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Autore: Naephilim    03/07/2014    3 recensioni
La scuola superiore Seika è stata sempre riservata ai maschi e solo da poco tempo vi sono ammesse anche le ragazze, le quali però sono intimidite dal gran numero di persone del sesso opposto. Per questo motivo Phoebe Collins, in quanto prima donna diventata presidentessa del consiglio studentesco, desidera fortemente dimostrare le proprie capacità e la sua superiorità sui maschi, che in fondo disprezza, dal momento che suo padre è scappato con i soldi della famiglia. Grazie a questo obiettivo è diventata un modello di serietà.
Tuttavia la famiglia di Phoebe, non certo agiata, ha serie difficoltà economiche e lei nel tempo libero è costretta a lavorare in un maid café come cameriera. Vista la particolarità del locale, la ragazza sul lavoro deve quindi comportarsi in maniera diametralmente opposta alla scuola, col continuo timore di essere prima o poi scoperta da qualche studente di passaggio. E la cosa puntualmente accade, quando Harry Styles, uno degli studenti più popolari della scuola, la incontra per caso nei pressi del locale.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Primo capitolo


Mi sono sempre posta degli obbiettivi nella vita da raggiungere e cerco ogni giorno di dare il massimo di me stessa. Mi chiamo Phoebe Collins e abito in piccola città negli Stati Uniti, insieme a mia madre e a mia sorella più piccola di due anni, mio padre ci ha abbandonate e lasciate a pagare tutti i suoi debiti di gioco, anche per questo credo di odiare i ragazzi in generale. Come potrete capire, la mia non è una famiglia ricca anzi. Ovviamente cerchiamo tutti di fare del nostro meglio per mantenerci; mia madre lavora come infermiera, mia sorella invece partecipa in continuazione a qualsiasi concorso le capiti sotto mano (vince praticamente ogni volta, ancora oggi mi chiedo come questo sia possibile), io invece lavoro come cameriera in un maid-cafè in una città vicina, e non posso di certo dire di esserne felice. Per chi non lo sapesse un maid cafè è un tipo di caffetteria in cui la cameriera, o maid, sfoggia un particolare tipo di divisa da cameriera riccamente decorato con pizzi e l’immancabile grembiule; al costume si aggiungono anche l’ambientazione e l’istruzione delle cameriere che accolgono il cliente con la frase “Benvenuto, padrone!”. E’ un lavoro abbastanza strano, ma la paga è buona e quindi ho accettato volentieri questo lavoro. A parte questo, sono la presidentessa del consiglio dell’istituto Seika, cioè la scuola che frequento, un impegno che mi tiene abbastanza occupata.
Vi spiego meglio.
La scuola superiore Seika è sempre stata riservata ai maschi e solo da poco tempo vi sono ammesse anche le ragazze, le quali però sono intimidite dal gran numero di persone del sesso opposto. Per questo motivo io, Phoebe Collins, in quanto prima donna diventata presidentessa del consiglio studentesco, desidero fortemente dimostrare le mie capacità e la mia superiorità sui maschi, che in fondo disprezzo considerando che mio padre è fuggito con i soldi di famiglia. Grazie a questo mio obbiettivo sono riuscita a diventare un modello di serietà, educazione e di intransigenza all’indisciplina dei miei compagni, che non esito a punire qualora si comportino in maniera non adatta. Con il mio lavoro però, sono costretta a comportarmi in maniera completamente differente dal mio solito soprattutto con i maschi, abituali clienti del maid cafè. Vivo nel timore che qualche compagno possa scoprirmi, sarebbe la fine.
Come al solito stavo svolgendo uno dei miei tanti controlli giornalieri dell’istituto, per assicurarmi che tutto fosse in regola quando vidi che come al solito  il “Trio degli idioti” stava correndo per i corridoi. Che fastidio! Ora che ho raggiunto questo titolo non permetterò che i ragazzi facciano quello che vogliono.
“Hey voi tre idioti, fermatevi subito!” urlai verso la loro direzione. Si fermarono subito e mi guardarono con aria poco interessata. “Non dovete correre per i corridoi avete capito?” domandai urlando. La risposta che ricevetti fu ancora indifferenza ma quando se ne andarono almeno non correvano più. Molto bene. Continuai camminando quando improvvisamente sentii un pianto provenire da dietro il muro. Un altro problema! Girai l’angolo e mi trovai davanti una povera ragazza che piangeva disperata di fronte a niente meno che Harry Styles.
“Hey che è successo?” chiesi sicura di me. Il ragazzo si girò ed improvvisamente mi sembrò che il corridoio iniziasse a brillare. “Niente di speciale” rispose lui, “Ho respinto una confessione” continuò tranquillissimo come se non gli dispiacesse nemmeno un po’ per quella povera ragazza.  “Ancora tu, Harry Styles?” domandai arrabbiata. Harry Styles era il tipico ragazzo che non sopportavo e che avrei preso tranquillamente a pugni in faccia. E’ quel tipo di ragazzo che fa sempre piangere le ragazze. Il problema non è che le rifiuta, ma che lo fa in modo a dir poco indifferente, come se trovasse la cosa noiosa. La ragazza scappò immediatamente via in lacrime e provai involontariamente un po’ di tristezza per lei. “Non potresti essere un po’ più sensibile quando parli ad una ragazza?” gli urlai contro arrabbiata. Senza aggiungere altro mi girai e me ne andai. Ho sempre odiato i ragazzi che fanno piangere le ragazze. La giornata scolastica era quasi conclusa così tornai nella mia classe, presi la cartella e mi affrettai ad arrivare a casa. Provai ad aprire il cancello d’entrata con le chiavi ma appena provai ad aprirlo questo si staccò dal muro cadendo per terra. “Si è rotto!” urlai dalla frustrazione, serviranno altri soldi per aggiustarlo.
La mia casa è una classica casetta a schiera in stile orientale, che a parer mio deve essere stata molto bella appena acquista. Ora invece è un disastro completo.
Entrai in casa e salutai mia madre e mia sorella. “Sono a casa!” non sentii però nessuna risposta da parte loro. Senza aspettare troppo mi mossi verso camera mia passando per le scale e il corridoio, quando però misi il piede sul giornale a terra questo inaspettatamente crollò e si ruppe il legno del pavimento, se non era già rotto. “Non ci posso credere!” urlai più frustrata di prima. Aprì immediatamente la porta della cucina mia sorella Camila “Oh, sembra che tu sia tornata a casa Phoebe” mi disse tranquillamente. “Ma che cosa è successo al pavimento?” Le chiesi perplessa. Lei mi guardò attentamente per due secondi, “Prima c’ho messo il piede sopra, sembra che il pavimento lì sia marcio” mi spiegò tranquillamente. “Quindi hai pensato bene di nasconderlo mettendoci un foglio di giornale sopra?” chiesi perplessa.
“Ci sei caduta dentro proprio come avevo programmato!” mi disse ridendo forte, e sparì di nuovo silenziosamente in cucina lasciandomi più perplessa di prima in corridoio. Decisi di salire al piano di sopra per mettere via la mia roba scolastica. Salendo, scorsi nell’ultima stanza a destra mia mamma, così mi incamminai verso di lei e aprì del tutto la porta socchiusa. “Mamma, sono tornata” le dissi sorridendo. “Bentornata” rispose ricambiando il mio sorriso. Era seduta sul pavimento e stava colorando dei pupazzetti per i bambini dell’ospedale. “Hai fatto il turno di notte all’ospedale? Non dovresti affaticarti troppo.” Le dissi preoccupata, “Non posso lasciare tutto il peso su di te” rispose lei sorridendomi. “Dopotutto ho bisogno di irrobustirmi un po’”aggiunse. Improvvisamente spuntò silenziosa da dietro la porta Camila, con la sua solita espressione indifferente. “Phoebe, prima ha chiamato il capo del posto dove lavori, a quanto pare manca una ragazza, quindi vuole che tu prenda il suo posto” mi disse annoiata. Ci mancava solo questa, me lo sentivo che oggi sarebbe stata una giornata sfortunata. “Davvero? Allora devo andarmene! Perché non me l’hai detto subito?” esclamai correndo velocemente giù per le scale (per poco non ricadevo nel buco sul pavimento), presi di fretta la borsa ed escii di casa facendo quasi cadere di nuovo il cancello. Arrivai a lavoro ed incontrai subito il capo, Beth, cioè una donna di circa 30 anni, ma sembrava sempre averne 20. Lavorava anche lei con noi perché, a quanto pare, si divertiva molto. Mi passò la mia divisa, che personalmente trovo molto imbarazzante e mi chiese di sbrigarmi.
Ero pronta ad iniziare.
“Bentornato, Padrone!” esclamai al primo cliente che entrò arrossendo nella caffetteria. Lo accompagnai ad un tavolo e lo feci accomodare, continuando a sorridere. Presi le ordinazioni e portai tutto in cucina.
“Phoebe!” venni distratta dalla voce di Beth. “Scusa per averti chiesto di venire qua così all’improvviso.” Mi parlò dispiaciuta. “Tranquilla è tutto apposto, ho diverse spese da fare questo mese quindi è una buona opportunità per me” la rassicurai sorridendo.
Dopo un intero pomeriggio di lavoro decisi di uscire un po’ dal locale, presi distrattamente il pattume per andare a buttarlo nel retro del negozio. Anche se ormai lavoro qui da tanto tempo, non riesco ancora ad abituarmici, non ho molto tempo libero a causa del lavoro del consiglio studentesco, quindi ho bisogno di un lavoro ben pagato come questo ma, se qualcuno della scuola mi vedesse così..
“Wow”. Alzai improvvisamente lo sguardo spaventata, e mi ritrovai davanti niente meno che Harry Styles.
Oh cazzo.

 
 
Ciao a tutte!
Ho deciso di fare una pazzia ed iniziare un fan fiction. Probabilmente ho ffatto degli errori ma cercate di perdonarmi.
Per questa ff ho preso spunto da un anime, che si chiama appunto come questa storia “Kaichou wa maid sama”. Spero vi piaccia come primo capitolo. So che è stato molto noioso, ma ci tenevo a farvi capire bene la storia e se c’è qualcosa che non avete capito bene non esitate a chiedere!
Vi lascio le foto della protagonista
Al prossimo capitolo!

Phoebe

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