Welcome to the Glee Club

di Nembayo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Lo Sfiga Club ***
Capitolo 3: *** Le audizioni (parte 1) ***
Capitolo 4: *** Le audizioni (parte 2) ***
Capitolo 5: *** Novità ***
Capitolo 6: *** Breadstix ***
Capitolo 7: *** La festa (parte 1) ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


BUONDÌ GENTE!
Sono sempre One, sono tornata, e non sono sola! Questa volta siamo in due, a farvi scervellare ancora di più, e, da parte mia, sto iniziando l'ennesima long (queste long mi perseguitano)!
Quindi, questa è una storia scritta a quattro mani da me e la mia panda (perché panda? Boh) riveraslegs (che è praticamente la mente di questa assurdità).
Per non farvi partire svantaggiati, vi daremo qualche dritta sulla storia: si svolge nel mondo di Glee, sugli Shadowhunters di TMI e TID (che ovviamente non sono del 1800 ma di questi tempi, grazie a Dio! Non abbiamo branchi di vecchietti in abiti di flanella). L'idea ci è venuta mentre decidevamo di scrivere un crossover insieme e la mente malata geniale della mia panda ci hanno portati a questo. **rullo di tamburi pls**
Le coppie saranno parecchio sballate all'inizio (riveraslegs, la colpa è tua, lo sai vero? Quindi odiate lei, non me), e forse non solo all'inizio.. (ok, non posso dirvi come sarà la fine, troppo scontato sennò), e i personaggi cercheranno di essere il più IC possibile a quel che sono, nei ruoli dei personaggi di Glee (i mean, for example: c'è un quarterback come Finn, che qua è Jace), c'è il Glee Club, ci sono i Cheerios, eccetera.
Quindi, ladies ang gentlmen, ecco a voi il capolavoro (ok, non esageriamo) di oneselmidejuylorbros e riveraslegs
.








 

PROLOGO



Clary odiava dover passare tra tutti i tavoli della mensa per raggiungere il suo posticino, accanto alle finestre. Alzò appena lo sguardo, cercando di non intercettare quello di Will. Non aveva voglia di correre dal suo ragazzo nella morsa dell'ala vip. Si sarebbe beccata i commenti di Isabelle sui suoi capelli e sulla sua statura, le frecciatine di Jace e le smorfie di Alec. Controllò che Cecily la stesse aspettando al loro posto, e che non fosse accanto a suo fratello; quando scorse la sua migliore amica assieme a Maia, al tavolino nell'angolo, sospirò sollevata. Abbassò nuovamente lo sguardo e attraversò la stanza a grandi falcate cercando di passare in osservata.

«Ehi Red.» la salutò Cecily, portandosi una mano sugli occhi per coprire la fastidiosa luce del sole che penetrava dalla finestra accanto.

I suoi grandi occhi blu si illuminarono mentre sorrideva alla sua amica.

«Ti ho già detto di non chiamarmi così.» la sgridò Clary, prendendo posto accanto a Maia «I miei capelli non sono così rossi, sono più arancioni.»
«Oh no, sono rossi rossi, te lo assicuro.»
la prese in giro Cecily. Maia rise sotto i baffi, beccandosi a sua volta un'occhiataccia da Clary.

Clary amava Cecily: era la sua migliore amica e senza di lei si sarebbe sentita persa, anche se, quando la sua parte “popolare” faceva capolino e iniziava a fare commenti in stile Isabelle sui suoi capelli, le sarebbe piaciuto prenderla a schiaffi. Ovviamente Cecily, contrariamente alla capo cheerleader, scherzava, e Clary lo sapeva, tuttavia una parte di lei non poteva fare a meno di rimanerci male.

«Comunque» disse Maia cambiando discorso, con la bocca piena «come mai non sei andata a salutare Will?»

Di male in peggio, pensò Clary, ma quello che disse fu: «Fai schifo Maia, una ragazza per bene non parla con la bocca piena, è da maleducati».

L'amica, capendo cos'aveva in mente di fare la rossa, le rispose a sua volta: «Ah sì? E sai cos'altro è da maleducati mia cara pel di carota? Cercare di sviare il discorso per evitare di rispondere ad una domanda.»

«Lo sapete che odio avvicinarmi al loro tavolo, è una questione di principio.»

Cecily roteò gli occhi, ma non commentò, per fortuna.

«Ragazze» la voce familiare di Simon fece voltare Clary. Sorrise.

Conosceva Simon da quando era bambina, ed era una delle persone a cui teneva di più insieme a sua madre e Cecily. E Will, le ricordò una vocina nella sua testa rimproverandola.
Maia salutò Simon solo con un cenno del capo, dopodiché abbassò la testa ed iniziò a torturare con la forchetta ciò che rimaneva nel piatto del suo pranzo. Clary aveva notato che c'era qualcosa che non quadrava ultimamente nel comportamento dell'amica: dopotutto, Maia e Simon erano sempre stati grandi amici.

«Ecco il mio nerd preferito!» lo salutò Clary distogliendosi dai sui pensieri. Simon si sedette accanto a Cecily, e si sporse in avanti verso Clary.

«Oggi il professor Branwell mi ha mandato su di giri, con tutti quei discorsi su come costruire una grattugia elettrica con tre rasoi e una batteria.» sbuffò, passandosi una mano tra i capelli spettinati.

Clary arrossì. Il professor Branwell era suo zio, il marito di sua zia, in realtà, e odiava quando gli altri studenti si lamentavano di lui.

«Cavolo.» disse Cecily, senza entusiasmo. «Dov'è Jordan, comunque?»

Jordan, uno dei migliori amici di Simon nonché fidanzato di Maia, era un ragazzo alto, bello e con la testa piena di musica e chitarre.

«Non lo so.» Simon studiò il vassoio stracolmo di Cecily per qualche secondo.«Posso prendere un po' di torta?» le chiese, e senza aspettare una risposta, afferrò il dolce e lo divorò in due secondi, guadagnandosi un'occhiataccia da parte dell'amica.



 

Jace lanciò un'occhiata al tavolino nell'angolo, quello accanto alla finestra aperta. Si chiese per l'ennesima volta che cosa ci facesse sua sorella con quel gruppo di sfigati disagiati quali la nera scontrosa, il nerd e la nana rossa che, la sfiga vuole, fosse anche la ragazza di suo fratello. Seriamente, che cosa avevano gli altri due Herondale al posto del cervello? Segatura?

«La tua ragazza si tiene alla larga da te, Will. Devi lavarti più spesso.» disse il biondo al fratello, tirandogli una gomitata. Will guardò nella direzione indicata da Jace.

«Penso che Cecily venga prima di me, per lei» disse soltanto, scrollando le spalle.

«Oppure quello sfigato con gli occhiali.» disse Helen, scoppiando in una risatina.

Jace strinse la vita di Tessa, seduta accanto a lui, con un braccio, e scoppiò a ridere alla battuta di Helen.

«Comunque dopo pranzo abbiamo allenamento, Helen.» li interruppe Isabelle, chinandosi in avanti. Una cascata di capelli nerissimi le incorniciò il viso accuratamente truccato. «Ti consiglierei di non mangiare quel dolce.»

Helen alzò lo sguardo su di lei, avvampando. Posò la forchettata di torta che si stava portando alla bocca nel piattino di plastica, e abbassò il capo.

«Oh, dai Izzy, lasciala in pace.» scattò Aline.

Jace roteò gli occhi, affondando il viso tra i capelli profumati di Tessa. Le lasciò un bacio sul collo, e sentì la sua bella vice-capo cheerleader trattenere un sospiro.

«Sei pregato di non fare certe cose in pubblico, Jonathan.» disse Will fulminando Jace con lo sguardo.

«Non penso che tu e Testa Rossa trascorriate il vostro tempo giocando a carte, William.»

«Quello che facciamo io e Clary sono fatti nostri, e soprattutto non lo facciamo in pubblico.»

Tessa e Jace si staccarono controvoglia, ma non dopo che il ragazzo le avesse stampato un sonoro bacio sulle labbra.

«Avete visto come sono carini i due venuti dalla Dalton, comunque? Potremmo chiedergli di venire a mangiare con noi da domani» disse Aline, rivolta a Izzy, Tessa ed Helen.

Isabelle distese le labbra piene in un sorriso divertito.
«I due della Dalton, Aline, si chiamano Gabriel e Gideon,e si da il caso che siano cugini miei e di Alec. Mi sembra ovvio che mangeranno con noi da domani, non possiamo certo permettergli di mischiarsi con la plebaglia» disse. Aline arrossì, arricciandosi una ciocca di capelli attorno a un dito.

«Oh, davvero?»

«Eh sì.» Isabelle si stiracchiò le braccia, lentamente.

«Dov'è Alec, comunque?» chiese Will.

«È stato trattenuto dal professor Branwell.»

 


 

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Capitolo 2
*** Lo Sfiga Club ***


LO SFIGA CLUB


 

Alec scrutava l'aula che si stava svuotando intorno a sé nervosamente, rimanendo da solo con il professor Branwell.

L'insegnante, all'inizio dell'ora, gli aveva chiesto di fermarsi alcuni minuti alla fine della lezione poiché doveva parlargli di alcune cose. Il ragazzo sapeva, o meglio,temeva, il motivo per il quale il professore voleva avere un colloquio con lui: il suo rendimento scolastico.

Era sempre andato bene a scuola, tuttavia quell'anno era iniziato proprio male: aveva avuto un calo nei voti, soprattutto in storia, insegnata appunto da Branwell.

Salutò con un sorriso scocciato sua sorella Isabelle e il suo migliore amico Jace, dicendo loro che li avrebbe raggiunti in mensa il prima possibile, dopodiché aspettò che il professore prendesse parola.


 

L'uomo era appoggiato alla cattedra e, sorridendo, salutava gli alunni che uscivano dalla classe; una volta che l'aula si fu svuotata completamente, nonostante cercasse di continuare a sorridere, il suo sguardo si fece serio.

«Alexander, mi spiace trattenerti, so che starai morendo di fame, e tra l'altro ho sentito che oggi come dessert c'è quella squisita torta al cioccolato..» iniziò a dire il signor Branwell con fare amichevole e scherzoso, che non fece altro che innervosire maggiormente Alec «Ok, sto divagando.» proseguì il professore, passandosi una mano sul volto«Il punto è che sono preoccupato per te. So che siamo solo all'inizio dell'anno scolastico, tuttavia non è da te prendere simili voti e farti trovare impreparato. L'altro giorno mi hai sorpreso davvero, soprattutto perché l'interrogazione era incentrata su argomenti svolti l'anno scorso e su cui mi pareva non avessi dubbi. Dimmi, quindi, c'è qualche problema?»

«No professore, va tutto alla grande, non so che mi sia preso, sono solo andato nel pallone, ed in ogni caso, non sarebbero certo fatti suoi.»rispose Alec sulla difensiva.

Il professore, spiazzato dal tono con cui il ragazzo gli aveva risposto, cercò di tranquillizzarlo «Non intendevo farmi gli affari tuoi, scusami.. Comunque, se avessi voglia di parlare con qualcuno, sai perfettamente che la scuola è fornita di una consulente, che essendo vincolata dal segreto professionale...»

«Le ho detto che sto bene. Ora se vuole scusarmi, sarei davvero affamato e gradirei andare a mangiare.»lo interruppe bruscamente Alec, e dopo aver preso lo zaino con i libri si avviò verso il corridoio.

«Ah Alexander!» si sentì nuovamente chiamare dal professore. Svogliatamente si voltò verso di lui «Un'ultima cosa, volevo solo farti sapere che a breve saranno aperte le audizioni per il Glee Club; mi farebbe piacere vederti, così come tua sorella ed i vostri amici.»

Alec era sul punto di scoppiargli a ridere in faccia. Non poteva essere serio. Lui, Izzy ed il resto della combriccola, i ragazzi e le ragazze più popolari della scuola, nel Glee Club? O, come era solito chiamarlo Jace, lo Sfiga Club? Il professor Branwell stava sicuramente scherzando. Tuttavia, vedendo brillare gli occhi dell'uomo ed un sorriso genuino distenderglisi sul volto, gli rispose che avrebbe fatto sapere ai suoi amici e che ci avrebbero pensato. E mentre lo diceva, era sicuro che lo avrebbe fatto davvero. Dopodiché, finalmente, fu libero di raggiungere gli altri in mensa.


 

«Alec, si può sapere dov'eri finito?» Isabelle si alzò in piedi, sorridendo al fratello. Aline non poté fare a meno di notare l'estrema somiglianza tra i due: lo stesso naso dritto e sottile, la stessa bocca piena e la pelle candida. I capelli dei due Lightwood erano nerissimi. L'unica differenza consisteva negli occhi: neri come carbone e penetranti per una, azzurri e sfuggenti per l'altro.

«Il signor Branwell ti ha sgridato per la tua nuova media da sfigato?» lo schernì Will, con un sorrisetto. Alec gli rivolse una smorfia.

«Ah ah ah, come sei simpatico Herondale. Comunque sì, ma mi ha anche fatto una proposta assurda.» Alec sedette pesantemente su una sedia, afferrando un hamburger dal piatto. Aline si chinò in avanti, posando il mento sulle mani.

«Cioè?» gli chiese Jace.

«Mi ha detto che ci sono le audizioni per il Glee Club e mi ha proposto di...»Alec arrossì, nel momento in cui Jace lo interruppe con uno sguardo divertito.

«Lo Sfiga Club? Sei serio?» chiese il biondo.

«Beh, non è tanto da sfigati, e noi ce la caviamo decisamente bene. E, beh, potremmo diventare, che so, famosi? Aggiungere un'altra attività alla lista delle cose in cui siamo i migliori, potremmo diventare più popolari di quanto siamo, e...»

«Alec, tu stai delirando.» Isabelle roteò gli occhi, posandogli una mano sulla fronte. «Infatti, scotti. Noi siamo già al massimo della fama, in cima alla piramide della catena alimentare. E non ci serve uno stupido gruppetto di canto per sfigati, capisci?»

Alec avvampò ancora di più, scuotendo mestamente la testa.

«Non è una cosa tanto brutta. Pensateci. Soprattutto tu, Iz: sai di essere fenomenale in tutto quello che fai, e balli e canti come pochi» disse bruscamente, raccogliendo la cartella ed uscendo dalla sala mensa sotto lo sguardo sbigottito di tutti.

Tutti si voltarono istintivamente verso Isabelle. Persino suo fratello non aveva mai osato contraddirla, specialmente in pubblico. Mai! Sul volto della Capo Cheerleader era palese l'incredulità, che mutò in rabbia e poi in fredda calma, che era di gran lunga lo stato d'animo più letale. Aline la guardò con aria preoccupata e, con la coda dell'occhio notò Helen posarsi una mano davanti alla bocca (in modo adorabile) dalla noia. A quanto pare non era l'unica ad essere tremendamente annoiat-”adorabile”?. Solo in quel momento la ragazza si rese conto di quello che aveva pensato. E si accorse di quanto fosse inappropriato. Si ripromise che non sarebbe più successo.

«Beh, noi abbiamo allenamento. Aline, Helen, Tessa. Andiamo.» disse Isabelle, i pugni stretti e la voce gelida. Le ragazze non poterono far altro che seguirla.


 

Jessamine aveva sempre avuto un unico grande sogno: diventare una star. E beh, ovviamente avrebbe potuto avere tutto quello che voleva: gliel'avevano insegnato i suoi adorati genitori, ripetendole sempre che le uniche cose che contano nella vita sono la famiglia, la fama ed essere la migliore. E lei aveva ben chiari tutti questi punti: adorava i suoi genitori, era la migliore in tutto e brillava come una stella.

Gli unici a non capirlo erano tutti gli altri, in quella scuola.

La ragazza si legò i capelli biondi in una coda leggera e raggiunse l'armadietto. Due ragazze, accanto a lei, ridacchiarono osservandola.

«Ehi, quella è la pazza che dice di essere fidanzata con uno della Dalton.»rise una delle due, e Jessamine alzò furiosa lo sguardo su di lei.

«Si dà il caso» iniziò, avvicinandosi alla ragazza «Che il mio ragazzo sia molto reale e molto più bello di quanto potrebbe mai essere qualsiasi tuo ragazzo.»

Quella rise ancora di più, la guardò dall'alto in basso e se ne andò.

Jessamine sapeva che era solo invidiosa e che, quando sarebbe diventata famosa, lei sarebbe stata la prima ad implorarla di farle un autografo. Autografo che non sarebbe mai stato firmato. Sorrise tra sé.

Mentre si incamminava verso l'aula di chimica lo sguardo di Jessamine venne colto da un foglietto bianco affisso sulla bacheca: “Audizioni per il Glee Club” e sotto una manciata di nomi: nomi di qualcuno che sicuramente non aveva nemmeno un millesimo del suo talento. Il Glee Club era un gruppo di ragazzi che cantavano e ballavano e, date le sue straordinarie doti innate, Jessamine si chiese: perché non buttarsi? Afferrò la penna che penzolava vicino al foglio e firmò, sorridendo.


 

«Ehi ragazzi! Domani ci siete?» chiese Simon, aprendo la porta del garage. Eric e Mark sorrisero, battendogli il pugno.

«Certo, Lewis. Spacchiamo con questo nuovo pezzo!» disse Eric, sistemandosi la chitarra in spalla. Batté una pacca sulla schiena di Mark e salutò Simon con un cenno, andandosene.

Jordan, che li stava osservando, continuava a pensare al suo nome scritto su quel foglio bianco sulla bacheca. Audizioni. Audizioni. Audizioni.

Cantare era sempre stato il punto di riferimento di Jordan: aveva iniziato da piccolo, con sua madre a battere le mani a tempo e suo padre che gli faceva i video, orgoglioso. Quando loro erano morti lui si era ritrovato prima in un orfanotrofio, poi in un piccolo appartamento diviso con un altro ragazzo, a fare lavori occasionali. La musica era stata l'unica cosa che gli aveva impedito di crollare. E sapere che, finalmente, alla Mc Kinley avrebbero aperto un club di canto, era incredibile, un sogno.

«Siete stati bravissimi oggi. Amore, la tua voce è da urlo.» esclamò Maia, scendendo dalla pila di sedie accatastate in un angolo e buttando le braccia al collo di Jordan. Lui sorrise.

«A proposito di questo, a scuola il professor Branwell ha aperto nuovamente il vecchio Glee Club. È un club extrascolastico di musica e canto coreografato.»
Clary si mise ad ascoltare interessata: «Già, me ne aveva già parlato, ma io stavo disegnando, e sapete come sono quando disegno: non ascolto nessuno»
«A me interessa. E poi, Simon, noi siamo già a nostro agio nell'ambiente, no?» continuò Jordan.

Simon infilò la tastiera nella sua custodia ed alzò un sopracciglio.

«Abbiamo suonato in due bar fatiscenti e ad una stupida mostra d'arte, Jordan, non siamo proiettati molto in avanti.» ridacchiò, e Jordan notò Maia e Clary sorridere.

«Ma è una bella cosa, un po' di musica a scuola.»

«Già, potreste provare.» disse Clary, scrollando le spalle e sorridendo ancora di più «Magari farete qualche concorso e diventerete veramente famosi, e, chissà..»

Jordan fermò Clary posandole una mano davanti alla bocca.

«Ehi Red, anche tu e Maia dovreste provarci.»

Maia si accigliò all'istante.

«Jordan, sono già sfigata di mio, non importa che ci aggiungi questa.. questa cosa!» esclamò lei.

«Tu non sei sfigata» disse Jordan in tono rassegnato, come se avessero già affrontato l'argomento diverse volte, senza venirne a capo.«E poi il Glee Club..»

«Lo Sfiga Club, intendi?» disse una nuova voce, e Cecily apparve davanti al portone del garage, con i capelli legati in uno chignon e il sorriso sulle labbra «Me ne ha parlato Jace, e ha detto che è il Club più sfigato della scuola, sapete?»

Maia puntò una mano verso di lei, come a darle ragione.

Jordan digrignò i denti.

«Soltanto perché non ha mai avuto membri talentuosi come noi.» disse Simon, prendendola sul ridere e difendendo, allo stesso tempo, il suo migliore amico.

«È un modo per farsi conoscere.» constatò Clary.

«E per sfogarci.» aggiunse Jordan.

«E per prendere granitate in faccia.» replicò Cecily scherzosamente.

Gli altri rimasero in silenzio. Sapevano che cosa Jordan avesse passato, e che la musica era sempre stata là per lui. Quando gli mancavano soldi loro se ne accorgevano e gli facevano regali e prestiti. Non era un difetto, la sua condizione, ma un motivo di lottare per i propri sogni ancora di più. E se la musica era un suo sogno, chi erano loro per impedirgli di partecipare al Glee Club? Magari nemmeno sarebbero stati presi, e si sarebbe risolto tutto in modo semplicissimo.

Jordan osservò i loro volti, immaginando le menti dei suoi amici lavorare per trovare una soluzione. Poi Cecily roteò gli occhi, rompendo il silenzio.

«Ohh ma sì, amo le granite e tanto i popolari mi considerano già qualche gradino sotto di loro, anche se sono la sorella dei più fighi della scuola. Che ho da perdere?»

«Facciamolo!» disse Clary battendo il cinque all'amica.

Gli altri annuirono, ridendo e battendosi il cinque a loro volta. E Jordan non avrebbe potuto essere più felice. Avrebbe partecipato alle audizioni per il Glee Club (o Sfiga Club, comunque volessero chiamarlo), e i suoi migliori amici con lui.








EHILÀ, EVERYBODY!
Siamo ancora noi, riveraslegs e One, ed eccoci qua con il nostro primo capitolo.
In primo luogo vorremmo ringraziare infinitamente per le sei fantastiche recensioni, chi ha aggiunto alle preferite o alle seguite la nostra storia e tutti i lettori silenziosi.
Ovviamente, scrivendo capitoli da due parti opposte d'italia e inviandoceli per email, e aggiungendoci tutti i nostri impegni, non pubblicheremo periodicamente, ma quando capita. Vi preghiamo di perdonarci.
Beh, tutto qua, speriamo che vi piaccia questo capitolo: fateci sapere che cosa pensate!

One e riveraslegs

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Capitolo 3
*** Le audizioni (parte 1) ***


 

LE AUDIZIONI 
(parte 1)



 


Jessamine percorse il corridoio a testa alta, come sempre del resto, sperando che qualcuno si inchinasse alla sua bellezza e al suo talento. Niente. Che gente ottusa che la circondava!

Ma le cose da quel giorno sarebbero cambiate. Sì, perché quello era il Grande Giorno, il giorno delle audizioni per il Glee Club, il giorno in cui finalmente tutto il mondo si sarebbe accorto di quanto lei fosse talentuosa ed unica.
Si diresse verso l'aulta di geografia, attendendo con impazienza la fine delle lezioni per dirigersi all'auditorium dove si sarebbero tenute le audizioni. Si immaginò sul palco, circondata da una folla di ballerini e con un pubblico immenso ad applaudirla. Sorrise tra sé, compiaciuta dall'idea.

Sedette al banco all'angolo, aspettando l'inizio della lezione. Quando avvertì la sedia accanto a lei frusciare, si voltò sorpresa. Nessuno si sedeva mai accanto a lei: erano troppo accecati dalla sua fama e dalla sua bravura. Eppure una ragazzina esile e bruna era proprio davanti a lei, con un sorriso a fior di labbra. Jessamine non l'aveva mai notata, quindi doveva essere una sfigata. Quando la ragazza si voltò completamente verso di lei Jessamine inorridì. I suoi occhi erano puntati su una cicatrice che sfigurava il viso pallido dell'altra.

Gli occhi della ragazza si offuscarono per un secondo, ma poi sorrise nuovamente.

«Ciao, io sono Sophie. Ti dispiace se mi siedo qua?» le chiese. Jessamine inarcò un sopracciglio e le fece un cenno di consenso. Le parole sarebbero state inutili, con quella Sophie, e poi doveva risparmiare la sua meravigliosa voce per l'audizione.


 

Maia si strofinò i palmi delle mani sudate sui jeans strappati. Clary e Cecily le stavano dicendo parole rassicuranti che continuava a non capire. Il giorno dopo aver deciso che avrebbero fatto le audizioni per il Glee nel garage di Simon avevano scritto i loro nomi nel foglio affisso sulla bacheca, e finalmente il giorno tanto atteso era giunto. Sarebbe stata la prima ad esibirsi, davanti al professor Branwell e ai suoi amici. Un pubblico già troppo grande.

Ma, Dio, era Maia Roberts! Era scappata da casa per cercare avventura e adesso viveva sopra la vecchia stazione di polizia, assieme al migliore amico della mamma di Clary e a qualche altro pianta grane. Che cosa poteva andare storto in una stupida audizione di canto per uno stupido club?

«Maia Roberts.» la chiamò Branwell, e Clary e Cecily le augurarono buona fortuna, correndo a sedersi dietro al tavolo del giudice.

Maia respirò a fondo e salì sul palco.

«Mi chiamo Maia Roberts, e canterò Only Girl, di Rihanna.» annunciò, portandosi il microfono alla bocca. Non era difficile, si disse. Quando partì la base fissò prima Jordan intensamente, che la guardò di rimando con un sopracciglio innalzato, e poi un Simon sorridente. Respirò profondamente ed iniziò.

La la la la
La la la la
La la la la

Tutti iniziarono a battere a tempo le mani in segno di incoraggiamento.

I want you to love me,

like I’m a hot pie

Keep thinkin’ of me,

doin’ what you like
So boy forget about the world cuz it’s gon’ be me and you tonight
I wanna make your bed for ya,

then imma make you swallow your pride

oohh..

Branwell sorrideva compiaciuto, quasi esterrefatto dalla scoperta di una voce così bella. Maia continuò a cantare. Provava quella canzone da solo una settimana, ma già la sentiva sua. E si sentiva sicura come mai prima d'ora, cantando.

Want you to make me feel like I’m the only girl in the world
Like I’m the only one that you’ll ever love
Like I’m the only one who knows your heart
Only girl in the world…
Like I’m the only one that’s in command
Cuz I’m the only one who understands how to make you feel like a man

yeaah..

Want you to make me feel like I’m the only girl in the world
Like I’m the only one that you’ll ever love
Like I’m the only one who knows your heart
Only one…

Quando finì si sentiva viva, piena di energia, diversa. Guardò nuovamente Jordan, che batteva le mani sorridendo, ma con uno sguardo confuso negli occhi , e Simon, che sembrava non essersi accorto di niente. Clary e Cecily stavano urlando il suo nome e applaudivano come non mai.

«Grazie, Maia.» disse il signor Branwell, sorridendo «Sei dentro!»

Maia sorrise, posandosi una mano sul cuore ed accennando ad un inchino: stava battendo a mille.

«Grazie»sussurrò, per poi scendere dal palco.


 

«Tu, ragazza, sei fantastica! Dove la tenevi nascosta questa voce?!» esclamò Cecily, saltando al collo di Maia. Clary le afferrò le spalle e la guardò esterrefatta.

«Mi sembrava di vedere Rihanna su quel palco. Maia, non ci hai mai detto di essere così brava!»

Cecily sorrise, lanciando un'occhiata al palco. Ce l'aveva fatta.

«Ehi, i ragazzi iniziano!» le bloccò, andandosi a sedere. Il signor Branwell chiamò il prossimo dicendo di farsi avanti e Simon e Jordan entrarono sul palco. Entrambi avevano due chitarre elettriche tra le mani. Cecily roteò gli occhi.

«Ed ecco che i due chitarristi ci fanno il culo.» sibilò, senza però smettere di sorridere.

«Noi siamo Simon Lewis e..»

«Jordan Kyle, e canteremo Burn It Down, dei Linkin Park»
Mentre i ragazzi si preparavano, Cecily lanciò un'occhiata di sfuggita a Maia: la canzone che aveva cantato prima le sapeva tanto di un qualcosa di storto con Jordan. Come andava, il loro rapporto?

Appena partì la base, Cecily si fece attenta e si lasciò trasportare dal ritmo coinvolgente. Jordan e Simon iniziarono a suonare con energia. Partì Simon a cantare, con la sua voce leggermente più tranquilla di quella di Chester.

The cycle repeated
As explosions broke in the sky
All that I needed
Was the one thing I couldn’t find
And you were there at the turn

Waiting to let me know

La voce roca di Jordan si unì alla sua, a dar vita al pezzo divinamente.

We’re building it up
To break it back down
We’re building it up
To burn it down
We can’t wait
To burn it to the ground


Cecily sorrise entusiasta, quando Jordan iniziò a suonare la chitarra dietro la testa durante il secondo assolo di Simon. Quando arrivò la parte rappata, Jordan lasciò le esibizioni con la chitarra in mano a Simon e si avvicinò al microfono.

You told me yes
You held me high
And I believed when you told that lie
I played soldier,

you played king
And struck me down,

when I kissed that ring

You lost that right,

to hold that crown
I built you up,

but you let me down
So when you fall,

i’ll take my turn
And fan the flames
As your blazes burn

Maia esultò, e il signor Branwell li fermò con un cenno della mano. Stavano leggermente ansimando.

«Ragazzi, siete favolosi, fa-vo-lo-si! La vostra energia sarà il massimo, per noi al Glee»

«Woh» esultò Jordan, alzando la chitarra a mo' di trofeo, e Simon saltellò per tutto il palco a due piedi, mentre le ragazze applaudivano.


 

Jessamine stava spiando le altre audizioni dalla porta in fondo all'auditorium. Cavolo, erano bravini, gli altri: ma lei era Jessamine Lovelace, nessuno poteva eguagliarla. E sicuramente aveva più talento di quei damerini in chitarra e di quell'altra mezza nera. La prossima ragazza iniziò a salire sul palco, avvicinandosi al microfono con un sorriso sicuro. Jessamine la riconobbe: Cecily Herondale, una delle più popolari. Una di quelle che aveva usurpato il suo dannatissimo posto in cima, al McKinley. Sentì dei passi risuonare dietro di sé e si voltò. Un altro degli stupidi popolari, un giocatore di football: Alec Lightwood.

Lui e Cecily sarebbero tranquillamente potuto essere fratello e sorella, notò la bionda: avevano entrambi i capelli come il carbone ed occhi azzurri come il cielo.

«Ehm, ciao» disse il ragazzo, alzando la mano in un timido segno di saluto. Jessamine inarcò le sopracciglia, guardandolo imbronciata e sbalordita allo stesso tempo.

«Sono iniziate le audizioni?» chiese lui, impacciato.

«Sì, tu cantichiese Jessamine schernendolo scontrosa, mentre la base partiva: Cecily schioccò le dita diverse volte, ondeggiando sul posto.

You say that I’m messing with your head
All cuz I was making out with your friend

Love hurts whether it’s right or wrong

I can’t stop cuz I’m having too much fun

«È Cecily quella?» chiese Alec sgranando gli occhi, mentre la Herondale iniziava a strusciarsi contro l'asta del microfono e a fare quello che doveva essere una specie di balletto. Jessamine sarebbe stata sicuramente migliore di quella là. «Oh, se lo sapessero Jace e Will.»

You’re on your knees, begging please, stay with me
But honestly I just need to be a little crazy

«Puoi stare zitto?» lo sgridò Jessamine, e il Lightwood rimase muto, con le guance arrossate. Si chiedeva cosa avrebbero pensato i due Herondale dopo aver saputo che la sorella aveva fatto le audizioni per il Glee, ma ciò che temeva di più era quello che avrebbero pensato di lui.

All my life I’ve been good, but now
I am thinking what the hell
All I want is to mess around
And I don’t really care about

If you love me
If you hate me
You can save me
Baby, baby
All my life I’ve been good, but now
Whoooooooa what the hell!

What? What? What? What the hell!

Cecily scosse la testa, e quei lunghi e mossi capelli neri crearono un alone attorno al suo volto, facendola sembrare un leone che scuote la sua criniera. Jessamine sbuffò.

«È brava.» sussurrò Alec, a bocca aperta.

«Non quanto me» rispose Jessamine, sorridendo compiaciuta. Lui sembrò osservarla veramente per la prima volta.

«Tu chi sei?» chiese, e Jessamine digrignò i denti e contò fino a dieci per non strillare come una furia che lei era la stella del McKinley.
«Jessamine Lovelace, la futura star del Glee Club!»

«Tzé» replicò Alec, nello stesso momento in cui il professor Branwell applaudiva a Cecily, esclamando estasiato quanto fosse stupito dalle sue capacità e bla bla.

 

Cecily aveva cantato da Dio, o almeno così le avevano detto tutti: da Clary e Maia, ai ragazzi, al professore. Era appena scesa dal palco e stava venendo abbracciata dalle sue amiche, quando udì Branwell urlare un nuovo nome. Il nome del migliore amico di suo fratello Jace, di uno dei ragazzi in assoluto più popolari della scuola, un nome che mai e poi mai si sarebbe aspettata di sentire.

«Alexander Lightwood!»

Tutti iniziarono a voltarsi e a percorrere con sguardo incredulo l'auditorium alla ricerca del ragazzo.

Alec deglutì, uscì dalla penombra e si avviò verso il palco.






Ehi, popolo!
Eccoci qua con la prima parte del secondo capitolo: le audizioni! Volevamo ringraziarvi da morire: grazie per le 12 stupende recensioni (siete dolcissimi), grazie a chi ha aggiunto questa storia alle ricordate, preferite o seguite, e grazie ai lettori silenziosi. VI AMIAMO!
Volevamo soltanto dire che tutte le canzoni sono un'idea di riveraslegs, qua One ci è entrata poco (lei è più sul resto, sulla stesura del capitolo: la mente geniale che trova la canzone giusta al momento giusto è quella di riveraslegs)
Btw, fateci sapere che cosa ne pensate, okay?
One e riveraslegs

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Capitolo 4
*** Le audizioni (parte 2) ***







LE AUDIZIONI
(parte due)





 

Alec ingoiò aria a vuoto, ripetendosi mentalmente il testo della canzone che aveva preparato. Era semplice: saliva su quel palco e cantava. Niente di che. Aveva una bella voce, sua madre gliel'aveva ripetuto sin da quando era bambino. «È l'unica cosa che sai fare meglio di me» lo aveva preso in giro Isabelle qualche anno prima, ed aveva pienamente ragione: Alec sapeva cantare. Non come Izzy, che, sì, aveva una bella, stupenda voce ma che non era nemmeno lontanamente paragonabile a come ballava, comunque. Lui non si sarebbe mai sognato di ballare veramente, gli piaceva solo cantare.

Il professor Branwell si toccò la barbetta rossiccia e allargò le braccia compiaciuto.

«Fammi sognare, Alexander.» disse.

Alec avvertì lo sguardo di tutti puntato su di lui, soprattutto quello sbigottito della piccola Herondale.

«Alec?» la sentì sussurrare a Clary, mentre anche gli altri scambiavano occhiate sconcertate tra loro. Ok, era imbarazzante. Appena salito sul palco avvampò, cosa che venne facilmente notata a contrasto con la sua carnagione chiara.

«S-sono Alec Lightwood, e canto Demons degli Imagine Dragons.» disse, deglutendo. Prese un respiro profondo e tremulo, reggendosi forte all'asta del microfono per non crollare. Aveva la bocca secca. La musica partì.

Sii normale Alexander, non lasciar trapelare nulla” penso il ragazzo prima di iniziare a cantare.
 

When the days are cold
And the cards all fold
And the saints we see
Are all made of gold
When your dreams all fail
And the ones we hail
Are the worst of all
And the blood’s run stale

I want to hide the truth

I want to shelter you
But with the beast inside
There’s nowhere we can hide
No matter what we breed
We still are made of greed
This is my kingdom come
This is my kingdom come

 

I ragazzi che stavano assistendo alle audizioni rimasero colpiti dalla voce melodiosa del ragazzo e, dopo aver superato l'iniziale stupore, cominciarono a canticchiare la canzone in sottofondo facendo ondeggiare le braccia seguendo il ritmo della musica.


When you feel my heat
Look into my eyes
It’s where my demons hide
It’s where my demons hide

Don’t get too close

It’s dark inside
It’s where my demons hide
It’s where my demons hide


Alec concluse quasi in un soffio, con la paura di alzare lo sguardo. “Hanno capito tutto” si disse. Nessuno fiatava. Alzò finalmente lo sguardo e i suoi occhi azzurri incrociarono quelli del professor Branwell.

«Alexander: la tua voce fa invidia alle stelle. Sei dei nostri!» esordì, e sentì gli altri applaudire. Era ufficialmente parte dello Sfiga Club. Eppure si sentiva così felice: aveva la musica. Sorrise, scendendo in fretta dal palco.

«ODDIO, ODDIO, ODDIO!» Cecily gli si avvicinò, con gli occhi sgranati, abbracciandolo «Alec, sei strepitoso! Tu canti, e, Dio, come canti!»

«Grazie Cecily, anche tu sei davvero brava.» rispose lui, scrollando le spalle con un sorriso timido.


Il professor Branwell attese educatamente che tutti finissero di complimentarsi con uno stranamente impacciato Alec Lightwood, dopodiché chiamò la prossima ragazza che si sarebbe dovuta esibire.

«Clarissa Morgenstern»

Clary abbassò lo sguardo, passando davanti a tutti gli altri per raggiungere il palco. L'ansia le attanagliava lo stomaco: avrebbe cantato davanti a una decina di persone, eppure era nervosa da morire. L'avrebbero potuta criticare tutti, e sicuramente l'avrebbero fatto. E poi c'era Henry, suo zio, là a giudicarla. Giocava praticamente in casa, e probabilmente l'avrebbe fatta entrare al Glee per pietà! Era palese che la vocazione di Clary fosse la pittura, e non certo il canto. Aveva scelto di cantare una canzone che le piaceva molto e che non trovava eccessivamente impegnativa.

Ok Clary, puoi farcela” pensò mentre si apprestava ad uscire dalle quinte per dirigersi al centro del palco.

«Mi chiamo Clarissa Morgenstern e canterò Gift Of A Friend, di Demi Lovato» Lanciò uno sguardo a Cecily e Maia il cui significato era ovvio: “la dedico a voi”. Clary chiuse gli occhi, la base partì.

Sometimes you think you'll be fine by yourself
Cause a dream is a wish you make all alone
It’s easy to feel like you don’t need help
But it’s harder to walk on your own.


Riaprì gli occhi e si accorse immediatamente che il pubblico era aumentato. Tra i nuovi arrivati poté notare qualche divisa delle Cheerios e le giacche tipiche dei giocatori di football. Fu quando si mise a scrutare più attentamente la piccola folla che due stupendi occhi azzurri incrociarono i suoi. Non le ci volle molto per riconoscerne il proprietario. Will. Chi poteva averlo avvertito? Continuando a cantare spostò lo sguardo verso la platea, dove vide una ragazza dai capelli corvini che si sbracciava facendo segno ai nuovi arrivati di raggiungerli. Cecily. Come aveva fatto a non pensarci prima? Clary si ripromise che avrebbe fatto un bel discorsetto con la sua migliore amica.

You’ll change inside
When you realize
The world comes to life
and everything’s bright
from beginning to end
When you have a friend
by your side
That helps you to find
The beauty you are
When you’ll open your heart and
Believe in the gift of a friend
the gift of a friend.


Finta la canzone, Clary chiuse gli occhi e si allontanò dal microfono. Aveva le guance lentigginose in fiamme, sicuramente più rosse di quanto non fossero i suoi capelli. Guardò nuovamente il suo ragazzo, che stava applaudendo orgoglioso della sua piccola Red. Clary abbassò lo sguardo arrossendo, se possibile, ancora di più. Guardò quindi suo zio negli occhi. Sperò che non la chiamasse “piccola”, “tesoro” o con un nomignolo assurdo del genere.

«Clary.» disse Henry, sorridendo con affetto,  e la ragazza tirò un sospiro di sollievo. Figura di merda scampata. «Strepitosa, sei stata strepitosa! Dove nascondevi questa voce favolosa?»
Clary sorrise facendogli un cenno e scese velocemente dal palco, notando immediatamente gli sguardi pieni di scherno che Jace, Isabelle, Aline e Helen le stavano rivolgendo, anche se dopo pochi secondi i quattro rivolsero la loro attenzione verso Cecily e Alec. Se avessero potuto, li avrebbero fulminati seduta stante. Sprizzavano rabbia da tutti i pori. Tessa se ne stava invece vicino al suo ragazzo, osservando la scena: i suoi occhi erano privi di rabbia o scherno, erano semplicemente accesi dalla curiosità. C'erano anche due ragazzi nuovi e assolutamente carini, con la giacca da football. Deglutì, abbassando la testa come suo solito, finché non udì la sua voce richiamarla.

«Clary!»

«Will? Che ci fai qua?» chiese Clary, asciugandosi le mani sudate sulla gonna azzurra.

«Cecy mi ha detto che vi esibivate. Ho trascinato con me anche gli altri che, beh, non sembrano entusiasti della cosa. Ma a me siete piaciute.» disse lui, e poi si chinò in avanti con un ghigno alla Jace. «Mi sei piaciuta» sussurrò impercettibilmente, dandole un tenero e casto bacio sulla guancia, ed il viso di Clary si tinse nuovamente di rosso.

«Gra-grazie.» balbettò. “Oh, accidenti Morgenstern: è il tuo ragazzo, non puoi avere paura di parlarci!”
Quando le labbra morbide e dolci di Will si posarono sulla sua bocca ebbe un attimo di esitazione, ma poi rispose al bacio con un sorriso imbarazzato.

«William! Smettila di fare il piccioncino con Testa Rossa!» lo sgridò Isabelle, gli occhi due pozzi scuri di freddezza. Incrociò le braccia al petto e si avvicinò a grandi falcate, ma prima che potesse dire qualcosa il signor Branwell li interruppe.

«Ragazzi, abbiamo l'ultima audizione e poi posso lasciarvi a scannarvi vivi. Fate silenzio, adesso.» disse con aria rassegnata: era impossibile fermare la Lightwood, quando si arrabbiava.


Jessamine guardò da dietro le spesse tende blu scuro, e quando udì il professore fare il suo nome prese un respiro poderoso. Era una cosa da niente, per lei: entrava, cantava, brillava come una stella e lasciava tutti stecchiti. Solo che i ragazzi che avrebbe dovuto stecchire si erano moltiplicati e sembravano sul punto di darsi fuoco a vicenda.

Basta, Lovelace. Nessuno rovinerà il tuo momento
«Ci sono!» disse a voce alta, posandosi le mani sui fianchi e camminando spedita al centro del palco, davanti all'asta del microfono. «Sono Jessamine Lovelace e canterò I'm The Greatest Star, da Funny Girl!» esclamò, scostandosi vigorosamente i capelli dalla spalla con una mano.

Listen,
I've got thirty-six expressions--
Sweet as pie to tough as leather,
And that's six expressions more
Than all them Barrymores put together.
Instead of just kicking me
Why don't they give me a lift?
It must be a plot,
'Cause they're scared that I got
Such a gift--well, I'm miffed--'cause
I'm the greatest star--
I am by far, but no one knows it!
Wait, they're gonna hear a voic
e,
A silver flute--ah hah, ah hah--
They'll cheer each toot
(Yay! She's terrific!)
When I expose it!
Now, can't you see to look at me
That I'm a nach'ral Camille?
As Camille I just feel
I've so much to offer.


Sentì le cheerleader ridacchiare al nome della loro coach, la terribile Camille Belcourt. Si prese qualche istante per osservare i volti dei suoi spettatori: ammaliati, ecco come erano. Ammaliati dalla sua voce stupenda da vera diva. Gli altri che si erano appena esibiti erano in semi ammirazione, mentre gli stupidi dei popolari fingevano rabbia cocente per nascondere l'invidia. Jessamine lo sapeva, oh se lo sapeva. Il professore, intanto, se ne stava a bocca spalancata, come se avesse udito il canto di un angelo. “Beh, più o meno..”

Kid, I know I'd be divine because
I'm a nach'ral cougher.

La ragazza tossi teatralmente un paio di volte.

Some ain't got it--not a lump,
I'm a great big clump of talent!
Laugh!
They'll bend in half.
(Did you ever hear the story about the traveling salesman?)
A thousand jokes:
Stick around for the jokes,
A thousand faces.
I reiterate,
When you're gifted,
Then you're gifted,
These are facts--I got no axe to grind.
Hey, what are they--blind?
In all of the world so far
I'm the greatest star!

 

Un mare di applausi partì dal pubblico: troppi pochi per i suoi gusti, ma meglio di niente. Quello che le stava applaudendo con maggiore enfasi era il professor Branwell.

«Jessamine, non so da dove tu sia sbucata fuori..» Jessie si accigliò alla sua prima frase: faceva parte della sua classe da due anni, non le sembrava di essere così invisibile! «..ma devo dire che la tua voce è perfetta! Hai un talento assurdo, e con noi al Glee potrai svilupparlo ancora maggiormente.»

Oh, quanti elogi! Finalmente la sua arte strepitosa veniva considerata con il giusto rispetto.

«Grazie, professore, non si pentirà della sua scelta: la mia voce schiaccerà chiunque!» esclamò, sorridendo con piacere.

Quando scese dal palco sentì qualcuno prenderla in giro sul fatto che fingesse di avere un ragazzo. Si voltò per rispondergli male, ma non vide chi era stato.

Non importava: l'importante era non essere una sfigata agli occhi degli altri, non più.

 








ANGOLINO DI DUE FOLLI

Ehi gente, siamo tornate! Scusate infinitamente il ritardo, è colpa di One (scuola, impegni, basket dove abbiamo vinto il campionato regionale e siamo passate all'interzona, ma a voi non importa), e ci scusiamo tanto, ops
Ecco la seconda parte delle audizioni, dove cantano Clary, Alec e Jessie.. beh, speriamo di non avervi delusi, e che ci possiate lasciare una piccola recensione <3
Grazie per le meravigliose recensioni, per chi ha aggiunto ai preferiti, seguiti, ricordati e i lettori silenziosi. SIETE FANTASTICI!
One e riveraslegs

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Capitolo 5
*** Novità ***





NOVITÀ






«Tu! Che cosa credi di fare brutto idiota dai capelli rossi e cotonati che non sei altro?» gridò Camille, entrando come una furia con i pugni serrati nell’ufficio di Henry Branwell. Lui alzò lo sguardo dalla sua scrivania, sulla quale era intento ad intagliare qualcosa, inarcando un sopracciglio e aprendo la bocca per ribattere, ma venne interrotto dalle grida della donna che si trovava davanti. «Creare uno stupido coretto con una manciata di sfigati soltanto per togliere fondi a me! Come hai potuto?» prese un respiro profondo, cercando di calmarsi «Sai, vero, che cosa è successo al vecchio insegnante del Glee Club, sei anni fa? È caduto accidentalmente dalle scale. Ora dovrebbe stare bene, paralisi dalla vita in giù a parte»

«Ferma, che cos..? Come mai non dovrei tenere il Glee?» chiese Henry, stordito. «Servirà a far esprimere i ragazzi, la musica li aiuta, e..»

«La musica potrebbe anche poter curare il cancro, ma non mi interessa! Stai togliendo soldi dalle tasche dei miei Cheerios, ci stai ostacolando.» disse la coach, chinandosi in avanti per fissarlo intensamente negli occhi. Avevano entrambi gli occhi verdi, ma di due sfumature diverse: un verde stranamente vivido e brillante per lei ed un verde pacato e tendente al castano per lui.

«Camille, siamo sempre stati in rapporti.. socievoli.» disse Henry, senza poter fare a meno di pensare alla volta in cui la Belcourt era entrata nella sua classe distruggendo tutti i progetti degli orologi soltanto perché il suono dei martelli le aveva fatto venire l’emicrania, o qualcosa del genere. «E, beh, questo mi sembra eccessivo. Non puoi farci chiudere.»

«Oh, sì che posso. Posso distruggervi. Il preside Starkweather darà sicuramente ragione a me!»

«Il preside Starkweather è un grande amante delle arti, non come il preside precedente che non faceva altro che pendere dalle tue labbra.»

Camille digrignò i denti, trasformando il bel viso curato in una maschera irritata e letale. Poi si tirò su, assumendo la sua solita posa regale e indifferente, le mani posate sui fianchi con le unghie a ticchettare sulla stoffa verde acido del suo vestito.

«Vedremo, Branwell. Troverò un modo per mettere fine a questo tuo circo.» detto ciò girò i tacchi e se ne andò, senza dimenticarsi di sbattere la porta talmente forte da far cadere una cornice appesa al muro. Henry si passò una mano sul viso, alzandosi per raccogliere la cornice. “Miglior professore”, c’era scritto, sotto una foto di lui con un premio consegnato dal preside Starkweather.
Sospirò.


 

«Alexander Gideon Lightwood, perché non vuoi capire?» esclamò Isabelle, le guance arrossate. La discussione stava andando avanti da qualche minuto, ormai, e il loro tavolo a mensa era additato da tutti. Isabelle non riusciva assolutamente a capacitarsi di quel che aveva visto in auditorium. Suo fratello aveva cantato una svenevole canzone di un gruppetto rock e si era unito allo Sfiga Club. Suo fratello!

«Izzy, sei tu che non capisci. Non è che partecipando al Glee Club diventerò uno sfigato. È solo un modo per cantare. È una cosa che amo. Come tu ami ballare nei Cheerios.»

«È diverso. I Cheerios mi porteranno al successo, e fanno sì che io sia al primo posto nella scala sociale di questo liceo. Tu diventerai spazzatura, e non posso permettere che mio fratello inizi a frequentare il tavolo di Testa Rossa, la Nera e dei due nerd!»

«Ehi, non c’è niente di male a frequentare Clary e i ragazzi.» intervenne Cecily sentendosi chiamata in causa e beccandosi le occhiatacce della cheerleader. Will annuì.

«Non saranno popolari, ma sono simpatici, sono a posto. E non azzardarti ad insulare nuovamente Clary: è pur sempre la mia ragazza.» aggiunse il ragazzo, stizzito.

«Non mi interessa!» strillò Isabelle. «Cosa vi sta succedendo?» si guardò attorno, come se ognuno di loro a quel tavolo l’avesse ferita brutalmente «Voi non siete sfigati, comportatevi come gente del vostro rango.»

Cecily si alzò in piedi, spazientita.

«Sinceramente, cara Isabelle? I ranghi non servono a niente! E io sono stufa di doverti portare rispetto perché sei la regina di una scuola di sedicenni, e perché ti credi importante e blablabla. Sono stufa, lo sai? E preferisco mille volte stare con Clary, la nera scontrosa, il nerd e il fissato con le chitarre, invece che con te.» gli altri rimasero in un silenzio muto. Nel giro di una manciata di giorni era la seconda volta che Isabelle veniva insultata in pubblico. Prima da Alec e adesso da Cecily. «E, tra parentesi, il Glee Club non è sfigato. E quando vinceremo le Nazionali ti sbatterò il premio in faccia, Lightwood.» e poi si allontanò, raggiungendo Jordan, che era appena entrato in mensa.

Lo sguardo di Isabelle si fece più glaciale di prima, facendo scorrere brividi freddi sulle schiene degli altri. Tessa provò a dirle qualcosa, posandole una mano sul braccio in un gesto dolce, ma lei la schiaffò via e si voltò con labbra tremanti. Uscì dalla stanza con passi decisi, guardando un punto fisso davanti a lei, mentre altri anonimi volti del liceo la facevano passare senza “se” e senza “ma”. Era così che dovevano andare le cose: lei stava in cima, gli altri le obbedivano.



Tessa si morse il labbro inferiore, come sua abitudine da tempo, ormai. Era sdraiata sul comodo divano di casa sua e le labbra di Jace le stavano baciando il collo. Tuttavia il suo unico pensiero era se la sua migliore amica stesse bene o meno. Insomma, Isabelle non era cattiva: semplicemente voleva eccellere in tutto quello che faceva ed avere tutto e tutti sotto controllo. Ovviamente era stata eccessiva nel considerare suo fratello e Cecily due sfigati (e probabilmente anche Will a causa della sua tresca con la rossa), ma non era stato per cattiveria. Si era sentita abbandonata, tradita, come se decidendo di entrare nel Glee le avessero voltato le spalle.

Mentre rimuginava su queste cose, la ragazza sentì che la mano di Jace si stava spostando pericolosamente troppo in basso e si mise a sedere di scatto.

«Amore, si può sapere che cos’hai?» le chiese Jace scocciato poiché la sua ragazza non sembrava affatto interessata ad approfondire il ‘discorso’. Tessa guardò gli occhi del biondo, perdendosi nel trionfo di sfumature dorate che assumevano.

«Pensavo a Izzy.» ammise, scrollando le spalle.

Jace bofonchiò qualcosa e alzò gli occhi al cielo, buttandosi all’indietro sul divano.

«Va bene che è la tua migliore amica, ma io sono il tuo ragazzo.»disselui.

«Lo so, lo so!» Tessa si rigirò il ciondolo dell’angelo meccanico tra le mani «Ho soltanto paura che questa volta abbia deciso di chiudere definitivamente con loro.»

«Ha fatto bene, lo Sfiga Club è il degrado del McKinley.»

La bocca di Tessa si spalancò automaticamente.

«Non posso credere che tu lo abbia detto!» sussurrò indignata «Tua sorella e il tuo migliore amico ne fanno parte! E penso che anche Will stia prendendo in considerazione l’idea di entrare a farne parte..»

«Will deve solo provarci! Potrei rinnegarlo come fratello. E per quanto riguarda Alec… beh, lui è un coglione, e spero che se ne renda conto presto. Perché se così non fosse, non appena si spargerà la voce verrà preso di mira da tutti gli altri membri della squadra di football, e per quanto possa fare il duro, so che ci rimane male quando viene sfottuto. Non resisterebbe una settimana. E invece Cecy è così ingenua…»

Tessa si ritrovò a pensare, per l’ennesima volta, quanto odiasse Jace quando si comportava così.

«Non riesco proprio a capire come tu possa parlare così delle persone che più ti amano al mondo» lo sgridò lei. Lui liquidò il discorso con un cenno della mano.

«Comunque, io e Will diamo una festa questo week-end. Mamma e papà vanno in Cina per firmare non so che fogli per l’affidamento di quel tipo, te ne avevo parlato se non mi sbaglio.»

«James, giusto? Ho sentito Maryse dire che lo manderà alla Dalton, perché?»

«Dice che è un ragazzo timido, fragile e chissà cos’altro. Da noi non sopravviverebbe venti minuti.» disse Jace in tono di scherno.



«Clary!»

La rossa entrando da Breadstix vide e sentì subito Will che la chiamava e si sbracciava per farsi notare. Si diresse verso il tavolo appartato al quale il suo ragazzo era seduto.

«Will! Perdonami, perdonami, perdonami, sono in ritardo»

«Come al solito, Clarissa» rispose il ragazzo fingendosi inizialmente offeso, ma non riuscendo a nascondere un sorriso divertito dall’espressione affannata della ragazza.

«Scemo» disse Clary, cercando di colpire il suo Herondale, che però le afferrò prontamente il polso tirandola a se per poi stamparle un bacio sulle labbra. Le guance di Clary si tinsero di rosso.

«Uhm… per questa volta ti perdono, ma la prossima non te la caverai così facilmente» disse Will con un sorriso accattivante che fece arrossire ulteriormente la ragazza.

«Si si, va bene. Allora, come mai mi hai chiesto di vederci? Cioè, non che non mi faccia piacere, anzi, solo che tra il corso d’arte, la scuola, ed ora il Glee… Beh, mia madre si lamenta che non sono mai a casa e, per quanto tu possa piacergli ancora non la fa impazzire il fatto che io, beh, ecco, sai.. abbia un ragazzo.» disse Clary tutto d’un fiato.

«Woho rossa, rallenta! Stai dicendo cose senza senso, lo sai vero? Se non ti conoscessi direi che sei nervosa…»

«Non sono nervosa!» replicò lei con aria offesa.

«Si invece, straparli sempre quando sei nervosa. Comunque non penso che tu abbia motivo di esserlo, anzi, sto per darti una notizia che spero ti faccia piacere.» Will le fece l'occhiolino.

«Ah si? Sentiamo allora.» Clary si tirò a sedere più dritta.

«Beh, appunto, come stavi dicendo prima, sei sempre impegnata ed in pratica non ci vediamo quasi mai… A scuola mi eviti, e anche se so perché lo fai - e per inciso, ti capisco, Izzy e Jace sono sempre più insopportabili - beh.. come dire, preferirei essere il tuo ragazzo sempre, capisci cosa intendo?»

Clary capiva, eccome se capiva. Era perfettamente consapevole del fatto che la sua storia con Will non fosse esattamente normale. A scuola era quasi come se non si conoscessero, Clary stava con i suoi amici e Will con i suoi, e le poche volte in cui si parlavano, la ragazza diventava la persona più timida del mondo. D’altra parte, quando invece erano soli o con Cecily, la situazione cambiava totalmente. Clary rideva, scherzava, si lasciava andare. A lei era sempre andato bene che le cose stessero così, e pensava che anche per lui fosse lo stesso. O almeno lo aveva pensato fino a quel momento.

«Credo di si, ma non afferro il punto del discorso…» Il ragazzo sorrise, ma non era un sorriso malizioso, o un ghigno; era più un sorriso imbarazzato. Un sorriso imbarazzato? Clary era piuttosto sicura di non aver mai visto Will sorridere in quel modo.

«Giusto, beh.. pensavo di fare l’audizione per il Glee.»

 








-





Hola people!
Siamo tornate, dopo secoli di assenza (scusate infinitamente il ritardo, ma abbiamo avuto diversi impegni a tenerci lontane dalla scrittura). E scusate anche il capitolo corto, vedremo di farci perdonare con il prossimo (probabilmente quello della festa)
Innanzitutto, abbiamo da dire che il titolo è stato scelto a casaccio, perché non avevamo idee (chiediamo umilmente perdono).. forse ci incastra un po' con Will che ha deciso di andare al Glee, e con Izzy che è trattata a quel modo, e con la notizia del party.. beh, qualche piccola novità in effetti c'è.
Come avevate chiesto, abbiamo aggiunto dei momenti più intimi tra Jace e Tessa e tra Will e Clary, dadan! Inoltre è entrata nel "gioco" anche Camille, la nostra coach dei Cheerios (Dio, Camille paragonata a Sue fa un effetto stranissimo ahah)
Beh, fateci sapere che ne pensate <3
One e riveraslegs

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Capitolo 6
*** Breadstix ***


 





BREADSTIX







Clary per poco non si strozzò con il grissino che aveva appena morso. Will, vedendola annaspare, tossire e diventare tutta rossa le diede qualche pacca sulla spalla e le porse un bicchiere d’acqua.

«Clary, tutto bene?»

La ragazza, dopo aver bevuto, lo guardò sgomentata.

«Ch-che cosa?»

«Ho detto che vorrei fare l’audizione per il Glee… Non ne sei felice? Pensavo che ti avrebbe fatto piacere»

«No, no! Cioè, si, ne sono felice, solo che sei davvero sicuro di volerlo fare? Perché, beh, sì, sai, da quando stai con me non vai a genio a tutti e se dovessi entrare nel Glee, beh, penso che le cose potrebbero solo peggiorare per te e non è quello che voglio.»

Clary disse tutto talmente in fretta che Will fece fatica ad afferrare tutto ciò che la rossa aveva detto. La guardò negli occhi con dolcezza «Clary, sono sicuro di volerlo fare. Voglio passare più tempo con te e non mi interessa cosa diranno gli altri, okay?»

La ragazza per tutta risposta appoggiò i gomiti sul tavolo e lo baciò dolcemente.

«Se ne sei davvero sicuro… Cosa pensi di cantare per l’audizione?»

Gli occhi azzurri di Will si illuminarono e un sorriso a trentadue denti si distese sul suo volto.

«Non so ancora, ma in ogni caso non te l’avrei detto. Sarà una sorpresa!»

«Uffa!» esclamò Clary, fingendosi arrabbiata.
«Dai Nana non te la prendere, lo sai che ti amo» le rispose Will spettinandole affettuosamente i capelli e facendola arrossire.

«Sì certo, comodo amarmi quando ti conviene! Comunque, che ne pensano Cecy e Jace della faccenda del Glee?»

«Cecily, beh, sai meglio di me com’è fatta. Appena gliel’ho detto mi è saltata letteralmente addosso dalla gioia, mentre Jace… lui non lo sa ancora, penso che glielo dirò lunedì dopo aver fatto l’audizione»

«In bocca al lupo, Dio solo sa come reagirà quando lo verrà a sapere»

«Crepi! E a proposito di Jace, sabato sera diamo una festa di benvenuto per i cugini di Alec e Izzy, Gabriel e Gideon. Sai, i miei sono via per terminare l’adozione del prossimo membro della famiglia Herondale, James. Che ne dici, vieni?» disse il ragazzo con uno sguardo speranzoso negli occhi. Quelli di Clary invece si rabbuiarono leggermente.

«Will, sai che non mi sento molto a mio agio con i tuoi amici, e con tuo fratello soprattutto; mi mette in soggezione.»

«Ti prego, non lasciarmi da solo in quell’inferno! Puoi invitare anche Simon, Jordan e Maya se vuoi. Ed inoltre sai che Cecily non ti perdonerebbe mai se ti perdessi un’altra delle mitiche feste degli Herondale.» la pregò Will, congiungendo le mani scherzosamente.

«Okay dai, una bella festa mi ci vuole, ho proprio bisogno di un po’ di svago.» acconsentì Clary, roteando gli occhi.

Questa volta fu il turno di Will di baciare dolcemente la ragazza.

«Perfetto! Cavolo, si sono fatte già le cinque. Sarà meglio che tu vada, se arrivi a casa in ritardo Jocelyn ha giurato che mi vieterà di vederti per almeno un mese! Ci vediamo sabato sera allora?» gli occhi di Will erano sorridenti e dolci, irresistibili. Di quell’azzurro da mozzare il fiato, unici.

«Sì William, ci vediamo sabato sera» rispose la rossa ridendo esasperata.

A quel punto si alzarono entrambi, Will prese Clary per mano e si diressero verso l’uscita. Prima di separasi, la Morgenstern baciò rapidamente il ragazzo, ma lui, afferrandola per il braccio, la tirò nuovamente a sé baciandola con più passione. Quando le loro labbra si separarono, le guance della ragazza avevano assunto una sfumatura simile a quella dei suoi capelli.

Una voce nota ad entrambi si levò da un tavolo del locale «PRENDETEVI UNA STANZA!»

Clary arrossì ulteriormente, lanciò un’occhiata imbarazzata verso un’Isabelle che li stava guardando sprezzante, dopodiché salutò rapidamente Will con un sorriso imbarazzato ed uscì.

 

Will guardò la sua piccola Clary uscire da Breadstix, quindi andò verso il tavolo a cui era seduta la Lightwood assieme al solito gruppo: Jace, che come sempre aveva un’espressione a metà tra il divertito e l’annoiato, Tessa, che se ne stava silenziosamente vicino ad Izzy, ed infine Aline ed Helen, che parlottavano animatamente tra di loro. Si notava però l’assenza di Alec, che da quando aveva fatto le audizioni per il Glee non aveva fatto altro che litigare con la sorella.

«Allora Isabelle, si può sapere che problemi hai?»

«Problemi? Io? Sai, non sono io quella che sta con una sfigata dai capelli rossi... Senza offesa ovviamente.» un sorriso mellifluo aleggiava sulle labbra rosse della ragazza.

Will la guardò divertito «Brutta cosa l’invidia eh? Solo perché Clary, a differenza tua, sta con il ragazzo più bello della scuola non devi odiarla»

Isabelle strabuzzò gli occhi e iniziò a ridere «Io invidiosa di quella? Ti prego dimmi che scherzi» scoppiò a ridere di gusto, seguita da Aline ed Helen.

«E poi sul fatto che tu sia il ragazzo più bello della scuola avrei da ridire.» si intromise Jace.

«Hai perfettamente ragione fratellino, sono il più bello dell’intero Stato.» disse Will sedendosi affianco al biondo.

«Okay, parliamo di cose serie adesso, tipo la festa di sabato sera.»Jace cambiò frettolosamente discorso. Odiava quando i discorsi sugli sfigati rovinavano le sue belle giornate.

«Alcol a volontà, niente discussioni.» consigliò Aline «Le feste non sono degne di essere definite tali se non scorrono fiumi di super alcolici.»

«Ovviamente, ve le procurate tu, Helen e Tessa?» chiese Isabelle, che cercava ogni volta di tenersi fuori dai guai. Era sempre meglio che beccassero le sue amiche piuttosto che lei.

Tessa roteò gli occhi infastidita, annuendo comunque.

«Bene, Gideon e Gabriel saranno entusiasti di questa festa. Sapete, vengono dalla Dalton, una scuola per figli di papà viziati, e loro pretendono solo il meglio.» Isabelle si appoggiò un'unghia smaltata di rosso cremisi al mento, pensierosa «Già che siamo in argomento, hanno detto che inviteranno alcuni amici della Dalton, nessun problema?»

«Certo che no, basta che siano dei mega fichi.» scherzò Helen. Will non poté fare a meno di notare l'occhiata infastidita che le lanciò Aline. Sembrava quasi di gelosia.

«Gab mi ha assicurato che Magnus, Sebastian e Raphael sono dei bravi ragazzi, interessanti, simpatici ed alla mano; oltre che dei grandissimi fighi ovviamente.»

Gli altri sorrisero soddisfatti, continuando a parlare dei preparativi della festa. Will rimase in silenzio ad osservarli. Erano tutti così presi, volevano fare una bellissima figura con i due nuovi Lightwood e con tutta la scuola. E si ritrovò a pensare se non fosse sbagliato, voler essere sempre al centro dell'attenzione, volersi conquistare tutto a suon di denaro e supremazia, di scale sociali e stupide etichette.

Osservò attentamente come Tessa sembrava a disagio stretta tra le braccia di Jace, e come lui ghignava indifferente. Osservò i rapidi sguardi segreti che Aline rivolgeva ad Helen, cercando di non farsi notare, e come Helen sembrava non rendersene conto. Ed osservò Isabelle, con i suoi lunghi capelli scuri ed il viso truccato, che cercava di tenere gli altri sotto controllo. Ma Will, che la conosceva da tanto, sapeva che Isabelle amava vestirsi in modo appariscente perché era sempre stata l'unica femmina in un gruppo di maschi, sapeva che odiava cucinare, che i suoi genitori erano sempre molto assenti per lei ed Alec. Will sapeva che voleva bene solamente ai suoi fratelli, e che era gelosa delle ragazze piccole e magre, perché lei era più alta della maggior parte dei ragazzi.

E tutta quella rigidità, quell'aspetto esteriore, erano una maschera della vera Izzy, quella divertente ed ironica, pronta a dare consigli amorosi o sugli abiti.

«Will. Hey Will! Ci sei?» Jace gli sventolò la mano libera davanti al naso, facendolo sussultare.

«Eh? Certo, dimmi» balbettò il maggiore degli Herondale, sorridendo incertamente.

«Dicevamo, ti occupi tu delle pizzette e delle focacce? Insieme a Cecy» disse Jace, per la seconda volta. Will annuì.

 

«Clary, Lottie mi ha detto che sei entrata nel Glee Club, è vero?» chiese Jocelyn, intenta a dipingere uno dei suoi paesaggi paradisiaci.

«La zia non può farne a meno, vero? Deve sempre sapere tutto, Dio, è una tale pettegola!» sbottò Clary.

«La zia è la consulente scolastica, e la moglie di Henry, il capo del Glee. Quindi è scontato che sappia queste cose. Ed inoltre è mia sorella, ovvio che mi ha avvertita!»

«Beh, comunque non è niente di che, solo un coro.»

«Canto coreografato, e se ne fai parte vuol dire che sai cantare. Pensavo amassi solo dipingere.»

Clary si sedette pesantemente al tavolo della cucina ingombro di fogli, foglietti e matite. Si rigirò un pennello tra le dita, guardando sua madre di sottecchi.

«Beh, dipingere è la mia vita, ma quel corso di pittura che frequento a scuola è parecchio noioso. Quindi ho deciso di buttarmi su questo Club, più per stare con Simon, Jordan, Maia e Cecy che per altro. Inoltre mi manca l’ispirazione… Che so, magari mi tornerà stando nel Glee.» spiegò Clary, mordicchiandosi il labbro inferiore.

«Ripeto, devi essere brava a cantare, però» continuò ad indagare Jocelyn.

«Secondo gli altri sì»

«Oh, lo sapevo! Hai preso da entrambi» sbottò la donna, posando il suo pennello e grattandosi i capelli con una mano piena di vernice fresca, lasciando una macchia gialla tra il rosso fuoco della sua chioma.

«D-da entrambi?» domandò Clary.

«Sai dipingere come me, ma sai anche cantare come tuo padre. Lui è sempre stato bravissimo, a cantare. Partecipava al Glee Club anche lui, a scuola, sai? Erano gli anni clue del canto-coreografato, e lui era la voce portante. Poi è diventato un avvocato ed ha abbandonato il mondo per occuparsi della sua professione.» spiegò frettolosamente Jocelyn, scuotendo una mano come a voler sminuire il suo discorso.

«Papà sa cantare?» chiese Clary, gli occhi illuminati.

Suo padre si chiamava Valentine, ed era un uomo meraviglioso, attraente e famoso. Clary l'aveva visto, dopo i tre anni di età, solo altre quattro volte. Sapeva che aveva abbandonato lei e la mamma, e ce l'aveva con lui ogni giorno. Ma suo padre era talmente affascinante che era impossibile restare veramente arrabbiati con lui.

«Sì» rispose semplicemente Jocelyn, voltandosi dalla parte opposta e rimanendo in silenzio. Il discorso era chiuso.

 

Aline entrò nel supermercato spingendo un carrello vuoto e rumoroso che la stava infastidendo. Helen, al suo fianco, iniziò a lamentarsi.

«Mi chiedo perché Tessa non sia venuta. Starsene tutto il giorno a pomiciare con Jace non è una scusa plausibile! Altrimenti anche io sarei potuta stare tutto il giorno a pomiciare con qualche bel ragazzo e dell'alcol e dei dolci per la festa se ne occupava lei!»

Aline annuì, concentrandosi su quel “bel ragazzo”. Perché le dava così fastidio che la sua migliore amica potesse baciare un ragazzo? Era una cosa normalissima, no? Anche lei dopotutto era stata con diversi ragazzi, ed Helen era libera di fare quel che voleva. Eppure quel senso di gelosia che le attanagliava lo stomaco non accennava ad andarsene.

«È inaccettabile, ma ormai ci siamo. La festa è stasera e dobbiamo muoverci per preparare i dolci.» disse Aline, recandosi al reparto bibite/alcolici.

Helen sbuffò.

«Odio andare al supermercato, comunque.» ammise Aline, guardandosi attorno. «Troppa gente tra i piedi, troppe cose da fare, urla, puzza di cibo scaduto, bleah»

Helen rise, abbracciandola da dietro.

«Oh, ma pensa di essere una mammina sexy che fa la spesa per i suoi bambini, ed io sono la tua bambina.» le sussurrò all'orecchio ridendo. Le sue braccia lasciarono il corpo di Helen, e le strinse il braccio facendola fermare. «Mamma, mi compri quel lecca lecca?» chiese, scherzando, con voce infantile.

Aline cercò di stabilizzare il suo respiro. Inspira, espira, inspira, espira.

Oh, diamine, Helen l'aveva solo abbracciata e stava scherzando, come faceva ogni santa volta. Che cosa c'era di diverso? Eccezion fatta per il tono sensuale con cui aveva detto “lecca lecca” senza probabilmente accorgersene nemmeno.

Prese un respiro profondo, prima di rispondere.

«Sei sicura di aver fatto la brava? Non penso che tu meriti dei dolci» disse provando a ridere anche lei. Perfetto, ci riusciva «Meriteresti di essere sculacciata, piuttosto.»

Oh oh.
Pensieri poco casti le inondarono il cervello, e si affrettò a distogliere lo sguardo dal viso fatato di Helen, i cui capelli biondi le circondato il volto facendola sembrare un angelo.

 

 




HOLA GENTE!
Scusateci per questo imperdonabile ritardo, ma fra tutte e due abbiamo avuto molto da fare (One soprattutto, ops), e siamo riuscite ad aggiornare soltanto stamani (ieri sera avremmo potuto aggiornare, ma non avevamo voglia... One ops due)
Comunque, finalmente anche Will si decide ad entrare nello Sfiga Club, Isabelle fa sempre la stronza come Jace, Jocelyn rompe le palle come sempre, e iniziamo a capire qualcosa tra Helen ed Aline (che One adora yee)
Btw, grazie a tutte coloro che hanno recensito, a chi ha aggiunto la storia alle preferite, seguite, ricordate, e ai moltissimi lettori silenziosi.. VI AMIAMO <3
Al prossimo capitolo, che col favore dell'estate speriamo di pubblicare molto prima di questo,
One e riveraslegs

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Capitolo 7
*** La festa (parte 1) ***





LA FESTA
(Parte uno)



 

 

Clary diede un’ultima occhiata fugace allo specchio prima di avvertire Simon al citofono che tempo due minuti e sarebbe scesa.

Indossava un vestito – lei, Clarissa Morgenstern, un vestito – verde smeraldo che metteva in risalto i suoi occhi altrettanto verdi ed i suoi folti capelli rossi. L’abito era corto, anche troppo corto per gli standard della ragazza, privo di spalline ed aderente, molto aderente. Le arrivava appena sotto il sedere, mettendone in evidenza la forma , così come faceva con il seno appena accennato. Il vestito le era stato praticamente imposto da Cecily non appena lo aveva intravisto nell’armadio della rossa. Quest’ultima, dopo aver invano cercato di convincere la piccola Herondale che non le sembrava un vestito adatto, era riuscita a giungere ad un compromesso: avrebbe indossato l’abitino verde, ma avrebbe scelto lei le scarpe da abbinarci. Cecily, inizialmente contrariata da quest’idea, alla fine si era arresa alle pretese dell’amica che, per sdrammatizzare il tutto aveva optato per un paio di Converse bianche.

Clary prese un respiro profondo, afferrò la borsetta bianca che sua madre le aveva prestato e corse giù per le scale di casa sua, sorridendo sconsolata nel constatare che Simon era passato a prenderla con l’orribile furgone giallo di Erik.

«Dimmi che è uno scherzo e che non hai seriamente intenzione di presentarti alla festa dell’anno, organizzata dalla combriccola Herondale-Lightwood, con quel furgone.» disse Clary, rassegnandosi comunque al fatto che la risposta sarebbe stata affermativa. Baciò il suo migliore amico sulla guancia e salì sul sedile anteriore.

«Ciao, Red.»

Clary sobbalzò, voltandosi verso la finestrella oscurata che separava i sedili dal retro del furgone.

«Maia! Jordan! Che cosa ci fate là dietro?» disse la rossa ridendo una volta superato lo spavento. Il portellone si aprì con un suono stridulo. Clary si ritrovò Maia davanti allo sportello, che si arrampicava su per poi abbracciarla.

«Volevamo spaventarti, e dato che hai saltato come una cavalletta direi che siamo riusciti nel nostro intento.» rise Maia.

«Accidenti, Clary, sono io che ho le allucinazioni o indossi un vestito mozzafiato?» fece Jordan, per poi sedersi quasi spiaccicato al finestrino. Simon mise in moto.

La Morgenstern arrossì.

«Era di mia mamma quando era giovane.» disse soltanto.

«L'ho sempre detto che tua madre ha ottimi gusti.» commentò Simon, senza distogliere lo sguardo dalla strada. Clary gli tirò una spintarella con la spalla.

«Comunque anche voi siete fantastici.» disse Clary cercando di distogliere l’attenzione da se stessa, come sempre del resto «Maia, quel top è stupendo»

«Grazie! Purtroppo non sono ancora pronta a mettermi vestitini sexy ed eleganti in stile Isabelle Lightwood o, a questo punto, direi anche in stile Clarissa Morgenstern.»

Clary tirò un buffetto all’amica, dopodiché, sentendo che alla radio passava una delle sue canzoni preferite, alzò il volume e si mise a cantare, raggiunta prontamente dal resto del gruppo.

Nel giro di pochi minuti Simon imboccò il vialetto in fondo al quale vi era la mega villa degli Herondale. La musica poteva essere udita distintamente dall’inizio della strada.

Nonostante Cecily fosse la sua migliore amica, Clary non era mai stata ad una delle leggendarie feste degli Herondale, e, da come venivano descritte, dovevano essere veramente Leggendarie con la L maiuscola.

Simon parcheggiò il furgone davanti ad un paio di villette prima di quella degli Herondale, e i quattro amici proseguirono a piedi. Clary diede un’occhiata al telefono per vedere che ora fosse: erano le 11.30, oramai la festa era iniziata da un paio d’ore. La rossa, con al seguito Simon, Maia e Jordan, prese un respiro profondo e bussò alla porta, anche se dubitava che con tutto quel caos qualcuno sarebbe accorso ad aprire.

Contrariamente a quanto Clary si aspettava, la porta non tardò ad essere aperta da un radiante, dorato, innegabilmente sexy ma soprattutto ubriaco perso (e forse anche fatto) Jace Herondale.

«Tu guarda chi c’è! La Nana con cui se la spassa il mio amato fratellone, nonché migliore amica della mia piccola sorellina ed i suoi amici sfigati! Però, rossa, chi l’avrebbe mai detto che sei dannatamente sexy?» esordì il biondo con il suo solito ghigno, squadrando Clary dalla testa ai piedi.

Le guance di Clary si imporporarono subito per l’indignazione, ma mentre era sul punto di rispondere fu interrotta dal ragazzo.

«Sai, sei piccolina, ma se sfoggiassi più spesso così tanta carne scommetto che avresti anche tu una buona dose di pretendenti e anche io quasi quasi potrei farci un...»

«Okay Jace, ora basta. Per essere solo le 11.30 direi che hai già bevuto abbastanza, e per quanto possa farmi piacere che tu abbia finalmente ammesso che la mia ragazza è davvero una bomba sexy, rimane comunque la MIA ragazza e guai a te se ti becco ancora a guardarla come stavi facendo fino a pochi secondi fa.» Will interruppe Jace che, scocciato, rivolse un ultimo sorriso ammiccante a Clary, dopodiché, snobbando completamente Maia, Jordan e Simon, se ne andò alla ricerca di qualche altra ragazza a suo dire più ‘sexy, divertente e disponibile’.

Clary non ricordava di essere mai stata così felice di vedere il suo ragazzo, difatti gli buttò le braccia al collo stampandogli un leggero bacio a stampo.

«Ehi» sussurrò Will, sorridendole. Quando si staccarono Will sorrise radioso anche agli altri. «Ragazzi, spero che la festa sia di vostro gradimento. Verso mezzanotte faremo partire anche il karaoke, e dato che voi siete nel Glee, beh, potrebbe interessarvi» disse, un po' in imbarazzo.

Simon inarcò un sopracciglio «Non vedo perché dovremmo fornirvi nuovo materiale per sfotterci anche qua, ma grazie del pensiero.» rispose, gelido. Clary gli lanciò un'occhiataccia e Simon sbuffò, per poi sorridere.«Okay, vado a bere qualcosa. Jordan, vieni?»
Jordan prese per mano Maia, che si scusò con Clary con uno sguardo, e seguì l'amico verso la cucina adibita a zona bar.

Clary lanciò un'occhiata al salotto, al corridoio e alla cucina, e lanciò uno sguardo interrogativo a Will.

«Scherzi, vero? Tutto questo è esagerato!» disse, indispettita. C'erano ragazzi ubriachi, fatti, che ballavano al ritmo della musica da discoteca, che si baciavano sui divani, contro i muri, che salivano al piano superiore; c'era chi correva in bagno a vomitare e chi fumava senza tregua.

«Come pulirete prima che tornino i vostri?»
«Mettete Izzy a capeggiare un gruppo di ragazze, e la casa sarà pulita in meno di un'ora»
scherzò Will, e Clary ridacchiò, mentre il ragazzo le cingeva le spalle con un braccio «Vieni» disse, e si buttarono nella mischia cercando di raggiungere la zona bar. Clary cercò i suoi amici o Cecily con lo sguardo, ma sembrava impossibile anche solo pensare di poter riconoscere qualcuno tra tutta quella gente e con tutto quel fumo.

«William, nonostante la festa non sia nemmeno lontanamente paragonabile ad una delle mie, devo ammettere che non è niente male»

Will e Clary si voltarono verso un ragazzo che si era interrotto dal chiacchierare con Gabriel Lightwood e adesso li guardava con un sorrisetto quasi felino. Aveva i capelli neri dritti sulla testa, cosparsi di glitter, gli occhi erano di un particolare verde ambrato che ricordava il colore degli occhi di un gatto. Inoltre era vestito in modo alquanto eccentrico: una camicia blu notte piena di brillantini che davano l’idea di un cielo stellato, dei pantaloni di pelle lilla altrettanto luccicanti, ed un paio di Dr Martens nere. Mentre Clary lo guardava, pensava al fatto che ci fosse una sola parola in grado di descriverlo: glitterato.

«Magnus, grazie mille!» rispose Will. Poi indicò Clary e «Ti presento la mia ragazza, Clarissa Morgenstern»
Magnus inarcò un sopracciglio, senza perdere l'espressione divertita, nell'udire il cognome della ragazza.

«Tanto piacere Clarissa, il mio nome è Magnus Bane. Frequento la Dalton, mentre tu sei del McKinley, suppongo.»

«Esatto, piacere mio» rispose Clary, messa in soggezione da quel ragazzo così appariscente. Era anche truccato, si accorse. Eppure nessuno sembrava ritenerlo gay, sfigato o roba del genere. Anzi. In quel momento Tessa si avvicinò a lui e a Gabriel ed iniziarono a chiacchierare e ridere tranquillamente. Will e Clary riuscirono finalmente a raggiungere la cucina.

«Quel tipo è molto...»

«Strano?»

«Stavo per dire interessante» rispose Clary con una risata. Will scrollò le spalle, e stappò una birra. La porse a Clary, ma lei si gettò sul punch che avevano preparato Aline ed Isabelle quel pomeriggio.

«Clary! Ehi Clary!» Cecily, in un bellissimo vestito azzurro con lo scollo a cuore, si faceva largo tra la folla verso la sua amica.

«Cecy, non ti trovavo!» disse la rossa abbracciando la piccola Herondale.

«Allora, Will ti ha fatto gli onori di casa come si deve?» fece la mora guardando divertita il fratello.

«Oh non preoccuparti Cecy: come sempre sono stato un perfetto cavaliere» le rispose accennando un inchino cavalleresco «Non che si possa dire lo stesso di quel coglione di Jace» aggiunse sorridendo, anche se nella sua voce era ancora udibile una punta di disappunto.

«Perché? Che ha fatto sta volta?» chiese divertita Cecily.

«Ci ha provato con Clary, ecco cos’ha fatto.»

Cecily scoppiò a ridere «Jace ha fatto cosa? Nah, non ci credo!»

Clary arrossì nuovamente, tentando di giustificarsi «E’ ubriaco perso, non penso fosse totalmente consapevole di ciò che stesse facendo»

«Ed è solo per questo che non gli ho sfondato la mascella» concluse Will sorridendo, anche se Cecily era più che convinta che Will, se qualcuno, suo fratello compreso, avesse osato importunare o provarci con la sua ragazza, non si sarebbe fatto problemi a farlo finire in ospedale con le ossa rotte. Ed avrebbe fatto lo stesso per lei, la sua piccola ed indifesa sorellina.

 

Simon, Jordan e Maia avevano preso da bere e adesso se ne stavano appoggiati ad un muro, a guardarsi intorno. Maia, le braccia incrociate, il bicchiere di un qualche super alcolico che avrebbe ucciso i due ragazzi in mano, si voltò verso Jordan sorridendo.

«E se andassimo a ballare?» gli chiese, intercettando solo per un attimo lo sguardo di Simon, deglutendo.

Jordan la guardò quasi esasperato, sorridendo sconvolto «Amore, Dio, io sono una frana a ballare!»

«Adesso che sei nel Glee dovresti iniziare. Sai, ci saranno le gare, le esibizioni..»

«Nah, preferisco stare fermo davanti all'asta di un microfono a cantare mentre voi mi ballate attorno» replicò Jordan, e Simon rise.

«Allora potresti fare il palo mentre io e Maia ti balliamo attorno» propose il ragazzo, facendo scoppiare gli altri due in una risata. Per un istante Maia e Simon si fissarono nuovamente, ma poi Maia distolse lo sguardo, sentendosi in colpa, e si avvicinò di più a Jordan.

«Non è Isabelle, quella?» chiese Maia all'improvviso, assottigliando lo sguardo. La Lightwood era appoggiata allo stipite di una porta e sorrideva maliziosamente a qualcuno all'interno della stanza.

«Si starà facendo qualcuno della Dalton. Magari il ragazzo che si chiama Magnus, mi hanno detto che è interessante.»suggerì Jordan, scrollando le spalle come se la cosa non lo interessasse minimamente proprio mentre la ragazza veniva attirata dal ragazzo misterioso nella stanza e la porta veniva chiusa dietro di lei.

«Dio, e voi che ci fate qua?» la voce di Helen li colse da poco lontano, e i tre si voltarono. La ragazza aveva i capelli biondi raccolti in una coda alta, e indossava un vestito verde-acqua, corto. Aline era al suo fianco, in jeans corti e top rosso fiammante. Sogghignava.

«Gli sfigati alla ribalta! Mi sa tanto di svenevole film per teenager disperate. Magari di quelli che guardate voi» esclamò Simon, sorridendo. Jordan rise, mentre Maia era impegnata in una gara di sguardi freddi e duri con le due.

«Beh, non so come mai vi abbiano invitati, ma spero proprio che decidiate di andarvene presto. Le fecce dello Sfiga Club non sono ben accetti qua» continuò Helen, altezzosa. A questo punto Maia distolse lo sguardo, e le parve di notare Tessa che, dopo aver sbattuto violentemente la porta dove poco prima era entrata Isabelle, scappava via sull'orlo del pianto. Tuttavia la cosa accade così in fretta che la nera era quasi sicura di averlo immaginato. Insomma, Tessa Gray, vicecapo cheerleader, in lacrime? Impossibile. Una voce la ridestò dai suoi pensieri.

«Helen, dai ignoriamoli» Aline posò una mano abbronzata sul braccio della ragazza, che si voltò verso di lei, arricciando il naso.

«Hai ragione. Non valgono il nostro tempo» rivolse un'ultima smorfia ai tre, e si allontanò a testa alta, seguita da Aline, che iniziò a parlarle concitatamente, le teste vicine.

«Che rabbia!» ringhiò Maia, alzando gli occhi al cielo e allontanandosi a grandi falcate. Simon e Jordan si guardarono, spiazzati. E poi «La seguo» disse Simon, mogio «Improvvisamente non ho più voglia di stare qua. Cerca Clary e chiedile se torna con noi»

Jordan annuì e si precipitò nella calca, alla ricerca della piccola Red. Simon corse dietro a Maia.


 

«Will! Cecy! Oh, ciao Clary» una Tessa in prenda al panico arrivò trafelata.

«Hey Tessa» le rispose sorridendo Cecily dandole due baci sulla guancia.

«Ciao» fece Clary abbozzando un sorriso, cercando di nascondere la lieve sorpresa causata dal fatto che la Chearleader ricordasse il suo nome.

«Tess, tutto bene?» Il più grande degli Herondale le prese gentilmente le spalle, non potendo non notare gli occhi lucidi e sconvolti della ragazza.

Will aveva sempre avuto un bel rapporto con Tessa, stava con Jace da così tanto tempo che oramai era di famiglia. A Clary non dava fastidio, forse anche perché, in fondo, Tessa non era mai stata scortese con lei, anzi. Per questo Clary non fu gelosa quando la ragazza si buttò singhiozzando tra le braccia di Will, che la abbracciò dolcemente.

«Hey, shh! Cos’è successo?» disse il ragazzo prendendo dolcemente il viso di Tessa tra le mani.

Cecily le posò una mano sulla schiena guardandola preoccupata, e Clary, dopo essersi scambiata un’occhiata rapida con i due Herondale, quasi per chiedere il permesso, fece lo stesso.

Tessa ricominciò a singhiozzare, così, per non dare nell’occhio, Will propose a Clary e Cecily di portarla in camera sua.
Una volta lì, dopo aver chiuso la porta chiave, mentre Will riempiva un bicchiere d’acqua fresca, Cecily e Clary aiutarono Tessa a calmarsi e le fecero sciacquare il viso nel lavandino del bagno privato del ragazzo.

Quando finalmente la ragazza si fu calmata, si sedette sul letto affiancata dalle altre due, mentre Will le si inginocchio davanti.
«Te la senti di dirmi che è successo, adesso?» le chiese dolcemente.
Tessa, con lo sguardo perso nel vuoto ed un leggero tremolio nella voce, in un sussurro appena percettibile, pronunciò solo un nome.
«I-I-Isabelle»
«Isabelle? Cos’ha fatto Isabelle?»
«E» Tessa singhiozzò, forte, incapace di guardare gli altri negli occhi «Jace.»

 













ANGOLINO NOSTRO
Siamo totalmente imbarazzate, non sappiamo in che modo dobbiamo scusarci! Cavolo, un mese (UN MESE CI RENDIAMO CONTO?) di ritardo. Avevamo perso l'ispirazione, capita, ma non è un motivo sufficente per farci perdonare. Probabilmente adesso non c'è più nessuno ad ascoltarci, cavolo, siamo mancate per così tanto tempo!
Comunque stiamo cercando di organizzarci meglio, e non abbiamo intenzione di lasciare la storia in sospeso quindi, comunque vada, anche con mesi di ritardo, cercheremo di prtarla a termine.
Grazie se siete ancora qua, vi amiamo tantissimo, siete fantastici <3
One e riveraslegs

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