Kaichou wa maid sama!

di Naephilim
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Phoebe è una cameriera! ***
Capitolo 2: *** Speranze. ***
Capitolo 3: *** Sorry. ***



Capitolo 1
*** Phoebe è una cameriera! ***


Primo capitolo


Mi sono sempre posta degli obbiettivi nella vita da raggiungere e cerco ogni giorno di dare il massimo di me stessa. Mi chiamo Phoebe Collins e abito in piccola città negli Stati Uniti, insieme a mia madre e a mia sorella più piccola di due anni, mio padre ci ha abbandonate e lasciate a pagare tutti i suoi debiti di gioco, anche per questo credo di odiare i ragazzi in generale. Come potrete capire, la mia non è una famiglia ricca anzi. Ovviamente cerchiamo tutti di fare del nostro meglio per mantenerci; mia madre lavora come infermiera, mia sorella invece partecipa in continuazione a qualsiasi concorso le capiti sotto mano (vince praticamente ogni volta, ancora oggi mi chiedo come questo sia possibile), io invece lavoro come cameriera in un maid-cafè in una città vicina, e non posso di certo dire di esserne felice. Per chi non lo sapesse un maid cafè è un tipo di caffetteria in cui la cameriera, o maid, sfoggia un particolare tipo di divisa da cameriera riccamente decorato con pizzi e l’immancabile grembiule; al costume si aggiungono anche l’ambientazione e l’istruzione delle cameriere che accolgono il cliente con la frase “Benvenuto, padrone!”. E’ un lavoro abbastanza strano, ma la paga è buona e quindi ho accettato volentieri questo lavoro. A parte questo, sono la presidentessa del consiglio dell’istituto Seika, cioè la scuola che frequento, un impegno che mi tiene abbastanza occupata.
Vi spiego meglio.
La scuola superiore Seika è sempre stata riservata ai maschi e solo da poco tempo vi sono ammesse anche le ragazze, le quali però sono intimidite dal gran numero di persone del sesso opposto. Per questo motivo io, Phoebe Collins, in quanto prima donna diventata presidentessa del consiglio studentesco, desidero fortemente dimostrare le mie capacità e la mia superiorità sui maschi, che in fondo disprezzo considerando che mio padre è fuggito con i soldi di famiglia. Grazie a questo mio obbiettivo sono riuscita a diventare un modello di serietà, educazione e di intransigenza all’indisciplina dei miei compagni, che non esito a punire qualora si comportino in maniera non adatta. Con il mio lavoro però, sono costretta a comportarmi in maniera completamente differente dal mio solito soprattutto con i maschi, abituali clienti del maid cafè. Vivo nel timore che qualche compagno possa scoprirmi, sarebbe la fine.
Come al solito stavo svolgendo uno dei miei tanti controlli giornalieri dell’istituto, per assicurarmi che tutto fosse in regola quando vidi che come al solito  il “Trio degli idioti” stava correndo per i corridoi. Che fastidio! Ora che ho raggiunto questo titolo non permetterò che i ragazzi facciano quello che vogliono.
“Hey voi tre idioti, fermatevi subito!” urlai verso la loro direzione. Si fermarono subito e mi guardarono con aria poco interessata. “Non dovete correre per i corridoi avete capito?” domandai urlando. La risposta che ricevetti fu ancora indifferenza ma quando se ne andarono almeno non correvano più. Molto bene. Continuai camminando quando improvvisamente sentii un pianto provenire da dietro il muro. Un altro problema! Girai l’angolo e mi trovai davanti una povera ragazza che piangeva disperata di fronte a niente meno che Harry Styles.
“Hey che è successo?” chiesi sicura di me. Il ragazzo si girò ed improvvisamente mi sembrò che il corridoio iniziasse a brillare. “Niente di speciale” rispose lui, “Ho respinto una confessione” continuò tranquillissimo come se non gli dispiacesse nemmeno un po’ per quella povera ragazza.  “Ancora tu, Harry Styles?” domandai arrabbiata. Harry Styles era il tipico ragazzo che non sopportavo e che avrei preso tranquillamente a pugni in faccia. E’ quel tipo di ragazzo che fa sempre piangere le ragazze. Il problema non è che le rifiuta, ma che lo fa in modo a dir poco indifferente, come se trovasse la cosa noiosa. La ragazza scappò immediatamente via in lacrime e provai involontariamente un po’ di tristezza per lei. “Non potresti essere un po’ più sensibile quando parli ad una ragazza?” gli urlai contro arrabbiata. Senza aggiungere altro mi girai e me ne andai. Ho sempre odiato i ragazzi che fanno piangere le ragazze. La giornata scolastica era quasi conclusa così tornai nella mia classe, presi la cartella e mi affrettai ad arrivare a casa. Provai ad aprire il cancello d’entrata con le chiavi ma appena provai ad aprirlo questo si staccò dal muro cadendo per terra. “Si è rotto!” urlai dalla frustrazione, serviranno altri soldi per aggiustarlo.
La mia casa è una classica casetta a schiera in stile orientale, che a parer mio deve essere stata molto bella appena acquista. Ora invece è un disastro completo.
Entrai in casa e salutai mia madre e mia sorella. “Sono a casa!” non sentii però nessuna risposta da parte loro. Senza aspettare troppo mi mossi verso camera mia passando per le scale e il corridoio, quando però misi il piede sul giornale a terra questo inaspettatamente crollò e si ruppe il legno del pavimento, se non era già rotto. “Non ci posso credere!” urlai più frustrata di prima. Aprì immediatamente la porta della cucina mia sorella Camila “Oh, sembra che tu sia tornata a casa Phoebe” mi disse tranquillamente. “Ma che cosa è successo al pavimento?” Le chiesi perplessa. Lei mi guardò attentamente per due secondi, “Prima c’ho messo il piede sopra, sembra che il pavimento lì sia marcio” mi spiegò tranquillamente. “Quindi hai pensato bene di nasconderlo mettendoci un foglio di giornale sopra?” chiesi perplessa.
“Ci sei caduta dentro proprio come avevo programmato!” mi disse ridendo forte, e sparì di nuovo silenziosamente in cucina lasciandomi più perplessa di prima in corridoio. Decisi di salire al piano di sopra per mettere via la mia roba scolastica. Salendo, scorsi nell’ultima stanza a destra mia mamma, così mi incamminai verso di lei e aprì del tutto la porta socchiusa. “Mamma, sono tornata” le dissi sorridendo. “Bentornata” rispose ricambiando il mio sorriso. Era seduta sul pavimento e stava colorando dei pupazzetti per i bambini dell’ospedale. “Hai fatto il turno di notte all’ospedale? Non dovresti affaticarti troppo.” Le dissi preoccupata, “Non posso lasciare tutto il peso su di te” rispose lei sorridendomi. “Dopotutto ho bisogno di irrobustirmi un po’”aggiunse. Improvvisamente spuntò silenziosa da dietro la porta Camila, con la sua solita espressione indifferente. “Phoebe, prima ha chiamato il capo del posto dove lavori, a quanto pare manca una ragazza, quindi vuole che tu prenda il suo posto” mi disse annoiata. Ci mancava solo questa, me lo sentivo che oggi sarebbe stata una giornata sfortunata. “Davvero? Allora devo andarmene! Perché non me l’hai detto subito?” esclamai correndo velocemente giù per le scale (per poco non ricadevo nel buco sul pavimento), presi di fretta la borsa ed escii di casa facendo quasi cadere di nuovo il cancello. Arrivai a lavoro ed incontrai subito il capo, Beth, cioè una donna di circa 30 anni, ma sembrava sempre averne 20. Lavorava anche lei con noi perché, a quanto pare, si divertiva molto. Mi passò la mia divisa, che personalmente trovo molto imbarazzante e mi chiese di sbrigarmi.
Ero pronta ad iniziare.
“Bentornato, Padrone!” esclamai al primo cliente che entrò arrossendo nella caffetteria. Lo accompagnai ad un tavolo e lo feci accomodare, continuando a sorridere. Presi le ordinazioni e portai tutto in cucina.
“Phoebe!” venni distratta dalla voce di Beth. “Scusa per averti chiesto di venire qua così all’improvviso.” Mi parlò dispiaciuta. “Tranquilla è tutto apposto, ho diverse spese da fare questo mese quindi è una buona opportunità per me” la rassicurai sorridendo.
Dopo un intero pomeriggio di lavoro decisi di uscire un po’ dal locale, presi distrattamente il pattume per andare a buttarlo nel retro del negozio. Anche se ormai lavoro qui da tanto tempo, non riesco ancora ad abituarmici, non ho molto tempo libero a causa del lavoro del consiglio studentesco, quindi ho bisogno di un lavoro ben pagato come questo ma, se qualcuno della scuola mi vedesse così..
“Wow”. Alzai improvvisamente lo sguardo spaventata, e mi ritrovai davanti niente meno che Harry Styles.
Oh cazzo.

 
 
Ciao a tutte!
Ho deciso di fare una pazzia ed iniziare un fan fiction. Probabilmente ho ffatto degli errori ma cercate di perdonarmi.
Per questa ff ho preso spunto da un anime, che si chiama appunto come questa storia “Kaichou wa maid sama”. Spero vi piaccia come primo capitolo. So che è stato molto noioso, ma ci tenevo a farvi capire bene la storia e se c’è qualcosa che non avete capito bene non esitate a chiedere!
Vi lascio le foto della protagonista
Al prossimo capitolo!

Phoebe

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Capitolo 2
*** Speranze. ***


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Secondo capitolo.

Non riuscivo a smettere di fissarlo. Ero completamente shockata, quel senza cuore di Harry Styles aveva scoperto il mio segreto. Continuai a non dire niente ed a fissarlo quando finalmente lui prese parola. “Che sorpresa, non dirmi che è la Presidentessa!”disse molto tranquillamente. Staccando velocemente i miei occhi dai suoi, non risposi e corsi di nuovo dentro il locale, entrando nel camerino dedicato allo staff. La mia vita era ufficialmente conclusa, questa situazione era la peggiore, ed ora l’intera scuola sarebbe venuta a sapere della mia situazione. Tutto sarà più difficile quando si verrà a sapere che la Presidentessa del Consiglio Studentessa è una cameriera. Non posso far calare così tanto fiducia che hanno riposto in me, ma ora come ora cosa potrei fare?
Mi accasciai velocemente a terra, portando le ginocchia contro il petto. Sentii improvvisamente la porta della stanza aprirsi, ma non me ne curai molto e restai nella posizione appena presa. Ad essere entrata era  Megan, una delle ragazze che lavorava insieme a me, era una bella ragazza fisicamente. Abbastanza alta e magra al punto giusto, con un caschetto biondo che le valorizzava particolarmente la forma del viso. Mi vide subito e non provai a nascondermi da lei, non era una mia priorità.
“Phoebe? Tutto bene?” chiese con una voce leggermente preoccupata. Non risposi e rimasi ferma nella mia posizione. “Non sembri stare molto bene, dovresti andare a casa” disse, “Vai dai, qui ti copro io” continuò preoccupata. “No no, sto bene” risposi alzandomi da terra e sorridendole. Non volevo si preoccupasse per me, dopotutto lei non centrava niente con questa storia.
Superai Megan velocemente, ed rientrai in salone continuando a lavorare fino all’orario di chiusura. Dopo essermi cambiata distrattamente decisi di andare a casa. Salutai le colleghe e il capo ed uscii velocemente dalla porta sul retro.
“Hey, adesso sei vestita normalmente”, di fronte a me, appoggiato sul muro c’era ancora lui, Harry Styles, che mi guardava con uno sguardo interessato. Ma era rimasto lì fermo per tutto questo tempo? “C-Cosa? Che cosa vuoi?” chiesi preoccupata arretrando di un passo.
“Eh? Niente davvero. Volevo solo accertarmi di una cosa” disse tranquillo. “Quindi quella cameriera che ho visto prima era davvero la Presidentessa..” continuò. “Perché lavori in un posto simile?”chiese infine.
Come se fossero affari suoi, perché gli interessava tanto?
Improvvisamente però, sentii dei passi provenire dalla porta alla mie spalle. Probabilmente un’altra ragazza se ne stava tornando a casa.
“Ne parliamo da un’altra parte!” lo presi per la manica della giacca “Però ora sta zitto e seguimi!” dissi trascinandolo in un parco vicino.
Pensandoci bene, se gli avessi spiegato le mie ragioni, forse non avrebbe detto niente a nessuno. Potevo fare una prova. Decisi di spiegargli il motivo del mio lavoretto part-time dopo scuola.
“Oh, ragioni familiari. Stanno davvero così le cose?” mi chiese. “Già” risposi io. “Quindi questo è il motivo per cui lavori in un Maid Cafè in una città vicina. Non sarebbe stato più facile fare qualche lavoro manuale vicino a casa?”
“Non ho quel tipo di resistenza fisica. Essendo la presidentessa non posso permettermi che i miei voti scendano. Non riuscirei a gestire entrambe le cose” risposi tranquillamente. “Wow, deve essere dura” commentò lui. “Quindi la ragione per cui vai alla Seika, che è una scuola piena di ragazzi che tanto odi, è perché la retta è bassa?”. “Si, credo”. Non riesco a capire a cosa stia pensando questo ragazzo, non riesco nemmeno a capire perché si stia interessando così tanto a me.
“Beh, capisco. Hai il mio appoggio comunque” mi rispose guardando verso il cielo blu della notte. La nostra conversazione finì in questo modo, e dopo esser scappata me ne tornai a casa. Mi rifiuto che qualcosa del genere, rovini la fiducia che ho costruito con tanto sudore fino ad ora. Sarà dura. Decisi di andare a domire.
 
Sono passati tre giorni ormai, non ho visto Styles da nessuna parte, ma comunque non sembra che qualcuno sappia del mio segreto. Chissà che cosa avrà in mente quel tizio. Forse vuole ricattarmi con questo? Non credo. Sembrava aver capito la situazione. O magari, prova compassione per me. Il che sarebbe abbastanza irritante ma forse è la soluzione migliore.
“Hey Phoebe!” sentii una voce alle mie spalle chiamarmi, e girandomi notai che ad avermi chiamato era Clary, che insieme a Isabella si stava avvicinando a me. Clary e Isabella erano le mie due migliori amiche. Nemmeno loro due però erano a conoscenza del mio segreto, e non dovevano scoprirlo. “Hey, Clary! Isabella Tutto bene?” chiesi sorridendole. “Si tutto bene, te invece?” rispose Isabella. “Bene, dai. Cosa succede vi vedo un po’ preoccupate” dissi.
“Si ecco, avremmo un problema.” disse Clary. “Ci sono state consegnate le chiavi per accedere alla stanza del club di giardinaggio ma le chiavi non sembrano quelle giuste”. Mi consegnò il mazzo. Osservandole capii che erano quelle giuste. E allora perché la porta non si apriva?
“Sono quelle giuste. Proviamo ad andare assieme” risposi decisa. Camminammo tranquillamente fino ad arrivare davanti alla porta. Infilai la chiave e la porta si aprì di scatto. “Come mai prima non siete riuscite ad aprire la porta?” domandai perplessa. Iniziarono a ridere rumorosamente. “Avevamo sbagliato chiave” mi dissero continuando a ridere. Non ci posso credere, ma come è possibile?
“Hey, ma quello che ti sta fissando non è Harry Styles?” smisero di ridere ed i miei pensieri vennero interrotti. Harry Styles. Non lo vedevo da tre giorni. “Che hai da guardare?” gli urlai contro. Non disse niente, si girò e se ne andò via. Che cosa significava questo? Non lo capisco.
Qualsiasi cosa significasse non aveva importanza, l’importante era che non sbandierasse il mio segreto ai quattro venti.
“ma quanto è figo Harry Styles?” chiese Clary, probabilmente aspettandosi un consenso generale, che non ebbe ne da me ne da Isabella. Isabella non era la classica ragazza, anzi, lei era l’esatto opposto di Clary. Clary aveva i capelli lunghi e mossi, Isabella invece li aveva corti e neri. Isabella indossava gli occhiali, Clary no. Ma non era solo questo. Anche il carattere era completamente differente. Eppure stavano sempre insieme e non litigavano praticamente mai (eccetto rare volte). “Tutti i ragazzi lo ammirano, i suoi voti sono sempre eccellenti, è molto forte ed inoltre piace ad un sacco di ragazze” a Clary brillavano gli occhi. Sembrava persa. “Che lui puntualmente rifiuta” concluse Isabella troncando tutte le fantasie perverse di Isabella. “Ma è comunque molto popolare!” esclamò Clary.
Sapevo perfettamente che tipo di ragazzo fosse Harry Styles, ma non pensavo fosse così popolare. Gli interessano poche cose, e tra queste non ci sono sicuramente i sentimenti delle ragazze. Che magari non gli importi delle cosa della cameriera perché non la trovi interessante?
Spero solo che mi lasci in pace.
Finita scuola tornai a casa e subito dopo andai a lavoro. Entrai subito in servizio. Decisi di accogliere subito i clienti e di raccogliere le ordinazioni col maggiore impegno. Dopo un po’ ero già abbastanza stanca, ma non mancava molto alla fine del mio turno. Entrò il cliente successivo quando urlai “Perché sei qui come cliente?”. Harry Styles era appena entrato al Maid Cafè come cliente, ma che cosa ci faceva qui? Non doveva lasciarmi in pace? Le mie speranze erano appena state spezzate.

 
EHILA’
Sono arrivata con un nuovo capitolo, ed anche se so che alla fine vi lascio sempre in sospeso, non odiatemi! Probabilmente ci saranno degli errori, e vi prego di perdonarmi per questo.
Volevo anche scusarmi per aver cambiato modalità di scrittura, ma mi trovo molto meglio con questo stile J
Ci tenevo inoltre a ringraziare Living Dead per aver creato questo banner stupendo per la storia.
Alla prossima,
Anonima Emotiva.

 

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Capitolo 3
*** Sorry. ***


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Terzo capitolo

Non riuscivo proprio a capire, dove voleva arrivare presentandosi come cliente qui, al Maid Cafè? Iniziai improvvisamente a sudare freddo. Se era venuto qui per prendermi in giro, poteva anche andarsene e non farsi mai più rivedere, anzi probabilmente mi avrebbe fatto un favore.
“E’ così carino..” in sottofondo sentii i commenti bisbigliati di Beth e Liz, un’altra cameriera del Maid. Non ero mai stata così agitata in tutta la mia vita.
“Ah, ti ho trovata!” esclamò Harry, mantenendo come sempre la sua aria indifferente. E’ qui per prendermi in giro, ne sono certa, oppure vuole una sfida? Non sono sicura ma, se è una sfida quella che vuole, una sfida avrà! Non mi farò prendere in  giro da un tipo come lui così facilmente. Mi ricomposi velocemente.
“Bentornato a casa, Padrone!” dissi sorridendo il più possibile. Devevo solamente far finta che lui fosse un cliente come tutti gli altri. Mi fissò senza dir niente per almeno quindici secondi. I quindici secondi più imbarazzanti di tutta la mia vita. Poi, si girò, e fece una sonora risata. Si, questo è decisamente umiliante. Continuerò a comportarmi come se fosse un cliente come un altro, ormai ho deciso.  Non mi interessa niente di lui, devo fare solamente il mio lavoro.
“Prego si accomodi, signore” dissi accompagnandolo verso il primo tavolo libero della sala. Cercai di dimostrarmi il più tranquilla possibile. Detto questo, mi girai e decisi di proseguire con il mio lavoro come se non fosse successo nulla. Lui non si mosse dal tavolo per almeno due ore. “Ehi, ehi!” venni richiamata da Megan. “quello là è il tuo ragazzo o qualcosa del genere? Ti ha osservata tutto il tempo!” mi chiese arrossendo tutta emozionata. Harry il mio ragazzo? Ma come le era saltato in mente! “No!” esclamai arrabbiata e leggermente imbarazzata dalla situazione. “Che strano..” concluse lei tornando al lavoro. Qualcuno mi aiuti.
 
Il giorno dopo
 
Non feci altro che pensare a quanto successo al Maid Caffè per tutte le ore di scuola. A quanto pare si divertiva a mettermi mentalmente in angolo. Era rimasto lì seduto al tavolo per due ore dopo aver ordinato una tazza di caffè e non aveva fatto altro che osservarmi. Ultimamente, oltretutto, sono così stanca, mi sento così lenta in ogni cosa che faccio. Avrei bisogno di riposare, ma ho troppi impegni da rispettare.
Il pomeriggio, al Maid, lui era ancora lì, seduto allo stesso tavolo dell’altro giorno.
“Quel ragazzo è ancora qui! E continua a guardare Phoebe!” le discussioni sottovoce tra Megan e Liz non potevano mancare. Non lo capiva che le persone qua intorno iniziano a notarlo? “Lo sapevo, è interessato a te!” esclamò improvvisamente verso di me, Megan. “Eh?” chiesi perplessa, figuriamoci. “I suoi occhi sono così preoccupati, è adorabile!” disse con fare adulatore. “Cosa? Preoccupati?” chiesi non molto convinta. Mi girai a guardarlo. Non si può dire che non sia un bel ragazzo..
Scossi la testa imbarazzata. No certo che non lo è.
Dovevo smetterla di fare certi pensieri.
 
Il giorno dopo ancora
 
Non riesco a non pensare a questa situazione, mi sta letteralmente tormentando. Lui continuava a guardarmi soltanto perché si divertiva. Non è possibile che sia preoccupato per me. Non ci conosciamo nemmeno.
“Ehi Collins!” i miei pensieri vengono interrotti dalla voce squillante di Clary, che mi chiama dalla bacheca sul corridoio. “Ottimo lavoro!” concluse sorridendomi. Ah si! Ero talmente presa dai miei pensieri che mi sono dimenticata che oggi uscivano i risultati della prova d’esame! “Sei arrivata seconda!” esclamò lei. “Seconda?” dissi perplessa. Non sono mai arrivata seconda, com’è possibile? “Chi è il primo?” chiesi avvicinandomi lentamente per scorgere il nome, dietro a quella miriade di persone davanti alla bacheca. “Harry Styles!” Non ci credo! Si diverte a prendermi in giro. Non lo sopporto. Non ho tempo da perdere. Non sarò di certo io il suo passatempo. Mi voltai andandomene silenziosamente. Mi sento costantemente guardata dall’alto verso il basso.
Finita scuola, mi avviai verso la riunione del consiglio studentesco. Entrai nell’aula velocemente e mi sedetti alla mia scrivania, analizzando le carte che erano state riposte su di essa.
“Presidentessa?” il mio lavoro venne interrotto dal tesoriere del consiglio studentesco. “Uhm.. dimmi” risposi io. “Ehm.. ecco..” si fermò per qualche secondo, “I conti dello scorso mese non corrispondono, mi spiace..” disse infine, con uno sguardo abbastanza dispiaciuto. “Come? Ti ripeto ogni volta di contare bene tutti i soldi! Lascia stare, lo farò io” dissi portandomi una mano alla testa. Mi sentivo stanchissima, senza forze.
La riunione finì abbastanza velocemente, ma io non potevo tornarmene a casa. Dovevo riguardare assolutamente i conti. Sono così impegnata, continuando così farò sicuramente ritardo al lavoro.
“Sei una masochista, Presidentessa?” la sua voce. Alzai gli occhi dalla scrivania trovandomi davanti Harry. Non lo avevo neppure sentito entrare. “Cosa stai facendo tu qui?” chiesi urlandogli contro. “A quanto pare –disse lui- ti piace spingerti in un angolo. Penso che dovresti un po’ lasciarti andare. Solo guardandoti..” non feci in tempo a sentire il resto della frase. Mi sentii le gambe cedere dalla stanchezza. Due braccia mi presero prima che cadessi per terra. “..mi fai preoccupare” concluse la frase. Realizzai poco dopo di essere caduta tra le sue braccia, letteralmente. Mi spostai imbarazzata e arrabbiata allo stesso tempo.
“Stai lontano!” gli urlai contro, “Non ho bisogno di aiuto da persone come te” conclusi posizionandomi di fronte a lui. “Oh, allora..” disse, per poi uscire dalla stanza. Mi sentivo così strana e triste allo stesso tempo.
Guardai l’orologio. Ero in ritardo per il lavoro. Presi  la mia borsa e mi recai il più velocemente possibile al Maid Caffè. Lavorai intensamente per un’ora. Poi decisi di uscire dalla porta sul retro per prendere una boccata d’aria.
Mi sentivo stanchissima, ma non mi potevo permettere di essere così stanca. Tossii appoggiandomi alla parete. Dovermi occupare dei conti non farà la differenza, ma ho anche bisogno di più tempo per studiare. Mi venne improvvisamente in mente la discussione avuta con Harry poco tempo prima. Forse aveva ragione, ma non avevo tempo per lasciarmi andare.
“Huh, quella non è la Presidentessa?” Girai la testa spaventata verso l’interlocutore. Non poteva essere vero. Il trio degli idioti era davanti ai miei occhi. “Wow, è davvero lei” disse uno dei tre. “Seriamente? Una Maid? Questo sì che è divertente!” esclamò quello in mezzo. “Hey, dai chiamiamo tutti. E’ ora di fare qualche foto” Mi voltai. Mi sentivo così in imbarazzo. Dopo tutto quello che avevo fatto per nascondere il mio segreto, ora verrà scoperto così. “Vuoi scappare?” mi chiese uno prendendomi per il braccio e facendomi girare verso di lui. “Tormenti i ragazzi tutto il tempo a scuola e poi scopriamo che sei una maid?” disse ridendo. Cercai di divincolarmi dalla sua presa, senza successo. “Lasciami!” gli urlai contro. “Avremo bisogno di qualche servizio particolare” mi disse. “Sorridi” disse un altro con un cellulare in mano. “Chiamaci padroni o qualcosa di simile” esclamò infine l’ultimo.
Mi sentii così debole e impotente. Avrei voluto scappare, ma non riuscivo a liberarmi dalla presa di questo tipo. “Sai, non mi ero mai accorto che in realtà fossi una ragazza, vestita da cameriera sembri proprio car-“ non finì la frase perché, improvvisamente, venni presa e tirata contro un’altra persona.
“Non toccatela solo perché è dannatamente carina” questa voce, Harry. Imbarazzata mi avvicinai a lui, utilizzandolo come uno scudo.
“Harry S-S-Styles” i tre idioti esclamarono in coro e si allontanarono molto velocemente da noi. “Stai bene?” mi sussurrò. Io rimasi in posizione. Mi sentivo malissimo. “Scusa” dissi.
Lui sembrò sorpreso dalla mia affermazione. Deglutendo a fatica, mi appoggiai completamente a lui. “Scusa, Harry”.
Lo sentii sorridere. Dopotutto non era così male.
 
 
Ehilà!
Avete il permesso di odiarmi, di tirarmi addosso pomodori o sedie (come la mia professoressa di inglese). Mi scuso tremendamente per il ritardo del capitolo, ma sono stata una settimana in vacanza senza internet (per l’altra settimana non ho scuse, chiedo perdono. Ma eccoci con il nuovo capitolo!
Ovviamente la nostra protagonista è testarda e orgogliosa come al solito.
Sebbene questo capitolo sia abbastanza orrendo, vi chiedo di non badare tanto agli errori che ci saranno. Ho scritto questo capitolo in tipo due ore, poiché non sapevo come scriverlo.
Ora vi saluto!
Anonima emotiva

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