Charming Roots, She Wrote

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***




CHARMING ROOTS, SHE WROTE



Pomona si sedette in un séparé in un angolo del caffé quasi vuoto, aspettando una cara amica che arrivava da molto lontano. Avevano cominciato a scriversi dopo che Jessica aveva letto uno dei suoi libri pubblicati nel mondo Babbano e l'aveva contattata, considerandola come una delle migliori esperte di botanica, chiedendole dei consigli sull'argomento per un romanzo giallo che stava scrivendo. Le due erano rimaste semplici conoscenti fino a una decina di anni prima. Quell'estate, Pomona aveva deciso di andare in vacanza negli Stati Uniti e si era imbattuta in Jessica a New York, mentre comprava dei souvenir. Quell'incontro casuale si era trasformato in un pomeriggio di shopping insieme e poi una cena che suggellò la loro amicizia, poiché entrambe scoprirono di godere la reciproca compagnia.

Supponeva che allora non avrebbero approfondito la loro conoscenza così velocemente se la cameriera del locale, quella povera e gentile ragazza, non fosse stata uccisa quella stessa sera. Pomona aveva capito che la ragazza era una strega, ma non aveva potuto rivelarlo alla polizia,  né tantomeno a Jessica. Una volta che l'omicidio era stato risolto - l'assassina era la sorella Babbana della ragazza, che in apparenza era gelosa del fidanzato della cameriera e Pomona indovinò che fosse altrettanto invidiosa dei suoi poteri magici - Jessica l'aveva invitata nella sua città di Cabot Cove, nel Maine, per rimettersi in sesto dopo essere state in pericolo, in quanto entrambe si erano spinte un po' troppo oltre per arrivare alla verità.

Le due donne da allora erano rimaste molto unite. Si erano tenute in contatto per lettera, durante gli ultimi dieci anni, ma sfortunatamente erano riuscite a vedersi poche volte. Pomona era stata piacevolmente sorpresa di scoprire che Jessica sarebbe stata in Scozia per far visita ad un'amica di Scotland Yard. Le aveva scritto per sapere se sarebbe riuscita ad incontrarla a Edimburgo per cenare insieme. Naturalmente, non poteva sapere quant'era facile per Pomona andare e venire, ma quello doveva restare un segreto.

Aveva preso la Metropolvere fino a Edimburgo quella mattina, insieme a Filius. Gli aveva accennato della visita e lui si era offerto di accompagnarla siccome aveva degli affari da sbrigare con altri maghi che vivevano in città. Si era persino assicurato che giungesse sana e salva al ristorante e sarebbe venuta a prenderla dopo cena.

Filius.

Pomona sospirò pensando alla relazione con quello che era il suo più caro amico. Cosa doveva fare?

“Pomona!” Era così concentrata nei suoi pensieri, che non aveva visto Jessica entrare.

“Jessica cara! Come sta la mia scrittrice preferita?”

Jessica rise con semplicità mentre si abbracciavano e prendevano posto nel séparé. Fecero subito le loro ordinazioni e si sbarazzarono presto dei convenevoli, aggiornandosi sulle rispettive vite mentre cenavano. Fu solo quando i piatti furono vuoti, centellinando i loro drink, che Jessica le chiese cosa la turbasse.

“Adesso perché non mi dici come mai avevi un'aria così triste quando sono entrata?”

“Triste? Non so che vuoi dire.” sorrise Pomona, ben poco convincente.

“Beh, diciamo pensierosa.” Jessica rifletté un poco e decise di non pressarla troppo. “Non sei obbligata a parlarmene, ma spero che ti confiderai con qualcuno. Sono sicura che Filius-“

A Pomona andò di traverso la bibita e quasi soffocò. “E' proprio da te, Jess, tirare una freccia nel buio e riuscire a colpire la mela.”

Ora la sua curiosità era alle stelle e non si poteva più tornare indietro. Non è che volesse obbligare Pomona a parlargliene, ma non c'era niente di male. “Ha a che fare proprio con Fil? Ma è il tuo migliore amico. Se ha fatto qualcosa che ti ha ferito, sono sicura che non intendeva...”

“E' proprio il contrario. Sono io la causa del problema... cioè...”

Ora Jessica era davvero perplessa. Era sempre stata contenta del fatto che Pomona capisse il suo rapporto con Seth, in quanto lei aveva un rapporto simile con uno dei suoi colleghi. Aveva persino incontrato Filius in un paio di occasioni e una volta superata la sorpresa della sua bassa statura, particolare a cui Pomona non aveva mai accennato, l'aveva trovato affascinante, estremamente intelligente e perché no, un gran bell'uomo. Era ovvio che a Pomona piacesse così tanto. Osservò l'amica, riflettendo nel frattempo sulla sua relazione con Seth. All'improvviso capì.

“Sei innamorata di lui, non è vero?” L'aria frastornata di Pomona era tutto quello che le serviva per capire che aveva proprio colto nel segno. Ora che conosceva il segreto, non sapeva che altro dire. Era troppo simile alla sua esperienza per poterle dare un consiglio. “Mi dispiace. Non avrei voluto costringerti ad ammetterlo.”

“Si nota così tanto?”

“Solo perché lo sono anch'io.” Pomona naturalmente non capì, così continuò dopo una breve esitazione. “Pensavo proprio che tra me e Seth e te e Filius c'è una situazione simile. Poi mi sono resa conto che è proprio l'identica situazione!

“Dunque, cosa dobbiamo fare?”

“Se lo sapessi, sarei a casa adesso.”

Rimasero in silenzio per un po', ognuna persa nei suoi pensieri. Finalmente Jessica parlò.

“Stavo quasi per dimenticarmene. Vorrei invitarti nel Maine per questo Natale. Penso che tu abbia proprio bisogno di staccare per un po'.”

Pomona sorrise, sapeva quanto Jessica fosse preoccupata di saperla trascorrere il Natale sola. Sua madre era morta subito dopo il Natale dell'anno precedente, e siccome era figlia unica, per la prima volta si trovava senza una famiglia con cui passare le vacanze.

“Sarebbe carino, Jess. Quando di preciso?”

“Pensavo che potessi arrivare qualche giorno prima di Natale: puoi restare fino a Capodanno, se ti fa piacere. Avevo pensato di invitare anche Filius, ma forse per te non è una buona idea.”

“No, fai pure, se vuoi invitalo. Veramente, sarà qui tra poco, visto che siamo venuti insieme in città. Poco fa mi ha detto che gli piacerebbe visitare il Maine, e comunque avevamo già programmato di andare in vacanza insieme.”

“Parla del diavolo...” disse Jessica non appena vide Filius che si avvicinava al loro tavolo. Il ristorante si era fatto più affollato durante la cena, ma si era svuotato nuovamente mentre loro conversavano. Oltre a loro era rimasta solo una coppia anziana nel locale: seduti sullo stesso lato del tavolo, che si tenevano per mano mentre aspettavano il conto. Si sentì rimescolare due volte mentre li fissava, una volta perché non aveva potuto vivere quei momenti con Frank e un'altra perché avrebbe voluto che tra lei e Seth fosse così. Si chiese se Pomona stesse pensando la stessa cosa, vedendo che l'amica aveva notato la coppia prima di voltarsi a salutare Filius.





Erano passati quasi due mesi da quella cena con Jessica, e Filius e Pomona si accingevano a imbarcarsi su quello che sembrò loro l'aereo più piccolo del mondo, se aereo si poteva chiamare. Sembrava un giocattolo, in effetti. Pomona si sentì male solo a vederlo.

“Filius, non so se posso farcela.”

Avevano utilizzato il consueto trasporto magico intercontinentale fino al Maine, ma non c'era stato modo di aggirare l'offerta di Jessica che un suo amico, il pilota locale, li accompagnasse in volo fino a Cabot Cove. Lei e Seth li avrebbero attesi alla pista d'atterraggio.

“Pomona, non eri mai stata su un aereoplano prima? E l'altra volta, come sei arrivata qui?” Aveva notato che lei stava diventando verdognola al pensiero di salirci sopra.

“Ho detto a Jessica che mi sarei arrangiata da sola per il viaggio e ho usato una Passaporta all'Ambasciata. Erano più che contenti di aiutarmi dopo quell'incidente con la ragazza.”

Incidente? E' così che chiami un tentativo di omicidio nei tuoi confronti?”


Lei sentì il suo umore peggiorare man mano che lo stress di quella giornata cominciava a farsi sentire.

“Filius, che sarà mai! Sarei stata capace di fermarla con...” Notò con la coda dell'occhio che il pilota camminava verso di loro ed era a portata d'orecchio. “Un certo movimento che tu stesso mi hai insegnato. Non sono mai stata davvero in pericolo.” Si interruppe mentre il pilota aiutava lei e Filius a salire sull'aereo. “So prendermi cura di me stessa, sai! Non sono così sprovveduta!”

Filius sorrise e le prese la mano dopo essersi allacciato la cintura. “Non ho mai creduto che lo fossi, cara. Avevo solo bisogno di tenerti la mente occupata per riuscire a farti salire quassù; e farti arrabbiare mi sembrava il modo migliore per farlo. Sono contento che abbia funzionato.”

Lei non sapeva se arrabbiarsi o essergli riconoscente, poi ridacchiò, perché quella situazione era davvero buffa. Prima che se ne rendesse conto, stavano atterrando, ancora tenendosi per mano, e si incontrarono con Jessica e Seth.

Gli uomini erano impegnati a sistemare le valigie nel bagagliaio, costringendo subito Pomona e Jessica ad entrare in macchina perché stessero al riparo dalla neve. Immediatamente le due cominciarono a parlare di cose che Seth e Filius non dovevano ascoltare:

“Jessica, ti dico che mi sentivo come una scolaretta! Non riuscivo a pensare a nient'altro che la sua mano nella mia per tutto il volo. Sono troppo vecchia per provare sentimenti del genere.”

“Se fosse vero, nessuna di noi due si troverebbe in questa situazione.” Jessica rise e Pomona la imitò, ma non poté rispondere perché Filius e Seth entrarono nell'auto.

“Sta cominciando a venir giù forte adesso, si fa più fitta. E' una buona cosa che vi tratteniate un po'. Potrebbe volerci parecchio a smettere.”

“Vuoi dire che potremmo restare chiusi in casa per via della neve?” Pomona non aveva mai pensato ad una simile eventualità.

“Oh Seth, tu stesso dici sempre che i meteorologi si sbagliano di continuo. Non ti preoccupare, se accadrà sono preparata ad affrontarla, ma ne dubito.”

“Che dire, almeno se succede sarò in buona compagnia.” Filius sorrise a Pomona e il disagio di lei scomparve.

“Hai ragione Fil, e dopo tutto, è una nuova esperienza per me. Potrebbe essere divertente!”



Erano trascorsi tre giorni dal loro arrivo, e la novità di stare rinchiusi per colpa della neve aveva perso tutto il suo fascino già verso la metà del secondo giorno. Pomona era diventata un'Erbologa per una ragione: amava stare all'aperto, e sapere di non poter uscire di casa la stava facendo leggermente impazzire.

Seth li aveva lasciati a casa di Jessica ed era corso a casa, sperando di arrivare prima che il tempo peggiorasse ancora. Era stato via solo un'ora quando apparve di nuovo alla porta, tremante e bagnato, con una valigia in mano. La neve aveva fatto inclinare pericolosamente sul suo tetto un albero del cortile. Avrebbe fatto meglio a restare lontano da casa finché qualcuno non avesse tagliato l'albero e messo in salvo la casa, e chissà quando sarebbe potuto succedere con quel tempo. Pomona si era accorta che Filius era stato lì lì per offrire il suo aiuto prima di rendersi conto che non poteva fare nulla senza rivelare il loro segreto.

Così erano solo loro quattro, seduti intorno al caminetto. Filius aveva riscaldato leggermente con la magia le coperte che portavano sulle gambe, abbastanza per tenerli al caldo, ma non tanto da far stupire Jessica e Seth. Pomona non aveva nemmeno più voglia di parlare: sembrava proprio che non ci fosse più nulla di cui parlare, veramente. Solo una cosa avrebbe desiderato dire: che era una strega, che Filius era un mago, e sarebbe bastato prendersi tutti per mano per trovarsi in qualche posto caldo, al sole, e quel che era più importante all'aperto, in un batter d'occhio.

“Filius, non credo di averti mai chiesto che cosa insegni. So che tu e Pomona lavorate insieme, ma non mi è mai venuto in mente di domandartelo.” Era chiaro che l'umore di Jessica era migliore del suo e desiderava ancora conversare amabilmente.

“Già, lavoriamo insieme, ma io nelle serre farei più danni che altro. In realtà insegno Latino.” Pomona non l'aveva mai sentito descrivere il suo lavoro a dei Babbani e la sua risposta le piacque. Era vero che insegnava agli studenti anche il significato del nome degli incantesimi, quindi non era proprio una bugia.

“Latino e giardinaggio? Avete proprio una scuola interessante!” Seth sorrise, e anche se Pomona si risentì un po' per il commento sul giardinaggio, decise di soprassedere.

“E' un lavoro leggermente più impegnativo che semplice giardinaggio, Seth. Pomona ha a che fare con piante molto pericolose, per non parlare delle sue ricerche e dei saggi che scrive nel tempo libero. I suoi studenti sono fortunati ad avere un'insegnante così piena di talento come lei.” Filius continuò a raccontare, con le opportune cautele, dei suoi successi a Hogwarts e più in generale nel suo campo. Non lo aveva mai sentito parlare di lei con tanto entusiasmo. Jessica teneva gli occhi su di lei con aria compiaciuta, e quando si accorse che Pomona la stava guardando, alzò un sopracciglio e le strizzò l'occhio.

“Sono sicura che Seth non volesse offendere nessuno, Filius, e se l'ha fatto ho la punizione perfetta per lui.” Si alzò, ripiegando la coperta prima di posarla sul divano dove era stata seduta vicino a Pomona. Si girò verso Seth e sorrise: “Mi aiuti a mettere insieme la cena?”

Lui si scusò brevemente con Pomona prima di raggiungere Jessica in cucina. Filius andò ad attizzare il fuoco, poi fece meravigliare Pomona andandosi a sedere proprio accanto a lei sul divano. Si chinò a bisbigliarle all'orecchio:

“Anche tu ti senti soffocare qui al chiuso, o è solo a me che capita?”

“Puoi dirlo.” Sentì Jessica che rideva in cucina e gli sghignazzi di Seth subito dopo. “Loro non sembrano avere così tanti problemi.”

Filius si avvicinò ancora di più and Pomona sentì le guance avvampare. Le mancava l'aria e la claustrofobia non c'entrava nulla. Non riusciva nemmeno più a fingere di non notare il fatto che lui le stesse così vicino e la sfiorasse.

“Beh, loro ci sono già stati in questa situazione. Poi penso che li aiuti il fatto che lei sia attratta da lui, e Seth sia innamorato di lei.”

“Davvero lo pensi?” Non era sicura di desiderare che lui fosse così perspicace quando si trattava di lei oppure no.

“Tu non te ne sei accorta? E' così ovvio. Mi sorprende che loro non l'abbiano ancora capito l'uno dell'altro. Forse io posso dirlo con certezza perché Seth me l'ha confessato oggi, mentre tu aiutavi Jessica a preparare il pranzo.”




Jessica stava in piedi incollata alla porta socchiusa, sbirciando Filius che si avvicinava a Pomona sul divano. D'improvviso, Seth si mise proprio dietro di lei, e le sussurrò all'orecchio:

“Donna, cosa credi di fare?”

Si girò verso di lui, sbattendo la porta. Lui indossava il suo grembiule rosa preferito e le era così vicino, che poteva sentire il suo respiro sulla pelle.

“Li stavo solo guardando.” Lui piegò la testa e le indirizzò quello sguardo, così tanto "Seth", e lei seppe che doveva dirgli ciò che sapeva. “Lei lo ama. Me l'ha confidato quando siamo state a cena insieme a Edimburgo. Stavo provando a capire cosa lui senta per lei.”

“Beh, è abbastanza facile. Chiediglielo.”

“Seth, non posso.”

“Io gliel'ho chiesto, invece! Le vuole bene. Torniamo alla zuppa, d'accordo?”

Seth tornò silenziosamente ai fornelli e prese a mescolare il contenuto della pentola.

“Sì, di sicuro le vuole bene; è il suo migliore amico. Ma volevo proprio capire se è innamorato di lei.”

Lei lo raggiunse e si appoggiò al piano di lavoro accanto al fornello mentre parlava. Seth tirò uno dei suoi profondi sospiri e si voltò per trovarsi di fronte a lei, posando il cucchiaio.

“Certo che è innamorato di lei. Sa perfettamente che è la donna giusta per lui, proprio perché la conosce così bene.”

Jessica sobbalzò e stava per dirgli che anche loro due erano così amici, ma rimase zitta mentre Seth continuava:

“Lei è una donna brillante. Stanno bene insieme.” Lei trattenne il respiro mentre lui si avvicinava. “Lei ride ai suoi scherzi e sa come prenderlo quando è di cattivo umore. Lui le sta vicino più spesso che può e vorrebbe stare con lei anche quando è lontano.” Le prese le mani e la guardò in viso. E lei seppe che Seth non si riferiva più ai loro amici. “Lei è bella e ha i più stupefacenti occhi azzurri che esistano e lui non desidera altro che starli a guardare per il resto della sua vita strampalata.”

Jessica rimase immobile, ma con le palpebre cercava di scacciare le lacrime. Alla fine fece un passo avanti e gli fu accanto pur senza sfiorarlo. Lo fissò e sorrise.

“Castani,” disse, e le lacrime fecero splendere ancora di più i suoi occhi color dell'oceano.

“Cosa?”

“Pomona ha gli occhi castani, non azzurri, e non credo che Filius possa avere una vita strampalata nemmeno se ci provasse.”

“Va beh, ho sentito quell'uomo parlare e parlare di lei tutta la mattina, ma non è che lo ascoltassi davvero tutto il tempo.”

Nessuno dei due si era mosso. Lentamente piegò la testa verso di lui.

“Jess,” sussurrò lui mentre le loro labbra si sfioravano.

Jessica si era chiesta varie volte come sarebbe stato baciare ed essere baciata da Seth Hazlitt. Aveva sempre immaginato che sarebbe stato delicato e gentile con lei e lo fu, al principio. Fu come se lui esitasse, dandole l'opportunità di cambiare idea. Ma poi lei gli mise le braccia al collo e lui la prese per la vita, attirandola a sé. La sua bocca si fece avida e ogni altro pensiero abbandonò la sua mente.

Fu come se fosse trascorso un tempo interminabile, ma il bacio finì in pochi istanti. Lui appoggiò la fronte sulla sua, continuando a tenerla stretta.

“Jess, io-“

“Quello era-“

Le sfuggì un risolino mentre si chiedeva se sembrasse così eccitata come si sentiva o felice come Seth appariva. Anche lui rise e lei pensò che da anni non lo vedeva così raggiante. Poi si chinò di nuovo a baciarla.



ooooooooooooooooo


Note della Traduttrice:

Questa storia è stata scritta per l'Exchange di Natale del forum CR Boards, lo scorso dicembre.
E' una delle mie preferite tra quelle scritte da Sprinks, soprattutto per il crossover tra HP e "La signora in giallo", il cui nome originale è "Murder, she wrote". Da qui il titolo, ricordando a chi non lo sapesse già che "Charming Roots" è il nome ahimé non ancora ufficiale del pairing Flitwick/Sprout, inventato da jayejaye.
A presto per la seconda parte della storia!

Saki

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***




Pomona e Filius avevano smesso di parlare per qualche minuto, fissando il fuoco del camino, ma la mente di lei era tutt'altro che tranquilla. Lui aveva posato una mano sulla sua, nello spazio che li divideva, e subito si era sentita di nuovo una ragazzina. La cosa triste era che nemmeno quando era giovane ci sapeva fare in queste cose. Se solo avesse saputo che cosa significava il comportamento di lui! Ma l'unico amico a cui avrebbe potuto chiedere un consiglio era proprio lui e non poteva certo parlargliene, ecco, giusto? A meno che... Forse poteva e doveva. Non era solita nascondergli le cose. Forse era arrivato il momento di dire a Filius che non le bastava più essere semplicemente sua amica. Erano adulti, dopotutto, e potevano gestire la situazione, a prescindere da ciò che lui provasse o non provasse per lei.

Con questa intenzione si girò verso di lui, ma non appena incrociò il suo sguardo la sua determinazione si indebolì. Ci vollero ancora un bel po' di battiti accelerati per raccogliere il poco coraggio che aveva e farsi avanti. Dopotutto, erano troppo amici perché accadesse qualcosa di davvero spiacevole.

“Filius, io-“

Ci fu un rumore fortissimo e un grido dalla cucina. Prima che Pomona potesse capire di che si trattasse, Filius era sulla soglia, con la bacchetta sguainata.

“Filius!” gridò mentre correva fuori dalla stanza, ma il danno era già fatto. Il pavimento era completamente coperto di zuppa bianca, cremosa e fumante. Il pentolone giaceva su un fianco dall'altra parte della cucina. Jessica era per metà distesa sul pavimento, di fronte al fornello, e per metà aggrappata a Seth che la circondava con le braccia per proteggerla. Tutti gli occhi erano puntati su Filius, e più in specifico sulla sua bacchetta.

“Oh, Filius,” disse Pomona con un sospiro rassegnato. Sembrava shockato quanto Jessica e Seth.

“Non ho nemmeno pensato a ciò che facevo. Ho reagito come durante la guerra.” Aveva il viso rosso e sudato a causa di quella scarica di adrenalina.

Aiutò Jessica a rialzarsi, mentre Seth faceva da sé. “State bene tutti e due?”

Annuirono, ma non staccavano gli occhi da Filius, che lentamente abbassò la bacchetta.

“Bene, perché non vi sedete e lasciate che io e Fil diamo una ripulita a modo nostro? Potremo parlarne durante la cena.” Fece sedere Jessica al tavolo della cucina mentre tirava fuori la bacchetta.

L'ultima volta che aveva usato la magia davanti a dei Babbani era stato per salvarsi la vita, e ora stava usando semplici incantesimi per pulire. Rimise a nuovo i vestiti di Jessica e poi quelli di Seth, mentre Filius si sbarazzava della zuppa che si era sparsa per tutto il pavimento.

“Jess,” disse finalmente Seth, “sto sognando, o forse ho solo battuto la testa troppo forte quando sono inciampato?”

“No, Seth, penso che…” Pomona riusciva quasi a vedere i suoi pensieri roteare confusi, mentre tentava di fare i conti con quella strana realtà. “Penso che sia vero.”



Pomona si sedette a tavola con gli altri. Pensò che fosse un buon segno il fatto che non mostrassero di avere paura di lei. Filius sembrava ancora sconvolto e capì che ce l'aveva con se stesso, ma lei non era affatto turbata. Francamente era sollevata dal fatto di essere usciti allo scoperto, e poteva smetterla di controllare ogni sua minima mossa mentre erano intrappolati in casa!

“Sono... sono una strega. Filius è un mago. So che suona come una follia, ma è la verità. In effetti insegniamo in un collegio, ma è una scuola per figli di maghi.”

Filius era seduto vicino a lei e le posò una mano sul ginocchio, sotto il tavolo. “Ed è vero che insegno Latino, ma solo per far capire ai miei studenti il significato dei nomi degli incantesimi, durante le lezioni teoriche.”

Jessica continuava a tacere, ma sembrava piuttosto calma. Seth era tutto un altro paio di maniche. Il suo viso si stava facendo violaceo e sembrava arrabbiato.

“Ci stai dicendo che sei davvero una strega? Una di quelle con il cappello a punta, che cavalca una scopa e lancia incantesimi?”

Pomona guardò Filius come a cercare aiuto e lui le diede una strizzata al ginocchio per rassicurarla.

“Come hai visto sappiamo fare magie. Non viaggiamo più su scope domestiche perché il nostro Ministero lo considera pericoloso, ma esistono scope incantate appositamente. E sì, di solito indossiamo cappelli a punta e quel genere di abiti che immagini.”

“Possiamo vederli?” domandò Jessica.

“I nostri vestiti? Non ho portato nulla con me, Jess. Ci sono leggi che ci vietano di rivelare ai Babbani - intendo i non maghi - dell'esistenza della magia. Non ci è consentito farvi notare che siamo diversi da voi, nell'aspetto o in qualsiasi altro modo. Potremmo trovarci in un mare di guai per il fatto di praticare la magia davanti a voi.”

“Va bene, 'Mona, però puoi trasfigurare i vestiti che indossi ora.”

Il problema le sembrò ancora più grave rispetto al pensiero che Seth o Jessica potessero rivelare il loro segreto:
si sentiva in imbarazzo. Era chiaro che Filius stava provando ad alleggerire l'atmosfera, ma questo non aiutava.

“Filius, non mi mettere in difficoltà. Lo sai che non sono mai stata brava in Trasfigurazione.”

“Allora immagino che dovrò farlo per te.” Sorrise ancora, e le fece cenno di alzarsi in piedi.

Per un attimo, fu come se i due fossero soli nella stanza. Lui le sorrideva, un sorriso così ampio che le chiedeva di fidarsi di lui e a cui lei non poteva resistere. Fece spallucce, si alzò e chiuse gli occhi.

Jessica notò come Filius guardava Pomona. Seth aveva ragione; si poteva vedere l'amore che brillava nel suo sguardo. Lei aveva chiuso gli occhi e aspettava che lui... beh, che facesse cosa doveva fare.

Faceva ancora un po' fatica a credere che ciò che le avevano detto fosse vero, anche dopo aver visto Pomona ripulire i suoi vestiti dalle macchie di zuppa. Aveva sempre pensato che Pomona avesse "qualcosa in più", qualcosa di diverso, ma questo andava oltre ogni immaginazione.

Filius alzò la sua... beh, la sua bacchetta magica, supponeva, e la puntò verso la sua amica. La agitò un poco e successe qualcosa di strabiliante. Se non l'avesse visto con i suoi occhi, non avrebbe mai creduto che potesse accadere.

Non ci fu un crescendo di musica, né uccellini o topi, e di sicuro né mulinelli di polvere né fumo. Fu semplicemente come se gli abiti di Pomona si allargassero, cambiassero colore e si rimodellassero nel vestito più stupefacente che Jessica avesse mai visto.

Era color rosa pallido e sembrava quasi brillare alla luce del sole. La scollatura e il corpetto segnavano le sue curve nei punti giusti, mentre la lunga gonna la faceva sembrare più alta e snella. Le maniche ridotte al minimo lasciavano spazio a guanti quasi trasparenti, lunghi, dello stesso colore del vestito. La fascia alla vita, altrettanto diafana, formava uno strascico che sembrava fluttuare dietro di lei. Il cappello alto, a punta, senza tesa, le stava a pennello. I suoi capelli lunghi fino alle spalle erano sciolti - Jessica non li aveva mai visti così - e arricciati in modo perfetto attorno al viso.

Se era così che andava vestita ogni giorno, immaginò Jessica, allora non aveva molta libertà di movimento, ma poi, guardandola, pensò che ne valesse la pena. Si chiese se questa era l'immagine che Filius aveva sempre avuto di lei.

Poi un pensiero un po' più razionale le attraversò la mente. Quella mise mozzafiato non era il risultato di ore passate dietro a una macchina per cucire, ma di pochi colpi di bacchetta. Il fatto che le stesse così bene non era dovuto a spilli e prove e modifiche, ma alla fantasia di un uomo che conosceva fin troppo bene il suo corpo, che non poteva considerarla soltanto un'amica.

“Oh, Pomona.” Jessica vedeva in quel vestito quanto di più simile ci fosse ad una confessione d'amore silenziosa, e non vedeva l'ora di vedere come lei avrebbe reagito.

Pomona aprì gli occhi e sorrise a Filius prima di abbassare lo sguardo. Jessica vide quel sorriso svanire e la sua espressione farsi più seria che mai mentre guardava il suo abito.

“Io... io non so che dire. Non ho mai indossato niente di simile prima. E' troppo bello.”

Jessica fece un gesto per contraddirla, ma Seth fece un gesto per permettere a Filius di parlare per primo.

“Vuoi dire che non è bello abbastanza, spero. Ma allora, penso che nulla possa essere bello abbastanza.” Continuava a guardarla con desiderio e a Jessica venne la pelle d'oca. Si chiese se era così che sembravano lei e Seth: e sperò che lo fosse.

Pomona si voltò verso di lei, con le lacrime agli occhi. Stava cercando disperatamente una via d'uscita, era ovvio, e desiderava che Jessica l'aiutasse.

“Spero che tu non insegni vestita così. I tuoi studenti si distrarrebbero troppo.” Jessica le strizzò l'occhio, sorridendo.

“Di solito, quando sto nelle serre, indosso dei semplicissimi abiti da lavoro di color marrone. Niente di così elegante, ti assicuro.”

Pomona guardò giù ancora una volta, chiedendosi che cosa Filius avesse pensato di fare. Si sentiva una di quelle principesse uscite da una fiaba Babbana e per la prima volta nella sua vita si vide bella e... Guardò Filius negli occhi per avere la conferma di quella sensazione, prima di osare darle un nome. Sì, eccolo, il calore, ecco l'amore che provava dentro.

Nell'istante in cui credette di ardere dalla gioia, si sentì bussare. Tutti sobbalzarono e volsero lo sguardo alla porta. Seth fu il primo a riscuotersi: attraversò l'ingresso e aprì la porta mentre Filius ritrasformava velocemente i vestiti di Pomona.

“Seth, dove sei stato? La signora Seibert mi ha mandato a cercarti per tutto il paese. Era sicura che stessi da qualche parte a morire dal freddo dopo che quell'albero si è schiantato fin dentro casa tua!”

“DENTRO CASA MIA?” Seth impallidì e Jessica gli porse una sedia mentre presentava lo sceriffo a Pomona e Filius.

“Amos, questi sono i miei amici…”



Pomona sprofondò nella sua poltrona preferita, felice di essere di nuovo a casa dopo più di una settimana passata all'estero. Jessica and Seth avevano provato a convincerli a restare per Capodanno, ma lei e Filius avevano già deciso di tornare in tempo per la festa ad Hogwarts e i loro piani non erano cambiati, specialmente dopo essere stati per tre giorni chiusi in casa con una bufera di neve.

Nel Maine si era divertita, ma quella vacanza le aveva dato parecchio da pensare. Una volta che quel momento speciale era stato spezzato da Amos e dalle sue terribili notizie sulla casa di Seth, tutto era tornato come prima. Cioè, lei e Filius erano rimasti come prima, mentre Seth e Jessica si erano trasformati in giovani innamorati, e baciandosi furtivi ogni volta che pensavano di non essere visti. Era felice per Jessica, ma ugualmente non poteva fare a meno di sentirsi presa in giro.

Jessica aveva tentato in tutti i modi di convincere Pomona a rivelare a Filius i suoi sentimenti, ma alla fine lei non era riuscita a farlo. Non era una cosa facile da tirare fuori in una conversazione. Ma adesso non c'era tempo per pensarci, erano tornati a casa e per vari problemi con le passaporte e la dogana, ora aveva poco più di un'ora per darsi una rinfrescata e prepararsi per la festa. Non aveva nessuna intenzione di pensare a Filius anche un solo minuto. Una volta al ricevimento, tutti le avrebbero chiesto del viaggio e lei avrebbe dovuto fingere di non aver rivelato il loro segreto a Jessica e Seth... oltre a far finta che Filius non l'avesse fatta sentire...

“No, non devi pensarci!” si rimproverò.

Si costrinse a lasciare la comoda poltrona e ad entrare nella stanza da bagno, si spogliò e gettò i vestiti nel cesto dei panni sporchi. Entrò nella doccia ed aprì l'acqua calda, con la speranza di placare la tensione che sentiva alle spalle. Mentre si faceva lo shampoo, pensò a cosa indossare - giusto per non lasciar vagare la mente su qualcos'altro.


Il suo abito preferito era color verde chiaro e cioccolato, ma lo indossava spesso e voleva mettere qualcosa di diverso per quella sera. C'era quello giallino che sua madre le aveva regalato per il compleanno l'anno prima di morire... non l'aveva mai indossato, ma non c'entrava nulla col fatto che fosse il suo ultimo regalo: piuttosto era perché aveva la scollatura alta ed era troppo largo, la faceva sembrare più vecchia. Rimaneva quello semplice e nero. Niente di speciale, ma almeno le faceva dimostrare la sua età.

Dopo essersi decisa a quel riguardo, scelse a caso uno dei tanti docciaschiuma sul ripiano. Non appena aprì il flacone, gemette.

Caprifoglio, naturalmente. La fragranza preferita di Filius, naturalmente. Ecco che pensava di nuovo a lui... figurati!

Con un sospiro rassegnato, finì di farsi la doccia. Dopo essersi asciugata indossò la vestaglia ed entrò in camera da letto per vedere se c'era bisogno di una stiratina, e se doveva ricorrere agli elfi domestici finché era in tempo.

“Ma che cosa...” In mezzo al suo letto c'era un grande pacco rivestito di carta natalizia rossa e verde. Provò ad immaginare chi poteva averle lasciato un regalo simile e se si trovasse ancora lì.
L'unica persona che conosceva la parola d'ordine per entrare, oltre al Preside per le emergenze, era Filius, e quando vide che aveva firmato il biglietto, si rilassò un poco.

Pomona,
Consideralo come un regalo di Natale in ritardo. L'ho fatto per te, dopotutto.
tuo,

Filius


Pomona strinse il biglietto al seno per un po'. Non appena l'aveva letto aveva già capito di cosa si trattasse, ma non riusciva a crederci. Appoggiato il biglietto sul comodino, sciolse i nastri e aprì la scatola. Dentro, l'abito che Filius aveva creato per lei era ripiegato con cura, stupendo come lo ricordava.

Pomona passò un dito sul ricamo di perline che impreziosiva il corpetto. Era davvero il vestito più raffinato che avesse mai avuto. Pensare che Filius l'aveva creato per lei -  non una volta, ma due - fu abbastanza per farle venire le lacrime agli occhi mentre lo toglieva dalla scatola e lo appendeva all'armadio.

Si arricciò in fretta i capelli, ricordando come stavano quella sera. Di solito metteva solo un po' di lucidalabbra, ma quella sera ripensò agli anni trascorsi nel dormitorio di Hufflepuff e agli incantesimi per truccarsi che aveva imparato allora. Dopo aver regolato la tinta del fard – né il fucsia né il marrone le si addicevano - si sentì soddisfatta. Non era un trucco acceso, ma considerato che di solito non lo portava affatto, si vide graziosa. Appena un po' di colore sulle guance, del mascara per far risaltare gli occhi e un rossetto neutro. Sorrise al pensiero di quanto sua madre sarebbe stata fiera di lei. La povera donna si era disperata quando si era accorta che la sua bambina era più interessata a zappa e rastrello che ai pennelli per il trucco.

Si sorrise allo specchio prima di prendere il vestito. Lo indossò con cura, assicurandosi di non sgualcirlo o di non staccare le perline. Annodò la fascia in un fiocco. Calzò le sue scarpe preferite, color argento con il tacco basso, e si girò nuovamente verso lo specchio.

Era ancora là, quasi in lacrime, da non sapeva quanto tempo, quando udì bussare alla porta. “Avanti,” disse mentre si asciugava gli occhi, attenta a non rovinarsi il mascara.

Filius attraversò il soggiorno e si fermò sulla soglia della stanza da letto.

“L'hai indossato.” Rimase lì a fissarla.

“Naturalmente. E' veramente il vestito più bello che abbia mai avuto. Grazie,” sorrise lei.

Per un momento, si specchiò nei suoi occhi, e lui sorrideva felice, e di nuovo fu sicura di poter vedere e sentire l'amore, il suo amore per lei. Ma quell'istante si ruppe, ancora una volta, quando lui fece un passo indietro e abbassò lo sguardo.

“Non devi ringraziarmi. Tu meriti cose belle e non ho mai capito perché non te ne accorgi.”

Stava quasi per rimbeccarlo con la consueta leggerezza riguardo al proprio aspetto, ma si fermò. Era innamorata di quell'uomo e da quello che riusciva a capire guardando il vestito, lui, e nel suo cuore... anche lui la amava. In una settimana, per due volte era arrivata vicina a parlargli dei suoi sentimenti. Da quando erano amici, quante altre opportunità si era lasciata sfuggire? E quante altre gliene avrebbe concesse il destino, prima che fosse tardi?

Lentamente iniziò a togliersi i guanti che aveva appena indossato. Si sfilò le scarpe e con pochi colpi di bacchetta cambiò il suo bellissimo vestito nei consueti abiti da lavoro.

“Pomona, cosa stai facendo?” Sapeva che l'avrebbe sentita mormorare gli incantesimi e non fu sorpresa della sua reazione.

“Abbiamo bisogno di parlare, e non posso discutere di certe cose vestita così,” spiegò.

Sorpassandolo, andò nell'angolo cucina. Si versò un bicchiere di sidro e preparò un cherry soda per Filius, poi posò i bicchieri sul tavolino davanti alla grande finestra. Si sedette e fece cenno a lui di accomodarsi a sua volta.

Sorseggiando la bibita, tentò di decidere da dove cominciare il discorso. Filius si schiarì la gola.

“Mi dispiace se quel vestito era... troppo. Non volevo imbarazzarti.”

“Non l'hai fatto, no, ed è davvero stupendo, ma io… Fil, devo sapere che significato ha, prima di indossarlo per la festa questa sera.” Di colpo si sentì di nuovo vicina alle lacrime. Perché era così difficile?

Finalmente lui si sedette. Mosse la mano a cercare quella di lei, ma poi si fermò sul bicchiere. “E' solo un vestito, Pomona. Non vuol dire nulla.”

Lei strinse più forte il suo bicchiere e fissò il liquido ambrato.

“Per me, significa molto” mormorò, “e quando i nostri amici e colleghi lo vedranno, ho il presentimento che anche loro  avranno la stessa impressione che hanno avuto Seth e Jessica.”

Lui taceva, e Pomona si prese il tempo di osservarlo. Non c'era da meravigliarsi di come fosse così difficile per lei, specialmente quella sera. Lui indossava il completo che a lei piaceva di più, quello blu che gli evidenziava le spalle e la schiena, e anche se il suo viso aveva un'espressione agitata, era bello come sempre.

“Sai perché Seth mi ha confidato i suoi sentimenti per Jessica?”

La sua voce la risvegliò bruscamente dai suoi pensieri. Scosse la testa, anche se la domanda di lui non aveva necessariamente bisogno di un sì o un no.

Lui prese un sorso prima di continuare. “Eravamo seduti nel salotto di Jessica e vi ascoltavamo ridere e chiacchierare in cucina. Io pensavo a quanto fossimo fortunati ad avere delle donne così nelle nostre vite, e Seth deve avermi letto il pensiero, perché mi ha detto la stessa cosa.”

Non stava guardando da nessuna parte, e Pomona avrebbe voluto che posasse gli occhi su di lei mentre parlava.

“Non ci è voluto molto prima che ci mettessimo a vantarci, a raccontare storie e storie su quanto fossero meravigliose le nostre ‘ragazze’. Non mi ci è voluto molto per capire che stavo parlando ad un uomo nella mia stessa situazione. Ne abbiamo discusso e abbiamo cercato di incoraggiarci, ma c'è un motivo se sono un Ravenclaw, Mona. Sono sempre stato così.”

Finalmente lui le rivolse lo sguardo, ma lei era troppo emozionata per rispondere.

“Capisci, anche solo tentare una cosa simile, non importa quanto sarebbe meraviglioso in caso di successo, quando è possibile, anzi, probabile che perderai ciò che più conta nella tua vita... non potevo risolvermi... correre il rischio quando avrei potuto pagarla con...”

Tacque e distolse gli occhi. Pomona respirò profondamente e cercò di scacciare le lacrime strizzando le palpebre. Lui era stato onesto con lei; era il suo turno di esserlo.

“Credevo che non l'avrei mai detto né a te né a nessuno, mai, ma poi quella sera a Edimburgo, Jessica l'ha capito. Ancora non so come abbia fatto, ma quella donna ha delle facoltà deduttive incredibili.” Sorrise al ricordo, e più ancora quando vide che lui la stava guardando felice. “Allora, cosa faremo?”

Lui si alzò e allungò la mano per aiutarla a fare altrettanto.
“Beh, per prima cosa penso che dovresti di nuovo cambiarti d'abito, mentre io mi dò un pizzicotto per assicurarmi che sia tutto vero.” Lei alzò gli occhi e ridacchiò, malgrado se stessa, sentendosi ancora una volta, e più che mai, adolescente. “Poi abbiamo una festa a cui partecipare. Dopodiché... chi lo sa?”

Pomona corse in camera e si cambiò in un batter d'occhio, ripensando a quanto era stata gelosa di Seth e Jessica nei giorni successivi alla loro dichiarazione.

Filius poteva non sapere cosa fare dopo la festa, ma lei aveva qualche idea carina su come cominciare...


THE END





NdT

Sprinks sarebbe davvero felice se lasciaste una recensioncina... ^_^
A proposito, se bazzicate nel mio profilo vi sarete accorti che la situazione "lui regala un vestito a lei" ricorra anche in una mia fic (Like A Mother, capitolo 3)... In realtà è assolutamente impossibile che io o Sprinks abbiamo preso ispirazione l'una dall'altra perché:
1) Io ho scritto e pubblicato quel capitolo prima che lei la scrivesse,
2) Lei non sa leggere l'italiano.
Perciò abbiamo, semplicemente, una fantasia molto simile. Anzi, più che altro intendiamo la coppia nello stesso modo!

Alla prossima,

la traduttrice-in-erba Saki


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