★BABY, THE STARS SHINE BRIGHT★

di Liz
(/viewuser.php?uid=42410)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Secret ***
Capitolo 2: *** Passion ***
Capitolo 3: *** Revenge ***
Capitolo 4: *** Riddance ***



Capitolo 1
*** Secret ***


 

 

BABY, THE STARS SHINE BRIGHT

 

1.     cap

Secret

Ti porterò in un altro mondo.
Porterò il tuo cuore in un altro mondo.
Il segreto appartiene a una parte di me.

[The secret – Lacuna Coil]

 

Avete mai provato la sensazione di buttarsi nel vuoto da 30 metri d’altezza?

Lo stomaco in gola, le pulsazioni a mille, il respiro affannato, un urlo soffocato nelle corde vocali: come una droga.

Era questo ciò che si provava quando Amber Miller, in arte Baby, la nuova cantante  del momento, saliva su palco.

Prima ti colpiva la sua straordinaria, serafica bellezza. Con i boccoli d’oro lunghi fino alla vita, gli occhi come un lago ghiacciato, la pelle di porcellana pregiata, il sorriso luminoso.

Poi ti impressionavi per la sua conturbante capacità di riempire la scena e di coinvolgere il pubblico semplicemente lasciandosi andare sulla propria musica, sentendola davvero sua: parte della sua anima. Chiudeva gli occhi, prendeva un respiro profondo, spegneva la mente e il suo corpo si muoveva cullato dalle onde sonore della canzone.

Come ultima, la sua voce: trafiggeva il tuo spirito, imprigionava la tua volontà e da quel momento saresti stato per sempre suo.

Era un’ eufonia inebriante di suoni, di note. La sua voce era uno strumento suonato alla perfezione da mani esperte da tutta una vita; era il richiamo degli angeli, era sospirata, agognata, desiderata morbosamente.

Era trasparente come l’acqua in un bicchiere di vetro, tranquilla come un lago di montagna, dolce come zucchero filato, brillante come un diamante finemente tagliato.

Ti prendeva per mano, ti portava nei mondi lontani di cui cantava. Sentivi il profumo fresco delle rose, la morbidezza dell’erba bagnata di rugiada, l’eco lontana dell’oceano pulito.

Quella voce dominava il tuo animo, facendoti provare le sensazioni che elogiava in misura mai sperimentata prima. Ti entrava dentro, metteva radici, fioriva in fretta con meravigliosi boccioli di mughetto e poi ti abbandonava. Rimaneva nel tuo spirito e si nutriva di esso.

Quando il concerto finiva ti sentivi privato di un pezzo di te; eri triste, solo, come se avessi perso la compagna della tua vita. Smarrito in una valle buia, in una notte senza stelle.

Da quel momento non avresti perso occasione per poter ascoltare di nuovo quel suono celestiale, quell’armonia perfetta di bassi e acuti, di silenzi e parole.

Ormai eri di proprietà dell’angelica perfezione di Amber Miller, in arte Baby.

***

Lowell Hill era un ometto paffuto sulla cinquantina, con le guancie rosate e lucide, gli occhi neri piccoli e acquosi, e il riporto.

Ve lo immaginereste avvolto in un grembiule rosso unto intento a servire cordialmente Hot Dog mentre vi intrattiene con la sua parlantina allegra e spigliata, magari provvisto anche di quei cappellini a punta di carta.

Ma a quel tempo Lowell Hill era seduto nel suo lussuosissimo ufficio, dietro alla sua scrivania di mogano sulla quale picchiettava velocemente la penna stilo d’oro.

Era felice Lowell Hill, molto felice.

Il movimento euforico delle sue dita sulla penna venne interrotto dal bussare sommesso alla sua imponente porta.

“Avanti!” esclamò alzandosi dalla comoda poltrona nera di pelle.

Tra le pareti bianche della stanza apparve un angelo accompagnato da Leann Reed, una donna sui trent’anni molto ambiziosa. Era la tipica donna in carriera: frigida, con gli occhiali, i capelli raccolti e le scarpe impeccabili.

Lowell si avvicinò all’ eterea figura di Baby, confermando la sua scarsa altezza, e le scosse la mano, aggiungendoci delle paterne pacche sulla spalla.

“Ottimo lavoro Baby! Il concerto di ieri sera è stato un tale successo che le entrate di soldi sono raddoppiate! Ma no che dico… triplicate!!” cinguettò saltellando.

La nostra Baby, ovvero Amber Miller, sorrise dolcemente con le labbra rosate, socchiudendo gli occhi di ghiaccio e sistemandosi timidamente i capelli d’oro dietro l’orecchio: movimenti perfetti.

“Sono molto felice che il mio lavoro sia apprezzato così tanto, e possa giovare in tale modo alla casa discografica… ma senza l’aiuto vostro e della cara Leann tutto ciò non sarebbe stato possibile!”

L’ometto gongolò dondolando e arrossendo “Suvvia, signorina Miller, non sia modesta! È lei quella bellissima e bravissima!”

L’angelo portò una mano davanti alla bocca e rise con riservatezza. Poi Leann e Lowell cominciarono a parlare dei prossimi impegni di lavoro e tutto si fece più noioso.

***

“UFFA! Che palle che è quel vecchio!” sbottò la celestiale Amber mentre si buttava sul divano del suo camerino privato.

Prese brutalmente in mano un pacchetto di cioccolatini regalatogli da un fan e cominciò a buttare nel cestino tutti quelli che avevano lo sfortunato destino di non essere alle nocciole.

“SHHH!! Non urlare così Amber, potrebbero sentirti!” sbraitò Leann Reed mentre risistemava il caos che regnava nella stanza.

La ragazza la ignorò completamente “È bello quando mi fa i complimenti ma il resto è sempre solo lavoro e lavoro. Dovrebbe concentrarsi si più sull’elogiarmi! Ci sono case che pagherebbero miliardi pur di avermi…”

La sua agente scosse la testa contrariata e le buttò addosso tutti i vestiti che erano sparsi per terra: almeno una quarantina. “Sarà meglio che li metti in ordine, signorina!” esclamò arrabbiata.

Da sotto la stoffa Amber sbuffò e con un solo movimento di braccia li face ricadere per terra.

Si rivolse poi all’altra con sguardo di sfida, masticando un cioccolatino.

“Sei tu quella non famosa qui. Quindi devi mettere tu a posto. È un ordine.”

Leann serrò le labbra e riprese a raccogliere i vestiti.

“Dovresti controllarti di più anche quando sei sola. Che succederebbe se qualcuno scoprisse il tuo vero carattere? La tua immagine sarebbe rovinata, come la tua carriera e la tua vita!”

Amber roteò gli occhi. “Certo che a volte sei proprio pallosa”

Toc toc.

“Vado io!” disse Amber correndo verso la porta, che aprì lentamente.

Davanti a lei apparvero tre ragazzi stupendi, di quelli che si vedono solo sulle copertine dei giornali.

“Buongiorno ragazzi!” pigolò sorridendo lei.

Kameron, il primo dei tre, entrò nella stanza accarezzandole la testa: era alto, altissimo, coi capelli lunghi color del miele e gli occhi di un blu talmente intenso da far venire il mal di testa. I lineamenti magari non erano granché, ma il fisico lo era eccome. Oh se lo era: slanciato, muscoloso ma comunque magro, scattante e tonico. Anche da sotto le magliette si riusciva a vedere benissimo, come se il suo stesso corpo volesse dire “guardatemi, sono perfetto”.

Dopo lui entrò il suo compagno di band, Abel: alto un po’ meno di Cameron, e col fisico meno da dio classicheggiante ma ugualmente bello. La sua arma vincente era il viso: capelli neri come la pece disordinati, occhi verdi e grigi come smeraldi, lineamenti da putto preraffaellita, delicati ed eleganti, perfettamente proporzionati con le labbra piene e carnose. Lui, più espansivo e cordiale, salutò Amber con un bacio.

E per ultimo entrò Kain Roberts, che Amber non la degnò nemmeno di uno sguardo: fissava lo spazio davanti a sé come un naufrago, che non sa dove si trova ma è certo che vorrebbe essere dall’altra parte del mondo. Lui era il più avvenente, nonostante fosse il più riservato: i capelli castani leggermente lunghi e scalati riflettevano bagliori biondi, gli occhi azzurri erano cielo in primavera attraversato da poche nuvole bianche e soffici. Era alto poco più di Amber e aveva un fisico abbronzato, asciutto ma comunque pieno.

Era il tipico “ragazzo della porta accanto”, il sogno di tutte le ragazzine del mondo: per questo aveva tanto successo nonostante fosse solista. La sua fama si estendeva in tutto il mondo, non c’era donna al di sotto dei 16 anni che non sapesse chi fosse il mitologico Kain.

E per questo era anche rivale di Amber: non possono esistere due stelle così luminose nella stessa casa discografica. Tra loro era guerra dichiarata, ma per decenza e immagine non si oltraggiavano mai in pubblico.

“A cosa devo la vostra visita?” chiese Amber, cadenzando perfettamente ogni singola parola, ai tre adoni seduti sul suo divano.

“Abbiamo saputo del tuo successo di ieri sera e volevamo congratularci con te! Ehi ma perché sono solo alle nocciole questi cioccolatini?” esordì Cameron con tono simpatico.

“Sì!” continuò Abel, con gli occhi luccicanti d’ammirazione, mentre giocava con una collana di perle “Insomma, sei stata grande! Il pubblico era completamente in balia della tua voce…! Sei talmente brava, Ambry!”

Kain invece non disse nulla.

Amber si nascose il viso tra le mani e ringraziò entrambi per l’eccessiva gentilezza.

“Sei una creatura perfetta, Amber. Fai quasi paura, sai? Però non mi sarei mai immaginato un tale disordine nel tuo regno!” sentenziò Cameron curioso.

“Oh… scusate! Ma sapete com’è, l’agitazione per il concerto… stavo mettendo in ordine proprio ora!” una risata sommessa arrivò da Leann che ricevette uno sguardo raggelante da Amber. Spaventata, prese la borsa, salutò e si dileguò dalla stanza.

CRASH!

Si girarono tutti verso Abel, dal quale era provenuto il rumore assordante. Il nero era sbiancato completamente davanti alla vista della collana di Amber rotta e delle sue perle sparse per tutta la stanza. “Od-Oddio!! Ambry, mi dispiace! Non volevo, io non…!”

Amber strappò il filo nudo dalle mani del ragazzo e sorrise di nuovo.

“Oh, non preoccuparti Abel… non era molto importante, anzi! Non mi piaceva affatto…Stai tranquillo, non potrei mai arrabbiarmi con te!”

Abel sorrise confortato e con Cameron cominciò a raccogliere le perle cadute; costrinsero anche Kain a farlo.

A un certo punto Cameron scattò in piedi guardando l’orologio.

“Oh merda! Sono le 4, Abel! Dobbiamo essere alla radio tra 10 minuti!”

L’altro lo fissò incredulo e si alzò anche lui, imprecando. Salutarono Amber con un bacio e corsero celermente fuori dalla stanza.

Appena si fu chiusa la porta Amber cominciò a cristonare come al suo solito contro Abel, dimentica del fatto che Kain fosse ancora nella stanza.

“Dannazione, stupido ragazzino! Quella collana mi piaceva un casino, cazzo! E ora per colpa delle tue mani di merda si è rotta!! Vaffanculo Abel!! Siete tutti e tre degli str-” ma non finì mai la frase, perché si era finalmente resa conto che Kain non era uscito con gli altri due, ma che anzi, era ancora dietro di lei.

Si voltò di scatto e incontrò lo sguardo inorridito del moro, che non riusciva a chiudere la bocca spalancata per lo stupore.

Amber impallidì all’istante.

“Oh merda” disse questo prima di vedere gli splendidi occhi azzurri di lui mutare espressione in sfida. Nel cielo di primavera c’era un temporale.

“Non ci credo.” Esordì lui con voce euforica “La perfezione fatta persona, l’angelo in terra… non è altro che una sboccata viziata!”

Amber non fu in grado di dire nulla. Stava impalata in piedi, tremando. Avrebbe dovuto ascoltare Leann, la sua vita ora era irrimediabilmente distrutta!

“Non riesco a crederci. Posso eliminarti in un solo colpo, spifferando tutto ai giornalisti… la tua popolarità scenderebbe ai minimi storici, e io avrei vinto!”

Amber sapeva già tutto questo. Cosa avrebbe potuto fare per risolvere la situazione?

“S-Senti Roberts… che ne diresti di un patto?” disse fingendo sangue freddo. Kain la guardò interessato.

“Vuoi soldi? Vuoi più popolarità? Chiedi e ti sarà dato. Non perderò di certo per questo mio stupido errore.”

“Mi stai corrompendo…? Di bene in meglio, mia divina Baby!”

Cazzo, cazzo, cazzo. Ormai era tutto perduto.

Ma Kain si avvicinò ad Amber e le mise una mano sotto il mento, costringendola ad alzare il viso.

“Non voglio né soldi, né popolarità: ne ho già fin troppo di entrambi.”

“E-e allora cosa vuoi?” azzardò titubante la ragazza, mentre il contatto col fisico di Kain, indotto dalla presa del suo braccio attorno alla sua vita, la faceva tremare.

Lui si avvicinò alle sue labbra e sospirò, mentre infilava una mano sotto la sua maglietta.

“Voglio il tuo corpo.”

Amber spalancò gli occhi tremolanti.

“Il… il mio corpo?”

Kain le sfiorò la guancia con la propria, socchiudendo gli occhi.

“Sì. È una delle poche cose che ancora mi manca.”

Cantare per lei era l’unica opportunità nella vita: non aveva altre doti particolari e non sarebbe sopravvissuta al di fuori del mondo della musica.

Dare sé stessi e la propria dignità pur di avere successo, pur di vincere: ecco a cosa era disposta Amber Miller, in arte Baby.

“Allora è troppo facile averla vinta.” disse mentre Kain le slacciava i pantaloni bianchi.

 

 

 

 


 

commento poco serio

 

Bah XD Sono una ragazza volubile lo so, ma quando mi viene la fantomatica ispiraton non mi ferma più nessuno! Per tutti coloro che seguono Loving comes naturally, state tranquilli, il prossimo capitolo è già quasi pronto!! Questa piccola storia non la pregiudicherà affatto :D

Comunque questa storia è tutta da vedere. Chissà.

Dipende solo da voi se continuerà a no *__* ergo, commenti!! Ne ho bisogno XD

Alla prossima!

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Passion ***


 

 

BABY, THE STARS SHINE BRIGHT

2.    cap

Passion

Adesso spogliati:

io voglio morderti.

[Gabri – Vasco Rossi]

 

Amber si alzò piano dal divano sul quale era ancora steso Kain, si infilò la prima vestaglia che trovò sul pavimento e si diresse in bagno.

Quando ritornò nella stanza il ragazzo si era già vestito e sistemato.

Lei lo guardò trapassandolo con i suoi terribili occhi di ghiaccio, ma lui si avvicinò e le mise una mano dietro il collo, intrecciando le dita lunghe coi boccoli biondi.

“Non credere che sia finita qui, mia piccola Baby.”

L’espressione di Amber divenne raccapricciata, mentre ritraeva il viso da quella vicinanza snervante. Gli occhi oltremare di Kain sorrisero.

“Ricorda che ora che so il tuo piccolo segreto ho il coltello dalla parte del manico, e posso usarlo quando voglio. Ti converrà fare ciò che voglio io…” detto questo, le diede un ultimo bacio alla francese e uscì dalla stanza a grandi passi, chiudendo la porta rumorosamente.

La ragazza rimase immobile per qualche secondo; poi, lentamente, mosse qualche passo verso il centro della stanza e cominciò a cercare il proprio intimo. Si accovacciò per terra per raccoglierlo ma rimase ferma, con una mano protesa verso il pavimento.

Aveva le labbra rosee serrate in una smorfia di rabbia e gli occhi agghiaccianti riscaldati di odio.

“Vaffanculo, stronzo arrapato di merda!” un urlo partì da tutta la sua anima.

***

“Insomma Amber, sei pronta?!” urlò Leann spazientita attraverso la porta del camerino. La punta della sua scarpa nero lucido tacco 10 sbatteva ripetutamente sul pavimento di marmo bianco e grigio, provocando un rumore fastidioso e irritante.

La porta si aprì senza preavviso, rivelando Amber e il suo volto luminoso e sorridente come ogni volta. Non importava se si era venduta. Non contava nulla il fatto che la sua ragione di vita fosse in pericolo.

The show must go on.

“Santo cielo Amber! Lo sai che quelli della tv sono tremendamente impazienti!” inveì la sua agente agitando le mani per aria. La ragazza non rispose e continuò a camminare.

“Mi raccomando di non farti scappare qualche stupida scenata!”

“Porco di-… ehm, volevo dire, non preoccuparti cara Leann! Ci sono abituata, nessuno potrà mai scoprirmi!” sorrise gioviale Amber. Bugia bugia… del resto era sempre lei, capricciosa e arrivista!

Appena fuori dall’entrata della Lowell Record, una valanga di flash investì la piccola Amber allegra e dolce come una bambina piccola. Degli omoni enormi e vestiti di nero la fecero passare in mezzo all’accozzaglia di giornalisti che li si accalcavano attorno per una foto o una risposta, ricevendo in cambio solo un saluto o un sorriso.

Baby salì sulla limousine bianca e si sedette composta, accompagnata da Leann.

Appena la portiera fu chiusa si girò verso la persona accanto a lei, mascherando la voce e l’espressione inasprita.

“E tu che ci fa qui?” chiese il più cordialmente possibile.

Kain la fissava schernendola con un sorriso da schiaffi.

“Il network ha voluto intervistare anche me… Un’ora con le stelle musicali del momento! Sarà uno spasso, vero piccola?” disse allungando una mano verso lei, che la fermò con uno schiaffo.

“Non chiamarmi piccola, stronzo” sussurrò ringhiando in modo che nessun’altro dei passeggeri potesse sentire.

Altrettanto piano Kain rispose “Mi piace sempre di più questo tuo lato perverso!”

Amber rimase paralizzata. Kain aveva detto che gli piaceva…?

Ah, non importava. Doveva trovare un modo per uscire da quella situazione, non poteva permettere che il suo orgoglio fosse di nuovo calpestato come una foglia secca.

Anche se doveva ammettere che a letto Kain non era niente male…

***

L’intervista televisiva si svolse nel migliore dei modi: le domande poste erano state programmate e le risposte in parte suggerite in precedenza.

Ormai a dieci minuti dalla fine Amber si sentiva sollevata: temeva che Kain avrebbe detto qualcosa riguardo il suo segreto, ma così non era stato. Anche lui, come lei, aveva seguito il copione.

Ma la catastrofe arrivò proprio in quei dieci minuti, alla fatidica domanda improvvisata: volete dire qualcosa l’uno all’altro?

Amber agitò la testa e rifiutò categoricamente di parlare.

“Io ho qualcosa da chiedere a Baby” disse Kain pacatamente. Amber si girò verso di lui, terrorizzata: gli occhi provocanti di lui non  lasciavano presagire nulla di buono.

“Volevo sapere se ieri pomeriggio le era piaciuto fare sesso con me”

Silenzio.

Dopo qualche secondo un urlo si sollevò tra il pubblico, allibito: il presentatore li incitava al silenzio, ma anche lui era interessato a questa domanda.

In mezzo il caos esploso in sala Amber era pietrificata, lo sguardo spalancato fisso sul moro.

Lui aveva promesso di non dire a nessuno del suo segreto in cambio del suo corpo, ma con quella frase aveva ottenuto le stesse conseguenze: la sua figura di essere angelico, puro e soprattutto inlibato, era saltata per sempre. Era stata raggirata come una sciocca! Non poteva più permettere tutto questo.

Era arrivato il momento della vendetta… e aveva già un’idea.

Fu così che in mezzo al delirio ormonale dei fan, Baby scoppiò a piangere. Lacrime vere.

Si teneva il viso rosso con le mani a pugno e singhiozzava e gemeva e si asciugava gli occhi.

Il presentatore, la valletta, la famosa modella Anne Cooper, e Kain stesso le furono a fianco, chiedendole se stesse bene. In mezzo ai singhiozzi riuscì però a dire un frase chiara ed efficace.

“M-mi ci ha costretto!”

Silenzio.

Tutte le persone presenti impallidirono, Kain Roberts soprattutto.

Quando Amber fu sicura del successo della sua trovata, continuò a parlare.

“Io non volevo… non avrei mai voluto! Volevo arrivare vergine al matrimonio! Ma Kain Roberts mi ha raggirato e mi ha obbligato con la forza ad andare a letto con lui…!”

Il moro stava per lasciarsi sfuggire un’imprecazione ma Amber scappò piangente dietro le quinte prima che potesse accadere qualcosa.

In mezzo ai fischi e alle urla inorridite del pubblico Kain la seguì fin nel camerino, chiudendo la porta dietro di sé. La Amber davanti a lui ghignava vittoriosa, appoggiata con la schiena alla specchiera.

“Tu brutta…” cominciò Kain, accostandosi minaccioso a lei, con le sopracciglia piegate dalla rabbia. In tutta risposta la ragazza rise, con quelle inflessioni che sembravano i campanellini degli angeli.

“Alla fine ho vinto io, vero Roberts? Nonostante la tua furbizia…”

Kain posò violentemente una mano sullo specchio, facendolo vibrare, e proprio vicino al viso candido di Amber che si interruppe spaventata.

Si guardarono carichi d’odio a lungo. Gli occhi grigi di lei penetravano il cielo di quelli di lui con la stessa intensità di un tuono. Kain respirava affannosamente per la rabbia, Amber sentiva prudere le mani per la voglia di fargliela pagare.

Sentivano che non potevano più resistere, stavano per scoppiare: al diavolo la parvenza!

Nello stesso istante si mossero entrambi uno verso l’altro, e in un attimo si stavano baciando appassionatamente.

Lei attorcigliava le dita attorno al suo collo e sfregava il bacino contro il suo per provocarlo; Kain con una mano la teneva per i capelli, con l’altra scendeva fino alle sue cosce scoperte dalla minigonna.

Trascinata dal bacio Amber saltò e chiuse le gambe attorno alla vita del ragazzo, che preso alla sprovvista, si sbilanciò fino a farla scontrare con la specchiera.

Sorretta ora anche dal muro, Amber lasciò il proprio décolleté in balia della lingua di Kain, mentre con le mani gli avvolgeva impazientemente le ciocche di capelli più lunghe.

Ormai Amber Miller, in arte Baby, era di proprietà del seducente Kain Roberts.

***

Due giorni dopo fu indetta una conferenza stampa per placare la diceria di un Kain Roberts violentatore e una Baby non più pura come la Vergine.

Fu adottata la scusa di una trovata per aumentare l’audience e la notorietà dei due cantanti: avete idea di quanto dovette sborsare Lowell Hill per poter addossare la colpa al network dell’intervista?

Comunque Baby non disse una parola, nascosta dietro gli occhiali da sole, e nemmeno Kain proferì nulla, chiuso nel suo silenzio.

I loro agenti si infuriarono per aver tenuto loro nascosto questo accordo, ma alle fine i due amanti la ebbero vinta anche su di loro. Come al solito, del resto.

Ma Amber Miller ora doveva stare più attenta: coltivava due segreti troppo pericolosi.

Uno lo conosciamo bene: la causa dei suoi guai.

L’altro lo si può immaginare, date le capacità sessuali di Kain.

Dovunque si trovassero soli andava bene: era rischioso, sì, ma questo aumentava solo la libidine… la sensazione del proibito.

Ad Amber piacevano soprattutto le sue mani: il palmo che le accarezzava le guancie, i polpastrelli che rasentavano il suo corpo, le dita lunghe e forti che esploravano il suo piacere;

nessuno era riuscito a prenderla così tanto, anche se non voleva ammetterlo.

A lui continuava a ripetere che era l’ultima volta, ma lo sapeva benissimo che non avrebbe mai resistito a quelle labbra e a al profumo caldo del suo corpo, e ne era consapevole anche Kain. E, cavolo, se ne era compiaciuto.

Era conscio dell’adorazione che Amber aveva negli occhi quando guardava il suo viso, del sentimento (che non era più solo desiderio) che albergava nel cuore della ragazza…

***

La camera d’albergo era buia, l’aria ancora piena di respiri mischiati a grida.

Kain Roberts fissava disinteressato il soffitto, immerso nella voce seducente di Amber che dalla doccia canticchiava un motivo triste ma rapido, incerto in alcuni punti.

Quando la ragazza rientrò nella stanza avvolta nell’asciugamano bianco e soffice, Kain si mise a sedere per avvicinarsi a lei. Le appoggiò le mani fresche sulle spalle bollenti e ancora bagnate, avvicinando il viso alla pelle.

“Che canzone era?”

Sentì il corpo vellutato di Amber sfuggire alla sua anelante presa per stendersi sul letto, sopra di lui: a dividerli c’era solo la stoffa umida dell’asciugamano, che stranamente agitava il ragazzo.

No, non era il contatto tra loro che lo faceva impazzire… era la vicinanza col viso di Amber: non aveva mai contemplato così da vicino le ciglia lunghe e nere, le guancie nivee, le labbra promettenti e soffici, gli occhi grigi come il cielo d’inverno e freddi come la neve.

“Era una canzone nuova” rispose lei all’improvviso.

“Una canzone nuova…” ripeté lui senza capire e badare alle parole, totalmente perso in quel mondo mai esplorato nonostante fosse stato a lungo così vicino.

“Sì. Per il concerto di domani sera a cui parteciperai anche tu” Amber si mosse leggermente addosso a lui.

“Mmm… fammi indovinare: parla del tuo amore tormentato per me?”

Le labbra della ragazza si avvicinarono alle sue, che si protesero avide di accoglierle. Ma non si fecero trovare: lei si alzò, si sistemò i lunghi capelli bagnati dietro la schiena e sorrise; sorrise non delicatamente come Baby, ma beffardamente come Amber Miller.

“Sei un presuntuoso, Roberts. Cerca di non rovinarmi il concerto”

Detto questo si ridiresse in bagno, lasciando un Kain arruffato steso nudo sul letto.

***

Nonostante non ci fossero paragoni terreni per la voce di Baby, anche quella di Kain non scherzava: era di quelle calde, caldissime. Profonde, un po’ roche, frastagliate come il ciglio di un burrone. Era una voce di quelle che ti entrano in testa e seminano le parole direttamente nel tuo cuore, accompagnandoti nei pensieri come se fossero una parte di te.

Per questo quando finì la sua canzone migliore ci fu un boato tra il pubblico, riunito nello stadio per lo straordinario concerto di Baby insieme a Kain.

Era una canzone che parlava di un amore incondizionato, adorante e profano. E lo faceva con parole e toni tali da emozionare pure Amber Miller, il cui cuore cominciò a palpitare più forte quando il moro cominciò a parlare dopo la canzone.

“Questa canzone la voglio dedicare a una persona speciale…”

Era lei.

“…Che in questo periodo mi è stata molto accanto.”

Era lei.

“Non avrei mai pensato di poter provare tali sentimenti se non fosse stato per questa ragazza.”

Era lei. Alla fine era riuscita a far innamorare anche il mitologico Kain Roberts, il suo rivale per eccellenza, lo sbruffone menefreghista! Ora che aveva in pugno il suo cuore poteva vincere la loro eterna sfida mai proclamata!

“Ciò che ho appena cantato era solo per te, per farti capire quanto il mio amore ti appartenga… Questa era per te…”

Ma quando lui si girò verso di lei, abbracciando il suo sguardo, Amber Miller capì che non avrebbe sfruttato questo sentimento. Lo avrebbe semplicemente accolto. E anche ricamb-

“… Anne Cooper.”

Crack. Cos’era quel suono, Baby?

Forse il tuo cuore che si spezzava.

 

 

 

 


 

commento poco serio

 

Non è che Vasco mi piaccia più di tanto: io sono una Liga convinta! Però quelle parole ci stanno, no? *_*

Ah che teneri. Teneri e cattivi, vero?

Però insomma, lo sapevo, e nonostante questo mi stupisco di loro u_u cioè… ma Kain, come fai a fare queste cose alla povera Amber? é_e Per quanto possa essere sboccata e viziata è pur sempre una ragazza innamorata…. Sì, mi lamento con lui perché fino a 10 minuti fa non sapevo cosa sarebbe successo alla fine di questo capitolo. Insomma, sono una pessima scrittrice che si fa guidare dai personaggi =__= dovrebbe essere perlomeno il contrario, no?

Stupidi ragazzi troppo orgogliosi, volete capire che vi si vuole bene?! Ma qmfrwnivo +impreca+ brutto stupido!!! +ehm, qui si va nel personale…+

 

Comunque, passiamo ai ringraziamenti!

Uou *__* 5 recensioni e 6 preferiti!! Sono tanto felice! Grazie grazie grazie!! Anche se so già che sarà impossibile battere questo record anche in questo capitolo… ç_ç

Mi raccomando lo stesso, ditemi che ne pensate!! *_* ve ne sarò grata per sempre *_* sìsì

 

Il prossimo è l’ultimo?

Il prossimo è l’ultimo?!

No ç_ç mi ci sto affezionando, dannazione!

Comunque il prossimo è l’ultimo.

 

See you soon!

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Revenge ***


 

 

BABY, THE STARS SHINE BRIGHT

3.     cap

Revenge

I nostri ricordi
Possono essere seducenti.
Ma alcuni sono davvero imponenti.
Spaventosi.

[Don’t speak – No doubt]

 

C’era qualcosa di diverso negli occhi di Baby, durante il party dopo il concerto.

Erano bellissimi come sempre: i loro folgori bianchi ti trapassavano i pensieri e scintillavano come brillanti mentre guardavano Kain Roberts, che stringeva per un fianco la modella Anne Cooper.

Ma non erano come al solito. Era solo una sensazione, una nota amara che ti trasmettevano fin nel torace, dentro i tuoi polmoni: era il cancro della rabbia.

Oh, e quando Anne avvicinò la cantante, per un attimo sembrò di essere in paradiso per quanta era la loro grazia.

La bellissima modella dal caschetto liscio e color cioccolata, la pelle come ambra colata, gli occhi di cenere ardente, un corpo da mozzare il fiato; la angelica cantante, con lunghi fili d’oro avvolti su loro stessi per capelli, gli occhi di un ghiacciaio, la pelle di una bambola pregiata, un sorriso capace di scaldare più del sole di luglio.

“Complimenti per il concerto, Baby” disse Anne porgendole una mano.

“Grazie. Mi fa piacere che ti sia piaciuto.” rispose politicamente Baby; ma Amber Miller ruggiva dentro di lei.

Kain osservava la scena serio, seduto su un comodo divano di pelle rossa, appoggiando il gomito su di esso e tenendo una mano sul viso.

Contemplò l’arrivo di Leann tra le due donne, le sue congratulazione per il fidanzamento della Cooper.

Studiò l’espressione di Baby, sorridente e cordiale. Amber Miller era proprio una brava attrice, non ce n’era il minimo dubbio.

Aspettò che Anne e Leann si fossero allontanata da lei per avvicinarla e porgerle un Cosmopolitan.

Lei lo fissò interdetta per qualche secondo, poi senza un minimo tremore nella voce, rispose: “Non bevo alcolici, grazie.”

***

Verso le 5 di notte, qualcuno bussò alla porta della camera d’albergo di Amber.

La ragazza non stava dormendo affatto, era semplicemente immobile: raggomitolata su stessa, tra le lenzuola; immobile. Non rispose.

La maniglia d’ottone girò lentamente verso il basso e la porta si aprì, facendo entrare la luce accecante del corridoio nella stanza e un profumo caldo che Amber conosceva fin troppo bene.

Dopo aver chiuso la porta a chiave Kain fu subito sul letto, a cavalcioni sopra il suo corpo raccolto.

Con una mano scostò il lenzuolo bianco dal suo viso e ne rivelò gli occhi vuoti.

“Allora sei sveglia. Perché hai lasciato la porta aperta?”

Amber non rispose.

“Lo so io perché. Tu mi ami, mi vuoi. Sei pazza di me”

Amber non rispose; girò solamente il viso verso il ragazzo, senza mutare espressione.

“Ho vinto” concluse Kain sghignazzando.

“Hai vinto…? La nostra guerra?” chiese la ragazza atonica, perdendo la delicata tonalità della voce.

Lui scosse la testa.

“Ancora quella stupida questione? Non c’è dubbio che sia tu ad avere più talento. No… io ho vinto qualcosa di più prezioso…” si avvicinò all’orecchio di Amber e lo morse delicatamente, facendole venire la pelle d’oca.

“… Ho vinto il tuo cuore. Ormai lo possiedo completamente.”

Amber spalancò gli occhi e lo allontanò prima che le sue labbra fossero troppo vicine per controllarsi.

“Dimmi perché Anne Cooper”

Lui rise.“È  troppo bella?”

“Perché sei qui con me, mentre potresti scoparti una come lei?” la solita faccia tosta di Amber.

Kain si fece serio; si mise seduto e la osservò dall’alto.

 

“Perché anche io sono pazzo di te”

“Balle”

 

Amber Miller si sedette affianco a lui, lasciando volutamente cadere una spallina della camicia da notte di seta rosa. Avvicinò il viso al suo collo, mentre appoggiava una mano oltre le sue gambe.

Non avrei mai pensato di poter provare tali sentimenti se non fosse stato per questa ragazza… è evidente che ami lei.”

“Chiaro come il sole”

“Perché sei qui?”

“Il sesso con Anne è noioso: fatto una volta, fatto per sempre. Con te è diverso…sei esplosiva.”

“Non trattarmi da stupida, stronzo” replicò sfregandosi involontariamente contro il suo petto; sentì la temperatura del suo corpo aumentare vertiginosamente mentre si facevano lentamente cadere sul materasso morbido.

“Io ti tratto come voglio. Posso fare di te qualunque cosa, ora che ho il tuo cuore.”

Amber si alzò in piedi e si allontanò da lui lentamente.

“Sei sicuro di possederlo completamente?”

Kain la guardò interrogativo prima di girarsi verso una voce chiara e leggermente infantile.

“Amber va tutto bene…? Ho sentito delle voci e-” Abel Johnson si bloccò sulla soglia del bagno, stupito nel trovare Kain Roberts seduto sul letto. “Kain?! Che ci fai qui?”

Il moro fissava inorridito la sua figura, il suo corpo bagnato e coperto solo da un paio di boxer azzurri. “A-Abel…? Ma…” si voltò verso Amber che lo fissava compiaciuta, con le braccia incrociate.

“Scusami Kain, caro, ma ho finito anche io il mio shampoo… come vedi sono occupata con Abel, potresti non tornare fino a domani mattina?” disse lei senza smettere di guardarlo negli occhi sconvolti.

Passarono dei secondi interminabili.

All’improvviso Kain si alzò e uscì dalla stanza senza dire nulla. Amber lo fissò andarsene e si avvicinò al nero che era ancora in piedi davanti a lei.

Strinse le braccia attorno alla sua schiena e immerse il viso nel suo petto.

“Ma che è successo qui?” chiese lui preoccupato.

“Nulla, Abel, amore. Ora baciami… voglio farlo di nuovo” rispose evasiva Baby.

Kain Roberts amava Anne Cooper, lei ne era più che convinta.

Amber Miller amava Kain Roberts, non aveva mai avuto dubbi sui suoi sentimenti.

Doveva vendicarsi, farlo impazzire come stava impazzendo lei.

Doveva fargli capire che senza di lei non avrebbe mai più potuto amare così intensamente e provare un piacere così violento.

***

Da allora gli unici contatti furono gli sguardi.

Lei poteva risentire il bollore del suo corpo forte attraverso quell’azzurro cielo, che rievocava mondi lontani.

Lui riusciva a rivivere la sua voce, la sua morbidezza tre le proprie braccia, con le sfumature bianche e grigie come la neve.

Parlare? Mai.

Erano troppo orgogliosi: nessuno avrebbe mai ceduto se prima non mollava l’altro.

E così, un altro amplesso di sguardi.

***

“Ambry… sei sicura di amare me?”

La ragazza si girò verso Abel Johnson, sdraiato di fianco a lei sotto le lenzuola spiegazzate; percorse i suoi lineamenti perfetti con occhi sicuri e si chinò sulle su labbra, dolcemente.

“…Sì. Perché dubiti?” rispose infine, sussurrando.

Abel la allontanò, sebbene a malincuore, e la tenne a distanza per le spalle, scrutando le luci dei suoi occhi. Rimasero così per lunghi minuti: Amber non riusciva a capire perché lui stesse studiando così accuratamente i suoi occhi, le dava fastidio.

All’improvviso l’espressione seria del nero si rabbuiò. Deviò gli occhi smeraldo dal viso di Amber e sospirò scoraggiato.

“Ecco, lo sapevo! Quando sei con me  i tuoi occhi non brillano come quando guardi Kain.”

La bionda si paralizzò tremante, con le labbra serrate dall’ irritazione.

“Che… stai cercando di dire…?” chiese trattenendosi dall’imprecare come una pazza.

Abel in piedi davanti al letto, si stava allacciando la cintura. Sollevò il suo viso celestiale, spostando leggermente i capelli neri e lucenti come la notte.

“Che non è giusto usarmi per far ingelosire Roberts!”

“Coooosa?! Non… non lo farei mai! Per chi mi hai presa?” recitò lei.

Abel sorrise ironico, infilandosi la maglietta rossa. “Ho capito che Amber e Baby non sono la stessa persona. Non so come tu sia in realtà… ma sono sicuro che non sei pura, perfetta e angelica come vorresti far credere a tutti”

Si avviò a lunghi passi verso la porta e prese la maniglia tre le mani pronto ad uscire, ma si fermò, voltandosi verso la ragazza stesa sconvolta sul letto.

“Finiamola qui, Baby…”

Uscì dalla stanza lasciando un Amber infuriata sul letto, con la bocca serrata in un ringhio; agitò le braccia sbattendole sul materasso, come una bambina piccola che non ottiene ciò che vuole. Dopo aver sfogato la maggior parte delle sue forze si accasciò sul letto.

Prese in mano il telecomando e accese la tv: quel giorno Kain Roberts aveva un’intervista sul suo nuovo album… che canale era?

Quando vide apparire il suo volto in primo piano alla tv, il cuore di Amber cominciò a ballare la samba nonostante la proprietaria tentasse di calmarlo.

Assaporò il suono della sua voce, rievocando il suo tocco sicuro ma delicato, eccitante…

“Nel suo album ci sono parecchie canzoni che parlano d’un amore impossibile e logorante… parlano in realtà del suo rapporto con la modella Anne Cooper?”

Amber osservò rapita il sorriso imbarazzato del moro, stringendo il cuscino al petto.

“No… le ho scritte pensando a una ragazza più esplosiva

Esplosiva!? La ragazza alzò il volume della tv al massimo. Esplosiva?!

“Ci sta dicendo che ama un’altra donna oltre ad Anne?” chiese subito l’intervistatore, sentendo odore di scoop.

“A dire il vero, io e Anne ci siamo lasciati l’altro giorno.”

Kain non fece in tempo a finire la frase che la bocca di Amber lasciò un’imprecazione tale che è meglio non riportare.

 

 

Continua…

 

 

 

 

 

 

 


 

commento poco serio

 

Non credete che io sia sempre così veloce a postare… è che vorrei finire questa storia prima che a scuola comincino a metterci sotto sul serio, perché questo mi toglie l’ispirazione per circa 9 mesi, e non vorrei farvi aspettare così tanto! D’altro canto scrivere di Amber (che, diciamocelo, è stronza XD) è uno sfogo, dato che in questo periodo mi sento parecchio stronza anche io. Cioè, lo sono perché in un certo senso ci sono obbligata… ma questi sono affari miei.

 

Ho ho ho!! Come vedete, questo non è l’ultimo capitolo! Lo sarà il prossimo comunque…

È che mi sono ritrovata a scrivere e scrivere…. E chiudere tutto in una sola pagina (per ragioni di spazio) mi è sembrato poco bello!

L’avevo già detto no, che in questa storia io non ho voce in capitolo? XD è tutta colpa di questi stupidi personaggi che si muovono da soli!! Quindi non so mai come andrà a finire il capitolo prima di questa nota…

Comunque il prossimo sarà l’ultimo… spero di avervi fatto almeno un po’ più felici!! ^_^

 

Perché io sono felicissima *__*

13 preferiti e 10 recensioni, al secondo capitolo! Grazieeeeee!!!

Grazie in particolare a Kokky, kyaraya, Bimba91, _sefiri_, Emily Doyle, AnimaDannata e cassandra 287 per i vostri magnifici e incoraggianti commenti!! >__< +si inchina+

E per i preferiti ringrazio Akasuna no Chocolat, AnimaDannata, Bella4, Bimba91, Emily Doyle, kyaraya, la_regina, Mabychan, maryt2803, mimi14, Tisia, Veronica91 e _Hermy_!!!! Mitiche *__* vi adoro!!

 

Che succederà in quest’ultimo capitolo?

Perché Kain avrà lasciato la bellissima Anne? E come si comporterà ora Amber?

Di sicuro il lieto fine con questi due boriosi non sarà molto convenzionale… il problema è: ce la faranno i nostri eroi? XD Non chiedetemelo, non lo so nemmeno io!!

 

Questo ed altro (!! Sìsì altro!! Credo, almeno… +va a chiedere a Kain+) nel prossimo capitolo conclusivo!

Stay Tuned!!

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Riddance ***


 

 

 

BABY, THE STARS SHINE BRIGHT

4.     cap

Riddance

Le finte ostentazioni di coraggio,

la cupidigia, sono divenute prive di significato

Dal giorno in cui mi hai amata.

Sono solo una prigioniera dell'amore

[Prisoner of love – Utada Hikaru]

 

Che cosa avrebbe dovuto fare Amber Miller ora?

Correre incontro al suo amante, abbracciarlo e dichiarare al mondo il suo amore, la sua sconfitta?

No, non sarebbe stato da lei.

Proprio per questo, subito dopo aver udito la frase di Kain durante l’intervista, si vestì di fretta, chiamò l’autista e fece correre per tutta la città la sua limousine bianca personale, per giungere al più presto a casa Roberts.

Si fiondò sul campanello e sulla porta di legno elegante, fino a quando qualcuno girò la maniglia laccata d’oro aprendo l’entrata: nientemeno che Kain Roberts in persona.

“Amber? Ma che ci fai qui?”

La bionda non rispose: lo guardò assorta per qualche secondo, poi si avvicinò di corsa a lui, tendendo le braccia verso il suo corpo e il suo calore tanto sognato. Il ragazzo rispose al sue gesto, sicuro, sentendola già tra le sue dita.

E invece: Amber si girò improvvisamente, afferrandolo per il braccio con entrambe la mani, e con forza lo sollevò da terra, facendolo girare per aria con una girandola e atterrare di schiena come un sacco di patate sul parquet pregiato.

Dopo qualche secondo Kain si riprese. Strabuzzò gli occhi, stordito, e guardò Amber come una pecorella smarrita, mettendo a fuoco il tacco 14 che gli premeva il petto a terra.

“TU!! COME OSI PRENDERTI GIOCO DI ME IN QUESTO MODO,  BRUTTO STRONZO!!” urlò lei, furibonda.

“…eh?” sbiascicò lui, non essendo ancora in grado di comprendere bene la situazione. Amber si posizionò a cavalcioni sopra di lui e premette la mano sul suo collo.

Il suo sguardo assassino fece venire la tremarella al ragazzo.

“Non credere che ora che hai lasciato Anne io torni da te piangendo!! Perché io…”

Kain serrò le palpebre, in attesa della temuta sfuriata omicida di Amber, ma…

“Perché… perché io non…”

Sentì la presa allentarsi sul suo collo e socchiuse gli occhi, timoroso di ciò che avrebbe potuto vedere.

“Perché…” Amber Miller stava tremando. Aveva le labbra all’ingiù e l’espressione di una bambina piccola e piagnucolona, coi lucciconi agli occhi. Una grossa lacrima le percorse le guancia arrossata velocemente, per poi cadere sul volto di Kain che, dolcemente, sciolse la presa sul suo collo e si sedette davanti a lei, prendendole il viso tra le mani.

“Ti odio Kain Roberts, ti odio con tutto il mio cuore!!” urlò lei, con la voce calma soffocata dai singhiozzi.

“Ti prego… ti odio… ti odio…” sussurrò di nuovo, mentre Kain avvicinava le loro labbra pericolosamente: si sfioravano a pochi millimetri, si respiravano a vicenda cercandosi affannosamente, non trovandosi mai per prolungare quel piacere acuto che dava al cuore l’attesa del sospirato bacio…

***

“Perché mi odi, Amber?” chiese Kain, mentre accarezzava distrattamente il braccio di Amber col dorso della mano. La ragazza, sdraiata addosso a lui, si raggomitolò tra le lenzuola bianche di cotone e non rispose.

“Perché sei come me.”

Le labbra stanche del ragazzo si distesero in un veloce sorriso. “Grazie. In pratica stai dicendo che mi ami.”

“Sei troppo presuntuoso e sicuro di te: non ho mai detto che…”

“E allora perché piangevi? Perché sei nuda accanto a me?” chiese lui, ben conoscendo la risposta, ma non riuscendo a prevedere la reazione dell’altra. L’avrebbe picchiato, se ne sarebbe andata, l’avrebbe baciato… che cosa?

“Lo stesso vale per te”

 

“Perché hai lasciato Anne Cooper?”

Il ragazzo sbuffò. “Ancora con questa storia? Il mio piano ha funzionato proprio bene!”

Amber si girò e si sollevò con entrambe le braccia, guardandolo interrogativo. “Piano? Di che stai parlando?”

Kain sembrò riflettere profondamente per qualche momento, con gli occhi cerulei avvolti nel vuoto, mentre Amber lo scrutava curiosa giocando coi suoi capelli lucenti come miele.

“Davvero non hai capito che questo era stato tutto pianificato?”

“Eh?”

“Oh, andiamo… Anne l’ho usata, solo per far ingelosire te.”

Silenzio.

“Non ti ho mai odiata, non ti ho mai considerata una rivale, anzi… sono sempre stato attratto da te. Ma tu per me avevi solo rancore ed era l’unica cosa che ci legava, così sono stato al gioco. Non sapevo come avvicinarti, ma quando ho scoperto il tuo carattere da zitella acida mi si sono aperte le porte del cielo, e non solo quelle.”

La faccia di Amber assunse un’espressione indescrivibile: gli angelici connotati erano arruffati, e anche parecchio rossi d’imbarazzo; a Kain scappò un sorriso irriverente.

“Sei stata tu a volere tutto questo, col tuo caratteraccio orgoglioso e testardo. Era l’unico modo per farti capire quanto tu in realtà mi amassi”

“Quindi avevo ragione: tu mi hai preso in giro fin dall’inizio! Sono stata solo un cazzo di divertimento!!!” esclamò stizzita, caricando uno schiaffo.

“Sei terribile, Amber! Ti sto offrendo il mio cuore- che è quello che vuoi, lo so -su un piatto d’argento e tu mi prendi a schiaffi!” Amber arrestò la sua furia, attratta dalle parole pronunciate da quella voce così accogliente.

“Anche se ora hai scoperto questo mio lato oscuro… sei attratto da me?” azzardò lei titubante.

Kain le passò dolcemente una mano sul viso, fino al collo. “È stato proprio per questo tuo modo di essere che alla fine mi sono innamorato di te”

Gli occhi argentei della ragazza si persero per un istante nella dolce brezza cobalto delle iridi di lui: ma solo per un momento. Riacquistò subito la sua fredda indifferenza a tutto e rise.

“Non credevo fossi capace di un tale tasso diabetico… dicevi che ero tua, ma a me pare che sia tu quello di mia proprietà.”

Silenzio.

“Forse hai ragione, zitellaccia.” Soffiò lui nella sua bocca, mentre con le dita rasentava la sua schiena fino ai glutei. Era sua; era finalmente, completamente, per sempre sua.

***

Avete mai provato la sensazione di buttarsi nel vuoto da 30 metri d’altezza?

Era questo quello che provava Amber Miller, in arte Baby, ogni volta che saliva sul palco per cantare.

Gli applausi, le grida, le lacrime solo per lei.

Striscioni, cartelli, scritte solo per lei.

Milioni di persone che la eleggevano a propria dea per le poche ore del concerto: era questo che aveva sempre desiderato.

I riflettori di mille colori sfumavano i contorni del suo corpo: Amber Miller spariva, e rimaneva solo la sua voce, la sua melodia, come testimone della sua esistenza.

E incantava, commuoveva, drogava: era questo quello che aveva sempre desiderato.

Lei, Amber Miller, in arte Baby, la ragazza più bella che avreste potuto vedere nella vostra vita, con quei lunghissimi e perfetti boccoli biondi, gli occhi cinerini che ti scavavano l’anima, un viso angelico e un corpo mozzafiato. Lei, dolce, simpatica e generosa. Talmente deliziosa da sciogliere anche la pietra.

Sai, si vocifera in giro che stia ufficialmente con quell’altro cantate, Kain Roberts!

Li si è visti entrare furtivamente in casa di lei, chiudere la porta a chiave e…

 

 

 

 

 


 

commento poco serio

 

Voi non avete idea ç_ç

Nessuno ne ha idea…

Di cosa sto parlando?

Della mia morte prossima e dolorosa!!

Raffreddore, intasamento, mal di testa, tosse, febbre, nausea e occhi rossi ç_ç

Tutto perché quella *BEEP* di ed fisica ci fa correre fuori alle 8 di mattina per 20 minuti alla temperatura di -5°C e poi ci fa entrare in palestra dove ci sono 35 gradi. E poi si lamenta anche!

Comunque.

Lisa non va in vacanza nemmeno se sta morendo *_* E nonostante odi stare al pc mentre è ammalata (perché la fa stare peggio) avevo l’onere morale di finire questa storia.

Diciamo che non volevo averla tra i piedi, và.

Ho già Loving comes naturally e Vermillion (gwaH!!) a scassarmi i cosiddetti che non ho *_* oltre che un povero cristo che non vuole proprio capire la parola “no” +uccide qualcuno+

 

Comunque *__* ultimo capitolo ç__ç scusate se è un po’ corto, ma dev’essere così no?

Non sapevo bene come far finire questa storia, un finale completamente smielato avrebbe stonato con la linea della trama e dei caratteri dei personaggi… vi ha stupito vero la “dolcezza” di Kain, vero? XDD è fatto così, è fatto così.

Bè, sembra che alla fine ad avere la meglio sia Amber… ma secondo me non è così +ghgh+

Spero che questa storia vi sia piaciuta, e vi abbia divertito ^__^ io ci ho messo buona parte di me per scrivere al meglio e mantenere una trama incalzante.

Grazie a Kokky, Black Lolita, kyaraya, Bimba91, _sefiri_, Emily Doyle, Rosa blu, AnimaDannata e cassandra 287 per i commenti!! Grazie infinite, davvero! Sono stata così contenta di sapere che questa storia vi sia piciuta!!

Grazie anche ai 16 preferiti!! E anche a chi ha letto e basta…

 

Anche se è finita, mi lasciate un ultimo commentino, vero? *_*

 

Grazie a tutti!!!

Alla prossima!

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=276103