Disastri a quattro ruote

di evelyn80
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scappatella pericolosa ***
Capitolo 2: *** Pessimo risveglio ***
Capitolo 3: *** Un aiuto inaspettato ***
Capitolo 4: *** Missione di recupero ***
Capitolo 5: *** Tutto è bene quel che finisce bene ***



Capitolo 1
*** Scappatella pericolosa ***


Spazio autrice: salve a tutti! Premetto che trovo i due protagonisti del programma Affari a quattro ruote molto buffi, e che spesso mi fanno pensare ad una specie di "Gianni e Pinotto". Questo mi ha ispirato questa fanfiction volta esclusivamente a far ridere e divertire. Sarei molto contenta anche di sapere cosa ne pensate!
DISCLAIMER: 'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo'




Scappatella pericolosa

 

Il motore della Lamborghini Urraco stava ancora rombando potente quando Edd China si svegliò dal suo pisolino. La prima cosa che videro i suoi occhi fu che non aveva ancora smesso di piovere:

"Alla faccia del paese del sole! A me pare che piova più qui che non in Inghilterra!" commentò, cercando inutilmente di stendere le lunghe gambe. Riportò il sedile in posizione eretta e si voltò leggermente verso il posto di guida, per far passare il formicolio ai glutei.

"Vorrei tanto sapere perché le macchine sportive sono tutte così piccole" sospirò stirandosi ed andando a sbattere con la testa contro il tetto dell’auto.

"Dovresti chiederti piuttosto perché tu sei così alto. La gente normale non è mica alta due metri come te!", gli rispose Mike Brewer con una risatina.

"Due metri e due centimetri, per la precisione" puntualizzò Edd. "Quanto manca ancora? Devo assolutamente fare due passi".

"Manca poco, ormai. Solo una decina di chilometri".

I due uomini, conduttori del programma inglese "Affari a quattro ruote", avevano intrapreso quello sfiancante viaggio di mille e cinquecento chilometri dall’Inghilterra a Bologna per partecipare al raduno della Lamborghini. Il loro ultimo acquisto per il programma, una Urraco verde smeraldo, aveva spinto Mike ed Edd ad iscriversi, senza che si rendessero conto, però, di cosa avrebbe significato dover stare seduti in macchina per tutte quelle ore.

Nessuno dei due se l’era passata bene perché se Mike aveva dovuto guidare sempre, visto che Edd non sarebbe mai riuscito ad infilarsi al posto di guida, anche lo spilungone aveva passato le pene dell’inferno, riuscendo a muoversi a malapena nello stretto abitacolo.

Quando Mike entrò finalmente nel parcheggio dell’Hotel a cinque stelle alla periferia della città emiliana, punto di ritrovo dei partecipanti al raduno, Edd tirò un sospiro di sollievo, scese dall’auto non senza difficoltà e fece il giro del parcheggio due volte prima di riuscire a riacquistare il pieno controllo dei suoi lunghi arti inferiori. Quando finalmente tornò alla Urraco, Mike aveva già scaricato i bagagli, che erano stati prontamente afferrati dal primo facchino di turno, e si era messo a sfogliare freneticamente le pagine del suo dizionario tascabile per rispolverare il suo italiano.

Non appena il meccanico lo raggiunse i due entrarono e si presentarono alla reception: fecero il check in, lasciarono i loro passaporti all’impiegato e salirono nella loro camera a farsi una meritata doccia.

Mentre Mike cantava a squarciagola sotto il getto d’acqua Edd afferrò il cellulare e chiamò sua moglie, che era rimasta a casa, per avvertirla che erano arrivati sani e salvi.

"Allora, com’è l’Italia?" gli chiese la ragazza non appena si furono scambiati i primi teneri convenevoli.

"Umida" rispose lui, con un pizzico di sarcasmo.

"Come umida? Anche più dell’Inghilterra?" rise lei dall’altro capo del telefono.

"Da quando abbiamo varcato la frontiera non abbiamo mai visto il sole, solo nuvole e pioggia. Ha smesso solo per un attimo, giusto il tempo di farci scendere dalla macchina, e poi ha ricominciato peggio di prima!" esclamò l’uomo, scostando la tenda per guardare fuori dalla finestra, ma trovandosi davanti solo una cortina di pioggia fitta ed insistente.

"Dai tesoro, non te la prendere. Vedrai che tornerà anche il sole. Ci sentiamo domani! Ti amo!"

"Anch’io ti amo. A domani!"

Edd riagganciò con un sospiro, proprio mentre Mike finalmente si degnava di uscire dal bagno, fasciato in un voluminoso accappatoio e con la testa avvolta dentro un enorme asciugamano. Edd lo fissò per un attimo poi scoppiò a ridere.

"Bè? Cosa c’è da ridere?"

"Ma ti sei visto? Sembri Wanda Osiris!"

L’uomo più anziano rispose con un grugnito ed una scrollata di spalle, piazzandosi davanti allo specchio e cominciando ad impiastricciarsi la faccia di crema.

"Ma cosa cavolo fai? Non sapevo che usassi anche le creme di bellezza!" continuò a ridere Edd, cominciando intanto a spogliarsi per andare a lavarsi a sua volta.

"Io ci tengo alla mia persona! E poi, dobbiamo apparire in ottima forma, se vogliamo fare conquiste!"

Il meccanico smise di colpo di ridere:

"Quali conquiste?"

"Quando siamo entrati nell’albergo ho visto un paio di sventole niente male, sedute ad un tavolo del bar. Devono partecipare anche loro al raduno".

"Mike, devo forse ricordarti che sei un uomo sposato con prole?"

"Andiamo, spilungone! Credi forse che, durante tutti quei viaggi che mi sono fatto in lungo ed in largo per tutta la Gran Bretagna, ed anche in America, non abbia mai avuto delle avventure?"

"Avrei preferito non saperlo, grazie!"

"Oh come sei all’antica Edd. Cosa vuoi che sia qualche scappatella. Le nostre mogli non sono mica qui".

"Cosa c'entro io?"

"Bè, le pupe sono in due".

"E allora? Io non voglio avere niente a che fare con le tue "scappatelle"! Non cercare me!" e sbattendo la porta dietro di sé si chiuse nel bagno.

Quando uscì, Mike era già pronto, fasciato nel suo abito migliore. Edd si asciugò frettolosamente i lunghi capelli scuri, lasciandoli scompigliati, specialmente il ciuffo bianco che aveva sulla fronte, poi indossò una delle sue solite felpe enormi su un paio di semplici jeans.

"Non potresti metterti qualcosa di più elegante?" lo criticò l’amico, seduto sul bordo del letto.

"Non ho niente di più elegante. E poi io sono comodo così!"

Mike scosse la testa, poi guidò l’altro fuori dalla camera fino al ristorante.

Il destino volle che il loro tavolo fosse proprio accanto a quello delle due ragazze che Mike aveva notato al loro arrivo. L’uomo rivolse loro un sorriso smagliante, accennando un piccolo inchino galante. Le due risero civettuole, sbattendo le lunghe ciglia. Edd alzò gli occhi al cielo, trattenendo a stento un’imprecazione. Sperava solo che Mike non volesse mettersi a fare il Casanova a sue spese.

Durante la cena le ragazze rivolsero loro diverse occhiate, alle quali Mike rispondeva sempre con un cenno del capo o sollevando il bicchiere in un fantomatico brindisi. Poiché Edd cercava di far finta di niente, ad un certo punto l’amico gli diede un calcio in uno stinco per attirare la sua attenzione.

"Ahi! Ma sei impazzito!" esclamò a mezza voce il meccanico, strofinandosi vigorosamente la parte lesa.

"Potresti mostrarti un po’ più galante! Una di quelle due pupe ti sta letteralmente mangiando con gli occhi, e tu non ti sei nemmeno degnato di farle un cenno! Non rendermi le cose più difficili!"

"Mike, ti ho detto prima che io con le tue "scappatelle" non voglio averci niente a che fare!"

"E andiamo, su! Almeno un’occhiata gliela puoi dare! Gli occhi sono fatti apposta!"

Più per farlo smettere che per vero interesse, Edd voltò lo sguardo verso le due ragazze, e rimase letteralmente fulminato: due stangone platinate, con uno stacco di gambe da far invidia alle gemelle Kessler, gli sorridevano dal tavolo accanto. Senza rifletterci le salutò con un sorriso ed un cenno del capo, senza riuscire a distogliere lo sguardo dalle loro vertiginose scollature.

"Hai visto che non è poi così difficile?" gli disse Mike, alzando una mano per chiamare il cameriere. L’addetto si precipitò al loro tavolo, e l’uomo lo pregò di consegnare al tavolo delle due signorine la bottiglia del loro miglior champagne. Il cameriere eseguì subito, e dopo neanche due minuti la bottiglia fu recapitata.

A quel punto le due ragazze si lanciarono un’occhiata eloquente e si scambiarono un impercettibile cenno d’intesa: mentre una invitava i due uomini al loro tavolo con un cenno della mano l’altra, senza farsi notare, tirò fuori dalla borsetta una scatolina contenente piccolissime pillole.

I due uomini non si accorsero di nulla, e fiduciosi accettarono l’invito e si sedettero al tavolo delle due ragazze.

Mike mise subito in pratica la sua arte di oratore, che gli era sempre tornata utile durante la compravendita delle automobili:

"Buonasera, signorine! Anche voi partecipate al raduno di Lamborghini? Allora di sicuro la vostra auto vincerà il primo premio! Noi non avremo alcuna possibilità, saremo oscurati dalla vostra incredibile bellezza!"

Le due risero, portando la mano davanti alla bocca, poi si presentarono:

"Adulatore… Ma non ci siamo nemmeno presentate: io sono Mindy."

"Ed io Cindy."

"Che splendidi nomi!" esclamò subito Mike mentre Edd, che nel frattempo si era già pentito di essersi lasciato coinvolgere dall’amico, cercava di non mettersi a ridere per il tono di voce dell’altro.

Cindy chiese al cameriere quattro flûte, ed abilissima, senza farsi notare, non appena i bicchieri furono deposti sul tavolo fece scivolare in due di quelli qualcuna delle pilloline. Subito dopo Mike versò lo champagne, e le compresse si sciolsero immediatamente nel liquido dorato.

I calici furono alzati per un brindisi beneaugurante ed i due uomini, ignari, trangugiarono il loro champagne condito da un fortissimo sonnifero.

La conversazione andò avanti poco: le pilloline cominciarono ben presto a fare effetto, e Mike ed Edd si misero a sbadigliare come due ippopotami. Le due ragazze capirono subito che dovevano muoversi, e senza indugio si alzarono dal tavolo invitando i due inglesi a seguirle. Gli uomini, storditi dal sonnifero, senza rendersi minimamente conto di cosa stava loro succedendo, non si lasciarono pregare: Mike entrò con Mindy nella stanza che divideva con Edd mentre il meccanico seguì Cindy nella camera delle ragazze.

Non appena entrati, in un attimo di lucidità Edd si ricordò di sua moglie, e prese a strofinarsi le braccia a disagio:

"Io non dovrei essere qui…" biascicò a fatica, con la lingua impastata dal sonno. Tentò di muovere qualche passo barcollante ma Cindy, temendo di perdere il suo "pollo", lo trattenne per un braccio, facendolo sdraiare sul letto con la scusa di un massaggio rilassante. Le difese dell’uomo erano ormai andate a farsi benedire, e non appena la sua testa sfiorò il cuscino si perse nell’oblio di un sonno senza sogni.

Nell’altra stanza, Mike tentò inutilmente un paio di volte di slacciarsi i pantaloni, prima di finire lungo disteso sul pavimento, vinto dalla potenza del sonnifero.

Dopo solo quindici minuti, le due ragazze si ritrovarono nel corridoio: Mindy mostrò un mazzo di chiavi all’amica, che annuì con un sorriso. Scesero nel parcheggio, salirono sulla Lamborghini Urraco verde smeraldo dei due britannici e lasciarono l’albergo sgommando.

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Capitolo 2
*** Pessimo risveglio ***



Spazio autrice: Continuano le disavventure dei due inglesi... Spero che le troverete divertenti e simpatiche. Fatemi sapere cosa ne pensate, nel bene o nel male che sia! :-)
DISCLAIMER: 'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo'




Pessimo risveglio

 

"Edd! Edd! Svegliati, maledizione!"

Il suo nome gridato disperatamente, seguito da insistenti colpi bussati alla porta, riuscirono finalmente a svegliare il meccanico. L’uomo si strofinò gli occhi ancora cisposi per il sonno, fece schioccare le labbra e si alzò lentamente dal letto. Nel frattempo, fuori dalla porta, Mike continuava a bussare talmente forte da far vibrare pericolosamente l’uscio.

"Finalmente ti sei svegliato!" gridò il presentatore, quando Edd riuscì ad aprire la porta: "Siamo rovinati!"

Lo spilungone, che stava ancora cercando di svegliarsi passeggiando per la stanza, al sentire quelle parole lo guardò come se lo vedesse per la prima volta.

"Non guardarmi con quella faccia allucinata! Non ti sei accorto proprio di niente?!"

"No… Di cosa avrei dovuto accorgermi?" rispose Edd, scompigliandosi i capelli già abbondantemente spettinati.

"Innanzi tutto: non dovresti essere in compagnia di una ragazza?"

Il meccanico si guardò intorno con aria smarrita.

"E non dovresti avere un portafogli, ed un cellulare, nelle tasche posteriori dei pantaloni?"

Edd portò entrambe le mani ai glutei, tastando le tasche dei jeans che erano indubbiamente vuote:

"Oh cazzo…" mormorò, guardando l’amico incredulo: "Mi vuoi dire che quelle due ci hanno…"

"Rapinato, sì!" concluse per lui Mike: "Ma non è tutto: non solo ci hanno portato via soldi, cellulari e carte di credito, lasciandoci senza il becco di un quattrino. Ci hanno fregato anche la Lamborghini!"

La parola "Lamborghini" sembrò far svegliare del tutto il meccanico, che corse alla finestra e si affacciò sul parcheggio: al posto della loro auto da corsa restava solo una macchia d’olio.

"Oh no… La nostra Urraco…"

"Già… ce l’hanno portata via. Siamo stati proprio due idioti!"

All’improvviso Edd sembrò ricordare che era stato Mike a voler abbordare le due ragazze:

"Aspetta un momento. Sei tu, l’idiota! Sei stato tu a mandare lo champagne a quelle due… quelle due…"

"Puttane ladre?"

"Sì, mi hai tolto le parole di bocca. Comunque sia, sei stato tu a…"

"Ma tu mi sei venuto dietro Edd" lo interruppe di nuovo l’altro: "La colpa è anche tua".

Il meccanico si lasciò cadere seduto sul letto con un sospiro disperato: ormai non potevano farci niente! Quelle due furfanti a quell’ora dovevano già essere molto lontane.

"E adesso, cosa facciamo? Chiamiamo la polizia?"

"Sei matto! Se denunciamo il furto alla polizia dovremo dire loro che siamo stati adescati da due "signorine". Se mia moglie viene a sapere una cosa del genere mi scorticherà vivo non appena gli capiterò tra le grinfie!" disse Mike, rabbrividendo al solo pensiero. Edd non poté non convenire con lui: di sicuro anche la sua non l’avrebbe presa troppo bene. Avevano le mani legate.

"E allora? Come possiamo fare?"

"Possiamo solo tornare in Inghilterra. Diremo che abbiamo venduto la Urraco qui in Italia."

Edd scosse la testa con un altro sospiro:

"E come faremo a tornare in Inghilterra? Siamo a piedi, senza soldi! Ed i nostri documenti sono nella hall di questo dannato albergo! Se non saldiamo il conto mica ce li ridanno, i passaporti! E non possiamo nemmeno andarcene senza! Che situazione di merda! E tutto per colpa tua!" si sfogò il meccanico, afferrando il guanciale dal letto e buttandolo dall’altra parte della stanza.

"È inutile piangere sul latte versato. Dobbiamo cercare di riprendere i nostri passaporti e lasciare immediatamente l’albergo. Faremo l’autostop!"

Edd si prese la testa tra le mani, ma non poté fare altro che accettare la proposta dell’amico.

Dieci minuti dopo, i due scivolarono furtivi nell’ingresso dell’hotel: il portiere era in piedi al suo posto dietro il bancone; sarebbe stato impossibile per loro prendere i documenti senza farsi notare.

"Dobbiamo fare gioco di squadra!" decretò Mike, dopo aver studiato per un attimo la situazione: "Tu lo distrai, lo fai allontanare dal bancone con una scusa qualsiasi; io prenderò i passaporti ed andrò fuori. Non appena mi vedi uscire, seguimi. Cercheremo di sparire senza dare nell’occhio."

"Così sembra a me di essere un delinquente."

"Hai ragione, ma dobbiamo fare buon viso a cattivo gioco! Forza Edd, tocca a te!"

Il meccanico tirò l’ennesimo sospiro della mattinata e, fingendo indifferenza, si avvicinò al portiere:

"Buongiorno signore, posso esserle utile?"

"Ehm… Buongiorno… ehm… sì… credo… credo di aver dimenticato il mio ombrello sull’ascensore…e mi chiedevo se poteva aiutarmi a recuperarlo…"

Il portiere lo guardò stupito, ma non fece domande:

"Sì, signore, le mando subito un facchino!"

"No, no! Non voglio un facchino… Non può venire lei direttamente?" nel panico più completo, Edd si slanciò verso il responsabile della hall, facendogli anche l’occhiolino. Quello, che non disdegnava affatto gli uomini molto alti e che aveva interpretato la parola "ombrello" in modo molto equivoco, rispose con un sorriso all’invito del meccanico, lasciando la sua postazione. Mike ebbe così campo libero e poté afferrare i documenti indisturbato, lasciando poi subito l’hotel, andando ad aspettare l’amico lungo la strada.

Edd arrivò dopo dieci minuti buoni, correndo come se avesse avuto il diavolo alle calcagna, con la maglietta mezza fuori dai pantaloni. Passò accanto a Mike senza nemmeno rallentare, e quello fu costretto a mettersi a correre a sua volta per poter star dietro all’amico.

"Ma… si può sapere… perché… c’hai messo… così tanto?" gli chiese, ansimando per la corsa frenetica.

"Quell’uomo era gay… e credeva che lo fossi anch’io!" esclamò il meccanico, decidendo finalmente di fermarsi, appoggiandosi con la schiena contro un palo della luce e premendosi il petto con la mano destra, cercando di riprendere fiato. Mike si appoggiò con le mani alle ginocchia, in parte anche lui per riprendersi dopo la corsa ma anche scosso da un attacco di risa.

"Non c’è niente da ridere! Quel tipo mi ha rinchiuso nell’ascensore, si è tolto la giacca e mi è saltato letteralmente addosso, dicendo che aveva lui un ombrello da darmi! Ho dovuto tramortirlo per scappare via! Accidenti a te, Mike; e smettila di ridere!"

Il presentatore stava ancora singhiozzando per il gran ridere. Si asciugò le lacrime provocate dall’ilarità e commentò:

"Non volevi tradire tua moglie con una donna, e ti sei ritrovato a dover scappare da un uomo!"

Edd scosse ancora la testa e si lasciò scivolare a terra, mettendosi seduto sul ciglio della strada. Mike riprese la sua abituale flemma inglese e prese di nuovo le redini della situazione in mano:

"Bene, ora dobbiamo trovare qualcuno che sia disposto a darci un passaggio".

 

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Capitolo 3
*** Un aiuto inaspettato ***


Spazio autrice: Continuano le disavventure dei nostri protagonisti. Spero che vi divertiranno.
DISCLAIMER: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo



Un aiuto inaspettato

 

Erano già passate quasi due ore da quando Mike ed Edd erano letteralmente scappati dall’albergo, e non avevano ancora trovato nessuno disposto a dare loro un passaggio. Mike aveva trovato un pezzo di cartone per terra poco lontano, e ne aveva fatto un cartello scrivendoci sopra con la penna che portava sempre con sé, e che per fortuna non era interessata alle due ladre, la loro destinazione.

Mentre l’ennesima macchina passava davanti a loro il presentatore sventolò il cartello improvvisato, ottenendo solo un’accelerata da parte dell’automobilista in transito.

"Non riesco proprio a capire perché nessuno si sia ancora fermato!" disse, grattandosi la testa e guardando il pezzo di cartone come se quello potesse dargli una risposta plausibile.

"Forse perché sei stato un po’ troppo generico, con quel cartello" gli rispose invece Edd, che stava ancora seduto a gambe incrociate sul bordo della strada.

L’altro guardò ancora il cartone, su cui aveva scritto "INGHILTERRA" a lettere cubitali.

"Credi che avrei dovuto essere più specifico? Scrivendoci "Londra" o magari "Brighton"?"

"No, credo che avresti dovuto mettere un posto più vicino, come "Milano", per esempio! Secondo te, dove lo trovi un bolognese disposto a darci un passaggio fino in Inghilterra?! A volte sei proprio ingenuo, Mike".

"Sì, credo che tu abbia ragione" sospirò l’altro, gettando via il cartello e mettendosi seduto accanto all’amico.

Proprio in quel momento passò loro davanti una piccolissima e vecchissima Fiat 500 color blu notte: fatti pochi metri, l’automobilina cominciò a tossire e a sputacchiare, sobbalzando come un canguro ubriaco, per poi andarsi a fermare definitivamente due o trecento metri più avanti. Ne videro uscire una ragazza dai lunghi capelli neri, vestita come un Hippie, che prima aprì il cofano motore armeggiandoci dentro e poi cominciò a prendere a calci nelle ruote la piccola macchina, urlando parole incomprensibili al vento.

I due rimasero a guardarla per qualche istante, poi Mike si riscosse e saltò in piedi:

"Andiamo Edd, è la nostra occasione buona!" disse, incamminandosi verso la 500.

"Buona per cosa: farci portare via anche i vestiti? Non ci rimane altro che quelli da farci rubare."

"Oh, andiamo, non essere sciocco! Quella ragazza è nei guai ed ha bisogno di un meccanico: tu le ripari l’auto ed in cambio ci facciamo dare un passaggio!"

"Mike, non ho gli attrezzi! Come diamine faccio a ripararle la macchina? Sempre che sia riparabile: secondo me ha tirato le cuoia definitivamente."

"Non essere sempre così pessimista! Andiamo, vieni con me" e senza aggiungere altro il presentatore riprese a camminare verso l’auto ferma al centro della strada.

Edd sbuffò, ma non poté fare altro che seguirlo, ancora una volta.

Non appena la ragazza si rese conto che due strani individui si stavano avvicinando smise di prendere a calci la macchina, si piegò all’interno dell’abitacolo e ne riemerse con una mazza da baseball lunga mezzo metro, che si mise a roteare minacciosamente. I due furono costretti a fermarsi a distanza di sicurezza e ad alzare le mani.

"Scusa, non volevamo spaventarti!" le disse Mike, alzando la voce per farsi sentire nella distanza: "Abbiamo visto che sei in difficoltà e volevamo solo aiutarti! Il mio amico qui è il miglior meccanico di tutta la Gran Bretagna!"

La ragazza abbassò la mazza e si puntò i pugni sui fianchi, squadrando i due uomini dalla testa ai piedi. Dopo qualche istante, poiché il bastone rimase abbassato, i due si sentirono autorizzati ad avvicinarsi ulteriormente, fermandosi solo a pochi metri di distanza dall’auto in panne.

La giovane li osservò tenendo i pugni sui fianchi ancora per un momento, poi decise che in fondo da quei due non aveva nulla da temere e ripose la mazza al suo posto.

"Non credo che il tuo amico mi possa aiutare," commentò poi tornando a guardare dentro il cofano della 500: "a meno che non sia in grado di pisciare benzina. Questa vecchia carretta ha l’indicatore del carburante rotto ed io mi sono dimenticata di controllare il livello del combustibile nel serbatoio. Sono rimasta a secco! Stupida, stupida, stupida!" concluse dandosi dei pugni in testa.

"Calma, calma! Non c’è bisogno di colpirsi! Edd forse non sarà capace di pisciare carburante, ma di sicuro è un buon camminatore! Potrà raggiungere il distributore più vicino in men che non si dica! Guarda che gambe lunghe che ha!"

Edd provò a ribattere ma Mike lo fece tacere con un gesto. La ragazza lo degnò a malapena di un’occhiata prima di rispondere:

"Sì, direi che "pertica" può fare al caso mio".

"Mi chiamo Edd" replicò il meccanico mentre la giovane entrava nell’abitacolo ed accendeva l’impianto di navigazione satellitare più futuristico che avessero mai visto, e che risultava parecchio ridicolo a bordo della vecchia macchinina.

"Sei fortunato spilungone: il primo distributore è a soli due chilometri da qui. Tieni, eccoti venti Euro e la tanica" disse la ragazza dopo aver controllato sul navigatore ed essersi piegata nuovamente a rovistare nell’abitacolo.

"Io mi chiamo Edd!" ribadì il meccanico, prendendo ciò che la giovane gli porgeva.

"Ed io sono Samantha, ma tutti mi chiamano Sam. Muovi le chiappe, o il buio ti prenderà per strada".

Dopo aver pronunciato quelle ultime parole la ragazza si rollò una sigaretta e si mise a sedere a bordo della sua 500, chiudendosi dentro, decretando in maniera alquanto brusca la fine della conversazione. Edd guardò Mike con sguardo perplesso, e quello rispose con una alzata di spalle e con un gesto della mano che lo invitava ad incamminarsi.

Non appena il meccanico si fu allontanato Mike tentò un nuovo approccio con la ragazza, che stava ancora fumando tranquillamente:

"Ehm… Ti posso disturbare, Samantha?"

Lei nemmeno si voltò a guardarlo:

"Chiamami Sam".

"Sì… ok… Allora… Sam… noi avremmo bisogno di un passaggio…"

"Io non do mai passaggi agli sconosciuti".

"Oh, bè… Se è per questo mi presento. Mi chiamo Mike Brewer…" la sua mano tesa passò inosservata e lui fu costretto a riabbassarla imbarazzato: "Ecco… noi siamo inglesi e siamo venuti fin qui per un raduno di Lamborghini…"

Samantha esalò una boccata di fumo, continuando a guardare dritto davanti a sé.

"E… qualcosa è andato storto… Due ladre ci hanno derubato in albergo, portandoci via soldi, telefonini e la macchina".

Finalmente la giovane Hippie mostrò un po’ di interesse per le vicissitudini dei due uomini:

"Due ladre vi hanno derubato in albergo?!" chiese, guardando l’uomo dall’altra parte del vetro con un sopracciglio inarcato.

Mike divenne rosso come un pomodoro maturo: "Bè… diciamo che ci siamo lasciati abbindolare dalla loro avvenenza".

Sam scosse la testa: "Poveri idioti… Per la vostra stupidaggine meritereste di tornarvene in Inghilterra a piedi".

Mike decise di assecondarla: a suo giudizio, anche quella ragazza non sembrava avere tutte le rotelle al suo posto.

"Sì, hai ragione. Siamo stati proprio dei deficienti".

"Apprezzo molto che tu lo ammetta! Perché non vi siete rivolti subito alla polizia?"

"Ecco, vedi… io e Edd siamo sposati… Se le nostre mogli scoprono che volevamo tradirle…"

"Idioti due volte. Comunque sia, in questo periodo sono di buon umore. Forse posso aiutarvi. Sapresti descrivermi queste due tipe, oppure eri troppo occupato a sbavare per prestare troppa attenzione alle loro facce?"

Mike riuscì a fare una descrizione sommaria delle due ragazze; quando pronunciò i loro nomi, Samantha fece una smorfia:

"Cindy e Mindy eh? Sì, le conosco purtroppo. Ho già avuto a che fare con loro… Per motivi personali".

"Sapresti dove trovarle?"

"Sicuro. Anche se credo che ormai il vostro giocattolino da migliaia di Euro sia già passato nelle mani della loro officina di fiducia. In questi casi, la prima cosa che viene modificato è il colore dell’auto, seguito subito dopo dalle targhe."

"Mi sembra che tu te ne intenda un po’ troppo" si lasciò sfuggire Mike, guardandola con occhio critico.

Lei si lasciò scappare una risatina: "Diciamo che prima di diventare Hippie mi occupavo di altro. In ogni modo dobbiamo aspettare che torni il tuo amico watusso, senza benzina non andiamo da nessuna parte". Si voltò a guardarlo ancora per un attimo, poi gli fece cenno di salire a bordo.

Quando Edd tornò, dopo un’ora e mezza, sudato come un cavallo e con i capelli completamente appiccicati al volto, li trovò seduti a conversare amabilmente a bordo della Fiat 500. Trattenendo a stento un moto di rabbia lasciò cadere la tanica, incrociò le braccia sul petto e brontolò:

"Ma bene: io a fare la maratona di Londra e voi due comodamente seduti a fare salotto!"

I due scesero dall’abitacolo: Samantha mise subito il carburante nel serbatoio mentre Mike annunciò la novità all’amico:

"Mentre tu camminavi io mi sono fatto una nuova amica: Sam conosce le nostre due… diciamo delinquenti, e sa dove possiamo trovare la nostra Urraco!"

La notizia fece calmare subito il meccanico:

"Davvero? Questa sì che è una bella notizia!"

"Già, però dobbiamo muoverci! Lei crede che l’auto sia già in una carrozzeria "specializzata" per i furti d’auto".

"E come faremo, allora, secondo te, a riprenderci la macchina? Credi che i ricettatori ce la lasceranno portar via senza alzare un dito?"

"Qualcosa ci inventeremo. Intanto andiamo a cercarla!"

Nel frattempo Samantha aveva finito di fare il pieno ed era già salita di nuovo al posto di guida: "Allora? Vogliamo andare o volete prendere il tè?"

"Arriviamo!" le rispose Mike.

Edd fu costretto a fare il contorsionista per infilarsi sugli strettissimi sedili posteriori, finendo per occupare completamente tutto il misero divanetto e ritrovandosi comunque con le ginocchia quasi in bocca. Mike si accomodò sul sedile del passeggero.

"Sei comodo "attaccapanni"?" chiese la ragazza, fissando il meccanico dallo specchietto retrovisore; quello fece una smorfia rispondendo:

"Io mi chiamo EDD!"

"Fa lo stesso. Bene, si parte allora!"

Mise in moto la 500, che si avviò sputacchiando ed emettendo una nuvola di fumo azzurrino, e si mise in marcia verso la campagna bolognese.

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Capitolo 4
*** Missione di recupero ***


Spazio autrice: Buongiorno a tutti! Vi posto un nuovo capitolo con le disavventure italiane dei nostri due protagonisti. Mi auguro che vi facciano ridere, ed attendo ancora fiduciosa un vostro parere! Anche le critiche sono ben accette! ;-) Enjoy
DISCLAIMER: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo



Missione di recupero

 

Dopo un’ora di viaggio sobbalzante e sputacchiante, durante il quale Edd sbatté parecchie volte la testa contro il tetto dell’auto, Samantha imboccò una stretta stradina sterrata che si perdeva in mezzo a sconfinati campi di grano e granturco. Dopo poche centinaia di metri, arrivarono ad una sbarra di ferro che bloccava l’accesso al resto della pista bianca. La ragazza si fermò e spense il motore.

"La carrozzeria che cercate è in fondo a questa strada. Il fatto che la sbarra sia chiusa mi fa credere che laggiù ci sia qualcuno al lavoro. Probabilmente si staranno divertendo con il vostro gioiellino".

"E adesso, cosa facciamo?" chiese il meccanico, cercando di mettersi seduto un po’ più comodo ma riuscendo solo a rimanere con un piede incastrato sotto il sedile di Mike.

"Non lo so… È un bel problema in effetti" rispose il presentatore, voltandosi poi a guardare la ragazza.

"Non guardate me! Io non c'entro proprio niente con i vostri problemi!"

"Ma tu conosci quel tizio! Non è che potresti provare a convincerlo a renderci l’auto?" chiese Mike speranzoso. Samantha lo fulminò per un attimo con lo sguardo, poi cedette:

"Oh, e va bene! Proverò a parlare con lui! Ma non vi garantisco nulla, però! Voi restate qui!"

Si munì della sua mazza da baseball e scese, sparendo poi alla vista oltre la sbarra, nascosta dalle piante di mais.

I due non dovettero attendere a lungo: dopo neanche dieci minuti la ragazza tornò alla macchina correndo come una forsennata, con alle calcagna un dobermann ed un pastore tedesco a pelo corto. Saltò al volo sul cofano e da lì sul tetto. Mike ebbe la prontezza di spirito di aprire il tettuccio di tela dell’auto, e Sam riuscì ad infilarsi dentro l’abitacolo passando dall’alto, mentre i cani assaltavano gli sportelli abbaiando e sbavando sui finestrini.

"Credo che qualcosa sia andato storto…" commentò il presentatore, mentre Samantha cercava di riprendere fiato.

"Accidenti a voi" ansimò: "Mi avete quasi fatto sbranare! Frank non è stato molto contento della mia richiesta! Comunque posso dirvi che l’auto non è ancora stata toccata: prima ne devono finire un’altra".

"Bene! Questo ci dà modo di poter studiare un piano" commentò Mike, mettendosi subito a riflettere alacremente sul da farsi, prendendosi il mento tra le mani ed alzando lo sguardo al tetto dell’auto.

"Speriamo che il prossimo piano sia più intelligente di quello appena provato" commentò Sam, dando un’altra occhiata ai cani che ancora abbaiavano contro le portiere della 500. Edd, nonostante non provasse nessuna simpatia per quella strana Hippie, non poté che concordare con lei.

Quando i cani finalmente decisero di tornare dal loro padrone, Mike era ancora nella stessa posa, rimuginando attentamente sul da farsi. Sam si era rollata una sigaretta e stava fumando nervosamente, sbuffando piccole nuvolette di fumo grigio; mentre Edd stava ancora cercando di mettersi almeno un pochino più comodo. Ad un tratto la ragazza spezzò il silenzio:

"Non è che forse vi conviene chiamare la polizia? Sarebbe più semplice, non trovate?"

"Ma dovremmo spiegargli perché non ci siamo rivolti subito a loro" replicò Mike, finalmente cambiando posizione e tornando a fissare dritto davanti a sé.

"Io vorrei tanto poter recuperare il mio cellulare" sospirò Edd, rinunciando a tentare di girarsi su se stesso ed appoggiando la testa sul divanetto posteriore: "Avevo promesso a mia moglie che le avrei telefonato, oggi".

"Mmm… Forse si può fare" disse Samantha, picchiettandosi il mento con il dito indice: "Andiamo a trovare le nostre amiche. Tanto, per tentare di riprendere l’auto, dovete comunque aspettare che faccia buio".

La ragazza mise in moto, fece inversione a U e tornò sulla strada principale, diretta verso il covo di Cindy e Mindy.

Le due vivevano in un lussuoso attico nel centro della città.

"Però… il mestiere del ladro rende bene, eh?" commentò Mike, alzando gli occhi a fissare il palazzo.

"Già" gli fece eco Edd: "Per di più se trovano tanti polli da spennare come noi".

"Seguitemi!" li spronò la ragazza, ed entrambi la seguirono all’interno dell’abitazione.

L’ascensore era rotto, così furono costretti a farsi venti piani di scale a piedi: i due inglesi arrivarono sull’ultimo pianerottolo con la lingua che gli strusciava sulle scarpe, paonazzi in volto. Sembrava che Mike fosse sull’orlo di un infarto.

Samantha bussò alla porta dell’appartamento ma nessuno rispose:

"Sembra che nessuno sia in casa" commentò la ragazza sottovoce, guardandosi intorno furtiva e tirando fuori dalla tasca dei jeans una piccola bustina: "Voi due non avete visto niente, ok? Vediamo se mi ricordo ancora come si fa".

Estrasse due forcine dalla bustina e si mise ad armeggiare con la serratura, che dopo pochi istanti scattò. I due britannici si guardarono e si strinsero nelle spalle prima di seguirla all’interno.

La refurtiva era ancora sul tavolo: ovviamente i portafogli non contenevano più nemmeno un centesimo, e le carte di credito erano state tagliate, ma i cellulari non erano ancora stati né distrutti né venduti.

Edd si riprese il telefonino baciandolo più volte come se fosse stata una reliquia, poi lo accese e si mise a comporre un numero.

"Cosa diavolo stai facendo?" lo apostrofò Samantha.

"Sto chiamando mia moglie".

"E devi farlo proprio adesso? Quelle due potrebbero rientrare da un momento all’altro! Sbrighiamoci a lasciare questo posto: se mi beccano qui mi faranno pagare con gli interessi tutte quelle che ho combinato loro!"

La ragazza riprese di corsa le scale, con i due uomini che cercavano di tenerle dietro: Mike reggendosi i pantaloni a mo' di damina del settecento per non inciampare durante la discesa ed Edd che tentava comunque, imperterrito, di comporre il numero di telefono della consorte.

Una volta a bordo della 500 la ragazza partì di nuovo, questa volta diretta alla sua abitazione:

"Mi è venuta un’idea. In realtà me l’ha suggerita proprio quello che abbiamo appena fatto! Lo so che "a casa del ladro non si ruba" ma è l’unico modo che avete per riprendervi la macchina!"

"Dovremmo rubare la nostra Urraco?!" chiese incredulo Edd, rinunciando finalmente all’idea di telefonare alla moglie.

"È l’unica soluzione, se non volete ricorrere alle Forze dell’Ordine!"

"Oh no, no, no… Io sono un meccanico, non un ladro!"

"Samantha ha ragione, Edd, non abbiamo scelta!"

"Non mettertici anche tu! Hai già combinato abbastanza casini, Mike! Se non fosse stato per la tua maledetta voglia di scopare a quest’ora non saremmo in questa situazione!" gli gridò il meccanico in risposta, perdendo la sua proverbiale flemma tipicamente inglese.

"E se tu non mi avessi convinto a venire fin quaggiù per partecipare a quello stupido raduno ora…"cominciò a rispondere Mike, altrettanto compostamente, ma Sam li interruppe:

"Calmatevi, voi due! Siete peggio di due zitelle acide! Volete sì o no tornare a casa vostra con la vostra macchina?"

Entrambi annuirono vigorosamente.

"Ed allora faremo come dico io! Mi avete coinvolto in questa storia ed ora prendo io le redini della situazione in mano!"

I due smisero di battibeccare e rimasero in silenzio fino a quando non arrivarono all’abitazione della ragazza, una fatiscente roulotte posteggiata lungo l’argine di un fosso dalle acque stagnati.

Una volta dentro, Sam si mise subito a rovistare all’interno del piccolo armadietto, tirando fuori tre completi alla Diabolik, calzamaglia e maglietta elasticizzati, neri come l’inchiostro.

"Prima di diventare una Figlia dei Fiori ero anch’io una ladra" spiegò loro: "Quindi so come si fa! Aspetteremo che cali il buio, poi ci metteremo questi" ed indicò gli abiti neri: "ed entreremo nell’officina. Se tutto andrà bene, nel giro di dieci minuti saremo di nuovo fuori, e voi riavrete il vostro gioiellino".

"E come faremo con i cani?" chiese Edd, che era costretto a stare con le ginocchia piegate per non toccare nel basso soffitto con la testa.

"Non me ne vogliano gli animalisti... Darò loro delle polpette condite con il sonnifero: si faranno una bella dormita e domani mattina non si ricorderanno di nulla!"

I due uomini si guardarono di nuovo ed assentirono loro malgrado: era l’unica possibilità di riuscita che avevano.

Non appena calò la notte, Samantha fece indossare i completi ai due uomini:

"Ma è davvero necessaria questa mascherata?" chiese Mike, entrando con difficoltà all’interno della maglietta elasticizzata della ragazza.

"Certo, dobbiamo passare inosservati!"

"Per quanto possa servire" commentò Edd.

Samantha li fissò e non poté fare a meno di scoppiare a ridere: l’uno strizzato all’interno degli abiti, costretto a respirare a malapena per non strappare il sottile tessuto; l’altro con una dose abbondante di caviglie e braccia che gli spuntavano dai vestiti troppo corti.

"Sembrate Tiramolla e Macchia Nera!" rise Sam, additandoli con l’indice e battendosi una mano sulle ginocchia per il gran ridere. Per la prima volta i due uomini furono concordi del risponderle:

"Non c’è niente da ridere!" risposero all’unisono, incrociando entrambi le mani sul petto.

Ancora sghignazzando, Sam li precedette fuori dalla roulotte. I tre si incastrarono di nuovo nella piccola Fiat e tornarono alla carrozzeria nascosta tra i campi.

Una volta giunti alla sbarra, Samantha la aprì con le sue forcine, poi andò avanti con le polpette da dare ai cani: le due bestie se le divorarono in quattro e quattr’otto, e dopo pochi minuti dormivano beatamente. La ragazza fece cenno ai due uomini di farsi avanti, e quelli avanzarono furtivi, camminando accucciati. Per il completo di Mike quella fu la goccia che fece traboccare il vaso: il tessuto aveva già resistito anche troppo a lungo alle sollecitazioni a cui era stato sottoposto, ed a quel punto si strappò nel senso della lunghezza all’altezza delle natiche, con un rumore di pernacchia sorda, rivelando i candidi slip che l’uomo indossava al di sotto.

La scena era talmente comica che Edd non riuscì a trattenere le risate: la cosa fu fatale anche al suo, di completi, che si lacerò nella schiena, lasciandolo con il dorso ricoperto dalla sola maglietta della salute.

Samantha fece loro cenno di non fare rumore, e sempre servendosi della sua attrezzatura la ragazza aprì il portone del capannone: ecco, finalmente avevano ritrovato la loro Lamborghini Urraco!

Sorse però subito un altro problema: non c’erano le chiavi! Non erano nell’abitacolo, né sparse sui banchi da lavoro.

"Frank deve essersele portate a casa. Accidenti, a questa evenienza non avevo pensato! Ed io non ho mai imparato a scassinare le serrature delle macchine!" esclamò Samantha, grattandosi la testa.

"Bè, ora non possiamo certo andare a casa sua a riprendercele!" disse Mike, che tentava ancora inutilmente di coprire lo strappo tirando la stoffa ai margini della lacerazione.

"No di certo. Dovrete pensare ad un'altra soluzione... E io, stavolta, non posso aiutarvi: non ho mai scassinato la portiera di un'auto, e potrei metterci ore prima di riuscirci. Sfortunatamente non abbiamo tutto questo tempo!"

Mentre i due parlavano, Edd se ne stava fermo fermo in un angolo: nella sua mente stava ripercorrendo, come in un film, i gesti che aveva compiuto prima di partire da casa. Vide chiaramente se stesso infilare le chiavi di riserva dell’auto nella tasca laterale del suo borsone, nel caso fossero servite.

"So io dove sono le chiavi!" gridò, emergendo dalla sua visione: "Nella tasca del mio borsone ho le chiavi di riserva!"

"Oh, benissimo Edd! E dov’è il tuo borsone?" chiese Mike.

La visione riprese nella mente del meccanico, mostrandogli il suo bagaglio all’interno della camera dell’albergo:

"Oh cazzo! Il borsone è rimasto in albergo! Quando siamo scappati ci siamo dimenticati i bagagli!"

Mike si sbatté la mano sulla faccia: ora dovevano tornare nel posto da cui erano scappati all’inizio della loro avventura.

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Capitolo 5
*** Tutto è bene quel che finisce bene ***


Spazio autrice: Siamo arrivati alla fine di questa storiella. Spero che vi sia piaciuta e che vi abbia divertito! Bacioni!
DISCLAIMER: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo




Tutto è bene quel che finisce bene

 

 

Gli pneumatici della 500 stridettero quando Samantha frenò di colpo davanti all’hotel: la ragazza cominciava ad essere spazientita, per non dire incavolata nera, dalle idiozie commesse dai due uomini, ma ormai aveva acconsentito ad aiutarli e non poteva tirarsi indietro proprio sul più bello.

"Ascoltatemi bene, voi due! Siete sicuri che le chiavi della vostra macchina siano all’interno del bagaglio?" chiese, masticando febbrilmente il chewing-gum che si era ficcata in bocca per non fumare. Mike si voltò all’indietro verso Edd, strizzato sui sedili posteriori, per chiedere conferma.

"Sì, sono sicuro!" rispose il meccanico, lanciandole uno sguardo di fuoco.

"Ok! Allora facciamo il punto della situazione! Voi avete lasciato l’albergo stamattina, abbandonando i bagagli in camera, giusto?"

"Giusto…" rispose Mike.

La ragazza scosse la testa mormorando un "idioti" tra sé e sé prima di ricominciare:

"Non credo che, per un giorno soltanto, abbiano già dato l’allarme: in fondo siete venuti qui per partecipare ad un autoraduno…"

"A meno che non si siano accorti che non ci sono più i nostri documenti depositati nella hall…" puntualizzò Edd, il quale, nel frattempo, aveva tolto la maglietta nera aderente ormai inservibile rimanendo in canottiera.

"Ci sono talmente tanti portieri diversi in questo hotel che di sicuro penseranno che qualcuno di loro ve li ha già riconsegnati… per quanti giorni avevate prenotato?"

"Tre."

"Bene… Sono convinta che i vostri bagagli siano ancora nella vostra camera: dobbiamo distrarre il portiere di notte, salire senza farci vedere, recuperare il tutto ed andarcene di corsa… Una sciocchezza!"

"Non mi sembra una cosa da prendere così tanto alla leggera!" si lamentò Edd: "Punto primo: chi è che distrarrà il portiere?"

Mike si voltò immediatamente a guardarlo fisso, e Samantha lo imitò. Il meccanico si tirò istintivamente all’indietro, andando a sbattere con la testa contro il tettuccio, mettendo le mani davanti a sé:

"Perché mi state guardando a quel modo…?"

"L’hai già fatto stamani, Edd; puoi farlo di nuovo!" disse Mike.

"Oh no… Stamani ho rischiato di essere violentato! Non voglio correre di nuovo questo pericolo!"

"Stai tranquillo "ciuffo bianco", il portiere non sarà lo stesso di questa mattina…" disse Samantha, ridacchiando all’idea dello spilungone molestato sessualmente.

"Serve a qualcosa ricordarti che mi chiamo Edd?" chiese il meccanico, oltremodo infastidito per tutti i nomignoli che la ragazza gli aveva affibbiato fino a quel momento.

"Direi di no…" rispose lei, con ancora lo stesso sorrisetto beffardo sulle labbra. Edd alzò gli occhi al cielo per un istante, poi picchiettò sulla spalla di Mike per farlo scendere dall’auto e lasciargli campo libero. Samantha posteggiò la piccola macchina poco più avanti e poi li raggiunse.

I due nel frattempo stavano decidendo quale tattica dovesse usare il meccanico per distrarre la sua vittima:

"Potresti fingerti ubriaco e piazzarti al bancone…"

"Io sono astemio, Mike, non lo so come si comportano gli ubriachi!"

"Ne avrai pur visto qualcuno nella tua vita, no? Coraggio, spremiti le meningi! Conto su di te per poter recuperare le chiavi!"

Lo spilungone lo guardò come a volergli vomitare addosso tutto quello che gli passava in quel momento nel cervello e che non aveva niente del tipico aplomb inglese, ma si limitò a voltargli le spalle e a incamminarsi verso l’entrata dell’albergo.

Gli altri due lo seguirono a breve distanza, lo osservarono dirigersi verso la postazione del portiere traballando in modo vistosamente fittizio ed approfittarono della distrazione dell’impiegato per salire di corsa le scale.

La porta della camera era chiusa a chiave, ma per Samantha non fu un problema: con due abili mosse delle sue fidate forcine aprì l’uscio e lo tenne aperto per Mike che, con gli slip ancora ben visibili, si chinò a raccogliere i loro bagagli.

Una volta di nuovo nella hall però, i due si resero conto che la situazione era precipitata: Edd aveva esagerato troppo con la sua pantomima, e l’impiegato era al telefono con la Polizia per denunciare un episodio di ubriachezza molesta.

"Merda! Questa non ci voleva! Tu precedimi fuori e aspettami alla macchina! Io cerco di recuperare quell’idiota con i trampoli incorporati!" sibilò Sam. Mike obbedì e lasciò l’hotel, mentre la ragazza sgusciò fuori da dietro il vaso di fiori che la nascondeva e si diresse con passo risoluto verso il meccanico.

"Finalmente ti ho trovato, disgraziato che non sei altro! Dove ti eri cacciato? Non dirmi che sei andato ad ubriacarti come al solito eh?"

Il portiere, ancora con la cornetta del telefono in mano, le chiese se lo conosceva.

"Certo che lo conosco! È mio marito!"

"È suo marito?" chiese l’impiegato, quasi incredulo e piuttosto sospettoso.

"Sono tuo marito?!" gli fece eco Edd, dimenticandosi che stava fingendo di essere ubriaco.

"Certo che sei mio marito! Andiamo ora, hai bisogno di una boccata d’aria! Lo scusi ancora… non riesco a tenerlo lontano dalla bottiglia…"

Samantha si diresse verso l’uscita, tirando per un braccio il meccanico che la guardava come se le fossero spuntate altre due teste, e seguita dallo sguardo allibito del portiere di notte, che non aveva ancora riappeso il telefono.

Una volta fuori, i due si misero a correre verso la Fiat, dove già Mike li aspettava, con le chiavi della Lamborghini in mano:

"Come ti è venuto in mente di dirgli che sono tuo marito?!" chiese il meccanico, con sguardo a metà strada tra il disgustato e l’inorridito.

Lei gli rispose con la medesima espressione: "Non ne ho idea, e credo che al solo ricordo mi verranno gli incubi! Comunque l’importante è avere recuperato ciò che vi serviva!" concluse indicando il presentatore che sventolava il mazzo sorridendo.

Per la terza volta, la 500 si inoltrò nella strada bianca fino alla carrozzeria. I cani dormivano ancora come angioletti, per cui fu facile per i due inglesi salire sulla loro auto, mettere in moto e lasciare il capannone, seguendo la piccola Fiat che li precedeva a pochi metri di distanza.

Seguirono Samantha fino alla sua roulotte, dove brindarono con acqua frizzante al successo della loro missione di recupero:

"Siamo stati grandi!" si auto lodò Mike, ancora strizzato nel completo nero e con le chiappe al vento.

"Sì, devo ammettere che per essere due pappemolle inglesi non vi siete comportati poi così male…"

"Pappemolle a chi?!" si risentì il presentatore, che tremante di sdegno fece vibrare il suo ventre piuttosto prominente come una gelatina di frutta. Consapevole della comicità della situazione, Edd ritrovò tutto il suo "sense of humour" e si mise a ridere, additando l’amico:

"Ma ti sei visto, Mike? Sembri un rotolino di sushi!"

"E tu uno spaventapasseri…" replicò l’uomo piccato, ma scoppiando a ridere a sua volta subito dopo.

Una volta indossati di nuovo i loro abiti, mentre cominciava già ad albeggiare, i due uomini salutarono Samantha, che raccomandò loro di non lasciarsi abbindolare ancora da delle sconosciute, e salirono di nuovo a bordo della loro Lamborghini Urraco, pronti ad intraprendere il viaggio di ritorno.

La prima cosa che Edd fece una volta che furono di nuovo sull’autostrada fu chiamare sua moglie:

"Ciao tesoro! Ieri avevo provato a chiamarti, ma non eri raggiungibile… Come sta andando il raduno?"

"Sì, ieri ho avuto un problema con il cellulare…" le rispose guardando Mike che gli strizzò l’occhio in risposta: "Tutto bene, piccola, stiamo tornando a casa…"

"Com’è il tempo? È uscito finalmente il sole?"

Edd fissò per un attimo il cielo azzurro fuori dal finestrino:

"Sì, per fortuna oggi è sereno. Ci sentiamo più tardi tesoro!"

"Ok! Ciao amore, a presto!"

Il meccanico spense il cellulare e si rivolse all’amico alla guida:

"Allora, spero che tu abbia imparato qualcosa da questa avventura…"

"Sì…che l’apparenza spesso inganna: Cindy e Mindy, con le loro belle maniere, erano due ladre matricolate; e Samantha, alla quale non avrei dato nemmeno una sterlina bucata in altre circostanze, ci ha aiutato a risolvere la nostra situazione…"

Edd annuì con espressione soddisfatta, sporgendo le labbra all’infuori, prima di aggiungere:

"Quindi la smetterai di pensare alle scappatelle?"

"Fino alla prossima volta, Edd… Fino alla prossima volta…"

 

Fine

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