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Autore: Liz    11/09/2008    5 recensioni
Amber Miller è la vocalist del momento: giovane, frizzante, dolcissima, bellissima e soprattutto dotata di una voce meravigliosamente angelica.
Ci siete cascati anche voi, vero?
In realtà Amber Miller, in arte Baby, è emotivamente instabile, viziata ed insensibile. Una vera personaccia.
L’unica che conosce la sua vera natura è la sua agente… ma che succederebbe se venisse a scoprirla per errore anche il suo più acerrimo rivale?
Sicuramente la ricatterebbe… ma che genere di estorsione potrebbe desiderare uno dei ragazzi più affascinanti e ricchi di questa terra?
Non c’è dubbio: una non molto ortodossa… ma come sa benissimo anche Amber, apparire è tutto, ed è disposta a qualsiasi cosa pur di rimanere sulla cresta del successo: anche ad andare a letto col proprio nemico!
Ok, non so come mi sia venuta in mente, ma vediamo che ne viene fuori! Commentate ^_^
Cap [4/4]
Genere: Romantico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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BABY, THE STARS SHINE BRIGHT

 

1.     cap

Secret

Ti porterò in un altro mondo.
Porterò il tuo cuore in un altro mondo.
Il segreto appartiene a una parte di me.

[The secret – Lacuna Coil]

 

Avete mai provato la sensazione di buttarsi nel vuoto da 30 metri d’altezza?

Lo stomaco in gola, le pulsazioni a mille, il respiro affannato, un urlo soffocato nelle corde vocali: come una droga.

Era questo ciò che si provava quando Amber Miller, in arte Baby, la nuova cantante  del momento, saliva su palco.

Prima ti colpiva la sua straordinaria, serafica bellezza. Con i boccoli d’oro lunghi fino alla vita, gli occhi come un lago ghiacciato, la pelle di porcellana pregiata, il sorriso luminoso.

Poi ti impressionavi per la sua conturbante capacità di riempire la scena e di coinvolgere il pubblico semplicemente lasciandosi andare sulla propria musica, sentendola davvero sua: parte della sua anima. Chiudeva gli occhi, prendeva un respiro profondo, spegneva la mente e il suo corpo si muoveva cullato dalle onde sonore della canzone.

Come ultima, la sua voce: trafiggeva il tuo spirito, imprigionava la tua volontà e da quel momento saresti stato per sempre suo.

Era un’ eufonia inebriante di suoni, di note. La sua voce era uno strumento suonato alla perfezione da mani esperte da tutta una vita; era il richiamo degli angeli, era sospirata, agognata, desiderata morbosamente.

Era trasparente come l’acqua in un bicchiere di vetro, tranquilla come un lago di montagna, dolce come zucchero filato, brillante come un diamante finemente tagliato.

Ti prendeva per mano, ti portava nei mondi lontani di cui cantava. Sentivi il profumo fresco delle rose, la morbidezza dell’erba bagnata di rugiada, l’eco lontana dell’oceano pulito.

Quella voce dominava il tuo animo, facendoti provare le sensazioni che elogiava in misura mai sperimentata prima. Ti entrava dentro, metteva radici, fioriva in fretta con meravigliosi boccioli di mughetto e poi ti abbandonava. Rimaneva nel tuo spirito e si nutriva di esso.

Quando il concerto finiva ti sentivi privato di un pezzo di te; eri triste, solo, come se avessi perso la compagna della tua vita. Smarrito in una valle buia, in una notte senza stelle.

Da quel momento non avresti perso occasione per poter ascoltare di nuovo quel suono celestiale, quell’armonia perfetta di bassi e acuti, di silenzi e parole.

Ormai eri di proprietà dell’angelica perfezione di Amber Miller, in arte Baby.

***

Lowell Hill era un ometto paffuto sulla cinquantina, con le guancie rosate e lucide, gli occhi neri piccoli e acquosi, e il riporto.

Ve lo immaginereste avvolto in un grembiule rosso unto intento a servire cordialmente Hot Dog mentre vi intrattiene con la sua parlantina allegra e spigliata, magari provvisto anche di quei cappellini a punta di carta.

Ma a quel tempo Lowell Hill era seduto nel suo lussuosissimo ufficio, dietro alla sua scrivania di mogano sulla quale picchiettava velocemente la penna stilo d’oro.

Era felice Lowell Hill, molto felice.

Il movimento euforico delle sue dita sulla penna venne interrotto dal bussare sommesso alla sua imponente porta.

“Avanti!” esclamò alzandosi dalla comoda poltrona nera di pelle.

Tra le pareti bianche della stanza apparve un angelo accompagnato da Leann Reed, una donna sui trent’anni molto ambiziosa. Era la tipica donna in carriera: frigida, con gli occhiali, i capelli raccolti e le scarpe impeccabili.

Lowell si avvicinò all’ eterea figura di Baby, confermando la sua scarsa altezza, e le scosse la mano, aggiungendoci delle paterne pacche sulla spalla.

“Ottimo lavoro Baby! Il concerto di ieri sera è stato un tale successo che le entrate di soldi sono raddoppiate! Ma no che dico… triplicate!!” cinguettò saltellando.

La nostra Baby, ovvero Amber Miller, sorrise dolcemente con le labbra rosate, socchiudendo gli occhi di ghiaccio e sistemandosi timidamente i capelli d’oro dietro l’orecchio: movimenti perfetti.

“Sono molto felice che il mio lavoro sia apprezzato così tanto, e possa giovare in tale modo alla casa discografica… ma senza l’aiuto vostro e della cara Leann tutto ciò non sarebbe stato possibile!”

L’ometto gongolò dondolando e arrossendo “Suvvia, signorina Miller, non sia modesta! È lei quella bellissima e bravissima!”

L’angelo portò una mano davanti alla bocca e rise con riservatezza. Poi Leann e Lowell cominciarono a parlare dei prossimi impegni di lavoro e tutto si fece più noioso.

***

“UFFA! Che palle che è quel vecchio!” sbottò la celestiale Amber mentre si buttava sul divano del suo camerino privato.

Prese brutalmente in mano un pacchetto di cioccolatini regalatogli da un fan e cominciò a buttare nel cestino tutti quelli che avevano lo sfortunato destino di non essere alle nocciole.

“SHHH!! Non urlare così Amber, potrebbero sentirti!” sbraitò Leann Reed mentre risistemava il caos che regnava nella stanza.

La ragazza la ignorò completamente “È bello quando mi fa i complimenti ma il resto è sempre solo lavoro e lavoro. Dovrebbe concentrarsi si più sull’elogiarmi! Ci sono case che pagherebbero miliardi pur di avermi…”

La sua agente scosse la testa contrariata e le buttò addosso tutti i vestiti che erano sparsi per terra: almeno una quarantina. “Sarà meglio che li metti in ordine, signorina!” esclamò arrabbiata.

Da sotto la stoffa Amber sbuffò e con un solo movimento di braccia li face ricadere per terra.

Si rivolse poi all’altra con sguardo di sfida, masticando un cioccolatino.

“Sei tu quella non famosa qui. Quindi devi mettere tu a posto. È un ordine.”

Leann serrò le labbra e riprese a raccogliere i vestiti.

“Dovresti controllarti di più anche quando sei sola. Che succederebbe se qualcuno scoprisse il tuo vero carattere? La tua immagine sarebbe rovinata, come la tua carriera e la tua vita!”

Amber roteò gli occhi. “Certo che a volte sei proprio pallosa”

Toc toc.

“Vado io!” disse Amber correndo verso la porta, che aprì lentamente.

Davanti a lei apparvero tre ragazzi stupendi, di quelli che si vedono solo sulle copertine dei giornali.

“Buongiorno ragazzi!” pigolò sorridendo lei.

Kameron, il primo dei tre, entrò nella stanza accarezzandole la testa: era alto, altissimo, coi capelli lunghi color del miele e gli occhi di un blu talmente intenso da far venire il mal di testa. I lineamenti magari non erano granché, ma il fisico lo era eccome. Oh se lo era: slanciato, muscoloso ma comunque magro, scattante e tonico. Anche da sotto le magliette si riusciva a vedere benissimo, come se il suo stesso corpo volesse dire “guardatemi, sono perfetto”.

Dopo lui entrò il suo compagno di band, Abel: alto un po’ meno di Cameron, e col fisico meno da dio classicheggiante ma ugualmente bello. La sua arma vincente era il viso: capelli neri come la pece disordinati, occhi verdi e grigi come smeraldi, lineamenti da putto preraffaellita, delicati ed eleganti, perfettamente proporzionati con le labbra piene e carnose. Lui, più espansivo e cordiale, salutò Amber con un bacio.

E per ultimo entrò Kain Roberts, che Amber non la degnò nemmeno di uno sguardo: fissava lo spazio davanti a sé come un naufrago, che non sa dove si trova ma è certo che vorrebbe essere dall’altra parte del mondo. Lui era il più avvenente, nonostante fosse il più riservato: i capelli castani leggermente lunghi e scalati riflettevano bagliori biondi, gli occhi azzurri erano cielo in primavera attraversato da poche nuvole bianche e soffici. Era alto poco più di Amber e aveva un fisico abbronzato, asciutto ma comunque pieno.

Era il tipico “ragazzo della porta accanto”, il sogno di tutte le ragazzine del mondo: per questo aveva tanto successo nonostante fosse solista. La sua fama si estendeva in tutto il mondo, non c’era donna al di sotto dei 16 anni che non sapesse chi fosse il mitologico Kain.

E per questo era anche rivale di Amber: non possono esistere due stelle così luminose nella stessa casa discografica. Tra loro era guerra dichiarata, ma per decenza e immagine non si oltraggiavano mai in pubblico.

“A cosa devo la vostra visita?” chiese Amber, cadenzando perfettamente ogni singola parola, ai tre adoni seduti sul suo divano.

“Abbiamo saputo del tuo successo di ieri sera e volevamo congratularci con te! Ehi ma perché sono solo alle nocciole questi cioccolatini?” esordì Cameron con tono simpatico.

“Sì!” continuò Abel, con gli occhi luccicanti d’ammirazione, mentre giocava con una collana di perle “Insomma, sei stata grande! Il pubblico era completamente in balia della tua voce…! Sei talmente brava, Ambry!”

Kain invece non disse nulla.

Amber si nascose il viso tra le mani e ringraziò entrambi per l’eccessiva gentilezza.

“Sei una creatura perfetta, Amber. Fai quasi paura, sai? Però non mi sarei mai immaginato un tale disordine nel tuo regno!” sentenziò Cameron curioso.

“Oh… scusate! Ma sapete com’è, l’agitazione per il concerto… stavo mettendo in ordine proprio ora!” una risata sommessa arrivò da Leann che ricevette uno sguardo raggelante da Amber. Spaventata, prese la borsa, salutò e si dileguò dalla stanza.

CRASH!

Si girarono tutti verso Abel, dal quale era provenuto il rumore assordante. Il nero era sbiancato completamente davanti alla vista della collana di Amber rotta e delle sue perle sparse per tutta la stanza. “Od-Oddio!! Ambry, mi dispiace! Non volevo, io non…!”

Amber strappò il filo nudo dalle mani del ragazzo e sorrise di nuovo.

“Oh, non preoccuparti Abel… non era molto importante, anzi! Non mi piaceva affatto…Stai tranquillo, non potrei mai arrabbiarmi con te!”

Abel sorrise confortato e con Cameron cominciò a raccogliere le perle cadute; costrinsero anche Kain a farlo.

A un certo punto Cameron scattò in piedi guardando l’orologio.

“Oh merda! Sono le 4, Abel! Dobbiamo essere alla radio tra 10 minuti!”

L’altro lo fissò incredulo e si alzò anche lui, imprecando. Salutarono Amber con un bacio e corsero celermente fuori dalla stanza.

Appena si fu chiusa la porta Amber cominciò a cristonare come al suo solito contro Abel, dimentica del fatto che Kain fosse ancora nella stanza.

“Dannazione, stupido ragazzino! Quella collana mi piaceva un casino, cazzo! E ora per colpa delle tue mani di merda si è rotta!! Vaffanculo Abel!! Siete tutti e tre degli str-” ma non finì mai la frase, perché si era finalmente resa conto che Kain non era uscito con gli altri due, ma che anzi, era ancora dietro di lei.

Si voltò di scatto e incontrò lo sguardo inorridito del moro, che non riusciva a chiudere la bocca spalancata per lo stupore.

Amber impallidì all’istante.

“Oh merda” disse questo prima di vedere gli splendidi occhi azzurri di lui mutare espressione in sfida. Nel cielo di primavera c’era un temporale.

“Non ci credo.” Esordì lui con voce euforica “La perfezione fatta persona, l’angelo in terra… non è altro che una sboccata viziata!”

Amber non fu in grado di dire nulla. Stava impalata in piedi, tremando. Avrebbe dovuto ascoltare Leann, la sua vita ora era irrimediabilmente distrutta!

“Non riesco a crederci. Posso eliminarti in un solo colpo, spifferando tutto ai giornalisti… la tua popolarità scenderebbe ai minimi storici, e io avrei vinto!”

Amber sapeva già tutto questo. Cosa avrebbe potuto fare per risolvere la situazione?

“S-Senti Roberts… che ne diresti di un patto?” disse fingendo sangue freddo. Kain la guardò interessato.

“Vuoi soldi? Vuoi più popolarità? Chiedi e ti sarà dato. Non perderò di certo per questo mio stupido errore.”

“Mi stai corrompendo…? Di bene in meglio, mia divina Baby!”

Cazzo, cazzo, cazzo. Ormai era tutto perduto.

Ma Kain si avvicinò ad Amber e le mise una mano sotto il mento, costringendola ad alzare il viso.

“Non voglio né soldi, né popolarità: ne ho già fin troppo di entrambi.”

“E-e allora cosa vuoi?” azzardò titubante la ragazza, mentre il contatto col fisico di Kain, indotto dalla presa del suo braccio attorno alla sua vita, la faceva tremare.

Lui si avvicinò alle sue labbra e sospirò, mentre infilava una mano sotto la sua maglietta.

“Voglio il tuo corpo.”

Amber spalancò gli occhi tremolanti.

“Il… il mio corpo?”

Kain le sfiorò la guancia con la propria, socchiudendo gli occhi.

“Sì. È una delle poche cose che ancora mi manca.”

Cantare per lei era l’unica opportunità nella vita: non aveva altre doti particolari e non sarebbe sopravvissuta al di fuori del mondo della musica.

Dare sé stessi e la propria dignità pur di avere successo, pur di vincere: ecco a cosa era disposta Amber Miller, in arte Baby.

“Allora è troppo facile averla vinta.” disse mentre Kain le slacciava i pantaloni bianchi.

 

 

 

 


 

commento poco serio

 

Bah XD Sono una ragazza volubile lo so, ma quando mi viene la fantomatica ispiraton non mi ferma più nessuno! Per tutti coloro che seguono Loving comes naturally, state tranquilli, il prossimo capitolo è già quasi pronto!! Questa piccola storia non la pregiudicherà affatto :D

Comunque questa storia è tutta da vedere. Chissà.

Dipende solo da voi se continuerà a no *__* ergo, commenti!! Ne ho bisogno XD

Alla prossima!

 

 

   
 
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