Ardo ma non Brucio

di Feles 85
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nomen omen ***
Capitolo 2: *** Ciao! Sono la Cacciatrice Cattiva...? ***



Capitolo 1
*** Nomen omen ***


Salve! Con questo mio piccolo scritto, realizzo un'idea che mi frullava in testa sin dai tempi del liceo e che non ho mai attuato sino ad ora, dopo che sono passati ben più di dieci anni. Ho amato poche serie tv e 'Buffy' rientra in questa ristrettissima cerchia; sono una delle fedelissime che, in quel famoso agosto dei primi anni del duemila aspettava paziente la domenica sera per vedersi i primi episodi trasmessi in Italia e sono stata così ossessionata da questo telefilm, che mi comprai pure le VHS della prima e della seconda serie, quando ne ebbi la possibilità. Avevo quattordici anni all'epoca. Adesso ne sto per compiere ventinove, è agosto come allora, e mi decido a scrivere quella che all'epoca chiamavo "Apologia di Faith". Non è certamente più un' apologia! Sentitevi liberi di esprimere pareri su questo scrittuccio che, gira e rigira, covo in grembo da più di dieci anni XD! Bene,'nostalgia mode-off', detto questo, chiudo questa piccola introduzione.

*******

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Si svegliò di scatto, col cuore che le martellava violentemente il petto. Sentiva le tempie pulsare; le mani tremavano ed erano fredde.
Le mani...
Le guardò con attenzione, cercando di ispezionarle anche con la scarsa luce che proveniva dalla grata della finestrella... lentamente cominciò a distinguerne le forme, mentre il suo respiro tornava a farsi regolare e il cuore placava la sua furia.
Le mie mani...
Si alzò in piedi con uno scatto secco, com'era suo solito.
 Chissà che ore saranno... è ancora, notte?
Ora poteva distinguere ogni cosa, poiché i suoi occhi si erano abituati in fretta all'oscurità forzata di quella cella. Ai suoi occhi bastava l'eco di un lampione acceso all'angolo della strada, lì fuori, per orientarsi nel buio della notte, quand'anche fosse il buio profondo ed uterino di una notte di luna nuova.
Anche questa é una prerogativa di un'ammazzavampiri... Era solita dire la sua prima osservatrice.
Faith si strinse nelle spalle. Forse, non era così tardi come poteva sembrare, d'altronde il tempo stava perdendo significato per lei, da quando era volutamente entrata in prigione, più di un anno prima.
Il tempo...
Stava cambiando, il tempo. Non la stagione, non il clima, né la temperatura... l'aria stava cambiando... l'energia...
I suoi sogni non mentivano dunque. Erano sempre stati forieri di presagi, ancor prima che lei diventasse una cacciatrice... anzi, la cacciatrice. Ora, quei sogni le stavano dicendo che qualcosa stava cambiando... Qualcosa di pericoloso, qualcosa di mortale si stava muovendo là fuori, impregnando di grigio terrore ogni pietra, ogni muro, ogni lembo di stoffa.
Guardò ancora il cielo nero da quella sparuta finestrella.
Nera notte...
La morte, la tenebra, stavano eccitando qualcosa di terribile là fuori e lei non  poteva far altro che esserne passiva spettatrice, spiando simbolicamente il mondo da quell'esigua feritoia che dava sul cortile di un carcere di Los Angeles...
Da quanto tempo non cacciava?
Un anno... più di un anno...
Sospirò.
Lei sarebbe dovuta essere là fuori, in quel momento... doveva essere là fuori a dare la caccia ai vampiri, invece, per sua scelta, se ne stava al sicuro tra le mura di una cella. C'era Buffy che adempiva a quel dovere; lei poteva benissimo tirare le lenzuola e dormirsela beatamente.
Buonanotte, fiorellino!
"Sono sicurissima che molta gente la penserebbe così: rimboccati le coperte e non pensarci più... che idiozia!"
Già, cosa ne poteva sapere la gente dell'ebbrezza della caccia? Persino Buffy aveva sempre negato di essere vittima di quell'ebrezza, di quella sensazione, di quella fiamma nera che le prendeva quando la caccia chiamava...
Faith però sapeva molto bene che anche per Buffy era la stessa cosa, la stessa euforia le nasceva dal profondo e non poteva che essere altrimenti; Faith ora riconosceva anche che quella fiamma, se lasciata a se stessa, poteva trasformarsi in un rogo e divorare tutto in pochi istanti. 
Ardo ma non brucio.
Il motto degli Arditi, l'aveva reso suo.
(nel silenzio della prigione, aveva imparato anche chi fossero gli Arditi.)
Ora aveva la consapevolezza di tutto questo: la quiete forzosa del carcere l'aveva obbligata a scrutarsi nel profondo, a dare un nome e un perché a tutto ciò che un tempo la spingeva e la mordeva senza tregua. Forse, inconsapevolmente, si era spinta tra le catene anche per questo: per obbligare la sua natura inquieta a chetarsi e a guardarsi bene, come a fronteggiare uno specchio lustro.
Così aveva avuto modo di capire e ricollocare se stessa nel posto che le spettava di diritto, nel grande gioco che il Fato aveva predisposto per lei...
Fato, fede, Faith...
Già il suo nome ora, un tempo privo di significato per la sua natura frenetica come quella di una lucertola, assumeva strane sembianze. 
Era stato grazie ad un consiglio di Angel infatti, che si era decisa a studiare cosa fosse una cacciatrice, e questo le aveva permesso di esplorare mondi interiori che ignorava di avere. Si era scoperta curiosa e avida di sapere; aveva perciò sollecitato il vampiro di procurarle libri su libri che c'entrassero con l'argomento. Con non poca fatica erano riusciti ad ottenere il permesso di introdurre quella bizzarra collezione di libracci e manoscritti rinascimentali nel carcere.
Tutto questo grazie anche alla mia condotta impeccabile... lo vedi, Angel? Quando voglio so rispettare la gerarchia!
Faith poi si era accorta che non le bastava questo: dentro quegli scritti c'erano strane frasi, parole e suggestioni che la spinsero a volere di più. Come quella dissertazione dotta che parlava del suo nome...
'Faith', aveva letto, non voleva dire Fede in origine, ma designava il furore divino che prendeva di colpo gli eroi e li spingeva alla battaglia!
Era stata una folgorazione: quella era lei, la sua essenza, tutta se stessa, ed era scritta nel suo breve nome!
Lei conosceva perfettamente quella sensazione: come aveva sentito il petto e la pancia scaldarsi come se un sole le stesse nascendo dentro, quando la furia della lotta sorgeva e la scuoteva fin nelle viscere... e quando la lotta non bastava, quel calore lo doveva consumare nel sesso.
Faith, furia... era proprio lei!
Aveva letto poi l'esempio di Achille, un eroe arrogante, coraggioso e violento come lei, che veniva preso appunto da questa sacra follia e si lanciava, a volte, in imprese raccapriccianti.
Già... Achille che é capace di essere empio... selvaggio e brutale se ne sta nudo sulle rive del fiume Scamandro e senza pietà uccide Licaone, che lo supplica di risparmiargli la vita; Achille che fa scempio del cadavere del suo nemico; Achille dalle mani omicide...
Achille preda della follia, ispirazione guerresca.
Come ci si era rivista in lui e come aveva gioito quando, alla fine, questa furia si era riscattata e l'eroe prescelto aveva trovato la sua collocazione e la consacrazione che avevano superato i secoli, raggiungendo anche una persona incolta e sperduta come lei!
Ora lei sapeva, dunque... sapeva delle origini demoniache delle cacciatrici, sapeva che il suo nome nascondeva la sua anima, sapeva perché certe cose erano successe...
E sapeva anche che Buffy condivideva questa sua natura profonda. L'aveva vista scaldarsi nella lotta, aveva visto quello sguardo, in cui Faith si era riconosciuta e ci vedeva se stessa riflessa al contrario... eppure, la bionda cacciatrice, quando il furore della lotta si spegneva, si ritraeva spaventata al pensiero di quell'energia bruciante che l'aveva mossa... ed di quel piacere che mai si sconnetteva dalla caccia!
Ardo ma non brucio... ancora gli Arditi... le citazioni colte... sono o non sono Faith?
B... cosa starai facendo adesso?
Faith sospirò, corrugando la fronte, preoccupata.
Aveva sognato qualcosa che riguardava Buffy... ricordava la sensazione di una luce azzurrognola che la dilaniava, di sentire sbriciolarsi le ossa, di vedersi risucchiata in un vortice. Ma questo non era ciò che l'aveva turbata...ciò che l'aveva agitata a tal punto da svegliarla era stato il fatto che nel sogno lei era Buffy... i pensieri erano quelli di Buffy e così le sensazioni, le paure...
Strana ironia: avevo rubato il suo corpo, ora B ha rubato la mia anima in sogno...
Un triste sorriso le comparve sul volto, celato dalle ombre.
Non riusciva a capire bene il significato del sogno, ci doveva rimuginare su, ma sentiva che non era un normale sfogo onirico; tutto ciò aveva un significato ben preciso, un messaggio importante.
Del resto, tutti i sogni in cui era comparsa Buffy erano stati dei presagi; tutti i sogni legati al suo ruolo di cacciatrice non erano semplici sogni.
Ecco un altro profondo legame che univa Faith e Buffy: sogni di vite passate, esistenze consumate sostando  nei cimiteri in solitudine.
 Devo trovare il modo di avvisarla... forse é in pericolo.
Aveva deciso: l'indomani avrebbe chiesto il permesso di fare una telefonata. 
Con questo pensiero, si adagiò sul suo solitario lettino, tirandosi le coperte.
Dovrei essere là fuori...

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Capitolo 2
*** Ciao! Sono la Cacciatrice Cattiva...? ***


tuuuu, tuuuu, tuuuu, tuuuu
Andiamo, Buffy, rispondi!
"Questa è la segreteria della famiglia Summers. In questo momento non siamo in casa. Siete pregati di lasciare un messaggio dopo il segnale acust"
Click
Il rumore della cornetta che veniva riposta sullo sgangherato apparecchio telefonico per carcerati, emise un suono intollerabilmente troppo forte per lei.
Faith si mise una mano sulla fronte, sbuffando, per poi intricare le dita tra i suoi folti capelli scuri. Erano divenuti incredibilmente lunghi, notò, talmente lunghi da accarezzarle abbondantemente la vita. Non che Faith avesse mai amato i capelli corti, anzi: una lunga chioma corposa e lucente era uno dei pochi tratti squisitamente femminili a cui lei non avrebbe mai rinunciato. Un particolare romantico, dal sapore antiquato, che la Cacciatrice Cattiva conservava gelosamente, quasi fosse un prezioso cimelio antico in suo possesso. 
La Cacciatrice Cattiva cerca disperatamente di contattare la Cacciatrice Buona per avvertirla...
Quasi non si mise a ridere pensando a questo e non sarebbe stata una risata ilare. Sarebbe stata una risatina isterica, generata dalla tensione che aveva accumulato al pensiero di telefonare a Buffy dalla galera. 
Con un altro sospiro, uccise definitivamente la straniante risata sul nascere.
Non erano certo in ottimi rapporti, loro due...
Ciao Buffy, sono Faith. Volevo dirti che la tua pellaccia é in pericolo. Ricordi il nostro legame onirico?
Si era chiesta, in effetti, quale sarebbe stato l'approccio migliore per non farsi sbattere il telefono in faccia al solo rivelare il suo nome.
Ciao, B, sono Faith!
Faith... Faith... Faith

Al diavolo! Doveva trovare un modo per contattarla! La vergogna  passava in secondo piano, in una situazione come quella. Era una questione di prima necessità.
"Faith, che succede? Sei riuscita a fare quella telefonata? Non hai a disposizione molto tempo!"esclamò il giovane poliziotto dai capelli rossi che l'aveva scortata fin lì.
"Un attimo solo, Robb... ti giuro che non ci metto molto." rispose lei con famigliarità.
La ragazza corrugò un attimo la fronte, riflettendo.
Ecco! Telefonerò ad Angel! Lo dirò a lui!
Così, con fretta febbrile riafferrò la cornetta e compose rapida quel numero di telefono che, al contrario di quello digitato pochi minuti prima, conosceva alla perfezione. Non mentì a se stessa: quella soluzione era una strada molto più semplice, per lei, molto meno imbarazzante, meno gravosa. Con Angel non avrebbe dovuto giustificare nulla, non avrebbe dovuto assistere alla reazione costernata che sicuramente avrebbe avuto Buffy ricevendo la sua telefonata. Si sentì sollevata, per un istante.
"Sì, pronto? Qui parla Wesley Windam Price, chi parla?"
Il sorriso sollevato che le si era dipinto sulle labbra, si spense subito. Un brivido freddo le scorse lungo la colonna vertebrale: se parlare con Buffy sarebbe risultato difficile, parlare con il suo ex- osservatore che lei aveva picchiato e torturato in passato, le risultava ancora più arduo.
Che sventata che era! Forse aveva sbagliato numero e invece di comporre quello di casa di Angel, doveva aver digitato quello dell'agenzia.
Click
Riattaccò in un baleno e subito riprese in mano la cornetta, digitando con ponderazione ogni singolo numero.

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"Qui parla Wesley! Si può sapere chi sta chiamando?"
Faith deglutì a fatica. 
Stavolta é certo: non mi sono sbagliata... Coraggio, Cacciatrice Cattiva, prima o poi si deve cominciare a fronteggiare i propri fantasmi dal vivo... Sono o non sono la Cacciatrice? Una Cacciatrice non teme nulla.
"C'è qualcuno? Allora?" incalzò Wesley, irritato dalla reticenza del timido interlocutore telefonico.
" ... Ciao Wesley." rispose lei tutta d'un fiato.
"..."
Un silenzio imbarazzante e gravido calò per un secondo.
"Faith..."
Non avrebbe confuso la sua voce nemmeno se fosse stato immerso in una folla chiassosa. Era una voce bassa, dal retrogusto vagamente dolce, che una volta l'aveva riempito di vero terrore. Quando il sordo terrore ti marchia a fuoco la pelle, rimane indelebile a pulsare nei tuoi ricordi, per anni. Per decenni...
per sempre? Devo parlare con Angel..." disse lei, superando l'iniziale imbarazzo di essere stata riconosciuta da quelle sole due parole. Ne intuiva la ragione.
"lo immagino... il punto è che Angel non c'è."
"Quando posso trovar"
"Faith, non lo troverai. Al momento devi dire a me quello che devi dire a lui, se è urgente... e immagino che lo sia, visto che hai scomodato il carcere per fare una telefonata."
"Che intendi dire? Sta bene, non è vero?"chiese lei in preda ad una sottile ansia che quelle criptiche parole le avevano suscitato.
"Sta benissimo... a parte il fatto che é andato a Sunnydale, a causa del lutto"
"LUTTO?!"
D'un tratto Faith sentì la pelle come martoriata da tanti aghi freddi, conficcati in ogni singolo poro. La bocca le si era seccata in un istante e lo stomaco le si era contratto in una morsa violenta.
... Buffy!
"... No, non è morta Buffy, se è questo che credi. È morta Joyce, sua madre."
Faith boccheggiò, un peso le era sceso dal cuore. Per un attimo, aveva pensato di essere arrivata troppo tardi. Raccogliendo nuovamente la favella, tornò a parlare, non senza un tremito nella voce.
"E-ecco, volevo parlare proprio di questo... Buffy è in pericolo."
Ecco, l'aveva detto. Non nel modo migliore, doveva convenire.
Seguì un altro istante di incredulo silenzio.
"... E, di grazia, cosa ti spinge ad affermare questo, Faith? Hai forse evocato qualche demone sibillino, spinta dalla noia?"chiese lui con sarcasmo.
"Non dire scemenze, Wes!"protestò energicamente lei. 
"Be', con tutti i grimori di magia nera che Angel ti ha portato, non sarebbe impossibile. Non sei del tutto stupida, no?"
"Non dire fesserie! Sei, eri un osservatore, right? E io sono una Cacciatrice. Ti dice niente la cosa? Cacciatrice-superforza-sogni profetici... Non sei del tutto stupido, no?" rispose  Faith spazientita, facendogli il verso.
"Non riattaccare, Wesley! La faccenda é più importante del mio imbarazzo o del tuo risentimento. Ho fatto diversi sogni, molto nitidi, in cui io..."
"Cacciatrice? Non sarebbe meglio sadica assassina psicolabile flagellante e penitente?" il sarcasmo dell'uomo ora era palpabile; lo si respirava in ogni singola sillaba che emetteva col suo accento britannico.
"Fammi finire! E comunque sì: sono una Cacciatrice, psicopatica, cattiva finché ti pare, non m'interessa. Ma resto una Cacciatrice, dal midollo ai capelli, Wesley, non dimenticarlo mai! Di conseguenza i sogni che faccio sono i sogni di una Cacciatrice, con tutto quel che ne consegue!"
"..." 
 seguì un ulteriore istante in cui il silenzio, questa volta carico di attese, fu ancora padrone.
" ... Ti ascolto."

                                                                           


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