The daughter invisible.
Introduction.
10.10 mattina.
«Madre, sono
arrivati altri uomini..» Dico, osservandoli dalle finestre.
«Sì, tesoro. Tu rimani qua, come
sempre.» Mia madre mi da un bacio sulla fronte, e scende
giù.
Ogni giorno arrivano nuovi uomini, i quali puntualmente spariscono nel
nulla.
Decido di pettinarmi, con la spazzola creata da Afrodite: “Afrospazzoladite”,
fa allungare i capelli e li lascia lucenti.
15.15 pomeriggio
Urla, vetri che si
rompono, oggetti che volano.. tutto questo dalle dieci e un quarto di
questa mattina. Mi alzo, scocciata, e decido di andare al piano di
sotto.
Io, mia madre, e tutte le sue servitrici, viviamo in un'isola, non so
precisamente dove.
Circe – mia madre – mi ha sempre nascosto al mondo
intero, dicendo che la mia stregoneria è troppo forte e
potrebbero uccidermi gli Dei dell'Olimpo.
Mia madre imprigionata
con le sue serve fidate affianco. Mi nascondo dietro la porta, e
ascolto cosa dicono.
«Dove sono i miei amici, strega?»
Chiede un ragazzo dalla pelle ambrata, e dal fisico muscoloso.
«I tuoi amici
porci, sono tutti nella stalla. - Ride: - Potrebbe liberarli mia
figlia, ma non è così stupida... almeno
credo.» Le sue serve ridono, di me.
Vado nella stalla, e vedo tanti maiali.
Ce n'erano quattro con una macchia nera nell'orecchia. Li fisso,
curiosa.
Schiocco le dita e si trasformano in umani... o meglio, in mezzosangue.
Un riccio mi salta addosso e mi blocca la gola con il braccio,
togliendomi quasi il respiro.
Mi portano nella stanza dove c'era mia madre. Mi guarda stupita.
«Ci lasci andare da quest'isola e non uccideremo sua
figlia!» Urla un ragazzo moro, con gli occhi azzurri.
«Ah, uccidetela, finalmente me ne libero.» Dice,
semplicemente.
Sento il cuore andare a fuoco, i capelli come se bruciassero, e il
corpo.. leggero.
Stringo il braccio del riccio, e gli do la scossa, facendolo cadere in
terra.
Gli amici vengono verso di me, ma il ragazzo dalla pelle ambrata li
ferma.
Lo guardo, e mormoro un: «Grazie, mezzosangue.»
Sbatto velocemente le palpebre, e mi sento gli occhi bruciare.
«Madre, se non mi volete qua, basta dirlo... gli altri
uomini, saranno felici di sapere che io non sono più dalla
vostra parte.» Sorrido, malvagia. Mi guardo allo specchio, e
noto che i miei capelli lunghi biondi sono diventati a caschetto neri,
i miei occhi da azzurri sono diventati rossi.
Guardo un'ultima volta mia madre, e schiocco le dita.
Sussurro un: «Seguitemi, muovetevi.»
Andiamo nelle prigioni, dove ci sono molte mezzosangue intrappolate.
«Prima di portarci in qualche posto, ascoltami: mancano delle
ragazze, figlie degli Dei..» Lo interrompo.
«Sta' zitto, per favore, se vi sto portando qua invece di
portarvi direttamente al porto, ci sarà un
motivo.» Dico, acida.
Pensare che per il resto della mia vita dovrò sopportare mia
madre contro di me perché ho aiutato i figli degli Dei, mi
fa venire i capelli bianchi. Schiocco le dita e libero tutte le ragazze.
«Seguitemi.» Mormoro, decisa. Tocco il muro, e mi
concentro a farlo scoppiare.
«Non ti funziona più i poteri,
streghetta?» Ironizza il moro a occhi azzurri.
«Non ho mai usato i miei poteri, prendevo delle pastiglie
sino a un mese fa per bloccarli...» Dico, mordendomi il
labbro sino a farlo sanguinare.
«Per gli Dei dell'Olimpo!» Urlo, e do un calcio al
muro, il quale si sgretola in mille pezzi.
I maschi escono prima di me e un moro con gli occhi color cioccolato mi
aiuta a camminare sui frantumi di muro.
«Grazie.» Dico poi, camminando da sola.
Mi fermo all'improvviso, e noto che ho il tacco rotto. Impreco in greco
antico e mi tolgo le scarpe con i ragazzi che mi guardano a bocca
aperta. Alzo gli occhi al cielo e continuo a camminare.
«Ecco qua,
questa è la nave più robusta che abbiamo... buona
fortuna, mezzosangue.» Sorrido debolmente, buttando i miei
tacchi in mare.
«Vieni anche tu.» Dice il ragazzo con la pelle
ambrata.
«Passereste le pene dell'inferno, mia madre vi cercherebbe
per vendetta, sino alla vostra morte.» Dico, leccandomi il
labbro morsicato precedentemente.
«Allora vieni. Ci farà piacere combattere ad armi
pari con quella donna.» Dice una ragazza veramente bellissima.
«Figlia, vieni qua!» Urla Circe, da lontano.
«Scegli, scappi o rimani?» Sbotta, il moro dagli
occhi azzurri.