Beautiful mess

di ivi87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non si deve chiamare la sfortuna ***
Capitolo 2: *** Gli uomini sono sempre strani quando si tratta di ex fidanzati ***
Capitolo 3: *** Acqua americana ***
Capitolo 4: *** 4 - Chef Castle ***
Capitolo 5: *** 5 - Siamo tutti ex di qualcuno ***
Capitolo 6: *** 6 - Siamo un bellissimo disastro ***



Capitolo 1
*** Non si deve chiamare la sfortuna ***




Beautiful mess

 

 

# 1 – Non si deve chiamare la sfortuna

 

È strano come il nostro istinto riesca a percepire certe sensazioni anche quando il corpo sta dormendo.

Questo è il primo pensiero che transita tra le nebbie del sonno mentre Castle si sente fissare intensamente.

“Se sono io a fissarti mentre dormi, ti arrabbi” borbotta aprendo un occhio.

Kate gli sorride, seduta a gambe incrociate sul letto “Vero”.

Quando apre anche l’altro occhio, Castle si accorge che è già vestita e perfettamente pettinata.

“Avevamo qualcosa in programma?” le domanda cercando di ricordare se avessero deciso di fare qualcosa di particolare per quella domenica.

Beckett scuote la testa “No, ma non avevo più sonno e finché il mio telefono non squilla possiamo organizzare qualcosa”.

“Ora che l’hai detto, il distretto ti cercherà di sicuro! Come te lo devo dire che non si deve chiamare la sfortuna?” si lamenta Castle, portandosi entrambe le mani alla fronte fingendosi disperato.

“Finiscila, lo sai che non credo in queste cose. La sfortuna non esiste”.

“Ecco, ora ci colpirà un asteroide”.

La donna rotea gli occhi “Va bene, nei pochi attimi di vita che ci rimangono ti dispiacerebbe alzarti e vestirti?” Castle sbuffa mentre Kate esce dalla loro camera.

Raggiunge veloce i fornelli e mette a scaldare la piastra.

Sfortuna? Ma quando mai!

Mancano pochi mesi al matrimonio, il trasloco da Castle è ormai ultimato, e per colazione quella mattina... waffles!

Il suono del campanello interrompe i suoi pensieri.

Per fortuna è la porta di casa. Se fosse squillato il telefono chi l’avrebbe più fermato Castle, con i suoi te l’avevo detto, hai chiamato la sfortuna...

Veloce raggiunge l’ingresso e quando apre la porta, per un istante le sembra di vedere un fantasma.

“Kay mon cœur sei diventata splendidà” esclama l’uomo alla porta schioccandole immediatamente  due sonori baci sulle guance.

Kate strabuzza gli occhi più volte prima di manifestare un enorme sorriso sul volto “Mathieu!” ora è lei che lo abbraccia forte “Non ci posso credere!”.

“Credisci mademoiselle Beckètt” risponde lui ricambiando il sorriso.

Kate si porta automaticamente le mani alla bocca “Oddio il tuo accento francese..sarà passato un secolo dall’ultima volta che l’ho sentito!” esclama piacevolmente sorpresa.

Mathieu ride “Dai, ti prendo in giro, parlo un inglese perfetto ora!” confessa dandole un leggero colpetto al gomito “E comunque sono passati ben diciotto anni, Kay”.

“Sembrano molti di più però. Vieni accomodati!” si scosta di lato per lasciarlo passare e gli fa strada al’interno.

“Niente male Kay, sei milionaria adesso?” le chiede ridendo, osservando il loft.

“Lo sarà tra un paio di mesi” la voce di Castle li sorprende, entrando in soggiorno.

Kate fa un passo avanti mettendosi tra i due uomini “Matt ti presento il mio fidanzato, Richard Castle e... Rick, lui è Mathieu Polìs un mio compagno di scuola del liceo”.

Lo scrittore si prende qualche attimo per studiarlo.

Non molto alto, magrolino, viso asciutto, pelle molto pallida, quasi diafana.

Un sorrisino spunta sul volto di Castle mentre nella sua testa lo decreta come ‘innocuo’.

Allunga la mano e cordialmente lo saluta “Piacere di conoscerti, soprattutto se hai dei succulenti aneddoti su Kate da raccontarmi” come aveva fatto con Royce, Castle è sempre curioso di saperne di più sulla giovane donna che sta per sposare.

“Non molti in verità, ho frequentato solo un anno nella sua classe grazie ad un gemellaggio interculturale con il mio liceo a Parigi, ma comunque sì...qualche storiella potrei raccontartela” spiega Mathieu, ricambiando la stretta di mano.

La detective arrossisce immediatamente, ma li lascia fare, contenta che si stiano simpatici.

“Fai colazione con noi?” suggerisce Kate “Stavo per fare i Waffles”.

“Che Dio benedica l’America” risponde solamente, in senso affermativo.

“Niente Waffles in Francia?” domanda lo scrittore.

Matt assume una finta aria snob “Oh mon dieu no, siamo troppo perfettini” esclama facendoli ridere entrambi.

Castle lo conduce al bancone e Mathieu si accomoda su uno degli sgabelli mentre lo scrittore dispone piatti e bicchieri sul lungo ripiano rettangolare e Kate comincia a preparare la pastella.

“Come hai fatto ad arrivare qui?” domanda Kate mentre mescola.

“Sai, anni fa hanno inventato l’aeroplano. La gente lo usa per spostarsi da un posto all’altro” scherza.

Castle si lascia sfuggire una risata genuina “Sei simpatico! Come puoi essere amico suo?”.

Stavolta tocca a Matt ridere.

“Ah. Ah. Ah. Esilarante!” commenta, ironica, Kate “Felice di vedere che già andate d’accordo”.

“La verità è che sono a New York da un paio di giorni e mentre mi dedicavo alla piacevole lettura del Ledger, indovinate chi annuncia il suo fidanzamento a pagina 6?”

Kate si mordicchia il labbro guardando Castle.

È stato un passo davvero importante per loro, tanto da incorniciare il piccolo articolo e tenerlo sul cassettone in camera da letto.

“Il resto è stato semplice, ho cercato il 12° distretto e lì il tuo capitano mi ha dato il vostro indirizzo. Anzi, mi sapete spiegare perché stesse ridendo soddisfatta?” domanda infine con perplessità.

Ora è Kate a ridacchiare soddisfatta, lasciando a Castle l’onere di spiegare.

“Diciamo che il Capitano Gates non è proprio una mia fan...” espone “...Credo si sia appena vendicata per quella volta che le ho rotto la bambola orrida...” sussurra poi tra sé.

Beckett serve un waffle ad ognuno “Sono contenta che l’abbia fatto!” versa anche il caffè “È la prima volta che torni a New York?” domanda poi, sedendosi.

“Sono stato negli States un paio di volte per lavoro, ma sì, qui a New York è la prima volta”.

Castle addenta un boccone ascoltando con interesse “Quindi non vi vedete dal liceo?”.

Kate annuisce “Dal 1996 per l’esattezza ma per anni ci siamo scritti via e-mail”.

“Sono rimasto in contatto con quasi tutti fino a quando non ho iniziato a lavorare. Poi ci siamo un po’ persi... Tu ad esempio in accademia facevi orari assurdi! A volte mi rispondevi una settimana dopo” racconta Mathieu. 

“E non sai quanto mi dispiaceva!” aggiunge subito Kate.

“Non preoccuparti, è normale. È la vita, si va avanti sempre e comunque, giusto?”.

“Ben detto!” sorride Kate “Che ne dici se ti portiamo un po’ a visitare la città? Sono cambiate parecchie cose in diciotto anni”.

Dopo un paio di bocconi carichi di sciroppo d’acero, “Dove alloggi?” domanda curiosa, Kate.

Mathieu si pulisce un momento le labbra con il tovagliolo “Al Melville Inn ma mi stanno lentamente prosciugando, me ne devo cercare un altro più economico”.

“Puoi stare qui!” esclama Kate prima di rendersi bene conto di quello che ha detto “Può restare qui, vero?” domanda poi, un pochino titubante, a Castle.

Rick sorride “Certo che può stare qui, è anche casa tua adesso”.

Kate scocca un bacio sulla sua guancia in ringraziamento poi si rivolge a Matt “Finita la passeggiata turistica ci fermiamo a prendere le tue cose”.

“Siete sicuri? Non voglio disturbare”.

Castle gli posa una mano sulla spalla “Ormai è deciso e poi...” si volta e strizza l’occhio a Kate “Non può essere peggio di Pi!”

Lo squillo del cellulare di Beckett le impedisce di rimproverare il fidanzato anche se sotto sotto è d’accordo con lui.

Recupera il telefonino e si apparta per rispondere.

Rick scuote la testa solennemente “La sfortuna sta per colpire entro 3... 2... 1...”.

Kate torna di corsa in soggiorno “Ragazzi, mi dispiace tantissimo ma devo scappare al distretto!” afferra una giacchetta leggera e la borsetta dall’armadio all’ingresso e torna verso i due uomini.

“Come volevasi dimostrare...” la apostrofa Castle.

Lei si limita a guardarlo male e a lasciargli un leggero bacio sulle labbra “Lo porti tu a spasso?” chiede infine.

“Ci penso io!”.

Kate abbraccia Matt ma continua a parlare con Castle “E vedete di non farvi arrestare!”.

“Perché dovrebbero arrestarci?” domanda il francese, preoccupato.

Castle e Beckett sospirano, senza dargli una risposta.

 

 

 

Ivi’s corner:

e si parte in questa piccola avventura, spero abbiate voglia di divertirvi con me :-*

Se cercate una storia seria, profonda e strappalacrime... siete nel posto sbagliato!! ;-p

 
Rachi, Ari, Ludo, Fede come sempre GRAZIE!! Sante donne xD

 

Al prossimo capitolo!! :-*

 

Ivi87

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Capitolo 2
*** Gli uomini sono sempre strani quando si tratta di ex fidanzati ***




# 2 - Gli uomini sono sempre strani quando si tratta di ex fidanzati

 

 

La porte dell’obitorio si spalancano al passaggio della dottoressa Lanie Parish.

Con passo deciso posa il suo secondo caffè della mattinata e degli appunti sul suo ripiano di lavoro.

Un’ombra dai capelli lunghi e mossi attrae la sua attenzione “Cristo Kate, perché ti ostini a farmi questo scherzetto!”.

La detective si stringe nelle spalle “Scusa”.

“Ti dovrò regalare un campanellino da legare al collo...” borbotta posando le mani sui fianchi “Sentiamo, cosa c’è questa volta?”.

“N-niente” cerca di convincerla Kate.

Lanie alza un sopracciglio “Di solito vieni da me per i miei saggi consigli. Un momento, non cambi lavoro di nuovo, vero?” domanda allarmata.

“No, tranquilla” la rassicura subito, Kate.

“Problemi con Alexis?” chiede nuovamente Lanie.

Beckett sbuffa “No, Lanie! andiamo, non posso più andare a trovare un’amica? E inoltre abbiamo un nuovo caso, no?”.

La dottoressa studia la donna davanti a se.

È vero, hanno un caso in corso e sono amiche, quindi la sua presenza lì è del tutto giustificata.

Eppure...

“Avanti sputa il rospo!”.

 

 

***

 

 

Non sta solo percorrendo le strade di New York, riconoscendo qua e là ciò che nel tempo non era mutato, Matt sta facendo un vero e proprio viaggio nel tempo sotto il fuoco incrociato di domande a cui il fidanzato di Kay lo sta sottoponendo.

“E poi cos’è successo?” chiede Castle, quasi scodinzolante, dopo aver sentito il racconto della tragica festa a casa di Jess Carter.

“Metà degli invitati finì all’ospedale per intossicazione” risponde il francese.

Castle quasi esulta “Fantastico!”.

“Mentre veniva caricato sull’ambulanza un ragazzo... poveretto, era in preda a degli atroci dolori di stomaco... mi guarda e mi dice che mi ama da morire” prosegue la storia, Matt.

Rick spalanca gli occhi “Che cosa?!?”.

“Te lo giuro”  si porta una mano al volto, imbarazzato “Mi chiamava Tracy e mi giurava amore eterno in continuazione!” .

“Che festa epica!” sentenzia Castle, immaginandosi la scena.

“Non per i genitori di Jess Carter che si trovarono il vialetto pieno di ambulanze” ride ricordando “Inutile dire che per il resto dell’anno il mio soprannome fu ‘Tracy’ e a nulla valsero le scuse del ragazzo, una volta ripresosi”.

Castle si unisce alla risata “Deve essere stato un inferno”.

“Oh, ma indovina chi è stata la prima a cominciare a chiamarmi così?”.

A quelle parole, il sorriso dello scrittore si spalanca ancora di più, fiero della sua fidanzata.

 

 

***

 

 

“Aww che cosa carina rivedere i vecchi compagni di scuola” esclama Lanie con fare quasi materno.

“Si..beh.. non proprio tutti però...” sussurra Kate, non amando particolarmente le rimpatriate.

“Ma Mathieu, sì” la punzecchia la dottoressa.

Il sorriso di Kate si allarga “Mi sono divertita tanto in quel periodo”.

Lanie le afferra saldamente le spalle “Ma meno male, tesoro!” le urla praticamente in faccia “Vorrei ben vedere che tu non ti sia divertita a sedici anni!” .

“Non è solo quello...” Kate si interrompe cercando le parole giuste “È stato allora che iniziai a capire che le cose finiscono e basta. Inutile disperarsi perché sai che sta per finire, no? Goditi quello che hai fino all’ultimo, senza sprecare tempo... Sai da adolescente sei terrorizzato dal futuro e il tuo mondo è solo il liceo...”.

Lanie annuisce “Oh, me la ricordo bene quella sensazione”.

“Sapevo che Matt sarebbe restato poco, sapevo che se ne sarebbe andato, ma siamo diventati amici quasi subito e il sapere con certezza che l’avrei perso mi ha fatto vivere appieno il tempo che ci restava capisci? Da quel momento in poi ho deciso di provare a vivere tutto in quel modo”.

“E poi?” domanda Lanie, presa dalla storia.

Kate sospira “Anni dopo è morta mia madre. E quello no. Non lo potevo accettare. Ha completamente stravolto il mio modo di vedere le cose. Il resto lo sai...”  Lanie le sorride dolcemente “Ecco perché ho davvero un bel ricordo di quel periodo”.

A Lanie però sfugge qualcosa “Mi sembra tutto stupendo, allora perché ti ho trovata nel mio laboratorio con quel musetto tirato?”.

“Continuo ad avere un brutto presentimento”.

“E...” la dottoressa prosegue con aria furbetta.

Beckett arrossisce “E niente”.

“Con quegli occhietti lucidi? Non me la bevo!” aggiunge mentre Kate si morde il labbro, in imbarazzo.

 

 

***

 

 

Racconto dopo racconto, Matt non può tralasciare il primo incontro con Johanna “Le incontrai per caso alla pista di pattinaggio. Kate mi vide e si sbilanciò per salutarmi” ride mentre ricorda  “Mi meraviglio che il ghiaccio non si sia rotto sotto quel tonfo”.

Castle forza un sorriso tirato. Una lieve fitta di gelosia lo invade.

Mathieu aveva conosciuto Johanna.

Fino ad ora, escluso Jim, non aveva mai parlato con qualcuno che aveva avuto l’onore di assistere alla mito delle due donne Beckett assieme.

Ogni aneddoto che sentiva gli faceva rimpiangere di non averla conosciuta al liceo.

Sarebbero stati fantastici insieme.

“Kay aveva i lacrimoni agli occhi ma non versò nemmeno una lacrima! Si rialzò e ci presentò come se niente fosse”.

Castle non faticava ad immaginarsela “Ti credo, amico” risponde con un sorriso più sincero, ora.

“Ma ora dimmi di voi” cambia argomento il francese “Come è andata veramente? Non credo che la stampa sia informata di tutti i fatti”.

Castle gli racconta a grandi linee del loro primo incontro, della decisione di seguirla come sua musa personale e dei casi che hanno seguito assieme.

Ovviamente senza entrare nei dettagli riservati delle indagini.

Nonostante ci avesse scherzato su, poco prima, ci teneva a non essere arrestato. Di nuovo.

La lezione imparata a Washington era ancora ben impressa nella sua mente.

Matt resta affascinato da tutto quello che racconta Castle: omicidi, difficoltà, insidie, rapimenti, muri, mezze verità, offerte di lavoro...

“Ne avete passate così tante” constata Mathieu “Si vede che siete molto legati”.

“Già, ormai non abbiamo più segreti” soprattutto dopo la storia dell’offerta di lavoro a Washington. Quella litigata, anche se li ha condotti al fidanzamento, li aveva davvero spaventati. Per un istante credettero di aver perso tutto quello che avevano costruito fino a quel momento.

“Nessun segreto?” La domanda di Matt interrompe i pensieri di Rick “Nessuno, nessuno”.

Castle inclina la testa “Non vederla come se non ci fossero più sorprese o novità nella nostra vita. Ti posso assicurare che non temiamo la noia!”.

Noia? Loro due?

Giusto la settimana prima avevano assistito al parto della piccola Sarah Grace nel retro di un’ambulanza mentre pregavano per Ryan ed Esposito!

Ma quale noia!

“Oh no, ti credo! È solo che... quale coppia non ha almeno un segreto...”  insiste Matt.

 

 

***

 

 

“Lanie.. davvero, io...”.

“E su che l’ho capito! Siete stati assieme tu e Mathieu anni fa, vero?” le dice Lanie, ammiccando.

Kate guarda in basso “Lanie...”.

 

 

***

 

 

L’insistenza di Mathieu comincia ad innervosirlo “Nessuno, nessuno. Non più. Sappiamo bene cosa comportano i segreti” Castle risponde con sicurezza.

Crede di capire dove vuole arrivare il francese.

Non ci vuole un genio.

Ha visto come lui guardava Kate e quanto lei fosse veramente felice di rivederlo.

Non c’era bisogno che Kate glielo dicesse apertamente. Non ne avevano avuto nemmeno il tempo, in realtà.

Lui l’aveva semplicemente capito. I dettagli sono il suo pane quotidiano.

Avevano avuto una storia.

Ma non era un gran problema.

Erano solo ragazzini a quel tempo, impossibile esserne gelosi.

E tutto sommato gli stava simpatico.

“Ok, bene... quindi lo sai...?” azzarda Matt.

Castle annuisce.

“E non tenterai di uccidermi nel sonno?” prova ancora.

Ora lo scrittore ride “Per una storiella da ragazzini? Tranquillo, non sprecherò munizioni per una cosa così banale” continuava ridere Castle. Credeva davvero che si sarebbe arrabbiato per così poco? “Vi sarete al massimo tenuti per mano o scambiati un bacetto”.

Mathieu si schiarisce vigorosamente la voce “Ehm...Veramente...”.

 

 

***

 

 

“Non avrei dovuto lasciarli da  soli... Castle lo capirà” Kate cammina avanti e indietro in evidente stato di preoccupazione.

“Tesoro non esagerare”.

Beckett scuote la testa “Gli uomini sono sempre strani quando si tratta di ex fidanzati. Sempre. Non sai mai come potrebbero reagire!”.

“Kate, calmati” ma la dottoressa viene ignorata.

“Loro dicono che va tutto bene, che il passato è passato...che non sono gelosi...ma non è vero! È una bugia colossale!!”.

Lanie la prende per le spalle “Ok, possiamo calmarci un secondo? Che diamine, te la stai prendendo un po’ troppo! È solo un fidanzatino del lice...o...” la dottoressa sembra aver realizzato qualcosa di molto importante “Un momento... non è stato con un francese che tu hai perso...” Lanie si blocca capendo interamente la realtà dei fatti.

La porta dell’obitorio si chiude con un boato “Perso cosa?”.

“Oh porca miseria!” sbotta Lanie per lo spavento “Javier Esposito, ti sembra questo il modo di entrare nel mio laboratorio?!!”.

“S-scusa... Beckett ci stava mettendo un secolo...” cerca di giustificarsi “Che hai perso, insomma?”.

Kate si passa stancamente una mano sul volto “La ragione, Javi. Ok? Torniamo al caso, va bene?”.

 

 

***

 

 

“T-tu... lei...” Castle sta boccheggiando “V-voi...”.

“Hai detto che lo sapevi!” si lamenta Matt, sentendosi subito in colpa.

“Cristo santo” mormora tra sé, Castle. “Va tutto bene, non è successo nulla... n-non ci pensiamo più, ok?”.

E nel dirlo una decina di immagini di loro due, giovani e intimoriti da quel grande passo che stavano per fare, lo assale prepotentemente.

Dannata vivida immaginazione da scrittore.

Avere a che fare con uno degli ex di Kate è una cosa. Essere faccia a faccia con il primo...  beh, tutta un’altra storia!

“Mi sento uno schifo, amico” si scusa Matt “Ma avevi appena detto che non avete segreti e... io...”.

Castle solleva una mano per zittirlo, cercando di sorridere e di mostrare noncuranza.

“Come se non fosse mai successo” disse solo, prima di riprendere la loro passeggiata, in silenzio questa volta.

Doveva pensare. Metabolizzare.

Appunto mentale #1: forse qualche segreto sarebbe salutare conservarlo.

Appunto mentale #2: ESCLUDERE la Francia dal viaggio di nozze.

Appunto mentale #3: non ucciderlo, non ucciderlo, non ucciderlo, non ucciderlo...

 

 

 

Ivi’s Corner:

 
Toh, guarda... quante cose spuntano dal passato di Kate...

Certe cose è sempre meglio non saperle.. non così ameno ahahahahahah

 
Esposito entra sempre al momento sbagliato e poi viene sgridato!! Ahahaha lol!!

Sì, sì... Kate ha proprio perso... la ragione! Pensaci bene la prossima volta prima di invitare qualcuno a casa!! ^___^

 
A presto!! :-**

 

 Ivi87  

 

 

 

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Capitolo 3
*** Acqua americana ***







# 3 – Acqua americana

 

Dopo la chiacchierata con Lanie e due ore di indagini pressoché inutili alla risoluzione del caso, Beckett si convince che sì, forse la sua amica ha ragione, si stava preoccupando troppo.

C’erano di gran lunga problemi peggiori al mondo, no?

E comunque restava ancora la possibilità che Castle non lo scoprisse mai.

Può sempre dirglielo con calma, più avanti, quando Mathieu se ne sarà andato.

Oppure non dirglielo affatto. In fondo lei non sa chi sia stata la prima ragazza di Castle e nemmeno le interessa saperlo.

Cercando di auto convincersi che andrà tutto bene, si avvia verso l’entrata del locale dove  Rick le ha scritto che la stavano aspettando per pranzo.

Matt la nota e le fa un cenno per farsi vedere.

Quando Kate lo raggiunge lo trova al tavolo da solo “Dov’è Castle?” domanda allarmata.

Lui le scosta la sedia per farla accomodare “Al telefono con sua figlia” e lo indica qualche tavolo più in là, mentre con la mano sinistra si tappa l’orecchio per isolarsi dal chiacchiericcio del ristorante.

“Oh, meno male” sospira sollevata “È tutta la mattina che ho un brutto presentimento”.

Matt tossicchia “E fai bene...”.

Kate spalanca gli occhi “Come, prego?”.

“Lui... lo sa...” inizia, incerto, Mathieu.

Beckett stringe involontariamente la tovaglia tra le mani “Che cosa sa?”.

“Quello...” dice lui, solamente.

“Quello?!!” esclama alzando la voce.

“Shhh, sì, quello!” Matt le fa segno con le mani di non urlare.

“C-come diavolo... no lascia stare non me lo dire...” Kate si accascia sul bracciolo della sedia e si sorregge la testa con la mano.

“Mi dispiace, sembrava lo sapesse già...invece no...” la mano di Kate lo ferma.

“Ormai è fatta. Piuttosto, come l’ha presa?”.

Mathieu si stringe nelle spalle “Lui dice che non gli importa”.

Kate lo guarda con scetticismo “Ehi, non guardarmi così, parole sue, Kay!”.

Sta per ribattere quando vede lo scrittore tornare verso il tavolo.

“Eccomi, scusate” Richard si siede e si rivolge alla donna “Ciao, amore”.

Non sono soliti ad usare vezzeggiativi o nomignoli, specie in pubblico, perciò Kate capisce immediatamente che quella è una frecciatina. 

L’ha presa benissimo, sì, sì... pensa immediatamente.

“C-ciao, Castle” Kate deglutisce con forza, poi cerca di darsi un tono. Non ha intenzione di mostrarsi in imbarazzo o a disagio.

È solo seduta allo stesso tavolo con a destra il primo uomo con cui è andata a letto e a sinistra  l’ultimo.

Non ha fatto nulla di male.

“Che dite, mangiamo?” propone per levarsi dall’imbarazzo.

“Non vuoi sapere della nostra passeggiata turistica, tesoro?” le chiede invece Castle, con un sorrisetto strafottente in volto.

Kate assottiglia lo sguardo “Conosco questa città come le mie tasche” risponde, facendosi notare da un cameriere con un gesto del braccio “Ordiniamo?”.

Un giovane ragazzo arriva in pochi secondi “Avete già deciso cosa volete?”.

“Ci può portare i menù, per favore?” domanda veloce Kate per impedire a Castle di fare qualche altra battutina.

“Ma certo, vi porto del pane intanto, magari? Quale tipo preferite?”.

“Baguette” risponde Kate, senza badarci molto.

Il cameriere sorride “Pane francese! Ottima scelta!”.

Un ghigno infastidito si forma sul volto di Castle “Si, Kate, ottima scelta!”.

Beckett sorride al cameriere, ignorando lo scrittore.

“Abbiamo dell’ottima acqua Perrier, se la gradite” prosegue il giovane, che non ha la minima idea di quanto la sua vita sia in pericolo in questo momento.

Castle posa una mano sul braccio del ragazzo, quello che sta reggendo un piccolo taccuino “La nostra cara vecchia acqua americana andrà benissimo, chiaro? Va bene anche dal rubinetto!” poi si volta verso Matt “Sei d’accordo, vero?”.

Mathieu decide saggiamente di non intromettersi in quello strano litigio “L’acqua americana è perfetta. La adoro”.

In imbarazzo, il cameriere sparisce velocemente dalla loro vista.

L’atmosfera che regna è molto io so-che tu sai-che io so.

“Scusate” Matt si alzò in piedi “Non ho molta fame sapete...credo che vi lascerò pranzare da soli...ci sentiamo più tardi”.

I due annuiscono senza distogliere gli occhi l’una dall’altro, mentre Mathieu se ne va.

“Allora...”  mormora lo scrittore.

“Allora...” mormora la detective.

Il cameriere posa i menù e a sguardo basso se ne va, prima di essere nuovamente messo in mezzo.

“L’abbiamo traumatizzato” sorride Kate, cercando di alleggerire la tensione.

Castle strabuzza gli occhi “Lui? Qui quello traumatizzato sono io!”.

“Oh, ti prego, non è che tu sia vergine, Castle!” sbottò lei.

“Si” ammise lui “Ma non ti ho portato in casa Melanie Thompson!”.

Beckett si sporse in avanti “Perché me l’hai detto!! Se mai mi capiterà nella vita di sentire quel nome mi ricorderò immediatamente che è stata la tua prima ragazza! Me l’hai praticamente impresso a fuoco nel cervello!”.

“Non è per niente piacevole, vero?” gongola lui.

“Posso ricordarti che l’anno scorso tu hai lasciato che Meredith stesse in casa con noi?”.

“Non è andata così, è stato tutto un grosso equivoco e ti ho chiesto scusa molte volte per quello!” si difende, Castle “Tu invece hai invitato il francesino a casa nostra tutta contenta e con il sorriso stampato in faccia”.

“Ero solo felice di vederlo! Senti... non penso alla mia prima volta ogni secondo della mia vita, ok? Col senno di poi non lo inviterei, Castle”.

“Perfetto, annulla l’invito!” propone immediatamente.

Beckett sospira “Castle, stai reagendo in maniera esagerata. Sono passati quasi vent’anni ormai”.

“Lo so, lo so...Ascolta, non sono impazzito, ok. È solo che non voglio avere il tuo primo amore sotto il naso a ricordarmi che purtroppo noi due non ci siamo conosciuti al liceo”.

“Sei geloso” sussurra dolcemente a metà tra l’affermazione e la domanda, sorridendogli.

Castle dapprima si finge offeso “Di quei 30 secondi scarsi?” poi getta la maschera “Sì, tantissimo, vorrei essere stato io i tuoi primi 30 secondi scarsi!” ammette con il broncio.

Kate finalmente si rilassa e gli accarezza la mano “Se ti può aiutare ieri sera sei stato i miei 45 secondi scarsi”.

“Davvero?” Castle si illumina come un albero di Natale.

“Possiamo mangiare, adesso? Devo sbrigarmi a tornare al distretto” domanda Kate, mentre ride.

Castle annuisce contento e solleva il menù, coprendosi il volto “Comunque ieri sera saranno stati almeno 2 minuti buoni...”.

 

 

 

 

 

Ivi’s corner:

 

ma ve lo immaginate il povero cameriere?? Ahahahhahaha

non sa a cosa va incontro servendo quel tavolo!!

 
Che ne dite? Volete dell’acqua Perrier? Una baguette?? Ahahahah

 
Ok, non ho cose intelligenti da dire in questo angolo, la storia prosegue....

 

 
Buon weekend a tutti!

 

Ivi87

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Capitolo 4
*** 4 - Chef Castle ***




# 4 – Chef Castle

 

 

Un sms di Kate lo distoglie dalla scrittura, chiede se Mathieu è rientrato.

Dopo il pranzo lei è ritornata al distretto mentre Castle è andato al loft.

La gelosia mista al suo carattere infantile non hanno prodotto un buon risultato, ne è consapevole, pertanto sperava di trovare Matt a casa e di scusarsi.

‘Non ancora’ digita sul display ‘quando rientra ti avviso’.

Invia l’sms sbuffando.

Sono ore che lo aspetta. Ha ripassato mentalmente il suo discorso di scuse almeno un centinaio di volte.

Ad un tratto “Idea luminosa!”. *

Cosa c’è di meglio di una cena per chiedere scusa?

“Ai fornelli, Chef Castle! Alla fine di questa cena Mathieu ti adorerà!” e lo deve ammettere, spera con tutto il cuore che il francese capisca da solo che deve levare le tende.

Dopo averlo invitato ed accolto calorosamente ora non può certo rimangiarsi l’invito.

Dovrebbe essere Kate a farlo, cosa di cui Castle dubita seriamente, anzi sospetta che le piaccia vederlo così geloso.

Quindi l’unica alternativa è che sia lui ad andarsene di sua spontanea volontà.

Dato che non può apertamente trattarlo male se vuole evitare di dormire sul divano a vita, l’unica è fare buon viso a cattivo gioco.

“Un momento. Anche se se ne va di sua spontanea volontà, Kate capirà che in ogni caso è colpa mia. Della mia gelosia” Castle sviscera ogni ragionamento ad alta voce “E non me la farebbe passare liscia. Sono incastrato!” sbuffa, depresso “E va bene, lo sopporterò. Sei figlio di un’attrice di Broadway per la miseria, recita, fingi che sia tutto ok!” esclama “E smettila di parlare da solo, ok? Ok!”.

 

 

***

 

 

Lanie si butta letteralmente sulla sedia di Castle accanto a quella di Beckett.

“Novità interessanti?”.

“Nessuno sviluppo sul caso, siamo ad un punto morto” risponde Kate.

La dottoressa corruccia la fronte “Il caso? Potevo telefonarti per quello! No, io voglio sapere del pranzo con Castle e il tuo ex”.

Kate rotea gli occhi. Come non ha potuto accorgersi di avere un Castle in gonnella come amica, per tutti questi anni?

“Lanie, ti prego, sto cercando di non pensarci”.

L’amica annuisce “Lo sa, eh?”.

“Già” conferma Beckett “Ma dopo un piccolo momento, diciamo... turbolento... ora abbiamo risolto”.

Lanie appare scettica “Mi stai dicendo che Castle l’ha presa bene?”.

Kate alza le spalle “È un po’ geloso, tutto qui...”.

Lo sguardo inquisitore della dottoressa Parish non la molla un secondo.

“Ok, è molto geloso. Contenta?! Non ne capisco neanche il motivo, sono cose successe decenni fa”.

“Tutti gli uomini vorrebbero essere il Cristoforo Colombo della situazione, tesoro. Ce l’hanno nel DNA” spiega in quanto esperta di campioni di sangue “Non puoi fargliene una colpa. Ti ama. Sarebbe preoccupante se non fosse affatto geloso!”

“Lo so... ammetto che un po’ mi fa piacere” bisbiglia mentre un sorriso furbetto le si fa largo in volto “È solo che...”.

“Che cosa?” insiste Lanie.

Kate tira un lungo sospiro “Ho sempre pensato che sarei stata io quella gelosa tra i due. Lui è famoso, affascinante. Può avere tutte le donne che vuole. Per non parlare di Meredith e Gina che per un motivo o per l’altro continuano a transitare nella sua orbita...” si morde un labbro, sentendosi quasi in colpa per quei pensieri “Non ho mai pensato di essere io a fare ingelosire lui”.

Lanie comincia a tossire vistosamente lasciando trapelare un “Eric Vaughn” tra un colpo di tosse e l’altro.

“Per favore, quello non conta!”.

“Se lo dici tu...”.

 

 

***

 

 

Quando la preparazione della cena è quasi ultimata, un lieve bussare distoglie lo scrittore dalla sua missione.

“Si può? Non rischio la vita?” la testa di Matt sbuca di poco da dietro la porta d’ingresso.

Al solo vederlo tutti i buoni propositi di Castle rischiano di andare a quel paese.

È più forte di lui, gli basta guardarlo per provare una fitta di gelosia.

Si costringe a contare mentalmente fino a dieci prima di rispondere “Tranquillo, entra”.

Forse non è tanto l’essere stato il primo ragazzo con cui Kate ha fatto sesso ad infastidirlo – beh, anche quello lo innervosisce parecchio a dire il vero – quanto l’essere stato il primo con cui lei si sia lasciata andare. Si è fidata di lui e Matt ha potuto conoscere una Kate felice e spensierata che probabilmente Castle non vedrà mai.

Lui invece ha dovuto lottare con le unghie e con i denti per riuscire ad entrare nella vita di Kate e anche se adesso si stanno per sposare sa che finchè Bracken sarà a piede libero per Kate non ci sarà mai pace. E forse nemmeno dopo la sua cattura.

Non sarà mai più la Kay che conosce Mathieu.

Un pizzico di sollievo lo pervade nel formulare questo pensiero. Ma dura poco, darebbe un braccio pur di restituirle sua madre e la serenità perduta.

È pur vero che il povero francesino non c’entra nulla in tutto questo.

“Tra una mezz’ora dovrebbe rientrare Kate. La cena è quasi pronta e per tua fortuna, mia madre è fuori città” fargli mangiare una cena cucinata da Martha sarebbe troppo perfido persino per Castle.

Matt osserva la tavola apparecchiata e tutto quel ben di Dio sui fornelli “Ehm... si, a proposito... ci ho pensato tutto il giorno e non credo che dovrei restare...”.

È strano come i sentimenti cambino i maniera talmente repentina. La gioia che prova per quell’affermazione viene immediatamente sostituita dal terrore “Kate mi ucciderà se te ne vai”.

Matt scuote la testa “Le dirò che ho trovato un alberghetto economico”.

“Capirà subito che te ne vai a causa mia!” Castle agita il mestolo sporco di sugo mentre parla “Mi dirà che non mi comporto da uomo ma da bambino geloso e avrebbe ragione”.

In fondo se lei può sopportare Meredith e Gina lui può reggere per un paio di giorni un ex di secoli fa, no?

“Per favore, ho reagito male, lo so, ma ora è tutto a posto, guarda che cenetta ti ho preparato!”

Matt non sembra essere molto convinto “Io... non so se sia una buona idea...”

“Un altro giorno soltanto. Se ancora ti sentirai a disagio allora potrai andartene e io mi assumerò le mie responsabilità”.

“Niente battutine, frecciatine o insinuazioni?” domanda, scettico.

“Affare fatto!” Castle gli porge la mano e i due suggellano il patto “Sali le scale, seconda porta a sinistra. È la tua camera”.

Mathieu sale per andare a prepararsi per la cena mentre Castle avvisa Kate del suo rientro al loft.

Mancano giusto gli ultimi ritocchi e chef Castle è pronto per impiattare.

Controlla la tavola e allontana di un altro po’ il posto di Matt.

Ci aveva ragionato per un’ora intera.

Mettere Matt vicino a Kate o di fronte?

Finsce per metterlo accanto a lei così lui le si sarebbe potuto sedere di fronte.

Contava sul loro ormai collaudato eye contact.

Va bene essere gentili e cercare di non essere gelosi, ma non esageriamo.

È pur sempre la sua fidanzata. Non li vuole vedere appiccicati a cena a sfiorarsi i gomiti.

Lo distanzia un altro paio di centimetri e...sì, così può andare.

Non appena Castle apre il frigorifero per prendere acqua e vino si trova a fissare una montagna di frutta e verdura.

I resti degli ingredienti per le ricette di Pi che ancora non sono riusciti a consumare.

In quel momento il lato malefico dello scrittore prende il sopravvento.

Sarò anche costretto a trattarti bene, francesino mio; ti dovrò pure sopportare senza mostrare la mia gelosia... ma nessuno mi vieta di darti uno degli schifosi intrugli di Pi.   

Taglia, trita, frulla, amalgama.

Il bibitone disgustoso è pronto in men che non si dica.

“Fare la conoscenza di Pi non è stato poi così inutile...” borbotta, ricomponendosi subito quando sente Mathieu scendere le scale.

Castle posa il bicchiere sul bancone, sperando di incuriosirlo.

Quando vede la poltiglia verde Matt storce il naso “Oh mon dieu, cos’è?”.

Castle sorride vistosamente “Frullato vitaminico, energetico. Assaggia pure”.

La titubanza iniziale di Matt fu sconfitta dall’orgoglio. Non vuole rifiutare a priori solo perché sembra imbevibile “Magari un sorso” .

 

 

***

 

 

Dopo aver impartito a Ryan ed Esposito le ultime indicazioni in merito allo svolgimento del caso, Kate sta mettendo il tappo sul pennarello della lavagna quando le squilla il cellulare.

“Beckett”.

“Hey, Kate, sono io” la voce di Castle la fa sorridere ogni volta.

“Lo so ho fatto tardi ma sto tornando a casa” spiega la donna, torturandosi un ricciolo di capelli .

Silenzio. Lunghi, lunghissimi secondi di silenzio.

“Castle?”.

Lei lo sente schiarirsi la voce “Ehm... Kate...”.

Beckett si passa una mano in volto. Il brutto presentimento di quella mattina, torna ad invaderla prepotentemente “Cosa hai combinato?” domanda quasi disperata.

“N-niente di grave...”.

Per esperienza, Kate sa che quando Castle balbetta è sempre qualcosa di grave.

“Quindici minuti e sono lì, Castle. Ce la fai a non fare altri danni?”.

“Non siamo a casa” la informa lui.

Beckett attende ma lo scrittore non prosegue “Ok, allora dove siete?!”.

“Al P-Pronto Soccorso”.

Kate si accascia con un tonfo sulla sua sedia “Dove, scusa?”.

 

 

* “Idea luminosa” cit. Cattivissimo Me xD

 

 

Ivi’s Corner:

Dite tutte addio a Castle perché stavolta Beckett lo fa fuori!!!

Quanto è epica Lanie? Mi immagino la faccia di Kate! ahahahahahah

Ehhh sì, Eric Vaughn m’è rimasto sullo stomaco! Mi mi irritaaa! Potrei riuscire a bistrattarlo come di solito faccio con Sorenson u.u ahahahahahah xD

 
Se vi va, ci vediamo al prossimo capitolo!

 

Buona settimana,

Ivi87

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Capitolo 5
*** 5 - Siamo tutti ex di qualcuno ***





#5 - Siamo tutti ex di qualcuno

 

 

Castle entra a testa bassa all’Old Haunt.

Striscia i piedi sul pavimento, schiacciato dal senso di colpa.

“Yo, bro!” riconosce la voce di Esposito e si volta nella sua direzione.

Al tavolo con lui ci sono anche Lanie e Ryan.

“Wow” esclama Kevin “Sembra che ti sia passato addosso un tir”.

Castle si siede con loro lasciando le braccia ciondolanti sotto il tavolo e la fronte appoggiata sul legno.

I tre amici si guardano preoccupati.

“Prima di prendere a testate il tavolo, ci dici cosa è successo?” domanda Espo.

Lo scrittore muove la testa in diniego senza sollevarla.

Lanie si avvicina circospetta “Riguarda Mathieu?”.

Castle solleva la testa di scatto “Cosa sai??!!”

“So solo che sei geloso dell’ex di Beckett” spiega Lanie.

Castle aggrotta le sopracciglia “Sono sicuro che sai benissimo che non è un ex qualsiasi”.

Espo e Ryan si lanciano un’occhiata perplessa “Tu sai di cosa stanno parlando?” domanda l’irlandese mentre il suo partner prontamente scuote la testa.

“E non è solo gelosia” prosegue Castle “È una questione di principio ormai: se io ho una mia ex in casa è colpa mia. Se ho un suo ex in casa e colpa mia. Perché ho la sensazione che sia sempre colpa mia?”.

I due detectives alzano immediatamente le orecchie. Meredith. Castle si sta sicuramente riferendo a lei.

Ma l’ex di Beckett, invece?

“Ospiti un ex di Beckett?” tenta, invano Esposito.

“Voi due state affrontando la situazione in maniera esagerata” Lanie risponde a Castle, ignorando i due.

“Odio gli ex. Perché esistono?! Sono una categoria infame! Sempre lì pronti a mettere zizzania rievocando ricordi ed emozioni passate. Li detesto. Sei un ex? E.ICS. lo dice la parola stessa. Ex, passato, adios, ciao ciao, caput! E invece no! Loro tornano! Ti vengono a trovare a casa per giunta!!” lo scrittore sembra inarrestabile nel suo monologo “Ci vorrebbe un bel falò in cui buttare tutti gli ex!”

Lanie scuote leggermente la testa, sorridendo comprensiva “Castle, rifletti. Stermineresti l’intero genere umano, Kate compresa” vede lo sguardo dell’uomo farsi attento e prosegue “Siamo tutti ex di qualcuno. Tu sei un ex, Kate lo è. Io, Javi e Kevin anche” i due annuiscono, sentendosi finalmente partecipi “Non è la fine del mondo. Non è mica morto qualcuno” conclude con una tipica freddura da anatomopatologa e detectives della omicidi.

Infatti loro tre sono gli unici a ridere.

Castle non ride affatto “L’ho quasi ucciso” mormora sconsolato.

La risata di Lanie aumenta di volume, sovrastando le altre.

“No, sul serio. È al pronto soccorso con Kate, ora”.

I tre si raggelano all’istante, spalancando la bocca.

“A quanto pare è allergico alla Papaya” continua Castle.

Ryan beve un sorso di birra e poi domanda “E non lo sapeva?”.

Castle scuote la testa.

“Dove l’ha presa la papaya?” chiede Lanie.

“A casa mia. Gentile ricordo lasciato da Pi...”

“Merda” esclama Esposito “Come sta, ora?”.

Castle si stringe nelle spalle “Lo stavano ancora curando quando è arrivata Kate e mi ha praticamente cacciato”.

Lanie gli posa una mano sulla spalla nel tentativo di confortarlo.

“Ho cercato di farle vedere il lato positivo: ora, grazie a me, Matt sa di essere allergico alla Papaya, ne starà lontano e si informerà sugli ingredienti prima mangiare o bere qualcosa”.

Ryan sorride “Scommetto che l’hai fatta incazzare ancora di più!”.

“Sembrava l’incredibile Hulk”.

Restano qualche minuto in silenzio assimilando le parole dette.

Poi Castle non resiste oltre e scoppia a ridere “Avreste dovuto vederlo. Gli si è gonfiata la faccia come una palla da basket!”.

Lanie cerca invano di bacchettare i tre che ridono a crepapelle ma cede quando visualizza la scena nella sua mente.

Quando la risata generale scema di nuovo in un imbarazzante silenzio Castle domanda “Sono fregato, vero?”.

“Tentato omicidio, Castle” gli risponde Esposito “Beckett non te la farà passare liscia”.

 

 

***

 

È quasi mezzanotte.

Seduta sul divano, Beckett batte il piede sul tavolino con frenetica insistenza.

Poche ore fa Mathieu ha rischiato di andare in shock anafilattico; la lingua si era gonfiata a tal punto da rischiare il soffocamento.

Come era potuto succedere?

Se avesse potuto rivivere quella giornata avrebbe evitato di invitare l’ex ragazzo a stare da loro. Si sarebbe risparmiata un bel po’ di nervosismo e discussioni.

Per fortuna ora Matt sta bene e riposa già da mezz’ora nella camera degli ospiti.

Ora invece è preoccupata per Rick.

Non risponde al cellulare e non sa dove si trova.

Sente di aver esagerato al pronto soccorso.

Non voleva cacciarlo in malo modo ma si era davvero spaventata nel saperli entrambi in ospedale e nonostante Castle le abbia subito spiegato al telefono che lui stava bene  e che Matt era stato curato in tempo, una volta giunta sul posto la stanchezza e il nervosismo della giornata si unirono allo spavento appena provato e si riversarono sul povero scrittore.

Kate si sente in colpa per ‘l’incidente’ di Matt anche se non dovrebbe e sa che anche Castle si sente responsabile.

Si è scusata a nome di entrambi anche con Mathieu.

“Il tuo fidanzato si è già scusato mille volte mentre mi portava qui, Kate. Non è di certo colpa vostra se non ho mai avuto occasione di assaggiare la papaya e scoprire di esserne allergico. Poteva succedere anche se non ti fossi venuto a trovare...”.

Così le aveva risposto Matt, una volta che la lingua gli si era sgonfiata.

Ed è tutto maledettamente vero, allora perché il senso di colpa non si decide a passare?

E se non passa a lei che non era nemmeno presente e non è l’artefice del frullato incriminato, come si deve sentire Castle?

Non doveva arrabbiarsi con lui.

Riprova a chiamarlo. Staccato.

In quell’anno e mezzo di relazione Kate ha imparato che quando discutono, Castle è solito isolarsi. Esce per una passeggiata e spegne il telefono. Oppure si rintana nel suo studio.

Gli serve per pensare e riflettere.

Ma di solito il periodo di isolamento dura venti minuti. Un’ora al massimo.

Non si era mai negato per più di due ore come sta facendo adesso.

Il preesistente senso di colpa per l’intossicazione di Matt adesso è sommato al senso di colpa per la sfuriata a Castle.

Doppia dose dritta in vena pensa sarcasticamente mentre finalmente decide di alzarsi e di uscire a cercarlo.

Ma la sua ricerca si ferma in attesa dell’ascensore del palazzo, quando è proprio Castle ad uscire dalle porte automatiche.

“Ehi” riesce solo a dire lui.

“Ti stavo venendo a cercare...hai il telefono spento...” .

Castle accenna un sorriso “Non di proposito, questa volta. Si è scaricato mentre ti aspettavo al pronto soccorso”. 

Kate annuisce e poi domanda "Dove sei stato?".

"All'Old Haunt" le spiega Castle "Sapevo di trovare lì i ragazzi. Questa volta non avevo voglia di stare da solo".

"Tranquilla, non ho bevuto" aggiunge in fretta, volendo fugare ogni dubbio.

Kate accenna un piccolo sorriso “Non l’avevo nemmeno pensato” lo rassicura immediatamente.

“Adesso però...” borbotta Castle, in direzione del mobile bar.

Si versa due dita di scotch e lo beve tutto d’un fiato.

Poi versa di nuovo, altre due dita.

Questa volta lo passa a Kate.

Lei ci riflette qualche secondo, rigirando il bicchiere tra le mani.

Dopo quella giornata, almeno una bottiglia di vodka le ci sarebbe voluta.

Ma senza fiatare, accetta e beve anche lei tutto d’un sorso.

E poi il silenzio.

Solo il rumore dei bicchieri nuovamente posati sul mobile bar.

“Scusa” esclamano entrambi.

Un sorriso compare sui loro volti.

“Ho esagerato ad arrabbiarmi così” ammette Kate.

Castle scuote la testa “Ti ho innervosita tutto il giorno con la mia gelosia per Mattieu e per mia esperienza diretta so che quando ti pulsano in quel modo le vene sulla fronte significa che stai affrontando un brutto caso al distretto”.

“Davvero brutto” conferma lei.

“Se mescoli tutto assieme direi che la tua reazione Hulkiana è più che giustificata”.

Kate lo guarda con gli occhi lucidi. È sempre troppo buono con lei.

“No, Castle. La mia reazione non è per niente giustificabile. Ti ho trattato come se l’avessi intossicato apposta quando so che non lo faresti mai. Gelosia o non gelosia non faresti del male a nessuno” gli dice prendendogli le mani.

Castle fa una smorfia buffa “Beh... non mi sarebbe dispiaciuto dargli almeno un pugno” scherza “Ma anche l’allergia non è stata male” poi più seriamente, domanda “Sta bene?”.

Lei annuisce “Sta riposando”  e con la testa fa un cenno in direzione della camera di sopra.

“Mi toglieresti una curiosità?” prosegue Kate abbracciandolo in vita e appoggiando il mento sulla sua spalla “Perché eri così geloso? Viviamo insieme e ci stiamo per sposare. Ti ho dato modo di pensare che tu non sia più quello che voglio?”.

“No..no...non è questo...” borbotta Castle, non aspettandosi quella domanda.

“Allora cosa?”.

“Non voglio darlo per scontato ancora, tutto qui” Castle alza le spalle e abbassa lo sguardo.

“Ancora? Quando lo avresti dato per...” Kate si blocca ricordandosi del discorso con Lanie di quella mattina “Stai ancora pensando a Eric Vaughn?”.

“No...o meglio, sì... mi ha fatto capire che non voglio sottovalutare il nostro rapporto e che solo perché adesso stiamo insieme e ci stiamo per sposare non significa che io debba abbassare la guardia o darti meno attenzioni” le spiega, conducendola verso il divano.

Lei si siede e gli sorride dolcemente “Sono d’accordo con te, Castle, ma voglio che ti dimentichi di Eric Vaughn, ok? E anche di Mathieu. L’unica cosa che ti devi ricordare e che io stessa ti ricorderò sempre è che ti amo”.

Castle sorride immediatamente. Quelle due parole dette da Kate lo lasciano sempre senza fiato.

“Mi dovrei scordare dell’uomo che dorme al piano di sopra?” domanda, mentre attira a sé Kate facendola sedere sulle sue gambe.

Lei annuisce “Da domani, quando lo aiuterò a trovarsi un’altra sistemazione. Mi dispiace, è stato irrispettoso nei tuoi confronti invitare un mio ex fidanzato a stare qui”.

Castle la bacia “Credo sia un’ottima soluzione” esclama felice “E anche molto salutare per lui, vorrei evitare di aiutarlo a scoprire altre allergie”.

“Si anche io!” ride Kate “Siamo d’accordo allora? Niente più Vaughn e niente più Mathieu”.

“Ok!” Castle sta per baciarla ancora quando si ferma all’ultimo momento “E doctor motorcycle boy?”.

Kate sbuffa “Sì, anche lui” e si riavvicina per baciarlo ma Castle si scosta ancora.

“E Demming?”.

La donna chiude gli occhi respirando profondamente “Sì”.

Chissà come, Kate sa che l’elenco di Castle non è ancora finito.

“E Sorenson? E qualunque altro Mathieu in giro per il mondo?” lo deve ammettere, si diverte un mondo ad innervosirla.

“Sì, sì, sì, Castle, scordateli tutti. Va bene? O preferisci che inizi io a fare l’elenco delle tue ex?”.

La risposta arrivò immediata in un lungo e dolce bacio. 

 

 

Ivi’s corner:

 

awww quanto sono carini quando sono pucci pucciiiiiii *-*-*-*-*-*

 
Bon, non ho molto da dire, il prossimo sarà l’ultimo capitolo.

Le pene di Matthieu sono quasi finite. Quasi.

Ma ci sei vede in giro presto, non temete ;-)

 

Buona serata e buona domenica :-*

 
 

Ivi87

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Capitolo 6
*** 6 - Siamo un bellissimo disastro ***






# 6 - Siamo un bellissimo disastro

 

 

Con gli occhi ancora chiusi, Kate comincia a riprendere contatto con la realtà.

Non ha la minima idea di che ore possano essere, non sente ancora l’odore del caffè provenire dalla cucina, ma sa che Castle la sta fissando.

“Smettila” sussurra con la voce ancora impastata dal sonno.

Lo avverte sorridere “Non ti sto fissando”.

“Si invece, lo sento”  ribatte Kate.

“Beh, mia cara sensitiva, questa mattina senti sbagliato” già alla parola ‘sensitiva’ Castle la vede aprire un occhio. Un occhio verde molto infastidito.

“Stai guardando il comodino?” domanda allora, svegliandosi del tutto e sistemando meglio il cuscino.

Castle le picchietta leggermente l’indice sul naso ben sapendo che lei non lo sopporta “No” le risponde, mentre la mano di Kate si muove veloce cercando di afferrargli il dito per farlo smettere.

“E allora...” la lotta per impedirgli di continuare a toccarle il naso ha inizio “...cosa...” gli afferra il polso ma lui riesce a liberarsi “...stavi....” Castle le blocca entrambe le braccia e non potendo usare le mani senza correre il rischio di liberarla, sfrega più volte il loro nasi “...guardando...” conclude la frase Kate, ridendo.

Castle la libera e si rimettono comodamente sdraiati “Guardavo Bobby” risponde come se fosse una cosa ovvia.

Kate sbatte gli occhi più volte, cercando di capire “Bobby?”.

Rick annuisce tutto sorridente ma lei continua a non capire.

“Aspetta...” forse Kate ha avuto un’illuminazione “...hai dato un nome al mio naso?”.

Castle scoppia a ridere “Cosa? Non sono così fuori di testa, Kate. Non ho affatto dato un nome al tuo naso!” poi torna serio “Ho dato un nome al tuo neo” esclama con estrema naturalezza.

Kate affonda la testa nel cuscino per qualche secondo, poi riemerge “Hai dato un nome al mio neo?!” domanda incredula.

Dopo sei anni dovrebbe essere preparata a tutto, invece ogni giorno Castle riesce a stupirla.

“Certamente, io e Bobby ci facciamo delle lunghe chiacchierate mentre tu dormi”.

Lo adora.

È da manicomio parlare con i nei, ma lo adora comunque.

“Ma è sulla mia guancia, Castle. Deve avere un nome femminile!” come si dice? Se non riesci a combatterli, unisciti a loro? Bene, che preparino una stanza doppia in manicomio.

“Neo è un sostantivo maschile” ribatte Castle, con tono esperto.

“Ma Bobby non è un nome adatto al mio neo! Non posso sceglierlo io?” Kate cerca di spuntarla anche se sa che è tutta fatica sprecata.

Castle scuote la testa “No, ormai si chiama Bobby da quasi un anno, non puoi sconvolgerlo ora cambiandogli nome. Gli causeresti una profonda crisi d’identità”.

No, a questa uscita Kate proprio non riesce a controbattere.

Decide di zittirlo baciandolo.

Poi, lentamente si separano.

“Scusa ancora per ieri” gli sussurra Kate.

Castle le sorride “Ormai è acqua passata, anche se...” le dà un ultimo colpetto sul naso con l’indice “...il primo amore non si scorda mai, giusto?”.

“Forse. Ma è l’ultimo quello che voglio avere sempre al mio fianco” risponde Kate con un altro bacio “E se ci tieni al tuo indice vedi di smetterla!” esclama poi, più agguerrita, ricominciando la lotta.

 

 

***

 

Mathieu scende con cautela le scale, cercando di non inciampare mentre tiene il trolley sollevato dagli scalini.

In cucina trova i due padroni di casa alle prese con la colazione.

Quando Castle lo vede gli si avvicina immediatamente “Come ti senti?”.

“Molto meglio” risponde lasciando a terra la valigia.

Beckett e Castle notano il trolley e si scambiano un’occhiata eloquente.

Evidentemente non c’è bisogno di dire altro, ha capito da solo che è meglio se si trova un’altra sistemazione.

“Sono davvero dispiaciuto per ieri sera” ribadisce Rick.

Il francese sorride “Lo so. Va tutto bene” vede i due padroni di casa osservarlo ancora un po’ incerti “Davvero” aggiunge infine.

“Ti dobbiamo almeno un’ultima colazione” esclama Kate, posizionando tre tovagliette sul tavolo.

Castle, da dietro il bancone, annuisce “Niente papaya, giuro”.

Matt sorride lievemente.

Sinceramente, non vede l’ora di andarsene ma li vede così desiderosi di farsi perdonare che lascia la piccola valigia accanto al bancone e con un sorriso tirato si avvicina al tavolo, dove Kate gli sta indicando di sedersi.

La accontenta mentre sente il profumo del caffè infondersi nella stanza.

“È pronto! Prima dose di caffeina della giornata, in arrivo!!” con slancio, Castle afferra il bricco e aggira il bancone per raggiungere il tavolo.

Ma è solo il liquido nero bollente ad arrivare a destinazione, quando Castle inciampa nel trolley di Mathieu.

Kate si allontana istintivamente riuscendo ad evitare di essere colpita.

Matt invece non ha avuto la stessa prontezza di riflessi.

Fortunatamente il getto di caffè è finito quasi totalmente sul tavolo.

Quasi.

Castle e Beckett lo vedono vacillare, aprire la bocca ma senza emettere suono.

“Oh mio Dio” riesce appena a dire Kate.

Castle posa la caffettiera e si precipita da Matt “Mi dispiace tantissimo! Scotta?” il francese boccheggia agitando la mano che si sta arrossando sempre di più “Si, scotta. Decisamente. Vieni!!” lo scrittore lo tira per il braccio fino al lavello della cucina e apre immediatamente l’acqua fredda.

Kate è subito al loro fianco, ancora incredula “Come ti senti? Va meglio?”.

Matt apre e chiude la mano per controllare e finalmente riesce a parlare “Fa un po’ male ma direi che sta già passando”.

“Non so cosa dire, sono inciampato... io... sono mortificato”  si scusa ancora una volta, Castle.

“Lo so...che non l’hai fatto apposta” Mathieu sta cercando con tutto sé stesso di crederci ma i fatti cominciano a dire tutto il contrario.

“Ti prendo una crema lenitiva e ci rimettiamo a fare colazione” Kate prova a sistemare le cose mentre asciuga il tavolo.

“No Kay, grazie, non credo sia il caso” Mathieu arretra lentamente verso la porta d’ingresso.

Pertanto, Castle avanza “Mi sento tremendamente in colpa, ti prego, almeno mangia qualcosa”.

Matt  scuote la testa “Sono abbastanza sicuro che sia arrivato il momento di andarmene”.

Kate prende il suo trolley “Lascia almeno che ti aiuti”.

“No davvero, non ce n’è bisogno” Matt cerca di riprendersi la valigia con la mano sana mentre Kate insiste per rendersi utile almeno in quel modo.

“Ti accompagno di sotto mentre Rick ti chiama un taxi” esclama mantenendo la presa sulla piccola maniglia di plastica.

“Sul serio Kay, ce la faccio” controbatte invece Matt, desideroso di andarsene il prima possibile.

Beckett tira la valigia dalla sua parte.

Mathieu la tira dalla sua.

Ad entrambi viene meno la presa, quando con un tonfo il trolley cade pesantemente sul piede di Mathieu.

Merde! Ce n'est pas possible! C'est un complot!urla saltellando sull’altro piede.

“Oh mio Dio, mi dispiace tantissimo Matt!” si scusa Kate “Non so come sia potuto succedere!”.

Matt si ricompone e afferra con stizza il suo trolley “Addio Kay, non penso che tornerò a trovarti”.

“S-si... lo capisco” ammette lei con voce flebile.

Mathieu apre la porta, li guarda un’ultima volta e poi esce sbattendo la porta.

“Posso ridere o devo aspettare almeno che sia in ascensore?” le chiede Castle, mentre cerca di trattenere una sonora risata.

Kate si porta le mani al volto accompagnando il gesto con un lungo sospiro “Non c’è niente da ridere, Castle. Siamo un disastro!”.

Lui si avvicina e le circonda la vita “Ti sbagli. Siamo un bellissimo disastro”.

A quelle parole Beckett sposta le mani dal suo viso sulle guance del suo uomo.

Si solleva sulle punte con l’intento di baciarlo.

La porta del loft però si spalanca poco prima di riuscire ad unire le loro labbra.

“Non che siano affari vostri, comunque, ma tutta questa gelosia è davvero mal riposta”  Mathieu è di nuovo sull’uscio con le mani sui fianchi “Sono gay!” esclama fiero per poi scomparire nuovamente.

“Oh mon dieu!!” urla Castle.

Kate è esterrefatta “Questa proprio non me l’aspettavo”.

Castle lascia la presa dalla vita di Kate e sbatte con forza le braccia contro i propri fianchi “Beh ma poteva dirlo subito, però!”.

Kate roteò gli occhi “Castle... ti prego, facciamo colazione e andiamo al distretto”.

Senza protestare, lo scrittore rifà il caffè e di tanto in tanto lancia delle occhiatine a Kate.

La cosa non passa inosservata “Cosa c’è?”.

“Mmm... niente...”.

Portano marmellata e succo di frutta in tavola, assieme alla nuova dose di caffeina.

Castle insiste nel guardarla di sottecchi.

“Andiamo, muori dalla voglia di dire qualcosa. Dilla e basta” lo ammonisce la detective.

 Lui si stringe nelle spalle “Mi stavo solo domandando se Mathieu sia diventato gay subito dopo essere stato con te”.

“Ah. Ah. Ah. Castle, che ridere, l’ho reso gay. Contento?” risponde con noncuranza mentre finalmente si gode il suo caffè.

“È solo che... ultimamente vedo Esposito sotto tutta un’altra luce...” il tovagliolo di Kate lo colpisce in pieno volto.

“Sento l’irrefrenabile bisogno di comprarmi una camicia rosa” insiste Castle.

Per quanti giorni dovrà sopportare queste battutine?

Molti. Ormai lo conosce bene.

Ma sa con certezza che presto capiterà loro qualcos’altro per cui ridere a crepapelle, preoccuparsi o spaventarsi.

Loro sono una coppia che non teme la noia.

Come ha ben detto Castle: sono un bellissimo disastro.

 

 

Fine

 

 

Gli uomini vorrebbero essere sempre il primo amore di una donna.

Questa è la loro sciocca vanità. Le donne hanno un istinto più sottile per le cose:

a loro piace essere l'ultimo amore di un uomo.

Oscar Wilde

 

 

Ivi’s corner:

 

E anche questa piccola avventura è giunta al termine.

Alcune di voi avevano fiutato bene: Matt è gay, ma... poteva dirlo subito, insomma!!!

Grazie di cuore a chi ha intrapreso questo piccolo viaggio con me!

Al prossimo! (sì, è una minaccia! xD )

 

Special thanks: Rachi nocciolina betatrice e Potti MagicBannerGirl (nuovo termine da coniare u.u)

 

Au revoir mes amis :-*  

 

Ivi87

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