I need you

di MissDeppDixon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Avviso ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Mi sveglio di scatto. Un altro incubo mi è venuto a far visita stanotte, tante ombre scure si aggirano nella mia mente. Mi giro e guardo Peeta, dorme tranquillo. Sorrido per un attimo, poi sento piangere, mi sale l'ansia. Inizio ad agitarmi, tanto da svegliare Peeta. Mi prende le mani e mi guarda:- Katniss, è solo Prim, nostra figlia- inizio a comprendere e scendo, ma lui mi ferma -vado io, tu stai qui tranquilla, tra poco torno- Lo sento uscire ed andare verso la stanza, apre la porta e si avvicina al letto 
-Piccola, tutto bene??-
-Papà ho avuto un incubo, ho sognato che la tu cercavi di uccidere la mamma, papà è vero che hai degli scatti brutti che mamma chiama "momenti di riflessione"?- sento solo silenzio, ho paura, quindi mi alzo e vado a spiare, vedo che prende le mani di Prim e sorride:
-Vuoi che ti racconti come io e la mamma ci siamo conosciuti e cosa è successo dopo?-rimango in silenzio, anche io voglio ascoltare, la bambina sa che abbiamo partecipato agli Hunger Games, ma so che Peeta non le direbbe mai tutte le atrocità che abbiamo passato lì dentro, è ancora troppo piccola, ha solo 9 anni.
-Certo-dice con un sorriso
-Allora, la mamma faceva ancora le medie quando la vidi la prima volta, con suo padre al forno del distreto 12, c'era qualcosa in lei che mi attirava. Scoprii, il giorno dopo, che veniva nella mia stessa scuola, ogni mattina quando tornava a casa la seguivo, poi però dovevo cambiare strada perchè andavo in panetteria. Un pomeriggio brutto e piovoso vidi, dalla finestra della panetteria, la mamma accovacciata a terra, fradicia e sicuramente affamata. Devi sapere che da quando la mamma ha perso il papà, ossia tuo nonno, doveva badare alla sua famiglia, la sprella era troppo piccola e la madre era ancora scioccata dalla morte del marito. Allora prendo due oanini e li brucio apposta, mi prendo uno schiaffo da mia madre e una bella ramanzina ma fortunatamente mi manda fuori a care il pane in pasto ai maialini, inizio a lanciarli, poi me ne rimangono due in mano, guardo verso la mamma e noto che fissa il pane, non esito a tirarglieli tutti e due e a rientrare.- -Papà!-dice lei in tono di rimprovero-non si tratta cosi una povera ragazza, il pane glielo dovevi portare tu, non dovevi lanciarglielo-Peeta la guarda stupita e poi sorride, sicuramente ripensando a quello che mi disse nella grotta, durante i primi Hunger Games, sorrido anche io e continuo ad ascoltare:
-Lo so tesoro, e me ne pento anche io, però almeno restai alla finestra fino a quando la mamma non prese il pane e se ne andò. Il giorno dopo, finita la scuola, eravamo fuori e stavamo tornando a casa, cercai di attirare la sua attenzione ma lei distolse lo sguardo e, per qualche motivo, raccolse un dente di leone.-
-Oh papà che cosa dolce! Anche io da grande voglio avere un marito come te-
dice lei con occhi sognanti, sorrido e so che lo sta facendo anche lui:
-Sono sicuro che lo troveri, anche meglio di me...-dice esitando un pò, vorrei essere lì ed abbraccirlo, ma lo fa lei al posto mio
-Poi papà cosa succede?- incalza la bambina
-Ah giusto, ogni giorno la seguivo fino a quando non ci dividevamo. Poi arriva quello sfortunato giorno, quando lei si offre volontaria al posto...
-non riesce a finire la frase, sta per avere un crollo, me lo sento -della sorella-dice Prim prima che lui possa impazzire -si giusto-risponde lui sorridendo, si riprende e continua
-Quando la vedo salire e affiancarsi ad Effie Trinket volevo offrirmi volonatrio per lei, ma non potevo. Effie mette la mano nella brocca, estrae il foglietto e dice il mio nome, scioccatio salgo anche io, stringo la mano alla mamma, in quel momento volevo dirle tutto quello che mi sono tenuto dentro negli anni precedenti, però le parole non mi uscivano. Poi sai cosa succede vero?-
-Si papà, giocate e vi fingete innamorati, così vincete, poi rigiocate e dovete fingervi innamorati anche lì, ma tutti sapevano che non stavate fingendo, poi non so cosa succede- Peeta la guarda e le prende di nuovo le mani:
-Quelli furono gli ultimi Hunger Games e tutti noi giocammo ad un gioco molto più difficile di quello dell'arena, che di fronte a quei "giochi" sembrava una passeggiata. Sia io che la mamma abbiamo combattuto per riuscire a vivere tranquilli come adesso, e ci riuscimmo, finalmente io riabbraccia la mamma. Dopo che tutto fu finito ci sposammo, poi nascesti tu e dopo 4 anni Finnick, tuo fratello-Peeta si alza e fa per andarsene, io intanto ritorno in camera e mi siedo sul letto, poi sento Prim dire:
-Papà, ami la mamma vero o falso?-Prim adora fare il giochino del vero o falso, come il papà...
-Verissimo-dice Peeta-buonanotte Prim-e spegne la luce -Buonanotte papà-risponde lei, dopo un pò sento che già si è addormentata, su questo ha preso dalla madre.
Peeta torna in stanza: -ancora sveglia?-mi dice lui mettendosi affianco a me
-non solo, ho anche sentito tutto quello che hai raccontanto a Prim- lui mi guarda con la faccia da cane bastonato-io...-inizia, ma lo zittisco con un dito
-Mi è piaciuto ascoltare quello la nostra "storia d'amore", ma dimmi, perchè non le hai detto del...di quello che è successo dopo?-le ultime parole mi escono strozzate
-Credo sia ancora un pò piccola per certe cose, Prim è molto curiosa, chiederebbe cos'è un depistaggio e cosa mi hanno fatto, le ho preferito nascondere la cosa per ora-mi fa un mezzo sorriso, poi i suoi occhi si incupiscono, afferra il cuscino e lo stringe tra i denti, da lui escono gridolini strozzati. Inizio a diventare anche io isterica, cerco di parlargli ma lui non mi ascolta, fissa un punto lontano. Ho paura di toccarlo, non vorrei farlo cadere in un stato di trance acuta. Poi so cosa fare, mi alzo dal letto e vado a chiudere la porta della stanza dei bambini, chiudo anche la nostra e poi mi piazzo davanti a lui. Inizio a chiamarlo ma lui gira la testa, più alzo la voce più gli scatti sono veloci. Ricordo quando ebbe quell'attacco di isteria durante l'incursione a Capitol City, dentro la cucina di quella casa abbandonata, con Boggs morto ed io sul punto di avere un crollo. Ricordo che lo chiudemmo in un armadio e lui continuava a gridare e a martellare con i piedi fino a perdere i sensi. Quando la guerra finì e tornammo nel 12, durante una "seduta" per via telefonica con il dottor Aurelius mi chiese come stava Peeta, gli risposi che a volte ha "i suoi attacchi" e se per favore mi diceva come potevo calmarlo, disse di mettermi di fronte a lui e chiamarlo, se inizia a dare di matto devo iniziare ad accarezzarlo e ad assicurargli che va tutto bene ma non devo mai dire "ibridi" oppure "depistaggio" o "Hunger Games" mentre si trova in quello stato, potrebbe uccidere tutti sul posto. Allora cerco di fare quello che mi ha detto, come immaginavo dopo quattro o cinque volte che lo chiamo inizia ad impazzire e a gridare più forte, gli metto una mano tremante sulla guancia, mi avvicino con cautela all'orecchio e gli sussurro che va tutto bene e che non c'è nulla da temere. Lui si calma un pò, ma le sue pupille sono ancora dilatate. Allora cerco di abbracciarlo, lui non fa nulla per respingermi e allora lo chiudo tra le mie braccia, che si certo non saranno come le sue, ma che hanno un effeto benefico su di lui. Infatti inizia a calmarsi e a rilassare i muscoli. Dopo un pò si alza e mi guarda con aria di scusa, ma so che non è colpa sua; gli sorrido e lui mi bacia timidamente, poi mìci mettiamo sotto le coperte. Prima di chiudere gli occhi gli ripeto le parole che mi disse lui qualche anno fa, quando vedevo Prim, ancora piccolissima, giocare nel prato, su quello che è un vero e proprio cimitero:
-Andrà tutto bene, io ho te e tu hai me, insieme possiamo superare tutto, lo sai-sento che si gira e mi abbraccia -lo so-

__________Spazio Autrice__________
Questa è la prima storia scritta da me. Spero che il primo capitolo vi piaccia, non è granchè ma sarà una grande storia, piena di avvenimenti belli e brutti
Recensite ;)
Ciaoo :D

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Mi sveglio e ritrovo gli occhi azzurri di Peeta che mi scrutano, come quando dormivamo in treno, ma questa volta è a dir poco inquietante.
-Che ti prende Peeta?- continua a fissarmi, sempre più vicino. Ho paura. Provo a squagliarmela ma noto che il mio braccio è fermato da lui. Non voglio pensare a quello che sta per succedere, ma il suo modo di guardarmi, il modo in cui "fiuta", assomiglia ad un...no! Non può. Mi prende il viso tra le mani, si avvicina, mi aspetto un pugno o qualcosa del genere e quindi chiudo forte gli occhi, ma quello che sento invece sono tre risate, forti e sonore. Apro gli occhi di scatto e vedo Peeta, Prim e Finnick che si rotolano sul letto. Mi alzo stizzita ed esco dalla camera:
-Ma daii Kat! Era per far ridere i bambini-dice Peeta seguendomi
-Ma questo non doveva far ridere anche te!-dico senza voltarmi
-Ahahahah, dai- si inginocchia davanti a me-mi perdoni?- non riesco a non ridere
-Finiscila scemo-e gli do una piccola spinta ridendo, lui si alza e mi raggiunge in cucina:
-Cucino io se vuoi?- gli dò tutto ed esco dalla cucina -Grazie tesoro-dico affacciandomi e facendogli l'occhiolino, intanto i bambini entrano ancora ridendo, dò un bacio a tutti e due e faccio per salire al piano di sopra, quando Peeta mi ferma:
-Hey, e io cosa sono? Perchè a loro si e a me no?-
-Ma ti metti contro due bambini-
-Voglio anche io un bacio-rido
-Non puoi caro-e inizio a salire le scale, lui mi segue e si para davanti, per togliermelo devo baciarlo, così lo faccio -Hai visto? Posso avere quello che voglio se mi metto a fare il bambino-
-Ahahahah si ho notato-rido e salgo a cambiarmi, lui scende a preparare la colazione ai bambini. Quando scendo giù faccio appena in tempo a mangiare un pò di pane che suonano alla porta, mando i bambini in camera a giocare e vado ad aprire, fuori trovo una bimba con i capelli biondi e gli occhi grigi:
-Ciao piccola-dico-come mai ti trovi qui?-vedo in quella bimba qualcosa di famigliare
-Mi ha mandata la mamma, dice di conoscerti-
-Tua mamma mi conosce? E come si chiama?-chiedo curiosa
-Mia mamma si chiama Delly, Delly Cartwright-dice la piccola bambina, ecco a chi somiglia.
-Oh Delly-dice Peeta dietro di me -la conosco, quando eravamo piccoli giocavamo sempre insieme-mi giro verso Peeta e lo guardo preoccupata, lui capisce cosa voglio dire e si avvicina:
-Come mai non è venuta anche lei?-chiede con dolcezza
-La mamma aspetta la mia sorellina, e quindi fa fatica a venire-
-Il papà non poteva accompagnarla?-
-Oh...-dice lei
-É successo qualcosa al tuo papà?-chiede ancora Peeta, la bambina potrebbe anche infastidirsi per tutte queste domande, ma lui lo chiede in un modo così tenero che la fa sorridere:
-Beh, papà è andato via un pò di tempo fa, nel distretto 2, è di ritorno stasera-la bimba si gira e guarda all'orizzonte, poi si rigira verso di noi e dice:-precisamente adesso- e corre verso qualcuno:
-Papà!-grida correndogli in braccio, stringo gli occhi per vedere chi è, ma non capisco bene, poi pian piano che l'uomo si avvicina inizio a vederlo meglio: è alto, i capelli color mogano come i miei e delle braccia possenti tengo la bambina: -Papà, papà guarda!- e ci indica, poi scende da in braccio e lo prende per mano, guardo in basso come al solito e mi accorgo delle scarpe slacciate, mi piego e le allaccio:
-Papà, lui è..., come ti chiami?-
-Sono...Peeta-c'è qualcosa di strano nella sua voce, mi alzo e faccio appena in tempo a fissare i suoi occhi color giacimento, poi perdo i sensi.


Mi sveglio tra le braccia di qualcuno, spaventata mi alzo, ma vedo che è solo Peeta:
-Quello era...-Peeta mi guarda con occhi preoccupati
-Gale, si era lui, come stai adesso?-mi guardo in giro e più lontano vedo la bambina di prima
-Meglio, ma lei che ci fa qui?- Peeta si fa triste, prende un bel respiro e dice:
-Delly sta per partorire, però Gale non se la cava, hanno bisogno di qualcuno che la faccia partorie senza problemi-
-Lo faccio io-senza pensarci due volte mi alzo e apro l'armadio, prendo la roba di mia madre e scendo di corsa le scale:
-Katniss ma i bambini?-chiede Peeta
-Dì loro di starsene tranquilli e dì a....come si chiama la bimba?-
-Hazelle, Hazelle Hawthorne-si chiama come la nonna
-Già..-prendo la borsa ed esco, dopo un pò mi raggiunge Peeta
-Che hai detto poi alla bambina?-gli chiedo, ricordandomi di non avergli detto più nulla
-Che sta per nascere la sua sorellina e che deve stare qui tranquilla-
-Bravo, adesso sbrighiamoci-arriviamo davanti casa Hawthorne e suono, viene ad aprirci un Gale preoccupato -Spostati- gli dico, vedo che i miei modi bruschi non lo smuovono-dov'è?-lui mi indica una stanza al piano di sopra, corro ed entro. È li distesa che sta gridando dal dolore, appena mi vede fa un mezzo sorriso:
-Come stai?-chiedo
-Male, falla uscire, adesso!-inizia a gridare. Non perdo tempo, lei inizia a spingere ma c'è qualcosa che non va, passa una mezz'ora e la bambina esce sana, lo stesso non si può dire della mamma. Le dò la bambina in braccio e lei sorride, mi ricordo quando nacque Prim, mia madre mi fece partorire, per me era la prima volta ma non ero tanto spaventata, al contrario di Peeta che si aggirava nella stanza accanto, quando nacque me la diede inbraccio, era bellissima come ora, i capelli scuri e gli occhi azzurri. Mia madre fece entrare Peeta, quando mi vide non resistette e iniziò a piagniucolare insieme alla bambina, non riuscivo a trattenere le risate, lui si avvicinò e la prese sorridendo, il suo sorriso...qualcosa di speciale, tanto da far smettere di piangere la bambina, è lì che disse come desiderava chiamarla, "Primrose", mia madre iniziò a piangere dalla felicità, io mi trattenni, dissi soltanto "sei un ragazzo speciale":
-Sai già come chiamarla?-chiedo con tenerezza
-No, per ora no-tossisce-quando arriverà il suo nome ce ne accorgeremo-tossisce ancora
-Vuoi che la porti dal papà?-
-Si grazie- prendo la bambina ed esco fuori, Peeta e Gale sono seduti sul divano, lui appena mi vede e sopratutto vede la bambina sana e salva corre a prenderla in braccio:
-Lei come sta?-mi chiede giocherellando con le dita della bambina
-Non si può dire che stia bene, è...-mi blocco, sentiamo delle grida, provengono dalla stanza di Delly
-Gale, c'è qualcosa che devi dirmi?-lui mi guarda e poi si precipita nella stanza
-Katniss, Delly è malata, non si sa di cosa soffre, la bambina è stato un caso, nessuno se la aspettava-rimango scioccata
-Cosa?! E perchè me lo dite solo adesso? Avrei fatto a meno di farla sforzare e magari le facevo altro! Non può essere, adesso potrebbe...lei potrebbe....Peeta capisci che potrebbe morire?! E lasciare Hazelle e la nuova arrivata sole con Gale? Non ce la farebbe mai!-inizio a piangere, lui mi abbraccia, mi ero promessa a me stessa di cercare di non piangere più appena tornata da Capitol City, ma non ho mantenuto la promessa, ho pianto ben due volte. Adesso e quando vidi Ranuncolo per la prima volta, quando cercava mia sorella. Facciamo per salire le scale quando Gale esce dalla stanza e ci urla:
-Katniss, chiama tua madre!-

_____Spazio Autrice_____
Ragazze lo so che fa un pò schifo il capitolo e che voi volete suspance ma non posso metterla dai primi capitoli, le cose andranno avanti e piano piano Katniss si ritroverà con altri problemi, gli incubi non finiranno mai. Nè per lei, nè...per Peeta.
Non vedo l'ora di andare avanti, spero vi sia piaciuto, recensite :D

Ciaoo

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Senza pensarci due volte prendo il telefono e chiamo mia madre:
-Mamma...-
-Ciao Katniss, tutto bene?-troppo calma per i miei gusti
-No mamma, corri qui nel 12 abbiamo bisogno di te, Delly sta male-inizia a salirmi l'ansia
-Arrivo subito-riattacco e corro da Gale, la sua faccia mi dice tutto
-Cos'ha?-lui si mette la testa fra le mani e si siede sulle scale, Peeta ci raggiunge
-Non lo so...-
Entro in camera e vedo una Delly che si contorce dal dolore, le fa male la pancia, si vede da come tiene le mani, il
lenzuolo è sporco di sangue, vorrei aiutare ma non sono brava in questo genere di cose. Peeta entra, cerco di avvicinarmi e di parlarle per magari farmi die cosa si sente, ma lei urla cose incomprensibili, la cosa mi fa ricordare cose orribili. Peeta la guarda, lui non dovrebbe stare qui, cerco di manfarlo fuori, ormai è troppo tarsi. Inzia a mettersi le mani nei capelli, si libera dalla mia presa. Poi Delly fa qualcosa che non mi aspettavo, alza il dito verso di me e urla:
-Ibridi!- Peeta a quelle parole impazzisce, mi si avventa addosso, sta cercando di strangolarmi come l'ultima volta nel 13, quando lo rividi dopo molto tempo. Le emozioni che provavo nel rivederlo si trasformano in terrore e paura. Cerca il mio collo, appena lo afferra inzia a stringermelo fino a farmi male, non può finire così, non può succedere di nuovo:
-Peeta calmati! Peeta!-lui non mi ascolta, urla insieme a Delly, lotto con ancora le poche forze che mi sono rimaste, poi però qualcuno me lo toglie di dosso e lo butta fuori, mia madre.
-Esci anche tu, veloce!-mi grida in preda al panico. Prima di buttarmi fuori però mi dà una controllata al collo
-Non è nulla, piccole ecchimosi, passerà. Vai fuori-
-Vado da Peeta-dico chiudendomi la porta alle spalle. Mia madre non ha mai apprezzato del tutto Peeta dopo il depistaggio, teme per la mia vita e quella dei miei bambini. Lo ha veramente trattato male buttandolo fuoriin quel modo. Non me ne frega della mia vita, basta che le persone che amo stiano bene, solo questo voglio.
-Peeta! Dove sei?-inizio a girare per le stanze, dopo un pò perdo l'orientamento.
-Pee...che ci fai qui?-lo trovo rannicchiato in un anglo della camera della bambina, lui mi guarda il collo, poi coppia a piangere:
-Non volevo giuro, è stata la vista di Delly che urlava a farmi ricordare quello che succedeva a me durante in depistaggio, poi ha urlato quella brutta parola e ha indicato te, sai che io...-non gli faccio finire la frase e gli prendo le mani
-Peeta tranquillo, so cosa ti è successo e so che a volte ti prendono questi...attacchi-
-No, è tutta colpa mia!-inzia a piangere di nuovo, mi fa pena, non posso guardarlo cosi, in questo stato. Mi avvicino e lo abbraccio. Lui inzia a baciarmi i segni che mi ha fatto sul collo, più che baciarmeli me li bagna, ma è lo stesso una
sensazione piacevole. Si stacca e apre le braccia come ad invitarmi a rinchiudermi dentro, non esito un istante e mi ci tuffo. Il calore che mi danno le sue braccia è qualcosa di speciale, come i suoi baci, mi colmano. Lui sa quando ne ho bisogno, infatti mi gira il viso e mi bacia delicatamente, come solo lui sa fare.

Passa una mezz'ora:
-Katniss, non starai dormendo? Sai mi si stanno addormentando le braccia-
-Ahahah tranquillo sono sveglia- mi sciolgo con malavoglia da quella protezione che mi ero creata
-I bambini Peeta! Sono a casa da soli-mi prende la mano e scendiamo velocemente i gradini per andare al piano di sotto, dove troviamo Gale che dorme sul divano con in braccio la bambina. Corriamo verso casa, so che anche lui sta pensando a quello che penso io. Mi faccio i migliori film mentali, trovare i
bambini morti a terra, soffocati, bruciati o peggio non trovare nessuno.
Entriamo in casa:
-Bambini!-grido a squarciagola, nessuno risponde
-Prim, Finnick, Hazelle!-grida Peeta in preda al panico-Rispondete!-
Mi siedo sul divano, sento che è successo qualcosa, Peeta viene affianco a me e cerca di calmarmi. Non ci riesco.
Dove sono? Dove saranno mai andati? Sento che mi sta venedo una crisi isterica, stringo la mano di Peeta, tanto da
farlo urlare dal dolore. Dopo un pò mi accorgo di quello che ho fatto e lo lascio stare.
Qualcuno apre la porta:
-Prim, Finnick, Hazelle!-grido alzandomi dal divano e correndo da loro, cerco di trattenere le lacrime che vogliono uscire.
-Dove eravate?-continua Peeta
-Nel giardino del retro-che stupida, come ho fatto a non pensarci, come ho fatto a non capire che potevano stare lì a
giocare.
La piccola Hazelle si fa spazio tra i due bambini:
-Allora? È nata la mia sorellina?-quello che speravo non mi chiedesse, lo fa. Le parole non mi escono. Vorrei dirle
che la mamma sta bene ma non riesco a mentire davanti a quegli occhioni grigi che mi fissano speranzosi.
Fortunatamente c'è Peeta
-Si la sorellina è nata, ed è anche sana, ha i tuoi stessi occhi sai?-
-Veramente? Che bello! E la mamma? Come sta?-troppe domande per rispondere, non ce la faccio a trattenermi.
Guardo Peeta.
-La mamma deve riposare sai...è-
Gale irrompe in casa:
-Katniss...!-poi si accorge di chi ha davanti oltre a me e a Peeta
-Oh ciao Haz- dice sorridendo
-Papà papà, dov'è la sorellina? Voglio vederla-dice saltellando dalla felicità, il mio cuore sta soffrendo, uno dei miei
tanti punti deboli sono i bambini, non ce la faccio, non riesco a sopportarlo.
-É a casa, con la nonna di Prim e Finnick-
-C'è la nonna!-gridano in coro i miei figli, escono di casa e corrono verso casa di Delly prima che io e Peeta possiamo
fermarli, quindi li raggiungiamo.
-Nonna!-corrono ad abbracciarla. Lei sorride ma vedo la preoccupazione nei suoi occhi. Dice a Gale di salire in camera.
Hazelle si avvicina alla bambina che mia madre ha già sistemato nella culla.
-Hai ragione signor Peeta, ha i miei occhi-Peeta accarezza la bambina poi mi guarda, dalla sua espressione
immagino che la mia faccia non sia tanto felice. Mi prende per mano e saliamo sopra. Aspettiamo che Gale esca dalla camera.
Dopo dieci minuti entro, Gale è seduto al bordo del letto e tiene la mano di Delly stretta.
Ci avviciniamo e cerchiamo di sussurrare a Gale parole di conforto, ma so cosa prova, niente potrà aiutarlo.
-Cos'ha la mamma?-la voce di Hazelle si diffonde in tutta la stanza
-Oh..Haz-inizia Gale
-Cosa'ha la mamma?!-ripete Hazelle con le lacrime che ormai le rigano il viso e la voce tremante
Gale si alza e va da lei
-Haz, la mamma non sta molto bene, devono curarla, però poi tornerà a giocare con noi sai?-
-Sei sicuro? Non mi starai mentendo?-gli occhi grigi di Gale iniziano a riempirsi di lacrime come quelli di Hazelle.
Senza farmi vedere dalla bambina inizio a piangere sulla spalla di Peeta, lui mi accarezza la testa, ma so che sta piangendo. Non può una bambina così piccola affrontare queste cose, ricordo come la prese mia sorella quando mio padre morì. Non è bello vedere il viso di colui che ha visto il tuo caro per l'ultima volta scuotere la testa. È quello che teme la bambina, lo so. La stessa cosa teme anche Gale.
Mia madre sale sopra e fa scendere i bambini giù:
-Allora?-chiedo io
Mia madre prende un bel respiro, guarda Gale e lo facciamo anche noi. La sua faccia è afflitta, forse si immagina come tutti noi quello che probabilmente succederà a Delly.
Mia madre ha una faccia strana, la conosco benissimo. Non trova le parole. Dopo un pò però parla.
-Delly, ha un tumore...se non viene con me nel 13 rischia di morire-

___Spazio Autrice____
Scusate per non aver pubblivato ieri, ma ho avuto problemi.
Spero che almeno questo vi piaccia; è un pò triste, ma io vi avevo avvisate ;)
Passeranno un sacco di problemi, ma come dice George "ecco che arriva il sole" e anche ai nostri due sfortunati innamorati succederà ^.^. Sarà difficile ma ci riusciremo...forse.
Alla prossima :D
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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Rimaniamo tutti in silenzio, non può essere vero, pensavo di non dover soffrire più, di vivere felice, e invece mi ritrovo qui con Delly, la ragazza che aiutò in parte Peeta ad uscire da quel terrore di vita che si era fatto, la moglie del mio migliore amico...già Gale; lo vedo correre giù per le scale e sparire. Guardo Peeta, mi fa segno di andare da lui. Non ci penso due volte e scendo giù. So dov'è andato. Supero la recinzione del 12 ormai senza elettricità e corro verso i boschi. Arrivo al lago. Lo vedo seduto su una roccia che guarda il lago, sotto di lui, nell'acqua si formano dei cerchi concentrici, segno che sta piangendo. Mi avvicino e poggio la mano sulla sua spalla, lui senza girarsi mi dice:
-Peeta ti ha fatto venire? Ti ha lasciato stare? Come mai?-cresce una rabbia dentro di me, come può dire una cosa del genere, poi ricordo che ha la moglie che sta per morire.
-Gale...per favore-dico con tono serio-Scusa hai ragione, ma non so che fare, sono disperato-
-Hai ragione ad esserlo, ma devi stare tranquillo, andrà tutto bene-
-No che non andrà! Come farò con due bambine? Tra tre mesi devo ripartire per il due, non posso tenermi le bambine, una ha 9 anni, l'altra nemmeno un giorno, come farò!-inizia a piangere, in questi momenti ci vorrebbe un abbraccio, ma dopo tutto quello che abbiamo passato non credo ce la farò. Lo faccio lo stesso, lui all'inizio esita ma poi si rintana tra le mie braccia. Dopo tutto quello che ho passato sono io quella che offre i miei abbracci agli altri, quando invece ne avrei tanto bisogno.
-Gale, ti ricordi quando venivamo ogni estate? Tornati dalla caccia?-
-Si-dice lui-e io imprecavo contro Capitol City-
-Guarda lì-indico una pianta di more, lui si gira, si alza e ne raccoglie un pungo.
-Felici Hunger Games-dico lanciandogliene una in bocca
-E possa la fortuna..-dice lui lanciandomene una
-Essere sempre a vostro favore-diciamo in coro. Poi scoppiamo in una fragorosa risata.
-Mi prometti che starai tranquillo?-gli chiedo sorridendogli
-E tu mi prometti che rimarremo sempre migliori amici?-
-Puoi starne certo- ci abbracciamo. Adesso ho capito, lui mi riempe come sa fare solo un migliore amico, cosa che
Peeta non potrà mai fare. Io amo Peeta, voglio un mondo di bene a Gale, e così deve andare.
Torniamo a casa di Delly.
-Sai che ti dico?-dice Gale avviandosi verso le bambine
-Questa bimba si potrebbe chiamare Del, che ne dite?- Peeta che fino ad ora ha cullato il piccolo Finnick, si alza e ride:
-Hai molta fantasia con i nomi-gli dà una pacca sulla spalla, poi scoppiano a ridere. È bello vederli così. Sorrido e mi metto in mezzo:
-Il miglior trio del mondo-dico alzando il pugno
-Un trio a scaletta- fa notare Peeta
-Meglio ancora-dice Gale ridendo
-Perchè non ci vai anche tu nel 13?-chiedo a Gale-Potresti portarti le bambine, lì c'è chi ti può aiutare-
-É vero, grazie mille per l'idea-sale sopra
-Beh allora buon viaggio, noi andiamo, si è fatto tardi-
-A presto!-sentiamo gridare da sopra
I bambini abbracciano di nuovo la nonna, io la saluto e lo stesso fa Peeta
-Stà attento alla mia bambina-dice guardandolo serio
-Stia tranquilla signora, la proteggerò più della mia stessa vita-mi aspetto una risposta fredda da mia madre
-Ne sono certa-lo abbraccia e poi ci lascia andare.
Arrivati a casa mettiamo i bambini a letto e poi ci avviamo verso la nostra camera
-Sai-dice Peeta-Gale inizia a starmi simpatico-
-Ma va-dico ridendo, lui mi sorride. Sono passati tanti anni e ancora mi cedono le gambe davanti ad un suo sorriso.
Ricambio.
-Siamo sposati da molti anni e ancora mi togli il respiro quando ti vedo- gli occhi mi diventano lucidi
-Oh, Peeta-lo abbraccio
Ogni notte ci sussurriamo qualcosa, ma questa notte è speciale, me lo sento. Non ho avuto molte notte così, quando lo baciai per la prima volta dopo il depistaggio, ma non successe nulla di grande. Notti speciali sono state quelle in cui ho concepito la piccola Prim, o Finnick. Chi se lo scorderà mai, avevo una paura tremenda, Peeta tremava sia per il freddo che per la troppa emozione. I nostri corpi erano però attaccati e così ci davamo calore a vicenda. Mi sentivo a mio agio con lui, e mi sento ancora tutt'ora, so che posso fidarmi.
È questo quello che succede stanotte, nessuno dei due lo desidarava, è successo e basta.
E alla fine, tra le lenzuola umide, mi sussurra...
-Domani mattina voglio le uova per colazione-
-Te le fai da solo, eggman-
Mi dà un bacio lungo e appassionante e poi ci addormentiamo

___Spazio autrice____
AHAHAH non so che dire, mi piace l'ultima frase, in pochi capiranno quell' "eggaman"
Cerco di mettere più sentimenti di Katniss. Ma più di tanto non riesco a fare, mi dispiace :/
La parte principale della storia deve ancora arrivare
Spero vi piaccia, recensite :)

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Quegli occhi da serpente mi fissano
le sue labbra rigonfie si muovono
sta ridendo, lui sta ridendo di me...
Mi svelio di scatto, dovrò aver urlato perchè Peeta entra in camera tutto affannato:
-Cos'hai? Tutto bene?-
-Soliti incubi-dico calmandomi
-Succede anche a me, ti capisco, io sto preparando la colazione, se ne vuoi un pò ti conviene sbrigarti-dice
così ed esce
-D'accordo, cosa c'è da mangiare?!-grido sulla porta
-Uova!-sbuffo e sorrido, saranno almeno 3 giorni che mangiamo uova per colazione, quando si parla di fissazzione...
-Buongiorno-dico a tutti e tre
-Mamma mamma guarda!-mi si avvicina e mi mostra il suo piatto
-Si, è bianco-all'inizio non capisco, poi intravedo il viso mio e di Peeta inciso nel piatto
-Ma è bellissimo, lo hai fatto tu?-chiedo prendendo il piatto
-Sisi-accarezzo quel piatto, noto che Peeta è sovrapensiero
-Adesso però andate, mi raccomando state attenti e fate i bravi, chiamateci se succede qualcosa e divertitevi
-solita mamma protettiva, ma ho paura.
-Certo mamma, ciao papà-si avvicinano a Peeta e gli danno un bacio
-Ciao, fa te i bravi-
-Ciao mamma-li saluto con un cenno della mano.
-Stai bene?-chiedo avvicinandomi a lui e accarezzandogli la testa
-Certo, solo che vedendo quel piatto..-
-Anche io ho avuto la tua stessa reazione, è normale-
Suonano alla porta, io e Peeta ci guardiamo reciprocamente, potrebbe essere chiunque. Vado ad aprire:
-Buongiorno, buongiorno, buongiorno-dice. A primo impatto non la riconosco, niente trucco, niente tatuaggi, addirittura nessuna parrucca, i suoi capelli biondi le ricadono sulle spalle, i suoi occhi con un filo di trucco mi guardano felici, è vestita in modo troppo semplice per i SUOI gusti secondo me, un cappotto lungo fino alle ginocchia e sotto una gonna nera e stretta che le arriva in vita con una camicia rosa infilata dentro. Elegante come sempre però.
-Effie?-chiedo sbalordita-sei tu?-
-Ma certo che sono io! Chi se non la tua rappresentate-dice tutta allegra, non riesco a guardarla in questo stato, magari prima potevo pensare che ha avuto una bella idea a togliersi tutto quel trucco e quelle parrucche strambe, ma adesso immagino cosa avrà passato per togliersi tutto quello di dosso.
-Peeta!-strilla andando verso di lui-tutto bene?-lo bacia sulle guancie e lui arrossisce
-Non pensavo vi eravate sposati!-dice battendo le mani
-Abbiamo provato ad inviarti l'invito, non ti è arrivato però-dice Peeta con tono di scusa
-Tranquillo, sapevo che l'amore avrebbe trionfato-dice sorridendo. Mi soffermo a guardarla ancora, c'è qualcosa in lei che è rimasto però, la cosa più bella, la positività. Spruzza allegria da tutti i pori.
-Accomodati pure-dico indicando il divano di fronte a quello dove sta seduto Peeta
-Che bella casa.-dice guardandosi intorno. E sicuramente non gli manca il suo buon gusto. Le sorrido
-Come mai qui?-chiedo sorridendo, la sua faccia me lo fa passare
-Ci sono notizie da Capitol City e pensavo volevate saperle, dato che a voi non arrivano più certi messaggi- quali notizie? È successo qualcosa di grave? Un'altra guerra? Inizio di nuovo a farmi tanti stupidi film mentali e mi faccio prendere dal panico. Effie se ne accorge e mi dice sorridendo:
-Non è nulla di grave-mi calmo un pò, ma il suo tono non è rassicurante
-Allora?-sento miagolare, Ranuncolo.
Apro la porta e lo facci entrare, si butta tra le braccia di Effie che inizia ad accarezzarlo
-La Paylor si è dimessa-sgrano gli occhi
-Cosa?-diciamo in coro io e Peeta
-Mi avevano nominata vice-presidente e quindi adesso sono io a capo del popolo-non mi va tanto a genio che
stia lei, non si sa mai cosa possa passare nella testa di Effie, ma di certo non istituirà gli Hunger Games.
-Bhe, questo almeno fino a quando non trovano un sostituto-
Un sostituto?! Non voglio un altro sostituto, non posso rischiare questo.
-Non si può fare nulla per far tornare la Paylor?-chido allarmata
-No mi dispiace-dice Effie accarezzando il gatto
-Sanno già chi potrebbe sostituirla?-chiede Peeta con gli occhi sbarrati, poverino, forse immagina altre quattro
settimane sotto depistaggio. No! Non posso permetterlo!
-Si, una donna ci sarebbe-una donna? A volte possiamo essere più perfide degli uomini.
-La conosci? È brava? Sa governare?-troppe domande per lei
-Calma, calma, dicono che sia molto giovane e famosa...-esita un pò, nei suoi occhi c'è qualcosa che non va,
terrore...nei suoi occhi vedo terrore
-Come si chiama?-
-La soprannominano "Ice"- Ice, ghiaccio
-Come mai?-
-Dicono abbia gli occhi color ghiaccio e quando ti guarda sembra ti si ghiacci il sangue!-dice con voce malefica-ovviamente dipende in che modo ti guarda-
-Effie non credi di esagerare?-dice Peeta facendo un sorrisino
-Ehi tu!-dice lei indicandolo-Effie Trinket non esagera mai!-la solita, sorrido
Peeta fa una faccia come per dire "questo lo dici tu" poi scrolla le spalle e prende in braccio Ranuncolo. Qualcuno bussa alla porta. Mi si gela il sangue
-Vado io!-dice trillando
-Ma...-faccio per alzarmi, Effie apre la porta e rimane imbambolata, chiunque sia la sta facendo tremare. Aspetta, Effie
che trema, anche se lo farebbe vedendo solo un topino non si sa mai.
-Chi è?-dico avvicinandomi alla porta. Sgrano gli occhi. I suoi capelli sono sempre li stessi, alto, è tutto uguale però
sembra più giovane. A quanto pare avrà iniziato a prendersi cura di sè.
-Ha...Haymitch-dice Effie con gli occhi spalancati e il viso in fiamme.
-Oh Effie, sei tu?-chiede lui guardandola incredulo
-Cosa pensavi? Tutti possono cambiare-dice lei dandogli una pacca sulla spalla
-Come mai qui Haymitch-chiedo
-Nulla, piccola visita. Peeta, come va?-intanto lo faccio entrare e chiudo la porta
Lui alza gli occhi e inizia a fissarlo
-Hai smesso di bere vero?-chiede abbassando lo sgurado. Colgo un accenno di divertimenti nella sua voce
-Già-dice lui-l'ho fatto per...-lo blocca
-Effie-finisce Peeta
-Effie? Ma...no...perchè...ok...forse...no! Non mi far dire cavolate ragazzo!-dice diventando rosso in viso
-Allora perchè sei rosso?-chiede lui mettendosi a braccia conserte
-Perchè...non sono affari tuoi, pensa alla tua di donna- Peeta sorride compiaciuto
-Stai pure tranquillo che la penso più di quanto tu pensi a te stesso-
-Ma non farmi ridere, come se non ti conosco, so che non le hai mai messo un dito addosso, a stento sarai
riuscito a fare i bambini, poi basta
-dice ridendo. Ma cosa? Ma che discorsi sono questi. Mi meraviglio di Peeta, non
lo pensavo così..così! Mi innervosisco a tal punto da gridare:
-NON SONO DISCORSI DA FARE!-Peeta rimane stupefatto e anche gli altri.
-Su dolcezza-dice Haymitch avvicinandosi-dimmi la verità, come è a letto il ragazzo?- basta vedere la faccia del povero Peeta per capire che si sta vergognando a morte, io rimango di sasso. Comincio a pensare che mi era più simpatico da ubriaco. Caccio via la sua mano dalla mia spalla.
-HAYMITCH-strilla Effie-SONO COSE DA DIRE?-
-Ma dai, stavo solo scherzando, comunque ti sei mantenuta giovane Kat, sei sempre splendida-poi si gira
verso Effie- tu, no-
Inizio a considerare l'idea che ci abbia mentito e che è più ubriaco che mai.
-Dai Effie-dice abbracciandola-non te la prendere, sei molto più carina cosi-
Arrossisce
-Anche tu non sei male vecchio birbante-lui le circonda le spalle
-A presto ragazzi-dicono salutandoci
-Ciao-rispondo ridendo. Li guardo fino a quando non spariscono all'orizzionte diventanto due figure nere abbracciate, in
contrasto con il sole che sta tramontando. Rientro e vedo Peeta seduto sul divano:
-Ora vedremo chi sarò più bravo a letto-bofonchia a braccia conserte, rido.
-Per me sarai sempre e solo tu-dico dandogli un bacio sul naso. Me ne pento subito.
Si alza dal divano e viene dietro di me:
-Davvero?-non faccio a meno di ridere, non lo credevo così attaccato a questo genere di cose
-Certo, ieri lo hai dimostrato-dico dandogli una gomitata
-Già-dice-adesso mi merito un premio-ecco lo sapevo. Qualsiasi cosa vuole un premio. Viziato.
-Ossia?-chiedo, considerando già tutte le cose che potrebbe chiedermi e le eventuali risposte, cioè NO.
-Boh-dice scrollando le spalle e salendo le scale per andare in camera. Vado in cucina a prendere un bicchiere d'acqua. Ice. Mi sta tormentando da quando Effie ha pronunciato il suo nome, so che a volte esagera. No ok, esagera sempre. Ma non credo possa farlo anche su cose di questo genere. In fondo è qualcosa di serio. Ma poi ricordo che lei è nata a Capitol City e che lì si esagera anche se non trovano la parrucca giusta. Devo stare calma, non può succedere di nuovo, non deve. Salgo sopra per andare in camera, poi mi fermo. Ripenso a quello che mi ha detto poco fa Peeta:
-Già, adesso mi merito un premio-
-Ossia?-
-Boh-
Devo spaventarmi? Da quando è salito non si è fatto più sentire. Inizio ad immaginarmi cosa mi aspetta dentro quella stanza. Magari lui disteso sul letto vestito da polipo, o da tricheco, sa che adoro quegli animali. Oppure, peggio ancora, nudo...
-Ma che razza di idee ti fai!-dico ad alta voce, poi mi tappo la bocca. Mi avvicino piano piano alla porta della mia stanza. Perchè diamine non ci sono i bambini, perchè sono andati nel 13 dalla nonna, mi tocca rimanere un mese senza loro, sola con Peeta. L'idea mi fa rabbrividire, poi però ricordo che è mio marito, ma è lo stesso inquietante.
Metto la mano sulla maniglia, mi accorgo che sto tremando. È assurdo, aver paura di trovare Peeta nudo sul letto, si ok fa paura. Forse perchè potrei avere una brutta reazione, magari potrei rimanere di sasso alla vista di "certe" cose. Mi faccio coraggio ed apro la porta.
È sul letto, le coperte alzate fino al collo. Mi tranquillizzo, poi quando si gira verso di me intravedo la sua spalla senza nulla addosso. Mi guarda sorridendo. Mi paralizzo. Fa per alzarsi dal letto però io strillo:
-Non azzardarti a farlo!-e mi copro la faccia con le mani
-Cosa?-mi chiede, allargo le dita per vedere se è come mi immagino. Beh, la parte di sopra si, ma sotto no.
Tiro un sospiro di sollievo e mi avvicino a lui. Meglio non dirgli la verità, potrebbe farlo:
-Nulla tesoro-devo ammettere che è molto accattivante senza maglia. Gli accarezzo il petto, quello che non mi aspetto e che lo faccia anche lui. Rimango a bocca aperta. Nel giro di due secondi mi ritrovo sul letto, sotto di lui.
-Ti pareva..-sussurro prima che mi baci. Anche questa notte la passiamo così, anche questa volta i nostri corpi stanno vicini per riscaldarsi. Anche questa volta lui mi sussurra all'orecchio, proprio in quel fatidico momento "ti amo". Devo ammettere che è veramente bravo a letto. Non siamo quella solita coppia che lo fa per divertirsi, a noi viene spontaneo, ok forse a lui viene spontaneo, ma a volte anche a me. Non siamo malati, ma lo facciamo con passione quando succede. Senza far svegliare i vicini, come invece fanno molte altre persone. Una delle cause per cui non dormo spesso. Lui....mi soddisfa, e mi piace.
Rimaniamo abbracciati, senza dirci nulla. Poi ricordo di quello che mi ha sussurrato poco fa nell'orecchio. Mi avvicino ancora di più e lo bacio, all'inizio mi guarda e non capisce, poi sorride. Senza pensare più a nessuno ci rilassiamo. Mi sento così in pace adesso, ho qui con me il ragazzo che amo, ho fatto pace con il mio migliore amico, i miei bambini stanno bene. Posso finalmente dire che sono felice. Guardo Peeta e sorrido.
Tutto questo non durerà.

 

_____Spazio Autrice____

Beh secondo voi chi è Ice?? Di certo non colei che vi aspettate quindi non pensate la cosa più ovvia.Che ne dite della coppia Haymitch-Effie. Sono così dolci *.*
Questo capitolo è molto comico, tranne per la parte in cui si parla della forse futura erede al potere. Riflettete, Ice, Ghiaccio. Occhi grigi, sguardo gelante.
Ditemi cosa ne pensate :D

Ciaoo c:

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


-Katniss...svegliati, hanno chiamato dal 13-cosa? I miei figli!
-È successo qualcosa ai bambini?-chiedo allarmata, inizio a sudare, tremo. Peeta mi afferra il viso e mi guarda negli occhi
-Cerca di perdere questo vizio di farti i film mentali. I bambini stanno bene, è per Delly che hanno chiamato-cerco di calmarmi, ma è impossibile. Mi stringo il polso fino a farmi male, Peeta non mi rimprovera, anche lui lo faceva per calmarsi.
-Che le è successo?-chiedo massaggiandomi il polso.
-È peggiorata, tua madre ha detto che hanno provato a toglierle il tumore, sembrava tutto apposto, ma adesso si è riformato, è più grande- immagino Gale in questo momento, se non sono riuscita a calmarlo quando stava ancora nel 12 non credo riuscirei a calmarlo per telefono. Non riesco a parlare. So cosa si prova a vedere la faccia bianca e sudata di un dottore dire di no. Mi limito a cambaire discorso.
-Come stanno i bambini?-chiedo alzandomi e dirigendomi in bagno
-Bene, stanno con tua madre, dice che non sanno nulla di Delly-
-Meglio così, mi passi la camicia?-chiedo indicando la sedia. Va a prenderla e me la porta
-Anche tutta l'altra roba-mi guarda male e poi si dirige di nuovo verso la sedia
-Tieni-dice lanciandomele addosso
-Non potresti anche...-non mi fa finire la frase, mi sbatte la porta in faccia e dice secco:
-No.-faccio spallucce e apro la doccia, mi metto sotto e inizio a lavarmi, l'acqua è ghiacciata. Ice.
Ripenso di nuovo a lei. Come fa Effie a sapere tutte queste cose? Il modo di guardare, l'avra conosciuta? Spero solo che sia buona, non voglio ripassare quei brutti momenti davanti allo schermo, guardando bambini innocenti uccidersi fra loro, sopratutto se quei bambini sono i miei. Scaccio questi brutti pensieri ed esco dalla doccia. Mi vesto e scendo giù. Trovo Peeta con la testa fra le mani. Un'altra crisi immagino, preferisco starmene lontana, sperando che non lo noti
-Tutto ok?-chiedo senza avvicinarmi
-Hai paura di me.-dice lui
-No-
-Allora perchè non ti avvicini?-lo ha notato. Mi siedo affianco a lui.
-Sono qui-dico mettendogli una mano sulla spalla, ma lui la toglie
-No! Tu hai paura di me! Hai paura che possa fare qualcosa hai bambini! È per questo che li hai mandati nel 13? Sapevi che per me è un periodo difficile e quindi li mandi via. Mi temi, mi eviti. Dì la verità è così-urla Peeta, poi scoppia a piangere
-Sai benissimo che non ti temo...-
-Non mentire-dice fra le lacrime. Per la prima volta non ha ragione. Non lo temo affatto, i bambini li ho mandati nel 13 per farli svagare, non di certo per lui. Non so che pensare adesso, non so che dirgli. Sta male.
-Peeta...-inizio
-Peeta cosa? Mi tratti come un malato, come uno che ha bisogno di cure, io so badare a me stesso tranquilla!-si avvicina alla porta la apre ed esce sbattendola forte. Rimango ferma sul divano. Se ne è andato. Peeta è scappato. Ripenso a quello che è successo ed esco di casa. Inizo a correre, vado in centro, dove si trovava l'ex panetteria, vado nei boschi, vicino le miniere, i resti della mia vecchia casa, il prato, i resti della nostra vecchia scuola. Giro per tutto il distretto e anche fuori. Torno a casa afflitta, inizio a considerare l'idea che sia scappato nel 13 o a Capitol City, ma è lontano da qui, ci vuole un giorno solo con il treno.
Apro la porta di casa e mi butto sul divano, cosa posso fare? Non pensavo che un giorno potesse accadere. Forse la cosa migliore è chiamare Haymitch e andare insieme a cercarlo, ma non lo faccio, non ne ho voglia. Tutto questo è opera mia, e io devo vedermela. Il telefono squilla, mi paralizzo...
-Pronto?-dico con voce tremante
-Katniss...-la sua voce mi fa tranquillizare
-Finalmente, pensavo non chiamassi più, volevo farlo io ma non sapevo che numero comporre-
-Mi dispiace, ma...non ho avuto tempo-lo capisco, so cosa vuole intendere
-Tranquillo Gale, come stai?-fa un lungo sospiro, poi silenzio
-Capisco...-dico con voce afflitta
-A te invece? Tutto bene?-se non considero l'idea che Peeta è in pericolo si, tutto bene
-Certo, hai visto i miei bambini in giro?-chiedo cercando di sembrare tranquilla e cambiando discorso
-Si, come mai li hai mandati qui? Per Peeta-mi si ghiacciano le parole, perchè? Perchè proprio oggi?
-Nono, volevano stare con la nonna, e io sola con...Peeta-dico
-Bene, meglio così, salutamelo...devo andare-salutamelo tu al posto mio, è più probabile che passi dì lì, invece di venire qui.
-Lo farò, ciao-appena possibile, lo farò.
Passano le ore, arriva mezzogiorno, non mangio. Non ho fame, dove diamine se ne sarà andato.
Arriva pomeriggio ma nulla, non torna. Guardo l'orologio
-Tic, tac, tic, tac-dico fissando le lancette, poi scoppio a piangere. Non so bene perchè. Mi sento vuota, adesso avrei bisogno di lui, del calore delle sue braccia. Mi rannicchio sul divano.
Mi sarò addormentata perchè quando mi sveglio sono le 11 di sera. Il panico comincia a farsi sentire, le lacrime ricominciano a scendere, ormai è tardi ma io non mollo, vorrei uscire e cercarlo ancora, ma sarebbe inutile. Come faccio a carcarlo al buio.
Cerco di rimanere con i pensieri a posto, ma i miei soliti film mentali si fanno largo nella mente.
Immagino Peeta che corre e va vicino ai boschi, si butta giù da un dirupo, il sangue gli scende dalla testa perche è andata a sbattere ad una roccia. Oppure che si butta tra le macerie della miniera. Però non credo che Peeta sia capace di fare tanto.
Può darsi che sta soltanto con un'altra donna, un attimo....aspetta. UN'ALTRA DONNA?!
Beh si consideri morta. Inizio a farmi film mentali anche su quello che possa stare facendo con quell'altra donna poi ricordo cosa mi ha detto Peeta stamattina:
-Cerca di perdere questo vizio di farti i film mentali-

Già devo perderlo assolutamente. Quindi mi metto tranquilla sul divano e fisso la porta. Riesco a non pensare a nulla solo per due secondi, poi sento rumori ovunque, una sola parola mi viene in mente. "Ice". Sento che è lei, ad un tratto ho freddo, inizio a tremare. Rimango paralizzata sul divano quando un rumore sordo che proviene dal piano superiore mi fa sobbalzare
-Oh Peeta perchè non sei qui?-dico in preda al panico
Mi faccio coraggio e mi alzo dal divano, poi ricordo che ho partecipato a due Hunger Games e ad una guerra contro Capitol City, ma questo non mi aiuta tanto, anzi peggiora la situazione, inizio a pensare agli orrori che possono stare al piano di sopra. Ibridi. Tutto tranne quelli. Magari ibridi con la faccia delle persone morte durante la guerra, con la faccia di Prim, di Finnick, di Boggs, della Coin, di...Snow. Cerco di stare calma, di respirare regolarmente, ma peggioro solo la situazione. Salgo le scale con calma, le gambe mi tremano e faccio rumore ogni volta che salgo uno scalino. Arrivo al piano di sopra ma non sento nulla. Poi un fruscio proviene dalla stanza di Prim. Mi si gela in sangue nelle vene, corro in bagno e cerco una lametta, so che non è molto utile ma così mi sento un pò più sicura. Mi avvio verso la camera di Prim con passo felpato, che poi non è tanto felpato dato che tremo dalla testa ai piedi. Più mi avvicino alla porta più i rumori sono forti e così attraverso il corridoio con una misera lametta in mano. L'unica cosa che sono sicura di avere è la paura. Non voglio trovare qualcosa o qualcuno con quegli occhi da serpente. Ormai sono davanti la porta, metto la mano sulla maniglia poi reputo l'idea di aprire la porta di scatto oppure aprirla piano e dare il tempo a chiunque o qualunque cosa sia dall'altra parte di scappare. Poi sento graffiare e per la paura la apro di scatto. Qualcosa mi arriva addosso, cado all'indietro e inizia a graffiarmi. Comincio ad urlare come una matta, non riesco a muovere il braccio con la lametta, qualunque cosa sia quella che ho addosso sta cercando di farmi male. Faccio più forza e alzo il braccio, sento che la lameta mi cade e mi taglia il braccio, più di una volta. Poi mi accorgo che la lametta non può godere di vita propria, sembrano artigli. Aspetta, artigli? Apro di scatto gli occhi e lo vedo, accanito sul mio braccio ormai grondante di sangue:
-Vai via!- urlo con tutta me stessa, Ranuncolo si spaventa e scappa giù per le scale. Lo seguo, arrivo al piano di sotto e non lo trovo. Fisso la porta aperta, mi giro dalla parte opposta e una finestra è spalancata, la guardo per almeno cinque minuti poi urlo, urlo come una matta, sbatto i piedi a terra. Questo è il mio modo di sfogarmi. Era lui a farmi paura, sicuramente cercava Prim, sa benissimo che non è qui ma nel 13:
-Stupido gatto!-dico avvicinandomi alla finestra ormai vuota, c'è solo il cielo stellato. Mi affaccio e guardo una stella, è più luminosa delle altre
Scoppio a piangere, riconoscono quella stella. Quando io e Peeta venimmo ad abitare qui, quella stessa sera ci mettemmo alla finestra e guardavamo la stessa stella che sto fissando io ora:
-Peeta guarda, è più luminosa delle altre-lui mi sorride
-Si, quella è la stella di Paul e John, lo sapevi?-
-No, veramente non lo sapevo...-dico fissandola -É cosi bella...-
-Come te-mi sussurra lui-sai che le hanno dato anche un nome?-
-Quale?-chiedo curiosa, mi sentivo una bambina in quel momento, lui mi accarezzava il viso come fosse mio padre.
Guardo quella stella mentre le lacrime mi scendono lungo le guance. Poi il mio cuore inizia a battere forte, qualcuno da dietro mi abbraccia:
-MaryJulia...-sussurra una voce dietro di me, la sua voce.
Mi giro e lo guardo, è tutto intatto. Lui guarda il mio braccio e si fa triste
-Ranuncolo...-dico io, lui mi fa un piccolo sorriso
-Mi dispiace...io..-non finisce di parlare, lo bacio. Avevo bisogno delle sue labbra in quel momento più di ogni altra cosa, non volevo sentire nulla, nè dove è stato nè cosa ha fatto, desidero solo le sue labbra sulle mie.
Sotto quella stella meravigliosa, sotto la sua luce gli sussurro:
-Non lasciarmi mai più-
-Non lo farò, ho bisogno di te...-

 

___Spazio Autrice______
Aww MaryJulia, volevo aggiungere qualcosa dei mie idoli u.u
Allora che ne dite? Ice sta continuamente impressa nei pensieri di Katniss. Chissà chi è :D
Ditemi cosa ne pensate
Alla prossima (:

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Ho bisogno di confidarmi con qualcuno, e l'unico che può capirmi veramente è lui. Peeta è troppo stanco e Gale troppo lontano. Mi siedo a gambe incrociate:

-Aiutami tu Finnick, da quando Effie mi ha parlato di Ice non c'è notte che riesco a dormire, devi aiutarmi, magari sai chi è? Parla ti prego-
-Katniss...-una voce dietro di me mi fa sussultare
-Oh ciao, come mai qui?-mi guarda e sorride, i suoi occhi risplendono al buio, i capelli color bronzo sembrano cresciuti, ma è rimasto un bel ragazzo.
-Nulla, piccola passeggiata, vuoi una zolletta?-mi dice offrendomene una, la prendo e la fisso, quanti ricordi racchiusi in quel piccolo cubetto di zucchero, sorrido e me la metto in bocca, è la prima volta che la accetto
-Allora, come sta Annie?-lui guarda a terra, fa girare tra le mani un pezzetto di corda, lo riconoscerei ovunque
-Meglio, a volte impazzisce e strilla come una matta, ma io sono lì a calmarla-
-Stessa cosa Peeta..-dico afflitta, in mente tornano i momenti di ieri sera, dai più brutti ai meravigliosi-
-Mi manca...-lo guardo, quanto lo capisco, è brutto perdere un padre
-Anche a me, era come un fratello-lui si butta fra le mie braccia, da quanto tempo non lo vedo? Forse un anno. Aspetta, ma oggi è 9 ottobre, è il suo compleanno e l'anniversario di morte del padre
-Tanti auguri Finn-dico accarezzandogli i lunghi capelli bronzo. Lui allunga una mano e accarezza la foto del padre. Lì era vestito per il matrimonio con Annie. Quando tornammo nel 13 lei lo aspettava, forse non aveva visto le news sui caduti in guerra. Misi una mano sulla spalla di Annie e feci no con la testa, lei mi portò nella sua stanza, c'era una culla. Poi scoppiò a piangere, non sapevo che fare, gli chiesi quando è nato e lei mi disse:
-Il 9 ottobre-la stessa data in cui morì Finnick. Suo figlio si chiama John Finnick Odair.
-Devo tornare dalla mamma, ah-prende una cosa dalla tasta-tieni, l'ha ritrovata mamma nella giacca di mio padre- la perla che mi regalò Peeta si trova tra le sue mani, la guardo e la prendo:
-L'ho cercata per tanti anni-dico con gli occhi lucidi
-A quanto pare l'avevi persa durante la guerra, forse la trovò a terra, sono sicuro che aveva intenzione di ridartela, ma non ha potuto-scoppia a piangere
-Anche io sono sicura-dico alzanandomi e abbracciandolo, rimaniamo così per un bel pò, fino a quando non sentiamo gridare. Ci guardiamo reciprocamente. Riconosciamo la voce:
-Annie!-grido verso un punto impreciso, iniziamo a correre, poi la vediamo: stesa a terra, un uomo sopra di lei che cerca di strapparle la maglia. Finn rimane immobile, poi come illuminato da qualcosa corre in aiuto della madre. Si butta sopra all'uomo, io vado in soccorso di Annie:
-Stai bene?-cerco di vedere se è tutta intera
-PAZZO, PAZZO!-strilla lei
-Annie calmati, sono Katniss-lei mi guarda e mi si aggrappa addosso, la aiuto ad alzarsi.
-Vado ad aiutare Finn, tu rimani ferma qui-lei annuisce con la testa e mi lascia andare
Cerco qualcosa con cui potrei formare un'arma, poi vedo un ramo piegato ad arco ed un altro dritto e appuntito, li raccolgo alla svelta, mi sciolgo la treccia e taglio l'elastico, lo lego a tutte e due le punte dell "arco". Senza provare a vedere se va bene metto il ramo a mo di freccia e infilzo quell'uomo, ovviamente non fa male ma almeno lo buca in qualche modo. Riesco a tirare fuori Finn da là sotto. Lui corre dalla mamma e la abbraccia, poi scappiamo a casa mia.
Peeta ci guarda con stupore quando entriamo in casa tutti affannati. Poi mi abbraccia e mi guarda con aria da cane bastonato, poi mi morta il braccio:
-Oh Peeta-è avvolto da un laccio emostatico
-Stavo tagliando il pane quando mi è arrivato uno di quei soliti attacchi e per sbaglio mi è scappato il coltello sul braccio-glielo strofino dolcemente
-Tranquillo, te lo sei disinfettato?-fa si con la testa, poi indica Finn
-Lui è?-dice avvicinandosi al ragazzo-Finn? Dico il figlio-annuisco
-Ora si che assomiglia alle persone che portavano i tuoi due nomi, sei diventato un bel ragazzo-poi si avvicina al suo orecchio-non prendermi per gay-
Vedo che ride, lo facciamo tutti. Riesce sempre a far sorridere tutti, senza chiedee cosa è successo, prende il disinfettante dal bagno e ci porve dei batuffoli di ovatta. Annie lo prende e se lo strofina sulla guancia, Finn guarda la madre e la imita. Poi fisso il mio di batuffolo, è piccolo e soffice come una nuvola, come la barba morbida di un anziano, come...la barba di Snow. Sgrano gli occhi, le mie mani iniziano a sudare, inizio a tremare:
-Tesoro, stai bene?-Peeta mi mette una mano sulla spalla, sobbalzo.
-Emh..sisi, tranquillo-sorrido felice, non lo sono affatto-comunque se a qualcuno serve sta qua, io non ho ferite- indico il batuffolo sul tavolino. Faccio per dirigermi in bagno, quando qualcuno suona alla porta.....

____Spazio Autrice____
chi sarà? AHAHAHAH forse finalmente sveleremo un pò di dubbi che dite? :D
Spero di avervi lasciati soddisfatti di questa storia, ho già scritto l'altro capitolo, devo solo finirlo e poi lo pubblicherò
Non vedo l'ora di finire questa storia, ne ho già in mente un'altra che parla di altro, qualcosa di molto diverso da Hunger Games. Spero passerete anche a quella quando la pubblicherò.
Grazie di tutto e alla prossima

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Nessuno di noi si muove. Non so se stanno pensando la stessa cosa mia, ma a quanto pare l'hanno intuita dal mio comportamento. Mi giro lentamente verso la porta, mi avvicino alla maniglia. La abbasso. Sgrano gli occhi, sento un "ohh" dietro di me, che ci fa qui? Perchè è venuta a trovarmi? Pensavo che tra me e lei non ci sarebbe stato più nulla, pensavo che non saremmo più state amiche. Stranamente è giovane e bella come prima, i capelli neri lucenti e lunghi si muovono con il vento. Gli occhi sono così giovani e senza rughe. È passato un bel pò di tempo ma sembra che lei sia eternamente giovane. Noto che però è un pò più bassa di prima:
-Ciao...-mi dice sorridendo, lei che mi sorride? Lo avrà fatto...10 volte al massimo da quando ci siamo conosciute. Poi noto qualcosa nella sua voce, è anch'essa giovane, effetti della morfamina? Anche se pensavo che facesse invecchiare. Poi ricordo che sta aspettando una mia risposta.
-Ciao...-e faccio segno con la mano di entrare. Lei dolcemente si accomoda sul divano:
-Mh...Johanna, sei tu vero?-dice Annie indicandola
Lei scuote la testa e abbassa il capo:
-Sono la figlia, mia madre...è morta ieri-Cosa? Johanna è morta? Come ho fatto a non saperlo? Anche se era solo ieri mia madre doveva avvertirmi, sarà successo qualcosa?
-Come mai?-chiede Peeta girandosi il batuffolo di ovatta tra le mani
-L'abbiamo trovata morta in casa, non si capisce per cosa, dicono sia per un veleno che ha bevuto, ma dove lo avrebbe mai preso un veleno-dice lei con gli occhi lucidi
-Conoscevo tua madre-dico avvicinandomi e sedendomi affianco a lei-è stata una grande amica, molto combattiva, all'inizio mi odiava però durante la guerra è stata al mio fianco, anche se rimase nel 13-la abbraccio, anche se non la conosco, ma so che ne ha bisogno
-La mamma voleva che lo tenessi tu-dice prendendo qualcosa dalla tasca-diceva che è tuo-un ciondolo molto famigliare mi cade tra le mani, lo apro: le foto di mia madre, mia sorella e Gale sono impolverate, soffio un pò e poi sorrido. Guardo Peeta, le lacrime gli minacciano di uscire, mi sorride.
-Ho anche un'altra cosa-dice uscendo un fazzoletto blu-questo deve appartenere ad un certo Finnick, mia madre ha detto che è morto in guerra e voleva ridarlo a sua moglie-
Finn si avvicina alla ragazza
-Lui è suo figlio-dico indicandolo. La ragazza le porge il bracciale sorridendo malinconicamente
-Questo credo che appaertenga a te-dice-mia madre non lo ha rubato, lo ha portato via dalla distruzione-
A quanto pare oggi i ricordi migliori ritornano, prima la perla di Peeta, poi il ciondolo e infine il bracciale di Finnick
-Tranquilla-dice lui porgendole la mano, c'è un'intesa tra i due ragazzi stranamente, come se si conoscessero da molto tempo-sono sicuro che non ha voluto rubarseli, sa quanto significano per noi-lei sorride. Poi mano nella
mano si avviano alla porta, Finn prende la mano di Annie:
-A presto ragazzi-ci sorride, mi ricorda suo padre, è spiccicato, come una goccia d'acqua
-A presto-dico sorridendo. Si chiudono la porta alle spalle e rimaniamo solo io e Peeta. Lui mi si avvicina e accarezza il ciondolo
-Ti ricordi?-speravo non lo dicesse, non ho la minima voglia di ricordare ancora, però per lui è findamentale, solo così
ha capito che non sono un ibrido ma la ragazza che ama
-Certo-dico sorridendo, spero non apra più bocca, ma invece me lo prende dalle mani
-Nessuno ha bisogno di me-sussurra, non vorrei rispondere nulla, ma lo ferirei soltanto, quindi decido di fare un'unica
cosa, lo bacio.
A quanto pare non se lo aspettava, perchè rimane rigido, poi però si rilassa e continuiamo a baciarci.
Rimaniamo sul divano abbracciati per ore, le gambe mi si sono atrofizzate
-Cosa facciamo?-chiedo guardandolo, senza i bambini mi annoio a morte
-Io una mezza idea ce l'avrei-dice ridendo
-Non mi piacciono le tue mezze idee-dico sorridendo e girandomi dall'altra parte-mangiamo-dico poi alzandomi e
dirandolo su a forza
-Neanche a me va tanto a genio questa tua idea-dice seguendomi in cucina con il broncio.
-No! Non entrare!-mi si para davanti e non mi lascia passare
-Ma Peeta, ho fame-dico lamentandomi, poi vedo che non si sposta e allora lo tolgo con forza. Apro la porta e quello che mi s presenta davanti è un orrore. Il lavandino è pieno di piatti, il tavolo anche e non riesco nemmeno a vedere dove si trovano i fornelli, è tutto pieno di roba spora. Mi giro verso Peeta e lo trovo che si gratta la testa guardandomi dolcemente:
-Ma dico...esiste la lavastoviglie, perchè diamine non l'hai usata?-
-Non entrava tutto-dice giustificandosi
-Ma veramente, forse perchè dovevi fare un pò per volta?-dico gridando
-Non è poi un pasticcio-dice alzando le spalle
-Quello non ti sembra un pasticcio?!-dico indicando quel mucchio di piatto che si espande fino alla fine della cucina
-Beh...-dice guardandomi
-Ora mi aiuti-dico avviandomi verso quella che si può chiamare cucina
-Certo amore-mi segue saltellando
-Peeta non..-
Qualcuno bussa alla porta. A quanto pare oggi è giorno di visite, sono arcistufa di fare avanti e dietro. Vado ad aprire e Peeta mi segue. Due occhi grigi e due azzurri mi fissano sorridendo
-Mamma Papà!-gridano buttandosi addosso, ma la vera sorpresa è quello che mi aspetta dietro di loro: una famiglia felice. Lui che le tiene la mano, ha l'aria stanca ma serena, lei che sorride, la piccola in braccio alla madre e la più grande al centro che ride.


____Spazio Autrice____
Scusatemi per l'enorme ritardo, non ho potuto pubblicare, per farmi perdonare cercherò di mettere un bel pò di capitoli oggi, in fondo adesso inizia la vera storia, non vedo l'ora di iniziarla.
Alla prossima :D

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


-Delly!-dico abbracciandola. Non è molto in forma, ma se è qui e se Gale è felice significa che sta bene
-Come stai?-chiedo guardandola dalla testa ai piedi
-Meglio di prima, tua madre è bravissima, un angelo-dice sorridendo a Gale. Lo guardo e senza esitare ci abbracciamo, so che Peeta non è geloso, è il mio migliore amico e vuole che siamo felici io e Gale. Lui mi stringe forte, poi nota il ciondolo che ho al collo, sorride. Li faccio entrare -Allora?-chiede Gale-vi siete dati da fare?-Peeta diventa rosso
-Perchè se viene qualcuno parliamo sempre di questo-dice mettendo il broncio
-Taci tu che sei anche peggio a volte-dico ridendo e dandogli una botta sulla spalla, ride anche lui
-Non credo possiamo soffermarci tanto però-dice Delly guardando Gale-io vorrei che tu ti riposassi un po'-lui le sorride, si vede che si amano, se io e lui un giorno ci saremmo sposati non saremmo mai stati così felici come lo siamo io e Peeta o come Delly e Gale
-Come vuoi tu-dice alzandosi-è stato un piacere, anche se per poco tempo-dice sorridendo. Mi alzo anche io e lo abbraccio:
-Gale, devo dirti una cosa, non so se ti è arrivata notizia di Johanna-ha un aria di domanda, a quanto pare non immagina nulla
-No, dimmi-dice incitandomi
-Beh, sua figlia è venuta a trovarci e...Johanna è morta-butto lì.
La sua faccia non è una delle migliori, intuendo la sua prossima dico il motivo per cui è morta
-Ho capito..-dice tristemente, anche per lui è stata una buona amica, non si erano conosciuti molto ma erano amici
Vado da Delly e l'abbraccio forte, poi guarda la bambina che ha in braccio
-Glielo avete dato un nome alla fine?-dico ridendo
-Non ancora, ma forse so che Gale sarebbe felice se la chiamassimo Posy-lui si gira di scatto e sorride, gli occhi
lucidi. Chissà da quanto non la vede
-Certo-dice avvicinandosi e baciando la bambina
Così se ne escono di casa, finalmente abbiamo finito con le visite. Poi ricordo che ci sono i bambini, non li ho nemmeno salutati
-Dove sono i bambini?-chiedo a Peeta, lui fa spallucce
-Bambini!-grido-venite qui!-nessuna risposta, poi ci riprova Peeta, ma nulla.
Saliamo su e andiamo nelle loro stanze, niente. In bagno non c'è nessuno. Scendiamo in cucina ma nulla, oltre a quel caos di piatti non c'è nessuno. Guardo preoccupata Peeta, non sa che fare nemmeno lui, ci sediamo sul divano, poi da sopra sentiamo scendere veloci le scale, Prim e Finnick compaiono nel soggiorno e si fanno abbracciare:
-Dove eravate?-chiedo guardandoli, Prim adesso ha i capelli color mogano come i miei, prima erano più chiari e corti, ora invece sono lunghi e scuri, Finnick invece ha i capelli dello stesso colore di Peeta, gli occhi come i miei risplendono
-In camera vostra- come ho fatto a non pensarci
-Che facevate lì?-chiede Peeta scompigliando i capelli di Finnick
-Abbiamo trovato questa-dice Prim uscendo fuori quella perla, mi ero dimenticata che quando Finnick me la ridiede la misi nel cappotto e la portai in camera nostra:
-Oh..-dico guardandola, non voglio incontrare lo sguardo di Peeta, non voglio vederlo triste
-Papà che succede?-dice Finnick abbracciandolo, capisco cosa è successo ma continuo a fissare la perla
-Non...pensavo l'avesse tenuta con sè-dice lui, lo guardo finalmente e vedo che sorride
-Me l'ha ridata Finn, la ritrovò suo padre, me la sono sempre portata dietro, non so come ho fatto a
perderla
-dico facendo spallucce
-Davvero?-chiede stupito, forse non pensava che ci tenevo cosi tanto
-Dai secondi Hunger Games non ho fatto altro che stringerla la notte, non so, mi dava calore e sapeva di te, stringendo quella era come stringere una tua piccola parte-dico ricordando quei brutti momenti
-Lo facevi ogni sera?-chiede
-Si, non riuscivo a dormire e quindi stringevo la tua perla, mi sentivo meglio-
-Anche quando mi riportarono nel 13?-
-Si, sopratutto, quando seppi che la spedizione era già partita e io non ero con loro corsi in camera e sperai che andasse tutto bene, stringendo la tua perla, mi ha sempre dato forza, anche quando venivo a trovarti e tu mi disprezzavi, tornavo in camera e la stringevo piangendo, così sapevo che eri con me, e che quel Peeta, il ragazzo del pane di cui mi sono innamorata non mi ha mai lasciata-dico
-Mi dispiace-dice abbassando la testa
-Non devi dispiacerti, anzi grazie a te adesso sono felice, grazie alla tua perla ho avuto qualcosa in cui
sperare
-ci guardiamo per molto tempo, fino a quando non mi accorgo che i bambini ci stanno ascoltando
-Che cosa dolce-dice Prim dandomi la perla-ti servirà, anche se adesso hai papà sarà sempre una piccola parte di lui-parla come la zia, come mia sorella, anche lei durante quelle brutti notti mi faceva capire che Peeta si sarebbe salvato, bisognava aspettare.
-Anche io da grande voglio essere come te papà-dice Finnick. I bambini non sanno ancora cosa gli è successo, ma sono piccoli, non potremmo mai dirgli le atrocità che ha passato Peeta. Non le voglio sentire nemmeno io.
Portiamo i bambini a letto, in due minuti si addormentano. Andiamo in camera nostra, apro il comodino e metto la perla insieme al ciondolo e gli altri miei beni. Peeta mi guarda sorridendo, ricambio. Spegnamo le luci e ci sussurriamo "buonanotte", ma forse questa sarà l'ultima notte in cui dormiremo tranquilli.

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Adoro svegliarmi e guardare i miei bambini dormire. Mi avvicino a Prim e la accarezzo. Anche se ha i capelli scuri, ha il mio stesso viso, ogni mattina si fa le trecce e quando parla sembra Prim. Sembra in tutto Prim. Come Rue la vedevo e la vedo nei fiori che crescono nel Prato, vedo Prim in mia figlia. Peeta ha voluto darle il nome di mia sorella. Mi manca ogni giorno di più, non ce la faccio senza di lei. Mi ricordo dei momenti passati insieme prima dei miei primi Hunger Games, prima di far scoppiare la scintilla. Penso a Snow, sapeva tutto? Sapeva che mia sorella sarebbe morta? Ha messo apposta quei bambini lì? Sapeva che mi sarei offerta volontaria e che Peeta sarebbe stato scelto? A volte mi soffermo a pensare, forse veramente lui sapeva tutto, anche della sua morte. Altrimenti è inspiegabile la sua risata quando lanciai la freccia alla Coin, forse sapeva che l'avrei fatto? Inizio a non ragionare più, esco dalla stanza e mi siedo a terra, metto la testa fra le mani e inizio a fare quel "giochino" che facevo nel 13:
Mi chiamo Katniss Everdeen, ho 21 anni. Sono nata nel Distretto 12, ho partecipato a due Hunger Games, ho partecipato ad una guerra contro Capitolo City, abbiamo vinto. Snow è morto, Finnick è morto, mia sorella è morta. È colpa mia, sono stata io ad ucciderli...
No, così peggioro la situazione. Mi alzo e scendo in cucina, la fame mi è passata, non mi è mai venuta. Ho brutti presentimenti. Ho paura che le poche persone che amo e che sono rimaste in vita se ne vadano. Ho paura che possa succedere qualcosa ai miei figli, a Peeta, a mia madre, a Gale, ad Annie e suo figlio, a Delly e le sue due figlie, ad Haymitch ed Effie. Ormai le persone che amo si possono quasi contare su due mani. Per me sono molto, non riuscirei a sopportare un'altra perdita. Da quando ho scoperto che anche Johanna è morta non so che fare. Non ho nemmeno chiesto alla figlia come è successo, oppure si? In questo momento non riesco a pensare. Tutto inzia a girare intorno a me, tutto inizia a farsi più chiaro, poi scuro, ho la nebbia davanti agli occhi, muovo le mani per toglierla, poi perdo i sensi.

Spalanco gli occhi, cerco di alzarmi ma qualcosa mi blocca. Guardo le mie mani, sono legate da delle manette, anche i miei piedi. Sento qualcuno che mi chiama in lontananza, riconosco la voce di Peeta, cerco di guardare oltre per scorgerlo, ma niente, la stanza è interamente bianca. Ad un certo punto le manette spariscono e mi alzo in piedi. Scorgo qualcuno in lontananza, i miei figli. Corro verso di loro sorridendo, ma appena faccio per toccarli loro scompaiono. Più in fondo, alle mie spalle, appare Gale. Corro verso di lui ma succede la stessa cosa. Poi vedo Peeta. Viene verso di me a braccia aperta, allora corro e spalanco le braccia anche io. Appena mi avvicino per chiuderlo in un abbraccio lui afferra il mio collo. No! Questa volta nessuno lo ferma, sento che mi chiama mentre chiude le sue mani intorno al mio collo, poi sento una risata, la riconoscerei fra tante. È quella di Snow.

Mi sveglio di soprassalto, sono tra le braccia di qualcuno. Faccio per liberarmi, sclacio e muovo le braccia poi però scorgo il suo viso. Lo abbraccio e inizio a piangere:
-Oh Peeta, ho troppa paura, qualcosa succederà-inizio a singhiozzare, non riesco più a respirare. Lui si scioglie dall'abbraccio e si mette di fronte a me. Tremo, singhiozzo e grido. Mi afferra il viso e mi guarda dritto negli occhi:
-Katniss...-dice dolcemente, ma lo ignoro, penso ad altro in questo momento, penso alla vita dei miei cari.
-Katniss...-continuo in tono più duro, non mi va di rispondergli. Voglio qui i miei bambini, voglio tutti qui. Mia madre è troppo lontana per venire qui, è nel 13. Mia madre è nel 13! No, no, no, no, no. Urlo più forte, mi guardo intorno, penso a mia madre.Immagino tutte le torture possibili che possa aver subito. Poi qualcosa colpisce forte il mio viso. Mi calmo di botto. Porto una mano sulla guancia che mi fa male e la massaggio:
-Scusami...-dice Peeta a testa bassa-mi sono spaventanto e pensavo che solo così ti saresti calmata-in effetti ha ragione, adesso riesco a pensare meglio di prima. Gli accarezzo una guancia e lui mi fa un piccolo sorriso. Poi un rumore proviene dalla televisone, si accende da sola. Io e Peeta ci guardiamo reciprocamente. Una signora con i capelli biondo scuro è seduta ad una scrivania. Quella stanza mi è famigliare, ma non ricordo dove l'ho vista. Poi mi concentro sulla donna. Ha una treccia che le scende al lato. Il suo viso, anche se pieno di rughe, è molto grazioso. Ha le labbra piccole. Poi salgo verso gli occhi. Hanno qualcosa di famigliare. Inizia a parlare:
-C'è stata una guerra e qui a Capitol City molti giorni sono stati bui. La Paylor salì al potere, ma poi si è dimessa. Forse per il troppo lavoro. Ho deciso di prendere io in mano tutto. Invito Panem a votare. Immagino che qualcuno avrà qualcosa da ridire su di me, ma sa benissimo che se non salgo io al potere Capitol City crolla. Mentirà sul mio conto, forse tutti lo farete, ma senza di me nessuno governerà Panem.- ora riconosco la stanza, è lo studio del Presidente Snow. Il sangue mi si gela nelle vene quando quella donna pronuncia le ultime parole prima della fine:
-Ma, mia cara signorina Everdeen, pensavo che fossimo d'accordo di non mentirci l'un l'altra-
La mia vita sta per giungere al termine


____Spazio Autrice____
Dioo scusatemi per l'enorme ritardo, ma sono stata malata e quinid non ho potuto aggiornare. So che adesso non ve ne fregherà più  nulla di questa storia, ma non riuscivo proprio a pensare con la febbre :c Comunque, io adoro l'ultima frase che dice quella donna, approposito, avete capito chi è? ^.^ Spero di si, ormai è ovvio. Spero vi piaccia. Recensite e ditemi anche chi avete capito sia la donna :D
Ciaoo :D

P.S
Prometto di pubblicare ogni giorno, sonoa ncroa un po' malata e quindi stasera ne metto solo uno, ma pubblicherò ogno giorno. Grazie per le visualizzazzioni e le recensioni.
Alla prossima c:

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Ma, mia cara signorina Everdeen, pensavo che fossimo d'accordo di non mentirci l'un l'altra
Quelle parole mi girano in testa, fisso la televisone spenta. Sento lo sguardo di Peeta su di me, so che sta cercando i miei occhi, ma adesso sono occupata a fissare altro, a pensare ad altro. Come può essere? Come può lei essere viva e sopratutto salire al potere? Ora inizio finalmente a capire, adesso tutto mi è più chiaro. Da quando Effie ci è venuta a trovare e ci ha detto delle dimissioni della Paylor, Ice ne ha parlato, dice che si sia dimessa per il troppo lavoro. Se Effie può avere in mano tutto il potere di Panem per un pò di tempo, lo poteva fare anche la Paylor. Qualcosa è successo. È stata lei, si è stata Ice. Coa le avrà fatto? Depistata? Malmenata? Uccisa? Torturata? Fatta mangiare da ibridi? O trasformata in un ibrido. Al solo pensiero mi vengono i brividi. La paura si impossessa di me. Vorrei proteggere tutti, vorrei portarli qui e non farli mai più uscire, ma non posso, non ci riesco. Peeta potrebbe farlo. Già...Peeta. Mi giro verso di lui, mi sta ancora guardando. Il mio sguardo gli dice tutto, lui senza aprire bocca mette la sua mano sulla mia, mi sta facendo capire che ci sarà. Ma io ho paura anche per lui. Potrebbe essere depistato, di nuovo. Me lo potrebbero rimetere contro, lo potrebbero uccidere. No basta! Devo rimanere con i piedi per terra, non posso fantasticare con la mente, anche se so che queste non sono cose immaginate e che succederanno se quella sale al potere. Odiavo suo nonno, odio lei, la odio:
-TI ODIO!-urlo verso la televisone-TU NON TOCCHERAI LA MIA FAMIGLIA! QUEL BASTARDO DI TUO NONNO HA UCCISO MIA SORELLA! TU NON UCCIDERAI NESSUNO! STAI LONTANA DA NOI! STREGHA!-la crisi insterica mi pervade, prendo il cuscino e me lo ficco in bocca, ulro, come una pazza. Peeta si alza dal divano e sale al piano di sopra, ignoro tutto. Ignoro lui e quello che fa, ha paura di me? Ha paura che possa fargli qualcosa come lui l'ha fatta a me? Per un momento vorrei salire su e strangolarlo poi vedo che sta scendendo, qualsiasi cosa abbia fatto non ha cambiato nulla. Adesso è di nuovo qui, affianco a me. Le allucinazioni prendono vita, vedo la faccia di Peeta squarciata, sanguinante, le braccia piene di lividi. Urlo ancora, mi guardo intorno, ombre scure vengono verso di me, le scaccio con le braccia, tocco qualcosa, penso siano le ombre e allora prendo a muore le braccia più forte. Poi mi accorgo che colui che sto picchiando è Peeta, mi blocco subito. È pieno di graffi, sulla fronte il graffio addirittura gli sanguina. Mi metto le mani davanti alla bocca. Scoppio a piangere. Peeta, che fino ad ora è restato immobile, inizia ad aprire le braccia. Non aspetto nemmeno che finisca e mi butto. Mi tiene come una bambina, lui è seduto e io semi-distesa su di lui, mi tiene dalle spalle. Lo guardo, con la mano tremante cerco di togliere quel poco di sangue che è uscito dalla fronte. Lo fisso negli occhi, lui doveva impazzire, invece è restato calmo, ma riesco a vedere paura, terrore e preoccupazione nel suo sguardo. Mi bacia. Ne avevo bisogno. Il bacio è lungo. Mi conosce bene, sa che in questi momenti ho bisogno delle sue braccia e delle sue labbra, solo le sue mi calmano, come farei senza di lui. Se morisse io non so che farei, morirei anche io, forse di solitudine o di troppo dolore. Prima mi piaceva stare sola, adesso no, ho capito che fa male, troppo. Forse perchè le persone che mi hanno abbandonata non possono più tornare indietro. Chiudo gli occhi. Piano piano inizio a pensare ad ogni signola persona che è morta durante questi anni. Prima i tributi dei primi Hunger Games, tra cui Rue: la piccola Rue. Poi viene Finnick, come un fratello per me. Mi è sempre stato vicino, anche adesso lo avrebbe fatto, Annie ha bisogno di lui, ma la cosa che mi fa più male è il fatto che non vedrà mai suo figlio, so che da lassù lo protegge, ma non sarà mai la stessa cosa. Poi penso a mia sorella, la mia povera sorellina che si è trovata in quell'esplosione per caso, solo per salvare bambini indifesi e feriti. Mi manca tantissimo, forse lei mi avrebbe aiutata ad uscire da questo caos che si è creato. Poi ci sono Boggs e gli altri della mia squadra per l'insurrezione a Capitol City. Poi Johanna, di cui non sapevo nemmeno la morte. Non posso dire che siamo state amiche, il nostro primo incontro non è stato uno dei più belli, forse lo è stato per Haymitch o...Peeta. Non ci voglio pensare.
Quando apro gli occhi vedo che sono ancora tra le braccia di Peeta, si è addormentato. È così dolce, è uguale a suo figlio quando dorme. Con le mani inizio a seguire i lineamenti della sua faccia, iniziando dalla fronte e scendendo lungo la mascella, poi vado sul naso e lo percorro con un dito, arrivo alle labbra. Segno il contorno con le dite, poi mi avvicino per dargli un bacio, ma la porta suona. Immaginando che possa essere Gale o Annie oppure suo figlio, per via della news di prima in televisione, vado tranquilla. Apro la porta, la sua espressione e seria anche se sorride un pò, ma non mi sembra un sorriso di gioia. È ritta sulle gambe, ha un aria severa, ma il suo viso l'addolcisce. La donna che poco fa ha pronunciato il mio cognome in televisione, è qui a fissarmi con aria divertita, ma maligna.

___Spazio Autrice___
Come promesso, ecco il capitolo 11 :)
Spero vi piacca, ci sono solo pensieri di Katniss e un dialogo. Mi piace di più così, è brutto rovinare certi momenti con le parole. Mi raccomando recensite :)
Alla prossima

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Capitolo 12
*** Avviso ***


Avviso

Non è di certo uno di quegli avvisi che dice "non ho abbastanza recensioni e quindi smetto di scrivere", l'idea non è questa. Voglio solo avvisarvi che stamattina parto e vado in un villaggio per una settimana, quinidi non so se riuscirò a pubblicare. Al masimo ci vediamo tra una settimana :)
Ciao

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Ma, mia cara signorina Everdeen, credevo che non dovessimo mentirci l'un l'altra...
Non puó averlo detto, lei non può essere qui a fissarmi sorridendo con aria maligna. Cerco qualcosa da dire e la prima che mi appare in mente faccio uscire dalla bocca:
-Chi è lei?-ma che cosa? Che sto dicendo? Mi sento già molto piccola di fronte a lei, poi faccio domande stupide. Ride ma sempre con quell'aria maligna, come il nonno
-Ma come, sa benissimo chi sono-
-Si...-dico. Lei entra e si chiude la porta alle spalle, solo ora noto Peeta, la sua faccia non è una delle migliori, è terrorizzato, glielo si legge dagli occhi.
-Allora...-dico io guardandola -Perchè è qui?-
-Parlare-dice alzando le spalle
Se lei per parlare intende sputarci addosso tutto il veleno che ha non voglio.
-Di cosa?-
-Tante cose...mia cara signorina Everdeen, quella scintilla di cui parlava mio nonno è diventato fuoco ardente, ossia lei.-
-Suo nonno mia ha portata a questo-
-A fare una guerra per una cosa inutile?-
-Inutile non direi...di certo non era suo nonno a mettere i suoi figli e nipoti nelle arene- lei mi guarda
-Quindi è per questo che lei è diventata la Ghiandaia Imitatrice?-
-All'inizio non ne ero proprio convinta, ma quando iniziarino a morire le persone innocenti che inoltre conoscevo, lo sono diventata naturalmente-
-Immagino lo sta dicendo per la morte di sua sorella?-
-Sá-dico guardandola negli occhi-il fuoco che ho dentro di me è nato quando mia sorella è stata scelta per gli Hunger Games e piano piano è iniziato a crescere fino a diventare ardente e caldo, come adesso-
Lei mi fissa seria, poi ride, come fa ad essere così sfacciata
-Di certo il suo fuoco è ardente tanto da far scoppiare una guerra, ma non potrá mai superare il mio-
-Per quale motivo ha del fuoco dentro di lei?-seconda domanda stupida
-Per mio nonno-
-È morto da solo-rispondo secca
-Per colpa tua-dice alzando la voce
-La colpa è solo sua che beveva veleno, era pazzo e si è ucciso con le sue stesse mani-
Mi fulmina con lo sguardo, poi si guarda attorno:
-Che bella casa-si alza e va verso le foto di famiglia appese al muro
-Questi sono Prim e Finnick? Sono tanto belli, vorrei avere io dei bambini come loro due, ma sfortunatamente non
posso.-
-Come fa a sapere i loro nomi?-chiede Peeta che fino ad ora ha ascoltato tutto in silenzi
-Oh, miei cari, io so molto...-
Guarda ancora la foto di Prim e Finnick e poi volta lo sguardo alla finestra, sorride e si avvicina alla porta
-È stato interessante-dicd guardandomi
-Ho avuto quello che desideravo da tanto-
-Ossia?-chiede Peeta con aria di sfida
-Lo vedrete-sorride, apre la porta e se ne va
Io e Peeta ci guardiamo, cosa voleva dire con quel "lo vedrete"? Ha fatto qualcosa? O ha preso qualcosa? Ha avuto quello che desiderava da tanto...i miei occhi si spalancano, guardo Peeta, a quanto pare capisce perchè si alza di scatto e sale sopra, gli corro dietro. Arrivo prima di lui, apro forte la porta...
La camera dei bambini è vuota.


___Spazio Autrice_____
Scusate per il ritardo ma vi avevo avvisate che forse non sarei riuscita a pubblicare. Mi dispiace. Recensite :)

 

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


La sua risata si diffonde nella mia testa. Non ci sono. Sono scomparsi. Ora collego tutto. Le foto dei bambini, lo sguardo alla finestra, il suo sorriso. Mi ha portato via i miei i miei figli e non posso permetterle di tenerseli. Sento un tonfo al muro. Il pugno di Peeta sbatte ripetutamente:
-Stupido, stupido, sono stupido, dovevo immaginarlo che voleva i bambini-
-Peeta non è colpa tua, stai...tranquillo-scoppio in lacrime, Peeta mi abbraccia e mi bacia. Ha capito che ho bisogno di un àncora, e quella è lui
-Cosa facciamo?-chiedo guardandolo
-Tutto-mi dice
Ad un certo punto sento un'adrenalina dentro di me, il fuoco sta bruciando, prima era ormai spento, ma tutta la rabbia che mi è rimasta si sta sfogando ora, ho voglia di combattere per qualcosa di giusto, per le persone morte, per i miei bambini. Vado verso la finestra e urlo:
-TI TROVERÒ, SARÁ L'ULTIMA COSA CHE FACCIO!-
La vecchia Katniss Everdeen è tornata.
-Questa volta combatterò per Prim, Finnick, Cinna, Rue e gli altri morti, e lo farò anche per i miei figli, sangue del mio sangue. QUEI BAMBINI SONO MIEI! SONO NATI DA ME, IO HO SOFFERTO E GIOITO PER LORO, TU NON LI
MERITI, STREGA!
- tante ombre nere danzano di fronte a me, poi buio.


Tra l'effetto della morfamina e il buio che ho davanti, una voce mi chiama, dice il mio nome. Parla di isterismo e mentalitá instabile. Poi sento la SUA voce chiamarmi, è lui colui che voglio con me, colui che voglio stia insieme a me. Apro leggermente gli occhi, incontro i suoi blu, mi sorride. Mi tocco la testa, mi gira forte e fa male. Lui mi dá un bacio sulle labbra e si alza. Afferro il suo braccio e lo tiro da me. Lui si divincola e mi sorride preoccupato. Esce dalla stanza. Una donna in camice bianco entra e si chiude la porta alla spalle. Solo ora mi accorgo che non sono nè a casa e nè in ospedale. Osservo la donna che si avvicina al letto, la sua faccia non è messa molto bene, ha una benda su un occhio e una guancia rossa, come se fosse stata bruciata. Inoltre cammina zoppa:
-Ciao soldato Everdeen-dice con voce dolce, ora riconosco chi è, mi chiama ancora "soldato", almeno è viva e sono felice per questo.
-Soldato Paylor...-dico tralasciando molte cose che mi frullano in testa.
Ci guardiamo, poi lei mi abbraccia
-Ce la faremo vedrai, ritorneranno a casa-non mi tranquillizza molto, ma è l'unica cosa a cui posso aggrapparmi
-Vieni, alzati, devo parlarti-
Stranamente mi alzo senza sforzarmi, esco e seguo la Paylor. Arriviamo davanti ad una porta, mi è famigliare. Apriamo la porta e, seduti intorno al tavolo trovo: Effie, Haymitch, Gale, Annie, il figlio John, la figlia di Johanna, mia madre e Peeta. Riconosco il posto, sono al Comando del distretto 13
-Ora che siamo tutti, spiegaci le tue intenzioni-dice Haymitch
-Io non ho alcuna intenzione, vorrei fosse Katniss a decidere-
-Cosa?- dico
-Vogliamo aiutarti, Snow ci ha fatto del male, a tutti-
Comprendo cosa vogliono dire e apprezzo l'idea. Fisso la mappa di Capitol City
-Cosa li staranno facendo?-chiedo
Nessuno risponde, ma poi capisco la risposta da sola. Come è successo qualche anno fa, Ice sta facendo di tutto per
spezzare me. Il fuoco che ho dentro brucia più che mai, guardo tutti:
-Si parte per Capitol City-

__Spazio Autrice___
Ora vi chiederete, come fa a postare tutti questi capitoli? Bene...durante la mia vacanza ho scirtto tre capitoli e ho cercato di pubblicarli, però non ci sono riuscita :) (troppo impegnata con gli animatori *-*) AHAHA scherzo
Al prossimo e ditemi cosa ne pensate :)

 

 

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Nessuno osa obiettare, sanno che è l'unica cosa che possiamo fare.
-D'accordo-dice la Paylor, la guardo. Lei capisce cosa penso
-È stata Ice-dice toccandosi la guancia
-Capisco...-vorrei scoppiare a piangere, ma non mi sembra il caso
Guardo tutta la gente intorno al tavolo
-Perchè siete qui?-
-Vogliamo aiutarti-risponde Annie
-E cercare di rimediare a quello che abbiamo fatto, anche se so che non c'è nulla con cui posso rimediare-dice Gale, silenzio. La Paylor prende parola:
-Ognuno di loro ha perso qualcuno, e quindi vogliono farla pagare. Questa Katniss, è la nostra squadra-
"La nostra squadra" ripeto nella mia mente, come la 4-5-1 in cui c'erano Boggs, Leeg 1 e Leeg 2, Mitchelle, Finnick, Castor e Pollux, Cressida e altri ancora. La maggior parte sono morti e questa gente ha preso il loro posto. Li guardo,
poi Haymitch parla:
-Io lo faccio per la mia famiglia, so che sembra strano ma adesso basta, non voglio soffrire ancora-
-Io per quello che Snow a fatto in tutti questi anni-continua Effie
-Io per la mia famiglia e il distretto 12-dice Gale
-Io per Wirress-dice Beetee
-Io per Finnick, mio marito-dice Annie
-Io per mio padre-continua John
Guardo mia madre e capisco per chi lo fa, poi Peeta dice qualcosa di veramente bello
-Voi penserete che io lo faccia perchè mi hanno depistato, ma non è così. Io lo faccio per i miei bambini, per Katniss, per i miei genitori, per il distretto, per Finnick, Wirress e tutti gli altri morti, lo faccio per Prim che sarebbe stata una bravissima dottoressa, adoravo Prim. La vedo ogni giorno in mia figlia, e non può fare la stessa fine, non deve- nessuno apre bocca, tutti con lo sguardo sul tavolo
-Scusate-dice mia madre uscendo, la capisco ma adesso non posso proprio io, la Ghiandaia Imitatrice, avere un crollo.
Mi accorgo che manca una figura molto importante qui:
-Dove sono Fulvia e Plutarch, pensavo facessero parte anche loro a questa incursione-dico guardando la Paylor
-Non ne abbiamo la minima idea, solo dubbi e brutti presentimenti-
Abbasso la testa, solo ora mi accorgo che sono dove la Coin prendeva posto. Aspetto che qualcuno dia l'ordine poi
capisco che sono io il capo ora.
-Non abbiamo tempo da perdere in allenamenti e...-
-Tranquilla, siamo abbastanza allenati-dice
Annie sorridendo. Guardo John e la figlia di Johanna
-Tu come ti chiami?-le chiedo
-Joan-dice sorridendo, è uguale alla madre, il suo stesso spirito combattivo, ne sono sicura.
-Partiamo domani all'alba-dice la Paylor
-Ma il piano?-chiedo guardando la cartina-non ne abbiamo uno?-
-Guarda-dice Haymitch indicando la cartina-vedi i punti rossi?-
-Sono baccelli-dico inondandomi la mente di brutti ricordi
-No, non ci sono più, questi sono i punti dove Ice ha posizionato i pacificatori-
-E quindi noi...-inizio
-dovremmo aggirarli-dice Gale
-Esatto, troveremo il modo di farlo-finisce Haymitch
La Paylor esce, nella stanza regna il silenzio, dopo un po' ritorna con dei sacchi
-Qui c'è tutto l'occorrente-dice buttandoli a terra. Ne apro uno, dentro trovo una divisa come quella vecchia, armi varie e poi mi consegnano la faretra con le frecce e l'arco, da quanto tempo non lo tocco. L'ultima volta è stata quando ho
ucciso la Coin, almeno cosi ricordo. Poi qualche volta nei boschi, ma questo qui, quello modificato non l'ho usato più. Prendo il sacco e salgo insieme agli altri.
Passo davanti all'ospedale dove vidi Finnick in mutande, un piccolo sorriso mi compare sulle labbra. Annie se ne accorge
-Tutto bene?-non ho voglia di dirle che qui ho visto suo marito in mutande, sarebbe troppo spinto e con un doppio senso.
-Si, solo vecchi ricordi-lei mi sorride, poi passiamo davanti alla stanza dove Annie e Finnick si sono sposati. Lei si ferma a guardare, poi prende le mani e se le mette sopra le orecchie. Quel tremolio che aveva le passa, sorride a qualcuno e torna da noi. La ammiro, come fa ad essere così sicura di sè, a controllarsi anche senza lui. John abbraccia la madre e vanno avanti. Mi guardo in giro e trovo due mani unite, quelle di Effie e Haymitch. Sono sicura che lottano per la stessa cosa, si amano e vogliono vivere felici. Poi c'è Beetee che accarezza una foto su un ciondolo. Sorride. Sposto la testa per vedere, è Wirress. Sorrido anch'io e mi giro, incontrando gli occhi di Gale. Lui distoglie lo sguardo, mi avvicino
-Hey...- sussurro
-Catnip-dice lui. Lo guardo, ha qualcosa che non va nello sguardo.
-Delly lo sa?-chiedo, lui sospira.
-Non le ho detto tutto, non voglio che si preoccupi, è giá stata abbastanza male.-
-Tranquillo-gli dico-andrá tutto bene-mi sorride e lo faccio anche io. Guardo più avanti e trovo Peeta intento a rigirarsi i pollici
-Peeta...-dico poggiandogli la mano sul braccio. Il suo sguardo mi spiazza.
-Ce la faremo vero?-
-Si..torneremo a casa tutti sani e salvi-
Camminiamo ancora un po', poi saliamo sull'hovercraft.
Mi butto letteralmente su una sedia e mi addormento subito.


-Katniss, svegliati-
Sento squotermi il braccio, non voglio aprire gli occhi, non voglio affrontare questa giornata. Ma poi ricordo che ci sono in gioco i miei figli quindi mi alzo di scatto e cado addosso a Peeta. Scoppiamo a ridere insieme poi scendiamo. Un posto pieno di edifici si presenta davanti a noi, questa è la vecchia Capitol City, Ice abita a circa 5 isolati da qui. La mappa olografica dice che per ora gruppi di pacificatori non ce ne sono. Camminiamo per un po' di tempo ma nulla, iniziamo ad abbassare la guardia. Sentiamo un rumore, tipo richiamo. È silenzioso ma allo stesso tempo fastidioso. Poi li scorgiamo in lontananza, due pacificatori. Corrono ma non verso di noi, però c'è qualcosa che non va.
-Rifugiatevi!-grida la Paylor. Non ho il tempo di capire cos'è e corro dentro un edificio. È completamente vuoto, solo un bancone, degli scaffali e dei manifesti. A quanto pare doveva essere una pasticceria, tutto è impolverato e mi fa capire che è stato abbandonato. Ricordo di non essere sola e mi giro, sono tutti dietro di me che aspettano un ordine. Mi precipito alla porta quando sento versi strani, anche gli altri se ne sono accorti e mi seguono. Lo spettacolo che abbiamo davanti è orribile, un flashback mi si para in mente. Io che salgo le scale, Gale che mi dice che non c'è più nessuno. Io che prendo la torcia del fucile e faccio luce giù. Finnick che viene dilaniato da ibridi.
Ecco cosa sono, due uomini lucertola. Se ne stanno andando, spariscono in lontananza. Esco prima io, pronta a lanciare una freccia, ma nulla. Gli altri iniziano a seguirmi. Annie inizia a ridere, lo facciamo tutti. Sará perchè li abbiamo fregati o perchè stiamo impazzendo, ma anche a me viene voglia di ridere. Le risate si trasformano in urli quando vediamo Gale sparare ad un ibrido. Muore sul colpo e Gale viene da me. Ci accovacciamo nel vano di una porta. Qualcuno lancia un urlo. Non faccio in tempo a girarmi che la vedo. È lì, stesa a terra, con la testa tirata all'indietro. Cerco di tirare la freccia ma ormai è troppo tardi. Ha giá inflitto il colpo di grazia.
Rimango inerme davanti al corpo di Annie morto a terra.


___Spazio Autrice___

Ok non uccidetemi AHAHAHA. Ma dovevo farlo, la storia è troppo tranquilla. Aspettatevi tante cose :D
Secondo voi dopo che succede? Cosa fa John, il figlio di Annie e Finnick? Eheheh ditemelo nelle recensioni
Ciao c:

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


E' lì. Ferma. Il sangue le cola dal collo. Gale mi muove, cado a terra. Flash back orribili si ripresentano in testa. La sua stessa fine. Non può essere. Poi mi ricordo di John, mi alzo e lo cerco. Si trova dall'altra parte della strada. Mi guarda. Corro verso di lui e sorpasso il corpo di Annie, inciampo e cado di faccia a terra. Ho il suo sangue sulla guancia, mi rialzo e lo raggiungo. So che le parole in questo momento non servono, c'è bisogno solo di uno sguardo, ma il suo è vuoto. Non c'è nulla, nè paura, nè rabbia, nè tristezza. Vuoto. Gli metto una mano sulla spalla, lui volge lo sguardo ad Annie. I suoi occhi iniziano a muoversi, i suoi bellissimi occhi verdi si riempiono di lacrime. Và verso la madre, le prende la mano. Qualcuno si siede affianco a me. Peeta...il mio dolce ragazzo del pane. Lo guardo, lui è serio, ma vedo nei suoi occhi qualcosa...speranza. Gli prendo il viso, sento le mie guance che si bagnano, lui mi asciuga le lacrime e mi abbraccia. Guardo gli altri, nessuno si muove, guardano Annie con aria incredula. John si butta su di lei e piange, riesco a sentirlo anche se sono rintanata fra le braccia di Peeta. Aspettiamo almeno un ora, poi decido di riprendermi. Mi alzo e vado verso di lui:
-John....-dico mettendogli una mano sulla spalla, lui si gira e mi fa "si" con la testa. Si alza e guarda sua madre
-Adesso tu e papà starete finalmente insieme, vi voglio bene-dice sorridendo fra le lacrime. Guardo il resto della mia squadra, tutti si asciugano le lacrime, poi mi fissano. All'inizio mi chiedo il perchè poi mi ritorna in mente che il capo sono io:
-Pro...seguiamo-la parola mi esce strozzata, Effie prende per mano John e gli sorride. Quella donna è un angelo.
Andiamo avanti per circa tre isolati, quando un lamento mi fa bloccare:
-Cosa c'è ancora?-dico rivolgendomi ad Effie
-Mi fanno male i piedi, fermiamoci per favore-analizzo l'idea
-Da quando siamo partiti ti lamenti, ci siamo fermati già due volte-
-Solo perchè dovevo fare pipì-dice lei
-Si ma...-guardo gli altri, non hanno la faccia sveglia-d'accordo-sbuffo e vado verso una casa
Entro prima io, dentro è tutto vuoto. Avanziamo e ci dividiamo. Ognuno setaccia una stanza. Ci ritroviamo tutti in soggiorno:
-La casa è vuota-dico mettendo la freccia nella faretra
-Questo lo abbiamo intuito tutti dolcezza-dice Haymitch, gli facio uno dei miei sorrisini e mi siedo sul divano. Effie corre di quà e di là prendendo la roba da mangiare in cucuina e portandola da noi.
-Effie santo cielo siediti-dice mia madre
-Ci stai facendo venire il mal di testa-continua Haymitch. La osservo per un po', poi mi stanco
-Effie..-dico con calma, lei si ferma-ci siamo rintanati qui per te, perchè volevi riposarti, quindi adesso lascia quello che stai facendo e vieni a sederti-dico con chiarezza
-Certo-dice lei sedendosi di fronte a me
-E' una bella casa non è vero?-dice con aria nostalgica
-Si-dice la Paylor-a quanto pare la padrona ci teneva molto-le sorride
Forse ho capito, questa è la vecchia casa di Effie, forse qui ci viveva con la sua famiglia. Già..la sua famiglia, chissà che fine ha fatto.
Effie prende una foto che si trova sul tavolino al centro della stanza
-Guardate-dice indicando una bambina-questa è mia cugina-dice sorridendo
-E quella affianco?-chiede Peeta
-Sono io, eravamo ancora giovani-la bambina ha i capelli biondi legati in una coda, assomiglia ad Effie. Haymitch si
avvicina e prende la foto
-Quella più alta sei tu??-chiede incredulo
-Si-dice Effie abbassando la testa
-Tua cugina...-inizia lui
-Si...è morta.-
-Effie, come fa ad essere tua cugina-dice Haymitch-lei era...-
-Era del distretto 12, si, io avevo una cugina che era del vostro distretto, ecco perchè mi sono fatta assegnare il 12-dice abbassando la testa
-Perchè non ce lo hai detto prima?-chiede Gale
-Perchè lei...-inizia Effie
-E' morta negli Hunger Games-finisce Haymitch
-Effie...-dico avvicinandomi a lei
-Si, quando ho estratto il suo nome c'è stato un minuto di silenzio, non riuscivo a pronunciarlo-dice lei in lacrime
-Come si chiamava?-chiede Peeta
-Maysilee Donner-risponde Haymitch
-Lei..era..oddio-dico mettendomi le mani sulla faccia per coprirmela
Lei era sua cugina, conosceva mia madre. Effie è la cugina della mamma di Madge. Ecco perchè Haymitch prova
qualcosa per Effie, assomiglia a Maysilee. Il suo unico amore. Haymitch prende la mano di Effie e la bacia, quel gesto la fa sorridere.
Mi alzo e guardo l'ora, le 23:00
-Meglio se dormiamo tutti quanti-dico posizionandomi vicino al camino
-Farò da guardia io-mi siedo
-Si ma più tardi mi svegli così ti dò il cambio-dice Gale
-Si, non puoi restare sveglia tutta la notte-continua Haymitch
-D'accordo, alle 04 sveglio Gale. Adesso riposate-John mi si avvicina
-Posso mettermi qui? Accanto a te?-lo guardo e sorrido
-Certo che si-lui si distende e poggia la testa sulle mie gambe, inizio ad accarezzargli i capelli, si addormenta subito. Noto che Peeta ci sta guardando, sta sorridendo. John è come un figlio per me e lui lo sa, ecco perchè mi sorride, gli mancano i nostri figli. Il mio piccolo Finnick e la mia dolce Prim.
Sono le 02 e ormai tutti si sono addormentati, Beetee su un divano e affianco a lui mia madre. Effie ed Haymitch su uno stesso divano, vicini e quasi abbracciati, affianco a loro ci sono Gale e la Paylor molto distanti l'un l'altra. Sul terzo divano c'è Peeta, solo. Quando dorme la sua faccia sembra quella di un bambino, dolce e calma. Guardo John, passo una mano tra i suoi capelli, poi fisso il camino spento. Credo nella mia squadra, sono le uniche persone a cui voglio bene e non permetterei a nessuno di far loro del male, ma come faccio a proteggerli? Questa "spedizione" se possiamo chiamarla così non sta andando a buon fine. Sono tutti determinati, ma non come prima, dopo la morte di Annie John non è più lo stesso, ma resterà con noi. Lo invidio tanto, non ha mai conosciuto suo padre e gli è appena morta la madre davanti ai suoi occhi. Io ho perso mio padre e mia sorella, mia madre è come se non l'ho mai avuta, solo adesso si sta svegliando da quel suo "coma". Non vuole che anche i suoi nipoti facciano la fine di sua figlia e suo marito. Il mio pensiero si sposta su sua figlia, quella ancora viva. Io. Vado indietro nel tempo, quando eravamo felici, quando tutto era tranquillo. Quando mio padre e Prim erano vivi. Non so cosa mi sta spingendo a fare questo, io mi sarei rinchiusa in me stessa dalla morte di mio padre, non avrei pensato più alle persone che volevo bene, avrei pensato solo a me stessa. Poi capisco perchè non mi trovo nel letto a piangere senza mangiare e bere, la gente che io amo è in pericolo ed è più forte di me, devo proteggerli perchè ho perso troppe persone.
Qualcuno mi scuote. Mi giro e vedo Gale che mi guarda con aria preoccupata
-Tutto bene?-mi chiede mettendomi una mano sulla spalla
-Si...stavo..riflettendo-dico girandomi verso il camino
-Che ore sono?-chiedo
-Le tre e mezza, vai a dormire-mi dice
-D'accordo-non ho voglia di ribattere, so com'è, mi manderebbe a dormire anche se mi piazzerei qui seduta e non mi muoverei più. Poi ricordo di avere John sulle gambe, guardo Gale, lui mi aiuta a farmi distendere e poi ritorna al suo posto. Mi addormento con la testa di John sulla pancia.


Apro gli occhi, i raggi di sole entrano dagli spazi vuoti lasciati dalle assi di legno sulle finestre. Effie è seduta di fronte a me, sorride. Mi alzo e sposto delicatamente la testa di John. Vado verso di lei:
-Buongiorno-dice sorridente
-Hai dormito bene?-
-Si, ma chi ha fatto da guardia dopo Gale?-
-Haymitch e poi io-mi stupisco
-Tu, hai fatto da guardia?-lei mi guarda come se la cosa fosse ovvia
-Certo, se faccio parte della squadra devo dare una mano-le sorrido, prende una scatola di biscotti e me la porge
-Prendi, hai bisogno di energie, mi ha detto la Paylor che siamo ormai vicini alla villa di Ice-prendo volentierila scatola di biscotti, lei non fa storie, ciò significa che ne stanno altre per il resto della squadra. Mi finisisco la scatola in due minuti, mi guardo intorno. Peeta, John, Haymitch e mia madre dormono ancora. Gale e la Paylor sono nel dormi-veglia, Beetee invece armeggia con quello che dovrebbe essere un orologio
-Cosa fa?-chiedo ad Effie
-Quello è l'Olo, la Paylor gliene ha dato un altro prima di partire, lo sta...non ne ho la minima idea, usa troppi paroloni complicati-dice facendo un gesto con la mano come per lasciar perdere. Mi avvicino a lui:
-Cosa fai?-chiedo
-Cerco di trovare la mappa della villa di Ice, basta che mi inserisco...eccola!-dice alzandosi e mostrandola
-Ma è...grandissima, come troveremo i bambini?-chiedo
-Li vedi i puntini rossi?-dice lui indicandoli
-Si...-dico iniziando a capire
-Sono loro, si trovano nei sotteranei-Effie si alza e viene da noi
-Si ma, ce ne sono altri due qui, nell'attico-dice indicando alti due puntini che lampeggiano
-Significa che i tuoi figli Katniss non sono soli, c'è qualcun'altro prigioniero lì dentro-


___Spazio Autrice___

Salve ragazze! Scusate se non ho pubblicato prima, ma ho avuto problemi. Spero che questo capitolo vi piaccia, non è uno dei migliori, la storia è ancora lunga, la fine è lontana per adesso.
Non vedo l'ora di finire :)
Ringrazio chi mi recensisce i capitoli e anche i tantissimi lettori silenziosi, grazie mille. Forse sono rare le persone che leggono lo spazio autrice, io sono una di quelle :D ma comunque io lo scrivo lo stesso u.u
Buona lettura anche se avrete già finito di leggere, ve la auguro per il prossimo capitolo, che arriverà spero a breve :D
Ciaoo

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


 

-Chi potrà mai essere?-chiede Effie
-Non lo so, ma questo vuol dire che dovremo aiutare anche loro, giusto?-dico guardando Beetee, lui mi fa "si" con la testa. Solo ora mi accorgo che gli altri sono tutti intorno a noi. Anche John, lo guardo per un po', la sua faccia è distrutta ma si fa forza, lui si gira verso di me e mi sorride, ricambio e gli faccio l'occhiolino.
-Possiamo ripartire-dico aprendo la porta, non l'avessi fatto. Dentro casa entrano un mare di ghiandaie chiacchierone. Gale mi aiuta a chiudere la porta. Le ghiandaie volano in tutta la stanza, ci buttiamo a terra, loro iniziano a parlare, le voci sono confuse. Sento Finnick, Annie, Prim, Rue, mio padre. Come nell'arena inizio ad impazzire, guardo Gale, anche lui si mette la mano sulle orecchie. Poi capisco cosa stanno facendo, ogni persona sente delle voci diverse, voci di gente che è morta a cui volevano bene. Il mio sguardo si sposta su Peeta, è seduto a gambe incrociate e urla come un matto. Una ghiandaia si avvicina a lui, i miei occhi si sbarrano, la ghiandaia urla e anche lui. Cerco di avvicinarmi a Peeta, ma le ghiandaie con la voce di Prim e Rue mi bloccano. Le scaccio con una freccia e arrivo a lui. St sudando, guardo la ghiandaia, nei suoi occhi c'è qualcosa che non va. Sono immagini che scorrono veloci, lui però le riconosce, urla "basta" o "vattene via". Quando capisco che ha qualcosa a che fare con il depistaggio è troppo tardi. Peeta sviene e le ghiandaie spariscono
-Peeta...PEETA!-urlo scuotendolo, lui non si muove, Gale viene da me e mi aiuta a svegliarlo
-Non scuoterlo, è peggio. Peeta...-dice con calma, poggia la mano sul suo petto, fa forza, ma niente, lui non dà segni di vita.
-Peeta di scongiuro...Peeta-scoppio a piangere, una crisi si impossessa di me, mi accovaccio in un angolo e fisso Gale, che sta facendo di tutto per fargli riacquistare i sensi. Dopo un po' si blocca, mi guarda, il suo sguardo è triste. Spalanco la bocca e gli occhi, inizio a fare "no" con la testa. Mi avvicino a Peeta, gli accarezzo la faccia, non è morto, non può essere morto, lui deve rimanere con me:
-Katniss...non è morto...tu-
-Non dirmi altro, sono tutte bugie, è morto, dovrò accettarlo-dico fra i singhiozzi
-Non ti libererai facilmente di me-
Mi giro verso di lui, i miei occhi brillano, appena mi vede sorride
-Peeta, tu...tu eri morto, oh Gale grazie grazie grazie-dico abbracciando Peeta
-Io non ho fatto nulla, si è ripreso da solo-dice Gale mettendosi una mano dietro la testa
-Peeta, ma cosa hai visto?-chiedo accarezzandogli il viso
-Ricordi-si alza e si siede sul divano-dobbiamo andare o no?-chiede
-Si-mi avvio verso la porta
-Sta volta è meglio se la apre qualcun'altro dolcezza-dice Haymitch avvicinandosi, faccio spallucce e gli faccio spazio. Lui apre lentamente la porta e ficca fuori la testa
-Ok usciamo-dice facendoci segno con la mano. Usciamo e io vado in testa al gruppo, camminiamo lungo i muri, poi la parte vecchi di Capitol City finisce. Davanti a noi si estende la nuovsa Capitol. Più grande, più bella e più spaventosa
-Da dove ci troviamo noi si vede la villa di Ice-dice Beetee avvicinandosi, me la indica. E' molto lontana da dove stiamo noi
-Dovremmo attraversare Capitol City?-chiedo
-Si...e dobbiamo trovarci qualche costume, non possiamo andare in giro così-
-Perchè?-chiede Effie-ora tutti ci vogliono bene, non abbiano nulla da temere-
-Effie, Ice non ci vuole bene-dice Beetee guardandola
-Giusto-dice lei guardando la grande villa-per fortuna ho qualcosa con me nello zaino-se lo toglie dalle spalle, lo apre ed esce fuori vestiti e trucchi, parrucche, di tutto
-Ora capisco perchè ti stancavi subito-dice Gale ridendo
-Una donna ha sembre bisogno di portardi dietro queste cose, sai-dice guardandolo-le emergenze-
-Si ma non c'era bisogno che ti portavi tutto il guardaroba e il bagno con te-dice Haymitch ridendo
-Tu non capisci-dice sbuffando-vi consegno i vestiti e le parrucche. Dato che siamo in inverno a Capitol City vanno di moda le tuniche lunghe e colorate, sono un po' tutti Hippie in questo momento, la moda cambia e a volte è strana, ma a me piace un sacco-continua
Esce una lunga tunica di un tessuto leggero. È arancione, gialla e rossa tutto mischiato in un unico spruzzo di colore, una corda bianca da legare in vita, è molto carina ma è troppo appariscente. Esce anche una parrucca, capelli lunghi di un castano chiaro.
-Tieni-dice porgendoli ad Haymitch. Lui la guarda in modo strano
-Sembra ci abbia vomitato sopra un unicorno-dice sbuffando
-Haymitch, devi metterla fine della storia-dice, lui la fissa per un po' poi la prende e se la infila. Risate strozzate si levano nell'aria
-Dai-dice Effie trattenendo le risate-stai bene e sopratutto sei alla moda-dice battendo le mani
-Tu e la tua mania di entusiasmarti per ogni minima cosa-sbuffa lui guardandosi
-Io non mi entusiasmo per tutto-
-Lo faresti anche solo vedendo l'acqua che riempie una bottiglia-
-Ma per favore-dice sistemandogli la parrucca
Nessuno riesce a trattenere le risate, scoppiamo a ridere
-Hey John Lennon-dice Beetee ridendo
-Beh almeno io sono una leggenda della musica, tu no-Beetee lo fulmina con lo sguardo
-Effie per caso hai una parrucca di George Harrison?-chiede
-Non sono mica un negozio, comunque si, questa è quella che gli assomiglia di più-gliela dà insieme ad una tunica marrone
-Adesso siamo in due ad assomigliare a leggende della musica-dice soddisfatto Beetee
Ridiamo tutti
-Dai sbrighiamoci-dico prendendo una tunica piena di fiori, mi sciolgo i capelli, Effie mi mette una fascia intorno alla testa
-Mi sento stupida-
-Ma dai-dice Gale seduto a gambe incrociate-sei una figlia dei fiori ora-
Chiudo gli occhi fino a farli diventare due piccole fessure, Peeta mi si avvicina
-Sei bellissima-gli sorrido. Lui ha una tunica bianca che lo copre fino ai piedi, una fascia intorno alla vita e tante strisce sulle maniche
-Anche tu-dico prendendolo sotto braccio, Effie mi ferma
-Miraccomando, non fatevi vedere da nessuno, camminate e parlate fra voi, non salutate gli altri-
-Ok-rispondiamo in coro
Iniziamo a camminare, Haymitch inciampa varie volte nella tunica, Io ed Effie ridiamo
-Non è colpa mia se è lunga-Effie gli sorride e fa "sh" con il dito, lui le fa cenno di "si" con la testa e sorride a sua volta
Entriamo a Capitol City, Effie ha ragione, qua tutti sono Hippie. Vanno in giro con vestiti lunghi e fasce legate intorno alla testa, con cartelli con scritto "War is over" oppure "Peace and love" e le dita che fanno il segno di pace. Dopo la guerra tutti si sono trasformati, tutto è cambiato, nessuno vuole più combattere. Mi piace com'è adesso Capitol City. Anche se li reputo ancora pazzi perchè camminano sclazi anche se fa freddo. Una donna mi colpisce più degli altri. Ha i capelli del mio stesso colore, lunghi e sciolti, gli occhi sono verdi, un bel verde profondo, simili a quelli di John. Va in giro cantando una canzone, riesco ad afferrare solo alcune parole:
"Eleanor Rigby, picks up the rice
In the church where a wedding has been
Lives in a dream"
non so di che canzone si tratta, ma è molto orecchiabile, mi fermo a guardarla senza pensare per un attimo alla mia squadra, a quello che sono venuta a fare qui. Lei mi guarda e sorride, io ricambio. Qualcuno mi prende dal braccio, saluto con la mano la ragazza, lei ricambia e poi seguo Effie
-Cosa ti avevo detto?-mi dice sottovoce
-Mi affascinava quella ragazza, mi sembra tanto ribelle, un po' come me-dico sorridendo e alzando le spalle, lei alza gli occhi al cielo e sorride
Camminiamo per le strade, gente che canta e balla, tutti vestiti come noi, un uomo con gli occhiali tondi e i capelli corti si avvicina ad Haymitch e gli dice:
-E' strano non essere strani, bella tunica-gli fa il segno di pace con le due dita e sorride, poi se ne va
-Sisi, peace and love-risponde Haymitch-sognatore-dice poi sottovoce, ridiamo tutti senza far rumore. Che strana che è questa gente. I colori che vedo in giro mi fanno girare la testa, mi concentro così tanto da perdermi in quei colori. Poi vado a sbattere contro qualcosa, un muro. Alzo lo sguardo, la villa di Ice.
Tutta quella pace che mi era entrata dentro sparisce, il posto viene preso dalla rabbia e la voglia di vendetta.
-Come facciamo ad entrare?-
-Passeremo dai conduttori d'aria-dice Beetee
-Si ma ci sono le telecamere di sicurezza-dico indicandole, lui preme un bottone sull'Olo e la lucina delle telecamere da verde diventano rosse.
-Adesso non più-
-Sei un genio-dice Gale avanzando
-Dove vai!-dico tirandolo per il braccio-i pacificatori-
-Impegnati in altro-dice facendomi vedere un video sull'Olo, li vedo mentre scacciano la gente che vuole entrere nella villa
-Bene-dico-adesso o mai più-aspetto che tutti passano, prima Gale, poi Beetee, Peeta, Haymitch, Effie, John, la figlia di Johanna, mia madre e poi io. Quando tutti ci troviamo vicino il condotto d'aria sorge il problema
-Hey, ma la Paylor?-chiede Effie, tutti ci guardiamo, era con noi quando ci siamo vestite. Guardo Beetee
-E' con altre persone a distrarre i pacificatori-nessuno dice nulla, sappiamo la fine che farà
-Come lo apriamo?-chiede Beetee
-Pensavo avessi un piano-
-Non per aprire il condotto-dice lui guardandomi, infondo si è occupato di tutto, le cose più piccole vanno fatte al
momento
-Gale, ce la fai?-chiedo guardandolo
-Ci provo-dice cercando di aprire il condotto-niente-
Provano a farlo Haymitch e Beetee ma nulla. Poi prova Peeta, riesce ad aprirloma si incastra alla fine:
-Santo cielo non sapete fare nulla, ci sono i miei nipoti lì dentro-dice mia madre facendosi spazio, fa forza e riesce a staccarlo, Haymitch, Beetee e Gale la guardano con gli occhi sbarrati
-Cosa c'è? Non sottovalutate mai una donna-dice spostandosi per far entrare gli altri. Io sono l'ultima, guardo fuori per vedere se arriva, ma nulla.
-Grazie mille soldato Paylor-dico sottovoce, poi chiudo il condotto e raggiungo gli altri
Sono tutti fermi davanti qualcosa
-Cosa c'è che non va?-chiedo
-Dobbiamo entrare qui-mi dice Effie, un condotto sporco è fare un complimento, è lurido.
-Andiamo-dico muovendomi
-La signorina qui presente non vuole-dice Haymitch guardando Effie
-Che ci posso fare se mi fa schifo?-
-D'accordo-dico-noi andiamo, tu aspettaci qui-tutti capiscono cosa voglio fare e quindi mi seguono, dopo un po' sento qualcuno dietro di me
-Siete degli stronzi a volte-dice Effie
Rido-Tranquilla siamo arrivati-
Usciamo tutti, il posto è umido e puzza
-Alla puzza vi abituerete-dice Effie
-In che senso ci abitueremo?-chiedo-Sei già stata qui?-
-Se è per questo anche io-dice Peeta
-Qui Effie sei stata rinchiusa? E tu Peeta...-abbasso la testa
-Qui c'era mia madre?-chiede Joan, la figlia di Johanna
-Si...-dice Peeta-io sentivo le sue grida e lei le mie, è così che ci hanno fatto impazzire-
-Capisco-dice lei, John le prende la mano, lei sorride
Avanziamo, Peeta ed Effie ci fanno da guida sfortunatamente. Poi Peeta si ferma davanti ad una stanza scavata nella pietra
-Katniss, vieni-dice prendendomi la mano, gli altri si avvicinano
-Quando la sera mi portvano qui, non sapendo cosa fare guardavo i muri completamente marroni, poi però una scritta mi fece incuriosire e mi avvicinai, guarda è rimasta qui.-Mi avvicino e leggo:
-Io scommeto ancora su di te-le lacrime mi salgono agli occhi, non posso piangere ora, le ricaccio indietro ma una mi sfugge, l'asciugo subito e tocco quella scritta
-Cinna...-sussurro
-Katniss, andiamo-dice Effie sorridendo. Le celle sono tutte vuote, immagino cosa ci fosse la dentro durante la guerra. Depistati, senza-voce, torturati. Qualcosa mi fa ritornare alla realtà, un sussurro:
-Non lasciarmi sola, ti prego. Adesso che i pacificatori non ci sono possiamo fuggire, non andartene- la voce non riesco a riconoscerla, inizio a camminare velocemente ma con cautela verso la cella, sono quasi arrivata e le voci si fanno più chiare:
-Cerca di liberarti, non è posto per una come te, non è posto per nessuno, sono felice di aver passati i miei migliori anni con te, questi ultimi sono stati brutti, ma con te al mio fianco nutrivo speranza giorno dopo giorno...adesso tocca a te sperare-
-No, ti prego-
Arrivo alla cella, sgrano gli occhi e spalanco la bocca. Inizio a tremare per lo spettacolo che ho davanti agli occhi, mia madre ed Effie arrivano dopo di me e sussultano, gli altri rimangono muti.
Lei è chinata su di lui, non è come la ricordavo, bella e solare. Adesso è pelle ed ossa, la pelle biancastra e il viso pieno di lividi. Lui è lì, steso a terra, magro anch'esso, la camicia strappata e piena di sangue, la faccia ridotta a lividi e graffi. Solo ora mi accorgo che hanno la stessa età, lo trovo scritto sui cartellini che hanno appesi al collo, e sono anche abbastanza giovani, la droga ha rovinato lui e adesso non ce l'ha fatta.
-Ti ho sempre amata-dice accarezzando il viso di lei
-No...-ma ormai è troppo tardi. Lei alza lo sguardo, i suoi occhi si illuminano quando mi vede:
-Katniss-corre verso di me e mi abbraccia, poi inizia a piangere
-Hey, tranquilla, adesso ci siamo noi qui-dico accarezzandole i capelli.
-Non ce l'ha fatta-
-Perchè?-chiedo confusa, loro hanno avuto gli stessi "trattamenti" perchè lei che è più debole ha resistito e lui no
-Non lo so...-dice lei piangendo
Leggo il suo cartellino, dice che lei è stata condannata per essere complice dei ribelli, continuo a non capire. Mi avvicino a lui, prendo il cartellino e lo leggo:
"Plutarch Haeavensbee 40 anni, tentato omicido verso Ice"


____Spazio Autrice_____
Scusate il ritardo ma ci ho messo molto a scriverlo (occupa ben 5 pagine su word) spero vi piaccia, è da stamattina che ci lavoro, anzi da ieri sera.
Recensite e dite cosa ne pensate, ringrazio tutti i lettori silenziosi, grazie mille per le tante visualizzazzioni, sono al settimo cielo :D
Alla prossima :)

P.S
Scusate degli eventuali errori, ma sono le 23:05 e non ce la faccio più dato che è da stamattina che sto davanti al computer, sia per la storia che per altre cose (sempre riguardanti Efp e le fanfiction)
Grazie ancora e al prossimo capitolo che spero di postare domani
Buonanotte :)

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


-Fulvia...-dico guardandola
-Katniss, non ce la faccio-sussurra aggrappandosi a Gale
-So che è dura ma un po' tutti abbiamo passato questi momenti, sai quante persone abbiamo visto morire di fronte agli schermi durante i giochi-dice John, fa un piccolo sospiro e poi riprende-so che è dura, so anche come ti senti, afflitta, distrutta, piena di odio verso qualcuno, nessuno di particolare. Ma devi mostrarti forte, loro lo fanno per spezzarci ma noi siamo più astuti, noi siamo ribelli-tende la mano a Fulvia che la prende sorridente, avrà capito che avremo perso qualcuno per strada e anche chi
-Hai fame vero?-dice Effie avvicinandosi, apre lo zaino di Gale e tira fuori un barattolo con dentro della carne
-Hey che ci facevano lì?-dice Gale guardando stupito la lattina, Fulvia cerca di non mostrarsi affamata, ma all'odore della carne non riesce a resistere e inizia a mangiare con foga, la soddisfazione sul viso di Effie dice tutto. In pochi minuti la finisce, prende un po' d'acqua, che esce "magicamente" dallo zaino di Gale, ed Effie le porge una tunica con parrucca
-Adesso sei una Hippie-dice lei battendo le mani, lo sguardo di Haymitch fa capire che prima aveva ragione che Effie si entusiasma per tutto, lei lo guardo e gli fa la linguacci a modo suo, poi sorride.
Avanziamo lentamente, poi decidiamo di toglierci tutto, non riusciamo a camminare bene così, ridiamo tutto ad Effie e ricominciamo. Siamo quadi arrivati ad un altro condotto, appena Peeta lo apre con l'aiuto di Gale e Beetee, qualcuno entra da dove siamo usciti noi. Vedo due divise bianche, in fretta e furia entriamo nel condotto, i sotteranei sono buii e noi siamo vestiti di nero quindi non dovrebbero vederci, ma appena cerco di chiudere il condotto uno di loro parla
-Hey, è morto-
-L'altra?-chiede con voce roca
-Morta anche lei? È da settimane che non scendiamo qui-
-Si certo e le ossa? Qualche traccia doveva stare, è scappata-sento che si muove, viene verso la nostra direzione, mi giro verso gli altri e faccio segno di stare in silenzio e trattenere il fiato. Effie come al solito trema. Haymitch cerca di calmarla e un po' ci riesce, stanno tutti abbracciati e Peeta mi tiene la mano..mi guarda, la paura invade i suoi occhi, cerco di non farmi contagiare, ormai il condotto e chiuso e quindi non dovrebbero vederci, non dovrebbero...
-Max guarda...-il sangue mi si gela nelle vane-impronte-rimango immobile, sento che tutti stranno trattenendo il respiro, ma fino a quando non toccano il condotto non c'è nulla da temere, lo abbiamo forzato e quindi non riuscirebbero ad aprirlo. Nel dubbio mi volto piano piano verso gli altri e faccio segno di andare via il silenzio uno alla volta. Comincia Gale, Fulvia, poi mia madre , Beetee, Joan, John, Effie ed Haymitch. Tocca a Peeta ma capisco che non vuole lasciarmi sola, gli faccio capire che andrà tutto bene, lui mi accarezza la guancia e si gira. Sento che ha raggiutno gli altri, mi volto e mi ritrovo il viso di un pacificatore di fronte al mio, ci divide solo il cancelletto del condotto. Mi immobilizzo:
-Paul, e se fosse passata per il condotto?-chiede uno
-Dovrebbe passare dall'altro allora, da qui si va dritti al salone della Padrona, lei è nell'attico ok, ma è pur sempre rischioso-lei è nell'attico, con i miei bambini
-Si ma dall'altro non poteva passare, fuori ci sono telecamere e pacificatori-
-Quella donna però è troppo paurosa per aver fatto tutto da sola, e se ha dei complici?-
-Max..tu dici che..-
-Si Paul, secondo me lei è tornarta-
-Dobbiamo avvertire Ice-in quel momento qualcuno mi raggiunge dietro, Gale, ci guardiamo per un attimo poi lui mi fa cenno di "si" con la testa. Un altro sguardo e prepariamo la freccia, lui mi guarda l'ulitma volta, tira un calcio netto al cancello. Loro si girano, neanche il tempo di prendere la pistola che le nostre frecce li colpiscono, aspettiamo un po' e poi le recuperiamo. Entriamo nel condotto e raggiungiamo gli altri, Peeta mi abbraccia appena mi vede, sento che la spalla mi si bagna. Lo guardo e sorrido, lui ricambia. Attraversiamo il condotto e ci troviamo, come aveva detto il pacificatore, nel soggiorno. In due secondi lo attraversiamo, prendiamo l'ascensore.
-Non ti sembrà un po' troppo pericoloso?-dice Beetee
-Non credo, nessuno sa che siamo qui-dico sorridendo e appoggiandomi al muro dell'ascensore, un rumore però mi fa sobbalzare, qualcosa nel condotto si muove oltre all'ascensore. Ci guardiamo tutti quanti, si sente un tonfo, poi nulla.
Arriviamo all'attico, la tensione mi sale quando si aprono le porte, quello che immaginavo si presenta davanti ai miei occhi. Ibridi


____Spazio Autrice___
scusatemi scusatemi scusatemi per l'enorme ritardo, ma non trovavo il file della storia, fortunatamente stamattina l'ho
ritrovato e quindi posso pubblicare il capitolo 17 e inizio a scrivere il 18. Spero vi piaccia, al prossimo capitolo allora :D

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Non ho il tempo di gridare che Gale inizia a colpire gli ibridi, sono quattro ma sono grandi e grossi, come quelli della prima arena. Io uso le frecce esplosive, mentre ne colpisco uno penso a come possano essere qui, qualcuno sa che siamo dentro la villa? Lascio perdere questi pensieri e mi concentro sugli ibridi. Ne sono rimasti due, uno davanti a Gale e uno sopra Beetee. Mi giro di scatto verso di lui, l'ibrido è a pochi centimetri dalla sua faccia, non faccio in tempo a tirare la freccia, ormai è troppo tardi, l'ibrido gli squarcia la faccia e il collo, l'ibrido davanti a Gale raggiunge l'altro e inizia a divorarlo. Davanti ad uno spettacolo del genere Effier urla ma Haymitch le tappa in tempo la bocca, Gale uccide i due ibridi, recuperiamo le frecce per non lasciare tracce e chiudiamo l'ascensore. Poggio la mano sulle porte e ci sbatto la testa, Peeta mi prende e mi abbraccia, nessuno parla. Poi due vocine mi fanno tornare alla realtà
-Vogliamo la nostra mamma-dice una
-Io rivoglio il mio papà-continu l'altro
-Ma miei cari bambini, adesso sono io la vostra famiglia-
A quello parole corro verso la fine del corridoio, al diavolo l'essere furtivi per non farsi scoprire. Peeta mi sta dietro, anche lui ha avuto la mia stesa idea. Mi butto letteralmente sulla porta e la apro, intanto prendo una freccia, dietro di me Peeta con un coltello. Ice mi guarda
-Sapevo sareste venuti-
-Mamma, papà!-urlano i due bambini, guardarli mi fa sorridere, senza lasciare la freccia vado verso di loro, ma qualcuno mi blocca le spalle, un pacificatore.
-Tu non vai da nessuna parte-la guardo, cerco di squarciarle la faccia con lo sguardo. Sento che Peeta cerca di liberarsi. Poi Ice fa un gesto che alimenta il fuoco dentro di me, tanto da farlo esplodere. Afferra i bambini dal colletto e li tira verso di sè
-Signorina Everdeen, avrà anche vinto la scorsa battaglia, avrà anche ucciso mio nonno, ma adesso devo vendicarmi e questa volta lei ha perso-ride, una risata che mi fa salire la rabbia
-Lei non avrà mai i miei bambini-dico ringhiandole contro
-Ma, mia cara signorina Everdeen, io ce li ho già-li prende e li stringe a lei, i bambini si dimenano per scappare, uno schiaffo arriva sulla guancia di Prim e Finnick. Ecco la goccia che fa traboccare il vaso, lancio un calcio al pacificatore e riesco a liberarmi, Gale mi raggiunge, ha capito cosa voglio fare. Va verso i bambini e li toglie dalle grinfie di Ice. Loro urlano nel vedere lei con la pistola in mano. Un attimo dopo essere usciti lei preme il grilletto.
Cade a terra morto. Lo guardo con gli occhi sgranati. Il pacificatore si è messo davanti a me. Se ricordo anche prima n
on ha fatto molta resistenza per liberarmi. Ice lo guarda sbalordita, va verso di lui e toglie il casco, con il casco non l'avrei mai conosciuta, corro verso di lei e sposto Ice, la guardo e le prendo il viso, scoppio a piangere. La guardo, adesso anche lei se ne è andata, adesso sono più sola di prima. Abbraccio mia madre ormai morta e poi guardo Ice, lei mi sorride
-Vedi?-dice indicando mia madre a terra-quella pallottola doveva essere nel tuo petto, invece ha colpito lei-si avvicina minacciosa e alza la pistola verso di me. Ormai ho perso quasi tutto, ciò che mi è rimasto è al sicuro. I bambini ormai sono salvi, stanno con Gale, la mia missione è andata a buon fine, non fa nulla se perdo la vita, ci sarà Peeta con loro. Già Peeta! Non ho il tempo di sporgermi che lui colpisce Ice con qualsiasi cosa sia quella che ha in mano. La guarda distesa a terra, poi guarda me, senza esitare prendo una freccia e gliela punto nella schiena. La sentiamo gemere di dolore., recupero la freccia e usciamo. Appena apriamo la porta qualcosa si butta sopra di noi, i miei figli. I bambini che ho perso due giorni fa e che ora ho tra le mie braccia. Guardo Prim, sta piangendo
-Hey, sono qui adesso-
-Pensavamo foste morti-dice fra le lacrime
-E invece no-sussurra Peeta sorridendole e accarezzandole i capelli, guardo Gale
-Come facciamo a tornare-
-Un hovercraft ci aspetta fuori-fa una pausa-tua madre lo ha chiamato prima di...-annuisco
Ci avviamo verso l'uscita, saliamo sull'hovercraft e andiamo finalmente a casa. Guardo fuori, i miei occhi non reggono e si chiudono prima di arrivare nel distretto 12.

Sono nel mio letto, mi metto seduta. Non riesco a capire se è stato tutto un sogno oppure è tutto vero. Scendo e prendo la prima cosa che mi capita tra le mani, mi vesto e scendo giù. Il profumo delle focaccine di formaggio mi invade le narici, il profume della normalità, della tranquillità. Entro in cucina e ne trovo un piatto pieno, Peeta è indaffarato con le frittelle
-Buongiorno amore-
mi ha chiamata amore, da quanto tempo non glielo sentivo dire, mi mancava. Si avvicina a me e mi lascia un leggero bacio sulle labbra.
-Hai dormito molto-dice ridendo
-Ma cosa è successo?-chiedo
-Tante cose-mi sorride e accarezza i miei capelli
Andiamo sul divano e mangiamo le sue focaccine
-Dove sono i bambini?-
-A scuola-
giusto, loro sono a scuola, non mi sono abituata alla mia vecchia vita.
Cerco di gustarmi questo bellissimo momento, ma ovviamente c'è sempre qualcosa che non va. Peeta inizia a tossire, penso che gli sia andato di traverso una focaccina ma poi capisco che è qualcosa di più grave. Si piega in due, gocce cadono sul pavimento. Sangue
-Peeta...-cerco di toccarlo ma ho paura, lui si alza e va verso la cucina. Cerca di arrivarci barcollando, ma non riesce neanche a toccare la porta perchè cade a terra svenuto.


___spazio autrice____
ok si lo so fa schifo, ma almeno posso introdurre cosa succederà nel prossimo capitolo, ho fatto due calcoli e mancano solo due capitoli alla fine, il prossimo e l'epilogo, quindi ragazze è finita T.T (ho un'altra storia già in mente ahahah anche se non è su Hunger Games) spero che vi sia piaciuta. Al prossimo capitolo allora :)

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Spalanco la porta di casa e corro verso la casa di Gale. Inizio a bussare forte fino a quando Delly non mi viene ad aprire
-Buong...-
-Dov'è Gale?-chiedo guardando in casa
-E' andata alle macerie della miniera-dice lei-perchè? È successo qualcosa?-
-Grazie Delly-non le dico più nulla e corro verso la vecchia miniera, qualcuno viene verso di me am io non intendo spostarmi, poi quella persona diventa familiare. Haymitch
-Dolcezza dove scappi?-è sobrio per la prima volta, analizzo l'idea di dirglielo ma le parole mi escono di bocca prima che io possa accorgermene
-Peeta, tossiva e sputava sangue poi è...è svenuto-dico ansimando
-E tu che ci fai qua?-mi guarda
-Non lo so! Sto cercando Gale!-scoppio a piangere come una bambina
-E' successo qualcosa? Perchè mi cercavi?-mi giro e vado verso di lui, le parole questa volta non mi escono, Haymitch glielo spiega
-Andiamo avanti-dice correndo, lo seguo e lo stesso fa Haymitch, mentre ci dirigiamo verso casa mia Effie ci vede dalla finestra di casa sua ed esce, senza spiegarle nulla Haymitch la prende e lei inizia a correre insieme a noi. Vedo casa mia in lontananza, la porta ancora aperta. Entro e mi butto sul corpo di Peeta
-Dio mio-dice Effie appena entra, ma non fa altre domande, Gale si avvicina e gli prende il posto
-E' vivo-dice, ma l'ansia continua a manifestarsi, lui ed Haymitch lo prendono di peso e lo portano in camera, lo poggiano sul letto mentre Effie chiama il dottore. In due minuti, che a me sembrano un'eternità, arriva. Gli faccio strada e lui si siede affianco a Peeta. Io mi metto in un angolo e osservo le mani esperte del dottore muoversi su di lui, Gale che gli dice ogni cosa, Effie mi si avvicina e accarezza la mia schiena. Sento qualcuno chiamare da sotto
-I bambini!-dico svegliandomi da quello stato in cui mi ero rintanata. Io ed Effie scendiamo giù
-Ciao mamma!-dicono in coro abbracciandomi
-Bambini-dico sforzandomi di sorridere
-Dov'è papà?-ecco la domanda che non volevo pronunciassero, guardo Effie in cerca di un aiuto
-Venite bambini-dice accompagnandoli sul divano, io rimango lì in piedi a fissarli, mi fido di lei.
-Il vostro papà non si sente molto bene e adesso sta riposando-
-Possiamo vederlo?-lei rimane in silenzio e mi guarda
-Più tardi-dico sorridendo, loro mi guardano e ricambiano il sorriso
-Se vuoi me li porto a casa con me-dice Effie
-Si ti prego mamma, ci divertiamo sempre-
-D'accordo, fate i bravi-li bacio sulla fronte e poi li lascio andare. Fisso la porta per un po' poi salgo sopra. Incontro il dottore, la sua faccia non dice nulla di buono
-Non so cosa gli sia preso, ho provato di tutto ma il ragazzo non si sveglia, se stasera starà ancora così significa che non c'è nulla da fare, mi dispiace-fisso il dottore, lui se ne va. Gale e d Haymitch mi guardano
-Chiamo Effie?-
-Più tardi, grazie-
Loro due scendono, non ho le forze per entrare in quella stanza, quindi vado in camera dei bambini, ormai solo le quattro di pomeriggio. Mi stendo sul letto di Prim e fisso il muro che ho davanti, c'è appesa una foto: siamo io, Prim, Finnick e Peeta. Eravamo in spiaggia ed eravamo felici. Una lacrima mi scende sulla guancia, mi giro di lato e chiudo gli occhi. Cerco di ricordarmi quel giorno in cui lo incontrai per la prima volta alla panetteria, quando mi lanciò il pane, poi gli Hunger Games, il nostro primo bacio, l'Edizione della Memoria, il depistaggio, il dolore che ho provato quando stavo senza di lui; mi soffermo su questo particolare, stavo male perchè sapevo dov'era e cosa gli stavano facendo, ma mi mancava molto. Se adesso lui muore come farò? Ho perso troppe persone a cui volevo bene e non ce la farei a stare senza di lui, a vedere il lato del letto accanto al mio vuoto e freddo, andare al cimitero e guardare la sua foto dove sorride, dove era felice. Le lacrime ormai scendono senza sosta, mi addormento non accorgendomene.

Apro gli occhi, Gale si trova davanti a me e mi sorride. Mi alzo e mi siedo sul letto stropicciandomi gli occhi
-Che ore sono?-
-Le sette di sera..-dice abbassando la testa
-Cosa?? E..Peeta?- lui mi guarda preoccupato. Mi alzo dal letto ed esco dalla stanza, vicino la camera dove si trova Peeta ci sono Haymitch ed Effie con...i bambini. Vado verso di loro, mi guardano con gli occhi lucidi e poi mi abbracciano
-Tranquilli-dico accareddandoli
-Vuoi che ti lasciamo sola con lui?-dice Effie, annuisco. Mi chiudo la porta alle spalle e lo guardo: è disteso sul letto
come l'ho lasciato, sembra che stia dormendo, ma in realtà non è così. Mi avvicino pian piano al letto, ho paura che possa succedere qualcosa, non voglio pensare che lui sia morto. Arrivo vicino al letto, con la mano che trema gli accarezzo la guancia, avvicino il mio viso al suo, lo guardo per l'ultima volta.
-Peeta...-sussurro, lui non dà segno di vita
-Ti prego Peeta..-la mia voce si fa più alta, come se lui non riesce a sentirmi
-Peeta, non lasciarmi sola con i bambini-la mia voce ormai è alta
-Ho paura da sola, come faro senza di te? Chi mi starà accanto nei brutti momenti? Chi mi abbraccerà? Peeta non andartene-inizio a piangere e la mia voce si fa spezzata, mi avvicino al suo viso e lo bacio, il nostro ultimo bacio.
-Ti scongiuro...-sussuro tra le lacrime, intanto la porta si apre ma la ignoro-io ho bisogno di te-
sento che le forze mi stanno abbandonando, la mano che ho poggiato sul letto scende piano piano poi si ferma, qualcosa di caldo afferra la mia mano.

__Spazio Autrice____
Se non mi avete ucciso per la morte di Annie lo farete adesso per quella del nostro piccolo e dolcissimo Peeta ** T.T
Questo, possiamo dire, che è l'ultimo capitolo della storia (finalmente direte) a breve pubblico l'epilogo e poi sotto con l'altra storia. I ringraziamenti li faccio nell'altro spazoio autrice :)
Ciaoo :D

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Capitolo 21
*** Epilogo ***


**Leggere lo spazio autrice, grazie**


2 anni dopo...


-Ragazzi!-grido dal piano inferiore, loro scendono di corsa e mi raggiungono
-Cosa c'è?-
-Prendete i cappotti, andiamo a fare una piccola visita...-dico facendoli intendere dove veramente andiamo, loro comprendono e sorridendo prendono i cappotti
-Avanti andiamo-facciamo per uscire ma noto qualcosa che mi fa salire le lacrime agli occhi:
-Prim cosa ti sei messa?-chiedo
-Ti piace mamma? L'ho trovato nel tuo armadio-
-Certo che mi piace-dico trattenendo le lacrime-ma tieni dentro la coda paperella-lei guarda dietro e si mette la camicietta nella gonna, mi sorride e poi ci avviamo verso il cimitero
.Sono passati due anni ma ancora i ricordi mi girano in testa, le persone morte mi fanno visita nei sogni...già, le persone morte...
Mi mancano tutti, una in particolare, la persona a cui volevo un mondo di bene, ma forse non gliel'ho dimostrato spesso, adesso non c'è più, e non avrò più modo di dimostrarglielo. I miei bambini adesso sono più tranquilli, da quel giorno sono sempre andati al cimitero a lasciare una priumula rosa e delle margherite, sia alla tomba di mia sorella che alla sua. Entriamo dal cancello principale e ci avviamo verso quella di Prim. Guardo la foto e una lacrima scende sulla guancia, mia figlia mi guarda e inizia a cantare una canzone:
"Là in fondo al prato, all'ombra del pino
c'è un letto d'erba, un soffice cuscino
il capo tuo posa e chiudi gli occhi stanchi
quando li riaprirai, il sole avrai davanti.
Qui sei al sicuro, qui sei al calduccio,
qui le margherite ti proteggon da ogni cruccio,
qui sogna dolci sogni che il domani farà avverare
qui è il luogo in cui ti voglio amare"
La guardo e le poso un bacio sulla fronte, finalmente ha capito il significato di questa canzone, vorrebbe tanto aver conosciuto sua zia e so che mia sorella avrebbe voluto conoscere i miei figli. Ne parlavamo sempre insieme, quando faceva freddo e lei era ancora molto piccola veniva accanto a me e si rannichiava tra le mie braccia, poi sussurrava
-Katniss, quando saremo più grandi e tu avrai dei figli vorrei cullarli io-io sorridevo e le rispondevo sempre la stessa cosa
-Certo Prim, quando avrò dei bambini, tu sarai la prima a prenderli in braccio, e una prenderà anche il tuo nome, te lo prometto-lei mi sorrideva e poi si addormentava
Alla fine la promessa non l'ho mantenuta tutta, ma qualcosa è durato, adesso mia figlia porta il nome di mia sorella, e sono felice che almeno un pezzetto di quella promessa fatta quasi ogni notte sia stata mantenuta. I bambini salutano mia sorella e io poso una mano sulla sua foto. Andiamo avanti e guardiamo le altre persone fino ad arrivare a QUELLA persona, non avrei mai creduto che potesse succedere, mi pento di averla fatta partecipare all nostra "missione". Forse non glielo dimostravo molto ma le volevo bene. Mi inginocchio e tocco la sua foto, adesso sorride finalmente, adesso è felice
-Mi dispiace...-sussurro fra le lacrime-non doveva andare cosi, non dovevi morire-
Per un po' di tempo ho odiato questa persona e me ne pento solo ora, non l'ho amata abbastanza ecco. Dovevo amarla come nessun'altra perchè in tutta la mia vita una persona così non l'ho mai incontrata. Poggio la testa sulla foto, sento singhiozzi provenire da dietro. Qualcosa si poggia sulla mia testa, sta iniziando a nevicare. Una mano mi aiuta ad alzarmi, mentre guardo la foto e continuo a piangere rimango aggrappata alla sua spalla.
-Mi dispiace molto-i bambini escono dal cimitero per andare a giocare nel prato e rimaniamo in due.
-Mi manca molto-sussurro poggiando la testa sulla sua spalla
-Ti capisco, ci sono io qui-mi dice alzandomi il viso
-Ti ho sempre avuto-dico sorridendo
-E come ho sempre fatto, starò al tuo fianco...-inizia, aspettando la chiusura della frase da parte mia
-Finchè morte non ci separi-finisco guardando la foto, rimaniamo in silenzio per un po' di tempo, poi lui sussurra
-Ho bisogno di te Katniss-
-Anche io ho bisogno di te Peeta-

 

___Spazio Autrice___
E secondo voi facevo morire il nostro dolce dolcissimo Peeta?? Certo che no ahahaha, non l'ho scritto ma la persona che sono andati a "salutare" è la madre di Katniss, sparata da Ice per sbaglio, dato che si era travestita da pacificatore. Dite la verità pensavate che il ragazzo che stava con Katniss fosse Gale? Ammetto che io stessa
che sapevo come andava a finire l'ho pensato, però adoro la fine della storia, riprende il titolo "I need you" ossia "ho bisogno di te" (all'inizio l'ho solo messo perchè stavo ascoltando "I need you" dei Beatles, poi mi è venuta in mente questa cosa)

Adesso passo ai ringraziamenti:
-Ringrazio Cloud394 per aver recensito quasi tutti i miei capitoli e èer avermi dato consigli utili che spero di aver inserito nella storia e che mi ha anche sopportata ( e anche per avermi fatto suonare la sua chitarra, ok non centra nulla)
-Ringrazio MaggieRaisre, che anche avendo problemi ad internet, ha recensito la mia storia appena poteva
-Ringrazio tutti gli altri che hanno recensito
E per ultimo, ma non meno importante:
-Ringrazio i lettori silenziosi che hanno fatto un buon lavoro, grazie a tutti per aver letto la mia storia, sono molto felice :D
E dopo i ringraziamenti arriviamo ai saluti, spero che qualcuno di voi legga anche la mia prossima storia (qualcuno sicuro :D)
Mi è piaciuto molto avere dei recensori come voi, grazie mille ancora
Ciaooo :D

 

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