Stay with me - non lasciarmi più solo di Rowena Ollivander (/viewuser.php?uid=53742)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Harry e Ginny ***
Capitolo 3: *** Ron e Hermione ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
'Direi che
è superfluo dire che questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di J.K. Rowling e questa storia
è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'.
Volevo soltanto
precisare che il “solo” del titolo si riferisce sia
ai maschi che alle femmine di questa fanfiction. Buona lettura!
Stay with me - Non lasciarmi più solo
If I lay here
If I just lay here
Would you lie with me
And just forget the
world…
Chasing
Cars - Snow Patrol
Prologo
Hermione stava
percorrendo con una certa apprensione la distanza che la separava dal
dormitorio femminile del quinto anno.
Quando qualche
istante prima Ginny era apparsa, dalle scale del dormitorio, in Sala
Comune e le aveva chiesto di salire, aveva capito subito che
c’era qualcosa che non andava. Così si era alzata
dal divano e dopo aver scavalcato Harry seduto in terra accanto a lei e
superato Ron seduto sulla poltrona, con i quali stava studiando, aveva
seguito l’amica che però sembrava essersi
già dileguata.
Brutto segno,
pensò Hermione.
Bussò due
volte. Nessuna risposta. Decise di non indugiare oltre ed
aprì piano la porta - Ginny tutto a p…- Hermione
non riuscì a finire la frase. Ginny era sedute sul suo letto
e la stava guardando con gli occhi pieni di lacrime - Sempre lui? - le
chiese con premura, rimanendo sulla porta. La piccola Weasley
annuì e tornò a fissare le mani che teneva in
grembo. Hermione sospirò e chiuse la porta.
Era la quarta volta
in cinque giorni che la vedeva così e solo perché
durante la settimana al martedì Hermione non era stata
niente bene ed era sicura, Ginny non aveva voluto impensierirla ancora
di più con i suoi soliti problemi.
Si sedette affianco a
lei e le prese le mani - Io non… io non… io non
ne posso più, Hermione. È troppo. Non ce la
faccio. Non ce la faccio. - La più grande le
passò un braccio dietro la schiena e la abbracciò
tirandola a sé. Ginny singhiozzò forte non
smettendo un attimo di piangere. Hermione sapeva che quello che stava
per dire non sarebbe servito a nulla, glielo aveva già detto
tante volte, ma una volta di più non le costava niente -
Perché non parli con lui, Gin? - le sussurrò.
Ginny si alzò a sedere e guardò l’amica
negli occhi - Ma come… come posso? Che diritto ho io di
sconvolgergli la vita?- - Oh dai, Gin, non gli sconvolgeresti di certo
la vita…- - E invece sì! - ribatté la
rossa sdraiandosi appoggiando la testa sul cuscino - Ha già
fin troppi problemi, con che coraggio… che diritto ho io di
impensierirlo ancora di più?! Non posso…- Copiose
lacrime ricominciarono a scenderle sul viso e lei si girò
per non farsi vedere da Hermione. Quest’ultima non disse
niente. Semplicemente si sdraiò accanto alla sua amica
abbracciandola da dietro la schiena.
Capiva. Capiva e
basta. E questo Ginny lo apprezzava più di mille parole.
Entrambe ferme in
silenzio a fissare un punto imprecisato della stanza, solo i singhiozzi
di Ginny in sottofondo ed il suo sospiro prima delle parole - Quando lo
vedo io… non so più cosa fare. È come
se tutto intorno a me smettesse di esistere e rimane lui…
lì davanti a me. Non sento più niente vedo solo
lui e nel momento in cui sto per andargli vicino, qualcosa…
qualcosa mi blocca. Penso a tutte le volte che lo vedo da solo in un
angolo con gli occhi fissi a pensare ad un futuro del quale si sente
responsabile, perché non è solo il suo ma anche
il vostro, che siete la sua famiglia. E allora decido che tacere e
sopportare è la cosa migliore. Perché se lo
facessi… se andassi davvero da lui… non
sopporterei di dargli un motivo per preoccuparsi di me, non in un
momento come questo. Però mi manca così
tanto… È stupido perché non
l’ho mai avuto, ma la sensazione è
quella…-
Hermione non disse
nulla. Sapeva di poter riuscire a capire solo a metà quello
che provava Ginny; le parole non bastavano, ma dai suoi occhi si vedeva
quanto sentimento ancora c’era dentro quell’anima
abbandonata in un amore inconfessabile. Lei non sarebbe mai riuscita a
resistere. Una situazione così, era sicura,
l’avrebbe uccisa. Ma in qualche modo lei soffriva lo stesso
molto a vederla così. Le faceva venire in mente quanto il
mondo fosse stato ingiusto ad aver condannato Ginny ad un amore che
forse non avrebbe mai potuto vivere e aveva invece offerto a lei la
possibilità di raggiungerlo e goderne appieno prima
dell’ipotetica imminente fine. Lei avrebbe potuto dichiararsi
e vivere l’amore della sua vita, ma semplicemente aveva
paura, paura di un rifiuto; mentre sapeva che la sua amica avrebbe dato
tutto per essere al suo posto. Si sentiva così…
egoista. Ginny le aveva detto tante volte di non pensare a queste cose
perchè, sicuramente sarebbe successo anche e lei se fosse
stata nella sua stessa situazione e non la biasimava affatto
perché aveva paura - Io non riuscirei nemmeno ad essere
così lucida al tuo posto! - le diceva sempre.
Però non era così semplice. Ogni volta che lo
vedeva voleva gettarsi tra le sue braccia, a ogni volta qualcosa la
tratteneva ed inevitabilmente tutti i discorsi fatti con Ginny le
tornavano alla mente. E lei si sentiva così…
stupida…
La porta del
dormitorio si aprì pian piano e ne spuntò Harry
che subito non notò dove fossero le due ragazze - Hermione,
va tutto ben…? - Quando le vide così, si
paralizzò sull’ingresso; l’unico
movimento, istintivo, che riuscì a fare fu quello immediato
di chiudere la porta dietro le sue spalle.
Non sapeva cosa fosse
successo ma desiderò ardentemente la sofferenza di chiunque
avesse voluto far loro del male.
Hermione si mise a
sedere strofinandosi gli occhi - Harry… Sì,
sì non ti preoccupare, è tutto a
posto…- Harry la guardò preoccupato - Sei sicura?
Posso fare qualcosa? - chiese scrutando la figura di Ginny. Non aveva
mosso un muscolo da quando lui era entrato; non era nemmeno sicuro che
si fosse accorta della sua presenza perché non le vedeva il
volto. Ma Ginny se ne era accorta eccome, il suo cuore aveva fatto un
guizzo ed i suoi occhi erano andati istintivamente alla ricerca della
sua figura sulla porta, anche se non poteva vederlo bene
perché non aveva nessuna intenzione di muoversi.
- Non credo
che… - tentò Hermione - Fammi solo
provare… Puoi anche non dirmi niente. Voglio solo provare a
farti stare meglio. Ti prego… - Harry si era rivolto
direttamente a Ginny, guardandola con supplica ed infine aveva guardato
Hermione. Lei lo guardò insicura per poi girarsi e mostrare
la stessa espressione alla sua amica, che dopo qualche secondo di
riflessione, la guardò annuendo. Hermione le sorrise
debolmente. Adesso o mai più Ginny, pensò; si
voltò verso Harry ed allo stesso modo annuì a
lui. Lo ringraziò con gli occhi, lui parve capire
perché le sorrise e l’ultima cosa che vide prima
di chiudere la porta verso di sé fu Ginny che si sedeva sul
letto stropicciandosi gli occhi per cercare di nascondere il pianto.
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Capitolo 2 *** Harry e Ginny ***
Harry e Ginny
Harry si
avvicinò piano piano e si sedette sul letto prendendo il
posto lasciato da Hermione. Ginny stava seduta con le spalle appoggiate
al cuscino che aveva tirato un po’ su per stare
più comoda e continuava tenere la testa bassa fissa sulle
sue mani. Harry la guardò inclinando la testa per cercare di
cogliere il suo sguardo - Ehi… - - Ehi. - - Ti va di
parlarne o… - La ragazza rispose subito scuotendo la testa.
Dopo qualche istante di silenzio allora le disse - Vieni qui, dai. -
Allungò un braccio dietro le sue spalle e le fece segno di
sistemarsi tra le sue gambe. Lei lo guardò per un attimo,
con gli occhi ancora rossi, incapace di proferire parole per paura che
le tremasse la voce e poi fece come lui le aveva detto lasciando andare
indietro la testa sul suo petto. Harry la abbracciò da
dietro e pose le labbra sulla sua fronte, donandole piccoli baci di
tanto in tanto. Ginny chiuse istintivamente gli occhi a quel dolcissimo
contatto. Respirò profondamente, poi decise che era venuto
il momento - È un ragazzo. Il mio problema. È un
ragazzo. - Harry la guardò negli occhi, ma lei
osservava altrove - Io… sono innamorata di lui, ma lui
sembra non vedermi, o meglio, mi vede solo come una semplice amica. Io
non riesco a sostenere più questa situazione, ma lui ha
così tanti problemi per conto suo ed io non mi sento di
parlargliene. Sono destinata a non averlo mai e questo mi fa stare
male… malissimo. - Harry respirò a fondo,
cercando le parole più adatte per risponderle -
Penso… penso che dovresti parlare con lui. Se è
davvero tuo amico capirà e non sarà un peso per
lui starti a sentire e se magari invece fosse qualcosa di
più entrambi stareste meglio e, chi lo sa, magari potresti
aiutarlo a risolvere i suoi problemi. -
Ginny per un istante
pensò che Harry avesse capito - Chiunque sia è
fortunato ad essere amato da una ragazza come te. Io però
non sopporto di vederti così e se lui ti rifiutasse non
voglio che quest’espressione del tuo viso diventi la
normalità perché io non mi ci
abituerò. Ci sono tanti cavalieri a questo mondo e tu un
giorno troverai il tuo, ne sono sicuro. - Il sorriso che
uscì dalle labbra di Ginny era amaro; no, non aveva capito -
Ma io non voglio un cavaliere qualsiasi, voglio lui. Voglio quel cavaliere che
entra nel bosco e seguendo un sentiero raggiunge la principessa alla
cascata per poter trovare insieme quel sentimento che tutti chiamano
Amore… - Ginny aveva citato volontariamente le
parti di quella canzone, ogni volta che la sentiva non poteva fare a
meno di pensare a lui. Di sicuro Harry le avrebbe prese come semplici
parole provenienti dal cuore, invece arrivavano direttamente
dall’anima ed erano indirizzate a lui.
Harry rimase per un
attimo in silenzio a pensare - E sarà così,
Ginny. Il
cavaliere scenderà dal suo cavallo bianco e piano piano le
si avvicinerà, ti si avvicinerà. Ti
guarderà per un secondo, poi ti sorriderà e
comincerà a dirti dolci parole. Ginny, vorrei
essere la prima stella che alla sera vedi brillare perché
così i tuoi occhi sanno che ti guardo e che sono sempre con
te; vorrei essere lo specchio che ti parla e che ad ogni tua domanda ti
risponda che al mondo tu sei sempre la più bella…
- Mentre ascoltava, Ginny si era voltata per guardarlo
negli occhi. Mano a mano che parlava si rendeva conto che lui aveva
capito tutto quanto, fin dall’inizio.
I suoi grandi occhi
blu finalmente si erano presentati a lui per la prima volta quella
sera; erano piani di speranza e luccicanti di lacrime. Non voleva
vederla piangere mai più per colpa sua, mai più.
Lei era la cosa più bella che gli fosse mai capitata e non
voleva che soffrisse così tanto per il suo amore. Doveva
dirglielo, voleva dirglielo ed ora niente lo avrebbe potuto fermare.
Nemmeno "tutti i problemi" di cui Ginny era preoccupata. Le
accarezzò una guancia - La principessa lo
guardò, senza dire parole e si lasciò cadere fra
le sue braccia. Alla fine il cavaliere la portò con
sé, sul suo cavallo bianco e vissero per
sempre felici, contenti ed innamorati. - Harry la attirò
leggermente a sé prima di chinarsi su di lei e sancire la
promessa che quel finale sarebbe stato il loro con un bacio ricco di
quel sentimento che tutti chiamavano Amore.
Uao gente sono
contentissima vi sia piaciuto il prologo!
Ringrazio tantissimo
dora92 (spero tanto di averti accontentata!) e rosy823, le prime a
recensire!
Le parti scritte in
blu sono delle citazioni della canzone dei Modà
“Favola”
Motlo dolce questo capitolo, anche se un po' corto. Spero vi sia
piaciuto!
Il
secondo riguarderà la mia coppia preferita!!!
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Capitolo 3 *** Ron e Hermione ***
Ron
e Hermione
Hermione scese le scale per tornare in Sala Comune con un
lieve sorriso dipinto sulle labbra. Era giunto il momento, finalmente
giustizia sarebbe stata fatta. In quel preciso istante, qualche metro
più su, stava per nascere una bellissima storia
d’amore tra la sua migliore amica ed il suo migliore amico.
- Ehi! Tutto a posto? Stavo per mandare una squadra di soccorso. - Ron
aveva smesso di scrivere sulla sua pergamena e stava fissando Hermione,
che intanto aveva ripreso il suo posto sul divano - Oh sì,
sì tutto a posto. - La ragazza seguitava a sorridere ed
anzi, la sua gioia pareva crescere in continuazione.
Sospirò sognante e Ron la osservò perplesso - Che
cosa è successo? Dov’è Harry? -
Hermione si destò dai suoi pensieri scuotendo leggermente la
testa - Oh lui? Si è fermato di sopra da tua sorella. Sta
facendo il papino. - gli rispose tranquillamente. Ron la
guardò stralunato, poggiando la penna sul tavolo - Il papino?!!?! - Lei
lo guardò come se lui non avesse capito la cosa
più ovvia del mondo, ma poi si rese conto di aver dato per
scontato che Ron sapesse una cosa che non poteva immaginare, a meno che
Harry non gliene avesse parlato, anche se lo dubitava visto che si
fidava di lui. Era una cosa tra lei ed Harry soltanto - Sì!
Ginny era depressa, per quello mi ha chiamata su da lei. Io ho cercato
di consolarla un po’, ma non sembrava funzionare,
così quando è arrivato Harry ha chiesto se poteva
aiutarla e lei gli ha detto di sì. La sta coccolando un
po’, semplicemente. La tiene tra le sue braccia e la consola.
Le dice che non si deve preoccupare e che andrà tutto bene.
Cose così, insomma. Sta facendo il papino. - - Mi stai
dicendo che Harry sta facendo tutto questo con mia sorella?!? - -
Sì, ma sta tranquillo. Non ti devi preoccupare, lo fa sempre
anche con me. - gli disse riprendendo a leggere la pergamena che aveva
davanti. Ron la osservò a bocca aperta, incapace di muoversi
o proferire parola.
Come sarebbe a dire «Non
ti devi preoccupare lo fa sempre anche con me»?!!?!
Ah beh, ora sì che poteva stare tranquillo!! Hermione si
andava a gettare tra le braccia di Harry quando aveva bisogno di aiuto
e lui non ne sapeva assolutamente nulla. Fantastico.
Dopo un primo momento di rabbia e sgomento, in Ron prevalse un
sentimento di gelosia mista a delusione. Perché Harry?
Perché andava da Harry e non da lui quando aveva un problema?
Cercando di nascondere dietro il suo solito broncio ciò che
davvero provava, Ron si fece avanti - Cioè, quando tu hai
qualche problema, vai da Harry e lui fa il… ehm ti
consola… così? - Hermione alzò lo
sguardo su di lui - Fa il papino, sì. Che
c’è che non va? È il mio migliore
amico, non c’è niente di strano. - - No, niente.
È che, sai, anch’io credevo di essere il tuo
migliore amico. - le disse incrociando le braccia e sprofondando nella
poltrona dov’era seduto. Hermione lo osservò
stupita - Ron! Ma tu sei il mio migliore amico. - - Però da
me non vieni mai quando ti senti giù o hai qualcosa che non
va’. -
- Io… - Hermione rimase leggermente spiazzata da
quell’affermazione. Di certo non poteva dirgli che non andava
da lui perché l’oggetto delle lacrime che
scendevano con Harry era proprio lui!!!
- Hai, hai ragione, ma… non c’è mai
stata l’occasione, ecco. E poi sembra che a te non interessi
proprio poi così tanto come mi sento o che problemi ho. -
Aveva cercato di arrangiarsi al meglio, ma si accorse che in effetti
dalla bocca erano uscite solo cose che pensava veramente. Ron
scattò a sedere e dolcemente indignato ribatté -
Ma sei impazzita?! Certo che mi importa! Mi importa tutto di te,
Hermione. A me puoi dire tutto. Quale che sia il tuo problema prometto
che impiegherò tutto me stesso per aiutarti a risolverlo.
Magari non sarò bravo come Harry, però lasciamici
prendere la mano e prometto che diventerò bravo come lui! -
Ron si allungò di più verso Hermione, abbassando
il tono di voce - Tutte queste cose puoi farle anche con me. Pure
subito se vuoi. - Lei lo guardò negli occhi.
Si lasciò completamente stregare dalle parole che aveva
pronunciato. Dai suoi occhi colmi di speranza e dalla sua voce
uscì in un sussurrò un semplice -
Davvero? - Ron non poteva credere alle sue orecchie
- Ma certo, ‘Mione. Sono qui apposta. - Hermione si
alzò lentamente dal divano avvicinandosi a Ron, che ormai la
guardava dal basso verso l’alto. Lei timidamente
abbassò gli occhi - Solitamente con Harry io… mi
metto in braccio a lui. - - Oh. Oh sì, ehm ehm,
ok… d’accordo allora…ehm ehm
accomodati. -
le rispose imbarazzatissimo Ron, sistemandosi meglio sulla poltrona.
Hermione si passò una ciocca di capelli dietro un orecchio e
lentamente si sedette lateralmente sulle gambe di Ron. Lui
allargò le braccia in un gesto istintivo che voleva essere
un modo protettivo perché non scivolasse, da una parte e
allo stesso tempo un tentativo mal riuscito di non toccarla. In un
attimo, senza farlo apposta, Ron mosse di colpo una gamba ad Hermione
finì per "crollargli" addosso - Scusa! - esclamarono
all’usino, gli sguardi incatenati ad un palmo di distanza ed
Hermione completamente appoggiata a lui sul proprio fianco sinistro,
tranne la mano opposta, appoggiata sul suo petto. Restarono qualche
secondo a fissarsi negli occhi, poi lei gli sorrise e lui
ricambiò aggiungendo - Niente. - Non riuscivano a smettere
di guardarsi.
Ad un certo punto Ron ruppe l’imbarazzo che si era venuto a
creare tra di loro - Ehm ehm allora, stai… stai
così con Harry? - - Oh sì! Sì beh,
più o meno. Ma magari mi metto seduta… - - No!
No, no perché? Va- va bene così… va
benissimo… - Passò meglio il braccio dietro la
testa di Hermione e la abbracciò per quel poco che poteva -
Ok… - sospirò - Ok. - - E adesso? cioè
voglio dire, solitamente è Harry che ti dice qualcosa o sei
tu che… - - No, beh… dipende…
cioè, ultimamente parliamo sempre della stessa cosa, quindi
è lui che parla… - - Ah. E beh… di
cosa si tratta? - Nessuno dei due guardava l’altro, solo ogni
tanto Ron cercava il suo viso per scorgere le sue emozioni, ma entrambi
gli sguardi osservavano altrove: il camino o la parete di fronte a loro.
Hermione ci pensò su qualche secondo. Era arrivato anche il
suo momento. Quella era la sua occasione e se non l’avesse
colta la volo, probabilmente, anzi, sicuramente se ne sarebbe pentita.
respirò profondamente. Aveva paura. Dopo qualche secondo di
silenzio si decise finalmente a parlare.
- Ecco, è un ragazzo. - A quelle parole istintivamente Ron
si irrigidì, Hermione lo avvertì e fra
sé e sé sorrise pensando che fra qualche minuto,
forse, ne avrebbero riso insieme - Vedi, lui mi piace parecchio, ma non
riesco a capire se gli interesso oppure no. Ci sono dei momenti in cui
sembra che lui provi le stesse cose che provo io, ma poi succede sempre
qualcosa che mi confonde. Lui butta tutto sul ridere oppure finiamo con
il litigare ed io non ne posso più Ho anche pensato di
confessargli quello che provo, però ho paura,
perché non so come potrebbe reagire. - Parola dopo parola il
timore di Hermione svaniva sempre più, finché,
cercando di mantenere la voce il più ferma possibile per
l’agitazione, Ron le parlò - Ah…
ok… ecco beh… magari dovresti dirmi, che so, come
si comporta… - Voleva assolutamente capire chi diamine fosse
questo tizio per poi andare a spaccargli la faccia, ovviamente facendo
sembrare il tutto un piccolo incidente. Anche se per la ferita che
aveva spaccato il suo cuore voleva soltanto restare un po’
solo con se stesso chiuso in una camera a piangere…
- Beh ecco lui… vedi noi passiamo molto tempo insieme, ma
nonostante questo ed il fatto che siamo amici da anni, un minimo
contatto fisico come lo sfiorarsi delle nostre mani, crea uno stato di
totale imbarazzo tra di noi. - Hermione sentì i muscoli di
Ron muoversi e immaginò di vederlo con le orecchie tese per
cercare di capire se quello che aveva sentito era vero - Poi, beh, ha
delle espressioni facciali tutte sue per le quali io vado pazza. Ad
esempio quando vuole copiare i compiti da me oppure quando gli dico di
no e allora mette su un broncio dolcissimo. Ah! Ogni volta che sente
pronunciare la parola "Krum" da’ fuori di matto e quando mi
vede parlare o scherzare con altri ragazzi si arrabbia tremendamente
senza un motivo apparente. E poi, cosa più importante, -
disse interrompendosi per girarsi a guardarlo negli occhi - le sue
orecchie assumono un colorito tremendamente e teneramente rosso fuoco
quando è imbarazzato - Hermione sorrise, trovandosi di
fronte ad un Ron a bocca aperta che sembrava quasi fare fatica a
respirare. Lei stese una mano verso di lui e gli accarezzò i
capelli e poi una guancia; lui intanto chiuse la bocca e
deglutì.
Ormai ne era sicuro, non si stava sbagliano, lei era lì e
gli stava parlando di quanto fosse difficile spiegargli che era
innamorata di lui, quando proprio lui poteva capirla più di
chiunque altro. Due. Due forse anche tre erano gli anni che erano
passati da quando si era accorto che Hermione per lui non era
più una semplice amica, ma non aveva mai avuto ilo coraggio
di confessarsi. E dopo tutto quel tempo passato a farsi problemi,
paranoie e conseguenti litigate, aveva capito che anche lei aveva
sofferto allo stesso modo, forse per gli stessi anni… Harry
aveva proprio ragione a dire che erano due scemi…
Lei lo guardò con i suoi grandi occhi color cioccolato; era
così vicina che poteva sentire il suo respiro.
- Secondo te cosa dovrei fare? Devo dirglielo o devo aspettare che lo
faccia lui? - - Non so… Tu cosa preferiresti? - - Mmm io
preferirei che lo facesse lui… - - Allora
d’accordo… - e sfiorandole il viso
annullò la distanza di un soffio che separava le loro
labbra. Si fusero in un solo amore cercando delicatamente il calore
corporeo dell’altro in un abbraccio che voleva dire
«Sono qui, tranquillo e non andrò mai
più via», e permisero alle loro bocche di
assaporarsi appieno schiudendo leggermente le labbra.
Tra Harry e Ron, soltanto il giovane Weasley dormì nel suo
dormitorio quella sera, ma tutti e due fecero sogni magnifici, sogni
che per quanto potessero essere belli non lo sarebbero stati mai quanto
la realtà che li spettava al loro risveglio, stretta tra le
loro braccia.
The
End
Rowena
Ollivander (Viky)
Allora?!?! Vi è piaciuta?! Spero di sì. Credo che
questa sia una delle più belle che abbia mai scritto.
Adoro Ron ed Hermione insieme * . * ed Harry e Ginny sono
bellissimi!!!!!
Beh, lasciatemi un commentino allora per farmi sapere cosa pensate. E
mi raccomando solo critiche costruttive per non minare la salute
dell’autore!
Alla prossima
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