The vampire queen

di Bella_Swan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La decisione ***
Capitolo 2: *** Una nuova famiglia ***
Capitolo 3: *** The new family ***
Capitolo 4: *** Poteri ***
Capitolo 5: *** Maniacoooo! ***
Capitolo 6: *** Come cani e gatti... ***
Capitolo 7: *** Natale in famiglia ***
Capitolo 8: *** Scuola! ***
Capitolo 9: *** Gita in spiaggia ***
Capitolo 10: *** Loro ***



Capitolo 1
*** La decisione ***


tvq -Si svegli signorina-
-Ummmgr-
-Signorina i reali la stanno aspettando in sala da pranzo per la colazione, si svegli sono già le 8 .30 di mattina- Spiegò esasperata Cristy la mia cameriera e migliore amica.
-Ok ok, mi sto alzando!- Sbottai, nemmeno quella notte ero riuscita a dormire dopo la serata precedente che fra parentesi non mi ricordavo per via dell’alcol,  eh già ero una vampira un po’ speciale perché a differenza dei miei simili io potevo dormire e a quanto pareva l’alcol mi dava qualche problemino… Cristy continuava a ripetermi che la vita che facevo non era nel mio stile, lo sapevo bene io, ma dovevo in qualche modo convincere i miei genitori a non farmi sposare quel viscido di Lucius ed ero disposta a farmi odiare piuttosto che passare il resto della mia esistenza con quel deficiente.
-Tenga signorina metta questo per scendere- E mi passò una vestaglia si seta rosa che mi aiutò ad infilare.
-A proposito Cristy…-
-Si signorina?-
-Non chiamarmi più signorina, quante volte te lo devo ripetere? Sei la mia migliore amica!- Le dissi prima di dirigermi a passo umano verso la porta della sala da pranzo.
Appena la spalancai un odore dissetante mi invase e mi fece scattare come un trappola per topi addosso agli animali appena cacciati dalla nostra servitù.
-Alla buon ora cara- Mi salutò sarcasticamente mio padre che in piedi di fronte a me guardava sbalordito la scena che di certo non si addiceva ad una principessa.
Sollevai il capo lentamente facendo spuntare il più forzato dei sorrisi sapendo già delle condizioni in cui era ridotta la mia bocca avendo appena finito di fare “colazione”. Mamma e papà mi guardarono disgustati dalle mie poche buone maniere, quanto mi piaceva irritarli!
-Per piacere Isabel un po’ di contegno!- Mi rimproverò mia madre.
-Si certo mamma scusami tanto- Risposi il più acidamente possibile.
-Io e tuo padre volevamo informarti che avremo l’onore di pranzare con il principe Lucius e la sua famiglia oggi, quindi cerca di comportarti come si deve! Manca poco orami alle nozze, non vorrai mica fargli cambiare idea all’ultimo minuto vero tesoro?-
“Certo è lo scopo per cui sono stata messa al mondo!” Avrei voluto rispondergli, ma mi limitai ad acconsentire con un impercettibile movimento del capo.
Andai a rifugiarmi nella mia camera, dove mi stravaccai letteralmente sul letto ed incominciai a scervellarmi per trovare una soluzione alla mia tortura finchè i miei pensieri furono interrotti dallo scricchiolio della porta della mia stanza, saltai sul letto dallo spavento ma mi misi a ridere quando da dietro la porta sbucò il mio cagnolino Marcus, che mi saltò addosso e prese a leccarmi voracemente.
-Sai Marcus quanto vorrei scappare via da tutto questo, dalla mia casa, dai miei genitori e dai miei guai…- Una lampadina mi si accese in testa -… E lo farò!-
-Bauuu- "Sembra che Marcus sia d’accordo con me" pensai mentre lo facevo volteggiare in aria ridendo dalla felicità per la soluzione appena trovata.


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Capitolo 2
*** Una nuova famiglia ***


Ok ora che avevo deciso il da farsi occorreva una piano… Ma dove cavolo lo andavo a pescare un piano?? Dopo qualche minuto di meditazione un sorriso trionfante mi apparve in viso e l’unica parola che riuscii a pronunciare fu…
-Cristy!- Urlai a squarciagola per farmi sentire dall’interessata che si precipitò correndo in camera mia oppure dovrei dire volando perché inciampò nel tappeto e finì a gambe all’aria di fronte al mio letto con l’ampia gonna che indossava che le ricadeva sul volto. Dovevo dire che a volte anche se non raggiungerà mai il mio numero di cadute mi assomigliava molto!
Incominciai a ridere a crepapelle per la scena, ma dopo cinque minuti di risate Cristy spazientita mi interruppe.
-Ok ok basta ridere perché mi hai chiamata signor…- La fulminai all’istante -…Isabel?-
-Ho trovato il modo per non sposare quel cretino di miss perfezione! O almeno ritardare le     nozze…-
-Ah si? E quale sarebbe questo “modo”?-
-Semplicissimo! Insomma la soluzione ce l’ho sempre avuta davanti agli occhi! Che stupida che sono stata a non averci pensato subito, insomma avrei potuto evitare tutte quelle serate in sua compagnia che devo dire sono state…-
-Isabel?-
-Oh si giusto scusa a volte mi perdo in chiacchiere. Comunque ho deciso di scappare!- Dissi come se fosse la cosa più normale del mondo.
-Ma sei sclerata o cosa? Non puoi scappare di casa! Hai i tuoi doveri!- Incominciò a delirare Cristy.
-Lo so, lo so che ho i miei doveri, infatti ho intenzione di stare via il tempo necessario per fare annullare il matrimonio poi tornerò!- Le spiegai per calmarla.
-Ok…- Fece un sospiro e riprese a parlare –Anche se dovessi scappare per qualche tempo, dove andresti? Hai pensato che sei una ragazza sola, che avrà alle costole migliaia gli investigatori  che ti cercano e non hai nemmeno un posto in cui andare?-
-Si va bene, forse hai ragione, ma un posto lo troverò! E so anche già dove cercarlo!-
-Ma davvero? E dove dai, sentiamo!-
-In America!-
-In America? Ma ti rendi conto che è dall’altra parte del mondo?-
-Si cara ricordati che io la studio la geografia!- Risposi secca.
Mi guardò non sapendo bene se aiutarmi visto che era la mia migliore mica o dissuadermi dal farlo essendo la mia cameriera e consigliera di fiducia. Bhè magari non era ufficialmente la mia consigliera ma per me lo era.
Fece un respiro profondo e prima di aprire bocca mi guardò attentamente, sembrava che volesse leggere le mie emozioni e i miei pensieri.
-Ok, ti aiuterò.- Decise infine.
-Si si si si si si!!!- Mi misi ad urlare dalla felicità abbracciandola e facendo finta di ballarci insieme.
-Grazie ti voglio stra bene! Aspetta!- Di colpo il sorriso che avevo sul volto si spense e mi fermai a guardarla tristemente.
-Scusa, che c’è?- Mi chiese sorpresa dal mio repentino cambiamento d’umore.
-Quando io andrò via…- Mi bloccai per trovare le parole giuste –Quando io andrò via tu rimarrai qui!-
-Si certo non è una novità!- Rispose perplessa.
-Si che lo è, non ci avevo pensato… Non credo di farcela senza di te- La mia voce si affievoliva sempre di più ad ogni parola, fino ad arrivare ad un sussurro che per chiunque fosse stato umano sarebbe stato inudibile.
-Certo che ce la farai! Sei una ragazza coraggiosa e determinata non avrai nessun problema a cavartela da sola!- Cercò di consolarmi lei.
-Ok, e poi non starò via tanto!- Questa osservazione sembrava quasi la avessi detto per autoconvincermi che ce l’avrei fatta…
Mi vestii velocemente con un paio di jeans e una felpa vecchia e sgualcita per non dare nell’occhio e Cristy mi aiutò a preparare il più silenziosamente possibile una valigia con dentro tutto il minimo indispensabile: qualche vestito comodo, dei soldi e dei documenti falsi. Mi caricai tutto in spalla e saltai fuori dalla finestra senza farmi sentire pronta a partire verso l’ignoto della mia fuga.





Grazie ragazze dei vostri commenti mi fanno piacere^^
Ho già scritto 10 capitoli ed ogni giorno ne posterò uno...

becky cullen: Grazie mille!! Sei stata la prima delle mie recensioni, spero che questo capitolo ti suia piaciuto^^ alla prossima!

Only_a_Illusion: Mi fa piacere che come inizio ti sia piaciuto in effetti non era un gran che ma penso che nei prossimi capitoli io sia migliorata...Bhè staremo a vedere^^

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Capitolo 3
*** The new family ***


Erano orami tre settimane che vagavo tra le buie e piovose foreste americane dello stato di Washington senza sosta, a parte quelle poche volte in cui dovevo cacciare o avevo urgente bisogno di dormire.
Un giorno mentre passeggiavo lentamente in un bosco mi ritrovai ad intravedere una luce all’estremità della boscaglia, incuriosita mi misi a correre con le ultime forze che avevo e quando raggiunsi il punto luminoso non credevo ai miei occhi; un’enorme ed imponente villa torreggiava la vegetazione sottostante.
Rimasi per qualche minuto che a me sembrò un’eternità a contemplarla finchè una voce melodiosa e cristallina irruppe nei miei pensieri.
-Ciao!-
Mi voltai di scatto per capire da dove provenisse quella voce e mi trovai faccia a faccia con una ragazza non molto alta, con la pelle diafana e i capelli corvini, cori e scompigliati.
-C-Ciao- Risposi balbettando, non mi sarei mai immaginata di trovare una vampira sulla mia strada! Ma la cosa che mi colpì e che mi fece rimanere ammutolita erano i suoi occhi: color topazio, come i miei, infatti  la cosa che ancora meno mi aspettavo era incontrare una vampira “vegetariana” sulla mia strada. Bhè dovete sapere che noi ci definiamo vegetariani, non perché mangiamo frutta o verdura ma perché a differenza dei nostri simili invece di uccidere gli esseri umani per nutrirci, uccidiamo gli animali.
-Piacere io sono Alice e tu?-
-I-Isabella, ma chiamami pure Bella-
-Ok Bella sei di passaggio o hai intenzione di rim…- Si bloccò a metà della frase sconcertata, sembrava che non credesse hai suoi occhi!
-I tuoi occhi!- I miei occhi? Cosa avevano i miei occhi? O mio dio cosa avevano di strano?
-I miei occhi cosa? Mi fai preoccupare!-
-I tuoi occhi sn ambrati! T-Tu sei come noi!- Il tono incredulo della sua voce divenne improvvisamente vivace.
-S-Si sn ambrati e si sono come voi nel senso che non mi nutro degli umani se è questo che intendi…- Annuì impercettibilmente con il capo rimanendo con la bocca spalancata che immediatamente serrò in un sorriso complice.
-Hai intenzione di rimanere con noi me vero?-
-Con te?- Non capivo come poteva volermi con lei se non mi conosceva nemmeno? Un dubbio disastroso si fece strada in me… E se sapesse chi sono?
-Si con me … Se non sai dove andare puoi rimanere per qualche tempo nella mia umile dimora!- E indicò con un movimento del braccio la villa dietro di lei.
-Io non saprei… Non vorrei disturbare…-
-Ma certo che no! Gli altri saranno felicissimi di ospitarti!- E prendendomi per un braccio mi trascinò davanti all’entrata.
-Gli altri?- Ero terrorizzata quanti potevano essercene di solito i vampiri viaggiavano a coppie o a trii ma mai di più.
-Si gli altri i miei fratelli e i miei genitori- Rispose come se la risposta fosse la cosa più ovvia del mondo.
La porta si spalancò improvvisamente illuminando un ampio salone sul quale torreggiava uno splendido pianoforte… Chissà chi della famiglia lo suonava…
Ma fui distratta dai miei pensieri da sette paia di occhi stupendi che mi fissavano, ma solo quelli di una persona mi fecero rimanere di stucco, erano si ambrati come quelli degli altri ma avevano un’intensità tale che mi sconvolsero e mi fecero abbassare lo sguardo, nessuno in vita mia mi aveva messo così tanto in soggezione. Alzai di nuovo lo sguardo per scoprire a chi appartenessero e ne rimasi sconvolta, era un ragazzo o dovrei dire un dio con i capelli biondo- rossicci lisci e spettinati, dai tratti del volto perfetti e delicati alto e muscoloso ma non quanto i suoi fratelli.
-Bella ti presento i miei fratelli: Rosali…- E indicò una biondina mozzafiato che mi spezzo in due l’autostima tanto la sua bellezza era abbagliante.
-…Emmett…- Un ragazzone alto e mastodontico ma dal viso simpatico
-… Jasper- Alto e leonino con una chioma dorata in testa
-…e Edward- Indicò il dio che mi stava a pochi metri di distanza, mi fece un cenno di saluto con la testa e io abbassai immediatamente lo sguardo imbarazzata.
-E questi sono i nostri genitori Esme e Carlisle- Lei era una donna stupenda che mi ricordavano le svampite dei film muti con una cascata di boccoli color caramello che le accarezzavano le guance paffute e le spalle esili e lui era più bello di qualsiasi divo del cinema… Dovevo dire che insieme facevano davvero una bella coppia!
-Ragazzi lei è Bella!- Mi presento la vampira- elfo che mi stava al fianco.
-Benvenuta Bella! Ti stavamo aspettando!- Mi parlò Esme con voce dolce che mi ricordò immediatamente quella di mia madre.

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Capitolo 4
*** Poteri ***


-Mi stavate aspettando? Scusate ma saranno le tre settimane a girovagare per boschi da sola o sarà qualcosa nelle mie funzioni ricettive che non funziona… Ma io ancora non riesco ad afferrare il concetto!- In effetti non riuscivo a capire il motivo di un’accoglienza tanto calorosa, insomma se io fossi stata a casa mia e si fosse presentata una sconosciuta vestita di stracci e lercia da far schifo ci avrei pensato un po’ prima di invitarla a casa mia, figuriamoci a ospitarla per il tempo che le occorre! E poi questa storia del “Ti stavamo aspettando” fa un po’ storia dell’orrore anche se i mostri non mancano… Sorrisi tristemente a quel pensiero… Non avevo mai accettato fino in fondo la mia trasformazione in vampira.
Distolsi l’attenzione dai miei pensieri e alzai il capo in tempo per scorgere un’occhiata tra Carlisle e Alice che fece sorgere in me la consapevolezza che da quell’istante in poi non ci sarebbero più stati segreti fra me e quegli strani ma affascinanti individui.
-Allora Bella, ci fidiamo di te e siccome resterai con noi, dobbiamo confidarti delle cose… Che diciamo, non sono molto comuni tra i vampiri…- Fu Carlisle a parlare
-Bhè in effetti anche io avrei qualche cosa da dirvi…- Ammisi in imbarazzo, era arrivato il momento di dirgli chi ero in realtà.
-Ok incomincia tu!-
-No prima voi ve ne prego- Acconsentì col capo.
-Allora, devi sapere che noi siamo “diversi” dagli altri vampiri..- Fece una pausa per osservare la mia reazione,che però non avvenne perché ero troppo concentrata nel capire il perché della sua espressione quando aveva pronunciato la parola diversi. Continuò.
-Abbiamo dei… Poteri in più…- Ne rimasi abbastanza scossa
-Po-Poteri?-
-Si dei poteri per esempio io posso prevedere gli avvenimenti futuri, è per questo che ti abbiamo invitata a restare con noi- Disse alice.
-Alice aveva già previsto il tuo arrivo.- Riprese parola il capofamiglia.
-Ah…- Fu l’unica cosa che riuscii a spiaccicare, mi sentivo così ridicola, avevo per caso perso la facoltà di formulare frasi di senso compiuto?
-Jasper può avvertire lo stato d’animo delle persone e modificarlo a suo piacimento…-
-Può calmare una folla inferocita o rinvigorire un pubblico apatico- Aggiunse Esme.
-E invece Edward può leggere la mente- Disse Emmett il fratello orso con non curanza.
-Nella mente???- O mio dio aveva letto tutti i miei pensieri fino a quel momento tutti e io non lo sapevo!
-La cosa che però ci ha lasciati sconcertati è che ha un’eccezione-
-Davvero? E quale sarebbe?-
-Tu...- Rispose Edward cogliendomi di sorpresa, non aveva mai detto nulla.
-I-Io?- Ancora una volta avevo perso il filo del discorso
-Si tu… Non riesco a percepire i tuoi pensieri…- Aveva lo sguardo rivolto verso me ed era talmente intenso che mi costrinse ad abbassare gli occhi. –…Chissà perché…- Aggiunse quest’ultima affermazione sussurrandola quasi come se stesse parlando fra se e se.
-Emm… Bhò, ho sempre pensato di avere qualche cosa che non andava, questo serve solo a rafforzare i miei sospetti!- Aggiunsi per sdrammatizzare e facendo ridere tutti i presenti, tranne Edward e Rosalie, avevo capito fin dall’inizio di non starle molto simpatica…
-Cara ora che ti abbiamo confidato questo ci sentiamo molto meglio, ben venuta in famiglia!- Disse Esme dolcemente scaldandomi il cuore.
-Grazie ne felice e onorata!-
-Ma mi sembrava di aver capito che anche tu dovevi dirci qualche cosa giusto?-
-Emm… Si giusto…- Non potevo dirglielo, mi avrebbero odiata e trattata come un’emarginata o ancora peggio mi avrebbero riportata dai miei genitori. –Volevo dirvi che… Che… Che sono contenta di aver trovato delle persone così splendide sulla mia strada pronte a darmi ospitalità-
-O mia cara siamo molto felici di averti con noi- A quel punto Alice e Esme mi si buttarono letteralmente addosso in un abbraccio affettuoso, che fu subito sostituito dall’abbraccio strangolatore  di Emmett.
-Benvenuta sorellina- Mi disse quest’ultimo affettuosamente.

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Capitolo 5
*** Maniacoooo! ***


Le giornate con la mia nuova famiglia trascorrevano molto lente per il fatto che io non ero ancora stata iscritta alla scuola e per questo passavo intere mattinate a girovagare come un'anima in pena per le gigantesche e dispersive stanze della villa Cullen.
La stanza che mi avevano preparato era stupenda: aveva degli alti e maestosi armadi color del cielo con delle sottili righe orizzontali color legno, una scrivania in legno con sopra un computer super tecnologico, una libreria con migliaia di libri (dopo che esme e alice erano venute a sapere della mia passione per la lettura avevano svaligiato la libreria del centro...) da quelli di fantasia alle enciclopedie mediche, insomma potevo farmi una cultura!
Per ultimo al fianco della vetrata che ricopriva metà edificio c'era un enorme letto a baldacchino bianco, la prima cosa che feci qualdo lo vidi fu di buttarmici sopra e lo feci, era così morbido che mi ci addormentai subito.
Tornando alla mia gitarella per la casa... Vidi una porta socchiusa e non mi trattenni dalla voglia di sbirciarci dentro, quello che vidi mi incantò...Quattro immense librerie occupate da cataste di cd e dischi di tutte le annate, ne rimasi completamente rapita, mi misi a spulciare gli albu che più mi interessavano, non mi resi conto del tempo che passava e soprattutto non mi resi conto che dietro di me una persona mi stava guardando leggermente irritata.
-Um-um- Si schiarì la voce qualcuno alle mie spalle
Mi voltai di scatto rendendomi conto che ero stata scoperta mentre ficcanasavo nelle cose altri, abitudine che aevo anche nel mio castello dove però mi era concesso...
-Oh scusami Edward, io non pensavo... Non penavo che questa fosse la tua camera mi dispiace è che hai cos tanti cd e a me piace così tanto la musica...- Stavo parlando a vanvera e me ne accorsi in tempo per zittirmi
-Non fa niente, non ti preoccupare, se ti piace la musica viei quando vuoi ad ascoltarla...-
-Oh grazie ma non ti preoccupare mi terrò alla larga da qui...-
Mentre lo dicevo uscii lentamente dalla camera innocentemente e finito il discorso me la richiusi alle spalle.
-Tornai velocemente nella mia stanza e mi gettai letteralmete sul letto pensierosa.
Tutte le volte che mi trovavo in presenza di Edward non so come e non so perchè mi sentivo... Strana come se un piacevole calore mi riempisse il cuore. Non mi piaceva pensare a quelle cose perciò mi concentrai su altro come per esempio il perchè io stessi così antipatica a Rosalie...
Pensando e pensando mi addormentai... Mi risveglia con un sorriso ebete sulla faccia che mantenni finchè non mi vidi allo specchio.
Era ormai il 23 dicembre dopo due giorni sarebbe stato il primo Natale passato senza i miei genitori, questo mi rattristì, per quanto ce l'avessi con i miei dovevo ammettere che mi mancavano parecchio.
Uscii dal bagno avvolta solo da un asciugamano e con lo spazzolino i bocca.
-Ciao!-
-Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh- Scacciai un urlo che mi fece male alle orecchie vedendo Edward seduto sul mio letto che mi scuadrava dalla testa ai piedi, all'inizio non capii il motivo di quelle occhiate alle mie gambe poi mi ricordai delle condizioni in cui ero.
-Scusa non volevo spaventarti... Certo che non sei male...- Aggiunse sussurrando quasi fra sè e sè
-FUORI DI QUI, MANIACOOOOOOOOOOOOOO!- Urlai nuovamente, avrebbero potuto sentirmi anche in Nuova Zelanda se avessero aperto le finestre.
-Scusa, scusa non volevo...- Si giustificò tra le risate.
Lo guardai, e lui mi guardò, allora io lo riguardai e lui mi riguardò, a ogni sguardo la mia irritazione si faceva sempre più grande.
-ALLORA TE NE VUOI ANDARE O TI DEVO SBATTERE FUORI A CALCI NEL SEDERE???????????-
-Ma se vuoi fai pure ne sarei felice...-Disse prima di uscire svogliatamente dalla mia camera e richiudersela alle spalle dopo averci sbirciato dentro un'ultima volta. Ero sicura che si divertisse a farmi arrabbiare, ma non sapevo che avrei dovuto abituarmici per una convivenza almeno lontanamente civile con l'essere amorfo che fino a pochi secondi prima mi era davanti agli occhi.

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Capitolo 6
*** Come cani e gatti... ***


-Ahhhhhhhhhhhhhhhhh- Era la terza volta che per colpa del piede di Edward capitato li per caso mi facevo le scale rotolando. Si comportava come un vero bambino, ogni occasione era buona per darmi fastidio.
-Oh scusa non ti avevo vista-
-Bè ormai è un po tardi per le scuse dopo essermi fatta 20 scalini di facciam, non credi?-
-Mmmm, si forse- Rispose distrattamente incamminandosi verso la sua camera.
-Lo odio, lo odio giuro che gliela faccio pagare...- Sussurrai tra me e me per convincermi che un giorno lo averi fatto a pezzi.
-Se, se, credici!- Urlò lui dal corridoio
Grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr, me ne andai camminando come un'immopotamo che calpesta le uova, rossa per la rabbia in faccia.
-Ohi sorellina non è una splendida giornata???- Emmett era brioso come al solito
-Agrrrrrrrrrrrrrrr-
-Ok, forse non è una bella giornata... Me ne vado sai ho molti impegni che mi aspettano in ufficio oggi...-
-Emmett, tu vai ancora alle superiori e credo proprio che ci andrai per sempre!- Controbattei scettica incrociando le braccia al petto.
-Eh eh, già potevo trovarmi una scusa migliore, vero?-
-Vero-
Mi scansai da lui e continua e proseguii la mia corsa pronta ad affrontare la prossima vittima...
-Cara!?- Esme era l'unica insieme ad -Alice e Carlisle che oggi sicuramente non mi avrebbe dato fastidio incontrare.
-Si?-
-Oggi dovresti andare a caccia sai è più di tre giorni che non ti nutri... Mi chiedevo se ci potresti andare con Edward, sai io e Carlisle siamo molto occupati e i ragazzi ci sono andati ieri... Sempre se non ti dispiace...-
"Si, si, siiiiiiiii!!!! Si che mi dispiace porca miseria! Lo odio e sognatelo che vado a caccia con quel cretino!!!!!!!"
-Ma certo non c'è problema, allora ci vediamo più tardi Esme!-
-Ok a dopo tesoro-
-EDWARD!!!- Non aspettava altro, scese dalle scla con un sorriso che gli partiva da un sopracigilio e arrivava all'altro. Chissà cosa mi avrebbe aspettato quel pomeriggio....
Salimmo sulla sua volvo e durante il tragitto rimanemmo in silenzio, mi rilassai sul sedile morbido e caldo di pelle, sotto le note delicate di Debussy.
Arrivammo ai margini di una foresta dove Edward parcheggiò la sua macchina, da li proseguimmo a piedi, lui mi fece strada togliendomi da in mezzo ai piedi tutte le felci e le erbacce che avrebbero potuto farmi inciampare. Però, lo avevo giudicato male in quei momenti era davvero dolce, lo sbirciai da sotto le mie lunghe ciglia, era così bello stretto in una giacca di pelle nera e in dei jeans scuri...
-Siamo arrivati, prego a te l'onore di cominciare- Feci un segnio di assenso con la testa e mi incamminai.
Tornai a casa nera di rabbia, un'altra volta, per colpa di chi? Provate ad immaginare!
Pensavo che Fosse cambiato finalmente, che avesse smesso di importunarmi, invece, invece? Cosa si era inventato? Mi aveva ricoperta di sangue, e l'aveva fatto apposta per farmi fare la parte della sbrodolona!
-Ah ah ah ah ah, ma Bella cosa hai fatto ai vestiti?- Emmett si stava sganasciando dalle risate
-Chiedilo al tuo caro fratellino!- Gli urlai in faccia prima di scomparire dietro la porte del bagno.
"Perchè ce l'ha tanto con me? cosa gli ho fatto di male?"
Non sapevo ancora che le cose da li a poco sarebbero cambiate radicalmete... Ma in meglio o in peggio?





Ragazze grazie mille per le recensioni!!! Spero che questi capitoli vi siano piaciuti^^

*°*VaLe*°*




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Capitolo 7
*** Natale in famiglia ***


Mi svegliai di soprassalto, mi misi a correre giù per le scale col fiatone, ma mi bloccai di colpo demoralizzata, era Natale e c'era l'albero con tantissimi regali sotto, ma non c'erano i miei genitori. Mi accasciai sull'ultimo gradino della scala presa dallo sconforto, mi mancavano moltissimo, di notte li sognavo e di giorno li pensavo, chissà come stavano Cristy e Marcus in questo momento...
-Buon Natale...- Mi voltai trovandomi a pochi centimetri di distanza dal viso del mio odioso, ma terribilmente affascinante fratello acquisito.
-Buo-Buon Natale anche a te...-
-Allora, emm...Come va? Mi sembri triste... C'è qualche cosa che non va?- Mi chiese imbarazzato. Edward che faceva il carino con me? Non potevo crederci, vabbè che a Natale si è tutti più buoni ma pensavo che per lui ci fosse l'eccezione.
-No niente, è che mi mancano i miei genitori... Sai è il primo Natale che non passo con loro...-
-Immagino io non potrei nemmeno pensare di passare il Natale diviso dalla mia famiglia-
-Già sono fantastici, sei davvero fortunato- Dissi indicando le porte degli altri membri della famiglia
-Si è vero, lo sono- Mi guardò molto intensamente mentre lo disse, era molto vicino, troppo vicino, pericolosamente vicino al mio volto, un campanello d'allarme risuonò nella mia testa e mi fece aiutomaticamente abbasasre lo sguardo.
Ma che diavolo mi stava succedendo? Io odiavo Edward, non potevo essere attratta da lui, attratta da lui che cretinate andavo a pensare?
-Buon Natale!!!!!!- La porta si spalancò di colpo facendo comparire un Emmett grande e grosso ricoperto di neve e vestito da Babbo Natale.
-Ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah, Emmett ma cosa ci facevi fuori di casa?- Riuscii a chiedere tra le risate
-Bhè vo-volevo fa-farvi u-una so-sorpresa-sa, cacchio che freddo che fa fuori!-
-Scusa ma da quanto tempo eri in giardino?-
-Bhè circa dalle 5 di stanotte volevo prepararmi bene il discorso d'entrata-
-E tu ci hai impiegato 4 ore per imparare ad aprire una porta e dire "Buon Natale"?-
-Bhè ero nervoso e comunque dovreste trattarmi come un eroe dopo che il sottoscritto ha affrontato le pene dell'inferno là fuori!- Indicò la porta.
-Non dategli ascolto ragazzi! E' un imbroglione, non è vero che è fuori dalle 5 è uscito poco prima che voi sciendeste e poi è stato tutto il tempo chiuso in macchina!- Disse Alice mentre scendeva a passo di danza le scale
Lo guardai scettica prima di scoppiare a ridere nuovamente, invasa da uno piacevole senso di calore.
Il giorno passò velocemente tra carte regalo sparse per il pavimento e musiche Natalizie suonate al pianoforte da Edward con il quale alla sera rimasi sola in casa.
Erano usciti tutti, tutte le coppiette erano andate per i fatti loro fuori a cena e io e Edward gli unici non accoppiati eravami rimasti a casa.
-Allora... Che ti va di fare?- Chiese imbarazzatissimo, capivo che doveva essere un grande sforzo essere carino con me tanto era rosso in faccia.
-Mmm... Non saprei scegli tu-
-Non so ti andrebbe di vedere un film?-
-Si ok!-
-Allora, scegli tra mmm... The Host e il Titanic- Nominò quest'ultimo con aria schifata.
-Bhè diciamo che io e gli Horror non andiamo molto daccerdo...- Non volevo farlo arrabbiare scegliendo il Titanic, ma io ero davvero paurosa.
-Un vampiro che ha paura degli Horror?- Cominciò a ridere e si buttò sul divano sganasciandosi dalle risate.
-Ah ah ah molto divertente, allora guardiamo questo film o no?- Chiesi spazientita, non mi divertiva affatto essere derisa.
-Vada per il Titanic- Decretò infine ancora con le lacrime agli occhi (per modo di dire).
Ci sedemmo tutti e due sul divano ma io schiacciata contro un bracciolo e lui contro l'altro, successe una cosa strana durante la proiezione, ci avvicinammo sempre di più l'uno all'altra inconsciamente fino ad arrivare a sfiorarci la mano l'uno dell'altra.
Arrivata alla sciena finale mi misi a piangere come una bambina con lunghi singhiozzi, lui mi guardò scettico.
-Chè c-c'è?- Chiesi con la voce spezzata da un singhiozzo
-Stai piangendo?- Sollevò un sopraciglio
-N-non si ve-vede?-
-Si ma stai piangendo per un film...-
-E' molto triste- Mi giustificai io -E poi non mi piacciono gli addii, sono struggenti, mi ricordano quando ho dovuto lascire la mia famiglia.
Automaticamente la mia mano cercò la sua e lui l'afferrò fulmineo.
Rimanemmo a fissarci negli occhi incantati, con le mani intrecciate fra loro, mentre i titoli di coda continuavano a scorrere sullo schermo nero.
Si era creata un'atmosfera magica fra di noi, potevo anche sentire una musichetta da film romantici nell mia testa, che purtroppo fu prontalmente interrotta dalla trionfale entrata di Emmett in casa con Rosalie in braccio.
L'irritazione che nasceva in Edward era percepibile a pelle o visibile a occhio nudo come si voglia dire.
-Fratellini! Ancora in piedi?-
-E' Natale Emmett di sicuro non andiamo a letto alle 8...-
-Si va bhè però è mezzanotte e voi siente da soli in casa con le luci spente...-
-Problemi? Cos'è un'interrogatorio?- Sbraitò Edward alzandosi in piedi.
-Calmo, calmo, stavo solamente scherzando- Si giustificò il fratello-orso
-Ecco, bravo, sarà meglio!-
-Se no? Che mi fai? Eh??!!!- Emmett appoggiò Rosalie sul divano e fece un passo avanti in direzione di Edward.
-Non mi sfidare Emmett sai di cosa sono capace!-
-Oh che paura, mi tremano le gambe!!! Aiuto qualcuno mi salvi da questo pipistrello impazzito!-
-Par la l'orso di casa!- Ormai erano a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altro e se non fossi intervenuta io, lo scontro sarebbe stato inevitabile.
-Bastaaaaaaaaaaa! Emmett, stavamo solamente guardando un film e Edward trattieniti sai come è fatto! Lui scherza sempre-
-Si è quello il problema lui scherza troppo per i miei gusti...-
-Prova a ripeterlo se hai il coraggio razza di cretino!-
-Calmatevi vi ho detto, è Natale porca miseria!-
-Scusa- Dissero in coro prima di tornare a guardarsi storto.
-Bravi bimbi ora che è tutto a posto ho un sonno tremendo perciò me ne vado a letto, buona notte-
-"Notte-
Salii le scale esausta mi ci voleva proprio una dormita...Da camera mia li sentii nuovamente litigare... Uff che bambocci...
-Bravo, complimenti riesci sempre a rovinare tutto!-
-Tutto cosa?-
-Niente, io non ho detto niente...-
-Eddai vi ho visti mentre vi tenevate la manina come due piccioncini!-
-E smettila non è vero!-
-Cosa non è vero che vi tenevate per mano o che sembravate due piccioncini?-
-Tutti e due!-
-Se credici...-
-Cosa hai detto?- Il tono di voce di Edward si stava alzando nuovamente... Poi silenzio.
Dovevo essermi addormentata perchè i miei ricordi arrivavano solo fino ad un certo punto. Sentii bussare alla porta.
-Avanti-
-Posso?- La porta si aprì lasciando passare qualche raggio di luce che si proiettò sulla parete. Edward era in tutto il suo slendore sulla soglia della porta.
Come diavolo faceva a sembrare così affascinante persino di prima mattina?
-Volevo chiederti scusa per ieri sera, mi sono comportato da vero imbecille-
-Non preoccuparti è tutto ok... L'unica cosa che ancora non mi torna è il motivo di tale reazione... Pensavo che mi odiassi...-
-No, non ti odio... Sono stato uno stupido a comportarmi così in questi giorni...- Feci fatica a capire ciò che dicesse tanto parlava piano.
-Ancora non capisco... pensavo di non piacerti-
-No è tutto il contrario- Si sedette sul letto rivolto verso di me -Diciamo che la mia mente si rifiutava di accettarlo...-
Un sorriso ebete si appropriò della mia espressione sbalordita.
-Davvero?- Chiesi senza voce e con le lacrime agli occhi per la commozione.
-Davvero-
Stava per uscire dalla stanza quando, non so come proninciai tre parole che in futuro, ancora non sapevo, mi avrebbero cambiato la vita.
-Ti voglio bene-
-Anche io te ne voglio, Bella- La mia mente fotografò automaticamente il suo sorriso per conservarne l'immagine a vita.

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Capitolo 8
*** Scuola! ***


Mi diressi a passo di danza verso il gigantesco bagno confianate con la mia camera, col respiro ancora a mille.
Aprii il getto caldo della doccia e mi ci posizionai sotto, sentii i muscoli rilassarsi e il respiro tornare regolare.
Mi vestii frettolosamente e aprii la porta.
-Ho una buona notizia!-
-A...Alice!- Mi prese un colpo vedendomela sbucare davanti all'improvviso.
-Bella... Comunque, ho un'ottima notizia per te!-
-Spara- Dissi mentre raccoglievo i vestiti sparsi per il pavimento della mia stanza.
-Ti abbiamo iscritta a scuola! Domani verrai a scuola con noi, così non rimarrai più a casa da sola... Non che a scuola sia divertente... Sempre le stesse lezioni e sempre gli stessi stupidi compagni...-
-A...A scuola?- Sgranai gli occhi per la sorpresa.
-Si, sai quell'edificio grosso, con dentro le aule e i professori,... Hai prese...- Non fece a tempo a terminare la frase che io stavo già urlado e saltando come malata di mente.
-Ehi si, si vede proprio che la scuola ti disgusta, eh?- Disse con sarcasmo.
-Che bello!!! Non vedo l'ora che sia domani!- Aggiunsi ingnorando le parole di Alice.
Per tutto la giornata non feci altro che pensare a come sarebbe andato il giorno successivo... Immaginavo di entrare a scuola e vedere tutti i presenti che si voltavano a guardarmi, Edward che mi accompagnava alle lezione tenendomi un braccio dietro alla schiena e i professori restare allibiti a ogni mia risposta giusta, con precisione tutte...
Parcheggiammo la macchina nell'ultimo posto libero, grazie a me quella mattina eravamo arrivati in ritardo, mi ero talmente immedesimata nel truccarmi che avevo perso la cognizione del tempo.
-Fantastico! Ormai la prima ora è andata!- Disse Rosalie guardandomi di traverso
-Mi dispiace ho perso la cognizione del tempo, insomma è il mio primo giorno... Devo dire che sono abbastanza nervosa-
-Se, va bene- Scese dalla macchina sbattendo la portiera, ma che le avevo fatto? Avevano sempre detto che la scuola per loro era fonte di noia...
-Non farci caso è un po' nervosa in questi giorni- Si scusò Emmett imbarazzato prima di scendere dal mezzo e raggiungere di corsa la sua amata.
-Giuro che se non impara a essere gentile con Bella la faccio fuori prima o poi- Sentii mormorare Edward a bassissima voce prima di scendere anche lui dalla macchina e dirigersi verso la mia portiera per aprirla.
-Grazie- Sorrissi affarrando la sua mano, ma come mio solito non potei fare a meno di inciampare e caddi, ancora una volta, rovinosamente addosso a Edward che fulmineo mi sorresse per i gomiti, ma solo dopo aver ripreso equilibriomi accorsi dell'ennesima e imbarazzantissima posizione in cui ci trovavamo ; eravamo spiaccicati l'uno contro l'altro con i volti a qualche centimetro di distanza.
-Scu... Scusa- Cercai di ridimensionare le distanze senza causare altri danni, ma non potei fare a meno di arrossire mentre lentamente arretravo.
Sorrise sghembo togliendomi il fiato e si diresse a passo d'uomo verso l'entrata dell'edificio scolastico. Mi accompagnarono fino all'ingresso di una costruzione che a parer mio sembrava fungere da segreteria improvvisata, ne aprii la porta e fui invasa da un'accecante raggio di luce emanato dall'alogena a me sovrastante.
Mi avvicinai titubante al bancone dalla parte opposta della stanza dietro al quale, intenta a leggere un libro che aveva tutta l'aria di essere un romanzetto rosa da tredicenni, sedeva una signota di mezza età con un cespuglio di capelli rossi in testa, la quale alzò lo sguardo nel momento le coprii l'unica sua fonte di luce e proiettando la mia ombra sul suo libro.
-Si cara?- Fece questa
-Emm... Sono Isabella Sw... Cullen...- Lasciai in sospeso la frase sperando che fosse a conoscienza del mio arrivo qui a Forks, capii che era così subito dopo dal luccichio che si formò nei suoi occhi.. E come non poteva esserlo? Mi stava  aspettando, mi aspettavano tutti, il nuovo membro dell'affascinante famiglia Cullen che esce allo scoperto, ero una novità... Un mostro... Questa considerazione era decisamente sconcertante quindi non ci pensai più e mi concentrai attentamente su ciò che mi stava dicendo quella buffa umana che mi siedeva di fronte.
-... E questi sono i moduli che dovrai fare firmare a tutti i tuoi professori e poi riportare qui in segreteria al termine della giornata, ecco tieni anhe questa e attenta a non perderti cara!-
-Grazie infinite-
-Di nulla tesoro e... Benvenuta a Forks!- Le sorrisi timidamente e uscii nuovamente sotto la pioggia scrosciante che mi costrinse ad alzare in cappuccio della giacca.
Percorsi un lungo corridoio fino ad arrivare davanti alla porta che sulla cartina indicava come l'aula di inglese, fece un respiro profondo e abbassai la maniglia, nello stesso istante che lo feci la classe che in quel momento era impazzita si fermò di colpo ad osservarmi. Io distolsi lo sguardo in imbarazzo e mi diressi verso la cattedra stando attenta a non inciampare o fare figuracce di altro genere.
-Salve, I... Io sono Isabella Cullen... Emmm... Sono nuova...- Il professore mi guardò stranito come se avessi appena parlato in una lingua farfallina... Sarei voluta sparire ancora più sotto degli strati di cemento che ricoprivano il terreno sotto il pavimento, più in basso fino ad arrivare al nucleo della terra, almeno lì sarei stata al sicuro da sguardi indiscreti...
-Benvenuta signorina Cullen, non mi avevano detto di avere una nuova alunna...- Gli sorrisi (almeno era quello che pensavo) e gli porsi i documenti che lui avrebbe dovuto firmare.
Mi fece accomodare nell'ultimo banco in forndo alla stanza ma anche in quella posizione ero l'attrazione principale della classe, erano tutti voltati dalla mia parte ad osservarmi curiosi.
Feci ricadere i capelli daventi al volto e mi piegai sul libro per nascondermi in un qualche modo.
Quando suonò la campanella fui la prima ad unscire per evitare domande a cui avrei fatto a meno di rispondere, mi fiondai nell'aula indicata come quella di biologia e dopo aver fatto firmare il foglio al professore mi sedetti nell'unico banco vuoto, perlomeno... Meglio soli che mal accompagnati! Quanto avrei voluto che ci fosse Edward al mio fianco... Senza di lui mi sentivo sola... Detto fatto, sentii la sedia al mio fianco spostarsi e poi lo sguardo curioso di qualcuno su di me, mi voltai titubante alla mia destra e appena riconobbi quei scompigliati capelli biondi ramati quasi cadetti dalla sedia per la felicità. Lo vidi ridere sotto i baffi prima di scompigliarmi i capelli... Quanto adoravo quel suo gesto... Intanto tutta la classe ancora una volta ci fissava sbigottita, ma non ci feci caso più di tanto, ora avevo il mio Edward e del resto non mi importava più nulla.

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Capitolo 9
*** Gita in spiaggia ***


-Non ti preoccupare sono venuto a salvarti...- Disse con voce suadente vicinissimo al mio orecchio.
Feci una risatina isterica prima di spostare i miei capelli sulla spalla destra concentrandomi a disegnare ghirigori fantasiosi  su tutte le copertine dei miei libri, alla fine dell'ora erano stati tutti battezzati, Esme aveva impegnato così tanto tempo e fatica a rivestirli... Pace!
Ad un certo punto un pezzo di carta mi colpì in testa facendo traballare e tracciare una linea con la matita che percorse tutto il banco.
-Ahio! Ma che...- Mi voltai e vidi un minuscolo aeroplanino di carta sul pavimento.
Lo aprii facendo il meno rumore possibile e lo lessi tenendolo sotto il banco per non farmi vedere

Hai impegni per oggi?

Mi voltai confusa verso il mio compagno di laboratorio che nel frattempo se la rideva sotto i baffi. Scossi la testa esasperata e scrissi frettolosamente la risposta sul retro.

Si annoiarmi tutto il pomeriggio standomene comodamente sdraiata sul divano, ma sono aperta a qualsiasi proposta...

...Soprattutto se quest'ultima arrivava da lui...
Appoggiai il foglio di carta stropicciato sul banco di Edward senza farmi vedere dal professore, ma improvvisamente e con mia grande sorpresa la sua mano si chiuse ermeticamente sulla mia, intrappolandomi.
In quel momento mi sentivo come un topolino in gabbia, non sapevo dove guardare per evitare il suo sguardo.
Capì il mio stato d'animo e mi lasciò andare, ma impaziente di stare al gioco si girò letteralmente dalla mia parte.
-Avevo intenzione di fare un giro in spiaggia... Non è che per caso ti va di accompagnarmi?-
Mi morsi le labbra presa da un'improvvisa tempesta , non sapevo che cosa rispondergli, sapevo ciò che volevo, ma non sapevo ciò che voleva lui... Avevo paura di sbagliare.
Mi guardò con due occhioni da infarto e subito la mia mente si svuotò.
-Co...Cosa?-
-Mi accomapagni? Ti prego...-
-Ammm...- Sospirai rassegnata -Non vedo altre alternative-
-Giusto non ne hai- Sorrise a trentadue denti. Certe volte era davvero impossibile...
La campanella suonò e con mio grande rammarico ci lasciammo all'entrata dell'aula di trigonometria. Passai tutto il resto della mattinata a fare finta di dare ascolto ai ragazzi che, più coraggiosi degli altri, si facevano avanti cercando di istaurare una qualche specie di discorso.
All'ora di pranzo mi catapultai letteralmente in mensa, impaziente di aspettare anche solo un altro secondo.
Mi accomodai, insieme ai miei fratelli acquisiti, al tavolo più isolato della sala che dava sulla facciata laterale della scuola.
-Ciao!- La voce scuillante di Alice mi fece saltare, ma mi rienpì il cuore di simpatia per quella ragazza sempre così carina con me... In alcuni momenti in lei rivedevo Cristy, e ciò mi faceva stare male più del solito a pensare alla mia vecchia vita.
-Ciao ragazzi!- Cercai di riacquistare tono, senza riuscirci del tutto. Scorsi al mio fianco un'occhiata preoccupata da parte di Edward, ma la ignorai con disinvoltura.
-Allora come è stata la tua prima mattinata alla Forks High School?- Indagò Emmett
-Accettabile- Cercai di non sembrare troppo entusiasta per evitare le svariate prese in giro in cui si sarebbe altrimenti dilettato quest'ultimo con mio gran disappunto.
-Accettabile? Dovevi proprio annoiarti a casa per fare un complimento così generoso a questa... Cosa...- Spalancò gli occhi e indicò l'ambiente a noi circostante con fare sprezzante. Era certamente troppo sperare che almeno per una volta tenesse il becco chiuso evitando battutine inopportune.
-Un po...- Lasciai cadere il discorso, troppo svogliata per portarlo avanti.
-Mmm... Così si ragiona- Borbottò il ragazzone... Ammm... Vampirone...
Due dita lunghe e affusolate spinsero verso di me un vassoio stracolmo di cose da mangiare.
-E' per far scena- Alzai lo sguardo incrociando gli occhi di Edward, che dolci, bruciarono nei miei attraverso le lunghe ciglia nere. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Era davvero troppo! Non potevo più resistere a quegli sguardi, quelle carezze delicate. Non potevo stare a guardare, dovevo agire, e dovevo farlo ora.
Intrividi Alice sorridermi beffarda, sicuramente aveva già visto tutto, speravo solamente che riuscisse a trattenersi e nasconderlo a Edward almeno per il momento.
Guardai quest'ultimo un po impaurita di scoprire la sua espressione, nel caso avesse visto, ma mi tranquillizzai un poco scorgendo sul suo volto un'espressione vagamente confusa.
Aveva ceratamente intuito che io e la sua adorata sorellina gli stavamo nascondendo qualche cosa e prima che potesse intrufolarsi furtivamente nella mente della povera vampira, agii di impulso.
Mi alzai di scatto dal tavolo, sotto gli sguardi confusi del resto dei miei famigliari, e mi avvicinai all'orecchio di Edward.
-Vieni con me- Lo presi per mano e lo trascinai il più veloce possibile, cercando di non fare danni, verso la porta d'uscita della mensa.
Me la richiusi alle spalle, ma a quel punto andai in panne e il panico prese il sopravvento: dove diavolo lo portavo ora???
Mi guardai attorno freneticamente esaminando i corridoi deserti in cerca di una via di fuga.
Ad una tratto, persa tra piani d'orientamento, ricominciai a camminare inconsciamente, ma fui intercettata da Edward che, scoprendo sul mio volto l'espressione più allarmata mai vista sulla faccia della terra, si diresse con me al seguito dentro il bagno dei professori.
Avvicinò la porta dietro di se facendo il meno rumore possibile e si voltò riluttante verso la sottoscritta.
Mi scrutò preoccupato, forse pensava fossi entrata in una specie di catalessi visto che il mio corpo era più immobile che mai e avevo anche smesso di respirare.
Ad un certo punto mi sentii stranamente forte, come se una forza potentissima si fosse sprigionata in me, ora non affondavo più... Camminavo sulle acque!
Feci un passo nella sua direzione, senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi.
Mi sorrise sghembo, togliendomi definitivamente tutta l'aria dai polmoni, e appoggiò la mano sulla mia guancia che, nella mia mente immaginai colorarsi di un porpora talmente intensamente da far concorrenza ad un pomodoro in piena estate... Ok la mia improvvisa vitalità era sparita completamente senza lasciare traccia, ma cercai di riassumere un'aspetto dignitoso.
Incominciò ad accarezzarmi il viso: le palpebre, la linea carnosa delle mie labbra, fino a soffermarsi sul mio collo facendomi rabbrividire.
Chiusi gli occhi troppo elettrizzata per guardarlo in faccia, sentivo il suo respiro sul mio viso farsi sempre più vicino e il suo profumo diventare sempre più intenso.
La mia gamba, involontariamente, si alzò, come in alcuni vecchi film in cui la bella dama nel bel mezzo del suo primo bacio alza aggraziatamente la sua gamba esile e sottile... Ma come al solito non potevo sperare che tutto andasse per il verso giusto, infatti alzando la gamba presi dentro il rubinetto del lavandino che si trovava dietro di me, facendo partire il getto d'acqua che, troppo forte, ci bagnò completamente dalla testa ai piedi.
Ci guardammo in faccia a bocca aperta per la sorpresa, ma inevitabilmente qualche secondo dopo scoppiammo tutti e due in una risata fragorosa ed incontenibile.
La piorta alle spalle di Edward si spalancò di colpo ill'uminando la sagoma bassa e tarchiata del bidello.
-Ragazzi, non avete letto il cartello? Questo bagno è da riparare ha delle perdite...- Ci squadrò dalla testa ai piedi prima di ricominciare a parlare -...Credo di no...-
Cercai di ribattere mettendomi sulla difensiva ma una rapida occhiata alle mie condizioni (avevo tutta l'aria di essere un gattino mezzo annegato) mi fece richiudere la bocca che era rimasta aperta, pronta per dire qualcosa di non ancora formulato.
-Ci scusi- Prese l'iniziativa Edward prima di abbassare il capoccione e trasciarmi via, verso il parcheggio.
Fece scattare la serratura della sua auto e mi aprì la portiera per fami salire.
-Ma che fai? Abbiamo lezione... Non possiamo mica andarcene così!- Strabuzzai gli occhi.
-Certo che possiamo- Ribattè calmo.
-No, no che non possiamo. La mammina non ti ha mai insegnato che non bisogna marinare la scuola?- Alzai il sopracioglio scettica -E...E poi non potremmo anche se volessi, gli altri come tornano a casa? Sai ho fatto un calcolo una delle tante mattinate che ho passato chiusa in casa e il tragitto che dovrebbero fare per tornare da scuola equivalrebbe circa a due chilometri, a piedi...-
-Shhh- Mi tappò la bocca con una mano -La mammina non ti ha mai insegnato stare zitta?- Incominciai a ringhiare sommessamente, possibile che dovesse sempre fare l'idiota?
-Edward?- Lo richiamai irritata
-Si?-
-Non ho voglia di litigare con te perciò finiamola e pensiamo al fatto che stiamo per abbandonare i nostri fratelli a scuola!!- A queste ultime cinque parole il mio tono di voce salì di un'ottava.
-Ma la sai una cosa strana? A noi piace correre...- Aggiunse con tono di sfina avvicinandosi al mio volto furente
-E che centra scus... Ahhhhhhhhhh dimenticavo...- "Ops, che sbadata" pensai...
-Già, ti eri scordata un piccolissimo dettaglio, se così possiamo chiamare il fatto che siamo capaci di correre a 350 kilometri orari...-
"Maledizione! Ma perchè cavolo deve sempre trovare la soluzione a tutto???"
-Ok, ok, va bene, hai vinto! Dove andiamo?- Ormai mi ero rasseganta alla mia triste ed inesorabile sorte.
-A casa- Disse salendo in macchina emettendo in moto la vettura.
-A casa...- Ripetei ancora più abbattuta di prima. Almeno potevo sperare in una fuga clandestina... Invece no, A CASA!
Restammo in silenzio per tutto il tragitto, ognuno immerso nei suoi pensieri, finchè il verde che mi circondava si aprì nello spiazzo in cui si trovava la casa, la "mia" casa.
Scesi svogliatamente da quell'abitacolo così caldo e confortevole per poi girarmi scettica verso il mio adorato fratellone.
-Bhè? Cos'è vuoi rimanere li tutto il giorno? Ti sei già dimenticata dei nostri piani?-
-No... Nostri piani?- Un ricordò si proiettò, all'istante, nella mia mente: la gita in spiaggia.
-Ahh...- Mi uscì semplicemente.
-Bhh!!-
-Piantala!- Oggi era proprio una giornata no, qualsiasi cosa uscisse da quella bocca così perfetta aveva il fantastico potere di irritarmi a morte.
Scuotè la testa prima di dirigersi verso la porta d'entrata e aprirla. Lo imitai spazzolandomi le scarpe sul tappetino d'ingresso a testa bassa per poi alzarla di scatto e trovarmi a sbatterla contro lo stomaco di Edward.
-Ma che sei pazzo?- Gli sbraitai contri puntandogli un dito alla gola (il punto più alto a cui riuscivo ad arrivare).
-No...- Sembrò spiazzato da questa mia affermazione, ma si riprese subito pronto a darmi ordini come al suo solito.
-Ok, Alice ha comperato dei costumi da bagno per te ieri, scegli quello che ti piace di più...- A questa ultima parte di frase lo vidi ridere sotto i baffi, già mi stavo infuriando per il fatto che Alice avesse fatto shopping per me dopo che le avevo espressamente vietato di pensare al mio guardaroba già stracolmo di vestiti durante le sue pazze e sfrenate gite turistiche per i negozi, poi questo...
Salii pesantemente i gradini che portavano nella mia camera con la speranza che Edward capisse il mio stato d'animo e la piatasse di rotolarsi sul tappeto davanti al televisore come un babbuino in preda alle convulsioni, ma come potevo solo pensare una cosa del genere non lo so...
A prii la porta della mia stanza ad occhi chiusi timorosa di scoprire cosa avrei trovato al suo interno. Girai per la camera a tentoni senza aprire gli occhi e appena lo trovai aprii l'armadio e... Sorpresa!
Appena aprii gli occhi ebbi l'impulso di richiuderli immediatamente, ma non lo feci e presi tra le mani un pezzetto di stoffa più piccolo del palmo della mia mano che presumevo essere un bikini.
Spazientita ne presi in mano un'altro, e un'altro ed un'altro ancora, tutti uguali, tutti trasparenti e striminziti finchè non scorsi sotto la montagna di triangolini di stoffa, un costume, ma non era come gli altri, era prima di tutto sobrio e senza doppi sensi e secondo... Era il più bel costume da bagno che avessi mai visto in vita mia! Bianco, semplice, con un fascione dorato in vita.
Lo presi tra le mani e lo strinsi a me con forza...
-Ohh mon héros!!!- Urlai con tutto il fiato che avevo in gola.
-Bella!! Ma ti muovi?- Sentii la voce di Edward arrivare dal salotto irritata e minacciosa.
-Am si mi sto cambiando, arrivo subito... Ahh!!- Mentre cercavo di rinfilarmi i jeans sopra il costume avevo preso dentro il tappetto avvolgendomici dentro.
Cercai in fretta e furia la la mia felpa bianca, presi la borsa in spalla e mi precipitai giù dalle scale.
-Eccomi sono pronta- Mi sorrise e aprì la porta per farmi uscire per prima.
Salimmo nuovemente in macchina e li mi potei finalmente rilassare, accese la radio la quale stava trasmettendo una canzone che ormai era diventato un tormentone in quel periodo, ma quelle note così familiari mi fecero chiudere gli occhi e il mio cervello incominciò a vagare tra i pensieri più nascosti.
-Ehy, Bella, svegliati siamo arrivati...- Sentii una voce, la sua voce sussurrarmi dolcemente all'orecchio.
-Mmm- Aprii gli occhi lentamente, ma rimasi comunque momenteneamente accecata dall'improvvisa ondata di luce proveniente dal finestrino.
Mi stiracchiai e uscii dalla macchina con ancora poca stabilità, tremando leggermente sulle gambe indolenzite.
Mi guardai intorno per la prima volta e rimasi letteralmente senza fiato. Il sole, raro nella nostra penisola sempre piovosa, era alto nel cielo, nascosto solo da alcunio alberi dal fusto alto e le foglie rade. Il cielo era di un'intenso color celeste con qualche nuvola solitaria ai margini della visuale, somigliante a batuffoli di zucchero filato bianco.
La distesa azzurra che si estendeva all'infinito davanti a noi poi era uno spettacolo, pieno di increspature somiglianti alla carta velina stropicciata: il mare... Io non avevo mai visto il mare, non avevo mai pensato che l'avrei visto ed invece eccomi qui con la più magnifica delle creature al mio fianco.



Nota: Ragazze mi dispiace molto ma da adesso in po la data dei post potrebbe essere a distanza di qualche giorno come anche di un mese perchè non ho ancora scritto il resto dei capitoli per il poco tempo che ho a disposizione... Spero di riuscire a postae al più presto possibile!!
Grazie a tutte per le vostre magnifiche recensioni... Spero continuiate a segiure la mia storia^^
Kissoni

*°*VaLe*°*

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Capitolo 10
*** Loro ***


 

Ancora ipnotizzata da quella vista mozzafiato mi diressi, affondando con i piedi nella sabbia, verso quel scintillante tappeto blu.

Mi misi a sedere di botto sulla sabbia umida e mi voltai verso Edward che ne frattempo mi osservava in modo ambiguo da lontano.

-Che c'è?- Chiesi alzando un sopracciglio, scettica.

-Nulla...- Non diedi peso a questo suo comportamento e lasciai correre lo sguardo all’orizzonte.

Sentii un fruscio alle mie spalle e mi sentii avvolgere il corpo da due braccia fredde e delicate.

Sentii il sangue imporporarmi le guance e, dopo qualche attimo di disorientamento, mi appoggiai a lui senza guardarlo in volto.

-E’ perfetto- Disse dopo alcuni istanti.

-Cosa?- Chiesi curiosa voltandomi leggermente per scorgere la sua espressione, che in quel momento era una maschera di beatitudine.

-Questo momento: è perfetto…- Disse sorridendo -…Tu sei perfetta- Aggiunse in seguito facendosi più audace.

Restammo così, nel silenzio più totale interrotto solo dallo sfrangersi delle onde sugli scogli, occhi negli occhi.

Sentivo il suo respiro freddo sulle mie labbra che ad ogni minuto reclamavano sempre di più le sue.

E tutto successe, naturalmente.

Sussurrando il mio nome si avvicinò velocemente al mio volto sbalordito catturando finalmente le mie labbra fra le sue.

All’inizio si mossero morbide e dolci sulle mie, fino a diventare sempre più avide. Aprii le mie delicatamente per lasciarlo entrare e fui avvolta improvvisamente da un vortice di passione incontrollabile.

Ci ritrovammo così stesi a terra lui sopra ed io sotto. Sentii le sue mani gelide farsi strada sotto la mia maglietta e alzarla lentamente ed io feci altrettanto ma con meno convinzione, ero sempre stata piuttosto timida e quella era una situazione nuova ed estremamente imbarazzante per me.

-Bella- Ansimava fra un bacio e l’altro – Bella, ti voglio, ora.-

E così dicendo intravidi la mia maglietta volare via, chissà dove… Ma in quel momento non me ne importava un fico secco, sarebbe potuta scoppiare la terza guerra mondiale che io me ne sarei bellamente infischiata.

Improvvisamente però lo vidi staccarsi da me ed alzare il capo a scrutare attentamente il campo dietro la mia testa.

-Edward ma cosa..-

-Shh- Mi zitti lui e sempre concentrato aggiunse – Arriva qualcuno-

“Ma che cavolo!” pensai infuriata “Ce l’hai con noi? E? Ti abbiamo fatto qualche cosa di male??” Imprecai mentalmente riferendomi ad un soggetto astratto.

-Rimettiti questa- E così dicendo mi passò la mia maglia tutta stropicciata – Sbrigati- Mi riproverò lui scorgendo la mia espressione sbigottita.

Sospirando me la infilai e alzandomi da terra mi tolsi di dosso la sabbia, che mi si era incastrata fra i capelli, con gesti veloci.

Un altro sospiro e mi voltai anche io a guardare nella sua stessa direzione.

Uno. Due. Tre. Quattro…

Contavo.

…Centotre. Centoquattro. Centocinque..

Contavo e non succedeva nulla.

..Mille e due. Mille e tre. Mille e quattro…

E in tanto aspettavo qualcuno che neppure io sapevo di stare aspettando.

Finche ad un tratto..

-Bella- …Dall’oscurità comparve l’ultima persona che pensavo potesse comparire: Mio padre.

No aspettate, non solo mio padre, dietro di lui potevo scorgere mia madre e Cristy e tutte le guardie del palazzo e lui, Lucius che si fece strada fino ad allinearsi perfettamente a mio padre con uno sguardo che andava oltre l’odio puro.

 

 

 

 

Nota dell'autrice:

Lo so lo so meriterei di morire dolorosamente per tutto il tempo che vi ho fatto aspettare prima di aggiornare ma ora sono tornata! Anche se con un micro capitolo... ma siccome mi serviva solo per collegamento vi prometto un capitolo seguente lunghissimo!

Un grande bacio

Vale

 

 

 

 

 

 

 

 

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