Charming Roots, She Wrote di OSUSprinks (/viewuser.php?uid=52318)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 1 *** capitolo 1 ***
CHARMING ROOTS, SHE WROTE
Pomona si sedette in un
séparé
in un angolo del caffé quasi vuoto, aspettando una cara
amica
che arrivava da molto lontano. Avevano cominciato a scriversi dopo che
Jessica aveva letto uno dei suoi libri pubblicati nel mondo Babbano e
l'aveva contattata, considerandola come una delle migliori esperte di
botanica, chiedendole dei consigli sull'argomento per un romanzo giallo
che stava scrivendo. Le due erano rimaste semplici conoscenti fino a
una decina di anni prima. Quell'estate, Pomona aveva deciso di andare
in vacanza negli Stati Uniti e si era imbattuta in Jessica a New York,
mentre comprava dei souvenir. Quell'incontro casuale si era trasformato
in un pomeriggio di shopping insieme e poi una cena che
suggellò
la loro amicizia, poiché entrambe scoprirono di godere la
reciproca compagnia.
Supponeva
che allora non avrebbero approfondito la loro conoscenza
così velocemente se la cameriera del locale, quella povera e
gentile ragazza, non fosse stata uccisa quella stessa sera. Pomona
aveva capito che la ragazza era una strega, ma non aveva potuto
rivelarlo alla polizia, né tantomeno a Jessica.
Una volta
che l'omicidio era stato risolto - l'assassina era la sorella Babbana
della ragazza, che in apparenza era gelosa del fidanzato della
cameriera e Pomona indovinò che fosse altrettanto invidiosa
dei
suoi poteri magici - Jessica l'aveva invitata nella sua
città di Cabot Cove, nel Maine, per rimettersi in sesto dopo
essere state in pericolo, in quanto entrambe si erano spinte un po'
troppo oltre per arrivare alla verità.
Le due
donne da allora erano rimaste molto unite. Si erano tenute in
contatto per lettera, durante gli ultimi dieci anni, ma sfortunatamente
erano riuscite
a vedersi poche volte.
Pomona era stata piacevolmente sorpresa di scoprire che Jessica sarebbe
stata in Scozia per far visita ad un'amica di Scotland Yard. Le aveva
scritto per sapere se sarebbe riuscita ad incontrarla a Edimburgo per
cenare insieme. Naturalmente, non poteva sapere quant'era facile per
Pomona andare e venire, ma quello doveva restare un segreto.
Aveva
preso la Metropolvere fino a Edimburgo quella mattina, insieme a
Filius. Gli aveva accennato della visita e lui si era offerto di
accompagnarla siccome aveva degli affari da sbrigare con altri maghi
che vivevano in città. Si era persino assicurato che
giungesse
sana e salva al ristorante e sarebbe venuta a prenderla dopo cena.
Filius.
Pomona
sospirò pensando alla relazione con quello che era il suo
più caro amico. Cosa doveva fare?
“Pomona!”
Era così concentrata nei suoi pensieri, che non aveva visto
Jessica entrare.
“Jessica
cara! Come sta la mia scrittrice preferita?”
Jessica
rise con semplicità mentre si abbracciavano e prendevano
posto
nel séparé. Fecero subito le loro ordinazioni e
si
sbarazzarono presto dei convenevoli, aggiornandosi sulle rispettive
vite mentre cenavano. Fu solo quando i piatti furono vuoti,
centellinando i loro drink, che Jessica le chiese cosa la turbasse.
“Adesso
perché non mi dici come mai avevi un'aria così
triste quando sono entrata?”
“Triste?
Non so che vuoi dire.” sorrise Pomona, ben poco convincente.
“Beh,
diciamo pensierosa.” Jessica rifletté un poco
e decise di non pressarla troppo. “Non sei obbligata a
parlarmene, ma spero che ti confiderai con qualcuno. Sono sicura che
Filius-“
A Pomona
andò di traverso la bibita e quasi soffocò.
“E' proprio da te, Jess, tirare una freccia nel buio e
riuscire a
colpire la mela.”
Ora la sua
curiosità era alle stelle e non si poteva più
tornare indietro. Non è che volesse obbligare Pomona a
parlargliene, ma non c'era niente di male.
“Ha a che fare proprio con Fil? Ma è il tuo
migliore
amico. Se ha fatto qualcosa che ti ha ferito, sono sicura che non
intendeva...”
“E'
proprio il contrario. Sono io la causa del problema...
cioè...”
Ora
Jessica era davvero perplessa. Era sempre stata contenta del fatto
che
Pomona capisse il suo rapporto con Seth, in quanto lei aveva un
rapporto simile con uno dei suoi colleghi. Aveva persino incontrato
Filius in un paio di occasioni e una volta superata la sorpresa della
sua bassa statura, particolare a cui Pomona non aveva mai
accennato, l'aveva
trovato affascinante, estremamente intelligente e perché no,
un
gran bell'uomo. Era ovvio che a Pomona piacesse così tanto.
Osservò l'amica, riflettendo nel frattempo sulla sua
relazione
con Seth. All'improvviso capì.
“Sei
innamorata di lui, non è vero?” L'aria
frastornata di Pomona era tutto quello che le serviva per capire che
aveva proprio colto nel segno. Ora che conosceva il segreto, non sapeva
che altro dire. Era troppo simile alla sua esperienza per poterle dare
un consiglio. “Mi dispiace. Non avrei voluto costringerti ad
ammetterlo.”
“Si
nota così tanto?”
“Solo
perché lo sono anch'io.” Pomona naturalmente
non capì, così continuò dopo una breve
esitazione.
“Pensavo proprio che tra me e Seth e te e Filius
c'è una
situazione simile. Poi mi sono resa conto che è proprio l'identica situazione!
“Dunque, cosa
dobbiamo fare?”
“Se
lo sapessi, sarei a casa adesso.”
Rimasero
in silenzio per un po', ognuna persa nei suoi pensieri. Finalmente
Jessica parlò.
“Stavo
quasi per dimenticarmene. Vorrei invitarti nel Maine per
questo Natale. Penso che tu abbia proprio bisogno di staccare per un
po'.”
Pomona
sorrise, sapeva quanto Jessica fosse preoccupata di saperla
trascorrere il Natale sola. Sua madre era morta subito dopo il Natale
dell'anno precedente, e siccome era figlia unica, per la prima volta si
trovava senza una famiglia con cui passare le vacanze.
“Sarebbe
carino, Jess. Quando di preciso?”
“Pensavo
che potessi arrivare qualche giorno prima di Natale: puoi restare fino
a
Capodanno, se ti fa piacere. Avevo pensato di invitare anche Filius, ma
forse per te non è una buona idea.”
“No,
fai pure, se vuoi invitalo. Veramente, sarà qui tra
poco, visto che siamo venuti insieme in città. Poco fa mi ha
detto che gli
piacerebbe visitare il Maine, e comunque avevamo già
programmato di andare in vacanza insieme.”
“Parla
del diavolo...” disse Jessica non appena vide Filius
che si avvicinava al loro tavolo. Il ristorante si era fatto
più affollato durante la cena, ma si era svuotato nuovamente
mentre loro conversavano. Oltre a loro era rimasta solo una coppia
anziana nel locale: seduti sullo stesso lato del tavolo, che si
tenevano per mano mentre aspettavano il conto. Si sentì
rimescolare due volte mentre li fissava, una volta perché
non
aveva potuto vivere quei momenti con Frank e un'altra perché
avrebbe voluto che tra lei e Seth fosse così. Si chiese se
Pomona
stesse pensando la stessa cosa, vedendo che l'amica aveva notato la
coppia prima di voltarsi a salutare Filius.
Erano
passati quasi due mesi da quella cena con Jessica, e Filius e
Pomona si accingevano a imbarcarsi su quello che sembrò loro
l'aereo più piccolo del mondo, se aereo si poteva chiamare.
Sembrava un giocattolo, in effetti. Pomona si sentì
male
solo a vederlo.
“Filius,
non so se posso farcela.”
Avevano
utilizzato il consueto trasporto magico intercontinentale fino
al Maine, ma non c'era stato modo di aggirare l'offerta di Jessica che
un suo amico, il pilota locale, li accompagnasse in volo fino a Cabot
Cove. Lei e Seth li avrebbero attesi alla pista d'atterraggio.
“Pomona,
non eri mai stata su un aereoplano prima? E l'altra
volta, come sei arrivata qui?” Aveva notato che lei stava
diventando verdognola al pensiero di salirci sopra.
“Ho
detto a Jessica che mi sarei arrangiata da sola per il
viaggio e ho usato una Passaporta all'Ambasciata. Erano più
che
contenti di aiutarmi dopo quell'incidente con la ragazza.”
“Incidente? E' così
che chiami un tentativo di omicidio nei tuoi confronti?”
Lei
sentì il suo umore peggiorare man mano che lo stress di
quella giornata cominciava a farsi sentire.
“Filius,
che sarà mai! Sarei stata capace di
fermarla con...” Notò con la coda dell'occhio che
il
pilota camminava verso di loro ed era a portata d'orecchio.
“Un certo movimento che tu
stesso mi hai insegnato. Non sono mai stata davvero in
pericolo.”
Si interruppe mentre il pilota aiutava lei e Filius a salire
sull'aereo.
“So prendermi cura di me stessa, sai! Non sono
così
sprovveduta!”
Filius
sorrise e le prese la mano dopo essersi allacciato la cintura.
“Non ho mai creduto che lo fossi, cara. Avevo solo bisogno di
tenerti la mente occupata per riuscire a farti salire
quassù; e
farti arrabbiare mi sembrava il modo migliore per farlo. Sono contento
che abbia funzionato.”
Lei non
sapeva se arrabbiarsi o essergli riconoscente, poi
ridacchiò, perché quella situazione era davvero
buffa.
Prima che se ne rendesse conto,
stavano atterrando, ancora tenendosi per mano, e si incontrarono con
Jessica e Seth.
Gli uomini
erano impegnati a sistemare le valigie nel bagagliaio,
costringendo subito Pomona e Jessica ad entrare in macchina
perché stessero al riparo dalla neve. Immediatamente le due
cominciarono a parlare di cose che Seth e Filius non dovevano ascoltare:
“Jessica,
ti dico che mi sentivo come una scolaretta! Non
riuscivo a pensare a nient'altro che la sua mano nella mia per tutto il
volo. Sono troppo vecchia per provare sentimenti del genere.”
“Se
fosse vero, nessuna di noi due si troverebbe in questa
situazione.” Jessica rise e Pomona la imitò, ma
non
poté rispondere perché Filius e Seth entrarono
nell'auto.
“Sta
cominciando a venir giù forte adesso, si
fa
più fitta. E' una buona cosa che vi tratteniate un po'.
Potrebbe
volerci parecchio a smettere.”
“Vuoi
dire che potremmo restare chiusi in casa per via della
neve?” Pomona non aveva mai pensato ad una simile
eventualità.
“Oh
Seth, tu stesso dici sempre che i meteorologi si sbagliano di continuo.
Non ti preoccupare, se accadrà sono preparata ad
affrontarla, ma ne dubito.”
“Che
dire, almeno se succede sarò in buona compagnia.”
Filius sorrise a Pomona e il disagio di lei scomparve.
“Hai
ragione Fil, e dopo tutto, è una nuova esperienza per me.
Potrebbe essere divertente!”
Erano
trascorsi tre giorni dal loro arrivo, e la novità di stare
rinchiusi per colpa della neve aveva perso tutto il suo fascino
già verso la metà del secondo giorno. Pomona era
diventata
un'Erbologa per una ragione: amava stare all'aperto, e sapere di non
poter uscire di casa la stava facendo leggermente impazzire.
Seth li
aveva lasciati a casa di Jessica ed era corso a casa, sperando di
arrivare prima
che il tempo peggiorasse ancora. Era stato via solo un'ora quando
apparve di nuovo alla porta, tremante e bagnato, con una valigia in
mano. La neve aveva fatto inclinare pericolosamente sul suo tetto un
albero del cortile. Avrebbe fatto meglio a restare lontano da casa
finché qualcuno non avesse tagliato l'albero e messo in
salvo la
casa, e chissà quando sarebbe potuto succedere con quel
tempo.
Pomona si era accorta che Filius era stato lì lì
per
offrire il suo aiuto prima di rendersi conto che non poteva fare nulla
senza rivelare il loro segreto.
Così
erano solo loro quattro, seduti intorno al caminetto.
Filius
aveva riscaldato leggermente con la magia le coperte che portavano
sulle gambe, abbastanza per tenerli al caldo, ma non tanto da far
stupire Jessica e Seth. Pomona non aveva nemmeno più voglia
di
parlare: sembrava proprio che non ci fosse
più nulla di cui parlare, veramente. Solo una
cosa avrebbe
desiderato dire: che era una strega, che Filius era un mago, e sarebbe
bastato prendersi tutti per mano per trovarsi in qualche posto
caldo, al
sole, e quel che era più importante all'aperto, in un batter
d'occhio.
“Filius,
non credo di averti mai chiesto che cosa insegni. So che
tu e Pomona lavorate insieme, ma non mi è mai venuto in
mente di
domandartelo.” Era chiaro che l'umore di Jessica era migliore
del suo e desiderava ancora conversare amabilmente.
“Già,
lavoriamo insieme, ma io nelle serre farei
più danni che altro. In realtà insegno
Latino.”
Pomona non l'aveva mai sentito descrivere il suo lavoro a dei Babbani e
la sua risposta le piacque. Era vero che insegnava agli studenti anche
il significato del nome degli incantesimi, quindi non era proprio una
bugia.
“Latino
e giardinaggio? Avete proprio una scuola interessante!” Seth
sorrise, e anche se Pomona si risentì un po' per il commento
sul giardinaggio, decise di soprassedere.
“E'
un lavoro leggermente più impegnativo che semplice
giardinaggio, Seth. Pomona ha a che fare con piante molto pericolose,
per non parlare delle sue ricerche e dei saggi che scrive nel tempo
libero.
I suoi studenti sono fortunati ad avere un'insegnante così
piena
di talento come lei.” Filius continuò a
raccontare,
con le opportune cautele, dei suoi successi a Hogwarts e più
in
generale nel suo campo. Non lo aveva mai sentito parlare di lei con
tanto entusiasmo. Jessica teneva gli occhi su di lei con aria
compiaciuta, e quando si accorse che Pomona la stava guardando,
alzò un sopracciglio e le strizzò l'occhio.
“Sono
sicura che Seth
non volesse offendere nessuno, Filius, e se l'ha fatto ho la punizione
perfetta per lui.” Si alzò, ripiegando la coperta
prima di
posarla sul divano dove era stata seduta vicino a Pomona. Si
girò verso
Seth e sorrise: “Mi aiuti a mettere insieme la
cena?”
Lui si
scusò brevemente con Pomona prima di raggiungere Jessica
in cucina.
Filius andò ad attizzare il fuoco, poi fece meravigliare
Pomona
andandosi a sedere proprio accanto a lei sul divano. Si
chinò a
bisbigliarle all'orecchio:
“Anche
tu ti senti soffocare qui al chiuso, o è solo a me
che capita?”
“Puoi
dirlo.” Sentì Jessica che rideva in cucina e
gli sghignazzi di Seth subito dopo. “Loro non sembrano avere
così tanti problemi.”
Filius si
avvicinò ancora di più and Pomona
sentì
le guance avvampare. Le mancava l'aria e la claustrofobia non c'entrava
nulla. Non
riusciva nemmeno più a fingere di non notare il fatto che
lui le
stesse così vicino e la sfiorasse.
“Beh,
loro ci sono già stati in questa situazione. Poi
penso che li aiuti il fatto che lei sia attratta da lui, e Seth sia
innamorato di lei.”
“Davvero
lo pensi?” Non era sicura di desiderare che lui
fosse così perspicace quando si trattava di lei oppure no.
“Tu
non te ne sei accorta? E' così ovvio. Mi sorprende che loro
non l'abbiano ancora capito l'uno dell'altro. Forse io posso dirlo con
certezza perché Seth me l'ha confessato oggi, mentre tu
aiutavi
Jessica a preparare il pranzo.”
Jessica
stava in piedi incollata alla porta socchiusa,
sbirciando Filius che si avvicinava a Pomona sul divano.
D'improvviso, Seth si mise proprio dietro di lei, e le
sussurrò
all'orecchio:
“Donna,
cosa credi di fare?”
Si
girò verso di lui, sbattendo la porta. Lui indossava il
suo grembiule rosa preferito e le era così vicino, che
poteva
sentire il suo respiro sulla pelle.
“Li
stavo solo guardando.” Lui piegò la testa e le
indirizzò quello sguardo, così tanto "Seth", e
lei seppe
che doveva dirgli ciò che sapeva. “Lei lo ama. Me
l'ha
confidato quando
siamo state a cena insieme a Edimburgo. Stavo provando a capire cosa
lui senta per lei.”
“Beh,
è abbastanza facile. Chiediglielo.”
“Seth,
non posso.”
“Io
gliel'ho chiesto, invece! Le vuole bene. Torniamo alla zuppa,
d'accordo?”
Seth
tornò silenziosamente ai fornelli e prese a
mescolare il contenuto della pentola.
“Sì,
di sicuro le vuole bene; è il suo migliore
amico. Ma volevo proprio capire se è innamorato di
lei.”
Lei lo
raggiunse e si appoggiò al piano di lavoro accanto al
fornello mentre parlava. Seth tirò uno dei suoi profondi
sospiri
e si voltò per trovarsi di fronte a lei, posando il
cucchiaio.
“Certo
che è innamorato di lei. Sa perfettamente che
è la donna giusta per lui, proprio perché la
conosce
così bene.”
Jessica
sobbalzò e stava per dirgli che anche loro due erano
così amici, ma rimase zitta mentre Seth continuava:
“Lei
è una donna brillante. Stanno bene insieme.”
Lei trattenne il respiro mentre lui si avvicinava. “Lei ride
ai
suoi scherzi e sa come prenderlo quando è di cattivo umore.
Lui
le sta vicino più spesso che può e vorrebbe stare
con lei
anche quando è lontano.” Le prese le mani e la
guardò in viso. E lei seppe che Seth non si riferiva
più
ai loro amici. “Lei è bella e ha i più
stupefacenti
occhi
azzurri che esistano e lui non desidera altro che starli a guardare per
il
resto della sua vita strampalata.”
Jessica
rimase immobile, ma con le palpebre
cercava di scacciare le lacrime. Alla fine fece un passo avanti e gli
fu accanto pur senza sfiorarlo. Lo fissò e sorrise.
“Castani,”
disse, e le lacrime fecero splendere ancora di più i suoi
occhi color dell'oceano.
“Cosa?”
“Pomona
ha gli occhi castani, non azzurri, e non credo che Filius
possa avere una vita strampalata nemmeno se ci provasse.”
“Va
beh, ho sentito quell'uomo parlare e parlare di lei tutta la mattina,
ma non è che lo ascoltassi
davvero tutto il tempo.”
Nessuno
dei due si era mosso. Lentamente piegò la testa verso di lui.
“Jess,”
sussurrò lui mentre le loro labbra si sfioravano.
Jessica
si era chiesta varie volte come sarebbe stato baciare ed essere
baciata da Seth Hazlitt. Aveva sempre immaginato che sarebbe stato
delicato e gentile con lei e lo fu, al principio. Fu come se
lui
esitasse, dandole l'opportunità di cambiare idea. Ma poi lei
gli
mise le braccia al collo e lui la prese per la vita, attirandola a
sé. La sua bocca si fece avida e ogni altro pensiero
abbandonò la sua mente.
Fu come se
fosse trascorso un tempo interminabile, ma il bacio finì in
pochi
istanti. Lui appoggiò la fronte sulla sua, continuando a
tenerla
stretta.
“Jess,
io-“
“Quello
era-“
Le
sfuggì un risolino mentre si chiedeva se sembrasse
così eccitata come si sentiva o felice come Seth appariva.
Anche
lui rise e lei pensò che da anni non lo vedeva
così
raggiante. Poi si chinò di nuovo a baciarla.
ooooooooooooooooo
Note della
Traduttrice:
Questa storia è stata scritta per l'Exchange di Natale del
forum CR Boards, lo scorso dicembre.
E' una delle mie preferite tra quelle scritte da Sprinks, soprattutto
per il crossover tra HP e "La signora in giallo", il cui nome originale
è "Murder, she wrote". Da qui il titolo, ricordando a chi
non lo sapesse già che "Charming Roots" è il nome
ahimé non ancora ufficiale del pairing Flitwick/Sprout,
inventato da jayejaye.
A presto per la seconda parte della storia!
Saki
|
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Capitolo 2 *** capitolo 2 ***
Pomona e Filius avevano smesso di
parlare per qualche minuto, fissando il fuoco del camino, ma la mente
di lei era tutt'altro che tranquilla. Lui aveva posato una mano sulla
sua, nello spazio che li divideva, e subito si era sentita di nuovo una
ragazzina. La cosa triste era che nemmeno quando era giovane ci sapeva
fare in queste cose. Se solo avesse saputo che cosa significava il
comportamento di lui! Ma l'unico amico a cui avrebbe potuto chiedere un
consiglio era proprio lui e non poteva certo parlargliene, ecco,
giusto? A meno che... Forse poteva e doveva. Non era
solita
nascondergli le cose. Forse era arrivato il momento di dire a
Filius che non le bastava più essere semplicemente sua
amica.
Erano adulti, dopotutto, e potevano gestire la situazione, a
prescindere da ciò che lui provasse o non provasse per lei.
Con questa intenzione si girò verso di lui, ma
non appena
incrociò il suo sguardo la sua determinazione si
indebolì. Ci vollero ancora un bel po' di battiti accelerati
per
raccogliere il poco coraggio che aveva e farsi avanti. Dopotutto, erano
troppo amici perché accadesse qualcosa di davvero spiacevole.
“Filius, io-“
Ci fu un rumore fortissimo e un grido dalla cucina. Prima
che Pomona
potesse capire di che si trattasse, Filius era sulla soglia, con la
bacchetta sguainata.
“Filius!”
gridò mentre correva fuori dalla stanza, ma il danno era
già fatto. Il pavimento era completamente coperto di zuppa
bianca, cremosa e fumante. Il pentolone giaceva su un fianco dall'altra
parte della cucina. Jessica era per metà distesa sul
pavimento,
di fronte al fornello, e per metà aggrappata a Seth che la
circondava con le braccia per proteggerla. Tutti gli occhi erano
puntati su Filius, e più in specifico sulla sua bacchetta.
“Oh, Filius,” disse Pomona con un
sospiro
rassegnato. Sembrava shockato quanto Jessica e Seth.
“Non ho nemmeno pensato a ciò che
facevo. Ho
reagito come
durante la guerra.” Aveva il viso rosso e sudato a causa di
quella scarica di adrenalina.
Aiutò Jessica a rialzarsi, mentre Seth faceva da
sé. “State bene tutti e due?”
Annuirono, ma non staccavano gli occhi da Filius, che
lentamente
abbassò la bacchetta.
“Bene, perché non vi sedete e lasciate
che io e
Fil diamo
una ripulita a modo nostro? Potremo parlarne durante la
cena.”
Fece sedere Jessica al tavolo della cucina mentre tirava fuori la
bacchetta.
L'ultima volta che aveva usato la magia davanti a dei
Babbani era stato
per salvarsi la vita, e ora stava usando semplici incantesimi per
pulire.
Rimise a nuovo i vestiti di Jessica e poi quelli di Seth, mentre Filius
si sbarazzava della zuppa che si era sparsa per tutto il pavimento.
“Jess,” disse finalmente Seth,
“sto
sognando, o forse
ho solo battuto la testa troppo forte quando sono inciampato?”
“No, Seth, penso che…” Pomona
riusciva
quasi a
vedere i suoi pensieri roteare confusi, mentre tentava di fare i conti
con quella strana
realtà. “Penso che sia vero.”
Pomona si sedette a tavola con gli altri. Pensò
che fosse un
buon segno il fatto che non mostrassero di avere paura di lei. Filius
sembrava ancora sconvolto e capì che ce l'aveva con se
stesso, ma lei non era affatto turbata. Francamente era sollevata dal
fatto di essere usciti allo scoperto, e poteva smetterla di controllare
ogni sua minima mossa mentre erano intrappolati in casa!
“Sono... sono una strega. Filius è un
mago. So che
suona
come una follia, ma è la verità. In effetti
insegniamo in
un collegio, ma è una scuola per figli di maghi.”
Filius era seduto vicino a lei e le posò una mano
sul
ginocchio,
sotto il tavolo. “Ed è vero che insegno Latino, ma
solo
per far capire ai miei studenti il significato dei nomi degli
incantesimi, durante le lezioni teoriche.”
Jessica continuava a tacere, ma sembrava piuttosto calma.
Seth era
tutto un
altro paio di maniche. Il suo viso si stava facendo violaceo e sembrava
arrabbiato.
“Ci stai dicendo che sei davvero una strega? Una
di quelle
con il
cappello a punta, che cavalca una scopa e lancia incantesimi?”
Pomona guardò Filius come a cercare aiuto e lui
le diede una
strizzata al ginocchio per rassicurarla.
“Come hai visto sappiamo fare magie. Non viaggiamo
più su scope
domestiche perché il nostro Ministero lo considera
pericoloso,
ma esistono scope incantate appositamente. E sì, di
solito
indossiamo cappelli a punta e quel genere di abiti che
immagini.”
“Possiamo vederli?” domandò
Jessica.
“I nostri vestiti? Non ho portato nulla con me,
Jess. Ci sono
leggi che ci vietano di rivelare ai Babbani - intendo i non maghi
- dell'esistenza della magia. Non ci è consentito farvi
notare
che siamo diversi da voi, nell'aspetto o in qualsiasi altro modo.
Potremmo trovarci in un mare di guai per il fatto di praticare
la
magia davanti a voi.”
“Va bene, 'Mona, però puoi trasfigurare
i vestiti
che indossi ora.”
Il problema le sembrò ancora più grave
rispetto
al pensiero che Seth o Jessica potessero rivelare il loro segreto:
si sentiva in imbarazzo. Era chiaro che
Filius stava provando ad alleggerire l'atmosfera, ma questo non aiutava.
“Filius, non mi mettere in difficoltà.
Lo sai che
non sono mai stata brava in Trasfigurazione.”
“Allora immagino che dovrò farlo per
te.” Sorrise ancora, e le fece cenno di alzarsi in piedi.
Per un attimo, fu come se i due fossero soli nella stanza.
Lui le
sorrideva, un sorriso così ampio che le chiedeva di fidarsi
di
lui e a cui lei non poteva resistere. Fece spallucce, si
alzò e chiuse gli occhi.
Jessica notò come Filius guardava Pomona. Seth
aveva
ragione; si poteva
vedere l'amore che brillava nel suo sguardo. Lei aveva chiuso gli occhi
e aspettava che lui... beh, che facesse cosa doveva fare.
Faceva ancora un po' fatica a credere che ciò che
le avevano
detto fosse vero, anche dopo aver visto Pomona ripulire i suoi vestiti
dalle macchie di zuppa. Aveva sempre pensato
che Pomona avesse "qualcosa in più", qualcosa di diverso, ma
questo andava oltre ogni immaginazione.
Filius alzò la sua... beh, la sua
bacchetta magica,
supponeva, e la puntò verso la sua amica. La
agitò un
poco e successe qualcosa di strabiliante. Se non l'avesse visto con i
suoi occhi, non avrebbe mai creduto che potesse accadere.
Non ci fu un crescendo di musica, né uccellini o
topi, e di
sicuro né mulinelli di polvere né fumo. Fu
semplicemente
come se gli abiti di
Pomona si allargassero, cambiassero colore e si rimodellassero nel
vestito più stupefacente che Jessica avesse mai visto.
Era color rosa pallido e sembrava quasi brillare alla luce
del sole. La
scollatura e il corpetto segnavano le sue curve nei punti giusti,
mentre la lunga gonna la faceva sembrare più alta e
snella.
Le maniche ridotte al minimo lasciavano spazio a guanti quasi
trasparenti, lunghi, dello stesso colore del vestito. La fascia alla
vita, altrettanto diafana, formava
uno strascico che sembrava fluttuare dietro di lei. Il cappello alto, a
punta, senza tesa, le stava a
pennello. I suoi capelli lunghi fino alle spalle erano sciolti -
Jessica non li aveva mai visti così - e arricciati in modo
perfetto attorno al viso.
Se era così che andava vestita ogni giorno,
immaginò
Jessica, allora non aveva molta libertà di movimento, ma
poi,
guardandola, pensò che ne valesse la pena. Si
chiese se questa era l'immagine che Filius aveva sempre avuto di lei.
Poi un pensiero un po' più razionale le
attraversò la mente. Quella mise mozzafiato non
era il risultato di
ore passate dietro a una macchina per cucire, ma di pochi colpi di
bacchetta. Il fatto che le stesse così bene non era dovuto a
spilli e prove e modifiche, ma alla fantasia di un uomo
che conosceva fin troppo bene il suo corpo, che non poteva considerarla
soltanto un'amica.
“Oh, Pomona.” Jessica vedeva in quel
vestito quanto di più simile
ci fosse ad una confessione d'amore silenziosa, e non vedeva l'ora di
vedere come lei avrebbe reagito.
Pomona
aprì gli occhi e sorrise a Filius prima di abbassare lo
sguardo.
Jessica vide quel sorriso svanire e la sua espressione farsi
più
seria che mai mentre guardava il suo abito.
“Io... io non so che dire. Non ho mai indossato
niente di
simile prima. E' troppo bello.”
Jessica fece un gesto per contraddirla, ma Seth fece un
gesto per
permettere a Filius di parlare per primo.
“Vuoi dire che non è bello abbastanza,
spero. Ma
allora, penso che nulla possa essere bello
abbastanza.”
Continuava a guardarla con desiderio e a Jessica venne la pelle d'oca.
Si chiese se era così che
sembravano lei e Seth: e sperò che lo fosse.
Pomona si voltò verso di lei, con le lacrime agli
occhi.
Stava
cercando disperatamente una via d'uscita, era ovvio, e desiderava che
Jessica l'aiutasse.
“Spero che tu non insegni vestita così.
I tuoi
studenti si
distrarrebbero troppo.” Jessica le strizzò
l'occhio,
sorridendo.
“Di solito, quando sto nelle
serre, indosso dei
semplicissimi abiti da
lavoro di color
marrone. Niente di così elegante, ti
assicuro.”
Pomona
guardò giù ancora una volta,
chiedendosi che cosa Filius
avesse pensato di fare. Si sentiva una di quelle principesse uscite da
una fiaba Babbana e
per la prima volta nella sua vita si vide bella e...
Guardò Filius negli occhi per avere la conferma di quella
sensazione, prima di osare darle un nome. Sì, eccolo, il
calore,
ecco l'amore che provava dentro.
Nell'istante in cui credette di ardere dalla gioia, si
sentì
bussare. Tutti sobbalzarono e volsero
lo sguardo alla porta. Seth fu il primo a riscuotersi:
attraversò l'ingresso e aprì la porta mentre
Filius
ritrasformava velocemente i vestiti di Pomona.
“Seth, dove sei stato? La signora Seibert mi ha
mandato a
cercarti per tutto il paese. Era sicura che stessi da qualche parte a
morire dal freddo dopo che quell'albero si è schiantato fin
dentro casa tua!”
“DENTRO CASA MIA?” Seth
impallidì e
Jessica gli
porse una sedia mentre presentava lo sceriffo a Pomona e Filius.
“Amos, questi sono i miei
amici…”
Pomona sprofondò nella sua poltrona preferita,
felice di
essere
di nuovo a casa dopo più di una settimana passata
all'estero.
Jessica and Seth avevano provato a convincerli a restare per Capodanno,
ma lei e Filius avevano già deciso di tornare in tempo per
la
festa ad Hogwarts e i loro piani non erano cambiati, specialmente dopo
essere stati per tre giorni chiusi in casa con una bufera di neve.
Nel Maine si era divertita, ma quella vacanza le aveva dato
parecchio
da pensare. Una volta che quel momento speciale era stato spezzato da
Amos e dalle sue terribili notizie sulla casa di Seth, tutto
era
tornato come prima. Cioè, lei e Filius erano
rimasti come prima, mentre Seth e Jessica si erano trasformati in
giovani innamorati, e baciandosi furtivi ogni volta che pensavano
di non essere visti. Era felice per Jessica, ma
ugualmente
non poteva
fare a meno di sentirsi presa in giro.
Jessica aveva tentato in tutti i modi di convincere Pomona a
rivelare a
Filius i suoi sentimenti, ma alla fine lei non era riuscita a farlo.
Non era una cosa facile da tirare fuori in una conversazione. Ma adesso
non c'era tempo per pensarci, erano tornati a casa e per vari problemi
con le passaporte e la dogana, ora aveva poco più di un'ora
per
darsi una rinfrescata e prepararsi per la festa. Non aveva nessuna
intenzione di pensare a Filius anche un solo minuto. Una volta al
ricevimento, tutti le avrebbero chiesto del viaggio e lei avrebbe
dovuto fingere di non aver rivelato il loro segreto a Jessica e Seth...
oltre a far finta che Filius non l'avesse fatta sentire...
“No, non devi pensarci!” si
rimproverò.
Si costrinse a lasciare la comoda poltrona e ad entrare
nella stanza da
bagno, si spogliò e gettò i vestiti nel cesto dei
panni
sporchi. Entrò nella doccia ed aprì l'acqua
calda, con la
speranza di placare la tensione che sentiva alle spalle. Mentre si
faceva lo shampoo, pensò a cosa indossare - giusto per non
lasciar vagare la mente su qualcos'altro.
Il suo abito preferito era color verde chiaro e cioccolato,
ma lo
indossava spesso e voleva mettere qualcosa di diverso per quella sera.
C'era quello giallino che sua madre le aveva regalato per il compleanno
l'anno prima di morire... non l'aveva mai indossato, ma non c'entrava
nulla col fatto che fosse il suo ultimo regalo: piuttosto era
perché aveva la scollatura alta ed era troppo
largo, la
faceva sembrare più vecchia. Rimaneva quello
semplice e nero. Niente di speciale, ma almeno le faceva dimostrare la
sua età.
Dopo essersi decisa a quel riguardo, scelse a caso uno dei
tanti
docciaschiuma sul ripiano. Non appena aprì il flacone,
gemette.
Caprifoglio, naturalmente.
La fragranza preferita di Filius, naturalmente.
Ecco che pensava di nuovo a lui... figurati!
Con un sospiro rassegnato, finì di farsi la
doccia. Dopo
essersi
asciugata indossò la vestaglia ed entrò in camera
da
letto per vedere se c'era bisogno di una stiratina, e se doveva
ricorrere agli elfi domestici finché era in tempo.
“Ma che cosa...” In mezzo al suo letto
c'era un
grande pacco rivestito
di carta natalizia rossa e verde. Provò ad immaginare chi
poteva averle
lasciato un regalo simile e se si trovasse ancora lì.
L'unica persona che conosceva la parola d'ordine per
entrare, oltre al
Preside per le emergenze,
era Filius, e quando vide che aveva firmato il biglietto, si
rilassò un poco.
Pomona,
Consideralo come un regalo di Natale in ritardo.
L'ho fatto per te, dopotutto.
tuo,
Filius
Pomona
strinse il biglietto al seno per un po'. Non appena l'aveva letto aveva
già capito di cosa si trattasse, ma non riusciva a crederci.
Appoggiato il biglietto sul comodino, sciolse i nastri e
aprì la
scatola.
Dentro, l'abito che Filius aveva creato per lei era ripiegato con
cura, stupendo come lo ricordava.
Pomona passò un dito sul ricamo di perline che
impreziosiva
il corpetto. Era davvero
il vestito più raffinato che avesse mai avuto. Pensare che
Filius
l'aveva creato per lei - non una volta, ma due - fu
abbastanza per
farle venire le lacrime agli occhi mentre lo toglieva dalla scatola e
lo appendeva all'armadio.
Si arricciò in fretta i capelli, ricordando come
stavano
quella sera.
Di solito metteva solo un po' di
lucidalabbra, ma quella sera ripensò agli anni trascorsi nel
dormitorio di Hufflepuff e agli incantesimi per truccarsi che aveva
imparato allora. Dopo aver regolato la tinta del fard –
né
il fucsia né il marrone le si addicevano - si
sentì
soddisfatta. Non era un trucco acceso, ma
considerato che di solito non lo portava affatto, si vide graziosa.
Appena un po' di colore sulle guance, del mascara per far risaltare gli
occhi e un rossetto neutro.
Sorrise al pensiero di quanto sua madre sarebbe stata fiera di lei. La
povera donna si era disperata quando si era accorta che la sua bambina
era più interessata a zappa e rastrello che ai pennelli per
il trucco.
Si sorrise allo specchio prima di prendere il vestito. Lo
indossò con cura, assicurandosi di non sgualcirlo o di non
staccare le perline. Annodò la fascia in un fiocco.
Calzò le sue scarpe preferite, color argento con il tacco
basso,
e si girò nuovamente verso lo specchio.
Era ancora là, quasi in lacrime, da non sapeva
quanto tempo,
quando udì bussare alla porta. “Avanti,”
disse
mentre si asciugava gli occhi, attenta a non rovinarsi il mascara.
Filius attraversò il soggiorno e si
fermò sulla
soglia della stanza da letto.
“L'hai indossato.” Rimase lì
a fissarla.
“Naturalmente. E' veramente il vestito
più bello
che abbia mai avuto. Grazie,” sorrise lei.
Per un momento, si specchiò nei suoi occhi, e lui
sorrideva
felice,
e di nuovo fu sicura di poter vedere e sentire l'amore, il suo amore
per lei. Ma quell'istante si ruppe, ancora una volta, quando lui fece
un passo indietro e abbassò lo sguardo.
“Non devi ringraziarmi. Tu meriti cose belle e non
ho mai
capito perché non te ne accorgi.”
Stava quasi per rimbeccarlo con la consueta leggerezza
riguardo al
proprio aspetto, ma si fermò. Era innamorata di quell'uomo e
da quello
che riusciva a capire guardando il vestito, lui, e nel suo
cuore...
anche lui la amava. In una settimana, per due volte era
arrivata vicina
a
parlargli dei suoi sentimenti. Da quando erano amici, quante altre
opportunità si era lasciata sfuggire? E quante altre gliene
avrebbe concesse il destino, prima che fosse tardi?
Lentamente iniziò a togliersi i guanti che aveva
appena
indossato. Si sfilò le scarpe e con pochi colpi di bacchetta
cambiò il suo bellissimo vestito nei consueti abiti
da
lavoro.
“Pomona, cosa stai facendo?” Sapeva che
l'avrebbe
sentita
mormorare gli incantesimi e non fu sorpresa della sua reazione.
“Abbiamo bisogno di parlare, e non posso discutere
di certe
cose vestita così,” spiegò.
Sorpassandolo, andò nell'angolo cucina. Si
versò un bicchiere di sidro e preparò un cherry soda
per Filius, poi posò i bicchieri sul tavolino davanti alla
grande finestra. Si sedette e fece cenno a lui di accomodarsi a sua
volta.
Sorseggiando la bibita, tentò di decidere da dove
cominciare
il discorso. Filius si schiarì la gola.
“Mi dispiace se quel vestito era... troppo. Non
volevo
imbarazzarti.”
“Non l'hai fatto, no, ed è davvero
stupendo, ma
io… Fil, devo
sapere che significato ha, prima di indossarlo per la festa questa
sera.” Di colpo si sentì di nuovo vicina alle
lacrime. Perché era così difficile?
Finalmente lui si sedette. Mosse la mano a cercare quella di
lei, ma
poi si fermò sul bicchiere. “E' solo un vestito,
Pomona. Non vuol dire nulla.”
Lei strinse più forte il suo bicchiere e
fissò il
liquido ambrato.
“Per me, significa molto”
mormorò,
“e quando i
nostri amici e colleghi lo vedranno, ho il presentimento che anche
loro avranno la stessa impressione che hanno avuto Seth e
Jessica.”
Lui taceva, e Pomona si prese il tempo di osservarlo. Non
c'era da
meravigliarsi di come fosse così difficile per lei,
specialmente quella
sera. Lui indossava il completo che a lei piaceva di più,
quello blu che gli evidenziava le spalle e la schiena, e anche
se
il suo viso aveva un'espressione agitata, era bello come sempre.
“Sai perché Seth mi ha confidato i suoi
sentimenti
per Jessica?”
La sua voce la risvegliò bruscamente dai suoi
pensieri.
Scosse
la testa, anche se la domanda di lui non aveva necessariamente bisogno
di un sì o un no.
Lui prese un sorso prima di continuare. “Eravamo
seduti nel salotto di Jessica e vi ascoltavamo ridere e chiacchierare
in cucina. Io pensavo a quanto fossimo fortunati ad avere delle donne
così nelle nostre vite, e Seth deve avermi letto il
pensiero,
perché mi ha detto la stessa cosa.”
Non stava guardando da nessuna parte, e Pomona avrebbe
voluto che
posasse gli occhi su di lei mentre parlava.
“Non ci è voluto molto prima che ci
mettessimo a
vantarci, a raccontare storie e storie su quanto
fossero meravigliose le nostre ‘ragazze’. Non mi ci
è voluto molto per capire che stavo parlando ad un uomo
nella
mia stessa situazione. Ne abbiamo discusso e abbiamo cercato di
incoraggiarci, ma c'è un motivo se sono un Ravenclaw, Mona.
Sono
sempre stato così.”
Finalmente lui le rivolse lo sguardo, ma lei era troppo
emozionata per
rispondere.
“Capisci, anche solo tentare una cosa simile, non
importa
quanto sarebbe meraviglioso in caso di successo, quando è
possibile, anzi, probabile che perderai ciò che
più conta
nella tua vita... non potevo risolvermi... correre il rischio quando
avrei potuto pagarla con...”
Tacque e distolse gli occhi. Pomona respirò
profondamente e
cercò di scacciare le lacrime strizzando le palpebre. Lui
era
stato onesto con lei; era il suo turno di esserlo.
“Credevo che non l'avrei mai detto né a
te
né a
nessuno, mai, ma poi quella sera a Edimburgo, Jessica l'ha capito.
Ancora non so come abbia fatto, ma quella donna ha delle
facoltà
deduttive incredibili.” Sorrise al ricordo, e più
ancora
quando vide che lui la stava guardando felice. “Allora, cosa
faremo?”
Lui si alzò e allungò la mano per
aiutarla a fare
altrettanto.
“Beh, per prima cosa penso che
dovresti di nuovo cambiarti d'abito, mentre io mi dò un
pizzicotto per assicurarmi che sia tutto vero.” Lei
alzò
gli occhi e ridacchiò, malgrado se stessa, sentendosi ancora
una
volta, e più che mai, adolescente. “Poi abbiamo
una festa
a cui partecipare. Dopodiché... chi lo sa?”
Pomona
corse in camera e si cambiò in un batter d'occhio,
ripensando a quanto era stata gelosa di
Seth e Jessica nei giorni successivi alla loro dichiarazione.
Filius poteva non sapere cosa fare dopo la festa, ma lei
aveva
qualche idea carina su come cominciare...
THE
END
NdT
Sprinks
sarebbe
davvero felice se lasciaste una recensioncina... ^_^
A
proposito, se
bazzicate nel mio profilo vi sarete accorti che la situazione "lui
regala un vestito a lei" ricorra anche in una mia fic (Like A Mother,
capitolo 3)... In realtà è assolutamente
impossibile che io o Sprinks abbiamo preso ispirazione l'una dall'altra
perché:
1) Io
ho scritto
e pubblicato quel capitolo prima che lei la scrivesse,
2) Lei
non sa
leggere l'italiano.
Perciò
abbiamo, semplicemente, una fantasia molto simile. Anzi, più
che altro intendiamo la coppia nello stesso modo!
Alla
prossima,
la
traduttrice-in-erba Saki
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