Amore senza fili

di Horansmile
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The nightmares ***
Capitolo 2: *** Dear Diary ***



Capitolo 1
*** The nightmares ***


AMORE SENZA FILI

FOLLE INCUBO
E così Respirare la tua paura
Assorbire la tua delicata fragilità…
Possedere quel corpo
Che si concede con remissione..
E forte e intenso
L’ardore che spaventa e che unisce
Lacrime ...

di Enrica Bandini

THE NIGHTMARES
.Prologo.

 
I suoi occhi erano verdi e sotto la luce del sole sembravano essere diventati trasparenti,la pelle risaltava bianca come il latte a contrasto con l’inchiostro nero sulla pelle,le labbra rosse ed invitanti erano ad un soffio dalle mie,mentre l’alito caldo soffiava sul mio viso.
Lo abbracciai, le mie braccia stringevano il suo busto e mi ero accoccolata a lui, dolcemente, nell’incavo del collo spigoloso e magro, le ossa del suo petto si sollevavano e si riabbassavano a contatto con il mio viso.
La sua mano accarezzava i miei capelli e con delicatezza alzò il mio viso e mi diede un bacio leggero sulle labbra,a fior di labbra a differenza del mio cuore che divenne pesante e lo stomaco che iniziò a volare, ma di colpo si alzò  e mi guardò con occhi diversi, lo sguardo era feroce,freddo,differente, non era il ragazzo innamorato che c’era qualche secondo fa e nei suoi occhi non c’era l’amore che c’era sempre stato.
Mi spintonò via,facendomi barcollare all’indietro, per poco non caddi,ma mi ressi, con difficoltà,ancora in piedi,lo guardai ancora una volta prima,che mi tirasse uno schiaffo.
La guancia bruciava,la mia mano istintivamente andò a poggiarsi sulla parte rossa della guancia che dolorante pulsava il sangue, come quello che pulsava dentro le vene del ragazzo che davanti a me,arrabbiato e con il capo rivolto a terra, ghignò e poi si voltò, andandosene con passo svelto.
Urlai a grande voce il suo nome.

”Harry!Harry!! Harry!!”
 
la voce si strozzava nella gola,ma le ultime parole del suo nome urlato dall’ultima aria rimasta nei polmoni, sembravano rimbalzare sulla sua schiena ormai già lontana.
Di colpo si girò verso di me e rimase ad ascoltare, da lì, da lontano, mi guardava con orgoglio, gonfiando il petto, mentre ormai le lacrime rigavano scrosciose il mio viso.
 
“Tu brutto bastardo!! Mi avevi promesso che non mi avresti mai abbandonata, che non mi avresti illusa,né delusa, invece te ne sei andato,fottuto bastardo sei stato capace di illudermi, di abbandonarmi e di rendermi delusa.
E’ così difficile odiarti, perché ti ho amato così tanto e ti amo tuttora, ti amerò ancora e ancora, tutto quell’amore che tu non hai mai provato per me, è quello che porterò dietro io, che mi farà soffrire e che mi fa stare male.
Harry non te ne andare, ti prego, come posso stare senza te, come posso vivere, se il mio unico gesto di vita e di follia eri tu, cosa farò ora che tu non ci sei più, dimmelo! Dimmelo!…Perché io non lo so! Se tu hai fatto ciò che hai fatto, vuol dire che ne sai il motivo, allora dimmelo!! Porca puttana dimmelo!!”
 
La voce iniziò a mancare sempre di più e le parole rimanevano bloccate nella bocca dello stomaco, le lacrime rigavano nuovamente le guance, strinsi gli occhi e con un gesto impacciato cercai di portare via dalla pelle della faccia la lacrima salata che era uscita dalle ciglia, cadde sulle labbra e quella fu l’ultima lacrima, prima del frastuono, di quell’unico urlo,così lungo e frustrante, prima della realtà, prima del buio.

 
“Calma…calmati,Esme,era un sogno come tutti gli altri, ci sono qui io ora,calmati… non urlare Esme.”
 
Mi calmai e le urla si placarono, gli spasmi dei muscoli rallentarono come le lacrime bagnate.
Gli occhi ancora chiusi cercavano il viso del ragazzo che lentamente veniva spazzato via insieme al sonno e al sogno ormai perduto.
Il ricordo di lui era così doloroso e al tempo stesso così rincuorante, faceva male,lacerava le pareti del mio corpo dall’interno, mentre faceva pompare il cuore a mille, la luce che emanavano i pensieri ,passo dopo passo, con estrema cautela e accortezza, portavano via con se tutto ciò che di più bello avevo di lui.
Il conforto dell’abbraccio di Liz, fece scattare il buio, all’improvviso, del sogno che andava scemando con i secondi che passavano, sembravano minuti, ore, giorni interi, perfino una stessa vita, ma il dolore, come i ricordi che ne conseguivano e ne erano la causa, rimanevano impressi, come scolpiti su pietra.
 
“Esme..”
 
Liz pronunciò soltanto il mio nome, dalle sue labbra rosse, uscì, lettera per lettera, in un modo così flebile e dolce, soffiate sui miei capelli,che accarezzava con delicatezza.
La sua voce mi fece stringere il cuore,mentre gli occhi si aprirono, dilaniati dalle lacrime.
 
“perché?! Io mi chiedo perché….se ha fatto le sue scelte c’è un perché!!, ma io questo perché non lo so e mi fa incazzare da morire.
Mi uccide il solo pensiero di svegliarmi ogni mattina,pensando che lui non ci sarà,che non vedrò più quel bellissimo ragazzo, che se n’è andato lasciandosi dietro solo dolore e sofferenza, portandosi via il mio cuore e…. e porca puttana io non so perché!!”
 
Urlai contro il suo petto,mentre lei mi stringeva sempre di più contro la stoffa morbida del pigiama,come a voler soffocare la mia sofferenza.
Ci staccammo e la sua mano dalla pelle bianca portò via le lacrime umide che avevano stazionato sul volto fino a prima.
Mi sorrise e anche io provai a tirare un sorriso, gli angoli della bocca tirarono all’esterno e le labbra si assottigliarono, ma anche sorridere senza di lui faceva male, sembrava sbagliato,ma i miei occhi riflessi in quelli di mia sorella chiedevano scusa e, con sincerità, sorridevano alla ragazza che mi stava accanto.
Mi cullò per tutta la notte e rimase con me fino al mattino, quando il sole abbagliò i nostri corpi, distesi ed intrecciati, sul mio letto.




Il sole brillava ancora e rimasi a guardarlo,attraverso le lenti scure degli occhiali, ancora per tanto tempo, appoggiata al muro in cemento; finche la mano di Louis si posò sul mio braccio.
 
“Esme è successo ancora?”
”Si Louis “

“E’ difficile farlo passare”
”E’ difficile dimenticarlo, soprattutto amandolo ancora, ed è ancora più difficile dimenticare non volendolo fare”
”Esme…”
”Lo so che è difficile,ma non sei costretto a dirmi qualcosa ogni volta che succede, so che è difficile capire cosa dire,ma è meglio rimanere in silenzio,che straparlare, quando non si ha niente da dire.”

 
Lui mi abbracciò, stringendomi forte a lui, facendomi spazio tra il suo viso,che poggiava sulla mia testa, e la sua spalla.
Avevo capito, aveva capito che non c’era bisogno di parole,che io non ne avevo bisogno,ma che mi sarebbe dovuto rimanere vicino, semplicemente così, come era lui, Louis Tommlinson, il ragazzo dagli occhi cielo, l’eterno Petern Pan.
Mi sarebbe rimasto accanto, con semplicità e affetto, perché lui era così, lui era Louis Tommlinson, lui era il mio migliore amico.

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Capitolo 2
*** Dear Diary ***




AMORE SENZA FILI
 
Le solite canzoni
 
Mi credi o no, ho perso il sonno 
dentro sono un altro, ma fuori è solo un altro giorno 
abbiamo visto l’alba, perso la calma 
fatto di uno sbaglio un dramma e dell’amore un’arma 
se la puntavi su di me piangevi 
è la cosa più bella che avevi 
quando mi guardi cosa vedi? (cosa) 
Prendiamo un caffè, oppure andiamo da me 
posi il bicchiere mi lanci i vestiti e sono le 3 
rispondendo al perché nel silenzio 
squallido e stupendo 
allo stesso tempo abbiamo perso tempo (nah) 
non esiste la verità 
non esci intero se trovi la tua metà 
ora lo sai quando esce il sole sorge questa vita toglie 
quando fa 40 quando cadono le foglie (siamo noi) 
una stagione non ci cambia 
sulle nostre gambe con le solite canzoni sulle labbra 
con le solite canzoni sulle labbra
 
 
Dear Diary
.1.
 
Il suono della campanella, traforò i timpani in dieci secondi, alzai di scatto la testa dal banco e stropicciai gli occhi risistemandomi i capelli pettinandoli con le mani.
Mi alzai dalla sedia in legno e mettendomi in spalla la borsa nera,mi feci trasportare dai ragazzi che uscivano dalla porta.
Salutai la professoressa,ancora seduta, cordialmente e mi catapultai nel corridoio già pieno di ragazzi che si affollavano al cancello e nel cortile per uscire dalla scuola.
Arrivai al cancello e trovai sul muretto vicino Louis che fumava una sigaretta.
Alzò gli occhi solo quando fui davanti a lui, rubai la sigaretta dalle sue labbra sottili e la buttai a terra,schiacciandola sotto la suola delle scarpe.
 
“Ti farò smettere prima o poi”
”Mmh..”

 
Sorrise e ne prese un’altra dal pacchetto e l’accese nuovamente.
Alzai gli occhi al cielo e sorrisi quando prese tra le dita la sigaretta e mi strinse in un abbraccio caloroso.
Lo salutai con un bacio sulla guancia e mi incamminai verso la macchina grigia sull’altro lato della strada.
Entrai nel posto del passeggero e salutai con un sorriso mia sorella.
In pochi minuti arrivammo a casa,mi lasciò sul vialetto di casa.

”Ah Esme quasi dimenticavo, ecco le chiavi” disse Liz dandomele dopo aver ravaneto nella borsa eaverle trovate con un po’ di difficoltà.
“Grazie Liz, buon lavoro”
”Grazie ci vediamo stasera Esme”
”A più tardi”


La salutai e aspettai sul marciapiede che la sua macchina sparisse dietro l’angolo,andando verso la costa del nord.
Girai la chiave nella toppa ed entrai in casa, buttando con disattenzione,la borsa e le chiavi sul divano.
Mangiai una mela e salì in camera mia.
 
Erano le 6 pm e la testa pulsava martellando sempre più forte,ogni secondo che passavo sui libri di scuola.
Troppo studio mi stava mandando in frantumi ogni capacità mentale e con decisione chiusi il libro e lo buttai sul letto,seguendolo,poggiando la schiena sulla stoffa candida, spinsi due dita alle tempie e massaggiai per un buon quarto d’ora.
Decisi di alzarmi e sedermi a gambe incrociate sulla poltrona con il diario sulle gambe.
 

Caro Harry

Ormai sono già due mesi che non ci sei più e nella mia vita rimane sempre quel vuoto e ancora non capisco il perché…
Sarò ripetitiva,ma mi manchi,mi manchi da morire e ti amo quanto tu possa mancarmi.
Ancora quelle effimere ma ancora scarlatte ferite sanguinano senza di te.
Credimi o no,ma ho perso il sonno,gli incubi e i tuoi ricordi mi perseguitano, mi hanno cambiata dentro, ma fuori è solo un altro giorno.
Hai fatto dell’amore un’arma e senza scrupoli l’hai puntata addosso a me e il bello è che hai sempre detto che io ero la cosa più bella che avevi.
Mi ricordo quel giorno, stupendo e infame che facemmo l’amore,tutto il girono,ma di quell’amore mi rimane solo un silenzio,squallido e stupendo,allo stesso tempo e credo di aver perso tempo,perché non esiste una verità o delle risposte alle mie mille domande.
Rimane di te e di me una figura di quell’inverno,mentre le foglie cadevano,sulle nostre labbra,suonavano canzoni d’amore stonate,che suonavano nell’aria come una dolce melodia.
Ma con tutto il tormento e il dolore,nonostante tutto sono felice,perché mi rimane l’amore,ma sono triste,perché non potrò donarlo alla persona che amo, te Harry, perché si ,ti amo ancora.
Mi manchi,tanto e ti aspetto,anche fosse tutta una vita.
Con amore.
Esme.
 

Chiusi il diario e le lacrime rigavano il viso e pizzicavano cattive e maligne sulle palpebre.
Con un gesto repentino passai la manica della felpa per intrappolare nel cotone morbido le lacrime che cadevano a manciate dai miei occhi,ma le dita lunghe e snelle di una persona presero posto,imponenti ,sulle mie guance.
La vista appannata mise a fuoco la figura di Louis e dietro di lui, appoggiata allo stipite c’era Liz,con in viso un’espressione materna ed affettuosa.
I singhiozzi si fecero sonori e finivano soffocati sulla spalla possente del mio migliore amico ,che mi abbracciava stringendomi sempre di più ad ogni singhiozzo che soffocavo sulla sua pelle profumata di menta e tabacco.
 

“Io l’ho sempre detto che ti fa male scrivere quel diario” disse Louis raccogliendo le ultime lacrime
“Mi fa stare meglio invece”
”Perché ti ostini a cercare Harry in quelle parole che per di più scrivi tu!”
disse Liz alzando leggermente la voce e irrigidendo i lineamenti.
“Io non cerco Harry, mi sfogo e basta”
”Io non ti capisco, Esme cazzo sono sei mesi,sei fottutissimi mesi che sei messa così,io credo sia anche ora di alzare il culo e rifarti una vita!”
”Non è così facile!”
”Si invece,sai che lui non tornerà!
”Chi lo dice?”

”Lo sai anche tu che non tornerà!”

 
disse Liz alzando la voce e incrociando le braccia al petto in piedi, stizzita,di fronte a me.
Mi salì una specie di fuoco dentro, partiva dalla punta dei piedi e saliva ,velocemente e con prepotenza . fino alla punta dei capelli.
Con un gesto rabbioso scacciai via le lacrime che solcarono bagnate e solitarie le guance e urlai,contro di lei,contro mia sorella.
 
“Vattene!!”

Lei non proferì parola , mi diede un bacio sulla guancia  e si girò, uscì e chiuse la porta dietro di se.
Ero stanca e mi distesi sul letto accoccolata al corpo di Louis,che mi trascinai vicino,sull’altro lato del letto.
 
“Rimani con me stanotte?”
”Certo cucciola”


La notte arrivò veloce e repentina e gl’incubi e i ricordi la seguirono allo stesso modo ,a ruota ed iniziarono a farsi spazio nella mente e nel cuore e passate le prime ore di sogni tranquilli la parte più dolorosa si costruì piano piano,sadicamente e mafiosa, e le urla iniziarono a irrompere e squarciare il silenzio inquietante e accogliente della stanza,creato dal sonno mio e di Louis.
 
 

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