di Malfoy. Il contatto fu breve ma intenso. Il profumo di Draco era rimasto sempre lo stesso.

-E’ un piacere rivederti Draco.- gli sussurrò seducente in un orecchio per poi allontanarsi.

Che cosa stava facendo? Non erano questi i suoi piani. Lei doveva dimenticare Draco non provocarlo.

Si avvicinò a Ginny e continuò a osservare Draco. Il ragazzo come se non fosse successo, niente continuava a parlare con quella Barbie gonfiabile.

Era ancora illegale lanciare una delle maledizioni senza perdono? Perché in quel momento aveva proprio voglia di scagliarne una a quella biondina che ci provava con il SUO Draco.

No, no, aveva sbagliato. Ormai lui non era più suo.

Non sapeva quanto si sbagliasse.

 

Oltre quelle nuvole
Torno già a sorridere
Se il tuo posto è nel mio cuore allora
Perché dimmi mi tormenta ancora
Quello che ora sento per te.

-Quello che sento, Alexia.-

 

 

Buongiornooo, nuovo capito. Spero che vi piaccia.

Scusate ma devo proprio andare. Non credo che aggiornerò presto. Sempre a causa della scuola. Un ultimissimo sforzo e poi finalmente potrò considerarmi in vacanza :P

Un Grazie speciale a:

flydreamer, kucciolaflea, vinny, debby12(Certo che puoi usare l’idea del rapimento. Non ho mica l’esclusiva xD. Un bacio), Queensol, _NovemberThree_(Si, Artemide ha spostato un pezzo della sua anima a Klelia. Comunque è vero per creare un Horcrux bisogna uccidere e Artemide l’ha fatto, è scritto nel capito precedente^^ Un bacio),aqa, redrose.

Grazie anche a chi ha messo la ff nei preferiti e a chi legge solamente^^

Qua sotto delle immagini su Klelia e Artemide.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** Pollo alle mandorle e gelosia # II parte ***


Pollo alle mandorle e gelosia # II parte

Pollo alle mandorle e gelosia # II parte.

 

I'm so tired of being here
Suppressed by all my childish fears
And if you have to leave
I wish that you would just leave
'Cause your presence still lingers here
And it won't leave me alone

These wounds won't seem to heal
This pain is just too real
There's just too much that time cannot erase.

-My immortal, Evanescence-

 

 

Vedere Ron e Harry ridere mentre giocavano a scacchi magici era sorprendentemente giusto. Vederli insieme come ai tempi di Hogwarts era bello. Si semplicemente bello. Le dava una sensazione di abitudine, quel semplice gioco le riportava alla mente tanti ricordi felici. Dalla partita del primo anno alle sfide lanciate da Ron a Harry, quando in Sala Comune non avevano niente da fare.

Hermione era così concentrata a osservare quei due che non si accorse nemmeno che non era l’unica interessata alla partita.

Ambrè era rimasta incantata dai capelli rossi di Ron, e soprattutto dal suo sorriso. Così genuino e vero.

Ginny era andata a preparare le ultime cose e Hermione sperava solo che il fumo che usciva dalla cucina fosse qualcosa di positivo. Anche se molto probabilmente le sue dolci previsioni non dovevano essere esatte.

Dopo pochi minuti Ginny uscì dalla cucina con in mano un vassoio pieno di cibo.

-Oh mio Dio, Harry non so come ho combinato. Ho provato una ricetta di mamma ma credo di aver sbagliato qualcosa.- disse leggermente rossa in viso.

-Non ti preoccupare tesoro…- rispose Harry a Ginny.

-Eh no, Ron sta volta ho vinto io.- continuò dopo Harry, mentre la regina della scacchiera divorava l’ultima pedina di Ron.

-Miseriaccia, non succedeva da tanto tempo.- borbottò seccato Ron facendo scomparire il gioco.

-Ehy ma mi state ascoltando?- sbottò Ginny in un’imitazione peretta di Molly.

-Oh Weasley lasciali stare non vedi che è l’ora dei giochi.- s'intromise Malfoy ironicamente, che seduto nella poltrona accanto aveva finalmente distolto lo sguardo da Hermione per alzarsi e aiutare la piccola Weasley.

E non si dicesse in giro che i Malfoy non fossero gentiluomini.

-Oh grazie Draco. Vedi Harry e così che dovresti comportarti.- ruggì Ginny in direzione del bambino sopravvissuto che borbottò qualcosa come “Maledetto Malfoy”.

-Oh si Harry dovresti comportarti come Draco.- continuò Blaise.

L’intervento fatto da Blaise non dovette piacere al piccolo Andreas che diede un leggero pugno al padre.

-Ehy papà, Harry è blavo.-

Harry sorridente si avvicinò a Blaise e prese il piccolo dalle sue braccia.

-Vedi almeno qualcuno che mi vuole bene c’è.- bisbigliò, facendo il solletico ad Andreas.

Tutti risero di gusto.

Hermione si chiese quando quella complicità si fosse creata e quante cose si fosse persa.

-Su dai, a tavola prima che questa roba si raffreddi.- incitò Ginny, mostrando a tutti la pentola piena di qualcosa d'indefinibile.

-Noi dovremmo mangiare quello?- sbottò Pansy disgustata.

-Oh Pansy cara, la prossima volta cucina tu.- rispose offesa ma anche divertita Ginny.  Fra lei e la serpe all’inizio c’era stato un periodo di ostilità, forse perché erano molto simili.

-Oh, d’accordo.-

-Ok, ok. Ragazze sediamoci a tavola e mangiamo. Vi ricordo che io ho ancora fame.- disse Ron che si sedette a tavola. Poco dopo gli altri seguirono l’esempio di Ron e preserò posto.

Hermione era seduta fra Ambrè e Blaise, mentre Draco si trovava di fronte a lei con quella “cosa” bionda attaccata al braccio.

Blaise che per tutto il tempo aveva osservato l’amico e Hermione, rise di gusto quando la ragazza guardò trucemente Katie.

Eh gia, si disse, mentre portava il bicchiere fra le labbra, sarebbe stata una divertentissima serata, e questo molto probabilmente lo pensava anche Pansy visto che cercava in tutti i modi di non scoppiare a ridere.

Ginny distribuì quelle che dovevano essere cosce di pollo a tutti, soffermandosi su Klelia che ancora non aveva detto niente.

La ragazza si trovava abbastanza fuori luogo, tutte quelle risate, il clima caldo e accogliente non gli appartenevano.

-Klelia, va tutto bene?.- domandò Ginny.

-Oh si, grazie veramente.- rispose impacciata.

Ginny le sorrise e continuò a distribuire il cibo, contenta che ancora nessuno si fosse lamentato delle sue doti culinarie.

-Ma è da buttare. Come l’hai cu…cu…cucinato?- chiese Ron con la bocca piena a Ginny.

Ecco aveva parlato troppo.

-E’ una ricetta cinese. Si chiama pollo alle mandorle. Se non ti piace non lo mangiare.- rispose offesa Ginny mentre si sedeva a tavola.

Harry e Hermione risero. Era possibile che quei due continuassero a litigare per ogni cosa?

-Mmm.- si schiarì la voce Harry. E grazie a questo gesto Draco capì’ perfettamente che lo Sfregiato da lì a poco avrebbe sparato una delle sue stupidaggini.

-Allora Herm, come va?.-

Ah no, Draco si era sbagliato. Non stava sparando niente, stava solo facendo il terzo grado alla mezzosangue. Malfoy si sistemò meglio sulla sedia e con un ghigno che avrebbe fatto impallidire suo padre, incominciò a guardarsi lo spettacolo.

-Oh, ehm, si tutto bene.- rispose Hermione, che non si aspettava quella domanda. Così su due piedi.

-E’ bella Parigi?- continuò Harry facendo finta di non vedere gli sguardi contrariati di Ginny.

-Bellissima città.- si intromise Ambrè, per aiutare Hermione.

-Oh si, davvero bellissima.- mentì Hermione, Parigi non le piaceva completamente. Troppo distante da lei, troppo sconosciuta.

Ron poco distante da lei, stava morendo dalla curiosità. Voleva sapere perché cinque anni fa Hermione l’aveva lasciato lì, da solo sull’altare. E perché fosse sparita senza avvisare nessuno. Lui l’amava.

-E perché non ci hai mai detto niente? Perché te ne sei andata senza avvisarci?.- la voce di Harry era fredda, e lui stesso si maledì perché non voleva essere così diretto e duro.

Malfoy notò subito le mani della Granger che ticchettavano sul tavolo. Quante volte aveva visto quel gesto? Ogni volta che era nervosa o che non sapeva che dire.

 Draco aveva una maledetta voglia di aiutarla e di dire qualcosa per calmarla ma poi si fermò. Per sentire quello che aveva da dire la Mezzosangue.

-Io, non lo so.- sussurrò debolmente Hermione, non era pronta ad affrontare la realtà, lo sapeva non doveva venire a Londra e soprattutto in quel momento non doveva essere con loro. Era tutto così difficile.

Ambrè da sotto il tavolo le afferrò la mano per incoraggiarla.

-Io mi sono accorta troppo tardi di…non..amare Ron.- balbettò incerta la mora.

Ron non sapeva se guardare il suo piatto o guardare Hermione. Alla fine optò per il piatto. Draco invece senza troppi problemi teneva gli occhi fissi sulla ragazza, ascoltando ogni piccola parola.

-Mmm, è impossibile Hermione, siete fatti l’uno per l’uno per l’altro. Siete la coppia perfetta.- Harry sembrava essere prossimo per un attacco isterico. Nemmeno se fosse stato lui quello che aveva abbandonato all’altare.

A quelle parole sia Draco sia Ambrè si irrigidirono e tutto sommato non potettero non dare ragione a Harry.

-Non è vero. Non è vero, Harry.- scoppiò Hermione.

-Io e lui non siamo fatti per stare insieme.- disse rivolgendosi soprattutto a Ron.

-E’ quello che voi credete. Ma non è così. Ho sempre inseguito questa dannatissima idea di amare Ron. Al ballo del Ceppo ero sicura di amarlo, sicurissima, quando l’ho visto con Lavanda pensavo di amarlo. Pensavo di essere gelosa, quando quello che provavo era solo amore fraterno. Quando l’ho baciato ho provato un immenso piacere è vero, ma non amore. Quando ho deciso di sposarlo ero confusa.- continuò con un tono più morbido e pacato.

-Pensavo di essere felice con lui, che lui fosse l’amore della mia vita. E forse tutto sommato lo amavo davvero… ma c’era qualcuno che amavo di più.- finì quasi con un sussurro che però tutti udirono.

Hermione si mosse la lingua, fino a farla sanguinare. Cosa aveva detto? Adesso sarebbe scoppiato il finimondo.

-Cosa? Tu mi tradivi? Non ci posso credere. E io stupido che ti amo ancora.- Ron più che arrabbiato sembrava deluso e triste.

E questo a Hermione non piacque molto. Lui non doveva soffrire per lei, lui doveva essere arrabbiato.

Si era già immaginata quella scena e ogni volta, quella scena finiva con lui che la guardava con disgusto, e non con tristezza.

E la consapevolezza che qualcosa non andava come aveva organizzato non le andava bene.

Ma in fondo, ormai erano anni che il destino si faceva beffa di lei.

Ron si alzò di scatto, uscì da casa e con forza richiuse la porta, come se sbattendola sarebbe riuscito a dimenticare tutto.

Hermione sorrise amaramente. Quella era la seconda porta che qualcuno le chiudeva in faccia.

Altre porte che non si sarebbero aperte facilmente, altre porte che facevano male.

Quante altre persone ancora avrebbe fatto soffrire?

-Chi era?- quella domanda fatta da Harry la fece sussultare. Non aveva più la forza di dire niente, di continuare a soffrire. Non voleva, non accettava più tutto questo.

Era tentata di dire il nome di Draco, solo per far arrabbiare quella biondina. Ma quando si girò vedendo la mano di Draco intrecciata a quella di Katie non ci riuscì.

Non voleva fare ancora del male.

Si alzò e dopo aver sorriso a Harry, uscì da casa. Socchiudendo piano la porta, senza sbatterla.

Senza continuare a far male alle persone che amava più di ogni altra cosa.

Quando tornò nella sua camera dell’hotel si coricò nel letto, e quando si sentì male diede la colpa al pollo di mandorle di Ginny.

Anche se quel pollo non l’aveva nemmeno toccato.

 

Sono così stanca di stare qui
Soppressa da tutte le mie paure infantili
E se devi andartene
Vorrei che tu te ne andassi e basta
Perché la tua presenza indugia qui
E non mi lascerà da sola

 
Queste ferite sembrano non guarire
Questo dolore è troppo reale

-My immortal, Evanescence.-

 

 

 

 

 

Ma quanto sono sadica?? Povera Hermione, povero Ron e poveri tutti.

Ogni volta li torturo sempre questi personaggi.

Capitolo importante per la fanfiction, Hermione ha lanciato la bomba…

Adesso la prossima mossa sarà quella di Draco? Bhoo chi lo sa? (forse dovrei saperlo io XD)

Scusate ma devo scappare ç___ç e non posso ringraziarvi uno per uno.

 

Un bacio a tutti, e spero che il chap vi piaccia almeno un po’.

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Capitolo 13
*** L'importante e che tu ci sia ***


L’importante e che tu ci sia

L’importante e che tu ci sia.

Maledetta maledizione.

 

Here’s the day you hoped would never come
Don’t feed me violins
Just run with me through rows of speeding cars
The paper cuts, the cheating lovers
The coffee’s never strong enough
I know you think it's more than just bad luck.

-Speeding Cars, Imogen Heap-

 

Cara Ambre,

quando leggerai questa lettera io molto probabilmente sarò a Parigi. Scusami davvero, pensavo di farcela. Pensavo di essere forte e invece non lo sono.

E’ stato difficile rivederli tutti, ed è stato ancora più difficile vedere Ron, parlare con lui. Mi sono comportata da immatura e adesso devo accettare le conseguenza. Ti prego di non cercarmi quando sarai a casa. Voglio iniziare una nuova vita. Da sola.

Niente più passerelle, vestiti e trucchi. Io non sono fatta per questo cose, io non faccio parte di questo mondo.

Adesso voglio solo concentrare le mie energie in qualcosa di più utile. Forse potrò dedicarmi al C.R.E.P.A, sai te ne avevo parlato.

Ti auguro tutta la felicità di questo mondo.

Ti voglio bene.

Ps: Prometti di non dire niente a nessuno.  Promettimi che non dirai niente a loro.

E chiedi scusa da parte mia a Chanel.

 

Ambrè non aveva mantenuto la sua promessa.

L’aveva fatto per lei.

 

-Non è possibile non di nuovo.-

Ron Weasley non era bravo con i sentimenti, no. Anzi era una frana in questa materia. Anche se la colpa non era sua, nessuno mai gli aveva insegnato come moderare la sua ira e le altre emozioni.

Per questo in quel momento, riusciva a pensare che forse la sera prima aveva un tantino esagerato.

-Ron non è colpa tua. Davvero.-

La voce di Ambrè sembrava avere gli stessi effetti di una buona dose di camomilla. Lo tranquillizzava. Anzi non era solo la voce che lo rendeva meno agitato era lei.

La ragazza sorrideva, anche se questo sorriso non arrivava a gli occhi che erano spenti. Con una piccola patina di paura e sofferenza.

Ambrè quasi timorosa alzò il palmo della mano e accarezzò il viso di Ron, il contatto la fece rabbrividire.

Dopo un po’ la rossa si ricordò che non era sola e che quattro paia di occhi la fissavano incuriositi. Staccò subito la mano, come se si fosse scottata.

La sensazione in fondo era quella.

Quando fisso la sua mano rimase sorpresa che essa non stesse andando a fuoco.

Una porta si chiuse di botto, facendo girare tutti i presenti di casa Potter.

-Dove diavolo è andato Malfoy?- sbottò Harry.

 

 

 

C’è chi dice che dopo la morte il corpo perda 21 grammi, i grammi dell’anima.

Hermione Jane Granger sapeva che questa storiella altro non era che una leggenda babbana, anche perché se fosse stato vero in quel momento lei avrebbe notato questa differenza.

Che non fosse morta, però a lei sembrava solo un piccolo dettaglio.

Nel corso di una settimana aveva rovinato tutto. E quando diceva tutto intendeva veramente tutto.

E in quel momento si sentiva morta, come se la sensazione di illusione che aveva provato in quei cinque anni si fosse finalmente spezzata e che per la prima volta, dopo tanti anni anche lei avesse aperto gli occhi.

Occhi che sinceramente preferiva tenere chiusi.

Ancora riusciva a percepire il dolore che aveva provato Ron il giorno prima, la tristezza che leggeva in quegli specchi profondi, il sorriso troppo caloroso di Harry.

Un sorriso che non si meritava.

E poi gli occhi lucidi di Chanel.

Era stata perfida con lei e come aveva detto la sua amica cosa poteva saperne lei?

Forse quello che provava quell’uomo per Chanel era vero amore, e lei stupida com’era aveva rovinato tutto. Di nuovo.

Si porto una mano sui i ricci, che aveva fatto ricrescere grazie a una pozione.

Forse perché pensava che con i suoi fedeli capelli arruffati si sarebbe comportata più da Hermione.

Cosa che alla fine non aveva fatto.

In quei cinque anni si era comportata come un estranea, non da Hermione, e preferiva senza alcun dubbio comportarsi da estranea.

Almeno in quel modo soffriva solo lei, senza recare dolore alle persone che amava.

-L’aereo per Parigi. Sta per partire. Preghiamo a tutti di allacciare le cinture.- la voce della hostess le fece ricordare il posto in cui si trovava.

Un sorriso ironico si dipinse sulle sue labbra.

No, lei non stava scappando. Stava solo facendo un favore ai suoi amici.

Quello di scomparire.

 

Scomparire

 

L’aereo iniziò il suo decollo, Hermione strinse i braccioli della sedia, per ancorarsi a qualcosa

di visibile che le avrebbe ricordato che la realtà esiste e che non è solo frutto della sua mente. Per sfortuna.

 

Senza

Voleva dimenticare di nuovo. Sperando che nessuno l’avrebbe chiamata codarda. Perché accettare quella amara verità era troppo difficile.

 

Lasciare

 

Lasciava tutto lì a Londra. La speranza di essere perdonata, la speranza di poter amare, la speranza di poter vedere il suo sorriso dolce.

 

Tracce.

 

E in fondo lo sapeva, sapeva che ci sarebbe voluto un po’ di tempo per dimenticarli. Ma doveva iniziare una nuova vita. Da sola.

 

 

Scomparire.

 

 

Per

 

Una nuova vita, dove forse avrebbe incontrato una persona che sarebbe riuscita a farle ribattere il cuore. Di nuovo.

 

 

Vivere

 

Una nuova vita, che non includeva la paura di stupidi fantasmi.

 

 

Di

 

La vita che avrebbe comandato lei. Lei e solo lei.

 

Nuovo.

 

La nuova vita che l’aspettava  a Parigi. Quella città che odiava con tutto il cuore.

 

-Granger scappi di nuovo.-

Eppure quella voce non doveva appartenere alla sua nuova vita.

E allora perché sentiva quella voce?

 

-Maledetta mezzosangue e maledetta questa fissazione di rubarmi il primato di codardo. Gira quella maledetta testa. Maledizione.-

E di nuovo.

Una voce che apparteneva al passato ma che desiderava tanto che appartenesse anche al presente.

Quella voce era una… maledizione.

 

 

ecco il giorno che hai sperato non sarebbe mai arrivato
non farmi sviolinate
solamente corri con me tra colonne di auto in accelerazione
i ritagli di giornale, gli amanti che si tradiscono
il caffè che non è mai abbastanza forte
so che lei pensa che non sia solo sfortuna.

-Speeding Cars, Imogen Heap-

 

E nel frattempo una ragazza piangeva, lacrime, lacrime amare.

Lacrime di chi conserva un segreto troppo grosso. Il segreto dell’immortalità.

 

 

 

 

 

Scusate il ritardo ç___ç dovrei nascondermi… quasi un mese.

Ma voi non mi lancerete nessun Crucio, vero?

Il capitolo davvero non mi piace, scusate se è così ma l’ispirazione in questi giorni è andata e il mio umore è un po’ giù.

Un bacio, scusate se non vi ringrazio uno per uno ma devo scappare.

Anzi dovrei uscire ma ancora sono in pantaloncini e canottiera e sento anche la soave voce di mia cugina che mi maledice.

Sisi non vi preoccupate se non mi uccidete voi lo farà lei.

Un bacio, di nuovo xD

Ile^^

Cmq dopo 13 capitoli credo che sta solfa di Hermione che scappa abbia stancato, il prossimo sarà decisamente diverso.

 

 

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Capitolo 14
*** Sentimenti contrasti ***


Odio, rancore, falsa speranza

Sentimenti contorti.

 

 

apri bene la tua mente e osserva come me
libera i tuoi programmi e dannazione tu sarai libero
guarda nel tuo cuore e troverai amore
ascolta la musica del momento e magari canta con me
la melodia pacifica, è il tuo diritto dimenticato da Dio
essere amato, amore amore

- I'm Yours, Jason Mraz-

 

 

 

 

 

Odio, rancore, falsa speranza.

Klelia Malfoy si era stufata di provare solo questi sentimenti.  Voleva mettere un freno alla sua vita. Urlare al mondo che lei non riusciva più a continuare, urlare a tutti di non essere perfetta, di non chiamarsi Artemide. Lei non era sua sorella e questo tutti dovevano saperlo.

Lei non era cattiva e non voleva esserlo, voleva tornare ad essere la principessa che giocava con la strega e che saliva in groppa al re.

E in quel momento qualcuno le dava questa opportunità, a lei toccava solo coglierla.

-Allora Klelia?-

La luce soffusa della candela nascondeva il viso del ragazzo che davanti a lei ghignava. Quel viso che non aveva bisogno di una luce per brillare.

-Come hai fatto a trovarmi?- domandò Klelia quasi sconfitta.

Lui fissò l’anello che faceva la sua figura sull’indice di Klelia, la ragazza notò subito dove lo sguardo del ragazzo si era posato.

Comprendendo tutto.

-E’ una spia? Sei uno stronzo e io che cre…- la voce era scossa dal pianto.

Klelia si allontanò subito da lui e buttò l’anello per terra.

Non poteva crederci, era come se tutti si fossero coalizzati per distruggerla. Pezzo per pezzo.

E un'altra accoltellata che distruggeva.

-Eric sparisci. Vattene! Io mi fidavo di te. Io credevo…-

Eric si avvicinò a lei, accarezzandole con una mano il grazioso viso.

-Shhh, piccola io sono dalla tua parte. Tu lo sai. Devi solo darmi quel ciondolo e tutto finirà. Lei sarà solo un ricordo. Un brutto ricordo.-

Eric passò una mano sul fianco di Klelia fino a racchiuderla in un abbraccio rassicurante.

La Malfoy appoggiò il capo sul petto di Eric beandosi del suo dolce odore.

-Io non posso, io l’ho promesso. Io devo aiutarla.-

Non poteva dire addio ad Artemide, per quanto ci provasse per quanto aveva provato non ci riusciva. Era come se un filo invisibile le legasse. Un'unica persona.

-Certo che puoi, lei non esiste. Lo sai, dammi il ciondolo Klelia.- il tono della voce di Eric era duro.

-Hai capito devi darmelo ora, subito.- continuò Eric scuotendola

Klelia si staccò subito dall’abbraccio allontanandosi, cosa era successo al dolce Eric che conosceva? Il ragazzo innamorato di sua sorella e di lei.

-Eric cosa ti succede. Io..io- Klelia si ritrovò a balbettare.

-Klelia sono stato gentile, adesso dammi quello stupido ciondolo.-

Klelia strinse fortemente la collana con la mano, adesso era ancora più decisa di non dargliela.

-No! Vattene.- urlò forte, così forte che Ginny al piano di sotto sentì il suo urlo e salì di corsa.

Il rumore del passo di Ginny arrivò alle orecchie di Klelia e di Eric. Quest’ultimo borbottò qualcosa e dopo aver guardato Klelia con puro odio si smaterializzò.

Toc toc

-Klelia c’è qualcuno con te?- domandò preoccupata Ginny  dietro la porta.

-No Ginny, sono sola non ti preoccupare.- rispose Klelia contendo il tono della voce.

Era sola, come sempre.

E la cera della candela si consumava, e la luce si spense quasi come se fosse stata obbligata da qualche spiffero d’aria.

Lei rimaneva da sola, era e sarebbe rimasta l’unica attrice, protagonista, di un palco vuoto e buio.

La sua vita.

Lo spettacolo doveva continuare.

 

 

Hermione si girò di scatto, così velocemente che si fece male al collo. Un altro motivo per odiare il biondino che la fissava.

-Allora Granger è bello scappare sempre?- il tono della voce era piatto come se il discorso che stava facendo non gli interessava minimamente anche se gli occhi tradivano il suo stato d’animo.

-Scusa ma tu che ci fai qui?- domandò Hermione sconcertata.

Lei scappava da lui, e lui tornava sempre.

Era una specie di maledizione permanente?

-Niente volevo fare un viaggio a Parigi. Qualche problema?-

Hermione scosse la testa divertita.

-Bene, allora mi spieghi invece cosa ci fai tu qui? Sbaglio o la tua partenza era programmata per il prossimo mese?-

Il tono insolente di lui la fece innervosire, lui non aveva nessun diritto di criticarla. Soprattutto perché in fondo, lei lo sapeva bene, la causa delle sue sofferenze era solo lui: Non Ron, non Harry o Ginny ma lui.

Lui e le sue stupide manie, la sua voce seducente e i suoi occhi grigi.

-Non credo che siano affari tuoi.- sbottò alla fine, cercando di moderare le parole.

-Invece si.-

Insolente.

Solo lui poteva essere così.

Solo lui poteva farle battere il cuore furiosamente.

-Giusto Malfoy sono sempre affari tuoi, avevo dimenticato. Tu sei sempre onnipresente o sbaglio?

-Sbagli.-

-Smettila!- urlò Hermione girandosi verso il finestrino.

-Di fare cosa?- la voce di Draco le arrivò quasi ovattata, quasi come se non fosse vera.

-Di essere così… così- la voce della Granger vibrò un po’ – così te… Sembri essere sempre al tuo agio. Sei straziate.-

-E tu come fai a dirlo?-

Draco non l’avrebbe mai ammesso ma si stava divertendo, vedere Hermione così fragile era qualcosa di insolito.

-Vedi lo stai rifacendo.-

-Rifacendo cosa?- disse trattenendo un sorriso.

Hermione sbuffo impazientita, aveva perfettamente capito il giochetto della serpe.

-Lasciami in pace Malfoy.-

Una supplica nascosta dietro un ordine.

-Sicura? Vuoi essere veramente lasciata in pace?- domandò esitante.

Hermione si sorprese di voler rispondere di no, di dirgli che non voleva che lui se ne andasse ma l’unica cosa che riuscì a fare fu rimanere in silenzio e osservare la massa di nuvole dipinte nel cielo azzurro.

Il bello e che voleva veramente, con tutto il cuore, riuscire a guardare in avanti. Dimenticare il passato ma non ci riusciva.

Sapeva che non poteva guardare in avanti se si rendeva conto di aver lasciato qualcosa indietro.

E sfortunatamente quel “qualcosa” era Malfoy.

Sospirò di nuovo  mentre lo sguardo di Draco le perforava la schiena.

-Allora Granger?-

-No, non voglio.- Le parole le uscirono da sole senza il suo consenso, o forse il consenso l’avevano ma non dalla parte del corpo che lei voleva far emergere.

Draco rise e Hermione non poté non girarsi. Draco Malfoy che rideva era davvero uno spettacolo.

-Sei adorabile.-

Hermione strabuzzo gli occhi, chi era quel tizio che parlava? Non poteva essere Draco. Malfoy non le avrebbe mai detto di essere “adorabile” tutto ma non questo.

Il secondo dopo il vecchio Draco tornò subito, forse si rese conto di quello che aveva appena detto.

-Granger vorrei parlare con te, non con la tua schiena.-

-Accontentati.-

-Perfetto fai come vuoi Granger, tanto fai sempre di testa tua-

Hermione si girò di nuovo, e Draco si maledì per aver parlato troppo. La Granger in quel momento aveva uno sguardo un tantino diabolico.

-Io faccio sempre di testa mia? Io faccio semplicemente quello che è più giusto per me.- urlò.

Le persone sedute accanto a loro li guardavano assorti, i due giovani erano meglio della televisione dell’aereo.

-Ma quello che è giusto per te non è giusto per gli altri.- rispose Draco con un tono rilassato.

-E allora? Ho sempre cercato di fare la scelta giusta, per non far soffrire nessuno e ogni volta però quella che ci rimetteva ero io. Per una volta voglio fare qualcosa che aiuti me, e se questa cosa è partire a Parigi io farò questo.- la voce di Hermione aumentò ancora di più.

Alcune donne mormorarono un “ha ragione la ragazza”.                      

-Granger sei una stupida, cosa pensi di trovare a Parigi? Pensi di poter dimenticare tutta la tua vita?-

-Tu non sai niente, si può sapere cosa vuoi da me? Cosa vuoi?-

-Voglio farti ragionare. Voglio che tu torni a Londra.-

Una voce dentro Hermione le ricordava che era anche quello che voleva ma la ragazza  cacciò subito questa vocina.

-Io no. La vita è mia, va bene? Io voglio andare a Parigi. Cosa ho qui a Londra?-

-Hai Potter e la Weasley, sai lo Sfregiato avrebbe tanto voluto che tu ci fossi al suo matrimonio e invece dove sarai? La Weasley avrebbe tanto voluto che tu le facessi da testimone eppure non lo farai. E quel pezzente fino a due ore fa si stappava i capelli per te. E poi Granger hai anche me.- finì Draco quasi in un sussurrò.

La gente ormai li guardava schioccati e quasi tutti alle parole di Draco avevano fatto un sospiro di gioia.

Nel frattempo Hermione era diventata un pezzo di ghiaccio, le mani le sudavano e il cuore batteva forte. Tutto questo era stupido, non era mica una quindicenne alla prese con la sua prima cotta. Eppure non riuscì a ristabilire i battiti del suo cuore.

Non sapeva cosa rispondere.

Fu salvata dalla voce, che in quel momento sembrava essere angelica, del pilota che annunciava che il volo finalmente era concluso.

Non si era nemmeno accorta che l’aereo aveva toccato terra, subito si slacciò la cintura e senza girarsi scese gli scalini velocemente.

Quanto scese provo una fitta allo stomaco. Era tutto finito.

Il vento le soffiava in viso, facendole volare i capelli ricci. Sentiva il rumore assordante degli aeri che nelle corsie vicine prendevano il decollo mentre le persone la spingevano.

Sembrava lo scenario di uno dei film in bianco e nero che quando era piccola guardava sempre.

Sentì una mano afferrarla e senza sapere da chi, anche se sospettava chi fosse il suo rapitore, si ritrovò in un angolo dell’aeroporto a due spanne dal volto di Draco.

Quel traditore del suo cuore prese di nuovo a battere, quasi volesse uscire dalla cassa toracica.

-Non scappare da me, Hermione.-

Era possibile che il suo nome pronunciato da quelle labbra fosse così perfetto.

-Io..io…-

Il volto di Draco si avvicinò al suo, ed Hermione poté dire addio al suo autocontrollo. Gli occhi di Draco sembravano argentati intarsiati da piccole pagliuzze azzurre.

Il suo respirò le inebriava la mente, sentì il naso sfiorare la guancia morbida e vellutata di lui.

E quando le labbra di Draco si posarono sulle sue dimenticò tutto e tutti.

Il semplice sfiorarsi di labbra diventò più famelico. La ragazza passò le braccia sul collo di Draco mentre lui le circondò la vita con fare protettivo.

Hermione affondò nelle sue labbra, forse per dimenticare per un minuto la sua vita o forse semplicemente perché voleva con tutto il cuore quel bacio.

Quando si staccarono per prendere fiato Hermione riuscì solo a pensare che abbracciata a lui ogni singolo dubbio scompariva.

 

 

 

Aveva sbagliato.

Lei non sbagliava mai eppure in quel momento non poteva negarlo. Stavolta aveva sbagliato.

Ci aveva sperato, aveva sognato quell’amore. Forse era una stupida, forse era solo un’ingenua eppure aveva sperato che Hermione si sbagliasse.

Adelbrecht non l’amava, a lui non importava niente di lei.

Era solo una delle sue bambolina.

Avrebbe dovuto capirlo quando aveva visto quella donna uscire da casa sua con una faccia rilassata e soddisfatta.

Avrebbe dovuto capirlo quando spariva per giorni e dopo si faceva sentire solo per una scopata e via.

Avrebbe dovuto capirlo quando aveva visto lui baciare un’altra.

Ma aveva pensato che fosse solo sua sorella.

Anche se sapeva che era figlio unico.

Aveva fatto finta di essere cieca. Occhio non vede cuore non duole.

Stupida illusa.

E adesso non poteva non piangere.

Aveva detto ad Hermione di essere un’egoista, anche se lei voleva solo proteggerla.

E adesso non aveva nessuno, perché era lei quella della parte sbagliata.

-Adelbrecht io non posso… tu uccidi, caposci?-

-E allora?-

Spietato.

Dio, come poteva essere così crudele.

Chanel si allontanò dal suo corpo, che sembrava opprimerla.

Lo odiava ma allo stesso tempo lo amava.

Per lui aveva dovuto rinunciare a tutto.

-Perché lo fai?-

Una lacrima uscì dai suoi occhi mentre con una mano si sistemava i capelli biondi.

-Chanel, Chanel, lo sai sei ingenua. Troppo ingenua.-

-Non è una spogazione.- rispose con il suo inglese scorretto che però stava facendo progressi.

-Invece si.-

-Perché stai con moi?-

 -Lo sai che ti amo vero?- gli chiese dolcemente Adelbrecht accarezzandole il volto.

-Veramente?-

Lui annuì e Chanel sorrise fra le lacrime.

Lui l’amava. L’amava. L’amava. L’amava.

Doveva solo ripeterselo nella sua mente.

E credere alle sue parole false.

 

 

-Eric sei tornato.-

-Io..io…-

-Non ti sforzare caro, non sei così forte. Non puoi resistere ad un mio Imperio. Adesso rispondi sei andato da Klelia?-

Eric annuì.

-Hai preso la pozione? Il ciondolo?-

Eric negò.

-No? Oh almeno hai preso il bambino?-

Eric negò.

-Eric, Eric, Eric, vuoi fare la stessa fine del tuo amico? Lo sai che le sorelle Malfoy sono pericolose. Tu devi solo far in modo che l’ultima rimasta diventi più debole.

-E’ tua figlia.- rispose forzatamente Eric.

-Oh si, bella vero? Peccato che sia abbastanza pericolosa per noi, e poi la pozione ci serve no? Sbaglio o amavi Artemide? non sarà difficile eliminare l’altra.

Eric strinse gli occhi, avrebbe tanto urlare che lui amava anche Klelia.

-Ora Eric se vuoi vivere devi prendere quel maledetto ciondolo. Se non lo farai raggiungerai presto Marcus. Sai dicono che l’aldilà sia piacevole. Alzati.

Eric Ruston si alzò, era stato obbligato a inginocchiarsi. Tutto a causa di quello stupido incantesimo.

Alexander Malfoy meraviglioso come sempre, scompari con un sonoro Pop.

Eric rimase li solo, ripensando all’incontro avvenuto poco prima con Klelia, avrebbe voluto solo abbracciarla e consolarla e invece…

-Finitem Incantatem.-

Eric sentì il cervello liberarsi e prendere il controllo del suo corpo.

Riacquistò la familiare sensazione di movimento, e il cervello riprese a pensare.

Adesso poteva fare quello che voleva lui e non quello che gli ordinava Alexander.

Quando si girò per vedere chi l’aveva liberato rimase spiazzato.

Marcus Austen lo guardava con un sorriso malandrino fra le labbra.

E questo era impossibile perché Marcus era…morto.

 

sono caduto attraverso le crepe
ma ora sto cercando di ritornare indietro
prima che la recente fregatura esca fuori
io darò la mia miglior prova
niente mi fermerà tranne l’intervento divino
so che è il mio turno per vincere o imparare qualcosa

- I'm Yours, Jason Mraz-

 

 

 

Allure come va? Spero tutto bene, a me va moolto mooolto bene *.* Sono state due settimane davvero davvero stupende. Barcellona è meravigliosa…

Comunque tralasciamo il mio viaggio… ecco a voi il nuovo capitolo.

Se devo dire la verità questa storia mi sta catturando più del previsto. Dovevano essere solo undici capitoli e Klelia non era assolutamente prevista. Adesso invece non so, credo che senza di lei la mia ff non sia più lei xD. Aggiunto nuovo personaggio che mi è venuto in mente in’aereo. Lo amo *.* Io amo Marcus Austen il prossimo capitolo sarà incentrato sulla sua storia… che se devo essere sincera mi piace zizi, forse il prossimo capitolo insieme al capitolo “lei: la strega cattiva” è quello che mi piace di più.

Spero di postarlo presto.

Un grazie speciale a chi commenta e alle 75 persone che hanno messo la fanfiction fra i preferiti!

Grazie davvero *-*

Ho postato oggi perché sta sera vado a casa a mare di una mia amica e quindi domani non ci sarò.

Prossimo aggiornamento: 2 luglio. Ho gia scritto il capitolo^^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** La maledizione dei Nuttinum ***


-Marcus ma… è impossibile-

La maledizione dei Nuttinum.

 

 

 

Hello there the angel from my nightmare
The shadow in the background of the morgue
The unsuspecting victim of darkness in the valley
We can live like Jack and Sally if we want
Where you can always find me
And we'll have Halloween on Christmas
And in the night we'll wish this never ends
We'll wish this never ends

-Blink182, I Miss you-

 

 

 

-Marcus ma… è impossibile-

Eric sbiancò, Marcus era morto. Artemide l’aveva ucciso anni prima. E adesso vederlo lì davanti a lui, più vecchio di prima ma sempre vivo era meraviglioso ma strano allo stesso tempo.

Lui era morto.

-Eric sono io, sono vivo.- la voce di Marcus era più cupa eppure era lui. Aveva un leggero strato di barba e gli occhi neri erano offuscati da una patina di sofferenza.

Eppure era lui.

I vestiti erano lacerati come se avesse appena combattuto con una mandria di bufali inferociti.

Eppure era lui.

L’aria regale e altezzosa era scomparsa e aveva perso quell’aura di perfezione.

Eppure era lui.

L’ultimo erede degli Austen era lì, davanti a lui.

La sua mente continuava a ripetere che era lui, lui, lui.

Il suo migliore amico, la persona che per molto tempo aveva considerato un fratello.

Il motivo per cui aveva odiato Artemide.

Eric aveva sempre creduto che fosse stata Artemide ad ucciderlo, come aveva ripetuto l’elfo domestico all’auror.

Il caso della morte di Marcus Austen era stato chiuso.

A commettere l’omicidio era stata Artemide Malfoy, morta dopo pochi giorni.

La verità era quella, e anche se il corpo di Marcus era scomparso dopo le ventiquattro ore nessuno se ne preoccupò.

La tragedia degli Austen era stata sulla bocca di tutti per molto tempo.

Tutti parlavano di loro e di come una delle famiglie purosangue più importanti dell’Inghilterra fosse crollata in pochi attimi.

In fondo tutti sapevano che gli Austen erano come una piramide fatta con le carte da gioco.

E tutti sapevano che questa piramide prima o poi-era solo questione di attimi- sarebbe crollata.

Anche la maledizione lo diceva.

 

1646

 

Il 1600 fu un secolo particolarmente difficile, almeno è questo quello che hanno raccontato a  Glendea.

I suoi trisavoli  in quel periodo c’erano, erano stata un piccolo puntino. Uno dei personaggi di spicco in quel periodo.

La sua trisavola fu  la prima strega a dichiarare illegale la vendita dei folletti. Nessuna tranne lei sapeva che tutta questa passione per la liberazione dei folletti era dovuta solo al suo amore segreto per uno di questi. Diceva sempre che quelle orecchie a punta erano davvero deliziose, per non parlare dei loro occhi indagatori e piccoli come le uova dei Nargilli.

La storia che Glendea vi vuole raccontare non è quella degli elfi della sua antenata, anche perché diciamocelo se iniziasse non finirebbe più, ma è quella della famiglia dei Nuttimun.

In quel periodo la Londra magica che conosciamo noi era governata da Artemisia Lufkin*  la prima strega che ebbe l’onore di diventare ministro della magia. Erano tempi duri quelli, nessuno si fidava di nessuno. Il terrore dei maghi era palpabile. Le streghe dovevano nascondersi, lontano da tutti e tutto per non finire bruciate in un rogo.

La caccia alle streghe era aperta.

Il ministro della magia iniziò ad avere i suoi primi problemi.

Streghe che sparivano, morte ingiuste e bambini che senza volerlo manifestavano le loro prime magie davanti ai babbani.

Un vero incubo.

Moris Nuttinum ebbe la sfortuna di vivere in quel periodo, molto probabilmente se fosse nato solo decenni dopo non avrebbe condannato ingiustamente la sua generazione futura.

Ma il fato aveva un compito per lui.

Ingiusto, sleale ma suo.

Moris proveniva da una delle famiglie più importanti del mondo magico. Famosi soprattutto per aver inventato la pozione polisucco e quindi per aver salvato molte vite.

Famiglie di origini babbane, famiglia di mezzosangue e sangue sporco che però avevano la devozione del mondo magico.

Lorenda Glundem si chiedeva come facessero quei sangue sporco ad essere così magnetici.

Era corrosa dall’invidia, lei la Purosangue per eccellenza messa da parte per dei sempliciotti.

Si chiedeva sempre perché, perché lei dovesse stata all’ombra di quella famiglia.

Gelosa, invidiosa, bella e spietata una bella pozione mortale da servire al piccolo ed innocente Moris.

Farlo invaghire di lei fu facile, e prendersi gioco di lui lo fu ancora di più.

E per questo che dopo le nozze con Moris  la bella Lorenda riuscì almeno in parte a far precipitare la famiglia Nuttinum. Una maledizione che li avrebbe uccisi lentamente e brutalmente..

E i Nuttinum scomparirono lasciando spazio ai Lorendon che a loro volta aprirono le danze ai Rothemailer che furono dimenticati  a causa della Meison che si sposò con uno della famiglia dei Atemillon che alla fine furono rimpiazzati dagli Austen

E la maledizione scorre nelle loro  vene pure e sporche.

Perché la maledizione parla chiaro il sangue sporco dei Nuttinum si eclisserà dalla faccia della terra. Per sempre, generazione dopo generazione anche se il sangue dell’ultimo discendente è puro come l’acqua cristallina.

E nonna Glendea Austen lo sa bene, perché lei è morta, come suo padre prima e sua madre e i suoi bisnonni.

La stessa sorte toccherà anche a lui.

L’ultimo e l’unico erede dei Nuttinum

Marcus Austen.

 

Eric si fiondò fra le braccia del suo migliore amico.

Si abbracciarono timidamente, anche perché Eric in quel momento aveva una tremenda paura che il corpo di Marcus scomparisse.

 

 

-La torre Eiffel che grande stronzata.-

-Ehy vedi che è bellissima, è un simbolo.. è

-Sisi hai ragione.-

Hermione Granger e Draco Malfoy camminavano insieme fra le vie di Parigi. Le mani erano strette in una morsa ferrea.

Avevano tutti e due stampati in faccia un sorriso ebete.

Hermione non sapeva cosa fosse successo e come si era ripetuta per tutto il tempo non le importava.

Se non riusciva a lenire il dolore lontano da Draco l’avrebbe combattuto con lui.

Era sicuro che accanto a lui tutto sarebbe stato una passeggiata.

Draco si fermò di colpo trascinandosi Hermione al suo petto per poi dargli un leggero bacio.

Era tutta la giornata che continuava a farlo ed Hermione non poteva chiedere di meglio.

I loro battibecchi come al solito erano come una portata di aria fresca.

Indispensabili.

Parigi non l’era mai sembrata così bella.

Ai suoi occhi tutto era  magico.

-Cosa faremo ora?- domandò Hermione mentre mangiava il suo gelato al cioccolato.

-Torneremo a Londra, non mi sento sicuro con Klelia e Andreas in pericolo.-

Hermione annuì, era vero, non potevano stare lì a Parigi.

Anche se l’idea l’attirava molto.

-Prenderemo il prossimo aereo?-

Draco annui a sua volta, per poi ghignare.

-Hai la bocca tutta sporca di gelato.- le disse.

E poi senza darle il tempo la baciò, assaporando il gusto del gelato.

Eh si, si disse, Hermione; Parigi era davvero magica e il motivo per cui lo era, era accanto a lei.

 

 

Harry Potter era sempre stato un uomo semplice e pronto ad ogni notizia.

Ma quella che le stava per dire Ginny forse non era compresa nel prezzo.

La piccola Weasley si attorcigliava una ciocca di capelli rossi e si sedette accanto al bambino sopravvissuto.

Adesso però non sapeva come dirlo.

Se usare la tattica ora  o subito e se farlo arrivare con la logica.

Preferì la prima.

-Harry- sbottò per avere la sua attenzione.

Gli occhi di Potter incrociarono quelli di Ginny.

La ragazza prese coraggio e infine lo disse:

-Harry aspetto un bambino.-

E forse, si solo, forse Harry non era pronto a questa notizia.

Perché se no non si sarebbe spiegata il motivo per cui adesso il bambino sopravissuto la guardava come se fosse Voldemort in persona.

 

Ehi ciao,
l'angelo dal mio incubo
l'ombra sullo sfondo dell'obitorio.
L'ignara vittima dell'oscurità nella vallata,
possiamo vivere come Jack e Sally se lo vogliamo,
dove tu mi puoi sempre trovare.
Festeggeremo Halloween a Natale.
E nella notte ci augureremo che questo non finisca mai,
ci augureremo che questo non finisca mai

-Blink182, I Miss you-

 

 

.

 

Ecco il 15esimo capito.

Ragazzi voglio riassumere un po’ tutto quello che è successo.

Tutti li episodi che elencherò sono in ordine cronologico.

 

Allora

Il matrimonio fra Hermione e Ron è saltato, lei scappa a Parigi.

A Parigi Hermione incontra Ambrè e Chanel che presto diventano due delle sue migliore amiche.

Harry e Ginny si fidanzano.

Hermione diventa una modella.

Blaise e Pansy si sposano dalla loro unione nasce Andreas Zabini.

Draco Malfoy entra a far parte nella squadra Auror di Harry Potter.

Harry chiede Ginny in sposa.

Hermione Granger ritorna a Londra per lavoro.

Andreas viene rapito dalle anime della morte.

Si scopre così che Andreas è l’erede del Re Mida ed è capace  di trasformare ogni oggetto in ora, deve solo liberare il suo potere.(?)

Andreas incontra Klelia.

Hermione scopre la relazione che ha Chanel con un assassino, uno degli uomini dell’anima della morte.

Hermione e Draco salvano Klelia.

Si scopre che Klelia è cugina di Draco. Una Malfoy.

[Storia di Klelia]

Padre:

Alexander Malfoy, fratello di Lucius Malfoy.

Alexander fa la sua prima magia in ritardo, a dodici anni. Il padre lo affida a una coppia di babbani perché pensa che Alexander sia un maganò.

Alexander si sposa con Sophie Oclum una Veela.

Nasce Artemide Malfoy.

Abraxas, padre di Alexander muore di vaiolo di drago.

Alexander è affascinato dal potere e dalla magia: iniziano le sue prime spedizione contro i maghi che lo hanno deriso quando era piccolo.

Artemide Malfoy inizia ad essere attratta dalla magia nera.

Artemide crea una pozione (?)

Artemide uccide… (?) creando così un Horcrux

L’Horcrux di Artemide e Klelia.

Artemide regala a Klelia un ciondolo(?)

 

Hermione non si fida più di Chanel.

Hermione e Ambrè vengono invitate a cena dai Potter.

Hermione rivela il motivo per cui non ha sposato Ron.

Hermione lascia una lettera ad Ambrè in cui dichiara di ritornare di nuovo a Parigi.

In aero “incontra” Draco.

 

Klelia viene attaccata da Eric, amico d’infanzia.

Eric vuole il ciondolo di Artemide.

Si scopre dopo che Eric sia sotto imperio, controllato da Alexander Malfoy.

Viene liberato da Marcus Austen, creduto ucciso da Artemide molti anni prima.

Marcus Austen è l’ultimo erede dei Nuttinum è destinato a morire a causa della maledizione(?)

Eric si interroga: Ma se Artemide non ha ucciso Marcus chi ha ucciso per creare l’Horcrux? (?)

 

Un bacio a tutti quelli che recensiscono e alle 81 persone che hanno messo la fanfiction nei preferiti, non siate timidi ditemi anche voi la vostra^^

 

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