Pieces

di imperfectjosie
(/viewuser.php?uid=16987)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Heartbeats {NaruSaku} ***
Capitolo 2: *** What are you smiling at? {NaruKarin} ***
Capitolo 3: *** Shattered Soul {NaruSasu} ***



Capitolo 1
*** Heartbeats {NaruSaku} ***


HEARTBEATS
NaruSaku

 


« Io detesto le persone che mentono a se stesse. »

Eppure Sakura non è una bugiarda, non si prende mai gioco dei propri compagni.
In mezzo a tutta la neve di quel giorno, approfittando del fatto che agli occhi di maestri e amici sarebbe stato solo un mero tentativo per non farlo partire, l'ultimo gesto disperato, aveva dato voce al suo cuore. E adesso è lì, fermo davanti a lei, a due passi da quell'appartamento solitario e soffocante che dopo ogni missione lo ospita con tutta la sua solitudine. La cucina puzza di ramen, ma oltre al mangiare, le narici di Sakura assaporano lievi il profumo delle lenzuola che di notte lo abbracciano.
« Mi fai entrare? »
E' un sussurro, quasi impacciato. Si domanda distrattamente quando è diventata lei tra i due quella volubile. Il corpo del Jinchuuriki si sposta in silenzio, facilitandole l'accesso. E' confuso. L'orologio segna mezzanotte passata, ma Sakura non apre bocca. A cercare Sasuke ci è andato per davvero, non è stata in grado di fermarlo, ma ora saperlo lì, sano e salvo, le riempie il cuore di calore e gioia sconfinata.
Non riesce neppure ad aspettare che lui chiuda la porta, si aggrappa al suo petto, riversando calde lacrime su tutta la superficie arancione della maglietta. Non può farne a meno. E non si calma neanche al tocco di quelle mani gentili che adesso le accarezzano la schiena. Sakura piange. Di disperazione e sollievo. Non gliene frega un accidente di Sasuke, pensa solo al sorriso del biondo. A quello che è riuscito a donarle fin da quando era poco più di un bambino. Troppo stupida per accorgersene. Ma ora è cresciuta, ora i suoi bisogni sono cambiati. E il suo futuro non è più nero come l'inchiostro, ma azzurro di cielo e speranza.
« Calmati, Sakura-chan. Sto bene! »
E' così dolce la sua voce, che si lascia sfuggire un breve sorriso sporco di lacrime.
« Dai, non fare così... mi stai stringendo troppo, 'ttebayo! »
E non si cura neppure del tono sofferente che le riempie le orecchie. Ride, aumentando la presa.
Non gli chiede di Sasuke, non gli chiede cosa si sono detti, né se è ancora vivo o meno. Per Sakura, l'importante è saperlo al sicuro, di nuovo lì. Di nuovo insieme a lei.


END.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** What are you smiling at? {NaruKarin} ***


WHAT ARE YOU SMILING AT?
NaruKarin


 


Si è posta il problema un sacco di volte, del perché agli interrogatori deve assistere pure quell'assurdo biondino. E il fatto che non perda occasione per fissarla in quel modo, incurante dei suoi rimproveri, la mette in reale imbarazzo. Karin Uzumaki non si imbarazza facilmente, ma quel sorriso disarmante manda al diavolo ogni buono proposito.
« Che diavolo hai da guardare? »
Il tono le esce acido, non è in grado di abbassare quel muro di diffidenza che con gli anni si è costruita intorno. Per proteggersi. Perchè per lei il suo mondo è fatto solo di morsi e sangue. Un'arma, come Sasuke stesso le ha sempre fatto notare. Ma lui la osserva come un essere umano. Come una donna. E si ritrova ad arrossire a quell'enorme sorriso luminoso di risposta. Non si è arrabbiato, non l'ha aggredita a sua volta. Le sorride. E Karin si sta chiedendo il perché.
Le si siede di fronte, incurante degli altri jonin che appostati poco lontano da loro, si scambiano opinioni in merito a quello che dovrà essere il suo destino.
« Quanti morsi! Devono far male 'ttebayo! »
Poggiando il mento sul palmo della mano la osserva. E Karin può notare un sincero moto di preoccupazione in quegli occhi chiari e attenti. Perchè gliene importa? A nessuno è mai importato.
« Non fa niente, sai? Sei lo stesso molto bella! »
Un complimento così diretto e bambinesco da farla quasi precipitare sul pavimento. L'azzurro di quelle iridi è limpido ed invitante. Lo fissa ad occhi sgranati, mentre la guancia resa un po' più gonfia per il peso della mano, gli si allarga in un sorriso. Karin finalmente si scioglie. Gliene concede uno silenzioso, colmo di imbarazzo e gratitudine. Quello strano ragazzo è davvero singolare. Ma il suo chakra caldo e invitante la invoglia ad essere una persona migliore. Lui la guarda come un essere umano e dei segni che le deturpano la pelle non gli importa niente. Non è un'arma, è una donna. Naruto Uzumaki è il primo ad accorgersene e a Karin tanto basta per aumentare i battiti di quel cuore assopito ormai da tempo.



END.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Shattered Soul {NaruSasu} ***


SHATTERED SOUL
NaruSasu

 



Sapeva che sarebbe andata a finire in quel modo, lo aveva sempre saputo.
Ai piedi di quel kimono candido, sporco di terra e sangue, Naruto piange lacrime di vergogna e dolore. Vergogna, perché aveva promesso a se stesso che sarebbe riuscito a riportarlo a casa. Dolore, perché quel maledetto teme ha preferito morire, sfidandolo in battaglia.
« Maledizione! SASUUUUKEEE! »
L'urlo di disperazione gli brucia la gola, mentre la schiena si inarca verso il corpo senza vita del nukenin. I ciuffi biondi sfuggiti alla salda presa del coprifronte sono zuppi di sangue, ma non gli importa. Stringe quel corpo tra le mani, saggiandone il peso. Non gli sarà mai più concesso di vedere quegli occhi scuri, carichi di passione per il fratello perso, poi rossi come il liquido vitale più denso. Non sentirà più quella voce dargli ironica dell'usuratonkachi, denigrarlo in battaglia, e a modo suo comprenderlo per tutto ciò che aveva subito da bambino. Erano simili, questo anche Sasuke lo sapeva. Comprendeva il suo stato d'animo, ma la violenza dell'odio che lo aveva inghiottito era stata troppo impetuosa e Naruto non era riuscito a salvarlo. Non aveva potuto trascinarlo verso la luce. Troppo tardi. Semplicemente il moro si era arreso a dover morire e aveva scelto di farlo per mano dell'unica persona ad averlo mai amato. Le lacrime macchiano silenziose il petto squarciato dell'Uchiha, e Naruto riesce a percepire su quel viso un'espressione di pura serenità che mai in vita aveva avuto. Sasuke ha trovato la pace nella morte, ma l'anima del biondo è in frantumi.
« Sas--'ke... »
Quasi un soffio di vento. Non ha la forza neppure per parlare. I capelli corvini gli solleticano la pelle dell'avambraccio. Si strofina con forza gli occhi, tentando di sollevare quel corpo che per riuscire a salvare aveva impegnato tutto se stesso. Fa forza su entrambe le gambe, spingendolo in avanti e trattenendo ogni centimetro del viso niveo contro il suo petto.
« Sasuke? F-Forza, dai, alz-ati, pesi 'ttebayo! ALZATI! SASUKE! » lo scuote con forza, ma riesce solo ad ottenere piena visione sul collo di porcellana. La testa piegata all'indietro, due kunai poco lontani. La spada del moro giace a terra. E non è più luminosa, ma pregna di vita spezzata e dolore. Continua ad osservarlo. Non riesce a capire perché non risponde, perché non si arrabbia per averlo toccato, allontanandosi scocciato per schioccargli una delle sue solite occhiatacce. Non capisce. Naruto non capisce. Calde lacrime scorrono verso l'ampia ferita che ha sulla guancia, ma la sua anima non riesce a vedere la verità. Il corpo reagisce, cuore e cervello sono ancora addormentati. E sognano un presente più bello, più vivo. Il terreno tuttavia non sopporta il peso di entrambi e presto Naruto precipita, trascinandosi dietro il corpo privo di reazione dell'ex compagno.
Spalanca gli occhi, quando anche a pieno contatto contro la cassa toracica di Sasuke, non percepisce alcun suono. Sdraiato su un enorme pozza di fango e sofferenza, il biondo riesce ad aprire anche gli occhi del cuore, ma ciò che vede, lo fa urlare di disperazione. Stringe il corpo del moro con forza, conficcando ogni centimetro di volto nell'incavo della clavicola ormai bianca. Ha aspettato troppo tempo, prima di allontanarsi, e adesso osserva ogni traccia vitale abbandonarlo. Sasuke è bianco. E freddo come il ghiaccio. Le mani penzolano ai lati dei fianchi del genin, sporcandosi ulteriormente di terra. Naruto stringe con forza, quasi slacciandogli il nodo della shimenawa viola. Assapora per l'ultima volta il profumo del proprio compagno, riempiendosi i polmoni. Poi la realtà diventa troppo dolorosa da sopportare, e il buio prende il sopravvento.
 

Ad occhi estranei, due corpi silenziosi si scambiavano il primo vero abbraccio sincero della loro vita.
Due corpi.
Ma per uno, era ormai troppo tardi.


END.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2610782