Sexual Education

di kennylove89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** i'm Sarah ***
Capitolo 2: *** Kiwi! ***
Capitolo 3: *** Mary Poppins ***
Capitolo 4: *** Second lesson ***
Capitolo 5: *** A little bit of jealousy ***
Capitolo 6: *** Calum troublemaker! ***
Capitolo 7: *** First Kiss ***
Capitolo 8: *** Party! ***
Capitolo 9: *** Third Lesson ***
Capitolo 10: *** Third Lesson (part two) ***
Capitolo 11: *** Surprise! ***
Capitolo 12: *** The flag game ***
Capitolo 13: *** Can i touch your boobs? ***
Capitolo 14: *** Strawberry condom ***
Capitolo 15: *** Mary had a little lamb ***
Capitolo 16: *** Are you jealous? ***
Capitolo 17: *** Math test ***
Capitolo 18: *** I'd like to sleep with you ***
Capitolo 19: *** A strange dinner ***
Capitolo 20: *** Spain, i'm coming ***
Capitolo 21: *** The perfect man ***
Capitolo 22: *** Kevin ***
Capitolo 23: *** Fashion show ***
Capitolo 24: *** Kelshton (?) ***
Capitolo 25: *** Chupa Chups ***
Capitolo 26: *** A kind of date ***
Capitolo 27: *** Spiegazioni (?) ***
Capitolo 28: *** Your boyfriend? ***



Capitolo 1
*** i'm Sarah ***





I'm Sarah



Lunghi capelli rossi, occhi verdi, una maglietta color panna che non lasciava spazio all'immaginazione, dei jeans estremamente stretti e un tacco 12, come minimo. La ragazza che stava entrando in classe non avrà avuto più di 25 anni.
Il professore di letteratura, il signor Smith, le mantenne la porta e la aiutò ad appoggiare tutte le borse che stava tenendo in mano miracolosamente.
L'attenzione dei ragazzi 'stranamente' si elevò e 'stranamente' non me ne stupii. Alzai gli occhi al cielo facendo ridere Sam seduta al mio fianco.
 Occupavo sempre i posti in fondo alla classe, non che io fossi una di quelle ragazze che non stavano mai attente alle lezioni, ma avevo il terrore di avere le persone dietro di me, specialmente se per persone si intendono tutti gli idioti che mi ritrovavo per compagni, ed io di certo, non volevo ritrovarmi con ciocche di capelli tagliate, colorate o con gomme da masticare attaccate.
Decisamente preferivo prevenire che curare.
Appena finì di posare tutte le sue cose, il professor Smith si mise in un angolino con dei fogli e una penna rossa, sicuramente stava per correggere dei compiti.
La ragazza invece si appoggiò appena alla cattedra e si guardò intorno prima di iniziare a parlare.
"Salve ragazzi, in caso ancora non lo sappiate, il vostro preside mi ha incaricato per tenervi un corso che prevede circa cinque o sei lezioni sparse per questo anno scolastico sull’educazione sessuale o se preferite all’affettiva. Potete chiamarla come volete – si sistemò i capelli su una spalla e continuò –ma forse è meglio che prima io mi presenti. Mi chiamo Sarah e ho 24 anni.” Sorrise guardando tutti gli alunni
Ci avevano avvisati che ci sarebbe stato un incontro con una ragazza ma non credevo che lo avrebbero fatto per davvero.
“ E sei anche una gran figa”  aggiunse il coglione di turno facendo scatenare varie risate e fischi di alcuni ragazzi, mentre il signor Smith scosse la testa per poi ritornare al proprio lavoro.
Che depravati, pensai lasciandomi scappare un sorrisino.
Rise sistemandosi meglio sulla cattedra.
“Beh grazie signorino?..”
“Irwin, Ashton Irwin” sorrise beffardo.
Il solito, lui insieme al suo gruppo di amici, che anche se mi costava ammetterlo, portava sempre qualche risata alle lezioni pesanti.
Lo osservai, e notai che come sempre, indossava una di quelle magliette con le maniche sbracciate lasciandogli in mostra le braccia muscolose. E quella sua inseparabile bandana, che ogni giorno cambiava colore.
Si, Ashton era bello, decisamente molto attraente, con i suoi magnifici occhi verdi e le sue braccia da cui non riuscivo a staccare gli occhi.
Non so per quale motivo io avessi questa ossessione per le braccia maschili,  forse era solamente colpa dei miei ormoni impazziti.
“Allora ragazzi, le mie ‘lezioni’ saranno diverse dalle solite, non vi dirò semplicemente ‘ fate sesso sicuro, usate le precauzioni’ e bla bla bla. Perchè si sa, a noi ragazzi se ci dicono una cosa, ci entra da un orecchio e ci esce dall’altro.”
Mi sentii offesa, io sono una bravissima ragazza, o quasi..
“Per questo motivo, questo piccolo corso, in un certo senso sarà molta più pratica che teoria, forse qualcuno di voi farà  anche nuove esperienze” disse facendo spuntare molti sorrisi maliziosi sui volti dei ragazzi.
“ Non capitemi male, non vi farò fare niente di.. sporco, però devo sapere se c’è qualcuno al di sotto dei 17 anni in questa classe” scrutò l’alula in cerca di qualche mano alzata, e solo una non tardò ad arrivare.
Strano in una classe senyor non ce ne dovrebbero essere.
Corrugò la fronte sorpresa.
“ Hai meno di 17 anni?” Chiese al ragazzo che aveva alzato la mano.
“No, però potrei farti provare io delle nuove esperienze” ammiccò facendo ridere la classe.
E chi poteva sparare una cazzata del genere se non Calum Hood?
Indossava una maglietta simile a Irwin solo grigia, lasciandogli scoperti i tatuaggi, i soliti skinny jeans neri e un cappellino di un verde spento messo al contrario.
Insomma poco bello eh.
“Secondo me sarà un corso porno” sussurrò Sam facendomi ridacchiare.
“Hood sei un figo” esclamai ricevendo degli ‘oo’ e delle risate come risposte e una grande approvazione dalla mia migliore amica.
 “ Grazie Benson “ sorrise lanciandomi un bacio volante, al quale feci finta di acchiapparlo e metterlo nella  tasca dei miei blue jeans. Cercai di fargli l’occhiolino, ma alla fine chiusi entrambi gli occhi facendo ridere Sam e Clifford davanti a me.
L’unico ragazzo che anche se aveva cambiato colore di capelli circa settecento volte, stava bene con tutte le tinte.
Ritornai con lo sguardo su Sarah, girata di spalle, che stava attaccando un cartellone sopra alla lavagna e dopo vari apprezzamenti sul suo culo si girò con un pennarello in mano.
Dopo tutto sembrava una ragazza simpatica e si intuiva che sapeva gestire anche una classe come la nostra.
“ Allora per questa volta voglio fare una cosa semplice e cercare di conoscervi meglio, sia individualmente, sia come classe. Quindi faremo un brainstorming” si girò di nuovo e in mezzo al cartellone scrisse la parola 'sesso' a grandi lettere.
“Vi chiamerò uno per uno in ordine di banco e dovrete dirmi  il vostro nome e cosa vi fa venire in mente questa parola.”
Mi sistemai meglio la maglietta  blu notte che era scesa leggermente, facendo vedere un pezzo del reggiseno rosso.
Odiavo la mia terza piena che faceva sempre partire qualche discorso pervertito tra i ragazzi e odiavo questa maglietta che continuava a cadermi.
Non che io fossi una tettona e chissà che, solo che a differenza della altre che riempivano il reggiseno di carta igienica, le mie erano vere tanto che anche un cieco sarebbe stato capace di riconoscerne la differenza.
Alzai lo sguardo sentendomi osservata e incontrai gli occhi azzurri di Hemmings, che mi aveva fissato per tutto quel tempo. Non disse niente, si limitò a torturarsi il labbro giocando con quel piercing nero, e giuro che se non fosse stato  per il fatto di essere in classe, gli sarei saltata addosso e avrei realizzato tutti quei pensieri poco casti che mi stavano tormentando.
Distolsi lo sguardo e mi concentrai sulle cazzate che sparavano i miei compagni, dopo vari ‘il ripiano della cucina di casa mia ‘ da parte di Ashton e ‘eiaculazione’ da parte di Calum mi sbattei la mano sulla fronte. 
Ma quanto potevano essere scemi?
Fu il turno di Clifford e aspettai con impazienza visto che dopo di lui sarebbe stato il mio turno.
E indovinate quale fu la parola di Michael ?
 Perizoma, si perchè perizoma è l’unica cosa a cui a persona normale possa passare per la testa quando sente la parola sesso.
Idiota.
“Come ti chiami?”  Chiese Sarah guardandomi.
“Jade, Jade Benson " risposi spostandomi i lunghi capelli biondi solo su una spalla.
“Avanti dicci qual è la parola che ti viene in mente.”
Non ero sicura della parola che stavo per dire, aspettai qualche secondo e poi mi decisi a parlare.
“Fiducia.”
Un sorriso decorò il viso di Sarah e quasi le brillarono gli occhi, come se avessi detto la cosa più sensata della giornata, sospirai di sollievo sorridendo a mia volta e a quanto pare attirai anche l’attenzione del professore che alzò la testa.
“Perchè?” Chiese una voce che non mi sarei aspettata di sentire.
Mi girai verso Luke e cercai di formulare una frase di senso compiuto senza sembrare una perfetta  cogliona.
Non sapevo quale strana magia facesse su di me, ma ogni volta che incrociavo i suoi occhi blu, non era come avere delle semplici farfalle nello stomaco, ma dei rinoceronti e dei mammut che facevano bungee jumping dalla torre eiffel.
“Se due persone non si conoscono e fanno sesso?” Chiese di nuovo.
Gli occhi di Sarah e dei miei compagni continuavano andare avanti indietro, spostandosi da me a Luke.
“Io credo di si, insomma, è vero capita spesso che due persone facciano sesso senza conoscersi, ma credo ci sia sempre un sottile velo di fiducia, l’uno si concede all’altro e sanno che non si faranno del male tra di loro ma solo del..- mi vergognai quasi a dirlo- piacere?”
“ Se non fosse così non si chiamerebbe abuso sessuale?” Chiesi cercando di sostenere il suo sguardo.
Sorrise in uno strano modo e sentii dei brividi lungo la schiena e di sicuro no, non era per il freddo.
 “ Sapete ragazzi mi piace il clima di questa classe” disse Sarah andando a scrivere anche la mia parola in mezzo a quelle dei miei compagni.
Dopo essere passati a Sam che disse semplicemente “quello che vorrei fare con il ragazzo che mi piace” e una zoccoletta che non ascoltai neanche arrivò il turno di Luke, che mi sorrise malizioso per poi rispondere con ‘tette’ facendo ridere qualcuno e strappandomi un sorrisino.
Cretino.
La campana suonò e dopo un ‘ ci vediamo il prossimo martedì’ da parte di Sarah, mi affrettai a mettere l’astuccio che avevo tirato fuori inutilmente nella borsa, mi girai per riprendere il giacchetto in jeans che avevo poggiato sulla sedia quando sentì un respiro caldo sul mio collo.
“Bel colore il tuo reggiseno Benson ” sussurrò al mio orecchio una voce che sarei stata in grado di riconoscere tra milioni di persone.
Mi girai e incontrai gli occhi azzurri di Luke e un sorriso malizioso stampato in viso.
“Grazie Hemmings, se vuoi te lo regalo” dissi facendolo ridacchiare.
Si allontanò uscendo dalla classe, seguito dai suoi amici super fighi.
Sam mi prese a braccetto e insieme  uscimmo dalla classe.
“Cosa voleva Hemmings?” Chiese alzando un sopracciglio
“Niente, mi ha solo fatto i complimenti per il mio reggiseno” dissi ridacchiando.
“Puttana! Hai fatto sesso con Luke e neanche me l’hai detto!” Urlò colpendomi al braccio e facendomi anche male.
“No idiota! Ha solo intravisto il colore dalla scollatura della maglietta” risposi massaggiandomi la parte dolorante “ e poi cosa ci sarebbe di male se lo facessi con lui?”
“ Niente, anzi faresti proprio una bella cosa” disse fissando il fondoschiena dell’interessato che ci passò davanti.
“Beh si, hai proprio ragione”  risposi fissandolo a mia volta.
Scoppiammo in una risata e prendemmo diverse direzioni per raggiungere il nostri armadietti.
Appena arrivai davanti al mio, inserì la combinazione e dovetti tirare con forza l’anta per poterlo aprire, poggiai il libro di letteratura prendendo quello di matematica.
Divenne tutto buio quando sentii due grandi mani sui miei occhi, poggiai le mie sopra per cercare di capire di chi fossero e appena realizzai che erano delle mani troppo grandi per un essere umano capii che fossero di Ashton.
“Irwin lo so che sei tu” mi girai sentendo una di quelle sue inconfondibili risate.
Incrociai i suoi occhi e notai uno strano luccichio illuminarglieli maggiormente.
“Come hai fatto a sapere che ero io?”
“Nemmeno Shrek ha delle mani cosi grandi Ash” risi facendo ridere anche lui.
“Allora, qual buon vento ti porta qui” chiesi chiudendo l’anta di quell’aggeggio.
“Il mio armadietto è di fianco al tuo Jade” 
“Pensavo fossi venuto per trovare me “ misi un finto broncio che lo fece ridere.
“Anche, ti devo chiedere un favore nanetta” rispose poggiandosi con un spalla alla parete.
“Che intendi? E poi non sono una nanetta”
Insomma ok, sono un po’ bassa ma non cosi tanto.
“Si che lo sei, quanto sei alta?” Chiese trattenendo una risata.
“Uno e.. cinquantacinque” risposi abbassando lo sguardo.
Scoppiò in un grossa risata, tanto che alcune persone si girarono e guardarci incuriositi.
Mi sentii umiliata, per non dire alto.
Sbuffai e mi incamminai per la classe di matematica dove sicuramente la professoressa White stava aspettando gli alunni.
“No scusa, la smetto giuro!” Disse trattenendomi   per il polso, cercando di non ridere più, con scarsi risultati tra l’altro.
“ Va bene, dimmi cosa vuoi e lasciami andare che sono anche in ritardo” dissi notando che i corridoi si svuotavano lentamente.
“La tua amica Kelsey c’è oggi?”
Alzai un sopracciglio dubbiosa, cosa gliene frega  a lui di Kelsey?
Annui cercando di ricordare quale lezione avesse adesso la mia migliore amica.
 “Ti piace Kelsey?”
“Si, è interessante, mi piacerebbe conoscerla” sorrise facendo brillare ancora di più i suoi occhi.
Oh oh qui qualcuno si è preso una cotta!
“Quindi aiutami ti prego, ogni volta che cerco di parlarle, accade sempre qualcosa che me lo impedisce!”
“Sentiamo che favore vorresti?” Chiesi incrociando le braccia al petto.
“ Tieni qualche posto in più al tavolo in mensa oggi” sorrise maggiormente.
Sbuffai, proprio oggi che volevo continuare a leggere  il nuovo libro che avevo comprato.
“Allora?” Chiese dopo qualche istante che non parlavo più.
“Ok” mi arresi alla sua faccia da cucciolo.
Mi prese in braccio facendomi volteggiare continuando a ringraziarmi saltellando come un bambino a cui era stato regalato il giocattolo che chiedeva da tanto ai genitori.
“Grazie ancora nanetta” mi stampò un bacio sulla guancia per poi correre verso la fine del corridoio e quasi scivolò cadendo e facendomi ridacchiare.
Deficiente.
 


 
Holaa belle pollastrelle, questa non è la mia prima ff, anzi ne ho scritte cosi tante che ho perso il conto, solo che le ho cancellate tutte. Eh si che bella fine che gli ho fatto fare e.e
Anywayyy, l’idea questa storia è nata dal nulla, una sera che mi stavo annoiando e non avevo niente da fare e tataaa si è accesa la lampadina.
Si concentrerà molto su queste lezioni di educazione sessuale e su questa Sarah che gli farà fare strane cose.
Nel prossimo capitolo vedremo cosa accadrà in mensa. Ehehe
Coooomunque fatemi sapere cosa ne pensate se è un’idea un po’ di cacca o è carina, accetto anche critiche 
Al prossimo capitolo xx

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Capitolo 2
*** Kiwi! ***




 

Kiwi!  
 
  

Sbuffai per la centesima volta e lasciai la presa su quella dannata matita. 
Neanche tra un milioni di anni, io e la matematica saremmo andate d’accordo. 
Chiusi il quaderno arrendendomi a quell’esercizio di merda che non mi riusciva. 
Di questo passo ai test finali non sarei passata di sicuro, avrei dovuto chiedere a qualcuno di darmi una mano. 
Che palle, matematica perchè non diventi più responsabile e ti risolvi i tuoi problemi da sola? 
Insolente. 
Girai lo sguardo e osservai tante testoline chine su quel dannato esercizio che la White ci aveva assegnato. 
Notai Michael a due banchi distante dal mio che guardava in alto, calcolava sulle dita qualcosa e poi ritornava con lo sguardo sul quaderno. 
Mi venne quasi da ridere ma mi trattenni per non dare nell’occhio. 
Michael come puoi calcolare sulle dita dei numeri superiori alle centinaia? 
Mi sentii quasi orgogliosa di aver trovare un fratello impedito come me. 
Incrociai il suo sguardo osservando i suoi occhi azzurri-verdini e mi fece quasi tenerezza. 
Prese la penna fingendo di infilzarsela nel petto e tirò fuori la lingua per sembrare morto. 
Gesto al quale risi fortemente, mi tappai immediatamente la bocca con le mani rendendomi conto di aver attirato l’attenzione di quella racchia. 
“Benson qualche problema?” Chiese sistemandosi meglio gli occhiali sul naso. 
“No, mi scusi” risposi cercando di trattenermi e abbassai lo sguardo sul mio quaderno dalla copertina scarabocchiata. 
Fui colpita su una spalla e vidi il ragazzo dai capelli lilla tirarmi un’altra pallina di carta, alzai sopracciglio come a chiedergli cosa volesse. 
Indicò prima se stesso e poi me facendo  segno di uscire fuori dalla porta, annuii capendo le sue intenzioni. 
“Mrs White?” La chiamai. 
Alzò lo sguardo come segno che mi stesse ascoltando. 
“Clifford non si sente molto bene, posso accompagnarlo in infermeria?” Chiesi con una faccia da angelo. 
Mike fece finta di prendersi la testa fra le mani con una smorfia di dolore in viso, facendo anche qualche colpo di tosse. 
Oh ma per favore, anche il mio criceto sarebbe stato capace di fare un’imitazione da malato migliore delle sua. 
Per fortuna sembrò crederci e annuii visibilmente dubbiosa. 
Raccolsi le mie cose velocemente e seguita da Mike uscii fuori dalla porta e respirai finalmente un’aria leggermente più fresca. 
“Fai schifo come attore” dissi incamminandomi al mio armadietto. 
“Sarai meglio tu” rispose fingendosi offeso. 
“Molto” gli feci la linguaccia inserendo la combinazione, appoggiai svogliatamente le mie cose e richiusi con forza l’anta. 
“Che ore sono?” Chiesi non avendo voglia di tirare il telefono fuori dalla tasca. 
“Manca un quarto d’ora al suono della campanella” constatò al suo orologio da polso. 
“Cosa facciamo allora?” Non avevo nessuna intenzione di aspettare seduta su un pavimento freddo. 
“Vieni ti faccio conoscere qualcuno” disse tutto sorridente, neanche il tempo di chiedere di cosa stesse parlando che mi prese la mano cominciando a correre in non so quale direzione. 
Ci fermammo davanti all’aula di biologia vuota, entrammo senza farci vedere e appena dentro chiudemmo velocemente la porta. 
“Ma che ci facciamo qui dentro?” Non mi rispose e continuò a camminare finché non arrivò davanti a una teca trasparente. 
All’interno c’erano delle erbacce e uno strano animale dal manto bianco e un lungo becco. 
“Che cos’è?” Chiesi quasi ridendo. 
Era strano, buffo e tenero allo stesso tempo. 
“ E’ un kiwi” disse accarezzandolo leggermente “è un uccello” continuò. 
“Ma non ha le ali” 
“E’ una razza speciale, proprio come me” sorrise teneramente. 
Non so per quale motivo, ma quella sua affermazione mi scaldò il cuore. 
Era proprio vero, per quanto Mike volesse sembrare un duro, era troppo tenero per esserlo realmente. 
 
 
“Allora, raccontatemi un po’,come è andata la lezione con Smith?” Chiese Kelsey sedendosi al tavolo con il suo vassoio in mano. 
“E’ venuta per davvero quella di educazione sessuale, non te l’ho detto?” Sam si aggiustò la maglietta iniziando a mangiare le sue patatine fritte. 
“No! Lo hanno fatto davvero alla fine?” Kelsey sembrò al quanto sorpresa. 
“Si è una tipa un po’ strana ma sembra simpatica” risposi rubando una patatina da Sam. 
“Strana?” 
“Si, del tipo ha detto che ci farà fare nuove esperienze” 
“Omioddio! Un corso porno!” Esclamò facendoci ridere. 
“Che peccato che non ci sei anche tu” disse triste Sam. 
L’immensa porta della mensa si aprì facendo entrare Ashton e i suoi amici a seguirlo, mentre ridevano a chissà quale battuta. 
Appena incontrò il mio sguardo sorrise maggiormente e iniziò ad avvicinarsi. 
“Stringetevi, abbiamo ospiti” sussurrai alle ragazze. 
“Cosa ?” Chiese Kelsey confusa. 
Neanche il tempo di rispondere che Ashton le fu seduto accanto, Calum si mise vicino a Sam che ne fù fin troppo contenta, mentre io era in mezzo tra Mike e Luke. 
Oh vi prego toglietemelo da qui prima che io possa saltagli addosso senza alcuna ragione. 
Lo osservai cercando di non dare troppo nell’occhio, ed era impressionante come fosse ancora più bello da vicino. 
Prese la mia mela e gli diede un morso che per me fu enorme. 
“Hey! Quella era mia” dissi dandogli un pizzicotto sul braccio e mi sorpresi quando lo sentii così tonico. 
“Ora non più” rispose dandogli un altro morso e facendomi l’occhiolino. 
Bello quanto stronzo. 
E poi da quando eravamo cosi intimi da rubarci il cibo? 
Pft. 
Misi il broncio appoggiandomi alla spalla di Mike, Luke rise  e mi porse quello che rimaneva della mela. 
La ripresi senza esitare, voglio dire quella era la mia mela, mia! 
Finii quella santa mela mentre sentivo Ashton che ci provava così pateticamente con la mia amica e Sam che cercava di attaccare bottone con Calum, che sembrava ricambiare. 
“Jade ha conosciuto Kiwi” sbottò a un certo punto Michael. 
“Davvero gli hai fatto vedere la nostra mascotte?” Chiese Calum sorpreso. 
“Ma che ragazza di mascotte avete? Non potevate scegliere che ne so un cane o un gatto?” Dissi facendoli ridere. 
“Perche’? Che animale è? “ Chiese Kelsey. 
“Un uccello senza ali” risposi facendola scoppiare in una grossa risata. 
“Se non altro è originale” sbottò Luke rubando una patatina da Sam. 
Amico, perchè non ti vai a comprare qualcosa da mangiare? 
“Ma poi perchè una mascotte? Fate parte di una squadra o qualcosa del genere?” Chiese Sam cedendo tutte le patatine a Luke che se le stava finendo. 
“Si abbiamo una band” rispose Ashton avvicinandosi ancora di più a Kelsey, cosa che mi fece alzare gli occhi al cielo 
Come facevo ad avere una amica così stupida che non capiva che il figo della madonna seduto accanto a lei, le stava morendo davanti agli occhi? 
“Davvero?” Chiesi sorpresa. 
“Ash suona la batteria, io e Luke suoniamo la chitarra e Calum il basso” mi sorrise Mike. 
Aw, ho sempre avuto un debole per i chitarristi. 
“Siete bravi almeno?” Cercai di provocarli. 
“Perchè non lo giudichi tu stessa” mi sussurrò Luke torturando quel benedetto piercing. 
Oh Hemmings, smettila di giocare col fuoco, ti prego. 
“Venite alle nostre prove un giorno” disse voltandosi anche verso le altre. 
“Perchè no” rispose contenta Sam. 
MI sarebbe proprio piaciuto vederli alle prese con qualche strumento. 
'No a te piacerebbe vedere Luke e i suoi muscoli mentre suona la chitarra' suggerì il mio IO interiore. 
Sht, sto cercando di sembrare una brava ragazza non una pervertita. 
'Ma tu lo sei' 
Zitto stronzo. 
'Sai, che in pratica ti sei data della stronza da sola?' 
Ora parlavo anche da sola. Fantastico. 
 
 
“Non pensavo fossero così simpatici” confessò Kelsey mentre guidava la sua auto. 
“Oh ti prego” sbottai lanciando un’occhiata a Sam che ridacchiò. 
“Che c’è? E' vero!” Rispose lei accostando al semaforo rosso. 
“Sei così ingenua” le disse Sam giocando con una ciocca dei suoi capelli castani. 
“Perche’?” 
“Irwin ti stava mangiando con gli occhi e nemmeno te ne sei accorta” 
“Ma che dite” ricominciò a guidare facendo un risata isterica. 
Sbuffai legandomi i capelli in un coda alta, stava incominciando a fare caldo e Kelsey mi alterava. 
“Voi dite che io possa piacere a ... Ashton?” Chiese dubbiosa. 
“No a me Kels, mettiti con me, mi piaci troppo” risposi sarcastica facendo ridere Sam. 
“Tu non ridere, svergognata, si vedeva lontano cinque chilometri che ci stavi provando con Calum” le disse Kelsey. 
Questa volta risi io, dandole ragione. 
“Jade non ridere troppo, che ti ho visto che hai condiviso la mela con Hemmings” mi rinfacciò Sam. 
“Io non ho condiviso proprio niente, è stato quell’idiota a rubarmela” risposi offesa. 
“Forse idiota, ma senza ombra di dubbio figo” esclamò Kels facendoci ridere. 
Come potevo darle torto? 
 
  

Rieccomii quii, con il secondo capitolo. Che ve ne pare? So che magari non succede chissa che cosa, ma è un capitolo che serve per lo svolgimento della storia, dove si posso distinguere i caratteri dei vari personaggi. E poi siamo solo all’inizio ne devono succedere ancora di cose :P Ringrazio tutte le ragazze che hanno recensito, messo tra le preferite/seguite/ da ricordare e quelle che hanno semplicemente letto già dal primo capitolo non sapete quanto mi avete resa feliciaaaa mi avete commosso per davvero!!<3 <3 alla prossimaa Z xx

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Capitolo 3
*** Mary Poppins ***





Mary Poppins
 

 

Presi in mano le carte che Sam stava distribuendo sul quel prato così verde, l’erba non era troppo alta e questo ci permise di avere qualcosa di abbastanza morbido su cui sederci. 
In realtà non sapevo proprio giocare a carte, almeno che non si tratti di quelle dei pokemon, ma comunque, accettai di fare una partita con le ragazze solo per riempire quell’ora buca che la Duff ci aveva dato. 
Kelsey che era appoggiata con la schiena al tronco di un albero buttò un cinque di cuori, seguita da Sam che lanciò un sei di picche. 
Ma a che minchia di gioco stavano giocando? 
Stavo scegliendo la carta da buttare, ma fui interrotta da un ammasso di cartaccia racchiuso malamente da un po’ di scotch nero che mi fece cadere tutte le carte, atterrando sulle mie gambe. 
“No ma dico, siete idioti?” Urlai verso i ragazzi che avevano lanciato quella specie di pallina. 
Solo dopo qualche istante  realizzai che era il gruppo di babbuini di Hemmings. 
Ma questi non avevano mai lezione? 
Calum corse verso di me per riprenderla e quasi inciampò grazie alla mia gamba distesa. 
“Si, confermo, siete un gruppo di idioti” dissi scoppiando a ridere seguita dalle mie amiche e i suoi amici che avevano assistito alla scena non molto distante da noi. 
“Oddio, stai bene?” Chiese subito preoccupata Sam trattenendo le risate. 
Sam, sei un antisgamo. 
Tutti lo hanno capito che hai una cotta per Calum. 
Anche se non la biasimo per niente, insomma lui con il suo viso così tenero e le sue braccia muscolose, a quale ragazza non sarebbe piaciuto? 
Si, l’ho già detto, ho una fissazione per le braccia maschili. 
Calum annuì ridendo di se stesso e sedendosi vicino a lei cominciò a giocare con quella pallina che quasi lo aveva ucciso. 
Appena Ashton adocchiò Kels, si avvicinò  sedendole accanto. 
Le guance della mia amica si tinsero leggermente di rosso facendomi intenerire. 
Dovevo ammetterlo, erano così carini insieme, facevano proprio una bella coppia. 
Ashton, castano dagli occhi verdi e Kels, mora con le punte bionde e i suoi grandi occhi castani. 
Se non fosse stato per lei, che era così timida, avrei tirato fuori il telefono e gli avrei scattato una foto. 
“Che fate di bello”? Chiese Michael sedendosi alla mia destra formando così un cerchio. 
“Giocavamo a carte” gli risposi stiracchiandomi. 
Avrei dato di tutto per potermi stendere e riposare, anche per cinque minuti. 
Mi girai e notai Luke sdraiato sull’erba con le mani incrociate dietro alla testa, evidenziando in questo modo maggiormente i suoi bicipiti,  che prendeva il sole poco lontano da noi. 
 “Possiamo giocare anche noi? Fare una partita a calcio con questa specie di palla non è stata una grande idea” Disse Ashton con un’espressione delusa in viso. 
Povero cucciolo, Kels perchè non consoli un po’ il tuo piccolo chihuahua? 
“Si, giochiamo a Merda ” disse Sam tutta contenta. 
Stronza, era bravissima a giocare a mia differenza. 
“Io passo.” 
Mi alzai,  e mi avvinai  a Luke. 
Mi sdraiai poggiando la testa sulla sua pancia e cercai di assorbire gli ultimi raggi di sole che settembre ci stava regalando. 
“Ma che fai?” Chiese con un tono leggermente divertito, alzando di poco la nuca. 
“Mi rilasso” risposi infilandomi gli occhiali da sole che trovai nella mia enorme borsa. 
“Ne hai un paio anche per me?” 
Mi alzai e spulciai li dentro sperando di trovare gli occhiali da sole di mio padre, a cui avevo ancora dimenticato di ridare. 
Quasi urlai dalla felicità quando li trovai, qualche volta la mia poca memoria serviva. 
Glieli porsi e li indossò ritornando alla stessa posizione di prima, glieli avrei dovuti regalare, stavano meglio a lui che a mio padre. “Adesso ci vorrebbe solo un cuscino” disse cercando di aggiustarsi meglio. 
Gli lanciai la felpa che avevo buttato li dentro, in caso ci fosse stato un po’ di vento. 
“Qualcos’altro?” Chiesi leggermente alterata. 
Insomma volevo riposarmi non fare da serva a Hemmings. 
“Magari un cocktail” rise divertito dalla situazione. 
Cercai di nuovo nella borsa, ricordando di aver comprato prima alla macchinetta un the alla pesca in tetrapak, glielo lanciai rimettendomi con la testa sul suo ventre, sperando che non avrebbe più rotto le palle. 
“Ma chi sei? Mary Poppins?” Chiese visibilmente divertito, aprendo il piccolo succo. 
“Qualcosa del genere” risposi chiudendo gli occhi cullata dal calore del sole, lasciandomi scappare un sorrisino. 
 
 
Proprio non riuscivo a capire, che senso aveva indossare una divisa per educazione fisica se normalmente gli alunni si potevano vestire come gli pareva? 
Sentii bussare alla porta dello spogliatoio e mi affrettai a mettere i pantaloncini blu e mi sistemai meglio la maglietta bianca con lo stemma della scuola. 
“Ragazze siete pronte? È da dieci minuti che siete qui dentro!” Esclamò il professor Park facendo comparire la sua testolina dalla porta grigia. 
Sbuffai e mi allacciai velocemente le scarpe, raccattai i miei vestiti ormai sparsi per tutta la stanza e sistemai il telefono nel reggiseno, lo facevo sempre quando non avevo le tasche e avevo troppa paura di lasciarlo incustodito nella borsa, chiunque sarebbe stato capace di prenderlo. 
Mi legai i capelli e mi avviai con Kelsey all’interno della palestra. 
Era uno dei pochi corsi senza Sam, ma insieme a Kels e sfortunatamente con Hemmings. 
‘Sfortunatamente, si certo” disse quella vocina all’interno della mia testa. 
Che palle, sei tornato? 
‘Non me ne sono mai andato hahah’ 
Oddio pure la risata, sono messa proprio bene. 
“Jade vieni?” Mi chiamò Kelsey. 
Annui e corsi nella sua direzione, appena le fui accanto, mise il braccio intorno alle mie spalle stringendomi. 
“Sei veramente una nanetta” disse ridacchiando. 
Alzai gli occhi al cielo, che palle! 
Perchè me lo dovevano ricordare sempre tutti? 
Avrei dovuto prendere esempio da quelle zoccolette delle cheerleader e indossare i tacchi anche per venire a scuola. 
No, scherzavo non sarei mai diventata una come loro a costo di sembrare una tappa per tutta la vita. 
Il suono del fischietto mise automaticamente in riga tutti gli alunni, tranne uno e provate a indovinare chi era? 
Luke che stava messaggiando al telefono si girò solo quando notò tutti che lo stavano fissando. Mise velocemente il telefono nella tasta della tuta e si allineò di fianco a Jake Russel, il capitano della squadra di basket. 
 Chissà con chi stava messaggiando.. 
‘Gelosa Jade?’ 
Ignorai quella fastidiosa vocina e ascoltai il professore che ci aveva imposto di correre, inutile dire che mi limitai a camminare chiacchierando con la mia amica, mentre gli altri ci superavano correndo. 
“Donzelle, volete anche del the e dei biscotti?” Ci riprese Park. 
Sbuffai e incominciai a correre piano, molto piano, solo per accontentarlo. 
Dopo dieci lunghissimi minuti il professore fischiò e annunciò che avrammo potuto giocare a pallavolo o a calcio facendomi quasi esultare dalla felicità. 
Odiavo correre, ma amavo i giochi di squadra. 
“A cosa vuoi giocare?” Chiesi a Kels che stava bevendo un po’ d’acqua dalla sua bottiglietta. 
“Probabilmente andrò a giocare a pallavolo con le ragazze, tu vai con loro vero?” Chiese indicando i ragazzi che già stavano facendo le squadre. 
Annuì sorridendo, Kels sapeva quanto mi piaceva giocare a calcio, sarei anche entrata in una squadra femminile se solo la scuola ne avesse avuta una. 
Tra cugini e amichetti, ero cresciuta in mezzo alla compagnia maschile, per questo avevo poche amiche del mio stesso sesso. 
“Jade! Giochi con noi?” Urlò Ryan dal gruppo che si era formato. 
Ryan era uno dei miei pochi ex, la mia prima volta fu proprio con lui e non me ne pentivo affatto, era un ragazzo davvero fantastico e anche se ci eravamo lasciati, avevamo un rapporto molto bello. 
Annuì e diedi il mio cellulare a Kels prima di correre nella loro direzione, giocare a calcio con il telefono nel reggiseno non sarebbe stato il massimo. 
“Luke tu vieni con me” disse Jake che battè subito il cinque a Hemmings, a quanto pare fu felice di stare nella squadra di Russel. 
Rimanevamo solo io e un altro ragazzo che non avevo mai visto prima, hm carino. 
“Douglas sei con me” lo chiamò l’latro capitano della squadra. 
“Ok Benson, sei con noi” disse sorridendomi malizioso Jake. 
Oh ti prego, quasi quasi vado a giocare con le ragazze a pallavolo. 
Mi girai intenzionata a tornare indietro quando mi sentì sollevata di peso. 
“Eh no piccola, adesso giochi con noi” soffiò Luke al mio orecchio poggiandomi con i piedi per terra solo una volta fuori nel campo da gioco. 
Ignorai il nomignolo con cui mi aveva chiamata e mi strinsi maggiormente la coda alta, in modo tale da sistemare i piccoli ciuffetti ribelli. Ryan mi guardò dispiaciuto di non essere in squadra insieme, corse verso di me e mi abbracciò accarezzandomi la schiena. 
“Ti straccerò stronzetta delle mie nike”  sussurò facendomi scoppiare a ridere. 
“Non esserne cosi sicuro” gli risposi staccandomi e andando verso la mia metà campo. 
Mi fece la linguaccia e girandomi notai Hemmings trucidare Ryan con lo sguardo. 
E che minchia ha questo adesso? 
Dopo avermi assegnato il grosso ruolo di attaccante, incominciammo a giocare e fui molto felice che i miei compagni di squadra fossero dei bravi giocatori e dovevo ammetterlo, Luke era davvero forte. 
La partita era quasi finita e noi eravamo pari, due a due. 
Cercai di dare il massimo ma ero davvero stanca. Corsi in avanti verso la porta degli avversari, avevamo noi il controllo sul pallone. Notai Jake che lo passò a Luke, che avanzava verso di me controllando i movimenti dei piedi. 
Oh Dio che visione sexy, la maglietta bianca tutta sudata e appiccicata al suo petto non troppo muscoloso.. 
Mi raddrizzai , cercando di calmare i miei ormoni impazziti, lo osservai notando che stava per essere circondato da quelli dell’altra squadra. 
“Luke, passami quella cazzo di palla!” Urlai in preda all’eccitazione del gioco. 
Si guardò intorno e dopo qualche istante mi tirò la palla prima di scivolare a terra, la attirai verso me e corsi più vicina alla porta, quando trovai il punto giusto tirai il pallone verso la rete facendo goal. 
Incominciai a urlare dalla felicità seguita dai miei compagni che mi abbracciarono quasi uccidendomi. 
Mi alzarono facendomi saltare in aria mentre urlavo e ridevo insieme. 
“Cazzo si! Abbiamo vinto! Non ti credevo così brava Benson” disse Hemmings mettendomi un braccio intorno alla spalle. 
“Cosa ti aspettavi eh?” Lo provocai guardando in basso e  notai sulla sua gamba del sangue. 
“Hemmings ma cosa hai fatto?” Chiesi un po’ preoccupata. 
“Non è niente, tranquilla” disse grattandosi la nuca. 
“Su vieni” lo presi per la mano e cominciai a camminare all’interno della palestra. 
Come sempre quando Park serviva non c’era mai. 
Lo tirai per il corridoio e quando arrivammo allo spogliatoio femminile si fermò. 
“Che vuoi fare qui dentro?” Chiese sorridendo malizioso. 
“Voglio fare sesso con te ” dissi alzando gli occhi al cielo. 
“Davvero?” Gli si illuminarono gli occhi. 
“No, cretino” risi spingendolo dentro alla stanza ordinandogli di sedersi sulla panchina. 
Cercai nella borsa il piccolo kit di disinfettante e cerotti che mia madre mi obbligava a portare ovunque andassi. 
Tirai fuori la piccola pochet e mi alzai a prendere un po di carta dal distributore del bagno. 
Tornai da lui e sedendomi per terra, iniziai a pulire la ferita. 
“ Io l’ho detto” sbottò con lo sguardo divertito. 
“Cosa?” Chiesi incontrando i suoi occhi blu. 
“Che sei Mary Poppins” rispose facendomi ridere. 
“Mia madre è un’infermiera e mi obbliga a tenere queste cose” spiegai disinfettando il taglio non molto profondo. 
“Comunque, lo faresti davvero?” Chiese inchinandosi e avvicinandosi al mio viso. 
Alzai il sopracciglio non riuscendo a capire a che cosa si stesse riferendo e cercando di regolarizzare il battito del mio cuore impazzito. 
“Faresti davvero sesso con me?” Domandò avvicinandosi ancora di più. 
Oh Dio, smettila prima che ti salti addosso veramente. 
Guardai le sue labbra così invitanti e dovetti ricorrere a tutta la resistenza che avevo in corpo per non baciarlo. 
Negai con la testa, mentendo più a me stessa che a lui. 
“Sei sicura?” Sussurrò con voce roca così vicino alle mie labbra. 
Stavo quasi per rispondere quando la porta dello spogliatoio si spalancò facendoci distanziare all’istante. 
“Ho interrotto qualcosa?” Chiese Calum sorpreso e divertito allo stesso tempo. 
Calum un giorno ti prenderò e ti ucciderò, te lo assicuro. 
 
  

I’m back bitches! Yess sono tornata con il terzo capito che ne pensate? Non tiratemi i pomodori addosso! :( Confesso che Calum mi ha fatto morire, in tutti sensi hahah mi sono divertita un casino a scrivere le sue parti Anyway tornando alla storia, so che molte di voi aspettano le lezioni con Sarah, ma don’t worry arriveranno e vi sorprenderanno *risata diabolica*, in questi primi capitolo cercherò di farvi capire come sono i caratteri dei personaggi e come sono le relazioni tra di loro. Come avrete capito Jade non è la solita ragazza, ma ha un caratterino ed infondo è un po’ un maschiaccio. Ditemi se questo lato di lei vi piace o altrimenti lo modificherò (: Scusate se ci sono degli errori qua e la, ma sono appena tornata dal lavoro e sono stanca morta ma volevo comunque aggiornare, solo per voiii <3<3 (momento tenerezza) Ps. Godetevi la scuola finche potete!!!

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Capitolo 4
*** Second lesson ***




 

Second lesson 
  

Aprii la porta di casa mia ed entrai buttando a caso la borsa per terra, era pesante e forse avrei dovuto svuotarla un po’ per davvero. 
Che buon profumo, sicuramente era stato appena cucinato qualche dolce. 
“Sono a casa” urlai togliendomi il giacchetto in jeans. 
“Ciao tesoro” la testolina bionda di mia madre sbucò dalla porta della cucina sorridendomi allegra. 
“Com’è andata a scuola?” Chiese finendo di lavare alcuni piatti. 
Avevo indovinato, la mamma aveva fatto la torta al cioccolato. 
“Bene, ho fatto vincere la mia squadra nella partita a calcio” risposi felice. 
Mia madre ridacchiò rovesciandosi un po’ d’acqua nel bicchiere di vetro. 
“Non cambierai mai, in fondo rimarrai sempre un po’ maschiaccio” 
“Hei, dovresti essere orgogliosa di avere una figlia come me” mi sciolsi i capelli smuovendoli leggermente e misi una mano sul fianco sorridendole. “Guarda che schianto che sono” continuai ironica facendole la linguaccia. 
Rise, annuendo con la testa “Hai proprio ragione.” 
Aprii lo sportello del frigo in cerca di cibo, ma alla fine optai per una fetta della torta al cioccolato, mandando  nello scarico tutti i buoni propositi per incominciare la dieta. 
“Tesoro io sto per andare al lavoro, dopo se hai voglia, raccogli i panni stesi dovrebbero essere asciutti, ce ne sono un po’ da stirare” disse abbracciandomi e sparendo dietro alla porta con le chiavi della macchina in mano. 
Finii di mangiare e corsi a farmi la doccia nel bagno di camera mia con la musica al massimo del volume, chissene frega dei vicini, tanto sono vecchi non ci sentono bene. 
Appena uscì dalla doccia, mi tolsi del tutto i resti del trucco, indossai l’intimo, dei pantaloncini delle tuta e una maglietta anche troppo larga per me, ma almeno ero comoda. Asciugai i capelli e li chiusi in una crocchia disordinata. 
Feci un veloce controllo per la casa e sistemai quelle poche cose che non erano al loro posto, uscii in giardino e raccolsi i panni asciutti. 
‘Un po’ da stirare’ si certo, erano una montagna. 
Rientrai in casa con il cesto pieno zeppo di vestiti e li poggiai sul ripiano della cucina. 
Mia madre non mi costringeva a fare queste cose, ma sapevo quanto potesse stancarsi al lavoro, per questo l’aiutavo sempre in casa. 
I miei pensieri furono interrotti dal suono del campanello e sperai con tutto il cuore che non fosse qualche bel figo fuori dalla porta, non ero per niente presentabile. 
Aprii la porta e tirai un sospiro di sollievo quando vidi le mie due migliori amiche. 
“Buenas tardes chica!” Mi salutò Kels baciandomi una guancia, amavo quado parlava in spagnolo, la invidiavo per le sue origini, sarebbe piaciuto anche a me essere spagnola. 
Kelsey mi aveva insegnato a parlarlo, ma la maggior parte delle cose le avevo imparate guardando le serie tv, come Casi Angeles, oh Dio da quanto non vedevo quella serie! 
Sam mi abbracciò e mi sorrise più del solito.. qui gatta ci cova. 
“Che succede?” Chiesi curiosa. 
Kels sbuffò sedendosi pesantemente sul divano del soggiorno. 
“Calum mi ha scritto un messaggio” strillò saltellando sul posto euforica Sam. 
Quando sentii quel nome mi salii il nervoso, insomma stavo quasi per baciare quel gran figo di Hemmings se non fosse stare per lui. Anche se in realtà, ancora non riuscivo a capire cosa stesse esattamente cercando nello spogliatoio femminile e la cosa mi faceva incazzare maggiormente. 
“E’ tutto il pomeriggio che rompe con questa storia” sbuffò di nuovo Kelsey facendomi ridacchiare. 
Sam, quando ci si metteva, sapeva essere davvero una gran rompi palle. 
“Mi ha scritto ‘ hei, piccola’, piccola ti rendi conto?” Ripetè con un sorriso simile a quello del gatto di Alice nel mondo delle meraviglie e la cosa mi spaventò un po’. 
La lasciai perdere e andai nello sgabuzzino per prendere l’asse e il ferro da stiro, almeno quelle due scimmiette mi avrebbero tenuto compagnia. 
Tornai in salotto e dopo aver sistemato il tutto iniziai a stirare i vestiti. 
Guardai Sam che non staccava gli occhi dal telefono e sorrideva come una pazza. 
Ok, questa ragazza mi faceva realmente paura. 
“Tu che mi racconti Kels?” Chiesi piegando una maglietta di mia madre. 
“Beh.. Ashton mi ha chiesto di uscire” rispose spegnendo la tv che aveva acceso,  buttando il telecomando sul tavolino nero. 
Quasi mi bruciai, insomma, wow, pensavo che avrebbe aspettato ancora qualche giorno prima di chiederglielo. 
“E tu cosa hai risposto?” Ero titubante, Kels li faceva soffrire i ragazzi prima di accettare un loro invito. 
“Gli ho detto.. di si” alzai lo sguardo sorpresa “Si , cioè, è un figo assurdo ed è così dolce” continuò ridacchiando.  Decisamente, non potevo darle torto. 
Presi  un’altra maglietta, cercando di evitare i pantaloni, odiavo stirarli e alla fine si accumulavano tutti quanti e non avendo scelta, li dovevo stirare tutti in una volta e la cosa mi faceva sempre innervosire. 
“E tu? Con Hemmings?” Mi bloccai, guardandola confusa. 
“Cosa?” 
“Avanti, non fare la finta tonta, l’ho capito che ti piace Jade” disse Kels con uno sguardo malizioso. 
“A me non piace Luke” dissi alzando la voce di un’ottava. 
“Ah, adesso è diventato pure Luke? Non più Hemmings?” Rise facendomi innervosire. 
Alzai gli occhi al cielo, non c’era niente di divertente, a me non piaceva Luke..Si, ne ero certa. 
‘Ci risiamo, l’hai chiamato di nuovo Luke’ 
Oh mio Dio, ancora tu? Come faccio a mandarti via? 
‘Non ti libererai mai di me heheh’ 
Cercai di ignorare quella stupida vocina e mi concentrai su Kels. 
“Te lo assicuro, tra me e Hemmings non c’è niente” sbottai cercando di non sembrare nervosa. 
“Certo, è per questo che vi stavate per baciare oggi nello spogliatoio” Sam ripose il cellulare in tasca e mi sorrise maliziosa. 
“Chi te l’ha detto?” Spalancai gli occhi, sentendo il mio cuore battere più forte. 
“Calum” 
Lo ripeto, Calum Hood se ti prendo, sei morto. 
“Oddio, cos’è questa puzza di bruciato?” Chiese Kels guardandosi in giro. 
Abbassai lo sguardo sulla maglia che stavo stirando o meglio, sul quale avevo solo appoggiato il ferro, lo alzai velocemente trovando un buco enorme sulla t-shirt. 
Perfetto, avevo bruciato pure la maglietta. 
Luke Hemmings è sempre colpa tua! 
  
 
Entrai nella classe di letteratura del signori Smith e come al solito, occupai uno dei banchi in fondo all’aula seguita da Sam che dopo qualche secondo si sedette accanto a me. 
Appoggiai la borsa ma non mi tolsi il giacchetto, a differenza di qualche giorno fa, la fine di settembre si stava facendo sentire. 
Una volta che tutti gli alunni presero posto, Sarah fece la sua entrata seguita da fischi al quale lei rispose semplicemente ridendo e sistemando sulla cattedra una gran borsa. 
“Ciao ragazzi, è bello rivedervi.” Indossava un vestitino nero, non troppo corto ma che comunque le lasciava le gambe abbastanza scoperte, slanciate maggiormente dai tacchi alti. 
“Per noi di più!” Esclamò Michael facendo ridacchiare qualcuno. 
Sarah si avvicinò al professore e dopo avergli detto qualcosa che non capì, lui chiuse la persiana delle finestrella sulla porta e uscì accennando un saluto. 
Ma che stava succedendo? 
“Okay ragazzi, prima di cominciare dovrei parlare solo con le ragazze” disse rendendomi ancora più confusa. 
Guardai Sam e notai che aveva uno sguardo  perso. 
“Quindi maschietti, vi chiederei gentilmente di uscire qualche minuto nel corridoio, vi richiamerò io” sorrise aprendo la porta. 
I ragazzi si guardarono straniti e dopo qualche istante lasciarono l’aula. 
Si girò e tirò fuori dalla borsa dei pacchetti rossi 
“Per fortuna siete tutte abbastanza magre, dovrebbero starvi” disse distribuendo a ciascuna ragazza un pacchettino. Appena ebbi il mio, lo aprii e trovai all’interno una canottiera rossa attillata e abbastanza scollata. 
“ L’avevo detto io, è un corso porno” sussurrò Sam. 
“Non preoccupatevi ragazze, non vi farò fare nulla di azzardato” disse Sarah notando le nostre facce. 
“Mettetele e se avete una felpa o qualcosa del genere indossatela al di sopra, quando vi dirò di toglierle rimarrete in canottiera” 
Ok, questa è strana forte. 
Dopo qualche minuto di esitazione, mi cambiai e indossai quelle cavolo di magliettina, coprendola con il mio giacchetto. 
“Togliete tutte le cose dal banco adesso, non fate capire ai ragazzi cosa avete appena fatto,” Sarah, dopo che tutte finimmo di cambiarci, chiamò i ragazzi che tornarono al proprio posto. 
Incontrai gli occhi verdi di Ashton e silenziosamente mi chiese cosa fosse successo, alzai a mia volta le spalle, perchè in effetti, nemmeno io sapevo che minchia stava accadendo. 
Sarah prese il cartellone della scorsa lezione e lo riappese alla lavagna. 
“Ora formerò delle coppie, per cui un maschio e una femmina, secondo le parole che mi avete detto la scorsa volta. ” Disse sorridente. 
Ma a quella non fa male la mascella a forza di sorridere sempre? 
“Chi è la persona che ha detto ‘Eiaculazione’ ?” Chiese facendomi ridere, chi potrebbe essere lo stupido? 
Calum alzò la mano, ecco appunto. 
“Quella che ha detto ‘ quello che vorrei fare con il ragazzo che mi piace?’” 
Cominciai a pensare che a Sam- che alzò la mano-, Sarah poteva essere davvero simpatica. 
“Okay, voi due potete stare insieme” disse facendo spuntare un sorriso particolare sullo sguardo di Calum. Sam si alzò e si mise in banco con lui. 
Dopo che tutte le coppie si formarono, Ashton e Mike finirono con delle cheerleader, mancavano solo io, Hemmings e Loris, una ragazza  dai capelli biondi, molto carina. 
“Chi ha detto ‘ fiducia’?” Chiese la rossa facendomi alzare la mano. 
“E posso immaginare che sia stato tu a dire ‘tette’” disse guardando Luke, che annuì sorridendo. 
“Allora mettiti di fianco a lei” continuò. 
Si, Sarah, stai simpatica anche a me! 
‘Chissà perchè’ 
Zitto tu. 
Hemmings prese la sedia e si mise accanto a me sorridendomi in uno strano modo. Cercai di evitare il suo sguardo e aspettai le indicazioni di Sarah. 
Dopo il giorno in palestra, Luke non faceva altro che tirarmi battutine, più del solito e ammetto che da una parte, mi divertiva molto scherzare con lui. 
“Tu non c’eri la scorsa volta, vero?” Chiese a Loris. 
Lei negò con la testa e si avvicinò a Sarah che le sussurrò qualcosa facendola ridere, riuscì a malapena a leggere il labiale che diceva qualcosa come ‘adesso ci divertiremo’. 
“Adesso, per favore ragazzi chiudete gli occhi e al mio tre dovrete riaprirli” 
Aspettò che tutti i ragazzi fossero con  gli occhi chiusi e ci fece segno di togliere le felpe, osservai Luke che teneva realmente gli occhi chiusi, mi distanziai leggermente con la sedia e mi tolsi velocemente la giacca, sentendo dei brividi causati dal freddo. 
“Uno, due, tre, potete aprire gli occhi” contò Sarah. 
Luke aprì gli occhi e mi guardò in un modo che non saprei definire, ripetè il gesto due volte e io cominciai a sentirmi un po’ in imbarazzo, insomma ero praticamente mezza nuda e anche se cercavo di coprire il seno con i capelli, si vedeva sempre qualcosa. 
“Allora ragazzi, questo specie di esperimento si chiama ‘ guardare ma non toccare’ “ rise prendendo un po’ in giro i ragazzi. 
“ Durerà solo cinque minuti, ovvero fino al suono della campana e se provate solo a sfiorare in qualsiasi modo le ragazze, perdete questa specie di scommessa e dovrete dare alla vostra partner 5 dollari” 
Hai capito che furba la piccola Sarah. 
“E se siete dei veri uomini, non cercherete di imbrogliare. Un giorno magari capirete il senso di questo esercizio, per questo non vi dirò a cosa serve.” Ridacchiò ancora facendomi sorridere. 
Che stronzetta. 
Luke non disse niente per tutto il tempo, si limitò solo a mordersi quel benedetto labbro, passando  lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra e viceversa. Sapevo che ogni tanto lanciava delle occhiate al mio seno, ma cosa ci potevo fare? Data la situazione lasciai scorrere, insomma, se fosse stato lui senza maglietta avrei fatto la stessa cosa e non so se avrei resistito alla tentazione di toccarlo e per questo gliene fui molto grata. 
Osservavo tutte le crepe del soffitto, tanto che feci amicizia con un ragnetto nell’angolo della finestra, solo per non incontrare il suo sguardo. 
Mi sentivo così.. strana. 
Sentii appena la sua mano sfiorare la mia e fu come toccare il fuoco per un secondo, mi girai di scatto e incrociai i suoi occhi blu con una strana luce ad illuminarli. 
Vari brividi cominciarono a salirmi per la schiena e fui sicura, che questa volta non erano per il freddo. 
Li osservai per cosi tanto tempo, che ebbi paura di essermi incantata. 
Imparai a memoria tutte le sfumature che li rendevano ancora più belli, avrei potuto passare anche tutta la giornata così. 
Tutta la classe era in silenzio, nessuno osava fiatare. 
A quanto pare Sarah aveva trovato il punto debole dei ragazzi. 
La campanella suonò e mi alzai immediatamente. Dopo aver raccolto le mie cose, uscii dalla porta senza neanche sentire i saluti di Sarah. 
Stavo per impazzire, non avrei resistito un minuto di più con lui davanti, che senza volerlo mi stava provocando con quelle dannate labbra così sexy e senza poterlo toccare minimamente. 
Dio, sembravo una ragazzina in astinenza, questo era l’effetto che faceva su di me Luke Hemmings. 
Risi mentalmente di me stessa e indossai il giacchetto appena notai il corridoio affollarsi. 
Non feci neanche in tempo ad allacciare i bottoni che mi sentii strattonare senza neanche capire chi fosse il mio rapinatore. 
Entrammo in uno stanzino buio, uno di quelli dove i bidelli posavano le loro attrezzature. 
Adesso mi stuprano, me lo sento! 
Indietreggiai, anche se lo spazio non era molto e toccai il muro freddo. 
Il ragazzo mi imprigionò con le braccia distese accanto al mio viso e persi un battito quando riconobbi quei occhi blu. 
“Che stai facendo?” Chiesi agitata. 
“Pensavi davvero che ti avrei lasciata andare così dopo quello che è appena successo in quella  fottuta classe?” Rispose facendo appena sfiorare le nostre labbra per quanto eravamo vicini. 
 
 
  

Hola biscottine! (?) 
Rieccomi quiii con il tanto atteso capitolo con la seconda lezione con Sarah. Che ne pensate? Stronzetta la ragazza eh? Hahah 
Scusate se è un po più lungo rispetto agli altri ma  non riuscivo più a smettere di scrivere  haha 
Spero tantissimo che vi sia piaciuto e che non abbia deluso le vostre aspettative! 
Ringrazio di cuore tutte le ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, un grande baciuzzo a tutte quelle che hanno messo tra le preferite/ seguite/ ricordate. Siete fantastiche lo giuro  <3 
Me ne vado che ho scassato anche abbastanza 
Al prossimo capitolo, adioss * abbraccio di gruppo* 
Z xx

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Capitolo 5
*** A little bit of jealousy ***




 

A  little bit of jealousy  

 
Il suo profumo incominciò ad invadermi lentamente le narici confondendomi ancora di più le idee, non sapevo cosa fare, se comportarmi da ragazza normale e cercare di allontanarlo, oppure essere me stessa e saltargli addosso. 
Morivo dalla voglia di realizzare la seconda opzione, eppure decisi di rimanere ferma e aspettare il suo prossimo passo. 
Abbassò la mano, cominciando ad accarezzare il mio fianco, giocò per qualche istante con il bordo di quella dannata canottiera facendomi impazzire ancora di più. 
Sfiorò con la sua grande mano la mia pelle nuda facendomi un po’ solletico, alla quale risposi accennando appena una piccola risata. 
Alzò lo sguardo sorridendomi e dovetti  alzare la testa per poterlo guardare negli occhi. 
Lui e la sua fottuta altezza. 
“Soffri il solletico Benson?” Chiese con un sorriso divertito. 
Negai con la testa mordendomi un labbro per trattenere una risata. 
“Sicura?” Soffiò spostando la sua mano arrivando al mio ventre. 
Si leccò le labbra e si avvicinò maggiormente al mio viso. 
La porta dello sgabuzzino si spalancò facendo entrare la luce, che quasi ci accecò per quanto i nostri occhi si erano abituati al buio. Girai lo sguardo dalla parte opposta e Luke appoggiò la testa tra l’incavo del mio collo e della spalla. 
“Ragazzi, mi dispiace veramente interrompervi, ma uno del primo anno ha appena vomitato e dovrei pulire” ci interruppe il bidello Gragory con un sorriso divertito. 
Per poco non piagnucolai, ma perchè? Perchè dovevano sempre rompere i coglioni sul più bello? 
Luke sbuffò e si raddrizzò dalla posizione in cui era, mi prese la mano e mi trascinò fuori da quel stanzino. 
“Non pensare che sia finita qui” sussurrò al mio orecchio dandomi un pizzicotto sul fianco. 
Non mi diede neanche il tempo di rispondere e si incamminò verso le scale. 
Mi girai e ancora intontita da tutto quello che era successo andai verso il mio armadietto. 
Appoggiai la testa sulla parete e chiusi gli occhi per cercare di darmi una calmata. Mi girai alla a destra e trovai un Michael guardarmi sorridente, appoggiato con una spalla al muro e le braccia incrociate. 
Quel piercing al sopracciglio lo rendeva ancora più sexy di quello che era già. 
Mi raddrizzai e sorrisi a mia volta, non so per quale motivo, ma Mike mi metteva allegria. 
Diventò serio non appena mi osservò meglio, mi guardai a mia volta e realizzai che i bottoni della giacca erano ancora aperti e si intravedeva la cannottiera. 
“Jade, sei una ragazza fottutamente sexy, amo le tue tette, ma non posso rischiare che qualcuno violenti una mia amica” si avvicinò cominciando ad abbottonare il giacchetto facendomi ridere. 
Cosa? Mi aveva appena definito come una sua amica? Sorrisi come un ebete e non resistetti all’impulso di abbracciarlo. Lui ridacchiò e mi strinse a sua volta abbassandosi di poco. 
 Dio, ma perchè erano tutti così alti? 
“Andiamo?” Mi porse la mano. 
“Dove?” Chiesi confusa. 
“Abbiamo lezione di matematica adesso, non ricordi?” sorrise divertito. 
“Cazzo” esclamai, sbattendomi una mano sulla fronte, me ne ero completamente dimenticata. 
“Hai fatto i compiti?” Chiese aggiustandosi il capellino rosso messo al contrario. 
“C’erano compiti? E quando li ha dati?” Strabuzzai gli occhi cominciando ad andare nel panico. 
Questa volta, quella stronza me la avrebbe fatta pagare veramente se fossi andata senza il materiale. 
“Si, me l’ha detto quella secchiona con gli occhiali di Hello Kitty, come si chiama?” 
Cercai di ricordare il nome di quella ragazza ma non mi venne in mente, anche se avevo presente chi fosse. 
“Va bene, ho capito” si girò e piegò leggermente le ginocchia “andiamo in un altro posto” continuò aspettandomi, feci un piccolo balzo e saltai sulla sua schiena, allacciai le braccia attorno al suo collo e lui prontamente mi afferrò per le cosce. 
Camminò per il corridoio attirando qualche sguardo divertito ed una volta arrivati alle scale del retro dell’edificio mi lasciò giù. 
Dopo esserci sistemati meglio sulle scale fredde cominciai a giocare con la cavigliera che i miei jeans neri lasciavano intravedere. 
Quei occhi blu continuavano a ronzarmi in testa, chissà come sarebbe stato baciare quelle labbra così rosee e carnose.. 
‘ti piacerebbe provarle eh’ sentii di nuovo quella vocina. 
Ma che ti dici, ti pare? Tks, magari un po’.. un po’ tanto.. ok si, mi piacerebbe molto. 
‘Haaaa, allora lo ammetti che ti piace Luke?’ 
... 
“Cosa ne pensi?” Chiese Mike risvegliandomi dai miei pensieri. 
“Di cosa?” Incontrai i suoi occhi misti tra il verde e l’azzurro. 
“Di Ashton, che praticamente sta sbavando come un cagnolino dietro alla tua amica” disse facendomi ridere. 
“Beh non lo so, è un tipo serio?” Mi aggiustai i lunghi capelli biondi spostandoli tutti su una spalla. 
“Si, almeno credo, di solito le ragazze cadono ai suoi piedi con uno schiocco della dita, Kelsey lo sta facendo correre” rise facendomi sorridere, che risata adorabile. 
“Kels è una tipa abbastanza timida, non credo se la caverà così facilmente” 
“Ma almeno è interessata a lui?” Si girò completamente  verso di me, poggiando la schiena contro al muro, dandomi così una visuale piena di se. 
Come faceva Mike a non avere una ragazza? Insomma, guardatelo è così bello e dolce, sarebbe proprio il mio tipo se.. 
‘se non fosse per Luke’ suggerì il mio IO interiore 
 E forse, per la prima volta, mi ritrovai a dargli ragione. 
Annuì, anche se non voleva farlo vedere, sapevo che a Kels piaceva Irwin. 
“E tu Mike? A chi sei interessato?” chiesi sorridendo mettendo le mani sotto al mento. 
“A nessuno” rispose prontamente spostando lo sguardo da un’altra parte. 
Oh, per favore a me nessuno può nascondere cose di questo genere, chiamatemi pure Cupida. 
“Ma smettila, si nota subito, hai quello sguardo da ragazzo innamorato” 
“Davvero?! “ Chiese all’istante allarmato. 
“No, ma me l’hai appena dimostrato tu” dissi ridendo. 
Michael si coprì il viso con le mani facendomi intenerire. 
“Come si chiama?” Gli tolsi le mani dal viso stringendole nelle mie. 
“Loris” rispose mordendosi il labbro imbarazzato. 
Aprii la bocca sorpresa. 
“La bionda con gli occhi grigi?” Annuì facendomi rimanere ancora più basita, non che lei fosse una brutta ragazza, anzi, ma non credevo fosse il tipo di Michael. 
“Ma non credo di poterle piacere, insomma guardami” disse abbassando lo sguardo 
“Infatti, guardati, sei un gran pezzo di manzo Mikey” esclamai alzandogli il viso. 
Rise facendo ridere anche me, la sua risata era così contagiosa. 
“Manzo eh?” Chiese divertito 
“Non so se l’hai notato, ma ci sono così tante ragazze li dentro che ti muoiono dietro” 
“E tu? Perchè non mi muori dietro?” Mi prese in giro. 
“ Perchè io sono un caso speciale” ridacchiai alzandomi in piedi. 
“Oppure ti piace qualcun’altro” affermò  sorridendo malizioso. 
  
Dopo aver preso solo una macedonia e un the alla pesca, mi sedetti con le ragazze ad un tavolo in fondo alla mensa. 
“Ma che fine hai fatto dopo la lezione con Sarah?” Mi chiese Sam con il cellulare in mano. 
Mi bloccai senza saper come rispondere, avrei dovuto dirle la verità? 
“Ehm, sono andata in bagno, mi scappava tanto la pipì” ridacchiai isterica incominciando a mangiare la mia macedonia. 
Sam mi lanciò un’occhiata strana e riportò lo sguardo sul telefono. 
“Stai ancora messaggiando con Calum?” Le chiese Kelsey. 
Guardai verso i ragazzi a due tavoli davanti al nostro e notai Calum impegnato con il cellulare. Risi per la loro stupidità, potevano parlarsi dal vivo e loro cosa facevano? Si mandavano dei stupidi messaggi. 
 Girai di poco lo sguardo e il mio sorriso si spense subito quando notai una ragazza di fianco a Hemmings. Quando vidi le gambe di lei appoggiate su quelle di lui, il mio cuore perse un battito. 
 Che mi stava succedendo? 
‘Questa, si chiama gelosia Jade!’ 
Tu dici? 
Kelsey che aveva osservato tutta scena, mi guardò confusa per poi voltarsi verso il tavolo dei ragazzi. 
“Chi è quella?” Chiese alzando leggermente la voce.  La conoscevo, solo di vista certo, non me ne fregava un bel niente di sapere quale fosse il suo nome. 
Sam si girò  e la osservò appoggiando il telefono sul tavolo grigio. 
“E’ Megan Soft, la capo cheerleader” disse in tono schifato “E’ una zoccoletta” 
“Tutte quelle del suo gruppo lo sono, sono tutte uguali” disse Kels con un’espressione schifata. 
Incrociai gli occhi di Ashton che mi sorrise non appena mi notò, mi sforzai di sorridere a mia volta. Spostai il vassoio in avanti, avendo perso appetito e mi coprì il viso con le mani. 
Che situazione di merda, insomma non potevo farmi piacere per davvero Luke.. lui era così bello, avrebbe potuto avere tutte le ragazze di questo mondo, perchè avrebbe dovuto scegliere me? Ed io ero.. semplicemente io. 
Sentii qualcuno stringermi  e non appena alzai il viso incontrai lo sguardo preoccupato di Ryan. 
“Piccola tutto bene?” Chiese corrugando la fronte. 
Annuì sorridendo per la sua tenerezza, mi diede un bacio sulla guancia e si alzò per salutare anche le mie due migliori amiche. 
“Che mi raccontate di bello ragazze?” si sedette di nuovo accanto a me. 
“Dipende da quello che vuoi sapere” commentò Kels sorridendo. 
“Hm..ah si! Ho sentito che quella che vi tiene il corso di educazione sessuale, vi fa fare cose piccanti” sorrise malizioso osservandomi. 
“Quella è un po’ fuori di testa, però ammetto che mi sono divertita” disse Sam ridacchiando. 
Beata te Sam, io stavo impazzendo.. 
“Ma che vi ha fatto fare di preciso?” chiese  Kelsey alzando il sopracciglio. 
“Ha creato delle coppie, maschi e femmine, e ha fatto indossare a noi ragazze delle canottiere scollate, in pratica la prova consisteva nel testare la resistenza dei ragazzi” spiegai legandomi i capelli. Cominciavo ad avere un po’ di caldo in questo posto affollato e di certo non avevo intenzione di togliermi il giacchetto, visto che mi ero dimenticata di cambiare quella famosa magliettina. 
“Ovvero? “ Chiese Ryan curioso. 
“Dovevamo stare uno davanti all’altro e i ragazzi non dovevano neanche sfiorarci e se lo avessero fatto ci avrebbero dovuto dare 5 dollari, del tipo ’ guardare ma non toccare’  ” continuò Sam 
“Woho, io non so se avrei saputo resistere ” confessò Ryan facendomi ridacchiare. 
“Jade, perchè Hemmings ti sta fissando?” Sussurrò al mio orecchio. 
Non mi girai, ma aspettai qualche secondo per non dare troppo nell’occhio e quando mi voltai incontrai i suoi occhi chiari. 
“Magari sta guardando quella dietro a me” sussurrai a mia volta voltandomi e trovandomi faccia a faccia con il muro. 
Oh, okay. 
“Posso vedere quella canottiera?” Chiese malizioso, cercando di cambiare argomento. 
“Io non c’è l’ho qui” disse Sam “ma magari Jade si” continuò cercando di trattenere le risate. 
Sam sei una zoccoletta! 
“Ce l’hai addosso?” mi guardò Ryan 
“No” negai mordendomi il labbro. 
“Non mentire Jade, ti conosco troppo bene” disse avvicinandosi maggiormente, mentre io mi allontanai. 
“Avanti, fammela vedere” si avvicinò ancora e io prontamente mi spostai sulla quella panca e quasi caddi, per fortuna mi prese in tempo, evitandomi così una figura di merda. Cominciò a farmi il solletico al quale scoppiai a ridere mentre quelle stronze che consideravo mie amiche sorridevano divertite. 
“Basta, ti prego” riuscì a malapena dire con il fiato spezzato. 
“Allora fammi vedere la maglietta” sorrise maggiormente. 
Bastardo. 
Mi alzai e andai dietro a Sam che rise maggiormente, cominciai a correre facendo il giro del tavolo per evitare Ryan, che mi seguiva correndo a sua volta. 
Feci praticamente tutto il giro della mensa, Ryan era un tipo abbastanza popolare, per cui attirammo parecchi sguardi e alcuni studenti ci guardavano come se fossimo due cretini, anche se forse lo eravamo per davvero. 
“Eddai, Jade ma cosa ti costa?” Chiese facendo il labbruccio. 
“Tutto” risposi con la linguaccia, mi avvicinai al tavolo dei ragazzi e non appena notai Calum alzarsi per andare non so dove, lo abbracciai stringendolo da dietro e appoggiai la testa sulla sua schiena. 
Ok, inizio ad ammetterlo a me stessa, forse sono un po’ bassa per davvero.. 
“Che succede?” Chiese ridendo, appoggiando le sue mani sulle mie braccia. 
“Il lupo cattivo mi vuole mangiare” risi stringendolo maggiormente. Non appena sentì le mani di Ryan poggiarsi sui miei fianchi e strapparmi dalla presa di Calum e prendermi a mo’ di sacco di patate sbuffai pesantemente,  cercando di non urlare come un’oca starnazzante. 
Mimai con le labbra un ‘ aiutami ‘ a Cal,  lui rise semplicemente e si avvicinò al mio tavolo, sedendosi accanto a Sam. 
Che stronzo! 
“Ryan mettimi giù, per favore” esclamai tirandogli dei pugni sulla schiena. 
Appena arrivati nel cortile della scuola, mi poggiò con i piedi per terra e gliene fui davvero grata. 
“Allora fammi vedere la maglietta” sorrise mostrando la fila di denti perfetti. 
“Ok, però due secondi contati” gli concessi, solo per evitare un’altro round di solletico. 
Annuì fortemente e si sistemò meglio la felpa nera incrociando le braccia. 
Cominciai a sbottonare il giacchetto, arrivai all’ultimo bottone ma continuai a mantenerlo chiuso. 
“Ok, uno e due” lo aprì e lo richiusi subito dopo. Quando notai la sua faccia delusa e allo stesso tempo scioccata scoppiai a ridere. 
“Ma non si è visto niente, sei una vera stronza” borbottò calciando un sassolino che aveva trovato ai suoi piedi. 
“Ho imparato dal migliore” ridacchiai stampandogli un bacio sulla guancia, lasciandolo solo. 
 Cominciai ad incamminarmi verso la mensa per riprendere la borsa che avevo lasciato sulla panca, i corridoi vuoti che erano poco illuminati dalla luce che proveniva dalle finestre, mi mettavano un po’ i brividi. 
Sentìì qualcuno prendermi per i fianchi e sbattermi contro la parete degli armadietti e vidi due braccia abbastanza muscolose posizionarsi  accanto al mio viso imprigionandomi così da non lasciarmi via d’uscita. 
“E’ il tuo ragazzo?” Sussurò appena Luke 
“Chi?” Riuscì a chiedere 
“Ryan, è il tuo ragazzo?” Ripetè, i suoi occhi non era più così blu ma erano.. grigi e la mascella contratta gli dava un’aria così sexy. 
 Era incazzato? 
“No” sussurai “siamo solo amici” spiegai velocemente cercando di non fargli notare la mia agitazione. 
“Ok” lo sentìì rilassarsi appena. 
Cominciò a strofinare il naso sul mio collo nudo, lasciato scoperto dai capelli raccolti in una coda disordinata, chiusi gli occhi alla sensazione delle sue morbide labbra che lasciavano dei baci delicati. 
“Meglio così” sussurò per poi stringere tra i suoi denti la mia pelle liscia, facendomi gemere appena. 
 Si allontanò lasciandomi sola e confusa per la seconda volta in quella giornata. 

  

 

 
Salve caramelline ! 
Lo scorso capitolo vi avevo lasciato con questa bella coppietta in un piccolo stanzino ( ho fatto la stronza si lo so haha ) So che molte di voi si aspettavano qualcosa di più, ma ragazze siamo solo al quinto capitolo! Le cose belle ancora devo arrivare :P 
Anyway tornando al capitolo, abbiamo visto un Mike tenerello ed è uno dei momenti che adoro nella storia semplicemente perchè lui e Calum sono i miei personaggi preferiti. 
Troviamo una Jade gelosetta e che piano piano ammette a se stessa i sentimenti che prova per Luke, che guarda caso è infastidito da Ryan, chissà perchè :P 
Vorrei solo sottolineare che Ryan non è il tipico ex che torna alla riscossa, anzi, sarà un vero amico per Jade, e lo vedrete man mano che la storia andrà avanti. 
Prima di levarmi dalle palle, vorrei dire una cosa, so che siete in molte a seguire questa storia e non sapete quanto piacere mi faccia! Vorrei scusarmi  per rovinarvi le letture dei capitoli con gli errori che faccio ogni tanto, ma lo giuro non lo faccio apposta! 
*chiedo perdono in ginocchio* 
Rigranzio tutte le donzelle che hanno recensito gli scorsi capitoli! E ovviamente tutte quelle che hanno messo tra preferite/ seguite/ ricordate. Vi amo!! <3 
Okay adesso me ne vado per davvero, good bye <3

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Capitolo 6
*** Calum troublemaker! ***


Vi consiglio di ascoltare questa canzone, così capirete a cosa si riferiscono i personaggi nel capitolo :3
 
 





Calum troublemaker! 

 

Non ero mai stata una tipa molto mattiniera, ma comunque non mi piaceva il fatto di correre come una pazza di prima mattina, per questo mi svegliavo alle sei e facevo le cose con molta, molta calma. Tuttavia, quella mattina arrivai anche troppo presto a scuola.  
Davanti all’istituto c’era solo qualche studente intento a ripassare chissà quale materia per chissà quale test.  
Avrei voluto sdraiarmi un po' sull’erba, ma quando ricordai di aver indossato dei pantaloni bianchi decisi di sedermi sul muretto, che per fortuna non era molto alto, per cui non dovetti fare strane acrobazie per posarci le chiappe.  
Controllai l’ora sul mio cellulare, realizzando che mancavano ancora venti minuti al suono della prima campanella.  
Mi sistemai meglio il cappello con la visiera al contrario che avevo indossato, in nero e il grigio riprendevano il colore del top che mi lasciava scoperto il ventre, ma che veniva coperto dai jeans a vita alta.  
Mi lisciai maggiormente con le mani i lunghi capelli che avevo perfettamente piastrato e cercai le cuffie nelle tasche della mia felpa nera.  Appena le trovai, le collegai al telefono e cominciai ad ascoltare un po’ di musica, tanto per non sentirmi sola del tutto.  
Quando partì Ride di Somo, non riuscì a stare ferma e saltai giù dal muretto, cominciando muovere di poco i fianchi al ritmo della canzone, canticchiando il testo che di casto, non aveva proprio nulla.  
Sentii dei rumori dietro di me, mi voltai togliendomi una cuffietta e incontrai delle labbra rosee decorate da un anellino nero.  
Luke Hemmings, in tutto il suo splendore, era appoggiato appena sul muretto con le braccia incrociate e mi osservava con uno sguardo piuttosto divertito. Indossava una maglietta bianca coperta dalla sua giacca di pelle nera e i suoi soliti skinny jeans neri, che fasciavano alla perfezione le sue belle gambe da far invidia anche a Beyoncè.  
Mi ammutolii all’istante quando ricordai quello che stavo cantando e le parole che stavano uscendo dalla mia bocca.  
“Perchè hai smesso di cantare? E’ una canzone così bella.” Mi prese in giro tirandosi le punte dei capelli biondo cenere.  
Che gran figura di classe.  
“Certe cose, i bambini non dovrebbero sentirle” ribattei cercando di non ridacchiare.  
Inarcò il sopracciglio e si avvicinò maggiormente.  
“Ma se sono più grande di te” si inchinò arrivando all’altezza del mio viso.  
“Si, solo in altezza” dissi incrociando le braccia al petto divertita.  
Si allontanò di poco con un'espressione da finto offeso.  
“Sempre meglio che essere una nanetta come te” rispose con un sorriso strafottente.  
Figlio di una bella donna!  
Cosa c’era di male nelle ragazze basse? Insomma, Demi lovato, Avril Lavigne e tante altre non sono mica delle stangone eppure sono bellissime.  
“Scusa se non sono una giraffa come la tua ragazza” replicai con tono acido.  
“E chi sarebbe la mia ragazza?“ Chiese confuso.  
“Marlie, Meggie come minchia si chiama?”  
“Megan?” Provò divertito.  
Annuii riconoscendo il suo nome.  
Scoppiò a ridere, e anche se io non ci trovai niente di divertente, non feci altro che sorridere per la sua risata così dolce e adorabile.  
“Avanti Benson, pensi davvero che mi metterei mai con una così? Al massimo la userei solo per la notte”  sorrise malizioso.  
Sbuffai alzando gli occhi al cielo, possibile che i ragazzi pensavano solo al sesso?  
Sentii un braccio posarsi sulle mie spalle e quando mi voltai, trovai un testolina rosso fuoco e un sorriso allegro.  
“Ciao Mike” sorrisi stringendolo a mia volta lasciandogli un bacio sulla guancia.  
“Ciao Jade, dovrei chiederti un favore più tardi, se posso” disse facendosi un po’ timido.  
Annuii e lo presi per mano cominciando a trascinarlo all’interno della scuola.  
“Andiamo così mi dici subito di cosa si tratta.”  
Si, sono una ragazza molto curiosa.  
Michael mi seguì lasciando solo Luke che ci guardò confuso.  
Entrammo nell’edificio e dopo essermi presa un caffè alla macchinetta del primo piano, ci sedemmo su una panchina sistemata lì vicino.  
“Allora dimmi” dissi mescolando il contenuto caldo del bicchiere di plastica.  
“Beh..ti ricordi che ti avevo parlato di.. Loris?” cominciò grattandosi la nuca imbarazzato.  
Sorrisi alla sua tenerezza e annuii mordicchiando il cucchiaino trasparente.  
“Ecco, non è che potresti, che ne sò, parlarle di me o qualcosa del genere.. non lo so voi ragazze vi capite in queste cose..” borbottò facendomi ridere.  
“Ok” risposi semplicemente.  
“Davvero?” Domandò sorpreso.  
“Certo vedrò cosa posso fare per aiutarti" sorrisi sincera.  
Mi sarebbe piaciuto aiutarlo, l'avrei fatto con piacere.  
Mi si buttò letteralmente fra le braccia facendomi ridere e feci in tempo a spostare il bicchiere con il caffè di mezzo, evitando di combinare qualche danno.  
“Aiutarti in cosa?” Chiese Ashton arrivando e sedendosi accano a me.  
“Irwin, perchè non ti fai un po' gli affari tuoi?”  
L’avevo capito che Mike non ne aveva ancora parlato con i suoi amici, per questo mi sentii piuttosto fortunata nel condividere un segreto con lui.  
“Che strano che non hai detto ‘i cazzi tuoi’, non è da te” rispose con un sorriso divertito.  
“Hei, io sono una ragazza educata” ribattei leggermente offesa.  
“Molto” Kelsey ridacchiò sarcastica comparendo da dietro la macchinetta. Mi lasciò un bacio sulla guancia e si sedette accanto a Michael che le sorrise teneramente.  
Che bei amici di merda.  
“Chi è educato?” Chiese Calum, giocando con una pallina arancione fluo in mano, affiancato da Luke che stava smanettando con il suo cellulare.  
“Jade” rispose Ash con una delle sue risate inconfondibili da ragazzina, facendomi sorridere automaticamente.  
Calum scoppiò in un fragorosa risata seguito da tutti gli altri cretini.  
“No, ma quando avete finito, avvisatemi” alzai il sopracciglio, continuando a bere il mio caffè ancora caldo.  
Sam sbucò dall’angolo del corridoio con alcuni libri in mano, e sorrise all’immagine che le si parò davanti.  
“Perchè ridete?” Chiese dopo aver salutato il gruppo che si era creato.  
“Perchè sono idioti” risposi indignata, accavallando le gambe.  
Sam rise, e si sedette a terra di fronte a me appoggiandosi con la schiena al muro, Calum la imitò e le diede un piccolo bacio sulla guancia che la fece arrossire leggermente.  
Oh, che carini! Quanto vorrei avere qualcuno anche io così..  
Solo Luke rimase in piedi con una spalla appoggiata alla macchinetta, continuando ad usare il cellulare.  
Chissà cosa stava facendo.  
Ritornai con lo sguardo su Ash che stava raccontando qualcosa a Kelsey, interrompendo ogni tanto il discorso con la sua dolce risata, mentre Mike e Calum cominciarono a giocare con la pallina tirandosela a vicenda. Ovviamente, da ragazzi maturi quali erano.  
“Attenta Jade!” Urlò Sam per poi coprirsi la bocca spalancata con le mani.  
Non realizzai subito cosa  accadde, ma quando sentii un calore sulle mie gambe, capii. Un’enorme macchia marrone ricopriva i miei pulitissimi e bianchissimi jeans.  
Alzai lo sguardo infuriata e notai Calum alzarsi in piedi già pronto a scappare.  
“Hood, sei morto!” Urlai stringendo e rompendo il bicchiere di plastica, ormai vuoto.  
“O mio Dio, mi dispiace non l’ho fatto apposta” parlò velocemente, spaventato dalla mia reazione.  
Ero pronta a saltargli addosso, ma fui trattenuta da qualcuno per una spalla.  
“Piccola furia, cerca di stare calma” disse Ashton continuando a  ridere.  
“Ok sto calma, sto calma” risposi cercando di respirare.  
Appena lasciò la presa dalla spalla, mi avventai di nuovo su Calum, pronta a prenderlo a pugni.  
“Hei tigre, non è ancora arrivato il momento di sbranarlo” sussurrò Luke al mio orecchio, afferrandomi con maggiore decisione sui fianchi.  
Cominciai a fare dei lunghi respiri per calmarmi, anche se la sensazione che mi facevano le sue mani sul mio corpo non mi stava aiutando per niente.  
“E ora come faccio? Non posso andare in giro così!” Piagnucolai coprendomi il viso con le mani, cercando di non guardare il danno sui miei jeans.  
Non avevo neanche uno straccio di ricambio, e di sicuro non sarei andata in giro così a farmi prendere per il culo dagli studenti della scuola.  
“Forse ho dei pantaloni nell’armadietto, vieni” Kelsey mi prese per mano e mi trascinò per il corridoio. Mi staccai svogliatamente da Luke, cominciando a sentire subito una sensazione di vuoto bruttissima.  
Arrivammo al suo armadietto e dopo che ci frugò all'interno per cinque minuti, urlò di felicità, facendomi capire che li aveva trovati.  
“Dovrebbero starti” disse porgendomi un paio di jeans chiari.  
  li presi e mi incamminai per il bagno, appenai entrai dentro mi spogliai velocemente.  
Per fortuna Kels aveva solo una o mezza taglia in meno di me, per cui riuscii a entrarci facilmente, anche se aderivano maggiormente rispetto a quando li indossava lei.  
“Non posso uscire così”  mi guardai allo specchio, e il piercing all’ombelico era in bella vista per via del top corto.  
Non so neanche perchè mi ero fatta convincere da Sam a farmelo fare.  
Sembravo molto una di quelle cheerleader che mi stavano sulle palle.  
“Perchè? Ti stanno così bene, guarda che bel culo ti fanno” disse girandomi attorno.  
“Ragazze siete..Woho, che schianto!” Esclamò Sam ferma sulla soglia della porta del bagno.  
“Non è troppo?” Chiesi dubbiosa continuando a guardarmi allo specchio.  
“No” rispose Kels sorridendomi.  
Acconsentii sbuffando, infondo non avevo altra scelta, se non quella di andare in giro con una macchia enorme sui pantaloni.  
Buttai i jeans sporchi nella borsa uscendo dal bagno e mi diressi all’ armadietto. Inutile dire che attirai parecchio l’attenzione e la cosa mi diede molto fastidio, tuttavia cercai di non farci caso e inserii la combinazione aprendo così l’armadietto.   
“Hei! Che avete da guardare? Eh?!” Sentii qualcuno urlare alla mie spalle.  
Mi voltai con il mano il libro di biologia, e vidi Calum guardare in cagnesco alcuni ragazzi che forse, stavano dando troppa attenzione al mio fondoschiena. Appena sentirono quel richiamo si divisero spaventati, e la cosa mi fece sorridere divertita.  
“Pace?” Chiese Cal porgendomi un cioccolatino con un sorriso a tremila denti.  
“A che cos’è?” Indicai il piccolo dolcetto che teneva fra le mani.  
“Cioccolato fondente” disse leggendo la carta che lo ricopriva.  
“Allora no” Risposi girandomi, intenta ad andare nella classe della mia prossima materia.  
“Avanti Jade, ti chiedo scusa” mi fermò afferrandomi per il polso.  
“Ti preeeeego” continuò assumendo una faccia da cucciolo bastonato, alla quale non riuscii a resistere.  
“Ok” sbuffai, non riuscendo però a nascondere un sorrisino.  
Non mi andava di essere stronza con lui, mi aveva perfino chiesto scusa.  
Sorrise maggiormente e mi abbracciò facendomi volteggiare.  
“Basta, prima che cambi idea” ridacchiai aggrappandomi a lui.  
Mi mise giù e ci incamminammo per la classe di biologia, dato che era una lezione in comune.  
   
“Ok Jade, guardala è proprio li!”  
Io e Mike eravamo nascosti dietro alla fila di armadietti, mentre stavamo spiando Loris che cercava qualcosa all’interno del suo.  
“Vai” mi ordinò spingendomi e quasi per miracolo non caddi con le chiappe spiaccicate a terra. Grugnii in disapprovazione per il gesto che aveva compiuto, e andai verso la ragazza che tanto gli piaceva.  
“Hei Loris” la salutai una volta che le fui abbastanza vicina.  
“Hei, ciao..Jade” rispose sorpresa “che strano vederti qui” continuò.  
“Beh si, in effetti sono venuta a chiederti un piccolo favore” dissi cercando di sfoggiare il mio miglior sorriso.  
“Dimmi pure” chiuse l’anta dell'armadietto e si girò completamente verso di me, dandomi modo di osservare meglio i suoi occhi grigi.  
Wow, ora capivo per quale motivo piacesse tanto a Michael.  
“Beh ecco non ne sono sicura, ma può essere che il signor Smith farà un test a sorpresa, sai questa Sarah gli sta rubando molto tempo” inventai, gesticolando con le mani “so che tu sei molto brava in letteratura e..ecco, non è che mi presteresti i tuoi appunti?” Chiesi con una faccia d’angelo.  
“Oh, si certo” tentò di aprire l’armadietto ma la fermai.  
“Non ti preoccupare, cercali più tardi con calma, me li dai in mensa così ci facciamo anche due chiacchiere, ti va?”  Incrociai le dita dietro alla schiena e pregai mentalmente in tutti le lingue del mondo che lei accettasse.  
“Oh, va.. bene” accettò se pur visibilmente dubbiosa “allora ci vediamo dopo” continuò mettendosi in spalla la borsa a tracolla.  
“Ciao bella” la salutai e girai i tacchi tornando al posto dove avevo lasciato Michael.  
“Allora?” Chiese guardandomi ansioso, mentre si mangiucchiava le unghie “le hai parlato di me?”  
“Meglio, l’ho invitata a pranzo” risposi sorridendo.  
“Che.. che cosa?” boccheggiò scioccato.  
Risi alla vista della sua faccia stupita e mi voltai diretta alla mia prossima lezione, lasciandolo da solo..  
   
Appena entrai in mensa, notai uno dei tavoli situati in fondo dove erano seduti Ashton, Kelsey e Luke. Mi avvicinai e mi sedetti accanto a Kels, di fronte avevo Hemmings che continuava ad osservarmi in uno strano modo. Cercai di ignorarlo e mi concentrai sul piano che avevo in mente.  
“Dov’è Michael?” Chiesi guardandomi attorno.  
“Proprio dietro di te” rispose Ash puntando lo sguardo dietro alle mie spalle.  
Mi voltai e notai Mike con il vassoio in man, cercare un tavolo libero e appena incrociai il suo sguardo, tamburellai sulla panca vicino a me, invitandolo a sedersi.  
Scosse la testa e si sedette ad un tavolo distante dal nostro.  
Oh per favore.  
“Noi andiamo ragazzi, hasta la vista” ci salutò Kels affiancata da Ashton.  
“Dove vai?” Chiesi curiosa, lei alzò semplicemente le spalle e sparirono insieme dietro alla grande porta verde.  
Non gli diedi molta importanza e mi girai di nuovo ad osservare Mike.  
Mi alzai e mi avvicinai, lo presi per la mano e cercai di trascinarlo verso in nostro tavolo, ma non riuscii a spostarlo neanche di un centimetro, era immovibile.  
“Hemmings dammi una mano!” Esclamai al ragazzo che mi guardava divertito.  
Si alzò e si avvicinò e dopo aver spinto Michael giù dalla panca – cosa che mi fece ridere parecchio- ritornò al proprio posto come se non fosse successo niente.  
“Ok, ok, arrivo” Michael sbuffò e si accomodò sulla panca accanto a Luke.  
Li raggiunsi anche e io, e dopo aver vagato con lo sguardo per tutta la mensa, riuscii a trovare l’interessata, proprio mentre stava entrando. Mi sbracciai come una deficiente per farmi vedere, e quando mi notò si avvicinò timidamente.  
Vidi Mike immobilizzarsi alla sua vista e cercai di trattenere le risate. Quanto tenero poteva essere?  
“Ciao” sussurrò sedendosi accanto a me.  
“Ciao” sorrisi osservandola mentre guardava i ragazzi di fronte a lei.  
“Oh, loro sono Michael e Luke” li presentai.  
“Si ci conosciamo, ma solo di vista”  sorrise cercando qualcosa nella sua borsa.  
“Tieni, li ho trovati alla fine” sorrise porgendomi dei fogli.  
Oh si, gli appunti.  
“Grazie Lori" sorrisi a mia volta, buttando quei fogli nella mia borsa.  
"Io e Luke dobbiamo fare una cosa, per cui dobbiamo andare adesso” risi isterica dando dei calci ai piedi di Hemmings sotto al tavolo.  
Mi guardò confuso alzando un sopracciglio, gli indicai con gli occhi prima Loris e poi Michael e grazie al cielo parve capire.  
“Oh, ah, oh, si dobbiamo fare una cosa, ci si vede!” Si alzò e mi prese la mano trascinandomi nel cortile, lasciando da soli gli altri due.  
Si sdraiò sul prato sotto ad un albero, e approfittandomi delle sue braccia aperte, lo imitai poggiandoci la testa sopra.  
Però, non era male come cuscino.  
“No, ma prego fai pure con comodo” disse girando lo sguardo su di me.  
Ridacchiai e chiusi gli occhi, beandomi di quel momento. Del suo profumo che mi invase completamente le narici, e del sole abbastanza caldo.  
“Da quando hai il piercing all’ombelico?” Chiese interrompendo il silenzio che si era creato.  
“Da circa due anni” risposi tenendo sempre gli occhi chiusi.  
“Davvero?”  
“Si, in realtà non volevo neanche farlo, ma Sam mi ha torturato le palle per dovermelo fare” raccontai ricordando quel giorno.  
Cominciò a ridere facendo così vibrare il suo petto, e la cosa, per quanto strana potesse essere, mi fece rilassare maggiormente.  
“Come ha fatto a convincerti?” Chiese divertito.  
“Diceva che era bello che due amiche avessero dei piercing uguali e poi, continuava a rompere dicendo che fosse una cosa abbastanza sexy.”  
“Beh confermo, su di te è molto sexy” sussurrò con voce roca.  
Aprii gli occhi di scatto e me lo ritrovai  molto più vicino di quanto potessi immaginare. I suoi occhi mi osservavano come se volesse leggermi all’interno, come se gli importasse davvero sapere come fossi fatta.  
Dio, quanto mi piacevano.  
“Dovresti metterle più spesso le magliette così” sussurrò avvicinandosi ancora di più.  
Mi lasciò appena un bacio a stampo al quale non feci neanche in tempo a rispondere, che si alzò facendomi perdere come minimo 74 anni di vita.  
“Ah, Benson?” mi richiamò.  
Mi alzai appoggiandomi sui gomiti, inarcando il sopracciglio come a chiedergli cosa volesse, cercando di nascondere l'effetto che mi aveva fatto quel suo mini bacio.  
“Bel culo” disse con un sorriso malizioso sulle labbra, per poi voltarsi e andarsene.  
Sorrisi per poi coprirmi la faccia con le braccia.  
Che cretino.  
   

   

Ciao tortineeee (?)  
Che colpo di scena eh??? Chi se lo aspettava un bacio a stampo da Luke SonoUnFigoAssurdo Hemmings?  
Beh non che si possa considerare per davvero un bacio, ma questo servirà a mandare in tilt maggiormente gli ormoni dei nostri bellissimi protagonisti  e tutto questo lo vedrete nel prossimo capitolo! Yeah  
In questa puntata abbiamo visto un Calum combina guai e ho amato come ha chiesto scusa a quella stronza di Jade a cui non piace il cioccolato fondente haha  
*Calum, Calum combina guai *  
Non preoccupatevi, non ho lasciato Ash in disparte in fatti, nei prossimi capitoli lo vedrete maggiormente alle prese con la piccola Kelsey. Detto questo me ne vado, spero vi sia piaciuto il capitolo <3  
Ps. Ringrazio tutte quelle bellezze che continuano a cagare questa storiella, I LOVE U <3 <3


 

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Capitolo 7
*** First Kiss ***


First Kiss 

  

Un altro giorno scolastico era appena terminato e non vedevo l’ora del weekend per potermi rilassare come si deve. Per fortuna era giovedì e solo il venerdì mi separava dal mio relax completo. 
Andai verso il mio armadietto per riporre il libro di biologia, ma non feci neanche in tempo ad aprirlo, che sentii qualcuno chiamarmi. 
“Hei Benson!” Mi voltai e vidi Russel correre nella mia direzione. 
Inarcai il sopracciglio dubbiosa, cosa voleva da me? 
“Ciao Jake” lo salutai una volta che era abbastanza vicino da sentirmi. 
“Ciao” appoggiò la mano sulla parete e mi sorrise, respirando affannosamente per la corsa fatta. 
“Cosa ti porta qui?” Chiesi curiosa. 
“Domani sera farò una festa a casa mia e volevo invitarti personalmente" sorrise mostrando la fila di denti bianchi "allora ci sarai?” 
Hm, l’idea di andarci non mi dispiaceva per niente. 
“Ovviamente, sono invitate anche le tue amiche” aggiunse velocemente. 
Ancora meglio. 
“Può  essere” risposi vaga. 
“Ti aspetterò allora” mi fece l’occhiolino e se ne andò con la sua solita camminata da figo. 
Alzai gli occhi al cielo e buttai il libro nell’armadietto, presi la borsa e mi incamminai per l’uscita. 
“Che voleva Jake?” Chiese Kelsey prendendomi a braccetto dalla parte destra, mentre Sam quella sinistra. 
Il trio delle ave Marie. 
“Domani sera party a casa sua, ci andiamo?” Sperai in una risposta positiva, almeno non avrei passato il venerdì sera a riempirmi di gelato e a guardare commedie romantiche, tanto per peggiorare il mio stato sentimentale. 
“Per me va bene” sorrisi alla risposta di Sam e mi voltai verso Kels guardandola insistemente. 
“Hm” rispose solamente, era sempre stata quella da corrompere quando si parlava di feste. 
“Oh, avanti Kels, sarà una scusa in più per vedere Ashton” disse Sam guardandola, sorridendole maliziosa. 
“Ok” acconsentì dopo qualche istante di silenzio. 
Esultai e la abbracciai quasi strozzandola. 
“Hei! Così me la ammazzi” mi allontanò Ashton per poi posarle un braccio sulle spalle, gesto al quale Kels rise arrossendo. 
Parli del diavolo.. 
“Cosa fate adesso?” Chiese scendendo le scale dell’entrata dell'edificio. 
“Probabilmente andremo a casa” rispose Sam aggiustandosi il giacchetto in jeans leggero. 
“Noi andiamo un po’ al parco, volete venire?” 
Guardai di fronte a me e vidi Michael e Calum parlare, mentre Luke di spalle, giocherellava con il suo skate muovendolo avanti e indietro con il piede. 
Probabilmente stavano aspettando Ash. 
Alla vista di quel bel sederino, la voglia di andare al parco, stranamente aumentò. 
Le ragazze annuirono e ci avvicinammo al gruppetto. 
“Andiamo?” Chiese il riccio non avendo intenzione di togliere il suo braccio dalla mia bella amica. 
Sorrisi a quella scena, erano veramente carini insieme. 
“Vengono anche loro?” Calum sembrò leggermente sorpreso. 
“Me ne posso sempre andare” rispose Sam sorridendo divertita. 
“ No, no, andiamo” le prese la mano cominciando a camminare con un’espressione da ebete in viso che mi fece ridere. 
Michael a cui suonò il telefono, si allontanò per rispondere, lasciandomi sola con Hemmings. 
Lo guardai e al pensiero di quel bacetto che mi aveva lasciato il giorno precedente, cominciai a sentire caldo, tanto caldo. 
“Posso provarlo?” Chiesi indicando lo skate ai suoi piedi. 
“Lo sai usare?” Domandò con tono divertito. 
“No” risposi facendolo ridere. 
Me lo passò e ci misi un piede sopra fermandolo e tenni l’altro sull’asfalto del marciapiede. 
“Dammi la mano" disse vedendomi in difficoltà. 
Esitai qualche secondo e quando gliela porsi la strinse forte nella sua, facendomi provare una sensazione strana. 
 Mi piaceva avere dei contatti con lui, anche se piccoli.. mi faceva sentire protetta in qualche modo. 
“Ok, metti anche l’altro piede, ti spingo io” sorrise  mandandomi  completamente in tilt. 
Feci come disse e cominciammo ad avanzare, era bellissimo andare su quel coso. 
“Che figata!“ Esclamai facendolo ridere. 
“Vedo che ti ecciti facilmente” ridacchiò malizioso. 
“Oh fottiti Hemmings” dissi scendendo dallo skate. 
“Fottimi tu” rispose prontamente mordendosi il labbro. 
Non tentarmi.. 
“Ti piacerebbe.”   
“Non immagini quanto” strinse maggiormente la presa sulla mia mano  attirandomi a se. 
Osservai i suoi occhi, che oggi erano leggermente più chiari. 
“Ma che minchia di logica seguono?” Sussurrai quasi incantata. 
“Che cosa?” Chiese divertito. 
“I tuoi occhi, ogni tanto sono blu, ogni tanto azzurri e poi grigi” spiegai gesticolando con la mano libera. 
“Proprio come i tuoi Benson “ si avvicinò di più. 
“I miei sono semplicemente marroni. Cosa vuoi dire?” Chiesi confusa. 
Scosse la testa sorridendo. 
“I tuoi, normalmente sono nocciola, diventano miele quando sei piuttosto felice, quando scherzi, quando fai le tue battutine stupide e quando ridi si illuminano maggiormente. Quando sei infastidita, quando sei arrabbiata, quando qualcosa non ti va a genio diventano più scuri e contornati da alcuni riflessi verdi. I tuoi occhi non sono mai marroni.” 
Dire che ci rimasi secca, sarebbe poco. 
Quando aveva notato tutto questo? 
Quanto tempo aveva passato a guardarli senza che me ne accorgessi? 
“Hei  piccioncini, vi muovete?” Ci urlò Mike facendoci allontanare immediatamente. 
Volevo raggiungerlo ma Luke continuava a stringermi la mano. 
“Luke” lo chiamai guardando la presa, anche se non volevo per davvero che me la lasciasse. 
Con nonchalance alzò le spalle, raccolse lo skate da terra e cominciò ad avanzare senza mai lasciarmi. Esultai dentro di me, ma cercai di apparire normale, anche se il sorriso che non riuscivo a nascondere mi sgamava parecchio. 
Appena arrivammo al parco ci sedemmo a terra in cerchio. Cominciai a giocare con qualche filo d’erba, strappandolo e attorcigliandolo attorno al dito, mentre sentivo i ragazzi raccontare alcuni dei loro momenti più divertenti, e da quello che avevo capito, c'entravano spesso le banane. 
“Quando è stato il vostro primo bacio?” Chiese Calum. 
“Hm, il mio primo bacio l’ho dato a un bambino che avevo appena conosciuto all’asilo” disse Kelsey. 
“Wau, che ragazza ribelle” ribatté Michael facendoci ridere. 
“Io l’ho dato a nove anni, ad una bambina che mi piaceva tantissimo.. mi ha lasciato il giorno dopo che le ho chiesto di mettersi con me” Ashton abbassò di poco la voce nel raccontare l’ultima parte, e la cosa mi fece intenerire parecchio. Poverino, quella ragazza non potrebbe mai immaginare quello che si è persa. 
“Io, l’ho dato a mio cugino” ridacchiò Sam. 
“Oddio, incesto” esclamò Luke prendendola in giro. 
Sam gli fece la linguaccia e si voltò verso Michael, che era il suo turno. 
“Il mio primo bacio è stato..ommioddio! Quando è stato il mio primo bacio?”  Chiese con aria pensierosa, guardando i ragazzi. 
Oh Mike, sei sempre il solito! 
Risi e aspettai la risposta del prossimo. 
“Io avevo forse dieci anni ed eravamo al cinema a guardare Shrek, avevo fatto la classica mossa dello sbadiglio, lei era poco più grande e sapeva a cosa volevo arrivare, così si era girata e mi ha baciato direttamente” Calum rise facendomi sorridere. 
“Che ragazzina intraprendente” commentai divertita. 
Mi voltai verso Luke e aspettai di sapere quando fu il suo primo bacio, ero piuttosto curiosa. 
‘Chissa perchè’ 
Càllate, por favor. 
‘Wow adesso mi zittisci  anche in spagnolo? Che ragazza internazionale che sei.’ 
Lasciai perdere quella vocina rompi palle concentrandomi sui ragazzi. 
‘Hei! Ti ho sentita’ 
Alzai gli occhi al cielo e aspettai la risposta di Luke. 
“.. questo è stato il mio primo bacio” finì Hemmings aggiustandosi i capelli. 
No, no, no, Cosa? Mi sono persa il primo bacio di Luke? 
Vocina del cavolo! Ma vai a cagare! 
Abbassai lo sguardo e incazzata cominciai a strappare violentemente alcuni fiori innocenti, quando tutti si zittirono alzai lo sguardo e li trovai a osservarmi curiosi. 
Oh giusto è il mio turno. 
“Il mio primo bacio.. beh ecco ancora non l’ho dato” cercai di sembrare credibile e mi morsi un labbro per non ridere. I ragazzi si fecero seri e abbassarono lo sguardo imbarazzati, tranne le ragazze che si coprivano la bocca con le mani cercando di reggermi il gioco. 
 “Non c’è problema, risolviamo subito” Mike si alzò e mi prese di peso come un sacco di patate facendomi ridere e urlare. 
“Michael sei forse impazzito?” Urlai non riuscendo a trattenere un'altra risata. 
Mi portò dietro ad un albero, ma comunque si riusciva a vedere anche dalla postazione dove ero seduta un momento fa. 
“Stavi scherzando vero?” Sussurrò per non farsi sentire. 
Annuii sorridendo, allora Mike non era stupido come sembrava. 
“C’è Luke che continua a guardarci” rise abbracciandomi “ facciamolo ingelosire ancora un po’.” 
Cominciò a muovere la testa da destra a sinistra lentamente e capì all’istante, così cercando di non ridere lo imitai. 
Da lontano sembrava che ci stavamo baciando per davvero.  E quando Luke comparve da dietro all’albero, scoppiammo a ridere. 
“Non ti preoccupare amico, ci ho pensato io a darle il suo primo bacio” disse dandogli un pacca sulla spalla, cosa che mi fece ridere ancora di più. Mike se ne andò  e io mi coprii la bocca  con la mano per riuscire a smettere di ridere. 
“Ti prego dimmi che quello che ti ho dato l’altro giorno non era il tuo primo bacio” disse speranzoso. 
“No scemo, vi stavo prendendo in giro.” 
“Allora quando è stato ?” Chiese appoggiandosi con la spalla al tronco dell’albero. 
“Hm, tipo quando avevo quindici anni, l’ho dato a un ragazzo come penitenza a quello stupido gioco ‘obbligo o verità” dissi facendolo ridacchiare. 
“Che schifo di bacio allora.” 
“No, anzi per essere il primo è stato anche bello” sorrisi al ricordo di quel ragazzino, per fortuna carino, che mi avevano obbligato a baciare. 
“Solo perchè non ne hai provato uno dei miei” sorrise malizioso. 
Allora baciami, idiota. 
Mi appoggiai al tronco con la schiena e sospirai. Cominciai ad osservarlo incrociando le braccia al petto. 
Luke era davvero un bel ragazzo, quella barbetta accennata, le spalle larghe, i capelli tirati su in quel modo e quel piercing dannatamente provocante, lo rendevano fottutamente sexy. 
“Ti piace quel che vedi?” Chiese sorridendo divertito interrompendo il silenzio che si era creato. 
“Molto” ridacchiai tirando fuori dalla tasca dei jeans il cellulare per controllare l’ora. 
“Perchè non ho il tuo numero?” infilò la mano nei pantaloni per cercare il suo. 
“Perchè magari non te l’ho mai dato?” Ribattei ovvia. 
Me lo strappò dalle mani e qualche secondo dopo si chiamò dal mio cellulare. 
Beh, almeno adesso avevo il suo numero. 
“Vieni qui” mi attirò per la tasca dei pantaloni facendomi ridere. 
Mi avvolse i fianchi con il braccio e con l’altro posizionò in alto il telefono già impostato con la fotocamera anteriore, sorrisi e in un secondo scattò la foto. 
“Adesso il tuo contatto ha una foto fantastica” disse allegro. 
“E se io volessi una foto da sola, senza te?” Chiesi alzando il sopracciglio, ovviamente scherzando. 
 “Allora mettiti in posa” disse voltando il cellulare. 
Misi le mani sui fianchi e feci la tipica faccia da bacio volante, ma quando lo vidi ridere, scoppiai a ridere a mia volta e proprio in quel momento scattò la foto. 
“Oddio chissà com’è venuta.” 
“E’ bellissima” rispose rimettendo a posto il suo telefono e porgendomi il mio. 
“Me la dovrai passare la foto insieme” mi sistemai i capelli che grazie a Michael si erano spettinati tutti. 
Annuì e tornammo dagli altri. 
  
  
Entrai in casa pensando di trovarla vuota, visto l’orario, ma con mia grande sorpresa trovai mia madre e mio padre distesi sul divano abbracciati a guardare la televisione. 
Ok, che succede? 
“Ciao bellissimi” li salutai avvicinandomi a loro. Ed era vero, mamma e papà anche se avevano trentacinque anni li mantenevamo benissimo, tanto che la gente li scambiava per mia sorella e mio fratello maggiore. 
“Hei tesoro, dove sei stata?” Chiese mio padre guardandomi con quei bellissimi occhi azzurri che per sfiga non avevo ereditato. 
“Al parco con le ragazze e alcuni compagni di scuola” risposi infilandomi in mezzo a loro due, cosa che li fece ridere. 
“Come mai siete a casa?” 
“Volevamo stare un po’ insieme e ci siamo presi la giornata libera. 
“Quindi uscite a cena stasera?” Di solito lo facevano sempre quando si prendevano una pausa dal lavoro. 
“Vuoi venire anche tu?” Chiese mia madre. 
“No tranquilli, non voglio fare la rompi palle, godetevi una sana cena romantica, papà trattala bene” dissi indicando la mamma. 
Ridacchiò annuendo e mi alzai per andarmi a fare una bella doccia calda. 
“Oh, domani sera, uno della scuola organizza una festa, posso andarci?”  Chiesi speranzosa. 
“Basta che segui le regole di sempre” ovvero non abbondare con gli alcolici e stare attenta alle persone con cui parlo “ e che torni a casa prima delle due” rispose serio mio padre. 
Avevo sempre cercato di dare il meglio come figlia unica seguendo le regole dei miei genitori, non dandogli grandi preoccupazioni, per questo si fidavano di me e mi lasciavano un po’ libertà. 
“Grazie” esultai baciando a entrambi la guancia, dopo di che scappai rintanandomi in camera mia. 
Mi buttai sul letto togliendomi le scarpe e presi il cellulare controllando i social network che ero solita frequentare. Dopo dieci minuti di cazzeggio totale aprii per sbaglio la pagina dei contatti e nelle chiamate effettuate trovai il nome con cui si era salvato Luke. 
‘ SuperFigoLuke’ 
Risi e buttai il telefono sul comodino dirigendomi nella doccia. 
  

  
  

Ciao bellissime! 
Eccolo qui il settimo capitolo, cavolo siamo gia al settimo! 
In questa puntata abbiamo visto Jade e Luke flrtare maggiormente, non perdeteli di vista a questi due perchè nel prossimo capitolo, dove si vedrà appunto la festa ne combineranno delle belle! 
Volevo solo dirvi che tipo l’altra notte non riuscivo a dormire perchè mi è venuta in mente un’idea troppo forte per la lezione di Sarah che vedremo nel capitolo otto, dove questa volta quelle a impazzire saranno le ragazze! Yuhuu, quindi se siete curiose continuate a seguire la storia :P 
Vabbè io me ne vado, spero vi sia piaciuto il capitolo, so che non è granchè , ma comunque fatemi sapere la vostra opinione. 
Come sempre ringrazio tutte quelle che continuano a seguire la storia, che mi danno la voglia e la carica per continuare a scriverla. 
Byee <3 

 

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Capitolo 8
*** Party! ***





Party!
 

Dopo aver scelto il mio pranzo, che consisteva in un hamburger e un’insalata, presi posto accanto a Calum che stava chiaccherando animatamente con Michael, mentre Sam con il viso appoggiato su una mano, se lo stava mangiando con gli occhi.  
Tesoro, me lo sciupi così.  
Appoggiai una mano sulla spalla di Calum e gli diedi un bacio veloce  sulla guancia, facendolo sorridere per il gesto che avevo compiuto, per poi tornare al suo discorso. Mi morsi un labbro per non ridere in faccia a Sam che per la gelosia aveva spaccato in due la forchetta di plastica che teneva in mano.  
“Tranquilla che non te lo rubo” mimai con le labbra facendo ridere Kels seduta al suo fianco.  
Sam mi fulminò con gli occhi e ritornò nella stessa posizione di due secondi fa.  
Che scema.  
Sentii il mio cellulare vibrare e lo sfilai velocemente dalla tasca dei Jeans.  
Da:  SuperFigoLuke  
Nanetta, ti sto aspettando fuori nel cortile, muoviti. E’ URGENTE!  
Tralasciai il nomignolo con cui mi aveva chiamato e mi alzai velocemente sotto lo sguardo curioso di Kelsey.  
Corsi fuori dalla grande porta e arrivai in cortile un po’ preoccupata, insomma se aveva evidenziato la parola urgente..  
Quando lo vidi seduto sul prato accanto ad Ashton, sospirai di sollievo, almeno non stava sanguinando o non era in fin di vita.  
Inarcai il sopracciglio e mi avvicinai a passi veloci.  
“Sarebbe lui la tua urgenza?” Chiesi togliendomi la borsa dalla spalla e sedendomi di fronte a loro.  
“Scusa, sono stato io a farglielo scrivere, non ho il tuo numero” spiegò Ash con un sorriso che mi fece scogliere.  
“Ok dimmi, che succede?” Addolcii di poco il tono di voce.  
“Kels te l’ha detto che sabato usciamo insieme?”  
Davvero?  
“Si, ma non sapevo quando” ammisi.  
“Ecco.. volevo chiederti se mi potevi aiutare un po’, non  so tipo a sapere quali sono i suoi gusti” si grattò il braccio un po’ imbarazzato.  
“Irwin, vuoi fare colpo eh” lo presi in giro facendo sorridere Luke, che mi lanciò uno sguardo di intesa.  
“Si, Kelsey mi piace molto” sorrise facendo brillare maggiormente i suoi occhi.  
Che tenero, Ashton sarebbe stato il ragazzo perfetto per la mia amica e se Cupida doveva metterci lo zampino, beh lo avrei fatto senza esitare. Mi piacevano troppo come coppia!  
“Pensavo di prenderle dei cioccolatini, oppure dei  fiori tutti sul tono del rosa, che ne pensi?” Chiese prendendo un pezzo di carta e una matita dalla sua cartella.  
Alzai gli occhi al cielo, insomma che due palle!  
“Avanti Ash, solo perchè siamo della ragazze pensi che adoriamo qualsiasi cosa che sia di colore rosa?” Domandai infastidita.  
“Si?” Chiese confuso.  
“No, cretino!” Esclamai spaventandolo.  
Feci un respiro e cercai di tornare in me.  
“Scusami, non volevo essere sgarbata, è solo che questo stereotipo del cavolo mi infastidisce.”  
Lui annuì e scrisse ‘NO ROSA‘ sul pezzo di carta.  
“Cioè, io sono una ragazza e amo l’azzurro, il verde, il blu..” quasi sussurrai l’ultima parola, incantata dagli occhi di Luke che mi guardavano curiosa.  
Sorrise e si sistemò meglio, come se fosse maggiormente  interessato a quello che stavo dicendo.  
“E quindi.. cosa faccio?” Chiese serio.  
“Hm.. oh si, se vuoi regalarle dei fiori, allora ti consiglio delle rose blu e corallo” sorrisi contenta.  
“Perchè?” Chiese Luke confuso.  
“Certo che voi maschi non ne sapete proprio niente di fiori eh?” Dissi facendoli negare con la testa.  
“Il  color corallo indica il desiderio, desiderio che tu provi per lei no? E il blu è il mistero e la saggezza. Ora dimmi, chi è più riservata e saggia di Kels?” Chiesi ovvia.  
“Grazie Jade, sei un mito! Non sapevo che i fiori possono dire tutto questo” Esclamò abbracciandomi e quasi facendomi cadere all’indietro.  
“Sono tante le cose che non sai” ridacchiai cercando di tornare nella posizione di prima.  
“Scusa se ho rotto le palle a te, ma sai, Sam sembra  avere la testa sopra le nuvole e non mi sembrava il caso di chiederle qualche consiglio” spiegò riponendo il suo materiale nella cartella, dopo aver scritto le cose che si doveva ricordare.  
Se prendesse così gli appunti anche il classe, andrebbe molto meglio nelle materie scolastiche.  
Risi ripensando all’immagine di Sam in mensa.  
“Si, questo è l’effetto che le fa Calum” sussurrai alzandomi in piedi.  
“Oh, Ash“ lo richiamai .  
“Si?” Chiese dubbioso.  
“Non cercare di essere qualcuno che non sei, sii solo te stesso. E’ solo per questo che Kels ha accettato di uscire con te “ gli consigliai prima di andarmene.  
   
   
“Jade, Jade, Jade!” Sam urlava come una dannata e con un sorriso sadico dipinto in volto.  
E’ ufficiale, questa ragazza mi fa seriamente paura.  
“Dimmi!” La presi in giro utilizzando il suo stesso tono sovra eccitato.  
“Andiamo muoviti, prima che qualcuno ci becchi!”  
“Dove?” Chiesi confusa.  
“Al centro commerciale, dobbiamo cercare qualcosa di decente per la festa di stasera” rispose ovvia.  
Oh, è vero, me ne ero completamente dimenticata.  
“Ma manca ancora un’ora alla fine delle lezioni.”  
“E da quando ti dispiace uscire prima da questo posto?” Chiese accigliata.  
Beh, in effetti..  
“E Kelsey?”  Domandai guardandomi in giro.  
“Ci sta già aspettando nel parcheggio “ disse incamminandosi verso l’uscita.  
Spalancai gli occhi sorpresa.  
Cosa? Da quando saltava la scuola così facilmente?  
“Martinez? Da quando sei così trasgressiva?” Domandai con un pizzico di ironia, una volta entrata nella sua auto.  
Il bello di avere una amica come Kelsey, era il fatto di non dover prendere sempre i mezzi pubblici per andare da qualche parte e soprattutto, ogni tanto mi risparmiava la fatica di tornare a casa a piedi da scuola.  
“E’ per caso colpa di qualcuno di cui il nome inizia per A?” La stuzzicò Sam.  
“E finisce per shton?” Continuai ridacchiando.  
“Fate forse i corsi serali per essere così simpatiche?” Kelsey fece una smorfia non riuscendo però a trattenere un sorrisino.  
Che amore.  
   
Dopo aver girato in tondo per circa cinque minuti per trovare un posto libero, Kels parcheggiò proprio davanti all’entrata del centro commerciale.  
Entrammo dentro e cominciammo subito ad entrare nei negozietti femminili.  
“Ragazze non so voi, ma io a stomaco vuoto non riesco a farmi piacere niente “ si lamentò Sam tenendosi le mani alla pancia.  
“Andiamo a prenderci qualcosa.“  
Le presi a braccetto e le spinsi fino ad uno dei bar che eravamo soliti  frequentare. Quando arrivò il cameriere – un tipo proprio niente male- ordinammo dei frullati.  
Io e Kels ci sedemmo dalla stessa parte del tavolino, mentre Sam era di fronte a noi.  
Notai un vecchietto alle sue  spalle lanciarle delle occhiate e ogni tanto quando pensava che nessuno lo vedeva, si scapperava un pochino.  
Dio, che schifo.  
Tirai una gomitata a Kels e con lo sguardo le indicai il signore. Fece una smorfia disgustata e dopo qualche istante mi fece un sorriso malizioso. Non so quale tipo di telepatia avevamo, fatto sta che capii al volo cosa volesse fare.  
“Hei, hei, Sam non muoverti c’è uno troppo figo a ore 12 che continua a guardarti” le sussurrò Kels mordendosi un labbro per non ridere.  
Lei si sistemò meglio sulla sedia aggiustandosi i capelli, compiaciuta del fatto che qualcuno le stesse dando delle attenzioni. Tentò di girarsi, ma riuscii a fermarla in tempo.  
“Non, girarti! Così capisce che te lo abbiamo detto” esclamai cercando di tenere sotto controllo il sorriso che stava per nascere sulle mie labbra.  
Cinque minuti più tardi, quando finimmo i frullati, ci alzammo e nel girarsi Sam osservò il signore dietro a lei intento a scovare chissà quale  tesoro nel naso.  
“Che zoccole che siete!” Quasi urlò con uno sguardo dispiaciuto in volto.  Scoppiammo a ridere non riuscendo a trattenerci.  
“Non preoccuparti tesoro, c’è sempre Calum per te” le feci l’occhiolino ridacchiando.  
La castana parve rincuorarsi e sfoggiò il suo miglior sorriso.  
“Hai ragione” rispose felice entrando in un negozietto dove sui manichini erano esposti dei vestitini molto carini.  
   
“Guarda che carino questo!” Disse Kels prendendo tra le mani un abito nero con le maniche lunghe in pizzo.  
“Provalo, secondo me ti starebbe proprio bene” Sam la spinse nell’angolo riservato ai camerini.  
“Tu Jade, hai trovato qualcosa”? Mi domandò.  
Negai con la testa e continuai a passare fra gli scaffali. Tutto carino, ma niente che mi colpisse davvero.  
Quando Kelsey uscì dal camerino rimasi a bocca aperta.  
“Che schianto!” Esclamai.  
“Dici?” Girò su se stessa legandosi i capelli, per far vedere meglio il vestito.  
Le arrivava a metà coscia, lasciando scoperte le sue lunghe gambe, e la scollatura sulla schiena tutta in pizzo la rendeva molto provocante.  
“Devi assolutamente prenderlo” le sorrise Sam.  
Continuai a guardare alcuni vestiti appesi e quando ne trovai uno carino lo presi in mano.  
Era un vestitino bianco e solo la parte superiore era coperta da delle speci di ricami in oro.  
“Carino” sussurrò Sam affiancandomi.  
“Ti piace?”  
“Si” rispose sinceramente.  
“Provalo” dissi porgendole il vestito.  
“Ma l’hai trovato prima tu” ribattè.  
“Tanto non è il mio genere” alzai le spalle, anche se non avevo un genere preciso.  
“Come sta?” Chiese una volta uscita dal camerino.  
“Benissimo” Esclamò Kelsey già con il portafoglio in mano.  
“Non ci credo” mormorò guardandosi più volte allo specchio.  
Mi alzai da quella specie di poltroncina su cui mi ero seduta e andai nel reparto maschile. Inquadrai un ragazzo carino intento a osservare delle felpe appese e mi avvicinai.  
“Ciao” esclamai piazzandomi davanti a lui.  
“Ciao” rispose un po’ dubbioso.  
“Come ti chiami?” Chiesi sfoggiando il mio sorriso migliore.  
“Brenton.”  
“Ciao Brenton io sono Jade, non ti preoccupare non ti voglio stuprare, vorrei solo che tu vedessi una mia amica con un vestito addosso per poterle dare un parere" sorrisi sperando di sembrare simpatica "ti va di farlo?” Domandai facendolo ridacchiare.  
“Ok.” Acconsentì facendomi esultare.  
Ci incamminammo per i camerini e appena notai la testolina castana chiara di Sam mi avvicinai maggiormente.  
“Eccola" dissi indicandola "che te ne pare?”  Chiesi osservando i suoi capelli biondo cenere alzati in un piccola cresta.  
Quelli di Luke sono più belli.  
“E’ molto carina” ammise.  
“Oh, grazie..” disse Sam leggermente intimidita.  
“Brenton” rispose lui porgendole la mano.  
“Sam” si presentò stringendo a sua volta la presa.  
“Bene grazie Bren, sei stato di grande aiuto" lo ringraziai cercando un modo carino per farlo andare via "e ora ce ne possiamo andare?” Mi girai verso le ragazze che mi guardarono come se fossi una deficiente.  
“Ma non hai ancora trovato il tuo vestito” disse Kels dispiaciuta.  
“Fa niente, spulcerò nel mio armadio, qualcosa troverò” risposi con un’alzata di spalle.  
“ Ah oddddio!” urlò Kels.  
“Che c’è?” Chiesi spaventata.  
“Adesso che mi ci fai pensare ho io un vestito che fa per te” ci prese per mano e ci trascinò alla cassa e dopo che le ragazze pagarono uscimmo dal centro commerciale.  
Kels passò prima per casa mia per farmi prendere l’indispensabile, ovvero le scarpe.  
Entrai in casa e come mi aspettavo non c’era nessuno, salii le scale e arrivai in camera mia, trovando un pacchetto sul mio letto. Presi il bigliettino che era attaccato sopra.  

‘Così non sembrerai l’ottavo nano di Biancaneve. Divertiti alla festa e fai la brava. Mamma.’  

Simpatica, davvero.  
Aprii la scatola e ci trovai dei tacchi neri davvero molto alti con il cinturino sulla caviglia.  
Almeno aveva dei bei gusti.  
Infilai i trucchi e le scarpe nella borsa, e dopo aver chiuso bene la porta di casa, salii di nuovo in macchina di Kelsey.  
   
“No, no e no io questo non lo metto” esclamai guardandomi per la centesima volta nello specchio.  
“Ma perchè? Sei una bomba con questo vestito addosso” ribattè Sam.  
“E’ cortissimo guarda! E poi questa scollatura dietro è troppo profonda.”  
“Pensala così, se metti i tacchi che ti ha comprato tua madre sembra che tu abbia delle gambe lunghe” disse Kelsey.  
La guardai male, anche se non aveva del tutto torto.  
Sbuffai e mi arresi, almeno sarei sembrata alta.  
“Si può sapere dove l’hai preso?” Chiesi guardandomi di nuovo allo specchio.  
“Me lo aveva regalato la madre di Jeson, ma non lo metterò mai, anzi se vuoi te lo regalo.”  
Jeson era l’ex di Kels, anche se non riuscivo a capire cosa fosse successo fra loro, avevo intuito che Kels lo odiava con tutta se stessa.  
   
“Pronte?” Chiese Sam prendendoci a braccetto.  
“Pronte” rispondemmo entrando in quella casa enorme da cui la musica si sentiva lontano due chilometri.  
La puzza di alcol e fumo mi invase subito le narici, cercai di non farci tanto caso, ma era davvero troppo forte.  
C’era gente che ballava, chi si lanciava dalla finestra, chi si buttava in piscina e come al solito c’erano le coppiette che si facevano come se non ci fosse un domani.  
Avanzammo e praticamente riconobbi tutti quelli della mia scuola. Appena notai una testolina rosso acceso corsi nella sua direzione.  
Gli pizzicai i fianchi facendolo girare.  
“Jade! Wow che schianto! Sei bellissima!” Esclamò Mike facendomi ridacchiare.  
“Grazie” risposi facendo un finto inchino.  
“Dove sono le altre?” Chiese guardandosi in giro.  
Gli indicai un punto nella sala dove le ragazze erano rimaste ferme e quando mi notarono gli feci segno con la mano di avvicinarsi.  
“Ciao bellezze” le salutò Michael facendole sorridere entrambe.  
“Gli altri?” Chiese Sam.  
Si, lo sappiamo che stai cercando Calum.  
“Non lo so, sono sparsi per la casa, ma ho visto Calum in cuci...” non fece neanche in tempo a finire la frase che Sam si fiondò in cucina. Risi e mi guardai intorno.  
Sentii due mani poggiarsi sui miei fianchi, mi voltai trovando Ryan sorridermi.  
“Non sarai un po’ troppo provocante così?“ Urlò per farsi sentire.  
“Giusto quello che serve” ridacchiai abbracciandolo.  
“Ti va di ballare?” Mi chiese  prendendomi la mano.  
Annuii e dopo esserci intrufolati fra la mischia arrivammo al centro della pista, cominciammo a ballare a ritmo dei mash up che creava il Dj.  
Quando Ryan mi alzò il braccio facendomi fare una giravolta, notai delle spalle larghe e una cresta bionda non molto distante da noi. Continuai a ballare con lui, ma riuscii a intravedere una bionda ossigenata strusciarsi contro il MIO Luke. Sentii una forte fitta allo stomaco e decisi di distogliere lo sguardo.  
“Io vado a prendere qualcosa da bere” urlai all’orecchio a Ryan. Annuì e lasciò la presa sul mio fianco.  
Mi avvicinai alla cucina e spinsi la porta per poter entrare, la trovai vuota fatta eccezione per due ragazzi che si stavano baciando. Assottigliai gli occhi per poter capire chi fossero, e quando riconobbi quel vestitino, realizzai che quei due erano Calum e Sam.   
Mi coprii la bocca con le mani e indietreggiai tornando sui miei passi, ma mi scontrai con qualcosa, o meglio qualcuno.  
“Ma che cavo... Oh ciao Benson” Luke mi salutò studiandomi dalla testa ai piedi.  
Feci segno con in dito sulla bocca di stare zitto e lo tirai per il colletto della camicia di jeans che aveva indossato, aprii di poco la porta e lo avvicinai per fargli vedere lo spettacolo che avevano messo in scena i nostri migliori amici.  
Quando si allontanò lo vidi con un’espressione mista tra il divertimento e la sorpresa.  
“Wow, sapevo sarebbe successo, insomma era così palese.. ma non me lo aspettavo così presto” disse facendomi annuire.  
Mi appoggiai con la schiena al muro e accavallai appena le gambe, osservandolo.  
Mio Dio quanto era sexy con quella camicia sbottonata all’inizio che faceva vedere i suoi pettorali leggermente sudati. Mi morsi il labbro  e cercai di ristabilire la mia sanità mentale.  
“Bel vestito” commentò, incrociando le braccia al petto, senza mai togliere lo sguardo dal mio corpo.  
“Grazie” ridacchiai raddrizzandomi.  
“Io torno in pista” dissi incamminandomi verso il centro della sala.  
“No, tu non vai da nessuna parte” mi strinse la mano e mi trascinò verso il piano superiore della casa, e appena riuscì ad aprire una porta, che era quella del bagno, si fiondò all’interno. Ci chiuse a chiave e la mise nella tasca posteriore dei suoi pantaloni.  
Furbo il ragazzo.  
Mi spinse contro la parete e mi incastrò fra le sue braccia.  
“Ora non puoi più scapparmi” sussurrò avvicinandosi pericolosamente al mio viso.  
Il suo profumo mi invase facendomi chiudere gli occhi.  
Avrei potuto rimanere così per sempre.  
“Non hai la minima idea di come tu mi faccia impazzire” spostò i miei capelli dietro alla spalla lasciando così il collo nudo. Cominciò a posarci dei piccoli baci, che mi fecero girare la testa.  
“Le tue gambe..” le accarezzò delicatamente facendomi aprire di scatto gli occhi.  
Salì con la mano con una tale delicatezza da farmi anche solletico.  
“Il tuo sedere..” lo strinse facendomi gemere.  
“Il tuo seno..” lo sfiorò appena.  
“Il tuo collo” lasciò un altro bacio per poi staccarsi.  
“Le tue labbra Dio, Jade, non immagini quante volte io abbia sognato di baciarti” disse accarezzandole con le dita.  
Persi un battito nel sentire per la prima volta il mio nome detto da lui.  
Stavo per impazzire, letteralmente, non avrei resistito un secondo di più.  
“Baciami allora” sussurrai appena, osservando quei occhi blu che amavo così tanto.  
Non se lo fece ripetere due volte e si fiondò sulle mie labbra. Sentii di nuovo quei mammut e quei ippopotami fare bungee jumping dalla torre eiffel a quel gesto che avevo desiderato così tante volte che accadesse. Il freddo del suo dannato piercing mi fece rabbrividire, mentre le nostre lingue si rincorrevano come se volessero farlo da sempre.  
Un brusco rumore contro la porta mi fece staccare sussultando.  
“Hei! Stiamo cercando di scopare qua dentro!” Urlò Luke facendomi sobbalzare di nuovo.  
Gli diedi uno schiaffo sul braccio al quale ridacchiò divertito.  
“Ma che dici” esclamai.  
“Almeno non rompono più” si leccò le labbra avvicinandosi di nuovo al mio viso, alzò la mano per accarezzarmi la guancia, ma toccò qualcosa di duro appena sopra al mio seno.  
“Cos’è?” Chiese staccandosi di poco.  
“Il mio cellulare” ridacchiai appena.  
“Lo metti sempre qui?” Disse toccandolo di nuovo.  
Cos’è tutta questa confidenza?  
“Solo quando non ho le tasche.”  
“La prossima volta posso metterlo io?” Chiese con un sorriso malizioso.  
“Forse” lo provocai per poi avvicinarmi e mordergli il labbro inferiore.  
Dio, quanto desideravo farlo.  
Si avvicinò e dopo avermi avvolto i fianchi, mi leccò il labbro per poi ricominciare a baciarmi.  
Sia come scusa, sia perchè volevo farlo da tantissimo, misi la mano nella tasca posteriore dei suoi jeans e toccandogli il sedere, afferrai la chiave.  
“Forza andiamo” dissi staccandomi e cercando di riprendere fiato.  
“Sei tremenda” ridacchiò facendomi sorridere. 


 
Oh My God! 
Allora che ve ne pare? Non so voi, ma io l’ultima parte l’ho apprezzata molto haha 
Lo so che avevo detto che ci sarebbe stata anche Sarah in questo capitolo ma non l’ho messa perchè se no sarebbe stato davvero troppo lungo come capitolo, ed io come lettrice odio leggere capitoli troppo lunghi. Quindi nella prossima puntata vedrete cosa accadrà con Sarah con più dettagli e non vi anticipo più niente :P 
Cooomunque avete visto Calum e Sam??  UHUH io sono favorevole a questa coppia hahah 
 E Jade e Luke? Dio immaginare Luke dire quelle cose sono impazzita seriamente u.u 
E Ashton quanto è carino??? Tantoooo *-* 
Come sempre fatemi sapere la vostra opinione, se vi è piaciuto o no il capitolo, ma spero con tutto il cuore di si :D 
Ok prima di andarmene ringrazio tutte quelle che continuano a seguire la storia!! Siete fantastiche <3 
Per vedere i vestiti delle ragazze cliccate sulle paroline in blu :) 
Byeee  
 
Ps. chiedo scusa per eventuali errori!

 

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Capitolo 9
*** Third Lesson ***


Third Lesson 

 
 
Quella mattina mi svegliai  più rincoglionita del solito. 
Dovetti farmi la doccia gelata per riuscire a svegliarmi del tutto, non diedi neanche importanza a quello che tirai fuori dall’armadio, e solo quando finii di vestirmi realizzai di aver indossato dei leggins neri e una felpa rossa molto larga. 
Mi guardai allo specchio e decisi di legarmi i capelli in una coda alta, mi truccai come al solito, eyeliner e mascara con l’aggiunta di un po’ di correttore per nascondere quelle poche occhiaie che avevano deciso di farmi visita. Dopo aver completato l’opera mi stupii di come la mia faccia sembrasse più umana. 
Sentii dei rumori di sotto e dopo aver afferrato la borsa e il cellulare, scesi la scale trovando mia madre in cucina, intenta a preparare qualcosa. 
Hm, pancakes. 
“Mamma? Cosa ci fai sveglia a quest’ora?” Chiesi accendendo la macchinetta del caffè. 
“Mi sono svegliata affamata e non sono più riuscita ad addormentarmi” rispose ridacchiando. 
Annuii dubbiosa, non era mai successo. 
Mi feci il caffè e mi sedetti su uno dei sgabelli alti per fare colazione sulla penisola al centro della cucina. 
“Com’è andata poi la festa venerdì sera?” Domandò sedendosi di fronte a me. 
“Bene“ sussurrai facendomi scappare un sorrisino al ricordo di Luke. 
“Hm, quell’espressione non me la dice giusta” disse addentando un pancake. 
Mi coprii il viso con le mani cominciando a sentire caldo dallo stomaco in su. 
“Avanti Jade, mi hai sempre detto tutto.” Mi tolse le mani dal viso sorridendomi teneramente. 
Ed era vero, non riuscivo mai a nasconderle nulla, quando ci si metteva, sapeva essere peggio di Sherlock Holmes. 
“Ok” sbuffai appoggiando sul ripiano la tazza ancora piena di caffè. 
“C’è questo ragazzo a scuola, che è il classico bello e popolare e ultimamente sembra essersi come interessato a me” continuai dicendole la verità. 
“Come si chiama?” Chiese curiosa, facendo luccicare i suoi occhi castani così simili ai miei. 
“Luke Hemmings” risposi poggiando il mento sul braccio. 
“E’ quello biondo e alto che conoscevi anche alle medie?” 
Annuii confusa. Come faceva a ricordarselo? 
“Oh, è proprio un bel ragazzo allora” ridacchiò bevendo un po’ del suo succo d’arancia. 
Sorrisi non riuscendo a non darle ragione. 
“E scommetto che alla festa è successo qualcosa” aggiunse senza togliersi quel sorrisino. 
Ma cos'era? Una veggente per caso? 
“Si.. mi hai baciata” dissi cercando di non rivelare anche la parte dove mi aveva praticamente palpata. Forse non era il caso di raccontare tutti i particolari. 
“E adesso tu vorresti sapere se per lui sei solo un passatempo oppure se è interessato per davvero.” 
“Mamma, sei forse in grado di leggere la mente delle persone?” Chiesi facendola ridere. 
“No tesoro, ma con tuo padre è iniziata così, anche se eravamo al college.” 
“E cosa hai fatto per capire se era interessato seriamente a te?” Domandai incuriosita. 
“Beh, diciamo che dopo avermi baciata per la prima volta, l’ho ignorato per tutta la giornata, e alla fine è venuto lui a cercarmi” sorrise finendo di raccontare. 
“Quindi dovrei ignorare Luke e aspettare che sia lui a venire da me?” 
“Esatto!” Esclamò contenta “avete messaggiato o cose del genere dopo venerdì sera?” 
Negai con la testa dispiaciuta, mi sarebbe piaciuto ricevere un altro messaggio da lui. 
“Ancora meglio!” Urlò eccitata sbattendo una mano sul ripiano. 
“Mamma, papà sta dormendo!” La richiamai ridacchiando. 
“Ops” si coprì la bocca con la mano. 
“Vabbè, è meglio che io vada se no faccio tardi” dissi alzandomi dallo sgabello per riporre la tazza nel lavandino. 
“Mamma?” La chiamai facendola voltare. 
“Come fai a ricordarti di Luke?” Chiesi ancora curiosa di sapere la verità. 
“Ogni tanto al supermercato incontro sua madre Liz e facciamo due chiacchiere. L’ultima volta che l’ho vista era con lui mentre la aiutava a fare la spesa” rispose con un’alzata di spalla. 
Che tenero, aiutava pure sua madre a fare la spesa. 
“La prossima volta che vai al supermercato, vengo con te” dissi facendola ridere. 
  
Per tutto il tragitto verso scuola, canticchiai una fottuta canzone che continuava a ronzarmi in testa, ma non riuscivo proprio a ricordarmi di chi fosse, così mandai a cagare la mia poca memoria. 
Sbuffai per la settantesima volta e mi avvicinai all’armadietto per prendere il libro di storia che tanto odiavo. 
Posso dire che odio tutte le materie scolastiche? Tranne la pausa ovviamente.  
Ritornai alla realtà quando due mani grandi si poggiarono sui miei fianchi facendomi voltare. Incontrai il viso di Luke e mi persi nell’oceano racchiuso in quei magnifici occhi. 
“Con il vestito di venerdì sera mi piacevi di più, ma puoi andare anche così” sussurrò a due centimentri di distanza dal mio viso. 
Guarda mamma, la tua tattica non mi è neanche servita. 
“A me vai bene anche senza niente” dissi allacciandogli le braccia dietro al collo. 
Rise e quasi mi sciolsi al suono adorabile della sua risata. 
“Hm, hm” qualcuno fece un finta tosse facendoci allontanare all’istante. 
“Ciao ragazzi” ci salutò Ashton con un sorriso divertito sulle labbra. 
“Che ci fai qui?” Chiese Luke leggermente infastidito. 
“ Non lo so amico, magari c’è solo il mio armadietto, tu invece?” 
“E..Ecco sono venuto a fissare le ripetizioni che le servono per matematica” inventò indicandomi. 
Come faceva a sapere che mi serviva un aiuto in quella materia per davvero? 
Ashton ridacchiò annuendo fintamente e aprì il suo armadietto, proprio di fianco al mio. 
“Ciao bella gente” ci salutò Kelsey, più sorridente del solito. 
Lasciò un bacio sulla guancia sia a me, sia a Luke e quando Ash si voltò, gli lasciò un bacio molto vicino all’angolo della bocca. 
Okay, mi sta nascondendo qualcosa. 
“Despues quiero saber todo“ le dissi cercando di non far capire ai ragazzi. 
Kels annuì arrossendo di poco. 
Ah, ho fatto centro! 
Ash le prese la mano per poi trascinarla lontano, lasciandoci di nuovo soli. 
“In che lingua hai parlato?” Chiese curioso. 
“Spagnolo” ridacchiai aprendo l’armadietto. 
“ Sei sexy quando lo parli, di qualcos’altro, ti prego” disse facendomi sorridere divertita. 
“Luke es un chico guapo.” 
“Cosa vuol dire?” Domandò con gli occhi che luccicavano. 
“Non te lo dico” risposi mordendomi un labbro, insomma gli avevo solo detto che era un bel ragazzo, ma si sa, i maschi e soprattutto Luke Hemmings si montano subito la testa a complimenti del genere. 
“Avanti Benson non farmi usare le maniere forti.” 
Rimasi un po’ delusa dal modo in cui mi chiamò, avrei voluto sentire un’altra volta il mio nome uscire dalle sue labbra. 
“Manieri forti?” Chiesi inarcando un sopracciglio. 
Si avvicinò pericolosamente al mio collo, ma non appena notai Sam e Calum avvicinarsi lo spinsi cercando di allontanarlo. 
Luke mi guardò confuso ma quando voltò lo sguardo, si spostò mettendosi dietro a me, poggiando il suo mento sulla mia testa. 
“Che state facendo?” Chiese Calum con un sorriso divertito. 
“La sto solo prendendo in giro, per quando è nana” rispose prontamente Luke scatenando la risata di Sam. 
Adorabile, proprio come una cicca impigliata nei capelli. 
“E voi?” Domandai soffermandomi con lo sguardo sulle loro mani intrecciate. 
Appena se ne accorsero staccarono la presa velocemente. 
Troppo tardi belli. 
“E’ inutile fingere con noi” ridacchiò Luke. 
“Vi abbiamo visto alla festa” continuai battendo il cinque al ragazzo che mi stava usando come tavolino. 
“No! Cosa.. cio.. cioè..” borbottò Sam spalancando la bocca. 
Calum cominciò a grattasti il capo imbarazzato, guardandosi attorno. 
Scoppiai a ridere e mi tolsi dalla posizione in cui Luke mi aveva costretta a rimanere e lo presi per la tasca dei pantaloni,  trascinandolo via da quella situazione. 
Sorrise appoggiandomi un braccio attorno alle spalle e ci incamminammo per i corridoi. 
“Come facevi a sapere che ho veramente bisogno di ripetizioni in matematica?” Domandai dubbiosa. 
“Ti servono davvero?” Chiese sorpreso. 
Annuii triste. 
“Sai, io e la matematica non andiamo molto d’accordo.” 
“Se vuoi ti do una mano, io e te potremmo andare più che d’accordo” disse abbassando la mano dalla mia spalla al mio fondoschiena. 
“Cretino” esclamai togliendo la sua mano dal mio sedere. 
Ridacchiò e fermandosi, si avvicinò stringendomi maggiormente in un abbraccio. Senza pensarci lo strinsi a mia volta  e mi beai di quello scudo che aveva creato attorno a me. 
“Due sere fa non sembrava dispiacerti” sussurrò al mio orecchio, e automaticamente una scia di brividi mi percosse la schiena. 
Alzai gli occhi al cielo, quando realizzai cosa avesse detto, e sbuffai. 
“Perchè devi sempre rovinare i momenti più belli?” 
“Perchè il mio nome è Luke Hemmings” rispose ridendo.  
Sorrisi per la sua scemenza e lo salutai lasciandogli un bacio sulla guancia, per poi incamminarmi verso la classe di storia. 
Nel corridoio notai la zoccola che qualche giorno fa in mensa si era seduta accanto a lui, o meglio su di lui.  Sapevo che aveva assistito alla scena con Luke per cui non mi stupii dello sguardo furioso che mi rivolse. 
Stavo per passarle accanto ma mi trattenne per il polso. 
Le strattonai subito la mano, chissà cosa aveva toccato prima. 
Feci una smorfia schifata e mi allontanai. 
“Che minchia vuoi?” Il mio tono di voce era piuttosto alto, ma non me ne fregai. 
“Tieni giù le mani da Luke. Hai capito?” 
I suoi occhi azzurri e i suoi capelli biondo platino, la facevano sembrare davvero una barbie. Peccato che la bambola avesse più cervello di lei. 
Ma chi si credeva di essere questa? 
“E perchè dovrei?” Chiesi alzando il sopracciglio. 
“Perchè Luke è mio!” Esclamò con un’alzata di spalle. 
Scoppiai a ridere così forte, tanto che dovetti tenermi le mani sulla pancia per quanto mi faceva male. Ma quando capii che faceva sul serio mi bloccai. 
“Non mi pare che abbia scritto sulla fronte ‘ proprietà di Mindy’.” Dissi incrociando le braccia al petto. 
“E’ Megan” Ribattè acida. 
“Fa lo stesso, sempre troia rimani.” 
Spalancò la bocca e alzò la mano pronta a tirarmi uno schiaffo. Chiusi automaticamente gli occhi e mi aspettai una botta che però non arrivò. 
“Prova soltanto a toccarla e vedrai le conseguenze” disse qualcuno probabilmente bloccandole la mano a mezz’aria. 
 Aprii di scatto gli occhi e sul mio volto si dipinse un sorriso quando riconobbi il ragazzo che le aveva detto quelle.  
Megan lo guardò con un’espressione scocciata e sorpresa, strattonò la presa sul suo polso e sbuffando si allontanò. 
 “Tutto bene?” Chiese Miachael scrutandomi preoccupato. 
“Si tranquillo, ma tu che ci fai qui ?” Domandai curiosa. 
“Non ho voglia di fare francese” rispose con nonchalance “ e mi sono avvicinato quando ho sentito delle voci.” 
Annuii e non appena notai Kelsey avvicinarsi la salutai con la mano. 
“Andiamo?” Chiese senza aspettare realmente una mia risposta, prendendomi a braccetto. 
“Oh ciao Mike” gli sorrise dolcemente, quando notò anche lui. 
“Che lezione hai adesso?” Continuò sempre sorridente. 
“Francese” rispose nascondendo le mani nei suoi skinny jeans neri. 
Kels annuì e mi trascinò verso la classe di storia. 
La lezione con il signor Regan era veramente noiosa e nonostante sembrasse durare un’eternità erano passati solo venti minuti. Sbuffai e mi coprii il viso con le mani, non sapevo proprio come passare il tempo e il mio quaderno era praticamente ricoperto da scarabocchi invece che appunti. 
 Appoggiai la testa sulle braccia e osservai Kelsey intenta a scrivere come una pazza su quel quadernetto. 
La solita secchiona. 
Appena all’interno della mia testolina si accese la lampadina, senza farmi vedere dal professore, strappai un pezzo di carta dal mio block notes. 

Cos’è successo con Ash? 

Accartocciai in un piccola pallina il foglietto e quando Regan si voltò per scrivere alla lavagna qualcosa, le lanciai il bigliettino che atterrò proprio sul suo banco. 
Che mira. 
Appena lo lesse, la vidi arrossire, cosa che mi fece ridacchiare. 
Scrisse qualcosa e dopo averlo accartocciato malamente me lo lanciò. 

Niente, cosa vuoi che sia successo, siamo andati a mangiare una pizza e poi al cinema. 

Inarcai il sopracciglio, mi credeva stupida? 
Il professore passò accanto al mio banco e nascosi velocemente il bigliettino sotto al quaderno rivolgendogli un sorriso tenero, che ricambiò andando in un’altra direzione. 
Sospirai sollevata, per fortuna ero una brava attrice.. più o meno. 

Ho chiesto cosa è successo, non dove ti ha portata. 

Glielo rilanciai e aspettai con ansia la risposta, osservandola mentre si mordeva il labbro nervosa. 

Ecco.. lui mi ha baciata. 

Mi coprii la bocca sorpresa per poi sorridere come un’ebete. 
Ecco spiegata la sua allegria. 
Sorrisi maggiormente, se possibile, Cupida aveva colpito un’altra  volta. 
  
Sbuffai un’altra volta e chiusi anche con troppa forza l’armadietto. 
Quella dannata canzone continuava a ronzarmi in testa. Alcune parole ero riuscita a ricordarmele, ma ancora non sapevo di chi erano.  E non potevo neanche utilizzare Shazam. 
Che nervi. 
Camminai per i corridoi i vuoti e scazzata entrai in mensa, appena adocchiai il tavolo su cui erano seduti i miei amici, mi avvicinai come una furia. 
Stavo per impazzire. 
“Dovete aiutarmi!” Esclamai battendo una mano su quel tavolo grigio. 
C’erano praticamente tutti e feci sussultare Sam per lo spavento. 
“Che succede?” Chiese Calum. 
“Ho una fottuta canzone in testa e dannazione mi sta facendo impazzire, non so di chi è!” Urlai attirando l’attenzione di alcuni ragazzi intorno a noi. 
“Cantala allora” disse Luke guardandomi curioso. 
“Feel the rain on your skin  
no one else can feel it for you  
only you can let it in  
no one else, no one else  
can speak the words on your lips  
drench yourself in words unspoken..” iniziai ad intonare la canzone per poi bloccarmi. 
Mi guardai intorno e praticamente tutta la mensa si era zittita e mi stava ascoltando. 
Oh, che situazione imbarazzante. 
“E poi non ricordo più” sussurrai combatutta. 
“Live your life with arms wide open 
Today is where your book begins 
The rest is still unwritten “  Continuò Luke facendomi rimanere basita. 
Non tanto per aver continuato il testo della canzone, ma più che altro per la sua voce. 
Da quando sapeva cantare così bene? 
“Unwritten, Natasha Bedingfiels“  disse sorridendo. 
  
  
“Ok, sono pronta “ Esclamò Sam. 
“Per che cosa?” Chiese Kels salendo le scale dell’entrata della scuola. 
“Per la lezione con Sarah “ rispose sorridendo. 
Sinceramente, io avevo un po’ di paura. Dopo l’ultima volta non sapevo proprio cosa aspettarmi. 
“Ragazze, dovete farmi un favore” Kelsey si fermò davanti alla segreteria con lo sguardo serio. 
La guardai un po’ preoccupata, anche se forse avevo capito cosa stesse per dire. 
“Lo so che io e Ashton non stiamo insieme e bla bla, ma per favore, potete controllare che non faccia qualche cazzata?” Sussurrò leggermente imbarazzata. 
“Oh, la mia Kels è gelosa!” Esclamai stringendole le guance. 
“Tranquilla, lo controllerò io, perchè di Sam vicino a Calum, non ci si può fidare” dissi facendola ridere. 
"Hei!" Ribattè quella. 
“Grazie Jade” mi abbracciò lasciandomi un bacio sulla guancia. 
“Figurati tesoro” le sorrisi sinceramente. 
“Mi sento esclusa” disse Sam con un finto broncio. 
“Vieni qui” la chiamai allargando un braccio. Non se lo fece ripetere due volte e si fiondò, quasi facendoci cadere. 
Scoppiammo a ridere e alla fine cademmo per davvero. 
“Ma che ci fate li?” Ridacchiò divertito, rivelando dietro a lui tutti gli altri. 
“Meglio non saperlo” risposi ridendo. 
“Mi date una mano?” Chiese Sam allungando un braccio che Calum prontamente afferrò, tirandola su. 
Ashton fece lo stesso con Kelsey e io rimasi li come una deficiente. 
“Hai intenzione di aiutarmi?” Domandai a Michael che se ne stava impalato davanti a me. 
Rise e mi tirò per una mano, ma appena volto lo sguardo si bloccò e mi lasciò ricadere a terra come una patata. 
“Scusa Jade, ma è appena passato uno con cui devo parlare!” urlò correndo per il corridoio. 
Oh, Dio. 
Sbuffai e Luke mi porse la mano, senza pensarci la afferrai e fui finalmente in piedi. 
“Il mio povero sedere” sussurrai toccandolo. 
“Se vuoi posso massaggiarlo” parlò a voce bassa a sua volta per non farsi sentire. 
“Idiota” esclamai tirandogli uno schiaffetto sul braccio. 
Mi voltai e incamminandomi per la classe di letteratura lo sentii ridere alle mie spalle. 
Appena entrai nell’aula del signor Smith, trovai Sarah intenta a cercare qualcosa nella sua borsa. 
Era incredibile quando fosse bella quella ragazza, sembrava essere appena uscita da una di quelle riviste di moda. 
“Ciao!” Mi salutò  quando  mi vide. 
“Hei” ricambiai con un po’ di entusiasmo in meno. 
Mi sedetti come al solito all’ultimo banco, e piano piano la classe iniziò a riempirsi di alunni. 
“Buon giorno ragazzi! E’ sempre bello rivedervi” Sarah iniziò a parlare una volta che c’erano quasi tutti. 
“Prima di iniziare vi pregherei di mettervi in coppia a seconda di come le avevo formate la scorsa lezione.” 
Cominciai a sentire un formicolio all’interno dello stomaco, questo significava che dovevo stare di nuovo con Luke. 
Lo vidi alzarsi e con un sorriso malizioso dipinto sulle labbra si sedette accanto a me. 
Iniziai ad avere caldo con quel giacchetto addosso, avevano alzato la temperatura dei termosifoni? 
Notai Loris alzarsi e come la scorsa volta sedersi accanto a Sarah, Luke mi tirò una gomitata e dopo avermi indicato con un cenno del capo Michael solo, capii a cosa stesse pensando. 
“Hei Sarah, perchè non metti Loris con Michael?” Le chiesi alzando la voce. 
“Oggi manca la sua compagna” aggiunse Luke. 
Sarah si guardò attorno e dopo aver verificato le nostre parole, spinse Loris a sedersi accanto a Mike, che ci guardò furioso. 
Luke mi battè il cinque sotto al tavolo, per non farsi vedere, facendomi spuntare un sorriso. 
Guardai Ash e lo vidi in coppia con una cheerleader e sperai con tutto il cuore che non combinasse qualche cazzata. 
“Ora, se la scorsa volta per i ragazzi è stato un ‘ guardare ma non toccare’, per le ragazze questa volta sarà ‘toccare ma non guardare’.” Sorrise eccitata, sventolando una benda fra le sue mani. 
Ma che minchia stava dicendo? 
Cominciò a distribuire a ciascuna ragazza una benda e io sinceramente iniziai ad avere un po’ di paura. 
“Ok, potete legarla” disse tornando al suo posto. 
Mi legai la benda dietro alla testa, stando attenda a non strapparmi qualche capello. 
Non riuscivo a vedere nulla e la cosa mi innervosiva, tanto che iniziai a torturarmi il labbro. 
Sentii Luke mettermi una mano sulla coscia e mi fermai automaticamente. Se la lezione iniziava così, ero messa veramente male. 
“Allora, i ragazzi adesso si metteranno addosso qualcosa che prima non avevano e voi ragazze dovrete indovinare di cosa si tratta.” Non potevo vederla, ma avrei scommesso che stesse sorridendo. 
Ma certo, ‘toccare ma non guardare’. 
Sentii varie sedie strusciare sul pavimento, segno che i ragazzi si stavano alzando, e dopo pochi istanti avvertii Luke sedersi di nuovo accanto a me. 
“Ok ragazze, potete iniziare.” 
Un po’ tremolante, alzai le mani e le poggiai su quelle che dovevano essere le sue spalle. 
Salii di poco e iniziai da suoi capelli. 
Oh mio Dio, quanto volevo toccarli. 
Erano morbidi e allo stesso tempo rigidi, probabilmente per la lacca che usava per tenere su il ciuffetto. 
Questo significava che non si era messo un cappello, continuai e arrivai vicino ai suoi occhi, che sembravano abbastanza normali, quindi niente occhiali. Proseguii e toccai il suo piccolo naso che non sembrava avere nulla di diverso. 
Sussultai quando arrivai alle sue labbra, toccai per sbaglio il suo piercing e fu inevitabile ripensare a venerdì sera. 
Sospirai cercando di non farmi sentire, come mi sarebbe piaciuto baciare di nuovo quelle morbide e carnose labbra. 
Sentii appena un suo piccolo bacio sul mio pollice che era ancora lì. E giurai di aver sentito di nuovo quelle farfalle bastarde svolazzarmi nello stomaco. 
Passai al collo e sotto le mie dita sentii il freddo della collana che però, aveva già da prima. 
Continuai toccando le braccia e arrivai alle sue mani. 
Cominciò a giocarci togliendo e rimettendo al loro posto gli innumerevoli anelli che avevo. 
Con l’alta mano toccai il suo polso sentendo tutti quei braccialetti che indossava di solito. 
Uno di batman, uno dei Blink 182, uno dei Nirvana e uno che sapevo fosse giallo. L’ultimo non riuscii  a riconoscerlo, era una specie di catenina che non avevo mai visto su di lui. 
“E’ questa?” Domandai, rendendomi conto di quanto la mia voce fosse roca. Tossii appena per poterla riportare alla normalità. 
“Si” sussurrò e avvertii qualcosa di simile a un sorriso. 
Mi slegai la benda e finalmente potei di nuovo vedere quei suoi magnifici occhi. 
“Scommetto che sei una che mi osserva molto” disse facendo perdere un battito al mio povero cuore. 
“C..cosa?” Balbettai. 
‘Beccata in pieno’ ridacchiò quella vocina. 
“L’ho fatto apposta a scegliere questo” disse facendo dondolare il braccialetto che aveva slegato dal suo polso. 
“Solo per testarti” continuò con un sorriso malizioso. 
Lo guardai confusa. 
“Ti rendi conto di quanti braccialetti ho al polso? E tu sei riuscita così tranquillamente a riconoscere quello che avevo appena indossato. Come la mettiamo?” Domandò senza mai togliere quel sorrisino strafottente sulle labbra. 
“Beccata” sussurrai a me stessa. 
  
  
  

Ciao caramellineeeeee!! 
Allora cosa ve ne pare del capitolo? 
Calum e Sam che cercano di nascordersi, eh no belli il nostro Luke la nostra Jade vi hanno beccati! 
Kelsey e Ash che si sono baciati, quanto teneri possono essere? 
Luke e Jade che si provocano a vicenda e quella antipatica di Megan? Tenetela d’occhio perchè la rivedrete presto. 
E la parte più bella, a mio parere, dove c’è Sarah ( la stronzettina) haha. Ovviamente la lezione di Sarah non finisce così infatti nel prossimo capitolo ci sarà un’altra sorpresina. 
Yuppi haha 
Ringrazio con tutto il cuore le 12 ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, 12 vi rendete conto?!! 
E tutte quell che mettono tra preferite, seguite e ricordate, grazie bellezze <3 <3 
Ok, basta me ne vado. 
Ciauuu biscottine! Xx 
Ps. Potete consigliarmi un bel soprannome per shippare la nostra coppietta Jade e Luke?

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Capitolo 10
*** Third Lesson (part two) ***




Third Lesson (part two)
 
 
  

 
“Allora?” 
Mi guardò insistemente poggiando il viso su una mano. 
Come potevo giustificarmi? Proprio in nessun modo. 
“Beh..” iniziai non sapendo realmente cosa dire. 
“Oh, ma voi due avete già finito! Hai indovinato?” Chiese Sarah guardandomi sorridente. 
Sarah, non ti ho mai amata così tanto. 
Annuii sospirando, l’ho scampata, almeno per ora. 
“Qual era l’oggetto?” Domandò di nuovo. 
Luke le mostrò il braccialetto che aveva in mano e Sarah parve per un momento confusa. 
“State insieme?” Chiese lasciandomi a bocca aperta. 
Insomma, sono domande da fare queste? 
Luke ridacchiò muovendo di poco la testa da destra a sinistra. 
La rossa puntò di nuovo lo sguardo su di me e mi guardò in modo quasi malizioso.. 
“Come hai fatto a distinguere quello sbagliato con tutti quelli che ha al polso?” Alzò il sopracciglio facendo comparire un sorrisino particolare sulle sue labbra rosse. 
Mi concesse un altro sguardo prima di girarsi e tornare al proprio posto. 
La risata di Luke rimbombò nelle mie orecchie e mi sentii letteralmente andare a fuoco. 
Voltai lo sguardo incontrando i suoi occhi così profondi e sospirai. 
Era dannatamente sexy con quella maglietta che lasciava le sue braccia muscolose in bella vista. 
Inevitabilmente i miei occhi si posarono proprio li. 
Spostò lo sguardo da me a se stesso, per poi riportarlo su di me. 
“Ma che stai guardando?” Chiese risvegliandomi dallo stato di trance in cui ero caduta. 
“Le tue braccia” risposi sincera. 
Tanto, ormai mi aveva già scoperta. 
“Le mie braccia?” Domandò di nuovo con un tono divertito. 
“Sono sexy” dissi mordendomi il labbro. 
Mi schiaffeggiai mentalmente, ma che stavo dicendo? 
“Io sono tutto sexy”  ribattè facendomi ridere. 
Beh, torto non ha. 
“Bene ragazzi, visto che avete finito tutti, faremo un altro giochino” esclamò Sarah, cercando di attirare l’attenzione. 
Mi girai e per caso notai Loris con la testa appoggiata sulla spalla di Mike. 
Non riuscii a trattenere un sorrisino e senza rendermene conto poggiai una mano sulla coscia di Luke per richiamarlo. 
Mi guardò confuso per un attimo, ma quando accennai verso la direzione in cui era seduto Michael, un sorriso si formò sulle sue labbra. 
“Piccola, so che non mi resisti, ma non possiamo fare certe cose davanti a tutti” sussurrò al mio orecchio, poggiando la mano sopra alla mia, che era ancora sulla sua coscia. 
Sentii come un vuoto per un secondo all’interno dello stomaco. 
Dio, ora penserà seriamente che sono una pervertita. 
Incastrò perfettamente le mie dita all’interno delle sue, facendomi sciogliere del tutto. 
Era incredibile come potesse essere malizioso e un secondo dopo dolce. 
“Ora, per favore senza fare casino spostate i banchi infondo all’aula, i ragazzi si mettano da una parte della stanza e le ragazze dall’altra.” Disse Sarah cominciando a spostare la cattedra contro al muro. 
Luke si alzò lasciando la presa sulla mia mano, facendomi comparire una smorfia dispiaciuta in viso. 
Mi alzai a mia volta e spostai la sedia accanto a tutte le altre. 
Quando tutti i ragazzi furono allineati e allo stesso modo noi ragazze di fronte a loro, Sarah cominciò a spiegare quelle che dovevano essere le regole del gioco. 
“Bene signorini, a differenza di prima, che era un ‘toccare ma non guardare’ per le ragazze, ora lo sarà anche per voi” sorrise maliziosa “solo che ad essere bendati, lo sarete tutti” concluse sorridendo maggiormente. 
Cioè? 
Sarah prese altre bende e le diede a tutti i ragazzi,  ordinando a noi ragazze di metterci quelle che ci aveva dato precedentemente. 
“Perfetto, ora che siete tutti bendati, vi spiego come funziona.” 
Accanto a me c’era Sam che per l’agitazione mi strinse la mano, mentre alla mia destra avevo Lory. 
“Io guiderò uno ad uno i ragazzi, davanti a tutte voi e loro semplicemente  toccandovi, dovranno distinguere la propria partner. La coppia che perderà si guadagnerà una bella punizione.” Disse accennando un risata. 
“E mi raccomando, una volta scelta la compagna, non potrete parlarle, solo alla fine, quando toglierete le bende, scoprirete la ragazza che avete preso.” 
Secondo me, li sognava alla notte tutti questi giochini. 
“Quindi, iniziamo da te tesoro” disse a non so chi. 
Era semplicemente una cosa orribile, non poter vedere niente. 
Dopo vari minuti, sentii qualcuno poggiarmi le mani sulle spalle, per poi vagare sul miei fianchi, sul mio viso, sui miei capelli e poi di nuovo sulle spalle. Non riuscii a trovare niente di familiare in quel ragazzo, che dopo qualche istante si allontanò passando alla prossima ragazza. 
Dopo tre ragazzi, sentii un vuoto alla mia sinistra e capii che il ragazzo in questione aveva preso Sam, chissà se era veramente Calum. 
Il prossimo fu Ashton, lo riconobbi semplicemente dalle mani esageratamente grandi. Non prese me, infatti prese Loris. 
No bello, hai sbagliato ragazza. 
Ridacchiai senza farmi sentire e sinceramente sperai che Luke sarebbe stato in grado di riconoscermi. 
Dopo di Ash, non riconobbi il ragazzo che mi toccò fino alle ginocchia facendomi ridere. Riuscii a sentire anche la risata di Sarah, che ovviamente vedeva tutto. 
Quando il settimo ragazzo mi toccò la spalla, un sorriso comparve sulle mie labbra. 
Riconobbi all’istante il profumo di Luke e mi morsi un labbro per non emettere alcun tipo di suono. 
Il secondo indizio che mi convinse maggiormente, fu quando la sua mano si poggiò delicatamente sulla mia guancia e identificai subito il freddo dell’anello che solitamente portava al mignolo. 
Poggiò le mani sotto alle braccia, cominciando a vagare dal lato del mio seno –su cui rimase abbastanza tempo- fino ai miei fianchi. Stava quasi per toccarmi il sedere, ed io ero già pronta a tirargli uno schiaffo, non so per quale ragione tolse la mano da li, fatto sta che seguì l’andatura delle braccia fino ad arrivare alle mani. 
Giocò, come quando eravamo seduti, con i miei anelli e mi alzò la mano destra, per poi posarci un delicato bacio. 
Sentii il suo caldo respiro vicino al mio viso. 
“Lo so che sei tu” sussurrò a un centimetro dalle mie labbra. 
“Oh, siete la mia coppia preferita!” Esclamò Sarah facendoci ridere. 
Ci prese la mano ad  entrambi e ci spostò facendoci arrivare, a quella che toccando per sbaglio, immaginai fosse la cattedra. 
“E’ inutile farvi rimanere con le bende, ma tenetele comunque, fa parte del gioco” sussurrò per non farsi sentire dagli altri. 
Quando sentii i passi di Sarah causati dai tacchi a spillo allontanarsi, Luke fece passare un braccio dietro alla mia schiena, appoggiando la mano su un mio fianco. 
Cominciò a salire, arrivando quasi a toccare il seno, ma riuscii in tempo ad abbassargli la mano. Lo sentii ridacchiare, per poi rifare di nuovo lo stesso gesto. 
“Luke hai finito?” Sbottai sussurrando. 
“Eddai piccola, non ci vede nessuno” rise sussurrando a sua volta. 
Sentii il mio cuore battere all’impazzata, era già la seconda volta che mi chiamava piccola. 
Abbassai di nuovo la sua mano che stava salendo un po’ troppo, ma questa volta la incastrai fra la mia, per non farglielo rifare. 
Mi spostò di peso portandomi davanti a se, e senza staccare la presa mi fece poggiare al suo petto. Sorrisi al suo gesto, era passato di nuovo dal essere malizioso al tenero. 
Luke era una scoperta continua. 
Dopo vari minuti di attesa – di cui io non mi lamentai minimamente- sentii Sarah parlare di nuovo. 
“Bene ragazzi ora che avete finito tutti, potete togliervi le bende” esclamò entusiasta. 
Per la seconda volta mi staccai da Luke svogliatamente e cercai di slegare quella dannata cosa, che avevo legato in maniera fin troppo stretta. Dopo un po’ di tentativi ci rinunciai, non ci sarei  mai riuscita da sola. 
“Luke?” Lo chiamai piano. 
“Hm?” 
“Mi aiuti?” Domandai sbuffando. 
Lo sentii ridacchiare leggermente per poi cominciare a slegare il nodo. 
Sospirai di sollievo quando riuscii di nuovo a vedere qualcosa. 
“Quanti ragazzi hanno sbagliato a scegliere  la compagna?”  Domandò Sarah, facendo alzare le mani a Michael e ad Ashton, che si erano scambiati le ragazze. 
L’avevo detto io che Irwin aveva sbagliato. 
“Oh, avevo previsto la punizione per una sola coppia.. fate Bim Bum Bam”  Disse facendomi ridere. 
Quei due cretini lo fecero per davvero e alla fine ad aver perso fu Mike. 
Loris, sconsolata si mise una mano sugli occhi. 
“Qual è la punizione allora?” Chiese Michael avvicinandosi alla sua partner. 
“Ecco, per questo dovrete uscire un secondo fuori dalla classe” rispose lei, facendo nascere delle espressioni confuse sulle facce dei due ragazzi. 
Una volta fuori, Sarah si sedette su una sedia e ci guardò. 
“Sarete voi a decidere per loro, forza, su con le idee.” 
Uh, mi piace questa cosa. 
“Un giro, della scuola scalzi.” 
Ma chi è questo idiota? 
“Magari si potrebbero scambiare i vestiti.” 
Ecco, questo ancora più deficiente. 
Serviva qualcosa di semplice, ma ad effetto. 
Un’idea si impossessò della mia piccola testolina e guardai Luke sorridendo maliziosa. 
“Un bacio a stampo” esclamai, attirando tutti gli sguardi su di me. 
“Mi piace, non è esagerato” acconsentì Sarah. 
Esultai dentro di me e con un saltello, mi sedetti sulla cattedra. Volevo godermi per bene quella scena. 
Sarah uscì per un secondo per poi rientrare seguita da Mike e Loris. 
“Quindi?” Chiese lei un po’ intimidita. 
“Dovrete...darvi.. un bacio a stampo” disse Sarah sorridendo maliziosa. 
“Che cosa?!” Sbottò Michael sorpreso. 
Il colorito che presero le guance di Lory mi fece intenerire. 
“C’è una durata?” Domandò imbarazzato. 
“Cinque secondi.” 
Sarah sei una vera stronzetta. 
“O..Okay” disse semplicemente lei. 
Qui ci vuole una bella foto! 
Cercai in tasca il telefono ma non lo trovai, tastai sulle tette e non lo trovai neanche li, guardai in fondo all’aula e realizzai di averlo lasciato nella borsa sopra al banco. 
Guardai Luke e cercai con lo sguardo il suo cellulare, appena lo notai  nella tasca posteriore dei jeans, lo presi senza farmi alcun tipo di problema. 
Infatti, mi guardò con un sopracciglio alzato, al quale risposi alzando semplicemente le spalle.  Impostai sulla fotocamera, ma quei due ancora erano distanti. 
“Vi date questo cazzo di bacio o no?!” Esclamai ricevendo uno sguardo omicida da parte di Mike. 
Ridacchiai cercando di contenermi un pochino. 
Dopo qualche istante si avvicinarono e quando finalmente si baciarono scattai la foto. 
“Questa, me la dovrai inviare” dissi porgendo il telefono a Luke. 
“Sei allucinante” sussurrò facendomi ridere. 
 
  
Aspettai Kelsey fuori dall’aula di arte e appena la notai avvicinarsi alla porta per uscire, la presi a braccetto. 
“Oh, Jade.. tutto a posto?” Chiese scrutandomi per bene. 
“Si” risposi sorridendo. 
“Sembri felice.” 
“Lo sono” mi lasciai scappare sincera. 
“Come mai?” Domandò con un sorrisino dipinto in volto. 
Alzai le spalle non sapendo come risponderle, di certo non le potevo dire ‘ perchè Luke Hemmings mi rende felice’. 
“Mi stai nascondendo qualcosa. Ne sono sicura, e se non me lo dirai, lo scoprirò da sola” disse assottigliando gli occhi. 
“Chi, cosa, quando e dove?” Sam sbucò infilandosi in mezzo a noi due. 
“Jade ci nasconde qualcosa” ribattè Kels, guadagnandosi un mio sguardo furioso. 
“E’ vero, è da un po’ che ti vedo strana” disse Sam guardandomi negli occhi. 
Mi dispiaceva nascondere la verità alle mie due migliori amiche, non sapevo neanche perchè lo stavo facendo. 
Mi fermai per poi prendere un respiro profondo, mi guardai in giro per controllare che non ci fossero orecchie indiscrete e mi decisi a parlare. 
“Ecco..io..” Iniziai nervosa. 
“Te la fai con Luke” esclamò Sam. 
Sgranai gli occhi, sentendo il mio cuore accelerare più forte. 
“Abbassa la voce cretina” dissi tappandogli la bocca. 
“Avete fatto sesso!” Urlò Kelsey attirando l’attenzione di alcuni ragazzi che stavano passando. 
“O mio Dio, sei incinta!” Sam si coprì la bocca con la mano facendo un passo indietro. 
Mi sbattei la mano sulla fronte, ma cosa ho fatto per avere delle amiche così stupide? 
“Non sono incinta e soprattutto non ho fatto sesso con Luke, deficienti!” Dissi facendole zittire. 
“E allora?” Chiese Kels calmandosi un pochino. 
“Ci siamo solo... baciati” sussurrai appena imbarazzata. 
“Allora avevo ragione!” Esclamò sorridendo “ti piace” continuò divertita. 
“No! Non mi piace.. lo trovo solo carino”. 
Sam alzò il sopracciglio incrociando le braccia al petto. 
“Ok, si. E’ un gran figo! Però non mi piace, insomma si dai, solo un pochino” mormorai trovando le mie scarpe davvero interessanti. 
“Oh, avanti Jade!” Kels mi accarezzò un braccio “ non c’è bisogno di mentire a noi.” 
Sbuffai,  giocando nervosamente con le punte dei miei capelli. 
“E se non gli piaccio?” Domandai flebilmente. 
“Se non gli piaci? Ma che cavolo stai dicendo, ti sei vista? A quale ragazzo non potresti piacere?” Rispose Sam facendomi sorridere. 
“Se vuoi posso diventare lesbica per te” disse Kelsey facendoci ridere. 
“No, per carità. Non vorrei poi trovarmi Ashton come nemico” esclamai facendola arrossire. 
  
 
Uscii dallo spogliatoio femminile sotto lo sguardo curioso di Kelsey, con le scarpe in una mano, il cellulare nell’altra, la maglietta che lasciava la pancia scoperta e i capelli ancora sciolti. 
Mi appoggiai appena alla porta della grande palestra e mi guardai intorno. Per fortuna Park non era ancora nei paraggi e riuscii a sgattaiolare fino alla panchina contro al muro. 
Alcuni ragazzi stavano giocando con la palla mentre aspettavano l’arrivo del professore. 
Non sarei mai riuscita a capacitarmi di come i maschi, a differenza di noi ragazze, riuscissero a cambiarsi così in fretta. 
Scossi la testa e mi legai i capelli in un coda non troppo ordinata. 
“Ma che stai facendo?” Chiese Luke guardandomi divertito. 
“La tua amica  Marge mi lanciava sguardi di fuoco e mi dava fastidio cambiarmi davanti a lei” dissi aggiustandomi la t-shirt. 
Mi guardò confuso sedendosi a terra. 
“Megan” mi limitai a rispondere. 
“Fregatene di quella” Luke alzò semplicemente le spalle, continuando a guardarmi. 
Mi sedetti sulla panchina e cominciai a mettere le scarpe. 
“Che piedi piccoli” disse ridacchiando. 
Sorrisi alla sua stupidità e presi il telefono pronta a metterlo all’interno del reggiseno, come sempre. 
“Avevi detto che lo lasciavi fare a me” un sorriso malizioso si dipinse sul suo viso. 
“No, avevo detto che forse te lo lasciavo fare” dissi mordendomi il labbro per non ridere. 
Dio, quanto avrei voluto saltargli addosso e baciarlo fino allo sfinimento. 
Poggiò una mano sul mio fianco e si avvicinò fin troppo al mio viso. 
“Smettila di provocarmi così, perchè non hai la minima idea di come io mi stia controllando” sussurrò facendo sfiorare appena le nostre labbra. 
Sospirai stringendo la sua maglietta, nulla mi stava fermando a sfilargliela, ma il mio autocontrollo, seppur debole, mi consigliò di non fare cazzate davanti ad altri studenti. 
“Buon giorno ragazzi!” La voce squillante di Park mi fece ritornare alla realtà e con dispiacere spinsi Luke cercando di allontanarlo. 
Mi alzai dalla panchina e misi il cellulare nel suo solito posto e dopo l’attesa di alcuni minuti, per aspettare le ragazze, il professore ci obbligò a correre. 
Dieci minuti più tardi cominciammo a formare le squadre di calcio e pallavolo. 
“Questa volta stai con me” disse Ryan trascinandomi verso i ragazzi. 
“Gioco anche io” una voce acuta fece voltare tutti, compresa me. 
“No” rispose secco Jake. 
“E perchè lei può?” Chiese Megan offesa. 
“Perchè lei sa giocare”  disse Ryan facendomi sorridere. 
“Avanti ragazzi fate giocare anche lei.” Esclamò Park. 
Marge starnazzò contenta aggrappandosi come un koala al braccio di Luke. 
Sentii un bruciore all’interno dello stomaco e mi nascosi dietro a Ryan per evitare di guardare quella scena. 
Per fortuna non capitò nella mia squadra, ma per sfortuna non fui con il biondino come la scorsa volta. 
La squadra avversaria per distinguersi rimase a petto nudo e questo fu un punto a loro favore, visto che non sarei riuscita a concentrarmi facilmente con Luke mezzo nudo davanti a me. 
Mi guardò divertito mentre si sfilò la maglietta e se non fosse stato per Ryan che mi teneva per mano, sarei caduta a terra come una pera. 
Bastardo. 
Distolsi lo sguardo e notai Mary in top, con tutte le tette di fuori. 
Dio che zoccola. 
“Okay piccola, la scorsa volta sei stata il punto vincente dell’altra squadra, ora devi esserlo per me” disse Ryan accarezzandomi una guancia.  
Annuii, sorridendo alla sua tenerezza. 
Dopo il primo fischio la partita iniziò, cercai di concentrarmi al massimo, anche se le urla dell’oca starnazzante che partivano ogni volta che la palla la sfiorava appena, mi innervosivano parecchio. 
Drake, un mio compagno, mi passò la palla e come a farlo apposta quella rompi palle mi si piazzò davanti. Cercai di superarla ma il suo sgambetto mi fece cadere di ginocchio. 
Urlai dal dolore sentendo subito il bruciore. Mi girai sedendomi a terra  notando del sangue uscire dal taglio che mi ero procurata e sperai che non fosse profondo. Immaginai subito il livido che sarebbe comparso intorno. 
“Benson! Stai bene?” Chiese Drake correndo nella mia direzione. 
“Più o meno” risposi cercando di alzarmi. 
“O mio Dio! Fammi vedere!” Urlò Ryan abbassandosi alla mia altezza. 
“Non è niente, aiutami ad alzarmi” lo tranquillizzai porgendogli la mano. La afferrò e mi fece alzare delicatamente. 
“Ma sei forse impazzita?!” Sentii Luke urlare a Megan “Ecco perchè le ragazze non devono immischiarsi al calcio” continuò per poi correre verso la  mia direzione. 
“Jade, stai bene?” Chiese preoccupato. 
Rabbrividì sentendolo di nuovo dire il mio nome. 
“Si” sussurrai appena. 
“Cazzo! Voi continuate la porto io in infermeria” disse con lo sguardo basso sulla mia gamba. 
Ryan se pur dubbioso annuì lasciando la presa sulla mia mano. 
“Puoi uscire dal campo per cortesia?” Lo sentì urlare alle mie spalle. 
Ridacchiai immaginando che si stesse riferendo a Mindy. 
“Ce la fai a camminare?” Mi chiese Luke facendomi appoggiare alla sua spalla. 
Annuii mordendomi il labbro come per trattenere il bruciore. 
Entrammo in palestra e Park come al solito era scomparso. 
“Ma perchè quel coglione quando serve non c’è mai?!” Urlai esasperata. 
“Come sei femminile” Luke rise facendomi sorridere. 
Anche senza il permesso di quello che doveva essere un professore, uscimmo e ci incamminammo verso l’infermeria. Sbuffai alla visuale di tutti i corridoi che dovevo percorrere per raggiungerla. 
“Forza scimmietta, andiamo” disse Luke prendendomi in braccio a mo’ di principessa. 
“Luke, non c’è bisogno che mi prendi in braccio” sussurrai. 
“Si invece” ribattè. 
Lo ringraziai mentalmente e allacciai le braccia dietro al suo collo, tanto per essere sicura che non mi facesse cadere. 
Appena entrammo in quella stanzetta mi poggiò sul tavolo invece che sul lettino. 
“Ma Maria?” Chiese guardandosi intorno. 
“In questa scuola non c’è mai nessuno quando serve” dissi alzando le spalle. 
Prese dei fazzoletti e il disinfettante cominciando a ripulire la ferita. 
Era tutto così buffo, perchè esattamente due settimane fa eravamo nella stessa situazione, solo con i ruoli invertiti. 
Dopo aver messo il cerotto, mi fece scendere  e mi prese per mano aprendo la porta. 
Quando provò a spingere  la maniglia per la terza volta, andai nel panico. 
“Ehm...siamo rimasti chiusi dentro.” 
  
  
  

Hola crostatineeee (?) 
Rieccomi qui con il capitolo 10. 
Che ve ne pare?? 
Personalmente la prima parte è piaciuta molto e adoro Jade  e Luke insieme! Sono così carini e giocosi insieme. 
Michael e Lory sono troppo tenerii! Jade ha fatto la stronza ma ha fatto la cosa giusta ;) No? 
Cosa pensate che accadrà in infermeria? Fatemi sapere un po’, sono proprio curiosa di sapere come immaginate il continuo. 
Basta, oggi non tante cose da dire. 
Ringrazio tutte quelle bellezze che continuano a seguire questa storiella. 
Grazie di cuore <3 
Good Bye

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Capitolo 11
*** Surprise! ***





Surprise! 
 
“Ehm...siamo rimasti chiusi dentro” Sussurrò appena.  
Sentii il mio povero cuore fare tre capriole all’indietro e una spaccata.  
Feci dei lunghi respiri per cercare di calmarlo.  
Spostai Luke e provai di nuovo a tirare la maniglia.  
“Cazzo e ora cosa facciamo?!” Urlai spaventata.  
“Tranquilla non farti prendere dal panico.”  
Luke si sedette sulla sedia incrociando le braccia al petto.  
“Ma come fai ad essere così tranquillo?” Chiesi evitando, per quanto ci provassi, di posare lo sguardo sul suo petto nudo, che non mi stava aiutando per niente a mantenere la calma.  
“Prima o poi qualcuno verrà a cercarci, si chiederanno che fine abbiamo fatto, no?”   
Sbuffai sonoramente e mi sedetti per terra con la schiena poggiata su quella dannata porta.  
Tirai fuori il cellulare ricordandomi di averlo con me e sbloccai lo schermo che però non si accese.  
“No!” Piagnucolai buttandolo a terra.  
“Che ha?” Domandò guardandomi.  
“E’ morto.. tu ce l’hai con te il cellulare?” Chiesi speranzosa.  
“No l’ho lasciato nell’armadietto.”   
Mi coprii il viso con le mani, noi due da soli, in quelli condizioni poi, bloccati in una stanzetta.   
Beh, non era poi così male.  
‘Ninfomane, non puoi pensare a cose del genere, in un  momento come questo!’ Mi rimproverò la famosa vocina.  
In effetti, non aveva tutti i torti.  
“E se provassimo a uscire dalla finestra?” Chiese alzandosi e affacciandosi alla grande vetrata.  
“Ma sei impazzito? Siamo al secondo piano!”   
“Ma non è tanto alto” ribattè tirando la maniglia per aprirla.  
“Cazzo, ci vuole la chiave” esclamò sbuffando.  
Ridacchiai slegandomi i capelli e togliendo le mollettine.  
“Siamo proprio sfigati” dissi guardando il mio ginocchio.  
Feci una smorfia di disgusto, tolsi il cerotto che si era già impregnato di sangue e chiesi a Luke di darmi un po’ di carta per tamponare.  
“Non hanno delle bende o qualcosa di simile?” Chiesi guardandomi in giro.  
Luke aprì tutte le ante e i cassetti presenti ma non trovò nulla.  
“Ma che infermeria del cazzo!” Sbottai alterata.  
“Alzati un attimo” disse porgendomi la mano.  
La afferrai e in attimo fui in piedi.  
Prese fra le dita il lembo della mia t-shirt e dopo qualche secondo di attesa, cominciò a strapparla, lasciandomi con lo stomaco scoperto.  
Per fortuna ne avevo una di riserva a casa.  
“Mi stupisci Hemmings, a volte sei davvero intelligente” lo provocai ridacchiando.  
Fece un sorriso finto, seguito da una smorfia che mi fece ridere.  
Mi sedetti di nuovo e dopo aver appoggiato del cotone sopra al taglio del ginocchio, Luke lo avvolse con quella specie di benda che aveva creato.  
Mi fece sorridere il modo in cui, in un certo senso, si prendeva cura di me.  
Lo guardai mentre era concentrato ad annodare quella fascia e mi resi conto di quando fosse bello.  
Non sexy o figo, ma bello. Aveva il viso così concentrato, con qualche rughetta sulla fronte per via dell’espressione che nemmeno sapeva di avere.  
Una volta finito, si appoggiò con la schiena contro la porta, accanto a me.  
“Non potevi metterti una maglietta, prima di uscire?” Chiesi controllando il tono della mia voce.  
“Perchè? Non ti piaccio così?” Mi istigò giocherellando con il piercing.  
Sbuffai e voltai lo sguardo, portandolo alla parete spoglia davanti a me.  
Sentii la sua risata e la sua mano afferrare la mia.  
“Mi piacciono le tue mani” sussurrò appena.  
“Come?” Avrei mentito se avessi detto che quella sua confessione non mi stupii.  
“Si, sono così calde e piccoline, mi fanno tenerezza” spiegò giocando con le mie dita.  
Tu sei tenero.  
“Sono da brava ragazza” continuò guardandomi negli occhi.  
“Cosa stai insinuando?” Chiesi confusa.  
“Che sembri una brava ragazza.”  
“Sembro?” Domandai inarcando il sopracciglio.  
“Non saprei, sei strana tu. A volte sei così dolce e a volte sei così stronza” disse ridacchiando “ però mi piace, è un mix che ti si addice.”   
Posò le mani sui miei fianchi e mi spostò di peso, poggiandomi sulle sue gambe.  
“Tu invece sembri..” mi fermai non trovando un aggettivo adeguato.   
Non controllavo neanche più le mie mani, che si erano poggiate sulle sue spalle nude.  
“Un bad boy” continuai ridacchiando. Non lo pensavo davvero, i suoi gesti e il modo in cui si era preoccupato per me, mostravano il contrario.  
“Questo afferma che gli opposti si attraggono” sorrise malizioso attirandomi maggiormente a se.  
Sorrisi a quello che disse, perchè era proprio così.  
“Basta pensare a Calum e Sam, per non parlare di Ashton e Kelsey”  continuò ridendo.  
Mi unii alla sua risata, dandogli completamente ragione.  
“Ashton è così aperto e spontaneo e si è andato a scegliere la ragazza più timida sulla faccia della terra” esclamai lasciandomi scappare un sorriso.  
“E Sam? Senza offesa, ma non so come faccia Calum a sopportarla” disse Luke facendomi ridere di gusto.  
“Si è un po’ sovraeccitata, ma dopo un po’ ci fai l’abitudine e scopri dei lati di lei davvero belli.”   
 Sorrise cominciando a disegnare dei cerchi immaginari attorno al piercing del mio ombelico.  
Trasalii per via dei brividi che sentii schiena e lui sorrise, sapendo di esserne la causa.  
Mise una mano dietro al mio collo e mi avvicinò, per poi posarci diversi baci.  
Sospirai a quel contatto e poggiai la mano sul suo petto non troppo muscoloso.  
Succhiava, leccava, soffiava e io mi resi conto solo alla fine, di quello stava accadendo.  
“Luke se mi hai fatto un succhiotto ti ammazzo!” Esclamai staccandomi.  
“Troppo tardi” ridacchiò.  
Stronzo!  
Feci per alzarmi, ma mi trattenne per il polso facendomi tornare nella stessa posizione di prima.  
Si avvicinò e un secondo prima che posasse le sue labbra sulle mie, mi allontanai di poco. Provò un'altra volta e io mi allontanai di nuovo.Sbuffò facendomi ridacchiare, era troppo buffo.  
“Non fare la stronza e fatti baciare!” Esclamò sussurrando.   
Poggiò una mano dietro alla schiena e mi spinse facendomi avvicinare maggiormente.  
Le sue carnose labbra incontrarono le mie e sentii  il cuore esplodermi dalla felicità.  
Allacciai le braccia dietro al suo collo e approfondii maggiormente il bacio.  
Dio, quanto lo volevo.  
Cominciai a giocare con i suoi capelli tirandoli di poco e mi piaceva da morire sentirlo sospirare.  
Mi accarezzò il fianco e cominciò a salire con la mano, facendomi impazzire sempre di più, ad ogni centimetro di pelle che toccava.  
Un piccolo gemito scappò dalle mie labbra quando strinse il mio seno. Mi morse un labbro e si staccò appena lasciandomi riprendere fiato.  
“Non sai da quanto tempo volevo farlo” sussurrò la con voce roca, estremamente sexy.   
La sua presa era ancora salda e non accennava minimamente a staccarsi.   
“Ora potresti anche togliere la mano.”   
“Anche no” sorrise malizioso portando l’altra mano sotto a quello che era diventato un top. Cominciò a giocare con il laccetto del reggiseno ed io stavo mandando a puttane tutto il mio autocontrollo.  
Gli strinsi la mano portandola in avanti e staccai la presa sul mio seno, ma lui la riportò subito indietro.  
“Luke” esclamai facendogli ritirare la mano.  
Rise e mi accarezzò un fianco.  
“Mi piacciono” confessò divertito “sono morbide e sode al punto giusto” continuò ridacchiando.  
“Ah si scusa, sei tu l’esperto di tette qui” dissi alzando il sopracciglio.  
“Non essere gelosa piccola, le tue sono le migliori” sussurrò rubandomi un bacio a fior di labbra.  
Scossi la testa lasciandomi scappare un piccolo sorriso.  
“Idiota” dissi dandogli uno schiaffetto sul braccio.  
Voltai lo sguardo e osservai le mie forcine lasciate sul pavimento.  
Un’idea mi balenò in testa e mi staccai da Luke, ne presi una e mi avvicinai alla serratura della porta.  
“Proviamo così.”   
Guardai Luke e sperai con tutta me stessa di riuscirci.  
Mi aiutai con i denti ad aprirla un po’ e incominciai a smanettare all’interno della serratura.  
“Guardi troppi film” disse Luke avvicinandosi.  
Lo ignorai e continuai per un po’ nel mio intento.  
Sentii il cuore in gola quando sentimmo il ‘click’ della serratura.  
Ci guardammo per un istante e ci alzammo in piedi.  
Abbassai la maniglia tirandola all’esterno e appena la porta si aprì urlai di felicità.  
“Sei un fottuto genio!” Esclamò Luke lasciandomi un bacio sulla fronte.  
Risi e raccolsi il mio telefono, uscendo finalmente da quella infermeria.  
“Ma che cazzo vi è successo?” Ci chiese Calum quando ci incontrò nel corridoio.  
“Storia lunga.” Rispose semplicemente Luke.  
“Stai bene?” Domandò dopo aver notato la mia gamba, lasciata nuda dai pantaloncini.  
Annuii e con il suo aiuto, finalmente ci incamminammo per gli spogliatoi.  
“Ma dove sei stata?” Chiese Kels quando entrai nello spogliatoio.  
“Che minchia hai fatto?” Alzò la voce, una volta che mi osservò per bene,  fortunatamente  non c’era più nessuno li dentro.  
“Quella zoccola di Megan mi ha fatto cadere e Luke mi ha portato in infermeria, solo che poi siamo rimasti bloccati e dato che sono una ragazza super intelligente, sono riuscita ad aprire la porta ed eccomi qui!” Spiegai sorridendo.  
“Ti fa male?”   
“Mi brucia un po’, ma passerà” sospirai cominciando a togliermi le scarpe.  
“Che avete fatto, nel frattempo?” Chiese con un sorriso malizioso.  
“Niente, cosa vuoi che sia successo” ridacchiai isterica.  
“Niente eh? E quel succhiotto?”   
Cominciai a sentire caldo, molto caldo.  
Istintivamente coprii la macchiolina con i capelli.  
“Non è un succhiotto, mi sono solo graffiata”.  
Che merda di scusa.  
“Ma vaffanculo” rise per poi aiutarmi a vestirmi.  
   
   
Mi buttai sul letto e presi dal comodino la crema che mia madre mi obbligava a mettere. Dovevo ammetterlo, era magica.  
In due giorni di quel taglio era rimasta solo una piccola crosta che nel giro di una settimana sarebbe sparita.  
Me ne spalmai un po’ e richiusi la boccetta.  
Sentii il cellulare vibrare e mi voltai, notandolo dall’altra parte nel letto. Rotolai e lo afferrai per poi leggere il messaggio che mi era stato inviato.  
Da: Sam  
Pigiama party baby! Tra massimo un’ora, ti voglio a casa mia!  
Sorrisi, ogni tanto anche noi organizzavamo delle serate solo per ragazze. Smalto, film, trucco e soprattutto parlare di ragazzi.  
Mi alzai e scesi di sotto, sapendo che i miei erano in casa.  
Amavo il sabato proprio per questo, potevo stare con loro ed essere una famiglia normale dato che non li vedevo per il resto della settimana.  
Scendendo l’ultimo scalino, notai papà abbracciato alla mamma, dondolavano di poco e lei rideva quando lui le sussurrava qualcosa.  
Si baciavano, si coccolavano e io li  trovavo così dannatamente adorabili.  
Sistemai i capelli, in modo da nascondere il succhiotto che quel cretino mi aveva fatto. Entrai in cucina e mi infilai tra loro due, ritrovandoci così in un abbraccio a tre.  
“Ecco, ora siamo al completo” disse mio padre facendomi sorridere.  
“Mi siete mancati ragazzi” confessai sincera.  
La mamma mi posò un bacio sui capelli e si allontanò cominciando a frugare nella dispensa.  
Ne approfittai e abbracciai di più mio padre che ridacchiò dondolandomi, come aveva fatto prima con mia madre.  
Era alto e muscoloso, stare fra le sue braccia era una cosa a dir poco bellissima.  
Odiavo il suo lavoro, che me lo teneva occupato tutto il giorno.  
“Cosa vi preparo per cena?” Chiese mia madre aprendo il frigo.  
“Oh, ecco. Ero scesa per chiedervi se potevo andare a dormire da Sam.”   
Sapevo già la risposta, ma lo chiesi comunque.  
Mi piaceva farli sentire dei veri genitori, lasciandoli prendere delle decisioni per me.  
“Certo tesoro”  rispose mio padre prima di allontanarsi per rispondere al suo  cellulare che stava squillando.  
“Allora, come è andata con Luke?” Chiese mia madre sussurrando. Non voleva farsi sentire da papà, perchè.. beh perchè il mio, era un padre molto geloso.  
“Bene” sorrisi ampliamente.  
“Hai usato la mia tecnica?” Domandò maliziosa.  
“No” ridacchiai.  
“Come no?” Il suo sorriso si spense immediatamente.  
“Beh, io sono entrata a scuola e sono andata al mio armadietto e lui è venuto subito da me”.  
“Beata te, tuo padre mi aveva fatto impazzire” disse con un sorriso amaro che mi fece ridere.  
“Quindi non uscite stasera?” Chiesi una volta che mio padre finì di parlare al telefono.  
“No, staremo in casa a coccolarci” rispose abbracciando da dietro la mamma che stava lavando alcuni piatti.  
Mi sarebbe piaciuto vedermi come loro fra qualche anno.  
“Quand’è che vengono quelle due scimmiette? Vorrei rivederle”  disse papà facendomi ridere.  
Pensandoci, era da un po’ che Sam e Kels non vedevano i miei.  
Potrebbe sembrare strano, ma ai miei genitori piaceva la compagnia delle mie due migliori amiche e spesso ci ritrovavamo a cenare insieme.  
“Le inviterò, uno di questi giorni.”  
Alzai le spalle e uscii dalla cucina dirigendomi in camera mia.  
Preparai la borsa mettendoci il ricambio per il giorno dopo e lo spazzolino.  
Niente pigiama, semplicemente perchè io non sapevo dormire con il pigiama.  
Mi tolsi i pantaloncini e indossai un paio di jeans chiari con alcuni tagli qua e la, una canottiera nera piuttosto stretta e una maglietta larga sopra.  
Mi infilai le scarpe, presi la borsa, il telefono e scesi per salutare i miei genitori.  
In meno di mezz’ora fui a casa di Sam, che appena mi vide, mi strinse un abbraccio rompi costole.  
“Ciao Kels” la salutai lasciandole un bacio sulla guancia.  
Mi buttai sul divano accanto a lei e  poggiai la testa sulla sua spalla. Avevo voglia di coccole e Kelsey era sempre pronta a farmele. Ridacchiò iniziando ad accarezzarmi la schiena.  
“Che si fa?” Chiesi a Sam che stava cercando il telecomando della tv.  
“Vi va un po' di karaoke?”  
Annuii e Sam si collegò a youtube digitando i titoli delle canzoni che voleva sentire.  
“Ma i tuoi?” Le chiese Kelsey.  
“Staranno fuori fino a domani sera”  alzò le spalle continuando nel suo lavoro.  
Era la terza canzone che stavamo cantando mentre ballavamo e  saltavamo come delle sceme, quando partì  Beat it di Sean Kingston, mi tolsi maglietta rimanendo in canottiera, faceva davvero troppo caldo.  
Sam fermò la musica quando sentì il campanello suonare.  
“Aspetti qualcuno?” Domandai dubbiosa.  
Cominciò a ridere isterica toccandosi i capelli nervosamente.  
“Forse”  sussurrò appena, per poi aprire la porta.  
Kels si avvicinò a me e mi strinse forte la mano quando vide Ashton, seguito dagli altri, entrare in casa.  
Che stronza, poteva avvisarci almeno.  
“Sorpresa” ridacchiò Sam aprendo le braccia. 






 

Hola cioccolatine! 
Sono tornata, eh si non vi libererete facilmente di me u.u 
Allora commenti? Abbiamo metà capitolo Juke o Lade come molte di voi mi hanno suggerito :) 
E si, in questa puntata è successo qualcosa e nessuno li ha interrotti! Yupppiiii  
Finalmente! Haha 
Ho voluto lasciare spazio anche ai genitori di Jade, in modo che capiate com’è il suo rapporto con loro. Beh, chi non vorrebbe dei genitori come loro? 
Anyway, volevo solo dirvi che il prossimo capitolo non sarà la solita cosa in cui per “caso”  Jade e Luke dormiranno insieme al pigiama party e bla bla, sto cercando di essere originale e spero di esserlo stata anche nei scorsi capitoli (: 
Ringranzio di cuore le ragazze che mi hanno lasciato una recensione allo scorso capitolo, non sapete quanto mi rendete felice :’) 
Okay, me ne vado. 
Bye <3 
 
Ps: Pollici in alto per il nuovo banner! E' proprio cosi che immagino Jade, solo con gli occhi nocciola.

 

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Capitolo 12
*** The flag game ***





The flag game


 

 
Ashton rivolse un sorriso enorme a Kelsey, che stava uccidendo la mia povera mano per via della sua stretta così forte.  
Mi allontanai di poco lasciando la presa della mia migliore amica e ridacchiai notando il colorito rosa che presero le sue guance.  
Lui le si avvicinò e le lasciò un bacio sulla guancia per poi abbracciarla.  
Oh che tenero.  
Mi affrettai a prendere la maglietta che avevo buttato sul divano e la indossai velocemente.  
“Hei” Michael mi salutò avvicinandosi con le braccia aperte.  
Skinny jeans neri, camicia a quadretti rossi con le maniche strappate, cappellino all’indietro con quei immancabili orecchini neri, e il suo piercing al sopracciglio.  
Da stupro in pratica.  
“Heeei ragazzo sexy” sorrisi fiondandomi ad abbracciarlo.  
“Ha parlato” ridacchiò stringendomi.  
“Ma sta zitto” risi lasciandogli un bacio sulla guancia.  
“Ciao nana dai capelli biondi” disse Calum sorridendomi allegramente.  
Feci una smorfia. Davvero? Nana dai capelli biondi?  
“Avanti Cal, potresti fare di meglio.”  
Rise per poi dedicare tutta la sua attenzione a Sam.  
Mi sentivo un po’ di troppo con tutte quelle coppiette che si sbaciucchiavano.  
“Hei” Sentii sussurrarmi all’orecchio.  
Mi voltai e incontrai quei fantastici occhi azzurri.  
“Ciao” sussurrai a mia volta.  
Luke mi lasciò un bacio più vicino alla bocca che alla guancia, che mi provocò un leggero prurito allo stomaco.  
Sorrisi e mi allontanai prendendo Sam per la mano, strappandola da Calum che la stava per baciare.  
Eh no bello.  
“Puoi venire un attimo? Ti devo parlare” dissi a denti stretti.  
Mi incenerì con lo sguardo, ma non ci badai molto, così mi voltai per chiamare Kels.  
“Voi accomodatevi, fate come se foste a casa vostra” disse Sam mentre la trascinavo in cucina.  
“Ma sei forse impazzita?” Le chiese Kelsey una volta chiusa la porta.  
“Perchè?” Domandò innocentemente.  
Un angelo proprio.  
“Ci potevi almeno avvisare che avresti invitato anche loro” sbottai cercando di non alzare troppo la voce.  
“Volevo farvi una sorpresa” ridacchiò isterica.  
“No, volevi farmi prendere un infarto!” Esclamò Kelsey.  
Mi morsi un labbro per non ridere, Kels incazzata non la si vedeva quasi mai, ed era così buffa.  
“Sarà divertente” Sam sorrise alzandosi dalla sedia su cui era seduta.  
“Fate tanto le sostenute, ma lo so che vi fa piacere che i vostri ragazzi siano qui.”  
“Non è il mio ragazzo” sussurrò appena Kels.  
“Sta zitta” urlammo contemporaneamente io e la castana.  
“Sono io quella a non avere il ragazzo se mai” incrociai le braccia al petto guardandola.  
“Non ancora” Sam sorrise maliziosa prima di uscire fuori dalla cucina.  
Odiavo quando faceva la saputella.  
Guardai Kels e lei guardò me.  
La abbracciai, almeno una delle mie due migliori amiche era normale.  
Ridacchiò e mi trascinò fuori da li.  
“Allora che si fa?” Chiese Calum sistemandosi meglio sul divano.  
“Guardiamo un film?” Proposi.  
“Che film hai?” Chiese Ashton alla padrona di casa.  
Sam si avvinò alla libreria dove teneva tutti i dvd e cominciò ad elencarli uno per uno.  
“High school musical, Scary movie, Honey, Step up..”  
“Uno un po’ più recente no?” Domandò Luke aggiustandosi i capelli.  
“L’ultimo che ho comprato è Frozen.”  
“Si, si, si metti quello!” Esclamò Mike facendoci ridere.  
Si, lui è quello che vuole sembrare un duro.  
Sam spense le luci per creare l’atmosfera giusta e fece partire il film.  
Mi guardai in torno e cercai un posto libero sui cui sedermi. Il divano era occupato dalle due coppiette, ed io di sicuro non mi sarei messa in mezzo, mentre sulle due poltrone erano seduti Luke e Michael.  
Dove cazzo mi siedo ora?  
Notai i braccioli delle poltrone, che per fortuna erano abbastanza grandi e avrei potuto sedermi tranquillamente.  
Guardai Luke che non mi toglieva gli occhi di dosso e poi osservai Mike, impegnato a seguire il film anche con troppa attenzione.  
Scossi la testa sorridendo e decisi di sedermi affianco a lui, stare vicino a Luke non portava mai niente di buono.  
  
Era passata mezz’ora dall’inizio del film e lo sguardo di Luke bruciava sulla mia pelle, evitai di incrociare i suoi occhi e presi il telefono sfilandolo dalla tasca dei jeans.  
A: SuperFigoLuke  
Smettila di guardarmi..  
Da: SuperFigoLuke  
Il tuo corpo me lo impedisce.  
Portai le ginocchia in alto e le abbracciai, cercando di coprirmi in qualche modo.  
Alzai lo sguardo e lo trovai a torturarsi quel benedetto piercing.  
Incredibile come i miei ormoni si scatenassero ad un gesto così semplice, ma tremendamente sexy.  
Da: SuperFigoLuke  
Alzati e vai in bagno.  
Cosa? Alzai il sopracciglio e lo guardai, negai con la testa e feci finta di tornare a seguire il film.  
Da: SuperFigoLuke  
Dai, ti prego. Ti devo dire una cosa importante.  
Sbuffai, notando che sul suo viso c’era veramente un’espressione seria.  
Mi alzai dal bracciolo della poltrona e mi diressi nel bagno del primo piano. Aprii la porta e la luce del sole che entrava dalla finestra quasi mi accecò.  
Mi guardai allo specchio, sistemai i capelli con le mani e mi appoggiai al lavandino aspettando quel cretino.  
Chissà cosa aveva da dirmi.  
Dopo qualche secondo la porta si riaprì, facendo entrare un Luke dall’aria divertita.  
“Che c’è?” Chiesi curiosa.  
“Niente” rispose sorridendo.  
“Come niente? Perchè mi hai fatta venire qui allora?” Domandai incrociando le braccia al petto.  
“Perchè morivo dalla voglia di baciarti” sussurrò afferrandomi per i fianchi.  
Risi, scuotendo la testa.  
In effetti era da due giorni che non ci vedevamo e detto sinceramente le sue labbra anzi, lui mi era mancato terribilmente.  
“Su avanti, baciami” mi voltai porgendogli la guancia.  
 Non volevo essere stronza, ma prendermi gioco di lui, era così divertente.  
Lo sentii ridacchiare, mentre metteva una mano nella tasca posteriore dei miei jeans.  
Okay questo non me aspettavo.  
“Se è questo che vuoi.. allora va bene” sorrise malizioso.  
Strofinò il naso contro la mia guancia e iniziò a posare tanti leggeri baci, partendo dall’orecchio e piano piano avvicinandosi sempre più alle labbra.  
Cominciai a rilassarmi e a lasciarmi andare, chiusi gli occhi aspettandomi quel bacio che tanto desideravo, ma appena arrivò al confine delle mie labbra si allontanò facendomi aprire di scatto le palpebre.  
Eh no, non poteva farmi questo.  
L’espressione delusa che prese il mio viso lo fece ridacchiare.  
Mi avvicinai alle sue labbra, ma lui si alzò di poco, ero già praticamente sulle punte e non riuscii ad alzarmi maggiormente.  
 Si spostò da destra a sinistra, mentre io lo seguivo, senza aver alcun risultato. Sbuffai tornando con i piedi per terra.  
Che stronzo.  
Abbassai lo sguardo e cercai di farmi venire in mente un'idea.  
“Oddio Luke guarda!” Esclamai prendendo un pezzo della sua maglietta fra le dita.  
“Che cosa?”  
Appena abbassò il viso per vedere a cosa mi stessi riferendo, mi alzai ancora una volta sulle punte e a sorpresa riuscii a baciarlo.  
Lo sentii sorridere e ricambiare il bacio. Passarono secondi, forse minuti, ma appena mi ricordai di un piccolo dettaglio, mi allontanai.  
“Cosa hai detto agli altri?” Chiesi con il fiato spezzato.  
 “Niente mi sono semplicemente alzato” disse sorridendo sulla mia bocca.  
“Sarà meglio andare.. vado prima io” scivolai via dalla sua presa, cercai di ricompormi e aprii la porta del bagno pronta ad uscire.  
“Aspetta, hai dimenticato...”  disse fermandomi per un polso.  
“Cosa?” Domandai confusa aggrottando la fronte.  
“Questo..” sussurrò prima di poggiare nuovamente le sue labbra sulle mie.  
Sorrisi e svogliatamente uscii dal bagno.  
Presi un respiro profondo ed entrai in salotto, cercai di togliermi quel sorrisino da ebete e mi sedei come prima, vicino a Mike che non aveva staccato gli occhi dal televisore per un attimo.  
Ridacchiai e dopo qualche istante notai Luke entrare attirando l’attenzione di Calum e Ashton.  
“Si, ok, ti farò sapere io, ciao” spense la chiamata e infilò il cellulare nella tasca dei jeans neri.  
Cercai di non ridere, perchè sapevo che aveva finto di parlare al telefono solo per non dare troppi sospetti.  
“Chi era?” Chiese Ashton tenendo sempre il braccio attorno alle spalle di Kelsey.  
“Jake” rispose solamente, facendo annuire di poco il suo amico.  
  
Appena finì il il film, mi stiracchiai voltandomi distrattamente verso Mike e notai che aveva gli occhi lucidi.  
“Hai pianto?” Sussurrai trattenendo le risate.  
“No, no è solo che Elsa e Anna finalmente potranno avere un rapporto da vere sorelle e..” si passò una mano sopra agli occhi e fece un lungo respiro come per calmarsi.  
Oh Mike.  
Risi e lo strinsi in un abbraccio.  
“Io avrei un po' di fame” disse Calum stropicciandosi gli occhi.  
 “Possiamo ordinare la pizza o magari anche cucinare qualcosa” suggerì Sam accendendo le luci del salotto.  
“Hm non mi va la pizza, l'ho mangiata ieri” Kelsey storse il naso aggiustandosi i capelli con le mani.  
 “Chi cucina allora?” Chiese Luke guardandosi in giro.  
 Le ragazze puntarono subito lo sguardo su di me, ed io negai energicamente con la testa.  
“E dai Jade, sei l'unica a saper cucinare qualcosa senza bruciare l'intera cucina” mi pregò Sam tirando in fuori il labbro inferiore.  
Sbuffai e guardai Michael in cerca di aiuto.  
“Hei perchè non facciamo una gara?” Domandò sorridente quest'ultimo.  
“Cioè?" Chiese Ashton guardandolo confuso.  
 “Giochiamo a bandiera” sorrise malizioso.  
 Beh, non sembra cosí difficile.  
 “Ma a quello vietato ai minori di 16 anni!" Continuò senza togliersi quel sorrisetto dal volto, facendo ridere i ragazzi.  
Alzai il sopracciglio, mi sembrava troppo facile.  
“E come si gioca a quello vietato ai minori di sedici anni?” Chiesi incuriosita.  
“Semplice, un ragazzo e una ragazza a contendersi la bandierina solo che chi perde, si deve togliere un indumento. Quello che si ritroverà con meno vestiti addosso alla fine dei due round, cucinerà per tutti noi."  
 “Ma chi è il pervertito che ha inventato questa modalità di gioco?" Sbottò Kels.  
“Calum" risposero all'unisono i ragazzi.  
Ci avrei messo la mano sul fuoco.  
Risi, chi se non un depravato come lui?  
“Allora, ci state?” Domandò Luke.  
“Si” risposi mettendomi in piedi.  
Non avevo voglia di cucinare, anzi non avevo voglia di fare proprio niente.  
Dopo qualche minuto di esitazione e alcune occhiate infuocate da parte mia, le ragazze accettarono.  
“Io tengo la bandiera!” Esclamò Mike, che poi per bandiera si intendeva la bandana che Luke aveva strappato con il solletico ad Ashton.  
Uscimmo in giardino e anche se stava calando la sera, il sole illuminava ancora il cielo.  
Noi ragazze ci sistemammo a destra mentre i ragazzi a sinistra.  
Kelsey era in coppia con Luke, Sam con Ashton e io con Calum.  
Sorrisi angelicamente al mio avversario e mi preparai alla corsa.  
 “3..2..1..via!” L'urlo di Mike fece scattare Luke e subito dopo la mia amica.  
Inutile dire chi arrivò prima.  
Kels sbuffò e sotto lo sguardo attento di Ashton, si tolse i leggins rimanendo con la maglietta piuttosto lunga, che le fece da vestitino.  
“Stronzo” borbottò.  
Scoppiai a ridere sentendola imprecare e risi maggiormente quando notai l'espressione da pesce lesso del suo ragazzo.  
“Via!” urlò di nuovo Michael.  
Sam scattò e avendo un gran vantaggio su Ash che rimase impalato, rubò la bandierina dalle mani del ragazzo dai capelli rossi.  
 Ashton si guardò intorno e dopo qualche secondo iniziò a realizzare l'accaduto.  
"No... Cioè... È.. È già andata?”  
 Sam rise e sventolò davanti agli occhi del castano la bandana.  
“Fanculo..” disse per poi spogliarsi della maglietta, rimanendo a petto nudo.  
Dovetti trattenermi per non fare un torto alla mia migliore amica, e quindi cercai di non guardarlo troppo a lungo.  
Certo che Kelsey era proprio una tipa fortunata.  
 Mi concentrai e appena Michael diede il via corsi più forte che potei.  
“Dai nana, non arrabbiarti” mi prese in giro Calum aprendo le braccia.  
 Alzai il dito medio e lo osservai ridere mentre ridava la bandiera a Mike.  
Sbuffai sonoramente e mi privai della maglietta.  
Mi lodai mentalmente per aver indossato un canottiera e mi maledii per averne messa una così scollata.  
Ritornai in fila e cercai di ignorare i pizzichi di Cal sui miei fianchi e lo sguardo insistente di Luke.  
Guardai Michael e sorrise facendomi l'occhiolino.  
 Il secondo round fu divertente, Kels insultò in tutte le lingue che conosceva Luke, che la fece perdere un'altra volta. Alla fine decise di togliere le calze, in modo da non rimanere troppo scoperta.  
Ashton perse di nuovo e rimase letteralmente in mutande.  
Per quanto riguarda me, riuscii a superare Calum che si tolse i pantaloni, facendo tossire più volte Sam che si era strozzata con la sua stessa saliva.  
“Bene Ash, credo che per stasera sarai tu il nostro cuoco” Michael rise entrando di nuovo dentro casa.  
“Basta che non mandi a fuoco la cucina, se no poi i miei daranno fuoco me!” Esclamò Sam facendomi ridere.  
Ashton si rivestì velocemente e dopo qualche istante entrò in cuicna per poi chiudere la porta dietro a se.  
“Hei amico, ti dev..” Calum entrò dopo di lui.  
“Fuori dalla mia cucina!” Urlò rimandandolo indietro.  
Scoppiammo a ridere alla faccia sorpresa e offesa di Cal, poverino.  
Noi altri rimanemmo in soggiorno a parlare tranquillamente e a ridere alle battute di Mike e Luke.  
Dopo circa un’ora e mezza di attesa, Ash finì di preparare la cena.  
“Ti rendi conto che sono le nove passate di sera?” Gli chiese Luke.  
“Ho avuto dei piccoli problemi, ma ecco a voi” sorrise invitandoci a sedere in tavola.  
Appena mi avvicinai al tavolo per poco non svenni.  
Un’ora e mezza solo per un po’ di pasta con i broccoli. Sul serio?  
“Problemi di che tipo?” Domandai dubbiosa.  
“Beh, del tipo che ho fatto cuocere la pasta per tre volte..”  
“Okay, la prossima volta cucinerò io” sussurrai appena.  
   
   
“Io sono stanca morta” Sam si stiracchiò, per poi rannicchiarsi nuovamente sul petto di Calum.  
“Si, meglio che andiamo a dormire” disse Kels alzandosi.  
“Dove dormiamo?” Le chiese Luke.  
“Tesoro, casa mia è enorme, potete andare in tutte le stanze tranne quella dei miei, è off limits.” Rispose Sam ridacchiando.  
Sfilai il cellulare dalla tasca dei jeans e constatai che erano ormai le una e un quarto.  
Era arrivata l’ora della nanna anche per me, mi alzai e sbadigliai.  
“ Io dormo con Jade!” Esclamò Mike prendendomi per la mano e trascinandomi al piano superiore.  
Risi, lasciandomi guidare da lui. Non avevo nulla in contrario a dormirci insieme, anzi mi sarebbe piaciuto molto.  
“Dove andiamo?” Chiese una volta davanti a tutte le porte chiuse.  
“In questa” dissi aprendo la porta della stanza che riconobbi essere una fra le tante degli ospiti.  
 Michael entrò e dopo essersi guardato intorno si butto a peso morto sul letto matrimoniale, facendomi ridere.  
“Certo che ai genitori di Sam, i soldi non mancano proprio eh.”  
“Già” sorrisi togliendomi le scarpe.  
Mi bloccai per un istante quando ricordai di non essermi portata niente con cui dormire.  
“Arrivo subito” dissi prima di uscire.  
Percorsi il corridoio e arrivai in camera di Sam.  
“Devi darmi qualcosa per dormire, che non sia una vestaglia troppo lunga o dei pantaloncini  e neanche dei pantaloni. Sai non pensavo avresti invitato anche loro!” Esclamai sedendomi sul suo letto.  
Sam rise e aprì il suo armadio per poi richiuderlo un secondo dopo.  
Uscì dalla stanza e rientrò dopo qualche istante con in mano una maglietta.  
“E’ di mio fratello” disse per poi spingermi fuori dalla stanza.  
“Ah, tieni e buonanotte” sorrise prima di chiudermi la porta in faccia.  
 Raccolsi la mia borsa, che aveva buttato per terra e mi avviai nel bagno, mi spogliai velocemente e indossai la maglietta che mi arrivò giusto a metà coscia.  
Uscii e mi ritrovai davanti Calum sgattaiolare fuori da una porta.  
“Ma che fai?” Chiesi divertita.  
“Vado dalla mia ragazza” alzò le spalle e aprì una porta ritrovandosi davanti lo sgabuzzino.  
“E’ quella dopo” ridacchiai.  
Ritornai in camera e appoggiai accanto alla lampada accesa la mia borsa.  
Mi voltai e notai Mike a petto nudo, già sotto le coperte con il telefono in mano.  
Oh, okay.  
Mi avvicinai e dopo una sua occhiata, mi infilai nel letto.  
“Jade, certo siamo amici, ma non puoi farmi questo, sono sempre un ragazzo” disse spegnendo il telefono e posandolo sul comodino affianco al letto.  
Risi alzando le spalle.  
“E’ gia tanto che abbia questa cosa addosso, per cui stai zitto.”  
Si passò una mano sul volto e sbuffò sonoramente.  
“Allora che mi racconti?” Spezzai il silenzio che si era creato.  
“Non saprei” sorrise giocando con alcuni bracciali che portava al polso.  
“Loris?” Chiesi maliziosa.  
Il suo sorriso si spense di scatto e abbassò lo guardo.  
“Hei, che c’è?” Domandai  facendogli una carezza sul viso.  
“E’..E’ già fidanzata” sussurrò appena.  
La mia mano si bloccò e iniziai a sentire una strana sensazione alla bocca dello stomaco. Avevo cercato di farli stare insieme senza pensare alla possibilità che lei fosse già impegnata. Mi sentii un po' in colpa.  
“Oddio, Michael mi dispiace, avevo dato per scontato che non lo fosse.”  
“Gia, anche io” disse tristemente.  
Cercai la sua mano sotto le coperte e appena la trovai, la strinsi nella mia.  
“Mickey?” Lo richiamai facendogli alzare di poco il viso.  
“Hm?”  
“Ti metti con me?”  
Rise facendomi sorridere, si avvicinò e mi strinse in un abbraccio.  
“Certo che si.” 




 
 

Buon salve crostatine! 
Sono tornataaaa, yuppiii! 
Lo  so, come capitolo non è un gran che e mi dispiace perchè non doveva uscire così D: 
Per cui per  favore, non tiratemi pomodori e uova addosso! 
In questa puntata volevo solo farvi vedere  l’amicizia che  sta nascendo piano piano in questo gruppetto, che Calum e Luke sono dei pervertiti, che Ashton è un pessimo cuoco e che Michael è troppo tenero. Ahaha 
Chi se lo aspettava che Loris era fidanzata? Vi ho sorprese  eh? :P 
Ma state tranquille perchè il povero Mikey non rimarrà da solo, no no, le sorprese non sono finite qui! 
Come sempre volvevo ringraziare le ragazze che continuano a cagarmi per cui, GRAZIE <3 
E niente, al prossimo capitolo. 
Byee <3 

 

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Capitolo 13
*** Can i touch your boobs? ***





Can i touch your boobs?

 
 
 
 
Mi rigirai nel letto forse per la quinta volta.   
Ero scomoda e non per via del materasso o per Mike accanto a me.  Era girato di schiena per cui non lo vedevo in viso, ma dal respiro non troppo pesante, intuivo che fosse ancora sveglio.  
Presi il telefono da sotto il cuscino per guardare l’ora  e non mi stupii affatto quando realizzai che fossero le due.  
Sbuffai e mi rigirai un’altra volta.   
Sentii una piccola risata da parte sua e automaticamente mi voltai.  
“Cosa succede Jade?” Sussurrò piano “ti infastidisce la mia presenza?” Si girò lasciandomi incontrare i suoi occhi chiari.  
“No!” Esclamai allarmata “non è per te giuro, è solo che non riesco a dormire con i vestiti addosso” spiegai abbassando il tono della voce.  
Era un vizio ereditato da mia madre e non c’erano modi per liberarmene, avevo provato più volte a dormire con il pigiama e il risultato finale era risvegliarmi in biancheria.  
“Allora togliti la maglietta” disse tranquillo.  
“Sicuro? Non ti da fastidio?” Domandai dubbiosa.  
Ridacchiò un’altra volta facendomi sorridere.  
“Per me potresti dormire anche nuda, ma non incolparmi se poi ti salto addosso.”  
Risi, ringraziandolo silenziosamente e mi alzai solamente con il busto.  
“Chiudi gli occhi” gli ordinai prima di togliermi la maglietta di Seth, ovvero il fratello di Sam.  
Non era mai a casa perchè alloggiava nel campus del college che frequentava.  
 Seth era un bel ragazzo - si, la bellezza era una cosa di famiglia - e assomigliava molto a sua sorella.  
I capelli castano chiaro, gli occhi verdi e soprattutto l’altezza.  
Non avevo un grande rapporto di amicizia con lui, semplicemente perchè era più grande di tre anni, e a nessun adolescente piaceva giocare con le amiche della sorella minore. Ma dopotutto era un bravo ragazzo, almeno questo era il mio parere dopo poco tempo passato insieme.  
Mi sdraiai di nuovo e subito dopo mi coprii con il lenzuolo.  
Sospirai dal sollievo, molto meglio così.  
“Okay, puoi aprirli ora” sussurrai.  
Il suo viso veniva illuminato appena dalla luce fioca dell’ abatjour, il che lo rendeva ancora più tenero.  
Mi dispiaceva così tanto per lui, Mike era davvero un bravo ragazzo, si meritava qualcuno che gli fosse accanto per farlo ridere, per coccolarlo, per renderlo ancora più felice, per amarlo.  
Certo con lui c’erano sempre i ragazzi, ma non era la stessa cosa.  
 L’amore è una cosa completamente diversa.  
Lo sentii mugugnare senza aprire gli occhi e capii che si stava addormentando. Sorrisi e mi strinsi maggiormente nel lenzuolo, per poi rigirarmi.  
Non faceva freddo, ma avevo questa strana abitudine di coprirmi sia in inverno, sia in estate.  
Dopo circa venti minuti, cullata dai miei pensieri sentii il bisogno di chiudere le palpebre pesanti. Non appena lo feci sentii un botto dietro di me.  
Aprii di scatto gli occhi e mi voltai velocemente, Michael non era più accanto a me e quando mi sporsi di poco fuori dal letto, lo trovai  disteso sul pavimento.  
Mi alzai immediatamente e appena gli fui accanto, non riuscii a non ridere. Mi coprii la bocca con la mano, ma ancora non riuscivo a cessare le risate.  
Doveva avere proprio un sonno pesante, visto che stava ancora dormendo tranquillamente.  
Feci dei respiri per cercare di calmarmi e quando mi tranquillizzai, scoppiai nuovamente a ridere.  
La porta della stanza si spalancò, mostrandomi un Luke assonnato coperto solo dai miseri boxer.  
Oh, cazzo.  
“Ma che è successo? Ho sentito un rum..” Si sfregò la mano sugli occhi, ma si fermò appena mi guardò meglio.  
Mi guardai a mia volta e ricordai di essere in intimo e anche se i miei capelli mi fecero un po’ da tenda, si vedeva praticamente tutto.  
Alzò il sopracciglio facendo scattare gli occhi da me a Mike, ci mancava solo che si facesse venire qualche stupida idea in testa.  
“Non è come pensi, stava dormendo ed è caduto” spiegai velocemente.  
“Ma sei nuda” disse ovvio, facendomi alzare gli occhi al cielo.  
“Dettagli.”  
 “Aiutami ad alzarlo” continuai accucciandomi su Mike.  
Senza dire niente si avvicinò e prendendolo per il busto, mentre io sorreggevo le gambe, riuscimmo a rimetterlo nel letto.  Mugugnò qualcosa e strinse il cuscino continuando a dormire.  
“Incredibile” scossi la testa ridacchiando.  
Mi voltai, trovando Luke intento a squadrarmi dalla testa ai piedi.  
Inumidii le labbra sentendole stranamente secche e lo guardai a mia volta.  
Dio, com’era sexy.  
“Ti ha vista anche lui così?” Domandò con voce roca e dura.  
Era.. geloso?  
“No, avevo la maglietta prima” risposi non riuscendo a staccare gli occhi dal suo, fottutamente attraente, corpo.  
“E  perchè te la sei tolta?”  Chiese accarezzandomi un fianco.  
Iniziai a sentirmi più accaldata, mentre nella mia testolina vidi il mio autocontrollo salutarmi con la manina.  
“Perchè non..non riesco a dormire con i vestiti” deglutii indietreggiando.  
“Potevi chiamarmi, così ti spogliavo io” sorrise malizioso afferrandomi con decisione i fianchi.  
“Magari la prossima volta.”  
Portai la mano sul suo petto per allontanarlo ma fu un gesto molto, molto sbagliato.  
Alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi profondi decorati da uno strano luccichio, spostò la mia mano portandola dietro alla sua schiena  e annullò la distanza fra i nostri corpi.  
 Gemetti appena, nel sentire la sua pelle nuda a contatto con la mia, era da manicomio.  
“O magari..” sussurrò  sfiorando appena la base della mia schiena.  
“Potrei  farlo..” salì seguendo la linea della spina dorsale.  
“Anche adesso.” Il rumore del gancetto del reggiseno, che veniva aperto mi fece rabbrividire.  
Dio, questo ragazzo prima o poi mi avrebbe fatto impazzire.  
“Luke.. sta fermo.. non possiamo” lo fermai portando la mano sulla sua spalla.  
“Perchè no?” Sussurrò facendo scendere una delle spalline.  
Automaticamente portai una mano sul seno per tenere il reggiseno fermo, non potevamo fare cose.. sconce davanti ad un suo amico.  
“Perchè c’è Michael” risposi ovvia.  
“E allora?” Domandò di nuovo.  
 Cercai di tenere a bada il mio lato perverso – che avrebbe voluto continuare con piacere quello che stavamo facendo- e con gran difficoltà mi allontanai, portando la spallina al suo posto.  Richiusi con un po’ di fatica il gancetto e spinsi Luke verso l’uscita.  
Sbuffò, visibilmente frustato e un secondo prima di chiudere la porta mi fermò con una mano.  
Lo guardai non capendo cosa volesse ancora.  
“Prima di andarmene... posso toccarti le tette?” Domandò stampandosi un sorriso furbo sul viso.  
“No, idiota!” Esclamai non riuscendo a trattenere una risata.  
Gli chiusi la porta in faccia e mi appoggiai contro ad essa.  
Sospirai mettendomi una mano fra i capelli.  
Ma perchè mi piaceva un cretino del genere?  
   
  
“Che materia hai adesso?”  Chiese Kels affiancandomi mentre mi dirigevo al mio armadietto.  
“Hm..” mi bloccai di colpo dopo aver realizzato che avrei avuto la White.  
“Matematica”  sussurrai più a me stessa che a lei.  
Kelsey non aspettandosi una mia frenata mi venne addosso facendo cadere a terra tutti i suoi libri.  
Sbuffò abbassandosi, ma venne preceduta da Ryan che li raccolse velocemente.  
“Ecco a te morettina” disse porgendole i libri.  
Sorrisi a quella scena, era così dolce, almeno con me lo era sempre stato.  
“Grazie” rispose Kels sorridendo.  
“Ciao Jade” mi salutò per poi lasciarmi un piccolo bacio sulla guancia.  
“Come sta la gamba?” Chiese serio.  
“Molto meglio” sorrisi cercando di tranquillizzarlo.  
“Ti prometto che non lascerò giocare più alcuna ragazza con noi” disse facendomi ridere.  
“Haider! Vieni?” Un urlo ci fece voltare verso destra, mostrandoci Jake al quanto scazzato.  
“Ma che ha?” Chiese Kelsey continuando a guardarlo.  
“Avrà le sue cose” scherzai aprendo il mio armadietto.  
“Vabbè meglio che vada, ciao bellezze” ci lanciò un bacio volante e si avvicinò correndo verso il suo compagno di squadra.  
“Un giorno dovrai spiegarmi perchè l’hai lasciato” soffiò Kels appoggiandosi alla parete.  
“Non l’ho lasciato, è stata una decisione condivisa” borbottai sottovoce.  
Ryan era un ragazzo d’oro, il ragazzo perfetto, forse troppo. Ed io ero una semplice ragazza in cerca di emozioni forti, potenti, che di perfetto non aveva niente.  
“Rinfrescami la memoria.”  
“Ma che ti devo dire Kels, abbiamo semplicemente capito che quello che c’era tra di noi non era amore, ma una forte amicizia.” Dissi sincera.  
“E intanto avete fatto sesso” sorrise maliziosa.  
“A quello puoi dare la colpa agli ormoni” risi prendendo il libro di matematica e cominciando ad incamminarci per il corridoio.  
“Non te ne sei mai pentita?” Chiese con un sorriso amaro.  
I suoi occhi castani mi osservarono bene prima di spostare lo sguardo davanti a sè.  
Sapevo che Kelsey fosse ancora vergine, ‘aspetto il ragazzo giusto’ rispondeva quando Sam la stuzzicava.  
La ammiravo per questo, ammiravo il suo voler essere differente dalle ragazze della nostra età, che si offrivano al primo che capitava.  
“No” risposi scuotendo la testa sorridendole.  
Mi fermai e la abbracciai più forte che potei, mi strinse senza esitazione e sentii un tuffo al cuore quando fece un singhiozzo.  
La allontanai di poco e le asciugai le lacrime che scendevano lungo il suo viso.  
“Sono stufa Jade, sono stanca di essere quella timida, quella taciturna, quella innocente, quella diversa.”  
Vederla in quello stato mi spezzava il cuore.  
“Vorrei essere più forte, più coraggiosa. Vorrei saper rispondere a chi mi sta sul cazzo, vorrei riuscire a sostenere gli sguardi della gente senza dover abbassare la testa.”  
Mi venne da ridere a sentirla imprecare, non lo faceva quasi mai.  
“No Kels, non devi cambiare solo per il giudizio della gente, la tua timidezza, la tua genuinità ti rendono speciale. E’ solo perchè sei così che sono tua amica e soprattutto, è per questo che il ragazzo più figo della scuola- dopo Luke ovviamente - si è avvicinato a te” dissi facendola ridere.  
“Non cambiare per nessuno” continuai stringendo forte le sue mani nella mie.  
Sorrise e dopo un lungo respiro si riprese del tutto.  
Mi dispiaceva doverla lasciare, ma non avevo via di scampo, avevo già saltato una volta la lezione della White e farlo di nuovo, non mi avrebbe portato a nulla di buono.  
Sbuffai pesantemente e stringendomi il libro al petto mi feci coraggio ed entrai nella classe di quella.  
Presi, come al solito, uno dei banchi in fondo e aspettai l’arrivo degli altri alunni.  
Quando sentii un soffio sul collo, mi girai trovandomi davanti gli occhi azzurrini e verdini di Michael, sorrisi contenta, almeno avevo qualcuno con cui parlare. Lo invitai a sedersi accanto a me e mi legai i capelli in una crocchia disordinata.  
 Dall’altra parte del mondo iniziava l’autunno e da noi cominciava l'estate.  
Appoggiai il viso su una mano e aspettai che quella lezione incominciasse, prima iniziava, prima finiva no?  
“Jade?” Mi chiamò Mike.  
“Hm?” Mi voltai svogliatamente.  
“E’ un succhiotto quello che hai sul collo?” Chiese malizioso.  
Sgranai gli occhi, cominciando a sentire caldo, me ne ero completamente dimenticata!  
I succhiotti di Luke Hemmings erano così duraturi?  
“Uhm.. si” non cercai neanche di nascondere la verità, mi sarei resa solamente più ridicola.  
“Chi te l'ha fatto?” Domandò senza togliersi quel fottuto sorrisino dal volto.  
Per fortuna entrò la White e io in quattro anni, non fui così felice di vederla come in quel momento.  
“Oh, Clifford, Benson oggi ci degnate della vostra presenza?” Chiese sistemandosi gli occhiali sul naso.  
Che stronza.  
“Sa com’è, ci è mancata troppo” rispose Mike facendomi ridere.  
La White non lo considerò minimamente e sistemò le sue cose sulla cattedra.  
“Ragazzi, dovrei compilare alcuni documenti importati, per cui vi do dieci minuti liberi basta che non facciate casino” disse guardando truce gli alunni.  
Quasi urlai dalla felicità e avvicinai il banco attaccandolo con quello di Michael, e appena gli fui accanto appoggiai la testa sulla sua spalla chiudendo gli occhi.  
Oh si, una bella dormita ci stava perfettamente.  
“Com’è che i vostri due gruppetti si sono uniti così tanto?” Chiese una voce davanti a noi.  
Aprii gli occhi scazzata e vidi Logan Murphy guardare me e Mike divertito.  
Cosa minchia ci trovava di divertente?  
“Come mai ti interessa?” Domandò Michael tranquillo.  
Logan alzò le spalle portandosi una mano sul viso.  
“Vorrei sapere cosa fate per divertirvi” disse alzando e abbassando le sopracciglia.  
Un pervertito, ecco cos’era.  
Beh, perchè non accontentarlo?  
Mi raddrizzai e guardai il mio compagno di banco, lanciandogli un’occhiata maliziosa.  
Tornai con lo sguardo su Logan, mi distesi leggermente sul banco per avvicinarmi a lui e posai una mano accanto alla bocca.  
“Sesso, facciamo tanto sesso” sussurrai cercando però, di farmi sentire anche da Michael.  
Sgranò gli occhi e poi guardò Mike in cerca di risposte.  
“Mai sentito parlare di orge?” Gli chiese sorridendo furbo.  
Mi morsi un labbro per non ridere e notai gli occhi di Logan, se possibile, allargarsi maggiormente.  
“E la Benson com’è?” Domandò dopo essersi ripreso dallo shock iniziale.  
Mike si leccò le labbra e si avvicinò di più a quel pervertito.  
“Una bomba, dovresti vedere come usa quelle mani, per non parlare delle sue tette..”  lasciò in sospeso la frase, lasciandogli immaginare il resto.  
Sentivo quasi il sapore ferreo del sangue a furia di mordere il labbro.  
“Oh mio Dio” si lasciò scappare.  
Scoppiai a ridere non riuscendo a trattenere le risate e fui seguita subito dopo da Michael.  
“Benson! Clifford! Ma insomma siete sempre voi due, vedremo come ridere al complito in classe di venerdì” sorrise bastarda prima di tornare al proprio lavoro.  
Ci guardammo e un guizzo di paura attraversò i miei occhi.  
E li capimmo che, si, eravamo nella merda totale.  
  
Appena suonò la campanella, avvisando la fine della lezione, mi alzai come un furia e corsi fuori dalla classe per cercare una persona precisa.  
Camminai senza una meta precisa tra i corridoi e appena notai una cresta bionda cenere tra la marea di studenti, cercai di richiamarlo in qualche modo.  
“Luke!” Urlai  senza avere una risposta.  
“Luke” Urlai un’altra volta alzando di più la voce.  
Continuò a camminare tranquillamente, a quanto pare non mi sentiva.  
Corsi nella sua direzione e appena gli fui dietro lo tirai per la maglietta.  
“Ma che caz..Oh ciao piccola” sorrise voltandosi.  
Posai le mani sulle ginocchia e cominciai a respirare velocemente.  
“Ma sei per caso sordo? E’ da un’ora che sto urlando il tuo nome” dissi col fiato spezzato.  
Luke alzò un sopracciglio sorridendo malizioso.  
Oh Dio, che cazzo avevo detto?  
Appunto mentale: pensare cinque volte prima di parlare con Luke Hemmings.  
“Mi piacerebbe molto sentirti  urlare il mio nome.. magari avendoti sotto di me”  sussurrò avvicinandosi al mio volto.  
Non sapevo quale serio problema mentale avessi, ma immaginai per davvero quella scena, i suoi occhi pieni di desiderio, la sua fronte sudata, il suo petto nudo e...  
Mi schiaffeggiai mentalmente e cercai di uscire dallo stato di trance in cui ero caduta.  
Da quando era nata questa cosa tra me e Luke mi sentivo seriamente frustata, in tutti i sensi.  
“Comunque devo chiederti una cosa”  riuscii a dire.  
“Vuoi fare sesso con me?” Si leccò le labbra giocando con quel dannato piercing.  
Magari.  
“Smettila Luke” esclamai schiaffeggiandogli il braccio.  
“Okay, dimmi” ridacchiò incrociando le braccia al petto.  
“Sono ancora valide quelle ripetizioni di matematica?” Chiesi speranzosa.  
“Per te?” Annuii incrociando le dita dietro alla schiena.  
“E io cosa ci guadagno?”  
Alzai gli occhi al cielo, possibile che non potesse farlo senza aver niente in cambio?  
“Mi avrai attorno per tutto il tempo, cosa vuoi di più?”   
“Okay, ma sappi che mi devi un favore” sorrise facendo illuminare maggiormente i suoi occhi.  
Annuii felice, avrei fatto di tutto per ritrovarmi almeno una sufficienza in matematica.  
“Quando?”  
“Uhm.. il compito è venerdì.. mercoledì non posso perchè devo andare da Kelsey, giovedì..”  
“Giovedì ho le prove con i ragazzi” mi interruppe.  
Oh, è vero che avevano un band, mi sarebbe piaciuto sentirli.  
“Allora facciamo domani alle quattro, può andare?” Chiesi sperando in una risposta affermativa.  
“Si, va bene.”  
Urlai di felicità e gli saltai letteralmente addosso, allacciandogli le braccia al collo, fortuna che mi afferrò subito dopo.  
“Grazie, grazie, grazie” dissi lasciandogli un bacio sulla guancia.  
Ridacchiò e dopo qualche secondo mi lasciò giù.  
“Grazie” Sussurrai un’ultima volta prima di girarmi e incamminarmi verso il mio armadietto.  
   
“Ciao Jade” qualcuno mi salutò e tirai fuori la testa dall’armadietto per capire a chi appartenesse quella voce.  
“Oh, ciao Bella.”  
 Ero al quanto sorpresa nel vedere la sorella di Kels, era più piccola di noi di due anni e quindi frequentava appena il secondo anno. Era un tipa molto timida e silenziosa, e intendo molto più di Kelsey.  
Raramente la vedevo e se la incontravo aveva sempre un libro a portata di mano.  
Era tenera e misteriosa allo stesso tempo, non stava mai con noi e sinceramente non ne capivo il motivo.  
Le volte che Kelsey veniva a prenderci in macchina lei non c’era mai, a quanto pare le piacevano le passeggiate mattutine.  
“Tutto bene?” Le chiesi per gentilezza.  
“Si, si grazie.. non è che per caso hai visto mia sorella?”  
“Uhm no, ma credo che avesse la lezione di Chimica, prova a vedere li” suggerii chiudendo l’armadietto.  
“Ok, grazie”  sussurrò prima di sparire tra la gente.  
Trasalii per via di un brivido causato da non so che cosa, che ragazza strana.  

 



Hola mie belle donzelle :3 
Rieccomi con il capitolo  13, che ve ne pare? 
 So che magari non succede niente di particolare, ma è un capitolo di passaggio e quindi nella sua inutilitezza (?) è utile. 
Allora ricapitolando ( tanto per essere in tema ) in questa puntata abbiamo visto Luke e Jade con gli ormoni a palla, quella  stronza della White che costringe la povera Jade a chiedere delle ripetizioni all’innocente Luke (sarcasmo made on), e ho introdotto un nuovo personaggio ovvero Bella, la sorella di Kelsey. Non a caso l’ho messa per cui tenetela d’occhio :P 
Poi, volevo ringraziarvi  come mai non fatto, vedere tutte quelle recensioni allo scorso capitolo mi sono quasi messa a piangere. Siete fantasticamente lsjkflskjflfjs :’) 
Detto questo, passiamo alle cose serie. Ho letto una o due ff e ho notato che molti dettagli assomigliano estremamente a quelle della mia storia, vi chiedo con il cuore in mano di non copiare, perchè ci sto mettendo l’anima a scriverla e sto cercando in tutti modi di non fare cose viste e riviste. So che siete ragazze intelligenti e fantasiose per cui non avete bisogno di copiare dagli altri. 
Va bien adesso me ne posso andare, 
Good Bye <3

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Capitolo 14
*** Strawberry condom ***







Strawberry condom 

 
“Grazie Kels!” Esclamai aprendo la portiera dell’auto.  
Sorrise calorosamente e mi lanciò un bacio volante.  
“Ciao Jade” mi salutò Sam sistemandosi meglio sul posto.  
Alzai la mano in segno di saluto e dopo aver chiuso bene la portiera dei sedili posteriori mi girai, attraversai il pezzo di strada che divideva i due marciapiedi e finalmente arrivai davanti a casa.  
Sfilai il cellulare dalla tasca dei jeans e controllai l’ora, molto probabilmente mia madre non era ancora uscita per andare al lavoro.  
Schiacciai il bottoncino di fianco alla porta e subito dopo, il tipico suono del campanello rimbombò nelle mie orecchie.  
“Non hai le chiavi?” Chiese mia madre aprendomi finalmente la porta.  
“Non avevo voglia di cercarle” ridacchiai sistemandomi meglio la borsa sulla spalla.  
Entrai dentro e subito un forte odore di vernice mi assalì le narici.  
“Avete verniciato qualcosa?” Domandai arricciando il naso.  
“Si, tuo padre vuole cambiare colore alla stanza degli ospiti” rispose legandosi i capelli in una coda alta.  
“Quando l’ha fatto?”  
Ieri sera non mi pare di aver visto secchi di vernice in giro.  
“Stamattina, ha voluto provare a verniciare solo una piccola parte del muro, così quando tornerà dal lavoro vedrà come sta il colore asciutto.”  
Papà, si cimentava spesso nei lavoretti di casa e la cosa, non poteva che essere positiva, ma non capivo proprio perchè nella stanza degli ospiti.  
Salii velocemente le scale e quando fui a metà, la voce di mia madre mi fermò.  
“Dimmi” mi voltai, ma senza staccarmi dallo scorri mano.  
“Ti ho comprato una cosa stamattina, l’ho messa in camera tua, poi dimmi se ti piace” sorrise afferrando la sua borsa.  
“Vai di già?” Chiesi corrugando le sopracciglia.  
“Si, c’è stato un piccolo problema all’ospedale e hanno chiesto di me” spiegò velocemente.  
Oh, che strano.  
“Ciao tesoro” mi salutò velocemente prima di uscire di casa.  
Sbuffai pesantemente, mi dispiaceva non vederli durante il giorno, ma almeno  per quel poco, potevo vederli la sera.  
Ricominciai a salire le scale e appena fui davanti a camera mia, sentii una serie di vibrazioni causati dal cellulare, segno che il wifi  si era connesso automaticamente.  
Si, questo vuol dire essere a casa.  
Mi buttai sul letto e presi il cellulare per controllare cosa mi fossi persa.  
Due  messaggi non letti su whatsapp.  
Uno da parte di Sam che mi dava il buon giorno, probabilmente non avevo sentito l’avviso del messaggio stamattina.  
Il secondo messaggio era da parte di.. Luke.  
Sentii lo stomaco annodarsi quando distinsi lui e una ragazza nella piccola icona.  
Aprii la chat, cliccai sull’immagine e quasi mi strozzai con la mia stessa saliva quando realizzai che quella ragazza ero io.  
Aveva messo la foto che ci eravamo fatti al parco come immagine di Whatsapp!.  
Che cosa dolce..  
La salvai e lessi il messaggio.  
SuperfigoLuke  
JASJadsjfdsjd  
Hm, interessante.  
Voltai distrattamente lo sguardo e notai un piccolo pacchettino blu poggiato sulla scrivania accanto al computer.  
Doveva essere la cosa che mi aveva comprato mamma.  
Presa dalla curiosità, aprii subito la scatoletta e ci trovai una boccetta  di vetro a forma di cuore.  
Uh, un profumo.  
Ne spruzzai un po’ sul polso e rimasi estasiata dall’aroma.  
Era un misto fra cioccolato e vaniglia, mi veniva quasi voglia di mangiarlo.  
Presi la boccetta e la poggiai in bagno, sullo scaffale dove erano riposti ordinatamente tutti i miei trucchi e creme varie.  
Quel fastidioso odore di vernice continuava a seguirmi, così decisi di dare un’occhiata alla camera degli ospiti.  
Aprii la porta e l’odore si fece leggermente più forte, ma la cosa che mi colpii maggiormente fu un armadio nero non troppo grande coperto da un telo di plastica trasparente.  
Corrugai la fronte appoggiandomi allo stipite della porta.  
Cosa mi stavano nascondendo i miei genitori?  
   
   
" Dio che caldo ragazze!' Esclamò Sam facendosi vento con la mano.  
“ Già” disse Kels legandosi i capelli in una crocchia disordinata.  
Sbuffai sonoramente, perchè il caldo lo sentivo anche io.  
Mi avvicinai alla macchinetta posizionata alla fine di quel corridoio e cercai con lo sguardo una bottiglietta d'acqua.  
Appena la trovai, inserii i centesimi necessari e dopo qualche istante sentii il rumore della bottiglietta che cadeva.  
La presi e svitai velocemente il tappo, la avvicinai alla mia bocca e un secondo prima di posarci le labbra, qualcuno me la strappò dalle mani.  
“ Hei!” Esclamai, trovandomi davanti Calum che beveva tranquillamente dalla mia bottiglia.  
" Grazie Jade, mi serviva proprio." Sorrise contento porgendomi l'oggetto sequestrato, sotto lo sguardo divertito di Sam e Kelsey.  
”Acquaaaaa!" Urlò qualcuno comparendo dietro a Calum.  
Avvicinai di nuovo le labbra alla bottiglietta e feci per bere, quando qualcuno me la tolse dalle mani per la seconda volta.  
“Ma che cazzo di problemi avete?" Sbottai incrociando lo sguardo di Luke.  
"Avevo sete" si giustificò alzando semplicemente le spalle.  
Il suono della campanella mi perforò i timpani e dopo aver ripreso la mia cazzo di bottiglietta da Luke mi incamminai insieme a Sam verso la classe di letteratura.  
Come al solito occupammo i posti in fondo e aspettammo l'arrivo degli altri alunni e di Sarah.  
" È la quarta lezione giusto?" Chiese Sam voltandosi e facendo smuovere di poco i suoi capelli castani.  
Mi piaceva il suo colore, stavo considerando l'idea di scurire un po’ i miei.  
“ Cos'è Calum ti ha rincoglionita fino al punto di non saper più contare?” La presi in giro ridendo.  
" Si" rispose per poi unirsi alla mia risata.  
" Lo sai che mi piace dalla prima media" continuò sorridendo teneramente.  
" Si lo so, sono sette anni che rompi le palle con questa storia.”  
“ Chi ti piace da sette anni? " Domandò Calum sedendole affianco.  
Le guance di Sam cominciarono a prendere un colorito piuttosto roseo e fece scattare gli occhi nei miei in cerca di aiuto.  
" Zac Efron ” risposi mordendomi l'interno della guancia per non ridere.  
“Da quando ha visto 17 again, è letteralmente impazzita per lui” inventai divertita.  
“Io sono molto meglio di Zac Efron” borbottò mettendo il braccio attorno alle spalle di Sam.  
La porta venne sbattuta facendo attirare tutta l'attenzione delle persone presenti.  
Sarah bloccò la serratura con una chiave abbastanza grande e un secondo dopo, la infilò negli shorts di jeans, che lasciavano in mostra le sue lunghe gambe.  
Ah, che invidia.  
Tirò una cordicina e la tendina attaccata alla porta che venne abbassata in modo da non poter vedere nulla dall’esterno.  
Che tipa strana.  
“Ciao ragazzi, non preoccupatevi non voglio tenervi come ostaggi per qualche strana ragione- rise appoggiandosi appena alla cattedra- è solo per precauzione.”  
Eh?  
“Precauzione?” Chiese Ashton confuso.  
“Si, cioè, diciamo che oggi vi farò fare un giochino o  esercizio, chiamatelo come volete, un po’ strano. E se qualcuno entra e va a riferire al vostro preside quello che ha visto mi manderà sicuramente via e non mi lascerà fare queste lezioni anche nelle altre classi e ragazzi, a me servono i soldi” disse tutto così velocemente che mi fu quasi difficile capirla.  
Risi dopo aver compreso la  sua ultima frase, almeno era sincera.  
“Di che esercizio si tratta?” Domandò una ragazza in prima fila.  
“Uhm, ecco prima di spiegarvelo ci terrei a sottolineare che non sono stata io a inventarlo, ma un mio amico, per cui non prendetemi seriamente per una pervertita.” Rispose giocando con i capelli rossi.  
“Allora perchè ce lo fa fare?” Borbottò Sam riuscendo a farsi sentire anche dall’interessata, che ridacchiò leggermente.  
“Ve lo faccio fare perchè aiuta a mantenere il controllo di se stessi.. o qualcosa del genere, così mi hanno detto.”  
Alzai il sopracciglio confusa.  
Ma come? Non sapeva neanche lei a cosa serviva?  
Iniziai a giocare con la bottiglietta che avevo in mano accorgendomi di essere davvero assetata e finalmente riuscì bere senza essere disturbata da nessuno.  
“Allora questo gioco si chiama ‘strip your partner’.” Disse sorridendo eccitata.  
L’acqua mi andò di traverso quando sentii il nome del gioco e sputai  quello che mi era rimasto in bocca tutto di fuori, bagnando una delle cheerleader che sedeva davanti a me.  
Sam ridacchiò battendomi la mano sulla schiena, mentre Sarah mi guardò preoccupata.  
“Tesoro tutto bene?” Chiese avvicinandosi allarmata.  
Tossii un paio di volte e qualche secondo dopo riuscii a respirare normalmente.  
Annuii cercando di tranquillizzarla, anche se mi faceva male il naso.  
Era chiaro che quel giorno non potevo bere della semplice acqua.  
Anche se perplessa, ritornò al suo posto e iniziò a spiegare le regole di quel maledetto gioco.  
“Non è complicato, sarà anche divertente.. credo. Allora  si gioca in coppia, un ragazzo e una ragazza, io vi farò delle domande. Se risponderete correttamente non succede niente, mentre se sbagliate un compagno dovrà togliere un indumento all’altro.  La coppia che alla fine del gioco avrà più vestiti addosso vincerà  e avrà una sorpresa da parte mia.” Sorrise calorosamente cominciando a cercare qualcosa nella borsa.  
Dio, questo gioco mi ricordava  vagamente a quello della bandiera rivisto da Calum.  
Quindi si, la mia teoria era esatta.  
I maschi hanno seriamente una mente perversa.  
“Sono le stesse le coppie dell’altra volta?” Chiese qualcuno.  
Percepii una stretta allo stomaco, questo voleva dire che sarei stata con Luke?  
Non so se sarei stata in grado di spogliarlo senza saltargli letteralmente al collo.  
“No, pensavo di cambiarle, è un problema?” Domandò alzando lo sguardo.  
Evitai di guardare nella direzione di Luke, sapendo che mi stava osservando.  
Mi coprii il viso con le mani e sbuffai.  
Ma perchè avevo scelto questo corso?  
“Si, per me lo è” rispose Calum con tono piatto.  
“Perchè?”  
“Perchè vorrei rimanere in coppia con la mia ragazza.”  
Oh, mio Dio!  
Aveva seriamente ammesso davanti a tutti di stare insieme a Sam?  
Che cosa dolce.  
Guardai la mia amica stupita e non riuscii a non ridacchiare quando notai il colorito rosso sulle sue guance.  
Sarah sembrò addolcirsi a quelle parole e gli sorrise teneramente prima di dargli il consenso di poter stare ancora in coppia insieme.  
Dopo circa dieci minuti tutte le coppie si formarono, e per fortuna tutti avevano un partner.  
Capitai con Ashton e detto con sincerità, ne fui molto contenta.  
Lanciai uno sguardo veloce a Michael che sedeva in seconda fila con una ragazza mora e fui felice di non vederlo in coppia con Loris, che stranamente non c’era.  
Sentii un calore esplodermi all’interno del corpo quando notai Luke con la ragazza a cui avevo praticamente sputato sui capelli, che lo guardava maliziosa.  
Dio, se solo quella troia lo tocca con un dito, la ammazzo.  
“Gelosa?” Sussurrò Ashton all’orecchio risvegliandomi dai miei pensieri.  
“Cosa?”  
Ridacchiò voltando lo sguardo, per poi riportarlo su di me.  
“Avanti Jade, si vede lontano chilometri che vi piacete.”  
“Ma no, cosa dici?!” Ridacchiai isterica giocando nervosamente con la bottiglia in mano.  
“L’attrazione sessuale fra di voi è così forte, che potrei anche toccarla” disse ridendo.  
Mi portai la mano sul viso, sfregandola leggermente.  
“Sono così tanto sfigata?”  
Rise scuotendo la testa e mi lasciai stringere nell’abbraccio che mi regalò.  
“Iniziamo?” Chiese Sarah con dei fogli in mano.  
Un boato partì da parte degli alunni dandole la conferma di poter iniziare.  
“Chi ha scoperto il vaccino antirabbico?” Domandò alla prima coppia di ragazzi.  
Uhm, non sembrava poi così tanto difficile.  
“Pasteur?” Rispose dubbiosa Emily, si almeno credevo che fosse così il suo nome.  
“Esatto!” Esclamò contenta la rossa.  
Sarah passò davanti ad altre coppie che risposero correttamente arrivando così davanti a Michael.  
“La più alta montagna del Belgio supera di poco i 1.500 metri. Giusto o sbagliato?”  
Lui e la sua compagna si guardarono perplessi per qualche istante facendomi intuire che nessuno dei due sapesse la risposta.  
“Giusto?” Tentò Mike aggiustandosi nervosamente i capelli.  
“Sbagliato! La montagna più alta arriva appena a 691 metri” Li corresse Sarah ridendo.  
“Strip, forza chi inizia dei due?”  
La ragazza dai capelli neri sbuffò, per poi sbottonare lentamente i bottoni della camicia di Mike, rivelando così una canottiera nera al di sotto.  
Sospirai di sollievo per loro e sperai con tutta me stessa di ricevere una domanda facile.  
Dopo altre due coppie, Sarah arrivò davanti a Luke e quella sgualdrina che si ritrovava come compagna.  
“Come si chiamano le uova pregiate che ci vengono fornite dallo storione?”  
Oh, avanti questa la so pure io.  
“Sono sempre uova, per cui, uova!” Esclamò lei con voce stridula.  
Ma quanto poteva essere stupida?  
“Sbagliato, si chiamano caviale. Strip!”  
La zoccoletta guardò  Luke sorridente prima di levargli la maglietta nera, lasciandolo così a petto nudo.  
Il biondo spostò lo sguardo su di me e sentii il mio povero cuore battere molto più velocemente e la gola secca, deglutii e mi accasciai sulla spalla di Ashton facendolo ridere.  
“Ci prenderemo la rivincita.” Sussurrò prima di voltarsi a guardare Sam e Calum.  
“Elisabetta ll d'lnghilterra è di religione cattolica. Giusto a sbagliato?” Chiese Sarah.  
Calum fece per rispondere, ma Sam gli mise la mano sulla bocca sapendo che avrebbe dato la risposta errata.  
“Sbagliato, è di religione Anglicana”  
“Esatto” ridacchiò Sarah arrivando davanti a noi.  
Feci un respiro profondo e aspettai impaziente la domanda.  
“ L'Olanda confina con la Francia?”  
E che cazzo ne so io che vivo dall’altra parte del mondo?  
Guardai Ashton e sul suo viso era dipinta un’espressione anche più persa della mia.  
“Si?” Azzardai sorridendo angelicamente.  
“No- ridacchiò- solo il Belgio e la Germania”  
“Strip” esclamò divertita.  
Sbuffai e mi voltai verso Ash che mi fece cenno di togliergli la maglietta.  
Mi avvicinai un po’ tremante e lentamente, forse troppo, gli sfilai la maglietta, rivelando i suoi pettorali non esageratamente muscolosi.  
Ah Kelsey, non sai quanto sei fortunata.  
Dopo un altro giro, quasi metà classe si ritrovò  mezza nuda e per fortuna nella nostra coppia solo Ash era rimasto senza maglietta.  
Mi sorpresi nel vedere che Luke e quella bionda ossigenata riuscirono a dare la risposta giusta.  
“Okay Ragazzi, questo è l’ultimo round.” Disse Sarah cambiando foglio.  
Non diedi attenzione a nessuna domanda e a nessuna coppia, ero troppo presa a osservare Luke.  
Odiavo ammetterlo, ma ero gelosa marcia.  
Avrei voluto sfilargli io quella dannata maglietta, magari anche i pantaloni  e anche i box...  
“Jade” sussurò Ashton tirandomi una leggera gomitata per avere la mia attenzione.  
“Hm?”  
“Tocca a noi.”  
Mi raddrizzai nell’istante in cui vidi Sarah davanti al mio banco.  
“Qual era il vero cognome di Napoleone?”  
Sorrisi contenta, la sapevo questa.  
“Bonaparte.”  
“Sbagliato” rispose facendomi spalancare la bocca.  
“Era Buonaparte, poi venne corretto in Bonaparte” sorrise un po’ dispiaciuta.  
Andiamo, questo era veramente ridicolo!  
“Dovete farlo lo strip ragazzi.”  
Dopo qualche secondo di esitazione, lasciai che Ashton mi togliesse la maglietta, scoprendo così il mio reggiseno azzurro e blu.  
Meno male che non ne avevo messo uno troppo provocante.  
Vari sguardi si posarono su di me e mi sentii veramente in imbarazzo.  
Mi morsi il labbro non sapendo cosa fare, e cercai di coprirmi un po’ con i capelli, senza un reale risultato.  
Guardai il mio partner e gli fui veramente grata quando capii che cercava di evitare di posare lo sguardo su di me, mentre quello di Luke non si spostava minimamente.  
Maledette lezioni di educazione sessuale!  
“Ragazzi abbiamo finito!” Esclamò Sarah facendomi sorridere.  
“Finalmente” borbottai facendo ridere il ragazzo di fianco a me.  
“I nostri vincitori sono.. Oh Luke e Chanel!” Disse prima di essersi guardata intorno.  
I suoi genitori avrebbero  fatto prima a chiamarla Dior, a questo punto.  
“Cosa abbiamo vinto?” Chiese Luke curioso.  
“Un.. preservativo” disse Sarah tirandone fuori due dalla borsa.  
“A che gusto sono?” Domandò Gucci ridacchiando.  
Mi sbattei una mano sulla fronte, oh mio Dio, che zoccola.  
“Alla fragola, ti piacciono?” La prese in giro Sarah facendo ridere alcuni ragazzi.  
   
   
“Ditemi chi è stata in coppia con Ashton!” Urlò gelosa Kelsey, sbattendo una mano sul tavolo.  
Sam gli aveva praticamente raccontato tutti i particolari della lezione con Sarah e lei, ovviamente, si era alterata parecchio.  
Non la biasimavo, insomma, anche io sarei stata gelosa se il mio ragazzo avesse assistito a questo tipo di lezioni senza la mia presenza.  
Mi bloccai all’istante e feci cadere la forchetta in plastica che tenevo fra le mani, sul tavolo della mensa.  
Dovevo dirglielo o no?  
Era la mia migliore amica, meglio che lo sentiva da me che da qualcun’altro.  
Presi un respiro profondo chiudendo gli occhi e sputai fuori la verità.  
“C’era io in coppia con lui.”  
Lo dissi talmente veloce che non mi capii neanche io.  
Mi aspettai uno schiaffo, un pugno, un pizzicotto, tutto ma non un abbraccio.  
Allargai gli occhi sorpresa e strinsi leggermente Kels che si era fiondata tra le mie braccia, quasi facendomi cadere dalla panca su cui ero seduta.  
“Non.. non sei incazzata?” Domandai confusa.  
“No, Dio, no! Come potrei esserlo? So che non tradiresti mai la mia fiducia” sorrise calorosamente.  
Ridacchiai e mi liberai finalmente di quel peso che sentivo sullo stomaco.  
   
Uscii finalmente fuori dalla mensa, respirando un’aria un po’ più fresca e mi incamminai verso l’armadietto.  
Mi appoggiai con la fronte, una volta davanti al mio e in un certo senso il freddo del metallo mi diede sollievo.  
Sospirai e mi allontanai di poco per aprirlo, gesto inutile dato che fui sbattuta, non troppo violentemente, contro.  
Gli occhi azzurri di Luke mi guardarono profondamente prima di farmi gemere appena, per il morso che diede al mio labbro inferiore, tirandolo leggermente.  
“Ci divertiremo oggi pomeriggio” strinse per un secondo la mia mano nella sua e se ne andò facendomi l’occhiolino.  
Tastai con le dita l’oggetto che mi aveva passato durante la presa e solo dopo qualche secondo, realizzai che mi aveva lasciato in mano il preservativo che aveva vinto a quello stupido gioco  in mano.  
Ed era veramente alla fragola.  
Ridacchiai divertita buttando quel piccolo oggetto nella borsa.  
Aspetta.. ’ci divertiremo oggi pomeriggio?’  
Cosa voleva di...Cazzo le ripetizioni!  
Me ne ero completamente dimenticata. 


 
Hola mie piccole pinguine! 
Cosa ve ne pare di questo capitolo? Personalmente mi piace abbastanza e mi sono divertita molto a scriverlo. 
Ovviamente devo ringraziare la mia stangona preferita, altrimenti avrei postato fra due settimane haha. 
Ci tenevo a dirvi, che io non sono così pervertita, è solo l’influenza di 18 ragazzi, anche più grandi di me, che mi ha fatto rincoglionire per tre anni di seguito  a scuola e.e 
Allora tornando al capitolo, Sarah è stata particolare nella scelte dell’esercizio no? E anche un po’ stronza dai. Hahah 
Nella prossima puntata vedremo cosa accadrà durante queste famose ripetizioni e sinceramente spero di stupirvi. 
Uhm, si basta penso di non aver più niente da dire, per cui mi dileguo. 
Un grande bacio e un enorme grazie a tutte le ragazze che stanno seguendo la storia <3 
*Abbraccio di gruppo* 
Good Bye.

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Capitolo 15
*** Mary had a little lamb ***


 

Mary had a little lamb 

 
 

Per conoscere una persona ci vogliono giorni, settimane, mesi e forse anche anni. 
 Quello che avevo imparato era che, per conoscere Luke Hemmings ci volevano solamente cinque minuti, per rendersi conto di quanto fosse idiota. 
E la cosa che mi stupiva maggiormente, era realizzare che come lui, forse anche io avevo un po’ di stupidità nella mia testolina. 
Altrimenti come possono essere chiamate due persone che si sono organizzate per fare le ripetizioni e rendersi conto che non hanno stabilito il posto in cui farle? 
Cretine? O meglio deficenti. 
Si decisamente. 
Mi buttai a peso morto sul letto e osservai l’orologio appeso alla parete, erano le tre e mezza e forse, avrei dovuto iniziare a prepararmi. 
Dopo essermi fatta una veloce doccia, decisi di indossare un paio di leggins neri abbastanza leggeri  e una semplice t-shirt con la scritta “WTF, where’s the food”. 
Simpatica, proprio come me. 
Mi truccai un poco, come al solito eyeliner e mascara. Semplice ma ad effetto. 
Mi controllai nello specchio del bagno e piastrandomi l’ultima ciocca di capelli, notai distrattamente  la scatolina blu del profumo che mi aveva comprato la mamma. 
Ero dubbiosa, avrei dovuto metterlo o no? 
Insomma, non mi piaceva l’idea  che pensasse che volevo fare colpo su di lui. 
‘Ma tu vuoi fare colpo su di lui.” 
Ma statti un po’ zitto tu. 
Sospirai per nessuna ragione precisa e spensi la piastra. Afferrai la boccetta rosata e dopo qualche secondo di esitazione, spruzzai un po’ di profumo sul collo. 
Mi veniva seriamente voglia di mangiarlo così lo rimisi al suo posto e tornai in camera mia. 
Vidi il cellulare lampeggiarsi, lo afferrai curiosa e mi sedei pesantemente sul puff blu ai piedi del letto. 
Sbloccai lo schermo e mi stupii quando lessi il messaggio. 
Era da parte di Luke e aveva semplicemente scritto il nome della sua via. 
Uh, quindi non era così idiota come sembrava. 
In realtà sapevo dove abitava, dato che ci ero già stata a casa sua, quando aveva organizzato una festa al secondo anno di superiori di nascosto dai suoi. 
 Come faccio a saperlo? 
Beh semplice, i suoi genitori si erano presentati davanti alla porta durante il vivo della serata e avevano praticamente cacciato tutti fuori. Si, un bel modo per far finire una festa. 
Mi alzai e presi la borsa, controllai che ci fosse il necessario, ovvero il materiale di matematica e l'astuccio. 
Mi infilai le cuffiette, feci partire la musica e le prime note di ‘Life of the party’ di Shawn Mendes cominciarono a rimbombarmi nelle orecchie. 
Scesi le scale e chiusi la porta a chiave. 
La casa di Luke era a venti minuti di camminata distante dalla mia, ma tutto sommato non mi dispiaceva farmi una passeggiata, per cui non presi neanche in considerazione l'idea di utilizzare qualche mezzo pubblico per arrivarci. 
Quando fui davanti alla grande porta bianca, iniziai a sentirmi davvero nervosa. 
E non ne capivo il motivo, insomma vedevo Luke ogni giorno a scuola, certo con seicento studenti attorno, ma al pensiero di essere da sola in casa sua mi elettrizzava e innervosiva allo stesso tempo. 
E se ci fosse stata sua madre, o suo padre o ancora peggio i suoi fratelli? 
Sarebbe stato molto imbarazzante. 
Controllai l'ora e realizzai che fossi in ritardo di soli cinque minuti, ma dopotutto una donna deve sempre farsi attendere no? 
Con la mano tremante schiacciai il pulsante del campanello e il mio cuore se possibile cominciò a battere ancora più forte. 
Dopo 17 secondi esatti, si li avevo contati, un ragazzo alto, con le spalle larghe e lo stesso colore dei capelli di Luke aprì la porta. 
Doveva essere uno dei suoi fratelli dato che si assomigliavano tantissimo. 
" Ciao" sorrise confuso e sorpreso. 
Non lo avevo mai visto di persona, ne avevo solo sentito parlare distrattamente da Sam, era una specie di spia che sapeva sempre tutto di tutti, ma in buona fede ovviamente, non era come quelle che andavano a spettegolare solo per essere notate da qualcuno. 
Neanche lui mi aveva mai vista, per cui ero una sorta di estranea, o qualcosa del genere. 
" Ciao, uhm, sono Jade " dissi leggermente imbarazzata. 
" Oh si tu sei l'amica di Luke giusto?" Rispose illuminandosi per un attimo. 
Si, certo...amica. 
Annuii sorridendo, cercando di non sembrare una totale cretina. 
Si spostò di poco lasciandomi lo spazio per entrare e appena fui dentro mi guardai intorno. 
Era tutto così pulito e accogliente, non era come quando l'avevo vista alla festa anzi, sembrava una casa completamente diversa. 
" Hei Jack  ma dove sei fin..." 
Una donna dai capelli biondi e leggermente mossi uscì da quella che doveva essere la cucina, con uno straccio in mano. 
Eccola, la creatrice... 
“ Ciao “ sorrise “ sono Liz” disse porgendomi la mano. 
“ Jade” risposi stringendole la mano. 
L'avevo vista una volta di sfuggita alla recita di fine anno della terza media e non era cambiata per niente. 
" Sei qui per le ripetizioni con Luke giusto?" Chiese avvicinandosi a Jack. 
Dio, si assomigliavano così tanto. 
Quindi Luke aveva avvisato praticamente tutti.. 
“ Si.” 
“ Ti posso offrire qualcosa?” Domandò incamminandosi verso il salotto. 
“ Oh no grazie, sto bene cosi” cercai di non essere troppo scortese e la seguii. 
“Accomodati pure” disse indicando il divano. 
Mi sedetti non trovando altro da fare, ma dove minchia era Luke? 
“Sei un ragazza davvero carina, mi assomigli a qualcuno” mormorò sistemandosi meglio sulla poltrona. 
Il colmo, conosceva mia madre e non conosceva me. 
“Forse a mia madre “ ridacchiai. 
Mi guardò curiosa e pensierosa per un minuto buono e mi sentii leggermente infastidita. 
Odiavo la gente che mi fissava. 
“Sei la figlia di Lindsey?!” Esclamò sorpresa. 
Annuii sorridendo dopo aver sentito il nome di mia madre e iniziai a giocare distrattamente con i miei capelli. 
“Oh, ma io so chi sei! Sei la ragazzina che aveva interpretato Trilli in quella recita scolastica!” Rise facendomi arrossire. 
Che imbarazzo, ero praticamente cascata sul palco davanti a tutti, giuro che non reciterò mai più nella mia vita. 
“Tua madre è davvero simpatica, ogni tanto mi capita di incontrarla al supermercato.” 
“Si me l’ha detto” sorrisi. 
Parlammo, o meglio lei parlava ed io la ascoltavo, per circa cinque minuti e di Luke nemmeno l’ombra. 
" Ascolta tesoro, se vuoi puoi andare in camera di Luke, credo che sia andato a fare la doccia, ma penso che non gli manchi molto " sorrise indicando le scale. 
Annuii e mi incamminai per le scale, salii il primo gradino e mi fermai, perchè effettivamente non sapevo dove fosse camera sua. 
" Seconda porta a destra" suggerì ridacchiando Jack comparendo dalla cucina con un panino in mano. 
“Se avete bisogno, sapete dove trovarmi” disse Liz sorridendo calorosamente. 
Riuscii a comprendere la frase solo dopo alcuni secondi, quando ricordai che fosse un’insegnante di matematica. 
Quindi non tutti i professori di questa materia erano acidi e stronzi. 
Sorrisi e mi voltai salendo i gradini, seguii le indicazioni e aprii la porta di quella che doveva essere la camera di Luke. 
Subito, il suo profumo mi invase completamente le narici,  ma non mi dava fastidio, anzi mi piaceva molto. 
La stanza era abbastanza buia a causa della tapparella abbassata, chiusi la porta alle mie spalle e senza pensarci mi avvicinai alla finestra, scostai le tende e la aprii maggiormente. Tirai su le tapparelle rendendo l'ambiente molto più luminoso. 
Quando mi voltai, a vedere  il caos che regnava li dentro, mi venne quasi il mal di testa. 
Il letto disfatto, libri buttati a caso sulla scrivania e un enorme pinguino a terra circondato da tanti vestiti. 
Aspetta cosa? Un.. pinguino? 
Iniziai seriamente a credere alle parole di Calum, quando diceva che Luke fosse disordinato. 
Non ero una maniaca del pulito, ma non mi piaceva il disordine. 
Non sopportavo vedere le cose in giro solo perchè non si aveva voglia di metterle al proprio posto. 
Di sicuro non sarei neanche riuscita a concentrarmi con così tanta roba buttata a caso. 
 Lasciai la borsa ai piedi del letto e cominciai a raccogliere tutte le magliette e i pantaloni sparsi per terra, e appena sentii la porta aprirsi, li poggiai su una sedia accanto alla scrivania. 
“Cosa stai facendo?” 
Mi voltai e quello che vidi davanti a me, fu quasi da infarto. 
Luke che si stava frizionando i capelli con un asciugamano, indossava dei pantaloni della tuta grigi e una maglietta bianca con lo scollo a V. 
Non l’avevo mai visto così e poi, con i capelli bagnati era ancora più sexy. 
“Sto cercando di pulire  la tua stanza. Sai di essere un ragazzo davvero disordinato?“ Chiesi alzando un soppraciglio e mettendo le mani sui fianchi. 
Rise e buttò a caso l’asciugamano, facendolo atterrare sulle moquette. 
Ecco, appunto. 
“Non dovresti, mia madre ha perso ogni speranza e ha smesso di farlo per me.” 
“Ci credo” ridacchiai avvicinandomi al letto a due piazze. 
Cominciai a rifarlo sotto il suo sguardo curioso e in meno di due minuti era perfettamente perfetto. 
Sorrisi soddisfatta  e mi allontai di poco per ammirrarlo. 
Luke mi guardò e sorrise malizioso prima di buttarsi sopra alla mia opera d’arte. 
“Luke!” Esclamai leggermente incazzata. 
Scoppiò a ridere in un modo così strano, che sentii il cuore scoppiarmi nel petto. 
“Sei uno stronzo” continuai non riuscendo però a trattenere un sorriso. 
Mi prese la mano e in uno scatto veloce mi fece cadere letteralemente fra le sue braccia. 
“Ma sta zitta” sussurrò ridacchiando. 
Cominciò a strofinare il naso sul mio collo, lasciandoci ogni tanto qualche piccolo morso. 
“Ma che fai?” Chiesi divertita. 
“Hm” si limitò a mugugnare continuando nei suoi gesti. 
“Hai un buon profumo.” 
Sorrisi intenerita e presa dal momento, portai la  mano nei suoi capelli ancora umidi, cominciando a muovere di poco le dita. 
Sembrava rilassarlo, dato che chiuse gli occhi stringendo maggiormente la presa sui miei fianchi. 
Beh, queste sono decisamente le migliori ripetizione di matematica di tutta la mia vita. 
Che poi non avevamo ancora realmente iniziato a farle. 
“Luke?” Lo chiamai quasi sussurrando. 
“Dimmi.” 
“Ma almeno sei bravo in matematica?” Chiesi dubbiosa. 
Gli avevo chiesto di darmi ripetizioni e non sapevo neanche se se la cavasse in questa materia. Si alzò di poco, appoggiando il peso sul  gomito e mi guardò senza dire niente. 
Amavo i suoi occhi, amavo il fatto che non avessero un colore preciso e sopratutto amavo il modo in cui mi guardava. 
“Ma sei seria?” Rise lasciandosi andare contro il cuscino. 
Alzai le spalle e voltai lo sguardo dalla parte opposta. 
La sua stanza era veramente un disastro, come faceva a starci così tranquillamente? 
Mi alzai e incominciai a mettere al loro  posto tutte le cose che stavano in terra, e in un certo senso mi divertivo anche a trovare alcuni dei suoi oggetti, come alcuni modellini dei personaggi di dragon ball e le carte dei pokemon. 
“Ti piacciono i pinguini?” Domandai ridacchiando. 
Luke alzò lo sguardo dal suo cellulare e sorrise annuendo. 
Presi in braccio quel peluche enorme e mi stupii davvero tanto quando notai che fosse quasi più grande di me. Non sapendo dove posizionarlo, così glielo buttai addosso ricevendo una sua risata soffocata come risposta. 
Continuai così per circa dieci minuti e il risultato finale era davvero molto carino. 
Aveva una stanza così bella, peccato che non sapesse tenerla come si doveva. 
Mi buttai sul letto accanto a lui poggiando la testa su quel cuscino così morbido, e lo vidi alzare di nuovo lo sguardo dal suo telefono per poi posarlo sul comodino. 
“Iniziamo?” Chiesi con non molto entusiasmo. 
“Dobbiamo proprio?” Mi afferrò per i fianchi avvicinandomi maggiormente a se. 
“Ovvio, altrimenti perchè sono qui?” 
“Per vedere me “ sorrise malizioso. 
Risi lasciandogli un piccolo pizzicotto sul braccio. 
Ah Dio, le sue braccia erano così.. sexy. 
“ Posso baciarti?” Sussurrò avvicinando pericolosamente il suo viso al mio. 
Sentii il mio povero cuoricino fare tre salti mortali all’indietro con tanto di inchino finale. 
Non riuscii a rispondere neanche con un misero monosillabo, tanto che pensai che mi fosse andata via la voce. 
Mi avvicinai maggiormente e poggiai le mie labbra sulle sue.  Erano così morbide e carnose, che avrei potuto baciarle per ore, senza mai stancarmene. 
“Luke posso.. oh scusate non volevo interr..Wooo! Cazzo è successo a questa stanza?!” Esclamò Jack comparendo sulla soglia della porta. 
Mi allontanai immediatamente mettendomi seduta su quel letto, mentre Luke sbuffò sonoramente passandosi una mano sul viso. 
“Mamma hai visto la camera di Luke?!” Urlò suo fratello maggiore scendendo di fretta le scale. 
Risi abbastanza divertita e dopo aver realizzato quello che era appena accaduto, cominciai a sentirmi leggermente in imbarazzo. 
“Scusami, sai mio fratello è..” 
“Sei fortunato ad averlo” dissi sincera. 
“Come?” Chiese confuso. 
“Si insomma, tu hai due fratelli e in un certo senso ti invidio. Io sono figlia unica e sono sempre da sola.”  Alzai le spalle cercando di riuscire a dare un senso alla frase. 
“ Cioè, ogni tanto ha qualche vantaggio esserlo, ma la maggiorparte delle volte è noioso, vorrei tanto avere qualche segreto da nascondere ai miei, o magari combinare qualche guaio e dare l’uno la compa all’altro.. sai, cose da fratelli” continuai incrociando le gambe. 
Mi guardò intensamente, quasi dispiaciuto, ma come dargli torto? Ero dispiaciuta pure io. 
“Se vuoi posso diventare tuo fratello” sorrise facendomi ridere di gusto. 
“Sai Luke, non penso che i fratelli normali si saltino addosso” mi morsi un labbro cercando di smetterla di ridere. 
“Potremmo essere un’eccezione, lo strappo alla regola” disse aprendo le braccia. 
Scossi la testa divertita, questo ragazzo era davvero strano e buffo. 
“Okay, forse è meglio iniziare” dissi prendendo la mia borsa, tirandone fuori il neccessario. 
“A che argomento siete arrivati?” Chiese appoggiandosi con la schiena alla testiera del letto. 
Bella domanda. 
Ridacchiai isterica, perchè in effetti, non sapevo neanche quello. 
Aprii il mio libro e controllando i disegnini più recenti, risalii alla pagina dell’ultimo argomento che avevavo fatto in classe con la White. 

Mi prese il libro dalle mani e cominciò a leggere qualche cosa che forse, io non avevo mai letto. 
Sembrava quasi un nerd, o forse lo era per davvero. 
 Un nerd davvero sexy però. 
 Cominciò a semplificarmi in parole povere un’argomento che aveva di mezzo le x e altre lettere dell’alfabeto. 
La sua voce era così leggera e il modo in cui spiegava le cose, faceva sembrare la matematica quasi come una cosa facile. 
Mi aiutava a capire facendomi molti esempi e a volte mi ritrovavo a dargli qualche schiaffo per i paragoni che faceva alle mie tette come delle incognite da trovare. 
“Facciamo una pausa ti prego.” 
Mi buttai  esasperata a peso morto sul letto sopra ad una montagna di fogli, evidenziatori e matite. 
Era da circa due ore che facevo esercizi su esercizi, non era poi così difficile, ma il mio povero cervello non era abituato a tanti sforzi. 
“Okay” disse semplicemente prendendo un sorso dalla lattina di cocacola che teneva in mano. 
Sbuffai e girandomi notai una chitarra posta dietro all’armadio, strano, non l’avevo notata prima. 
Mi alzai e la presi sotto lo sguardo divertito di Luke, mi sedei a terra incrociando le gambe e cercai di accordarla. 
“Sai suonarla almeno?” Chiese curioso. 
Annuii e mi schiarii la voce teatralmente. 
“Mary ha una percorella, 
con i piedi bianco neve, 
uh no ho sbagliato” iniziai a cantare facendolo ridacchiare. 
Prese il suo cellulare sul comodino e lo puntò verso di me, risi e rincominciai a cantare. 
“Mary ha una pecorella 
Con il manto bianco neve, ovunque Mary andava la pecorella la seguiva. 
Un giorno la seguì fino a scuola, ma quello era contro le regole. 
I bambini risero di Mary e quandò tornò a casa mangiò per cena delle costolette d’agnello.” 
Finii di suonare, anche se non ero sicura che il testo della canzone fosse esattamente così. 
Luke scoppiò in un grossa risata e ripose il telefono sul comodino. 
Povera pecorella, che brutta fine che gli ho fatto fare. 
“Sai, dovresti fare la cantante” mi prese in giro continuando a ridere. 
“Hai ragione, dovreste farmi entrare nella vostra band” risi mettendo al suo posto la chitarra. 
“No, così metteresti in ombra la mia voce” ridacchiò avvicinandosi a me. 
L’unica volta che avevo sentito l'avevo sentito cantare era stato in mensa, quando praticamente mi ero resa ridicola di fronte a tutti i studenti della scuola. 
“Canti per me?” Chiesi con gli occhi a forma di cuoricino, o almeno era quello che mi stavo immaginando. 
Scosse la testa sorridendo. 
“Perchè non vieni giovedì alle nostre prove?” Domandò facendomi sorridere come un’ebete. 
“Possono venire anche le altre?” 
Annuì facendomi fare un urletto di gioia. 
“Penso che farebbe piacere ai ragazzi” disse alzando semplicemente le spalle. 
Sorrisi e mi sporsi per riuscire a prendere il telefono dalla borsa. 
Controllai l’ora e cavolo, erano già le sei e mezza. 
“Forse è meglio che io vada a casa." 
Mi alzai e mi avvicinai al letto per poter raccogliere tutte le mie cose. 
“Non vuoi rimanere a cena?” 
“No, grazie” sorrisi, contenta del fatto che me lo avesse solo chiesto. 
Buttai velocemente tutto nella borsa e  ìme la misi in spalla. 
“Ti accompagno a casa ?” Domandò avvicinandosi alla porta. 
“No, non ti preoccupare, mi piace camminare” risposi sincera, scendendo le scale. 
“Okay.” 
“ Jade, te ne stai già andando?” 
Mi voltai appena sentii la voce di Liz che teneva un mestolo di legno in mano. 
“Si, è stato un piacere conoscerla.” 
“Cara, puoi darmi del tu.. oh e grazie per aver pulito la camera di questo disgraziato” disse facendomi ridere. 
Annuii e mi girai a guardare Luke che mi stava tenendo la porta aperta. 
“Allora ci vediamo domani” sussurrai appena imbarazzata. 
Imbarazzata da cosa poi? 
Sorrise e mi lasciò un bacio molto vicino all’angolo della bocca. 
Uscii di casa e cercai di non voltarmi, altrimenti avrebbe visto il sorriso da cretina che non riuscivo a togliermi dal viso. 
Camminai talmente piano, che ci misi quasi mezza ora ad arriva a casa mia, ma tanto non c’era nessuno che mi stesse aspettando. 
A distrarmi dai miei pensieri fu la vibrazione del mio cellulare. Lo presi distrattamente mentre aprivo la porta di casa e qualche secondo dopo lessi sul display il nome di Kelsey. 
Da: Kels 
Bel video! Ahaha 
E’? Di che video stava parlando? 
Mi buttai sul divano, aprii facebook per vedere cosa mi fossi persa e notai il segno rosso di una notifica. 
‘Luke Hemmings ti ha taggato in un video’ 
Abbastanza dubbiosa aprii la pagina e risi  quando vidi me stessa cantare Mary ha una pecorella. 
Che bastardo, non pensavo che l’avrebbe pubblicato. 
Un sorriso spontaneo spuntò sul mio viso quando lessi la descrizione che aveva messo. 
‘ La mia dolce Mary <3 ‘ 
  
  

Holaa mie piccole farfallineee 
Rieccomi con un’altro capitolo,  tutto  dedicato ai Juke! 
Scusatemi se non è il massimo, ho cercato di farli avere dei momenti teneri ma non sono una che ama tanto la dolciosità (?) 
Vabbè spero che vi sia piaciuto in ogni caso <3 
Allora, siccome sono una rompi palle, vorrei dirvi che molto probabilmente scriverò due os. 
Una su Calum ( visto che è un periodo che mi sto fissando particolarmente su di lui ) e una sui Cake che io amo davvero tanto *-*. Quindi la mia domanda è : 
Vi piacerebbe leggere qualcosa del genere oppure sarebbe tempo sprecato? 
Fatemi sapere così eviterei di fare figure di cacca e.e 
E basta, non ho molto da dire visto che mi sono depressa al massimo guardando Luke e Aleisha :’( 
 E’ sempre un colpo al  cuore guardare quel video. Beata lei! 
 Btw rigranzio tutte le mie piccole scimmiette, che continuano a seguirmi e.. niente al prossimo capitolo <3

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Capitolo 16
*** Are you jealous? ***


 

Are you jealous? 

 
 
Affiancata da una Sam, stranamente tranquilla, bussai alla porta di casa Martinez. 
Kelsey ci aveva invitate –costrette – a passare un pomeriggio solo fra ragazze e l’idea non mi dispiaceva per niente, se non per il fatto che sapevo che ci stava nascondendo qualcosa. 
Ad aprirci la porta fu una Bella distratta, con un libro in mano e gli occhiali da lettura appoggiati sul naso. 
Ed ora che la osservavo meglio, potevo notare quanto fosse cresciuta. 
I capelli neri e mossi lasciati sulle spalle mostrando tutta la loro lunghezza, gli occhi verdi e le curve femminili ormai ben formate. E il bello, è che non assomigliava per niente a Kelsey. 
“Ciao ragazze” accennò appena un sorriso per poi voltarsi e ritornare nella propria stanza. 
Scossi la testa, mi dispiaceva che non rimanesse con noi, ma non potevo farci niente. 
Entrai in casa e Sam chiuse la porta alle nostre spalle. 
“Hei bellezze” ci salutò Kels seduta sul divano del salotto. 
Sorrisi nel vederla con i pantaloni del pigiama e una maglietta fin troppo grande per il suo corpicino, ma rimaneva sempre bellissima. 
Mi buttai addosso a lei e a sua volta, Sam si buttò addosso a me, facendoci cadere così tutte e tre sul pavimento freddo. 
Scoppiammo in una grossa risata e molto lentamente riuscimmo ad alzarci. 
Non eravamo il modello reincarnato della femminilità e forse, proprio per questo motivo, che ci divertivamo un mondo a stare insieme. 
“Andiamo in giardino?” Chiese la padrona di casa. 
Annuimmo e così con una quantità enorme di rifornimento che prevedeva patatine, cioccolato e varie schifezze, ci sedemmo intorno al tavolo che la famiglia Martinez utilizzava per i pranzi e le cene estive. 
“Su Kels, ora che i ragazzi non sono nei paraggi puoi confessarci tutto.” 
 Sam la guardò sorridendo maliziosa. 
La mora alzò il sopracciglio guardandola confusa. 
“Ashton” sbottai ovvia, e con questo dissi praticamente tutto. 
“Ma che vi devo dire?” Ridacchiò istericamente. 
“Non fare la stronza, non puoi stare con uno dei ragazzi più fighi di Sydney e non avere nulla da raccontarci” insistette Sam, cercando di spronarla. 
Kels in tutta risposta si portò alla bocca una patatina e alzò semplicemente  le spalle. 
“Dicci del vostro primo bacio” suggerii curiosa. 
Fece una piccola risata e un sorriso divertito si dipinse sul suo volto. 
Si sistemò meglio sulla sedia incrociando le gambe e tenne stretto il pacchetto di patatine che aveva in mano. 
“E’ stato buffo, divertente e imbarazzante allo stesso tempo, ma molto bello.” 
Che? Con questi aggettivi di solito non si descrive un bacio. 
“Era tardi e aveva voluto riportarmi a casa dopo il nostro primo appuntamento e quando si era fermato davanti al mio vialetto, mi sono girata per salutarlo e lasciargli un semplice  bacio sulla guancia, e lui credendo di fare lo stesso, si è voltato nello stesso momento e niente.. è successo per caso.” 
Sam rise al racconto di Kelsey ed io non riuscii a trattenere un sorriso. 
“Quindi è stato inaspettato per tutti e due” affermò continuando a ridacchiare. 
Kels annuì con la bocca piena di chissà quale schifezza. 
“Che stronza! Mi avevi detto che era stato lui a baciarti!” Esclamai offesa dalla bugia che mi aveva detto la mia migliore amica. 
La mora alzò gli occhi al cielo. 
“Mi vergognavo” disse semplicemente. 
E di cosa? 
 La lasciai perdere e mi consolai con un po’ di cioccolato. 
“E come fidanzato, com’è?” Domandò Sam. 
Dire che Sam fosse una ragazza curiosa, era veramente poco. 
“Non è il mio fidanzato” sbottò Kels quasi strozzandosi con quello che aveva in bocca. 
“Però vi baciate” commentai divertita. 
Le guance della mia amica diventarono di un rosso così intenso, che avrebbe potuto competere con il Gabibbo se avesse voluto. 
“Non che tu e Hemmings facciate diversamente” disse Sam maliziosa. 
Mi toccai  il viso con le mani, sentendomi leggermente accaldata. 
Ma perchè dovevano nominarlo sempre? 
“Ma stai zitta, non farti figa adesso che hai il ragazzo” ribattei non riuscendo a trattenere una risata. 
“Che palle che siete.” 
Risi insieme a Kels mentre la vedevamo alzarsi dalla sedia. 
“No, non andartene scusa!” Urlai afferrandola per un polso. 
Sam si rimise seduta e si abbracciò le ginocchia facendo un’espressione imbronciata. 
“E dai, stavo scherzando” cercai di smuoverla, scuotendola per un braccio. 
Si voltò dall’altra parte incrociando le braccia al petto. 
Che pizza, odiavo quando faceva così. 
“Per farmi perdonare, potrai chiedermi quello che vuoi” sbuffai, sapendo che quello era l’unico modo per corromperla. 
Si girò con un sorriso diabolico sulle labbra, che fece ridere Kelsey. 
Okay, fa seriamente paura. 
“Hm” fece finta di pensare portandosi l’indice sul mento. 
“Bacia bene?” Domandò sorridendo maliziosa. 
Lo sapevo che avrebbe chiesto qualcosa del genere, per cui non mi stupii più di tanto. 
Luke non baciava bene, ma da Dio! 
Non gli avrei mai dato la soddisfazione che voleva, per cui mi limitai solamente ad alzare le spalle. 
“Abbastanza” dissi cercando di sembrare sincera. 
Ma comunque, si poteva vedere da lontano un miglio che stavo mentendo, quale ragazza sana di mente poteva negare all’evidenza? 
Sam rise scuotendo la testa. 
“Ma vai a cagare e poi.. scommetto che la sua lingua è passata ben oltre alla tua bocca.” 
Per poco la mia mascella non toccò terra. 
“Sam!” Urlammo insieme io e Kels. 
Scoppiò in una grossa risata tenendosi le mani alla pancia. 
“Ma che diavolo ti ha fatto Calum?”  Esclamò sorpresa Kelsey. 
Non che Sam non avesse mai fatto battutine del genere, ma mai così esplicite. 
E la cosa che mi dava più fastidio, non era la battuta in sè, ma l’immagine ben dettagliata che attraversò la mia mente di Luke che.. 
Dio, stanotte non sarei riuscita a dormire facilmente. 
Maledizione ai miei ormoni e a Luke Hemmings. 
“Calum.. è diverso da come lo pensavo.” Disse asciugandosi le lacrime dagli occhi. 
“In che senso?” Chiesi confusa. 
“In senso buono, ovviamente. Certo è tenero e tutto ma molto e ripeto, molto maschile di.. mentalità.” 
Notai la faccia confusa di Kelsey mentre inarcava un sopracciglio. 
Ridacchiai, perchè si, avevo compreso in pieno la sua affermazione. 
“Che cosa vuol dire?” Domandò innocentemente Kels. 
“Che è un pervertito del cazzo” sbottai ridendo. 
Strabuzzò gli occhi riuscendo a emettere un semplice “Oh”. 
Scossi la testa, cominciando a giocare con una ciocca dei miei capelli, erano davvero lunghi,  arrivavano quasi al fondo schiena. Avevo voglia di cambiarli, ma senza fare scelte drammatiche. 
“Pensate che debba tagliarli?” Chiesi notando alcune doppie punte. 
“Provaci e ti ammazzo” mi ammonì subito Kelsey. 
“Oh, avete visto quella nuova oggi a scuola?!” Esclamò Sam come presa da un ricordo. 
Aggrottai la fronte, c’era una ragazza nuova a scuola? 
Negai con la testa insieme a Kels. 
“Ma come? Di certo non passa inosservata, ha i capelli viola.” 
Viola? Uh, avrei potuto farmeli anche io. 
“Sembra quasi la versione femminile di Michael” rise bevendo un sorso di fanta. 
E’ vero, ricordo che Mike si era fatto i capelli viola e anche rosa shocking, ma preferivo quella volta che si fece biondo quasi platino, gli donavano molto. 
“A proposito di Michael.. Luke mi ha, ci ha, invitate alle loro prove della band domani.” 
“Uhm..” mormorò Kels 
“Ci andiamo?” Chiesi speranzosa. 
Annuirono senza pensarci due volte. 
“Oh, e anche i miei vogliono rivedervi.” 
  
 
Con il caldo che cominciava a farsi sentire, la maggior parte degli studenti preferiva pranzare in giardino, per cui la mensa non era molto affollata. 
Ne fui contenta, perché si riusciva a respirare un'aria meno viziata e questo non poteva che essere positivo. 
Adocchiai Michael e Ashton seduti su una panca al solito tavolo in fondo alla mensa, così mi avvicinai tenendo saldamente il vassoio con il mio pranzo. 
“Ciao fighi” esclamai salutandoli. 
Ridacchiarono facendo un gesto con il capo e con la mano. 
Non feci in tempo a sedermi che una massa di capelli neri con qualche ciocca bionda, fu subito al mio fianco. 
“Vale anche per me il figo, vero?” Domandò sorridente. 
Il viso da cucciolo di Calum, faceva veramente a pugni con il suo fisico tonico e definito. 
Ma per qualche strana ragione, gli si addiceva parecchio e forse, riuscivo a capire il motivo per cui Sam gli sbavava dietro da tanti anni. 
Risi e annuii abbassando lo sguardo, trovandomi ad osservare il tavolo scarabocchiato da scritte e disegnini non molto adatti al contesto scolastico. O meglio, i tavoli, visto che da quando i ragazzi avevano cominciato a pranzare insieme a noi, avevamo dovuto unirne due per far abbastanza spazio a tutti. 
Qualche istante più tardi, Sam e Kels si unirono a noi, facendoci ritrovare quasi al completo. Quasi. 
Neanche a farlo apposta,  che la porta della mensa venne sbattuta facendo entrare un Luke dall’aria abbastanza scazzata, seguito da una Megan rompicoglioni. 
Dio, quanto la odiavo. 
Gli posò una mano sulla spalla e lui alzò gli occhi al cielo prima  di voltarsi e dirle qualcosa che ovviamente non capii. La liquidò così, lasciandola con una smorfia dispiaciuta e delusa in viso. 
“Madonna ragazzi, questa è una vera palla al piede” sbuffò quando fu abbastanza vicino per farsi sentire. 
Ashton si girò e si spostò di poco per fargli spazio, facendomelo trovare di fronte. 
“Che vuole?” Domandò Mike addentando il suo panino. 
“Sabato sera ci sarà una festa da una delle sue amiche e vuole andarci con me.” Rispose prendendo un sorso dalla lattina di the di Calum. 
Sentii una morsa alla stomaco e istintivamente strinsi il bordo della maglietta di Kels seduta al mio fianco. 
Ma come si permetteva quella zoccola, insomma Luke era... ok forse non era proprio mio, ma non era neanche suo. 
Eh che cazzo! 
Kelsey mi lanciò un occhiata omicida intimidendomi a lasciare la presa sulla sua t-shirt, ma non le diedi la minima attenzione, essendo troppo presa a sentire quello che aveva da dire il biondo. 
“ Perchè a noi non ci hanno invitato?” Chiese Ashton senza nascondere il tono offeso. 
“ Perché la tipa non è di questa scuola” spiegò alzando le spalle. 
“Ci andrai?” 
Ringraziai silenziosamente Michael che aveva posto la domanda e strinsi maggiormente la presa su Kels. 
“No, ovvio che no. Ho  di meglio da fare” rispose incontrando i miei occhi. 
E quel contatto fu quasi come una scarica elettrica, tanto da rendermi conto di quanto effettivamente mi siano mancati i suoi occhi, nonostante lo abbia salutato stamattina. 
Allentai la forza della mia stretta su quella povera maglietta e incrociai le braccia al petto appoggiandomi al muro freddo, che mi diede un po’ di sollievo. 
Mi morsi un labbro per non emettere alcun tipo di suono, non volevo che capisse che fossi infastidita da.. da quella li. 
Il mio sguardo passò dai suoi occhi al suo piccolo naso e alle sue labbra dannatamente perfette. 
Mi lodai mentalmente, per avere un autocontrollo così forte, tanto da evitare di prenderlo e sbatterlo su quel fottuto tavolo. 
Hei, allora le lezioni di Sarah servivano per davvero! 
Si leccò le labbra leggermente screpolate e per un secondo credetti di poter morire. 
Spostai lo sguardo altrove, per non finire in qualche grosso guaio ed essere accusata di violenza sessuale in pubblico. 
Notai una ragazza dai capelli viola chiaro starsene da sola, ad un tavolo non troppo distante dal nostro. 
“È lei quella nuova?” Chiesi a Sam che momentaneamente parve incantata nell’osservare il suo adorato ragazzo. 
Sbatté le palpebre più volte e sembrò quasi risvegliarsi da un sogno. 
“Eh?” Domandò cadendo dalla nuvole. 
Kelsey ridacchiò e le indicò la ragazza di prima. 
“Oh si, si è lei.” 
L'interessata sembrò quasi sentirci, dato che voltò lo sguardo verso di noi, facendomi incontrare i suoi occhi di un azzurro talmente chiaro da farmi quasi paura. 
Le sorrisi cercando di sembrare amichevole e lei sembrò apprezzare, sorridendo timidamente a sua volta. 
“Perchè non la inviti a sedersi con noi?” Propose Calum facendo alzare un sopracciglio alla ragazza di fianco a lui. 
Gelosa Sam? 
“ Perchè io?” Chiesi leggermente allarmata, non ero poi così brava a stringere nuove amicizie. 
Con i ragazzi era stata una cosa totalmente diversa, dato che più o meno ci conoscevamo già dalle elementari. 
“Che ne so, sta guardando te” rispose tranquillo. 
Mi voltai e si, stava ancora guardando me. 
Le feci con la mano segno di avvicinarsi e lei si girò, guardandosi alle spalle per controllare se avessi detto proprio a lei. 
Risi divertita e le feci un'altra volta segno con la mano. 
Evidentemente dubbiosa si alzò dalla panca e si avvicinò al nostro tavolo per poi sedersi  accanto a Kels. 
“Ciao” disse lei spostandosi per farle maggiormente spazio. 
“Ciao” rispose timidamente. 
“ Sono Jasmine “ continuò sorridendo. 
Ero sicura che non fosse australiana, la pelle leggermente più abbronzata e alcuni tratti del viso me ne davano la conferma. 
“Io sono Kelsey loro sono Jade, Calum, Sam, Ashton, Luke.. e Michael." Ci presentò. 
Corrugò la fronte come a cercare di ricordarsi tutti i nomi. 
“Sei nuova giusto?” 
No Ash è vecchia! 
 Alzai gli occhi al cielo alla sua domanda stupida facendo spuntare un sorriso divertito a Luke. 
Lei sorrise annuendo. 
“Mi sono appena trasferita da Londra.”  
Beh, l'accento si sentiva eccome. 
“ Ma sono nata di Spagna” continuò. 
“Haa! Lo sapevo che eri originaria da quelle parti!” Esclamai contenta. 
Si lasciò scappare un risolino lasciando intravedere una fila di denti perfetti. 
Era davvero bella. 
“ Allora siamo connazionali” le disse Kelsey sorridendo orgogliosa. 
“ Yo tambien”  alzai un pollice sorridendo come un'ebete. 
“No non lo sei” mi rinfacciò Kels, facendo smorzare il mio sorriso. 
Che palle, non perdeva mai l'occasione per ricordarmelo. 
Posai il mento sul gomito appoggiato al tavolo e sbuffai. 
Anche io volevo essere spagnola! 
“ Come sei riuscita ad avere quel colore?” Le chiese Michael curioso, riferendosi ai capelli. 
" Oh, non..non lo so. Non è una tinta vera e propria, tra qualche settimana dovrebbe già sparire. È un esperimento di mia cugina ed io ero l'unica cavia a sua disposizione" spiegò facendomi ridacchiare. 
Per lo meno era simpatica. 
“Mi piace” disse lui sorridendole. 
Uh, ah, uhh! 
Qualcuno mi tirò un calcio alla gamba e mi morsi l'interno della guancia per non urlare. 
Voltai il viso davanti a me e Luke mi lanciò uno sguardo d'intesa facendo scattare gli occhi da Michael a Jasmine. 
Osservai i due interessati, intenti a sorridersi e guardarsi intensamente negli occhi. 
Ohhh, ma certo! 
Uffa! Perché ci era arrivato prima lui di me? 
 Sono io Cupida, non lui. Anche se tutto sommato, sarebbe stato un buon assistente. 
Annuii silenziosamente, cercando di farmi vedere solo da lui. 
“Hei! Cosa state confabulando voi due?” 
Maledetto Ashton sempre attento ai dettagli. 
“Niente!” Esclamai prima di alzarmi e mettermi in spalla la borsa, senza curarmi del vassoio ancora pieno. 
Avevo decisamente bisogno di una boccata d'aria. 
Uscii dalla mensa e mi incamminai per il bagno, e mi rinfrescai le guance arrosate dal caldo con dell'acqua fresca. 
Tutta questa frustrazione mi avrebbe fatta impazzire prima o poi. 
 Mi guardai allo specchio e urlai spaventata quando vidi il riflesso di Luke alle mie spalle. 
“Che diavolo ci fai qui?!” Esclamai portandomi una mano al cuore. 
“Ci vengo per studiare?” Disse con un mezzo sorriso divertito. 
“Non intendo a scuola idiota. Cosa ci fai nel bagno delle ragazze? O aspetta.. magari non sei un maschio..” 
Per un attimo i suoi occhi si fecero di un blu molto più intenso e nel giro di un secondo mi ritrovai con la schiena attaccata al muro, mentre lui mi teneva saldamente per le cosce. 
“Sono molto più maschio di quello che pensi” sussurrò al mio orecchio con voce roca. 
Stupidi, stupidissimi ormoni! Perché cazzo vi agitate quando c’è lui nei paraggi? 
“Dimostralo alla tua amichetta non a me” dissi leggermente infastidita al ricordo di quella bionda ossigenata. 
“Sei gelosa?” Domandò divertito con una punta di malizia. 
“No” esclamai talmente velocemente da apparire falsa anche a me stessa. 
“Si tu sei gelosa” affermò giocando con una ciocca dei miei capelli, attorcigliandola all’indice. 
“No”  
“Si” 
“No”  
“Si” 
“N..” non riuscì a terminare che le sue labbra si allacciarono alle mie. 
Ah, il miglior modo per farmi stare zitta, decisamente. 
“Tranquilla piccola, non sono interessato a lei”  sussurrò a un centimetro dalla mia bocca, lasciandomi una pacca sul sedere. 
E allora a chi sei interessato? 
Non resistei alla tentazione e lo baciai ancora una volta, giocando di tanto in tanto con il suo piercing. 
La gente si drogava con erba o extasy, mentre io mi drogavo dei baci di Luke Hemmings. 
“Ci vediamo più tardi a casa di Michael?” Chiese con il fiato corto. 
Annuii e scesi dalla sua presa, sentendo la campanella suonare segnando la fine della pausa. 
  
  
“Ma sei sicura che sia questa?” Chiese Kelsey per la terza volta a Sam, fermandoci davanti ad una casa che doveva essere quella di Michael. 
“Si! Calum mi ha mandato un messaggio con la via e il numero civico” ripetè ancora. 
“Siamo in ritardo?” Domandai dubbiosa. 
“Di un quarto d’ora” rispose Kels controllando l’ora sul telefono. 
“Grazie Sam”  sbottai. 
“Hei, dovevo rifarmi il trucco” si difese lei. 
Alzai gli occhi al cielo e suonai il campanello. 
Qualche secondo più tardi una donna bionda ci aprì la porta. 
“Salve” disse Sam sorridendo. 
“Ciao” sorrise a sua volta. 
“Siamo delle amiche di Michael” continuò lei. 
Fortuna che avevo una amica come lei, che riusciva a parlare con gli adulti senza sembrare una totale imbranata. 
“Oh si, entrate” aprì la porta maggiormente per farci entrare. 
“I ragazzi sono in garage a provare, posso offrirvi qualcosa prima?” Chiese dolcemente. 
“No grazie, non si disturbi signora Clifford” rifiutò Kels. 
“Oh per favore ragazze, non fatemi sentire così vecchia, chiamatemi Karen” disse facendoci ridere. 
Annuimmo e dopo che ci spiegò la strada per arrivare al garage, arrivammo davanti ad una porta in legno scuro. 
Abbassai la maniglia e quello che mi ritrovai davanti non fu affatto una band che suonava, ma dei ragazzi che se ne stavano a cazzeggiare seduti su un divano, che sicuramente aveva passato momenti migliori. 
Sulla destra invece c’erano gli strumenti  che occupavano metà spazio della stanza. 
“E voi sareste dei musicisti?” Li prese in giro Sam avvisandoli della nostra presenza. 
“Qualcosa del genere” rispose Mike intendo a guardare come un ossesso la tv con un joystick in mano. 
Calum era spaparanzato sopra a Luke, a cui non sembrava dare fastidio, mentre Ashton da quello che intuii, si stava facendo delle foto. 
Delle vere rock star in poche parole. 
“Alzate il culo e fateci sentire qualcosa!” Esclamai strappando dalle mani di Mike l’aggeggio della playstation. 
Dopo qualche lamento e persone che cadevano dal divano, si alzarono e si sistemarono dietro ai microfoni. 
Noi ragazze prendemmo posto e aspettammo impazienti. 
In realtà non sapevo proprio cosa aspettarmi, non sapevo se fossero bravi o meno, per cui mi preparai ad un’esibizione abbastanza pietosa, formulandomi in mente già il discorso fatto da parole incoraggianti, nel caso avrebbero fatto schifo. 
Dopo essersi messi d’accordo sulla canzone da suonare - una cover di Katy Perry-, iniziarono a cantare e per poco la mia mascella non toccò terra -e non solo per i muscoli di Luke in bella vista- ma perchè ci sapevano fare! 
Erano molto bravi, certo c’erano delle cosine da migliorare, ma c’era davvero del potenziale in loro. 
  
  
 
 
  

Heiiii cotolettineeee (?) 
Come va la vita? La mia abbastanza noiosa, ma tutto sommato, non mi posso lamentare. 
Okay, parlando del capitolo, cosa ve ne pare? Spero che non vi siate annoiate durante la lettura D: 
Allora, all’inizio vediamo il trio delle ave marie e che parlano dei propri ragazzi, ma hei, non potevo non metterlo haha. 
Poi incontriamo Jasmine che è un personaggio che personalmente mi piace molto dato che ne combinerà delle belle hahah. 
E alla fine vediamo la band dei ragazzi, ovviamente nei prossimi capitoli ne parlerò molto di più. 
Okay detto questo, vi confesso che in questi giorni mi stanno venendo in mente delle idee  per questa storia che sono iawuofawhof. Capito? 
Uhm, ringrazio sempre tutte le ragazze che recensiscono i capitoli, chi mette tra i preferiti/ seguiti/ ricordate e quelle che leggono semplicemente. 
Vi amooo, graciasss <3 
Mi dileguo, ci vediamo al prossimo capitolo. 
Adioss  <3

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Capitolo 17
*** Math test ***




 

Math test 

 
  

Dire che fossi terrorrizata era il nulla, rispetto a quello che sentivo davvero. 
Tra un’ora avrei avuto il compito in classe di matematica e io non sapevo praticamente niente. 
Certo, Luke era stato un ottimo insegnante ma capitemi, come si fa a rimanere concentrati davanti a delle labbra così attraenti? 
E le poche cose che avevo ‘imparato’, semplicemente puff.. erano sparite, le avevo dimenticate. 
Con una lentezza da bradipo mi rigirai fra le coperte e dopo un’infinità di tempo mi svegliai o meglio, mi alzai solamente dal letto, dato che non ero riuscita a chiudere occhio per tutta la notte. 
Andai in bagno e mi lavai la faccia, mi guardai allo specchio e mi feci paura con quelle occhiaie che ‘decoravano’ i miei occhi. 
Scesi velocemente le scale e accesi la macchinetta del caffè, aspettai che si scaldasse e dopo qualche minuto lasciai che il contenuto bollente riempisse la mia tazza dei puffi. 
Mio cugino Brad, spesso quando veniva a trovarci, mi prendeva in giro per questa tazza. 
Ma cosa c’era di male? A una diciottenne non potevano piacere i puffi? 
O meglio, quasi diciottenne, esattamente fra.. uh caspita, mancavano solo due settimane al mio compleanno. 
In realtà, non mi andava neanche di festeggiarlo, mi sarebbe andata bene anche una semplice pizza in compagnia della mia famiglia e dei miei amici. 
Bevvi velocemente il caffè che stranamente, fece subito effetto. 
Mi vestii con una camicetta azzurra, un paio di blue jeans e mi truccai giusto per rendere la mia faccia presentabile. Me ne fregai altamente dei capelli, ero troppo ansiosa per preoccuparmene veramente. Quindi li legai in una coda disordinata e non diedi importanza neanche alle ciocche ribelli che non avevano la minima voglia di restare al loro posto. 
Presi la borsa, il cellulare e mi incamminai  verso la mia morte. 
Circa dieci minuti più tardi, arrivai davanti a scuola e scrutai tra gli studenti delle chiome famigliari. 
 Corsi verso di loro e appena Michael mi notò, mi buttai  letteralmente fra le sue braccia. 
Mi strinse forte, evidentemente capiva il mio stato emotivo. 
“Siamo fottuti” sussurrò fra i miei capelli. 
Piagnucolai sonoramente e non mi importai se qualcuno avrebbe potuto sentirmi, avevo pur bisogno di sfogarmi in qualche modo. 
“Ma che hanno?” Chiese una voce che riconobbi essere quella di Ashton. 
“Penso che abbiano il compito di matematica alla prima ora”  rispose Calum con una nota di divertimento. 
Certo io soffrivo e lui si divertiva, bella la vita! 
Rimasi in quella posizione, con il viso  appoggiato nell’incavo del collo di Mike, per una buona manciata di minuti e mi spostai solamente quando Kelsey mi avvisò che mancava poco al suono della prima campanella. 
“Voi andate, io vi raggiungo” dissi appoggiandomi al muretto in cemento. 
Controllai nella borsa e riuscii a  trovare il foglio piegato in quattro su cui avevo ricopiato alcune formule che mi sarebbero servite per il compito. 
Aprii il foglietto e mi spaventai solamente a leggere quell’insieme di numeri e lettere. 
Dio, non ce l’avrei mai fatta a prendere almeno la sufficienza. 
Ma soprattutto, non volevo deludere i miei genitori. 
Certo, sapevano che io e la matematica non eravamo proprio migliori amiche, ma mi ero ripromessa di provare ad impegnarmi di più. 
Sospirai sconsolata e di quel foglio ne feci una pallina. 
Neanche il tempo di girarmi e lanciarlo nel cestino, che fui sbattuta di nuovo su quel muretto. 
“Mi spieghi perchè in tua presenza, finisco sempre con le spalle al muro?” Sbottai incontrando gli occhi azzurri di Luke. 
“ Perchè mi diverto di più così.” Sorrise tirandosi le punte dei capelli, mentre l’altro braccio era disteso accanto al mio viso. 
“Per favore Luke, non sono in vena di scherzare” borbottai guardandomi intorno e per fortuna gli ultimi studenti che scorrazzavano per il giardino, si dirigevano verso l’edificio. 
“Lo so” rispose guardandomi serio. 
“Lo sai?” 
“Si lo so e dovresti amarmi per quello che sto per fare.” 
Infilò le mani nelle tasche dei skinny jeans e ne tirò fuori dei strani aggeggi di un color rosa carne. 
Inarcai il sopracciglio totalmente persa osservando ogni suo piccolo movimento. 
“Grazie alla mia bellezza e alla mia popolarità..” alzai gli occhi al cielo, poco modesto mi dicono. 
“Sono riuscito a farmi prestare delle cose dal club di informatica” continuò infilandomi nell’orecchio quello che doveva essere una specie di auricolare. 
“Mi spieghi cosa stai facendo?” Domandai, se possibile, ancora più confusa. 
“Ti sto dando una mano con il compito. Ora, questo devi nasconderla sotto alla maglietta” disse porgendomi un oggetto veramente piccolo. 
“Che cos’è?” Chiesi esaminando quella strana cosa. 
“E’ una mini videocamera, così io potrò vedere le domande del test e suggerirti le risposte corrette.” 
Oh. Mio. Dio. 
“Sei serio?” Sgranai gli occhi e spalancai la bocca per la sorpresa. 
“Si” rise facendo illuminare maggiormente l’azzurro delle sue iridi. 
“Forza attaccalo a qualcosa” mi incitò riferendosi alla videocamera. 
Infilai la mano sotto alla camicetta, per cercare di attaccarla al bordo del reggiseno, ma non sapevo come si faceva. Ci provai per altre due volte, senza un reale risultato. 
“Cogli questa opportunità, perchè non ce ne sarà un’altra.” Sbuffai porgendogli l’oggetto. "Devi farlo tu." 
Un sorriso furbo si dipinse sul suo volto mentre cominciavo a sbottonare la camicia. 
“Lo farò con piacere” disse sorridendo maliziosamente. 
“Cretino” borbottai non riuscendo a trattenere una piccola risatina. 
“Hai delle tette da paura.” 
Risi maggiormente pizzicandogli un fianco. 
“Sta zitto e fai quello che devi fare.” 
Dopo che attaccò la mini videocamera riabbottonai la camicetta e mi sistemai meglio la borsa sulla spalla. 
“Dovrai tenere questo bottone aperto per farmi vedere” spiegò controllando l’ora sul cellulare. 
“Tu dove starai?” Domandai dubbiosa. 
“In aula computer.” Rispose portando una mano dietro alla mia testa, tolse l’elastico che teneva legati i miei capelli e li sistemò sulle mie spalle. “Per non far vedere l’auricolare” disse giustificandosi. 
“Non hai lezione?” Chiesi ignorando il brivido che mi percosse la schiena a quel gesto. 
Mi dispiaceva fargli saltare delle ore scolastiche per colpa mia. 
“Si storia, ma l’avrei saltata in ogni caso”  sorrise prima di girarsi. 
“Aspetta!” Esclamai fermandolo per un braccio “ grazie” sorrisi sinceramente. 
“Hei, non crederti così importante lo sto facendo anche per Michael, dovrai aiutarlo okay?” 
Annuii e mi fece l’occhiolino prima di voltarsi e sparire dentro alla scuola. 
Sorrisi sentendo una forte agitazione farsi spazio nel mio stomaco, non riuscivo ancora a credere a quello che stavo per fare. 
Entrai nell’edificio e corsi verso l’aula di matematica sentendo la campanella suonare. 
Appena fui vicino alla porta, notai Michael indeciso se entrare o no. 
“Andrà bene, te lo assicuro” lo tranquillizzai stringendogli la mano. 
Sorrise forzatamente lasciandosi guidare da me. 
Arrivai al mio solito banco in ultima fila e tirai fuori dalla borsa una penna e una calcolatrice, tanto per fare un po’ di scena. 
“Piccola mi senti?” La voce di Luke mi rimbombò nell’orecchio destro. 
Doveva smetterla di chiamarmi così, altrimenti sarei morta d’infarto. 
Aprii il bottone che copriva la mini videocamera e alzai il pollice per fargli capire che si, lo sentivo. 
Non ero sicura che lui potesse sentire me e di certo, avrei dato sospetti se avessi cominciato a parlare da sola. 
“Dov’è Michael?” Chiese un’altra volta. 
Mi girai con il busto per un secondo per fargli vedere il tizio dai capelli rossi accanto a me e poi ritornai a sedermi normalmente. 
Qualche istante più tardi la White fece il suo ingresso  in tutta la sua.. vecchiaia. 
“Ammazza che brutta” sentì dire a Luke. 
Mi dovetti coprire la bocca con la mano per nasconde la risata che mi lasciai scappare. 
Incrociai le braccia al petto per non farle vedere la camicetta semi aperta e aspettai che ci  consegnasse quel maledetto test. 
Quando fu davanti a noi due ci sorrise da stronza prima di augurarci un “ buona fortuna” sarcastico. 
Mo ti faccio vedere io dove te lo ficco quel buona fortuna. 
Evitai di guardarla per non innervosirmi maggiormente e mi concentrai sul compito. 
“Sul banco non voglio vedere quaderni, astucci e cose varie, potete iniziare da.. adesso!” 
Dio, non avrei mai saputo rispondere a quelle domande, meno male che il cervellino di Luke era riuscito a ideare questa cosa. 
Forse avrei dovuto smetterla di chiamarlo idiota, perchè forse era anche più intelligente di me. 
No scherzavo, che assurdità, era solo più bravo in matematica. 
Sbuffai poggiando il viso sul palmo della mano e aspettai che Luke mi suggerisse la prima risposta. 
Ringraziai Dio, tutti gli angeli e i santi per aver fatto stare zitta la White e non aver commentato per la posizione dei banchi. 
“La prima è la B” disse Luke risvegliandomi dai miei pensieri. 
Presi la penna e crocettai la casella corretta. Mi voltai verso Mike che si stava mangiucchiando un’unghia, e come se avesse avvertito il mio sguardo addosso si voltò guardandomi confuso. 
Indicai con in dito la prima domanda e senza farsi vedere dalla vecchia allungò il collo per copiare. 
Continuammo così per tutto il compito e ogni tanto crocettavo la risposta errata, tanto per non dare troppi sospetti. 
Suonò la campanella, avvisando la fine dell’ora, richiusi i bottoni e mi alzai velocemente per poi posare il compito sulla cattedra. La White mi concesse una lunga occhiata prima di voltarsi a prendere il test di un ragazzo dietro di me. 
Aspettai Michael sullo stipite della porta  e appena uscì dalla classe mi prese in braccio facendomi volteggiare. Risi e lo strinsi maggiormente. 
“Grazie nanetta! Ma come hai fatto a saperle tutte?” Chiese euforico. 
Mi allontanai da tutti e appena fummo dietro all’angolo del corridoio, estrassi dall’orecchio l’auricolare minuscolo. 
“No! Non ci credo!” Esclamò sgranando gli occhi. 
“Credici” ridacchiai riponendo l’oggetto nella tasca dei jeans. 
“Vai a ringraziare Luke” sorrisi vedendolo già correre per il corridoio. 
Scossi la testa divertita e mi avviai al mio armadietto. 
Se lo avessero saputo i miei, sarei davvero finita nei guai. 
Rimasi immobile per i corridoi quando ricordai le parole che avevo detto a Luke il giorno in cui ero andata a casa sua. 
Vorrei tanto avere qualche segreto da nascondere ai miei, o magari combinare qualche guaio e dare l’uno la compa all’altro.” 
“Se vuoi posso diventare tuo fratello aveva detto lui facendomi ridere. 
Sorrisi da sola come una scema, realizzando che aveva fatto qualcosa per me, senza neanche rendersene conto. 
Un ragazzo urtò la mia spalla facendomi ritornare con i piedi per terra. 
Arrivai davanti al mio armadietto e lo aprii prendendo il libro di storia dell’arte. 
Non avevo proprio nessuna voglia di stare in classe con la Duff, ma sicuramente era meglio della White. 
“Non credi che mi merito qualcosa in cambio adesso?” Domandò Luke comparendo alle mie spalle. 
“Cosa vorresti di preciso?” Ridacchiai voltandomi. 
Aprì la bocca come a voler dire qualcosa, ma si bloccò non appena sentì una voce chiamarlo. 
“Lukey, Lukey, tesoro” urlò Megan avvicinandosi. 
Sbuffò pesantemente poggiando per un secondo la testa sulla mia spalla. 
“Tienimi il gioco” sussurrò prima di allacciarmi un braccio attorno alla vita. 
“Hei Megan” la salutò con molto meno entusiasmo. 
Indossava la solita divisa da cheerleader blu e bianca e mi chiesi come non si stufasse a metterla tutti i giorni. 
Mi guardò con il sopracciglio alzato, analizzandomi dalla testa ai piedi. 
Ma che cavolo vuole questa? 
Distolsi lo sguardo, prima di avventarmi su di lei e picchiarla, e mi distrassi osservando la maglietta dei Nirvana di Luke – che tra l’altro gli stava benissimo. 
“Sei sicuro di non voler venire sabato?” Chiese sbattendo più volte le ciglia. 
Ma ti prego, quanto sei patetica. 
“Si sono sicuro, ho altri impegni” rispose lui stringendomi maggiormente. 
Lo lasciai fare, a me non poteva che andare bene tutto quel contatto. 
“Con lei? Hai degli impegni con lei?” Domandò infastidita indicandomi. 
“Si, con me” dissi con un tono di voce abbastanza alto. 
“Piccola, non ti scaldare” sussurrò ridacchiando al mio orecchio. 
“State insieme?!” Esclamò sorpresa senza nascondere la punta di gelosia nella voce. 
Stiamo insieme? No, ovvio che non stiamo insieme, siamo semplicemente.. amici. 
Certo, degli amici che ogni tanto - quasi sempre- si saltano addosso, ma si.. siamo amici. 
Ed io volevo essere davvero solo questo per lui? Solo un’amica? 
“Ci stiamo frequentando” disse lui facendomi spalancare la bocca. 
Cosa? 
“Cosa?” Urlò Mindy. 
Lo aveva detto  per davvero o solo per ingannare Megan? 
Luke alzò le spalle e mi strinse in un mezzo abbraccio. 
“Okay, ho capito!” Ringhiò per poi voltarsi e andarsene. 
“E’ stato facile” momorò guardandomi. 
Annuii passandomi la lingua sul labbro superiore e sentendolo bruciare qualche secondo dopo. 
Oh oh, questo significava che mi sarei presa un’influenza presto. 
La solita sfigata, iniziava l’estate e io mi prendevo un malanno, perfetto. 
“Chi hai adesso?” 
“La Duff” sbuffai passandomi una mano nei capelli. 
“Ti va se andiamo in giardino?” Chiese mordendosi il labbro. 
Oh, Dio. 
“Hemmings, mi stai facendo diventare una cattiva ragazza.” 
Rise e mi trascinò per la mano nel cortile della scuola, dove solo pochi studenti erano presenti. 
“Hei, Calum!” Esclamai vedendolo seduto sotto ad un albero. 
Fece un cenno con il capo e sorrise appena. 
“Amico, da chi ti stai nascondendo?” Gli chiese Luke sedendosi al suo fianco. 
“Dalla Duff” rispose facendo spallucce. 
Alzai  il sopracciglio appoggiandomi con la schiena al tronco. 
“Ma se ce l’ho io adesso la Duff” ribattei sapendo che Calum non era nel mio stesso corso, o almeno non nella mia stessa ora. 
“Allora da qualsiasi altro professore” rise contagiando anche me. 
Chiusi gli occhi sentendomi scaldare dai raggi di sole e li riaprii di scatto appena sentii una pressione sulla mia coscia. 
Luke appoggiò la testa sulla mia gamba e mi sorrise dolcemente prima di chiudere gli occhi. 
Sorrisi scuotendo la testa e guardai Calum intento a messaggiarsi con qualcuno. 
“Dimmi Cal, com’è Sam come ragazza?” Chiesi super curiosa. 
Mi lanciò uno sguardo veloce e poi un sorriso si impossessò delle due labbra. 
“E’..è tranquilla, cioè, non è troppo gelosa nè appiccicosa, mi lascia i miei spazi senza che glielo chieda. Certo, è un po’ chiacchierona, ma trovo sempre il modo di zittirla” sorrise maggiormente riponendo il cellulare in tasca. 
Risi cogliendo un doppio senso e cominciai a giocare con i capelli di Luke, che mi lasciò fare tranquillamente. 
Allora Sam aveva ragione, era seriamente un pervertito. 
“Risparmiami i dettagli” sussurrò Luke facendo in modo da farsi sentire anche da Calum. 
Il moro rise e si stese posando il capo sull’altra mia gamba libera. 
Ah beh, fate con vostro comodo. 
“Jay, sei per caso diventata un cuscino umano?” Michael rise avvicinandosi a noi. 
“Qualcosa del genere.” 
Hei aspetta, mi aveva appena chiama Jay? 
Si sedette a terra incrociando le gambe, mettendosi proprio difronte a me. 
“Hei ma siete tutti qui!” Esclamò Kelsey affiancata da JasmineDaiCapelliViola. 
“Perchè non siete a lezione?” Chiese Michael guardandoci uno ad uno. 
“Potrei farti la stessa domanda” ribattè Jasmine facendolo  ridere. 
“Che ragazza trasgressiva” disse imitando il verso di una tigre. 
Stavano per caso..flrtando? 
“Regan è uno stronzo!” Una Sam abbastanza incazzata si avvicinò e buttò la sua borsa a terra  violentemente. 
“Che è successo?” Domandò Calum alzandosi e avvicinandosi a lei. 
Le passò una mano sul braccio per tranquillizzarla e la cosa buffà è che ci riuscì per davvero. 
“Non mi ha fatto entrare in classe perchè ero in ritardo di un minuto, uno cazzo!” 
Povera Sam. 
“Ragazziiiii!” Un urlo ci fece girare a tutti quanti. 
Ashton corse  verso di noi come un pazzo e per poco non ci cadde addosso. 
Si sedettero tutti sull’erba e sembravamo quasi una tribù di indiani. 
“Ho scaricato una app figosa, volete giocare?” Domandò sistemandosi meglio la bandana sui capelli. 
Nessuno gli rispose veramente così lo prese per un sì. 
Lo vidi smanettare come un pazzo e digitare costantemente sul cellulare. 
“Ma che stai facendo?” Chiese Luke alzandosi con il busto. 
“Sto mettendo i nomi di tutti i giocatori” rispose senza distogliere lo sguardo da quell’aggeggio. 
“Come si gioca?” Kelsey gli si avvicinò interessata. 
“E’ una specie di obbligo o verità senza obbligo.” 
“Quindi sono solo domande?” 
Annuì sorridendole. 
Sembrava un gioco carino. 
“Okay, iniziamo...Michael, la cosa più imbarazzante che ti sia mai capitata?” 
Mike ci pensò un attimo e poi cominciò a ridere da solo. 
“Quando mia madre ha trovato gli slip di una ragazza in camera mia” spiegò ridendo ancora. 
“Come te la sei cavata poi?” Chiesi divertita. 
“Ha dato la colpa a me questo bastardo!” Esclamò Calum facendolo ridere di più. 
“E il bello che mia madre se la è bevuta davvero.” 
Scoppiammo a ridere facendo tanto casino, fortuna che nessuno si accorse di noi. 
“Luke.. una cosa di cui avresti voglia adesso?” Recitò Ashton leggendo la domanda sul display. 
Il biondo mi guardò squadrandomi dalla testa ai piedi, voltai subito lo sguardo non riuscendo a reggere il suo pieno di desiderio, e incontrai gli occhi di Sam che alzava e abbassava le sopracciglia. 
Le mimai un ‘smettila’ con le labbra e ritornai  a guardare Luke. 
“Del the al limone” sospirò facendo ridere Jasmine. 
“Si, certo del te al limone” disse sarcastico Calum. 
“Possiamo andare avanti?” Chiesi sentendomi  leggermente in imbarazzo. 
Ashton rise e annuì tornando con il capo chino. 
“Jasmine.. la prima cosa che noti in una persona del sesso opposto al tuo?” 
“Uhm, le braccia, si decisamente” rispose facendomi sorridere. 
Allora non ero l’unica ossessionata dalle braccia maschili. 
“Quindi uno potrebbe essere brutto e piacerti solo perchè ha delle belle braccia?” Le chiese Michael. 
“Tu non sei brutto” ribattè facendogli l’occhiolino. 
Oooookay, passiamo oltre? 
“Calum..pensi di avere una buona competizione linguistica?” 
“Hm, non credo ma so un po’ di spagnolo.” 
“Uh sentiamo” esclamai eccitata, questa volevo proprio sentirla. 
“Hola, mi nombre es Calum y soy astraliano”  disse rendendo la voce un po’ più profonda. 
“Che sexy!” 
 Risi al commento di Sam e guardai di nuovo Ash. 
“Kelsey..Se noti un/a ragazzo/a che ti piace cosa fai?” Chiese guardandola con un sorriso strafottente. 
Oh, che colpo basso. 
Kels mi guardò per un secondo e alzai le spalle non sapendo cosa dire per aiutarla. 
“Vado da lui e gli faccio uno spogliarello.” 
Rimasi secca alla risposta della mia amica, da quando aveva tutta quella sicurezza? 
“Quindi mi farai uno spogliarello?” Le domandò malizioso. 
“Chi ha detto che mi piaci?” Ribattè Kels facendoci ridere. 
Al castano cadde il cellulare di mano guardandola spaesato. 
“Mi dispiace amico” disse Luke allungandosi per dargli un pacca sulla spalla. 
“Sto scherzando scemo” sentii sussurrare a Kels. 
 Risi e dopo qualche istante Ashton parve riprendersi e raccolse il telefono da terra. 
“Jade.. sei.. vergine?” 
Tutti gli sguardi e intendo tutti, si posarono su di me. 
Che poi le ragazze lo sapevano benissimo che non lo ero. 
“Sono...bilancia.” 
  
 
 
 
  
  

Hei pinguine! 
I’m back, con il capitolo diciasette :3 
Cosa ve ne pare di questa Jade trasgressiva? O meglio Luke la  sta rendendo un cattiva ragazza :P 
Poi vediamo Megan che chiede di nuovo di andare alla festa con Luke ma lui, aihmè, non vuole. 
Jasmine e Mikey che flrtano, Kelsey che fa rimanere di merda Ashton e Calum sempre pervertito hahah 
Spero sia stato un capitolo abbastanza divertente e spero sopratutto che vi sia piaciuto  ** 
Nella prossima puntata vedremo i genitori di Jade e una notizia che sono sicura che non vi aspettate. 
Una di voi quasi mi ha quasi smascherata dicendo le la madre di Jade è incinta, all’inizio ci avevo pensato anche io ma poi ho cambiato idea hahah. 
Detto questo ringrazio tuuuutte ma proprio tutte le ragazze che mi seguono, GRAZIEEE <3 
Okay basta, me ne vado 
Good Bye <3

 

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Capitolo 18
*** I'd like to sleep with you ***



 

 
I'd like to sleep with you 
  

  

“Comunque sei una cretina” la voce metallica di Sam mi rimbombò nelle orecchie. 
“Perchè?” Domandai un po’ offesa avvicinando maggiormente il telefono all’orecchio. 
“Tu non sei bilancia!” Esclamò ovvia seguita dalla risata di Kelsey. 
Beh, in effetti era vero, avevo risposto ‘bilancia’ alla domanda di Ashton come segno zodiacale, anche se non lo ero veramente. 
“E’ il primo segno che mi è venuto in mente e poi la bilancia è dopo la vergine” mi giustificai tenendo il cellulare incastrato fra la spalla e la testa, cercando di infilarmi dei pantaloncini. 
Faceva davvero troppo caldo per stare con i jeans non poco aderenti. 
Aprii la porta dell’armadio a muro per cercarmi una canottiera e subito alcune pile di vestiti mi caddero addosso. 
Forse avrei dovuto sistemarli. 
Presi una maglietta bianca senza spalline e ripescai dal mare di vestiti il telefono che mi era caduto. 
“Jade ci sei?” Chiese Kelsey con un tono un po’ preoccupato. 
“Uhm, si si scusate” dissi impostando il vivavoce per poter indossare la maglietta con molta più facilità. 
“Cos’è stato quel rumore?” Domandò Sam. 
Spinsi tutti i vestiti dentro al guardaroba e chiusi velocemente la porta, li avrei sistemati più tardi. 
“Niente” risposi scendendo le scale. 
Entrai in cucina e presi dal frigo un po’ di succo d’arancia. 
“Allora?” 
“Cosa?” Chiesi confusa. 
“Quando veniamo da te a vedere i tuoi?” 
Uh già. 
“Pensavo di farvi venire sabato sera a cena” inventai al momento, prendendo da un armadietto un bicchiere pulito. 
Lasciai sul bancone il cellulare  e mi versai un po’ di succo. 
“Cioè domani?” Chiese Kelsey. 
“Si” dissi per poi prendere un sorso della bibita gialla-arancione. 
“Cazzo!” Esclamò. 
Ultimamente Kels diceva un po’ troppe parolacce. 
“Martinez, credo che l’influenza di Ashton non ti faccia poi così tanto bene” disse Sam facendomi ridere. 
“Non puoi venire?” Chiesi non lasciandole il tempo per rispondere all’affermazione della castana. 
“No è che.. è che dovevo uscire con Lui..” sussurrò tanto che dovetti metterci un po’ per capire cosa avesse detto 
“Oh” riuscii a dire. 
Non ero nessuno per negarle un’uscita con il ragazzo che le piaceva, avrei potuto rimandare la cena, o magari inventarmi qualcos’altro, alla fine non avevo ancora stabilito nulla con i miei. 
“Perchè non lo porti con te?” Domandò Sam a un certo punto. 
“Che?!” Esclamò subito Kels. 
“Ma si dai, lo sai come sono fatti i genitori di Jade, è come stare con degli amici un po’ più grandi..” 
“Beh, non hai tutti i torti.” 
“Se vuoi posso chiedere a Calum di venire, così non si sentirà troppo imbarazzato.” Continuò Sam nel suo ragionamento. 
Oh, che bella scusa Sam. 
“Si, si può fare” rispose Kelsey. 
“Aspettate, aspettate, fatemi capire, voi vorreste portare i vostri ragazzi a cena dai miei, nonostante non li abbiate ancora presentati ai vostri genitori?” Ricapitolai dubbiosa. 
“Si” risposero insieme. 
Okay, ho delle amiche un po’ strane. 
“Beh a questo punto chiamate anche gli altri, potrebbero offendersi a sapere che Ashton e Calum verranno invitati e loro due no.” 
Le ragazze risero facendomi rimanere confusa, cosa c’era di divertente? 
“Cosa vi ridete?” Sbottai quando notai che non la smettevano più. 
“Avanti Jade lo sappiamo che questo è un invito fra le righe a Luke Hemmings.”  Ridacchiò  Sam e avrei potuto scommettere una montagna di soldi che stesse facendo su e giù con le sopracciglia, nonostante non la potessi vedere. 
“Ma perchè pensate sempre male?” Sbuffai riponendo il bicchiere nel lavandino. 
Volevo essere solamente carina, anche se non mi sarebbe dispiaciuto affatto vedere a casa mia quel.. anzi, quei gran pezzi di fighi. 
Il suono famigliare del campanello mi risvegliò dai miei pensieri e con il cellulare in mano mi avvicinai alla porta per vedere dallo spioncino chi fosse. 
Mi sorpresi quando vidi una massa di capelli corvini con il viso abbassato, che non mi fece capire a chi appartenessero. 
“Tipe c’è un giovane  abbastanza carino fuori dalla mia porta, vi richiamo dopo” dissi a bassa voce. 
“Non tradire Luke” sentii dire a Sam prima di spegnere la chiamata a tre. 
Scossi la testa per la sua cretinaggine – sempre se si possa dire così- e aprii la porta. 
Quello che mi si parò davanti fu un ragazzo moro dagli occhi di un azzurro talmente chiaro, che per un secondo mi fecero quasi paura. 
Indossava una tuta unica di un blu scuro con le maniche rialzate mostrando le sue braccia muscolose e sulla tasca all’altezza del petto, pendeva un cartellino sui cui era scritto in grandi lettere ‘Brendan’. 
Mi analizzò dalla testa ai piedi per cinque secondi buoni, prima di rivolgermi un sorriso mettendo in risalto i suoi denti perfetti. 
“Ciao” sorrise stringendo sotto al braccio una cartellina marrone. 
“Ciao” dissi cercando di sembrare gentile. “Posso aiutarti?” 
“Oh si” abbassò lo sguardo sulla cartellina per leggere qualcosa e lo alzò subito dopo. 
“James Benson è in casa?” Chiese scrutandomi attentamente. 
“Uhm, no mio padre non è in casa al momento” risposi notandogli un piccolo tatuaggio al polso. 
“Lindsey Benson?” Domandò di nuovo. 
“No mi dispiace, non c’è neanche lei” sorrisi mortificata. 
Sorrise divertito prima di voltarsi e guardare in direzione di un camion ricoperto da vari disegni di mobili per la casa, posteggiato davanti al vialetto di casa mia. 
“Sei maggiorenne?” Chiese guardandomi. 
“Lo sarò fra meno di due settimane” dissi non riuscendo a capire cosa ci facesse ancora davanti alla mia porta. 
“Uh, ti credevo più grande..” mormorò soffermandosi con lo sguardo sul mio seno. 
Mi controllai dalla voglia di tirargli uno schiaffo, ma come si permetteva? 
Istintivamente incrociai le braccia sotto al  petto, non rendendomi conto che avrei solo peggiorato la situazione. 
“Dovrei fare una consegna, ma devo avere la firma di consenso.” 
Alzai il sopracciglio confusa, la consegna di cosa? 
“ Senti, non so quando il mio capo vedrà questa ricevuta, ma credo che lo farà quando tu sarai già maggiorenne, quindi perchè non me la firmi tu?” Chiese sorridendo. 
“Chi mi dice che non sei un stupratore seriale che vuole entrare in casa  mia per violentarmi? O peggio un assassino, o un ladro che vuole derubarmi?” Domandai facendolo ridere. 
“Sai, non credo che uno stupratore ti farebbe firmare un foglio prima di violentarti e soprattutto non si presenterebbe vestito così ” sorrise divertito indicandosi. 
Bhe, giusta osservazione. 
“Okay, dammi qua” dissi lasciandomi scappare un sorriso. 
Firmai velocemente con la penna attaccata alla plastica della cartellina e gliela restituii. 
“Grazie.. Jade” disse leggendo la mia firma. 
“Aspettami, tieni la porta aperta per favore.” Urlò correndo verso il camion. 
Tirò dei colpi con la mano alla porta del guidatore, facendo scendere un ragazzo biondo e aiutò Brendan a tirar fuori dal quell’enorme bagagliaio diversi componenti di non so quale mobile. 
Quando riconobbi una rete, un materasso  e una testeria capii che fosse un letto. 
Un letto? I miei avevano comprato un letto? 
Si avvicinarono e aprii maggiormente la porta per farli passare. 
Appena entrarono nel corridoio si fermarono non sapendo dove andare. 
“Dove li mettiamo?” Chiese Brendan dietro al suo collega. 
Uhm, bella domanda. Dove glieli faccio mettere? 
Ci pensai qualche secondo e poi ricordai che mio padre stava praticamente rinnovando tutta la camera degli ospiti. 
“Siete abbastanza forti da riuscire a salire le scale?” Li provocai divertita. 
“Ci sottovaluti bellezza” ripose il ragazzo biondo. 
Risi, ignorando quel nomignolo e cominciai a salire le scale, facendogli segno di seguirmi. 
Gli spalancai la porta della stanza degli ospiti e poggiarono per terra le cose che tenevano in mano. 
Mi stupii per la facilità con cui portarono quelle cose, insomma si poteva capire anche da una veloce occhiata che erano pezzi pesanti. 
Dovevano essere abituati a questi sforzi. 
Li accompagnai alla porta e aspettai che uscissero prima di chiuderla. 
“Okay, ciao Jade” sorrise il moro alzando appena la mano in segno di saluto. 
“Ciao Brendan.. oh per la firma.. cerca di evitare di mettere sia me, che te nei casini.” Dissi appoggiandomi allo stipite della porta. 
Annuì e rise, per poi girarsi e salire sul camion. 
Li osservai mentre sfrecciarono velocemente sulla strada e rimasi ferma qualche secondo a osservare il paesaggio davanti a me. 
Non riuscivo proprio a capire, perchè cavolo i miei stavano rifacendo la camera degli ospiti? 
Pareti dipinte di azzurro, un nuovo armadio e un nuovo letto. A che scopo? 
Chiusi la porta, decisa a dover parlare con i miei quando sarebbero tornati dal lavoro. 
  
Tornai nella mia stanza intenta a sistemare tutti i miei vestiti, odiavo farlo ma non potevo lasciarli li così. 
Aprii l'anta dell'armadio e entrai in quello spazio non molto grande. 
Mi sedei a terra a gambe incrociate e cominciai a suddividere tutte le magliette, dalle felpe e dai pantaloni. Presi il mucchietto delle canottiere e iniziai a piegarle ordinatamente. 
Il campanello della porta suonò per la seconda volta, a quanto pare la gente aveva voglia di farmi visita. 
Mi alzai svogliatamente e scesi di nuovo le scale. 
Cavolo con tutto questo esercizio fisico avrei perso peso facilmente. 
Aprii la porta senza neanche controllare dallo spioncino e rimasi spiazzata quando incontrai degli occhi blu e dei capelli biondi sparati in una cresta non troppo ordinata. 
“ Luke? ” Dissi sorpresa. 
“ Ciao” sorrise tenendo le mani nelle tasche dei skinny jeans, facendomi una radiografia completa dalla testa ai piedi. 
“Che ci fai qui?” E soprattutto come faceva a sapere dove abitavo? 
“ Volevo vederti" sorrise di nuovo facendomi perdere settordici anni di vita. 
“ Davvero?” Quasi sussurrai. 
Annuì mostrando una perfetta fila di denti bianchi. 
Oh dio, potrei morire felice proprio in questo momento. 
“ Posso entrare?” Domandò divertito notando che non mi muovevo più, troppo impegnata ad ammirare ogni suo singolo particolare. 
“Oh si.. scusa" risi imbarazzata, spostandomi di lato per farlo passare. 
“ Vuoi.. vuoi qualcosa da bere o..? ” Balbettai nevosa. 
Perchè cavolo ero nervosa poi? 
“ No grazie “ rifiutò “bella casa comunque " continuò sorridente guardandosi attorno. 
“ Grazie “ per fortuna l’avevo pulita prima. 
“Come hai fatto a sapere dove abito?” Chiesi curiosa. 
“Io so tutto di te, piccola” mi fece l’occhiolino sorridendo sghembo. 
Alzai il sopracciglio, incrociando le braccia al petto. Non ci credevo per niente. 
“Va bene, me l’ha detto Sam” ridacchiò “ Sei sola?” 
Annuii distrattamente e salii le scale di nuovo, ma questa volta seguita anche da lui. 
Entrammo in camera mia e a parte la montagna di vestiti, era tutto abbastanza in ordine. 
“ Stavi facendo qualcosa?” Chiese guardando in direzione dell'armadio. 
“ Si” dissi osservandolo mentre si buttava sul mio letto, facendomi ridacchiare. 
Amavo la sua spontaneità. 
“ Continua ti prego, non volevo disturbarti.” 
“ O..kay ” mormorai dubbiosa. 
Mi sedei a terra proprio come qualche minuto fa e continuai nel mio lavoro sotto il suo sguardo attento. 
“Quella mi piace” commentò quando afferrai fra la mani una canottiera bianca o meglio, trasparente. 
Era l'unica cosa con cui a volte riuscivo dormire dato che non la si sentiva neanche addosso. Non ne capivo il senso di un capo del genere, ma dovevo ammetterlo che era piuttosto carina. 
“ Dovresti indossarla qualche volta, magari a scuola”  disse sorridendo malizioso. 
“ Si certo, nei tuoi sogni ” ridacchiai passando ad un’altra maglietta da piegare. 
“ Oh ma tu, nei miei sogni non hai bisogno di alcun tipo di vestito”  ammiccò facendomi ridere. 
“ Luke sei un pervertito!” Esclamai tirandogli la maglietta addosso. 
“ Come se tu non avessi mai fatto sogni erotici su di me” replicò facendomi la linguaccia. 
Sentii il sangue affluirmi alle guance, perchè  in effetti era capitato al terzo anno di superiori, ed era stato un sogno talmente realistico che avevo avvertito veramente i suoi baci e i suoi tocchi su tutto il mio corpo-  e intendo tutto, tutto. 
“No! L’hai fatto davvero!” Rise facendomi arrossire maggiormente. 
“Hm..” farfugliai, era inutile mentire di fronte all’ovvio. 
“Adesso voglio sapere tutti i particolari.” 
“Anche no” scossi la testa e lo vidi distendersi solo con la schiena sul mio letto. 
Ci stava bene sopra, anzi ci stava fin troppo bene. 
Sorrisi allo strano pensiero che mi passò per la testa, era strano e sexy vederlo così. 
“Perchè sorridi?” Chiese dopo un po’ che rimasi ferma a guardarlo. 
“Sai.. mi piacerebbe dormire con te” dissi dando voce ai miei pensieri. 
Alzò il sopracciglio e tenendo il peso sui gomiti si alzò di poco con il busto. 
“ E’ forse un invito non esplicito a fare sesso con me?” 
“Ma no idiota! “ Risi non riuscendo a trattenermi “ voglio dire solo.. dormire.. niente di più”  continuai cercando di spiegarmi meglio. 
Mi sarebbe piaciuto accocolarmi fra le sue braccia e sentirmi protetta. 
Sorrise e con dei movimenti veloci si tolse le scarpe dai piedi, si diede una spinta e poggiò la testa sul mio cuscino. 
“ Allora dormiamo “ disse battendo la mano sullo spazio vuoto accanto a sè, come invito. 
“ Sei serio?” Domandai con un’espressione sorpresa e divertita allo stesso tempo. 
“Certo, su vieni.” 
“Ma sono le quattro di pomeriggio” ribattei ridendo. 
“E allora?” 
Scossi la testa e mi alzai per poi sdraiarmi accanto a lui. 
Lo feci apposta a stargli abbastanza lontana, insomma capitemi, ero sempre una ragazza con gli ormoni adolescenziali a palla. 
“Se vuoi dormire con me, o mi stai vicina o ti scansi del tutto” sussurrò e con la mano dietro alla mia schiena, mi avvicinò a se in un solo colpo. 
Sussultai a quella vicinanza, le nostre labbra si sarebbero potute sfiorare se solo avessi detto qualcosa. 
Portò una mano sulla  mia guancia cominciando ad accarezzarla, mentre mi perdevo nel blu dei suoi occhi. 
Abbassai lo sguardo sulle sue labbra e sul quel piercing che gli stava così dannatamente bene. 
Avevo voglia di baciarle, ma mi trattenni. Non volevo sembrare un di quelle ragazze che non riuscivano a controllarsi. Anche se, a mio parere, anche una suora non sarebbe riuscita a resistergli. 
“Sai che per dormire bisogna chiudere gli occhi?” Domandai a bassa voce, per non rompere quell’atmosfera quasi.. magica. 
Rise spostando la sua mano sul mio fianco, infilò la mano sotto alla maglietta e accarezzò  quel poco di pelle nuda, facendomi rabbrividire. 
Sorrise accorgendosi della mia reazione. 
“E’ questo l’effetto che ti faccio?” Sussurrò con voce quasi roca. 
Oh Dio. 
“Stavo pensando di farmi anche io un piercing” cambiai discorso per evitare di rispondere a quella domanda. 
“Hm, no” storse il naso “ dovresti farti un tatuaggio semmai” suggerì. 
“Ce l’ho già un tatuaggio” ribattei calma. 
Sembrò pensarci qualche secondo, apparendo quasi confuso. 
“Ma se ti ho visto in intimo e non ho notato nessuno tatuaggio.” Disse riducendo gli occhi a due fessure. 
Risi per la sua espressione buffa. 
“Viene coperto anche dalla biancheria.” 
Si alzò finendo sopra di me, reggendosi con le braccia per non cadermi addosso. 
“Dove ce l’hai?” Domandò  mordendosi un labbro. 
“In un posto..” risposi vaga ridacchiando. 
“Jade, sto resistendo all’impulso di strapparti i vestiti di dosso, per cui dimmi dove ce l’hai.” 
Il mio cuore si fermò per un secondo, per poi riprendere a battere più forte che mai. 
Non mi sarei mai abituata a sentire il mio nome detto da lui.. poi con quella voce roca.. ah poveri i miei ormoni. 
Negai con la testa, sapevo che lo stavo facendo arrivare al limite, ma mi divertivo troppo. 
“Dimmi solo se su o giù” disse a voce bassissima. 
Mi morsi il labbro, non volevo rispondere. 
“Okay, ho capito, lo scoprirò da solo” sussurrò viaggiando con la mano verso i miei pantaloncini. 
Oh cazzo. 
Slacciò il bottone e fece per sfilarli ma si bloccò quando il mio cellulare cominciò a vibrare. 
Presi un respiro profondo, rendendomi conto di averlo trattenuto per tutto quel tempo. 
Spinsi leggermente Luke, giusto quel poco per poter scendere dal mio letto. 
Mi avvicinai ai vestiti, li dove avevo lasciato il telefono e lo raccolsi da terra. Accettai la chiamata senza neanche leggere chi fosse e lo portai all’orecchio. 
“Pronto?” Dissi con voce un po’ tremante. 
“Ciao tesoro” riconobbi subito la voce di mia madre. 
“Hei mamma, che succede?” 
“Niente volevo solo vedere se andava tutto bene.” 
“Oh si va.. va tutto.. ben.. benissimo” balbettai osservando Luke togliersi la maglietta e me la lanciò addosso. 
Perchè cazzo si è tolto la maglietta?! 
Sorrise divertito dalla mia reazione e sbadatamente fece cadere il suo cellulare a terra. 
“C’è qualcuno con te?” Chiese mia madre. 
“Uhm.. si si, c’è.. Kelsey con me”  dissi facendo ridere Luke, che subito dopo si morse il labbro inferiore per non farsi sentire. 
“Salutamela” esclamò contenta mia madre. 
“Si, ti saluta anche lei” inventai al momento. 
“Ok, divertitevi ragazze, ci vediamo stasera” disse dolcemente. 
“Ciao mamma”. 
Presi la sua maglietta da terra e gliela rilanciai. 
“Perchè cazzo te la sei tolta?” 
“Volevo vedere la tua reazione” rise facendo per rimettersela. 
“No, non metterla.. stai bene così” mormorai rendendomi conto troppo tardi della cazzata che avevo appena detto. 
Rise maggiormente alzandosi e venendomi incontro. 
“ Ah si? Ti piaccio così?” Chiese afferrandomi i fianchi. 
Annuii allacciandogli le braccia al collo. 
“Anche a me piaci senza maglietta” sussurrò prima far combaciare le sue labbra alle mie. 
Chiusi gli occhi assaporandomi ogni secondo di quel bacio. Mi alzò una gamba facendomi capire che voleva prendermi in braccio e le allacciai attorno al suo bacino. Mi mantenne per i glutei – una valida scusa per toccarmi il culo- e mi leccò il labbro inferiore, schiusi le labbra e un secondo dopo le nostre lingue litigavano per avere il comando. 
“Ho sentito che avrai un po’ di ospiti domani sera” disse con il fiato spezzato. 
“Chi te l’ha detto?” Chiesi subito 
“Kelsey.” 
“Vuoi venire?” Sperai in una risposta positiva, volevo davvero che venisse. 
“Hm..solo se mi potrò sedere accanto a te” rispose facendomi ridere. 
“Certo” sussurrai lasciandogli un bacio a fior di labbra. 
“Chiedilo anche a Michael se vuole venire.” 
Annuì rubandomi un bacio veloce. 
“Cazzo!” Esclamò guardando l’orologio appeso alla parete. 
“Scusami piccola, devo andare” disse lasciandomi dalla sua presa. 
Uhm, non volevo che se andasse. 
Si allontanò, lasciando in me un senso di vuoto bruttissimo e indossò velocemente la sua t-shirt. 
Si incamminò  verso la porta, ma lo fermai quando notai il suo cellulare ai piedi del letto. 
“Hei bimbo, non dimentichi qualcosa?” Domandai afferrando il suo telefono. 
Risi e glielo porsi. 
“ Grazie “ sorrise e lo seguii fino ad accompagnarlo alla porta. 
“ Comunque non mi sono dimenticato, me lo dovrai far vedere quel tatuaggio.” 
Risi aprendogli la porta. 
“Va bene” dissi semplicemente. 
“Ci vediamo domani sera” continuai. 
“A che ora?” 
“Facciamo per le sei e mezza?” 
“Okay” sorrise “ ciao” sussurrò per poi lasciarmi un semplice bacio a stampo. 
“Ciao” sussurrai a mia volta. 
  
  
Ero tranquillamente spaparanzata sul divano a guardare la tv quando sentii la porta di casa aprirsi. 
Il vocio dei miei genitori mi fece alzare e sedermi composta. 
Controllai l’ora sul display che mostrava a grandi numeri le 11.05 pm. 
Un orario di ritorno normale, per il loro lavoro. 
“Hei piccola” mi salutò mio padre sedendosi accanto a me. 
“Ciao” sorrisi nel vedere i suoi capelli un po troppo scompigliati. 
“Non dormi?” Chiese mia madre unendosi a noi. 
“Non ho sonno” dissi spostandomi per fargli spazio sul divano. 
Inutile, dato che si sedette in braccio a mio padre. 
Cosa che mi fece ricordare che dovevo assolutamente parlare con loro. 
“Devo dirvi due cose” sbottai a un certo punto. 
Mia madre annuì facendomi capire che potevo continuare. 
“Avete impegni per domani sera?” 
I miei genitori si guardarono per un’istante e negarono con la testa. 
“Perchè?” Chiese curioso mio padre. 
“Ho invitato le ragazze per cena domani.. è un problema?” 
“No tesoro” sorrise tranquillizzandomi mia madre. 
“Potrebbero unirsi anche.. alcuni amici” ridacchiai nervosa, più per mio padre che per  mia madre. 
La mamma mi scrutò per un secondo e capì subito che c’entrava qualcosa anche il biondino di cui le avevo parlato. 
“Quanti di preciso?” Chiese lui. 
“Solo quattro.” 
“Okay, si può fare” disse sorridendo. 
Oh grazie a Dio. 
“Qual è l’altra cosa che devi dirci?”  Continuò. 
Li guardai intensamente, volevo capire che cosa mi stavano nascondendo. Insomma, non ero più una bambina, l’avevo capito che c’era qualcosa sotto. 
“Nella stanza degli ospiti avete ridipinto le pareti, avete comprato un nuovo armadio e un nuovo letto. Quindi o mi dite cosa sta succedendo o me lo dite lo stesso.” 
Si guardarono per due o forse tre minuti, mentre io ancora attendevo una risposta. 
“Te lo avevo detto che se ne sarebbe accorta” borbottò  lui incrociando le braccia al petto. 
La mamma si spostò dalle sue gambe e si sedette sulla poltrona davanti a me. 
“Non volevamo dirtelo così ma.. mi sembra che non possiamo più nascondertelo.” 
Disse prendendomi la mano e stringendola nella sua. 
“Sei pronta?” Domandò guardandomi negli occhi. 
Annuii energicamente, non aspettavo che quello. 
“Abbiamo deciso di adottare un bambino.” 
  
  
  
 
 
 
 
 
  

Hei pasticcineee! 
Non sono morta, no, sono ancora viva e vegeta ! 
Alluuura, inizio dicendovi che mi scuso per non aggiornare più come all’inizio. 
Ma i capitoli sono sempre più difficili da scrivere, il tempo è sempre meno e vi confesso che le cose che scrivo le invento al momento. Cioè la trama della storia no, per quella ci ho pensato per un bel po’, ma  i dettagli e alucne cose che faccio fare ai ragazzi sono tutte cose che penso durante il giorno e la sera le trascrivo sul pc. 
Oppure apro la pagina di word e invento tutto al momento. 
Diciamo che sono una che segue l’istinto. 
Ok passando al capitolo. All’inizio vediamo il  nostro trio di ragazze organizzarsi con la cena, poi degli operai (?) abbastanza carini che portano a casa di Jade questo letto nuovo, Luke e Jade che quasi si saltano addosso e alla fine la notizia bomba che svela il mistero. Velo aspettavate o vi ho sorprese? Spero proprio di si :33 
Nel prossimo capitolo vedremo cosa succederà  a questa strana cena – e vi comunico che non sarà la tipica cena fra genitori e figli- e forse vedremo Sarah, ma questo non ve lo assicuro. 
Okay, credo di aver detto tutto e niente, ci vedremo al prossimo capitolo, per chi vorrà leggerlo. <3 
Good Bye 
Ps. Come sempre ringrazio tutte le donzelle che mettono tra preferiti/ ricordate/ seguite, chi recensisce e anche chi legge solamente  <3   :33

 
 

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Capitolo 19
*** A strange dinner ***


Sono una rompipalle lo so, ma
scusate per la lunghezza di questo capitolo <3
 

 
A strange dinner
 

Un.. un bam.. Un che?! 
I miei avevano adottato un bambino? 
Per quanto sentissi quel fastidioso pizzichio allo stomaco, per il fatto che non me lo avessero detto fin dal primo momento, non riuscivo proprio ad essere arrabbiata con loro. 
Non sarei più stata da sola, avrei smesso di sentire quel fastidioso silenzio per tutta la casa. Certo, a volte la musica mi aiutava a riempirlo, ma non sarebbe mai stato così bello come la voce o la risata di un bambino a risuonare fra quelle mura. 
Avrei avuto quella responsabilità di dovermi preoccupare e occupare di qualcun'altro, non solo di me stessa. 
E credetemi per una figlia unica come me, non c’era notizia più bella. 
Quanti anni ha? Di che nazionalità è? É maschio o femmina? 
Avrei voluto fare così tante domande ai miei, ma mi limitati a saltare addosso a mia madre e stringerla come mai avevo fatto prima. 
Soffocò una risata, mentre allacciava le braccia attorno alla mia vita e poco dopo sentii anche la presenza di mio padre unirsi a quell'abbraccio mozzafiato. 
“Non sei arrabbiata con noi per non avertelo detto prima?” Chiese mio padre allontanandosi di poco. 
“Voi siete pazzi!” Esclamai euforica, non riuscendo proprio a tenermi tutto dentro “Come potrei esserlo?” 
Mia madre sorrise così tanto che quasi gli angoli della sua bocca, toccarono le orecchie. 
“Quindi sei felice?” Chiese dolcemente. 
“ Super ultra stra mega felice!”  Risi contagiando anche loro. 
“ Ma ditemi qualcos’altro, parlatemi di lui o lei.” Dissi più curiosa che mai. 
La mamma rise scompigliandomi i capelli. 
In altre circostanze avrei sbuffato e protestato a quel gesto, odiavo quando mi toccavano i capelli in quel modo. 
Ma in un momento del genere, avrebbero potuto buttarmi addosso una mucca e io l’avrei abbracciata e coccolata, tanto per intenderci. 
“È un maschio” rispose facendomi già  immaginare un pargoletto da cullare fra le braccia. 
“Quanti anni ha?” Chiesi in cerca di più informazioni. 
“Vorrei che fosse una sorpresa” disse papà sorridendo. 
Ma perchè i miei avevano questa tendenza a creare tutto questo mistero? 
“Uffa, dovete fare sempre così” sbuffai facendoli ridere “ditemi qualcos’altro allora.” 
“Okay..mh..alla casa di accoglienza dove sta, ci hanno detto che è molto bravo con i computer e la tecnologia in generale.” 
Oh, allora non era poi così piccolo. Mi sarei ritrovata con un moccioso di dieci, undici anni più intelligente di me. Perfetto. 
Ma, a parte questo andava bene, dopo tutto credo che mi sarebbe andata bene qualsiasi cosa. 
“Come ci è finito li?” Chiesi veramente interessata. 
“I suoi genitori sono morti in un incidente stradale, e lui si è salvato insieme a sua sorella.” 
“Perchè non avete adottato anche lei?” 
“ Perchè è già stata adottata da un’altra famiglia.” Disse lui stringendo la mano di mia madre. 
Oh, caspita. 
Non doveva essere facile per lui essere rimasto da solo. Insomma, a nessuno piace stare da soli. 
“Quado verrà a stare a casa nostra?” Domandai non vedendo l’ora di averlo già qui. 
“Fra due settimane.” 
Feci un urletto di gioia, iniziando a saltellare sul divano come una bambina che ha mangiato fin troppe caramelle. 
Aspettavo che accadesse qualcosa del genere da tanto, forse troppo tempo. 
Papà rise, trascinandosi dietro la mamma, per poi salire le scale e andare nella loro camera, lasciandomi da sola nel mio delirio. 
Come avrei  fatto ad addormentarmi adesso? Mi sentivo troppo felice ed eccitata per.. mio fratello. 
Cavolo, che bello poter dirlo. 
Fratello, fratello, fratello. 
Caspita, potevo chiedergli almeno come si chiamava. Vabbe l’avrei saputo domani. 
Spensi la tv, raccolsi il telefono che era caduto per terra per colpa dei miei saltelli, per cul..fortuna non si era rotto. 
Corsi in camera mia e mi catapultai sul letto. 
Mi spogliai velocemente e rimanendo in intimo, mi infilai sotto le coperte, chiusi gli occhi cercando di respirare lentamente per potermi addormentare, ma l’adrenalina che sentivo era davvero troppa. Manco avessi vinto tre miliardi di dollari. 
Mi misi seduta, passandomi nervosamente la mano tra i capelli. Dovevo trovare qualcosa da fare per calmarmi. 
Presi il computer portatile dal comodino, cominciai a navigare un po’ sui social network per distrarmi, e stranamente sembrò funzionare. 
Aprii la pagina di facebook e la cosa che mi saltò subito all’occhio furono le innumerevoli foto di ragazze mezze nude che riempivano la home. 
Ma che cavolo, era diventato un sito porno, non un posto dove condividere le tue idee e i tuoi pensieri. 
Chi diavolo avevo come amici? 
Lasciai perdere e controllando le notifiche, cominciai a leggere tutti i commenti sul video in cui Luke mi aveva taggata. 
Quarantadue mi piace per un video di merda in cui mi rendevo ridicola. Che vergogna. 

Ashton Irwin 
Sei sicura che il testo sia esattamente così? 

No, ma quello che avevo  inventato io era molto meglio. 

 Sam Reed 
Dovresti andare a x factor. 

Michael Clifford 
E’ camera di Luke quella? Jade mi stai tradendo? 

Risi leggendo il suo commento. Adoravo Michael e il suo senso dell’umorismo. 

Luke Hemmings 
Si Mike, dovresti vedere com’è brava.. 

 Avvampai, sentendo il battito del mio cuore acellerare, aveva seriamente scritto un roba del genere? 
Dove tutti potevano leggere tra l’altro. 
Maledizione, perchè doveva sempre dire o pensare cose a sfondo sessuale?! 

Ryan Haider 
Puoi cantare così anche al mio funerale? 

Certo, come no. Magari avrei potuto fare anche il sermone al posto del reverendo la domenica mattina. 

Jade Benson 
Ash non trovi che il mio testo sia più realistico? Sam andiamo insieme, ti va? 
Michael amore mio non potrei mai tradirti <3 
Luke, Michael lo sa meglio di te ;) 
Ryan tesoro, mettiti in fila, ho altri sette funerali a cui cantare. 

 
Chiusi tutte le pagine, ancora divertita dai quei commenti scemi e riposi il computer sul comodino. 
Mi nascosi di nuovo sotto le lenzuola, coprendomi fino alla testa. 
Mi sentivo bene, ero veramente felice. 
  
“Jade!” 
Continuai a guardare quella foto meravigliosa.. quei capelli che mi sarebbe piaciuto tanto toccare, quel sorriso da stupro. 
Ma poi un sorriso, poteva essere stuprato? 
“Jade!” 
Quei addominali da urlo, talmente perfetti da sembrare finti. 
Per non parlare di quella V così dannatamente sexy, quanto mi sarebbe piaciuto.. 
“Jaaaadeeee!” La voce di mia madre si fece talmente forte, che forse l’avevano sentita anche in Algeria. 
Dallo spavento feci rimbalzare  quattro volte il cellulare fra le mani fino a farlo cadere direttamente a terra. 
Lo raccolsi, lasciando stare la foto sexy di Taylor Lautner a petto nudo, che mi aveva fatta incantare per forse cinque o sei minuti. 
Scesi velocemente le scale  e corsi in cucina dove appunto trovai la mamma intenta a impastare qualcosa. 
“Che c’è?” Chiesi attirando la sua attenzione. 
“Ma sei sorda per caso? Cosa stavi facendo? E’ la terza volta che ti chiamo!” Esclamò alzando e abbassando le sopracciglia senza rendersene conto. 
Alzai gli occhi al cielo, se non avesse le mani impastate di chissà cosa, avrebbe posato i palmi sui fianchi, assumendo la tipica posizione da mamma incazzata. 
“Ma’ cosa vuoi?” 
“Hanno suonato alla porta vai ad aprire.” Disse facendo ondeggiare la testa, in modo da spostare i capelli dietro alla schiena. 
Sbuffai alterata, cioè aveva interrotto il mio angolo di paradiso solo per una cazzata. 
Aprii la porta e le facce sorridenti di Sam e Kelsey mi si pararono davanti. 
“Toc toc” disse allegra la castana. 
Inarcai il sopracciglio, di cosa si era fatta? 
“Dovresti dire ‘chi è?’ e io a quel punto dovrei continuare. Okay rifacciamo.” Continuò entrando in casa. 
“Toc toc” 
“Chi è?” Domandai non riuscendo a trattenere un sorriso divertito. 
“Il lupo mangia fighi.” 
Da quando esiste il lupo mangia fighi? 
Kelsey rise battendosi una mano sulla fronte, scuotendo la testa. 
La capivo, non era facile essere amica di una svitata come Sam. 
“Che figo vuoi?” Chiesi continuando a tenerle quel gioco demente. 
“Justin Timberlake” 
“Non c’è” 
“Neymar” 
“Non c’è” 
“Calum Hood” ammiccò inumidendosi le labbra. 
“Non c’è” risposi lasciandomi scappare una risata. 
“Nick Carter” 
“C’è!” Esclamò mia madre dalla cucina ridacchiando. 
“Hei, ciao Lindsey” disse Kelsey avvicinandosi al bancone per poterle dare un mini abbraccio. 
“Ciao ragazze” sorrise andando a lavarsi le mani. 
“Ma voi cosa ci fate qui? Non dovevate venire più tardi con i vostri cavalieri?” Domandai sedendomi su uno degli sgabelli liberi. 
“In teoria si, ma poi hanno deciso di venire insieme a Luke e Michael” rispose Sam facendomi sorridere. 
Quattro fighi in casa mia, cosa volevo di più? 
“E gli altri due chi sarebbero?” Chiese mia madre sedendosi davanti a noi, passandomi un coltello e un sacco di patate. 
Non lo sapevate? Pelare le patate era diventato il mio hobby preferito. 
“Calum e Ashton” dissi vedendo le mie amiche in difficoltà nel dare una risposta. 
“Chi sono?” Domandò subito curiosa. 
“Due ragazzi...” borbottò Kelsey facendomi ridere sotto i baffi. 
“Due ragazzi o i vostri ragazzi?” Le punzecchiò divertita. 
La  mamma spesso si divertiva a farlo anche con me, anzi togliamo il spesso. 
Ma uno dei suoi pregi, era che non criticava mai e riusciva a darti dei consigli che funzionavano sempre e in ogni caso. 
“Dov’è papà?” Mi guardai attorno, prima che sbucasse fuori da un angolo e assistesse a discorsi del genere. 
Si, perchè lui non era geloso solo di me, ma anche delle ragazze. Credo che  le considerava quasi come due figlie, o delle nipotine, dato che siamo praticamente cresciute insieme. 
“L’ho mandato a prendere il dessert per la cena.” 
Sospirai di sollievo, cominciando a pelare una patata gigante. 
Avrei potuto uccidere un uomo con questa cosa. 
“Allora avete intenzione di dirmi chi sono questi fanciulli o lo devo scoprire da sola?” Domandò ancora riducendo gli occhi a due fessure. 
Risi non riuscendo più trattenermi, era bello vedere qualcuno, che non fossi io, sottoposto agli interrogatori della mamma. 
“Sam sta con Calum, mentre io.. diciamo che mi frequento con Ashton” sussurò Kelsey. 
“Ma li conosco?” 
“Di vista, può essere” rispose Sam alzando le spalle. 
Oh, quindi ce l’aveva ancora la lingua. 
“Descrivetemeli” disse scartando il pollo dall’imballatura del supermercato. 
“Ashton ha gli occhi verdi e i capelli castani, Calum ha i capelli neri e gli occhi scuri leggermente a mandorla.” 
“Oh, Michael ha i capelli rossi e gli occhi verdi.. azzurri.. verde acqua.. vabbè sono chiari comunque” aggiunsi, non sapendo descrivere alla perfezione  il colore degli occhi di Mike. 
La mamma corrugò la fronte cercando di ricordarsi le loro facce e dopo qualche istante sembrò illuminarsi. 
“Sono quelli con la frangia lunga?” Chiese facendoci ridere. 
“Quello era alle medie mamma, hanno cambiato look adesso.” Le scoccai un occhiolino al quale ridacchiò. 
“Ma quello con i capelli rossi non riesco a ricordarlo..” mormorò portandosi  l’indice al mento. 
“Oh no, no lui ce li aveva tipo castani-biondo cenere, solo che si è fatto varie tinte e adesso li ha di un rosso acceso” disse Kelsey prendendo un coltello, iniziando ad aiutarmi con quelle patate del cavolo. 
“Boh, non ricordo. Lo vedrò più tardi” sorrise facendo qualcosa di strano a quel povero pollo. 
“Come mai non hai chiesto di Luke?” Chiese Sam al quanto pensierosa. 
“Perchè conosco sua madre e l’ho visto recentemente insieme a lei.” 
“Uh, quindi le consuocere sono anche amiche..” 
Alzai gli al cielo alla frase di Sam, facendo ridere le altre. Anche se.. avere una suocera come Liz non sarebbe stato poi così tanto male, soprattutto per il figlio.. 
“Ma fai solo questo per cena?” Sviai l’argomento indicando il pollo e le patate. 
“Non lo so.. ho provato a riprodurre una ricetta che ho trovato su internet, ma non credo mi sia riuscita..” mormorò osservando la bacinella in cui aveva messo un strano composto. 
“Ti consiglio di fare qualcos’altro, sono dei ragazzi piuttosto affamati” dissi riferendomi soprattutto a Luke e Michael. 
Kelsey ridacchiò annuendo alla mia affermazione. 
“Va bene dai, vai a prepararti ci penso io qui” si voltò prendendo dal cassetto un coltello. 
Mi guardai, indossavo una tuta e una canottiera e ai piedi le mie immancabili pantofole  bianche a forma di coniglio. 
“Perchè non sono sexy?” Domandai guardandola, mettendo le mani sui fianchi. 
“Si, sexy quanto Mr. Bean” disse facendo ridere le ragazze. 
Ridacchiai e dopo esserci lavate le mani andammo in camera mia. 
“Cosa ti metti?” Chiese subito Sam. 
Aprì il mio armadio, mentre io mi sedei accanto a Kelsey. Indossava un top grigio e una gonna nera a vita alta che le arrivava a metà coscia, mentre Sam aveva un semplice t-shirt e dei pantaloncini di jeans. Avevano optato per la semplicità e io avrei fatto lo stesso. 
“Qualcosa di sobrio” dissi mentre mi toglievo la maglietta e la castana spulciava nel mio guardaroba. 
“Ti posso truccare?” Mi chiese Kelsey sorridendo teneramente. 
Risi per la sua faccia buffa e mi alzai a prendere la trousse con i trucchi. 
Mezza ora più tardi, indossavo un semplice vestitino estivo bianco con alcuni dettagli in blu, Sam mi aveva leggermente arricciato le punte dei capelli e Kels mi aveva fatto un trucco leggero, ma molto carino. 
In pratica, avevo una troupe di truccatori e parrucchieri che lavoravano gratis per me. 
“Ma rimani con quelle?” Mi chiesero contemporaneamente. 
Guardai le mie pantofole, erano così carine, sopratutto comode e poi si abbinavano anche al vestito. 
“Si!” Esclamai scendendo velocemente le scale. 
Le sentii ridere alle mie spalle, ma mi seguirono lo stesso. 
Entrai in cucina per vedere a che punto fosse la mamma con la cena e notai papà seduto su uno sgabello. 
Non l’avevo sentito arrivare, probabilmente perchè Kelsey aveva messo tutto l’album di Austin Mahone al massimo del volume. 
“Hei” lo salutai lasciandogli un bacio sulla guancia. 
“Ciao piccola” sorrise lasciando intravedere una fila di denti perfetti. 
“Ciao bellezze” disse quando vide le mie migliore amiche. 
Lo abbracciarono e quasi mi intenerii nel vedere quella scena, sembravano così piccole rispetto all’altezza e ai muscoli di mio padre. 
“Che ore sono?” Chiese la mamma facendo bollire qualcosa in una pentola. 
“Le sei e mezza” le rispose papà guardando l’ora sul cellulare. 
Cominciai ad agitarmi, sentendo il cuore battere un po’ più forte. 
Ancora non riuscivo a capire perchè queste emozioni si liberavano nel mio corpo soltanto quando c’era di mezzo Luke. 
‘Forse perchè ti piace?’ 
Beh si, non hai tutti i torti. 
Notai Kelsey battere l’indice sul cellulare costantemente e capii che fosse nervosa. 
Lo faceva sempre quando era agitata, le strinsi la mano, prima che potesse rompere del tutto lo schermo e la trascinai dietro a me. 
“Mamma, noi intanto apparecchiamo okay?” Domandai senza aspettarmi per davvero una risposta, era solo un modo per distrarci. 
Annuì dandoci il consenso, senza neanche degnarci di un’occhiata e dopo aver preso le cose necessarie, andammo in sala pranzo e cominciammo a sistemare il tutto sul tavolo. 
“Come sto ragazze? Sincere però!” Piagnucolò Sam con dei piatti in mano. 
Ridacchiai guardando Kelsey che si mordeva il labbro per non ridere. 
“Stai bene, piaceresti a Calum anche con un sacchetto della spazzatura” mormorai sistemando le posate. 
“Penso che gli piacerebbe di più senza niente addosso” commentò Kels facendomi ridere. 
“Dai ragazze sono seria. E poi non è così tanto pervertito..” Disse Sam quasi offesa, lasciando i piatti sul tavolo. 
Inarcai il sopracciglio guardandola, cosa? 
“Okay, lo è, però è anche molto dolce, mi fa sentire bene..” 
Sorrisi alla vista delle sue guance leggermente più rosate. 
“ Non ci credo.. ti sei innamorata!” Esclamò Kelsey lanciandole uno dei tovaglioli addosso, facendolo ricadere proprio sulla sua testa. 
“Poverina” commentai divertita. 
“Non mi sono innamorata!” 
“Si e io sono Jennifer Lawrence” disse Kelsey sistemando i bicchieri. 
“Voi.. voi dite che io mi sia..” borbottò passandosi una mano sulla fronte. 
Mi avvicinai e le misi un braccio attorno le spalle “ E’ così ovvio” le scoccai un bacio sulla guancia e mi allontanai per finire le ultime cose. 
“E’ normale Sam, prima o poi accade a tutti” la confortò la mora. 
“Succederà anche a te Jade, non fare tanto la dura” continuò guardandomi come a volermi rimproverare. 
Alzai gli occhi al cielo, io non rifiutavo l’amore, solo non avevo ancora trovato  quel qualcuno che mi faceva impazzire, a tal punto da volerlo per sempre nella mia vita. 
“Quando mi innamorerò di qualcuno sarai la prima a saperlo.” 
“Ci mancherebbe altro!” Esclamò spostandosi i capelli su una spalla in modo teatrale. 
Risi del suo gesto, ma mi fermai non appena sentii il suono del campanello. 
Ci guardammo per un istante e quasi mi tremarono le gambe, Sam cacciò un urlo e Kelsey non si muoveva più. 
La mamma  rise guardando le nostre reazioni dalla cucina. 
Ma cosa si rideva? 
“Vado io?” Domandò papà alzandosi dallo sgabello. 
“No!” Urlai subito. 
Se avessero visto lui alla porta sarebbero scappati per lo spavento. 
Diciamo che mio padre non aveva il tipico aspetto da papà amorevole. 
Cioè, non fraintendetemi, era un padre fantastico, ma era grande e grosso, giocava a rugby ed era anche piuttosto bravo, e aveva un po’ di tatuaggi. 
“Vado io” dissi fiondandomi alla porta. 
Presi un lungo respiro e la aprii, trovandomi davanti le facce sorridenti e un po’ nervose dei ragazzi. 
Appena mi notarono, sembrarono quasi sollevati. Ridacchiai mentalmente e sorrisi invitandoli ad entrare. 
“Ciao Jade” dissero tutti insieme. 
Wow, un coro professionale non sarebbe stato così bravo. 
“Ciao ragazzi” risi chiudendo la porta alle mie spalle. 
Li salutai lasciando a ognuno un bacio sulla guancia, a parte Luke, che si voltò rubandomi un veloce bacio a stampo senza farsi vedere. 
Per fortuna tutti i piccioncini si limitarono a dei semplici abbracci, sarebbe stato imbarazzante scambiarsi certe effusioni davanti ai miei genitori. 
“Siamo in ritardo?” Mi sussurrò all’orecchio Michael. 
Negai con la testa sorridendogli e li portai in salotto, dove si erano spostati i miei. 
Avrei dovuto fare le presentazioni o qualcosa del genere, giusto? 
“Uhm mamma papà, loro sono Ashton, Calum, Michael e Luke” dissi indicando ognuno di loro “ ragazzi loro sono Lindsey e James, chiamateli per nome, non signore e signora, altrimenti si sentono vecchi” continuai abbassando leggermente la voce sull’ultima parte della frase. 
“Ciao ragazzi, sono proprio felice di avervi qui, Luke è un piacere rivederti.” La mamma sorrise stringendo loro la mano, seguita subito dopo da mio padre. 
Mi sentivo una nanetta, erano tutti così alti. 
“Oh Dio, non ci credo che è la madre di Jade! Pensavo fosse una semplice amica di mia madre. E’ davvero bellissima.” 
Aw, quanta dolcezza Luke. 
“Si, ed è per questo che è mia moglie” ribattè mio padre appoggiando un braccio attorno alle spalle della mamma, facendo ridere tutti. 
“Papà!” Lo ripresi lasciandomi scappare una piccola risata. 
“Che c’è?” 
Alzai gli occhi al cielo, lasciandolo stare. 
“La cena sarà pronta fra poco, vado a controllare. Voi accomodatevi pure...ragazze potete venire ad aiutarmi un secondo?” Domandò mia madre guardando soprattutto me. 
La seguimmo e appena fummo in cucina chiuse la porta alle nostre spalle. 
“Oh mio Dio ragazze!” Esclamò eccitata “ma chi mi avete portato in casa, dei modelli o dei semplici amici!?” 
Scoppiammo a ridere per la sua espressione estremamente buffa. 
“Sono carini eh?” Disse Kelsey allacciando le braccia al petto. 
“Molto più che carini, e poi Luke è anche meglio di quello che ricordavo” rise scompigliandomi i capelli. 
“Mamma!” Mi lamentai a quel gesto che tanto odiavo. 
“Forse è meglio che andiamo di la, prima che tuo padre cominci a fare uno dei suoi interrogatori.” 
Concordai con Sam e feci per uscire, ma mi bloccai tornando indietro. 
“Ma’, ti serve una mano per davvero?” Chiesi guardando i ripiani della cucina. 
“Hm, no no. Anzi fateli accomodare nella sala da pranzo.” 
Annuii e uscii dalla cucina ritornando in salotto. Mi aspettavo di vedere mio padre minacciare i ragazzi per farli rimanere ad una giusta distanza da noi, ma quello che vidi furono solo dei maschi che parlavano tranquillamente e ridevano come se fossero amici di vecchia data. 
Uhm, meglio così. 
“Su uomini, andiamo a cenare” dissi attirando l’attenzione su di me, si alzarono dal divano e papà gli fece strada. 
“Belle scarpe” commentò Michael riferendosi alle mie pantofole. 
Ridacchiai mimandogli un “ grazie”. 
“A me piacciono davvero” sussurrò Luke al mio orecchio, facendomi sentire quei brividi per la schiena che nascevano solo con lui accanto. Sorrisi incapace di emettere alcun suono. 
Odiavo il fatto di sembrare una totale cretina solo in sua presenza. 
Prendemmo posto e come promesso al biondo, mi sedei accanto a lui, mentre alla mia sinistra avevo Michael. 
Le coppiette si sederono vicine, mia madre e mio padre a capotavola. 
Nascosto dal tavolo, Luke prese la mia mano intrecciandola con la sua, un gesto che mi scaldò il cuore. 
Mi piaceva la differenza che c’era fra le nostre mani, la sua sembrava enorme rispetto alla mia e per qualche stupido motivo mi faceva sentire protetta. 
La cosa non passò inosservata a Michael che mi prese in giro dandomi un lieve pizzicotto sulla coscia. 
Mi ribellai facendo lo stesso a lui, ma a differenza mia, si mise a ridere. 
“Cos’era, una carezza quella?” Fece la linguaccia, fermando la mia mano libera prima che potessi dargli un pizzicotto più forte. 
La mamma portò sul tavolo tutte le portate e sembrò quasi che dovesse sfamare un esercito, a quanto pare mi aveva presa alla lettera. 
Lanciai un veloce sguardo a Kelsey che sorrise notandomi, mise la mano accanto alla bocca e mimò un “oggi è più sexy del solito” riferito ad Ashton. 
Risi attirando l’attenzione di Luke che mi guardò curioso, mi limitai ad alzare le spalle. Insomma, erano discorsi fra sole donne quelli. 
Sam come al solito, appoggiò il viso sul palmo della mano e fissò Calum, come se nessuno fosse accanto a lei. 
Mia madre lo notò, e come sempre non si fece scappare l’opportunità di punzecchiare qualcuno. 
“Hei Calum, ho sentito che tua madre vuole presentarti alla figlia di una sua amica.” 
La castana sembrò pietrificarsi sul posto, poi spalancò la bocca e si mosse quasi cadendo dalla sedia. 
“Cosa?!” Sbottò guardando mia madre. 
Non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere, seguita da tutti quanti, perfino papà rise tenendosi la pancia. La faccia di Sam era esilarante, giuro. 
“Sto scherzando scema, neanche la conosco sua madre!” 
Sam borbottò qualcosa portandosi le mani al viso, in modo da coprirsi. 
Poverina. 
Cercai di calmarmi, mordendomi il labbro talmente forte, che quasi sentii il sapore ferreo del sangue. 
“Certo che siete un po’ stronzi” sussurrò facendo ridere di più la mamma. 
Ecco, questa era una di quelle tante cose che si potevano dire solo a dei genitori come ai miei, in altri casi, non immagino neanche quale sarebbe stata la punizione per Sam. 
Cominciammo a mangiare e fui davvero felice nel vedere i ragazzi più o meno a loro agio, non so per quale motivo, ma sembrava che a papà dopo tutto, la loro presenza piaceva. 
“Raccontatemi qualcosa di voi” disse lui prendendo un sorso d’acqua dal suo bicchiere. 
“Qualcosa.. cosa?” Chiese Ashton non sapendo esattamente cosa dire. 
“Non lo so, se avete degli hobby..” 
“Oh si! Abbiamo una band!” Esclamò Mike piuttosto orgoglioso di averne una. 
“Davvero?” Domandò la mamma sorpresa. 
“Si certo, non siamo chissa cosa ma..” Kelsey non lasciò nemmeno terminare la frase ad Ash, che lo interruppe mettendogli una mano sopra alla sua. 
“Siete molto bravi invece” sorrise calorosamente, come a dare più enfasi alla frase. 
“Che genere fate?” Chiese mio padre curioso. 
“Ci ispiriamo molto alle band come i Green day o i Blik-182, ma ci piace anche il pop..” disse Calum giocando con la forchetta in mano. 
“Quindi è qualcosa di pop punk, pop rock.” Luke finì la frase per lui. 
“Wow, com’è la vostra formazione?” Chiese papà sembrando ancora più interessato. 
“Ashton è il batterista, Calum suona il basso, e io e Luke la chitarra” spiegò Michael indicando ognuno di loro. 
“Oh grande amico!” Esclamò papà stringendo la mano di Ashton “ anche io la suonavo qualche tempo fa” sorrise entusiasta di non so che cosa. 
“Come mai hai smesso?” 
“Beh il lavoro occupa la maggior parte del mio tempo, e quando sono libero mi dedico al rugby.” 
“Oh, ora si spiega tutto” sussurrò Luke al mio orecchio, facendomi ridere. 
“Cantante anche?” Chiese la mamma guardandoli. 
“Si, cantiamo un po’ tutti ma Luke è la voce principale” rispose Calum. 
“ A me piacete molto, con gli strumenti siete fantastici, però dovreste  lavorare maggiormente sui vocalizzi e sul respiro..” commentai sincera. 
Nessuno parlò e mi sentii quasi in colpa, avevo detto qualcosa di brutto? 
“Hei! Mia sorella è da un po’ di anni che prende lezioni di canto, potrebbe aiutarvi se vi va, no?” Sbottò Kelsey dopo qualche istante. 
“Tua sorella prende lezioni di canto?” Domandò sorpresa Sam. 
“Tu hai una sorella?” Chiese Ashton spalancando la bocca. 
Scoppiai a ridere  insieme ai ragazzi per la sua espressione scioccata. 
Si, buongiorno Ash. 
“Si potrebbe fare però” disse Mike pensieroso. 
“Non vi siete offesi vero?” Chiesi timorosa guardando soprattutto Luke. 
“Ma no, dopo tutto hai detto una cosa vera” mi rassicurò poggiandomi una mano sulla coscia. 
Oh, cavolo. 
Deglutii, non riuscendo a muovere nient’altro. 
“I vostri genitori approvano?” Domandò la mamma, mentre la mano di Luke cominciò a salire. 
Sentii caldo, fin troppo per i miei gusti. 
“Certo non fanno i salti di gioia, ma dopo tutto non penso che gli dispiaccia poi così tanto”  rispose Calum per poi mettersi in bocca un pezzo di pollo. 
La mano del biondo salì ancora di più e mi morsi il labbro per non emettere strani versi, mentre lui guardava gli altri facendo finta di niente. 
Cavolo, perchè avevo indossato un vestito sapendo che avrei avuto Luke accanto a me?! 
“Penso che prima o poi lo accetteranno” mormorò Michael. 
“Ma si vedrete che..” 
“Cazzo!” Esclamai quando la mano di Luke mi toccò proprio in quel punto. 
Lo vidi ridere sotto i baffi quando spostai con forza la sua mano. 
Mi guardarono tutti come se fossi una pazza da mandare in manicomio e solo dopo realizzai quello che avevo detto. 
“Uhm..cazzo mamma.. che buone queste patate!” Ridacchiai come un’isterica. 
“Tesoro stai bene?” Chiese seriamente preoccupata. 
“Benissimo!” 
  
Quando finalmente finimmo di mangiare, ci alzammo e non fui così contenta di stare lontana da Luke, come in quel momento. Mi sentivo accaldata e avevo bisogno di distrarmi per qualche secondo. 
Mia madre cominciò a sparecchiare ma la fermai subito. 
“Mamma lascia fare a me” dissi prendendole dalle mani dei piatti. 
“Ma tesoro sono i tuoi amici, dovresti stare con loro.” 
“Fa niente, tu hai già fatto abbastanza cucinando per trecento persone” ribattei facendola ridere. 
“Okay” mormorò lasciando la presa sui piatti. 
Cominciai a sparecchiare il tutto portandolo in cucina, e una volta dentro chiusi la porta per avere un po’ di privacy. 
Infilai tutte le cose in lavastoviglie, di certo non le avrei lavate a mano. 
Dopo qualche minuto la porta si riaprì, facendo entrare un Michael sorridente. 
“Hei, che ci fai qui?” 
“Sono venuto a darti una mano” disse avvicinandosi. 
“Non c’è molto da fare” risposi cercando di convincerlo a tornare di la. 
“Allora vuol dire che ti farò compagnia.” 
Sorrisi per la sua tenerezza, mentre lo vedevo sedersi su un ripiano. 
“Posso confessarti una cosa?” Domandai posando i bicchieri nel cestello. 
Annuì incrociando le braccia al petto. 
“Sei un gran figo.” 
Scoppiò a ridere e non feci altro che sorridere per la sua risata strana. 
“Non a caso sono il tuo ragazzo” disse facendomi l’occhiolino. 
Questa volta risi io, facendo quasi cadere a terra un bicchiere. 
“Sai quante ragazze vorrebbero essere al mio posto?” Scherzai tenendogli il gioco. 
“Molte” alzò le spalle, passandosi una mano fra i capelli. 
Restammo in silenzio per qualche secondo, interrotto solo dal rumore delle stoviglie, ma fu un silenzio piacevole. 
Mike era uno di quei ragazzi che tutte le ragazze vorrebbero avere, ma non per l’aspetto fisico, soprattutto per il carattere. 
Insomma, era simpatico, divertente, sempre con la battuta pronta, ma era anche dolce e rispettoso. 
Forse neanche lui sapeva di avere tutte queste caratteristiche. Chi è la scema che si farebbe scappare uno come lui? 
parte Loris che era già fidanzata, però che tristezza, non sapeva che si perdeva. 
“L’hai superata la cosa di Loris?” Chiesi veramente curiosa di sapere la verità. 
Sembrò pensarci per qualche secondo e poi sorrise facendomi vedere i suoi denti perfetti. 
“Si, penso di si. E poi grazie a te sono anche riuscito a darle un piccolo bacio.” Disse facendomi ridere. 
Almeno qualcosa di buono l’avevo fatto. 
“Anzi, credo anche che mi interessi un’altra ragazza.” 
“Fammi indovinare, è Jasmine?” Domandai divertita, vedendolo spalancare la bocca sorpreso. 
“Ma come fai ad azzeccarci sempre?” 
“Io sono Cupida, tesoro.” Dissi  indicandomi con l’indice. 
Scosse la testa lanciandomi addosso il tappo di una bottiglia, riposta sul ripiano accanto a lui. 
  
Tornammo di la dagli altri sentendo delle urla e varie risate. 
“Ma che state facendo?” Chiesi guardando Sam saltellare su un piede, mentre Luke davanti a lei teneva il tablet della mamma sopra la testa. 
“Stiamo giocando” rispose Calum ridendo nel vedere la sua ragazza fare quei strani saltelli. 
Che minchia di gioco è? 
“E come si gioca scusa?” Domandò Michael confuso tanto quanto me. 
“In pratica sul tablet c’è il nome di un film, il ragazzo che lo tiene sopra alla testa  deve indovinarlo tramite il suo compagno di squadra che gli da degli indizi. Il tutto in dieci secondi capito?” Spiegò la mamma. 
Mi sedei accanto a Kelsey che mi abbracciò infondendomi un po’ del suo amore. 
Ah, amavo Kelsey e i suoi abbracci. 
“Più o meno” mormorò Mike sbirciando il titolo del film sul tablet. 
Quando lo lessi anche io, compresi i saltelli di Sam. 
“Andiamo Luke, è facile!” Esclamai divertita nel vedere la mia amica imitare una corda con le mani. 
“Luke cazzo! Salti tanti salti e dei ragazzi giovani di colore!” Urlò Sam con il fiatone. 
“Jump in?” Provò dubbioso. 
“Siiii! Alleluiaaa!” 
Scoppiai a ridere, aspettando i prossimi giocatori. 
“Jade vuoi giocare?” Mi chiese mio padre. 
Annuii  sorridendo, dopo tutto non sembrava così difficile. 
“Allora sei con Calum” disse svelandomi il mio compagno di squadra. 
Mi alzai e Luke passò il tablet a Cal, che facendo partire il tempo lo posizionò sopra alla testa, tenendolo con le mani. 
Mi venne un colpo quando lessi il titolo del film e il biondo mi guardò divertito torturandosi il labbro inferiore. 
Ma perchè capitavano tutte a me? 
“Okay.. allora.. una maschio e una femmina e un letto!” 
Calum inarcò il sopracciglio guardandomi confuso, beh si, non l’avevo spiegato nel modo migliore. 
“Uhhh.. fanno bum bum..ma non stanno insieme.. Justin Timberlake e Mila Kunis..” mormorai facendo ridere i ragazzi. 
Oddio, avevo detto seriamente bum bum? 
“Friends with benefits?” Tentò corrugando le sopracciglia. 
“Siiiiii!” Urlai saltandogli addosso. 
Rise abbracciandomi a sua volta, alla fine Calum non era tanto scemo come sembrava. 
“Okay passiamo al prossimo.” Disse papà al quanto divertito. 
“Tocca a te James” gli ricordò la mamma. 
“Oh, allora andiamo signorina” sorrise porgendo la mano a Kelsey, che rise leggermente. 
Si misero uno di fronte all’altro, mentre papà reggeva il tablet. 
Il film in questione era..Never back down. 
“Oh.. Quel gran figo di Sean Faris.. “ 
“Chi?” Esclamò non sapendo chi fosse. 
“Tanti pugni, sfide, una ragazza di mezzo..” 
Complimenti Kels, si capiva proprio tutto. 
“Il tizio di colore.. come si chiama?..Djimon Hounsou!” Provò di nuovo, mentre il tempo segnava solo quattro secondi mancanti. 
“Never back down?” Domandò mio padre non del tutto sicuro. 
“Si, cazzo si!” Urlò Kels facendolo ridere. 
Mi voltai e incrociai lo sguardo di Luke che mi sorrise maliziosamente. 
Mi portai la mano alla fronte, spostando i capelli. 
Arrivai ad una semplice conclusione, che in pratica rappresentava la mia intera vita. 
Tutte le persone che mi stava attorno, non era poi così tanto normali.




 

Hola chicaaaasss!
Scusate immensamente per il ritardo, Dio mi dispiace così tanto.
La colpa non è mia ve lo assicuro, tra parenti serpenti e mia madre e i  suoi lavori casalinghi ho avuto pochissimo tempo per scrivere.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, o per lo meno che sia riuscita a strapparvi un sorrisino. :3
Non ho molto da dire visto che ho gli occhi che mi si chiudono, dopo aver passato due giorni interi a scrivere questa robaccia.
Sono stanca morta quindi niente, vado a rispondere alle vostre bellissime recensioni e ci vediamo al prossimo capitolo!  <3
Ringrazio solamente tutte le ragazze che mi cagano, vi meritate tutte un pinguino piccolino ( i pinguini sono teneri come Luke :3 )
Ps. Avete sentito just saying? E’ sjfdosaeufdss <3
P.ps. Ho insegnato a mia sorella di tre anni a dire ‘ ciao bella come butta?’ sono troppo gasata :D

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Capitolo 20
*** Spain, i'm coming ***





Spain, i'm coming


“Perchè continui a leccarti le labbra?”
La voce di Luke mi risvegliò dai pensieri, facendomi ritornare alla realtà di quel cortile un po’ troppo piccolo per una scuola con un così alto numero di studenti.
“Cosa?” Domandai confusa ripetendo quel gesto che neanche mi accorsi di aver fatto, sentendo subito dopo un lieve bruciore.
“Continui a farlo” disse tirandosi con i denti l’anellino al labbro inferiore.
“E’ arrivato quel periodo?” Chiese Sam alzando di scatto il viso dal suo cellulare.
“Si cavolo!” Esclamò Kelsey battendo il cinque alla castana seduta di fianco a  lei.
“Finalmente..lo stavo aspettando” sospirò l’altra sorridendo ampiamente.
Pft, che stronze.
Luke, come gli altri, le guardò confuso non riuscendo a capire di cosa stessero parlando.
“Che periodo?” Chiese Calum corrugando le sopraccigia.
“Hai le tue cose?” Domandò Luke facendomi ridere.
Negai con la testa, lasciando spiegare a quelle sotto specie di migliori amiche, la questione del periodo.
“Quando Jade continua a leccarsi le labbra vuol dire che sta per ammalarsi” disse Sam ritornado con lo sguardo sul telefono.
“E cosa c’è di bello in questo?” Ashton la guardò dubbioso, sistemandosi meglio la bandana sulla testa.
“Beh, diventa tenera. Non dice parolacce, non fa battutte senza senso, si fa coccolare da tutti.. diventa dolciosa”  rispose Kelsey ridendo.
Quanta dolcezza del cavolo, che poi io amavo le coccole, malata o non.
Certo, magari fatte dalle persone giuste.. tipo da qualcuno di molto carino..
Presi la mia borsa portandola sotto alla testa a mo’ di cuscino e mi sdraiai sull’erba non troppo fastidiosa, cercado di assorbirmi tutti i raggi di sole.  Non che fosse difficile poi, dato che eravamo quasi in piena estate e faceva davvero caldissimo.
“Per cui ragazzi, godetevela per un po’, vi mancherà quando tornerà la solita Jade”  disse Sam facendomi sbuffare.
Ma io sono sempre tenera.. la maggior parte delle volte..
Chiusi gli occhi, ma li aprii subito dopo quando sentii una presenza vicino a me, trovandomi una Jasmine sorridente.
“Hei” dissi accenando un sorriso.
“Ciao” rispose sedendosi accanto a Kels, salutò tutti gli altri con un gesto della mano  e mormorò  un lieve “ hei” a Michael.
Mi sedei, tirando le ragazze un po’ più indietro, spostandoci leggermente dai ragazzi.
“Ti piace eh?” Le chiesi ridacchiando.
“Chi?” Domandò fingendo di non sapere a chi mi riferissi.
“Andiamo Jas, si vede che ti interressa” la punzecchiò Sam tirandole un filo d’erba addosso.
“No, ma cosa dite, non mi interessa Michael..”
“Nessuno ha nominato Michael però..” le fece notare Kelsey sorridendo maliziosa.
Jasmine si portò le mani sulle guance, rendendosi conto di essere arrossita leggermente.
“Oh Dio ragazze.. non mi piace, ma è carino. Cioè..mi piacciono i suoi capelli, i suoi occhi, per non parlare della sua bocca! Ha un sorriso perfetto, e le sue labbra sono così rosse.. voi dite che si metta il lucida labbra?  E quel piercing, Dio è così attraente!” Esclamò mettendosi le mani fra i capelli.
Scoppiammo a ridere, per la sua espressione quasi frustrata, non riuscendo però a darle torto.
“Ho capito, ti piace” commentai divertita.
Annuì, afferrando che non sarebbe servito niente mentire a noi.
“Chi è attraente?” Domandò curioso l’interessato, avendo forse sentito il tono di Jasmine farsi più forte.
“Fatti gli affari tuoi!” Gli feci la linguaccia, imponendogli di tornare a parlare con Calum.
“Perchè non glielo dici?” Chiese Kelsey innocentemente.
“Già, le vostre frecciatine sono evidenti, credo che non sarebbe tanto sorpreso nel sentirselo dire, o meglio, di averne la conferma.” Continuò Sam.
“Chi lo sa, magari gli interessi anche tu..” mi lasciai scappare.
Non gli avrei di certo spifferato tutto quello che mi aveva confessato Mike, ma nulla mi fermava ad aiutare una futura amica.
“Boh.. non è fidanzato vero?” Domandò e potrei giurare di aver sentito un lieve tremolio nella sua voce.
Negai con la testa, facendola sospirare di sollievo.
“Come fa uno come lui a non essere fidanzato?”
 Ridacchiai, dato che era una domanda che mi ponevo spesso anche io.
“No, ma quando ero in bagno ho sentito una delle amiche di Megan dire di averlo puntato..” disse Sam giocherellando con il cellulare fra le dita.
Non sapevo se stava dicendo la verità o era una cazzata inventata al momento per infastidire Jasmine, fatto sta che avevo colto nel segno.
“Chi è Megan?” Chiese la ragazza dai capelli viola con un tono acido e confuso allo stesso tempo.
“Quella troia della capo cheerleader” sputò Kels facendomi rimanere basita per il linguaggio usato.
Dio santo, qui la situazione cominciava a degenerare.
“Allora cosa farai?” Domandò Sam ancora più incuriosita.
Jasmine sbuffò mettendosi le mani fra i capelli e portanto le ginocchia al petto. Sembrava così in difficoltà, e un po’ la capivo.
 Gli uomini dicono tanto che siamo noi donne ad essere quelle complicate, che poi a fare gli schizzofrenici sono loro.
Ad esempio Luke, aveva detto a Megan che ci frequentavamo, non so se l’aveva fatto per scrollarsela via dalle palle – si, proprio in quel senso- oppure perchè lo pensava davvero.
 Ci frequentavamo certo, ma solo da amici e con tutti gli altri ragazzi intorno.
 E questa era una cosa che mi mandava fuori di testa, visto che mi sbatteva in faccia la realtà. Luke mi piaceva e non poco, non lo volevo come un semplice amico e neanche come uno con cui fare solo sesso – anche se non mi dispiacerebbe affatto farlo con lui -, ma lo volevo sopratutto come..come uno che mi faceva tante coccole, ecco.
“Non lo so ragazze, non posso andare li e dirgli ‘hei Michael, ti ho adocchiato e sei un figo della madonna, perchè non usciamo insieme?’ sarebbe ridicolo !” Esclamò alzando la voce, senza pensare che si sarebbe fatta sentire così anche dai ragazzi.
Notai Michael interrompersi nel raccontare qualcosa a Luke e sorridere divertito, mentre Jasmine si dimenava cercando di nascondersi dietro ai capelli, rendendosi conto della figura appena fatta.
“Non direi ridicolo, potrebbe essere anche divertente.” Le sorrise, facendola arrossire ancora di più.
Risi nel vedere Ashton tirare delle gomitate giocose a Calum, mentre cercavano di trattenere le risate, senza poi tanto successo.
“Okay, forse è meglio andare!” Esclamò Sam tirando per la mano Jasmine, aiutandola ad alzarsi, salvandola da quella situazione imbarazzante, ma molto divertente.
“E così.. le piaccio” commentò Michael sorridendo, sentendosi forse orgoglioso.
“Si, credo proprio di si” dissi alzandomi da terra e raccolsi la borsa sentendo la campanella suonare, avvisando gli alunni della fine della pausa.
“Adesso non fare lo stronzo, non farla sentire una merda e vai a chiederle di uscire.”  Continuai dandogli una pacca sulla spalla, senza però trattenere un sorrisino.
Rise e annuì prima di correre dietro a Jasmine e Sam.
Mi incamminai a mia volta, ma venni strattonata per i fianchi non troppo violentemente.
“Ma non gli piaceva Loris?” Sussurò Luke al mio orecchio, mettendomi un braccio attorno alle spalle.
La cosa non passò molto inosservata, dato che quasi tutte le ragazze che incontravo per strada mi trucidavo con lo sguardo.
Ma perchè doveva essere così figo?
Ma apparte questo, dovevo ammetterlo, Luke mi rendeva felice quando manifestava gesti affettuosi in pubblico.
“Ma come, non te l’ha detto?” Chiesi confusa, convinta che Mike glielo avesse detto.
“No, è successo qualcosa?”
“Alla fine ha scoperto che è fidanzata” risposi alzando le spalle.
Mugugnò qualcosa che non compresi  e a cui non diedi peso, dato che la mia attenzione fu attirata da un bigliettino attaccato al mio armadietto.
Mi allontanai dal biondo e staccai il pezzo di carta per aprirlo e leggerne il contenuto.

Ricordati che Luke Hemmings è mio.
Perdente

 
Non mi ci volle molto a capire chi fosse l’autore di quel bigliettino.
Sbuffai, stufa di quella zoccoletta e lo lanciai a Luke, ancora al mio fianco.
Inserii la combinazione, intenta a recuperare il libro di storia, andare a far finta di star attenta alla lezione del signor Regan e fregarmene altamente di quello stupido bigliettino.
Appena tirai l’anta dell’armadietto, un liquido di color verde mi cadde addosso sporcandomi  il viso, gran parte della maglietta e alcune ciocche di capelli che avevo perfettamente piastrato.
“Puttanaaaaa!” Urlai attirando l’attenzione di tutti gli alunni presenti nel corridoio.
Feci per incamminarmi e andare a cercare quella sottospecie di puzzola-gatta morta, per poterle strappare i capelli fino a farla rimanere pelata e perchè no, magari  anche umiliarla davanti a tutti togliendole quei rotoli di carta igienica che usava per rendere più voluminoso il suo seno.
“No Jade, sta ferma!” Esclamò Luke trattenendomi per il polso.
Cercai di dimenarmi dalla sua stretta, ma mi afferrò per  le braccia portandomi di peso nel bagno delle ragazze.
Ma come si permetteva quella..quella..
“Lasciami Luke, adesso la uccido seriamente quella troia!”
“No, no Jade!  Non risolveresti niente in questo modo!”
Guardai gli occhi azzurri di Luke e potei notare la serietà con cui aveva detto quelle cose, anche se il mezzo sorriso dipinto sul suo volto, mi faceva capire che era anche piuttosto divertito da quella situazione.
Oh Dio, chissà in che stato ero.
Sbuffai pesantemente, avvicinandomi al lavandino e quasi svenni vedendo il mio riflesso nello specchio.
Dovevo seriamente inizare a portarmi i ricambi a scuola.
“Sei un grinch abbastanza sexy così” ironizzò appoggiandosi sullo stipite di una delle tante porte delle cabine, con le braccia conserte.
Non lo considerai minimamente, lavai la vernice o qualunque cosa fosse quel liquido verde, dai capelli e cominciai a ripulirmi il viso con alcune salviettine che tenevo nella borsa, chiedendo a Dio di rendere santo, chiunque abbia inventato il trucco waterproof, ma sopratutto  riempiendo di innumerevoli insulti Marge.
“Puoi uscire per favore?”
“Perchè?” Corrugò la fronte dubbioso.
“Perchè devo spogliarmi” risposi mettendo le mani sui fianchi.
“Niente che io non abbia già visto” disse mordendosi il labbro sensualmente.
Lo faceva apposta, certo che lo faceva apposta, sapeva che non riuscivo a rimanere lucida quando faceva quella..quella cosa.
Mi tolsi la maglietta, un po’ troppo alterata per stare ai suoi giochetti.
“Perchè lo fai?”
“Cerco di lavarla, non posso andare in giro così!” Dissi ovvia cominciando a mettere la maglietta sotto al getto d’acqua del rubinetto.
“Così non aiuti me e il mio autocontrollo” si avvicinò sciogliendo l’intreccio fra le sue braccia.
“ Ascolta, io te l’ho chiesto di uscire, e poi non me ne frega un cazzo del.. tuo.. autocontrollo..” esclamai per poi abbassare notevolmente la voce, una volta che sentii il suo petto aderire alla mia schiena.
“Ripetilo” sussurrò con un tono basso e dannatamente sexy, facendo pressione sui miei fianchi per farmi voltare.
Se fosse entrato qualcuno, non oso immaginare cosa avrebbe pensato.
“Non me ne frega un..un cazzo..” mi fermai, sentendo la neccessità di inumidirmi le labbra.
“ Cazzo smettila di farlo, mi fai impazzire così.”
“Ti faccio impazzire eh..” mormorai allacciando le braccia dietro al suo collo.
“Si, per non parlare di quelle fragoline” ridacchiò abbassando lo sguardo sul mio reggiseno.
Lo guardai a mia volta, rendendomi conto di averne indossato uno bianco con delle piccole fragoline rosse.
Cosa c’era di male? Era carino.
“Le fragole piacciono a tutti” risi giustificandomi.
Lo spinsi leggermente, giusto per continuare a togliere via lo sporco dalla mia povera maglietta.
“Potresti prenderti la rivincita sai?”
“Oh si, lo so benissimo” dissi a denti stretti, aumentando la presa sulla t-shirt.
“Ma non con la violenza..” mi ammonì subito.
Lo guardai inarcando il sopracciglio, dargliele di santa ragione sarebbe stato già abbastanza per me.
“Non ha creduto a quella volta che ci ha visti insieme? Bene, facciamole capire che non sono suo.”
“Certo, tu sei mio.” Mormorai senza neanche pensarci.
Mi morsi violentemente il labbro quando realizzai la frase che era uscita dalla mia bocca.
“Ah si, sono tuo?” Sorrise malizioso.
“S..si cioè.. per finta.. solo..solo per farla ingelosire..e..”
Ma perchè dovevo fare la figura da ebete solo con lui?
“Si, si” rise divertito.
Lo lasciai perdere avvicinandomi ad uno di quei asciugatori automatici ad aria, per poter asciugare la maglietta.
Dopo cinque minuti, la mia t-shirt, era ancora leggermente umida, ma poteva andare anche così.
“Ho perso la lezione di storia” mi lamentai legandomi i capelli in una coda alta.
“Non fare la finta dispiaciuta” disse Luke dandomi una leggera spallata.
“Guarda che presentarsi in classe è già un bonus” ribattei facengli la linguaccia.
Rise incamminadosi fuori dal bagno.
“Che si fa adesso?” Chiesi tirando fuori dalla borsa il mio cellulare.
Trovai un messaggio da parte di Kelsey, che mi chiedeva dove cavolo era finita.
A: Kels
Ti dico tutto dopo.

“Aspettiamo fuori, fa troppo caldo qui dentro.” Rispose tirandomi dietro a se.
Quando arrivammo sul retro della scuola, dove di solito nessuno ci andava, notai subito Ashton seduto sui gradini della scala di emergenza, sfogliare un libro come un pazzo.
“Ash ma che fai?” Domandò Luke  sedendogli accanto.
Cercai di vedere la copertina del libro che aveva in mano e mi venne quasi da  ridere quando lessi il titolo.
“ ‘La fisica delle ragazze’ sei serio?” Chiesi divertita.
“ Non è mio giuro, l’ho rubato a mia sorella” si giustificò alzando le mani.
“Perchè?” Il tono di voce del biondo mi fece capire che stava trattenendo le risate.
Ashton sbuffò lanciando per terra il libro.
“Sto cercando degli spunti, per chiedere a Kelsey di essere la mia ragazza, ma in un modo carino” mormorò poggiando il viso sul palmo aperto della mano.
“Awww” mi lasciai scappare, correndo ad abbracciarlo.
Che tenero!
“Amico, credo che tu le piaccia abbastanza da poterglielo chiedere in modo semplice.” Disse Luke dandogli una pacca sulla spalla.
“Non lo so.. e se non le piaccio fino a quel punto?”
“Oh fidati, le piaci, eccome se le piaci!”
 Se Kelsey mi avesse sentita, mi avrebbe uccisa. Ma intanto le stavo organizzando il matrimonio, dove altro la trovava un’amica come me?
“Tu cosa faresti al posto mio?” Chiese Ashton guardando Luke.
Uh, sono proprio curiosa di saperlo.
“Ahm.. io non l’ho mai chiesto una ragazza. Lo sai, la mia relazione più lunga è durata una settimana e mezzo.”
Alzai gli occhi al cielo, cos’altro ci si poteva aspettare da Luke Hemmings?
“Mi ricordo che Ryan me lo aveva chiesto con dei cioccolatini” dissi sorridendo.
“Tu sei stata con Haider?!” Esclamò Luke al quanto sorpreso.
Annuii basita, pensavo che ormai tutti a scuola erano a conoscenza della nostra vecchia storia.
“Con dei cioccolatini?” Domandò interessato il riccio.
“Si cioè, mi aveva fatto sciegliere un cioccolatino tra tutti quelli che c’erano nella scatolina, e quando l’ho scartato c’era un bigliettino con scritto ‘ vuoi essere la mia ragazza?’. E’ stata una cosa dolce.” Raccontai  ricordando quella scena come se fosse stato ieri.
“Patetico” mormorò Luke passandosi una mano fra i capelli.
“Geloso” ribattei facendogli la linguaccia.
“Di lui? Mai.”
“No, del fatto che sia più tenero di te.”
“Potete continuare più tardi questa discussione e aiutarmi a farmi venire qualche idea?!” Ci riprese Ashton.
Spostai lo sguardo da tutte e due, e cerai di pensare a Kelsey. Non era una di quelle ragazze a cui piacevano  le cose troppo in grande, magari qualcosa di semplice, ma non troppo.
“Ti consiglio subito di evitare parole  troppo sdolcinate e frasi del tipo ‘ la mia vita senza di te fa schifo’ o ‘ sei la ragione per cui vivo’ sembreresti un po’ un rimbambito.” Dissi facendolo ridere.
Sorrisi alla faccia schifata di Luke, secondo me c’era un lato dolce anche in lui, solo che non era ancora venuta a galla o meglio, non del tutto.
“Perchè non usi uno di quei pupazzi parlanti?” Chiese proprio ques’ultimo.
Mi sbattei la mano sulla fronte. Sul serio? Un pupazzo parlante?
“Perchè sembrerebbe che non ha le palle di chiederlo personalmente” spiegai cercando di rendere ovvia la cosa.
Mi appoggiai con la schiena al muro freddo, e in un certo senso mi diede anche sollievo.
E fosse per me? Come avrei voluto che qualcuno mi chiedesse di starci insieme?
Ci pensai per un po’, finchè un’idea molto carina si fece largo nella mia testolina.
E avrei anche scommesso che a tutte le ragazze sarebbe piaciuta una proposta del genere.
 
 
“Ragazzi per favore sedetevi.”
La voce del signor Smith fece zittire il vocio che si era creato fra gli alunni, facendoli tornare al proprio posto.
Tornai al mio, all’ultimo banco accanto a Michael, dato che Sam aveva voluto sedersi accanto a Calum.
Un po’ la invidiavo, anche a me sarebbe piaciuto sedermi accanto al mio ragazzo, ma sopratutto, mi sarebbe piaciuto avere un ragazzo.
Ah, i film mentali facevano sempre male al cuore.
Mi consolai appoggiando la testa sulla spalla di Michael, a cui non sembrò pesare quel fatto.
“Oggi la ragazza di educazione sessuale non ci sarà.” Continuò il professore poggiando la sua valigetta sulla cattedra.
Sentii un gran boato partire sopratutto dai ragazzi, e un po' dispiaceva anche a me.
Dopo tutto le lezioni di Sarah erano davvero divertenti.
“Ragazzi per favore! Non preoccupatevi avete ancora due lezioni da fare insieme a lei, credo.” Spiegò velocemente.
“Ma Mr.Smith non abbiamo il materiale per la sua lezione” disse una ragazza dalla seconda fila.
“Si lo so, per cui state tranquilli oggi non faremo lezioni, abbiamo delle cose importanti di cui parlare.”
“Cioè?” Chiese Jason.
“Allora” cominciò sedendosi sulla cattedra, lasciando le gambe leggermente a penzoloni “siccome questo è il vostro quarto anno e quindi il penultimo, si spera, abbiamo in mente alcuni progetti da realizzare dato che l’anno prossimo sarete troppo presi dagli esami e dai test di ammissione per l’università, sempre se la facciate.”
In realtà, non sapevo se avrei continuato gli studi. Cioè, non avevo grandi passioni, più che altro mi sarebbe piaciuto entrare nel mondo del lavoro.
“Che tipo di progetti?” Domandò Michael risvegliandomi dai miei pensieri.
“Avete due scelte. Una recita in un cui dovrete sfoderare anche le vostre doti musicali, oppure una gita di una settimana, massimo dieci giorni.”
Una recita? UNA RECITA? 
Mai e poi mai.
Avevo promesso a me stessa che non avrei più recitato dopo la figura che avevo fatto in terza media e di certo non avevo nessuna intenzione di romperla. E poi a dirla tutta, facevo anche abbastanza cagare a cantare.
“Dove andremo se dovessimo scegliere la gita?” Chiese Luke a due banchi distante dal mio.
“Spagna.”
Saltai sulla sedia, quasi cadendo per terra, fortuna che Mike riuscì a prendermi in tempo.
“Si, si, io voto per la gita!” Esclamai euforica.
“Okay facciamo così”  disse alzandosi in piedi.
Prese un pennarello dalla sua borsa e cominciò a scrivere sulla lavanga da una parte la parola ‘gita’ e dall’altra ‘ recita’.
Cominciò a chiedere ad ogni alunno cosa preferisse, segnango una crocetta sotto alla parola scelta.
“Fatemi contare un attimo” mormorò osservando la lavagna.
“Sono sedici per la gita e dieci per la recita.. per cui si, molto probabilmente faremo la gita.”
Feci un urletto per la gioia facendo ridere anche il professore.
“Benson, ti vedo presa con questa storia” disse facendomi sorridere come una completa rincoglionita.
Spagna, aspettami, sto arrivando.
 
 
 
 
Ciaauuuu piccolee pollastrelle! (?)
Sono in ritardo? No vero?  U.u
Allora come state? Cosa mi raccontate?
Vi chiedo scusa dal profondo del cuore per questo piccolo ritardo, non accadrà mai più lo prometto. :3
Alluura parlando del capitolo, all’inizio vediamo la piccola Jasmine alla prese con la sua cotta per Mike. Ammetto che mi sono divertita molto a scrivere quella parte, perchè riuscivo proprio immaginare la scena e si, era divertente.
Poi vediamo Megan tornare  in scena, pensavate che non tornava mai più eh? E invece no è tornata ancora  più stronza di prima hahaha
 Dopo di che Ashton e il suo libro hhaha che tenerello :33
E alla fine vediamo che Sarah non c’è sfortunatamente, ma vedrete che tornetà con i suoi giochetti ancora più  accattivanti (?).
Cazzo ragazze, sono successe tante cose in questo capitolo e quindi dovrete solo continuare a leggere per sapere come finirà :D
Infine ho  un po’ di cose da chiedervi.

 Come lettrici, quanti capitoli ancora vorreste leggere? Cioè siamo già al capitolo 20 per cui diciamo che siamo più o meno alla metà della storia, ma tutto dipende dalla voglia che avete voi ancora di leggerla.
Alcune di voi mi hanno detto che si immaginano i personaggi in un certo modo e sono davvero contenta di questo e quindi se volete nel prossimo capitolo vi posso mettere le foto di come mi immagino io i personaggi, vi va?
Okay basta, vi ho scassato abbastanza, me ne vado.
Ps. Ringrazio tutte quelle che mi seguono e che mi lasciano delle recensioni così dolciose, siete fantastiche <3
Good bye.

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Capitolo 21
*** The perfect man ***





 
The perfect man


Proprio non riuscivo a capire.
Perchè nei film c’era sempre quella parte in cui verso la fine, la vita del protagonista in questione, andava sempre a rotoli e poi magicamente si trasformava in qualcosa di strepitoso?
Non ne trovavo il senso. Cioè, la maggior parte delle volte erano storie inventate, per quale motivo dovevano cercare  di riportare fatti della vita reale?
“Tieni” disse mia madre buttandosi a peso morto sul divano accanto a me.
Le presi di mano la ciotola con i popcorn e adagiandola sulle mie gambe, cominciai a sgranocchiarne un po’.
 La mamma prese il telecomando in mano e fece partire il film, aveva scelto ‘the perfect man’, quello con Hilary Duff. L’avevamo già visto, ma comunque non sarebbe stato brutto rivederlo di nuovo.
Non so per quale motivo, ma il titolo del film mi aveva sempre fatto riflettere parecchio.
Esisteva davvero l’uomo perfetto?
Ovviamente la perfezione è una cosa soggettiva, ma poteva davvero un uomo reincarnare la perfezione per una donna?
Mi voltai verso mia madre, cominciando ad osservare il suo profilo. Invidiavo la forma del suo naso, era così carino.
“La smetti di fissarmi?” Mi lanciò un popcorn in pieno viso, prendendomi nell’occhio.
Feci un piccolo urletto, lamentandomi per il dolore avvertito.
“Mamma!”
“Oddio scusa Jade! Ti fa male?” Chiese avvicinandosi senza trattenere una piccola risata.
Ah! Se la rideva pure.
“No!” Esclamai sarcastica.
“Scusami non volevo, ma sai che odio essere fissata.”
Beh, ecco da chi avevo preso.
Lasciai perdere facendo uno strano gesto con la mano, cercando di soffocare il bruciore, riempiendomi la bocca di popcorn.
Circa dieci minuti più tardi, spense di poco il volume e si girò verso di me, incrociando le gambe lasciate scoperte dai pantaloncini.
Amavo le serate come queste, per qualche strano motivo, ogni tanto il suo capo la mandava a casa e mi dava la possibilità di stare in sua compagnia.
Era bello stare con lei, sopratutto perchè non era la tipica mamma rompi palle. Insomma si, ogni tanto le giravano e cominciava a scassare, ma dopotutto ci volevano anche momenti come quelli.
Credo che tutta la compresione nei miei confronti, sia nata dal fatto di avermi avuto a soli diciasette anni.
Sapevo che cercava di farmi vivere la mia gioventù fino alla fine, e per questo le ero molto grata.
Da quello che mi aveva raccontato, solo mia nonna Ether, la madre di mio padre, non era molto contenta della sua gravidanza. Ero stata qualcosa di inaspettato per loro, ma la mamma non aveva mai pensato di abortire o di darmi via.
Diceva sempre che ero il frutto dell’amore tra lei e mio padre e anche se poteva sembrare una cosa scontata da dire, mi riempiva immensamente il cuore ogni  volta che la sentivo pronunciare quelle parole.
“Che c’è?” Chiesi voltandomi a mia volta.
“A cosa pensi?” Domandò portandosi una ciocca dei capelli biondi dietro all’orecchio.
In realtà stavo pensando a tutto e a niente.
Stavo pensando a Kelsey, a Sam che avevano dei ragazzi talmente belli da fare invidia a tutto e a tutti, stavo pensando a Kiwi, quella strana mascotte della band dei ragazzi, stavo pensando a quella pubblicità stupida delle dentiere per i cani, stavo pensando a Luke..
“Niente” dissi limitandomi ad alzare le spalle.
La mamma inclinò il capo verso destra, scrutandomi attamente.
“Jade, sei mia figlia, ti conosco meglio delle mie tasche. E l’ho notato che ultimamente sei molto più pensierosa.”
Sbuffai, non sapendo cosa dire per sviare l’argomento. Posai la ciotola dei popcorn sul tavolino e mi rannicchiai abbracciandomi le ginocchia.
“Pensi che papà sia l’uomo perfetto per te?” Chiesi guardandola sorridere.
Appoggiò la guancia sulla spalliera del divano e imitò la mia stessa posizione.
“Non penso che la perfezione esista, però si, sono sicura che tuo padre sia quello giusto per me.” Disse facendomi sorridere inevitabilmente a quella risposta.
“Come l’hai capito?”
“Credo quando sono rimasta incinta. Sai pensavo che mi avrebbe lasciata, che non avrebbe voluto portarsi sulle spalle la responsabilità di diventare un padre. E invece, nonostante la disapprovazione di tua nonna, non mi ha mai abbandonato. Anzi credo che la tua presenza abbia anche rafforzato il nostro rapporto.”
Quindi, in poche parole, se avessi voluto sapere se un ragazzo fosse quello giusto per me, avrei dovuto rimanere incinta?
“No, idiota!” Esclamò, tirandomi un pugnetto sul braccio, come se avesse sentito i miei pensieri.
Feci un salto all’indietro, rischiando quasi di cadere da quel divanetto.
 La scrutai attentamente, percorrendo ogni centimetro del suo corpo.
“Ma sei per caso una parente di Dynamo?” Chiesi leggermente impaurita.
Rise di gusto per poi fermarsi di colpo.
“Meglio ancora, sono sua sorella!” Urlò per poi saltarmi addosso, cominciando a farmi il solletico dappertutto.
Risi fino alle lacrime, supplicandola di smetterela con quella tortura.
“Mamma! Ti prego basta” riuscii a dire con il fiato spezzato.
“Okay, ma solo perchè mi scappa la pipì” rispose alzandosi da me e dal divano.
 Risi, vedondola correre come un bimbetta di due anni verso il bagno, scossi la testa divertita, solo io potevo avere una madre del genere.
Estrassi il cellulare dalla tasca dei miei pantaloncini per controllare l’ora, ma non ci feci neanche caso, presa nel leggere un messaggio di Sam.
Da: Sam
Ma io sono normale?

Ma che cazzo di problemi si faceva?
A: Sam
Normale è l’unica parola che non ti si addice.

Certo, era divertente, anche simpatica, curiosa- fin troppo-, pazza, ma molto bella. 
Probabilmente era la persona più strana che conoscevo.
“Eccomi” disse la mamma sedendosi di nuovo accanto a me.
“Con chi stai messaggiando?.. Con Luke eh? Eh eh?” Fece alzare e abbassare le sopracciglia, dandomi delle leggere gomitate.
“No, con Sam.”
“Se, ci credo molto.”
Alzai gli occhi al cielo, aspettando un altro messaggio da parte di quella svitata.
“Raccontami qualcosa” disse mettendo in pausa il film, che ormai nessuna delle due stava guardando.
“Cosa?”
“Qualcosa come... a che punto siete arrivati?” Domandò con un pizzico di malizia.
Ma cosa diavolo aveva bevuto questa donna?
“Cosa vuol dire ‘a che punto siete arrivati’?” Chiesi non avendo veramente compreso il senso di quella domanda.
“Avete già fatto sesso?” Sbottò dritta al punto.
“Mamma!” Esclamai sentendo già il calore espandersi sulle mie guance.
Io e Luke, più di una volta ci eravamo trovati in situazioni..come dire..intime, ma no, non avevamo fatto ancora sesso.
E la cosa, anche se a qualche altra ragazza avrebbe dato fastidio, a me faceva più che piacere; mi aveva dato l’opportunità di capire che non era come tutti gli altri lo descrivevano.
Certo, me lo aveva fatto intendere più di una volta che era interessato a me in quel modo, ma non mi aveva mai costretta a fare cose che non volevo. E questa per me, era l’unica cosa che interessava per davvero.
Anche se beh, morivo dalla voglia. Insomma, quale ragazza sana di mente sarebbe stata in grado di resistergli?
“Che c’è? Voglio sapere con chi fa sesso mia figlia!” Si difese alzando le spalle.
Mi passai una mano sul viso, per poi farla scorrere tra i capelli.
“No, non l’abbiamo fatto” ammisi, non essendo capace di mentirle.
“Sul serio?” Esclamò alquanto sorpresa.
Annuii stranita, per quale motivo tutti pensavano che ci saltavamo addosso e basta?
“Oh..” sussurrò arricciandosi una ciocca di capelli fra le dita.
“Vabbè, allora quando lo farete, dimmi se è bravo” disse sorridendo ampiamente.
Spalancai la bocca basita. Ma cosa le era preso?
“Però usate le precauzioni, sono troppo giovane per essere nonna!”
Mi sbattei la mano sulla fronte, questa non era normale.
“Basta, non voglio più sentirti” commentai alzandomi dal divano.
Rise alle mie spalle, richiamandomi a gran voce.
“Se vuoi ti dico anche com’è tuo padre!” Esclamò sapendo che non avrei mai assistito a certi discorsi.
“Eww!” Urlai salendo le scale velocemente, rischiando quasi di uccidermi.
 
 
Era da circa due ore che messaggiavo con Sam da una parte, che mi raccontava di come Calum fosse perfetto per lei, e Kelsey dall’altra.
Stavamo parlando della parte ‘timida’ del suo carattere, del fatto che voleva emergere per svagarsi un po’, per poter fare cose pazze, ma senza esagerare.
Le avevo proposto di fare il bungee jumping, ma a quanto pare non le piaceva l’idea.
Chiusi la pagina di whatsapp e cercai tra la rubrica il suo numero per chiamarla.
“Ma tu sei fuori, non lo farò mai” disse subito dopo i primi due squilli.
“Ma perchè? Vedrai che sarà divertente” risposi accennando una piccola risata.
“Ascoltami, non voglio mica diventare una che pratica sport estremi “ ribattè facendomi ridere più forte.
Beh, forse non era l’idea migliore del mondo.
Ci voleva qualcosa di abbasstanza soft, per iniziare questa sua ‘ ribellione’.
“Potresti uscire di nascosto..” diedi voce ai miei pensieri, prendendo dalla  scrivania un fazzoletto per soffiarmi il naso.
Questo maledetto raffreddore aveva appena iniziato a farsi sentire, ma ero convinta che non sarebbe andato via così facilmente.
“E dove vado scusa? E’ venerdì sera e in giro non ci sono persone molto raccomandabili.”
‘ Ha ragione’ commentò quella vocina all’interno della mia testa.
Si lo so che ha ragione, non c’è bisogno che me lo dica tu.
“Uhmm.. potresti..” aprii la porta della cabina armadio e cercai una di quelle magliette larghe.
Odiavo dormire con i vestiti addosso, ma dovevo prevenire al meglio questa  influenza.
Ma poi, come diavolo avevo fatto ad ammalarmi in quasi piena estate? Tsè.
“Potresti fare..” mi bloccai, non appena un’idea piuttosto interessante mi venne in mente.
Certe volte solo così intelligente.
“Potrei?” Domandò curiosa.
“Okay Kelsey, la proposta che ti sto per fare devi assolutamente accettarla, o giuro che non ti parlerò mai più”  dissi decisa.
“Ma non so neanche di cosa si tratta..”
“Promettimelo.”
“Oh e dai Jade, non so neanche cosa mi farai fare.. sei una stronza!”
Mi venne quasi da ridere, ma mi trattenni per cercare di rimanere nella parte da amica seria e decisa.
“Promettimelo” ribattei ancora una volta cercando di spogliarmi, con il cellulare incastrato fra l’orecchio e la spalla destra.
“Okay.. ma rimani sempre una gran stronza” borbottò.
Scossi la testa e mi infilai velocemente la maglietta nera, per poi sedermi sul mio letto.
“Ti sfido a far entrare in camera tua Ashton all’insaputa dei tuoi genitori” mi morsi il labbro, sentendomi quasi malefica.
Ci sarebbe stata bene una di quelle risate maligne, peccato che non la sapevo fare.
“Co..cos..quando?!”
“Adesso, quando se no?” Dissi in modo ovvio, come se fosse una cosa normale far entrare un ragazzo in camera tua di nascosto.
“E.. e.. magari adesso è impegnato, solo noi sfigate stiamo in casa di venerdì sera” mormorò facendomi ridere.
“Beh mettila così, se è interessato a te per davvero, verrà anche se è impegnato.”                  
Mi lodai mentalmente per essere riuscita a rigirare la cosa a mio favore.
“ Okay..lo faccio, ma solo ad una condizione.”
“Sentiamo..” dissi alzandomi per aprire la finestra, faceva davvero troppo caldo.
“Devi fare lo stesso..con Luke però!” Esclamò facendomi bloccare con la mano ancora sulla maniglia.
Ci pensai per un po’ e non potevo assolutamente tirarmi indietro. Insomma, dovevo darle l’esempio, no?
Stava per fare la cosa più eccitante della sua vita, non potevo negarle questo momento.
E poi siamo sinceri dai, era una valida scusa per poter avere Luke nel mio letto.
Uh, detto così suona davvero volgare.
“Okay, non barare però, mi dovrai inviare una foto come prova.”
“Okay.”
“Okay” ripetei decisa.
“Basta però, non siamo su colpa delle stelle” disse facendomi ridacchiare.
Chiusi la chiamata e mi buttai di nuovo sul mio letto.
 Lo stavo per fare realmente? Lo volevo per davvero?
Annuii mentalmente, cercando di convincermi maggiormente. Mi alzai solo con il busto e cercai il  numero di Luke facendo scorrere il dito sul display, appena trovato feci partire la chiamata.
Partirono i primi quattro squilli e tutta la mia sicurezza sparì nell’istante in cui sentii la voce del biondo rispondere alla chiamata.
“Pronto?”
Oh Dio, quella voce roca mi faceva impazzire ogni volta.
“Hei..stavi dormendo?” Domandai cercando di far sembrare la mia voce il meno tremolante possibile.
Era la prima volta che parlavamo al telefono e la cosa mi faceva sentire leggermente ansiosa.
“Uhm no no, stavo giocando con mio fratello a fifa.”
Allora io e Kelsey non eravamo le sole sfigate.
“Oh” riuscii a dire.
“E’ successo qualcosa?” Chiese dopo qualche istante di silenzio.
E ora? Cosa avrei duvuto dire?
“No ma..ehm.. ahm.. si ecco.. uhm ti va.. ti va di venire da me?”
Mio Dio, che gran figura di merda!
“Adesso?” Il tono sorpreso con cui parlò mi fece capire che non se la aspettava proprio una proposta del genere.
“Si.”
“Sei sicura di stare bene?”
“Più o meno” mormorai più a me stessa che a lui. “Puoi venire?” Chiesi speranzosa.
“Oh.. Okay. Dieci minuti e sono da te.”
Per un istante sentii il cuore saltarmi gola. Aveva accettato? Seriamente?
“C’è solo una cosetta.. ecco.. devi entrare dalla finestra di camera mia” mi afrettai ad aggiungere per poi mordendomi il labbro.
Di sicuro, se lo avessi fatto entrare dalla porta di casa, avrei fatto un gran casino, sfigata com'ero.
Lo sentii chiaramente ridacchiare prima di spegnere la chiamata. Beh almeno lui si divertiva.
Buttai il cellulare sul letto e mi guardai attorno. Sistemai un po’ la stanza, togliendo sopratutto alcuni reggiseni sparsi sulla sedia e sul puff.
Con uno come lui, alcuni capi era meglio non farli vedere in giro.
Uscii per un attimo fuori dalla stanza e non vidi alcuna luce accesa, il che mi fece intuire che i miei stavano già dormendo.
Ritornai dentro e chiusi la porta a chiave, per sicurezza.
Mia madre rideva e scherzava su Luke, ma se lo avesso visto in camera mia, non oso immaginare cosa avrebbe fatto. Per non parlare di papà. Oh Maria!
Passai dei lunghi minuti a guardarmi allo specchio del bagno.
Cercai di aggiustare al meglio i miei capelli, che sembravano tanto come quelli di uno spaventa passeri, e tolsi i resti del trucco.
Sembravo una barbona, ma non mi andava proprio di truccarmi o fare qualche altra roba.
Quando sentii alcuni rumori provenire da fuori, corsi di nuovo nella mia stanza e mi affacciai alla finestra già aperta.
Guardai Luke sorridermi ampiamente, mentre allargava le braccia in segno di saluto.
Ridacchiai, portandomi l’indice sulle labbra, intimidendogli di non far rumore.
Si guardò intorno e dopo aver adocchiato qualcosa, cominciò ad arrampicarsi lungo un tubo piuttosto largo, che percorreva tutta la lunghezza della casa.
“Meno male che sono un tipo piuttosto flessibile” scherzò aggrappandosi alla cornice della finestra.
“Invidio un po’ le tue gambe” ammisi allungandogli la mano per aiutarlo ad entrare.
“Non dovresti, a me piacciono le tue.. certo sono un po’ corte..” ridacchiò circodandomi i fianchi con le braccia.
“Simpatico” dissi dandogli un lieve pizziccotto sul braccio.
Sorrise avvicinandosi maggiormente al mio viso.
“Ciao” sussurrò a poca distanza dalle mie labbra.
“Hm.. ti sconsiglio di baciarmi” mi allontanai di poco, ma con troppo voglia di assaporare le sue labbra carnose.
“Perchè?” Chiese con una punta di delusione, che mi fece addolcire.
“Sto avendo i primi sintomi da raffreddore” spiegai mettendogli le mani sulle spalle.
“Sai quanto me ne frega” disse prima di far combaciare le sue labbra alle mie.
Dopo mezzo secondo di esitazione, mi lasciai andare circondandogli il collo con le braccia.
Dio, da quant’è che non lo baciavo?
Luke approfondì il bacio, premendo leggermente sul mio labbro inferiore, e in un secondo la sua lingua giocava con la mia.
Le feci roteare in un modo che Ryan mi aveva insegnato, ma che non avevo mai provato con nessun altro.
Avevo frequentato altri ragazzi dopo di lui, ma mai come qualcosa di serio.
Nessuno di loro era degno di un bacio del genere, ma Luke.. beh, lo era eccome.
“Woo, e questo dove l’hai imparato?” Esclamò allontanadosi di poco.
Ridacchiai alzando solamente le spalle, non gli avrei mai rivelato la verità.
“Ma come hai fatto ad arrivare in così poco tempo?” Domandai ricordando che le nostre case non erano poi così vicine.
“Con la macchina” rispose buttandosi sul mio letto.
“Hai la patente?!”
Annuì prendendo in mano il mio cellulare. “ Da poco” mormorò digitando qualcosa su di esso.
“Che fai, mi controlli?” Mi sedetti al suo fianco divertita.
Probabilmente se lo avesse preso qualcun altro mi sarei infastidita, e non poco.
“Kelsey ti ha inviato qualcosa...una foto di Ashton” disse girando di poco il telefono per farmela vedere.
“Oddio” esultai cercando di contenermi, l’aveva fatto per davvero!
Gli presi il cellulare dalle mani e controllai meglio la foto. Riconobbi benissimo il letto di Kelsey e la figura di Ashton seduta sopra.
Era stata scattata di nascosto, il che mi fece ridere parecchio.
“Perchè ridi?” Domandò guardandomi stranito.
“In pratica ho proposto a Kelsey di far entrare Ashton in camera sua di nascosto, per far..uhm come dire.. per far emergere il suo lato ribelle. E per avere la conferma che lo avrebbe fatto le ho chiesto di fare una foto” spiegai velocemente.
“Ed è stato così facile?”
“No. Infatti ha voluto che io facessi lo stesso con te.”
Rise, contagiando anche me. Cosa c’era di divertente?
Colsi l’occasione per scattargli una foto e inviarla a Kels.
Uh, era uscita piuttosto carina. Beh lui è molto carino.
“Dormirò da te vero? Perchè ho detto a mio fratello che Calum aveva bisogno di me e avrei passato la notte da lui.”
Oh, ah, oh.
Certo, con molto piacere anche.
‘Pervertita’
Zitto.
“E i tuoi?”
“Sono andati via per il weekend” rispose passandosi una mano fra i capelli.
Chissà come faceva ad averli sempre così disordinatamente perfetti.
“Ma usi la lacca o il gel?” Cheisi davvero curiosa.
“Ma che problemi ti fai?” Ridacchiò guardandomi dalla testa ai piedi.
“Mi piacciono” ammisi morendo dalla voglia di poterli toccare.
Scosse la testa divertito, mentre si toglieva le scarpe.
Si stava per spogliare davanti a me?
“ Vuoi farlo tu?” Sorrise malizioso, incatenando i nostri sguardi.
“Che cosa?” Domandai da finta ingenua.
Sapevo benissimo cosa voleva farmi fare.
“Spogliarmi” disse sorridendo maggiormente.
“Si, nei tuoi sogni magari.” Commentai nascondendo la vera risposta che avrei voluto dare.
Insomma, avevo pur sempre un autocontrollo da mantenere intatto.
“Potremmo realizzarli questi sogni, però.”
“Ma sta zitto” ridacchiai isterica infilandomi sotto alle lenzuola.
Per fortuna – o sfortuna- il mio letto era abbastanza grande per tutti e due.
Rise avvicinandosi a me.
“Ti devo confessare una cosa, ma non devi ridere” iniziò a parlare mordedosi il labbro inferiore.
Annuii come a farlo proseguire.
“Non riesco a dormire nel buio totale.” Disse abbassando leggermente lo sguardo.
Mi venne quasi da ridere, ma non per la confessione, più che altro per come in un secondo era cambiato da seduttore a ragazzo che aveva paura del buio.
Sorrisi alzandomi dal letto, e mi avvicinai alla scrivania. Tirai fuori  dal cassetto una specie di peluche, che si attaccava al muro e che si illuminava al buio per via dei colori con cui era fatto.
Poteva sembrare sciocco, ma anche io qualche volta faticavo ad addormentarmi nel buio totale.
“Minnie, sul serio?” Ridacchiò togliendosi la maglietta.
Oh Signore, dammi la forza per non svenire alla visione del suo petto nudo.
Non badai al suo commento e andai a spegnere la luce, per poi tornare a letto.
“Ma tu mica non riuscivi a dormire con i vestiti addosso?” Chiese dubbioso stendendosi accanto a me.
Oh mio Dio, Luke Hemmings mezzo nudo nel letto con me. Ripeto, Luke Hemmings mezzo nudo nel letto con me.
Okay, potrei morire felice.
“Si, ma devo stare attenta a non raffreddarmi troppo.”
Anche se non aveva molto senso, cioè, faceva caldo non freddo.
“Allora sarà una valida scusa per coccolarti anche in pubblico” sussurrò prendendo i lembi della mia maglietta, sfilandomela in un secondo.
“Oddio, eccolo!” Esclamò sfiorando appena il tatuaggio che per via del reggiseno che indossavo, rimaneva scoperto.
“E’ carino” sorrise cercando di leggerlo.
“C’e scritto Lindsey&James” sorrisi contenta del fatto che gli piacesse.
“Sono i nomi dei tuoi genitori giusto?”
Annuii nel vederlo sorridere finchè non iniziò a ridacchiare.
Non capivo, cosa c’era di divertente?
“Che coincidenza..” mormorò confondendomi maggiormente “non hai notato che sono anche le nostre stesse iniziali?”
 
 
 
 
Hola caramellineeee <3
Allora, eccomi qui con un altro capitolo, spero davvero che vi sia piaciuto perchè l’ho scritto con il reffreddore che mi ha rimbambito parecchio, per cui perdonatemi se non succede un gran che. Prometto che il prossimo capitolo sarà più bello :3
Non vi voglio spoillerare niente, ma molto probabilmente nella prossima puntata vedrete il nuovo fratellino di Jade.
Yuppi, sono felice di questo personaggio, non so perchè u.u
Come promesso vi lascio le foto dei personaggio di come li immagino io, ma siete liberissime di continuare a immaginarli come volete, come la vostra mente li ha costruiti (?)
Prima di andarmene e togliermi via dalle palle vorrei ringraziarvi di cuore, Dio 17 recensioni allo scorso capitolo? Siete fantastiche lo giuro <3
Ps. Vi lascio anche la foto del tatuaggio di Jade. ( Immaginatelo leggermente più in alto)

Tatuaggio



 
Cliccate sui nomi per vedere le foto.
Jade
Kelsey
Sam ( Rhaea Estelle )
Jasmine 
Sarah ( Emma Stone )
Megan ( Claire Holt )
Ryan   ( Dylan O'brien )
Lindsey  ( Carrie Underwood )
James ( Chris Evans )
 E i ragazzi già li conoscete :3

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Capitolo 22
*** Kevin ***


Prima di iniziare il capitolo, vi chiedo (in ginocchio) di far partire QUESTA canzone quando ci sarà questo segno * 

 
Kevin
 

Sentii un leggero tremolio sotto di me che mi diede non poco fastidio. 
Ancora mezza rimbambita e con gli occhi chiusi, tastai con la mano la superficie del materasso fino ad infilarla sotto la mia schiena, dove trovai il mio cellulare che ancora vibrava. Lo portai davanti a me e aprendo un solo occhio spensi l’allarme della sveglia.
Erano solo le sette, per quale motivo avrei dovuto svegliarmi?
Richiusi gli occhi e mi rannicchiai di nuovo su qualcosa che mi stava stringendo.
Toccai dei capelli, e solo dopo qualche istante realizzai che non fossero i miei.
Aprii di scatto gli occhi e trovai Luke abbracciato a me come una cozza.  Aveva la testa poggiata sul mio petto, le braccia attorno alla mia vita e le gambe incrociate alle mie.
Beh, forse l’ultima era colpa mia, dato che avevo questa strana abitudine, e dovevo sempre farlo quando qualcuno dormiva con me. Credo che centrasse qualcosa con il fatto di avere spesso i piedi freddi e cercavo constantemente di tenerli al caldo.
Luke.. la sveglia.. la scuola!
Accidenti perchè non l’avevo sentita prima?!
Mi alzai di scatto spostando il viso di Luke, che stava ancora dormendo beatamente. Lo scossi un paio di volte, ma la cosa non sembrò disturbarlo affatto.
Salii sopra di lui a cavalcioni, cominciando a scuoterlo con forza per le spalle.
“Luke! Luke cazzo svegliati!” Esclamai presa dal panico.
Non volevo assolutamente tardare a scuola, non so per quale strano motivo, ma mi sentivo in colpa quando mancavo a qualche lezione.
“Hm” mormorò non accennando la minima voglia di volersi svegliare.
“Luke sei un’idiota! Svegliati dobbiamo andare a scuola!” Urlai di nuovo agitandomi ancora di più.
Aprì di scatto gli occhi e si alzò solo con il busto, reggendosi con i gomiti. Si guardò intorno come a voler capire dove si stesse trovando, si stropicciò un’occhio con la mano e per un secondo mi fece anche tenerezza.
Sembrava Hamtaro.
“Ma che ore sono?” Domandò con la voce impastata dal sonno.
“Le sette!”
Mi guardò negli occhi, per poi far scorrere lo sguardo su tutto il mio corpo, e dopo una radiografia completa e dettagliata, si buttò di nuovo contro il cuscino.
“Jade è sabato. Il sabato non si va a scuola” mormorò tirandomi per una mano “dormiamo ancora un po’ dai”  continuò facendomi sdraiare di nuovo accanto a lui, chiudendo gli occhi.
“Oh” riuscii a dire.
Maledizione a me e alla mia pigrizia! Perchè diamine non avevo tolto la sveglia la sera prima?
“E per la tua incolumità, ti consiglio di non saltare più su di me in quel modo, sopratutto alla mattina.”
Risi, comprendendone subito il significato.
Già, mi ero dimenticata dei problemini che avevano i ragazzi la mattina.
Alzò il lenzuolo fin sopra alle nostre teste e mi abbraciò, tornando a dormire.
Sorrisi nel vederlo così sereno, mi faceva una tenerezza pazzesca.
Dio, mi sarei potuta sciogliere da un momento all’altro.
“Smettila di fissarmi” mormorò infilando il viso nell’incavo del mio collo.
Come cazzo sapeva che lo stavo fissando se aveva gli occhi chiusi!?
Lasciai perdere chiudendo a mia volta gli occhi, mentre i ricordi della sera precedente riaffioravano nella mia mente.
Era stato bello, anzi, era stato bellissimo.
Avevamo parlato un po’ di tutto, di Michael e la sua scemenza, del fatto che ammirava Calum tanto da sentirlo come un fratello, del compito di matematica che la White ci avrebbe consegnato la settimana prossima, dei nomi che gli sarebbe piaciuto dare ai suoi figli in futuro – si, una cosa abbastanza strana detta da un ragazzo-.
Dopo di che si era addormentato, colsi l’occasione per fargli una foto, che guarda caso era diventata lo sfondo del mio cellulare. Oops!
Era stato bello sopratutto perchè avevo potuto conoscere un lato di lui di cui non tutti ne erano a conoscenza.
E apparte qualche bacio – molti a dire la verità- e qualche carezza, non aveva neanche provato ad andare oltre.
La cosa mi aveva fatto pensare parecchio, era perchè non ne aveva voglia, o perchè non ero abbastanza per lui?
Mi risvegliai circa due ore più tardi, quando sentii la porta d'ingresso sbattere. Mi alzai e dopo aver indossato la maglietta della sera prima, aprii la porta che avevo chiuso a chiave e scesi di sotto.
Entrai in cucina e notai subito il post-it giallo attaccato al frigorifero.

TORNIAMO PER PRANZO, SE ESCI DA QUALCHE PARTE AVVISACI.
PAPA’ XX

 
Lo staccai e lo buttai nel cestino, dato che non sarebbe servito più a nulla.
Accesi la macchinetta del caffè e tirai fuori i vari biscotti per fare colazione.
“Jade!” Sentii sussurrare/urlare il mio nome.
Mi voltai e vidi Luke attaccato alla ringhiera delle scale che mi richiamava.
“Ci sono i tuoi?” Sussurrò di nuovo, per non farsi sentire.
“No, vieni” dissi facendo il gesto con la mano.
“Dove sono andati?” Chiese entrando in cucina.
“Uhm, credo a quel mercatino che c’è fuori città.”
“Davvero?”
“Si, i miei sono dei tipi mattinieri a cui non piace stare molto in casa” spiegai sorridendo.
“Caffè?” Chiesi vedendolo sedersi su uno sgabello.
Annuì distrattamente, passandosi una mano fra i capelli spettinati.
Aveva addosso solo i suoi soliti skinny jeans, e credetemi, era ancora più sexy appena sveglio.
“Ti facevo più un tipo da latte e cacao” scherzai rovesciando il caffè in due tazze.
Rise e fu una risata veramente, veramente attraente per via della voce ancora un po’ roca.
‘Jade, datti una calmata’
Mi ritrovai e dare ragione a quella famosa vocina e dopo aver fatto un lungo respiro, gli porsi il caffè avvicinandogli anche lo zucchero.
“Bella tazza” ridacchiò prendendo in giro la mia adorata tazza dei puffi.
“Anche Brad me lo dice sempre” mormorai ripensando alla faccia di quel cretino.
Era da tanto che non lo vedevo.
“Chi è Brad?” Chiese inarcando leggermente un sopracciglio.
“Mio cugino” risposi, notando subito un cambiamento nell’espressione del suo viso.
Sorrise prendendo il primo sorso di caffè dalla sua tazza.
“Tra due giorni è il tuo compleanno vero?” Domandò a un certo punto, facendomi quasi soffocare con il liquido caldo che stavo bevendo.
Ma chi glielo aveva detto?
Pensai subito a Sam e alla sua lingua lunga.
“Come fai a saperlo?” 
“L’ho letto su facebook.”
Oh, ma certo.
“Ti devo fare il regalo?” Chiese appoggiando il viso sul palmo della mano aperta.
Ridacchiai per il suo tono, quasi frustrato.
“In realtà non vorrei neanche festeggiarlo” dissi alzando le spalle.
“ Perchè? Diciotto anni sono importanti” sorrise dolcemente.
“Non così tanto in fondo, non cresci realmente solo perchè è un numero a stabirlo. Se ci penso, mi viene anche da piangere.” Ammissi guardando il quadro appeso alla parete, oltre alla sua spalla.
“Perchè?” Domandò di nuovo.
“Perchè mi ricorda che sto invecchiando” sussurrai facendolo ridere.
“Certo che sei scema” mormorò addentando un biscotto.
Scossi la testa divertita dal suo commento e mi alzai a riporre la tazza nel lavandino.
“Ci sono ragazzi che non vedono l’ora di quel giorno solo per ricevere valanghe di regali e per poter bere come se non ci fosse un domani, e tu non vuoi niente di questo?”
“Che ti devo dire, sono una ragazza piuttosto semplice” mi giustificai, osservando ogni piccolo particolare sul suo viso.
Ahhh, anche con qualche piccola imperfezione era bellissimo.
Perchè non potevo essere come lui?
“Anzi.. forse c’è qualcosa che puoi fare per me.”
“Ovvero?” Chiese curioso.
“Mi canti qualcosa?” Domandai cercando di assumere l’espressione più tenera che avessi mai fatto.
“Adesso?”
Annuii, forse anche troppo veemente.
Rise del mio gesto e si alzò dallo sgabello, posizionandosi davanti a me.
Mi afferrò per i fianchi, avvicinandomi maggiormente a sè, e cominciò ad intonare una canzone che forse, per due adolescenti con gli ormoni in subbuglio come i nostri, era meglio non sentire.
*
“It's your birthday, so I know you want to ride out
Even if we only go to my house
Sip on weezy as we sit upon my couch
Feels good but I know you want to cry out
You say you want passion and I think you found it
Get ready for action, don't be astounded
We switchin' positions, you feel so rounded
Tell me where you want your gift, girl?
Girl you know I, girl you know I, I been feenin'
Wake up in the late night, been dreamin' about your lovin'
Girl you know I, girl you know I
Don't need candles and cake, just need your body to make
Birthday sex, birthday sex...”
Non riuscii più a resistere a quelle parole che poi, cantante da lui e dalla sua voce roca, mi fecero impazzire ancora di più.
Mi fiondai sulle sue labbra, baciandolo con un’estrema esigenza, come se fosse tanto vitale quanto respirare.
Mi alzò la gamba, facendomi capire che volesse prendermi in braccio, lo assecondai e in un secondo le mie gambe circondarono la sua vita.
Appoggiai le mani sulle sue spalle nude e non resistendo alla tentazione, ne portai una fra i suoi capelli tirandoli leggermente.
Gesto che lo fece gemere appena, ma che ebbe in me la conseguenza di accendere maggiormente la voglia di sentirlo ancora più vicino.
Strinse maggiormente la presa sulle mie cosce e alla cieca cercò di incamminarsi verso le scale, molto probabilmente diretto verso la mia stanza.
Non vedendo nulla, mi fece accidentalmente sbattere contro un muro, cosa che mi fece ridere. E non poco dato che la mia risata fu maggiormente una via di sfogo, per tutta la tensione e l’eccitazione che provavo.
Mi allontanai di poco dalle sue labbra, che sapevano di caffè e cioccolato, un mix che amavo.
Appoggiai la testa sulla sua spalla e lasciai qualche piccolo morso sul collo, dandogli la possibilità di vedere dove stesse andando.
 Arrivati a destinazione, mi fece subito stendere sul letto ancora sfatto.
Le lenzuola e i cuscini avevano ancora il suo profumo e detto fra noi, se fosse stato per me, non le avrei più lavate.
Si posizionò sopra di me tenendo le braccia distese ai lati del mio viso, per non pesarmi. Fece ricombaciare le nostre labbra e senza perdere tempo cercò di spogliarmi di quella maglietta, che avevo inutilmente indossato.
Mi strinse il fianco, per poi far salire la mano verso il mio seno. Afferrò una bretellina facendola scendere lungo il braccio, imitando poi lo stesso gesto con l’altra. Portò la mano dietro alla mia schiena e con una lentezza esasperente, quasi da mandarmi fuori di testa, slacciò il reggiseno e lo buttò a terra in un punto indefinito.
Poggiai le mani sul suo petto, e le feci scivolare lentamente, come a volerne memorizzare ogni singolo particolare.
Lo sentii sospirare e capii che la cosa gli stesse piacendo. Lo osservai mentre portava la testa all’indietro e si tirava il labbro inferiore. Sorrisi e scesi ancora di più con le mani arrivando al bottone dei jeans.
 E mentre Birthday sex di Jeremih rimbombava nelle mie orecchie, slacciai il bottone e mi aiutò a sflilarseli, tornò sulle mie labbra e con la mano iniziò a torturarmi il seno.
Ansimai non riuscendo a trattenere il piacere che mi stava dando, portai una mano dietro al suo collo cercardo di avvicinarlo ancora di più, come se tutto quel contatto non mi bastasse.
Portò l’altra mano lungo il fianco abbassandola, fino ad arrivare ai miei slip e dopo averci giocato un po’, tanto per farmi impazzire ancora di più, li fece scivolare lungo le gambe togliendoli del tutto.
E il resto..il resto è storia.
 
                                                                                                                                                                                                                                                   
Dire che fossi emozionata era in nulla comparato a quello che sentivo realmente.
Ero eccitata, super agitata..felice, ma ammetto anche che mi sentivo terribilmente spaventata.
 Il mio nuovo fratellino avrebbe potuto varcare la soglia di casa mia per la prima volta da un momento all'altro.
 E la cosa peggiore, era che mi ero appena resa conto di essere una totale rimbambita. Mi ero completamente scordata di chiedere il suo nome ai miei genitori. Avrei potuto scommettere qualsiasi cosa che avrei fatto certamente una figura di merda quando mi sarei dovuta presentare a lui.
Sbuffai e cercai di ingannare il tempo bevendo il quinto o il sesto bicchiere d'acqua.
 Mi guardai attorno cercando di trovare qualcosa fuori posto. Avevo pulito tutto come una pazza, presa dall’agitazione tanto che avrei potuto dare del filo da torcere anche a Mastro Lindo.
 Mi buttai contro la spalliera del divano, cominciando a farmi uno dei miei tanti film mentali.
Se chiudevo gli occhi, potevo anche immaginarlo fisicamente. I capelli neri, gli occhi scuri, un po’ più basso di me e con delle guance paffutelle, con cui mi sarei divertita a tirare.
Mi alzai dal divano e mi avvicinai allo specchio che avevamo all’entrata. Avevo indossato un vestitino blu con una cintura nera a foma di fiocco, sotto il seno.
Sembravo carina, almeno, era questo quello che mi ero costretta a pensare. Volevo fare una buona impressione, prima che mi vedesse senza trucco e con la paglia al posto dei capelli.
Il suono del camplanello rimbombò per tutta la casa e per un attimo, sentii il cuore saltarmi in gola.
Dio, che spavento.
Aprii la porta e le facce fin troppo sorridenti dei miei genitori mi si pararono davanti. Abbassai lo sguardo e notai una valigia tenuta da mio padre.
“Dov’è?” Chiesi super agitata.
“Sta arrivando” rispose mia madre entrando in casa, seguita subito dopo da mio padre.
Li seguii con lo sguardo, con la mano ancora appoggiata sulla maniglia, e quando mi voltai di nuovo per poco non mi mancò il respiro.
Quello..quello sarebbe dovuto essere il mio nuovo fratellino? O meglio, fratellone.
Ma quanti anni aveva?
Mi girai, guardando i miei più che stupita, erano rimasti li in piedi a sorridermi come ad incoraggiarmi.
Ma perchè non me lo avevano detto?
‘Lui’ aveva i capelli di un colore leggermente più scuro del castano, tirati su in una cresta non molto alta e gli occhi verdi, con alcune sfumature grigie, erano davvero molto belli.
Molto più alto di me e sicuramente molto più muscoloso.
Cercai di riprendermi e sorrisi porgendogli la mano. Che altro dovevo fare?
“Jade” dissi sperando di sembrargli abbastanza simpatica.
“Kevin” sorrise appena stringendomi la mano.
Oh, Kevin. Ricordatelo Jade, ricordatelo!
Mi spostai, lasciandogli lo spazio per entrare, feci un lungo respiro e chiusi la porta.
 Approfittando del fatto che Kevin fosse girato di spalle, colsi l’occasione per lanciare uno sguardo di rimprovero ai miei genitori.
Perchè diavolo mi tenevano sempre all’oscuro di tutto?!
Sentii chiaramente una risata isterica da parte di mia madre, mentre stringeva la mano di mio padre.
“Uhm.. Jade tesoro, perchè non mostri a Kevin la sua stanza? Così può appoggiare le valige.” Disse infatti lui, spinto dalla mamma.
“Certo” mormorai leggemente infastidita.
Dio, avrei dovuto fare seriamente un discorsetto ai miei.
Presi la valigia da mio padre e feci segno al mio nuovo fratellino di seguirmi.
Si avvicinò e un secondo prima di salire le scale, mi fermò.
“Dammi pure” sorrise indicando la valigia.
Annuii e lasciai la presa, continuai a salire i gradini e una volta in cima lo aspettai vedendolo arrivare con le valige strette alle mani. Beh, doveva essere uno che si allenava parecchio.
Aprii la porta della camera degli ospiti, o meglio la sua nuova stanza, ed entrai all’interno.
“Spero che ti piaccia, papà l’ha rifatta solo per te” dissi guardandomi intorno.
“E’ carina” mormorò lasciando le sue cose accanto alla scrivania.
“Sentiti libero di personalizzarla come vuoi” sorrisi guardandolo sedersi sul letto, tastandolo con le dita.
“E’ comodo.. molto meglio rispetto a quello che c’era in casa famiglia” disse facendomi ridacchiare.
“Spero veramente che tu possa trovarti bene qui” confessai incontrando i suoi occhi.
“I tuoi sono davvero giovani.. quando li ho visti per la prima volta pensavo che fosse uno scherzo che volessero addottarmi. Sembrano simpatici.” Accennò una risata giocando con le mani.
“Loro sono l’ultima cosa di cui tu ti debba preoccupare. Ti piaceranno, vedrai “ dissi sedendomi accanto a lui.
Sorrise, spostando lo sguardo davanti a se.
“Posso chiederti una cosa?”
“Certo.”
“Non sei molto felice della mia presenza vero? Quando eravamo giù sembravi come infastidita” sussurrò voltandosi a guardarmi.
Mi venne quasi un colpo. Era questa l’impressione che gli avevo fatto?
“Dio no! No no, non è per te giuro. Anzi quando mi hanno detto che avrei avuto un fratello ho fatto i salti di gioia.
Ero solo infastidita dal comportamento dei miei, spesso tendono a fare i misteriosi e sai.. ti immaginavo più piccolo e cicciotello” spiegai facendolo ridere.
“Approposito, quanti anni hai?” Chiesi veramente incuriosita.
“Sedici.”  Wow, lo credevo molto più grande.
Annuii e mi alzai dal letto.
“Beh ti lascio riposare e sistemarti” dissi stirando con le mani il vestito.
“Se hai bisogno di qualcosa, la mia stanza è quella di fronte alla tua” continuai.
Sorrise facendo un cenno con la testa.
Sospirai e uscii, chiudendomi la porta alle spalle. Scesi velocemente le scale e mi avvicinai ai miei seduti sul divano del salotto.
“Okay, se c’è una cosa da chiarire in questa famiglia di sicuro è l’onestà!” Esclamai alterata puntandogli il dito contro.
“Ma noi non ti abbiamo mentito” disse papà con una tale calma da farmi esasperare.
“Si, va bene! Ma dovete smetterla di fare i misteriosi” continuai portandomi una mano fra i capelli.
“Vi rendete conto che me lo immaginavo come un mocciosetto di dieci anni?” Domandai esaperata sedendomi sulla poltrona dietro a me, facendoli ridere.
“Promettiamo che saremo sincerti al cento per cento d’ora in poi” disse la mamma, poggiando una mano sopra alla mia.
Eh, menomale.
“Dov’è adesso?” Chiese guardandosi intorno.
“Sta riposando..credo” mormorai sentendo il cellulare vibrarmi nel reggiseno.
Mi alzai e con la scusa di portare il bicchiere che avevo lasciato sul tavono, in cucina, mi allontai per leggere il messaggio.
Se non si era capito, odiavo usare il telefono davanti ai miei genitori. Erano persone fin troppo curiose.
Poggiai il bicchiere nel lavandino e sedendomi su uno sgabello, presi il cellulare e lessi il messaggio.
Da: Kels
I ragazzi sono a casa mia per fare lezioni di canto con mia sorella.
Non immagini neanche cosa mi ci è voluto per convincerla.
Btw vieni vero?

Risi, pensando a Bella e la sua timidezza.
Mi alzai e ritornai in sala, dove i miei avevano acceso la tv.
“Gente, posso andare da Kelsey?”
“Come mai?” Chiese mio padre.
“I ragazzi faranno le lezioni di canto con sua sorella e non mi va di perdermele” ridacchiai immaginandoli fare strani versi con la voce.
“Perchè non chiedi a Kevin di venire con te? Almeno potrà conoscere qualcuno.” Propose la mamma sorridendomi.
Uhm, beh non era una cattiva idea, se non per il fatto che non avevo detto nulla alle ragazze del mio nuovo fratellino.
Beh in fondo, lo avrebbero scoperto prima o poi.
Corsi verso le scale e appena davanti alla porta di Kevin, bussai aspettando che mi aprisse.
“Hei, io sto per uscire. Vado dalla mia migliore amica dove ci saranno anche alcuni ragazzi, ti va di venire?”
Chiesi notando la valigia aperta sul suo letto.
“Um.. non so stavo per sistermare le cose nell’armadio.”
“Ma si, avrai tanto di quel tempo per farlo” dissi cercando di essere convincente.
“..Okay..allora mi cambio e vengo” rispose leggermente incerto.
Annuii e mi fiondai nella mia stanza. Aprii l’armadio e tirai fuori le mie vans nere e la mia borsa.
Controllai che all’interno ci fosse il neccessario – forse c’erano anche troppe cose inutili- e mi sistemai meglio i capelli.
Cinque minuti più tardi scesi di sotto, trovando Kevin parlare con i miei.
Speravo davvero che potesse trovarsi a suo agio e iniziare un nuovo capitolo della sua vita.
“Andiamo?” Chiesi attirando la sua attenzione.
Si alzò dal divano e dopo aver salutato i miei uscimmo di casa, avviandoci da Kelsey. Non era molto lontano, infatti in cinque minuti a piedi arivammo a destinazione.
“Sono simpatici, vedrai che ti divertirai” dissi accarezzandogli un braccio.
Lo vedevo benissimo che era teso, ma non ne aveva motivo. Erano degli idioti, ma sapevo che non lo avrebbero giudicato.
Suonai il campanello e aspettai impaziente. Chissà cosa avrebbero pensato le ragazze.
“Hei ciao zocc...oh ciao!” Esclamò Kelsey una volta che vide anche Kevin.
La mia amica mi lanciò uno strano sguardo, al quale risposi semplicemente sorridendo.
“Ciao” la salutò a sua volta.
Entrammo in casa e prima di andare in salotto, Kels mi strattonò per un braccio.
“Chi è?” Chiese abbassando il tono di voce per non farsi sentire.
Neanche il tempo di rispondere che Sam uscì dalla cucina, fermandosi una volta che vide il mio fratellino.
“Chi è quel figo?!” Esclamò, non curandosi del fatto che l’interessato potesse sentire.
Kelsey sbuffò, prima di tirare uno schiaffo sul braccio di Sam.
“Sei un’idiota!”
“Perchè? E’ davvero carino” mormorò facendo un segno di saluto con la mano a Kevin.
Sbuffai portandomi una mano sul viso.
 Che amica imbarazzante che avevo.
“Dove sono gli altri?” Chiesi cercando di sorvolare sulla faccenda.
“In giardino” disse Kelsey incamminandosi proprio li.
“Vieni” dissi prendendo la mano di Kevin.
Uscimmo fuori, e vidi i ragazzi distesi sull’erba uno sopra all’altro.
Dio, ma solo per una volta, una dico, non potevano comportarsi da ragazzi normali?
“Ciao ragazzi” urlai per farmi sentire.
Michael, che era in cima a quella piramide umana, appena mi vide corse ad abbracciarmi.
Ho mai detto che adoro Michael?
“Ciao bellissima” disse scocchiandomi un bacio sulla guancia.
“Ciao bellissimo” risposi ridacchiando.
“Oh.. ciao” mormorò quando vide il ragazzo affianco a me.
Il mio fratellino sorrise facendo uno strano gesto con la mano.
Ah, era adorabile.
“Dov’è Luke?” Chiesi quando notai solo Ashton e Calum per terra.
“Sta per arrivare” disse Cal togliendosi di dosso il riccio.
“Oh ok” mi guardai attorno assicurandomi di avere l’attenzione di tutti.
“Comunque vi presento Kevin..mio fratello” sorrisi stringendo maggiormente la presa attorno alla mano del nuovo arrivato.
 
 
 
 
 
Holaaaaaa pinguineee
Partiamo dal fatto che faccio veramente pena a descrivere scene di sesso, ci ho provato e so che non è uscito chissà che cosa ma perdonatemi, ho fatto del mio meglio.
Okay..quindi si L’HANNO FATTOOO!!  So che molte di voi aspettavano questo momento e sinceramente lo aspettavo anche io :p
Dopo di che vediamo il nuovo fratellino di Jade che è troppo carino. Più avanti vedrete anche perchè ho aggiunto questo personaggio, non l’ho messo li a caso. Coomunque se volete saperlo io lo immagino come quel grandissimo figo di Cody Christian, magari lo conoscete come il fratello di Aria in Pretty Little Liars.
E per colpa di quella serie del cavolo non ho dormito per tutta la notte, Dio se mi ha fatto paura!
Btw spero veramente che vi sia piaciuto il capitolo, non vorrei spoillerarvi nulla ma vorrei dirvi che il prossimo capitolo sarà molto molto carino e personalmente mi piace, per cui non perdetevelo!
Ringrazio tutte quelle bellissime ragazze che continuano a seguirmi, chi mette tra le preferite/seguite/ricordate e sopratutto chi recensisce. Amo leggere i vostri commenti, mi fanno sempre piacere e sopratutto ridere.
Siete fantastiche ! <3 <3
Ps. Visto che sono una deficente, mi sono scordata di mettere la foto di Jasmine nello scorso capitolo, l'ho modificato e ho aggiunto anche lei, quindi se vi interessa andate pure a vedere :3

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Capitolo 23
*** Fashion show ***


Hola batuffolineee (?)
Prima che iniziate ad insultarmi in tutti i modi e lingue esistenti, ho delle spiegazioni da dare.
Ho iniziato a scrivere questo capitolo due settimane fa, ma siccome la sfiga mi perseguita, ho avuto una settimana veramente, veramente strana.
Ogni giorno avevo ospiti e puntualmente, proprio quando mi sedevo per continuare a scrivere, ne arrivavano altri.
Ve lo giuro! Anzi lo dimostrano le mie mani che sono ancora in cucina a preparare i caffè per tutti u.u
Spero di farmi perdonare con questo capitolo che è estremamente lungo infatti credo che sia la lunghezza di tre capitoli normali. Non due ma TRE, quindi amatemi :P
No scherzo, volevo farvi un regalino di natale, anche se è passato, ma facciamo finta che non lo sia.
Quindi  vi auguro un buon natale in ritardo, per chi lo festeggia e un felice anno nuovo!
Ciau, ci vediamo l’anno prossimo! ( sono troppo simpatica)
Good bye <3

 



Fashion Show
 
“Che cosa vuoi dire esattamente con ‘mio fratello’?” Domandò Sam una volta che mi tirò da parte.
“Quello che ho detto magari?” Dissi ovvia togliendo la sua mano dal mio braccio.
Feci una smorfia senza rendermene realmente conto, mi stava facendo male.
“Quindi i tuoi l’hanno addottato..” ricapitolò Kelsey cercando di riordinarsi le idee.
Annuii, massaggiandomi la parte dolorante, da quando Sam aveva tutta quella forza?
“E tu quando l’hai scoperto?”
“Circa..due settimane fa” mormorai per poi fare una risatina isterica.
“Perchè non ce l’hai detto?!” Esclamò la castana tirandomi un pugno sull’altro braccio.
Ahii!
“Scusatemi ragazze se pensavo di farvi una sorpresa! E dalla descrizione dei miei genitori ero convinta che fosse un bambino, non un adolescente!”
“Hm.. te l’hanno fatta eh” ridacchiò Kels.
Cosa c’era di divertente?
Scossi la testa e in lontananza vidi Kevin parlare tranquillamente con i ragazzi.
Beh, almeno sembrava andarci d’accordo.
“Fattelo dire però, hai un bocconcino come fratello” mormorò Sam, arrotolandosi una ciocca di capelli intorno all’indice.
“Ma tu non sei fidanzata?” La riprese Kelsey guardandola con disapprovazione.
“Non ho mica detto che voglio andarci a letto” ribattè l’altra quasi offesa.
“Ehi, ma tua sorella?” Chiesi ricordandomi che ci eravamo ritrovati per le lezioni di canto e non di certo per commentare l’aspetto di mio fratello.
Kelsey non fece in tempo a parlare, che Bella aprì la porta scorrevole del salotto, che si affacciava sul giardino.
“Okay ragazzi ho preso gli appunti delle mie vecchie lezio...uuh” si lasciò scappare non appena si accorse della presenza di Kevin, facendo cadere a terra tutti i fogli che stava tenendo in mano.
Mi venne quasi da ridere, ma mi trattenni mordendomi il labbro.
Senza pensarci due volte, Kevin si abbassò a raccoglierle i fogli.
 Notai Michael in lontananza avvicinarsi per aiutarlo, ma mi sbracciai per attirare il suo sguardo e fargli capire di non muoversi.  Feci segno alle ragazze di entrare dentro e lasciare i nuovi piccioncini alle presentazioni.
Per fortuna Ashton sembrò l’unico rendersi conto di quello che stava accadendo e spinse gli altri due in salotto.
Mi sedei sul divano e mi guardai attorno. I genitori di Kelsey avevano proprio una bella casa, beh con tutti i soldi che guadagnavano. Se ricordo bene, sua madre Jessica era una stilista non molto conosciuta, anche se piano piano si stava facendo strada, mentre suo padre Eric era un ottico.
Mi risvegliai dai pensieri quando Kevin si sedette accanto a me.
Uhm, era stata una cosa piuttosto veloce.
Gli sorrisi e appoggiai la testa sulla sua spalla, sentendo un gran voglia di coccole.
Forse per colpa di un’influenza che ancora non si era degnata del farsi presente del tutto, o fose perchè avevo semplicemente voglia di un po’ d’amore. Ma dov’era Luke quando serviva?
E poi, se doveva essere mio fratello, lo avrei trattato come tale fin da subito. Avevo aspettato troppo tempo per un momento del genere, e in ogni caso non sarei mai riuscita a contenere tutta la felicità che provavo.
Osservai Bella sedersi sulla poltroncina di fronte ai ragazzi, appoggiando i suoi fogli sul tavolino.
Disse qualcosa a cui non diedi attenzione, catturata dalla vibrazione del mio cellulare. Lo presi e notai un messaggio su whatsapp da parte di mia madre e mi sorpresi quando realizzai che fosse un video.
Voltai lo sguardo su Kelsey e vidi una cuffietta uscire dalla tasca dei suoi jeans, gliele rubai non badando alle sue lamentele. Ritornai alla posizione comoda di prima e attaccai le cuffie al telefono.
Feci partire il video e subito mi chiesi quali cazzo di problemi si facesse quelle donna.
Il mio schermo raffigurava un lama che correva e saltava a ritmo di una canzone hip hop.
Scossi la testa, chiusi l’applicazione senza neanche risponderle e rilanciai le cuffie alla moretta.
 “Mi cantate qualcosa? Almeno così posso capire a che livello siete” Sentii dire a Bella.
Alzai lo sguardo su di lei e mi venne un colpo quando riconobbi la figura di Luke girata di spalle.
Dio, quel ragazzo prima o poi mi avrebbe fatto venire un’infarto.
Quando cavolo era arrivato?
Ognuno cominciò a cantare singolarmente e mi stupii per la loro bravura, sopratutto per Ashton. Non conoscevo molti batteristi che avessero anche una bella voce. Ma Micheal, secondo me, era quello che si distingueva maggiormente, forse non si poteva considerare il cantante più intonato del mondo, ma aveva quel timbro che in una band pop-punk ci stava fin troppo bene.
“Sono bravi” sussurrò Kevin al mio orecchio.
Ridacchiai dandogli completamente ragione.
“Di sicuro non si può dire che facciate schifo” mormorò Bella facendoli ridere.
“Che tenera” la prese in giro Ash.
“Si, come te cognatino” rise dandogli una pacca sulla spalla.
Wow, era la prima volta che la vedevo scherzare in quel modo. Per quale motivo non poteva essere così anche con noi?
“Bell” la riprese Kelsey con le gote arrossate.
Aw, che tenera difendeva pure il suo ragazzo.
Risi tirandole un colpetto con il piede sulla gamba, al quale rispose facendomi una linguaccia. Era troppo carina.
Le sorrisi e tornai a seguire la lezione, magari avrei potuto migliorare anche io.
Inaspettatamente incrociai dei occhi azzurri che mi traffissero. Cercai di non badare alla mandria di elefanti che corse nel mio stomaco e sorrisi a Luke. Ci rimasi veramente di merda quando mi ignorò completamente voltandosi dall’altra parte.
Cosa diavolo gli era preso?
Sentii un peso sul cuore, come se mi avesse buttato addosso quel ciccione del cavolo che si fingeva babbo natale.
Mi portai all’indietro facendo aderire completamente la schiena al divano, torturandomi le dita, giocando con i numerosi anelli che le decoravano. Cosa che favevo solo quando ero nervosa o particolarmente delusa.
Cavolo, ci ero rimasta veramente male.
L’unica cosa che riuscì a distrarmi furono i vari schiamazzi provenienti dalla cucina.
“Kels cosa prende a tua madre?” Chiese Sam guardando proprio in quella direzione.
Portai lo sguardo oltre alla spalla di Kevin e in lontananza vidi Jessica camminare frettolosamente attorno al tavolo, con il telefono all’orecchio.
“Credo che sia particolarmente emozionata per la sfilata di martedì” spiegò Kelsey incrociando le braccia al petto.
“Perchè?” Domandò Michael voltandosi in modo da guardarla in viso.
“Perchè è la sua prima sfilata” rispose Bella intrommettendosi nel discorso.
“Uhm, non è un po’ grandicella per fare la modella?” Chiese Calum innocentemente.
Guardai le ragazze, e nonostante il peso opprimente che che continuavo a sentire, non riuscii a non scoppiar a ridere insieme a loro. Tanto che Kelsey quasi cadde dal bracciolo della portrona dove era seduta Sam.
“Lei è la stilista, non una modella” riuscii a dire tra le risate.
L’espressione di Calum fu ancora più divertete, gli occhi leggermete più aperti e la bocca che prendeva la forma a ‘o’.
A cessare le nostre risate fu il rumore di qualcosa che si rompeva.
Ci voltammo tutti verso Jessica e il bicchiere che prima stava tenendo in mano, ora era a terra distrutto in tanti pezzi.
“Mamà que pasa?” Le chiese Kelsey avvicinandosi.
 Sua madre lasciò il telefono sul ripiano dell’isola al centro della cucina e se non le fosse stata vicino, probabilmente sarebbe caduta a terra.
Corsi verso le due e aiutai la mia amica a sostenere sua madre. Per fortuna i ragazzi si avvicinarono subito e portarono Jessica in salotto, per poi farla sedere sul divano.
“Bella portami un bicchiere d’acqua!” Esclamò la mora presa dal panico.
Cómo te sientes?” Chiesi alla donna con il mio spagnolo leggermente arrugginito.
“Es una perra!” Urlò lei spaventadomi.
Per l’amor del cielo, chi era una cagna?
“Quien?” Domandò Kelsey sorpresa.
Ma Jessica si limitò a sfoderare una marea di insulti che non sapevo neanche potessero esistere.
“Oh mio Dio” mormorai un po’ scioccata.
“Da quando Jade parla lo spagnolo?” Sentii sussurrare ad Ashton.
“Da un po’” rispose Luke.
Presi un respiro profondo, cercando di calmare il mio povero cuore. Mi ci volle una forza impressionante per non girarmi e schiaffeggiarlo e poi, magari togliergli il fiato a suon di baci.
Strinsi forte fra le dita il lembo del vestitino e cercai di concentrarmi su Jessica, che poverina stava diventando tutta rossa in viso.
“Mamma potresti dirmi che succede?” Cercò di calmarla Bella passandole un bicchiere pieno d’acqua.
Quella prese un sorso e ridando il bicchiere alla figlia, cominciò a spiegare in spagnolo cosa fosse effettivamente accaduto.
E tranne qualche parola, riuscii a comprendere il senso del discorso.
“Che stronza” commentai sedendole accanto. Le posai una mano sulla spalla come per darle un po’ di conforto e lei sorrise appena.
Kelsey le assomigliava così tanto, i capelli scuri e gli occhi grandi castani. Sapevo che fosse sulla soglia dei quaranta anni e ammiravo il modo in cui si prendeva cura di sè stessa. Si poteva dire che fosse davvero una bella donna.
“Qualcuno mi può tradurre?” Domandò Ashton grattandosi la nuca con un’espressione confusa dipinta in viso, proprio come quella di tutti gli altri.
“Mia madre da qualche anno è in competizione con un’altra stilista che cerca sempre di metterle i bastoni fra le ruote e secondo lei, ha sabotato in qualche modo il volo dei suoi modelli che non potranno essere qui il giorno della sfilata” spiegò Kelsey mettendosi una mano fra i capelli.
“Perchè dove si trovano loro adesso?”
“A Los Angeles e l’ultimo volo dispinibile entro la giornata di martedì era quello che hanno perso oggi.”
“Che sfiga” mormorò Kevin al mio fianco.
“Dios mio donde li trovo altri modelli in tempo?” Disse Jessica esasperata, affondando ancora di più nel divano.
“Quanti te ne servono esattamente?” Chiese Sam con quella sua solita espressione di quando il suo cervellino elaborava qualcosa di stupido.
La guardai a occhi socchiusi, le idee di Sam non mi andavano mai a genio.
“Penso che fossero cinque ragazze e cinque ragazzi.”
“Non sono un’esperto di moda, ma di solito i modelli non dovrebbero essere molti di più?” Domandò Michael mettendosi accanto a Sam.
“Certo, ma questa era solo una piccola sfilata per far vedere alcuni dei miei modelli a un critico esperto nel campo. E se gli fossero piaciuti, probabilmente avrei avuto la possibilità di ritrovarmi molto più in alto di adesso.” Rispose Jessica chiudendosi nervosamente i capelli in una coda alta.
Cavoli, che sfiga per davvero.
“Sai che forse..” momorò Sam con un sorriso a settantaquattro denti “potremmo farti noi da modelli” continuò accuciandosi per arrivare alla stessa altezza della donna.
Strabuzzai gli occhi scioccata, sapevo che avrebbe sparato una delle sue cazzate.
“Voi?” Chiese infatti incredula Jessica.
La castana annuì veemente.
“Guarda i ragazzi sono tutti alti e hanno anche un bel fisico, no?” 
Jessica si alzò in piedi e cominciò a girare attorno ai ragazzi con lo sguardo attento.
“Si lo ammetto, sareste molto adatti “ disse incrociando le braccia al petto “ il problema è che siete solo in quattro.”
“Ti sbagli” la coresse subito Sam “sono cinque” continuò indicando Kevin.
La donna sbarrò gli occhi per poi sussurrare qualcosa.
Kevin mi guardò come spaventato, per poi stringermi forte la mano.
“Uhm, ti puoi alzare per un secondo tesoro?” Chiese dolcemente.
Annuii al mio fratellino, come a volergli dire che non sarebbe successo nulla di male.
Lentamente mi lasciò la mano e si alzò in piedi, superando di qualche centimentro Jessica - che tra l’altro indossava i tacchi. La donna annuì a sè stessa e si guardò intorno.
“ Kelsey e Bella siete partecipe di questa cosa anche se non volete, Sam lo vedo dalla tua espressione che vuoi esserci dentro, Jade non ti preoccupare tesoro troveremo un paio di tacchi davvero alti..” sorrise facendo ridacchiare i miei amici.
Feci una smorfia di dissenso, però aveva ragione. Non si era mai vista una modella con le gambe corte.
“E la quinta?” Domandò tornando con lo sguardo su Sam.
“Uhm.. non lo so.”
“Potrebbe essere Jasmine” sussurrò Micheal.
“Chi è Jasmine?”
“E’ una nostra amica..” rispose arrossendo appena.
“Ha ragione, sarebbe perfetta!” Esclamò Kels alzando il pollice in alto a Mike.
“Okay... allora ci state tutti?” Chiese Jessica guardandoci uno per uno.
Arrivarono dei mormorii da parte di Calum e Luke, e lei per poco non si mise a piangere.
“Vi prego ragazzi, vi pagherò ovviamente. Siete la mia unica speranza” disse quasi implorandoli.
E quando i due annuirono, non sapendo più cosa dire, Jessica si buttò addosso a noi cercando di creare un mega abbraccio.
 
 
Chiusi con forse fin troppa forza l’armadietto e mettendomi in spalla la borsa mi incamminai arrabbiata e confusa verso Luke alla fine del corridoio.
Avevo provato in tutti i modi a parlare con lui, ma in ogni caso era riuscito ad ignorarmi.
La sera prima a casa di Kelsey, ogni volta che mi avvicinavo per potergli parlare si nascondeva in mezzo ai ragazzi o faceva finta di parlare con qualcun altro. Su whatsapp non mi aveva risposto, ma sapevo che aveva visualizzato. Bastardo, le linee azzurre non mentono mai.
 Avevo provato pure a chiamarlo, ma ogni volta non accettava la chiamata, non lasciava nemmeno squillare.
Arrivai decisa al suo armadietto e lo chiusi di scatto, rischiando di incrastrargli le dita.
Si girò spaventanto, ma appena incontrò il mio sguardo, ritornò alla posizione di prima riaprendo quel cazzuttissimo armadietto.
“Si può sapere perchè non mi parli? Che cazzo ti ho fatto?!” Sbottai davvero alterata.
Ma lui continuò nel suo lavoro, come se non fossi li accanto a lui, come se fossi completamente invsibile.
E se possibile, sentii il mio cuore infrangersi ancora di più.
“Luke, smettila di ignorarmi” abbassai la voce quasi pregandolo.
Si fermò per un secondo, ma poi scosse la testa e si allontanò di qualche passo.
Lo afferrai per il polso riuscendo a fermarlo, non lo avrei lasciato andare finchè non mi avrebbe dato una cazzo di risposta.
“Perchè fai così?!” Esclamai ormai a pezzi.
“Perchè faccio così?! Beh non lo so Jade, magari perchè mi hai usato per farti una sana scopata per poi passare ad un nuovo giocattolino con un semplice schiocco di dita!” Urlò attirando l’attenzione di parecchi studenti.
Sentii gli occhi farsi sempre più lucidi, ma cercai di ricacciare indietro le lacrime, non era quello il momento di piangere.
Di cosa diavolo stava parlando?
Non ero stata con nessuno apparte lui, come poteva dire certe cose?
Ma sopratutto non riuscivo a capire me stessa, perchè ci stavo così male? Infondo Luke era semplicemente una cotta, no?
Si strattonò dalla mia presa e lo guardai mentre si allontanava, fino a sparire completamente dietro all’angolo.
Sarebbe mai tornato?
Che bel compleanno di merda.
Presi un lungo respiro, chiusi gli occhi per un secondo cercando di ritornare in me.
Li riaprii, ma la vista era sempre la stessa.
Mi feci forza e mi incamminai verso il cortile, sperando di poter trovare li le mie amiche. Sapevo che almeno loro ci sarebbero state per me.
Ma quando le vidi sedute sotto ad un albero con delle facce tutt’altro che felici, capii che forse non erano messe meglio di me in quel momento. Mi avvicinai e mi feci spazio tra Kelsey e Jasmine.
 “Mi ha detto che parlo troppo” sussurrò Sam per poi appoggiarsi sulla spalla di Kelsey.
“Se continua a presentarmi alla gente come una sua amica, giuro che lo picchio” continuò la mora accasciandosi su di me.
“A me invece non parla proprio” riuscii a dire, sentendo le lacrime minacciare di voler uscire un’altra volta.
Appoggiai il viso sulla spalla di Jasmine, sentendo tutte le forze abbandonarmi.
“Non mi ha ancora chiesto di uscire” disse la ragazza dai capelli viola per poi appoggiare a sua volta il viso sulla mia testa.
“Wow” mormorò una voce non appartenente a nessuna di noi quattro.
Ci voltammo tutte e il viso confuso e divertito di Bella ci parò davanti.
“Certo che siete messe proprio male” commentò sedendosi davanti a noi.
Nessua si degnò di risponderle, così si ricompose e si decise a fare quello per cui era venuta.
“Comunque Jade.. posso chiederti una cosa?” Domandò guardandomi.
Le diedi l’okay sussurrando appena qualcosa, dato che non avevo nessuna forza per muovermi.
“Tuo.. tuo fratello Kevin, viene in questa scuola?” Chiese talmente piano che feci fatica a capirla.
“Incomincerà dalla settimana prossima” riuscii a dire, ricordando di aver sentito discutere la mamma e papà di completare dei documenti al riguardo.
“Oh, okay..” mormorò “buon compleanno comunque” sorrise per poi alzarsi e andarsene.
Beh, almeno qualcuno se lo era ricordato.
“Oddio Jade! Cavoli scusa amore me ne sono completamente scordata” esclamò Sam mettendosi di fronte a me.
Mi allacciò le braccia dietro al collo e mi strinse forte. Sentii la presenza anche delle altre due e in quel momento, per un millesimo di secondo, mi sentii bene.
A cosa ci servivano i ragazzi? Solo a ferirci.
“Mi sento una merda adesso” mormorò Kelsey “scusami” continuò stringendo maggiormente la presa.
“Io non lo sapevo neanche” si giustificò Jasmine facendo un’espressione mortificata.
Ma non ero arrabiata o infastidita, non so perchè, ma ero completamente indifferente.
“Ma si, non importa, tanto peggio di così non potrebbe andare” dissi sciogliendo quell’abbraccio.
“Cosa hai intenzione di fare?” Chiese Jasmine.
Alzai le spalle, non avendo una risposta.
Mamma e papà avevano cercato di procurarsi la giornata libera, ma non ci erano riusciti.
Quindi molto probabilmente sarei rimasta a casa con Kevin e magari, avrei cercato di conoscerlo meglio.
“Beh non ti lascerò da sola.” Disse Sam alzandosi in piedi.
“Perchè non facciamo qualcosa, solo noi ragazze?” Propose Kelsey.
“Non lo so.. non ho molta voglia di uscire..”
“Oh sta zitta, festeggeremo i tuoi diciotto anni come si deve” mi interuppe la castana.
Sospirai, non avendo nessuna voglia di risponderle.
Dio, sembrava che mi avessero svotata di tutto. Niete emozioni, niente sentimenti, niente organi. Vuota, ecco cos’ero.
“Hei, ho sentito parlare di un locale che va forte qui in cui non ci sono ancora stata, mi piacerebbe andare.”
“Quale?” Chiesi alla violetta.
Hm, le stava bene come soprannome, anche se il colore dei suoi capelli ormai stava sbiadendo.
“Si chiama Cli..Cla..” mormorò cercando di ricordarsi il nome.
“Il Clouds?” Tentò Sam mostrando subito la sua approvazione.
“Si ecco quello.”
Non avevo voglia di uscire, figuriamoci di andare a ballare.
“No.” Dissi subito.
“E invece ci andremo” ribattè Kelsey allungando la mano per aiutarmi ad alzarmi.
Inarcai il sopracciglio sorpresa, di solito lei era la prima a ribellarsi a questo tipo di decisioni.
“E dai sono stanca di stare male per un cretino, vorrei divertirmi ed essere spensierata almeno per un giorno. Oggi ci divertiamo per bene” sorrise mostrando la sola fossetta che aveva sulla guancia destra.
Sospirai, in fondo aveva ragione, fare la depressa non mi avrebbe portata da nessuna parte. Afferai la sua mano e in un secondo fui in piedi.
“Andiamo in mensa mangiamo qualcosa, finiamo le lezioni e stasera venite a casa mia. Ci prepariamo e poi andiamo a divertirci. Ci state?” Domandò sorridendo eccitata Sam.
Stavo per rispondere, quando la banda dei quattro moschettieri ci passò davanti. E la cosa che mi diede più fastidio, fu vedere il braccio di Luke intorno alle spalle di quella troia di Megan, che gli stava palpando il culo.
Stronzo, bastardo, cretino, idiota, stronzo, stronzo e STRONZO!
“Si” esclamai sentendo il nervosismo salirmi fino alle punte dei capelli.
 
Premetti il dito sul pulsante del campanello e dopo qualche istante di attesa, la madre di Sam mi aprì la porta.
“Ciao Jade!” Esclamò sorridendo.
“Ciao Beth” la salutai lasciandomi abbracciare.
“E’ da tanto che non ti vedo!” Continuò facendomi entrare in casa.
“Già” sorrisi guardandomi intorno.
La casa era uguale all’ultima volta che l’avevo vista. Da ricconi, ordinata e pulita.
L’unica eccezione, fu per qualcuno seduto sul divano, che non riconobbi subito.
“Seth?” Dissi avvicinandomi.
Il ragazzo si voltò sentendosi richiamare e rimasi ancora più scioccata quando lo vidi bene in viso.
Era cambiato, i lineamenti erano più marcati, dandogli l’aspetto di un giovane uomo.
 “Ciao Jade!” Esclamò dopo avermi osservato per cinque secondi buoni.
“Quanto sei cresciuta” continuò alzandosi per darmi un veloce abbraccio, sovrastandomi di parecchi centimetri con la sua altezza.
“Che ci fai qui?” Domandai curiosa e sorpresa.
Perchè Sam non mi aveva detto che sarebbe tornato?
“Ho fatto una sorpresa ai miei” sorrise guardandomi dalla testa ai piedi “wow, sei davvero cambiata.”
“Sai com’è, l’ultima volta che ci siamo visti è stato due anni fa” dissi ricordandomi l’estate in cui era tornato per un po’ dal campus.
Accennò appena una risata, ma fu interrotto dallo squillare del suo telefono.
“Vabbe, io vado dalla pazza di tua sorella” mi allontanai dirigendomi verso le scale “ ci vediamo” feci un cenno con la mano per poi sparire dalla sua visuale.
“Eccoti finalmente” urlò Sam quando entrai in camera sua.
“Scusate, stavo cercando di convincere Kevin a venire ma non ha voluto” spiegai buttandomi sul suo letto accanto a Jasmine.
Mi dispiaceva doverlo lasciare da solo a casa, non volevo che pensasse male di me.
Quando avevo chiamato mia madre al telefono, per chiederle il permesso aveva accettato subito, forse sentendosi anche un po’ in colpa per non poter essere con me.
E quando avevo raccontato della serata fra sole ragazze a Kevin e gli avevo proposto di venire, aveva rifiutato dicendo che non c’entrava niente e che mi sarei divertita di più senza di lui fra i piedi.
Non ero per nulla d’accordo con la sua risposta, ma comunque non volevo obbligarlo a fare niente che non volesse.
“Allora, mi spieghi perchè mi hai vietato di portare un vestito?” Domandai guardandola a braccia conserte.
“Perchè ce li ho io per tutte voi” rispose tirando fuori dall’armadio quattro vestiti uguali, solo di diversi colori.
“Io non lo metto quello” disse Kelsey stortando il naso.
“Perchè?” Chiese Sam offesa.
“Perchè è cortissimo, non lo vedi?” Ribattè l’altra ovvia.
“Guarda che non è così corto se lo indossi” rispose lanciandogli quello viola scuro.
A me capitò quello blu elettrico, a Jasmine quello nero e Sam indossò quello rosso.
Era un semplicissimo vestito a tinta unita con le maniche a tre quarti e la scollatura non troppo esagerata.
Sam aggiunse un cintura a fiocco sotto al seno, Jasmine una intrecciata alla vita e Kelsey mise una piccola spilla brillantinata sul petto. Io preferii tenerlo come era, visto che il colore mi piaceva tantissimo.
Dato che Sam aveva un armadio solo per le scarpe, gli rubai un paio di tacchi neri davvero alti, ma con il cinturino sulla caviglia. Erano i soli modelli su cui riuscivo a camminare senza sembrare una completa rimbambita.
Amai il fatto che ognuno si fece da truccatrice per sè stessa, in questo modo evitammo varie discussioni inutili e sopratutto risparmiammo parecchio tempo. Tuttavia Jasmine ci fece da parruchiera improvvisata, così mi feci piastrare i capelli, mentre Kelsey li arricciò un poco. Sam si fece una semplice coda alta che però le stava davvero bene e violetta se li chiuse a mo’ di Ariana Grande.
“Dove andate?” Chiese Seth entrando in stanza.
Gli lanciai una veloce occhiata e continuai a infilare i miei vestiti nella borsa.
“A festeggiare il compleanno di Jade” rispose Kelsey passandosi il rossetto rosso sulle labbra davanti allo specchio.
“Al Clouds” spiegò meglio Sam vedendo la faccia confusa del fratello.
“Oh.. Auguri!” Esclamò facendomi sorridere.
“Grazie.” Mi aggiustai la borsa sulla spalla e aspettai che le ragazze finissero le ultime cose.
“Posso venire anche io?” Domandò a un certo punto.
“No!” Rispose subito Sam.
“Perchè?”
“Perchè è un serata fra sole donne, e mi sembra ovvio che tu non lo sia” si infilò le scarpe e mi si avvicinò per poi posarmi un braccio attorno alle spalle.
Ridacchiai guardando la sua espressione delusa.
“Okay, possiamo andare” disse Kelsey rimettendo al suo posto il rossetto.
“Andiamo.. mi dispiace amico, sarà per un’altra volta” lo prese in giro Jasmine posandogli una mano sulla spalla.
Uscii dalla stanza e lentamente- giusto per non ammazzarmi- scesi le scale reggendomi saldamente alla ringhiera.
“Ragazze mi raccomando fate le brave, non bevete troppo e non fate cazzate” ci ammonì Beth prima di farci uscire.
“Al massimo Sam sarà l’unica a tradire il suo ragazzo” dissi mentre ci avvicinammo alla macchina di Kelsey.
“Calum può anche andare a farsi fottere... no scherzavo. Se deve fottere, lo deve fare solo con me!” Urlò sedendosi accanto al posto del guidatore.
“Aii esto se llama celos” disse Kelsey infilando le chiavi nella toppa.
Ridacchiai prendendo posto sui sedili posteriori insieme a Jasmine.
“Non sono gelosa..” borbottò Sam.
“Si e io sono la ragazza di Wesley Stromberg ” commentai chiudendo la portiera.
“Basta parlare di ragazzi, chicas” esclamò Jasmine con il suo accento spagnolo.
Ah, quanto la invidiavo.
Kelsey fece partire la macchina e dopo circa dieci minuti di karaoke improvvisato con le canzoni che passavano alla radio, arrivammo davanti al locale.
Parcheggiammo a qualche metro di distanza dall’entrata e per fortuna in fila non aspettammo più di tanto.
La puzza di alcol e di sudore che ci accolse fin da subito, mi fece quasi pentire dir essere li in quel momento.
C’era tantissima gente nonostante fosse solo lunedì sera, e capii che i ragazzi presenti erano sicuramente più grandi di noi.
“Wow, è una figata!” Esclamò Jasmine guardandosi attorno.
Beh, le luci che cambiavano colore davano al locale un’atmosfera moderna, e tutto sommato, anche la musica che sceglieva il dj non era male.
“Io direi di iniziare prendendoci qualcosa da bere!” Urlò Sam cercando di sovrastare il volume della musica.
Bere non era il mio forte, non mi piaceva ubriacarmi, ma di certo un drink non me lo toglieva nessuno.
Ci avvicinammo al bancone e vedendoci arrivare, il barista ci chiese subito cosa volessimo ordinare.
“Uhm.. mi fai un sex on the beach?” Chiese Sam per poi voltarsi verso di noi.
“Due” aggiunse Jasmine.
“Io voglio un malibù.”
“Si dai, anche per me” disse Kelsey subito dopo di me.
Il ragazzo annuì e in meno di cinque minuti i nostri drink furono pronti.
Afferrai il mio bicchiere di plastica nera, ne presi un sorso e sentii subito la gola pizzicarmi leggermente.
Era buono, riuscivo a distinguere benissimo il gusto del cocco, ma di sicuro l’alcol non faceva per me.
“Hei! Ma quello non è Jake Russel?” Esclamò Kelsey guardando in fondo al bancone.
Mi voltai a mia volta e riuscii a riconoscerlo subito, dato che sorrise salutandoci con la mano.
“E’ un amico di Luke vero? Li ho visti più volte insieme” disse Jasmine facendogli un cenno di saluto.
Istintivamente strinsi maggiormente la presa attorno al bicchiere.
Dio, perchè doveva sempre saltare fuori il suo nome?
“Si, direi di si” rispose Sam sorridendo ferma in posa verso il cellulare di Jake.
Stava facendo la foto?
Presi l’occasione al volo e sorrisi alzando il dito medio.
Quello si mise a ridere, dandoci l’okay con il pollice alzato.
“Jade, sei davvero una cattiva ragazza” mi prese in giro Jas facendomi ridere.
“Io vado a ballare!” Urlai lasciando il bicchiere ormai vuoto sul bancone.
Mi buttai in mezzo alla mischia e fra gomitate e vari insulti, arrivai più o meno in mezzo alla pista da ballo.
Non ero un gran che come ballerina, ma sapevo muovere i fianchi a ritmo della musica, e questo mi bastava.
Cominciai a ondeggiare da destra verso sinistra, mi lasciai andare e sopratutto cercai di svuotare la mente da tutti i pensieri e le preoccupazioni.
Passarono parecchie canzoni, ballai con diverse ragazze e ragazzi, ma proprio quando iniziai a divertirmi mi voltai di scatto sentendo delle mani grandi posarsi sui miei fianchi.
Feci una smorfia, odiavo quando la gente sconosciuta mi toccava.
Staccai dal mio corpo le mani del tizio, rimanendo comunque nel suo campo visivo.
Era abbastanza alto e magro, biondo con gli occhi verdi. Era carino, ma non il mio tipo.
“Sono Cody” sorrise cercando di sembrare simpatico.
Forzai un sorriso, la simpatia era l’ultima cosa che quel ragazzo mi esprimeva.
“J..Jannette” dissi sperando di essere stata convincete.
Lui sorrise e si avvicinò maggiormente, cercai di ignorare il fastidio che mi dava, ma comunque lo lasciai fare.
“Quanti anni hai?” Chiese avvicinandosi ancora di più.
Ma questo non poteva ballare e non rompermi le palle?
“Diciotto” mormorai abbassando la voce di proposito.
“Io ne ho venti” continuò prendendomi la mano.
Ridacchiai istericamente, non sorprendendomi però più di tanto. Allontanai la mia mano dalla sua e voltai lo sguardo, in cerca di una delle mie amiche.
Ringraziai mentalmente Sam e i suoi tacchi alti quando riuscii a intrevedere Kelsey in lontananza discutere con Ashton.
Aspetta un attimo.. Ashton?!
Cosa diavolo ci faceva lui qui? E sopratutto come faceva a sapere dove fossimo?
Gli unici a saperlo erano Kevin, Seth e...Jake! Ma certo, di sicuro era stato lui a dirlo ai ragazzi.
Dio, perchè non poteva mai farsi i cazzi suoi quel ragazzo?!
 Mi guardai attorno, in cerca anche degli altri, ma fui distratta dalle mani di Cody di nuovo sul mio corpo, così mi voltai ritrovandomelo molto più vicino del previsto.
“Perchè non andiamo via di qui? Potremmo divertici parecchio noi due insieme” sussurrò al mio orecchio, prima di lasciarci un leggero bacio. Ew.
“Um, no grazie, mi sto divertendo qui” sorrisi cercando di allontanarlo, ma la sua presa si fece più forte, facendomi anche male.
“Andiamo bellezza, non dirmi che sei già impegnata” disse alzando di poco il viso.
“Io..io si, sono fidanzata” inventai sperando di riuscire a scrollarmelo di dosso.
“Beh, ma io non lo vedo qui il tuo ragazzo” rise fintamente avvicinando le sue labbra alle mie.
Okay gli do uno schiaffo, anzi no un pugno, magari un calcio nelle pal..
“Invece sono qui” si intromise una voce che sarei stata capace di riconoscere tra milioni di persone.
E anche se fino a prima lo avrei preso a calci, sorrisi istintivamente sentendomi tirare da lui per i fianchi.
Zac o Cody, qualunque fosse il suo nome, spalancò gli occhi tirandosi indietro.
“Oh amico, stavo solo scherzando” si difese alzando le mani.
“Beh ti consiglio di non scherzare più con la mia ragazza” ribattè Luke con il tono di voce duro.
La mia ragazza, LA MIA RAGAZZA!
L’altro ridacchiò isterico prima di voltarsi e andarse sparendo finalmente dalla mia visuale.
Tirai un sospiro di sollievo, ma quando mi voltai incontrando gli occhi blu di Luke sentii il cuore salirmi in gola.
Lui non doveva farmi questo effetto, lui era lo stronzo che si era alleato con quella stronza che odiavo, io dovevo essere incazzata!
“Che ci fai qui?” Chiesi cercando di sembrare apatica.
“Un grazie me lo merito, non ti pare?” Un sorriso bastardo comparve sul suo viso e mi dovetti trattenere dal trargli uno schiaffo sul quel bel faccino.
 “Perchè l’hai fatto? Credevo che fossi arrabbiato con me” dissi con la voce leggermente tremante.
“Lo sono, ma non mi andava di vedere come venivi stuprata da quell’idiota!”
La mascella si fece più marcata, e capii che si stava innervosendo.
“Tanto, cosa te ne importa? La tua puttanella si potrebbe ingelosire” sputai acida al solo pensiero di Megan.
“O magari darebbe fastidio al tuo ragazzo!” Ribattè facendosi più vicino.
“Ancora con questa storia? Ma che problemi ti fai Luke?! Non esco, non ho baciato e non sono andata a letto con nessun altro ragazzo che non fossi tu, da quando abbiamo iniziato questa ‘cosa’. Cazzo ho una tua maledetta foto come sfondo sul cellulare! Come puoi dirmi certe cose?” Sbottai non riuscendo a trettenermi più. Sentii gli occhi pizzicarmi e sapevo che se non me fossi andata sarei scoppiata in lacrime davanti a lui.
Aprì la bocca pronto a dire qualcosa, ma la richiuse subito dopo sembrando quasi confuso.
Decisi che era l’ora di andarmene, così mi voltai pronta a tornare a casa e finire una giornata che era andata proprio di merda.
“Allora chi era il ragazzo che ti stava appiccicato a casa di Kelsey?” Chiese trattenendomi per un polso.
E allora li capii, riunii i pezzi del puzzle e tutto si fece più chiaro. Ovvio, aveva pensato che Kevin fosse un ragazzo qualunque che aveva preso il suo posto.
 E da un lato mi venne quasi da sorridere e dirgli che era il coglione più grande del mondo, che non doveva essere geloso di Kevin e che volevo solo lui. Ma dall’altro, avevo una gran voglia di prenderlo a pugni e urlargli in faccia che poteva parlare con me prima di tirare le somme e che poteva anche evitare di farmi sentire una totale schifezza.
“E’ il mio fratellastro idiota! I miei l’hanno adottato!”
Splancò la bocca e gli occhi sorpreso, forse non si aspettava una rivelazione del genere.
Colsi il suo shock momentaneo e strattonai la mano dalla sua presa, mi voltai e mi incamminai verso il punto in cui avevo visto Kelsey discutere con Ashton. Chissà poi di cosa stavano parlando.
Per fortuna la trovai ancora lì, così la presi per un braccio, strappandola dal riccio che stava cercando di abbracciarla.
“Scusa amico” borbottai portandola in un posto dove la musica fosse meno forte.
“Possiamo andarcene?” Domandai quasi piagnucolando stringendole maggiormente il braccio.
“Jade va tutto bene?” Chiese preoccupata accarezzandomi una guancia.
“No, va tutto di merda!” Ammisi portandomi una mano fra i capelli.
Non vedevo l’ora di essere nel mio lettino, e il pensiero che il giorno seguente avremmo duvuto saltare scuola per fare le prove per quella dannata sfilata, mi faceva voglia di sprofondare ancora di più nelle coperte.
“Okay, cerchiamo le altre e andiamocene. Neanche io mi sto divertendo” disse prendendomi la mano.
Annuii e incominciammo a cercare fra la folla e il bancone, ma alla fine le trovammo in fila per il bagno.
E dopo aver convinto Sam che poteva fare la pipì nel bagno di casa sua invece che in quello schifo, uscimmo dal locale.
Kelsey accompagnò ognuna di noi a casa propria, anche se il viaggio fu piuttosto strano.
Nessuna di noi parlò e la radio rimase spenta. A quanto pare non era stata poi, una serata così divertente come avrebbe dovuto essere.
Quando Kels si fermò davanti a casa mia, uscii dalla macchina e salutai le ragazze solo con un cenno della mano.
Arrivata davanti alla porta, mi appoggiai alla maniglia e cercai le chiavi nella borsa, ma sorprendentemente la trovai aperta.
Oddio sono entrati i ladri! O magari qualche barbone in cerca di cibo, o qualche serial killer!
Mi guardai intorno e afferrai il vaso di fiori accanto alla sedia a dondolo in legno, e cercando di fare il meno rumore possibile entrai in casa, pronta a prendere a vasate in faccia chiunque si fosse intrufolato in casa mia.
Ma quando trovai i miei genitori seduti sul divano a guardare la tv, sospirai di sollievo.
“Dio!” Esclamai portandomi una mano sul petto “mi avete fatto venire un’infarto!”
All’inizio mi guardarono straniti per qualche secondo, ma quando reallizzarono che quello che avevo in mano era un vaso con dei fiori finti, scoppiarono a ridere.
“Pensi che i ladri scapperebbero a gambe levate vedendoti con quel coso in mano?” Domandò papà tra le risate.
Beh, in effetti..
Alzai le spalle, lasciando a terra quell’arma letale e senza pensarci mi buttai sul divano, facendomi posto in mezzo a loro due.
“Sei tornata presto” disse mia madre prendendomi a braccetto.
Guardai l’orologio appeso alla parete che segnava le 11:47.
Uhm, pensavo fosse molto più tardi.
“Non mi stavo divertendo..” poggiai la testa sulla sua spalla e chiusi gli occhi non sapendo cos’altro dire.
“Dov’è Kevin?” Chiesi ricordandomi di lui “sta dormendo?”
“No, è andato in bagn..oh eccolo” rispose papà indicando le scale.
“Hei!” sorrise vedendomi.
“Hai fatto bene a non venire” dissi guardandolo sedersi sulla poltrona.
Ridacchiò e dovetti ammettere che la sua risata era piuttosto carina a differenza mia che sembrava l’incrocio del verso di un’anatra e una foca che soffocava.
“Tesoro mi aiuti a prendere quella cosa?” Chiese la mamma a papà che era già in piedi.
Lui annuì e insieme si diressero verso la cucina.
Non badai troppo a loro e mi spostai, avvicinandomi di più a Kevin.
“Mi è dispiaciuto lasciarti a casa” ammisi appoggiando il viso su una mano.
“Tranquilla, non sono stato solo a lungo. I tuoi sono usciti dal lavoro un po’ prima, e poi mi sono divertito un sacco, sono simpatici” sorrise riempiendomi il cuore di gioia.
Erano proprio queste parole, che volevo sentirgli dire.
“Te l’avevo det..” fui interrotta dal canticchiare dei miei genitori. Mi voltai e li vidi con in mano una piccola torta, decorata da una candela a forma di 18.
Kevin si aggiunse al canto dei miei genitori e d’istinto mi corpii il viso con le mani.
Avevo sempre odiato quella canzoncina del ‘tanti auguri’, mi imbarazzava tantissimo.
Quando finirono, la mamma poggiò sul tavolino davanti a me la torta e sussurrandomi all’orecchio un “ti voglio bene”, mi abbracciò velocemente.
“Esprimi un desiderio” disse papà incitandomi a soffiare la candelina.
Risi sentendomi imbarazzata, ma allo stesso tempo felice.
Così chiusi gli occhi e mi avvicinai alla piccola fiamma.
In realtà non sapevo quale desiderio esprimere, per la prima volta avevo tutto. Una madre e un padre fantastici, un nuovo fratello e degli amici a cui volevo un bene dell’anima.
L’unico dettaglio che forse, avrebbe reso quel quadro ancora più bello, erano un paio di occhi azzurri e un sorriso da fare invidia anche al sole.
 Non dissi nulla, non pensai a nulla, immaginai solo Luke che mi stringeva forte fra le sue braccia, e soffiai.
“E ora c’è il regalo!” Esclamò papà, mostrando da dietro la schiena un pacchettino avvolto in una carta colorata.
“Non dovevate..” e lo pensai per davvero, non avevo bisogno di nulla.
“E invece si, diciotto anni non si compiono mica tutti i giorni” disse la mamma.
Annuii, presi il pacchettino dalle mani di mio padre e lo tastai, sentendo qualcosa di morbido.
Sorrisi sperando che quello che ci fosse all’interno era quello che avevo chiesto alla mamma tempo fa.
La guardai con gli occhi sbarrati e lei ridacchiò, incitandomi ad aprirlo.
Slegai il fiocco, scartai il pacchettino e quando lo vidi non potei fare a meno di urlare per la felicità.
Era lui, era proprio lui, l’unico modello di pigiama che mi aveva fatto impazzire la prima volta che lo avevo visto. Era un pezzo unico, che faceva sia da felpa che e da pantaloni. Aveva disegnato sopra vari linee di diverso spessore, che cambiava il colore dal nero al bianco.
Un giorno scherzando con la mamma, gli avevo chiesto se per il compleanno mi avrebbe potuto regalare quel modello di Victoria Secret, ma non pensavo che me l’avrebbe preso per davvero. Non costava mica poco.
E poi lo sapevano tutti ormai che non amavo i pigiami, ma avrei fatto un’eccezione per quello, mi piaceva troppo.
“Grazie!” Urlai stringendo in un caloroso abbraccio la mamma, mi alzai subito dopo e andai a fare lo stesso con papà.
“Sul serio, grazie ragazzi” ripetei guardandoli negli occhi.
E lo lessi nelle loro espressioni che capirono quello che stavo dicendo. Non soltanto per il regalo, ma per tutto, semplicemente tutto.
 
 
“Allora ragazzi, questo è il backstage. Li, come vedete, ci sono tutti i vestiti che dovrete indossare, li invece c’è la postazione trucco e parrucco. Quelle scale invece portano alla passerella, ed è proprio da li che dovrete salire.” Spiegò Jessica camminandoci davanti.
Tutti noi sembravamo una scolaresca in visita a un famoso museo, o meglio dei pulcini che seguivano la mamma guardandosi intorno affascinati.
Nessuno di noi poteva immaginare quante persone potessero lavorare dietro alle quinte di una sflilata, ma tutti i tecnici  e le assistenti che ci correvano attorno frenetici, ne erano la prova.
“Scusa la curiosità, ma di preciso da quante persone sarà composto il pubblico?” Chiese Michael affiancandomi.
“Circa centocinquanta” sorrise lei fermandosi.
Alla faccia di ‘una piccola sfilata’!
“Woo!” Esclamò Ashton, sorpreso tanto quanto tutti gli altri.
“Allora lasciatemi spiegare un po’ come sarà la scaletta.” Disse lei sedendosi su una sedia.
“All’inizio partiranno le ragazze indossando la mia collezione di abiti da sera corti a cui vi alternete voi ragazzi vestiti abbastanza casual. Poi continueranno di nuovo le ragazze, ma questa volta con degli abiti lunghi e poi, ancora voi ragazzi con dei completi più eleganti.
 Alla fine mi serviranno solo le femminucce che sfileranno due dei miei modelli degli abiti da sposa. Ci siamo capiti?” Terminò alzando lo sguardo dalla cartellina che teneva in mano.
Spalancai la bocca scioccata, ero convinta che avrei indossato un solo vestito.
“No” mormorò Calum.
Aveva ragione, neanche io avevo capito più di tanto.
“Non vi preoccupate, ci saranno degli assistenti dietro a voi che vi diranno cosa fare.” Ridacchiò Jessica alzandosi.
“Chi saranno le due ragazze a indossare gli abiti da sposa?” Chiese Sam più che incuriosita.
“Kelsey” rispose “perchè uno dei modelli l’ho fatto ispirandomi a lei, e l’altra non lo so ancora..”
“Jade!” Disse subito la mora.
“No!” Esclamai incenerendola con lo sguardo.
“Ma hai un fisico da paura” ribattè lei.
“Fatelo fare a Jasmine, è più alta di me e il vestito le starà sicuramente meglio.” Dissi cercando di togliermi quell’incarico di dosso usando per la prima volta il difetto della mia altezza, come vantaggio.
“Perchè solo due modelli?” Domandò Luke, attirando l’attenzione su di sè.
Forse io, fui l’unica a non guardarlo.
Ero davvero arrabbiata e sopratutto delusa da lui, mi aveva ferita e non poco.
Magari, da una parte era stata anche colpa mia non avendogli parlato prima di Kevin, ma non si era fatto molti problemi a rimpiazzarmi con Megan.
“Perchè è una collezione che non ho ancora terminato, è da poco che ho iniziato a farla. Ma ci tenevo che il critico la vedesse comunque.”
“Quindi è deciso, Jasmine e Kelsey sono le prescelte” rise incamminandosi verso l’uscita. “Andiamo, devo farvi vedere come si cammina su una passerella, no?”
Kevin mi si avvicinò e sorrise poggiandomi una mano sulla spalla.
“Credo di non essere tagliato per fare il modello” sussurrò facendomi ridacchiare.
“A chi lo dici.”
Per quasi tutta la mattinata, andammo avanti cercando di imparare com’era una dannata camminata da modello.
Alla fine non era molto difficile, dovevi solo camminare un po’ più lentamente, mettendo un piede davanti all’altro, tenendo la schiena dritta e il viso sempre alzato.
Per essere stati raccattati come modelli dell’ultimo minuto, non eravamo poi così male, ma comunque dentro di me continuai a sperare che il critico e gli spettatori sarebbero stati più attenti ai vestiti che a noi.
“Lerman!” Esclamò Jessica attirando l’attenzione di un uomo di mezza età, circodato da alcune ragazze.
 All’apparenza sembrava un po’ dell’altra sponda e dal modo in cui si voltò tenendo in mano una confezione di lacca, ne ebbi la conferma.
“Ti presento i modelli, sono tutti amici delle mie figlie per cui trattali bene” continuò lanciandogli un’occhiata di traverso.
“Per le ragazze voglio un trucco leggero e i capelli sciolti. Falli lisci o ricci, come ti pare, basta che non veda strane acconciature. I ragazzi invece non toccarmeli troppo, puoi coprigli qualche imperfezione sul viso, ma mantieni così il loro modo di tenere capelli. Mi piace lo stile rochettaro. Tutto chiaro?”
Mi stupii per il suo attenggiamento professionale, sembrava una donna forte e sicura di sè, mi sarebbe piaciuto essere come lei.
“Okay, ragazze avete capito? Iniziamo sù” l’uomo incitò il personale, dando il via ai lavori.
Ma prima di inziare, ci ordinarono di cambiarci dandoci della biancheria intima nera e degli accappatoi per coprirci.
Pensai che fu sopratutto per facilitare il lavoro, quando avremmo dovuto cambiarci velocemente per indossare altri vestiti.
Così, dopo aver finito, presimo postazione e ci sedemmo sulle sedie, pronti ad essere trasformati.
Quando iniziai a rilassarmi al tocco della ragazza che mi stava truccando, vidi l’assistente di Luke infilargli la mano tra i capelli e tirarli all’insù perfezionando il ciuffo. Sentii un calore espandersi su tutto il corpo dandomi un fastidio tremendo, dovetti chiudere gli occhi per calmarmi e non continuare a vedere quella scena.
Dio, come avrei voluto farlo io al posto di quella ragazza.
Finii dopo circa un’ora e mezza, ed essendo l’ultima corsi dall’altra parte del backstage a indossare il primo vestito con cui avrei dovuto sfilare.
Sbirciai un po’ attorno e guardando i ragazzi già vestiti, dovetti ammettere che i capi erano davvero stupendi, Jessica aveva talento da vendere come stilista.
Due ragazze mi aiutarono a indossare il vestito corto giovanile ed elegante allo stesso tempo, e ad infilarmi dei tacchi davvero, davvero alti.
Sentii una voce maschile provenire da un megafono che annunciava cinque minuti all’inizio della sfliata, e l’ansia cominciò a impossarsi di me.
“Siete stupendi!” Esclamò la madre di Kelsey avvicinandosi più che sorridente. “Venite qui” ci fece segno di formare un cerchio attorno a lei.
“Allora ragazzi, so che siete nervosi ma lo sono parecchio anche io! Vi consiglio di non pensare troppo a cosa fare e di provare anche a divertirvi su quella cazzo di passerella. Quindi, che Dio ce la mandi buona e facciamo il culo a quel critico!” Urlò alla fine facendoci ridere.
“Al  mio tre ‘merda!’”
Unimmo tutte le mani e contemporaneamente urlammo per tre volte merda.
Altro che merda, qui non sarebbero stati d’aiuto neanche tonnellate di letame.
“Okay, io adesso devo salire sul palco e dire qualche parola, Bella, ragazze statemi dietro.”
Pensai di avere un’espressione piuttosto terrificata, dato che Michael mi abbracciò sussurrandomi di stare tranquilla.
“Ci proverò” dissi sfornzandomi di sorridere.
“Andiamo” Sam mi prese la mano, tremando tanto quanto me, e mi trascinò fino ad arrivare alle scale per la passerella.
Aspettammo circa tre minuti e subito dopo quando la musica partì, un tecnico fece segno a Bella di salire.
La seguirono Jasmine, Kelsey e quando il tizio mi diedi il via, mi cagai letteralemente addosso.
Fui spinta da Sam e in un attimo fui su quel palchetto. Intravidi mia madre nel pubblico che mi sorrideva incoraggiante, così mi ripresi subito e iniziai a camminare cercando di mettere in pratica le lezioni di Jessica.
‘Non inciampare, non cadere, non svenire, non morire’ continuavo a ripetermi nella mente.
 Feci la mia ‘passeggiata’ e sospirai di sollievo quando fui di nuovo dietro alle quinte, ma non ebbi il tempo di fare altro che fui catapultata di nuovo dalle due ragazze che mi avevano vestita.
In pochi secondi mi aiutarono a spogliarmi e a mettermi un altro abito, e senza uccidermi, corsi ancora verso le scale e mi misi in fila di nuovo.
In quel momento stavano sfilando i ragazzi e compresi che ci stavano alternando in modo che quei pochi attimi di attesa ci fossero utili per indossare altri abiti.
Mi spostai leggermente e cercai di sbirciare, per vedere come se la stessero cavando.
Erano davvero belli, con quell’aria da ragazzi vissuti, le loro pettinature solite, ma leggermente perfezionate, le spalle larghe e il vantaggio dell’altezza, davano l’impressione che fossere veramente dei modelli professionisti.
Fu di nuovo il nostro turno e per fortuna andò tutto liscio come l’olio.
Ritornai dietro alle quinte e tornai alle mia postazione, dove le mie assistenti mi aspettavano, pronte a farmi indossare un abito lungo rosso che riprendeva la forma a sirena.
Non era niente male, ma di sicuro non era il mio stile.
Continuammo facendo lo stesso giro, anche se mi fu un po’ più difficile sfliare, proprio per il modo in cui era strutturato l’abito. Grazie al cielo ne uscii illesa, riuscendo a non fare alcuna figura di merda.
Dopo tutto, ci stavo prendendo la mano e mi stavo anche divertendo.
“Jessica, che vestito devo metterle?” Urlò l’assitente bionda verso la donna, in fondo alla stanza.
Aspettai con ansia di indossare l’ultimo abito della serata, e guardai Jessica correre verso di noi con in braccio qualcosa di bianco.
Lo passò alle ragazze ed ebbi l’opportunità di vedere
l’abito.
Rimasi scioccata alla vista di quel capo, era semplicemente fantastico.
“Jade, ascoltami questo è il vestito a cui forse tengo di più, per cui cerca di sflilare come meglio puoi. Quando sei in cima alla passerella fai una giravolta o almeno cerca di farlo vedere bene. Okay?” Domandò con il fiatone.
Annuii, sentendo subito sulle spalle il carico di quella responsabilità.
Mi vergognai un po’ quando dovetti togliere anche il reggiseno per indossare quel vestito, ma per fortuna ero in un angolo piuttosto nascosto.
“Lo sapevo io che ti sarebbe stato d’incanto!” Esclamò Jessica girandomi attorno “solo tu avresti potuto ripempirlo così bene” continuò tirando fuori dalla tasca della giacchetta il cellulare.
“Mettiti in posa” disse facendomi ridere.
Feci in tempo a sorridere e poi dovetti correre di nuovo sulla passerella.
Cavoli, tutto questo esercizio fisico era troppo per me.
 Sfilai proprio come mi aveva chiesto Jessica, senza neanche sforzarmi di farlo sembrare naturale, mi piaceva.
Ritonai indietro e finalmente riuscii a respirare regolarmente. Adocchiai una sedia e dopo essermi avvicinata, mi buttai sfinita su di essa.
Non sapevo che fare la modella fosse così impegnativo.
Chiusi gli occhi per un secondo e quando li riaprii per poco non urlai, ma la mano di Luke mi tappò la bocca.
“Ma sei impazzito per caso?!” Urlai strattonando la sua mano.
Dio, mi aveva spaventato a morte.
“Ti devo parlare” disse semplicemente lui.
Lo osservai mentre mi prendeva la mano e mi trascinava in un luogo più appartato, non badando alla mia disapprovazione.
Indossava un completo elegante nero, che gli stava dannatamente bene e lo rendeva molto sexy.
Mi morsi il labbro, cercando di mandare via quei pensieri. Dovevo essere arrabbiata con lui, non sbavargli addosso!
“Che c’è?” Chiesi stizzata, ma quando i suoi occhi si puntarono nei miei, quasi annegai in quel misto di azzurro e blu.
Sentii tutta la rabbia e la delusione nei suoi confronti scivolarmi sulla pelle, fino a svanire quasi del tutto.
“Ti chiedo scusa Jade, ma veramente, non lo dico solo perchè devo. Mi dispiace di aver pensato male di te, ma quando.. quando ho visto quel ragazzo..”
“Kevin” lo corressi interrompendolo.
“Si Kevin, quando l’ho visto starti così vicino mi sono infuriato.. ero fottutamente geloso.”
Sentii il cuore martellarmi così forte che pensai che potesse uscire fuori dal petto da un momento all’altro.
Riuscivo a leggerlo nei suoi occhi che tutto quello che stava dicendo era la verità.
“Perchè?” Riuscii a chiedere, sapendo che stavo per cedere.
“Perchè voglio che tu esca solo con me, voglio che tu baci solo me, voglio che tu stringa solo me.
Perchè voglio che tu sia solo mia, Jade.”
Fece passare un braccio dietro alla schiena avvicinandomi a sè, e con l’altra mano mi accarezzò la guancia.
“Però non ti sei fatto molti scrupoli a ritornare da quella stronza” dissi abbassando lo sguardo, ripensando all’immagine di loro due abbracciati che mi passavano davanti.
“Ma non lo capisci? A me non interessa niente di quella, l’ho fatto solo per farti ingelosire, perchè sapevo che ti avrebbe dato fastidio.” Ribattè avvicinando il suo viso al mio.
“Davvero?” Sussurrai appena.
“Davvero.
" sorrise "
Ora, è da tre giorni che non ti bacio, posso farlo o mi tirerai uno schiaffo?”
Risi annuendo e in meno di mezzo secondo le sue labbra furono sulle mie.
Dio, finalmente. Mi era mancato così tanto..
“Oh” mormorò allontanadosi appena “ho una cosa per te.”
Infilò le mani nelle tasche e dalla quella sinistra, tirò fuori una piccola scatoletta rossa.
“Cos’è?” Chiesi confusa.
Alzò le spalle ridacchiando, incitandomi ad aprirlo.
Lo aprii e rimasi veramente sopresa nel vedere un anello d’argento decorato al centro dal muso di un orsetto, era carinissimo.
“Ho intuito che ti piacciono gli anelli e quindi..”
“Allora non te ne sei dimenticato?” Lo guardai con un sorriso da ebete stampato in viso.
Scosse la testa sorridendo.
“Buon compleanno in ritardo, piccola.”

 

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Capitolo 24
*** Kelshton (?) ***


 
Kelshton (?)


“Jade” sussurrò Luke sulla mia bocca.
“Hm?” Mormorai senza la minima intenzione di staccarmi da quelle così morbide e carnose labbra.
“Andiamo dagli altri?” Chiese allontanandosi di poco.
“No aspetta” disse rubandogli un bacio a fior di labbra.
Ridacchiò accarezzandomi la schiena.
“Sei bellissima vestita così.. e anche molto più alta” rise alzandomi il braccio per farmi fare una piccola giravolta.
“Non puoi immaginare come mi facciano male i piedi con questi cosi” borbottai alzando di poco quel bellissimo vestito bianco, per far vedere i tacchi estremamente alti che indossavo.
“Wow” Esclamò sorpreso.
“Già” sussurrai voltando di poco lo sguardo.
Vidi in lontananza Kelsey e Jasmine circondate da molte assistenti, che le aiutavano a indossare gli abiti da sposa.
Erano davvero bellissime, e anche se si vedeva parecchio che fossero giovani, erano molto credibili vestite in quel modo.
“Cavolo” mi lasciai scappare sorridendo.
Luke voltò lo sguardo nella stessa direzione, e sembrò rimanere sorpreso.
“Hai visto Ashton come guarda Kelsey?” Sorrise divertito facendo un cenno con il capo verso il suo amico.
Lo guardai da lontano e anche lui come Luke, indossavo un completo elegante di un grigio scuro.
“Sembra quasi che si stiano per sposare” continuò abbracciandomi con tutte e due le braccia.
Risi appoggiando la testa sul suo petto, giocando con la scatoletta dell’anello fra le mani.
L' avevo già indossato e ci stava benissimo con tutti gli altri, chissà poi come aveva fatto ad indovinare la misura giusta.
Mi bloccai appena mi resi veramente conto di quello che aveva detto.
“Hei! Sai che hai detto una cosa intelligente?” Esclamai con un mega sorriso sulle labbra.
“E’?” Domandò confuso.
“Andiamo” dissi prendendolo per la mano “oh potresti tenermela tu? Non so dove metterla” gli porsi la scatoletta.
“Non puoi metterla nel reggiseno come fai sempre?” Chiese con un sorriso misto fra il divertito e il malizioso.
“Non posso..” mormorai in un sussurro.
“Perchè?”
“Perchè.. perchè non lo sto indossando Luke! Su mettila in tasca e andiamo.”
“Posso vedere?” Mi afferrò di nuovo per i fianchi, giocherellando con quel dannato piercing.
Oh Dio, la mia povera sanità mentale.
“No scemo” risi lasciandogli un pizzicotto leggero sul braccio.
Gli infilai la scatoletta nella tasca dei pantaloni e ci avvicinammo ad Ashton.
“Hei riccio” lo richiamai facendolo voltare di scatto, come se fino a qualche secondo prima si fosse incantato.
“Che fai amico?” Chiese Luke girando e abbracciandomi da dietro.
Ash sbuffò guardandosi in giro per poi passarsi una mano fra i capelli meno ribelli rispetto al solito.
Si appoggiò ad una parete e posò di nuovo lo sguardo su di noi.
“E’ bellissima” mormorò con occhi luccicanti.
Ridacchiai, sapendo che si stesse riferendo a Kelsey.
“Non ti parla eh?” Domandai divertita e anche un po' dispiaciuta per lui.
“No e non so perchè.” Si imbronciò abbassando lo sguardo.
Si che lo sai invece, imbecille.
“Che ne dici se anticipiamo la cosa che avevamo pianificato?” Sorrisi facendolo sbarrare gli occhi di scatto.
“Adesso?” Chiese Luke sorpreso con il mento appoggiato alla mia testa.
Mi chiedo se il vizio di usarmi come tavolino, gli passerà mai.
“A..desso? Intendi ora?” Domandò lui scioccato.
“No stanotte!  Si Ashton adesso, ora, en esto momento” lo canzonai muovendo in uno strano gesto la mano.
“Ma.. ma perchè?” Chiese di nuovo al quanto spaventato.
“Ma guardatevi, guarda come siete vestiti. Questa idea batte di brutto la mia di una stupida cenetta sulla spiaggia” spiegai accennando verso la direzione di Kelsey.
“Ragazzi!” Ci richiamò Jessica a gran voce avvicinandosi a noi “venite tutti qui per favore.” 
Aspettammo qualche secondo che Jasmine e Kelsey finissero di vestirsi e poi prese di nuovo parola.
“Ascoltatemi, adesso dovrò salire nuovamente sul palco per spiegare la scelta degli abiti da sposa, ma dopo che le ragazze avranno finito di sfilare, dovremo salire tutti sulla passerella per cui non spogliatevi, non struccatevi, non fate niente” sospirò, sembrando al quanto nervosa. “Capito?”
Ci furono alcuni ‘si’ e tutti gli altri annuirono.
La donna sospirò un’altra volta e si passò una mano sul viso.
“Okay” sussurrò più a se stessa. “Ragazze state qua, quando sarà il vostro turno vi avviseranno" spiegò per poi incamminarsi verso il palco.
"Dio, adesso sono nervosa per davvero!" Esclamò Jasmine portandosi una mano allo stomaco. "Mi sta salendo il vomito" continuò assumendo un'espressione schifata.
"A chi lo dici" la seguì subito dopo Kelsey.
"Vi auguro solamente che non vi mollino sull'altare" disse Calum smorzando quel poco di tensione che si era creata.
Ridacchiai alla sua battuta, era una delle poche che avesse un senso.
"Stai tranquilla" sentii sussurrare Michael accanto a Jasmine.
Le sorrise passandole una mano sul braccio lasciato scoperto dal corpetto dell'abito.
Quella sorrise timidamente, arrossendo appena.
Oh, che carina.
Vidi Kelsey torturarsi le mani, cosa che faceva sempre quando era nervosa.
Mandai una veloce occhiata ad Ashton, mimandogli con le labbra un "forza, vai".
Negò con la testa, non intenzionato a staccarsi da quella parete.
Alzai gli occhi al cielo, rigirandomi fra le braccia di Luke, per poterlo vedere in viso.
"Vai ad aiutarlo" sussurrai accennando con il dito verso il suo amico.
"Ma che devo fare?"
"Che ne so, spingilo, fagli il solletico, dagli un calcio sul sedere, ma non fargli perdere questa opportunità" dissi cercando di non alzare troppo la voce.
"Okay" sbuffò allontanandosi da me dopo qualche momento di esitazione.
Feci un gran sorriso a Kelsey che mi guardò stranita e incuriosita.
Mi voltai verso quei due idioti e guardai finalmente Ashton staccarsi dalla parete - con uno spintone di Luke ovviamente- avvicinarsi indeciso alla mia amica.
"Devo proprio farlo?" Si fermò girandosi verso di me.
"Se non lo fai, giuro che vado in giro a dire che dormi con una scimmietta che mangia la banana!" Portai le mani sui fianchi guardandolo truce.
"Ma non è vero!" Ribatté lui spaventato.
"Muoviti!" Esclamai lanciandogli un'altra occhiata.
Il riccio voltò lo sguardo verso Luke, che gli fece il segno dell'okay con il pollice alzato.
Grazie al cielo riprese a camminare avvicinandosi a Kelsey.
"Hei Kels..poss..possia..possiamo parlare?" Balbettò insicuro.
Mi morsi il labbro per non ridere, non l'avevo mai visto così nervoso.
"Adesso?" Domandò lei stupita.
"S..si ecco ti devo chiedere una cosa importante" sorrise impacciato.
"Oh okay ma fai veloce, non ho molto tempo" rispose Kels guardandosi attorno, leggermente stizzata.
Ashton mi guardò per un secondo, annuii veemente come per infondergli un po' di coraggio.
Si schiarì la voce inginocchiandosi poi davanti a lei, che spalancò gli occhi sussurrando un lieve "Oh mio Dio".
Il vocio che c'era si spense all'istante a quella scena, beh si, non si facevano cose del genere ogni giorno.
"Uhm..non ti sto per chiedere se vuoi sposarmi.. sono ancora giovane, sai vorrei rimandare il matrimonio a magari fra un paio d'anni.. se non di più" borbottò stringendole la mano.
Kelsey sembrò rilassarsi, e infatti sospirò di sollievo qualche secondo dopo.
"Ecco io.. so che non avresti voluto chissà quale cosa grossa per chiederti.. quello che sto per chiederti.." risi appena per il gioco di parole " ma tu vestita così sei bellissima.. cioè lo sei sempre, ma oggi in modo particolare e guardandoti non ho saputo resistere.."
Cosa? Ma se l'ho praticamente costretto io?
"Quindi si.. vuoi diventare la mia ragazza?" Sputò velocemente fuori.
Kelsey sorrise ampiamente e riuscii a intravedere un piccolo luccichio dentro ai suoi occhi, molto probabilmente per via dell'emozione.
"Non oso immaginare come le chiederai di sposarla allora.." si intromise Bella scatenando una risata generale.
Già, questa era una cosa a cui non avevo pensato.
"Allora, diventi si o no la ragazza di questo cretino?" Domandò Michael ricevendo come risposta un medio alzato da parte di Ashton.
"Si! Certo che si!" Esclamò lei tirandolo per la mano, per farlo alzare.
"Bacio, bacio, bacio!" Urlò Sam battendo le mani.
Kelsey arrossì di colpo e si nascose tra le braccia del suo ragazzo che ridacchiò stringendola.
"Su dai ragazzi, un bacino" dissi assumendo la miglior faccia angelica che potessi fare.
Cominciarono tutti a urlare insieme 'bacio' e quando finalmente Ashton si decise ad alzarle delicatamente il viso e posare le sue labbra a quella della mia amica, partirono gli schiamazzi e alcuni applausi.
Ah, ero davvero felice per loro.
"Sai.." mormorò Kevin affiancandomi " è da poco che conosco i tuoi amici, ma posso confermare che sono le persone più strane che abbia mai incontrato" continuò facendomi ridere.
Come dargli torto?
"Vedrai che ti ci abituerai.. prima o poi" sorrisi facendogli un occhiolino, riuscito male fra l'altro.
Lui ridacchiò e si passò una mano fra i capelli alzati in una cresta.
"Anche mia sorella non è messa meglio, però" mormorò.
Sorrisi fin troppo, non sarei rimasta sorpresa se qualcuno mi avesse detto che avevo un'espressione da ebete. Insomma, mi aveva chiama 'sorella'!
Mi avvicinai maggiormente e gli lasciai un piccolo bacio sulla guancia.
Adesso si, che avevo tutto ciò di cui avevo bisogno.

"Biondina" mi richiamò una voce molto familiare.
Mi voltai di scatto, rendendomi conto di essermi sconnessa dal mondo a furia di pensare.
"Sei strana" continuò Sam sedendosi di fronte a me, con un'espressione investigatrice dipinta in volto.
Osservai il vassoio rosso che teneva fra le mani, la solita acqua minerale e un piatto pieno di inslata con pollo. Si volva tenere in forma a differenza mia che avevo preso un hamburger e patatine.
"No, che dici" mi difesi appoggiando il viso sul palmo della mano aperta.
"E' nuovo quell'anello? Non l'ho mai visto" disse Kelsey prendendomi la mano per esaminare meglio l'oggetto.
"Uhm.. si, si me l'ha regalato.. Luke" confessai in un sussurro.
"Luke?" Domandò sorpresa Sam.
Annuii sorridendo, mi aveva davvero resa felice e non per il regalo in se. Ma perché, per lo meno non si era dimenticato del mio compleanno.
"Allora gli piaci davvero" mormorò Jasmine infilandosi in bocca una patatina fritta.
"Come fai a dirlo?" Chiesi confusa.
"Tesoro, ho tre fratelli grandi.  E ho imparato che nessun ragazzo ti regala qualcosa se non gli importi per davvero."
"Oh" mi lasciai scappare, non riuscendo a non sorridere maggiormente.
"Non lo so.. hai quell'espressione.. secondo me ci nascondi qualcosa" disse Kelsey lasciando la mia mano.
"Hai qualcosa da dirci?" Domandò Sam con tono da interrogatorio.
Risi isterica, muovendo la mano in uno strano gesto.
"E centra di sicuro il biondino" continuò socchiudendo gli occhi.
"Okay okay" mi arresi alzando le mani.
Tanto, che senso aveva tenere nascoste le cose alle mie migliori amiche?
"L'abbiamo fatto." 
Kelsey si bloccò con la forchetta a mezz'aria, Sam fece cadere la bottiglietta dalle mani e Jasmine sorrise contenta.
"Brutta zoccola! Perché non ce l'hai detto prima?" Urlò la castana sporgendosi sul tavolo per darmi un leggero schiaffo sul braccio.
Alzai semplicemente le spalle, non sapendo come rispondere.
"Quindi state insieme adesso?" 
"No.. non lo so" in realtà non ci avevo mai fatto così tanto caso a cosa eravamo.
Sapevo solamente che in sua presenza stavo veramente bene, e che non avrei voluto cambiare nulla di quello strano rapporto che avevamo.
"Non mi va di essere classificati in una precisa categoria. Non stiamo insieme, ma non siamo neanche amici. Siamo semplicemente Luke e Jade." 
"Che carini" commentò Kelsey attaccandosi a un mio braccio.
Ridacchiai accarezzandole la schiena.
"Allora, vale quello che dicono le voci in giro?" Domandò Sam sorridendo maliziosa.
Sorrisi mordendomi il labbro.. altro che!
"Non puoi neanche imm.."
"Stanno arrivando i ragazzi" sussurrò Jas tornando a mangiare le sue patatine.
Mi voltai di poco e li osservai camminare in gruppo verso di noi.
Mancava solo una canzone di sottofondo, e sarebbe stata una scena perfetta per un film.
Cazzo se erano boni.
"Hei" salutò Michael sedendosi accanto a me e Kelsey.
"Ciao" sorrisi per poi prendere un sorso del mio the alla pesca.
"Come siete silenziose" disse Calum prendendo posto vicino a Sam.
Kelsey fece uno strano suono e solo qualche secondo più tardi realizzai che fosse una risata soffocata.
Cercai di non ridere a mia volta, rimettendo inutilmente al suo posto la bottiglietta, dato che Luke la prese e ne bevve un po'.
Non mi lamentai neanche, oramai ero abituata al suo rubare cibo da me.
"No che dici" rispose Jas per poi mordersi un labbro.
Sam non riuscì più a resistere e scoppiò in una grossa risata, seguita dalle altre e ovviamente, anche da me. Aveva proprio una risata contagiosa.
"Ma che avete?" Chiese Luke con un mezzo sorriso.
"Idiota" mimai con le labbra a Sam, facendola ridere ancora di più.
Ma dove le avevo trovate delle amiche così?
"Che succede?" sussurrò Luke al mio orecchio.
"Niente.. sono solo delle cretine" mormorai lasciando che stringesse la sua mano nella mia.
Sorrise e mi rubò un'altra patatina.
"Chi hai adesso?" 
"La White" sbuffai attirando l'attenzione di Michael.
"Secondo te ci riconsegna il compito?" Chiese proprio quest'ultimo con la voce leggermente tremolante.
Lo capivo, anche a me faceva paura quella donna.
"Ma si, io credo che sia andato bene. Vi ho suggerito praticamente tutto" disse il biondino facendomi ridere.
"Hai ragione" Mike annuì e posò lo sguardo davanti a sé.
Lo seguii a mia volta e incontrai quello di Jasmine, che sorrise allegra al mio amico.
"Comunque sei uno stronzo" dissi facendolo voltare di scatto.
"Perché?" Esclamò quasi offeso.
"Ti avevo detto di chiederle di uscire, e non l'hai fatto" ribattei ovvia, abbassando di poco il tono di voce.
Sbuffò passandosi una mano sul viso.
"Lo so e volevo farlo.. solo che quando siamo rimasti soli mi sono impappato e.. non ce l'ho fatta."
Impappato? 
"Andiamo amico!" Lo riprese Luke " tu sei Michael Clifford, il ragazzo che si veste da punk, il chitarrista di una band e quello che cambia colore di capelli ogni mese.. come puoi non riuscire a chiedere ad una ragazza di uscire con te?"
"Che tra l'altro ti sbava dietro" aggiunsi divertita.
Sorrise appena e ci guardò in volto, per poi far scivolare lo sguardo sulle nostre mani incrociate.
Stranamente, Luke non accennò minimamente a voler lasciare la presa, anzi la strinse maggiormente e sentii il cuore scaldarsi ancor di più.
"Okay.. dopo glielo chiedo." Asserì Michael dopo qualche istante.
"Hei ragazzi" ci richiamò Ashton. "Allora voi ci state?"
"A che cosa?" Chiesi confusa.
Non avevo seguito il loro discorso.
"Ad andare in spiaggia nel weekend" continuò Calum.
Hm, non ne avevo molta voglia in realtà.. però non avrei mai voluto perdermi un Luke mezzo nudo e tutto bagnato..
"Per me va bene" risposi più che convinta.


Camminai velocemente per il corridoio e mi fermai quando fui davanti al mio armadietto.
Cavoli, ero più nervosa rispetto a quando avevo dovuto fare il test di matematica.
E se quelle troglodita ci avesse scoperto?
Non riuscivo neanche ad immaginare quale punizione mi avrebbero dato i miei.
"Hei" sentii una voce dietro di me. Mi voltai velocemente e incontrai quei occhi grigi troppo belli per essere veri.
"Hei, ciao Loris" sorrisi appena vedendola avvicinarsi maggiormente.
"Come va?" Chiese stringendo maggiormente al petto i suoi libri.
"Tutto bene tu?" Inserii la combinazione e aprii l'anta dell'armadietto.
"Bene grazie.."
Io e Loris non eravamo grandi amiche, ma neanche nemiche, per questo mi stupii abbastanza nel vederla.
"Senti.. non vorrei rubarti molto tempo, sono venuta solo per chiederti una cosa" disse spostando i capelli su un'unica spalla.
"Oh, si dimmi pure" dissi alzandomi sulle punte per riuscire a prendere il materiale di matematica.
Maledetta bassezza.
"Tu sei amica di Michael vero?" Domandò facendomi annuire " ecco.. so che lui adesso mi odia e mi dispiace davvero tanto di non avergli detto fin dall'inizio che fossi già fidanzata.. ora penserà che io sia un stronza doppiogiochista.."
Fermai il fiume delle sue parole poggiandole una mano sulla spalla.
"Guarda che Mike non ti odia."
Spalancò gli occhi, per poi sorridere flebilmente.
"Davvero?" Chiese sorpresa.
Annuii, ero sicura che non la odiasse, insomma perché avrebbe dovuto?
"Certo, non devi fartene una colpa.. anzi credo che sia stato un nostro sbaglio a non prendere in considerazione che fossi già fidanzata.."
"Nostro?" Chiese confusa.
"Oh" mormorai per poi fare una risatina isterica "uhm.. tu ovviamente gli piacevi e mi aveva chiesto una mano per avvicinarsi a te, solo che nessuno dei due aveva pensato alla possibilità che.. beh, che tu fossi già impegnata." Confessai sincera.
"Ah" sorrise appena " quindi non mi odia".
Negai con la testa ridacchiando appena "puoi tranquillamente parlargli."
"Vabbè ci vediamo e.. grazie" agitò poco la mano per poi allontanarsi senza aspettare il mio saluto.
Che ragazza strana.
Chiusi l'armadietto e mi incamminai per la classe di matematica. Appena arrivai, davanti alla porta trovai una chioma rossa indecisa se entrare oppure no.
"Prega per me" disse quando lo affiancai.
"No prega tu per me Michael" ribattei facendolo sorridere appena.
"Tu prega per me e io prego per te."
Annuii e lo presi per il braccio, trascinandolo a forza dentro all'aula.
Prendemmo posto alla penultima fila, sotto lo sguardo truce della White. 
Dio, quella faceva seriamente paura.
Aspettammo qualche secondo che tutti gli alunni fossero al proprio posto e subito dopo la donna ci riconsegnò il compito.
Mi venne un colpo quando lessi la B+ cerchiata in penna rossa. Il primo voto decente in matematica di tutta la mia vita!
Spostai lo sguardo sul banco di Mike e lo vidi con gli occhi sognanti alla vista della sua C+.
Quanto lo capivo.
"Allora, Clifford visto che il suo compito è andato così bene, perché non viene alla lavagna ad illustrarci come ha risolto gli esercizi?" Lo chiamò la White facendo comparire quel suo sorrisetto da stronza malefica.
La strega di Biancaneve in confronto, non era poi così spaventosa.
Lui si girò verso di me in cerca d'aiuto, molto più pallido rispetto al solito. 
Oh mamma e ora?
Gli feci un veloce segno con la mano di alzarsi e andare, in modo da non dare troppi sospetti.  Lo vidi avvicinarsi alla lavagna, mentre la White stava già scrivendo il testo dell'esercizio che avrebbe dovuto svolgere. Osservai meglio tutte quei numeri e fin troppe lettere dell'alfabeto, che mi sembrarono al quanto familiari, probabilmente era uno dei tanti esercizi che Luke mi aveva fatto fare durante le ripetizioni. 
Portai le mani davanti al viso, cercando di concentrarmi su come diavolo si svolgeva quella roba.
Okay Jade.. concentrati e ritorna a quella giornata a casa Hemmings.
Eravamo sul letto di Luke, lui era con le gambe incrociate e la coca cola in mano.
Cercai di focalizzarmi sulla sua bocca e alle parole che stava dicendo. 
Dio, quelle labbra carnose e rosee.. e quel stramaledetto piercing...Concentrazione!
Presi in fretta un foglio e una penna e ricopiai il testo dell'esercizio.
Guardai Michael e notando che la strega era ancora girata di spalle, gli feci il segno del telefono, in modo che capisse che gli avrei scritto la soluzione per messaggio.
Annuì e si rigirò subito dopo, quando quella gli porse il pennarello nero.
Svolsi velocemente l'esercizio, sorprendendomi non poco nel saperlo fare, e lo trascrissi più veloce che potei sul cellulare.
Ora serviva solo una distrazione per permettergli di copiare.
Mi guardai intorno.. che cazzo potevo fare?
Notai davanti al mio banco quella zoccoletta che aveva spogliato Luke durante la lezione di Sarah, intenta a limarsi le unghie.
Com'è che si chiamava? Versace? Dior? Oh si, Chanel.
Dieci un violento calcio alla sua sedia, facendola cadere di culo.
Oh quanto mi dispiace!
"Santo cielo! Stai bene?" Domandai fingendomi sorpresa, portando una mano davanti alla bocca.
"Che succede?" Chiese la White avvicinandosi.
"Ah non lo so, è caduta dalla sedia!"
"Stronza" mormorò quella lamentandosi per il dolore.
Alcuni ridacchiarono divertiti, mentre la professoressa aiutava Armani ad alzarsi.
"Che ho fatto io?!" Esclamai mettendo una mano sul cuore.
"Ha tirato un calcio alla mia sedia!" Urlò quella all'insegnante.
"Non è vero" mi difesi facendo una strana smorfia" magari sotto a tutto il peso della tua vanità, può essere che la sedia abbia ceduto" sorrisi angelicamente.
"Benson fuori!" Urlò la racchia diventando tutta rossa in viso.
"Con piacere" sussurrai appena, più che contenta di uscire da quella classe.
"Ha detto qualcosa?" 
"No nulla" sorrisi raccogliendo le mie cose e infilandole nella mia borsa.
Mi alzai velocemente facendo la linguaccia a quella troietta, così impara a toccare il mio Luke!
Mi avvicinai alla porta e poco prima di uscire, vidi Michael sorridere ringraziandomi silenziosamente.
Sorrisi a mia volta e uscii definitivamente da quell'aula.
Ah finalmente, aria fresca.
Camminai lungo il corridoio e mi fermai appena vidi Ryan ridere con un ragazzo al suo fianco,  sicuramente un compagno di squadra.
"Hei!" Mi salutò a gran voce correndo verso me.
"Hei" ripetei lasciandomi abbracciare.
"Tutto bene?" Chiesi facendo anche un cenno di saluto al suo amico, che accennò un sorriso.
"Benissimo, ho appena saputo della gita che faremo con la classe di storia" sorrise ampiamente, sembrando un bambino in possesso di molte caramelle.
"Oh, dove andrete?" 
"In Spagna niña" rispose con il suo accento per nulla spagnolo.
Aspetta cosa?
"Verrete anche voi?" Domandai sorpresa.
"Si, insieme alla classe di letteratura.. dove ci sei anche tu, giusto?"
Annuii contenta, questo avrebbe voluto dire che avrebbe potuto partecipare anche Kelsey.. e quella bionda ossigenata. Arg.. Megan!
Ma perché doveva stare sempre in mezzo alle scatole?!



 
Hola mie piccole donzelle!
 Iniziamo dicendo che chiedo scusa per il ritardo e soprattutto per lo schifo di questo capitolo.
Perdonatemi, ma l'ho scritto soffrendo. Sono stata impegnata a fare delle visite mediche per colpa del miei mal di testa e dei capogiri.. ho scoperto che il mio orecchio ha qualcosa che non va :O
Btw, tralasciando la mia noiosissima vita.. parliamo di questa puntata!
Finalmente Ashton e Kelsey si mettono insieme *w* sono troppo teneri haha, poi vediamo il nostro trio di amiche, che sta diventando un quartetto e infine quella rompipalle della White. Vi giuro che quando ho immaginato la scena di Jade che fa cadere quella zozzona di Chanel ho riso come una cretina.  Mi sarebbe piaciuto nella realtà, peccato che non ho potuto!
 Cooomunque, vi ringrazio per tutte le meravigliose recensioni allo scorso capito, siete fantastiche giuro <3
Un grosso bacio anche a tutte le ragazze che continuano a cagarmi, a quelle che mettono tra preferite/ seguite/ ricordate.
Non sapete quanto mi rendete felice *--*
Good Bye <3
Ps. nel prossimo capitolo ci sarà Sarah!

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Capitolo 25
*** Chupa Chups ***


 
Chupa Chups


"Cavoli vuoi muoverti?" Urlò Sam tirandomi per una mano.
"Minchia che rompi palle che sei" sbottai chiudendo in un gesto secco l'anta dell'armadietto.
Ma come diavolo faceva a sopportarla Calum?
 Finii di passarmi il burro cacao alla fragola sulle labbra, lo infilai nella tasca dei jeans e strattonai la mia mano dalla sua presa.
"Dai che tra pochissimo inizia la lezione di Sarah!" Eslcamò lei battendo le mani.
"Si, si" borbottai solo per farla stare zitta.
Odiavo quando faceva la sovraeccitata, anche se dovevo ammettere che era piuttosto divertente.
"Anche io vorrei mettermelo senza essere giudicato" si avvicinò Luke poggiandomi un braccio attorno alle spalle.
Sorrisi automaticamente, sotto lo sguardo divertito e malizioso della mia amica.
"Che cosa?" Chiesi confusa.
"Il burro cacao" rispose posizionandosi meglio il cappellino con la viseria al contrario.
Non avevo mai capito perchè in classe i professori lasciassero tenere i cappellini agli alunni, insomma non era una mancanza di rispetto o qualcosa del genere?
Vabbè, valle a capire quelle menti contorte.
Ridacchiai appena, per poi posare di nuovo lo sguardo sulla castana.
"Dov'è il tuo ragazzo? " Domandò Luke guardanda, a pochi passi distante da noi.
"Boh, pensavo fosse con te a dire la verita" sussurrò sistemandosi meglio la borsa sulla spalla.
Continuammo a guardarla, mentre lei ci fissava, ma nessuno di noi parlava.
Alzai gli occhi al cielo, facendole segno di andarsene.
"Oh..ah.. okay ho capito, vi lascio da soli" asserì dopo qualche istante di silenzio totale.
Luke rise appena avvolgendomi completamente fra le sue braccia, sovrastandomi parecchio con la sua altezza. Sembravo una bambina in confronto.
Sospirai appoggiando la testa al suo petto, fregandomene altamente di tutte le occhiate che ci lanciavano i studenti che passavano.
"Stai bene piccola?" Chiese accarezzandomi lentamente la schiena.
"Si.." mormorai chiudendo gli occhi.
Inspirai profondamente, beandomi del suo profumo.
Era dolce, ma non dolce come lo zucchero filato, era dolce, fruttato ma allo stesso tempo aveva quella punta davvero forte che lo rendeva mascolino. Anche se avessi voluto non sarei mai riuscita a trovare le parole adeguate per poterlo descrivere.
"Stavo pensando.." alzai la testa per poterlo vedere in viso "potremmo uscire.. no?" Sorrise appena.
"Uscire? Dovremmo organizzarci prima con i ragazzi non credi?" Domandai dubbiosa.
"No, non in quel senso. Qualcosa di improvvisato per starcene un po' da soli.. solo io e te." 
Spalancai gli occhi sorpresa, non riuscendo però a non sorridere come una rincretinita.
"Vebbè lascia stare.." mormorò dopo un po', sciogliendo l'abbraccio.
"No!" Lo interruppi rendendomi conto di non aver detto ancora niente. "Mi piacerebbe uscire con te" gli presi la mano, intrecciandola alla mia.
"Davvero?" Chiese alzando lo sguardo.
"Si" sorrisi avvicinandomi di nuovo.
"Allora, facciamo che domani dopo scuola andiamo al parco.. okay?"
"Perchè domani?"
"Abbiamo le prove della band oggi."
Annuii e mi alzai sulle punte per poter posare le mie labbra sulle sue.
"Ragazzi, per favore non si fanno queste cose" si lamentò qualcuno facendoci staccare di scatto.
Sospirai di sollievo quando vidi che era solo quel deficente di Ashton, che aveva cercato di imitare la voce di Gragory il bidello.
"Coglione" gli disse appunto Luke, scatenando la risara del riccio.
"Se proprio dovete, potreste andare nell'aula vuota di biologia" continuò quello assumendo un'espressione divertita.
"Ash che vuoi?" Chiesi notando il fastidio di Luke.
"Ma quante volte ve lo devo ripetere? C'è il mio armadietto qui" sbuffò allargando le braccia.
"Deficente abbiamo lezione con Sarah adesso, non ti serve nulla dall'armadietto."
Ridacchiai, quanti amorevoli nomignoli stavano uscendo.
"Oh" sussurrò Ashton per poi ridacchiare e andarsene correndo.
Scossi la testa divertita, ogni giorno che passava, del pensiero che i miei amici non erano poi così tanto normali, me ne convincevo sempre di più.
"Andiamo va" disse Luke afferrandomi la mano.
Lo seguii e appena davanti alla classe di letteratura, mi stupii nel vedere Sam, Calum e Michael parlare con una testolina rossa.
"Hei!" Urlò Sarah muovendo la mano in un saluto appena ci vide.
"Ciao" Rispose Luke mostrando quel suo sorriso mozza fiato.
"Stavo proprio dicendo ai vostri amici che vi devo dare una notiziona" continuò la rossa facendo scattare gli occhi da me al biondo, ancora attaccato a me. Mi sorrise con una punta di malizia allacciando le braccia al petto, continuando però a tenere stretta la sua enorme borsa.
 Non feci in tempo a chiedere di cosa si trattasse, che il suono della campanella ci perforò i timpani.
Mi staccai svogliatamente da Luke e entrai in aula, prendendo il mio solito posto al banco centrale in ultima fila.
E fui veramente felice di vederlo sedersi accanto a me.
Aspettammo qualche istante tutti gli altri alunni, mentre Sarah tirava fuori dalla borsa un sacchettino di carta azzurro, per poi poggiarlo sulla cattedra.
Chissà cosa ci avrebbe fatto fare oggi.
"Allora, prima di cominciare vi voglio comunicare una cosetta" esclamò eccitata rivolgendosi a tutti i ragazzi ormai seduti. 
"Ho saputo che con un'altra classe farete questa bellissima gita in Spagna! Ho cercato di cogliere l'opportunità e ho chiesto al vostro preside se fosse un problema se venissi con voi, e ha detto di no!" Battè le mani sorridendo maggiormente.
"Quindi verrai con noi?" Chiese un ragazzo in prima fila.
"Si! Dato che non comprendo una parola di spagnolo sfrutterò la vostra guida. Ma non sarò da sola."
"Ah no?" Domandai curiosa.
"No, verrò con il mio ragazzo Andrew" disse quasi con gli occhi a cuoricino.
"E' carino?" Karen, la tipa davanti a me, interruppe i suoi sogni ad occhi aperti, facendo ridacchiare sopratutto noi ragazze.
"Oh, molto di più" sorrise tirando fuori il cellulare dalla tasca dei jeans, davvero stretti.
Si avvicinò alla mia compagna e gli fece vedere la foto di sfondo, mi allungai sul banco e riuscii a vedere una ragazza dai capelli rossi in bikini e un ragazzo moro a petto nudo.
Beh si, niente male per davvero.
"Carino" mormorai lanciando un'occhiata a Sam poco distante da me, che mi guardava curiosa.
"Ma per favore, io sono molto meglio" sussurrò Luke portando una mano sulla mia coscia.
Oh cavoli, cavolino, cavolaccio.
La fermai subito, cambiando posizione sulla sedia. Non avrei voluto fare la stessa fine come quella volta a cena a casa mia.
Rise appena, giocherellando con quel stramaledetto piercing.
Sbuffai portandomi una mano alla fronte. Ma perchè doveva farmi questo?
Okay, al prossimo corso in comune non lo avrei più lasciato sedersi accanto a me.
"Cosa facciamo oggi?" Domandò Michael attirando l'attenzione di Sarah.
Quella si tirò su dalla posizione in cui era, e ritornò alla cattedra.
"Faremo una cosa diversa" ripose il cellulare nella tasca e ritornò con lo sguardo su di noi.
"Ho avuto una discussione l'altro giorno con un mio amico, si ostivana a dire che noi ragazze siamo molto più deboli rispetto a voi maschi. Per cui, visto che siete la mia classe preferita, ho deciso di abolire questo stereotipo del cazzo...ups scusate" si coprì la bocca con la mano facendoci ridere.
"Per fortuna, il vostro professore non assiste alle lezione" mormorò passandosi una mano fra i capelli. " Quindi faremo un gioco, che non si baserà sulla forza - sappiamo bene che voi maschi siete molto più muscolosi e forti, e ci va benissimo così."
Sorrisi, altro che se aveva ragione.
" Ma dovrete lavorare con la testolina, è un gioco forse infantile, ma sono sciura che le ragazze vi stracceranno" sorrise maliziosa " allora ci state?" Chiese allacciando le braccia al petto, guardando sopratutto i ragazzi.
"E se non volessi giocare?" Domandò un ragazzo ritrovandosi tutti gli sguardi addosso 
"Beh, allora sarei costretta a spiegarvi come sono fatti i vostri apparati riproduttori, ma sono sicura che voi già li conosciate bene.." 
Qualcuno ridacchiò, facendomi intuire il senso di quella frase.
"Okay, come si gioca?" Ashton cambiò discorso sporgendosi sul banco.
Sarah rise per poi spingere la cattedrà, attaccandola alla parete. " Spostate i banchi, voglio tutti i ragazzi da una parte e le ragazze dall'altra."
"Vedrai che vi batteremo" disse Luke alzandosi, per spostare il proprio banco.
"Oh puoi scordartelo, baby" ribattei calcando sull'ultima parola.
Ridacchiò mandandomi un bacio volante.
Mi alzai a mia volta e mi girai per prendere la sedia e portarla verso il gruppo che si stava formando di sole ragazze.
"Okay, sono tre indovinelli, non troppo difficili. Chi ne avrà indovinati di più vince. Capito?"
Spiegò Sarah, passando avanti e indietro nello spazio lasciato fra i due gruppi.
"Ragazze, sono abbastanza brava in queste cose, non vi preoccupate" disse quella dai capelli neri che avevo fatto cadere dalla sedia, durante la lezioni di matematica.
"Oh, davvero? Credevo fossi brava solo a fare pompini" rispose Sam facendo ridere quacuna di noi. Sorrisi battendole il cinque, amavo questo lato del suo carattere.
"Ha ha simpatica" ribattè quella incrociado le braccia sotto al seno.
Zoccola.
Sarah aspettò che il chiaccherio che si era creato, si fermasse e poi iniziò a leggere da un foglio che teneva in mano.
"C'è una barca ancorata alla baia. Dal lato della barca pende una scaletta di corda.
Uno dei gradini sfiora appena l'acqua, mentre i successivi distano uno dall'altro venti centimetri.
Arriva l'alta marea fino al massimo, che in quella zona è di sessanta centimetri.
Quanti gradini verranno sommersi dall'acqua?" Alzò lo sguardo e sorrise alle nostre espressioni.
Cavoli perchè aveva scelto proprio quell'indovinello? Il mio cervello non era abituato a sforzarsi più di tanto.
Voltai lo sguardo  verso il gruppo dei ragazzi e li vidi tutti ammucchiati, scambiarsi le opinioni. Wao, la stavano prendendo seriamente questa sfida.
Mi girai e mi ritrovai la faccia di Sam totalmente persa.
"Io.. io credo che li ricopra tutti no?" Sussurrò Loris per non farsi sentire. Oh, mi ero completamente dimenticata che ci fosse anche lei.
"Non si può semplicemente buttare in acqua questa dannata scaletta?" Urlò Calum spostandosi, per farsi vedere da Sarah.
"Credo proprio di no" ridacchiò quella piegando a metà il foglio. "Vi dico solo che non è così difficile come sembra."
"Ascoltami Jade, tu distraila io vado da lei e le rubo il foglio, leggo la soluzione e ve la vengo a dire" disse Sam socchiudendo gli occhi.
"Ma no idiota. Non si fa così" le lasciai un sberla sul braccio, un po' anche per vendicarmi per quelli che mi aveva dato lei.
"Okay, cerchiamo di ragionarci bene" ci interruppe Karen poggiando le mani sulle tempie.
"Allora se l'ultimo scalino tocca appena l'acqua e gli altri distanziano venti centimetri.. vuol dire che l'acqua entra anche nella barca no? Venti più venti fa quaranta.."
"E' impossibile, sarebbe troppo facile così" fermai il suo ragionamento, cercando di concentrarmi. Se l'alta marea saliva a sessanta centimetri voleva dire che...Ma certo!
"Ho la soluzione" Ulrai più che eccitata. 
"No non ce l'hai" piagnucolò Michael lanciandomi un'occhiata.
"Si invece" gli feci la linguaccia "nessun gradino verrà sommerso perchè se si alza la marea la barca si alza con il livello dell'acqua, dato che galleggia."
"Esatto!" Esultò andando subito a segnare una crocetta sulla lavagna, sotto alla parola GIRLS.
"Tutta fortuna" mormorò un ragazzo.
"Tutto cervello, cretino" ribattè Sam alzandosi subito in piedi.
"Calmati scema" sussurrai tirandola per la mano. Quella sospirò sedendosi di nuovo accanto a me.
"Hood la tua ragazza è una tigre."
"Oh.. dovresti vedere allora com'è in altre situazio..."
"Calum!" Esclamai zittendolo. Rise, mentre le guance della mia amica cominciarono a prendere un colore piuttosto roseo. Non riuscii a non sorridere però, quando vidi le facce di Michael, Ashton e Luke ridere sotto ai baffi.
"Okay, sorvoliamo su questa faccenda e andiamo avanti." Ci riprese Sarah, lasciandosi scappare un sorrisino divertito. "Ci sono tre fratelli. A volte sono brutti, mentre altre volte sono belli. Il primo non c'è perché sta uscendo, il secondo non c'è perché sta venendo, c'è solo il terzo che è il più piccolo dei tre, ma quando manca lui nessuno degli altri due c'è.
Chi sono?"
Ma che cazzo di indovinelli erano? 
"Uno sta uscendo e l'altro sta venendo? Seriamente?" Domandò Michael scoppiando a ridere.
Lo guardai stranita per qualche secondo, ma quando realizzai il doppio senso che aveva dato alla frase, mi sentii davvero un po' in imbarazzo.
"Pervertiti" disse Loris fecendo sogghignare Sarah.
"Oh Dio" sospirò Sam passandosi una mano sul viso.
"Ma in che cavolo di lezione sono capitata?" la seguì Karen buttandosi contro lo schienale della sedia.
Solo Chanel rise sguainatamente, accavallando le gambe, tanto per far vedere ancora più pelle di quanto non sia già in mostra per via della gonna da cheerleader.
Ma un po' di rispetto per se stessa non ce l'aveva?
Mi fece anche un po' pena, dato che nessuno dei maschi la considerò.
Sentii una leggera vibrazione alla gamba destra, e capii che mi fosse arrivato un messaggio. Mi spinsi leggermente dietro alle ragazze per tirare il cellulare fuori dalla tasca, era pur sempre una lezione scolastica.
Sbloccai lo schermo del telefono e aprii i messaggi.
Da SuperfigoLuke
Guardami.

Mi voltai subito e lo vidi sorridere prima di mimarmi un "vuoi venire anche tu?" accompagnato da un morso al labbro inferiore e un'espressione maledettamente sexy.
Oh porca paletta.
Distolsi immediatamente lo sguardo, prima di saltargli letteralmente addosso.
Presi un lungo respiro e ritornai con la sedia più in avanti, dando appositamente le spalle al gruppo dei ragazzi.
"Io ho capito chi sono" intervenne Ashton " i tre porcellini" continuò con una delle sue solite risatine.
Risi appena, portando le ginocchia al petto.
"Ritenta sarai più fortunato" gli rispose la rossa.
"I tre nipoti di paperino" provò di nuovo.
Quella scosse la testa più che divertita.
"Le Destiny's Child." 
"Si e io sono Beyoncè, ma sei coglione?" Lo riprese Calum "Ce l'ho io la risposta giusta".
"Illuminaci" Sarah aprì le braccia per poi riportarle lungo i fianchi.
"Il passato, il presente e il futuro" sorrise vittorioso.
"Corretto"  rispose lei andando a segnare alla lavagna una x sotto BOYS.
"Ragazze, non deludetemi questo è l'ultimo indovinello."
Annuimmo un po' incerte, non erano poi così difficili, ci voleva solo molta logica.
"Questo è una cagata assurda, se nessuno di voi riesce ad indovinarlo vi considerò delle schiappe a vita" ci guardò per poi abbasare lo sguardo sul foglio e leggerne il contenuto.
"E' tuo ma viene usato quasi sempre dagli altri."
"Io so cos'è" esclamò subito quella zoccoletta, alzando e abbassando le sopracciglia.
Mi sbattei una mano sulla fronte, non riuscivo nemmeno a credere che fosse arrivata fino alla quarta superiore.
"No non lo sai" la ammonì subito Sarah, facendomi ridacchiare.
Stava iniziando a piacermi seriamente quella ragazza.
"Non è una cosa perveritita ragazzi, non tutte le cose hanno un doppio senso" rise appoggiandosi alla cattedra.
"Una cosa che è tua ma viene usata quasi sempre dagli altri.." ripetè Sam sedendosi meglio sulla sedia.
"Le gomme da masticare? Insomma aprii il pacchetto per prendertene una e di solito te lo chiedono tutti e non ne rimane mai  nessuna per te" mormorò Loris.
Sorrisi divertita, aveva ragione.
"Non non è quello insomma..non credo" disse Karen tirando un'occhiata alle mie spalle.
"Secondo voi, loro lo avranno capito?" 
Mi voltai per un secondo a vedere cosa stessero facendo, ed erano tutti in cerchio abbracciati a mo' di squadra di qualsiasi sport prima di inizare una partita.
Un po' invidiavo i maschi, cioè riuscivano a stringere amicizia fra loro in pochissimo tempo e non si facevano mille problemi come noi ragazze.
"Diana let me be the one to light a fire inside those eyes, you've been lonely.."
"Carina, di chi è?" Chiesi a Sam sentendola canticchiare una canzoncina.
"Oh, è dei One direction, si chiama Diana.. te la faccio sentire dopo è molto bella" sorrise portandosi una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
"Diana? Come la principessa che è morta."
"Si si.."
" E' un bel nome no? Non è molto comune."
"Già.." si bloccò di colpo guardandomi ad occhi sgranati "Jade cazzo, sei un genio" urlò scoccandomi un bacio sulla guancia. 
La osservai confusa, non avevo detto nulla.
"Ce l'ho, ce l'ho!" Esclamò " E' il nome non è vero? Il nome è tuo ma sono gli altri che lo usano per chiamarti" sorrise a trecento denti.
Sarah cacciò un piccolo urletto avvicinandosi per darci un mega abbraccio.
Aveva indovinato? Avevamo vinto?
Mi alzai velocemente unendomi a tutte le altre.
"Lo sapevo, noi ragazze siamo più intelligenti" disse voltandosi verso i ragazzi, facendogli la linguaccia.
"Cosa? Ma no, non vale" si lamentò uno mettendosi a braccia conserte.
Mi avvicinai velocemente a Luke e sorridente gli puntai un dito al petto.
"Buhu, ti ho stracciato" gli rinfacciai facedolo ridere.
"E' stata solo fortuna" ribattè afferrandomi la mano.
"Si si, dicono tutti così." 
"Ragazze? Venite qui che vi do i vostri premi" Ci richiamò Sarah.
"Premi? Che cosa sono?" Chiese Ashton avvicinandosi.
Mi avvicinai a mia volta e la vidi prendere in mano il sacchettino che aveva posato sulla cattedra all'inizio della lezione.
"Spero vi piaccia la ciliegia" disse prima di distribuire a ciascuna ragazza dei chupa chupa.
"Sono quelli dove lo zucchero ti scoppietta in bocca?" Domandò Chanel esaminando l'oggetto.
"No sono dei semplici lecca lecca."
"Fatti scoppiare qualcos'altro in bocca" mormorò uno dei ragazzi, facendomi ridere di gusto.
Questa era bella dai.
Cercai di strappare la carta che avvolgeva la caramella, ma niente. Ancora dopo diciotto anni di vita non sapevo aprirne uno.
"Dammi qui, te lo apro io" disse Luke strappandomelo dalle mani.
Mi stupii davvero tanto nel vederlo aprire in pochissimi secondi, ma prima di darmelo se lo mise in bocca.
"Hei è mio quello!" Esclamai offesa "dammelo."
 Eh che cavolo, l'avevo vinto io non lui.
"Che cosa vuoi Jade?" Chiese divertito Calum vedendomi rincorrere Luke.
"Il lecca lecca cosa se no?" Risposi ovvia continuando a seguire quel deficente.
Mi fermai appena vidi il moro ridere insieme agli altri suoi amici.
Oh Dio, sbuffai strofinandomi la mano sul viso. Okay, ne avevo fin troppo di doppi sensi.
"E dai biondo" urlai riuscendo finlamente ad acchiapparlo per il polso.
Si voltò e mi bloccai all'istante. Luke Hemmings era già di per se un assalto al mio autocontrollo, ma Luke Hemmings con un dannato chupa chupa in bocca non era affatto d'aiuto alla stabilità mentale di una ragazza con gli ormoni a palla.
"Okay tieni" disse semplicemente ridandomi il dolcetto.
Maledizione, ma perchè era così bello?
Smisi di fissarlo e afferrai il lecca lecca  senza esitazione portandolo alla bocca, e subito il sapore della ciliegia si espanse sulle mie papille gustative.
Mi guardò scrutandomi attentamente, con uno strano luccichio negli occhi. Mi voltai velocemente, sentendomi uno strana sensazione alla bocca dello stomaco.
Andai verso il mio banco per riprendere la mia borsa e vidi Michael camminare velocemente verso la porta, nonostante mancasse ancora qualche minuto alla fine della lezione.
"Hei dove vai?" Esclamai attirando la sua attenzione.
"A fare una cosa importante" sorrise, uscendo dalla porta per poi mettersi a correre.
Diedi un'occhiata a Sarah, intenta a messaggiare con qualcuno non dando la minima attenzione ai ragazzi in giro per la classe.
Avere lei come professoressa sarebbe veramente una figata pazzesca.
Misi in spalla la borsa e mi avvicinai a Sam, la presi per mano e le feci segno di uscire dalla classe.
Non esitò neanche un'istante, e dopo aver recuperato il suo zaino, ci avvicinammo alla porta.
Diedi un'altra veloce occhiata dietro di me e feci in tempo a vedere Luke a braccia conserte guardarmi con un sopracciglio leggermente inarcato.
Tolsi il lecca lecca dalla bocca e gli feci un occhiolino -uscito bene per la prima volta- lanciandogli anche bacio volante.
La castana al mio fianco rise e mi strattonò per un braccio, portandomi fuori dall'aula. Ci nascondemmo dietro alla rampa delle scale, tanto per non essere scoperte da qualche professore.
"Non lo so.. i maschi sono strani" mormorò sedendosi a terra.
"In che senso?"
"Tra di loro si comportano in modo e poi davanti a noi ragazze in un'altro."
"Che ti devo dire..è nella loro natura. Pure noi siamo così, non te ne sai mai accorta?" Domandai guardandola un po' divertita.
"No" asserì facendomi ridere.
"Sai, oltre a Calum come fidanzato, ho sempre sognato di stare insieme a Jesse McCartney" si voltò sorridendo calorosamente.
"Io invece con Duncan James, anche se adesso avrebbe intorno ai trentasette anni.." ammissi sedendomi accanto a lei.
"E' quello dei Blue vero?"
Annuii facendola sorridere.
"Andavo pazza per quella band" rise estraendo il cellulare dalla tasca.
"Ti devo far vedere una cosa" entrò nella galleria e cercò una foto tra le mille che aveva.
"Certo che sei una fissata con le foto" mormorai guardandola scorrere il dito sullo schermo.
"Guarda" disse non badando al mio commento. Girò il telefono per farmi vedere lo schermo e rimasi sorpresa quando vidi me e Luke. Era stata scattata il giorno della sfilata, dato che indossavo il vestito bianco e Luke il completo nero. Mi abbracciava da dietro, e io grazie ai tacchi alti, non sembravo poi così bassa. Molto probabilmente l'aveva fatta quando stavo cercando di convincere Ashton a muovere il culo e andare da Kelsey.
"E' da Tumblr questa foto" rise rimettendo a posto il cellulare.
"E' bellissima" sorrisi sincera.
"Voi lo siete" disse alzandosi in piedi, sentendo la campanella suonare.
Mi tese la mano aiutandomi ad alzarmi. 
"Vamossss" allungò la esse sembrando quasi un serpente.
"Se c'è una cosa che dobbiamo fare quando andremo in Spagna, di sicuro è migliorare il nostro accento" o almeno era quello che avrei cercato di fare.
"Bu" qualcuno ci saltò sulle spalle, rischiando quasi di farci cadere.
"No ma sei scema?!" Urlò Sam girandosi per poter vedere in viso quella cretina di Kelsey.
Ora capivo perchè lei e Ashton stavano così bene insieme.
"Cosa state mangiando?" Chiese invece lei scrutando gli stecchetti bianchi ancora nelle nostre bocche.
"Lecca lecca, abbiamo fatto una spece di sfida con Sarah in classe e questo è quello che abbiamo vinto" spiegai alzando le spalle.
"Anche io ne voglio uno" tirò il labbro inferiore in fuori, facendo un'espressione davvero tenera.
"Te lo compro mentre andiamo a casa" disse Ashton intrufolandosi nel gruppo, abbracciandola da dietro.
Per poco non mi si sciolse il cuore, erano tenerissimi.
"Awww" si lasciò scappare Sam.
Sentimmo diverse ulra che ci fecero voltare di colpo, e in lontananza riuscii a vedere Michael correre come un matto.
"Ma che gli prende?" Domandò Kelsey guardandolo stranito.
Si fermò in tempo, giusto per non farci schiantare a terra tutti quanti.
"Chi è più brava a muovere i fianchi di voi?" Chiese senza fiato tenendosi la mano sul cuore.
Eh?
Mi voltai appena in tempo per vedere le mie due amiche fare un passo indietro.
"Oh andiamo" mi lamentai lanciadogli delle occhiatacce.
"Sai ballare?" Chiese il tizio dai capelli rossi fuoco prendendomi per le spalle.
"Cosa? No non ne sono capace" risposi abbastanza spaventata.
"Tra di noi sei quella che sembra meno rincoglionita però" disse Sam ricevendo un'altra occhiata infuocata.
"Ma che ti prende amico?" 
Cercai di togliere le sue mani dalle spalle, dato che stavano cominciando a pesarmi.
"Allora, sono uscito prima solo per andare ad aspettare Jasmine fuori dalla classe di economia, allora ho preso coraggio e appena l'ho vista le ho chiesto di uscire e io le ho detto 'hei ciao, allora quella uscita è sempre valida?' e lei ha sorriso e ha detto 'certo, se vuoi domani sera in un locale qui vicino ci sarà una serata latino americana. Ti va l'idea?' e io ovviamente ho detto di si. Ma sono nella merda perchè io non ho assolutamente nessuna idea di come si balla in queste occasioni!"
Ma come cazzo parlava veloce?
"Okay, Mike ora calmati e fai ul lungo respiro" dissi prendogli le mani.
"Devo assolutamente imparare a ballare oppure devo trovare un'altra soluzione."
"Perchè non le hai semplicemente detto che non sai ballare?" Domandò Sam avvicinadosi.
"Non lo so cazzo! Ho risposto senza neanche pensarci" esclamò portandosi le mani nei capelli.
Ero capace di muovere i fianchi, giusto per non sembrare una che non ha neanche la spina dorsale, ma di certo non sapavo ballare come facevano i latino americani.
Era Kelsey quella spagnola, mica io.
Lo guardai di nuovo, e mi sentii davvero male nel vederlo così spaventanto e quasi.. deluso.
"Okay ti aiuterò" farfugliai guardandolo alzare di scatto il viso.
"Davvero?!"
"Non ti assicuro niente, ma posso provar.." non finii la frase che mi ritrovai in maniera fin troppo stretta fra le sue braccia.
"Così non respiro" sussurrai, non riuscendo però a trattenere una risatina.
"Grazie Jade! Sei la migliore giuro!" disse stringendomi ancor di più.
"Ci vediamo questo pomeriggio alle quattro a casa mia okay?" Chiese allontanandosi di poco.
Annuii facendolo sorridere ancora di più.
Dio, erano tutti matti.

"Sono a casa!" Urlai aprendo la porta. Poggiai a terra la borsa e vidi Kevin seduto sul divano giocare alla play di mio padre.
"Ciao" sorrise voltandosi per un attimo.
"Tutto bene?" Chiesi sedendomi accanto a lui.
"Si dai, tu a scuola?" Domandò non togliendo lo sguardo dallo schermo del televisore.
"Uhm.. è stata una giornata piuttosto strana" mormorai alzando le spalle. "La mamma è già uscita?" 
"Si è appena andata via."
Feci un versetto come per fargli capire di aver afferrato e mi alzai dirigendomi in cucina.
Tirai fuori dal frigo la bottiglia di succo d'arancia e da un'armadietto, presi un bicchiere pulito.
Li appoggiai sul bancone, dove notai un cellulare bianco per niente famigliare.
"Ti hanno comprato un telefono nuovo?" Domandai a Kevin prendendo tra le mani l'aggeggio per poterlo esaminare meglio.
"Oh si, me l'hanno preso i tuoi. Finalmente posso sostituire quello da venti dollari che ho comprato di nascosto."
"Wow" risi, ascoltando il suo racconto. "Come mai l'hai comprato di nascosto?"
Riposi il cellulare sul bancone e mi rovesciai un po' di succo.
"In casa famiglia i tutor non volevano che noi ragazzi ne avessimo uno, ma io avevo bisogno di poter sentire ogni tanto mia sorella e i miei amici" si voltò sorridendo, lasciando il joystick sul divano.
Eh già che aveva anche una sorella.
"Come si chiama?" Chiesi avvicinandomi di nuovo.
"Bettany, è un anno più piccola di me."
Sorrisi sedendogli accanto, volevo davvero sapere qualcos'altro di lui, ma non volevo costringerlo a rivelarmi delle cose, che forse potevano fargli male.
"Dov'è lei adesso?"
"Vive in California, con la famiglia che l'ha addottata." Caspita era davvero lontano da qui.
"E' da due anni che non la vedo, ma apparte questo sono davvero felice per lei."
Presi un sorso dal bicchiere, e lo appoggiai sul tavolino davanti a noi.
"Sai, ti somiglia molto. Solo che aveva i capelli più corti e gli occhi azzurri."
Non so per quale strana ragione, ma in un certo senso mi sentii felice per quella rivelazione.
"Potremmo chiedere ai miei di andarci in vacanza in California, così potresti anche rivederla.
Ma per adesso accontentati di me" dissi facendolo ridere.
"Non mi sono mica lamentato."
"Oh, oggi devo andare a casa di Michael, ti va di venire? " Chiesi ricordandomi del mio impegno.
"Si dai, siete tutti un po' pazzi, ma siete anche molto divertenti" rise alzandosi per riprendere il suo nuovo telefono.
"Mi metti il tuo numero?" Chiese porgendomelo.
Annuii e tirai fuori il mio per copiare il numero. Si, non lo sapevo a memoria.
"Vuoi anche quello degli altri?"
"Perchè no."
Sorrisi tra me e me, inserendo i numeri di tutti i ragazzi e sopratutto quello di Bella.
Come facevo ad averlo non lo sapevo neanche io, ma sapevo di certo che a Kevin sarebbe servito molto di più che a me.


Accompagnata da Kelsey alla mia destra e Kevin alla mia sinistra, bussai alla porta di casa Clifford.
Fu una cosa alquanto strana, vedere un Micheal con una bandana alla testa e una gonnellina stretta in una mano.
"Ciao ragazzi, su entrate" disse sorridente salutando poi mio fratello, in quel modo che solo i maschi sapevano fare.
Chiuse la porta alle nostre spalle e ci guidò fino al seminterrato, dove li avevo visti provare per la prima volta.
"Heii!" Calum si alzò dal divano mezzo rotto per salutare Kevin, seguito poi dagli altri due.
"Con chi sei arrivata?" Chiese Kelsey a Sam intenta a fare delle strane acrobazie contro al muro.
"Con Cal" riuscì a dire eseguendo una verticale.
"Che diavolo stai facendo?" Sbottai guardandola tirare fuori la lingua.
Scese con i piedi per terra e sospirò portando le mani sui fianchi.
"Ho letto su una rivista, che se lo fai ogni giorno per un minuto perdi cinque calorie."
"Ma vaccagare" risi contagiando anche Kels.
"Guarda che è vero" ribattè decisa. Scossi la testa sconfortata, non potevo crederci che prendeva sul serio quelle cazzate.
"Jade!" Mi richiamò Michael " allora iniziamo?" Domandò lanciandomi la gonnellina che prima teneva in mano.
"Devo per forza?"  Annuì serio facendomi sbuffare.
Svogliatamente indossai quella gonnellina rossa super corta sopra ai pantaloncini.
"Dove l'hai presa?" Chiese Kelsey divertita.
"L'ho trovata nelle cose di mia madre." 
"Non so da dove cominciare" ammisi notando Luke seduto sopra a uno degli amplificatori, strimpellare qualcosa alla chitarra. Sorrise guardandomi e rise quando feci una strana espressione.
"Infatti è per quello che ho portato questo" rispose facendomi segno di sedermi accanto a se sul divano.
Mi buttai poco gentilmente sopra ad Ashton, dato che non c'era spazio, facendolo imprecare. Non badai alle sue parole e guardai lo schermo del computer appoggiato alle gambe di Mike, dove stava già digitando qualcosa.
Cliccò su un video tutorial di un ballo latino americano, dove il movimento dei mie fianchi era nulla comparato a quello. 
"Oddio" mormorai seguito da un "già" rassegnato del rosso.
"Proviamoci per lo meno" disse alzandosi e lasciando il laptop sul divano.
Mi alzai a mia volta e presi la mano che mi stava tendendo, me la strinse continuando a vedere lo schermo dove la ragazza faceva dei movimenti circolari con bacino, mentre lui le stringeva i fianchi.
Cominciai a muovermi, sicuramente meno seducentemente rispetto a lei.
Michael poggiò le mani poco più su rispetto ai fianchi, il che mi fece cominciare a ridere per via del solletico che sentivo.
"Jade per favore" mi riprese non riuscendo però a trattenere un sorrisino.
"Scusa" soffocai una risata, mordendomi un labbro.
"Okay ti devo girare adesso" disse predendomi una mano e alzandola per farmi fare una piccola giravolta. Peccato che il suo piede, in mezzo ai miei, mi fece inciampare cadendo con il culo per terra.
Scoppiai in una sonora risata distendendomi del tutto sul pavimento, Michael a sua volta cadde adosso a me facendomi ridere ancora di più. Sentii quasi il fiato mancarmi quando Calum si buttò addosso a noi, seguito da tutti gli altri.
Okay, forse era meglio cambiare tattica.




 
Hola biscottineee :3
Oh Mio Dio non riesco a credere che sto aggiornando :o
Scusate per il ritardo, ma il mio computer fa veramente cagare e ci ho messo un'ora e mezza per riuscire a postare questo capitolo D:
Btw, spero vi sia piaciuto anche se non è uno dei migliore che ho scritto fin ora.
Volevo solamente ringraziare tutte le ragazze che continuano a seguire questa storia e a quelle che lasciano sempre una recensione :)
Siete fantastichee <3 ovviamente un grossso grazie anche a quelle che mettenono tra seguite / preferite/ ricordate e a quelle che semplicemente leggono.
Ci vediamo al prossimo capitolo ciauu <3

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Capitolo 26
*** A kind of date ***


 

A kind of date

Sbuffai, forse per la quindicesima o sedicesima volta. Tolsi le mie mani dalle spalle di Michael e mi staccai avvicinandomi al divano. Il fatto che non sapesse ballare, non gli dava dei validi motivi per potermi calpestare i piedi di continuo.
C'era gente che ci guardava divertiti, come Ashton e Kelsey seduti sul divano, c'erano Calum e Sam abbracciati sulla poltroncina che parlavano di non so che cosa, c'era Kevin seduto ai piedi del divano che smanettava con il cellulare, e c'era gente come Luke.. che semplicemente ci osservava come se fossimo dei completi deficienti. E forse era veramente così, insomma facevamo veramente cagare. 
Sapevo che Michael non sapesse muoversi poi così tanto bene a ritmo di quella musica senza sembrare un delfino in preda a un infarto, ma ero sicura che c'era qualcos'altro a bloccarlo.

 Mi accucciai davanti al laptop e misi in pausa quel video tutorial, che tra l'altro non ci stava insegnando nulla. C'erano solo quei due tipi che scuotevano il sedere e non ti davano alcuna indicazione. Pft, quei duemila pollici alzati non se li meritavano per niente.
Forse Mike, in fondo, aveva semplicemente bisogno di un po' di incoraggiamento da parte dei suoi amici.
"Che succede?" chiese appunto guardandomi confuso. Alzai le spalle, ritornai in piedi e osservai le persone presenti.
"Tutti in piedi, forza!" esclamai posando le mani sui fianchi.
"Che?" domandò Ashton.
"Ho detto in piedi! Su ragazzi, alzate quel culo. Se lo deve fare Michael, lo farete anche voi" ripetei tirando per un braccio Kelsey, ricevendo solo delle lamentele come risposta.
Mi lanciò una fugace occhiata e poi si ributtò addosso al suo ragazzo. 
Sbuffai pesantemente, ma il cuore ce l'avevano o no?
Mi voltai di scatto, come presa da un'idea geniale e mi avvicinai a Luke, che fin da subito mi guardò dubbioso.
"Mi aiuti almeno tu?" chiesi tirando in fuori il labbro inferiore.
"Assolutamente no" rispose subito.
"E dai.." sussurrai poggiando una mano sul suo petto "potresti essere ricompensato".
Inarcò il sopracciglio e mi afferrò per i fianchi avvicinandomi maggiormente a sè.
"Che tipo di ricompensa?"
"Oh avanti.." dissi non riuscendo a staccare gli occhi dalle sue stra maledette labbra sexy.
"immagina, puoi" continuai allacciando le braccia dietro al suo collo.
"Davvero?" domandò con gli occhi che quasi brillavano.
Sorrisi, divertita in un certo senso, dopo tutto aggirare i ragazzi non era una cosa difficile.
Non passò mezzo secondo che, tenendomi salda, fece un saltello dall'amplificatore, tornando con i piedi per terra.
"Ragazzi, alzate quei sederoni" urlò, avvicinandosi ad Ashton.
"No amico fallo tu il ballerino, non mi alzerò per fare qualcosa che non so fare" rispose subito l'altro.
Wao, quando voleva sapeva essere davvero perfido.
"Cal?" Chiese mettendosi davanti al moro, tendendogli la mano. " Almeno tu" continuò facendo un'espressione davvero tenera.
Quello sbuffò appena, ma sorprendendomi,  strinse la mano di Luke e si alzò, facendo fare automaticamente la stessa cosa a Sam che gli era seduta sopra.
Me lo sentivo, prima o poi Calum mi avrebbe rubato seriamente Luke.
I ragazzi si guardarono fra di loro, ma capii fin dall'inizio che non fosse una semplice occhiata. 
Mi avvicinai a Kevin e lo presi per  una mano spostandolo da li, e con l'altra afferrai il portatile, sapendo già cosa sarebbe accaduto.
Infatti, Luke, Michael e Calum, si posizionarono dietro al divano e al tre del biondo, lo ribaltarono completamente facendo spiaccicare al pavimento i due piccioncini.
Ah! Ben gli sta, così imparano a dire di no.
Sam scoppiò in una grossa risata, rendendo la cosa ancora più divertente. E credetemi quando dico che la sua risata era veramente esilarante.
"Ma siete rincoglioniti?" urlò Kelsey spaventata portandosi una mano al sedere dolorante.
Ma questo linguaggio? Detto da lei poi!
"Oh grazie al cielo!" Esclamò Michael vedendomi il computer in mano.
"Tu ti preoccupi per quel coso e non per me?" lo riprese irritato Ashton.
Mike alzò semplicemente le spalle riprendendosi l'oggetto, poi si sedette sulla poltroncina e da quello che riuscii ad intravedere cercò altri tutorial.
"Grazie" ridacchiò Kevin sorridendomi allegramente.
Non feci in tempo a rispondere che una super furia spalancò la porta del seminterrato.
"Ma che diavolo.." sussurrai al quanto spaventata vedendo Bella fare il suo ingresso, con un'aria piuttosto scazzata.
"Eccoti finalmente! Ti ho chiamata cinque volte al telefono, si può sapere a cosa ti serve se non rispondi neanche?! E cosa ci fai a terra?" esclamò alla sorella ancora sotterrata dal divano. Kelsey sbuffò borbottando qualcosa chiedendo una mano per potersi rialzare.
Kevin si staccò da me e da perfetto gentil uomo qual era, aiutò Bella a spostare il divano, liberando quei due cretini.
"Grazie" sussurrò appena, accompagnato da un timido sorriso.
Il mio fratellino si limitò ad annuire, sorridendo a sua volta.
Aw, erano così carini.
"Perchè mi hai chiamata? Cos'è successo?" Chiese Kelsey, attirando l'attenzione della sorella.
"Non riesco più a trovare il libro che stavo leggendo e questa sera ho la riunione del club del libro" spiegò alzando di un'ottava il tono di voce.
"Oh si.. credo di averlo preso io, è nella mia borsa.."  disse Kelsey facendo una piccola risatina nervosa.
"Perchè?" Domandò piuttosto stranita.
"Perchè la copertina era carina e allora mi sono messa a leggerlo."
Bella scosse la testa e poi vedendomi, sorrise facendo un cenno con il capo.
"Perchè indossi quella roba?" Domandò osservando divertita la gonnellina che mi aveva costretta a mettere Michael. Era anche carina, per essere di sua madre, ma di certo non era una di quelle cose che avrei voluto indossare ogni giorno.
"Non chiedermelo neanche" mormorai guardandola a mia volta.
"Perchè stiamo cercando di imparare a ballare il latino americano" ripose per me Michael tenendo gli occhi fissi sul laptop.
"E ci state riuscendo?" 
"No!" Esclamò Luke ridacchiando.
Simpatici, tutti che ci prendevano in giro.
"Ma si, non è così difficile poi" commentò lei avvicinandosi a Mike per poter vedere cosa stesse guardando.
"Tu sai ballare?" domandò sorpresa Sam.
"No."
"Si" si affrettò a correggerla Kelsey. "Rispetto a tutte noi messe insieme, si" continuò puntando gli occhi nei miei.
"Non è vero.." mormorò Bella.
"Mi puoi aiutare?" Chiese Michael alzandosi e prendendola per le spalle.
"Cos.. io.. non saprei... " sbuffò cercando di spostare lo sguardo da un'altra parte, ma alla fine annuì arrendendosi.
 Ridacchiai perchè si, gli occhi di Mike sapevano come farti cambiare idea, ci ero passata anche io.
Fece un piccolo urletto e la strattonò in un abbraccio. Ah, amavo anche solo guardare uno dei suoi abbracci.. amavo il modo in cui ti stringeva, sorridendo e strizzando gli occhi. Era come un micetto da coccolare.
Okay, adesso voglio anche io un abbraccio.
Mi guardai attorno e notai Sam in piedi intenta a guardare qualcosa sul cellulare. Mi avvicinai e la abbracciai da dietro appoggiando la testa sulla sua schiena, dato che era un po' più alta di me, anche se a dirla tutta.. tutti erano più alti di me.  La sentii ridere, avvertendo soprattutto lo stomaco muoversi.
"Cos'è uno di quei momenti dove hai bisogno di affetto?" ridacchiò voltandosi e abbracciandomi meglio.
Annuii silenziosamente beandomi di quel momento, per chi non lo avesse capito, amavo le coccole.
"Hei cosa stai facendo?!" esclamò Calum avvicinandosi. Risi stringendo maggiormente la presa su Sam.
"Sto abbracciando la MIA amica" gli feci la linguaccia facendo ridere la castana.
"No lei è mia " ribattè tirandomi per i fianchi per allontanarmi.
"No, l'ho conosciuta prima io" asserii  stringendola più forte.
"Mi state uccidendo" si lamentò Sam, continuando però a tenere un sorriso sulle labbra.
"Ma sta con me!" Continuò Cal riuscendo a farmi staccare.
"Potrei anche diventare lesbica e rubartela se è per questo."  
"Cosa?" boccheggiò scioccato.
"Cosa?!" esclamò Luke avvicinandosi più che sorpreso. " No.. non puoi.. e io?" 
Scoppiai a ridere alla sua espressione persa e delusa. Mio Dio, questi erano davvero scemi.
"Ragazzi non è lesbica, è fidanzata con me" si intromise Michael facendomi ridere di più.
L'ho per caso già detto che lo adoro?
"Possiamo concentrarci su di me adesso?" continuò aprendo le braccia.
"Allora come iniziamo?" Chiesi guardando Bella, lasciando ancora basiti Luke e Calum.
"Beh.. direi di iniziare mettendoci a coppie. Ma per favore evitate di stare con i vostri ragazzi, preferirei non vedervi mentre vi accoppiate."
Sorrisi divertita, stavo conoscendo un suo lato che mai avrei pensato potesse avere.
Quando ormai le quattro coppie furono formate - ovvero,  Bella e Michael, Calum e Kelsey, Luke e Sam, e io insieme ad Ashton- cominciammo a seguire gli ordini della nostra insegnante improvvisata.
"Allora, se non lo sapevate la danza latino americana è divisa in cinque categorie, che io ovviamente non so ballare. Vi farò vedere solo dei semplici movimenti che potranno aiutarvi, ma per quanto ne so dovete sempre affidarvi al partner. Quindi se il ragazzo non sa ballare basta che segua la ragazza e viceversa." 
Beh, la cosa era piuttosto complessa visto che nessuno di noi sapeva ballare.
Come prima cosa ci insegnò come si dovevano muovere i piedi, evitando così di calpestarceli a vicenda, mentre Kevin seduto sul divano ci faceva da dj, tenendosi la pancia per tutte le risate che si stava facendo. Ma non lo biasimavo, avrei fatto la stessa cosa se fossi stata al suo posto.
Ballare con Ashton era abbastanza pericoloso, aveva veramente uno strano modo di muoversi e a volte senza farlo apposta mi spingeva e rischiavo di cadere con il culo per terra. Ma grazie al cielo aveva i riflessi pronti e riusciva ad evitarmi certe cadute davvero imbarazzanti. 
Luke era una cosa stupenda da vedere, rideva di se stesso quando confondeva il piede destro con quello sinistro.. il che capitava molto spesso. Credo che quello che se la stesse cavando meglio era Calum, certo non era Enrique Iglesias, ma sapeva come muoversi e in confronto a noi babbuini che ballavamo la macarena, era notevole.
Continuammo così per circa un'oretta e dovevo ammettere che non era per nulla facile. Era molto, molto stancante, l'unica cosa positiva di sicuro erano tutte le calorie che avevo perso.
"Basta! Vi prego!" piagnucolò Sam buttandosi a terra, con le mani ancora in quelle di Luke in piedi davanti a lei.
"Si direi che possa bastare" disse Michael passandosi una mano sulla fronte sudata, per poi buttarsi sul divano.
"Alleluia" borbottai abbandonandomi completamente su Ashton, sventolandomi una mano davanti alla faccia.
Mi sentivo davvero accaldata e avevo seriamente bisogno di una doccia. E Cazzus, così Michael chiamava il piccolo ventilatore bianco, non serviva proprio a niente.
"Giuro che se Jasmine avrà qualcosa da ridire sul tuo modo di ballare la ammazzo" asserì Kelsey facendomi ridacchiare.
"Abbiamo saltato pure le prove per questa cosa" si intromise Calum puntando un dito contro a Mike.
"Kevin ce ne andiamo?" Chiesi al mio fratellino tirandomi su da quel divano umano. Ora capivo il perchè Kelsey sedeva sempre sopra ad Ashton, era veramente comodo.
"Si" rispose lui ancora con le lacrime agli occhi. Si alzò passando il laptop a Michael e si avvinò a me, mettendo poi le mani nelle tasche dei Jeans chiari.
"Me ne vado pure io" disse Luke lasciando Sam, che si sdraiò a terra a faccia in giù.
Quella ragazza seriamente, non era normale.
Scossi la testa non sapendo più cosa pensare delle persone che mi circondavano e mi spogliai di quella gonnellina, rimanendo finalmente solo con i pantaloncini in jeans.
La presi in mano e ringraziai Michael tirandogliela addosso.
"Prego" borbottò con il pezzo di stoffa che gli copriva gran parte del viso.
Ripresi la borsa che ormai a furia di passi di danza e divani ribaltati era finita dietro alla tv non molto grande. 
"Kelsey vieni con me?" sentii dire a Bella prima di uscire fuori da quella stanza, seguita dai miei due ragazzi.
"Vi do un passaggio?" chiese Luke aprendo la porta di casa, non prima di aver salutato Karen.
Aveva ancora le guance piuttosto rosee e per quanto la sua altezza e le sue spalle larghe lo facevano sembrare grande e possente, lo trovavo così dannatamente tenero.
Mi voltai verso Kevin per sapere se per lui potesse andare bene, ma venni distratta alla vista di Bella alle sue spalle avvicinarsi a noi.
"Vai a casa da sola?"lLe domandai scendendo l'unico scalino presente sul porticato.
"Si, Kelsey torna con Ashton" sorrise uscendo a sua volta.
Guardai il mio fratellino, intento a fissarsi la punta delle scarpe. Perchè diavolo non la stava guardando?
"E' un po' tardi, perchè non ti fai accompagnare da Kevin?" Proposi indossando il mio miglior sorriso.
L'interessato alzò di scatto la testa, e mi guardò con un'espressione più che spaventata.
"Ma non sono neanche le sei" disse lei con le gote leggermente più arrosate.
"Oh ma sai, in giro non c'è mai gente affidabile. Alcolizzati, stupratori, rapinatori.." continuò Luke reggendomi il gioco.
Per fortuna che era tanto intelligente da sapere quando intervenire, ma a quanto pare non abbastanza da ricordare che di certo di alcolizzati con il sole ancora alto, non li trovavi molto spesso.
"Si, ha capito" lo fermai lanciandogli un'occhiata, così l'avrebbe terrorizzata.
"Kevin sarebbe molto felice di accompagnarti, non è vero?" mi morsi il labbro trattenendo una risata, quella situazione era così imbarazzante e divertente allo stesso tempo.
"Si, direi di si" riuscì a rispondere alzando finalmente lo sguardo su di lei, sorridendole.
"Ci vediamo" esclamò Luke tirandomi per un braccio, non lasciandomi neanche il tempo per salutare come si doveva.
Ero abbastanza elettrizzata all'idea di salire in macchina con lui, certo se aveva passato l'esame voleva dire che sapeva guidare, ma non riuscivo a fidarmi fino in fondo.
"Che ne dici se anticipiamo l'uscita che ti ho proposto oggi a scuola?" Domandò aprendomi la portiera della sua macchina nera.
"A.. adesso?" balbettai sorpresa, non poteva farmi domande del genere da un momento all'altro. Il mio cuore non era in grado di sostenere cambiamenti di questo tipo.
Annuì richiudendo la porta e facendo il giro dell'auto per arrivare al posto del guidatore.
"E dove andiamo? Sempre al parco?"
"Si" rispose girando la chiave, mettendo in moto.
"Okay" mi arresi accomodandomi meglio sul sedile, in fondo stare con lui era l'unica cosa che volevo.
Il  viaggio non durò molto, ma non fu poi così male come mi aspettavo, sapeva guidare, ne ero certa. Non andava troppo piano e neanche troppo veloce, e solo per questo avrebbe meritato una medaglia.
Appena arrivati al parco riuscii a percepire quell'odore particolare di erba, di foglie e di tronco d'albero, mischiati a quello di aria pulita e umida che precedeva un tipico temporale estivo.
 Perfetto una volta che usciamo insieme da soli e si sarebbe messo a diluviare, fantastico. 
Il parco era abbastanza grande, aveva lo giusto spazio per accogliere tante piccole giostre dove stavano giocando alcuni bambini, e delle panchine sistemate tutte attorno, occupate da alcune signore. Molte persone invece se ne stavano andando, molto probabilmente preoccupate per il temporale che da li a poco sarebbe arrivato.
 Venni distratta dalla mano di Luke, che intrecciandola alla mia, mi trascinò dietro a sè fino a portarmi sotto l'albero più distante da tutti.
 Lo vidi sedersi per terra ed appoggiare la schiena al tronco, mi sorrise dolcemente invitandomi a sedermi sopra di lui. 
Era tutto così strano, io mi sentivo strana. Stare da sola con lui mi faceva venire sempre il batticuore e uno strano formicolio allo stomaco, ma una sensazione piacevole, in un certo senso.
Non me lo feci ripetere un'altra volta e mi sedei in braccio a lui, lasciando ricadere  all'indietro la testa sulla sua spalla. Sentii le sue braccia avvolgermi appena sotto al seno, a cui appoggiai lei mie sopra. Amavo il modo in cui mi stringeva, mi faceva sentire così protetta.. era una sensazione che tutti avrebbero dovuto sentire almeno una volta nella vita.
 Amavo il modo in cui ogni volta, voleva avere un contatto con me. Il modo in cui faceva scivolare la sua mano nella mia fino ad intrecciarle completamente senza mai guardarmi negli occhi, facendomi ricordare di quel suo lato, quello timido, che cercava sempre di nascondere a tutti. 
Il modo in cui toccava la mia gamba con la sua quando ci sedevamo vicino, o quando prendeva una ciocca dei miei capelli e ci giocava facendoli scorrere sulla mia guancia provocandomi il solletico, e quando se li portava sotto al naso creando una finta barba, che ogni volta mi faceva ridacchiare come una scema.
 Semplicemente amavo stargli vicino.
Forse avrei potuto rimanere in quella posizione per ore e perché no, anche per giorni. Il suo respiro caldo sul mio collo era piuttosto rilassante, ma faceva anche un lieve solletico al quale ridacchiai sentendolo chiaramente sorridere sulla mia pelle.
 "Cosa ti ridi " sussurrò stringendomi maggiormente.
 "Mi fai solletico" mugugnai chiudendo completamente gli occhi.
 Fece uno strano suono prima di cominciare a mordicchiarmi il lobo dell'orecchio.
"Sei diventato carnivoro?" Sorrisi continuando a bearmi di quel momento.
 "Si, ti mangio tutta" disse imitando la voce grave di un mostro. Risi di nuovo rigirandomi fra le sue braccia, fino a ritrovarmi a pochi centimetri dal suo viso. 
Annegai nel colore dei suoi occhi, erano così dannatamente azzurri con alcune chiazze di un colore più chiaro.
"Perchè mi guardi così? Cosa c'è?" Chiese accarezzandomi dolcemente una guancia. 
Scossi la testa, sentendo le gote diventare leggermente più calde. 
"Dai, dimmi piccola" sussurrò scivolando fino a portare la mano alla base del mio collo. 
"Niente è.. è solo che.. che sei bellissimo" sbottai per poi mordermi un labbro.
 Che fosse bello era cosí palese, ma non ero mai stata una dal complimento facile verso i ragazzi, anzi era la prima volta che ne facevo uno che non rientrasse tra il " che figo" o " che bel culo". 
Ridacchiò appena spostando lo sguardo, per poi tornare a guardarmi di nuovo.
"Lo so" rispose rovinando tutta l'atmosfera magica che si era creata. 
"Ma perchè lo fai ogni volta?" piagnucolai portandomi una mano sugli occhi. 
Rise più forte capendo subito a cosa mi stessi riferendo.
 "Troppo romanticismo fa male, non lo sapevi?" Sorrise divertito allacciando meglio le braccia dietro alla mia schiena.
"Basta sta zitto" mormorai prima di portare le mie labbra sulle sue. 
Lo sentii chiaramente sorridere, e cercare di farlo diventare molto più di un casto bacio a stampo. Intrappolò il mio labbro inferiore con i denti e lo tirò leggermente senza farmi veramente male. Lo lasciò e lo torturò di nuovo leccandolo lentamente e in modo talmente sensuale da farmi sentire di nuovo quella stretta allo stomaco. 
"Woo" mi lasciai scappare allontanandomi di poco tanto per riuscire a riprendere un po' di fiato. Rise rubandomi un altro veloce bacio a fior di labbra. 
"Ti prego non dirmi dove l'hai imparato" dissi unendo le mie braccia dietro al suo collo.
Non rispose, ma mi baciò di nuovo con più foga rispetto a quello che mi aspettai, e quando ricordai di essere in un luogo pubblico, dove i bambini ci avrebbero potuto vedere mi staccai, facendolo gemere.
"In realtà sei la prima ragazza che bacio così tanto" mormorò incoraggiando il mio cuore a fare un altro salto mortale.
Sorrise facendo toccare il mio naso con il suo in un tipico bacio eschimese, per poi sportarsi verso la guancia e lasciarmi tanti piccoli bacini.
"In che senso?" 
"Nel senso che con le altre ragazze non mi sono mai soffermato molto sui baci, ma tu.. non lo so. Hai delle labbra così morbide e hanno sempre un buon sapore." spiegò baciandomi un'altra volta, sorrisi istintivamente a sentirmi dire quelle parole. Insomma a quale ragazza non sarebbe piaciuto sentirsele dire?
"Ogni volta che ti guardo ho una voglia pazzesca di baciarti, di toccarti per non dire altro."
Risi portando una mano fra i suoi capelli morbidi, Dio se mi piacevano.
Sorrise anche lui, facendosi serio qualche secondo dopo e mi guardò con tanta intensità da farmi venire un brivido per tutta la schiena.
Aprì la bocca pronto a dire qualcosa, ma la richiuse quando un pallone rosso arrivò velocemente complendomi una gamba.
Voltai lo sguardo, e in lontananza vidi due bambini correre verso di noi.
"Scusatemi non l'ho fatto apposta" si scusò il maschietto con il fiato corto.
Occhi verdi e i capelli scuri, di sicuro non avrà avuto più dieci anni, proprio come la bambina dietro di lui. Aveva i capelli rossi e ricci e gli occhi azzurri, mi ricordava vagamente la ragazza che voleva uccidere Bella in Twilight.
"Si scusatelo, Drew è sempre un po' sbadato " disse facendomi ridacchiare.
Se non altro aveva carattere la ragazzina.
"E' tutto apposto" lo tranquillizzò Luke prendendo in mano il pallone e rilanciandoglielo.
"Grazie" sorrise timidamente.
"Magari si stavano anche baciando e li hai interrotti" lo rimproverò la bambina in un mezzo sussurrò.
Strabuzzai gli occhi stupita, i bambini di oggi erano così informati?
"Ma cosa dici Ashley, magari sono solo amici" si difese Drew sussurrando a sua volta.
Peccato che eravamo a pochi metri di distanza e sentivamo tutto.
"Gli amici di sicuro non stanno seduti in questo modo" rispose tirandoci un'altra occhiata.
"Perspicace" mormorò Luke al mio orecchio, ricevendo tutta la mia approvazione.
"Scommetto che si dicono ti amo e stanno già organizzando il matrimonio."
Mi mancò il respiro, letteralmente. Dovetti chiudere gli occhi e tranquillizzarmi per cercare di far smettere al mio cuore di battere così velocemente.
Io.. io non sapevo neanche cosa fosse l'amore. Insomma Luke mi piaceva, e non poco, ma non avevo mai avuto il coraggio di dirgli 'ti voglio bene', figuriamoci di altro.
"Drew, Ashley" sentii richiamare a gran voce una donna.
"Scusateci ancora" disse il bambino cominciando a correre verso la madre o chiunque fosse, trascinandosi dietro la bambina.
"O..kay" disse sconvolto Luke " io alla età di quelli giocavo ancora con i lego e guardavo i teletubbies."
Annuii distrattamente, cominciando a sentire uno strano peso sul cuore.
Mi alzai da quella posizione e a pochi passi da lui mi sdraiai sull'erba con le braccia aperte. Respirai a piedi polmoni e chiusi gli occhi, beandomi di quel leggero venticello presente.
"Che stai facendo?" chiese, mentre lo sentivo avvicinarsi.
"Mi godo questo posto" soffiai continuando a tenere gli occhi chiusi.
"Goditelo con me allora" disse stendendosi accanto a me, e lasciandomi un piccolo bacio sulle labbra.
Sorrisi d'istinto e mi accoccolai su di lui, appoggiando la testa sul suo petto.
Aprii di scatto gli occhi quando sentii una goccia d'acqua sulla guancia, mi guardai intorno e notai tutte le persone che c'erano vicino all'uscita del parco.
Non passò molto tempo che una semplice gocciolina si trasformò in vera pioggia.
Sbuffai frustata, non avevo nessuna voglia di alzarmi, ero così comoda.
"Piccola, credo che sia il caso che ce ne andiamo" disse Luke alzandosi solo con il busto, reggendosi sui gomiti.
"No" piagnucolai stringendolo di più.
Molto probabilmente sembravo una bambina, ma davvero, non avevo la minima forza. I balli con Michael e Ashton mi avevano davvero stancata.
Ma nonostante le mie lamentele, si alzò lo stesso e afferrandomi per i fianchi, mi butto sulla spalla a mo' di sacco di patate.
Cacciai un urlo spaventata per poi tenermi stretta alla sua maglietta "Luke mettimi giù!" esclamai dandogli una pacca sul sedere - un bellissimo sedere, decisamente.
"Jade dobbiamo andarcene, potremmo ammalarci se restiamo ancora" cercò di farmi ragionare, non riuscendo a non ridere per le continue pacche che gli davo.
"Andiamo un po' sulle altalene e poi ce ne andiamo" dissi cercando di farlo fermare.
"Sei seria?" chiese scoppiando in una di quelle sue adorabili risate.
"Si te lo giuro, mi faccio un giretto e poi ce ne andiamo."
Inaspettatamente mi ascoltò e mi ripose con i piedi per terra, sorrisi felice e corsi verso quelle altalene che forse erano un po' troppo piccole per me.
Mi sedei velocemente, rischiando anche di cadere all'indietro, risi di me stessa e strinsi bene le cateme in ferro fra le mie mani.
"Vieni a spingermi" gli urlai, nonostante fosse ancora poco distante da me.
Mi guardò divertito, ma anche come se fossi una pazza da richiudere in manicomio. Poi sorrise e scuotendo la testa, si avvicinò fino a posizionarsi dietro di me. 


Inutile dire che il giorno dopo mi risvegliai - anzi non ero proprio riuscita a chiudere occhio - con un incredibile mal di testa e un naso fin troppo rosso, che continuava a starnutire.
Quando Luke mi incontrò nel corridoio la mattina non disse nulla, fece semplicemente una risata e mi abbracciò, lasciandomi un bacio fra i capelli.
Perchè lui invece non si era ammalato? Perchè tutte le sfighe dovevano capitare solo a me?
'Te la sei cercata, idiota" mi rinfacciò quella vocina, che era da tanto che non mi faceva visita. Sarebbe stato troppo bello se fosse sparita del tutto.
"Jade andiamo?" Mi richiamò Kelsey poggiandomi una mano sul braccio.
Riaprii gli occhi di scatto, rendendomi conto di essermi addormentata in piedi appoggiata al suo armadietto.
"Certo che sei proprio andata" mormorò prendendomi a braccetto. Annuii starnutendo per la centesima volta in quella giornata.
"Mi spieghi come hai fatto ad ammalarti?" chiese senza aspettarsi realmente una risposta.
Sbuffai continuando a camminare verso la mensa, quando entrammo evitai pure di guardare solamente il cibo, avevo lo stomaco completamente chiuso.
Mi stupii non poco quando vidi Sarah seduta al nostro tavolo circondata dalle altre ragazze.
"Hei" ci salutò vedendoci avvicinare "caspita che brutta cera" disse osservandomi meglio.
"Già" mormorai prendendo un fazzoletto dalla tasca dei jeans per soffiarmi il naso. "Che ci fai qui?" 
"Ma come non lo sai?" Negai con la testa, cosa dovevo sapere?
"La prossima lezione è saltata per le classi che andranno in gita in Spagna. Ci sarà un'assemblea con i professori e parlerete dell'organizzazione dell'evento. E visto che parteciperò anche io non volevo perdermi nessuna informazione" spiegò mettendosi poi in bocca una forchettata di insalata.
"Ah, wow" borbottai appoggiando i gomiti sul tavolo.
"Ma perchè sei in mensa allora?" chiese Kelsey confusa.
"Non ho pranzato e avevo fame" rise prendendo in mano la bottiglietta d'acqua.
"Dove sono i ragazzi?" Domandai a Jasmine seduta proprio di fronte a me. Il viola dei suoi capelli stava ormai sbiadendo, riportando spazio al suo colore naturale. Era un biondo, molto più biondo del mio da quando riuscivo a vedere.
Alzò le spalle continuando a mangiare i suoi spaghetti.
"Sono usciti fuori, hanno detto che dovevano fare una chiamata importante" rispose Sam indicando le porte che si affacciavano al cortile. Annuii distrattamente, portandomi le mani alle tempie, il mal di testa era davvero forte.
"Vuoi qualcosa per fartelo passare?" Mi chiese Sarah guardandomi preoccupata.
"Magari" sussurrai chiudendo per un momento gli occhi. 
La rossa prese dalla panca la sua borsa e cominciò a frugarci dentro come una matta. La capivo, anche nella mia borsa ci si poteva trovare di tutto. E la maggior parte delle cose neanche mi servivano.
"Si scioglie sulla lingua, non ti serve l'acqua" spiegò porgendomi un bustina blu contenente il medicinale, la ringraziai e feci come disse. Faceva veramente schifo, ma sicuramente era meglio che tenermi il mal di testa. Stupida io che non mi ero portata nulla da casa.
"A proposito di ragazzi, Michael vi ha detto che stasera usciamo insieme?" esclamò tutta eccitata Jasmine.
"Oh, cosa?! Davvero?" si finse sorpresa Sam. Ridacchiai silenziosamente, aveva fatto la cosa migliore. Sarebbe stato proprio da infami smerdare uno dei nostri migliori amici.
"E dove andate di bello?" chiesi da finta ingenua.
"A ballare!" rispose subito contenta.
La nostra recitazione era veramente orribile e lo capii soprattutto dall'espressione piuttosto divertita di Sarah, che però non disse nulla.
"Ma tuo fratello invece? Quando comincerà a venire a scuola?" Cambiò argomento Kelsey, tanto per non dare troppi sospetti.
"Da lunedì" dissi contenta, non vedevo l'ora che uscisse di casa e si facesse delle nuove amicizie al di fuori delle persone che gli avevo fatto conoscere io.
"Penso che Bella ne sarà molto felice" sorrise maliziosa facendomi ridacchiare.
"Tanto si rivedranno tra qualche giorno no?" domandò la castana.
"Perchè?" chiesi confusa, che impegno avevamo?
"Non ti ricordi? Avevamo detto che andavamo in spiaggia nel weekend."
Cavoli già, la spiaggia.
"Non credo di venire ragazze. Non mi sento molto bene" mormorai un po' dispiaciuta.
Insomma mi sarei persa cinque fighi in costume da bagno.
"Vabbè vedremo, potresti anche stare meglio" mi sorrise calorosamente Jasmine.
I ragazzi tornarono in mensa proprio quando suonò la campanella, avvisando la fine della pausa pranzo. Non chiesi neanche cosa fosse successo o con chi avessero parlato, prima o poi mi sarei informata. Ci avviammo tutti in palestra, dato che erano l'unico posto libero dove poter contenere un così alto numero di studenti. 
Ovviamente arrivammo per ultimi, visto che non avevo nessuna voglia di camminare, e quindi fui trascinata a forza da Kelsey e da Sam. Jasmine invece andò al suo corso di economia. Era davvero un peccato, mi sarebbe  piaciuto averla in gita con noi.
Ci sedemmo in fondo a tutte le file che gli alunni avevano creato. Mi appoggiai con la schiena contro al muro e portai le ginocchia al petto. Ero interessata a quello che il professor Regan e Smith avessero da dire, davvero, ma non riuscivo a tenere gli occhi aperti.
Così appoggiai la testa alla spalla di Sam, che sbuffò pesantemente.
"Luke, vieni a fare da cuscino alla tua ragazza per favore" urlò al biondo che senza dire nulla si alzò. Furono soprattutto le risatine da deficienti e le gomitate l'uno all'altro, dei ragazzi a farmi comprendere del tutto la frase che aveva detto quella zoccola. Cercai di evitare di arrossire e le lanciai un'occhiataccia, le avrei anche risposto se solo avessi avuto la forza.
 Fecero scambio di posto e appena mi fu seduto accanto, non aspettai molto prima di accucciarmi su di lui.
Per fortuna che come corporatura era piuttosto piccola, e le persone davanti a noi mi coprirono facilmente dagli sguardi dei professori.
"Magari la prossima volta andiamo a casa mia, o comunque da qualche parte al coperto" sussurrò facendomi sorridere. Era di gran lunga la miglior decisione.
Stranamente i studenti non fecero poi così tanto casino, a quanto pare l'idea della gita piaceva a tutti. Riuscii a comprendere qualcosa come che avremmo alloggiato in un hotel e non nelle case delle persone, come si vedeva nei film. E poi che i biglietti li avrebbe comprati la scuola- con i nostri soldi ovviamente-, accedendo a uno sconto per via del gran numero di persone che avrebbero partecipato.
"Jade" sentii qualcuno richiamarmi. Mugugnai qualcosa di incomprensibile anche a me stessa ma non ci badai, continuando a stringere quel qualcosa su di cui ero appoggiata. Certo era un po' troppo duro per essere il mio materasso, ma a modo suo era comodo.
"Piccola" sentii dire ancora, questa volta accompagnato da una carezza sulla mia guancia.
Arricciai le labbra per il piacere di quel movimento, facendo ridere il materasso.
Aspettate.. i materassi potevano parlare?
Aprii gli occhi ritrovandomi davanti a una maglietta grigia, risalii lentamente con lo sguardo e delle labbra decorate da un anellino nero mi sorrisero.
"Buon giorno" disse Luke divertito, facendomi un'altra carezza. 
Mi alzai lentamente con il busto e guardandomi intorno, tutta la gente che c'era prima ora non c'era più. Ritornai a guardare Luke confusa, finche realizzai di essergli seduta in braccio.
Ah, ecco perchè ero così comoda. Come diavolo ci ero finita in quella posizione era un mistero.
"Ti sei fatta un bella dormita" rise avvolgendomi la vita con le braccia.
"Mm, quanto ho dormito?" chiesi stiracchiando le braccia.
"Due ore" strabuzzai gli occhi sorpresa, cosa?
"Cosa?! Perchè non mi hai svegliato quando è finita la riunione?"
"Abbiamo provato a svegliarti credimi" rise di gusto spostandomi tutti i capelli sciolti su una sola spalla. "Ma sembrava che neanche il suono di un trattore potesse svegliarti. I ragazzi ti hanno coperto quando anche i professori sono usciti e poi sono rimasto qui con te" spiegò per poi lasciami un leggero bacio sul collo scoperto.
"Oh" riuscii a dire, per poi fare una risatina isterica. "Cos'hai fatto in tutto questo tempo?"
"Mi sono divertito a curiosare nel tuo telefono, e mi devi spiegare perchè mi fai le foto mentre dormo."







 
Ciauuu miei piccoli pulcini :3
Alluraaaaa, non picchiatemi, non tiratemi mazzate o pomodori addosso, giuro che posso spiegare il motivo di questo ritardo. 
Il mio bellissimo - si fa per dire- schifossisimo pc si è leggermente scassato e ho dovuto aspettare che il mio papino me ne comprasse uno nuovo per poter iniziare il capitolo u.u
E non potevo assolutamente scriverlo sul cellulare, perchè alla fine non avrei riportato nulla di quello che ci avevo scritto. Dovete sapere che io se leggo una frase, state sicure che la cambierò almeno cento volte prima di farla diventare come voglio D:
Spero vivamente che voi possiate perdonarmi :3
Okay, tornado al capitolo come vedete non è un gran che, ma per lo meno è molto concentrato sui Jake. Direi che la loro uscita è finita abbastanza male, e lo per certo perchè è stata la descrizione di una mia esperienza. Solo che non c'era Luke alsdsoia, poi lei si ammala, ed è quello che è successo a me :(
Poi Michael che impara a ballare, Jade che costringe Kevin ad accompagnare Bella a casa.
mdoisdfosd Amo quella parte :D
Spero veramente che via sia piaciuto e prometto di postare il capitolo la prossima settimana, magari con più velocità.
Good Bye <3
Ps. grazie di cuore a tutte le ragazze che mi continuano a sostenere e che mi scrivono quelle bellissime recensioni. Vi lovo <3

 

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Capitolo 27
*** Spiegazioni (?) ***


Hola my bitchessss :3

Allora, questo non è un capitolo come ben vedete, ma è semplicemete un avviso.
Tranquille non ho intezione di cancellare la storia, nè di sospenderla. Vi chiedo scusa per questa lunga attesa, non doveva esserci secondo i piani che avevo programmato, ma ho avuto un periodo davvero molto difficile. Tra litigate con i miei genitori e con finte amiche, parenti che sono venuti a trovarci da lontano, la storia è semplicemente passata in secondo piano.
Ringrazio di cuore tutte le ragazze che non hanno pensato di cancellare la storia tra preferite e seguite, siete veramente meravigliose.
Questa storia non sarebbe arrivata neanche al secondo capitolo se non fosse stato per voi e per tutto il vostro affetto <3
E niente, vi volevo solo dire che il capitolo 27 arriverà questa settimana o al massimo quella dopo, ve lo assicuro.
Adiosss <3

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Capitolo 28
*** Your boyfriend? ***


 
Your boyfriend?


"Kevinnnnnnnnnnnnnnnn!" urlai con tutto il fiato che mi ritrovai in corpo.
Mi stavo annoiando, ma davvero, davvero tanto. Non mi ricordavo che essere malata fosse così palloso. Avevo passato tutto il mio venerdì sera e la giornata di sabato distesa nel mio letto a fare un bel niente. Il mal di testa giocava con me, proprio come la febbre che saliva e scendeva a suo piacimento. Ma insomma, cosa facevano i miei anticorpi invece di aiutarmi?
"Sto arrivando!" urlò a sua volta il mio adorato fratellino. Poverino, avevo l'impressione che mi odiasse. L'avevo mandato in cucina almeno trenta volte, prima avevo voglia di un po' di succo d'arancia, ma poi ho cambiato idea optando per l'acqua, poi per il the.. e poi per il latte. Sembravo tanto una donna incinta.
Sorrisi contenta quando lo rividi di nuovo sulla soglia della porta di camera mia, ma storsi il naso quando gli vidi in mano il bicchiere pieno di coca cola. Non mi andava più.
"Ho voglia di una cioccolata" mormorai prendendo dal comodino il ventesimo pacchetto di fazzoletti.
"Siamo quasi in piena estate Jade" disse lui avvicinandosi, e bevendosi al mio posto la bibita.
"Hai ragione" borbottai " mi sto annoiando.. vieni qui" continuai battendo la mano sullo spazio vuoto del mio letto.
"Sul serio? E se poi mi contagi?" domandò inarcando di poco il sopracciglio.
"Oh ti prego, ho voglia di coccole. E poi ho già bevuto gli antibiotici e tutte le cazzate che mi ha dato la mamma" cercai di convincerlo, sbattendo più volte le ciglia.
Avevo solo lui con cui poter parlare, le mie amiche mi avevano gentilmente scaricato per poter stare in santa pace con i propri i ragazzi e Luke aveva da fare con suo padre o sua madre.. non ricordo bene, ma sta di fatto che mi aveva bidonato anche lui. Certo prima mi faceva ammalare e poi non mi cagava neanche.. vabbè  forse era colpa mia, ma non poteva lasciarmi da sola.. mi mancava così tanto.
"Tua madre non scherzava allora" rise lasciando il bicchiere sulla scrivania per poi distendersi accanto a me. " Sei veramente una che ama le coccole."
Oh, non immagini quanto.
"Se fosse per me andrei in giro con appeso al collo, un cartellone con scritto 'free hugs" dissi stringendolo in uno strano abbraccio.
Rise pronto a dire qualcosa, ma fu preceduto dal suono del campanello.
Lo guardai confusa " aspettiamo qualcuno?"
"Umh in effetti si, avevo invitato Michael per giocare insieme alla play. Ti dispiace?" chiese sorridendo timidamente.
"No, no" sorrisi a mia volta lasciando la presa su di lui. Come potrebbe dispiacermi? Sapere che si stava facendo degli amici non poteva rendermi più felice.
Passarono pochi secondi, il tempo che Kevin aprisse la porta e anche Mike finì in camera mia.
"Ciao!" Esclamai vedendolo entrare.
"Ciao bellezza" mi alzai sulle ginocchia e senza uscire dal letto lo abbracciai calorosamente.
"Come stai oggi? Hai un aspetto migliore di ieri" sorrise sedendosi sul bordo del letto.
"Già" commentai infilandomi di nuovo sotto le lenzuola. Faceva un gran caldo, ma indossavo solo una maglietta abbastanza larga che mi lasciava tutte le gambe scoperte.
"Se volete giocare andate pure" dissi vedendo Kevin distendersi come prima di fianco a me.
"Ma no dai ti facciamo un po' di compagnia, andremo più tardi" rispose togliendosi le scarpe con i piedi.
Aw, che teneri.
"Fatemi un po' di posto" Michael si lanciò di peso sul letto, rischiando di cadermi addosso.
Feci una risata soffocata, per via della stretta sulla mia spalla con cui si stava aiutando a distendersi alla mia destra. Beh, se non altro si stava mettendo comodo.
Presi il telecomando da sotto il cuscino e spensi del tutto il volume della tv che ormai non stavo più guardando.
"Allora, cosa mi racconti?" domandai voltandomi verso il ragazzo dai capelli rossi, leggermente sbiaditi.
"Già è vero! Come è andato l'appuntamento con quella ragazza alla fine?" Esclamò Kev ricordandosi di Jasmine. Cavoli veramente, mi ero scordata completamente della sua serata latino americana.
"Beh, direi che è andata bene.." mormorò allacciando le braccia al petto.
"Davvero?"
 Non glielo avrei mai detto, ma avrei potuto scommettere che avesse combinato qualcosa.. tipo che le avesse pestato un piede o fatta cadere davanti a tutti.
"Si si, certo non sono stato un ballerino perfetto, ma le basi che ci ha fatto vedere Bella sono state di grande aiuto" sorrise mettendo in mostra i suoi denti bianchi. " Poi per fortuna abbiamo passato la maggior parte del tempo in un parco vicino a quel locale. Abbiamo parlato e ho cercato di conoscerla meglio."
"E com'è?" gli domandò Kevin, sembrando molto interessato.
"E' molto simpatica. Sai con certe ragazze è difficile parlare e far continuare il discorso a lungo. Invece con lei mi sono trovato bene e gli argomenti uscivano fuori da soli" spiegò non smettendo un attimo di sorridere. Aveva gli occhi che brillavano e per qualche strano motivo quella visuale mi scaldò il cuore, si vedeva tanto che gli piaceva.
Aw, il nostro Michael si era preso una bella cotta.
Aprii la bocca, pronta a dirgli quanto fossi felice per lui, ma la richiusi subito quando sentii un rumore provenire dal salotto, o comunque dal piano inferiore.
"Cos'è stato?" domandai guardando Kevin, confuso tanto quanto me.
"Ragazzi, siete in casa?" sentii la voce squillante di mio padre e tirai un sospiro di sollievo, rilassandomi.
Okay, dovevo smettere seriamente di vedere tutti quelle serie piene di mistero, di vampiri e licantropi.
"Siamo in camera mia!" urlai di mio rimando, udendo qualche secondo dopo i suoi passi che salivano le scale.
"Dio, ma perché voi donne dovete essere così complicate.. oh! Ciao Michael!"esclamò contento di vedere il mio amico.
Si allungò sul letto, per salutarlo nel tipico modo in cui facevano solo i maschi.
"Che ci fai qui?" chiese sedendosi sul bordo del letto.
Oh povero letto, prima o poi si sarebbe rotto con tutto quel peso addosso, me lo sentivo.
"L'ho invitato io" rispose per lui Kevin rannicchiando le gambe per far più posto a papà.
"Ci sono anche gli altri?" domandò guardandosi in giro.
Come se potessi nascondere gli ospiti nell'armadio.
"No, avevano tutti da fare."
"Oh okay" disse sembrando quasi dispiaciuto, beh almeno potevo dire che gli piacevano i miei amici.
"Dov'è la mamma?" guardai verso la porta, sorpresa di non aver sentito ancora la sua voce.
"Ha incontrato una sua amica al centro commerciale e mi ha liquidato dicendomi che era da tanto che non si vedevano e avevano un sacco di cose da raccontarsi. Ti rendi conto? Mi ha cacciato!" ripeté sembrando al quanto offeso.
Mi morsi il labbro per non scoppiargli a ridere in faccia. Quell'espressione da cucciolo ferito stonava parecchio rispetto alla sua corporatura alta e muscolosa.
"E come torna a casa?" mi preoccupai, realizzando che molto probabilmente era tornato con la macchina.
"Non me ne frega niente, che si faccia dare un passaggio" mormorò scatenando quell'adorabile risata di Kevin e facendo comparire un sorriso divertito a Michael.
"Comunque di cosa stavate parlando?" cambiò argomento mettendosi più comodo.
Scossi la testa, innegabilmente divertita, ma perchè avevo dei genitori del genere?
"Sono uscito con una ragazza ieri" confessò Mike come se stesse parlando tranquillamente con un suo coetaneo.
"Primo appuntamento?" domandò interessato, facendolo annuire.
"L'hai baciata?" continuò posizionandosi a gambe incrociate di fronte a lui.
"Ecco.. no" Michael sospirò, passandosi una mano fra i capelli " volevo, cavolo se lo volevo.. ma non ci sono riuscito."
"Amico se ti interessa davvero una ragazza, il bacio al primo appuntamento è immancabile! E' come se marcassi il territorio, come se stabilissi una connessione dicendole sei mia punto."
Sentire dire certe cose da tuo padre, fa davvero uno strano effetto.
"Lo so, ma cazzo! Ogni volta che mi avvicinavo pronta a baciarla, sembrava che c'era qualcosa a bloccarmi." mormorò frustrato " non so cosa fare."
Mio padre scosse la testa, poi si fermò di colpo guardandomi negli occhi.
"Tu non ascoltare" disse puntandomi un dito contro " e non farti baciare da nessuno".
Ah papi, arrivi un po' in ritardo.
"Okay" ridacchiai alzando la mani in segno di resa.
"Cosa mi consigli?" chiese Michael attirando di nuovo l'attenzione su di sé.
Mio padre sembrò pensarci, portando anche l'indice al mento, poi sorrise e per poco non si mise a ridere.
"Okay c'è una specie di tecnica che usavo sempre con Lindsey, era un tipo tosto all'inizio e dovevo sempre coglierla di sorpresa per riuscire a baciarla."
"Questa voglio sentila" si intromise Kevin chinando la schiena e avvicinandosi di poco, sorridendo divertito.
Chissà perchè non mi veniva difficile immaginare mio padre al liceo come il tipico bello e popolare e mia madre come una ragazzina diffidente nei suoi confronti.
"E quale sarebbe?" domandò Michael facendosi più curioso. 
Okay lo ammetto anche io lo ero abbastanza.
"Beh allora, se siete tipo abbracciati, tu le lasci alcuni baci sulla guancia a volte molto vicini alla bocca.. fai un po' il tenero la coccoli, poi le fai una carezza sulla guancia guardandola negli occhi e boom! E' fatta, vedrai che sarà lei la prima a baciarti."
"E dici che funziona?" 
"Si amico, magari solo alla seconda o terza volta che ci proverai, ma credimi funzionerà" disse sorridendo a trentadue denti.
"Tenterò" asserì Michael per poi passarsi una mano fra i capelli per la terza volta.
Papà gli sorrise un'altra volta, prima di alzarsi dal letto. Si stirò la t-shirt bianca con le mani e tirò fuori dalla tasca dei pantaloncini sportivi il telefono.
"Visto che sono stato trattato in questo modo da vostra madre, esco un po' con i ragazzi. Per voi va bene?" domandò alzando lo sguardo dal cellulare. 
I ragazzi che intendeva lui non erano proprio giovanissimi, consistevano nel suo gruppo di amici con cui andava a scuola. Era una cosa che sarebbe piaciuta anche a me, rimanere uniti anche dopo aver finito gli studi.
Annuii, rimanendo perplessa per un secondo. Aveva appena inconsciamente detto 'vostra madre', chissà se se ne era reso conto. 
Kevin non mi aveva ancora parlato di  quelli che erano i suoi genitori, per cui non sapevo se considerasse mia madre come una seconda per lui.
Certo, non avrebbe mai potuto prendere il suo posto, ma ci speravo. Speravo davvero che potesse considerarci come una famiglia. Voltai lo sguardo proprio su di lui, ma la sua espressione era normale, non mi pare che si fosse irrigidito o che si fosse offeso.
Magari non ci aveva fatto troppo caso.
"Andiamo anche noi?" disse risvegliandomi dai miei pensieri, facendomi spostare automaticamente lo sguardo da lui.
"Si" rispose Mike scendendo a sua volta dal letto.
Kevin mi guardò come per avere il mio consenso, così sorrisi annuendo silenziosamente. Uscì dalla stanza seguito da Michael, non badando alle scarpe lasciate ai piedi del mio letto.
Sbuffai, buttandomi a peso contro al cuscino. Non volevo stare da sola, ma non volevo neanche rompere troppo le palle. Sospirai un'altra volta passandomi un mano sulla fronte, osservando davanti a me la tv senza volume. C'erano due ragazzi che si stava baciando e si abbracciavano aspettando un treno.
Mugugnai qualcosa, deprimendomi ancora di più e spensi la televisione. Mi allungai sul comodino a prendere il cellulare e iniziai subito a scrivere un messaggio.
A: SuperFigoLuke
Giuro che per una settimana intera non potrai più baciarmi.
Non attesi neanche dieci secondi e la risposta arrivò subito.
Da: SuperFigoLuke
Mi stai per caso minacciando?
Hm, allora non è così scemo come credevo.
A: SuperFigoLuke
Impari in fretta. 
E comunque si, mi hai lasciato da sola e non immagini neanche lontanamente il bisogno che ho di averti qui con me, adesso.
Ma ero davvero così disperata?
Da: SuperFigoLuke
Piccola, lo sai che se non fosse per mio padre non sarei qui ad aiutarlo a dipingere le pareti della casa di mio zio. Molto probabilmente avrei fatto qualcos'altro con te, contro il muro.
Oh, maledizione a lui e le sue battute del cazzo. Pure con dei semplici messaggi sapeva come far battere forte il mio povero cuore.
A:SuperFigoLuke
Mandami un foto.
Cambiai argomento, perchè sapevo che se avessi continuato quel discorso, del mio autocontrollo non ne sarebbe rimasto nulla e avrei potuto seriamente alzarmi del letto, andare a casa di suo zio e sbatterlo su qualsiasi ripiano resistente.
Ok basta, devo darmi una calmata.
Mi arrivò la foto e mi maledii immensamente per avergli fatto quella richiesta.
Era a petto nudo, coperto da dei pantaloncini da basket, i capelli leggermente arruffati e un sorriso bastardo in volto. E la prova che mi aveva raccontato la verità, fu quel rullo da pittura colorato di un giallino caldo tenuto nella mano. 
Oddio, quelle mani... Stop!
A: SuperFigoLuke
Vaffanculo!
Buttai il cellulare sul letto e per fortuna si fermò appena prima di cadere a terra sulla moquette.
Immaginai il suo sorriso divertito, seguito poi da quella sua strana risata.
Mi rigirai fra le lenzuola stringendo gli occhi e pensando a qualsiasi cosa che non fosse Luke Hemmings e quelle sue dannate spalle e alle sue braccia sexy e muscolose.
Mi voltai di nuovo e cercai di calmarmi bevendo un sorso di coca cola dal bicchiere che Kevin aveva lasciato sul comodino.




"Alzati dormigliona!" sentii urlarmi qualcuno nell'orecchio.
Sussultai spaventata e confusa per quel risveglio violento, aprii gli occhi ritrovandomi avvolta nel buio della mia stanza, ma che ore erano?
Mi guardai attorno ancora mezza addormentata e stranamente non mi sorpresi più di tanto nel vedere Sam in piedi con le mani sui fianchi, aspettando che mi svegliassi del tutto.
"Ce ci fai qui?" domandai con la voce ancora impastata dal sonno.
"Sono le dieci di mattina e noi abbiamo una giornata meravigliosa davanti da affrontare."
La guardai confusa, non sapendo se riderle in faccia o buttarla fuori di casa a calci nel sedere per avermi alzato così presto di domenica.
E poi cosa minchia stava dicendo?
"Andiamo in spiaggia oggi con i ragazzi. Non ti ricordi?"  chiese guardandomi contrariata andando a spostare le tende e spalancare le finestre, accecandomi con tutta quella luce.
"No" ammisi portandomi una mano davanti agli occhi.
"Su dai alzati" disse rimettendosi di nuovo davanti al letto.
"Hm" mugugnai ributtandomi di nuovo sul cuscino e coprendomi con le coperte fin sopra alla testa.
" Oh andiamo" sbuffò afferrandomi un piede " tua madre ha detto che non stai più così male, per cui non fare la finta malata" disse tirandomi fino a farmi cadere giù dal letto.
"Zoccola" mi limitai a mormorare non avendo le forze e soprattutto la voglia di muovermi.
Sorrise vittoriosa camminando verso la mia cassettiera.
"Vai a farti una doccia e non chiudere a chiave, ti scelgo il costume e te lo porto."
Annuii distrattamente, catturata alla vista di un sacchettino di Starbucks che fuoriusciva dalla borsa che aveva appoggiato sulla mia scrivania.
"Mi hai portato la colazione?" chiesi con uno strano sorriso dipinto il volto.
Non le lasciai il tempo di rispondere che assaltai la sua borsa, tirandone fuori quel bicchierino dal coperchio trasparente, che mostrava la panna in superficie decorata da alcune gocce di cioccolato.
"Ti amo" esclamai infilando la cannuccia nell'apposita apertura.
La sentii ridacchiare mentre mi gustavo quella goduria. Si, ora ricordo il motivo per cui eravamo tanto amiche.
"Io tra poco esco con Kevin, ho incontrato tuo padre di sotto e stava andando alla partita di rugby e tua madre.. non lo so, però aveva uno tappetino arrotolato fra le braccia."
"Ah si, ha iniziato un corso di yoga. A dire il vero non so neanche a cosa le serva" spiegai per poi prendere un altro sorso del mio frapuccino.
"Ma aspetta, io con chi vengo allora?" mi bloccai ricordandomi di non avere una macchina e soprattutto la patente.
"Non ti preoccupare di questo" sorrise il modo abbastanza inquietante " vai " continuò indicando con un cenno del capo la porta del bagno.
Finii di bere tutto il contenuto dal bicchiere e andai a farmi la doccia. L'acqua calda aveva un effetto quasi magico su di me, mi rilassai del tutto lasciando che quell'odore di influenza e farmaci, mi scivolasse addosso.
Non avevo con me il telefono, ma avrei scommesso di essere rimasta nel box una buona quindicina di minuti.  Girai la manopola per fermare l'acqua che stava scendendo dal soffione e uscii dalla doccia per poi avvolgermi nel mio accappatoio verde acqua.
Presi un altro asciugamano dall'armadietto di fianco al lavello e iniziai a frizionarmi i capelli.
Mi fermai quando notai il costume che mi aveva portato Sam, non l'avevo neanche sentita entrare. Avevo scelto quello nero con i fiori rossi, era carino ma non lo mettevo mai essendo che lasciava maggiormente scoperto il seno, rispetto agli altri che avevo.
Alzai senza motivo le spalle e lo indossai lo stesso, non avevo alcuna voglia di mettermi a cercarne un altro. Lo indossai velocemente e rimisi addosso l'accappatoio iniziando ad avere la pelle d'oca per il cambio di temperatura dal box della doccia.
Aprii la porta del bagno e urlai tremendamente spaventata quando mi ritrovai di fronte Luke seduto sul mio letto.
"Vaffanculo".. "stronzo".. " tua sorella quella puttana zoccola!" esclamai portandomi una mano sul cuore, sentendolo battere all'impazzata.
"Non farlo mai più" soffiai appoggiandomi allo stipite della porta chiudendo per un attimo gli occhi.
"Io non ho una sorella" rise apparentemente divertito dalla mia reazione.
"Appunto.. Cosa ci fai qui?" mi portai una mano fra i capelli ancora umidi, smuovendoli un poco.
Santo cielo, di questo passo sarei morta di infarto nel giro di poco tempo.
"Sam mi ha detto che ti serviva un passaggio"  fece spallucce appoggiando i gomiti sulle gambe.
Ma come cavolo faceva ad essere così bello anche di prima mattina? Beh forse non era proprio prima mattina, ma la domenica come minimo mi svegliavo alle dodici e mezza.
"Sam dice tante cose" mormorai avvicinandomi a lui e mi buttai sul puff, toccando con una mia gamba la sua.
Mi guardò silenzioso, scrutandomi attentamente e mettendomi anche in soggezione.
I suoi occhi era qualcosa di cui non mi sarei mai stancata di vedere. Se il momento prima erano azzurri, il secondo dopo diventavano blu o grigi, le foto che avevo nel telefono non gli rendevano giustizia.
"Sei nuda sotto al quel coso?" chiese indicando l'accappatoio, risvegliandomi dai pensieri.
"Ti interessa?" lo provocai non riuscendo a trattenere un sorrisino.
"Se te l'ho chiesto" rispose ovvio avvicinando la mano per slegare il nodo in vita.
Volevo fermarlo prima che potesse aprire l'accappatoio, ma il modo in cui lo fece mi prese del tutto alla sprovvista, facendomi rimanere quasi pietrificata.
Com'è che aveva tutta questa confidenza con il mio corpo?
"Ah" sussurrò quasi deluso " hai già il costume" fece una smorfia che mi fece sorridere divertita. "Ti sta bene però" ammise per poi mordersi quel maledetto labbro.
"Grazie" mormorai alzandomi velocemente dal puff sottraendomi dal suo sguardo.
Mi posizionai davanti all'armadio e aprii la porta della cabina per decidere cosa potermi mettere.
"Allora come è andata ieri?" domandai prendendo da una pila di vestiti un paio di pantaloncini in jeans.
"Alla grande, abbiamo ridipinto tutta la stanza della mia nuova cuginetta" mi girai di scatto ritrovandomi a sorridere come una ebete. I bambini piccoli mi piacevano così tanto.
"Aw, anche io voglio un bambino" battei le mani ridacchiando. 
"Sul serio?" chiese perplesso.
"Certo, ma fra qualche anno. Sono ancora giovane." 
"Beh, se vuoi posso aiutarti a farlo" sorrise incrociando le braccia al petto.
Scossi la testa buttandogli addosso i pantaloncini che tenevo mano, sussurrando qualcosa come 'cretino'.
Sentii la sua strana, ma adorabile risata alle mie spalle mentre sceglievo una semplice canottiera da indossare.
Ero indecisa se vestirmi o no davanti a lui, ma poi pensai al fatto che mi aveva vista anche nuda e fare la finta timida non aveva alcun senso.
"Me li passi?" chiesi indicando i pantaloncini in suo grembo.
"No" disse divertito alzandosi in piedi, mettendosi di fronte a me. "Posso vestirti io?" sorrise come se avesse chiesto una semplice caramella.
"Per.. perchè?" mi schiarii la voce, cercando di non fargli notare il fatto di essere rimasta sorpresa.
"Ci deve essere per forza una ragione?" inarcò il sopracciglio cominciando a far scendere l'accappatoio dalle mie spalle.
Beh, si.
"No" soffiai lasciandolo fare.
Buttò l'accappatoio per terra, cosa che mi fece alzare gli occhi al cielo. Lui e il suo disordine.
Mi fece sedere sul letto e inginocchiandosi davanti a me, mi infilò la canottiera nera.
"Luke me l'hai messa al contrario" ridacchiai vedendo l'etichetta uscire dalla scollatura sopra al seno.
"Scusa, sai di solito le spoglio le ragazze" si giustificò.
Sorrisi, nonostante avrei dovuto essere gelosa. Mi provocava una strana, ma piacevole sensazione allo stomaco, sapere che ero la prima ragazza con cui stava facendo questa cosa.
Me la sfilò e poi la rimise nel verso giusto, poi passò ai pantaloncini, facendoli salire fino alle ginocchia, poi mi fece alzare e li chiuse esitando di tanto in tanto con i tre bottoni sopra alla zip.
"Ma non puoi comprarteli con un solo bottone tu?" confabulò riuscendo ad allacciare anche l'ultimo.
Risi saltandogli in braccio, con le braccia intorno al suo collo e le gambe attorno alla sua vita. Mi afferrò per le cosce e poi - come sempre- lasciò una pacca sul sedere.
"Mi sei mancato" ammisi inspirando il suo profumo.
"Anche tu, piccola" sussurrò appoggiando le sue labbra sulla mia guancia. "Posso baciarti?" chiese alludendo ai messaggi della sera prima.
"No" ridacchiai mordendogli il collo.
"Ma io voglio baciarti" piagnucolò aumentando la presa attorno a me.
"Anche io" dissi allontanandomi per poterlo vedere in viso.
Sbuffò sedendosi con me in braccio sul bordo del letto.
"Allora baciami" insistette punzecchiandomi la schiena.
Mi morsi il labbro inferiore scuotendo la testa, anche se non accennando ad allontanarmi da lui.
"E dai Jade " disse avvicinandosi al mio viso " posso mordertelo io quel labbro, non c'è  bisogno che lo faccia tu."
Sorrisi divertita, dandogli modo di fiondarsi sulle mie labbra, e baciarle come mai aveva fatto, lasciandomi senza fiato.
Inutile dire che finimmo a rotolarci nel letto  e a fare cose poco caste, arrivando così inevitabilmente in ritardo in spiaggia.
In macchina feci del mio meglio cantando Sugar con i Maroon 5 alla radio, facendo ridere Luke per la mia voce simile a una foca strozzata.
Non mi stupii neanche di tutte le occhiate maliziose che ci rivolsero i ragazzi appena ci ritrovammo davanti a loro. Cercai di non farci molto caso e corsi verso le ragazze sedute per terra, sopra ai loro asciugamani.
Sorrisi a Kelsey, Jasmine e Bella mentre rivolsi un finto ringhio a Sam che mi aveva svegliata così presto. Tirai fuori dalla mia borsa il mio asciugamano e mi sistemai accanto a Jasmine, spogliandomi poi della canottiera per rimanere in costume.
"Qualcuno ci ha dato dentro eh" mormorò Jasmine sorridendo maliziosa. Inarcai il sopracciglio non capendo a cosa si stesse riferendo.
"Tesoro hai un succhiotto sulla tetta" continuò allacciando un braccio intorno alle mie spalle.
"Oh" riuscii a dire quando abbassai lo guardo e vidi una macchiolina sul seno destro.
Certo che poteva anche essere un po' più discreto quel deficiente.
"Fammi capire, ve la spassate come coniglietti e vi comportate come fidanzatini, ma non avete ufficializzato ancora niente?" domandò Kelsey giocando con una ciocca dei suoi capelli neri.
"Cosa dovrei fare? Scrivere su una spilla proprietà di Luke Hemmings e indossarla costantemente?" domandai ironica, prendendo la crema solare dalla borsa.
"E' un'idea carina" ironizzò Bella sorridendo.
"Sta zitta e mettimela sulla schiena" risi buttandole la confezione, girandomi di spalle.
Quando Bella finii, mi tolsi anche i pantaloncini e mi sdraiai a pancia in giù sull'asciugamano, sperando per lo meno di abbronzarmi un pochino.
"Credo che piuttosto dovrebbe farlo Jasmine" la prese in giro Sam, alludendo all'interessata che era rimasta incantata nel vedere Mike a petto nudo giocare a calcio con gli altri ragazzi.
"Eh cosa?!" si riprese, sentendosi chiamata in causa.
Kelsey rise buttandole addosso una piccola bottiglia d'acqua "invece che guardare in tuo ragazzo perchè in ci racconti cos'è successo al vostro appuntamento?"
"Oddio" mormorò afferrando al volo la bottiglietta " magari fosse il mio ragazzo, non mi ha neanche baciata".
"Davvero?!" esclamò sorpresa Sam.
"Si" sussurrò abbattuta "magari non gli piaccio" alzò le spalle per poi girare di nuovo lo sguardo e osservarlo.
Oh tesoro, non sai quanto ti sbagli.
"Se continui a fissarlo così ti usciranno gli occhi dalle orbite." Ew, le battute di Sam erano veramente pessime.
Dovevo fare qualcosa, quei due non vedevano l'ora di saltarsi addosso, non potevo lasciarli stare una situazione del genere, erano pur sempre miei amici.
"Ti do venti dollari se vai li e lo baci" proposi sentendomi una stronza ma super curiosa allo stesso tempo.
"Cosa?! Come, adesso?" Chiese terrorizzata.
"Si adesso, in questo momento" risposi ovvia.
"E.. se.. e se mi rifiuta?"
"Oh andiamo Jas, tanto male che vada un bacio non si rifiuta mai" disse Kelsey facendole un occhiolino.
"Jade ti odio" mormorò alzandosi sulle ginocchia. " No non lo faccio, non ne ho in coraggio" disse rimettendosi seduta.
"Avanti violetta! Sei davvero così codarda?" la provocai punzecchiandole un fianco.
"No!" 
"Dimostracelo allora" le sorrise Kelsey toccandole con un piede un ginocchio.
"Vi odio cazzo, vi odio" sussurrò alzandosi in piedi.
Ridacchiai abbastanza divertita, ma la fermai prima di lasciarla andare da lui.
"Che c'è?"
"Togliti la maglietta, così sarà più distratto dalle due tette."
Almeno, con Luke funzionava così. Anzi credo proprio che funzionasse con tutto il popolo maschile.
"Se lo fai per davvero, ti regalo anche la mia borsa di Prada" rise Sam incrociando le gambe, guardandola dal basso.
"Che stronza, avevi detto che la davi a me" Kels le colpì il braccio, per poi imbronciarsi.
"La finite voi due?" sbottai sentendomi già abbastanza agitata per Jasmine.
Se in qualche modo questa cosa andasse male sarebbe solo colpa mia.
"Poverina però, non potete farle baciare Michael davanti agli altri idioti, insomma io sarei parecchio nervosa a baciarlo così, figuriamoci davanti ai suoi amici" osservò Bella vedendola avvicinarsi ai ragazzi.
Beh, non aveva torto.
"Calum! Vieni qui muoviti!" urlò Sam, e dopo neanche due secondi le si parò davanti, inginocchiandosi per arrivare alle sua stessa altezza. "Prendi Luke, Ashton e Kevin e venite qui."
"Perchè?"
"Cazzo fallo e basta!"
"Okay" alzò le mani in segno di resa.
Risi non riuscendo a contenermi, amavo quei due cretini, la loro relazione era così strana.
Calum si incamminò verso gli altri, prese per un orecchio Ashton e Luke per il braccio, facendo segno a Kevin di seguirlo. Lo sapevo, l'ho sempre saputo che Cal aveva una specie di debole per Luke. Beh, come biasimarlo insomma, era così tenero e dolce quando non si mordeva quel fottuto labbro e diventare un dio del sesso..
Mi sbattei la mano sulla fronte sospirando, maledetti ormoni adolescenziali. Ma quando la finiranno di farmi questo effetto?
"Fammi spazio" disse Luke affiancandomi, non intendo a sedersi sulla sabbia calda. Mi alzai appena e poi mi sedetti sopra di lui, sentendomi già molto più comoda.
"Mi spieghi cosa succede?" sussurrò al mio orecchio, provocandomi una serie di brividi sulla schiena.
"In teoria dovrebbe succedere qualcosa, in pratica non lo so.." mormorai cercando di ignorare quella sensazione appoggiandomi al suo petto.
Vidi Jasmine avvicinarsi a Mike ed esitare un attimo, per poi girarsi verso di me. Sorrisi alzando in pollice in su per incoraggiarla. 
"Gente, non guardateli. Fatevi un po' di cazzi vostri" disse Kelsey, facendomi sorridere divertita.
"Allora mangiamo?" chiese Kevin cambiando argomento.
E mentre Bella e Sam tiravano fuori le cose per poter pranzare, voltai appena lo sguardo riuscendo a intravedere Jasmine mordersi nervosamente il labbro e rigirarsi una ciocca di capelli attorno al dito, mentre Michael  si grattava la nuca arricciando in uno strano modo il naso.  Sembrarono tutti e due al quanto imbarazzati, per cui decisi di porre fine a quella tortura e li richiamai usando la scusa per mangiare.
Appena ci furono abbastanza vicini, mi alzai da Luke e corsi ad abbracciare la violetta.
Non seppi neanche io il motivo per cui feci quel gesto, ma in qualche modo sentivo che ne aveva bisogno.
"Scusa" mormorò con la testa appoggiata sulla mia spalla. "Volevo farlo solo che non ci sono riuscita ..non ne avevo il coraggio e.."
"Hei" la interruppi accarezzandole una guancia "va bene, non lo stavi facendo per me, ma per te stessa. Si vede che non deve accadere così, tutto qui. Magari succederà in un altro modo.. magari un po' più speciale."
Sorrise stringendomi una mano.
"Grazie Jade, sei.. sei una buona amica."
Abbozzai un sorriso, non sapendo come rispondere. Non mi era mai capitato che qualcuno mi dicesse parole del genere. Si insomma, sapevo che Kelsey e Sam mi consideravano tale, ma forse semplicemente non c'era stata la situazione adatta per esternare così tanto amore. Ma sentirselo dire, era davvero emozionante.
"Comunque i venti dollari non te li avrei dati in ogni caso."



"Sei pronto?" Domandai voltandomi a destra, trovandomi un Kevin dall'aria piuttosto nervosa.
"Per niente."
Risi, stringendo la mia mano nella sua, cercando di dargli un po' di conforto. "Non sarà così male in fondo, vedrai."
Sbuffò, ma poi alzò la testa e mi sorrise appena.
"Andiamo, prima che torni indietro" mormorò salendo il primo gradino della piccola scalinata che portava all'interno della scuola.
Camminammo lungo il corridoio e ci fermammo non appena notai il nostro gruppo sotto alla scala che portava al secondo piano.
"Primo giorno?" lo accolse Ashton allacciandogli le spalle con un suo braccio.
"Già."
"Potrai stare con noi in mensa, sempre se ne hai voglia" disse Calum sorridendogli teneramente.
Kevin sorrise a sua volta e quasi gli brillarono gli occhi. " Certo, prima però dovrei andare a ritirare il mio orario e tutte quelle robe."
"Perfetto, ti accompagna Bella. Non è vero sorellina?"  Disse Kelsey attirando per lo zaino la sorella, che stava proprio passando accanto a noi in quel momento.
"Che cosa?" Domandò confusa.
"Bene, andate pure" disse Sam spingendoli per la schiena verso la segreteria.
Dio, che amiche idiote con cui mi ritrovavo.
"Ci vediamo a pranzo" urlai sventolando la mano, nonostante non potesse vedermi visto che era girato di schiena.
"Adioss" esclamò Jasmine stringendosi la borsa in spalla.
"Dici che prima o poi lo capiranno di piacersi?" chiese continuando a guardare i due allontanarsi.
"Beh, meglio tardi che mai" le risposi facendole un occhiolino.
"Yep" si intromise Sam facendo scattare lo sguardo da Jasmine a Mike.
"Voi ragazze siete davvero strane" disse Calum infilando una mano nella tasca dei jeans.
La sua ragazza aprì la bocca pronta a rispondere, ma la campanella la precedette evitando una discussione che sapevo sarebbe nata tra i due.
"Forza nanetta, andiamo" mi affiancò il moro con il cespuglietto biondo.
Feci una smorza per il modo in cui mi aveva chiamata, facendolo sorridere.
"Senti, ma se tuo padre è alto e tua madre d'altronde non è così bassa.. la tua statura da chi l'hai presa?" sghignazzò, mentre ci avvicinammo alla classe di biologia.
"Mia nonna" ringhiai alterata. Si odiavo mia nonna, e si so che è una cosa orribile da dire. Ma ha cominciato lei, non voleva neppure che nascessi, pft.
"Ok, ho capito. Non parlo più."
Lo ringraziai mentalmente, forse aveva intuito che quello era un argomento tabù per me.
Mi buttai pesantemente sulla sedia e aspettai esasperata che un altro giorno di scuola finisse, forse l'unica cosa che mi dava la forza per continuare a studiare era la gita. Ah, la Spagna era sempre stato un mio sogno e non riuscivo a credere che tra meno di due settimane quel momento sarebbe arrivato.
Che poi dai, la verità era che morivo dalla voglia di vedere come erano i ragazzi spagnoli. Dicevano tutti che erano così sexy..
"Benson!"
"Si?" sussultai spaventata.
"Ha intenzione di continuare a sbavare o magari stare attenta alla lezione?" domandò il professore con quel ghigno che gli insegnanti facevano solo quando beccavano qualche alunno fare qualcosa che non si dovrebbe fare.
"Si"
"Si cosa?"
"Si"
"La finisca!"
"Si"
"Benson fuori!"
"Si.." mi lamentai silenziosamente.
"L'ho sentita!"
"Okay, me ne vado" mormorai riuscendo a vedere di sfuggita Cal cercare di trattenere le risate.



"Hei!" Urlai sbattendo gli appunti di Kelsey sul tavolo della mensa.
 Non ci credevo, non potevo crederci! Ma come si permetteva quella zocco.. troia!
Ecco cos'era, una che appena vedeva un ragazzo carino si comportava come una gatta morta. Ma cos'aveva quella ragazza al posto di un po' di sanità mentale e un po' d'orgoglio femminile?
Mi alzai furiosa dalla panca sotto lo sguardo confuso di tutti i ragazzi e mi diressi verso la porta, dove stavano entrando Kevin avvolto fra le braccia di quella pu.. puzzola di Megan.
"Lascialo" ordinai non appena fui davanti ad entrambi.
Quella fece un ghigno strafottente avvicinandosi di più a lui.
"Come scusa? Perchè dovrei farlo?" fece con quella sua vocina nauseante.
Kevin mi guardò con uno sguardo supplichevole, muovendo gli occhi affinché capissi di levargliela di dosso.
"Se non lo lasci giuro che ti strappo di dosso quelle tette finte e te le ficco non dico dove" la minacciai allacciando le braccia al petto.
Il suo sorriso svanì, come le sue mani dal corpo del mio, e sottolineo MIO Kevin.
"Prima il mio ragazzo e adesso mio fratello. Non lo so, c'è qualcos'altro che vorresti rubarmi Megan? Anzi, forse è proprio questo il punto, neanche tu sai quello che vuoi. Perché non cerchi di chiudere le gambe e di aprire un po' di più il cuore? Almeno la gente smetterà di parlare di te come una poco di buono. Dio!" smisi di guardarla e afferrai Kevin per la mano per poi tornare al nostro tavolo. Forse non dovevo dirle quelle cose, ma dannazione era già tanto che non le avevo risposto al suo scherzetto del cavolo, in qualche modo dovevo pur sfogarmi.
"Che discorsetto" mi prese in giro Ashton addentando la sua fetta di pizza.
"Mi ha fatto incazzare" alzai le spalle, dicendo la verità.
Sentii un pizzico sul fianco e quando voltai lo sguardo, vidi Luke farmi segno di avvicinarmi maggiormente.
"Che c'è?" chiesi scivolando di poco sulla panca.
"Il tuo ragazzo eh?" sussurrò in un misto fra serio ma anche abbastanza divertito.
O cazzo, o doppio cazzo, o triplo cazzo.
L'avevo detto seriamente?
Sorrisi appena, per poi mordermi violentemente il labbro. 
"Ups?"


 
O mio Diooooooooooooooo sto aggiornandooooo! 
Non ci credo neanche io D: hahah
Sembra quasi un miracolo, che la vita ti riserva cose inaspettate è vero, la mia ha proprio esagerato!
Vi dico soltando che ogni volta che mi mettevo a scrivere c'era sempre qualcuno che rompeva e indovinte un po'? Come se non bastasse i miei stanno ristruttando casa, tenendo occupata pure me. :(
Vabbo bando alle ciance, vi è piaciuto  il capitolo? Cavolo spero proprio di si, ci ho messo tanto a scriverelo e perdonatemi se non è il massimo. Cercherò di rifarmi in qualche modo :3
Aniway, devo seriamente ringraziarvi per la vostra pazienza, e il vostro sostegno, siete fantastiche!
Ah, volevo dirvi che forse pubblicherò la storia su wattpad, visto che molte di voi me lo hanno chiesto. Cercherò di scoprire come cavolo funziona quel sito e spero seriamente di riuscirci :D
Okay, basta me ne vado ho scassato abbstanza. 
Good Bye <3

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