So close but so far away.

di ronnieisnotonfire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** one. ***
Capitolo 2: *** two. ***
Capitolo 3: *** three. ***
Capitolo 4: *** ogni inizio necessita una fine pt.1 ***



Capitolo 1
*** one. ***


(ringrazio @deloslights per il fantastico banner *clap clap*, ok, torniamo al capitolo)

Ho appena risistemato la storia dato che sto lavorando al capitolo tre e volevo che 
fosse più coerente quindi ehm, nulla, godetevi l'attesa e torno presto, giuro.

So close but so far away.

one.



-E questa è la tua stanza -fa una pausa per aprire la porta- spero che ti vada bene.-mi sorride mentre io poggio la valigia ai piedi del letto guardandomi intorno- i miei figli mi hanno sempre detto che il materasso è comodo, ma, sinceramente, non l’ho mai provato . Oh, a proposito di figli, te li presento domani, sono tutti davvero simpatici .-dice tranquillamente. Ci credo che li trovi simpatici, sono figli tuoi.
-grazie mille; scusi ancora per l’ora sconsiderata a cui sono arrivata, ma il volo è partito in ritardo.- dico in inglese dato che qui nessuno capisce la mia lingua madre, l’italiano .
-di nulla cara, ora riposati che sarai di sicuro stanca .- ovvio che sono stanca, sono partita dall’Italia con la mia amica Giorgia che ha la bellezza di 18 anni e siamo state sedute per non so quanto di preciso, ma di sicuro non poco.
Sono andata in Australia perché i miei hanno vinto una crociera (cosa molto strana in quanto non hanno mai vinto nulla) e Giorgia, che è grande amica di famiglia, mi ha offerto di venire qui con lei per il viaggio studio, ci hanno messo in due case diverse, ma non tanto distanti, da quanto ho potuto vedere.
Sorrido alla donna che chiude la porta e mi lascia lì, in quella stanza così spoglia, con pareti verdi dipinte appena, le scansie con libri scolastici, il letto a una piazza e mezza con coperte bianche e nukka che potesse raccontare la storia di questa famiglia.
Mi infilo il pigiama velocemente per non vedere ciò che si trovava ora sotto a una maglia con la papera e una tutina intera con un pantaloncino. Mi ficco nel letto che, per giunta, è proprio comodo . Cado in un sonno profondo nel giro di pochi minuti.
 
***
-andiamo, Luke, perché non la saluti, è davvero simpatica .- sento dire dalla donna che mi ospitava .
-oh, wow, che cosa emozionante, una quattordicenne italiana.- mi sveglio completamente aprendo entrambi gli occhi e osservando con attenzione la porta socchiusa –ho di meglio da fare.-
- Luke, ti prego .- un attimo di silenzio. Luke? Non sarà? No,dai.
-mamma però dopo glielo dici te ai ragazzi perché non sono andato alle prove di stamattina- sento che si muovono e mi rigiro nel letto.
Aprono la porta.
-buon giorno raggio di sole.- esclama contenta la donna . Mi volto fingendo di stiracchiarmi e mugugno qualcosa di simile a un “giorno” . Scanso lenzuola e mi alzo . Vengo tirata contro a qualcosa di morbido, noto che è il corpo della voce che mi ha svegliata . –lui è mio figlio Luke, Luke lei è Veronica .- la donna ci avvicina e io tendo la mano verso il ragazzo senza guardarlo in faccia, ma guardando le sue mani e i suoi piedi e una fitta al cuore mi blocca.
-Piacere .- dice lui stringendomi la mano, io in cambio faccio un sorriso tra l’imbarazzato e il tirato,senza averlo guardato ancora in viso, di prima mattina il mio corpo non risponde ai comandi, sarò di sicuro sembrata una deficente.
-io vado a preparare la colazione .- dice la donna, io annuisco e torno a guardare le scarpe di quel ragazzo cercando di non urlargli in faccia. Rimaniamo in silenzio qualche minuto, continuo a passare lo sguardo dai miei piedi alle sue gambe. Non riuscirò a trattermi per molto
Luke si fa coraggio e comincia a parlare.
-spero che ti troveri bene qui da noi  mia madre mi ha detto che dovrò farti da guida quindi oggi ti farò fare qualche giro per la città e ti farò conoscere i membri della mia band .- ora arriva il momento della verità, lo guardo, osservo il suo volto, i suoi tratti inconfondibili, è lui, ho Luke Robert Hemmings di fronte agli occhi. Sto per urlargli in faccia, però mi trattengo, sorridendo come mai nella vita
-come mai tanta felicità ?- in questo momento la mia bocca non riesce a rispondere e l’unica cosa che mi esce è un “ehm … perché … ehm” –il cane ti ha mangiato la lingua?- ride; oddio che risata magnifica.
-ma tu sei Luke dei 5 seconds of summer! Oh dio santo, credo che sverrò!- dico tutto ad un fiato guardando il tetto per il troppo imbarazzo dato che sono ancora in pigiama. Missione non apparire una stalker dei 5SOS, fallita.
Ride ancora. Non fatemi questo, il mio cuore non regge.
-allora mi è capitata una fan, non pensavo di beccare tanta fortuna- dice lui mettendomi una mano sulla spalla. Cado ancora in trance guardando quei meravigliosi occhi azzurri, che sono talmente azzurri che ricordano le bellissime giornate di agosto senza traccia di nuvole, con un cielo talmente azzurro che sembra colorato con dei pastelli.
-forse è meglio che io vada a cambiarmi .- dico mentre Luke risponde con un leggero “già” mi giro a prendere i vestiti del giorno prima, ovvero una maglia bianca con un teschio fatto di dollari (gentilmente ceduta da mio cugino) e dei pantaloncini di jeans . Mi rigiro chiedendo dove è il bagno e il ragazzo mi accompagna aggiungendo un “qualunque cosa ti serva siamo qui” .
Appena entrata noto un grande specchio di fronte a me, mentre indosso la maglia osservo inorridita l’immagine che mi ritrae allo specchio.
Ho sempre disprezzato me stessa, anche se ultimamente cerco di convivere con tutto l’odio che provo verso quello che sono e verso come sono. Non sono una di quelle paranoiche che sono magrissime e si definiscono grasse, io il motivo per definirmi grassa ce l’ho: ho le maniglie dell’amore, cose orribile da vedere perché sembra che abbia due paia di fianchi, ho la pancia che è molliccia e tremenda . Ho la vita molto visibile rispetto alla mia rotondità e quindi sembro una scultura fatta da un cieco senza mani . Le mie cosce, poi, hanno già accenni di cellulite e sono grosse, enormi, però diciamo che sono il male minore. Provo odio anche verso le mie mani, verso le mie braccia, verso il mio fottuto doppio mento . L’unica cosa che salverei di me sono gli occhi che, nonostante ho sempre considerato comuni e poco speciali, amo guardare dato che in base al tempo si alternano tra il verde/giallo/acqua marina e l’azzurro/marrone/turchese, da qualche anno li trovo l'unico motivo di vanto, mi fanno sentire speciale in qualche modo dato che pochissime persone li hanno così.
Il mio carattere è la cosa peggiore, non c’è nulla che salverei. Sono un’inutile incapace che non fa altro che lamentarsi, sono ancora incapace di capire chi sia io veramente, non capisco chi sono ; vengo presa per il culo, vengo odiata, derisa e divento sempre più acida e sempre meno fiduciosa sul futuro e in ciò che riserva per me.
Tutti mi dicono che non resterò da sola, che l’amore c’è per tutti; credo sia la più grande cazzata mai detta perché credo che nessuno abbia mai visto una creatura tanto odiosa quanto me, io sono destinata a vivere una vita così, senza fiducia e senza amore .
Ora sarebbe un sogno se tipo qualcuno mi guardasse e mi dicesse che mi accetta per tutto ciò che sono e per tutti i difetti che ho; ammetto che dato che sono una romanticona una parte di me spera ancora di trovare il “principe azzurro” cioè in realtà diciamo che spera nell'amore 
 
Dopo questo lungo discorso finisco di infilare la maglietta e indosso gli shorts.
Scendo le scale e trovo la cucina, mi siedo e gentilmente la signora Hemmings (meglio dire Liz) mi porge un piatto con toast e uova .
-non sapevo ciò che sei abituata a mangiare, spero che questo basti .- dice cortesemente. Perché tutti credono che io mangi come un maiale (anche se ogni tanto lo faccio)?
-mi basta, grazie per aver speso tempo a prepararmi la colazione, io di solito non mangio quasi nulla in quanto mi alzo tardi .- spiego spargendo la marmellata sul mio toast . Di fronte a me c’è Luke che mangia lo stesso toast, ma con la nutella .
Cerco di mangiare nel modo più aggraziato possibile, ma credo che la mia missione sia fallita dato che il ragazzo di fronte a me ride dicendomi che ho la marmellata su tutto il mento . Fantastico, direi proprio fantastico. Mi pulisco e salgo in bagno a lavarmi i denti, ma non sono sola . Ok, questo ragazzo mi pedina? Credo che si sia fatto la stessa domanda, me lo sento dal modo in cui mi guarda . Mi volto e intanto che metto il dentifricio sullo spazzolino tutta tranquilla gli dico “amico vuoi una foto?” poi comincio a spazzolare i miei denti mentre il ragazzo ancora sbalordito comincia a ridere .
Quando lui inizia a lavarsi i denti io vado a prendere le mie fidate converse azzurre che ho ormai da più di un anno.
Scendo e mi ritrovo Luke che aspetta e mi apre la porta dicendomi che mi aspetta una lunga mattina. Cos’è, flash? Come ha fatto a prepararsi così in fretta?


Passiamo tutta mattina in giro per Sidney, un posto davvero niente male, devo dire. Ho scattato un milione di foto, cercando di evitare il soggetto Hemmings (anche se qualche foto mi è scappata, cercate di capirmi).
Diciamo che non abbiamo parlato molto, in realtà ci siamo fermati molto spesso per delle fan che continuavano a dire “ma é la tua ragazza?” “ma state insieme? E’ così carina” io sorridevo e dicevo solo  che sono qui per un viaggio per studiare la lingua e bla bla bla, conoscete la storia e non ho detto che sono fan o avrebbero potuto lanciarmi le peggio parolacce.
Luke chiama sua madre dicendo che non torniamo per pranzo e che nel pomeriggio andiamo diretti alle prove. Ok, vuole passare del tempo con me? Cioè stamattina era infastidito ora gli interessa? Non è che mi dispiaccia, lui è pur sempre Luke Hemmings, ma m
i chiedo solo perché . Ora mi sento tipo “lost in confusion like an illusion”.
-come mai non vuoi tornare a casa? -gli chiedo
-visto che ti sto facendo frequentare Sidney devo anche andare nella migliore pizzeria di Sidney .-mi dice osservandomi attraverso i suoi Ray-Ban neri .
-tanto non sarà mai come la pizza che si mangia in Italia, ma proviamola lo stesso .- dico infilando le mani nelle tasche dei jeans, immergendomi nel profumo di pizza
Entriamo e ci fanno accomodare in un tavolo a due posti (ovvio Veronica di sicuro non vi fanno sedere a un tavolo per 6) e per non sembrare un maiale prendo semplicemente una margherita e una coca-cola .
-stamattina in pratica non hai neanche parlato e visto che tu sai un po’ di cose su di me, perché non mi fai scoprire qualche cosa su di te?- mi dice di botto rispondendo ad un messaggio.
-credo che tu abbia cose migliori da fare, non credo che sia una cosa importante sentire delle curiosità sulla vita di questa quattordicenne italiana .- dico giocherellando con i lacci che ho sul polso.
-io credo di si, dato che dovremo convivere un intero mese e voglio che la tua esperienza qui in Australia sia fantastica .- questa risposta mi spiazza, mi accorgo che a lui interessa di me e di come passerò questo mese. Va bene Veronica, mostra tutta la spazzatura che c’è in te.
-beh, non c’è tanto da dire ho compiuto da poco 14 anni, sono nata il giorno delle eclissi totali di sole, sono vittima di bullismo dall’asilo, non ho mai avuto un ragazzo, amo gli one direction e Cher Lloyd alla follia, adoro i Coldplay , Conor Maynard e voi . Vivo per le scarpe da ginnastica , amo disegnare, fotografare ogni singola cosa, infatti stamattina ho portato la reflex con me . Poi non ho molti amici ,ne ho alcuni su twitter , ma nulla di più,nella vita reale rovino tutto e adoro i miei occhi e le mie caviglie, non chiedermi perché. – dico facendo qualche pausa e bevendo di tanto in tanto. Mi sento a disagio a parlare di me, non mi succede spesso.
- per fortuna che non dovevi dire nulla .- mi dice sorridendo . -nient'altro?- credo sia sarcastico. Dopo una breve pausa mi ricordo di alcune cose
-amo stare in famiglia, ho un cagnolino dolcissimo, sogno di fare la psicologa e devo ancora dar ..- mi blocco mettendomi una mano sulla bocca evitando il particolare che stavo per farmi scappare, cazzo certe cose risparmiatele . Devo smetterla di parlare senza collegare il cervello, sono peggio della mia prozia che quando parla sembra la vocina delle pubblicità dei farmaci.
-cosa devi dare?- dice dopo aver bevuto un sorso di coca. Mi blocco.
-la soddisfazione di andare bene in educazione fisica a mia madre, eh già faccio proprio schifo, mentre lei, i suoi fratelli e sua sorella facevano atletica leggera.-  diciamo che è la verità, ma non è quello che stavo per dire, l’altra cosa era molto più imbarazzante per una ragazza della mia età di questa generazione.
-oh, capisco .- di poche parole il ragazzo ; si ferma, ma poi riprende – sei una molto interessante, intendo dire che sei diversa da tutte le altre .- non chiedetemi perché, ma comincio a ridere rumorosamente, come una che ha dei problemi a respirare.
-io? Interessante? Andiamo, le capre sono più gentili ,più intriganti e meno acide di me, poi tu sei Luke Hemmings che ti interessa di un individuo come me ? - chiedo tagliando la pizza che mi è appena arrivata . Il biondino sta per rispondere quando anche la sua pizza arriva e sotto ci trova un numero di telefono di un certa “MariaSilvia Pasotti”, questa è ovvio che è italiana .
- uh, una fan ?- mi infilo infastidita la pizza in bocca dopo questa mia affermazione .
-sembra di sì .-si volta e lei lo saluta con la mano, lui le sorride di rimando e poi la cara MariaSilvia passa lo sguardo su di me, si volta e scoppia a ridere . Ah, allora è vero che le teste di cazzo non cambiano da nazione a nazione .
Mi volto e taglio la pizza in malo modo, tanto che il ragazzo di fronte a me mi guarda preoccupato
-che succede? – domanda cortesemente
-niente, sbalzi d’umore dovuti al jetlag .- sorrido falsamente guardando la ragazza che passa vicino a noi e poi BOOM! La mia vita potrebbe finire proprio ora per il troppo imbarazzo .
La cara “Mary” ha rovesciato due bicchiere di coca cola e su chi sono finiti? Che figuraccia .
Corro alla toilette e mi chiudo nel bagno, mi scappa qualche singhiozzo che mi fa tremare come una foglia. C’era bisogno di farmi fare una figuraccia davanti a tutti? Questo pomeriggio devo anche incontrare la band e adesso, come faccio? Ho i capelli tutti appiccicosi e la maglietta in condizioni indecenti e i pantaloncini non sono migliori dato che sembra che me la sia fatta add. Già tanto che non sono rimasta chiusa nel bagno, dato che è già successo due volte pochi anni fa. Bene ora le spacco la faccia a 'sta idiota, forse non ha capito che io e “il suo Luke” non stiamo insieme.
Una volta calmata esco dal bagno e mi lavo il viso, fisso la scena nello specchio: non ero già abbastanza conciata da barbona, com’ero prima, no, ora arriva pure ‘sta cretina .
Esco dal bagno e c’è la ragazza che mi chiede scusa con un sorriso più falso del viso senza rughe di Ridge di Beautiful .
-mi spiace tanto, scusa, sono così sbadata .- dice in italiano con un pessimo accento. La fermo prima che possa continuare.
-si, si, sei perdonata, addio .- faccio un movimento con la mano e mentre vado via sussurro un “cogliona”, sento che mi osserva quindi mi volto e ricambio il sorriso falso che ha ancora stampato in faccia. Cogliona.
-eccoti, dov’eri? – chiede il ragazzo preoccupato . Sono andata al ministero della magia con il water, non sapevi che sono un mago sotto copertura?
-in bagno a cercare di sistemare il danno che ha fatto quella là .- sospiro sedendomi – mi presteresti la felpa? Ti prego, sono in condizioni orribili, almeno nasconderei l’enorme macchia marrone sulla maglia .-
-certo, tieni.-si toglie la felpa e me la passa.
Finisco la pizza e chiedo gentilmente a Luke se possiamo andarcene, usciamo, facciamo un ultimo giro per Sidney e il mio accompagnatore chiama Ashton chiedendogli se può passare a prenderci con la sua macchina .
Mentre è al telefono tiro fuori il cellulare e leggo il messaggio di Giorgia
Potevi anche scrivermi che sei finita in casa di Luke Hemmings!
Come fa a saperlo?
Deglutisco velocemente chiedendole che mi sono persa; pochi secondi dopo ricevo una richiesta di chiamata di Giò, rispondo all’istante.
-E’ dappertutto sui profili degli updates dei 5SOS e c’è anche Luke nelle tendenze. Sei conosciuta come “chi cazzo è quella là?” nuovo nickname, Ronnie?-
-spiritosa, si, seriamente spiritosa, ma c’è un brutto problema, se mi scoprono che faccio? Mi devo riparare dalle “Luke Girls”? Già una mi ha rovesciato la coca cola in pizzeria - rispondo respirando a malapena. Se continua così finisco in crisi respiratoria.

-probabile, vai a controllare la situazione, ti lascio, divertiti.-
-grazie Giorgia, a più tardi, ti racconterò come è andata oggi, ciao. – dico ridendo.
 -ah, salutami Luke .- sorrido e riattacca.
Apro twitter e la situazione sembra essersi calmata, che poi manco ci siamo abbracciati o baciati o tenuti per mano, il nulla più completo.
Guardo ciò che dice la gente e esamino le foto (io orribile, che novità), non sembro nei guai, speriamo.
Guardo le interazioni, Bianca.
@niallsallstars io. te. DM. ora.
@ccmonstyles subito, capo.
Entro nei messaggi diretti
Lei “che ci fai con Luke dei 5SOS? :o
Io “sono fottuta, se mi scoprono mi fanno il culo , Bianca. Non dirlo a nessuno, ti prego.” (forse una reazione un po' esagerata?)
     “comunque sono venuta in Australia per studiare la lingua con la mia amica e mi sono ritrovata qui Oh God .
Lei “don’t worry babe :,) che poi sembra la tipica fan fiction che alla fine, beh, sai che succede, le scrivi pure tu <3
Io “grazie mille tesoro hbgfj, comunque lasciamo perdere, io le scrivo quelle fan fiction perché sono frutto della mia immaginazione, lui non si innamorerà mai di me.
Lei “shh figona! Poi non perdere mai la speranza, perché è l’ultima a morire.
Io “grazie di esserci sempre Bianca, ti adoro . Ora vado, ti scrivo prima possibile!
Lei “aaw ok amur hdfdh <3
Chiudo la “chat” e vedo un altro DM, Virginia.
Lei “lo sai che ci sono foto di te e Luke ovunque su twitter?
Io “già, me l’ha detto la mia amica Giorgia. Sto morendo Vivy, se mi scoprono mi riempiono di insulti come con la morosa di Conor Maynard (vabbeh lei è un caso a parte)
Lei “ahaha , dai che non ti trovano e poi stai tranquilla e goditi l’Australia!”
Io “ok, ora passa Ashton, crepo, decedo, rotolo, Vivy io muoio.
Lei “stai tranquilla che ti adoreranno! Divertiti dgssufh <3
      “P.S.:più tardi voglio i dettagli!
Sorrido, esco dall’applicazione voltandomi e mi trovo vicino Luke.
-insomma, hai vicino il cantante dei 5 seconds of summer e non lo degni nemmeno di uno sguardo?-
Diciamo che il ghiaccio si è sciolto, ma io sono ancora un pochetto timida.
-scusa, è che – sospiro – ci sono tutte le foto di stamattina in giro e ho già letto parecchie minacce e non vorrei mi trovassero lanciandomi i peggiori insulti.-
-ehi, stai tranquilla, non ti trovano e poi si ti minacciano le sgrido io. – dice tranquillamente e osservandomi attraverso gli occhiali e mettendomi le mani sulle spalle, sorridendo sulla fine della frase . Ricambio il sorriso in segno di ringraziamento .
-grazie Luke. – dico imbarazzata prima che si volti . Si toglie gli occhiali e per la prima volta posso osservare chiaramente le sue dolci iridi azzurre.
-e di che? Dai, almeno abbracciami per ringraziamento.- mi guarda sorridendo
-va bene, se ci tieni.- e mi fiondo tra le sue braccia per la prima volta e mi sembra molto meglio di tutte le volte in cui ho sognato di dirgli quanto lo amo ai M&G mentre piango e lo stringo forte. Una lacrime scivola da sotto ai miei occhiali da sole, ma prontamente la tolgo con un dito.
Pochi minuti dopo arriva Ashton e io, giustamente, fangirlo. Comincio a tremare e il cuore mi batte forte quando lui scende dalla macchina con la canottiera del Pony e la bandana. Un mancamento.
-Luukee!- corre verso l’amico e lo stringe
-Ash, Ash non respiro.-
-oh, scusa amico.- non si smentisce mai, è per questo che lo amo. Intanto ho osservato la scena come una piccola stalker.
-ehilà.- dice guardandomi

-Ashton lei è Veronica, Veronica lui è Ashton.-
-piacere, posso chiamarti Ronnie? Non vorrei pronunciare il tuo nome in modo strano.- si gratta la nuca con quel fare bellissimo
-chiamami come vuoi Ashton, basta che mi chiami.- mi scappa mentre gli stringo la mano; abbasso la testa, ora più un pomodoro che altro e poi le sento, le due risate che tanto ho voluto ascoltare dal vivo, lì, davanti a me, causate da una mia battutaccia. Credetemi, la sensazione migliore mai provata . Sento come un caldino nello stomaco mentre io guardo i due ragazzi che ridono.
-ti prego, posso abbracciarti?- la sua domanda mi spiazza più del “quanta neve cadrà le domeniche di agosto” di Gigi D’Alessio.
-e me lo chiedi?- dico fiondandomi contro il suo petto. Le sue braccia mi stringono forte e io ascolto i lievi battiti del suo cuore che batte silenziosamente all’intero del suo forte torace; mi sembra quasi come quando suona la sua batteria, un ritmo regolare e pieno di energia, ma che fa di sottofondo a tutto.
-Ronnie, sai che profumi di Coca-Cola?- chiede lui contento
-lunga storia.- dico facendo una smorfia di imbarazzo
-che mi racconterai in macchina.-
-ovvio.-


E gliela racconto, tralasciando la parte delle lacrime nel bagno. In un quarto d’ora di viaggio io e i due ragazzi leghiamo tantissimo e mi fanno sentire partecipe della conversazione.
Arriviamo a casa di Michael e io sono tutta un tremore, scendo dalla macchina e stringo forte le maniche della “mia” felpa.
Arriva subito ad aprirci un biondissimo Michael, sorridente e bellissimo (come sempre direi)
-ehi ragazzi, accomodatevi.- entro per ultima e ammiro la accogliente casa Clifford.
-oh ciao, tu devi essere Veronica .- dice pronunciando molto bene il mio nome.
-esatto, bella pronuncia.- dico tendendo la mano
-grazie.-sorrido timidamente
Mi avvicino a Ashton e mi aggrappo alla sua vita, non so perché, ma tra le sue braccia mi sento a casa e a lui non dispiace perché dice che do dei begli abbracci. La dolcezza.
-andiamo, Calum ci aspetta in garage .- ci conduce e non c’è traccia di Calum, mi avvicino al suo basso e lo osservo.
-se lo osservi ancora un po’ me lo sciupi.- tiro un gridolino e mi volto spaventata, inciampo nei miei stessi piedi e cado per terra  –stai attenta, non ti vogliamo rimandare in Italia a pezzi.- mi tende una mano e in un secondo mi tira su .
-Calum Hood.- dico con una faccia peggio di “Mortino” di Madagascar, immaginatevi la scena.
-così mi chiamano. Tu devi essere Veronica, è un piacere conoscerti .-
-il piacere stavolta è seriamente tutto mio.- affermo con la faccia ancora felice come quella di una bambina.
-credo sia ora di provare .- dice Michael guardandoci
Esco un secondo per prendere aria fresca e guardo il cellulare.
Tutto calmo, parlano della bellezza di Ashton e della dolcezza di Calum e tutti i soliti argomenti.
Qualcuno mi mette una mano sulla spalla.
Oddio morirò, morirò, allora lo avete preso sul serio il mio “ora posso morire felice?”;
Mi volto, è Luke . Ogni tanto sono esagerata, lo so.
-ehi, che ci fai qua?- chiedo stringendomi alla felpa
-volevo sapere se ti stanno simpatici i ragazzi e se sei un po’ più tranquilla riguardo alla faccenda di stamattina .- chiede prendendomi sotto spalla
-mi sembra ovvia la risposta sui ragazzi- alzo le mani fingendomi sconvolta- certo che mi stanno simpatici e per la seconda domanda credo di sì, tanto nessuno ne parla più quindi mi sento sollevata .-
-bene, allora! Ora entriamo o mi lanciano gli strumenti.
Annuisco e mi dirigo verso la sedia nell’angolo preparata appositamente per me da niente meno che Michael Clifford.
Dentro di me cominciano a agitarsi diecimila cose: lo stomaco continua a contorcersi, il cuore non batte normalmente e sono sicura che l’intestino stia ballando l’Harlem Shake.
Sono a un “concerto” dei 5 seconds of summer, un desiderio che avevo voluto che si realizzasse e ora sono alle loro prove, è come ehm … trovarsi in ascensore con Chris Martin (cosa alquanto impossibile); ok, non sono brava con  gli esempi, ma credo che abbiate capito che intendevo.
Dopo aver riscaldato la voce cominciano le note di “Heartbreak Girl” la canzone che mi ha fatto innamorare di loro; subito dopo cominciano le note della cover di “Teenage Dream”, di seguito, in ordine, “Good Girls Are Bad Girls” un’altra che amo, “Try Hard”, “Unpredictable”, “Voodoo Doll”, “Too Late” e, infine, la mia preferita “Beside You”.
Arrivo a fine delle prove che sono un brivido, è una cosa pazzesca ascoltare questi ragazzi dal vivo.
Il primo che mi si avvicina è Mikey (adoro chiamarlo così) che mi domanda come siano andati e ci scambiamo un batti cinque; in seguito arriva Ashton che mi da un buffetto sulla guancia e infine il duo Cake che mi ribatte il cinque.
Mi alzo dalla sedia e li seguo, sento vibrare il cellulare.
Notifica di twitter.
@niallsallstars come va coi tuoi innamorati? :,)
Retwitto.
@ccmonstyles sisi, tutto ok, hai interrotto un atto di corteggiamento verso di me, ma secondo te? Lascia perdere la parola innamorati
Retwitta.
@niallsallstars ah, ok, allora divertitevi AHAHAHAHA ok, ok, la smetto, ma tu e L siete così dolci poi anche l’abbraccio con A è seriamente l’amore :,)
Retwitto e sorrido.
@ccmonstyles amor, mi stalkeri? Ok continuo a farmi pippe mentali se continui a dire così. Io starei bene con loro come una pantegana con un barboncino.
@niallsallstars sai che lo faccio, non dovresti essere stupita :,) shhh perfezionee.”
Retwitto.
@ccmonstyles aaw . Ora vado o pensano che sono crepata. Ti voglio bene (i dettagli dopo in dm)
Adoro Bianca, mi fa sempre sorridere.
Vado in salotto e ritrovo i ragazzi che giocano alla xbox, così, per non disturbarli, (soprattutto per non essere schiacciata) mi siedo su una poltrona lì vicina.
Mentre mi siedo capisco che mi è arrivato un messaggio lo apro . Neanche al mio compleanno sono così ricercata.
Mamma.
ciaoo :) come va li … ci manchi, ti comporti bene … stai studiando … richiama appena puoi baci” (mia madre usa sempre i puntini al posto dei punti interrogativi, non chiedetemi perché).
Risponderò più tardi.
Controllo l’orario (già impostato sull’attuale fuso) e noto che sono già le cinque.
Riapro twitter.
Nuovo tweet.
troppa voglia della mia vecchia pizza italiana, sniff
lasciatemi morire negli occhi di Luke Hemmings
Calum Hood è l’ammoree ohw
-che fai di bello?- sussulto
-niente, stavo giocherellando con il cellulare.-
-mi sembrava che tu fossi su twitter.-
-io? Naaah non ci vado mai io su twitter.-
-allora mostrami il tuo profilo.- cazzo, cazzo, cazzo. Sospiro e glielo mostro. –come mai c’è il mio nome e quello di Luke tra i tweet? -
-dicevo che siete due coglioni .- sorrido
-certo, come no. Dopo ti rubo il cellulare e ti seguo.-
-non puoi perché mi segui già.- mi tappo la bocca dopo avergli detto ciò perché ora potrebbe spiare tutto ciò che scrivo e tradurlo con Google(non otterrebbe una grande traduzione), cazzo, cazzo, cazzo.
-bene, bene credo che ti spierò cara la mia Ronnie.-contorce la sua faccia in una pseudo espressione malefica -Hai per caso sete?-
-sì, ma niente coca-cola, brutte esperienze.-ride 
-torno subito.-
Mi sento a mio agio con questi ragazzi, forse perché sono così normali e interessati a come sto che mi sento in un gruppo di amici.
Pensare che mi trovo sulla poltrona del chitarrista della band che fino a due giorni fa ascoltavo tranquilla in Italia, col mio iPod, mentre speravo di poterli vedere dal vivo, di fronte a me mi fa credere di essere in un sogno.
Pochi minuti dopo ritorna Cal lanciandomi una bottiglietta d’acqua, che, prontamente, afferro.
Sorseggio il fresco liquido trasparente e mi preparo a fargli una domanda.
-ma Ashton è così squallido a giocare?- dico indicano il ragazzo sorridente seduto alla fine del divano.
-abbastanza .-
-sono meglio io, anche di te sono meglio, pft .- dico
-bene, allora non avrai problemi a sfidarmi dopo. Tanto non saprai nemmeno tenere in mano un joystick .-
-ah, bello, questo gioco ce l’ho pure io a casa quindi sei fottuto, io e la mia Bugatti ti faremo il culo .-
-facciamo così, se vinci ti offro una cena al Burger King .-
-ci sto.-
Ci fissiamo con finto odio e poi scoppiamo a ridere.
Giunto il nostro turno io prendo la macchina suddetta, tutta nera, mentre Calum prende una ferrari con una maneggevolezza orribile, ma di classe R3.
Alla linea di partenza io sono davanti a lui, parto avvantaggiata, però lui mi è dietro finchè: BOOM, perde il controllo della macchina e sbatte contro i muretti del percorso e continua, ma quando riprende il controllo sono quasi ad un giro davanti a lui, alla fine vinco io.
-quando vuoi la cena al Burger King- gli offro il pugno e lui lo batte sorridente.
-è stata una bella sfida. Presto andremo a estinguere il mio debito, signorina.-
Annuisco sedendomi tra Michael e Ashton che mi fanno gentilmente spazio tra loro.
-sei stata grande, devo dirtelo .-
-grazie, mi son allenata .- in risposta Michael mi sorride e butto la testa sulla spalla di Ash, stanca morta.
Quando mi accorgo che ho dormito venti minuti sulla spalla di Michael sento il telefono vibrare.
Chiamata dalla mamma.
-ciao mà. - rispondo in italiano alzandomi
-ehi, come mai non hai risposto?-
-scusa ero, ero occupata .- cerco scuse plausibili
-a fare cosa? bella Sidney?-
-a spacciare droga, secondo te? Bellissima, ma, mamma, non capisco nulla .- dico chiudendo l’orecchio libero
-scusa, ma sul ponte c’è una festa e noi siamo qua a sfruttare i drink gratis .-
-capisco, papà dov’è?-
-COSA?- urla lei
-dov’è papà?- urlo io cercando di sovrastare il rumore della festa
-ah, a prendere i drink .-
-salutamelo .-dico
-COS’HAI DETTO?-
-SALUTAMI PAPA’.-
-VA BENE, ORA DEVO ANDARE, NON FARE LA STUPIDA E STAI ATTENTA.-
-va bene mamma, si, si, certo, sono qua a farmi stuprare.-
-non capisco.-
-CIAO MAMMA, DIVERTITI .-
-non chiudere, non.. -chiudo la chiamata mentre mi sta ancora urlando di non chiudere.
Torno in soggiorno e quattro facce incuriosite mi osservano.
-era mia madre, non si capiva nulla quindi dovevo urlare.-
Mi risiedo, ma stavolta non mi addormento dato che pochi minuti dopo salutiamo tutti e andiamo alla macchina di Ashton che si è offerto di riaccompagnarci.
Mentre sono tutta intenta a guardare il mio cellulare arriva quel genio di Luke che mi ruba l’iPod
-dammi l’iPod Luke. – gli urlo sbracciandomi
-vediamo chi hai di sfondo, uuh, ma guarda, i 5SOS e come schermo della home? Ah il mio caro Ash..- lo prendo da dietro e lo faccio cadere facendogli uno sgambetto, poi gli prendo per un secondo il nervo della spalla.
-prova a dirlo e sei morto.-
-tieni bellezza .-mi allunga la mano e l’iPod e mi tira giù. Troppe cadute oggi.
-Ashy, mi ha fatto cadere.- dico fingendomi una bambina. Mi aiuta a rialzarmi e “sgrida Luke”. Io intanto gli rubo l’iPhone e scrivo cose come
“sono un coglione”
“vorrei tanto poter baciare un taco per il resto della mia vita e poi me lo sposerei.” non riesco a scrivere cose seriamente offensive
-Ecco a te.- gli rimetto l'iPhone nella tasca.
Sull’auto stavolta sto davanti.
Il viaggio dura poco e la cena anche, tranne per lunghe presentazioni e saluti, così mi ritiro nel bagno a farmi una doccia, indosso il pigiama e mi infilo sotto le coperte.
Tempismo perfetto.
@niallsallstars ehiii ricordati la promessa di stamattina <3
Retwitto.
@deloslights AHAHAHAH ok, vieni in dm
 
Lei “come va lì? Stai fangirlando?
Io “abbastanza, diciamo che oggi è stato la giornata del fangirling più completo AHAHAHAHA sono stanca, mi sono dovuta presentare a troppa gente per i miei gusti, ma, va beh, ora mi sono rintanata nella mia stanza
Lei “AHAHAHAH immagino, dai, raccontami i dettaglii :)”
Io “ce ne sono tantissimi cbgv tipo che stamattina Luke mi ha prestato la sua felpa (crepo) poi ho Ashton mi ha chiesto se potevo abbracciarlo perché sono “una forza”, Calum mi deve una cena e mi sono addormentata su Ashton e Michael
    “direi che è stata una giornata perfetta, ah, tranne per il fatto che stavo uccidendo Luke perché mi aveva rubato l'iPod, così ho preso il suo iPhone e ho scritto cose cretine su twitter
Lei “aww usdbhbhxv la tenerezza <3 vi siete scambiati i numeri? Oddio sono troppo emozionata
Io “per ora ho solo quello di Luke (basta e avanza HAHAHA SCLERO) poi gli altri col tempo (se vogliono darmeli lol)
Lei “meglio di nulla HAHAHA aww sarai col sorrisone ora, la dolcezza :,)
Io “peggio, mi fa addirittura male la faccia, dio AHAHAHAH ah poi c’è stata la cameriera cogliona che gli ha dato il numero e poi ha finto di cadere e mi ha rovesciato la coca cola addosso
     “e come va con i parenti siciliani? Sono ancora lì?
Lei “oddio, ti ha chiesto scusa o ha fatto ancora di più la stronza? Mi sono rintanata a scrivere in camera, sempre più insopportabili
Io “AHAHAHAHA povera Vivy e comunque, sì, mi ha chiesto scusa io l’ho stoppata tipo “bitch please lasciami andare e stoppati” poi le ho detto va bene e me ne sono andata
Lei “ahahaha ah visto che mi mancava ho ripreso la tua OS-non-più-OS però non ho nessuna idea
Io  “nemmeno io a dire la verità lol però sai che io mi fido di te quindi fai ciò che meglio credi :)
Lei “non ho nemmeno deciso se te e Zayn starete insieme o se rimarrete solo amici :(
Io  “decidi tu, io voglio la sorpresa.
Bussano alla porta
-chi è?- urlo io
-sono Luke, posso entrare?-
-un secondo.-
Io  “vivy c’è qua Luke dbhdihbu vado notte
-entra pure.- rispondo io sistemando il pigiama e appoggiando l'iPod sul comodino e mettendo il cellulare in tasca. -sei già sul punto di andare a letto?-chiedo io
-no, potrei chiedere la stessa cosa a te.-afferma osservando il mio pigiama con un sorriso divertito.
-perché ridi guardando il mio pigiama?- gli chiedo osservandolo con un sopracciglio alzato mentre si siede tranquillamente sul mio letto –no, ma prego, eh. - dico sarcastica. Uno dei comportamenti che porta tanta gente a odiarmi.
-grazie e, comunque, mi fa ridere il tuo pigiama, tutto qui.-
Passano minuti silenziosi in cui mi rendo sempre più conto di essere in compagnia di Luke Hemmings, l’agitazione sale e cominciano a sudarmi le mani.
Prendo coraggio e ricomincio a parlare.
-perché sei venuto qui?- domando tenendo lo sguardo sul lenzuolo azzurro su cui siamo seduti.
-so che te l’ho già chiesto un milione di volte, ma volevo sol sapere come hai trovato il tuo primo giorno e poi ho bisogno di compagnia.- vuole mia compagnia? Come può volere la mia compagnia?
-a parte il trauma dovuto alla coca cola è stata una giornata interessante.- sorrido sulle prime parole
Riprendo fiato e faccio una domanda che mi pongo da un po’
-tu non ti sei rotto ad andare in giro con questa lagna? Insomma ti ho rovinato l’immagine .- per la prima volta permetto un sincero contatto tra le nostre iridi che finalmente possono guardarsi senza spiarsi.
-smettila di essere così autocritica, sei simpatica e poi che immagine vuoi che abbia?- risponde sinceramente –anche se preferisci Ashton a me. - fa una finta faccia offesa
-che ti devo dire, Ashton è Ashton .- dico io gesticolando. Brutte abitudini italiane.
-certo, certo, e io sono Luke, che problemi ci sono?-
-hai la mania dei pinguini e hai le gambe più belle delle mie.-
-dammi una motivazione sensansata.-
-perché … beh … ehm … - penso a motivazioni serie , ma mi viene tutt’altro in mente. –non ne trovo nessuna motivazione, ok?- dico incrociando le braccia sotto al petto.
-semplice, tutti amano Luke Hemmings, che ci vuoi fare?-
-modesto il ragazzo .- borbotto mentre mi alzo per prendere il telecomando, faccio velocemente zapping e spengo, non capisco niente.
-perché hai già spento?-
-non c’era nulla di interessante.- bugia.
-ammettilo, non capivi maggior parte di quello che dicevano .- già, lui e i ragazzi cercano di parlare lentamente per farmi capire, ma lì in tv non c’è nessuno che pensa a me. Per quanto io mi sforzi non riesco a capire nulla.
-forse sì, forse no, perché dovrei dirtelo?-
-dovresti dirmelo perché … - fa una pausa e si avvicina pericolosamente a me. Ingoio quel poco di saliva che ho in bocca e poi cerco di ripetermi come si respira. Abbassa lo sguardo allunga la mano. – … ho il tuo cellulare .- lo ha preso dalla mia tasca e ora me lo sventola davanti agli occhi con un sorrisetto beffardo.
-dammi il cellulare, Luke. - mi avvicino allungando il braccio
-e perché mai?- allunga sempre più il braccio e io non riesco a raggiungerlo così mi aggrappo al suo polso, ma nulla.
-ok, ho spento la tv perché non capivo, ora dammi il cellulare.-
-no .- dice maneggiandolo tranquillamente
-allora tienilo .- non mi arrendo e appena è distratto gli do una cuscinata in faccia.
-ora te la faccio pagare!- prende anche lui un cuscino lì vicino (da dove è spuntato?) e mi colpisce lo stomaco.
-ora ti do tante così tante cuscinate che nemmeno tu ti riconoscerai per quanto ti ho distrutto la faccia!- ci impiego un po’ a formulare la frase e poi ricomincio a colpirlo.
Continuiamo così finché vengo afferrata per i fianchi e ricado sullo stomaco del mio vicino.
Una situazione strana ci coinvolge e ci coglie impreparati, è come se i nostri sguardi non potessero fare a meno di studiare ogni piccolo dettaglio dell’altro. La sua mano si avvicina al mio viso e ripassa delicatamente la linea della mascella, gli zigomi, la zona intorno alle labbra (che mi provoca diversi brividi) mentre io continuo a studiare i suoi ochi e la sua espressione così concentrata e curiosa.
Sembra tutto perfetto, finché il suo iPhone vibra più volte costringendolo a rispondere, faccio per alzarmi, ma Luke vuole che io stia lì sul suo stomaco.
E’ una chiamata di facetime .
-Ciao Calum .- dice Luke cercando di nascondere l’espressione da “ehi bro, mi rompi un po’ le palle in questo momento, perché non chiami domani?” ovviamente Calum non percepisce.
-Ciao Lukey .- afferma contento il ragazzo sullo schermo
-come mai mi hai chiamato a quest’ora?-
-volevo sentirti prima di andare a letto.-
Tento di osservare Calum alzando il collo. Solo Dio sa che maledetto dolore al petto mi è venuto guardandolo senza maglia e coi boxer attraverso lo schermo, dico, non potrebbero vestirsi di più? Bastardi.
-non avevi quella cena importante di tua sorella stasera?-
-bro, è domani e poi forse riesco a stare a casa per andare da Michael.-
-oh, è vero .-
-hai pitturato la camera? Non è mai stata verde!-
Panico, panico, panico.
Mi alzo e mi sistemo di fianco a lui cercando di sembrare in buone condizioni.
-infatti sono nella camera degli ospiti .- gira un po’ il cellulare per includermi nell’inquadratura; sorrido timidamente e saluto.
-oh, ciao Ronnie .- mi saluta ricambiando il sorriso –vi ho … interrotti?- chiede sorridendo malizioso.
-no, no, no .- diciamo all’unisono per poi voltarci uno verso l’altro a sorridere
-interrompere cosa? Andiamo Calum non pensare male.-sogghigno riguardando Luke
-ora devo andare, notte ragazzi. Divertitevi .- chiude la chiamata prima che possiamo solo provare a replicare. Si vede che l’ha fatto per lasciarci soli.
-che scemo.- affermo buttandomi contro il muro dov’è sistemato il letto.
-già .- sussurra appena bloccando l’iPhone –ecco .- mi allunga il mio telefono .
-grazie .-Ora siamo imbarazzati come non mai
-forse è meglio che … -
-no, ti prego, fammi un po’ di compagnia .- gli blocco il braccio.
Si risistema accanto a me .
-oggi ho parlato tanto di me, ora tocca a te .- affermo io.
Così iniziamo a parlare di argomenti che vanno dai più insulsi ai più seri, cose neanche toccate a pranzo tipo il gusto di gelato preferito o per che squadra di calcio tifiamo oppure mi chiede da cosa derivi tutta la mia insicurezza, così gli parlo di tutta la gente che nella scuola si prendeva gioco di me.
Lo costringo a parlare di sé perché continua a cambiare argomenti e poi comincia a raccontarmi della sua famiglia, della sua scuola e delle sue ex ragazze (il mio argomento preferito, eh già).
Mentre mi racconta di come viveva questa cosa del tour io mi accoccolo alla sua spalla e dopo aver sussurrato "grazie per la felpa e per la compagnia"
cado tra le dolci braccia di Morfeo, o in quelle di Luke? Non so.
L’importante è che stranamente mi sento al sicuro e non vorrei mai andarmene da queste braccia.

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WEI YEIIIIIII
Ciao a tutti,
alloraaa inizio di nuova storia che mi è costata un mese e passa di lavoro.
Intendo pubblicare il prossimo capitolo entro l'inizio scuola perchè prevedo che i primi giorni di liceo sarò talmente indaffarata da non riuscire ad andare avanti.
NUOVA STORIA SUI 5SOS ALE'.
Non prendetemi per narcisista perché ho messo me stessa come protagonista, l'ho fatto perché nasce da i tipici sogni prima di andare a letto AHAHAHAHAH
Comunque ho inserito anche due delle mie più care amiche che hanno letto l'anteprima e mi hanno dato suppurto durante la scrittura
Ok, tornando alla storia, chi mi dice qualcosa? Vi piace?
E' noiosa? Avete suggerimenti per il prossimo capitolo? SI PLISSS AHAHAHHAHA
Recensite, ma con più di 10 parole, me lo fate questo favorino?
spero che boh vi piaccia spero che la seguiate perché sarà una fanfiction da cinque capitoli, con capitoli abbastanza lunghi.
Ah, comunque mi dite la vostra parte preferita? piss
Ok, Vado.
Vi amo di già,
Ronnie.


 

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Capitolo 2
*** two. ***




So close but so far away.

two.

 
-sei sicura?- chiede lui
-sono pronta, ma fa tanto male?- domando io
-no, no, solo all’inizio, poi ti abitui.- annuisco
-allora facciamolo .-
-1 … 2 … 3 … vai!- mi dice Luke.
 Prendo i nachos e li infilo nella salsa piccante, all’inizio non è così doloroso, in seguito mi sento il fuoco in bocca, la lingua sembra si stia sciogliendo sotto al calore del peperoncino .
-oh dio, paffami il latte, ora! – dico con la lingua insensibile, butto giù un intero bicchiere di latte e per un momento sembra che il bruciore si attenui poi non sento più sapori –dimmi, perché ho accettato di mangiare messicano?- chiedo
-perché hai detto che volevi le fajtas.- dice lui facendo spallucce.
-oh, già, quelle sì che sono buone, ma ora non me le potrò più godere per colpa di quella maledetta salsa .- esclamo scoccando un’occhiata truce al recipiente mentre mi alzo dal divano.-vado a controllare che casini fanno quelli. – sistemo il cappello che ho in testa, mi ricorda molto la mia famiglia, mi fa sentire meno la mancanza di casa. Me l’ha fatto mia nonna. L’ho messo in valigia di nascosto perché mi mamma mi ha riso dietro quando l’ha trovato nell’insieme di vestiti da portare nel viaggio. Comunque mi serve per risentire l’odore di casa perché mi manca tutto.
Dopo essermi persa nei pensieri della mia famiglia entro in cucina trovandomi i tre ragazzi intorno alla pentola che fanno commenti tipo “ma la salsa deve uscire così?” oppure “è normale che sia così il pollo?”
-cosa state facendo a quel povero ripieno?- dico spostandoli e rubando il cucchiaio di mano a Calum.
-pensiamo di aver combinato un pasticcio .- afferma Ashton grattandosi la nuca.
-per me è buonissima .- ribatte Calum – ma loro non mi credono. -
Prendo una manciata di salsa con un pezzeto di pollo e lo assaggio.
Ashton sa in parte a me guardandomi con paura che io cada stecchita al suolo.
-è buona, ragazzi, mancano solo i fagioli neri ed è a buon punto, anche il formaggio si sta sciogliendo bene, siete bravi, dai .-rispondo lavando il cucchiaio e ridandolo a Calum.
-vedi, Ashton? Io cosa ti avevo detto !- gli urla
-anche Michael non si fidava dei tuoi intrugli e non gli dici nulla?- urla a sua volta
-ma che c'entro io?- domanda il povero Mike.
-ZITTO MICHAEL!- urlano i due all’unisono.
-devi smetterla di prendertela con me, Calum sei davvero insopportabile!-
-senti chi parla! Smettila di fare la vittima!-
Assisto alla scena trattenendo le risate . Richiamo Michael che guarda la scena quasi sconvolto .
-io vado di là .- gli sussurro.
-vengo anche io, non riesco ad assistere a questa scena così ...– si ferme guardando i due che ancora urlano - ...imbarazzante .- risponde sussurrando a sua volta.
-andiamo, Mike .- mi intrufolo sotto al suo braccio e andiamo in salotto dove Luke sta ancora guardando la tv .
Mi avvicino a Michael e gli sussurro di fingere che ci sia un problema in cucina . Lui annuisce sorridendo.
-oddio, Luke!- urla Michael fingendosi sconvolto
-cos’è successo, Michael?- domanda disinteressato.
-non è facile da dire, ma, ehm, abbiamo rovinato la cucina, nulla di grave, è solamente tutta sporca di salsa  e abbiamo ammaccato la pentola, ma nulla di grave . Ah, già, abbiamo anche rotto un armadietto con la pentola .- rispondo io cercando di non ridere, da piccola sono sempre stata definita come una “brava attrice”, ma ora non riesco nemmeno a dire una bugia perché scoppio a ridere. Tutto sommato sembra che se la sia bevuta, dato che ci volta verso di noi con una faccia terrificante e due occhi sgranati . Missione compiuta .
-COSA AVETE FATTO?- domanda correndo in cucina. Io e Michael ci dividiamo perché passa proprio nella nostra direzione, preoccupato come non mai.
 Ci fissiamo un secondo e andiamo in cucina a osservare la scenda di Luke che se la prende con Calum e Ashton che urlano che è tutto a posto, mentre noi crolliamo per terra ridendo come trichechi (soprattutto io) . Quando mi tolgo le lacrime dal viso vedo che ci sono tre persone a guardarci con uno sguardo che brucerebbe anche le pietre. Manco avessimo dato seriamente fuoco a casa. Poi quei due non stavano mica litigando?
-vi diamo un minuto di bonus per cominciare a correre, io e Calum pensiamo a Michael, Luke, tu prendi la piccoletta .- dice Ashton osservandoci con finto odio.
Così cominciamo a correre su per le scale e io, sentendo i passi pesanti dei tre ragazzi che salgono le scale, scappo nel bagno e lo chiudo; poi comincia una corsa stile cartoni animati, dove si entra in ogni singola stanza del corridoio: dalla camera padronale a quella degli ospiti, dal bagno allo stanzino, poi riesco finalmente a bloccarmi in una camera mettendo una sedia a chiuderla.
La camera di Luke.
Mi perdo ad osservare tutti i poster degli All Time Low, degli Sleeping With Sirens e dei Green Day, i milioni di CD e le varie cose che arredano la camera: chitarre, un computer, vestiti ovunque. Mi dicevano che è molto ordinato(sarcasmo). Diverse foto di lui con i ragazzi, con la famiglia e anche diversi cartelloni di fans e poi tipo una decina di peluches di pinguini.
Penso a quante cose saranno successe qui, con i ragazzi, chissà che avranno fatto in questa camera, chissà che ragazze ci saranno state in questa camera.
A questo pensiero la gelosia si impossessa del mio corpo e comincio a mordermi con nervosismo il labbro, chissà quante ragazze avrà baciato in questa stanza. Chissà quanto sono deficiente a pensare queste cose.
Eh già sono proprio cotta, ma proprio tanto.
Improvvisamente la sedia cade e un Luke tutto rosso in viso appare saltandola e venendo nella mia direzione con un leggero fiatone.
-sei in trappola .- afferma ridendo. Ormai sono due settimane che ci conosciamo e sa tutto di me, una cosa quasi incredibile. –ora inizia la tortura vera .- il solletico, che sia maledetto il giorno in cui lo scoprì.
-no, Luke, stammi lontano, smettila, allontanati!- rido indietreggiando e ricadendo sul letto ancora disfatto. Mi appiccico al muro e prendo il cuscino per farmi da scudo e mentre lo posiziono tra le ginocchia ripiegate e il viso il suo profumo mi inebria, riempiendo il mio naso e ubriacando il mio cervello. Assaporo ancora e ancora il suo profumo premendo il cuscino contro il mio viso e facendo come faccio spesso col suo petto, la sera, quando viene nel mio letto, come la prima volta a parlare, ridere e scherzare. Detto così sembra chissà cosa ma in realtà stiamo seduti vicini nel letto e ogni tanto gli metto la testa sulla spalla o lo abbraccio quando siamo sdraiati . Pensare che sono già passate due settimane. Ho sempre detto che rimanevo un mese, ma, in realtà, sono esattamente 6 settimane di permanenza, era meglio dire un mese più che un mese e mezzo, credo. Perché mi sto perdendo in questi lunghi discorsi? Sono messa peggio di una logorroica psicopatica.
Mi toglie il cuscino e salta sopra al letto facendomi sussultare.
-guai a te se mi fai il solletico!- urlo scalpitando
-ok, non lo faccio, ma tu prometti di dire che l’ho fatto? Non voglio seriamente torturarti, sarei davvero un cattivo amico se facessi ciò.- eh, è stato più facile del previsto.
-certo, dirò che sei stato il torturatore più cattivo di tutti i tempi .- dico battendogli il pugno e facendolo “esplodere” come mi ha insegnato mio cugino. –però è stato troppo facile.- mi mordo ancora le labbra.
-se vuoi il solletico te lo faccio.-
-no no, per l’amor di dio, no .- mi risistemo la berretta che a forza di correre è caduta non so quante volte.
Mi ruba la cuffia mentre io urlo un leggero “ehi! Potevi chiedermela, almeno” lui fa spallucce
-mi piace troppo .- si giustifica.
-dirò a mia nonna di fartene una .- gli dico io.
Luke appoggia delicatamente alla mia spalla con la testa (cosa che fa spesso e che mi provoca dolorose fitte allo stomaco, bastardo, lo fa apposta). Veronica Pomodoro mode on.
-forse sarà meglio andare a controllare come procede il ripieno delle fa ...-faccio con voce persa e imbarazzata; non finisco la frase che Luke mi attira di nuovo a sé .
-se ne occupano i ragazzi, sta qua con me. – mi osserva facendo il labbrucio.
-come mai tutta questa dolcezza oggi, Hemmings?- chiedo. Sorridendo
-ehi, sono sempre dolce nei tuoi confronti.- e cambia posizione prendendomi sottospalla e stringendomi contro al suo petto.
-sì, dai . Grazie ancora per avermi prestato la maglia .- dico stringendolo ancora di più per ringraziarlo
-in realtà sei tu che me l’hai rubata, ma, dettagli .-
-ti voglio bene anche io. - mi stringo più a lui
-cambia pure argomento.- apro la bocca per ribattere, ma delle urla mi interrompono.
Ci fissiamo e corriamo giù dalle scale.
-oh mio dio, ho la lingua che brucia, coglione, perché me l’hai fatta mangiare senza i nachos?! F… - non si intuisce l’ultima parola, ma percepisco un fanculo .
 La delicatezza di Michael Clifford, gente.
Credo sia la rivendica dei ragazzi. La miglior rivendica di sempre, però, povero Clifford, mi dispiace un po’ dato che io e lui ormai facciamo squadra contro i cattivi. Trattengo una risata
-fatemi smettere di ridere!- urla Calum steso sul pavimento con una mano sullo stomaco.
Faccio per dirigermi in cucina, ma noto che avevo preso per mano Luke mentre scendevamo. Mi volto arrossendo e trascinandolo con me a preparare il nostro pranzo. Gli altri sono troppo messi male per riuscire ad arrotolare le fajtas.
-io metto il ripieno tu le arrotoli, ok?-
Lo guardo per ottenere conferma .
-va bene, capo .- dice prendendo l’occorrente .
Suona il campanello, so già chi è.
Corro in salotto e apro la porte
-GIORGIA!- urlo saltandole al collo
-RONNIE!-ribatte lei stringendomi. Nonostante l’età sono più alta di lei di circa 9 cm .
Facciamo queste scene come se fosse da una vita che non ci vediamo, in realtà due giorni fa è venuta qui a cena.
-Ciao Gio .- gridano i ragazzi in salotto.
-ciao .- dice timidamente quasi in un sussurro. Non si è ancora abituata a sentire i ragazzi che la chiamano così. Soprattutto Michael, che la guarda leggermente perso. So che lei è cotta, ma di lui non so nulla.
-andiamo in cucina.- le dico in italiano.
-ok, ma non c’è la mamma di Luke?- domanda nella stessa lingua.
-è via a fare non so cosa .- rispondo facendo spallucce.
-capisco. Hai sentito tua madre?- chiede lei
-ehm, ieri le ho detto che sto studiano benissimo la lingua, che la famiglia è simpatica e nulla, è felice .Tu hai sentito i tuoi?-
-anche io ieri, ho saputo che mio fratello si è rotto un braccio cadendo dalle scale, idiota.-
-non si è rovinato la faccia, vero? Oddio è un figo da pa … -
-ciao Gio. – ci interrompe Luke
-ciao Luke .-
-finisco dopo.- ora torniamo a parlare in inglese .
-no, ora mi dici perché sarebbe un peccato se mio fratello si fosse rovinato la faccia . E’ un figo da … ?- stronza, l’ha detto inglese per far sentire a Luke, la uccido. Capisco che la mia teoria è giusta quando io la fulmino con lo sguardo e lei sorride dolcemente. Che bell’amica che ho.
-dicevo che è un figo da discarica, sarebbe meglio se si fosse rotto la faccia, magari gliela sistemano.- dico in inglese – come farò io con la tua .- continuo in italiano per far capire solo a Giorgia.
-sei meschina!-urla lei.
Luke ci guarda con un sopracciglio alzato.
-ok, riprendiamo con la preparazione del pranzo.-
Ancora abbracciata a Giorgia ricomincio a dare ordini .
-io metto la salsa, Luke arrotola e mette lo stuzzicadenti, Giorgia le fa scaldare sulla piastra.-
-va bene .- dice Luke “strappandomi” da Gio con fare geloso.
-allora, cominciamo .- dico io tranquillamente
Nel giro di una ventina di minuti siamo già a tavola a mangiare quello per cui abbiamo sgobbato tutta la mattina.
-oddio, sono buonissime!- afferma soddisfatto Ash.
-concordo .- dice Giorgia.
-ehi, ringraziatemi, sono io che ho fatto la salsa!- urla Calum offeso.
-bravo Calum, vuoi anche l’applauso?-domando. Annuisce. Batto una volta le mani –ecco a te .- gli faccio la linguaccia.
Il pomeriggio passa in fretta.
“Seduta” sul divano con le gambe distese su Luke osservo le mie converse verdi fluo e poi torno a osservare l’unico paio di leggins presenti nel mio armadio, li ho indossati perché faceva troppo caldo per gli altri pantaloni, poi l'altra metà stava a lavare, però non so perché li ho messi in valigia dato che (almeno secondo me) segnano tutte le cosce, coperte fino a circa a metà dalla maglia di Luke. Giorgia mi ha fatto i complimenti, mi io mi chiedo ancora quanto sono coerente. Quanto gente c’è che odia sé stessa e indossa un paio di leggins? Oh, io.
Il mio “poggia piedi” vede la mia espressione poco convinta che osserva le gambe e si avvicina leggermente a me sussurrandomi all’orecchio “è inutile che ti guardi con quello sguardo inorridito, sei bellissima vestita così” e quando mi sfiora con le labbra divento tutta un brivido.
Sorrido imbarazzata come non mai dato che noto Calum che distoglie lo sguardo con un sorriso stampato. Ricordatemi di ucciderlo.
E’finito nella mia lista, giusto giusto sopra al mio dentista, ovvero in prima posizione.
Presto mi alzo per andare a bere qualcosa e in codice segreto dico a Giorgia di seguirmi senza farsi notare. Ci scambiamo uno sguardo di intesa e in poco tempo mi ritrovo a dover pulire il casino fatto con l’acqua.
-allora, dopo questa lunga sclerata devo intuire che lui ti piaccia davvero molto.-
-spiegami, non lo avevi ancora capito quando ti ho raccontato cos’è successo la prima notte? Messa bene come il tipo della pubblicità della “Enantium”-
-sì, ma non credevo così tanto. Grazie, sempre gentile.-
-dopo due settimane passata attaccata a lui 20 ore su 24 credo che la cosa sia diventata più che evidente, anche lui se ne sta accorgendo e anche Calum se n’è accorto dato che ci fissava sorridendo.-
-non me ne ero accorta .-
-ci credo, hai occhi solo per Michael! Comunque la faccenda si fa sempre più imbarazzante.-dico io tornando di là. Mi manca parlare italiano tutto il tempo. 
-non è vero. Ok, forse solo un po’, ma è davvero perfetto.-
-sei innamorataa!- urlo. Ci guardano tutti storti dato che nessuno capisce il discorso.
-se non la smetti ti faccio fare la fine del mio gatto.- il suo gatto, il gatto che a sette anni buttò nella vasca dei pesci e fece morire perché mentre lo  teneva sott'acqua urlava “VAI NEMO, TRASFORMATI IN PESCIOLINO!”
-sei una persona orribile.- torno a sedermi guardandola con disgusto, per poi tornare a sorridere notando che tutti stanno facendo la stessa cosa.
-che facciamo?- urlano Calum e Ashton.
-guardiamo un film!- suggerisce Michael seduto vicino a Giorgia.
Io e Luke ci fissiamo dato che qualche giorno prima aveva comprato “Ted”
-hai già capito .- gli dico sorridendo.
Fa partire il film e passiamo il pomeriggio tutti lì sul divano a ridere.


Il resto della giornata scivola via e tutti se ne vanno.
Anche i giorni successivi passano come niente tra strane situazioni e giornate di ozio.
Ormai il mio letto è diventato pubblico dato che entrano tutti, soprattutto il carissimo Luke che viene sempre a scroccare il caldino delle mie lenzuola. Quando la mattina è con me sotto alle coperte “lo costringo” spesso a ascoltare Sheeran, ma ci sono anche mattine in cui sono troppo stanca per ribattere e quindi ascoltiamo qualcosa dal suo iPhone.
Passiamo così tutte le mattinate di una settimana: ascoltando musica, soprattutto Ed, ogni tanto lo sento canticchiare, quando lo fa mi soffermo sempre a osservare le sue varie espressioni e quando si volta verso di me spesso mi giro e fingo di chiudere gli occhi, altre lo guardo sorridendo leggermente.
I pomeriggi non li passiamo mai soli, ci sono sempre Giorgia e i ragazzi in giro per casa, un solo pomeriggio siamo stati senza di loro, ma c’era Liz in giro e abbiamo dovuto fare diverse cose.
Un giorno, a casa di Michael, si verifica un episodio abbastanza strano. Io sono in cucina, arriva Luke che mi abbraccia da dietro.
-devi smetterla di fare il passo da gatto, io mi spavento, ok?- urlo mettendomi la mano sul cuore.
-non ci posso fare niente se tu non mi senti .- fa spallucce
Mi affaccio al frigorifero come fosse casa mia e prendo due bottigliette d’acqua
-prendi.- gli dico lanciandone una. Penso un attimo. –tutto questo finirà, tra un mese, tornerà tutto alla normalità, io la sfigata senza amici e tu di nuovo il membro dei 5 seconds of summer che sono presi dalle registrazioni dell’album di debutto e io ritornerò a stare a casa a piangere sperando di potervi vedere ancora una volta mentre voi mi scorderete presto .- sorseggio l’acqua con nonchalance, come se avessi appena mandato verbalmente a quel paese un sordo.
-non ripeterlo nemmeno per scherzo, Ronnie . Lo sai che io e i ragazzi non potremmo mai farti una cosa del genere, hai anche i nostri numeri di cellulare, ci possiamo sentire ovunque, anche su twitter, su facebook, su skype, su facetime anche via posta se volessi.- dice lui severo osservandomi, io non ricambio perché abbasso lo sguardo, colpevole di aver dubitato non solo di lui, ma anche di Ashton, Calum e Michael, i quattro ragazzi più meravigliosi al mondo. –non pensarlo più, ok? Non potremmo mai dimenticarti, mai.- ripete lui stingendomi contro il suo petto, scoppio a piangere stringendo la sua schiena, sentendomi sempre più colpevole di un atto così grave quanto la non fiducia nei confronti dei ragazzi .
Alzo il viso e cerco di sorridere come posso, tirando su solamente un angolo della bocca.
-io, io non so dirti che mi è preso, è che tutti, tutti si scordano di me, tutti mi escludono dalla loro vita appena mi sposto un attimo e io non voglio che voi lo facciate, soprattutto ora che vi ho trovato, soprattutto che ora so che è tutto vero, non voglio e non posso .- affermo con le lacrime che sgorgano come fiumi in piena.
-e da quando io sarei quel tutti? Ricordati che ogni volta che avrai bisogno di me, non importa la distanza, il fuso orario o i miei impegni, io sarò lì per te e ogni volta che ti sposterai io ti riporterò da me .- rimango senza parole dopo questo discorso . Avvicina una mano e toglie ogni residuo di lacrima dal mio viso, poi la tiene sulla guancia, si avvicina, le nostre labbra sono a si e no 2 cm .
-ehm … ehm … - fa Calum sull’entrata della cucina. Ma sempre a guardarci sta sto qua? –scusate se vi ho interrotti, come con facetime .- entra e prende una Fanta.
-devi smetterla di pensare male, Calum . Stavo dicendo che quando me ne andrò da qui sarà come se nulla fosse accaduto perché non sono una persona che lascia il segno e poi Luke mi ha sgridato dicendomi che non è per niente vero, così io mi sono sentita in colpa e sono scoppiata a piangere sulla sua maglietta così dopo mi ha tolto le lacrime e, basta, questa è la storia. – qualcuno mi metta un freno. Dovrebbero mettere anche a me i 140 caratteri.
-lo sapevi che non avremmo mai fatto una cosa del genere!- si avvicina e mi allontana da Luke –e smettila di tenertela tutta per te, devi condividerla un po’!- esclama Calum stringendomi e facendo come per nascondermi.
-aw, grazie Calum. Scappiamo in America io e te e viviamo in una casa stracolma di cani!- faccio io tutta contenta
-possiamo, Luke?-
-no, guai solo a te se ci provi .-
-quanto mi sento amata!- smuovo la testa per far andare indietro i capelli. Brutto vizio.


A fine della terza settimana il tempo non è il massimo, ma tutti decidiamo di prendere e fare qualche giro dell’isolato per accompagnare Giorgia a casa, giustamente è troppo poco normale andare a piedi, quindi due dei quattro cretini sono andati in monopattino (i più grandi, mi sembra giusto) mentre Calum faceva un keek; io e Gio ci siamo spostate perché non vogliamo assolutamente finire sul keek dei ragazzi.
-CIAO!- urla Cal tenendo l’iPhone.
-heila!- fa Ash. Si scambiano iPhone e monopattino. -oggi siamo in giro per la città con degli amici – fa riferendosi a noi . –e .. Calum! Smettila di fare l’idiota!- dice tra le risate vedendo Michael e Calum che stanno facendo gli stupidi su un monopattino –e oggi stiamo facendo una salita in monopattino, un’idea geniale .- mi scappa una risatina orribilmente sonora . –ora è meglio andare perché stiamo per fare una gara, vi amo!- urla salutando, così come tutti gli altri membri della band.
-chi arriva primo deciderà che mangiare per cena .- dico io ai ragazzi. –se arriveranno prima quelli con il monopattino decideranno il film, se arriveranno prima quelli di corsa decideranno se fare i biscotti .-
I ragazzi si sistemano e al nostro via partono, più veloci del vento . Primo si arrende Mikey che si ferma dopo poco metri. Gli altri fanno fatica, ma per primo arriva Luke, seguito da Ashton e Calum alla pari.
Arriviamo anche noi alla salita e poi, tutto d’un colpo comincia a piovere. Senza preavviso ognuno prende e corre da parti opposte.
Io ricorro giù dalla salita e davanti a me c’è Luke, svolta in un angolo e mi tira dentro. In un attimo mi ritrovo incollata a lui, a pochi centimetri di distanza. Mi stacco e mi appoggio al muro opposto rispetto al suo.
-era prevista una sezione di ginnastica sotto alla pioggia?- domando
-credo di no. - attimi di silenzio in cui riprendiamo fiato . Mi rialzo e mi avvicino a lui trovando il coraggio di parlare. Devo dirgli ciò che provo, quando mi ricapita di beccare la pioggia?
-Luke, devo dirti una cosa- comincio a sfregare i palmi e a mordermi le labbra.
-sentiamo .- dice
-dopo il discorso a casa di Michael ho pensato tanto e … - cerco di riprendermi, non trovo le parole, quindi vado dritta al sodo -Sei speciale, non ti voglio perdere .- affermo io dopo svariati minuti silenziosi andando ad osservarlo da vicino. Non era in programma tutto questo.
-nemmeno io .- risponde . Delicatamente scosta una ciocca bagnata che copriva il mio occhi sinistro .
-sei perfetto .- sussurro io mentre mi avvicino per abbracciarlo.
Si abbassa delicatamente all'altezza mio orecchio e mi sussurra -baciami .-
Io incredula rispondo -cosa?-
-baciami .- ripete. Niente di tutto questo era in programma, ma, in questa vita, cos’è in programma?
Sorrido senza sapere che fare, ma delicatamente si avvicina a me e fa combaciare le nostre labbra, io circondo il suo collo con le braccia alzandomi leggermente sulle punte mentre lui posa una mano sulla mia vita e una sulla mia nuca.
Lo stomaco si contorce, il cuore accelera e le gambe tremano tanto che non credo che riuscirò a sostenermi ancora per molto.
Pochi minuti dopo separiamo le nostre labbra sorridendo. Il mio primo bacio l’ho dato seriamente a Luke Hemmings, o era un sogno? Non è che ora salta fuori mia nonna che sputa fuoco e che mi manda in una scuola dove mi lanciano libri? Oppure ora riapro gli occhi e mi ritrovo nel letto al piano di sotto dove sto sempre d’estate.
-se è un sogno, ti prego, non svegliarmi .- sussurro io. Sono appoggiata alla sua fronte e ho gli occhi chiusi.
-se fosse un sogno sarebbe il più bello della mia vita .- risponde continuando ad accarezzare i miei capelli bagnati.
-allora è questo quello che cercavi di fare a casa di Michael tre giorni fa?- domando io curiosa
-forse sì, forse no .- dice con un sorriso mozzafiato. –allora è per questo che ogni volta che mi avvicinavo a te cominciavi ad avere i brividi .-
-ho una cotta per te dal primo giorno, possibile che non te ne sei accorto, Lucas?-
-l’ho capito quando hai odorato il mio cuscino per cinque minuti buoni .-
-ehi, non è vero! Forse due, ma non cinque .- rispondo incrociando le braccia con fare bambinesco.
-comunque l’hai fatto.-
-e tu hai provato due o tre volte a baciarmi quindi ho vinto io, caro il mio Luke .-
-non puoi dirmi che ti dispiace il fatto che abbia tentato di baciarti, perché non ti crederei nemmeno se me lo giurassi!-
-ok, non mi dispiace ottenere queste attenzioni da te, ok? Ora avviamoci verso casa perché non voglio il raffreddore.- affermo mettendomi sotto al suo braccio – ma prima .- mi riavvicino e gli strappo diversi baci, intanto lui mi prende e mi fa girare. –basta, basta, mi gira la testa!-
-allora avviamoci a casa, saranno tutti lì ad aspettarci .Dobbiamo fare i biscotti, giusto?-
-giusto.- ribatto io.
Andiamo verso casa abbracciati e,per la prima volta, non mi importa chi ci vede, non mi importa se mi insultano e mi prendono in giro, se mi indicano e mi guardano inorriditi l’importante è che ora so che qualcuno mi vuole bene per ciò che sono, ora capisco quelle canzoni d’amore che sembravano solo miele fino a qualche settimana fa. Ora so che significa amare e voglio cominciare con Luke, voglio fargli vedere quanto questo conti per me e che lui non è Luke dei 5sos, ma Luke Hemmings quello che mi ha visto in pigiama, sporca di marmellata e a pezzi, colui che mi ha giurato di esserci sempre nonostante tutto e colui che mi ha sgridato per aver solo pensato che mi potessero dimenticare.
Il viaggio verso casa è silenzioso, ma non il tipico silenzio, uno che ha le sue parole da dire, ci guardiamo continuamente e lo tengo sempre più stretto, come se avessi paura che arrivasse qualcuno a portarmelo via. Non sarebbe la prima volta che qualcuno mi ruba una cosa a cui tengo.
Ad un certo punto comincio a ridere, senza motivo, solo perché questa situazione mi sembra quasi esilarante.
-perché ridi?- domando lui fermandosi
-perché non mi sembra vero tutto questo e soprattutto perché ripensandoci non sei un maestro nel far capire le tua emozioni, non avrei mai pensato che ti piaccio.-
-sono solo un bravo attore, tutto qui . Tu no, lo si capisce subito quando hai una cotta .- ha beccato il mio punto debole
-come fai a conoscermi così bene, insomma sono solo tre settimane che ci conosciamo e sembra che abbiamo vissuto insieme una vita!- approfitto di questo momento per assaporare un’ultima volta quelle dolci labbra che un milione di ragazze sognano. Pensare a tutto ciò mi fa sentire, strana. Si potrebbe dire che sono “una su un milione”.
-sei facile da capire, i tuoi … - si ferma un attimo guardandomi negli occhi – i tuoi occhi, sono loro come un libro aperto . E poi sei una molto emotiva, devi ammetterlo .-
-un pochettino sì, ma solo un pochettino .- dico accompagnando la frase con il gesto.
-se mia mamma scopre che stiamo in giro con questa pioggia mi uccide .- rido.
-guarda il lato positivo, almeno saremo nel letto insieme con l’influenza!-
-cammina, và. - dice scherzando.
Torniamo a casa fradici. Sotto lo sguardo di tutti che ci guardano male
-ci stavamo preoccupando! Dov’eravate?- dice uno.
-spiegatemi che ci facevate in giro con questa pioggia!-ribadisce l’altro.
-c’è tempo per le spiegazioni. Intanto io vado a cambiarmi.- dico a tutti
-anche io. – prima di entrare nelle nostre camere ci scambiamo uno sguardo divertito e entriamo. Mi chiudo la porta dietro alle spalle.
Mi avvicino all’armadio dove è sistemata la roba e tiro fuori la felpa della converse, una maglia con la stampa, opto per dei pantaloni della tuta e le vans. Entro in bagno portando anche il cambio di intimo e calze.
In quel momento sento la porta aprirsi e richiudersi con forza.
-insomma, che vi è saltato in mente?-
-niente ci siamo solo … - sospendo la frase aprendo la porta, infilando il cappello - … baciati
-ah o.. COSA?! Insomma, vi lasciamo soli un ora e voi vi sbaciucchiate?
-sembra di sì .- faccio spallucce ripensando a un ora fa. Incredibile, io, la ragazza senza amici, che non è mai piaciuta a nessuno, la ragazza insicura e che diventava qualcun altro pur di piacere ora ha baciato il ragazzo più perfetto del mondo. La situazione si è rivoltata, ora sì che la mia vita cambia.


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HEILAAAA
Ora sapete che sono anche una grande bugiarda :,)
Lol comunque dovevo andare avanti, ma ho deciso di fare un altro capitolo perché non riuscivo a collegarlo lol
Vabbuòò, oraaaaaaaa grazie per le recensioni di @larrysfeels  @harryskatniss @skyscraper_warrior @Katniss__ @lifesperfume e ovviamente TANTANTANTAAAN CCMONSTYLES E DELOSLIGHTTSS.
ANCHE A VOI CHE SEGUITE E AVETE NELLE PREFERITE, VI ADORO.
ORA SCAPPO, APPENA POSSO MI FACCIO SENTIREEE

Ronnie.

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Capitolo 3
*** three. ***


So close but so far away

three.

 
-sta uscendo davvero bene, giuro che quando avremo finito saremo i primi a farvi sentire ogni canzone!- dice Ashton sovraeccitato per la scrittura del loro primo album 
-chissà quanto dovremo aspettare!- rispondo bevendo la Coca-Cola
-sei proprio simpatica oggi.- commenta Calum di fianco a me
-è solo perché mi hai pagato il cibo, te ne sarò per sempre grata, mio padrone.- gli lancio una patatina in bocca ridendo quando sta per farla cadere.
-ero in debito, io rispetto le scommesse.- fa spallucce rubandomi un'altra patatina. Rido ancora dandogli una pacca sulla spalla.
Mi appoggio alla spalla di Luke il quale ha fatto silenzio tutto il tempo, accennando piccoli sorrisi di tanto in tanto. Mi lascia un bacio trai capelli, poggiando la testa contro la mia.
Tra qualche settimana quelle falde azzurre, cristalline come il cielo estivo senza nubi non saranno più mie, non mi daranno la forza di affrontare un’altra giornata, le labbra sottili e morbide saranno solo un lontano ricordo accompagnato dalla sua intensa risata, la cresta sempre alta e baciata dal sole sarà solo pixel e la sua felpa, quella che mi ha regalato, saprà, oltre che della sua pelle, di un amaro ricordo solcato da una distruttiva distanza.

Spero di non illudermi pensando che anche a lui mancherò, che proverà nostalgia per le mie guance paffute che ogni tanto morde, ma poi bacia, seguendo il percorso delle piccole lentiggini, magari ripenserà ai miei occhi “sporchi”, quell’azzurro che è invaso da una strana cerchia di marrone intorno alla pupilla, penserà nuovamente alle mie braccia intorno alla sua vita, strette e sicure, godendosi ogni istante di quel ricordo.
-i miei sono fuori città, vi andrebbe di venire a casa mia?- dice Michael sorridente dopo un bacio con Giorgia. Mi distraggo dai miei pensieri osservando Luke conoscendo già la sua risposta.
-sai che io e Calum possiamo sempre.- dice Ash battendo il cinque all’altro
-voi due?-ci chiedo Michael facendo spostare tutti gli sguardi su noi due
-devi chiedere a lui..- indico il mio ragazzo aspettando che risponda
-mi spiace, ma abbiamo altri programmi oggi pomeriggio, ci vediamo domani come detto.- mi sorprendo mentre gli altri ci guardano con uno sguardo quasi malizioso; Luke si infila i Ray-Ban neri. -andiamo?- mi domanda
-o-okay.- dico io infilando i miei non-ray-ban blu con le lenti a specchio abbracciando Calum e gli altri.
Corro verso Luke afferrandogli la mano e uscendo dal Burger King con lui.
-dove mi porti?- mi attira a sé mettendo il braccio intorno alla mia spalla, intreccio le nostre dita curiosa come una bimba
-te lo dico quando siamo più vicini.- sbuffo guardando i nostri piedi camminare in sincronia.
-ti piace farmi vivere nell’ansia?-lo osservo
-mi piaci tu. - mi guarda e scoppiamo a ridere per la melassa uscita dalla sua bocca, in seguito mi lascia un piccolo bacio sulla guancia.
-divento diabetica.- ride –ma quanto sei bello?- ricambio il bacio sulla guancia, staccando le nostre dita e portando tutte e due le braccia attorno al suo collo, continuando a lasciargli dei bacetti. Di scatto si volta e mi bacia sulle labbra, porta le braccia dietro alla mia vita e allaccia le sue mani sorreggendomi mentre sto in punta di piedi.
Ci stacchiamo, stavolta tenendoci la mano.
-certo che oggi fa freddino.-
-finché indossi solo quella con un paio di jeans.- indica la sua maglia con le maniche a tre quarti nere che sto indossando.
-ehi! Ho anche la tua felpa allacciata ai fianchi!- gli rinfaccio.
-e tenerla sui fianchi ti riparerà dall’aria di sicuro, Ro.- sorride
-certo che oggi sei un rompiscatole, Luke!- ritiro la mano incrociando le braccia sotto al petto
-quanto sei permalosa! Sono un ragazzo d’oro, perché tranne jeans, scarpe e intimo tutto quello che metti sono miei vestiti e io ti lascio fare, SEMPRE.- sottolinea l’ultima parola. Lo guardo e sorrido in modo spontaneo di fronte a ciò che mi fa provare.
Lui è come quel regalo che non ti aspettavi alla tua festa di compleanno, quel regalo che volevi tanto e che non avresti mai pensato sarebbe stato tuo perché troppo costoso e di valore; lui è quel regalo dalla vita che non aspettavo, di cui però sentivo un bisogno irrefrenabile, bisogno delle sue braccia, della sua voce, del suo respiro unito al mio, di lui, di un possibile noi.
Lui è quel sentimento a cui nessuno sa dare il nome, quello che sta tra il “ti voglio bene” e il “ti amo”, ma che non è nemmeno come un “mi piaci”, quella linea in cui ciò che provi lo si esprime in gesti e sorrisi e sguardi, non in parole, è come l’estate, è la mia estate, quella che a scuola aspettiamo sempre, quella che ci risucchia e ci cambia, lui è l’estate che combatte contro l’inverno che sono.

“call me lucky ‘cause in the end i’m a 6 she he’s a 10”
 
-oggi sei stranamente silenzioso.- confesso sovrappensiero
-sono solo poco in vena per le parole.-la sua mano è salda nella tasca dei pantaloni –ci siamo quasi, spero sarei felice, sono sicuro che mi ringrazierai.-
Mi blocco. –non vorrai spendere soldi per me?- gli domando mentre si volta verso di me, passandosi la mano nella cresta.
-dipende da ciò che scegli tu.-mi guarda
-non posso permettertelo.- non mi va che spenda milioni per me, non so nemmeno per cosa.
-non rompere le scatole e cammina.- mi spinge per le spalle e arriviamo a pochi metri dal Vans store di Sydney.
-tu non vorrai …?-mi volto verso di lui che sorride facendo spuntare una bellissima fossetta sulla sua guancia. Apre le braccia e mi fiondo verso di lui appendendomi al collo, mi alza, gli lascio dei baci sulla fossetta e poi su tutta la guancia, mi appoggio alla sua spalla e ridiamo, sembriamo idioti, mi sento la ragazza più fortunata del pianeta.
-so che ti piacciono le mie vans nere quindi ho pensato di farti un regalo prima che tu parta.- dice ancora attaccato a me, con il viso che combacia all’incavo del mio collo. – okay, ora stacchiamoci o non entriamo più.- entriamo mentre io scalpito come una bambina.
-siamo in paradiso?- guardo intorno completamente innamorata.
Ci avviciniamo alle vans e le provo felice come una pasqua. Le prendiamo e quando siamo su una panchina fuori sostituisco le converse con queste. Mi aggrappo alla sua vita ridendo per le scarpe identiche che indossiamo.
-che ho fatto per meritarti?- gli domando mentre passiamo in alcune stradine di Sydney
-sai che ti dico? Io non penso che la gente si “meriti” come mi hai detto te, penso che una persona la si trovi e basta. Tu non devi dire di avermi meritato, perché alla fine ci siamo solo trovati, in qualche modo abbiamo trovato i pezzi che combaciano e io con te ci sto bene, tu mi piaci, parecchio, non vorrei che partissi, ma devi. Provo un sentimento forte per te, Ro, qualcosa che non ha nome, però ti risucchia imperterrito anche se cerchi di sfuggirgli. Tu mi hai trovato, non è che mi hai meritato, mi hai trovato e basta, è questo il bello di tutto questo, non ci siamo nemmeno cercati.- cammina tranquillo passando di tanto in tanto la mano nei capelli o la lingua sulle labbra. Lui mi aveva letta in qualche modo, aveva sfogliato le mie pagine arrivando alla vera parte di me e questo lo apprezzavo.
-ora capisco perché tutti ti amano!- rido solo come lui mi sa far ridere, tremando leggermente al suo tocco.

“I wish I could rewind all
The times that I didn’t
Show you what you’re really worth

 
**
 
-non credo si faccia così, Calum, fermo, aiuto!- dico mentre mi spinge sullo skateboard.
-tranquilla dopo ci prendi la mano.-urla
-in effetti ora è più fac..- non finisco la frase che mi trovo culo a terra. -porca troia!- urlo in italiano – smettila di ridere della mia caduta, per favore. CALUM!- incrocio le braccia offesa mentre un dolore al ginocchio mi trafigge, dato che presento già alcuni problemi e riversamenti da un po’ di tempo.
-cosa? Hai fatto una caduta davvero spettacolare!-fa spallucce ridendo – ora ti aiuto. Sempre io a tirarti su, eh?- mi porge le due braccia sorridendo, mentre io mi do la spinta con la gamba che non mi fa male. Un gemito di dolore esce spontaneamente una volta che in piedi mi bilancio con la gamba sinistra, nonché la più dolorante. – ti sei fatta male?- domanda preoccupato. No, amico, sono caduta da uno skateboard in velocità, sto una meraviglia.
-sì, cioè a quel ginocchio ho già problemi, in pratica è tornato il male, ora passa, tranquillo.- lo rassicuro una volta arrivati a una panchina. In quel momento arrivano gli altri con il gelato.
-alla buon ora!- urla Calum rubando ad Ashton il proprio cono
-grazie.- dico allungando la mano verso la mia coppetta mentre con l’altra mi massaggio il ginocchio. Giorgia si siede tra me e Calum, mentre gli altri si siedono in terra.
-che ti sei fatta?- mi domanda Michael
-sono caduta dallo skateboard, Calum mi ha lasciata andare e sono caduta.- mangio tranquilla la mia coppeta con il gelato alla nutella
-ehi non far ricadere su di me la colpa, sei tu che hai voluto andare in skate da sola mi avevi chiesto se ti insegnavo e ti ho insegnato! Non incolpare me ora.- risponde l’altro leccando il gelato
-scusa Cal, non è colpa sua, io sono l’incapace qua in mezzo.- ridiamo e lui allunga le braccia stringendo me e Giorgia.
 
Mangiamo il gelato e quando ci muoviamo mi aggrappo alla vita di Luke e cammino cercando di non piegare il ginocchio.
-io non ho niente per la festa di domani!- affermo io in italiano voltandomi verso Giorgia.
-nemmeno io! Sai che facciamo? Io e te andiamo a fare un giro con i soldi che ci sono rimasti e prendiamo qualcosa. Diciamolo ai ragazzi però.- gli altri continuano a parlare lanciandoci qualche sguardo .
-certo, parla te però, io non so nemmeno dove dobbiamo andare.-
-ragazzi?- inizia lei –io e Ronnie andiamo a fare un giro e a spendere gli ultimi soldi che ci sono rimasti, ci rivediamo tra un’ora e, tranquilli, so dove andare, a dopo.- termina lasciando un bacio sulla guancia a Michael, mentre io stringo la mano a Luke lanciandogli uno sguardo d’intesa cercando di dirgli di stare calmo.
 
Seguo Giorgia parlando di come questo viaggio sia stato strano.
-ci credi? Sembra surreale tutto questo, mi sembra di sognare tutto!-
-sembra impossibile che io e te siamo qua e che tutto questo sia vero? Perché dev’essere vero tutto questo!-
-io non sono mai stata così felice in tutta un’esistenza, giuro Luke è la cosa più bella che potesse succedermi, giuro!-
-stessa cosa con Michael, mi sento fortunatissima ad averlo con me, quando tornerò non so come farò, come faremo.-
-è tutta una questione di sopravvivenza, credo che ce la possiamo fare, lo vedremo attraverso facetime e così, dopo non se quando ci vedremo, non so nulla, ma credo che ce la faremo comunque, per loro ne vale la pena. Vorrei stare qui per sempre, fare i coglioni in giro tutti i giorni e non smettere mai di abbraciarli.-
 
“I wanna get lost and drive forever with you
Talkin' about nothing yeah whatever baby
 
 
**
 
Indosso la camicetta senza maniche che ho comprato ieri e i pantaloncini di jeans. Mi ripasso i capelli con la piastra e mi do un leggero velo di trucco dopo aver infilato le vans nere che mi ha regalato Luke.
-sono pronta!- urlo uscendo dalla camera sperando che tutti non stessero aspettando me.
-speriamo che Giorgia ci impieghi di meno.- si lamentano gli altri
-sei bellissima stasera.- mi sussurra Luke una volta vicino al mio orecchio
-tu non sei da meno.- sussurro io

Dopo che siamo tutti pronti partiamo, la macchina è piena di agitazione e eccitazione, sorridiamo tutti e una volta arrivati alla festa non so quanta gente salutano i ragazzi, ci sediamo a un tavolino per poco perché subito ci vogliono tirare a ballare, ma io non sono una grande amante del ballo in pubblico.
Non riesco a sfuggire, vengo tenuta in pista e mi lascio andare al ritmo e ballo, ridiamo come idioti e i ragazzi bevono.
Comincio ad avere leggero mal di testa, mentre ho perso Luke di vista in pista, perciò raggiungo il tavolino dove trovo la compagnia di Mikey e Gio.
 
La sera passa in fretta, ci divertiamo da matti e i ragazzi si lasciano andare all’alcool.
Quando ormai a mezzanotte ho perso Luke da qualche parte; individuo un ciuffo biondo e lo riconosco, mi avvicino felice di averlo ritrovato.
Mi si mozza il fiato.
Urli dentro di me si scatenano.
La testa mi gira fortemente.
Gli occhi pieni di lacrime bloccate da una barriera di risentimento.
-Luke, cosa diavolo stai facendo?- non è la mia voce a parlare, ma Ashton contrariato anche più di me
Questo si gira con una ragazza appesa al collo, con tutto il segno di rossetto sulle labbra.
Li vedevo, baciarsi, ero lì.
Il mondo ricade su di me e mi ritrovo ad agitare le braccia contro la ragazza alla quale ho scoperto ho dato uno schiaffo. Mi ritrovo in una bolla e perdo la capacità di capire ciò che sto facendo.
L’inverno ritorna investendomi di bufera, freddo e vuoto.


 

HEEEELLOOOO *SALUTA ALLA MARCUS BUTLER*
MA CHI SI RIVEDE DOPO TIPO 9 MESI!? UNA RONNIE CHE AGGIORNA
I MIRACOLI ESISTONO!
sONO DAVVERO FELICE OGGI PERCHE' LUKE MI HA MESSO MI PIACE A UNA FOTO SU INSTAGRAM 
IL VERO LUKE
E TIPO SONO IN FASE SCLERO OKAY OKAY.
ALLORAAAAAA ORA TOLGO CAPS LOCK E DIMINUISCO IL CARATTERE.
Eccoci qua, La fine è veramente la mia parte preferita eheheh, spero che dopo quasi 9 mesi 
non siate delusi da questo 3 capitolo un po' così! sapete che vvb comunque insomma.

Il prossimo sarà il penultimo e poi ci sarà la fine che a me piace molto molto!
ora vi lascio e aggiorno presto stavolta perché questo capitolo di passaggio era problematico ma il prossimo è già pronto

MUAHAHAH

Ronnie xx

PS: se volete seguirmi su twitter sono @hoodsbadblood e su instagram @itsronnje 

PPS:RINGRAZIO ALEX E GIULIA SPECIALEMENTE PERCHE' FINALMENTE HO AGGIORNATO AYEEE
ORA AMATEMI! ANCH IL #TEAM5SEXOS E TUTTI VOI CHE AVETE LETTO

PIU' DI 1 0 0 0 VOLTE IL PRIMO CAPITOLO, GRAZIE SIETE I MIGLIORI GRAZIE DAVVERO
ANCHE CHI LA SEGUE PREFERISCE RECENSICE TUTTO TUTTO TUTTO.

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Capitolo 4
*** ogni inizio necessita una fine pt.1 ***


 

So close but so far away.

4.ogni inizio necessita una fine pt.1




Mi sentivo come in una bolla, mi sentivo affondare. Affondo in un mare di bugie e parole che si fanno strada nei miei polmoni, mi rendono sempre più la vista appannata. Le lacrime non hanno forza di uscire tanto il dolore che mi pervade. Non mi accorgo nemmeno del braccio di Ashton che mi tira via da quella scena, in qualche modo mi alza di peso e mi trascina fuori.

L'aria fredda mi colpisce, si addiziona al gelo incombente sul mio io, la distruzione delle bugie.

Calum mi aiuta a entrare in macchina. Sono un essere inanimato, non ho niente da dire ai ragazzi che sono preoccupati per il mio sguardo apatico le mani ancora strette a pugno, gli occhi lucidi ma nessuna lacrima all'orizzonte.

Noto subito che ci fermiamo a casa Hemmings.

-vai a prendere qualche vestito, stasera dormi da me- sono le prime parole che sento, ovattate, ma le sento. Cammino macchinosamente in camera, prendo tutto, decisa a non dimenticare nulla in quella casa neanche per sbaglio, avrei salutato Liz prima di andarmene dall’Australia.

Scendo con la mia valigia e i borsoni che contengono tutta me.

-andiamo.- dice Calum prendendo le borse dalle mie mani.

Il viaggio mi appare silenzioso come non mai e corto, estremamente corto.

-non credo che mia madre abbia problemi, Lauren ha un materasso per quando vengono le sue amiche, te lo darà volentieri, Ronnie.- continuo a guardare avanti mentre Ashton parla in tono pacato

-ho bisogno di fare una doccia, c'è qualche problema se la faccio?- dico guardando Ashton negli occhi per la prima volta dopo l'accaduto

-nessun problema, tanto sai dove sta. Ti servono i vestiti?- annuisco prendendo la valigia.

Mi avvicino alle scale, poi tornando verso di loro, abbracciandoli tutti e due insieme

-grazie ragazzi, non dovevate, siete grandi- cerco di abbozzare un sorriso risultando sempre più distrutta.

-ci dispiace davvero, non so dirti che è successo, non me lo sarei mai aspettato da Luke. Tra poco arriveranno anche Michael e Gio, tu rilassati quanto puoi.- dice Calum accarezzandomi una guancia mentre l'altro mi stringe.

Salgo le scale lasciando quel covo di calore e di affetto, rifugiandomi nel bagno di casa Irwin.

Chiudo la porta a chiave, mi spoglio e nonostante mi sono lavata i capelli quel pomeriggio me li rilavo, solo usando l'acqua.

Comincio a grattarmi la pelle, cercando come di levare un alone di ricordi attaccati a me. Gratto con sempre più foga, mi scortico quasi la pelle delle gambe, ridotte a piccole chiazze bordeaux. Mi gratto la cute dei capelli, mi gratto le spalle e mi riduco la pelle in chiazze, chiazze e alcuni graffi.

Finalmente comincio a singhiozzare, liberandomi di quel grande peso con grande portata di lacrime tutte ammassate nelle mie iridi azzurre.

Singhiozzo talmente forte che sovrasto il rumore dell'acqua che colpisce le mie spalle e il mio corpo accasciato sul piatto doccia.

Qualcuno bussa alla porta

-Veronica? Ehi, calma, sono qui- dice Giorgia al di la della porta -posso entrare?- chiede dolcemente

-aspetta, aspetta, esco e mi metto un asciugamano.- faccio ciò che dico indossando anche l'intimo, poi accasciandomi sul pavimento mentre Giorgia entra ancora vestita per la festa.

-ehi- si lascia andare vicino a me, allungando un braccio sulla mia spalla.

Ricomincio a piangere, singhiozzando in maniera così rumorosa che anche Giorgia sussulta.

La persona già insicura che ero diventa un tutt'uno con il dolore pesante e opprimente che cresce nel mio cuore.

 

 

Ashton's pov

-ciao- dice Michael entrando con aria disfatta in casa. -penso proprio che dovreste uscire, ora.- ci dice indicando con un gesto della testa l'esterno.

Usciamo e steso sul prato di casa mia trovo un Luke distrutto e sulla via dell'ebrezza

-ho mandato tutto a puttane vero? Dio cristo- impreca nascondendo la testa tra le mani

-cos'è successo, Luke?- chiede Calum abbassandosi

-sta tanto male?- domanda guardandomi e sviando il discorso

-non immagini nemmeno quanto stia male- dico

-sono un mostro.- si scompiglia il ciuffo

-sì, ma, Luke, che è successo?- chiede Michael con le mani nelle tasche dei pantaloni scuri .

-la ragazza pensava ci stessi provando con lei, quando in realtà ha frainteso la mia richiesta sbadata di passarmi un drink e ha iniziato a flirtare, ma ogni passo che facevo mi continuava a stare dietro, quando ho cercato di dirle di lasciarmi stare ha preso le mani che le ho messo sulle spalle per allontanarla nel modo sbagliato e mi sono ritrovato la sua lingua in gola, una situazione davvero orribile, devo dire, e quando la scacciavo mi si attaccava tipo una sanguisuga, poi è arrivato Michael e l'ha tirata via di forza. Questo è tutto. Non so dirvi quel che ho fatto nel dettaglio perché ero leggermente brillo.- si alza pulendo i pantaloni -credo che vederla e spiegarle che è successo sia fuori discussione-

-ha portato via tutto da casa tua, ha lasciato tutto.- la porta si apre di scatto e Giorgia esce con il fiatone

-Veronica- parla con le scarpe con il tacco in mano -ha chiamato l'agenzia, le spostano il volo a dopodomani, se ne torna a casa, senza ripensamenti.- il silenzio è calato dopo quella affermazione.

-parte due settimane prima? No io la devo vedere-

-tu stai lì fermo che se ti vede non so che potrebbe farti, se le lasci qualche minuto forse la convinco a parlarti dall’altra parte della porta, aspetta qua e GUAI a te se scappi, tenetelo mi raccomando.- dice Gio prima di correre di nuovo in casa.

Sbuffo oppresso dalla situazione di merda in cui ci siamo ritrovati. Perché questa band non ha mai un attimo di calma?

-sono stato una merda, come ho potuto? Stupido Luke, idiota!- si rimprovera

-non per mettere il dito nella piaga ma sta davvero male, Luke, davvero tanto.- riprende Calum.- ha fatto dei singhiozzi tanto forti che avrebbe potuto distruggere le pareti.-

-okay, Cal, può bastare farlo sentire in colpa, ma non dobbiamo farlo buttare giù da un ponte.-tendo la mano a Luke per farlo alzare.

Michael, che era entrato con Giorgia, ci dice di dargli qualche caffè per farlo svegliare da quell’ubriachezza. Intanto, Ronnie parla con Giorgia per farsi convincere a parlare con lui.

Sono sinceramente dispiaciuto, per Ronnie, è una ragazza d’oro, davvero.

Preparo il caffè e lo verso nella tazza grande per Luke che piano piano si riprende

 

Passano una ventina di minuti prima che a Luke venga dato il permesso di mettersi dietro alla porta per parlare con Ronnie. Sembra essersi quasi del tutto ripreso dall’alcol, sta davvero male per ciò che ha fatto e spero non faccia cose avventate.

 

POV Veronica

Mi sono seduta sul letto allo stremo delle forze, il cellulare ancora in mano dopo aver chiamo l’agenzia organizzatrice del viaggio che di studio ha realmente poco. Fisso il vuoto cercando di creare una barriera a quei ricordi che se dovessi rivivere macchierei di rancore indelebile perché, nonostante il male passi, rimane il terrore che ritorni tormentandoci come spettri del passato, nutriti da un insano terrore. Rimane sempre l’amaro del caffè sulla lingua.

Sarebbe bello rimanere sempre nel tepore innocente di quando si è ancora piccoli, ma così piccoli che non si riconosce il male, così piccoli che si scappa dalla mamma per non farsi pettinare i capelli, in quel periodo in cui la paura diventa gestibile e non hai nemmeno il terrore di dire quel “no” deciso a papà, anche se sai che si arrabbierà.

Mi reputavo una ragazza abbastanza persa nella propria realtà, ma che certe cose le sapeva, ora mi rendo conto che la mia realtà era troppo distaccata per permettermi di vedere bene il terreno. Mi ritrovo improvvisamente con la porta sbattuta in faccia e i palloncini che, dopo essere scoppiati, mi hanno rigettata a terra con un botto secco, come se il cielo non si meritasse più lo sforzo così grande di farti appartenere al suo mondo.

-Veronica?- mi scuote Giorgia preoccupata

-Mmh?- mugugno con la voce mozzata dai singhiozzi

-Secondo me non dovresti, però Luke vuole parlarti. Io ho detto che può farlo da dietro alla porta, non devi farlo per forza se non te lo senti.- mi accarezza i capelli bagnati con fare materno.

Ma come qualunque orgoglioso sulla strada della distruzione non ammette di avere bisogno di aiuto io rispondo semplicemente -facciamolo- ognuno si distrugge come vuole, come uno scontro programmato che non vuoi rimandare, se la ferita non la ricuci ti rimangono solo lembi di pelle uniti male, doloranti, che ti ricordano sempre lo schifo che hai passato.

E da lì mi volto dall’altra parte aspettando l’unica voce che mi aveva ferito, ma che almeno avrebbe potuto ammettere le sue colpe.

 

Bussano alla porta e non mi alzo finché non è sicuro che è lui

-Veronica? Ci sei?- aspetta a parlare, ma non rispondo -Okay, ora io parlo tu ascolti, va bene?- “va bene” penso. -mi sento il ragazzo più schifoso del mondo sai? Il discorso che potrei farti sembrerà uno di quei prestampati per maledettissime serie tv da casalinghe stanche del proprio matrimonio. -

-Senti, Ronnie, non pensare che io abbia fatto tutto ciò per ferirti, per volerti lontana dalla mia vita, perché lontani, la vita, ci avrebbe già tenuti, ma giustamente non hai avuto il tempo di vedere il burrone sotto al passaggio pericolante. Ti posso giurare che quella ragazza non l’ho cercata io, non l’avrei mai cercata io. Sono quelle ragazze che si approfittano, si lanciano su persone, occasioni, oggetti che credono che la vita gli abbia messo di proposito sul cammino, quando in realtà non sarebbero mai appartenute a loro. La ragazza pensava che la volessi baciare quando le ho preso le spalle per allontanarla, volevo solo il mio drink, ero leggermente ubriaco e lei immensamente ubriaca, con l’alito puzzolente a causa della vodka. -

-Mi ricordo ancora il primo giorno che ti ho vista, con il tuo pigiama a tutina e quella papera, la faccia deliziosamente sporca di marmellata e i pantaloncini che “casualmente” vennero sporcati di coca-cola in pizzeria. La gente pretende di cercare la vita perfetta e quando ce l’ha si stanca, è tutto effimero come la sabbia nella clessidra che in molti cartoni è sempre stata rappresentata come un nostro nemico. Il tempoè stato però dalla nostra parte, il tempo che abbiamo passato tu e io insieme, sapere che il primo a farti sorridere in quel modo sono io mi riempiva fino a farmi scoppiare e le tue risate erano ciò che mi teneva a terra, anche se mi davano il permesso di pensare a me e te in un futuro insieme perché lo sapevo che siamo lontani, che il tempo non sarebbe più stato con noi, ma eravamo così capaci di saziarci con i baci che credevo in tutto.-

-Ora tu sei distrutta, sei a pezzi, così come lo sono io e non voglio che tu mi perdoni, voglio che tu mi dica solo che il tempo passato insieme, i fremiti ad ogni bacio, l’aria volatilizzata ad ogni abbraccio o tocco non siano macchiati di odio per me, dimmi solo che il ricordo ti metterà ancora il sorriso, perché io sorriderò, però non ti prometto che non mi mancherai, mi mancherai sempre. Sembra assurdo, illogico, ma in te, ancora così ingenua e appena cresciuta, ho trovato quello che non pensavo una persona così giovane potesse avere: la capacità di essere svuotati dai tentativi di essere migliore di quanto si è, ma nonostante tutto piacere proprio perché si è così. Sei il mio senza nome, Veronica, quello che mi dicevi sempre essere fatto di pelle che si tocca, di labbra bisognose e di parole, quello che come invece ti dicevo sempre io si può sentire solo di pancia senza ragionarci. Ma io lo sentivo che tu sei quel senza nome-

Fa tutto il discorso con voce roca e lasciandosi sfuggire solo all’ultimo un leggero singhiozzo ma non da lacrime, da risentimento. Ad ogni parola io mi avvicino sempre più alla porta con le lacrime come fiumi.

Afferro la maniglia.

Ognuno si fa del male come vuole, penso.

Apro la porta e mi presento davanti a lui in cocci rotti come sono.

Gioco di sguardi. Iridi troppo azzurre troppo simili per non capirsi. Rappresentavano noi, a guardarle, i suoi scuri come la tempesta, i miei sporchi di quel marrone che era un po’ tutto quello che girava intorno alla nostra storia.

E’ il gesto più stupido che posso fare, ma mi avvicino a lui, decisa come mai prima, con lacrime al posto della pioggia a incastrarsi tra le labbra, labbra che sanno di addio, non di un rassicurante arrivederci, a quasi lottare per la sopravvivenza di uno solo di noi.

Tutti i baci mi si ripresentano nella testa facendomi venire capogiri troppo forti, ma l’ultimo bacio, quello che segna la fine, il bacio del “ci abbiamo provato a lottare, ma le nostre armi non erano sufficienti” mi rimbomba dentro come nemmeno tutti gli altri uniti.

Ci stacchiamo e lui lo sa, sa già che tutto è rotto, l’ultimo bacio sporco, sbagliato, quello che apre la voragine e che ti gela ogni organo.

Eravamo come ogni storia reale, bisognosi di ritrovare l’inizio, dato che la fine appare così tremendamente sbagliata rispetto al resto.





SALVEEEEEEEEEEE
Non ho mai scritto un capitolo così sofferente in tutta la mia vita e mi scuso se è corto, ma secondo me c'è tutto. Il prossimo sarà l'ultimo, che dolore aiuto.
Allora vi ringrazio tutte voi che seguite, che preferit, recensite e io vi amo. 
Non ho molto da dire se non che in questo capitolo trai miei ringraziamenti speciali ringrazio la mia amica SOF che segue la storia, salva maestra!
Eeee niente, spero di rileggervi presto, se mi lasciate una recensioncina, grazie vvb e a prestoooo
Con affetto,
Ronnie *se volete seguirmi su twitter sono @hoodsbadblood e su instagram @itsronnje, ricambio tutte!*

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