EVA: The Beginning of a New Time (EX The Beginning and The End)

di ask
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo: The End And A New Beginning ***
Capitolo 2: *** capitolo 1: Looking for anything to love ***
Capitolo 3: *** capitolo 2: Wonderwall ***
Capitolo 4: *** capitolo 3: Rebirth ***
Capitolo 5: *** capitolo 4: Ready? ***
Capitolo 6: *** capitolo 5: Go. ***
Capitolo 7: *** capitolo 6: When all is coming to broke... ***
Capitolo 8: *** capitolo 7: And the end is coming! ***



Capitolo 1
*** prologo: The End And A New Beginning ***


Questo è ciò che dopo la “morte” di Rei accadde ai due ragazzi, Shinji ed Asuka, gli Adamo ed Eva della nuova genesi…

Il sole al tramonto che si rifletteva sul mare di sangue aveva un che di affascinante ed inquietante allo stesso tempo. Shinji raccolse le ginocchia al petto ed aspettò che Asuka fosse pronta a risvegliarsi. La ragazza aveva combattuto come mai aveva fatto prima, distruggendo una prima volta l’intera serie degli Eva della Seele. Ma non era servito a nulla. Il Third Impact era infine avvenuto e nessuno dei loro amici era sopravvissuto.
Solo loro due in tutto il globo. Una stirpe era morta e una stirpe doveva rinascere.
Shinji doveva ammettere che risultare l’Adamo della nuova genesi era decisamente allettante se l’Eva era Asuka. Ma quando si ritrovò a pensare come sarebbe stato tra lui e la ragazza quest’ultima spalancò gli occhi e gridò. Gridò. Gridò ancora. Shinji si tappò le orecchie e la lasciò sfogare.
In teoria, sarebbe dovuta morire anche lei, e lo sapevano entrambi. Ma per citare le parole dell’amata signorina Misato: Per i ragazzi non vi è posto migliore per sopravvivere che dentro l’Eva.
Ma ora Misato era morta, come tutti, d’altronde, e pensare agli altri era doloroso per il giovane pilota, che emise un singhiozzo strozzato.
Asuka smise di urlare e, rizzatosi a sedere, volse uno sguardo pieno d’odio tutto intorno a sé, per poi fermarsi a contemplare Shinji. Inclinò leggermente la testa di lato e pose la domanda cui temeva di conoscere la risposta.
- Siamo rimasti solo noi due?
- Sì – rispose Shinji, tranquillo, dopo essersi imposto contegno.
Asuka voltò la testa dall’altra parte e sospirò. Era così, dunque. Solo loro due…


Ciao! Grazie che state leggendo il mio prologo, spero vi piaccia! Continuate con la lettura, spero che il seguito non vi deluda! ^^

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Capitolo 2
*** capitolo 1: Looking for anything to love ***


Asuka stranamente non si comportò come Shinji temeva: accettò la nuova situazione senza troppe pretese, mangiando senza lamenti le poche provviste che Shinji procurava, dormendo poco e parlando ancora meno. Asuka sembrava come "spenta", insofferente: soffriva, e lo sapevano entrambi.
Per prima cosa, quando dopo circa una settimana concretizzarono davvero di essere rimasti da soli sul pianeta, cercarono un rifugio e del cibo che non fosse rovinato.
Trovarono un piccolo bar che, seppur quasi distrutto, era rimasto in piedi dopo il Third Impact. I due ragazzi, arrangiate due brande spartane, si saziarono con patatine e snack preconfezionati che abbondavano nel magazzino seminterrato, il pavimento era pieno di cocci e sporcizia quindi, armato di ramazza, il pilota dell’ex unità Eva 01 cominciò a pulire, come era abituato a fare, gettando l’immondizia fuori dalla porta. Asuka intanto cercò alcune lamiere con le quali rimpiazzarono le vetrate rotte e tapparono tutti i buchi che si erano formati nelle pareti. Parlarono poco, quel giorno, immersi in uno stato di muta collaborazione.
Quella sera dormirono nelle due brande (poco più di qualche tavolo senza gambe coperto al meglio con qualche straccio. Faceva caldo, tanto caldo. Al mattino Shinji si alzò di buon’ora ed aprì la porta metallica d’ingresso al rifugio, che un tempo era stata l’anta di un armadio, affinché filtrassero un po’ di luce ed aria fresca che rimpiazzasse quella polverosa della sala buia.
Appena gli occhi si abituarono alla nuova luce, si voltò. Asuka era sdraiata su un fianco, gli occhi aperti, rannicchiata come se volesse farsi piccola piccola. Stringeva tra le mani la benda che alcuni giorni prima fasciava la sua testa, e contemplava il sangue rappreso che la tingeva di un rosso smorto.
La plug suit era abbandonata in un angolo e la ragazza indossava solo le mutandine e  una maglietta promozionale che aveva trovato il giorno prima in un angolo.
- Il mio sangue… - mormorò – insozza ciò che è candido…
Shinji, ammutolito, contemplò le lacrime rigare le belle guance di Asuka.
Quella ragazza che era tanto tempo prima l’emblema della forza, ora si stava di nuovo sgretolando tra le sue dita. Con passo felpato si avvicinò e la abbracciò.
Asuka lo schiaffeggiò violentemente, urlando.
- Io sono il sangue che macchia le bende, la paura che tinge di nero il cuore!
Shinji non capiva, Asuka aveva già vissuto momenti di fragilità, ma non era davvero quello il momento di cadere di nuovo in preda all’irrazionalità!
Si avvicinò di nuovo a lei, con più determinazione stavolta, e le prese la mano morbida e inerte.
- Non è il momento di cadere nell’irrazionalità… Non è il momento di cadere nell’irrazionalità… - continuava a ripetersi Shinji, mentre con uno scatto repentino abbracciava Asuka, ancora seduta sulla branda.
La ragazza non si mosse, nemmeno singhiozzò, trattenendo il respiro.
Shinji la abbracciò forte.
Asuka alzò lentamente le braccia, per abbracciare anche lei il corpo magro dell’ultimo ragazzo rimasto ad amarla.
Rimasero così, immobili in una bolla di tempo infinito, finché un’altra lacrima non bagnò il collo di Shinji.
Il ragazzo allontanò un poco il volto di lei, per asciugare la lacrima e fissarla con tenerezza infinita.
Voleva baciarla. Voleva baciarla come mai prima aveva desiderato qualcosa. Voleva toccarla, accarezzarla e poi baciarla ancora, su quelle rosee labbra calde che in segreto agognava da tempo.
Ma quello non era il momento di cadere nell’irrazionalità.
Si scostò un poco. Asuka lo guardava con espressione indecifrabile.
Se il futuro fosse stato meno incerto, forse il primo passo lo avrebbe addirittura fatto lei, ma, ora come ora, ciò che doveva ancora accadere era così imprevedibile che decisamente non vi era spazio per la serenità.

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Capitolo 3
*** capitolo 2: Wonderwall ***


I giorni passavano lenti, i ragazzi dormivano più regolarmente ora, e mangiavano quel poco che restava nel magazzino del bar. Ogni tanto Shinji si sorprese a pensare ad Asuka come raramente aveva fatto. Certo, aveva pensato a lei come culmine del desiderio, bella da impazzire, come compagna di combattimenti e risate, come amica, ma mai come ora sentiva che la ragazza stava diventando di più, con un ritmo lento ed inesorabile si stava trasformando in una risorsa, una compagna di vita. Ogni volta che quel pensiero lo sfiorava, sorrideva: era ciò che desiderava.
Asuka si recava frequentemente in un luogo a lui sconosciuto, lo aveva pregato di non seguirla. Shinji era curioso, ma corretto. Non la seguì mai.
Asuka, nei momenti che ritagliava dalla forzata convivenza, si recava in silenzio vicino ad un piccolo cumulo di lamiere, che aveva trovato in una escursione. Era una formazione più o meno casuale, le lamiere si erano accatastate ad un muro a causa del vento, formando una specie di piccolissimo e rudimentale rifugio. E proprio lì, in quel ritaglio di terra dimenticato e senza nessuna attrattiva, si erano stabiliti dentro una buchetta due gattini, uno era bianco con le zampette nere, l'altro tigrato rosso. Una casualità?
Asuka amava restare a guardarli giocare, il primo gatto era tranquillo e sornione, l'altro dispettoso e permaloso, molto attivo.
Asuka non era il tipo di ragazza tutta fiocchi e trine (anzi, semmai proprio il contrario) ma vedere quelle giovani vite che si rincorrevano era un'esperienza incredibile, in particolare proprio in quel momento di profonda solitudine che sentiva dentro. Era un tesoro, quello che aveva davanti agli occhi, un tesoro da preservare e curare, esclusivamente suo. Un piccolo segreto che voleva tenere per sé.
Forse cominciava a voler davvero bene a Shinji, sempre cordiale e comprensivo, ma non riusciva a capire perché proprio lei, Asuka, stava vivendo così male quella situazione assurda. Certo, il ragazzo la copriva di attenzioni, e lei ne aveva davvero bisogno, ma si sentiva estranea al proprio corpo e alla propria mente, immersa come in un sogno.
Voltò la testa verso il mare di sangue che minaccioso incombeva sempre sui loro pensieri, osservando la testa di Rei Ayanami che nell’acqua sanguigna si stava decomponendo lentamente, attraverso oscuri passaggi sovrannaturali.
In quel momento sentì alle sue spalle un rumore come di passi, e si voltò pronta ad una sfuriata nei confronti di Shinji. Ma non era lui. Era una gattina grigia con un occhio magenta ed uno color ghiaccio.
La ragazzo osservò la piccola creatura con sguardo rapito.
In quel momento sentì un altro rumore alle sue spalle.
Si voltò, piano.
E urlò.

Shinji sentì da lontano l’urlo della ragazza e decise di infrangere la promessa per correre da lei: aveva bisogno di aiuto!
Corse veloce tra le macerie, urlando ripetutamente il nome di Asuka, finché non vide lontano una macchia rossa. Rossa come l’ormai semi distrutto plug suit dell’ex pilota dell’unità Eva 02.
Corse in quella direzione e la trovò in ginocchio, tremante.
- Cos’è successo? – chiese concitato.
- È… è tornata…
- Chi è tornata? Chi?
Asuka lo guardò negli occhi, con sguardo profondo e languido, non tanto impaurito quanto una via di mezzo tra il sorpreso e il triste.
- Rei Ayanami.
Dopodiché Asuka si alzò e si avviò verso il rifugio.

Quella notte Shinji osservò nella semi oscurità Asuka dormire.
Se ben interpretava quello strano sentimento che provava guardandola, probabilmente la amava.
Le si avvicinò, e si sedette di fianco a lei, posandole una mano sulla spalla. La ragazza sussultò un poco, e mugolò nel sonno, disturbata da quel contatto. Ma Shinji non levò la mano. Cominciò a carezzarle la spalla e il braccio, scorrendo con la punta delle dita le morbide curve dei fianchi. Risalì un poco, sfiorandole la guancia e gli occhi chiusi, seguendo il contorno del naso e delle labbra perfette. Poi le prese la mano e la strinse con affetto. Le alzò un po’ il braccio, scostandolo dal petto, dove giaceva piegato, e si distese vicino a lei, circondandosi col suo braccio addormentato. Giacquero così, abbracciati, per un momento infinito. Lui non cessò di carezzarle la guancia nemmeno quando lei aprì gli occhi, assonnata. Quando lo vide vicino a sé, emise un piccolo lamento di sorpresa, corrugando le sopracciglia dal disegno ineccepibile. Ma non si scostò. Si guardarono negli occhi a lungo. Lei si avvicinò. Lui la imitò. E finalmente chiusero gli occhi, dischiudendo le labbra in un bacio sincero…



Ed eccomi qui col secondo capitolo! ^^ avete visto che brava? ho usato l'html! (cosa? nn sono poi tanto brava? dettagli, dettagli..!^^) recensite, sia in bene che in male! ^^ ciau!

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Capitolo 4
*** capitolo 3: Rebirth ***


Quel mattino Shinji aveva un forte mal di testa. Asuka invece sprizzava energia da tutti i pori… Shinji se ne compiacque, restando all’ombra fresca del bancone dei gelati (vuoto da un pezzo) pensando fosse merito suo e del suo bacio. Invece Asuka aveva solo due pensieri per la testa: curare i tre gatti era il primo, mentre il secondo, che faticava ad accettare, era di non farsi mettere i piedi in testa da Ayanami. Erano rimasti in due sulla terra, un ragazzo ed una ragazza, pensava, e se di punto in bianco fosse sbucato un personaggio come Rei non davvero non avrebbe saputo come regolarsi… non ora che tra lei e Shinji c’era qualcosa! No, non lo avrebbe permesso!
Mentre Shinji dormicchiava, decise di riorganizzare un po’ il loro alloggio.
Alzò da terra le due brande, che di giorno in giorno si avvicinavano un po’, e con la vecchia ramazza che avevano trovato in un angolo spazzò il pavimento e cacciò dal soffitto le polverose ragnatele ormai vuote. Poi con quello che restava della plug suit (ormai uno straccio informe) imbottì alcune crepe dei muri dalle quali filtrava uno spiffero fastidioso, rimuovendo con cautela le grandi lastre che coprivano il muro e contribuivano a rendere quel luogo estremamente soffocante. L’idea di usare l’amato plug suit in questo modo del genere era scaturita sia per il bisogno che avevano di liberare un po’ l’ambiente dalle lamiere, che assorbendo il calore creavano un ambiente simile ad una serra, sia anche per simboleggiare un taglio nei confronti del passato, la demolizione di ciò che è stato e la costruzione di quello che verrà. Con le lamiere rimosse ed un secchio di metallo, creò un piccolo ambiente nel magazzino che potesse lontamente ricordare un bagno.
Per vestirsi, oltre alle magliette promozionali, Asuka aveva trovato un armadietto con dei ricambi puliti e, in un casale diroccato lì vicino, uno scatolone con le divise di una squadra di calcio maschile.
Meglio di niente… pensò la ragazza.
Spostò un po’ di mobilio ed ottimizzò lo spazio, mettendo le due brande spartane vicine, addossate al muro di fondo. Poi ben sfruttò lo spazio del magazzino, riordinando le provviste a seconda della deperibilità e vi collocò gli indumenti puliti e, in uno scatolone, quelli sporchi da lavare, grazie ad una tinozza di acqua piovana che pose fuori dalla porta.
Alla fine con il dorso della mano si asciugò la fronte e, rimirando il lavoro fatto, pensò soddisfatta Prova a fare di meglio, secchiona! e sghignazzò. Colta però da un sentimento di tristezza, si pentì di quello scabro pensiero, e si sedette a riposarsi vicino a Shinji, stringendogli la mano.

Nel mare di sangue tutto taceva. L’occhio rosso della gigantesca Rei dopo un tentennamento si staccò dall’orbita e cadde in acqua con un rumore sordo, tornando a galla. Aveva visto abbastanza: la vista c’era. Ora toccava agli altri quattro sensi tornare a galla e restituire allo spirito terreno della pilota dell’ex unità Eva 00 un corpo per portare a termine la missione che si era imposta: rendere Shinji felice. Quando la terza Rei si era unita a Kaworu Nagisa e aveva creato l’essere supremo che tramite il Third Impact aveva sterminato la specie umana, e la ragazza, in quanto tale, era morta liberando le anime che racchiudeva. Una sola presenza era rimasta ancorata alla terra e per la prima volta percepì la propria esistenza. Era Rei. Ma non la prima Rei, la bambina che era morta a pochi giorni dalla creazione, né la terza, che in pochi mesi aveva portato a compimento il Progetto di Pandora. Bensì la seconda Rei era rimasta sulla terra, aggrappata allo spiraglio di luce che era lei, lei come entità propria e per la prima volta davvero libera. Sì, ora Ayanami non era più una bambola: aveva un cuore (metaforicamente parlando… N.d.T.) che batteva mosso dagli istinti che la ragazza ora provava veramente, in autonomia!
Lo spirito lieto di Rei, la vera Rei, gioì di una felicità mai provata prima ed un paio di occhi scarlatti si spalancarono nel buio, brillando di mille sfaccettature porpora.

Quando Shinji si svegliò gli parve di trovarsi in un luogo diverso rispetto a quello in cui si era addormentato… tutto era avvolto da una fine nebbia chiara e sembrava essere stato immerso in una coltre di bianco. Sbatté le palpebre un paio di volte e si stropicciò gli occhi, affinché la nebbiolina svanisse. Ed eccola, affianco a lui, Asuka, il suo angelo di carta e zaffiri. La osservò teneramente, ora che il mal di testa era passato, e si accoccolò vicino a lei, addormentata. Quando stava per chiudere gli occhi e cadere tra calde braccia del sonno, la sua attenzione fu catturata dal fatto che il bancone sul quale si era addormentato ora era più lontano rispetto a dove lo ricordava. Si alzò a sedere e si guardò attorno, scoprendo l’attenzione e la cura che Asuka aveva messo nel sistemare la sala che ora era a tutti gli effetti la loro casa. Sentì gonfiarsi il cuore d’amore e la abbracciò d’istinto…



Forse sto scendendo un po' troppo sul sentimentale, temo... ç///ç scusate! spero che l'arrivo di Rei vivacizzi un po' la situazione del "nido d'amore" che si sta creando nel vecchi bar diroccato! grazie per le calorose recensioni, prometto di impegnarmi ("perchè sono un impiegato statale!" scusate la citazione che non c'entra un tubo) per non deludervi! Recensite anche questo capitolo (mi sembra un passaggio piuttosto importante anche se sto rendendo Shinji un pappamolla, avanti ragazzo, tira fuori la tua virilità!)! A presto! ^^

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Capitolo 5
*** capitolo 4: Ready? ***


La mattina dopo Asuka e Shinji uscirono dal rifugio di buon’ora e si sedettero sulla sabbia in riva al mare rubino per osservare il sole sorgere. Un luccichio indistinto brillò all’orizzonte per qualche secondo, poi finalmente il tanto atteso spiraglio di luce fece capolino dalle acque ed esplose con forza il suo saluto. Lui cinse il fianco di lei. Lei appoggiò la testa sulla spalla di lui.
- Buongiorno - si sussurrarono a vicenda.
E così aspettarono, finché la fame non ricordò loro di dover tornare a casa.
Era appena mattina, ma si sentivano entrambi molto forti, carichi di energie positive. Lo zucchero che accumulavano nutrendosi di soli snack stava appesantendo il loro fisico, rendendoli però molto più attivi. Nonostante tutto, anche in campo fisiologico, sentivano il bisogno di mettere sotto i denti qualcosa di più sano di tutte quei cibi preconfezionati al sapore di plastica. Perciò decisero di andare in esplorazione cercando qualche cibo naturale. Si separarono e tornarono dopo qualche ora portando Shinji un coniglio e delle albicocche, Asuka una scatola con del sale, tre pomodori un po’ appassiti e alcune arance. Un magro raccolto per riempire due soli stomaci. Che desolazione. Sul gas, collegato ad una bombola semi nuova trovata in magazzino, bollirono il coniglio, scuoiato senza esitazione ma con ribrezzo dal giovane erede di Adamo.
Mangiarono con gusto quei cibi nutrienti, in una festa di papille gustative e di gioia di mangiare.
Al termine del pranzo sistemarono le stoviglie di plastica rigida nel piccolo lavello d’acciaio, rassettarono un po’ l’ambiente e si sedettero in un angolo a riposare un po’. Shinji respirava lentamente, una gamba distesa ed una piegata al petto, un braccio cingeva Asuka, l’alto giaceva inerte al suo fianco.
D’un tratto Asuka voltò la testa verso di lui e lo guardò con sguardo indecifrabile, indecisa se fare la prima mossa, ma lui la anticipò, baciandola. Lei ricambiò con entusiasmo e in men che non si dica, erano già una nelle braccia dell’altro, accaldati e innamorati, stretti in un abbraccio dolce e vivace allo stesso tempo.
Era arrivato il momento… Erano entrambi pronti.

Scusate se questo capitolo è così breve, ma devo un attimo raccogliere le idee… non voglio fare una fanfiction hentai! XD Però era prevedibile un momento del genere, no? Ah bhè, io lo avevo messo in conto da tempo! ^^ Spero di non cadere nella banalità..! ^^
Un grazie a Dartek_syes che mi ha dato qualche consiglio, a Lexaen e Angelica&Triglia per l’incoraggiamento! Grazie anche a voi che state leggendo e a coloro che lo faranno, magari lasciando una gradita recensione… e ora, siete pronti per il momento clou della fanfiction? Il prossimo capitolo è dedicato proprio a quato argomanto, cercherò di aggiornare prestissimooo! ^^ p.s. tranquilli, non arriverà nessuna sadica rei o peggio, una sadica misato, a rompere le scatole agli sposini novelli..! ^^

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Capitolo 6
*** capitolo 5: Go. ***


Asuka abbracciò strettamente il ragazzo, colpita da un moto d’amore. Freneticamente si sbottonarono a vicenda i bottoni delle magliette, baciandosi e toccandosi avidamente l’un l’altra; Asuka non indossava il reggiseno e Shinji le osservò il seno pieno e bello… un flashback gli riportò alla mente quel giorno in cui, all’ospedale, aveva per la prima volta guardato la ragazza, ma scacciò il pensiero, badando solo a lei.
Asuka slacciò i pantaloni del ragazzo, togliendoglieli, e si dedicò a lui.
Shinji face scivolare lentamente una mano sulle magre gambe della giovane che aveva sempre sognato, calandole i pantaloncini sportivi e le mutandine poco eleganti, che lei scalciò via con un piede.
Erano entrambi nudi.
Si guardarono un momento negli occhi, impauriti e vogliosi, sorpresi di scoprirsi pericolosamente vicini. Ma bastarono pochi attimi, in cui un gioco di sguardi dissipò ogni paura, che si gettarono a terra e si possedettero. Asuka mugolò di sorpresa, mista a dolore e piacere, quando il ragazzo, ansando, entrò in lei e, dopo un attimo di esitazione, intrecciò le gambe intorno alla sua schiena.
Poi si abbandonarono entrambi alla passione…
Lo spirito di Rei vagava, munito solo di un paio di occhi dalle pupille scarlatte, per cercare il modo di recuperare gli altri sensi perduti. Vagava e girava, disperato, finché un movimento non colse la sua attenzione. Proveniva da un casolare che, a ben vedere, era stato da poco sistemato, e vi si avvicinò, sporgendosi dalla finestrella sporca vicino alla porta. Vide i due ragazzi abbracciati sul pavimento del rifugio improvvisato, che, nudi, si giuravano amore. D’un tratto i sensi che Rei aveva perduto tornarono all’improvviso, tutti insieme. Udito per sentire i due scambiarsi poche parole, tatto per percepire sotto i suoi pugni chiusi il freddo del vetro, olfatto e gusto per sentire l’aria intrisa di tristezza fuori dall’angusto spazio in cui un felicità nuova rinfrancava gli animi. Rei era definitivamente tornata. Una lacrima rigò il suo volto pallido e la ragazza, infelice, si allontanò di corsa. Quando fu abbastanza lontana, si abbandonò ad un grido di dolore.
Dopo circa mezz’ora, quella che i due ragazzi improvvisamente diventati grandi percepirono come un tempo brevissimo, si separarono, sudati e ansanti, ancora accaldati per l’esperienza appena vissuta. Qualche secondo dopo si voltarono, guardandosi ed immergendosi l’uno nel mare degli occhi dell’altra. Sorrisero.
Più tardi, con una bacinella piena d’acqua tiepida, si sciacquarono a vicenda, seduti a terra.
- Era la prima volta? – chiese all’improvviso Asuka
- Sì… più o meno… - arrossì Shinji
- Più o meno…?
- Quando ancora non era accaduto tutto ciò che è successo in queste ultime settimane, mi capitava spesso di pensare a te… e ad Ayanami…
- Ayanami… - sussurrò Asuka – sempre lei… e io l’ho vista…
- …l’hai vista…? Eri seria quando, l’altra volta, sostenevi di averla scorta tra le rovine?
- Sì… cioè, era stata più che altro una visione fugace, ma… - Asuka non andò avanti, indecisa.
Continuarono a lavarsi in silenzio per un po’, quando Shinji chiese: - E per te? Era la prima volta anche per te?
- Diciamo di sì.
Adesso Shinji era davvero interdetto: - Diciamo di sì…?
- In Germania avevo un ragazzo, ma non ci ho mai concluso niente di serio…
Shinji era un po’ deluso, doveva ammetterlo: non era il primo né l’unico cui Asuka aveva voluto bene…
Ma ora era tutto diverso… erano solo loro due!
- Mi ami? – le chiese
- Non so… penso di sì
- Mi vuoi bene?
- Sì.
Dopo un po’, Shinji le chiese ancora
- Ti piace stare con me?
Asuka persò a quanto fosse stato lento lo sbocciare del lorro amore, ed era impreparata.
- Abbastanza, sì…
- Ti annoio?
- No, non mi annoi affatto.
Quando finirono di lavarsi, si asciugarono con una maglietta e si rivestirono.
Asuka, quando incrociarono gli sguardi, gli sorrise. Lui ricambiò con sincerità. Sì, tutto sommato forse lo amava…


Avete visto? Non sono caduta nella trappola (invitante) dell’hentai, pur mantenendo inalterato lo spirito del capitolo… e nemmeno sono caduta nel “sadico” facendo irrompere Rei o Misato proprio mentre Asuka e Shinji “copulavano”… ora porterò avanti la tematica “Adamo – Eva – Lilith” che ho da poco appreso leggendo l’Encyclpedia di Evangelion (okay, lo ammetto, ci avevo capito poco, va bene?! XD)…
Non fraintendete il dialogo finale (“mi ami?” ecc.) con una cosa melensa, significa che Shinji, ripetendo più o meno le domande fatte in un episodio della serie, sta finalmente superando le sue paure e i suoi dubbi…
Recensite, recensite!
p.s. se qualcosa nella mia piccola appendice al capitolo non vi è chiara, aspettate di leggere il prossimo capitolo per capire! ^^


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Capitolo 7
*** capitolo 6: When all is coming to broke... ***


Rei era più determinata che mai. Scacciò con stizza le lacrime, respirò a fondo ed alzò lo sguardo…
Sono stata cacciata, pensò, ma ora la preda è diventata cacciatrice. E se io non posso avere Shinji… nessuno può!

La vita nel rifugio proseguiva sempre uguale, i due ragazzi ormai si erano abituati all’idea di essere definitivamente soli, e la cosa non li turbava più come prima. Però talvolta rimpiangevano i loro vecchi amici e in quei momenti entrambi si ritiravano in solitudine per riflettere ed immergersi in uno stato di dolorosa coscienza…
Poi però iniziarono le anomalie nella loro routine.
Il cielo era plumbeo e piovigginava quando Asuka trovò nel magazzino una falla, della quale nessuno dei due ragazzi si era accorto, attraverso la quale erano state gettate delle pietre, rosse per la prolungata immersione nel mare di sangue. Su ogni pietra era stato malamente tracciato con un carboncino un ideogramma diverso. Morte. Destino. Dio. Sangue. Tradimento. Dolore. E tra tutte troneggiava grande e scura, la pietra con riportata la parola Vendetta. Quando le raccolsero, le contemplarono a lungo ma non riuscirono a venire a capo del mistero. Chi le aveva gettate? Perché? Nuovi dubbi si fecero strada nei loro pensieri… erano davvero soli?
Qualche giorno dopo trovarono davanti alla porta un fiore reciso, una rosa rossa, cui erano state strappate le spine, tranne due vicino al bocciolo. Sicuramente non era stata trasportata dal vento: il gambo era tagliato con cura. Poi non accadde nulla di stano o particolarmente notevole per diversi giorni.
Era mattina quando la grande vasca per l’acqua piovana che tenevano su un lato del rifugio venne rovesciata, mentre altre pietre rosse schioccavano rimbalzando contro una lamiera.
Quella che Asuka e Shinji avevano ventilato come semplice ipotesi, stava diventando certezza.
Il piano di vendetta di Rei, che però ovviamente i ragazzi non conoscevano, stava pian piano prendendo forma, rivelandosi come i confini di una ragnatela argentina, affascinante e allo stesso tempo catastrofico, divenendo sempre più fitto e pericoloso man mano che si procedeva verso il centro.
Il pomeriggio successivo, andando  in avanscoperta separati, un grosso ramo semi tranciato alla base precipitò, mancando Asuka per un soffio, provocandole però un taglio netto tra la spalla e il gomito. Allo stesso tempo due braccia pallide e nude avvolsero Shinji, chino a cercare indizi, in un abbraccio stretto e disperato. Il ragazzo sussultò. In un primo momento, pensò che fosse Asuka che lo aveva raggiunto, ma poi notò il pallore quasi cadaverico delle braccia, e lentamente si voltò. Rei aveva appoggiato la guancia alla schiena di lui e lo fissava intensamente. Shinji rabbrividì. Rei era davvero lì? Oppure era solo un sogno scaturito dalla sua mente resa fragile dalla quasi completa solitudine? Con mossa fulminea, la ragazza alzò la testa e posò le labbra su quelle di lui, baciandolo. Il ragazzo era basito: grazie al contatto freddo delle sua labbra, il suo dubbio si dissipò: Rei era davanti a lui, bellissima, ma con uno sguardo strano negli occhi, un lucchichio malevolo che Shinji non ricordava di aver mai visto negli occhi di lei.
In quel momento udirono entrambi l’urlo terrorizzato di Asuka, e mentre Rei si compiaceva di quel suono, Shinji scattò in piedi e, rivolgendosi un attimo a guardare la giovane dalla pelle lattea, corse nella direzione del grido.

Così sta scritto: Il fuoco non si spegnerà né notte né giorno e il fumo ne salirà per sempre; di età in età la terra di Edom rimarrà deserta, nessuno vi passerà mai più. Le bestie del deserto vi si incontreranno i cani selvatici, e le capre vi chiameranno le compagne; là Lilith*, reietta e scampata all’oblio, vi farà la sua abitazione e vi troverà il suo luogo di riposo. (Bibbia, Libro di Isaia, cap 34, vv 10/14)
*Lilith: Demone femminile e prima compagna di Adamo, che gli si ribella per non essere da lui sottomessa, fu cacciata dall’Eden e si rifugiò nel deserto del Mar Rosso, ricevendo come punizione lo sterminio dei Lilim, i figli generati con Adam. Per vendetta, uccide i figli umani di Eva ed Adam e, trasformatasi in serpente, convince la nuova compagna di lui a nutrirsi del frutto proibito. Ma non tutti i Lilim sono morti ed i superstiti daranno origine all’umanità...


Rieccomi dopo molto tempo con un nuovo capitolo!
La mia  interpretazione personale di tutta la situazione penso sia piuttosto chiara: Shinji-Adam, Asuka-Eva, Rei-Lilith. Ancora però non so bene se far protendere la storia positivamente nei confronti di Asuka o Rei… ho iniziato a scrivere partendo dal presupposto “Asuka/Shinji”, ma se preferite che la storia prosegua a favore di Rei, comunicatemelo e in base alla maggioranza di preferenze, continuerò la storia. Se potete e vi va, mandate una mail anche nel caso in cui preferiate Asuka a Rei, per avere materiale sufficiente a fare la scelta definitiva. (se arriveranno meno di 5 mail sarò costretta a decidere io…XD) perciò… per favore fatemi sapere chi preferite e, successivamente, recensite, please! Per ora siamo 2 pro Rei e 3 pro Asuka... aLLORA SI PROSEGIURà COSì! XD Avanti, gente, recensite e consigliate! ^^ grazie a tutti per le belle recensioni! sono felice! ç_o Mi fa davvero molto piacere che abbiate apprezzato la Rei cattiva, ma dopo la serie e i film mi è venuto naturale riscattarla un po'! pertanto la fine che ormai è prossima vedrà una Rei estremamente fragile ma determinata (ed anche cattiva che dir si voglia!) spero che il finale vi piaccia, i circa 2 capitoli dovrei riuscire a terminare la fanfic... wah! ci vediamo al prossimo aggiornamento!!!

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Capitolo 8
*** capitolo 7: And the end is coming! ***


Il freddo pungente svegliò Shinji da un sonno profondo. Non ricordava nulla del pomeriggio precedente, tranne una strana sensazione di nebbia cerebrale. Quando si era addormentato? Ancora intontito si scaldò il naso gelido con le dita, dopodiché si azzardò ad aprire gli occhi. Uno spettacolo desolante gli si presentò davanti agli occhi: il rifugio che lui ed Asuka avevano curato con tanta attenzione era messo a soqquadro, strisciate rosse di sangue fresco imbrattavano le pareti che un tempo dovevano essere bianche, la polta era divelta. Spaventato, oltretutto perché non si era accorto di niente, cercò il contatto con la ragazza che di solito dormiva vicino a lui. Ma il vuoto freddo la sostituiva sulle lenzuola un po’ sporche e spiegazzate. Asuka era sparita.

Quando Asuka si svegliò, scoprì di trovarsi nel bosco, poco lontano dal rifugio. Le doleva la testa in maniera allucinante, e quando provò a massaggiarsi il punto doloroso all’altezza della nuca scoprì di essere legata. Qualcosa di caldo, denso e dal sapore metallico (Sangue! pensò, terrorizzata) le colava da naso, imbrattando le labbra  e il mento pallido. Anche se non provava un forte dolore, le salì l’ansia e si guardò intorno, cercando di capire, tra i singulti soffocati, la situazione. Per quanto si sforzasse, non riusciva a capire come si fosse ritrovata lì, giacché si ricordava perfettamente di essere andata a dormire, come ogni sera, al caldo nella branda del vecchio bar diroccato. Un lampo azzurro ruppe la sua visuale distratta, e due occhi sanguigni e disperati catturarono il suo sguardo.
- Rei! – esclamò. Un torrente di pensieri le si riversò in testa ed in una frazione di secondo tutto le fu chiaro. Allora lo stupore della scoperta lasciò il posto alla rabbia.
- Tu! È tutta colpa tua! – sputò addosso alla ragazza che l’aveva legata.
Rei sogghignò. E la colpì sulla guancia sporca con un destro ben assestato.
- Volevo dartelo quando ti saresti svegliata… da addormentata non avrebbe dato soddisfazione!
E le assestò un sinistro sull’altra guancia. Asuka mugolò, non tanto per il dolore, che era comunque tanto, quanto per la situazione in generale. Un pensiero corse a Shinji. Dov’era in quel momento? Perché non la cercava? Pensò di gridare aiuto, ma non sarebbe servito a nulla, tranne a far ulteriormente arrabbiare Rei. Poi, tra un pugno e l’altro, udì uno scalpiccio di passi in lontananza catturò l’attenzione di tutte e due le ragazze. Allora Rei si voltò, curiosa e indispettita. La sorpresa fu grande quando dal bosco uscì Shinji, arrabbiato come non mai, che con passo risoluto si avvicinò alle due ragazze. In una frazione di secondo accadde l’impensabile: il ragazzo alzò la mano e diede un sonoro schiaffo a Rei, i cui occhi si riempirono di lacrime.
- E così… - balbettò, la furia di poco prima scemata in poco tempo, - …hai scelto lei…
- Mi pare ovvio! – urlò rabbioso il ragazzo, i pugni stretti in una morsa.
Senza proferir parola, ma con un atteggiamento che lasciava intendere il suo stato d’animo, si avvicinò ad Asuka e, sotto gli occhi tormentati di Rei la baciò, a dispetto del sangue che colava, slegandola dolcemente.
Piangendo, Rei fuggì lontano, il cuore a pezzi per la scelta di Shinji, ma ancor più per il fatto di sentrsi molto molto stupida.

Eccoci al penultimo capitolo! Ho seguito il vostro volere (che in fondo era anche il mio!) e ho fatto prevalere Asuka. Ora la questione è un’altra: destinare Rei all’infelicità, alla morte o faccio arrivare qualche Angelo strafigo di cui si innamora?
Rispondete, recensite e… al prossimo e ultimo capitolo! ^^

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