The invisible daughter. di Banana_s (/viewuser.php?uid=644008)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduction. ***
Capitolo 2: *** One. ***
Capitolo 3: *** Two. ***
Capitolo 1 *** Introduction. ***
The daughter invisible.
Introduction.
10.10 mattina.
«Madre, sono
arrivati altri uomini..» Dico, osservandoli dalle finestre.
«Sì, tesoro. Tu rimani qua, come
sempre.» Mia madre mi da un bacio sulla fronte, e scende
giù.
Ogni giorno arrivano nuovi uomini, i quali puntualmente spariscono nel
nulla.
Decido di pettinarmi, con la spazzola creata da Afrodite: “Afrospazzoladite”,
fa allungare i capelli e li lascia lucenti.
15.15
pomeriggio
Urla, vetri che si
rompono, oggetti che volano.. tutto questo dalle dieci e un quarto di
questa mattina. Mi alzo, scocciata, e decido di andare al piano di
sotto.
Io, mia madre, e tutte le sue servitrici, viviamo in un'isola, non so
precisamente dove.
Circe – mia madre – mi ha sempre nascosto al mondo
intero, dicendo che la mia stregoneria è troppo forte e
potrebbero uccidermi gli Dei dell'Olimpo.
Mia madre imprigionata
con le sue serve fidate affianco. Mi nascondo dietro la porta, e
ascolto cosa dicono.
«Dove sono i miei amici, strega?»
Chiede un ragazzo dalla pelle ambrata, e dal fisico muscoloso.
«I tuoi amici
porci, sono tutti nella stalla. - Ride: - Potrebbe liberarli mia
figlia, ma non è così stupida... almeno
credo.» Le sue serve ridono, di me.
Vado nella stalla, e vedo tanti maiali.
Ce n'erano quattro con una macchia nera nell'orecchia. Li fisso,
curiosa.
Schiocco le dita e si trasformano in umani... o meglio, in mezzosangue.
Un riccio mi salta addosso e mi blocca la gola con il braccio,
togliendomi quasi il respiro.
Mi portano nella stanza dove c'era mia madre. Mi guarda stupita.
«Ci lasci andare da quest'isola e non uccideremo sua
figlia!» Urla un ragazzo moro, con gli occhi azzurri.
«Ah, uccidetela, finalmente me ne libero.» Dice,
semplicemente.
Sento il cuore andare a fuoco, i capelli come se bruciassero, e il
corpo.. leggero.
Stringo il braccio del riccio, e gli do la scossa, facendolo cadere in
terra.
Gli amici vengono verso di me, ma il ragazzo dalla pelle ambrata li
ferma.
Lo guardo, e mormoro un: «Grazie, mezzosangue.»
Sbatto velocemente le palpebre, e mi sento gli occhi bruciare.
«Madre, se non mi volete qua, basta dirlo... gli altri
uomini, saranno felici di sapere che io non sono più dalla
vostra parte.» Sorrido, malvagia. Mi guardo allo specchio, e
noto che i miei capelli lunghi biondi sono diventati a caschetto neri,
i miei occhi da azzurri sono diventati rossi.
Guardo un'ultima volta mia madre, e schiocco le dita.
Sussurro un: «Seguitemi, muovetevi.»
Andiamo nelle prigioni, dove ci sono molte mezzosangue intrappolate.
«Prima di portarci in qualche posto, ascoltami: mancano delle
ragazze, figlie degli Dei..» Lo interrompo.
«Sta' zitto, per favore, se vi sto portando qua invece di
portarvi direttamente al porto, ci sarà un
motivo.» Dico, acida.
Pensare che per il resto della mia vita dovrò sopportare mia
madre contro di me perché ho aiutato i figli degli Dei, mi
fa venire i capelli bianchi. Schiocco le dita e libero tutte le ragazze.
«Seguitemi.» Mormoro, decisa. Tocco il muro, e mi
concentro a farlo scoppiare.
«Non ti funziona più i poteri,
streghetta?» Ironizza il moro a occhi azzurri.
«Non ho mai usato i miei poteri, prendevo delle pastiglie
sino a un mese fa per bloccarli...» Dico, mordendomi il
labbro sino a farlo sanguinare.
«Per gli Dei dell'Olimpo!» Urlo, e do un calcio al
muro, il quale si sgretola in mille pezzi.
I maschi escono prima di me e un moro con gli occhi color cioccolato mi
aiuta a camminare sui frantumi di muro.
«Grazie.» Dico poi, camminando da sola.
Mi fermo all'improvviso, e noto che ho il tacco rotto. Impreco in greco
antico e mi tolgo le scarpe con i ragazzi che mi guardano a bocca
aperta. Alzo gli occhi al cielo e continuo a camminare.
«Ecco qua,
questa è la nave più robusta che abbiamo... buona
fortuna, mezzosangue.» Sorrido debolmente, buttando i miei
tacchi in mare.
«Vieni anche tu.» Dice il ragazzo con la pelle
ambrata.
«Passereste le pene dell'inferno, mia madre vi cercherebbe
per vendetta, sino alla vostra morte.» Dico, leccandomi il
labbro morsicato precedentemente.
«Allora vieni. Ci farà piacere combattere ad armi
pari con quella donna.» Dice una ragazza veramente bellissima.
«Figlia, vieni qua!» Urla Circe, da lontano.
«Scegli, scappi o rimani?» Sbotta, il moro dagli
occhi azzurri.
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Capitolo 2 *** One. ***
Grazie a EhjNiall per il
banner. E' fantastico c:
Introduction | The Daughter invisible
The daughter invisible.
One.
Indecisione. Troppa
indecisione. Se rimango qua, diventerò la strega
più temuta e potente al mondo, senza amici però..
se vado con loro, potrei farmi degli amici, magari qualcuno
s'innamorerà di me, e avrò una vita sociale al di
fuori dei miei capelli.
«Okay.» Sussurro, aggrappandomi al ragazzo con la
pelle ambrata.
Lui mi prende in braccio e mi lancia dentro la barca, facendomi cadere
sulle piume.
Si avvicina a me la figlia sicuramente di Afrodite, e mi sorride.
«Mi ricordo quando due anni fa, mi hai aiutato a
sopravvivere.. tieni, questo regalo è per te..» Mi
porge una bustina colorata di rosa.
Scarto questo regalo, e ci trovo una nuova spazzola bianca, e una
ghirlanda fatta di rose rosa.
«O miei dei, grazie!» La abbraccio e mi incomincio
a pettinare i capelli, ancora a caschetto.
Pettinarmi i capelli mi ha sempre rilassato, da quando sono piccola.
«Stai diventando normale, finalmente!» Esclama un
biondino, sorridendo.
«Comunque, presentiamoci!- dice la figlia di Afrodite: -Io,
mi chiamo Annabeth, figlia di Afrodite, diciannove anni.»
Aveva dei capelli rossi lisci, lentiggini, e occhi verdi.
«Io, Niall, figlio di Ares.» Dio della guerra.
«Io Louis, Poseidone.» Dio del mare.
«Io Harry, Zeus.» Dio del cielo.
«Io Liam, Estia.» Dea della terra.
«Mi chiamo Zayn, e sono figlio di Persefone.» Dea
della morte.
La storia di Persefone, racconta che nei sei mesi in cui era nel regno
di morti, la terra sarebbe stata fredda e cupa (inverno e autunno), e
ne sei mesi che era sull'Olimpo, ci sarebbero state primavera ed estate.
«Anche tu stai sei mesi sulla terra e sei mesi nel regno dei
morti?» Chiedo, curiosa.
«Purtroppo sì..» Dice, leccandosi le
labbra.
Abbasso lo sguardo, guardando la ghirlanda e la indosso. Sento una
scossa in tutto il corpo.
«Be', questa ghirlanda serve per insegnarti a farti usare i
poteri. Sei una strega, e le streghe hanno tutti i poteri degli Dei, e
sei piccola.. hai diciassette anni..»
Il mio più grande difetto? Parlare senza pensare.
«Bene, quando mi insegnerete ad usarli?» Domando,
alzandomi in piedi. Inciampo su una corda e cado in terra.
«Be', prima ti dovrò insegnare come stare in
piedi..» Scherza Niall, tra una risata e l'altra.
«Allora, ti
aiuteremo tutti. Per prima, ti aiuterà Annabeth.»
Spiega Zayn. Io mi alzo – cautamente – e seguo
Annabeth nella nostra stanza.
Ci sediamo nel letto, e mi fissa elettrizzata.
«Hai molte potenzialità per incantare gli uomini,
però dobbiamo cambiare qualche cosa...» Dice,
sorridendo.
Dopo ben due ore, sono
depilata in tutto il corpo, le sopracciglia
perfette, un trucco fantastico che dura sin quando non ti stanchi di
averlo, i capelli con delle trecce intrecciate alla ghirlanda, e un
vestito completamente nuovo: è bianco, abbastanza corto, con
le spalline, scollato, e i tacchi sono con dei fili intrecciati sino al
polpaccio.
Tutte le mezzosangue mi guardano, e sorridono maliziose.
«Farai colpo su uno dei cinque ragazzi, sicuro!»
Esclama Annabeth.
«Sta' attenta su chi fai colpo, Zayn è
mio.» Dice una ragazza, capelli neri, occhi grigi..
«Mi chiamo Jessica, figlia di Pluto, dio della
ricchezza.» Sussurra, toccandomi i capelli. Era ricoperta di
oro e argento, le ciglia finte fatte d'oro.. sì, era molto
ricca.
Fa' per andarsene, ma si
ferma, e mi fissa: «Tu non devi più parlare con
Zayn.»
Odio quando mi danno ordini. L'ultima volta che l'hanno fatto, la loro
morte è stata il loro destino.
«Non permetterti di darmi ordini, mezzosangue.»
Dico, fulminandola con lo sguardo.
«Sennò, streghetta, cosa fai?» Ride di
gusto.
Sento i sintomi che mi hanno accompagnato a distruggere mia madre
impossessarsi di me.
«Tesoro, calmati..» Sussurra Annabeth, preoccupata.
«Allontanati.» Dico, fredda.
Muovo il braccio lateralmente e lei si trova appiccicata al legno della
barca.
«Come hai osato!?» Urla, venendo verso di me e
tenendomi la gola con la mano.
Sento il fiato mancare, e vedo i ragazzi osservare tutto.
Assottiglio gli occhi, le sfioro la mano con l'indice, e le do la
scossa.
Cade in terra, ancora in preda ai fremiti dell'elettricità.
«Ops.» Sussurro, per poi salire allo scoperto.
Tutti mi fissano estasiati. Sbuffo e mi allontano da tutto e da tutti,
disperata.
Quanto vorrei essere una comune mortale o una semplice mezzosangue...
«Be', che ne dici di continuare le nostre lezioni sulla
seduzione?» Chiede Anna, sorridendo.
«Mi vedete come un mostro, vero?» Chiedo, con la
voce che trema.
«No.. ma, guardaci, siamo tutti così
“mostri”. Guarda che si diverte Louis, - lo guardo,
e sta creando tzunami e onde altissime: - o Harry..» Stava
creando un temporale su tutta l'isola dove vivevo prima.
Sorrido divertita.
«Bene, continuiamo le lezioni!» Dico, sorridendo.
«Vai, da
Niall. Lui non ci casca mai.. vediamo se ci riesci.» Sussurra
spingendomi.
Aveva una spada in mano, avvertivo la potenza solo guardandola.
«Hey, Niall..» Dico, sensualmente, avvicinandomi
pericolosamente a lui.
Sembra incantato da me, incatenato nei miei occhi.
«D-dimmi Mia..» Balbetta. Bel nome Mia, eh? Bella merdina..
Mi avvicino alle sue labbra, e, quando meno se lo aspetta, gli prendo
la spada e gliela punto al collo.
Tutti applaudiscono, e io sorrido.
«Hai visto, Zayn? Sta imparando bene..» Sento
Annabeth e Zayn parlare.
«Sì..» Risponde, triste.
«Cosa c'è che non va?» Chiede.
«Jessica.. penso le farà passare le pene
dell'inferno..» Lascio perdere i loro discorsi e festeggio
con gli altri.
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Capitolo 3 *** Two. ***
Grazie a EhjNiall per il banner, è semplicemente stupendo!c:
The invisible daughter.
Two.
«Eccoci qua alla nostra
scuola: Magic High School!» Esclama Liam Felice, mettendomi
un braccio sulle spalle.
«Io odio la scuola..» Mormoro, triste.
«Tranquilla, è una scuola diversa. ti
divertirai!» Dice Payne, portandomi dentro.
«Buongiorno Jennifer, lei sarà una nuova
stundentessa.»
«Oh, ciao tesoro. Ti darò il numero della tua
stanza, l'armadietto, e gli orari delle lezioni.» Mi porge
tutto il contenuto, e sorrido.
Liam sussurra qualcosa ai ragazzi e mi accompagna nella mia stanza.
Sorrido, entusiasta. C'è uno specchio enorme nel muro, e un
angolo trucco. Apro un'anta e c'è la cabina armadio.
«L'altro letto è mio, Mia!» Urla
Annabeth, abbracciandomi.
I letti bianchi con le lenzuola di un verde.. putrido, le pareti piene
di muffa, e il pavimento senza alcune mattonelle.
Rabbrividisco, schifata. «Ma cos'è questo
schifo?!» Sbotto, schioccando le dita della mano sinistra, e
appogiando l'altra mano nel fianco destro. Le pareti diventato di un
azzurro cielo bellissimo, il pavimento bianco, le lenzuola rosa, e i
mobili complentamente ristrutturati.
«Io ti amo!» Anna mi abbraccia, saltellando dalla
felicità.
«Ragazzi, parliamo seriamente..» Interrompo a Liam.
«No. Fatemi fare una doccia, andate anche voi a lavarvi, poi
ne riparliamo. E' stato un viaggio molto lungo e faticoso. Voglio
rilassarmi per armeno cinque minuti..» Dico, chiudendomi in
bagno.
Esco dalla vasca, sorridendo
tranquilla, e indosso una canottiera e un leggins nero. Mi metto lo
smalto nelle unghie, pettino i miei capelli, mi faccio le sopracciglia,
mi lavo i denti, li sbianco, e sorrido allo specchio. Decido di
cambiare colore dellla mia canottiera, mettendoci tante paperelle
gialle, e i leggins li trasformo in un paio di pantaloncini corti,
anche questi dello stesso motivo della maglietta. Mi faccio una
crocchia scomposta ed esco dal bagno.
«Ci sei dalle cinque in bagno. Sono le otto.»
Sbotta Louis, guardandomi male.
«Mi dovevo sistemare un po', scusatemi ragazzi. Louis sta'
zitto.» Dico, acida, fulminando con lo sguardo quello stupido.
Sono tutti così simpatici, poi, vedi Louis, e cambi idea.
Dai, è anche brutto. Non lo sopporto.
Lui mi fa il verso, ma preferisco ignorarlo.
«Allora,- incomincia Liam: -dobbiamo farti passare per una
semplice mezzosangue, e stavamo scegliendo chi, fra noi ragazzi,
può proteggerti meglio. E.. nonostante il potere conferito
da suo padre, che nella lotta batte anche Niall.. è
Louis.»
Rimango pietrificata.
«Cosa?- Rido. Almeno cinque minuti buoni: -non penso proprio
di voler rimanere con questo.. energumeno.» Sbotto, ridendo
isterica.
«Ragazzi, hey basta. Nelle ore scolastiche, ma anche tutto il
tempo restante starà con te, Lou. E non voglio sentire
lamentele!» Urla Harry, fulminandoci con lo sguardo.
Ed a lui esce bene, credetemi.
Mi ammutolisco, e guardo Annabeth con una faccia da cucciolo.
«Ah, sarai figlia di Poseidone. Una comune mezzosangue.
Abbiamo detto che ti abbiamo trovato ieri, in mare, e non sai usare i
tuoi poteri, quindi ti seguirà Louis per questo.»
Spiega Zayn, accarezzandomi una guancia con il pollice.
«Dio, che incubo.» Mormoro, beandomi delle carezze
del pakistano. Sorride intenerito, prima di riacquisire la maschera da
ragazza menefreghista e acido.
Alzo gli occhi al cielo, e sbuffo.
«Ora dobbiamo dormire tutti, domani sarà una
giornata faticosa..» Liam mi da un bacio sulla fronte e da un
bacio sulla guancia ad Annabeth, che arrossisce.
Appena se ne vanno i ragazzi, io ed Annabeth incominciamo a fare una
lotta con i cuscini, urlando e scherzando.
Sentiamo la porta per aprirsi, sarà sicuramente un
professore.
Schiocco le dita, sisemando tutto il caos che avevamo creato, e ci
corichiamo subito.
«Mm, molto strano..» Borbotta la professoressa,
osservando la stanza.
Appena se ne va, controllo l'ora. Sono le quattro, e ci dobbiamo alzare
alle sette.
Decido di addormentarmi. «Buonanotte Anna..»
Qualcuno bussa insistentemente alla
porta.
Schiocco le dita, aprendo la porta a chiunque fosse stato.
Sento un'ondata d'acqua finirmi addosso, provocando il mio nervoso.
«Louis William Tomlinson, io ti ammazzo!»
«Mia, sono le sette e cinquata. Le lezioni incominciano tra
dieci minuti.»
«Cosa!?» Sbotto, alzandomi, ed inciampando nelle
coperte.
«Io ho provato a svegliarti..» Spiega Annabeth,
alzando le spalle.
Vado a chiudere la porta, e schiocco entrambe le dita.
«Sono pronta, calmiamoci..» Sussurro, massaggiadomi
le tempie.
«Devi smettere di usare i tuoi poteri, almeno sin quando li
sai usare solo schioccado le dita..» Dice Louis, appoggiato
al muro.
«Posso anche usarli in un altro modo?» Domando,
curiosa.
«Con lo sguardo, così guarda.» Mi mostra
il rubinetto aprirsi da solo, e anche richiudersi.
«Ma con le dita posso usare l'acqua!» Dico,
sorridendo felice.
Muovo un dito antiorario, ma non succede niente.
«Hai dieci minuti per provare, su.» Borbotta Louis,
sedendosi sul letto.
Dopo ben nove minuti, non sono riuscita a smuovere quel rubinetto.
Urlo, sbattendomi le mani nei lati delle coscie, e chiudo gli occhi.
Li riapro un secondo dopo, e noto il lavandino scoppiato, l'acqua che
fuoriesce a fiumi, e una Annabeth sorridente che batte le
mani.
«Anche se hai fatto un casino, ci sei riuscita.»
Constata Louis, alzando gli occhi al cielo e sistemando il casino che
ho fatto.
«Sta' zitto, Testa D'Alghe.» Borbotto, dandogli una
spallata e uscendo dalla stanza con Annabeth al mio fianco.
«Zayn!» Urlo, andandogli incontro, e abbracciandolo.
Rimane un po' freddo per quest'azione, ma poi contraccambia l'abbraccio
debolmente.
«Dobbiamo andare in classe, muoviamoci.» Sbotta
Louis, tirandomi per il polso.
«Louis, cosa stai facendo!?» Chiedo, alterata.
«Eravamo in ritardo.» Spiega, sedendosi all'ultimo
banco affianco alla finestra, e tirandomi con lui.
«Buongiorno ragazzi, sono la vostra professoressa di
mitologia. Ho letto che abbiamo una nuova studente.. Mia. Tuo padre o
tua madre, chi è?» Domanda frettolosa.
Mi alzo in piedi. «Poseidone.» Dico, abbassando lo
sguardo.
«Mostrami qualcosa.» Chiede la professoressa,
schioccando le dita ed immobilizzando gli altri studenti.
«C-cos'ha fatto?» Balbetto, impaurita.
«Ho solo bloccato i loro poteri, sta' tranquilla e
muoviti.» Provo a far accadere qualcosa, ma non riesco a fare
niente.
«Stupida. Inutile. Sporca mezzosangue. Uno sbaglio non degna
dei suoi poteri!» Esclama, sedendosi.
Come si permette questa.. balena brufolosa ad insultarmi
così!? Mi arrabbio talmente tanto, che un tubo dell'acqua
sopra di noi scoppia e, naturalmente, tutto lo spruzzo finisce addosso
alla prof.
Gli studenti si sbloccano ed incominciano a ridere, indicando la donna
e facendo foto.
Sorrido compiaciuta, e mi accomodo sulla sedia.
Hola!
Scusate il ritardo, ma
non sapevo come far andare
avanti la storia. Ma,
ora, andrà avanti liscia come l'olio.
Guardate il banner. E'
fantastico. (Grazie EhjNiall, love you).
Ora, la storia
sarà scritta meglio e i legami con i ragazzi saranno
più approfonditi, mmh.
Vi lascio con queste
immagini / gift.
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