Hi no Ishi: non arrenderti

di emmevic
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.1 ***
Capitolo 2: *** 1.2 ***
Capitolo 3: *** 2.1 ***
Capitolo 4: *** 2.2 ***
Capitolo 5: *** 3.1 ***
Capitolo 6: *** 3.2 ***



Capitolo 1
*** 1.1 ***




1.1 «È così difficile sopravvivere,» borbotta Tsunade, la voce incrinata, osservando il villaggio brulicante di vita «ho sempre pensato ― sperato ― di morire io prima di lui¹».
Dan si appoggia alla ringhiera in silenzio e allunga una mano; le sfiora la schiena con un tocco leggero, intimo. Non dice niente.
«Aveva solo dodici anni» la donna soffoca malamente un singhiozzo, distraendosi con la catenina della collana; le dita che si stringono attorno ad essa. «Era ancora un bambino» mormora, e i bambini non dovrebbero morire conclude poi mentalmente, cercando di non lasciarsi sfuggire un addolorato lamento e di concentrarsi sulla mano di Dan.
Almeno lui c'è, almeno lui è ancora accanto a lei.
«La guerra non è mai misericordiosa; soprattutto con i più giovani» dice l'uomo a bassa voce, gli occhi socchiusi, pensierosi, mentre continua a carezzare la schiena di Tsunade. E non la rincuora con parole finte, non la inganna affermando un illusorio andrà tutto bene o un vuoto passerà, perché la guerra imperversa ancora e il futuro è incerto per tutti.
Riempire il presente di false speranze sarebbe solo l'ennesimo errore.
«Ti amo» sussurra quindi, sperando di colmare il nero dolore della perdita con un sentimento luminoso. Non me ne vado.



1. Sta parlando di Nawaki, suo fratello minore, morto in missione.


Note
Hi no Ishi è la Volontà del Fuoco, è il credo dei ninja di Konoha, secondo cui i guerrieri della Foglia devono amare, credere e lottare per proteggere al meglio il proprio paese, così come fecero i loro precedessori. Spiegato questo è facile comprendere perché ho voluto dare questo nome alla raccolta: Tsunade è l'incarnazione della Volontà del Fuoco.
• I prompt del pacchetto erano perdita e condivisione. Il primo è il filo conduttore della raccolta, il secondo lega invece in maniera sottile i primi tre episodi attraverso la collana del Primo Hokage, amuleto che passa ― e viene quindi condiviso ― tra le mani di Tsunade, Nawaki e Dan, per poi tornare alla donna.
• La struttura della raccolta ha una logica precisa, che ho voluto seguire e spero si possa intravedere. I primi due episodi sono incentrati su Dan e Tsunade, il terzo e il quarto su Tsunade e Jiraiya, e gli ultimi due si focalizzano unicamente sulla figura di Tsunade e sulle sue fatiche.
Ecco, diciamo che spero di aver dato una buona introspezione a Tsunade, l'ho studiata un po' prima di scriverci sopra e spero di aver capito il suo personaggio (uno dei pochi personaggi femminili davvero straordinari).
• Prima classificata al Contest: tre è il numero perfetto! indetto da Ayumu7 su EFP

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Capitolo 2
*** 1.2 ***




1.2 Dan, mentre Tsunade ha le mani nel suo torace nel tentativo di bloccare l'emoraggia, le promette di non morire, di non esalare l'ultimo respiro. Non lì, non ancora: è troppo presto per smettere di vivere, dice, cercando di convincersi a sua volta.
Ma sono tutte menzogne, sono menzogne che racconta a lei e a se stesso ― illusioni, esattamente come quelle che non voleva darle. Perché la voce dell'uomo si sta già affievolendo e il cuore è lì lì per collassare.
Tsunade non si rassegna fino all'ultimo: raccoglie ogni goccia della propria energia nelle mani, facendo confluire anche la più piccola quantità nei palmi, e si concentra sul petto squarciato di Dan. Non può permettere che muoia così; con che coraggio guarderebbe il proprio riflesso allo specchio, poi?
E lui, lui, lui, mentre la donna argina la parte più profonda della ferita, una voragine nella carne, chiude gli occhi. Non vuole abbandonarla, ma il freddo che sente nelle ossa è troppo forte e il suolo sotto il suo corpo troppo duro. Dan serra le palpebre e tutto smette di avere senso, solo dolore e urla e sangue ovunque. Sangue sulle mani, sangue sulle vesti, sangue per terra. È morto.
Osserva la collana che lui ha al collo e chiude i pugni, Tsunade, gridando di disperazione.
Non abbandonarmi.



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Capitolo 3
*** 2.1 ***




2.1 Konohagakure continua a vivere, nessuna sa, nessuno pensa. Tutto continua a scorrere come se niente fosse successo. Tsunade vorrebbe prendere a pugni il terreno sotto di sè, se solo servisse realmente a qualcosa. Di sicuro Dan non torna magicamente in vita.
Neanche se n'è resa conto, che già è davanti alla casa di Jiraiya. La donna trattiene il respiro, mentre bussa contro il legno della porta; la ragazzina che si porta dietro, Shizune, si allontana silenziosa, per darle spazio ed intimità. Sa essere straordinariamente discreta, la marmocchia.
«Ci ho pensato a lungo e me ne sto andando» queste le parole con cui Tsunade apre il discorso, appena vede il volto abbacchiato dell'ormai ex compagno di team. Niente ciao, diritta al punto, secca.
«Te ne stai andando?».
L'eremita porcello strizza gli occhi mentre la guarda, abbagliato dal sole che nasce, e la domanda risuona della sua indecisione; Tsunade coglie una voce femminile domandare «chi è?» oltre le spalle di lui. Ha compagnia.
«Già».
Lui la guarda con più attenzione, sbatte le palpebre più volte, come per schiarirsi la mente, ed esce in strada, chiudendosi la porta dietro di sè.
«E dove staresti andando?».
La donna incrocia le braccia e con la mano destra sferza l'aria in un gesto generico. Nemmeno lei sa dove andrà a finire, spera solo di poter trovare un modo per stare meglio ― ammesso che sia possibile stare meglio.
«Capisco».
Mentre lo dice, Jiraiya si disordina i capelli già arruffati e osserva di sottecchi lo scollo della sua interlocutrice. Ne studia i contorni ben definiti, la pelle chiara, il ciondolo azzurro che, scivolando nel mezzo, si perde con armoniosità tra quelle curve dolci.
«Jiraiya!» e lui alza le spalle, incurante. «Chi sarebbe la mocciosa lì dietro?» domanda poi, indicando la ragazzina magra appoggiata al muretto, a qualche metro di distanza da loro. I capelli corti e mori le cadono lisci sul volto e gli occhi scuri osservano distratti il cielo.
«È sua¹ nipote. Shizune è il suo nome, lei verrà con me».
Con un grugnito l'uomo sancisce il suo assenso, un va bene alla Jiraiya.
«Buon viaggio allora» esplicita quindi.
«Credevo avresti tentato di fermarmi».
«Certe volte è necessario allontanarsi da casa per ritrovare la strada, no?»
«Grazie» per non giudicarmi una codarda, per non pensare che me ne stia andando solo per scappare.
E anche se Tsunade vuole andare, dargli le spalle non è mai stato tanto difficile.



1. Dan e Shizune sono imparentati, è suo zio.

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Capitolo 4
*** 2.2 ***




2.2 «Siamo vecchi, ormai».
I raggi obliqui del sole che tramonta, arancioni, illuminano lo studio dell'Hokage.
«Parla per te, Jiraiya» bofonchia Tsunade, portandosi alla bocca la bottiglia di sakè che stringe tra le mani; tracanna qualche sorso e già è finita.
«Hai anche tu cinquant'anni passati, eh» la canzona l'altro, mentre la donna si lascia inebriare dall'amaro liquido, senza assaporarlo appieno, troppo presa da altro. La migliore medicina di sempre, lo scacciapensieri.
«Allora domani parti di nuovo. È deciso?».
Jiraiya annuisce.
«Starò via per un po', il tempo di trovare l'ispirazione per il nuovo romanzo» asserisce convinto, e Tsunade sta per dire qualcosa, le labbra già socchiuse, quando la porta del suo studio si spalanca d'improvviso.
«Lady Tsunade, deve ancora completare queste pratiche!».
Shizune butta senza alcun riguardo una ventina di plichi sulla scrivania del capo-villaggio, dopo essersi fatta spazio nella stanza con le braccia cariche di fogli. «Li compili, mi raccomando» si premura poi, prima di richiudersi la porta alle spalle e scomparire dall'ufficio, così com'è apparsa.
La donna alza gli occhi al cielo, annoiata, sistemandosi meglio sulla sedia, e Jiraiya, appoggiato al muro, scuote la testa, ilare.
«Vedo che non sei cambiata per nulla in tutti questi anni, ancora non ti piace compilare documenti e stilare rapporti» bofonchia l'uomo con un sorriso.
Tsunade gli lancia un'occhiata severa, che sa di rimprovero, e lui ride ancora di più, riconoscendola in quegli atteggiamenti così cari. Gli sembra d'essere tornati giovani e innocenti, quando ancora credevano nella felicità e confidavano nel futuro, senza paure. Bei tempi.
Poi un bussare convinto li distrae e si presenta un ANBU innanzi a loro: l'attimo si spezza e con esso le risa. I doveri prima di tutto, come sempre.
«Ti lascio ai tuoi impegni, Hokage» così si accomiata Jiraiya, mentre sul volto della donna si fa largo la serietà.
«Buon viaggio» e torna presto.


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Capitolo 5
*** 3.1 ***




3.1 Per quanto assurdo possa essere, Tsunade non è affatto atterrita dall'idea di essere in punto di morte. Anzi, è quasi egoisticamente contenta di poter finalmente mettere la parola fine alla propria vita.
Non la spaventa la consapevolezza che fra appena pochi minuti il suo cuore smetterà di battere e i polmoni di raccogliere aria. È la vita, pensa. Si nasce, si cresce ― tranne Nawaki, lui non ne ha mai avuto la possibilità ― e si muore. Tutto quello che poteva fare l'ha fatto, ed evocare Katsuyu con le ultime gocce di chakra affinché salvasse gli altri kage è stata, a suo pensiero, la scelta migliore. Per lei non ci sono speranze, nemmeno tutta l'energia di Katsuyu basterebbe: che vivano gli altri.
Sente sulla lingua il sapore dolce del sangue e sorride leggermente, la donna. Sono pronta.
Il suo busto è già informicato, un torpore diffuso che parte dal cuore estendendosi fino alle dita, e l'adrenalina ancora in circolo ― non ancora assimilata completamente, per sua fortuna ― le permette di non sentire l'estremo dolore che una persona tranciata a metà proverebbe.
Non avrebbe alcun rammarico, Tsunade, se solo fosse riuscita anche a battere Madara. Questo è il suo unico dispiacere: morire permettendogli di continuare ad uccidere, colorando il suolo del sangue scarlatto degli innocenti.
Avrebbe dovuto sconfiggerlo, avrebbe voluto.
Nel corso della sua lunga vita Tsunade ha, di fatto, dovuto fare molte cose per poter vivere in pace con se stessa e azzittire il senso del dovere che l'ha sempre animata. La famosa volontà del fuoco, ecco come chiamano a Konoha quel sentimento che l'ha spinta ad andare avanti e a fare ciò che non avrebbe voluto fare. Perché Tsunade non ha mai voluto essere Hokage, ma ha dovuto esserlo. Per lei e per tutti gli altri, per onorare il passato e dare un senso al futuro.
Non che la cosa, comunque, le sia mai dispiaciuta: essere Hokage porta indubbiamente innumerevoli vantaggi e privilegi, ma non è questo ciò che sognava ad occhi aperti da piccola. I suoi desideri sono sempre stati ben altri, illusioni da ragazzina su un futuro senza morte. Magari un matrimonio, magari qualche figlio, magari un semplice destino senza guerra.
È difficile andare avanti per quelli che restano.
Ma Tsunade ce l'ha fatta. Ha superato prima la morte di Nawaki, innocente germoglio, poi quella di Dan, amatissimo Dan, ed infine quella di Jiraiya. Jiraiya il pervertito, Jiraiya il saggio, Jiraiya e basta.
Nonostante abbia amato Dan più di ogni altra cosa, la sua presenza è stata una semplice parentesi all'interno sua vita. Dan è stato una meteora, così come è venuto con gioia e stupore è scomparso, lasciando solo un cratere e distruzione. Tutto il contrario di Jiraiya; lui c'è sempre stato, unica costante all'interno della sua vita.
Dan è la persona a cui Tsunade ha donato il cuore, ma è Jiraiya colui che l'ha accompagnata passo dopo passo, risollevandola dopo la morte di Nawaki, ricucendo le sue ferite sopo la dipartita di Dan e facendole tornare la voglia di vivere.
Tsunade si è salvata da sola, certo, contando solo sulle proprie capacità, ma è stata la compagnia dell'eremita, oltre che di Shizune, a non permettere che l'oblio la inghiottisse.
Tutti hanno bisogno di qualcuno.
Quella carica ― la carica di Hokage ― non ha mai attirato le sue attenzioni, è qualcosa che, molto semplicemente, non ha mai desiderato ottenere, ma è ottenendola che la donna ha ritrovato se stessa, nel tentativo di creare quel futuro desiderato da Dan. Almeno quello.
E Tsunade, mentre comincia ad annaspare, la bocca coperta di sangue, ritorna a qualche ora prima, quando un Dan redivivo l'ha salvata, donandole le sue energie prima di svanire.
Ti aspetterò, le ha detto e lei è certa che sarà lì. Saranno tutti lì.
Sta morendo davvero, ora, Kastuyu se ne accorge. Sente il chakra della donna svanire e si concentra solo su di lei. La regina delle Lumache è ben consapevole di non avere abbastanza energia per curare la sua evocatrice, ma ci prova.
La pelle di Tsunade si fa grinzosa e la fronte si copre di una ragnatela di rughe: è quasi la fine, anche la sua tecnica si è annullata.




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Capitolo 6
*** 3.2 ***




3.2 «Dovresti ringraziarmi, Tsunade».
Il quinto Hokage osserva Orochimaru senza vederlo, negli occhi la speranza di poter fare ancora qualcosa. Orochimaru, curandola, impedendole di morire, le ha dato un'altra possibilità e lei non vuole perderla.  Non è ancora giunto il mio turno. Dovrete pazientare ancora un po', pensa la donna con convinzione, prima di rialzarsi e prepararsi ad affrontare di nuovo Madara.
Dan, Jiraiya, Nawaki, arriverò, ma non ora. Adesso devo combattere per un mondo migliore.
E Tsunade sta bene, e sorride, e una nuova sicurezza le percorre le membra.
Può farcela. Può vincere e non importa che tutto sia contro di lei, non le interessa, perché in fondo è una sopravvissuta e non ha niente da perdere ― ha già perso tutto e tutti; ormai le resta solo da guadagnare.
Ce la farò.




E io mi ero dimenticata di pubblicare l'ultimo capitolo, un applauso alla me stordita!
Forse me ne ero scordata in conseguenza diretta a sentimenti più o meno consci (questo capitolo è quello che meno mi piace della raccolta, ahahah >o<) o semplicemente - più probabile - la mia attenzione è rimasta schiacciata dalla montagna di libri che sto studiando e  dovrò studiare (in più aggiungiamo al tutto una spruzzata del mio lato svampito ed è fatta).
Quindi dovete ringraziare unicamente questa personcina qui (che oltre a essere un'ottima personcina, è pure un'eccellente autrice e un tesoro di ragazza), che mi ha ricordato in privata sede - su faccialibro - che la raccolta era lì, incompleta e tutta triste.
Detto questo, ringrazio tutti coloro che si sono soffermati su questa accozzaglia di momenti riguardanti l'adorabile Tsunade ♥ e vi auguro una buona giornata.

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