Un Natale un pò particolare

di m4ryb4m
(/viewuser.php?uid=17955)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** UN INCARICO INSOLITO ***
Capitolo 2: *** CURIOSITA' ***
Capitolo 3: *** L'INTERVISTA ***
Capitolo 4: *** UNO SPIACEVOLE INCONVENIENTE ***
Capitolo 5: *** PROPRIO ORA? ***
Capitolo 6: *** STRANI PENSIERI ***
Capitolo 7: *** SEMPRE QUELLA FREDDA NOTTE DI DICEMBRE... ***
Capitolo 8: *** DOPO LA MEZZANOTTE ***
Capitolo 9: *** UN 24 DICEMBRE INDIMENTICABILE! ***



Capitolo 1
*** UN INCARICO INSOLITO ***


 

 

***

Uffa!

Perchè tocca sempre a me andare a fare la spesa per il cenone del 25 dicembre?

Sono anni che mia madre mi affida il compito e ogni volta puntualmente mi trovo in mezzo alla folla la vigilia di Natale, sta storia deve proprio finire!

E pensare che invece i miei fratelli se la spassano con le loro fidanzate chissà dove e tornano giusto per abbuffarsi.

Poi in questa città del cavolo ci sono solo due posti dove comprare le cose e come se non bastasse la gente sembra concentrarsi tutta al centro commerciale più vicino a casa dei miei!

La mia vita ora come ora è un disastro, ho venticinque anni e vivo ancora coi genitori. Sono stata appena mollata dal ragazzo che già mi prendeva in giro da più di un anno ma che credevo avrebbe ricominciato a comportarsi meglio. E in più questa sera devo anche lavorare! Ma perchè per i giornalisti è così difficile avere delle vacanze normali?

Se solo Claire non si fosse ammalata! Io non ci capisco niente di musica e adesso mi ritrovo da qui a tre ore a dover fare la maratona per comprare il tacchino a mia mamma e poi a dovermi preparare per intervistare una band che suona metal!

Metal? Io che ascolto a malapena pop, cosa ci posso capire di metal?!? Io che non ho mai suonato uno strumento, come posso fare domande del tipo: ragazzi quale modifiche avete apportato alla vostra tecnica per il nuovo album? Io sono abituata ad intervistare gente normale, gente che ha avuto la fortuna o la sfortuna di capitare su un giornale per un fatto piacevole o spiacevole che gli è successo.

"Tu hai talento e ce la puoi fare benissimo a sostituire la tua collega indisposta" ricordo perfettamente il sorrisino del direttore del giornale mentre mi diceva queste parole.

Non che io ci abbia creduto minimamente, quello fa così con tutte le ragazze in redazione, sappiamo tutte che in realtà è un gran pervertito!

Arghhhhhhhhh che nervoso! Quando si muovono qui? Devo comprare solo un maledetto tacchino e poi posso andarmene a casa, perchè la fila pare essersi bloccata proprio ora?

Oh, finalmente! Tocca a me!

Dico al commesso quello che devo prendere e due minuti più tardi mi porge un pacchetto ben incartato e tutto sorridente esclama "Grazie, Arrivederci e Buon Natale"

Buono mica tanto! "Grazie e altrettante" rispondo fingendo allegria

Raggiungo la macchina mezza barcollante, sotto il peso di tutti i sacchetti e sacchettini. Mia mamma come al solito esagera con le quantità!

Arrivo a casa dei miei guidando come una pazza, la fretta ormai ha preso il sopravvento.

"Cara, ce l'hai fatta allora!" esclama la donna che mi ha partorito quando mi vede entrare ansante sotto il peso della spesa

"Già! Era anche ora! Scusa ma non posso aiutarti a mettere a posto, devo scappare a farmi una doccia e a prepararmi che dopo devo lavorare"

"Anche la vigilia?" chiede lei ostentando meraviglia

"Lo sai benissimo che le mie "vacanze" in realtà non esistono"

"Attenta a non stressarti troppo"

"Come se dipendesse da me" soffoco una risatina ironica e mi fiondo su per le scale

Mi spoglio a tempo di record e mi ficco sotto la doccia.

Mentre l'acqua scorre cerco di ricordare le poche informazioni che sono riuscita a racimolare dalla sera prima, quando ho saputo del mio nuovo incarico.

Allora...il gruppo si chiama...B...B qualcosa....ah si! Bullet...si ma poi ci sono altre parole mi pare..uffa! Ma sti qui non hanno pietà della gente? Non possono scegliere nomi più semplici? Mi immagino il ragazzino che va a comprare un loro disco che prima di finire di dire il nome del gruppo è diventato vecchio!

Comunque.. adesso che ci penso bene, il nome mi aveva impressionato parecchio....quindi devo ricordarlo per forza...Bullet....Bullet for....my Valentine! Ecco come si chiamano: Bullet for My Valentine! Bene, quindi fino a qui ci siamo.

Intanto prendo lo shampoo e mi insapono i capelli.

Adesso....il genere è metal più o meno...poi...sono in cinque mi pare...e hanno fatto due album...

Si...i componenti...dunque...il cantante si chiama Mark...no, non era Mark...Matt! Si, proprio Matt...! Poi c'è il chitarrista....James, forse? No...James è il cognome di un altro mi sembra....sì, deve essere il cognome del batterista...aspetta aspetta....

Mi risciacquo i capelli nel frattempo.

Dove eravamo rimasti? Ah sì, Jason il bassista! Wow! Mi meraviglio di me stessa, questo mi è venuto al primo colpo! Però, se c'è Jason che è il bassista, Jason James per essere precisi, Matt è il cantante, poi ci sono due che si chiamano nello stesso modo, l'altro componente?

Ricapitoliamo: Matt canta, Jason suona il basso, i due lì suonano, un altro componente sarebbe inutile, quindi sono in quattro e basta! Spero vivamente di non sbagliarmi, a parte che tanto lo vedrei al momento dell'intervista quanti sono.

Esco dalla doccia e mentre mi asciugo e indosso la biancheria continuo a pensare ai possibili nomi degli altri due del gruppo.

Cavolo...proprio non me li ricordo...

Percorro il corridoio e arrivo fino in camera mia, dove la prima cosa che vedo è il peluche che mi ha regalato il mio ex, Michael.

Michael, ecco! Gli altri due si chiamano Michael, però hanno dei soprannomi per distinguersi...o mamma...quelli proprio non me li ricordo! Credo proprio che farò una telefonata a Claire prima di andare.

Ora devo pensare a cosa mettermi, un paio di jeans e un maglioncino andranno più che bene.

Apro l'armadio e scopro che i miei jeans scuri preferiti si sono volatilizzati, poi realizzo il tutto, li ho prestati a mia cugina che aveva bisogno di un portafortuna per un appuntamento con un ragazzo. Da quando glieli ho dati una volta non fa altro che chiedermeli!

Vabbè, vediamo se c'è dell'altro. Credo che questi vadano bene, pantaloni neri, semplici e sobri, perfetti.

E sopra il maglioncino che ho comprato il mese scorso, bianco come la neve che cade lentamente da questa mattina.

Non ho tempo per sistemarmi i capelli così gli asciugo in fretta e li lego in un'alta e nera coda di cavallo.

Poi, vediamo, ho voglia di mettermi gli occhiali, mi danno un'aria più professionale. Non ne ho mai avuto veramente bisogno ma mi piace utilizzarli all'occorrenza, anche se spesso la gente si lamenta che nascondano i miei occhi verdi.

Mi do un'ultima veloce guardata allo specchio e corro giù per le scale, rischiando di uccidermi inciampando nel penultimo gradino "Cazzo!" urlo e subito mio padre mi risponde dal soggiorno "Non sono ancora tornato che già ti si sente!"

"Ciao papà!" gli grido e gli vado in contro

"Dove vai così di fretta?" mi chiede fissandomi con sguardo indagatore, lo stesso che mi rivolge da quando ero bambina

"Al lavoro! Ho un'intervista"

"La solita vecchietta che è stata salvata da un palazzo in fiamme? O aspetta, questa volta si tratta di un sensitivo che ha predetto la morte di tre persone?"

"Niente di tutto ciò. Anche se avrei preferito il sensitivo pazzo. Devo farmi una bella chiacchierata con quattro bell'imbusti che suonano in un gruppo metal di moderato successo, che però io non ho mai sentito"

"E come si chiamano questi?" chiede lui fingendosi interessato, anche se so benissimo che non lo è.

"Bullet for My Valentine" rispondo io scandendo bene le parole.

Lui aggrotta un sopracciglio "Che nome strano, fai attenzione che è meglio!"

Io rido "Papà, sono musicisti, mica stupratori!"

"Non si sa mai in certi casi"

"Di che parlate?" chiede mia mamma che dalla cucina ha interrotto le sue faccende per ascoltarci.

"Nulla, nulla. Papà ti spiegherà se ha voglia. Io ora vado" dico avviandomi verso la porta e prendendo la borsa.

"Non mangi niente prima?"

"No, mamma. Prenderò un panino prima di tornare a casa"

"Se vuoi ti faccio trovare qualcosa di pronto"

"No, grazie, davvero. Col traffico magari farò anche tardi. Non preoccupatevi per me. Ci vediamo allora" Sorrido e faccio un cenno di saluto verso loro.

"Buon lavoro, a più tardi!" rispondono in coro.

***

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** CURIOSITA' ***


Salgo in macchina alla velocità della luce. Prima di mettere in moto però mi ricordo di dover chiamare Claire per chiederle delle precisazioni, così prendo il cellulare e digito il suo numero.

Tu....tu...tu...tu...tu...tu....tu...siete collegati con la segreteria telef...riattacco, leggermente contrariata, vorrà dire che dovrò arrangiarmi.

Metto in moto, mancano cinquanta minuti all'inizio dell'intervista, se non trovo troppo traffico ce la posso benissimo fare.

Arrivo ad un incrocio in cui c'è un pò di coda, così approfitto del momento per prendere il cd dei Bullet for My Valentine che mi è stato dato al lavoro, tanto per avere un'idea della musica che fanno i ragazzi che andrò ad intervistare, che a quanto pare non sono neanche tanto più vecchi di me.

Tasto la borsa sul sedile accanto al mio, ma del cd nessuna traccia. No! Devo averlo lasciato a casa! Sono un'idiota!

Il traffico riprende a scorrere, schiaccio innervosita il tasto di accensione dello stereo, stanno trasmettendo una pubblicità stupida che non sopporto, così cambio frequenza e guarda caso, sento proprio nominare i Bullet cosi....

"Per tutti gli appassionati, ecco in anteprima il nuovo singolo di questo promettente quartetto gallese, Tears Don't Fall"

E sentiamo questo promettente quartetto! Tra l'altro almeno adesso non ho più il dubbio che siano cinque....

L'inizio non sembra poi così pesante, delle note suonate non troppo velocemente, sì, credo sia qualcosa che possa piacermi. Forse allora si sono sbagliati a dire che suonano Metal?"

Dalla radio proviene quasi un'esplosione "Let's gooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo" e le chitarre cominciano a suonare pesantemente, accompagnate da basso e batteria

Oddio, mi sbagliavo! Mentre guido però non posso fare a meno di essere assorbita al cento per cento dalla canzone, la musica torna piuttosto lenta e il cantante, Matt, canta in modo tranquillo, le parole sono tristi, come il suo tono di voce.

Poi però nel ritornello torna la rabbia, quel suo modo di urlare arrabbiato e poi... ancora calmo...

"Would she hear me if I called her name? Would she hold me if she knew my shame?" Non capisco...che lui abbia tradito la ragazza?"

Tornano le urla "The path I walk is in the wrong direction...Can anybody help me mak things better?" Ha capito di aver sbagliato? Chiede aiuto? Ma a chi?

"The brocken bones they heal no more....will this ever end I'm hoping....my world's over one more time..."

E la parte finale...l'ultima frase "Her consciouns calls the guilty to come home" e ancora le chitarre, la batteria, il basso...il loro stile che mi ha davvero stupita.

Wow...non mi aspettavo certo una cosa del genere. Spengo la radio, in questo momento non voglio sentire altro, voglio solo ripensare a questa fantastica canzone, Tears Don't Fall, il primo titolo dopo anni che mi rimane in testa dopo un solo ascolto.

Il testo, le parole...mi pare di ricordare che l'autore dei testi sia proprio il cantante, beh, è davvero bravo a mettere in musica le sue emozioni, in poco meno di sei minuti è come se mi abbia resa partecipe di tutto quello che ha passato. Peccato che l'intervista non sia molto lunga e non contenga molte domande che vorrei seriamente fare in questo momento.

***

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** L'INTERVISTA ***


Una ventina di minuti dopo arrivo al locale dove questa sera suoneranno i Bullet for My Valentine, parcheggio e scendo dalla macchina dopo aver controllato l'orologio, sono in perfetto orario.

Intravedo da lontano la folla di fans impazienti che non vedono l'ora di entrare e godersi lo show. Cammino fino all'entrata scondaria che mi è stata indicata da Claire il giorno prima nelle sue spiegazioni e mostro il mio pass ad uno della security che mi fa entrare un paio di minuti dopo.

"Segui il corridoio ed entra nella prima stanza a sinistra" mi indica l'uomo grande e grosso con un sorriso che non si addice ad un tipo come lui

Annuisco "Grazie" e percorro il breve tratto, nervosa per la nuova prova che mi si prospetta.

Entro nella stanza e sento delle risate, mi volto e vedo che su un paio di divanetti sono sedute alcune persone. Uno è il nostro fotografo, Tom, che mi riconosce subito e si avvicina a me tutto sorridente.

"Ciao Elisabeth! Non sapevo ti occupassi tu dell'intervista" esclama Tom fissandomi con i suoi occhioni nocciola sul suo volto rotondo che pare ancora da bambino.

"Invece ci sono proprio io. Claire è ancora malata." sorrido, cercando di scacciare la tensione e intanto guardo le altre persone, due si sono alzati e passano delle birre agli altri.

Lui annuisce e torna a parlare con i ragazzi che sono radunati intorno al divanetto, in tutto sei persone. Lo seguo e osservo più da vicino quegli sconosciuti.

Riconosco subito quali devono essere i membri della band, due coi capelli lunghi e due coi capelli corti, vestiti di scuro e con tatuaggi e piercing in bella vista, il genere di gente che farebbe rabbrividire mio padre e mia madre.

Abbozzo un sorriso e mormoro un "Ciao" generale, mi rispondono contenti e poi mi avvicino ancora un pò per stringere la mano a tutti.

Stringo la mano a sei persone e cerco disperatamente di tenere a mente ogni nome...

Mentre mi siedo sul divano ripercorro quel poco che è successo...Moose deve essere uno dei due Michael, è il più alto tra i due coi capelli corti, mentre l'altro è Jason, il bassista. Poi c'è Padge, che ha detto di suonare la chitarra, ha i capelli molto simili a quelli di Matt, ma la cosa che li distingue sono gli occhi blu del cantante, che tutto sommato non è per niente male!

Ci risediamo tutti sui divanetti e io chiedo "Allora, possiamo cominciare?"

Loro fanno cenno di sì e le due persone che erano con loro, mi pare d'aver capito che siano i loro manager, escono dalla stanza.

Meno male, sinceramente mi intimorivano un pò, ho una paura assurda di dire qualcosa di sbagliato, meno male che c'è qui con me Tom, almeno lui lo conosco.

"Elisabeth, ti spiace se faccio qualche foto e me ne vado? Ho avuto poco fa una chiamata urgente"

Come non detto! Tutte a me capitano le sfortune!

"Ma certo che non mi dispiace.

Attendo che Tom faccia i suoi scatti, poi io e i quattro ragazzi lo salutiamo.

Traggo un respiro profondo e mi preparo ad affrontare la situazione, ce la posso fare!

Prima che possa dire qualcosa però Padge scherza "Devi essere contentissima di intervistarci la vigilia di Natale"

"Già, immagino che non deve essere il massimo stare rinchiusa con quattro musicisti invece che essere fuori nella mischia a fare le ultime compere con le amiche" conviene il bassista, Jay

"Io aggiungerei che probabilmente nemmeno ci ha mai sentiti nominare, o sbaglio Lizzy?" La voce di Matt arriva pungente, quel suo tono ironico non mi piace per niente e anche il modo in cui ha usato un nomignolo per rivolgersi a me. Non so quanto ci sia di scherzoso nella sua affermazione.

Lo guardo e penso disperatamente ad una risposta ad effetto, ma lui ricambia il mio sguardo freddamente "Su, vediamo di cominciare altrimenti non finiamo più"

Non vedo l'ora di andarmene! Questo Matt non è certo la simpatia fatta persona, tutta la voglia che avevo di discutere con lui dei suoi testi mi è passata.

L'intervista dura un quarto d'ora e le domande sono quelle di routine

"Come è stata la registrazione del nuovo album?" "Credete che abbia avuto un buon impatto sul pubblico?" "Siete soddisfatti del vostro primo full lenght" Ah, quindi non li hanno fatti due album, il primo era solo un EP, man mano che parlo con loro mi accorgo di quante cavolate avrei potuto sparare se avessi dato retta alle informazioni che ricordavo!

Mancano cinque minuti alle cinque quando concludo con un "Grazie per la disponibilità ragazzi!" sorrido, finalmente libera da questo peso.

Quando stringo la mano a Matt per ultimo lui mormora in modo che possa sentire solo io "Grazie a te per non esserti addormentata"

Ovviamente non gli rispondo, certo che è proprio un villano! E dire che mi ero anche cominciata ad appassionare al loro modo di vedere la musica e il successo, evidentemente le sue risposte da ragazzo che sta coi piedi per terra erano tutte una finta. Spero di non avere più a che fare con lui!

Esco e raggungo la macchina, i fans sono ancora lì scalpitanti. Sento anche alcune ragazze urlare "Matt, sei bellissimo!"

Bah, proprio non so cosa ci trovino, poi figurarsi se quello, pieno di sè come è da retta proprio a loro.

Salgo in macchina e mentre guido verso casa ripenso all'esperienza appena passata.

Non è stata poi tanto spiacevole, solo non mi andavano a genio le frecciatine di Matt. Un ragazzo così carino con un caratteraccio del genere!

Vabbè, non ci pensiamo, a proposito...mi sta venendo fame..quasi quasi mi fermo in quel locale che prepara dei panini così buoni, tanto avevo già detto a mia mamma che avrei fatto tardi, quindi non ci sono problemi.

***

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** UNO SPIACEVOLE INCONVENIENTE ***


Giunta a destinazione mi siedo ad un tavolo appartato e mentre aspetto provo ancora a chiamare Claire, solo per informarla che l'intervista si è conclusa in modo positivo dopotutto.

Tu...tu...tu...tu..tu...tu...

Mah...lasciamo perdere va...

Ordino qualcosa di super imbottito e nell'attesa alla radio trasmettono ancora Tears Don't Fall. Non pensavo che dessero spazio anche a musica di questo genere sulle stazioni radio più popolari, i Bullet for My Valentine devono essere proprio una grande rivelazione.

La versione che sento però è senza urla, il ritornello è diverso. Però anche così non è male, rimane sempre quel testo che mi ha catturata dal primo ascolto.

"Ecco" la cameriera mi porge sorridente un piatto con quello che ho ordinato, la ringrazio e comincio a mangiare tranquillamente.

Quando ho finito pago ed esco, pronta ad andare a casa.

Mi piace un sacco guidare col buio, ma oggi ha nevicato tutto il giorno e quindi le strade sono un pò pericolose, quà e là ci sono interruzioni causate proprio dal maltempo che ha reso inaccessibili alcuni punti.

Come al solito la sfortuna si accanisce contro di me, infatti proprio sul mio percorso c'è stato un incidente, quindi sono costretta a prendere un'altra via, allungando di molto.

Se prima contavo di essere a casa entro una mezz'ora adesso mi ci vorrà quasi un'ora!

Poi questo punto della città non lo amo particolarmente, così buio, sempre poco frequentato, ce lo vedrei bene in un film come scenario ad un crimine efferato.

La mia auto comincia a fare uno strano rumore, un suono metallico che avevo già sentito un paio di settimane fa, ma l'avevo ignorato, pensando che fosse una cosa da poco.

Grr...cosa succede adesso? Si mette a ringhiare la macchina????

Perchè procede a scatti?? No, non sta succedendo quello che penso io, non può succedere!

Mi si spegne il motore. Cazzo! Provo a rimettere in moto, giro la chiave una, due, tre volte. Niente...Cazzo, cazzo!

"Parti macchina del cavolo, brutta carretta!" comincio ad imprecare dando delle botte sul volante.

Mi guardo intorno, non c'è nessuno per strada, ci credo, sono quasi le dieci, chi va in giro a quest'ora la vigilia di Natale in un quartiere quasi disabitato in cui ci sono praticamente solo fabbriche?

Devo calmarmi, se la macchina non riparte al prossimo tentativo provo a spingerla, se non funziona neanche così chiamerò a casa.

Riprovo a mettere in moto, niente da fare.

Respira Beth, non agitarti....chissà perchè in questo momento mi risuona in testa la sua voce "Lizzie, calmati, non sarai mica così imbranata da metterti a piangere?"

"Vai al diavolo! Chi ti conosce a te???? Perchè devi essere anche nella mia testa ora?" urlo e sembro una pazza.

No, no....così non va proprio bene.

Scendo dall'auto, brrr, fa proprio freddo....

Vediamo, da quella parte c'è un pò più di luce, magari se riesco a portare questo rottame di là troverò qualcuno che mi dia una mano.

Dio, come è pesante questo ammasso di ferraglia!

Riesco a muovere la mia auto di una decina di centimetri, poi ci rinuncio. Mia mamma ha ragione a dire che non mangio abbastanza vitamine, sono una mezza cartuccia!

Torno nella macchina e prendo il mio cellulare, provo a chiamare a casa. Porca miseria, si è scaricato! Ma perchè devono capitare tutte a me oggi?

Ora sì che non so che fare. Credo che l'unica cosa sia lasciare qui la macchina e camminare fino a qualche locale o qualcosa di frequentato da un'anima nei dintorni.

Io vedo solo fabbriche però, boh...proviamo lo stesso, rimanere qui sarebbe inutile comunque.

Cammino un pò sotto la fredda aria di dicembre, la mia giacca sembra non volermi riparare dal vento questa sera.

Mentre mi guardo intorno sperando di avvistare qualcuno che non sia un pazzo omicida penso che sono davvero patetica in questo momento. E' la vigilia di Natale e sono qui che cammino da sola sotto la neve che non ne vuole sapere di fermarsi, due mesi fa avrei giurato di dover passare le vacanze con Micheal in una qualche isola dei Caraibi. Avevamo già deciso da tempo, anche se le cose tra di noi non andavano benissimo.

Micheal, chissà dove sarà in questo momento....sicuramente a spassarsela con una delle sue nuove fiamme. Idiota, pure lui!

Affretto un pò il passo, quest'oscurità che mi circonda mi fa venire la pelle d'oca. E se davvero spuntasse qualche pazzo travestito come in Scream e mi puntasse un coltello alla gola?

Rabbrividisco, no, Beth, non pensare a certe cose.

Comincio a correre un pò, per allontanarmi il prima possibile da questa zona desolata, spero solo che al mio ritorno, sempre se riesca a tornare!, la macchina sia ancora dove l'ho lasciata.

Finalmente dopo una decina di minuti di corsa vedo delle case illuminate in lontananza, sembra una zona piuttosto vivace, sbaglio o quello è un locale?

Però mi chiedo che ci faccia un locale in un posto del genere, boh, probabilmente mi sono avvicinata al centro città più di quanto pensassi.

Raggiungo a passo di marcia il locale, intenzionata ad entrare, quando guardo meglio l'insegna e per poco non faccio un salto all'indietro: è un locale a luci rosse, ecco perchè si trova in questa zona!

Però, a pensarci bene, qualcuno che può darmi una mano ci sarà, no? Non credo che qui dentro ci siano solo perdigiorno e vecchi ubriaconi.

Sono ancora ferma lì a fissare l'insegna quando vedo che la maniglia della porta si muove e qualcuno sta uscendo, così mi giro dall'altra parte e faccio finta di passare lì per caso.

Forse se proseguo in questa direzione trovo dei locali un pò più raccomandabili. Ricomincio a camminare, ma sento qualcuno che mi segue.

Non voglio voltarmi, magari è solo una mia impressione, oppure quella persona dietro di me fa la mia stessa strada solo per coincidenza.

Ma i passi sembrano affrettarsi, la cosa non mi tranquillizza affatto.

"Hey!" mi sento chiamare, ma le mie orecchie non funzionano a dovere perchè sono piuttosto spaventata.

Affretto l'andatura e sto quasi per cominciare a correre quando mi sento trattenere con decisione per la spalla

"Ti vuoi fermare?" una voce maschile, la stessa che mi ha chiamato poco prima, piuttosto spazientita.

***

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** PROPRIO ORA? ***


Mi volto, esitante, e mi trovo davanti un bel paio di occhi blu, che ho già visto quel pomeriggio, anche se non appartengono esattamente alla prima persona che spererei di vedere in questo momento.

"Elisabeth?" chiede di nuovo lui

"Matt?"

Lui annuisce, indossa un passamontagna nero, ma l'ho riconosciuto subito.

"Non sapevo che tu frequentassi certi posti" afferma con tono provocatorio accennando al locale alle sue spalle

Lo fulmino con lo sguardo "Sono capitata qui per caso, veramente"

Ovviamente lui non ci crede "Per caso? Diciamo piuttosto che volevi passarti una seratina in compagnia di qualche bello stallone..."

"Allora, come vedi la mia seratina sta andando contro le mie aspettative" ribatto ironica

Lui ride e tace un momento. Sono sicura che sta pensando ad un'altra delle sue terribili frecciatine, devo precederlo.

"Tu invece? Hai avuto sfortuna con le fans e sei venuto qui per consolarti?" spero di non aver esagerato, forse avrei dovuto lasciargli tempo per rispondere

Lui non da a vedere di essere infastidito "Lizzie, per chi mi hai preso? Non sono uno che fa quel genere di cose, sai?"

Odio quando la gente mi chiama Lizzie! "Cos'è tutta sta confidenza Matthew?" uso volontariamente il suo nome per intero per fargli capire che siamo praticamente due perfetti sconosciuti

"E va bene Elisabeth" scandisce ogni lettera in modo odioso, quasi quasi preferivo Lizzie! "Come mai ti trovavi qui stasera, se non eri a caccia di uomini?"

Il suo modo di parlare di argomenti così in modo tanto disinvolto mi mette ancora più a disagio.

"Mi si è fermata la macchina a quello che credo sia un chilometro da qui, ed ero venuta a cercare aiuto, non sapevo che ci fosse un locale del genere. Invece tu al contrario mi sembri proprio un cliente abituale."

"Dai, smettila con questa storia. Io e i ragazzi abbiamo pensato di fare un salto dopo il concerto, giusto per bere qualcosa, io non avevo intenzione di fare null'altro, stasera non è proprio serata." Pronuncia le ultime parole in tono piuttosto serio, non posso far altro che credergli.

"Ho capito, beh, allora credo che gli altri si preoccuperanno se non torni dentro al più presto" cerco di essere un pò più gentile

"No, Padge è già completamente andato, Moose e Jay ci manca poco che non partano anche loro."

"Quindi a te tocca stare sobrio per riportarli a casa?"

"Diciamo di sì"

Guardo per terra, non so più cosa dire. Forse potrei chiedere a lui se mi può prestare il cellulare per chiamare casa. No, è meglio di no, perchè un musicista di successo dovrebbe dare una mano ad una come me, che in più ha anche dimostrato di avere una certa antipatia nei suoi confronti?

"Allora, che hai intenzione di fare con la macchina?"

"Credo che entrerò e chiederò di usare il telefono, chiamerò i miei e mi farò venire a prendere"

"Dove abiti?" chiede lui interessato, senza smettere di guardarmi con quegli occhi blu, devo ammettere che un pò mi intimidisce quel suo sguardo.

"A meno di una ventina di minuti da qui. E' proprio per questo che mi sono innervosita ancora di più quando mi si è fermata l'auto, non mancava tanto per arrivare a casa."

"Se vuoi posso dare un'occhiata alla macchina e poi posso prestarti il cellulare per chiamare. Meglio che tu non entri in un posto del genere, potresti subire uno shock" aggiunge con una risatina derisoria

Come fa ad essere odioso e gentile allo stesso tempo?

Rimango in silenzio per un pò, non sapendo bene che dire

"Allora?" riprende lui "Dove è la tua macchina? Mi ci sai portare?"

Annuisco.

"Ok, andiamo, dai." rimette una mano sulla mia spalla e la toglie dopo un paio di minuti che camminiamo

"Grazie" riesco a dire finalmente. Non so bene il perchè ma mi sento enormemente in imbarazzo in questo momento.

Lui fa un cenno impercettibile e dopo qualche istante di silenzio riprende la conversazione "Comunque durante l'intervista sei stata brava, nonostante non fossi super informata riguardo al nostro gruppo"

"Credo che questo sia da prendere come un complimento"

"Già, e bada bene che io non ne faccio spesso" continua a parlare guardando dritto davanti a sè

"Allora devo ritenermi fortunata"

"Fortunatissima direi."

Mi volto verso di lui e vedo che sorride, ha proprio delle belle labbra...

"Che c'è?" si gira anche lui e mi guarda dritto negli occhi, evidentemente si è accorto del mio silenzio fin troppo lungo.

"Oh, niente, niente" mi affretto a rispondere io. Meno male che è buio, non oso immaginare come è rossa la mia faccia!

"Ma quanto hai camminato prima, si può sapere?"

"Beh, in effetti ho corso per più di dieci minuti..."

"Hai corso eh? Avevi paura di avere un folle omicida alle tue spalle?"

"Diciamo che non sono un'appassionata delle lunghe camminate notturne, soprattutto d'inverno e in zone praticamente disabitate." Un brivido mi percorre, comincio ad avere seriamente freddo, quanto mancherà ad arrivare alla macchina?

"Sicura di essere tranquilla ora?" mi domanda di nuovo Matt con tono incerto

"Si, perchè?"

"Ti ho vista tremare"

"Ah, no....è solo che ho un pò di freddo, non perchè io sia spaventata."

"Hai freddo?"

Annuisco stringendomi nelle spalle e infilando le mani nelle maniche della giacca, ho dimenticato a casa i guanti!

Matt si toglie i guanti neri di lana e la sua sciarpa e me li porge "Mettiti questi dai"

"Ma no, dopo sarai tu ad avere freddo"

"Oh, io ci sono abituato, tranquilla" mi sorride e intravedo i suoi denti bianchi e perfetti, come posso rifiutare un'offerta del genere?

Indosso i suoi guanti, che sono ancora caldi nella parte interna dopo che li ha messi lui. Anche la sua sciarpa oltre ad essere morbidissima e tenere perfettamente al caldo, è impregnata del suo profumo, qualcosa di unico, particolare e piacevole allo stesso momento. Un attimo, ma che cosa sto pensando?!?

"Va meglio, ora?" il tono di Matt è premuroso

"Sì...grazie" E adesso perchè faccio fatica anche a sostenere il suo sguardo?

***

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** STRANI PENSIERI ***


Camminiamo ancora un pò in silenzio, poi decido di parlare, per allentare la tensione "Come trascorrerai il Natale?"

"Una festa, a casa di amici, niente di che."

Sono un pò stupita dalla sua risposta, anche se sinceramente non immagino proprio come possa passare il Natale una rock star.

"Tu invece?"

Riemergo dai miei pensieri

"Eh, io? La cosa più classica del mondo, Natale in famiglia"

Lui spalanca quegli occhi sorprendentemente azzurri "Come? Niente feste scatenate tra amiche?"

"Purtroppo quest'anno sono saltati tutti i programmi"

"Davvero? Per quale motivo?"

Prima che possa pensarci su, mi ritrovo a dirgli tutta la verità "Il mio ragazzo, Michael, mi ha lasciata. Dovevo passare con lui le vacanze." Il mio tono di voce è piatto, ultimamente ho parlato abbondantemente del mio ex e di tutto quello che è successo, quindi non mi provoca più nessuna emozione farlo.

"Ah...capisco...da come ne parli però non sembra tu ne sia molto dispiaciuta"

"Infatti non ti sbagli del tutto, non mi importa che lui mi abbia lasciata, anche perchè era più di un anno che si prendeva gioco di me. Solo che sai, sono quei momenti in cui ti dici, cavolo, la mia vita sembra proprio quella di una fallita!" sposto lo sguardo a terra, sono sicura di aver parlato troppo, ora mi considererà una persona patetica.

"Perchè pensi di essere una fallita?" mi domanda, inaspettatamente.

Io vedo in lontananza una stradina in cui dobbiamo svoltare, siamo quasi arrivati alla macchina.

"Perchè lo penso?" riprendo la sua domanda e me la rigiro per un pò in testa "Semplicemente perchè ho venticinque anni, un lavoro precario, non ho una casa mia, sono single e tutte le ambizioni che sembro avere si trasformano in fumo. Qui dobbiamo svoltare"

Entriamo in quella vietta e finalmente in lontananza avvisto la mia auto "Eccola lì quella carretta" esclamò allegramente, sperando che il discorso sulla fallita passi in secondo piano.

Matt non ci ritorna e sposta la sua attenzione sulla macchina "Deve averne passate tante quella poverina" accenna una risatina adorabile, ma no, cosa vado a pensare di nuovo?!?

"Ehm, sì. Prima la usava mia mamma, ha più di dieci anni questo rottame, però fino ad oggi non aveva lasciato nessuno a piedi"

"E ha deciso di cominciare proprio con te." ride ancora, quella risata...potrei benissimo saltargli addosso, tanto qui non ci vede nessuno, però lui è più alto di me di parecchi centimetri, se non gradisse la cosa mi ritroverei al tappeto in men che non si dica, anche se...a dirla tutta...essere messa al tappeto da uno così...c'è pur sempre contatto fisico...

Ma che diavolo mi sta succedendo??? Va bene che sono in astinenza, ma stasera sono proprio partita!

Ecco, se ne è accorto, perchè mi guarda in un modo stranissimo...Cazzo, cazzo, cazzo...ho fatto un'altra delle mie figure!

"Allora, diamo una controllata?" mi chiede senza smettere di guardarmi con un sopracciglio aggrottato

"Sì, sì. Controlliamo cosa c'è che non va" fingo indifferenza

Apre il cofano della macchina, ma è troppo buio e non si vede molto, così mi ricordo che porto sempre dietro nel baule una torcia.

"Aspetta, Matt" adesso anche pronunciare il suo nome mi provoca una strana sensazione "Deve esserci qualcosa per fare luce nel baule"

"Ah, grazie"

Mi sposto e vado verso il baule, lo apro e trovo subito la torcia, torno da lui e gliela porgo.

Lui la prende e l'accende, poi mi chiede di tenergliela.

Due minuti dopo sembra aver individuato il problema.

"E' il motore, si è fuso del tutto."

"Cosa?!?" quasi urlo

"Mi dispiace, credo che ci sarà da fare una bella spesa se vuoi mettere a posto l'auto. Comunque stasera non credo che riuscirai a muoverla da qui"

Alzo gli occhi al cielo. Quindi adesso devo solo chiamare i miei e farmi venire a prendere, guardo l'orologio, sono le undici passate, speriamo che siano ancora svegli.

"Beh, allora, ti ringrazio per l'aiuto. Credo che ora ti debba chiedere l'ultimo favore, sai, se mi presti il cellulare chiamo i miei genitori e mi faccio venire a prendere."

"Ah, sì. Ecco qui" Mi porge il suo telefono, io intanto tolgo i guanti e la sciarpa che mi aveva prestato e glieli ridò.

Mentre quegli oggetti passano tra le nostre mani che si sfiorano, sento qualcosa che non avevo sentito la prima volta che gli ho stretto la mano quel pomeriggio.

Oddio, sto proprio impazzendo!

Digito il numero dei miei.

***

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** SEMPRE QUELLA FREDDA NOTTE DI DICEMBRE... ***


Tu..tu..tu...tu...tu...tu...tu...tu...Nessuno risponde.

"Cazzo!" mi lascio scappare

"Che succede? Non rispondono?"

"No" mormoro completamente abbattuta, ridandogli il cellulare.

Lui mi posa una mano sul braccio e mi sorride "Dai, proviamo a richiamare tra qualche minuto, ok?"

Annuisco poco convinta, con lo sguardo concentrato sulle mie scarpe.

Lui però non ha ancora tolto la mano da mio braccio "Hey, sorridi, hai la scusa di stare ancora un pò in mia compagnia!" è ironico ovviamente, però c'è un fondo di verita nelle sue parole "Sai quante donne farebbero la fila per passare una serata con me?"

Rido nervosamente, sperando di riuscire a scaricare la tensione.

"Dì la verità, ti ho rovinato la serata." Alzo gli occhi e lo guardo mentre dico queste cose

Lui scuote la testa "No. Davvero. Cioè, sarebbe stato meglio parlare con te al calduccio e davanti a una bella birra, ma anche così va bene"

Perchè deve sembrare così adorabile quando parla?

"Senti, a proposito di calduccio. So che non è il massimo, però potremmo entrare in macchina e accendere il riscaldamento, sempre meglio che niente"

"Ok."

Io salgo dalla parte del guidatore e lui da quella del passeggero, accendo la lampadina che sta sopra le nostre teste e così i suoi occhi azzurri concentrati su di me mi mettono ancora di più in agitazione. Cavolo, adesso non posso permettermi di arrossire, perchè se ne accorgerà subito!

Devo parlare, devo dire la prima cosa che mi viene in mente per interrompere questo momento d'imbarazzo.

"Hai detto che passerai il Natale con gli amici. E la tua ragazza?"

"Uhm...al momento non ne ho una, sono libero"

"Ah...capisco..." Si è tolto il cappellino e i suoi fantastici capelli neri gli ricadono sciolti sulle spalle...ho paura che da un momento all'altro comincerò a sbavare....

"Vuoi riprovare a chiamare i tuoi?" chiede porgendomi ancora il cellulare

Torno bruscamente alla realtà "Certo!"

Ridigito il numero e di nuovo tu....tu....tu...tu....tu...tu...tu...tu...tu...

"No, non risponde nessuno" scuoto tristemente la testa.

"Beh, se non hai nessun altro che possa venire a prenderti qui, ti riaccompagno io. Prendo in prestito il tour bus" dice tutto con un sorriso sulle labbra, ma sono sicura che non sta scherzando

"Cosa? Matt, non è possibile."

"E chi lo dice?"

"Beh....davvero, non mi sembra il caso. A questo punto posso benissimo tornare indietro e cercare un taxi."

"Ne sei sicura?"

"Certo! Anzi, è meglio che ci avviamo, altrimenti non ce la caviamo più"

Apro la portiera e scendo, ma mi accorgo che lui non mi ha seguita.

Mi riaffaccio nella macchina e lo trovo lì che mi fissa con un'aria strana

"Non scendi?" gli chiedo

Lui mi fa segno con un dito di avvicinarmi, io lo assecondo e quando i nostri volti sono a meno di dieci centimetri uno dall'altro, lui si sporge un pò e mi bacia.

Le sue labbra hanno un buon sapore, diverso dal suo profumo, ma buono lo stesso. E in più sono morbide. Man mano che il bacio si fa più intenso rientro nella macchina e la portiera si richiude dietro di me.

Ogni tanto avverto un piccolo solletichio alle labbra, deve essere il suo pizzetto.

Mi attira a sè ancora di più e anche se la mia auto è piccola e scomoda, non so come ma riusciamo a stare tutti e due sul sedile del passeggero, dopo un pò però ci fermiamo.

Vedo la sua espressione, è in attesa, lascia a me la scelta di cosa fare, anche se fa intendere benissimo quello che vuole lui.

Ed è la stessa cosa che voglio io.

Gli passo una mano tra i capelli e poi gli accarezzo il volto, sfiorandogli infine con un dito le labbra, che ricomincio a baciare sempre più avidamente.

Lui ricambia con lo stesso trasporto.

Entrambi cominciamo ad avere caldo con le giacche, così ce le togliamo e le buttiamo senza tante cerimonie sul sedile posteriore.

Dopo un pò però lì davanti siamo scomodi, così prendiamo il posto delle giacche dietro.

Matt indossa una felpa nera che non vedo l'ora di sfilargli e so che lui sta pensando la stessa cosa del mio maglioncino bianco.

Comincio ad armeggiare con la cerniera della felpa e riesco a togliergli senza difficoltà quella e la t-shirt che porta sotto.

Ok, adesso non devo farmi prendere un colpo....certo che questo ragazzo è proprio ben attrezzato....ammiro per un pò i suoi pettorali, poi lascio che mi sfili il maglioncino e la canottiera che ho addosso.

Mi guarda per un pò con un aria soddisfatta, poi sussurra "Vieni qui, dai"

Io non me lo faccio ripetere due volte e così riprendiamo a baciarci, i nostri corpi aderiscono uno all'altro e sento la sua eccitazione crescere ogni momento di più...si....mi riferisco proprio a quello!

Certo che ci sa proprio fare, sa come stimolare una ragazza, chissà quante esperienze che ha già avuto!! Ah...sono proprio incorreggibile, mi metto a pensare anche in un momento del genere!

Vedo che quei pantaloni cominciano a dargli proprio fastidio....gli do un ultimo bacio sulle labbra e scendo a slacciargli la zip dei jeans scuri.

Ok...e anche questi sono tolti...

Rimango in fissa sui suoi boxer neri, la cosa più sexy che un ragazzo possa indossare a mio parere!

Restiamo immobili per un pò, poi lui dice qualcosa che mi sorprende del tutto.

***

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** DOPO LA MEZZANOTTE ***


"Forse non dovremmo spingerci oltre, è meglio fermarci qui" E' estremamente serio, quindi non sta affatto scherzando

Guardo quei suoi occhi azzurri, ripercorro con lo sguardo il suo corpo, mi fermo a contemplare il suo fisico niente male, lì per lì sto per rispondergli che dovremmo andare avanti, ma poi rifletto meglio sulla situazione, è il 24 dicembre e mi trovo in macchina con un perfetto sconosciuto...non credo sia il massimo farci sesso assieme.

Mi stacco completamente dal suo corpo "Hai ragione. Sta succedendo tutto così in fretta, è ovvio che è solo il momento che ci ha spinti a fare questo, probabilmente in altre circostanze non ci saremmo nemmeno parlati"

Faccio per rimettermi la canottiera, quando il mio sguardo cade sull'orologio all'interno dell'auto. La mezzanotte è passata da qualche minuto.

"Beh, allora, buon Natale, Matt" dico senza muovermi di un millimetro.

Lui si passa una mano tra i lunghi capelli neri, senza capire in un primo momento, poi si alza un pochino e la lontananza tra i nostri corpi è di nuovo quasi annullata.

Sento ancora il suo profumo, il suo petto mi sfiora mentre si sporge a guardare l'orologio.

Prima che si allontani ho quasi l'impressione che esiti un attimo, ma poi torna dove si trovava prima e abbozzando un sorriso mi dice "Buon Natale, Lizzie"

Ormai il suo nomignolo non mi da più fastidio, anzi, il solo sentirmi chiamare dalla sua voce mi provoca un brivido di piacere. E pensare che meno di due minuti fa stavamo per....

Mi mordo le labbra per darmi un contegno, torno a sostenere il suo sguardo color del cielo, ma non so bene cosa dire.

Lui mi accarezza una guancia e mormora "Credevo che non sarei riuscito a fermarmi, è che ho provato un'attrazione fisica così grande, non mi succedeva da tempo."

La sua mano si sposta poi sulla mia spalla e mi percorre tutto il braccio, mi osserva ancora una volta con aria compiaciuta, poi continua "Forse è meglio se ci rivestiamo tutti e due, che dici?"

Annuisco, incapace di pronunciare una frase sensata, mi rimetto il maglioncino, improvvisamente a disagio così, mezza nuda davanti a lui.

Anche lui si riveste e ci ritroviamo di nuovo in silenzio, nella mia auto, come eravamo una ventina di minuti prima, solo che i sentimenti che ci attraversano sono completamente diversi ora.

"Credo che sia il caso di pensare a come andare a casa...." comincio incerta

"Giusto...prendi ancora il mio telefono, prova a richiamare i tuoi" Mi porge l'oggetto, che afferro con mano tremante.

La mia testa è ancora affollata di pensieri rivolti a quello che stava per succedere, a quello che vorrei che succedesse...però ora devo scacciare via certe voglie, ormai non accadrà nient'altro.

Sbaglio a digitare il numero di casa quattro volte.

"Cazzo!" impreco anche ad alta voce

"Tutto bene?" chiede Matt leggermente preoccupato

"Sì, solo....facevo confusione con le cifre" Finalmente azzecco il numero e sento dall'altra parte il solito tu..tu..tu..ma questa volta qualcuno si degna di rispondere

"Pronto?"

"Pronto, papà?"

"Beth? Che è successo? Io e tua madre ti abbiamo aspettata fino ad un certo orario, poi abbiamo visto che non arrivavi più..."

"Sì, è una storia lunga. Mi si è fermata la macchina, a quanto pare si è proprio fuso il motore, e non sapevo come rintracciarvi, poi fortunatamente ho trovato un amico che mi ha prestato il cellulare" forse l'uso della parola amico non è molto adatto.

"Non potevi chiamare col tuo?"

"Si è scaricato...comunque ho telefonato già due volte, come mai non avete risposto?"

"Non abbiamo neanche sentito il telefono. Dove sei ora?"

"Nella zona industriale, il posto peggiore dove poteva fermarsi l'auto"

"Sei sola?"

"No, c'è qui quel mio amico che mi sta facendo chiamare col suo telefono. Comunque hai capito più o meno dove sono? Precisamente davanti all'azienda con il logo che sembra un serpente"

"Ah, si. Allora aspettami lì, arrivo appena possibile, con questa neve è un pò difficile muoversi "

"Lo so e mi dispiace molto farti uscire di casa a quest'ora."

"Non importa, ci vediamo dopo"

"Ciao papà"

Riattacco e ridò il telefono a Matt, senza guardarlo direttamente negli occhi "Grazie per avermi fatto chiamare"

"Di niente. Allora, vengono a prenderti?"

"Sì, mio papà arriverà fra un pò, quindi se vuoi puoi tornare tranquillamente dagli altri, chissà che stanno combinando al locale" cerco di ridere ma non ce la faccio

"Oh, sicuramente niente di buono, ma non mi va di lasciarti qui sola"

Cala ancora una volta il silenzio, devo pensare lucidamente, devo trovare un modo per far passare questo tempo che ci resta da trascorrere insieme.

Eppure non ce la faccio a non pensare a lui, che mi bacia, mi accarezza, mi tocca....il suo corpo sopra il mio, così vicino...chissà se anche lui ci sta ripensando.

Lo guardo, ha un'aria pensierosa, i suoi occhi azzurri fissano il vuoto e con una mano si sfiora il piercing sopra il mento. Ha davvero un bel profilo, un naso quasi perfetto e le labbra...così, socchiuse, gli danno ancora un maggiore fascino. Rimango a contemplarlo per un pò, lui è così preso dai suoi pensieri che non se ne accorge, oppure fa finta di non accorgersene.

***

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** UN 24 DICEMBRE INDIMENTICABILE! ***


Qualche istante dopo parla, senza smettere di fissare il vuoto, quasi come se si stesse rivolgendo a sè stesso e si trovasse solo in macchina.

"E' stata senza dubbio la vigilia di Natale più inaspettata che potessi passare"

Non so come mai ma non credo totalmente alle sue parole, possibile che per una rockstar sia così insolito portarsi a letto la prima che incontra? Forse sono i soliti luoghi comuni, quindi non esprimo il mio dubbio ad alta voce.

Lui si riscuote dai suoi pensieri e sposta la sua attenzione su di me "Che hai? Hai perso la parola?"

"No...solo...mi sento un pò in imbarazzo, tutto qui" le guance mi si infiammano

"E perchè, scusa? Ci troviamo entrambi nella stessa situazione, mi pare. Abbiamo commesso uno sbaglio e ce ne siamo resi conto giusto in tempo"

"Quindi sei convinto al cento per cento che stavamo facendo un errore...." dico queste parole a voce bassissima, ma sono sicura che lui mi ha sentita.

Attendo che risponda ma niente.

"Tra qualche giorno ci trasferiamo negli Stati Uniti per un tour di qualche settimana, poi proseguiremo per il Giappone e poi di nuovo in Europa" dice per cambiare argomento

"Sarà stressante immagino. E' il primo tour che fate così lungo?" voglio assecondarlo.

Annuisce "Sinceramente non mi sarei aspettato di farne uno così presto, all'inizio sembrava che la gente proprio non volesse saperne della nostra musica, ma poi qualcosa di noi li ha colpiti"

"Io non vi ho mai visti suonare dal vivo, ma immagino che chi lo ha fatto si sia reso conto che avete del talento"

Lui si gira incuriosito verso di me e mi domanda "Quindi tu non hai mai sentito neanche una nostra canzone?"

"Beh, proprio nessuna no. Ho ascoltato per la prima volta Tears don't Fall mentre venivo all'intervista"

"Ah, il nostro nuovo singolo. E cosa ne pensi?"

"Bellissima." Al momento riesco a dire solo quello, avrei un sacco di cose da chiedergli sul testo, sulla scelta delle parole, se si tratta di un'esperienza che ha vissuto veramente, ma mi sento frenata da qualcosa. Non so, è come se io abbia paura di conoscere la verità che fino a poche ore prima mi incuriosiva tantissimo.

Matt aggrotta ancora un sopracciglio e con aria interrogativa ripete "Bellissima?"

"Sì, mi piace. Gran bel testo e bella melodia" Perchè non riesco a dire cose meno banali?

Lui annuisce "Anche io amo il testo di quella canzone, è una delle migliori che ho scritto fino ad ora"

Devo fargliela quella maledetta domanda, sicuramente non ne avrò più l'occasione. Faccio un respiro profondo e chiedo "L'hai scritta dopo che ti è successo qualcosa di particolare?"

I suoi occhi azzurri si illuminano e la sua espressione è indecifrabile, estremamente seria però. Si passa una mano tra i capelli con un gesto che non posso fare a meno di trovare maledettamente sexy, sembra riflettere un momento, poi abbozza un sorriso, alza le spalle "Ti lascio immaginare quello che vuoi"

Ecco che ritorna il suo lato irritante, lo so che lo fa apposta perchè ha capito che sono curiosa! Cerco di prenderlo sullo scherzo "Bene, non vuoi svelarmi le tue malefatte in campo sentimentale, ok, allora non ti faccio più domande"

"Non sembri una vera giornalista, sai?" mi prende ancora in giro "Se fossi stata una vera giornalista avresti insistito finchè non ti avessi detto la verità"

"Ma questa è una normale conversazione, mica un'intervista. Riesco ancora a tenere lavoro e vita privata separati."

Mi guarda dubbioso.

"Cosa c'è? Non mi credi?"

Continua a fissarmi con quella sua aria di scherno, arriccia anche un pò le labbra per accentuare.

"Dai! Per chi mi hai presa?" Non posso fare a meno di ridere pronunciando queste parole, la faccia che fa mentre gli parlo è buffissima e adorabile allo stesso tempo e mi fa venire voglia di abbracciarlo.

Ci guardiamo per un pò negli occhi, piano piano quella sua smorfia svanisce e torna serio "Il fatto è che non voglio rendere triste nessuno." poi continua, come se niente fosse "Tuo padre tra quanto arriverà?"

"Uhm....vediamo, normalmente ci metterebbe circa un quarto d'ora, ma considerando la neve ci vorrà una mezzoretta, calcolando che l'ho chiamato cinque minuti fa, sarà qui tra poco più di venti minuti"

"Wow! Come sei brava a fare i calcoli!"

"Ti diverti proprio a prendermi in giro eh?"

"Si capisce così tanto?"

"Perchè credevi che nessuno se ne accorgesse?"

"Perchè mi credevi così ingenuo?"

"E tu mi credevi così stupida?"

"E tu mi credevi così arrogante?"

"Ok, la smettiamo con questa conversazione di altissimo livello?"

"Ok, la smettiamo di parlare usando solo domande?"

"Si, ci sto."

"Si, ci sto anche io."

Ridiamo insieme, la sua risata è un suono unico, rimango incantata a guardare il suo sorriso ancora una volta, lui se ne accorge e mi fissa di rimando.

Distolgo lo sguardo, imbarazzata, devo inventarmi un'altra domanda....direi che si può tornare sul tema Natale, sì, mi sembra proprio perfetto!

"Dimmi, trascorrerai il Natale da amici, hai detto. Ci saranno anche gli altri componenti della band?"

"Non ne sono sicuro, forse ci sarà Moose, ma Padge e Jay non so."

"Capisco..." Pensa, pensa a qualcosa per ingannare il tempo, devi parlare per evitare di pensare, per evitare di ricordare quel suo profumo, quei suoi muscoli contratti mentre ti stava sopra..."Ma, come è passare praticamente metà della tua vita con loro? Voglio dire, litigate spesso?"

Lui sorride, senza guardarmi direttamente, come se stesse pescando nella memoria qualche momento esilarante "Spesso no, però ci sono delle discussioni a volte. Più che altro sono dispute scherzose, ci piace punzecchiarci."

"Ah..." guardo l'orologio, mio padre dovrebbe arrivare tra non molto.

"Come mai mi fai queste domande?" Ha ancora quel sorriso sul volto

"Semplice curiosità" rispondo alzando le spalle

"Lo sapevo che la tua anima da giornalista era sempre presente"

"Ancora con sta storia? Sono curiosa di natura, ok? Non c'entra niente il fatto che io sia una giornalista o meno"

"Wow...una giornalista impicciona, niente di peggio al mondo"

"Ahahah ha parlato la rockstar arrogante"

"Io sarei arrogante?" chiede puntandosi un dito sul petto

"Sì, vedi altri pazzi scatenati qui intorno?"

"Con questo cosa vuoi insinuare? Che tutte le rockstar siano pazze e scatenate?"

"Era solo un modo di dire...cosa c'è, hai la coda di paglia?"

"No. Piuttosto tu, ho visto che te la prendi molto quando ti si da dell'impicciona, è perchè è la verità e tu lo sai benissimo"

Sembriamo due bambini che fanno un discorso senza senso, però almeno così la tensione è calata un pochino.

Sto per controbattere quando vedo due fari in lontananza, deve essere per forza mio padre, a quest'ora non passano macchine da queste parti.

"Credo che mio padre stia arrivando" mormoro rivolta a Matt

"Peccato, stavo cominciando a divertirmi a prenderti in giro"

Gli sorrido e poi scendo dalla macchina, l'aria fredda della notte mi colpisce in pieno viso, ha smesso di nevicare, ma la temperatura non è calata per niente.

Anche lui scende dall'auto e si posiziona di fianco a me.

Mi volto verso di lui per stringergli la mano "Allora, ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per aiutarmi. Spero di rivederti."

Lui non risponde subito, fa solo un lieve cenno con la testa, io allora ritraggo la mano e la sventolo per fare segno a mio padre, visto che ora è a poco più di duecento metri di distanza.

Matt però mi prende per un polso, mi attira a sè e mi fa girare fino a ritrovarmi il viso a due centimetri dal suo, colta alla sprovvista mi viene instintivo ritrarmi, ma lui ancora più deciso mi spinge contro la macchina e mi bacia a lungo.

Il contatto con le sue labbra mi manda ancora una volta in estasi, il loro contrasto con l'aria fredda che mi circonda mi spiazza totalmente.

Ormai mio padre ci ha raggiunti con l'auto, ma prima di lasciarmi andare Matt stacca poco le labbra dalle mie e sussurra "Non finisce qui, cara la mia Lizzie"

Poi molla la presa e ci ritroviamo distanti l'uno dall'altra, mezza balbettante e ancora interdetta, saluto mio padre che è sceso dall'auto con un'aria un pò allarmata.

Fortunatamente non dice niente di imbarazzante, stringe semplicemente la mano a Matt e lo ringrazia per non avermi abbandonata lì in mezzo, si offre anche di riaccompagnarlo.

Il cantante però declina gentilmente l'invito. Forse perchè non vuole far preoccupare ancora di più mio padre, facendogli vedere che razza di posti frequenta.

Mi sorride ancora una volta, i miei occhi incontrano i suoi azzurri e pieni di malizia e poi si allontana nella direzione opposta che noi dobbiamo prendere con la macchina.

Lo guardo andarsene e non posso fare a meno di pensare alle ultime ore che sono trascorse da quando l'ho conosciuto quel pomeriggio, chiudo gli occhi e mi sembra di sentire ancora le sue mani sul mio corpo e le sue labbra sul collo. Mi chiedo se con quella sua ultima frase abbia voluto dire che intende rivedermi, se come una parte di me anche una parte di lui avrebbe voluto compiere quella piccola follia.

"Beth?" La voce di mio padre mi riporta alla realtà, ma è questione di un attimo perchè quando riprende a parlare sono tornata a pensare all' irrealtà di questa vigilia di Natale.

FINE

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=269326