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Autore: evelyn80    09/05/2014    1 recensioni
[Affari a quattro ruote]
Ispirata alla puntata n° 7 della decima stagione di Affari a quattro ruote
Mike ed Edd sono in Italia per partecipare ad un autoraduno. La prima notte che trascorrono in albergo vengono rapinati. Saranno costretti a darsi da fare per recuperare le loro cose, avvalendosi anche dell'aiuto di una strana ragazza dal passato incerto.
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spazio autrice: salve a tutti! Premetto che trovo i due protagonisti del programma Affari a quattro ruote molto buffi, e che spesso mi fanno pensare ad una specie di "Gianni e Pinotto". Questo mi ha ispirato questa fanfiction volta esclusivamente a far ridere e divertire. Sarei molto contenta anche di sapere cosa ne pensate!
DISCLAIMER: 'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo'




Scappatella pericolosa

 

Il motore della Lamborghini Urraco stava ancora rombando potente quando Edd China si svegliò dal suo pisolino. La prima cosa che videro i suoi occhi fu che non aveva ancora smesso di piovere:

"Alla faccia del paese del sole! A me pare che piova più qui che non in Inghilterra!" commentò, cercando inutilmente di stendere le lunghe gambe. Riportò il sedile in posizione eretta e si voltò leggermente verso il posto di guida, per far passare il formicolio ai glutei.

"Vorrei tanto sapere perché le macchine sportive sono tutte così piccole" sospirò stirandosi ed andando a sbattere con la testa contro il tetto dell’auto.

"Dovresti chiederti piuttosto perché tu sei così alto. La gente normale non è mica alta due metri come te!", gli rispose Mike Brewer con una risatina.

"Due metri e due centimetri, per la precisione" puntualizzò Edd. "Quanto manca ancora? Devo assolutamente fare due passi".

"Manca poco, ormai. Solo una decina di chilometri".

I due uomini, conduttori del programma inglese "Affari a quattro ruote", avevano intrapreso quello sfiancante viaggio di mille e cinquecento chilometri dall’Inghilterra a Bologna per partecipare al raduno della Lamborghini. Il loro ultimo acquisto per il programma, una Urraco verde smeraldo, aveva spinto Mike ed Edd ad iscriversi, senza che si rendessero conto, però, di cosa avrebbe significato dover stare seduti in macchina per tutte quelle ore.

Nessuno dei due se l’era passata bene perché se Mike aveva dovuto guidare sempre, visto che Edd non sarebbe mai riuscito ad infilarsi al posto di guida, anche lo spilungone aveva passato le pene dell’inferno, riuscendo a muoversi a malapena nello stretto abitacolo.

Quando Mike entrò finalmente nel parcheggio dell’Hotel a cinque stelle alla periferia della città emiliana, punto di ritrovo dei partecipanti al raduno, Edd tirò un sospiro di sollievo, scese dall’auto non senza difficoltà e fece il giro del parcheggio due volte prima di riuscire a riacquistare il pieno controllo dei suoi lunghi arti inferiori. Quando finalmente tornò alla Urraco, Mike aveva già scaricato i bagagli, che erano stati prontamente afferrati dal primo facchino di turno, e si era messo a sfogliare freneticamente le pagine del suo dizionario tascabile per rispolverare il suo italiano.

Non appena il meccanico lo raggiunse i due entrarono e si presentarono alla reception: fecero il check in, lasciarono i loro passaporti all’impiegato e salirono nella loro camera a farsi una meritata doccia.

Mentre Mike cantava a squarciagola sotto il getto d’acqua Edd afferrò il cellulare e chiamò sua moglie, che era rimasta a casa, per avvertirla che erano arrivati sani e salvi.

"Allora, com’è l’Italia?" gli chiese la ragazza non appena si furono scambiati i primi teneri convenevoli.

"Umida" rispose lui, con un pizzico di sarcasmo.

"Come umida? Anche più dell’Inghilterra?" rise lei dall’altro capo del telefono.

"Da quando abbiamo varcato la frontiera non abbiamo mai visto il sole, solo nuvole e pioggia. Ha smesso solo per un attimo, giusto il tempo di farci scendere dalla macchina, e poi ha ricominciato peggio di prima!" esclamò l’uomo, scostando la tenda per guardare fuori dalla finestra, ma trovandosi davanti solo una cortina di pioggia fitta ed insistente.

"Dai tesoro, non te la prendere. Vedrai che tornerà anche il sole. Ci sentiamo domani! Ti amo!"

"Anch’io ti amo. A domani!"

Edd riagganciò con un sospiro, proprio mentre Mike finalmente si degnava di uscire dal bagno, fasciato in un voluminoso accappatoio e con la testa avvolta dentro un enorme asciugamano. Edd lo fissò per un attimo poi scoppiò a ridere.

"Bè? Cosa c’è da ridere?"

"Ma ti sei visto? Sembri Wanda Osiris!"

L’uomo più anziano rispose con un grugnito ed una scrollata di spalle, piazzandosi davanti allo specchio e cominciando ad impiastricciarsi la faccia di crema.

"Ma cosa cavolo fai? Non sapevo che usassi anche le creme di bellezza!" continuò a ridere Edd, cominciando intanto a spogliarsi per andare a lavarsi a sua volta.

"Io ci tengo alla mia persona! E poi, dobbiamo apparire in ottima forma, se vogliamo fare conquiste!"

Il meccanico smise di colpo di ridere:

"Quali conquiste?"

"Quando siamo entrati nell’albergo ho visto un paio di sventole niente male, sedute ad un tavolo del bar. Devono partecipare anche loro al raduno".

"Mike, devo forse ricordarti che sei un uomo sposato con prole?"

"Andiamo, spilungone! Credi forse che, durante tutti quei viaggi che mi sono fatto in lungo ed in largo per tutta la Gran Bretagna, ed anche in America, non abbia mai avuto delle avventure?"

"Avrei preferito non saperlo, grazie!"

"Oh come sei all’antica Edd. Cosa vuoi che sia qualche scappatella. Le nostre mogli non sono mica qui".

"Cosa c'entro io?"

"Bè, le pupe sono in due".

"E allora? Io non voglio avere niente a che fare con le tue "scappatelle"! Non cercare me!" e sbattendo la porta dietro di sé si chiuse nel bagno.

Quando uscì, Mike era già pronto, fasciato nel suo abito migliore. Edd si asciugò frettolosamente i lunghi capelli scuri, lasciandoli scompigliati, specialmente il ciuffo bianco che aveva sulla fronte, poi indossò una delle sue solite felpe enormi su un paio di semplici jeans.

"Non potresti metterti qualcosa di più elegante?" lo criticò l’amico, seduto sul bordo del letto.

"Non ho niente di più elegante. E poi io sono comodo così!"

Mike scosse la testa, poi guidò l’altro fuori dalla camera fino al ristorante.

Il destino volle che il loro tavolo fosse proprio accanto a quello delle due ragazze che Mike aveva notato al loro arrivo. L’uomo rivolse loro un sorriso smagliante, accennando un piccolo inchino galante. Le due risero civettuole, sbattendo le lunghe ciglia. Edd alzò gli occhi al cielo, trattenendo a stento un’imprecazione. Sperava solo che Mike non volesse mettersi a fare il Casanova a sue spese.

Durante la cena le ragazze rivolsero loro diverse occhiate, alle quali Mike rispondeva sempre con un cenno del capo o sollevando il bicchiere in un fantomatico brindisi. Poiché Edd cercava di far finta di niente, ad un certo punto l’amico gli diede un calcio in uno stinco per attirare la sua attenzione.

"Ahi! Ma sei impazzito!" esclamò a mezza voce il meccanico, strofinandosi vigorosamente la parte lesa.

"Potresti mostrarti un po’ più galante! Una di quelle due pupe ti sta letteralmente mangiando con gli occhi, e tu non ti sei nemmeno degnato di farle un cenno! Non rendermi le cose più difficili!"

"Mike, ti ho detto prima che io con le tue "scappatelle" non voglio averci niente a che fare!"

"E andiamo, su! Almeno un’occhiata gliela puoi dare! Gli occhi sono fatti apposta!"

Più per farlo smettere che per vero interesse, Edd voltò lo sguardo verso le due ragazze, e rimase letteralmente fulminato: due stangone platinate, con uno stacco di gambe da far invidia alle gemelle Kessler, gli sorridevano dal tavolo accanto. Senza rifletterci le salutò con un sorriso ed un cenno del capo, senza riuscire a distogliere lo sguardo dalle loro vertiginose scollature.

"Hai visto che non è poi così difficile?" gli disse Mike, alzando una mano per chiamare il cameriere. L’addetto si precipitò al loro tavolo, e l’uomo lo pregò di consegnare al tavolo delle due signorine la bottiglia del loro miglior champagne. Il cameriere eseguì subito, e dopo neanche due minuti la bottiglia fu recapitata.

A quel punto le due ragazze si lanciarono un’occhiata eloquente e si scambiarono un impercettibile cenno d’intesa: mentre una invitava i due uomini al loro tavolo con un cenno della mano l’altra, senza farsi notare, tirò fuori dalla borsetta una scatolina contenente piccolissime pillole.

I due uomini non si accorsero di nulla, e fiduciosi accettarono l’invito e si sedettero al tavolo delle due ragazze.

Mike mise subito in pratica la sua arte di oratore, che gli era sempre tornata utile durante la compravendita delle automobili:

"Buonasera, signorine! Anche voi partecipate al raduno di Lamborghini? Allora di sicuro la vostra auto vincerà il primo premio! Noi non avremo alcuna possibilità, saremo oscurati dalla vostra incredibile bellezza!"

Le due risero, portando la mano davanti alla bocca, poi si presentarono:

"Adulatore… Ma non ci siamo nemmeno presentate: io sono Mindy."

"Ed io Cindy."

"Che splendidi nomi!" esclamò subito Mike mentre Edd, che nel frattempo si era già pentito di essersi lasciato coinvolgere dall’amico, cercava di non mettersi a ridere per il tono di voce dell’altro.

Cindy chiese al cameriere quattro flûte, ed abilissima, senza farsi notare, non appena i bicchieri furono deposti sul tavolo fece scivolare in due di quelli qualcuna delle pilloline. Subito dopo Mike versò lo champagne, e le compresse si sciolsero immediatamente nel liquido dorato.

I calici furono alzati per un brindisi beneaugurante ed i due uomini, ignari, trangugiarono il loro champagne condito da un fortissimo sonnifero.

La conversazione andò avanti poco: le pilloline cominciarono ben presto a fare effetto, e Mike ed Edd si misero a sbadigliare come due ippopotami. Le due ragazze capirono subito che dovevano muoversi, e senza indugio si alzarono dal tavolo invitando i due inglesi a seguirle. Gli uomini, storditi dal sonnifero, senza rendersi minimamente conto di cosa stava loro succedendo, non si lasciarono pregare: Mike entrò con Mindy nella stanza che divideva con Edd mentre il meccanico seguì Cindy nella camera delle ragazze.

Non appena entrati, in un attimo di lucidità Edd si ricordò di sua moglie, e prese a strofinarsi le braccia a disagio:

"Io non dovrei essere qui…" biascicò a fatica, con la lingua impastata dal sonno. Tentò di muovere qualche passo barcollante ma Cindy, temendo di perdere il suo "pollo", lo trattenne per un braccio, facendolo sdraiare sul letto con la scusa di un massaggio rilassante. Le difese dell’uomo erano ormai andate a farsi benedire, e non appena la sua testa sfiorò il cuscino si perse nell’oblio di un sonno senza sogni.

Nell’altra stanza, Mike tentò inutilmente un paio di volte di slacciarsi i pantaloni, prima di finire lungo disteso sul pavimento, vinto dalla potenza del sonnifero.

Dopo solo quindici minuti, le due ragazze si ritrovarono nel corridoio: Mindy mostrò un mazzo di chiavi all’amica, che annuì con un sorriso. Scesero nel parcheggio, salirono sulla Lamborghini Urraco verde smeraldo dei due britannici e lasciarono l’albergo sgommando.

  
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