Un compleanno diverso dagli altri di m4ryb4m (/viewuser.php?uid=17955)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** LA VERITA' ***
Capitolo 2: *** UN REGALO ***
Capitolo 3: *** IL CONCERTO ***
Capitolo 4: *** E' DIFFICILE DIMENTICARE ***
Capitolo 5: *** LA GIUSTA CONCLUSIONE? ***
Capitolo 6: *** UN ALTRO REGALO...INASPETTATO ***
Capitolo 7: *** DOLCE RISVEGLIO? ALTRI DUBBI ***
Capitolo 8: *** E LA VERA FESTA HA INIZIO! ***
Capitolo 1 *** LA VERITA' ***
***
Un'altra noiosa giornata in ufficio.
Sto morendo di caldo, perchè si doveva guastare proprio ora l'aria
condizionata?
Cazzo, in pieno agosto non è il massimo passare il week end a lavorare ad un
articolo che se non consegno entro le sei rischio il licenziamento!
Tra l'altro l'ennesimo articolo che nessuno aveva voglia di scrivere, proprio
a me vanno a far parlare di auto all'avanguardia, come se ce ne capissi e
soprattuto me ne importasse qualcosa!
Finisco di scrivere le ultime quattro righe, un pò a casaccio, tanto il testo
finirà in ultima pagina ed in uno spazio super ridotto, sarà un miracolo se
qualcuno lo noterà e lo leggerà.
Ultimamente il giornale per cui lavoro sta perdendo colpi e gli incarichi che
mi toccano sono ancora meno interessanti delle interviste alla gente comune che
mi capitava di fare i primi tempi.
Quasi quasi rimpiango le chiacchierate con le anziane salvate dalla bontà di
un giovanotto che ha acciuffato il ladro che voleva scipparle oppure le
testimonianze di gente che giurava di aver visto un gorilla albino passeggiare
tranquillo per la città.
Ne succedono di cose strane al giorno d'oggi!
Eppure, la cosa che rimpiango di più è forse anche il lavoro più rilevante
che mi sia mai capitato, l'intervista ad un gruppo che nell'ultimo periodo sta
avendo tantissimo successo, li si vede ovunque ormai.
Sbadiglio stancamente, spengo il computer, mi alzo in piedi e guardo fuori
dalla finestra. La vista che mi si prospetta davanti è il più grande centro
commerciale della città e sulla parete spicca un loro poster, quei quattro
ragazzi gallesi che ormai hanno conquistato milioni di fans in tutto il mondo: i
Bullet for My Valentine.
Lui è al centro. Lui, con i suoi capelli scuri e lunghi. Lui, con quella sua
espressione da arrogantello che gli dà ancora più fascino e lo fa sembrare
irraggiungibile. Lui, con quel suo fisico così apparentemente perfetto ed
eccitante al solo guardarlo. Lui, con quelle mani grandi, che vorresti a tutti i
costi ti stringessero. Lui, con quegli occhi azzurri e penetranti, quello
sguardo magnetico che quando si rivolge su di te ti fa mancare il respiro. Lui,
Matt, chitarrista e frontman di una delle giovani band più promettenti del
momento. Tenebroso angelo e poeta del metal, capace di scrivere testi di un
romanticismo tutto particolare. Con le sue canzoni è riuscito a farmi piangere o
a farmi sentire meglio. Il solo ascoltare la sua voce ha un effetto devastante
sul mio stato d'animo.
Ci siamo conosciuti la vigilia di Natale di due anni fa. Era il 2006 e il suo
gruppo stava spopolando per il primo album full lenght che aveva pubblicato.
Non dimenticherò mai quel pomeriggio, quella breve chiacchierata che aveva
creato in me tanti sentimenti contrastanti. E poi la sera, quando mi si era
rotta la macchina, l'avevo rincontrato e mi aveva aiutata e non solo...eravamo
stati vicini a fare l'amore. Beh, forse fare l'amore non è l'espressione adatta
visto che ci eravamo visti solo due volte e quella che c'era tra noi era
soprattutto attrazione fisica.
Il fatto è che quel ragazzo esercitava un enorme fascino su di me, non potevo
proprio resistergli e nemmeno lui era riuscito a resistere a me.
Ma alla fine ci eravamo fermati, consci del nostro errore, anche se io non ho
mai creduto veramente che quello sarebbe stato uno sbaglio.
Troppo spesso ho ripensato al suo ultimo bacio, al suo saluto, alla sua
promessa "Non finisce qui, cara la mia Lizzie". Quelle parole sussurrate mi
fanno rabbrividire ancora ogni volta che ci penso.
Nessuno ha mai saputo che in realtà io attendo, aspetto con trepidazione che
lui torni a finire quello che ha cominciato.
La gente che mi sta attorno si chiede perchè non mi decido a frequentare
qualche ragazzo, ce ne sono molti che non sono niente male che continuano a
chiedermi di uscire.
Ma io non accetto e non ho intenzione di accettare. Ho provato una volta a
vedermi seriamente con qualcuno da dopo quella fatidica serata con Matt, ma non
appena le cose si fanno più intime io comincio a pensare a quegli occhi azzurri,
alle sue mani che mi percorrono il corpo, ai suoi capelli che mi sfiorano mentre
ci stringiamo uno all'altra.
E' più forte di me, so che finchè non lo avrò non smetterò di desiderarlo con
tutta me stessa.
"Beth? Hai deciso di rimanere qui in ufficio?" La voce di Linda giunge alle
mie spalle.
Mi riscuoto dai miei pensieri e rispondo "No, stavo uscendo proprio ora.
Aspettami, così prendiamo l'ascensore insieme"
Esco dall'edificio assieme alla mia collega e scambio qualche chiacchiera
spensierata sulle nuove tendenze, dopodichè la saluto e raggiungo la mia
auto.
Inizialmente non ero abituata a questa nuova macchina, così diversa dalla mia
precedente.
Però il cambiamento era stato necessario, sia perchè l'altra era in
condizioni disastrose, sia perchè il solo salirci mi riportava alla mente quella
notte del 24 dicembre.
Ogni volta che aprivo la portiera e mi sedevo al posto del guidatore mi
sembrava di sentire ancora il suo profumo e il suo respiro sul mio collo.
Accendo lo stereo e parte in automatico una loro canzone, il loro ultimo
singolo. Ok, forse sono masochista e dovrei evitare di ascoltarli, ma proprio
non ce la faccio.
La loro musica mi piace troppo, indipendentemente da quello che è successo o
no tra me e Matt.
Arrivo a casa in uno stato di trans, con la canzone che mi risuona nelle
orecchie, Waking the Demon, ne avevo visto anche il video ed ero rimasta senza
parole. I capelli di Matt erano più lunghi rispetto a quando ci eravamo visti e
anche la sua voce era cambiata.
Avevo letto su un paio di giornali che aveva avuto un'operazione alla gola e
che aveva rischiato di non poter più cantare, evidentemente le cose si erano
risolte e ne ero felicissima per lui.
Mi avvicino ad una finestra per aprirla, la stanza è invasa da un caldo
opprimente, per la seconda volta in quel giorno guardo all'orizzonte e vedo una
foto dei Bullet for My Valentine.
"Beth, mi sa che cominci ad avere le visioni" mi dico strofinandomi gli
occhi, ma quando li riapro il poster non si è mosso, noto che sotto le figure
dei quattro ragazzi c'è una scritta che da questa posizione non riesco a
leggere.
Credo che farò un giretto in strada e passerò casualmente davanti a quel
muro.
Lascio la finestra aperta, tanto tornerò in un paio di minuti, ed esco mezza
di corsa.
Arrivata davanti alla foto noto che non sono l'unica ad esserne incuriosita,
ci sono altre tre ragazzine che fissano sbalordite l'immagine.
Devono avere più o meno quattordici anni.
"Hey! Non ci posso credere! I Bullet suoneranno qui tra meno di una
settimana!"
"O Dio, Jen! Ma abbiamo controllato su internet le date del loro tour e non
c'era scritto niente, come mai?"
"Non lo so Kath, evidentemente hanno deciso all'ultimo momento! Dobbiamo
comprare subito i biglietti, andiamo a casa mia, faremo la prenotazione via web
come è scritto qui"
Quella che aveva parlato per prima comincia a saltare tutta agitata "E' un
sogno, vedremo Matt dal vivo! Vedremo quel figo davanti ai nostri occhi!"
"Mamma mia, che bello! Non vedo l'ora!" continua l'altra che doveva chiamarsi
Kath
La terza ed ultima, Jen evidentemente riprende "Spero solo che non ci sia
quella stronza della sua ragazza! La odio quella Charlie, anche nei video adesso
la fanno comparire!"
"Ah, sì, nel video di hearts burst into fire è proprio inutile!"
Io mi impetrisco a sentire quelle parole e prima che le tre scoprano la mia
presenza me ne torno in casa e mi chiudo con un tonfo la porta alle spalle,
troppo sconvolta per capire quello che faccio.
Avrei dovuto aspettarmelo, era impossibile che lui dicesse sul serio. Come ho
potuto illudermi anche solo per un attimo che avrebbe aspettato che ci
rivedessimo?
E poi, chi voglio prendere in giro, quella che c'era tra di noi era solo
attrazione fisica, niente di affettivo, niente di niente.
Col tempo mi sono convinta di amarlo, forse? Ho cominciato a pensare che tra
di noi potesse nascere effettivamente un sentimento sincero?
No, io non lo amo. Non voglio amarlo. Quello che provo nei suoi confronti è
solo una grande attrazione, niente di più.
Devo dimenticare i suoi baci, le sue carezze. Dopotutto si tratta di
dimenticare solo una serata, una manciata di ore, non deve essere troppo
difficile.
Non può essere difficile. Ce la posso fare a non pensare più a lui.
Ok, dovrò rinunciare ad ascoltare uno dei miei gruppi preferiti, ma
sopravvivrò, come ho fatto prima di conoscerli.
Adesso mi è passata anche la poca fame che avevo, meglio che vada a letto.
Non ho voglia di fare altro.
Cercherò di riposarmi, visto che da domani avrò bisogno di essere forte e di
una grande forza di volontà, dovrò rimuovere dalla mia mente il ricordo a cui ho
vissuto attaccata per l'ultimo anno e mezzo.
***
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** UN REGALO ***
Quando mi sveglio la mattina dopo il sole entra caldo dalla finestra alla
destra del mio letto a una piazza e mezza, l'ho preso apposta più grande perchè
mi piace stare comoda.
Da quando sono venuta a vivere da sola ho potuto cambiare un pò di cose che
non mi piacevano della mia vecchia vita. Il letto è una delle tante.
Il cellulare sul comodino squilla, rispondo ancora mezza addormentata.
"Beth! Dormivi ancora?"
"Pronto? Mamma?"
"Sì, ti sei dimenticata che giorno è oggi?"
Sono ancora rincoglionita e non capisco dove voglia arrivare, è una domenica
come tutte le altre, che vuole che le dica? "E' il giorno più bello della
settimana, in cui normalmente posso dormire senza che qualcuno mi svegli con le
sue strambe telefonate"
"Beth, dove hai la testa? Avevamo organizzato un pranzo a casa nostra, non
ricordi?"
Oh, cazzo! Mi sono dimenticata dell'anniversario dei miei!
Scatto a sedere sul letto "Mamma, mi dispiace davvero, arrivo subito, il
tempo di cambiarmi"
"Sei sempre la solita" so che finge di essere arrabbiata ma che in realtà sul
suo volto c'è un sorriso
"Lo so, scusami ancora. Sono subito da voi." Attacco praticamente il telefono
in faccia a mia mamma e mi vesto di fretta.
Fortunatamente avevo già scelto il vestito da indossare, rosso e corto fino a
sopra il ginocchio, e quindi in men che non si dica sono pronta per partire.
Rischio di dimenticarmi a casa il regalo per i miei, un servizio nuovo di
piatti, visto che il loro vecchio l'ho praticamente dimezzato grazie alla mia
sbadataggine.
Dopo essermi assicurata di aver preso tutto parto a tutto gas verso casa dei
miei.
"Alla buon ora, Beth!" mi accoglie mia madre aprendomi la porta.
"Scusa, scusa, scusa!" mormoro dopo averle dato un bacio sulla guancia
"Auguri!" esclamo poi porgendole il mio regalo.
La seguo in sala da pranzo e saluto tutti i parenti che si sono radunati lì:
zii, cugini, nonni...la nostra è una famiglia piuttosto numerosa.
Mi avvicino a mio padre per fargli i miei auguri e poi mi accomodo accanto
all'unica cugina che ha la mia stessa età.
"Hey Beth! Tutto ok?"
Sto per rispondere quando qualcosa dall'altra parte del tavolo cattura la mia
attenzione, la mia cuginetta minore, di soli dodici anni, ha fatto un
cambiamento enorme dall'ultima volta che l'ho vista.
La ricordavo con una magliettina rosa, una gonna bianca e le scarpe di Barbie
e ora me la trovo davanti vestita completamente di nero, i boccoli biondi di un
rossiccio innaturale e perfettamente lisciati. Attorno agli occhi azzurri ha un
pesante strato di matita nera e le labbra sono anch'esse più scure del
solito.
La cosa che mi sorprende ancora di più non sono le sue unghie nere, ma la
maglietta attillatissima che indossa: Bullet for My Valentine dice la
scritta.
Apro e chiudo i miei occhi verdi due o tre volte, non sono sicura di stare
bene, evidentemente questa è un'allucinazione.
La mia cuginetta Valerie si è accorta del mio sguardo, così mi sorride
incerta.
"Gran bella maglietta" è l'unica cosa che riesco a dirle.
"Davvero?" risponde lei illuminandosi "Piacciono anche a te i Bullet?"
"Sì" rispondo io semplicemente, poi il mio orgoglio ha il sopravvento "Sai
che li ho intervistati un annetto e mezzo fa?"
"Coooosa??" gli occhi chiari di Valerie si spalancano in modo innaturale "E'
impossibile! Io li seguo fin dall'inizio e non ho mai letto una loro intervista
che portava la tua firma"
La fisso e con aria compiaciuta le dico "Vediamo, premettendo che Matt, Padge
e Moose suonano insieme dal 1998 col nome di Jeff Killed John e che solo nel
2004 sono diventati i Bullet for My Valentine in seguito all'allontanamento del
vecchio bassista e dall'entrata nella band di Jay...hai detto che segui i Bullet
dai loro inizi, quindi da quattro anni quasi...a otto anni ti lasciavano
ascoltare metal? Io ricordo benissimo che arrivavi qui canticchiando le
canzoncine dei cartoni animati."
Ricevo un'occhiataccia da parte di mia mamma che ovviamente ha ascoltato
tutta la nostra conversazione come anche gli altri al tavolo.
Valerie spalanca un pò la bocca, ha un'aria leggermente offesa ma non mi
interessa. Anche io non ho seguito i ragazzi dalla loro formazione, ma non vado
in giro a raccontare il contrario solo per venire considerata una vera fan.
Detesto questi bambinetti che si atteggiano a grandi intenditori di musica,
quando tra un pò prendono ancora il latte dalla mamma.
Mio padre da uno dei suoi colpetti di tosse nervosi e io sento gli occhi
degli altri addosso, così aggiungo, anche se un pò controvoglia "Dai, Val. Stavo
scherzando, volevo dire...controllerò a casa, devo avere sicuramente una copia
del giornale con l'intervista. Te la farò avere appena la trovo."
Lei abbozza un sorriso "Grazie, Beth"
Il resto del pranzo e del pomeriggio in compagnia della famiglia trascorre
per il meglio e senza altri fatti rilevanti.
Me ne torno a casa verso le cinque, con l'intenzione di ordinarmi una pizza e
trascorrere una serata tranquilla davanti alla tv.
Appena entro però mi squilla il cellulare, poso la borsa e rispondo
"Pronto?"
"Hey Beth! Com'è che ultimamente eviti accuratamente ogni tipo di vita
sociale?"
Dall'altra parte c'è Summer, una delle mie più care amiche, con cui
ultimamente mi sono persa un pò di vista
"Ciao Sum! Perchè chiami a quest'ora?" le chiedo, anche se un sospetto ce
l'ho già
"Non dirmi che ormai ti sei stufata della tua vecchia compagna di banco del
liceo e non ti va più di trascorrere qualche seratina pazza con lei?"
"Sei sempre la solita. Stasera non ho proprio voglia di uscire, sai benissimo
che domani mattina devo lavorare."
Lei sospira dall'altra parte della cornetta "Come sei noiosa! Ti rendi conto
che a ventisei anni non fai altro che lavorare, lavorare e lavorare? Dimmi,
quanta gente della tua età sta chiusa in un maledetto ufficio ogni sabato fino
alle sei di sera?"
"Per favore, Sum. Ho solo voglia di stare un pò in pace, tutto qui. Possiamo
vederci un'altra volta?"
Lei sembra sinceramente dispiaciuta "Io ti avevo pure comprato un regalino e
non vedevo l'ora di fartelo avere....uffa...non ti riconosco più da qualche mese
a questa parte. Almeno, stai uscendo con qualche ragazzo?"
"Lo sai che non me la sento."
"La scusa di Michael non regge più, sappilo. Vi siete lasciati da quasi due
anni ormai!" Ovviamente non le ho raccontato niente di quello che era successo
tra me e Matt, non ho mai avuto intenzione di parlare con anima viva di quella
serata.
Mi interrompo, per pensare a qualcosa da dirle per farla calmare, ma lei mi
precede
"Cavolo, Beth! Ci sono un sacco di ragazzi fantastici che vorrebbero uscire
con te, dai loro una possibilità!"
Non posso sentirla parlare di un argomento del genere, mi fa troppo male,
soprattutto ora che ho scoperto che la mia decisione di non uscire con nessuno è
e sarà sempre inutile.
"Sum, se accetto la tua proposta di uscire mi prometti che la smetterai con
questi discorsi almeno per una sera?"
"Ci posso provare" immagino benissimo il suo sorrisino
"Allora, dove ci vediamo?"
"Al caffè Valentino, in centro"
Cazzo, che locali che va a pescare questa! Me lo fa apposta! "Ok, tra
un'oretta va bene?"
"Perfetto! A dopo Beth!"
"Ciao, Sum!"
Mi cambio e indosso un paio di comodi jeans a tre quarti ed una canottiera
nera, poi esco.
Come al solito Sum arriva un quarto d'ora in ritardo
Mi saluta con un abbraccio caloroso "Beth! Quanto tempo! Sbaglio o sei
dimagrita?"
"Uhm...forse un paio di chili"
Mi guarda dubbiosa ma non aggiunge altro, mi fa cenno di entrare.
Appena ci sediamo ad un tavolo quasi al centro del caffè le domando "Tutto
bene tu?"
"Sì, diciamo di sì. Vita sentimentale un pò vuota, ma per il resto è tutto
ok"
So che da brava amica dovrei chiederle come mai considera vuota la sua vita
sentimentale, ma questo tipo di argomento stasera proprio non lo reggo.
"Al lavoro come va?" le domando cambiando argomento, noto la sua smorfia di
disappunto.
"Come al solito. Il capo che sclera ogni due per tre, ma ci ho fatto
l'abitudine." Il suo tono di voce è quasi annoiato, come ogni volta in cui parla
del suo impiego.
Arriva la cameriera a chiederci cosa ordiniamo, prendiamo un panino e una
bibita a testa.
Mentre aspettiamo che ci vengano portate le ordinazioni Sum assume un'aria
tra il serio e il solenne.
Io la guardo con gli occhi spalancati, poi lei tira fuori dalla sua borsa una
busta, come quella di una lettera.
"Ecco il tuo regalino, Beth!" i suoi occhi sono luminosi
Mi chiedo cosa ci possa essere dentro, forse un viaggio per Parigi,
sicuramente qualcosa del genere.
Prendo la busta dalle sue mani e la apro strappandone la parte superiore,
quello che mi trovo davanti mi toglie il fiato "Ma è un biglietto per il
concerto dei Bullet for My Valentine!" Non ho parole e riesco ad esclamare solo
la cosa più ovvia
Lei mi sorride "Sì! So che li adori e tra meno di una settimana suoneranno
qui vicino, così ho pensato che potevamo andarci insieme. E' il mio regalo di
compleanno anticipato."
"Grazie" le dico meccanicamente mentre esamino meglio il biglietto, il giorno
del concerto è proprio quello prima del mio ventisettesimo compleanno.
D'un tratto sento una sgradevole sensazione all'altezza dello stomaco,
qualcosa mi dice che non posso accettare quel regalo.
Già, non solo non posso, non devo. Trovarmelo davanti, ancora una volta, non
so che effetto possa avere su di me. Se il solo ascoltare la sua voce attraverso
le casse di uno stereo mi provoca delle sensazioni devastanti, cosa mi succederà
se l'ascoltassi dal vivo?
Eppure non posso rifiutare l'invito della mia amica, è così contenta perchè è
convinta di avermi fatto un regalo che mi piace sul serio e...da una parte è
così, ma dall'altra...
Sum mi fissa, un pochino perplessa, così mi decido a parlare.
"Ok!" sorrido, fingendo tranquillità "Non vedo l'ora!"
"Bene, allora prepariamoci per una serata all'insegna del metal!" esclama ad
altissima voce, così che mezzo locale si gira a guardarsi.
Ridiamo insieme, non facendo caso agli sguardi dei curiosi.
Il resto della serata trascorre in fretta, così come il resto della
settimana.
***
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** IL CONCERTO ***
Chissà perchè, ma più chiedo tempo per prepararmi all'evento e più questo
passa senza che nemmeno me ne accorga.
Il giorno del concerto arriva in men che non si dica. Fin dal mattino sono
super agitata, ho preso una giornata libera dal lavoro perchè so che in queste
condizioni non potrei fare niente di buono.
L'appuntamento con Sum è alle cinque davanti al locale dove suoneranno i
Bullet, abbiamo deciso di non andare troppo presto, anche perchè non ci
interessano le prime file. So che lei viene solo per accompagnare me, i Bullet
le piacciono, ma preferisce altri gruppi. Io invece, non voglio stare in prima
fila per evitare ogni tipo di contatto con Matt, so di essere una stupida, che
per una serata dovrei riuscire a buttarmi alle spalle tutto, ma è impossibile
per me, il solo vederlo impugnare la sua Jackson mi provoca dei pensieri
proibiti, non resisterei.
Per l'occasione indosso un paio di corti e stretti pantaloncini neri ed un
top dello stesso colore, una cintura con le borchie, che io e Sum abbiamo
comprato uguale ed un braccialettino abbinato. Ovviamente ai piedi, all star
rigorosamente nere, anche Matt le ha uguali, penso mentre le calzo.
Sento il campanello suonare, è la mia amica, puntualissima (la sua puntualità
prevede venti minuti di ritardo!) come al solito.
Tutte e due in perfetta tenuta da concerto ci dirigiamo verso la macchina di
Sum, che in meno di una decina di minuti ci porta al locale dove si terrà lo
spettacolo, già insediato di fans super entusiasti.
Contrariamente agli altri fans non sono per niente dispiaciuta di non aver
ottenuto un posto sotto al palco. Non ho proprio voglia di trovarmi i suoi
magnetici occhi blu ad una distanza troppo ravvicinata.
Io e Sum siamo in decima fila credo, dopo qualche spintone di troppo comincia
lo spettacolo.
Lo vedo fin troppo vicino, lì, con la sua chitarra bianca in mano, i
pantaloni scuri e quella canottiera nera che fa risaltare il suo fisico....che
fisico....vederlo sul palco che si prepara a suonare, con le gambe leggermente
divaricate e un sorriso stampato in faccia mi toglie il fiato sempre, ogni volta
che lo vedo in tv.
Matt dal vivo però è tutt'altra cosa, nella mia mente ritornato tutti i
ricordi di quel 24 dicembre, quella maledetta serata che mi ha completamente
sconvolto la vita.
Ha mandato a puttane tutto quello in cui credevo, non lo nego di certo.
Per quell'ora e mezza in cui i quattro trattengono il pubblico però non posso
far altro che cantare e gridare le loro canzoni, dimostrare insieme agli altri
che sono venuti a vederli quanto amo la loro musica e tutto ciò che fanno.
Non scambio neanche una parola con Sum durante il concerto e alla fine,
quando la gente comincia a disperdersi per uscire e tornarsene a casa, mi rendo
conto che la mia amica non è più al mio fianco.
Esco, decisa a chiamarla non appena fuori da quella massa di gente che urla
entusiasta per quello che ha appena visto.
Infilo una mano nella tasca dei pantaloncini "Merda!" esclamo ad alta voce.
Ho perso il cellulare, come cavolo è successo?
La sfiga mi perseguita come al solito, non posso fare niente senza che
qualcosa vada storto!
Mi guardo intorno, cerco Sum con lo sguardo, non deve essere troppo difficile
trovare una con una massa di capelli rossi e ricci.
Come non detto, qui pare che la metà della gente si sia tinta dell'esatto
colore della mia amica e come se non bastasse il nero è il colore prediletto per
l'abbigliamento, se non quasi l'unico utilizzato.
Aspetta, ma quella non è proprio lei? Sì, è lei!
"Sum! Summer!" chiamo a voce più alta che posso, ma lei non mi sente e la mia
voce viene poi sovrastata da quella dei fans isterici che gridano all'arrivo di
Matt, Padge, Jay e Moose.
Rimango immobile a fissare le loro quattro figure che si muovono in mezzo ai
ragazzini in delirio. Tutti e quattro sono sorridenti, scattano foto, stringono
mani tremanti e appartenenti a gente super emozionata, firmano autografi.
Immagino come deve essere grande la sensazione di incontrare i propri idoli così
da vicino, qualcosa di indescrivibile e irripetibile.
Mi riscuoto dai miei pensieri e mi rivolto a cercare Summer, ma non la vedo
più.
"Cazzo, la solita sfortuna!" Cerco di stare calma, dopotutto basterà
aspettare che la folla si smuova per poterla cercare con più facilità.
A pochi metri da me sento delle ragazzine gridare istericamente "Mamma mia,
che figo Matt! Lo hai visto? Mi ha stretto la mano! Non ci posso credere!"
"Già! Io ho fatto la foto con lui, mi ha abbracciata!"
Tutte sono in delirio per lui, lo stesso lui che fa impazzire anche la
sottoscritta.
Eppure con me è diverso, quelle ragazzine non ritengono patetico il fatto di
essere pazze di Matt, io sì. E' una cosa patetica, non può essere nient'altro
che quello, un'inutile infatuazione per una persona che non ne vuole e non ne
vorrà mai sapere di me.
Un'improvviso flash back si insinua con prepotenza nella mia mente, io e lui,
al colmo dell'eccitazione, i suoi boxer neri, poi la sua voce, serissima che mi
dice che dobbiamo fermarci, che stiamo sbagliando. Quella voce, quelle
parole...
Chiudo gli occhi per fermare le lacrime, poi lo guardo ancora una volta. E'
così bello quando sorride, con quelle fossette adorabili e quelle labbra
così...quelle labbra sono per me qualcosa di magico...
Comincio a camminare in direzione del gruppo, vorrei fermarmi, il cervello mi
dice di fermarmi, ma il mio corpo non lo vuole ascoltare.
I miei piedi mi portano in men che non si dica dietro ad una piccola fila di
ragazzi e ragazze, che vuole fare una foto con i Bullet for My Valentine.
Vedo Padge, il chitarrista, che mi guarda in modo strano, credo proprio che
si sia ricordato di me. Così lo saluto con aria indifferente, anche se mi
tremano leggermente le ginocchia.
"Ciao! Ci conosciamo, vero?" mi chiede lui con gentilezza
Alle sue parole anche Jay, il bassista, mi osserva con espressione
leggermente stupita.
Probabilmente non si ricordano esattamente in che occasione ci siamo visti,
ma sanno di avermi già incontrata.
Quando anche il batterista, Moose, si unisce agli altri due, decido di dar
loro una spiegazione.
"Vi ho intervistato un annetto e mezzo fa, prima di un vostro concerto in
questa città"
"Ah, ora ricordo!" esclama il più basso dei tre.
Ma la mia frase ha richiamato l'attenzione di qualcun altro. Matt, che in
quel momento stava scambiando qualche parola con dei fans, si affretta a finire
la conversazione. Era di spalle, così non potevo capire che espressione avesse
fatto al suono della mia voce.
Quando i suoi occhi blu si fissano nei miei, però, avverto una stretta allo
stomaco, mi sento terribilmente a disagio e fuori luogo, so di essere
vulnerabile e non so che dire per rispondere a quello sguardo.
"Hey, chi si rivede!" esclama lui dopo un attimo di silenzio, sono l'unica ad
avvertire una certa forzatura nella sua voce?
Cerco di sorridere, ma sono convinta che sulla mia faccia si disegna solo una
smorfia tutto fuorchè carina. "Come va, ragazzi?" riesco a dire
miracolosamente.
Matt non ha ancora distolto gli occhi dal mio viso, sento le guance
infiammate. Ho fatto un'altra delle mie cavolate, non avrei mai dovuto
avvicinarmi!
***
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** E' DIFFICILE DIMENTICARE ***
Arriva un'altra ondata di fans, il momento perfetto per squagliarmela, faccio
per andarmene, quando sento che qualcuno mi segue. E' Matt.
"Che fai?" gli chiedo completamente perplessa
"Voglio scambiare quattro chiacchiere con te" mi dice come se fosse la cosa
più ovvia del mondo
"E i tuoi fans? Gli altri?"
"Oh, sanno benissimo gestire la situazione e..." non riesce a finire la frase
perchè una ragazza lo strattona per un braccio, chiedendogli una foto.
Il moro mi sorride "Un attimo"
Dopo che la ragazza si allontana felice e sorridente, lui mi prende sotto
braccio e a passo deciso mi guida verso un taxi in attesa.
Che diavolo sto facendo? Perchè lo sto seguendo? Devo ancora trovare
Sum...
"Che aspetti?" mi chiede lui spingendomi un pò verso l'auto
"Io..." quasi balbetto "Ho perso la mia amica, devo tornare a casa con
lei..."
"Beh, le telefonerai dopo, le spiegherai tutto"
Lo guardo, sempre più confusa "No, non ho il cellulare, l'ho perso..."
Lui soffoca una risatina e mi fa entrare definitivamente nella macchina "Non
sarebbe la prima volta che ti faccio usare il mio cellulare" Si siede da parte a
me, chiude la portiera e dà al tassista le indicazioni necessarie per il
tragitto. Il nome di un albergo.
Oddio, dove mi sta portando? Perchè lo sta facendo? Volto la testa di scatto
nella direzione di Matt, lui che sta guardando dal finestrino distoglie lo
sguardo e ricambia il mio "Allora, Lizzie, come te la sei passata in tutto
questo tempo?"
Ma si può sapere cosa sta succedendo? Come mai mi ritrovo in un taxi con
lui?
Non rispondo subito, mi guardo le mani per qualche secondo, poi, senza
rialzare la testa rispondo "Bene, sarebbe potuta andare meglio però non mi
lamento"
"Sei poi riuscita ad andare ad abitare da sola? E il ragazzo che ti aveva
lasciata, si è reso conto del suo sbaglio?" Wow, si ricorda ancora i
particolari, sorprendente!
"Ora abito da sola" dico, l'argomento fidanzati è meglio lasciarlo fuori dai
nostri discorsi.
Lui ha un sorrisino strano "La fallita comunque si è risollevata, bisogna
ammetterlo"
"Eh? Che stai dicendo, scusa?"
"Mi sono capitati un paio di giornali tra le mani e alcuni articoli portavano
la tua firma. O era un omonimo?"
"Come fai a sapere il mio cognome?" Quella domanda che gli pongo mi fa
sentire una stupida, avevo quasi fatto sesso con uno che non sapeva nemmeno il
mio cognome.
"Veramente ho visto un tuo scritto che era accompagnato da una tua foto.
Molto carina tra l'altro" aggiunge in tono malizioso, sfiorandomi un braccio
"Gli occhiali aggiungono alla tua aria da saputella una sfumatura sexy"
Meno male che sono seduta sul sedile di un'auto, altrimenti sarei potuta
cadere a terra dopo una cosa del genere.
Il tassista ci informa che siamo arrivati all'hotel, scendiamo e rimaniamo
fermi per un pò fuori dall'edificio grigio con una moltitudine di piccole
finestre quadrate e ovali alternate.
"Matt, adesso che siamo al sicuro dai fans, posso fare una telefonata, per
favore?"
"Vuoi già andartene? Credevo che prima avremmo chiacchierato un pò" Sul suo
volto si dipinge un certo dispiacere, ovviamente io cedo all'istante.
Ho la possibilità di poter sentire quella sua voce così sensuale e dolce al
tempo stesso e non ho voglia di sprecarla.
"Almeno dovrei avvisare la mia amica"
Mi porge il suo telefono, sorridente.
Chiudo in fretta la telefonata con Sum. A quanto pare lei mi aveva anche
visto andare via con Matt, senza riconoscerlo però e aveva provato a chiamarmi
sul cellulare, ma visto che non rispondevo aveva pensato che non volessi che mi
disturbasse ed era stata entusiasta che finalmente mi fossi decisa a fare
qualcosa. Sempre la solita!
Io la lascio credere quello che vuole, senza spiegarle le circostanze reali e
poi torno da Matt.
"Entriamo?" mi chiede lui, ma il suo tono non lascia molta scelta, così lo
seguo all'interno della hall dell'hotel.
Mi guardo intorno, ancora un pò confusa, anche se pare che i miei pensieri
piano piano si stiano rimettendo in ordine.
Una cosa è sicura: questa è l'occasione perfetta per farmi una lunga
chiacchierata con lui e chiarire tutti i dubbi che mi sono rimasti dal nostro
ultimo incontro.
"Vieni" mi dice poi prendendomi per un braccio e guidandomi verso un
ascensore. Non so quanto sia sbagliato andare in camera con lui, ma io voglio
delle risposte e farò di tutto per averle.
La stanza di Matt è al secondo piano, in fondo al corridoio, apre la porta
con la chiave e mi fa cenno di entrare.
E' una camera d'albergo come tante altre, qua e là sono sparsi dei vestiti e
dei fogli.
"Stai componendo qualcosa?" gli domando uncuriosita, per spezzare un pò la
tensione
"Sì, un'idea che è solo all'inizio, non è ancora niente di particolare"
risponde in modo vago, evidentemente non è di quello che mi vuole parlare.
Mi accomodo sul bordo del letto e lo guardo camminare da una parte all'altra
della stanza
"Ti dispiace se vado a darmi una rinfrescata?" chiede fissandomi coi suoi
occhi azzurri
"No, fai pure"
Lui prende dei vestiti dalla valigia e se ne va verso il bagno.
Mi metto in attesa, perfettamente immobile, non so proprio che pensare di
tutta questa faccenda.
Sono qui, in una camera d'albergo con l'uomo di cui continuo a sognare da un
anno e mezzo a questa parte, potrei essere ad un passo dall'avverare le mie
fantasie più spinte, eppure mi sento completamente a disagio, cosa sto
sbagliando? Sono forse stata troppo arrendevole?
Sì, mi ero ripromessa di non pensare più a lui e invece pendo ancora dalle
sua labbra, sono ridicola!
Mi alzo e mi avvicino alla porta del bagno, decisa a dirgli che me ne vado,
quando vedo che è socchiusa.
Non so se è perchè l'ha dimenticata, l'ha fatto apposta o è rotta, ma riesco
ad intravedere il suo corpo, mentre si sfila i boxer.
All'ultimo momento però distolgo lo sguardo e torno a sedermi sul letto, col
cuore che mi batte all'impazzata. Beth, la devi smettere con questa storia!
Negli altri minuti in cui aspetto Matt cerco di distrarmi accendendo la tv,
purtroppo (o per fortuna?) per me stanno trasmettendo il video di tears don't
fall.
Resto senza parole, quel video mi aveva sorpresa enormemente la prima volta
che l'avevo visto, dall'inaspettata conclusione ai ragazzi che suonano sotto la
pioggia.
Matt che canta sotto la pioggia, i capelli bagnati che gli ricadono sul viso,
le sue spalle bagnate, la sua espressione mentre pronuncia quelle parole
"Would she hold me, if she knew my shame?"
Rimango lì inebetita, a riflettere su quel video e su quella canzone, come mi
succede ogni volta che la sento.
Quando il video finisce sono ancora immobile e non mi sono mossa di un
millimetro.
Sento un colpetto di tosse alle spalle e sussulto. Mi volto e rimango ancora
più sorpresa: il Matt del video è forse davanti ai miei occhi, con i capelli
bagnati e che fanno cadere ogni tanto una piccola gocciolina sul parquet
altrimenti perfettamente pulito?
E' ancora senza maglietta e io osservo avidamente il contorno delle sue
spalle, il suo tatuaggio e poi passo ai suoi pettorali dove soffermo lo sguardo
per un pò.
Oddio, devo apparire ridicola! Beth, datti un contegno, cavolo!
***
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** LA GIUSTA CONCLUSIONE? ***
Mi riscuoto dai miei pensieri lussuriosi e mi decido a guardarlo negli occhi,
cosa che però non mi aiuta molto a ragionare lucidamente.
Lui mi sorride e si mette una canottiera.
Sì, così è decisamente meglio, almeno non avrò altre distrazioni al di fuori
dei suoi capelli neri e lucidi e i suoi occhi blu....no...dimenticavo le sue
labbra e quel pizzetto così intrigante...ok, stop! Siamo qui per parlare o
sbaglio? Cominciamo con le domande....cosa dovevo chiedere? Ah, sì, la sua
ragazza...
"Matt?" non so perchè lo chiamo, ci siamo solo io e lui nella stanza, mi pare
ovvio che mi stia ascoltando, no?
"Sì, che c'è?" risponde lui sdraiandosi dall'altra parte del letto e
girandosi su un lato per guardarmi meglio.
Sento il suo sguardo perforarmi la schiena, così tolgo le scarpe, mi giro, mi
siedo con le ginocchia strette al petto e mi decido a parlare "Prima ho sentito
delle ragazze che nominavano la tua ragazza, Charlie credo di aver capito. Non
me ne avevi parlato l'ultima volta che ci siamo visti"
"E' perchè non stavamo ancora insieme" risponde lui come se fosse la cosa più
ovvia del mondo.
Dovevo immaginarlo, che stupida! "Ah, capisco. Quindi, è proprio come ho
sentito? La tua ragazza si chiama Charlie?"
"Sì, Charlotte per la precisione."
"Da quanto state insieme?" So che mi farà male trattare quest'argomento, ma
non ho altra scelta.
"Da sei mesi, più o meno"
Wow, sei mesi...allora è una cosa davvero seria "Oh...mi fa piacere che
finalmente tu abbia trovato qualcuno con cui stare insieme in modo stabile" Non
credo a quello che sto dicendo, pare che il mio cervello mi faccia pronunciare
esattamente frasi di senso contrario a quello che vorrebbe il mio cuore.
"A quanto pare" non c'è allegria nel suo tono, nemmeno noia però. Diciamo che
nei suoi occhi blu e sul suo volto si coglie semplicemente dell'indifferenza,
sta parlando della sua ragazza nel modo in cui potrebbe farlo del tempo o di una
partita di football.
Annuisco, senza dire niente.
Stavolta è lui a farmi una domanda, appoggia il viso su una mano e mi guarda
più intensamente "Tu, invece? Quello che ti aveva lasciata...siete tornati
insieme o ti vedi con qualcun altro?"
"No, nessuna delle due cose. Sono felicemente single" Odio queste frasi di
circostanza stra abusate, ma cosa potrei dirgli? Che non esco con nessuno perchè
aspetto che lui mi porti a letto e si metta con me e viviamo felici e contenti?
Solo al pensiero rido di me stessa
Lui si accorge del breve sorrisino che si disegna sulle mie labbra "Che hai
ora? Sei davvero così contenta di startene sola?"
"Beh, non sento la mancanza di un ragazzo al mio fianco per ora, sto bene
così" una cazzata dopo l'altra.
"Toglimi una curiosità. Da quanto tempo è che non esci con qualcuno?" Lui
appare estremamente interessato.
Credo di arrossire, un calore innaturale mi assale le guance "Uhm...un
pò"
Lui spalanca gli occhi "Non dirmi che è da quella notte che...."
"Oh, no! Non è da quella notte! Ho cercato di vedere qualcuno dopo, ma le
cose non sono andate come speravo"
"Capisco. E come mai?" non distoglie il suo sguardo dal mio viso, non oso
immaginare come posso apparire a disagio ai suoi occhi.
Perchè continuo a pensare a te e alle tue mani che mi sfioravano quella
maledetta notte! Vorrei urlargli tutto ciò, ma non ce la faccio.
"Beh, credo incompatibilità di carattere" Ormai non faccio altro che sparare
cazzate, non ce la faccio più. Ho capito che non gliene frega niente di me,
adesso me ne posso anche andare, cosa rimango qui a fare? "Ora è meglio che me
ne torni a casa" guardo l'orologio, mancano solo quindici minuti alla mezzanotte
"Domani non devo assolutamente fare tardi al lavoro, è il mio compleanno e
sicuramente mi prepareranno una sorpresa."
Lui è stupito "Cosa? Lavori anche di sabato?" al mio silenzio di risposta
aggiunge "E domani è il tuo compleanno. Avresti potuto prenderti una giornata di
vacanza."
"Per fare cosa?" ribatto acida prima di rendermene conto
""Hey, vedo che qui qualcuno non se la passa per niente bene, contrariamente
a quello che vuole fare credere."
"No che non me la passo bene" esplodo, ormai incapace di continuare a negare
"Ho praticamente ventisette anni e le cose non sono cambiate per niente da
quando avevo un anno in meno. Ero una fallita e una fallita rimango."
"Non devi dire così" Lui si solleva dalla sua posizione e avvicina il volto
al mio, sento il suo respiro sul naso, sono paralizzata. Vorrei baciarlo,
stringerlo tra le mie braccia, ma adesso sì che questo sarebbe un errore
imperdonabile. Sono un'egoista, per tutto questo tempo ho desiderato un uomo che
apparteneva già ad un'altra.
Mi ritraggo di scatto e mi alzo, rimettendomi le scarpe ad una velocità
sorprendente.
"Addio, Matt" dico mestamente dirigendomi alla porta, poggio la mano sulla
maniglia e mi volto ancora a guardare la sua espressione stupita e colgo pure
una smorfia di disappunto sul suo volto così bello.
Mi chiudo la porta alle spalle e vi rimango appoggiata per qualche secondo,
poi mi dirigo a passo di marcia verso l'ascensore. Aspetto che le porte si
chiudano e mi lascio andare completamente, comincio a piangere, qui dentro tanto
sono al sicuro, nessuno può vedermi, nemmeno sentirmi.
***
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** UN ALTRO REGALO...INASPETTATO ***
Con gli occhi ancora inondati premo il bottone per andare al piano terra ed
uscire definitivamente da quell'albergo e da tutto ciò che ha a che fare con
lui.
La corsa è breve, ma quando le porte si riaprono mi ritrovo davanti
l'ennesima sorpresa. Matt è in piedi e mi guarda, dall'alto del suo quasi metro
e novanta, quegli occhi magnetici praticamente inchiodati ai miei. Senza dire
una parola, mi prende per le spalle e mi spinge dentro l'ascensore, fino a farmi
poggiare la schiena contro il grosso specchio che c'è sulla parete opporta alle
porte.
La sua espressione mi dice una cosa: mi desidera, esattamente come un anno e
mezzo prima, se non di più ancora.
Senza lasciarmi dire niente avvicina le sue labbra alle mie e comincia a
baciarmi, con una passione che mi toglie letteralmente il fiato.
Mi abbandono fra le sue braccia e ricambio quel gesto, assaporandone il più
possibile ogni sfumatura.
Poi immergo il viso nell'incavo della sua spalla e sento il suo profumo,
quanto mi è mancato!
La sua bocca mi sfiora il collo, provocandomi dei brividi di piacere.
Toglie un momento la sua mano dal mio fianco e schiaccia un bottone
dell'ascensore a caso, senza nemmeno guardare.
Quando la voce dice che siamo arrivati al piano della sua camera, stacca per
un momento le sue labbra dalle mie e ridacchiando sussurra "Questa sì che è
fortuna"
Lo guardo negli occhi e gli sorrido, scendiamo e mano nella mano raggiungiamo
la sua stanza.
Appena apre la porta mi blocca ancora alla parete, tenendomi giù i polsi, io
non ho intenzione di opporre resistenza.
Ci baciamo ancora per un pò, ormai nessuno dei due pensa lucidamente, siamo
entrambi assaliti da un'attrazione iffefrenabile.
Alla fine ci spostiamo sul letto e lui si stende sopra di me, comincia a
svestirmi, come era successo già una volta e anche io gli sfilo la canottiera e
poi i pantaloni.
Rimango ancora in estasi alla vista del suo corpo, della sua pelle così
chiara e mentre gli passo una mano sul braccio sinistro disegno con un dito i
contorni del suo tatuaggio.
Adesso però nessuno vuole fermarsi, entrambi vogliamo spingerci fino in
fondo, noncuranti delle conseguenze.
Sento le mani di Matt che mi percorrono il corpo, mi slaccia anche il
reggiseno e lo butta sul pavimento.
Le sue carezze si fanno sempre più insistenti e so che tutti e due siamo
pronti, così finisco di spogliarlo e anche lui fa lo stesso con me.
Rimaniamo completamente nudi, i nostri corpi intrecciati in un abbraccio
contornato da mille baci e carezze.
Poi finalmente diventiamo una cosa sola, è una sensazione che non ho mai
provato prima d'ora con tale intensità.
I nostri respiri si fanno sempre più affannosi e i movimenti si coordinano
perfettamente fino a quando non giungiamo al culmine della passione.
In questo momento sono così felice che potrei volare, per me è come se
esistessimo solo io, lui e questa stanza d'albergo durante una calda notte di
agosto.
Ho ancora le dita intrecciate nei suoi capelli e lui mi stringe i fianchi,
allenta un pò la presa e mi bacia ancora una volta, con più dolcezza di
prima.
Apro gli occhi e mi ritrovo il suo viso a pochissimi centimetri, le sue
labbra piegate in un sorriso soddisfatto.
Mi accomodo meglio, poggio la testa sul suo petto dopo averlo baciato e Matt
mi sussurra nell'orecchio "Buon Compleanno, Lizzie"
"Grazie" mormoro io stringendomi ancora di più a lui.
Poco dopo mi addormento, cullata dal suono del suo respiro tornato
regolare.
***
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** DOLCE RISVEGLIO? ALTRI DUBBI ***
Il mattino dopo mi sveglio prima di Matt e quando lo vedo al mio fianco non
credo ai miei occhi.
Allora è successo davvero tutto quello? Beh, se così non fosse mi
meraviglierei di un sogno così nitido e tremendamente piacevole. Se ci
ripenso...wow! Non ho proprio parole...
Un momento però, come posso essere così spensierata e felice? Lui ha una
ragazza e ora l'ha tradita con me. Che diavolo ho combinato stavolta?
I miei pensieri vengono interrotti dal moro che si muove al mio fianco, apre
gli occhi e mi sorride, ancora un pò intontito dal sonno "Hey"
"Hey..." rispondo io sciogliendomi a quel saluto così semplice...ma che sto
facendo?!?! Devo andarmene prima possibile, devo cancellare tutto quello che è
successo!
"Matt, io...io devo tornare a casa" mi metto a sedere sul letto e scopro di
essere ancora nuda, siamo nudi tutti e due!
Arrossisco fin sopra ai capelli al fischio di approvazione di Matt "Dai, non
è il momento di scherzare!"
Lui fa l'offeso "Sei sempre troppo seria tu..."
"Non volevo essere così maleducata, ma devo andare a casa sul serio ora. Però
prima...ecco...dobbiamo prometterci che non ci vedremo più"
"Come?" Quasi urla, gli occhi blu spalancati dallo stupore
"Esattamente quello che ho detto. Tu hai una ragazza e io...beh, io ho la mia
vita"
"Ma se hai ammesso anche tu ieri che non riesci a vedere nessun altro perchè
pensi a me."
"Appunto, è proprio per quello che devo evitare di avere rapporti di ogni
tipo con te"
"Facile dirlo dopo che sei venuta a letto con me"
Quelle parole mi colgono alla sprovvista, come una tonnellata di mattoni
sulla testa, rimango in silenzio qualche secondo, poi sbotto "Se fosse per me i
rapporti con te li avrei eccome! Ma tu sei un ragazzo occupato, stai già con
un'altra!"
"Lizzie, calmati" mi mette una mano sul braccio
"No che non mi calmo!" Mi alzo in piedi e mi rivesto distrattamente e il più
in fretta possibile, sto per rimettermi le scarpe quando lui mi chiama
ancora
"Che cazzo c'è adesso?"
"Hai la canottiera al contrario" mi guarda e abbozza un sorriso.
Non so perchè ma mi viene da ridere, sarà che lui ha un'aria così buffa in
questo momento. Scoppio in una sonora risata e tolgo la canottiera, per
indossarla nel verso giusto.
Lui ride con me, poi esclama "Certo che quando ti svegli nervosetta di
mattina, si salvi chi può!"
Rido ancora, poi torno seria "Scusa, non avrei dovuto trattarti così."
"Vieni qui un attimo" mi fa segno con la mano di avvicinarmi, obbedisco.
Lo guardo con aria interrogativa, senza dire niente
"Più vicino" mi dice con decisione
Ora i nostri nasi si sfiorano praticamente, lui parla lentamente "Ho
intenzione di lasciare Charlotte. Tra di noi le cose vanno malissimo."
"Quindi, con questo cosa vuoi dire?"
"Che voglio cominciare a vedermi con te." Poi la butta sullo scherzo "Su,
Lizzie, siamo già stati a letto insieme ed io non so praticamente nulla di sul
tuo conto!"
Non ci posso credere, questo sta succedendo davvero alla sottoscritta?
Significa che posso continuare a vedere questo ragazzo fantastico senza dover
nascondere i miei sentimenti?
Un sorriso mi si allarga sulla faccia prima che possa fermarlo "Dici sul
serio?" domando ancora, un pò incerta
"Mai stato più serio" Matt annulla completamente le distanze tra noi e mi
bacia ancora una volta, il sapore delle sue labbra mi fa girare la testa come
sempre, però sono costretta a fermarmi.
"Devo andare a lavoro, mi dispiace"
Lui fa una smorfia che lo fa assomigliare ad un bambino che mette il broncio,
è così tenero!
Mentre sto per uscire sento bussare con forza alla porta.
"Matt! Dormiglione, ti vuoi svegliare?" è Padge, il chitarrista del
gruppo
Il moro che è nella stanza con me sbuffa e poi risponde in tono per niente
educato "Brutto cazzone, guarda che sono già sveglio!"
L'altro però non pare per niente offeso da quelle parole "Ok, ricordati che
ci troviamo tutti nella hall per le dieci"
"Va bene. A dopo"
L'altro si allontana.
"Wow, vi salutate così tutte le mattine?" chiedo a Matt ironicamente
"No, oggi siamo stati più formali del solito" Si alza in piedi e alla mia
faccia perplessa si scusa "Ops, mi ero dimenticato anche io di essere ancora
nudo"
"N-non importa" ribatto cercando di distogliere lo sguardo "Ora devo proprio
andare."
"Davvero? Mi piacerebbe tanto presentarti gli altri come si deve"
"Ora proprio non posso e poi non credo sia giusto che mi presenti
ufficialmente a loro prima che tu lasci Charlotte"
"Come preferisci. Ci possiamo vedere almeno stasera?"
"Sì, tu non sei occupato con nessun concerto?"
"No, oggi no. Solo un paio di interviste."
"Allora va bene."
"Ci vediamo qui, ok?"
"Ok." Mi avvicino a lui e mi alzo in punta di piedi per poggiare le mie
labbra sulle sue, lui mi stringe e fa durare il più a lungo possibile il nostro
bacio.
Prima di uscire gli sorrido e lo saluto con la mano.
***
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** E LA VERA FESTA HA INIZIO! ***
Mentre scendo sono così sovrappensiero che a malapena mi rendo conto che
nell'hotel c'è un via vai di tecnici, agenti e manager della band.
Guido fino a casa in uno stato di trans e la felicità non mi abbandona
nemmeno per un momento, non avrei potuto ricevere un regalo migliore di questo.
Devo ringraziare ancora Sum, se non fosse stato per il suo biglietto non avrei
rivisto Matt.
Entro nel mio appartamento e invece di camminare mi sembra di fluttuare,
sollevata qualche centimetro da terra.
Guardo l'orologio, fra un'oretta devo essere in ufficio, faccio ancora in
tempo a fare una telefonata veloce alla mia amica.
"Tuu...tuuu...Pronto?"
"Pronto, Sum!"
"Beth! Ma che diavolo fai? E' il tuo compleanno, sono io che dovrei
telefonarti! Auguri, tesoro! Come ci si sente ad avere ventisette anni?"
Sospiro "E' una sensazione mai provata prima!"
"Wow, sei la prima che non mi dice che si sente vecchia. Devo dedurre che con
quel tipo misterioso ieri sera è finita bene. Ma si può sapere chi è?"
"Non mi crederai se te lo dico, ma ...è Matt dei Bullet!"
"Coooooosa????" urla nel ricevitore
"Hey! Mi vuoi far diventare sorda, per caso?"
"No, solo...ti ascolti quando parli? Vuoi farmi credere di essere andata a
letto con Matt Tuck!"
"Ed è così, è vero. E' successo." Cerco di rimanere seria, malgrado immagino
la sua ridicola espressione stupita.
"Oddio Beth! Ed ora? Cioè...uscirete insieme? E' come con i ragazzi
normali?"
"Ragazzi normali? Ma per chi l'hai preso, per un alieno?"
"No...ma ci va vicino...insomma, è una celebrità!"
"Sum, è pur sempre una persona come tutte le altre."
"Quindi non ha niente fuori dalla norma?"
"Su questo non sarei molto sicura..." rispondo in modo malizioso
"Beth! Non ti riconosco!"
"Nemmeno io mi riconosco se è per questo!" rido e con me anche la mia
interlocutrice "Ora ti devo salutare però, il lavoro mi chiama"
"Ok, però oggi pomeriggio quando hai finito ci dobbiamo vedere per forza che
voglio sapere i dettagli piccanti!"
"Poi sarei io quella che non riconosci eh? Vabbè, comunque anche io ho
bisogno di te, per un consiglio stilistico, stasera mi vedo con Matt."
"Oh mamma! Qui le cose si fanno interessanti! Allora a più tardi."
"Ciao!"
"Ciao, buon lavoro!"
La giornata al lavoro passa in fretta, i miei colleghi mi hanno organizzato
una sorpresa, proprio come avevo previsto.
Mangiamo qualche pasticcino e beviamo dello spumante, subito dopo la fine del
turno.
Tutti sono gentili e se possibile il mio umore migliora ancora di più,
sorrido ampiamente a chiunque, anche a quelli con cui di solito non vado per
niente d'accordo.
Quando salgo nella mia auto metto in moto e mi avvio verso casa
canticchiando, conoscendo Sum si farà trovare fuori dall'appartamento, con la
sua aria da curiosona e le sue mille domande.
E infatti va tutto come avevo immaginato, io che parlo e lei che mi fa un
sacco di domande e di commentini maliziosi, per quasi due ore.
Sono contenta nel constatare che non se la prende per il fatto che le ho
tenuto nascosto l'accaduto per tutto quel tempo.
"Buona fortuna per stasera" mi saluta tutta contenta "Sono felicissima per
te, ancora faccio fatica a crederci! Lo voglio conoscere presto eh?" mi
abbraccia e poi se ne va.
Io intanto finisco di prepararmi, indosso una corta gonnellina bianca con
sopra un top rosso, delle scarpe nere col tacco, non troppo alte, mi trucco
leggermente, spazzolo i capelli e sono pronta per uscire.
Afferro la mia borsa e mi dirigo quasi saltellante verso la mia auto.
Durante il tragitto verso l'hotel non posso fare a meno che canticchiare
qualsiasi cosa mi passi per la testa, arrivo perfino ad intonare una canzone dei
Backstreet Boys!
Parcheggio nel primo posto libero che trovo davanti all'edificio e quasi
corro fin dentro la hall.
La voglia di rivederlo è insopportabile, questo ragazzo ha proprio fatto un
incantesimo potentissimo al mio povero cuoricino.
Varco la soglia e non lo scorgo da nessuna parte lì. Forse è ancora in camera
sua, posso fargli una sorpresina raggiungendolo.
Durante il mio brevissimo viaggio in ascensore sento delle urla che
provengono dall'esterno, la cosa mi inquieta alquanto, spero che non ci sia
nessuno che si è fatto male.
Scendo e quello che mi trovo davanti è del tutto inaspettato. Jay e Padge si
rincorrono, evidentemente ubriachi. Si urlano qualcosa, ma non riesco a capire
bene.
Il bassista e il chitarrista hanno praticamente invaso il corridoio
dell'albergo e il più basso dei due stringe anche tra le mani una bottiglia di
spumante, con la quale cerca di bagnare l'altro.
Non ho parole e prima che possa muovermi di un centimetro sento qualcuno
urlare "Caricaaaaaaaaaaaaaa" una figura sfreccia in direzione di Padge e gli
salta sulle spalle, facendogli perdere l'equilibrio e buttandolo a terra. Che
diavolo salta in mente anche a Moose? Avrà sicuramente bevuto pure lui.
Un momento, ma se questi sono in condizioni del genere, anche Matt...?
Due secondi dopo ottengo la conferma, il moro arriva correndo, una faccia da
pazzo scatenato, due lattine di birra in mano "E' qui la festa?" urla in
direzione degli altri che sono ancora a terra intenti ad azzuffarsi.
Io rido davanti a quella scena, Matt deve essere ancora abbastanza lucido da
accorgersi di me, infatti cammina nella mia direzione un pò barcollante, poi
però mi sorride "Lizzie, ti presento i miei tre fratelli, benvenuta tra noi!"
Questo è davvero il compleanno più memorabile della mia vita, penso mentre
saluto Padge, Jay e Moose con una mano e con l'altra aiuto Matt a stare in
piedi.
Sono finita in una gabbia di matti, il bello è che questo mi piace da
morire.
the end
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=270651
|