The invisible daughter.

di Banana_s
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduction. ***
Capitolo 2: *** One. ***
Capitolo 3: *** Two. ***



Capitolo 1
*** Introduction. ***


The daughter invisible.

Introduction.

 

10.10 mattina.

«Madre, sono arrivati altri uomini..» Dico, osservandoli dalle finestre.
«Sì, tesoro. Tu rimani qua, come sempre.» Mia madre mi da un bacio sulla fronte, e scende giù.
Ogni giorno arrivano nuovi uomini, i quali puntualmente spariscono nel nulla.
Decido di pettinarmi, con la spazzola creata da Afrodite: “Afrospazzoladite”, fa allungare i capelli e li lascia lucenti.

15.15 pomeriggio

Urla, vetri che si rompono, oggetti che volano.. tutto questo dalle dieci e un quarto di questa mattina. Mi alzo, scocciata, e decido di andare al piano di sotto.
Io, mia madre, e tutte le sue servitrici, viviamo in un'isola, non so precisamente dove.
Circe – mia madre – mi ha sempre nascosto al mondo intero, dicendo che la mia stregoneria è troppo forte e potrebbero uccidermi gli Dei dell'Olimpo.

 
Mia madre imprigionata con le sue serve fidate affianco. Mi nascondo dietro la porta, e ascolto cosa dicono.
«Dove sono i miei amici, strega?» Chiede un ragazzo dalla pelle ambrata, e dal fisico muscoloso.

«I tuoi amici porci, sono tutti nella stalla. - Ride: - Potrebbe liberarli mia figlia, ma non è così stupida... almeno credo.» Le sue serve ridono, di me.
Vado nella stalla, e vedo tanti maiali.
Ce n'erano quattro con una macchia nera nell'orecchia. Li fisso, curiosa.
Schiocco le dita e si trasformano in umani... o meglio, in mezzosangue.
Un riccio mi salta addosso e mi blocca la gola con il braccio, togliendomi quasi il respiro.
Mi portano nella stanza dove c'era mia madre. Mi guarda stupita.
«Ci lasci andare da quest'isola e non uccideremo sua figlia!» Urla un ragazzo moro, con gli occhi azzurri.
«Ah, uccidetela, finalmente me ne libero.» Dice, semplicemente.
Sento il cuore andare a fuoco, i capelli come se bruciassero, e il corpo.. leggero.
Stringo il braccio del riccio, e gli do la scossa, facendolo cadere in terra.
Gli amici vengono verso di me, ma il ragazzo dalla pelle ambrata li ferma.
Lo guardo, e mormoro un: «Grazie, mezzosangue.»
Sbatto velocemente le palpebre, e mi sento gli occhi bruciare.
«Madre, se non mi volete qua, basta dirlo... gli altri uomini, saranno felici di sapere che io non sono più dalla vostra parte.» Sorrido, malvagia. Mi guardo allo specchio, e noto che i miei capelli lunghi biondi sono diventati a caschetto neri, i miei occhi da azzurri sono diventati rossi.
Guardo un'ultima volta mia madre, e schiocco le dita.
Sussurro un: «Seguitemi, muovetevi.»
Andiamo nelle prigioni, dove ci sono molte mezzosangue intrappolate.
«Prima di portarci in qualche posto, ascoltami: mancano delle ragazze, figlie degli Dei..» Lo interrompo.
«Sta' zitto, per favore, se vi sto portando qua invece di portarvi direttamente al porto, ci sarà un motivo.» Dico, acida.
Pensare che per il resto della mia vita dovrò sopportare mia madre contro di me perché ho aiutato i figli degli Dei, mi fa venire i capelli bianchi. Schiocco le dita e libero tutte le ragazze.
«Seguitemi.» Mormoro, decisa. Tocco il muro, e mi concentro a farlo scoppiare.
«Non ti funziona più i poteri, streghetta?» Ironizza il moro a occhi azzurri.
«Non ho mai usato i miei poteri, prendevo delle pastiglie sino a un mese fa per bloccarli...» Dico, mordendomi il labbro sino a farlo sanguinare.
«Per gli Dei dell'Olimpo!» Urlo, e do un calcio al muro, il quale si sgretola in mille pezzi.
I maschi escono prima di me e un moro con gli occhi color cioccolato mi aiuta a camminare sui frantumi di muro.
«Grazie.» Dico poi, camminando da sola.
Mi fermo all'improvviso, e noto che ho il tacco rotto. Impreco in greco antico e mi tolgo le scarpe con i ragazzi che mi guardano a bocca aperta. Alzo gli occhi al cielo e continuo a camminare.

«Ecco qua, questa è la nave più robusta che abbiamo... buona fortuna, mezzosangue.» Sorrido debolmente, buttando i miei tacchi in mare.
«Vieni anche tu.» Dice il ragazzo con la pelle ambrata.
«Passereste le pene dell'inferno, mia madre vi cercherebbe per vendetta, sino alla vostra morte.» Dico, leccandomi il labbro morsicato precedentemente.
«Allora vieni. Ci farà piacere combattere ad armi pari con quella donna.» Dice una ragazza veramente bellissima.
«Figlia, vieni qua!» Urla Circe, da lontano.
«Scegli, scappi o rimani?» Sbotta, il moro dagli occhi azzurri.

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Capitolo 2
*** One. ***


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Introduction | The Daughter invisible

The daughter invisible.

One.

 

Indecisione. Troppa indecisione. Se rimango qua, diventerò la strega più temuta e potente al mondo, senza amici però.. se vado con loro, potrei farmi degli amici, magari qualcuno s'innamorerà di me, e avrò una vita sociale al di fuori dei miei capelli.
«Okay.» Sussurro, aggrappandomi al ragazzo con la pelle ambrata.
Lui mi prende in braccio e mi lancia dentro la barca, facendomi cadere sulle piume.
Si avvicina a me la figlia sicuramente di Afrodite, e mi sorride.
«Mi ricordo quando due anni fa, mi hai aiutato a sopravvivere.. tieni, questo regalo è per te..» Mi porge una bustina colorata di rosa.
Scarto questo regalo, e ci trovo una nuova spazzola bianca, e una ghirlanda fatta di rose rosa.
«O miei dei, grazie!» La abbraccio e mi incomincio a pettinare i capelli, ancora a caschetto.
Pettinarmi i capelli mi ha sempre rilassato, da quando sono piccola.
«Stai diventando normale, finalmente!» Esclama un biondino, sorridendo.
«Comunque, presentiamoci!- dice la figlia di Afrodite: -Io, mi chiamo Annabeth, figlia di Afrodite, diciannove anni.» Aveva dei capelli rossi lisci, lentiggini, e occhi verdi.
«Io, Niall, figlio di Ares.» Dio della guerra.
«Io Louis, Poseidone.» Dio del mare.
«Io Harry, Zeus.» Dio del cielo.
«Io Liam, Estia.» Dea della terra.
«Mi chiamo Zayn, e sono figlio di Persefone.» Dea della morte.
La storia di Persefone, racconta che nei sei mesi in cui era nel regno di morti, la terra sarebbe stata fredda e cupa (inverno e autunno), e ne sei mesi che era sull'Olimpo, ci sarebbero state primavera ed estate.
«Anche tu stai sei mesi sulla terra e sei mesi nel regno dei morti?» Chiedo, curiosa.
«Purtroppo sì..» Dice, leccandosi le labbra.
Abbasso lo sguardo, guardando la ghirlanda e la indosso. Sento una scossa in tutto il corpo.
«Be', questa ghirlanda serve per insegnarti a farti usare i poteri. Sei una strega, e le streghe hanno tutti i poteri degli Dei, e sei piccola.. hai diciassette anni..»
Il mio più grande difetto? Parlare senza pensare.
«Bene, quando mi insegnerete ad usarli?» Domando, alzandomi in piedi. Inciampo su una corda e cado in terra.
«Be', prima ti dovrò insegnare come stare in piedi..» Scherza Niall, tra una risata e l'altra.

 «Allora, ti aiuteremo tutti. Per prima, ti aiuterà Annabeth.» Spiega Zayn. Io mi alzo – cautamente – e seguo Annabeth nella nostra stanza.
Ci sediamo nel letto, e mi fissa elettrizzata.
«Hai molte potenzialità per incantare gli uomini, però dobbiamo cambiare qualche cosa...» Dice, sorridendo.

 Dopo ben due ore, sono depilata in tutto il corpo, le sopracciglia perfette, un trucco fantastico che dura sin quando non ti stanchi di averlo, i capelli con delle trecce intrecciate alla ghirlanda, e un vestito completamente nuovo: è bianco, abbastanza corto, con le spalline, scollato, e i tacchi sono con dei fili intrecciati sino al polpaccio.
Tutte le mezzosangue mi guardano, e sorridono maliziose.
«Farai colpo su uno dei cinque ragazzi, sicuro!» Esclama Annabeth.
«Sta' attenta su chi fai colpo, Zayn è mio.» Dice una ragazza, capelli neri, occhi grigi..
«Mi chiamo Jessica, figlia di Pluto, dio della ricchezza.» Sussurra, toccandomi i capelli. Era ricoperta di oro e argento, le ciglia finte fatte d'oro.. sì, era molto ricca.

Fa' per andarsene, ma si ferma, e mi fissa: «Tu non devi più parlare con Zayn.»
Odio quando mi danno ordini. L'ultima volta che l'hanno fatto, la loro morte è stata il loro destino.
«Non permetterti di darmi ordini, mezzosangue.» Dico, fulminandola con lo sguardo.
«Sennò, streghetta, cosa fai?» Ride di gusto.
Sento i sintomi che mi hanno accompagnato a distruggere mia madre impossessarsi di me.
«Tesoro, calmati..» Sussurra Annabeth, preoccupata.
«Allontanati.» Dico, fredda.
Muovo il braccio lateralmente e lei si trova appiccicata al legno della barca.
«Come hai osato!?» Urla, venendo verso di me e tenendomi la gola con la mano.
Sento il fiato mancare, e vedo i ragazzi osservare tutto.
Assottiglio gli occhi, le sfioro la mano con l'indice, e le do la scossa.
Cade in terra, ancora in preda ai fremiti dell'elettricità.
«Ops.» Sussurro, per poi salire allo scoperto.
Tutti mi fissano estasiati. Sbuffo e mi allontano da tutto e da tutti, disperata.
Quanto vorrei essere una comune mortale o una semplice mezzosangue...
«Be', che ne dici di continuare le nostre lezioni sulla seduzione?» Chiede Anna, sorridendo.
«Mi vedete come un mostro, vero?» Chiedo, con la voce che trema.
«No.. ma, guardaci, siamo tutti così “mostri”. Guarda che si diverte Louis, - lo guardo, e sta creando tzunami e onde altissime: - o Harry..» Stava creando un temporale su tutta l'isola dove vivevo prima.
Sorrido divertita.
«Bene, continuiamo le lezioni!» Dico, sorridendo.

 «Vai, da Niall. Lui non ci casca mai.. vediamo se ci riesci.» Sussurra spingendomi.
Aveva una spada in mano, avvertivo la potenza solo guardandola.
«Hey, Niall..» Dico, sensualmente, avvicinandomi pericolosamente a lui.
Sembra incantato da me, incatenato nei miei occhi.
«D-dimmi Mia..» Balbetta. Bel nome Mia, eh? Bella merdina..
Mi avvicino alle sue labbra, e, quando meno se lo aspetta, gli prendo la spada e gliela punto al collo.
Tutti applaudiscono, e io sorrido.
«Hai visto, Zayn? Sta imparando bene..» Sento Annabeth e Zayn parlare.
«Sì..» Risponde, triste.
«Cosa c'è che non va?» Chiede.
«Jessica.. penso le farà passare le pene dell'inferno..» Lascio perdere i loro discorsi e festeggio con gli altri.

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Capitolo 3
*** Two. ***


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The invisible daughter.

Two.

 

«Eccoci qua alla nostra scuola: Magic High School!» Esclama Liam Felice, mettendomi un braccio sulle spalle.
«Io odio la scuola..» Mormoro, triste.
«Tranquilla, è una scuola diversa. ti divertirai!» Dice Payne, portandomi dentro.
«Buongiorno Jennifer, lei sarà una nuova stundentessa.»
«Oh, ciao tesoro. Ti darò il numero della tua stanza, l'armadietto, e gli orari delle lezioni.» Mi porge tutto il contenuto, e sorrido.
Liam sussurra qualcosa ai ragazzi e mi accompagna nella mia stanza.
Sorrido, entusiasta. C'è uno specchio enorme nel muro, e un angolo trucco. Apro un'anta e c'è la cabina armadio.
«L'altro letto è mio, Mia!» Urla Annabeth, abbracciandomi.
I letti bianchi con le lenzuola di un verde.. putrido, le pareti piene di muffa, e il pavimento senza alcune mattonelle.
Rabbrividisco, schifata. «Ma cos'è questo schifo?!» Sbotto, schioccando le dita della mano sinistra, e appogiando l'altra mano nel fianco destro. Le pareti diventato di un azzurro cielo bellissimo, il pavimento bianco, le lenzuola rosa, e i mobili complentamente ristrutturati.
«Io ti amo!» Anna mi abbraccia, saltellando dalla felicità.
«Ragazzi, parliamo seriamente..» Interrompo a Liam.
«No. Fatemi fare una doccia, andate anche voi a lavarvi, poi ne riparliamo. E' stato un viaggio molto lungo e faticoso. Voglio rilassarmi per armeno cinque minuti..» Dico, chiudendomi in bagno.

Esco dalla vasca, sorridendo tranquilla, e indosso una canottiera e un leggins nero. Mi metto lo smalto nelle unghie, pettino i miei capelli, mi faccio le sopracciglia, mi lavo i denti, li sbianco, e sorrido allo specchio. Decido di cambiare colore dellla mia canottiera, mettendoci tante paperelle gialle, e i leggins li trasformo in un paio di pantaloncini corti, anche questi dello stesso motivo della maglietta. Mi faccio una crocchia scomposta ed esco dal bagno.
«Ci sei dalle cinque in bagno. Sono le otto.» Sbotta Louis, guardandomi male.
«Mi dovevo sistemare un po', scusatemi ragazzi. Louis sta' zitto.» Dico, acida, fulminando con lo sguardo quello stupido.
Sono tutti così simpatici, poi, vedi Louis, e cambi idea. Dai, è anche brutto. Non lo sopporto.
Lui mi fa il verso, ma preferisco ignorarlo.
«Allora,- incomincia Liam: -dobbiamo farti passare per una semplice mezzosangue, e stavamo scegliendo chi, fra noi ragazzi, può proteggerti meglio. E.. nonostante il potere conferito da suo padre, che nella lotta batte anche Niall.. è Louis.»
Rimango pietrificata. 
«Cosa?- Rido. Almeno cinque minuti buoni: -non penso proprio di voler rimanere con questo.. energumeno.» Sbotto, ridendo isterica.
«Ragazzi, hey basta. Nelle ore scolastiche, ma anche tutto il tempo restante starà con te, Lou. E non voglio sentire lamentele!» Urla Harry, fulminandoci con lo sguardo.
Ed a lui esce bene, credetemi.
Mi ammutolisco, e guardo Annabeth con una faccia da cucciolo.
«Ah, sarai figlia di Poseidone. Una comune mezzosangue. Abbiamo detto che ti abbiamo trovato ieri, in mare, e non sai usare i tuoi poteri, quindi ti seguirà Louis per questo.» Spiega Zayn, accarezzandomi una guancia con il pollice. 
«Dio, che incubo.» Mormoro, beandomi delle carezze del pakistano. Sorride intenerito, prima di riacquisire la maschera da ragazza menefreghista e acido.
Alzo gli occhi al cielo, e sbuffo.
«Ora dobbiamo dormire tutti, domani sarà una giornata faticosa..» Liam mi da un bacio sulla fronte e da un bacio sulla guancia ad Annabeth, che arrossisce.
Appena se ne vanno i ragazzi, io ed Annabeth incominciamo a fare una lotta con i cuscini, urlando e scherzando.
Sentiamo la porta per aprirsi, sarà sicuramente un professore.
Schiocco le dita, sisemando tutto il caos che avevamo creato, e ci corichiamo subito.
«Mm, molto strano..» Borbotta la professoressa, osservando la stanza.
Appena se ne va, controllo l'ora. Sono le quattro, e ci dobbiamo alzare alle sette.
Decido di addormentarmi. «Buonanotte Anna..»

Qualcuno bussa insistentemente alla porta.
Schiocco le dita, aprendo la porta a chiunque fosse stato.
Sento un'ondata d'acqua finirmi addosso, provocando il mio nervoso.
«Louis William Tomlinson, io ti ammazzo!»
«Mia, sono le sette e cinquata. Le lezioni incominciano tra dieci minuti.»
«Cosa!?» Sbotto, alzandomi, ed inciampando nelle coperte.
«Io ho provato a svegliarti..» Spiega Annabeth, alzando le spalle.
Vado a chiudere la porta, e schiocco entrambe le dita.
«Sono pronta, calmiamoci..» Sussurro, massaggiadomi le tempie.
«Devi smettere di usare i tuoi poteri, almeno sin quando li sai usare solo schioccado le dita..» Dice Louis, appoggiato al muro.
«Posso anche usarli in un altro modo?» Domando, curiosa.
«Con lo sguardo, così guarda.» Mi mostra il rubinetto aprirsi da solo, e anche richiudersi.
«Ma con le dita posso usare l'acqua!» Dico, sorridendo felice.
Muovo un dito antiorario, ma non succede niente.
«Hai dieci minuti per provare, su.» Borbotta Louis, sedendosi sul letto.
Dopo ben nove minuti, non sono riuscita a smuovere quel rubinetto.
Urlo, sbattendomi le mani nei lati delle coscie, e chiudo gli occhi.
Li riapro un secondo dopo, e noto il lavandino scoppiato, l'acqua che fuoriesce a fiumi,  e una Annabeth sorridente che batte le mani.
«Anche se hai fatto un casino, ci sei riuscita.» Constata Louis, alzando gli occhi al cielo e sistemando il casino che ho fatto.
«Sta' zitto, Testa D'Alghe.» Borbotto, dandogli una spallata e uscendo dalla stanza con Annabeth al mio fianco.
«Zayn!» Urlo, andandogli incontro, e abbracciandolo.
Rimane un po' freddo per quest'azione, ma poi contraccambia l'abbraccio debolmente.
«Dobbiamo andare in classe, muoviamoci.» Sbotta Louis, tirandomi per il polso.
«Louis, cosa stai facendo!?» Chiedo, alterata.
«Eravamo in ritardo.» Spiega, sedendosi all'ultimo banco affianco alla finestra, e tirandomi con lui.
«Buongiorno ragazzi, sono la vostra professoressa di mitologia. Ho letto che abbiamo una nuova studente.. Mia. Tuo padre o tua madre, chi è?» Domanda frettolosa.
Mi alzo in piedi. «Poseidone.» Dico, abbassando lo sguardo.
«Mostrami qualcosa.» Chiede la professoressa, schioccando le dita ed immobilizzando gli altri studenti.
«C-cos'ha fatto?» Balbetto, impaurita.
«Ho solo bloccato i loro poteri, sta' tranquilla e muoviti.» Provo a far accadere qualcosa, ma non riesco a fare niente.
«Stupida. Inutile. Sporca mezzosangue. Uno sbaglio non degna dei suoi poteri!» Esclama, sedendosi.
Come si permette questa.. balena brufolosa ad insultarmi così!? Mi arrabbio talmente tanto, che un tubo dell'acqua sopra di noi scoppia e, naturalmente, tutto lo spruzzo finisce addosso alla prof.
Gli studenti si sbloccano ed incominciano a ridere, indicando la donna e facendo foto.
Sorrido compiaciuta, e mi accomodo sulla sedia.

Hola!

Scusate il ritardo, ma non sapevo come far andare

avanti la storia. Ma, ora, andrà avanti liscia come l'olio.

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Ora, la storia sarà scritta meglio e i legami con i ragazzi saranno più approfonditi, mmh.

Vi lascio con queste immagini / gift.

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