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Lista capitoli: Capitolo 1: *** E quando sembra tutto inutile… qualcuno ti darà la forza di rialzarti *** Capitolo 2: *** Non voglio andare a Londra *** Capitolo 3: *** Lui e Lei *** Capitolo 4: *** Incontro *** Capitolo 5: *** La quiete prima della tempesta. *** Capitolo 6: *** La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo *** Capitolo 7: *** Lei: la strega cattiva *** Capitolo 8: *** Ritorno da te *** Capitolo 9: *** Salvataggi e un Malfoy di troppo *** Capitolo 10: *** Il segreto di Klelia *** Capitolo 11: *** Pollo alle mandorle e gelosia # I parte *** Capitolo 12: *** Pollo alle mandorle e gelosia # II parte *** Capitolo 13: *** L'importante e che tu ci sia *** Capitolo 14: *** Sentimenti contrasti *** Capitolo 15: *** La maledizione dei Nuttinum ***
Capitolo 1 *** E quando sembra tutto inutile… qualcuno ti darà la forza di rialzarti ***
Mani piccole e curate
E quando sembra tutto
inutile… qualcuno ti darà la forza di rialzarti
Mani piccole e curate.
[Mani sempre indaffarate, unghie mangiucchiate]
Occhi azzurri, superficiali, frivoli…vuoti.
[Occhi d’oro,
dolci e sempre attenti pronti ad amare o… ad odiare]
Chioma rossa, come la passione, sistemati in
un’elaborata acconciatura.
[Capelli
cespugliosi, crespi, sempre trattenuti da una rigida crocchia]
profuma
di fragola e zucchero…troppo dolce
[essenza di rosa,
delicata ma forte]
Labbra carnose e piene di trucco
[Labbra morbide e
perennemente torturate dai suoi denti candidi]
Seno abbondante,molto,probabilmente
rifatto
[Petto piccolo e
sodo]
Voce acuta e poco persuasiva
[Voce petulante
e da saccente, ma dolce e leggera]
Sorriso malizioso
[riso abbagliante
e pieno di speranze]
Katie Collins
[Hermione Jane Granger]
La camera era sommersa dai
gemiti dei due ragazzi, la loro pelle era infuocata, le gambe si sfioravano e si intrecciavano continuamente e le loro lingue erano
impegnate a giocare e a inseguirsi.
Un’ultima spinta di lui, più forte, lei inarca il busto permettendogli
di andare più affondo.
Un flash.
Ricci
castani sparsi per il cuscino, il volto accaldato e un po’ sudato…Hermione…
A quella visione continua
a spingere il suo membro dentro di lei fino ad arrivare all’orgasmo insieme.
Il ragazzo esce da lei e si
accascia vicino al corpo della rossa che posa le sue mani sul suo petto,
stringendolo.
-“è stato fantastico”
mormora la ragazza con la voce ancora roca.
Il ragazzo non risponde. È
troppo impegnato a pensare a quella maledetta strega che è riuscita ad insinuarsi nei suoi pensieri come solo un serpente riesce
a fare… e per fortuna che era lui la serpe.
Ancora una volta aveva desiderato
che ci fosse lei, Hermione, al posto di una di quelle ochette che si portava a
letto.
Erano passati cinque
schifosissimi anni, e lui ancora pensava alla mezzosangue.
A quella ragazza che aveva
insultato e torturato per anni che poi infine aveva imparato ad amare. E aveva
ragione Blaise quando gli aveva detto che quelle come Hermione ti entrano nel cuore per tutta la vita.
-“Amore, domani andiamo alla festa di Harry insieme?”
Amore? L’aveva chiamato
amore. Questo era il colmo.
Lui non era tipo di
stupidi epiteti come tesoro o orsacchiotto.
-“No” risponde con una
voce annoiata, l’ennesima che pensava di poter
diventare importante per lui.
Solo quattro persone erano
riuscite ad avere questo onore.
E quella che aveva il
trono indiscusso l’aveva allontanata da lui.
Che grande stronzata aveva
fatto.
-“Ma orsacchiotto,
perché?ah ho capito non vuoi andarci perché vuoi rimanere qui con me,stupidino me lo potevi dire prima” risponde Katie con un
sorriso malizioso.
-“No Katie, io domani
andrò alla festa di Potter,ma senza di te” detto
questo si alzò e iniziò a cercare i vestiti
-“Ma,
ma, io… pensavo che mi amassi” le lacrime le stavano per uscire dagli occhi.
Quanto odiava le persone
che piangevano, soprattutto per cose cosi futili.
-“Senti Katie, è stato
davvero una bella serata, ma nulla di più. Mi
dispiace. Ora se vuoi puoi andartene. Quella è la porta” disse mentre cercava di indossare la maglietta.
-“Sei uno stronzo Draco” E
con le lacrime Katie si diresse verso l’uscita per poi chiuderla brutalmente.
Draco sospirò e si sedette
su una delle comode poltrone di Malfoy Manor.
Un attimo dopo una ragazza
dai lunghi capelli corvini si materializzò nella casa del biondino e scrutandolo
sorrise, come solo una madre o una sorella sapeva fare.
-“Un’altra biondina
scappata in lacrime eh?”
-“No
stavolta era rossa” rispose con un leggero sorriso.
Si avvicinò a lui e solo
dopo Draco notò che in braccio aveva un bellissimo bambino di due anni.
Aveva gli occhietti blu,
il vanto dei Zabini e i capelli neri.
-“Io e Blaise ti volevamo
chiedere un favore” disse con un tono supplichevole.
-“No, no e ancora no”
rispose Draco alzandosi dalla poltrona
-“Ma
non ti ho chiesto ancora cosa devi fare” gli disse sbattendo gli occhi con fare
civettuole.
-“Mi chiederai ti tenerti
questa piccola peste così tu e Blaise potrete
andarvene tranquillamente fuori” incalzò Draco.
Lei come risposta gli sorrise e gli passo il pargoletto che dormiva come un
angioletto.
-“Ma
guarda sta dormendo, non ti procurerà nessun fastidio. E poi tu sei il suo padrino qualcosa la dovrai
pur fare.”
Guardò attentamente il
bambino e infine sorrise. Uno di quei sorrisi che conservava solo per i due
suoi migliori amici e per il loro bambino.
-“Ok, ok. Ma non predetevi questa
abitudine” sentenziò il ragazzo.
-“Grazie Draco, sei un amore” gli rispose Pansy in modo provocatorio, sapeva che l’amico odiava quei nomignoli ma
era troppo divertente quando si arrabbiava.
-“Non chiamarmi amore,
Pansy, non potrei rispondere alle mie azioni” disse avvicinandosi alla mora.
-“Ma
io so che mi vuoi bene e che non mi faresti niente”
-“Ed è solo per questo che
ancora sei viva”
-“Vabbè Draco io vado,
Blaise lo prenderà più tardi, non comportarti da bambino con lui” e senza dare
tempo a Draco di rispondere si smaterializzò.
Draco poggiò il bambino,
che ancora dormiva, sul suo letto e poi per passare del tempo, prese la
Gazzetta del Profeta che ancora non era riuscito a leggere.
“Le così dette “ANIME DELLA MORTE” continuano a portare lo sgomento nella Londra Magica. Il
dipartimento Auror non sa ancora dirci cosa vogliono e chi sono queste
creature.(continua a pag 14)”
girò la pagina annoiato, era giorni che si occupava di
questo caso e sinceramente non aveva voglia di pensarci ancora. Né avrebbe
parlato il giorno dopo con Potter.
Eh gia, Draco Malfoy era
diventato un abile auror e lavorava insieme al grande Harry Potter.
Certo non si amavano ma
non si ammazzavano nemmeno appena si vedevano. C’era una sorte di rispettò fra loro due.
Continuo a sfogliare il
giornale alla ricerca di qualche informazione interessante.
Si bloccò solo quando
lesse il titolo in alto della rubrica della “Moda” .
“Hermione Jane Granger ha riaccettato il contratto
con la LookMagic, la giovane modella dopo aver avuto problemi con
l’associazione aveva deciso di ritirarsi dal mondo dello spettacolo, ma con
l’aiuto di Adrien Guerin (il fotografo della casa) e delle sue due coinquiline
Chanel Barbier e Ambrè Martinez(entrambe modelle) ha
capito che la fama e lo spettacolo fanno parte della sua vita. La rivedremo di
nuovo qui a Londra, per la sfilata di fine Gennaio e chissà se andrà a trovare
Harry Potter e Ronald Weasley,i suoi due migliori
amici dai tempi di Hogwarts. Delle fonti certe ci hanno informato che i tre non
si sentono d….”
Draco chiuse di scatto il
giornale e lo buttò a terra. Si ricordava benissimo quel giorno
dove tutto fra loro due era finito.
Non pensava certamente che
lei se ne sarebbe andata da Londra per vivere a Parigi e diventare una modella.
Adesso sarebbe ritornata,
anche se per poco, e la riavrebbe conquista.
Se l’era fatta scappare
allora e adesso non avrebbe di nuovo fatto lo stesso errore.
-“Czioooo….” L’urlò disumano del piccolo fece catapultare un Draco
spaventato nella stanza da letto
-“Ehy piccolo, che hai
combinato?’” con lui si poteva permettere il lusso di essere dolce. Infondo i
bambini sono gli unici che con la loro ingenuità riescono a comprendere anche
l’uomo più sadico e solo del mondo.
-“Nente, ancola non t’avlevo saluzato… me lo dai un bazino czio?” Draco si
avvicinò al bambino e si sedette vicino a lui per poi scoccargli un bacio sulla
fronte. “Certo piccola peste, però ora dormi”
-“Lesti con me?” chiese
Andreas con voce speranzosa e con gli occhi da cucciolo bastonato. Quella
tattica era uguale a quella della madre. E come riusciva a dirgli di no?
-“Ok peste” si sdraio
vicino a lui e presto si addormentarono.
Tre ore dopo Blaise trovò
i due addormentati,sorrise vedendo il modo in cui si
trasformava Draco grazie a suo figlio e dopo aver preso dolcemente Andreas
tornò a casa.
Ma non aveva sentito la voce di Draco che nel sonno
invocava il nome di Hermione.
Hermione Jane Granger
camminava fra le vie di Parigi. Era notte e la Tour Eiffel era illuminata e
regalava ai turisti un meraviglioso spettacolo.
Paris di notte era favolosa.
I suoi
piedi fasciati da un paio di decolté con un tacco vertiginoso, si muovevano
sinuosamente e sicuri.
Se una volta gli avessero
detto che con i tacchi si sarebbe trovata a suo agio come con un paio di scarpe
da ginnastica, avrebbe riso come una pazza.
Eppure era la semplice e
pura realtà.
Hermione Granger l’alunna
che indossava la divisa tre taglie più grandi del dovuto e che aveva la schiena
sempre curva a causa dei libri che si portava dietro era diventata una modella.
Eh che modella. Era
insieme alle sue due migliori amiche,la migliore di
tutta la Francia.
Tutti le acclamavano come
La Bionda,La Mora e La Rossa.
Aveva tagliato i capelli e
adesso li portava a caschetto.
Un taglio netto in poche
parole…
Anche alla sua vita.
Aveva detto addio al suo
sorriso dolce, e adesso quando,quelle poche volte che
sorrideva,le sue labbra si increspavano solo in modo altamente malizioso e
provocatorio.
È quello che il pubblico vuole.
I suoi
modi sempre gentili e avvolte anche un po’ timidi erano svaniti, come la nebbia che scappa all’arrivo
della notte.
Una lunga e apatica notte,
dove la luna non brilla quasi mai e le stelle sono solo spettatori silenziosi
di una vita che scorre senza la sua autorizzazione.
Hermione si era fermata.
Si era stretta meglio il cappotto come per sentire il
dolce tepore che riesce a darti solo delle braccia amiche e aveva osservato in
silenzio l’orgoglio di Parigi. Quella torre che era stata la culla di nuovi
amori. Alcuni con il solito vissero felici e contenti,
altri invece no.
E pensava quello che ormai faceva troppo spesso.
Aveva riaccettato di nuovo
quel maledetto lavoro, solo per occupare il tempo, se avesse voluto adesso avrebbe anche potuto riposarsi per tutta la vita,
tanto aveva tanti di quei soldi che avrebbe potuto comprarsi la Francia intera.
Ma non l’aveva fatto.
Si ricordava ancora quando
quel giorno di cinque anni fa aveva preso un aereo qualsiasi senza nemmeno
sapere la destinazione ed era partire.
Per fuggire,
una Grifondoro che scappa,
Se l’avrebbe
detto a Harry di sicuro gli avrebbe risposto con queste parole”Herm sei
una Grifondoro, i dolori vanno affrontati non bisogna scappare. Se non che grifone sei?”
Ma Harry non poteva capire, lei era solo una ragazza,
una ragazza con il cuore a pezzi.
E la fuga gli era sembrata
la scelta più giusta.
Egoista.
Vigliacca.
Astuta.
Una vera
serpe.
E lei era cambiata.
Lo sapeva e se ne rendeva
conto.
Aveva abbandonato tanto. ma quello a cui non avrebbe mai rinunciato era il suo
cervello.
Ovunque vai vacci con la
mente.
Era questo il suo motto.
Aveva cambiato l’ultima
parola. Infondo non aveva senso dire: “Ovunque vai vacci
con il cuore” perché il cuore è solo un muscolo involontario.
Siamo noi a dargli tutta quella importanza.
E lei aveva smesso di dare
fiducia al suo cuore, tanto non serviva a nulla.
Gli procurava solo dolore.
Camminava Hermione.
Con la testa abbassata.
Aveva rinunciato anche di
camminare a testa alta. Non sfidava più con il suo sguardo le persone. Non ne
aveva più il diritto, lei ormai era diventata tutto quello che disprezzava.
Camminava Hermione.
Non correva più.
E non volava nemmeno. Le sue
ali si era strappate attimo dopo attimo. Infondo aveva
deciso lei quella vita,no?
Camminava Hermione
O meglio trascinava il suo corpo,
Hermione.
E come ogni notte, sperava
che il dì non arrivasse mai.
E che quella la notte la
divorasse.
Ma quello non succedeva mai. E lei si ritrovava ogni
notte a camminare, con il cuore a pezzi.
Lacerato a causa di tutti i suo errori.
Condannata a vivere in un
limbo, come un’anima vagante.
Hermione non poteva fare
altro che camminare, e quando dopo aver percorso tutta quella strada, arrivava
a casa sorrideva.
Un sorriso falso.
Perché quello non si
poteva considerare casa.
La sua casa erano Harry,Ginny,la famiglia Weasley…Ron…Draco.
E chiudeva gli occhi.
Aspettando l’arrivo del sole che l’avrebbe svegliata e l’avrebbe castigata.
Facendola tornare alla
routine della solita vita.
Quella vita fatta di
persone ipocrite, di belle frasi.
Che ormai Hermione era abituata
ad ascoltare.
E domani ad Hermione gli diranno di nuovo “Favolosa, continua così”.
Ma quel cuore che cerca di azzittire si ribellerà, ma lei sarà troppo occupata
a vedere la sua vita correre senza di lei.
Hermione è rimasta indietro.
Cammina, ma non cerca di
correre, e non può farci niente.
Aspetterà Hermione.
Aspetterà, ma adesso
chiude gli occhi.
Domani sarà una giornata
diversa per lei. Ma adesso può solo sognare, perché quando sogna
puoi essere te stessa.
Nessuno ti giudica.
Nessuno ti dice che sei
perfetta nel tuo vestito rosso.
Nessuno ti vedrà per
quello che non sei.
Ci saranno solo degli
occhi grigi e penetranti che ti riscalderanno il cuore.
E ancora. Ancora. Ancora.
Ti faranno
tornare di nuovo un’orgogliosa Grifondoro.
Ti faranno battere convulsivamente
il cuore.
Ti faranno correre, Hermione. Quella corsa che ha deciso di rinunciare,
per diventare la bambola perfetta e fredda che sei ora.
Una bellissima bambola di
porcellana.
Che presto prima o poi si romperà, liberandoti e facendoti brillare
come solo la Stella Polare riesce a fare.
Dedicata alla mia dolce bambolina…
piccola ti voglio bene, continua a brillare. Anche quando tutti ti diranno che
i corpi celesti sono destinati a smettere di
scintillare.
Dimostra a tutti quello che sai fare e quanto
vali. Perché Serena, nessuno riuscirà a levarti la luce che
risplende nei tuoi occhi. Ma però(per te faccio
anche gli errori grammaticali, tanto chissenefrega xD) se qualcuno prova a
farlo se la vedrà con me.
E io ci sarò,sempre, sarò dietro l’angolo
o in prima fila ad aspettare la tua rimonta. Perché sarai eccezionale anche in
questo.
Perché in circolazione ci sarà una
nuova mamma.
Una mamma che ha dovuto combattere.
Una mamma,forse
si, un po’ troppo giovane all’apparenza ma con il cuore di una donna matura.
Ti voglio bene, dalla tua stronza
preferita.
Ecco la mia nuova
FF….questo dovrebbe essere il continuo di “Carpe diem”. Ammetto che per scrivere
questo capitolo ho impiegato solo 20 minuti, e quindi
non mi soddisfa molto. Ma non so perché non ho voluto
cambiare niente.
Vabbè questo come dico
sempre sono dettagli xD… spero che vi piacerà.
Non aggiornerò spesso,
perché fra la scuola, gli amici, i vari problemi, l’altra mia ff( Criseide e la leggenda di Shira) non ho nemmeno il tempo
di respirare o di dormire.
Un’altra cosa lo stile
della “parte” dedicata a Draco e quella invece dedicata a “Hermione” sono molto
diverse. Ed è una cosa abbastanza voluta. Ho cercato di dare ad
Hermione più spessore.
Nel prossimo invece mi
dedico a Dracuccio puccino puccino xD
Draco Malfoy si trovava in
un bar babbano, fumava una sigaretta babbana e beveva un caffè babbano.
Amava andare la mattina al “London Bar” e fumare in santa pace la sua sigaretta
gustando quella sostanza nera amara capace di svegliarti,e di cui aveva
scoperta l’esistenza solo da poco.
Pioveva fittamente, e le
persone correvano tenendo in mano un ombrello in cerca di un riparo o
semplicemente correvano per arrivare puntualmente ai loro rispettivi
appuntamenti.
Quasi tutti indossavano capi
firmati di un grigio cupo che si mescolavano con la nebbia che caratterizzava
la regione.
E continuavano a correre,
sembravano tante formiche tutte uguali messe in fila capaci solo di muoversi. Non
si fermavano mai.
Non sapeva che qualcuno,invece,cercava
di correre ma era costretta a rimanere ferma.
Bevve un altro sorso di
caffè e si alzò lasciando una generosa mangia sul tavolo. Salutò con un cenno
la proprietà del bar,una gentile signora un po’ grassoccia
e dai lunghi capelli bianchi,che riusciva a donare felicità anche ai suoi
clienti, e uscì dal locale facendo suonare il campanellino della porta
principale.
Dopo essersi nascosto in una
via deserta si smaterializzò al settore Auror dove un
Potter indiavolato l’aspettava nel suo ufficio.
“Malfoy sai per caso che ore
sono?” iniziò il bambino sopravvissuto.
“Sono le nove e mezza, perché?” rispose il biondino svogliatamente.
“Perché? Tu mi chiedi il perché?
Il tuo turno iniziava da circa un’ora. Puoi spiegarmi perché di questo tuo
ritardo?”
“Stavo bevendo un caffè”disse
con un tono indifferente.
“Ci
rinuncio. Comunque parliamo di
cose serie. È stata aggredita una ragazza. Si lo so, è la terza in una
settimana. Il ministro ci sta alle costole vuole che gli diamo qualche novità. Abbiamo indizi?” chiese Harry portandosi le mani in testa.
“No niente Potter, le
persone hanno sessi diversi, anni diversi fanno lavori
completamente differenti, non hanno niente in comune.”
“Mezzosangue?”
“No. Non sono come i Mangiamorti.
Non fanno distinzione di sangue. Ho la sensazione che uccidono
solo per hobby. Sinceramente Potter non abbiamo
nemmeno un indizio.”Disse Draco per poi sedersi vicino a Potter.
”Lenticchia ha novità?”
“No, la pensa anche lui come
te”
“Tzè, è capace di pensare?”
“Malfoy mi spieghi perché ti
comporti come un 17enne quando sei in sua compagnia?”
“Mi diverto, e ora se non ti
dispiace esci da qui che ho da fare. Non sono come te
che da quando hai sconfitto Voldemort te ne stai seduto a non fare niente.”
“Vedi che io qui dirigo
tutto” disse Harry risentito.
“Certo, Sparisci Sfregiato”
sentenziò il biondo
“Come vuoi tu Furetto.”
Parigi 9:00
15
Gennaio.
In una villa al centro di
Parigi una ragazza stava dormendo dolcemente. Le mani vicino al volto e i piedi
buttati alla meglio maniera.
“ Herm svegliati è tardi” disse una voce
dolce.
“Mmm…altri 5 minuti mamma”mugolò Hermione
“Hermione Jane Granger
svegliati immediatamente” urlò un’altra ragazza.
“Mmm…papà è estate ancora un
po’” rispose la bella addormentata facendo arrabbiare ancora di più la ragazza
che aveva urlato prima.
“Papà??
Mi ha chiamato papà. Scema almeno chiamami mamma, e svegliati che non siamo in
estate ma in inverno. Ti svegli sempre a quest’ora tutto perché la notte vai a
dormire tardi”
“Ambrè, sembri veramente mio padre. Se Herm
vuole dormire altri cinque minuti
lasciala fare.” Sussurrò Chanel con
il suo accento francese.
“Grazie mon amour, tu sei sempre dalla mia parte” disse Hermione che
stava iniziando a svegliarsi.
“Noi dovevamo dirti una cosa
importante” disse Ambrè stavolta con un tono più
gentile che si era avvicinata ai piedi del letto.
“Cosa?” sussurrò ancora
insonnolita la ex grifondoro.
“Vedi fra 5
giorni andiamo a Londra, non è una bellissima notizia?”
“Stai scherzando vero?”
Hermione guardò le due amiche
e vedendo i loro sguardi si rispose da sola. Si alzò di scatto dal letto e
corse in bagno chiudendosi in bagno.
“Petiteesci,
forza..” disse Chanel avvicinandosi
alla porta sigillata.
“Perché me l’avete detto
solo ora?”
“Perché sapevamo che avresti
fatto questa adaptée”
“Io non vengo” urlo
Hermione.
“Invece si.”
“Ne riparliamo dopo, adesso
vestiti che dobbiamo andare da Adrien.” Disse Ambrè aprendo la porta del bagno
con la copia della chiave.
Sapeva già che Hermione si
sarebbe rinchiusa.
“bâtarde” disse arrabbiata
la mora.
Londra 12:00
Una bellissima ragazza dai
capelli rossi fiammanti era entrata frettolosamente nella stanza del suo
ragazzo.
Diede un leggero bacio al
moro e si sedette vicino a lui.
“Harry, chi verrà oggi a
casa?”
“Amore, te l’ho gia detto
saremo circa quaranta.”
“Ok, amore. Draco e Katie
vengono?”
“Draco si,
Katie no”
Ginny rise e si avvicinò
ancora di più a Harry.
“L’ha gia lasciata?”
“Si”
“Però,
è stato un record. Una settimana. Katie deve sentirsi
fortunata.”
“Già, Ron con chi viene?”si informò Harry
“Con Luna, sai fanno una
bella coppia, anche se lui pensa solo a lei”
Harry sospirò. Il suo amico
ancora cercava di capire cosa aveva spinto Hermione a scappare quel giorno.
“Deve capire che Hermione
non tornerà” disse sconsolato Harry.
“Lo sai com’è Ron, continua
a sperare” ribatté Ginny per accarezzare il viso del ragazzo.
Parigi 12:00
“Hermione tu es fantastique.”
La ragazza sorrise, come
sempre, ormai si era stancata di sentire ogni giorno la stessa frase.
“Grazie Adrien,chiamo Chanel per le altre foto?”.
La solita monotonia, ogni
giorno era sempre uguale al precedente.
Svegliarsi, andare al
lavoro, riceve complimenti, mangiare, girare per Parigi e tornare a dormire.
“Oui”
Hermione si girò e ancora
con indosso il suo vestito rosso andò a chiamare l’amica con cui ancora non
aveva parlato.
Non poteva crederci di
essere stata tradita da loro due. Avrebbero dovuto dirglielo prima di firmare
il contratto così lei avrebbe rifiutato.
Invece loro avevano mentito.
Come facevano ancora a
guardarla in faccia?
“Barbier, Adrien ti cerca”
disse la ragazza usando il cognome dell’amica.
“’Mione per favore ragiona, l’abbiamo fatto per
te”
“Certo Chanel, senti vai ti
stanno aspettando. Io ho finito ci vediamo a casa.”
Alla fine aveva ragione
Chanel.
Le due ragazze la conoscevano
ormai da cinque anni.
E avevano visto solo una part di Hermione. Quella responsabile e taciturna.
Forse quella sarebbe stata
un’opportunità per ritornare la solita Hermione.
Gli occhi della ragazza per
un attimo tornarono a brillare.
Brillavano gli occhi di
Hermione,di speranza.
Cosa che notò anche Chanel
che la guardò e poi sorrise.
Le vere amiche, sono quelle
che fanno di tutto per renderti felice.
Sorrise
anche Hermione.
Salve a tutti, ecco il nuovo
capitolo.
Ho scritto in un modo
diverso dal mio stile O.o.
Di solito sono più descrittiva
e uso di meno i dialoghi, però questo capitolo mi è venuto così, spero che vi
piaccia lo stesso anche se è molto piatto e non
succede niente ma mi serviva per il pross chap^^
Ringraziamenti:
giuly94: Grazie sono contenta che ti sia piaciuta sia “Carpe
diem” che questa nuova ff. Draco e Herm si incontreranno
fra due capitoli. Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo un bacio Ile.
Kucciolaflea:
Ma grazieeeeeeeeeeee*__*. Sono contentissima che la ff ti abbia emozionato^_^
spero che questo capitolo non ti abbia deluso. Un kiss
da ile.
(Hai
un nome stupendo…anche mia cugina si chiama Nicla**)
AuraD:
Grazie anche a te per la recensione, comunque il mio scopo era quello di fare un Hermione diversa dal solito, sono contenta
di esserci riuscita xD. Si ha tagliato tutti i ponti
sia con Harry che con Ron, e credo che in questo capitolo si sia notato.
Un
bacione Ile.
giorgia_spuffy: Ti sono piaciute veramente tutte le mie fic?**
me contenta xD.
Sinceramente
non volevo continuare “Carpe Diem” ma poi l’idea mi è venuta e non sono
riuscita a scacciarla.
La
casa di Harry Potter rispecchiava lo stato d’animo del suo padrone. Quel giorno
aveva qualcosa di speciale sembrava che anche le pareti della villa volessero condividere
la felicità del bambino sopravvissuto.
Chiunque
avesse visto in quel momento Harry avrebbe sicuramente notato i suoi occhi
brillanti e il fatto che rideva ogni due secondi,
anche per le cose più stupide.
Se
in quel momento zio Voldie sarebbe entrato dalla porta molto
probabilmente il salvatore del mondo magico l’avrebbe invitato a stare
con loro e magari avrebbe ballato perfino con lui.
Il
bello e che nessuno sapeva per quale motivo il moro fosse così spensierato. Nessuno
tranne lui.
Questo
lui guardava annoiato la scena davanti a lui.
La
piccola Wesley parlava con la Lovegood.
Ron
invece conversava con un suo collega sul nuovo caso, Potter stringeva eccitato
qualsiasi mano di qualsiasi essere vivente e una ragazza praticamente
nuda si strusciava addosso al suo corpo.
Tutto
normale insomma.
Si
portò il calice alla bocca e sorseggiò il liquido lentamente.
La
ragazza di prima continuava a mangiarselo con gli occhi.
Santo Merlino,
si stava annoiando da impazzire, non vedeva l’ora che Potter facesse il suo
annuncio e andare a casa magari con quella bionda.
“Piacere
mi chiamo Lizzie” disse con una voce maliziosa.
“Draco
Malfoy” rispose con una voce annoiata, di uno che voleva
essere da tutte le parti tranne nel posto in cui si trovava. E in effetti era così.
“Ma io lo so chi sei, chi non ti conosce?” iniziò per poi
elencare tutti i posti in cui l’aveva visto.
Quella
ragazza parlava troppo per i suoi gusti. Intrappolò le sue labbra con quella
della bionda almeno adesso avrebbe smesso di parlare.
“Mmm”mormorò Harry
Potter. Draco si stacco dalla ragazza proprio ora doveva dare il suo grande
annuncio, che preparava da settembre?
Si
avvicinò al centro della sala senza degnare di uno sguardo Clizzie,
Lizzie o come diavolo si chiamava.
Potter
cercava di catturare l’attenzione dei suoi ospiti invano.
“Ascoltate
Potter, così posso andarmene a casa”tuonò Draco.
La
sala si ammutolì.
Ghignò
come amava il potere.
“Grazie
Malfoy ma non c’era bisogno” Draco annuì sbrigativo.
“Bhè
io volevo ringraziare in tanto di essere qui oggi e poi…volevo dire una cosa
speciale a una mmm persona speciale.”
Draco
sbuffò. Quello doveva essere il discorso che ripeteva ogni sera a memoria?
.come si chiamava? Ah
“Tutti voi conoscete il mio passato. Voldemort, i Mangiamorti,
i miei genitori. Ho vissuto con i miei zii fino all’età di undici anni, poi ho
conosciuto la mia vera famiglia, coloro che sono stati
sempre con me, nei periodi difficili ma hanno riso anche con me quando ero
felice. Ringrazio Ron” si bloccò un attimo.”Hermione,Neville e Luna. Credevo di essere felice solo grazie a
loro, ma non me ne volte c’è una persona che riusciva
a conquistare sempre ogni mio piccolo pensiero, la mia metà, la persona a cui
voglio donare tutto il mio amore” fissò Ginny per poi darle la mano e
avvicinarla a lui.
“Io ti amo Ginny, amo quando ridi, il modo in cui vuoi avere
sempre ragione anche quando hai torto, amo quando fai la forte, amo quando mi
baci. Amo
tutto di te” gli occhi di Ginny si stavano inumidendo, dove voleva parare Harry?.
“Ed
è per questo che ti chiedo… vuoi diventare la signora…Potter?”la ragazzo scoppiò de finitamente in lacrime.
Si
aggrappò ad Harry mentre le lacrime scorrevano sul suo
volto.
“Si,si,si Harry” disse senza forse un senso logico.
La
sala iniziò ad applaudire mentre i due giovani lasciavano la sala per dedicarsi
ad altre cose.
L’amore
rendeva scemi le persone.
Per
fortuna lui non aveva mai amato.
Mentire. Mentire anche a se
stessi, prima regola per sopravvivere.
Draco
Malfoy sorrideva.
Era
felice?Forse.
In
quel momento però gli balenò in mente una domanda malsana.
Cosa avrebbe fatto Hermione se fosse lì in quel momento?
Il
sorriso si spense subito. A lui non interessava la Granger. No, completamente.
E
allora perché aveva sperato che al posto di Potter e la Weasley ci fossero
stati lui e la sua mezzosangue?
Al
diavolo Potter e le sue stupide feste.
Si
smaterializzò a casa, quella sola, grande, malinconica casa.
Lei…
Quando le
domande non servono.
Tre
ragazze cercavano di farsi spazio fra la folla del grande aeroporto di Parigi.
Le
persone si fermavano a guardarle affascinati.
“Posso tornare a casa?Per favore ragazze..” sussurrò la
ragazza mora che si stava torturando energicamente le mani.
Era
possibile che il suo cuore la spingeva a prendere quel
benedetto aereo e riconquistarsi il suo bel principe mentre il cervello le
diceva che doveva tornare a casa e magari rifugiarsi sotto le lenzuola.
Aveva
archiviato tutto quello che l’avrebbe potuta fare soffrire in un angolino del
suo cervello e adesso doveva ripescare tutto quello? No
era impossibile.
“Ragazze,
veramente andate voi, io torno a casa.”
Si
girò e incominciò a camminare, pronta anche a scappare se fosse stato
necessario.
Sfortunatamente
Ambrè e Chanel l’avevano afferrata e non volevano lasciarla.
Hermione
sbuffò.
“Mon
amour, dai andiamo, è possibile che nemmeno lo incontri.”
Quelle
parole fecero sussultare la mora, aveva ragione Chanel di tutte le persone che
popolavano Londra lei avrebbe incontrato lui?
Strinse
maggiormente la mano della bionda che le sorrise e contraccambiò il gesto, poi
la lascio. Sapeva che non sarebbe scappata, o almeno lo sperava.
Forse
aveva concesso un’altra possibilità al suo cuore.
Forse.
“Dai
andiamo, mi hanno detto che Londra è fantastica, tu che ne pensi Herm?” chiese sadica Ambrè
“Penso
che una di queste notti ti uccido mentre dormi.”
Chanel rise sotto i baffi. Adorava quei litigi. La rossa era l’unica che
riusciva a risvegliare Hermione.
“Dai forza muoviamoci” disse in tono autoritaria Chanel.
Non
persero l’aereo per pochi minuti, anche se Hermione sperò con tutto il cuore
che l’aereo partisse senza di loro.
Quando
salì sull’aereo e si sedette iniziò la vera e propria tortura.
Le
persone la scrutavano come se fosse un leone appena scappato dallo zoo e le
hostess camminavano sempre avanti e indietro sorridendo a tutti e chiedendo con
quel tono dannatamente gentile se tutto era ok.
No,
che non lo era, lei si voleva buttare dal finestrino.
Si
limitò solo ad annuire alla Hostess.
Quando
l’aero incominciò a decollare si sentì male e capì
solo che adesso non poteva più scappare.
Iniziò
a guardare Ambrè e Chanel che leggevano svogliatamente una rivista e che si scambiavano anche qualche parola.
Per
passare del tempo iniziò ad osservare il panorama, non
che fosse particolarmente bello ma la colpì molto.
Le
nubi si inseguivano e il colore azzurro del cielo le
dava particolarmente un senso di pace, aveva letto in qualche libro che l’azzurro
era il colore della tranquillità, infatti quando guardò il mare si calmò un po’.
Il
problema era che aveva paura.
Ecco
l’aveva ammesso. Paura di aver fatto la cosa sbagliata, paura di capire che
poteva rimanere con loro. Paura di incontrare Ron e di vedere che la guardava
solo con disgusto. Paura di vedere quegli occhi grigi e scoprire che dopo tutto
questo tempo l’amava lo stesso.
Una
lacrima le bagnò le ciglia se l’asciugò velocemente
con la manica. Non doveva far vedere le sue debolezze.
Mai far capire che sei
debole, prima regola per sopravvivere.
Non
si accorse nemmeno che le palpebre iniziarono a farsi pesanti e che si chiusero
senza il suo consenso.
Ambrè
notò la ragazza che dormiva e sorrise.
Quando
aprì gli occhi sentì solo la voce del pilota che stava
annunciando che il treno stava per atterrare.
Il
suo cuore perse un battito. Non era pronta ad abbandonare quella che ormai era
diventata una specie di gabbia. Sicura ma opprimente.
Molte
domande si formarono nella sua mente, senza però riuscire a ricavare qualche
risposta.
Quando
il suo piedi toccarono l’asfalto sorrise.
Nessuna
domanda iniziò a infiltrarsi nel suo cervello. Era a casa. E per un minuto,
almeno uno poteva pensare che il sole di Londra brillava mille volte di più di
quello di Parigi.
Era
solo una sua impressione? Forse, ma a chi importava?
Questo
capitolo mi ha fatto diventare pazza…l’avevo scritto giorni fa ma poi per
sbaglio non l’ho salvato e si è cancelletto. L’ho
dovuto riscrivere anche se quello che avevo scritto
prima mi piaceva di più e vabbè. Spero che comunque vi piaccia lo stesso. È anche
questo molto piatto. Credo che nel prossimo Draco ed
Herm si incontreranno *_*
Aqa: sano contenta che i capitoli precedenti
ti siano piaciuti^^spero che anche questo ti piaccia. Un bacione ile.
Kucciolaflea:Prego, grazie anche a te
per i complimenti, siete gentilissime. Questo capitolo ti è piaciuto??
titti6493. Graziee
mi fai arrossire xD, ah ti volevo chiedere quando aggiorni la ff “Vorrei essere
Cenerentola?” l’adoro. Comunque si certo che ho msn, l’indirizzo è ile_pachu@hotmail.it
redrose: Grazie
speravo che a qualcuno piacesse l’Hermione “fredda” che ho creato. Un bacione
anche a te spero che il capitolo ti sia piaciuto.
.e dimmi ancora
quanto pesa
la tua maschera
di cera
tanto poi
tu lo sai
si scioglierà
come fosse neve al sol
mentre tutto scorre
-Negramaro Mentre tutto scorre-
Qual
è quel sentimento che riesce ad ucciderti lentamente? Quel
sentimento che il minuto prima ti fa sentire tre metri
sopra il cielo mentre il minuto dopo un verme?
Esatto
l’amore.
Ambrè
Martinez si era sempre vantata che nessuno era ancora riuscito a conquistare il
suo cuore.
Ma
quel giorno vedendo delle tenere coppiette che si scambiavano effusioni e dolci
parole aveva provato una specie di fitta al cuore.
Una
sensazione che aveva sentito pochissime volte nel corso della sua vita.
Invidia.
Si,
era invidiosa di quelle persone che riuscivano ad amare e a donarsi completamente
all’amore.
Lei
non ci riusciva, andava in tilt se qualcuno iniziava a trattarla dolcemente o
in maniera diversa.
Ambrè
Martinez non riusciva ad amare. Lei voleva
amare ma non ci riusciva.
-
Ambrè, qualcosa non va?- Chanel con
il suo sorriso materno si era avvicinata a lei, lasciando Hermione indietro ad osservare le vetrine di un negozio del centro di Londra.
Hermione
non aveva ancora abbandonato la sua aria pimpante e il suo sorriso, il suo
pessimismo in quel momento era andato a farsi un giretto, era troppo bello
poter camminare per le strade della Londra magica.
Una
chioma rossa catturò subito la sua attenzione, in un negozio da sposa una
ragazza parlava emozionata con una commessa.
Si
bloccò appena notò chi era quella ragazza.
-
Ehy Mione ti sei incantata, tu odi i vestiti da sposa che cosa guardi?-la voce di Ambrè
sembrava così lontana..
-
Niente – il sorriso che un attimo prima aveva reso felice Chanel e Ambrè era
appena sparito.
-Sicura?-
domandò scettica Ambrè
-Certo- sussurrò Hermione.
Nel
frattempo anche nel negozio una certa persona aveva notato la ragazza.
-Luna,
quella è Herm?- domandò Ginny con un tono strano, era felice ma anche triste,
non voleva illudersi.
-Mmm…
si è lei, lo sapevo i Nargilli mi avevano detto che oggi era una giornata
speciale, ma pensavo scherzassero- la dolcezza e la ingenuità
di Luna nel corso del tempo non era ancora scomparsa.
Ginny
sorrise, adorava Luna.
La
piccola Weasley uscì di corsa dal negozio per poi
andare incontro ad Hermione e abbracciarla.
-
Hermione sei tu,vero?” disse fra le lacrime Ginny.
Da
giorni Ginny piangeva sempre. Per fortuna ogni lacrima che aveva versato erano
tutte di gioia.
Hermione
non si mosse, rimase con le braccia attaccate ai fianchi e con un espressione che non prometteva niente di buono.
Non
doveva andare così, lei non doveva incontrare nessuno,
adesso sarebbe stato più difficile andarsene da lì.
-Ginevrami stai
soffocando-la voce annoiata di Hermione
fece allontanare di botto la ragazza.
-Herm
non sei contenta di vedermi?- disse Ginny.
-No- sussurrò seccamente Hermione.
Mentire
ormai le riusciva naturale, era diventato un meccanismo di autoprotezione.
Dopo
tante lacrime di felicità, Ginny ne versò di dolore.
Si
erano tutti illusi che Hermione in quei cinque anni aveva sofferto come loro.
Invece
non era così.
Hermione
la lasciò là immobile, in mezzo alla strada.
-Ciao-
Chi
era che la disturbava in quel momento?
Una
ragazza da i capelli rossi e gli occhi verdi la
guardava attentamente.
-Scusa
chi sei?- domandò acidamente Ginny.
-
Mi chiamo Ambrè, sono un’amica di Hermione-
-E
cosa vuoi?-
-Quello
che ha detto Herm non è vero, le mancate tutti.-
E
detto questo se ne andò.
Ma cosa avevano tutti quel
giorno? Si divertivano a spiazzarla per poi lasciarla da sola in quello stato?
Hermione scappava, per la millesima volta.
Si era odiata quando aveva usato quel tono
con Ginny.
Egoista.
Preferiva far del male a
gli altri invece di soffrire lei stessa.
Egoista.
- Hermione, torna indietro-
Se ne fregò anche di Ambrè che la inseguiva.
Egoista.
-Herm fermati, non fare la stupida.-
No, non voleva fermarsi, voleva andare al Hotel, fare i bagagli e tornare a casa. A Parigi.
Egoista.
Faceva male, troppo male. Sapeva che sarebbe
finita così ma non riusciva a guardare in faccia la realtà.
Come una bambina preferiva girarsi
dall’altra parte e fare finta di niente.
Infondo era solo questo una bambina egoista.
Camminava ancora con la testa china quando
sbatte contro qualcosa…o qualcuno.
Due braccia forti e muscolose riuscirono a
bloccare la sua caduta.
Alzò lo sguardo.
No, no, no, no, no e ancora no. La sfiga la perseguitava.
-Granger ci incontriamo
sempre così eh?- quella voce soave, quegli occhi grigi, quel sorriso malizioso.
Il suo più grande tormento.
Draco Malfoy.
Si staccò subito da lui, come se avesse
preso la scossa.
Era così concentrata a fissare l’immagine di
Draco che non si accorse nemmeno di due occhi che la fissavano.
Un paio di occhi verdi come la speranza e un
paio azzurri come il cielo più limpido.
Harry Potter, Ron Weasley e Draco Malfoy
erano immobili.
Quel giorno era iniziato così bene, perché dovevano
rovinare tutto?
Perché?
Scappò di nuovo.
Lasciando di nuovo qualcuno da solo per la
strada.
Stavolta però al ricordo di due occhi grigi
non riuscì a trattenere le lacrime.
Ambrè correva ancora in cerca di Hermione,
dove si era cacciata quella ragazza?
-Scusa hai per caso
visto una ragazza correre da questa parte?” chiese col fiatone Ambrè a un
ragazzo biondo.
- Non rompere ragazzina- rispose arrabbiato
il ragazzo.
Ambrè stava già per rispondere malamente
quando qualcuno la interruppe.
-Scusalo, comunque no, non abbiamo visto
nessuno- rispose l’altro ragazzo dai capelli rossi.
Ambrè incrociò gli occhi del rosso e il
cuore mancò di un battito.
Si ricompose subito, non era quello il
momento per cercare l’anima gemella.
-Ok grazie lo stesso.-
-Prego- rispose il rosso
sorridendo.
Ambrè sorrise a sua volta prima di
continuare a cercare Hermione.
Ma continuava a pensare a
quel ragazzo.
Era questo, quello che tutti chiamavano colpo di fulmine?
-Pottertorniamo
all’ufficio- ordinò Draco come se non fosse successo niente.
Quando pesa la tua maschera di cera, eh Draco?
Quella maschera che presto si sarebbe sciolta come neve al sole.
*******************
Eccomi, ho aggiornato prima
di quanto pensassi xD( io sono mooooolto
lenta).
Se devo
essere sincera credo che il capitolo sia troppo superficiale e anche troppo
affrettato. Povera Herm era così felice e io devo
rovinare tutto.
Scusate veramente ma devo scappare e non ho
tempo per ringraziarvi…
Scusateeeeeeeeee.^^
Un bacione e recensite
anche se il chap è venuto malissimo xD…
Capitolo 5 *** La quiete prima della tempesta. ***
Vecchi ricordi
Vecchiricordi.
I can love
But I need his heart I am strong even on my own
But from him I never want to part
He's been there since the very start
-My angel Gabriel -
Hermione Jane Granger si era rinchiusa nella camera
del lussuoso Hotel.
A niente erano serviti le
urla e le minacce della sue amiche.
Niente Hermione, era rimasta tutta la santa
giornata a leggere un libro e a ordinare cibi ipercalorici per affogare un po’
nel dolore.
Inoltre Ambrè sembrava che si fosse teletrasportata
in un altro pianeta e che non riuscisse a stare cinque minuti
calma.
A Londra le due ragazze avevano perso il lume della
ragione, per fortuna c’era Chanel che ancora conservava la sua primordiale
capacità di rimanere tranquilla in ogni situazione.
Ma ancora per quanto?
Dopo un po’ infatti Chanel
rinunciò a capire cosa fosse successo alle due modelle e mandò tutto a quel
paese concedendosi un’altra sana ora di shopping.
Hermione coperta dalle soffici coperte di lana
continuava a pensare a quegli occhi grigi e penetranti.
Involontariamente si toccò il ciondolo che aveva al
collo.
Un cuore d’oro con striature d’argento,
Bastardo di un Malfoy,
riusciva a tormentarla anche senza il suo consenso.
-Granger devo comprare un regalo a una ragazza,
consigli?-
-Mmm…Chi è questa?- rispose quel giorno Hermione con un tono falsamente
curioso per mascherare la delusione.
L’aveva chiamata solo per quello.
-Non
la conosci.-
Dopo vari consigli della ragazza che
naturalmente vennero bocciati dal biondo, i due si
fermarono in una gioielleria.
-Scusa
Malfoy, ma cosa diavolo vuoi regalarle?-
-Non
so, qualcosa di speciale-
Hermione si bloccò a contemplare
quella collana.
Quel ciondolo sembrava chiamarla. Il
piccolo cuore d’orato brillava alla luce della lampada del negozio e le piccole
strisce d’argento colato lo rendevano elegante e particolare allo stesso tempo.
-Quello- bisbiglio Hermione estasiata.
- E’ perfetto-
La mattina dopo, il giorno del
compleanno di Hermione, quando la ragazza si svegliò sul comodino trovo un pacchetto. Allegato al regalo una pergamena con
poche parole.
“Grazie per l’aiuto. Mi sei stata molto utile
D.L.M.”
Aprendo il regalo vide il cuore oro
e argento che brillava solo per lei.
Si alzò lentamente dal
letto , non doveva pensare a lui.
Ogni gesto che aveva
fatto per lei, erano stati fatti tutti con ipocrisia e
non con amore.
Il lenzuolo verde copriva le figure dei due amanti abbracciati.
La quiete prima della
tempesta.
Il silenzio fu interrotto dalle parole di Hermione.
-Domani mi sposo.-
-E allora?- rispose dopo pochi secondi.
-Bhè niente, volevo solo sapere se tu venivi-
Erano poche le volte che Draco Malfoy perdeva la pazienza e questa era
una di quelle volte.
-Stai scherzando vero Mezzosangue? Non chiedere cose
impossibile.- Il tono duro di Draco fece capire ad
Hermione che la discussione era appena terminata.
Se ne andò poche ore dopo.
Non doveva stare male per quella risposta. Infondo per lei, lui non era
niente.
Quanto si sbagliava.
Attraversò la camera per
poi tirare le tende rosse e affacciarsi dalla finestra.
Per le strade una
bambina piangeva.
Sorrise al ricordo di
quel giorno.
-Mezzosangue
che stai facendo seduta per terra?- chiese accigliato Draco.
-Ma
non vedi? Mia cuginasta
piangendo- rispose preoccupata la ragazza.
-Ehy
piccola perché piangi?- chiese poi apprensiva Hermione.
-Mi
sono fatta male al ginocchio.- rispose fra le lacrime la bambina. Dopo che la
piccola scrutò Hermione si soffermò su Draco.
-Ehy
ma tu sei il principe azzurro?- domandò la bambina adesso sorridente.
-Ehy,
non ti fa più male il ginocchio?-
-No. Voglio un bacio dal principe
così poi mi sento meglio.-
La cugina di Hermione abbracciò Draco
affettuosamente.
-Che
ci puoi fare Granger ogni essere di sesso femminile mi ama.-
disse Draco maliziosamente.
Hermione rise, infondo aveva
ragione.
Le mancava troppo Draco,
non era servito niente cambiare stato per lui.
Doveva rincontrare quel
serpeverde borioso e poi chiudere de finitamente con lui.
Magari dandogli un bel
calcio.
Prese borsa e giacca e
uscì dalla camera.
Approfittava di quel
momento in cui si sentiva sicura per abbandonare de finitamente il passato.
Tagliare quel filo che
la collegava a lui e vivere tranquillamente il resto della sua vita.
Però
prima doveva trovare Harry, doveva parlare con lui.
E se conosceva bene il
bambino sopravvissuto molto probabilmente si trovava
nell’ufficio Auror.
Harry Potter l’auror, si
decisamente suonava bene.
Perché il salvatore del
mondo magico era stata per tutti i maghi salvezza e
speranza.
E adesso il suo periodo
di pace era finito perché a Londra si respirava di nuovo aria di dolore e
terrore.
Io posso amare
ma ho bisogno del suo cuore
io sono forte anche da sola
ma da lui non voglio mai separarmi
è stato qui da sempre
Il mio angelo Gabriel
-My angel Gabriel-
1:00 Malfoy Manor.
Quella notte il silenzio
era opprimente, era un silenzio che piegava e
sottometteva le anime.
Un silenzio che
anticipava una sciagura.
Tic. Tic. Tic.
Come sottofondo questo
ticchettio rimbombava per le pareti della ampia villa.
Tic. Tic. Tic.
il
ticchettio di sottofondo si fermò di colpo.
La quiete prima della tempesta.
Un
esplosione, un forte rumore e quelfuoco che nella sua danza letale riusciva a
bruciare tutto quello che passava per la sua strada.
la
villa crollò.
Distrutta.
Il silenzio ritornò ad opprimere, nessuno si era accorto di niente.
Dormite finché è possibile, dormite adesso.
Nessuno disturberà i vostri sogni.
-Signore, la bomba babbana è esplosa ma Malfoy non
era a casa. Malfoy Manor è isolata, nessuno ha sentito il rumore della…-
-Cosaaaaaa?? È ancora
vivo?-
-Mi dispi….a…-
-Anche a me dispiace di fare questo, Avada kedavra,
che peccato eri un bravo servo .-disse per poi
rivolgersi a un uomo dai capelli castani.
-Bene, adesso basta giocare. Voglio quel Black morto.Adelbrecht domani attaccate la base auror. E dopo ci
occuperemo anche del bambino- un ghignò comparì sulla
faccia dell’uomo.
-Si signore.-
E di nuovo il silenzio si impossessò di quella notte apparentemente tranquilla.
Erano brutti tempiquelli per i
maghi.
[Un bambino ignaro delle stupide lotte dei grandi
dormiva.
Dormi piccolo finché è possibile.
Andreas Zabini era un bambino speciale, ma ancora
solo poche persone erano a conoscenza di questo piccolo dettaglio.
Dormi piccolo,perché sta
notte nessuno verrà a disturbare i tuoi sogni.]
****
Non ci credo, sono stata velocissima a scrivere
questo capitolo (sese, l’avevi scritto ieri insieme a
quello precedente U_U N.D.Herm)
All’inizio questa fic come genere doveva essere
solo “romantica” però non riesco a scrivere una ff
senza un po’ di azione.
Quindi
spero che la fine questo capitolo vi abbia un po’ incuriosito.
Inoltre le mie manine mi hanno stupita
molto perché Il chap è troppo mieloso per i miei gusti, di solito le cose
troppo dolci non mi piacciono molto. Spero che almeno a voi sia piaciuto.^^
Aggiornerò giovedì prossimo, questa settimana sarà altamente stressante -.- .
Ringraziamenti(stavolta ci sono xD)
Kucciolaflea:
Ma io ti adoro*-* grazieeeee tu mi fai sempre arrossire con i tuoi complimentixD. Comunque sisiho fatto incontrare tutti
quanti adesso però ci saranno dei problemi, soprattutto per Dracuccio. Sono sadica,che ci posso fare?
Falalula: Ho
aggiornato prestissimo contenta? Quasi quasi mi
stupisco da sola xD, spero che questo capitolo non ti abbia deluso…un bacione Ile^^
aqa: Ekko questo
capitolo, spero che ti sia piaciuto. Stamattina ho letto le tue fic *___* sono
stupende…quando continui “A te…O forse dovrei dire a voi???
“ è bellissima.Cmq tornando a noi hai
ragione, Hermione si è comportata da pazza e non immagini nemmeno quello che
farà nel prossimo xDDD.
Un grazie anche alle 34 persone che
hanno messo la fanfiction nei preferiti e anche a quelli che leggono.
Mi lasciate un commentino anche voi??
*-* Grazieeee. Un bacio a tutti.
Capitolo 6 *** La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo ***
ATTACCO IMPROVVISO
La fortuna è
cieca, ma la sfiga ci vede benissimo
Hermione
era andata senza avvisare nessuno a cercare Harry.
Il
primo posto in cui era andata era proprio la centrale auror.
Come
aveva intuito Harry era diventato uno dei più famosi auror d’Inghilterra, anche
grazie alla sua cicatrice.
La
fortuna, però, tutti sanno che si diverte a fare scherzi, proprio quel giorno
il bambino sopravvissuto non era in servizio ed era a casa a godersi la vita
con la sua futura sposa.
-Impossibile,
non posso crederci, sono andata a cercarlo e lui, lui dov’è??
È a casa.
È
impossibile.- Un Hermione praticamente infuriata si
sfogava con Chanel che annuiva senza ascoltarla veramente.
-Chanel mi stai ascoltando?- la ragazza
continuò ad annuire.
-Chanel cosa ho detto?-
-….-
-Chanelhai una macchia gigante sulla
maglietta-
La
ragazza annuì quando capì finalmente le parole dell’amica
sobbalzò.
-Cosa?-
osservò la maglietta e quando vide che Hermione aveva mentito sbuffò.
-Scusa
Herm… non ti stavo ascoltando-
rispose affranta Chanel.
-Ho
notato, c’è qualcosa che non và?-
-
No, niente- rispose frettolosamente la bionda per poi sorriderle dolcemente.
Hermione
stava per ribattere quando la ragazza la salutò dicendo che andava alle prove
della sfilata.
Chanel
uscì dalla camera del Hotel e se ne andò.
Dopo
cinque minuti di pura noia, la giovane grifondoro prese una delle riviste del
mondo magico più letto: “ Strega Moderna” e iniziò a leggere e a fare uno
stupido test, uno di quelli che di solito si fanno
quando sei depressa o non hai niente da fare.
Quindi era perfetto per quel momento.
Il
test si intitolava “Puoi vivere senza di lui?.”
1)Sei seduta ad un tavolo e stai aspettando il tuo lui
che però non arriva. Cosa fai?
A: Te ne torni a casa senza contattarlo.
B: Ti materializzi a casa sua per vedere se è là.
C: Lo lasci il giorno dopo.
Che
diavolo di domande erano quelle? Alla fine optò per la
risposta B.
2)Quanto
lui non è con te quante volte lo pensi?
A: Poco.
B: Ogni secondo.
C: Non lo pensi completamente.
Lei
non lo pensava completamente a quel biondo platinato. No completamente ma forse
la sua matita la pensava diversamente visto che segnò
la lettera B.
3)Avete
litigato, lui si presenta a casa tua con una rosa cosa fai?
A: Gli chiudi la porta in
faccia.
B: Lo perdoni.
C: Lo lasci sulle spine per qualche giorno ma poi
lo contatti per far pace.
Di
sicuro non sarebbe mai riuscita a perdonare subito qualcuno solo grazie ad una
rosa, ma non sarebbe riuscita nemmeno a chiudergli la porta in faccia quindi
segnò La c.
4)Il
tuo lui sta parlando scherzosamente con la sua ex cosa fai?
A: Gli chiedi spiegazioni.
B: Non la prendi bene, ma non lo fai notare.
C: Gli fai una sceneggiata, ma alla fine capisci
che lui ama solo te
Decisamente la B, lei nonavrebbe mai fatto notare la sua gelosia.
5)Non
vedi il lui che ha conquistato il tuo cuore da 5 anni.
Lo ami ancora?
A)No
B)Si
C)Un
po’, ma la vita continua.
Stupida,
stupida domanda. Ma anche quei
test erano contro di lei? Chiuse gli occhi e la sua mano tracciò una “X” sulla
prima risposta, ma il suo cuore urlava “SI”.
Quando
finì il test, lesse il profilo “B” tutto di un fiato.
Maggior
numero di risposte “B”
No, la risposta è semplice.
Non puoi vivere senza il tuolui. Non puoi vivere senza le carezzi,
gli sguardi e le parole dolci del tuo boy.
E anche se cerchi di
dimenticarlo lui rimarrà per sempre nel tuo cuore. Quindi metti via l’orgoglio e confidagli che lo ami ancora.
Hermione
fece una faccia sdegnata. Stupidi test dicevano solo un mucchio di stronzate.
Lei
non l’amava. Punto. Voleva vederlo solo per…per…
dargli un pugno. Ecco.
Ma
chi voleva prendere in giro?Se stessa? Lei lo amava ancora.
Chiuse
la rivista e andò in bagno per farsi un bella doccia,
almeno il rumore e lo scorrere dell’acqua sulla sua pelle l’avrebbero fatta
rilassare e magari non avrebbe pensato a quel maledetto lui che la tormentava sempre.
Quando
uscì dalla doccia, decise che il giorno dopo sarebbe andata
da Harry. Gli mancava troppo.
-Potter,
vedi anche tu quello che vedo io?-
-Credo
di si, Draco, credo di si-
Harry
e Draco guardavano la scena con occhi spalancati.
Draco
si avvicinò alla sua casa, o meglio a quello che rimaneva di casa sua.
Che
settimana orribile.
Prima
la Granger che gli cadeva fra le braccia, nel senso letterario della parola, e
che gli provoca tutte quelle sensazioni devastanti che non provava
da più di cinque anni e poi questa.
Solo
adesso capiva il senso del detto: la fortuna è cieca ma la sfiga
ci vede benissimo.
-Sembra
che qualcuno voleva ucciderti.- disse Potter.
-
Grazie Sfregiato, senza di te non l’avrei mai capito. Chiamo Blasie e gli dico
se mi può ospitare per un pò a casa sua.- sentenziò
il biondino.
-Se
vuoi puoi stare a casa mia e di Ginny.-
-Per
favore già sto male se ti vedo 4 ore al giorno
figuriamoci 24 ore su 24.-
Draco
prese il cellulare e chiamò Blaise, quanto amava quelle invenzioni babbane.
-Pronto Blaise, c’è
un problema.-
- Già
Drà, c’è un problema.- La voce preoccupata dell’amico fece spaventare il
ragazzo.
-Cos’è
successo?-
Di
sicuro niente di importante. Ormai cosa poteva andare
storto?
-
E’ scomparso Andreas.-
Draco
non rispose.
Aveva
parlato troppo. Al peggio non c’è mai fine.
“Allora piccolo la conosci
la leggenda del re Mida?”
“No.” Le lacrime bagnavano
le guance paffute di Andreas.
“Bene, allora la conoscerai
presto.”
L’uomo avvolto da un lungo
mantello grigio rise mentre le speranze di quel bambino si spegnevano lentamente.
Nessuno l’avrebbe salvato.
La storia nel corso del
tempo si ripete.
Sempre.
*****
Salveeee xD….eccomi qua. Capitolo abbastanza piatto.
Finalmente Hermione ha capito di amare ancora Draco(finalmente
xD.)
L’idea del test mi
è venuta l’altro ieri mentre parlavo al telefono con la mia migliore amica,
quindi ringrazio Serena…(Tvb amù)
Il chap è centrato soprattutto
su Herm, Il prossimo sarà completamente dedicato al mio Andreas piccino picciò xD.
Ps: credo che questa settimana non potrò aggiornane più, la mia insegnante di danza mi sta
facendo impazzire per non parlare poi della scuola. Scusateeeeeeeee**
Passiamo ai
ringraziamenti…
aqa: Tesoro…. Grazie per i complimenti sul cap precedente. Non posso dire niente sul personaggio
misterioso xD(anche perché ancora devo capirlo io..ihihi ) Questo chap ti è piaciuto? l’ho
scritto durante l’ora di scienze quindi non mi piace molto…vabbè spero che
almeno a te piaccia. Un bacione^^
valval_ Grazieeeeeeeeeee**
sono contenta che ti piace l’idea di Herm…un bacione^^ continua a recensire. Un
kiss ile^^
gloria85: Grazie, sinceramente non volevo pubblicare
questa ff, avevo la paura di rovinare “Carpe diem” ma sono felice che non è
successo^^ questo capitolo ti piace??spero di si. Un bacio
kucciolaflea: Ciaooobellissimaaa, nuovo capitolo
spero che ti piaccia(sono ripetitiva xD) comunque si Draco ed Herm erano
amanti( + o -) visto che Herm stava con Ron. Finalmente Hermione ha ammesso che
ama ancora Draco, adesso tocca al biondo -.- … e con lui sarà un po’ +
complicato. Baciottoli(?xD)
Ile.
redrose: Salveeeee….
Grazie per la recensione. Il capito dove capirete cosa pensava Draco nell’incontro/scontro
con Herm sarà l’ottavo( lo sto gia scrivendo…) Il
prossimo invece sarà pieno d’azione xD… un bacione Ile…
Perché lei era una strega cattiva imprigionata in un corpo da
principessa
Perché lei era una strega cattiva imprigionata
in un corpo da principessa.
Ora vi racconto una storia che
Farete fatica a credere
Perché parla di una principessa
-Favola Modà-
Il
freddo pungente di quella notte intorpidiva gli arti e provocava ad Andreas dei
brividi.
Se
quei brividi derivavano dal freddo o dalla paura
ancora non era chiaro.
Nello
scantinato buio il bambino cercava di non chiudere gli occhi mentre Klelia
cercava un modo per uscire da quel posto.
Flashback.
-Allora
piccolo la conosci la leggenda del Re Mida?- chiese quella
voce roca e leggermente paurosa.
-No-
-
Mida era il re della Frigia fa parte della mitologia babbana. Un giorno questo
re ottenne da Dioniso il potere di trasformare in oro tutto quello che toccava.
Un gran bel dono eh?Peccato che ogni volta che sfiorava del cibo o una persona
si trasformavano anche essi in oro. Mida allora
implorò il dio Dioniso di toglierli quel potere. Dioniso accettò. Ora, piccolo,
cosa c’entra tutto questo con te?-
Andreas
non rispose, le lacrime scivolavano senza sosta.
-Bene,
mi rispondo da solo, i babbani di oggi sono stupidi tutto quello che non
riescono a vedere con gli occhi e che non riescono a spiegare
lo considerano irreale.- si bloccò un attimo solo per vedere la reazione di
Andreas.
-Adesso
Mida è veramente esistito e anche il suo dono. No, niente dei,
niente di tutte queste stupidaggini. Mida era un grande mago e quando
capì che questo dono che aveva acquisito grazie a una pozione, era solo una disgrazia lo rinchiuse dentro di sé. Non capisci ancora eh?
Tu sei un erede di Mida, il suo potere è rinchiuso in una piccola percentuale
in te e anche in tua madre. Ma preferisco lavorare con
i bambini. Sai fanno meno storie.- l’uomo rise.
-Cosha
uoi da me?- chiese il bambino singhiozzando.
-
Voglio il tuo potere.- disse per poi rivolgersi a uno dei suoi seguaci –
Portalo nello scantinato.-
Il
bambino fu preso in braccio da una donna –Non preoccuparti troverò
il modo di fare uscire da qua te e mia figlia.- sussurrò quando lo posò
delicatamente in un letto sporco e unto.
Una
ragazza sedicenne guardava la scena seduta per terra. I capelli biondi si
notavano solo grazie alla luce soffusa della candela e gli occhi azzurri erano
appannati dalle troppe lacrime.
-Vieni
qua piccolo.- disse poi la ragazza avvicinandosi ad Andreas.
Andreas
non rispose ma iniziò a piangere forte, voleva il suo lettino e voleva sentire
la voce dolce e gentile di sua mamma.
-Come
ti chiami?- continuò la giovane.
-Mi chaimo Andreas.-
-Klelia.-
Fine flashback
Klelia
si muoveva velocemente dentro la stanza mentre cercava qualcosa che l’avrebbe
permesso l’uscita da quello scantinato.
I
giorni precedenti aveva avuto quella brillante idea ma
che non era mai riuscita a mettere in atto. Adesso forse con l’aiuto di quel
bambino poteva riuscirci.
-
Andreas sai per caso la via in cui abitano i tuoi genitori?- domandò in ansia
Klelia.
-No.- sussurrò il bambino, in fondo non si poteva aspettare niente da
lui. Era ancora troppo piccolo.
-E
mi puoi dire un posto dove voi andare spesso?- domandò stavolta la ragazza.
-Dallo
zio.-
-
e dov’è tuo zio?- chiese di nuovo Klelia
-Aulol-
Aulol
stava per che cosa?
Ma
certo, come non aveva fatto a pensarci prima.
-Hai
detto auror vero?- Andreas annuì.
Klelia
si fermò un attimo e strappò un pezzo di stoffa dalla maglietta ormai quasi
tutta lacerata.
-Dimmi
com’è tuo zio.- chiese mentre cercava qualcosa di
appuntito.
-
Come te.-
-Una femmina?- domandò accigliata.
-No,
i capelli-
-Ok,
ok capito capelli biondi e occhi azzurri no?-
Andreas
annuì di nuovo.
-L’ultima
domanda. Come si chiama?- chiese sperando in un nome particolare e non troppo
diffuso.
-Draco.-
-Perfetto.-
Respirò
profondamente. Adesso arrivava la parte più dolorosa ma doveva farlo, doveva uscire e salvarsi. Prese un sasso e iniziò a
sfregarlo fortemente sul dito. Il sangue piano piano
iniziò a fuoriuscire dalla pelle diafana della ragazza. Un gemito di dolore
uscì dalle sue labbra mentre col dito sporco di sangue tracciava nel panno una
piccola e imperfetta “A”.
Continuò
questo lavoro per un bel po’. Finche non riuscì a
scrivere “ANDR” sperò che questo bastasse perché ormai non aveva più forza e le
mani, macchiate di sangue e polvere iniziavano a farle male.
Percorse
tutta la stanza e raggiunse la piccola finestra da cui filtrava un po’ di aria
e luce.
Una
civetta era appollaiata sul davanzale e dormiva. Dopo i primi tre giorni la
fidata Pinsi l’aveva trovata e stava tutto il giorno a vegliare la sua piccola
padroncina.
-Pinsi,
Pinsi svegliati- bisbigliò Klelia.
La
civetta aprì di scatto gli occhi e guardò attentamente la sua padroncina.
-Pinsi
devi farmi un favore. Prendi questo panno.- e dalle
sbarre della finestra passò lo stracciò alla civetta che l’afferrò
con il becco
-e
vola fino alla Londra magica, vai al ministero della magia e cerca gli auror.
Devi darlo a un uomo dai capelli biondi e dagli occhi azzurri. Il suo nome è
Draco. Poi cerca in tutti i modi di portarlo qua. Da noi. Capito? È
importante.-
La
civetta spiccò il volo e maestosamente sfrecciò nel cielo. Klelia seguì con gli
occhi la sua civetta fin quando questa diventò solo un piccolo puntino bianco.
Si
allontanò dalla finestra e si avvicinò al suo letto. Andreas si era
addormentato. Si sdraiò anche lei e cercòdi chiudere gli occhi.
Quegli
occhi che per un attimo cambiarono colore e diventarono rossi. Perché lei era una strega cattiva
imprigionata in un corpo da principessa.
E
quella era la sua condanna. Vivere quella vita di dolori solo a causa della persone che amava di più.
Suo
padre.
Ma
avrebbe continuato ad amarlo perché non riusciva ad
odiarlo.
-Cosa vuoi fare da grande?-
-La principessa-
-Che noia
Klelia.-
-Perché?-
-Le principesse sono noiose,
non arriveranno da nessuna parte.-
-E tu? tu cosa vuoi fare da grande?-
-Io voglio
essere potente-
-Potente?-
-Si, potente.
Papà dice che chi è debole non vive a lungo solo i forti riescono a
distinguersi dalla massa.-
- Si, ma io continuerò a sperare. Voglio essere una
principessa e lo sarò.-
Stupide
illusioni di una bambina viziata.
Lei non era una principessa e mai lo sarebbe
stata.
Lei non
viveva in una favola.
Lei non aveva
un regno pieno d’amore.
Lei non era
buona.
Lei era solo
una strega cattiva intrappolata nel corpo di una principessa.
Eccomi qua. Come avevo già
detto questo capitolo è completamente dedicato ad Andreas, anche se non avevo
specificato che ci sarebbe stato un nuovo personaggio.
Se devo essere sincera Klelia
è il mio personaggio preferito dei nuovi personaggi
xD.
Spero che non vi abbia
annoiato visto che non c’è nessuna traccia di Dramione
ma vi avevo avvisato prima che questa fanfiction non aveva come protagonisti
solo loro due.
Ho sbagliato i calcoli, avevo
detto che questo capitolo sarebbe stato pieno d’azione e ho sbagliato sarà il
prossimo xD.
Ora vediamo se qualcuno
indovina:
Che cos’è Klelia? E perché
deve condurre una vita dannata?
Chi è il padre di Klelia?
Draco riuscirà a salvare i 2?
Hermione ci sarà nel prossimo
capitolo?xD
Scoprirete tutto questo e altro
alla prossima puntata.(Ho sempre desiderato dirlo xD
fa tanto telefilm delle 18:OO)
Ok, ho la febbre capite i
miei deliri.
kucciolaflea: Nicluccia (ma quanto amo il tuo nome?*_*) se non ricordo
male gli auguri te li ho gia fatti ma non si sa mai te li rifaccio…. Auguriiiiiiiiiiiii. 16 anni giusto??
Sono felice che l’idea del test ti sia piaciuta.
Un bacione tesoro. E continua a recensire.
gloria85: Già la fine di carpe diem non una di quelle
tutte rose e fiori(anche se non so se questa finirà bene, scherzo xD ancora
devo decidere)Spero che questo capitolo non ti abbia annoiato visto che non c’è
nessuno incontro fra Draco e Hermione. Un bacione^^
debby12:Salveeeee… Che bello una nuova lettrice xD *__* Non
fatemi montare la testa con tutti questi complimenti. Grazie veramente, sono
felice che ti piaccia il mio modo di scrivere. Spero che il capitolo ti sia
piaciuto(c’è il piccolo Andreas)Comunque anche io amo
Blaise. Infatti lo metto quasi sempre nelle mie ff(che
mondo sarebbe senza Zabini?) Un kiss Ilenia
aqa: Ciau bellissima, questo
capitolo non l’ho scritto a scuola ma con la febbre quindi forse e ancora
peggio xD. Grazie ancora dei complimenti sei fantastica…tvb
kisskiss
redrose: Ciao. Sono contenta
che trovi la fanfiction interessante, pensavo che a nessuno sarebbe piaciuta.
Già finalmente Hermione ha capito cosa prova x Draco. Per il personaggio di
Andreas mi sono basata molto sul mio adorato cuginetto. Fisicamente sono uguali
mentre l’idea della leggenda di Mida mi è venuta una notte mentre cercavo di
dormire xD Un bacione continua a recensire che è sempre un piacere leggere i
vostri commenti^^
Draco Lucius Malfoy non amava la confusione ma quel giorno tutto era
particolarmente diverso
Ritorno da te
E ritorno da te nonostante il mio orgoglio
Io ritorno perché altra scelta non c´è
Ricordando i giorni a un `altra latitudine.
Frequentando i posti dove ti vedrei
Recitando i gesti e le parole che ho perso
E ritorno da te dal silenzio che è in me
- E ritorno da te. Laura Pausini.-
Draco
Lucius Malfoy non amava la confusione ma quel giorno tutto era particolarmente
diverso.
Al
dipartimento Auror ,infatti, non si capiva più niente.
Harry
Potter e Ron Weasley dentro il loro ufficio erano sommersi da una montagna di
carta e foglietti.
Draco
Malfoy invece camminava avanti e indietro, chi lo conosceva poteva capire che
l’ultimo erede dei Malfoy stava pensando.
Ginny
Weasley cercava di consolare una sconvolta Pansy e Blaise invece beveva un
caffè al minuto.
A
completare quel quadretto snervante c’era anche un fastidioso ticchettio che
proveniva dalla finestra, una civetta bianca infatti picchiettava fortemente il
vetro.
Draco,
dopo aver dato un'occhiata alla civetta, continuò a camminare. Ci mancava solo
quello stupido pennuto.
-Draco
per favore fa entrare quel coso prima che lo trasformo in un pollo ripieno.-
Pansy rivolse un'occhiataccia prima a Draco e poi al “coso”.
Malfoy
dopo aver sbuffato parecchie volte si diresse verso l’oggetto dei loro pensieri
e lo lasciò entrare.
La
civetta beccò indignata Draco e Pansy e si appollaiò sopra la testa di Harry.
-Ma
che diavolo.- Harry si alzò di scatto dalla sedia facendo volare la civetta che
si avvicinò titubante al biondo.
Draco
notò subito la stoffa che l’uccello custodiva nel becco e lo prese.
Scritto
con il sangue, quelle poche lettere provocarono una dolorosa fitta al cuore.
La
porta dell’ufficio si aprì di botto.
Non
poteva crederci. I maghi inglesi erano più stupidi di quanto ricordasse.
Quando
era andata al ministero della magia, si aspettava qualcosa di più…più
professionale.
Invece
niente, per cercare qualcuno aveva impiegato circa un’ora e infine quando
finalmente era riuscita ad avere l’attenzione di un auror quest'ultimo l’aveva
gentilmente mandata al diavolo dicendole di cercare una certa Katie Collins.
Come se lei sapesse chi fosse.
E
che diamine, lei era Hermione Jane Granger, mica una qualunque.
Dopo
un’altra mezzoretta riuscì finalmente a trovare questa ragazza. I suoi capelli
biondi erano raccolti in una coda e scherzava con una collega. Sembrava la
sorella gemella di Barbie.
-Mmm-
mormorò per farsi ascoltare-mi scusi
sto cercando Harry Potter? Puoi dirmi,dove lo posso trovare?- chiese
cortesemente.
La
ragazza dopo averla squadrata sorrise.
-Il
signor Potter non può ricevere nessuno in questo momento- disse svogliatamente.
-Credo
che per me possa fare un’eccezione. Mi dica dov’è?- richiese Hermione.
-Scusa
ma lei chi sarebbe?- domandò roteando gli occhi, la millesima ragazzina che
sbavava per il bambino sopravvissuto. Lei mirava più in alto.
-Sono
Hermione Granger, ora se mi vuole dire dove posso trovare Harry bene, se vuoi
posso fare da sola.-
Katie
posò di nuovo gli occhi sulla figura della mora e dopo aver borbottato una
specie di “scusami” la condusse nell’ufficio dell’auror.
La
porta dell’ufficio si aprì di botto.
La
mezzosangue era cambiata, i suoi vestiti, i suoi capelli, il suo modo di
comportarsi. Tutto in lei diceva apertamente che l’Hermione che conoscevano
loro era scomparsa.
Peròquegli occhi d’orati rimanevano sempre gli
stessi,orgogliosi e ardenti. Forse avevano una nota di malinconia e tristezza
che potevano far pensare che i suoi occhi erano spenti e vuoti ma chi conosceva
bene Hermione sapeva che i suoi occhi sarebbero sempre rimasti perfetti.
Sempre.
La
Granger guardò attentamente tutti quantitranne lui.
Draco
ghignò.
-La
signorina Granger voleva parlarti Harry, le ho detto un sacco di volte che non
volevi essere disturbato ma ha insistito tanto. Spero che non disturbi troppo,
posso chiamare la sicurezza se vuoi.- disse Katie sorridendo.
Harry
stava per rispondere ma fu anticipata da Hermione.
-Non
disturbo, ora se vuoi, puoi anche andare. Grazie-
Katie
se ne andò senza degnare di uno sguardo Hermione.
Draco
Ghignò.
Harry
sorrise.
Hermione
era tornata e il silenzio inevitabilmente cadde in quella stanza.
-Disturbo?-
sussurrò Hermione per spezzare quell’opprimente silenzio. Non ebbe il tempo di
chiedere altro che Ginny corse ad abbracciarla.
-Lo
sapevo. Sapevo che mentivi l’altro giorno.- concluse la piccola Weasley.
-Scusate
mio figlio è in pericolo e voi state qui ad accogliere la pecorella smarrita?
Torniamo a lavorare. Muovetevi - sbottò infuriata Pansy.
-Hai
ragione continuiamo. Scusa Herm parliamo più tardi ti dispiace?- propose Harry.
-Ehm
si certo, posso aiutarvi?-
-Certo,
Granger. Grazie- Rispose Blaise.
Hermione
si sedette vicino a Ginny. Hermione sapeva che ogni gesto aveva poi delle
conseguenze, e sapeva anche che presto avrebbe dovuto spiegare tutto. Ma non
adesso. Adesso voleva solo godere della mano confortevole di Ginny e di quegli
occhi grigi che, anche se lei non sapeva, non la lasciavano in pace da quando era
entrata.
Stupida
Mezzosangue, che gli faceva perdere la testa, per colpa sua si era dimentico di
dire quello che aveva appena scoperto.
-Potter
vieni un attimo qua, cosa leggi?-
Harry
si avvicinò a Draco e strappò il foglio dalle mani del biondo. Quando lesse il
nome di Andreas, si bloccò e si girò ad osservare la civetta che indicava con
il becco la finestra e che muoveva energicamente le ali.
-Hai
capito quello che ho capito io?- chiese preoccupato Harry.
-Vuole
che lo seguiamo. Che facciamo? Può essere una trappola.-
-Secondo
me, non può essere una trappola. Non ha senso.-
-Potter
chiama Weasley. Noi andiamo.-
Il
bambino sopravvissuto dopo aver spiegato frettolosamente la situazione cercò la
sua scopa. Il tempo passava velocemente e loro erano ancora lì a parlare e a
discutere tranquillamente quando la vita di quel povero bambino era in
pericolo.
-Chi
viene con me? Ron, Malfoy?-
I
due annuirono.
-Veniamo
anche noi.- Ginny, Hermione e Pansy alzandosi dalle sedie si avvicinarono a gli
auror.
-No,
è pericoloso. Non potete.-
-
E’ mio figlio.- urlò Pansy
-
Combinerete chissà quale guaio se non vengo.- disse sorridente Hermione.
Draco
stava per rispondere che anche senza il suo aiuto in quegli anni erano rimasti
ancora vivi ma si morse la lingua per non aggiungere niente.
-Harry
zitto per favore. Vuoi ancora che ti sposi?Vero? Minacciò Ginny.
Il-bambino-sopravissuto-che-voleva-sposare-ancora-Ginny
deglutì fortemente e acconsentì di malavoglia.
Uscirono
dal dipartimento e andarono nel parco vicino al ministero per poter volare
liberamente.
-Ginny
tu salì con me sulla scopa. Pansy vai con Ron e Hermione con Draco.-
Hermione
e Draco contemporaneamente trafissero con lo sguardo Harry che sorrise e dopo
aver montato la scopa con Ginny si alzò da terra per seguire il meraviglioso
uccello.
-Granger
stringimi forte se non vuoi cadere- disse quando stavano per partire.
Quelle
erano le prime parole che Draco le diceva dopo quei quattro anni, quanto le era
mancata quella voce, quel corpo che adesso stringeva come se fosse un’ancora di
salvezza.
Draco
aumentò la velocità mentre la mezzosangue si stringeva ancora di più al suo
corpo e il suo cervello automaticamente riusciva solo a pensare che il calore
che emanava la Granger forse, solo forse, gli era mancato tantissimo.
Tu dimmi se c´è ancora per me
Un `altra occasione, un `altra emozione
Se ancora sei tu
ancora di più un `altra canzone fresca e nuova
Tu dimmi se ormai qualcosa di noi c´è ancora dentro gli occhi tuoi.
-E ritorno da te. Laura Pausini.-
Scusate, questo è il
capitolo che molto probabilmente ho scritto peggio di tutti. Fa veramente
schifo. Avevo promesso un po’ di azione ma ho di nuovo sbagliato i calcoli xD.
Questa settimana è
stata veramente straziante e questo è il massimo che sono riuscita a fare, se
non vi piace, ditemelo per favore che lo modifico.
Scusate ancora ma non ho
tempo per ringraziarvi uno a uno. Mi dispiace ç__________ç.
Io ora vado a
nascondermi così non potete lanciarmi pomodori e qualsiasi altro tipo di
ortaggio.
Capitolo 9 *** Salvataggi e un Malfoy di troppo ***
La mia storia
Salvataggio
e Malfoy di troppo.
Any moment,
everything can change,
Feel the wind on your shoulder, For a minute, all the world can wait,
Let go of your yesterday.
-Fly, Hilary Duff-
.
Draco
Malfoy aumentò la velocità.
Hermione
poteva sentire il vento in faccia e il sangue ribollire nelle vene. Da quando
non sentiva quell’adrenalina?Da tanto, troppo tempo.
Inoltre
aveva tremendamente paura di volare e Malfoy lo sapeva benissimo.
-Malfoy
rallenta- urlò spaventata la ragazza.
-Stringimi
e stai zitta- ordinò Draco in risposta.
Hermione
fece come ordinato, non che gli dispiacesse, però l’orgoglio era l’orgoglio e lei non poteva non rispondergli.
-Non
darmi ordini.- brontolò mentre chiudeva gli occhi
arrossati dalla polvere.
Nessuno
dei due parlò dopo.
Avevano
così tanto da dirsi eppure nessuno dei due voleva
rompere quella specie di magia che si era creata.
Dopo
un po’ Draco rallentò finché non si fermo del tutto.
Hermione
rimase immobile con le sue braccia che circondavano il corpo del ragazzo e gli
occhi chiusi.
-Granger
siamo arrivati, puoi anche staccarti.-
La
mora arrossì violentemente e si stacco di colpo.
Harry,
Ginny, Pansy e Ron li raggiunsero quasi subito.
Si
trovavano in una campagna isolata, una casa apparentemente disabitata si
reggeva al centro e la civetta che li aveva portati là, volò fino a una
finestra.
Il
vento gelido fece rabbrividire Pansy che si lasciò scappare una lacrima.
-Pansy
tutto bene?- chiese apprensivo Harry. La ragazza annuì
e si asciugò la lacrima.
-Facciamo così-continuò Harry.
-Ginny
e Pansy rimangono qui a fare da guardia. Hermione tu vieni con noi?-
-No,
la mezzosangue rimane con loro.- s'intromise subito Draco.
Anche
se non lo ammise, non voleva che la mezzosangue rischiasse la vita.
-Malfoy
credo di saper scegliere ancora da sola. Quindi si certo, Harry vengo con voi.-
-Che
testarda.- mormorarono Draco e Ron insieme.
Le due ragazze rimasero là mentre i quattro
invece s'incamminarono verso la villa.
La
serratura chiusa fu aperta da Hermione con un semplice incantesimo di apertura.
Aprirono la porta senza far rumore.
Il
cuore di Hermione batteva forte, da quando non faceva queste cose? Da quando
non teneva in mano la bacchetta?
Un
elfo scese dalle scale e guardandoli sbalordito inizio a parlare.
-Il padrone, Millo chiamare padrone, voi non dovreste essere qui.
Il Padrone non vuole sconosciuti, Via andate via.-
-No,
noi non vogliamo farti del male. Dicci chi è il tuo padrone.-
-Stupefecium.- una luce rossa fece
schiantare il piccolo elfo al muro che scivolò per terra privo di sensi.
-Malfoy
era un elfo.-
Non
sarebbe mai cambiato.
-Si
Granger mi parlerai dopo del CREPA.- sussurrò Draco.
-E’
C.R.E.P.A…oooh al diavolo, che ci parlo affare con te.
E’ completamente inutile.-
-Silenzio
voi.- disse Harry –E ascoltate.-
Un
uomo dai capelli castani stava parlando con un altro. Il viso era coperto da un
cappuccio grigio e aveva la bacchetta in mano.
-Il bambino è ancora nello scantinato insieme alla Malfoy.- disse
l’uomo incappucciato.
Draco
sgranò gli occhi. Aveva capito bene? Malfoy?
-I
crucio non la fanno parlare. Non vuole dirci dov’è sua sorella. Il bambino
invece non vuole liberare il suo potere.- continuò L’uomo.
-Voi
andate negli scantinati, noi ci occupiamo di questi due.- ordinò sotto voce
Harry a Draco e a Hermione.
I
due ragazzi corsero via.
-Ehy
chi c’è?- i due uomini incappucciati si girarono insieme e osservarono Harry e
Ron.
Si
aprivano le danze.
-Expelliarmus-Hermione sentì urlare
l’incantesimo da Ron mentre continuava a correre.
-Adelbrecht gli altri due sono andati negli scantinati.- sentì invece
stavolta Draco.
-Corri
Mezzosangue.- una luce rossa sfiorò il braccio di Hermione che si allontanò
subito.
Sia Hermione
sia Draco correvano ansimando.
Ma quanto
diavolo era grande quella villa?
L’ennesimo
stupefecium fece cadere Hermione per terra. Sicuramente si era slogata una
caviglia perché non riusciva ad alzarsi.
-Hermione ti sei fatta male- chiese Draco
fermandosi.
Era strano che
in un momento come quello l’unica cosa che riusciva a pensare era che Draco
l’aveva chiamata per nome.
-Allora chi
abbiamo qua…Draco Malfoy e Hermione Granger, aah la famosa mezzosangue. Chanel
mi ha parlato molto di te.- disse l’uomo incappucciato
avvicinandosi ai due.
-Cha…Chanel-
bisbigliò Hermione. No, Chanel non poteva conoscere un essere viscido come
quello. Era impossibile. Lei era la sua migliore amica, non poteva, la
conosceva troppo bene per pensare una cosa del genere. Eppure tutto sembrava quadrare
le sue sparizioni senza motivo, le mezze spiegazioni che dava
ogni volta che tardava.
-Si Chanel,
sai è una cara ragazza.-
-Expulso.- urlò Draco senza preavviso.
L’uomo cadde
a terra
-Tzè, mai
abbassare la guardia.- prese imbraccio Hermione e continuò a camminare.
-Malfoy cosa
stai facendo?- domandò Hermione rossa in viso.
-Mezzosangue vuoi che ti lascio qua?-
-No, non
preoccuparti.-
.Finalmente arrivarono negli scantinati. Il
buoi dominava su tutto e i due ragazzi non riuscivano a vedere niente.
-Sono li.- una voce femminile li fece
sussultare.
-Lumos.-
Una donna dai
lunghi capelli biondi li fissava grati.
-Forza, forza portateli fuori di qui.- continuò la donna.
-Ma chi?-
chiese Hermione accigliata. Non dovevano salvare il bambino?
-Klelia e Andreas.
Sbrigatevi. Prendete le chiavi e andatevene stanno venendo.- La donna lanciò le
chiavi a Hermione che per prenderle stava per far cadere lei e Draco.
-Mezzosangue
attenta, non sei una piuma.-
-Eccoli sono
là- la voce che a mano a mano si avvicinava fece spaventare Hermione.
I due
prigionieri erano là che sorridevano, finalmente liberi.
Klelia prese
in braccio Andreas e si avvicinò a Draco e Hermione.
-Vieni qua,
dammi la mano che ci smaterializziamo.- Klelia afferrò la mano di Draco e
furono risucchiati da quel vortice che li portò al sicuro.
-Draco
prenditi cura di Klelia.- sussurrò la donna prima di accasciarsi a terra e
piangere.
Per adesso
sua figlia era libera.
In qualsiasi momento, tutto può cambiare
Senti il vento sulle tue spalle
Per un minuto, tutto il mondo può attendere
Lascia andare il tuo passato
-Fly,Hilary
Duff-
-Malfoy ma
sai smaterializzarti?-
-Non ti
rispondo nemmeno Mezzosangue.-
I due si
stavano salutando amorevolmente …a
modo loro.
Si trovavano in
una casa spaziosa e ben arredata.
Draco appena
erano arrivati aveva abbracciato il piccolo Andreas che rideva fra le lacrime.
Klelia invece
guardava con aria aristocratica i due ragazzi che litigavano ogni secondo.
Che stupidi
litigavano tanto per cosa poi? Per nascondere i loro veri sentimenti.
-Dove siamo?-
domandò ad un certo punto Hermione sedendosi su una
sedia.
-A casa di
Blaise.- rispose Draco mentre si sedeva su una delle pregiate poltrone in
maniera maledettamente sexy, ma questo particolare molto probabilmente
sconvolse solo Hermione.
Klelia stava
sorseggiando dalla tazzina un delizioso the, mentre Andreas giocava con la
testa del bambolotto di Merlino.
Un leggero
“pop” distacco Hermione dai suoi pensieri.
Harry, Ron,
Ginny e Pansy erano appena arrivati. Quest’ultima appena notò il suo piccolo
bambino che giocava indisturbato sul tappeto, corse subito a prenderlo in
braccio e a coccolarlo.
Hermione non
aveva mai visto una Pansy così felice, ancora conservava l’immagine di una
Pansy che si atteggiava da ochetta viziata.
Quella invece
che vedeva adesso era una Parkinson ormai adulta e con gli occhi che gli
brillavano per la gioia.
-Siamo tutti
sani e salvi giusto? E’ stata una passeggiata. Ormai i nostri nemici stanno
perdendo punti. Quasi quasi mi mancano i Mangiamorti almeno loro sapevano l’ABC
della magia.- disse Harry con un sorriso sarcastico mentre si sistemava la
maglietta. Hermione gli rivolse un’occhiataccia che fece raggelare il sorriso
di Harry.
-Tutto ok?-
Harry guardò attentamente Hermione mentre si massaggiava la caviglia
indolenzita
-No, niente
Harry non preoccuparti. Ho solo preso una storta.-
-Mmm. Ok-
-E questa chi
è?- continuò il salvatore del mondo magico indicando con lo sguardo la ragazza
bionda che li guardava con aria aristocratica.
-Sono Klelia
Meissa Malfoy.- rispose la diretta interessata
Il baccano
che si era creato cessò di colpo.
Klelia guardò
tutti con un ghigno sulle labbra. Sembrava che avesse appena detto di avere
quattro occhi e dodici gambe.
L’unico che
aveva il diritto di essere sorpreso, invece non aveva detto e fatto niente.
Forse quella
era la famosissima freddezza che caratterizzava ogni Malfoy.
Klelia fece
un respiro, pronta per iniziare il suo discorso.
Se erano rimasti
sorpresi per così poco dopo il suo racconto cosa avrebbero fatto? Bella
domanda.
Era tutto
così difficile e lei, in quel momento non riusciva a capire nulla.
L’unica cosa
che sapeva e che non doveva accettare il consiglio di quella voce diabolica che
dentro di lei, le diceva di tacere e di non dire
niente.
No, stavolta
avrebbe fatto a modo suo.
Stavolta non
avrebbe permesso che lei gli
rovinasse di nuovo la vita.
Perché per
una volta la strega cattiva doveva ubbidire alla principessa.
Glielo doveva.
Mmm…me va
a nascondersi(di nuovo)ç__ç scusate per il ritardo.
Ma sapete tutti che questo è uno dei periodi più terribile per noi poveri studenti.
Interrogazioni a destra e a manca,
verifiche, compiti a palate e test a sorpresa(prof
bastardi…) mi stanno facendo diventare pazza.
Ho scritto questo capitolo nei
pochi momenti liberi U.U
Se tutto va secondo i miei calcoli dovrei postare giovedì (PS: i miei calcoli sono
sempre, o quasi sempre, sbagliati xD.)
Comunqueee…parliamo di questo
capitolo. Vi è piaciuto almeno un po’?Spero di si.
Una cosa voglio precisare Klelia non
è sorella di Draco, odio di solito i fratelli o sorelle che spuntano come
funghi, invece ho una passione per i cugini( e non
dico più niente U.U) che spuntano come funghi xD.
Spero che non vi abbia deluso con
il personaggio di Klelia.
Nel prossimo svelerò gli ultimi
segreti su di lei( anche se vi ho dato degli indizi
nel capitolo, non so però se gli avete trovati…)
Ringraziamenti
vinny: Ciaooo, grazie per la recensione. Sei troppo
buona. Ehehe. Anche io amo le Ron/Pansy ma in questa ff Pansy è di Blaise.
Sisi. Continua a recensire mi raccomando. Un bacione e grazie ancora^^
kucciolaflea:
Nuclucciaaaaaaaaaaaaaaaa Lo sai che inizio ad amare tutte le ff che scrivi???
Stupenda la Ron/Gabrielle. Ok basta xDDD. Scusa ma oggi ho la testa in un altro
pianeta. E non riesco nemmeno a commentare. Quindi accontentati di questo xD.
Ah, si dimenticavo Grazie. Questo chap ti è piaciuto? Un bacio tvbtttt
aqa: Tesorooooo.
Grazie della recensione. Comunque si hai ragione Harry alcune, ripeto solo
alcune, volte ha qualche idea caruzza xD Andreas è sano e salvo(almeno per ora)
contenta??? Un bacione tesò tvbttt.
redrose:
Adoro le tue recensione. Veramente. Grazie, come ho gia detto sono felicissima
che l’idea di questa Hermione ti sia piaciuta.Per Klelia no, nessun demone rinchiuso dentro di lei, però però…ok non parlo. Un bacione.
Ringrazio
anche le 52 persone che hanno messo la fanfiction nei
preferiti.
but I close my
eyes
and find truth in what I'm sayin'
they thought it was all a lie
how could they deny it when I was just a
little child
secrets I kept inside me
noone can understand
secrets I had to hide
'cause noone would hold my hand when
secrets for me to know
and never for you to see
secrets for only me
-Secrets,
Anastacia-
Klelia fece un grande respiro e titubante iniziò a
parlare.
Quello che stava per dire andava contro a tutto quello che si era ripromessa di fare. Aveva giurato
di non rivelare mai a nessuno il suo segreto.
Non era mai stata una ragazza coraggiosa ed era
sempre stata succube di lei.
Aveva sempre pensato che quello che le diceva era la verità, eppure avrebbe dovuto capirlo prima che
quella più forte fra le due non era la maggiore ma lei.
-Come ho gia detto mi chiamo Klelia Meissa Malfoy,
sono figlia di Alexander Malfoy.-
Un altro sospiro, abbassò gli occhi aveva paura di
alzarli.
-Alexander?- domandò Draco sollevando il sopraciglio
-Si, il fratello di tuo padre. Alexander non fece
la sua prima magia prima degli undici anni. Abraxas, nostro nonno, pensò subito
che in realtà mio padre fosse un maganò. Tu sai che i maganò vengono
disprezzati da alcuni maghi, ed è per
questo che nascose a tutto il mondo magico l’esistenza del suo secondo figlio.-
disse tutto in un fiato.
Quante volte aveva sentito suo padre rivolgere
parole offensive verso Abraxas e verso Lucius.
Lucius che aveva fatto la sua prima magia a soli
sei anni.
Lucius che era sempre educato.
Lucius che non sbagliava mai.
Lucius che qualsiasi cosa faceva era sempre il suo
perfetto primogenito.
-Quando a tuo padre arrivò la lettera da Hogwarts,
Abraxas trovò un altro motivo per disprezzare mio padre. Lui non sarebbe mai
andato a Hogwarts. Abraxas decise di darlo
a una coppia di maghi. Come se fosse un oggetto rotto e difettoso.-
Un sorriso amaro si dipinse sulle labbra di Klelia.
-Alexander visse con la sua nuova famiglia, certe
volte Abraxas andava a fargli visita, penso che un po’
si sentisse in colpa. A dodici anni a dispetto di tutti e tutto, papà fece
finalmente la sua prima magia.-
-Vuoi un biscotto?- la interruppe Ginny porgendo un
vassoio pieno di dolcetti.
Klelia fece un cenno negativo e ringrazio la
ragazza mentalmente, per aver alleggerito l’atmosfera.
-Era felice, finalmente non doveva essere
considerato uno scarto. Poteva anche lui spostare gli oggetti con la bacchetta
come aveva visto tante volte fare a suo padre.- continuò la ragazza.
-Non frequentò Hogwarts, tutto quello che sa, l’ha
imparata da autodidatta. Era stregato dalla magia. Succube di essa. La sua vita
apparteneva solo alla magia e al sapere. Si considerava ancora inferiore e
cercava in tutti i modi di poter sempre migliorare.-
Hermione sussultò, anche lei era stata succube
della magia. Sapere più cose possibili e dimostrare a tutti che lei era
migliore di qualsiasi mago Purosangue era stata una
sua grande fissazione. Una specie di scudo che la proteggeva, che la faceva
sentire sicura.
-Negli anni della sua adolescenza continuò a
studiare. Ad allargare le sue conoscenze. Quando compì i suoi diciannove anni,
conobbe mia madre. Era stato amore a prima vista, credo. Si sposarono quattro
anni dopo.-
Draco continuava a fissarla, sentiva il dolore e il
rimpianto della ragazza in ogni sillaba che pronunciava.
-Papà però
non era ancora felice, non riusciva a esserlo. Quando Abraxas morì per il
vaiolo di drago, sentì una specie di soddisfazione. Non provò dolore. Iniziò a
vivere solo per la vendetta. La sua personale vendetta, contro tutti quelli che l’avevano disprezzato. Era pazzo?Forse. Non
l’ho mai capito sinceramente. Quando ero piccola, papà si rinchiudeva sempre
nel suo studio e usciva solo la sera. Non sapevo cosa facesse lì dentro, e
nemmeno m'interessava.-
Quanto odiava la vendetta. Quel
schifosissimo sentimento che aveva rovinato la vita di suo padre.
Klelia iniziò a fissare il pendolo dell’orologio e
il ticchettio iniziò a darle parecchio fastidio.
Forse perché tutto questo le faceva ricordare lei, la sua amata e odiata sorella.
Flashback
Era
odioso quel ticchettio.
Il
campanile della vecchia chiesa continuava i suoi rintocchi, voleva che il tempo
si fermasse solo per lei. Ma questo non avveniva.
Si
domandava sempre per quale motivo il tempo non seguiva mai i desideri delle
persone e continuava in disturbata il suo percorso.
Artemide
Malfoy leggeva, sfogliava il libro assorbendo ogni parola.
Parole
Sacre per lei.
Anche
quando era piccola aveva amato la magia oscura,
affascinante, misteriosa, subdola e perfetta.
Ogni
volta che vedeva suo padre non riusciva a non
disprezzarlo, così determinato nella sua vendetta da sembrare patetico.
Fissato
con qualcosa che lo legava al passato.
Odiava
le persone che si distruggevano per qualcosa che non sarebbe mai ritornato.
Quindi odiava suo padre.
Lei
sarebbe stata grande, il suo nome avrebbe intimorito ogni famiglia. Come quello
del Signore Oscuro.
Si, lei venerava Voldemort così
potente. Quanto avrebbe desiderato essere come lui.
Continuò
a sfogliare quel libro rubato dalla libreria del padre.
E ancora, quel ticchettio odioso che la uccideva attimo dopo attimo.
Tic, tic, tic, tic.
Odiava essere vulnerabile, odiava sentirsi sempre più male ad ogni rintocco.
Tic, tic, tic, tic.
L’aveva trovato finalmente.
Quella magia che più o menole avrebbe permesso di continuare a vivere.
Tic, tic, tic, tic.
Lesse velocemente il titolo del libro: come creare un Horcrux.
Tic,
tic, tic, tic.
Continuò
a leggere.
Tic,
tic, tic, tic.
Tutto era perfetto. Doveva solo trovare l’oggetto giusto o la personagiusta.
-Klelia, puoi venire un attimo.-
Il cuore le batteva e per una volta aveva paura della scelta che aveva
fatto.
-Sorellona che c ‘ è?-
Una bambina di undici anni era appena entrata. I capelli lisci erano
legati in due codine gli occhi cerulei erano evidenziati da delle occhiaie
violacee.
Anche Klelia, come sua madre, era disperata per Artemide.
Tic, tic, tic, tic.
-Odiami ti supplico Klelia, qualsiasi cosà farò non volermi bene.
Odiami.-
Artemide scagliò l’incantesimo e sentì un dolore lancinante, come se si
fosse appena staccata una parte di se stessa. Una parte fondamentale.
Tutto quello era atroce, si sentiva peggio di quando aveva commesso
quell’omicidio.
Tic, tic,tic,tic.
Maledetto orologio, maledetto
tempo.
Tic, tic,tic,tic.
Anche Klelia si sentiva strana, come se qualcosa si fosse aggiunto
dentro.
Si sentiva diversa, più cattiva.
Si, diversa era la parola giusta..
Non aveva più voglia di diventare una principessa. Adesso anche lei
voleva essere la strega cattiva.
Voleva essere come sua sorella.
Voleva essere potente.
-Scusami Klelia, scusami.- Un sussurro, fu quello, una scusa, l’ultima parola pronunciata da sua
sorella.
Una scusa.
Si era appena scusata per averle rovinato la vita.
Tic,tic,tic.
Il tempo odiava, anche esso, Artemide Mary
Malfoy.
-Mia sorella ha preso
molto da mio padre. Anche lei era ossessionata dalla magia. Morì a vent’anni.
Per una ricerca andata a male. Era potente Artemide, ma non riuscì a
sopravvivere. Quando morì, fu il periodo più difficile della mia vita. Le
volevo molto bene.-
Anche se
involontariamente non poteva non odiarla.
-Lei mi ha lasciato un
regalo-
O meglio una disgrazia.
Continuò, si morse la
lingua per non aggiungere altro
-Ed è questo che vuole
mio padre, per questo ero rinchiusa in quel luogo, voleva che gli rivelassi il
segreto di Artemide.-
Un segreto che pesava
molto.
-Quindi tuo padre è il
leader di quelli che tutti chiamano Anime della
morte.- domandò Harry che aveva seguito il racconto in silenzio.
-Si. Per prima cosa
vuole uccidere Draco, visto che è il figlio del perfetto Lucius.-
-E ti pareva. Ormai
cercare di uccidere Potter è fuori moda. Devono cercare un rimpiazzo.-
sentenziò ironico Draco.
Inutile dire che Harry
lo guardò male.
-E cosa vuole da te?-
domandò di nuovo Harry a Klelia.
La ragazza si bloccò
come poteva dirgli che quello che lei conservava era un segreto troppo grande.
-Io, bhè, scusa ma non
mi sento pronta a dirlo, ti dispiace?- disse rossa in
viso.
-No, non ti preoccupare.
Se non hai nessun posto in cui puoi stare sei benvenuta
a casa nostra. Giusto Ginny?.-
La
rossa annui sorridente.
-Vi ringrazio, ma non
vorrei disturbare.-
-Non ti preoccupare.
Ansi oggi tutti a cena da noi. Ok? Specialmente tu Hermione, hai molte cose da
dirci.-
Tutti si
smaterializzarono a casa propria, mentre Blaise e Pansy mettevano a letto il
loro piccolo bambino, che si era appena addormentato con il sorriso sulle
labbra.
Harry e Ginny dopo
essersi smaterializzati a casa indicarono una stanza a Klelia, che dopo averli ringraziati si diresse verso la camera per riposarsi un po’.
Si sdraio nel comodo
letto e sì toccò la piccola ampolla che aveva come ciondolo, al collo.
Un liquido azzurrino si
mosse e lei sorrise.
Quello era il loro piccolo segreto e sarebbe rimasto
tale.
Chiuse gli occhi.
E la principessa non sentì più nessun ticchettio, peccato che la strega
cattiva che dimorava in lei continuava a percepirlo.
Era forse questa la sua condanna? Ascoltare per sempre quell’odioso
rumoreche
scandiva il tempo?
Quel tempo maledetto.
Ma chiudo gli occhi
e trovo la verità in ciò che sto dicendo
loro pensavano che fosse una bugia
come potevano negarlo,
quando ero solo una bambina?
segreti tenuti dentro di me
nessuno può capire
segreti che ho dovuto nascondere
perché nessuno mi teneva la mano
segreti che dovevo conoscere
e che tu non dovrai mai vedere,
segreti solo per me
-Secrets, Anastacia-
Ragazzuole
ho aggiornato. Sono stata troppo veloce??xD
Il
capitolo mi piace, più o meno.Spero che vi sia piaciuto anche a voi.
Ho
spiegato finalmente uno dei segreti di Klelia, io vi dicevo che avevo seminato
indizi qua e là.
Ripetevo
la frase della principessa per un motivo ben specifico U.U,
ancora non sono diventata pazza.
Quindi
per ricapitolare Klelia è l’ Horcrux di sua sorella
Artemide. Suo padre è colui che l’aveva rinchiusa
perché voleva che la ragazza gli rivelasse il segreto della sorella. Cosa che
non ha fatto.
Adesso
però c’è un’altra domandina: Qual è il segreto di Artemide?
Il
prossimo capitolo è uno dei miei preferiti( Draco&Herm
mode on) e sarà suddiviso in due parti. Finalmente Draco ed
Hermione si chiariranno.
Ringraziamenti:(velocissimi
e cortissimi, scusate ma devo proprio scappare)
poppi:
eh già. Draco è sempre Draco. Spero che il capitolo ti sia piaciuto. Un bacione
e grazie per la recensione.
vinny:
ihihi no, l’indizio non era l’ultima frase della prima parte. Il capitolo ti è
piaciuto?Spero di si. Un kiss Ile.
roby94:
Ciau, grazie per aver recensito. Anche io adoro la
canzone FLY, anche se non impazzisco per Hilary Duff. No comunque la Malfoy non
è la figlia di Bellatrix. Spero che però l’idea ti sia piaciuta lo stesso. Un
bacio Ile.
kucciolaflea:
Nicluccia, ho davvero pochissimo tempo quindi spero che ti accontenterai del
mio semplicissimo GRAZIE. Un kiss grande grande
tesoro. Tvbtttt
aqa:
Non ti preoccupare x le mini recensione, l’importante è che mi dici la tua. E
se il capitolo ti è piaciuto. Sisi. Un bacione tesoro e grazie tvbtt
Capitolo 11 *** Pollo alle mandorle e gelosia # I parte ***
Pollo alle mandorle e gelosia # I parte
Pollo alle
mandorle e gelosia # I parte
E mi accorgo che penso a te
Ogni giorno da giorni sai
Sembra impossibile Ma vivo per quegli occhi ormai
E come un fiume, che non ha fine
Mi porterà
-Quello che sento, Alexia.-
-Prova
questo vestito Hermione.-
-No,
non mi piace. Questo che sto indossando com’è?-
-No
toglitelo subito, ti fa sembrare una balena.-
-Oh,
grazie Ambrè. Sempre gentile.-
-Prego
tesoro è un piacere. E’ poi il rosa non ti dona. Metti quello blu.-
-Ok,
ok. Facciamo come vuoi!-
Hermione
Jane Granger stava impazzendo. Tutto quest'agitazione era causata da Ambrè che
si era nominata sua consulente d’immagine per un giorno.
Erano
ore che provavano vestiti di qualsiasi colore, modello e taglia.
-Basta.
Mi sono stancata. Se non ti piace il vestito, vado a questa maledetta cena in
jeans e maglietta.-disse uscendo dal
bagno mentre indossava un paio di ballerine nere.
-No
va bene così, sei perfetta.- dichiarò la rossa sorridendo.
-Finalmente.-
Hermione
si sdraio sul morbido letto dell’hotel. Quella sera avrebbe dovuto a mettere a
tutti i suoi amici e a lui la verità. Sbuffò.
-Ambrè?-
la chiamo la ragazza.
-Mmm,
che c’è?- domandò l’altra.
-Potresti
venire con me oggi. Per favore. Ho bisogno di qualcuno che mi aiuti.-chiese speranzosa,
passandole il vestito preferito di Ambrè.
-Non
lo so. Non conosco nessuno, mi sentirei a disagio.-
-Tu
a disagio?Impossibile. Per favore.-
-Ok,
ok.- acconsentì la rossa. Hermione si avvicinò e l’abraccio con forza – Grazie,
grazie, grazie.-
Appena
le ragazze si staccarono da quell’abbraccio caloroso sentirono qualcuno che
bussava alla porta.
-Herm, Ambrè sono io. Chanel.-
L’ex
Grifondoro si avvicinò di colpo alla porta e l’aprì senza dire niente.
Non
riusciva ancora a crederci a quello che aveva sentito dire della dolce Chanel.
-Dove
sei stata?- disse con voce dura.
-Alle
prove. Pourquoi?-
Hermione
si rabbuiò, stava mentendo.
-Le
prove sono state rimandate a domani. Non mentirmi Chanel.-
-Cosa
sta succedendo?- domandò Ambrè che non ci stava capendo più nulla.
-Chiedilo
a lei.- rispose Hermione fissando la bionda.
-Chanel?-
chiese dolcemente Ambrè.
-Io
non lo so.- la voce della ragazza era un po’ incrinata.
-Chi
stai frequentando?- domandò di nuovo Hermione.
-Nessuno.
Io non capisco, Herm che ti prende.-
Chanel
si attorcigliò con le mani un lembo del maglione che indossava. Hermione fissò
quel gesto attentamente. La francesina non sapeva mentire e quando lo faceva,
si capiva benissimo. Come in quel momento.
-Non
mentirmi.-
-Io…Herm…-
balbettò Chanel.
Hermione
fissò con occhi pieni di dolore Chanel.
-Sai
che è un assassino?- domandò senza giri di parole.
Ambrè
che prima aveva rinunciato a capire la discussione delle due si avvicinò di
nuovo.
-Io…-
iniziò Chanel. Hermione non l’aveva mai guardata in quel modo. –Si.- concluse
abbassando la testa.
-Sei
un’ingenua Chanel. Non capisci che lui voleva solo arrivare a me e poi a
Malfoy. Eh?- urlò la mora.
Chanel
alzò di colpo il capo. Questo non doveva dirlo. Lei non sapeva niente, e non
aveva nessun diritto di dirle quelle cose.
-Non
esisti solo tu Hermione. Tu non sai
niente. Il monde non gira intorno a te.- urlò
di rimando Chanel mentre delle lacrime scorrevano sul volto.
Non
sapeva nemmeno lei perché stesse piangendo. Forse perché in fondo sapeva che la
ragazza avesse ragione. Ma lei non voleva darle retta. Si era illusa che lui
l’amasse veramente e poi Hermione senza il suo consenso spazzava via quella
certezza. Voleva solo illudersi.
-Chanel
si sta prendendo gioco di te.- Hermione si avvicinò a Chanel, vederla piangere
era sempre doloroso. Quella ragazza aveva sofferto già molto.
-Io
l'amo Hermione. Non voglio crederti. Perché non puoi essere felice pour me.- disse abbassando la
voce.
Lui
l’amava. Si era così. Hermione si stava sbagliando, lei non lo conosceva.
Eppure una vocina nella sua testa continuava a dirle che forse la sua migliore
amica aveva ragione. E che tutte quelle cose che Adelbrecht le aveva raccontato erano solo bugie.
-Io Chanel,
non è come credi. Io lo faccio per te.-
-Non è vero Herm,
non è vero.-
Chanel si
girò e di corsa usci dalla stanza sbattendo la porta. Hermione continuò a
fissare la porta, perché adesso quella porta sembrava
volerle ridere in faccia? Perché sembrava volerle dire che aveva sbagliato? Di
nuovo.
Quando smetterà di sbagliare?Forse mai.
-Ambrè
andiamo?- domandò chiudendo per un attimo gli occhi.
La rossa
annui e insieme si smaterializzarono a casa Potter.
Il cuore di
Hermione batteva forte. Solo un minuto prima aveva litigato con Chanel e adesso
affrontare Harry e gli altri risultava ancora più difficile.
-Sei pronta
Herm? Appena abbiamo un attimo libero, devi spiegarmi un po’ di cose.-disse Ambrè riferendosi a quello che era
successo prima con Chanel.
-Ok.-
Hermione
schiaccio il campanello di casa Potter tremante. Dopo pochi secondi Ginny
sorridente aprì la porta.
-Hermione,
tesoro entra.- disse salutando la ragazza. Poi si presentò anche ad Ambrè.
-Seguitemi da
questa parte ci sono anche gli altri.-
La villa era
abbastanza grande e i colori rosso e oro si notavano un po’ da per tutto. Di
sicuro era opera di Harry.
Si fermarono
nella stanza da pranzo. Il fuoco scoppiettava nel cammino. Harry e Ron
parlavano di Quiddich. I soliti pensò Hermione. Pansy cullava Andreas mentre
stressava il suo povero marito, Klelia Malfoy in un angolo scrutava tutti
quanti come se volesse analizzarli e Draco Malfoy parlava con una biondina.
-Mmm- Ginny
catturò l’attenzione di tutti. –E’ arrivata Hermione con una sua amica. Si
chiama Ambrè.-
Draco smise
di parlare immediatamente e si volto a guardare Hermione.
Era
bellissima e soprattutto irraggiungibile. Non era più sua.
Non sapeva quanto si sbagliasse.
-Hermione ti
stavamo aspettando.- disse Harry mentre abbracciava la sua migliore amica.
Prima non aveva avuto tempo per parlare con lei. Adesso però averla lì con loro
sembrava normale. Era quel pezzo del puzzle che tutti stavano cercando e che
era indispensabile per finire il disegno. Il puzzle finalmente era completo.
-Harry mi sei
mancato tantissimo.- disse Hermione ricambiando l’abbraccio.
Mentre gli
altri a turno salutavano Hermione, Ambre rimase immobile a fissare quel ragazzo
dai capelli che in un solo minuto aveva catturato la sua attenzione. Era
l’unico che insieme al biondo aveva salutato Hermione con un semplice cenno di
testa. Sembrava triste.
Gli occhi di
Ambrè incrociarono quelli di Ron. La ragazza dopo due secondi interruppe quel
gioco di sguardi e si avvicino imbarazzata all’amica.
-Ho una fame,
iniziamo a mangiare.- domandò Ron.
-Ronald sei
sempre il solito. Pensi sempre al cibo.- rispose
Hermione senza pensarci due volte. La forza dell’abitudine. Si aspettò una
battutina acida di Ron che invece non arrivò mai. Il ragazzo si limitò a
sorriderle dolcemente.
-Amore tu hai
fame?- la voce squillante di una certa bionda fece irrigidire Hermione.
-Un po’,
piccola.- rispose ghignante Draco fissando la bella grifondoro.
Hermione si
girò e sorrise sadicamente a Draco. Voleva la guerra? Bene l’avrebbe avuta.
-Ciao Malfoy,
ancora non mi hai salutato. Da quando non ci vediamo? Dai tempi di Hogworts.-
disse Hermione mentendo e avvicinandosi al ragazzo. Nascondendo bene la sua
agitazione.
-Veramente
l’ultima volta che ci siamo visti e stata sta mattina Granger.- disse
tranquillamente Draco.
-Ah.-mormorò Hermione.
Ok. Aveva
vinto la battaglia. Non la guerra.
Si avvicinò a
lui e posò le sue labbra sulla guancia fredda di Malfoy. Il contatto fu breve
ma intenso. Il profumo di Draco era rimasto sempre lo stesso.
-E’ un
piacere rivederti Draco.- gli sussurrò seducente in un orecchio per poi
allontanarsi.
Che cosa
stava facendo? Non erano questi i suoi piani. Lei doveva dimenticare Draco non
provocarlo.
Si avvicinò a
Ginny e continuò a osservare Draco. Il ragazzo come se non fosse successo,
niente continuava a parlare con quella Barbie gonfiabile.
Era ancora
illegale lanciare una delle maledizioni senza perdono? Perché in quel momento
aveva proprio voglia di scagliarne una a quella biondina che ci provava con il SUO Draco.
No, no, aveva
sbagliato. Ormai lui non era più suo.
Non sapeva quanto si sbagliasse.
Oltre quelle nuvole
Torno già a sorridere
Se il tuo posto è nel mio cuore allora
Perché dimmi mi tormenta ancora
Quello che ora sento per te.
-Quello che sento, Alexia.-
Buongiornooo, nuovo capito. Spero che vi piaccia.
Scusate ma devo proprio andare. Non credo che
aggiornerò presto. Sempre a causa della scuola. Un ultimissimo sforzo e poi
finalmente potrò considerarmi in vacanza :P
Un Grazie speciale a:
flydreamer,kucciolaflea,
vinny, debby12(Certo
che puoi usare l’idea del rapimento. Non ho mica l’esclusiva xD. Un bacio),Queensol,
_NovemberThree_(Si, Artemide ha spostato un pezzo
della sua anima a Klelia. Comunque è vero per creare un Horcrux bisogna
uccidere e Artemide l’ha fatto, è scritto nel capito precedente^^ Un bacio),aqa,
redrose.
Grazie anche a chi ha
messo la ff nei preferiti e a chi legge solamente^^
Capitolo 12 *** Pollo alle mandorle e gelosia # II parte ***
Pollo alle mandorle e gelosia # II parte
Pollo alle mandorle e gelosia # II parte.
I'm so tired of
being here
Suppressed by all my childish fears
And if you have to leave
I wish that you would just leave
'Cause your presence still lingers here
And it won't leave me alone
These wounds won't seem to heal
This pain is just too real
There's just too much that time cannot erase.
-My immortal, Evanescence-
Vedere Ron e Harry ridere mentre giocavano a
scacchi magici era sorprendentemente giusto. Vederli insieme come ai tempi di
Hogwarts era bello. Si semplicemente bello. Le dava una sensazione di
abitudine, quel semplice gioco le riportava alla mente tanti ricordi felici.
Dalla partita del primo anno alle sfide lanciate da Ron a Harry, quando in Sala
Comune non avevano niente da fare.
Hermione era così concentrata a osservare quei due
che non si accorse nemmeno che non era l’unica interessata alla partita.
Ambrè era rimasta incantata dai capelli rossi di
Ron, e soprattutto dal suo sorriso. Così genuino e vero.
Ginny era andata a preparare le ultime cose e
Hermione sperava solo che il fumo che usciva dalla cucina fosse qualcosa di
positivo. Anche se molto probabilmente le sue dolci previsioni non dovevano
essere esatte.
Dopo pochi minuti Ginny uscì dalla cucina con in
mano un vassoio pieno di cibo.
-Oh mio Dio, Harry non so come ho combinato. Ho
provato una ricetta di mamma ma credo di aver sbagliato qualcosa.- disse
leggermente rossa in viso.
-Non ti preoccupare tesoro…- rispose Harry a Ginny.
-Eh no, Ron sta volta ho vinto io.- continuò dopo
Harry, mentre la regina della scacchiera divorava l’ultima pedina di Ron.
-Miseriaccia, non succedeva da tanto tempo.-
borbottò seccato Ron facendo scomparire il gioco.
-Ehy ma mi state ascoltando?- sbottò Ginny in
un’imitazione peretta di Molly.
-Oh Weasley lasciali stare non vedi che è l’ora dei
giochi.- s'intromise Malfoy ironicamente, che seduto nella poltrona accanto
aveva finalmente distolto lo sguardo da Hermione per alzarsi e aiutare la
piccola Weasley.
E non si dicesse in giro che i Malfoy non fossero
gentiluomini.
-Oh grazie Draco. Vedi Harry e così che dovresti
comportarti.- ruggì Ginny in direzione del bambino sopravvissuto che borbottò
qualcosa come “Maledetto Malfoy”.
-Oh si Harry dovresti comportarti come Draco.-
continuò Blaise.
L’intervento fatto da Blaise non dovette piacere al
piccolo Andreas che diede un leggero pugno al padre.
-Ehy papà, Harry è blavo.-
Harry sorridente si avvicinò a Blaise e prese il
piccolo dalle sue braccia.
-Vedi almeno qualcuno che mi vuole bene c’è.- bisbigliò,
facendo il solletico ad Andreas.
Tutti risero di gusto.
Hermione si chiese quando quella complicità si
fosse creata e quante cose si fosse persa.
-Su dai, a tavola prima che questa roba si
raffreddi.- incitò Ginny, mostrando a tutti la pentola piena di qualcosa
d'indefinibile.
-Oh Pansy cara, la prossima volta cucina tu.-
rispose offesa ma anche divertita Ginny.Fra lei e la serpe all’inizio c’era stato un periodo di ostilità, forse
perché erano molto simili.
-Oh, d’accordo.-
-Ok, ok. Ragazze sediamoci a tavola e mangiamo. Vi
ricordo che io ho ancora fame.- disse Ron che si sedette a tavola. Poco dopo
gli altri seguirono l’esempio di Ron e preserò posto.
Hermione era seduta fra Ambrè e Blaise, mentre
Draco si trovava di fronte a lei con quella “cosa” bionda attaccata al braccio.
Blaise che per tutto il tempo aveva osservato
l’amico e Hermione, rise di gusto quando la ragazza guardò trucemente Katie.
Eh gia, si disse, mentre portava il bicchiere fra
le labbra, sarebbe stata una divertentissima serata, e questo molto
probabilmente lo pensava anche Pansy visto che cercava in tutti i modi di non
scoppiare a ridere.
Ginny distribuì quelle che dovevano essere cosce di
pollo a tutti, soffermandosi su Klelia che ancora non aveva detto niente.
La ragazza si trovava abbastanza fuori luogo, tutte
quelle risate, il clima caldo e accogliente non gli appartenevano.
-Klelia, va tutto bene?.- domandò Ginny.
-Oh si, grazie veramente.- rispose impacciata.
Ginny le sorrise e continuò a distribuire il cibo,
contenta che ancora nessuno si fosse lamentato delle sue doti culinarie.
-Ma è da buttare. Come l’hai cu…cu…cucinato?-
chiese Ron con la bocca piena a Ginny.
Ecco aveva parlato troppo.
-E’ una ricetta cinese. Si chiama pollo alle
mandorle. Se non ti piace non lo mangiare.- rispose offesa Ginny mentre si
sedeva a tavola.
Harry e Hermione risero. Era possibile che quei due
continuassero a litigare per ogni cosa?
-Mmm.- si schiarì la voce Harry. E grazie a questo
gesto Draco capì’ perfettamente che lo Sfregiato da lì a poco avrebbe sparato
una delle sue stupidaggini.
-Allora Herm, come va?.-
Ah no, Draco si era sbagliato. Non stava sparando
niente, stava solo facendo il terzo grado alla mezzosangue. Malfoy si sistemò
meglio sulla sedia e con un ghigno che avrebbe fatto impallidire suo padre,
incominciò a guardarsi lo spettacolo.
-Oh, ehm, si tutto bene.- rispose Hermione, che non
si aspettava quella domanda. Così su due piedi.
-E’ bella Parigi?- continuò Harry facendo finta di
non vedere gli sguardi contrariati di Ginny.
-Bellissima città.- si intromise Ambrè, per aiutare
Hermione.
-Oh si, davvero bellissima.- mentì Hermione, Parigi
non le piaceva completamente. Troppo distante da lei, troppo sconosciuta.
Ron poco distante da lei, stava morendo dalla
curiosità. Voleva sapere perché cinque anni fa Hermione l’aveva lasciato lì, da
solo sull’altare. E perché fosse sparita senza avvisare nessuno. Lui l’amava.
-E perché non ci hai mai detto niente? Perché te ne
sei andata senza avvisarci?.- la voce di Harry era fredda, e lui stesso si
maledì perché non voleva essere così diretto e duro.
Malfoy notò subito le mani della Granger che
ticchettavano sul tavolo. Quante volte aveva visto quel gesto? Ogni volta che
era nervosa o che non sapeva che dire.
Draco aveva
una maledetta voglia di aiutarla e di dire qualcosa per calmarla ma poi si
fermò. Per sentire quello che aveva da dire la Mezzosangue.
-Io, non lo so.- sussurrò debolmente Hermione, non
era pronta ad affrontare la realtà, lo sapeva non doveva venire a Londra e
soprattutto in quel momento non doveva essere con loro. Era tutto così
difficile.
Ambrè da sotto il tavolo le afferrò la mano per
incoraggiarla.
-Io mi sono accorta troppo tardi di…non..amare
Ron.- balbettò incerta la mora.
Ron non sapeva se guardare il suo piatto o guardare
Hermione. Alla fine optò per il piatto. Draco invece senza troppi problemi
teneva gli occhi fissi sulla ragazza, ascoltando ogni piccola parola.
-Mmm, è impossibile Hermione, siete fatti l’uno per
l’uno per l’altro. Siete la coppia perfetta.- Harry sembrava essere prossimo
per un attacco isterico. Nemmeno se fosse stato lui quello che aveva
abbandonato all’altare.
A quelle parole sia Draco sia Ambrè si irrigidirono
e tutto sommato non potettero non dare ragione a Harry.
-Non è vero. Non è vero, Harry.- scoppiò Hermione.
-Io e lui non siamo fatti per stare insieme.- disse
rivolgendosi soprattutto a Ron.
-E’ quello che voi credete. Ma non è così. Ho sempre
inseguito questa dannatissima idea di amare Ron. Al ballo del Ceppo ero sicura
di amarlo, sicurissima, quando l’ho visto con Lavanda pensavo di amarlo.
Pensavo di essere gelosa, quando quello che provavo era solo amore fraterno.
Quando l’ho baciato ho provato un immenso piacere è vero, ma non amore. Quando
ho deciso di sposarlo ero confusa.- continuò con un tono più morbido e pacato.
-Pensavo di essere felice con lui, che lui fosse
l’amore della mia vita. E forse tutto sommato lo amavo davvero… ma c’era
qualcuno che amavo di più.- finì quasi con un sussurro che però tutti udirono.
Hermione si mosse la lingua, fino a farla
sanguinare. Cosa aveva detto? Adesso sarebbe scoppiato il finimondo.
-Cosa? Tu mi tradivi? Non ci posso credere. E io
stupido che ti amo ancora.- Ron più che arrabbiato sembrava deluso e triste.
E questo a Hermione non piacque molto. Lui non
doveva soffrire per lei, lui doveva essere arrabbiato.
Si era già immaginata quella scena e ogni volta,
quella scena finiva con lui che la guardava con disgusto, e non con tristezza.
E la consapevolezza che qualcosa non andava come
aveva organizzato non le andava bene.
Ma in fondo, ormai erano anni che il destino si
faceva beffa di lei.
Ron si alzò di scatto, uscì da casa e con forza
richiuse la porta, come se sbattendola sarebbe riuscito a dimenticare tutto.
Hermione sorrise amaramente. Quella era la seconda
porta che qualcuno le chiudeva in faccia.
Altre
porte che non si sarebbero aperte facilmente, altre porte che facevano male.
Quante
altre persone ancora avrebbe fatto soffrire?
-Chi era?- quella domanda fatta da Harry la fece
sussultare. Non aveva più la forza di dire niente, di continuare a soffrire.
Non voleva, non accettava più tutto questo.
Era tentata di dire il nome di Draco, solo per far
arrabbiare quella biondina. Ma quando si girò vedendo la mano di Draco
intrecciata a quella di Katie non ci riuscì.
Non voleva fare ancora del male.
Si alzò e dopo aver sorriso a Harry, uscì da casa.
Socchiudendo piano la porta, senza sbatterla.
Senza continuare a far male alle persone che amava
più di ogni altra cosa.
Quando tornò nella sua camera dell’hotel si coricò
nel letto, e quando si sentì male diede la colpa al pollo di mandorle di Ginny.
Anche se quel pollo non l’aveva nemmeno toccato.
Sono così stanca di stare qui
Soppressa da tutte le mie paure infantili
E se devi andartene
Vorrei che tu te ne andassi e basta
Perché la tua presenza indugia qui
E non mi lascerà da sola
Queste ferite sembrano non guarire
Questo dolore è troppo reale
-My immortal, Evanescence.-
Ma quanto sono sadica?? Povera Hermione, povero Ron e
poveri tutti.
Ogni volta li torturo sempre questi
personaggi.
Capitolo importante per la
fanfiction, Hermione ha lanciato la bomba…
Adesso la prossima mossa sarà quella di Draco? Bhoo chi lo sa? (forse dovrei saperlo io XD)
Scusate ma devo scappare ç___ç e non
posso ringraziarvi uno per uno.
Un bacio a tutti, e spero che il
chap vi piaccia almeno un po’.
Here’s the day
you hoped would never come
Don’t feed me violins
Just run with me through rows of speeding cars
The paper cuts, the cheating lovers
The coffee’s never strong enough
I know you think it's more than just bad luck.
-Speeding Cars, Imogen Heap-
Cara Ambre,
quando leggerai questa lettera io molto probabilmente sarò a Parigi.
Scusami davvero, pensavo di farcela. Pensavo di essere forte e invece non lo
sono.
E’ stato difficile rivederli
tutti, ed è stato ancora più difficile vedere Ron, parlare con lui. Mi sono
comportata da immatura e adesso devo accettare le
conseguenza. Ti prego di non cercarmi quando sarai a casa. Voglio iniziare una
nuova vita. Da sola.
Niente più passerelle,
vestiti e trucchi. Io non sono fatta per questo cose, io non faccio parte di
questo mondo.
Adesso voglio solo
concentrare le mie energie in qualcosa di più utile. Forse potrò dedicarmi al C.R.E.P.A, sai te ne avevo parlato.
Ti auguro tutta la felicità
di questo mondo.
Ti voglio bene.
Ps: Prometti di non dire
niente a nessuno. Promettimi che non
dirai niente a loro.
E chiedi scusa da parte mia
a Chanel.
Ambrè non aveva mantenuto la sua promessa.
L’aveva fatto per lei.
-Non
è possibile non di nuovo.-
Ron
Weasley non era bravo con i sentimenti, no. Anzi era una
frana in questa materia. Anche se la colpa non era sua, nessuno mai gli
aveva insegnato come moderare la sua ira e le altre emozioni.
Per
questo in quel momento, riusciva a pensare che forse la sera prima aveva un tantino esagerato.
-Ron
non è colpa tua. Davvero.-
La
voce di Ambrè sembrava avere gli stessi effetti di una buona dose di camomilla.
Lo tranquillizzava. Anzi non era solo la voce che lo rendeva meno agitato era lei.
La
ragazza sorrideva, anche se questo sorriso non arrivava a gli
occhi che erano spenti. Con una piccola patina di paura e sofferenza.
Ambrè
quasi timorosa alzò il palmo della mano e accarezzò il viso di Ron, il contatto
la fece rabbrividire.
Dopo
un po’ la rossa si ricordò che non era sola e che quattro paia di occhi la
fissavano incuriositi. Staccò subito la mano, come se si fosse scottata.
La
sensazione in fondo era quella.
Quando
fisso la sua mano rimase sorpresa che essa non stesse
andando a fuoco.
Una
porta si chiuse di botto, facendo girare tutti i presenti di casa Potter.
-Dove
diavolo è andato Malfoy?- sbottò Harry.
C’è
chi dice che dopo la morte il corpo perda 21 grammi, i
grammi dell’anima.
Hermione
Jane Granger sapeva che questa storiella altro non era che una leggenda
babbana, anche perché se fosse stato vero in quel
momento lei avrebbe notato questa differenza.
Che
non fosse morta, però a lei sembrava solo un piccolo dettaglio.
Nel
corso di una settimana aveva rovinato tutto. E quando diceva tutto
intendeva veramente tutto.
E
in quel momento si sentiva morta, come se la sensazione di illusione
che aveva provato in quei cinque anni si fosse finalmente spezzata e che per la
prima volta, dopo tanti anni anche lei avesse aperto gli occhi.
Occhi
che sinceramente preferiva tenere chiusi.
Ancora
riusciva a percepire il dolore che aveva provato Ron il giorno prima, la
tristezza che leggeva in quegli specchi profondi, il sorriso troppo caloroso di
Harry.
Un
sorriso che non si meritava.
E poi
gli occhi lucidi di Chanel.
Era
stata perfida con lei e come aveva detto la sua amica cosa
poteva saperne lei?
Forse
quello che provava quell’uomo per Chanel era vero
amore, e lei stupida com’era aveva rovinato tutto. Di nuovo.
Si
porto una mano sui i ricci, che aveva fatto ricrescere
grazie a una pozione.
Forse
perché pensava che con i suoi fedeli capelli arruffati si sarebbe comportata
più da Hermione.
Cosa
che alla fine non aveva fatto.
In
quei cinque anni si era comportata come un estranea,
non da Hermione, e preferiva senza alcun dubbio comportarsi da estranea.
Almeno
in quel modo soffriva solo lei, senza recare dolore alle persone che amava.
-L’aereo
per Parigi. Sta per partire. Preghiamo a tutti di allacciare le cinture.- la
voce della hostess le fece ricordare il posto in cui
si trovava.
Un
sorriso ironico si dipinse sulle sue labbra.
No,
lei non stava scappando. Stava solo facendo un favore ai suoi amici.
Quello
di scomparire.
Scomparire
L’aereo
iniziò il suo decollo, Hermione strinse i braccioli della sedia, per ancorarsi
a qualcosa
di
visibile che le avrebbe ricordato che la realtà esiste e che non è solo frutto
della sua mente. Per sfortuna.
Senza
Voleva
dimenticare di nuovo. Sperando che nessuno l’avrebbe chiamata
codarda. Perché accettare quella amara verità era
troppo difficile.
Lasciare
Lasciava
tutto lì a Londra. La speranza di essere perdonata, la
speranza di poter amare, la speranza di poter vedere il suo sorriso dolce.
Tracce.
E
in fondo lo sapeva, sapeva che ci sarebbe voluto un po’
di tempo per dimenticarli. Ma doveva iniziare una
nuova vita. Da sola.
Scomparire.
Per
Una nuova vita, dove forse avrebbe incontrato una
persona che sarebbe riuscita a farle ribattere il cuore. Di nuovo.
Vivere
Una
nuova vita, che non includeva la paura di stupidi fantasmi.
Di
La
vita che avrebbe comandato lei. Lei e solo lei.
Nuovo.
La
nuova vita che l’aspettava a Parigi. Quella città che odiava con tutto il
cuore.
-Granger
scappi di nuovo.-
Eppure
quella voce non doveva appartenere alla sua nuova vita.
E
allora perché sentiva quella voce?
-Maledetta
mezzosangue e maledetta questa fissazione di rubarmi
il primato di codardo. Gira quella
maledetta testa. Maledizione.-
E
di nuovo.
Una
voce che apparteneva al passato ma che desiderava tanto che appartenesse anche
al presente.
Quella
voce era una… maledizione.
ecco il giorno che hai sperato non sarebbe
mai arrivato
non farmi sviolinate
solamente corri con me tra colonne di auto in accelerazione i ritagli di giornale, gli amanti che si tradiscono
il caffè che non è mai abbastanza forte
so che lei pensa che non sia solo sfortuna.
-Speeding Cars, Imogen Heap-
E
nel frattempo una ragazza piangeva, lacrime, lacrime
amare.
Lacrime di chi conserva un segreto troppo grosso. Il
segreto dell’immortalità.
Scusate
il ritardo ç___ç dovrei nascondermi… quasi un mese.
Ma
voi non mi lancerete nessun Crucio, vero?
Il
capitolo davvero non mi piace, scusate se è così ma l’ispirazione
in questi giorni è andata e il mio umore è un po’ giù.
Un
bacio, scusate se non vi ringrazio uno per uno ma devo
scappare.
Anzi
dovrei uscire ma ancora sono in pantaloncini e canottiera
e sento anche la soave voce di mia cugina che mi maledice.
Sisi
non vi preoccupate se non mi uccidete voi lo farà lei.
Un
bacio, di nuovo xD
Ile^^
Cmq
dopo 13 capitoli credo che sta solfa di Hermione che
scappa abbia stancato, il prossimo sarà decisamente
diverso.
apri bene la
tua mente e osserva come me
libera i tuoi programmi e dannazione tu sarai libero
guarda nel tuo cuore e troverai amore
ascolta la musica del momento e magari canta con me
la melodia pacifica, è il tuo diritto dimenticato da Dio
essere amato, amore amore
- I'm Yours, Jason Mraz-
Odio, rancore, falsa speranza.
Klelia Malfoy si era stufata di provare solo questi
sentimenti.Voleva mettere un freno alla
sua vita. Urlare al mondo che lei non riusciva più a continuare, urlare a tutti
di non essere perfetta, di non chiamarsi Artemide. Lei non era sua sorella e
questo tutti dovevano saperlo.
Lei non era cattiva e non voleva esserlo, voleva
tornare ad essere la principessa che giocava con la
strega e che saliva in groppa al re.
E in quel momento qualcuno le dava questa opportunità, a lei toccava solo coglierla.
-Allora Klelia?-
La luce soffusa della candela nascondeva il viso
del ragazzo che davanti a lei ghignava. Quel viso che non aveva bisogno di una
luce per brillare.
-Come hai fatto a trovarmi?- domandò Klelia quasi
sconfitta.
Lui fissò l’anello che faceva la sua
figura sull’indice di Klelia, la ragazza notò subito dove lo sguardo del
ragazzo si era posato.
Comprendendo tutto.
-E’ una spia? Sei uno stronzo e
io che cre…- la voce era scossa dal pianto.
Klelia si allontanò subito da lui e buttò l’anello
per terra.
Non poteva crederci, era come se tutti si fossero coalizzati per distruggerla. Pezzo per pezzo.
E un'altra accoltellata che distruggeva.
-Eric sparisci. Vattene!
Io mi fidavo di te. Io credevo…-
Eric si avvicinò a lei, accarezzandole con una mano
il grazioso viso.
-Shhh, piccola io sono
dalla tua parte. Tu lo sai. Devi solo darmi quel ciondolo e tutto finirà. Lei
sarà solo un ricordo. Un brutto ricordo.-
Eric passò una mano sul fianco di Klelia fino a
racchiuderla in un abbraccio rassicurante.
La Malfoy appoggiò il capo sul petto di Eric
beandosi del suo dolce odore.
-Io non posso, io l’ho promesso. Io devo aiutarla.-
Non poteva dire addio ad Artemide, per quanto ci
provasse per quanto avevaprovato non ci riusciva. Era come se un filo invisibile le
legasse. Un'unica persona.
-Certo che puoi, lei non esiste. Lo sai, dammi il ciondolo
Klelia.- il tono della voce di Eric era duro.
-Hai capito devi darmelo ora, subito.- continuò
Eric scuotendola
Klelia si staccò subito dall’abbraccio
allontanandosi, cosa era successo al dolce Eric che conosceva? Il ragazzo
innamorato di sua sorella e di lei.
-Eric cosa ti succede. Io..io-
Klelia si ritrovò a balbettare.
-Klelia sono stato
gentile, adesso dammi quello stupido ciondolo.-
Klelia strinse fortemente la collana con la mano,
adesso era ancora più decisa di non dargliela.
-No! Vattene.- urlò forte, così forte che Ginny al
piano di sotto sentì il suo urlo e salì di corsa.
Il rumore del passo di Ginny arrivò alle orecchie di Klelia e di Eric. Quest’ultimo borbottò qualcosa e dopo
aver guardato Klelia con puro odio si smaterializzò.
Toc toc
-Klelia c’è qualcuno con te?- domandò preoccupata
Ginnydietro la
porta.
-No Ginny, sono sola non ti preoccupare.- rispose
Klelia contendo il tono della voce.
Era sola, come sempre.
E la cera della candela si consumava, e la luce si
spense quasi come se fosse stata obbligata da qualche spiffero d’aria.
Lei rimaneva da sola, era e sarebbe rimasta l’unica attrice, protagonista, di un palco vuoto e
buio.
La sua vita.
Lo spettacolo doveva continuare.
Hermione si girò di scatto, così velocemente che si
fece male al collo. Un altro motivo per odiare il biondino che la fissava.
-Allora Granger è bello scappare sempre?- il tono
della voce era piatto come se il discorso che stava facendo non gli interessava
minimamente anche se gli occhi tradivano il suo stato
d’animo.
-Scusa ma tu che ci fai qui?- domandò Hermione
sconcertata.
Lei scappava da lui, e lui tornava sempre.
Era una specie di maledizione permanente?
-Niente volevo fare un
viaggio a Parigi. Qualche problema?-
Hermione scosse la testa divertita.
-Bene, allora mi spieghi invece cosa ci fai tu qui?
Sbaglio o la tua partenza era programmata per il prossimo mese?-
Il tono insolente di lui la fece innervosire, lui non
aveva nessun diritto di criticarla. Soprattutto perché in fondo, lei lo sapeva
bene, la causa delle sue sofferenze era sololui: Non Ron,
non Harry o Ginny ma lui.
Lui e le sue stupide manie, la sua
voce seducente e i suoi occhi grigi.
-Non credo che siano affari tuoi.- sbottò alla
fine, cercando di moderare le parole.
-Invece si.-
Insolente.
Solo lui poteva essere così.
Solo lui poteva farle battere il cuore
furiosamente.
-Giusto Malfoy sono sempre affari tuoi, avevo
dimenticato. Tu sei sempre onnipresente o sbaglio?
-Sbagli.-
-Smettila!- urlò Hermione girandosi verso il
finestrino.
-Di fare cosa?- la voce di Draco le arrivò quasi
ovattata, quasi come se non fosse vera.
-Di essere così… così- la voce della Granger vibrò
un po’ – così te… Sembri essere sempre
al tuo agio. Sei straziate.-
-E tu come fai a dirlo?-
Draco non l’avrebbe mai ammesso ma si stava
divertendo, vedere Hermione così fragile era qualcosa di insolito.
-Vedi lo stai
rifacendo.-
-Rifacendo cosa?- disse trattenendo un sorriso.
Hermione sbuffo impazientita, aveva perfettamente
capito il giochetto della serpe.
-Lasciami in pace Malfoy.-
Una supplica nascosta dietro un ordine.
-Sicura? Vuoi essere veramente lasciata in pace?-
domandò esitante.
Hermione si sorprese di voler rispondere di no, di
dirgli che non voleva che lui se ne andasse ma l’unica cosa che riuscì a fare
fu rimanere in silenzio e osservare la massa di nuvole dipinte nel cielo
azzurro.
Il bello e che voleva veramente, con tutto il
cuore, riuscire a guardare in avanti. Dimenticare il passato ma non ci
riusciva.
Sapeva che non poteva guardare in avanti se si
rendeva conto di aver lasciato qualcosa indietro.
E sfortunatamente quel “qualcosa” era Malfoy.
Sospirò di nuovomentre lo sguardo di Draco le
perforava la schiena.
-Allora Granger?-
-No, non voglio.- Le parole le uscirono da sole
senza il suo consenso, o forse il consenso l’avevano
ma non dalla parte del corpo che lei voleva far emergere.
Draco rise e Hermione non poté non girarsi. Draco
Malfoy che rideva era davvero uno spettacolo.
-Sei adorabile.-
Hermione strabuzzo gli
occhi, chi era quel tizio che parlava? Non poteva essere Draco. Malfoy non le
avrebbe mai detto di essere “adorabile”
tutto ma non questo.
Il secondo dopo il vecchio Draco tornò subito, forse
si rese conto di quello che aveva appena detto.
-Granger vorrei parlare
con te, non con la tua schiena.-
-Accontentati.-
-Perfetto fai come vuoi Granger, tanto fai sempre di testa tua-
Hermione si girò di nuovo, e Draco si maledì per
aver parlato troppo. La Granger in quel momento aveva uno sguardo
untantino diabolico.
-Io faccio sempre di testa mia? Io faccio
semplicemente quello che è più giusto per me.- urlò.
Le persone sedute accanto a loro li guardavano
assorti, i due giovani erano meglio della televisione dell’aereo.
-Ma quello che è giusto per te non è giusto per gli altri.- rispose Draco con un tono rilassato.
-E allora? Ho sempre cercato di fare la scelta
giusta, per non far soffrire nessuno e ogni volta però
quella che ci rimetteva ero io. Per una volta voglio fare qualcosa che aiuti
me, e se questa cosa è partire a Parigi io farò questo.- la voce di Hermione
aumentò ancora di più.
Alcune donne mormorarono
un “ha ragione la ragazza”.
-Granger sei una
stupida, cosa pensi di trovare a Parigi? Pensi di poter dimenticare tutta la
tua vita?-
-Tu non sai niente, si
può sapere cosa vuoi da me? Cosa
vuoi?-
-Voglio farti ragionare.
Voglio che tu torni a Londra.-
Una voce dentro Hermione
le ricordava che era anche quello che voleva ma la ragazzacacciò subito questa vocina.
-Io no. La vita è mia,
va bene? Io voglio andare a Parigi. Cosa ho qui a
Londra?-
-Hai Potter e la
Weasley, sai lo Sfregiato avrebbe tanto voluto che tu ci fossi al suo
matrimonio e invece dove sarai? La Weasley avrebbe tanto voluto che tu le
facessi da testimone eppure non lo farai. E quel
pezzente fino a due ore fa si stappava i capelli per te. E poi Granger hai anche me.- finì Draco quasi in un sussurrò.
La gente ormai li
guardava schioccati e quasi tutti alle parole di Draco avevano fatto un sospiro
di gioia.
Nel frattempo Hermione
era diventata un pezzo di ghiaccio, le mani le sudavano e il cuore batteva
forte. Tutto questo era stupido, non era mica una quindicenne alla prese con la sua prima cotta. Eppure non riuscì a
ristabilire i battiti del suo cuore.
Non sapeva cosa
rispondere.
Fu salvata dalla voce,
che in quel momento sembrava essere angelica, del pilota che annunciava che il
volo finalmente era concluso.
Non si era nemmeno
accorta che l’aereo aveva toccato terra, subito si slacciò la cintura e senza
girarsi scese gli scalini velocemente.
Quanto scese provo una fitta allo stomaco. Era tutto finito.
Il vento le soffiava in
viso, facendole volare i capelli ricci. Sentiva il rumore assordante degli aeri
che nelle corsie vicine prendevano il decollo mentre le persone la spingevano.
Sembrava lo scenario di
uno dei film in bianco e nero che quando era piccola guardava sempre.
Sentì una mano
afferrarla e senza sapere da chi, anche se sospettava chi fosse il suo
rapitore, si ritrovò in un angolo dell’aeroporto a due spanne dal volto di
Draco.
Quel traditore del suo
cuore prese di nuovo a battere, quasi volesse uscire dalla cassa toracica.
-Non scappare da me, Hermione.-
Era possibile che il suo
nome pronunciato da quelle labbra fosse così perfetto.
-Io..io…-
Il volto di Draco si
avvicinò al suo, ed Hermione poté dire addio al suo
autocontrollo. Gli occhi di Draco sembravano argentati intarsiati da piccole
pagliuzze azzurre.
Il suo respirò le inebriava
la mente, sentì il naso sfiorare la guancia morbida e vellutata di lui.
E quando le labbra di
Draco si posarono sulle sue dimenticò tutto e tutti.
Il semplice sfiorarsi di
labbra diventò più famelico. La ragazza passò le braccia sul collo di Draco mentre
lui le circondò la vita con fare protettivo.
Hermione affondò nelle
sue labbra, forse per dimenticare per un minuto la sua vita o forse
semplicemente perché voleva con tutto il cuore quel bacio.
Quando si staccarono per
prendere fiato Hermione riuscì solo a pensare che abbracciata a lui ogni
singolo dubbio scompariva.
Aveva sbagliato.
Lei non sbagliava mai
eppure in quel momento non poteva negarlo. Stavolta aveva sbagliato.
Ci aveva sperato, aveva
sognato quell’amore. Forse era una stupida, forse era solo un’ingenua eppure
aveva sperato che Hermione si sbagliasse.
Adelbrecht non l’amava, a lui non importava
niente di lei.
Era solo una delle sue bambolina.
Avrebbe dovuto capirlo quando aveva visto quella donna uscire da casa sua
con una faccia rilassata e soddisfatta.
Avrebbe dovuto capirlo
quando spariva per giorni e dopo si faceva sentire
solo per una scopata e via.
Avrebbe dovuto capirlo
quando aveva visto lui baciare un’altra.
Ma
aveva pensato che fosse solo sua sorella.
Anche se sapeva che era figlio unico.
Aveva fatto finta di
essere cieca. Occhio non vede cuore non duole.
Stupida illusa.
E adesso non poteva non
piangere.
Aveva detto ad Hermione di essere un’egoista, anche se lei voleva solo
proteggerla.
E adesso non aveva
nessuno, perché era lei quella della parte sbagliata.
-Adelbrecht
io non posso… tu uccidi, caposci?-
-E allora?-
Spietato.
Dio, come poteva essere così crudele.
Chanel si allontanò dal suo corpo, che sembrava opprimerla.
Lo odiava ma allo stesso tempo lo amava.
Per lui aveva dovuto rinunciare a tutto.
-Perché lo fai?-
Una lacrima uscì dai suoi occhi mentre con una mano si sistemava
i capelli biondi.
-Chanel, Chanel, lo sai sei ingenua. Troppo
ingenua.-
-Non è una spogazione.- rispose con il suo inglese scorretto che però
stava facendo progressi.
-Invece si.-
-Perché stai con moi?-
-Lo sai che ti amo vero?- gli
chiese dolcemente Adelbrecht accarezzandole il volto.
-Veramente?-
Lui annuì e Chanel sorrise fra le lacrime.
Lui l’amava.
L’amava. L’amava. L’amava.
Doveva solo ripeterselo nella sua mente.
Ecredere alle sue parole false.
-Eric sei tornato.-
-Io..io…-
-Non ti sforzare caro, non sei così forte. Non puoi resistere ad un mio Imperio.
Adesso rispondi sei andato da Klelia?-
Eric annuì.
-Hai preso la pozione? Il ciondolo?-
Eric negò.
-No? Oh bè almeno hai
preso il bambino?-
Eric negò.
-Eric, Eric, Eric, vuoi fare la stessa fine del
tuo amico? Lo sai che le sorelle Malfoy sono pericolose. Tu devi solo far in
modo che l’ultima rimasta diventi più debole.
-E’ tua figlia.- rispose forzatamente Eric.
-Oh si, bella vero? Peccato che sia abbastanza
pericolosa per noi, e poi la pozione ci serve no? Sbaglio o amavi Artemide? non
sarà difficile eliminare l’altra.
Eric strinse gli occhi, avrebbe tanto urlare che lui amava anche Klelia.
-Ora Eric se vuoi vivere devi prendere quel maledetto ciondolo. Se non lo
farai raggiungerai presto Marcus. Sai dicono che l’aldilà sia piacevole. Alzati.
Eric Ruston si alzò, era stato obbligato a inginocchiarsi. Tutto a causa
di quello stupido incantesimo.
Alexander Malfoy meraviglioso come sempre, scompari con un sonoro Pop.
Eric rimase li solo, ripensando all’incontro
avvenuto poco prima con Klelia, avrebbe voluto solo abbracciarla e consolarla e
invece…
-Finitem Incantatem.-
Eric sentì il cervello liberarsi e prendere il controllo del suo corpo.
Riacquistò la familiare sensazione di movimento, e il cervello riprese a
pensare.
Adesso poteva fare quello che voleva lui e non quello che gli ordinava
Alexander.
Quando si girò per vedere chi l’aveva liberato rimase spiazzato.
Marcus Austen lo guardava con un sorriso malandrino fra le labbra.
E questo era impossibile perché Marcus era…morto.
sono caduto
attraverso le crepe
ma ora sto cercando di ritornare indietro
prima che la recente fregatura esca fuori
io darò la mia miglior prova
niente mi fermerà tranne l’intervento divino
so che è il mio turno per vincere o imparare qualcosa
- I'm Yours, Jason Mraz-
Allure come va? Spero tutto
bene, a me va moolto mooolto bene *.* Sono state due
settimane davvero davvero stupende. Barcellona è
meravigliosa…
Comunque tralasciamo
il mio viaggio… ecco a voi il nuovo capitolo.
Se devo dire la verità questa storia mi sta catturando più del
previsto. Dovevano essere solo undici capitoli e Klelia non era assolutamente
prevista. Adesso invece non so, credo che senza di lei la mia ff non sia più
lei xD. Aggiunto nuovo personaggio che mi è venuto in
mente in’aereo. Lo amo *.* Io amo Marcus Austen il prossimo capitolo sarà
incentrato sulla sua storia… che se devo essere sincera mi piace zizi, forse il prossimo capitolo insieme al capitolo “lei: la strega cattiva” è quello che mi piace di
più.
Spero di postarlo
presto.
Un grazie speciale a
chi commenta e alle 75 persone che hanno messo
la fanfiction fra i preferiti!
Grazie davvero *-*
Ho postato oggi perché
sta sera vado a casa a mare di una mia amica e quindi
domani non ci sarò.
Prossimo
aggiornamento: 2 luglio. Ho gia scritto il capitolo^^
Hello
there the angel from my nightmare
The shadow in the background of the morgue
The unsuspecting victim of darkness in the valley
We can live like Jack and Sally if we want
Where you can always find me
And we'll have Halloween on Christmas
And in the night we'll wish this never ends
We'll wish this never ends
-Blink182, I Miss you-
-Marcus ma… è impossibile-
Eric sbiancò, Marcus era morto. Artemide l’aveva ucciso anni prima. E adesso vederlo lì davanti a lui,
più vecchio di prima ma sempre vivo era meraviglioso
ma strano allo stesso tempo.
Lui era morto.
-Eric sono io, sono vivo.- la voce di Marcus era
più cupa eppure era lui. Aveva un leggero strato di barba e gli occhi neri
erano offuscati da una patina di sofferenza.
Eppure era lui.
I vestiti erano lacerati come se avesse appena
combattuto con una mandria di bufali inferociti.
Eppure era lui.
L’aria regale e altezzosa era scomparsa e aveva
perso quell’aura di perfezione.
Eppure era lui.
L’ultimo erede degli Austen era lì, davanti a lui.
La sua mente continuava a ripetere che era lui,
lui, lui.
Il suo migliore amico, la persona che per molto
tempo aveva considerato un fratello.
Il
motivo per cui aveva odiato Artemide.
Eric aveva sempre creduto che fosse stata Artemide ad ucciderlo, come aveva ripetuto l’elfo domestico
all’auror.
Il caso della morte di Marcus Austen era stato
chiuso.
A commettere l’omicidio era stata Artemide Malfoy,
morta dopo pochi giorni.
La verità era quella, e anche se il corpo di Marcus
era scomparso dopo le ventiquattro ore nessuno se ne
preoccupò.
La tragedia degli Austen era stata sulla bocca di
tutti per molto tempo.
Tutti parlavano di loro e di come una delle
famiglie purosangue più importanti dell’Inghilterra fosse crollata in pochi
attimi.
In fondo tutti sapevano che gli Austen erano come
una piramide fatta con le carte da gioco.
E tutti sapevano che questa piramide prima o
poi-era solo questione di attimi- sarebbe crollata.
Anche la maledizione lo diceva.
1646
Il
1600 fu un secolo particolarmente difficile, almeno è questo
quello che hanno raccontato aGlendea.
I
suoi trisavoliin
quel periodo c’erano, erano stata un piccolo puntino. Uno dei personaggi di
spicco in quel periodo.
La
sua trisavola fula
prima strega a dichiarare illegale la vendita dei folletti. Nessuna tranne lei
sapeva che tutta questa passione per la liberazione dei folletti era dovuta solo al suo amore segreto per uno di questi.
Diceva sempre che quelle orecchie a punta erano davvero deliziose, per non
parlare dei loro occhi indagatori e piccoli come le uova dei Nargilli.
La storia che Glendea vi
vuole raccontare non è quella degli elfi della sua antenata, anche perché
diciamocelo se iniziasse non finirebbe più, ma è
quella della famiglia dei Nuttimun.
In
quel periodo la Londra magica che conosciamo noi era governata da Artemisia
Lufkin*la
prima strega che ebbe l’onore di diventare ministro della magia. Erano tempi duri quelli, nessuno si fidava di nessuno. Il terrore
dei maghi era palpabile. Le streghe dovevano nascondersi, lontano da tutti e
tutto per non finire bruciate in un rogo.
La
caccia alle streghe era aperta.
Il
ministro della magia iniziò ad avere i suoi primi problemi.
Streghe
che sparivano, morte ingiuste e bambini che senza volerlo manifestavano le loro
prime magie davanti ai babbani.
Un
vero incubo.
Moris
Nuttinum ebbe la sfortuna di vivere in quel periodo, molto probabilmente se
fosse nato solo decenni dopo non avrebbe condannato
ingiustamente la sua generazione futura.
Ma il fato aveva un compito per lui.
Ingiusto,
sleale ma suo.
Moris
proveniva da una delle famiglie più importanti del mondo magico. Famosi soprattutto per aver inventato la pozione polisucco e quindi
per aver salvato molte vite.
Famiglie
di origini babbane, famiglia di mezzosangue e sangue
sporco che però avevano la devozione del mondo magico.
Lorenda
Glundem si chiedeva come facessero quei sangue sporco
ad essere così magnetici.
Era
corrosa dall’invidia, lei la Purosangue per eccellenza messa da parte per dei
sempliciotti.
Si
chiedeva sempre perché, perché lei dovesse stata all’ombra di quella famiglia.
Gelosa,
invidiosa, bella e spietata una bella pozione mortale da servire al piccolo ed innocente Moris.
Farlo
invaghire di lei fu facile, e prendersi gioco di lui lo fu ancora di più.
E per questo che dopo le nozze con Morisla bella Lorenda riuscì almeno in parte
a far precipitare la famiglia Nuttinum. Una maledizione che li avrebbe uccisi
lentamente e brutalmente..
E i Nuttinum scomparirono lasciando spazio ai Lorendon che a loro volta
aprirono le danze ai Rothemailer che furono dimenticatia causa della Meison che si sposò con
uno della famiglia dei Atemillon che alla fine furono rimpiazzati dagli Austen
E la maledizione scorre nelle lorovene pure e sporche.
Perché la maledizione parla chiaro il sangue sporco dei Nuttinum si eclisserà dalla faccia della terra. Per sempre,
generazione dopo generazione anche se il sangue
dell’ultimo discendente è puro come l’acqua cristallina.
E nonna Glendea Austen lo sa bene, perché lei è morta, come suo padre
prima e sua madre e i suoi bisnonni.
La stessa sorte toccherà anche a lui.
L’ultimo
e l’unico erede dei Nuttinum
Marcus Austen.
Eric si fiondò fra le
braccia del suo migliore amico.
Si abbracciarono
timidamente, anche perché Eric in quel momento aveva una tremenda paura che il
corpo di Marcus scomparisse.
-La
torre Eiffel che grande stronzata.-
-Ehy vedi
che è bellissima, è un simbolo.. è
-Sisi hai ragione.-
Hermione Granger e
Draco Malfoy camminavano insieme fra le vie di Parigi. Le mani erano strette in
una morsa ferrea.
Avevano tutti e due stampati in faccia un sorriso ebete.
Hermione non sapeva
cosa fosse successo e come si era ripetuta per tutto il tempo
non le importava.
Se non riusciva a
lenire il dolore lontano da Draco l’avrebbe combattuto
con lui.
Era sicuro che accanto
a lui tutto sarebbe stato una passeggiata.
Draco si fermò di colpo
trascinandosi Hermione al suo petto per poi dargli un leggero bacio.
Era tutta la giornata
che continuava a farlo ed Hermione non poteva chiedere
di meglio.
I loro battibecchi come
al solito erano come una portata di aria fresca.
Indispensabili.
Parigi non l’era mai
sembrata così bella.
Ai suoi occhi tutto eramagico.
-Cosa faremo ora?- domandò Hermione mentre mangiava il suo gelato
al cioccolato.
-Torneremo a Londra,
non mi sento sicuro con Klelia e Andreas in pericolo.-
Hermione annuì, era
vero, non potevano stare lì a Parigi.
Anche se l’idea l’attirava molto.
-Prenderemo il prossimo
aereo?-
Draco annui a sua
volta, per poi ghignare.
-Hai la bocca tutta
sporca di gelato.- le disse.
E poi senza darle il
tempo la baciò, assaporando il gusto del gelato.
Eh si,
si disse, Hermione; Parigi era davvero magica e il motivo per cui lo era, era
accanto a lei.
Harry Potter era sempre
stato un uomo semplice e pronto ad ogni notizia.
Ma
quella che le stava per dire Ginny forse non era compresa nel prezzo.
La piccola Weasley si
attorcigliava una ciocca di capelli rossi e si sedette accanto al bambino
sopravvissuto.
Adesso però non sapeva
come dirlo.
Se usare la tattica orao subito e se farlo
arrivare con la logica.
Preferì la prima.
-Harry-
sbottò per avere la sua attenzione.
Gli occhi di Potter
incrociarono quelli di Ginny.
La ragazza prese
coraggio e infine lo disse:
-Harry aspetto un
bambino.-
E forse, si solo, forse
Harry non era pronto a questa notizia.
Perché se no non si
sarebbe spiegata il motivo per cui adesso il bambino
sopravissuto la guardava come se fosse Voldemort in persona.
Ehi ciao, l'angelo dal mio incubo l'ombra sullo sfondo dell'obitorio.
L'ignara vittima dell'oscurità nella vallata,
possiamo vivere come Jack e Sally se lo vogliamo,
dove tu mi puoi sempre trovare.
Festeggeremo Halloween a Natale.
E nella notte ci augureremo che questo non finisca mai,
ci augureremo che questo non finisca mai
-Blink182, I Miss you-
.
Ecco il 15esimo capito.
Ragazzi voglio riassumere
un po’ tutto quello che è successo.
Tutti li episodi che
elencherò sono in ordine cronologico.
Allora
Il matrimonio fra Hermione e Ron è saltato, lei
scappa a Parigi.
A Parigi Hermione incontra Ambrè e Chanel che
presto diventano due delle sue migliore amiche.
Harry e Ginny si fidanzano.
Hermione diventa una modella.
Blaise e Pansy si sposano dalla loro unione nasce
Andreas Zabini.
Draco Malfoy entra a far parte nella squadra Auror
di Harry Potter.
Harry
chiede Ginny in sposa.
Hermione Granger ritorna a Londra per lavoro.
Andreas viene rapito dalle
anime della morte.
Si scopre così che Andreas è l’erede del Re Mida ed
è capacedi
trasformare ogni oggetto in ora, deve solo liberare il suo potere.(?)
Andreas incontra Klelia.
Hermione scopre la relazione che ha Chanel con un
assassino, uno degli uomini dell’anima della morte.
Hermione e Draco salvano Klelia.
Si scopre che Klelia è cugina di Draco. Una Malfoy.
[Storia
di Klelia]
Padre:
Alexander Malfoy, fratello di Lucius Malfoy.
Alexander fa la sua prima magia in ritardo, a dodici
anni. Il padre lo affida a una coppia di babbani perché pensa che Alexander sia
un maganò.
Alexander si sposa con Sophie Oclum una Veela.
Nasce Artemide Malfoy.
Abraxas, padre di Alexander muore di vaiolo di drago.
Alexander è affascinato dal potere e dalla magia:
iniziano le sue prime spedizione contro i maghi che lo
hanno deriso quando era piccolo.
Artemide Malfoy inizia ad
essere attratta dalla magia nera.
Artemide crea una pozione (?)
Artemide uccide… (?) creando così un Horcrux
L’Horcrux di Artemide e Klelia.
Artemide regala a Klelia un ciondolo(?)
Hermione non si fida più di Chanel.
Hermione e Ambrè vengono
invitate a cena dai Potter.
Hermione rivela il motivo per cui non ha sposato
Ron.
Hermione lascia una lettera ad Ambrè in cui
dichiara di ritornare di nuovo a Parigi.
In aero “incontra” Draco.
Klelia viene attaccata da
Eric, amico d’infanzia.
Eric vuole il ciondolo di Artemide.
Si scopre dopo che Eric sia sotto imperio,
controllato da Alexander Malfoy.
Viene
liberato da Marcus Austen, creduto ucciso da Artemide molti anni prima.
Marcus Austen è l’ultimo erede dei Nuttinum è
destinato a morire a causa della maledizione(?)
Eric si interroga: Ma se
Artemide non ha ucciso Marcus chi ha ucciso per creare l’Horcrux? (?)
Un bacio a tutti quelli che recensiscono e alle 81 persone che hanno messo la fanfiction nei preferiti, non
siate timidi ditemi anche voi la vostra^^