Maybe.. di Miss Dumbledore (/viewuser.php?uid=118106)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #0 - prologue . ***
Capitolo 2: *** #1 - first chapter . ***
Capitolo 3: *** #2 - second chapter . ***
Capitolo 4: *** #3 - third chapter; I part . ***
Capitolo 5: *** #3 - third chapter; II part . ***
Capitolo 6: *** #4 - fourth chapter . ***
Capitolo 7: *** #5 - fifth chapter . ***
Capitolo 8: *** #6 - sixth chapter . ***
Capitolo 9: *** #7 - seventh chapter . ***
Capitolo 10: *** #8 - eighth chapter . ***
Capitolo 11: *** #9 - ninth chapter ***
Capitolo 12: *** #10 - tenth chapter . ***
Capitolo 13: *** #11 - eleventh chapter . ***
Capitolo 14: *** #12 - twelfth chapter . ***
Capitolo 15: *** #13 - thirteenth chapter . ***
Capitolo 16: *** #14 - fourteenth chapter ***
Capitolo 17: *** #15 - fifteenth chapter . ***
Capitolo 18: *** #16 - sixteenth chapter . ***
Capitolo 19: *** #17 - seventeenth chapter . ***
Capitolo 20: *** #18 - eighteenth chapter . ***
Capitolo 21: *** epilogue – she would never be alone. ***
Capitolo 1 *** #0 - prologue . ***
Maybe..
maybe
a s m i l e will save us.~
;PROLOGUE
Lily
Luna Potter: ecco come si chiamava quella piccola creaturina dai
capelli rossi che urlava in mezzo al parco della scuola come
un'assatanata. Sembrava ce l'avesse con un ragazzo biondo che la
guardava scocciato mentre sfogava la sua furia assassina su di lui
per chissà quale motivo.
«Scorpius Hyperion Malfoy, razza di
lurida serpe strisciante che cazzo avevi in mente?!» gli
urlò
infervorata mentre la guardava in un misto di dispetto e
stizza.
«Vorrei ricordarti, Potter, che non sono fatti
tuoi.»
rispose calmissimo, anche se gli occhi plumbei brillavano in modo
strano, diverso dal solito come se fosse.. impaziente?
«Grande
idiota che non sei altro, lei è mia cugina quindi io c'entro
eccome.
E' una questione di famiglia.» alzò ancora di
più la voce, come se
fosse possibile, mentre le gote si tingevano dello stesso colore dei
capelli.
«Non è colpa mia se voi proliferate come topi,
prima o
poi è inevitabile andare a sbattere contro un tuo parente
pel di
carota.» un ghigno si aprì sul volto pallido
contribuendo a farla
infuriare ancora di più che ringhiò nella sua
direzione, ma prima
che potesse rispondere a tono una ragazza mora che fino a quel
momento era stata alle sue spalle intimidita anche lei dalla furia
della cugina la tirò per un braccio.
«Oh Lil, non è necessario
farne un dramma.. insomma, è stato un incidente, ne sono
sicur—»
la Corvonero non fece nemmeno in tempo a finire la frase che la
compagna di casa e cugina assunse un'aria a cavallo fra il sarcastico
e il divertito scoppiando in una risata priva di allegria.
«Rose
non dirai sul serio? Come puoi dire che quel troglodita di Malfoy
possa averti quasi averti scaraventata nel lago nero per
sbaglio?»
Era
completamente esasperata dal comportamento di quella lurida serpe. Un
conto era se infastidiva lei che sapeva difendersi, ma sua cugina era
tutt'altra storia: troppo buona per reagire in qualsiasi
modo.
«Potter se non controlli la lingua prima o poi passerai
guai seri.» la minaccio l'individuo in questione, riportando
l'attenzione delle due cugine su di lui, ora palesemente irritato dal
comportamento della Corvonero. Sì, perchè
stupendo tutti lei era
finita in una casa per intelligentoni quando era un miracolo che
consegnasse un compito in tempo, infatti gli amici e talvolta anche i
professori continuavano a ripeterle che il Cappello si doveva avere
madornalmente sbagliato.
«Senti
Malfoy, che vuoi fare? Affrontare una donna alla babbana?»
lo provocò ridendo come se il suo peggior nemico avesse
detto una
battuta parecchio divertente. Nel frattempo una poiccola folla si era
attorniata per osservare il consueto spettacolo che offrivano quei
due giornalmente da ormai cinque anni a quella parte.
«No
di certo, di sicuro non mi abbasserei mai al tuo livello.. e comunque
dovrebbe esserci prima una donna da affrontare, se fossi in te ci
penserei due volte prima di autodefinirmi tale, dato che sei poco
più
di uno sgorbio ancora.»
la voce era intrisa di perverso
divertimento
esprimendolo in un ghigno decisamente alla Serpeverde.
«Sempre
meglio che essere un viscido essere strisciante come te.»
ribattè per le rime la ragazza sempre più
irritata e indignata da
quel suo modo di fare così— irritante, ecco!
«Basta
che tu ne sia convinta Potter.»
un guizzo divertito
illuminò per un istante il
suo sguardo per poi lasciarlo freddo e pieno di strafottenza come
sempre. «Ora,
se non ti dispiace, me ne vorrei anche andare. Mi sono stancato di
sentirti starnazzare come una gallina.»
la liquidò infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni
della
divisa e le diede le spalle.
«Bravo
idiota, fa quello che quelli come te sanno fare meglio. Scappa vile
codardo che non sei altro!»
Gli urlò dietro mentre la folla si diradava e lui alzava
solo una
mano a mo' di saluto, indifferente verso le urla della rossa.
«Ascolta
Al, non succederà mai, e ti ripeto mai
che io possa andare
d'accordo con quell'imbecille, non capisco come tu possa essergli
amico.»
l'espressione imbronciata della piccola Corvonero la diceva lunga su
come la pensava sulle amicizie del fratello maggiore.
«Andiamo
Lils, non fare la difficile. Anche io sono un Serpeverde, ma mica mi
odi, no?»
provò ad essere accomodante Albus cercando per la millesima
volta di
far andare d'accordo la sorella col suo migliore amico.
«Io
proprio non capisco cosa ci trovi in quell'essere ributtante,
è un
Malfoy.»
continuò ignorando le deboli proteste del fratello tenendo
il muso.
«Io
mi chiedo perchè tu e James dobbiate essere
così—così—così
ottusi, ecco!»
Borbottò esasperato dalle convinzioni derivanti dalla
vecchia, e
tutt'ora in vigore, nemesi fra i Potter e Malfoy senior.
«È
un idiota e questo mi basta, potrò benissimo sopravvivere
senza
approfondire la sua conoscenza, come ho benissimo fatto in quindici
anni.»
ribattè testarda guardando imbronciata il camino
dardeggiante della
sala comune verde argento.
«Tranquilla
Potter, il sentimento è reciproco.»
intervenne pigramente “l'idiota” accasciato sul
divano in pelle
nera che si fumava tranquillamente una sigaretta. «A
dire il vero non capisco nemmeno perchè tu sia qui visto il
tuo
ripetere continuamente quanto odi noi Serpi.»
aggiunse ghignando sempre assorto a guardare le spirali di fumo che
gli uscivano dalla bocca.
«Oh
Malfoy, sta sicuro che non è per la tua dolce compagnia.»
lo rimbeccò acidamente, Merlino quanto era fastidioso. «Sai,
si da il caso che qua ci stia anche mio fratello e la mia migliore
amica oltre sua signoria sono-il-re-del-mondo-viscidume-Malfoy.»
Albus
ridacchiò, ormai aveva fatto il callo ai continui bisticci
fra i due
visto che Lily gli faceva spesso compagnia nei sotterranei. In
realtà
si chiedeva effettivamente di che Casa fosse davvero visto che
passava più tempo agli altri tavoli e Sale Comuni che quelli
assegnati a Corvonero.. a dire il vero si domandava anche come ci
fosse finita fra i Ravenclaw data la sua indole decisamente
Grifondoro, ma questa era un'altra storia.
«Molto
divertente Potter, mi sto scompisciando.»
commentò svogliatamente Scorpius facendo evanescere la
sigaretta
ormai finita. Lei si limitò a sbuffare sistemandosi meglio
nella
poltrona di cui si era impadronita ancora due ore prima.
«Sai
Malfoy.. a volte mi chiedo se tu sappia ridere. Sembri più
il tipo
da ghignetto idiota.»
saltò su poi, quando sembrava che il discorso si fosse
arenato nel
silenzio che aleggiava nell'aria annoiata e sonnolenta del sabato
pomeriggio.
«Ti
si era inceppato il cervello Potter o dovevi pensarci bene prima di
trovare una risposta decente?»
la provocò lui
ignorando la sua affermazione.
«Non
mi spreco nemmeno a risponderti, tanto decerebrato come sei non
capiresti comunque; dunque è inutile sprecare fiato in una
risposta
degna di questo nome.»
pigramente si stiracchiò distendendosi dalla sua posizione
accucciata, giusto per sgranchire un po' gli arti indolenziti dal
mantenimento prolungato di quella posizione.
«Sei
più odiosa del solito quando parli a sproposito senza
nemmeno sapere
dove andrai a parare.»
l'apostrofò svogliatamente, come se mandare avanti quella
discussione fosse più un dovere che il loro solito
“diletto”.
Lei si limitò a fargli una linguaccia priva di voglia per
articolare
una risposta abbastanza acida.
«Domani
verrete ad Hogsmeade con me.»
annunciò un ragazzo moro dagli occhi blu sedendosi
pesantemente
accanto ad un perplesso Scorpius.
«Salve
anche a te Zabini.»
lo salutò acidamente.
«Tutto
bene amico? Sembri una vecchia comare.»
Invece
di una risposta si guadagnò un'ochiataccia dalla suddetta
“vecchia
comare”; ora ci si metteva anche quell'idiota di Zabini, come
se la
Potter non lo infastidisse abbastanza.
Zabini
fece un fischio per poi borbottare a nessuno in particolare: «Tira
brutta aria qua.»
Albus nascose il viso dietro una Gazzetta del Profeta che aveva
trovato lì vicino per non far vedere che se la stava ridendo
sotto
ai baffi solo alla vista della faccia imbronciata di Scorpius.
Zabini
scosse la testa alzando gli occhi al cielo vedendo le reazioni
fiacche attorno a lui e posò solo allora lo sguardo su Lily
stranamente silenziosa mentre fissava lo scoppiettare delle fiamme,
con una faccia decisamente incantata.
«Anche
tu sei invitata faccia da ebete.»
ghignò nella sua direzione e lei sobbalzò come se
la avesse punta
qualcosa.
«C--come?»
Domandò spaesata, come se si fosse appena svegliata.
«Sempre
che tu abbia riacceso il cervello per allora.»
la stuzzicò Malfoy che sembrò rimpimparsi
all'improvviso prendendo
in giro la rossa.
Lei
gli lanciò un'occhiataccia e poi si rivolse a Zabini. «E,
di grazia, che dovrei fare con voi?»
Il tono lasciava intendere che la compagnia Serpeverde non le andava
del tutto a genio. Il moro per risposta alzò le spalle
mentre si
accendeva una sigaretta e appoggiava i piedi sul tavolino.
«Piuttosto
che non fare nulla..»
si arrese lei alzando le spalle
indifferente.
«Immagino
che ci sarà anche quella peste di mia sorella, giusto?»
domandò Scorpius, anche se sembrava più
un'affermazione rassegnata.
«Giusto.»
confermò Zabini, anche se evidentemente non ce n'era bisogno.
«Bene,
almeno non sarà la solita noia: lei è l'unica che
si salva nella
tua famiglia.»
lo apostrofò Lils con un ghigno allegro che non prometteva
niente di
buono.
«Io
direi, piuttosto, che fra te e lei Hogwarst e le persone che vi
stanno attorno corrono il rischio di venire disintegrate da un
momento all'altro.»
commentò Al ridacchiando, riemergendo finalmente dal
giornale che
teneva in mano svogliatamente.
«Ma
che dici? Sono sempre tragiche coincidenze.»
si finse offesa mentre lo guardava di sbieco.
«A
proposito, dov'è? Non siete sempre appiccicate voi due?»
Intervenne Scorpius ignorando lo scambio di battute dei due fratelli
Potter.
Lily
si aprì in un sorrisone innocente e scrollò le
spalle. «Ah,
non so.. forse è in punizione con la Cooman..»
Buttò lì senza dare troppa importanza al fatto
che la Cooman non
dava mai punizioni.
«E
che ha fatto 'sta volta? Persino dalla Cooman si fa mettere in
punizione quell'impiastro.»
sbottò stralunato.
«Mhm..
credo abbia fatto scoppiare tutte le sfere— sai, non
è molto brava
a controllarsi quando si annoia.»
sbadigliò l'amica del
suddetto impiastro mentre
si accasciava sulla poltrona di velluto, sempre più annoiata.
Malfoy
la fissò per un po', indeciso se scoppiare a ridere o
prendersi il
viso fra le mani disperato.
«Ehi,
non guardarmi così, per una volta che non c'entro niente.»
lo ammonì la rossa intercettando il suo sguardo. Lui si
limitò a
ghignare divertito pensando a come sarebbe stato divertente se i
genitori l'avessero saputo.
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Capitolo 2 *** #1 - first chapter . ***
FIRST CHAPTER
Lils dormiva pacifica nel suo letto a baldacchino, immersa nelle coperte blu notte tutte arrotolate attorno all'esile corpo steso in un modo che faceva sospettare avesse un passato da contorsionista. La bocca semiaperta e la foresta che si trovava in testa sparsa sul cuscino dalla federa di un azzurro così chiaro da sembrare quasi bianco.
-Liiiiils, svegliati! Non voglio andare da sola con quegli idioti, per la mia mucca a pois: SVEGLIATI!- Una ragazzina bionda molto simile per la corporatura e la carnagione pallida alla rossa saltava sul suo letto scuotendola in modo disperato, come se fosse una questione di vita o di morte. Ma chi conosceva bene Lily Potter sapeva che ci voleva ben altro per svegliarla, in compenso tutto il dormitorio del quinto anno Corvonero, femminile ovviamente, era sveglio e parecchio spaesato: non era la prima volta che quel piccolo terremoto dagli occhi azzurro cielo entrava nel loro dormitorio, anzi, ormai la piccola Serpeverde era di casa, ma comunque era sempre un trauma quando doveva svegliare la migliore amica dal sonno parecchio pesante.
-Lilian Luna Potter, non ti permetterò MAI, sentimi bene: MAI, di darmi buca per dormire tutta la domenica. CHIARO?! O non mi chiamo più Kimberly Malfoy!- Le urlò tutto questo praticamente nell'orecchio mentre la sballottava con violenza.
-Per gli slip più consunti di Merlino, Kim smettila, non ti darò buca, ma ti prego, smettila di perforarmi i timpani...- Il mugugno che uscì dalla coltre di coperte a quanto pare non fu molto convincente visto che la piccola erede Malfoy si mise le mani sui fianchi e con un ghigno malefico probabilmente parte integrante della sua genetica.
-Lil ti avverto che se non ti muovi immediatamente farò entrare Scorpius qua dentro- la minacciò con una strana scintilla negli occhi azzurri.
-NO! MAI! Ho detto che mi alzo, ma quel viscido essere non può venire qua! Sacrilegio!- Cominciò a parlare come un tornado infilando una parola dietro l'altra, senza prendere fiato mentre si alzava seduta di scatto.
-La minaccia Scor riesce sempre!- ghignò l'amica sedendosi comoda sul letto dell'amica. -Su dai, muoviti che devo passare da Mielandia.-
La rossa le lanciò un'occhiata di fuoco e poi svogliatamente si alzò dirigendosi a zombie verso il bagno. Kim la seguì con un sorrisone a 35 denti osservando l'amica con lo sguardo spento che cercava senza successo di infilarsi lo spazzolino in bocca.
-Dovrei farti una foto e mostrarla a tutto il mondo magico, mi immagino già la prima pagina della Gazzetta: Lily Potter, la prole dei Potter si dimostra ancora più idiota del capostipite- ridacchiò divertita prendendola in giro affettuosamente a differenza del fratello che avrebbe usato più cattiveria possibile, solo che in quel momento Lil non riusciva nemmeno a ricordare il suo nome, figurarsi recepire quello che le dicevano e rispondere in modo decentemente articolato.
-Mmhm..- Borbottò solamente continuando a spazzolarsi i denti distrattamente mentre guardava il suo riflesso allo specchio.
La piccola Potter e la compare verde argento alla fine furono (come sempre) le ultime ad arrivare davanti al grande portone: Kim era vestita alla perfezione, stranamente ordinata con una felpa e dei jeans, accompagnati dalle sue fedeli sneakers. Era solo un po' spettinata dato che si era agitata troppo per svegliare l'amica in tutt'altre condizioni.
-Finalmente ci avete degnati della vostre presenza- sbuffò svogliato Malfoy alla vista della sorella e la migliore amica -Potter, ma ti sei almeno pettinata?- Aggiunse poi osservando la ragazza in questione decisamente stravolta: i capelli erano scompigliati e il ciuffo le ricadeva disordinatamente sulla fronte, la maglia a maniche corte era infilata storta sotto la felpa aperta per metà lunga fin sotto il sedere. I jeans chiari erano l'unica cosa che si salvava perchè sotto spuntavano le all star decisamente logore. Insomma, sembrava una specie di sopravvissuta alla grande guerra magica.
-Sopprimiti Malfoy- mugugnò lei mentre con un laccio cercava di fare una coda alta per rimediare in parte al disastro dei suoi capelli rosso scuro.
-No, in realtà è già tanto che si sia svegliata - ghignò verso il fratello malignamente l'amica guadagnandosi una gomitata dalla Corvonero. Tutti scoppiarono a ridere alla sua faccia mentre lei mise su ancora di più il broncio.
-Grazie tante, ne Al? Per fortuna che sei mio fratello- borbottò indispettita nella sua direzione visto che rideva quasi più sonoramente di Scorpius -E tu la mia migliore amica- aggiunse lanciando un'occhiata avvelenata alla biondina che si teneva la pancia con le lacrime agli occhi.
Zabini prese in mano la situazione prima che la fonte di tanta ilarità prendesse a pungi tutti o peggio, li cruciasse come già stava facendo con lo sguardo.
-Su su ragazzi, un po' di pietà per questa piccolo corvo nella fossa dei serpenti- fece un sorrisone molto simile a quello che usava per salvarsi da varie punizioni verso il suddetto corvo che stava per ribattere acidamente.
-Sì, andiamo- convennè Albus e mettendo un braccio attorno alle spalle della sorellina imbronciata. -Prima passiamo da Mielandia, per oggi puoi comprare tutto quello che vuoi: offro io- le ammiccò sapendo che quello era decisamente il tasto giusto per rabbonirla visto che gli occhioni di un azzurro talmente intenso da sembrare blu cian, eredità dei Weasley, le si illuminarono.
-Ma guardala, peggio dei bimbetti – commentò Malfoy guadagnandosi un'occhiata di fuoco dall'oggetto del suo divertimento.
-Cuciti la lingua biforcuta, serpe.>> Lo rimbeccò lei e poi si rivolse sorridente verso il suo fratello preferito a cui brillarono gli occhi smeraldini di puro divertimento.
-Hei, io ho fame, quindi se cominciassimo ad andare sarebbe meglio.>> Li riportò allo scopo per cui si erano incontrati tutti lì Kim, ansiosa di svaligiare Mielandia e Zonco.
-Meglio andare prima che mangi un braccio a qualcuno di noi- ghignò Malfoy in direzione della sorellina che per tutta risposta gli fece una linguaccia.
-Di sicuro non a te, saresti rancido- ribattè a modo lei, facendo allargare un sorriso sul volto della rossa.
Scorpius, dal canto suo, si limitò a roteare gli occhi al cielo senza prolungare oltre quella discussione inutile.
In poco tempo, fra una chiacchiera e un'altra (più che altro insulti dal canto di Lils e Scorpius) arrivarono a Mielandia.
Gli occhi di Kim e Lil non appena viderò la vetrina diventarono due enormi palle luccicanti e in pratica si stamparono sopra il vetro.
-Voi due volete pulire il vetro a leccate o vi decidete ad entrare dalla porta e comportarvi da persone normali?- Le apostrofò Malfoy scocciato mentre si chiedeva chissà cosa avesse fatto per meritarsi tutte quelle figuracce: fra sua sorella e la sua migliore amica fra poco la sua reputazione sarebbe calata a picco.
-Malfoy sei un'idiota- affermò decisa la rossa mentre prendeva a braccetto la sorella del suddetto idiota e si avviava dentro al negozio.
-E io non potrei mai essere più d'accordo- aggiunse lei prima di seguire l'amica dentro il negozio di dolci mentre il fratello le fissava attonito; come sarebbe arrivato alla sera se cominciavano così?
Il negozio era pienissimo e aveva un odore talmente dolce da far venire la nausea a Lily, nota amante dei dolci, che però, a diferenza di Kim, aveva un limite.
- Pensò che morirò asfissiata.. - Esalò la ragazza mentre l'amica la ignorava e continuava a sgomitare tirandosela dietro per il negozio alla ricerca di qualche dolcetto nuovo.
Le due, inutile a dirlo, furono le ultime due a uscire visto che gli altri si erano arresi dopo un po' ed erano usciti evitandosi di soffrire ancora in quel luogo così affollato.
-Hai svuotato mezza Mielandia? - In effetti Scorpius non aveva tutti i torti, dato che Kimberly aveva un mega-sacchetto di carta in mano che dondolava avanti e indietro, talmente gonfio che sembrava che i dolci dovessero rovesciarsi sulla strada da un momento all'altro; Lily subito dietro di lei stava già attaccando quelli che sembravano essere dei vermi di zucchero, invenzione da poco brevettata per far mangiare anche durante l'ora di pozioni i ragazzini più golosi. Le due ragazze avevano un'aria così pacifica da farle sembrare delle accanite seguaci della politica di non violenza di Kingsley, attuale ministro della magia da poco ri-eletto.
-E ti stupisci ancora?- ridacchiò Al passandosi una mano fra i capelli -piuttosto, quanto avete speso?- Continuò rivolgendosi alle due che beatamente si stavano mangiando i loro tanto agognati dolci.
-Ti ho lasciato i soldi per una burrobirra fratellino- gli sorrise angelica lanciandogli un sacchetto di pelle di drago pietosamente leggero, guardandosi bene dal dire la cifra.
-Ma.. ma.. hai idea di quanti soldi ci fossero qua dentro?- Balbettò Albus sbigottito.
-A dire il vero no, ma avevi detto che offrivi tu quindi sono stata di manica larga..-
-E io ho aggiunto 10 Galeoni- si intromise Kim, tranquilla quanto la migliore amica.
-Non capisco di cosa tu ti stupisca Potter, in fondo non fai altro che lamentarti di quanto spenda tua sorella in dolci, avresti dovuto saperlo che dei tuoi averi sarebbe rimasto ben poco- commentò gongolante Scorpius, probabilmente perchè sua sorella non aveva speso i suoi soldi, o forse perchè la Potter ne aveva combinata un'altra delle sue, ovvero aveva un'altra scusa per stuzzicarla.
Albus sospirò e borbottò a mezza voce qualcosa come 'Okay, ci rinuncio', ma non ne poterono mai esserne del tutto certi dato che Lils era partita di corsa verso un ragazzo alto dai capelli neri che le stava venendo incontro, saltandogli letteralmente addosso.
-Ce l'hai fatta!- Esclamò tutta contenta, urlandoglio letteralmente nell'orecchio.
L'altro rise e la strinse allegramente -direi di sì Lils, credi che non avrei trovato tempo per la mia sorellina preferita?-
-In effetti no- mugugnò lei al suo orecchio, sempre aggrappata a koala.
-Hei Jam, quando sei tornato?- lo salutò sorridente il fratello minore, mentre la sorella non sembrava voler scendere tanto presto.
-Giusto un'oretta fa, il tempo di mettere giù le valige e sono venuto qua- rispose dando delle leggere pacche sulle spalle di Lils -e sono contento che tu sia felice di vedermi, ma Lil, mi stai spaccando la schiena.. quanti dolci ti sei mangiata ultimamente?-
La ragazzina si limitò a balzare giù dal suo abbraccio e fargli la pernacchia -l'unica cosa gentile che sai dirmi dopo sei mesi che non ci vediamo e che sono ingrassata? Ma grazie.-
Jam roteò gli occhi ammiccando ad Albus.
-Vedo che esci ancora con le serpi Lils, non ti ho insegnato proprio nulla?-
-Mi hanno incastrata- storse il naso lei, infastidita dal fatto che lui pensasse che potesse gradire la compagnia dell'idiota beta e gamma che ora li fissavano da lontano, mentre Kim li aveva raggiunti con tutta calma, dondolando le provviste delle due malandrine.
-Se se, di' la verità, hai una cotta per Malfoy- la provocò Albus scatenando tre reazioni diverse: James quasi si strozzò con la sua stessa saliva cominciando a tossire convulsamente, dopo un momento primo stupore Lils scoppiò a ridere sguaiatamente tenendosi la pancia e Kim rimase perfettamente indifferente, continuando a succhiare la sua caramellina gommosa.
-Come COME?! Lils mi vuoi uccidere?- l'apostrofò letteralmente disperato Jam non appena riprese l'uso della parola, in tutta risposta Lily si bloccò di colpo e lo fisso con sguardo truce profondamente offesa dal fatto che lui avesse anche solo potuto minimamente pensare che lei avesse una cotta per quell'orrido e viscido essere chiamato Scorpius Malfoy.
-Piuttosto vado a fare compagnia a Silente nel parco- ribattè truce.
A quella risposta a James gli si illuminarono gli occhi -ma che brava sorellina che ho- disse abbracciandola ignorando apertamente lo sguardo assassino di lei.
Lily si districò in fretta dal suo abbraccio e poi si rivolse a Kim -cosa ci manca da Zonco?-
-Poco, le altre forniture ci arriveranno dopodomani da tuo zio, se non sbaglio-
-Quindi se adesso andassimo a prendere una burrobirra non rimarremmo a corto?-
-Nah- rispose Kim in tono rassicurante -e poi basterebbe chiedere a tuo zio di inviarci più roba a più rate- concluse con un'alzata di spalle molto teatrale. La conversazione, a quanto pare della massima importanza, fu seguita, non senza una certa confusione, con molto interesse da Albus e James che fissavano stupefatti le ragazzine che sembravano professioniste dello spaccio di uova di drago.
-Bene, allora tutti ai Tre Manici di Scopa!- Esclamò allegramente Lils rivolta al gruppetto –con un po' di fortuna credo che non avremo nemmeno Malfoy e Zabini fra i piedi- commentò tutta pimpante.
-In realtà mi hanno detto poco fa, prima di allontanarsi che sarebbero andati ai Tre Manici..-
-Non fare la guasta feste Kim-
-Cooome vuoi-
-Bene, allora possiamo andare?- S'intromise Albus con molta nonchalanche.
Gli altri annuirono e dalle labbra di Lily volò un 'come no' parecchio annoiato. Quando finalmente arrivarono nel locale pieno zeppo videro di sfuggita Hugo che sedeva con i suoi amici e allo stesso tavolo Rose che parlottava con due ragazze del sesto, probabilmente Corvonero; saggiamente James decise di non disturbarli e che li avrebbe salutati più tardi.
Mentre mandarono Kim, che ora stringeva gelosamente il sacchetto di caramelle come se potessero volerglielo rubare, e Al a scovare un tavolo e occuparlo James e Lily si avviarono al bancone per prendere quattro burrobirre.
-Allora?- Gli domandò ansioso lui, non appena ebbero fatto l'ordine.
-Te l'ho detto, non sto con Malf-
-No no, che hai capito- la interruppe subito lui teso, senza più il sorriso di poco prima.
-Ah..- commentò solo Lils, capendo tutto d'un tratto. Lui rimase in silenzio, guardandola ansioso.
-Sta bene, cioè, dimostra di star bene.. sai com'è lei- cercò di articolare una risposta, distrattamente mentre evitava evidentemente lo sguardo apprensivo del fratello.
-Io.. l'ho fatto per lei, lo sai- disse in un sussurro.
-Lo so.. Sai è strano vederti così, non avrei mai detto che il più famoso donnaiolo di Hogwarts dai tempi di James Potter senior sarebbe mai potuto essere così perso- cercò di buttarla sul ridere mentre prendeva due boccali di burrobirra in mano.
-Neanche io sai?- Detto questo poggiò sul bancone lucido i Galeoni e prese gli altri due boccali per poi seguirla fino ad un tavolo appartato dove Albus e Kimberly chiacchieravano loquacemente, probabilmente del fatto che il moro voleva una caramella dall'enorme scorta delle due.
-Eccoci qua!- sorrisse Lils appoggiando le vivande davanti a due e sedendosi accanto al fratello più grande altrettanto sorridente, niente avrebbe mai fatto intendere la discussione di cinque secondi prima ed era bene che fosse così il più a lungo possibile.
Note: Giuro che pensavo fosse una schifezza e quindi avevo progettato di non postare proprio il secondo capitolo, ma dato che voi siete degli angeli come non potevo farlo? *---*
sandy_malfoy94: Grazie mille, ma a dire il vero non penso di scrivere poi così bene ^^" comunqe ecco qua il continuo *W*
Bekii: OOOH, grazie molte anche a te :3 In effetti di solito metto fin troppe descrizioni e pochi dialogi e forse qua forzo troppo la mano, ma il prologo era giusto perchè dovevo far conoscere un po' la situazione generale e beh.. anche questo capitolo che spero apprezzerai *3*
Nipotina: Olè, un'altra maniaca di Lil/Scor come me *---* machebellacosa *saltella felice*. Okai, bando alle ciance anche io amo il loro modo di battibeccare e il suo essere poco femminile e molto power u.u Spero di aver reso bene :D
Per quanto riguarda la casa direi che mi sono sorpresa da sola, in effetti io la chiamo spesso 'una degna Gryffindor mancata', ma credo che i Corvi le si addicano di più, così, a pelle *W* Ah, la sorellina di Ius esiste dall'idea di una mia cara amica, secondo me sono stupende loro due e i loro disastri *W*
LittleKim: invece sì, sei una calamità naturale *W*
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Capitolo 3 *** #2 - second chapter . ***
SECOND CHAPTER
Non era possibile, pensò Lily, che ogni volta che mamma scrivesse ad Al chiedendole della sua rendita scolastica dovesse ripetersi quella manfrina, ogni santissima volta.
-Dai Lils, hai promesso- la sollecitò il fratello con un sorriso maligno – o vuoi che scriva di una certa T presa in astronomia..-
-Ti odio,- borbottò arrossendò improvvisamente -lo sai che è perchè non avevo dormito molto in quel periodo.. e poi potresti fare come Jam ogni tanto? Lui era così buono con me..- lo sguardo di Lils si perse a ricordare come fino all'anno prima, essendo il più grande dei fratelli, toccasse a James informare la madre di come andava a scuola e di come la coprisse egregiamente ogni volta.. peccato che Albus era una vera e propria serpe, soprattutto in queste occasioni capiva come facesse ad essere in quella lurida casata.
-Fatto sta che se non fai ciò che ti dico glielo dirò, io non sono James- interruppe crudelmente le sue fantasie con uno scintillio sadico negli occhi verdi come il padre.
-Okay, okay.. dimmi cosa vuoi che io faccia- si arrese Lils, immaginandosi già di dover correre da una parte all'altra di Hogwarts notte e giorno per soddisfare le voglie assurde di chees cake e pudding di quel despota.
-Dovrai prestarmi mantello e mappa, a tempo indeterminato- rispose sornione Albus, mentre si spalmava un po' di marmellata d'arancia sul tost caldo.
-Cos.. ma a cosa a diavolo ti serve?- tutti sapevano la reticenza di prestare quei preziosi doni acquisiti l'anno stesso dal fratello maggiore, che dopo aver lasciato Hogwarts aveva designato lei come degna erede. Perchè si poteva dire tutto di Albus: che fosse un degno serpeverde per come la ricattava, un bel ragazzo moro dai penetranti occhi verdi e forse anche che era il più bravo dell'intera scuola dopo Rose senza studiare quasi nulla, ma un malandrino proprio no. Era troppo.. perfetto, ecco.
-Sono fatti miei, ma mi serve. Quindi sgancia- lo sguardo non ammetteva altre proteste, quini sospirando la ragazzina tirò fuori dalla borsa la mappa per poi consegnarla nelle mani del fratello, non senza uno sguardo di fuoco.
-E il mantello?- Chiese lui accigliato fissandola mentre richiudeva lentamente la borsa e si rimetteva dritta.
-Ce l'ho su, tanto sai come entrare, mica me lo porto in giro per la scuola. Te lo prendi da solo, comunque, io non ho voglia di andare a prendertelo- ribattè imbronciata mentre recuperava un grosso bignè e cominciava a mangiarlo. Proprio in quel momento li raggiunsero i fratelli Malfoy e Zabini.
-'Giorno- mugugnò Kim evidentemente ancora mezza appisolata, mentre gli altri non la degnarono nemmeno di una minima attenzione, come al solito del resto.
-Ma tu non dovresti essere una Corvonero?- Domandò contrariato un impeccabile Scorpius Malfoy mentre si serviva un po' di thè.
-Non si nota forse Malfoy?- rispose serenamente Lily mentre passava il pane a una Kim troppo stanca solo per allungare il braccio.
-Da cosa, di grazia, dato che sei sempre qua a rompere?- Ribattè acido mandandole un'occhiata di sbieco.
-Dal fatto che sono più intelligente di te, semplice- disse Lily candida, come se fosse la cosa più ovvia e semplice del mondo e lui fosse un bambino troppo ottuso che non voleva capirlo. Le reazioni furono molteplici, anche se di solito i loro battibecchi erano registrati dalle menti di tutti come rumore di sottofondo, questa volta sembrò che tutti avessero seguito con attenzione la loro discussione.
Albus sorrise prima di nascondere il viso nella tazza di caffè, Kim borbottò qualcosa come “è vero” o “ha ragione da vendere” troppo intenta a capire da che parte spalmare la marmellata sul panino per prendere parte attivamente al discorso; Zabini spalancò gli occhi verso la rossa e poi si voltò verso Scorpius, nascondendo male il suo divertimento e stupore dato che l'interessato si stava strozzando con il thè che stava bevendo al momento della risposta di Lily.
-Oh, credo che tuo fratello stia morendo soffocato- constatò laconica la stessa, senza preoccuparsi minimamente mentre l'amica scrollava solamente le spalle.
-Ci conviene andare, mi sembra che abbiamo assieme la prima ora di Artimanzia- sbuffò Lils, tirando su lo zaino e ignorando Malfoy, che si stava quasi riprendendo, e spostando tutte le sue energie per smuovere la biondina che sembrava essersi ancorata alla panca.
-Non possiamo saltarla, per piacere- mugolò come un cucciolo abbandonato, senza però smuovere una cellula nell'amica che la guardava con aria severa.
-Nemmeno io ho voglia, ma abbiamo già saltato tre volte di fila.. non credi che sia ora di andarci?-
-Sinceramente no, non ne vedo l'utilità- s'impuntò Kim, cominciando però a camminare a fianco dell'amica abbattuta, senza curarsi minimamente di salutare i loro compagni di colazione e quindi non notarono il fermento che era nato in quel lato del tavolo coinvolgendo una ragazza bionda dall'indubbia bellezza e uno svogliato Scorpius il cui viso dimostrava che avrebbe voluto fare ben altro che parlare con loro in quel momento.
A Lils sembrava di aver convinto l'amica a partecipare alla, seppur noiosissima, lezione di Artimanzia, ma quando arrivarono a pochi metri dalla classe si dovette ricredere dato che un momento prima camminava mogia mogia accanto a lei, un momento dopo era crollata per terra, sedendosi a gambe e braccia incrociate in mezzo al corridoio.
-E poi danno a me della pazza- borbottò fra se e se la rossa prima di alzare la voce e guardarla con piglio severo, in tipica posa nonna Weasley -Kimberly Narcissa Malfoy, hai per caso l'intenzione di farmi arrabbiare?- la minacciò in tono duro.
-Non voglio fare niente, men che meno andare quell'inutile, pallosissima e detestabile lezione- mantenne imperterrita la tua posizione.
-Bene, non mi lasci altra scelta- commentò malignamente la rossa, prima di prenderla per un braccio e cominciare a tirarla per i pochi metri che rimanevano. Le urla di Kimberly Malfoy sui diritti delle creature magiche, la libertà di scelta anche fra i babbani e qualche accenno ai diritti degli elfi probabilmente arrivarono anche dai sotterranei, dove stavano facendo lezione Albus, Scorpius, Zabini e la biondina che parlottava poco prima al tavolo con loro, ma erano troppo impegnati a discutere animatamente nonostante la professoressa li stesse decisamente squadrando male.
-Potter, Malfoy, Zabini, Spinnet volete anche un po' di succo di zucca e delle cioccorane?- sbottò infine irritata dal loro menefreghismo – al lavoro, veloci!-
La mattina passò noiosamente per tutti, chi ad ascoltare come la numerologia fosse importante, chi a sentirsi il fiato sul collo di una professoressa piuttosto arrabbiata, fatto sta che sicuramente l'ora di pranzo fu una benedizione per tutti.
Albus e la solita compagnia serpeverde vide entrare nella Sala Grande già strapiena e rumorosa un'abbattuta Kim seguita a ruota da una altrettanto stanca Lils, tranne per il fatto che sorridente li saluto da lontano e poi si diresse al tavolo Corvonero dove Rose le aveva già tenuto il posto.
-Oggi Lils non pranza con noi?- Domandò speranzoso il fratello alla migliore amica dell'interessata mentre li raggiungeva buttandosi sulla panca vicino a Zabini.
-No, direi che mangia con Rose- rispose per lei Leanne mentre controllava che la rossa si fosse seduta abbastanza lontana.
-Bene, allora, quali sono i piani?- Chiese in tono cospiratore Kim, fin troppo esaltata perchè si potesse pensare che fino a poco prima fosse più abbattuta di un asticello in un deserto. Scorpius roteò gli occhi e sbuffò, per niente contento di cosa sicuramente si sarebbe parlato per tutto il pranzo.
-Secondo me stanno tramando qualcosa- saltò su un giovanotto dagli occhi chiari e i capelli biondissimi, sedendosi vicino a Lils.
-Di chi parli?- Domandò confusa la ragazza mentre recuperava il vassoio delle patate posato poco lontano dal suo posto, quasi stendendosi sul tavolo.
-Delle serpi ovvio!- Rispose al posto del fratello un ragazzo presso che identico che si infilò fra lei e Rose ignorando le proteste della mora che gli mollò una gomitata nello stomaco.
-Come? Di che parlate?- Li interrogò confusa Lily ignorando anche lei totalmente il battibecco che era sorto al suo lato sinistro -allora Lys?- incitò il gemello alla sua destra.
-Oh, è come parlano tutti concitati- alzò le spalle lui, con aria indifferente -dopo che ti sei servita mi passi le patate Lil?-
-E come parlerebbero scusa?- Continuò imperterrita lei ignorando la sua richiesta con il vassoio ancora ben saldo nella mano opposta alla posizione del ragazzo.
-Parlottano tutto fitto fitto e sembrano fin troppo vivaci- rispose per lui Lorcan, senza curarsi di Rosie che gli dava una manata sulla spalla per una risposta probabilmente poco carina che gli aveva appena dato.
-Secondo me siete paranoici- concluse Lily versandosi nel piatto un'abbondante dose di patate al forno dal vassoio che ancora teneva in mano, dopo aver lanciato un'attenta occhiata al solito gruppetto che di solito frequentava, nonostante il suo odio dichiarato per le serpi.
-Hei, me le vuoi passare quelle patate o devo aspettare che muffiscano?- Protestò scocciato Lysander mentre le sfilava di mano il vassoio senza tanti complimenti e si serviva abbondantemente anche lui.
-Rose, stasera mi aiuti con Artimanzia che non ho capito alcune cose?- Cambiò argomento Lily sporgendosi leggermente sul tavolo per vedere in faccia la cugina.
-Certo,l'hai avuta stamattina?- Le sorrise lei mentre tagliava una succulenta costoletta d'agnello.
-Sì e credimi, non è stato facile neanche entrare- rispose Lily alludendo a quando aveva trascinato la migliore amica in classe per una gamba mentre lei urlava come se la stessero condannando a morte, per cui a Serpeverde e Corvonero erano stati quasi tolti 15 punti a testa per tutto il casino che avevano fatto. A quella affermazione Rose stava per domandare qualcosa, infatti aprì la bocca, ma poi scosse la testa rassegnata -non voglio sapere- concluse saggiamente continuando a mangiare.
Dopo pranzo Lily ebbe due ore di Erbologia a dir poco stancanti che si risolsero con lei e i gemelli Scamander pieni di fango e liquido verde indefinito. Inutile dire che una doccia prima della cena era d'obbligo, ed è altrettanto inutile dire che Lily la saltò dato che non aveva la minima intenzione di fare le cose di fretta, nonostante la fame bestiale che la spinse poi, nel cuore della notte, a sgattaiolare fino alle cucine ringraziando tutti i grandi maghi del passato, conosciuti e non che Al non fosse ancora passato a prendere il mantello senza cui non avrebbe fatto nemmeno un metro senza essere puntualmente scoperta. Se agli anni del padre c'era l'odiosa gatta Mrs Purr ora c'era il bavoso cane Mr Snarl del successivo custode di nome Raven, un uomo sulla sessantina scorbutico e barbuto di cui si scorgevano solo gli opachi occhi grigi. Come Gazza, però, era un Magonò, o almeno così pensava la maggior parte della scuola dato che nessuno nel raggio di miglia l'aveva mai visto anche solo sfoderare una bacchetta. In compenso, se gli studenti si prendevano gioco di Gazza sicuramente il nuovo custode era più temuto grazie al grosso mastino, misto fra un alano e qualcosa di associabile ad un pastore tedesco, fatto sta che quando si sentiva il ticchettio dei suoi passi pesanti molti ragazzi se la davano a gambe, soprattutto di notte.
Finalmente la rossa riuscì ad arrivare al quadro che le interessava e solleticando la pera riuscì ad entrare, togliendosi senza pensare il mantello e salutando a gran voce la decina di elfi che stavano in cucina.
-Salve a tutti, non avreste qualcosa per me? Sto letteralmente morendo di fame- annunciò con un gran sorriso cordiale che si pietrificò quando vide che non era la sola a voler fare uno spuntino notturno.
-Potter, mi spieghi perchè devi essere sempre così rumorosa?- L'apostrofò l'unica persona che non avrebbe mai voluto trovarsi davanti quella sera, seduto ad un tavolo con davanti un piatto quasi vuoto.
-Non è colpa mia, Malfoy, se hai i timpani delicati- lo imbeccò mentre un elfo dagli enormi occhi blu le porgeva un piatto pieno di pasta al pesto, ormai conoscevano fin troppo bene i gusti della ragazzina dato che gli faceva visita puntualmente almeno una volta a settimana.
-Cucina italiana?- Domandò a sorpresa il rivale, cambiando vistosamente argomento.
-Sì, Malfoy. Ora non mi dirai che hai qualche problema con l'Italia in generale- rispose arricciando il naso Lils mentre si sedeva ad un tavolo e le spuntavano davanti un bicchiere e una brocca di succo di zucca.
-Mi sorprendevo solo che conoscessi del buon cibo, Potter- ribattè aspramente lui per poi recuperare dalla sedia sui cui era seduto fino a pochi secondi prima il mantello da viaggio e gettarselo sulle spalle.
-Oh, ma sta zitto furetto- gli sbottò dietro lei, incapace di articolare una risposta più intelligente dato che stava ingozzandosi con la sua solita grazia da snaso in un trogolo. Solo in quel momento notò che il suo rivale non indossava la divisa, bensì una giacca nera e lucida, decisamente dal taglio elegante che faceva da completo con i pantaloni e le scarpe lucide. Sulla cravatta nera spiccava una spilla in oro bianco o argento a forma di 'M', o almeno così le sembrò di vedere. Probabilmente era andato ad uno dei suoi soliti appuntamenti galanti, si diceva in giro per Hogwarts che avesse una donna a notte e che uscisse quando gli girava, ma la piccola Potter non se ne era mai preoccupata più di tanto pensando che non erano affatto fatti suoi se della gente malata credeva che Malfoy fosse affascinante.
-Beh, Potter, io ti saluto- disse lui interrompendo le sue elucubrazioni sul fatto che avesse o no un'amante -e attenta a non strozzarti, voglio essere presente il giorno della tua dipartita- concluse chiudendosi la porta alle spalle, impedendole di ribattere in modo degno di lei.
Solo dopo cinque minuti buoni Lily si chiese finalmente come mai fosse così elegante, va bene che poteva aver avuto un appuntamento galante, ma così vestito sembrava un vecchio mago che va a quei circoli noiosi di gobbiglie.
-Vuoi vedere che Malfoy gioca a Gobbiglie?- ridacchiò fra se e se mentre infilzava crudelmente un'altra pennetta, decisamente più di buon'umore come se prendere in giro Malfoy tra se e se le avesse riscattato la giornata. Probabilmente quella sera erano stati tutti vittima di un incantesimo che donava iperattività e fame da paura, probabilmente era la punizione divina perchè stava infrangendo giusto una ventina di regole, ma la porta delle cucine si aprì di nuovo rivelandole che no, una cena in santa pace non l'avrebbe mai fatta.
-Zabini, che diavolo ci fai qua?- Lo aggredì scocciata non appena il moro si richiuse la porta alle spalle, facendolo sobbalzare con uno strano sguardo colpevole.
-Avevo fame Potter, di solito nelle cucine c'è del cibo, sai?- Rispose non troppo sagacemente mentre un elfo si precipitava da lui chiedendogli in tono servile come lo potesse aiutare. Nonostante sua zia Hermione avesse vinto la sua lotta per la liberazione degli Elfi Domestici erano rimasti i soliti da quel punto di vista: stupendamente servizievoli.
-Fai come vuoi, Ares- ribattè in tono pungente lei, sapendo che quel nome dava parecchio fastidio al serpeverde. A dire il vero, quel moro dagli occhi blu, non era mai stato una figura definibile nel suo giro di amicizie, anche perchè non era propriamente un suo amico. Era, più probabilmente, meglio definibile come il miglior amico della sua nemesi è un caro compagno di casa per suo fratello; qualcosa di indefinito, ma allo stesso tempo abituale. Ormai era routine vederlo tutti i giorni e scambiarci quattro chiacchiere, era un amico di un amico, ma allo stesso tempo un conoscente stretto. Lo vedeva ogni giorno, ma cosa sapeva di lui? Bene poco: era figlio di una ricca famiglia purosangue di probabili origini italiane, sempre al seguito dell'idiota platinato non era insolito che assistesse ai loro battibecchi, ma non ricordava una sola volta in cui ne aveva preso parte attivamente prendendo le difese di uno o dell'altra. Un perfetto Slytherin, insomma.
-Sei odiosa- la voce del ragazzo in questione a pochi centimetri da lei la distolse dai suoi ragionamenti contorti sul loro 'rapporto indefinibile'.
-Hai deciso di mangiare con me?- Ignorò la sua affermazione rispondendogli con una domanda.
-No, direi che sto qua a bermi un po' di firewhisky e poi me ne vado in sala comune, ma tu vai pure Potter, hai l'aria stanca- fece lui con un'aria fin troppo premurosa.
-Cosa mi nascondi Zabini?-
Ma prima che il suddetto ragazzo potesse rispondere entrò un'altra persona nelle cucine.
- Ma cos'è? Un raduno degli allegri cacciatori di Nargilli?- Esclamò esasperata Lily Potter prima di riconoscere nel nuovo arrivato il fratello maggiore che non appena sentì la voce della ragazza spalancò gli occhi verde smeraldo.
-Lils..- boccheggiò evidentemente sorpreso -c-che ci fai qua?-
La ragazza per tutta risposta roteò gli occhi sbuffando sonoramente, decisamente scocciata da tutta quella situazione: possibile che ci fosse tutto quel traffico all'una di notte?
-Sono qua per fumarmi polvere di Schiopodo Sparacoda, sai, dicono che vada di gran moda- il tono acido, a cavallo fra l'arrabbiato e il sarcastico non fece rinsavire il moro che continuò a guardarla con lo sguardo perso.
-C-come? Tu ti fai di quella roba?- Domandò shockato mentre a Lils cominciarono a prudere le mani.
-Sai amico, a volte mi chiedo se ci sei o ci fai- intervenne serafico Zabini che nel frattempo aveva fatto apparire una sigaretta ed armeggiava con la bacchetta per accenderla.
-Ma perchè tutte a me? Me lo spiegate perchè tutte a me, porca Morgana!- Esordì Lils sull'orlo di una crisi di nervi, i suoi pasti notturni erano sacri, come tutti i pasti in generale, in fondo e loro venivano lì a scocciare a quell'ora? -Non dire una parola Al, vado a dormire, il mantello te lo domani o Raven mi becca. 'Notte Zabini- e dopo essersi congedata alzando le mani in segno di resa, fuggì dalle cucine, temendo un altro scambio di battute idiote con quei due troll di montagna.
Al nel frattempo si era accasciato su una sedia accanto all'amico evidentemente demoralizzato -io credo- esordì -che prima o poi, se non ci penserà prima la sua nemesi platinata, mia sorella mi ucciderà- constatò sconsolato, rubando di mano ad un indignato Zabini la sua sigaretta.
note: no, okay, potete decisamente decapitarmi per questo capitolo a dir poco orribile che ne precede uno decisamente più elettrizzante. E' uno di quei classici capitoli di passaggio che nessuno vuole per il piattume assoluto, ma che servono per presentare i personaggi e per far intuire qualcosa. Ringrazio chi mi ha messo fra le storie da ricordare [3 persone, mi sento realizzata *W*], chi invece mi ha addirittura messa fra le preferite [6 persone, decisamente mi avete shockata **] e chi fra le seguite uù [19 ò.ò]. Dite la verità, qualcuno vi sta pagando a suon di Galeoni d'oro *W*
Grazie a voi, che avete recensito e spero che questo capitolo sia all'altezza delle aspettative.. almeno un poco *W*
Queen of Slytherin: Credo che Kim abbia più successo della coppia stessa òò e lei ne è molto orgogliosa :3
sandy_malfoy94: Oh grazie molte lo stesso *W*
Nipotina: Kimberly Malfoy, prego, o si offende ò.ò direi che è puntigliosa sulle proprie origini platinate xD Comunque grazie per i complimenti e sì, io Kim e Lils le vedo un po' come le eredi dei Weasley: un danno per la tranquillità di Hogwarts. Jam in questo capitolo non c'è, ma nel prossimo sarà ampiamente ascoltato, sìsì *W*
LittleKim: non montarti troppo la testa, donna uù
Leanne_Spinnet: se fossi bravissima avrei milioni di fans che strisciano ai miei piedi uù Guardati in giro cosa vedi? Ecco, appunto, una palla di fieno che rotola e si sentono i grilli cantare v.v
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Capitolo 4 *** #3 - third chapter; I part . ***
THIRD CHAPTER ; prima parte -
piccola premessa: siccome veniva un capitolo abnorme ho deciso di dividere in due l'operato, però postano la seconda parte entro venerdì, siccome vi ho fatti aspettare fin troppo per un capitolo così penoso.
La foto di due ragazzi sul comodino illuminato dal sole era decisamente animata. L'immagine ritraeva un ragazzo dai capelli neri e arruffati e una ragazzina dalla capigliatura rosso fuoco. Per chi conosceva solo di vista le persone nella foto, o ne aveva sentito solo parlare, sarebbe rimasto incredulo e avrebbe sicuramente affermato che bisognava essere disperati per affidare la sorte del mondo magico ad un ragazzino così mingherlino che sembrava rimpicciolire ancora di più sotto lo sguardo della rossa.
Nella foto accanto c'erano tre bambini di cui uno di circa cinque anni che sembrava la versione ridotta in scala del ragazzo dagli occhi smeraldini nella foto accanto, anche nei modi di fare dato ce una bimbetta di tre anni o poco più lo stava schiacciando contro il tappeto color vinaccia, mentre il terzo, il più grande, incitava uno dei due, con molta probabilità la piccola che stava avendo la meglio. Piccoli momenti della vita di quella famiglia, che qualcuno aveva sadicamente catturato, nessun sorriso eppure lì dentro vi era una tenerezza implicita senza fine. Già, probabilmente gli uomini in casa Potter non erano esattamente loro a comandare, ma sapevano farsi amare.
-Voglio sposare mio padre, dici che è possibile in qualche altro stato?- Una porta si spalancò con poca grazia ed entrarono nella stanza la versione invecchiata della bambina selvaggia e una Kim piuttosto scocciata.
-No Lil, l'hai chiesto circa trenta miliardi di volte stamattina, sei più noiosa di Ruf quando vuoi- si chiuse alle spalle la porta del dormitorio Corvonero la biondina decisamente meno entusiasta dell'amica che sembrava dover esplodere da un momento all'altro.
-Sei un troll, come fa a non essere eccitata?- L'apostrofò la rossa appoggiando un lungo pacco marrone sul letto a baldacchino rischiando seriamente di far cadere le foto sul comodino -è una Firebolt 3'OOO, il modello che usa solo la nazionale!-
-Okay, okay- l'accondiscese l'amica alzando vistosamente gli occhi al cielo e lasciandosi cadere pesantemente accando alla scopa ancora impacchettata -possibile che voi Potter abbiate solo le scope? L'unico che si salva è Al-.
-Al è un eretico- storse il naso Lily piccata dalla critica, ma solo per qualche istante dato che subito dopo sprizzava di nuovo gioia; era troppo felice per restare anche solo seria per più di venti secondi -il mio compleanno è fra due giorni ed è già una giornata fantastica!- Gongolò gaia.
-Come fa a farti felice un pezzo di legno che ti fa rischiare l'osso del collo ogni volta che ci sali?-Domando Kim scettica, anche se era piuttosto implicita come domanda dato che era una discussione trita e ritrita dal primo anno.
-Tu non puoi capire, sei un Bubotubero chiatto e pigro- ridacchiò Lils mentre cominciava a stracciare la carta del pacchetto della sua nuova scopa.
-Hei!- Protestò l'amica offesa dandole uno schiaffo sul braccio, per poi mettersi stesa sul letto. Ci fu una risatina sommessa della Potter in risposta alla protesta , seguita da un borbottio astioso brillantemente ignorato dalla rossa che si dedico a scartare del tutto la scopa nuova fiammante con occhi lucenti.
Il manico era talmente lucido da potercisi specchiare dentro, i rametti di saggina, perfettamente allineati, formavano una morbida onda che Lily non potè far a meno di accarezzare sognante. In quel momento la ragazza pensò che era la cosa più bella che avesse mai visto; sfiorò con la punta delle dita in una carezza delicata la scritta dorata 'Firebolt 3000' che sembrava brillare di luce propria.
-Kim- ci fu uno strano lampo nello sguardo azzurro -che ne dici di saltare Pozioni, oggi?-
La compagna la guardò malissimo: lei letteralmente venerava quella lezione, era l'unica che le piaceva, probabilmente per il sangue Serpeverde, e chiederle di saltare la doppia ora di pozioni era un po' come privarla di tutti i suoi dolcetti: nessuno era tornato vivo. D'altro canto la Corvonero era abituata alle sue sfuriate ed era totalmente negata per Pozioni, anche perchè la trovava una totale perdita di tempo.
-Saltare Pozioni, per la tua preziosa scopa?- Le chiese accigliata Kimberly, apparentemente calma -neanche se mi provassi l'esistenza dei ricciocorni schiattosi- le sorrise glacialmente.
-Neanche per la tua migliorissima amica che ti aiuta sempre in Storia della Magia?- tentò di nuovo Lily toccando un tasto delicato per la piccola erede Malfoy, dato che sobbalzò solo a sentirne il nome; non era decisamente la sua materia preferita, anzi, era più propensa a passare quelle ore dormendo come la maggior parte della classe, e probabilmente della scuola, eccetto Rose Weasley e Lily Potter. La prima per il semplice fatto che era troppo secchiona per perdersi anche solo una parola, la seconda per qualche strano mistero della scienza invece era realmente appassionata a tutto ciò che diceva Ruff, persino gli infiniti scontri dei Goblin e gentaglia varia di cui Kim inorridiva solamente al pensiero di doversene ricordare.
-No, Potter, non cederò mai ad un ricatto- partì al contrattacco lei, per poi bloccare la rossa cercava di difendersi -e non dirmi che non era nemmeno mezzo ricatto, ti conosco meglio delle tasche del mio mantello- l'ammonì con un tono che faceva intendere che non avrebbe mai ceduto.
-Ti odio- borbottò la bionda mentre Lils la trascinava giù per le scale tenendola per mano, mentre nell'altra aveva la scopa nuova di zecca.
-Oh andiamo, ti amo anch'io tesoro- ribattè zuccherosa, guardandola con uno sguardo che avrebbe dovuto addolcire l'amica , ma che ebbe solo l'effetto contrario, facendole guadagnare l'ennesima occhiata truce.
-Ehi nana!-
Quella voce fece sorridere Lils che si voltò di scatto, con ancora la scopa alla mano mente il cuore le si scaldava; un sorriso spuntò sul visetto lentigginoso della figlia del salvatore del mondo magico.
-Ehi bionda!- Si poteva dire, con estrema certezza, che Lily Potter avesse due migliori amiche, che nonostante le discendenze della rossa, risiedevano entrambe in Serpeverde. In fondo bisognava aspettarselo, dato che da quando era ad Hogwarts era una specie di senza-Casa: girava fra Grifondoro, Corvonero e Serpeverde senza curarsi di quale fosse la sua effettiva sala comune, dormitorio o tavolata. Ed ora che James Potter se n'era andato era sempre più spesso nel covo delle serpi dove, nell'ultimo anno soprattutto, aveva legato con la migliore amica di Scorpius Malfoy, una certa Warrigton dai capelli biondi e un carattere piperino. A detta di tutti lei, Kim e Amy avrebbero formato un 'trio dei miracoli', tutte e tre simili e scatenate, ma a quanto pareva il destino voleva che non ci fosse un gruppetto così ad Hogwarts, dato che la Malfoy ed Emily non si potevano vedere nel modo più assoluto. Fra loro due c'era una specie di guerra fredda che durava da quando la piccola Malfoy era arrivata ad Hogwarts.
-Allora, che mi combini?- la scrutò severa la Caposcuola verde-argento per poi spostare leggermente lo sguardo su Kim, che se ne stava a fissarle sbuffante.
-Mah, nulla di che..- sorrise angelica Lils, nascondendo inutilmente la scopa dietro la schiena che la bionda fece finta di non vedere.
-Molto bene, allora suppongo che tu non salterai nessuna lezione oggi, nevvero?- La provocò leggera mentre le scompigliava i capelli, quasi fosse sua madre o una zia troppo giovanile ed espansiva.
-Certo che no Caposcuola Warrigton- asserì Lily mettendosi sull'attenti, con la schiena ritta e una mano alla fronte, come un vero e proprio 'auror babbano'.
-Perfetto..- annuì convinta Amy mentre un sorriso si faceva strada al lato destro della bocca e si voltava per salire le scale.
-Ah, Amy..- richiamò la sua attenzione Lils con un sorriso furbo -puoi chiedere tu a Lys se dopo mi passa gli appunti di Pozioni? Tanto sono sicura che lo becchi in giro, grazie!- e con questo la piccola Potter riacchiappò una Malfoy parecchio pentita della sua resa di poco prima mentre Emily Warrigton, Serpeverde brillante e sempre impeccabile nella sua divisa verde-argento, scoppiava in una sonora risata, scuotendo leggermente la testa sconsolata.
-Non cambierà mai- si disse fra sé e sé mentre guardava sparire la rossa e la bionda al di là dell'enorme portone, poi, mentre stava salendo un altro gradino verso il primo piano si bloccò di scatto, con un'aria assorta sul viso -hei, ma.. - parlare da sola, evidentemente, non la disturbava per nulla. -Oh, avrà una bella sorpresa se va al campo di Quidditch!- Concluse i suoi ragionamenti ad alta voce, ri-scoppiando a ridere mentre un primino dall'aria spaventata, la guardava stralunato.
C'erano due cose che la Potter non sopportava e cosiderava totalmente orrendi, quando era arrivata ad Hogwarts, cinque anni prima: i Serpeverde e i Malfoy. Sui primi, in fondo in fondo, anche se non l'ammetteva, s'era ricreduta, sui secondi.. beh, aveva fatto marcia idietro solo per la sua eterna compagna di avventure, Kimberly Malfoy che si faceva trascinare borbottando improperi verso la sua migliore amica. Odiava il Quidditch, odiava la sola vista di una scopa e odiava doversene stare sugli spalti a fissare quella nanetta dai capelli color del fuoco rischiare l'osso del collo fra una picchiata e l'altra: nonostante fosse una Malfoy si considerava un po' 'mollacciona', anche se non lo dava a vedere e si atteggiava a indifferente.
-Dai Kim, vedrai che ti divertirai a vedermi schizzare sul mio nuovo bolid...- cercò d'incoraggiare l'amica Lily bloccandosi a metà mentre guardava inorridita prima gli spalti e poi il cielo e viceversa. Seduti lì in cima c'erano Albus Potter e Ares Zabini, inconfondibili per i colori verdi-argento e per come se ne stavano spaparanzati, facilmente avvistabili dalla vista aquilina della cercatrice Corvonero. Ma non erano loro a infastidirla, ma bensì la testa platinata che volava sopra di essi, il fratello Malfoy su cui Lily Luna Potter , ne era sicura, non si sarebbe mai e poi mai ricreduta.
-Oh, guarda , ci sono anche Albus e Zabini- s'illuminò Kim, lasciando Lil immobile mentre fissava truce suo fratello volare, come se volesse dare fuoco alla sua scopa con la forza del pensiero.. e non era escluso che fosse così.
-Oh, al diavolo Malfoy!- Esclamò scocciata riavendosi dalla brutta sorpresa e si diresse verso il campo, con la scopa alla mano pronta a far rodere d'invidia e far mangiare la polvere a quel maledetto Serpeverde.
All'entrata dello stadio salì in sella fluidamente e con un leggero colpetto di piedi eccola già che volava sempre più in alto, leggera come una foglia in autunno; si avvicinò agli spalti dove Kim stava raggiungendo gli altri due che la guardarono sorpresi.
-Lil! Che ci fai qua?- Il tono di rimprovero di Albus fu stemperato dal ghigno di Zabini che ammiccò nella direzione della rossa per poi rivolgersi al fratello.
-Cosa ti sembra che stia facendo Potter? Sta volando- il tono calmo e rilassato faceva capire quanto approvasse quando Lily infrangeva le regole, per questo le piaceva, in qualche modo, era sempre dalla sua parte quando voleva divertirsi.
-Sì, ma ora avrebbe Pozioni- ribattè stridulo Albus che sembrava sull'orlo di una crisi di nervi, per così poco , poi. -e anche Kim- aggiunse lanciando un'occhiataccia nella direzione della Malfoy che lo guardò con angelico stupore.
-Hey, non guardare me, io a Pozioni ci volevo andare, è tua sorella che non può vivere senza di me- si difese arricciando il naso mentre si sistemava comoda vicino ad Albus che la fulminò con lo sguardo, evidentemente in cerca di validi argomenti per rimproverare la sorella senza che lei deridesse quei suoi tentativi di fare la chioccia.
-Oh, andiamo Albus, quante volte hai bruciato tu?- lo rimproverò a sua volta Lils, sempre sulla scopa -e quante volte hai coperto James?-
Di fronte alla prova schiacciante che, lui, proprio non poteva parlare sbuffò e mise il broncio, con tanto di braccia incrociate che ricordarono a Lily un tenero bambino capriccioso a cui non la si dava mai vinta. Gli sorrise dolcemente e stava per dirgli qualcosa quando la voce di Malfoy risuonò alle sue spalle.
-Kim, Potter, che ci fate qua?-
-Siamo a caccia di Ricciocorni Schiattosi , Malfoy- lo imbeccò lei senza nemmeno girarsi.
-Oh beh, non lo sai che questo è un campo da Quidditch? Temo che non ne troverai nessuno qua- ghignò acido nella sua direzione prima di rivolgersi alla sorella -oggi non avevi Pozioni?-
-Oh, ma insomma! Chiudi quella bocca che potresti ingoiare un moscerino- sbottò scocciata la sorellina, che non aveva proprio voglia di sentirsi una ramanzina proprio da mister-io-le-regole-neanche-so-che-esistono.
-Ma magari- borbottò Lily non esattamente a bassa voce alzando gi occhi al cielo.
-Ma avete mangiato pane e acidità stamattina?- domandò il calmissimo Zabini teatralmente, dato che tutti si erano, più o meno, dimenticati della sua presenza, ritrovandosi quattro paia di occhi addosso.
-Hey, che ho detto?- lo sguardo stralunato, da cucciolo, fece scoppiare Lily a ridere e se non fosse stata sulla scopa l'avrebbe abbracciato, era il migliore di quella combriccola di scimmie ammaestrate.
-Lascia stare- sospirò in tono teatralmente sconsolato Lil, mentre spostava finalmente lo sguardo su Malfoy, che invece la fissava truce da un po'.
-Malfoy, ti va di essere stracciato da una posseditrice di una 'Firebolt 3000'?- il tono di sfida, ne era sicura, avrebbe fatto in modo che lui non si ritirasse, nemmeno per tutti galeoni del mondo. Soprattutto una sfida lanciata da lei.
-Sei sicura di saperla usare Potter? Non è un po' troppo per le tue.. abilità?- commentò maligno mentre la guardava dall'alto in basso, sapendo bene che questo l'avrebbe fatta adirare non poco. Entrambi sapevano fin troppe cose l'uno dell'altra.
-Di sicuro le mie abilità sono maggiori delle tue, Malfoy- sibilò nella direzione del biondino prima di partire in quarta subito seguita da lui, in cerca del boccino liberato precedentemente dal cercatore Serpeverde per allenarsi.
-Bene, ora che sono andati a rompersi l'osso del collo, come vanno i preparativi?- esordì con tono scocciato la piccola Malfoy fissando i due compagni di casa che subito distolsero lo sguardo dai due idioti che si stavano esibendo in una picchiata decisamente poco sicura per rivolgersi a lei.
-A buon punto, ci sono ancora piccoli dettagli da sistemare, ma credo sia tutto pronto- l'aggiorno Albus passandosi una mano fra i capelli, l'unica eredità derivante dal Quidditch ricevuta dal padre e il nonno.
-Avete mandato una lettera a James?- domandò ancora Kimberly, corrucciando leggermente le sopracciglia al suono di quel nome poco gradito.
-Sì, certo- annui Al con aria pensierosa –e non fare quella faccia Kim, è suo fratello, vuoi che manchi solo perchè ti sta antipatico? In fondo ci sarà pure Scorpius, anche se lui e Lils non si possono vedere senza attaccare briga- la rimproverò dopo notando la faccia della bionda.
-Non è quello, è che..- provò a difendersi lei guardandolo storto -oh, insomma, non può starmi antipatico tuo fratello? In fondo a Lils sta antipatico Scorp e nessuno le dice nulla-.
-Forse perchè il tuo caro fratellino le antipatie le attira- commentò placidamente Zabini mentre si sistemava meglio su uno degli scomodi seggiolini degli spalti.
-Hey, è sempre mio fratello- provò debolmente a difenderlo, facendo, però , trasparire che non era del tutto in disaccordo.
-E' il mio migliore amico, questo non cambia che sia insopportabile a volte- puntualizzò Albus assumendo la sua solita aria da secchione di quando spiegava Trasfigurazione ad una Kim e una Lils piuttosto affrante.
-Ora che avete finito di rendere pubblico lo status del vostro rapporto con Scorpius, potremmo tornare al discorso di prima?- si lamentò uno Zabini piuttosto annoiato, che teneva in mano una pergamena su cui era segnata una lista per la maggior parte spuntata.
-Giusto, giusto- borbottò distrattamente Albus tornando alla realtà, mentre Kim sbuffava voltandosi meglio nella direzione dei due Serpeverde e Lils e Scorpius continuavano a farsi la guerra in sella alle scope indisturbati.
Dopo due ore, infruttuose per il gruppetto dei tre spettatori che erano finiti a parlare di tutt'altro che i loro piani, e stancante per i due giocatori s'incontrarono tutti e cinque davanti alle porte dello stadio di Quidditch.
-E' inutile che insisti Malfoy, tanto ho vinto io. Diciassette volte sulle tue quindici- berciò acida Lils.
-L'ho preso io diciassette volte Potter, sai contare, oppure ai figli del salvatore del mondo magico non è dovuto imparare a farlo?- la punzecchiò perfettamente calmo, come si conveniva ad un Malfoy.
-Oh, eccovi qua voi due- cinguettò allegramente Kim -Scorpius servi a me e ad Al- annunciò candidamente al fratello, facendogli capire che non avrebbe accettato un no per risposta.
-Kim! Tu dovevi studiare con me Astronomia oggi- si lamentò la rossa, dato che quando qualcuno serviva a qualcun altro, in quel periodo, sparivano per interi pomeriggi.
-Ci vediamo dopo da me. Pensi che voglia passare tutto il pomeriggio con questi due decerebrati?- rispose altezzosa l'amica guadagnandosi un'occhiata fulminante da Scorpius e una gomitata da Al, più un sommesso 'hey' di protesta che venne bellamente ignorato.
-Okay, va bene- si arrese Lils, anche se sapeva che ci sarebbero volute almeno tre ore prima di poter rivedere l'amica e cinque per iniziare a studiare. -Zabini, tu vieni con me?- domandò speranzosa al moro accanto ad Albus, che non era stato menzionato dall'amica poco prima.
-Certamente, tanto io qui non ho più nulla da fare- ammiccò lui verso la rossa, passandole un braccio sulle spalle, avvolgendogliele tanto era minuta.
-Bene, allora noi andiamo- sorrise alzando la mano in segno di saluto -e Kim, muovi il tuo grazioso fondoschiena di purosangue, ho davvero bisogno di studiare, questa volta-.
-Hey!- Esclamò solamente, in segno di protesta la ragazzina , ma ormai Zabini e la Potter si erano voltati incamminandosi, parlottando allegramente, verso il castello.
-Quello lì dirà qualcosa di troppo, me lo sento- borbottò cupa Kim mentre fissava le due sagome allontanarsi sempre più -per essere un Serpeverde parla decisamente troppo e sproposito-.
-Suvvia Kimbry, pensi che potrebbe essere così stupido da farsi sfuggire qualcosa?- Cercò di rassicurarla Albus, decisamente poco convinto e , di conseguenza, convincente.
Lei alzò un sopracciglio biondo, sbuffando, con le mani ai fianchi fulminava con lo sguardo Zabini che se avesse saputo di quello sguardo sarebbe, molto probabilmente, rabbrividito.
-Lasciamo perdere, Ius, ora tu ci devi fare un favore- concluse la ragazzina voltandosi di scatto verso il fratello, con aria decisa, il quale non proferiva parola da quando la Potter se n'era andata.
Poco più in là i due soggetti del discorso del trio stavano raggiungendo il portone d'entrata ridendo sonoramente ad una battuta riguardante il custode in mutande che inseguiva Lils nel cuore della notte per tutto il castello.
-Allora, che confabulate tu e gli altri?- chiese di botto la rossa, non appena si fu ripresa da quello scatto di risa convulse.
-Cosa faremmo noi? E poi chi sarebbero 'gli altri'?- domandò sinceramente spaesato Zabini, non capendo a cosa si riferisse tutto d'un tratto la piccoletta che teneva ancora avvolta nel suo mezzo abbraccio.
-Oh, non fare finta di nulla- lo rimbrottò affettuosamente Lily, che stravedeva per lui -tu, Amy, Kim, Al, Leah.. insomma, tutta la combriccola Serpeverde! Siete sempre a parlottare di questo e di quello- gli fece notare lei, il che era vero, dato che negli ultimi giorni, aveva passato molto più tempo con Hugo e Rose che con il solito gruppetto d'idioti perchè continuavano a mandarla di qua o di là, o a zittirsi non appena arrivava.
-Ma non stiamo combinando assolutamente nulla- ribattè angelico Ares, anche se sapeva che quel faccino innocente con Lils non avrebbe mai attaccato. -Oh insomma, davvero, non stiamo combinando niente, solo nuovi ordini di alcolici- Riprovò lui, cercando una scappatoia -sai com'è la tua amichetta, peggio del fratello, insieme ad Albus sembrano nati per darmi il tormento , quei tre- aggiunse sorridendole a 32 denti.
Era risaputo che se qualcuno sapeva far entrare qualcosa di illegale come alcolici, fumo e affini era proprio Ares Mychael Zabini, un vero genio in queste cose e il fornitore dei Serpeverde.
-Se certo, ma di solito non ordinate alcolici quando dovete organizzare una festa, Ares?- insinuò suadente la ragazzina, che durante gli anni di frequentazione dei Serpeverde aveva affinato l'astuzia più di quando ci aspettasse da una Corvonero per bene.
-Beh, dobbiamo prepararci per qualunque evenienza, no?- cominciò a sudare freddo Zabini, che lanciando un'occhiata davanti a se, vide come ancora di salvezza le scale per i sotterranei. -Io proseguo di sotto, mentre tu devi salire le scale, non è vero piccola?- Le sorrise sicuro, mantenendo con fatica una faccia da poker da bravo seduttore; probabilmente con quegli enormi occhioni blu avrebbe steso metà Hogwarts in una sola occhiata.
-Verissimo, caro, ma prima devi dirmi che state combinando- continuò testarda la ragazza, fissandolo dritto negli occhi. Non si sarebbe mai arresa così facilmente, lo sapeva bene.
-Oh, andiamo, ti ho detto che non stiamo facendo nulla- le sorrise in modo decisamente preoccupante, mentre le si avvicinava e prendeva fra l'indice e il pollice della mano destra il suo mento -non credi dovresti rilassarti un po', Lily?- continuò con la voce che usava per ammaliare le sue ammiratrici.
-Non starai cercando di sedurmi per distrarmi, per caso Zabini?- commentò acidamente lei, sapendo bene che era un modo per sviare il discorso; nonostante Ares fosse uno dei maschi più ambiti di Hogwarts, e le desse non poco imbarazzo stare ad una distanza così ravvicinata col viso di lui, si mantenne salda, non poteva dargliela vinta, accidenti!
-Oh, sei impossibile Potter, mi arrendo- sbottò irritato lui, allontanandosi all'improvviso da lei, decisamente infastidito dalla testardaggine di quella piccola creaturina fastidiosa. -Altro che Corvonero, tu dovevi finire in Grifondoro ragazza mia, te lo dico io- l'apostrofò lanciandole un'occhiata offesa con i suoi enormi occhi da cucciolo. Braccia incrociate, sguardo offeso e bocca atteggiata in un broncio esemplare, sembrava un bambino di tre anni a cui erano appena state negate le caramelle.
-Ti voglio bene anche io Zabini, ora mi dici che state combinando?- continuò imperterrita Lily, senza curarsi minimamente della maledizione senza perdono che le mandò lui attraverso un'occhiata di fuoco.
-Oh, Kimberly mi ammazzerà- piagnucolò lui sconsolato, mentre sul viso della rossa si apriva un ampio sorriso vittorioso.
Due ore dopo una stanchissima Kimberly Malfoy raggiunse la sala comune dei Serpeverde, trovando Lily che giocava con Cake, il suo gattino color panna, mentre Amy giocherellava a sua volta con i capelli della rossa che era seduta ai piedi del divano di pelle nera fra le gambe della bionda, vicina ad un annoiato Ares Zabini che leggeva la Gazzetta del Profeta che quella mattina non era riuscito a finire. Non appena arrivata, si sedette di fronte a Lily e l'obbligo, fra una protesta e l'altra ad 'aiutarla' a fare il tema di Storia della Magia; aiutandola in compenso, in Astronomia. Così passò il resto della giornata per le due ragazze fino all'ora di cena in cui si divisero e Lily raggiunse Rose alla tavolata dei Corvonero.
-Hey Rosie- la salutò mentre prendeva posto vicino alla cugina sulla panca.
-Lils, non ti si vede spesso da queste parti ultimamente- l'apostrofò con dolcezza la cugina, per nulla risentita.
-Eh, lo so, sto passando troppo tempo con quelle serpi ultimamente- sbuffò la rossa mentre si serviva a volontà con qualunque cosa fosse a portata di mano -in più mi sfruttano pure- aggiunse piagnucolosa, riferendosi al tour de force di compiti di quel pomeriggio. Rose scoppiò a ridere e scosse la testa, senza aggiungere altro sapendo bene quanto in realtà la cugina amasse quel gruppo di serpi strampalate.
Poco dopo le raggiunsero anche Lysander e Lorcan che, praticamente, stritolarono l'amica lamentandosi del fatto che passasse più tempo al tavolo Serpeverde che a quello Corvonero e che avrebbero meditato vendetta, o qualcosa del genere. Così la cena passò allegramente così come la serata nella sala comune blu-azzurra fino a notte fonda, finchè, esausti si salutarono e andarono a buttarsi fra le braccia di Morfeo.
Il giorno dopo passo senza troppi intoppi, siccome i Serpeverde erano impegnati a macchinare pensandola ignara , Lily decise di fare il loro gioco e di passare un po' più di tempo con Hugo e i gemelli Lovegood che furono ben felici di passare un intero pomeriggio d'ozio sul lago, mentre, sebbene fosse venerdì pomeriggio, Rose se ne stava rinchiusa in biblioteca a portarsi avanti con i compiti; degna erede, e fotocopia della madre, quando Hugo lo era del padre.
-Oh, è quasi ora di cena- notò Lils guardando l'orologio appoggiato accanto a lei che stava stesa sull'erba, cercando di prendere tutto il sole possibile dato che suo cugino e i due amici, che ora se ne stavano stesi accanto a lei, l'avevano buttata nel lago di peso.
Erano tutti testi con le teste vicine, in cerchio, sembravano una specie di gruppo meditativo.
-Mhm, sì, in effetti ho un certo languorino- concordò Hugo portandosi una mano alla pancia pensieroso.
-Certo che hai un bel coraggio, con tutto quello che ti sei mangiato per merenda ad avere ancora fame, diventerai una mongolfiera- commentò ghignando alla Malfoy Lorcan guadagnandosi una gomitata dal Weasley in questione.
-Questa te la sei cercata fratello- tenne la parte al rosso Lysander guadagnandosi un 'Hey' di protesta da parte del gemello accompagnato da una gomitata che generò una specie di guerriglia, mentre Lily se ne stava ad occhi chiusi a godersi il sole del tardo pomeriggio con mezzo sorriso sulle labbra.
-Sono piccolo e ho bisogno di crescere, ecco- mise fine alla discussione con aria offesa Hugo, tanto che fece ridacchiare Lil che aprì finalmente gli occhi e si girò ad abbracciarlo.
-Di che ti lamenti scusa? Voi mi avete buttata nel lago- cercò di consolarlo a modo suo la bagnaticcia Potter.
-Lils, sei tutta bagnata, spostati- borbottò lui ottenendo solamente che lei si aggrappasse di più al suo collo.
-Abbraccio di gruppo!- Urlarono all'unisono i gemelli avvertendoli delle loro disastrose intenzioni e nulla valsero i 'NO' strozzati dei due cugini dato che si buttarono addosso di peso.
-Mi state uccidendo, ah, spostatevi- si dimenò Lils cercando di sgusciare fuori.
-No, mai!- fu la mezza risata di Lysander in risposta, che se ne stava in cima all'ammucchiata, seduto, con fare vittorioso.
-Lys, non era questo che intendevo come abbraccio di gruppo- gemette il fratello mentre cercava un appoggio per far leva e buttarlo giù dalla sua schiena. Finalmente ci riuscì ribaltandolo a terra con un urlo degno di una ragazzetta di 12 anni che fece scoppiare a ridere Lils, mentre rotolava di lato.
-Lys, hai un futuro come cantante lirico, gli acuti sono il tuo forte- lo prese in giro lei mentre si metteva seduta e si passava una mano fra i capelli pieni di erba.
-Ma sta zitta Potter- la rimbrottò il biondo mentre si alzava in piedi, seguito da tutti gli altri.
-Quanto senso dell'umorismo amico mio- ridacchiò in risposta, per nulla offesa dall'amico che a volte sapeva essere veramente permaloso, quasi peggio di lei.
-Andiamo a rimpinzarci in segno di pace, che ne dite?- Propose Lorc, sapendo benissimo che avrebbe avuto la benedizione di Lily e Hugo, che non aspettavano altro.
-Vieni a cena con noi Hugo?- Domandò la cugina mentre si scuoteva con veemenza i capelli ancora non del tutto asciutti e pieni di rametti che spiccavano sul rosso rubino, come quello della nonna.
-Okay, basta che non mi fai mettere vicino a Rose che altrimenti mi fa il terzo grado sulla scuola, è peggio di mamma- si lamentò il ragazzo, che nonostante fosse un ragazzone di 16 anni era perennemente torturato dalla sorella maggiore che si apprestava ad affrontare i M.A.G.O. , sin dal primo anno di Hugo.
-Ci mettiamo Lil vicina, sempre che non fugga con le sue amiche serpi- propose Lysander passandole un braccio attorno alle spalle e scompigliandole i capelli.
-Hey, ma perchè ce l'avete tutti con me oggi?- protestò la rossa cercando di sfuggire alla presa dell'amico.
-Perchè ci trascuri Lil, per delle serpi poi! Ci sentiamo offesi-
-Assolutamente- convenne Lorcan serissimo.
-Mai stato più d'accordo- si aggiunse Hugo serioso lasciando Lily di stucco.
-Io non vi sto trascurando, è tutto uguale, come sempre- protestò convinta lei, come potevano dire che li trascurava, quando solo la sera prima gli aveva praticamente regalato i suoi appunti di Storia della Magia, dato che Rose si rifiutava categoricamente di aiutarli quegli ingrati.
-Ultimamente passi un sacco di tempo con quelle vipere e sempre meno con noi- continuò Lysander lasciando sempre più perplessa la Potter.
-Ma, non è vero..- tentò una debole protesta fissandoli stupita, mentre il senso di colpa cominciava a farsi sentire.
-Hey, cos'è quella faccia? Mica ci avrai creduto?- scoppiò a ridere Lorcan subito seguito dal rosso e il gemello.
-Cosa? Io..- balbettò Lils cercando di riaversi -io vi ammazzo!- riprese vita subito dopo e incominciando una lotta serrata con Lysander, che era più vicino, che si risolse con lei aggrappata alle sue spalle 'stile koala' che veniva portata verso la sala d'ingresso, senza possibilità alcuna di scendere.
Dopo cena Lily si avviò verso la sala comune dei Serpeverde, perchè essendo venerdì sera era ormai sua abitudine andare a dormire lì, mentre il sabato era Kim che s'infilava nel suo letto. I primi tempi le rispettive compagne di dormitorio le guardavano stralunate, senza capire come una Potter e una Malfoy potessero essere così simili, ma alla fine si erano abituate all'abituale aggiunta del fine-settimana. Non appena raggiunse l'arazzo restò per un attimo a pensare alla parola d'ordine, immobile, dato che era abituata al solito indovinello che le risparmiava la fatica di sforzare la sua labile memoria, ogni volta che doveva entrare in quella sala comune era un vero e proprio dramma.
-Serpentsodia?- disse dubbiosa con il solo risultato che rimase tutto perfettamente immobile di fronte a lei.
-Basilisco? Pureblood? Siamo una banda d'idioti?- Cominciò a dire a casaccio parole che, nella sua testa, erano associate a quella casa, non avendo la più pallida idea di quale fosse la parola d'ordine.
-Ti sei dimenticata un'altra volta la parola d'ordine, Potter?- il commento sarcastico risuonò alle spalle della rossa nel sotterraneo vuoto in modo sinistro.
-No Malfoy, sto discorrendo amabilmente con il lucernario- ribattè acida senza nemmeno voltarsi.
-Oh, allora vi lascio ai vostri discorsi, lui è di sicuro al tuo livello intellettuale- ghignò lui arrivando al suo fianco di fronte all'entrata della sala comune Slytherin.
-Di sicuro sempre una spanna più in là del tuo, Malfoy- lo rimbrottò acidamente lei alzando incrociando il suo sguardo colo non ti scordar di me, caldo, pieno di sentimenti col suo freddo e calcolatore color mercurio.
-Sempre uno zuccherino, eh Potter? Attena o prima o poi mi farai venire il diabete- ribattè lui calmo, appoggiandosi alla parete accanto all'arazzo.
-Oh davvero? E io che speravo di corroderti a forza di battutine acide- commentò lei fingendosi, o quasi, sinceramente dispiaciuta, mentre studiava la mise decisamente poco ordinata del Serpeverde: camicia spiegazzata, fuori dai pantaloni e slacciata per i primi tre bottoni, pantaloni messi peggio della camicia e la cravatta fin troppo allentata, sembrava quasi si fosse rivestito in fretta.
-Io spero ancora che prima o poi di vederti inchinarti al mio passaggio. Come vedi, la speranza è l'ultima a morire- commentò serafico fissandola dritta negli occhi, con le mani nelle tasche.
-A me han detto che è pure la prima a prenderti per il culo, vedi un po' te Malfoy,- ribattè a tono lei, con quello che suonava esattamente un bel 'aspetta e spera', ma più colorito. -ed ora vuoi degnarti di aprire questa maledetta porta così posso andare da tua sorella?- lo esortò decisamente scocciata, dato che non vedeva l'ora di toglierselo di torno.
-Non sia mai che debba rimanere con te qualche minuto di più- acconsentì lui, per poi rivolgersi all'arazzo che alla parola d'ordina, Salazar, si spalancò senza un cigolio.
-Non sia mai- concordò lei cupa mentre lo superava ed entrava nella sala comune vociante.
Non ci mise molto a individuare Kimberly, dato che era sul loro solito divano di fronte al fuoco: nonostante cominciasse a fare caldo, lì sotto si continuava a congelare persino a Giugno, era orrendo.
-Hey Kims, Cake- salutò la rossa la sua migliore amica e il suo gatto che se ne stava spaparanzato sulle gambe della padrona.
-Hey Lil- rispose lei piuttosto assorta nel fissare il suo gatto, probabilmente intenta a capire se fosse morto o stesse solamente dormendo.
-Non si usa più salutare Potter?- disse una voce alle sue spalle e quando si voltò video che c'era pure Zabini spaparanzato sul divano accanto, tenendoselo tutto per se.
-Sìsì, ciao Ares, sai dov'è Amy?- lo liquidò frettolosa, erano praticamente due giorni che non parlava per bene con lei, dato che il giorno prima aveva saltato il pranzo.
-Oh, credo sia di sopra ad aspettare Scorpius, questioni urgenti dice,- l'aggiornò indifferente -ma sai com'è la tua amica, no? Quella lì è pazza, persino un'unghia rotta potrebbe diventare un'emergenza.-
-Se ti avesse sentito ti avrebbe già ucciso- ridacchiò Lily spaparanzandosi accanto alla migliore amica.
-Per questo l'ho detto ora, quando lei è di sopra- le sorrise angelico lui, facendola sorridere pensando alle pene dell'inferno che Amy gli avrebbe inflitto se lei le avesse riferito quella discussione.
-OH!- sbottò di colpo Kim interrompendo il breve silenzio e facendo saltare Lils di una spanna dal divano per la sorpresa.
-Che c'è Kim?- le domandò stralunata, fissando l'amica che sembrava pensare a troppe cose contemporaneamente, forse aveva avuto un corto circuito.
-Stasera dovevo dormire io da te- disse estremamente decisa, come se fosse più un ordine che una constatazione.
-No, oggi è venerdì, ricordi?- le fece presente l'amica con tono accondiscendente, come di chi è abituato a parlare con i pazzi.
-No no, non si può dormire qua- scosse la testa convinta la Malfoy lasciando di stucco Lily, che fosse impazzita del tutto?
-Ma Kim.. anche se fosse, ormai sono qua, non ho voglia di rifarmi tutte le scale- cercò di farla ragionare in tono lamentoso facendo leva sulla proverbiale pigrizia dei purosangue.
-Oh, ti farà solo bene, devi allenarti.. per il Quidditch,- esclamò la bionda alzandosi in piedi di scatto e facendo volare via il suo povero innocente gattino -oh, scusa Cake; e tu, muoviti su!- Inutile dire che non si sapeva chi era più traumatizzato fra il gatto e la rossa mentre fissavano stralunati la Malfoy.
-Oh, e va bene, certo che potevi fartelo venire in mente prima- borbottò Lil mentre si alzava dal comodo divano di malavoglia, -fammi almeno salutare Emily, okay?- le disse e stava per dirigersi verso il dormitorio femminile quando una mano le afferrò il polso.
-No! Dobbiamo andare o altrimenti scatta il coprifuoco- esclamò allarmata la bionda per poi lanciare un'occhiata a Zabini per sollecitare un suo aiuto.
-Oh,ehm.. sì, ha ragione, andate.. o vi ficcherete nei guai,- provò lui poco convinto, mentre lo sguardo blu saettava da Lily alla porta del dormitorio femminile.
-Certo che, anche se siete Serpeverde, fate proprio schifo a nascondere i vostri segreti, se avreste ammazzato qualcuno in questo momento lo saprebbe tutta Hogwarts- li apostrò Lily infastidita squadrandoli assumendo quella che pensava fosse un'aria severa, anche se sembrava solo una caricatura della McGrannit. -Zabini mi ha spifferato tutto ancora ieri, è inutile Kim, so già della festa, ora posso andare a salutare Amy e poi faremo finta che io non sappia un bel niente?-
Kim spostò per qualche istante, alla velocità della luce da Lily a Zabini, da Zabini a Lily, poi un lampo le saettò per le iridi azzurro chiaro.
-Zabini, sei un colossale idiota!- sbottò così ad alta voce che metà sala comune si girò a fissare la scena di un ragazzone di ben 17 anni completamente terrorizzato da 15 mingherlina dallo sguardo di fuoco; -Dimmi come si può essere così colossalmente imbecilli, dimmelo, perchè io proprio non ci arrivo! E' quasi un dannato mese che ci sbattiamo per fare una maledetta festa a sorpresa, UN MESE Ares Mycheal Zabini e tu, da completo imbecille che sei, cosa cazzo fai? Glielo vai a dire due giorni prima? Io ti ammazzo!- e mentre diceva, o meglio, urlava questo gli lanciava dietro tutto quello che le capitava in mano e che lui cercava di schivare cercando di pigolare scuse che venivano totalmente ignorate dalla furia bionda. Intanto, Lils, aveva preso in braccio Cake, che l'era saltato addosso, probabilmente per la paura di poter essere lanciato pure lui addosso al malcapitato serpeverde.
-Che succede qua?- la voce, semi autoritaria, della caposcuola Warrigton giunse alle orecchie di Zabini come un'ancora di salvezza che le ci si butto letteralmente dietro.
-C'è che quel..quel.. quell'ammasso di feci di vermicolo ha detto a Lils della festa, ieri- urlò inferocita Kimberly che aveva momentaneamente finito le cose da lanciargli dietro e sembrava valutare quanto potesse pesare un divano.
Emily chiuse gli occhi e fece un profondo respiro, poi si voltò di scatto verso il diretto interessato e con voce esageratamente atona gli disse -ti prego, dimmi che non è vero Zabini- il ragazzo in questione decisamente preoccupato per la sua incolumità fece un passo indietro e mantenendo una calma ammirevole rispose -mi dispiace, m'è sfuggito ieri pomeriggio.-
Lily Potter conosceva bene le sue amiche e sapeva che anche Amy stava per tirargli il collo quindi fece un passo avanti lasciando andare a nascondere il gatto sotto ad una poltrona poco più in là -oh, insomma, non è poi così una tragedia- cercò di difendere il povero ragazzo che la guardò quasi fosse un angelo -in fondo non mi ha detto nulla della festa, quindi resta lo stesso.. una sorpresa;- il suo tentativo di riparare all'errore di Zabini in qualche modo, non sapeva nemmeno come, riuscì a calmare la furia di Kimberly che si gettò sul divano borbottando improperi in cui si distinguevano parole troppo colorite per una signorina come lei, mentre Emily si passò una mano sul volto sospirando, -lasciamo perdere Zabini- disse solo con ancora nascosto il viso. Se per Lily non era di molta importanza per il gruppetto Serpeverde era una vera e propria tragedia. Dopo che si fu tutto calmato Zabini trovò giusto sgattaiolare su a raggiungere l'unica persona che non l'avrebbe ammazzato per essersi lasciato sfuggire quel dettaglio, ovvero Scorpius Malfoy che era stato trascinato nell'organizzazione da sua sorella e la sua migliore amica, che, con suo grande disappunto, avevano un potere fin troppo persuasivo.
Il resto della serata passo relativamente tranquillo, Lily riuscì a distrarre Kim e anche Amy si fermò un po' con loro, per poi andarsene a letto mezz'oretta prima delle due.
note: le note finali con le mie riflessioni sul capitolo le lascio alla fine della seconda parte, ma ci tenevo a ringraziare particolarmente i 14 pazzi che han messo la storia fra i preferiti, le 29 stupende creature che l'han messa fra le seguite, coloro che l'han messa fra le ricordate (4 anime) ed infine quelli che leggono silenziosi. Grazie mille, con tanto amore <3
Leanne_Spinnet: hahahaha sì, le palle di fieno ispirano parecchio u.u e quando io sarò ottimista il mondo crollerà mon amour D: 'e tu fatti scorp' mi ha fatto ribaltare dalla sedia, giuro hahaha
sandy_malfoy94: oh bene, eccoti qua :3 anche se credo che la seconda parte sarà decisamente più figa di questa v.v
Gianna Potter_Rowling: oh, non si rifiuta mai l'amore eterno di qualcuno u.ù
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Capitolo 5 *** #3 - third chapter; II part . ***
THIRD CHAPTER ; seconda parte -
Il mattino dopo venne buttata giù dal letto da una determinatissima Warrigton che aveva bisogno di Kim, alle sette e mezza del mattino.
-Ma che c'entro io, scusa? E' o non è il mio compleanno? Fammi dormire, tanto non do fastidio a nessuno- protestò lamentosa mentre si accucciava ancora di più sotto al piumone mentre Kimberly si era infilata in bagno, troppo su di giri a quell'ora del mattino per essere la stessa Malfoy che conosceva lei.
-Ci impicci, ora alzati vestiti ed esci- dichiarò con un tono da generale che non ammetteva repliche, la bionda con le mani sui fianchi: indossava una maglia a maniche corte e dei pantaloncini di jeans chiaro che mettevano in bella mostra il fisico da modella della serpeverde, notò, non con una certa invidia, la piccola Potter che guardava l'amica con gli occhioni lucidi ed assonnati cercando, in qualche astruso modo, di muovere compassione nel suo cuore gelido guadagnando almeno cinque minuti in più.
-E non usare quello sguardo, stamattina non funziona- l'ammonì rigida generando un mugugno indefinito al di sotto delle coperte verde scuro. Detto questo si voltò e si allontanò a gran passi verso l'uscita del dormitorio, ma all'ultimo minuto, con la porta già aperta si girò e le sorrise dolcemente -ah, quasi dimenticavo, auguri tesoro- poi si voltò e si chiuse la porta alle spalle, senza nemmeno lasciar replicare Lily.
Un'ora dopo, spettinata e più assonnata che mai, fece il suo ingresso nella sala comune serpeverde la Potter, che ormai veniva trattata alla stregua di una compagna di casa, anche se, in quel momento, c'era davvero poca gente sveglia.
-Caduta dal letto Potter?- una voce alle sue spalle, perchè doveva sempre arrivarle alle spalle?, la fece voltare con quello che voleva essere uno scatto fulmineo.. da bradipo. Davanti a lei c'era un Malfoy non meno scombussolato di lei, solo che lui, doveva ammetterlo, sapeva portare con elenganza anche il trasandato, tanto che si chiese se non l'avesse fatto apposta a mettersi la camicia della divisa scombinata e i capelli leggermente arruffati.
-Potrei dire lo stesso di te,- borbottò squadrandolo -e comunque no, peggio: tua sorella e Amy- aggiunse assonnata passandosi una mano fra i capelli spettinandoli più di prima.
Lui la fissò per qualche istante, forse indeciso se ridere di lei o sfotterla con più eleganza -beh, io avrei dormito molto di più se non fosse stato per il tuo adorabile fratellino e la tua stramaledetta festa- l'incolpò mentre, inconsapevolmente, si dirigevano verso l'arazzo.
-Hey, non è colpa mia se sono tutti su di giri più di me per il mio compleanno- lo rimbrottò Lily, che , non essendo ancora del tutto sveglia, non riusciva a rispondere degnamente a qualunque provocazione che le veniva rivolta. Battibeccando arrivarono nella Sala Grande dove trovò Rose che, naturalmente, era già alzata e faceva colazione. Prendendola come una benedizione, dato che le scampava di far colazione con Malfoy, la raggiunse subito, proprio mentre i gufi portavano la posta.
-Lil, che cataclisma ti ha fatta svegliare a quest'ora?- la guardò stralunata la cugina, mentre la rossa si lasciava cadere sulla panca e arraffava quanto cibo poteva mangiare.
-Due cataclismi, di nome Emily Warrigton e Kimberly Malfoy- borbottò come un calderone in ebollizione mentre si spalmava una generosa dose di marmellata su una fetta di pane tostato, -ma dov'è la Nutella quando serve?- piagnucolò guardando tristemente la marmellata ai frutti di bosco, chiedendosi come avrebbe fatto a sopravvivere ora che Kim le aveva finito tutta la sua scorta personale di paradisiaca delizia. A dire il vero, era stata anche comica come scena, dato che l'aveva trovata rincantucciata nel suo armadio, abbracciata al mega barattolo di solito nascosto lì, con un cucchiaio in mano e la faccia tutta sporca, tanto che sembrava una bambina colta in fragrante; e in effetti lo era, dato che Lily l'aveva cercata per un'ora per tutta la torre Corvonero, per poi avere il doloroso presentimento che stesse dando fondo alle sue scorte personali. Lo sguardo di lei, lucido quanto quello di un cucciolo, però l'aveva fatta talmente ridere che alla fine non era riuscita nemmeno ad arrabbiarsi. Rimaneva , però, il fatto che ora era costretta a mangiare salutare.
-Credo proprio che ti stia per cadere in testa- rispose Rose ansiosa, mentre guardava verso l'alto.
-Cos'è che mi cade in testa?- chiese distrattamente Lily mentre addentava la fetta di pane tostato.
-Come cosa? La Nutella- le rispose Rose, ora decisamente preoccupata.
-Dove? Dov'è la Nutella?- scattò la rossa stupidamente guardando nella stessa direzione della cugina speranzosa e ciò che vide la fece sembrare una bambina il giorno di natale: il gufo reale della famiglia Potter che quasi non si reggeva in volo per un barattolo enorme di Nutella che si portava sulle spalle. Il suo urletto entusiasta si sentì al di sopra del vociare basso di quei gattro gatti che s'erano alzati prima, tanto che attirò parecchi sguardi su di se, fra cui quello di Malfoy che non appena ricollegò il carico di calorie alla nocciola alla sua destinataria fece un sospiro alzando gli occhi al cielo. Intanto che lui esprimeva la sua disapprovazione Lily aveva slegato il gravoso peso dalle spalle del gufo sommergendolo di bacon e ora armeggiava col barattolo per aprirlo.
-Hey Lil, qui c'è anche un biglietto- notò la cugina slegando un pezzo di pergamena dalla zampa dell'animale che si stava rimpinzando.
-Leggi tu? Io sono impegnata,- le rispose senza prestare troppa attenzione a ciò che diceva Lils, troppo presa a cercare di conquistare il suo tesoro.
-Okay, ehm.. dice: 'Abbiamo saputo da James che le tue scorte personali erano finite; auguri scricciolo. Con amore, mamma e papà'- lesse scettica Rose, chiedendosi chi avrebbe mai voluto un barattolo di Nutella come regalo di compleanno invece che qualcosa di più costoso o sfarzoso, dato che la famiglia Potter se lo poteva permettere eccome, ma vedendo come brillavano gli occhi alla più piccola della famiglia capì che quello era decisamente il regalo perfetto.
-Ce l'ho fatta!- cinguettò la ragazza in questione di seguito ad un sono 'pop' che annunciava la resa del barattolo alla sua volontà; felice, tolse la carta argentata e ci ficcò un cucchiaio dentro ritegno, con la stessa foga di un alcolizzato in una crisi d'astinenza che conquistava il suo tanto agognato firewhisky. Ora era in pace col mondo.
Il resto della mattinata lo passò con Rose a chiacchierare allegramente e giocare a scacchi magici in riva al lago, dato che la cugina aveva finito tutti i compiti il giorno prima. Scoprì che anche lei, Lorcan, Lysander e Hugo avevano preso parte all'impresa della festa e di come quest'ultimo fosse stato terrorizzato da Kim che impartiva ordini a destra e manca e che, molto probabilmente, in quel momento erano ad aiutare con gli ultimi preparativi.
Subito dopo pranzo, però, la pace finì per Lily che venne intercettata da Leanne, che se la prese sotto braccio e la trascinò verso i sotterranei mentre Lils salutava sconsolata la cugina che guardava piuttosto sconcertata la scena.
Quando arrivarono alla porta del dormitorio femminile del settimo anno, Serpeverde a Lily venne quasi un mancamento presagendo cosa l'aspettava: ore di preparativi.
Amy le sorrise non appena entrarono, in modo maligno, che non preavvisava nulla di buono.
-Bene bene, eccola qua- l'annunciò Leah, come se ce ne fosse bisogno. La trascinò all'interno e le chiuse la porta alle spalle facendola sentire come un topo in trappola; sui letti c'erano montagne di sfarzosi vestiti e vestitini mentre al centro della stanza era apparsa una specchiera di legno di mogano che non ricordava di aver mai visto piena di trucchi e quant'altro.
-Ehm, ragazze.. vi prego..- pigolò Lils in un disperato tentativo di sfuggire a quel supplizio.
-Niente 'vi prego' o baggianate simili, stasera devi essere la più bella- la bloccò Emily con lo stesso sguardo diabolico di poco prima e il ghigno sostituito da un falsissimo sorriso mieloso.
-Certo, se Zabini non ti avesse detto tutto avresti dovuto pensarci da te a tutto, ma siccome quell'idiot.. individuo non sa tenere un segreto ora ti tocca, mon amour- continuò Leanne spingendola a sedersi sulla sedia girevole davanti alla specchiera.
-Ricordatemi di ucciderlo quando esco di qua, allora- borbottò imbronciata la rossa mentre si buttava di malagrazia a sedere.
-Di sicuro ti scambierà per una bella sconosciuta, perchè quando uscirai di qui nemmeno tua madre ti riconoscerà- si chinò Amy poggiandole le mani sulle spalle e guardandola la loro immagine allo specchio al di sopra della sua spalla sinistra.
-Dov'è Kim quando serve?- Piagnucolò Lils alzando gli occhi al cielo e meditando seriamente di lanciare un tacco a spillo in mezzo alla fronte alla sua migliore amica.
-A finire i dettagli della festa in sala comune- cinguettò gioiosa Leah mentre recuperava a manciate qualche vestito qua e là da farle provare -e ora mettiamo al lavoro, tesoro-.
Ormai una discreta folla si stava riunendo nella sala comune Serpeverde dovutamente addobbata a regola d'arte quando Albus e Scorpius, che parlavano sorseggiando dei drink che sicuramente Harry Potter non avrebbe approvato girassero alla festa di compleanno della sua bambina, videro un'estranea scendere le scale dei dormitori con passo leggermente incerto. Estranea, ecco l'unico modo per definire quella versione di Lily Potter su un paio di tacchi dodici, i cui capelli, di solito scombinati e lasciati a se stessi, erano stati arricciati in morbidi boccoli e poi raccolti in un'acconciatura rosso rubino che aveva voluto ore di elaborazione e lasciava solo il ciuffo sbarazzino sulla fronte; però, il vestito era decisamente la cosa più strana per lei, la stessa Lily Potter che aveva indetto una petizione per abolire l'obbligo di portare la gonna della divisa per le ragazze, che ora indossava un vestito bianco e turchese, con il busto a fascia che dalla vita in giù si apriva in una gonna leggera e vaporosa che non arrivava più giù di metà coscia. Sembrava che qualcuno avesse spazzato via Lily Luna Potter e al suo posto avesse messo un'attraente ragazza dalla pelle chiara e le gambe lunghe, se non fosse stato per l'aria imbronciata che campeggiava sul suo viso, facendola sembrare una bambina.
Albus quasi si strozzò con quello che stava bevendo, mentre Scorpius si limitò ad esprimere il suo stupore con più classe alzando un sopracciglio e assumendo un'aria decisamente.. scettica.
Al seguito della rossa scesero anche Emily e Leanne, più radiose che mai, la prima in un tubino rosso accompagnato da delle scarpe altrettanto sfarzose, verniciate e l'altra con un vestito più elaborato il cui colore dominante era il verde.
-Lils.. tu sei..- balbettò il moro con gli occhi smeraldini spalancati dallo stupore dopo aver tossito violentemente cercando di riprendersi.
-Vestita bene? Splendida? Stupenda?- concluse per lui Amy sorridendo radiosa -sì, abbiamo fatto proprio un buon lavoro- l'aria compiaciuta che campeggiava sul suo visto era direttamente proporzionale al fastidio di Lily.
-Vestita da donna- boccheggiò il fratello ancora traumatizzato.
-Se non te ne fossi accorto lo sono da un po' femmina Al- lo fulminò lei decisamente infastidita dal fatto che enfatizzassero una cosa così sgradevole per lei.
-Beh, al primo sguardo non si direbbe mai Potter- ribattè Scorpius con la sua solita dolcezza.
-Invece di te si capisce subito che sei un idiota, dalla prima occhiata- ribattè lei finendo di scendere le scale.
-Non incominciate voi due, questa è una festa e non ho voglia di stress- li bloccò sul nascere Leanne che sapeva già come sarebbe andata a finire e teneva troppo all'acconciatura di Lily per permetterle di disfarla in una rissa con il biondastro.
-Beh, potevate evitare di travestirmi da clown per evitarlo, ad esempio- riattaccò a lamentarsi la Potter che non perdeva ancora le speranze di poter correre di sopra a mettersi un paio di pantaloncini corti.
-Se sei splendida tesoro, su dai, ci siamo dati tanto da fare, goditi la festa- la sospinse leggermente in avanti Amy minando il suo precario equilibrio e facendola rovinare contro Scorpius che la tenne in piedi per puro miracolo.
-Si può sapere perchè ti metti i tacchi se non sai usarli, Potter?- l'apostrofò acido mentre lei si scostava velocemente da lui.
-Bella domanda, perchè non lo chiedi alle tue amichette?- gli ringhiò alludendo alle sue costumiste –e voi, possibile che non esista un incantesimo anche per questo? Ce n'è uno per vincere a freccette ce ne sarà pur uno per tenere in piedi ragazze con poco equilibrio- aggiunse voltandosi verso le amiche che ridacchiarono guardandosi l'un l'altra per poi voltarsi di nuovo verso di lei.
-Certo che c'è, come credi che la Morris stia in piedi su quei trampoli?- rispose Amy alludendo ad una sua compagna di casa che stava a poca distanza da loro.
-E che aspettavate a dirlo? Una terza guerra magica?- sbottò stizzita la rossa allargando le braccia.
-Oh, scusa, ma era così divertente vederti traballare qua e là- ridacchiò Amy mentre tirava fuori da chissà dove la bacchetta puntandola verso i suoi piedi e muovendo il polso in un movimento circolare -ecco fatto, ora potresti anche saltellare in giro per il castello e, a meno che non ti si rompa un tacco, resterai in piedi. Ora va a divertirti, susu-.
Dopo aver mosso qualche passo insicuro e aver visto che l'incantesimo funzionava si congedò con gli amici, sicura che li avrebbe rivisti entro mezz'ora e si mosse attraverso la gente mentre le Sorelle Stravagarie remixate da qualche imbecille famoso che andava tanto di moda in quel periodo riempivano la stanza e la gente cominciava a dimenarsi al centro della sala comune, che era stata stregata per sembrare molto più grande del normale, delle luci blu, azzurre, bianche e verdi si alternavano nell'aria semibuia dando alla sala un'aria leggermente psichedelica. Per aria volavano bottiglie di diversi alcolici ed elfi domestici zampettavano in giro con enormi vassoi d'argento sopra la testa a volte contenenti cibo altre con sopra bicchieri pieni di ogni tipo di drink, magico e babbano. Ai lati erano stati sistemati gruppetti di poltroncine e divani di pelle nera e c'era anche una sottospecie di privè avvolto da tende nere su cui Lils decise di non indagare. Nel complesso era una di quelle feste nello stile delle serpi: sfarzosa, affollata e a successo assicurato.
Mentre avanzava chiunque la vedesse, compresa gente che non conosceva nemmeno, le faceva gli auguri, il che rendeva penosamente lento il suo avanzare mentre cercava Kimberly.
-Lils!- un urlo dietro di lei le fece tirare un sospiro di sollievo e sfrecciò verso la sua migliore amica amica prima di essere fermata per un altro 'auguri, cento di questi giorni' o cliché di quel genere.
-Grazie al cielo ti ho trovata- disse la bionda trascinandola verso la tavola del rinfresco -sei un incanto, finalmente hai deciso di vestirti in modo decente- trillò allegra, decisamente orgogliosa della riuscita della festa.
-Lasciamo perdere- borbottò risentita la rossa mente si serviva un po' di whisky incendiario.
-Allora che ne dici della festa? Certo, sarebbe stata perfetta se quel decerebrato non ti avesse spifferato tutto, ma..-
-E' tutto stupendo Kim, ho visto poco, ma sono sicura che sarà perfetta- interruppe il fiume di parole dell'amica infilandole un bicchiere in mano.
-Oh bene, allora buon invecchiamento- disse sbattendo il suo bicchiere contro quello di Lils e incrociando le braccia con lei per bere.
-Hey, ma quella non è Dom?- domandò distrattamente Kimberly indicando una bionda mozzafiato avvolta nella seta che stava venendo incontro alle due sorridendo.
-Eh già- annuì Lily alzando la mano in segno di saluto -hey Dom!- urlò, anche se non aveva tanta speranza di farsi sentire al di sopra della musica e il vociare della gente.
Non appena le raggiunse abbracciò Lily e le sorrise radiosa -allora cuginetta, come ci si sente ad essere delle sedicenni?-
-Vecchie- rispose seriosa la rossa facendo scoppiare a ridere Dominique.
-Oh bene, allora io sono decrepita- affermò lei.
-Tanto tu farai stragi di cuori anche a novant'anni, che t'importa?- l'apostrofò fingendosi gelosa Kim.
-Ma sta zitta, suvvia, stasera la star è Lils.. o almeno, così m'han detto- ribattè lei arrossendo leggermente sospingendo la bionda. Non si sarebbe mai detto che quella ragazza che scherzava così allegramente con loro fosse la stessa algida regina di conquiste di Hogwarts.
Più passava il tempo e più la gente si scatenava e in poco tempo Lily e Kimberly si trovarono a ballare, decisamente brille, in mezzo alla pista da ballo tirando in mezzo qualche ragazzo o ragazza qua e là. Incontrarono di sfuggita anche James, che era stato fatto entrare grazie alla mappa e il mantello dati in prestito ad Albus da Lily. Mentre la rossa, circa a metà serata venne trascinata da Kim al tavolino dove si erano riuniti Amy, Zabini, Malfoy e Albus le parve di vedere Dom e James discutere animatamente vicino al tavolo del rinfresco, ma decise di non intervenire.
-Ciao Nicky- le si avvicinò James mentre la bionda, appoggiata alla tavolata dei rinfreschi, si riposava un attimo con un bicchiere in mano.
-Non sei troppo grande per queste feste?- lo apostrofò duramente lei, senza nemmeno guardarlo.
-Oh, attenta, devo frenare questa dolce accoglienza o rischio che mi si ghiacci il sangue nelle vene- disse risentito lui appoggiandosi di lato accanto a lei e fissandola a braccia incrociate.
-Che cosa ti aspetti? Gli striscioni di bentornato?- lo freddò lei con lo sguardo ancora rivolto alla folla che si dimenava.
-No, ma almeno un ciao non ti ucciderebbe sai?- storse il naso James vedendo la barricata che aveva eretto la ragazza; -e poi, se proprio ti interessa, sono qua per il compleanno di mia sorella, è la sua festa questa sai?- aggiunse con aria strafottente da James Potter senior.
-Beh, allora perchè non sei con lei ora?- domandò infastidita lei stringendo il bicchiere che aveva in mano con rabbia, ringraziando il cielo che non avevano badato a spese e che non era in plastica o si sarebbe già spaccato.
-Oh, andiamo Nicky, non può andare avanti così in eterno- inveì lui perdendo la sua facciata da duro e passandosi ansiosamente la mano fra i capelli.
-Credi che l'abbia fatto con piacere? Che non ci stia male anche io? Maledizione Nicky, guardami quando ti parlo!- sbottò lui gesticolando con le braccia.
-Non credo nulla James e qui l'unico a starci male sei tu- ribattè algida voltandosi di scatto verso di lui, guardandolo dritto negli occhi color nocciola con i suoi talmente azzurro chiaro, tanto da sembrare due lastre di ghiaccio.
-E allora perchè mi parli in questo modo, sentiamo: è il tuo nuovo modo per mostrarti indifferente?- il tono sarcastico era venato di rabbia, rabbia che stava per esplodere.
-Esattamente Potter, quindi, se vuoi lasciarmi passare, ho da fare- rispose lei scostandosi dal tavolo del tutto intenzionata ad allontanarsi da lui e dal suo maledetto sguardo.
-No, Nicky, non stavolta- la fermò tenendole fermamente il polso sottile -non ti lascerò andare anche stavolta- aggiunse fermo.
-Se non mi sbaglio non sono io quella che se n'è andata dall'altro capo del mondo- il tono che voleva essere duro e freddo era leggermente incrinato da una nota di dolore latente.
-Dominque...- fu l'unica cosa di cui James Sirius Potter, noto seduttore di Hogwarts, riuscì a dire alla ragazza che amava mentre lei gli sputava addosso la verità: lui era un codardo, lo era sempre stato sotto quella facciata di fiero Grifondoro e chi meglio di lei lo sapeva? Eppure in quell'unica parola c'erano mesi, mesi di pensieri, mesi di dolore, mesi che aveva passato con un solo chiodo fisso in testa, ovunque andasse, ovunque fosse. Era un tono di voce che lei ben conosceva, a cui non poteva permettere di penetrarle la corazzata che si era creata intorno, non ancora.
-James..- sillabò lei facendosi forza -non mi fido più di te: sei scappato, dopo tutto quello che c'è stato sei scappato come un vigliacco e per mesi, Merlino, mesi, nemmeno una lettera. Non ti lascerò fare di me quello che vuoi, non sono una delle tue solite conquiste con cui schiocchi le dita ed è tutto come vuoi te. Questa è la vita James Sirius Potter, una vita ingiusta in cui non puoi ottenere tutto quello che vuoi come un bambino capriccioso e viziato che pensa solo a divertirsi, una vita ingiusta in cui ho fatto la cosa più stupida e sbagliata che potessi fare e di cui, nonostante tutto, non me ne pento. Una fottuta vita ingiusta in cui te,- fece una pausa poggiandoli un dito accusatore sul petto -proprio te, il ragazzo che aveva promesso di amarmi e proteggermi se n'è scappato con la coda fra le gambe. E' troppo tardi, se cerchi il mio perdono, un ritorno di fiamma, una carezza, un bacio, qualunque cosa: è-troppo-tardi-. Le ultime parole vennero scandite con forza, puntandogli il dito contro il petto ad ogni parola; dopodichè si voltò liberandosi dalla presa debole del ragazzo che la guardava basito e se ne andò confondendosi fra la gente che ballava, raccogliendo al volo un bicchiere vuoto e lasciando il suo vuoto su un vassoio di passaggio.
-Questa festa è fantastica, io vi amo- annunciò allegra un'ignara Lils che per qualcuno non lo era affatto.
-La cosa non è reciproca, Potter- ribattè Scorpius che si stava fumando qualcosa che assomigliava parecchio ad una canna e poi lo passava a Zabini.
-Andiamo, smettila di essere così scorbutico vecchio mio- lo apostrofò lui dando una gomitata al biondino -a proposito Lils, sei uno schianto- le strizzò l'occhio.
-Statti buono Zabini, non ti darà la sua verginità se è questo che cerchi- lo provocò Amy mentre gli rubava la canna di mano e il moro si guadagnava un'occhiata di fuoco da Albus.
-E chi ti dice che io voglia la sua di dote?- la provocò a sua volta lui levandogli di mano il fumo a sua volta.
-Oh, se cerchi la mia, sei un po' in ritardo caro- le sorrise amabile lei ri-rubandogli di mano la canna.
-Qua nessuno deflorerà mia sorella, né stasera, né mai- minacciò Al con aria decisamente pericolosa.
-Chi ti dice che sia ancora pura e casta?- insinuò Kim prendendosi da bere.
-M-m-ma lei è VERGINE!- esclamò, non senza una certa enfasi, è isterismo, l'ultima parola il fratello -non è vero Lils?- chiese conforto con aria da cucciolo smarrito alla sorella.
-Se ne sei così certo Al, perchè me lo chiedi?- ridacchiò bevendo un po' di un Martini apparso dal nulla davanti a lei.
Dalle labbra del ragazzo uscì solo un suono disperato che venne bellamente ignorato dalla rossa e dall'amica che scoppiarono a ridere senza motivo.
-Voi non lo reggete proprio l'acool, eh?- commentò Scorpius studiando la sorella e Lils.
-Uhm.. direi di no, ma non è decisamente un male- ridacchiò Kim -chi viene a ballare su quel tavolo laggiù?- domandò angelica.
-Uh, vengo io!- esclamò allegramente Lily e prima che qualcuno potesse aggiungere qualcos'altro Kim la trascinò nella direzione del loro palco provvisorio.
-Non possono farlo- si lamentò Albus -ditemi che non lo faranno. Vi prego, ditemi che non lo faranno-.
-L'isteria è una brutta rogna amico, prendi un po' di questa va- gli porse la canna quasi finita Zabini, mentre Amy si alzava.
-E tu dove vai?- domandò sorpreso Ares.
-A raggiungerle, mi sembra ovvio- annunciò cristallina lei, prima di voltarsi e falciare la folla per raggiungere la rossa e la bionda già all'opera.
-Okay, credo che dovremmo andare a tirarle giù di lì- disse improvvisamente serio Zabini fissando crucciato la Caposcuola Warrigton che si dimenava su un tavolo assieme a Lily e Kim.
-Non eri tu che consigliavi una cura anti-stress?- domandò Scorpius, che nonostante avesse bevuto quanto Lily e Kim, sapeva reggerlo bene, d'altronde come Zabini e Albus.
Ares borbottò qualcosa al riguardo di giovani moderni e troppe libertà sprofondando di nuovo nel divano di pelle.
-No, ora è troppo!- esclamò saltando su Albus quando anche cinque ragazzi si aggiunsero alle tre ballerine.
-Sì, decisamente, andiamo a prenderle- concordò Zabini, anche se non sapeva cosa c'entrasse esattamente.
-E vieni anche tu Malfoy, lì sopra c'è tua sorella- l'apostrofò Al prima che Scorpius potesse tirarsi indietro.
-Manco fosse la mia ragazza- borbottò lui contrariato mentre si alzavano per poi essere fulminato dall'amico.
Fra qualche protesta e imprecazione i tre tirarono giù dal tavolo le ragazze e vennero riportate alla postazione di poco prima. Parecchi bicchieri dopo, neanche Lily sapeva come, si ritrovò ad uscire dalla sala comune con i suoi amici blaterando qualcosa sui vermicoli da compagnia e l'aria fresca. In poco tempo si ritrovò in riva al Lago Nero, attorno ad un falò con una bottiglia di firewhisky in mano.
-Credo che Zabini e Amy avranno presto una tresca- annunciò convinta fissando i due che ridevano e camminavano con i piedi a mollo, spingendosi e cantando canzoni colorite.
-Secondo me non si ricorderanno nemmeno di stanotte domani mattina- rispose Malfoy stranamente calmo di fronte a lei.
-Beh, di sicuro Kim e Al no, hai visto com'erano andati?- disse seriosa lei -a proposito, dove sono finiti?- domandò stupita notando solo in quel momento che non erano più con loro.
-E chi lo sa, ma spero di non finire imparentato con voi Potter- arricciò il naso il biondino.
-Figurati, preferirei uno Schiopodo Sparacoda a te- lo rimbrottò lei incapace di essere totalmente seria, ma più presente a se stessa di prima grazie all'aria fresca della notte.
-Come siamo gentili pel di carota.-
-Sempre più di te, platinato che non sei altro- fece una strana smorfia lei, per poi accingersi a bere un altro po', peccato che la bottiglia fosse vuota. Si mise a fissarla imbronciata, come a dire: 'riempiti'.
-Ed è finito pure l'acool- sbuffò buttandosi alle spalle la bottiglia e alzandosi a cercarne un'altra intorno al falò.
-Non per contraddirti, ma io qua ne ho ancora una- annunciò Scorpius dondolandone una davanti a se.
-Ti propongo una tregua e ce la dividiamo a metà- annunciò Lils, più che proporre qualcosa.
-E perchè mai dovrei dividerla proprio con te?-
-Perchè sono la festeggiata- affermò convinta lei facendo una giravolta su se stessa e crollando di nuovo a sedere accanto a lui, accorgendosi solo in quel momento di non avere più le scarpe ai piedi.
-Guarda che mi tocca fare- borbottò lui passandogliela guadagnandosi un sorriso fin troppo smielato che se Lily fosse stata meno ubriaca non avrebbe mai fatto.
-Bene, alla salute- alzò la bottiglia per poi berne un po' e ripassarla a Scorpius che fece altrettanto. Rimasero a fissarsi per qualche istante, uno di fronte all'altra, perfettamente consci che non avevano mai passato del tempo da soli come in quel momento.
-Credo che alla fine di quest'anno mi mancherai- annunciò la Potter a sorpresa lasciando di stucco Scorpius.
-Come prego?- domandò lui alzando un sopracciglio.
-Beh sì, non avrò più nessuno da insultare.. sarà terribilmente noioso- spiegò Lily interrompendosi per sbadigliare.
-Tu sei pazza Potter- l'apostrofò lui, senza cattiveria, come se fosse una semplice constatazione.
-Sai che novità- scrollò le spalle lei mentre gli prendeva la bottiglia di mano e beveva un altro sorso -è buona questa roba, sì-.
-Ci credo, Ares si è sbattuto per trovare questa roba, erano tutti fissati con la tua ginormica festa di compleanno- commentò lui arricciando il naso, quasi con disprezzo.
-Hey, non incolparmi di cose di cui non posso rispondere, siete voi serpeverde fissati con queste cose- si difese Lily prendendo in mano la gonna del vestito, indicandogli ciò che l'avevano obbligata a indossare.
-Sarà, ma a me basta il fatto che tu sia nata per incolparti- ribattè lui.
-Come ti pare- disse Lily mentre si stendeva accanto a lui -io invece credo che ora mi farò un bel pisolino- annunciò sistemandosi in posizione fetale rivolta verso di lui, chiudendo gli occhi.
Calò il silenzio in cui si sentiva solo lo scoppiettare della legna e Scorpius fece un altro sorso dalla bottiglia che aveva in mano, pensieroso.
-Ah, Malfoy- mugugnò a metà fra il dormiveglia e il sonno la rossa facendolo voltare di scatto.
-Sì?-
-Ti odio.. e buona notte- la voce assonnata, impastata, la faceva sembrare una bambina che non voleva rinunciare a fare un ultimo dispetto prima di addormentarsi del tutto.
-Ti odio anch'io e sogni d'oro- ghignò lui fissandola mentre un mezzo sorriso le si stampava in viso e il borbottio su un equilibrio ristabilito o cose del genere venne soffocato.
note: ve lo posto prima di andare a scuola dopo averci lavorato tutta notte, lo so che è uno schifo, ma ero ispirata e quindi niente, ecco a voi il terzo capitolo (di cui la seconda parte è tipo la metà della prima ._.).
Siete autorizzati ad odiarmi, ma io vi amo lo stesso, uno ad uno <3
silvia94: oh, per il momento è parecchio grifona, in fondo amo chiamarla 'la grifona mancata', ma ci sarà occasione di dare degna luce alla sua parte Corvonero.Sono lieta, inoltre, di averti fatta ridere :D
Lily Julie Evans: grazie tante, anche io ho amato parecchio scrivere quelle parti e credo si verda xD
Ho postato con un leggero ritardo, perdonami, ma è uscita Monster e io ero decisamente in iperventilazione U.U
E tutti amano Scorpius, come non amarlo? *-*
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Capitolo 6 *** #4 - fourth chapter . ***
FOURTH CHAPTER
Quando si è fra il sonno e la veglia non si distingue bene ciò che è successo appena prima che ci si è addormentati e quello che si è solamente sognato, figurarsi se la sera prima si era ubriachi fradici. Lils ne sapeva qualcosa, mentre strofinava il viso sopra qualcosa che sembrava una specie di cuscino improvvisato, piuttosto liscio, come se fosse rivestito di seta e.. caldo; in altri casi si sarebbe chiesta come mai aveva così freddo alle gambe e si sentiva come se le avesse piovigginato addosso, ma le faceva troppo male la testa per riflettere su qualsiasi cosa. In compenso mugugnò un po' mentre si portava le mani agli occhi strofinandole come una bambina assonnata. In quel momento si accorse di avere un braccio sopra la spalla e spalancò gli occhi, fu come se lo stordimento iniziale si dissolvesse di colpo, come il filo di fumo di una sigaretta in preda ad una folata di vento. Okay, calma, niente panico, in fondo poteva essere chiunque, persino Albus.. no, no quello non era il suo profumo, anche se doveva ammettere che le piaceva. Cercò di realizzare se era nuda prendendo coscienza del resto del suo corpo, perchè quello sarebbe stato un bel guaio davvero. Bene, almeno aveva ancora indosso il vestito, anche se era senza scarpe.. dove le aveva perse poi? Pur concentrandosi non riusciva a ricordare, oh, Amy l'avrebbe ammazzata, amava quelle scarpe. Al diavolo le scarpe, insomma, era stesa in mezzo a quello che andava realizzando fosse un prato, per lo meno lo sembrava, e non sapeva nemmeno chi. Fece un respiro profondo e puntellandosi sui gomiti si raddrizzo sentendo i capelli rossi scivolarle sulle spalle liberi dall'elaborata acconciatura della sera prima, ma non se ne preoccupò minimamente perchè in quel momento guardava con orrore Scorpius Malfoy che dormiva beatamente, ignaro del fatto che lei stesse per avere un coccolone.
La sua prima reazione di sgomento fece spazio ad un scatto fulmineo che la mise in piedi, lanciando un urletto fin troppo terrorizzato.
-Oh Morgana, oh Morgana che guaio.. è..è.. orribile,- cominciò a blaterale lei decisamente agitata.
Ovviamente il ragazzo era stato svegliato dall'urlo della ragazzina, perchè cominciò a muoversi e borbottò qualcosa che sembrava a metà fra una minaccia di morte e la citazione di un qualche diritto dei maghi a dormire di più dopo una sbronza.
-Oh Merlino, questa storia è assurda.. completamente inverosimile.. neanche nei miei incubi peggiori.. indicibile..- intanto Lily aveva cominciato a camminare avanti indietro smettendo così di guardare indignata Scorpius che ora aveva aperto a suo malgrado gli occhi e la guardava sconcertato.
-Di grazia, Potter, che cazzo ti passa per la testa di urlare come un'oca impazzita?- di certo la delicatezza non era il suo forte e questo parve risvegliare Lily che si fermò davanti a lui con le mani sui fianchi indispettita. -E, perchè, sempre se è possibile saperlo, hai la mia giacca addosso?-
In tutta risposta lei sobbalzo e con un ringhio esasperato se la sfilò lanciandola subito via, quasi fosse infetta. -Che ci facevamo, io e te da soli, qua, in riva al lago, spiegamelo- ringhiò lei in tono minaccioso, come se l'avesse deflorata.
-Cosa vuoi che ne sappia io, isterica- borbottò lui esasperato passandosi una mano fra i capelli biondissimi che alle luci del primo mattino sembravano fili d'oro.
-Oh, sei un idiota..- commentò soltanto lei, lasciando perdere del tutto il discorso, rassegnata al fatto che lui sembrava subire il dopo-sbornia quanto lei e pregando Merlino che non fosse successo nulla. Cominciò a setacciare tutta l'area dov'erano loro cercando le sue scarpe, senza risultato dato che erano sparite nel nulla.
-Niente, le ho perse- capitolò sbuffando lei optando per raggiungere il castello in quel momento in cui c'era ancora poca gente sveglia e contando d'infilarsi sotto una bella doccia calda. Ignorando perfettamente Malfoy, che si avviò dietro di lei fin troppo silenzioso cominciò a camminare verso la meta.
-Hai paura che ti attacchi un po' di sano stile Serpeverde , Potter?- chiese beffardo, all'improvviso raggiungendola con pochi lunghi passi.
-No, semplicemente preferirei la compagnia di un troll di montagna alla tua, Malfoy- il tono acido della rossa era sorprendentemente diverso dal solito sarcasmo che utilizzava quando battibeccavano quotidianamente, decisamente più freddo e distante.. e nervoso.
-Oh, insomma Potter, pensi che mi faccia piacere stare in tua compagnia, per caso?- scosse la testa incredulo Scorpius, come se fosse una cosa così stupida persino da pensare, forse con un po' troppa veemenza.
-A me sembra di sì, visto che stai camminando al mio fianco, mi stai asfissiando e.. vediamo che altro..- finse di pensarci un po' su Lily -ah, sì! Dormi con me sulla riva del Lago Nero per qualche oscuro arcano che non riesco a ricordare- sbottò dando voce finalmente ai pensieri rispetto a quella situazione, inspiegabile per lo più.
-Merlino se sei pudica, manco ci fossimo trovati nudi nel mio letto- la rimbrottò lui con un brivido teatrale, come a sottolineare come gli facesse ribrezzo solo a pensarci.
-E non succederà mai finchè campo!- esclamò irritata lei in tutta risposta facendo subito dopo una smorfia, dovuta al mal di testa con cui cominciava a fare i conti.
-Mai dire mai Potter,- ghignò lui, solo per farla innervosire di più e guadagnandosi solo un esasperato silenzio dalla controparte, troppo occupata a pensare alla sua povera testolina rossa per fare caso a quelle parole. Raggiunsero la Sala Grande senza troppi intoppi e a giudicare dalla gente che c'era non doveva essere nè troppo tardi, né troppo presto, forse le nove, nove e mezzo massimo. Gli altri tavoli avevano un discreto assembramento tranne quello Serpeverde che era decisamente fin troppo vuoto, come se fosse venuta un'improvvisa epidemia all'intera Casa. Senza curarsi di essere fin troppo eleganti per una semplice colazione, Lils e Scor si buttarono sul tavolo, accorgendosi di essere comunque gli ultimi del loro solito gruppetto. Kim sembrava stesse per cadere con la faccia nel piatto, capelli scombinati e una felpa, di sicuro non sua, tutta spiegazzata e larga, Albus non era da meno, aveva anch'esso delle occhiaie da far paura ad un vampiro e la divisa scolastica in uno stato pietoso, ma almeno sembrava l'unico ad essersi ricordato di essere ancora a scuola, o forse gli era capitata in mano e se l'era messa senza pensarci tanto su. Zabini sembrava l'unico con un pizzico di buon'umore insieme ad Amy, che stava mescolando uno strano intruglio nella sua tazza, parlava del più e del meno pigramente con lui.
-'Giorno ragazzi, vi vedo in forma, eh- salutò Amy distogliendo lo sguardo da Ares per voltarsi verso Lils e Scor con uno strano sguardo compiaciuto.
-Mai quanto te,- rispose Lils col tono di voce più basso che poteva, con la paura che le sue stesse parole potessero rimbombarle nella testa; -Morgana, ora ricordo perchè di solito evito di ubriacarmi così, il mattino dopo è una tortura- si prese la testa fra le mani rischiando di imitare Kim che aveva abbandonato la testa sul tavolo, la cui chioma bionda impediva di capire se dormisse o cercasse solo di smorzare il mal di testa.
-Beh, però ci siamo divertiti..almeno credo,- cercò di rinfrancarla l'amica con un mezzo sorriso dubbioso facendo intendere quanto i suoi ricordi fossero simili a quelli di Lily: confusi e nebbiosi.
-Certo che se il prezzo è questo credo proprio che non mi divertirò più- borbottò Lils che non desiderava altro di tornare a dormire, preferibilmente nel suo bel letto a baldacchino.
-Vedi il lato positivo, almeno non sei conciata male quanto la nostra Kim- ridacchiò evidentemente divertito Zabini facendo un cenno col mento verso la chioma platinata della ragazzina, che non dava segni di vita.
-Eh, cosa, chi mi ha chiamato? Mi chiamo Kimberly Malfoy- scattò all'improvviso la diretta interessata con voce sognante e allo stesso tempo stanca, come di una che non dorme da giorni.
-Nulla cara, nulla, torna a dormire,- le picchiettò rassicurante una spalla Lils, mentre pensava stancamente a qualcosa da mangiare che non le desse la nausea.
-Ma Lils.. come sei conciata? Perchè hai su ancora il vestito di ieri sera?- domandò all'improvviso Al che sembrò prendere coscienza del posto in cui si trovava e con chi era. All'improvviso Lils arrossì rendendosi conto che era entrata con il vestito della sera prima e senza scarpe in Sala Grande davanti a tutti i professori.. e gli alunni, per di più con Scorpius Malfoy.
-Oh, temo di essermi dimenticata di cambiarmi- rispose evasiva lei, cercando di non sembrare troppo colpevole e se non fosse stato che erano tutti a pezzi di sicuro avrebbero sospettato qualcosa, o forse, semplicemente non lo diedero a vedere.
-Ah, okay- represse uno sbadiglio il fratello seduto dall'altra parte di Kim, vicino a cui si era seduta Lils, che aveva di fronte Amy e all'altro lato Scorpius.
-Volete un po' di questa pozione? Fa miracoli sul dopo-sbronza, mi hanno passato la ricetta un paio di Corvonero del sesto- alzò la tazza in cui stava rimestando da un bel po'.
-Mhm.. tanto peggio di così non mi potrà far stare, no?- borbottò la rossa prendendogliela di mano e bevendone un sorso. -Ma fa schifo, è amarissima!-
-Lo so, ma sai che le medicine sono tutte amare,- rispose mesta Amy, neanche lei molto entusiasta della pozione, -ma è necessaria se non vuoi avere mal di testa tutto il giorno.-
-Io ho solo mal di schiena- borbottò Scorpius prendendo l'intruglio dalle mani di Lils e bevendone un po', nonostante la sua precedente affermazione.
-Come mai?- Chiese Albus allungando la mano per guadagnarsi anche lui un po' di antidoto per le lance che gli trafiggevano il cervello.
-Chiedilo a tua sorella, il perchè,- ghignò malizioso Malfoy allungandosi per prendersi un po' di pane tostato.
-Cosa dovrei chiedere a chi?- lo guardò sbigottito Albus con tutta l'aria di chi aveva appena ricevuto un pesce in faccia, ancora con la tazza in mano nell'atto di bere.
-Niente Al, niente- lo zittì la diretta interessata mentre tirava una non tanto leggera gomitata a Scorpius che soffocò un improperio -da un po' di quella sbobba a Kim quando hai finito, o rimarrò senza i compiti di Pozioni se muore.-
-Ma..- cercò di continuare il discorso il ragazzo, ma quando vide l'occhiataccia che gli lanciò la rossa evito di proseguire, piuttosto saggiamente oserei aggiungere.
Dopo che tutti finirono di fare colazione e di bere l'intruglio di Emily si diressero pian piano ognuno verso il rispettivo dormitorio, Lily zampettando a piedi nudi dopo aver svicolato le domande della proprietaria sugli scomodissimi trampoli che le aveva prestato la sera prima e che erano misteriosamente spariti, Kimberly praticamente strisciando verso i sotterranei accompagnata da tutti gli altri, messi pressapoco come lei.
Era passata poco meno di una settimana dal compleanno di Lily e le voci continuavano a fioccare come neve il giorno di Natale, che era stata un successo, ma non solo per l'accurato impegno con cui l'avevano preparata le sue amiche, no, perchè, a quanto pareva, erano scoppiate parecchie coppie, ad esempio Lily e Scorpius. Poco importava che quando si incontravano per i corridoi cambiassero puntualmente strada o che la ragazza non frequentasse più i luoghi adibiti ai Serpeverde, compreso il tavolo. Poco importava che lei smentisse tutto ogni volta che le veniva chiesto qualcosa, persino dalla cugina Rose che era stata investita da una crisi isterica in piena regola della rossa. No, tutto questo era irrilevante perchè in giro c'era gente che giurava persino di averli visti entrare in Sala Grande quella fatidica mattina mano nella mano, o baciarsi in qualche angolo sperduto del castello o qualsiasi altra panzana che solo Merlino sapeva.
C'era anche la coppia Albus e Kim, non smentita con altrettanto vigore, ma pur sempre negata da entrambi che però continuavano a frequentarsi amabilmente. Alla fine, le aveva rivelato Kim, che non ricordava molto dell'accaduto, si erano addormentati nel letto di Al senza fare assolutamente nulla, dopo una notte passata a parlare. Per quanto riguardava la coppia Zabini Warrigton, meno parlata per loro fortuna, Lily sapeva poco o niente, se non che si erano allontanati dopo essere arrivati al falò e che erano andavano d'amore e d'accordo, forse fin troppo per dei normali amici.
Sospettava anche che Rose ce l'avesse con lei per qualche oscuro motivo, ma forse era semplicemente la sua immaginazione che galoppava stando più spesso del solito con lei, ormai divisa solo fra i tavoli Grifondoro e Corvonero, non senza una certa gioia dei gemelli Scamander e di Hugo, felici di riaverla per loro dopo tanto tempo. In effetti era una vita che non passava intere giornate con loro a scherzare su tutto, a rincorrere un boccino in mezzo al parco o altre cose decisamente stupide che sapevano renderla felice.
Una sera Lily si accorse di aver lasciato a Kimberly i suoi appunti di Trasfigurazione per la lezione del giorno dopo ed essendo tardi era sicura che fosse in Sala Comune, cosa che non la entusiasmava visto che stava di sicuro con Albus, Zabini, Amy e.. Scorpius, quell'idiota. Così si ritrovò a pregare in ginocchio Rose che andasse al posto suo a chiederglieli e alla fine, esasperata la mora aveva accettato.
Quando arrivò davanti all'arazzo, seguendo le indicazioni di Lils, mormorò la parola d'ordine ed essa si aprì magicamente, lasciandole vedere quel luogo in cui la cugina passava la maggior parte del suo tempo libero da tempo immemore, mentre per lei era tutto così.. nuovo, diverso. Vi era entrata una sola volta, ed era stato alla festa, in cui era tutto decisamente diverso.
Nonostante le previsioni di Lily in sala comune non c'era nessuno del gruppetto, tanto meno Kim. Stava per girare i tacchi sbuffante per quel viaggio inutile quando vide Zabini spaparanzato davanti al fuoco.
-Salve.. Zabini?- disse un po' timidamente, del tutto priva del coraggio della cugina.
-Sera Weasley, quale danno celebrale ti porta qua sotto?- chiese lui a mo' di saluto osservandola curioso.
-Quello per eccellenza, Lily, ha lasciato i suoi appunti a quel disastro della sua amica e ha mandato me a riprenderli- borbottò lei un po' scocciata, del tutto dimentica per qualche istante della sua timidezza, troppo intenta a lamentarsi.
-Quella Potter è un disastro, prima o poi ci riempirà anche di Grifondoro, te lo dico io- scosse la testa il moro, -beh, Kim è di sopra insieme a Leanne.. credo debbano provare un nuovo vestito o giù di lì, te la vado a chiamare- detto questo si alzò e sparì nei dormitori femminili tornando poco dopo con un plico di pergamene piuttosto consistente e ricoperto dalla scrittura disordinata della Potter.
-Non può scendere ora, ma mi ha detto che dovrebbero essere questi,- le disse scocciato porgendoglieli.
-Grazie,- sorrise timidamente Rose allungando le mani per prendere i fogli.
-Delusa dal non aver trovato Malfoy, eh?- la domanda a bruciapelo del moretto la lasciò di stuccò, tenendo i fogli dalla parte opposta in cui la teneva Zabini.
-C..Come scusa?- cercò di fingersi ignara a cosa si riferiva il ragazzo facendogli allargare un sorrisetto compiaciuto sulle labbra.
-Allora ce l'avete qualcosa in comune tu e quell'impiastro- ammiccò lui, -mentite in un modo spudoratamente palese- chiarì alla vista dell'espressione ancor più sbigottita di Rose.
-Non sto mentendo- si difese frettolosa la ragazza, fin troppo frettolosa.
-Oh certo che no e il mio migliore amico e Godric Grifondoro- ghignò Ares compiaciuto, che a quanto pareva si divertiva così.
Rose rimase in silenzio, a guardarlo negli occhi e poi una scintilla le illuminò gli occhi color cioccolato. -Beh, dicono che tu sia all'altezza del tuo amico- assunse un'aria abbastanza civettuola, come se ora fosse lei a voler giocare in modo decisamente poco elegante.
-Chi, Godric?- chiese innocentemente Ares stando al gioco.
-Oh no, non lui, parlo di Scorp..Malfoy- continuò lei, decisamente goffa tutta presa nel suo ruolo di caricatura di una seduttrice.
-Così dicono,- ribatte maliziosamente Zabini, chiedendosi dove la ragazza volesse andare a parare.
-Perchè non me lo dimostri?- gli sorrise lei avvicinandosi e poggiandogli le mani attorno al collo, con ancora gli appunti di Lily in mano.
-Perchè dovrei farlo?- domandò lui, nonostante gli avesse posato docilmente le mani sui fianchi, sembrava curioso, come se quel goffo tentativo di sedurlo per lui fosse un semplice esperimento.
-Oh, non so..- ribattè lei un po' impacciata cercando di spacciare quel sussurro non per indecisione, ma per ambiguità degna di Daphne Greengrass, con scarsi risultati si potrebbe aggiungere, -potremmo divertirci un po' assieme.-
E tutto successe in un istante, le loro labbra s'incontrarono e il motivo per cui Rose era stata mandata lì cadde a terra spargendosi sul pavimento, mentre l'arazzo si apriva ed entravano ridacchiando Scorpius e Amy, bloccandosi non appena li videro. Lui del tutto indifferente stava per tirar dritto, ma venne bloccato dall'amica che gli si aggrappo al suo braccio perforandolo con le unghie perfettamente curate e smaltate di verde, sembrava congelata, come il sorriso che fino a poco prima campeggiava sulle sue labbra, incapace di emettere qualsiasi suono. Come tutto era iniziato finì e Rose e Ares si staccarono, Amy cercò di riprendere un contegno degno di lei e Scorpius rimase zitto mentre lo sguardo quasi trionfante di Rose Weasley si posava su di lui prima di chinarsi a raccogliere in una manciata tutti i fogli e scappare via, superandoli quasi di corsa, mentre Zabini piuttosto confuso mandava lo sguardo da lei a Emily, da Emily a Rose.
-Hey amico, ora pure le secchione ti fai?- sentì dire da Scorpius la Corvonero prima che l'arazzo si chiudesse dietro di lei e le lacrime le rigassero le guance, a lui non importava nulla di lei. Ecco la dura e cruda realtà, che aveva voluto dimostrare con quel gesto?
Quando arrivò in sala comune poggiò le pergamene spiegazzate e ignorando le richieste continue di Lils filò subito a letto.
Il mattino dopo fu la stessa scena muta e quando alla pausa di metà mattina incontrò Kim al suo solito, la rossa non ricevette spiegazioni sufficienti per capire cosa l'avesse sconvolta così.
A pranzo andò da Hugo, per evitare lo sguardo accusatorio della cugina e si confortò scherzando con lui e i suoi compagni di casa, notando appena che Amy e Scorpius parlottavano fitto fitto al tavolo accanto. Solo il giorno dopo capì cosa complottavano, dato che lo vide coi suoi occhi.
Rose, stranamente, venne chiamata tramite un primino al tavolo Serpeverde, con grande sorpresa di Lils e dei gemelli che la seguirono con lo sguardo mentre andava timorosa fino al suddetto tavolo, finchè non andò vicino nientemeno che a Scorpius Malfoy. Li videro parlare per qualche istante, Rose che scuoteva la testa e l'impressione indecifrabile del ragazzo, era impossibile capire che si dicessero dato che Rose era di spalle e Scorpius come al solito sembrava un pezzo di ghiaccio per quanto era espansivo. Poi, ad un tratto, dopo un po' che parlavano si sedette accanto a lui e le venne offerto qualcosa da mangiare da nientemeno che da Amy, che l'aveva sempre dichiaratamente detestata come Kimberly che sembrava ignara quanto loro mentre li fissava con un enorme punto interrogativo sulla testa bionda. Stavano per tornarsene alla loro colazione quando un urletto giunse dal tavolo Serpeverde, più precisamente da Rose che saltò in piedi rischiando di inciampare con una mano sul viso. Lily non ci pensò due volte, si alzò di colpo e passo di marcia raggiunse il Serpeverde che sembrava ghignarsela da matti.
-Che cazzo le hai fatto sta volta razza di idiota?- gli si parò davanti già pronta ad esplodere.
-Si può sapere che vuoi da me Potter, non mi sembra che nessuno ti abbia interpellata- la liquidò scocciato mentre Emily sembrava piegarsi in due dalle risate.
La rossa passò in rassegna il gruppetto e vide che solo Scorpius e lei sembravano capire cose stesse succedendo, mentre Rose era scoppiata a piangere. E quando la guardò capì il perchè, le stavano spuntando peli ovunque, compresi due bei baffoni da tricheco verde fluo e sulle mani sembrava già spuntare un accenno di peluria giallo canarino.
Sembrò che un vulcano esplodesse in lei, tutta la rabbia repressa, il nervosismo, la tensione di quella settimana scoppiò in unico gesto. Fu un attimo, Lily si gettò su Scorpius e lo prese per il colletto, con violenza, con gli occhi dardeggianti.
-Sei un essere disgustoso che prova piacere solo nel dolore altrui, mi fai rivoltare lo stomaco, ritira subito quel cazzo d'incantesimo o ti spacco la faccia, quanto è vero Merlino- lo minaccio lei scuotendolo.
-Mettimi subito giù quelle manacce da dosso Potter o non rispondo di me,- socchiuse in due fessure gli occhi lui minaccioso. Lei lo mollò di colpo.
-Va bene- disse improvvisamente gelida, poi alzò la mano e gli assesto un pugno in piena faccia, facendogli portare anche a lui le mani al viso.
-Lily, andiamo, è solo uno scherzo- lo giustificò Amy vedendo che Lily era pronta a mollargliene un altro. Le parole dell'amica la fecero gelare. Rimase per un attimo a fissare Malfoy e poi si voltò verso di lei, con una luce diversa negli occhi, feroce.
-E tu questo lo chiami scherzo?- urlò indicando con una mano la piangente Rose fra le braccia di Al, senza notare la folla che si stava accalcando dopo il suo gancio a Malfoy, -mi fai schifo quanto il tuo amichetto, siete due luridi bastardi e tu, tu per me sei morta- il tono era così duro, definitivo che gelò sul posto Emily, senza parole fissando la sua ormai ex-migliore amica stralunata.
-Quella morta qua sei tu Potter,- disse una voce rabbiosa che apparteneva a Scorpius mente si alzava e tirava fuori la bacchetta e gliela puntava addosso, facendo scoppiare a ridere amaramente Lily.
-Cose c'è? Paura Malfoy? Hai bisogno di una bacchetta per battere una ragazzetta alta un metro e cinquanta perchè hai paura che alla babbana non ci riusciresti?- lo derise lei, decisamente fuori di se, -sei patetico.-
-Qui di patetica vedo solo te, sempre uguale a tuo padre e tuo fratello, pronta a difendere l'onore di tutti,- ribattè duro lui e al solo sentir nominare suo padre con quel tono sprezzante i nervi di Lily Luna Potter cedettero del tutto, facendola avventare contro il biondino come una banshee, peccato che nessuno scoprì mai se se la sarebbe cavata dato che fu prontamente afferrata da Lysander per la vita.
-Lasciami, lasciami maledetto idiota, lo ammazzo quel bastardo, quel lurido essere senza morale- urlò cercando di divincolarsi lei tanto che servì l'intervento del fratello per non farla scappare.
-Lils, non ne vale la pena, è solo un viscido Serpeverde, che ti aspettavi da lui?- le disse Lorcan parandosi davanti a lei. Già, che si aspettava da lui? Non lo sapeva nemmeno lei, in fondo, lui era sempre stato se stesso e allora perchè le faceva così fottutamente male, alla stregua di un tradimento?
-Non me ne fotte un cazzo se ne vale la pena o no, voglio solo levargli quel fottuto ghigno dalla faccia!- urò fuori di se lei, mentre si dibatteva come una disperata.
-Sei patetica Potter, cosa credi di poter fare contro uno che è alto il doppio di te?- la derise, non Malfoy, ma bensì Amy parandosi al fianco di Scorpius a cui aveva cominciato a sanguinare il labbro.
-Di sicuro riuscirei a spaccare la faccia a te puttanella,- ribattè lei urlandole addosso adirata come non mai. -Mi fate schifo, vi completate! Perchè non vi mettete assieme e non fate tanti bastardelli striscianti e cazzoni quanto voi? Eh?- sputò quelle parole come se fossero veleno verso quei due, verso la sua ex-migliore amica, verso il suo arci-nemico che si era rivelato peggio di quanto avesse mai sospettato proprio quando gli aveva dato un minimo di confidenza, era infuriata anche con se stessa che si era permessa quella debolezza.
-Pensò che lo andremo proprio a fare, bene, ti saluto Potter- ribattè gelida la Warrigton compiaciuta, prendendo Scorpius e tirandoselo dietro, mentre Lily tentava ancora di divincolarsi, ma un altro urlo, proveniente dalla biondina fino a poco prima accanto a Scorpius sposto l'attenzione di tutti.
-Mai, lurida puttana- le saltò addosso Kimberly, che, diciamocela tutta, aspettava l'occasione giusta da anni per fare a botte con Amy, -non finirò mai imparentata con te!-
In un attimo le fu addosso, aggrappata alla sua schiena mentre le tirava i capelli come un'indemoniata, manco avesse Voldemort stesso reincarnato dentro di sé.
Peccato che la rissa fu bloccata sul nascere prima che Lils riuscisse a liberarsi per andare a dar man forte all'amica dalla McGrannit fumante di rabbia e con le labbra sottili più che mai.
-Potter, Malfoy, Weasley, Warrigton, che razza di pandemonio è questo? Cosa succede?- le mani sui fianchi, gli occhi sottili quanto le labbra che quasi non si vedevano più sarebbero stati completati perfettamente da un bel filo di fumo che le usciva dalle narici dilatate.
-Niente Professoressa, devo solo ammazzare quell'emerito imbecille di Malfoy!- rispose del tutto noncurante del linguaggio o dell'atteggiamento la rossa fumante.
-POTTER! Si calmi, non ammetto certi termini nella mia scuola!- esclamò ancor più scandalizzata la donna -posso sapere che cosa sta succedendo qua? E ricevere risposte sensate, Mr. Potter?- si rivolse ad Albus che ancora teneva fra le braccia Rose singhiozzante, piegata su se stessa.
-Quel coglione ha affatturato o dato una strana pozione a mia sorella!- sbottò Hugo, che si accorse solo in quel momento, era stato trattenuto da due suoi amici fino a poco prima, probabilmente anche lui intento a voler uccidere il coglione in questione.
-Weasley! Possibile che non ci sia più un minimo di decoro in questa scuola?- la McGrannit era decisamente allibita, -tutti nel mio ufficio, ORA! E tu Spanks porta la signorina Weasley in infermeria,- si rivolse infine ad uno degli amici di Hugo che la prese sotto braccio e sparì in fretta con la ragazza tremante che stava per diventare una parrucca per clown.
Quando furono tutti stipati nella Presidenza, Lily seduta con dietro di sei, ai suoi due lati, Lorcan e Lysander che avevano deciso saggiamente di tenersi pronti a possibili scatti d'ira, Albus, in piedi con le mani posate sulle spalle della sorella e Kimberly che se ne stava da un lato di Scorpius, mentre dall'altro ci stava Amy. Hugo era accanto a Lily.
-Ora, con calma e senza improperi, spiegatemi cos'è successo- cercò di rimanere calma la McGrannit la cui faccia tono faceva chiaramente capire che era allibita da quella faccenda, Lily e Scor avevano litigato spesso, certo, ma mai fino al punto di picchiarsi.
-Oh, non c'è nulla da spiegare, lei ha di fronte a se un totale ed emerito imb..- cominciò Lils acida fregandosene altamente dell'etichetta.
-Lils, forse è meglio se spieghiamo noi, eh?- la bloccò sul nascere Lysander, -bene, non c'è molto da spiegare, Emily Warrigton e Scorpius Malfoy hanno affatturato o qualcosa di molto simile Rose Weasley- spiegò conciso guardando dritto negli occhi la preside, con il disprezzo che trasudava da ogni parola all'apparenza pacata e ragionata.
-Qualcosa da dire a vostra discolpa?- chiese concisa lei spostando lo sguardo sui due diretti interessati la donna.
-Niente,- alzò la testa orgogliosamente Emily, mentre Scorpius rimase semplicemente zitto, svaccato sulla sua sedia mentre si tamponava il labbro ormai gonfio, con sommo piacere di Lily.
-Perfetto, allora chi non c'entra in questa storia può anche andarsene,- concluse la McGrannit e quando vide anche Lily alzarsi la lanciò un'occhiata scettica che non ebbe bisogno di parole, facendola sedere di nuovo. Quando rimasero soli Lily, Scorpius, Kim e Emily la professoressa li passò in rassegna con lo sguardo uno ad uno.
-Mi avete molto deluso, soprattutto lei signorina Warrigton, pensavo avesse più cervello,- prese la parola, mentre il vecchio alle sue spalle li osserva interessato, -di voialtri mi stupisco poco, dato che vi vedo più spesso io che i vostri genitori, ma non mi sarei mai immaginata che sareste arrivati fino a questo punto.-
Rimasero tutti in ostinato silenzio, Lily cercando di trattenersi dal parlare dato che avrebbe sicuramente sparato solo altri improperi verso Malfoy che manteneva una faccia da poker inimitabile, mentre Kim guardava con astio la bionda accanto al fratello augurandole mentalmente una morte lunga e dolorosa, ma soprattutto dolorosa.
-Se non avete nulla da dire a vostra discolpa,- e qui fece una pause aspettandosi evidentemente le solite lamentele di Lils su Malfoy e viceversa che non arrivarono, -passiamo alla punizione al riguardo,- continuò piuttosto sorpresa intimamente che filasse tutto così liscio, -5O punti in meno a testa e dovrete pulire la sala trofei,- indicò Amy e Scorpius -e i vasi da notte in infermiera,-indicando Lily e Kimberly.
-Ma professoressa!- esclamarono indignate le ragazzine a cui era toccato il compito più ingrato.
-Ovviamente senza magia,- aggiunse imperterrita senza dare corda alle due -è tutto, potete andare.-
Ci fu uno strisciare di sedie e poi uscirono tutti dall'ufficio della preside scontenti, mentre il vecchio con la barba li seguiva con lo sguardo.
-Anche i loro genitori erano così, tali e quali- borbottò la McGrannit prendendosi la testa fra le mani sconsolata.
Dumbledore ridacchiò, -oh sì, a quanto pare se non c'è Lord Voldemort ci pensano loro a movimentare la vecchia e cara Hogwarts.-
Le conseguenze di quella lite furono molteplici: Rose dovette rimanere due settimane in infermeria mentre madama Chips pensava al suo 'deforestamento'; Kimberly frequentava molto meno la Sala Comune Serpeverde, assieme ad Al che avevano deciso di passare un po' più di tempo con Lils ed evitare Amy e Scorpius, di cui il secondo aveva un labbro gonfio risultato del pugno di Lily che le dava gran soddisfazione ogni volta che anche solo s'incrociavano e lo vedeva. Infine ora, non solo Hogwarts, ma tutto il mondo magico si faceva i fatti della Potter e compagnia bella, ormai tutti i giornaletti come 'Strega Oggi', o il 'Morning Witch' o ancora il celeberrimo 'Strega 2OOO', tutti pronti a fare congetture e soprattutto gossip. Sembravano tutti pronti a farsi i fatti dei figli delle più celebri famiglie dato che dopo la seconda guerra magica non era successo nient'altro di altrettanto interessante. Lei non leggeva quel genere di riviste, era stata Rose a cui erano capitati per caso e sfogliati per noia a farglieli notare durante una sua visita.
-Lils, devo farti vedere una cosa,- le disse ad un tratto la cugina mentre Lily se ne stava seduta al bordo del suo letto, dopo un momento di silenzio in cui sembrava aver cercato di prender coraggio.
-Guarda che se è per la Nutella, già lo so che l'hai finita, ma te l'ho detto, era per te, mica devi sentirti in colpa..- cominciò Lils a rincuorarla sorridente.
-No, devo proprio farti vedere una cosa..- l'interruppe lei sul nascere mettendo una mano sotto le coperte e tirandone fuori tre riviste con la copertina lucida in cui campeggiava pressoché lo stesso titolo a grandi lettere, -ecco, leggi..-
Lily curiosa prese in mano ciò che le porgeva la cugina e se le passo davanti una a una: la prima aveva un titolo in rosso che diceva 'Potter e Malfoy, la faida ricomincia?' e sotto c'era una foto dell'accaduto, proprio quando lei si dimenava trattenuta dai gemelli Scamandro. Che poi, chissà come se l'erano procurata.. probabilmente era stata fatta da uno studente. Sotto l'articolo proseguiva accennando al fatto che dopo anni di pace, invece di una presunta relazione come si ipotizzava per Hogwarts fino a due settimane prima, era scoppiata una lite fra i due, a cui gli altri componenti delle due famiglie avevano preso parte solo da parte dei Malfoy con l'assalto di Kimberly a Amy che, per fortuna, non veniva raffigurato. Gli altri erano molto simili e lasciarono Lily letteralmente a bocca aperta, ma come si permettevano quelli? Strinse i pugni attorno ai plichi di fogli mentre la moretta la guardava ansiosa.
-Lils.. sai, l'ho visto per caso e mi sembrava giusto che tu vedessi.. insomma, ecco.. tutto okay?- balbettò senza sapere cosa dire mentre la rossa rimaneva sempre con lo sguardo fisso su quella foto, dove si vedeva benissimo Amy guardarla ostile mentre lei scalciava come una dannata, sembrava una furia.
-Tutto okay Rosie, certo, è solo uno stupido articolo,- alzò di colpo lo sguardo lei cercando di sorriderle in modo convincente, -in fondo ce lo dobbiamo aspettare essendo figli del 'Prescelto', salvatori del mondo magico e baggianate simili- continuò poco convinta. Rose annuì e calò il silenzio fra le due, interrotto solo dal ticchettio dell'orologio attaccato al muro davanti al letto di Rose.
-Posso solo chiederti una cosa?- domandò all'improvviso Lily riportando lo sguardo sulla cugina dalla finestra dove aveva perso lo sguardo fino a poco prima.
-Dimmi,- rispose sorpresa la ragazza, chiedendosi cosa volesse sapere.
-Vorrei tanto sapere perchè ce l'avevano con te, sai.. lo scherzo,- disse lentamente Lils, come se parlasse fra se e se invece che porre una domanda alla Weasley. Lei in tutta risposa arrossì violentemente , anche se si vide poco grazie alla peluria ancora piuttosto consistente di uno sgargiante verde acido.
-Ecco..io..- cominciò senza troppa convinzione, -iohobaciatoZabini- disse tutto d'un fiato, sperando che sua cugina non capisse.
-Tu hai baciato dei bambini? E' che c'entra?- chiese sorpresa Lily che evidentemente non aveva proprio capito.
-No, Lil..- fece una pause respirando profondamente, -io ho..baciato..ecco..Zabini- riuscì a sputare fuori Rose, dicendolo per la prima volta a qualcuno, anche se non sembrava molto sollevata di essersi liberata di quel peso.
-TU HAI FATTO COSA?!- sbarrò gli occhi Lily sbigottita, sua cugina aveva la vita sentimentale di uno Schiopodo Sparacoda e ora le veniva a dire che si era fatta uno dei suoi amici coglioni, per di più un Serpeverde?
-Sì..io..ecco..- provò a giustificarsi la ragazza senza molto successo, arrossendo violentemente.
-Non devi sentirti in colpa Rosie, tranquilla- provò a tranquillizzarla Lils cercando di tenere per se lo shock e cercare di rimediare a quello della cugina.
-No, lo è- bisbigliò ancora più imbarazzata Rose, cercando di dire tutta la verità.
-No certo che no, insomma, è un bacio.. saranno pur fatti tuoi chi ti baci,- cominciò a parlare velocemente Lily cercando di convincere più se stessa che lei, -e poi mica ci sei andata a letto.. perchè non ci sei andata a letto vero?- la domanda era quasi supplichevole, faceva tenerezza, quasi fosse una bambina in cerca di conferma dalla madre che quello che era successo fosse solo un brutto sogno e nulla di più.
-No, no, per Merlino, no!- scosse violentemente la testa la moretta decisamente più traumatizzata da quella domanda che dalla reazione della cugina.
-Oh bene,- sospirò compiaciuta la rossa abbassando lo sguardo sulle riviste che aveva ancora nelle mani, facendo una breve silenzio in cui l'imbarazzo di Rose si sarebbe potuto tagliare col coltello.
-Posso chiederti un'altra cosa Rosie?- domandò all'improvviso Lils alzando la testa di scatto, un po' anche per distogliere gli occhi dalla vista di quelle foto che un po' le facevano male, forse era l'aria strafottente di Amy, forse era Rose fra le braccia di Al che singhiozzava, o forse era proprio la sua stessa immagine a farle così male, vedersi così furiosa verso persone che prima le erano così amiche.
-Dimmi..- disse quasi in un sussurro la ragazza, come se si aspettasse già che cosa voleva chiederle.
-Ecco.. non è per farmi i fatti tuoi, davvero, ma ecco non vi ho mai visto parlare e insomma..- cominciò a borbottare mentre la sua voce sfumava sempre di più man mano che arrivava al punto cruciale della domanda, torcendosi le mani, non era brava con queste cose, non era da lei impicciarsi, non le piaceva.
Rose prese un gran respiro e si mise più dritta contro i cuscini, -non c'è un vero motivo,- cominciò, ma sembrò accorgersi che mentiva, anche a se stessa probabilmente perchè si blocco di colpo e scosse la testa, -no, in realtà c'è.. io volevo vendicarmi, dimenticare, non lo so, è che..- prese un respiro profondo, Lily non osava proferir parola o la moretta che ormai era diventata un peperone avrebbe di sicuro perso il filo del discorso; -Malfoy, Malfoy.. è tutta colpa sua.. e anche un po' tua, sai?-
-Mia?!- strabuzzò gli occhi la ragazzina, del tutto ignara di come potesse c'entrare in quella storia, soprattutto 'al fianco' di quell'essere meschino.
-Sì, non propriamente tua, ma un po' sì, ero gelosa.. sai, ho..- iniziò a parlare piano, come se pesasse ogni singola sillaba che diceva, -no, io avevo una cotta mostruosa per Malfoy e.. oh, non guardarmi così Lils, lo so che è assurdo, cioè, io? Chi mi guarderebbe mai? Non provare ad interrompermi e ascoltami: io lo so che non ci ho mai parlato particolarmente, che non sono interessante, quella interessante sei tu, insomma, hai amici ovunque, sei sempre così allegra vivace e ultimamente Malfoy era strano, non ti levava mai gli occhi di dosso, insomma, dopo la festa.. le voci che sono scoppiare, io, ecco, mi sono sentita tradita, sì, mi avevi tolto anche questo, anche se era una stupida cotta,- aveva detto tutto questo senza nemmeno riprendere fiato, sputando veleno che, anche se non voleva, entrò dentro la rossa come un fiume in piena, si sentiva in colpa, anche se non capiva il perchè.. in fondo che aveva fatto di male? Era al pari di quell'essere ripugnante? Rimase in silenzio per un po', con lo sguardo basso, di nuovo, sempre a fissare quelle foto che ora le sembravano avere una luce diversa, ora non erano solo i due Serpeverde i mostri, ma anche la ragazzina che si dimenava trattenuta dai amici.
-P-Posso chiederti solo un'altra cosa?- disse a voce bassa, sempre evitando lo sguardo della cugina, -anzi due.-
-Certo, già che siamo in vena di confessioni,- il tono amaro di Rose la colpì sempre più a fondo, ma cercò di non farci caso, insomma, non poteva scoppiare a piangere, era lei il mostro secondo lei, no?
-Primo: tu hai detto che ti avevo tolto 'anche questo', cosa vuol dire quell' 'anche'?-
-Oh Lil, è una sciocchezza che ho detto, mie piccole paranoie, tranquilla- cercò di sviarla lei, evidentemente in imbarazzo dal suo tono di voce, ma Lily continuò a mantenere lo sguardo basso.
-No, io ora voglio saperlo, perchè ti giuro, che se ti ho fatto del male.. non l'ho fatto apposta, ti voglio bene.. voglio rimediare- infine, disse quelle due ultime parole con sicurezza, alzando finalmente la testa e fissandola dritta negli occhi color caramello, con intensità, quasi chiedesse aiuto, invece che volerlo porgere.
-Lil..- disse in tono supplichevole la ragazza, ancora piena di quella stupida peluria che nel suo sgargiante verde fluo le sembrava così triste, paradossale.
-Rosie,- rispose sicura lei, mantenendo lo sguardo fisso nei suoi occhi. La ragazza prese un respiro e poi spostò lo sguardo verso la finestra di fronte al suo letto.
-E' che.. sono sempre stata gelosa di te in un certo senso, qualunque cosa facessi, la piccola Lily faceva sempre meglio, lei sempre quella allegra, vivace, quella che faceva amicizia con tutti, invece Rose no, Rose era quella che se ne stava chiusa in camera a leggere, quella timida, quella intelligente, ma in un certo senso terribilmente inferiore alla bambina che sgambettava in giro come un maschiaccio. Poi sono arrivata ad Hogwarts, Corvonero, mi sentivo fiera di me, ero la prima da generazioni, era qualcosa che era solo e soltanto mio, ero talmente intelligente da essermelo meritato ed ecco tutti ad osannare la piccola Potter che diventa anche lei Corvonero, tu eri quella migliore di tutta la famiglia, quella bella, quella che piaceva ai ragazzi fin da quando avevi undici anni e io invece ero il topo di biblioteca che arrossiva anche solo a salutarli, io non ero speciale..- man mano che Rose parlava assumeva sicurezza e alla fine la fissò dritto negli occhi, il secondo fiume di parole scosse Lily forse più del primo, se non fosse già stata seduta sarebbe crollata sotto il peso di quelle parole? Lei la speciale, la migliore? In cosa? In combinare guai forse? Lei non aveva mai voluto questo, era sempre stata maledettamente se stessa, ma non andava bene, aveva solo provocato dolore a Rose e chissà quanti altri, forse era lei quella sbagliata.
-Io..- riuscì solo a dire, in preda allo sconforto, si sentiva maledettamente in colpa, Miseriaccia!
-Non c'è nulla da dire Lil, sono solo io.. l'altra domanda qual'era?- la bloccò una seconda volta la cugina, melanconica.
-Oh, non è niente..- mentì Lily, alzandosi di scatto, facendo cadere tutte le riviste che teneva sulle ginocchia per terra, e sorridendole al meglio che poteva, -io ora devo andare o Madama Chips potrebbe cruciarmi, si sta facendo sera.-
-Ma.. Okay, ciao Lil, buonanotte per dopo- fece una smorfia Rose, che poteva essere qualcosa di simile al tentativo di sorridere di Lily.
-Buonanotte Rosie,- fece Lils prima di uscire veloce dalla stanza, che stava diventando troppo piccola, troppo.. opprimente per lei.
Erano ancora le sei e lei doveva fare qualcosa o sarebbe impazzita, la scelta ebbe luogo in un nanosecondo nella mente della rossa: volare. Ecco l'unica cosa che l'avrebbe distratta.
Corse su nella sala comune di Corvonero, dove c'erano anche Lysander e Lorcan a cui non rispose nemmeno quando la salutarono, non per cattiveria, ma se si fosse fermata sarebbe scoppiata a piangere come una bambina nelle loro braccia e già sapeva cosa avrebbero pensato e detto se gli avesse raccontato tutto: che Rose era un'egoista, che non era colpa sua, in fondo era ciò che ogni tanto le frullava nella mente, quasi ci fosse un motivo per giustificarsi. Afferrò la scopa da sotto il letto, dove la teneva di solito non fidandosi del casotto della scuola e corse di nuovo giù, troppo stanca per correre ancora, individuò una finestra aperta nel corridoio, si mise in sella alla scopa e scalciò, appiattendosi per passare indenne dalla fessura.
Mentre sorvolava veloce il parco si chiedeva come potesse essere stata una così totale idiota, se se la fossero giocata lei e Malfoy probabilmente il titolo dell'anno l'avrebbe vinto lei. Già, Malfoy, ecco cosa voleva chiedere a Rose, perchè, perchè non si era fidata quando lei le aveva detto che non c'era niente fra loro? Poi non ce l'aveva fatta, come poteva recriminarle una cosa così stupida, lecita dato che neanche Kim ci aveva creduto quando glielo aveva raccontato, per poi rendersi conto che suo fratello, secondo lei, ci aveva provato con la sua migliore amica ed era quasi partita alla carica per andare picchiarlo. Si sentiva così stupida, una vera idiota. Altro che una punizione di due settimane in infermeria, si meritava anni di reclusione, almeno in isolamento dubitava che avrebbe potuto fare del male a qualcheduno.
Già la punizione che l'avrebbe rinchiusa dal giorno dopo ogni sera in infermeria, con Rose. Sperava riuscisse a guarire presto, ma ne era certa, dato che dopo una settimana in infermeria la peluria era decisamente diminuita, grazie al cielo un certo Goyle, Serpeverde del quarto anno, con McKenzie dello stesso anno di Lils, Tassorosso, nonché suo ex, erano già stati messi precedentemente in punizione per quella settimana, la stessa sorte che sarebbe capitata a Lils e Kim dal giorno dopo, insomma. Invece Scorpius e Amy avevano quasi finito e il Giovedì dopo la loro punizione sarebbe finita. Lily deviò verso il campo da Quidditch, intenzionata a distrarsi rincorrendo un po' il boccino, per evitare di rimuginare su quel pomeriggio, ma quando fu poco vicina avvistò una chioma bionda fra gli spalti che rideva sonoramente, tanto che si sentiva l'eco fin laggiù e una figura che sfrecciava sopra di lei, biondo platino.
Loro, loro e ancora loro, la fonte maggiore dei suoi guai dopo se stessa, che le rispuntavano davanti ogni istante; fece un'inversione a U decisa a non farsi nemmeno vedere e con la gonna della divisa che le colpiva le gambe mossa dal vento si diresse veloce verso la Foresta Proibita. Quello che non sapeva era che Lui l'aveva vista e che si era fermato a mezz'aria, a fissarla, con aria di sfida e indeciso, come se la volesse raggiungere.
-Scorpius, ti è andata in riserva la scopa?- lo chiamò Amy urlando, -SCORPIUS!-
-Guarda che non c'è bisogno che urli, ti sento benissimo,- disse lui acidamente distogliendo lo sguardo dalla sagoma dalla chioma rubina che si allontanava a tutta velocità.
-Non sembra sai? E' da un'ora che ti chiamo idiota- gli sorrise lei, vedendo il muso lungo di lui però ridivenne subito seria e spostò lo sguardo nella stessa direzione in cui l'aveva puntato fino a pochi secondi fa l'amico, ma Lily era già sparita, fra le fronde alte degli alberi. Rimasero in silenzio per un po', lei assorta e lui sospeso in aria. Erano cambiate troppe cose in pochissimo tempo,dovevano adattarsi e quei silenzi facevano bene ad entrambi. Era cambiato tutto.
Quella sera Lily decise di saltare la cena, si era accucciata nella Gufiera, con la scopa ancora con se a fissare le civette e i gufi che man mano che veniva il buio prendevano il volo, se ne stava lì senza pensare a nulla in particolare e contemporaneamente ad ascoltare le voci confuse che le si affollavano nella testa. Le metteva tranquillità quel posto, lo sbattere delle ali, il tubare pacifico degli animali, il silenzio ottavato, ma non totale, la solitudine. Ricordava che si era rifugiata quando si era mollata al terzo anno con Finnigan, l'aveva ritrovata Al dopo ore che la cercava disperato, quasi fosse sparita da giorni; ma se quella volta, in fondo, voleva essere trovata questa no, voleva solo rimanere sola, non sperava che arrivasse nessuno a tenerla fra le braccia e dirle che andava tutto bene, che era tutto fottutamente okay, perchè niente, assolutamente niente era 'okay'. Se ne stava lì a fissare un punto indefinito davanti a sé, accucciata nel suo angolino abbracciata alle sue ginocchia, voleva solo eclissarsi.
-Per Merlino, come fa Lils a stare qua, c'è una tale puzza!- la voce famigliare la fece sobbalzare, dopo ore di silenzio le faceva strano sentire voci estranee e lo scalpiccio di passi mentre superavano gli ultimi gradini. Il suo primo istinto fu quello di prendere la scopa e battersela, ma lei la conosceva fin troppo bene.
-Chiedilo a lei già che ci sei no?- ribattè una voce scocciata.
-E' quello che voglio fare, idiota, mi chiedo ancora perchè tu sia voluto venire con me- lo rimbrottò acida la ragazzina bionda accucciandosi davanti a Lily.
-Hey, tesoro, non credi sia ora di finire di fare l'emo asociale e di venire a mettere qualcosa sotto i denti?- le disse con fin troppa dolcezza Kim guardandola dritta negli occhi, con quel colore così simile al fratello, ma dal calore infinito.
-Hey..- la voce era rauca e faceva fatica a parlare, rimase solo un attimo a fissare l'amica negli occhi.
-Secondo me ha battuto la testa o qualche shock l'ha fatta rincretinire del tutto,- alzò un sopracciglio Zabini mentre fissava la testa rossa appoggiato all'entrata della Gufiera con la spalla, scocciato.
-Hey!- esclamò Lils indispettita alzando di scatto lo sguardo verso di lui, -so che ti senti solo Zabini, ma cretini come te nessuno.-
-Oh, almeno sta bene, continua a farti insultare Ares, così riprende pure colore,- ridacchiò Kimberly.
-Mhm.. potrei dire che è anche rincoglionita, che ne dici?- finse di pensarci un po' su il moro.
-Fottiti Zabini,- lo fulminò con lo sguardo Lily prima di alzarsi di scatto, -sto bene non preoccupatevi, ho fatto solo un voletto,- tentò di rassicurarli lei mentre si sgranchiva le gambe doloranti.
-Sì certo e io sono la figlia di Morgana e le mutande di Merlino in persona,- si mise le mani suoi fianchi guardando acidamente la sua amica, Kimberly.
-Oh, con tutte le parentele che hanno i Malfoy non me ne stupirei più di tanto,- ribattè altrettanto dolcemente la rossa.
-Vedi, non sta bene?- si girò indicandola ad occhi sgranati verso Zabini che invece se la rideva.
-Io invece la vedo in ottima forma,- la istigò lui -e poi com'è questa storia? Finchè insulta me sta bene quando comincia a farlo con te, no?-
-Esattamente, vedo che non sei così stupido come sembri,- annuì compiaciuta la bionda.
-Oh , andiamo ragazzi, sto bene, smettetela su, che mi fate venire il mal di testa- sbottò Lily bloccandosi nell'atto di scrollarsi la gonna della divisa.
-Dove credi di andare ragazzina?- si voltò di colpo Kimberly riportandosi le mani sui fianchi a mo di nonna Weasley.
-Kim.. sembri nonna Molly.. ed è una cosa preoccupante, molto preoccupante,- le fece notare la rossa alquanto sorpresa anche lei, -credo che passare tutte le estati da me ti faccia un brutto effetto.-
-Oh, Salzar, è vero!- esclamò Kim portandosi una mano alla bocca, traumatizzata e cominciando a sgambettare qua e là borbottando qualcosa come 'Salazar', 'Serpeverde' o 'papino non sarà per niente contento'. E mentre Kim vaneggiava Zabini le si avvicinò e le sorrise, non nel modo di fare degli Slytherin, no, era caldo, rassicurante.
-Potrai distrarre anche Kim che ha la concentrazione di un moscerino, ma non me.. che succede Lily?- Già, che succedeva? Sembravano tutti impazziti, come se il suo mondo perfetto si fosse all'improvviso rovesciato, lei compresa. Alla stregua di una di quelle sfere babbane che se le agitavi sembrava nevicasse, si sentiva.. capovolta. Lily scosse la testa e gli sorrise, non gli avrebbe detto nulla, no.
-Hey, io non sono un moscerino e tu Potter mi devi delle spiegazioni, ora- interruppe la loro discussione un'offesa Kimberly. Entrambi si misero a fissare Lils con aria decisa, tanto che alla rossa ritornò la più che mezza idea di prendere la scopa al volo e scappare da quelli sguardi seri, fin troppo determinati a sapere tutto. Non aveva via di scampo.
-Err.. io.. ecco.. oggi Rose mi ha detto delle cose,- rimase sul vago lei mettendosi una mano fra i capelli, come faceva ogni volta che era nervosa.
-E cosa ti ha detto quella scema?- cominciò subito in fase d'attacco l'amica, già pronta a picchiare qualcun altro, già che era in vena in quel periodo, mentre Lils si sentiva solo spompata. In poche parole, Lily cercò di riassumere il loro discorso, delle foto e tutto il resto e più ne parlava più un altro sentimento cresceva in lei: rancore. Sì, si sentiva stupida, ma era arrabbiata anche con Rose, le diceva che era colpa sua.. essere così, avere un carattere aperto.. era come se un pesce si arrabbiasse con un gabbiano perchè sapeva volare. Scacciò quelle idee stupide dalla testa e rimase in silenzio aspettando una risposta dai due che l'avevano pazientemente ascoltata in religioso silenzio. Per qualche istante si sentì solo il frullare delle ali degli ultimi gufi che prendevano il volo.
-Quella..quella cosa è ancora in infermeria, vero?- disse all'improvviso Kim a cui tremavano visibilmente le mani.
-Kim, Per piacere, non è colpa sua, te l'ho detto..- tentò di calmarla lei.
-Non è colpa sua? NON E' COLPA SUA? Quella emerita testa di imbecille ti ha attaccata con il pretesto che sei allegra.. CI CREDO CHE TI PREFERISCONO! Ma che Merlino di imbecille testa di cazzo è una tizia che incolpa la cugina di sorridere sempre? E grazie al cielo che lo fai, mica la vogliamo un'altra depressa come lei!- sbottò fremente la biondina, gesticolando -Ma che cazzo ti è saltato in mente poi a te di baciartela quella sciattona, non so io! IO L'AMMAZZO, giuro che vado lì e LE TORCO IL SUO STRAMALEDETTISSIMO COLLO, ALTROCHE'! La uccido come merita una maledettissima oca come lei!- Si rivolse rabbiosa poi verso uno scioccato Zabini che la guardava con tanto d'occhi mentre il vulcano di parole eruttava dalle labbra della biondina Serpeverde, sputando improperi che nemmeno si immaginava che lei conoscesse.
-Ma non lo so io perchè certa gente la lascino vivere, sarebbe da sopprimere alla nascita, cioè, quella cogliona che per miracolo è finita a Corvonero, perchè il massimo che si meriterebbe è Tassorosso, altrochè, mo viene a dire alla mia migliore amica che è colpa sua se lei non ha una vita? Ma che si curi!- sarebbe andata avanti per ore se Lils non avesse capito che era ora di fermarla.
-Kim, Kim, calmati, davvero.. io, okay, forse sono stata un pochino impulsiva a prenderla così.. così a male, forse qualche torto ce l'ha anche lei, ma calmati e riprendi fiato, okay?- la prese per le spalle e la fissò negli occhi, era sconvolta, talmente infuriata che non sembrava nemmeno lei, non era una di quelle sfuriate che faceva ogni tanto, no, questa volta era veramente una furia, gli occhi le lampeggiavano, le mani le tremavano, sembrava sconvolta.
-Niente forse Lils,- ringhiò fra i denti la biondina stringendo i pugni.
-Niente forse, okay, ma ora calmati.- l'accontentò lei.
-Lily.. devi capire che tu non hai nessuna colpa, se lei ha queste manie di inferiorità nei tuoi confronti.. è un problema suo, non tuo. Non le hai mai fatto nulla,- le posò una mano sulla spalla Zabini, calmò e serafico come sempre.
-Io..però lei ha detto che..- rimase spiazzata Lily, quasi boccheggiante.. si sentiva così confusa, era stata una settimana troppo pensante, piena e ora voleva solo dormire.
-Niente però, insomma, se ti abbiamo fatta entrare nella nostra sala comune mica è perchè sei amica di Kim, eh. Ti vogliamo tutti bene, c'è chi lo dimostra di più e chi di meno e se tu fossi la persona orribile che lei ha descritto ora non saremmo qua e quella pazza della tua amica non mi avrebbe fatto scarpinare per tutto il parco e quasi fatto tuffare nel Lago Nero per vedere se ti eri affogata;- quelle parole la spiazzarono, quel giorno due volte erano state messe a dura prova le sue convinzioni e questa era la seconda, era come se fosse tutto vorticoso, come se stessero scuotendo forte la sua pallina di vetro per vedere la neve muoversi all'interno.
-Lils,- prese un respiro profondo Kimberly, -Lily Luna Potter, tu sei una completa idiota.. insomma, credi davvero di essere un tale mostro? Insomma, sei una persona fantastica, riusciresti a farti amico persino un sasso se tu lo volessi, irradi luce, sei un piccolo sole, sei la mia migliore amica e hai tante di quelle qualità che non riesco nemmeno a elencartele, no, non venirmi a dire che non sei perfetta, perchè è ovvio, chi a parte me lo è?- Lily scoppiò a ridere seguita da un sorriso ampio dall'amica e un'alzata d'occhi di Ares. -No, seriamente, tu non sei perfetta, ma sei.. come dire? Perfetta nella tua imperfezione, ognuno ha difetti e pregi, ma quelli che oggi ti sei sentita dire non lo sono, sono semplicemente le parole di una cretinetta invidiosa che non ha meglio da fare che prendersi cotte per persone che non conosce e che nel tempo libero pensa a quanto faccia schifo la sua vita. Lo so.. che.. che ti ha ferita insomma, ma tu devi capire che non tutte le persone sono come te, per te la verità è al di sopra di ogni cosa mentre altre.. altre beh, spacciano per tale le loro fantasie malate.-
-Ma.. è mia cugina, le voglio bene..- cominciò Lily, ma venne subito interrotta da Ares che le piantò gli occhi blu nei suoi; -è ovvio che è tua cugina e Kim non intende che non devi parlarci più,- lì si alzò un borbottio dalla bionda che somigliava tanto ad un 'a dire il vero sì', che venne bellamente ignorato -semplicemente che non devi prendere tutto ciò che ti dice come oro colato, hai sempre avuto le tue idee, le tue opinioni, semplicemente devi continuare a pensarla a modo tuo, con la tua testa, non la sua.-
La ragazzina rimase un attimo in silenzio, confusa, mentre guardava quei due suoi amici che ora erano lì con lei, che avevano preso il posto di Al a dirle che andava tutto bene, che si sarebbe aggiustato tutto. E, lentamente si aprì in un sorriso, dopodichè li prese entrambi e li abbracciò di slanciò facendogli sbattere le teste fra di loro.
-Ahi Lil, guarda che la testa mi serve,- si lamentò Kim facendo ridacchiare Zabini che le avvolse entrambe fra le sue braccia, quasi a mo' di fratello maggiore. Rimasero lì abbracciati finchè non sentirono uno strano rumore.
-Hey, che succede?- chiese allarmato Ares guardando le due.
-Ah, non guardare me,- alzò le mani discolpandosi la Malfoy.
-Ehm, credo sia il mio stomaco..- borbottò Lils guardandosi i piedi, piuttosto imbarazzata.
-Fai schifo Potter, hai uno stomaco che sembra un terremoto- strabuzzò gli occhi Zabini, facendo ghignare Kim, -Come se fosse una novità, eh.-
-Se avete finito di insultarmi io nel mio dormitorio ho la Nutella,- storse la bocca offesa la rossa guardandoli male.
-NUTELLA!- Esclamò la biondina a cui brillarono gli occhi.
-E vada per la Nutella,- sospirò Ares alzando gli occhi al cielo, mentre Lils recuperava la scopa.
-Hey, chi ti ha detto che sei invitato?- ribattè Lily guardandolo in tralice, facendo la sostenuta.
-Il mio stomaco, o mi mangio te Potter, decidi- rispose altrettanto sostenuto lo Slytherin.
-Non ti converrebbe, è tutta filacciosa e saprebbe di rancido,- la stuzzicò Kimberly mentre si avviavano giù per le scale.
-Ma rancida lo sarai te, che cattiveria oh- si offese Lily dandole una leggera spallata.
-Perchè ve la prendete tutti con me? Sono così dolce, io- piagnucolò Kim.
-Guarda che sei tu quella che ha iniziato, eh!-
-Cercato solo di salvarti la pellaccia,- ribattè offesa Kim.
-Oh scusami tanto, ma mica si capiva- disse sarcastica la rossa.
-Niente scuse, ora non ti parlo più-
-Neanche se ti do metà barattolo di Nutella?- chiese tutta speranzosa Lily.
-E se io lo volessi tutto?-
-No, è mio!-
-Ragazze, per piacere.. mi sta già vendendo il mal di testa..- intervenne Zabini già esasperato, se non c'erano Lily e Scorpius c'erano lei e la sorellina, era una maledizione.
-Shh, zitto tu, stiamo contrattando- dissero in coro le due e dopo un breve silenzio scoppiarono a ridere.
-Comunque io la mia parte di Nutella la voglio lo stesso.-
-Sì Kim , tutto quello che vuoi,- le disse Lils con il tono di una persona che accontenta una bambina piuttosto insistente.
E così si avviarono verso i dormitori Corvonero, ridendo e scherzando come se non fosse successo nulla e quella serata fu la più bella da quando avevano festeggiato il sedicesimo compleanno di Lily. Era proprio vero, sedici anni ti sconvolgevano la vita. Solo che lei non era pronta, le piaceva la vita che faceva prima e , in tutta sincerità, avrebbe dato ogni cosa per tornare indietro.
noticina: prima di tutto vorrei spiegare alcune cose su questo capitolo, come il perchè del disastroso ritardo u.u
Avevo già in mente che scrivere, ma poi son successi un po' di casini e l'ispirazione è sfumata e in questi.. giorni diciamo sono riuscita a completarlo u.u
Poi, la seconda questione, è che Rose per come la vedo io è MORA, come la madre e nel libro, ho controllato, non c'è scritto il contrario o.o
La terza questione, quella che mi sta più a cuore e scrivere un surplus su 'sto capitolo che è un papiro. Come vedete qua i personaggi diventano più umani, prima, nonostante ci fossero ampie descrizioni, erano molto più superficiali, qua ho voluto approfondire questioni che mi stanno a cuore, di come Rose, nonostante appaia una brava ragazza sa come attaccare Lil e lo fa senza pietà, di come la piccola Lily non sia di roccia, ma di polistiloro e come consideri Rose più di una cugina, quasi una sorella, quindi non pensate che sia esagerata la reazione. Viene anche mostrato il lato più maturo di Kimma, che prima d'ora beh, era un mito sempre buffo e poco serio, ma se è la migliore amica di Lils, non è solo per le cazzate. Poi c'è Amy e Scor su cui dico poco v.v e Zabini, che beh.. s'è dimostrato l'amico che è e che cerco di far notare da tutti sin dal primo capitolo.
POI BEH, V'AMO. Non smetterò mai di ringraziarvi per tutto, per chi segue silenzioso, chi mette fra le ricordate, chi addirittura fra i preferiti e chi recensisce, mi riempite di gioia e mi fate continuare a scrivere, seppur a singhiozzo.
Ringrazio anche la mia Kim personale, ovvero Kia, il personaggio è ispirato a lei, quindi veneratela u.u anche perchè mi sopporta e legge tutto quello che scrivo pezzo per pezzo . <3
vallysweet: Grazie :3
Jeanne_Potter: Ehm, siccome sei una maga e siccome è arrivato tardi.. mi devo aspettare un Avada Kedavra? ç.ç
Lily Julie Evans: ehm, se hai finito di leggere il capitolo capirai com'è messa alla cazzo la loro relazione, tristerrimo devo dire, ne soffro anch'io (non è vero, mi diverto a farli soffrire, ma vabe', dettagli haha) .
Devo dedurre che se non mi sei venuta a cercarmi questo è abbastanza presto, eh? u.u
MissGrint: sono felice che ti piaccia Scorpius, io dal canto mio me lo voglio sposare, stronzo com'è u.u
Oh la mia Kimma l'adoro anche io haha u.u Beh, non si vede che è ancora la mia di preferita, Lilsetta, eh? u.u
E.. beh, è continuata u.u
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Capitolo 7 *** #5 - fifth chapter . ***
FIFTH CHAPTER
-Per Salazar, Lils, che schifo, io non ce la faccio,- si lamentò per almeno la millesima volta Kim mentre, con i guanti di lattice quasi sopra il gomito, la bionda spostava l'ennesimo vaso da notte.
-Siamo ancora al primo giorno Kim e ti sei già lamentata per tutte e due le settimane, pensa positivo su,- provò ad incoraggiarla Lils mentre si dava da fare a strofinare accuratamente uno strano oggetto di cui non voleva nemmeno immaginare l'utilizzo.
-Ovvero? Che non devo pure pulire la capanna di Hagrid o dar da mangiare alle Acromantule?- frecciò la ragazzina già scocciata, ma si era mai vista una Malfoy che lavava i pavimenti?
-No, ma pensa, la McGrannitt avrebbe potuto essere ancora più sadica e fare le coppie miste per le punizioni,- le fece notare la rossa con un leggero brivido al solo immaginare di dover passare tre ore con il fratello maggiore dell'amica o quella traditrice.
-Oh, minimo mi avrebbe messa con quella puttan.. camminatrice di strade, hai ragione- annuì Kim un poco più convinta, ma senza tornare al lavoro, -Lils..- fece poi in tono dubbioso.
-Sì?- le rispose esasperata, come una madre poco paziente, mentre continuava a strofinare energicamente, pensando a come sarebbe stato bello staccare la testa a quei due idioti.
-Cos'è questo?- le domandò la bionda costringendola a voltarsi, per vederla con la testa leggermente piegata da un lato che fissava dubbiosa un detergente con lo spruzzino.
-Detergente,- le rispose in tono abbastanza ovvio, chiedendosi dove potesse arrivare la stupidità di quella ragazza.
-Sì.. ma come funziona? Insomma, che fa?- continuò imperterrita lei, come se parlasse di qualche arcano macchinario babbano.
-Spruzzi su quello che devi pulire, strofini con quella che si chiama spu-gnet-ta e poi PUFF, tutto pulito,- le spiegò pazientemente alla stregua di una maestra d'asilo che provava a far capire ad una bambina piuttosto testarda la cosa più ovvia del mondo.
-Ohhhh, credo di aver capito,- aprì la bocca in un perfetto ovale, come le se avessero aperto un mondo davanti a lei poi, tutta convinta prese il detergente puntandolo verso la bacinella e.. se lo spruzzo in faccia.
-Ahh, questo diamine di affare mi sta corrodendo, mi ucciderà!- gridò su isterica lanciando la bottiglietta dall'altra parte della stanza, grazie al cielo era di plastica e fece solo un gran baccano, risparmiando alle due un'altra ora di pulizie.
-Kim, sei un'idiota, non dovevi annaffiarti, ma spruzzare la bacinella!- sì alzò Lily per soccorrere l'amica che ora si dimenava come una bambina.
-Ma non è colpa mia , è lui che si è rivoltato contro di me!- piagnucolò la bionda.
-Tergeo,- le puntò la bacchetta sul viso, pulendola dalla 'Soluzione ad Ogni Sporcizia di Nonna Acetonella', -certo e magari poi ti ha fatto pure una pernacchia, andiamo, ammettilo che non sei capace nemmeno a ramazzare,- la prese in giro la rossa beccandosi un'occhiata non poco ostile dall'amica.
-Tutte queste.. cose, le fanno gli elfi domestici a casa mia, mica io,- borbottò inacidita, continuando poi a dire qualcosa a proposito di suo padre e dell'onore dei purosangue in decadenza. Lily la ignorò bellamente e si alzò per andare a prendere il contenitore “posseduto” scuotendo la testa, non c'era nemmeno da discuterci quando faceva così.
-Senti Kim, siamo qui da un'oretta, manca poco, fai una cosa, va a dormire okay?- Le disse rimettendosi a sedere di fronte a lei e prendendo un altro attrezzo da pulire.
-Ma la punizione l'abbiamo presa assieme, non ti lascio qua- protestò debolmente Kimberly, anche se si vedeva lontano un miglio che la proposta le faceva gola.
-No, davvero, in fondo sono andata io a picchiare tuo fratello, tu mi hai solo dato man forte, va, tanto un quarto d'ora e finisco anche io,- le sorrise, -e poi, se continui così rischi di raddoppiarlo il lavoro invece che dimezzarlo.-
La Malfoy sbuffò alzando gli occhi al cielo e poi si alzò, -vaa bene, agli ordini capo.-
-Riposo soldato,- ridacchiò sotto i baffi Lily ricordandosi di un film che aveva visto in quello strano posto chiamato cifema o qualcosa del genere, in cui l'aveva portata Rose l'estate prima.
-Cosa?- Alzò un sopracciglio la bionda, ricordandole terribilmente il fratello, -anzi, non voglio saperlo, notte Cozza,- alzò le braccia a mo' di resa e con un sorriso si dileguò.
L'aveva chiamata 'Cozza', già, un soprannome che gli avevano dato Albus e Scorpius al primo anno, dato che se ne stavano sempre appiccicate e nonostante Kim fosse poco.. espansiva era sempre, in qualche astruso modo, abbracciata a Lils. Loro erano le piccole Cozzette o altrettanti nomignoli assurdi, c'era qualcosa di speciale fra loro, un'amicizia come poche e Lils in quel periodo si era resa conto di quanto ringraziasse poco per quello che aveva.
Così, pensando alle amicizie, sia perdute che infrangibili, le passo il tempo, intanto che meccanicamente finiva di lucidare e pulire le ultime cose, senza né troppa fretta né troppa calma. Sempre in quella strana settimana aveva capito quanto era prezioso un silenzio, il ticchettio dell'orologio che segnava lo scorrere del tempo, il respiro lento e regolare di Rose e di un ragazzetto del primo anno che nonostante tutto il casino continuavano a dormire, c'era pace lì.
-Ahhh Lils, attenta a non diventarmi una depressona,- ridacchiò fra sé e sé la ragazzina mentre si alzava a mettere via gli attrezzi su un alto ripiano e i vasi sotto i letti. Soddisfatta spense la candela che, grazie ad un sortilegio, illuminava egregiamente tutta l'infermeria e si diresse in fretta verso l'uscita, l'ultima cosa che voleva era che Rose si svegliasse. Non ci aveva ancora parlato dopo la discussione del giorno prima e quella sera era sgattaiolata in infermeria piuttosto tardi per non trovarla sveglia, per questo lei e Kimberly, o meglio, lei sola, aveva finito a tarda notte, probabilmente vicino allo scoccare della mezzanotte.
Si richiuse la porta alle spalle e tirando un sospiro di sollievo sentendosi più leggera si diresse con flemma verso il dormitorio Corvonero. Solo quando sentì rumore di passi si allarmò, ricordandosi che lei, a quell'ora poteva solo sognare di girare per i corridoi e se Raven l'avesse beccata sarebbero stati guai; per niente intenzionata a vedersi dare un'altra punizione perchè aveva fatto tardi da quella precedentemente assegnatale si nascose in un angolo buio, dietro un'armatura.
Dall'angolo del corridoio, invece, spuntò una persona, se possibile, ancora più indesiderata: Scorpius Malfoy, stranamente anche lui senza la compagnia della sua inseparabile amica. Rimase rincantucciata nel suo angolo, del tutto intenzionata a non volerci nemmeno parlare, ma sembrò che il suo corpo la pensasse diversamente visto che , senza capire ne come ne quando si trovò a uscire fuori dal suo nascondiglio, proprio di fronte a lui. In compenso anche lui sembrò rimaner spaesato per qualche istante, probabilmente solo perchè era spuntata dal nulla e non perchè, come succedeva alla ragazza, gli si torcevano le budella, in uno strano miscuglio di rabbia, rancore e risentimento. Non capiva nemmeno lei perchè quel litigio la toccasse così, poi, in fondo, non erano nemmeno mai stati amici, sempre a discutere, punzecchiarsi, non ricordava che ci fosse mai stato un attimo debolezza o addirittura dolcezza fra loro due in quei cinque e passa anni in cui si conoscevano, se si contavano anche i brevi incontri quando lui veniva a prendere Albus per uscirsene le due estati precedenti alla sua entrata ad Hogwarts. Aveva iniziato a stare stabilmente da loro, per un mesetto circa da quando lei e Kimberly si erano conosciute, non ricordava nemmeno lei quando era cominciato quello strano scambio di case, un mese dai Malfoy per i Potter e viceversa. Era così e basta, perchè lei senza la sua migliore amica non ci sapeva stare, tutto qui.
Erano fermi uno davanti all'altra, a due metri di distanza e si fissavano, in silenzio, forse il primo vero silenzio che c'era mai stato, così calmo, addirittura di un silenzio..vuoto assordante. Gli occhi di lei, caldi, color del cielo, eredità dei Weasley. Gli occhi di lui, freddi, due specchi grigi che raramente si lasciavano sfuggire una minima emozione.
-Potter,- interruppe quello stupido guardarsi reciprocamente negli occhi, quasi a cercare una risposta che non c'era, dato che in effetti non c'era nessuna domanda.
-Malfoy,- era così strano sentire il suo tono identico al suo, duro, freddo, come se ogni emozione fosse inesistente, -dispiacere mio di averti incontrato,- aggiunse dopo pochi istanti e poi fece forza alle sue gambe perchè tornassero a camminare, perchè la portassero via e fu così; sembrava che il capriccio del suo corpo di prendere il controllo fosse terminato e si mise a camminare veloce, superandolo. Aveva quasi raggiunto l'angolo da cui era spuntato lui poco prima che la sua voce risuonò nel corridoio deserto.
-Paura Potter?- la provocò lui, girandosi verso di lei, forse per un'ultima sfida o solo perchè voleva avere l'ultima parola, come sempre. Lily si bloccò di colpo e ruotò su se stessa con tanta grazia che nemmeno lei sapeva di possedere e lo guardo dritto negli occhi, mentre sul suo viso si faceva strada un ghigno molto simile a quello del ragazzo.
-Ti piacerebbe, ma se non ricordo male quello che è stato preso a pugni sei tu, non io,- rispose secca, per poi voltarsi definitivamente e lasciarlo lì, mentre fissava i suoi capelli rubini ondeggiare lungo la sua schiena sottile e voltare l'angolo, senza più degnarlo di uno sguardo. No, non gliela avrebbe mai data vinta, era troppo testarda anche solo permettergli una sola parola contro di lei.
La mattina dopo passo lenta e noiosa, aveva solo Trasfigurazione in comune con Kim ed era talmente stanca che durante la lezione di Binns, che di solito seguiva con interesse, si fece cullare dal tono monotono del fantasma addormentandosi di sasso, vinta dalla noia sognando folletti rivoltosi che si uccidevano l'un l'altro. A fine lezione, venne svegliata, non senza una certa difficoltà, da Calipso, una sua compagna di stanza e si trascinò annoiata verso la Sala Grande per pranzo, che passò ascoltando le chiacchiere dei gemelli e Hugo che cominciava a seguire l'esempio della cugina e qualche volta veniva a farle compagnia alla tavola Corvonero. Satolla e stanca si attardò a chiacchierare con loro per un po', salvo poi ricordarsi che lei aveva lezione e che le sue cose erano nella torre, esattamente dall'altra parte del castello. Dove aveva la testa? Quindi saltò su, salutando tutti che la guardarono sorridendo, pensando che era sempre la stessa piccola e smemorata Lily, qualunque cosa succedesse.
Si stava dirigendo a Cura delle Creature Magiche, correndo come una pazza per non dare un dispiacere ad Hagrid che stravedeva per lei come per suo padre, quando andò a sbattere violentemente contro qualcuno cadendo a terra come un sacco di patate. Alzò lo sguardo e le scuse più sincere che avesse mai detto le si bloccarono a fior di labbra, vedendo contro chi era andata a finire. Rimase zitta a fissare il biondo che anche lui alzava lo sguardo pronto a coprire d'insulti chiunque l'avesse buttato a terra e quelli, al contrario del rammarico della ragazza, non si fecero attendere.
-Ma santo Ippogrifo, guarda dove metti i piedi, razza di troglodita,- berciò decisamente incazzato, probabilmente l'aveva beccato con la luna storta, -ah, sei tu mocciosa, ancora peggio di come potessi pensare, ma chi poteva essere se non te!-
La parola tornò presto alla rossa, -oh, ma sta zitto razza d'idiota, potevi guardare dove andavi!- Nonostante fosse cosciente che fosse solo colpa sua, Lils non lo avrebbe mai e poi mai ammesso davanti a Malfoy.
-Piccola idiota che non sei altro, sei tu che mi sei venuta addosso,- sbottò lui mentre si rialzava e una piccola parte della mente della ragazza registrò che non aveva i libri con se, nemmeno lo zaino o la sacca a tracolla.
-Potevi scansarti coglione, sai, le gambe servono a quello,- ribattè a tono la ragazza, già era in atto una guerra con lui per la storia di Rose e ora veniva pure a provocarla? Robe da pazzi! -Ora se mi vuoi scusare, ho di meglio da fare che stare a sentirti,- concluse lei alzandosi e cominciando a camminare con tutta l'intenzione di superarlo senza nessun altro scambio di battute prima che potesse rovinarle la giornata del tutto.
-Scappa , scappa Potter, in fondo è quello che sai fare meglio da brava mocciosa quale sei,- l'apostrofò lui facendola fermare di botto e voltandosi verso di lui, che la guardava malevolo.
-Semmai è quello che riesce meglio a te, io semplicemente evito di continuare a perdere tempo prezioso con un vermicolo senza cervello,- replicò lei mantenendo un autocontrollo non da lei.
-Dovresti essere più educata, lo sai? Il tuo comportamento e , a dire il vero , il tuo aspetto non si addicono al tuo nome, sai , si suppone tu sia perlomeno femminile, mocciosa,- ghignò lui, pronto a colpirla con pretesti inutili, come faceva sempre. Non seppe cosa la fece reagire così, forse il fatto che avesse tirato in mezzo l'educazione proprio lui che trattava come zerbini tutte le persone che incontrava o forse il fatto che l'avesse chiamata mocciosa, ma Lily non ci vide più, fu come più di una settimana prima in Sala Grande, un vulcano che erompeva in tutta la furia e potenza distruttiva.
-Io non sarò perfetta, ne bella ne tanto meno immacolata Malfoy , ma una cosa ce l'ho a differenza tua: rispetto. Tu prova a insultarmi così in un qualsiasi altro modo e ti ritroverai a far compagnia ai tuoi antenati all'inferno, perchè ricordati che io non sono una delle tue sgualdrine che ti sbatti quanto cazzo ti pare senza curarti di portar loro rispetto o qualche umana considerazione dei loro sentimenti. Io ho una dignità e un orgoglio che non ti lascerò scalfire così facilmente, perchè tu non conti niente, assolutamente niente. Sei solo un fottuto stronzo che prova a fare il gradasso-
Il petto di Lily si alzava e abbassava veloce mentre puntava la bacchetta alla gola del biondino. Era furiosa, furiosa in un modo diverso dal solito, non gridava, non gli era saltata alla gola ringhiando come un cane con la rabbia, alzando le mani come al suo solito, da degna testa calda qual'era, no; era fredda, razionale, eppure totalmente fuori di sé. Lui rimase in silenzio ad osservarla, probabilmente ancora stupito dalla reazione di lei.
-Ricordatelo sempre, tu avrai una famiglia purosangue alle spalle, una faccia da poker degna di tuo padre, ma non sei nulla, assolutamente nulla se non un pezzo di merda fumante pronto a sferrare un colpo basso non appena si presenta l'occasione. E ricordati bene anche questo, io non sono un giglio, in fondo l'hai detto anche tu , no? Quindi non sottovalutarmi, perchè non ci metto nulla a spedirti al St. Mungo senza nessun rimpianto. E non è una minaccia questa, oh no! Questa è una promessa, ricordatelo anche per gli anni a venire.-
Gli occhi azzurri guizzavano, come a confermare le parole appena uscite dalle labbra rosse di lei, in un gelido sibilo che sembrava quasi un paradosso addosso a lei, sempre così calda, irrazionale in ogni suo piccolo gesto. Detto questo abbassò la bacchetta e girò i tacchi, mentre la piccola folla stranita che si era attorniata senza che nemmeno i due se ne accorgessero si apriva per farla passare, quasi impaurita da quella nuova Lily, che aveva appena zittito l'imperturbabile Serpeverde, che anche in quel momento se ne stava a fissarla mentre si allontanava con un'espressione indecifrabile sul viso. Sì, anche quella volta aveva vinto lei e non perchè si era intromesso qualcuno, perchè li avevano fermati o perchè si era stufato di continuare un qualsiasi loro stupido battibecco, no, questa volta aveva davvero vinto, e lei, lei lo sapeva bene, come il biondo che si era avviato nella direzione opposta, forse a leccare le ferite inferte al suo orgoglio.
Dopo questo l'umore della ragazza non era nero, ma di più e fu tentata di saltare la lezione e andare a sfogarsi un po' col quidditch, poi le ritornò in mente il perchè di tanta fretta e cambiò nuovamente idea, raggiungendo la classe che aveva ovviamente già iniziato la lezione, Corvonero e Serpeverde.
-Hey Hagr.. professore, scusa, ma ho avuto un piccolo contrattempo,- salutò sorridendo mesta il mezzogigante la cui chioma era ormai diventata completamente grigia, alla veneranda età di novanta anni suonati.
-Non fa nulla Lily, siediti, parlavamo dei thestral, sai, la lezione dell'altra volta..- le sorrise lui bonario.
-Oh sì sì, certo, ricordo, creature con ali rugose che possono vedere solo quelli che hanno visto morire qualcuno, ricevuto,- ricapitolò la ragazzina semplicisticamente lasciandosi cadere per terra vicino a Calipso Conan che le sorrise silenziosa. Era una ragazza molto dolce, non certo una delle sue migliori amiche, ma una fra quelle con cui lei aveva legato di più nel loro dormitorio, anche se non avevano mai approfondito troppo la loro amicizia.
-Sì, quelli.. insomma, vi dicevo che..- ricominciò a fare lezione Hagrid quando una biondina l'interruppe di nuovo.
-Salve Hagrid, non disturbo vero?- sorrise lei, che ormai lo conosceva bene dato che Lils l'aveva trascinata chissà quante volte con lei a prendere il thè da lui. Lui in tutta risposta la guardò stralunato, da quand'è che frequentava le sue lezioni?
-Kim, che ci fai qua? Ti ricordo che dovresti essere dalla Cooman ora, lo sai, vero?- le chiese altrettanto stupita Lily, dato che la minore dei Malfoy non aveva mai frequentato Cura delle Creature Magiche, seguendo le orme del fratello e aveva optato per una più stantia Divinazione. Le attività all'aperto non facevano per lei.
-Oh.. sì, in teoria sì, ma mi sono rotta di quella vecchia pazza che continua a predirmi la mia morte in ogni stupidissima tazza di thè, così ho mollato,- fece le spallucce lei mentre crollava a terra al suo fianco ignorando gli sguardi di tutta la classe, -dici che Thor II è morto?- chiese poi mentre fissava il cane stravaccato con la lingua in fuori proprio vicino a lei, -no, perchè non mi sembra molto vivace.-
-Kim!- Esclamò l'amica cercando di darsi un minimo di contegno nonostante stesse per scoppiare a ridere, -sei a lezione su, un po' di educazione.-
-Oh scusa Hagrid, continua, basta che non mi fai toccare cose mollicce di dubbia provenienza e sono a tua più totale disposizione,- sorrise a trentadue denti lei rivolgendosi direttamente all'uomo che continuava a guardarla interdetto. Si riscosse e ricambiò il sorriso bonario, lui l'adorava, non solo perchè era la migliore amica di Lils, ma anche perchè era l'unica che riuscisse a ingurgitare la sua “massiccia” cucina.
-Mhm.. sì, certo.. parlavamo, ecco..- balbettò leggermente confuso dalla situazione.
-Dei thestral,- gli suggerì la rossa accorrendo in suo soccorso, mentre si metteva comoda a gambe incrociate vicino all'amica, con l'umore decisamente migliorato, in fondo con lei era così, bastava poco e tutto diventava più semplice, felice.
Era domenica mattina, ed era passato un giorno da quando Kim si era unita alla lezione di Hagrid e lei aveva litigato, di nuovo, furiosamente con Malfoy, come se del secondo evento le importasse qualcosa, figuriamoci. Lily aspettava nella sala comune Corvonero, accovacciata comodamente su un divano di velluto blu, così diverso dalla pelle nera di quelli Serpeverde, più accogliente, che Kim arrivasse per fare i compiti di Aritmazia e intanto fissava un pacchetto di sigarette rigirandoselo in mano curiosa.
Finalmente la porta si aprì e Kimberly la raggiunse sbuffante, -odio la vostra porta, mi mette sempre in difficoltà, perchè non potete essere delle normali persone con una normalissima parola d'ordine? Persino i Grifonfessi ci arrivano che così la gente rischia di dormire fuori.-
-E' fatto appunto per questo, solo la gente più sveglia può entrare, ovvero noi Corvonero,- la punzecchiò Lils mentre la guardava affondare nel morbido pouf blu notte di fronte a lei.
-Un giorno di questi ricordami perchè siamo amiche,- la linciò con uno sguardo la biondina.
-Perchè mi ami alla follia e ti aiuto in Storia della Magia,- le sorrise angelica la Potter, -comunque guarda che ho trovato nel cassetto di Lysander,- aggiunse anticipando una rispostina acida dell'amica mostrandole il pacchetto di sigarette.
-Che ci facevi nel cassetto di Lysander?- domandò lei prendendolo poco interessata.
-Mi annoiavo ad aspettarti e sono salita nel suo dormitorio a vedere se aveva cose interessanti,- rispose tranquilla lei, come se fosse stata la cosa più normale del mondo e non una violazione della privacy dell'amico.
-Dovresti trovarti un hobby,- asserì Kimberly rigirandosi l'oggetto della discussione,-e comunque sono delle sigarette, allora? Le vedi.. vedevi tutti i giorni Scorpius e Zabini fumarle,- aggiunse correggendo il verbo al passato non senza un certo rammarico, dato che effettivamente ora Lils non si vedeva più nella sala comune Serpeverde.
-Lo so cosa sono, non sono così stupida, sei tu quella che ci impiega ore per entrare qua dentro,- la imbeccò inacidita, probabilmente perchè non condivideva l'emozione, -sono sigarette babbane!-
-Primo, non offendere gratuitamente, secondo, ribadisco il concetto di prima 'e allora?'- alzò il sopracciglio Kimberly. Una luce si accese negli occhi della rossa, la stessa luce di quando trovava qualche nuovo passatempo o giocattolino su cui concentrare tutte le sue energie per scacciare la noia.
-Proviamo a fumarle?- propose entusiasta, sempre pronta a provare e scoprire cose assurde che forse era meglio lasciare nei cassetti altrui.
-Mhm, senza offesa Lil, ma non è che mi fidi molto a provare quelle robe.. babbane, sai, ne ho sentito parlar male da una del quarto anno in sala comune un po' di tempo fa,- temporeggio indecisa la bionda.
-Dai, che ti costa un tiro?- cercò di convincerla sapendo che quel tono piagnucoloso l'avrebbe fatta cedere. Come previsto Kimberly sbuffò alzando gli occhi al cielo, tirando fuori una sigaretta dal pacchetto ancora nelle sue mani.
-Ok , ma ne fumiamo una in due,- borbottò lanciando l'involucro di tanto scontento sul tavolino e mettendosi a fissare la sigaretta.
-Bene!- esclamò ritrovando l'entusiasmo la rossa battendo le mani. Restarono qualche istante a fissarla come aspettando qualcosa.
-Hey, ma Lil.. non si accende, non è che è patocca?- chiese dopo un breve silenzio la bionda.
-Ma no, vedi che ne mancano alcune?- le mostrò il pacchetto per metà vuoto, -Lys le fuma.. quindi ci sarà pure un modo, no?-
Prima che la bionda potesse risponderle sarcasticamente quanto lo era il suo sguardo vennero interrotte dal padrone dell'oggetto del loro interesse, appena tornato dalle cucine con un pacchetto in mano.
-Hey, salve ragazze!- Salutò gioviale lanciando quello che aveva in mano alla rossa, -eccoti Lils, con i migliori saluti di Ginky.-
-Oh , grazie,- brillarono gli occhi alla ragazzina mentre tirava fuori una focaccia alle olive.
-E per me niente?- chiese lamentosa la bionda, dimenticandosi completamente del discorso che tenevano prima lei e l'amica intenta a divorarsi in tempo record il suo spuntino di metà mattina.
-Me lo dicevi prima Kim e ti portavo qualcosa, non so come faccia, ma gli Elfi l'adorano, ogni volta che va qualcuno che la conosce a far loro visita gli rifilano sempre qualcosa per lei,- ridacchiò il biondo sedendosi accanto alla persona in questione, -hey, ma quelle sono mie.. che ci fanno qui?- esclamò non appena notò l'oggetto del discorso fino alla sua entrata in scena.
-Oh, niente, Lils si annoiava e ha frugato nei tuoi cassetti, le ho detto che dovrebbe trovarsi un hobby, anche gobbiglie se l'aggrada, ma lei non mi ascolta,- spiegò annoiata Kim mandando la sigaretta a far compagnia al contenitore sul tavolino, ancora più svogliata di continuare la piccola avventura inscenata dalla ragazza che ora si puliva le mani in modo innocente con un fazzolettino di carta trovato in fondo al sacchetto della focaccia oramai finita del tutto nel suo stomaco.
-Sopportarti, ecco qual'è il mio hobby cara ed è pure a tempo pieno,- la provocò con fare esageratamente saccente, tanto che sembrava una caricatura di suo zio Percy.
-Come se tutti non sapessero che quella che sopporta l'altra sono io,- disse in un sonoro sbuffò la bionda.
-Hey, scusate, mi dispiace interrompere questa deliziosa manifestazione d'affetto, ma rimanete focalizzate sulle mie sigarette, che volevate farci?- cercò di richiamare l'attenzione di entrambe il ragazzo allibito da quanta facilità riuscissero a cambiare discorso quelle due.
Lily roteò gli occhi al cielo, -Mangiarle, guarda,- fece sufficiente, -secondo te? Fumarle, mi sembra ovvio.-
-Andiamoci piano, quella che voleva fumarle eri tu, io sono solo stata deviata dalla tua cattiva influenza, un giorno o l'altro mi porterai irrimediabilmente sulla cattiva strada,- borbottò Kimberly cercando di sembrare imperturbabile.
-Senti chi parla, ti ricordo che noi Corvi siamo per antonomasia dei bravi ragazzi, ligi al dovere e studiosi mentre siete voi serpi quelli con una cattiva fama,- si difese la rossa incrociando le braccia davanti allo sguardo perso di Lysander.
-Cattiva fama, per l'appunto, niente di comprovato,- rigirò la frittata Kimberly.
-Basta, ci rinuncio, ve le regalo,- sbottò il ragazzo che prima o poi sarebbe impazzito dietro a quelle due e si diresse verso il dormitorio maschile lasciandole ammutolite a fissarsi negli occhi. Così si ritrovarono a ridere come due pazze ripensando alla reazione da esaurimento nervoso del Corvonero.
Passarono il resto della mattinata a copiarsi gli appunti e i compiti a vicenda, facendosi portare il pranzo in Sala Comune solo perchè non avevano voglia di andare fino al piano terra e poi tornare indietro. Quando si congedarono, più o meno verso le due di pomeriggio, con Kim carica degli appunti di Cura delle Creature Magiche di Lils, giusto per aggiornarsi un po' sul lavoro svolto nelle lezioni precedenti convinse la rossa ad andare a dormire da lei quella sera, dopo più di due settimane che non vi metteva piede.
Così si ritrovò borbottante, alle sei di sera, ad attraversare i sotterranei per andare a posare le sue cose nel dormitorio dell'amica, per poi andare assieme a cena e infine sarebbero andate a scontare la fine della loro prima settimana di punizione, mentre Scorpius e Amy, a quanto ne sapeva lei, con quel giorno finivano definitivamente di scontare le loro due settimane di tortura, decisamente meglio della loro, dato che era stata assegnata loro la stanza dei trofei.
Stava giusto riflettendo su chi non aveva proprio voglia di incontrare quando comparvero esattamente i soggetti del suo scontento. Stava per fare dietrofront quando si accorse che ormai l'avevano già vista e le risate sonore di Amy si bloccarono di colpo, mente la fissava, bloccata sul posto. Non si vedevano, se non di sfuggita in Sala Grande, dalla giornata del litigio, non si parlavano da allora e Lily non aveva certo intenzione di ricominciare a farlo, quindi decise di prendere il suo coraggio a due mani e assunse un'espressione di disprezzo più totale, non che le venisse con difficoltà, ma c'era anche tristezza oltre che rancore, tristezza per aver perso un'amica, tristezza per vederla ridere senza di lei, era come se la sua rabbia fosse avvolta in una patina di lancinante malinconia. Nonostante questo li superò in fretta, con passi lunghi e ben distesi decisa a non far trasparire nessuna emozione se non il profondo disprezzo sopracitato.
Quando svoltò l'angolo tirò un sospiro di sollievo, libera dal peso di quegli sguardi così diversi, uno così colpevole e allo stesso tempo accusatore e poi quel grigio così freddo, impassibile, che al solo vederla aveva perso quella luce che li faceva splendere mentre rideva con la sua migliore amica.
-Potter,- la voce alla sue spalle la fece gelare facendola fermare di botto, irrigidita, che voleva ora?
-Che cazzo vuoi?- si voltò di scatto lei dopo aver considerato per qualche istante di ignorarlo come poco prima, ma era più forte di lei, doveva rispondergli. Aveva una così strana sensazione addosso, che ci fosse qualcosa di storto, sbagliato , nell'aria che doveva scaricare i nervi contro qualcuno e chi meglio di quell'essere ipocrita e viscido?
-Sempre gentile a quanto vedo,- ringhiò quasi lui rischiando per qualche istante di perdere la sua faccia da poker, senza degnarla di un qualsiasi motivo per cui insisteva a parlarle. A quanto pareva non era l'unica nervosa.
-Dimmi che vuoi e falla finita Malfoy, non sono dell'umore,- cercò di mantenere la calma Lils, l'ultima cosa che voleva era finire in punizione perchè aveva sparso ovunque pezzetti di arrogante testa di cazzo per tutti i sotterranei.
-Sei troppo arrogante Potter, questo non va bene,- colmò la distanza fra di loro il biondo, tanto che erano a meno di trenta centimetri l'una dall'altro.
-Questa è bella detta da te, pensavo che fossi tu in carica con il primo premio in questa disciplina, insieme al titolo “bamboccio del reame”- ribattè sprezzante Lily,
-Bada a come parli Potter o un giorno potresti ritrovarti in una situazione scomoda,- il tono era così freddo e glaciale che normalmente l'avrebbe fatta rabbrividire, ma in quel momento l'adrenalina dovuta alla rabbia repressa era così forte da non farle venire voglia di altro se non assestargli un altro bel pugno in piena faccia.
-Ah , certo. E chi mi sistemerebbe, sentiamo, quello che ho preso a pugni in Sala Grande qualche tempo fa o quello che l'altro ieri se ne è stato zitto con la coda fra le gambe in mezzo al corridoio per la paura di essere schiantato?- lo provocò sicura di sé, probabilmente cercando solo rissa, a dire il vero non lo sapeva nemmeno lei, ma ne aveva bisogno, aveva bisogno di riversare ogni stilla di rabbia su di lui, di rancore, odio e risentimento, tutto.
Successe tutto in un attimo, come lo scatto di Lily che aveva tirato fuori la bacchetta, quando di solito preferiva venire alle mani, ora Scorpius la prese per i polsi tenendoli in alto sbattendola contro il muro, sembrava si fossero invertiti i ruoli e le azioni che ognuno si sarebbe aspettato dall'altro.
-Non.Mi.Sfidare.- sillabò rabbioso, rischiando di mandare in frantumi la sua maschera da perfetto menefreghista, se non l'aveva già fatto.
Lily scoppiò in una risata senza allegria.
-Non mi fai paura. Ti odio e basta,- disse decisa guardandolo negli occhi mentre sentiva la sua presa stretta sui suoi polsi; era un odio diverso da quello di quei cinque anni. Era un odio più profondo, ribollente, che la scaldava dentro e le faceva venire voglia di prendere a pugni qualcuno; qualcosa di passionale, talmente forte che anche in quel momento stentava a rimanere calma e ad apparire intoccata dal suo sguardo, voleva rimanere forte, mentre guardandolo negli occhi si sentiva invincibile.
-Oh povera piccola Potter..- commentò lui, incurvando le labbra in un ghigno sarcastico recuperando un contegno e lì comprese: glielo si leggeva negli occhi il vulcano in eruzione che c'era dentro di lei, non c'era via di scampo, era un come un libro aperto nelle sue mani e questa cosa la irritava sempre di più, la rendeva così nervosa da farle venire voglia di schiantarlo e se solo avesse avuto le mani libere l'avrebbe fatto.
Una torcia accanto a loro dardeggiò, come spinta da una forza improvvisa, solo per un attimo. Le possibilità erano due, o lei stava perdendo del tutto la calma, e la testa, o era stato un riflesso del tutto incondizionato. In fondo, quand'era bambina, ogni volta che si infuriava tanto da sentirsi quella tempesta dentro c'era sempre qualcosa che scoppiava o finiva in mille pezzi, per fortuna non succedeva spesso.
Come poteva ridurla a perdere il controllo in quel modo? E soprattutto, lo dava davvero così tanto a vedere? Eppure era lì, immobile, a fissarlo negli occhi decisa, come una vera Potter.
-Non sono ne povera ne tanto meno piccola Malfoy, ora lasciami- sbottò lei, che voleva solo andarsene e smettere di pensare a quel dubbio che cominciava a farsi strada nella sua mente. Non si riduceva spesso in quello stato di completa furia, contro il mondo, contro di lui, contro se stessa addirittura; no, non era il tipo. Certo si arrabbiava spesso, ma era una di quelle arrabbiature passeggere che magari davano vita, nei peggiori dei casi, ad una piccola rissa, ma niente di veramente grave o duraturo. No, non poteva essere quel tipo di rabbia, non poteva farle questo.. farsi questo era una cosa talmente stupida.
-Non ci penso nemmeno, mi diverto a vedere il tuo cervellino fumare dietro quel tuo sguardo finto spavaldo, da topo in trappola- commentò lui tenendola sempre con la schiena aderente al muro di pietra, senza però sfiorarla se non per le mani saldamente strette ai polsi sottili.
L'ultima volta che era esplosa così era stato quando aveva beccato un suo ex con una provocante Serpeverde in atteggiamenti.. non proprio da amici, inutile dire che poi lei si erano ritrovati a dover passare due settimane di reclusione in infermeria dato che lei e Kim, la sua inseparabile compagna di avventure, le avevano inflitto una punizione esemplare. Anche se non era mai stato accertato ufficialmente, tutti sapevano che era stata lei: quando si trattava di vendicarsi era peggio di una serpe. Ed ora, mentre guardava il suo sguardo riflettersi in quei due specchi di metallo, impenetrabili, si ritrovava senza un insulto adatto, solo ansiosa di scappare da lì e non pensare a nulla, di non sospettare niente di quello che le stava affollando la mente e le faceva aumentare il battito, improvvisamente, così come il respiro leggermente accelerato.
-Malfoy, non ti conviene sfidarmi- minacciò lei, risoluta, appellando alla sua lucida spavalderia che l'aveva classificata come la Grifondoro mancata di Hogwarts, la piccola Corva dal cuor di leone.
-E cose mi fai Potter? Mi piangi in faccia?- la sfidò lui, duro inarcando leggermente un sopracciglio chiaro, ma rimanendo per il resto totalmente impassibile.
-Ricordati che è già guerra aperta fra noi, non la passerai liscia- l'espressione era dura, quasi impassibile quanto quella del ragazzo, anche se dentro aveva un tumulto impazzito, sentiva una sensazione calda alla bocca dello stomaco, una rabbia così profonda e radicata che avrebbe potuto picchiarlo davvero.. o peggio.
-E cosa mi farai, dimmi un po', mi manderesti mia sorella?- continuò lui ad istigarla solo per il suo stupido divertimento, serpe fino in fondo.
-Ti ho detto di lasciarmi- scandì lei in tono piatto, quasi agghiacciante per chi era abituato a vederla urlare e agitarsi -ora- aggiunse decisa.
-Non cercare di fare l'autorevole con me Potter, non sai chi ti stai mettendo contro- il tono aspro di lui era una piacevole novità per la rossa, che si sentì più sicura non appena scoprì che anche lui perdeva la pazienza, che lei, nonostante la stazza, poteva vincere in quel gioco al massacro che sembrava regnare fra loro da due settimane prima a quella parte.
-Forse tu mi sottovaluti- commentò lei decisa, con uno strano guizzo nello sguardo -tu non sei invincibile Malfoy, te ne accorgerai presto quando spazzerò quel ghigno beffardo dalla tua faccia, - “come ho fatto, d'altronde” aggiunse mentalmente, ora sorridendo apertamente, come una che sapeva di aver già vinto.
Non si seppe mai cosa avrebbe risposto lui perchè dall'angolo del sotterraneo si sentirono dei passi pesanti, qualcuno stava correndo a perdifiato e Malfoy la mollò immediatamente, come se avesse effettivamente paura di essere trovato in quella posizione con la Potter. Quella si rivelò a tutti gli effetti una scelta saggia dato che fu proprio Albus Potter, il fratello iper protettivo della rossa a fermarsi trafelato davanti a loro, a dir poco agitato.
-Lily, Scorpius.. per fortuna vi ho trovati assieme,- balbettò fra un respiro affannato e l'altro, -Kim.. si è fatta molto male, è in infermeria.-
Ogni cosa sparì dalla testa della ragazza quando sentì le parole 'male' e Kim nella stessa frase, tutto quello che pensava, provava, furono sostituite solo da lei. Senza dire una parola cominciò a correre, senza sapere che era seguita a ruota dal fratello maggiore e dal suo peggior nemico.
Avvertenze u.u
E' il capitolo più strano che mi sia mai uscito, sapevo come finirlo, iniziarlo, ma non come svolgerlo e ho avuto un blocco emotivo o.o e quando ho blocchi emotivi pure la voglia di scrivere va a farsi benedire, ma, quasi come sempre, in una notte credo di aver rimediato un capitoletto per lo meno carino . ù.ù
Poi vorrei precisare un'altra cosuccia-uccia-uccia e poi passo ai ringraziamenti e alle risposte alle recensioni :DD
Dunque, i miei personaggi hanno in media dai quindici ai diciasette anni e sì, dicono parecchie parolacce e improperi, ma mi sembra anche normale, e poi lì sopra c'è 'raiting Giallo', che, leggendo il regolamento di EFP (sì, io sono l'unica che legge i regolamenti u.u) c'è scritto che ci vuole per questo genere di linguaggio e per qualche ideuzza che ho per più avanti u.u
Inoltre vorrei invitare a leggere questo capitolo della mia raccolta sempre su Lils: When she's arrived Hogwarts says 'OOOH'. , dove c'è un pezzetto finale del terzo capitolo dal punto di vista si Scorps, giusto per dare un po' di bilateralismo e mi è uscito carino e coccoloso, quindi leggetelo. u.u
Ora che le parti noiose son passate, arrivo ai ringraziamenti per i vostri numeri (per le mie modeste aspettative quando ho pubblicato la storia) esorbitanti ò.ò
Grazie ai ventinove pazzi che han messo questa storia fra i preferiti, i sette che l'han messa fra le ricordate e i SESSANTA (O.O) che l'han messa nelle seguite, grazie davvero, anche ai lettori silenziosi, mi fate venire voglia di andare avanti a scrivere. *^*
Ora veniamo ai miei preferiti (gnè gnè u.u) , ovvero, i recensori del capitolo precedente e le risposte che gli devo U.U
sandy_malfoy94: Oh , grazie per mille *-* è proprio quello che volevo far uscire, un po' di personalità invece che una piattezza assoluta di stereotipi.
bess_Black: Grazie mille per i compliementi . :)) Beh , se fosse per me non la rallenterei, ma il fatto è che se non c'è l'ispirazione preferisco non scrivere nulla che fare una cosa alla cavolo solo per continuare.
Valie: Ohhh , ma grazie *____* Ciemmecu, infatti, non è colpa di Lils se lei invece è brutta , racchia e senza amici U.U Kimma è potente v.v Ho fatto più presto che ho potuto.. e Grazie u.u
LunaHeart29: *-* Beh , Kim è ispirata ad una mia amica realmente esistente haha , solo forse un po' più portata all'eccesso xD E alla fine l'adorano tutti O.O Poffera Lils, verrà presto rimpiazzata O: E Zabini è un figo, io me lo mangerei *O*
LittleKim: Sei una vecchia bisbetica u.u ma comunque sì, immagino sia parecchio gasante tesoro hahahaha.
Jeanne_Potter: spero che questo basti, anche se magari fa un po' schifio t.t non uccidermi DD:
rowelian: Oh , ma quanti complimenti, grazie mille **
saketta: Parto col dire che la tua credo sia la recensione più lunga in assoluto in qualunque storia abbia pubblicato, quindi già ti amo haha . *-* Già, su Rose.. ecco, a me , devo dirlo, non è mai stata troppo simpatica u.u l'ho sempre vista quella che era santa in superficie e piena d'invidia dentro e sapeva benissimo che avrebbe ferito tantissimo Lily dicendo quelle cose , ma non se ne è stata zitta ed ecco un altro patatrac, come diceva mia nonna u.u
Sì, hanno una relazioncina complicata Amy e Zabini, non mi piaceva fare come in quelle fan fiction in cui tutti si mettono assieme appasionatamente, come se fosse facile ò.ò e poi ti dirò la verità, io mi diverto a farli soffrire i miei personaggi, poveri cari hahaha . In quanto a Zabini e Kim sono pienamente d'accordo, sono praticamente i miei orsetti cucciolosi *-* li amo u.u
Eh , non spoilero troppo, diciamo solo che niente può essere come prima, cambia sempre qualcosa, ma perchè non in peggio o addirittura in meglio? u.u
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Capitolo 8 *** #6 - sixth chapter . ***
premetto che se c'è ancora qualcuno che legge questa storia o è un pazzo o un amore, in ogni caso.. Grazie. Questo capitolo è dedicato a voi, che seguite ancora le strampalate avventure di Kim e Lils e le paranoie amorose fra il platinato e la rossa. Vi amo, davvero.
;SIXTH CHAPTER
"quando l'amicizia è più importante dell'amore."
Un tornado sembrò investire l'infermeria di Hogwarts quando la porta in legno massiccio venne spalancata tutta d'un colpo, un tornado rosso per l'esattezza.
-Insomma, ci sono dei malati qua, un po' di rispetto!- urlò un'alterata Madama Chips che nonostante l'età avanzata manteneva il rigore e la forza di spirito che aveva già ai tempi del trio dei miracoli; -Oh, sei tu Potter, che c'è, sei caduta di nuovo dalla scopa?-
Se Lily non fosse stata così preoccupata dal cercare freneticamente con lo sguardo l'amica probabilmente si sarebbe stizzita non poco alla domanda dell'infermiera. -KIM!-
Stesa nel letto verso cui si era praticamente precipitata c'era una pallida bionda che dormiva profondamente.
-Oh, capisco, questa volta sei solo in visita a quell'impiastro della tua amica, fai come se fossi a casa tua mi raccomando, non badare alle regole, quelle sono per coloro che non vengono qua mensilmente,- borbottò stizzita la vecchia signora mentre alzava sia le mani che gli occhi al cielo.
-Cos'è successo?- ignorò totalmente le lamentele la rossa sempre più in ansia.
-Ha sbattuto la testa e si è rotta un braccio cadendo.. o inciampando, chi può dirlo, l'ha portata qua l'altro Potter,- rispose sempre più irritata la donna. Lily si voltò di scatto verso Albus con sguardo interrogativo insieme a Scorpius che rimasto stranamente zitto e aveva raggiunto lentamente la rossa vicino al lettino.
-Non chiedetelo a me.. ho sentito un tonfo nel dormitorio femminile e sono andato a vedere perchè avevo visto lei entrarci e l'ho trovata a terra che vaneggiava sulla Nutella e poi è svenuta, non rispondeva e l'ho portata qua,- spiegò il ragazzo talmente in fretta che si mangiava le parole.
-Okay, okay, ricevuto, caduta in qualche astruso modo,- registrò Scorpius atono.
-Ma.. come mai non si sveglia?- chiese nervosamente Lils spostando lo sguardo su Madama Chips che se ne stava lì a fissarli con le mani sui fianchi.
-È normale che dorma Potter, ha la testa dura quanto la tua, ora ho da fare con gli altri pazienti, quindi o la smettete di fare casino o ve ne andate,- la riprese severa per poi voltarsi, -ah, ricordatevi che l'orario di visita dura ancora per mezz'ora,- aggiunse.
-Umpf, vecchia megera, io non mi schiodo di qui nemmeno con una bacchetta puntata alla tempia,- borbottò sottovoce Lily mentre guardava l'amica. Scorpius era seduto accanto a lei, stranamente silenzioso, e a parte una leggera piega fra le sopracciglia il suo viso era del tutto privo di emozioni mentre guardava la sorella; non ne era capace, non era capace a dimostrare i suoi sentimenti nemmeno in quei momenti, come poteva essere così odiosamente calmo quando lei avrebbe solo voluto smontare pezzo per pezzo l'infermeria dalla preoccupazione? Persino Al era più agitato di lui, forse anche fin troppo agitato perchè si fosse fatta male solo la migliore amica della sua sorellina, ma in quel momento non ci fece troppo caso.
-Vorrei tanto sapere come ha fatto a rompersi un braccio e a sbattere la testa nel suo dormitorio, manco fosse una a cui piace saltare sui letti, è impossibile,- sbottò all'improvviso Scorpius dopo un breve silenzio che però a Lily parve durare ore, se non anni.
-Lo sai com'è fatta, è impossibile,- disse Al, con un sorrisino dolce che gli spuntava sul viso mentre guardava la bionda.
-Come quella volta che è quasi rotolata dalle scale al primo anno, solo perchè avevano iniziato a muoversi,- aggiunse Scorpius quasi con tenerezza.
-O quando, al terzo anno, si è quasi rotta un piede facendosi rotolare una sfera di cristallo sul piede a Divinazione,- mormorò Lily sorridendo anch'essa, -è un danno, ci fa stare tutti in pensiero ogni volta,- aggiunse mentre la dolcezza dalla voce spariva per lasciare spazio ad un lieve rimprovero.
-Beh, perchè parla quella che al quarto anno ha fatto un volo di quasi quaranta metri solo per acchiappare un boccino,- la imbeccò Albus, quella non gliel'aveva mai perdonata.
-Io di quell'episodio ricordo solo la tua crisi isterica in piena regola, in mezzo al campo, sembravi tanto nonna Molly,- ribattè prontamente lei.
-Colpito e affondato amico, quella scena rimarrà sempre impressa nella storia di Hogwarts, “la progenia del prescelto da di matto davanti a tutta la scuola”,- s'intromise Scorpius, - sbaglio o era questo il titolo dei volantini con tanto di foto a colori che giravano per tutta la scuola già dal giorno dopo?-
-Sì, ricordo la sua faccia quando aveva trovato una copia di quel fantomatico volantino, ne ho conservato un copia sai?- scoppiò a ridere Lily ripensando alla scenata, quasi peggio della prima, che aveva fatto il fratello quando aveva trovato “quel dannato oltraggio alla decenza”.
-Già, impagabile..- asserì Scorpius che sembrava aver perso tutto d'un colpo il suo nuovo sprint, come se gli fosse tornato in mente che lui era arrabbiato con Lils e lei con lui, che dopo qualche secondo tornò in mente anche alla rossa, distolse subito lo sguardo dal biondo e lo rivolse all'amica che ancora dormiva bellamente. Albus guardo prima Scorpius poi Lily e viceversa per più volte con uno sguardo perso alla Luna Lovegood, però rimase in silenzio anche lui. Poco dopo arrivò Madama Chips che li cacciò fuori in malo modo dicendo che dovevano tutti andare a cena o sarebbero morti di fame e sarebbe toccato a lei curarli.
-È assurdo che io non possa stare qui, sono la sua migliore amica!- esclamò una fumante Lils quando la porta dell'infermeria si chiuse alle loro spalle di botto.
-E io suo fratello, con questo? Quella donna è inclemente,- si lamentò Scorpius forse più irritato dal comportamento di Lily che dal fatto che era appena stato buttato fuori in malo modo dall'infermiera.
-Ma che c'entra? Tu e le tue maledette manie di protagonismo, non frega a nessuno che sei suo fratello.- si voltò verso di lui pronta a scaricare la rabbia sul suo antistress preferito.
-Oh, perchè al mondo intero invece interessa che tu sia la sua migliore amica,- alzò gli occhi al cielo il biondo.
-Ragazzi, ragazzi.. calma!- s'intromise Albus prima che la discussione degenerasse nell'ennesima rissa fra i due.
-'Calma' un corno un corno, io voglio restare lì finché non si sveglia!- si voltò come una furia verso il fratello la rossa.
-Senti, ora non si può fare nulla, sebbene tu stia più in infermeria che nel resto di Hogwarts non è che quella vecchiaccia bisbetica farà un'eccezione per te, ora andiamo a cena e pensiamo ad un modo per ritornare, okay?- provò diplomatico Al posandole le mani sulle spalle e guardandola negli occhi intensamente. Era sempre riuscito a calmarla così, basta un suo tocco, specchiarsi in quegli occhi verdi che sarebbero bastati a lei per sembrare l'esatta copia di sua nonna a farla sentir meglio, più calma.
Lily fece un respiro profondo, -okay, ma comunque dopo ci torno, che lei lo voglia o no,- caparbia fino all'ultimo.
Scropius sbuffò alzando gli occhi al cielo e Al annuì sussurrandole un okay, mentre le metteva un braccio attorno alle spalle e la faceva voltare in direzione della Sala Grande, con Scorpius dall'altra parte.
Quando l'intera scuola riunita per la cena li vide entrare assieme si ravvivò il pettegolezzo che era stato ormai sepolto da almeno altri quindici e subito partirono congetture sul come avessero fatto pace la Potter e il Malfoy e del perchè lei apparisse così agitata e lui così rilassato; se l'avessero conosciuto meglio avrebbero notato parecchi particolari che dicevano l'esatto opposto di lui, ma si sa che la gente tende più a sapere i dettagli futili che quelli davvero interessanti delle persone. Avrebbero notato come notava Lils la piccola ruga fra le sopracciglia, i gesti vagamente meccanici con cui si passava la mano fra i capelli e ne teneva una perennemente nella tasca dei pantaloni della divisa, molto probabilmente stretto in un pugno serrato. Senza saperlo, a suo malgrado Lily conosceva Malfoy come pochi in quell'enorme sala potevano dire di farlo, persino tutte le ragazze che si era portato a letto non conoscevano una di queste sue piccolezze. Eppure lei l'odiava e invece sapeva tutto questo? Com'era possibile che non lo notassero?
-Io vado con Lorc e Lys, okay?- disse Lily voltandosi verso il fratello.
-O..okay, ci vediamo dopo?- l'espressione di Al era leggermente stupita, come se si aspettasse che solo perchè si era scambiata un paio d'insulti con Malfoy tutto tornasse come prima, che si sedesse fra i Serpeverde e cenasse con loro, ma non era cambiato nulla, invece. Poi, soprattutto con Kim assente, avrebbe preferito impiccarsi invece che sedersi allo stesso tavolo della Warrington e Malfoy anche se quando vide chi c'era al suo tavolo quasi stava per ripensarci.
E così Rose aveva finito la quarantena in infermeria.. le buone notizie tutte in una volta, mi raccomando, pensò alterata Lily mentre stava per valutare l'idea di ripiegare su Grifondoro, quando si accorse che Hugo era vicino alla sorella, probabilmente felice di vederla imberbe.
-Maledetto di un Weasley, la prossima volta ti ci impicco nella barba di tua sorella!- borbottò mentre si dirigeva a passo di marcia verso i gemelli Scamander, ben decisa a sedersi fra di loro e passare una tranquilla serata ad architettare modi per ammazzare una certa infermiera che non voleva farle vedere quella che per lei era come una sorella.
-Salve ragazzi!- sorrise con tutta l'energia che aveva in corpo ai due che da come la guardavano forse, pensò la rossa, aveva forzato un po' troppo il suo entusiasmo.
-Hey Lil, appena in tempo per il rognone,- sorrise Lorcan decidendo di soprassedere.
-Oh bene, ho una fame da lupi,- cercò di ricambiare il sorriso, stavolta con un po' meno di entusiasmo, poi si servì abbondantemente. Evidentemente Rose approvava la sua politica di silenzio forzato, perchè mente Hugo la salutò con entusiasmo dall'altra parte del tavolo sputacchiando in faccia ad un povero Lysander lei mantenne lo sguardo basso sulla sua minestra.
-Sentite.. voi sapete un modo per entrare in infermeria dopo l'orario di chiusura?- chiese poi assorta quando finì di parlare con Hugo, mentre tagliava la carne.
-Beh, fatti del male no?- rispose gioviale il ragazzo alla sua destra, Lys.
-Un modo in cui io non mi debba far del male, ma che possa solo salutare una mia amica,- precisò acidamente la rossa guardandolo di sbieco.
-Oh, scusami, cercavo solo di essere d'aiuto,- si difese il biondo alla vista dello sguardo di fuoco che gli era stato lanciato.
-Siamo di malumore, eh?- ridacchiò Lorcan osservandola attentamente.
-Non sono in vena di battute, esistono passaggi segreti, o no?- li riprese con un'aria molto “McGrannittesca”.
Questa volta fu il turno di Lorcan di difendersi: -hey, hey, calma.. no, che io sappia no, ma non eri tu quella con la mappa?-
-Sì, ma evidentemente sulla mappa non c'è nessun modo, per questo chiedevo a voi..- rispose Lily con un'espressione a cavallo fra la disperazione più profonda e l'irritazione più intensa che avesse mai avuto.
-Ma che ci devi fare là dentro?- domandò perplesso Lorc, -sempre se mi è concesso chiederlo,- aggiunse frettolosamente visto l'andazzo dell'umore di Lils.
-È che.. niente, una sciocchezza, troverò un modo da sola,- il tono titubante di Lily ridusse al silenzio i due gemelli, era raro vederla così afflitta e, se lo era, era meglio lasciarla stare con le sue rogne se non voleva dirtele altrimenti saresti incappato in una rossa molto, ma mooolto arrabbiata.
Non appena finito di mangiare Lily si alzò pensierosa e si decise a raggiungere Al che stava ancora finendo la sua fetta di crostata al tavolo delle serpi, così, a passo di marcia, si avviò.
-Al.. devo parlarti,- si chinò su di lui ignorando bellamente sia gli sguardi della tavolata che quelli di Malfoy accanto a lei e la Warrigton davanti, a quanto pareva lei e Al avevano pacificato alla grande.
-Oh, sì.. Lils, ci stavo giusto pensando con Scor e l'unico modo è il mantello, o farti male anche te.. altrimenti Madama Chips non ti lascerà mai tutta la notte in infermeria.-
-Possibile che tu e quelle zucche vuote abbiate avuto la medesima idea?- sbuffò Lily contrariata, non era ne autolesionista ne tantomeno masochista, non le piaceva il dolore.
-Beh, dovresti solo romperti un braccio.. e comunque l'idea è stata di Scorpius,- si difese immediatamente il moro snocciolando una parola dopo l'altra serissimo. In tutta risposta prima squadrò lui e poi il biondo a cui non aveva rivolto uno sguardo da quando si era avvicinata, scettica.
-Ditemi che non siete seri.. cioè, due dei migliori studenti di Hogwarts.. okay, uno che lo è e uno che si reputa soltanto tale, al settimo anno, dopo circa un'ora di tempo sono riusciti a sfornare soltanto un'idea strampalata per cui IO, Lily Luna Potter, dovrei spaccarmi un braccio e passare una notte di agonia sotto l'effetto dell'ossofast solo per esserci quando Kim si sveglierà?- il tono passò progressivamente da piatto a leggermente irritato a quasi isterico ed infine raggiunse il pungente sarcasmo che la contraddistingueva, tutto questo, in una frase, -voi siete pazzi e non è un'accusa, ma una semplice constatazione.. l'alternativa è che voi siate completamente rincoglioniti, ma mi sento in buona stasera.-
-Scusaci tanto se non abbiamo una mente brillante come la tua, in fondo sei tu che ci hai chiesto aiuto, non noi,- borbottò contrariato dalla tirata della sorella, in gran parte vera, peraltro.
-In realtà me l'avete offerto voi,- alzò un sopracciglio fulvo specificando puntigliosa, -e comunque grazie per esservi spremuti le meningi, me ne vado a buttarmi dalla torre di astronomia, così mi farò abbastanza male da andare in infermeria,- aggiunse prima ancora di poter trattenere il sarcasmo pungente. Si girò verso il portone enorme in quercia e fece per andarsene, ma una mano, fredda, le prese il polso e con suo sommo stupore, quando si voltò non era Al a trattenerla, che sciocchezza poi, lui aveva sempre le mani calde, ma Malfoy che la fissava dritto negli occhi, indecifrabile.
-Sbaglio o tu stasera hai una punizione , Potter?- fu solo una frase eppure la fece irritare in un modo assurdo, come poteva ricordarle che era in punizione quando la sua migliore amica, nonché sorella dello stesso, era mezza in coma in un lettino dell'infermeria?
-Credo proprio che non ci andrò, sai, non mi sembra il momento che tu ti metta a fare il santarellino per dimostrare la tua superior..-
-Io invece credo che dovresti andarci,- l'interruppe e Lily ebbe una gran voglia di mollargli uno schiaffo in pieno viso così ci finiva lui in infermeria.. e fu proprio in quel momento, quando nella sua testa si formavano mille idee per mandare lui in quel lettino bianco assieme alla sorella che le venne l'illuminazione..infermeria, punizione..?
-Ma certo!- esclamò entusiasta. Lei era in punizione in infermeria, per l'appunto! Sarebbe bastato fingere di addormentarsi lì dopo un duro lavoro o portarsi il mantello dell'invisibilità e far finta di uscire mentre sarebbe rimasta con Kim tutta la notte se doveva.
-Sì Malfoy, credo proprio che ci andrò! Ciao ciao Al,- sorrise a trentadue denti e poi si voltò di nuovo mentre la sua mano le scivolava via dal polso e le sfiorava la mano le diede un brivido. Certo che era proprio fredda, come lui, impenetrabile al calore umano.
Era così strano che lui e Kim fossero fratelli, pensò Lily mentre rovistava nel baule sotto il suo letto dov'era nascosto il mantello, Kim era così sorridente, la vedevi spesso perdere la pazienza, gli occhi chiari erano lo specchio della sua anima, riuscivi quasi a leggervi dentro cosa pensava, mentre lui, lui era così distaccato, compito, perdeva raramente la pazienza, era quasi un mostro disumano. Kim in fondo era timida, faceva fatica ad aprirsi e molti dicevano che senza Lily non sarebbe mai riuscita a farsi tanti amici come li aveva ora o a trafficare scherzi di ogni tipo per Hogwarts, no, probabilmente, le aveva confessato una sera quando il sonno si faceva desiderare, sarebbe finita come una di quelle Serpeverde DOC , senza emozioni sul viso, sempre seria, con i tacchi a spillo e uno stuolo di servette dietro che la accontentavano in tutto; le aveva rivelato anche di come, anche se lo nascondeva, Draco fosse felice che lei frequentasse così assiduamente la Potter perchè non andava fiero del suo passato e non voleva che i suoi figli seguissero le sue orme, con Kim ci era riuscito egregiamente, ma Scorpius.. ecco, diciamo che al primo tentativo è permesso a tutti sbagliare.
Presa da tutti quei suoi pensieri intricati la rossa arrivò in infermeria in men che non si dica ed entrò, tenendo ben nascosto il mantello con nonchalance sotto la camicia della divisa. Dopo averla squadrata male Madama Chips si ricordò che era in punizione e nonostante non fosse stupida e sapesse bene che veniva solo per l'amica, fece finta di nulla e le diede tutto ciò che aveva da fare anche per Kim. Lily non si lamentò, sorrise e aspettò che se ne andasse nel suo ufficio per nascondere il mantello sotto il letto della serpeverde, per poi sedersi a terra lì accanto e cominciare a pulire e lucidare tutto ciò che aveva da fare zitta zitta fino più o meno alle 11:3O , orario in cui finì ogni compito immaginabile e la bionda continuava a dormire beatamente.
-Oh, accidenti a te, possibile che devi sempre dormire?- borbottò Lily mentre raccoglieva la tracolla e si preparava alla messinscena per Madama Chips.
-Torno subito Cozza, non osare aprire gli occhi finchè non ci sono o ti faccio addormentare io,- le sussurrò all'orecchio chinata su di lei per non farsi sentire dall'infermiera, poi si mise in posizione eretta e sistemandosi meglio lo spallino della tracolla sulla spalle andò a bussare all'ufficio della vecchia signora anche se probabilmente era più facile che la sentisse lei che colei a cui erano rivolte quelle parole.
-Madama , Madama .. io oggi ho finito, quindi vado..- disse indecisa tentennando davanti alla porta in legno massiccio , silenziosa, -beh, allora.. Notte.- aggiunse dubbiosa e si girò per andarsene quando sentì dei passi aldilà dell'ufficio e poi una chiave girare.
-Se ne va a quest'ora, signorina Potter?- chiese la donna in camicia da notte rosa pallido con metà testa ricoperta di bigodini multicolore.
-Sì, ho finito giusto adesso,- rispose cercando di rimanere tranquilla la Potter, sapendo che se la donna avesse scoperto che intendeva rimanere lì l'avrebbe di certo linciata.
-Bene, dopo oggi la tua punizione è finita, lo sai?- rispose dubbiosa Madama Chips.
-Sì, lo so, ma ci rivedremo presto, ne stia sicura,- le sorrise angelica la ragazza, dato che i suoi geni Potter la portavano a farsi male fin troppo spesso rispetto al normale.
-Spero di no Potter, ora vada,- ribattè dura e la rossa annui.
-Buona notte,- le augurò mentre apriva la porta e la socchiudeva alle sue spalle, in modo che sembrasse chiusa per poi tirar fuori il mantello e gettarselo addosso tendendo l'orecchio per sentire la porta dell'ufficio della donna chiudersi, dopodichè si rientrò silenziosamente nella stanza chiudendo cautamente la porta alle sue spalle.
Kim dormiva beatamente e la rossa non potè fare altro che sedersi accanto all'amica e aspettare. Il tempo passava lentamente e alla fine il ticchettio dell'orologio alla fine la vinse facendole appoggiare la testa vicino al braccio dell'amica, mentre ancora le stringeva la mano e appisolarsi.
Venne svegliata dal chiacchiericcio attorno a lei, mentre due persone discutevano a bassa voce e una terza le toccava la spalla delicatamente. Ci mise un po' a mettere a fuoco la scena, c'erano Al e Kim che parlavano fra loro mentre qualcun altro la continuava a chiamare.
-Potter, svegliati dai..- sbuffò e le diede uno spintone un po' più deciso dandole la possibilità di identificare perfettamente la terza persona. Si mise dritta sentendo tutta la schiena dolorante si stiracchio e mentre rimuginava su come fosse sgarbato il fratello della sua migliore amica realizzò che lei stava parlando con Al in quel momento, era sveglia insomma.
-KIM!- lanciò un urletto vivace e le si buttò addosso lasciando le persone attorno a lei scioccate, compresa quella sotto di lei.
-Lils, mi stai uccidendo..- borbottò mentre agitava le braccia l'amica al di sotto della rossa, anche se se ne fregava altamente di ciò che diceva, troppo presa a realizzare che la sua migliore amica stava bene.
-Oh, sta zitta, mi hai fatta preoccupare cretina!- la strinse più forte Lily che era troppo occupata per notare il mezzo sorriso intriso di tenerezza di Al e Scor che alzava gli occhi al cielo.
Alla fine i tre passarono tutta la mattinata con la malata nonostante le occhiatacce dell'infermiera che si chiedeva come mai non fossero tutti a lezione e li guardo ancor più male quando mandarono avanti la piccoletta del gruppo a chiedere se poteva scrivere un piccolo avviso ai loro professori con la giustificazione dell'assenza. Dopo varie preghiere, occhi dolci e ramanzine sulla disciplina per miracolo la donna crollò, forse gli anni l'avevano ammorbidita.
Mentre si dirigeva alla torre dei Corvonero, ben decisa a saltare le lezioni per un ben più salutare sonno incontrò Amy che evidentemente quel giorno, proprio quel maledetto giorno aveva deciso di entrare alla seconda ora, come se avesse deciso che quella mattina doveva incontrarla. Era decisamente inaccettabile che si mettesse a parlare pure con lei dato che quella mattina aveva già fatto il pieno di Serpeverde-Stronzo-e-Narcisista, quindi accelerò il passo del tutto intenzionata a superarla senza nemmeno rivolgerle uno sguardo e c'era quasi riuscita se non per il fatto che stava per girare l'angolo e si sentì chiamare.
-Lily,- la voce della Serpeverde era dubbiosa, stranita, come se si sentisse in colpa solo a rivolgerle la parola. Lentamente la rossa si girò per posare lo sguardo azzurro cielo su di lei.
-Sì?- cercò, al contrario della prima, di sembrare più fredda possibile.
-Sai.. io.. vorrei parlarti, riguardo quella storia..- balbettò. Dov'era finita quella Serpeverde impavida dagli occhi di ghiaccio? Dov'era quella Emily che Lily tanto detestava perchè non era la sua Emily. Non poteva farle questo, non poteva ritornare a fare la stronza di quelle settimane di silenzio che ogni volta che si incontravano le lanciava un'occhiata di ghiaccio?
-Non c'è nulla da dire, mi sembra,- rispose in un tono che sperava risultasse distaccato.
-Sì e lo sai bene, mi dispiace, davvero, mi dispiace così tanto.. era solo uno scherzo, lei aveva baciato Zabini e lo sai come..- cominciò a parlare a raffica la bionda, investendola con un fiume di parole che lei bloccò sul nascere.
-No, cioè, sì, so come sei fatta ed è per questo che non posso credere che tu abbia fatto una cosa del genere, sapendo che per me la famiglia è sacra, non me lo aspettavo da te, ti credevo mia amica e non alla stregua di quell'essere strisciante e platinato che tu chiami migliore amico- era furiosa e faceva una grande sforzo a non urlarle quelle parole, semplicemente perchè nelle classi c'erano gli studenti e loro non è che fossero esattamente nel posto giusto al momento giusto; -puoi chiedere scusa quanto vuoi, okay, sei perdonata, fai come ti pare, ma no, se pensi che ritornerà tutto come prima scordatelo, non sopporto queste cose e tu lo sapevi bene, è stata una tua scelta, non mia.-
-Questo vuol dire..?- chiese Amy spaesata.
-Che la nostra amicizia finisce qui,- le rispose secca la rossa e proprio in quell'istante la prima ora finì e con essa il silenzio nei corridoi che vennero immediatamente sommersi dagli studenti. La ragazza colse l'occasione al volo per allontanarsi e raggiungere la torre Corvonero evitando lo sguardo dell'ex migliore amica che era sicura fosse leggermente umido mentre tratteneva le lacrime per non dimostrarsi debole ad occhi altrui.
-Hey,- la voce di Calipso le fece distogliere lo sguardo dagli appunti sparsi sul copriletto blu notte di cui, a dire il vero, capiva gran poco.
-Oh, ciao Cali, non ti avevo sentita entrare,- la salutò con un sorriso la rossa. Calipso Canon era la figlia di Dennis Canon, il fratello di Colin Canon, un nome a lei noto per gli accenni del padre, lo descriveva come un piccoletto coraggioso che aveva perso la vita nella seconda guerra magica e lo zio Ron lo prendeva spesso in giro accennando ad un fan club di Harry Potter o simili, anche se a Lils non era mai stato reso noto il motivo. Era molto bella, fine, con lunghi capelli lisci e neri e gli occhi color cioccolato esprimevano soltanto dolcezza; Lily l'aveva sempre invidiata, in senso buono s'intenda, per quella sua bellezza semplice, che la faceva risplendere. Niente a che fare con le curatissime Serpeverde che vedeva spesso girare per la Sala Comune verde-argento, no, era molto fine, quasi sempre struccata e molto ordinata, sembrava perfetta.
-Niente..- le sorrise lei, un po' timorosa, -posso?- indicò il letto di Lily e lei si limitò ad annuire con un sorriso, mentre si sistemava la cipolla che aveva in testa e legava i fastidiosi boccoli rossi per studiare meglio. Le liberò un posto ammucchiando le pergamene che lo occupavano su un'altro mucchio accanto a lei.
-Ecco, non per farmi i fatti tuoi, ma sai.. le voci girano in fretta e ho saputo che la tua amica ha avuto un incidente, è tutto ok?- interruppe il breve silenzio imbarazzato che si era creato fra le due, tormentandosi una ciocca di capelli.
-Oh, sì sì. Kim sta bene , ha solo sbattuto la testa cadendo da una sedia, è impossibile quella ragazza,- si affrettò a rassicurarla Lils non senza trattenere un sorriso pensando a quella peste della sua amica che aveva lasciato la sera prima a inveire contro Madama Chips e le sue cure.
-Oh bene,- sorrise a sua volta la compagna di stanza e sembrava che il discorso dovesse cadere lì.
-Le vuoi molto bene, vero?- domandò all'improvviso la mora.
-Io..sì, immagino di sì.. è Kim,- rispose semplicemente lei, senza troppi giri di parole, come se quello che aveva detto riassumesse cosa fosse per lei, ma probabilmente, lo capiva solo lei.
-Sembri comunque turbata,- aggiunse dopo un breve silenzio la compagna di Casa e in fondo era vero, sentiva una specie di vuoto rassegnato dove prima c'era la rabbia per Amy e ancor prima l'affetto sconfinato. Era come se si fosse svuotato all'improvviso e avesse bisogno di qualcosa per essere riempito.
-No, niente, solo che devo recuperare Trasfigurazione e non ci capisco nulla di questa robaccia,- borbottò imbarazzata, optando per una mezza verità dato che non era capace di mentire.
-Uhm, ma tranquilla, se vuoi ti passo il mio tema, tanto è per dopodomani, no?- le rispose sorridente la ragazza guadagnandosi uno sguardo che Lily riservava solo ai cenoni di nonna Molly, alla Nutella e alla sua migliore amica Kim. Infinito e incondizionato amore.
-GRAZIE!- Le saltò al collo la rossa in uno scatto d'affetto fin troppo esagerato, ma che fece ridere Calipso.
-Quanto entusiasmo per un tema, se tutti reagissero così ora sarei a pezzettini,- ridacchiò sotto i baffi picchiettando con una mano la schiena della ragazza. Lei si spostò appena e la guardò negli occhi intensamente. Era sempre attenta, gentile con lei, mai un accennò di rimprovero o di aspettative solo per il cognome che portava, mai nessun tentativo di avvicinarla giusto per guadagnarsi qualche favore in più, neanche al primo anno quando molte delle sue compagne di stanza l'avevano fatto. La guardò intensamente negli occhi, azzurro e castano che s'incontravano in un mare di parole che non andavano dette, alcune talmente complesse da non poter essere capite, ma una, una frase si leggeva a chiare lettere. In quel momento Lily capì di aver trovato un'amica.
Sul tardo pomeriggio, dopo aver trascorso un po' di tempo in Sala Comune a cazzeggiare con Lysander decise che quella sera sarebbe andata nella Sala Comune Serpeverde. Erano passati tre giorni da quando ci era andata molto vicina, ma alla fine Kim si era fatta male e ovviamente la serata era saltata, ma era ora di affrontare le sue insicurezze, dato che dopo aver chiarito con Amy si sentiva anche decisamente più pronta dell'altra volta.
Così si costrinse a percorrere i corridoi e le scale che la separavano dai sotterranei con deliberata lentezza fino ad arrivare davanti all'arazzo non troppo sicura di ciò che doveva fare, chissà se era ancora quella la parola d'ordine. Sperandovi con tutto il cuore la bisbigliò e con suo grande sollievo si aprì il solito varco da cui lei passava spesso prima di quel trambusto.
Si ritrovò davanti alla solita Sala Comune dalla luce flebile e leggermente verdognola, ai soliti divani di pelle nera occupati dai soliti Serpeverde bellicosi e dalle solite ragazze tutt'altro che acqua e sapone e poi, e poi vide loro, quel gruppetto che nonostante non volesse ammetterlo le era mancato da morire, seduti davanti al fuoco sul loro solito divano: Kim chiacchierava allegramente con Albus, mentre Scorpius leggeva la Gazzetta del Profeta versione giornaliera e Zabini di tanto in tanto interveniva nella discussione del fratello e della migliore amica. Non c'era traccia di Amy e forse fu proprio questo a farle tirare un sospiro di sollievo involontario.
Con grande lentezza si avvicinò ai quattro mentre pensava che effettivamente era dalla festa di compleanno che non passava una serata decente con loro, non aveva intenzione di mantenere più nessun rancore, era stanca di essere arrabbiata, non faceva per lei.
-Salve esseri striscianti, dite la verità, vi mancavo,- cinguettò mentre si buttava nello spazio libero fra Zabini e Malfoy. Kim sobbalzò, suo fratello sorrise, Zabini sembrò semplicemente stupito da quella sua improvvisa apparizione, come se giudicasse più probabile una terza resurrezione di Lord Voldemort, mentre Scorpius alzò appena lo sguardo dal giornale, inarcando le sopracciglia quel tanto che bastava per farle capire che l'aveva notata, ma che questo non intaccava la sua rigida routine di rilassamento serale.
-La pace è finita,- commentò a mezza voce mentre Zabini l'abbracciava quasi più allegro di Kim per la sua ritrovata compagnia, anche se il ghignettò nascosto dalle pagine in bianco e nero diceva tutto.
-Oh, non rompere Malfoy, neanche tu mi sei mancato,- rispose scocciata Lils districandosi dal moro avendo seri dubbi che dalla felicità avrebbe potuto anche stuprarla.
-Vedo che il sentimento è reciproco,- commentò lui atono voltando pagina. Lily gli lanciò solo una breve occhiata esasperata, studiandolo per un attimo appena e poi si voltò verso i tre cominciando a parlare a raffica di questo o quell'altro. La serata passò in un baleno fra qualche battibecco fra la rossa e il biondo, le battute decisamente poco caste di Zabini e i rimproveri di Al verso il compagno di Casa, mentre Kim esprimeva le sue sporadiche opinioni quasi sempre fuori posto. Mentre usciva dal buco nel muro che portava alla Sala Comune Serpeverde per far ritorno alla torre Corvonero Lily si ritrovò a sorridere come un'ebete, era come se una piccola parte di lei fosse tornata al suo posto, il vuoto si era riempito e finalmente era tornato tutto alla normalità, era tutto perfetto.. o quasi. Ma poco importava.
La mattina dopo era indecisa se dirigersi al tavolo dei verde-argento o come al solito come in quelle mattine di rotta col suo solito gruppetto, poi individuando Emily proprio accanto a Scorpius deviò del tutto andando a posizionarsi accanto a Lorcan che stava divorando un paio di uova in tempo record.
-E poi dicono che la fogna sarei io, Scamander contieniti, c'è da mangiare per tutti,- lo punzecchiò allegramente mentre si procurava un paio di muffin al lampone.
-Non posso, perchè se non mangio in fretta tu ti finisci tutto,- rispose serio dopo aver deglutito rumorosamente un grosso boccone.
-Ma come puoi dire una cosa del genere? Non mi vedi come sono piccola e tenera?- gli fece gli occhi dolci li sorridendo a trentadue denti.
-A volte mi chiedo come mai tu non sia finita nelle Serpi..- la buttò lì fingendosi pensieroso.
-Perchè se fosse stato così avrei dato fuoco al Cappello Parlante e dopodiché avrei raso al suolo Hogwarts,- rispose cristallina lei rubandogli un pezzo di uovo dal piatto.
-Oh, giusto.. mi ero dimenticato del piccolo dettaglio che rappresenta la tua sclerosi,- si battè sulla fronte una mano come se si fosse dimenticato di un affare di Stato.
-Come sei tenero Lorc, ti giuro, ti bacerei,- storse leggermente il naso Lils fingendosi offesa.
-Lo so, ho un fascino irresistibile,- ridacchiò lui rubandole il muffin dalle mani.
-Beh, mi sembra ovvio, non sapevi che sono perdutamente innamorata di te fin dalla nascita?- si posò una mano sul cuore la rossa mentre gli riprendeva dalla mani il dolce lasciandolo a bocca aperta.. e asciutta.
-No, in effetti non pensavo di averti affascinata fino a questo punto,- rinunciando a recuperare il bottino e prendendosene un altro dal vassoio.
-Eh, la vita è piena di sorprese,- scrollò le spalle, poi si alzò con un muffin ancora in bocca e raccolse la tracolla, -e ora la vita dice che se non mi muovo sarò di nuovo in ritardo come il resto della settimana, il che potrebbe portare la McGrannit ad uccidermi.-
-Okay, allora ci vediamo a pranzo,- gli sorrise lui alzando la mano per salutarla.
Lo salutò di rimando con la mano e con la coda dell'occhio video che Scorpius la osservava da lontano, per qualche istante appena incrociò il suo sguardo, quasi severo, accusatorio. La fissava senza paura di essere visto, gli occhi grigi anche da quella distanza erano chiaramente freddi, indecifrabili. Le fu inevitabile provare un leggero brivido lungo la schiena. Si voltò in fretta e si unì alla folla che stava salendo le scale verso le lezioni di quella mattinata.
-Scorpius, Scorpius.. mi senti quando ti parlo?- lo rimproverò Amy quando si accorse che non la ascoltava.
Lui lentamente spostò lo sguardo da davanti a sé e si voltò verso di lei, -sì, certo, sì.-
noticina: ommioddio, *arriva bardata con una tuta antisommossa* mi scuso tantissimissimo, davvero, sono arrivata con questo capitolo, in cui si sapeva pure come stava Kimmola in ritardo di .. di .. ben QUATTRO MESI! Okay, siete autorizzati ad uccidermi con violenta stronzaggine. ç___ç Però sappiate che vi amo e che se mi uccidete non avrete più nessun capitolo e quindi niente sbaciucchiamenti fra Scolils (nome di merda inventato sul momento, lossò u.u).
Dunque, che dire.. il capitolo non so bene com'è, non l'ho nemmeno riletto per evitare un ulteriore ritardo e fra tipo dieci minuti devo uscire, ma siccome ho appena finito, mi son detta, perchè non pubblicarlo ora? u.u
Ora vorrei ringraziare coloro che hanno pazientato, coloro che sono arrivati a leggere fino a qua in fondo, la mia Kia che con pazienza mi incitava a scrivere (la dovete ringraziare anche voi sennò paprika(?) che arrivava ùù).
Grazie ai 70 pazzi che seguono questa storia, siete pazzi davvero. Grazie ai suonati 43 che l'hanno addirittura messa fra le preferite, cioè, ma siete proprio masochisti. Grazie ai 14 che l'hanno messa in quelle da ricordare. E infine Grazie alle persone che recensiscono, sia quelli che lo fanno sporadicamente e chi ad ogni capitolo ritrovo con tanto amore, Grazie.
E ora rispondo alle recensioni uù
danyazzurra: Grazie mille *-* ..e scusa se sono arrivata fin troppo in ritardo. t.t
sandy_malfoy94: Ossì, anche io mi incazzo come lei. u.u Sì, Scor è amabile.. cioè, lo ami, ma lo odi. *-* e.. sorry per il ritardo, ma qua si risolve tutto come vedi. u.ù
Jeanne P: Oh, grazie al cielo, per una volta l'ho scampata.. ma anche stavolta vero? *-* Perchè sono tenera, tenera. *_*
LunaHeart29: Allora Zabini non attizza solo me. u__u Comuuuunque Kimma è tenera tenera e ora va tutto bene, come vedi v.v
Maybelle: Sì, in effetti io amo Zabini (e le Dramione *ç*) quindi non poteva essere che così, cioè.. lui è fantastico, è l'orsacchiotto che tutti vorrebbero. ** comuuunque grazie , cioè, addirittura amarla? *_* arrossisco. E.. sì, Scor e Lils dolciosi? Ma siamo pazzi, loro si devono scannare, anche da piccioncini . u.u
bess_Black: Oh, la cupezza a volte ci sta, ma qua ho alleggerito un po', insomma, per quanto positiva sia Lils, non si può essere perennemente felici no? E grazie per i complimenti. :)
Lilian Moore: Enno, non mi sono fermata, però.. sì, ecco, sono lenta a scrivere e sono contentimissimissima che ti piaccia così tanto, non sai quanto mi rendi orgogliosa dei miei bambini. *-*
Haki: HO CONVERTITO QUALCUNO? *____* Muahahaha la mia missione è compiuta, posso morire in pace u.u Sì, ecco, stessa impressione su Rose fin da sempre. u.u
Sei davvero gentilissima, ogni tua recensione è una giuoia per me e sono felicissima che ti piaccia, davvero, grazie. *_* |
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Capitolo 9 *** #7 - seventh chapter . ***
;SEVENTH
CHAPTER
Quando
non si ha ciò che si ama, bisogna amare quel che si ha.
-roger de
bussy-rabutin
Lily
stava rovistando nella sua tracolla alla ricerca di un boccettino
d'inchiostro, ricerca pressoché impossibile data la mole di
pergamene e foglietti spiegazzati e accartocciati che aveva
all'interno.
-Hey
Lils, tu l'hai fatto il tema per Astronomia?- le chiese Lorc seduto
al suo fianco destro
-Non
so nemmeno se ho fatto quello per Trasfigurazione Lor- rispose
distrattamente lei mentre continuava a rovistare.
-Ma
come? Lo sai che dovresti consegnarlo alla fine di quest'ora?- le
chiese non troppo stupito l'amico. In effetti l'aveva notato anche
lui che da quando la piccola Potter era tornata alla sua vita sociale
di sempre, divisa fra le sale comuni di Serpeverde, Corvonero e
Grifondoro (altrimenti Hugo l'avrebbe presa a mazzate) era sempre di
corsa e distratta, sembrava non riuscisse a riacquistare l'equilibrio
che aveva mantenuto con facilità in quei cinque anni. In tre
giorni
era rimasta sconvolta.
-Lo
so! Lo so! Ma dove diavolo è finita la mia boccetta
d'inchiostro?-
saltò su perdendo la pazienza e lasciando perdere
l'infruttuosa
ricerca.
-Tranquilla
Lil, te lo presto io l'inchiostro se è questo il problema,-
le
sorrise dolcemente l'amico poggiandole una mano sul braccio. La rossa
tirò un lungo respiro e si calmo, quel ragazzo aveva
dell'incredibile, riusciva a calmarti con un tocco, un sorriso.
“Uno
psicofarmaco insomma” commento acida la vocina nella sua
testa. No,
non era decisamente giornata.
-No,
cioè sì, cioè.. grazie, ti giuro Lor,
sto impazzendo, perdo un
sacco di cose è ho tre sale comuni in cui controllare,
nonché un
intero castello. Voglio diventare un'eremita,- si accasciò
contro lo
schienale della sedia mentre la classe era ancora quasi tutta in
piedi a chiacchierare visto che non era ancora iniziata l'ora.
-Oddio,
non dire così, dov'è finita la piccola
spumeggiante rossa che mi
ruba le sigarette?- le diede una piccola spinta l'amico fingendo di
inorridire.
-Sepolta
dai compiti. Odio i G.U.F.O., odio i compiti, odio il
lunedì..-
-Ma
, Lil.. oggi è giovedì,- le fece notare con tutta
la delicatezza
possibile l'amico.
-E
con questo? Non posso odiare i lunedì?- si girò
lei crucciata.
-Ehm..
sì, ma.. non c'entra niente,- provò Lor sempre
più spaventato
dalla faccia della rossa, maledicendosi per non essersi fatto i fatti
suoi.
-C'ENTRA
TUTTO!- urlò isterica la ragazza allargando le braccia al
cielo,
facendo voltare quasi tutti che non appena capirono la fonte di quel
rumore si rigirarono come se niente fosse. Evidentemente i crolli
psicotici della Potter erano cosa ormai di routine a metà
settimana
per Hogwarts.
Lorc
la guardò per qualche istante indeciso se ridere di lei o
scappare,
poi cominciò a frugare nello zaino che aveva sul banco
tirandone
fuori una Cioccorana.
-Tu
hai bisogno di zuccheri,- le sorrise porgendogliela. E con la sua
solita lunaticità Lils si aprì in un sorrisone ,
lasciando perdere
l'attacco isterico e concentrandosi sul dolcetto che il Corvonero
aveva usato per salvarsi.
Il
ragazzo , dal canto suo, si fermò qualche istante ad
osservarla
sorridendo, tutta intenta a mangiare un dolcetto, era come una
bambina. Poi prese una pergamena pulita e con qualche colpo di
bacchetta copiò il suo tema cambiando qualche parola qua e
la ,
questo, pensò, gli sarebbe servito a scongiurare un'altra
crisi.
Finita
l'ora Lil non sapeva esattamente come, era riuscita a prendere tutti
gli appunti e un tema che non ricordava di aver scritto, ma che era
sul suo banco e col suo nome e applicando la teoria “a
Thestral donato non si guarda in bocca” lo
consegnò con noncuranza.
Dopo
avevano due ore di Pozioni, che Lily accolse con un uggiolio
disperato da Snaso investito ripetutamente.
Finì
seduta in fondo, come al solito, fra i due gemelli Scamander, come al
solito, senza capirci assolutamente niente, come al solito finendo
con un gran mal di testa e un umore tetro che avrebbe provocato
un'invidia sconvolgente al Barone Sanguinario.
Lysander
aveva continuato a tirare battutine strane con riferimenti sessuali
neanche troppo velati e Lorc che gli tirava scappellotti al di sopra
della sua testa o rideva sommessamente con lui, oppure, e questo era
strano, arrossiva quando alludeva a una certa 'Nutellina' o qualcosa
di molto simile, ma la rossa , troppo concentrata a cercare di non
far scoppiare il quarto calderone dell'anno decise di soprassedere
commentando fra sé e sé con
superiorità qualcosa che somigliava
molto a 'maschi'.
Calipso
la salvò da due possibili esplosioni e da un incendio
assicurato
dandole qualche consiglio a mezza voce, avendo notato che i suoi due
compagni non erano per niente d'aiuto.
Inutile
dire che arrivò a pranzo devastata.
-Ciao
Kimma,- si lasciò cadere sulla panca accanto all'amica
intenta già
a divorare il suo rognone.
L'amica
la salutò con qualcosa di molto simile ad un grugnito che le
fece
guadagnare un'occhiata sbilenca di disapprovazione dal fratello
seduto di fronte a lei, in mezzo a Zabini e Al; Amy era all'altro
capo del tavolo che parlava con delle altre ragazze del settimo,
notò
con piacere la rossa.
-Lil
che hai? Sembra che ti sia passata sopra una mandria di Ricciocorni
Schiattosi,- le chiese un po' in ansia il fratello.
-Sì,
non hai proprio una bella cera Lillina cara,- rincarò la
dose Zabini
guadagnandosi un'occhiata infuocata.
-Due
ore di pozioni con due scimmie,- borbottò lei abbondando con
la dose
di patate ripiene.
-Strano,
avresti dovuto trovarti a tuo agio con i tuoi simili,-
commentò
Malfoy.
-Sei
simpatico come un ippogrifo nel culo Malfoy,- ribattè lei
secca.
L'ultima cosa di cui aveva bisogno era un'altra scimmia a cui dare
ascolto, di quel passo Hogwarts sarebbe diventata uno zoo.
-Come
sempre non ti smentisci mai Potter, sempre finissima,- disse lui
imperturbabile mettendosi un pezzo di pollo in bocca con nonchalance.
Lily
si riempì la bocca per evitare che ne uscissero altri
improperi e Al
decise saggiamente di distrarre l'amico con un discorso sulla nuova
pozione che gli avevano assegnato come compito all'ultima lezione.
-E
chi sarebbero le scimmie in questione?- chiese Zabini a cui di
Pozioni non gliene poteva fregar di meno.
-I
gemelli Scamander, oggi erano più reattivi del solito,-
deglutì
sonoramente Lils prima di rispondere svogliatamente.
-Secondo
me piaci a uno di loro,- saltò su Kimberly che aveva finito
il suo
rognone e ora si stava servendo di una porzione abbondante di piselli
coi funghi.
-Cozza,
continua a mangiare va,- la guardò stralunata l'amica.
-E
da cosa lo deduci, scusa?- s'intromise interessato Ares, quel ragazzo
era peggio di una vecchia comare. Ma i ca..volacci suoi no?
-Beh..-
cominciò il discorso serissima Kim, come se stesse
raccogliendo i
pensieri per esporre la sua tesi al meglio, -di solito, al livello
mentale a cui sono la maggior parte dei maschi qua, ovvero dai tre
anni in giù, fanno così quando gli piace una
ragazza, gli rompono
le scatole.-
Evidentemente
soddisfatta del discorso appena fatto, la bionda torno al suo pranzo
come se nulla fosse lasciando la Corvonero accanto a lei parecchio
perplessa e uno Zabini ridacchiante.
-Per
una volta ha detto una cosa sensata Lillina, mi sa che sei nelle mire
di qualcuno,- concluse serafico il moro.
-Voi
due avete mai pensato di andare a lavorare al Cavillo? Le teorie che
spara zia Luna sono niente in confronto alle vostre,- rispose acida
Lily per poi prendere una forchettata enorme e riempirsi la bocca di
malagrazia.
Scorpius,
che con un orecchio aveva colto distrattamente il succo del discorso
la osservò qualche istante senza farsi notare, pensoso
mentre Albus
continuava la sua tirata come le radici di mandragola fossero meglio
del pelo di unicorno anche se il libro diceva il contrario.
Arrivata
a fine giornata Lily voleva solo dormire, invece si ritrovò
in Sala
Comune Grifondoro a cercare di metter su un tema per lo meno decente
di Trasfigurazione che quella maligna della Chang gli aveva assegnato
per il giorno dopo assieme a Hugo, che l'aveva avuta anche lui quel
giorno. Capiva sempre di più perchè sua madre la
detestava così
tanto.
-No
Hugo, se muovi la mano così diventa una zucchina invece che
una
teiera,- lo corresse per l'ennesima volta mentre descriveva il
movimento della mano in modo sbagliato.
-Ma
che cambia scusa?- borbottò il rosso contrariato scrivendo
l'ennesima cancellatura.
-Beh,
non lo so, ma fra 'a destra' e 'leggermente a destra' secondo la
Chang 'c'è un mare di differenza',- parafrasò la
professoressa
acidamente.
-Non
possiamo chiedere a Rose una mano? Ti prego o non ce la faremo mai
entro l'alba,- la supplicò per l'ennesima volta il cugino
piagnucolando ricevendo l'ennesimo rifiuto secco. Non parlava con
sua cugina da quella famosa volta e non aveva certo intenzione di
inziare in quel momento solo per accontentare un rosso frignone.
-Ma
glielo chiedo io, tu non devi parlarci,- insistè Hugo deciso
a
spuntarla.
Lily
appoggiò la piuma per l'ennesima volta invocando calma da
Merlino,
Morgana e anche Spongebob, un buffo cartone animato che lei e Kim
avevano scoperto a casa della zia Hermione che aveva una telefifione,
per non picchiare il malcapitato.
-Come
farai l'anno prossimo che non ci sarà più, me lo
spieghi?- ribattè
lei comunque inacidita.
-Ci
penserò l'anno prossimo, no?- rispose con
semplicità il ragazzo
facendole prudere le mani, -uffa Lil, io non ce la faccio.-
-No
Hugo, se vuoi me ne vado e ti fai aiutare da tua sorella tu, ma io
non ne ho proprio voglia.
-Eh
va bene, ma se poi viene uno schifo perchè fra me e te
nessuno dei
due raggiunge l'accettabile non dare la colpa a me,- si arrese il
ragazzo mestamente.
Lily
emise un ringhiò che lo portò a desistere del
tutto e per qualche
istante scrissero in silenzio, nel loro angolino vicino al fuoco
mentre i soliti Grifonfessi spacconi facevano moderatamente casino
intorno a loro.
-Lils..-
provò il ragazzo a rompere il silenzio tastando il terreno.
-Mhm,
sì Hug?- rispose le mentre si solleticava il naso con la
piuma
cercando di concentrarsi.
-Ma
è successo qualcosa? So che non sono fatti miei,
però sembri
strana..- quasi pigolò il ragazzo impaurito dalla possibile
reazione
della cugina, -beh, più strana del solito.-
rincarò la dose.
Lei
alzò lo sguardo decisamente stupita, di solito il ragazzo
non era
molto perspicace, dava tutte le colpe al ciclo e andava avanti come
se nulla fosse. Insomma, il degno erede di zio Ron, come commentava
spesso acidamente sua zia.
-Io..
ecco.. non lo so, è solo un periodo, passerà,-
rispose spiazzata.
Non sapeva nemmeno lei perchè fosse così nervosa,
ma scattava come
una molla per tutto.
-Oh
okay,- e calò di nuovo il silenzio.
-Lils..?-
la richiamò di nuovo il ragazzo che evidentemente quella
sera era in
vena di pensieri profondi.
-Che
c'è?- sospirò pensando che di quel passo non
avrebbero mai finito i
30 cm di pergamena.
-Lo
sai che se c'è qualcuno che ti fa del male.. o ti da
fastidio basta
che me lo dici e ci pensiamo io e Fred vero?- aveva balbettato un po'
incerto, come se non sapesse esprimere il concetto che gli ronzava in
testa. Lily alzò gli occhi dalla pergamena e si
ritrovò quella
dolcissima espressione da bambino che si sente già un ometto
che
faceva parte di lui. Le fece talmente tenerezza da scaldarle il cuore
e quel calore uscì sotto forma di un sorriso quasi materno,
poi lo
abbracciò stringendolo forte a sé.
-Lo
so, grazie Hug,- disse sottintendendo 'però lo sai che le
mie
battaglie me le combatto da sola'. Il ragazzo imbarazzato l'avvolse
nel suo abbraccio grande battendole il palmo sulla schiena sottile,
perchè nonostante la sua infantilità nei gesti e
nei modi di fare
stava diventando un ragazzone.
-Ecco,
bene,- borbottò imbarazzato arrossendo sulle orecchie,
maledetta
eredità Weasley
Lily
dondolò un po' sul posto e poi si staccò, - e ora
facciamo questo
dannato tema, poi passiamo dalle cucine che Ginky mi avrà di
sicuro
tenuto via qualcosa.-
E
niente più del cibo, per chi conosceva Hugo Weasley bene
come lo
conosceva lei, poteva esprimere meglio la gratitudine.
La
mattina di venerdì arrivò come una liberazione
per Lily, che vedeva
conclusa quella settimana da incubo, anche se non capiva nemmeno il
perchè in realtà, rifletteva mentre si lavava i
denti e si vestiva
di tutta fretta , era tornato tutto a posto , si era ripresa i suoi
spazi e i suoi amici, o almeno, quasi tutti e la punizione era
finalmente terminata.
Però
c'era qualcosa che stonava, che le dava il tormento e non sapeva
nemmeno cosa. Forse, non l'avrebbe mai ammesso nemmeno con
sé
stessa, le mancavano Amy e Rose, che erano sempre stata parte della
sua vita in qualche modo, la prima da meno tempo della seconda, ma
era comunque la sua ex migliore amica. Probabilmente, un mondo di
pace non t'insegna come affrontare le perdite come lo insegna uno di
guerra, riflette rinunciando a domare i capelli e lasciandoli sciolti
e sconvolti.
Kim
quella mattina si era svegliata presto, di soprassalto, dopo
l'ennesimo volta che quel sogno la perseguitava. Lei e Al sul letto
che.. beh, che.
Esasperata
aveva visto che erano le sei e mezza e che se fosse tornata a letto
sarebbe arrivata inesorabilmente arrivata in ritardo, quindi si
trascinò sciabattando verso il bagno decisa a farsi una
doccia
fredda per togliersi il sudore di dosso e svegliarsi del tutto.
Al
compleanno di Lils, ubriachi, su un letto.. oh, insomma, per Salazar,
un po' di contegno Malfoy!
Che
poi fosse successo qualcosa di eclatante , era tutto nella sua testa,
da un bacio goffo e a fior di labbra prima di scappare in bagno a
vomitare la sua testa aveva montato mille modi in cui sarebbe potuta
andare se lei avesse bevuto di meno e avesse costretto il ragazzo a
reggerle la fronte mentre svuotava lo stomaco.
Avevano
dormito assieme, lui lei aveva dato una sua felpa, così
profumata di
lui quasi da stordirla e poi l'aveva abbracciata tutta notte,
mandandola totalmente in estasi. Era inutile negarlo, aveva una cotta
per lui da sempre, una cosa che implicitamente lei e Lils sapevano da
sempre, ma che nessuna delle due aveva mai detto ad alta voce,
l'amica per non farsi i fatti altrui e lei per evitare di sognarci su
e prendersi una gran delusione.
Non
che lui fosse un donnaiolo, ma insomma, diciamo che di ragazze ne
aveva frequentate perchè comunque era bello, bello da
morire, con
quei suoi grandi occhi buoni, il fisico magro neanche particolarmente
muscolo, ma con delle spalle abbastanza larghe da farla sentire al
sicuro, quelle labbra che avevano un sapore così dolce.. oh
diamine
Malfoy, contegno!
Nonostante
la ragazza fosse un po' ingenua e la facesse arrossire solo l'idea di
aver dormito con lui, o il fatto di sognare di baciarlo, in quel
momento si sentiva davvero una ninfomane.
La
doccia fredda non servì a nulla, ovviamente, se non a farla
pensare
ancora e per quanta concentrazione mettesse nella quotidiana routine
di preparazione , non ci impiegò più di mezz'ora
ritrovandosi così
a dover aspettare ancora un'ora prima di trovare qualcosa di pronto
in Sala Grande. Così decise di prendere su la cartella e di
spostarsi almeno in Sala Comune , altrimenti il letto sarebbe stata
una tentazione troppo forte per resistergli e addio messa in piega.
Perchè,
per quanto fosse una bellezza semplice e austera ereditata
più dalla
parte femminile della famiglia che da quella maschile, Kim era pur
sempre una Serpeverde e non avrebbe mai potuto farsi vedere sconvolta
come la migliore amica, insomma, era pur sempre una purosangue, ci
voleva del contegno. “E poi lui non ti deve vedere messa
male” le
sussurrò una vocina maligna nell'orecchio che
ignorò bellamente.
-Toh,
parli del Dissennatore..- mormorò fra sé quando
scendendo le scale
notò il colpevole delle sue notti insonni che leggeva un
libro su un
divanetto di pelle davanti al caminetto ormai spento da un po'.
Lui
a sentire la sua voce, che Salazar di udito aveva?, si voltò
e le
sorrise facendole venire le farfalle nello stomaco. O forse aveva
solo fame, insomma, non aveva ancora fatto colazione.
-Hey
Kimbry, come mai già sveglia?- le disse col suo solito tono
caldo e
affettuoso che la faceva sciogliere e arrabbiare allo stesso tempo,
perchè diamine doveva considerarla una sorellina minore?
No,
erano decisamente colpa sua i suoi problemi di stomaco.
-Boh,
forse sono malata,- scrollò le spalle la ragazza
raggiungendolo.
-Mhm,
è un'opzione, fatti sentire,- disse in tono scherzoso
appoggiandole
una mano sulla fronte, -nah, sei sanissima, anche se mia sorella
affermerebbe il contrario.- Concluse scostandosi.
E
quelle non erano farfalle, ma draghi.
-Uh?
Sì, credo di sì,- cadde dalle nuvole ancora
rapita dal suo tocco
leggero, e dal suo profumo, che le invadeva le narici molesto. Ma
quante docce faceva per profumare sempre così?
Lui
la osservò per qualche istante, quasi indeciso se attribuire
la poca
reattività al sonno o a dei problemi. Ovviamente scelse la
via meno
ovvia.
-Tutto
bene Kimbry?- le chiese e lei gli lesse la preoccupazione i quei
maledettissimi occhi verdi, sincera e sentita.
Della
peggior specie, ungari spinati senza ombra di dubbio.
-Sì,
io.. tutto okay, sono solo intontita dal sonno,- balbettò
lei,
quando erano in pubblico o in compagnia era facile tenersi dentro
tutto, ma da soli, dopo quello stupido bacio che per lui sicuramente
non contava nulla, si sentiva bollenti le guance solo a guardarlo.
-Sei
sicura? Guarda che se c'è qualche ragazzo che ti
infastidisce basta
che me lo dici e ci penso io, eh- insistè il ragazzo
inconsapevole
di quanto fosse Weasley quella mania di proporre pestaggi per tirar
su di morale le ragazze.
“Brutto
pezzo d'idiota, sei tu, ora che fai, cominci a tirare testate al
muro?” pensò Kim rabbiosa, ma si costrinse a
sorridere
forzatamente e dire che no, grazie, nessuno l'infastidiva. In effetti
lei avrebbe voluto essere infastidita. Da lui. Ma come glielo avrebbe
potuto dire?
Al
sorrise e le mise una mano sulle spalle, facendole andare in pappa
del tutto il cervello. Che maledetto fosse il giorno in cui Potter
aveva deciso di proliferare, producendo un tale idiota.
-Sempre
a disposizione, ricordatelo,- la strinse un po' a sé con
fare
fraterno.
E
lì nella sua testa uno sporcone parti, facendo sicuramente
impallidire Salazar e qualunque antenato Serpeverde avesse mai avuto.
Ed Harry Potter, mentre si preparava per andare a lavoro ebbe la
brutta sensazione come di gelo lungo la schiena, che qualcuno davvero
inferocito, ce l'avesse con lui.
A
colazione Lily salutò Kim che sembrava davvero incazzata
nera e poi
si diresse verso il tavolo dei Corvonero, preferiva evitare l'umore
nero dell'amica e le quasi certe battutine di Zabini 'sul suo
spasimante' come lo definiva lui, con qualche allusione che se si
fosse riuscita a fare tutti e due i gemelli le avrebbe fatto un
altare nel dormitorio Serpeverde. Magari anche contemporaneamente.
Quando
la gente nasceva bacata..
-Buongiorno
Lils,- le sorrise Lys e lei ringraziò il cielo che non
potesse
leggerle nei pensieri.
-'Giorno,-
la salutò anche Lorc, mentre lei si sedeva fra i due.
-Buongiorno,
ho una fame.. sono rimaste delle frittelle o Lorc le ha già
finite?-
chiese allegramente scacciando ogni pensiero impuro.
-Non
mi chiamo Potter, io,- ribattè fingendosi offeso Lorc mentre
le
passava il vassoio stracolmo, -ecco tieni, che devi crescere.-
-Io
sono nella norma per la mia età, sfotti di meno Scamandro,-
ribattè
lei con sufficienza servendosi di una dose massiccia.
-Sì,
basta che ci credi Lil,- la prese in giro il ragazzo dandole una
leggera spallata.
-Mi
chiedo ancora dove metti tutto quello che mangi Lils, credo che
rimarrà un misterò per la scienza fino alla fine
dei tempi,-
ridacchiò Lysander mentre spalmava della marmellata di
fragole sul
suo toast, dopo averlo imburrato per bene, s'intende.
-Dove
metti tu tutte le stronzate che dici Lys,- ribattè lei
prontamente,
anche se l'effetto fu piuttosto comico visto che stava masticando e
più che una battuta tagliente sembrò un mugugno.
-Touchè
fratello, la Potter vince 1 a 0,- ridacchiò allegramente
Lorc.
-Sì,
perchè se fosse per te lei vincerebbe sempre, tanto lo sanno
tutti
che sei un passiv..- cominciò con un ghignetto zittito dal
fratello
che gli infilò in fretta e furia un toast in bocca.
-Altri
toast, fratellino?-
gli disse, solo che nella foga colpì la povera Lils che
aveva avuto
la malaugurata idea di mettersi fra loro.
-Ahi,
cerca di non fare vittime di guerra,- borbottò la rossa
mettendosi
una mano sul viso.
-Oh
Merlino, scusa scusa scusa Lils, non volevo,- cominciò Lorc
che
sembrava davvero desolato. Forse anche troppo.
-Tranquillo
Lor, non mi hai uccisa, solo la prossima volta che devi litigare con
tuo fratello, dimmelo che mi sposto,- cercò di
tranquillizzare
l'amico che sembrava quasi le avesse ucciso il gatto da quanto era
desolato.
-Come
dicevo, passivo,- intervenne serafico il fratello che aveva finito di
masticare.
Guadandosi
uno sguardo fulminante dal fratello e un'alzata di spalle di Lils che
aveva rinunciato a capire.
-Tu
non avevi lezione con la Cooman ora, Lys?- gli ringhiò quasi
contro.
-Oh,
non c'è fretta,- sorrise strafottente lui.
E
poi erano le donne quelle lunatiche, pensò fra sé
e sé la ragazza
mentre cercava di finire al più presto la sua colazione e
spostarsi
dalla linea d'area del loro battibecco prima di subire danni
più
ingenti.
In
più si sentiva uno sguardo sempre presente dietro la nuca e
non
riusciva proprio chi la stesse fissando, forse stava diventando
paranoica, a sentire la madre era un gene Potter inevitabile.
-Lil,
dobbiamo andare, abbiamo Trasfigurazione alla prima ora,- le
ricordò
Lorcan dopo aver battibeccato un po' col fratello.
-Non
ho voglia,- disse in tono lamentoso la rossa mentre guardava il
piatto ancora semipieno.
-Lils,
dobbiamo andare o ti caccerai nei guai, non vorrai mica una
Strillettera da tua madre, vero?- insistè con un tono che
non le
piaceva per niente, paziente e condiscendente , come se fosse una
bambina capricciosa.
-Devo
finire la mia colazione,- s'impuntò lei con tono secco,
prendendo
un'altra frittella dalla pila nel suo piatto.
A
quel punto non vide malauguratamente lo sguardo che i due gemelli si
scambiarono ma ne subì gli effetti. In un istante si
sentì
sollevare, perchè diavolo doveva essere così
minuta, non poteva
essere un'obesa di 100 chili?, e finì senza
possibilità di appello
su una spalla di Lor come un sacco di patate.
-Merlino
, Morgana, Godric e Salazar, mettimi giù oppure Voldemort ti
sembrerà solamente una fiaba per bambini rispetto a quello
che ti
farò io! Mettimi giù stupido gargoyle!-
cominciò a dimenarsi
urlando come se la stessero sgozzando.
Intanto
Lysander passava la tracolla della rossa al biondo che se la infilava
sull'altra spalla.
-Ora
andiamo a lezione Lil,- disse allegramente alla banshee che gli si
dimenava sulle spalle.
-Mapporco
Silente, mettimi giù adesso! Te lo ordino!-
continuò a sparare una
lunga serie di improperi a cui Lorcan rispondeva allegramente,
s'imbatterono anche in qualche professore, a cui Scamandro rivolgeva
saluti allegri e spiegava che stava portando la piccola Potter a
lezione, perchè lui era uno
studente diligente.
Quando
arrivarono in classe e la scaricò sul banco con tutta la
grazia che
gli concedeva il dimenarsi come un vermicolo della ragazza lei gli
rivolse uno sguardo omicida per cui Lord Voldemort in persona le
avrebbe fatto un applauso.
-Sei
un idiota,- sibilò a braccia incrociate fissandolo con
sguardo
truce.
-Ma
il tuo idiota preferito, ne pas?- ridacchio lui in risposta
appoggiando la sua borsa accanto a lei.
-Non
c'è niente da ridere,- borbottò lei contrariata.
-Sei
dolce quando fai il broncio come quando eravamo piccoli,- le sorrise
arrossendo un po'. Non che lei l'avesse notato, troppo intenta a
meditare vendetta.
-Idiota,-
borbottò.
-Ma
mi vuoi bene,- affermò lui mentre tirava fuori il libro e il
tema e
li appoggiava sul banco accanto al suo.
-Ritieniti
fortunato, altrimenti saresti già stato schiantato,-
ribattè lei
con sufficienza.
-Va
bene, va bene Lil,- rispose lui bonario.
Si
punzecchiarono per tutta la lezione e ad ogni frase la rossa si
addolciva un po' di più, era impossibile rimanere arrabbiati
con
lui.
Albus
Potter aveva deciso, quando suo fratello aveva lasciato Hogwarts, che
avrebbe protetto sua sorella da qualsiasi contatto maschile che non
fosse più che casto preservando la sua purezza. Purtroppo
per lui si
era scelto un compito davvero ingrato, data la mole di amici maschi
della ragazza, che, giocando a Quidditch cresceva ogni giorno di
più.
Grazie al cielo una buona parte dei suddetti erano imparentati con
loro, riducendo la considerevolmente la lista di quelli che avrebbe
dovuto uccidere. In cui rischiava pericolosamente di entrare a farne
parte Lorcan Scamander, che guardava troppo a lungo sua sorella per
essere disinteressato. E la toccava troppo.
-Scorp,-
borbottò attirando l'attenzione del suo migliore amico che
ultimamente era distratto più del solito.
-Dimmi
amico,- disse lui senza una particolare inflessione nella voce.
-Secondo
te fra quei due c'è qualcosa?- espresse i suoi timori con
tale
gravità nella voce che non poteva che parlare della piccola
Potter.
-Fra
lei e chi?- chiese il biondo rimanendo indifferente.
-Fra
lei e Scamander, non li vedi? Spargono ormoni ogni dove!-
ribattè il
moro raggiungendo un tono di voce particolarmente acuto.
Scorpius
li osservò per qualche istante, li vedeva ridere e
scherzare, fin
qui tutto okay, la Potter rideva e scherzava anche con le armature, e
lui che le metteva ogni tanto un braccio sulle spalle. Mhm,
cominciava a non essere più tanto okay. Lui che la guardava
con
sguardo quasi adorante.
-A
quando pare la piccoletta ha fatto colpo,- s'intromise Zabini che
aveva seguito la direzione degli sguardi truci degli amici e aveva
capito tutto.
-Mhm,-
grugnì in tutta risposta Scorpius ringraziando il cielo di
non dover
rispondere, almeno non sarebbe stato il destinatario di tutte le
paranoie mentali dell'amico riguardo alla verginità della
sorella.
-Tu
dici?- pigolò Potter con lo sguardo quasi lucido.
Evidentemente la
sanità mentale non era un tratto genetico di famiglia.
-Io
l'avevo detto,- s'intromise Kimberly arcigna, che conservava dalla
colazione quell'umore nero.
Intanto
Scorpius si chiedeva perchè non si fosse seduto vicino a
Amy, così
avrebbe parlato di cose decisamente più interessanti della
vita
sessuale della rossa.
-Ma..ma..
è piccola,- piagnucolò Albus che sembrava
sull'orlo di tagliarsi le
vene o lasciarsi affogare nella zuppa che aveva davanti.
E
Kim, se non fosse stata così incazzata con lui in quel
momento
avrebbe provato quasi pena. Invece decise di infierire.
-Beh,
ha già avuto dei ragazzi in precedenza. E fidati, secondo me
lei
ricambia,- maligna fino al midollo esultò dentro di
sé vedendo
sbiancare ancora di più il ragazzo.
-Beh,
che le piaccia o no, se si fa tutti e due gemelli ha la mia stima
più
totale,- intervenne Zabini serafico spezzando un po' di pane per fare
la scarpetta.
Ora
Albus era violaceo. E l'umore di Kim subì un'impennata da
record.
Scorpius,
invece rimase zitto e osservò la coppia che stava al tavolo
di
Corvonero pensieroso, gli amici troppo presi a tormentare Al non se
ne accorsero nemmeno, ma qualcun altro lo notò e con un
sospiro
penso che aveva capito più lei quello che vorticava nella
testa del
biondo che lui stesso. In fondo, era pur sempre la sua migliore
amica.
-Amy,
che dici se ordiniamo qualche rossetto assieme? così li
facciamo
arrivare in un unico ordine,- le propose la ragazza biondo miele
accanto a lei.
-Uhm,
sì, direi che è una buona idea, io ho quasi
finito il mio
'Rosaspina'- rispose lei pensierosa versandosi un
po' di succo
di zucca.
Finite
le due ore di Cura delle Creature Magiche nel pomeriggio Lils era
rimasta un po' di più ad aiutare Hagrid a rimettere gli
asticelli in
libertà beccandosi non pochi graffi sulle mani. Lorcan aveva
insistito per aspettarla e darle addirittura una mano, ma lei aveva
declinato sorridendo, e l'aveva rimandato in Sala Comune. Facendo
parte anche lui della sguarda di Quidditch come Cacciatore era meglio
che andasse a studiarsi gli schemi con gli altri, anche
perchè il
giorno dopo avrebbero avuto gli allenamenti di prima mattina e
Gaston, il capitano, li avrebbe uccisi se si fossero preparati bene,
dato che la partita con Serpeverde sarebbe stata decisiva per la
Coppa.
Aveva
salutato affettuosamente il guardacaccia salvandosi da un
thè,
promettendogli di portargli Kim lunedì pomeriggio dopo le
lezioni e
si avviò verso il lago. Anche se faceva ancora freddo e il
tempo non
prometteva bene, come quasi sempre in tutta la dannata Gran Bretagna,
aveva voglia di starsene un po' all'aperto sul Lago Nero, a maggior
ragione perchè quella sera avrebbe dovuto dormire con Kim
nel
dormitorio Serpeverde.
Stava
già facendo buio, ed erano solo le 5.30, l'inverno non si
decideva a
lasciare il posto alla primavera e l'aria era frizzante, con quel
leggero sentore di pioggia che le piaceva da morire. Non c'era
praticamente nessuno, scoraggiati senz'altro dal freddo che la
costringeva a stringersi meglio nel mantello e la Foresta toreggiava
alla sua sinistra minacciosa mentre la costeggiava per poi superarla
per raggiungere la casa della Piovra Gigante.
Si
sedette sui ciottoli leggermente umidicci lisciati dall'acqua e
così
accovacciata e infagottata si mise a guardare l'acqua che sospirava
dolcemente ad ogni piccola onda provocata dal vento leggero che le
scombinava ancora di più i capelli legati in una coda alta.
Le
dava una pace incredibile, trovarsi lì da sola a lasciarsi
cullare
dallo sciabordio, provocato ogni tanto da un tentacolo della secolare
Piovra Gigante che ogni tanto faceva capolino per poi immergersi di
nuovo.
-Potter,-
come non detto, la pace non faceva proprio per lei. Si voltò
trovandosi davanti Malfoy in divisa con la scopa in mano.
Probabilmente Serpeverde aveva appena finito gli allenamenti.
-Malfoy,
ma che gioia,- rispose al saluto sarcastica.
-Se
intendi buttarti purtroppo è mio dovere informarti che
dovrò
fermarti o Albus potrebbe dare di matto,- disse lui noncurante. Ma
non doveva andare a farsi una doccia, dormire, scopare.. insomma,
qualcosa che gli impedisse di rompere a lei?
-Per
la quiete pubblica allora non lo farò,- rispose lei
svogliata, non
era il caso di litigare. L'ultima volta che erano stati da soli lei
aveva quasi dato fuoco ai sotterranei e lui le aveva dato tutta
l'impressione di volerla picchiare.
-Bene,
come mai tutta sola, già stufa del tuo nuovo fidanzatino?-
le chiese
mentre lei si alzava in piedi incurante di quanto potesse essere
lercio il retro del suo mantello. La lasciò di sasso, no,
non anche
lui.
-Primo,
non ho nessun fidanzatino, checché ne dicano tua sorella e
Zab.
Secondo, cercavo di starmene un po' tranquilla , ma a quanto pare la
madre degli idioti è sempre incinta,- insomma, okay, non
voleva
scatenare un'altra guerra, ma il giorno che sarebbe andata d'accordo
con Malfoy le sarebbero caduti i capelli. Ignorò beatamente
che
proprio su quella spiaggia, poco tempo prima, si era praticamente
svegliata fra le sue braccia. Con un gesto involontario la sua mano
partì a controllare che la chioma rosso fuoco fosse ancora
al suo
posto.
-Il
piccolo Lunatico ti ha già stufata? Se fossi in te non sarei
così
schizzinosa Potter, chissà quando un altro ti
guarderà come una
ragazza e non come un piccolo sgorbio,- ghignò lui. Ma
allora se la
andava proprio a cercare?
-Merlino
Malfoy, potresti evitare di rivolgermi la parola fino a quando ti
crescerà un cervello?- sbottò esasperata ben
decisa a lasciar
perdere e tornarsene all'interno, dove una bella cena l'aspettava
invitante.
-Fai
meno la superiore Potter , o devo ricordarti i tuoi voti?-
ribattè
prontamente lui facendo crescere un'irrefrenabile voglia in lei di
prendere un grande sasso , possibilmente uno scoglio e sbatterglielo
in testa ripetutamente.
-Come
vuoi Malfoy, non sarò certo io a distruggere le tue
convinzioni,-
rispose secca, era davvero stufa. Non aveva voglia di litigare,
nemmeno con lui.
Così
s'incamminò verso il Castello a passo svelto lasciandoselo
alle
spalle, riuscendo però a sentire la sua ultima frase, che
aveva un
tono amaro e risentito davvero esagerato a cui non si diede nemmeno
la briga di rispondere.
-Corri
dal tuo piccolo Corvonero Potter, corri.-
Siccome
era ancora presto per la cena decise di fare una capatina nella sua
Sala Comune a lasciare i libri. Trovò Lysander che leggeva
il
Cavillo molto interessato su una delle poltrone di velluto blu vicino
al fuoco e decise di andare a risollevarsi il morale con qualche
notizia assurda.
-Allora,
che si dice sul fronte dei Ricciocorni Schiattosi?- chiese
allegramente la ragazza sedendosi sul bracciolo appoggiandosi col
braccio sulla sua spalla per dare una sbirciata alla rivista.
-Oh,
quella è storia vecchia, mamma ora sta facendo una ricerca
sui
Bubboli Purpurei davvero interessante,- rispose allegramente
mostrandole l'articolo in parte a cui c'era disegnata una specie di
grande bolla con delle zampette tozza.
-Mhm,
spero che non esistano, sono proprio bruttini,- rispose pensierosa la
ragazza fissando l'immagine.
-Mi
dispiace per te, ma mamma è quasi sul punto di scoprire
dov'è
concentrata la loro colonia più estesa,- rispose serafico il
biondino appoggiando la rivista aperta sulle gambe.
-Oh
beh, buon per Luna allora,- rispose lei.
-Che
hai Potter? Sei moscia come se un Fastrucchio della Pennsylvania ti
abitasse sotto il letto,- le chiese fissandola dritta negli occhi con
quel suo modo di fare da Scamander, loro avevano occhi limpidi che
sembrava custodissero il segreto per la felicità.
Lily
non si chiese nemmeno cosa fosse quel Pastrocchio di
cui parlava e fece un mezzo sorriso.
-Niente,
solo una settimana pesante.-
-Non
c'entra per caso un certo biondo che conosciamo?- le chiese serafico.
-No,
macchè, Malfoy è troppo stupido per condizionare
il mio umore,-
ribattè in fretta la ragazza.
-Io
non parlavo di lui, mi riferivo a mio fratello,- rispose dolcemente
il ragazzo continuando a guardarla negli occhi in un modo che un po'
la inquietava.
-Ci
sono troppi biondi ad Hogwarts,- borbottò contrariata la
rossa
-comunque niente, anche se tutta Serpeverde sembra convinta che ci
metteremo assieme, assurdo no?-
-Mica
tanto, tu a mio fratello piaci,- rispose lui vuotando il sacco. Era
sicuro che Lorc l'avrebbe ucciso , ma sarebbe morto per una buona
causa.
-Cosa?!
Ma non anche tu, siamo solo amici,- ribattè scioccata la
ragazza.
Ora era impazzito anche Lysander.
-In
realtà me l'ha detto lui,- rispose serafico il ragazzo.
-Oh..-
riuscì solo a commentare la rossa decisamente traumatizzata.
-E
perchè non me l'ha detto?- chiese shockata dopo qualche
istante di
meditazione.
-Andiamo
Lils, è ancora terrorizzato da quello che facesti a quel
Marcus al
primo anno, quando ti regalò un fiore,- cercò di
farla ragionare
Lys.
-Ma
quella era una cosa diversa! Hugo mi aveva detto che collezionava
insetti infilzati con degli spilli e quello mi ha avvicinata
dicendomi che ero una bellissima farfalla, avevo paura che volesse
infilzarmi!- ribattè infervorata la rossa.
-Sì,
ma l'hai affatturato il poveretto, anche se in effetti faceva davvero
uno strano effetto quel tipo,- rispose Lys perdendosi nelle sue
fantasticherie.
-Vedi
che ho ragione io, era colpa sua, non mia,- incrociò le
braccia la
ragazza.
-Questo
non cambia la cosa Lorc è terrorizzato dal rivelarti i suoi
sentimenti,- si riprese da quell'aria sognante degna della madre.
-E
che ci posso fare io?- rispose sconsolata la rossa.
-Ah
non so, dovete vedervela voi, io mi sono intromesso fin troppo,-
rispose lui.
-Mhm,
già.. ci penserò,- mormorò Lily
più a sé stessa che all'amico
mentre un sacco di domande e congetture le vorticavano in testa.
-Pensa
che Zabini puntava su di te, o addirittura entrambi-
ridacchiò Lils
lasciando perdere il discorso dopo una pausa di silenzio cogitabondo.
-Ah,
mi dispiace, sei bellissima, ma non sei decisamente il mio genere, ti
manca qualcosa di fondamentale per me,- le fece l'occhiolino il
biondo.
-Hey,
le mie tette sono del tutto rispettabili,- saltò su piccata
la
rossa.
-Io
parlavo di qualcosa che sta più giù e che voi
femminucce non
avete,- gettò l'amo.
-Uhm..-
si mise a pensare facendo alzare gli occhi al cielo al povero
Lysander, quanto poco perspicace poteva essere quella ragazza?
-Sono
gay Lil,- buttò lì schietto rinunciando ad un
annuncio più soft.
-Oh,
ah,- rimase a bocca aperta la rossa per poi scoppiare a ridere
fragorosamente.
-Che
c'è da ridere? Ti credevo più tollerante Potter.-
rimase spiazzato
l'amico e anche un po' offeso.
-No,
è che.. tu.. l'anno scorso.. stavi con.. Kim,-
annaspò fra una
risata e l'altra la rossa tenendosi la pancia e quasi rotolando
giù
dalla poltrona.
Salve
a tutti, sì, sono tornata, sì , potete uccidermi,
ne avreste tutto
il diritto D:
Ma se mi uccidete non saprete cosa accadrà nel prossimo
capitolo. u.u Quindi abbiate pietà della mia povera anima e
beh, anche se questo è solo un capitolo di passaggio, sta
aprendo la strada a tanti di quei guai che nemmeno immaginate, quindi
occhi e orecchie aperte. :)
Grazie a tutti coloro che la leggono ancora, o che la seguono e non mi
hanno ostracizzata dalle loro storie preferite. Grazie davvero, vi amo.
E prometto che arriverà presto l'ottavo capitolo in cui ci
sarà qualcuno di molto geloso, e ritorneranno Dom e Jam-Jam.
:D
Alla prossima, con amore.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** #8 - eighth chapter . ***
eighth chapter
;EIGHTH
CHAPTER
L'amore
comincia con l'amore: dall'amicizia più forte può
nascere solo un
debole amore.
-jean
de la bruyère
Quella
sera , dal dormitorio femminile Serpeverde giunsero urla, improperi
che avrebbero fatto arrossire il più efferato dei
Mangiamorte e
risate talmente forti da far pensare che Bellatrix Lestrange fosse
tornata in vita e stesse squartando un elfo domestico.
In
realtà la piccola Potter aveva solo raccontato la
conversazione
fatta con Lysander poche ore prima alla migliore amica e se lei
ancora se la rideva per ciò che quella piccola confessione
comportava, la parte sull'omosessualità del ragazzo, non
sulla cotta
paurosa che il fratello si era preso per la rossa, in quello non
c'era nulla di piccolo, Kimberly Malfoy non sembrava pensarla allo
stesso modo.
Quel
teatrino, Lily che rotolava dal ridere sul letto e Kim che lanciava
cose in aria, un po' con la magia , un po' alla babbana, camminando
per il dormitorio che si era svuotato a tempo record quando i
bisbigli sommessi che venivano dal baldacchino della Malfoy si erano
trasformati in urla di una banshee, andava avanti da circa un quarto
d'ora, quando Albus Potter decise di prendere coraggio e andare a
bussare alla porta dell'inferno. Ovviamente, quei codardi di Scorpius
e Ares aveva gentilmente declinato l'offerta di accompagnarlo con un
'fottiti, sono ancora troppo giovane per morire' e così il
nostro
impavido Serpeverde si era ritrovato ad affrontare il cataclisma da
solo.
-Che
c'è?- aprì Kimberly ringhiandogli contro e non
appena lo riconobbe
quasi dilatò le narici come una fiera -Sei qui per
confessarmi anche
tu la tua omosessualità?-
Al
si fece piccolo piccolo davanti a quello sguardo mentre alle spalle
della bionda un nuovo eccesso di risa quasi soffocò Lily che
cominciò a tossire violentemente.
-No,
io ecco.. a me piacciono le ragazze,- rispose timoroso dimenticandosi
di dire perchè era lì. Dannati geni Potter, lo
avrebbero fatto
uccidere un giorno o l'altro.
-Bene,
ti conviene o ti affatturo, poi ti appendo a testa in giù e
ti eviro
se anche solo pensi di diventarlo, buona notte,- e con questo Kim
chiuse la porta in faccia ad un traumatizzato Albus che
tornò con
gli occhioni verdi spalancati strisciando i piedi dagli agli amici,
lasciandosi cadere pesantemente sul divanetto di pelle.
-Hey
amico, sei sopravvissuto,- lo salutò Zabini allegramente.
Albus
rimase immobile a fissare il vuoto a testa bassa.
-Ma
con evidenti danni celebrali,- commentò Scorpius
distogliendo un
attimo lo sguardo dalla Gazzetta del Profeta serale.
-Gay..-
mormorò sconvolto continuando la sua contemplazione del muro
di
fronte a lui.
-Finalmente
lo ammetti,- commentò serafico Zabini. Albus
continuò a non
rispondere.
-Ce
lo siamo giocato amico, niente da fare,- disse dopo qualche momento
di silenzio quello che in teoria era il migliore amico del moro in
catalessi.
-Almeno
sappiamo che è meglio evitare di avvicinarsi a quella stanza
altrimenti si rischia la lobotomia,- rispose Zabini riprendendo a
scrivere sulla pergamena che aveva davanti il tema di Pozioni.
-Questo
non è di certo un rischio per voi ragazzi, siete
già senza un
cervello dalla nascita,- si lasciò cadere Amy vicino a
Scorpius con
nonchalance. Da quando c'era stato quel litigio epocale Al tendeva ad
ignorarla, Zab le rispondeva freddamente e l'unico che ancora aveva
un rapporto con lei era Malfoy, dato che erano stati emarginati
assieme.
-Sempre
gentile vero Em?- rispose svogliato il biondo da dietro il suo
giornale.
Albus
si alzò di scatto e con un mormorio simile a 'Kim mi uccide'
se ne
fuggi nei dormitori maschili, lasciandoli tutti di sasso.
-Lo
zombie si è svegliato,- commentò Ares senza
alzare gli occhi dalla
sua pergamena.
-E'
cotto, mi chiedo come faccia a non capirlo tua sorella Scor,-
commentò distrattamente la bionda mentre giocherellava con
una
ciocca di capelli.
-Mhm,
hanno il quoziente intellettivo di un moscerino quei due quando si
parla di queste cose,- borbottò Scorpius dietro la foto in
prima
pagina di una vecchia signora che stringeva al petto l'ennesimo libro
dell'ormai ultraottantenne Allock.
-Senti
chi parla, lo stesso che nega l'evidente tensione sessuale nell'aria,
come disse una volta saggiamente la nostra Caposcuola Warrington,-
commentò Zabini fermandosi un attimo per intingere la piuma,
riferendosi ad un episodio che era successo ancora prima del
compleanno di Lily, a colazione.
Scor
borbottò qualcosa che sembrava vagamente un 'fottiti maniaco
di
merda', ma lo camuffò con una finta tossettina facendo
spuntare un
piccolo ghignetto sul viso del moro.
Amy
fissò pensierosa la foto della vecchina dove dietro sapeva
che si
nascondeva il suo migliore amico, sembrava che qualcosa di importante
le frullasse in testa da un po', qualcosa come un chiodo fisso che
non l'abbandonava mai e la distraeva spesso. La mente le
vagò a
quella lontana mattina, in cui era ancora tutto perfetto con una nota
amara di nostalgia.
“-Secondo
me fate così solo perché non potete sfogare la
tensione sessuale
che c'è fra voi in modo più produttivo-
dichiarò serafica Amy
mordendo un frollino alla panna.
Simultaneamente
al tavolo Serpeverde ci furono cinque diverse reazioni; Scorpius
rimase letteralmente con la bocca spalancata e un sopracciglio alzato
all'inverosimile, ancora con il bicchiere di succo di zucca a
mezz'aria, fissandola scioccato.
Albus
cruciò con lo sguardo il migliore amico come se stesse
deflorando
l'amata sorellina proprio davanti ai suoi occhi, sulla loro
colazione.
L'innocente ragazza in
questione diventò color grifondoro, ovvero un bel misto di
giallognolo e rosso sembrando sul punto di strozzarsi con l'aria che
inspirò profondamente di scatto, probabilmente con l'intento
di
ossigenare il cervello dato che doveva essere guasto visto quello che
aveva appena recepito.
Zabini che,
per la profonda infelicità di Kim, stava bevendo il suo
caffè
mattutino sputò l'intero contenuto della sua regale bocca
sulla
bionda che, sfortunatamente, quella mattina aveva deciso di sedersi
davanti a lui.
Kimberly imprecò con
parole che avrebbero fatto arrossire Lord Voldemort e la sua intera
schiera di mangiamorte in persona mentre Zabini sembrava preso da un
attacco epilettico indeciso fra il ridere e il piangere,
optò per la
prima.
Beh, sei reazioni, contando
anche gli altri occupanti del tavolo che ebbero un eccesso di
risolini soffocato alla bell'e meglio e sguardi interessati.
-Che
c'è? Non guardatemi così, ho solo avuto il
coraggio di dire quello
che pensano tutti a Hogwarts.- liquidò seccata le loro
reazioni ,
che riteneva alquanto esagerate davanti a una cosa più che
risaputa,
la Serpeverde.
-Io avrò una
relazione anche solo vagamente lontana dal disgusto per quest'essere
soltanto quando l'inferno gelerà e Merlino
inizierà a mettersi le
mutande!- ribattè irritata la rossa scattando come una molla
mentre
la sua migliore amica cominciò a rimbrottare Zabini
arrabbiata nera
mentre allo stesso tempo armeggiava con la bacchetta per
risistemarsi.
-Beh, allora succederà
presto, dato che fra poco nevicherà e la sala comune
Serpeverde sarà
un ghiacciaio.. inoltre Merlino indossa dei tanga a pois deliziosi
secondo le mie fonti- rispose sempre più serafica mentre
beveva
tranquilla il suo tè caldo lasciando la rossa letteralmente
basita e
sgonfiata, del tutto incurante del putiferio che aveva
scatenato.
-M..m..ma c..c..com.. che
fonti attendibili?!- scoppiò all'improvviso dopo qualche
balbettio
scioccato.
-Beh, in ogni sfuriata che
fai tiri fuori almeno tre volte circa la questione delle sue mutande
a pois e consunte,- le sorrise angelica la bionda ricevendo come
risposta uno sbuffo esasperato e lo sbattere della testa rossa
violentemente contro il tavolo, rimanendo ferma così,
spossata.
Intanto Zabini e Scorpius si scambiarono uno sguardo stranito mentre
Albus aveva preso a dare una mano alla sorella minore di uno dei due
interessati in quella fantomatica 'tensione sessuale' a ripulirsi dal
caffé e la bava del moro Serpeverde, arresosi all'idea che
non
poteva metter becco in quella questione, liquidandola come 'assurda e
inverosimile'.”
Rimasero
così, in silenzio, con il solo chiacchiericcio intorno a
loro e i
rumori dal dormitorio femminile a fargli compagnia, ognuno immerso
negli stessi pensieri, anche se Scorpius non l'avrebbe mai ammesso.
Lily,
dopo che l'amica ebbe sfogato la mania omicida le aveva esposto i
suoi dubbi sul Lorcan e insieme avevano concluso che fra qualche
rossore di guance e improperio poco carino che sì, non le
era
indifferente e che quel grande affetto che provava per l'amico forse
non era affetto e basta, ma una cotta.
Avevano
parlato a lungo, lei e l'amica, di come mai si chiudesse
così alla
possibilità di una storia con Lorcan e di come mai non
volesse
considerarlo più di un amico. La risposta, semplice e
diretta della
bionda era che forse era impaurita dal perderlo se ci fosse stata una
fine. Era suo amico da quando Lils ne aveva memoria e l'aveva sempre
sostenuta con dolcezza e giocosità e semplicemente aveva
paura.
Aveva appena perso Amy e con Rose era più o meno la stessa
cosa,
semplicemente aveva perso serenità. La rossa aveva seguito
quel
ragionamento attenta, mentre succhiava pensierosa un'ape frizzola e
alla fine le aveva dato ragione dopo un lungo sospiro. Così
aveva
deciso che avrebbe fatto il primo passo, perchè se
aspettavano lui
“i vermicoli facevano in tempo a diventare
ippogrifi” come disse
saggiamente Kim prima di ingurgitare una cioccorana ancora intera.
La
mattina dopo la rossa si era svegliata presto nei dormitori
Serpeverde grazie alla sveglia impostata la sera prima fra cartacce
di dolci e l'amica praticamente stesa su di lei; l'aveva scostata
dolcemente e in silenzio assoluto si era preparata, prendendo divisa
e scopa per poi fuggire in punta di piedi fuori dalla Sala Comune
deserta. In fondo si svegliavano solo loro a quegli orari inumani per
allenarsi, grazie al loro dolcissimo Capitano. Che Merlino lo
prendesse con sé!
Davanti
al portone incontrò una compagna di squadra con cui
potè sfogare
tutto il suo rancore in coppia verso il capitano e borbottando
improperi che dalla bocca di due ragazza non sarebbero mai dovuti
uscire arrivarono al campo senza che la piccola cercatrice avesse la
possibilità di pensare molto a ciò che aveva da
dire a Lorcan. Non
che avesse un piano preciso a dire il vero, pensava giusto di
fermarlo e improvvisare, perchè conoscendosi sicuramente si
sarebbe
lo stesso incartata e avrebbe divagato se si fosse preparata un
discorso.
L'allenamento
fu la solita trafila di insulti Gaston verso il portiere ogni volta
che non parava una Pluffa, indicazioni a Lily su che evoluzioni fare
per spiazzare gli avversari ed evitare i Bolidi al tempo stesso. Dal
canto suo la rossa semplicemente volava perchè si sentiva
libera,
faceva un po' l'orecchio da mercante facendo comunque di testa sua,
perchè l'eredità Potter glielo permetteva. Non si
montava la testa
o si vantava per questo, semplicemente era nata per volare e dirle
come fare la innervosiva e basta.
Volare
la rilassò notevolmente, era liberatorio lasciare ogni
dubbio e
paura per terra, come se la scalciata che si dava per darsi lo
slancio servisse anche per scrollarsi i pensieri di dosso. Era una
sensazione meravigliosa, fin da quando era piccolissima aveva sempre
amato volare, per la gioia di suo padre e sua madre che ormai si
erano rassegnati ad Al che preferiva i libri alla scopa. Era come se
la felicità non fosse più così
lontana, come se la si potesse
sfiorare con un dito. Tutto era piccolo e insignificante da
lassù,
nessun volto definito, nessun rimprovero, brutto voto, litigio o
problema che fosse abbastanza forte da poterla seguir sin
lassù. Se
a terra era un po' scordinata, imbranata e goffa quando si sollevava
in volo sembrava fosse nata in sella ad una scopa.
Fece
qualche giro del campo ispezionando le tribune placidamente. C'era
qualche Corvonero che evidentemente aveva problemi di sonnambulismo
per alzarsi a quell'ora del mattino e anche un paio di ragazze di
Tassorosso del fan club di Gaston, perchè per quanto fosse
isterico,
c'era gente che lo trovava attraente. Questioni di gusti
pensò con
una scrollata di spalle per poi svuotare la mente da ogni pensiero
che non fosse il boccino dorato che svolazzava per il campo. Dove si
era nascosto il furfantello? Lo individuò vicino alle porte,
dove,
tra l'altro, il capitano stava giusto sbraitando, tanto per cambiare.
Si buttò a rotta di collo puntando dritta sul palo
dell'anello
centrale, appiattita sulla scopa, fu un attimo ed accelerò
di scatto
e in pochi secondi si trovò a tendere la mano e stringere
quel
piccolo cosetto fra le mani che si agitava tutto. La tensione si
liberò in una risata argentina e fece qualche giravolta poco
raccomandabile per esprimere la sua contentezza. Poi lo
lasciò
andare, attese qualche secondo e si rilanciò al suo
inseguimento
libera come l'aria.
Il
problema era che prima o poi sarebbe dovuta scendere e le
preoccupazioni di tutti i giorni erano lì ad aspettarla
trepidanti.
Dopo
qualche giro di corsa del campo (che diamine servisse correre se poi
volavano, lo sapeva solo il loro irascibile capitano) finirono con
una bella doccia a mattinata inoltrata.
Lei
e Lorc si erano scambiati le solite battutine in volo, avevano riso
come al solito e si erano sfidati nelle solite acrobazie, eppure le
pareva tutto così surreale che quasi le sembrava di essere
ancora a
letto e di stare sognando.
-Lorc,-
lo fermò all'uscita un po' insicura mentre lui faceva cenno
a
Elizabeth, una delle loro cacciatrici, di andare avanti si
fermò ad
aspettarla e tutto le sembrò un grande, madornale errore.
Zittì
quella voce interiore che le diceva di starsene zitta, di non
rovinare tutto, che magari gli sarebbe passata e gli sorrise
passandosi una mano fra i capelli che, per chi la conosceva, era il
primo segno evidente di imbarazzo della rossa.
-Hey
Lil, bella presa quella di prima, davvero mozzafiato, pensavo ti
schiantassi contro al palo,- le sorrise lui allegramente.
-Vorrei
chiederti una cosa,- disse diretta arrossendo però senza
abbassare
lo sguardo. Avrebbe evitato giri inutili e sarebbe andata diretta al
punto, non era brava con le parole, le sfuggivano sempre quelle
importanti dalle labbra e finiva con fare sproloqui stupidi e
imbarazzanti.
-Dimmi
Lil,- le sorrise lui rassicurante vedendola in difficoltà.
-Io
ti piaccio?- gli domandò forzandosi di mantenere lo sguardo
fisso
nei suoi occhi invece che guardarsi le scarpe, o le sarebbe mancato
il coraggio.
-C..cos..?-
balbettò lui preso alla sprovvista.
-Sì,
perchè ecco.. io.. tu..- cominciò lei senza
riuscire ad esprimere
un concetto, -ecco tu mi piaci, e se piaccio a te, beh.. saremmo a
posto.-
Era
la dichiarazione più disastrosa, imbarazzante e stupida che
si fosse
mai sentita sulla faccia della terra, la rossa si sarebbe picchiata
da sola se avesse potuto, ovviamente sbattendo la testa contro un
muro, non avrebbe mai usato la sua preziosa Firebolt.
-Io,
beh, sì, mi piaci,- sussurrò intontito il biondo
che era diventato
rigido come un ciocco di legno. Merlino se erano degli imbranati.
-Bene,
allora ci piacciamo,- commentò Lils giusto per non rimanere
in
silenzio e darsi un altro motivo per sotterrarsi. Che razza di frase
era?
-Bene,-
rispose lui quasi senza fiato guardandola con quei dolci occhioni
azzurri spalancati, ancora immobile. Non era sicura nemmeno di aver
visto muoversi le labbra quando aveva parlato, come se avesse paura
che se si fosse mosso avrebbe potuto rompere quell'incantesimo.
Ci
fu un breve silenzio imbarazzato fra i due , lei con le mani dietro
la schiena che si stropicciava i piedi facendosi violenza per non
abbassare lo sguardo e lui attonito che la guardava. Poi successe,
come a rallentatore lui lasciò cadere la scopa e
colmò lo spazio di
un passo fra loro due, le prese il viso fra le mani e la
baciò.
Fu
un baciò impacciato, tremante, lei teneva ancora le mani
dietro la
schiena e gli occhi spalancati e per qualche istante rimase immobile
talmente le sembrava surreale quella scena.. stava davvero
succedendo? Poi si sciolse poggiandogli le mani sul petto e alzandosi
un po' in punta di piedi e fu tiepido, dolce, come il sole in
primavera. Qualcosa che a sorpresa ti scioglieva qualcosa dentro e
con lentezza ti avvolgeva col suo calore. Si aggrappò al suo
collo
mentre lui entusiasta le posava le mani sui fianchi.
Saggiarono
un po' il terreno l'uno dell'altra, timorosi, fu come un secondo
primo bacio, aveva lo stesso sapore dolce e limpido, innocente. E
impacciato da morire.
Sembrava
avesse paura di romperla, quasi la sfiorava appena. Sembrava avesse
paura e basta.
Durò
un attimo, poi si staccarono e lui prima di abbandonarle del tutto le
labbra le poso su quello inferiore qualche piccolo bacio più
casto e
dolce. Con orrore Lily si rese conto che aveva tenuto gli occhi
aperti e una fitta d'imbarazzo la prese allo stomaco, ma non si
sganciò dal suo collo. Anche se in quel momento era strano e
surreale avrebbe funzionato, ne era sicura.
-E
ora?- le mormorò timoroso Lorc.
-Ora
si va a fare colazione,- gli sorrise Lily con tutta la naturalezza
del mondo, lui ridacchiò a fior di labbra e si sganciarono,
mantenendo comunque un contatto tenendosi per mano.
Quando
arrivarono in Sala Grande Lils trovò a fissarla tutta la
compagnia
Serpeverde ed era pronta a giurare che Malfoy la stesse cruciando con
lo sguardo mentre la sorella di lui sorrideva estasiata. Ma non fece
in tempo a rifletterci perchè un urlo entusiasta di Lys li
accolse
attraversando tutta la Sala e facendo girare molte teste, troppe
teste pensò con un pigolio interiore la rossa
stringendo più
forte la mano di Lorc.
-Finalmente
ce l'avete fatta imbranatuccoli miei!- maledetto Scamander, l'avrebbe
ucciso.
-Venite
qua su, fidanzatini,- gli fece gesto con la mano sempre urlando. Dopo
averlo torturato per ore, pensò Lily prima di mordersi la
lingua
prima di dire un 'non stiamo assieme' che avrebbe ferito a morte il
ragazzo che ora le stringeva forte la mano, probabilmente preso dal
suo stesso raptus omicida. O forse semplicemente per farle forza. Non
che l'avrebbe fatto con cattiveria e che proprio non sapeva che
pensare di quella cosa, anche se forse la conclusione del gemello era
la più ovvia.
-Oh
mie piccole colombelle , raccontatemi tutto,- trillò
Lysander quando
si sedettero accanto a lui, esaltato più lui che le suddette
'colombelle'.
-Questo
è molto gay Lys, troppo,- osservò Lily invocando
invano un minimo
contegno dell'amico.
-Oh,
non deviare il discorso su cose meno interessanti, ditemi, ora state
insieme?- chiese il biondo senza un minimo di pietà verso i
due.
Lor
e Lils si guardarono un attimo, non lo sapevano nemmeno loro
cos'erano, ma Lily annuì impercettibilmente verso
l'amico/neo-ragazzo e lui accetto la risposta come un sorriso.
-Beh,
sì, direi di sì- si prese carico di rispondere il
ragazzo e la
rossa gli sorrise grata mentre arrossiva furiosamente in zona
orecchie.
Lys
batte le mani con entusiasmo e cominciò a sproloquiare su
quanto
fosse contento della neocoppia.
-Sì,
okay Ly, l'abbiamo capito, sei contento, ora mi passi la focaccia, ho
fame,- borbottò infastidita Lils da tutte quelle parole e
Lorc le
strinse la mano sotto al tavolo. Sì, era la decisione
giusta, ne era
certa, pensò con un sorriso guardandolo, si sarebbe preso
cura di
lei. E lei gli voleva un bene dell'anima.
Dopo
lo sbandieramento di Lysander della loro.. nuova situazione,
per così dire Lils si era dovuta subire un interrogatorio
interminabile da Al e Lorc un discorsetto su come andava trattata una
donna che aveva due fratelli maggiori e un padre molto
affezionati alla loro piccola pulce. A quel punto lei era
già
arrivata a desiderare il Bacio di un Dissennatore, per poi ricevere
una lettera di Jam-Jam che le chiedeva se Al avesse fatto il discorso
di rito col suo nuovo fidanzato, lei semplicemente aveva passato la
lettera ad Al pregandolo di rispondergli lui altrimenti avrebbe
trovato il modo di infilare una maledizione nella busta assieme ad un
suo dolcissimo 'vaffanculo'.
Lorcan
dal canto suo prese il tutto con filosofia, tanto che si divertiva a
scherzarci sopra come se nulla fosse. Beato lui, lei aveva solo
voglia di uccidere tutti la famiglia Potter di sesso maschile.
Quella
sera finirono Kim , i neo-fidanzatini, Lysander, Calipso che era
stata invitata ad unirsi a loro dalla rossa seduti sul tappeto
davanti al camino a giocare a carte babbane che aveva insegnato alla
rossa un ragazzo che abitava nella campagna vicina a Godric's Hallow
con cui aveva fatto amicizia da bambina quando andava alla scuola
babbana e che ora frequentava ogni tanto l'estate assieme ad una
piccola compagnia.
Lily
e Lor giocavano praticamente assieme dato che lei era accovacciata
fra le gambe di lui e il ragazzo la lasciava vincere spudoratamente
con grande disappunto di Kim che per quanto borbottasse ormai era
presissima.
-Uno!-
urlò esaltata la bionda in questione.
-Ma
Kim, hai ancora due carte in mano,- la guardò sconcertata
Lysander.
Lei lo fulminò con lo sguardo, un po' perchè le
rovinava la festa,
un po' perchè non gli aveva ancora perdonato la sua
omosessualità
-Sì,
ma su questa carta c'è scritto uno,- protestò lei
caparbiamente
mostrando quello che effettivamente era un uno verde.
-Devi
dire uno solo quando hai solo una carta in mano Kim,- le
ricordò per
la centesima volta la rossa ridacchiando.
-Zitta
tu, hai anche detto che non si può giocare a coppie, ma Lorc
ti sta
facendo spudoratamente vincere,- la rimbrottò l'amica.
-Non
è vero, sto vincendo perchè sono brava,- rispose
assumendo un
espressione di finta sufficienza la ragazza facendo ridacchiare
Calipso che dopo una scarica di +4 si era ritrovata con dodici carte
in mano e ora le stava guardando cercando il modo di metterne
giù il
più possibile.
-Lily
zitta, che fai una figura migliore,- la riprese bonariamente Lys
mentre metteva sul mucchio quattro tre consecutivi.
Lily
gemette guardando come fossero finiti sul giallo e lei avesse solo
carte verdi
-Tranquilla,
ho qui un cambiacolore,- le sussurrò all'orecchio il ragazzo
alle
sue spalle sorridendo.
Lei
si aprì in un sorrisino dolce voltandosi per dargli un
piccolo bacio
a fior di labbra.
-Vi
prego, qua c'è gente che cerca di giocare, se volevamo farci
venire
il diabete andavano nelle cucine a chiedere altra torta al
cioccolato,- disse Kim acidamente, più acidamente di come
sarebbe
stata solita fare a dire il vero e in tutta risposta Lils e Lor
arrossirono ridacchiando per scacciare l'imbarazzo.
-Eddai
Kim, lo sappiamo che sei zitella, ma lasciali tubare in pace,- le
diede una piccola spalla Lysander guadagnandosi un insulto piuttosto
colorito da parte della bionda.
-Okaaay,
tocca a me,- intervenne Cali cercando di interrompere qualunque
litigio stesse per nascere e si ritrovò a mettere
giù solo due
quattro gialli
-Davvero
Cali? Con tutto quello che hai in mano riesci a mettere solo quello?-
rise allegra la rossa e la mora alzò le spalle sconsolata,
ormai
rassegnata alla sconfitta.
Lorcan
fece la sua mossa dandole un leggero bacio fra i capelli sollevando
un coro di 'oh, ma dai, non puoi favorirla così
spudoratamente'
quando espresse la sua decisione di cambiare il colore in verde.
La
rossa si limitò a ridacchiare alle accuse di corruzione con
premi
poco leciti e fece la sua mossa, lasciando di nuovo fare Kim, che la
guardo furbescamente.
-Beh,
ora metto questo, UNO!, e questo. Ho vinto , alla facciaccia vostra,
sono la migliore!- saltò in piedi inscenando un piccolo
balletto che
scatenò un eccesso di risa in Lily e Lorc che praticamente
rotolarono a terra, e uno sguardo truce in Lysander.
-Sei
poco sportiva Malfoy, l'ho sempre detto io,- borbottò mentre
fra una
risata e l'altra Calipso ammucchiava tutte le carte.
Calmatasi
dall'eccesso di risa Lily intervenne in tempo per evitare che la
migliore amica ucidesse il gemello del suo ragazzo, proponendo uno
spuntino con pane e Nutella, trascinandosi una docile bionda con
sé
nel dormitorio femminile per prendere il barattolone che le era stato
regalato al compleanno mentre Lys di sotto chiamava un elfo domestico
per farsi portare del pane e il coltello.
-Allora,
va bene fra te e Lorc,- commentò Kim sedendosi su un letto
mentre la
rossa si immergeva sotto al letto per recuperare lo spuntino.
-Uhm,
sì, immagino di sì,- rispose lei con la voce
soffocata mentre
strisciava.
-Immagini?
Ogni volta che vi guardate rischio di vomitare arcobaleni,- rispose
la bionda alla ricerca di doppie punte inesistenti su una ciocca di
capelli.
Una
risata soffocata, un eccesso di tosse per aver inalato troppa polvere
e un successivo tonfo seguito da un 'Ahio' perchè aveva
sbattuto
contro il letto fu la risposta della rossa.
-Comunque
avete la mia benedizione,è questo quello che conta,-
commentò
ancora Kim accavallando le gambe mentre osservava quelle dell'amica
sgambettare mentre rispuntava da sotto il letto.
-Oh,
bene, allora dillo tu a mio padre che è solo la tua
benedizione che
conta, visto che mi ha scritto che vuole conoscerlo, Merlino te ne
rendi conto? Come se non l'avesse visto fin da quando neanche
camminava,- rispose la rossa allibita dall'iperprotettività
dei
maschi della sua famiglia. Stupidi maschi Potter.
-Per
non parlare di quell'idiota di Al..- buttò lì a
caso la bionda
sempre ispezionadosi la ciocca di capelli che teneva in mano.
-Già..-
rispose Lil pensierosa mentre si metteva a sedere appoggiando le
braccia al tappo dei barattolo che ora stava fra le sue gambe, -ma
non credo tu lo pensi per i miei stessi motivi, almeno, non del
tutto.-
Osservò
attentamente la Serpeverde che rimase zitta senza alzare lo sguardo
nemmeno per sbaglio. Rimasero così, un po' in silenzio, Lily
semplicemente aspettava , perchè sapeva che era l'unica cosa
da fare
per estorcere qualcosa dall'amica, che per quanto a volte fosse
irruenta e impulsiva si teneva sempre per sé ciò
che la turbava
davvero.
-Ci
siamo baciati sai,- disse quasi con casualità la bionda,
-niente di
speciale, né, poco dopo sono scappata a vomitare e sono
quasi certa
che non fossero arcobaleni.-
-Alla
mia festa?- chiese Lily alzando un sopracciglio e basta.
-Già..-
rispose Kim, poi alzò lo sguardo un po' abbattuta, -e
quell'idiota
non ha detto niente, non ha fatto niente, non fa mai niente. Tuo
fratello non ha le palle Lils.-
-Questa
non è una novità, ma cos'hai intenzione di fare
tu piuttosto?-
rispose con dolcezza la rossa piegando leggermente la testa un po'
impolverata di lato.
-Niente,
è ovvio,- rispose Kimberly stizzita, come se fosse veramente
un'ovvietà.
-Ma
a te piace, ti piace da una vita Kim,- rispose Lils e si
sentì come
se stesse cercando di farle scoprire l'acqua calda.
-E
quindi?- le chiese l'amica assumendo una posa che le ricordò
Scorpius in modo impressionante, ritratta, come se dovesse difendersi
da qualcuno, con quel tono duro che cercava di dare l'impressione che
non le importasse poi molto.
-E
quindi tu gli piaci, siete solo voi che non l'avete capito,- rispose
tranquilla Lils alzandosi in piedi.
-Non
è vero, eravamo ubriachi e ci siamo baciati, finisce
lì la
faccenda, solo perchè ora tu hai una vita sentimentale non
vuol dire
che la devi procurare a tutti quelli che ti stanno intorno,- rispose
Kim acida alzandosi anche lei.
-Dico
solo che dovreste provarci, a parlare dico, perchè
così vi fate
solo del male a vicenda rinunciando a qualcosa che potrebbe rendervi
felici per una stupidaggine,- alzò le spalle la rossa, -ora
andiamo
a mangiare.-
-A
me la fetta più grossa,- rispose Kim tornando a sorridere.
-E
perchè dovresti meritartela scusa? Questa è la
mia Nutella,-
rispose la rossa sorridendo anche lei.
-Perchè
ho vinto a Uno,- rispose la bionda cocciuta. E Lily sorrise e basta,
lasciando perdere con un 'sì, sì okay Kim',
pensando a come fosse
facile fingere per paura. Fingere e recitare una parte che non ci
apparteneva solamente perchè così si pensava di
poter rimanere al
sicuro.
Non
pensò però che lei avesse fatto una scelta simile
quando
raggiunsero gli altri in Sala Comune che stavano già
allestendo il
tutto e bacio dolcemente Lorcan, che forse anche lei aveva preso la
strada facile, perchè lui la faceva sentire al sicuro e quei
sentimenti dolci e tranquilli la cullavano dandole serenità.
Non
pensò ai consigli dati a Kim sentendosi maledettamente a
posto con
sé stessa, in quell'abbraccio caldo, fra quelle risate
allegre e i
baci al sapore di Nutella.
Dominique
Weasley pensò invece, pensò a quanto fosse stato
un errore continuo
ogni sua decisione, bacio o abbraccio, quando, entrando in un locale
con un gruppetto di colleghi riconobbe senza ombra di dubbio al bar
il suo peggior incubo. Potter, James Potter, moderatamente sbronzo,
per la precisione. Ormai, per lei ogni suo movimento era chiaro,
sapeva come mai si appoggiasse al banco con finta noncuranza e sapeva
che solo quando era arrivato ad una certa soglia di ubriachezza
quando parlava gesticolava con le mani in modo assurdo e buffo. Ma
ciò che la faceva sorridere dai tempi in cui erano bambini
fino a
qualche mese prima ora le fece solo venire un tuffo al cuore e un
forte bisogno di rimettere. E di fuggire, anche se poi a lavoro tutti
l'avrebbero considerata strana. Cercò di voltare i tacchi ma
un suo
collega la trascinò con sé proprio verso il bar.
Perchè aveva
accettato di fare una capatina in discoteca dopo la cena?
Perchè non
era rimasta a casa a mangiarsi un gelato e avere come unica
consolazione il suo Milkshake, il suo gatto?
Oh,
perchè sperava di divertirsi dopo tanto tempo che
quell'idiota le
aveva tolto il sorriso. In breve tempo decise di fare buon viso a
cattivo gioco e di sfruttare il suo pizzico di sangue di Veela per
attuare una piccola vincita in quella guerra estenuante che certo non
si illudeva di poter superare vittoriosa, vista la persona con cui
era in atto quel gioco al massacro. Però poteva fargli male
e se
conosceva bene James Potter come credeva di conoscerlo, niente gli
avrebbe dato più fastidio che una sua preda nelle mani di un
altro.
A prescindere che gli interessasse o meno, pensò amaramente
la
bionda aggrappandosi saldamente al braccio del collega e urlandogli
nelle orecchie battutine irriverenti che lui accoglieva con grandi
sorrisi e risposte a cui lei rideva un po' troppo. E per quanto
desiderasse fargli del male, quando arrivarono al banco per ordinare
finse di non vedere James, ma non appena fu sicura di essere coperta
gli lanciò un'occhiata con la coda dell'occhio. Lo vide nei
suoi
occhi, nella forma che avevano preso le sue labbra, nel arricciare
leggermente il naso; gli aveva fatto male. Per quanto pensasse di
desiderarlo questo fu come una coltellata anche per lei.
Perchè
l'amore con un Potter, aveva imparato, non era mai razionale, era
sempre di pancia. Quei dannati ti distruggevano l'anima a brandelli,
ma ne lasciavano sempre un pezzetto intero per farsi amare fino a
farsi male. Dom si sentì crollare il mondo addosso e si
aggrappo al
braccio dell'amico solo per non crollare sotto il peso di tutto
quell'amore che ancora la dilaniava dall'interno. Mai un'assenza era
stata più presente nella vita di una persona come quella di
James
nella sua.
La
cosa più brutta era che non riusciva ad odiarlo, nonostante
ciò che
le aveva fatto, nonostante fosse scappato, ma solo a provare rabbia e
anche quella andava scemando lasciando dietro di sé solo
desolazione
e quel fottuto amore che le bloccava la gola e le impediva di
sorridere mentre John le parlava.
Si
allontanarono in fretta, lei aveva paura a voltarsi indietro e per
tutta la sera rimase seduta su dei divanetti con le colleghe a ridere
e bere, tanto che quando si alzò per andare al bagno si
accorse di
barcollare. Okay, forse era un po' brilla.
Raggiunse
i servizi con passo incerto e cercando di tirarsi giù quel
vestito
troppo corto. Non appena si sedette sulla tazza chiuse gli occhi.
Errore da principiante, ora la testa le girava ancora di
più.
Dov'era finita la Dom che faceva a gara di bevute durante le feste ad
Hogwarts vincendo ogni santissima volta? Nel cesso, come tutta la tua
vita Dom, ecco dove, si ritrovò a borbottare contrariata.
Sì tirò
su a fatica aggrappandosi ai ganci che servivano per attaccarci le
borse.. hey, un momento, dov'era finita la sua pochette? Oh, forse
l'aveva lasciata dalle amiche. Sì, ce l'aveva Liz. Quando
uscì dal
bagno quasi non inciampò addosso al ragazzo che l'aspettava
pazientemente fuori dalla porta.
-Ciao
Dom,- le sorrise amaro il ragazzo e lei avrebbe avuto voglia di
strappargli gli occhi, ma girava tutto troppo in fretta, l'avrebbe
fatto un'altra volta si disse.
-Che
vuoi?- ringhiò la ragazza decisa a non lasciarsi sopraffare
dall'alcool del tutto e barcollando fino ai lavandini, doveva lavarsi
assolutamente le mani.
-Te,-
rispose semplicemente il ragazzo.
-Com'è
che sembri più sobrio di me? Di solito queste dichiarazioni
ti
escono dopo il 10 giro, prima che tu svenga,- sbottò lei
irritata
col sapone che non voleva saperne di scendere.
-Mi
manchi Dom, ti prego..- continuò lui come se non avesse
colto la
delicata allusione a come si era dichiarato la prima volta, prima di
vomitare l'anima in un vicoletto. Non era mai stata una storia
semplice, la loro.
-Oh,
che coincidenza, anche a me sei mancato sei scappato nel cuore della
notte dal nostro letto lasciandomi solo un fottuto
bigliettino
in cui dicevi solo 'mi dispiace Nicky, non ce la faccio', ma poi mi
è
passata..oh e al diavolo il sapone! Che Godric lo fulmini!-
gridò
isterica dando una botta al contenitore che quasi non si stacco dal
muro.
-Io..
Ni.- provò di nuovo il moro con occhi lucidi.
-NON
OSARE CHIAMARMI COSì, ne hai perso il diritto quando te ne
sei
andato!- scattò la ragazza buttandosi contro di lui.
Lui
rimase immobile a braccia larghe mentre lei barcollava e gli
picchiava contro il petto disperata, mormorando insulti, ingiurie,
preghiere.
*-Je
ne regrette rien. Je te déteste, mais je ne regrette rien.-
Alla
fine lei crollò a piangere come non si era mai permessa di
fare in
quei mesi, contro il petto del suo carnefice che la strinse a
sé
-Dom,
ti prego, tu.. quel ragazzo, io non posso sopportare l'idea che
qualcuno ti tocchi, pensavo poter rinunciare a te, sono stato
stupido, sono scappato, ma ti prego, io ti amo, mi sembra di stare in
apnea senza di te, nessuna donna ha il tuo sapore, io sto impazzendo,
Dom.. io ti amo, perdonami,- mormorava come un mantra questa parole
al suo orecchio mentre la stringeva a sé come se fosse lei a
reggere
lui e non il contrario. E lei si sentiva un intero universo sulle
spalle.
-Io..
non posso, mi hai distrutta..- singhiozzò fra una lacrima e
l'altra
con la voce che le tremava paurosamente, -non mi fido più,
non mi
fido più.. *je suis détruite.-
Mormorò con la voce rotta e
rauca
-Morgana
Dom, come siamo finiti..- sussurrò con un sospiro
stringendola
ancora più forte a sé. Sarebbe stato
più facile rinunciare, sin
dall'inizio se avessero saputo che l'altro non ricambiava quel
sentimento così sbagliato che però nella sua
semplicità sembrava
così maledettamente giusto e naturale, il problema reale e
che si
amavano reciprocamente e niente è più doloroso
dell'amarsi e non
potersi avere. E per quanto cercassero di fuggire l'uno dall'altra si
ritrovavano sempre, uno nelle braccia dell'altra, sapendo che se
anche avessero finito per far l'amore fino a consumarsi il mattino
dopo non sarebbe cambiato nulla, perchè il loro destino era
scritto
nei loro cognomi. Ed ogni lettera di quegli stupidi vincoli era
marchiata a fuoco sulla pelle dei due, sentivano il sangue bruciare
nelle vene e finivano con l'autodistruggersi pur di non vivere con
quel peccato che li rendeva così felici, vivi.
E
rimasero così, a distruggersi e ricostruirsi a vicenda,
stretti in
un abbraccio che succhiava via la vita in uno squallido bagno che
puzzava di vomito e urina. Perchè era l'unica cosa
concessagli dalla
vita.
Dom ha una
mamma francese, quindi ce la vedo con due madrelingue e quando
è
così distrutta fa ancora più fatica a distinguere
l'uso dell'una o
dell'altra.
*Non rimpiango nulla.
Ti odio, ma non rimpiango nulla.
*sono distrutta.
Quindi eccovi un altro
capitolo, come promesso, non in osceno ritardo come gli altri, a dire
il vero, il settimo e l'ottavo li ho scritti di seguito e il nove
è già in produzione, quindi,
vedete un po' voi, due notti in bianco con la sindrome della
creatività D:
Quuuuuuesto capitolo
è una
bella svolta per cui molte di voi, cioè quasi tutte, mi
odieranno.
Tranquille, c'è scritto Lily/Scorpius per un motivo, ma
diciamo che..
che la nostra rossa possiede il famoso 'gene Potter' e tende a
complicarsi la vita ficcandosi in situazioni strane.
E poi c'è il
pezzetto Dom/Jammy, lo so, ad alcune non piace però io li
amo, che ci
posso fare? t.t Esprimono tutta la mia voglia di parlare di cose
depressose e sembro una cogliona , come Merlino sto parlando? D:
Comuuunque,
beh, c'è un po' di tutto .. e volevo chiedervi che ne
pensavate delle
citazioni ad inizio capitolo , perchè personalmente le trovo
una cosa
meravigliosa, sono drogata di aforismi, lo ammetto. u.ù
Beh, alla
prossima.. sperando che i recensori aumentino, perchè io vi
amo
ugualmente lettori silenziosi, però, insomma.. mi mette un
po' di
tristezza trovarne solo una, anche se capisco che essendo mancata tanto
mi dovrei leccare le dita, anzi fino al gomito. u.u
|
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Capitolo 11 *** #9 - ninth chapter ***
;NINTH
CHAPTER
Come
geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso,
perché mi
rimprovero di esserlo, perché temo che la mia gelosia
finisca col
ferire l'altro, perché mi lascio soggiogare da una
banalità: soffro
di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere
come tutti gli altri.
-roland
barthes
Nonostante
i piccoli inconvenienti che derivavano dall'essere la figlia minore
di Harry Potter divenne quella che Lily si era già
prospettata
immaginandosi assieme a lui: una storia tranquilla, senza particolari
intoppi, tante piccole attenzioni e tenerezze, scherzi e risate. In
fondo non era cambiato molto nella loro amicizia se non che lui le
stava più appiccicato del solito e che si baciavano.
Frequentava
meno la Sala Comune Serpeverde, ma non aveva rinunciato a nessuno dei
suoi impegni della vita quotidiana, perchè, aveva chiarito
fin da
subito, solo perchè stavano assieme non voleva dire che lei
avrebbe
trascurato le sue amicizie, lui aveva riso e poi le aveva risposto
con tutta la dolcezza del mondo accarezzandole il viso che non le
avrebbe mai chiesto nulla del genere, perchè a lui piaceva
quella
Lily che senza tutto il resto sarebbe stata meno Lily. In quel
momento la ragazza si era sentita come se si fosse potuta sciogliere
da un momento all'altro.
Passò
una settimana così, con lei che si sentiva cullata e al
sicuro in
quella cosa che non riusciva ancora a realizzare del tutto. D'altro
canto tutti erano entusiasti per lei, Lysander superava in
esaltazione Kim che voleva fare una torta per festeggiare, tanto che
ogni volta che uno dei due nominava il nome dell'altro qualcuno
saltava su con 'oh che carini' o altre frasette stucchevoli che
più
che farla arrossire la lasciavano di sasso. Evidentemente l'avevano
accettato tutti molto più in fretta di lei, anche se non lo
dava a
vedere.
Il
sabato pomeriggio si ritrovò a chiacchierare con Calipso nel
loro
dormitorio, lontano da orecchie indiscrete e quella dannata Corvonero
che riusciva sempre a fare le domande giuste le chiese una cosa che
la portò a riflettere.
-Sai
Lils, non non ci frequentiamo molto,ma vedendovi assieme mi
è venuto
da pensare.. volevo chiederti una cosa perchè ho notato che
beh..
sembri strana, a disagio a volte. Ma lui ti piace davvero o ti stai
facendo trascinare dalla vita?-
Lily
sul momento aveva negato e aveva risposto che sì, le piaceva
molto,
che era stata addirittura lei a farsi avanti per prima. Allora Cali
con un sorriso aveva accettato quella risposta affrettata che aveva
il sapore di una mezza bugia senza insistere ed era passata ad
argomenti più leggeri, come il nuovo Album delle Api
Frizzole che
sarebbe stato davvero innovativo secondo tutti i giornali competenti
e che i componenti del gruppo sarebbero partiti in tour non appena
pubblicato, passando anche da Londra.
Poi
però, mentre Lily vagava dopo cena per i corridoi del
castello
facendo il giro più largo che ci fosse prima di andare nella
Sala
Comune verde-argento rifletteva su quelle parole. Sperava che
camminare le avrebbe schiarito le idee almeno un pochino.
Lei
si era messa con lui e basta, senza chiedersi molto il
perchè o il
come, semplicemente era successo e l'aveva baciato perchè
lui
l'aveva baciata. Perchè anche lei voleva baciarlo. E se
l'avesse
lasciato? La loro amicizia, così pura e limpida come i suoi
occhi
fiduciosi, sempre sognanti tanto che sembrava perso in un mondo che i
comuni mortali non si potevano arrischiare nemmeno ad immaginare,
sarebbe finita per sporcarsi, lei la stava già imbrattando
con quei
pensieri inquieti. Sembrava che tutte le sue paure che l'avevano resa
reticente all'inizio si potessero avverare da un momento all'altro. E
lei sarebbe passata per il mostro che l'aveva illuso ben sapendo che
aveva una cotta per lei. Nei primi mesi le coppie non stavano forse
sempre appiccicate, guardandosi con sguardi adoranti e ripetendosi a
vicenda quanto si amassero? Beh, loro lo facevano, più o
meno.
Quando lei non andava in giro. Perchè lei era
così diversa, lei che
aveva bisogno dei suoi spazi, lei a cui lui non le mancava se non si
parlavano troppo un giorno, lei che forse era un po' troppo distante
per usare la scusa del 'sono fatta così caratterialmente,
non è che
non mi piaci'. L'ultima cosa che voleva era fargli del male, ma se
era in crisi dopo otto giorni per una stupida domanda buttata
lì;
cos'avrebbe fatto dopo? E, soprattutto, perchè quando
guardava
avanti un futuro nemmeno lo vedeva? Strinse più forte lo
spallino
della tracolla in cui teneva i libri per il giorno dopo, visto che
aveva deciso di fermarsi a dormire da Kim per finire il tema di
Pozioni.
-Potter,
dove hai lasciato il tuo cagnolino?- la voce fredda di Malfoy la fece
sobbalzare, se l'era trovato davanti svoltando per un corridoio pieno
perlopiù di aule in disuso dove sapeva che c'era un arazzo
che le
avrebbe risparmiato parecchia strada da lì ai sotterranei.
-Malfoy,
non che ti interessi, ma non controllo ogni singolo movimento del mio
ragazzo, è libero di fare ciò che vuole,-
ribattè acida. Perchè
lo incontrava ovunque e sempre nei momenti meno opportuni?
-Oh
oh, problemi in paradiso?- la provocò lui beffardo.
-Come
ho detto prima, non sono affari tuoi, l'unico mio problema in questo
momento è la tua esistenza- rispose ancor più
acida di prima.
-Cos'è
tutta questa negatività, il piccolo Lorcy non ti soddisfa?-
ghignò
Malfoy dando l'impressione di divertirsi un mondo a provocarla.
-Ma
santissima Rowena, non hai una vita tua Malfoy?- sbottò lei
sempre
più irritata.
-Vedi
di abbassare i toni Potter, o potresti farmi arrabbiare,- le disse ad
un tratto quasi minaccioso avvicinandosi di qualche passo fino a
quasi sovrastarla, in un attimo ogni traccia di divertimento era
sparita dal viso del ragazzzo. Lei automaticamente fece un passo
indietro e sentì la presenza fredda della pietra a distanza
di pochi
centimetri dalla sua schiena.
-E
allora tu vedi di occuparti dei fattacci i tuoi invece che
tormentarmi, che c'è, sei geloso perchè sei solo
come un cane?-
andò all'attacco per riparare alla ritirata involontaria. La
prima
regola con lo stupido platinato era non mostrarsi mai deboli, mai. O
eri perduta.
-Di
te?- rise aspramente il biondo avvicinandosi ancora
impercettibilmente -no, direi di no e neanche di quello zerbino che
chiami 'fidanzato'.-
Continuò
a mantenere saldo lo sguardo, sfidandolo con gli occhi prima che con
le parole.
-Lorcan
non è lo zerbino di nessuno, è liberissimo di
fare quello che
vuole!- rispose nervosamente , ci mancava solo Malfoy che dava voce
ai suoi pseudo sensi di colpa, -E allora perchè te la prendi
tanto?-
domandò irriverente la ragazza e ci fu un'altra persona
oltre a lei
che quel giorno maledì la perspicacia di una Corvonero.
-Tu
parli troppo,- lo sentì mormorare prima di lasciarla del
tutto
spiazzata quando con una falcata sola il biondo colmava la distanza
fra loro e la spingeva contro il muro , baciandola con irruenza. Non
pensò di respingerlo, non ebbe il tempo di rimanere stupita.
Non
pensò e basta. Semplicemente chiuse gli occhi e dischiuse le
labbra
con naturalezza.
E
fu tempesta, sulle sue labbra, nel suo cuore, dietro ai suoi occhi
blu serrati.
Fu
un bacio totalmente diverso da quello con Lorc, c'era passione, c'era
desiderio, si ritrovò le sue mani ovunque, nei capelli,
dietro la
schiena, sui fianchi, sul viso, lo sentiva ovunque, con quell'odore
dolce amaro che le invadeva le narici, mentre la schiacciava contro
alla pietra fredda e lei bruciava. Non controllava più il
suo corpo,
si ritrovò le sue mani che s'immergevano nei capelli di lui,
quand'è
che le aveva mosse poi?, che gli graffiavano la cute per poi
aggrapparsi al suo collo, infilando le mani nel suo colletto della
camicia spiegazzata. Lo attirava a sé spasmodicamente. Ma
lei non lo
odiava quel ragazzo di cui ora il suo corpo chiedeva spasmodicamente
sempre di più, sempre più? Come se fosse aria.
Come se ne avesse
bisogno per respirare.
E
le sue labbra, oh le sue labbra, erano morbide quando erano feroci i
denti che le mordevano il labbro inferiore, erano dolci e amare,
sapeva di fumo e di whiskey incendiario, quel bacio, di fumo, whiskey
e, non seppe spiegarsi perchè lo sapeva, di lui. Ma in fondo
non
sapeva più nulla, le disse una vocina in fondo alla sua
testa mentre
lei stringeva le ciocche biondo chiaro fra le dita schiacciandoselo
contro. Si era praticamente annullata nel suo odore, nel suo sapore,
nelle sue mani.
E
come tutto era iniziato così finì, in un lampo
interrompendo quello
che le era sembrato il bacio più lungo della sua vita.
Avevano
entrambi il fiatone, lei ancora ad occhi chiusi, lui che , se lo
sentiva, la trapassava da parte a parte con quelle iridi grigie.
Aveva ancora tutto il peso del ragazzo schiacciato su di sé
e le sue
mani nei capelli di lui quando il cervello si riaccese e lei
realizzò
che aveva baciato Scorpius Malfoy, il biondo platinato odioso e
insopportabile che fino a qualche minuto prima avrebbe giurato di non
voler nemmeno sfiorare con un dito. Spalancò gli occhi di
scatto,
ancora fermi fronte contro fronte e se lo ritrovò di fronte,
che la
guardava.
-Ma
che cazz..- esclamò lei facendo scivolare le mani dai
capelli del
ragazzo al suo petto per spingerlo via, non ci sarebbe riuscita se
lui a quella spinta si fosse ritirato di scatto, come scottato.
-Ma
che cazzo fai?!- esclamò di nuovo shockata mentre
l'incredulità e
la rabbia crescevano in lei.
-Niente
che non volessi anche tu,- si riprese dal mutismo il biondo giusto
per farla incazzare di più. E com'era stato istantaneo e
naturale il
bacio lo fu anche alzare il braccio e mollargli un sonoro schiaffo in
pieno viso.
-Idiota!-
urlò prima di fuggire via.
Scorpius
rimase a guardarla mentre si allontanava, con una mano sulla guancia
offesa shockato quanto lei dagli eventi. Poi, quando sparì
dalla sua
vista, prese la direzione opposta.
In
altre occasioni occasioni quasi altrettanto strane, perchè
niente
era più strano o anche solo strano
quanto baciare
Malfoy, sarebbe corsa subito da Kim, cosa che ora stava
effettivamente facendo, ma non le avrebbe detto nulla.
L'aveva
sfiorata ovunque, si sentiva ancora il suo odore nelle narici,
addosso, l'aveva toccata ovunque come per assicurarsi che lei fosse
veramente lì, che fosse realmente fra le sue mani. E lei
l'aveva
stretto a sé. Forse, in tutta quella storia, la cosa
più grave era
quella, che lei lo aveva stretto a sé e baciato come se non
ci fosse
stato un domani, come se non fosse stata fidanzata. Cazzo, Lorc. Lo
avrebbe fatto soffrire inutilmente. Ma non l'avrebbe saputo, in fondo
era una cosa insignificante, quel bacio. Non contava niente. Loro non
erano niente che amorevoli nemici. Se non lo avesse saputo non ci
sarebbe nemmeno stato male, tanto dubitava che Scorpius andasse in
giro a dirlo a qualcuno, nemmeno ad Al o lo avrebbe ammazzato
sicuramente.
Si
sentiva sporca, come se si fosse avvicinato qualcuno avrebbe potuto
sentire l'odore della vergogna, del tradimento, del senso di colpa,
di Scorpius.
Merlino,
Godric, Rowena, Salazar, Morgana e chi più ne ha
più ne metta,
puzzava di Malfoy.
Scorpius
era entrato come una furia nel dormitorio Serpeverde blaterando
parole incomprensibili dando adito ancor di più alle voci
secondo
cui i purosangue a forza di sposarsi fra fratelli e cugini fossero
tutti fuori di testa, vedasi le crisi isteriche dei due fratelli
Malfoy. Quando Al fu mandato dall'amico da un rassegnato Zabini che
alzando le mani dichiarò che ci teneva alla sua pellaccia si
sentì
un po' come una mucca mandata al macello, ma Salazar non poteva
averlo risparmiato dalla crisi della sorella per poi finire ucciso in
un tragico incidente col fratello, no?
Scorpius
era in pieno in una delle sue crisi, camminava avanti e indietro
borbottando cupo improperi che potevano benissimo essere maledizioni
e magia oscura risalente agli antenati dei Malfoy.
-Scor..?-
provò, un po' più tranquillo ad affrontare questa
di crisi rispetto
a quella della piccola bionda psicopatica, nonostante fosse sempre di
cattivo umore, il massimo delle crisi che aveva Scorpius Malfoy erano
queste, niente di eclatante o pericoloso. Manteneva sempre un certo
piglio posato.
-Al?
Oh Al! Merda Al!- lo salutò continuando a camminare avanti e
indietro. Come non detto. Stavano degenerando tutti.
-Cos'è
successo?- chiese il moro rimanendo sulla porta, certo era meno
pericoloso di Kim, ma comunque meglio tenersi a distanza di
sicurezza.
-Oh
cazzo Al, cazzo cazzo cazzo,- sbottò lui camminando
più veloce.
-Okay,
merda e cazzo li ho capiti, ma il resto?- provò ad essere
diplomatico il moro. Non l'avrebbero mai assunto come mediatore al
Ministero, a meno che non volessero dare un motivo in più ai
terroristi per darsi fuoco o saltare in aria.
-Cazzo,
l'ho baciata!- esclamò il biondo passandosi una mano fra i
capelli e
avendo un brivido involontario pensando a quali mani c'erano poco
tempo prima.
-Merda,-
rincarò la dose cadendo seduto per terra sotto
l'esterrefatto
sguardo del suo migliore amico. No, quella non era decisamente una
crisi nella norma. Che cos'avevano tutti in quel castello? Poco prima
di Scor, Zabini gli aveva detto di aver visto entrare una Lils a
passo di carica, tutto questo l'aveva sussurrato dato che ora la
suddetta persona era sulla poltrona accanto al loro solito divanetto,
nascosta dietro una Gazzetta del Profeta.
Albus
si arrese all'idea che prima dei vent'anni gli sarebbero venuti tutti
i capelli bianchi, doveva scegliersi una compagnia più
tranquilla,
magari dei Tassorosso. Si sedette accanto all'amico dall'aria
abbattuta e gli poggiò una mano sulla spalla. Una volta
avvicinatosi
sentì che stava ancora borbottando fra sé e
sé.
-Hai
baciato una ragazza, okay. Non è di sicuro la prima,
giusto?- cercò
di farlo ragionare dolcemente.
-Ma
.. ma.. ma lei mi ha baciato, cioè, io ho baciato lei,-
scattò di
nuovo in piedi farneticando con un tono acuto che spaventò
Al più
delle maledizioni, -ma non perchè sono geloso,
perchè.. boh, non lo
so perchè l'ho fatto, ma lei ha risposto! Mi ha baciato
anche lei!
Io non so perchè l'ho fatto! Poi però mi ha
schiaffeggiato.. ti
rendi conto? Schiaffeggiato!- e l'ultima parola suonò
così acuta
che Al pensò che ormai solo i pipistrelli potevano sentire.
-Non
è possibile, cioè, è successo!
Però non è possibile! Mi ha
schiaffeggiato!- continuava a ripetere il ragazzo passandosi le mani
fra i capelli e girovagando come una trottola per la stanza. Albus
pensò che doveva averlo colpito talmente forte, quella
fantomatica
ragazza, da avergli fatto uscire il cervello dalle orecchie. Era
l'unica spiegazione logica.
-Sono
tutte pazze, quella pazza sclerata, quell'altra peggio della prima e
poi questa, questa che prima ti bacia poi ti schiaffeggia, sono tutte
col ciclo, c'è la luna piena non so!- continuò a
vaneggiare
Scorpius agitando le braccia. Al provò ad intervenire
alzando
leggermente il braccio, ma non fece in tempo ad aprire la bocca che
Scorpius si girasse verso di lui inferocito.
-E
tu! Tu razza di .. di.. vermicolo rotolato nella merda assieme a
quell'altra pazza di mia sorella, me lo spieghi perchè non
vi siete
ancora messi assieme? Lo vedono tutti! Porco Salazar, persino il tuo
cugino scemo che mangia come uno snaso se n'è accorto che vi
sbavate
dietro dal fottutissimo primo anno a vicenda, com'è che non
l'avete
capito solo voi?!- sembrava davvero impazzito, con gli occhi da folle
e gli improperi che incominciò di nuovo a lanciare qua e
là
lasciando il migliore amico di sasso e bordeaux con la bocca
spalancata. Decise saggiamente di battere in ritirata prima che il
biondo cominciasse a lanciare oggetti contundenti perchè lui
non
aveva ancora deflorato la sorella. Così scivolò
fuori dalla stanza
passando inosservato dal pazzo con l'aria omicida che
cominciò a
lanciare oggetti in giro per la stanza.
Ai
piedi delle scale aspettava sue notizie Zabini, che quando lo vide
arrivare più o meno nello stesso stato catatonico in cui
l'aveva
ridotto Kim, gli mise un braccio sulle spalle e disse con aria
solenne.
-Qui
stanno impazzendo tutti, andiamo a mangiarci una cheesecake amico,- e
lo portò fuori verso le cucine, in cui aveva intenzione di
farsi
procurare una buona dose di whisky incendiario a costo di liberare
tutti gli elfi delle cucine di Hogwarts.
Lily
intanto non si era nemmeno accorta del casino che faceva la fonte dei
suoi problemi, tanto era intenta a meditare sul da farsi ben nascosta
dal giornale mentre malediceva con tutta la foga possibile ogni
maschio biondo esistente sulla terra. I biondi portavano solo guai.
-Hey
Lils, ecco dov'eri,- richiamò la sua attenzione Kim
posandole una
mano sulla spalla.
Lily
abbassò il giornale, notando l'assenza della metà
dei Serpeverde
che prima popolavano la Sala Comune, da quando era entrata doveva
essere passato più tempo di quanto pensava.
-Uhm,
sì, mi sono messa a leggere un articolo sull'ultima partita
dei
Puddlemore United e mi sono un po' persa via,- sorrise Lily
sistemandosi meglio sulla poltrona, sicura che parlando di Quidditch
l'amica avrebbe preferito non approfondire l'argomento
-Okay,
Okay, non voglio sapere, comunque dobbiamo fare i temi di Pozioni e
Storia della Magia ricordi?- come volevasi dimostrare, conoscere
così
bene l'amica era decisamente un vantaggio, anche se si sentiva in
colpa come una ladra.
-Sì,
certo, se vuoi quello di Storia l'ho già fatto, lo puoi
copiare,-
rispose Lils sorridendo cercando di sembrare il più normale
possibile.
-Oh
bene, io quello di Pozioni l'ho finito mentre ti aspettavo, facciamo
scambio,- rispose serafica la bionda. Così passarono la
solita
serata, mentre la rossa cercava di scacciare i pensieri molesti
cancellando e riscrivendo fin troppo spesso le stesse parole sulla
pergamena, che sbagliava a copiare ogni volta che la mente le vagava
verso il fattaccio.
La
mattina dopo filò diretta al tavolo Grifondoro, non
riuscendo più a
mentire alla sua migliore amica e non volendo ancora affrontare Lor
che saluto con la mano e un sorriso mentre raggiungeva Hugo che stava
già divorando la sua seconda porzione di uova strapazzate.
Purtroppo
a lezione avrebbe dovuto affrontare sia Lor, che Kim, quindi Lils si
preparò psicologicamente rimanendo più silenziosa
del solito
ringraziando la poca prespicacia del cugino che fra un boccone e
l'altro le parlava di Quidditch.
Quando
finì la colazione lo salutò cercando di sorridere
nel modo più
verosimile possibile e si avviò verso la lezione di Difesa
Contro le
Arti Oscure come un condannato raggiungeva il patibolo. Non voleva
mentire né a Kim né tantomeno a Lor, ma che
avrebbe potuto fare?
Nemmeno lei si rendeva conto di come fosse potuto succedere, in quel
periodo si rendeva conto di gran poche cose, ma quel bacio l'aveva
sconvolta più di quanto lei stessa osasse ammettere con
sé stessa.
Era un'eterna negazione nel suo cervello e lo sentiva scoppiare
ancora prima di aver iniziato la prima ora, non voleva sapere come
sarebbe finita alle ultime due che erano l'ora doppia di Pozioni.
-Ciao
Lor,- gli sorrise dolcemente arrivando in classe obbligandosi a non
ignorarlo perchè sarebbe stato ancor più sospetto.
-Hey
Lil, tutto bene?- le sorrise di rimando lui alzandosi per poggiarle
un bacio leggero sulle labbra. Gli sorrise, anche se una parte di lei
trattenne il respiro come se temesse che sentisse un sapore estraneo
sulle sue labbra.
-Tutto
okay, ma continuo ad odiare i lunedì,- si sedette
pesantemente sulla
sedia accanto alla sua e poco dopo li raggiunse anche Kim che si mise
all'altro lato della rossa.
-Salve
gente, sono a pezzi,- annunciò imitando l'amica buttandosi a
peso
morto sulla sedia. Ora era accerchiata, pensò con amarezza
Lily.
-Come
mai? Avete fatto le ore piccole ieri sera?- le chiese Lorc mentre
tirava fuori la bacchetta e il libro.
-Sì,
ma non per quello che pensi tu, puoi stare tranquillo.. solo che
questa qua si è incantata a guardare i risultati sulle
pagine dello
sport e si è dimenticata che dovevamo ancora fare due
pergamene da
30 cm l'una,- rispose Kimberly indicando Lils.
-Oh,
la solita in pratica,- ridacchiò il biondo. E Lily avrebbe
voluto
sprofondare
-Hey,
non prendete in giro, una volta tu ti sei persa a guardare Strega
Oggi e io non ti ho detto nulla,- si difesè Lils mettendo da
parte
la repulsione per sé stessa prima che si accorgessero di
qualcosa.
-C'erano
i nuovi modelli di Charity Clares, non capisco ancora come tu faccia
ad essere così disinformata sul conto di una grande stilista
come
lei,- rispose indignata Kim.
-Beh,
io non capisco come tu faccia a non capire la differenza fra una
pluffa e un boccino, ce n'è di gente strana a questo mondo,-
rispose
a tono la ragazza facendo ridacchiare Lorcan.
In
quel momento entrò il professore , che era sicuramente un
lontano
parente della McGrannitt per creare un silenzio del genere con
niente, e si apprestò a spiegare una complicata versione
dell'incantesimo di Scudo che avrebbero chiesto sicuramente ai
G.U.F.O. ottenendo la totale attenzione di tutta la classe.
All'uscita
Lily mando avanti tutti con la scusa che doveva chiedere una cosa al
professore per raccogliere un po' le idee e decidere su come
comportarsi l'ora dopo che avrebbe passato da sola con Lorc e
Lysander, senza Kim da usare come distrazione avrebbe dovuto
dedicargli attenzioni, baciarlo.. e, insomma, lei si sentiva ancora
addosso Malfoy, non ci riusciva proprio a fare come se niente fosse
successo. Se fosse stato un altro ragazzo, se lei l'avesse amato..
sarebbe stato diverso, ma in quel modo. Non poteva dirgli la
verità,
ma nemmeno mentirgli. E siccome l'omissione era tradimento, lei
semplicemente avrebbe trovato un modo per mollarlo. Non c'era altro
da fare, doveva lasciarlo, perchè continuare così
era peggio. Se
qualcosa di buono l'aveva fatto quel bacio era farle capire che
più
del bene enorme che gli voleva non poteva esserci altro. L'avrebbero
odiata tutti, ma doveva farlo per la sua sanità mentale,
perchè
nemmeno dopo un'ora stava già parlando da sola mentre
metteva le
cose nella borsa a lentezza da lumaca carnivora. Quindi non
notò che
la classe dopo stava entrando, che, per pura sfiga, era quella di suo
fratello e del biondo che le stava creando tanti problemi. Non il
biondo A, ma quello B. Quando alzò lo sguardo dopo aver
riposto
tutto nella sacca si accorse di aver davanti a sé suo
fratello
sorridente e il suo migliore amico che la guardava indifferente.
Altro che schiaffo, voleva mollargli un pugno che gli avrebbe fatto
saltare tutti i denti. Un cruciatus non sarebbe bastato.
-Hey
Lils, ti sto chiamando da mezz'ora , ma non rispondevi,- le sorrise
il moro, segno che il bastardo si era tenuto la sua stronzata della
sera prima per sé.
-Oh
scusa Al, stavo pensando alla lezione e mi sono persa via, sono anche
in ritardo per la prossima e Lor mi starà aspettando,- gli
sorrise
lei cercando di fuggire il più in fretta possibile.
-Da
quand'è che tu pensi Potter?- la voce di Malfoy quasi la
fece
sobbalzare, ma si trattenne dal rispondergli per non sfociare in una
crisi di nervi davanti a tutto il settimo anno Slytherin,
semplicemente gli lanciò un'occhiata raggelante e poi si
voltò di
nuovo verso il fratello.
-Allora
io vado, ciao fratellino,- sorrise ad Al alzandogli in punta di piedi
e scoccandogli un bacio sulla guancia prima di sparire sgusciando fra
i ragazzi che affollavano l'aula, lasciando i due amici di sasso.
Al
fece qualche verso e alzò le spalle, Scorpius semplicemente
posò la
sua cartella sul banco immerso in pensieri non tanto allegri a
giudicare dal suo cipiglio.
La
giornata fu un vero inferno per la Potter e quando arrivò la
sera
non desiderava altro che buttarsi su una poltrona nella sua bella
torre Corvonero con un bel the caldo e magari quel bel libro babbano
che le aveva consigliato la sua compagna di casa su cui ancora non
era riuscita a mettere le mani per i vari impegni. Ovviamente il
programma sfumò quando si ritrovò Lorcan davanti
a lei mentre
apriva la prima pagina del libro che le sorrideva sornione, anche se
aveva una strana ombra negli occhi. Aveva evitato ogni contatto, per
lo meno visivo, con lui non necessario quel giorno e sicuramente
aveva intuito qualcosa. Solo un cretino non l'avrebbe fatto a quel
punto.
-Tutto
bene Lil?- le sorrise con dolcezza sedendosi sul bracciolo della sua
poltrona.
-Sì..sì,
tutto okay,- rispose lei mesta chiudendo il libro e poggiandoselo
sulle ginocchia.
-Okay,
va bene,- rispose lui dandole un bacio sui capelli facendola sentire
ancora più uno schifo. Chiuse gli occhi e prese un gran
respiro.
-In
realtà no, dobbiamo parlare L or, anche se dopo mi odierai,-
riaprì
gli occhi senza avere il coraggio ancora di incontrare i suoi,
guardava fisso la copertina del libro che aveva sulle ginocchia. Lui
si scostò da lei e le girò attorno per andare a
sedersi di fronte a
lei.
-Immaginavo
ci fosse qualcosa, non hai uno sguardo da Lily,- rispose
semplicemente.
-Io
non ho..? Non rispondere, altrimenti perdo il coraggio,- lo
bloccò
subito quando lo vide aprire la bocca probabilmente per spiegarle
esattamente com'era uno sguardo da Lily provocandole un conato di
vomito arcobalenico.
Il
ragazzo annuì semplicemente.
-Io
mi sono accorta che.. che non funziona, Lorc non è colpa
tua, ma..
io, ho sbagliato, perchè per me sei un amico, ti voglio un
bene
dell'anima, ma non va oltre a questo,- buttò fuori tutto
d'un fiato
e tradì. Perchè l'omissione era tradimento.
-E
perchè ti sei avvicinata tu allora?- rispose lui e
sinceramente la
rossa se l'aspettava quella domanda, ci aveva pensato e aveva
concluso che ancora una volta l'arguzia Corvonero aveva ragione.
-Perchè
temo di essermi fatta trascinare dalla vita, sembrava tutto
così
facile, ti volevo bene, tu ne volevi a me, sembrava ovvio. Solo che
.. il mio bene è di natura diversa dal tuo e io ho sbagliato
a non
accorgermene prima, a farti del male illudendoti,- rispose la rossa e
si sarebbe aspettata urla, se le sarebbe meritate, si sarebbe
aspettata insulti, se li sarebbe meritati. Invece la reazione del
Ravenclaw la lasciò spiazzata.
-Okay,-
disse e le lanciò un ultimo sguardo che le spacco il cuore,
non
perchè la guardo come mai aveva guardato nessuno, con una
freddezza
che non apparteneva a quegli occhi così limpidi, ma
perchè il suo
volto non sembrava nemmeno lo stesso. Era come se l'avesse cambiato
con poche parole e fece male, male da morire perchè lesse il
dolore
nei tendini tirati negli avambracci scoperti dalla camicia della
divisa arrotolata fino ai gomiti e nel movimento delle mani che si
aprivano e chiudeva in due pugni, come se trattenesse le urla. Le
fece male perchè nessuno avrebbe mai dovuto violare la
purezza di
quello sguardo, perchè una volta l'avrebbe presa a pugni
quella
persona ed ora invece era lei ad avergli fatto questo. L'aveva
semplicemente accoltellato, non solo con quelle parole, ma ad ogni
bacio, ogni carezza, ogni sorriso.
Lui
si alzò e le voltò le spalle, andandosene di
sopra nei dormitori
maschili, lasciandola lì, immobile e col the ormai freddo. E
anche
lei sentì freddo, tanto da sentirsi come se le trafiggesse
le ossa.
Si era sempre sentita in pace con sé stessa, sincera fino a
quasi
allo stremo, non aveva mai imbrogliato qualcuno per ottenere
qualcosa, piuttosto preferiva lottare e mordere, perchè
così le
avevano insegnato ora si sentiva come la peggiore delle bugiarde.
Perchè la verità era che aveva usato Lorcan come
tappabuchi per
l'assenza emotiva di Emily e Rose. L'aveva usato perchè le
mancava
l'amore di due persone che erano state fondamentali per lei fino a
quel momento e Lily per quanto cercasse di mostrarsi forte e
coraggiosa era sempre la piccola di casa e l'unica forza che aveva
l'attingeva dall'amore che la circondava. Si sentiva fragile e
instabile. Aveva ferito una delle persone a cui voleva più
bene,
aveva sbagliato nel giudicare e nel fidarsi di una a cui aveva donato
una parte di sé stessa, aveva sbagliato e basta, come una
bambinetta
viziata che si piangeva addosso come la peggiore delle frignone.
Prese il libro e si trascinò nel letto, addormentandosi
ancora con
la divisa addosso rannicchiata sotto tutte le coperte.
Aprì
gli occhi confusa e la prima cosa che colpì la bionda fu che
non era
sola, nel letto. Abituata com'era a svegliarsi sempre da sola in quel
piccolo bilocale di Londra, ora la presenza estranea nel suo letto la
disorientò almeno quanto l'odore di caffè
nell'aria. Si voltò e
alla sua destra vide James che dormiva beato, probabilmente si era
alzato per far partire la caffettiera e poi si era rimesso a dormire.
Da quando l'aveva incontrato in discoteca quella sera era rimasto da
lei a dormire tutte le notti. Sembravano quasi una coppia normale,
anche se nessuno dei due aveva osato proferir parola su cosa stesse
succedendo, troppo scottati dall'esperienza precedente.
Si
alzò ed ebbe un brivido che le corse lungo la schiena, non
per la
sua nudità che coprì subito con una vestaglia
fine, ma per i
ricordi che l'assalirono come tante piccole lame affilate. Dovevano
scappare assieme, l'avevano progettato per tutto il settimo anno ad
ogni incontro segreto nella Stanza delle Necessità. Quel
luogo in
cui potevano essere semplicemente Nicky e Jam, senza cognomi o legami
di sangue a sporcare quelle carezze e quegli sguardi così
paradossalmente puri. Perchè il loro era un'amore che si
trascinava
da quando erano bambini e lui le tirava i capelli per attirarne
l'attenzione, il loro era un'amore che era cresciuto anno dopo anno
ed era sbocciato assieme a loro, senza più freni
né possibilità di
scampo.
Raggiunse
la cucina a passo felpato, versandosi un po' di caffè nella
tazza
anonima che teneva nella scansia. Quella casa non aveva una vera e
propria impronta, l'aveva comprata quando già non sentiva
più nulla
che vuoto, quando lui era scappato. E quella distruzione che l'aveva
sgretolata senza pietà era passata inosservata,
perchè era successo
tutto nel cuore di una notte di mezz'estate, quando lei era fuggita
dalla finestra con una piccola borsa in cui si era portata tutto
ciò
che le sarebbe servito per iniziare una vita nuova, più
grande
all'interno grazie ad un incantesimo e l'aveva aspettato nel loro
ritrovo segreto, per poi ricevere quasi all'alba un gufo. Poche
parole che le si erano incise nel cuore come monito che l'amore non
era cosa per lei, che faceva troppo male per lasciarsi andare e
semplicemente viverlo.
“ Nicky
scusami, ma non ce la faccio. Je t'aime plus que ma vie,
adieu.”
Così,
con indifferenza, sporcando le parole che si erano sussurrati mentre
sognavano una vita insieme in cui non si sarebbero mai più
dovuti
nascondere, con una semplicità disarmante, era fuggito. Lei
aveva
guardato quelle parole sentendo nettamente il rumore di qualcosa in
lei che si spezzava e quella facciata, di femme fatale, da
regina di ghiaccio che metteva su ad Hogwarts divenne il suo vero
volto, divenne l'eco dei suoi sogni e l'ombra dell'amore che aveva
provato. Poco tempo aveva lasciato la casa dei suoi genitori, avendo
trovato un lavoretto e semplicemente era fuggita da tutto, dalla
famiglia, dall'amore, dall'amicizia, rinchiudendosi in quel guscio
fatto di pareti bianche e spoglie e arredamento essenziale. Aveva
avuto notizie dell'uomo che le aveva spezzato il cuore attraverso la
sorella che le scriveva ogni tanto, era in giro a giocare per qualche
squadra straniera di Quidditch facendo stare in pena i poveri coniugi
Potter che da quando se n'era andato, nel giro di una notte, avevano
ricevuto sì e no due gufi.
Dominique
tornò in camera e si appoggiò allo stipite mentre
guardava il
ragazzo dormire, sembrava così pacificamente dolce con
quell'espressione da ragazzino mentre sognava. Come poteva un solo
piccolo uomo distruggere così una vita?
Piano,
vide muoversi le palpebre e spuntare le iridi nocciola sotto di esse,
ancora appesantite dalla sonnolenza.
-Buon
giorno raggio di sole,- le sorrise con dolcezza.
-'Giorno,-
sorrise di rimando, senza riuscire a trattenersi la bionda,
avvicinandosi al letto.
-Che
ore sono? Ho gli allenamenti alle dieci stamattina,- si
stropicciò
gli occhi lui
-Le
7.30, tranquillo, io però fra poco devo andare in ufficio,-
rispose
lei sedendosi sull'altra sponda del letto.
-Allora
vieni qua,- le sorrise lui attirandola a sé talmente
velocemente che
quasi la ragazza non ebbe tempo di appoggiare la tazza di
caffè sul
comodino. La strinse su di sé, dandole un bacio come solo i
loro
erano sempre stati, con quel pizzico di malinconia anche nei momenti
più felici.
-Sei
allegro stamattina, eh? Dov'è finito il James che conosco
io, quello
sgorbutico e irascibile finchè non fa colazione?- gli
sorrise la
ragazza quando le liberò le labbra, ancora una sopra l'altro.
-Potresti
farmi tu da colazione,- ribattè con una luce maliziosa il
ragazzo
facendola sorridere.
-Mi
dispiace mio piccolo insaziabile Don Giovanni, ma qui qualcuno deve
lavorare,- gli rispose dandogli però subito dopo un altro
bacio
immergendo le dita sottili nella massa disordinata di capelli che
aveva in testa il primogenito dei Potter. Perchè non poteva
essere
tutto così semplice come i loro risvegli?
Baciandosi
e ridendo finirono a fare la doccia assieme e fare di nuovo l'amore,
lasciando fuori dalla porta cognomi, paure, dolori passati e rancori
non ancora sopiti. Perchè per essere felici avevano sempre
dovuto
fare così, fuggire da tutto fino a rimanere solo con
l'essenziale,
perchè anche solo una piuma avrebbe distrutto
quell'equilibrio
imperfetto. Perchè a volte l'amore non basta.
Inutile
dire che Lily si svegliò con due occhiaie che avrebbero
fatto
invidia a Mirtilla Malcontenta e con tanti ricordi confusi dei sogni
agitati che aveva avuto la notte prima.
Quando
arrivò a colazione decise di raggiungere anche quella
mattina Hugo,
la sua ancora di salvezza, visto che non l'avrebbe tediata con
domande inutili vedendola in quello stato pietoso e che sia a
Serpeverde che a Corvonero avrebbe rischiato di incontrare uno dei
biondi causa della sua nottata distruttiva.
Come
volevasi dimostrare Hugo fece qualche battutina sul suo aspetto che
vennero zittite sul nascere da un ringhio della rossa. Non
riuscì a
mangiare quasi niente, assalita dalla nausea e con una scusa si
alzò
prima del solito avviandosi verso l'aula di Incantesimi, intenzionata
a prendere posto ad un banco in un angolino e isolarsi dal resto del
mondo magico.
Non
aveva nessun diritto a sentirsi a pezzi o triste, ma il senso di
colpa la stava divorando e quasi le manco un battito quando passo
accanto al banco che di solito occupava con i due Scamander
scegliendone un'altro più strategicamente nascosto
all'angolo e
affondando nella sedia corrucciata mentre rifletteva su quanto fosse
stata facile la sua vita prima di tutta quella confusione. Sembrava
che le capitasse un guaio dopo l'altro, come se la bolla dorata in
cui viveva fino allo scherzo di Malfoy a Rose fosse scoppiata per
rivelare il lato più reale, quello che prima non sembrava
toccarla.
E la verità era che la vita era difficile, che nelle
piccolezze si
soffriva e che con quelle si cresceva, la verità era che non
era il
mondo ad avercela con lei, ma la realtà stessa da cui era
fuggita
spesso nonostante pensasse di mettere la verità sopra ogni
cosa. La
verità era che la vita era anche amara.
Calipso
quando entrò nell'aula le si sedette accanto silenziosamente
lanciandole solo un sorriso, capendo che non era aria e Lily gliene
fu grata sorridendole mestamente a sua volta. Seguì con lo
sguardo i
due gemelli entrare e sedersi dall'altro lato della classe, con
Lorcan che le lanciò solo un'occhiata talmente dura che
l'avrebbe
potuta ridurre in cenere. Calipso la notò e posò
una mano su quella
di Lily che si contrasse leggermente attorno al boccettino
d'inchiosto che teneva fra le mani. Era così, sempre, c'era
sempre
qualcuno pronto a tirarla su. C'era sempre qualcuno pronto a
proteggerla, sembrava davvero così piccola e fragile?
La
sera chiese ospitalità ad una Kim neanche troppo stupita
della sua
rottura improvvisa col Corvonero, capendo il fatto di voler evitare
di incontrare lui o un iperprotettivo gemello; quindi all'ora di cena
Lily prese le cose che le sarebbero servite per il giorno dopo e poi
corse al dormitorio Serpeverde, prendendo tutti passaggi segreti e
scorciatoie che le avrebbero impedito di incontrarlo anche solo per
caso.
Quando
arrivò nella Sala Comune verde-argento era ovviamente
deserta, salì
nel dormitorio femminile a lasciare le sue cose e si portò
solo il
suo libro mentre aspettava Kimberly di ritorno dalla sua abbuffata
serale su una poltroncina di pelle.
Era
immersa nell'inizio del terzo capitolo quando uno scapellotto la fece
riemergere dalla lettura, la dolcezza non faceva decisamente parte
della Malfoy che ora si era accomodata sul divano di fronte a lei.
-Non
si saltano i pasti , anche se devi evitare il tuo ex,- le disse
crucciata.
-Come
ex?- saltò su Al che era entrato con la bionda.
-Non
sono affari tuoi, impiccione,- lo rimbeccò Kim con
un'occhiataccia,
-comunque ho chiamato un elfo domestico prima e gli ho chiesto di
portare da mangiare qua più tardi.-
-Andiamo
Al, sei l'unico che non l'ha ancora notato,- s'intromise Zabini
sedendosi accanto a Kim sul divano distendendo le gambe sul
tavolinetto di fronte a lui.
-Notato
cosa?- chiese allarmato il moro spalancando gli occhioni verdi
ispirando una gran violenza nella bionda. Salazar, possibile che
fosse davvero così tonto?
-Che
tua sorella e il suo cagnolino si sono lasciati,- rispose con
sufficienza Malfoy prendendo posto nella poltroncina di fronte alla
rossa che lo ignorò deliberatamente.
-Oh,
grazie Kimma,- sorrise all'amica soprassedendo su tutto il discorso
che riguardava la sua vita sentimentale.
-Di
niente,- alzò le spalle la Serpeverde capendo le intenzioni
della
rossa, -che leggi?-
-Come
si sono lasciati? Lils, ti ha lasciata? Vuoi che lo picchi?-
intervenne Albus seriamente shockato dalla notizia. Sì,
evidentemente si poteva davvero essere così idioti.
-Cent'anni
di solitudine, me l'ha consigliato una mia compagna di Casa, ma
è
babbano, non lo conosci,- rispose serafica Lily ignorando la crisi
isterica di suo fratello.
-Io
credo piuttosto che l'abbia mollato lei,- rispose Scorpius arcuando
un sopracciglio.
-No,
Al, non devi prendere a pugni nessuno, tranquillo,- si decise a
rispondere Lily fissando il moro facendo in modo che neanche per un
secondo il suo sguardo cadesse sul biondo seduto accanto a Zabini.
-Ma
perchè? Era il migliore che avevi avuto fin'ora,-
pigolò disperato
Albus e Lily scosse la testa sconsolata.
-Probabilmente
si è accorta di essere innamorata di me amico, dovevi
aspettartelo,-
saltò su allegramente Ares facendolo sbiancare
-In
effetti nessuno può resistere al tuo fascino Zab,- gli
sorrise la
rossa facendogli l'occhiolino e provocando un'eccesso di risa mal
soffocato in Kim mentre guardava il mezzano dei Potter soffrire.
Aveva sviluppato un insano sadismo nei suoi confronti ultimamente,
non che lui non se lo meritasse, eh.
-Eh,
lo so, è la mia piaga, ma sappi che se hai bisogno di me
sono sempre
pronto a soddisfare ogni tuo più nascosto desiderio,- le
sorrise
tranquillo di rimando il ragazzo.
-Hey,
perchè queste proposte a me non le hai mai fatte?-
saltò su Kim
mentre Albus Potter raggiungeva una sfumatura verdognola che
probabilmente non era ancora stata inventata e Scorpius guardava la
scenetta corrucciato.
-Perchè
lui è mio,- rispose serafica la rossa che aveva messo un
dito per
tenere il segno fra le pagine del libro e ora sorrideva divertita e
riprendeva colore.
-Calma
, calma ragazze, c'è un pezzo di Ares Mychael Zabini per
tutte,-
rispose tutto tronfio prendendo una posa da gran divo.
-Probabilmente
la Potter ha desideri molto più nascosti di quanto pensi
Ares,
attento,- buttò lì Malfoy riprendendo finalmente
la parola
-E
che ne sai tu?- mugolò Al ripresosi un attimo dallo shock.
-Oh,
niente, era così per dire,- rispose il biondo.
-Mi
dispiace Zabby, ma se devo dividerti anche con Kim la cosa non mi
piace,- continuò il discorso la rossa ignorando un po'
testardamente
il biondo. Cosa che ovviamente notarono solo Kim, Zabini e il biondo,
Albus era ancora troppo preso dalla sua crisi apoplettica per poter
comprendere qualcosa. Stupido Potter, pensò Kimberly
lanciandogli
sottecchi un'occhiataccia
-Sai
che io amo solo te,- rispose il moro con due occhion blu da cucciolo.
-E'
inutile, così non può funzionare,- rispose
facendo la sostenuta la
rossa.
-E
tutte le volte che hai detto di amarmi? Mentivi villano?- si finse
disperata la Malfoy il cui nuovo sport preferito era diventato
mettere in crisi il fratello della sua migliore amica.
-C..come
tutte le volte?- intervenne Albus.
-Che
ti frega a te? Io e Zab ci amiamo,- rispose scocciata Kimberly
facendo quasi rotolare giù dalla poltroncina per le risate
Lily che
aveva capito le intenzioni dell'amica. E funzionavano alla grande a
giudicare dallo sguardo sperso di Albus.
-Io..io..
sei la sorella del mio migliore amico, per Merlino, ho il diritto di
saperlo!- esclamò estremamente serio.
-Ma
lasciala fare quello che vuole no?- rispose serafico Scorpius
prendendo un giornale lasciato per terra.
-Vedi,
non sono affari tuoi,- rispose un po' troppo brusca perchè
fosse
davvero solo uno scherzo Kim. Ares sogghignando le mise un braccio
intorno alle spalle per il gran divertimento della rossa.
-Quindi
abbiamo la tua benedizione amico mio?- si rivolse con fare solenne
verso Scor che alzò un attimo lo sguardo dal giornale solo
per
rispondere con un ringhio che somigliava a 'fate quel che vi pare'.
-Scusa,
Lily, fra noi non può funzionare,- sopraggiunse allora il
ragazzo
per poi coprire le orecchie alla bionda, -in caso sai dove mandarmi
un gufo se fosse proprio un'urgenza,- le bisbigliò con fare
cospiratorio creando in Albus una vera e propria crisi respiratoria.
Era davvero troppo facile prendersi gioco di lui.
-Guarda
che ci conto, eh- gli sorrise la rossa fra un singhiozzo e l'altro
che l'era venuto dal ridere. In quel momento arrivò l'elfo
domestico
con la cena di Lils, la ragazza notò con piacere che Kim
aveva
richiesto tutti i suoi piatti preferiti, così la rossa
cominciò a
mangiare soffocando qualche risolino mentre Kim inscenava una crisi
di gelosia quasi convincente con Zabini. Si sentii addosso lo sguardo
glaciale di Malfoy per la maggior parte della serata, nonostante
questo evitò accuratamente di anche solo dirigere lo sguardo
nella
sua direzione. Avrebbe imparato che lui per lei non contava nulla,
anche a costo di non rivolgergli verbo vita natural durante.
Perchè
quel bacio, come si ripeteva in un mantra ininterrotto nella sua
testa, non era contato, non contava e non sarebbe mai contato nulla.
Anche a costo di farci uno striscione.. okay, forse così non
avrebbe
dimostrato la sua indifferenza. Dannato Salazar, perchè quel
diavolo
di biondo doveva complicarle la vita ogni volta che sembrava esser
tutto tranquillo e finalmente a posto?
Dunque,
beh, rieccomi..
e non commento niente, perchè questo capitolo si commenta da
solo
nei punti salienti. Vorrei solo ringraziare coloro che sono rimasti,
le povere anime che ancora recensiscono o anche solo seguono
silenziosamente questa storia e vi chiedo di pazientare,
perchè Lils
sta avendo un percorso emotivo. Ha sempre vissuto in questa bolla di
perfezione e lo so che può sembrare un po' troppo tragica,
ma
ricordiamoci che è una ragazzina di 15 anni che ha avuto
fin'ora una
vita perfetta, che sta in un'età delicata e comincia a
scoprire che
c'è di più oltre ogni persona.
ZABINI
RULES!
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Capitolo 12 *** #10 - tenth chapter . ***
;TENTH CHAPTER
Nessuna domanda è più difficile di quella la cui risposta è ovvia.
-george bernard shaw
Lily aveva sistematicamente evitato tutto il giorno i gemelli Scamander ed era arrivata alla sera sfinita, nella Sala Comune Serpeverde con un gran mal di testa e una pila di pergamene da riempire; i G.U.F.O. l'avrebbero uccisa ancor prima di iniziare se non ci avesse pensato prima la sua disastrosa vita sentimentale. Era una codarda a scappare da lui in quel modo, lo sapeva bene, ma evidentemente c'era un motivo per cui non era stata smistata in Grifondoro.. per quanto per l'indecisione il Cappello ci avesse più di cinque minuti a decidersi facendola sudare freddo.
-Kim, ma anche tu per domani hai Erbologia vero?- chiese grattandosi distrattamente il naso con la punta della piuma senza rendersi conto di essersi sporcata d'inchiostro, visto che continuava a fissare truce il foglio che avrebbe dovuto riempire di parole sul ciclo lunare e la crescita di una strana pianta rampicante con un nome astruso in latino che riusciva a malapena a pronunciare, figurarsi impararlo.
-Sì, ma non chiedermi nulla, sto impazzendo già per Trasfigurazione,- borbottò lei cancellando per l'ennesima volta una frase tanto che ormai il suo tema era più cancellature che parole. In fondo per la bionda le piante erano solo ingredienti per le pozioni, aveva gli elfi domestici che se ne occupavano e gliele servivano già pronte per essere usate. Non sarebbe mai finita con le unghie sporche di terra e una mandragola che attentava alla sua vita solo per la pura passione del giardinaggio.
-Fatti aiutare da Al , no? Dai che poi lo copio anch'io,- rispose tristemente Lily mentre sfogliava il libro un po' sporco di terriccio da cui cercava di tirar fuori tutte le informazioni per scrivere uno sproloquio di 40 cm senza senso, data la totale assenza di appunti.
Il ragazzo moro, che stava leggendo un libro steso sul divano di pelle a cui Lily e Kim erano appoggiate con la schiena, sedute per terra mentre occupavano tutto il tavolinetto di pergamene , libri e piume, abbassò lo sguardo dalle pagine e si voltò verso la sorella.
-Mi hai chiamato Lils?- chiese riemergendo dalla lettura di quello che sembrava decisamente un libro di pozioni, notò con disgusto la sorella.
-Sì, puoi dare una mano a Kimma col tema di Trasfigurazione così poi io lo cop.. ne prendo spunto?- gli sorrise angelica vedendolo inarcare le sopracciglia all'accenno della sorella al non-studiare. Morgana se sembrava zia Hermione in quei momenti.
-Certo, una mano te la posso dare Kimbry, su cosa devi scrivere?- sorrise chinandosi sopra la spalla della bionda per dare una sbirciata al campo di battaglia di quello che doveva essere il suo tema, marcando il tono sulla parola 'mano' come per chiarire che non gliel'avrebbe scritto lui.. come alla fine faceva comunque, fra una correzione e l'altra.
-Niente, ce la posso fare da sola,- sbuffò irritata la bionda spostandosi di scatto non appena sentì Albus accanto a sé.
-Pensavo che l'orgoglio fosse prerogativa dei Potter,- ridacchiò Zabini che era seduto scomposto su una poltroncina che di solito occupava Scorpius a leggere la Gazzetta del Profeta, stranamente quella sera il biondo mancava all'appello, notò Lils, sollevata da avere una grana in meno a cui badare. Probabilmente era in giro con la Warrington, visto che, se c'era la rossa, la Caposcuola lì non ci poteva stare, pensò non senza un certo sadico senso di vittoria. Stava diventando troppo Slytherin, Merlino.
-Sì, perchè tu detieni il record di stupidità,- rispose acidamente Kimberly.
-Oh oh, ritira gli artigli bionda, facevo solo un'innocente osservazione,- ridacchiò Zabini per niente turbato dalla risposta tagliente decidendo saggiamente di fargli sbrigare fra loro le loro magagne o mettendoci becco avrebbe perso sicuramente un braccio o qualche altra parte del corpo decisamente troppo importante per rischiarla per così poco.
La ragazza sbuffò irritata lanciando un'occhiata truce alla Gazzetta del Profeta dietro cui si era nascosto il moro.
-Eddai, Kim, fatti aiutare, così facciamo prima,- la pregò la rossa che stava per avere una crisi di nervi.
L'amica cruciò con lo sguardo anche lei prima di sbuffare per la millesima volta nel giro di quella mezz'ora e arrendersi.
-Va bene, va bene,- disse in tono tetro e un piccolo sorrisino nascosto apparve sul volto di Albus. Ormai lo trattava sempre male, non in modo scherzoso, ma come se la irritasse la sua sola presenza, lo allontanava, gli parlava freddamente e soprattutto lo guardava in cagnesco dalla mattina alla sera. Sinceramente il Serpeverde, per quanto fosse un po' tonto in quelle faccende pensava di aver capito il motivo per cui era così scostante, ma non aveva il coraggio di affrontare l'argomento, quindi si rifugiava nel silenzio, da bravo vile serpente qual'era. In realtà in quella storia non c'entrava proprio la Casa di appartenenza, ma il sesso, i maschi, per quanto avrebbero dovuto essere sempre loro a fare il primo passo, essere il sesso forte insomma, avevano la tendenza a fuggire di fronte alle questioni di cuore, giudicandole complicate e incomprensibili proprio perchè nella questione era coinvolta una strana creatura incomprensibile: una donna. Almeno, i maschi della famiglia Potter erano così, come diceva spesso Ginny scherzando con la figlia quando era piccola, per quanto potessero essere eroi di guerre magiche e sconfiggere draghi rimanevano comunque degli idioti, ed era anche per quello che le donne Potter-Weasley li amavano. E li comandavano a bacchetta, ma questa era un'altra storia.
Lily osservò per qualche istante il fratello che timidante consigliava alla migliore amica le cose giuste da scrivere e lei con la testa china, un po' rossa in viso che rispondeva con mugugnii indistinti. Sospirò e scosse la testa rimettendosi a scrivere concludendo tra sé e sé che se non c'era qualcuno a complicare una vita a un Potter, avrebbe sicuramente trovato il modo per complicarsela da solo.
Finirono tardissimo, tanto che Lily si ritrovò a salutare man mano tutti che alla fine si arrendevano al sonno e andavano a letto, rimanendo lei sola a copiare la pergamena di trasfigurazione finita dalla Malfoy con una cospicua parte Potter latente che si notava in certe frasi o parole decisamente non da Kim. Per dormire sarebbe tornata al suo dormitorio, ma sapeva che se avesse lasciato anche solo una frase con la promessa di copiarsela una volta arrivata alla torre alla fine avrebbe semplicemente dimenticato di farlo e sarebbe crollata nel baldacchino ancora vestita. Era circa mezzanotte e mezza come aveva constatato controllando tristemente l'orologio sopra il camino, quando nella Sala Comune entrarono due ragazzi ridendo e borbottando mentre si zittivano a vicenda. La rossa fece finta di nulla e continuò a scrivere perchè le mancava davvero così poco per finire che se si fosse distratta sarebbe stata la fine, ma le voci erano troppo famigliari per non portarla ad alzare lo sguardo dalla pergamena scritta fitto fitto e disordinatamente.
-Scor..p, shhh, o sveglierai tutti,- rideva la ragazza aggrappata alla spalla del biondo che ghignava divertito.
-Quella che sta urlando sei tu, shhh,- la spinse un po' di lato provocando un nuovo eccesso di risa. Anche nella penombra Lils non ebbe difficoltà a distinguere quelle sagome che barcollavano nella sua direzione senza averla apparentemente notata. Meraviglioso , ci mancavano solo Malfoy e la Warrington ubriachi. Merlino che schifo, l'aveva sempre detto lei che studiare fino a tardi portava solo guai, meglio dormire.
-Ohhhhhh , è vero,- scoppiò di nuovo a ridere un po' stridula la bionda aggrappata al ragazzo che la sostenne barcollando un po' per il movimento improvviso di lei che probabilmente era inciampata.
Fosse fatta santa Rowena, quanto Whiskey Incendiario si erano scolati?
-Shh, fai silenzio Em,- cercò di calmarla lui con un tono a cavallo fra il severo e il divertito.
Lily decise di lasciar perdere le ultime frasi e defilarsi prima di dover avere a che fare con quei due, ubriachi in piena settimana, peraltro.
Raccolse tutte le sue cose e le infilò a casaccio nella borsa rimasta accanto al tavolino da quando era arrivata con gli altri subito dopo cena. Una volta che aveva riposto tutto al suo interno, li sentiva ancora borbottare ridendo mentre zig-zagavano fra i divani e poltrone della Sala Comune; rimase per qualche istante indecisa sul da farsi, poi si alzò il più silenziosamente possibile e decise che era meglio sparire. Peccato che la luce della candela che aveva acceso per scrivere quando il camino si era a mano a mano spento non bastò a ricordarle che c'era un tavolino fra lei e la sua via di salvezza, andando a sbatterci lo stinco.
-Mapporco Merlino!- esclamò non riuscendo a trattenersi voltandosi di scatto verso i due. Dovevano essere davvero ubriachi perchè le davano ancora le spalle con Emily che rideva di gusto e Scorpius che più che altro ridacchiava piano sostenendola.
Non si fece sfuggire la possibilità di passare ancora inosservata e sparì in fretta dalla porta, senza più voltarsi indietro, non notando così lo sguardo grigio che comunque la semioscurità le avrebbe parzialmente celato puntato sulle spalle mentre se la filava.
-Che hai Scorp? Non ridi più?- chiese la ragazza osservando l'amico che aveva lo sguardo perso altrove.
-No, non rido più,- rispose serio lui facendola sedere su un divanetto e buttandosi sulla poltroncina lì accanto. La ragazza l'osservò con interesse poggiare i gomiti sulle ginocchia e affondare il viso nelle mani stancamente. Aveva bevuto, certo, alla Testa di Porco si andava per bere, di sicuro non per incontrarsi col circolo di Gobbiglie, ma molto meno di lei, come mai sembrava in preda ad un giramento di testa?
-Scorpius.. tutto bene?- provò lei timidamente seduta scompostamente sul divanetto.
Nessuna risposta.
-Scorp? Hey Scorpius.. Malfoy!- riprovò e solo sentendosi chiamare per cognome alzò il viso lanciandole una breve occhiata che si spostò subito lasciando cadere le braccia mollemente lungo i fianchi mentre si abbandonava contro lo schienale, puntando lo sguardo in alto. C'era stata una luce in quei gli occhi, come di una speranza disattesa.
-Sì Amy, che c'è? Non ti senti bene?- chiese assente.
-No.. è che..- cercò di esprimere lei la sensazione che le dava quel suo strano comportamento, senza riuscire nemmeno lei a spiegarselo davvero. L'alcol non era mai stato il loro migliore alleato, ma a inizio serata era sembrata un'idea geniale fuggire un po' attraverso il passaggio segreto scoperto al loro quinto anno per andare a farsi una bevuta, stare lontani da tutti i casini che si erano creati. Forse, però, ora ce n'erano di nuovi.
Rimasero in silenzio, così, con lei che fissava il suo migliore amico, o meglio, lo studiava cercando di scacciare l'annebbiamento che le faceva fare solo ragionamenti sconnessi e lui che guardava il soffitto abbandonato su una poltroncina di pelle con lo sguardo perso.
-Se io avessi un segreto Em,- cominciò lui e lo vide chiudere gli occhi, ma non avrebbe potuto giurarlo vista la penombra e la tequila assunta durante la serata, -tu lo manterresti?-
Era un tono stanco, quello di Scorpius Malfoy, come quello di qualcuno che si arrabatta da tempo per cercare una soluzione che non c'è, forse perchè si è posta la domanda sbagliata. Era stanco e confuso.. e pensieroso, perchè li poteva sentire i meccanismi nel cervello del suo migliore amico che si muovevano e si muovevano senza sosta, in cerca della domanda giusta.
-Sì,- rispose lei senza aggiungere altro, qualcosa le diceva che in quel guazzabuglio che stava mandando in tilt il biondo forse era meglio non entrarci, forse era meglio che ci arrivasse da solo, alla domanda, quella giusta. Una volta Lily le aveva letto un passo di un libro, o forse una citazione, non ricordava, ma quello che ricordava era l'entusiasmo decisamente Ravenclaw con cui le aveva spiegato il concetto di quella frase;
“Vedi, è semplice, le risposte sono facili, ad ogni domanda corrisponde sempre una risposta, però il vero problema e porre la domanda giusta.”
Così calò di nuovo il silenzio, in realtà la Serpeverde non si aspettava che si confidasse con lei, era già tanto che avesse ammesso di avere un segreto e col mal di testa che le stava venendo, francamente, non aveva nemmeno voglia di arrabattarsi per capire quale fosse.
-Sai Scorpius, credo che il tuo problema sia,- decisamente non era una buona idea quella di esporre quello che le frullava per la mente, non sapeva nemmeno se a spingerla a farlo fosse la natura innata delle donne a dispensare consigli non richiesti o semplicemente la tequila a parlare per lei, -credo che sia che tu non ti poni la domanda giusta.-
-La domanda giusta?- chiese lui con poco interesse, non seguendo il discorso dell'amica, ma disposto a tutto purchè quel silenzio non lo schiacciasse.
-Sì, tu ti stai.. ti stai impegnando tanto, davvero tanto a.. a..- dannazione, perchè le parole le scivolavano via, come poteva spiegarsi? -a cercare una risposta, ma forse stai cercando d..di di rispondere alla domanda sbagliata,- balbettò infine poco soddisfatta. Nella sua testa suonava molto più profondo e poetico di quello stupido sproloquiare.
Lo sentì fare un respiro profondo mentre alzava la testa per guardarla negli occhi.
-Sì, forse hai ragione.. forse non è il perchè, né il quando che devo trovare, forse non c'è nessuna domanda,- rispose enigmatico facendo leva sui braccioli della poltrona per alzarsi.
-Su, ti accompagno fino alle scale del dormitorio, è tardi e devi dormire,- le sorrise leggero, per un attimo e con dolcezza la aiutò ad alzarsi mentre lei ormai più nel mondo dei sogni che di qua non riuscì a dire ciò che pensava. Semplicemente si fece guidare docilmente fino alle scale che lui non poteva sorpassare senza far scattare l'allarme messo dai fondatori mentre pensava che forse nemmeno le domande c'entravano poi tanto, tantomeno le risposte. Che forse certe cose erano così e basta, pensò. E avrebbe voluto dirglielo, renderlo partecipe di quell'illuminazione, ma quando si voltò finalmente arrivata in cima agli scalini con le scarpe col tacco in mano lui era già sparito. Quel ragazzo doveva decisamente farla più semplice, altrimenti avrebbe finito col farsi scoppiare il cervello.
La routine giornaliera divenne per Lily evitare di incontrare gli Scamander uscendo dalla Sala Comune, evitarli alle lezioni sedendosi negli angoli con Calipso, mangiare con Hugo fra i Grifondoro, fare tardi nella Sala Comune Serpeverde sommersa dalle pergamene, ignorando bellamente qualunque battuta o sillaba pronunciata da Malfoy e poi tornare distrutta nel suo letto. E poi di nuovo tutto da capo. Arrivò al sabato sera sfibrata, decisa a ringhiare contro Albus se solo avesse osato pronunciare le parole 'compiti' o 'G.U.F.O.'. Sarebbe rimasta con Kim tutta la sera spaparanzata sul divano o magari acovacciata nella poltroncina di pelle accanto al fuoco che le piaceva tanto con un bel libro staccando un po'. Il bello di quel gruppetto sgangherato che alla fine potevano farsi tutti i fatti loro: lei leggersi un buon libro, Albus ripassare per i M.A.G.O., Zabini scherzare con Kim prendendo in giro il fratello della rossa sottovoce, mentre la bionda giochicchiava con Pancake, il suo gattino bianco e Scorpius a leggersi l'inserto sportivo speciale della Gazzetta che usciva solo i week end, eppure tutti alla fine si ritrovavano assieme al solito angolo davanti al fuoco, per il semplice fatto che era ormai un'amicizia a cui non servivano troppo le parole. Non era una di quelle logorate dal tempo, rese banali e abitudinarie, era qualcosa che si era evoluto fino a diventare anche silenzio senza che pesasse. Perchè erano lì e se solo avessero voluto organizzare una gita ad Hogsmeade, un pomeriggio sul Lago Nero o una partita a Quidditch Al avrebbe chiuso e messo da parte l'ennesimo tomo, Kim e Zab si sarebbero messi a prendere in giro il moro apertamente mentre il gattino si sarebbe accocolato fra le gambe incrociate della padrona, Scorpius avrebbe abbassato il giornale e li avrebbe fissati facendo qualche battuta sardonica e alzando un sopracciglio di tanto in tanto e lei avrebbe infilato l'indice fra le pagine del libro che stava leggendo per alzare lo sguardo e sorridere.
Sebbene in quel momento la parte in cui compariva anche Malfoy non le piacesse per niente e avesse rifuggito anche solo il suo pensiero non vedeva l'ora di arrivare mentre camminava avvolta nella felpa extralarge per i sotterranei in cui faceva ancora parecchio freddo. La tattica 'ignora il problema e sparirà' stava funzionando alla grande, si chiedeva come mai si fosse intestardita così per cinque anni a rispondergli e dargli corda se il solo ignorarlo le evitava tuttia quella bile, certo si era dovuta mordere la lingua parecchie volte perchè se prima si limitava punzecchiarla e basta ora aveva adottato la tattica di servirle battutine su un piatto d'argento, come esche per pesci. Peccato che poi l'amo avrebbe fatto parecchio male, quindi si mordeva la lingua e continuava a far finta che il biondo non esistesse. Perchè continuava a farsi seghe mentali, usando poi come esempi termini da pesca? Fossero fulminati da Merlino papà e Jam con i loro pomeriggi di pesca alla babbana, non era riuscita a disertarli bene come Al e ogni volta che andavano in vacanza doveva praticamente nascondersi per non farsi rapire, ed ora cominciava a pensare come loro.
Aveva fatto un po' più tardi perchè si era fermata a chiacchierare con il Capitano della sua squadra di quidditch perchè le voleva chiedere quanto avrebbe inciso la sua rottura con Lorcan sulla partita della domenica dopo, lei aveva risposto che per quanto la riguardava erano affari privati da lasciar fuori dal campo, ma naturalmente a quel mastino non era bastato perchè l'aveva tampinata come una vecchia pettegola per sapere i dettagli della rottura 'per il bene della squarda' e Lily avrebbe avuto aggiungere 'sì e perchè la Brown ti ha ricattato con l'arma più vecchia del mondo perchè vuole saperne di più'.
-Senti Potter, io penso solo al bene della squadra, dobbiamo vincere per forza,- le aveva detto per l'ennesima volta sputacchiando un po' chiaro segno che stava perdendo la pazienza e siccome lei non aveva nessunisima voglia di litigare nell'Atrio aveva riposto candidamente -e io voglio vincere, io non ho nessun problema con Lorcan e sono sicura che lui sia abbastanza sportivo per essere del mio stesso parere, ora scusami, ma mi stai facendo la doccia. Buona Notte Capitano, a domani, mi raccomando, puntuale!- e così gli aveva voltato le spalle ed era scesa verso i dormitori Serpeverde lasciandolo lì mentre le urlava dietro qualcosa come 'mi raccomando Potter' o 'vedi di portare rispetto'.
In effetti agli allenamenti era stato facile evitarlo, volavano uno da una parte e l'altra dall'altra, per fortuna il suo ruolo era perlopiù individuale e questo le impediva di avere contatti forzati con lui, ma alla partita sarebbe stato diverso. Se fosse stato distratto o nervoso non avrebbe giovato a nessuno, d'altro canto le si poteva pure dare dell'egoista, ma non avrebbe potuto rinunciare al quidditch per lui, a pranzare con i suoi compagni e praticamente frequentare la torre Corvonero ancora sì, ma il quidditch era sacro. Avrebbe fatto in modo di prendere il prima possibile il boccino, così Gaston avrebbe rotto di meno e se fosse stato necessario per farlo stare zitto avrebbe spaccato una mazza da battitore sulla testa del loro capitano.
Arrivò davanti all'arazzo verde e si trovò davanti niente di meno che Scorpius Malfoy appoggiato con le spalle su di esso con le braccia incrociate. A quanto pareva il mondo si era ribaltato, se un Serpeverde aveva deciso di affrontare una situazione di petto.
Pregando con ogni fibra del suo essere che non fosse lì per tampinare lei, difficile sperarci notando lo sguardo truce fisso che aveva, tirò dritto fino ad arrivargli di fronte, in silenzio, aspettando che si spostasse senza nemmeno guardarlo negli occhi, cosa poco difficile tenendo lo sguardo fisso dinanzi a sé dato che gli arrivava sotto la spalla. Per una volta essere bassa serviva a qualcosa.
-Potter dobbiamo parlare,- disse perentorio lui. Poteva immaginarsela la sua faccia, con la mascella squadrata contratta e lo sguardo ghiacciato.
Rimase ostinatamente in silenzio, incrociando le braccia e battendo la punta del piede ritmicamente.
-Per quanto ancora vuoi mandare avanti questo teatrino?- continuò lui perfettamente immobile.
Ancora silenzio a parte il battere ritmico sulla pietra della sua scarpa
-Salazar Lily Potter, smettila di fare la bambina!- esclamò lui prendendola per un braccio per scuoterla. La ragazza si ritrasse di scatto, come scottata, continuando ad evitare il suo sguardo e mordendosi l'interno della guancia intimandosi di stare zitta. Girò la testa di lato fissando ostinatamente una del miliardo di pietre che componevano quella scuola.
-Bene,- lo sentì dire funereo e vide con la coda dell'occhio che si mosse, ma non fece nemmeno in tempo a sperare che si fosse arreso che si sentì afferrare per il braccio, questa volta con più forza e trascinare. Si oppose con tutte le sue forze, senza urlare, senza parlare. Non voleva, non voleva affrontare il discorso, perchè proprio quando aveva deciso di non disprezzare la nobile arte del fuggire dei Serpeverde, anzi, di affidarvicisi l'aveva vista ritorcersi contro di lei? Perchè semplicemente Malfoy non poteva comportarsi da copione e ignorare il tutto, ignorare anche lei se possibile? La lotta silenziosa durò qualche istante, non si spostarono di poco e si ritrovò a fissarlo negli occhi, grigi, sempre così indecifrabili e leggere nei lineamenti del suo viso la rabbia e il fastidio.
-Non scappi stavolta,- le disse duro fissandola negli occhi con tanta determinazione da fare quasi paura. Paura. Sì, lei era spaventata, ma non da lui, da cosa avrebbe potuto farle, si sarebbe potuta difendere, non aveva paura di lui, aveva paura di sé stessa. Perchè se ancora non si spiegava lo scatto di lui, probabilmente nato solo dal desiderio di farle un nuovo dispetto quello di cui non riusciva davvero a raccapezzarsi era stata la propria risposta a quel gesto. Era stato instintivo stringerlo a sé, rispondere al bacio, baciarlo lei stessa, avvicinarsigli, inspirare il suo profumo. E questo proprio non sapeva come spiegarselo.
-Smettila! Smettila di fare tutto questo per puntiglio. Perchè Malfoy è troppo egomaniaco e pieno di sé per poter essere ignorato, per non essere al centro dell'universo di tutti. Smettila di impuntarti solo perchè sei pieno di te da far schifo,- era sbottata, con gli occhi spalancati e il petto che le si alzava e abbassava velocemente, mentre cercava ancora di allentare la presa di lui dal suo avambraccio alzato e allo stesso tempo non perdere il contatto visivo. Era stanca, perchè non la lasciava in pace? Quel gioco non la divertiva più, stava diventando davvero pesante.
Battutine, prese in giro e scherzi ci stavano, ci stavano perchè c'era una pacifica competizione fra loro due, ma così, così si oltrepassava il limite, prima con Rose e tutti i litigi che ne erano derivati, sopiti solo dalla preoccupazione comune per Kimberly, poi quel bacio, quel diamine di bacio che le aveva complicato ancora una volta tutto. Al cui solo pensarne arrossiva e provava disgusto per stessa, per la sua immane debolezza e quella confusione che la stava sconquassando.
-Oh davvero? Eppure non mi sembrava di essere tanto lontano dai tuoi pensieri quando mi hai baciato,- rispose lui tagliente, sempre più arrabbiato. Perchè se la prendeva tanto?
Lei provò ad aprire la bocca e rispondere qualcosa che facesse male, male davvero, eppure non seppe trovare nulla, quindi la richiuse mantendo il suo sguardo.
-Quello non conta niente,- riuscì solo a sillabare, forse un po' più a sé stessa che a lui. Si sentirono delle voci provenire da dietro l'angolo e improvvisamente Scorpius spostò lo sguardo oltre le sue spalle.
-Vieni con me, dobbiamo finire questo dannato discorso e non accetterò di essere ancora interrotto,- le disse tirandola a sé bruscamente.
-Per me è già concluso, porco Salazar Malfo! Lasciami andare e basta con queste manie da prima donna,- sbottò Lily dimenandosi mentre cercava di sgusciargli via dalle mani sfruttando il fatto che la felpa fosse di suo fratello James e che essendo troppo gande le braccia sottili vi navigassero dentro. Lui si accorse subito di cosa stava tentando di fare e la guardò tagliente.
-Eh no, stavolta non scappi Potter,- e la sollevò di peso senza tanti complimenti, mettendosela su una spalla come un sacco di iuta.
-Ma di cosa cazzo ti sei fatto Malfoy? Cambia spacciatore e mettimi giù,- si agitò ancora di più la rossa battendogli pugni sulla schiena mentre camminava spedito.
-Smettila di urlare Potter, non ti voglio stuprare,- ringhiò il biondo sistemandosela meglio in spalla. Ma con che Godric di frasi se ne usciva ora? Stupido idiota, non appena fosse riuscita a scendere l'avrebbe fatto diventare viola da quante botte e Schiantesimi avrebbe preso, al diavolo l'indifferenza, quella tattica l'aveva ormai definitivamente buttata alle ortiche.
Arrivarono in un'aula vuota e la mise a terra tanto bruscamente che quasi rischiò di perdere l'equilibrio e dovette aggrapparsi ad un banco per non cadere.
-Mi spieghi che cazzo ti prende Malfoy?!- gli urlò la rossa ormai furente mentre lui le voltava le spalle chiudendo la porta con un sinistro click.
-Voglio parlare Potter, sono stanco di questo gioco del silenzio e di te che fai la preziosa,- rispose lui guardandola di nuovo negli occhi con una nuova calma che non le piaceva per niente. Era chiusa in quella stanza con lui, che aveva appena messo la sua bacchetta nella tasca posteriore della divisa. L'istinto le fece correre la mano a cercare la propria e con orrore si accorse di non avere più la tracolla, probabilmente cadutale a terra quando l'aveva sollevata. E dentro c'era la sua bacchetta.
Era tremendamente vulnerabile, da sola con lui, in una stanza la cui porta era sigillata con la magia. Questa consapevolezza le fece correre un brivido lungo la schiena e si aggrappò con le mani al banco a cui era appoggiata con le gambe continuando a tenere lo sguardo fisso sui suoi occhi che la scandagliavano.
-Parlare esattamente di cosa Malfoy?- continuare a ripetere continuamente il suo cognome l'aiutava a tenere da parte il lato di lei in allarme, spaventato.
Perchè lui era solo Malfoy, il fratello della sua migliore amica con cui litigava spesso e volentieri, il migliore amico di suo fratello, Malfoy, nessuno da temere realmente. Nessuno di cui avere paura, perchè anche se era realmente indifesa e in trappola lui non le avrebbe fatto del male, non per davvero. Non più di quanto le parole non potessero farne.
Lui rimase zitto, ad osservarla e quando fece un passo in avanti le venne naturale ritrarsi ancora di più, anche se da quella distanza non poteva nemmeno sfiorarla.
-Avanti, sto aspettando,- lo incitò a parlare, a dire qualsiasi stramaledettissima cosa dovesse dirle cossichè lei potesse tornare alla sua vita e lui alla sua.
Lui rimase zitto e lei strinse ancora di più i bordi del banco fino a farsi sbiancare le nocche.
Lo vide, il lampo di comprensione che gli attraversò il volto e addolcì i suoi tratti, ammorbidi la mascella serrata e lo sguardo, mentre dischiudeva le labbra. Aveva capito, aveva capito che lei aveva paura di lui, non le rimaneva neanche la menzogna.
-Hai paura di me Li.. Potter?- lo vide esitare, mentre il tono cambiava sfumatura e sembrava più una constatazione stanca che una provocazione.
-Non dire idiozie!- esclamò in fretta, un conto era farglielo capire con movimenti involontari un conto era ammetterlo, -Mi hai portata qui per chiedermi questo?-
“Pensavo che l'orgoglio fosse prerogativa dei Potter.”
Orgoglio, non avrebbe mai mollato, anche solo per mero, infimo e stupido orgoglio.
Scorpius fece un respiro profondo e si passò una mano fra i capelli, sembrava stanco ora, come se stesse combattento una battaglia obbligata, non realmente sua.
-A volte sei così testarda,- disse stancamente spostando lo sguardo su un punto indefinito della stanza.
-Oh, parla mister ragionevolezza,- ribattè lei acidamente guardandolo con astio. Non poteva ribaltare tutto con quei suoi sbalzi d'umore da donna col ciclo, loro si detestavano cordialmente, cos'era quel tono ora?
-E permalosa, sfiancante, ottusa..- continuò lui come se non l'avesse sentita, -è come se Godric Grifondoro ti avesse scelta come corpo in cui reincarnarsi, poi te ne esci con qualche cosa troppo Corvonero e uno non sa più dove voltarsi. Salazar, tu disorienti le persone.-
Lei lo guardò interdetta. O l'alcol della sera prima era ancora in circolo o aveva decisamente sbagliato spacciatore perchè le unghie di drago che si fumava erano decisamente roba scadente e gli avevano bruciato l'ultimo neurone che gli era rimasto.
-Senti Malfoy, comprati una bussola e fammi uscire di qui, questo giochetto mi sta stancando,- sbottò irritata facendo qualche passo avanti in direzione della porta e inevitabilmente anche verso di lui.
Lui si voltò di scatto inchiodandola al suolo con lo sguardo.
-Non capisci un cazzo Potter, è sempre così, sei così ottusa!- sbottò lui.
-Sei ripetitivo , mi hai rinchiusa qui solo per insultarmi con calma visto che il tuo cervello non è in grado di elaborare dei pensieri coerenti a velocità umana?- rispose lei mantenendo il suo sguardo. Sembrava confuso, ma non avrebbe potuto giurarlo, non riusciva mai a capirlo quel ragazzo. Non ci sarebbe mai riuscita. La irritava anche questo: non capire, non comprendere, non conoscere. Non c'era spiegazione logica in tutta quella dannata faccenda e questo la logorava; non c'erano risposte adatte alle domande che le frullavano in testa.
-Parli troppo, fai troppe domande, ma il peggio e che dici cose sbagliate, fai tutte le domande sbagliate,- rispose lui e quell'enigmaticità la innervosì ancora di più. Che stesse perdendo del tutto la testa? In fondo fra Purosangue, a forza di accoppiarsi fra cugini la pazzia per forza doveva uscire da qualche parte. C'era solo da sperare che non avesse preso dalla parte Black della famiglia, altrimenti non sarebbe stato bello ritrovarsi davanti una versione bionda di Bellatrix Lestrange.
-E' questo il problema? Che non seguo il copione che hai in testa? Sveglia idiota, il mondo non è fatto di marionette che puoi muovere a tuo piacimento, siamo persone!-
Non capiva proprio più dove volesse andare a parare, non c'era rabbia, ma frustrazione e tanta nel suo tono, almeno tanta quanta ne aveva negli occhi grigi lo Slytherin di fronte a lei.
-No, il problema è che fai le domande sbagliate, devi farmi le domande giuste, diamine Potter, lo saprai te, sei una Corvonero!- esclamò il ragazzo tirando un pugno alla porta dietro di lui. Senza rendersene conto, in un balletto silenzioso adesso lei era avanzata e lui era indietreggiato fino a quasi finire con le spalle al muro.
-Curati, davvero, hai bisogno di un bravo psicomago per risolvere il casino che hai in testa, io non posso aiutarti, ora fammi uscire,- gli intimò di nuovo lei sempre più innervosità da quelle frasi che sembrava sempre a metà, come spezzate da qualcosa. Forse, forse anche lui aveva paura..
Lui la prese per le spalle, non con la forza, avrebbe potuto divincolarsi facilmente, ma qualcosa non glielo permise. Era come immobilizzata da quello sguardo grigio, inspiegabilmente schiacciata dalla forza di gravità lì dov'era. L'aveva icatenata con quello sguardo e non riusciva a spostare i grandi occhi blu dai suoi, che sembravano così agitati, pieni di tutto. Un tutto che non avrebbe mai potuto leggere, comprendere.
-Ci speravo davvero, sai Lily, che tu avessi la domanda giusta,- le mormorò prima di tirarla a sé e baciarla. Con foga, impazienza la strinse a sé e quello strano click che le era scattato in testa quando era successo la prima volta rifece il suo lavoro azzerandole i pensieri e lasciando che di nuovo il suo profumo l'avvolgesse, facendole abbandonare la paura che poco prima irrazionalmente le aveva stretto un nodo alla gola. Chiuse gli occhi e fu di nuovo tempesta, eppure ci si trovava così bene, fra quelle onde alte dieci metri che le confondevano tutto. Fu uguale e fu diverso. Non sapeva più di whiskey, ma rimaneva il fumo e come costante il suo sapore, il suo odore, i suoi capelli morbidi mentre le sue mani correvano veloci ad afferrarli. Rimase lei, in punta di piedi, ma ci fu anche lui che si chinò su di lei facendole inarcare la schiena, come se le si volesse avvolgere attorno. Sentì le sue mani sulla schiena, sotto la felpa pesante che oin quel momento faceva davvero troppo caldo, sentì la sua mano spingerla ancora di più contro di lui, come se fosse possibile senza entrargli dentro, sottopelle, mentre l'altra correva fra i lunghi capelli rossi legati in una coda alta e glieli scioglieva, desideroso di affondarvici le mani. Sentì sotto le dita attraverso la camicia sottile i muscoli tesi delle spalle, sentì la sua lingua insinuarsi fra le sua labbra e la propria che rispondeva con tale entusiasmo, come se fosse animata di vita propria. Avrebbero avuto bisogno di aria, di lì a poco, ma non importava, non importava davvero, perchè quella sensazione era così liberatoria, sentirsi il suo calore, le sue mani addosso, bastava. Non avrebbe mai detto, prima di allora, che un bacio potesse essere tutto quello, che non fosse semplicemente due labbra che si incontravano e due sapori che si mischiavano. Non l'avrebbe mai detto che quell'annullarsi esistesse davvero, quell'annullarsi in un unico, soffocante, vorace bacio. Niente anime che si toccavano o stronzate del genere, no, pensò lei mentre allontanavo il viso l'uno dall'altra per respirare, ancora in quel limbo in cui quel click la buttava, era una specie di lotta a chi ci metteva dentro di più. Sentimenti, frustrazioni, angosce, dubbi, insinuazioni, rabbia, parole troppo complicate da urlarsi contro, domande. Le domande sbagliate. Il bacio sbagliato, la persona sbagliata, realizzò ritornando in sé quando si rese conto che era di nuovo fra le braccia di Malfoy. Che l'aveva baciato di nuovo e che se errare era umano perservare era da Slytherin. E per continuare ad usare metafore e vecchi detti popolari che se lei la prima volta ci era solamente inciampata, quella volta era caduta nella tana del serpente con tutte le scarpe. Fu come un deja vu, ma a rallentatore. Lei fece scivolare le sue mani dai capelli di lui al suo petto con esasperante lentezza, sempre ad occhi chiusi, per non realizzare la cosa, non del tutto almeno e rimanere protetta in quello stralcio di annebiamento che le era rimasto e lo spinse via delicatamente. Anche questa volta lui non oppose resistenza e lasciò scivolare via le mani da sotto la sua felpa lungo i fianchi, inerti.
-Fammi uscire,- disse solo facendosi forza per aprire gli occhi e guardarlo negli occhi. Lui rispose muto tirando fuori la bacchetta e la serrattura scattò.
Lui e lei. Continuava a visulizzarsi nella mente quella scena senza pensare ai loro nomi, semplicemente lui e lei, perchè Malfoy e Potter, il solo suono di quei cognomi assieme, pensò mentre apriva silenziosamente la porta e lui si faceva da parte per farla passare, sarebbero suonati come unghie sulla lavagna. E si sarebbe rotto tutto, nella confusione più totale. Quando arrivò all'arazzo non trovò la sua borsa, non le importava poi molto in quel momento, entrò e trovò il solito gruppo, Kim che giocava con Pancake e ridacchiava con Zabini, Albus che leggeva da un grosso tomo incartapecorito e la sua poltrona vuota. Le due poltrone vuote. Perchè anche quella di Malfoy lo era. E lo era perchè lui era ancora lì, dietro di lei, in quell'aula col suo laccio fra le mani, fissandolo stordito.
-Hey Lils, pensavo che i Nargilli ti avessero rapita, prima sono uscita perchè mi era sembrato di sentire la tua soave vocina, ma ho trovato solo la tua sacca,- la salutò Kimberly indicandole l'oggetto sul tappeto. Lei sorrise, non tanto per fingere, ma pensando all'ironia della sorte, perchè se l'amica fosse uscita un po' prima, se lui l'avesse sollevata di peso un po' dopo ora non sarebbe successo di nuovo quel.. quella cosa.
-Oh grazie, litigavo solo con uno del primo anno che mi aveva quasi presa con un Fresbee Zannuto,- rispose buttando lì la prima scusa che le veniva in mente, ancora un po' stordita.
-Uh, dimmi che gliel'hai ritirato, ne avrei sempre voluto uno, ma papo dice che potrei farmi male e non vuole darmi i soldi per prenderlo,- rispose esaltata la bionda.
-Mica sono un Prefetto, e poi è scappato vedendomi inferocita, ma ti prometto che te lo regalo io la prossima volta che andiamo a Hogsmeade, uno gigante,- rise lei lasciandosi cadere sulla poltrona.
-Ecco perchè sei così scarmigliata,- buttò lì Zabini sorridendo.
-Uh che bello, poi lo testiamo su Al,- gongolò la bionda mentre il micio reclamava le sue attenzioni aggrappandosi alla manica della padroncina con le unghie.
Lily rise seguita a ruota dall'amica e il moro mentre guardavano la vittima designata talmente preso dal libro che stava leggendo che non aveva sentito i piani che facevano sulla sua pelle. Albus sentendosi osservato e un po' per le risa alzò lo sguardo un po' sperso, allargando gli occhioni verdi.
-Beh, che c'è da ridere? Che mi sono perso?- chiese sospettoso, facendosi un'idea di tanta ilarità che non gli piaque per niente.
-Oh niente Al, ma è una fortuna che tu corra veloce,- ridacchiò Lily mentre cercava nella sacca il libro che si era portata.
-Cosa state pianificando voi, figli di Salazar?- chiese lui con una leggera tonalità acuta che scatenò un nuovo eccesso di risa negli amici.
-Niente Aluccio, niente,- gli sorrise angelica Kimberly fra una risata e l'altra mentre il micino se ne andava sdegnato perchè la sua padrona si muoveva decisamente troppo.
-Bah,- si arrese lui sconsolando reinfilando il naso nel tomo enorme imitando la sorella che aveva ritrovato il segno di dove si era fermata la volta prima e accoccolatasi per bene ricominciava a leggere lasciando i piani malefici a Zab e Kim, che se la cavavano decisamente benissimo da soli. Dopo poco colse con la coda dell'occhio Malfoy passarle accanto e si fece forza per non sollevare lo sguardo, anche solo per la curiosità di vedere la sua espressione, se avesse reindossato la sua maschera d'impassibilità. Ma non lo fece e finse di continuare a leggere mentre sentiva gli altri salutarlo, lo vide poi sedersi comodamente sulla poltrona di fronte alla sua, allungare le gambe sul tavolino e aprire la Gazzetta del Profeta verso la fine, dove c'erano gli articoli sportivi.
-Chi ha vinto l'ultima partita Malfoy?- chiese fingendo un tono indifferente senza staccare gli occhi dal libro. Vide gli amici, o almeno, li vide nella sua testa scambiarsi uno sguardo e poi lanciarlo da lei a lui mentre un sorrisetto di chi la sapeva lunga si dipingeva sul volto di Ares.
-Di sicuro non i Chudley, è assurdo come tu ci speri ancora dopo trent'anni di sconfitte, Potter,- rispose lui da dietro il giornale, ma era sicura che ci fosse un ghignetto su quel viso di cui, a suo malgrado, aveva memorizzato ogni tratto negli anni. Perchè per distruggere il proprio nemico bisognava conoscerne ogni dettaglio, giusto?
-Io tifo per le Harpies Malfoy, i Chudley sono una sfida persa in partenza,- gli ricordò quasi annoiata mentre voltava pagina.
-Era ora che qualcuno del clan di teste rosse di cui fai parte lo ammettesse, anche se posso capire che vi sentiate legati a loro da una certa somiglianza,- ribattè con un tono quasi più annoiato di Lily.
L'equilibrio era ristabilito.
-Senti chi parla, i tuoi capelli sono di quel colore perchè da piccolo ti sei visto allo specchio e ti sei spaventato capendo di essere tu quell'idiota che avevi davanti?- ribattè lei serafica senza ancora alzare lo sguardo.
Forse sì era caduta nella tana dei serpenti, del Serpente, ma poteva comunque uscirne, risalire.
-Per lo meno la gente quando mi vede non grida 'al fuoco',- il tono di Malfoy era tornato quello di sempre. Le loro battute quelle di sempre.
-Bene, avete fatto pace, questo l'abbiamo capito, ora se la smettete di tormentarci con le vostre scaramucce leggete in silenzio,- li interruppe Kim infastidita da quello scambio di battute che avrebbe potuto protrarsi all'infinito.
-E a quale pace interrotta sono tornati, scusa?- rispose ridacchiando Zabini.
-Di sicuro non quella dei nostri nervi,- sentenziò serafico Albus prima di reimmergersi definitivamente nello studio.
Kim sospirò e sistemò meglio sul divano, -comunque Zab, secondo me il Fresbee non è abbastanza, dobbiamo trovare di meglio.-
-Mhm, hai ragione, caccabombe?- rispose l'amico e questo fu l'ultimo stralcio di conversazione che Lily colse prima di calare dolcemente dai suoi pensieri alla lettura. Fosse la normalità andava conquistata, non aspettata, di sicuro di una cosa non voleva più sentir parlare: di domande, giuste o sbagliate che fossero decise perentoriamente di non porsene più o avrebbe finito per perdere la propria sanità mentale e decisamente bastava Malfoy per quello.
-Adesso che facciamo Jam?- chiese Dominique stancamente, stesa accanto all'uomo coperta solo da un lenzuolo leggero, fissando il soffitto.
Lui rimase in silenzio, guardandola un po' senza un'espressione precisa sul viso.
-Ci amiamo, che altro vuoi fare?- rispose il ragazzo con semplicità sconvolgente. Il punto era che la semplicità non sarebbe bastata, per loro.
-Non essere stupido, non possiamo andare avanti così in eterno,- rispose lei stizzita.
-Tu hai fatto una domanda e io ti ho risposto,- disse lui atono senza distogliere lo sguardo dalla bionda accanto a lui.
-Ma non può essere tutto così semplice per noi, non lo sarà mai!-
-Lo faremo diventare noi semplice, sono stanco di fuggire, di fuggire da te che poi mi sembra solamente di fuggire da me stesso,- le disse dolcemente facendole voltare il viso verso di lui, aveva gli occhi lucidi, pieni di lacrime troppo importanti per essere versate.
-Non ti lascerò andare anche questa volta Dom, non ti posso lasciare andare,- continuò accarezzandole la guancia. Lei gli posò la mano sulla sua e sospirò.
-Ma.. non può, non può essere così semplice,- ripetè come se stesse cercando di spiegargli un concetto che lui si ostinava a non capire. Ciò che non aveva capito era che lui aveva compreso anche forse più di lei.
-Shh, Nicky, je te ne prie,- disse in quel francese scalcagnato con un accento inglese così schifosamente presente che se fosse stato in Francia probabilmente gli avrebbero sputato in un occhio. Lei sorrise debolmente.
-Va bene,- anche se fosse solo per un'altra notte, va bene. Lo pensò, ma non lo disse, perchè lei nel futuro la fiducia l'aveva persa, l'aveva persa dal momento in cui aveva baciato per la prima volta James Potter.
Salve a tutti, rieccomi qua eggià. u.u
In questo capitolo non c'è molto spazio per Jam e Dom perchè più che altro loro sono un esperimento, ma la loro storia si svilupperà nei prossimi capitoli, con colpi di scena, litigi e quant'altro.
Poi ci sono i nostri innamorati, la nostra Amy che fa riflettere Scor un pochettino e il serpeverde che si ricorda che è un uomo, ha le palle e deve usarle, metaforicamente, sia chiaro (per ora u.u).
Volevo ringraziarvi, davvero, perchè mi seguite ancora, ve ne sono grata, soprattutto a coloro che ancora lo fanno dopo tutto questo tempo, e avrei davvero piacere a sentire i vostri pareri sotto forma di recensioni, mi aiutano molto. :) Ovviamente anche chi legge silenziosamente si merita un cioccolatino, quindi niente. Grazie e basta, perchè vi fermate ancora a seguire questi personaggi che mi sono entrati nel cuore.
Inoltre vorrei comunicare che ho in progetto di risistemare la ff, errori di battitura e distrazione, ripetizioni e quant'altro dovuti tuttalpiù dal fatto che scrivo di notte e di getto.
Alla prossima, sperando di ritrovarvi ancora qua. ;)
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Capitolo 13 *** #11 - eleventh chapter . ***
;ELEVENTH CHAPTER
Troppe volte, a grattare una donna spericolata, si scopre una ragazzetta spaurita.
-paolo milano
Domenica, 3.25 a.m.
La bionda guardava il ragazzo steso nel letto accanto a lei che dormiva pacificamente, un attacco di nausea la prese e dovette stringersi ancora di più su sé stessa, per quanto fosse possibile visto che era accovacciata tenendosi le gambe contro al petto. Ormai aveva perso la sensibilità del suo corpo avvolto nella camica da notte sottile, eppure tremava, eppure esisteva ancora, anche se guardando il suo riflesso nello specchio al suo letto a malapena si riconosceva, spettinata, con lo sguardo azzurro vacuo e le occhiaie che le segnavano il viso pallido. Era stanca, stanca di lottare per il suo lieto fine che sembrava sempre sfuggirle dalle mani come quando da piccola, a Villa Conchiglia, passava le mani nella sabbia cercando di raccoglierla. Lentamente si alzò, lanciando uno sguardo veloce all'orologio sul comodino constatò che erano le 3.30 del mattino, fu l'ultima cosa che vide chiudendo la porta della camera da letto assieme al viso dolcemente addormentato di James Potter, con un'espressione così tenera che si sarebbe detto ancora un bambino. Senza macchie, senza colpe, senza responsabilità, un bambino che non aveva mai conosciuto l'odio, il disprezzo, il tradimento.
Le luci si accesero da sole mentre entrava in soggiorno, diretta alla sobria scrivania nell'angolo su cui lavorava di solito a casa; aprì un casetto tirandone fuori una piuma e una pergamena pulita, decisa ormai a non poter più andare avanti in quell'impasse. E scrisse all'unica persona che avrebbe potuto salvarli entrambi.
“Cara Lily,
so che ti sembrerà strano che ti scriva, che io chieda aiuto proprio a te, sembra irreale anche a me che tengo questa piuma fra le mani, ma.. ma sei l'unica che può salvare il futuro di tuo fratello e se Merlino vuole anche il suo cuore. Ho bisogno del tuo aiuto prima che le onde distruggano del tutto questo castello di sabbia.”
Sabato, 11:15; il giorno prima.
-Lily fai schifo, è il secondo pacchetto di Api Frizzole che finisci e siamo qui solo da venti minuti,- borbottò Albus cercando di sfilarle dalle mani il terzo beccandosi una sberla sulla mano maligna che aveva cercato di sotrarre il bottino alla rossa.
-Di che ti lamenti, mica sto mangiando i tuoi di dolci,- rispose scontrosa la rossa fulminandolo con lo sguardo.
-Mi lamento perchè tu e Kim state delapidando il patrimonio dei Potter e dei Malfoy a Mielandia, quelli vanno avanti solo perchè ogni volta che veniamo a Hogsmeade lasciate una montagna di Galeoni,- rispose burbero il ragazzo incrociando le braccia.
-Non impicciarti Potter, mica sono soldi tuoi,- rispose la bionda intenta a scavare nell'enorme sacchettone di carta che teneva fra le braccia un dolce.
-Quelli che spende Lily avrebbero potuto far parte della mia eredità però,- s'impuntò il ragazzo deciso a non mollare, benchè fosse circondato da ogni lato da due zucchero-dipendenti.
-Ecco, vedi? Mica si preoccupa per la nostra salute, a lui sta a cuore solo il lato finanziario della faccenda,- s'attaccò Lils facendo una smorfia mentre due paia di occhi verdi si alzavano al cielo disperati.
-Spiegami ancora una volta perchè sei voluto venire con noi invece che andare stamattina con Scor e Zabini,- domandò scocciata la Malfoy mentre con un colpo di bacchetta riduceva il pacchettone alla grandezza di un francobollo e lo metteva nella borsetta.
-Perchè altrimenti avresti aspettato da sola che io finissi gli allenamenti di Quidditch,- intervenne in difesa del fratello l'amica prendendo l'ultima Cioccorana ed imitando l'amica, quella era la scorta per almeno le due settimane successive, non poteva permettersi di finirle tutte.
-Ma chi gliel'ha chiesto,- borbottò Kimberly sistemandosi il cerchietto fra i capelli color grano. Si era vestita con attenzione, come fondamentalmente faceva ogni volta che non indossava la divisa, con quello stile tutto suo che poteva passare da una gonnelline a balze e magliettine con strane stampe prese in chissà qualche negozietto che conosceva solo lei, ad una semplice felpa e jeans. Quel giorno aveva deciso di fare la signorina, facendo sembrare Lily al suo fianco, con i capelli spettinati e ancora vagamente umidi dopo la doccia fatta in tempo record dopo gli allenamenti, avvolta nella solita felpa rubata ad uno dei fratelli maggiori o al padre (quella volta aveva quella di Harry con una grande A sul retro, parte dei gadget guadagnati diventando Auror e misteriosamente sparita subito dopo averla portata a casa) una povera barbona che non aveva niente a che fare con lei.
-Le regole del bon-ton immagino, sai i signorini per bene ci tengono a queste cose,- commentò distrattamente la rossa prima di addentare ferocemente il suo dolce che cercava in tutti i modi una via di fuga.
-Simpatica, davvero simpatica Lils,- borbottò semplicemente il fratello che guardava in giro fra la folla cercando di individuare qualcuno che conoscesse.
-Se ti annoi con noi basta dirlo, mica devi allungare il collo come la prozia Petunia,- gli diede una gomitata leggera la ragazza portandolo ad abbassare lo sguardo.
-E tu se continui a mangiare così diventi come zio Vernon,- rispose fingendosi altezzoso, ricevendo un'altra gomitata, questa volta non tanto leggera.
-Lils, dietro Al, veloce!- esclamò d'improvviso Kim tirando l'amica per la manica passando col braccio dietro la schiena del ragazzo, facendola per poco ribaltare.
-Per i tanga di Merlino, che cos..!-
-Shhh, doppio Scamander a ore dodici,- rispose fingendosi imperturbabile la bionda.
-Non essere ridicola Kim, Lils non deve nascondersi da lui, l'ha visto agli allenamenti oggi!- s'intromise un infastidito Albus che si sentiva parecchio usato.
-Sì, ma Lysander no, ed è quello più pericoloso dei due,- rispose Kim prendendolo per le spalle e facendolo ruotare di novanta gradi mentre loro le passavano dietro le spalle e Lily si accartociava come poteva dietro al fratello.
-Siete due pazze,- tentò di nuovo di prevalere, ma si sapeva che per i maschi Potter quella era una causa persa in partenza. Venne ruotato dalla bionda di altri novanta gradi mentre l'amica zampettava rimandendogli dietro aggrappata alla felpa.
-Sei maleducato Potter, non si dicono certe cose ad una signorina,- rispose stizzita Kim mollandogli le braccia, -allarme finito rossa, minaccia dispersa nella folla.-
-Oh bene, quel ragazzo sarebbe capace di strapparmi la testa dal collo a mani nude canticchiando quella canzoncina sdolcinata che mandano sempre alla radio ultimamente,- sospirò frustrata rispuntando dal suo nascondiglio improvvisato.
-'I lost my mind for u' di Romilda Vane?- suggerì la bionda alzando un sopracciglio.
-Esattamente,- storse il naso la rossa -disgustoso, bleh.-
-Io non sono maleducato,- disse stupidamente Albus fissandole contrariato.
-Okay, okay, sei solo tonto, ma mica è colpa tua, sei nato così immagino,- rispose distrattamente la bionda agitando la mano mentre prendeva sottobraccio Lily.
-Sì, ho sempre avuto il sospetto che avesse sbattuto la testa da piccolo,- asserì la rossa convinta.
-Lils, almeno tu difendimi,- piagnucolo il moro mentre ricominciavano a camminare verso i Tre Manici di Scopa dove avevano appuntamento con gli altri.
-E perchè mai dovrei farlo?- chiese genuinamente sorpresa.
-Beh.. sei mia sorella!- tentò lui l'ultima carta che gli rimaneva.
-Mica l'ho scelto io,- ghignò divertita in tutta risposta provocando nel moro un gemito disperato, frequentare troppo i Malfoy l'avrebbe portata al sadismo più estremo e nel giro del settimo anno sarebbe arrivata al livello di Scorpius se non avesse dato un taglio a quei rapporti così stretti, pensò sconsolato il fratello. Sì, decisamente una compagnia Hufflepuff sarebbe stata meglio, tranquilla, leale, qualche partitina a Gobbiglie..
-Oh, siamo arrivati,- trillò la sorella ignorandolo beatamente mentre lo afferrava per una manica in modo da non perderlo nella calca e lo trascinava con sé dentro il locale. Un odore di burrobirra, the e di legno li investì come il chiacchiericcio non appena la porta si chiuse dietro di loro tintinnando.
-Tu che sei alto, renditi utile e trova quegli idioti dei tuoi amici,- disse Kimberly mentre si facevano strada verso il bancone.
-Sì, sì, va bene, guarda che dire perfavore non ti ucciderebbe,- sospirò il ragazzo mentre allungava il collo, -eccoli, sono al solito posto all'angolo e..- si fermò nel gesto di alzare il braccio per chiamarli, -oh, come non detto, non sono loro.-
Le ragazze si scambiarono un'occhiata d'intesa e poi si voltarono verso di lui con sguardo deciso.
-Che nascondi Al?- dissero all'unisono, sembrando nonna Molly sdoppiata.
-N..niente, ho solo sbagliato,- rispose a disagio il ragazzo grattandosi la nuca facendo inarcare un sopracciglio alla Malfoy inverosimilmente.
-Potter, conosco il tuo tono quando nascondi qualcosa e quando ti sbagli e credimi se ti dico che sono certa che questa volta non avevi di certo il secondo,- se uno sguardo avrebbe potuto uccidere sicuramente l'avrebbe inventato una donna, l'aveva sempre detto Albus, ma nessuno voleva ascoltarlo.
-Okay, okay,- alzò le mani come in segno di resa, -solo che.. beh, sono con delle ragazze e sembrano abbastanza.. ehm, come dire? Presi, non è carino disturbarli,- provò a spiegarsi docilmente mentre un sorriso maligno spuntava sul volto della rossa.
-Oh davvero?- chiese con un tono talmente dolce da far venire i brividi, -andiamo a presentarci allora Kim,- e in un attimo prese l'amica trascinandola con sé verso il tavolo nominato prima dal fratello mentre lui si sarebbe solo voluto uccidere. Scorpius, più tardi, nel dormitorio, gli avrebbe rotto le palle per tutta la sera perchè aveva permesso alle loro sorelle di rovinargli una possibile.. avventura, tanto che con una delle due aveva appena fatto pace. Perchè non era stato smistato in Hufflepuff, ah, le Gobbiglie, così belle, tranquille.. il massimo della sorpresa che potevano riservarti era quello strano pus: niente in confronto a quelle due.
-Una compagnia Hufflepuff totalmente priva di donne, ecco cosa mi ci vorrebbe! Merlino, dammi la forza!- borbottò mentre non perdeva di vista la scarmigliata chioma rossa che zig-zagava fra la gente senza nessuna difficoltà e si avvicinava all'obbiettivo con la delicatezza di un bolide nelle pal.. in un occhio.
Per quanto la riguardava, Lily aveva in mente una sola cosa: rendergli pan per focaccia. E se lui aveva ideato quel nuovo modo di torturarla perchè non poteva rovinargli una possibile scopata? Insomma, era colpa sua se aveva mollato Lorcan e ora doveva temere per la sua vita ogni volta che c'era uno Scamandro nel giro di dieci metri. Okay, forse stava un po' esagerando, ma il concetto rimaneva quello.
-Come osa quell'oca attaccarsi così al mio Zab?- sentì l'amica che ancora teneva per mano borbottare quando individuarono le due “coppiette”.
Le due sembravano due ragazze del paese, o magari uscite l'anno prima perchè Lils era sicura di non averle mai viste in tutto l'anno, una stava accarezzando il braccio di Scorpius con una mano mentre si attorcigliava una ciocca di lunghi capelli castano chiaro attorno all'indice, forse era truccata un po' troppo pesantemente, ma a malincuore la Cacciatrice Corvonero dovette ammettere che il biondo non aveva poi questi gusti pessimi in fatto di donne. Quella che con parlava con Zabini aveva lunghe ciglia da cerbiatto, un viso a forma di cuore e due tette enormi che anche lei da ragazza eterosessuale non potè fare a meno di fissare con sconcerto, mentre un pensiero latente vagava tristemente verso la sua seconda e mezza.. scarsa.
Kim si ritrovò a ringraziare il cielo che Al avesse tanto insistito per aspettarla, per i suoi genitali ovviamente, perchè se l'avesse trovato in una situazione del genere i coniugi Potter avrebbero dovuto rinunciare a dei nipotini da parte del loro secondogenito, il quale avrebbe dovuto rinunciare per parte sua a qualunque rapporto di natura sessuale che non fosse la riproduzione assessuata. Come le amebe.
Lily si avvicinò all'orecchio dell'amica e le sussurrò, -sta attaccata ad Al, io vado a rompere le uova nel paniere a quei due.- Poi con un ghignetto le lasciò la mano e assunse l'espressione più angelica, sorridente e falsamente cordiale che riuscì a trovare nei recessi della sua memoria.
-Ragazzi, eccovi qui!- trillò, sì, proprio così, Lily Potter trillò piombando davanti a loro.
-Potter, che gioia vederti qui,- le rispose Malfoy piatto quando lei si sedette accanto a lui con disinvoltura.
-Lils,- le sorrise Zabini un po' attonito ancora per la storia del trillare decisamente non da quella ragazzetta scarmigliata che gli sedeva davanti.
-Insomma, date appuntamento qua a me e a Kim e poi vi troviamo a parlare con due.. ragazze,- fece una pausa ad effetto come se cercasse un termine neutro e non offensivo, ed in effetti nel suo cervello lampeggiava la parola 'ZOCCOLA' a lettere cubitali, ma quel dettaglio decise di ignorarlo, -allora, non mi presentate le vostre nuove amiche?-
Quel sorriso a trentadue denti le avrebbe slogato la mandibola, ne era certa.
-Uhm,- commentò solamente Scorpius tetro mentre la osservava come se volesse usare la Legilimazia. Lei si limitò a ricambiare lo sguardo sbattendo le palpebre, continuando a sorridere zuccherosa.
-Certo, questa è Cindy,- indicò la Ragazza Mucca Zabini, -e lei è..-indicando la ragazza accanto al biondo.
-Alice,- concluse Scorpius senza una qualsiasi sfumatura nella voce, ancora intendo a studiare lo stormo di Nargilli che si era impossessato del corpo della rossa seduta accanto a lui.
-Alyson,- lo corresse piccata la ragazza fulminando la nuova arrivata con lo sguardo; oh, era competetiva la ragazza, bene, sarebbe stato ancora più divertente, pensò la rossa mentre spostava lo sguardo dal biondo alla ragazza accanto a lui, -in realtà sono Alyson.-
-Piacere,- sorrise ancora più ampiamente la rossa alla ragazza che, le si leggeva in faccia, non si stava divertendo per nulla.
-E tu sei..?- chiese Acidella.
-Lily, Lily Potter,- rispose al posto della ragazza Scorpius lanciandole una nuova occhiata.
-La figlia di Harry Potter?- chiese esaltata la Ragazza Mucca una volta accertatasi che il suo territorio era al sicuro.
-L'unica e la sola baby,- rispose al posto suo questa volta Zabini guardando la diretta interessata con uno sguardo che le fece venire i brividi, sembrava che il ragazzo avesse scritto in fronte 'io so'. Sapeva cosa poi?
-Beh, hanno detto tutto quello che si poteva dire,- continuò a sorridere ignorando l'amico decisamente molesto.
La Ragazza Mucca lanciò un'urletto eccitato venendo fulminata con lo sguardo dall'amica a cui la figlia del Paladino del Mondo Magico a quanto pareva non andava proprio giù.
-E com'è vivere con il Ragazzo Che è Sopravvissuto?- chiese tutta interessata sporgendosi sul tavolo in un gesto involontario, appoggiandogi praticamente il seno enorme. Era inumano, e lei non faceva nulla per nasconderlo con quella magliettina scollata ornata di strane perline.
-A dire il vero normale, non è che Voldemort prenda il the a giorni alterni chiacchierando amabilmente di come vorrebbe ucciderlo,- alzò un sopracciglio Lily mitigando l'irritazione con un sorriso ampio. Odiava che le chiedessero di suo padre, odiava essere 'la figlia del Ragazzo Che è Sopravvissuto', odiava essere 'Potter' e non 'Lily Luna'.
-Anche perchè casa tua è talmente piena di rosso-oro che entrando potrebbe morire per un attacco epilettico,- sorseggiò la propria burrobirra Scorpius lanciandole un'occhiata sottecchi.
-Eppure continui a tornarci Malfoy,- gli sorrise angelica cogliendo la palla al balzo lanciatole da Scorpius per cambiare discorso e continuare a colpire duro. Gli stava distruggendo l'appuntamento eppure sembrava quasi le fosse venuto in soccorso, perchè lui sapeva, sapeva quanto odiasse tutte quelle aspettative, domande su una vita che nemmeno le apparteneva, sulla vita di suo padre. Quel ragazzo l'avrebbe fatta impazzire, l'unica soddisfazione che avrebbe avuto e sarebbe stata quella di portarselo al manicomio con sé; -ogni estate.-
-Perchè la camera di tuo fratello si salva da quello scempio,- rispose senza scomporsi piegando le labbra in un ghignetto.
-Camera mia è più bella,- asserì la rossa con tranquillità continuando a sorridere, avrebbe dovuto mettersi della pomata sulle guance a fine giornata.
-Ah, lo so,- rispose enigmatico il biondo fissandola per gli occhi un momento appena prima di distogliere lo sguardo. Lei era lì per rovinargli tutto, ma sembrava che lui si divertisse addirittura più della rossa e che le desse corda, accidenti, non andava secondo i piani. Acidona seguiva con lo sguardo i due che si scambiavano battutine con gli occhi contornati di matita verde acido assotigliati talmente tanto che le iridi nocciola quasi non si vedevano più.
-Quindi deduco che passiate molto tempo voi due,- disse con tanto astio malcelato nella voce che avrebbe potuto corrodore il tavolo di legno massiccio.
-Oh, sai com'è, amici comuni, la compagnia è la stessa, si finisce per vedersi anche troppo,- disse con leggerezza la rossa sostenendo il suo sguardo con tranquillità, se pensava di poterla spaventare non sapeva proprio con chi aveva a che fare.
-Però la voglio vedere anche io camera tua,- s'intromise Zabini con un finto tono lamentoso inacidendo anche la Mucca che ora si era ritratta e stringeva le bracccia incrociate sotto il seno osservando la scena attentamente con i ricci biondo sporco schiacciati contro lo schienale della panca.
-Giù le mani da mia sorella, razza di maniaco,- s'intromise provvidenzialmente in quel momento Al che portava in mano due burrobirre seguito da Kim con in mano il suo succo di zucca, -questo è per te Lils, ci ho fatto mettere la cannella.-
-Grazie Aluccio e il caramello?- sorrise al fratello mentre prendeva il bicchiere che le porgeva con una spruzzata di polverina marroncina sulla schiuma.
-In fondo, come al solito, ormai Hannah conosce i tuoi gusti meglio di me,- le sorrise il fratello mentre si sedeva accanto a Kim che stava facendo scalare tutti appiccicandosi a Zabini.
-Ma perchè non lo dici anche a Scorpius queste cose scusa?- si finse ferito il moro sbattendo i grandi occhioni blu mentre le ragazze si guardavano fra loro, un po' spaesate da quelle nuove aggiunte che le avevano obbligate a schiacciarsi sulla panca angolare fra loro ancora di più, l'Acida si sistemò meglio la giacchetta che teneva su una camicetta con strani sbuffi, probabilmente cercando di farsi spazio con quel gesto, tanto che Scorpius fu obbligato a spostarsi ancora di più verso Lily, ormai sul bordo della panca.
-Perchè lui è il mio migliore amico,- disse Albus come se quello chiudesse la questione.
-Attento Malfoy, fra un po' cado per terra,- sbottò Lils al movimento del Serpeverde mentre Zabini e Al discutevano sul concetto di 'migliore amico' in rapporto alla sua camera.
Malfoy si limitò a spostarsi di nuovo verso l'interno, di poco, cossicchè comunque la rossa doveva stargli appiccicata per non cadere e per fortuna che era piccolina.
-Scorpius, chi sono i tuoi amici?- gli poggiò una mano sul avambraccio scoperto dalla camicia arrotolata la ragazza indicando con la testa Al e Kim, evidentemente decisa a non arrendersi.
-Puoi chiederlo anche ai diretti interessati, sai non mordiamo,- s'intromise Kim guardandola dall'alto in basso con quello sguardo da Purosangue consumata che adottava quando qualcuno non le piaceva per niente. La Corvonero in quel momento l'avrebbe baciata, Merlino se l'amava.
-Beh, Al di sicuro no,- ridacchiò bonario Zabini appoggiato allo schienale comodamente e un 'hey' indignato venne soffocato da un 'ahio' quando il piede dell'offeso venne misteriosamente schiacciato da una ballerina beige.
-Bene, allora, voi chi siete?- si rivolse direttamente alla biondina che stava bevendo un sorso del suo succo di zucco con l'aria più innocente del mondo.
-Non è educato parlare in questo modo alle persone che non conosci, sai?- rispose con tranquillità come se stesse parlando del tempo.
-Oh, mi scusi, allora come dovrei fare a scoprire il suo nome signorina?- rispose acidamente la ragazza che stava arrivando al punto di rottura beccandosi un'occhiata a cavallo fra il rimprovero e il preoccupato dell'amica riccioluta, di sicuro Scorpius si era scelto quella più sfrontata.
-Beh, ci si dovrebbe presentare prima e poi chiedere con educazione, 'e tu'? Non è necessario che tu mi dia del lei,- le rispose inarcando leggermente le labbra all'insù in un quasi-ghignetto che quasi la rossa credette di avere davanti a sé, e non seduto accanto a lei, Scorpius con una parrucca e il mascara. La fissò dritta negli occhi, squadrandola con superiorità.
La ragazza la guardò con astio ancor più di quanto ne aveva riservato a Lily e aprì la bocca per dire qualcosa.
-Questo piccolo angelo è Kimberly e lui è Albus,- s'intromise Zabini prima che scoppiasse una rissa fra ragazze passando un braccio sulle spalle della bionda, non che non gli fosse dispiaciuto assistervi, ma sapeva già ci avrebbe perso estension. E tutti i capelli che aveva in testa la Malfoy erano suoi.
-Mentre loro sono Cindy,- s'intromise Lily indicando le ragazze mentre le nominava con un sorriso sornione, -ed Alice, non sono deliziose?-
-Due zuccherini,- sorrise compiaciuta Kim all'amica notando con la coda dell'occhio la Mucca che cominciava ad arrossire leggermente mentre fissava intensamente il braccio poggiato mollemente attorno alle sue spalle, -ditemi, come avete fatto a conoscerle? Non saranno stati villani facendovi proposte indecenti, vero?- Aggiunse con tranquillità prendendo un'altro sorso dal suo bicchiere.
-Non Alice, ma Alyson,- corresse il suo nome la morettina lanciando un'occhiata di fuoco alla rossa, -comunque no, si sono presentati come due veri gentil'uomini;- aggiunse poi e dall'occhiata che lanciò sottecchi al biondo accanto a lei che aveva ritratto il braccio dal suo tocco sembrava proprio che stesse pensando che il mago non andava giudicato dal cappello.
-Oh, scusa cara, ma il tuo nome non mi entra proprio in testa, eppure non è difficile,- le sorrise zuccherosa Lils.
-E voi come vi conoscete?- cercò di reintromettersi nel discorso da cui sembrava sentirsi esserne stata cacciata la Ragazza Mucca con un entusiasmo più falso di quello di Lily, evidentemente non aveva avuto come maestro un Serpeverde, perchè l'indifferenza che ostentava sembrava più fasulla dei capelli dell'amica che aveva assunto più colore sulle guance e sembrava si stesse mordendo la lingua.
-Oh, io Lils ci siamo conosciute sul treno al primo anno, anche perchè è sorella di Albus,- rispose tranquilla Kimberly poggiando una mano distrattamente sul braccio del moro accanto a sé, mentre era ancora appoggiata al braccio di Zabini sulle sue spalle, tanto quasi da sembrare una specie di regina di cuori, -poi vabe', io, Zab, Scor e Al siamo nella stessa Casa, ad Hogwarts sapete,- spiegò con tono ovvio come chi stesse spiegando una lezione elementare ad un bambino particolarmente ottuso, -la convivenza continua dopo anni per forza di cosa unisce.-
Colpita e affondata, pensò la rossa mentre vedeva la riccia assumere sempre più colore man mano che la bionda parlava.
-Quindi siete un gruppo di amici?- concluse l'Acidona correndo in soccorso dell'amica, non si poteva dire che non si sostenessero a vicenda.
-Oh, beh, Scorpius è mio fratello, Lil la mia migliore amica,- inizio Kim fissandola dritta negli occhi, -mentre loro due sono il mio harem,- concluse serafica, con ancora la mano poggiata sul braccio di Potter che quando sentì l'ultima parola quasi si soffocò con la burrobirra che stava ingurgitando lentamente per evitare di essere coinvolto troppo nel discorso. Speranze vane, ah, come gli mancavano gli Hufflepuff, se li vedeva già, ad un tavolo a parlare di quidditch e di ragazze sulla copertina di StregaOggi. Oh, benedetti Hufflepuff, come avrebbe voluto conoscerli.
-Il..il tuo cosa?- chiese con la voce spezzata mentre Kim gli picchiettava delicatamente la spalla.
-Oh scusa tesoro se non te l'ho detto prima, sto con entrambi, a Zabby va bene,- gli sorrise tranquilla per poi spostare la mano dalla sua spalla con studiata lentezza e bere un sorso di succo di zucca. Quando mai le sarebbe ricapitata un'occasione così ghiotta? Maltrattare un paio di oche e allo stesso tempo torturare Al.
-Oh.. okay,- rispose atono Albus ormai arresosi a capirci qualcosa di quell'intricata ragazza che ora sorrideva amabilmente ad una mucca con gli occhi da cerbiatto totalmente basita.
-Bisogna condividire amico, sta tranquillo, mi ha confidato che ci ama allo stesso modo,- rincarò la dose Zabini arresosi da tempo all'idea che quella volta non gli sarebbe andata bene, ma deciso a divertirsi lo stesso.
-Scusate, ma mi sono ricordata di dover passare dall'ufficio postale, ho una lettera urgente che va inviata,- saltò su l'Acidona tutto d'un tratto dopo l'ennesima occhiata spaesata dell'amica.
-E io devo accompagnarla,- cercò di sorridere la Ragazza Mucca, forse sperava di sembrare dispiaciuta, ma sembrava solo volesse fuggire il più presto possibile.
-Oh, ci lasciate così presto? Speravo vi fermaste a pranzare con noi,- si finse addolorata la rossa, ma il brilliò nei suoi occhi mostrava la sua soddisfazione più palesemente di quanto fosse necessario.
-Ci spiace, è stato un piacere conoscervi,- le sorrise tagliente la ragazza mentre aspettava che Scorpius si muovesse per farla uscire, lui semplicemente prese per i fianchi Lily e la spinse delicatamente più in là, lei recepito il messaggio si spostò di scatto lasciando uscire anche lui e di seguito le due ragazze.
-Oh, il piacere è stato tutto nostro, teniamoci in contatto Alice,- le sorrise radiosa la rossa mentre si risiedeva e i ragazzi intanto si allargavano sulla panca non più sovraffollata.
-Certamente,- rispose tagliente l'acidona dopo aver storto la bocca al suono del nome sbagliato, l'ennesima volta, non prendendosi più nemmeno la briga di correggerla.
-Ciao a tutti,- chiuse lì la faccenda la Mucca e si defilarono velocemente, non appena furono fuori portata Lils scoppiò in una sonora risata che tratteneva da tutta quella strana conversazione, seguita a ruota da Zabini. Kim sghignazzo un po', ma rimase compita rispetto all'amica che per poco non rotolava addosso al biondo accanto a lei tenendosi la pancia, mentre Albus osservava la sua burrobirra cupo.
-Sei terribile Lils,- disse in uno sbuffò il moro riprendendo fiato mentre la rossa veniva presa da un nuovo eccesso di risa, -e anche tu non scherzi bionda,- aggiunse dandol una spallata leggera.
-Io? Non ho fatto assolutamente niente,- rispose tranquilla mentre gli occhi grigio-azzurri le brillavano divertiti.
-Ah, ma la prossima volta che uscite con qualcuno ve la faccio pagare io, dovessi organizzarvi io stesso un'uscita a quattro,- le fece l'occhiolino il moro.
-E con chi dovrebbero uscire scusa?- chiese Scorpius parlando dopo un periodo di mutismo totale tanto che quasi Lily sobbalzò dalla sorpresa.
-Oh, ci sono tanti baldi giovani che hanno una cotta per la biondina qui, per non parlare della piccola Potter rubacuori, c'è un Tassorosso che ti mangia con gli occhi ogni volta che gli passi davanti,- rispose Zabini rubando un po' di succo di zucca ad una indispettita Kimberly mentre ammiccava alla 'rubacuori' in questione.
-Ah sì e chi sarebbe questo Hufflepuff?- domandò in tono disinteressato il biondo allargandosi sulla panca.
-Mhm, il portiere della loro squadra, mica ci stavi assieme l'anno scorso anno Lil?-
-Oh, lui.. ecco, meglio di no, non l'ha presa bene la rottura.. a dire il vero non credo nemmeno che abbia capito che abbiamo rotto,- rispose la rossa agitando le mani in segno di diniego. Poi il suo sguardo fu catturato da due persone oltre il vetro che camminavano in strada, sembravano Jam e l'altra.. l'altra era Dom! Non li aveva riconosciuti subito dato che non se l'aspettava di vederli lì. Assieme. Mentre si tenevano per mano e ridevano. Per fortuna Albus, Zabini e Kim davano le spalle alla vetrata e comunque suo fratello non avrebbe notato nemmeno un troll di montagna intento com'era a fissare la sua burrobirra.
-Oh, andiamo, il gemello di Scamander ha urlato a tutta la Sala Comune che stavate assieme, probabilmente l'avrà capita finalmente,- rispose allegramente il moro mentre Kim cercava di riprendersi il suo bicchiere.
-Cos..? Ah sì, immagino di sì,- si riscosse Lils, -scusate, vado un attimo al bagno,- si alzò di scatto senza lasciar dire niente agli altri, senza notare lo sguardo di Scorpius che la seguiva. Lily Potter aveva un presentimento e si sa, quando un Potter ha un'intuizione su qualcosa che sembra assolutamente segreto e strano è suo dovere seguire la pista. Ad ogni costo, dannati geni Potter.
-Che le prende?- chiese Zabini smarrito da quel movimento repentino.
-Probabilmente ha riso troppo e ora le scoppia la vescica,- rispose serafica Kimberly che era riuscita finalmente a riprendersi il suo succo di zucca.
-Kimbry, ti devo parlare,- saltò su come risvegliato da una scossa il mediano dei Potter prendendola per il polso senza nessun preavviso e alzandosi in piedi.
-Che Salazar..? Va bene, okay, senza staccarmi il braccio però, mi serve,- rispose spalancando gli occhi la ragazza a cui sembrava un miraggio che il ragazzo prendesse un'iniziativa di sua spontanea volontà. Lo seguì dopo aver lanciato uno sguardo di sfuggita a Zabini che le rivolse un sorriso dolce e incoraggiante da mamma chioccia che stonava non poco col suo stile da bello e dannato e poi anche i due sparirono fra la folla.
-Qui stanno impazzendo tutti amico mio, te lo dico io,- sospirò rivolgendosi a Scorpius, con cui era originariamente arrivato a quel tavolo ora pieno di bicchieri come la panca su cui era ancora appoggiata la borsa di Kim e la giacca di Al.
-Sono le donne,- rispose Scorpius fissando pensieroso la burrobirra quasi piena della rossa che era seduta accanto a lui fino a pochi minuti prima, -creano più guai di quanti sia umanamente possibile risolvere.-
-Non fare così il cupo vecchio mio,- ammiccò Zabini con il suo solito sguardo di chi la sapeva lunga, -siamo noi che ci ostiniamo a cercare di capirle, non dovremmo, dovremmo amarle e basta.-
-Parli proprio tu d'amore?- ghignò il biondo con una sfumatura ironica nella voce.
-Io amo il genere femminile, amo La Femmina, ecco perchè loro amano me,- rispose enigmatico il moro.
-Che c'è Al?- chiese Kimberly una volta che era stata trascinata in un vicoletto accanto al bar dove stavano prima, -Che cos'è questa misteriosa cosa che non puoi dirmi davanti agli altri?-
-No, io, ora me la spieghi, perchè proprio non ci arrivo,- cominciò Al con una strana frenesia nella voce, come se il suo cervello stesse lavorando a pieno regime per cercare una risposta troppo difficile.
-Cosa Al? Se non mi dici qual'è il problema come vuoi che io l'indovini, li sai i miei voti in Divinazione,- rispose con un tono un po' esasperato Kim incrociando le braccia e fissandolo intensamente.
-Zabini lo capisco, volevi fargli un dispetto per dar corda a mia sorella, ma io che c'entravo in quella storia strampalata dell'harem?- buttò fuori il ragazzo parlando a macchinetta, -giuro che non ti capisco proprio Kim, sembra che tu ti diverta a tormentarmi.
-Ecco..- rimase un'attimo interdetta la bionda per poi prendere coraggio, -perchè tu sei mio.-
Era stanca, stanca dell'ambiguità di quella situazione, di farsi andare bene quell'amicizia che le stava stretta, stanca di doverlo aspettare, stanca di sentirsi sempre la sorellina e non una ragazza degna d'interesse. Decise, Kimberly Malfoy decise in quell'esatto momento di lottare.
-Cosa?- rimase basito il ragazzo guardandola negli occhi senza capire o forse semplicemente lui non voleva capire, pensò la bionda mentre sentiva il dolore sordo batterle dentro al cuore. Fa male essere rifiutati, un male cane, anche così, indirettamente.
-Sei un cazzo d'idiota Potter, uno stupido, cieco, idiota decerebrato!-
Gli urlò contro e quando lui cercò di avvicinarsi mormorando 'Kimbry' l'ultima goccia fece traboccare il fatidico calderone.
-Kimbry un cazzo!- esclamò adirata tirandogli un ceffone. Aveva chiuso, con le speranze, con le strategie, lei ci rinunciava, che lui provasse o no qualcosa per lei non aveva senso continuare quel logorio continuo se lui non aveva le palle per prendersi la sua parte di responsabilità. Fece per andarsene, per non scoppiargli a piangere in faccia, vedendo quei grandi occhioni verdi che amava e odiava allo stesso tempo allargarsi dalla sorpresa, per non vedere le sue labbra schiuse, come se volesse dire qualcosa, ma non l'avrebbe fatto, non ci avrebbe più sperato in quelle parole non dette. Sentì la sua mano chiudersi sul proprio polso mentre la tirava a sé e la stringeva fra le braccia, forte, protettivo, dolce e lei non ebbe nemmeno la forza di fingersi infastidita da quel contatto, di fingersi ritrosa o arrabbiata. Perchè era tutto sfumato, in un attimo, in un gesto. Con una mano le alzò il viso verso di lui passandogliela poi sulla guancia, era così calda e grande quella mano; avvicinò lentamente il viso al suo, un po' per prendersi coraggio, perchè lei lo conosceva e sapeva che era così, come sapeva che lo faceva anche per lasciarle il tempo di ritrarsi, per lasciarle una scelta, ma lei, la sua scelta l'aveva già fatta tanto tempo prima, così, di scatto, si alzò in punta di piedi colmando avidamente la distanza fra le loro labbra. E come primo vero bacio fu meraviglioso, con gli Ungari Spinati nello stomaco e tutto il resto, il bacio che sognava da quando, fin dal primo anno, arrossiva vedendolo nella loro Sala Comune. Poi, con estrema lentezza e dolcezza, era fatto così Al, assaporava ogni attimo con tempi tutti suoi, per imprimersi ogni istante nella mente, le sussurò -mi farai impazzire Malfoy.-
Ed ecco che tutta la poesia si spezzata perchè doveva dire la sua stronzata.
-Bel modo di rovinare un bacio Potter, ma nella vostra famiglia fate allenamento di notte allo specchio per dire 'ste frasi ad effetto o vi vengono naturali?-
Lui in tutta risposta ridacchiò e appoggiò la fronte alla sua stringendola a sé, -temo sia una cosa naturale, sai, congenita.-
-Siamo proprio fregati allora,- rispose lei sorridendo a mezza bocca.
In fondo, fare una gita a Hogsmeade dopo aver spedito alcuna corrispondenza importante dall'ufficio postale non era stata poi una brutta idea, pensò Dominique mentre assaporava il calore del sole tiepido che li colpiva, stesa su una coperta sotto un albero con la testa sulle gambe di James comodamente appoggiato ad un albero. Avevano girato un po' e dopo si erano rifugiati lì, in periferia dove rimaneva ancora quell'angolino verde su una collinetta, una volta era il loro nascondiglio, il loro punto di ritrovo quel vecchio tiglio. Un posto dove scambiarsi baci rubati e promesse troppo grandi per dei ragazzini.
Lui si chinò su di lei quasi a sfiorarle le labbra con dolcezza, -a che pensi Nicky?
-Ai ricordi, come possono sembrare dolci e amari a seconda dei momenti,- rispose lei facendo un sorrisino enigmatico.
-Ah, il mio piccolo demonietto Veela, che mi nascondi?- ridacchiò il ragazzo, era bellissimo, con i capelli scompigliati dalla brezza fresca e il sorriso radioso. Gli prese il viso fra le mani, un po' ruvido per la barba appena accennata e se l'avvicinò per baciarlo con dolcezza mentre lui le accarezzava il fianco.
-Jam.. Dom..- la voce che li chiamò gelò quel momento così dolce come solo un secchio d'acqua gelata avrebbe potuto fare. James alzò di scatto lo sguardo che incontrò quello blu spalancato della sorellina minore che sembrava senza fiato.
-Lils..- provò a dire Dominque tremante. Come si poteva spiegare quello che aveva visto? Come avrebbe potuto dirle, provare a spiegarle per lo meno, quello che provava?
Doveva succedere, qualcuno prima o poi doveva vederli.. perchè? Perchè proprio in quel momento, non poteva lasciarle il suo ultimo ricordo dolce-amaro prima di ributtarla all'inferno?
-Lils..- mormorò il fratello senza riuscire a muoversi di una virgola.
Dominique si alzò a sedere guardando sconsolata la cugina, aspettando che le passasse il momento di stordimento e partisse con gli insulti, la rabbia, lo schifo. Aspetto. Aspetto logorata dal silenzio che nessuno dei tre osava spezzare.
-James Potter,- articolò con estrema cura la rossa, -tu mi devi una spiegazione.-
Il ragazzo abbasso lo sguardo, come se si vergognasse. Era vero, era il suo sporco segreto da anni, ma faceva comunque male quello sguardo basso, l'assenza di parola, quel suo vergognarsi di lei. Sentiva il cuore che le scoppiava in petto, stretto da una morsa che la uccideva. Non voleva che finisse così, anche se era la punizione per lo sbaglio che stava facendo, anche se se lo meritava non era abbastanza forte da sopportarlo. Ne sarebbe morta.
-Lily, io.. lascia che ti spieghi..- provò la bionda, ma venne interrotta subito.
-Non sei tu quella che deve darmi delle spiegazioni,- e nonostante il tono arrabbiato le sembrò che si addolcisse mentre si rivolgeva a lei, come se non ce l'avesse con lei, o forse si stava solo illudendo, -è lui quello che deve parlare,ora.-
-Ma siamo entrambi colpevoli, per cui..- provò di nuovo a difendere il ragazzo la bionda, venendo interrotta per la seconda volta.
-E tu di che saresti colpevole?- domandò spalancando gli occhi la rossa, sinceramente perplessa. Dominique si chiese se James di nascosto non l'avesse obliviata.
-Beh.. io e tuo fratello, ecco..- cercò di articolare perdendo ogni coraggio.
-Vi amate?- concluse per lei con dolcezza la giovane Potter lasciandola spiazzata. Ma che Salazar stava succedendo? Era finita in un mondo parallelo in cui Voldemort andava in giro per il mondo magico in sella ad un pony a distribuire cioccorane?
-Beh, sì..- rispose mentre manteneva a fatica lo sguardo della cugina, che poi si spostò sul fratello.
-Quello che deve darmi spiegazioni è lui, quel pezzo d'idiota che è sparito sei mesi dopo essere venuto in camera mia quasi in lacrime per chiedermi aiuto,- disse freddamente la rossa, la compagnia Serpeverde sembrava che l'avesse contagiata.
-Cos..? James!- si voltò di scatto Dominique guardando il ragazzo che ancora si guardava le mani intontito.
-Già, James..- aggiunse con un tono amaro Lily incrociando le braccia.
-Non sono affari tuoi Lil,- rispose bruscamente il ragazzo beccandosi due occhiatacce in colpo solo.
-Lo sono dal momento che l'ho scoperto,- rispose Lily mantendo a stento la calma, Godric, frequentare i Serpeverde le stava facendo aumentare l'autocontrollo ad un livello a cui Dominique non avrebbe nemmeno mai osato immaginare, -e c'era anche Al, per poco non vi ha visti, ringrazia Morgana che sia così perchè altrimenti staresti duellando o urlando in questo momento.-
-Che c'entra questo?- ribattè il fratello che sembrava sconvolto, sanguineo come un vero Grifondoro.
-C'entra James, c'entra perchè l'ho vista stare male, senza poterla nemmeno avvicinare e aiutarla perchè se le avessi detto che tu mi avevi confessato tutto avrei anche dovuto spiegarle il motivo per cui eri andato via, avrei dovuto rompere la promessa che ti avevo fatto,- Lily quasi tremava per mantenere un tono calmo, ma si percepiva chiaramente l'astio di sottofondo, -ma mi avevi detto che lo facevi per lei e io l'avevo capito, non approvavo e nemmeno tutt'ora approvo la tua scelta di allora, ma ti avevo appoggiato. Che senso ha ora che ricompari e riscombini di nuovo tutto?-
Si lasciò cadere seduta per terra, in mezzo all'erba, così e basta osservandoli intensamente.
-James..- lo pregò la bionda stringendogli la mano con la sua, tremante e pallida.
-Io non ce l'ho fatta, sono stato un debole, ma.. starle lontano mi uccideva,- alzò finalmente lo sguardo nocciola per incontrare quello blu della sorella.
Lily sospirò e si passò una mano fra i capelli, rimase un attimo in silenzio, spostando lo sguardo verso l'orizzonte e respirò a fondo prima di parlare, sognante, quasi non si rivolgesse a loro, -Sai qual'è il problema di certe persone? Certe persone sono legate da un elastico, di quelli magici che anche se tiri e tiri non si spezza e non lo sanno. Per quanto tentino di correre, scappare, per quanto quell'elastico venga calpestato, tirato, rovinato alla fine ritorna sempre alla dimensione originale e le due persone, quelle legate, finiscono per riscontrarsi. Non c'è scelta a volte, con questo elastico ci nasci e basta..- fece una pausa prendendo un'altro profondo respiro e tornò a guardarli, con una strana stanchezza nello sguardo, un qualcosa che somigliava alla comprensione, -non ci ho mai creduto, al Destino, ho sempre pensato che le scelte si facciano per conto proprio e per ogni azione compiuta alla fine ci torni una risposta di ugual peso, chi da leggerezza alla vita riceverà solo la stessa superficialità, ma chi da pesantezza.. deve stare attento, perchè che ritorna potrebbe essere il colpo definitivo, quello che farebbe affondare tutto. Io spero solo.. io, ecco, non voglio dirvi cosa fare, né provare a convincervi a dire qualcosa che non volete, semplicemente voglio.. spero che voi siate pronti, che tu sia pronto James, alla risposta della vita al vostro amore. Io ti ho appoggiato quando hai deciso di lasciare tutto per darle una possibilità di futuro e non potrò fare altro che appoggiarti anche ora.. solo spero che siate abbastanza forti da sopravvivere, perchè, a volte una briciola può fare la differenza.-
James guardava basito la sorellina che sembrava cresciuta di anni da quando l'aveva vista l'ultima volta, Dom annuì e basta. Non ci aveva capito molto, non aveva nemmeno la forza di arrabbiarsi tanto era il sollievo che l'era calato addosso quando aveva scoperto che lei sapeva, comprendeva e appoggiava quel sentimento che la mangiava dentro. Forse avrebbe dovuto impuntarsi, arrabbiarsi, dare un ceffone al ragazzo accanto a lei che le stringeva la mano quasi compulsivamente, ma la scoperta di avere qualcuno dalla loro parte, che quell'amore, quell'amore fra una Weasley e un Potter poteva esistere non solo per loro due, ma che anche qualcun altro lo accettava e lo capiva, anche se era solo la piccola stramba cuginetta dai capelli rosso fuoco e un sorriso sempre pronto.
-Io la amo, non scapperò più Lils, ci ho già provato e non ha funzionato. Questa volta non la lascerò,- disse James con determinazione, come se da ragazzino superficiale e orgoglioso fosse diventato uomo tutto d'un tratto. Aveva deciso di crescere, per lei, per l'unica cosa per cui sarebbe valsa la pena di combattere.
L'osservarono mentre si alzata in piedi, avvolta nella felpa del suo papà, così piccina, così fragile con un sorriso altrettanto minuto sulle labbra.
-Te lo dissi anche allora, Jam, fuggire non serve mai a niente, ci si ritrova sempre al punto di partenza, prima o poi,- disse in tutta risposta pulendosi il retro dei jeans distrattamente, -ora vado, avevo detto che sarei andata in bagno circa un'ora fa,- se avesse sentito un'altra parola probabilmente sarebbe stata quella di troppo.
Mentre si allontava alla rossa venne in mente uno stralcio della conversazione di quella famosa notte, una frase del fratello che le era rimasta impressa “è come se, per quanto cerchi di allontanarmi, ritorni sempre lì, da lei, come in un labirinto senza fine, è come se lei fosse sempre il centro di tutto.”
James e Dominique si strinsero in un abbraccio, e la bionda sentì che qualcosa era cambiato e allo stesso tempo era tutto uguale a prima. Non avevano risolto nulla. Come sempre, erano finiti al centro del labirinto.
Mhm, eccomi qua.
A dire il vero il capitolo era già pronto da un po', ma non riuscendo ad andare molto avanti col dodici mi sono un po' rallentata, ma sembrava davvero troppo sadico tenerlo qui, anche solo per una persona che potrebbe tenerci a leggerlo. Vabe', eccolo, lascio a voi ogni opinione e commento perchè io credo di aver detto tutto scrivendo.
Whit love. :)
Ah, una piccola noticina. Guardando la tabellina di efp (chi segue le tue storie, preferisce etc.) ho avuto una specie di collasso, davvero, siete meravigliosi.
Io pensavo di essere caduta nel dimenticatoio, invece.. beh, invece 21 persone ricordano questa storia, 51 la preferiscono.. e sto andando in iperventilazione, di nuovo, 90 la seguono. Anche se sono sempre pochi a recensire, vedere che comunque è notata e apprezzata, davvero, mi riempite il cuore e mi date la voglia di continuare, giuro, vi amo.
Al prossimo capitolo. ;)
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Capitolo 14 *** #12 - twelfth chapter . ***
;TWELFTH CHAPTER
Siamo la somma delle nostre decisioni, e fintanto che sei felice, questo è tutto quello che conta.
-being erica
Sabato, 12:47 p.m.
-Che Salazar di coda c'era al bagno?- la salutò Zabini vedendo ricomparire la rossa.
-Oppure hai dei problemi intestinali Potter,- aggiunse Malfoy venendo malamente incitato a spostarsi più all'interno sulla panca dalla ragazza che voleva sedersi.
-Nessuna delle due cose,- rispose sorridendo tranquilla.
-E dove sei stata per un'ora allora? Sei letteralmente sparita,- rispose il moro guardandola un po' storto mentre Albus se ne stava stranamente zitto, senza intromettersi con una crisi da fratello maggiore iperprotettivo. Forse Merlino aveva deciso di mandarle un miracolo.
-Sono ovviamente prima andata al bagno, poi ho visto fuori una mia compagna di stanza di Corvonero, sono andata a salutarla e l'ho accompagnata da Zonco, ho ordinato il pranzo e rieccomi qui,- rispose serafica la rossa mostrandogli un sacchettino verde acido debitamente ridotto con la magia che teneva in tasca, tornando si era creata un alibi soddisfacente.
-Cioè tu ci avresti abbandonati per una Corvonero?- domandò indignato Zabini mentre la rossa rimetteva il sacchettino in tasca e la sua attenzione veniva monopolizzata dal fish&chips che era arrivato levitando davanti a lei.
-Andiamo Zab, sono stata via nemmeno un'ora e fra l'altro dovevo chiederle delle cose per i G.U.F.O. che sicuramente Kim non avrebbe potuto dirmi, figurarsi Hugo,- minimizzò la ragazza con un gesto della mano mentre si sentiva fisso su di sé lo sguardo grigio del ragazzo seduto accanto a lei.
-Oh, allora sei perdonata,- s'intromise la bionda a sorpresa lasciando di sasso la rossa. Non si era offesa, se ne stava zitta invece di rimproverarla di preferire 'quelle cornacchie' a lei e le dava pure ragione? Okay, decisamente era successo qualcosa.
-Kim mi ha assolta, fine della storia,- colse la palla al balzo sorridendo, -allora, voi avete già mangiato.. e bevuto la mia burrobirra vedo,- finì la frase storcendo il naso con disappunto.
-Non arrivavi, comunque per la burrobirra la colpa è di Scorpius,- alzò le mani difendendosi Zabini, già stancatosi di fare il finto offeso.
-Malfoy sei peggio delle locuste,- si rivolse al ragazzo indispettita che la guardò, come al solito, imperscrutabile.
-Chi trova prende,- rispose senza nessuna particolare inflessione nella voce, magari era arrabbiato con lei per la storia delle due ragazze.
Lei sbuffò alzando gli occhi al cielo per niente intenzionata a mandare avanti un noioso litigio, troppo presa da altri pensieri e diede un morso enorme al suo pesce impanato.
-Beh, se ti può consolare anche Albus e Kim sono spariti per mezz'ora buona,- buttò lì con stupefacente leggerezza Zabini.
Lily deglutì in fretta per poi fare un ghignetto, -Ah sì? E che hanno combinato?- chiese maliziosamente guardando i due arrossire e fissare ostinatamente una il suo piatto vuoto e l'altro un punto indefinito della parete.
-Niente,- si affrettò a rispondere la bionda senza nemmeno alzare lo sguardo.
-Oh, bene, la questione è chiusa,- sorrise allegramente Lils cogliendo lo sguardo veloce che l'amica aveva lanciato a suo fratello, come a controllare la reazione di lui, capendo che sotto quel niente ci sarebbe stata una confessione imbarazzata, magari anche dopo una settimana e la Serpeverde sarebbe rimasta sinceramente stupita del fatto che la migliore amica avesse già intuito qualcosa. Kimberly aveva i suoi tempi, prima doveva sempre macerare la cosa dentro di sé, prenderne atto e inquadrarla, poi glielo avrebbe raccontato. Questo aveva imparato dopo anni d'amicizia.
-Che ne dite se dopo andiamo a fare un giro verso la Stamberga?- cambiò discorso allegramente farcendosi poi la bocca di patatine.
-Sei una cloaca Potter,- commentò facendo una smorfia Scorpius, -comunque perchè proprio lì?-
-Devo prenderlo come un complimento?- si voltò verso di lui dopo aver inghiottito alzando un sopracciglio, -ti ricordo che mi devi una burrobirra.-
-Io non ti devo proprio un bel niente Potter e prendilo come ti pare,- rispose scontroso il biondo.
-Tu l'hai bevuta, ed era praticamente piena,- rispose impuntandosi tanto testardamente come prima aveva deciso di lasciar perdere. A volte il suo secondo nome sembrava una profezia sul suo carattere.
-Lascia perdere Lils, non la riavrai mai,- le sorrise Zabini cercando di riportare la calma porgendogli il suo bicchiere, -finisci il mio succo di zucca e poi andiamo.-
-Ma non dovresti darmelo tu, dovrebbe farlo lui,- ribattè inacidita Lily, -è una questione di principio.-
-Risparmia i miei nervi e bevi, dai, fallo per me,- le fece un sorrisone con gli occhi da cucciolo e lei gli sorrise di rimando dopo aver sospirato.
-Solo per te Zabby,- gli fece l'occhiolino prendendo il bicchiere.
Finì di mangiare mentre si scambiava qualche altra battutina acida con Malfoy, Zabini interveniva ogni tanto e Albus e Kimberly che spiccicavano mezza parola a testa solo ogni tanto.
Alla fine del pranzo uscirono tutti e l'aria frizzantina li colpì dopo tutto il tempo passato in quel caldo guscio che era i Tre Manici di Scopa, come l'assenza di chiacchiericcio di sottofondo. Lils inspirò profondamente l'odore di primavera che si cominciava a presagire nell'aria, l'odore di sole.
-Come mai vuoi andare alla Stamberga?- chiese Zabini mentre si cominciavano ad incamminare, Kim e Albus un po' più indietro che si sussurravano qualcosa e Scorpius che capita l'aria che tirava aveva superato il migliore amico e la sorella per raggiungere gli altri due più avanti.
-È da un po' che non ci vado e voglio una foto,- rispose con tranquillità la rossa sorridendogli.
-Come mai una foto?- la guardò interdetto.
-L'anno sta per finire, questi sono i nostri ultimi giorni a Hogwarts tutti assieme,- rispose con un'alzata di spalle.
-E perchè per forza alla Stamberga?-
-Come sfondo è più bello di una casa o negozio qualsiasi di Hogsmeade, non ti pare?-
-Una casa decrepita che sta su solo per magia, ne ho visti di migliori Potter,- intervenne Malfoy con il suo solito tatto da Ricciocorno Schiattoso.
-Se non vuoi non te la fai,- rispose secca mentre ormai avevano quasi raggiunto la collinetta dov'era situata la casupola. Aveva il suo fascino, vecchia, piena di rampicanti e le finestre sbarrate aveva un che di cupo in effetti, ma alla ragazza era sempre piaciuta, la ispirava il fatto che fosse così vecchia, che avesse visto così tanti fatti, che fosse intrisa di storie, di vite che si erano incrociate.
Scorpius borbottò qualcosa come 'bisbetica', decisa ad ignorarlo Lily s'incamminò fino alla staccionata di buona lena.
Zabini la stava raggiungendo con Malfoy, mentre Kim e Albus erano ancora un po' indietro. Lily tirò fuori la macchinetta ridotta dalla tasca e con un tocco della bacchetta la riportò alle dimensioni originali, inquadrando e zoomando il fratello con la sua migliore amica. Si guardavano sorridendo, senza dire nulla in realtà. Scattò una foto. Ora Kim aveva abbassato lo sguardo arrossendo con un sorrisino sognante, con le mani unite davanti a sé e Al la guardava con dolcezza dicendole qualcosa. Un'altra foto. L'avrebbero ringraziata un giorno, però era meglio se quelle rimanevano un segreto fino a che non si fossero sposati, perlomeno.
Spostò lo sguardo sempre incollato alla macchinetta e armeggiando con lo zoom inquadrò Zab e Scor che parlavano, il primo sorridendo tranquillo il secondo con un'espressione cupa e scontrosa, un po' arrossato in viso per la camminata, talmente era pallido che si notava subito.
Click. Quel rumore assocciato al viso del Serpeverde la fece rabbrividire portandola a ricordi che aveva volutamente deciso di seppellire, dato che anche lui non sembrava tenerci a rivangarli. Abbassò la macchina fotografica e sorrise agli amici non appena la raggiunsero.
-Su, ora mettetevi lì sulla staccionata,- assunse il comando.
-Agli ordini,- ridacchiò Zabini appoggiandovisi con disinvoltura.
-Perchè, che vuoi fare?- chiese spaesata Kimberly.
-Una foto no?-rispose con ovvietà la rossa.
-Oh, va beh,- rispose la bionda andando a raggiungere il moro che l'aiutò a sedersi in cima alla staccionata, affiancata subito da Albus dall'altra parte.
-Malfoy, se vuoi tirartene fuori è il momento giusto, altrimenti va vicino ad Albus,- diede indicazioni al biondo severamente.
-Se proprio devo,- commentò raggiungendo il migliore amico con le mani in tasca.
-Smettila di fare la principessina e sta buono,- l'ammonì la sorella che sembrava aver ritrovato l'uso della lingua per bistrattare un po' il fratello più scontroso del solito.
-Ora sorridete,- disse mentre li inquadrava.
-Ma non la fai con noi?- intervenne contrariato Ares.
-Sì, sì, dopo, una prima con tutti i Serpeverde,- rispose lei con fare accondiscendente.
Una volta fatta venne praticamente trascinata da un determinato Zabini che fece levitare la macchina fotografica con un incantesimo e fecero un paio di scatti di seguito, con il moro che la stritolava e Scorpius che li guardava storto, Albus e Kim ancora persi nel loro mondo dei sogni.
Dopo qualche altra foto si spostarono di nuovo verso il paese, Kim trascinò Albus in una nuova botique perchè, aveva detto, doveva portarle i pacchetti, dato che la vetrina l'ispirava. Lui con rassegnazione aveva salutato gli altri e si era avviato con lei, anche se non sembrava poi così dispiaciuto. Non appena si furono allontanati abbastanza Zab mormorò un commentino sul fatto che forse la Malfoy si era dimenticata di essere una strega e che i pacchetti poteva portarseli da sola, facendo sorridere la rossa.
Lily, Malfoy e Zabini prima andarono all'ufficio postale dove quest'ultimo doveva spedire un Gufo Espresso, rimanendo sola col biondo per dieci lunghi e silenziosi minuti. Quando erano insieme agli altri una parvenza di normalità riuscivano a mantenerla, ma una volta da soli era, almeno per quanto riguardava Lily davvero imbarazzante. Dopo si spostarono per dare un'occhiata al negozio specializzato in Quidditch (passando prima a prendere il Fresbee Zannuto che la rossa aveva promesso all'amica) in cui Lily si perse con gli occhi luccicanti per un'oretta buona, seguita dal biondo che guardava con il solito cipiglio gli scaffali e i vari oggetti per la cura della scopa e qualche rivista, Zabini, dal canto suo si era messo a chiacchierare con la cassiera perchè dello sport, a parte per scommettere, non è che si interessasse poi molto.
Quando si reincontrarono con Kim ed Al il ragazzo era pieno di buste, evidentemente non si ricordava di essere un mago, pensò sorridendo osservandolo la sorella, mentre Scorpius e Lily avevano solo un sacchettino a testa che non valeva nemmeno la pena di ridurre con sopra un boccino e una scopa con occhi e bocca che si battevano il cinque con manine stilizzate, mentre Zab aveva in tasca il numero della cassiera dai capelli biondi e il sorriso perfetto. Ritornarono ad Hogwarts con una delle carrozze che aspettavano gli studenti più pigri che non avevano voglia di farsela a piedi dalla scuola al paesino e viceversa ed arrivarono praticamente per l'ora di cena, con giusto il tempo di lasciare nei rispettivi dormitori gli acquisti (Lily sfrutto quello verde argento data la sua vita da fuggitiva) e ritornare in Sala Grande. Avendo passato un'intera giornata con Malfoy decise che aveva bisogno di disintossicarsi e datosi appuntamento più tardi con Kim raggiunse Hugo al tavolo dei Grifondoro.
-Hey cugina, ancora qui a consumare il nostro cibo eh,- l'apostrò allegramente Hugo quando lei stanchissima si lasciò cadere sulla panca accanto a lui.
-Sono decisissima a finirvi tutte le scorte,- gli sorrise mentre, come per confermare la sua affermazione si serviva una buona dose di pasta alla carbonara. Sembrava che gli elfi avessero comprato un libro di cucina internazionale e dal suo primo anno avevano davvero cominciato a variare con piatti tipici di questo o quel paese ogni tanto. Ricordava ancora la volta in cui avevano servito qualche piatto tipico Indiano e Kim aveva squadrato per tutta la cena il vassoio con sospetto, come se potesse prendere vita e mangiarla; dal canto suo Lils aveva apprezzato e mentre mangiava aveva preso in giro l'amica.
-Per questo c'è già Hugo,- replicò un Gryffindor amico del cugino facendoli ridere allegramente.
-Sei andata a Hogsmeade oggi?- chiese il rosso cambiando argomento mentre si riempiva il piatto della seconda portata di costolette.
-Sì, tu? Non mi sembra di averti visto in giro,- disse la ragazza dopo aver ingoiato un'enorme forchettata di spaghetti.
-Mhm, no,- bofonchiò prima di deglutire a bocca piena, -sono rimasto perchè avevo gli allenamenti il pomeriggio,- spiegò una volta debitamente svuotato l'orifizio orale.
-Siete fortunati, voi Gryffindor,- sospirò tetra, -a voi vi fanno allenare nel pomeriggio, noi sempre di prima mattina.-
-Sì, ma abbiamo finito giusto venti minuti fa, dopo quattro ore non stop,- ribattè mugolante Hugo mentre tagliava un grosso pezzo della bistecca che aveva davanti, -e prima sono dovuto fuggire da una Rose intenzionatissima a prepararmi per i G.U.F.O.- aggiunse ancora più sconsolato prima di riempirsi la bocca.
-Consolati, io ho passato un intero pomeriggio con Malfoy,- storse il naso la Ravenclaw prendendo un altro boccone enorme che quasi le svuoto il piatto. Ormai la gente ci aveva fatto l'abitudine, ma all'inizio rimanevano sempre shockati quelli che sedevano al tavolo con una persona del clan Potter-Weasley, perchè a parte pochi, non avevano né misura né contegno a mangiare. Riuscivano a ingoiare quanto più cibo in una volta sola e in un tempo ridicolo da far impallidire uno Snaso.
Hugo fece un grugnito di assenso, per trasmetterle il suo sostegno e continuò a mangiare senza più perder tempo a parlare. Era meraviglioso mangiare con Hugo, perchè non ti faceva mai troppe domande perchè il cibo era ciò davvero gli interessava, quando eri giù di morale o avevi bisogno di un po' di pace bastava stare con lui, qualche parola e poi si era a posto così, senza problemi. Certo, a volte avevano passato ore ad architettare uno scherzo, ma di solito prima si mangiava, poi si parlava. In fondo a pancia piena è sempre tutto meglio.
-Zab, posso chiederti una cosa?- s'intromise Kimberly in un discorso annoiato fra i ragazzi intorno a lei, posando la forchetta con un'espressione strana in viso.
-Certo sweety, tutto quello che vuoi,- le rispose sorridente l'amico.
-E' un dubbio che ho da stamattina,- cominciò la bionda pensierosa per poi incurvarsi in avanti verso di lui, con fare cospiratorio, -ma gliel'hai toccate?-
-Cosa? A chi?- domandò interdetto mentre il fratello di lei e Albus seguivano il discorso, sempre meglio i vaneggiamenti della biondina che parlare di cosa ci sarebbe stato di Pozioni ai M.A.G.O.
-Le tette alla Mucca, idiota,- rispose impaziente.
-La Mucca?- la guardò interdetto poi una luce si accese negli occhi blu, -ah, Cinthia.. no, forse era Cindy, comunque ho capito.-
Ci fu un momento di silenzio in cui i ragazzi finalmente si resero conto di che domanda avesse fatto la bionda, scoppiando successivamente a ridere sonoramente, persino il biondo non riuscì a trattenersi.
-Ma Kimbry, ti sembrano domande da fare?- intervenne Albus con un tono a cavallo fra il divertito e lo sconcertato.
-Sono solo curiosa, insomma, l'hai fatto o no?- incitò l'amico a risponderle.
-Beh,- cercò di trattenere le risa Ares, -beh, sì.-
Kimberly lo guardo con gli occhioni spalancati e le mani unite a mo' di preghiera.
-E dimmi, com'erano? Vere?- domandò esaltata, provocando un nuovo eccesso di risa che impedì ai ragazzi di parlare per un bel po', anche perchè ogni volta che tentavano di tornare seri Kim li guardava male e riscoppiavano di nuovo in una risata fragorosa, soprattutto Zabini che per poco non rotolava giù per la panca quando Kim aveva aggiunto candidamente che avrebbe voluto farlo lei, ma aveva desistito perchè non avrebbe giovato alla sua reputazione.
Partì un'accesa discussione piena di risolini fra Zabini e Kimberly sulle tette, tanto che Scorpius e Albus si lanciarono un'occhiata e saltando il dolce decisero di avviarsi verso la Sala Comune, cercando di conservare così quello che rimaneva della loro sanità mentale.
Albus era teso, parlava a scatti e rispondeva frettolosamente ad ogni domanda che il biondo gli poneva cadendo puntualmente dalle nuvole, ben presto il Malfoy decise di lasciar perdere un dialogo decente con l'amico che ovviamente era perso a pensare a sua sorella e si mise a leggere la Gazzetta sulla sua solita poltrona mentre Albus aveva semplicemente preso un libro a caso in cui nascondere la faccia.
Quando Lils e Kim irruppero nella Sala Comune, a braccetto con uno Zabini quasi piegato in due dalle risate entrambi alzarono lo sguardo verso il trio con disapprovazione e poi finsero di reimmergersi nella lettura. Dal canto del trio stavano ancora parlando di tette e di ragazze, cercando di realizzare quale fosse la ragazza-tipo del moro.
-Ricapitoliamo,- disse Lils allegramente mentre, raggiunta la poltroncina, si scioglieva dal braccio dell'amico e vi si buttava sopra, -tette grandi, ma non troppo, naso piccolo e culo da urlo,- fece l'elenco contando con le dita.
-Certo che non hai molte pretese amico,- rise la bionda che aveva preso posto accanto ad Albus sul divano seguita da Zabini che si sedette dall'altra parte.
-Non siamo mica tutti come Scorpius noi uomini, eh,- rispose allegramente Zabini scompigliando un po' la chioma a Kim che gli diede una gomitata scocciata.
-Ah sì? E quale sarebbe il tipo di mio fratello?- domandò incuriosita la ragazza.
-Se posso avanzare un'ipotesi,- cominciò Ares con un sorrisetto furbo lanciando un'occhiata al giornale dietro cui il biondo si nascondeva ostinatamente sordo alle chiacchiere attorno a lui, -credo che cerchi una persona testarda, ottusamente convinta di ciò che dice, anche quando sa di avere torto in pieno e completamente stupida.-
-Un mostro in pratica,- commentò Lily guardando interdetta l'amico.
-Io aggiungerei anche orgogliosa,- commentò finalmente il diretto interessato da dietro la Gazzetta.
-Se non fosse impossibile, direi che Lils è perfetta,- rise Kim ricevendo un'occhiata piena di panico dell'amica.
-No, per carità, la nostra Potter è così segace, accomodante e sempre pronta al compromesso,- rise Zabini con allegro sadismo. Quel ragazzo si divertiva davvero a mettere ansia alla rossa che ora storceva il naso infastidita.
-Oggi siete tutti davvero molto gentili,- rispose imbronciata cercando di non incrociare lo sguardo di Malfoy che aveva abbassato il giornale appoggiandolo in grembo ancora aperto.
-Beh mettila così, anche se so tutte queste cose, ti voglio bene,- sorrise angelica la migliore amica.
La serata passò allegramente a prendersi in giro a vicenda, sfinendo la piccola Potter che però dicendo che doveva scrivere a suo padre non andò a letto con gli altri e rimase al tavolino con pergamena, inchiostro e piuma mentre lentamente la Sala Comune si svuotava. In realtà sì, doveva scrivere al padre, ma aveva bisogno di qualche istante per pensare da sola a quello che stava succedendo in quell'ultimo, caotico periodo. Sembrava che nella sua famiglia stesse passando un tornado, Jam, Dom, Rose.. le mancava anche sua cugina, se n'era accorta per quella malinconia sottile che la prendeva quando Hugo o uno dei suoi cugini la nominava. Si sentiva un po' una traditrice a scrivere al padre che andava tutto bene, che non c'era nulla di nuovo e riempire quelle righe di chiacchiere vuote. Aveva deciso di scrivere a lui perchè sapeva che la madre avrebbe fiutato qualcosa, con quel suo istinto femminile che non sbagliava mai. Ma in fondo che poteva dirgli? Che aveva sorpreso James di nuovo con Dominique, che ricominciavano una storia per cui lui era fuggito chissà dove a giocare per una squadra di Quidditch straniera pur di dimenticarla, oppure poteva raccontargli di Rose che la considerava la rovina della propria vita o, infine, di sé stessa e dei guai che aveva con il primogenito dei Malfoy e che fuggiva in continuazione dai gemelli Scamandro per paura di una maledizione senza perdono da parte di Lysander e di reincontrare lo sguardo duro di Lorcan. No, avrebbe potuto morirne conoscendolo, con quegli occhioni verdi sempre pieni d'amore così simili a quelli di Albus. Non era solo il colore delle iridi ad accomunarli, ma quella specie di patina d'amor puro che ti rivestiva quando ti guardavano, quella gioia innocente da bambini quasi identica che vi brillava, quell'innocenza. Perchè Harry Potter raramente aveva uno sguardo cupo, nonostante tutto quello che aveva visto rimaneva sempre il suo sguardo a rassicurarti, lo sguardo che posava sulla moglie, sui figli, sui migliori amici. Lo sguardo di chi ama. Lily chiuse la busta e scrisse l'indirizzo di casa sua a Godric's Hallow sul retro, chiudendo gli occhi stanchi e massaggiandosi le palpebre. Scrivere praticamente due pagine in penombra non era il massimo per il suo mal di testa, decisamente.
Si distese supina sul divano su cui si era seduta per scrivere, sempre ad occhi chiusi e s'infilo una mano nella scarmigliata frangetta rossa che le andava sempre sul viso. Avrebbe riposato un po' lì prima di raggiungere il letto della migliore amica e buttarsi definitivamente nel mondo dei sogni. Sentiva la testa pesante mentre i pensieri vi vorticavano dentro senza un filo logico che fosse uno, pensava a quegli occhi, occhi grigi che le facevano scattare quel click che ancora non sapeva spiegarsi. Quegli occhi grigi che non parlavano, non esprimevano mai nulla di decifrabile. Li odiava, quegli occhi e il loro padrone, perchè non li capiva, perchè non li sapeva leggere.
Era talmente presa nei suoi pensieri, che non sentì il rumore di passi e lo sguardo, quello sguardo su cui stava scervellandosi, che si posava su di lei. Sì accorse di lui solamente quando il ragazzo sedendosi sul tavolinetto davanti al divano su cui era distesa face volontariamente più rumore del necessario. Lei aprì lentamente gli occhi blu e li diresse verso di lui, quasi distrattamente, come se pensasse fosse solo un'illusione dovuta a quei pensieri contorti e alla sonnolenza.
-Ah, Malfoy, eccoti qui,- lo guardò sempre con un braccio alzato e la mano immersa nei capelli, voltando di poco la testa appoggiata al bracciolo del divano di pelle nera.
-Mi stavi aspettando?- chiese, con un tono che Lily nemmeno perse tempo a decifrare.
-Mah, non so.. forse incosciamente,- mormorò pensierosa continuando a guardarlo negli occhi, quasi pensasse fosse un sogno. In fondo solo nei sogni sarebbero riusciti a parlare normalmente, come persone civili.
-Capisco,- disse lui appoggiandosi col mento al dorso della mano sinistra, il cui braccio era appoggiato col gomito sulla gamba, lasciando il braccio destro mollemente sulla coscia dell'altra.
Lei si voltò su un fianco , appoggiando la testa al braccio piegato e lo fissò qualche istante.
-Che c'è ora?- domandò il Serpeverde senza un inflessione particolare, guardandola di rimando. Era come se si studiassero a vicenda, non per trovare il punto debole dell'altro o cose del genere, sembrava che si studiassero e basta. Così, perchè dovevano farlo, per scavare a fondo e, chissà, trovare una risposta. O forse, semplicemente, trovare una domanda a cui dare la risposta giusta.
-Niente, solo che non riesco a vederti,- rispose Lils.
-Non mi sembra che ci sia così buio, io ti vedo benissimo,- rispose inarcando un sopracciglio.
-Non intendo in quel senso,- scosse leggermente la testa, -solo non riesco a vedere Scorpius, mi fermo sempre a Malfoy,- si spiegò.
-E questo è un problema?- chiese lui sporgendosi un po' di più verso di lei, incosciamente.
-Beh, come dire.. prima non lo era, mi bastava, ma ora hai complicato tutto,- distolse lo sguardo pensierosa, -ora voglio capire.-
-Sei strana Potter, lo sai?- piegò leggermente la testa da un lato il ragazzo, riguadagnadosi lo sguardo blu che si fissò di nuovo nel suo. Voleva scavargli fino in fondo, capire, comprendere. Odiava quello sguardo grigio, era muto, non parlava.
-E tu incasini sempre tutto,- storse il nasino la rossa.
-Come farei, scusa? Sei tu quella che semina guai ovunque vada,- rispose continuando a guardarla dritto negli occhi.
-Tu.. tu..- 'tu mi hai baciata, ben due volte coglione!' ecco cosa avrebbe voluto rispondergli e nella sua testa suonava anche splendidamente, solo che non ne voleva sapere di uscirle di bocca; ammetterlo sarebbe stato troppo terribile, strano, definitivo, così poteva ancora sembrare un sogno, un piccolo sogno segreto, di quelli che si dimenticano al mattino. Quei piccoli sogni strambi che al mattino catalogavi come impossibili e a colazione già li dimenticavi. Come quella conversazione.
-Io?- l'incitò a continuare, il bastardo.
-Ah, lasciamo perdere,- sbuffò indispettita la ragazza aggrottando le sopracciglia.
Lui si alzò, con tranquillità, senza distogliere lo sguardo dal suo.
-Fino a che non lo ammetterai con te stessa, non ci posso fare nulla,- disse enigmatico, -'notte Potter.-
Così se ne sparì dalla sua visuale dopo un ultima occhiata, lasciandola lì a maledirlo sonnolenta, finchè non acchiappò la lettera per suo padre, e tutto quello che aveva usato per scriverla e se ne tornò dall'amica sperando che fosse uno di quei sogni di cui se ne dimenticava il contenuto la mattina dopo.
La mattina la discussione non era che un ricordo evanescente, tanto che Lily si convinse che alla fine l'aveva sognata e basta e senza rifletterci troppo corse alla Guferia di buon'ora per inviare la lettera al padre e poi si diresse all'allenamento, procurandosi lungo la strada una focaccia per colazione.
Quando tornò nella sala comune verde argento era ormai tarda mattinata, desiderava solo farsi una doccia, stanca morta. Ancora si chiedeva, dopo quattro anni di allenamenti, a cosa Merlino servissero i giri di corsa se cavalcavano una Salazar di scopa volante. Probabilmente non l'avrebbe mai capito. Ritornata umanamente presentabile si mise alla ricerca degli amici serpenti che sembravano spariti dalla circolazione, a guardar meglio, Zabini c'era, ma sembrava parecchio preso a fare la conoscenza di una ragazza probabilmente del sesto, che, anche se di poco, si avvicinava all'immagine della ragazza-tipo che aveva descritto loro la sera prima, così si limitò a fargli l'occhiolino da lontano non appena l'avvisto prima di uscire dal l'arazzo e dirigersi verso il parco; magari erano sotto qualche albero a ripassare, o meglio, Al stava obbligando Kim a studiare Artimanzia o qualcos'altro di poco allegro in una delle poche giornate serene che la Gran Bretagna poteva vantare.
Sgattaiolò prima nelle cucine a prendere uno spuntino di metà mattina e poi si avviò a cercarli, anche se una volta arrivata a vedere dove stavano di solito, da lontano, notò solo due chiome bionde, una quasi platinata e l'altra un po' più scura. Erano sicuramente Amy e Scorpius, quindi decise saggiamente di deviare il suo percorso mentre masticava con calma le sue patatine fritte tirandole fuori dal sacchettino in cui gliele aveva messe un elfo particolarmente ossequioso. Raggiunse la sponda del lago, passando a debita distanza dai due chiedendosi vagamente dove fossero finiti suo fratello e Kim e si sedette sulla spiaggetta, un po' in disparte, appoggiata ad un piccolo scoglio guardandosi intorno senza vedere niente veramente, semplicemente pacificamente persa in qualche pensiero che nemmeno lei riusciva ad afferare mentre mangiucchiava crogiolandosi nella pigrizia della domenica mattina.
-Lily..?- la chiamò una voce incerta, come se avesse paura di lei. Quando si voltò si spiegò il perchè: la ragazza, che era già timida di suo, ora la guardava da davanti a lei tormentandosi le dita delle mani unite in grembo.
-Rose?- rispose interrogativa, senza nessuna particolare espressione, forse un po' sorpresa.
-Posso parlarti?- domandò la Weasley portandosi una ciocca dei capelli dietro l'orecchio.
-Mhm, sì, basta che non sia una replica dell'ultima volta che l'hai fatto,- disse senza riuscire a nascondere un po' di ritrosia.
-Io.. no..- cominciò subito a parlare inciampando nelle sue stesse parole Rose, innervosita, -ecco.. in realtà era di quello che volevo parlarti, ma..-
-Siediti,- le concesse un mezzo sorriso, conosceva la cugina fin da quando erano in fasce e sapeva che se non la si metteva a suo agio si faceva prendere dal panico e non si cavava un discorso sensato da quel cervello, che per quanto geniale fosse, era sempre bloccato dall'estrema timidezza.
-G..grazie,- prese un lungo respiro e aggiustandosi la gonna, si sedette di fronte a lei, -io sono qui, in realtà, per.. per scusarmi, ecco.-
-Oh,- riuscì solo a rispondere Lils sinceramente spiazzata. Forse era rimasta troppo esposta a Malfoy e alle sue emanazioni malefiche, ma un gesto pentito e sinceramente dispiaciuto come una scusa proprio non se l'aspettava. Beh, sì, probabilmente Rose si era tormentata sul discorso che avevano fatto quella volta in infermeria, ma in fondo, pensava, che se quelle cose le aveva dette era per un motivo e quindi se ne sarebbe fatta una ragione, invece era lì, rossa in volto, con lo sguardo puntato sulle proprie mani intrecciate in grembo che aspettava.
-Devi.. devi capire,- si prese coraggio per continuare il discorso la mora, -che, che io ero agitata, che.. che lo so che non è colpa tua, l'ho sempre saputo, ma sono stata così sciocca, così accecata da ciò che non avevo tanto da finire a perdere una delle amiche più preziose che abbia mai avuto solo per una sciocchezza. Sono solo una stupida ragazzina, immatura che si è fissata su una cotta stupidissima..-
Lily non potè fare a meno di sorridere, era fatta così, bastava poco con lei per distruggere la rabbia, di solito i suoi litigi non duravano mai tanto, non ce la faceva proprio, perchè le mancava, le mancava sua cugina. Non la lasciò finire nella sua opera di autocommiserazione e si buttò in avanti abbracciandola di slanciò, goffamente.
-Va bene Rosie, va tutto bene, non importa,- rise cristallina. Era così entusiasta che almeno un pezzo della sua vita fosse tornato al posto giusto da non riuscire a trattenersi, era felice.
-Scu..scusa Lils, davvero, mi dispiace,- continuò con la voce soffocata fra le sue braccia mentre l'abbracciava a sua volta dopo un secondo di shock.
-Basta, se continui a scusarti giuro che ti disconosco,- ridacchiò stringendola di più. Dopo un minuto intero di mugugnì sommessi e risatine soffocate le cugine si lasciarono andare finalmente.
-È che io.. non sono coraggiosa come te, davvero, avrei sempre essere così forte, spericolata a volte, perchè nonostante a volte rischi sembri davvero felice,- disse d'un tratto con lo sguardo basso la mora.
-Non lo sono Rosie, non sono forte e coraggiosa come pensi, almeno, non abbastanza, altrimenti mi avrebbero messa in Gryffindor, ti pare?- le sorrise tranquilla. No, non lo era. Fuggiva da almeno una settimana da Lorcan, fuggiva dalla Sala Corvonero, fuggiva dal confrontarsi con la realtà, fuggiva dai fatti, in definitiva fuggiva da quel gran casino di cui, doveva ammetterlo, seppur a malincuore, faceva parte anche Scorpius Malfoy.
-Come?- alzò lo sguardo la cugina sinceramente stupita.
-Io, io.. ecco, temo di crearmi più problemi di quanti, in definitiva, possa risolvere,- rispose Lily riprendendo il sacchetto di carta e pescandovi una patatina, appoggiata di nuovo allo scoglio.
-C'è sempre una soluzione, se non la trovi vuol dire che devi cambiare domanda,- le sorrise la ragazza mentre si riportava per l'ennesima volta dietro l'orecchio una ciocca di capelli ribelle.
-Ne ho sentito parlare ultimamente, di questa fantomatica 'domanda giusta',- sorrise un po' distrattamente Lily, ripensandoci. Non ricordava nemmeno dove aveva letto quel concetto, ma ultimamente sembrava che venisse sempre riportata a quel punto. Qual'era la domanda giusta?
-Beh, in caso tu non la trovassi si può sempre andare in biblioteca,- le sorrise di rimando Rose facendola ridacchiare.
-Non ci parliamo per un po' e tu impari a fare battute Rosie?- lanciò un'occhiata alle spalle della cugina e di sfuggita notò Scorpius ed Amy che scherzavano fra loro appoggiati all'enorme tronco dell'albero, su una piccola tovaglia da picnic o un lenzuolo, non si capiva da quella distanza. Storse un po' il naso e distolse definitivamente lo sguardo.
Finì che rimase con Rose tutta la mattinata e anche a pranzo, gentilmente ospitate dai Grifondoro. Albus e Kim erano ricomparsi e ora parlavano sommessamente fra loro, mentre di Malfoy e della Warrington nessuna traccia, come di Zabini, che probabilmente era ancora 'impegnato'.
Dopo aver mangiato si diresse, di malavoglia, verso i sotterranei perchè le sarebbe toccato studiare anche quel pomeriggio, ma aveva la mezza idea di renderlo un minimo più piacevole prendendo i libri e portandoseli nel parco visto che la giornata reggeva e il sole era ancora tiepido. Caricatasi la sacca in spalla ritornò sui suoi passi, rischiando per un pelo di incrociare Lysander, riportandola a pensare a quanto fosse vigliacca mentre si nascondeva dietro un piccolo gruppetto di Tassorosso per uscire, pur di non vederlo e non farsi vedere.
Finalmente raggiunse un albero libero e vi stendette sotto a pancia in giù, aprendo il libro di Storia della Magia, ma nonostante amasse con tutta sé stessa quella materia si trovò ben presto a vagare con la fantasia, rileggendo la stessa riga pigramente per la ventesima volta.
Un'ombra le coprì la luce del sole con cui stava leggendo così alzò lo sguardo e vide Malfoy che da in piedi la fissava attentamente.
-Ultimamente ci incontriamo un po' troppo spesso Malfoy,- lo apostrò mettendosi una mano sugli occhi per guardarlo meglio controluce, mentre si tirava su sui gomiti, -per caso sei uno stalker?-
Lui si chinò accovacciandosi davanti a lei e sorrise. Non ghignò con quel suo solito modo di fare strafottente e affini, semplicemente sorrise, mostrando i denti, notò stupidamente. Un sorrisetto strano, un po' sghembo. Rimase a fissarlo stranita mentre le tornava alla mente lo strano sogno che, purtroppo, era realtà, realizzò, in cui lui e lei parlavano con frasi sconnesse e lei che gli confessava che lui aveva complicato tutto.
-Potrebbe essere Potter, a questo punto tutto e possibile,- disse lui sempre sorridendo in quel modo strano che l'aveva completamente bloccata, poggiata sui gomiti a pancia in giù, a fissarlo stranita. Con tutta la tranquillità del mondo Scorpius si sedette allungando una gamba che arrivava vicina alla spalla della rossa, mentre tenne l'altra piegata e si poggiò con le mani al terreno, leggermente reclinato all'indietro con la schiena, perfettamente tranquillo, mentre Lily ancora cercava di racapezzarsi del fatto che Scorpius FottutoIdiota Malfoy aveva sorriso.
Sembrava essere arrivato a una strana accettazione di qualcosa, come chi è afflitto da un problema e riesce finalmente a risolverlo e in quel momento, da bravo essere a sangue freddo qual'era si godeva i primi raggi di sole. Anche se in quel momento, sembrava più un gatto, di quelli furbi e strani che ti mettevano ansia quando li guardavi troppo a lungo negli occhi.
-Allora siamo nella merda,- concluse la ragazza senza mezzi termini senza sapere cosa rispondere.
-La classe non è nelle corde dei Potter, eh?- commentò tranquillo, come se fosse solo una pacifica discussione fra amici, un po' pigra e calma, mentre lei si chiedeva quanto forte avesse sbattuto la testa per arrivare a sorridere, a lei. Era ancora più irreale del fatto che l'aveva baciata.
-Come la sanità mentale non è in quelle dei Malfoy,- commentò giocherellando con l'angolo della pagina del tomo ancora aperto davanti a lei, senza perdere di vista lo sguardo grigio. A quel punto avrebbe potuto anche iniziare a ballare il tip tap canticchiando che non si sarebbe più stupita di nulla. Quello che le era davanti era ufficialmente il declino dei Malfoy nella pazzia in atto.
-Fra i due quello che sta meglio di testa sono sempre io,- rispose placido piegando di nuovo l'angolo della bocca e tutto ciò che Lils fu capace di pensare fu 'fa che non sorrida ancora'. Quella versione di Scorpius era davvero da brividi, almeno da quello scontroso e acido sapeva cosa aspettarsi, ma da uno pacifico e placido che sembrava aver raggiunto la pace interiore come ci si comportava?
-Non che questo ti renda un vincitore di qualche premio,- ormai era talmente sull'attenti che non si preoccupava nemmeno più di difendere il proprio nome. Quella situazione era più irreale di quella della sera prima. Anche del bacio.. e dell'altro bacio.. beh, forse di quelli no, a pensarci bene. Che poi com'erano successi? Com'è che era iniziata quella storia?
-Vero, ma che tu l'ammetta è già un primo passo verso la guarigione,- disse mentre lei continuava, senza nemmeno accorgersene, a fare le orecchie al libro.
-Dovresti prendere esempio,- rispose continuando a studiarlo in ogni singolo movimento, oltre che innervosita, parecchio incuriosita da quel cambiamento così repentino.
-Da te? Mhm, no, preferisco rimanere come sono e non finire come una rossa che fissa insistentemente le persone,- un'altro accenno di sorriso, di quelli strani e lei si chiese se gli fosse caduto l'intero castello sulla testa, una semplice botta non avrebbe potuto spiegare perchè Malfoy aveva iniziato a sorridere somigliando sempre più ad un essere umano.
-Io non fisso insistentemente nessuno,- ribattè istantaneamente guardandolo storto. Sì, okay, lo stava fissando, ma che pretendeva che facesse se arrivava lì e con tutta la calma del mondo spargeva sorrisi come una fatina platinata? Represse un brivido a quella immagine mentale.
-E allora perchè mi sembra che tu mi stia trapassando da parte a parte Potter?- chiese sornione mentre si metteva un po' più dritto.
-Mi hanno insegnato che è buona educazione guardare le persone con cui si parla,- che benedetta fosse la sua parlantina o a quel punto non avrebbe più saputo come rispondere. Non era il loro solito botta e risposta, di prese in giro malcelate e nemmeno quello nuovo, quella specie di melancolinico monologo che era spuntato in entrambe le due occasioni in cui lui dopo.. beh, aveva fatto quello che aveva fatto. No, lì era sembrato cupo, agitato, confuso e in quel momento invece sembrava solo.. tranquillo, non la solita tranquillità, ma qualcosa di diverso. Non sapeva trovare nemmeno un aggettivo adatto per descriverlo.
-Guardare, non squadrare come se la persona in questione fosse uno Schiopodo Sparacoda con le trecce,- inarcò un sopracciglio chiaro sempre con quell'aria divertita.
-Che brutta immagine Malfoy, cosa sono, i tuoi incubi notturni?- lo guardò in tralice dopo quella similitudine parecchio infelice.
-Oh no, i miei incubi sono ben altri,- sorrise di nuovo, come aveva fatto all'inizio di quella strana conversazione, non un accenno, ma il secondo vero e proprio sorriso della giornata e a quel punto fu Lils a credere di aver battuto forte la testa, ripetutamente.
-Rimane comunque un'immagine inquietante,- almeno quanto te che usi le labbra per sorridere e non ghignare, avrebbe voluto aggiungere, ma si limitò a continuare a fissarlo truce.
-Rimane il fatto che mi stai fissando,- ribattè sornione come se niente fosse e lei ebbe il moto di prenderlo a sberle giusto per ritrovare un po' di quel sano Serpeverde che l'infastidiva tanto e che in quel momento rimpiangeva amaramente.
-Sei sotto l'effetto di qualche psico-pozione per alterare le personalità difficili?- non si trattenne più dal domandare inarcando lei quella volta il sopracciglio. Pregando che la risposta fosse un sì, almeno sarebbe stata una cosa perlomeno logica.
-Perchè dovrei? Se si parla di personalità difficili non sono certo io il primo nome sulla lista,- piegò l'angolo delle labbra divertito mentre tirava fuori un portasigarette dal taschino della camicia bianca i cui primi tre bottoni erano slacciati, ma non aveva freddo? Lei ancora girava con le felpe enormi, anche se aveva arrotolato le maniche fino ai gomiti più di così non si arrischiava e lui girava con una camicia leggera e dei pantaloni primaverili grigio scuro. E da quando lei stava a studiarsi l'abbigliamento di Malfoy? Che morisse assiderato, almeno avrebbe smesso di portarla all'esaurimento nervoso.
-Per te hanno fatto una lista a parte, per i casi speciali,- rispose riportando lo sguardo blu su suoi occhi.
Lui si accese la sigaretta con la bacchetta e l'appoggiò assieme al portasigarette d'argento accanto a sé.
-Non c'è bisogno che tu me lo dica, lo so da me di essere una persona speciale, ma sono felice che tu sia d'accordo con me,- fece una lunga boccata rilasciando una nuvoletta di fumo che pigramente risalì fino al cielo sparendo.
-Più che 'speciale', utilizzerei come aggettivo 'particolare' o 'bipolare', tanto per tornare sul tema del 'chi è più sano di mente fra i due'- commentò la Ravenclaw senza distogliere lo sguardo dal suo.
-Ne avrei di aggettivi da darti Potter, come 'testarda' e 'orgogliosa', giusto per fare un esempio,- rispose senza una particolare sfumatura nella voce, come poco prima ancora perfettamente calmo, sembrava che nulla potesse scalfire quella sua a dir poco granitica tranquillità. Forse era fatto di qualcosa, l'aveva sempre detto lei che doveva cambiare spacciatore.
-Non è colpa mia se sei quello che sei, arrenditi all'idea, forse non sei poi così irrecuperabile,- assunse un finto tono saccente bloccando finalmente la mano, che, si era accorta solo in quel momento, continuava imperterrita a stropicciare il suo povero libro diventato ormai più orecchie che pagine.
Lui la studio qualche minuto, poi, buttando fuori il fumo fece il terzo sorriso della giornata. E Lils si arrese all'idea che avrebbe dovuto contattare un bravo psicomago per sé stessa prima che per lui se fossero arrivati a quota quattro. Stava addirittura contandoli, okay che erano rari, ma.. doveva riprendersi.
-Mhm, dubito che sia una situazione recuperabile,- poi eresse il busto, togliendo anche l'altra mano con cui era rimasto appoggiato fino a quel momento e si piegò un po' verso di lei, impercettibilmente, ma questo bastò a metterla in allarme. La fissò per qualche altro minuto, chinandosi ancora di pochissimo, poi, ancora l'ombra dell'ultimo sorriso sul volto si raddrizzò ritirando la gamba allungata, pronto ad alzarsi.
-No, credo sia ormai una causa persa,- aggiunse serafico alzandosi finalmente in piedi raccogliendo distrattamente sigarette e bacchetta, -ora ti lascio allo studio, che se non passi i G.U.F.O. Al potrebbe avere un collasso, sai com'è delicato tuo fratello.-
Con questo si voltò dopo averla guardata un'ultima volta e se ne andò per la sua strada, lasciandola basita a fissargli la schiena mentre si allontanava.
Rimase con le labbra socchiuse, sbattendo ripetutamente le palpebre, poi si voltò sulla schiena e si lasciò andare stesa, sfibrata da quella conversazione surreale. Era solo una sua impressione o tutta la sua vita stava diventando sempre più assurda? Che poi la colpa era di Malfoy.
Domenica, 3.35 a.m.
Dominique chiuse la busta e l'allacciò alla zampa del suo gufo, osservandolo mentre spariva nella notte. Aveva paura, Dominique Weasley, ma doveva agire, perchè chi si fermava era perduto.
Era assurdo, ma in quel momento l'unica che poteva aiutarla a rialzarsi era quella ragazzina di sedici anni da poco compiuti, la piccina dei Potter. Chiuse gli occhi e pregò che la sabbia diventasse vetro, che il calore di quell'amore fosse potuto bastare. Pregò, pregò che quell'elastico che la stringeva all'altezza del petto non la tradisse.
Ohhhh, rieccomi.
Questo capitolo.. ecco, è stato un parto trigemellare scriverlo, non voleva saperne di uscire come volevo io.
Per prima cosa vorrei dire che c'è un pezzo che però, ecco, mentre scrivevo me ne sono resa conto io stessa dopo, è.. beh, vi do solo un indizio sulla mia esaltazione, si parla di sorrisi e della frase che sta alla base di questa storia 'Maybe.. maybe a smile will save us.' Quindi niente, se ci siete arrivate saltellate con me. E ringraziate la Kimma personale perchè è uscito perlomeno leggibile, è grazie a lei se questa storia va avanti, se è nata a dire il vero, con i nostri deliri. :)
Ma la smetto di annoiarvi e finisco col dire che è piuttosto tranquillo, succedono piccole cose, tante piccole cose, ma dal prossimo ricominceranno i guai, quindi beh, ci vediamo alla prossima.
Non so quando riuscirò a pubblicare il 13, probabilmente non troppo presto dato che dal 9 parto per una decina di giorni e poi avrò da studiare per gli esami, il 13 non è che ancora un'idea, quindi, salvo imprevisti sprazzi di creatività, posso affermare che dovrete aspettare un pochetto, però niente in confronto a quanto avete dovuto attendere precedentemente hahah , se questo vi consola. :D
Dette le ultime cose voglio solo ringraziarvi, davvero. Vi ringrazio perchè continuate ad aumentare, voi che leggete, seguite, ricordate, preferite e recensite. Vi amo dalla prima all'ultima anima, parola di redhead. :)
Alla prossima, with love.
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Capitolo 15 *** #13 - thirteenth chapter . ***
thirteen chapter
;THIRTEENTH
CHAPTER
I
fatti non si possono cambiare a furia di menzogne.
--Rafael
Sabatini
Correva,
correva a perdifiato, cercava di fuggire, ma ogni volta che svoltava
un angolo di quell'infinito labirinto dalle infinite cupe e secche,
irte di spine tornava a trovarsi davanti quella dannata casa, quei
volti, pieni di disgusto, pieni di odio.
Correva,
correva, correva, continuava senza riprendere fiato e sentiva il
petto spezzarsi in due, sotto ai piedi il terreno uguale scorreva
quasi volasse, ma lei era sempre lì, quel senso di casa che
aveva
sempre ispirato sostituito dall'odio, dal disgusto.
La
Tana era diventata la metà da non raggiungere.
James
si svegliò di sopprassalto, sudato fradicio con le coperte
intrecciate fra le gambe, con ancora un forte senso d'inquietudine
per il sogno che l'aveva fatto destare di scatto, ma senza ricordarne
il contenuto. Guardò la ragazza accanto a lui qualche
istante poi
l'ora, erano le sei del mattino. Si alzò per andare a fare
una
doccia arruffandosi i capelli, pensieroso.
Un'ora
dopo Lily venne svegliata da una scocciata Kim, letteralmente fatta
rotolare giù dal letto e fatta arrivare così
sotto la doccia. Dopo
il dolce risveglio che comprendeva acqua gelata e pigiama fradicio
aveva prima formato un lago inseguendo l'amica per tutto il
dormitorio e poi sconsolata era tornata sotto la doccia, questa volta
senza pigiama, per farsi una doccia veloce ormai che c'era. Questo
già poteva giustificare in pieno l'umore pessimo della
ragazzina,
che sedutasi al tavolo Serpeverde aveva sbuffato e aveva preso quanto
più cibo poteva per consolarsi, quando poi arrivò
un gufo che le
rubò dalla forchetta il bacon che stava per finirle in bocca
aveva
raggiunto un livello di depressione tale che si sarebbe sciolta sul
tavolo.
Odiava
i lunedì. Se ci si metteva pure Malfoy a commentare il suo
umore
nero, con Zabini che gli dava corda fra l'altro, diventava ancora
peggio.
E
poi avrebbe avuto pozioni.
-Chi
ti scrive?- chiese distrattamente Albus vedendo il volatile
sconosciuto che saccheggiava il piatto della sorella mentre lei
armeggiava con la busta per aprirla.
-Fatti
i fatti tuoi,- l'apostrofò in malo modo e il moro decise
saggiamente
di non indagare oltre per la propria incolumità personale.
Finalmente
riuscì ad aprire la busta e non appena lesse le prime righe
lanciò
uno sguardo di soppiatto prima a Scorpius al suo lato destro e
all'altro ad Albus per controllare se stessero sbirciando. Richiuse
la pergamena e dopo averla ripiegata varie volte la infilò
nel
taschino della camicia della divisa, ripromettendosi di leggerla
più
tardi a lezioni, magari durante Storia della Magia cossicchè
nessuno
si sarebbe reso conto di ciò che faceva visto che dormiva.
-Che
fai, non rispondi?- domandò Zabini che la guardava scacciare
il
volatile dal proprio piatto, intenzionata a mangiare almeno ancora
una foccaccina. Ecco, magari il piatto non l'avrebbe più
usato.
-Nah,
è solo la comunicazione di routine di Roxanne quando ci sono
nuovi
articoli al negozio,- prese qualcosa a caso da un vassoio davanti a
lei cominciando a mangiarlo.
-Niente
di interessante?- si azzardò a parlarle Kim per cui provava
ancora
una gran furia omicida.
-Nulla,
solo chincaglieria,- rispose ermetica facendo un altro boccone,
-bene, io vado, ci vediamo a pranzo.-
Detto
ciò si alzò recuperando l'ultimo pezzo di pane e
la sua borsa,
sfuggendo al loro sguardo. Passò le prime due ore in ansia,
battendo
il piede e seguendo poco o niente, con Calipso che le chiedeva
cos'avesse. Ad un certo punto era sbottata dicendo che le scappava la
pipì era meglio che corresse in bagno invece di saltellare
sulla
sedia come se ci fosse l'Ardemonio sotto.
Arrivata
alla terza ora si era presa il suo solito banco nell'angolino davanti
alla finestra, in prima fila e aveva tirato finalmente fuori la
lettera.
“Cara
Lily,
so
che ti sembrerà strano che ti scriva, che io chieda aiuto
proprio a
te, sembra irreale anche a me che tengo questa piuma fra le mani,
ma.. ma sei l'unica che può salvare il futuro di tuo
fratello e se
Merlino vuole anche il suo cuore. Ho bisogno del tuo aiuto prima che
le onde distruggano del tutto questo castello di sabbia.
Non
so davvero cosa fare, mi vergogno a chiederti aiuto di nuovo, dopo
che, a quanto pare, hai già fatto qualcosa per noi due, ma
questa
situazione di stallo non potrà durare per sempre.
Vorrei..
ecco, vorrei poter fuggire, con James, avere una vita felice. Non una
fuga d'amore, semplicemente cambiare aria, andare dove non siamo
sbagliati, ma prima vorrei provare a non lasciare nulla d'intentato.
Tuo fratello è così attaccato alla famiglia,
molto più di me con i
miei e so che non posso chiedergli di decidere fra me e la Tana. Sai
cosa intendo.
Se..
se vedessero che qualcuno ci sostiene, che non siamo solo noi i pazzi
a crederci, forse.. forse ci sarebbe una possibilità in
più, anche
se minuscola, che perlomeno non ci disconoscano.
Spero
che tu capisca, spero che tu ci possa aiutare. So che è
gravoso,
ma.. io non so più come andare avanti, così,
senza futuro.
Sperando
in una tua risposta tempestiva,
Dominique”
Quando
arrivò alla fine fece un respiro profondo prendendosi la
testa fra
le mani, stancamente. In che razza di casino si stava cacciando?
Prese
in fretta una pergamena e scribacchio una breve risposta, mettendola
nel taschino della camicia assieme alla lettera. L'avrebbe spedita
prima di scendere a pranzo, anche se avrebbe allungato di molto il
percorso passando per la guferia. Spostò lo sguardo assente
sul
parco pensando se avrebbe mai potuto chiedere aiuto ad Albus, ma in
quella situazione, ne era sicura, non sarebbe stato molto tollerante,
forse non li avrebbe nemmeno ostacolati, ma avrebbe dichiarato fin
dall'inizio la questione come 'sbagliata e da chiudere lì',
il che
non andava esattamente a suo vantaggio. Aveva un'idea di giusto e
sbagliato troppo poco elastica per essere un vero Slytherin. Hugo non
sarebbe voluto entrare nella questione perchè terrorizzato
dalla
possibile reazione della madre e Rose avrebbe seguito a ruota Albus
nella sua neutralità contrariata, il resto dei cugini per la
maggioranza erano usciti da Hogwarts e non sapeva davvero a chi
rivolgersi, in fondo la famiglia Delacour in Weasley era sempre stata
un po' distaccata da loro, Bill era figo come zio, ma Fleur e i suoi
figli erano sempre un po'.. distanti. A proposito dei figli, Luois
era ancora a scuola, al quarto anno precisamente, ma come avrebbe
potuto prendere la situazione proprio non riusciva ad indovinarlo.
Probabilmente doveva cercare appoggio da Teddy, ma se suo padre fosse
stato contro a quella faccenda, e lo sarebbe stato, lui l'avrebbe
seguito semplicemente perchè lo venerava. Alla fine dei
conti non
sapeva su chi poter contare davvero, forse nonna Molly, ma era vaga e
fondata su niente come speranza.
In
un nonnulla l'ora passò e si diresse cupamente alla lezione
successiva, sorda a qualunque parola intorno a sé, anche
quando
Calipso quasi le urlò nelle orecchie che il professore era
malato e
che avevano un'ora buca. Dovette letteralmente scuoterla per un
braccio per farla riemergere dalle sue elucubrazioni e ricevette a
malapena una risposta, prima che la rossa facesse dietrofront di
colpo e sparisse alla sua vista inglobata nella folla di studenti che
si dirigevano a lezione.
Lily
era subito corsa in Guferia ad inviare la sua risposta, poi se n'era
andata verso la biblioteca, in sala comune c'erano sicuramente Lorcan
e Lysander e l'ultima cosa che voleva era pure un litigio. Quando
entrò l'odore di carta l'avvolse e la fece sentire a casa,
non era
mai stata una gran studiosa, almeno, non con le materie che non la
interessavano, ma i libri. Per i libri, le storie aveva una passione
smodata fin da bambina, quando obbligava il padre a sedersi su una
vecchia poltrona in salotto e tenendosela sulle ginocchia e
raccontarle le sue vecchie avventure che aveva vissuto assieme agli
zii nella scuola in cui un giorno sarebbe andata. Aveva iniziato
Ginny a leggerle libri prima che si addormentasse, finchè la
piccola
testarda rossa non l'aveva assillata perchè le insegnasse a
leggere
a sua volta, così da poterne sapere di più del
canonico capitolo a
sera.
Si
direse verso un tavolo in un angolino e vi appoggiò la
tracolla
stancamente, per poi dirigersi verso gli scaffali di storia della
magia alla ricerca di un tomo sulla rivolta dei folletti, se in altre
occasioni avrebbe preferito poltrire invece che portarsi avanti per i
M.A.G.O., ma aveva bisogno di occupare la testa con informazioni che
non avessero i capelli biondi o il suo stesso sangue.
Così
si aggirò fra gli scaffali polverosi, cercò di
arrampicarvisi sopra
per cinque minuti buoni per prendere il libro che le serviva situato
troppo in alto prima di ricordarsi che poteva appellarlo, e dandosi
della stupida ritornò al suo tavolo col tomo.
Quando
l'aprì l'odore di polvere quasi la uccise, probabilmente
nessuno
apriva quel libro da un bel po' di tempo nemmeno per sbaglio.
“La
più celebre rivolta dei Goblin ha avuto luogo nelle
vicinanze di
Hogsmead enel 1612.
In
quell’occasione la locanda Tre Manici di Scopa è
stata utilizzata
come quartier generale per la ribellione, i nomi dei leader dei
rivoltosi, "Bogrod il Barbuto" e "Urg l'impuro",
sfumano nella leggenda.
La
rivolta finì subito dopo un terribile massacro..”
-Hey
rossa, che fai studi?- con un tonfo e un tono di voce fin troppo alto
per una biblioteca Zabini annunciò la sua presenza.
-Sì,
sai, è questo che fanno le persone in biblioteca. Se poi
sono
Corvonero..- lo rimbeccò non troppo gentilmente.
-Ancora
con un serpente per capello?- si sistemò meglio facendo
cigolare la
vecchia seggiola di legno di fronte a quella della rossa.
-Dire
più un Serpeverde per capello..- borbottò quasi
senza pensarci
troppo lasciando anche lei andare la schiena all'indietro contro lo
schienale.
In
tutta risposta il moro l'occhieggiò ridacchiando con un'aria
saputa
che assumeva fin troppo spesso in quel periodo e le piaceva sempre
meno.
-Andiamo,
sei una Potter, dovresti essere più incline a ridere degli
scherzi
invece che mettere il broncio,- l'apostrofò portandosi
pigramente le
braccia dietro la testa.
-Essere
svegliata dalla propria migliore amica con una doccia a temperatura
ambiente come può essere l'acqua del Lago Nero a Capodanno
non lo
chiamo scherzo, ma tortura. Solo voi serpi avete un così
distorto
senso dell'umorismo,- mugugnò infastidita.
Zabini
si limitò a ridacchiare ancora stiracchiandosi un po' per
niente
infastidito dallo sguardo truce che Lily gli rivolgeva.
-Sei
qui per rimproverarmi per il mio caratteraccio o volevi qualcosa?-
-Non
devo volere necessariamente qualcosa per parlarti, siamo amici,-
sorrise angelico facendo apparire spontaneamente sul viso della
ragazza un'espressione scettica.
-Normalmente
funziona così, ma tu sei uno Slytherin,- gli fece notare
accigliata.
-Strega
di malafede,- fece un sorrisino il moro chinandosi sul tavolo verso
di lei appoggiando i gomiti al legno grezzo, -comunque diciamo che
più che volere qualcosa.. vorrei farti una domanda.-
-Eccola
la biscia che viene fuori da sotto il suo sasso,-
l'apostrofò
alzando gli occhi al cielo, -solo se poi risponderai ad una mia
domanda.-
In
realtà non sapeva ancora che cosa voleva chiedergli, ma
frequentando
la Sala Comune verde-argento aveva imparato a non dare mai nulla per
nulla, soprattutto le informazioni.
-A
volte mi stupisco perché il Cappello non ti abbia smistata
con noi,-
le sorrise sornione con un brillio negli occhi blu, -comunque, volevo
chiederti cosa sta succedendo con Scorpius.-
La
buttò lì, con indifferenza tanto che Lily
rischiò di strozzarsi
con la sua stessa saliva tossendo convulsamente dalla sorpresa,
strabuzzando gli occhi.
-Oh,
è come se avessi risposto,- ridacchiò soddisfatto
mentre lei si
colpiva il petto per riprendersi.
-C..cosa?-
riuscì a balbettare infine con la voce strozzata, -cosa stai
dicendo?-
-Niente
che non si sapesse già, volevo solo una conferma,-
incominciò a
dondolare all'indietro su due gambe della sedia.
-E
cosa si saprebbe di preciso?- continuò imperterrita
fissandolo negli
occhi stralunata.
-Che
qualcosa sta succedendo, anche se frequenti il gruppo meno sveglio di
Serpeverde della storia, a parte il sottoscritto, ovvio. Quindi
tranquilla, nessuno ha notato niente di strano anche se..-
-Fermo,
fermo, fermo. Che Morgana stai blaterando Zab? Ti senti bene? Vuoi
che ti accompagni da Madama Chips?-
Sembrava
preda alla febbre alta, insomma, era una cosa assurda. E poi fra lei
e Malfoy non stava succedendo assolutamente nulla. Nulla.
-Lils,
ti devo ricordare che non stai parlando con il tuo tonto ed
iperprotettivo fratello, ma con me?- sorrise tranquillo come se
stesse parlando del tempo. E lei stava andando nel pallone.
-Non
ti seguo,- negare, negare fino alla morte, questo sarebbe stato il
suo mantra. In fondo due baci e qualche sorriso (sorriso, Merlino,
Malfoy aveva sorriso!) non erano nulla in confronto
ad anni di
frecciatine e litigi.
Quindi,
in definitiva, non stava succedendo assolutamente niente.
Nulla.
Nada
de nada.
-Avevi
detto che avresti risposto alla mia domanda,- l'apostrofò
l'amico
accigliandosi fingendosi indispettito.
-Ma
non posso rispondere ad una domanda senza senso come questa, insomma
Zab, Malfoy, fai sul serio?- gli fece notare ormai
del tutto
dimentica che avrebbe dovuto studiare e del libro ancora aperto
davanti a lei mentre allargava le braccia per rincarare sulla frase
che aveva appena pronunciato.
-E
perchè no?-
La
domanda fu posta con tale tranquilla semplicità da lasciare
Lily
basita. Già, perchè no? Perchè si
odiavano ovviamente, perchè
appena s'incrociavano nei corridoi rischiava di scoppiare qualcosa,
perchè lui era uno stupido, spocchioso, egomaniaco,
narcisista,
coglione, idiota, meschino..
Perchè
no?
Rimase
a fissare il moro davanti a lei che sembrava stesse seguendo i suoi
ragionamenti attraverso i grandi occhi azzurri della ragazza.. o
probabilmente ce l'aveva stampato in faccia il dubbio che le aveva
preso.
-Perchè
è così e basta,- rispose infine cercando di
mostrarsi dubbiosa
anch'essa, -insomma, litighiamo, ci indispettiamo e lui è un
tale
rompic.. rompipluffe..-
-Quindi
ti infastidisce no?- continuò imperterrito, sempre
enigmatico
cominciando a spaventarla per dove voleva andare a parare, -non che
non abbia voluto festeggiare quando l'hai fatto, ma perchè
hai
mollato Scamander?-
-E
questo che c'entra?- si mise subito sulla difensiva. Possibile che
qualcuno li avesse visti o avesse scoperto la cosa?
Ares
allora si aprì in un sorriso e si lasciò cadere
in avanti
ripoggiando tutte e quattro le gambe della sedia a terra,
puntellandosi con i gomiti sul tavolo.
-A
quanto pare c'entra tutto.-
Fottuto
Serpeverde, l'aveva fregata.
-No,
l'ho lasciato perchè ho capito che non mi piaceva davvero,
non in
quel senso,- si affrettò a cercare di sistemare il guaio
mentre
l'espressione del ragazzo di fronte a lei diventava ogni secondo di
più odiosamente festosa. Come di chi ha scoperto qualcosa di
particolamente succulento.
-Ah-ah,-
commentò continuando a sorridere mentre gongolava, porco
Salazar,
gongolava!
-Insomma,
è vero!- esclamò piccata ormai non sapendo
più dove andare a
parare sentendosi in trappola, maledetti serpenti.
-Ma
certo.-
-Sì,
certo che è certo!-
-Ovvio.-
-Sì!-
-Sì..-
Rimasero
a fissarsi dopo quello scambio di battute in qui lui era rimasto
perfettamente calmo e lei aveva alzato di un'ottava la voce ad ogni
sillaba che pronunciava.
-Quindi?-
domandò infine Zabini.
-Quindi
niente!- quasi urlò beccandosi
un'occhiataccia dalla
bibliotecaria e un 'Signorina Potter!' particolarmente
indignato.
-Quindi
niente,- ripetè a voce più bassa sfidandolo con
gli occhi a dire il
contrario.
Rimasero
a guardarsi negli occhi per qualche altro secondo finchè lei
non
cedette sbuffando.
-Ahh,
ti odio,- borbottò esasperata abbassando lo sguardo per
chiudere il
libro su cui aveva iniziato a studiare con un tonfo.
-In
realtà lo so che mi ami sweety,- sorrise serafico
ricominciando a
dondolarsi all'indietro sulla sedia, -quindi di' tutto allo zio Zab.-
-Non
c'è nulla da dire,- ribattè ancora reticente la
rossa passandosi
una mano fra i capelli nervosamente, chiaro sintomo che quella
conversazione stava andando nel verso giusto. Almeno per il
Serpeverde.
-Mhm..-
si limitò a commentare il ragazzo fissandola
insistentemente,
paziente. Sapeva che alla fine avrebbe ceduto.
Maledette
Serpi.
-Sì,
ecco.. insomma.. cisiamobaciatimanoncontanullainsommaduebac..-
cominciò a parlare a raffica mangiandosi le parole.
-Ferma,
ferma rossa, con calma altrimenti non riesco a seguirti,- la
bloccò
Ares inarcando le sopracciglia sogghignando vittorioso.
-Meglio,-
sbuffò Lily irritata, Maledette Serpi!,
-per quel che vale
credo sia un suo nuovo metodo per darmi fastidio.-
-Cioè?-
la incitò a continuare sadico, voleva che lo ammettesse ad
alta voce
quello che era successo, il bastardo.
-Cioè
che ci siamo baciati,- buttò fuori tutto d'un fiato irritata
mentre
un lieve rossore le invadeva le guance lentigginose.
-Oh..-
sogghignò Zabini continuando a dondolarsi sulla sedia come
se niente
fosse.
-Oh,-
ripetè atona.
-Quando
lo saprà tuo fratello lo evirerà,-
continuò a sogghignare mentre
riappoggiava le gambe della sedia rumorosamente sporgendosi verso di
lei.
-Lui.Non.Dovrà.MAI.Saperlo.Chiaro?-
sillabò la Corvonero andando letteralmente del panico.
-Naturalmente,-
sorrise lui.
-Non
conta nulla, è successo solo d.. una volta, andrebbe nel
panico, si
scatenerebbe la terza Guerra Magica, e poi mio padre.. O h mio
padre!- okay, stava decisamente delirando mentre un'espressione
terrorizzata le si disegnava sul viso al solo immaginare le
disastrose conseguenze della cazzata di uno stupido, egocentrico,
narcisista, idiota, viscido.. no, non avrebberlo mai dovuto saperlo.
-Prima
o poi lo verrano a sapere non credi?- domandò con noncuranza
e Lily
sperò per l'apparato riproduttore dell'amico che si sarebbe
preoccupata personalmente di maciullare e staccare che non sarebbe
successo a causa sua.
-Non
ne vedo il motivo,- sentenziò gelida con un'espressione che
sembrava
incarnare il concetto della parola 'pericolo', -e poi non si
ripeterà, sarebbero solo casini inutili. È solo
uno stupido e
fastidioso Serpeverde che passa il suo tempo libero a complicare la
mia vita.-
-Sembra
che ci riesca alla grande,- commentò allegramente, allegramente,
Ares.
-No,
è solo che mi da ai nervi, non m'importa di quello che fa o
dice più
di quanto m'importerebbe della vita sessuale di un vermicolo,- si
affrettò a frenare l'insensato entusiasmo di quello che
credeva
fosse un suo amico.
-Se
ti da fastidio vuol dire che t'importa, no?-
Merda.
-No!-
esclamò d'impulso, troppo d'impulso, troppo in fretta. Merda.
-Come
pensavo,- ridacchiò sornione.
-No,-
cercò di assumere un'espressione quantomeno tranquilla e
pacifica
trattenendo l'impulso di strozzare l'amico. Non voleva ammetterlo a
sé stessa, che poi che doveva ammettere, scusa? Niente, per
l'appunto.
-Come
ti pare,- ormai era talmente soddisfatto delle risposte ricevute che
non provava nemmeno più a convincerla di credere alla sua
versione.
Oppure sapeva che a lasciarla a cuocere nella sua pozione ci avrebbe
impiegato meno tempo ad arrivare alla rivelazione che forse, solo un
poco, molto poco, pochissimo, le importava.
-È
così.-
-È
così,- continuò a sorridere anche con gli occhi
blu il ragazzo, con
un'aria fin troppo vittoriosa per essere credibile mentre le dava
ragione.
-Comunque
ora tocca a me farti una domanda,- tagliò corto la ragazza.
-Dica
rossa,- fece un gesto con la mano invitandola a parlare.
In
realtà non sapeva proprio che chiedergli, l'aveva fatto solo
per
evitare di parlare di argomenti scomodi. Si mise un po' a pensare
attorcigliandosi una ciocca di capelli attorno all'indice
distrattamente quando le venne in mente una sera di qualche tempo
prima, anche se invece di un mese, massimo due, le sembrava distante
di anni.
-Potter,
mi spieghi perchè devi essere sempre così
rumorosa?- L'apostrofò
l'unica persona che non avrebbe mai voluto trovarsi davanti quella
sera, seduto ad un tavolo con davanti un piatto quasi vuoto.
-Non
è colpa mia, Malfoy, se hai i timpani delicati- lo
imbeccò mentre
un elfo dagli enormi occhi blu le porgeva un piatto pieno di pasta al
pesto, ormai conoscevano fin troppo bene i gusti della ragazzina dato
che gli faceva visita puntualmente almeno una volta a settimana.
-Cucina
italiana?- Domandò a sorpresa il rivale, cambiando
vistosamente
argomento.
-Sì,
Malfoy. Ora non mi dirai che hai qualche problema con l'Italia in
generale- rispose arricciando il naso Lils mentre si sedeva ad un
tavolo e le spuntavano davanti un bicchiere e una brocca di succo di
zucca.
-Mi
sorprendevo solo che conoscessi del buon cibo, Potter-
ribattè
aspramente lui per poi recuperare dalla sedia sui cui era seduto fino
a pochi secondi prima il mantello da viaggio e gettarselo sulle
spalle.
-Oh,
ma sta zitto furetto- gli sbottò dietro lei, incapace di
articolare
una risposta più intelligente dato che stava ingozzandosi
con la sua
solita grazia da snaso in un trogolo. Solo in quel momento
notò che
il suo rivale non indossava la divisa, bensì una giacca nera
e
lucida, decisamente dal taglio elegante che faceva da completo con i
pantaloni e le scarpe lucide. Sulla cravatta nera spiccava una spilla
in oro bianco o argento a forma di 'M', o almeno così le
sembrò di
vedere. Probabilmente era andato ad uno dei suoi soliti appuntamenti
galanti, si diceva in giro per Hogwarts che avesse una donna a notte
e che uscisse quando gli girava, ma la piccola Potter non se ne era
mai preoccupata più di tanto pensando che non erano affatto
fatti
suoi se della gente malata credeva che Malfoy fosse affascinante.
-Beh,
Potter, io ti saluto- disse lui interrompendo le sue elucubrazioni
sul fatto che avesse o no un'amante -e attenta a non strozzarti,
voglio essere presente il giorno della tua dipartita- concluse
chiudendosi la porta alle spalle, impedendole di ribattere in modo
degno di lei.
Solo
dopo cinque minuti buoni Lily si chiese finalmente come mai fosse
così elegante, va bene che poteva aver avuto un appuntamento
galante, ma così vestito sembrava un vecchio mago che va a
quei
circoli noiosi di gobbiglie.
Okay,
non era decisamente coerente chiedere come mai era vestito
così dopo
che aveva negato ogni interesse verso di lui, ma a volte ci si era
ritrovata a rifletterci troppo. E poi era curiosa, Merlino, era una
Potter.
Si
sentiva abbastanza incoerente in quel momento e anche un pelino
bipolare. Giusto un po'.
-Sia
chiaro che questa informazione mi servirà solo in caso io
debba
ricattarlo in futuro, non perchè mi interessa cosa fa o dove
va o
perchè sono gelosa,- incominciò a spiegarsi
sfidandolo con uno
sguardo di chi avrebbe potuto benissimo cruciare qualcuno a
contraddirla, -comunque, la sera che ci siamo incontrati in cucina
io, te ed Al, ricordi?-
-Mhm..
mi sembra di sì,- rispose Zabini che aveva aria di avere
già una
mezza idea di dove sarebbe andata a parare.
-Ecco,-
continuò cercando di trovare il modo più
disinteressato per porre
la domanda, -prima ho incontrato Malfoy che era già
lì a mangiare,
vestito elegante.. sai che cosa combinava?-
Il
moro l'osservò per quello che sembrò un tempo
interminabile, poi,
ricominciò a dondolarsi sulla sedia.
-Poker,
al casinò poco fuori Hogsmeade immagino,-
sentenziò poi con
tranquillità incrociando nuovamente le braccia dietro la
testa.
-C'è
un casinò?- domandò perplessa sbattendo le
palpebre, non ne aveva
mai sentito parlare.
-Mhm,
sì, di solito organizziamo noi Serpi delle serate, ma credo
che
quello fosse il periodo in cui la McGrannit ci teneva particolarmente
sottocchio,- alzò le spalle con tranquillità.
Già
il fatto che non avesse fatto battutine su quanto le importava era un
passo avanti, ma perchè lei non sapeva del poker?
-Ma
io passo un sacco di tempo con voi e non vi ho mai sentiti parlarne,-
obbiettò inarcando le sopracciglia, quella cosa le puzzava.
-Semplicemente
perchè Al non approva che tu e Kim possiate esserne
coinvolte,
quindi abbiamo sempre evitato accuratamente di nominarlo davanti a
voi.-
-Ma
passiamo la maggiorparte del tempo con voi, almeno, io in
quest'ultimo anno ancora di più, com'è che non
l'ho mai notato?-
protestò scettica.
-Perchè
noi abbiamo fatto in modo che non lo facessi,- rispose con
ovvietà
Zabini.
-E
allora perchè me ne parli ora?- s'incaponì
testardamente.
-Perchè
credo che tuo fratello sia troppo iperprotettivo nei tuoi confronti,-
sorrise serafico il ragazzo grattandosi dietro l'orecchio, -che
c'è?
Ti aspettavi che ti dicessi che era andato ad un appuntamento con tre
supermodelle o a una festa clandestina di trafficanti di artigli di
drago?-
-No,-
rispose, sempre troppo, troppo, in fretta per
sembrare
credibile agli occhi di chi la conosceva bene, -comunque fate quello
che volete, era solo per curiosità.-
Lanciò
un'occhiata veloce all'orologio sopra il banco della bibliotecaria,
notando anche di come li stesse fissando truce probabilmente da tutta
la durata della loro conversazione.
-È
ora che andiamo, fra poco si pranza,- si alzò la ragazza
stiracchiandosi un po'.
-Va
bene,- ridacchiò il moro che sembrava divertirsi un mondo a
vederla
cambiare continuamente argomento per evitare domande scomode.
La
ragazza mise a posto il libro, era certa che la bibliotecaria
l'avrebbe uccisa se non l'avesse fatto dato che aveva disturbato la
quiete fino a quel momento, e poi raggiunse l'amico per scendere a
pranzo con tutti gli altri buttandosi su argomenti più
neutri come
l'imminente partita Corvonero-Serpeverde. Zab l'incitò a
fare nero
l'amico per il semplice gusto di vederlo avere una crisi isterica da
donnetta tradita e lei gli fece notare che continuava a parlare del
biondo e che secondo la sua modesta esperienza era innamorato. Lui
non fece commenti, ma si limitò a ridacchiare lanciandole
un'occhiata che non le piaque per niente.
Arrivati
a tavola si sedettero tranquillamente, lei al fianco di Kimberly e
lui a quello di Scorpius dall'altro lato di Kim, e mangiarono ognuno
parlando del più e del meno con qualcun altro, soprattutto
Zabini
sembrava intento in una discussione piuttosto accesa con un certo
Nott, che a quanto ne sapeva era amico d'infanzia del Serpeverde, ma
andava al sesto anno.
Arrivati
al dolce Lils interruppe di colpo il discorso con Kim per voltarsi
verso i ragazzi seduti all'altro lato della bionda.
-Hey,
uno di voi mi può passare le palle di neve?-
domandò disinvolta.
-Le..
che?- la guardò un po' stralunato Zabini.
-Le
palle di neve,- rispose candidamente la ragazza.
-Continuo
a non capire,- piegò leggermente la testa da un lato il moro
mentre
Scorpius si allungava leggermente sul tavolo per prendere un vassoio
pieno di dolci al cocco a forma di pallina.
Albus,
che seduto davanti a lei stava per intervenire si zittì
osservando
il migliore amico che tendeva il braccio sopra una torta glassata al
cioccolato prendendo uno dei dolci preferiti della sorella, che aveva
il vizio di chiamare palle di neve dopo un'epica
battaglia con
essi in un pomeriggio alla Tana di qualche anno prima, l'estate del
secondo anno di Kim e Lils, quando i fratelli Malfoy erano ospiti da
loro. Ovviamente era scoppiata da una disputa fra la rossa e
Scorpius, ma poi aveva coinvolto parecchi del clan Weasley-Potter che
erano lì per i classici pomeriggi dalla nonna e il nonno.
Dopo
essersele lanciate tutte addosso, e ci misero un po' considerando le
quantità di cibo che faceva nonna Molly, Lily era scoppiata
a ridere
buttandosi per terra, riempiendosi ancora di più di pezzetti
di
cocco dicendo che era come giocare a palle di neve in Luglio. Poco
dopo Hugo e Albus l'avevano raggiunta per terra, piegati in due dalle
risa, mentre i fratelli Malfoy si erano lanciato un'occhiata
perplessa. Poi un leggero sorriso era spuntato sul viso di Kim e il
fratello non aveva potuto fare a meno di ricambiare con uno
altrettanto leggero, entrambi in piedi con le mani lungo i fianchi in
mezzo a quel campo di battaglia che sembrava quasi innevato mentre
Lils cercava di fare un angelo fra le prese in giro del cugino.
-Sai
Potter, dovresti parlare più chiaramente, non tutti sono in
grado di
capirti quando parli nella tua lingua, che non è sicuramente
l'inglese,- la punzecchiò mentre le tendeva il vassoio con
disinvoltura. Gli occhi di Ares e Kim si posarono su di lui
osservandolo con attenzione, mentre Lil, che non aveva notato nulla
di strano si prese il vassoio pieno di uno dei suoi dolci preferiti.
-Io
parlo in modo chiarissimo, siete voi che siete troppo limitati per
capire che intendo,- storse il nasino mentre se ne serviva
un'abbondante porzione nel piatto.
-Dimmi
te come fanno a capire gli altri quando non chiami le cose con il
loro nome,- le rispose con tranquillità il biondo.
-Beh,
tu hai capito, quindi vuol dire che anche le menti più
limitate ce
la possono fare,- gli ripassò il vassoio la rossa. Essere
tornati a
punzecchiarsi come sempre le piaceva, niente di nuovo, niente
sorrisi, niente baci, semplicemente due vecchi nemici che non
perdevano una vecchia abitudine.
-Solo
perchè ti conosco Potter, non per altro,- ghignò.
Okay,
ritirava tutto. Era un dannato casino. Solo in quel momento si
accorse degli sguardi che gli lanciavano gli amici, piuttosto
incuriositi, a cui si aggiungeva lo sguardo sottecchi di Nott che
sembrava perplesso.
-Ti
stupirà la notizia, ma ci sono tante cose di me che non
sai,- buttò
lì solo per cercare di ignorare gli sguardi degli amici
buttandosi
un dolce in bocca.
-Ne
dubito , sei talmente trasparente che ti si legge tutto in faccia,-
disse il biondo che non sembrava aver notato lo sguardo degli amici
puntato su di loro.
-Ma
hanno cominciato ad andare a letto assieme quei due?-
bisbigliò Nott
all'orecchio di Zabini facendolo ridacchiare.
-Magari,
almeno concentrerebbero le loro energie in attività
ricreative molto
più divertenti che distruggere i nostri poveri nervi.-
Lily
aveva passato i giorni precedenti alla partita ad allenarsi,
allenarsi ed ancora allenarsi. E possibilmente anche studiare e
mangiare fra un allenamento e un altro, tanto che si era spesso
appisolata sui divani e poltrone della Sala Comune Slytherin con un
libro in mano e successivamente portata a letto quasi di peso
dall'amica o dal fratello.
Per
fortuna erano tranquilli quasi quanto i Corvonero, quindi non aveva
avuto problemi a trovare un po' di pace senza dover tornare nella
propria Sala dove avrebbe sicuramente incontrato gli Scamander che
aveva preso ad evitare come la peste nera. Infatti, di solito, chi
provocava scompiglio nei sotterranei era proprio lei, spesso
perchè
intenta a litigare con il maggiore dei Malfoy a cui in quei giorni,
estremamente stressanti aveva risposto male più del solito
tagliando
corto su ogni provocazione, sia che riguardasse lei, i suoi capelli
che sembravano aver vita propria per quanto erano sconvolti o
l'imminente partita.
Non
era realmente agitata, almeno, non per lo scontro, affrontava sempre
ogni partita con quel famigliare leggero nodo allo stomaco e fiducia
cieca nella sua scopa, le piaceva quella sottile vena di nervosismo
che però non le aveva mai tolto l'appettito, no.
Quello
che davvero la innervosiva e che la portava a disintegrare il suo
povero muffin alle more al tavolo Grifondoro (aveva preferito
disertare il terreno nemico, almeno per quella mattina, dati i fischi
che erano volati appena era entrata nella Sala Grande) vicino ad Hugo
che invece divorava qualsiasi cosa fosse a tiro, come al solito , era
il fatto che con Lorcan non c'era proprio niente da fare. Gli ultimi
allenamenti erano stati buoni, certo, ma niente di eccezionale, come
se la chimica del gruppo si fosse sfaldata a causa del silenzio
sostenuto fra i due.
Non
avevano parlato né si erano minimamente guardati per tutto
quel
tempo e poteva essere deleterio per i risultati di quel giorno, lei
voleva vincere, davvero. La sua competitività, come diceva
spesso
Albus, rasentava l'ossessione, soprattutto quando in ballo c'erano i
Serpeverde, soprattutto quando c'era in ballo un certo Serpeverde.
Forse
era stata un po' troppo viziata, forse suo padre aveva esagerato un
po' nel dirle che il mondo sarebbe stato suo, ma rimaneva il fatto
che lei voleva vincere. Però non poteva nemmeno andare
lì dal suo
exragazzo e parlargli sorniona come se nulla fosse dato che non aveva
nemmeno il coraggio di guardarlo negli occhi. Si sentiva
terribilmente in colpa, non averlo mollato, forse era stata l'unica
cosa giusta che aveva fatto in tutta quella relazione, ma la
coscienza le prudeva per il perchè
l'aveva mollato. Era
arrivata ad ammettere con sé stessa, con grande sforzo, che
si erano
lasciati, solo in parte ovviamente, per colpa di Malfoy. Non che
fosse innamorata di quest'ultimo, per carità! Semplicemente
ci
doveva essere un motivo, per quanto banale fosse ancora le sfuggiva,
per cui si era trovata così bene a baciare lo Slytherin,
mentre con
Lorc, nonostante tutta la dolcezza che c'era, non si era mai lasciata
andare del tutto. Forse si era solo sforzata di traformare
un'amicizia in qualcosa che non era.
Tutti
questi ragionamenti e preoccupazioni l'avevano portata ad uno stato
di esasperazione tale da chiuderle lo stomaco.
Lanciò
un'occhiata furtiva al tavolo verde-argento e trovò subito
chi
cercava. Ghignava a mezza bocca, anche lui già in divisa,
con la
scopa appoggiata alla panca accanto a lui; stava scherzando con suo
fratello e Zabini. Sembrava strano, ma del gruppo era l'unico a
giocare a quidditch. Beh, per quanto riguardava Al quando si
avvicinava a una scopa quest'ultima scappava per paura di finire in
frantumi, ma Ares l'avrebbe visto bene come battitore o anche
cacciatore. Questa assenza di terze persone aveva reso ogni partita
Serpeverde-Corvonero terribilmente simile ad una sfida personale fra
i due cercatori.
Il
biondo spostò lo sguardo intercettando quello della ragazza
e
ammiccò nella sua direzione, indicandole senza nessuna
furtività la
porta della Sala Grande. Lei si accigliò, un po' arrossata
in viso
per essere stata beccata a fissarlo impunemente e piegò un
la testa
leggermente di lato. In tutta risposta alle sue perplessità
salutò
gli altri e si alzò, facendogli segno, questa volta
più
discretamente, di seguirlo.
Ancora
più perplessa distolse lo sguardo da lui e si
ritrovò suo cugino
che la fissava con un'espressione molto simile alla sua, a volte si
vedeva davvero troppo che erano parenti.
-Cugina,-
cominciò titubante passando lo sguardo dal piatto della
ragazza,
alla schiena verde-argento che stava lasciando la sala con una scopa
in spalla e di nuovo alla Corvonero, -cosa vuole da te Malfoy? Ti ha
fatto qualche sorta d'incantesimo?-
Le
sopracciglia di Lily si inarcarono ancora di più,
raggiungendo un
livello che non sembrava nemmeno umanamente possibile,
-perchè
dovrei essere sotto l'effetto di qualche incantesimo?-
-Beh,
non stai mangiando,- rispose con ovvietà il rosso indicando
il suo
piatto dove riposava, e nemmeno tanto in pace, la sua povera
colazione.
-Non
ho fame, sai , non siamo tutti come te al mondo,- osservandolo con
attenzione, notò, si potevano vedere le rotelline nella
testa del
ragazzo girare impazzite.
-Tu
sì,- la semplicità disarmante di quella risposta
la lasciò
interdetta. Decise che fuggire da quella conversazione alquanto
strana in cui suo cugino, suo cugino Hugo, le
chiedeva di
aprirsi in modo poco chiaro sul suo rapporto con Malfoy.
Perchè la
cosa la agghiacciava.
-No,
Hugs, se non l'avessi notato, io ho le tette, piccole ma ce le ho,-
gli sorrise alzandosi e prendendo la sua scopa, pronta a raggiungere
il Serpeverde.
-Ah
sì?- Okay, poteva picchiarlo? Merlino, per piacere, per
favore,
poteva sfogarsi su quel rosso estremamente irritante che stava
cercando di estorcerle informazioni e allo stesso tempo criticava la
sua misera secon.. okay, prima e mezza?
Evidentemente
no, non la mattina della partita, o l'avrebbero sospesa dal suo ruolo
e avrebbero messo quell'idiota di Perkins al suo posto, un secondino
che negli allenamenti un po' più fiacchi si allenava con
loro,
mentre contava i giorni che ci sarebbero voluti per passare da
riserva a Cercatore.
-Sì,
ma va bene così, sarebbe stato inquietante se avessi passato
del
tempo a fissarmi le tette,- gli sorrise prima di voltargli le spalle,
pensando ironicamente che bastava già Jam che fissava le
tette a sua
cugina.
Raggiunse
in fretta la porta e lo trovò vicino alla porta ad
aspettarla,
appoggiato al muro con le spalle e le braccia incrociate e la scopa
accanto a lui.
-Finalmente
Potter, sei lenta come un vermicolo morto, di questo passo non
prenderai mai il boccino oggi,- l'apostrofò non appena la
vide
facendole tornare gli istinti omici, solo che cambiarono soggetto.
-Mi
hai chiamata qua per farmi salire l'acidità di stomaco
Malfoy?
Perchè altrimenti me ne torno dentro a far colazione,-
tagliò corto
come aveva fatto durante tutta quella settimana, evitando
così le
loro interminabili discussioni.
-Se
chiami 'fare colazione' ridurre in poltiglia un povero muffin in
poltiglia, prego,- si staccò dal muro facendo un gesto ampio
con la
mano col palmo rivolto verso l'alto, -nervosa Lily?-
Aveva
preso la brutta, davvero davvero brutta, abitudine di chiamarla per
nome ogni tanto, non in momenti precisi o discorsi particolari,
semplicemente ogni tanto buttava lì un 'Lily' come se si
fossero
sempre chiamati per nome fin dal primo anno, con naturalezza. Questa
cosa, non capiva esattamente perchè, le suonava in modo
strano
all'orecchio, sembrava che avesse un suono diverso il suo nome sulle
sue labbra rispetto a quello che aveva su quelle di tutti gli altri.
Era diverso. Ma che andava a pensare? Si riscosse sbattendo le
palpebre un paio di volte e concentrandosi sullo sguardo grigio e il
ghignendo strafottente che aveva davanti.
-Ora
controlli anche cosa mangio? Dovrei spaventarmi per caso?- fece per
passarsi una mano fra i capelli accorgendosi troppo tardi che li
aveva legati in una coda alta prima di uscire, così
lasciò cadere
mollemente la mano lungo il fianco. -Per cosa dovrei essere nervosa?
Sei tu quello che dovrebbe tremare alla sola idea di scendere in
campo, vi stracceremo!-
-Parli
sempre troppo Potter, di tutto quello che hai detto l'unica cosa
sensata che hai detto è che dovresti aver paura,-
l'osservò
attentamente avvicinandosi a lei. Sembrava un felino che studiava la
preda.
-Di
te? Ne dubito fortemente, dovresti rivalutarti sai?-
incrociò le
braccia al petto fissandolo dal basso.
-Chi
non ha una chiara e veritiera visione di sé stesso e di
ciò che lo
circonda non sono certo io, sai?-
-Allora
sai che sarai perfettamente cosciente che sei un egomaniaco che si
porterà una grande sconfitta a casa oggi,- sorrise con aria
di
sfida.
-Se
ne sei così certa allora scommettiamo,- fece un altro mezzo
passo in
avanti avvicinadosi di più, quasi che le sembrava di
percepire il
suo odore. Che stupidaggine, non era possibile.
-Va
bene,- rispose ancora prima di pensarci davvero. L'aveva presa nel
suo punto debole lanciandole una sfida, sapendo che lei non si
sarebbe mai tirata indietro per il suo maledetto orgoglio. Nessuno
dei due avrebbe mai fatto un passo indietro a costo di bruciarsi.
Qualcosa
dentro di lei le diceva che stava sbagliando tattica, ma
zittì la
vocina nel giro di un secondo mantenendo lo sguardo di sfida di
Scorpius.
-Se
vince Serpeverde, vediamo..- si posò una mano sul mento
mentre lei
aveva la bruttissima sensazione che stesse solo fingendo di pensarci
e che l'aveva attirata là fuori solo per arrivare a quello,
-sì,
ecco, mi dovrai un'uscita a Hogsmeade.-
-Cos..a?-
perse il fiato per un attimo dalla sorpresa, -ma ti sei scimunito?
È
ovvio che ci andremo assieme, ci andiamo praticamente sempre assieme
da anni ormai.-
Si
aspettava di peggio, insomma, persino la volta prima erano stati
assieme e si era divertita un sacco a prendere in giro le conquiste
di Zab e Scor.
-Eh?-
per un attimo il biondo le sembrò perplesso e sorpreso
almeno quanto
lei, quando un lampo di comprensione gli attraversò il viso,
-no
Potter, non hai capito, io e te, ad Hogsmeade, senza gli altri.-
Quel
chiarimento la lasciò di sasso.
-Io..e
te?- ripetè atona, -ad Hogsmeade,- continuò
facendo una breve pausa
fra un concetto e l'altro, come se ripeterlo lentamente l'aiutasse a
capire meglio un concetto.. inconcepibile, -senza gli altri.-
-Sì,
vuoi che ti faccia lo spelling?- commentò spazientito
alzando gli
occhi al cielo.
-Io
e te, senza gli altri,- ripetè ignorandolo, -a Hogsmeade.-
-Ti
sei rincoglionita?- alzò entrambe le sopracciglia bionde.
-Perchè?-
chiese d'un tratto, con lo sguardo ancora nel suo, non l'aveva
scostato nemmeno un attimo durante quella conversazione.
-Perchè
ripeti la stessa frase da cinque minuti,- sbuffò il biondo
ricambiando lo sguardo indagatore con uno più neutro.
-No,
perchè uscire io e te, senza gli altri, a Hogsmeade,-
rispose
spazientita mentre gli studenti cominciavano a uscire dalla Sala
Grande per dirigersi allo stadio.
-Perchè
sì, non ti deve interessare il motivo, se vinco voglio
questo,-
tagliò corto il biondo infilando le mani nelle tasche.
-Okay,
è strano, ma okay,- lo guardò con sospetto, -se
vince Corvonero
dovrai fare tutto quello che ti dico per un giorno intero, allora.-
-Va
bene, tanto non vincerai mai,- si strinse le spalle tranquillamente.
-Questo
lo vedremo serpe,- gli lanciò un'occhiata di sfida piuttosto
intensa, rimanendo così per un minuto, forse due.
-LILY!-
la voce del Capitano che, notò con orrore voltandosi di
scatto tanto
da farsi male al collo, con Lorc e Lysander la guardavano assai male
da sotto l'arco della porta d'ingresso. Male, molto male.
Scorpius
sogghignò e senza dire nulla prese la sua scopa e la
superò,
lanciandole un'ultima occhiata. Solo in quel momento si accorse che
la Sala Grande si stava lentamente svuotando e che era decisamente
ora di andare al campo, non avrebbe mai vinto se non avesse giocato.
-Arrivo,
arrivo!- e li raggiunse correndo.
-Invece
di sfidarti con Malfoy a chi abbassa lo sguardo per ultimo che ne
dici di provare a batterlo a quidditch?- l'apostrofò
irritata la
ragazza, mentre gli Scamander rimanevano zitti leggermente davanti a
loro quando s'incamminarono in tutta fretta verso lo stadio, Scorpius
era sparito.
-Scusa,-
borbottò solamente la rossa mentre fissava ostile le spalle
di
Lorcan.
-Niente
scuse, siamo già in ritardo e..- partì in uno dei
soliti discorsi
facendo partire in automatico il Silencio che il cervello di Lily
attivava anche durante le lezioni, perdendosi nei suoi pensieri a
malapena vedeva le labbra dei professori muoversi mentre spiegavano.
Doveva
vincere, anche solo per non darla vinta a quell'idiota e rischiavano
se Lor avesse continuato con il suo silenzio ostile; che poi non era
nemmeno.. come dire? Non le lanciava occhiatacce come provvedeva a
fare per lui il gemello, semplicemente ignorava la sua esistenza. Ci
soffriva, ci soffriva perchè gli voleva bene, voleva bene ad
entrambi.
Lysander
nel suo essere così spigliato, sempre pronto a credere e
inventare
lui stesso nuove teorie, nuovi scherzi. Entrambi i fratelli erano dei
gran sognatori, ma c'era una differenza sostanziale fra i due. Se Lys
era rumoroso e non poteva fare a meno di dirti tutto quello che gli
passava per la testa, Lorcan sognava in silenzio. Era meraviglioso
quando poi, con calma e tranquillità ti spiegava cos'avesse
in
mente, cos'aveva immaginato con lo sguardo perso altrove, vedendo
cose che non potevi nemmeno immaginarti. Lorcan era un viaggiatore,
dello spazio e del tempo, semplicemente apriva la mente e volava via,
a volte faceva quasi paura, paura di perderlo e non ritrovarlo
più.
Era un'amico paziente, uno di quelli che dava l'anima. E lei si
sentiva in colpa, da morire, ma allo stesso le mancavano le loro
conversazioni quando tornava dalla Sala Comune Serpeverde, le mancava
parlare dei Plimpi d'acqua e di Plutone, piccolo pianeta che avevano
tolto anni e anni prima dal sistema solare. Le piaceva guardarlo
sognare, arrivava dove nessuno, neppure suo fratello, avrebbe potuto
osare immaginare.
Talmente
si perse nei suoi pensieri che quando per l'appunto Lorcan si
fermò
di scatto gli andò a sbattere contro la schiena, quasi
perdendo
l'equilibrio. Lui si voltò e la guardò negli
occhi per la prima
volta dopo settimane. Quello sguardo che non era cambiato e allo
stesso tempo era di un'altra persona la lasciò interdetta.
-S..scusa,-
balbettò arrossendo.
-Niente,-
anche la sua voce era diversa e allo stesso tempo uguale, come se non
la sentisse da anni. Quando fece per voltarsi e proseguire ebbe
l'impulso irrefrenabile di agguantarlo per una manica.
-Sì?-
-Aspetta,-
non sapeva nemmeno lei cosa dovesse aspettare di preciso, solo che
non voleva andare avanti così, erano amici sin da piccoli
miseriaccia!
Lui
annuì e la guardò, aspettando. Era sempre stato
molto paziente, fin
quasi all'eccesso, tutto il contrario di Malfoy che voleva tutto e
subito. Un attimo.. perchè stava facendo paragoni fra loro
due?
-Possiamo
parlare?- si decise infine a chiedere, con voce sottile che non le
apparteneva.
Da
più avanti Lysander e un Capitano decisamente irritato li
fissavano
impazienti e richiamavano la loro attenzione. In tutta risposta
Lorcan si girò verso di loro e gli fece segno che li avrebbe
raggiunti dopo, rimanendo con le spalle rivolte verso Lily e lei che
ancora teneva stretta la sua manica.
-Ti
chiedo scusa, per tutto, per qualunque cosa io abbia fatto, ti chiedo
scusa,- ruppe il silenzio con lo sguardo basso la ragazza, -scusa, mi
manchi.-
Sentì
le spalle del ragazzo alzarsi e abbassarsi lentamente, irrigidite
mentre calava di nuovo il silenzio e qualche gruppetto di studenti li
sorpassavano chiacchierando.
-Pensi
che basti? Che basti chiedere scusa e tutto tornerà come
prima?
Pensi che io sia stupido?- la voce gli tremò appena, ma non
mostrò
altri segni di cedimento.
Il
tono che usò la ferì più delle parole
che aveva pronunciato,
lasciandola inerme. No, non bastava, ma..
-Io
non penso che tu sia stupido,- riuscì solo a mormorare.
-Mi
prendi in giro Lils?- si voltò di scatto facendole perdere
la presa
sulla sua manica, alzando la voce di un tono, sempre più
dura. La
ragazza si fece forza per alzare lo sguardo e incontrare il suo.
Sembrava una pentola a pressione, ribollente di rabbia, ma quello che
le fece tremare fu che era ferito, ferito davvero. Glielo si leggeva
negli occhi chiaramente, nell'espressione.
-Io..io
non ho mai voluto prenderti in giro, mai. Non l'ho mai fatto,-
rispose in tono dimesso, quell'espressione in quegli occhi
solitamente così caldi e pieni di sogni silenziosi era stata
in
grado di azzerare ogni sua combattività. Era davvero
così deleteria
da cambiare una persona?
-Andiamo!-
Esclamò allargando le braccia Scamander alzando ancora di
più la
voce, -Credi che non vi veda? Che non vi abbia visti prima
all'entrata?-
Ora
era confusa. Davvero confusa, chi aveva visto? Prima all'entrata era
con Malfoy, ma.. che c'entrava? Non avevano fatto niente che
punzecchiarsi come al solito. Poi l'illuminazione la colse
impreparata facendole spalancare gli occhioni blu. Aveva scoperto del
bacio?
-No,
non è come pensi,- si affrettò a riparare a
qualcosa che in realtà,
lo sapeva bene anche lei, era irreparabile.
-Non
è come pnso? Non è forse la frase che usano tutti
i colpevoli? Lily
anche io ho gli occhi, vedo come Malfoy ti gravita attorno, come non
vi perdete mai di vista, sono un Corvonero sai?- le lanciò
quelle
affermazioni con tutto il rancore che aveva in corpo, facendola
sentire una barchetta in mezzo ad una bufera.
-Mi
gra.. ma cosa stai dicendo? Io e Malfoy ci detestiamo!-
C'era
stato un bacio, solo uno stupido bacio.. sì, okay, due baci,
ma
questo non cambiava la sostanza. Era una ragazza abbastanza grande da
capire la differenza fra il baciarsi e basta e il baciarsi con amore
e fra lei Malfoy quest'ultimo sentimento era proprio l'ultimo a
presenziare.
-SMETTILA!-
ruggì il ragazzo prendendola per le spalle esili di scatto,
facendola sobbalzare, ma senza sottrarsi a quella stretta, -Smettila
di prendermi in giro, cazzo Lily! Mi hai lasciato per lui, almeno
abbi la decenza di starmi lontana!-
La
scosse, ma quasi non se ne accorse presa a guardarlo con gli occhi
strabuzzati.
-Lasciato
per lui?- fu quasi un sussurro, sembrava una domanda più che
un'affermazione, ma non voleva porla in quel modo. Aveva frainteso,
aveva frainteso tutto.
-Smettila
di fare la finta tonta, stai diventando una Serpeverde fino dentro le
ossa, sfrutti le persone per poi liberartene non appena trovi di
meglio con cui divertirti,- la lasciò di scatto facendo un
passo
indietro come se le spalle della rossa avessero preso all'improvviso
fuoco, -mi disgusti.- L'ultima frase, sebbene detta
con calma
ebbe il potere di trafiggerla più di qualunque urlo.
Senza
lasciarle tempo di ribattere le voltò di nuovo le spalle
dirigendosi
a passo di marcia verso il campo. Quando si riebbe era già
lontano
qualche metro.
-NON
È VERO, LORCAN! Non è vero..- l'urlo le
grattò la gola tanto da
farle male, ma non abbastanza per distrarla dalla morsa allo stomaco
che aveva fin dal mattimo e ora quasi la soffocava. Aveva voglia di
piangere, piangere davvero.
Aveva
perso un'amico, aveva perso una persona che le aveva sempre voluto
bene. Gli aveva fatto del male, l'aveva cambiato. Lorcan non avrebbe
mai detto una cosa del genere, Lorcan non avrebbe mai fatto
deliberatamente del male a qualcuno, Lorcan era una di quelle persone
che davano tutto solo per un sorriso.
Sentiva
freddo, mentre con la gola annodata e ogni pizzico della sua forza di
volontà serviva per non far sgorgare le lacrime
recuperò la scopa
da terra che le era caduta di mano senza che se ne accorgesse quando
l'aveva afferrata per le spalle e si avviò al campo senza
vedere
davvero nessuno attorno a lei.
Quando
arrivò allo spogliatoio vide Lorcan in silenzio accanto al
fratello
che le lanciò un'altra occhiata truce. Non aveva perso un
solo
amico, ma due. Per cosa? Per Malfoy? No, ed era anche solo stupido
pensarlo, lei non aveva rinunciato a nulla per quel biondo con cui
aveva appena fatto una scommessa che l'aspettava in campo.
La
scommessa. Porco Salazar! Se Lorcan li avesse visti andare in giro
assieme da soli per Hogsmeade cos'avrebbe pensato? Che aveva ragione,
ovviamente. Che poi perchè le aveva chiesto una cosa del
genere? Non
aveva senso, ma daltronde, in quel periodo, niente di quello che
faceva Malfoy aveva senso.
Come
in trance raggiunse l'uscita, montò in sella alla sua scopa
fresca
di compleanno. Era la prima volta che la usava in una partita vera e
propria, ma niente dell'eccitazione che aveva pensato l'avrebbe
avvolta una volta in aria con la voce del commentatore che annunciava
il suo nome si fece sentire. Solo l'enorme angoscia che si portava
dietro da quella mattina.
Lanciò
un'occhiata alla squadra verde-argento schierata davanti a loro a
mezz'aria, c'era lui, proprio di fronte a lei, che la fissava
insistentemente. La vide, vide la sua espressione cambiare quando
intercettò il suo sguardo, era strana, non riusciva nemmeno
a
riconoscerla. Malfoy aveva sempre espressioni indecifrabili, ma in
quel momento era qualcosa di ben preciso, solo che non sapeva cosa.
-Questa
sarà una bella partita, ci troviamo da una parte la squadra
Serpeverde capitanata dal suo Cercatore ormai al suo settimo ed
ultimo anno totalmente concentrato sulla vittoria e poi dall'altra
parte dei Corvonero che da quando la Potter ne fa parte si è
alzato
veramente di livello, prima erano proprio mezz..-
-Zabini!-
Il
discorso di sottofondo l'obbligò a scostare lo sguardo verso
il
basso notando con orrore che Ares si era impossessato della cronaca.
E parlava male della sua squadra. Idiota. Per fortuna c'era la
McGrannit che per quanto fosse diventata preside da anni preferiva
occuparsi di persona di censurare gli studenti esaltati da un sonorus
e quidditch.
Lo
guardò, piegando la testa da un lato in segno di debole
disapprovazione e lui, ci avrebbe potuto giurare, le fece
l'occhiolino prima di riprendere.
-Stavo
solo esprimendo un parere,- ovviamente non si sarebbe mai scusato,
-comunque oggi ci sarà una bella partita, era quello il
succo del
discorso prima che la nostra amabile preside
m'interrompesse.-
Il
fischio dopo la stretta di mano dei capitani, quella Corvonero con
l'aria di Ungaro Spinato a cui erano state rubate le uova, riscosse
la rossa che tirò verso di sé il manico della
scopa per prendere
quota, decisa a allontanarsi da tutti e rimanere solo lei e il
boccino.
-Corvonero
parte subito all'attacco mentre i cercatori di entrambe le squadre
prendono immediatamente quota, che pensino che il boccino sia sulla
Luna? Va bene che Malfoy potrebbe non arrivarci, ma la rossa
è pur
sempre una Corvonero.-
-Zabini,
ma quella non è la tua Casa?-
-Ma
preside, la sincerità prima di tutto.-
note
a piè di pagina.
Prima
o poi dovrò dare un nome fisso a sto spazietto, ma vabe',
ora non è
la questione principale.
FIRST
OF ALL: “the
Scorpion's end” , per chi volesse, è una
miniminilong (2 capitoletti) Scorily che ho fatto in questo periodo, ne
sono
abbastanza soddisfatta, ordunque, dateci un'occhiata, potrebbe essere
un futuro alternativo di Maybe. ;)
Ritornando
a noi, la questione è che sono terribilmente in ritardo e
potrei
dirvi che dopo aver pubblicato il capitolo sono stata in vacanza,
appena tornata ho avuto degli esami e dopo pochissimo la scuola, che
è debilitante visto che mi sveglio molto più
presto del solito.
Potrei dirvi che l'ispirazione che mi aveva abbandonata è
tornata
oggi -forse ha preso il posto del sangue che mi han prelevato oggi
òò- , ma nonostante questo non ho scuse.
Mi
dispiace, ma soprattutto mi scuso per essere tornata a farmi vedere
con questo capitolo di due pagine in più del solito che vi
annoieranno.. e basta, mi sento una cacchetta.
Volevo
dire che, nonostante tutto sono arrivate a 105
le persone che seguono la mia storia, sono tante, troppe.
Cioè, per
me.. davvero, mi fa rendere conto, guardando quel numeretto che
dietro c'è una persona, un'anima, una vita, davvero, mi
emozionate.
Come i 58
che
hanno messo tra le preferite questa storia. Io davvero, davvero, vi
ringrazio dal profondo del cuore. Per tutto, per
queste
piccole dimostrazioni e apprezzamenti, per chi recensisce lasciando
tante parole che mi fanno letteralmente vomitare arcobaleni.
Grazie
e alla prossima, che spero non sia così indecentemente
lontana.
With
love. :)
|
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Capitolo 16 *** #14 - fourteenth chapter ***
;FOURTEENTH
CHAPTER
La
diabolica tentazione di amare il nostro nemico.
-roberto
bazlen
«Scamander
si lancia in avanti con la Pluffa, sembra determinato a segnare un
punto-- hey, quel bolide l'ha quasi steso, Porco Salazar!»
«Zabini,
I TERMINI!»
«Punto
per Serpeverde, di nuovo! Oggi andiamo forti, a quanto pare. La
Potter si deve sbrigare a prendere il boccino o i Corvi sono proprio
nella--»
«Zabini!»
«Okay,
okay. Stavo per dire nei guai, si calmi.»
«Sembra
proprio che la Potter abbia avvistato il boccino, guardatela come
fila-- ah, no. Falso allarme, l'ha perso.
Sarà
meglio che si sbrighi, siamo 130 a 30 per i Serpeverde, ma il
portiere Corvonero che fa? Dorme?»
«Punto
Corvonero, grazie a Merlino, allora sono capaci a tenere in mano una
Pluffa.»
Era
una catastrofe, una vera e propria ecatacombe.
I
gemelli Scamander sembrano essersi persi in un mondo tutto loro, il
loro portiere più reti prendeva più si arrabbiava
e distreava.
Avevano incassato 170 punti, per gli Slytherin era come sparare sulla
Croce Rossa.
No,
180, si corresse con un gemito quando sentì l'ennessimo
boato
provenire dalla curva verde-argento. Lei si stava praticamente
cavando gli occhi per trovare quel dannato boccino, ma il sole
l'accecava sempre al momento sbagliato.
Era
una fottuta situazione di merda.
Eppure,
avevano fatto 40 punti, le sarebbe bastato prendere quella dannnata
sferetta dorata per rimontare, e con quei miseri 10 punti avrebbero
vinto.
Fece
l'ennesimo giro del campo osservandolo dall'alto, controllando anche
dov'era finito Malfoy. Eccolo: dall'altra parte del campo che faceva
la stessa cosa. Allora non era introvabile solo per lei quella
maledetta palletta dorata. Che Morgana la perdonasse, ma aveva voglia
di commettere un omicidio-suicidio. Suicidio, perchè era
colpa sua
se gli Scamandro sembravano totalmente assenti. Soprattutto Lorcan,
che di solito era il loro Cacciatore di punta. In quanto a Lysander
non credeva di averlo visto colpire un misero Bolide in tutta la
partita.
Passò
lo sguardo sulla porta avversaria proprio sotto di lei e lo vide,
vide quel benedetto scintillio. Era quasi alla base del palo
dell'anello sinistro, che galleggiava impunemente. In un attimo si
lanciò, sorda a qualunque rumore sentiva solo il vento che
le
scompigliava i capelli e fischiava nelle orecchie mentre scendeva in
picchiata, potevano ancora farcela. Malfoy era dall'altra parte del
campo, all'altezza della porta Corvonero, sarebbe arrivata prima, ce
l'avrebbe fatta.
Con
la coda dell'occhio vide sfrecciare verso di lei una divisa
verde-argento. Allora se n'era accorto. Sorrise felice e allungo la
mano, praticamente in verticale. Mancava poco, davvero pochissimo.
«PUNTO!»
Forse
fu il ruggito di Zabini, forse fu il fatto che aveva visto la terra
più vicina di quando avesse calcolato, -o riflettendoci
dopo, a
mente fredda, del bolide che l'aveva colpita al fianco cogliendola
del tutto impreparata- ma in un attimo successe tutto.
In
un attimo frenò, ribaltandosi su se stessa rimanendo appesa
alla
scopa con una sola mano.
In
un attimo si sentì il boccino fra le dita che l'era andato
incontro
nello slancio, mentre chiudeva la mano in automatico.
In
un attimo, solo un attimo, vide Scorpius puntare verso di lei con
tutta la velocità che poteva e allungare la mano, verso di
lei, o
forse pensava che il boccino fosse ancora in giro.
In
un attimo allungo la mano che l'era scivolata dal manico della scopa
verso di lui.
In
un attimo vide sul suo viso diafano dipingersi la paura.
In
un attimo sfiorò le sue dita senza riuscire ad afferrarle.
In
un attimo, cadde.
Poi
fu buio.
Aprì
gli occhi che la testa le doleva come non mai, ed era pesante,
pesante davvero. Aprì gli occhi, sbattendoli più
volte senza capire
dove fosse, nella penombra vedeva solo delle tende.
Richiuse
le palpebre e cerco di sforzarsi di ricordare perchè avrebbe
mai
dovuto sentire un'accetta che le perforava il cranio.
La
partita, il boccino, Malfoy, il buio.
Riassunto
sconnesso, ma spiegava la situazione. Probabilmente l'avevano portata
in infermeria, non era la prima che in cinque anni dopo una partita
finiva lì. Di solito era di buon auspicio, voleva dire che
avevano
vinto. E di solito era contro i Serpeverde.
Provò
a girarsi su un fianco, ma il dolore glielo impedì. Si
toccò il
sinistro sentendo che a solo sfiolarlo le doleva.
La
partita, il boccino, il bolide, Malfoy, il buio.
Ora
il riassunto era decisamente più completo. Ma da dove
diavolo era
arrivato?
Mugugnò
lamentosa mentre cercava di stiracchiarsi un po', con prudenza. Si
sentiva un rottame, non sarebbe più riuscita a prendere
sonno, ne
era certa.
Un
rottame freddoloso imbacuccato sotto una doppia coperta di lana.
Madama
Chips la conosceva ormai troppo bene, passava decisamente troppo
tempo in Infermeria.
C'era
un silenzio meraviglioso, unica nota positiva. Doveva essersi
svegliata a notte inoltrata, ciò escludeva qualsiasi visita,
anche
parentale. Non fu mai tanto grata per l'intransigenza della vecchia
infermiera come in quel momento, avrebbero fatto un sacco di chiasso.
La
faccia di Malfoy spaventata le spuntò da dietro le palpebre
a
tradimento. Era l'ultima cosa che aveva visto prima di perdere
conoscenza. Al non riuscire a dormire si doveva aggiungere pure lui a
tormentarla?
La
paura di un Malfoy.
In
fondo era colpa sua. Solo e solamente colpa sua.
Se
non l'avesse baciata probabilmente con Lorcan sarebbe andata avanti,
magari chissà, si sarebbe anche innamorata. Se non fosse
stato per
lui Lorcan e Lysander non l'avrebbero odiata tanto da non pensare a
quella stupida partita, il che non l'avrebbe portata a buttarsi a
pesce per prendere il boccino. Okay, il ragionamento filava.
Poteva
dare tutta la colpa a Malfoy, in definitiva. E allora perchè
non si
sentiva meglio?
Era
preoccupato.
Pensieri
da trauma cranico che andavano eliminati all'istante.
In
fondo anche tu l'hai baciato.
Pensieri
sconnessi e per niente inerenti al filo logico che stava cercando di
seguire.
Sbuffò
sonoramente battendo un piede, che non portò altro che
ancora dolore
alla sua povera testa, per non parlare del fianco. Quella che la
tormentava non erano “pensieri da trauma cranico”,
ma la sua
coscienza. Dannato spirito Grifondoro. Dannata correttezza. Dannata
sincerità. Dannata Lily Potter.
Riaprì
gli occhi e fissò il soffitto pensierosa, avrebbe
decisamente
passato la notte in bianco.
«Lily
giuro che se non ti svegli ti rompo la scopa!» ma cosa voleva
Kimberly da lei? Aveva sonno, tremendamente sonno, Vitious avrebbe
potuto fare a meno di lei per un'oretta.
«Mhm,
ancora cinque minuti.» borbottò facendo per
voltarsi su un fianco.
Il dolore la svegliò come una scossa elettrica.
«Ma
sentitela!» sbottò la bionda e cominciò
a blaterare di cose a cui
era -a suo modesto parere- meglio evitare di prestare attenzione.
«Kimbry, calmati, così
la agiti.» quello era Albus, bravo fratellino.
«La agito un cazzo! Ma
porco Salazar, solo lei è capace di farsi male ogni
santissima volta
che sale su una scopa! E risalirci subito dopo che è
guarita,
perdipiù!»
Okay, stava diventando
scurrile. E quando la sua amica diventava scurrile o era molto, ma
molto arrabbiata, o era terribilmente preoccupata. Avrebbe dovuto
aprire gli occhi e ascoltare la sua ramanzina.
«Ma--»
«Ma
un cazzo!»
Okay,
doveva aprire gli occhi e ascoltare la sua
ramanzina.
«Mhm,
smettetela, mi pulsa la testa.» aprì lentamente
gli occhi blu e
mise a fuoco le figure vicino al suo letto. C'era Al che teneva le
mani sulle spalle di Kim, probabilmente in un tentativo di calmarla,
Zabini era seduto su una sedia accanto al letto e aveva appena
spostato lo sguardo dai due a lei, infine, Scorpius vicino al
comodino, appoggiato al muro con le braccia incrociate che la fissava
insistentemente con quella sua solita odiosa espressione
indecifrabile.
«Buongiorno
principessa,» le sorrise Ares incurante del casino che
stavano
facendo i suoi amici, «pensavo di doverti baciare per
svegliarti.»
«Sarebbe
stato un bel risveglio.» gli sorrise lei parlando a voce
bassa,
anche solo un pelo più alta le avrebbe portato delle fitte
alla
testa.
«Tu
sei una fottutta cretina.»
«Kim!»
esclamò Albus mentre la bionda sfuggiva dalla sua presa.
«Ti
voglio bene anche io tesoro.» fece una smorfia la rossa
mentre si
sollevava lentamente per mettersi seduta.
«Seriamente,
ma tu la sai maneggiare una scopa volante? Sono più brava
io!»
continuò a delirare. Era il suo modo di dimostrare affetto,
urlarle
contro, di solito lo capiva, ma in quel momento le stava davvero
spaccando la testa in due.
«Kims,
ascolterò volentieri tutti gli insulti che vorrai
affibiarmi, ma ti
prego, fallo con un tono di voce che non somigli a quello di una
Mandragola,» storse la bocca mentre si appoggiava con la
schiena
alla testiera del letto.
«Oh.»
si rese conto, forse un po' troppo tardi, che l'amica era caduta da
una scopa sbattendo la testa, «sì, vero.»
«Il
riassunto di quello che voleva dire Kim è che ci siamo
preoccupati.»
sorrise sornione Zabini facendo annuire Albus.
«No,
che è una cogliona che non dovrebbe giocare a Quidditch se
non sa
nemmeno guidare una scopa.»
«Kims.»
l'ammonì di nuovo Al, ora più calmo.
«È
tutto a posto, cioè-- più o meno.»
rispose Lily abbozzando un
sorriso, «niente che Madama Chips non possa
aggiustare.»
«Quel
cazzone di Scamander non potrebbe dire lo stesso se Albus mi avesse
lasciata fare,» sbuffò incrociando le braccia la
Serpeverde.
«Che c'entra ora
Lorcan?» domandò stupita Lily.
«Non Lorcan,
Lysander.» la corresse Ares.
«Eh?»
«Ti ha lanciato
addosso-- lui quel bolide, anche se sostiene che voleva prendere
Scorpius.» commentò storcendo il naso Albus e
notò quanto avesse
dovuto trattenersi da non aggiungere aggettivi ben poco lusinghieri a
quel resoconto incolore.
«Peccato che io fossi
lontano cinque metri da te quando l'ha colpito,» prese la
parola per
la prima volta il diretto interessato, facendola sobbalzare con
conseguenti fitte.
«Cos-- ah, capisco.»
ci aveva messo circa trenta secondi a capire il perchè
l'aveva
fatto. Lysander aveva un'ottima mira, se aveva colpito lei, voleva
colpire lei. Punto.
«Dovevi vederla, è
corsa in mezzo al campo urlando come un'ossessa e lanciando Fatture
Orcovolanti,» ridacchiò Zabini «peccato
che abbia una pessima mira
quando si arrabbia e che quel coglione sia bravo a scappare.»
«Me
lo immagino,» sorrise impercettibilmente, solo con le labbra,
mentre
gli occhi blu rimaneva tristemente spenti.
«Ancora
una e lo beccavo, poi passavo direttamente alle mani,» si
spostò i
capelli biondi dalla spalla stizzosa.
«Potter,
Zabini, Malfoy e-- Malfoy,» arrivò in quel momento
Madama Chips
imperiosa, «perchè non siete venuti a dirmi che
era sveglia? Ora
filate, avete lezione.»
«Perchè
sapevamo che avrebbe detto questo, Madama.»
scrollò le spalle Ares
alzandosi dalla seggiolina scricchiolante vecchia almeno quanto
l'infermiera.
«Muoversi.»
indicò la porta intransigente.
«Ci
vediamo dopo.» la salutò con la mano Kimberly
prima di voltarsi,
con quella di Albus sulla spalla.
«E
lei cosa fa? Non ha sentito Mr Malfoy?»
«Mi
può concedere solo cinque minuti per piacere? Devo dire una
cosa
importante alla Potter.» era rimasto fermò
lì, impassibile, anche
se gli altri ormai erano già fuori dalla porta.
«Deve
andare a lezione.»
Ecco,
brava, lo mandi via, la prego, scongiurò mentalmente la
rossa.
«Solo
cinque minuti, davvero.»
«Tre.»
«Basteranno.»
Come
non detto, maledetta serpe. Madama Chips si voltò e si mise
a rifare
i letti di fronte a quello di Lily, probabilmente solo per poterlo
controllare.
«Che
c'è di tanto urgente?» lo fissò
indispettita. Qualunque cosa fosse
che necessitava l'assenza degli altri non doveva essere una buona
notizia.
«Ho
vinto io.»
Solo
questo. Non disse altro, una sfumatura di presa in giro nella voce,
ma nient'altro.
«Cosa?»
alzò un sopracciglio rosso.
«La
scommessa, l'ho vinta.» si spostò di lato al suo
letto, dove poco
prima c'era Kimberly.
«Impossibile,
ho preso il boccino.»
In
tutto quel guaio si era dimenticata della scommessa, ma evidentemente
lui no.
«No,
Yaxley ha segnato un punto poco prima che lo prendessi. È
finita 200
a 190, per noi.» le spiegò serafico con l'aria di
chi se la stava
godendo un sacco a dare una delusione. Sadismo allo stato puro.
«Mi
stai prendendo per il cu--» poi si ricordò, si
ricordò la voce di
Zabini che urlava 'punto' poco prima che lei cadesse,
«merda.»
«Vedo
che te ne sei ricordata, su, non essere così triste, in
fondo ti
concedo un'intera giornata del mio prezioso tempo.»
sì chinò un
po' verso di lei, con le mani in tasca e quel dannato ghignetto
stampato in faccia.
«Che
tu hai voluto mettere in gioco.» gli fece notare con
disappunto la
rossa.
«Ho
i mei motivi.»
Peccato
che fossero noti solo a lui, pensò con rammarico.
«Un
minuto.» la voce perentoria di Madama Chips la riscosse.
«Quindi?»
lo guardò dritto negli occhi grigi, un po' più
luminosi del solito,
forse grazie al sole che splendeva fuori dalla finestra e gli
donavano qualche riflesso azzurro.
«Non
ti sei impegnata poi così tanto a vincere,
però.» se ne uscì dal
nulla, sempre col suo solito ghignetto irritante.
«Mi
sono quasi ammazzata per prendere quel dannato boccino!»
protestò
non sapendo dove voleva andare a parare.
«Alla
fine..» lasciò in sospeso la frase, come se
volesse continuarla, ma
non disse nient'altro.
«Cosa
staresti insinuando, Malfoy?» lo guardò
più astiosa che mai.
«Io?
Assolutamente niente.» sorrise candidamente -sorrise-
dannazione. Non lo vedeva sorridere da quel pomeriggio.
Lo
vide raddrizzarsi con nonchalanche, mentre lei ancora lo fissava
imbambolata e un po' imbronciata.
«Solo
che forse avevi voglia anche tu di venire, io e te, senza gli altri,
a Hogsmeade.»
Quel
sussurro la raggiunse come un pugno allo stomaco, prima che il biondo
sparisse dietro la porta con le mani ancora infilate in tasca e la
camicia fuori dai pantaloni.
«Io--»
cominciò a rispondere al vuoto, boccheggiando,
«idiota.» sbuffò
gonfiando le guance indispettita infine, lasciandosi di nuovo
scivolare stesa in attesa che l'infermiera tornasse ad imbottirla di
pozioni.
La
giornata passò noiosa, ma il pomeriggio compensò
in modo
eccellente.
Passò
Kim, che se ne stette con lei finchè Hugo e Rose non
arrivarono
verso il tardo pomeriggio, promettendo che sarebbe tornata.
Arrivò
anche Zabini, che provocò un intenso rossore sulle guance
della
riccia. In quel momento Lily sospettò che ci fosse lo
zampino di una
certa bionda Serpeverde a cui sua cugina non piaceva tanto. Diciamo
pure per niente.
I
cugini se ne andarono e rimase un po' lui a farle compagnia
finchè
non venne ora di cena e Madama Chips lo cacciò via.
Ritrovare
il silenzio era davvero una cosa meravigliosa, che le permise di
riflettere sul fatto che né Malfoy né suo
fratello erano tornati.
Sul primo non aveva nemmeno costruito speranze, anzi, il contrario,
sperava proprio che non venisse, ma il secondo era strano, in effetti
con la sua mania da genitore iperprotettivo sarebbe dovuto essere
lì
ancora prima di Kimberly.
Probabilmente
aveva da studiare per i M.A.G.O. e sarebbe venuto a tormentarla dopo
cena.
Albus
quel pomeriggio non aveva studiato, non aveva nemmeno minimamente
pensato di farlo, invece, mentre tornava dalle lezioni pomeridiane
con Scorpius aveva scorto una testa bionda e gli aveva fatto segno
all'amico di seguirlo.
Avrebbe
preso sicuramente preso qualche passaggio e lui voleva metterlo
all'angolo quando era solo, infatti, quando lo vide sparire dietro ad
un arazzo lo seguì a ruota, incurante se l'amico gli era
dietro o
no.
«Scamander.»
disse funereo dal fondo delle scalette strette, facendo fermare il
biondo che non aveva fatti più di sei o sette.
«Sei
qui per difendere l'onore di tua sorella, Potter?» si
voltò
fissandolo insolentemente. Sembrava una persona totalmente diversa da
quello che, bene o male, conosceva fin dall'infanzia, una smorfia
cattiva se ne stava su un viso che aveva sempre visto ridere e
scherzare, assieme a Lily, «vedo che c'è anche il
suo nuovo
ragazzo.»
Sentì
Scorpius alle sue spalle appoggiarsi al muro con le braccia
incrociate, in silenzio. Lo conosceva e sapeva che non si sarebbe
intromesso se non nel caso in cui gliel'avrebbe chiesto,
perchè era
una questione che voleva sistemare da solo.
«Non
so di cosa tu stia parlando, -per entrambe le cose- io sono sono qui
per darti un avvertimento.» rispose serafico il moro, come se
nulla
lo toccasse. Forse era vero che a stare con le serpi prima o poi si
diventava come loro. E poi -a prescindere da tutto- lui lo era, un
Serpeverde.
Lysander
fece una breve risata fredda e scese due gradini, avvicinandosigli.
«Hai
intenzione di minacciarmi? Davvero? La mamma chioccia Albus si
è
arrabbiata?»
«Senti
Scamander -a me non interessa cosa tu voglia fare della tua vita o
questo teatrino idiota- il punto è che, prova a toccare mia
sorella
o chi amo anche solo con un dito e io ti distruggo. Non ho lasciato
finire a Kim quello che aveva cominciato solo perchè si
sarebbe
messa nei guai e per uno come te non ne vale la pena, ma io sono
più
furbo, grande e grosso di lei e mia sorella. Ti butterò
talmente
tanto marciume addosso che si farà talmente vuoto intorno a
te da
farti rimpiangere i momenti più bui della tua vita
perché sarà
come se non fossi mai esistito.» mentre parlava -con estrema
razionalità e scandendo ogni parola- saliva un gradino dopo
l'altro
avvicinandosi sempre di più al biondo, finendogli davanti,
col dito
puntato contro il suo petto, «E quando proverai ad accusarmi,
a
giustificarti, si creerà solamente altro vuoto intorno a te
-se
possibile- perché nessuno ti crederà e ti
vedranno solo per la
persona meschina e infima che sei. Perchè non può
definirsi uomo
quello che colpisce con un bolide una ragazza solo perchè
crede a
tutto quello che il suo amato fratellino corre a piangergli
addosso.»
Fece
una breve pausa, appoggiando una mano al muro accanto appoggiandovisi
e chinandosi lievemente verso di lui, sempre col dito puntato.
«Ricordatelo
bene, perché il mio cognome è Potter,
io non minaccio e
basta come un qualsiasi Slytherin, io prometto.
Ricordatelo
finché campi.»
Quando
smise di parlare sembrò quasi come se l'eco di quel discorso
fosse
rimasto ad aleggiare nell'aria, come monito. Il silenzio
calò
funereo.
«Pensi
di farmi paura?» cercò di riassumere il controllo
Lysander alla
fine, ripresa la parola.
«Non
m'interessa che impressione ti ho fatto; a te, invece, deve
interessare eccome cosa ti farò se non manderai bene a mente
queste
parole.» fece un'alzata di spalle continuando a fissarlo
negli
occhi, con quel verde di solito così quieto che ora bruciava
come se
fosse Ardemonio, anche se il viso era perfettamente disteso,
«Ti
saluto.»
Si
voltò e raggiunse l'amico che ancora l'aspettava sul fondo
degli
scalini di pietra e senza sentire un fiato dietro di loro, si
chiusero l'arazzo alle spalle.
«Da
quand'è che staresti con Lily?» domandò
dopo qualche minuto che
camminavano in silenzio.
«Che
c'è? Vuoi promettere anche a me una fine orribile e
l'emarginazione
sociale?» alzò un sopraciglio biondo.
«No,
è per castrarti sul momento, più che
altro.» si passo una mano fra
i capelli neri distrattamente.
«Ah.»
nessuna sfumatura particolare passò nella sua voce,
«No, comunque
non sto con tua sorella.»
Lily
non avendo nulla da fare si era messa a leggere un libro che le aveva
portato Rose dal suo dormitorio. L'aveva iniziato tempo prima, ma con
gli allenamenti e lo studio era rimasta indietro. Santa Rose che era
l'unica a capire la sua passione sfrenata per la lettura, aveva
davvero troppi cugini quasi analfabeti -Hugo in primis- e fossero
stati babbani probabilmente la loro frase tipo sarebbe stata
“aspetto
il film”.
Nella
tranquillità dell'infermeria -in cui entrava solo qualche
studente
in crisi pre-esame bisognoso di un Distillato della Pace, a volte di
una buona dormita- era riuscita a staccare da tutto, anche il dolore
fisico che man mano andava diminuendo. Madama Chips le aveva detto
che se ne sarebbe potuta andare la mattina dopo, ma le consigliava di
non andare a lezione e piuttosto riposare un po' al dormitorio, a
quanto pareva la botta alla testa non era stata poi così
lieve.
«Si
può?» alzò la testa e vide che da un
lembo delle tende tirate si
affacciava il viso di Calipso.
«Hey,
certo.» le sorrise facendole segno con una mano di venire
avanti,
mentre con l'altra chiudeva il libro tenendo il segno con l'indice,
«Avevo chiuso le tende perchè c'è un
po' di traffico in questi
giorni, sai, gli esami.»
«Capisco,
manca davvero poco e la gente continua a dar di matto, dovresti
vedere la Grey, ora l'è spuntato un brufolo e pensa di
essere
vittima di una maledizione oscura.» ridacchiò la
Corvonero venendo
avanti e prendendo posto sul bordo del letto.
«Oh
santo cielo, me ne avevano parlato della sindrome dei G.U.F.O., ma
pensavo fosse solo leggenda.» rise con lei ricordando come
Albus le
avesse raccontato che quando ti trovavi a studiare per ore
maledizioni e i possibili controincantesimi capitava che cominciassi
ad autodiagnosticarti maledizioni rarissime e improponibili.
«Ah
quanto pare lei ne è la prova vivente. Allora, come
stai?»
l'osservò con quei suoi caldi occhi marroni.
«Bene,
domani mi dimettono, ho la testa troppo dura.» sorrise
rassicurante
facendo un'orecchia al libro per poterlo chiudere e poggiare sul
comodino lì accanto, «Piuttosto, notizie dal
dormitorio, a parte le
crisi?»
«Mhm,
no, niente a parte il fatto che Lysander e Lorcan da dopo la partita
non si parlano più.»
Le
aveva lanciato un'occhiata preoccupata, eppure non sembrava avere le
manie iperprotettive nei suoi confronti che sembravano
contraddistinguere tutti in quel periodo e che li portava ad omettere
un po' troppo.
«Come
mai?» chiese soltanto, cercando di non mostrare nessuna
sorpresa,
come la situazione non la riguardasse.
«Beh,
perchè Lorcan è una persona corretta.»
sorrise con semplicità la
ragazza, senza aggiungere altro.
«Oh..»
non riuscì a dire altro mentre cominciava ad intuire la
situazione,
«Quindi nemmeno a lui è andata tanto a genio la
storia del bolide,
eh?»
«No,
è un bravo ragazzo.» si passò una mano
fra i capelli castani, «Si
vedeva che ce l'aveva con te, come si vedeva che tu, insomma.. lo
evitavi. Però ieri sera dopo la partita li hanno sentiti
tutti
litigare dal loro dormitorio, Lorcan sembrava stravolto.»
Calipso
si guardò un po' in giro prima di continuare, per poi
riposare lo
sguardo su Lily.
«Diceva
cose del tipo “Sei impazzito?” o “La
conosciamo da quando siamo
nati, hai idea di quello che avresti potuto fare?”»
fece un'altra
breve pausa leccandosi le labbra a disagio, «e poi qualcosa
sul
fatto che se davvero volevi Malfoy non poteva farci nulla.»
«Malfoy?
Che c'entra lui adesso?» si passò una fra i
capelli spettinati a
disagio, a quanto pareva le voci giravano troppo in fretta anche fra
gli studiosi Corvonero.
«Beh--
sai, nella nostra Sala Comune non ci sei mai, sei sempre con i
Serpeverde e, beh..» sembrava davvero a disagio, come se
stesse per
dire una cosa davvero scomoda, «si dice che ora tu e Malfoy
abbiate
una tresca o qualcosa del genere, o che comunque tu abbia mollato
Scamandro per questo. E la reazione di Malfoy alla partita non ha
fatto altro che avvalorare la tesi.»
«Reazione?
Che reazione?» le voci poteva ancora capirle, di sicuro
Lysander non
si era frenato dal parlare dietro -anche se a dire il vero prima di
quell'occasione non se lo sarebbe mai e poi mai aspettata una
reazione del genere- e il suo comportamento recente, ovvero evitare
la torre come la peste non aveva che aiutato quelle dicerie, ma il
resto.. forse il mondo si stava capovolgendo.
«Beh,
dovevi vederlo.. quando stavi cadendo l'hai visto praticamente quasi
buttarsi per prenderti, sembrava fuori di sé, più
bianco del
solito, non voleva aspettare Madama Chips, credo che se quell'altro
tuo amico -come si chiama? Zabini, ecco- non l'avesse fermato
probabilmente ti avrebbe caricata sulla scopa e portata in infermeria
al volo. Continuava a chiamarti e ti ha seguita come un'ombra fino
all'infermeria. Da quello che si dice in giro l'hanno visto uscire
molto tardi da qua e nella Sala Comune Slytherin c'era un'aria
irrespirabile dalla tensione che c'era, fra sua sorella e
lui.»
«Mhm,
sai come sono le voci a Hogwarts, il tempo di salire due rampe di
scale e si passa da uno sguardo di sfida a una sfida clandestina
sulle scope,» fece un'alzata di spalle cercando di mostrarsi
indifferente, anche se il resoconto della compagna di casa le aveva
dato da riflettere.
«Vero,
però la prima parte l'ho vista con i miei occhi.»
ribattè senza
lasciarle via di scampo con tutta la tranquillità di questo
mondo,
«in fondo non mi stupisce nemmeno, si vede che ci tiene a
te.»
aggiunse dopo una breve pausa lasciandola interdetta.
«E
da cosa?» rise di gusto. «Dagli insulti e gli
scherzi di pessimo
gusto?»
«No,
da come ti guarda.»
La
risata le morì in gola mentre fissava la ragazza davanti a
lei
perplessa.
«Cosa--
cosa vorresti dire?» prese poi coraggio dopo una breve
esitazione.
«Certe
cose si notano, soprattutto quando non siete assieme.»
«Ti
sbagli, io e lui ci destestiamo cordialmente dal primo anno.»
sentenziò sicura, più per convincere
sé stessa.
«No,
non mi sbaglio, sei tu che sei distratta. Quando non pranzi al tavolo
Serpeverde capita spesso che ti lanci occhiate strane, ti fissa, ti
fissa e basta. Tu non te ne accorgi perchè sei convinta che
ti
detesti e questo ti basta, ma davvero. Ti guarda in continuazione,
con uno sguardo strano.»
La
Canon la osservava con tranquillità, aspettando una sua
reazione che
non si affrettava a farsi avanti. Sembrava paralizzata, mentre
metabolizzava quelle parole.
«Ma--»
«Ma
questi non sono fatti miei, lo so. Pensavo solo che fosse giusto che
lo sapessi.» l'interruppe subito con un mezzo sorriso
portandosi una
ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«No,
è che io non l'ho mai visto e -non è che non
voglia fidarmi di te-
è surreale, pensarla così, capisci?»
provò a chiarire quello che
le vorticava nella testa, tormentandosi le mani appoggiate sulle
gambe.
«A
volte.. ci chiudiamo troppo nelle nostre convinzioni e rischiamo di
commettere terribili sbagli, solo perchè ci ostianiamo a non
voler
vedere come stanno davvero le cose.»
«Forse
è così, ma non credo sia il mio caso.»
«Non importa, col
tempo capirai.» sembrava così sicura di quello che
diceva, come se
non avesse modo di dubitare delle sue convinzioni.
«Lily, indovina cosa
ti ho portato.» la voce di Kimberly spezzò il
silenzio che si era
creato, scostando le tende con una mano dietro la schiena,
«Nu-- ah,
ciao.»
Si
mise a fissare la mora con aria dubbiosa, lanciando una breve occhata
all'aria pensierosa dell'amica.
«Ora
devo tornare a studiare, altrimenti la prossima con una crisi
isterica che vedrai entrare sarò io,» sorrise
alzandosi la Canon,
«ci vediamo domani quando esci, così ti passo
quello che abbiamo
fatto.»
«Okay
Cali, a domani.» sorrise raddrizzandosi mentre Albus spuntava
dietro
le spalle della bionda. «E.. Grazie.»
La
ragazza si fermò, con una mano già sulle tende
mezze scostate, «Di
niente, solo-- solo tu pensaci, fammi questo piacere.»
Lily
rimase un attimo con la bocca aperta, poi la richiuse sorridendo.
«Certo,
ci proverò.»
«Di
che parlavate?» chiese non appena la Ravenclaw si fu
allontanata
guardando con sospetto le sue spalle che sparivano dietro la porta
dell'infermeria.
«Niente.»
sorrise, «Piuttosto, tu che mi hai portato? Mi era parso di
sentire
una parola che inizia con N e finisce con utella.»
«Sì,
ma non so se te la meriti, confabuli con le Corvonero.»
alzò la
testa stizzita.
«Andiamo
Kimbry, non fare la gelosa.» s'intromise Albus lanciando un
sorrisino alla sorella.
«Parla
lei che se la fa con mio fratello da quando siamo andati a Hogsmeade
e non mi dice niente,» sbuffò la rossa.
«Co—co—cos—co—no,
stai delirando.» cominciò a balbettare arrossendo
incontrollabilmente la Serpeverde, mentre Albus diventava del colore
dei capelli della sorella.
«Lil—io--»
cercò di spiegarsi il ragazzo poi zittidendosi.
«Oh,
andiamo, lo sapevano anche i muri che vi sareste messi assieme, solo
speravo che vi sareste svegliati prima del tuo ultimo anno
Al,» alzò
gli occhi blu al cielo con aria saccente.
«Ma
noi-- ecco, non stiamo-- o stiamo..?» cominciò di
nuovo a
balbettare il ragazzo per poi voltarsi verso Kimberly che lo
guardò
atterrita. Lei con le sue insicurezze e lui con la sua stupida
timidezza probabilmente sarebbero arrivati ai cinquant'anni senza
ancora aver chiarito niente.
«..stiamo?»
domandò a sua volta la ragazza ormai completamente bordeaux
guardandolo sottecchi.
«Per
me-- beh, sì.» borbottò impacciato
fissandosi le scarpe.
«Oh,
okay. Per me-- okay.»
Erano
l'amore, davvero. Non aveva mai visto due persone così
dannatamente
dolci, tanto da farle venire l'orticaria.
«Kimberly
Potter, suona malissimo.» s'intromise Lily con aria casuale
facendoli sobbalzare entrambi.
«Sì,
davvero.» commentò la ragazza cercando di
mantenere un contegno
-anche se era ancora evidentemente accaldata- mentre si sedeva sul
bordo del letto evitando accuratamente lo sguardo del ragazzo,
«Ed è
per questo che manterrò il mio cognome fino alla
morte.»
«Dammi
la mia Nutella Mrs Potter e smettila di fare la dura,»
ridacchiò
mentre Albus raggiungeva la seggiolina accanto al letto
silenziosamente, ancora un po' frastornato.
Mangiando
pane e Nutella Lily aveva raccontato la parte relativa ai due
Scamander -evitando accuratamente tutto ciò che riguardava
il
cognome Malfoy- della conversazione con Calipso.
«Allora
non hanno un cervello in due, questo sì che mi
sorprende.» fu il
commento finale di Kim, seduta a gambe incrociate sul letto con la
bocca sporca di Nutella.
Lily
rise di cuore e passarono ad argomenti più neutri, come il
fatto che
avessero fatto una nuova pozione quel giorno e che probabilmente Lils
avrebbe fatto esplodere il calderone se ci avesse provato da sola,
quindi avrebbe dovuto aiutarla la bionda -e possibilmente anche
Albus- per il bene del castello e dei suoi abitanti.
Quando
scattò il coprifuoco furono puntualmente invitati ad uscire
dall'infermiera e il silenzio calò di nuovo sulla stanza.
Dall'interno delle sue tende Lily non poteva vedere nulla attorno a
sé niente se non bianco e stoffa. Chiuse gli occhi, non
aveva voglia
di leggere, la testa era troppo piena di pensieri, soprattutto delle
parole di Calipso. Quella ragazza, da quando la conosceva, aveva
sempre azzeccato il punto della questione perchè
semplicemente
osservava. Forse era perchè lo faceva dall'esterno, forse
perchè
era un puro cervello -e cuore- Ravenclaw, ma era in grado di aprirle
gli occhi sempre al momento giusto.
Si
poteva dire che fosse diventata la voce della sua coscienza.
“Si
vede che ci tiene a te.”
Che
poi forse era solo lei a non averci pensato, che in cinque anni era
impossibile che qualcosa rimanesse sempre uguale. Che cos'era per lei
Scorpius Malfoy? Un nemico? E allora perchè ci passava
assieme quasi
tutte le sere? Se davvero non lo sopportava avrebbe visto gli altri
in separata sede, probabilmente non gli avrebbe nemmeno rivolto la
parola. Eppure la irritava, la irritava terribilmente con quell'aria
da grand'uomo pieno di sé, terribilmente.
“Sei
tu che sei distratta.”
In
effetti era cambiato anche il modo in cui la irritava, dal primo
anno. Era cambiata anche lei e il loro modo di comportarsi.
Com'è
che avevano iniziato a detestarsi poi? Com'è che era
iniziata quella
specie di faida? No, non se lo ricordava nemmeno lei.
“Spesso
che ti lanci occhiate strane, ti fissa, ti fissa e basta.”
Lui
era sempre stato il migliore amico di Albus, il Serpeverde platinato
e irritante a cui bisognava restituire ogni insulto, ogni scherzo.
Gli scherzi erano diventati sempre più pesanti, giocavano
più
sporco man mano che passavano gli anni, anche se, in quell'ultimo
anno dopo la storia con Rose non era successo più nulla.
Nada de
nada.
“Tu
non te ne accorgi perchè sei convinta che ti detesti e
questo ti
basta.”
Ma
cos'era davvero per lei? Un amico? Nemmeno, non ci si vedeva con lui
a parlare normalmente, anche se-- beh, anche se l'avevano
già fatto.
C'era da dire che nella maggior parte delle volte lei era ubriaca, ma
lui no. L'illuminazione la prese all'improvviso. Spesso era lei ad
attaccare bottone in modo scontroso, ma lui, quando era ubriaca o
fragile o semplicemente aveva un punto debole non l'aveva mai
colpita. Mai. Addirittura a volte si era preso cura di lei. Non la
odiava, non davvero, come lei non odivava lui.
“Dovevi
vederlo.. quando stavi cadendo l'hai visto praticamente quasi
buttarsi per prenderti, sembrava fuori di sé, più
bianco del
solito.”
Lui
si preoccupava per lei.
L'aveva
vista, vista davvero, la paura nei suoi occhi quando le era sfuggita
la presa e lui non era arrivato in tempo, aveva visto lui seguirla
mentre cadeva, impotente.
Eppure--
eppure era così surreale che tutto
quello che aveva detto
Cali potesse avere un senso, avrebbe sconvolto definitivamente un
mondo che era sempre stato pieno di punti fermi. Ma in fondo, in
quell'ultima metà anno quanto era cambiato?
Rose
era una brava ragazza, modesta e studiosa.
Rose
provava gelosia e astio.
Amy
era la sua migliore amica.
Amy
l'aveva tradita.
Zabini
era poco più che un conoscente.
Zabini
era praticamente il suo migliore amico.
Lorcan
le voleva bene.
Lorcan
l'amava.
Lysander
era suo amico.
Lysander
la odiava.
Albus
non avrebbe mai avuto il coraggio di dichiararsi a Kim.
Albus
e Kim stavano assieme.
Malfoy
la odiava.
Scorpius
l'aveva baciata.
“A
volte.. ci chiudiamo troppo nelle nostre convinzioni e rischiamo di
commettere terribili sbagli, solo perchè ci ostianiamo a non
voler
vedere come stanno davvero le cose”
Se
all'inizio aveva pensato che l'aveva fatto solo per darle fastidio,
in quel momento non riusciva a crederci con la stessa
intensità con
cui lo faceva prima, le era difficile che quegli sguardi, quelle
parole dette a mezza bocca prima di impossessarsi delle sue labbra
facessero tutte parte di una recita. Era stato come se, in quegli
istanti, avesse visto un'altra faccia di Scorpius, forse proprio
quella che c'era dietro la maschera che lei stessa aveva posizionato
sul suo viso, dandogli il ruolo di cattivo.
Era
una bambina quando aveva deciso che ruolo aveva il mondo e quale,
invece, aveva lei. E si era rifiutata di crescere, di cambiare idea e
questo era decisamente un male.
Merlino,
undici anni erano davvero troppo pochi per decidere chi fosse
qualcuno o addirittura chi essere lei stessa. A undici anni non si
è
altro un bozzetto di ciò che si diventerà
crescendo, non che a
sedici il disegno fosse finito, ma invece di essere dei semplici
tratti su un foglio si cominciava ad essere pieni di sfumature e il
bianco e nero cominciava ad andare stretto.
Se
era riuscita ad accettare che Zabini fosse una brava persona seppure
Slytherin, se era riuscita ad accogliere nel suo cuore Kimberly
nonostante il suo cognome senza esitazioni, perchè non
riusciva a
credere che Malfoy potesse essere più di quello che le
appariva
davanti agli occhi?
Credeva
di conoscerlo bene e, in effetti, per molti versi poteva dire di
saper associare ogni sua espressione facciale ad un umore, ogni
movimento a un determinato fattore scatenante, ma in realtà,
dei
suoi pensieri, cosa sapeva?
“Forse
avevi voglia anche tu di venire, io e te, senza gli
altri, a
Hogsmeade.”
Con
quella frase che le risuonava nelle orecchie si addormentò,
facendo
sogni agitati in cui la sua coscienza continuava a cambiar volto e
voce. Furono sogni pieni soprattutto di capelli biondi, occhi grigi,
sorrisi e sguardi.
Lily
che cadeva tendendo la mano verso di lui.
Lily
che gli sfuggiva dalle mani -come sempre- solo che quella volta era
stato letteralmente, ed era caduta.
Lily
che si avvicinava a terra con quegli occhi blu come il cielo
spalancati verso di esso, neanche dalla paura, ma dalla sorpresa,
fissi nei suoi.
Era
successo tutto in un attimo, si era sentito salire il suo nome in
gola e rimanere bloccato lì, come se fosse troppo pesante da
buttar
fuori, mentre il fiato incespicava per uscire.
“Potter!
Potter! Dannazione, Lily!”
Aveva
urlato, ma non rispondeva, se ne stava con gli occhi chiusi a terra.
Era stato il primo ad arrivare eppure non aveva potuto fare niente
che chiamarla, ma lei non rispondeva. Lei non rispondeva mai, per
quanto la chiamasse scappava sempre.
“LILY!
LILY!”
Altre
urla si erano unite ai suoi richiami, eppure riusciva solo a sentire
il suo nome sulla sua lingua, solo quello che gli rimbombava nelle
orecchie. Da quand'è che la chiamava per nome poi? L'aveva
già
fatto prima, senza nemmeno pensarci, come se fosse naturale.
La
corsa fino all'infermeria, Kimberly che teneva stretta la mano di
Albus come sua unica ancora, lui che correva più veloce che
poteva e
la chiamava, ma lei non rispondeva, continuava a rimanere immobile.
Quando
l'avevano spostata dalla barella al letto aveva visto la macchia
rossa rimasta dove prima di rosso c'erano solo i suoi capelli. Sangue
-il suo sangue- aveva sporcato quel lenzuolo bianco.
Aveva
passato una serata sullo stesso divanetto su cui stava in quel
momento a fissare il vuoto astioso, rimuginando. Perchè si
sentiva
in colpa? Aveva fatto di tutto per prenderla, ma non c'era riuscito,
era troppo lontano e lei andava troppo veloce. Dannata, spericolata
Potter.
Eppure,
gli sembrava di aver mancato il suo dovere, mentre sfiorava appena le
sue dita tese, mentre nell'unica volta in cui gli aveva chiesto aiuto
lui non era stato in grado di darglielo.
Da
quando voleva proteggerla, anziché ferirla? Ma in fondo
aveva mai
davvero voluto ferirla, farlo davvero?
Cinque
anni, cinque fottutissimi anni a litigare con quella rossa assurda,
non ricordava altro che quello. Quei cinque anni gli sembravano una
vita intera. Era stato un passatempo, darsi fastidio reciprocamente,
eppure-- Lui pensava a lei. Continuamente.
Nella
sua testa c'era una lotta incredibile, fra l'accettare una
verità
ovvia e il continuare su una strada sicura.
Se
gli dava così ai nervi perchè continuava a
cercarla?
Aveva
sempre litigato con lei, a volte era così irritante
rinchiusa in
quelle sue stupide convinzioni Grifondoro. Gli faceva saltare i
nervi, ci provava gusto, come a lui piaceva vedere le sue guance
lentigginose imporporarsi dalla rabbia, ma mai dall'imbarazzo. Niente
la imbarazzava, era troppo limpida.
Da
quando pensava a lei in quei termini? Da quando un gioco era
diventato un bisogno?
Poi
c'era il week-end ad Hogsmeade, aveva dovuto ricattarla per
ottenerlo, non avrebbe mai potuto chiederglielo, semplicemente
perchè
non poteva. Ma perchè voleva passare così
intensamente passare del
tempo con lei, da solo? Non la conosceva già abbastanza a
fondo? Non
sapeva forse che quando si passava le mani fra i capelli era
imbarazzata, che spesso inciampava nei suoi piedi, che amava leggere
storie, babbane perlopiù, che reggeva poco l'alcool e in
quei
momenti sembrava davvero che in fondo a lei piacesse stare in sua
compagnia? Non sapeva, forse, che era piena di lentiggini anche sulle
spalle, che aveva un neo, sulla clavicola destra? Non conosceva il
significato di ogni suo sguardo?
Ma
forse la vera domanda era come avesse fatto a
conoscere tutto
quello di lei e non averne abbastanza. O forse era come mai stesse
andando ad infilarsi in un guaio di cui nemmeno lui sapeva
l'obbiettivo finale.
Si
ritrornava sempre alle domande sbagliate, con lei. Continuava a
porsene eppure nessuna risposta gli era mai apparsa.
Forse
la vera domanda era lei, forse l'unica cosa che doveva chiedersi era
cosa fosse per lui quel piccolo demonio dai capelli rossi spettinati
e il sorriso sempre rivolto a tutti, a volte persino a lui, da
ubriaca o distratta.
Cos'era
per lui Lily Potter?
Non
appena uscì dall'infermeria la prima cosa che fece fu di
dirigersi
al dormitorio, aveva ricevuto una lettera, quella mattina, da
Dominique. Le aveva chiesto se ci sarebbe stata quel week-end ad
Hogsmeade. Sì, ci sarebbe stata, ma con Malfoy. Tanto
peggio,
l'avrebbe obbligato ad aiutarla e probabilmente lui se la sarebbe
svignata.
“Cara
Dom,
vediamoci
alla Testa di Por-- no, meglio ai Tre Manici, c'è
più gente ed è
l'ultimo week-end che si può andare a Hogsmeade, ci
sarà una folla
paurosa.
Porta
anche James, mi raccomando, se vuole davvero prendersi le sue
responsabilità sarà meglio che ci sia anche lui a
discutere di
com'è meglio fare.
Secondo
me sarebbe meglio prima parlarne a singoli, quelli più
probabilmente
a favore della famiglia, dimodochè poi non vengano
influenzati dal
giudizio di papà o decidano di tenersene fuori, ma ne
parleremo
meglio faccia a faccia.
Sperando
che tu sia bene,
Lily”
Una
volta scarabocchiata una pergamena in fretta e furia corse alla
Guferia e la spedì, si sarebbe prospettava un'uscita
pesante, già
sentiva la stanchezza.. e mancava ancora una settimana.
note
a piè di pagina.
Uhm, che dire. Ciao. :3
Questa volta sono
arrivata abbastanza presto col capitolo nuovo, mi sento orgogliosa di
me stessa, anche perchè il 15 è già in
lavorazione.
Cominciamo col dire che
si stanno dando una svegliata e che -forse- e che finalmente Lily sta
crescendo. Ho amato scrivere di Albus con le palle, perchè
-anche se
sembra quieto quieto- è un uomo tanto quanto suo padre.
Ci metto sempre un po'
di più a correggere gli errori, divento più
pignola cercando
qualunque distrazione (CE NE SARANNO ANCORA, LO SO D:)
perchè siamo
quasi arrivati alla fine.
È un'avventura che
dura da 3 anni, fra vari alti e bassi e c'è ancora qualcuno
che la
legge. La malinconia mi porta a fare varie One-Shot (come l'ultima
-pumpinks
& bats- che parla dell'Halloween poco prima
dell'inizio di
Maybe, verso Marzo/Aprile, per intenderci) e probabilmente ne
farò
ancora e ancora perchè ormai sono una parte fondamentale di
me.
Inoltre so di aver cambiato stile un sacco di volte, ecco
perchè non appena finirà mi metterò a
sistemare grafica ed errori di ogni capitolo partendo dai primi, quindi
abbiate pazienza, ve ne prego.
Spero di trovare
qualche recensione, spero che vi piaccia questo capitolo, spero che
mi leggiate e spero che vi piaccia. In ogni caso, grazie. :)
With love. :)
|
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Capitolo 17 *** #15 - fifteenth chapter . ***
15 - fifteenth chapter
;FIFTEENTH
CHAPTER
Crescere
significa andare oltre la recitazione di un ruolo e riempire i buchi
della personalità in modo da reintegrare la persona nella
sua
totalità.
--Bruce
Lee
Stava
ingozzandosi di pasta funghi e patate quando qualcosa le
colpì la
testa. Si passò una mano fra i capelli disordinati
pensierosa
guardandosi intorno distrattamente.
«Lils hai un pezzo di
pergamena fra i capelli.» richiamò la sua
attenzione Hugo, seduto
accanto a lei, mentre lo districava dalla chioma rossa. Lo prese
dubbiosa dalle mani del cugino.
«Chiunque sia stato
subirà una fine lenta e dolorosa a meno che non sia una
questione di
vita o di morte.» borbottò contrariata aprendo la
pallina
trovandosi davanti una scrittura elegante e sottile piuttosto
famigliare.
“Sabato.
Portone
d'ingresso. Alle 9.00 a.m.
Io e te, da soli,
senza gli altri.”
Sì, anche senza firma
poteva indovinare l'autore del messaggio criptico che le stava
davanti agli occhi pericolosamente assottigliati.
«Perchè Malfoy
sghignazza da questa parte?» il tono infastidito del cugino
le fece
alzare lo sguardo verso il tavolo Slytherin incontrando quello
argentato che la prendeva palesemente in giro -come se l'ultima frase
del bigliettino non fosse bastata- anche da quella distanza. Oppure
era lei ad essere paranoica.
Scarabocchiò un
insulto a caso nello spazio libero rimasto nella pergamena del biondo
prendendo una piuma auto-inchiostrante dalla borsa buttata per terra
accanto alla panca.
«Perchè è un
coglione.» rispose lapidaria rilanciando la pallina, puntando
alla
testa del destinatario che purtroppo la prese al volo.
Poteva una persona
innervosirla di più?
«Ah, e perchè gli
rispondi?» Hugo aveva iniziato a fissarla come se avesse
davanti una
specie rara di ricciocorno schiattoso.
«Per spiegarlo anche a
lui.» sbuffò rumorosamente passandosi una mano fra
i capelli per
l'ennesima volta.
«Cosa?»
«Che è un coglione.»
Vide
Scorpius aprire il pezzetto di pergamena alzando un sopracciglio
senza perdere il suo odioso ghigno. Alzò lo sguardo
ricambiando il
suo sguardo. Distogliendo per un attimo lo sguardo da lui vide Zabini
seduto accanto sorridere maliziosamente passando gli occhi da Lily a
Scorpius.
Girò
di scatto la testa stizzosa sotto gli occhi attoniti di Hugo che
l'aveva osservata durante tutto quel dialogo silezioso.
La
ragazza affondò la forchetta nel piatto con troppa foga
mentre le
orecchie le si arrossavano leggermente.
«L-Lils? Tutto bene?»
provò il rosso che a dire il vero non aveva per niente
voglia di
incorrere nella furia di una discendente di nonna Molly.
«A meraviglia. Il
pianeta è popolato da dementi, ma a meraviglia.»
borbottò funerea.
«Sei sicuro che cruciare un Serpeverde sia un
crimine?»
«Ahem-- ecco, sì.»
«Peccato.»
Era
mai possibile che fosse sempre in ritardo? Sempre.
Aveva
meditato abbastanza la sera prima su come vestirsi la sera prima
della fatidica uscita con Malfoy, non era nemmeno tanto certa che si
sarebbe presentato. O cosa avrebbero fatto. Fattostà che
aveva
deciso di evitare di passare la sera prima nella Sala Comune
Serpeverde ed era finita con suo cugino Hugo a fare una partita a
scacchi infinita in cui l'aveva demolita. Aveva preso da zio Ron.
Quando
era tornata nel suo dormitorio le sue compagne di stanza già
dormivano e il silenzio disturbato solo dalla pioggia che batteva
contro la finestra e il leggero russare non le era mai sembrato
così
assordante.
Ciò
l'aveva portata a passare il resto della notte a rigirarsi nel letto,
incapace di chiudere occhio. Si era alzata più volte,
passando dal
bagno, al letto, alla Sala Comune e poi di nuovo al letto, troppo
reattiva per stare ferma, pensando al mattino dopo, a come
comportarsi, a cosa mettersi. Era questo che l'aveva fatta inorridire
di più. Si poteva dire che Scorpius Malfoy l'avesse vista in
qualsiasi mise, soprattutto in un escalation imbarazzante che andava
dal vederla appena sveglia che quasi s'infilava uno spazzolino in un
occhio nelle estati a passate a Malfoy Manor a quando girava per col
pigiama/tutona per la Sala Comune Slytherin che usava quando era
malata, con tanto di cespuglio al posto dei capelli, naso rosso e
peluches a forma di drago in mano.
Passava
tutto il suo tempo con sua sorella, di conseguenza si poteva dire che
praticamente convivevano da cinque anni. E allora perchè le
importava così tanto come l'avrebbe vista o cosa avrebbe
pensato di
lei quel sabato?
Era
riuscita ad addormentarsi solo a tarda notte, con la conseguenza che
non aveva sentito la sveglia la mattina doppo e si era alzata con un
diavolo per capello. Aveva delle occhiaie incrdibili e perse
ulteriore tempo ad applicarsi la crema miracolosa di una sua compagna
di Casa trovata sul lavandino per farle sparire. Perchè se
ne
preoccupasse tanto in quel momento non se lo chiese nemmeno, passando
subito a darsi qualche colpo di spazzola rinunciando poco dopo a dare
un senso a quel groviglio. S'infilò un maglione piuttosto
leggero
raccolto dal baule in fretta -di quelli larghi e morbidi per cui
aveva una specie di ossessione- e saltellando dopo essersi tirata su
i jeans uscì dal dormitorio mentre ancora si metteva le
scarpe, con
in bocca la bacchetta e il sacchetto di monete che penzolava
tintinnando.
Se
le avessero detto che si poteva arrivare dalla Torre Corvonero al
portone d'ingresso prima di quella mattina probabilmente avrebbe riso
in faccia al burlone che tentava di prenderla in giro, invece, quando
scorse la figura slanciata che l'aspettava appoggiata al muro
capì
che era capace di tutto.
«Alla buon'ora, hai
almeno mezz'ora di ritardo Potter, hai battuto qualsiasi tuo
precedente record.» l'apostrò mentre lei
riprendeva fiato piegata
in due appoggiata alle ginocchia piegate con le mani sudate.
«L-lo so,
scu—sa—sveglia.» asimò a testa
bassa con i capelli che
formavano una tenda davanti al viso lasciando scoperta la nuca e una
porzione di schiena -che spuntava dal collo largo del maglione
oversize- puntellata di lentiggini leggere.
«Parla inglese.»
rimase ad osservarla attentamente a braccia incrociate, inarcando
leggermente un sopracciglio.
«Non ho sentito la
sveglia.» disse ancora col fiato corto dopo un profondo
respiro,
alzando il viso arrossato.
«Questo l'avevo
intuito un quarto d'ora fa.» fece il sostenuto.
«Molto simpatico.» si
morse il labbro rimettendosi dritta, stizzita.
«Lo so, allora sei
pronta?» si mise le mani in tasca con noncuranza.
«Sì, sì. Anche se
non ho ben capito cosa tu voglia fare.» si riavviò
all'indietro la
chioma innervosita.
«Fare un giro ad
Hogsmeade.» rispose candidamente.
Gli lanciò uno sguardo
critico a cavallo fra lo scettico e l'ironico, notando solo in quel
momento com'era vestito: alla babbana, golf grigio -come i suoi
occhi- morbido e doppio sopra la camicia bianca, slacciata per i
primi bottoni e fuori dai jeans tendenti al blu scuro. Stava bene.
«Allora andiamo,» lo
incitò scattando come una molla per impedirsi di fare ancora
apprezzamenti sul suo aspetto fisico o su qualunque cosa che
includesse la parola 'Malfoy' «ma non credere che me la
beva.»
«Cosa?» fare il finto
tonto non era proprio una delle sue capacità migliori,
notò mentre
cominciavano a camminare fianco a fianco.
«Che vuoi fare solo un
giro senza che ci sia sotto nient'altro.» baciarmi in un
angolo
buio, ad esempio, -o uccidermi- aggiunse mentalmente.
«Non potrei non avere
nessun secondo fine e basta?» camminavano guardandosi negli
occhi,
senza fare caso alla strada davanti a loro, quasi non si accorsero
del guardiano che voleva i loro nomi.
«Ne dubito, deve
esserci qualcosa di losco per forza,» scosse la testa
riprendendo il
discorso dopo aver fatto spuntare il proprio nome.
«Hai una così cattiva
opinione di me?» il suo viso, i suoi occhi, non mostravano
nessun
sentimento particolare, anzi, sembrava quasi si stesse divertendo in
quella conversazione un po' surreale.
«Me lo stai chiedendo
davvero? Tu, a me?» gli domandò scettica con un
mezzo sorrisino.
«Perchè no? In fondo
siamo qui e non so se l'hai notato, ma ultimante riusciamo a stare
nella stanza senza lanciarci nessun oggetto contundente.»
Lily si zittì per
qualche istante, pensosa, poi fece un mezzo sorriso.
«Questo è vero.»
nient'altro.
«Sbaglio o mi hai
appena dato ragione?» sogghignò divertito.
«Non farci
l'abitudine.» arricciò il naso fingendosi offesa.
«Mhm, ci proverò.»
«Bene.»
Il
silenziò calò fra i due, con Lily che guardava a
lato della strada
e Malfoy dritto davanti a sé. Se già dopo nemmeno
dieci minuti
avevano esaurito gli argomenti di conversazione come pensava
sarebbero sopravvissuti una giornata insieme quell'ebete?
«Ora che facciamo?»
domandò all'improvviso per rompere quel silenzio
imbarazzante.
«Arriviamo ad
Hogsmeade?» riportò lo sguardo su di lei.
«No, dico appena
arrivati. Perchè sappi che non ho fatto colazione e ho
fame.»
«Se ti fossi svegliata
prima ora non avresti fame.» frecciò mentre
imboccavano la via
sterrata che portava al villaggio.
«La storia non si fa
con i 'se' e con i 'ma', bisogna pensare al presente e io ho fame.
Battibeccando Lily
riuscì a trascinarlo ai Tre Manici a prendere un
caffèlatte da
portar via e una ciambella. Nonostante i dubbi iniziali si
ritrovarono a non stare zitti un secondo, mentre si dirigevano verso
la filiale dei Tiri Vispi gestita dalla cugina Roxanne, con il
disappunto di Scorpius che non capiva come mai dovesse avere sempre
in mezzo ai piedi i suoi parenti.
Quando entrarono nel
negozio c'era qualche ragazzo mattiniero, la vera folla sarebbe
arrivata solo nel pomeriggio, quindi la ragazza dalla pelle scura
dietro il bancone se la prendeva comoda leggendo il Cavillo.
«Hey Rox, si batte la
fiacca?» salutò allegramente la rossa seguita
svogliatamente dal
ragazzo.
«Cugina, qual buon
vento? Non dirmi che vuoi far esplodere l'aula di Pozioni un'altra
volta.» la
salutò allegramente alzandosi in piedi e raggiungendola,
mentre le
perline in fondo alle treccine lunghe tintinnavano.
«È successo due anni
fa, dovresti seriamente smetterla di rivangare questa
storia.»
sbuffò alzando gli occhi blu al cielo.
«Perchè mai? È stato
uno dei migliori utilizzi dei nostri petardi, combinati con quelli
del vecchio Filibuster.» ridacchiò mentre la
strizzava in un
abbraccio alla Weasley.
«Sì, ma meglio
smettere di parlarne prima che alla McGrannit venga voglia di
espellermi.»
«Tranquilla, non
rimarresti senza lavoro, sono sicura che papà ti
assumerebbe.»
ridacchiò scoprendo i denti bianchissimi.
«Assumerebbe il mio
cadavere maciullato, vorrai dire. Mamma non sarebbe troppo
contenta.»
«Come sei tragica, io
se fossi in te preferirei avere zia Ginny come madre piuttosto che
zia Fleur, almeno non ha geni Veela nelle vene.»
scostò le treccine
con un gesto della mano distratto facendole tintinnare di
più.
«Peccato che mia madre
discenda da uno Schiopodo Sparacoda con problemi del controllo della
rabbia.»
In quel momento, dietro
di lei, sentì tossicchiare, ricordandosi che non era sola e
che
probabilmente Scorpius non si stava divertentendo ad essere ignorato.
Anzi, sicuramente, si corresse quando si voltò verso di lui
vedendo
la sua espressione truce.
«Oh, ma siete
assieme!» esclamò Roxanne che sembrò
notarlo solo in quel momento.
«No! Non stiamo
assieme-- cioè, siamo venuti qua assieme, ma non in quel
senso.»
«Calma cugina, relax.»
rise allegramente sentendo il panico crescere nella voce della rossa.
«Allora, ora che non so che tu e Malfoy state assieme, come
posso
aiutarvi?»
Lo sguardo di Lily
avrebbe potuta incenerire.
«Diamo solo
un'occhiata, grazie.» intervenne per la prima volta il biondo
posando una mano sulla spalla della ragazza spingendola verso gli
scaffali che contenevano i vecchi prodotti che vendeva Zonco. Quando
l'anziano signore che aveva dovuto chiudere il negozio a causa della
Seconda Guerra Magica aveva saputo dal suo maggior cliente -zio
George- che voleva aprire una filiale dei Tiri Vispi proprio dove
prima c'era il vecchio negozio ne era stato entusiasta e aveva
rilasciato una liberatoria senza troppe storie perchè
potessero
avere un intero reparto dedicato ai suoi vecchi prodotti, indicato da
un vistoso cartello viola quasi fluorescente.
«Va bene, a dopo.»
lanciò un'occhiata ai due facendo irritare ancora di
più Lily.
«Tu hai parenti troppo
strani.» sentenziò Scorpius mentre lei si era
liberata dalla presa
della sua mano e osservava cosa conteneva uno scaffale a caso.
«Disse quello che è
imparentato con Ares Zabini.» commentò mordendosi
un labbro, senza
distogliere lo sguardo da un pacchetto di puzzole volanti.
«Punto per te.» sentì
distendersi un po' la sua voce. «Comunque ti serve qualcosa
qua o
dovevi solo salutare la tua–- vivace
cugina?»
«Mhm, in realtà
volevo vedere se avevano dei fuochi d'artificio interessanti, sai,
per quando Corvonero vincerà la Coppa delle Case.»
«Aspetta e spera
Potter, non so se hai visto le clessidre di recente, ma Serpeverde
è
davvero in alto.»
«Sì, ma anche se ci
avete battuti all'ultima partita i punti di distanza erano troppo
pochi per batterci, ciò vuol dire che la Coppa è
nostra, a meno che
Tassorosso rimonti nella partita di domani contro Grifondoro.»
«Potrebbero
sorprenderti.» commentò mentre la osservava
tendersi verso un
pacchetto troppo altro per lei. Le si avvicinò e
sentì chiaramente
il suo profumo invaderle nelle narici, quando alzò a
malapena il
braccio per prenderlo e porgerglielo.
«Dubito fortemente,
non so se hai visto la loro squadra ultimamente, sembra che in campo
guardino le farfalle.» voltò il viso verso di lui,
beandosi
intimamente di quella vicinanza. Quando affrerrò il
pacchetto le
sembrò che ci mettesse un po' troppo per lasciarlo andare,
ma forse
fu solo una sua impressione dato che appena glielo passò
mise un po'
di distanza fra loro infilandosi le mani nei jeans scuri. Ultimamente
immaginava un po' troppe cose.
«Magari è una tattica
per distrarre gli avversari.» disse col viso tornato disteso
e ogni
traccia del disappunto di prima sparita.
«Non sono come voi
Slytherin, sono limpidi. Fidati, la Coppa è nostra e
così sarà
anche quella delle Case.» lo sfidò con lo sguardo
riprendendosi dal
leggero intontimento, quel ragazzo le sballava ogni logica solo
avvicinandosi, cosa stava succedendo? «Quindi preparati a
passare il
tuo ultimo giorno ad Hogwarts circondato da stendardi bronzo e
blu.»
«La speranza è
l'ultima a morire» ghignò con aria saccente
«e poi pensavo che ti
fossi abituata ai nostri colori con tutto il tempo che passi nella
nostra Sala Comune.»
«Quello che si illude
qua sei tu, in tutti i sensi.»
«Forse.» il tono
scherzoso era sparito per lasciare posto a qualcosa di strano sul suo
viso, quasi pensoso.
Decise di non farci
troppo caso e andarono ancora un po' in giro per il negozio, tanto
che quando arrivarono alla cassa Lily teneva fra le braccia talmente
tanti articoli che sembrava una piccola terrorista. Dopo qualche
altra battutina con Roxanne e qualche sguardo truce di Scorpius
uscirono all'aria fresca scaldata dal sole tiepido.
«Ora si va a
Mielandia!» esclamò la rossa dopo aver
rimpicciolito i sacchetti e
averli messi in tasca, stando ben attenta ad applicare un incantesimo
di protezione prima che le scoppiassero nei pantaloni.
Così il biondo si
ritrovò a doversi piegare al suo volere -a dire il vero era
un po'
troppo mansueto e accondiscendente- finendo presto avvolto da un'aria
satura di zucchero e risa degli studenti che cominciavano ad
affollare il villaggio.
«Oh, quante cose e
così pochi soldi.» esclamò mentre le
brillavano gli occhi e
correva verso lo scaffale dove c'erano le Cioccorane. Con il cestello
alla mano cominciò a fare scorta di un po' di tutto.
«Potter datti un
contegno, stai sbavando.» la raggiunse poco dopo con un
sacchettino
Scorpius, riempiendolo di Api Frizzole.
«Non è vero.»
rispose di scatto trattenendosi dal portarsi la mano alla bocca per
controllare, «comunque ti vedevo più da Pallini
Acidi.»
«Non ci tengo a
trovarmi un buco nella lingua.» chiuse il sacchetto ormai
stracolmo
mentre lei aveva attaccato le piume di zucchero.
«Come sei polemico,
non meriti di stare in un posto come Mielandia, rovini
l'atmosfera.»
sbuffò.
«Beh, prima che io
possa rovinarla tu l'avrai mangiata tutta, quindi non vedo dove sia
il problema.»
«Ti hanno mai detto
che sei un tedio?» alzò gli occhi al cielo
dandogli spalle mentre
riempiva l'ennesimo sacchettino con dei Marshmellow a forma di
pecorella che cercavano di sfuggirle dalle mani.
«No, non di recente,
sicura che non sia tu quella che intendi?» sembrava
totalmente
calmo, non freddo come al solito, una calma diversa, pacifica. Un po'
come quando si erano incontrati nel parco e lui le aveva sorriso.
«Sicurissima Malfoy e
ora lasciami concentrare che devo ricordarmi cos'ho finito.»
Passarono ancora un po'
di tempo -troppo a parere di Scorpius, come non mancò di
farle
notare ogni trenta secondi circa- fra i dolci di Mielandia e quando
uscirono Lily stringeva fra le braccia un enorme sacchetto di carta
stracolmo di dolci di ogni tipo e il biondo sembrava fosse appena
scampato alla morte. Le strade del villaggio, senza che nemmeno se ne
fossero accorti avevano cominciato a riempirsi di studenti e il sole
era alto nel cielo, riscaldandoli e contrastando con l'aria ancora
fresca nonostante fosse già Maggio.
«Ti conviene
rimpicciolire quei dolci e metterli via prima che ti prendano per
pazza.» le lanciò un'occhiata polemica. A dire il
vero sembrava
quasi divertito, oltre ad esasperato, ovviamente.
«Fammi mangiare solo
una Pecorella Salterella, sono nuove, non le ho ancora
assaggiate.»
protestò con una voce insolitamente acuta la Potter,
somigliando
terribilmente ad una bambina capricciosa.
«Sedici anni buttati
dalla scopa.» borbottò cercando troppo palesemente
di non farsi
sentire distogliendo lo sguardo dagli enormi occhi blu che ora lo
fissavano con dispetto.
«Parla il campione di
maturità.»
«Io sono maturo
Potter.» ribattè saccente alla frecciatina.
«Anche marcio direi.»
commentò sarcastica con un braccio che spariva nel sacchetto
alla
ricerca dell'agognato dolcetto.
«Stai davvero
insinuando che ti credi matura? Non vorrei essere proprio io a
dirtelo, ma all'inizio della scuola hai fatto quasi scoppiare una
Palude Portatile di tuo zio per non fare Pozioni.» il tono
polemico
lasciava trasparire -oltre alla saccenza- quanto davvero si stesse
divertendo con quel botta e risposta. La osservava, mentre ormai era
immersa fino alla spalla nelle sue scorte di dolciumi e allo stesso
tempo manteneva il suo sguardo, giusto per non dargliela vinta.
«E se quella vipera di
tua sorella non mi avesse fermata ci sarei riuscita.»
sbuffò
scontenta quando tirò fuori un sacchettino che si
rivelò di
Chiocciole al Caramello.
«Come dicevo..»
lasciò in sospeso la frase che fece sbuffare nuovamente la
Potter.
«Quella non è immaturità, ma spirito di
sopravvivenza. Tu l'anno scorso hai quasi
dato fuoco alla Serra 4 perchè un Bubotubero ti era esploso
in
faccia, ed eri al sesto.» borbottò scocciata
scostando per un
attimo lo sguardo dallo Slyterin. Immerse di nuovo la mano nel
sacchetto che ora teneva sollevato aiutandosi col un un ginocchio,
assumendo una posa strana. Sentì Scorpius zittirsi e questo
la fece
alzare lo sguardo in automatico, in cerca della sua prossima battuta.
Lui la stava guardando, con una strana luce negli occhi, sembrava..
si trattenesse per non ridere, ma quando i loro occhi s'incontrarono
si lasciò andare in una piccola risata lasciandola di sasso.
Sì, in
cinque anni l'aveva sentito già ridere, ma non in quel modo,
con
tale leggerezza da sollevarti da terra. O forse era lei che lo
ascoltava davvero per la prima volta.
«Fa fare a me.» le si
avvicinò togliendosi le mani dalle tasche e allargando
l'apertura
del sacchetto con cui trafficava da ormai cinque minuti buoni. Lily
non disse una parola, si limitò ad appoggiare di nuovo
entrambi i
piedi a terra e tenere in mano la busta, tendendola un po' in avanti,
sembrava un po' una bambina buffa, mentre lo fissava tendendogli i
suoi dolci.
Malfoy, con un mezzo
sorriso, scostò i vari pacchettini per trovare finalmente
quello che
cercava, porgendoglielo.
«Volevi le Pecorelle
Saltarelle, giusto?» le mise il sacchettino trasparente
davanti al
viso con un sorriso appena visibile sulle labbra, sembrava che se
avesse distolto lo sguardo solo un attimo sarebbe potuto sparire.
«Sì, grazie.» riuscì
solo a spiccicare, passando l'enorme pacchetto su un braccio solo e
prendendo quello che le porgeva il biondo.
«L'ho fatto perchè
altrimenti saremmo rimasti in mezzo a questa strada per almeno altre
due ore.» si rimise le mani in tasca, senza accennare a
volersi
allontanare. Era la seconda volta in una giornata che se lo trovava
così vicino, eppure non le dava per niente fastidio, anzi,
si
sentiva come se fosse naturale quella vicinanza, come se addirittura
non fosse abbastanza.
«Allora? So che sono
una bella visione, ma se resti a fissarmi ancora un po' faremo
notte.» con il suo solito tatto la riscosse guadagnandosi
un'occhiataccia mentre rimpiccioliva il sacchetto grande e lo metteva
nei jeans. Poi aprì con cautela quello delle Pecorelle,
impaurita
che potessero saltellare via belando.
«Sai, quando penso che
potrei rivalutarti tu riesci a confermare sempre le precedenti
impressioni. È un talento.» soffiò
inacidita rialzando lo sguardo
con in mano una morbida pecorella di marshmellow che si dimenava un
po'.
«So di avere molti
talenti, ma al momento sono interessato più a capire
esattamente
cosa stessi cambiando idea, sai Lily?» si chinò
leggermente verso
di lei e-- ammiccava, ci avrebbe potuto giurare, Malfoy stava
ammiccando verso di lei. Cioè-- cosa?
«Lorcan!» esclamò
guardando dritto oltre la spalla di Scorpius, nella folla, con la
voce alzata di tre ottave dal panico.
«Che c'entra ora
quell'uccellaccio spiumato?» domandò infastidito
alzando un
sopracciglio.
«Sta venendo di qua--
lui, lui, lui.. lui non ci deve vedere assieme, vieni!»
cominciò a
parlare a macchinetta per poi lasciare andare senza nemmeno
rendersene conto il dolce che aveva in mano ed afferrare per una
manica il ragazzo davanti a lei trascinandoselo dietro. Quando
raggiunsero una via se lo tirò dietro come una furia,
nascondendosi
dietro l'angolo affannata. Probabilmente era il retro di qualche
negoziò, notò dalla spazzatura ammonticchiata
addosso alla parete
davanti a lei.
«Vuoi far capire anche
a me cosa ti passa per la testa?» richiamò la sua
attenzione il
biondo infastidito.
«Non voglio che ci
veda -Lorcan- non assieme.» disse al muro di fronte a
sé come se
quello spiegasse tutto.
«Ora è tutto molto
più chiaro, grazie.» commentò
sarcastico il ragazzo con le braccia
incrociate.
«È che-- beh, lui
sospettava, come dire? Che io lo avessi mollato per te e ci
è già
stato abbastanza male, è un bravo ragazzo.»
balbettò non sapendo
nemmeno lei come spiegarsi. In fondo non stavano facendo nulla di
male, era lì per una scommessa e avrebbe potuto benissimo
vedersi
dall'esterno che non era un'uscita in quel senso-- perchè
non lo era
vero? Forse neanche lei stessa la considerava una vera e propria
punizione, fino a quel momento era stata bene.
«Cos'è, ti vergogni a
farti vedere in giro con me Potter?» la domanda la
colpì dritta
allo stomaco.
«No-- cioè, in realtà
sì, ma non è quello--»
cominciò titubante, rispondere che neanche
lei lo sapeva cosa le passava per la testa non era una risposta
valida vero? «Oh, sta zitto Malfoy e controlla se se
n'è andato!»
sbottò riavviandosi i capelli imbarazzata, sicura di essere
almeno
un po' rossa in viso.
Stranamente lui non
rispose nulla e si limitò ad affacciarsi dietro l'angolo per
vedere
se lo Scamander se ne fosse andato, «È appena
entrato da
Mielandia.»
Era tornato il solito
tono piatto privo di qualsiasi nota umana, ma Lily non ci fece caso e
tirò un sospiro di sollievo.
«Allora muoviamoci,
su.» si affiancò al biondo dandogli una leggera
pacca sulla spalla.
«Devi andare da qualche parte tu?»
«Mi serve del lucido
per la mia scopa.» comunicò telegrafico prima di
cominciare a
camminare senza nemmeno aspettarla nella direzione del negozio,
lasciandola per qualche istante basita a fissargli la schiena prima
di decidersi a corrergli dietro.
«Cos'è, ti sei
offeso?» provò a provocarlo un po' non appena lo
affiancò.
«No, perchè avrei
dovuto?» rispose tagliente lasciandola di sasso.
«Okay.» si sentiva
davvero strana ed era surreale quella situazione in cui lei si
preoccupava se Malfoy ce l'aveva con lei, santi numi lui ce l'aveva
sempre con lei!
Gli camminò a fianco
in silenzio, mangiando i dolci che teneva ancora stretti in mano
giusto per avere una scusa per non parlare che non fosse l'improvviso
gelido imbarazzo che era calato su di loro.
«Malfoy..» provò
dopo un po', non era esattamente la tipa da silenzi comunicativi, non
con lui in ogni caso. Di solito per comunicare usavano le urla.
«Malfoy..?» provò di
nuovo guardandolo fisso, mentre lui non accennava né a
rispondere né
a spostare lo sguardo dalla strada di fronte a sé.
«Malfoy e che cazzo!»
sbottò dopo qualche altro minuto di silenzio prendendogli la
mano e
cercandolo di farlo girare, col solo risultato di farli sobbalzare
entrambi ritirando le mani istantaneamente. Aveva le mani fredde,
aveva notato in quei pochi istanti in cui l'istinto le aveva fatto
fare una cosa così stupida.
«Che vuoi Potter?» il
tono duro e scontroso quasi la fece ritrarre.
«Solo perchè sei
diventato di--» stava per dire 'di nuovo il vecchio Malfoy',
ma si
fermò in tempo, cercando i suoi occhi prese un respiro
profondo.
«perchè tutt'un tratto sei diventato
così, come se mi odiassi di
nuovo.»
Quella frase non sapeva
nemmeno da dove le fosse uscita, sarebbe stato meglio dargli del
mestruato o del bipolare come al solito che quella impacciata mezza
domanda.
«Cosa?» alzò un
sopracciglio per un attimo interdetto.
«Sì, beh, un momento
prima ridevi e ora nemmeno mi parli.. non che tu non sia un tipo
taciturno, ma, insomma--» non sapendo come finire la frase
chiuse il
discorso lasciandola in sospeso, passandosi una mano fra i capelli
portandoseli indietro.
«Prima ti vergogni di
farti vedere in giro con me e ora ti preoccupi di come mi
comporto?»
Lei lo guardò
interdetta per qualche istante. «Ma sei scemo o mangi
sassi?»
Vide chiaramente la
carnagione chiarissima di lui passare dal bianco latte al verdognolo
e poi al rosso nel giro di tre secondi.
«Senti, se proprio ti
da fastidio stare in mia compagnia vai via e basta, nessuno ti
obbliga a rimanere.» sentenziò infine con la voce
vibrante, si
sentiva come trattenesse pensieri molto meno educati e ben farciti di
parolacce irripetibili che un signorino di buona famiglia come lui
non avrebbe mai dovuto conoscere.
Avrebbe dovuto
arrabbiarsi, sarebbe stato logico dato il suo comportamente, invece
la rossa rimase a fissarlo ancora qualche istante per poi ritrovarsi
a ridere, piegata in due.
«Sono felice che ti
diverta tanto quello che dico.» commentò
acidamente facendo solo
aumentare l'eccesso di risa della rossa, mentre lui sembrava una
donna col ciclo.
«Potter, poi sarei io
quello scemo?» ogni istante che parlava lei rideva di
più e lui la
guardava sempre più accigliato e infastidito, quando
sbottò lei era
quasi totalmente piegata su sé stessa. «Bene, io
me ne vado.»
«N—no. Fermo.»
riuscì a biascicare rimettendosi almeno un po' dritta per
poterlo
guardare, ancora scossa dalle risa, il viso arrossato e gli occhi
lucidi.
«Non ho intenzione di
rimanere qua a farmi prendere in giro.»
«Non ti sto prendendo
in giro—beh, sì, in effetti sì, lo sto
facendo, ma giuro che non
in modo cattivo.» cercò di parlare in modo
più normale possibile.
«L'ho sempre detto che
ti serviva un buono Psicomago.»
«Aspetta,» respirò
profondamente mettendosi dritta, con ancora l'ombra di un sorriso che
le alleggiava negli occhi e sulle labbra. «davvero, solo
che—
sembravi quasi geloso.»
La reazione di lui,
congelato con le mani lungo i fianchi che la fissava intensamente le
diede la malsana sensazione di aver detto qualcosa di più
importante
di quanto sembrasse.
«Okay, sembra che ti
sia appena morto l'ippogrifo.. Malfoy?» tentò di
farlo parlare, di
dire qualunque cosa piuttosto che quello sguardo che sembrava volesse
scavarle dentro e carpire ogni suo oscuro segreto.
«Tu parli sempre
troppo. Andiamo, mi serve il lucido per la scopa.»
Così, in un attimo si
scongelò e si voltò di nuovo verso la loro
destinazione lasciandola
di sasso. Quelli che dicevano che le streghe erano lunatiche
evidentemente non avevano mai incontrato Scorpius Malfoy,
pensò,
prima di seguirlo.
«Hey, ma dove sono
finiti Lily e Scor? È da ieri che non li vedo.»
Albus, mano nella
mano con Kim -cosa che Zabini non aveva mancato di far notare, solo
per farli arrossire fino alla morte- che si gustava il suo primo
gelato della stagione, stavano passeggiando per le strade del
villaggio, aspettando l'ora di pranzo per andare ai Tre Manici di
Scopa.
«Mhm, da quello che so
io dovrebbero essere già qua da qualche parte.»
rispose Ares come
se fosse la cosa più normale del mondo, infatti all'inizio
Al non
capì.
«Lily è venuta qua
con delle sue compagne di Casa?» si voltò verso
Kimberly ricevendo
un'alzata di spalle come risposta.
«Credo che tu non
abbia capito quello che ha detto, sono qua in giro assieme.»
spiegò la bionda indifferente.
«C—cosa? Perchè?»
scattò l'istinto da fratello iperprotettivo.
«Fatti i fatti tuoi
Aluccio, non sono che ti riguardino.» rispose scocciata la
ragazza,
prevedendo già che il resto del pomeriggio li avrebbe
tartassati.
«Ma è mia sorella!»
«Infatti, povera
ragazza, falla respirare.» intervenne l'altro ragazzo per
niente
imbarazzato dal dover passare la giornata a fare il terzo incomodo, a
dire il vero aveva già mezzo programmato con Nott di vedersi
più
tardi per fare serata.
«M—ma, ma—»
Avevano
passato un po' di tempo nel negozio di articoli per il Quidditch
lanciandosi frecciate come al solito e sembrava tutto normale e dopo
erano finiti a prendere qualcosa da mangiare a un baracchino di fish
& chips. Si erano fermati un po' su una panchina e Lily si era
stupita di potersi trovare così bene, come se fosse una cosa
naturale passare del tempo assieme così, per negozi
-passeggiando e
chiacchierando- sempre che qualcosa che riguardasse il biondino
potesse essere normale.
Avevano
fatto qualche altro giro, quasi senza nemmeno accorgersi del tempo
che passava si era avvicinata l'ora in cui si sarebbe dovuta
incontrare con Dominique e James ai Tre Manici, così, senza
nemmeno
sapere lei come, era riuscita a convincerlo ad andare a prendersi una
burrobirra.
Arrivati
al locale era stracolmo, quasi non riuscì a trovare la testa
spettinata del fratello, che appena la vide entrare seguita dal
biondo quasi ebbe un attacco apoplettico.
«Lils, che ci fai in
giro con quel tipo?» la rimproverò non appena fu
riuscita a farsi
strada fra la ressa e raggiungere il tavolo.
«Buon pomeriggio anche
a te fratellino, io sto benissimo, grazie per avermelo
chiesto.»
«No, sul serio, che ci
fai in giro con lui?»
«Forse ha capito
qual'è la gente giusta da frequentare.» eccolo
lì, entrare in
scena nei momenti meno opportuni, come sempre.
«Malfoy, mi sembra di
aver visto Al, Kim e Zab da quelle parti, perchè non li
raggiungi e
dici a mio fratello -l'altro- di smetterla di fulminarmi con lo
sguardo?» cercò di usare la voce più
tranquilla possibile, mentre
sapeva che più tempo avrebbero passato a contatto James e
Scorpius
più le sarebbe salito l'istinto omicida.
«Ecco, vattene
furetto.»
«Tu sta' zitto.» tirò
un provvidenziale scappellotto al ragazzo Dominique.
«Comunque ciao
Lily, ciao Malfoy.» sorrise poi. Lei e il biondo un po' si
conoscevano avendo diviso per qualche anno la Sala Comune ed era
forse l'unica cugina della rossa con cui riuscira a scambiarsi almeno
un saluto civilmente.
«Ciao, io raggiungo
gli altri.» disse secco Scorpius quando intercettò
lo sguardo di
Lils che tentava di fargli capitare quali atroci dolori e maledizioni
gli avrebbe scagliato contro se non avesse resistito all'istinto di
fare il dodicenne col maggiore dei fratelli Potter.
«A dopo.» annuì lei,
per poi prendere posto al tavolo dei due. Notò con la coda
dell'occhio Albus che tormentava Scorpius, Zabini che sogghignava e
Kim che rimproverava o il fratello o il moro per qualcosa.
«Bene, ora vediamo di
organizzarci, forse ho avuto un'idea.» si rivolse alla fine
alla
cugina e al fratello. Passarono le due ore successive a parlare,
davanti a qualche burrobirra e le caramelle prese a Mielandia giusto
quella mattina dalla rossa.
Quando uscirono fuori
per salutarsi -Lily non aveva poi tanta voglia di rientrare a
sorbirsi le prediche dell'altro fratello e cercava di allungare i
tempi- il freddo li colpì, facendogli rendere conto del
tempo
passato.
James automaticamente
mise le braccia attorno a Dominique e le baciò dolcemente la
testa,
dopo che i discorsi seri erano finiti erano più tranquilli e
si
godevano un po' di dolcezza visto che ne avevano sempre potuta avere
poca. Fu proprio mentre si scambiarono un bacio leggero a fior di
labbra che una voce fece ricordare a Lily la leggendaria Legge del
Gene Potter, ovvero, che se una cosa poteva andare male lo avrebbe
fatto sicuramente e nel peggiore dei modi.
«JAMES!» l'urlò
incredulo fece sobbalzare i tre in un sol colpo e quando si
girò
vide con orrore suo padre fissare la coppia di fronte a lei che si
era divisa all'istante con incredulità.
«C—cosa sta
succedendo?» balbettò senza fiato, incredulo a
quello che i suoi
stessi occhi miopi avevano appena visto.
«Papà, ti posso
spiegare..» provò ad anticipare la catastrofe il
ragazzo con
evidente panico nella voce.
«Mi puoi spiegare? Mi
puoi spiegare cosa esattamente?» o era molto caparbio e non
voleva
credere di aver appena visto suo figlio e sua nipote baciarsi o era
rincoglionito per la botta.
«Io e Nicky— noi ci
amiamo.» sembrava aver ammucchiato tutto il famoso coraggio
Grifondoro, per usarlo in una volta sola.
«Cosa fate voi? Cosa..
cosa stai facendo?! Ti rendi conto di quello che stai
facendo?» in
un attimo loro padre li raggiunse. Sembrava fuori di sé,
completamente sconvolto.
Lily si perse fra le
grida dei due uomini che cercavano ognuno di sovrastare l'altro,
James intimorito e Harry completamente nel pallone. Si
scambiò uno
sguardo di panico con Dominique che sembrava sorda quanto lei al
putiferio che stava infuriando intorno a loro.
«Tu non sei mio
figlio— una cosa del genere mio figlio non la
farebbe.»
«Pa-- io, ascolta,
loro si amano, non puoi dire--» provò a
intervenire per la prima
volta con più voce che poteva la ragazza, attirando
l'attenzione,
Dominique con gli occhi annebbiati dalle lacrime le lanciò
uno
sguardo quasi speranzoso.
«Tu stai zitta! Non ci
posso credere, tu lo sapevi e non hai detto niente!» non era
suo
padre quello, quell'uomo così infuriato non era lui.
«No, pa' sei tu che
non capisci, lascia che--» riprovò con meno
veemenza.
«No, sei tu che non
capisci e questo perchè tuo fratello ha pensato bene di
mettere in
mezzo una bambina viziata nei suoi guai.» gli tremavano le
mani, la
voce, gli occhiali che gli scivolavano sul naso.
«Papà non trattare
così Lily!» si provò a intromettere di
nuovo il figlio maggiore.
«Non dirmi cosa devo
fare, tu che non sai nemmeno la differenza fra ciò che
è giusto e
ciò che è sbagliato!»
«Sarà che non sei
stato capace a insegnarmelo.» rispose tagliente.
«Basta!» urlò la
rossa provando a mettersi fra i due. «Se provaste a parlare
invece
che--»
Lo schiaffo che
probabilmente era diretto a James colpì invece in testa la
sorella
minore, troppo bassa per riceverlo in pieno viso. Spalancò
gli occhi
mentre le si riempivano di lacrime. Mai, mai l'aveva colpita suo
padre o l'aveva fatto con uno dei suoi figli da quello che ricordava.
Colui che non li aveva mai toccati se non per fargli una carezza ora
l'aveva quasi buttata in terra. Aveva colpito con l'intenzione di
fare male.
Non ce la faceva, non
era forte, non aveva il cuore da Grifondoro, lei non poteva
sopportare la sua famiglia che si sfaldava così.
Le sue gambe
cominciarono a correre, veloci, leggere, come l'aria. Non
sentì le
voci dietro di sé, non vide i suoi tre amici uscire, Albus
venire
fermato da Kim che poi prendeva a seguirla lasciandolo a cercare di
mettere una fine a quel litigio che stava attirando curiosi. Non vide
lo sguardo di Scorpius seguirla, così simile a quello di un
cane in
gabbia, impotente e la mano di Zabini che gli si posava sul braccio,
come a conforto-- o forse per fermarlo.
Arrivò alla Stamberga
Strillante senza fiato, buttandosi su una panchina mentre le lacrime
le scorrevano lungo il viso puntellato di efelidi e le spalle le
sobbalzavano ad ogni singhiozzo.
«Lils..» la voce
senza fiato che dopo poco tempo la raggiunse la fece sentire a casa,
scoppiando in un nuovo eccesso di pianto mentre la bionda le si
sedeva accanto e l'abbracciava.
«Kim—io-- io volevo
solo che potessero essere felici.» bisbigliò fra
un singhiozzo e
l'altro, aggrappata a lei.
«Lo so, lo so. Lo fai
sempre.. solo che ci sono casi in cui, per quanto ci si provi la
felicità non è contemplata, non è
colpa tua.»
Passarono non sapeva
nemmeno lei quanto tempo su quella panca malandata e man mano Lily si
confidava, raccontandole di James e Dominique e di cos'era successo
tempo prima. Lei ascoltava e la cullava, le faceva sentire che c'era
anche senza dire nulla. Kimberly non era mai stata brava con le
parole, ma c'era sempre. Quando finalmente si calmò e
decisero di
tornare indietro si era fatto buio e le luci del tramonto stavano
sparendo oltre l'orizzonte.
«Grazie..» bisbigliò
mentre si avviavano verso il sentiero, la bionda le sorrise con
dolcezza, ma non disse nulla. Andava bene così, senza parole.
Non
avevano fatto nemmeno una dozzina di passi che un freddo intenso le
avvolse, facendole tremare e desiderare di tornare il più
presto
possibile al villaggio. E poi successe tutto.
Videro
spuntare la morte, quella vera. Grigia, fredda e piena di solitudine.
Sentiva la mano di Kim nella sua, senza nemmeno saperlo si erano
cercate. Tremava, era fredda quasi quanto il gelo che si sentiva
addosso.
«Lils,
io..»
La
sentì , ma allo stesso tempo non la sentì; le
sembrava di essere
sott'acqua. Era tutto ovattato, tutto trane il gelo che le bruciava
le ossa e le affondava nelle carni.
Sembrava
davvero la morte, realizzò: avanzava senza fretta, sicura
che alla
fine non sarebbero scappate, non potevano.
Un
dissennatore.
La
sentenza era stata rilasciata e loro rimanevano immobili ad
aspettarla, la morte.
Si
muoveva scivolando a pochi centimetri da terra, anche nel buio la sua
vista da cercatrice non potè farlo a meno di notarlo. Le
prendeva in
giro, le sfidava. Era come se dicesse -era come se ghignasse- da
sotto quel cappuccio 'correte, correte se potete'.
Ma
non aveva senso correre, non quando la paura ti gelava anche il
cuore, non quando non c'era nulla per cui combattere.
«No, io.. loro mi
vogliono bene.» era solo un sussurro terrorizzato dietro di
sé, ma
la sentiva, la sentiva tremare di più.
Per
Kim era sempre stato difficile, amare, ma soprattutto lasciarsi
amare. C'era sempre la paura di essere sfruttata, abbandonata o non
venire accettata per com'era.
«Expect--»
Si
era sempre chiusa in sé stessa, con le sue paure. Poi era
arrivata
Lily e con lei Albus e uno Scor un po' diverso. La sua vita era
diventata un caleidoscopio di emozioni, aveva scoperto la
felicità
nelle piccole cose. Ma quella felicità non bastava, non
bastava ad
alleviare il peso che le gravava nel petto, il terrore cieco di
rimanere sola una volta conosciuto il suono della propria risata in
compagnia.
«Expecto Patronus..»
niente, solo buio e l'essere che si avvicinava.
Entrambe
erano estraniate l'una dall'altra, solo una stretta di mano a unirle
e non lasciarle completamente sole in balia dei propri fantasmi.
Aveva fatto qualche debole tentativo di creare un patronus, ma non
era uscito niente. Eppure di ricordi felici ne aveva..
perchè li
aveva, vero?
Quando
era caduta a terra Kimberly, quando le era sfuggita la presa dalla
sua mano? La sentiva singhiozzare eppure non osava voltarsi, non
voleva perderlo di vista. Con la coda dell'occhio, arretrando, la
vide a terra, stesa, priva di sensi. Era tutto troppo veloce, troppo
spaventoso. Non c'era tempo per pensare, solo per agire, ma lei non
poteva. Era come bloccata. Come avrebbe potuto proteggerla da sola?
Un
pensiero felice. Sarebbe bastato solo quello a salvarle, eppure
niente riusciva a fendere la nebbia che le avvolgeva il cervello. Ad
ogni ricordo felice, piccolo o grande che fosse seguiva un pensiero
che la buttava più a fondo di quanto non fosse
già. Le gambe le
tremavano all'inverosimile, era debole, troppo per poter proteggere
la sua amica, quella che -anche se non lo sapeva- l'aveva salvata
tante volte, nella quotidianità, solo essendoci.
Non
glielo aveva mai detto, non davvero.
Un
pensiero felice, ne sarebbe bastato uno solo.
Le
riunioni di famiglia in una Tana perennemente sovraffollata, con i
cenoni di nonna Molly e i sorrisi di tutti, gli scherzi fatti con
James ad Al--
«Expect-»
Suo
padre che ora odiava James.
La
sera, quando tutti andavano a dormire papà che le raccontava
una
fiaba, inventata o vera che fosse. Suo padre che le sorrideva con lo
sguardo lontano mentre, raccontando le sue avventure da giovane, la
faceva addormentare. Suo padre che la cullava quando si faceva male,
dandole un bacio sulla fronte un po' impacciato, suo padre che--
«Expe--» la mano le
tremava tanto che rischiava che le sfuggisse la bacchetta di mano.
Suo
padre che rischiava la vita nelle missioni da Auror, perchè
nonostante avesse sconfitto Voldemort non voleva dire che di pazzi
non ce ne fossero in giro, anche se lui cercava di rassicurarla.
James
che le insegnava a giocare a Quidditch sulla sua scopa, troppo grande
per lei. La prima volta che era riuscita a volare, con lui dietro che
la teneva stretta.
«Ex--»
James
che scappava con Dom e faceva perdere le sue tracce per sempre.
Il
primo giorno a Hogwarts, che ancora prima di cominciare era stato il
più bello. Con Albus e Malfoy che trascinavano i bauli
dietro lei e
Kim che chiacchieravano allegramente.
«Piacere,
Kimberly Malfoy.»
«Allora
non sono tutti antipatici come il tuo migliore amico, Al.»
«Lui
era il primo tentativo, non farci caso, niente esce bene al primo
tentativo.»
«Expecto P--»
Albus
arrabbiato con lei, perchè Kim era rimasta incastrata in
quella
situazione per colpa sua, per confortare lei.
Albus
che la aiutava con pergamene improbabilmente lunghe a notte fonda,
che -ovviamente- aveva rimandato fino all'ultimo minuto con Kimberly
addormentata sul divanetto accanto a loro. Lei che coglieva la
tenerezza nello sguardo del fratello mentre poggiava una coperta
sulla sua migliore amica, con tanta delicatezza che le fece chiedere
come mai non aveva mai notato come quello sguardo verde brillasse
solo per la bionda. In quel momento aveva pensato che un giorno,
forse molto lontano contanto la perspicacia di quei due, lei sarebbe
stata imparentata con la Malfoy uscita bene.
«E--» la voce le morì
in gola per quanto tremava.
Albus
col cuore spezzato quando avrebbero trovato i loro corpi privi
dell'anima a vagare per il paesino.
Lei
che litigava con Malfoy, perchè, in fondo, anche se non
l'avrebbe
mai ammesso, si divertiva. Zabini che li prendeva in giro e loro che
continuavano a bisticciare indispettiti.
«Expecto Patronum.»
non successe nulla ed era vicino, troppo vicino. Sarebbero morte,
morte nel modo peggiore possibile. Sarebbero morte senza morire
davvero. Sentì le lacrime affiorare in superficie, mentre
l'impotenza sembrava volerla uccidere ancora prima del dissennatore.
Malfoy,
Malfoy.. Scorpius che le urlava dietro, Scorpius che la baciava e poi
scappava. Ma poi, essendo sincere, era proprio un ricordo che le
faceva male quello? Anche lui, bene o male, aveva sempre fatto parte
dei suoi ricordi, quelli felici. Quelli in cui si era sentita
più
viva.
Non
l'avrebbe più rivisto.
Non
avrebbe più potuto urlargli contro perchè era uno
stronzo bipolare,
egomaniaco e irritante. Non avrebbe più potuto sfidarlo, con
lo
sguardo, come facevano da anni.
Non
avrebbe più potuto fargli nessuno scherzo, di quelli alla
Weasley.
«E
allora perchè te la prendi tanto?»
«Tu
parli troppo.»
La
prima volta che Scorpius l'aveva baciata, non le aveva lasciato
scelta, si era preso ciò che voleva e per lei era stato
naturale
concederglielo, anche se non avrebbe dovuto. Eppure in quel momento
il Suo profumo le invase le narici.
Non
avrebbe più potuto baciarlo.
«Ultimamente
ci incontriamo un po' troppo spesso Malfoy, per caso sei uno
stalker?»
«Potrebbe
essere Potter, a questo punto tutto e possibile.»
Quando
aveva sorriso, così, senza motivo, a lei, solo a lei.
L'aveva fatta
sentire bene, bene davvero, anche se era surreale, strano, assurdo.
Il
sorriso di Scorpius era..
Ormai era talmente
vicino che quasi poteva sentirne il puzzo, che superava il profumo di
Scorpius nelle narici.
Odore
di whiskey incendiario, fumo e lui.
Kim dietro di lei era
svenuta, inerme. Probabilmente sarebbe stata la seconda, dopo di lei.
Sarebbe stata sola.
Il
sorriso di Scorpius..
Voleva tornare,
realizzò nella tristezza che le aveva avvolto il cuore e il
cervello. Voleva tornare e dare senso a quell'ultimo anno, a quelle
stranezze. Voleva dare un senso a ciò che quel dannato
Serpeverde
era per lei.
«Expecto Patronum.»
solo un debole sbuffo di fumo luminoso uscì dalla bacchetta
tremante, frenando appena il dissennatore.
Il
sorriso di Scorpius era..
Voleva tornare, voleva
che Kimberly tornasse con lei, voleva finire i G.U.FO., voleva
passare le notti a studiare e strapparsi i capelli, voleva
abbracciare suo padre e dirgli che gli voleva bene, voleva
scompigliare i capelli ad Al e prenderlo in giro perchè
arrossiva
come una ragazzina accanto a Kim, voleva tornare da Zab e i suoi
occhi caldi che la facevano sentire al sicuro -con un amico-, voleva
tornare da sua nonna e dirle che era la migliore del mondo, voleva
tornare da sua madre e dirle che se anche bruciava qualunque tipo di
dolce era perfetta lo stesso, voleva tornare dai suoi cugini, voleva
tornare da--
«Expecto patronum.»
ripetè mentre nella voce sentì con orrore la
disperazione crescerle
dentro, nonostante tremasse meno. Uno sbuffo di fumo perlaceo un po'
più denso del primo, ma che ebbe il medesimo risultato.
Il
sorriso di Scorpius era il suo..
«Expecto Patronum..»
s'accanì, cadendo a terra con le ginocchia che non la
reggevano più.
Cercò con la mano libera dietro di sé, a tentoni,
quella
dell'amica, era più fredda di quanto si aspettasse. La
strinse
forte, affondando le unghie. Se si fosse svegliata, se fosse riuscita
a scappare.
Voleva tornare a quella
Sala Comune nei sotterranei e litigare all'infinito con lui, voleva
ritornare lì e vederlo ancora sorridere, magari.
Il
sorriso di Scorpius era il suo pensiero felice.
«EXPECTO
PATRONUM!»
Sentì
il calore della magia invaderle le vene, il cuore palpitante spingere
il sangue intriso di potere fino alla punta delle dita che
stringevano la bacchetta.
E
ci riuscì, ci riuscì davvero.
Una
medusa.
Malfoy
l'avrebbe presa in giro a vita.
Poi svenne.
Note
di una scrittrice in completo fangirleggiamento per la sua OTP.
Si
può dire che con questo capitolo sia arrivato l'inizio della
fine.
Che abbia dato il senso che la storia doveva avere, ovviamente non
è
l'ultimo, ma si giunge al senso del tipo, della frase iniziale, che
pensai così, su due piedi, tre anni, senza avere la minima
idea di
come sarebbe stata perfetta per questa storia. “Maybe.. maybe
a
smile will save us.”
Forse..
forse un sorriso ci salverà. Ecco tutto, non so a cosa
pensassi quel
giorno o perchè la ideai prima in inglese e poi in italiano,
forse
avevo appena scoperto cosa volesse dire 'maybe' e volevo metterlo da
qualche parte, niente di poetico. Haha.
Quello
che è certo è che sono arrivata qui, grazie a Kia
soprattutto, che
non ha mai mollato con me e mi ha sempre dato modo e forza di
continuare.
Il
capitolo è più lungo del solito -lo so, lo so-
spero solo che non
vi abbia annoiato a morte e abbiate percepito l'amore che
c'è
dentro, il profumo di cambiamento.
Sono
a cavallo fra il fangirleggiare e il deprimermi, scusatemi.
Non
commenterò oltre il capitolo, la smetto di sproloquiare e
spero di
trovare qualche parere, recensione o anche insulto, basta che non
passi nel silenzio perchè sì, credo si sia
capito, ci tengo
parecchio a questo capitolo.
With
love. :)
|
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Capitolo 18 *** #16 - sixteenth chapter . ***
;SIXTEENTH
CHAPTER
Quando
si agisce cresce il coraggio, quando si rimanda cresce la paura.
—Publilio
Siro
Forse
era sveglia, forse stava ancora sognando. I corpi senz'anima
sognavano? No, senz'altro no, i sogni erano frammenti d'anima -lo
diceva sempre qualcuno, anche se non ricordava chi, un autore famoso
comunque- dovevano essere salve per forza.
Sentiva
delle voci, di sottofondo, ma era come se non fosse abbastanza forte
per catturare le parole, come una radio sintonizzata male, coglieva
solo a pezzi le parole interrotte da un brusio incessante di diverse
voci che si fondevano assieme.
Lentamente
aprì gli occhi, solo un poco e venne accecata dal bianco. Li
richiuse subito.
Poi
cominciò a prendere coscienza dell'odore che l'avvolgeva.
Pozioni
medicinali.
O
era in Infermeria o al St. Mungo.
«Si
sta— ando.» percepiva le frasi sconnesse, a pezzi.
Le faceva male
la testa, come dopo una brutta sbronza.
«Mhm..»
mugugnò infastidita, troppi rumori, aveva bisogno di
silenzio, li
avrebbe abbracciati dopo. O picchiati, non importava, bastava solo
che potesse essere fatto tassativamente dopo.
«Al—
va a chia— Chips.»
Rumore
di una sedia spostata, forse, e uno scalpiccio e poi— una
voce le
era famigliare.
Il
suo pensiero felice.
Il
calore e il terrore che comportavano quella certezza, quella scoperta
l'avvolsero spingendola ad aprire gli occhi sbattendoli
ripetutamente. Merlino se faceva male la luce, non potevano
spegnerla?
Ci
mise un po' a distinguere i colori, non è che la visuale
migliorò
tanto, ma si concentrò, si concentrò sull'unica
figura che voleva
vedere.
«Scorpius..»
il suo nome le uscì dalle labbra con tanta naturalezza da
provocarle
un brivido lungo la schiena e il dilatarsi dello sguardo di lui,
«Scorpius sorridi.»
Ci
provò anche lei, ma dalle facce attorno a lei
intuì che doveva
essere sembrata più una smorfia di estremo dolore.
Mentre
Scorpius s'irrigidì a quelle due parole Zabini la
guardò con tanto
d'occhi.
«Lils,
ma sei sicura di star bene?»
Lo
ignorò, non aveva occhi né attenzione a
sufficienza per contere
altro che lui e quel grigio che mai le era sembrato così
caldo.
«Sorridere,
sai— non si sa mai— un sorriso,»
balbettò incerta, debolmente,
sentiva la testa girarle, mentre il sonno stava per riprendersela,
«forse.. forse un sorriso ci può salvare.»
L'ultima
cosa che vide mentre abbassava le palpebre fu il suo sguardo e le sue
labbra, perfettamente immobili.
Non
aveva sorriso.
Eppure
era importante.
Il
sorriso di Scorpius era il suo pensiero felice.
La
prima cosa che la colpì fu il silenzio. Che ci fossero i
suoi
cugini, fratelli o il gruppetto Serpeverde attorno a lei non contava,
c'era sempre qualche voce. Invece ora l'avvolgeva il silenzio come
una coperta opprimente. In effetti sentiva caldo, ma era per la mole
industriale di coperte -letteralmente- che aveva addosso.
Le
scalciò con un gesto impaziente, senza nemmeno aprire gli
occhi,
memore dell'ultima volta quando la luce l'aveva quasi accecata.. o
forse l'aveva solo sognato? Gli arti, a dire il vero tutto il corpo,
le dolevano, muoversi così in fretta forse non era stata una
buona
idea.
Aprì
pian piano un occhio e lo vide, vide la trasformazione sul volto
dell'uomo più importante della sua vita. Le rughe sulla
fronte che
si distendevano, gli occhiali che gli scivolavano un po' sul naso e
la mascella che si rilassava. Vide suo padre sorridere con
delicatezza -la sua delicatezza- non appena intravide un occhio blu
della sua bambina.
«Hey.»
Aprì
la bocca, ma si ritrovò incapace anche solo di dire
qualcosa. In un
attimo, si sentì calare addosso gli eventi del prima
-non
sapeva esattamente quanto prima- e pesavano come
piombo.
«Papà..»
la voce le tremava inverosimilmente, tutto il coraggio che l'aveva
fatta tener duro fino a poco prima di perdere i sensi si era
consumato. Sentiva quasi la paura riavvolgerla. Il freddo.
«Bambina
mia.»
Le
si buttò praticamente addosso, stringendosela al petto
ancora un po'
impacciato, dopo tutti quegli anni non sapeva ancora come gestirla
una femmina, anche in quei momenti.
Anche
il suo profumo, di papà, non era
cambiato, notò con sollievo
col viso immerso nel suo maglione. Dopotutto qualcosa rimaneva
immobile nello spazio tempo, immutabile e sicuro. Un punto fermo.
«Ho—
ho avuto paura e— e tutti i ricordi felici— Kim,
Kim era in
pericolo— piangeva—» farfugliò
sconnessamente mentre tremava
con una foglia. Era come se piangesse senza lacrime; se le sentiva
dentro, scorrere come lava e marchiarla sotto pelle, ma non
riuscivano ad uscire. Era stato troppo anche per piangere, eppure si
sentiva così disorientata.
«Shh,»
le accarezzava i capelli cullandola proprio quando era piccola e
correva da lui dopo essersi fatta male, uno dei ricordi felici che
non aveva funzionato, «va tutto bene. Tu stai bene, Kim sta
bene.
Abbiamo già catturato il dissennatore. Va tutto
bene.»
«Tu—
James, io—io non volevo—Kim è
svenuta—» tremò
incontrollabile mentre il padre la cullava, seduto sul bordo del
letto e la figlia in un pigiama di flanella dell'infermeria
accucciata fra le sue braccia che voleva piangere, ma non aveva
sollievo da tirare fuori.
«Shh—
l'importante è che tu stia bene, stanno tutti
bene.» la voce aveva
avuto un leggero tremore, come se volesse dire qualcosa, ma avesse
pensato che non fosse il momento.
Passare
una vita piena di felicità -con le dovute delusioni
adolescenziali
certo, ma niente di catastrofico- e poi ritrovarsi davanti ogni paura
le aveva fatto capire quanto poco coraggio avesse dentro davvero, non
per affrontare la situazione, perchè per quanta paura avesse
avuto
si era aggrappata al suo pensiero felice, ma era stato il dopo che
l'aveva distrutta. Il realizzare cos'era successo, tutto assieme,
troppo pesante per una ragazzina di sedici anni. Realizzare che ogni
cosa che aveva ricevuto, ed era stato così tanto, non
era
bastato per renderla felice davvero.
«Beh,
si è capito perchè non sono finita in
Grifondoro..» commentò col
viso immerso nel petto del padre mentre faceva respiri profondi per
calmarsi.
«Non
dire sciocchezze tesoro, essere coraggiosi non vuol dire non avere
paura.» le accarezzò i capelli annodati Harry con
dolcezza.
«Lo
so, ma io ora ho paura e basta.» tremò ancora.
Harry
la scostò un po' da sé in modo da poterla
guardare negli occhi;
«Sei umana piccola mia e poco più che una bambina,
sarebbe strano
se non ne avessi.» La guardava intensamente negli occhi e
quel mare
verde le si avvolgeva attorno in una morbida coperta. «Sei
anche
stata fin troppo coraggiosa.»
Non
disse niente, entrambi i Potter sapevano che non serviva altro oltre
al piccolo cenno della testa della rossa. Harry Potter aveva il dono
di compensare la sua goffaggine con le parole con gli sguardi, da
dietro quegli occhiali malconci riusciva a darti la pace.
Lily
si staccò gentilmente dal padre soffermandosi sui letti
occupati
attorno a cui erano state tirate le tende chiedendosi quali
nascondessero l'amica.
«Kim
si è già svegliata, l'hai mancata di poco, si
è rimessa a dormire
mezz'oretta prima che tu ti svegliassi.» rispose alla sua
domanda
muta il padre. «Non ho mai visto il furetto così
pallido, che è
tutto dire.» Aggiunse strappandole un mezzo sorriso mentre
riportava
lo sguardo su di lui. Ancora qualche istante di silenzio mentre la
mente della ragazza elaborava una domanda così ovvia che
evidentemente era stata soppressa fino a quel momento.
«Cosa
ci facevano dei Dissennatori a Hogsmeade?»
Il
padre, lo vide chiaramente, esitò un po', come se cercasse
il modo
più giusto per risponderle.
«Vedi,
pur essendo in tempi di pace c'è sempre qualcuno, che,
diciamo—
non è d'accordo. Ero in paese per quello: un piccolo gruppo
di..
puristi del sangue, se vogliamo chiamarli così, hanno fatto
un reid
nell'isola in cui il Ministero li aveva isolati subito dopo che
Voldemort è caduto. Ero lì appunto per indagare,
quando--» piccola
pausa, ma lei rimase zitta ricambiando lo sguardo del padre, sapeva
che stava solo prendendo tempo e non aveva ancora finito.
«Volevano
colpire me, non ci è ancora ben chiaro come abbiano fatto,
ma li
abbiamo presi e sono già in custodia e gli Auror li stanno
interrogando.»
«Volevano
colpire te..» commentò solamente distogliendo di
nuovo lo sguardo
per non mostrare la preoccupazione che l'aveva presa mentre i suoi
neuroni Corvonero erano in piena attività, «ma
essendo tu un Auror
esperto hanno pensato bene di colpirti al cuore scegliendo obbiettivi
più deboli. Come me.»
Il
suo ragionamento venne accolto dal silenzio.
«Beh,
sì— ma è tutto a posto, li abbiamo
presi, non c'è più nulla di
cui aver paura.» si affrettò a rassicurarla. Lily
prese un respiro
profondo e riportò gli occhi blu sul padre.
«Certo
che è tutto a posto, ci hai pensato tu.»
accennò un sorriso.
«Ci
ho pensato io, sì.» si aprì in un
piccolo sorriso anche lui. «Ma
anche tu sei stata brava, un patronus alla tua età
è una bella
impresa.»
«Tu
lo sapevi fare già a tredici anni e con molti meno ricordi
felici di
me, pa'.» ribattè passandosi una mano fra i
capelli scombinati e
finendo intricata nei suoi stessi nodi.
«Erano
tempi diversi, ma tu sei stata brava. Da quant'è che sai
farlo?»
era orgoglioso ed evidentemente sollevato di essere passato da
argomenti più pesanti all'elogiare la figlia.
«Beh,
da quando l'ho fatto immagino..» rispose ancora un po'
disorientata
sui tempi.
«L'ho
sempre detto che sei la mia piccola Corvonero.» sotto lo
sguardo
orgoglioso del padre sentì le guance infiammarsi e diventare
di un
leggero color rosaceo, troppo evidente in contrasto con la pelle
candida.
«Vado
a dire a tua madre che ti sei svegliata e stai bene.» si
alzò
posandole una mano fra i capelli e posandole un bacio leggero sulla
fronte.
«Va
bene, io ne approfitterò per dormire un altro
po'.» sorrise a sua
volta al padre, con rinnovata tranquillità che le sembrava
quasi
irreale.
«Tu
e la tua amica siete troppo simili, stava quasi per cacciare fuori a
calci suo padre dopo un po' perchè non la lasciava
dormire.»
ridacchiò l'uomo prima di voltarle le spalle e uscire
dall'infermeria. Non appena sparì alla sua vista si
lasciò cadere
sui cuscini, troppo sveglia per voler dormire davvero. Trovò
la sua
bacchetta sul comodino accanto al letto, accanto a un moccino di
candela ormai prossimo all'estinzione e con un gesto leggero della
mano chiuse le tende intorno a sé, rimanendo con gli occhi
sbarrati
a fissare il candore attorno a lei e il soffitto in pietra.
Ormai
era irrimediabilmente sveglia, concluse dopo quella che le
sembrò un
infinità di tempo, così, per istinto si
alzò e con delicatezza
scostò le tende ritrovandosi nel buio quasi più
totale con la
bacchetta stretta in mano. Represse un brivido per il contatto dei
piedi nudi sulla pietra del pavimento e sussurrò un lumos.
Dopo aver
lanciato occhiate furtive all'interno dei primi due letti occupati e
trovandovi rispettivamente un primino minuscolo e una ragazza
piuttosto corpulenta raggiunse l'ultimo occupato scostando le tende
sicura. Lì dormiva profondamente la sua migliore amica in
una
posizione dall'angolatura innaturale, con la bocca semiaperta e i
capelli scompigliati sul cuscino. Lo diceva sempre lei, che il
contegno dei Malfoy era solo una montatura e che quando dormiva
diventava la vera sé stessa. Con passo felpato la raggiunse,
spense
la bacchetta e la posò sul comodino accanto a quella della
Serpeverde, dopodichè scostò le coperte e si fece
spazio a forza
nel letto.
La
sentì mugugnare un bel po', improperi o forse semplicemente
grugniti
finchè senza nemmeno aprire gli occhi fece un mezzo sospiro
che
somigliava molto a un “che vuoi rompipluffe?”
«Kim..
non voglio dormire da sola.»
«Mhm,
sempre a rubarmi il mio spazio vitale.» fu l'unico commento
che
riuscì ad ottenere mentre le faceva spazio senza nemmeno
degnarsi di
aprire gli occhi. Al sicuro, sentendo il calore amico al suo fianco
scoprì ben presto che la paura l'aveva sfiancata.
Così, mentre si
addormentava anche lei, soffiò “Grazie”
a Kimberly, anche
se non era sicura l'avrebbe recepito.
James
si muoveva avanti e indietro come sollecitato da migliaia di Doxy
inferociti -quella immagine mentale avrebbe sollecitato se non in sua
sorella almeno in suo fratello la memoria di un girone dell'inferno
della Divina Commedia, opera di un babbano, e l'immagine si applicava
a pennello al suo stato d'animo. Più semplicemente suo zio
Ron
avrebbe detto che continuando a camminare avanti e indietro avrebbe
presto consumato il tappeto chiaro di Dominique.
Quando
un gufo quasi si schiantò contro la finestra
sobbalzò e si
precipitò ad aprire prima che il volatile ritentasse
incosciamente
il suicidio; il gufo -che riconobbe come uno di quelli della scuola-
entrò scuotendo le ali un po' altezzoso, portandosi dietro
gli odori
e rumori in lontananza della città, assieme al profumo che
c'era
poco prima che piovesse. Ovvero quasi sempre.
In
effetti le ali del pennuto erano già umide, segno che le
prime
goccie avevano iniziato a cadere, oppure era solo nebbia, in ogni
caso in quel momento non se ne preoccupava, dato che aveva
riconosciuto la scrittura sulla lettera ancora del tutto integra.
Tipico di Al, che sebbene fosse il mezzano si comportava come il
perfetto fratello maggiore, sempre attento e previdente e gettava
sempre un semplice incantesimo impermealizzante per evitare che i
viaggi via aerea in Gran Bretagna -in cui era ovvio aspettarsi che
piovesse sei giorni e mezzo su sette- potessero distruggere le sue
missive. Probabilmente gettava quell'incantesimo anche solo quando
mandava un bigliettino da una parte all'altra del castello. James era
già tanto se si ricordava di spedirle, le lettere.
Si
voltò per dire a Dominique qualcosa, non sapeva nemmeno
cosa, e si
accorse di essere solo in casa. Sì, era decisamente il
più
distratto dei fratelli Potter.
Aprì
freneticamente la busta, quasi stracciandola e leggendo avidamente.
La lettera era, a differenza del solito, un po' trascurata, scritta
un po' storta e con qualche sbavatura qua e là dove
immaginava il
fratello colto dalla stanchezza aveva accidentalmente trascinato la
mano. Ed era breve, ulteriore segno della stanchezza del fratello, o
forse anche-- del disgusto verso il maggiore? Quel pensiero gli
raffreddò il sangue nelle vene.
Era
abituato alla disapprovazione del fratellino minore per almeno la
metà delle cose che faceva -spesso guai in cui anche Lily
era parte
attiva,- ma quella volta, pensò con amarezza, era diverso.
Lily
aveva rischiato qualcosa di più di qualche sbucciatura o una
punizione a lucidare i Trofei, qualcosa di più prezioso
della vita
ed era tutta colpa sua. Era inutile che l'accusassero -naturalmente
suo padre non aveva perso l'occasione ugualmente prima di correre via
intimandogli di tornarsene a casa e che ne avrebbero “parlato
dopo”- si sentiva già abbastanza in colpa da solo.
Sentì l'aria
fuoriuscire di colpo -rendendosi conto di aver trattenuto il respiro
fino a quel momento- quando lesse che Lily era illesa nell'infermeria
che dormiva beata e che i Dissennatori erano stati catturati e
rimandati nell'isola in cui erano stati confinati alla fine della
Seconda Guerra Magica.
C'erano
parecchie cancellature, parole riscritte anche tre, quattro volte, ma
non traspariva nulla né del risentimento che Albus avrebbe
potuto
provare né del suo sostegno. In sostanza era quasi una
fredda
rassicurazione, fatta forse un po' perchè suo fratello era
troppo
buono o perchè si sentiva in dovere dopo aver visto la sua
faccia
prima di seguire il padre verso Lily, dove lui non poteva andare. A
dire il vero aveva anche aggiunto che il padre gli aveva riferito che
se voleva poteva andare a visitarla, era davvero troppo buono per
vietare al fratello di vedere la sorella, ma se stava meglio avrebbe
capito anche se ci fosse andato. Al momento non aveva la forza di
affrontare gli sguardi di rimprovero e disprezzo della sua famiglia.
Il
gufo era già ripartito, -probabilmente si era reso conto che
non
avrebbe ricevuto nessuna ricompensa- quindi richiuse la finestra
distrattamente lasciandosi cadere sulla poltroncina imbottita del
salottino/cucina di Dominique mentre la lettera le scivolava dalla
mano lasciata molle a pendere dal bracciolo e la testa reclinata
all'indietro sulla testiera.
Era
stato orribile, quando Avery, un collega del padre che aveva
incontrato a qualche grigliata alla Tana per dei piccoli raduni di
Auror, era corso verso di loro bianco come un cencio dicendo che
c'erano dei Dissennatori che giravano intorno a Lily e ad una
ragazzina bionda, che identificò senza alcun dubbio come
Kimberly
-erano corse via assieme- e solo un piccolo strano patronus si
frapponeva fra le creature e le ragazzine svenute. Ne aveva detto
anche la forma, del patronus, ma nel caos non la ricordava, ricordava
solo di aver pensato che era tipico della sorella, come in un lapsus
subito soffocato dal terrore. Ovviamente Harry era corso subito verso
la sua bambina, intimandogli prima di non seguirlo -evidentemente
James non era l'unico Potter a incolpare lui dell'accaduto- e Albus
gli aveva lanciato uno sguardo prima che il padre lo chiamasse.
Ricordava che Al aveva mormorato qualcosa come
“Scorpius” e “devo
avvertirlo” a sé stesso mentre gli voltava le
spalle e seguiva il
padre di gran carriera, mentre lui e Dominique si tenevano quasi in
piedi a vicenda.
“Ma
è mia sorella..” ma nessuno l'aveva sentito, ormai
tutti lontani.
Avevano
ragione, era tutta colpa sua, lei era lì per colpa sua e dei
suoi
stupidi guai. Si faceva sempre male da piccola, perchè lo
seguiva
ovunque, lo imitava molto più di Albus data la sua natura
irrequieta, con quel legame così speciale. All'inizio
detestava
quella pulce che lo intralciava ovunque, lamentandosi con loro madre,
poi, lo ricordava come se fosse stato solo poche ore prima, una gnoma
da giardino con due sbarazzini codini rossi gli aveva proposto di
rubare la scopa di loro padre dal casotto, con gli occhi blu che
scintillavano. Era stata la prima volta che aveva volato davvero, lei
aveva tre anni e lui cinque e il risultato era stato ovviamente
disastroso. Dopo qualche metro di urla e libertà, troppo
piccoli per
governarla, la scopa si era schiantata nella siepe dei vicini. Quello
che l'aveva consacrata come sua compagna di scherzi e giochi,
però,
non era stata la proposta iniziale, -quell'idea l'aveva avuta mille
volte anche lui, solo che lei era riuscita a rubare la chiave del
casotto con più agilità- ma la reazione che aveva
avuto, con tutt'e
due le ginocchia sbucciate che spuntavano dai buchi dei jeans rotti,
la maglia macchiata di verde e foglie fra i capelli. Si era messa a
ridere, felice come non aveva mai visto nessuno e lui, come fratello
grande aveva ricacciato indietro le lacrime nonostante il polso
slogato. Perchè voleva essere forte come lei. Questo non
glielo
aveva mai detto.
Naturalmente
quando i genitori li avevano trovati a ridersela nella siepe,
incastrati con la scopa miracolosamente ancora intera li avevano
sgridati tanto che il ricordo sarebbe rimasto vivido per
l'eternità.
In quell'occasione piena di nuove scoperte aveva anche capito che
Lily faceva da deterrente per le punizioni severe, con quel suo
faccino angelico e il sorriso sincero.
Probabilmente
era per quello che anche da adulto cercava la sua collaborazione,
forse la usava ancora incosciamente come scudo, quando avrebbe dovuto
proteggerla.
Sentì
il frusciò delle buste di carta e la porta chiudersi
strapparlo dai
ricordi con violenza. Ah, ecco dov'era andata Dom, a fare la spesa.
Forse glielo aveva anche accennato, ma non era certo, non era
più
certo di nulla.
«Potter,
mi spieghi perchè nel letto dell'infermeria in cui ci
dovrebbe
essere mia figlia c'è anche tua figlia?» la soave
voce di Draco
Malfoy era l'ultima sveglia che Lily avrebbe mai voluto.
«Ringrazi
che non c'è mio fratello,» borbottò
ancora mezza intontita mentre
si strofinava gli occhi, ricevendo una violenta gomitata nelle
costole. «Ahi! Che ho dett—? Oh.»
Spalancò gli occhi chiedendosi
quanto potesse essere stupida da uno a dieci. Di sicuro Kimberly
pensava che superasse direttamente l'infinito. «Ahem,
buongiorno Mr.
Malfoy.» cercò di fare il suo sorriso
più convincente.
Non
era colpa sua se la disturbavano mentre era ancora mezza
addormentata.
«Buongiorno
Lily, ti prego di continuare quello che stavi dicendo su tuo
fratello. Specificando di qualche dei due si tratta, magari.»
«Non
ascoltarla papino, evidentemente i Dissennatori non sono riusciti ad
asportarle l'anima, ma il cervello sì.»
Due
Malfoy, la mattina. Appena sveglia. Che disquisivano sulla presenza
del suo cervello. Quello doveva essere un incubo.
«Sei
simpatica come un bolide nel—» si bloccò
in tempo ricordando la
presenza degli adulti attorno a lei. «—la
traiettoria di volo.»
concluse candidamente guadagnandosi sguardi scettici.
«Buongiorno
piccola, come ti senti stamattina?» la salutò il
padre evitando di
fare commenti, finchè c'era di mezzo uno dei maschi e non la
sua
bambina poteva anche andare bene. Più o meno.
«Splendidamente
papà, direi che posso anche andarmene, vedo più
l'Infermeria che il
mio dormitorio ultimamente.»
«Questa
non è una novità per i Potter.»
sogghignò Draco Malfoy con la
figlia che gli faceva eco, in un modo davvero inquietante
considerando che era seduta nel letto accanto a lei.
«Oh
stia tranquillo, Kimbry sta battendo il mio record
quest'anno.»
sorrise tranquilla la rossa, riflettendo come il padre somigliasse al
maggiore dei figli.
«Ho
parlato con Madama Chips –che, fra parentesi, non era per
niente
contenta di questa tua incursione nei letti altrui- e ha detto che
dopo un ultimo controllo siete entrambe libere di tornare a
distruggere la scuola.» nascose un mezzo sorriso alla
risposta della
figlia.
«Io
non distruggo niente, sono le cose che sono fragili.» storse
il naso
la rossa passandosi una mano nella matassa disordinata che aveva in
testa.
«Lils,
la scuola è fatta di pietra.» non tardò
a puntualizzare la vocina
della sua coscienza proprio accanto a lei. Una coscienza troppo
bionda e ghignante per i suoi gusti.
«Pietra
molto vecchia.» sbuffò alzando gli occhi al cielo.
Dopo
poco le raggiunse Madama Chips, che le controllò
accuratamente una
per una mentre i loro padri si punzecchiavano manco fossero tornati
ad avere undici anni. Grate all'infermiera scattarono in piedi non
appena disse che potevano uscire a patto che non si agitassero
troppo, mentre loro volevano solo fuggire di gran carriera dallo
spettacolo raccapricciante dei due ultraquarantenni a un metro dal
loro letto. Lily andò a quello che avrebbe dovuto essere il
suo,
trovando la divisa pulita lasciatele dagli elfi. Legò i
capelli
decisamente irrecuperabili per il momento e raggiunse l'amica che
evidentemente la pensava come lei sul fatto di filaserla, magari
davanti a un bel camino in una Sala Comune verde-argento..
«Ti
devo accompagnare alla Torre?» le domandò
gentilmente il padre
facendola sobbalzare, impaurita che le avesse letto nel pensiero.
«No,
no pa', grazie.. io e Kim adesso facciamo un giro.»
svicolò dalle
raccomandazioni di suo padre e quando finalmente riuscirono a
liberarsi dei due uomini le spalle di entrambe le ragazze si
rilassarono.
«Ma
sei rincitrullita? Dire quella cosa davanti a mio padre!»
esclamò
mollandole una sberla sulla spalla Kimberly non appena furono
lontani. Evidentemente l'aveva covata per fargliela pagare con calma,
la vipera. Tipico atteggiamento da Slytherin.
«Oh
andiamo, non l'ho fatto apposta e almeno ha impedito a mio padre di
fermarsi per parlare dell'argomento James-Dominique.»
alzò le mani
in segno di discolpa.
«Odio
tuo fratello.» borbottò la bionda rossa in viso.
«Mi
premurerò di farlo sapere ad Al al più
presto.» fece un sorriso
birichino facendo spuntare una smorfia assurda sul viso diafano
dell'amica che in breve tempo era diventato bordeaux.
Sembrava
non fosse successo nulla, come sparito, assorbito dalla
normalità,
dalle piccole cose, eppure entrambe sapevano che sepolte dentro
avevano stampate a chiare lettere le loro paure più grandi.
Ciò che
poteva potenzialmente distruggerle.
Non
ne parlarono, nessuna delle due voleva. Entrambe speravano solo di
essere riassorbite dalla routine, dal calore degli amici e dai
dettagli che facevano ogni giornata diversa dall'altra, lì a
Hogwarts. Senza contare, ricordò Lily con orrore, che di
lì a poco
ci sarebbero stati i G.U.F.O. e lei non aveva letteralmente aperto
libro.
«Potter,
chi non muore si rivede.»
La
voce, alle sue spalle le fece venire i brividi lungo la spina
dorsale. Non era preparata a incontrarlo, non dopo quello che era
successo, soprattutto non se quel che aveva creduto un sogno era
stato davvero reale perchè avrebbe voluto dire farneticare
un po'
troppo. Sembrava quasi che aspettasse i momenti in cui era
più
debole, ubriaca o non troppo presente per farle dire cose
imbarazzanti, quel maledetto biondo.
«A
quanto pare se mi tocca rivederti la mia ora giungerà un po'
troppo
tardi.» rispose senza voltarsi, con fare tetro. Era tutto
sbagliato,
non avrebbe dovuto fare così. In fondo, se lui era il suo
pensiero
felice doveva pur contare qualcosa. Invece no, semplicemente non
riusciva a trattenersi dal palesare quanto in realtà le
desse
fastidio la sua presenza. Perchè le dava fastidio, vero? Si
riavviò
i capelli dietro le spalle con un gesto brusco, continuando a
guardare davanti a sé. Era seduta a gambe a penzoloni sugli
spalti
del campo da Quidditch, la scopa appoggiata accanto a lei. Non sapeva
bene come mai si era rifugiata lì, in cerca di pace e del
vento
sulla faccia, si era solo messa dei leggins e una felpa al posto
della divisa ed era scesa in campo. Peccato che da quando era
arrivata era rimasta a fissare il cielo pensosa, da là in
cima,
senza nemmeno pensare di montare sulla scopa.
«Come
siamo tetri oggi, cos'è i Dissennatori ti hanno succhiato
via il
senso dell'umorismo?» sentì i suoi passi
rimbombare sugli spalti di
legno vuoti, mentre le si avvicinava fino ad arrivare accanto a lei.
«Non che ne avessi molto prima, quindi non è poi
questa gran
perdita.»
Si
era lasciato cadere seduto mollemente vicino a lei, con noncuranza
nonostante la ragazza si ostinasse a tenere lo sguardo fisso davanti
a sé. Peccato che sentiva quei due pozzi grigi traforarle il
craneo
da parte a parte.
«Non
hai mai pensato che potesse essere il tuo -di senso dell'umorismo- ad
essere completamente assente?» arricciò il naso
infastidita. Non
che lui le rendesse facile il compito di non attacar briga per un
nonnulla.
«Impossibile,
io sono Scorpius Malfoy.» sentì, più
che vederlo -come aveva
sentito il tono serafico mentre pronunciava quelle parole- il
ghignetto che gli si disegnava sulle labbra.
«Mi
duole essere io a dirtelo, ma è esattamente questo il
probl--» la
risposta acida le si bloccò in gola, quando sentì
la mano di lui
che le prendeva i capelli, facendola sobbalzare e girare di scatto.
Con gli enormi occhi blu spalancati sentì il fiato fermarsi,
gonfiandole il petto. Doveva sembrare davvero ridicola.
«Perchè
per una volta non ti rilassi Lily?»
Era
lì, che giocherellava con una ciocca dei suoi
capelli
vermigli che rilucevano di mille riflessi sotto il sole tiepido di
Maggio e la guardava serafico. Dal canto suo, riusciva a malapena a
capire cosa stesse succedendo per poter rispondere o minimamente
pensare di rilassarsi.
C'era
una leggera brezza, che rendeva ancora il clima mite e scompigliava
leggero i capelli biondissimi del ragazzo davanti a lei. Brillavano,
pensò scioccamente guardandolo con attenzione. Al sole,
notò, gli
occhi grigi diventavano talmente chiari da sembrare quasi azzurrini,
come un laghetto ghiacciato. Ed erano belli.
Lui,
era bello.
Merlino,
il cervello le stava andando in corto circuito per pensarlo, ma era
dannatamente bello. E l'avrebbe portata alla pazzia.
Si
sporse di scatto, bloccandolo contro il muro degli spalti dietro di
loro e lo baciò. Razionalmente stava studiando il modo
più lungo e
doloroso per uccidersi per quello che stava facendo e l'altra parte
di lei, beh.. stava affondando le mani nei suoi capelli morbidi e
sottili per sentirselo più vicino, del tutto dimentica di
avere
ancora un cervello più o meno funzionante. All'inizio lo
sentì
irrigidirsi sotto le sue mani -una dietro la nuca e una poggiata
leggermente alla sua spalla per tenersi in equilibrio- i muscoli gli
si tesero come un animale pronto alla fuga, ma fu solo il primo
attimo di incredulità, perchè un secondo dopo
sentì le sue labbra
muoversi contro le proprie e le mani di lui che andavano ad
avvolgersi attorno alla sua vita spingedosela contro al petto.
Non
capiva, non capiva davvero perchè l'aveva fatto, ma era
stato come
un lampo, nella sua testa, una scintilla aveva fatto balenare l'idea
che voleva baciarlo e ancora prima di rendersene conto lo stava
facendo. E sembrava così naturale, così giusto,
che le mani di lui
le scorressero sulla schiena, nei capelli, sotto la felpa dove aveva
ancora la camicetta leggera della divisa estiva. Le sembrava
così
giusto, sentirsi invadere le narici del suo profumo, completamente
inebriata dal suo profumo sotto quello di shampoo alla menta e
tabacco. Una piccola parte del suo cervello completamente scollegato
recepì che lui aveva solo la camicia, con le maniche
arrotolate
mentre gli passava la mano sulle spalle, sul petto, sulle braccia,
come se ogni parte di lui fosse indispensabile, come se ne avesse
bisogno. Reincontrare il suo sapore, il suo calore, le faceva girare
la testa, mentre lo sentiva che la attirava a sé
portandosela sopra
e lei docilmente seguiva la guida delle sue mani sui fianchi,
perchè
lo voleva anche lei, quel contatto in più. Non le bastava,
non le
bastava, non le bastava.
Si
staccò quando si ritrovò in assenza di ossigeno,
ricordandosi di
respirare, col fiatone, come se avesse finito una fase intensiva di
allenamenti. Si sentiva avvolta in uno strano torpore, le mani di lui
-una sotto la felpa dietro la sua schiena che la schiacciava contro
il suo torace e l'atra fra i capelli aggrovigliati- non le davano
fastidio, le sembrava, anzi, che spandessero a raggiera un calore
piacevole per tutto il corpo. Teneva ancora le mani nei capelli fini
di lui e si guardavano. Era seduta su di lui, ma a quello ci avrebbe
pensato dopo. A gambe aperte. Sì, decisamente meglio
pensarci dopo.
Notò
con piacere di non essere l'unica ad avere il fiato corto e le guance
calde, che sulla pelle così chiara di Scorpius erano subito
evidenti, piccoli fiori rosa sbocciati sul candore. Era bello,
così
dannatamente bello. E in quel momento le bastavano
solo quegli
occhi grigi, lucidi, che la fissavano di rimando per farla stare
bene, anche se lo sapeva che se ne sarebbe pentita presto.
C'era
qualcosa di profondamente sbagliato nel fatto che lei trovasse quella
situazione così giusta.
Perchè
se anche lei aveva cambiato modo di vederlo questo non implicava che
lo avesse fatto anche lui, si ripetè per arginare
preventimanente
ogni danno.
Il
sorriso di Scorpius era il suo pensiero felice.
Quel
ricordo, così vivido, la fece rabbrividire. Non poteva
più mentire
a sé stessa, non dopo quello che era successo con i
Dissennatori,
non poteva più dirsi che lo odiava e basta,
perchè era stato così
naturale pensare a lui in quel momento, come unico appiglio, un punto
fermo a cui aggrapparsi.
«È
così che di solito di rilassi?» prese finalmente
parola lui, «sarà
meglio non dirlo ad Albus o gli verrebbe un colpo
apoplettico.»
Ci
mise un po' a capire da dove se ne fosse uscito fuori con quella
affermazione, per poi ricordare di corsa stavano parlando prima che
lei gli saltasse addosso come una ninfomane. Non che lui avesse
disprezzato la cosa, eh.
«Tirare
fuori mio fratello in questo momento non è decisamente una
delle tue
trovate più brillanti.» sbuffò
infastidita, senza però muoversi
di un millimetro. Che volesse prenderla in giro per quello che aveva
appena fatto non l'aveva preventivato, non davvero e non sapeva se
sarebbe riuscita a gestirlo. Quei sentimenti, appena sbocciati -o
forse era meglio dire, appena scoperti, perchè erano
lì da molto,
forse troppo tempo- erano troppo fragili e non avrebbero retto nessun
colpo. Lei sarebbe potuta crollare. Ed improvvisamente, si
sentì
immensamente fragile.
«Hai
ragione.» estremamente serio mentre faceva scivolare la sua
mano dai
capelli di alla sua guancia piena di lentiggini.
Ma
non si mosse, nonostante avesse paura, così tanta da farle
battere
il cuore all'impazzata, combattè con lo spirito di
sopravvivenza che
le gridava a gran voce di fuggire, di tenersi il cuore stretto e
scappare prima che potesse essere spezzato. Prima di donarlo
irreparabilmente.
Da
quando pensava a lui in quei termini? Da quando era diventato il suo
pensiero felice, insinuandosi in una parte di lei che non sapeva
nemmeno di possedere, occupando tutto lo spazio disponibile? Da
quando?
Continuava
a farsi le domande sbagliate, loro erano una serie di domande
sbagliate. Perchè lui c'era sempre stato, il suo personale
antagonista, il migliore amico di suo fratello, il fratello della sua
migliore amica, il conoscente. Il nemico che aveva sempre preferito
tenersi stretta, piuttosto che evitare. Lui c'era sempre stato e non
riusciva a capire, a capire quale fosse la domanda giusta da porsi
per risolvere quel guazzabuglio. Non era come -litigando e
prendendosi in giro- né quando -da sempre- né
dove -dentro di lei,
sotto pelle- e neanche perchè, semplicemente
perchè non c'era un
perchè, era così e basta.
«Tu
hai un pensiero felice?» la domanda le scivolò
fuori dalle labbra
prima ancora di riuscire a frenarla, liscia come seta era decisamente
la domanda sbagliata, quella che l'avrebbe portata ad un passo dallo
scoprirsi troppo, ad un punto di non ritorno.
«Un
pensiero felice?» inarcò un sopracciglio chiaro,
rimanendo però
per il resto impassibile.
«Sì,
sai— qualcosa che ti faccia sentire a posto, a
casa.» non sapeva
nemmeno lei cosa stesse dicendo, dove volesse andare a parare. Un
brivido le corse lungo la schiena, quando, per un istante soltanto,
così velocemente da farle pensare di averlo sognato, il
braccio di
Scorpius la strinse un po' più a sé. Come un
sussulto.
Ci
pensò un po', senza distogliere lo sguardo dal suo, sembrava
aver
preso la domanda così seriamente che lei si chiese che
significato
nascosto ci avesse trovato dentro. Se ci era arrivato, a capire quale
fosse il pensiero felice che l'aveva fatta tremare.
«Sì.»
quella volta non se lo sognò, il leggero tremito della mano
da
pianista di lui contro la propria guancia. Con quel tono serio e
quella espressione indecifrabile sembrava quasi avesse detto qualcosa
di troppo, forse si era persa qualcosa..
«Anch'io.»
rispose così, giusto per non lasciar cadere il discorso in
un punto
che sembrava agitarlo, posandogli leggera entrambe le mani coi palmi
aperti sul viso.
In
silenzio, si guardavano, cercando ognuno di raggiungere l'altro senza
riuscirci davvero. Schiacciati l'uno contro l'altra lo sentiva
distante chilometri.
«In
infermeria deliravi su una cosa, sai..»
Oh..Oh—OH!
No, non poteva essere, lei aveva sognato, non poteva essere successo
davvero. Un conto era baciarlo, un conto era poter ancora far finta
che fosse meramente un istinto fisico, un altro era farneticare sul
suo sorriso. Lei non poteva averlo fatto, no davvero.
Fece
uno scatto, almeno ci provò, intenzionata a fuggire verso la
propria
scopa e addurre qualche scusa sullo studio o il sonno o un'invasione
di folletti da sgominare, tutto pur di allontanarsi di lui, ma fece
solo un piccolo salto, quasi un rimbalzo finendo malamente contro il
petto di lui. Lo guardò confusa prima di rendersi conto di
quanto
velocemente le sue mani fossero passate dal suo viso ai suoi fianchi
sottili, trattenendola.
Merda.
«Non
dovreste essere voi Potter, quelli coraggiosi?» si
sentì avvampare
sotto lo sguardo di lui, che come al solito non riusciva a decifrare.
Anche la voce sembrava talmente piatta da farle temere che tutta
l'emozioni che l'aveva venata poco prima fosse stata semplicemente
un'illusione.
«Perchè?»
cercò di dissumulare il tremolio nella voce, ma aveva il
respiro
quasi mozzato. E sì, aveva paura.
«Perchè
stavi scappando, lo fai ogni volta.» sentì le dita
lunghe e sottili
che le affondavano nei fianchi, unico indizio della rabbia che
sembrava crescere in lui, perchè il resto rimaneva
terribilmente
piatto, immobile.
«Io
non stavo scappando, solo che ho da fare.» era una pessima
bugiarda,
pessima. Soprattutto con gli occhi grigi di lui che sembravano
trapassarle il cranio.
«E
menti, tanto spesso che ho perso il conto.»
continuò lui, con la
presa su lei che si faceva sempre più salda.
«Non
è vero,» come sei intelligente Lily,
soprattutto di darei E per
gli ottimi argomenti in tua difesa. La voce sarcastica della
sua
coscienza le risuonò nel cervello con la voce di Kim.
«Perchè
deve essere tutto così difficile con te?» la
domanda giunse
inaspettata, il tono del ragazzo si era addolcito mentre distoglieva
lo sguardo da lei e lasciava ricadere entrambe le mani ai suoi
fianchi, improvvisamente stanco. La colse talmente di sorpresa che
rimase lì, seduta a cavalcioni su di lui del tutto dimentica
della
sua fuga.
«Cosa?
Ma fai sul serio? Tu?» fece una smorfia, cominciando ad
irritarsi
per quella sua-- non sapeva nemmeno come definirlo quel sentimento
che sembrava trasparire appena sul viso diafano davanti a lei, fra le
crepe di una maschera di cui nemmeno sapeva l'esistenza. «Tu
dici a
me che complico le cose? Ti sei mai fatto un esame di coscienza negli
ultimi diciasette anni?»
«Sì,»
riportò lo sguardo su di lei e la prima cosa che le venne in
mente e
che forse non avrebbe potuto reggerlo tanto a lungo.
«tu—tu—tu
sei un demonio, per Salazar! Complichi tutto, sei testarda, urli
ovunque, non stai mai attenta a dove metti i piedi, menti, scappi,
scappi in continuazione e ridi troppo.» Sembrava agitato,
mentre due
leggere chiazze rosse gli spuntavano sugli zigomi spigolosi.
«Rido
troppo?» lo guardò basita.
«Hai
recepito solo questo di tutto il discorso? Ti sto dicendo che mi hai
complicato la vita da quando hai messo piede nella mia vita e tu
capisci solo questo? Allora lasciami aggiungere ottusa, alla
lista.»
sembrava completamente un'altra persona, era infervorato, gesticolava
e il tono non era amaro come al solito, era di un tipo diverso. Come
se fosse mischiata a troppi sentimenti per essere decifrati.
«Merlino
e tu dovresti essere una Corvonero!»
Rimaneva
zitta, ad osservarlo, profondamente indispettita da tutto quello che
diceva e allo stesso tempo incapace di staccargli gli occhi di dosso
o di rispondere a tono.
«Stupido
Serpeverde, tu sei un egocentrico, viziato, egomaniaco stupido idiota
che pensa che il sole si sia messo a brillare solo perchè
era nato e
poi sarei io quella che crea problemi? Vuoi che ti elenchi quello che
mi è successo nell'ultimo anno per colpa tua? Hai fatto uno
scherzo
a mia cugina che mi ha portata a non parlare più con Amy, mi
hai
baciata quando stavo con Lorcan, facendo sì che lui mi
odiasse e poi
l'hai rifatto ancora solo Merlino sa perchè, mi hai confusa,
persa
in giro, insultata e us--» si fermò, con il
respiro spezzato prima
di completare la parola. Usata. Perchè
le era venuta in
mentre proprio quella parola? Perchè un momento prima si
trovava a
riflettere su quello che provava per lui, lo baciava e ora, ancora a
cavalcioni su di lui si stavano insultando facendola sentire usata?
«Me ne vado, così non invado più i tuoi
spazi vitali.» Si alzò
di scatto prima che le mancasse il coraggio, il fiato, l'energia..
perchè ad ogni battito del cuore sentiva la paura soffocarla.
«Brava,
scappa, è quello che sai fare meglio.» il tono
acido la colpì,
sommandosi alle migliaia di crepe dell'atteggiamento forte e
strafottente che aveva eretto attorno a sé per nascondere
una
ragazzina inn—no, quello no, quello mai. Non lo era, non di
lui,
non—mai.
«Credi
quello che vuoi.» Afferrò la scopa con rabbia e ci
saltò su, senza
guardarlo, perchè se le avesse visto l'espressione che aveva
in
volto lui avrebbe capito quanto male le facesse. Un colpo di tacco e
si librò in aria, puntando alla Torre dei Corvonero,
cercando solo
un angolo buio dove nascondersi finchè il suo cuore non
avrebbe
ripreso a battere normalmente e reimparato a respirare non come una
che avvea appena rischiato di annegare. Da quando? Da quando Scorpius
Malfoy contava così tanto? Perchè aveva il potere
di farle questo?
Perchè? Perchè lui e non qualcuno che si sarebbe
preso cura di lei,
che problemi aveva il suo cervello per considerarlo una persona degna
di amore?
Se
ne stava zitto, tetro, fissava il fuoco davanti a sé come se
fosse
un criminale della peggior specie, in grembo un giornale che non
faceva nemmeno il tentativo di fingere di leggere e le braccia
abbandonate sui braccioli della poltrona con le mani che gli
formicolavano ancora di lei. Con rabbia si alzò di scatto,
il
giornale cadde con un tonfo leggero sul tappeto mentre gli voltava le
spalle del tutto dimentico e si dirigeva a grandi passi verso il
dormitorio. Quasi non notò gli sguardi di qualche spaventato
primino
e quello accigliato di Zabini e Amy che sedevano ad un tavolino a
studiare assieme. Da quando si ved—? Ah, che si fottessero
tutti
quegli stronzi. Salì ogni gradino sbattendo i piedi e si
sbattè con
altrettanta violenza la porta dietro di sé.
«È
di cattivo umore, di nuovo.» constatò Amy
portandosi una ciocca di
capelli biondi dietro l'orecchio mentre fissava la porta stupendosi
di non vedere attorno agli stipiti delle crepe nella pietra.
«E
da quando questa sarebbe una novità?»
sospirò il moro di fronte a
lei.
«Da
quando non si tratta di crisi premestruale, ma c'entra una certa
rossa.» constatò abbandonandosi allo schienale
della sedia.
Zabini
aprì la bocca come se volesse dire qualcosa, ma la richiuse
in
fretta. «Meglio che non dica quello che stavo per dire,
sarebbe
stata davvero una battuta infelice.»
«Su
cosa?» lo guardò accigliata.
«Sul
rosso.»
Lo
guardò qualche istante prima che un barlume di comprensione
non le
apparve sul volto truccato leggermente. «Ah, sei disgustoso,
lasciatelo dire.»
«Lo
so, per quello non l'ho detto,» si difese.
«comunque che facciamo?
Gli andiamo a parlare sperando che non ci cruci sul momento?
«Di
sicuro con te lo farebbe solo sentendo il rumore dei tuoi
passi,»
sbuffò chiudendo il libro di fronte a sé.
«vado io.»
«Non
ti credevo così propensa al suicidio, Lily deve mancarti
proprio.»
le fece un sorrisetto Ares mentre la sedia di lei sfregava
all'indietro sul pavimento. Non ci avrebbe potuto giurare, ma quando
gli passò accanto oltre al famigliare profumo lo raggiunse
anche il
debole mormorio della ragazza, che sembrava tanto a “non ti
immagini quanto.”
«Scorp?
Scorpius?» la porta del dormitorio era chiusa a chiave e la
sua
bacchetta l'aveva lasciata sul tavolino dove stava studiando con
Zabini. Quindi addio Alohomora o Reducto. «Hyperion del
cazzo,
aprimi e smettila di fare la prima donna!» sbottò
spazientita
continuando a bussare violentemente. Nessuna risposta.
Poi
la porta si aprì, con un leggero scatto e un cigolio
sinistro che
non fece che aumentare la sua impressione di buttarsi a capofitto
nella tana del drago. Spinse con la punta delle dita la porta notando
che l'unico occupante della stanza era steso sul letto, con il
braccio ancora teso e la bacchetta in mano puntata verso di lei.
Fissava il soffitto del suo baldacchino con lo stesso astio con lo
faceva qualche minuto prima col fuoco. Forse aveva bisogno solo di un
cambio di paesaggio, insomma, incenerire qualcosa con gli occhi per
molto tempo alla lunga doveva diventare noioso. Fece un passo avanti,
chiudendosi la porta alle spalle.
«Senti--»
«Quante
volte ti ho detto che non devi chiamarmi Hyperion? È come se
ti
chiamassi Mildred, dimmi, ti piacerebbe?» il tono aggressivo
presagiva un bel lavoro prima di estorcergli qualunque informazione
che non somigliasse ad un insulto malcelato.
«Ma
io non mi chiamo Mildred, Hyperion invece è il tuo
nome.» ribattè,
avendo imparato in tutti quegli anni che ci voleva la giusta dose di
accondiscendenza e contrattacco per poter superare la sua fase di
odio verso il mondo e arrivare al nocciolo del problema.
«Era
solo un'ipotesi.» borbottò tagliente.
«Che vuoi? Ti avverto, se
sei qua per farci le trecce a vicenda e raccontarci la nostra vita
amorosa non sono dell'umore giusto.»
«Per
carità, non sapresti nemmeno dove iniziarla una treccia e
poi quello
che ha una vita amorosa che va raccontata fra i due non sono certo
io.» finse di inorridire mentre gli si avvicinava lasciandosi
cadere
sul letto di Albus accanto a quello dell'amico.
«Spiacente,
non sono interessato alla divulgazione del mio diario
segreto.»
«Intendi
quello rosa con sopra gli unicorni? Quello l'ho già
letto.» lo
fissava con determinazione, mentre lui si ostinava a mantenere i
propri occhi sul soffitto.
«Emily,
non sono dell'umore, perchè non ripassi tipo..»
finse di pensarci.
«Ah, ecco: mai.»
«Appunto,
tu non sei mai dell'umore giusto. Smettila di fare il melorammatico e
dimmi che ha fatto Lily questa volta.»
«Lily
non ha fatto ass—» parve rendersi conto a
metà della frase
automatica che gli stava uscendo dalle labbra quale fosse l'argomento
del discorso, voltandosi di scatto verso l'amica a cavallo fra
l'incredulo e l'inquieto. «E lei che c'entra
adesso?»
«Andiamo,
non crederai che non si sia capito che la causa dei tuoi sbalzi
d'umore più frequenti del solito è lei. Davvero,
sei tipo un libro
aperto.» sorrise sorniona godendo intimamente per la sua
espressione
stralunata.
«E
chi l'avrebbe capito?»
«Io,
Zab, gli Scamander.. e sono sicura che la lista si allunghi a
dismisura ogni ora. Solo Al e tua sorella sono così ciechi
da non
vederlo, forse perchè sono persi nel loro mondo fatato fatto
di
occhi a cuoricino e arcobaleni.» finse di rabbrividire.
«Non
è che tu abbia citato fonti così attendibili, ora
mi dirai che
Merlino in realtà era un babbano particolarmente bravo nei
giochi di
prestigio immagino.» il tono tagliente tradiva l'ansia che si
era
impossessata di lui, il timore di essere scoperto. Lo conosceva
così
bene che non avrebbe potuto ingannarla nemmeno fra cent'anni.
«Non
fare il coglione Malfoy, mi fai incazzare quando neghi l'evidenza
solo per rimanere nel tuo stato di grazia in cui sei incazzato col
mondo perchè non gira nel senso che vuoi tu.»
incrociò le braccia
al petto ricambiando lo sguardo truce con uno, se possibile, ancora
più truce. «Non hai motivo di essere incazzato per
Salazar, lei
ancora ti parla! Ti rendi conto che ha chiuso un'amicizia con me per
una cazzata e invece con tutto quello che le hai fatto ancora ti
parla?»
«Si
diverte ad attacar briga e io non posso resistere nel darle fastidio,
tutto qui. Mi parla per darmi fastidio, non si aspetta nulla da
me.»
il tono che usò le sembrò quasi desolato, vuoto.
Il rancore
diventato solo un'ombra, come se si stesse sgonfiando di colpo.
«Dai
tanto del tonto ad Albus e poi tu sei ancora peggio.» fu
l'unica
risposta inacidita della bionda, che non lo perse d'occhio mentre si
alzava e cominciava a camminare per la stanza.
«E
questo cosa vorrebbe dire?» domandò nervosamente
passandosi una
mano fra i capelli. Distrattamente Amy si chiese quando Al gli avesse
passato quel vizio essenzialmente Potter.
«Vorrebbe
dire che a malapena ti accorgi dei tuoi sentimenti, di come la
guardi, le parli, respiri la sua stessa aria figurarsi accorgerti che
lei fa lo stesso.»
«Cosa
farei io?» si fermò di botto, in centro alla
stanza, ritto come un
fuso le sembrò ancora più alto di quello che era.
«Porco
Godric, a volte avrei voglia di aprirti la testa per vedere se sotto
quei capelli platinati c'è un cervello!»
sbuffò esasperata
allargando le braccia. «Vuoi che ti dica cosa ho visto,
osservando
dall'esterno negli ultimi tempi? Non mi è mai stato
così chiaro da
quando mi sono allontanata da voi e vi ho osservato. È come
se
gravitassi attorno a lei. Ah! Zitto, ora lasciami finire.» si
alzò
anche lei in piedi alzando la mano per frenare la protesta che stava
nascendo in gola al biondo. «In Sala Grande ogni volta che
pensi che
non ti guardi quasi la trapassi con lo sguardo, quando stava con quel
Corvonero.. sembrava che volessi cruciarlo con la sola forza del
pensiero ogni volta che stava nel raggio di cinquanta metri da lei,
sembravi odiarlo. Ogni volta che si è fatta male sei stato
il primo
ad accorrere e la tua espressione, sembrava che avessi paura che
scomparisse, morisse. Io ti osservo e ti conosco come le tasche del
mio mantello, lo sai e se ti dico che da quando la conosci sta
operando una lenta e radicale trasformazione in te, soprattutto
quest'ultimo anno, credimi.»
«Dovresti
cambiare spacciatore Em, le unghie di drago devono averti dato alla
testa.»
«In
quel caso avrebbero fatto il loro dovere e avrei perso il freno che
m'impedisce di strozzarti.» ribattè tagliente la
ragazza e si
avvicinò a lui. Nonostante non fosse bassa, doveva sempre
alzare la
testa per guardarlo in faccia. «Smettila di farti del male,
lei..
lei ci tiene a te, più di quello che pensi. Si vede,
Salazar, lo
vedo io che negli ultimi mesi neanche le ho parlato. Dimmi, Scor, ti
ho mai mentito?»
«Non
c'entra questo adesso, solo perchè tu credi che sia vero non
vuol
dire che lo sia.» sembrava ritornato alla calma glaciale di
sempre,
sembrava che volesse soltanto scomparire dietro quella maschera per
non darsi una speranza.
«C'entra
e tu lo sai che ti sto dicendo la verità. Smettila di fare
il
Serpeverde e per una volta buttatti, sii coraggioso, fallo per
te.»
«Il
problema è che quel cencioso cappello ci ha buttatti tutti e
due qua
per un motivo, non trovi? Non sono l'unico a non essere abbastanza
coraggioso in questa stanza.»
«No,
non sei l'unico, ma non puoi aspettarti che lei abbia abbastanza
coraggio per entrambi, perchè non lo avrà. Non
sarà abbastanza
forte da capire cosa provi e lascerà perdere, pensandola
come ad una
strana avventura capitata negli anni di scuola e tu, fra poco, te ne
andrai da Hogwarts per sempre e lei avrà tutto il tempo di
andare
avanti. Non ti aspetterà in eterno, in realtà non
credo lo faccia
nemmeno ora, probabilmente è già tanto se ha
capito cosa prova
realmente.» il tono di Emily si era addolcito e gli aveva
poggiato
una mano sulla spalla stringendo con delicatezza. Il suo profumo alle
rose minacciava di soffocare quello di Lily che si sentiva ancora
addosso, -violetta e Lily- l'unica traccia di lei. «Per una
volta
sii quello che non sei, perchè è l'unico modo per
poter essere
quello che sei veramente.»
«Non
ha molto senso.»
«Non
deve averlo, Morgana, non può! Stiamo parlando di Lily
Potter.»
«Non
ho mai ammesso che fosse lei il problema, magari papà
potrebbe
avermi scritto dicendo che non potrò avere un
ippogrifo.»
«Non
ho mai capito questa sua avversione per gli ippogrifi.»
«Beh,
ci sono cose più assurde da capire, come il fatto che io sia
invischiato in questa situazione con la Potter.»
«Semplice,
lei è Lily.» E ci ha cambiati entrambi
tanto profondamente che
non so se riusciremo mai a tornare indietro.
Pensò, ma non lo
disse.
Note
di un'autrice che si fustiga per il ritardo.
Lo
so, due mesi di assoluto silenzio. Lo so,
credetemi. Sono
imperdonabile e ho anche poco tempo per lasciarvi un commento
decente, ma vi assicuro che per quanto odierete questo capitolo non
lo farete mai quanto me. Fa schifo, è di passaggio per il
prossimo,
certo, ma fa schifo uguale. L'ho tenuto nel computer quest'ultima
settimana sperando di migliorarlo un po', già completo, ma..
niente,
fa schifo.
Vi
ringrazio tutti, di cuore se avrete il coraggio di pazientare per
arrivare al prossimo, già scritto per metà fra
fogliettini e il
documento word.
Whit
love. :)
|
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Capitolo 19 *** #17 - seventeenth chapter . ***
;SEVENTEENTH
CHAPTER
La
paura si vince non col coraggio ma con una paura più grande.
Tutti
gli eroi ne fanno esperienza.
—Carlo
Gragnani
«Notizie?»
il viso pallido della ragazza entrò nella sua visuale,
mentre si
raddrizzava sulla poltrona. Seguendo lo sguardo di lei si
ritrovò ad
osservare la pergamena per terra.
«Sì,
sta bene.» annuì riportando gli occhi su di lei.
Persino il dolore
e la stanchezza sembravano donarle, cosicchè i capelli
spettinati e
umidi sembrassero una nuova chiara di morbidezza, profumati di
vaniglia e città. Gli occhi azzurri spenti e tristi erano
circondati
da occhiaie.
«È
una ragazza forte, era ovvio che fosse così.»
annuì a sua volta
tornando al tavolo dove aveva appoggiato la spesa e cominciando a
tirar fuori le compere per riporle negli scaffali, avrebbe potuto
farlo con la magia -osservò silenziosamente James senza
però osare
dirlo ad alta voce- sospettava che quei gesti automatici e la
manualità la aiutassero a non perdere il controllo. Fare
qualsiasi
cosa pur di non pensare.
Con
un sospirò torno a guardare il soffitto con la testa
appoggiata allo
schienale. Lui invece non riusciva a fare nulla senza che gli cadesse
qualcosa. Quando era nervoso era totalmente inutile.
Si
passò una mano fra i capelli neri, ma rimase fermo col
braccio
alzato quando udì la voce di lei rompere il silenzio.
«Che
cosa facciamo adesso?» aveva solo espresso i suoi stessi
pensieri,
ma questo non gli impedì di sentire un brivido lungo la
spina
dorsale. Non voleva fare quel discorso, sebbene ce ne fosse bisogno,
non si sentiva ancora pronto. Probabilmente non ci si sarebbe mai
sentito.
«James?»
richiamò la sua attenzione con la voce venata da un leggero
nervosismo, palpabile nell'aria tesa. Fuori infuriava il temporale.
Silenzio.
Un tuono. Un forte tonfo e un crack, qualcosa che si rompeva nel
lavello.
«James..
io-io così non ce la faccio più, non
così.» la voce le tremò e
quando voltò la testa verso l'angolo cottura la vide con le
spalle
sottili incurvate appoggiata al lavello. Il collo scoperto mentre la
marea di capelli biondi le ricadevano ai lati del viso e le scapole
sotto la maglia leggera come ali che spingevano per uscire.
«Cosa
possiamo fare ora?» mormorò, guardandola tremare
desiderando
abbracciarla e dirle che sarebbe andato tutto bene, confortarla, ma
non era più possibile. Non ci credeva nemmeno lui e
probabilmente
lei l'avrebbe respinto.
La
amava, lei amava lui, si amavano, ma non era comunque abbastanza.
Non
lo sarebbe mai stato e sebbene si fossero illusi fino a quel momento
che potesse bastare, non era così.
Si
alzò e la raggiunse silenziosamente, avvicinandosi a lei, ma
senza
toccarla si appoggio al piano cottura, anch'esso con la testa bassa
guardandola.
«Nicky—io
ti amo.» la vide irrigidirsi, mentre il tremore cessava.
Probabilmente era arrivata anche lei alle sue stesse conclusioni,
oppure aveva semplicemente intuito tutto dal suo tono di voce
sconfitto.
«Jam
io—ti amo anch'io.» sembrava che avesse da dire
qualcosa, come se
fosse fermo sulla punta della lingua pronto a rotolorare fuori e
distruggerli. Forse lo erano già, distrutti.
Con
un gesto della bacchetta fece andare tutto al suo posto negli
scaffali.
Lo
sguardo gli cadde sulla mano di lei, aggrappata al lavabo tanto
tenacemente che le nocche erano sbiancate. Poggiò la sua
grande
sulle piccole e sottili di lei e sentì la tensione del polso
quando
la ragazza si trattenne dall'indietreggiare.
«Tu—tu
ci vedi nel futuro? Fra cinque, dieci anni? Ci vedi?» il
mormorio fu
così sommesso che quasi non riuscì a sentirla.
Per un attimo pensò
di fingere di non averlo fatto. Perchè no, non li vedeva.
Per quando
si sforzasse non li vedeva nemmeno fra un anno, c'era solo il buio.
A
dire il vero non è che lui avesse mai pensato al futuro
-anche prima
di lei- era sempre stato un po' infantile e si diceva che vivere alla
giornata rendesse fighi. Ora invece gli mancava, voleva vedere,
eppure non ne era capace.
«Nemmeno
io,» sussurrò sconfitta interpretando
correttamente il suo
silenzio. «non vedo case, figli, lavoro. Niente,
assolutamente
niente, c'è solo buio. È come cadere in un
baratro senza fine.»
«Beh
lo sai che non sono mai stato un gran pensatore..»
abbassò la testa
guardandosi i piedi, stringendo la mano della ragazza.
«Sei
intelligente, anche se tenti di nasconderlo in tutti i modi, lo
sai.»
lo rimproverò senza forza appoggiando la testa bionda alla
sua
spalla.
«Andiamo
a dormire.» la esortò gentilmente sapendo bene che
nessuno dei due
avrebbe mangiato nulla quella sera.
Dominique
si lasciò trascinare docilmente fino al letto. Una volta
raggiunto,
sciolse la sua mano dalla quella del ragazzo per prenderlo per la
maglietta e attirarlo a sé baciandolo con dolcezza.
Finirono
stesi l'uno sopra l'altra, baciandosi e sfiorandosi quasi con paura.
Lo sapevano, o sapevano che serebbero stati completi, assieme.
Una
volta Dominique gli aveva letto una poesia, oppure una semplice
storia, era difficile ricordarsene in quel momento. Parlava di dei e
di uomini e di come i secondi all'inizio del mondo avessero due
cuori, due teste, quattro braccia e gambe e di come i primi fossero
gelosi della loro completezza. Così avevano diviso gli
uomini,
punendoli per la loro felicità a cercare per tutta la vita
la metà
combaciante della propria anima perduta. Ma nel loro caso erano stati
doppiamente crudeli, pensò mentre baciava una ad una le
palpebre
chiuse di Dominique, perchè oltre ad averli condannati a
cercarsi li
avevano messi in posizione di non potersi riunire.
Baciò
li zigomi salati di lacrime silenziose mentre intonavano la loro
personale preghiera silenziosa di redenzione a dei che non li
avrebbero mai ascoltati, baciandosi e sfiorandosi con cautela che non
avevano mai avuto.
Ognuno
voleva memorizzare ogni dettaglio dell'altro.
I
baci erano salati delle lacrime della ragazza, sapevano di mare, lo
stesso mare che si stagliava fino all'orizzonte a Villa Conchiglia
sulla quale spiaggia nelle notti soffocanti d'estate si erano
scambiati tante innocenti speranze, promesse e baci.
Era
tutto falso, lo sapevano anche loro, ma speravano di poter far
diventare tutto vero.
Pregava,
James, di poter ricordare tutto, qualunque dettaglio, parola,
insulto, carezza.
Pregava,
Dominique, che non fosse possibile farlo, che un giorno potesse far
sparire tutto perchè ogni ricordo era come un chiodo
conficcato in
gola.
Si
sentiva bruciare ad pogni tocco del ragazzo steso su di lei che
lentamente la spogliava come l'aveva spogliata della corazza
protettiva che era solita indossare, del suo orgoglio, della sua
stanchezza.
Si
sentiva come un guscio che conteneva sentimenti non suoi, troppi,
troppi, troppi per un corpo solo e infatti, pensò con
sollievo
ritrovando le labbra di lui che avevano percorso tutta la curva del
collo, erano in due a contenere quell'amore che gli graffiava la
pelle e lasciava solo ferite aperte.
Ogni
ferita, un ricordo felice.
Rimanevano,
le ferite, non sembrava possibile che potessero diventare cicatrici,
fare meno male.
Si
sentiva nel petto il dolore di ogni osso rotto e le sembrava ancora
poco come paragone.
Dolore.
Da quando quella parola aveva assunto un suono così dolce?
Da quando
era sinonimo di amore?
Mentre
si spogliavano e rotolavano nel letto sfatto ogni domanda scivolava
via assieme ai capi d'abbigliamento che li dividevano.. e si
ritrovarono nudi, l'una sopra l'altro. Lei aveva smesso di piangere
da tempo ormai e gli sorrideva con la tristezza e la più
profonda
felicità negli occhi che aveva mai visto.
Erano
felici perchè erano assieme, perchè si amavano di
un amore così
forte che certe persone non l'avevano mai nemmeno immaginato.
Erano
felici perchè avevano trovato la parte migliore di loro
stessi
nell'altro, colmando i vuoi, salvandosi e condannandosi da soli.
Erano
tristi perchè faceva male rimanere assieme ricordando chi
erano, ma
forse faceva più male dirsi addio, consapevoli che non
sarebbero mai
tornati indietro.
Erano
tristi perchè sapevano che nessuno dei due avrebbe mai
dimenticato
l'altro e sapevano che sarebbero stati male sia a sapere di essere
stati dimenticati sia che entrambi ricordassero -perchè
ognuno di
loro credeva che non avrebbe mai potuto dimenticare- sarebbe stato
troppo doloroso. Sapere che entrambi si volevano, ma che non potevano
aversi era più doloroso di un amore non corrisposto.
Dolore.
Dolore. Dolore.
Amore.
Amore. Amore.
Avevano
quasi lo stesso suono.
Le
mani di James cercarono quelle di Dominique, intrecciandosi in un
incastro perfetto così che perdessero la cognizione di dove
iniziava
uno e finiva l'altro. Dolorosamente consapevoli che la mattina dopo e
per il resto del futuro lo avrebbero saputo con straziante certezza.
Ti
rendi conto delle piccole cose che compongono una persona vivendola
per l'ultima volta, si disse Dominique inalando il profumo del
ragazzo sudato su di lei, attorno a lei, dentro di lei.
Forse
funzionava così solo con loro che avevano sempre fatto
-creato-
l'amore sulle ceneri dei loro mondi che andavano in pezzi nelle
fiamme della consapevolezza.
Si
erano fatti a pezi e poi ricostruiti, pensò prima di
chiudere gli
occhi, fuori era quasi l'alba e il cielo stava lentamente mutando in
blu più chiaro attraverso le nubi che si diradavano.
Era
impossibile tornare a quella di prima, neppure lo voleva, in
realtà.
Si erano amati e sapeva che quello era un addio, che quando si
sarebbe svegliata ogni traccia di lui sarebbe sparita dal suo
appartamento a parte il suo profumo. Si schiacciò contro il
petto
muscoloso e inspirò profondamente, con le labbra che lo
sfioravano.
Lo sentì rabbrividire.
Avrebbero
dovuto dirsi un'ultima volta che si amavano, lo sapeva, ma era
inutile perchè ne erano già a conoscenza entrambi
e dirlo una volta
di troppo li avrebbe uccisi. Sarebbe stato peggio, separarsi.
“Ti
amo, sei l'unica persona che mi abbia mai vista davvero.”
pensò,
pregando che, un giorno magari, i suoi pensieri l'avrebbero
raggiunto.
“Sei
tutto ciò che ho.” pensò lui
stringendosela addosso e rubando
quegli ultimi attimi prima dell'alba. Aspettando. Se di prendere
sonno o il coraggio di andarsene non l'avrebbe saputo dire, ma
aspettò.
Passare
una serata a litigare col proprio cervello perchè ricordasse
gli
ingredienti di stramaledette Pozioni non era esattamente la
distrazione di cui Lily necessitava per dimenticare cosa fosse
successo quel pomeriggio. Se contava poi che aveva tentato di
studiare con Kim, con Albus che tentava di aiutarle e invece finiva a
lanciare occhiate intense alla sua migliore amica con gli occhi a
forma di cuore la situazione decisamente non migliorava.
Era
riuscita a studiare ben poco, figurarsi capire cosa dicessero quelle
ricette che le sembrava nominassero per la prima volta ingredienti
esotici e mai sentiti. “Probabilmente è
perchè nelle ore di
Pozioni dormi sempre, sai?” le aveva risposto da brava voce
della
coscienza Kimberly quando glielo aveva fatto notare. La odiava quando
aveva ragione e odiava i suoi genitori che l'odio per quella
stramaledetta materia ce l'avevano nel sangue, solo Al sembrava aver
preso il famoso talento di loro nonna (quello di loro padre non era
valido, avevano scoperto già da tempo del libro modificato
dell'omonimo di Albus dallo zio Ron).
Quando
era andata a dormire assieme alla migliore amica -ringraziando il
cielo che la serata fosse finita che nella Sala Comune Serpeverde
Scorpius non si fosse visto- aveva pregato che almeno un po' di mal
di testa se ne andasse per lasciare posto almeno ad una ricetta, ma
la mattina dopo fu evidente che era una realtà
universalmente
conosciuta che lei e Pozioni non sarebbero mai andate d'accordo come
il fatto che i suoi capelli rossi la mattina sarebbero sempre
sembrati una criniera in cui dei folletti avevano fatto festa.
Si
stava ancora guardando tristemente allo specchio mentre si lavava i
denti che Kim la raggiunse nel suo solito stato di
tranche-post-sveglia borbottando un buongiorno soffocato da uno
sbadiglio.
«Gio—no»
mugugnò prima di sputare il dentifricio nel lavandino e
sciaquarsi
la bocca facendo gargarismi che ai primi tempi l'amica non perdeva
occasione di definire fastidiosi e a cui dopo anni ci si era
abituata.
«Che
facciamo oggi?» chiese Kim dopo aver finito di fare
pipì tirandosi
su i pantaloni del pigiama e avvicinandosi al lavandino per lavarsi
le mani.
«Studiamo?»
alzò un sopracciglio mentre cominciava a cercare di
sistemare il
cespuglio che aveva in testa. «Non è che abbiamo
molto
alternative.»
«Cosa?
No, non ho voglia di aprire un libro oggi, è
sabato.» la guardò
storto mentre si legava i capelli biondi in una crocchia disordinata
per lavarsi la faccia. Ormai la loro routine era quasi sincronizzata
e sembrava organizzata per come nessuna delle due invadeva troppo lo
spazio dell'altra riuscendo a dividersi il bagno piuttosto piccolo.
«Nemmeno
io—AHI!» si bloccò a metà
frase quando un nodo più resistente
le fece quasi strappare via mezza cute.
«Quante
volte ti ho detto che basterebbe un incantesimo per districare i
nodi?» la voce di Kimberly giunse soffocata dall'asciugamano
in cui
aveva affondato il viso.
«Lo
sai benissimo che non me lo ricordo e che tanto è tutto
inutile,
tanto fra mezz'ora saremmo punto e a capo.»
borbottò la rossa
lasciando stare la spazzola e passando le mani fra le ciocche
cercando di darvi un ordine.
«In
effetti stamattina sono peggio del solito, vestiti che ti faccio una
treccia.» la osservò in modo critico la bionda
prima di sciogliere
con un gesto distratto la chioma biondo grano che le ricadde
morbidamente sulle spalle come per ricordarle che lei aveva dei
capelli normali e non un nido d'uccello in testa.
«Okay.»
borbottò lanciando spostando uno sguardo
sull'oblò che mostrava il
fondo torbido del lago nero prima di voltarsi e uscire dalla stanza.
Anche nel dormitorio, come in quello Corvonero c'erano delle finestre
fra i letti, c'erano degli oblò che ogni tanto facevano
intravedere
le figure di Avvicini piuttosto socievoli o sirene intente a sbrigare
chissà quale affare. Nessuna creatura lacustre prestava
molta
attenzione ai Serpeverde, probabilmente abituati dagli anni di
convivenza a farsi i fatti propri. Con uno sbuffò raggiunse
il letto
di Kimberly, in fondo ad esso c'era appoggiato il baule dell'amica
con dentro anche i cambi della rossa. Si sfilò dalla testa
la maglia
enorme che usava come pigiama e nell'intimo spaiato si mise a cercare
qualcosa che si addicesse al suo umore di quel giorno.
«Il
tuo culo in faccia ornato di mucche volanti non è
esattamente lo
spettacolo che vorrei avere di prima mattina, pensavo più ad
un
altro fondoschiena Potter.» la voce di Kimberly quasi la fece
sobbalzare, si voltò di scatto facendosi male al collo.
«Spero che tu non
intenda quello di mio padre, sarebbe uno shock per me dovermi
abituare ad una nuova mamma.» commentò lanciandole
un'occhiataccia
prima di ritornare alla ricerca nel baule. Finalmente trovò
un
maglione largo grigio e morbido cucito all'uncinetto con un motivo di
tecce in evidenza e anche se non era sicura che fosse suo decise che
era decisamente lo stile che più le si addiceva.
«Perchè ti porti giù
la tua roba se finisce quasi sempre che usi la mia?»
ignorò il
precedente commento dell'amica guardando critica il suo maglione che
veniva indossato da qualcuno che non era lei. Kimberly aveva scatti
estremamente altruisti a volte, ma sostanzialmente era molto gelosa
delle proprie cose. Forse possessiva era la parola giusta.
«Ma se è da una vita
che non mi presti niente.» le sorrise mentre si infilava il
paio di
jeans chiari che aveva anche la sera prima.
«Questo lo dici tu, di
questo passo il mio armadio diventerà vuoto.»
assunse un tono
critico la Malfoy mentre si toglieva la camicia da notte -era forse
l'ultima persona al mondo a dormire in camicia da notte, ma lei
diceva che era di classe e probabilmente non avrebbe mai cambiato
idea- e le si avvicinava prendendo dal baule notevolmente
più
disordinato dopo l'ispezione della rossa prendendo calzamaglie
colorate, una magliettina carina, un golfino e dei pantaloncini. Lily
si chiese come facesse a usare tutta quella roba senza perdere
qualcosa in giro, mentre lei sopportava a malapena una canottiera.
«Allora, che facciamo
oggi?» ripetè la domanda di poco prima mentre
saltellava per
infilarsi i collant.
«Mhm, non lo so, per
prima cosa colazione.» alzò le spalle noncurante
la rossa per poi
gettarsi sul letto sfatto.
«Quello mi sembra
ovvio, anche se deve essere tardi ormai,» la
rimbrottò la bionda
che ora si stava infilando i pantaloncini. «intendevo
dopo.»
«Sono
le..» girò la testa sul letto per lanciare uno
sguardo alla sveglia
sul comodino della bionda. «undici. A questo punto ci
conviene
chiamare un elfo domestico o andare in cucina, a pancia piena si
ragiona meglio.»
«Chiamiamo
un elfo, non ho voglia di uscire, fa freddo.»
sentenziò la bionda
da sotto la maglia prima che spuntasse la testa.
«Come
se qui facesse più caldo.» alzò gli
occhi al cielo mettendosi
seduta sul letto mentre l'altra una volta infilatasi il golfino la
raggiunse alle spalle.
«Passami
la bacchetta, devo districarti un po' questo disastro prima di farti
la treccia.» le diede un leggero colpetto alla schiena
incitandola
ad allungarsi sul letto a gambe incrociate e recuperando la bacchetta
dal comodino, per poi raddrizzare la schiena e porgerla alle sue
spalle.
«Ai
suoi ordini altezza.»
«A
volte sei così fastidiosa.. Azel!»
commentò prima di chiamare
un'elfa domestica con voce chiara e ferma che ricordò a Lily
la sua
educazione purosangue.
Un
sonoro pop precedette l'apparizione di un esserino dai grandi occhi
marroni e le orecchie a punta.
«Sì
padroncina?» aveva una voce dolce, anche se un po' troppo
stridula e
quando sorrideva si notava un canino mancante, sempre che gli elfi
domestici avessero gli stessi denti dei maghi.
«Potremmo
avere del pane tostato, pancetta, uova, marmellata e un po' di
the?»
si fermò per un attimo, poi aggiunse, come se se ne fosse
dimenticata. «Per favore.»
In
ogni caso l'elfa non parve farci caso e con un sorriso ampio
sparì
dopo aver annunciato che a breve avrebbero avuto tutto.
«A
volte mi spaventi.» commentò Lily dopo il pop
famigliare.
«In
che senso?» domandò distrattamente l'amica mentre
passava la
bacchetta con movimenti metodici lungo i capelli rossi dell'amica
mormorando ogni tanto qualche parola.
«Beh,
ti comporti da purosangue spocchiosa. Sembri abituata a dare
ordini.»
si passò una mano fra i capelli distrattamente.
«Stai
ferma.» le intimò l'amica tirandole qualche
ciocca. «Comunque sono
stata cresciuta così, lo sai.» il tono di voce era
neutro,
tranquillo e se non l'avesse conosciuta così bene avrebbe
detto
anche normale.
«Siamo
fortunate, non credi? A crescere in famiglie che ci hanno dato
tutto.» si raccolse le ginocchia contro il petto mentre
Kimberly
poggiava la bacchetta e passava una spazzola fra i capelli mossi, ma
districati.
«Non
me lo sono mai chiesta, ma immagino di sì.»
«Abbiamo
avuto tanto, davvero tanti— tanti ricordi felici non
trovi?»
«Dove
vuoi arrivare Lils?» cominciò a intrecciarle i
capelli con abilità.
«Mi
chiedevo.. secondo te perchè non ci basta mai quello che
abbiamo?»
avrebbe voluto passarsi una mano fra i capelli, come faceva ogni
volta che era nervosa o imbarazzata, ma si trattenne. Sentì
le dita
sottili fermarsi fra i suoi capelli, un sospiro.
«Io
credo che, anche se siamo in tempi di pace, abbiamo diritto anche noi
ad avere paura.» la voce sembrava un po' meno ferma, ma non
per
questo meno tranquilla.
«Lo
credi davvero?» il dubbio nella sua voce era appena udibile.
«Io
credo così, ma sai che a noi Serpeverde è
permesso più che agli
altri di essere egoisti.» quella risposta colpì
Lily come un pugno
allo stomaco.
«Tu
non lo sei, sei gentile. E buona.»
«Essere
una Slytherin non vuol dire essere per forza cattiva, lo
sai?»
riprese a intrecciare le ciocche rosse da dove si era interrotta.
«Sì,
lo so, ma—» sembrava proprio che tu
intendessi quello. Ma
la voce le morì in gola.
«Noi
-io e Scorpius- siamo, come dire? Cresciuti con valori diversi dai
tuoi. E probabilmente quello che nostro padre ha insegnato a noi
è
molto più all'avanguardia e vicino ai Grifondoro di quanto
qualunque
altro Malfoy o addirittura Serpeverde possa dire.» il suo
tono era
calmo, controllato, quello che usava quando cercava di aprirsi
sebbene avesse paura di farsi male.
«In
che senso?» domandò, rilassata dal movimento
ritmico dell'amica
dietro la sua schiena.
«Ci
è stato insegnato che a volte vale la pena rinunciare ai
propri
ideali per salvarsi la pelle, non che ci volesse proprio una spinta
in quel senso, credo che sia nei geni Malfoy scappare quando le cose
si mettono troppo male. È questo che mi ha fatto paura di
te, anche
di Al, ma soprattutto di te all'inizio.» si prese una breve
pausa,
ma non la interruppe aspettando che raccimolasse le parole giuste.
«La vostra passione per le cause perse, la testardaggine che
molto
spesso sfocia in autolesionismo inconsapevole. Siete assurdi, anzi lo
sei tu, immagino che Al sia finito in Slytherin perchè sa
dove
fermarsi, ma tu continui. Più le cose vanno male
più ti ci butti a
capofitto, sembra quasi che ti piaccia. E ho paura che tu abbia
attaccato un po' di questo vizio anche a me e mio fratello.»
Ci fu
un breve momento di pausa in cui Lily soppesò le parole
appena dette
dall'amica mentre sentiva che era arrivata ormai a più di
metà
schiena e stava allacciandole i capelli. «Fatto, ora tocca a
me,
voglio una treccia a lisca di pesce.»
Le
diede un leggero colpetto sulla spalla e lei si voltò con un
mezzo
sorriso, pensierosa.
«Grazie.»
incrociarono per un attimo lo sguardo, poi anche la bionda si
voltò
porgendole oltre la spalla spazzola e laccio che ovviamente si
intonava con le calze. A volte era così maniacale.
Cominciò
a pettinarle i capelli un po' pensierosa, in realtà c'era un
incantesimo con cui avrebbe potuto intrecciarsi da sola i capelli, ma
quello era uno dei piccoli contatti umani, uno dei primi, che
Kimberly si concedeva nella loro amicizia. Era sempre stata chiusa,
un po' restia. La prima volta che l'aveva abbracciata aveva
dichiarato che se l'avesse rifatto le avrebbe tranciato via le
braccia, lei odiava gli abbracci. In realtà aveva bisogno di
contatto umano più di quanto non volesse dare a vedere e
così aveva
iniziato dalle piccole cose, come intrecciarsi i capelli a vicenda,
lasciare far fare a Kim esperimenti col trucco sul suo viso. Pian
piano aveva cercato di spogliarla dalle sue barriere, con lentezza,
passando a prenderla per mano ogni tanto -spesso per correre a
perdifiato verso una lezione a cui erano irrimediabilmente in
ritardo- per poi abbracciarla negli scatti di gioia. Pian piano si
era abituata a far entrare qualcuno che non fosse Scorpius nella sua
sfera personale, non che i due fratelli avessero chissà
quali
contatti.
La
colazione arrivò con l'elfa che faceva lievitare un sacco di
piatti
e facendo apparire un tavolo li posò sopra. Dopo un breve
ringraziamento sparì.
«In
che senso la vostra educazione è più vicina a
quella dei Grifondoro
degli altri Serpeverde?» interruppe il silenzio ovattato
fatto solo
dei fruscii della spazzola fra i capelli biondi e già
ordinati
dell'amica.
«Nostro
padre durante la Seconda Guerra Magica ha imparato tanto, soprattutto
da nonna Narcissa, sai, con quello che li ha fatto per tuo
padre.»
Lily annuì anche se sapeva che l'amica non poteva vederla,
ricordando i racconti del padre su come la nonna dei fratelli Malfoy
l'avesse dichiarato morto mentendo a Voldemort solo per poter tornare
da suo figlio, dicendo addio a tutti gli ideali di una vita per il
signor Malfoy. Aveva sempre pensato che fosse uno dei gesti che
spiegava meglio l'amore di una madre, come il sacrificio della sua
omonima nonna. «Lui ha cercato di non farci compiere i suoi
stessi
errori, in qualche modo. Una volta mi disse che voleva fossimo
migliori di lui, che noi saremmo stati la sua ammenda per gli errori
passati, ma ero piccola, potrei anche sognarmelo. In ogni caso io e
Scorpius non siamo poi così intolleranti per i nati Babbani
e
quest'estate papà mi ha comprato un feletono,
ricordi? Certo,
ha storto il naso, ma un'altra famiglia purosangue mi avrebbe
diseredata probabilmente. Papà si sbaglia, è
sempre stato buono, ma
dopo Voldemort.. è come se alla parola Slytherin
corrispondesse
ancora solo oscurità.»
Anche
dopo anni Kim aveva paura delle persone, delle ferite che potevano
aprire con le sole parole. Era sempre stata fragile, sotto la
maschera di acido sarcasmo che indossava e aveva sempre suscitato in
Lily un istinto di protezione, come se fosse suo dovere frapporsi fra
lei e le altre persone. Anche se in quell'ultimo periodo era stata
così presa dai suoi problemi da non riuscire a fare un
discorso
serio nemmeno sulla sua recente relazione con Al.
Era
davvero una pessima amica.
«Certi
errori rimangono anche nei figli, però.. tu lo sai che per
me sei
non sei altro che la mia migliore amica vero?» si
sentì in dovere
di dire mentre incominciava a intrecciarle i capelli setosi, sottili
come quelli del fratello. Quel pensiero le diede un brivido,
ricordando come aveva affondato le mani nei suoi capelli appena il
giorno prima.
«Non
c'è bisogno che tu lo dica, tutto il tempo che passi qui
parla da
solo.» ridacchiò Kimberly. Già, dire
che ormai viveva nella tana
dei serpenti era un eufemismo. «Alla fine tutto il disprezzo
che
dici di avere per noi Slytherin lo sanno anche i muri che è
solo una
sceneggiata.»
«Ecco,
bene.» sorrise a sua volta la rossa.
«Vedi
di farmi la treccia come ti ho insegnato, eh.»
«Dopo
tutti questo tempo non ti fidi ancora?» si finse offesa.
«No,
decisamente.» ebbe la tentazione di strozzarla con i suoi
stessi
capelli.
«Senti
Kim..» iniziò con voce titubante.
«Mhm.»
rispose tranquilla. Una cosa che avevano in comune era il fatto che
piacesse a entrambe sentire delle mani nei capelli.
«Sei
felice, vero? Con Al e il resto..» ci fu un momento di
silenzio in
cui sapeva che le guance dell'amica si erano arrossate anche senza
guardarla.
«Cosa--?»
cercò di dissimulare la voce che era diventata ad un tratto
più
acuta. Vide le spalle sottili alzarsi mentre faceva un respiro
prondo. «Beh, sì.»
«Bene,
ne sono felice.» sorrise tranquilla Lily mentre ormai era
più della
metà della treccia.
«E
tu.. con mio fratello, cosa sta succedendo?» il sorriso le
sparì
dalle labbra e s'irrigidì fermando le dita per un attimo.
«Come
fai a saperlo?»
«La
domanda giusta è come fa Albus a non essersene ancora
accorto, ormai
anche Lumacorno sa che c'è qualcosa di strano.» il
tono tranquillo
della bionda la rilassò. Come all'inizio Lily non si era
intromessa
chiedendole di Albus anche lei accettava serenamente che avesse i
propri segreti.
«Sinceramente
non lo so ancora. Ti farò sapere.» fece un'alzata
di spalle,
ricominciando a intrecciarle i capelli con un movimento ritmico.
«Dovresti
parlargli, sai.»
«A
Lumacorno?» domandò disorientata.
«No
cretina, a Scorpius.» sbuffò scocciata mentre
giocherellava con una
mano col bordo del lenzuolo.
«Di
cosa?»
«Di
quello che ti confonde, mio fratello, per quanto sia diverso da mio
padre è pur sempre un Serpeverde e scapperà
sempre.»
«Perchè
dovrebbe farlo?» Da cosa poi? Ma quell'ultima domanda le
rimase
intrappolata fra le labbra.
«Ti
ricordi che all'inizio mi facevi paura? Io e lui siamo uguali, anche
se a volte non sembra.»
«Me
ne ricorderò.» disse solo mentre legava i capelli.
«Fatto, ora
mangiamo.»
«Va
bene, ho pensato che dopo potremmo giocare un po' a scacchi,
è da
una vita che non lo facciamo.» sorrise Kim scendendo da letto
e
recuperando dal baule il barattolo di Nutella da spalmare sui toast.
«Va
bene, basta che Zab non si intrometta, si mette sempre a dare
consigli e mi innervosisce.»
«Se
ci prova lo eviro, l'ultima volta mi hai battuta per colpa
sua.»
arricciò il naso.
«No,
tu perdi perchè sono più brava di te,
è diverso.» cominciò a
spalmarsi un po' di marmellata sul pane tiepido che si era
raffreddato nel frattempo.
«E
questo in quale universo parallelo scusa? Io sono una Malfoy, sono
migliore in tutto.»
Dopo
qualche ora passata con Kim e due perdite disastrose perchè
era
continuamente persa a pensare all'altro Malfoy, con una scusa a
metà
pomeriggio si era alzata e aveva deciso che bastava così.
Doveva
parlargli.
Voleva,
voleva, vol— lo voleva. Basta, era inutile fingere, scappare.
Aveva
così tanta paura da sentirsi la gola chiusa e il petto in
fiamme, ma
continuava a cercarlo, in biblioteca, per i corridoi, ovunque vedesse
una testa bionda sobbalzava, solo un istante, prima di vedere come
quella non fosse nemmeno vicina alla sua
tonalità di biondo.
L'avrebbe
persa, avrebbe potuta per perderla e questo lo tormentava ancora di
più dell'ignoto in cui si sarebbe buttato andandole
incontro. Lei
era come una fiamma ardente che ti prendeva e ti bruciava dal
profondo, mutandoti in cenere da cui rinasceva una fenice, ogni volta
più forte. Era capace di illuminare il mondo, di
appassionarsi alle
cose, di amare senza remore un libro, un cibo, una parola, una
persona e senza remore urlarlo al mondo, senza
paura. Lei non
aveva paura di amare.
Era
piena di difetti, di piccole incertezze che nascondeva sotto quella
fede cieca che i Potter ostentavano nel mondo, cambiava umore per un
nonnulla, la colpivano le piccole cose e potevi coglierla, se facevi
abbastanza silenzio, a guardare con occhi sognanti il vuoto, persa in
un mondo che non avrebbe mai potuto raggiungere. Lei era un essere
speciale, una delle poche persone che aveva desiderato proteggere
ancora e ancora, fino a distruggersi se avesse dovuto.
Forse
era un dono dei Potter, quello di scavarti dentro trovando il calore
anche in un iceberg, tirando fuori la parte più umana di te.
Albus
l'aveva cambiato, Lily senza nemmeno accorgersene, giorno dopo
giorno, l'aveva plasmato. Era qualcosa di profondo, come se mano a
mano che le stava vicino le depositasse addosso pezzi di sé
rimanendo incompleto e ora, come un uomo assetato nel deserto,
reclamava l'unica cosa che poteva farlo sentire completamente vivo. A
costo di attraversare un miraggio, avrebbe provato a raggiungerla,
toccarla e per la prima volta farsi vedere.
Merlino,
com'era possibile che ogni volta che voleva stare da sola lui
spuntava dal nulla e ora che lo cercava prima che il coraggio
scemasse fosse semplicemente sparito, com'era possibile che la scuola
sembrasse cento volte più grande del normale?
Si
era fermata nella Sala d'Ingresso, indecisa se andare a vedere al
Campo da Quidditch o aspettare nel corridoio che portava alla Sala
Comune Serpeverde tendendogli un agguato, sempre che non avesse
ceduto prima all'istinto di scappare a gambe levate.
Era
sempre stata sconsiderata, avventata, impulsiva magari chiedendosi
subito dopo chi diavolo le avesse gettato un Imperius addosso per
farle fare quell'immane stupidaggine, ma si conosceva e se avesse
lasciato bruciare il fuoco che aveva nelle vene senza farlo uscire
presto si sarebbe estinto come una candela sotto un bicchiere che
finiva l'ossigeno. E sarebbe scappata, ancora e ancora. Poi lui se ne
sarebbe andato da Hogwarts e che scusa avrebbe avuto per rivederlo?
Andare a casa di Kim per le vacanze, per andarla a trovare o
riportarle anche solo una piuma che le aveva prestato. Ma le sarebbe
bastato? Guardarlo dall'esterno mentre ognuno viveva la propria vita
e sapere quello che aveva provato per lui, senza poterci fare nulla?
Doveva
affrontarlo, farsi ridere in faccia, farsi dire che aveva solo
giocato con lei, che l'aveva stuzzicata in quel modo perchè
i soliti
litigi lo avevano annoiato. Doveva farsi fare a pezzi il cuore per
poterlo ricostruire, una volta svuotato da Lui.
Dal
portone aperto entrava l'aria fresca, c'era buio, il buio che sapeva
fare solo in Scozia quando pioveva a dirotto come in quel momento. Un
lampo rischiarò il cielo buio, e poco dopo si
sentì un tuono
fragoroso. Giù, nella Sala Comune, ci sarebbe stata
un'umidità da
far paura e molto probabilmente avrebbe trovato Kim rannicchiata
davanti al fuoco stretta ad Al, insofferente per il temporale. Non le
erano mai piaciuti, cos'è che le aveva detto una volta?
“Sembra
che cada giù il cielo, ogni tuono è come una
crepa. E i lampi
bagliori di luce che escono dalle crepe.” Allora lei l'aveva
guardata per un attimo dubbiosa. “Ma se dietro c'è
luce non
dovrebbe essere una cosa bella?” “Non se ci abitano
i morti.”
Diventava
sempre un po' lugubre, durante i temporali. A volte era successo che
durante l'estate, una delle tante notti che dormiva a Malfoy Manor,
scoppiasse un temporale estivo e si ritrovasse da sola nel letto la
mattina dopo. La prima volta si era preoccupata, ma quando aveva
scoperto che si era infilata nel letto del fratello come faceva da
quando dormiva da sola era stata la prima volta che aveva visto un
essere umano più complesso in lui, dietro la faccia da
sbruffone
inacidito. Col tempo Kimberly si era abituata a stringersi all'amica,
svegliarla con scuse stupide per parlare sotto le coperte mentre
fuori si sentivano tremare le finestre ogni tanto, ma era sicura che
quando era da sola tornasse lo stesso da lui e che nonostante
l'età
lui l'accogliesse sotto le coperte borbottando qualcosa sulla
pubertà
fingendosi contrariato. In realtà gli faceva piacere, essere
il suo
cavaliere bianco. Il suo punto di riferimento.
Dimostravano
l'affetto in modo strano, i Malfoy. Esprimevano affetto a forza di
mezze parole, frasi non dette e sguardi che sembravano trapassarti da
parte a parte. I Malfoy, aveva imparato da Kim, guardandola con
Scorpius, avevano una lingua loro, fatta di piccoli gesti fatti nel
buio, per non essere visti, erano animi nobili nascosti dietro la
paura di ciò che l'amore poteva farti. Lei e suo fratello
erano
cresciuti in modo diverso, l'amore era l'unico comandamento che
dovevano seguire, suo padre era vivo grazie a ciò che
l'Amore poteva
fare; per questo quando avevano cominciato a rapportarsi con i
fratelli Malfoy erano rimasti titubanti. Avevano vissuto credendo che
l'amore fosse l'unica cosa che contava, ma forse ne sapevano molto
più loro, che se lo tenevano dentro e lo nascondevano come
un
difetto. Una debolezza.
Albus
si era abituato in fretta, era di natura riservata e accomodante e
non gli era stato difficile avvicinarsi aprendosi pian piano
spingendo Scorpius a farlo spontaneamente a sua volta, con lui, solo
con lui. Lily tendeva più a travolgere le persone e se
all'inizio si
era subito affezionata alla Kim sarcastica che lanciava occhiatacce
raggelanti quando qualcosa la infastidiva aveva capito che avrebbe
potuto scavare tutta la vita e avrebbe trovato sempre una nuova Kim.
Tutte vere e finte allo stesso tempo, tutte parte di lei, come un
caleidoscopio. Le veniva naturale, modellarsi attorno all'amica, lei
che era sempre stata un libro aperto, un lago limpido di cui vedevi
il fondo di pietre lisce. E mentre le si adattava allo stesso tempo
la obbligava ad avvicinarsi, creando quello strano legame che le
avrebbe tolto la parte più importante di lei perderlo. Non
erano la
stessa anima in due corpi, per quanto fossero profondamente simili e
diverse allo stesso tempo erano due anime ben definite che avevano
trovato una musica, un accordo nell'altra. Entrambe potevano
risuonare della propria musica senza sovrastare l'altra, senza
coprirla o rovinarla, ma esaltando le parti migliori delle note
dell'altra.
Stava
iniziando a piovere dentro e decise che il custode non si fosse
deciso a farlo lui avrebbe chiuso lei stessa la porta. Stava quasi
tirando fuori la bacchetta quando notò la sagoma che
avanzava sotto
la pioggia. Un lungo mantello svolazzante, una figura nera e alta, il
freddo.. spalanco gli occhi mentre la paura le dilata le pupille
facendo diventare le iridi dei semplici anelli sottili blu attorno al
nero. Si ficcò le unghie nei palmi, imponendosi di rimanere
calma,
di respirare invece che martoriare il labbro inferiore con i denti.
Pensa
Lily. Pensa.
Il
sorriso di Scorpius le guizzo dietro gli occhi per un istante,
ricordandole che aveva il suo ricordo felice e rallentando un po' la
corsa impazzita del suo cuore.
Ora
che la figura si avvicinava si diede della sciocca, perchè
il freddo
era semplice freddo e quell'ombra era decisamente umana, sebbene non
capisse quale essere umano avesse voglia di uscire con quel tempo nel
Parco fangoso dove in alcuni punti si affondava con quasi tutte le
scarpe.
Aspettò
sulla porta, non sapendo bene cosa fare, mentre cercava di respirare
con tranquillità e far passare i brividi che non avevano
niente a
che fare con il freddo. L'unico rumore oltre alla pioggia era il suo
respiro, era tardi, forse di lì a poco sarebbe scattato il
coprifuoco e la gente preferiva le scorciatoie dietro gli arazzi
piuttosto che passare in piena vista col rischio di beccarsi una
punizione.
Finalmente
la figura che l'aveva tanto allarmata arrivò agli scalini,
salendoli
in fretta, evidentemente pensava anche lei che non fosse stata
un'idea esattamente geniale uscire con quel tempaccio. Si
fermò
sulla porta, come impetrita e alla luce delle torce tremolanti
riconobbe il biondo, l'esatta sfumatura scurita dalla pioggia, che
aveva cercato ovunque. Gli occhi grigi la fissavano sorpresi, mentre
rimaneva lì immobile a fissarla.
Lily,
ormai quasi del tutto calma avrebbe voluto avvicinarglisi, scostargli
la ciocca bagnata nonostante il mantello appiccicata sulla fronte da
cui colavano piccole goccioline. Avrebbe voluto sfiorargli le ciglia
umide con le labbra, avrebbe voluto sentirgli l'odore di pioggia che
ormai si doveva essere infiltrato sotto la pelle, avrebbe
voluto—
Un
tuono la risvegliò dalle sue fantasticherie, facendoli
sobbalzare
leggermente entrambi.
«Malfoy,
entra che chiudiamo la porta o domani nei sotterranei potremo farci
una piscina coperta.» le parole le uscirono dalle labbra
senza una
particolare intonazione, come se non fossero sue. Lui si limito a
fare qualche passo avanti lasciandosi dietro impronte fangose. Con un
piccolo gesto della bacchetta e un incantesimo appena mormorate il
portone cigolò e si richiuse, lasciando che la pioggia
rimanesse
solo un rumore lontano, di sottofondo e immergendo nel silenzio la
Sala dal Soffitto alto.
Si
era rigirata dopo avergli dato le spalle, e ora lo guardava come se
fosse tutto normale, come se non fosse cambiato nulla e lui invece
scoppiava.
«Che
ci facevi lì fuori con questo tempaccio?» la voce
morbida era come
una carezza, si sentiva il gelo nelle ossa e il fuoco nelle vene. Era
quello l'effetto dell'amore? O era solo il risultato della
consapevolezza che lei avrebbe potuto non volerlo? Che aveva tutte le
ragioni per farlo?
Stavo
cercando te -avrebbe voluto dire- per dirti che ti
amo.
«Quando
sono uscito non pioveva così tanto e avevo dimenticato
qualcosa
negli spogliatoi al Campo.» improvvisò.
«Piove
da stamattina, hai giocato a solitario nel frattempo?» si
accigliò,
come se le desse fastidio quello che aveva detto, ma non capiva cosa
potesse esserci di poco plausibile nella sua scusa.
«Ormai
ero uscito.» fece un'alzata di spalle, il mantello gli pesava
sulle
spalle fradicio e si sentiva i vestiti e i capelli appiccicati alla
pelle. Con una mano si riavviò le ciocche bionde
troppò lunghe che
gli gocciolavano sugli occhi.
«Dovresti
asciugarti, sai? Fra poco ci sono i M.A.G.O. e non sarebbe il massimo
farli con il raffreddore.»
«Non
mi ammalerò.»
«È
lo stesso.» lo fissò intensamente per qualche
istante e notò che
aveva le pupille dilatate e il labbro spaccato da cui spuntava il
rosso del sangue. «Andiamo, stavo andando da Kim
io.»
Avrebbe
voluto baciarla, morderle quel labbro, farle male, essere l'unico a
farle male. Ma forse lo era già.
«Andiamo.»
Stupida.
Idiota. Cogliona. Testa di Troll. Imbecille.
Porca
Rowena, dove si era andato a nascondere il suo cervello?
Era
lui, l'aveva cercato come una dannata per tutta la scuola e poi
quando se lo era ritrovata davanti non era riuscita a dirgli niente.
Beh, il fatto che venisse da fuori, dopo essere sparito per un
pomeriggio non poteva che averla innervosita, magari era stato a
rotolare negli spogliatoi scopando come un riccio. Era probabile, ma
questo cosa cambiava? Cosa si aspettava davvero? Non era forse andata
a farsi spaccare il cuore, per guarire?
«Non
ho cenato, devo passare un attimo dalle cucine.» la voce di
lui, la
tirò fuori dalla sua seduta di autocommiserazione solo per
darle
altro materiale per torturarsi.
«Vengo
anche io, devo prendere lo spuntino per la seduta di studio notturno
con Kim.»
Lui
annuì solamente, stranamente taciturno -più del
solito- e proseguì
al suo fianco, entrambi silenziosi. Sicuramente lui si chiedeva cosa
avesse fatto di male per ritrovarsela fra i piedi.
Quando
si fermò di colpo fece qualche passo prima di accorgersi che
Scorpius, col cappuccio abbassato si era fermato. Lo guardò
per un
istante accigliata.
«Malfoy?»
provò a richiarlo, mentre lui la fissava con
un'intensità che
faceva quasi paura, come se la tempesta che imperversava fuori dalle
mura provenisse da dentro di lui e premesse per uscire. Gli occhi
dello stesso colore delle nuvole, acquosi, scuriti dalla poca luce
che illuminava l'umido corridoio di pietra. Era uno spettacolo
bellissimo e terrificante allo stesso tempo, bello da togliere il
fiato.
«Dobbiamo
parlare, vieni.» e scattò, afferandola
delicatamente per il polso
con le mani fredde, gettandosi nella prima classe vuota e -a
giudicare dal numero di ragnatele- inutilizzata da molto tempo che
trovò.
«Dimmi.»
sfilò dalla presa leggera di lui il polso quando la porta si
richiuse alle loro spalle. Non aveva protestato o si era dibattuta
quando l'aveva afferrata, ma aveva bisogno di spazio fra loro due per
ragionare lucidamente.
La
punta della bacchetta di Scorpius si illuminò, rilasciando
nell'aria
piccole sfere luccicanti che si andarono a depositare sulle torce
spente da anni. Era il fuoco magico che aveva visto fare anche a sua
zia Hermione.
Si
appoggiò ad un banco aspettando che lui rompesse il
silenzio, troppo
impaurita per farlo lei stessa.
«Qual'era
il tuo pensiero felice?» domandò infine, quasi con
casualità
ostentata, come se si fossero incrociati in un corridoio per caso e
non l'avesse trascinata lì lui stesso.
«Perchè?»
ebbe un brivido lungo tutta la schiena, irrigidendosi immediatamente.
L'aveva forse capito? Era arrabbiato? Poi per cosa, mica l'aveva
molestato, era solo un ricordo, non poteva infastirlo, Porco Salazar!
Che razza di diva era?
«Vorrei
saperlo.» con un movimento fluido si tolse il mantello
gocciolante
che ormai doveva pesare una tonnellata per com'era zuppo, poggiandolo
noncurante su un banco impolverato.
«E
io vorrei tenermelo per me.» finì
irrimedibialmente sulla
difensiva. Aveva progettato di non dirglielo, di evitare di esporsi
così tanto, ma solo accennare ai sentimentimenti che la
stavano
scuotendo come un arbusto.
Le
si avvicinò facendo cigolare le scarpe da ginnastica bagnate
per
terra, era vestito alla babbana, la camicia zuppa e semitrasparente
appiccicata addosso, i jeans tanto scuri da sembrare neri e la pelle
che sembrava ancora un più chiara sotto le luci dei fuochi
freddi
che guizzavano dalle lanterne. Era così vicino che Lily
avrebbe
potuto intuire la forma dei muscoli appena accennati sotto la
camicia, tanto da sentire il suo profumo invaderle le narici. Sapeva
di pioggia, di bagnoschiuma o shampoo alla menta, fumo e Lui. Era
come una droga e allo stesso tempo tornare a casa. Come faceva a
farla stare così bene -a farla sentire così
tranquilla quando non
era per niente al sicuro- qualcuno che di lì a pochi minuti
le
avrebbe stretto il cuore fra le mani sbriciolandolo.
«Perfavore.»
la voce morbida la acarezzo facendole quasi trattenere il respiro. Da
quando chiedeva perfavore? A lei per giunta? Forse,
realizzò
con una fitta al cuore che di poco non la fece ritrarre di scatto
contro al banco dov'era già aggrappata, si comportava
così con le
ragazze che voleva affascinare.
«Da
quando conosci le buone maniere?» sbattè gli occhi
per schiarire la
vista offuscata e rimanere lucida, leccandosi le labbra secche e
screpolate sentendo chiaramente il sapore metallico del sangue.
«Rispondimi,
è solo una domanda di cui devo sapere la risposta.»
«Parli
troppo, fai troppe domande, ma il peggio e che dici cose sbagliate,
fai tutte le domande sbagliate.»
Faceva
sempre cose incomprensibili, gesti assurdi che andavano al di fuori
di ogni logica e si accorse con una fitta al cuore, che più
la
faceva arrabbiare e sconcertare più la rendeva sua.
«Forse
per certe domande non c'è una risposta.»
riuscì solo a sussurrare,
col cuore che le batteva all'impazzata e le parole che si
accartocciavano una contro l'altra nella testa. Voleva dirglielo,
dirgli ciò che provava. Doveva farlo e allo stesso tempo ne
era
terrorizzata.
«Impossibile,
ogni domanda ha una risposta.» affermò con tale
sicurezza da
sconcertarla.
«No,
il problema è che fai le domande sbagliate, devi farmi le
domande
giuste, diamine Potter, lo saprai te, sei una Corvonero!»
No,
non lo sapeva, non sapeva quale domanda fosse quella che voleva
davvero sentirsi porre. Forse, per quanto agghiacciante quella che
ancora aleggiava nell'aria polverosa era davvero quella giusta.
«Qual'era
il tuo pensiero felice?»
Il
sorriso di Scorpius era..
Ma
la risposta faceva troppa paura per accettarlo.
Ci
speravo davvero, sai Lily, che tu avessi la domanda giusta.
«Un
sorriso.» disse infine lapidaria, sentendo la scure che si
abbassava
sul suo collo. Si sentiva leggera, come priva di peso, profondamente
cosciente della presenza di Scorpius, ma non della propria. Il suo
sguardo grigio indagò sul suo viso e si chiese se glielo si
potesse
leggere in faccia quel sentimento che le rodeva l'anima e le toglieva
il sonno. Che l'aveva cambiata, troppo per tornare indietro, per
tornare alla Lily prima di Scorpius.
«Un
sorriso..?» una luce scura gli attraverso il viso,
evidentemente la
risposta non gli era piaciuta. «E qual-»
«Il
tuo.» buttò fuori la risposta tutto d'un fiato,
senza il coraggio
di aggiungere le giustificazioni o le battutine acide che le
vorticavano in testa, per migliorare la situazione disastrosa in cui
si era cacciata con quelle quattro parole.
Un
sorriso.
Studiò i suoi
lineamenti come non avrebbe più potuto fare, la mascella
squadrata
tesa dal nervosismo che si rilassava improvvisamente dalla sorpresa,
le pupille che si dilatavano nascondendo il grigio che conosceva
così
bene da sapere che col sole diventava quasi azzurro. Quasi.
Sembrava pietrificato
in uno stato di muta sorpresa, o forse era lei che sentiva i secondi
passare come se fossero infiniti. I capelli biondi ancora umidi, ma
un po' più asciutti, scompigliati e assolutamente lisci
emanavano
quasi luce tanto erano chiari.
Il
tuo.
Le
spalle larghe leggermente incurvate, il profilo alto teso come pronto
a scattarle alla gola, leggermente piegato verso di lei, forse
inconsciamente. Le mani dalle dita lunghe come aveva sempre
immaginato quelle di un pianista o un violinista, leggermente
più
grosse sulle nocche, nascoste nelle tasche.
«Il..?»
sembrò non avere il coraggio di finire la frase, Lily si
limitò ad
annuire completamente ammutolita. Pronta a cadere.
Il
sorriso di Scorpius era il suo pensiero felice.
Le
prese il viso fra le mani, passandole delicatamente col pollice sulle
lentiggini che le coprivano le guance , così come le spalle,
le
gambe, le braccia pallide, tutto il corpo. Come lui erano ovunque
sulla sua pelle.
Sembrava
a metà fra il tormentato e un uomo a cui era stato tolto il
peso del
mondo dalle spalle, non sapeva come potessero coesistere le due cose,
ma era così che appariva. La sua vita era un eterno
controsenso,
come poteva non esserlo anche quella parte di lui che ne faceva parte
da così tanto tempo?
«Lily..»
il suo nome soffiato fra le sue labbra suonava quasi come una
preghiera, le crepe nella maschera che aveva creduto di vedere il
giorno prima ora erano voragini che mostravano un volto che non
credeva di conoscere, quello del vero Scorpius, dei suoi pensieri e
che invece scoprì le era famigliare come il palmo della sua
mano.
Perchè lui era sempre stato vero, dietro a quella maschera
di cui
nessuno dei due si era mai accorto di quanto in realtà fosse
trasparente. Perchè quando stava con lui era la vera Lily,
quella un
po' sgorbutica e stizzosa, quella che poteva permettersi di non
sorridere sempre quando era felice. Perchè con lei lui era
sempre
stato solo Scorpius, quello che l'aveva vista crescere prendendola in
giro, litigandoci fino allo sfinimento solo per finire a fare assurde
lotte lanciandosi cibo, palle di neve o semplici frecciatine stanche.
Perchè
assieme, per quanto sembrasse surreale non avevano mai mentito che a
loro stessi.
Lily
non sapeva se lui l'avrebbe semplicemente presa in giro o se quella
intuizione era vera, ma sapeva per certo che quelle mani fredde, il
suo nome sulle sue labbra avevano il potere di farla sentire a casa.
«Sì?»
sussurrò tremante alzando le mani lentamente e dopo una
breve
esitazione le posò sul suo petto, sentendo sotto la camicia
fradicia
il cuore palpitargli allo stesso ritmo precipitoso del proprio.
«Resta.»
Sentì il proprio respiro tremare a quella semplice parola.
«Perchè?»
«Perchè
stavi scappando, lo fai ogni volta.»
Annuì
senza aggiungere altro, mentre le pareva quasi sentire il rumore
della maschera che cadeva a terra con un leggero tonfo. Davanti a lei
rimaneva solo Scorpius e lei voleva credergli con tutte le sue forze,
perchè averlo vicino aveva fatto andare a puttane tutti i
suoi buoni
propositi sul non farsi spezzare il cuore, semplicemente
perchè
voleva correre il rischio. Per i momenti come quello.
«Ah,
Malfoy, eccoti qui.»
«Mi
stavi aspettando?»
«Mah,
non so.. forse incosciamente.»
«Capisco.»
«Che
c'è ora?»
«Niente,
solo che non riesco a vederti.»
«Non
mi sembra che ci sia così buio, io ti vedo
benissimo.»
«Non
intendo in quel senso, solo non riesco a vedere Scorpius, mi fermo
sempre a Malfoy.»
«E
questo è un problema?»
«Beh,
come dire.. prima non lo era, mi bastava, ma ora hai complicato
tutto, ora voglio capire.»
La
spaventava, la spaventava da morire, perchè oltre a non
vedere lui,
non aveva mai visto nemmeno davvero dentro sé stessa. Si era
fermata
troppe volte a pensare a loro come Potter e Malfoy, invece non lo
erano, non lo erano mai stati anche se si erano sempre ostinati a
convincersi. Loro erano Lily e Scorpius, e basta.
Era
spaventata perchè ora capiva.
«Hai una così
cattiva opinione di me?»
«Me lo stai
chiedendo davvero? Tu, a me?»
«Perchè no? In
fondo siamo qui e non so se l'hai notato, ma ultimante riusciamo a
stare nella stanza senza lanciarci nessun oggetto
contundente.»
Troppe
maschere, troppe convinzioni sbagliate, troppe paure che aveva
soppresso tutto ciò che era essenziale. Ciò che
la faceva
respirare.
«In
fondo non mi stupisce nemmeno, si vede che ci tiene a te.»
«E
da cosa? Dagli insulti e gli scherzi di pessimo gusto?»
«No,
da come ti guarda.»
«Ti
sbagli, io e lui ci destestiamo cordialmente dal primo anno.»
«No,
non mi sbaglio, sei tu che sei distratta. Quando non pranzi al tavolo
Serpeverde capita spesso che ti lanci occhiate strane, ti fissa, ti
fissa e basta. Tu non te ne accorgi perchè sei convinta che
ti
detesti e questo ti basta, ma davvero. Ti guarda in continuazione,
con uno sguardo strano.»
«A
volte.. ci chiudiamo troppo nelle nostre convinzioni e rischiamo di
commettere terribili sbagli, solo perchè ci ostianiamo a non
voler
vedere come stanno davvero le cose.»
In
quanti l'avevano capito prima che la sua cocciutaggine si facesse da
parte per lasciare spazio al cuore? Si chiese distrattamente mentre
contemplava il viso del ragazzo davanti a lei perfettamente immobile,
come sospeso ad aspettare una risposta. Sorrise lieve afferrando la
camicia con le mani piccole e tirandolo leggermente verso il basso,
verso di sé.
«Ma
non posso
rispondere ad una domanda senza senso come questa, insomma Zab,
Malfoy, fai sul serio?»
«E
perchè no?»
E
se potevano crederci gli altri, perchè non poteva farlo
anche lei?
Perchè non poteva semplicemente credere che anche lui
provasse
qualcosa per lei, che anche lui fosse confuso quanto lei e che tutto
sarebbe potuto andare bene? In fondo un “perchè
no?” era sempre
meglio di un “mai”. Lasciava spazio ad almeno un
milione di
possibilità.
Scorpius
si lasciò trascinare verso di lei, sentiva il cuore
esplodergli nel
petto che si alzava e abbassava sotto le sue mani piccole e
leggermente tremanti. Sentiva le sue mani fredde sul viso ustionarla,
non avrebbe mai pensato che un tocco così semplice potesse
dare
scosse elettriche così intense in tutto il corpo. O forse
erano solo
i ricordi, i ricordi che sapevano di un vecchio libro consunto che
non ti stanchi mai di rileggere a darle quella sensazione di
pienezza.
«Ultimamente
ci incontriamo un po' troppo spesso Malfoy, per caso sei uno
stalker?»
«Potrebbe
essere Potter, a questo punto tutto e possibile.»
Si
alzò un po' sulle punte raggiungendo il ragazzo a
metà strada,
sfiorandogli le labbra con le proprie su cui era ancora impresso un
piccolo sorriso. Più che un bacio era uno sfioramento quasi
casuale,
ad occhi chiusi si beò sentendo il respiro caldo di Scorpius
uscire
tutto d'un fiato e andarle sul viso. Sentirsi avvolta da lui, dal suo
profumo, dal suo calore, la sua sola presenza era come essere di un
passo più vicina al paradiso e due all'inferno, ma non le
importava.
Stava
bene, finalmente stava bene.
Finalmente
era Lily.
Note.
Sono
un'autrice piuttosto
volubile, ne sono consapevole. Passano mesi fra alcuni capitoli e
nemmeno un giorno fra altri, ma sono così. Ecco qua, non so
cosa
commentare se non che il precedente era in preparazione a questo e
che amo scrivere di Lily e Kim. E Scor e Lils mi fanno fangirlare.
Okay, la smetto.
Probabilmente
terminerà tutto con il prossimo capitolo, ormai tutti nodi
sono
venuti al pettine. Ci sarà un epilogo abbastanza lungo e
forse
qualche storiella riguardande il post-fine anno. Lil e Scor ed eventi
significativi o meno della loro vita.
Bene
vi lascio e spero di trovare tante recensioni, perchè i miei
bimbi
sono stati bravi e coraggiosi.
(Se
non si notasse le citazioni del capitolo precedente e questo sono
state scelte apposta in sequenza.)
With
love. :)
|
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Capitolo 20 *** #18 - eighteenth chapter . ***
;EIGHTEENTH
CHAPTER
"Non
piangere, non indignarsi. Capire."
– Baruch
Spinoza
“Caro
Albus,
Ho
già saputo di tua sorella da tuo padre e mi dispiace tanto
non
essere potuta essere lì, ma mi avevano praticamente bloccata
alla
Gazzetta e ho piena fiducia che tuo padre sappia prendersi cura di
lei. In ogni caso ora va tutto bene. Tu stai bene? So che non vuoi
pesare su di noi, ma gli esami sono alle porte, sono sicura che
almeno un po' d'ansia l'avrai. Poi con quello che è successo
con
James.. sì, Harry ha avuto il tempo di accennarmi tutto il
suo
disappunto nelle sue lettere e lo aspetto a momenti a casa per
poterne discutere meglio.
Per
quanto questo mi sconvolga penso che abbia reagito in modo esagerato
con lui, ma queste non sono preoccupazioni che devono riguardarti.
Stai tranquillo e studia, ho piena fiducia in te. Magari, se hai
tempo, cerca di dare un'occhiata a tua sorella, sarà
sicuramente
indietro e nel panico più totale. Tirala un po'
giù dalla scopa e
mettila sui libri se puoi.
Ti
allego alla lettera un pacco con i tuoi dolci preferiti e qualcosina
sia da parte mia che dalla nonna che forse renderanno le sedute di
studio un po' meno faticose.
Con
amore,
Mamma.
ps.
l'altro pacco è per Lily e dille che la Nutella non
c'è perchè le
abbiamo inviato un barattolo che è la metà di lei
nemmeno un mese
fa, se l'ha già finito dovrò prendere seri
proveddimenti. E che non
usi la scusa dei Dissennatori per dire che ha più bisogno di
cioccolato del solito, perchè lei ne ha sempre
bisogno.”
A
quell'ultima frase spuntò un sorriso spontaneo sul viso del
Serpeverde, steso sul letto del suo dormitorio con Kim che gli
riposava accanto e il pacchetto di Lily già aperto. Aveva
detto
qualcosa riguardo il fatto che dividevano tutto e dopo aver preso
qualche muffin, col rumore dei tuoni lontani si era addormentata.
Così lui aveva avuto tempo per leggere la lettera della
madre.
Lanciò
un'occhiata alla bionda accanto a lui, praticamente appiccata al suo
fianco e ancora vestita che respirava piano. Era strano che avesse
cercato lui, nonostante la loro nuova situazione, beh.. era
più
abituato a vederla sgusciare dal letto di Scorpius la mattina presto
quando pensava di non essere vista oppure vederla abbracciata a Lily
nel letto della sorella quando stava a dormire da loro. Di solito
cercava loro, in effetti però, nessuno dei due sembrava
reperibile
quella sera, sembrava fossero scomparsi nel nulla. Non che fosse una
novità, in quell'ultimo periodo si comportavano in modo
davvero
strano.
Si
passò una mano fra i capelli e spostò i pacchi
dal copriletto verde
pieno di briciole al comodino, per poi alzarsi lentamente per evitare
di svegliare la sua ragazza. Faceva così strano pensarla in
quei
termini, ma gli piaceva, aveva un buon sapore sulla lingua quando lo
diceva o anche solo pensava. La mosse lentamente in modo da metterla
sotto le coperte trattenendo il fiato quando mugugnò
qualcosa e si
rigirò nel sonno, abbracciandosi al cuscino.
Sorrise
dolcemente e si perse un attimo a guardarla, appoggiato a una delle
colonnine del letto a baldacchino. I capelli legati in una treccia
che ormai era diventata disordinata e perdeva ciocche che le si
posavano sul viso, le labbra semiaperte, le mani strette al cuscino.
Era bella, bella davvero, di quella bellezza semplice che l'aveva
sempre colpito quando si era sorpreso a guardarla non visto.
Le
posò un bacio leggero sulla fronte scostandole i capelli dal
viso e
quando si rialzò notò gli occhi azzurri resi
aquosi dal sonno
semiaperti.
«D-ve
vai?» borbottò con una vocina sottile.
«Devo
rispondere alla lettera di mia madre e ringraziarla per il
cibo.» le
sorrise sedendosi sul bordo del letto mentre lei lasciava andare il
cuscino e si girava sulla schiena.
Erano
completamente soli, era ancora troppo presto perchè quelli
del
settimo anno andassero a letto, soprattutto se si pensava allo studio
intensivo che stavano facendo per i M.A.G.O. Studio che lui aveva
saltato per passare la serata con lei, pensò chiedendosi
quanto
avrebbe influito sulla sua media.
«Lo
farai dopo, vieni qua.» lo guardò contrariata
battendo imperiosa
con la manina piccola lo spazio vuoto accanto a lei ancora caldo
della sua presenza.
La
guardò per qualche istante e capì che non sarebbe
mai riuscito a
dire di no a quei due occhioni da cucciolo.
«Va
bene, fammi spazio.»
Lei
si spostò un po' di lato ubbidiente e Albus
s'infilò sotto le
coperte accanto a lei, steso di lato e appoggiato a un un braccio
sorreggendosi la testa con la mano per poterla guardare.
«Smettila
di fissarmi.» lo guardò storto arrossendo e
facendolo sorridere.
«Che
hai da ridere ora?»
«Niente,
sei bella.» disse con tale naturalezza da non sembrare
nemmeno lui:
il solito vecchio timido Albus.
«Oh.»
aprì le labbra un po' secche dal sonno dallo stupore mentre
il
rossore sul viso aumentava. «Beh, anche tu.»
L'aveva
detto con una vocina così sottile che per un attimo
pensò di
essersela sognata. A suo malgrado sentì le proprie guance
scaldarsi.
«Dormiamo,
vuoi?» interruppe il silenzio senza guardarlo Kimberly,
prendendogli
la maglietta di un gruppo babbano che aveva messo per stare comodo
quel giorno e tirandolo verso il basso.
«Va
bene.» con ancora un sorriso stampato sul volto si
abbassò
circondandola con un braccio e tirandosela vicina.
Il
suo profumo delicato, la morbidezza dei suoi capelli contro il suo
mento, il suo petto che si alzava e abbassava lentamente contro di
lui, la pienezza di quelle sensazioni era l'unica cosa che voleva
sentire, realizzò che quella doveva essere la
felicità.
E
sperò che ogni temporale d'ora in poi fosse suo.
«Cosa
farai dopo la scuola Zab?» il ragazzo alzò
lentamente la testa dal
libro e la guardò con un ghignetto.
«Credevo
ne avessimo già parlato, vivrò della mia
bellezza.»
«Andiamo,
sii serio.» alzò gli occhi al cielo la bionda.
«Sono
serio, ho già qualche proposta da qualche rivista di moda. E
voglio
espandermi anche al mercato Babbano.» si portò le
mani dietro la
testa immergendo le mani nei capelli neri.
«Sei
impossibile.» sbuffò infastidita guardandolo in
tralice.
«Beh,
potremmo prendere un caffè.» buttò
lì la cosa con tranqullità
lasciandola un po' stupita.
«Cosa?»
«Sì,
sai quel liquido amaro che si beve in compagnia Em? Visto che il the
lo malsopporti pensavo fosse più adatto.» le
sorrise, con quel suo
sorriso che arrivava anche agli occhi blu.
«Oh,
beh.. sì, va bene.»
«E
tu cosa farai prima della fine della scuola?» la
studiò come se
quella domanda non intendesse troppi significati per non essere
letti.
«Passerò
i M.A.G.O. e me ne andrò.» evitò il suo
sguardo abbassandolo sul
libro di fronte a lei.
«Dovresti
parlarle, sai? La conosci, per quanto si arrabbi alla fine credo che
tu le manchi.»
«Forse..
ma ha una morale troppo rigida per noi Serpeverde.»
alzò lo sguardo
e intersecandolo in quello di lui mentre si portava una ciocca di
capelli sfuggiti alla crocchia dietro l'orecchio.
«Ancora
credi a queste stronzate Em? Dopo tutto il tempo che ha passato
qui?»
«Forse.»
James
camminava al freddo, con le mani nelle tasche e un borsone in spalla
lungo la piccola via del paesino. Finalmente arrivò davanti
a una
porta verde un po' scolorita, ed esitò qualche minuto prima
di
bussare. Alla porta apparve un ragazzo allampanato dai folti capelli
verdi scompigliati. Sii sentivano voci metalliche di sottofondo che
venivano dalla cucina in fondo al corridoio.
«Jam,
che ci fai qui?» lo guardò bene rendendosi conto
dello stato in cui
era.
«Ciao
Teddy.» cercò di accennare un sorriso.
«Entra,
su! Stavo ascoltando alla radio la partita con un po' di pizza, ma ce
n'è in abbondanza.» si fece da parte con un
sorriso caldo, un
sorriso che Harry avrebbe detto fosse la fusione perfetta fra quelli
calmi di Remus e pieni d'amore di Tonks.
«Grazie.»
mormorò facendosi avanti nell'atrio gocciolando. Per fortuna
viveva
da solo, altrimenti una qualsiasi donna di casa l'avrebbe ucciso.
«Ma
che ti è successo? Sembri uno che è appena stato
attaccato da una
Veela.» James si chiese distratttamente se fosse solo un modo
di
dire o se fosse un'esperienza diretta dovuta ai pochi litigi che
aveva con Victoire.
«Una
storia lunga e non so se mi vorrai ancora qui dopo che l'avrai
ascoltata.» lasciò cadere stancamente il borsone
scurito dalla
pioggia vicino al portaombrelli che barcollo pericolosamente, ma non
cadde.
«Ahh,
non dire stronzate! Vieni e raccontami, tanto i Chudley stavano
perdendo come ogni santissima volta.»
Non
ricordava com'era finita seduta sul banco con le gambe aperte e
Scorpius in mezzo a esse.
Potevano
essere lì da ore o solo da qualche minuto, sospirando ogni
tanto
l'uno il nome dell'altra come se fosse il suono più bello
del mondo
e baciandosi, sfiorandosi, mordendosi e graffiandosi. Una vocina
nella sua testa -perchè la sua coscienza doveva avere la
voce di
Kim? Perchè?!- le ricordo che se fossero andati avanti
ancora un po'
probabilmente le mani di Scorpius non sarebbero più state
sotto al
suo maglione, semplicemente perchè il maglione non ci
sarebbe stato
più. Non aveva ben capito com'era passati da un casto bacio
a fior
di labbra a quello e— beh, non si sarebbe certo lamentata,
ma— ma
così non andava bene, punto.
«Scorpius..»
sussurrò tirando via dal suo petto le mani e accorgendosi
che la
camicia era aperta e qualche bottone saltato. Quand'era successo? Ed
era stata davvero lei?
«..Sì?»
ansimò mentre la baciava dietro l'orecchio dandole un
brivido, con
una mano dietro la schiena pallida inarcata verso il petto nudo del
ragazzo e una nei capelli rosso fuoco. La treccia che Kim le aveva
fatto quella mattina era andata a farsi benedire quasi subito.
«Dovremmo—»
provò a scostarsi senza molta convinzione.
«Dovremmo—ecco,
respirare.»
Da
dove le usciva quella? Era forse stupida?
«C—osa?»
Scorpius si raddrizzò guardandola negli occhi, rendendosi
conto che
anche lui era con i capelli spettinati e il viso arrossato. Gli occhi
lucidi vennero illuminati da un lampo di comprensione. «Oh,
sì.»
Però
rimase lì, con un dito che ancora si muoveva con pigrizia
sulla
colonna vertebrale dandole piccoli brividi che correvano fino alla
nuca.
«Così
non mi aiuti..» provò a guardarlo storto, ma con
gli occhi lucidi e
labbra rosse e gonfie non era esattamente l'immagine della
serietà.
«Non
sto facendo niente.» non sapeva se voleva prenderlo a
schiaffi per
il tono innocente o per il cipiglio divertito che aveva assunto.
Evidentemente all'inferno andavano di moda i colori chiari da quando
era stato assunto.
«Mhm.»
gli fece scivolare le mani dietro la nuca giocherellando coi capelli
sottili ormai solamente umidi. «No
davvero.»
Lui sorrise come se non
avesse recepito la nota sarcastica nella sua voce e se la
avvicinò
ancora un po', come se prima non fossero già stretti nello
spazio
vitale che normalmente avrebbe occupato una persona sola.
Un
rumore inconsulto proprio vicino al suo stomaco la fece sobbalzare.
Le ci vollero pochi secondi più una breve occhiata al viso
di
Scorpius che sembrava quasi— arrossito.
«Ommerlino--»
si portò la mano alla bocca mentre le spalle cominciavano a
tremarle
per la risata repressa. «Ommerlino!» si
lasciò finalmente andare
contro la spalla del biondo irritatissimo in una risata
incontrollata.
«Che
hai da ridere Potter?» il tono di lui non potè far
altro che
alimentare l'iralità della rossa a non finire.
«Guarda
che se sei una fogna non--»
«Oh,
non provare a dare la colpa a me!» lo interruppe alzando di
scatto
il viso incontrando lo sguardo divertito con quello di lui.
«Non
mentire, non servirebbe a nulla. Sai bene a quale fra noi due
è più
probabile che brontoli lo stomaco in una situazione— del
genere,
ecco.»
Sembrava
seriamente imbarazzato, dietro quell'aria di sufficienza e lei
dovette reprimere un'altra scarica di risolini.
«Ovviamente
tu principino, visto che non hai mangiato.» gli sorrise
allegra,
adirittura euforica tanto che lui non potè far altro che
addolcire
l'espressione del viso e fare un mezzo sorriso.
«Quindi
ora che facciamo?» domandò, totalmente rilassato.
Era come se ogni
peso si fosse mai portato sulle spalle si fosse sciolto come neve al
sole.
«Ti
porto a mangiare, ovvio.» gli sorrise ancora più
ampiamente e
spingendolo un po' per poter saltar giù dal banco.
L'improvviso
impatto con l'aria fresca del sotterraneo, senza più il
corpo
dell'altro a scaldarli li fece tremare entrambi.
«Di'
la verità, è solo una scusa per passare dalle
cucine.» le ammiccò
prima di girarsi per recuperare il mantello umido e pieno di polvere.
«Potrebbe
darsi, in ogni caso non era il mio di stomaco a brontolare poco fa, o
sbaglio?» gli fece la linguaccia la rossa mentre si dava
delle
leggere pacche ai jeans nella speranza di togliersi un po' di polvere
da dosso.
Scorpius
le si accostò, passandosi il mantello su un braccio con la
mano
libera catturò la sua.
«Sei
disastrosa come al solito Potter, nessuno ci farà
caso.»
«Parla
quello che sta andando in giro mezzo nudo.»
l'apostrofò con una
smorfia indicando con un gesto del mento la camicia a cui erano
saltati parecchi bottoni e che anche allacciata alla bell'e meglio
scopriva gran parte del torace.
«Non
credo che qualcuno si lamenterà, in ogni caso.»
ghignò divertito
mentre si dirigevano alla porta e l'apriva.
«Il
solito egomaniaco.» sbuffò alzando gli occhi
azzurri al cielo la
rossa mentre lo precedeva e incastrava meglio le dita della mano con
la sua.
“Cause
it doesn't matter anymore
Who
was right or wrong
If
we could only find the words we lost
Before
what we have is gone
Say
it now, I hope we find a way
To say it now, don't be afraid
To
say it now, everything we're keeping inside
Don't wait just let
your heart speak
Don't waste another heart beat
Cause we'll
never know
Until we let it out, let it out
Say it say it now”
Quando
erano entrati nella Sala Comune Serpeverde era ormai tarda notte,
anche perchè ad ogni passo si erano fermati contro un muro a
baciarsi per almeno dieci minuti, tanto che a Lily doleva il collo
per il fatto di doversi sempre allungare per raggiungerlo e Scorpius
già cominciava a lamentarsi che sarebbe diventato gobbo.
«Se
proprio hai così paura per la tua salute smettila di
baciarmi.» gli
sibilò in un sussurro mentre superavano l'arazzo.
«Come
se tu potessi resistere.» l'aveva punzecchiata con un tono
assolutamente troppo alto. Okay, aveva fatto pace con i propri
sentimenti, circa, ma non era ancora pronta ad annunciarli al mondo
intero, men che meno in una stanza in cui poteva anche esserci Albus.
Merlino,
quando lo avrebbe saputo sarebbe andato fuori di testa. Che poi cosa
avrebbe potuto dirgli? Non sapeva nemmeno cosa esattamente
il
suo iperprotettivo fratello maggiore avrebbe scoperto, dato che non
avevano nemmeno per sbaglio sfiorato l'argomento. Stavano assieme? Si
volevano? Si piacevano? Si amav-- no, meglio non porsi troppe
domande, domande a cui non era ancora pronta a cercare e ricevere
risposta. E fanculo al coraggio Grifondoro, in fondo lei era una
Corvonero. E avrebbe vissuto nella beata ignoranza, sì,
molto
logico.
«Shh,
abbassa la voce, vuoi che ti senta mezza Hogwarts?» gli diede
un
colpetto al petto con le loro mani ancora intrecciate. «E
comunque
vorrei ricordarti chi è stato il primo a baciare
chi.» puntualizzò
in un sussurro mentre, appena resasi conto che tenersi per mano era
comunque una specie di dichiarazione d'intenti e per Al l'equivalente
di una sveltina in un ripostiglio cercava di staccarsi. Niente da
fare, la presa di Scorpius si fece più ferrea.
«Primo,
non importa chi mi sente. Secondo, non è che tu mi sembrassi
poi
così scontenta. Terzo, che diavolo stai facendo?»
erano fermi uno
davanti all'altro, la stava di nuovo penetrando con quegli occhi
grigi assolutamente e illegalmente dispersivi per la sua
sanità
mentale mentre Lily cercava come un'indemoniata di sfilare la mano
dalla sua. Si fermò, lo fissò con il volto
arrossato cercando di
mettere assieme più astio possibile e nascondere il
nervosismo.
«A
me importa e quello che sto facendo è evitarti un
interrogatorio di
quarantott'ore di tutti i maschi Potter, perchè è
quello che ci
aspetta se Al ci vede—beh, così.»
indicò con la mano libera le
loro intrecciate fra di loro. «E comunque non sono io quella
che si
lamentava per il mal di schiena e poi è colpa tua, sei
troppo alto,
ecco.»
Aveva
cominciato a farneticare come una pazza, lasciando spazio
all'agitazione. Tutta la Sala era in penombra, il fuoco ormai quasi
spento, segno che doveva essere davvero tardi e sperava che in ogni
caso l'ingresso fosse abbastanza in penombra da evitare che qualcuno
li notasse.
«Al
diavolo Albus, al diavolo tuo padre e quel coglione di tuo
fratello—»
fu brevemente interrotto da un “Hey!” e una botta
sul petto della
rossa già pronta a difendere la sua famiglia,
benchè, in effetti,
James era davvero un coglione. A volte. «Che Godric
Grifondoro se li
porti all'inferno tutti, a me non importa.»
La
faceva facile lui.
«Okay,
magari tu sei abituato a girare con una putt—ragazza dai
facili
costumi al braccio diversa ogni sabato sera, ma si suppone che io
abbia almeno un po' di amor proprio e questa
situazione—»
«Stai
dicendo che farti vedere in giro con me uccide il tuo amor
proprio?»
la interruppe alzando un sopracciglio. Merda, si stava irritando.
Come avrebbe potuto spiegarglielo in modo meno offensivo? «Il
tuo
amor proprio dove l'avevi lasciato nelle ultime ore, allora?»
«Merda,
Scorpius, non capisci un cazzo!» si ritrovò ad
alzare la voce anche
lei. Perchè finivano con il litigare ogni santa volta? Come
si era
potuta illudere che quella felicità, quella completezza che
l'aveva
fatta sentire così bene fino a qualche
istante prima fosse
condivisa da lui?
«Allora
vai a farti uno che riesca a seguire la tua mente deviata.»
questa
volta fu lui a cercare di lasciarle la mano, che lei
irragionevolmente strinse di più fino a farsi sbiancare le
nocche.
«Lasciami, Potter.» il tono era diventato di nuovo
minacciosamente
freddo.
Era
sempre così, facevano un passo avanti e tre salti indietro.
Perchè
allora non voleva lasciarlo andare?
«Non
scapperai a metà del discorso, Merlino, quella con un
cervello
contorto qua non sono io.» “Almeno non
solo.” aggiunse la
fastidiosa voce della sua coscienza.
«Quella
che scappa sei tu, il discorso semplicemente finisce qui.» la
fulminò lasciandola basita. Quella freddezza la
ferì, non ci aveva
mai pensato, ma se prima sopportava bene i suoi colpi, ora che
l'aveva visto anche nella sua versione dolce e calda.. le faceva male
vederlo così distante.
«Sei
una testa di cazzo!» il suo orgoglio parlò per
lei, che gli mollò
all'improvviso la mano per tirargli un pugno sul petto. «Un
cazzo
d'idiota che non un emerito cazzo di quel cazzo che la gente gli
dice!»
«Sempre
finissima, mi raccomando.» commentò gelidamente.
«Non è che
averlo sempre in bocca ti fa sentire più grande?»
Lily
boccheggiò, spalancando gli occhi blu.
Le.
Aveva.
Appena.
Dato.
Della.
Puttana.
Negli
anni si erano insultati nei modi più svariati, ma mai, MAI,
le aveva
detto una cosa del genere.
Le
parve di vedere un lampo di comprensione passargli sul viso, come se
avesse capito che aveva esagerato. Aprì la bocca, ma non
fece in
tempo a dire nulla che lei fece un passo indietro, come a
sottolineare che voleva la distanza massima fra loro due.
«Spero
di averti passato una malattia venerea allora, stronzo.» poi
si
voltò e si precipitò verso il dormitorio
femminile, pronta a
raccontare a sua sorella che razza di coglione avessero generato
prima di lei i suoi genitori e di quanto avrebbe voluto ammazzarlo.
«Lily,
aspetta!» la voce di lui giunse troppo tardi, come se si
fosse
congelato e poi ripreso lasciandole il tempo di attraversare
metà
Sala Comune. «Merda, Lily!»
Oppure
a dormire per l'eternità.
«Vaffanculo!»
alzò il dito medio senza nemmeno voltarsi e furente
salì le scale
per poi sbattere furiosamente la porta. Che chiunque stesse dormendo
a quell'ora era una cosa secondaria.
Sentiva
le lacrime premerle contro gli occhi, lacrime di rabbia e impotenza.
Si
sentiva così fottuttamente stupida. In fondo lo sapeva che
lui era
uno stronzo e che loro due erano incompatibili, due baci
—bhe, più
di due, ma quello non importava— non cambiavano nulla. Lui
non
avrebbe mai capito, non provava la stessa stretta al cuore che
provava lei.
Attraverso
il corridoio col cuore gonfio di sentimenti confusi finchè
non trovò
la porta del dormitorio del terzo anno ed ebbe la tentazione di
tornare indietro a urargli tutti gli insulti che non aveva fatto in
tempo a dirgli prima. Oppure lo avrebbe ammazzato e basta, senza
tanti giri di parole.
Fece
qualche passo, poi si bloccò di nuovo.
Che
Salazar lo prendesse, lei non sarebbe tornata da lui. Aveva ancora un
po' di amor proprio e tornare, anche solo per insultarlo, avrebbe
voluto dire che ci teneva. E lei non era pronta ad ammetterlo nemmeno
sotto tortura, piuttosto sarebbe entrata a far parte del Lumaclub e
si sarebbe messa con un Dissennatore.
Con
rabbia fece l'ennesimo dietro front ed entrò nel dormitorio,
trovando il letto di Kim desolatamente vuoto.
«Maledetti
Malfoy.» borbottò e si lanciò sul
letto, chiudendo le tende con un
gesto secco della bacchetta per poi abbandonarla sul materasso
accanto a lei, appallottolata attorno all'enorme cuscino di piume.
Scalciò le scarpe e s'infilò completamente
vestita sotto il
piumino, ringraziando il cielo che l'amica fosse freddolosa come lei
e non l'avesse ancora fatto togliere.
Fuori
tuonava, probabilmente Kimberly era andata a rifugiarsi da Al, dato
che Scorpius e lei erano impegnati. Sì,
sicuramente era da
Al, concluse con un sospiro stringendosi di più al cuscino,
chiedendosi come lo avrebbe affrontato il giorno dopo a colazione.
Grazie
a Morgana era al settimo anno e dopo i M.A.G.O. sarebbe sparito dalla
sua vita. Con un gemito si rese conto che era esattamente quello che
non voleva.
Scorpius
aveva appena accennato un passo per seguire la rossa infuriata quando
lei aveva sbattuto con malagrazia la porta dei dormitori femminili.
«Merda!»
l'unica cosa che poteva fare era imprecare. Possibile che ogni volta
che lei era coinvolta andasse tutto così veloce? Un momento
prima
erano sorridenti e felici e l'altro si lanciavano candelabri.
«Merda!»
«Ehm--»
la voce lo fece sobbalzare, rendendosi conto che era in Sala Comune e
che qualcuno aveva assistito all'intero battibecco.
«Ma
Porco Godric!» scandagliando la stanza notò Zab e
Amy, seduti
vicini a un tavolino su due morbide poltrone, nella penombra di una
candela.
«Buona
sera amico, scusa se non ci siamo fatti notare prima, ma sembravi un
tantino--» gli fece un sorrisino Zab mentre li raggiungeva
con
qualche falcata pesante.
«Uno
stronzo. Un completo imbecille.» completò per lui
la bionda
guardandolo con rimprovero.
«Io
volevo dire impegnato, ma sì, anche uno stronzo
completamente
rimbecillito.» annuì il moro mentre Scorpius si
lasciava cadere
nella poltroncina libera accanto a quella di Zabini.
«Io?
È lei che si comporta da pazza isterica!» si
difese con astio.
«Bhe,
le hai dato della donna dai facili costumi, sei fortunato che non ti
abbia affatturato i coglioni col caratteraccio che ha.» fece
un'alzata di spalle il moro.
«Avresti
proprio dovuto evitare quell'uscita, è stata davvero
infelice.»
Emily continuava a guardarlo come una madre incazzata.
«Possibile
che sia sempre colpa mia a conti fatti?» si
accasciò ancora di più
sulla poltrona di pelle nera che scricchiolò.
«Non
ho detto questo, ma un momento prima entrate mano nella mano e il
momento dopo litigate come due bambini del primo anno.»
incrociò le
braccia al petto la ragazza. «Insomma, siete
assurdi.»
«Dovreste
farvi una sana scopata e parlare di meno.»
«Zab,
questo è decisamente fuori luogo.»
«Okay,
scusa, era solo un'idea.» alzò le mani in segno di
resa.
Scorpius
rimase zitto, fissando con lo sguardo vacuo i libri e le pergamene
sparse sul tavolino sul quale i due amici avevano studiato prima
dello spettacolino offerto da lui e Lily.
Rimasero
in silenzio quasi minuto, Emily e Zabini si scambiavano un'occhiata
significativa mentre il biondo meditava cupamente.
«Merda.»
esordì poco dopo, passandosi una mano fra i capelli biondi
spettinati. Da lei.
«Già,
merda. Ma si può sapere che vi prende? Insomma speravo che
oggi
aveste perlomeno parlato.» lo guardò un po'
più comprensiva la
bionda.
«Il
problema è lei, non la seguo.»
«Sì,
ma Scor, esattamente cos'è che ti ha mandato così
fuori dai
gangheri?» si sporse leggermente verso di lui, fissandolo
intensamente. Come se sapesse già la risposta, ma volesse
averla da
lui.
«Non
è ovvio?» borbottò scontroso, restio ad
ammettere ad alta voce
quello che provava.
«Evidemente
non lo è.»
«Si
comporta come—» si prese un attimo di tempo,
masticando fuori le
parole come se fossero un boccone troppo amaro da buttar
giù.
«Merda, si
comporta come se si
vergognasse di me.»
Emily
fece un piccolo sorrisino vittorioso guadagnandosi un'occhiataccia.
«Io
non mi vergogno di te.»
La
voce alle loro spalle fece sobbalzare Zabini, mentre su Scorpius ebbe
l'effetto opposto, congelandolo sul posto.
Lanciò
uno sguardo alla sua migliore amica a metà fra il
“Ti uccido,
comincia a correre.” e “Godric sia dannato, dimmi
che non è alle
mie spalle mentre avevamo un momento cuore a cuore.”
Lentamente
si voltò per incontrare lo sguardo della rossa, che era
uscita dalla
penombra e lo stava guardando con un'espressione indecifrabile.
«Io—»
provò a dire qualcosa, completamente congelato.
«Sei
un emerito coglione e sono ancora incazzata con te, ma non mi
vergogno di te.» rincarò la dose avvicinandosi.
Sembrava non le
importasse che non fossero soli, sembrava non le importasse che
avessero litigato fino a cinque minuti prima. Semplicemente sembrava
determinata e così fottuttamente coraggiosa da spaventarlo a
morte.
Erano
così i Potter, pieni di amore e così stupidi da
buttarsi a
capofitto nelle situazioni scomode, più erano disastrose,
più si
incaponivano. Anzi no, non i Potter, ma Lily. Quella era una
prerogativa di Lily.
Notò
che le mani strette a pugno le tremavano leggermente, tradendo
l'ostentata sicurezza sul suo volto, impressa nei suoi grandi occhi
blu.
«Sei
un idiota se lo pensi.» aggiunse dando il colpo di grazia.
«Non
sono io quello che voleva nascondersi come se stesse commettendo un
delitto capitale.» si raddrizzò alzandosi in
piedi, riprendendo un
po' il controllo della situazione.
Emily
e Zabini ascoltavano silenziosi, cercando di diventare più
invisibili possibile.
«Merlino
e mi biasimi? Albus mi interrogherebbe per ore e poi lo farebbe con
te e probabilmente avrebbe una crisi isterica, senza contare che
scriverebbe subito a Jam e papà per avere manforte e tu
verresti
cruciato. E poi picchiato alla babbana. E io rinchiusa in una cazzo
di torre.» la voce le tremava leggermente, mentre rimaneva
impalata
a fissarlo, ancora con le braccia contro i fianchi e le nocche
sbiancate.
«E
non so nemmeno che intenzioni tu abbia con me.» lo
buttò fuori
tutto d'un fiato, arrossendo visibilmente.
Ora
la palla era tornata a lui che dal canto suo era rimasto senza
parole.
«Che
intenzioni..?»
«Già,
io sono--» e si bloccò prima di finire la frase,
facendo un lungo
respiro. «Non so cosa sia questa-- questa— questa
cosa fra noi e
ho paura.»
Paura
di venire gettata via, di essere l'ennesima ragazza presa e lasciata
senza tante spiegazioni. Paura di essersi illusa. Non avrebbe voluto
ammetterlo, non avrebbe voluto dirlo con tutta quella franchezza, ma
era terrorizzata. Lei, quella che prendeva tutto di petto, che vedeva
le emozioni come pregi, ora aveva un terrore cieco che le divorava le
viscere. Forse anche Kim l'aveva cambiata, forse anche Scorpius
l'aveva plasmata.
In
quel momento, dopo qualche mormorio, Zab e Amy decisero di levare le
tende e lasciarli parlare in pace.
«Notte
Lils.» le passò accanto baciandole la testa per
poi voltarsi e fare
un cenno all'amico.
Lily
non distolse nemmeno per un istante lo sguardo da lui, aveva bisogno
di sapere, bisogno di sentirselo dire, che non si stava illudendo,
che c'era effettivamente qualcosa. Che non l'avrebbe spezzata in due.
Le
porte dei dormitori si chiusero con un rumore spaventoso nel silenzio
assordante che si era creato e quando lui la guardò di nuovo
negli
occhi sembrava che stesse riflettendo macchinosamente.
«Come
“non sai cosa sia”?» riuscì
solo a domandarle alla fine,
apparendo piuttosto stupido e facendola sbuffare.
Quando
aveva sentito lo sguardo di Amy su di sé mentre lui
ammetteva il
perchè si fosse arrabbiato così all'improvviso
Lily si era fermata
e invece che tornarsene di sopra e lasciarlo fra i suoi amici
rinunciando all'idea con cui era tornata -non sapeva esattamente
quale fosse, insultarlo, parlare, picchiarlo, cruciarlo, insomma, non
lasciare le cose come stavano- le parole le erano semplicemente
rotolate fuori senza che potesse fermarle. Perchè aveva
bisogno di
farglielo sapere, aveva bisogno che lui stesse bene. Era qualcosa di
così istintivo e forte da farle una paura terribile.
«No,
non lo so. Non ho più cinque anni, se due persone si baciano
non
vuol dire nulla. A volte un bacio è solo un
bacio.» la gravità di
quelle parole le crollo addosso, ma nonostante tutto c'era una parte
di lei ancora luminosa che sperava con tutta sé stessa di
essere lei
a farsi troppi problemi al ricordo di poche ore prima.
«Lily..»
«Sì?»
«Resta.»
Lui
fece un passo in avanti, aprì la bocca una volta e poi la
richiuse,
come pentendosi di quello che stava per dire.
«Sei
una cogliona.» esordì. Sì, avrebbe
fatto decisamente meglio a
rimanersene zitto l'imbecille.
«Bhe,
grazie tante. Me ne torno a dormire.» provò a
sembrare stizzita,
mentre incassava il colpo. Almeno aveva avuto la sua risposta.
«No,
ora tu resti.» la voce tagliente di lui la bloccò
sul posto,
nonostante volesse scappare il più lontano possibile e
ricacciare
indietro le lacrime che, lo sentiva, sarebbero esplose di lì
a poco,
rimase bloccata.
«Per
sentirti ancora mentre mi insulti? Bhe, ti do una notizia, se io sono
una cogliona, in questa stanza non sono la sola.» si morse
l'interno
della guancia mentre le mani le tremavano in modo incontrollabile.
Merlino se si sentiva stupida.
«Allora
io sono un coglione che sta assieme ad una ancora più
cogliona.»
sembrò la cosa più difficile che lui avesse mai
detto. Lo vide
mentre il petto gli si sgonfiava di colpo e per un attimo credette di
aver sentito male.
«Cos--?»
il resto si perse in un suono inarticolato, si sentiva in difetto
d'aria.
«Sì,
hai dei problemi con questo?» il tono aggressivo di lui,
ormai
l'aveva imparato, nascondeva la debolezza. E lei era stanca di farsi
la guerra. Lentamente aprì le mani e poi le rinchiuse,
indolenzita
dall'averle strette così tanto da essersi lasciata dei segni
sui
palmi con le unghie. Poi colmò la distanza fra loro e lo
prese per
la camicia.
«No,
anche se rimani un fottuto imbecille.» poi si sciolse in un
sorriso
che le arrivò agli occhi, facendoglieli brillare.
Inspirò
lentamente il suo profumo.
«Parla
la Corvonero più sveglia di tutti i tempi.» la
guardò storto, con
gli zigomi leggermente arrossati.
Merlino,
Scorpius Malfoy che arrossiva, questo si che la metteva di buon
umore.
«Idiota.
Sei un completo idiota e non ti conviene tirare troppo la corda,
perchè non mi vergogno di te, ma potresti farmi venire
voglia di
ucciderti.» sentì di doverlo dire ancora, cercando
di farlo passare
per uno scherzo, ma bisognosa che lui sapesse. Perchè voleva
che lui
stesse bene. Perchè non voleva più avere paura.
La
litigata di poco prima, a Diagon Alley quando si erano nascosti da
Lorcan.. era stata tutta colpa sua, della sua stupida testa calda che
non la portava a considerare che certi suoi comportamenti potevano
essere fraintesi, che non potevano leggerle nella testa.
Per
fortuna, perchè se lui avesse saputo usare la Legilimazia
avrebbe
preso la scopa e sarebbe volata fino in Costa Rica a coltivare patate
dalla vergogna, dalla paura.
«Non
conviene neanche a te, altrimenti la nostra potrebbe diventare la
storia più breve del secolo.» la guardò
storto.
«Neanche
per sogno, la questione del restare vale anche per te.»
scosse la
testa la rossa e alzandosi in punta di piedi, attirandolo a
sé lo
baciò.
“I
don't want to fight a war
That
no ones going to win
All
this time we've grown apart
Looking
for an end
If
I'm the one that's holding on
Holding
back
Here's
how we
begin
Say
it now, I hope we find a way
To
say it now, don't be afraid
To
say it now, everything we're keeping inside”
Avevano
riavviato il fuoco, nonostante Scorpius le avesse fatto notare che
non faceva poi così freddo e lei l'avesse mandato
delicatamente a
quel paese. Insomma, lui era praticamente un animale a sangue freddo,
non avrebbe dovuto cercare il calore anche lui?
Era
notte fonda, ma nessuno dei due aveva voglia di andarsene a letto,
Lily dal canto suo non aveva idea del perchè Scorpius non
avesse
sonno, ma lei dal canto suo era terrorizzata che lasciandolo
lì e
chiudendo gli occhi nel letto di Kimberly tremendamente vuoto -a
proposito di questo si chiedeva come avrebbe reagito Scorpius
trovando la sorella nel letto del suo migliore amico, perchè
era
certa che fosse lì- il giorno dopo sarebbe tornato tutto
alla
normalità. Come se quella notte fosse semplicemente stata
cancellata.
Doveva
lavorarci, su questa cosa della paura, o avrebbe passato decisamente
troppe notti in bianco, riflette mentre si accoccolava meglio contro
Scorpius sulle quali ginocchia aveva appoggiato le gambe, seduti sul
divano di pelle proprio davanti al caminetto e avvolta dalle braccia
di lui.
Non
una volta lui aveva accennato all'ora tarda o detto che era ora di
andare a dormire, nonostante la sonnolenza cominciasse ad intontire
la rossa, facendoli passare da un bacio passionale all'altro a
qualche bacio ogni tanto e chiacchiere sconnesse.
«Ti
stai addormentando?» la voce di Scorpius la raggiunse in modo
strano, facendogli vibrare il petto mentre lei teneva nascosto il
viso nell'incavo del suo collo godendo del suo calore.
«No,
riposo solo un attimo gli occhi.» borbottò
distrattamente
strofinando il naso contro il suo collo.
«Devi
smetterla di mentire Potter, tanto non sei capace.» la prese
in giro
con un mezzo sorriso, anche se lei non lo vide.
«Io
non mento mai, sono sveglia.» biascicò in tutta
risposta cercando
di darsi un tono.
Non
fece in tempo a dire altro che sentì lo Slytherin che si
muoveva, ma
non verso l'alto come aveva pensato all'inizio, ma bensì
finendo
disteso e trascinando anche lei con sé.
«Forse
quello che ha sonno sei tu.» ridacchiò
sommessamente mentre si
addattava alla posizione di lui, abbarbicandosi ancora di
più al
ragazzo. Sentì una mano delicata che le passava nei capelli,
lentamente, attento a non tirare i nodi.
«Disse
quella che ormai non riesce più nemmeno ad aprire gli
occhi.»
«Non
è— ero.» s'interruppe a metà
frase portandosi la mano davanti
alla bocca per coprire lo sbadiglio. Sentì il petto di lui
vibrare
leggermente sotto la sua testa, non riuscendo bene a capire se gli
fosse venuto il singhiozzo o stesse semplicemente ridendo di lei.
«A
volte mi chiedo come tu faccia ad essere così
irragionevolmente
testarda da negare l'evidenza.» lo sentì sbuffare
e lei scosse la
testa piano.
«Questione
di punti di vista, penso di avere solo dei saldi principi.»
«Devi
andare da un medimago, perchè la tua vista fa decisamente
cilecca.»
«Come
sei noioso, poi non stupirti se sbadiglio.»
borbottò contrariata
mentre infilava una gamba fra quelle del biondo, incastrandosi ancora
di più contro di lui.
Scorpius
alzò gli occhi al cielo, fortunatamente non visto.
«Sei
una pappamolla, non reggi nemmeno una notte in bianco.» la
prese in
giro stringendola più a sé, perchè era
vero, lui era un animale a
sangue freddo e cercava disperatamente in calore -anche se non
l'avesse mai ammesso- come le lucertole al primo raggio di sole
uscivano dalle loro buche. Solo che lui aveva bisogno, si rese conto,
del Suo calore, della rossa che ora gli era praticamente stesa
addosso borbottando frasi sconnesse.
«Prima
cosa.. noi Corvonero siamo più per il lavoro intellettuale.
E poi—
non ho manco voglia di risponderti, ecco.» il tono da bambina
offesa
ottenne la seconda alzata d'occhi nel giro di un minuto.
«Non
mi rispondi perchè sai che ho ragione io e comunque sappi
che se ti
addormenti qui non ho la minima intenzione di portarti a letto in
braccio.»
«Come
se te l'avesse chiesto qualcuno, stiamo un po' qua e poi andiamo. Non
ho molta voglia di dormire da sola.» borbottò Lily
facendo scorrere
la mano fino a infilarla nella camicia semiaperta grazie ai bottoni
saltati in cerca di calore.
«Come?
Non dormi qua, scusa?» le lanciò un'occhiata
sinceramente confusa
mentre lei apriva pigramente un occhio.
«Sì,
perchè?»
«E
allora non dormi da sola.»
«E
invece sì.» gli lanciò quella che
avrebbe dovuto essere
un'occhiataccia di tutto rispetto se non avesse avuto gli occhi
appannati dal sonno.
«Ma
se dormi con mia sorella.» cercò di farla
ragionare in tono ovvio.
«Sì,
ma lei mica c'è.» gli rispose con un tono ancora
più ovvio, la
testa leggermente alzata, per guardarlo negli occhi.
«Come
non c'è?» alzò un sopracciglio
sospettoso.
«Bhe,
nel suo letto non è.» fece un'alzata di spalle la
rossa, del tutto
ignara di dove stava andando a impegolarsi.
«E
allora dov'è?» cominciò seriamente a
pensare al peggio il
biondino. Non era una novità che ogni tanto le due giravano
per il
castello a combinare guai, ma per l'appunto, sempre assieme.
«Sarà
con Albus, non hai visto come tuona fuori?» il tono ovvio di
lei
mentre riappoggiava la testa al suo petto lo lasciò basito.
«E
ora che c'entra tuo fratello?»
«Stanno
assiem--» in quel momento ritornando lentamente sveglia si
accorse
che forse lui non lo sapeva ufficialmente
e forse
lei avrebbe fatto meglio a tenere la bocca serrata.
«E
da quando?» il tono stava diventando pericolosamente
inquisitorio.
«Bha..»
fece un'alzatina di spalle.
«E
perchè io non lo sapevo?» continuò
imperterrito.
«Non
mi sembra che Albus sappia qualcosa di noi due.»
ribattè ad occhi
chiusi la rossa.
«È
diverso.» s'incaponì il biondo ricordandole un
bambino capriccioso.
«Non
mi pare.»
«Lo
è.» insistette perentorio, del tutto incurante del
fatto che ormai
la rossa stesse tornando allo stato di intorpidimento mentale che
precedeva il sonno.
«Non
hanno fatto molto per nasconderlo e poi dai del tonto ad
Al..»
sbuffò stufa di quella conversazione.
«Ero
preso a capire cosa passasse per la testa a te, sei un lavoro a tempo
pieno Potter.»
Sembrò
che quella frase fintamente sprezzante fosse stata buttata fuori con
difficoltà, la stessa difficoltà che
contraddistringueva i fratelli
Malfoy nell'esprimere quello che provavano. Da parte sua, quando era
così assonnata Lily Potter diventava peggio di quando era
ubriaca,
sincerità in primis.
«Anche
tu sei un lavoraccio, che credi.» sussurrò
sbadigliando di nuovo.
«Ora resta un attimo zitto, riposiamo.»
«Non
puoi dormire qua, lo sai?» le ricordò
accarezzandole i capelli.
«Non
ho visto nessun cartello e ora shh.» borbottò
strofinando il naso
contro l'incavo fra il collo e la spalla del ragazzo, beandosi nel
suo profumo.
«Sei
una despota.»
«Mhm..»
La
mattina dopo i primi studenti che scesero per andare a fare colazione
videro i due ragazzi accoccolati sul divano coperti da un plaid
verde-argento appellato da Scorpius poco dopo che Lily si era
addormentata. Fra risolini e sguardi sconcertati gli passarono
accanto, ma solo quando Emily Warrington gli passò accanto
l'espressione di pace assoluta di Scorpius fu capita veramente.
Dormivano beati, lei completamente appallottolata sopra e attorno a
lui, i capelli che formavano una criniera intorno alla viso rilassato
con la bocca leggermente socchiusa. Lui con la testa leggermente
reclinata verso di lei con la guancia ricoperta dalla barba biondo
chiarissimo di un giorno appoggiata alla sua testa dormiva con
un'espressione talmente pacifica sul viso da sembrare un bambino.
Emily
si limitò a sorridere e sedersi sulla poltrona di velluto
lì
accanto mentre aspettava che Zabini scendesse per andare a fare
colazione, osservandoli assorta appoggiando la testa alla mano, col
gomito appoggiato al bracciolo.
Quando
il ragazzo moro si avvicinò facendo per salutarla
allegramente lei
gli fece segno di fare silenzio e gli indicò il divano i cui
occupanti erano coperti alla sua vista dallo schienale. Non appena fu
abbastanza vicino per vederli gli sfuggì una breve risata.
«Finalmente.»
«Già.»
annuì la bionda un po' malinconica. Aveva sempre pensato che
il
giorno in cui sarebbero svegliati lei avrebbe potuto fare arrossire
violentemente la rossa prendendola in giro e le avrebbe ripetuto fino
a farla scoppiare “Te l'avevo detto che era tutta tensione
sessuale.”.
E
invece no, lei e la Corvonero non si parlavano più da un
pezzo e
tutto era cambiato nel giro di quei.. due mesi?
«Credevo
che ci saremmo diplomati e loro avrebbero continuato a baciarsi negli
angoli bui e urlarsi addosso il resto del tempo.»
ridacchiò Zab
facendo il giro del divano e raggiungendo l'amica, prendendo posto
sul bracciolo libero della poltroncina.
«A
parte gli angoli bui non credo che tu ci sia andato molto lontano,
non ce li vedo proprio tutto zucchero.» sorrise leggermente
la
bionda senza distogliere lo sguardo.
«Mhm,
sì, alla fine sono due adorabili coglioni.»
lanciò un ultimo
sguardo il ragazzo ai due prima di spostarlo su Emily e sorriderle.
«Non
si spiano le conversazioni altrui.» lo rimproverò
alzando lo
sguardo verso di lui.
«Il
fatto che tu abbia capito l'allusione vuol dire che non ero l'unico
ad essere curioso.»
«Colpevole.»
sorrise ampiamente sistemandosi i capelli sulle spalle.
«Dici
che dobbiamo svegliarli?» lanciò un'occhiata nella
direzione dei
due che continuavano a dormire pacificamente come se nulla fosse.
«Me
lo chiedi proprio tu che dividi il dormitorio con Scorpius?»
alzò
un sopracciglio la bionda alzandosi.
«In
effetti.. ma magari la presenza della Potter lo addolcisce.»
scrollò
le spalle Ares mentre si alzava anche lui.
«Dubito,
è più probabile che provino ad ucciderti in
due.» scosse la testa
bionda facendo ondeggiare i capelli biondi perfettamente lisci.
«No,
meglio lasciarli stare, prima o poi si sveglieranno.»
«Va
bene, allora andiamo che ho fame.»
Quando
Kim e Al scesero anche loro per fare colazione, la bionda con i
pantaloncini con cui aveva dormito e le stesse calzamaglie, ma con
sopra una felpa con la zip aperta non sua come la t-shirt dei Boccini
Schiantati -un gruppo di dubbia bravura che piaceva ai fratelli
Potter- che indossava sotto non li vide immediatamente, ma il ragazzo
che era più alto di lei notò la testa bionda
dell'amico.
«Come
mai Scor ha dormito in Sala Comune?» chiese innocentemente
mentre si
dirigeva verso l'amico per svegliarlo. Strano, Zabini era uscito
prima di lui, non l'aveva notato?
Quando
si avvicinò di più notò una selva di
capelli rossi troppo
famigliari per essere confusi con quelli di qualcun altro.
«Kim!»
la richiamò con la voce che era salita di dieci ottave. La
biondina
lo raggiunse poco dopo, capendo perchè sembrasse prossimo ad
un
attacco di panico.
«Che
c'è Aluccio?» cercò di sembrare
totalmente indifferente, come se
fosse del tutto normale trovare i loro rispettivi fratelli che
dormivano pacificamente abbarbicati in quel modo.
«Che
ci fa tuo fratello con le sue manacce su mia sorella?»
domandò con
gli occhioni verdi spalancati. Non aveva pregiudizi di sorta come
sarebbe potuto essere per James o suo Padre, ma conosceva abbastanza
bene il suo migliore amico da sapere quante ragazze si fosse portato
a letto e che non era esattamente definibile come il principe
azzurro delle fiabe babbane che loro padre gli leggeva da
piccoli. Era più il tipo da sedurre e abbandonare, a dire il
vero.
«Dormono.»
constatò serafica affacciandosi accanto a lui appena
aldilà della
spalliera del divano occupati dall'oggetto di tanta agitazione.
«Questo
l'avevo notato, ma perchè dormono assieme.»
«Si
saranno addormentati così.» Kimberly sapeva
benissimo che
quell'atteggiamento noncurante non sarebbe riuscito a tenere a bada
ancora per molto la paranoia del mezzano dei Potter, ma almeno, se
l'avesse trattata come una cosa normale, forse alla fine si sarebbe
semplicemente arreso all'idea che sua sorella non era poi
così pura
e innocente.
«Kimbry,
come fai a essere così calma? Stiamo parlando di Lily e
Scorpius.»
speranza vana, stava per scoppiare. «Scorpius e
Lily!» rimarcò il
concetto.
«So
chi sono.» rispose compita per poi posargli leggera la mano
sul
braccio. «Dai andiamo, lasciamoli dormire.»
«Io
non mi muovo da qui finchè qualcuno non mi da una
spiegazione!»
Proprio
in quel momento, probabilmente svegliati dal casino fatto dal moro,
cominciarono a muoversi i due interessati.
«Al
perchè devi spaccare i coglioni di prima mattina?»
fu l'elegante
borbottio del biondo che si portò il braccio che non
avvolgeva Lily
in un abbraccio possessivo sugli occhi, per massaggiarsi le tempie,
coprendo temporaneamente gli occhi grigi semichiusi.
«Perchè
tu sei appiccicato a mia sorella?»
«Al
sta un po' zitto, è domenica.» borbottò
Lily stroppicciandosi gli
occhi assonnata.
«Io
non sto zitto proprio per un cazzo!» saltò su
adirato.
«Albus..»
il tono di Kimberly voleva essere d'avvertimento, ma venne bellamente
ignorato.
«Voi
due mi dovete una spiegazione.» continuò
imperterrito.
Finalmente
la rossa sembrò prendere coscienza del luogo e della
posizione in
cui era e si voltò verso il fratello. Scorpius si tolse la
mano dal
viso e la osservò, preparandosi a una filippica in cui
negava
l'evidenza, invece rimase di sasso.
«Primo,
non a te non devo proprio niente. Seconda cosa, se voglio dormire con
il mio ragazzo ci dormo, punto.» lo sguardo blu di sfida
lasciò
basito anche Albus. Lo vide aprire e chiudere la bocca più
volte.
«Il
tuo--?» incapace di capacitarsi di quella situazione assurda
o delle
parole della sorella. «Ma voi vi odiate.»
«A
quanto pare no, quindi non rompere.» rispose sicura mentre si
raddrizzava seguita da Scorpius e il plaid cadeva a terra. La rossa
ebbe appena il tempo di chiedersi da dove arrivasse quella coperta
prima che il fratello tornasse all'attacco.
Scorpius
lanciò un'occhiata indagatrice all'amico senza proferire
parola.
«È
assurdo.» boccheggiò il moro fissandoli spiritato.
«Da quanto
tempo va avanti questa storia?»
«Da
ieri.» rispose il biondo con la voce calmissima, senza
tradire
nessuna vergogna.
«Oh.»
fu tutto quello che riuscì a dire Albus. «Voi due
mi manderete al
manicomio.»
Si
passò una mano fra i capelli corvini confuso, un momento
prima quei
due si lanciavano qualunque oggetto contundente fosse a portata di
mano e il momento dopo stavano assieme.
«Bene,
ora che lo sai possiamo andare a fare colazione? Ho fame.» lo
richiamò la bionda dopo aver lanciato un'occhiata d'intesa
all'amica.
«Io—
sì. Sì, andiamo. Voi due non venite?»
si rivolse poi ai ragazzi
intenti a sgranchirsi gli arti indolenziti.
«Sì,
ho una fame da lupi.» sorrise lieta che la crisi isterica del
fratello fosse durata meno del previsto.
«E
quando mai tu non hai fame?» ribattè il biondo
lanciandole
un'occhiata obliqua.
«Oh,
ma sta zitto tu.» sorrise lei, totalmente in pace col mondo.
«Vado
a prendere le scarpe e arrivo.» disse poi rendendosi conto di
essere
ancora con i calzini.
Quando
tornò giù aveva anche cambiato il maglione con
un'altro e presa la
mano del biondo con disinvoltura che stupì entrambi i
ragazzi
Serpeverde si diressero alla Sala Grande.
Perchè
Lily aveva capito una cosa davvero importante la sera prima ed era
che quello era solo l'inizio, nonostante l'anno stesse per finire,
era solo l'inizio. E sarebbe dovuta crescere e maturare ancora e
avrebbe litigato con Scorpius probabilmente all'infinito, ma non le
importava, perchè alla fine avrebbero fatto pace. Ne era
convinta,
se lei non l'avesse voluto, nessuno avrebbe potuto dividerli.
Perchè
Lily, finalmente, aveva capito quello che voleva davvero e se c'era
qualcosa che era davvero brava a fare era lottare per ciò in
cui
credeva.
Sì,
pensò mentre rideva ad una battutina acida di Kim e
stringeva la
mano del biondo al suo fianco, aveva proprio tutto ciò di
cui aveva
bisogno.
MEOOW.
Okay,
prima che partano i meloni volanti, eccomi. Yup, lo so, scusatemi.
Sono un'autrice schifida che impiega sempre troppo tempo ad
aggiornare fra blocchi dello scrittore e casini vari, ma eccolo.
L'ultimo capitolo, il fatidico ultimo capitolo.
C'è
un prologo, ma alla fine tutto —o quasi—
è stato sistemato,
tutto è finito. Insomma, eccoli.
Loro,
beh, sono due adorabili coglioni e non devo piangere. Perchè
i
sentimentalismi li lascio al prossimo capitolo, intanto comincio con
ringraziare chiunque abbia avuto il coraggio di arrivare fin qua e ha
recensito, seguito, messo fra le preferite questa storia,
perchè
davvero, non avete idea di quanto conti per me.
Un'ultima
cosa, la canzone a metà capitolo è “Say
it now – The Afters”.
Bhe,
basta, alla prossima e ultima volta con Maybe..
With
love. :)
|
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Capitolo 21 *** epilogue – she would never be alone. ***
;EPILOGUE
“Maybe..”
Il
forse è la parola più bella del vocabolario
italiano, perché apre
delle possibilità, non certezze. Perché non cerca
la fine, ma va
verso l'infinito.
—Anonimo
Se,
all'inizio di quel fatidico quinto anno, avessero chiesto a Lily
Potter come se lo immaginava lei avrebbe risposto con un sorriso
birichino che avrebbe frantumato le pluffe a Malfoy, rubato tanti
dolci dalle cucine e --finendo la frase affranta avrebbe affermato--
che si sarebbe buttata dalla Torre di Astronomia per lo stress dovuto
ai G.U.F.O. Ecco, di tutto questo, era rimasta fedele forse solamente
alla seconda affermazione, circa, non che non ci avesse creduto
quando, ignara di tutto, aveva preso l'Espresso pronta ad un nuovo
anno uguale a tutti gli altri. Non che l'idea di buttarsi dalla Torre
non l'avesse colta mentre si
era trovata a gestire un numero infinito di ingredienti per pozioni e
procedimenti assurdi, creature magiche che oggettivamente a lezione
Hagrid non aveva nemmeno minimamente nominato e fottute tartarughe
che non ne volevano sapere di diventare teiere per bene. Insomma, una
teiera che tira fuori le zampe e se ne va via quando provavi a
riempirla d'acqua a quanto pareva non era accettabile. Per niente.
Perchè
era finita sì a far impazzire il Malfoy in questione, ma in
un modo
che avrebbe potuto definire— alternativo.
Ad esempio rinchiudendosi con lui in uno stanzino per le scope e
rovesciando ingenti dosi di Smacchiatutto di Nonna Acetonella quando
lo sbatteva accidentalmente
contro gli scaffali. In fondo qualche graffio e livido glielo
lasciava lo stesso, no?
Si
poteva dire, dunque, che aveva fatto bene a non scegliere
Divinazione, perchè prevedere il futuro non era proprio
nelle sue
corde, ma quando mai lo era stato in quelle dei Potter?
Dovendosi
concentrare sullo studio Lily aveva deciso saggiamente di boicottare
la Sala Comune Serpeverde più del solito per evitare di
essere
puntualmente distratta da Malfoy che si comportava come un bambino in
carenza di attenzioni punzecchiandola in tutti i modi possibili e
immaginabili mentre Al si impegnava a guardarli malissimo
—quel
maledetto biondo non studiava mai? Aveva i M.A.G.O. per
Merlino!—
ritrovandosi al seguito Kimberly che non voleva saperne di dipendere
da Al o di separarsi dalla Potter. Quindi invece di andarsene da suo
cugino Hugo altrettanto disperato nella Sala Comune Grifondoro
–che
comunque non aveva mancato di unirsi alle due— dato che la
biondina
non ci sarebbe entrata nemmeno sotto Imperius e a quanto pareva era
diventata la sua gemella siamese si era ritrovata spesso nella stessa
stanza con i gemelli Scamander che sembravano quanto meno pacificati
e attirando gli sguardi straniti di metà della sua Casa
quando uno
di quel gruppo di studio decisamente malassortito usciva
completamente di senno dando sfoggio di teatralità pari a
quella di
una prima donna. Una volta Kim, dopo essere stata per più di
tre ore
sullo stesso libro di Storia della Magia cercando di memorizzare
quanti più fatti possibili si era alzata di scatto e con un
urletto
aveva lanciato il sopracitato libro nel camino. Hugo si era unito a
quella manifestazione e Lily si era trovata ad essere la persona
più
sana del gruppo e contenere il cugino già pronto con le
braccia
stracolme di pergamene e libri che ne avevano passate decisamente di
tutti colori a seguire l'esempio della bionda urlando qualcosa che
riguardava l'anarchia e la libertà di pensiero e il fatto
che
sarebbe morto ignorante, felice e a pancia piena. Con un incantesimo
d'Apello aveva recuperato il libro della migliore amica e si era
esercitata con quello delle Pastoie visto che stavano per scatenare
una rivolta contro gli oppressori. Insomma, la pratica non mancava,
era la teoria a languire.
Con
tutta quella tensione attorno a loro tre capitava spesso che quando
Lily lanciava brevi occhiate ai due biondi sempre nel loro solito
angolo si ritrovava a cogliere Lorcan che la fissava assente.
«Voi
due dovreste parlarvi e basta, queste occhiate da Snasi bastonati mi
stanno logorando i nervi.» saltò su Kimberly
chiudendo di colpo il
libro di Aritmazia.
«Eh?!»
sobbalzò la rossa rischiando di rovesciare la boccetta
d'inchiosto
sulla pergamena che aveva davanti. Come al solito il tavolino su cui
studiavano sembrava più un campo di battaglia che qualcosa
di
vagamente istruttivo. Un origami fatto da Hugo troneggiava in mezzo a
loro, sopra dei libri impilati. A dire il vero, il fatto che la gru
ogni tanto sbattesse le ali la inquietava un po'.
«Parli
di Lorc?» chiese il cugino con la fronte sporca del prezioso
inchiostro cangiante di Kim appoggiata fra la marea di fogli,
riemergendo da una delle sue “pause di riflessione”.
«E
di chi se no?» sbuffò infastidita la bionda
stiracchiandosi. «Sono
stanca di vederti sempre a lanciargli occhiatine tristi, che
ovviamente ricambia, mi distrae dallo studio.»
«E
allora non distrarti.» borbottò l'interessata
senza nemmeno provare
a negare. Le dispiaceva aver perso un amico, non il fidanzato, ma
l'amico che c'era sempre stato.
«Giuro
che se non ci vai a parlare dico a mio fratello che vi lanciate
occhiate languide.» le lanciò un'occhiataccia.
«Digli
quello che ti pare, tanto fra me e Lorc è finita proprio per
colpa
sua, vuoi che gli importi?» fece un'alzatina di spalle
tirando via
le matita che le teneva i capelli sollevati in una crocchia
disordinata per poi rifarsela con lentezza.
«Io
mi chiedo come tu sia finita fra i cervelloni, hai la scatola cranica
più vuota di— di—» si
passò una mano fra i capelli
nervosamente. «--Ahh! Il troppo studio mi ha fusa, immagina
che
abbia fatto un paragone brillante e sarcastico.»
Lily
si limitò ad alzare gli occhi al cielo scuotendo la testa.
In
effetti, al fatto che Scorpius non se la sarebbe presa, non ci
credeva nemmeno lei, ma questo non le impediva certo di evitarsi un
colloquio imbarazzante con Lorcan.
«Non
che tu ne sia mai stata capace prima, di fare commenti brillanti e
sarcastici, dico.»
«Smettila
di tergiversare e parlarci, insomma! Non eravate sposati, non ha
funzionato, non è la fine del mondo.»
«In
ogni caso non sono io a doverlo decidere.» sorrise amaramente
Lily
tirando fuori dalla pila un libro a caso decidendo che era ora di
cambiare materia.
«Voi
donne fate sempre le cose più complicate di quanto non siano
in
realtà.» sentenziò Hugo grattandosi la
testa pensieroso.
«No,
è Lily Potter che è proprio ottusa.»
storse il naso Kimberly per
poi cominciare a parlare di Aritmazia e vedere se lei e il rosso
assieme potevano mettere assieme qualche idea decente su cosa
volessero dire quelle scritte indecifrabili sul tomo davanti a lei.
Lily rimase in silenzio e si mise a ripassare Difesa pensando che
magari poteva provare a fare bella figura dimostrando di saper
eseguire un Patronus corporeo. Stare con le Serpi l'aveva decisamente
cambiata.
Avevano
finito a notte fonda e dopo essersi congedata con una bionda
impaziente di tornare da Albus –erano talmente carini da
farle
venire il diabete— e un rosso catatonico Lily si era buttata
sulla
poltroncina che aveva occupato fino a quel momento cercando di farsi
venire la voglia di risistemare i libri e le pergamene e le pergamene
in una pila da portare al dormitorio. Stava per lasciarli tutto
lì
dov'era –in fondo chi mai avrebbe rubato dei temi malfatti di
Pozioni e libri scarabocchiati?— che lo sguardo si
posò sulla gru
pigramente appollaiata su quelle macerie. E le venne un'idea.
Velocemente
la dispiegò e ci scrisse due righe con la sua solita grafia
disordinata, poi la ripiegò alla bell'e meglio e la
incantò per
farle prendere il volo e raggiungere il destinatario, un po'
ammaccata dal trattamento ricevuto. Dopodichè si
alzò e si trascinò
nel suo letto, pensando che quello che poteva fare, in fondo, l'aveva
fatto.
Quando
Lorcan Scamander si svegliò la mattina dopo trovandosi sul
comodino
quell'oggetto estraneo rimase un attimo a fissarlo interdetto,
scorrendo nella mente descrizioni e nomi delle creature maligne di
cui gli parlava sua madre e chiedendosi se i Nargilli potessero
mutare forma. Una volta più sveglio prese la gru di
pergamena
stropicciata e la dispiegò, stando ben attento a non
romperla.
Quando lesse il messaggio per un attimo corrugò la fronte,
poi
sorrise infilandolo nel cassetto del comodino.
“Grazie.
P.S.
Credo che dei Nargilli si siano annidati fra le tende del mio
baldacchino, cos'è che li scacciava?”
Non
c'era bisogno di una firma, quella scrittura la conosceva a memoria.
«Quante
volte ti dovrò ripetere che devi tenere a portata di mano
dei
rapanelli?»
Lily
si voltò mentre un sorriso le campeggiava sul viso
punteggiato di
efelidi, lasciando perdere la colazione che aveva di fronte a lei e
il discorso che stava facendo con Calipso che osservava soddisfatta
il biondo accanto alla rossa.
«Scusa
Lorc, ma ormai non credi che abbiano imparato a immunizzarsi?
Perchè
Hugo ha il cervello di una zucchina ultimamente.»
Lorcan
rise sedendosi accanto a lei e rubandole una fetta di pane
già
imburrata e ricoperta di marmellata dal piatto. «E quale
sarebbe la
novità?»
«Dovrei
difenderlo, ma-- probabilmente hai ragione, anche se prima almeno non
si metteva a fare riti vodoo con i libri.» sbuffò
prendendo
un'altra fetta di pane dal vassoio davanti a lei.
«Non
mi sembra che sia poco normale per lui, piuttosto mi stupirei se
parlassi di Rose. Lei deve avere qualche Gorgosprizzo che le gira
attorno.. o erano i Mischialecca?» si perse un attimo
pensieroso a
guardare il cielo sereno costellato di leggere nuvolette bianche
sopra le loro teste mentre masticava.
«In
effetti..» ridacchiò Lily che si preparava ad
addentare la sua
nuova fetta di pane quando le venne rubata prontamente dalle mani per
la seconda volta la sua colazione.
«Hey!
Io ho fame!» protestò all'indirizzo del biondo
dandogli una
spallata, avendo in tutta risposta un sorrisino.
«Devo
dirti una cosa.»
«Che
mi ridarai indietro la mia colazione?» alzò un
sopracciglio
infastidita.
«No,
questa è la mia colazione.» scosse la testa
divertito. «Solo che
era giusto così.»
Lei
ci mise qualche secondo a capire cosa intendesse davvero, poi si
aprì
in un sorriso scuotendo la testa sconsolata. Sospirò
allungandosi
verso il vassoio del pane tostato.
«Devo
smetterla di farmi intererire da te, sei una sporca puffola pigmea
bionda.»
«Scorpius,
smettila di guardare in cagnesco mia sorella, si conoscono da quando
portavano il pannolino.» l'ennesimo ammonimento a vuoto al
tavolo
Slytherin da cui un altro biondo stava osservando, o meglio, stava
provando a cruciare con lo sguardo i due Corvonero da quando avevano
iniziato a parlare.
«Questo
non gli ha impedito di infilarle la lingua in gola e farle
chissà
cos'altro, dov'è finito il tuo spirito da fratello maggiore?
Eh
Potter?» sibilò senza spostare lo sguardo dalla sua
Lily che
rideva e scherzava con quell'uccellaccio della malora.
«Si
è suicidato quando ha scoperto che la mia sorellina per gli
uomini
non ha proprio gusto.» commentò serafico. Lorcan
era un così caro
ragazzo, invece era finita con il suo migliore amico. Quello che se
non lo insultava almeno una volta al giorno non era una giornata
fruttuosa.
«Di
sicuro tua sorella ha gusti migliori della mia.»
borbottò inacidito Scorpius.
«Di
sicuro tua sorella ora ha voglia di
ucciderti.» s'intromise
sorridendo sornione Zabini che non poteva rinunciare all'occasione di
uccidere i nervi di Malfoy di prima mattina mentre leggeva pigramente
la posta mattutina. «Mi immagino già le riunioni
di famiglia.»
Ghignò
divertito senza impegnarsi a nascondersi, ripose la pergamena sul
tavolo per prendere la tazza di thè di fronte a lui,
ignorando la
breve occhiata di fuoco del biondo.
Kimberly
non disse nulla, troppo assonnata anche per insultare mentre
masticava un biscotto e cercava di assumere gli zuccheri necessari ad
affrontare una nuova giornata di studi.
Albus
sospirò e recuperò la Gazzetta del Profeta.
Scorpius
continuò a cruciare con lo sguardo il tavolo Ravenclaw,
mentre
pensava al modo migliore di marcare il territorio che non comportasse
un tatuaggio in fronte alla rossa con la dicitura “propietà
privata, girare a largo, il serpente morde”.
Rimase
così per qualche minuto, mentre intorno a lui la vita
scorreva:
Albus tormentava per l'ennesima volta Kim chiedendole se era davvero
sicura di non volere una mano a studiare e conoscendo sua
sorella
probabilmente stava riflettendo sul fatto che persino ad Azkaban
avevano un po' di tregua mentre gli rispondeva poco delicatamente con
voce assonnata. Emily sedeva poco più in là, dove
Zabini lanciava
continuamente occhiate, senza però abbandonare il gruppetto.
Probabilmente ora erano amici part-time o qualcosa del genere, in
fondo a lui non importava più di tanto, con Emily Warrington
quasi
non ci parlava più, proprio per quella rossa che ora rideva
e
scherzava con il-suo-cazzo-di-ex.
Salazar,
era bellissima e l'avrebbe fatto diventare più pazzo della
prozia
Bellatrix se non avesse trovato un modo di— di—
incatenarla,
nasconderla al resto del genere maschile che non fosse un parente
stretto? Non lo sapeva nemmeno lui. E a ben vedere era meglio
limitare i suoi contatti esclusivamente ai fratelli visto cos'era
successo fra quel coglione di Potter grande e la mezza francese.
Forse nemmeno i fratelli erano sicuri.
«Scorps,
se continui ad arrovellarti così somiglierai a Walburga, te
la
ricordi la tizia che urla sempre nel quadro a casa Black
vero?»
«A
volte mi chiedo se quella dannata Potter non ti paghi in dolciumi per
uccidermi i nervi.» sibilò fra i denti alla
sorella, senza scostare
lo sguardo da Lily che si legava i capelli in una crocchia scoprendo
il collo candido. Ora aveva pensieri impuri persino per una fottuta
gola, Merlino doveva curarsi.
«Mhm,
no, basta lei. Io dicevo sul serio comunque.» fece un'alzata
di
spalle la più giovane di casa Malfoy prima di alzarsi
mettendosi la
borsa in spalla.
«Figurati
se mi tocca quello che fa.»
«Non
è molto convincente se lo dici fissandola con la bava alla
bocca
fratellino.» solo a quel punto scostò lo sguardo
dal tavolo
Corvonero incontrando quello della sorella che ghignava allegra.
«Io
ora vado a lezione, a più tardi gente.»
«Sei
la figlia di Godric Grifondoro-- e io non
sbavo!» le urlò
quasi dietro inferocito, guadagnodosi solo un'altra alzata di spalle
mentre la biondina andava a prendere l'amica al suo tavolo per poi
dirigersi fuori dalla Sala Grande, affiancate da quell'idiota e da
un'altra tizia di cui non poteva fregargli di meno.
«In
realtà, tesoro, lo fai e fattelo dire,
quella rossa ti ha
cotto davvero a puntino.» sorrise Zabini mentre si alzava
facendo
segno ad Emily per dirigersi anche lui a lezione.
Scorpius
borbottò solo un “fanculo” mentre un
piano si delineava nella
sua mente, perchè doveva assolutamente segnare il
territorio. Era
ora che Hogwarts sapesse che era sua, prima che finisse l'anno.
Perchè se già cominciava così e lui
era ancora lì, figurarsi
l'anno dopo quando sarebbe stata da sola e lui là fuori.
No,
andava fatto assolutamente qualcosa.
Albus
Potter fissò sconsolato il suo migliore amico, conoscendo
bene
quello sguardo, mentre l'espressione tetra si distendeva e
ricominciava a diventare la solita maschera indifferente. Merda,
aveva un piano e sicuramente sarebbe stato qualcosa di poco piacevole
per Lily. E per il suo spirito da fratello maggiore defunto. E lei
l'avrebbe ucciso per non aver impedito a Scorpius di fare qualunque
cosa stesse pianificando di fare. Come se fosse colpa sua se era uno
psicopatico, dividevano il dormitorio, non erano diventati amici per
scelta.
Si
prese la testa fra le mani e sospirò pesantemente puntando
gli occhi
verdi affranti sulla tazza di caffè ormai freddo poggiata
sul
tavolo.
Perchè
non aveva amici Tassorosso? Perchè?!
Lily
stava giurando a sé stessa che sarebbe diventata Ministro
della
Magia o la prossima Signora Oscura, non importava, ma avrebbe
conquistato il mondo e abolito gli esami. E Pozioni. E Aritmazia.
Avrebbe abolito tutto. Insomma, stava pianificando la sua geniale e
terribile vendetta sul mondo intero uscendo dalla classe di
Trasfigurazione –la professoressa Chang sarebbe stata la
prima
vittima del suo impero— quando si trovò accanto
alla porta un
biondo che la aspettava serafico, attirando qualche occhiata stupita
dai suoi compagni di classe.
«Malfoy
che ci fai qui?» lo guardò come si guarderebbe un
Asticello grasso.
La parola incredula –e nemmeno
“sospettosa”-- bastavano a
rendere l'idea.
«Oh
ciao fratellone, Albus?» la raggiunse Kim che non aveva
mancato di
raccontare all'amica le occhiate tetre che le aveva lanciato per
tutta la colazione, ricevendo una risposta prevedile: “che si
fotta, non posso star dietro alle sue lune”. Anche se dentro
di sé
Lils sapeva che forse un pochino di ragione ce l'aveva. Forse.
«Dovresti
essere più gentile con il tuo ragazzo Potter, sono venuto a
prenderti.» ghignò il biondo affiancando le due
ragazze, visto che
Lily aveva continuato a camminare imperterrita. Conosceva quella
faccia e sapeva che voleva attaccare briga, ma non gliel'avrebbe
permesso.
«Sbaglio
o voi del settimo avevate Pozioni come ultima materia prima di
pranzo?» domandò accigliata la rossa senza
guardarlo dirigendosi
dritta verso le scale.
«Sì
e allora?» domandò indifferente con le mani in
tasca camminandole a
fianco.
«Ho
capito, qui nessuno mi caga e voi state per litigare, vi
precedo.» e
sbuffando Kimberly sparì dietro un arazzo a passo di marcia.
«Ma
che le prende? Sta diventando come te Potter.»
fissò per qualche
istante stralunato la sorella.
«Ti
aveva chiesto di Albus e ci sono i G.U.F.O. Io mi ritengo fortunata
che non mi abbia ancora ammazzata nel sonno.» fece un'alzata
di
spalle Lily. «E comunque la pazzia è prerogativa
dei Malfoy.»
«Parla
sempre di tuo fratello ultimamente, sono nauseanti.»
alzò un
sopracciglio il biondo fingendosi disgustato. Bhè, forse non
fingeva
proprio del tutto.
«Sì
in effetti lo sono--» borbottò prima di fermarsi
di colpo e alzare
lo sguardo per lanciargli un'occhiataccia. «Comunque
perchè sei
salito dai Sotterranei fino al Quinto piano quando ci saremmo visti a
pranzo e avresti dovuto fare una sola rampa di scale? Che cosa stai
tramando?»
Lui
l'aggirò mettendosi davanti a lei, con il suo solito
ghignetto si
chinò verso di lei, incurante che fossero in mezzo a un
corridoio,
perchè lei era sua.
«Te
l'ho detto, volevo accompagnare la mia ragazza a pranzo.»
Lily
rimase a fissarlo negli occhi sospettosa, un po' persa e un po'
astiosa. Non capiva se lo odiava o lo amava di più, non
capiva quale
delle due parti prevalesse. O se erano due sentimenti distinti,
perchè tutto ciò che la faceva incazzare allo
stesso tempo la
faceva impazzire, in senso buono però. E questo era anche
peggio.
Forse.
«Va
bene che ho un pessimo senso dell'orientamento, ma vivo in questo
castello da cinque anni, so trovarla da sola la Sala Grande.»
nonostante non fosse poi così arrabbiata –un po'
lo era sempre a
prescindere, non importava che non sapesse quello che aveva fatto o
stava per fare, perchè Malfoy aveva fatto o stava per fare
sempre
qualcosa per cui arrabbiarsi— mantenne l'atteggiamento acido.
Perchè se anche le faceva piacere sapeva che c'era qualcosa
sotto.
«Vedo
le tue deliziose rotelline lavorare a ritmo extra Lils, non dovresti
affaticarti così tanto.» le sorrise, un vero
sorriso, meno pacifico
di quel famoso sorriso, ma sempre il suo sorriso.
«Eh?»
sentì il cuore perdere un battito e per un attimo
pensò che magari
per una volta poteva non avere cattive intenzioni.
«Non
dovresti affaticare un cervello che non è abituato ad essere
usato.»
continuò a sorridere furbescamente, mentre se ne stavano
immobili in
mezzo al corridoio e alla folla di studenti che si assottigliava man
mano che passava il tempo.
«Stronzo,
ti ricordo che sono una Corvonero.» incrociò le
braccia indurendosi
di nuovo. Possibile che quando stava per diventare una persona quasi
apprezzabile doveva sempre rovinare tutto.
«E
solo Merlino sa che cos'aveva bevuto quel giorno per smistarti in
quella Casa.» ghignò allegramente Scorpius, sempre
leggermente
piegato verso di lei, con le mani infilate nelle tasche della divisa
e lei, che nonostante stesse davvero incazzandosi, non si muoveva.
«Con
te anche se era sbronzo ci ha preso, ti ha messo nella Casa degli
stronzi che hanno le relazioni più brevi mai
esistite.» strinse i
pugni guardandolo in cagnesco. «Ora, se vuoi andare a fanculo
io
invece vado a pranzo.»
Che
morisse pestato a sangue dal Platano Picchiatore, doveva davvero
essere una cretina di proporzioni epiche per voler stare con uno del
genere, non sarebbe rimasta a farsi insultare.
Lui
la guardò aggirarlo a passo di marcia, cercando di
raggiungere le
scale, visto che con una mossa fulminea lui le mise le braccia
attorno alla vita, abbracciandola da dietro.
«Perchè
devi trasformare un gesto gentile in una dichiarazione di guerra
Potter?» le sussurrò nei capelli, inspirando il
suo profumo con gli
occhi grigi semichiusi. «Mi farai impazzire peggio di
Walburga.»
La
sentì irrigidirsi fra le sue braccia e per un attimo
credette che
l'avrebbe scostato e insultandolo sarebbe corsa giù per le
scale. In
fondo quello che stava facendo era strano, quella situazione era
strana. Loro erano strani. Diversi, ma niente gli era sembrato
più
giusto quell'anno che starsene col viso immerso in quella matassa
rossa che profumava di violetta.
«Sei
già peggio della vecchia Black.» la
sentì sospirare mentre si
rilassava appoggiandosi al suo petto. «Solo che invece di
uccidere
Babbani fai venire in mente alle persone intorno a te i modi
più
fantasiosi di nascondere un cadavere.»
«Questo
perchè la mia bellezza è fonte d'ispirazione
senza fine.»
«Si,
soprattutto ispiri manie suicide.» ridacchiò la
ragazza reclinando
il collo per guardarlo in faccia.
Vederla
sorridergli, così, in pieno giorno, senza bisogno di alcol
ad
ammorbidirla, senza nessuna ragione apparente era ciò
che voleva.
Semplicemente lui voleva lei, così, alla luce del sole, in
mezzo al
castello, che gli sorrideva con le guance lentigginose leggermente
arrosate dall'imbarazzo e l'incazzatura da poco passata. Voleva lei,
in un misto di rabbia e amore.
La
girò di colpo e la baciò sollevandola da terra,
tendendola stretta
dalla vita, lei semplicemente si aggrappò al suo collo
passando
all'attacco anche lei.
Era
questo che gli piaceva, lei non era docile, non si piegava a quello
che voleva lui, ma in qualche modo lo piegava a ciò che
voleva lei,
ma andava bene lo stesso perchè i loro desideri
coincidevano. I
pochi studenti rimasti li superarono lanciandogli alcune occhiate
ancora più stupite per chi li riconosceva, per chi li aveva
visti
combattersi per anni per quegli stessi corridoi. La voce girava
già
da un po', visto che non si erano poi dati così da fare per
nascondersi, ma vedendosi soprattutto nei Sotterranei ed essendoci
già stata una voce falsa verso aprile gli studenti non ci
davano
troppo peso.
Ma
in fondo la guerra se la facevano ancora, solo in modo diverso. La
guardò, sopra di lui che lo fissava con gli occhi blu che
brillavano
e la chioma spettinata che le incorniciava il viso.
«Guarda
che sono ancora incazzata con te.»
«Quando
mai non lo sei.» ricambiò il suo sguardo con uno
altrettanto furbo,
mentre lei storceva la bocca e arricciava il naso, ma non per il
disgusto come al solito, ma per trattenere una risata, mentre
s'illuminava.
«Evidentemente
te lo meriti principe degli idioti. Ora mettimi giù, ho
fame.» gli
sussurrò a fior di labbra, lui non staccò lo
sguardo da quello di
lei mentre lentamente scendeva le scale davanti a cui si erano
fermati, per poi voltarsi e lasciarla posare i piedi su due scalini
più in alto. Ancora vicini.
«Ecco
un'altra cosa che non è una novità, tu hai sempre
fame.»
interruppe il silenzio guadagnandosi un'altra occhiataccia mentre la
mano piccola di lei cercava la sua per intrecciare le dita. Un altro
contrasto fra normalità e futuro. Avrebbe potuto abituarcisi
in
fretta, però.
«Devo
crescere. Tu invece che scusa hai per essere sempre così
fastidioso?» gli fece la linguaccia mentre cominciavano a
scendere.
Del
tutto dimentica dei sospetti di poco prima erano entrati nella Sala
Grande mano nella mano con tutta tranquillità, ma quando lei
aveva
semplicemente cercato di andare a pranzare al tavolo Corvonero le
aveva stretto la mano in modo possessivo e sorridendole ambiguo come
quando poco prima si era presentato davanti alla sua classe le aveva
comunicato
che stava sbagliando strada e che il loro
tavolo
era più avanti.
«Vado
a mangiare al mio
tavolo, sai, quello della mia Casa.» lo aveva fulminato con
lo
sguardo.
«E
da quando tu mangi al tuo tavolo?» inarcò un
sopracciglio. Si
sarebbe detto l'immagine dell'innocenza, se lo fosse stato mai in
vita sua dai tre anni in su.
«Da
quando ci sono stata smistata al primo anno e devo studiare.»
alzò
gli occhi blu in modo teatrale.
«Ma
non dovevi chiedere ad Al qualcosa riguardo ad una pozione?»
aveva
fatto un ghignetto noncurante.
«Posso
farlo dopo, praticamente vivo nella vostra Sala Comune.»
aveva fatto
un sorrisino forzato mentre se ne stavano impalati in mezzo alla Sala
Grande con la gente che li aggirava per raggiungere i propri tavoli.
Si stava comportando in modo assurdo, da fuori di testa.
«Non
ultimamente— e puoi farlo anche ora, così te la
spiego anche io.»
aveva alzato ancora di più il sopracciglio.
«E
invece lo farò dopo.» sorrise cercando di non
farsi saltare i nervi
e cercò di allontanarsi una seconda volta, ritrovandosi
invece
sbalzata di nuovo contro il suo petto.
«Ma
si può sapere che ti prende?!» alzò lo
sguardo verso quello di
lui, indecifrabile.
Lo
vide spostare lo sguardo verso il tavolo Ravenclaw facendolo vagare
un attimo, mentre contraeva leggermente la mascella. Sembrava
infastidito da qualcosa, ma non fece in tempo a girarsi che lui si
rivolse di nuovo a lei con il solito ghignetto tanto da farle pensare
che se lo fosse appena immaginato.
«Che
stai facendo?» sobbalzò quando lui le
posò un braccio in modo
possessivo dietro la schiena e una mano sotto al mento facendole
alzare il viso. Lui la ignorò e con semplicità la
baciò, lì,
in mezzo a tutti. E in fondo non le importava poi
così tanto,
si accorse mentre la testa si svuotava.
Non
importava quante volte si baciassero, ogni volta il suo cervello
andava in tilt, era peggio che essere Confusi. Semplicemente non le
importava più di nulla. E aveva paura che quella sensazione
non
fosse frutto del momento, ma semplicemente perchè lui era
fottuttamente bravo a baciare.
“Esperienza”
le disse una vocina nella sua testa che si apprestò a
scacciare
mentre gli prendeva la camicia fra le mani e lo attirava a
sé,
schiacciandosi contro di lui.
«Bacio
la mia ragazza.» le aveva risposto Scorpius a fior di labbra
con un
ghignetto, scostandosi. «A dopo, allora.» e si
voltò andando verso
il proprio tavolo, tronfio.
Lily
rimase per qualche minuto impalata in mezzo alla Sala Grande a
fissare la sua schiena, poi meccanicamente si voltò verso il
tavolo
Corvonero e si rese conto del perchè di quella plateale
dimostrazione d'affetto. Troppi, troppi, troppi
occhi puntati su di lei, fra cui quelli astiosi di Lysander e quelli
divertiti di Calipso che raggiunse a passo di marcia.
«Bhe,
vedo che le voci che girano sono vere.» aveva ridacchiato la
Ravenclaw quando le si era seduta accanto pesantemente, con le guance
coperte di efelidi arrossate, non sapeva nemmeno lei se più
dall'imbarazzo o dalla furia omicida.
«Quell'idiota
lo ammazzo.» ringhiò funerea lanciandogli
un'occhiata omicida.
«Prima
non sembrava ti desse poi così fastidio.» si
guadagnò
un'occhiataccia anche lei. Si guardò attorno incontrando lo
sguardo
rilassato di Lorcan che le fece un'alzata di spalle, con un mezzo
sorriso dall'altra parte del tavolo a parecchi posti di distanza dal
suo tanto che qualunque conversazione verbale sarebbe stata inutile.
Si sentì per metà rassicurata e per l'altra
metà ancora più
imbrazzata. E incazzata.
Ecco
perchè era andato a prenderla a fine lezione. Aveva ragione
lei, i
Malfoy hanno sempre in mente qualcosa. Sempre.
Pianificatori
bastardi.
«Ha
marcato il territorio manco fosse uno Snaso!»
borbottò cercando di
sembrare il più indignata possibile mentre si riempiva il
piatto con
quello che le capitava davanti.
Era
geloso. E non era nemmeno tanto sicura che questo le
dispiacesse quanto volesse far credere a sé stessa.
«In
effetti sì, ma è stato reciproco, fidati.
C'è un gruppo di
undicenni Slytherin che ti sta fissando come se fossi un vermicolo
gigante.»
«Oh.
No.» gemette la rossa finendo ad afflosciarsi contro al
tavolo con
la fronte, con la rabbia del tutto sgonfiata. «Mi spieghi
com'è
umanamente possibile che esistano i fan club?»
«Bhe,
il tuo ragazzo è carino e loro stanno scoprendo cosa sono
gli
ormoni, se vuoi un consiglio da un'amica però io ti
consiglierei di
non mangiare niente che non sia sotto stretta sorveglianza, brava
come sei in Pozioni dubito che ti accorgeresti del veleno nel
piatto.» rise allegra Calipso battendole una mano sulla
spalla,
mentre la rossa stava per avere una crisi.
La
fase di studio intensivo aveva messo a dura prova la sua pazienza,
come la discussione di poco prima, quando si era ritrovata a
comprendere cosa volesse dire essere la
ragazza di Scorpius Malfoy.
Non aveva considerato se aveva la resistenza per quegli alti e bassi
che si susseguivano a ritmo vertiginoso ogni cinque secondi.
Perchè
lui il senso del pudore non ce l'aveva, anzi, sembrava godere a
metterle contro le ochette del suo fanclub— composto per la
maggiorparte da primine davvero inquietanti, roba da denuncia ed
incantesimo respingente— e attirare lo sguardo di chiunque
fosse
nel raggio di cento metri e avesse un paio di occhi. Ne bastava anche
uno solo, di occhio. Bastava che fosse puntato su di loro.
Se
anche lei era tranquilla, per così dire, sul fatto di avere
una
relazione con lui, il fatto che suo padre ricevesse una comunicazione
sdegnata della McGrannit per atti osceni la terrorizzava. Harry
Potter probabilmente sarebbe diventato
l'uomo-non-più-sopravvissuto
a causa della sincope che avrebbe avuto sapendo che la sua bambina se
la faceva con un Malfoy, accettava Kim solo perchè la vedeva
“carina
e
coccolosa”,
parole che per inciso denotavamo la totale cecità e
imbecillità del
suo papino adorato —ogni volta che la bionda sentiva quegli
aggettivi associati al proprio nome aveva un brivido lungo la schiena
e una smorfia di una persona che aveva appena ingoiato pus di
bubotubero— ma per Scorpius era tutta un'altra storia.
L'avrebbe
ucciso.
Dal
tavolo Slytherin non solo delle undicenni alla scoperta della loro
femminilità stavano fissando la rossa, ma anche il solito
gruppetto,
eccetto per Scorpius che mangiava soddisfatto il suo purè di
patate.
«Credo
che ci sia qualcosa di estrememante sbagliato in te Scorp, sul serio.
Più ami una persona più sei sadico.»
Ares Zabini fissava dubbioso
la testa rossa accasciata contro il tavolo.
«Questo
è solo l'ennesima conferma di quello che dicevo da anni: con
l'impegno che ci ha sempre messo per far dannare la Potter sono io
quella a non capire come abbiano fatto ad accorgersene solo
ora.»
commentò Emily, guadagnandosi un'occhiata truce da Kimberly
seduta
dalla parte opposta a qualche posto di distanza.
«Perchè
lei ci parla ancora?» borbottò acida guadagnandosi
un debole
rimprovero da Albus che voleva solo un po' di pace.
«Io
non ho fatto niente a nessuno.» ghignò serafico il
biondo. «Ed Em,
dovresti smetterla di ripetere ogni volta che lo sapevi già,
stai
diventando irritante. Più del solito, intendo.»
«Sempre
il solito gentiluomo Hyp.» fece un sorriso acido, ma
nonostante il
soprannome non intacco il buon'umore del biondo.
«Scorpius,
hai letteralmente marcato il territorio. Se foste andati avanti
ancora un po' la McGrannit sarebbe svenuta.»
ridacchiò allegro
Zabini, lanciando un'occhiata alla vecchia insegnante per cui anche
sfiorarsi le mani era osè.
«Non
c'è bisogno di marcare nessun territorio, lei è
mia e basta.»
ghignò divertito il biondo mettendosi in bocca un pezzo di
cotoletta
soddisfatto.
Zabini
scoppiò a ridere di gusto scuotendo la testa.
Alla
fine, che lo volessero o no, o più importante, che fossero
pronti o
meno, gli esami arrivarono a incombere sulle teste dei poveri
studenti di Hogwarts. La paura e l'ansia dilagavano fra quelli del
quinto e del settimo anno come una malattia venerea in un bordello
mietendo vittime ad ogni secondo. Il paragone malato era stato
sfornato dalla mente altrettanto deviata di Zabini e nonostante
l'avesse trovato rivoltante, Lily dovette ammettere a malincuore con
sé stessa che calzava a pennello. Si vedevano persone di
tutti i
tipi, da quelle che urlavano in preda alle crisi isteriche, chi si
dava ai ripassi dell'ultimo minuto furiosamente –comprese lei
e
Kim, purtroppo— e gente che sfruttava la paura serpeggiante
per
smerciare miracolosi rimedi ed elisir da cui Lily si tenne
accuratamente alla larga dopo aver sentito dire dall'amica esperta in
pozioni e in ingredienti che gli aveva dato un'occhiata e l'unica
cosa che potevano fare era evitarti direttamente gli esami
perchè
eri finita al St. Mungo avvelenata. Come a voler confermare le parole
dell'amica pochi giorni dopo si seppe di un ragazzo di Tassorosso
trasportato d'emergenza in Infermeria dopo aver preso una certa
polvere di non-so-che per accrescere le dimensioni del cervello.
Quindi
Lily si arrese e si limitò ad ingurgitare caffè
dopo caffè per
affrontare le notti di studio rimanenti, mentre in qualunque Sala
Comune si trovasse aleggiasse solo ansia e borbottii sommessi di chi
studiava. Spesso si era ritrovata –compresa la sera prima del
primo
esame— sul divano di pelle nera, stesa con la testa
appoggiata alle
ginocchia di Scorpius a studiare in silenzio, non una parola, solo le
sue mani che giocherellavano con una ciocca rossa mentre anche lui
rileggeva gli appunti vergati dalla calligrafia ordinata di Albus o
l'ennesimo tomo. Non era sicura di cosa provasse nei confronti di
quella normalità, ma aveva scoperto di sentirsi in pace e
che le
conciliava la concentrazione, dato che la tranquillizzava.
Le
due settimane di tortura iniziarono e il primo giorno lei e Kim
avevano Aritmazia, mentre Scorpius, Albus e Zabini Pozioni. La rossa
dal momento in cui entrò nella sala ebbe la certezza
matematica,
l'unica che potesse avere, che si sarebbe potuta pure non presentare.
«Kims,
mi ricordi perchè abbiamo scelto questa materia?»
le bisbigliò
mentre contraeva e rilassava la mano sudata.
«Per
riempire le ore buche che non avrebbero dovuto essere buche?»
le
rispose con una vocina che sembrava provenire dall'oltretomba.
«Bene,
ora si spiega tutto.»
Come
previsto ne uscì con la testa piena di numeri che non capiva
e di
domande a cui era sicura che non andava risposto nel modo in cui lo
aveva fatto lei solo per riempire i buchi vuoti nella pergamena.
Quando Kimberly la raggiunse invece aveva un'espressione
indecifrabile.
«Com'è
andata? Disastroso?» domandò la rossa che aveva
già accantonato la
disperazione, tanto non le sarebbe servita per andare con zio Charlie
e poi aveva già scritto una lettera ai coniugi Potter con
una
filippica sull'inutilità della materia e sul fatto che la
matematica
e lei erano due mondi differenti.
«Non
lo so..» rispose con aria sognante Kimberly. «Forse
è andato
bene.»
Sembrava
più stupita di sé stessa di quanto non lo fosse
Lily che scoppiò a
ridere allungando le braccia sopra la testa per stiracchiarsi.
«Oh,
questa è bella!» e senza aggiungere altro
aspettarono l'ora di
pranzo, non avendo esami pratici nel pomeriggio avrebbero ripassato
più tardi.
A
pranzo incontrarono Albus in completa paranoia da secchione, mentre
Scorpius mangiava con tranquillità allucinante, come se
avesse già
l'Eccezionale in tasca. Zabini sfogliava il libro pigramente ogni
tanto fingendo di ripassare, forse per convincere sé stesso
che era
preparato, ma senza nessuna serietà.
Il
giorno dopo toccò a Trasfigurazione, l'esame scritto dopo le
ore
passate a ripassare con Kimberly e Hugo le sembrò
più facile di
quanto aveva previsto e la sua prova pratica fu sicuramente
più
brillante di una di Grifondoro che invece di cambiarsi colore ai
capelli gli diede fuoco. Insomma, non avrebbe brillato, ma nemmeno
fatto schifo, superando sicuramente l'Accettabile.
Inutile
dire che la sera precedente al terzo esame, Pozioni, fu il totale
panico e Scorpius ed Albus dovettero dividersi fra la loro sessione
di studio –alla fine rimase solo il secondo visto che Al
stava per
avere un attacco di panico— e le crisi isteriche di Lily, Kim
aveva
rinunciato ad aiutarla e cercava di convincere Scor a desistere visto
che era un caso perso.
«Dai
Lils, tirerai su la pratica con la teoria. Qualcosa ti ricorderai,
no?» aveva sbuffato la bionda che nonostante un po' d'ansia
era
sicura di sé.
«Come
faccio? Non so assolutamente niente, i calderoni mi odiano, scoppiano
solo a guardarli!» si era presa la testa fra le mani
scompigliandosi
ancora di più i capelli.
«Cerca
almeno di non ferire l'esaminatore o la bocciatura è
sicura.»
«Vaffanculo,
Malfoy.»
«Non
agitarla di più Scorp, che poi devo averla io nel letto che
si
rigira come una matta.»
Nonostante
tutto l'esame scritto andò discretamente, a suo parere,
almeno aveva
ricordato più di “nulla” e
alla domanda sul Bezoar aveva
risposto correttamente.
Durante
la pratica Kimberly era riuscita a mettersi nel calderone alle sue
spalle e quando l'esaminatore era lontano le bisbigliò
qualche
dritta sottovoce, alla fine la pozione almeno aveva il colore che
avrebbe dovuto avere.
Incantesimi
andò abbastanza bene, la fottuta tartaruga
diventò la fottuta
teiera senza che dovessse urlarle ogni genere di epiteto. In
Astronomia se la cavò.
Quando
arrivò il turno di Cura delle Creatiure Magiche
tirò un sospiro di
sollievo, come per Storia della Magia in cui dovette restituire il
favore a Kimberly e aiutando i parecchi intermediari fra i loro
banchi.
A
Difesa Contro le Arti Oscure ebbe qualche problema dal punto di vista
teorico, ma quando l'esaminatore le disse che gli era giunta voce che
lei sapeva fare un patronus e che era curioso, dato che l'aveva visto
fare a suo padre prima di lei –quanti Merlino di anni aveva?
Era
decrepito già all'epoca!— sorrise imbarazzata e
chiuse per un
istante gli occhi, ricordandosi il suo pensiero felice a cui si
accumularono tanti altri. Quando riaprì gli occhi e
pronunciò la
formula la medusa cominciò a galleggiare per la sala,
imbarazzandola
un po' per la forma, ma orgogliosa di somigliare a suo padre in
quella piccola cosa.
E
con quello si concludevano i suoi esami, uscì dalla stanza
consapevole che fino a Luglio avrebbe potuto vivere lontana da ogni
cosa riguardante lo studio e allo stesso tempo un pensiero la
trafisse: quello sarebbe stato l'ultimo giorno d'esame in
assoluto
per qualcun altro. Quei due giorni rimanenti sarebbero stati gli
ultimi in cui sarebbero stati tutti ad Hogwarts. Un nodo alla gola la
prese e si appoggiò ad un muro in un corridoio vuoto, ormai
erano in
pochi ad essere ancora esaminati, gli altri festeggiavano. E lei era
lì, a chiedersi se ce l'avrebbe fatta l'anno dopo senza di
loro.
Senza di lui.
Fece
un respiro profondo, poi un altro e poi un altro ancora.
Si
stacco dal muro passandosi una mano fra i capelli e decise di non
farsi prendere dal panico, perchè lei era Lily Potter e se
lo avesse
voluto niente le avrebbe mai fatto paura. Perchè lei era
coraggiosa
e quello che aveva in quel momento non sarebbe cambiato nel giro di
un'estate, perchè lei in quel forse con
Scorpius Malfoy ci
voleva credere con tutta sé stessa.
Il
giorno dopo fu dedicato al relax totale, il solito gruppetto si era
spaparanzato nella Sala Comune Slytherin, Lily sul tappeto ai piedi
del divano stesa sulla pancia a giocare col gatto di Kim, la padrona
accocolata sul divano con Albus a chiacchierare e cercare di calmare
l'ansia del moro che voleva parlare degli esami appena passati senza
trovare però nessuno che avesse intenzione di ascoltarlo.
Scorpius
se ne stava steso sull'altro divano a fumare tranqullamente,
godendosi il dolce far nulla e quando Zabini li raggiunse dopo essere
sparito per metà pomeriggio si mise a giocare a Gobbiglie
con Lily
dato che il gatto l'aveva liquidata.
Quando
fu ora del banchetto la rossa rimase indietro tirando per la manica
Ares, facendo segno agli altri di andare avanti. Scorpius la
guardò
per un attimo intensamente negli occhi, con uno sguardo insondabile,
poi semplicemente annuì fermandosi poco più
avanti.
«Zab,
secondo te sono impulsiva?»
«È
una domanda retorica?»
«No,
nel senso— ho dei dubbi..»
«Su
Scorpius?»
«...anche,
ma non riguarda lui... tu credi che se si vuole veramente bene ad una
persona è possibile chiudere e basta?»
«No.»
«...»
«Devo
dirle che le vuoi parlare?»
«Credo
sia ora... sul treno?»
«Sì.»
«Ma
non sarà tutto come prima.»
«Neanche
tu lo sei, come prima.»
Arrivati
alla Sala Grande per Lily fu naturale intrecciare le sue dita con
quelle di Scorpius e seguire il gruppetto al tavolo Serpeverde, in
attesa dell'annuncio per la Coppa delle Case e quella di Quidditch.
In realtà la seconda era solo una formalità,
aveva vinto Corvonero,
come non si limitava di rinfacciare a Scorpius ogni volta che poteva,
ma non c'erano stati veri e propri festeggiamenti dato che erano in
molti a dover studiare nella squadra e quindi c'era stato solo
qualche brindisi nella Sala Comune.
Stava
appunto discutendo con il biondo sottovoce per cui non seguì
il
discorso della McGrannit finchè non si beccò una
gomitata nelle
costole da Zabini all'altro suo lato.
«Ahi!
Che c'è?»
«Sta
per annunciare la Coppa delle Case, smettetela di tubare piccioncini,
vi sta fissando in cagnesco fin dall'inizio.»
«Noi
non tubiamo.»
«Sì,
va bene, ma zitta.»
«...e
quest'anno, al primo posto con 689 punti si piazza Tassorosso!
Complimenti!»
Per
un istante il silenzio calò sulla sala. Lily
guardò la preside con
gli occhi spalancati e la mandibola che probabilmente le raggiungeva
i piedi, già pronta a saltare in piedi in mezzo alle Serpi,
che si
trattasse di Grifondoro o Corvonero avrebbe festeggiato la loro
sconfitta. Ma quello non se lo aspettava proprio.
«Cosa?»
domandò boccheggiando Kimberly. Vide gli sguardi straniti
della
gente attorno a lei mentre un boato si alzava dalla tavola degli
Hufflepuff e gli stendardi di Hogwarts cambiavano colore in quelli
gialli e neri.
Dopo
il banchetto tre amici sedevano sulle rive del Lago Nero, a notte
inoltrata davano il loro addio alla scuola.
«Il
nostro ultimo anno e vincono quegli smidollati.»
borbottò per
l'ennesima volta il biondo, rigirandosi la burrobirra semivuota fra
le mani. Accanto a loro c'era una piccola cassa semivuota.
«Credo
che sia la prima volta che vincono in assoluto.»
ridacchiò Zabini
bevendo un sorso della sua.
«Hogwarts
sta andando in rovina..» fissò truce la superficie
dell'acqua
illuminata dalla luna piena il biondo.
«Se
non fossi stato così impegnato a sedurre mia sorella magari
avremmo
vinto.» lo rimproverò Albus guardando storto il
migliore amico.
«O
almeno a Quidditch.» rincarò la dose l'altro.
«Fottetevi
tutti e due.» si passò una mano fra i capelli che
sembravano quasi
spettralmente biondi sotto quella luce. «E tu, vogliamo
proprio
intavolare una discussione sulla seduzione delle sorelle?»
Albus
sbiancò per un attimo guardando il dito indice puntato
contro di sé.
«Su,
su ragazzi, non litigate, godetevi l'ultima sera.» li
ammonì
allegramente Zabini che era seduto in mezzo a loro poggiando le
braccia sulle spalle dei due.
«Per
godermela dovrei essere con tutt'altra persona Zabby, mi dispiace, ma
non sei il mio tipo.» ghignò divertito beandosi
dell'espressione
scandalizzata del moro dagli occhi verdi.
«C—come?
Siete già arrivati a quel punto?!» lo
guardò stralunato con voce
stridula.
«Solo
perchè siete fratelli non vuol dire che Lils abbia
l'iniziativa di
un vermicolo morto come te.» gli sorrise allegramente Zabini.
«E
tu come lo sai?» lo guardò alzando un sopracciglio
Malfoy.
«E
ritirate le bacchette ragazzi, non sono io quello che si fa vostra
sorella.» alzò le braccia con i palmi davanti a
sé mentre la
piovra gigante faceva spuntare un tentacolo che infranse
l'immobilità
della superficie cristallina.
Per
fortuna voci poco lontane interruppero il diverbio prima che
decidessero di misurarsi in una gara a chi ha più
testosterone. Le
risate soffocate di Lily e le proteste di Kimberly si fecero
più
vicine finchè non arrivarono dai ragazzi.
«Eccole
le nostre istigatrici, che fine avevate fatto?»
ridacchiò Zabini
spingendo un po' in là i compagni per poter far sedere le
due una
per fianco, per niente imbarazzato per il novello ruolo di quinto
incomodo. In fondo erano loro, erano il solito gruppetto e le
dinamiche interne non erano cambiate poi così tanto.
«Via
quelle burrobirre mollaccioni, qua bisogna annegare il
dolore.»
sbuffò Kim facendogli vedere la bottiglia che teneva stretta
in mano
piena di liquido ambrato.
«Ma
quella è l'Ogden Stravecchio che avevo nascosto?»
l'osservò con
ammirazione Ares.
«Sembri
un'alcolizzata Kimbry.» la rimproverò Albus.
«Mica
tanto nascosto, l'abbiamo trovato subito.» sorrise Lily
sciogliendo
le treccie in cui aveva annodato i capelli disordinati per andare a
cena mentre Scorpius le passava con noncuranza una mano dietro la
nuca, giocherellando con le ciocche. Quel gesto non sfuggì
ad Ares
che non potè fare a meno di sorridere, vedendo la
naturalezza con
cui il corpo della rossa pendeva verso il biondo e come lui si stesse
muovendo quasi inconsapevolmente.
«Davvero,
dovresti cambiare nascondiglio, lo sa tutto il dormitorio dove metti
le cose che non vorresti far trovare.» alzò gli
occhi al cielo
Albus.
«Bhe,
ormai è troppo tardi, domani dovrò svuotarlo per
l'ultima volta.»
gli fece l'occhiolino con il sorriso che un po' si attenuava. La fine
di un'era. L'inizio di una nuova.
«Ecco,
il primo sorso al propietario.» gli passò la
bottiglia stappata la
Slytherin e Lily si ritrovò a pensare che il suo ultimo
giorno non
sarebbe stato così triste, perchè ormai la
maggior parte delle
persone che voleva con lei le avrebbe raggiunte una volta fuori. Che
se ne stavano andando via tutti e rimanevano lei e Kim, da sole.
«Ora
a me.» strappo di mano la bottiglia da Ares dopo che ebbe
fatto un
sorso la bionda.
«Niente
brindisi?» domandò il moro.
«Nha,
niente cose sdolcinate Zabini.» fece un mezzo sorriso prima
di
buttare giù e deglutire rumorsamente. Poi la
passò ad Albus, con un
sorrisino tutto per lui che gliela prese dalle mani ben attendo a
sfiorarle le dita. Ogni contatto era prezioso.
«Bhe,
potremmo brindare ad Hogwarts.» propose lui prima di buttare
giù il
proprio sorso. «Questo è davvero il migliore della
tua scorta Zab.»
«Lo
so, costa anche un'occhio della testa e io lo sto bevendo con voi
invece di usarlo per sedurre qualche bella ragazza la mia ultima
sera.»
«Come
se ci fosse qualcuno meglio di me per passare la serata.»
assunse
un'aria sufficente Kimberly prendendo la bottiglia e allungandosi
verso Lily che ne buttò giù un sorso troppo in
fretta iniziando a
tossire.
«Vacci
piano rossa, non vogliamo morti l'ultimo giorno.»
ridacchiò Zabini
dandole qualche pacca sulle spalle. Scorpius si limitò a
ridacchiare
e prenderle il Whisky dalle mani.
«Non
dovrebbe bere certe cose è ancora piccola.»
borbottò Albus
guadagnandosi una gomitata dalla sua ragazza.
«Che
hai Potter?» la domanda improvvisa di Scorpius, contro cui
era
appoggiata spalla contro spalla la sorprese. Si voltò verso
di lui e
piegò la testa da un lato.
«Scusa
tanto se non sono abituata a bere fuoco liquido.» storse il
naso
stizzita.
«Sai
che intendevo altro.» fece un ghignetto e scosse la testa,
ricominciando a giocherellare con i suoi capelli dietro la nuca.
«Cosa?»
«Hai,
stranamente aggiungerei, poco da dire.»
«Ah.»
Per
un attimo non ci furono altro che quegli occhi grigi e il senso di
vuoto del giorno prima ricominciò a farsi sentire alla bocca
dello
stomaco.
«Solo..»
deglutì riavviandosi nervosamente la chioma.
«pensavo.»
Lui
continuò a fissarla, imperterrito, gli altri sparirono e
rimase solo
lui che la fissava e aspettava che continuasse. Come spiegare che le
mancava già? Che tutto questo, tutti loro erano talmente
parte
integrante della sua quotidianità, della sua vita, di lei
da
non aver mai pensato seriamente che un giorno sarebbe potuto finire?
Come spiegare che lui se ne sarebbe andato e lei sarebbe rimasta
bloccata altri due anni in un castello maledettamente vuoto senza di
lui?
«Ho—»
“paura” boccheggiò
incapace di continuare.
«Dimmi
Lily, pensi che ti mancherò?»
La domanda arrivò a bruciapelo e anche se non c'entrava
nulla, anche
se era stata posta con il suo solito tono e la sua solita espressione
da Malfoy la destabilizzò. Abbassò lo sguardo
come intimorita dal
peso di quella domanda, ma poi, da brava mancata Grifondoro,
alzò lo
sguardo verso di lui.
Le
domande fra di loro avevano sempre giocato un ruolo troppo
importante.
«A
dire il vero non lo so.. no, non credo proprio.»
Mentì in modo così spudorato e evidente che tanto
valeva dire
chiaro e tondo quello che pensava, mentre aveva la sua mano che le
solleticava la nuca. La risposta che le passava per la testa era
più
simile a “Sì cazzo,mi manca tutto già
da ora, mi manca
quell'essere così dannatamente la Potter e il Malfoy di
turno che
litigano per i corridoi. Ho paura che non tornerai, ho paura che mi
mancherai troppo. Mi manca prenderti in giro, e poi finire tutto con
un arrivederci, non sono pronta per un addio, lo sai bene.. e allora
perchè te ne vai? Perchè mi lasci
sola?” che a quella detta alta
voce. Tutto questo, tutti i ricordi le frullavano nella testa come un
incredibile tornado dal potenziale distruttivo in grado di devastare
un cuore, il suo.
«Sai,
Potter.. ultimamente ho imparato un po' di Occlumanzia.»
Quelle
importanti, fra loro, erano sempre state più le domande, che
le
risposte. Perchè una volta posta la domanda giusta c'era
solo una
risposta perfetta.
Quell'affermazione
la fece sobbalzare mentre lo vedeva alzare la bottiglia di whisky
incendiario a mo' di brindisi; quella frase indecifrabile dai
più fu
come un salvagente apparso dal nulla per Lily Luna Potter: lui
sarebbe tornato da lei.
«Sono
certa che non riusciresti mai a leggermi la mente, Malfoy.»
gli
sorrise mentre una luce giocosa le illuminava gli occhi
blu.
«Ovviamente no, ma solo perchè nella tua testa
c'è solo il
vuoto siderale.»
Ghignò lui bevendo un altro sorso. Sì,
pensò
Lily con un lieve sorriso, sarebbe tornato da lei qualunque cosa
fosse accaduta, perchè in quell'istante, con quella frase
detta
sulla riva del Lago Nero ad un orario improbabile assieme ai loro
amici di sempre che fingevano di non sentire la loro discussione, lui
le aveva giurato che non sarebbe mai più stata sola.
“maybe
a smile will save us.”
note
finali, se piango non fermatemi.
Dunque,
meglio che parta con i ringraziamenti, perchè poi gli
sproloqui mi
prendono e non li leggete.
Eccoci.
Siamo alla fine e non ci sarei mai arrivata grazie alla mia
personalissima Kim, la mia Cozza.
Questa storia non
sarebbe andata avanti senza di lei, senza i discorsi deliranti e le
idee che mi ha sempre dato leggendo per prima qualunque capitolo e
criticando senza pietà. Grazie a lei questa storia
è cresciuta sino
alla fine.
Voglio
ringraziare la gente con cui è iniziata, tanti anni fa
—4, ci
credete?— e che mi hanno spronata a scrivere della mia Lils e
della
mia OTP, la Scorily.
Voglio
ringraziare i miei personaggi, che ormai sono vivi e mi circondano
ogni giorno, sono sempre stati con me, nella mia testa, anche se
è
finita ho ancora così tante idee che avrei dovuto inserire
in testa
che ne usciranno one-shot malate a non finire. Anche questo epilogo
doveva essere breve e invece guardate cos'è successo,
è più lungo
di altri capitoli.
Ringrazio
chi ha recensito e che mi ha dato la forza di andare avanti anche se
l'ho fatto a rilento e discontinuamente, perchè lo so, di
quelli con
cui ho iniziato che la legge ancora forse ce ne sarà uno.
Ringrazio
chi ha letto e seguito e preferito silenziosamente, perchè
siete
importanti. Perchè scrivo per dare emozioni e se vi ho fatti
sorridere almeno una volta sono felice.
Vi
ringrazio tutti, quelli che hanno sopportato i miei scleri
anche
senza leggerla solo perchè erano miei amici e quelli che
l'hanno
letta e l'hanno apprezzata, nella sua piccolezza, nella sua
semplicità.
Ho
raggiunto il mio obbiettivo, la prima storia che finisco, la prima
che abbia mai pensato seriamente di scrivere, mi si spezza il cuore a
dover cliccare quel “completa”, ma come dice la
Cozza è anche
ora.
La
storia sarà revisionata, gli errori di battitura finalmente
rivisti
e corretti, non la lascerò finchè non
sarà perfetta, ma questa ora
è un'altra storia.
Mi
sto dilungando, ma mi perdonerete e se proprio non volete leggere
saltate e basta. HAHAHA
Siamo
al capolinea e spero che vi rimarrà qualcosa come dentro di
me
brulincano ancora di vita Lily, Scorpius, Zabini, Kimberly, Albus,
Dominique, James e tutti gli altri. Perchè vivono in me e
sono
sempre stati loro ad avere le redini di tutta la faccenda.
Perchè
alla fine ci credo davvero che un sorriso, un semplice sorriso fatto
dalla persona giusta possa salvarci da tutto ciò che incarna
un
Dissennatore. Che a volte un sorriso può salvare un'anima,
più che
una vita.
With
love & smile,
Andie.
:)
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