Every me and every you di milly92 (/viewuser.php?uid=28249)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E' sempre colpa della gelosia... ***
Capitolo 2: *** Che ci fai tu qui?! ***
Capitolo 3: *** Imprevisti ***
Capitolo 4: *** La Gelosia Colpisce Ancora ***
Capitolo 5: *** Una promessa apparentemente mancata ***
Capitolo 6: *** Sensi di colpa ***
Capitolo 7: *** I'm with you ***
Capitolo 8: *** Pioggia, Film&Pop Corn ***
Capitolo 9: *** Happy Birthday, Draco ***
Capitolo 10: *** Mente o cuore? ***
Capitolo 11: *** Gli opposti si attraggono ***
Capitolo 1 *** E' sempre colpa della gelosia... ***
1 gelosia
Every me and every you
Capitolo uno- E’ sempre colpa della gelosia!
“Pansy, ma dove sei stata? Sono le dieci e mezzo, ti
sto aspettando da più di un’ora!” La voce irata di Draco Lucius Malfoy fece
girare tutti i vicini di ombrelloni, curiosi di conoscere nuovi sviluppi tra
“il ragazzo ricco” e la sua ragazza, che ormai litigavano tre giorni si e mezzo no.
Pansy, che indossava solo un costume rosa a fiori, a
due pezzi precisamente, sbadigliò e si accomodò sulla sua sedia a sdraio,
togliendosi gli occhiali da sole e iniziando a leggere “Il settimanale delle
streghe”.
“No, non può essere! La cantante delle Sorelle
Stravagarie ha tradito il marito…” disse, mettendosi una mano sulla bocca.
Sucker love is heaven sent
You pucker up, our passion's spent
My hearts a tart, your body's rent
My body's broken, yours is spent
Amore facile, come mandato dal cielo
Tu ora te ne vai , la nostra passione e' stata consumata
Il mio cuore e' in vendita , il tuo corpo in affitto
Il mio corpo e' a pezzi ,il tuo e' sottomesso
Draco sbuffò. Quando è troppo è troppo.
“Pansy, ti ho fatto una domanda!” urlò, alzandosi dalla
sua sedia a sdraio e parandosi davanti a lei.
“Draco, ti levi da davanti? Mi fai ombra” fu l’annoiata
risposta della ragazza, che sbadigliò e si sporse in avanti per prendere la
crema abbronzante dalla borsa.
A questo punto la faccia di Draco divenne scarlatta
dalla rabbia, come se avesse preso tutto il sole che si era rifiutato di
prendere in quei quattro giorni, ossia numero di giorni da cui il suo inferno
aveva avuto inizio.
Carve your name into my arm
Instead of stressed, I lie here charmed
'Cause there's nothing else to do
Every me and every you
Intaglia il tuo
nome nelle mie braccia
Al posto che sotto pressione , sono del tutto rilassato
Perché non c'e' nient'altro da fare
Per ogni me ed ogni te
I suoi genitori, per il suo diciassettesimo compleanno,
che sarebbe venuto ad agosto (Non so quando sia nato Draco… Nda)gli avevano
regalato una vacanza a Hilton Beach, la località marittima più rinomata
d’Inghilterra, insieme alla sua ragazza Pansy. Sarebbero ritornati alla fine di
agosto.
Ma quei quattro giorni, erano stati solo un inferno per
lui. Pansy, chissà cosa si era messa in testa, non faceva altro che starsene
con i ragazzi del lido, che la invitavano ai loro falò e a continue passeggiate.
Sucker love, a box I choose
No other box I choose to use
Another love I would abuse
No circumstances could excuse
Amore facile ,
il dono che ho scelto
E nessun altro ho scelto di usare
Vorrei abusare di un altro amore
Nessuna circostanza potrà spiegare
La sua ragazza sempre in giro con quegli sconosciuti, e
per di più poco vestita!
E lui rimaneva sempre solo come uno scemo… Oltre ad
essere tremendamente geloso!
“Senti Pansy, io e te dobbiamo parlare…!”
“Oh, Draco! Che bello, quest’autunno ritornerà il viola
come colore in!” disse lei per tutta risposta, rimettendosi gli occhiali da
sole e stendendosi sulla sdraio.
In the shape of things to come.
Too much poison come undone
'Cause there's nothing else to do
Every me and every you
Every me and every you
Every me, me
Nella speranza che le cose avvengano
Troppo veleno scorre senza essere avvertito
Perché non c'e' nient'altro da fare
Per ogni me ed ogni te
Ogni me ed ogni te
Ogni me, me
Cinque minuti dopo si alzò.
“Vado al bar del lido a prendere un’aranciata…” disse,
e fece per allontanarsi quando Draco la fermò per un braccio.
“Te la vado a prendere io!” per evitare di farla arlare
con uno dei baristi, e si allontanò, mentre tante ragazze gli lanciavano
occhiate sognanti, in particolare ai suoi addominali scolpiti.
Sucker love is known to swing
Prone to cling and waste these things
Pucker up for heavens sake
There's never been so much at stake
I serve my head up on a plate
It's only comfort, calling late
L'amore facile, si sa che traballa
Facilmente si attacca a scuse e spreca tutto
Fai le valigie per volontà del cielo
Non c'e' mai stato molto in mezzo
Servirò la mia testa sopra un vassoio
E' solo di sollievo , chiamarlo tardi
Ma quando tornò… Pansy era vicina alla riva a parlare
con Jess, uno dei ragazzi che facevano da bagnino. Si sbatté una mano in
fronte… cosa fare….? Qui si doveva agire, o ne sarebbe andato della sua salute
mentale!
Sbuffando, Hermione Jane Granger prese una rivista
dalla borsa e si tolse gli occhiali da sole, iniziando a leggere qualche
articolo di cronaca rosa per poi subito scocciarsi e rimetterlo a posto.
Certo, l’idea di passare un’estate al mare con sua
cugina all’inizio era stata allettante, ma se tutti i giorni doveva
trascorrerli da sola a prendere il sole o a leggere sotto l’ombrellone da sola,
tanto valeva starsene a casa con i suoi!
Sua cugina aveva una casa ad Hilton Beach, e quell’anno
l’aveva invitata a trascorrere le vacanze con lei. Era l’unica della famiglia
di Hermione oltre ai suoi genitori ad essere a conoscenza del fatto che lei era
una strega, e aveva sempre mantenuto il segreto lealmente, facendo finta di
sapere, come tutti i parenti, che tutto l’anno Hermione studiava in
un’importante liceo di Oxford.
Era la solita ragazza single alla ricerca del vero
amore, molto simile ad Hermione, tranne che per il fatto che a scuola non era
mai stata un genio ed era sempre circondata da amiche.
E proprio per andare con queste amiche a cercare
qualche ragazzo carino l’aveva lasciata lì da sola, perché a lei non andava
proprio di fare la scema con qualcuno, non era proprio il caso.
Ogni giorno riceveva un gufo di scuse da quel Ron Weasley,
che dopo averla chiamata “Ipocrita” e “Menefreghista” sembrava pretendesse il
suo perdono.
No, questa volta non l’avrebbe perdonato così
facilmente! Doveva farsi valere!
Così, prese l’mp3 della cugina ed iniziò ad ascoltare
qualche canzone, anche se, dato che erano sei anni che non frequentava il mondo
babbano assiduamente, non ne conosceva nessuna.
Draco ormai aveva rinunciato a convincere Pansy a
comportarsi bene, così aveva deciso di fare qualcosa di costruttivo… Per farle
capire chi comandava tra i due. Sua madre gli aveva sempre detto che le persone
si rendono conto delle cose che hanno solo quando rischiano di perderle…
Ebbene, era ciò che avrebbe fatto. Pansy avrebbe dovuto stare sulle spine per
un po’… Doveva provare
esattamente ciò che provava lui. Gelosia.
'Cause there's nothing else to do
Every me and every you
Every me and every you
Every me, me
Every me and every you,
Every me, me
Like the naked leads the blind
I know I'm selfish, I'm unkind
Sucker love I always find
Someone to bruise and leave behind
Perché non c'e'
altro da fare,
Per ogni me ed ogni te
Come un nudo potrebbe guidare un cieco
So di essere egoista , so di essere poco gentile
Ho sempre trovato l'amore facile
Qualcuno da ferire e lasciarsi dietro le spalle
Bene, non gli restava altro che trovare il soggetto
giusto con cui attuare il piano. Si guardò intorno, e notò lo sguardo di una
biondina particolarmente attraente fisso su di lui. Le sorrise, ed ella
ricambiò.
Ma poi un ragazzo tutto muscoli le si avvicinò, e lei
se ne andò in giro con lui.
Stanco, decise di andare in
giro, tanto ormai Pansy si era dispersa in un oceano di parole con quel tizio.
Ma perché? Insomma, non le era mai importato tanto di lei! Cosa gli prendeva?
Per sei anni l’aveva ignorata, forse anche fatta soffirire… E se lei stesse
giocando al suo stesso gioco cercando di farlo ingelosire in modo da attirarlo
a sé?
“Ciao, fusto!”
Si voltò, e si ritrovò davanti una ragazza dai lunghi capelli castani che
gli sorrideva.
Nascose a stento un ghigno.
“Ciao, pupa!”
“Ehi, ti va di venire a fare
un giro con me? Le mie amiche mi hanno lasciato da sola!” chiese la ragazza,
continuando a sorridere.
Ci rifletté. Beh, forse la
provvidenza voleva essere benigna con lui…
All alone in space and time
There's nothing here but what here's mine
Something borrowed, something blue
Every me and every you
Every me and every you
Every me, me
Every me and every you
Every me, me
Completamente solo nello spazio e nel tempo
Qua' non c'e' nulla e quel poco che c'e' e mio
Qualcosa di prestato , qualcosa di triste
Perché non c'e' nient’altro da fare
Per ogni me ed ogni te
Ogni me ed ogni te
Ogni me!
“Certo!”
Così si avviarono insieme
verso il bagnasciuga, iniziandosi a conoscere. Il piano poteva avere inizio!
“Uff, basta! La mia cara
cuginetta mi ha davvero rotto! Ora me na vado a casa senza dirle nulla, vediamo
se si preoccupa!” pensò infastidita Hermione, alzandosi dalla sdraio e
iniziando a riporre le sue cose al proprio posto. Di sicuro il solito gufo la
stava aspettando…
Continua…
Beh, ennesimo inizio di fic! Spero di avere tempo per
aggiornarla al più presto! Intanto ringrazio Christina Malfoy per aver letto la
vecchia stesura del cap ed avermi consigliato come modificarlo… Grazie
tesoroooo! Per chi non lo sapesse, la canzone inserita nel cap è “Every me and
every you” dei Placebo, ovvero canzone iniziale del film “Cruel intention” e da
cui ho deciso di dare il titolo a questa fic. Cos’altro aggiungere? Aspetto un
vostro giudizio per sapere se continuare o no!!! Ki$$, la vostra milly92.
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Capitolo 2 *** Che ci fai tu qui?! ***
che ci fai tu qui?!
Capitolo due- Che ci fai tu qui?!
Hermione,
per
favore, basta. Insomma, è ridicolo! Facciamo finta che non sia successo niente!
Ok, ti avrò anche offesa, ma solo perché mi sono sentito preso per i fondelli!
Tutti a scuola sappiamo che ci piacciamo da anni… E come pensi ci sia rimasto
quando hai rifiutato di uscire con me? Mettiti nei miei panni! Ti prego! Herm,
scusa! Scusa! Dai… Di certo non credo al fatto che non sei poi così attratta da
me! Ci crederò solo quando vedrò una foto in cui ci siete tu e Malfoy che vi
sbaciucchiate! E questo è tutto dire, ah ah ah! Spero di essere stato chiaro… Lascia
perdere tua cugina! Vieni qui alla Tana, c’è anche Harry! Ci divertiremo,
passeremo un’estate memorabile insieme e poi… Chissà… Dai. Almeno rispondimi.
Tuo (Spero)
Ron
Hermione rilesse più volte quel foglietto per poi
accartocciarlo e buttarlo nell’immondizia, anche se a suo giudizio si sentiva
indecisa: insomma, alla Tana di sicuro si sarebbe divertita di più!
Si morse un labbro, per poi affacciarsi alla finestra
della sua camera e contemplare il paesaggio che le si parava davanti,
perdendosi nei suoi pensieri… Certo che quell’estate era di una monotonia
incredibile!
Ma allo stesso tempo le parole di Ron la fecero
imbestialire, sembrava così presuntuoso! Insomma, è colpa sua se non se l’è
sentita di uscirci insieme?
Ci
crederò solo quando vedrò una foto in cui ci siete tu e Malfoy che vi
sbaciucchiate!
Gliela vorrebbe far vedere per davvero, se Malfoy non
fosse quel bastardo esagerato che è… Si, sarebbe andata fino a casa sua solo
per scattare quella foto…
Ma
che, sono impazzita?!
Draco stava camminando con la ragazza appena conosciuta
per la spiaggia.
“Ancora non mi hai detto come ti chiami!” esclamò,
cercando una scusa per fermarsi a pochi metri di distanza da Pansy, che era in
acqua con uno dei tanti tipi con cui usciva. Doveva farsi notare.
“Si, giusto! Mi chiamo Cecile. Tu?”
“David” rispose Draco, stringendole la mano e
avvicinandosi molto a Cecile, guardandola sensualmente. Non poteva di certo
rivelare il suo vero nome!
Cecile arrossì vistosamente a causa di quello sguardo
sensuale.
“Ti va di venire a farti un bagno con me, Cecile?”
chiese Draco, prendendo la mano che prima aveva stretto tra le sue.
“Ma certo! Vieni un attimo, vado a posare gli occhiali
da sole ed il pareo sotto il mio ombrellone!”
Cecile si avvicinò all’ombrellone per poi constatare
che sedute sulle sdraio c’erano solo due sue amiche, che iniziarono a fissare
stupite Draco.
Sentendosi grande per il ragazzo appena conosciuto,
Cecile sorrise maliziosa in loro direzione e chiese solo: “Ehi, ma mia cugina
che fine ha fatto?”
“Oh, l’abbiamo vista mentre se ne stava andando” rispose
una delle due, con lunghi capelli neri ancora un po’ bagnati a causa del bagno
recentemente fatto, mentre continuava a squadrare Draco, che se ne stava zitto
pochi passi dietro Cecile.
Questa
mi dà tanto l’aria di sfigata, uff…
“Bene, possiamo andare, David!”
urlò quasi Cecile, per poi prenderlo per mano e andandosene, senza nemmeno
salutare le amiche.
Entrarono in acqua, poco lontano da Pansy. Me la ragazza sembrò non notare nemmeno il
suo ragazzo intento nello spruzzare chiassosamente una perfetta sconosciuta.
Disperato, Draco le si buttò anche addosso, ma niente.
E Cecile sembrava aver fatto crescere di tanto la sua
autostima, credendosi così affascinante da ricevere simili avance da un ragazzo
così attraente.
Passarono il resto della mattinata insieme, poi all’ora
di pranzo, si salutarono.
“Ehi, Cecile, ti va di vederci anche stasera?” chiese
Draco, costretto a fare un sacrificio del genere dato ch Pansy non lo aveva
degnato di uno sguardo.
Ma
se non funziona nemmeno oggi, io a questa la mando a quel paese, non mi piace
affatto! E non è nemmeno il tipo di cui Pansy potrebbe essere gelosa…
“Ma certo, David!” disse Cecile entusiasta dalla prospettiva
di passare una serata in compagnia del ragazzo.
“Allora ci vediamo alle nove” dichiarò rapidamente
Draco prima di allontanarsi rapidamente e lasciando Cecile in preda ad una
specie di convulsioni scatenate dalla gioia.
Ma Cecile lo fermò. “Si, ma dove ci incontriamo? Vieni
da me?”
Con le spalle al muro, Draco accettò. “Dove abiti?”
Cecile glielo spiegò, per poi lasciarlo andare con un
senso di gioia nello stomaco e l’autostima a mille.
Sono
mitica, l’ho ammaliato…
Draco pranzò da solo, dato che Pansy non si era degnata
di tornare a casa. Lo stomaco gli ribolliva, al solo pensiero di lei intenta
nel buttarsi addosso ad uno di quei tipi. E si chiese nuovamente il perché.
Insomma, non provava niente per lei, niente. Era solo la futura moglie che gli aveva imposto la
sua famiglia, niente di più. Lo stesso valeva per Pansy, ma da lei si era
aspettato qualcosa di diverso, dato che a scuola gli aveva sempre rotto le
scatole, ed ora…
Il tutto si poteva spiegare con il fatto che era
estremamente geloso e possessivo quando si parlava delle cose che gli appartenevano.
E poi è così brutto stare sempre da solo…
“Si, Cecile, ho capito, hai fatto colpo su questo
David…” borbottò Hermione scocciata, quella sera. Nelle ultime otto ore sua
cugina non aveva fatto altro che parlare di questo potenziale fidanzato, impedendole
di uscire nel pomeriggio perché doveva aiutarla a scegliere cosa indossare.
Alla fine aveva optato per un vestito scollatissimo
bianco, che risaltava la sua pelle abbronzata.
Hermione per di più l’aveva dovuta truccare e
pettinare. Alle nove meno un quarto era pronta, e per il quarto d’ora successivo
dovette sorbirsi le sue paranoie su questo tizio.
Sembrava avesse incontrato un divo del cinema…
Poi, alle nove in punto, il campanello trillò.
“Ooooh, eccolo! Vai ad aprire tu!” dichiarò Cecile
emozionata, saltellando quasi mentre si aggiustava una forcina tra i capelli.
“Ok, ok”.
Sbuffando, Hermione si avviò verso la porta.
Dall’altra porta, Draco aspettava che qualcuno
l’aprisse quando il suo occhio vagò sulla targhetta alla porta, dove c’era
scritto: Jack Granger.
Sicuro di non aver letto bene, ritornò a fissare la
targhetta, ma per sua sfortuna la porta si aprì, rivelando quella che per lui
era la “Mezzosangue per eccellenza”.
Hermione gli stava davanti, scioccata, le pupille fuori
dalle orbite.
In un primo momento fu presa dal pensiero di sbattergli
la porta in faccia, poi però la curiosità parve avere il sopravvento su di lei.
“Che ci fai tu qui?!” chiesero all’unisono.
“Io ci abito!” sbottò infastidita Hermione, ancora
scioccata e confusa.
Draco era ancora immobile.
“Devo aver sbagliato casa, cavolo! Ma... perché, sei
anche tu in vacanza qui, Mezzosangue? Puoi permetterti una simile lussuosità?”
ghignò, come sempre.
Ormai abituata a quelle prese in giro, Hermione disse
solamente: “Hai sbagliato casa, qui non abita la tua Pansuccia”.
Draco le lanciò un’occhiataccia di fuoco, e voltò le
spalle quando una voce di sua conoscenza esclamò: “David! Perché te ne stai
andando? Dobbiamo uscire, ricordi?”
Hermione guardò la cugina, comprendendo lentamente i
fatti, mentre Draco si voltò inorridito.
Merda,
quell’oca è la cugina delle mezzosangue!
Continua…
Ciao! Lo so, lo so, sono una ritardataria, ma ho avuto
tantissimo da fare con la scuola e con le altre fic, così…. Beh, è così abbiamo
scoperto che Cecile è la cugina di Hermione e quest’ultima e draco si sono
“Scontrati”…. Cosa ne pensate? Vi ho incuriositi almeno un po’? Fatemi sapere!
Intanto ringrazio:
Christina
Malfoy: Ecco il cap, tesoro, spero ti sia piaciuto.
Hai ragione, anche a me piace più così la storia… Mi fa piacere che ti piaccia,
ma come fa a non piacere una fic in cui c’è Draco?! XD Grazie per averla messa
tra i preferiti! Un bacione!
Fucking_Princess:
Ciao! Si, la canzone è bellissima, mi ci sono fissata anche io dopo aver visto “Cruel
intentions”. Avevi proprio ragione, la tipa è la cugina di Herm! Spero che
questo cap ti sia piaciuto, fammi sapere se ti va!
LaTerresteCrazyForVegeta:
Ciao!
Beh, credo si sia capito che è una Draco/Herm, quindi credo ti farà piacere! Infatti,
per una volta ho voluto cambiare un po’ scena, il Draco indifferente ormai non
è più così originale… Fammi sapere cosa ne pensi di questo cap, mi farebbe
piacere! E grazie mille per averla inserita tra i preferiti!
Shavanna:
Ciao! Beh, il gufo c’era ^^ Hai ragione, Pansy è una …! Ma d’altronde se non lo
fosse non sarebbe Pansy Parkinson, no? ^^ Fammi sapere cosa ne pensi di questo
se ti va!
Particular
Girl: Grazie, spero ti sia piaciuto anche questo cap! Fammi
sapere!
Non so quando aggiornerò, purtroppo, perché al momento
sono molto presa dalla mia fic “Miss Hogwarts” e vorrei aggiornare un po’ tutte
le altre che ho lasciato in sospeso.
Mi raccomando, recensite!
A presto (spero!),
la vostra milly92.
|
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Capitolo 3 *** Imprevisti ***
3 imprevisti
Capitolo tre- Imprevisti
Draco ed Hermione continuavano a guardarsi, sbalorditi
da tutti quel pasticcio che si era creato.
“Herm, lo conosci?” chiese sospettosa Cecile,
arricciando il naso.
Hermione non sapeva cosa rispondere. “Oh, oh, beh,
vedi, io e Draco siamo vecchi amici
di scuola…” inventò, fingendo di essere contenta e ammaliata dai vecchi
ricordi.
“Draco?” chiese Cecile senza capire, facendo mente
locale.
“Ehm, si, David Draco! Mi chiamo così!” inventò Draco,
sorridendo falsamente.
Di nascosto, diede un pizzicotto ad Hermione, che
ricambiò pestandogli un piede.
Tuttavia Cecile sembrò non essersene accorta.
“Ah, oh… Ok, ok. Allora, andiamo David?”
Cecile era ritornata radiosa.
Con il cuore in gola, Draco annuì e le porse il
braccio.
“Ciao, cuginetta!” esclamò Cecile, ridendo quasi,
mentre Draco emise un suono che lo si poteva interpretare con un “Ciao” detto a
bassissima voce.
Mentre si allontanavano nell’oscurità, Hermione rimasi
a fissarli, confusa. Ma cosa si era messo in testa quel Malfoy? Uscire con sua
cugina? Insomma, Cecile era Babbana! E Pansy? Dove l’aveva lasciata?
Non era nei suoi programmi passare l’estate in compagnia
di una cugina presa dal suo peggior nemico!
Ritornò dentro, indugiando. Eppure, un po’ era
invidiosa: anche se era una persona orribile, Cecile era uscita con un ragazzo
che le interessava, invece lei era rinchiusa in caso peggio di una monaca di
clausura.
E, improvvisamente, immaginò davanti a sé Ron che le
sorrideva, e apriva le braccia verso di lei.
Stupida! Era una stupida… Avrebbe dovuto uscirci!
Da dove veniva tutta quell’incertezza? Qualche mese
prima avrebbe pagato oro per ricevere quell’invito,era così disperata da averlo
invitato alla festa di Lumacorno, ed ora…
Vorrei
che fosse qui…
Pensò, nostalgica, ricordando le sue battute, i suoi
difetti che eppure lo rendevano unico…
E prese una decisione: avrebbe lasciato da sola Cecile,
avrebbe scritto a Ron e se ne sarebbe andata alla Tana.
Soddisfatta di sé, e di non essere poi così confusa, si
vestì rapidamente, indossando degli shorts di jeans e un top rosa e uscì quando
sentì il telefono squillare dall’interno.
Scocciata e preoccupata allo stesso tempo, riaprì la
porta e rispose.
Mano a mano che ascoltava, il suo sguardo si
pietrificava sempre di più.
“Allora, David! Come mai sei così mogio?” chiese Cecile
incoraggiante, dopo essersi abbassata la scollatura sul decolté di nascosto.
Draco, che stava fissando ribollente di rabbia Pansy
che ballava su un tavolo strusciandosi con uno, indossando un provocante
miniabito nero, si ridestò all’improvviso.
“Eh? Ehm, no, niente… Pensavo a tua cugina!” rispose,
cacciando fuori la prima sciocchezza che gli venne a mente.
Cecile parve offesa, perché fece uno scocciato: “Ah” e
si guardò intorno, squadrando le parete del locali che a causa delle luci del
locale risultavano rosse.
“Beh” continuò, decisa a farlo allontanare da lei, “Diciamo
che è quasi fidanzata”.
“Ah, si?” fece lui, per niente interessato. Sapeva benissimo
i rapporti tra la Mezzosangue e Lenticchia, non aveva bisogno di ulteriori
informazioni.
“Si, ma hanno litigato. Perché lei non è voluta uscirci
insieme… Addirittura, lui è così convinto che in una lettera le ha scritto che
non crede che lei non sia interessata a lui, e che lo avrebbe creduto solo
quando avrebbe visto lei ed un certo Malf… Malfoy, si, sbaciucchiarsi in una
foto!” terminò, decisa ad avere qualcosa di divertente su cui spettegolare, e
anche per lasciar trapelare a Draco che sua cugina fosse una sfigata.
Dal canto suo, il ragazzo, che aveva notato Pansy
scomparire con quel ragazzo, registrò un’informazione a lui sconosciuta, sicuro
di non aver sentito bene.
“Cosa? Le ha detto davvero questo?” chiese, mentre il
suo cervello elaborava qualcosa.
Contenta che le sue parole avessero fatto colpo, Cecile
annuì, scuotendo la chioma bruna.
“SI! E il bello è che Herm mi ha detto che lo farebbe se
questo tizio non fosse così bastardo… Sai, non sono mai stati amici…” continuò,
guardandolo con aria di chi la sapeva lunga.
Draco annuì a stento, mentre il suo cervello continuava
a pensare.
Pansy non era sembrata affatto gelosa nel vederlo ballare
con lei, prima, anzi, lo aveva pure salutato, ma era sicuro che se fosse
qualcun’altra, avrebbe subito cambiato atteggiamento… Qualcuna come la Granger, che non tollerava e
di cui era particolarmente gelosa, a causa del suo talento e reputazione di
studentessa modello. Ricordava tutte le strigliate che i suoi genitori le
avevano fatto contemplando la pagella, e rinfacciandole che una Mezzosangue
fosse migliore di lei… La stessa cosa che aveva fatto suo padre, in effetti…
Si! La Granger l’avrebbe aiutato a farla ingelosire e
lui avrebbe scattato quella ridicola foto con lei… Insomma, cosa gli costava un
bacio?
Le
parlerò al più presto!
“Si, si, zio, certo. Quindi devo ritornare anche io,
giusto?” chiese Hermione speranzosa, rivolta al cordless.
“Come no? E che, rimango da sola?” richiese, indignata
dalla risposta negativa.
“Non capisco…” borbottò confusa, dopo che lo zio la
rispose.
“E che c’entro io! Insomma, la casa resterà pure
incustodita, ma…”
Attese che zio Jack le spiegasse, poi sbuffò.
“Ok, ok! Si, ho capito zio, si, si, si!Ok, va bene… Cosa? Posso portare i miei
amici?! Davvero?” esclamò, saltellando quasi.
“Ah, gli amici di Cecile,
ah, certo! Ok…” risbuffò.
“No, non è qui! E’ uscita con le sue amiche, tornerà
tardi credo. Le dico che domani alle otto la andrai a prendere. Ok. Ciao zio,
salutami tutti”.
Scocciata, si accasciò sul divano.
Magnifico.
Cecile doveva tornare a casa per motivi familiari, la
mamma di sua madre stava male, e doveva farle visita. E dato che la casa non
poteva rimanere incustodita, il pomeriggio seguente sarebbero venuti gli amici
di Cecile, che sarebbero rimasti fino a metà agosto, quando sarebbe tornata
Cecile. Solo in quella data sarebbe potuta andarsene, perché doveva controllare
la casa.
Stupendo.
Conosceva alcuni amici di Cecile, e non le piacevano proprio.
Si tolse le scarpe e si stese sul divano, fissando il
soffitto. Quell’estate era proprio uno schifo.
E lei che si era decisa ad andare alla Tana…
A mezzanotte passata Cecile ritornò, con il suo David ancora alle calcagna.
Hermione la vide, e subito si rialzò dal divano, decisa
a non fare qualche figuraccia.
Credeva che Malfoy se ne fosse andato, perché disse: “Cecile,
brutte notizie per te. Tua nonna materna sta male e domani alle otto verrà tuo
padre a prenderti”
Ma dietro Cecile c’era ancora il volto pallido del
ragazzo, che parve spaventato. E se anche la Granger se ne fosse andata? Che fine
avrebbe fatto il suo piano?
Cecile la guardò, arrabbiata.
“No! Insomma, no!”
“Cecile, pensa a me che devo rimanere qui con i tuoi
amici…” rispose Hermione severa.
Cecile sbuffò, sapeva di non avere alcun potere, così
si voltò verso Draco, il quale si impose di fingere un’espressione falsamente dispiaciuta.
Non seppe se aveva ottenuto il giusto risultato.
“Allora, bene… David, mi dispiace…. Ci rivedremo,spero…”
annunciò, dispiaciuta.
“Oh, si, Cecile, non sai quanto mi dispace…” e la
strinse in un veloce abbraccio, staccandosi subito.
Hermione parve capire che c’era qualcosa di forzato in
lui, anche se cercava di non guardarlo.
La cugina subito salì nella sua stanza di sopra,
lasciandoli soli.
“Bene, ciao furetto” tagliò corto Hermione, cercando di
buttarlo fuori, ma Draco sembrò essere determinato ad attuare il suo piano.
“Senti, Granger, ma te ne andrai anche tu?” chiese,
cercando di essere gentile.
“No…” rispose Hermione.
Draco sembrò sollevato,poi abbassò la voce.
“Cecile mi ha detto di te e Lenticchia… Davvero crederà
che tu non gli interessi solo se ti vedrà baciarmi?” chiese divertito.
Hermione arrossì furiosamente. Mannaggia a quella spia
della cugina! Non faceva un baffo a Marietta Edgecombe!
“Non sono affari tuoi…” sbottò, decisa, e iniziando a
cacciarlo fuori. Fece per chiudere la porta ma Draco la fermò con un piede.
“Potresti raggiungere il tuo scopo” rispose tranquillo.
La ragazza si fermò di botto. Cosa aveva detto?
Di certo aveva qualche scopo!
“Ah, si. Dimmi, e cosa dovrei fare in cambio? Diventare
Mangiamorte?” chiese, levando un sopracciglio.
“Spiritosa. No” rispose Draco, “Dovrai solo far la
smorfiosa con me in presenza di Pansy”.
A quelle parole, Hermione fece due più due: ecco a cosa
gli era servito Cecile!
“Ma certo, mia cugina se ne va e così tu mi rimpiazzi…”
disse, incollerita.
“No, tua cugina è stata un’emergenza… Senti, Granger,
ti prometto che lascerò in pace te e i tuoi amichetti per sempre se decidi…” la
supplicò quasi, ma fu interrotto.
“No” rispose secca.
Poi la voce di Cecile si levò dietro di loro. Era in
camicia da notte, e sembrava isterica.
“Cosa state facendo voi due?” chiese.
Hermione si voltò e finse di sorridere.
“Oh, tesoro, scambiavamo due chiacchiere tra vecchi compagni.
Ma ora Dr… David, se ne andrà, vero?” chiese, falsamente mielosa.
Draco annuì.
“Certo! Beh, salve ragazze” esclamò, poi sussurrò ad
Hermione: “Pensaci. E fammi sapere domani”.
Sen ne andò, e la riccia chiuse la porta dietro di se,
sconvolta.
“Su, Cecile, a letto! Domani alle otto dovrai partire…”
“E quando potrò tornare?”
“A metà agosto”
Ognuna andò nella sua camera, ma senza avere sonno.
Hermione rimase a fissare il paesaggio fuori la sua
stanza. Pensava a Ron, e alla proposta di Malfoy… Cosa fare? Di certo ron
avrebbe capito di che pasta era fatta, ma… Insomma, era pur sempre draco
Malfoy!
Con questo dubbio si addormentò, e la mattina dopo non
sentì nemmeno sua cugina partire, senza nemmeno salutarla. Chissà per cosa se l’era
presa….
Continua…
Salve! Come al solito mi scusa per il ritardo, ma credo
che aggiornerò tra un bel po’ perché domani inizia pure la scuola… L
Vorrei sapere cosa ne pensate di questa ff, se non vi
piace ditemelo, sto ricevendo così pochi commenti…
Mi farebbe piacere conoscere qualche vostro parere,
qualcuno in più!
Ringrazio: MissArrow, Christina Malfoy, 8marta8,
LaTerresteCrazyForVegeta e Rivoltella J per le loro recensioni, grazie di
cuore, spero mi farete sapere cosa ne pensate anche di questo!
Grazie anche a tutti coloro che l’hanno inserita tra i
preferiti!
Vi prego, commentateeeeeeeeeeee!
A presto (spero!), la vostra milly92.
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Capitolo 4 *** La Gelosia Colpisce Ancora ***
4
Capitolo quattro- La gelosia colpisce
ancora
Quando Hermione constatò che Cecile se ne era andata
senza nemmeno salutarla, rimase stupita, improvvisamente sola in quella
villetta troppo grande per una sola persona. E quando ricordò che quel
pomeriggio sarebbero venuti degli amici di Cecile non fece altro che sentirsi
peggio. Era una bellissima mattinata, perfetta per abbronzarsi e fare una
passeggiata sulla riva, ma la riccia aveva cose più importante da fare, come
quella di valutare la proposta del suo acerrimo nemico. Ci aveva pensato a
lungo, e ancora sapeva cosa fare. Si sentiva usata, eppure… Beh, un po’
comprendeva Malfoy, dato che quell’inverno lei era stata la prima ad usare un
ragazzo per far ingelosire la persona a cui teneva. Ma essere usata è tutta un’altra cosa.
Cosa avrebbe ottenuto se avesse accettato?
Di sicuro la piena fiducia di Ron per il fatto che non si faceva mettere i
piedi in testa, eppure sentiva che Malfoy glieli stava mettendo, dato che era
già convinta per metà.
Andò in cucina, con ancora indosso il
pigiama a fiori rosa, e trovò una lettera posata sul tavolo della cucina.
Curiosa, subito riconobbe la calligrafia
di Ginny. La iniziò a leggere, mentre beveva un bicchiere di succo d’arancia, e
ad ogni parola il suo cipiglio era sempre più marcato.
Cara
Herm,
come
stai? Qui va uno schifo! Harry è venuto alla Tana, ma passa tutto il giorno
dietro a Ron e alle sua lamentele. Ti giuro, Herm, è insopportabile! È sempre
nervoso e pronto a scoppiare come uno Schiopodo Sparacoda, e appena qualcuno ti
nomina diventa rosso, ma non so dirti se è per la rabbia o il risentimento. E,
a completare il quadretto, ho saputo che Lavanda si è fatta risentire e lui sta
valutando di accettare le sue “Offerte” per farti ingelosire. Si, secondo lui
agire così è l’ultimo modo per farti capire quanto ci tieni a lui per quanto tu non lo voglia
dimostrare. Di sicuro ti starai chiedendo se è ammattito… Ed io ti rispondo di
no, perché è semplicemente il mio fratello stronzo Ronald, e questo basta come risposta. Ti sto dicendo tutto questo
per un semplice motivo: metterti in guardia e non farti trovare impreparata
dinanzi alla sua demenzialità pura, che più di una volta ti ha fatta già star
male e non voglio che ciò si ripeta. Perciò, tesoro, ti consiglio di agire al
più presto, e per agire intendo di cercarti al più presto un breve rimpiazzo,
scattarvi qualche foto insieme, scrivermi di lui nelle lettere in modo che
possa fargliele leggere e… Così almeno spero capisca un po’ a cosa sta andando
incontro. So che di sicuro sei impegnata con quell’oca di tua cugina (scusa la
franchezza), ma ti chiedo di rispondermi al più presto, ne va della mia salute
mentale in questa casa e dell’insopportabilità di Ron.
Ginny.
Inutile descrivere i sentimenti di
Hermione. Appena era schizzato fuori il nome di quell’oca con la parrucca di Lavanda,
il suo sguardo si era dilatato ed aveva iniziato ad evocare mentalmente una
pistola o qualsiasi cosa le facesse davvero male.
Si sedette disperata dietro il tavolo,
appoggiando la testa sulle braccia. Tentò di scrivere una risposta adeguata
alla sua migliore amica, ma le mani le tremavano e non riusciva a pensare ad
altro che ai suoi istinti omicidi verso Lavanda e quell’idiota di Ron. Eppure,
idiota com’era, aveva quel potere enorme su di lei e sulla sua salute mentale.
“Accidenti a me!” esclamò disperata,
mentre era sotto la doccia e l’acqua tiepida la invadeva ad ondate, non
aiutandola per niente a rilassarsi.
Indossò senza voglia il bikini rosso e dei
pantaloncini di jeans con un top rosso, preparò la borsa per la spiaggia ed
uscì di casa, con la lettera di Ginny ancora stretta in pugno, rileggendola
ogni due passi.
Era così pensierosa e afflitta che non
notò nemmeno il ragazzo biondo appoggiato ad un albero del suo giardino.
“Ehi, Granger!” le urlò dietro.
Lei sobbalzò, e quando lo vide esclamò un
piccolo “Oh!”, quasi come se per quei minuti si fosse dimenticata dell’offerta
del ragazzo.
“Malfoy” sbuffò, e gli si avvicinò.
Intorno al loro il giardino sembrava far
da sfondo ad un incontro amichevole o addirittura romantico, con il prato verde
luminoso cosparso da piccole margherite e gli alberi così vivi alla luce del
sole che sembravano poter parlare.
“Leggi anche in vacanza?” le chiese
beffardo, e le strappò il foglio di mano, zittendo le sue proteste.
“Malfoy! Accidenti, dammelo!” sbottò
furiosa, ma ormai Draco aveva iniziato a
leggere, e più andava avanti e più uno sguardo di ilarità si dipingeva sul suo
volto. Alla fine le restituì il foglio con un gesto quasi schifato.
“Lenticchia Junior non sa farsi i fatti
suoi, eh?” esclamò, scuotendo il capo, per poi aggiungere: “Ma almeno ciò
dovrebbe spingerti ad accettare la mia offerta, no?”
Hermione rimase fissa a guardarlo, mentre
il tempo sembrava continuare a scorrere senza fregarsene. Cosa fare? Le
sembrava di star cedendo la sua anima al diavolo al momento…
“Non ci credo! La mitica Hermione Granger
non riesce a rispondere ad una domanda!” sghignazzò Draco beffardo, sapendo che
colpendo l’orgoglio della ragazza avrebbe fatto centro.
Infatti, Hermione parve ridestarsi. “No,
Malfoy, è solo che so che…”
“Che…?”
“Che sei terribilmente stronzo e che non
manterrai la tua promessa di lasciarmi in pace!” esclamò, convinta della sua
opinione.
Draco scosse il capo. “No, anzi, se vuoi
posso anche sigillare il Voto Infrangibile” rispose improvvisamente serio.
Quelle parole parvero convincere di più
Hermione. Ma stringere il Voto Infrangibile era troppo rischioso…
Sospirò, prima di abbassare lievemente lo
sguardo e sussurrare un piccolo “Ok, ci sto”.
Draco era soddisfatto, non era una cosa di
tutti i giorni abbindolare la Mezzosangue. “Allora non ci resta che stipulare i
patti!” disse, più allegro, poiché già si figurava il volto schifato e offeso
di Pansy nel vederlo in compagnia di Hermione.
“Si” borbottò Hermione, forse non del
tutto conscia di ciò che stava facendo o dicendo. “Io ti aiuterò a far ingelosire la Parkinson e tu farai lo stesso
per far ingelosire Ron”.
“Cosa intendi per far ingelosire
Lenticchia?” chiese il ragazzo, evidentemente scocciato riguardo la parte del
piano che toccava fare a lui.
“Beh, immagino scattare qualche foto
incriminante e… Beh, si, continuare ad agire ogni tanto anche a scuola se
continua… se non cambia”.
“Cosa? Nooo! Te lo scordi!” urlò,
rabbrividendo quasi.
“Ah si? E chi ti dice che non torni utile
anche a te?” chiese furba la riccia, ogni timore ormai del tutto fuori di sé, a
causa della tanto sospirata vendetta.
Draco non capiva. Chiuse gli occhi,
riducendoli a due fessure , e si soffermò ad osservare Hermione, specialmente
verso le sue gambe lunghe e snelle e i suoi fianchi. “Cosa intendi?” si decise
a chiedere infine.
“Che nessuno ti garantisce che Pansy
rinsavirà entro settembre” rispose sagace Hermione, sorridendo per la sua
astuzia.
“Ok, ok!”
accettò infine lui, notando che in fondo aveva ragione.
“Quindi ci dovremmo continuare ad aiutare,
anche se uno dei due non ha problemi con il rispettivo compagno! Ok?” chiese
infine Hermione.
Draco annuì e le porse la mano
miracolosamente, come sigillando il loro patto, ritirandola subito dopo.
Arrossì, pensando a ciò che avrebbe dovuto
fare con la ragazza per far ingelosire Pansy, immaginando le loro figure
abbracciate…
Bleah!
Uffa, che mi tocca fare!
****
“Harry, quindi secondo te faccio bene?”
chiese per la decima volta Ron, con il capo tra le mani. Erano nella sua
stanza, e il cercatore dei Cannoni di Chudley, dall’alto del poster, lo
guardava comprensivo.
Harry sbuffò. “Ti ho già detto di no, Ron,
che stai sbagliando di grosso e che così non risolverai niente!” rispose,
cercando di far ragionare l’amico. “Non ricordi come è appiccicosa Lavanda?”
Al solo pensiero Ron parve tremare. Annuì,
sconsolato, per poi dire: “Lo so ma è l’unico modo che ho per avere Hermione”.
“E non pensi che nel frattempo qualcuno la
potrebbe avere al posto tuo?” chiese, persuasivo. ”Ad esempio Krum, McLaggen….”
“No, no, zitto! Zitto! Zitto!” urlò quasi
Ron tappandosi le orecchie ostentatamente, e il moro non poté non sentirsi soddisfatto.
“Fa come vuoi, amico, ma ricordati che il
mio più grosso “Te l’avevo detto” è pronto a scattare fuori dalla mia bocca”
disse alla fine rassegnato, lanciando un’occhiata disgustata alla lettera rosa
e profumata di Lavanda.
Uscì dalla stanza, lasciando il rosso da
solo, il quale non poté far altro che sentirsi ancora più stupido quando Fred e
George, dalla foto di famiglia appesa al muro, iniziarono a sillabare: “Ronnino
prefettino idiota”, con tanto di gesti.
******
Hermione e Draco camminavano, diretti ad
Hilton Beach, vigorosamente distanti l’uno dall’altra. Per tutto il tragitto se
ne stettero zitti, meditando sulla stupidaggine appena compiuta, ma senza
lasciar trapelare nulla.
Una volta arrivati in spiaggia, Draco
subito notò Pansy intenta nel parlare infantilmente nell’orecchio di uno dei
bagnini, e li vide ridere.
Quella vista gli suscitò un misto di
rabbia e incredulità per la sfacciataggine della ragazza che prese di scatto
Hermione per il polso e la avvicinò a sé, per poi passarle vigorosamente il
braccio attorno alle spalle e sorridere falsamente, salutando sfacciatamente la
signora vicina di ombrellone, che sembrava non credere ai suoi occhi. In meno
di tre minuti, mezza spiaggia sapeva che “Il ragazzo biondo aveva tradito la
sua fidanzata”.
Hermione, dal canto suo, rimase di
sasso da quel gesto e stava per allontanarlo quando, dopo aver notato la
Parkinson, comprese.
Vedi
cosa mi tocca fare!
Draco la condusse verso il suo
ombrellone, continuando a guardare in direzione di Pansy, che sembrava non
accorgersi di niente, presa com’era da quel ragazzo.
“Cieca, eh?” chiese Hermione,
sghignazzando.
“Che ti ridi?” esclamò Draco,
prendendosela subito. Già andava tutto male senza i commenti di quella
Mezzosangue, a suo giudizio.
Hermione scrollò le spalle. “Niente è
solo che è strano… Vederti preso da una ragazza! Sembri sempre così glaciale ed
invece…” si zittì, credendo di aver detto troppo.
“Non sono preso, cioè, io non ci tengo
a lei, mi è stata imposta dalla mia famiglia e così devo starci, e di
conseguenza sono possessivo con lei, come tutte le cose che mi appartengono”
spiegò, guardando l’orizzonte.
Hermione gli avrebbe voluto rispondere
che di certo quella ragazza, insopportabile com’era, non era un oggetto nelle
sue mani, ma decise di starsene zitta.
Si sedettero sulle sdraio,
insopportabilmente troppo vicini, e Draco poco dopo vide Pansy avvicinarsi.
Rapidamente, prese la crema abbronzante. “Muoviti, girati!” le intimò,
ammiccando alla ragazza.
Hermione cacciò gli occhi fuori dalle
orbite. “Cosa? No, di certo non ti permetterò di…” . Disperato, dato che ormai
Pansy era vicinissima, Draco la prese e la baciò improvvisamente, cercando di
fingersi preso da ciò che stava accadendo.
Hermione rimase immobile, senza fiato,
e si staccarono pochi secondo dopo, quando la voce acuta di Pansy trillò:
“Draco!”.
Le signore intorno si rizzarono sulle
loro sdraio: lo spettacolo aveva inizio.
Continua…
Hola! Beh, cosa ne pensate? Ho aggiornato
il più presto possibile! La situazione sembra aver subito una piccola svolta… Cosa
farà Pansy? Una scenata di gelosia? O se ne fregherà? Lo scoprirete nel
prossimo cap! Muahaha!
Ringrazio di cuore: Christina Malfoy,
Miri e la TerrestreCrazyForVegeta per le loro recensione. Grazie mille, davvero
non so come farei senza di voi! Fatemi sapere cosa ne pensate di questo!
Ringrazio anche chi legge soltanto ed
ha inserito questa fic tra i preferiti, anche se me lo potreste lasciare
qualche commentino in più, eh…
A presto, spero, la vostra milly92.
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Capitolo 5 *** Una promessa apparentemente mancata ***
jkljk
Disperato, dato che ormai Pansy era
vicinissima, Draco la prese e la baciò improvvisamente, cercando di fingersi
preso da ciò che stava accadendo.
Hermione rimase immobile, senza fiato,
e si staccarono pochi secondo dopo, quando la voce acuta di Pansy trillò:
“Draco!”.
Le signore intorno si rizzarono sulle
loro sdraio: lo spettacolo aveva inizio.
Fine 4° capitolo
Capitolo cinque
Una promessa apparentemente mancata
Pansy guardava la scena con una strana
espressione, quella con cui si commenta uno scarafaggio particolarmente
disgustoso ma che, allo stesso tempo, fa molta pena. Spostava il suo sguardo da
Draco ad Hermione e viceversa, sollevandosi gli occhiali da sole da davanti
agli occhi. Alla fine sospirò, mettendosi le mani sui fianchi e scuotendo il
capo. Draco ed Hermione la fissavano , aspettandosi chissà quale scenata, ma
purtroppo dovettero accontentarsi di Pansy che gettò le braccia al collo di
Draco.
“Pansy…?” chiese lui incredulo, mentre
Hermione si alzava, stupita.
Pansy era radiosa, sorrideva come una
bambina che ha appena ricevuto il regalo che aspettava per Natale, e si staccò
da lui qualche secondo dopo.
“Oh, Draco, tranquillo, ho capito
tutto! Lo so che hai agito così solo perché eri geloso di me, amoruccio!”
esclamò entusiasta, facendo segno ad uno dei ragazzi del bar di allontanarsi.
Hermione rimase a bocca aperta, la
mascella le sarebbe caduta a terra se avesse potuto. Possibile che la Parkinson
avesse così tanto cervello?
Invece Draco sembrava sollevato, e non
esitò a dire: “Si Pansy! Finalmente l’hai capito!”.
Intorno a loro le signore tornarono ai
loro affari, deluse per quella lite mancata.
Pansy continuò a sorridere. “Scusami,
ma io stavo dietro a quelli solo perché… vabbè, te lo dico! Ti stavo
organizzando una festa di compleanno a sorpresa, amore! Ti giuro, è la verità,
ma ho avuto i miei sospetti già ieri sera quando ti ho visto a cena con quella
sconosciuta!”
Continuarono a parlare, ignorando
completamente la riccia. Quando poi si baciarono vigorosamente e se ne andarono
mano nella mano, Hermione comprese già ciò che sarebbe successo.
Dicendosi della stupida per essersi
illusa di ricevere aiuto da Malfoy se ne andò a casa, raccogliendo la sua roba
e cercando di non piangere per la rabbia. Lì trovò già due amici di Cecile,
proprio i due che ci provavano sempre con lei. Cosa aveva concluso? Niente! E
per di più era anche stata baciata da Malfoy!
Che sfiga!
*****
Ron camminava per le strade di Diagon
Alley senza convinzione, scocciato. Non si fermò nemmeno al negozio dei suoi
fratelli Fred e George. Sentiva un groppo alla gola, un nodo allo stomaco e la
sua coscienza continuava a ripetergli: idiota!
Idiota! Stai solo facendo un grosso errore con quella piovra gigante!
Cercò di non pensarci, deciso a
riuscire ad ottenere qualcosa da tutta quella storia tra lui ed Hermione, ed
avanzò deciso quando notò la chioma bionda e la minigonna di Lavanda Brown
davanti a lui, che gli sorrideva entusiasta e che corse ad abbracciarlo appena
fu abbastanza deciso.
“Oh, Ron! Che bello vederti qui,
speravo che saresti venuto!” urlò lei, prima di decidersi a staccarsi da lui.
Ron annuì. “Eh si” borbottò. Lavanda,
decisa, lo prese per mano e lo condusse a fare una passeggiata, parlando delle
sue piccole avventure che aveva vissuto senza di lui fino a quel momento.
*****
“Ehi, Hermy! Sai che sei proprio bona
con quella gonna?”
Nicholas Jamp le stava sorridendo in
modo ebete, con indosso solo dei pantaloncini, mostrando i suoi muscoli
palestrati e il suo sorriso ebete e sicuro, mentre alle sue spalle Joseph
Ullman sghignazzava divertito.
Hermione, intenta nel cucinare qualcosa
di commestibile per quei due ospiti indesiderati, implorò i suoi santi
protettori per astenersi dal rifilargli un bel calcio e prenderlo a botte con
il mestolo.
“E tu sei proprio deficiente Nicky”
borbottò, cercando un insulto più efficace. Andava già tutto storto senza che
ci si mettesse anche quello stupido.
“Su Hermy, non fare la difficile!
Guarda che noi siamo qui per non lasciarti sola dopo che Cecy se ne è andata!”
Hermione rise nervosamente. “Oh, che
consolazione!” si limitò a dire, girando la pasta nella pentola.
Lui non si arrese. La raggiunse ed
esclamò: “Siamo al mare, Hermy! Potresti anche andare in giro in costume…”
abbracciandola da dietro.
Sbam!
Non facendocela più, Hermione lo aveva
davvero colpito con il mestolo, costringendolo a sedersi dolorante su una
sedia.
“Finiscila, demente! E capisco che tu
sia decerebrato, ma non ti costa molto pronunciare il mio nome per intero!”
esclamò, mentre Joseph rideva, osservando la scena da dietro la porta.
“Zitto anche tu, stronzo!” urlò la
ragazza, costringendolo ad assumere un’espressione impaurita e a fuggirsene in
un’altra stanza.
Peccato che non poteva usare la
bacchetta!
******
Draco e Pansy stavano tranquillamente
prendendo il sole quel pomeriggio, per la prima volta dopo una settimana.
La spiaggia era poco popolata ed il
sole rendeva tutto dorato, molto romantico.
“Pansy?” la chiamò lui.
“Si?”
“Perché hai fatto tutta questa messa in
scena per organizzarmi la festa?” chiese, alzandosi e prendendo una rivista.
Pansy arrossì. “Beh, volevo vedere
quanto ci tenessi davvero a me” rivelò, abbassando lo sguardo.
Draco annuì, non sapendo cosa
aggiungere. Era più forte di lui, eppure non riusciva a non ammettere che si sentiva
terribilmente in colpa per come si era comportato con la Granger, sotto sotto. Avrebbe
potuto fermarla e dirle che si sarebbe preoccupato anche di ricambiare il
favore,scattando la foto, ed invece aveva preferito, ovviamente, ignorarla e
riappacificarsi subito con Pansy.
E di certo non sarebbe tornato indietro,
si disse.
“A cosa pensi?” chiese Pansy,
interrompendo il suo flusso di pensieri.
“Oh, no, niente Pansy” rispose,
cercando di ignorare Hermione che era appena arrivata in spiaggia da sola. Aveva
un’espressione decisamente nervosa , ma quando vide due ragazzi dietro di lei
si tranquillizzò: aveva trovato dei suoi sostituti, meno male, così non avrebbe
dovuto sentirsi ulteriormente in colpa.
*****
“Ron, mi accompagni a casa?”
La voce mielosa di Lavanda lo risvegliò
dai suoi pensieri, o, meglio, dai suoi rimorsi.
Annuì, poco convinto. “Si, certo”
Lavanda sorrise, e, stringendosi sempre
di più la sua mano, iniziò ad avviarsi verso la sua dimora, mentre intorno a
loro le persone iniziavano a chiudere i negozi ed avviarsi alle rispettive
case, dato che ormai erano le otto passate.
Quando arrivarono la ragazza lasciò
malvolentieri la mano di Ron.
“Ti va di salire?” chiese poi, quasi
timidamente.
Senza nemmeno pensarci, Ron scosse
deciso il capo. “No Lavanda, scusami, è tardi, devo andare ad aiutare Fred e George
a chiudere il negozio” e così dicendo se ne andò, lasciandola delusa sull’uscio
di casa, dato che di sicuro si aspettava il bacio di fine appuntamento.
Non poteva continuare a mentire così,
no. Lavanda non gli interessava proprio, non serviva far indispettire Hermione
ancora di più. Aveva compreso cosa aveva combinato quando era con lei, dato che
aveva ricordato la stessa sensazione che aveva provato l’anno prima, quando ci
stava insieme solo per far indispettire Hermione.
*****
Era notte inoltrata quando Pansy e Draco
ritornarono a casa, contenti di aver trascorso finalmente una serata come una
vera coppia, anche se l’unica soddisfazione di Draco era stata quella di averla
tutta per sé.
“Però era troppo scorbutico quel
cameriere” si lamentò Pansy, buttandosi sul divano e togliendosi le scarpe dal
tacco vertiginoso. Quando non ebbe risposta, domandò: “Draco?”
Egli la raggiunse; aveva in mano un
foglio di pergamena, su cui si leggeva la scritta: “Pansy Parkinson, Hilton Beach”.
“E’ per te” disse, porgendogliela e
sedendosi al suo fianco. “C’era un gufo che ci stava aspettando in cucina”.
Annuendo a stento la ragazza lo prese e
lo aprì, leggendo.
Più andava avanti più la sua
espressione diveniva scocciata.
Alla fine sbuffò e la buttò in aria, pestando
un piede per terra per il disappunto.
“Cosa è successo?” chiese Draco, non
preoccupato più di tanto.
Pansy si girò verso di lui, mogia. “Domani
devo partire, i miei hanno avuto una partenza improvvisa e devo badare a mia
sorella”.
Continua…
Salve cari lettori! Mi scuso come al
solito per il ritardo, ma non avevo proprio l’ispirazione onestamente oltre al
tempo limitato.
Così Pansy non s l’è presa ed ha
dimostrato un po’ di cervello, mentre la povera Herm rimane delusa credendo che
Draco non voglia mantenere il patto e Ron comprende che non deve fare il
cretino con Lavanda. Cosa succederà ora che Pansy deve andarsene? Lo scoprirete
nel prossimo cap! J
Ringrazio di cuore a:
Christina
Malfoy,
falalula,miri,
PennyPink e
Benny_bene.
per le loro recensioni.
Inoltre mi scuso se il cap è molto corto,
ma non sono riuscita ad aggiungere nient’altro,e poi doveva finire così.
Spero, come al solito, di poter
aggiornare presto!
Un bacione, la vostra milly92.
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Capitolo 6 *** Sensi di colpa ***
6 ca
“Cosa
è successo?” chiese Draco, non preoccupato più di tanto.
Pansy
si girò verso di lui, mogia. “Domani devo partire, i miei hanno avuto una
partenza improvvisa e devo badare a mia sorella”.
Fine 5° capitolo
Capitolo sei
Sensi di colpa
L’improvvisa partenza di Pansy fece rimanere
Draco di sasso. L’indomani la ragazza ritornò a casa con la metropolvere, con
una faccia da serial killer e bestemmiando contro qualunque cosa commetteva
l’errore di capitargli davanti agli occhi. Invece, il ragazzo, dopo le prime
ore non ci rimase poi così male, constatando che dopotutto era meglio stare lì
da solo senza dover badare a Pansy che parlava con quegli sconosciuti, anche se
aveva saputo la vera motivazione. Era stata un’idea non da Pansy organizzargli
una bella festa sulla spiaggia, ma sospettava che dietro quella genialità ci
fosse lo zampino di Daphne Greengrass, la migliore amica della ragazza. Così
trascorse tutto luglio con gli amici del lido con cui aveva stretto amicizia
nel frattempo, gli stessi con cui Pansy stava sempre appiccicata, e altre
ragazze pronte a cascare ai suoi piedi da un momento all’altro. Purtroppo,
pensò ghignando, non poteva nemmeno rispondere alle loro avance dato che quegli
idioti lo avrebbero riferito a Pansy. Tra di loro ce n’era una particolarmente
sfigata ed appiccicosa, che a Draco ricordò tanto Cecile, la cugina della
Granger. Stranamente, ripensandoci, provò una piccola fitta verso il suo
orgoglio che non aveva mantenuto una promessa dopo che lui aveva risolto le sue
difficoltà, anche se era nelle condizioni aiutare l’altro anche se il
rispettivo partner non dava più problemi.
Fu con questo senso di insensata oppressione che
la vide all’inizio di agosto, circondata da i soliti sconosciuti e… niente poco
di meno che la piccola Weasley.
*****
Le giornate per Hermione erano un vero strazio
dopo che erano venuti quegli “Ospiti”
che secondo suo zio dovevano “proteggerla”
dato che non poteva stare da sola lì, perché sarebbe stato un peccato lasciare
incustodita la casa nel bel mezzo delle vacanze con tutto quello che gli era
costata.
Nicholas e Joseph erano dei veri rompiscatole, ci
provavano ogni tre secondi e due volte cercarono di organizzare un festino
clandestino.
La povera ragazza così trascorreva le mattinate
sulla spiaggia a leggere qualche libro, una volta tornata a casa doveva anche
cucinare per quei due idioti e il pomeriggio andava a correre, trovando una
scusa per starsene da sola. Nel frattempo, Ginny era l’unica persona con cui
riusciva a parlare di nascosto quando quei due erano fuori, attraverso il
camino. Si era sfogata, zittendosi solo per prendere fiato, e alla fine Ginny
aveva risposto a tutta quell’epopea con un semplice: “Qui si deve agire!”.
E così, dopo vari giorni,permessi richiesti,
valigie preparate, eccola lì sulla soglia della casa di Jack Granger, vestita
con dei jeans chiari, un top rosso e occhiali da sole.
“Tesoro!” aveva urlato, abbracciando la sua
migliore amica. “Come mi sei mancata!”. Hermione aveva risposto con entusiasmo
a quell’abbraccio, sentendosi meglio grazie alla presenza di una persona amica.
Da quel giorno, ovvero il primo agosto, Ginny
aveva il permesso di restare solo una settimana purtroppo, perché i signori
Weasley sentivano la mancanza della loro
piccolina.
Inutile dire che Nicholas, vedendola, cambiò
subito idea su chi corteggiare e iniziò subito la sua tecnica, e sembrò essersi
arreso solo quando si Ginny non si decise a mollargli un calcio.
“Herm, si può sapere come hai fatto per tre
settimane da sola con questi due maniaci?” chiese quasi scandalizzata la
mattina del due agosto, intenta nel prendere il sole.
Hermione sospirò. “Me lo chiedo anche io”.
Rimasero zitte per un po’, non sapendo di essere
osservate da Draco Malfoy, quando alla fine la mora si decise a fare la
fatidica domanda.
“Senti, Gin… Ehm… E… Ron? Cosa sta combinando con
Lavanda?” chiese esitante, arrossendo.
Ginny alzò lo sguardo, sussultando. “Giusto! Si!
Tu non dovevi farti scattare le foto con qualcuno? Scrivermi quelle lettere?”
Da quelle parole Hermione dedusse che la rossa
era venuta per una vacanza più che altro, altrimenti sarebbe andata lì con un
piano ben costruito. Inoltre gli venne in mente di nuovo della promessa non
mantenuta di Malfoy, facendola rodere dalla rabbia.
“No, cioè, ci ho provato ma non ci sono riuscita”
disse, decidendo di omettere la presenza di quel biondo malefico. Non osava
immaginare la faccia di Ginny se avesse saputo.
Ginny annuì. “Comunque Herm… Ron ha smesso di vedersi
con Lavanda, quindi stai tranquilla! Fai passare queste vacanze e poi potrete
chiarirvi una volta per tutte a scuola” dichiarò sorridendo.
“Davvero?”
“Si, dice che non ce la faceva a mentire…”
Il cuore di Hermione parve sciogliersi al suono
di quelle parole, immaginò Ron, e tutta la sua rabbia svanì. Avrebbe tanto
voluto averlo vicino…
“Ehi Hermy hai mai pensato di prendere il sole in topless? Così il segno
del costume non rovina quelle bocce che ti ritrovi al posto del seno!” disse la
voce di Nicholas poco distante, intento nel sfogliare il suo miglior sorriso
ebete per la battuta fatta.
Hermione e Ginny si guardarono, scocciate.
“E tu hai mai pensato che, a parte
l’intelligenza, non hai avuto tutto dalla vita?” chiese Ginny con aria furba.
“Forse no, ma… Abbassa lo sguardo e la lampo, e capirai che Dio avrebbe potuto
darti qualcosina in più…”
Le due amiche scoppiarono a ridere mentre
Nicholas abbassava stupidamente lo sguardo, non cogliendo l’allusione, e
batterono il cinque soddisfatte.
Hermione si sentiva particolarmente serena: Ginny
era stata davvero la cosa più bella che sarebbe potuta capitarle, oltre alla
bella notizia che gli aveva dato.
Ma, come tutte le cose belle, quella settimana
passò fin troppo velocemente, e il sabato dopo Ginny fu costretta ad andarsene
via, lasciando la sua migliore amica di uovo da sola.
****
Al termine di una nuova settimana Draco quella
domenica sera decise di fare una passeggiata sul lungomare, scocciato della
compagnia di quei Babbani stupidi che non capivano un tubo. Non lo avrebbe mai
ammesso forse, ma si sentiva davvero solo, e tre giorni dopo avrebbe trascorso
il suo diciassettesimo compleanno da solo, lo sapeva. Non ci sarebbe andato a quella festa, odiava le
feste! Eppure quell’estate si stava rivelando più noiosa del solito, non
sarebbe stato meglio trascorrerle a casa sua come sempre?
Immerso in questi pensieri a stento udì delle
urla di protesta che provenivano poco lontano.
“Aiuto! Mollami, stronzo!”
Senza pensarci si avvicinò, e constatò che le
urla provenivano dalla piccola radura poco prima della spiaggia.
Era buio, ma sentiva distintamente le proteste di
una voce femminile provenire a pochissimi metri di distanza. Avrebbe voluto
usare la bacchetta ma sapeva che non poteva.
Dopo qualche secondo lo individuò, e, con grande
stupore, notò che uno di quei tipi se ne stava addosso alla Granger, in
atteggiamenti poco cordiali.
“Lasciami, ahia!”
Draco subito si decise ad intervenire, molando un
cazzotto e poi una ginocchiata a quel ragazzo, che cadde a terra per il dolore.
Hermione se ne stava lì, immobile, con i capelli
più arruffati del solito, impaurita. Era così stordita che lo riconobbe solo
qualche minuto dopo, alla luce soffusa della luna, mentre Nicholas se la dava a
gambe.
“Malfoy!” disse sorpresa, cercando di non
mostrare il suo turbamento e di coprirsi dato che i bottoni della sua camicetta
erano saltati.
“Granger, dico io, vai ad imboscarti con quel genere di persone?”
Hermione parve offesa. “Non mi stavo imboscando!
È lui che mi ha colta di sorpresa mentre stavo venendo sulla spiaggia, è un
maniaco! Che ne sai tu? È quasi un mese che li sopporto, quindi non cercare di
farmi la paternale!”.
Draco si diede dello stupido e si sentì davvero in colpa. Se avesse mantenutola
sua parola la Granger non sarebbe stata costretta a coinvolgere quel maniaco!
“Ok, ma non cercare di farmi sentire in colpa! Lo
so che avrei dovuto mantenere la mia parole e che lo hai assunto proprio per
questa mia mancanza…”
Hermione lo guardò freddamente. “Guarda che
quello è un ospite di mia cugina. Non ho bisogno del tuo aiuto, furetto, anche perché ormai non ho più
problemi con Ron” rispose altera, prima di allontanarsi e ritornare a casa,
dove scoppiò a piangere per lo spavento,
lasciandolo da solo con i suoi ritardatari sensi di colpa stranamente ancora
non attutiti.
Continua…
Salve cari lettori! Beh,
ho aggiornato il più presto possibile, ma spero mi farete sapere cosa ne
pensate, le recensione sono davvero calate!
Grazie di cuore a Christina Malfoy per la sua recensione
purtroppo solitaria… Beh tesoro hai
visto cosa è successo ora che Pansy è partita, eheh, anche se il bello deve
ancora venire! Draco è stronzo, si, altrimenti non sarebbe Draco no? XD Speriamo si faccia perdonare… Grazie mille tesoro,
speriamo di sentirci presto! Ti voglio bene!
Per favore
recensite! Ho bisogno del vostro giudizio, please!!!
Un bacio, milly92.
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Capitolo 7 *** I'm with you ***
7
Hermione lo guardò freddamente. “Guarda che
quello è un ospite di mia cugina. Non ho bisogno del tuo aiuto, furetto, anche perché ormai non ho più
problemi con Ron” rispose altera, prima di allontanarsi e ritornare a casa,
dove scoppiò a piangere per lo spavento,
lasciandolo da solo con i suoi ritardatari sensi di colpa stranamente ancora
non attutiti.
Fine 6° capitolo
Capitolo sette
I’m with you
“Oddio, che diavolo ci fai qui?!”
L’urlo di Hermione riecheggiò per tutta la casa.
Davanti a sé c’era Malfoy che la scrutava molto
disinvoltamente, come se fosse una cosa normale trovarsi lì alle sette e mezzo
di mattina quando la padrona di casa dormiva ancora.
“Calma! Anzi, dovresti ringraziarmi, ho mandato
via quell’idiota e il suo amico” rispose Draco.
Hermione si rialzò, trascinandosi le lenzuola più
in alto dato che si vergognava del suo pigiama con i coniglietti rosa ed
azzurri.
“Scusami ma nessuno te lo ha chiesto! Li avrei
mandati via oggi stesso! Cioè, ti ringrazio ma… Mi hai fatto prendere un colpo!
Come hai fatto ad entrare? Mi sono chiusa dentro apposta…” spiegò, pensierosa.
Draco scrollò le spalle. “Dalla finestra, Granger.
Non posso ancora usare la magia”.
“Come?”
“Dopodomani compio diciassette anni”.
Hermione annuì, non che gliene importasse molto.
Restava il fatto che si fosse intrufolato in casa sua. Ma… Perché?
Draco parve leggere la sua curiosità nel suo
sguardo perché subito rispose: “Sono venuto qui per vedere… Beh, insomma,
volevo controllare che fosse tutto ok, e poi, beh, mi sono sentito in colpa a
causa per il nostro patto”.
Si guardarono per qualche istante, prima che
Hermione sbuffasse.
“Senti, te l’ho detto. Non ho più bisogno del tuo
aiuto, è tutto ok! E poi immagino che tu abbia qualche scopo per venire qui a
fare il missionario” dichiarò, alzandosi e prendendo dei pantaloncini e una
canotta abbinata nel suo armadio. Draco la guardò fare, soffermando la sua
attenzione sul suo particolare modo di muoversi, lento e delicato, diverso da
quello che utilizzava a scuola. Sembrava imbarazzata, e all’improvviso si sentì
colpevole per essere piombato a casa sua così, senza permesso.
“No, Granger. Non può essere, e poi un patto è un
patto, davvero, l’onore di un Malfoy non può essere macchiato da una cosa del
genere”.
“Sembrava avessi mandato al diavolo il tuo onore
di Malfoy qualche settimana fa, mentre camminava abbracciato alla Parkinson e
fingevi di non vedermi” ribattè la riccia decisa. Eppure, nonostante ciò, si
leggeva qualcosa di ferito nel suo sbaglio, quasi come se ne avesse sofferto
particolarmente.
Draco le si avvicinò. “Senti Granger, piantala.
Sappiamo entrambi come sono fatto, non prendiamoci in giro! Solo che… Ti vedo
strana, ecco. Anzi, ti dirò di più. Qui, in questo schifo di Hilton Beach, tu
sei l’unica persona che conosco. Sei rimasta da sola come me, quindi, insomma,
perchè non ne approfittiamo per cercare di diminuire i nostri dissapori?”
Quelle parole furono la goccia che fece traboccar
il vaso per la ragazza. Sentì la rabbia montarle insensatamente, peggio di come
se l’avesse insultata come suo solito. Comprese di non essere niente, solo una
ruota di scorta per tutti, per Cecile, per gli zii, per lui… Era stata da sola
lì in quella casa con due deficienti, gli aveva fatto da cameriera, era stata
aggredita da uno di loro, aveva stretto un patto ed era stata l’unica a
rispettarlo…. Per davvero sembrava inaspettata questa rabbia, eppure non riuscì
a trattenerla.
Non rispose, con il labbro inferiore
tremante. Si accasciò per terra,
coprendosi il viso con le mani per la vergogna.
“Per favore, vai via” disse con la voce inferma,
cercando di trattenersi. Si sentiva come una psicopatica, non le era mai
successo di perdere il controllo all’improvviso, di farsi sormontare da un
accumulo di stress, preoccupazioni e tensioni. Le sembrava ancora di sentire le
mani di Nicholas addosso a lei, il suo fiato sul collo, il senso di
trascuratezza provato quando Cecile era ancora lì, l’oppressione provata per il
comportamento di Ron…
“Ehi, ma cosa ti succede?!” chiese spaventato
Draco, notando il radicale cambiamento.
Si abbassò al suo livello, prendendole il viso tra la mani.
“Ti ho detto di andartene!” strillò istericamente
Hermione, prima di scoppiare in un pianto infinito, singhiozzando così
frequentemente che non riusciva a parlare.
Le donne in preda ad una crisi di pianto erano
una delle cose che Draco aveva sempre temuto, per questo rimase imbambolato, riflettendo
anche sul fatto che quella ragazza fosse quella che lui aveva sempre chiamato
mezzosangue.
“No che non me ne vado”.
Quelle parole sembrarono far calmare in parte
Hermione. Finalmente qualcuno non la stava abbandonando!
Lo guardò con gli occhi socchiusi e gonfi per il
pianto, ed il ragazzo vi lesse una piccola parte di gratitudine. In
quell’istante le loro diversità e pregiudizi parvero sparire per qualche
secondo.
Hermione si lasciò stringere da Draco, che la
abbracciò in modo inizialmente distaccato, ma non riuscì ad essere ancora più
freddo quando lei gli strinse n braccio attorno al collo. Ricordò quando
l’aveva baciata per far ingelosire Pansy, dandosi dello stupido. Arrossì
notando che ricordava ancora le sensazione provate, quell’ansia mista al
profumo particolare della ragazza.
“Scusami, Hermione”
sibilò. “E’ anche colpa mia se stai così. Non so cosa ti abbia condotto a questo ma immagino che… beh, qualche
colpa ce l’ho”.
Hermione si allontanò, asciugandosi gli occhi e
constatando cosa aveva fatto per davvero.
In effetti non avrebbe mai immaginato di essere abbracciata da Malfoy in tutta
la sua vita. Cosa diamine le stava succedendo?!
Come se solo in quell’istante avessero compreso
cosa fosse successo si allontanarono dall’altro, rialzandosi.
“Se vuoi parlarne…” disse Draco, uscendo.
Hermione scosse il capo. Lui annuì. “Beh, sappi
che non voglio nulla da te, ma se ti senti sola, sai dove trovarmi”.
La ragazza sentì il rumore dell’uscio di casa
chiudersi con eleganza mentre prendeva delle asciugamani ed entrava nella
doccia.
Pensò e ripensò a cosa le era successo. Più ci
meditava più aveva l’impressione che tutto fosse confuso e disordinato nella
sua mente, non riusciva a collegare quelle emozioni come non riusciva a
capacitarsi di essersi sfogata, almeno gestualmente, con la persona che più le era indifferente al mondo.
*****
Quel pomeriggio fu particolarmente stressante per
Draco. Il proprietario del lido era tutto preso dalla festa, che era costata un
bel po’ a Pansy, e non faceva altro che chiedergli a che gusto volesse la torta
e cose simili. Alla fine il ragazzo finse un imprevisto e si allontanò,
raggiungendo quegli scogli solitari che lo avevano sempre affascinato ma su cui
non era mai salito.
Quando raggiunse il primo si perse in quel
tramonto che rifletteva i suoi raggi dorati sulla superficie dell’acqua. Non
ebbe il tempo di riflettere che la voce di Hermione disse: “Oh, anche tu qui”.
Si girò. La ragazza stava dietro di lui,
all’impiedi, con un paio di bermuda jeansati ed un top azzurro, con delle
strane cose infilate nelle orecchie. Si notava l’imbarazzo provato a causa
dell’episodio di quella mattina.
“Si. Ora non puoi dire che non sono io a
pedinarti”. Hermione fece per ribattere, ma lui la zittì. “Scherzavo. Comunque
se vuoi qui c’è posto” aggiunse indifferente, indicando lo spazio vicino a lui,
e notò i sentimenti combattuti della ragazza.
Alla fine accondiscese, sedendosi pochi
centimetri distanti da lui. Draco si immobilizzò un attimo, notando quanto
fossero belli i suoi occhi alla luce soffusa del tramonto.
“Cos’è quel coso?” chiese curioso.
Hermione lo sentì a stento, sfilandosi una
cuffia. “Si chiama mp3, mia cugina lo ha dimenticato a casa. I Babbani lo usano
per ascoltare la musica che preferiscono”. Gliene porse una, e lui accettò
esitante, quasi come se fosse infetta.
In quell’istante iniziò una nuova canzone, il cui
significato rimase entrambi ammaliati.
I’m looking for a place
searching for a face
is there anybody here i know
cause nothings going right
and everything a mess
and no one likes to be alone
Sto cercando un luogo
Sto cercando un viso
Non c’è nessuno qui, lo so
Perché sta andando tutto storto
E tutto è confuso
E a nessuno piace stare solo
(“I’m with
you” Avril Lavigne)
Si, sembrava proprio la canzone fatta per le loro
situazioni. Apparentemente soli, tutto sembrava stesse andando storto…
“Uhm, è bella questa canzone” disse preso Draco.
Hermione annuì. “Si, questa cantante mi piace
molto, se vuoi ce ne sono altre” rispose timidamente, non riuscendo a credere
che stesse su uno scoglio ad ascoltare una cantante Babbana con il Purosangue
per eccellenza. Era davvero tutto strano, per il momento non sentiva che la sua
presenza le desse fastidio come al solito.
Silenziosamente, ascoltarono “Nobody’s Home” ed
altre, guardando dritti davanti a loro ed immersi nei propri pensieri.
La sera venne troppo in fretta, cedendo il posto
alla luna piena che rifletteva una scia luminosa sul mare. Il freddo si faceva
sentire, pungente sulle loro spalle scoperte. Fu strano ritrovarsi lì,
all’oscuro, proprio come la sera prima. Non avevano parlato, avevano solo
ascoltato musica con come sottofondo il rumore delle onde.
“Ehm, credo sia ora di andare” disse incerta
Hermione, guardando l’orologio.
“Ah, va bene. Altrimenti potremmo rimanere qui ed
accendere un fuoco, cosa ne dici?” propose Draco, dandosi dello stupido due
secondi dopo.
Hermione fece un sorriso forzato, non credendo
alle suo orecchie.
“No, grazie, preferisco tornare a casa” si
congedò. Agitò a stento la mano in segno di saluto, allontanandosi.
Invece Draco la seguì. “Cosa fai?” gli chiese.
“Ti accompagno, non è prudente lasciarti da sola”
rispose, dandosi dello stupido per la seconda volta nel giro di pochi minuti.
Hermione inarcò un sopracciglio. “Senti, ora
basta. È troppo… innaturale, ecco! Onestamente mi spaventi, non è da te,
capiscimi!” disse con voce acuta, e fece per allontanarsi quando lui la fermò
per un braccio.
“Lo so che è innaturale, ma voglio solo essere
sincero. Ci ho pensato, sai? Ho capito che stamattina sei stata così a causa della tua solitudine, del
troppo essere ignorata. Ti capisco, davvero. Io sono cresciuto con una tata, i
miei genitori, per quanto sono protettivi ora, da piccolo passavano del tempo
limitato con me, mi lasciavano nella mia enorme stanza da giochi, credendo di
avermi dato tutto. So solo io quello che ho passato, e non lo auguro a nessuno…
Nemmeno al mio peggior nemico” spiegò
con gli occhi grigi che brillavano.
Hermione si coprì la bocca con una mano,
sorpresa. Non si sarebbe mai aspettata che il ragazzo viziato che le stava
davanti avesse trascorso un’infanzia inquieta, trascurata.
Gli occhi le si inumidirono.
“Oh, Draco”
sussurrò. “Scusami, davvero…” farfugliò.
Draco scrollò le spalle. “Allora, cosa ne dici di
una piccola tregua solo per questo mese?” chiese infine.
Hermione parve rifletterci su. “Direi che tregua
è una parola grossa. Diciamo evitare di insultarci ogni volta che ci
incontriamo?”
Propose la riccia, porgendo la mano.
Draco annuì. “Ok, allora. E prometto che questa
volta manterrò la mia parola” dichiarò, stringendola, mentre si iniziavano ad
avviare a casa di Hermione, luogo in cui fermò per una tazza di tè cercando di
essere davvero più civile e sopportabile.
Continua…
Salve gente! Come va?
Ho una buona notizia: il prossimo cap è già
scritto, quindi lo pubblicherò al più presto… Dipende dalle recensioni… Si lo
so, sono perfida! Muahahaha! XD
Ma, buona come sono, a fine pagina troverete
qualche anticipazione.
Ringrazio:
Falalula: Ciao! Stranamente la storia della festa è vera, e sarà la
protagonista tra qualche capitolo! Hai ragione, la storia sta andando a rilento
ma in questo si sono evolute un po’, no? Non ti preoccupare, non abbiamo fretta
di far succedere tutto subito subito :P… Spero di non averti delusa con questo
cap e che ti sia piaciuto, soprattutto per il fatto che ora Herm e drago sono
‘quasi vicini’ J Un bacione.
Christina
Malfoy: Tesoro! Ormai sono secoli che non ci sentiamo,
uffi! Tutto bene? Eh si, anche io sarei stata mooolto più cattiva se fossi
stata in Draco, ma ahimè il nostro amorino non si è sbilanciato più di tanto!
Un bacione tesò, ti voglio bene!
Giuly94: Ciao! Grazie mille, mi fa piacere che ti piaccia ^^ Hai proprio
ragione, povera Herm, io non avrei resistito così tanto! Ancora grazie, sero ti
sia piaciuto anche questo! Un bacio.
Grazie anche a chi legge soltanto e ha inserito
la fic tra i preferiti!
A presto, la vostra milly92.
Anticipazioni:
Ma scoppiò a ridere qualche secondo dopo, quando
lui le si presentò di nuovo davanti e disse: “In realtà era tutta una scusa”.
“Ma cos’è questa? Neve Babbana?”
“Pop corn!” strillò Hermione, affranta.
Si guardarono, e subito si staccarono, mentre
qualche goccia colpiva entrambi.
Draco si voltò. Era abbastanza buio, con la luce
spenta e il tempo che non permetteva luce, ma Hermione poteva giurare di averlo
visto arrossire.
Curiosi? Beh, saprete tutto al prossimo cap!
Kissi.
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Capitolo 8 *** Pioggia, Film&Pop Corn ***
8
Hermione parve
rifletterci su. “Direi che tregua è una parola grossa. Diciamo evitare di
insultarci ogni volta che ci incontriamo?”
Propose la riccia,
porgendo la mano.
Draco annuì. “Ok,
allora. E prometto che questa volta manterrò la mia parola” dichiarò,
stringendola, mentre si iniziavano ad avviare a casa di Hermione, luogo in cui
fermò per una tazza di tè cercando di essere davvero più civile e
sopportabile.
Fine 7° capitolo
Capitolo otto
Pioggia, Film&Pop Corn
Il martedì pomeriggio si annunciò nuvoloso e
triste, e, come c’era da aspettarselo, Draco piombò a casa Granger con una
scusa. Era difficile ammettere per entrambi che la novità di questa “amicizia basata sul reciproco rispetto”
li stesse avvicinando, eppure era così. Dopo le prime ventiquattro ore così
riuscirono quasi a salutarsi con un sorriso, anche se per il momento era sempre
Draco a prendere iniziativa. Hermione, a costo di rimanere sola, non sarebbe
mai andata contro il suo orgoglio e rintracciarlo, anche perché quella notte
non aveva fatto altro che pensare alle facce dei suoi amici se avessero saputo
tutto. Si sentiva in colpa, non voleva ammettere che il nuovo Malfoy gli stava quasi simpatico. Ma mandò al paese questo
pensiero quando lui si presentò alle quattro fuori casa sua.
“Oh, ciao” disse, mentre provenivano delle voci
allegre dal salotto.
Draco fece un cenno. “Volevo chiederti se per
caso hai uno di quei cosi Babbani per ripararsi dalla pioggia” dichiarò,
guardando per terra.
Hermione esitò. “Un ombrello?” chiese.
“Si, credo si chiami così”.
“Ma non piove” precisò la riccia, assumendo la
sua aria da precisina che usava ad Hogwarts. Questo, più di tutto, fece
irritare Draco.
“Va bene, ciao” sbuffò, allontanandosi. Non
aggiunse altro, era già vicino al cancello della villetta quando Hermione lo
inseguì, e questa volta fu lei a fermarlo per un braccio. Sentì la pelle calda
a contatto suo e ne rimase stupita: si era sempre immaginata che fosse fredda,
e mentre si dava della stupida per un pensiero del genere, disse: “Scusami,
vieni, dovrei averlo in casa”.
“No grazie, ora che so come si chiama posso anche
andarlo a comprare” disse il ragazzo, strattonandola per liberarsi dalla sua
presa ed uscendo fuori dai confini della villetta, lasciandola stupita.
E’ pur sempre Malfoy, cosa mi aspettavo?
Ma scoppiò a ridere qualche secondo dopo, quando
lui le si presentò di nuovo davanti e disse: “In realtà era tutta una scusa”.
“Entra furetto” disse semplicemente sospirando.
Lui fece un sorriso forzato ed entrò. Hermione lo
scortò in salotto, e Draco comprese da dove venivano quelle voci: da una
scatola nera posata su un mobiletto.
“Questa si chiama… Letevisore, vero?” chiese,
prendendo posto sul divano.
“Televisore,
Malfoy. Ora inizia un bel film, anzi, ora che mi ricordo… Oddio! I pop corn!”
urlò, balzando all’impiedi.
Corse in cucina, dove un fragoroso scoppiettio
faceva da sottofondo.
Rimase a bocca aperta, notando che il pavimento
era cosparso di piccole palline bianche che sembravano neve.
Draco la raggiunse. Come lei sembrava stupito, ma
non per lo sbaglio commesso.
“Ma cos’è questa? Neve Babbana?”
“Pop corn!” strillò Hermione, affranta. “Li ho
dimenticati sul fuoco, o cavoli! Ed ora come faccio?”
“Usa la bacchetta, no?” propose il ragazzo,
abbassandosi e rendendone una manciata in mano per esaminarli.
“Non posso, i miei zii mi ammazzano”
“E che te ne frega, scusa? Mica sono qui?”
“No, no. Ho promesso” rispose lei, cercando di
convincere più se stessa che Draco. Vide che ce n’erano anche sui mobili, sul
tavolo… “Mi sa che dovrò pulire, uffa” sbraitò, iniziando a prendere la scopa e
la paletta. Si sentiva imbarazzata nel dover eseguire delle faccende domestiche
davanti a Draco, che restò sulla soglia a braccia incrociate ad osservarla. Non
resistendo all’impulso ne raccolse un po’ da sopra la credenza e glieli lanciò
addosso, ridendo a crepapelle quando le si impigliarono in maggior parte nei
folti capelli.
“Ehi, Malfoy!” sbottò lei. Lui si nascose
dietro l’entrata della porta, e notando
di cosa aveva paura prese anch’essa una manciata senza riflettere e gliela
scagliò addosso, sporcando anche il corridoio.
“Ah ah, pessima mira Granger!” disse trionfante,
ritornando in cucina e nascondendosi dietro il tavolo.
“Ti faccio vedere io! Non dovevi!” dichiarò,
scherzosamente offesa. Riprese una manciata di pop corn e si nascose anch’ella
dietro la porta, rimanendo in silenzio per un tempo infinito. Alla fine Draco,
scocciato, la chiamò.
“Ehi, allora? Sto aspettando!” disse, alzandosi.
Improvvisamente la ragazza spuntò, centrandolo in
pieno volto.
“Eh no! Ora me la paghi!” decretò, iniziandola a
rincorrere e pestando enormi quantità di pop corn.
Hermione, rapida, subito iniziò a correre,
iniziando una vera e propria lotta. Alla fine fu costretta ad uscire fuori, in
giardino. Correva a perdifiato, cercando di non farsi prendere, quando rimase
immobile notando la strana assenza del biondo. Associò quel comportamento alla
sua precedente tecnica, e con il cuore palpitante si guardò intorno, allerta.
Si era appena girata verso sinistra che sentì la
possenza delle braccia di Draco dietro di lei, che le strinsero con una mano il
collo e con l’altra i fianchi, urlando: “PRESA!”.
Inutilmente cercò di divincolarsi, ottenendo solo
un aumento di stretta. Cadde a terra, trascinando il peso del ragazzo su di
lei. Intorno a loro c’era il verdeggiante prato con qualche fiore sparso qua e
là.
“Ahia, mollami!” protestò, ritrovandosi stesa sul
corpo del ragazzo e, stranamente, la sua mano intrecciata a quella di Draco. Si
guardarono, e subito si staccarono, mentre qualche goccia colpiva entrambi.
“Intanto ho vinto io” borbottò Draco, porgendole
la mano per alzarsi ma ritirandola subito.
Hermione si alzò, mentre le gocce di pioggia si
facevano più insistenti.
“Si, complimenti, ma ora mi aiuti a pulire la
cucina!” sbottò, togliendosi i residui di pop corn dai capelli.
Draco non rispose, ma poco dopo affermò: “Stai
meglio con i capelli sciolti”. Hermione rimase zitta, non comprendendo a cosa
fosse dovuta quell’affermazione.
Pic pic pic. Splash.
Pioveva a dirotto, improvvisamente. Il prato era
bagnato, e corsero in casa al riparo, bagnando tutto il pavimento.
“Ecco cosa vuol dire avere un Malfoy in casa!” si
lamentò Hermione poco dopo, con i capelli bagnati e vestiti asciutti addosso,
porgendo un telone da bagno al ragazzo. “Cucina quasi in pezzi e pavimento su
cui ci si potrebbe pattinare!”
Draco si frizionò i capelli, guardandola con aria
di sufficienza. “Nessuno ti ha detto di
dimenticarti quei cosi sui fornelli e di uscire fuori” rispose con aria
di superiorità. Hermione rimase a fissarlo, mezzo bagnato. Con i capelli
bagnati aveva un qualcosa di misterioso, pensò.
“Si si, hai ragione” lo canzonò. “Ora però mi
aiuti per davvero a rimettere tutto in ordine”.
Draco fece una faccia stranita. “Chi, io? Non so
nemmeno cosa siano queste pulizie, onestamente!” ribattè.
“Non è mai troppo tardi! C’è sempre una prima
volta!” disse duramente Hermione, mettendogli in mano una scopa ed una pezza
umida.
Se ne andò, mettendo in ordine la cucina,
fingendo di non sentire le proteste di Draco.
Quando ritornò trovò miracolosamente tutto in
ordine e pulito.
Sorrise incredula. “Oddio, non ci credo!”
dichiarò, battendo le mani.
Ma non c’era l’ombra del ragazzo da nessuna
parte, e lo trovò in salotto, intento nel guardare la televisione. Scrutava
incuriosito Leonardo Di Caprio correre frettolosamente su una nave con un altro
attore. Anzi, si appoggiò ancora più comodamente contro lo schienale del
divano, mentre da fuori provenivano i rumori del temporale.
Silenziosamente, ancora più incredula, Hermione
corse nella sua stanza, dove prese una macchina digitale e… Click, lo immortalò, nascondendo subito
il tutto.
“Ah, hai messo il dvd di Titanic!” disse. “Ma…
come hai fatto? Sai usare il lettore dvd?”
chiese.
Draco si voltò. Era abbastanza buio, con la luce
spenta e il tempo che non prometteva luce, ma Hermione poteva giurare di averlo
visto arrossire.
“Ehm, si, me lo ha insegnato Pansy, ne ho uno
simile nella mia casa babbana qui” spiegò grattandosi la nuca.
Udendo il nome di Pansy Hermione provò una strana
fitta ma, non volendo ricordare quei vecchi e dolorosi ricordi che il giorno
prima l’avevano trafitta, sorrise incoraggiante e si sedette vicino a lui.
“Ho rimesso a fare i pop corn, sono quasi pronti”
dichiarò, osservando Kate Winslet vestita in modo elegante.
Draco rispose con un grugnito, preso com’era dal
film, e divorò la sua porzione di pop corn con gusto quando furono pronti.
Continuarono a vedere, ed anche Hermione si
appassionò. Vedere quella struggente storia d’amore li fece riflettere, e
addirittura Draco si ritrovò a pensare per la seconda volta in due giorni a
quando aveva baciato Hermione. Stupido,
che diamine vai a ricordarti? Non è stato niente!
Erano ormai le otto quando il film terminò,
trascinandosi con sé le lacrime di entrambi. Draco non lo diede a vedere però,
quando Hermione accese la luce chiese con voce soffocata dove fosse il bagno e
lo raggiunse correndo, non facendosi vedere in faccia. Inutile dire quanto si divertì Hermione
vedendo il ragazzo-di-ghiaccio cedere davanti un film Babbano, e gli rise in
faccia un quarto d’ora dopo, mentre si ostinava a dire che quel film fosse
stata tutta una sciocchezza e che lui fosse più bello di Leonardo Di Caprio.
Mmm, più bello di Leonardo Di Caprio? Forse bello quanto lui…
Hermione, che cacchio vai pensando?!
Continua…
Hola chicas!
Ed eccomi qui ad aggiungere un nuovo capitolo già
scritto… Non so come mai ho deciso di aggiungerlo proprio oggi, fatto sta che
appena sono tornata a casa, reduce da un compito di greco, uno di italiano e
uno di diritto, mi sono detta: “Perché non aggiornare oggi? Quel povero cap sta
solo soletto a giacere nel pc da più di una settimana…” ed eccomi qui. Non so
cosa possa c’entrare tutto questo con i compiti in classe ma… Beh, spero vi faccia
piacere!
Passando ai ringraziamenti:
falalula: Ciao! Mi fa piacere che la descrizione del crollo emotivo sia venuta
bene, dopotutto solo voi potete dirmelo, io non sono brava a giudicare i miei
scritti! Comunque non preoccuparti assolutamente, non mi hai dato affatto
fretta! Il problema è che purtroppo io ho preso il vizio di andare lentamente
con le mie fic, impiegando cap e cap per far succedere qualcosa… Non posso far
altro che ringraziarti, è bello vedere che una lettrice ti dà consigli! Ancora
grazie! ^^ Spero ti sia piaciuto anche questo cap! Baciotti.
Christina Malfoy: Ciao tesoro! Sto facendo il conto alla rovescia, domani è mercoledì
quindi aspetto un tuo aggiornamento (specialmente su quella del Titanic, l’hai
proprio abbandonata, cattiva! XD). Anche io amo ascoltare musica da sola, ormai
il mio mp4 non ha pace quando ho tempo…. E poi, ascoltarla con Draco è ancora
meglio, ihih! Grazie mille tesò, mi fai arrossire come una scema! Spero ti sia
piaciuto anche questo chappy! Un bacione, ti voglio beneeeee!
Ringrazio anche chi legge soltanto e chi ha
inserito questa fic tra i preferiti, ma per l’ennesima volta…. POTRESTE FARMI
AVERE UN VOSTRO COMMENTINO PLEASE? Ve ne sono grata in anticipo…. Grazie!
Come sempre vi invito a leggere le mie altre
draco Herm che troverete nel mio account…
Come sempre cercherò di aggiornare il prima
possibile, ma non vi prometto niente perché dopo le vacanze di Pasqua ho ancora
compiti in classe… Uffy….
A presto!!!
La vostra milly92.
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Capitolo 9 *** Happy Birthday, Draco ***
9
Inutile dire quanto si divertì Hermione vedendo
il ragazzo-di-ghiaccio cedere davanti un film Babbano, e gli rise in faccia un
quarto d’ora dopo, mentre si ostinava a dire che quel film fosse stata tutta
una sciocchezza e che lui fosse più bello di Leonardo Di Caprio.
Mmm, più bello di Leonardo Di Caprio? Forse bello quanto lui…
Hermione, che cacchio vai pensando?!
Fine 8° capitolo
Capitolo nove
Happy Birthday, Draco
Hermione sbuffò distendendosi sul divano del
salotto. Perché diamine lo aveva fatto?
Perché aveva visto “Titanic”?! Era il film che più le incuteva terrore, non
sapeva nuotare e vedeva dinanzi a sé i corpi falsamente morti che galleggiavano
nell’oceano… Nemmeno un film horror le faceva così paura, sin da piccola aveva
paura dell’acqua da quando Cecile aveva rischiato di affogare e da quel momento
si era rifiutata di andare su una barca. Ma cosa avrebbe potuto fare? Di certo
non poteva mostrarsi fifona dinanzi a Draco!
Sentiva il rumore del mare poco distante, e mai
come quel momento maledisse il fatto di abitare così vicino la spiaggia. Guardò
l’orologio: erano quasi le dieci.
Decisa a non spaventarsi ancora di più si alzò,avvicinandosi
allo specchio. Aveva la folta chioma castana raccolta in una crocchia
scomposta, e con una risatina notò un minuscolo pezzo di pop corn.
“Stai meglio con i capelli sciolti”
Quelle parole le rimbombarono in testa, colpendola
dritto al cuore così,senza pensarci, li sciolse.
Si diede un’aggiustatina,cambiandosi d’abito e
truccandosi lievemente, prese le chiavi di casa ed uscì. Doveva superare quella
paura, doveva. Ma come avrebbe fatto? Era da sola, la solitudine in un momento
simile era il suo peggior nemico…
Harry, Ron, Ginny, vi vorrei qui con me….
*****
“Maledizione!”
Draco era a casa sua, seduto comodamente su una
poltrona di fronte alla tv. Aveva finalmente imparato ad usare il telecomando,
e cosa gli si presentava davanti? Morti, vampiri, fantasmi… Gli costava
ammetterlo , ma quel film lo aveva scosso. Vedere tutta quella paura, quei
corpi senza vita, e la povera Rose che perdeva Jack lo avevano davvero fatto crollare.
Sempre colpa di quella Mezzosangue che teneva certi film a casa sua! Spense la
tv, con le immagini del Titanic che affondava davanti agli occhi. Sarebbe stato
più difficile andare sul Malfoy Yacht dopo quella visione. Chiuse gli occhi,
cercando di concentrarsi. Insomma, doveva controllasi! Tra circa due ore
avrebbe compiuto diciassette anni e frignava ancora un bambino per uno stupido
film Babbano!
Non ce la faccio a stare qui, devo prendere un po’ d’aria…
Uscì di casa, camminando lentamente. Erano
passate due ore da quando se ne era andato dalla casa della Granger eppure non
faceva altro che pensare al suo brusco congedo. Appena finito il film era
andato in bagno, dove aveva cercato di ricomporsi e poi era uscito subito,
salutandola a stento. Perché si faceva tanti problemi? Scrollò le spalle, mentre
un ragazzo abbronzato lo raggiungeva.
“Ciao Draco!”
Era Jess, uno dei ragazzi del lido.
“Ciao”
“Come sta Pansy?”
“Bene, bene” mentì, quando invece Pansy gli aveva
scritto dicendo che a casa sua non andava per niente bene. Sarebbe voluta stare
lì con lui, aveva scritto nella lettera di qualche giorno prima, ma a Draco
andava bene così.
“Mi fa piacere. Senti, il padrone voleva sapere i
dettagli della tua festa per domani! Quante persone ci saranno?” chiese Jess.
Draco non sapeva cosa rispondergli, dopotutto
aveva organizzato tutto Pansy. “Pansy non si è esposta circa gli invitati?”
tentò. “Dopotutto questa doveva essere une festa a sorpresa”
Jess scrollò le spalle. “No…”
“Va bene! Allora ti faccio sapere tra una
mezz’oretta ok?” concesse il biondo.
“Ok, mi raggiungi tu al lido?”
“Si”
“Va bene, a dopo!”
Draco si allontanò, chiedendosi se aveva della
polvere magica per poter comunicare con Blaise e gli altri compagni di
Serpeverde.
*****
Il lido principale di Hilton Beach quella sera
era particolarmente affollato dato che c’era una piccola festa con un noto dj
della zona. Luci psichedeliche coloravano il tutto, mentre ragazzi e ragazze
ballavano musica house avvinghiati l’uno all’altra.
Hermione riuscì ad entrare a fatica nel bar,
urtando contro un ragazzone obeso che la guardò malizioso. “Una succo di z… Un
succo di frutta alla pesca, grazie” rispose alla barista che le aveva chiesto
gentilmente cosa desiderava. Che sciocca, stava per dire succo di zucca! Ancora
si era abituata al fatto di non essere nel mondo magico! La commessa la guardò
un po’ stranita prima di servirla, e la ragazza pensò che fosse dovuto al fatto
che il minimo che chiedevano gli altri clienti fosse Vodka a chissà quale
gusto.
Bevve il succo lentamente, cercando di farsi
passare il lieve mal di testa che le era venuto a causa di quella musica
assordante.
Poco distante, nonostante il chiasso, udì
distintamente una voce conosciuta dire: “Scusami Jess, ma gli altri non possono
venire, prepara per massimo due
persone”.
Si voltò e vide Draco confabulare con un ragazzo
molto alto con la pelle scura.
Non riuscì ad ascoltare la risposta dell’altro,
ma fatto sta che qualche minuto si ritrovò Malfoy vicino .
“Anche tu qui?” l’accolse, prendendo posto su uno
sgabello vicino al suo.
“Si… Credevo volessi startene da solo dal modo in
cui te ne sei andato prima” disse, dandosi mentalmente della sciocca. Sembrava
dispiaciuta! Guardò il solito ghigno formarsi sul suo viso, ma mai come in quel
momento notò qualcosa di diverso, un tratto più umano, un certo fascino. A
stento udì la sua risposta: “No, me ne sono andato perchè per me è un record
stare in una casa babbana per più di tre ore” ironizzò. Lo guardò male, ma il
ragazzo sorrise, lasciandola senza fiato.
“Scherzo!” concesse. “Dai, vieni a ballare…”
aggiunse poi, prendendola per mano e conducendola al centro della pista.
Ma Hermione oppose resistenza, dicendo svariati
motivi che il ragazzo nemmeno udì, intento com’era nel trascinarla al centro
della pista, dove iniziò a muoversi con sensualità. Hermione dinanzi quella
vista rimase a bocca aperta: sentì la lucidità andare via, il suo cervello
iniziò a collaborare con quelle luci, inducendola a ridere dato che Draco si
muoveva baldosamente attorno a lei. Rispose alla “Provocazione”, iniziandosi a
muovere un po’ goffamente, muovendo le braccia attorno al corpo fasciato da una
veste bianca. Sembrava che il suo senno
fosse andato a farsi benedire, la ragazza non vedeva altro che quelle luci che
rendevano il tutto strano e la gente che ballava intorno a lei, anzi.. a loro…
“Hai capito la mezzosangue…” ironizzò ad alta
voce Draco, ridendo, mentre le circondava la vita con le braccia e ballava
insieme a lei.
Oh Dio, cosa mi prende? Non riesco a fare a meno di guardarla e starle
vicino…
Sorrise come un ebete vedendo Hermione
sciogliersi vicino la sua presa e rispondere alla stretta con i capelli che le
circondavano il viso scomposti. Li aveva sciolti! Lui stesso prima gli aveva
consigliato di tenerli così…. Chiuse gli occhi, poteva sentire il dolce profumo
della ragazza vicinissima a lui, in quell’istante i sei anni precedenti parvero
scomparire, tutte le umiliazioni a cui l’aveva sottoposta, le prese in giro, le
battute, le critiche… E, senza preavviso,ricordò nuovamente il sapore delle sue labbra soffici e delicate.
Draco, datti una calmata!
*****
“Oh Dio, certo che un altro po’ e ci dovevano
cacciare fuori per farcene andare…” sghignazzò Hermione ridendo più di un’ora
dopo.
Il padrone del lido li guardava ancora torvo da
lontano, mentre i camerieri pulivano e tentavano di riordinare il gran caos
creato dai clienti durante la serata . la serata era terminata molto prima del
previsto, causando l’ira e il dispiacere di tutti quei ballerini azzardati.
“Ma che te ne frega” rispose strafottente Draco,
voltandosi a lanciare un’occhiata al proprietario che fingeva di spazzare
mentre era intento a scrutarli mentre si allontanavano, rigorosamente mano
nella mano. Hermione se ne accorse, arrossendo come una pazza e allontanandosi,
giustificandosi con un: “Scusa, ma quello chissà potrebbe pensare… E lo direbbe
a Pansy”.
Il biondo si fermò un attimo, deviando per la
strada che conduceva alla spiaggia, che sembrava essere il loro luogo d’incontro.
La paura circa il Titanic, il mare e tutto il resto sembrava averli abbandonati
rispetto a poche ore prima.
“Non me ne frega, insomma, ne abbiamo già
parlato, per me lei è solo la ragazza che mi è stata imposta dalla mia famiglia come futura moglie”
rivelò Draco, scrollando le spalle.
Hermione non rispose, persa com’era nel rimuginare
sugli avvenimenti di nemmeno un’ora prima. Guardava il mare dinanzi a sé, senza vederlo
in realtà. Si sedette sulla sabbia , infischiandosene del mini abito bianco, e
sospirò, sentendosi quasi stordita.
“A cosa pensi?” chiese il ragazzo, con un tono
stranamente pacato e dolce, passandosi una mano tra i capelli e sedendosi al
suo fianco.
“A quanto è strana la vita, Draco” spiegò. “Chi lo avrebbe mai detto che due persone come noi
potessero trascorrere dei momenti così… così…”
“Così normali, Granger. Non ti illudere, non è
successo niente” iniziò Draco, e quando notò lo sguardo smarrito di Hermione si
affrettò ad aggiungere: “… Niente di normale. È stata una bella mezza giornata”.
Si sorrisero e lui le scompigliò i capelli in un
gesto quasi affettuoso.
“Ti sei sciolta i capelli come ti avevo detto io”
le ricordò.
Hermione
ringraziò il cielo che fosse buio perché
arrossì. “Ma no, l’ho fatto solo
perché… perché mi piacevano più
così, non mi
andava di legarli”.
“Si, si, dicono tutte così…”
“Io non sono tutte!”
“Appunto, sei la prima mezzosangue a cui abbia
mai dato un consiglio del genere”
Uno sguardo, una linguaccia, una risata.
Rimasero così, a guardarsi senza parlare. Si erano
resi conto di aver detto troppo, di essersi comportati troppo bene per quella
serata, di essere stati fin troppo sé stessi…
“E’ tardi, è meglio che vada” annunciò Hermione a
mezzanotte. “Sono molto stanca”
Draco annuì, alzandosi insieme a lei.
“Ti accompagno” si offrì ed iniziarono ad
avviarsi verso la casa della ragazza senza parlare, con una freddezza
inadeguata dopo i momenti trascorsi insieme.
Ma, nonostante la stanchezza, quando Hermione
vide casa sua provò una strana fitta, le sarebbe piaciuto passeggiare un altro po’.
“Allora… beh, ci vediamo….” Dichiarò Draco,
passandosi una mano dietro la nuca.
“Oh, si, si…”
Il ragazzo si voltò, mentre dentro Hermione stava
avendo luogo una piccola battaglia interiore. Alla fine chiuse gli occhi e gli
si avvicinò, fermandolo per la mano.
Draco si voltò, e nei suoi occhi parve brillare
una piccola speranza.
“Volevo… Ehm, volevo solo augurarti buon
compleanno, auguri…” si giustificò la riccia, guardandolo imbarazzata.
Draco sorrise. “Oh, grazie” rispose, e si
avvicinò alla ragazza che gli aveva elegantemente baciato una guancia con
timidezza prima di salutarlo con la mano ed entrare in casa.
Bah, finalmente maggiorenne… Ho due cose da fare…
La prima fu compiere la sua prima magia, ovvero
trasfigurare una margherita del prato di casa Granger in una rosa aggiungendovi
un biglietto con dentro scritto:
“Grazie per la bella serata. Ti va di trascorrerne un’altra simile? Se si ti aspetto domani sera,
ovvero stasera, al lido alle otto e mezzo per la mia festa di compleanno. Non ci
sarà nessun’altro, specialmente tra i miei compagni di casa, promesso. Perciò sono
pochi i motivi per cui potrai rifiutare…Ti aspetto”e lasciarlo all’entrata,
vicino l’uscio.
La seconda, invece, fu scrivere un altro biglietto,
ma d’addio: si, Draco Malfoy aveva lasciato Pansy Parkinson.
Continua…
Ok, lo so, forse (anzi, probabilmente) mi vorrete
ammazzare per mio questo madornale ritardo. So che scusandomi non rimedierò ma...
beh, almeno, il cap vi è piaciuto? Terrò le dita incrociate…
Finalmente c’è qualche segno di avvicinamento tra
i due, no?
È un periodo schifoso, dopo le vacanze di Pasqua
la mia classe è stata coinvolta nel gemellaggio con gli Australiani che è
durato una settimana, quindi di conseguenza ora ci stano massacrando con i compiti
in classe dato che non siamo andati avanti on le verifiche per più di due
settimane…
QUINDI ANNUNCIO (ANCHE PER COLORO CHE SEGUONO LE MIE ALTRE FIC) CHE
NON AGGIORNERò LE MIE STORIE FINO A TEMPO INDETERMINATO, SCUSATEMI…
Data questa brutta notizia (almeno spero XD) passo
ai ringraziamenti:
kassandra Black: Ciao! Si, la scena in
cui si lanciano i pop corn e cadono sul prato è una delle mie preferite, Draco
versione “raddolcita” mi piace molto di più. Draco più bello di Di Caprio? Mmmm… Non so,
forse la penso come Herm, per me lo sono entrambi, bah… XDXDXD So di non aver
aggiornato presto, ma spero mi perdonerai! Un bacione, bella!
Narcyssa malfoy: Ciao, grazie mille! Infatti,
vedere Draco commosso è come dire la Cooman e la Umbridge uscire a braccetto o
Piton che distribuisce caramelle gratis ai Grifondoro… XD Spero vivamente che
ti sia piaciuto anche questo cap, e scusami per l’imperdonabile ritardo…
Baciotti ^^
Excel sana: Hola! Concordo pienamente, per me sono entrambi
molto belli ed affascinanti… Eh si, pare che l’algido Malfoy si sia commosso
per una volta, ihih! Spero mi farai sapere cosa ne pensi di questo cap, un
bacione!
Aqa: Ciao! Grazie mille, mi fai arrossire con i tuoi
complimenti, grazieeee! Si, come ho già detto Draco che piange è davvero dolce
ma anche, beh… unico! XD Ancora grazie, spero di non averti deluso! Un bacione.
8marta8: Ciao bella! Grazie infinite per i complimenti
^^ Infatti, Draco succube di Pansy fa “lievemente” paura, ma ora l’ha lasciata,
strano vero? Chissà come reagirà lei ora, eh eh… Purtroppo non ho aggiornato
presto, scusami, ma spero di essere stata perdonata… Baciotti!
Narcissa malfoy jnr: Ciao, grazie
mille per la tua recensione, è sempre bello vedere lettrici così attente e che
danno consigli, grazie. Infatti, andare lentamente, specialmente nelle Draco/Herm
per me è un’abitudine perché penso ci voglia tempo per far avvicinare due
persone così diverse, e mi fa piacere che la cosa non ti dia fastidio! =) Grazie
mille per i consigli, mi sono stati utilissimi (infatti a fine cap c’è qualche
anticipazione anche se non l’ho ancora scritto). Ancora grazie, bella! Spero di ricevere il
tuo parere anche se il mio ritardo è imperdonabile, un bacione ed ancora
infinitamente grazie!
Christina Malfoy: Tesòòòò!!!! Ciaooo! Sono
secoli che non ci si sente, uffyyy! Spero vada tutto bene… Si si, Draco è dulze
dulze, e forse in questo cap lo è anche un po’ di più, eh eh! Spero davvero che
la aggiornerai presto quella sul Titanic anche se ormai ci sono raramente su
efp, causa scuola ovviamente… Un bacione tesò, spero davvero di sentirci al più
presto!
Beh, spero davvero che questo mio periodo di pausa
duri poco…
Un bacio a tutte voi, sono stata contentissima di
aver conosciuto nuove lettrici, grazie infinitamente! Mi raccomando,
continuate a seguirmi…
Ki$$, la vostra milly92.
Qualche anticipazione:
“Vorrei solo sapere con che coraggio ti sei
azzardato a fare una cosa del genere! Tuo padre è furioso”
“Che me lo venga a dire lui, non sono responsabile
dei suoi repentini sbalzi d’umore”
Rosa o azzurro? Arancione o nero? Lungo o corto? Come ci si vestiva ad una festa di 17 anni tra
maghi?
Calma, non hai ancora deciso se andarci o no…
“Grazie, non dovevi”
“E tu non mi avresti dovuta invitare. Perché lo
hai fatto?”
“Perché… Nessun’altro poteva venire”.
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Capitolo 10 *** Mente o cuore? ***
ààààà
Capitolo dieci
Mente o cuore?
Quella mattina Hermione si svegliò stranamente
tranquilla, si sentiva bene, felice, come se per la prima volta sentisse di essere
in vacanza. Le crisi e i problemi dei giorni precedenti non sembravano mai
essere esistite, la rabbia provata nei confronti di Ron ormai non c’era più… O meglio, c’era, ma era lei che da
qualche giorno non ci badava più di tanto. Con questa spensieratezza così si
alzò, si diede un’aggiustatina e fece colazione. Non sapeva perché ma in quel
momento la marmellata sul toast sembrava più dolce, il colore del tavolo più
brillante, lo stesso cielo fuori la finestra, che tutti i giorni le sembrava di
un banalissimo azzurro, ora le sembrava brillasse.
“Forza, Herm, un altro giorno ha inizio!” disse
ad alta voce, rima di prendere la borsa, le chiavi, aggiustarsi i capelli, rigorosamente sciolti, vicino lo
specchio dell’ingresso ed uscire.
Ma una volta vicino l’uscio notò qualcosa per
terra, e con un tuffo al cuore si chinò a raccoglierla. Era una bellissima rosa
accompagnata da un biglietto. Lo lesse, con il cuore che batteva a duemila, e
appena terminò ritornò in casa, dove indossò dei jeans e un top arancio, prese
il portafogli e si avviò in centro. Nel cuore sentiva molta indecisione, non
sapeva cosa fare, se andarci o no… Ma era pur sempre il suo compleanno!Aveva un regalo da comprare, no?
*****
“Ehi, Malfoy, svegliati!”
Draco sussultò, aveva sentito una voce chiamarlo,
una voce intrisa di disprezzo ma allo stesso temo calma. Aprì gli occhi, e vide
davanti a sé un ragazzo nero che lo squadrava con degli occhioni blu cobalto.
“Zabini!” esclamò. “Che cavolo ci fai a casa m…?”
“Materializzazione,no?” sbuffò l’altro, con un
tono annoiato.
Si guardarono per qualche istante, squadrandosi,
con un’espressione cagnesca, simbolo e particolare della loro amicizia, che
sebbene fosse spesso costellata da dibattiti fosse ancora viva dopo sei lunghi
anni.
“Comunque ciò non spiega il fatto che tu sia qui,
nella mia casa Babbana delle vacanze, il giorno del mio compleanno senza essere
invitato e per di più senza regalo!” disse dopo un po’ Draco, alzandosi. Notò
la bacchetta sul comodino, e ricordandosi che dal momento che era maggiorenne
poteva compiere magie la puntò contro se stesso e si ritrovò vestito in modo
più decente,con dei pantaloni neri e una maglia a mezze maniche azzurra.
“Calma, Malfoy. Sono qui per ordine dei tuoi
genitori, anzi, diciamo che la mia presenza qui ti ha evitato l’inflizione di
un bel po’ di Cruciatus e l’esclusione
istantanea dall’eredità dei tuoi vecchi” ribattè Zabini, con una calma
estenuante. Draco sbuffò, e si buttò sulla poltrona vicino al letto.
“Insomma, hai mollato Pansy!” aggiunse Blaise,
per sottolineare l’importanza della cosa.
Ma quando notò che l’amico non aveva intenzione
di rispondergli perse la pazienza.
“Vorrei solo sapere con che coraggio ti sei
azzardato a fare una cosa del genere! Tuo padre è furioso”
“Che me lo venga a dire lui, non sono responsabile
dei suoi repentini sbalzi d’umore” rispose Draco dopo tanto silenzio. Squadrò
Blaise, come a fargli capire che non se ne era affatto pentito.
“Draco, ma cosa dici? Insomma… Stiamo parlando di
Pansy! La tua futura moglie! Quella con cui eri venuto qui in vacanza! Posso
capire che tu ti stia divertendo senza di lei, ma cosa te ne frega? Lei non ne
saprà niente, divertiti e al ritorno fingerai la parte del fidanzato serio e
rispettoso”
“Nessuno mi impone di sposarla, capito, Zabini?!”
urlò improvvisamente il biondo, alzandosi di scatto e stringendo i pugni. “Mi
sono rotto, basta, gli ho sempre fatto da babysitter… Addirittura sono arrivato
al punto di essere geloso di lei perché faceva la troia con quelli del bar solo
per organizzarmi la festa di compleanno! Sai come sono, sono geloso di qualcosa
che mi appartiene, e proprio perché non voglio esserlo e perché non mene frega
niente di lei l’ho mollata, per me non
vale niente!”
Zabini rimase sconvolto da quelle parole: Draco
non aveva mai accennato al fatto di amare una persona, di fregarsene di una
ragazza; non aveva mai opposto resistenza a ciò che la sua famiglia gli
imponeva di fare… Cosa gli stava succedendo?
Scrollò le spalle, quasi intimorito dallo scatto
del ragazzo. “E… quindi… cosa vuoi fare?” chiese lentamente.
“Niente, me ne starò qui fino alla fine, poi
tornerò a casa e andrò ad Hogwarts, contento?” sbuffò, voltandosi a guardare
fuori dalla finestra.
“Va bene, ma io ti ho avvertito, se i tuoi…”
“Si, ho capito, che mi escludessero dall’eredità,
non aspetto altro!”
*****
Il centro di Hilton Beach poteva far gola a
qualsiasi shopping dipendente di ogni età grazie a tutti i suoi negozi e all’immenso
centro commerciale. Hermione passeggiava per le varie strade con tanto di
occhi, indecisa su cosa comprare ma
soprattutto in quale negozio entrare: ogni volta che prendeva una decisione spuntava
subito qualcosa di più allettante.
Alla fine si decise ad entrare nel centro commerciale,
ma si ritrovò subito nel primo negozio di vestiti che gli capitasse a tiro,
impegnata nel trovare qualche vestito adatto per l’occasione.
Rosa o azzurro? Arancione o nero? Lungo o
corto? Come ci si vestiva ad una festa
di 17 anni tra maghi?
Calma, non hai ancora deciso se andarci o no…
“Oh, cherie, questo abito azzurro le starebbe
divinamente!”
La ragazza sussultò udendo quella voce un po’ effemminata
che si rivelò essere quella del commesso. Era alto, con i capelli lunghi e
indossava dei bermuda di jeans con una camicia in stile hawaiano da cui
spuntava fuori l’ombelico.
“Lei dice?” chiese, passato lo shock iniziale.
“Ma certo! Su, su, lo provi!” esclamò lui,
togliendo il vestito da sopra la gruccia, porgendoglielo e trascinandola vicino
al camerino.
“Ok…” balbettò Hermione.
Eppure, quando uscì qualche minuto dopo dal
camerino, si disse che il commesso aveva perfettamente ragione. Era un abitino
che arrivava sopra il ginocchio, con il collo
a barca e con delle perline vicino il decolleté , semplice ma che le donava
molto.
“Oh, cherie, cosa avevo detto? Sei perfetta!”
“Oh, grazie…?”
“Valentine, cara!”
“Grazie, Valentine, io mi chiamo Hermione!”
“Hermione! Che bel nome, ha un qualcosa di epico,
vero? Il nome della figlia di Paride ed Elena se non erro…”
“Beh, si…”
Valentine gli stava già simpatico! Così alla
fine, dopo le ultime indecisioni, si convinse a comprare proprio quell’abito.
“Arrivederci, Valentine!” lo salutò, sorridendo.
“Ciao bellissima, e vieni a farmi visita molto
presto!”
“Certo, stanne certo!”
Camminando per altri negozi, Hermione rimase
rapita davanti da uno di cellulari e cose simili: un mp3 grigio perla se ne
stava tranquillo nella vetrina.
Improvvisamente, vedendo quell’oggetto davanti a sé
vide tante immagini: la spiaggia, gli scogli, loro due che ascoltavano Avril
Lavigne, il tramonto…
Grigio come i suoi occhi….
E così un quarto d’ora dopo uscì dal negozio con
l’ennesimo sorriso stampato in faccia, ma questa volta velato di malinconia e
di un po’ di pentimento.
Cosa diavolo sto
facendo? Non sembro più me stessa! Beh, ma comunque ci andrò ala festa!
*****
“Ron, è pronto il pranzo!”
Ginny bussava violentemente contro la porta della
stanza del fratello, invano.
“RON!”
Nessuna risposta.
“Ron, giuro che se non apri uso la magia…”
“E usala, anzi,è meglio, così non ti avrò più tra
i piedi a scuola e ti sbatteranno ad Azkaban!” fu la secca risposta del
ragazzo.
“Almeno ho avuto la certezza che sai ancora
parlare! Su, apri ed esci!”
“Ginny è inutile” sussurrò una voce al fianco della
ragazza, che si voltò e si trovò davanti Harry.
“Perché?” chiese, ostinata.
“Non gli va, sta attraversando un brutto periodo…
Sono due giorni che cerca di scrivere una lettera convincente ad Hermione. Non
ti conviene entrare nella sua camera, verrai sommersa da pergamena straccia!”
Udendo ciò Ginny si arrese, allontanandosi ed
avviandosi in cucina. Ma prese una decisione: anche se suo fratello non se lo
meritava, avrebbe dovuto far qualcosa.
****
Casa Parkinson quel pomeriggio era
particolarmente silenziosa, la cameriera riceveva meno ordini e meno ramanzine,
tutte le compagne della signora Parkinson non si erano presentate per la solita
partita con i tarocchi, e la più piccola di casa se ne stava nella sua stanza ,
presa dai sensi di colpa.
Ho sbagliato,
sono stata una scema. Gli ho sempre rotto le scatole. Non sono mai stata una
brava fidanzata.
Ma la cosa che più le attanagliava il cuore erano
le parole dei suoi genitori.
“Pansy, ora
per colpa tua siamo usciti dall’alto rango delle famiglie magiche! le mie amiche non hanno accettato l’invito per
il ballo di fine estate!”
“Figlia, sei
la mia rovina! Il signor Malfoy è un mio collega, e stavo quasi ricevendo una
promozione!”
Ma la terza cosa che non le dava pace era il fatto
che le dispiaceva l’essere stata mollata solo per i suoi genitori: oramai Draco
per lei era una sorta di abitudine, non le faceva più né caldo né freddo.
*****
Le otto e mezza arrivarono fin troppo velocemente
per i gusti di entrambi. Draco si ritrovò a salutare Blaise alle cinque e
subito dopo notò di essere in ritardo e di doversi dare una mossa. Aveva una erta
agitazione, si sentiva diviso in due. Una parte di sé voleva trascorrere una
bella serata con quella che fino a qualche settimana prima giudicava una sporca
mezzosangue, l’altra gli diceva che stava commettendo l’errore più grosso della
sua vita. Cosa fare?
Eppure, quando la vide presentarsi, bellissima
nel suo abito azzurro, con i capelli
sciolti e con gli occhi truccati di chissà quale colore stupendo colore riuscì
solo per metà ad adempiere al suo dovere e a ciò che si era imposto.
“Oh, ciao” disse, avvicinandosi.
“Ciao, ancora auguri” rispose lei, porgendogli un
pacchetto.
“Grazie, non dovevi”
“E tu non mi avresti dovuta invitare. Perché lo
hai fatto?”
“Perché… Nessun’altro poteva venire”.
Si scambiarono uno sguardo, quasi di tristezza,
come a voler dire: “E’ la realtà, non posso essere sincero, il mio copione mi
impone di dirti questo”.
“Non sembrava così dal biglietto” precisò la
ragazza, offesa. “Comunque tolgo il disturbo, stai tranquillo” aggiunse, prima
di lanciargli uno sguardo di risentimento ed allontanarsi, quasi correndo.
Voleva sentirsi chiamare, sentirsi imporre di
tornare indietro… E ciò alla fine avvenne.
“Hermione, Hermione, aspetta!”
Sentì tirarsi per un braccio e fu costretta a
voltarsi, trovandosi faccia a faccia con Draco. I suoi occhi grigi si persero
nei suoi, ipnotizzandola quasi.
“Non volevo dire questo! Ma non è colpa mia se
quando sto con te divento stronzo!” si scusò, prima di stringerla a sé e
baciarla, proprio come aveva fatto qualche settimana prima. Ma quella volta non
c’era nessuna Pansy, nessun obbligo: era lui che lo aveva voluto, si disse,
mentre Hermione ricambiava il bacio con ardore e si stringeva a lui, quasi come
se fosse la sua unica ancora di salvezza.
Continua…
Ehm, ehm, si, sono io… Quella cattiva che non
aggiorna da secoli… Prima di dire qualsiasi cosa vi chiedo umilmente:
SCUSATEMIIIIIIIII!!!!
Avevo detto che non avrei aggiornato a tempo
indeterminato, e diciamo che questo tempo alla fine ha coinciso proprio con i
termine della scuola….
Ma almeno il cap vi è piaciuto? Cosa ne pensate
di questa novità del bacio? Cosa ha in mente Ron? Cosa succederà tra Herm e Draco? Lo scoprirete
nel prossimo cap, che vi prometto pubblicherò tra massimo una settimana!
Intanto ringrazio coloro che hanno recensito lo
scorso cap, ovvero:
narcyssa
malfoy,
8marta8,
aqa,
Narcissa Malfoy
jnr,
Christina Malfoy
grazie a tutte, siete gentilissime e troppo buone
con me, ihih!
Spero che il cap vi sia piaciuto, fatemi sapere!
Un bacione!
la vostra milly92.
Anticipazioni:
“Ma cosa cavolo fai? Ti sei bevuto il cervello?”
“No, seguo solo il mio cuore!”
“Cosa…cosa ci fai tu qui?”
“Quello che voglio fare da secoli!”
“Ne sei contenta, vero?”
“Oh, guarda, da morire!”
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Capitolo 11 *** Gli opposti si attraggono ***
11every me and every you
“Non volevo dire questo! Ma non è colpa mia se
quando sto con te divento stronzo!” si scusò, prima di stringerla a sé e
baciarla, proprio come aveva fatto qualche settimana prima. Ma quella volta non
c’era nessuna Pansy, nessun obbligo: era lui che lo aveva voluto, si disse,
mentre Hermione ricambiava il bacio con ardore e si stringeva a lui, quasi come
se fosse la sua unica ancora di salvezza.
Fine 10° capitolo
Capitolo undici
Gli opposti si attraggono
Il rumore delle onde del mare che si infrangevano
contro gli scogli non era sembrato mai così remoto ad Hermione, che ogni volta
che si trovava su una spiaggia non poteva far altro che ascoltarlo come se
fosse la sua canzone preferita: invece in quel momento non sentiva niente,
tutto era buio e silenzioso intorno a lei, sentiva solo le braccia di Draco
stringerla e il profumo inebriante dei suoi capelli, che al momento stava
accarezzando lentamente, come una piccola e dolce tortura.
Si sentiva beatamente obliata, le sembrava di
avere la mente vuota, non più satura di informazioni circa tutte le pozioni
esistenti e le guerre dei maghi. Fu solo quando si separarono per mancanza di
ossigeno che riacquistò le sue normali doti intellettive, si coprì la bocca con
la mano sinistra e abbassò lo sguardo, senza avere il coraggio di incrociare
quello del ragazzo che l’aveva appena baciata e che non aveva affatto
rifiutato.
Restarono così, zitti, senza riuscire a guardarsi
negli occhi finché il ragazzo del lido,
Jess, non li raggiunse, con in mano due vassoi carichi di pietanze. Li poggiò
su un tavolo a qualche metro di distanza da loro, prima di andare e ritornare
tre secondi dopo con in mano due candele. Le poggiò sul tavolino elegantemente
adornato poco distante dai due, prima di dire: “Credo che sia tutto come mi hai
chiesto tu, Draco. Le bibite sono sul tavolo. Io… ehm, vado, se è qualcosa
chiamami, vengo dopo per la torta” aggiunse, notando che il ragazzo non lo
stava ascoltando più di tanto.
La luce delle candele rendeva l’atmosfera ancora
più romantica, accompagnando e completando il lavoro del riflesso della luna.
“Cosa dici, prendiamo posto?” chiese lentamente
Draco, indicando il tavolino.
“Oh, ehm, ma certo” rispose Hermione imbarazzata:
quella si prospettava una vera e propria cena a lume di candela, quella che
qualcuno avrebbe chiamato senza preamboli una “cenetta romantica”. Cosa aveva in testa Draco? Ma soprattutto,
lei cosa ne pensava? Cosa voleva? Si disse che ci avrebbe pensato dopo, in quel
momento doveva pensare solo a godersi la serata.
Prese posto, con movimenti lenti, non le era mai
successo di cenare sulla spiaggia vestita elegantemente…
“Accio cena!” esclamò Draco, puntando la
bacchetta contro il primo vassoio posato sul tavolo grande che ospitava il
buffet cercando di non farsi scoprire da Jess anche se non era nei paraggi.
Quando il vassoio raggiunse il tavolo, rivelando varie pietanze babbane come
crocchè, frittelle e patatine fritte, il ragazzo porse un piatto ad Hermione,
che lo prese, ancora rossa in viso, e mormorò un flebile: “Grazie”.
Nessuno dei due sapeva cosa dire, cosa fare, come
comportarsi in generale dopo quel “Piccolo incidente”.
“Ehi, ma cosa diavolo sono queste cose?” chiese
finalmente Draco per sciogliere il ghiaccio, indicando una manciata di patatine
fritte.
“Sono semplici patatine fritte” rispose Hermione,
abbozzando un sorriso. “Sono identiche alle nostre patate solo che sono
tagliate in modo diverso e sono..”
“Fritte!” concluse il biondo ridendo,
assaggiandone una. “Mmh, sono buone però”.
“Eh si, purtroppo tutto il cibo dei Babbani è
buono! Non sai come avrei preferito crescere tra i maghi, sarei di sicuro più
magra…” rivelò, abbassando lo sguardo verso quel filino di pancia in più che
aveva.
“Stai bene” concesse il ragazzo disinvolto,
facendola arrossire nuovamente.
“Grazie…”
Continuarono la cena tranquillamente, come una
vera coppia in procinto di mettersi insieme, e mangiarono anche la torta dopo
che Draco spense le fatidiche 17 candeline sentendosi ridicolo.
“Hai espresso il desiderio?” chiese Hermione poco
dopo, mentre erano seduti su nientepocodimeno che la tovaglia su cui fino a
poco prima avevano cenato.
Draco si voltò in sua direzione, distraendosi dai
suoi pensieri. “No, non ci credo a queste sciocchezze” rispose burbero.
“Come vuoi…” sospirò la riccia, iniziando a fare
dei piccoli disegnini sulla sabbia nonostante la poca luce offerta dalle
candele che stavano quasi per consumarsi.
“Perché, al tuo compleanno lo esprimi?”
“Si…”
“E si è…?”
“No, non si è mai avverato il mio desiderio fino
ad ora se è questo che vuoi sapere. Ma forse semplicemente per il fatto che
chiedo cose tropo irraggiungibili”
terminò la ragazza, sbuffando e togliendosi una ciocca da sopra le
spalle.
Draco rimase sorpreso, e continuò a fissarla,
deliziandosi di ogni piccolo particolare di quel volto grazioso, che quella
sera era semplicemente più carino grazie ai piccoli doni di un trucco leggero.
“Io pensavo che il massimo che poteva chiedere
una come te fosse avere il massimo dei voti in tutti i G.U.F.O. o riuscire a
scoprire una pozione per far moltiplicare quei pochi neuroni che ha Weasley nel
cervello...” dichiarò ridendo, senza accorgersi dell’espressione della ragazza:
da apparentemente normale era diventata preoccupata, il cuore le martellava
forte nel petto e sentiva un gran senso di colpa invaderle ogni centimetro del
corpo.
“No, sarebbe chiedere troppo” sdrammatizzò lei,
sentendosi ancora presa e in colpa. Che fine aveva fatto Ron nei suoi pensieri?
Dove lo aveva lasciato? Cosa diavolo stava combinando con quel Malfoy?
Eppure queste domande scomparvero poco dopo,
mentre Draco diceva: “Si, hai ragione. Mi sto rendendo conto che sei una
persona particolarmente equilibrata…” e avvicinava nuovamente il volto al suo. Chiuse gli occhi di scatto, e senza
esitare accompagnò i dolci movimenti del ragazzo fino a ritrovarsi naso contro
naso.
“Posso baciarti di nuovo?” chiese lui,
lasciandola piacevolmente stordita grazie a quel pizzico di educazione.
Hermione preferì non rispondere, e questa volta
fu lei a baciarlo, lasciandosi andare totalmente.
E quella scena si ripetette per la terza volta
quando, alle due e mezza, Draco l’accompagnò a casa…
*****
“Ginny, cara, vai a svegliare Ron, sono quasi le
undici…”
La signora Weasley se ne stava in cucina a
preparare la colazione all’ultimo dei suoi maschi mentre canticchiava
allegramente l’ultimo successo di Celestina Warbeck quando pronunciò queste parole alla sua
ultimogenita, che acconsentì sbuffando visto che stava giocando a Sparaschiocco
con Harry.
Si alzò, con un portamento scocciato, e si avviò
fino alla stanza del fratello, bussando innumerevoli volte.
“Ron, accipicchia, finiscila! Aprimi, mi hai
rotto…”
Si ritrovò a bussare sul cranio del fratello, che
finalmente aveva aperto la porta. E rimase stupita quando vide che la stanza
era più in ordine del solito e che sul letto c’erano alcuni vestiti piegati.
“Cosa succede qui?” chiese sconvolta, ritirando i
pugni, mentre Ron si massaggiava la testa indolenzito.
“Come mi ritengo grato nel non essere quella
povera porta…! Comunque te lo dico solo se mi giuri che resterai muta come un
pesce…”
Ginny annuì sbuffando e chiudendo la porta.
“Spara” disse senza preamboli, accasciandosi
sulla sedia dietro la scrivania, che era l’unico mobile più ordinato dato che
Ron la utilizzava esclusivamente per poggiarci le riviste di Quidditch.
“Io… Beh, vedi, ho capito che devo darmi una
mossa con Hermione, per questo ho deciso di raggiungerla al mare… senza dire
niente a mamma e papà”
“Ma cosa cavolo fai? Ti sei bevuto il cervello?”
“No, seguo solo il mio cuore!”
La rossa lo guardò esasperata, convinta del fatto
che quello non fosse suo fratello, bensì la sua copia sdolcinata da film
babbano.
“Ron, piantala, tra due settimane torneremo a
scuola e avrai tutto il tempo per farti
perdonare, Herm è a casa di suo zio, lo sai che non può ospitare nessuno…”
tentò di farlo ragionare, ma il ragazzo non cambiò posizione.
“Tranquilla,
voglio solo chiarirmi con lei, poi tornerò!”
“Conoscendovi vi ci vorranno minimo cinque
giorni…” disse Ginny poco convinta.
“Dai, Gin, è la prima volta che mi sento di fare
una cosa del genere, e tu vuoi fermarmi?!”
La ragazza si morse un labbro, indecisa. Dopotutto
era vero, forse suo fratello stava crescendo (finalmente!) e perché doveva
ostacolarlo?
“Ok, ma promettimi che lo dirai ai nostri
genitori, non mi va di coprirti…” concesse, prima che Ron le si buttasse
addosso, entusiasta.
******
Pansy se ne stava nei giardini pubblici della sua
città, intenta nel leggere una rivista. Non le andava di stare a casa, l’aria
era troppo pesante, e soprattutto non le andava di sentirsi in colpa per
qualcosa che poi non aveva fatto. Si sapeva che non era mai interessata a
Draco…
“Carissima
dottoressa, sono una strega del Surrey e volevo parlarle di un mio problema: a
me piace tantissimo un mago che viene a scuola con me solo che lui è interessato
alla cugina di secondo grado della mia migliore amica, e non so come fare, ma
non tanto per il ragazzo in questione, ma più per il fatto che ho paura di
rovinare l’amicizia tra me e la mia migliore amica, che potrebbe offendersi per
il fatto che voglio soffiare il fidanzato a sua cugina di secondo grado, che
per di più ha qualche problema mentale…”
Smise di leggere, disgustata, quelle riviste
spesso la facevano solo sentire male.
Stava per alzarsi quando si ritrovò davanti a sé
Blaise Zabini.
“Cosa…cosa
ci fai tu qui?”
“Quello che voglio fare da secoli!”
Pansy lo guardò senza capire, sbattendo le sue
voluminose ciglia. “Cioè? Venire in un
parco a vedere le mamme che osservano i loro bambini giocare?”
“Ma no, dai fai la seria” fece il ragazzo,
facendole segno di sedersi.
“E allora?” chiese impaziente lei, ubbidendo e
mettendo la rivista nella borsa.
“Volevo… Beh, volevo passare un po’ di tempo con
te… Ora che…”
“Ora che non ho più Draco alle costole e lui è
fuori” concluse lei, quasi amareggiata. “Come si dice, quando il gatto non c’è
i topi ballano. E quando lui tornerà tu farai finta di niente…”
Zabini si parò le mani davanti, scuotendo il
capo. “Ma cosa dici! Non è così! Quando tornerà non me ne fregherà un tubo, lui
se ne è stato via tutta l’estate, senza fregarsi del suo migliore amico…” si
fermò un attimo, pensieroso, prima di dire: “Allora, ti va di venire a prendere
un megagelato con me?”
Pansy esitò, poi, quando le venne in mente quella
disgustosa lettera che aveva letto sulla rivista, accennò una mezza risata
prima di dire: “Certo!”
****
Hermione se ne stava seduta sul divano del
soggiorno, con in mano una foto, quella che aveva scattato quel piovoso
pomeriggio, meglio ricordato da lei come quello della “Guerra dei pop corn”.
C’era raffigurato Draco che guardava Titanic, e non potè non sorridere come una
ragazzina alla sua cotta vedendo la sua espressione concentrata.
Ma la nascose sotto il cuscino quando bussarono
alla porta, affrettandosi ad andare ad aprire.
Davanti a lei c’era Draco , con un piccolo
sorriso stampato in faccia.
“Ciao” disse senza fiato.
“Ciao…”
“Entra!” lo invitò, sentendosi decisamente
stupida, come ogni volta che si trovava in sua compagnia.
“No, sono di passaggio, volevo semplicemente
dirti che ti aspetto verso le sei vicino agli scogli… Ho ascoltato una di quelle canzoni che
ci sono nel mp3 che mi hai regalato e ho capito che.. Beh, forse dovremmo
parlare dopo… dopo ieri sera…” disse Draco, improvvisamente imbarazzato.
Hermione aprì la bocca per poi richiuderla
rapidamente. “Oh, ma certo, si, allora ci vediamo alle sei.. agli… agli scogli…”
mormorò, cercando di sorridere.
“Ok, allora ci vediamo dopo” concluse lui,
sorridendo di nuovo ed allontanandosi.
Hermione rimase così, a vedere la sua sagoma
allontanarsi. Solo quando non lo vide più si decise a chiudere la porta alle
spalle per poi accasciarsi a terra, preoccupata. Cosa le avrebbe detto? Cosa
voleva sentirsi dire? Cosa provava precisamente?
Non ebbe il tempo di farsi altre domande che il squillò
il telefono, facendola sussultare. Raggiunse l’aggeggio velocemente, con il
cuore che ancora batteva, per poi rispondere con un forte: “Pronto!”
“Ehi, cuginetta, sono Cecile!”
Hermione per un pelo non cadde sul divano che le stava dietro.
“Oh, cara…” mormorò.
“Volevo semplicemente dirti che domani mattina ritornerò
al mare verso le undici ok?”
“Oh! Ma certo! Ti… ti aspetto!”
“Ok, tu nel frattempo mi hai tenuto d’occhio quel
fusto di David, vero?”
A quelle parole sentì un nodo formarsi nello
stomaco. certo che aveva tenuto d’occhio David… Forse anche troppo…
“Si, l’ho incrociato un paio di volte…” mentì,
sentendosi una grande bugiarda/bastarda/ingrata.
“Benissimo! Allora a domani, cuginetta! Baciotti!”
“Ciao, Cecile…”
Questa volta si accasciò per davvero sul divano:
cavoli, Cecile sarebbe tornata! Non aveva proprio l’umore e la forza di starle
dietro…
*****
Ron se ne stava dietro il giardino di Jack
Granger da quasi un’ora. Guardò l’orologio: erano le sei meno cinque. Ora o mai più si disse, e si avviò
risoluto verso la porta. Stava ancora contemplando l’etichetta con il nome del
proprietario quando la porta si aprì, rivelando Hermione, che lo guardò come se
fosse un extraterrestre.
“Ron!” urlò, facendo un passo indietro.
“Herm!” disse.
“Cosa diavolo ci fai qui tu?”
“Io… Voglio farmi perdonare! Herm, ti prego,
facciamo pace!”
Hermione lo guardò, senza capirci più
niente:prima la questione di Draco, poi l’appuntamento, poi la telefonata della
cugina e poi lui, come colpo di grazia! Fissò l’orologio, mormorando: “Ron, ora
avrei un appuntamento…”
“Cinque minuti, ti prego, fammi spiegare!”
Rassegnata, con la sensazione di aver fatto
qualcosa di davvero brutto a qualcuno di veramente potente, Hermione
acconsentì, facendolo entrare.
Ron si accomodò sul divano, senza nemmeno un po’ di
grazia, e la prima cosa che Hermione si ritrovò a pensare fu: “Draco ha molto
più eleganza…”.
“Vedi, Herm, io non so cosa dirti precisamente…
Perciò sono venuto qui, per spiegarmi… Ne sei contenta, vero?”
“Oh, guarda, da morire!” commentò la riccia,
sentendo la pazienza andare via,sarebbe dovuta stare all’appuntamento già da
tre minuti.
“Dai, Herm… Ti dicevo, io e te siamo poco
compatibili di carattere, ma è per questo che siamo amici da sei anni, gli
opposti si attraggono…”
“Lo so, Ron, lo so!”
E’ per questo che
ieri ho ceduto? Perchè io sono l’opposto di Draco…
“E quindi, Herm, volevo… Oh, ma cos’è questa?”
chiese senza capire. Aveva spostato il cuscino ed aveva appena visto la foto di
Draco che la ragazza stava vedendo qualche ora prima…
“Oh, Ron, dammi, lascia…” protestò Hermione con
forza, avvicinandosi.
“Herm ma questo è Malfoy!” urlò Ron incredulo,
sbiancando,rendendo la sua carnagione ancora più pallida.
“Ron, lasciala ti ho detto…”ribattè Hermione rossissima in
viso e preoccupata.
Iniziarono una
lotta corpo a corpo per poter recuperare la foto, senza rendersi che l’oggetto
in questione stava vedendo tutta la scena dalla finestra, con un moto di
delusione che riempiva ogni parte del suo cervello…. Era venuto perché si era
preoccupato per il ritardo della ragazza, ed invece…
Continua….
Salve cari lettori! Come al solito non vi
annoierò con le mie scuse, questi due mesi di ritardo parlano già da sé, ma
volevo semplicemente dirvi che a parte la mancanza di ispirazione ci si sono
messe anche le sue settimane al mare e altre due in vacanza-studio in Spagna quindi
non mi sono proprio potuta connettere. Vi giuro, mi sento ancora addosso lo
stress pre-vacanza (che consiste nel comprare le ultime cose e preparare le
valigie) nonostante sia tutto finito da quasi una settimana… Non auguro a
nessuno di voi di fare due valigie contemporaneamente xD
Scleri a parte, volevo ringraziare tutti coloro
che nonostante tutto seguono ancora questa mia fic e che continuano ad
inserirla tra i preferiti e a recensire, come avrete visto sto dando la
priorità a questa fic piuttosto che alle altre!
Quindi grazie di cuore a
Christina Malfoy
Narcyssa
Malfoy
Anjelina
Bene_Benny
Sasigranger
Per le loro recensioni ed anche a chi inserisce
tra i preferiti e legge soltanto!
Beh, circa l’aggiornamento ho imparato a non
promettervi niente…
Se vi va fatevi un piccolo giro panoramico tra le
mie altre fic!
Hasta luego!
La vostra milly92.
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