La felicità è amore

di Hermione Jean Granger
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Irritazione ***
Capitolo 2: *** Sorpresa ***
Capitolo 3: *** Gelosia ***
Capitolo 4: *** Tenerezza ***
Capitolo 5: *** Amore ***



Capitolo 1
*** Irritazione ***


Capitolo 1 - IRRITAZIONE

"Agitare e colpire, è semplice ragazzi! Su, provate!".
Il professor Vitious ci sta insegnando l'Incantesimo di Levitazione ed io sono assolutamente determinata a far sollevare la mia piuma. La fisso intensamente e mi concentro, aggrottando la fronte.
Qualcosa, però, distoglie la mia attenzione: è Ronald Weasley, quel ragazzo smistato con me in Grifondoro, che sta agitando la sua bacchetta in modo brusco e maldestro, come se stesse combattendo contro un troll invisibile.
Il suo gomito mi urta e trasalgo. Oltretutto sta pure pronunciando l'incantesimo in modo errato. Cerco di contenermi, ma non riesco proprio a stare zitta. " È "leviosa", non "leviosà"!" lo riprendo, seccata. Lui si gira e spalanca gli occhi, offeso. Mi dispiace, ma qualcuno glielo doveva dire: il professore non si era accorto di niente e io non me la sentivo proprio di far perseverare Ron nel suo errore.
"Fallo tu, se sei tanto brava" replica, piccato. Non posso nascondere la mia irritazione verso questo ragazzo e gli voglio dare una lezione.
Forza, Hermione, puoi farcela. Concentrati.
Con uno svolazzo della bacchetta, pronuncio a voce alta e limpida: "Wingardium leviosa!". La piuma si solleva delicatamente e comincia a volteggiare. Il professor Vitious saltella: "Avete visto? La signorina Granger ci è riuscita!".
Ron guarda la mia piuma volare: ha un broncio pauroso. È chiaro perché fa così: la sua è ancora ferma sul banco!
Si china, sconfitto, e io non riesco a reprimere un sorriso: uno a zero per me! 

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Capitolo 2
*** Sorpresa ***


Capitolo 2 - SORPRESA

È una pessima idea.
Lo sapevo che Hagrid avrebbe fatto qualcosa di stupido. E quindi eccoci qua, con due classi di studenti facilmente impressionabili e un ippogrifo. Insomma, un ippogrifo! Non è certo una creatura da far studiare a dei ragazzi del terzo anno.
Dopo una breve presentazione della creatura, Hagrid esclama tutto allegro: "Allora! Chi vuole provare ad avvicinarsi?". Mi ritraggo istintivamente e così fanno anche gli altri. Ma c'è qualcuno che è rimasto al suo posto.
Oddio. È Harry. Cosa sta facendo? Evidentemente non si è accorto del fuggi-fuggi generale e adesso Hagrid lo sta trascinando verso l'ippogrifo. Quello non sembra molto ben disposto e resta fermo, mentre il mio migliore amico avanza. Mi giro, preoccupata, e incrocio lo sguardo di Ron. Non mi ero accorta che, non essendoci più Harry, adesso siamo l'uno accanto all'altra, con le braccia che si toccano quasi.
Harry si sta avvicinando sempre di più, ma di colpo la creatura emette un verso da far accapponare la pelle.
È un attimo. Senza nemmeno accorgermene, afferro la mano di Ron e subito dopo sento una scossa elettrica attraversarmi il corpo. Ci guardiamo terrorizzati: le nostre mani sono intrecciate! Com'è successo? Ci stacchiamo bruscamente, arrossendo.
Cos'è stato? Perché gli ho preso la mano? E soprattutto, perché mi sono sentita così strana, come se mi esplodesse qualcosa all'altezza del petto?
"Non è stato niente" mi ripeto, decisa.
Nel frattempo, ho totalmente dimenticato Harry. Quando rialzo lo sguardo, sta spiccando il volo in groppa all'ippogrifo.
Beh, contento lui! 

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Capitolo 3
*** Gelosia ***


Capitolo 3 - GELOSIA

Non mi interessa. Non mi interessa chi bacia Ron. Può baciare chi vuole. Non sono certo affari miei.
Siedo sull'Hogwarts Express, che ci sta riportando a casa per Natale: sono in uno scompartimento con Katie Bell, Angelina Johnson e altre due ragazze Corvonero del nostro anno. Stanno chiacchierando di ragazzi, credo, ma io non le seguo. La mia testa è altrove.
So che Ron non è con Lavanda, perché lei è nello scompartimento accanto al mio insieme alle sue amiche. Chissà, magari potrebbe essere l'occasione per parlare un po' tranquilli, solo noi due. Di questi tempi, "Lavlav" è sempre tra i piedi. E io non capisco davvero perché la cosa mi irriti e mi dispiaccia in egual misura, davvero. Sono solo affari di Ron, non miei.
È preoccupazione, ecco cos'è. Non certo gelosia. Sì, è preoccupazione perché io vedo Ron come un fratello e penso che abbia fatto una scelta sbagliata, troppo affrettata. Tutto qui.
Andrò a cercare Ron e glielo spiegherò. Ecco qui la soluzione ai nostri problemi. Mi alzo, saluto le ragazze ed esco, percorrendo il corridoio. Passando davanti a due scompartimenti più in là, vedo una chioma rossa inconfondibile e il mio cuore comincia a battere forte.
Fermo. Zitto. Cosa vuoi tu, adesso?
Ron è con Harry e stanno chiacchierando. Harry è un po' teso, anche se non capisco perché. Abbasso la maniglia per entrare, ma mi accorgo che qualcuno dev'essere passato prima di me.
Il vetro è tutto appannato e sopra di esso, tracciato con un dito, c'è un cuore che comprende le lettere "R" e "L". Ron e Lavanda. Ronron e Lavlav. Sento un'ondata di incomprensibile rabbia che mi ribolle dentro come lava, seguita da un'altrettanto incomprensibile voglia di scoppiare a piangere.
Harry e Ron mi guardano, allarmati. Mi pare di scorgere negli occhi di Ron un lampo di dispiacere.
Beh, non dev'essere dispiaciuto per me. Non voglio la pietà di nessuno.
Richiudo la porta velocemente e marcio verso il bagno. E solo quando sono dentro, sola, le lacrime iniziano finalmente a sgorgare. 

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Capitolo 4
*** Tenerezza ***


Capitolo 4 - Tenerezza

Che succede? Dove sono? Mi ci vuole qualche secondo per capirlo, ma poi ricordo tutto: sono in infermeria, al capezzale di qualcuno, le nostre mani sono intrecciate saldamente da ore e questo è, probabilmente, uno dei momenti più felici della mia vita. Sono quasi morta dalla preoccupazione quando mi hanno detto che era ricoverato qui, ma ora mi concedo un po' di tranquillità e contemplo il volto di Ron, che giace supino sulla brandina, con gli occhi chiusi e la folta zazzera di capelli fulvi sparpagliati sul cuscino. Ron, che poche ore fa, seppur inconsciamente, ha mandato via Lavanda con la forza di un'unica parola biascicata nel dormiveglia: il mio nome. Ha detto Hermione. Non Lavanda, Hermione.
Lo guardo, e più lo guardo, più stringo le sue mani, intensificando questo contatto tra noi, come se con le dita potessi dirgli quello che non ho avuto mai nemmeno il coraggio di pensare.
Mi guardo intorno: non c'è nessuno. Gli altri letti sono quasi tutti vuoti, a parte per un ragazzo del primo anno che dorme dall'altra parte della stanza avvolta nella penombra e nella quiete.
Sollevo lentamente la mano destra e con delicatezza riavvio i capelli rossi del più giovane dei fratelli Weasley. Le dita mi tremano. Le faccio scendere ancora sul suo volto e comincio ad accarezzarlo piano. Sotto il mio tocco, Ron sorride, come se stesse sognando qualcosa di bello, e poi di nuovo ripete, biascicando: "Hermione".
Sentendo di nuovo chiamare il mio nome, sento il mio cuore farsi più caldo: in un lampo, mi chino e lo bacio dolcemente sulla guancia. Subito dopo mi stacco, guardandomi intorno spaventata, mentre il mio viso diventa rosso dall'imbarazzo. Tutto tace. Nessuno saprà mai di questo gesto, di questo momento così speciale, a parte me.
Da dove viene fuori tutta questa tenerezza? Questa non sono io. O meglio, non sono più la me stessa che conoscevo. Questo sentimento, che ho paura a chiamare amore, mi sta trasformando in un'altra Hermione. E devo tutto a lui. A questo sciocco, adorabile rosso.
Chissà cosa succederà quando Ron si sveglierà, domattina. Si ricorderà di quello che è successo? O penserà che sia stato tutto un assurdo sogno? Non lo so. Ma per stanotte, questa Hermione più dolce può concedersi di sperare. 



Scusate il ritardo nella pubblicazione, ho avuto un guasto al computer. Grazie a tutti per le recensioni e l'affetto che state dimostrando per questa mini raccolta! Ci vediamo presto con il prossimo e ultimo capitolo :) 

 

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Capitolo 5
*** Amore ***


Capitolo 5 - AMORE

Se anche stavolta arriva in ritardo, non si risparmierà una Maledizione Cruciatus. Lo giuro.
Ma per fortuna non accade. Ron arriva trafelato - appena in tempo -, mi da un bacio veloce e mi strattona per le vie di Londra. Mi ha parlato di una certa sorpresa, ma sinceramente non ho proprio capito a cosa alluda. Ha le occhiaie, so che in questo periodo sta facendo gli straordinari a lavoro, ma i suoi occhi sono caldi e luminosi come al solito. Mi sorride e, come sempre quando vedo il suo volto, il mio cuore fa un piccolo balzo.
Dopo aver camminato per un tempo che mi sembra interminabile, arriviamo di fronte a una bella casa, in un vicoletto appartato: è color crema, luminosa e ha due piani, con i balconi adornati da fiori lilla. "Sai... questa casa era in vendita. Ma ora non lo è più" dice Ron.
Continuo a non capire. Che si sia messo a fare l'agente immobiliare, oltre all'Auror? Nessuna meraviglia che sia stressato. Io proprio non capisco cosa passi per la testa al mio fidanzato certe volte.
"Ron..." comincio, ma lui mi blocca, con aria insolitamente sicura.
"Hermione Jean Granger, io ti amo. E se per dimostrartelo dovrò sposarti e fare con te una caterva di figli mezzosangue, allora lo farò.". Fa un mezzo sorriso e mi fa l'occhiolino, mentre si inginocchia davanti a me. "Anzi, lo farò in ogni caso" aggiunge. "Se tu vorrai farmi l'onore di essere mia moglie e di vivere in questa casa insieme a me".
La gioia mi assale mentre capisco che Ron mi sta chiedendo davvero di sposarlo. Qui, in mezzo a una strada, davanti alla nostra futura casa. E finalmente mi sento completa, per una volta nella mia vita.
D'altra parte, come diceva Herman Hesse, un famoso scrittore babbano, "La felicità è amore, nient'altro". 


E niente, abbiamo finito. Grazie mille a tutti quelli che hanno recensito e/o messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate, siete stati tutti dolcissimi. Alla prossima, continuate a seguire la mia pagina perché ci sono in cantiere un paio di progetti davvero niente male ;) 
Vostra,
Herm

 

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