I know that I just met ya feels like it's been forever

di All_over_again
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** See you in school, babe! ***
Capitolo 2: *** Who the hell is James Maslow? ***
Capitolo 3: *** “Anch’io sono seria, esci da qui prima di ritrovarti senza palle.” ***



Capitolo 1
*** See you in school, babe! ***



ECCOMI CON UN'ALTRA FAN FICTION!
NON SO PERCHè NE HO SCRITTA UN'ALTRA MA AMO TROPPO SCRIVERE :)
HO PRESO SPUNTO DALLA SITCOM DI SAM&CAT MA CI SARANNO QUATTRO RAGAZZI DI MEZZO IN SEGUITO...

QUESTA DIVENTERà COME LA STORIA SU MADISON E JAMES, PER QUELLI CHE NON SANNO COS'è, è LA MIA STORIA ROSSA CHE STRAMO.
FATEMI SAPERE SE VI PIACE O SE CI SONO DELLE COSE CHE NON VI VANNO BENE E ANCHE DEGLI SPUNTI CHE VOLETE DARMI SONO PIù CHE ACCETTATI.
UN BACIONE A TODAS :*
All_over_again <3




“Alexia svegliati!” Un urlo mi fece cascare dal mio letto e iniziai a borbottare tra me e me.
“Julie quante volte ti ho detto che non mi devi svegliare cosi?” Esclamai arrabbiata e la mia migliore amica rise.
“Oops volevo vedere se ti svegliavi o no.” La guardai confusa.
“Juls scappa finchè sei in tempo.” Sibilai mentre mi rialzavo e mi aggiustavo il mio pigiama. Lei corse via mentre rideva ed io mi rifeci il letto, aggiustai il cuscino e sentì una specie di presenza alle mie spalle. Era Julie.
“Bu!” Urlò ed io feci finta di avere paura.
“Oggi dobbiamo prenderci cura di qualche bambino?” Chiesi mentre andavo in cucina a fare colazione.
“Si, abbiamo Jean dalle 11 fino alle 16 e poi Sam dalle 18 fino alle 20, è una bambina nuova. Si sono trasferiti in questo quartiere da poco.” Mi informò sorridendo. Arrivata in cucina salutai il nostro pesciolino rosso Carl e mi presi i cereali e del latte per poi sedermi e mangiare. Julie si appoggiò con i gomiti sopra al tavolo dall’altra parte e mi fissò.
“Julie sei inquietante, cosa c’è?” Sospirò e continuò a fissarmi.
“Smettila mi fai innervosire.” Continuai a mangiare innervosita dalla sua presenza. Il campanello suonò ed io continuai indisturbata.
“Din don hanno suonato, apro io.” Esclamò Julie saltellando felice. Aprì la porta e riconobbi la signora Hubbins con la piccola Jean per mano. La salutai con un cenno della testa e tornai a mangiare. Mi guardò con la faccia confusa ma Julie presa la bambina e sorrise alla donna.
“Ok, vi lascio Jean fino alle 16 poi vengo a riprenderla.” La mia migliore amica annui e chiuse la porta senza nemmeno salutarla. Sospirai finendo l’ultimo sorso di latte e salutai la piccola bambina e me ne andai in camera mia.
“Alex non tornare a dormire!” Mi urlò Julie dal salotto ed io sbuffai.
“Ti odio!”



Verso le 16 suonò il campanello del nostro appartamento.
“Vai te Alex, sto facendo pipì!” Urlò la mia migliore amica dal bagno, roteai gli occhi. Presi il mio tempo e con molta calma aprì la porta.
“Buonasera…”
“Sisi, va bene lei è la bambina. Venite a riprendervela il prima possibile…”
“Mi scusi la mia amica è molto prepotente.”
“Molto prepotente.”
Commentai e me ne andai sul divano. La donna mi fissò sconcertata e poi si concentrò sulla figura di Julie.
“Ehm… ok. Lei è Sam, di ciao a queste due belle ragazze.” La piccola bambina che avrà avuto si e no 4 anni ci salutò con un timido ‘ciao’.
“Ci siamo trasferiti da due settimane e ho appena iniziato a lavorare in una banca, ma non è molto vicino e suo fratello ha vari impegni e non può tenersela quindi ho visto la vostra pubblicità e sono venuta da voi.” Accesi la tv e mi mangiai un po’ di popcorn avanzati da qualche giorni, poco mi importava.
“Ok, signora…”
“Schmidt, abito qui a due quartieri di distanza.”
Le sorrise e lasciò che la bambina afferrasse la mano di Julie ed entrasse in casa.
“Fai la brava bambina e tornerò presto a prenderti.” La piccola annui e Julie chiuse la porta dopo aver salutato la signore.
“Alexia potevi essere più carina prima con la signora.” Mi riproverò.
“Juls ho fame ordiniamo una pizza?” Lei subito si illuminò e mi sorrise.
“Sì!” Urlò e la bambina corse sopra il divano accanto a me.
“E tu esserino cosa vuoi da me?”
“Alex fai la brava.”
“No, questa cosa delle babysitter ci sta sfuggendo di mano.”
“Dobbiamo pagare in qualche modo l’affitto della casa e la scuola.”
Puntualizzò.
“Sam perché non vai a giocare le bambole che sono là?” Le chiesi con finto tono dolce e se ne andò più in là a giocare sul tappeto.
“La mia pizza non l’ho ancora vista…” Commentai.
“Come la vuoi?”
“Pizza bomba.”
“Quella con tutti gli ingredienti possibili ed inimmaginabili?”
Annui e accesi la televisione mettendolo sul mio canale preferito.


Finalmente arrivò il momento in cui questa peste se ne doveva andare di casa, mancavano esattamente due minuti e la madre sarebbe venuta a riprendersela. Non vedevo l’ora di andare a farmi una doccia e mangiarmi tutte le schifezze che trovavo in casa. Ecco il campanello, mi alzai e andai alla porta.
“Signora ecco sua figlia, non le manca nessun dito, è viva e vegeta, può riprendersela e…” Alzai lo sguardo e vidi un ragazzo che mi stava sorridendo.
“Ciao.”
“E tu da dove spunti fuori?”
“Sei sempre cosi dolce?”
“Questo è niente in confronto a come sono normalmente.”
Lui rise e la Sam iniziò a saltellare.
“Logan! Logan!”
“Quindi devi essere Logan…”
“A quanto pare, e tu saresti bella morettina?”
Inarcai un sopracciglio e lo squadrai da capo a piedi.
“Primo non chiamarmi mai più morettina, secondo non provarci con me, terzo prenditi la bambina, quarto vattene da casa mia e quindi mi chiamo Alexia.” Sbattei la porta in faccia al ragazzo e me ne tornai sul divano.
“Alex sei sempre la solita.” Mi riprese la mia amica. Andò ad aprire la porta e ritrovò il solito ragazzo con lo stesso sorriso stampato sopra.
“Oh…” La mia amica lo guardò e poi iniziò ad attorcigliarsi un ciuffo di capelli tra le dita.
“Piacere io sono Julie e quella là è la mia migliore amica Alexia.” Alzai la mano con il dito medio alzato con un sorrisino strafottente.
“Ma te puoi chiamarmi Juls.”
“Bene, Juls…”
Lei rise sbattendo le ciglia.
“Questi sono i soldi per aver tenuto Sam, ora vado a riportarla al suo fratellone sennò poi si spaventa se non vede ritornare questa piccola peste.” Julie rise ancora per poi prendere i soldi.
“Ma non sei te suo fratello?”
“No, io sono il suo migliore amico. Lui era impegnato perché doveva sistemare ancora un po’ di scatoloni.”
“Quanto hai ad andartene?”
Urlai.
“Alexia, assomigli tanto alla mia ragazza, sai?” Mi alzai e andai davanti a lui cercando di sovrastarlo con la mia altezza ma era troppo alto, questo pallone gonfiato mi aveva seriamente rotto.
“Chi sei tu e cosa vuoi da noi?”
“Sono Logan Henderson, frequento la High Pacific School e sono dell’ultimo anno, te?”
Si morse il labbro aspettando una mia risposta ed io roteai gli occhi.
“Sai, anche noi frequentiamo la stessa scuola e siam…”
“Bionda a cuccia, ci penso io a questo ragazzo.”
La mia amica obbedì e se ne tornò dentro casa.
Ok, Logan. Ora puoi riprenderti Sam e tornartene a casa.”
“Mi accarezzò la guancia e mi fece l’occhiolino."

"Non vedo l’ora di rivederti a scuola.” Prese la bambina e se ne andò percorrendo tutto il vialetto e poi scomparve inghiottito dal buio.

PS. Non ho ancora deciso che "faccia" dare ad Alexia e a Julie, quindi siete libere di consigliermi qualche nome di ragazza ed io poi le guardo e metto quella che più mi piace :*

 

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Capitolo 2
*** Who the hell is James Maslow? ***


MI SCUSO PER TUTTE LE NUOVE STORIE PUBBLICATE O QUELLE AGGIORNATE CHE NON SONO PASSATA A LEGGERE O A RECENSIRE, MA SONO IMPEGNATA ULTIMAMENTE...
COMUNQUE PER CHI VUOLE CHE IO PASSI A LEGGERE BASTA CHE MI SCRIVA UN MESSAGGIO IN PRIVATO E MI DICA CHE HA AGGIORNATO O CHE NE HA SCRITTA UNA NUOVA ED IO FARò IN MODO DI PASSARE E RECENSIRE :)

COOOOMUNQUE ECCOMI QUI CON UN NUOVO CAPITOLO, SPERO CHE VI PIACCIA COME STA VENENDO.
PS. NEL PROSSIMO CAPITOLO DECIDERò DEFINITIVAMENTE QUALI "FACCE" METTERE PER LE DUE PROTAGONISTE :)
UN BACIONE A TUTTE E FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE :*
All_over_again <3





Sali quei quattro scalini e come sempre arrivai al mio armadietto. Julie era poco più distante dal mio, appena l’apri iniziò a suonare quell’odiosa canzoncina sull’amore e su quanto è bella la nuova giornata.
“Julie prendi il tuo libro e chiudi l’armadietto, prima che te lo rompa.” Lei canticchiò e afferrò i suoi libri, si aggiustò le treccine e poi lo chiuse. Presi i miei waffer al cioccolato e me li mangiai tranquillamente appoggiandomi al muro li accanto.
“Te non vieni in classe Alex?”
“Sì, ora arrivo.”
“Ma è appena suonata e…”
Mi girai verso di lei e le indicai il cibo che tenevo tra le mie braccia.
“Ok, ci vediamo in classe.” Mentre saltellava verso la classe di scienze io mangiai il mio amato cibo. Dopo qualche minuto mi incamminai verso la classe ed entrai senza nemmeno bussare.
“Alla buon ora signorina Anderson.” La salutai con la mano e mi sedetti al mio posto.
“Bene, ha studiato per oggi?”
“Cosa?”
“Come cosa? Su come è costituito il sistema solare, l’Universo in generale…”
“Aah, beh in pratica ci sono un po’ di pianeti che girano.”
La professoressa mi guardò malissimo e si alzò dalla sua sedia. Mi puntò la sua penna e urlò:
“Anderson vuoi uscire fuori da questa classe appena arrivata?”
“Questo è un sogno?”
Sussurrai felice.
“Fuori!”
“Se vuole mi trova giù al bar, vuole qualcosa?”
Mi alzai, afferrai lo zaino e salutai la professoressa che mi stava guardando furiosa. Usci fuori dalla classe e ballai il mio ‘ballo della gioia’.
 



Andai in presidenza e ormai la segretaria Robin mi conosceva fin troppo bene. Sorseggiava il suo tè caldo e appena mi vide mi sorrise.
“Giorno Alexia, oggi ti hanno mandato prima del previsto in presidenza.” Risi insieme a lei.
“Già, la signora Courts era acida stamani.” Sussurrai ridendo.
“Ora vado a salutare il preside Sunder. Ha impegni?”
“Beh, non credo che ne…”
“Ok, ormai non si preoccuperà della mia presenza.”
Lei annui e mi lasciò il passaggio libero, ero come se fossi a casa mia. Bussai ed entrai dentro l’enorme ufficio. Il preside alzò lo sguardo e iniziò a ridere.
“Nuovo record Alexia oggi, sbaglio?”
“Buongiorno Scott, come va?”
“Bene bene, te?”
Mi fece segno di accomodarmi sulla poltrona davanti alla sua scrivania ma io mi sedetti sopra il tavolo.
“Bene, ieri non ho dormito abbastanza dovevo vedere il mio programma televisivo preferito.” Lui rise e poi spense il pc concentrandosi verso la mia figura.
“Allora cosa è successo per essere qui da me dopo nemmeno 15 minuti che sono iniziate le lezioni?”
“La signora Courts secondo me non ha una vita sessuale molto attiva…”
Lui sorrise e poi si mise davanti a me.
“In pratica non ho risposto bene ad una sua risposta e mi ha cacciato fuori dalla classe e sono venuta a fare un giro qua.” Mi scompigliò i capelli e poi sospirò.
“Alexia Alexia cosa devo fare con te?” Sospirò e prese un fascicolo enorme, anzi IL fascicolo.
“Devo metterti in punizione, lo sai?”
“No, Scott ti prego. Faccio la santa d’ora in poi, ma questa settimana non posso. Fanno le repliche di un programma che mi piace e voglio vederle, non posso perderle.”
“Ti farò fare una punizione alternativa. Scegli tra diventare una cheerleader e far parte delle Blue Ocean oppure andare a servire in mensa all’ora di pranzo e poi aiutare Jeremy e Marnie a pulire i bagni.”
Lo guardai innoridita da tali scelte.
“No, la prego mi ammazzi. Un colpo qui. Forte e veloce cosi sentirò meno dolore.” Indicai il dietro del mio collo e lo guardai supplicandolo.
“No, poi verrei buttato in prigione.” Rise e mi guardò incrociando le braccia aspettando sempre una risposta. Sbuffai gettando la testa indietro.
“Va bene va bene, andrò a fare parte di quel gruppetto di stupide oche.” Lui rise.
“Sapevo che avresti scelto quello. Ogni martedi e giovedi il pomeriggio devi presentarti nel campo di rugby qui accanto e il sabato giochiamo quindi tieniti pronta piccola Anderson.” Sbuffai e lo salutai andandomene nel parco interno della scuola ad ascoltare un po’ di musica. Quando mi arrivo un messaggio da parte di Julie.

‘All’ora di pranzo vieni a sederti accanto a me e Nina. Ci saranno i giocatori di rugby a pranzo con noi e uno mi ha detto che vuole presentarsi. Ps. Ho gli orsetti gommosi colorati *-* ’

Roteai gli occhi al cielo e me ne rimasi li fino all’ora di pranzo, ormai non potevano mettermi in punizione; non potevano peggiorare la situazione ancore più di cosi.

Finalmente ora di pranzo, o meglio ora di mangiare quella roba che loro chiamano cibo… Presi il mio vassoio e mentre la fila scorreva la voce del preside mi risuonava in mente.
Io non voglio far parte di quel gruppo di ragazze corpi perfetti e senza cervello, voglio dire cosa centro io con loro? Pensai. Una signora del banco mi diede una mela e sorrisi ringraziandola. Cercai le due mie amiche e mi sedetti al loro tavolo. E ritrovai Julie che piangeva.
“Ehi biondina cosa succede?” Subito mi abbracciò e continuò a piangere.
“Quel ragazzo mi ha detto che era uno scherzo, non vuole avere niente a che fare con me.” Mormorò singhiozzando.
“Mi dispiace Juls, davvero.” L’abbracciai baciandole la testa e vidi Nina che ci guardava dispiaciuta.
“Ora gentilmente dimmi il nome.”
“Ma non fargli male.”
“No, tranquilla non sentirà niente. Si ritroverà con il naso rotto senza nemmeno sapere come è successo.”
Lei rise e poi tirò su con il naso e le porsi il fazzoletto.
“Avanti dimmi il suo nome.”
“James.”
Sussurrò ed io roteai gli occhi.
“James cosa?”
“James Maslow. Ma ti prego non fare casini.”
Sussurrò e feci cenno a Nina di prendere la biondina tra le braccia e consolarla.
“Ora risolvo la questione.” Loro due mi guardarono confuse ed io sorrisi.
“Chi è che si chiama James Maslow qua dentro?” Urlai più che potei e tutta la mensa si zittì concentrandosi sulla mia figura. Salì in piedi sopra il tavolo e urlai ancora.
“Chi diavolo è James Maslow?” Il gruppetto di cheerleader ridacchiò e mormorarono qualcosa tra di loro. Saltellai da un tavolo all’altro arrivando al loro. Scesi e mi misi davanti alle ragazze.
“Allora stupide ochette cosa c’è di cosi tanto divertente?” Jade, la capo cheerleader si alzò e mi squadrò da testa a piedi.
“Perché vuoi sapere chi è? Pensi che voglia uscire con una come te?” E le sue amichette risero.
“No, ma non uscirebbe nemmeno con te. O scusa, gliel’hai data e poi lui poof ti ha lasciato. Chissà come mai, vero povera e piccola ingenua Jade.” Le accarezzai la guancia e lei mi guardò con odio mentre in tutta la stanza si innalzarono degli ‘ooooh!’
“Non voglio più parlarti Anderson!”
“Mi avrai per tutto il mese nel tuo gruppetto insulso. Il preside Sunders mi ha messo in punizione e devo stare con voi per un intero mese.”
Lei sospirò e si arrotolò una ciocca di capelli. Mi girai verso il resto del gruppo e mi guardarono spaventate, come se fossi stata un fantasma.
“Ora mie care ragazze, chi sa dirmi chi diamine è questo James Maslow?” Una ragazza timidamente mi indicò un ragazzo seduto a due tavoli più infondo a dove ero io, che mi stava fissando mentre sorrideva maliziosamente. Avanzi verso di loro e gli tirai indietro la sedia facendolo quasi cadere.
“Ma chi ti credi di essere morettina?”
“Sono Alexia Anderson e non chiamarmi mai più morettina.”
Lo colpi nel viso facendolo cadere a terra e subito rialzarsi. Fece per rispondere quando un ragazzo molto più basso si lui lo bloccò e si mise in mezzo.
“No, James fermati. Lei è Alexia Anderson quella che ha buttata giù un muro in quinta solo per uccidere una mosca, quella che con un panetto di burro in una calza ha rotto un tavolo in marmo e ha steso un gruppo di sei ragazzi da sola. Non ti conviene affrontarla.” James sorrise e annui.
“Perché mi cercavi?”
“Non devi dare false speranze alle ragazze che ti stanno dietro, e non devi più toccare la mia migliore amica , chiaro?”
“Però hai un bel caratterino e anche un bel fisico, vorresti uscire con me?”
Gli presi il naso e gli storsi avvicinandomi al suo orecchio gli sussurrai:
“nemmeno tra un milione di anni.” Lo lasciai andare senza prima avergli gettato a terra il suo pranzo.
“Sarai mia Anderson!”
“Fottiti Maslow!”

 

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Capitolo 3
*** “Anch’io sono seria, esci da qui prima di ritrovarti senza palle.” ***


Penso che sia stato il pomeriggio più noioso ed odioso di tutta la mia vita, a momenti rimpiangevo i miei pomeriggi da babysitter. Dopo essermi cambiata nello spogliatoio insieme alle altre ragazze che mi guardavano terrorizzate, usci fuori e mi incamminai verso il campo da rugby. L’allenatore mi squadrò da capo a piedi e poi sorrise.
“Tu dovresti essere Anderson, Alexia Anderson.” Annui per poi fare una bolla con il mio chewing-gum.
“Bene, appena arrivano le altre ragazze fate riscaldamento e poi iniziate con gli esercizi.” Annui svogliatamente e me ne andai verso gli spalti e m sdraiai all’ombra masticando la mia gomma.
“Capisco che vuoi aprirti a noi, ma almeno non in questo modo.” Disse Jade ridendo seguita dalle sue amiche. Abbassai lo sguardo e notai che avevo le gambe leggermente divaricate.
“Ascoltami biondina, odio questa porno tutina come te, e te di gambe aperte ne sai qualcosa o sbaglio? Chissà a quanti l’avrai data…” Mi guardò malissimo e poi urlò: “Ragazze, riscaldamento!” E se ne andò con le altre dietro di lei e sbuffando mi toccò seguirle.


Dopo un’ora di estenuante riscaldamento mi sdraiai a terra e mi riposai. Senti un fortissimo fischio mi fece alzare dal mio posto.
“Anderson in piedi!” Urlò il coach ed io roteai gli occhi al cielo.
“Ora facciamo le posizioni, prima la piramide, poi la torre. Su avanti!” Urlò Jade e le ragazze si sbrigarono a fare quello che aveva chiesto.
“Te, Anderson prova a fare ruota , verticale, ruota con una mano e finale in spaccata, vediamo cosa sai fare.” Inarcai un sopracciglio e la guardai sorridendo. Le lasciai il mio chewing-gum sul suo palmo della mano e lo buttò via schifata. Con molto facilità e agilità praticai quello che mi aveva chiesto e senti degli applausi da parte delle cheerleaders.
“Non applaudite!” Si avvicinò a me e mi guardò negli occhi, era ad un palmo dalla mia faccia.
“Alexia non prenderai mai il mio posto.”
“Oh io il tuo posto non lo voglio, cioè non voglio essere una troietta come te.”
Le feci l’occhiolino e guardai il mio orologio che segnava le quattro e mezza e mi ero promessa che avrei aiutato Julie con Micheal oggi pomeriggio verso le sei.
“Oddio oddio ora entrano i ragazzi.” Esclamò una ragazza girandosi verso l’uscita dello spogliatoio dei ragazzi. Entrarono in campo i ragazzi chi senza maglia e con solo dei bermuda addosso, chi invece aveva una canottiera addosso e i bermuda.
“Wow.” Sussurrai. Ehi Alexia, riprenditi! Da lontano riconobbi i ragazzi di oggi a mensa, c’era James, c’era quel ragazzo basso che aveva fermato James e poi c’era Logan. Oh mio Dio, anche qui dovevo ritrovarlo. Sospirai e tornai a finire gli esercizi insieme alle altre ragazze mentre Jade corse incontro al suo ragazzo.
“Amore!” Urlò e gli saltò in braccio.
“Piccola mia.” Esclamò il ragazzo si baciarono appassionatamente, cosa che mi fece uscire un verso di disgusto e le ragazze risero. Si incamminarono mano nella mano verso di noi e appena furono a pochi metri da noi, riconobbi il ragazzo: Logan.
“Ciao bellissime!” Esclamò Logan facendo l’occhiolino e Jade sembrò essere gelosa, per far vedere che lui era di sua ‘proprietà’ lo baciò, anzi sembrò che se lo stesse mangiando.
“Avete finito?” Chiesi.
“Gelosa Anderson?” Mi rispose Jade e Logan fece il suo sorrisino malizioso quando mi vide. Si tolse gli occhiali da sole e li sollevò sopra la sua testa.
“Non potrei mai essere gelosa di una ragazza che ha un tunnel in mezzo alle gambe.”
“Logan dille qualcosa.”
Disse arrabbiata.
“Alexia finalmente ci rivediamo.”
“Che piacere rivederti Henderson.”
“Vi conoscete?”
“Purtroppo si.”
Sbuffai.
“Logan domani sera, non ci sono i miei in casa, quindi magari potresti venire da me e…” Sussurrò ma non a voce abbastanza bassa, forse per farlo sentire anche a me per farmi ingelosire ma la cosa mi fece solo ridere.
“Mi dispiace che tu passi un intera serata da solo con lei e lei con te.” Logan continuò a tenere quello stupido sorrisino malizioso e non faceva altro che squadrarmi dalla testa ai piedi fermandosi più delle volte sulle mie gambe. Jade notò che lo sguardo di Logan su di me e roteò gli occhi al cielo. Gli sussurrò qualcosa nell’orecchio e lui l’afferrò con una mano intorno ai fianchi e la baciò molto appassionatamente.
“Allora domani da me per le 9?”
“Certo, piccola.”
Le stampò un ultimo bacio e Jade se ne andò verso due ragazze del nostro gruppo mentre sorrideva. Logan mi fece un sorriso sghembo e si avvicinò a me.
“Però Anderson, non ti facevo cosi in forma. Sotto quelle enormi felpe che porti c’è un fisico niente male.” Allungò una mano verso il mio fianco ed io l’afferrai con forza e gli rigirai il polso bloccandolo.
“Wow, sei forte ragazzina. Ma mai rifarsela con quelli dell’ultimo anno.” Lo lasciai andare mentre lui se ne andava compiaciuto verso il campo.
“Coach, io me ne vado. Mi sto annoiando.”
“Anderson torna immediatamente qua, chiamo il preside Sunders!”
Sbraitò tra i numerosi fischi che faceva per richiamare la mia attenzione. Mi incamminai tranquillamente verso gli spogliatoi, tanto peggio di questa punizione non poteva darmi il preside. Entrai dentro la stanza e controllai il telefono. Era arrivato un messaggio da parte della mia migliore amica.

‘Ehi Alex! Ho comprato un libro che parla dell’esistenza delle fate, sono andata in biblioteca a leggermelo e ho conosciuto un ragazzo stupendo. Vorrei tanto presentartelo, ma non fargli del male, lui è buono. Oggi abbiamo il pomeriggio libero :* a dopo Julie <3’

Sorrisi pensando a quanto era dolce, la mia migliore amica può sembrare un po’ sciocca ma è dolcissima e darebbe il cuore a chiunque. Mi alzai e presi un asciugamano dal borsone che mi aveva dato il preside con tanto del simbolo delle cheerleader ricamato sopra. Mi spogliai e mi avvolsi intorno l’asciugamano e andai alle docce, apri l’acqua e all’improvviso senti la porta aprirsi e poi richiudersi.
“Anderson sei qui dentro?” Una voce, quella voce che odiavo. Sbuffai e chiusi l’acqua andando verso di lui.
“Cosa vuoi?” Svoltai l’angolo e me lo ritrovai di fronte a me, con solo un paio di pantaloncini neri e quel fottuto sorrisino malizioso sulla faccia.
“Wow è il mio compleanno oggi? Non pensavo di ricevere un regalo così bello in anticipo.” Mi squadrò da capo a piedi e si avvicinò verso di me.
“Maslow esci da qui dentro prima che ti rompa qualche ossa.” Sibilai arrabbiata.
“Mi piaci cosi tanto quando diventi aggressiva.” Fece un altro passo in avanti ed io indietreggiai fino a toccare il muro.
“Sembra che la piccola gattina sia nei guai.” Mise entrambe le mani intorno ai miei fianchi e mi spinse addosso a sé. Cercai di togliermelo di dosso, ma diamine era troppo forte.
“Toglimi queste mani di dosso.”
“No.”
Si avvicinò al mio viso e cercò di baciarmi.
“Mi piaci veramente troppo Alexia.” Sussurrò e rimase vicinissimo alle mie labbra. Abbassai lo sguardo e vidi che le sue labbra erano leggermente aperte e i suoi occhi erano chiusi.
“Maslow non avrai mai un bacio da me.” Apri gli occhi e si allontanò.
“Io sono serio, te mi piaci veramente.”
“Anch’io sono seria, esci da qui prima di ritrovarti senza palle.”
Lo minacciai e lui annui.
“Non finisce qui, sai?” Gli alzai il dito medio e lui se ne andò via ed io potei bearmi di dieci minuti di relax sotto la doccia.



 

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