Beautiful
mess
#
1 – Non si deve chiamare la sfortuna
Questo
è il primo pensiero che transita tra le nebbie del sonno
mentre Castle si sente
fissare intensamente.
“Se
sono io a fissarti mentre dormi, ti arrabbi” borbotta aprendo
un occhio.
Kate
gli sorride, seduta a gambe incrociate sul letto
“Vero”.
Quando
apre anche l’altro occhio, Castle si accorge che è
già vestita e perfettamente
pettinata.
“Avevamo
qualcosa in programma?” le domanda cercando di ricordare se
avessero deciso di
fare qualcosa di particolare per quella domenica.
Beckett
scuote la testa “No, ma non avevo più sonno e
finché il mio telefono non
squilla possiamo organizzare qualcosa”.
“Ora
che l’hai detto, il distretto ti cercherà di
sicuro! Come te lo devo dire che
non si deve chiamare la sfortuna?” si lamenta Castle,
portandosi entrambe le
mani alla fronte fingendosi disperato.
“Finiscila,
lo sai che non credo in queste cose. La sfortuna non esiste”.
“Ecco,
ora ci colpirà un asteroide”.
La
donna rotea gli occhi “Va bene, nei pochi attimi di vita che
ci rimangono ti
dispiacerebbe alzarti e vestirti?” Castle sbuffa mentre Kate
esce dalla loro
camera.
Raggiunge
veloce i fornelli e mette a scaldare la piastra.
Sfortuna?
Ma quando mai!
Mancano
pochi mesi al matrimonio, il trasloco da Castle è ormai
ultimato, e per
colazione quella mattina... waffles!
Il
suono del campanello interrompe i suoi pensieri.
Per
fortuna è la porta di casa. Se fosse squillato il telefono
chi l’avrebbe più fermato
Castle, con i suoi te
l’avevo detto, hai
chiamato la sfortuna...
Veloce
raggiunge l’ingresso e quando apre la porta, per un istante
le sembra di vedere
un fantasma.
“Kay
mon
cœur sei
diventata splendidà” esclama l’uomo alla
porta schioccandole immediatamente due
sonori baci sulle guance.
Kate
strabuzza gli occhi più volte prima di manifestare un enorme
sorriso sul volto
“Mathieu!” ora è lei che lo abbraccia
forte “Non ci posso credere!”.
“Credisci mademoiselle
Beckètt”
risponde lui ricambiando il sorriso.
Kate
si porta automaticamente le mani alla bocca “Oddio il tuo
accento
francese..sarà passato un secolo dall’ultima volta
che l’ho sentito!” esclama
piacevolmente sorpresa.
Mathieu
ride “Dai, ti prendo in giro, parlo un inglese perfetto
ora!” confessa dandole
un leggero colpetto al gomito “E comunque sono passati ben
diciotto anni, Kay”.
“Sembrano
molti di più però. Vieni accomodati!”
si scosta di lato per lasciarlo passare e
gli fa strada al’interno.
“Niente
male Kay, sei milionaria adesso?” le chiede ridendo,
osservando il loft.
“Lo
sarà tra un paio di mesi” la voce di Castle li
sorprende, entrando in soggiorno.
Kate
fa un passo avanti mettendosi tra i due uomini “Matt ti
presento il mio
fidanzato, Richard Castle e... Rick, lui è Mathieu
Polìs un mio compagno di
scuola del liceo”.
Lo
scrittore si prende qualche attimo per studiarlo.
Non
molto alto, magrolino, viso asciutto, pelle molto pallida, quasi
diafana.
Un
sorrisino spunta sul volto di Castle mentre nella sua testa lo decreta
come
‘innocuo’.
Allunga
la mano e cordialmente lo saluta “Piacere di conoscerti,
soprattutto se hai dei
succulenti aneddoti su Kate da raccontarmi” come aveva fatto
con Royce, Castle
è sempre curioso di saperne di più sulla giovane
donna che sta per sposare.
“Non
molti in verità, ho frequentato solo un anno nella sua
classe grazie ad un
gemellaggio interculturale con il mio liceo a Parigi, ma comunque
sì...qualche
storiella potrei raccontartela” spiega Mathieu, ricambiando
la stretta di mano.
La
detective arrossisce immediatamente, ma li lascia fare, contenta che si
stiano
simpatici.
“Fai
colazione con noi?” suggerisce Kate “Stavo per fare
i Waffles”.
“Che
Dio benedica l’America” risponde solamente, in
senso affermativo.
“Niente
Waffles in Francia?” domanda lo scrittore.
Matt
assume una finta aria snob “Oh mon dieu
no, siamo troppo perfettini” esclama facendoli
ridere entrambi.
Castle
lo conduce al bancone e Mathieu si accomoda su uno degli sgabelli
mentre lo
scrittore dispone piatti e bicchieri sul lungo ripiano rettangolare e
Kate
comincia a preparare la pastella.
“Come
hai fatto ad arrivare qui?” domanda Kate mentre mescola.
“Sai,
anni fa hanno inventato l’aeroplano. La gente lo usa per
spostarsi da un posto
all’altro” scherza.
Castle
si lascia sfuggire una risata genuina “Sei simpatico! Come
puoi essere amico
suo?”.
Stavolta
tocca a Matt ridere.
“Ah.
Ah. Ah. Esilarante!” commenta, ironica, Kate
“Felice di vedere che già andate
d’accordo”.
“La
verità è che sono a New York da un paio di giorni
e mentre mi dedicavo alla
piacevole lettura del Ledger, indovinate chi annuncia il suo
fidanzamento a
pagina 6?”
Kate
si mordicchia il labbro guardando Castle.
È
stato un passo davvero importante per loro, tanto da incorniciare il
piccolo
articolo e tenerlo sul cassettone in camera da letto.
“Il
resto è stato semplice, ho cercato il 12° distretto
e lì il tuo capitano mi ha
dato il vostro indirizzo. Anzi, mi sapete spiegare perché
stesse ridendo
soddisfatta?” domanda infine con perplessità.
Ora
è Kate a ridacchiare soddisfatta, lasciando a Castle
l’onere di spiegare.
“Diciamo
che il Capitano Gates non è proprio una mia
fan...” espone “...Credo si sia
appena vendicata per quella volta che le ho rotto la bambola
orrida...”
sussurra poi tra sé.
Beckett
serve un waffle ad ognuno “Sono contenta che
l’abbia fatto!” versa anche il
caffè “È la prima volta che torni a New
York?” domanda poi, sedendosi.
“Sono
stato negli States un paio di volte per lavoro, ma sì, qui a
New York è la
prima volta”.
Castle
addenta un boccone ascoltando con interesse “Quindi non vi
vedete dal liceo?”.
Kate
annuisce “Dal 1996 per l’esattezza ma per anni ci
siamo scritti via e-mail”.
“Sono
rimasto in contatto con quasi tutti fino a quando non ho iniziato a
lavorare.
Poi ci siamo un po’ persi... Tu ad esempio in accademia
facevi orari assurdi! A
volte mi rispondevi una settimana dopo” racconta Mathieu.
“E
non sai quanto mi dispiaceva!” aggiunge subito Kate.
“Non
preoccuparti, è normale. È la vita, si va avanti
sempre e comunque, giusto?”.
“Ben
detto!” sorride Kate “Che ne dici se ti portiamo un
po’ a visitare la città? Sono
cambiate parecchie cose in diciotto anni”.
Dopo un paio di
bocconi carichi di sciroppo
d’acero, “Dove alloggi?” domanda curiosa,
Kate.
Mathieu si
pulisce un momento le labbra con
il tovagliolo “Al Melville Inn ma mi stanno lentamente
prosciugando, me ne devo
cercare un altro più economico”.
“Puoi
stare qui!” esclama Kate prima di
rendersi bene conto di quello che ha detto “Può
restare qui, vero?” domanda
poi, un pochino titubante, a Castle.
Rick sorride
“Certo che può stare qui, è
anche casa tua adesso”.
Kate scocca un
bacio sulla sua guancia in
ringraziamento poi si rivolge a Matt “Finita la passeggiata
turistica ci
fermiamo a prendere le tue cose”.
“Siete
sicuri? Non voglio disturbare”.
Castle gli posa
una mano sulla spalla “Ormai
è deciso e poi...” si volta e strizza
l’occhio a Kate “Non può essere peggio
di
Pi!”
Lo squillo del
cellulare di Beckett le
impedisce di rimproverare il fidanzato anche se sotto sotto
è d’accordo con
lui.
Recupera il
telefonino e si apparta per
rispondere.
Rick scuote la
testa solennemente “La
sfortuna sta per colpire entro 3... 2... 1...”.
Kate torna di
corsa in soggiorno “Ragazzi, mi
dispiace tantissimo ma devo scappare al distretto!” afferra
una giacchetta
leggera e la borsetta dall’armadio all’ingresso e
torna verso i due uomini.
“Come
volevasi dimostrare...” la apostrofa
Castle.
Lei si limita a
guardarlo male e a lasciargli
un leggero bacio sulle labbra “Lo porti tu a
spasso?” chiede infine.
“Ci
penso io!”.
Kate abbraccia
Matt ma continua a parlare con
Castle “E vedete di non farvi arrestare!”.
“Perché
dovrebbero arrestarci?” domanda il
francese, preoccupato.
Castle e Beckett
sospirano, senza dargli una
risposta.
Ivi’s
corner:
e si parte in
questa piccola avventura, spero
abbiate voglia di divertirvi con me :-*
Se cercate una
storia seria, profonda e
strappalacrime... siete nel posto sbagliato!! ;-p
Rachi, Ari, Ludo, Fede come sempre GRAZIE!! Sante donne xD
Al prossimo
capitolo!! :-*
Ivi87