Welcome To My Mind (filastrocca dell'orrore) di Placebogirl_Black Stones (/viewuser.php?uid=103309)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1- Takumi ***
Capitolo 2: *** 2 - Miyu ***
Capitolo 3: *** 3 - Hachi ***
Capitolo 4: *** 4 - Reira ***
Capitolo 5: *** 5 - Yasu ***
Capitolo 6: *** 6 - Shin ***
Capitolo 7: *** 7 - Nana ***
Capitolo 8: *** 8 - Ren ***
Capitolo 1 *** 1- Takumi ***
Chi bene parla e
mal si comporta,
è
come l’erbaccia davanti alla porta.
Affondo
nella soffice poltrona del mio appartamento di Londra.
Fuori
dalla
finestra è la solita giornata grigia e fredda.
Ormai
i miei
viaggi di ritorno in Giappone sono sempre più rari.
Ci
sono
troppi ricordi in quel posto, troppi errori che non possono essere
cancellati.
Per
la prima
volta nella mia vita, mi sento vulnerabile.
Ho
come
l’impressione di aver sempre sbagliato tutto.
Vorrei
riuscire ad essere di nuovo freddo e distaccato come un tempo, anche se
questo
mio modo di fare mi ha reso una persona pessima agli occhi di chi mi ha
amato
sinceramente.
Ho
rubato la
felicità alla mia sorellina, costringendola ad una vita di
prigionia che la sta
consumando lentamente.
Mi
ha
seguito fin qui, dall’altro lato dell’oceano.
Quella
voce,
quel dono così bello che Dio le ha conferito…io
l’ho spinta ad odiarlo.
Senza
rendermene conto ho distrutto il tesoro più importante,
quello per cui ho
lottato di più.
Per
un uomo
ambizioso e fiero di sé, veder crollare tutto ciò
che ha costruito in un
battito di ciglia è la peggiore delle punizioni.
Ma
forse,
non è nemmeno questa la parte più difficile da
affrontare.
Ciò
che mi
deprime è l’essere lontano dalle persone che amo.
La
mia
bambina vive dall’altra parte del mondo, insieme alla donna
che ho scelto di
sposare.
Solo
ora mi
rendo conto che i miei sentimenti per lei erano diversi da quelli che
avevo
provato per qualsiasi altra donna.
Eppure,
l’ho
tradita in più di un’occasione.
Tutte
le belle parole che ho speso erano vuote, proprio come lo sono io.
La
musica
che riempiva ogni giorno le mie orecchie, ha lasciato spazio ad un
silenzio
solenne.
È
questo che
merito.
È
questo il
prezzo da pagare per gli errori che ho commesso.
ANGOLO
DELL’AUTORE
Rieccomi anche
su questo fandom! Ho già pronta anche un’altra
idea per una song fic, spero di
realizzarla a breve!
Ma prima è
necessario che vi spieghi come sarà impostata questa. Il
verso che vedete sopra
appartiene ad una filastrocca per bambini, più precisamente
una filastrocca
presa dal libro “filastrocche
dell’orrore” che viene letto da Jamie in un
episodio di One Tree Hill (chi ha visto il telefilm se la
ricorderà). Vi direte
“che cosa c’entra con Nana?”.
C’entra che rileggendola mi è venuto spontaneo
collegare ogni strofa ad un personaggio diverso, e così
è nata questa raccolta
di flashfic. Ogni storia è un momento a sé, che
non segue il filo
logico-temporale delle precedenti ma che ha il solo scopo di proporre
una
riflessione del personaggio in questione, legata alla strofa citata.
Ho iniziato
con Takumi, per lui ho scelto un verso duro perché
è un personaggio che odio e
ce lo vedo benissimo collegato (fan di Takumi non linciatemi! XD). Mi
rendo conto
di non averlo reso al meglio ma mi riesce difficile scrivere su di lui.
Spero
comunque di aver azzeccato qualcosa!
Fatemi
sapere!
Alla
prossima strofa!
Baci
Place
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Capitolo 2 *** 2 - Miyu ***
E
quando l’erbaccia arriva al selciato,
è
come un giardino tutto ghiacciato.
Penetra la lama nella carne,
il sangue bagna la pelle lacerata macchiandola.
“Ancora
un’ultima volta”, ripeto nella mia mente
oscurata da questo
dolore implacabile.
Dico sempre così.
Poi taglio ancora, ancora e
ancora.
Non riesco a controllare
questo odio che sento, è come se il mondo fosse solo una
prigione nella quale
gli uomini si feriscono a vicenda per trovare salvezza.
Odio tutti, a volte anche me
stessa.
Ma l’odio è un sentimento
così
brutto…
Osservo la lama sporca di
sangue, sporca come la verità della vita.
Perché mi sto punendo?
Cosa ho fatto?
Di nuovo l’immagine del tuo
volto affiora nella mia mente, facendosi sempre più nitida.
Non capisco come tu riesca ad
avere questo potere su di me.
Ti sei insediato
prepotentemente nel mio cuore, senza chiedere permesso.
Non sono abituata a ricevere
premure.
Sono sempre stata sola.
Le mie mani si fanno via via
più fredde, contrastando con il sangue caldo che sembra
quasi bruciare sui
polsi.
Però è il freddo che sento
nel
petto a irrigidire il mio corpo.
Non so perché lo faccio, le
mie pene non si placano.
È possibile annientare il
dolore?
La mia è una lotta continua, e
ogni volta non ci sono né vincitori né vinti.
È faticoso vivere.
Cammino lentamente fino al
bagno, dove immergo i polsi sotto l’aqua fredda e scorrente
del rubinetto.
Ormai i miei gesti sono
diventati meccanici.
So bene qual è il limite, so
fin dove posso spingermi.
In realtà non desidero morire.
Sto solo cercando un po’ di
pace.
Tampono le ferite con un
asciugamano bianco, che subito si imbratta di aloni color cremisi.
Lo ripongo nel cesto dei panni
da lavare, così potrò cancellare ancora una volta
le prove della mia debolezza.
Non voglio che nessuno sappia.
Tu per primo.
Mi ritrovo ancora una volta a
pensarti, a immaginare come possa essere il tuo sguardo al di
là di quegli
occhiali da sole dietro i quali ti celi.
Cos’è che non vuoi far vedere,
Yasu?
Cos’è che tu non vuoi vedere?
Mi sorprendo a immaginare che
una persona equlibrata come te possa avere dei timori.
Ma l’essere umano è fatto
così, imperfetto e fragile.
Avvolgo le bende preparate in
precendenza attorno ai polsi, girando e rigirando il nastro bianco.
Lo coprirò con un polsino,
proprio come si nascondo le prove di un delitto.
Però arriva un giorno in cui
tutti gli assassini vengono smascherati.
Mi riprometto che non lo farò
più.
Non perché abbia imparato la
lezione, è solo che non voglio ferire anche te.
Essere infelici non implica
rendere tali anche gli altri.
Domani sarà un nuovo giorno.
Non vedo l’ora di vederti.
Vorrei che fossi qui anche
adesso.
Fa così freddo qui.
ANGOLO
DELL’AUTORE
Scritta a tempo di record! Sì,
ci voleva poco perché non è questo
granchè, però la trovo meglio di quella di
Takumi! Miyu forse è un personaggio che sento di
più, quindi nonostante la
scena da brividi mi sono trovata più disinvolta a scrivere
di lei e a
interpretare i suoi pensieri.
Spero che vi sia piaciuta
anche questa!
Grazie a tutte le lettrici
silenziose, alle ragazze dell’altro fandom che leggono e
recensiscono anche
queste storie, e grazie a The Code End che mi ha recensito la scorsa
volta!
Grazie a tutte, davvero, anche
se siete un piccolo pubblico mi date tante soddisfazioni!
Baci
Place
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Capitolo 3 *** 3 - Hachi ***
E
quando il ghiaccio diventa più duro,
è
come una sposa seduta sul muro.
Il
sole alle
mie spalle è ormai prossimo a calare.
Quando
lambisce la superficie dell’acqua, sembra quasi sciogliersi
in essa.
È
come se si
abbandonasse al dolce cullare delle onde.
Un
po’ come
faccio io.
Incapace
di
arrangiarmi da sola, cerco sempre qualcuno disposto a sostenermi.
Proprio
come
ho fatto con Takumi.
È
bastato
che mi trattasse con dolcezza una sola volta, e subito sono caduta
nella sua
trappola.
Forse
questo
non è un male, ma il prezzo da pagare si sta rivelando
più alto del previsto.
Volevo
un
matrimonio felice, una bella famiglia, un uomo che mi amasse davvero.
Chissà
se
riuscirò ad avere almeno una di queste cose…
Mi
capita
spesso, quando sono sola come adesso, di ripensare a Nobu.
Sono
certa
che al suo fianco mi sarei sentita felice come mai nella vita.
Eppure,
ancora una volta sono stata egoista.
Takumi
mi ha
dato ciò di cui avevo bisogno, e io senza pensarci sono
corsa da lui.
Non
posso
piangere adesso.
Devo
perdonare
ogni suo tradimento, ogni dimenticanza, ogni atteggiamento freddo.
Anche
se non
trascorrerò giornate felici, devo portare avanti quello che
ho costruito, per
il bene del bambino che sto portando in grembo.
Lo
sento
muoversi, come se volesse dirmi qualcosa.
Spero
che
sia orgoglioso di sua madre un giorno.
Stringo
i
pugni sulle gambe, mentre una lacrima sfugge nascosta
nell’ombra.
La
seguo con
lo sguardo, osservandola precipitare sull’anulare della mano
sinistra.
Girata
di
spalle, l’ultima luce del sole non può raggiungere
i due anelli che indosso.
Sono
opachi,
corpi senza vita.
Insignificanti
oggetti di metallo privi di valore.
Un
diamante
che non brilla, oro che si spegne.
Forse
è
quello che sono io: una moglie, ma non una donna felice.
La
colpa è
solo mia.
Tuttavia,
sento di amare Takumi in qualche modo.
Non
so se
sia solo l’impressione di una vittima salvata dal suo
rapitore, oppure un
sentimento sincero e puro.
Comincio
a
credere che la storia che mi ha raccontato sia sempre più
vera.
Ma
è davvero
possibile innamorarsi di qualcuno che ti rende infelice?
Non
è il
momento di farsi certe domande.
Devo
andare
a casa e preparare la cena, anche se molto probabilmente Takumi non
rientrerà
nemmeno stasera.
Devo
tornare
da quel marito che mi ha salvata, nonostante la distanza fra noi sia
gelida
come un inverno troppo lungo.
La
panchina
sulla quale siedo si sta facendo fredda a causa
dell’umidità della sera.
È
ora che la
sposa rientri al castello.
ANGOLO DELL’AUTORE
Spero
non
sia così pessima come sembra (soprattutto il finale)! Ho
cercato di rendere
Hachi meglio che potevo, anche se non riesco davvero a compatirla per
la sua
infelicità.
Come sempre
mi auguro si capisca il nesso fra la frase della filastrocca e
l’interiorità
del personaggio.
Un grazie di
cuore a tutti coloro che stanno in qualche modo seguendo questo
delirio, da chi
legge e recensisce fino a chi legge solo in silenzio! (alla fine della
storia
farò ringraziamenti ufficiali con tanto di nomi di
tutti)
Un bacione
Place
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Capitolo 4 *** 4 - Reira ***
E quando la sposa
ritrova il suo velo,
è come
un’aquila che vola in cielo.
La
luce del
lampadario si riflette nella pietra rosso scarlatto, regalandole nuove
sfumature.
Mi
rigiro
l’anello fra le dita, osservandola mutare, proprio come il
nostro rapporto.
Me
lo hai
regalato tu questo gioiello, del quale ne possiedi una copia identica,
perché
potessimo avere un legame anche senza poter stare insieme.
Sapevamo
sin
dall’inizio che non c’era futuro per noi.
Il
filo
rosso del destino ci ha uniti ingiustamente.
Ma
non è
l’età la responsabile del vuoto che si
è creato fra noi.
La
verità è
che non ho mai voluto rinunciare veramente all’uomo che amo
più di ogni altro.
Anche
se i
nostri anelli identici non rappresentavano una vera unione, io ti ho
amato comunque,
Shin.
“Ora, non vedo l’anello del
giuramento,
il filo rosso che lega noi due.
Non c’è una promessa,
però non lasciare la mia mano.”
Così
dice la
mia canzone.
Eppure,
nonostante l’anello sia ben visibile al mio dito, le nostre
mani si sono lasciate.
In
fondo,
non c’è mai stata una promessa fra noi.
Lo
sfilo
lentamente, mentre mi si stringe il cuore.
Dire
addio
non è mai semplice.
Lo
infilo di
nuovo, per poi toglierlo ancora.
Solo
ora mi
rendo conto di quanto tu sia stato importante per me.
Però,
l’immagine
di quell’uomo che desidero segretamente da anni non vuole
lasciare il mio
cuore.
Siamo
stati
insieme la scorsa notte.
Avrei
dovuto
sentirmi sporca mentre mi stringevo a lui, sapendo che la donna che
aveva
sposato da poco probabilmente lo stava aspettando a casa.
Invece
mi
sono sentita felice come mai.
Era
come se
il sogno di una vita si fosse realizzato in quella camera da letto
illuminata
solo dalla luce dell’abat-jour.
In
quello
stesso letto in cui ho passato le notti con te.
Perdonami,
Shin.
Perdona
questa
mia ingiusta felicità.
Voglio
solo
ricordarmi ancora di quella notte, di come le mie labbra e quelle di
Takumi si
cercavano insoddisfatte.
Non
riesco a
smettere di amarlo.
Fra
le sue
braccia mi sono sentita libera, il peso che avevo sul cuore si
è sciolto.
Non
ero la
principessa cantante, non ero la damigella bisognosa di salvezza.
Ero
solo
Reira.
Reira
che
sbaglia, Reira che tradisce, Reira che è impura come tutti
gli esseri umani.
Non
esiste
la principessa innocente e perfetta che tutti credono.
Com’è
possibile che tanti errori possano rendermi felice?
La
verità è
che forse non so nemmeno cosa sia la felicità.
Mi
basta
stare al fianco di Takumi, consapevole del prezzo da pagare.
Non
importa
se non sarò felice, perché tutto ciò
che desidero è stare con lui, a costo di
essere solo una delle tante squallide amanti con cui viene meno alla
fedeltà
coniugale.
Mi
corico
sul letto vuoto, poggiando la testa sul cuscino.
C’è
ancora
il suo profumo impresso, un’impronta che non può
essere cancellata.
Aspiro
a
pieni polmoni i resti di quella fragranza, volando con la mente in un
posto più
bello.
L’anello
l’ho
lasciato sul comodino.
Perdonami,
Shin.
ANGOLO DELL’AUTORE
Scusate
il
ritardo nell’aggiornamento, ma ho avuto ispirazioni per
l’altro fandom e ho
dovuto mettere avanti una fic che altrimenti non sarei riuscita a
scrivere il
soli due giorni! Queste settimane saranno frenetiche perché
sto organizzando le
ultime cose per il Lucca Comix (cosplay compreso)! Non so se
riuscirò ad aggiornare
di nuovo questa storia prima della partenza, quindi ne approfitto per
avvisare
ora che sarò assente dal 29 ottobre al 2 novembre (ovvero
non scriverò nulla). Spero
di pubblicare ancora qualcosa prima di partire, altrimenti ci vediamo
al mio
ritorno!
Spero che
anche questa storia vi sia piaciuta! Grazie a tutti voi che seguite la
raccolta, non mi aspettavo davvero che avrebbe avuto così
successo!
Bacioni
Place
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Capitolo 5 *** 5 - Yasu ***
E
quando nel cielo son fulmini e lampi,
è
come un leone che arriva nei campi.
Mi
tolgo i
fidati occhiali da sole, poggiandoli sul tavolino della stanza.
È
un gesto
che mi concedo solo lontano dagli sguardi della gente, nei momenti in
cui posso
finalmente respirare.
Non
è che
abbia paura di mostrarmi; semplicemente preferisco non vedere.
Il
mondo ha
le sue facce oscure che preferisco levarmi dagli occhi.
Ora
posso
finalmente guardare Miyu mentre si appresta a nutrire i sui pesci.
È
bello
poterla vedere distintamente, quindi sono contento di essermi tolto gli
occhiali.
Lei
non è
impura come il mondo, vale la pena di essere osservata.
È
solo con
lei che mi concedo il lusso di lasciarmi andare, per quanto io sia in
grado di
farlo.
Sento
che ci
somigliamo molto, che mi capisce più di chiunque altro.
È
l’unica
che non mi scarica i suoi problemi addosso, sebbene ne abbia fin troppi.
Mi
chiedo
perché tutti facciano sempre affidamento su di me.
Con
l’aspetto che mi ritrovo, dovrei essere l’ultima
persona a cui andare a
chiedere consigli o aiuto.
Eppure,
finisco
sempre con il dover fare da papà a tutti.
Ogni
volta
che c’è un problema, il mio cellulare è
il primo a squillare.
E
ogni volta
che rispondo, sento qualcuno piangere dall’altro capo.
La
vita è un
campo di lacrime: appena inizi a versarne una, le altre scendono senza
sosta.
Mi
chiedo se
solo io sono incapace di versarle.
Forse,
dietro questa mia apparenza seria, prendo le cose troppo alla
leggera…
La
gente
crede che io sia una specie di essere perfetto che si fa scivolare
tutto
addosso, capace di risolvere qualsiasi dilemma e di rispondere anche
alle
domande a cui nemmeno la vita sa dare una spiegazione.
Chissà,
forse hanno ragione.
Io
mi sento
semplicemente un uomo come tanti che ha capito come gira il mondo.
Non
sempre
c’è una risposta a tutto, non sempre siamo
destinati alla felicità, le cose
belle non accadono alle persone buone e le favole restano solo favole.
Non
c’è
giustizia nel mondo, e l’unico modo per sopravvivere
è scegliere di essere un
lupo.
Le
pecore
vengono sbranate lungo la strada.
Forse
questo
mio modo di pensare non mi rende una persona onorevole, ma non mi
importa.
Oggi
come
ieri vedo attraverso queste lenti scure cose che non vale la pena di
vedere a
colori.
Non
mi
interessa dare o avere risposte, per me la vita va presa come viene.
Devo
essere
sovrappensiero da un po’ ormai, vedo Miyu guardarmi con una
faccia preoccupata.
Le
sorrido:
non voglio darle l’ennesima ragione per angosciarsi.
Estraggo
dalla tasca il cellulare e lo spengo, mentre Miyu prende posto accanto
a me.
Metto
da
parte la mia aria da duro e l’attiro a me in un bacio che non
ha bisogno di
inutili parole.
Per
oggi non
voglio saperne di nessuno se non di noi.
Il
leone si
riposa nella sua tana, in attesa che domani scoppi l’ennesima
tempesta.
ANGOLO DELL’AUTORE
Perdonate
l’enorme ritardo ma quando sono tornata da Lucca ero
distrutta, e poi c’è stato
il compleanno di Zoro che mi ha tenuta impegnata con una fanfiction sul
fandom
di One Piece! Non mi sono però dimenticata di voi fan di
Nana, e così mi sono
messa di buona voglia a partorire questo scempio! Credo che Yasu sia
uno dei
personaggi più difficili in assoluto da trattare,
perché è un pezzo di ghiaccio
che fa ragionamenti più contorti di Gigi Marzullo! XD Spero
di essere riuscita
in queste poche righe (come è di poche parole Yasu stesso!)
a rendere bene il
suo personaggio. E spero soprattutto si sia capito come è
collegato alla frase.
Metto una spiegazione nel caso fosse stato un disastro! La frase
“quando in cielo son fulmini e lampi”
rappresenta l’idea dei problemi delle persone. Son fulmini e
lampi, ovvero c’è
un grosso conflitto, qualcosa che angoscia qualcuno. Yasu è
“come un leone che arriva nei campi”,
ovvero una figura stoica che tutti vedono come perfetta, e che arriva
in aiuto.
Non so se abbia senso quello che ho detto ma sono le 23 e 44 e sono
stanca! XD
Grazie a
tutti voi che supportate questa raccolta, mi date la voglia di
proseguire!
La prossima
flashfic sarà su Shin! ;)
Bacioni
Place
|
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Capitolo 6 *** 6 - Shin ***
E quando i campi non
danno più frutto,
è come un
bastone che batte sul petto.
È
fredda
questa cella, o forse è il freddo che provo dentro a farmela
apparire così.
Fuori
è una
splendida notte di luna piena, posso intravedere il suo pallore che
filtra dalle
sbarre di quell’inutile finestrella, l’unico
contatto che mi resta con il mondo
esterno.
Mi
sento
vuoto, come vuota è questa prigione.
Senza
più
piercing e abiti punk, ho smesso di indossare la maschera di Shin dei
Blast.
Adesso
sono
solo Shin’ichi Okazaki, figlio ripudiato e abbandonato da un
padre di cui porta
solo il cognome, perché il sangue nelle vene è
quello di un altro.
Shin’ichi
Okazaki, sedicenne che si vende per denaro, ammaestrato come una
scimmia per
portare la felicità alle donne sole.
E
quando
Shin’ichi è solo, chi porta felicità a
lui?
Shin’ichi
che viene usato, Shin’ichi che ubbidisce a testa bassa.
Shin’ichi
in
cerca d’amore, Shin’ichi che perde
l’amore.
Non
sapere
più chi sei è la peggiore delle sensazioni.
Vorrei
che
quel ragazzo spavaldo e sicuro di sé fosse qui adesso, che
indossasse questa
tutta arancione troppo grande per un ragazzino, accendendosi una
sigaretta per
farla in barba alla società.
Lui
saprebbe
restare a galla.
Non
è questo
il posto dove dovrei essere, ma nella vita si raccoglie ciò
che si semina.
Sto
pagando
i miei errori, solo e pieno di vergogna.
Se
potessi
avere il mio basso, oppure una semplice chitarra qualsiasi, forse mi
sentirei
meno triste.
In
fondo, è
tutto ciò che mi resta.
Ma
chissà se
Nana e gli altri mi vorranno ancora.
Chissà
se ci
sarà ancora posto per me in quella famiglia,
l’unica che abbia mai avuto.
Avere
il
loro perdono mi farebbe sentire meno colpevole.
Quando
si
rompe qualcosa di grosso, poi diventa difficile aggiustarlo.
Un
po’ come
la mia relazione con Reira, anche se quella non sono stato io a
distruggerla,
tutto sommato.
Non
si può
distruggere qualcosa che non è mai esistito.
Per
Reira io
ero Shin’ichi che porta felicità, ma non
Shin’ichi che può essere amato.
Anche
se
sapevo che nel suo cuore c’era solo Takumi, ho voluto
illudermi che potesse
vedere le cose da un’altra prospettiva.
Solo
ora
capisco Yasu.
È
questo,
dunque, il mondo degli adulti?
Un
circo di
bugie, illusioni e lacrime amare?
Non
è una
prospettiva futura allettante, ma non posso restare per sempre un
bambino.
Non
si può
smettere di crescere, né si resta bambini in eterno.
Anche
quella
sarebbe solo una bugia.
Da
oggi in
poi voglio fare del mio meglio per diventare un adulto, voglio
assumermi le
responsabilità delle mie azioni.
Non
sarà
facile, e forse cadrò ancora parecchie volte prima di
raggiungere la meta.
Ma
devo
farlo, devo farlo per me stesso.
Devo
dare
amore a Shin’ichi, prima di darlo agli altri.
Solo
così
sarò l’uomo che voglio essere, in grado di
prendersi cura della donna che ama e
di andarla a riprendere ovunque essa sia.
Mi
ripeto
tutto questo, eppure non riesco ad alzarmi da qui.
Seduto
in un
angolo, come un oggetto dimenticato: in fondo è quello che
sono sempre stato
fino ad oggi.
Se
anche
uscissi di qui, dove potrei andare?
La
mia casa
non è più mia, la mia stanza non esiste
più.
Non
posso
tornare dalle mie clienti.
Shin’ichi
senza dimora, Shin’ichi senza un posto nel mondo.
Nella
mia
mente riaffiora il volto di Hachi, l’unica madre che io abbia
mai avuto.
Nonostante
i
suoi difetti, ha saputo darmi molto più di chiunque altro.
Quando
si
hanno così tante imperfezioni, viene naturale accettare
quelle degli altri.
Non
per
comprensione reciproca, ma perché giudicare qualcuno uguale
a noi equivarrebbe
a giudicare noi stessi, e giudicare noi stessi fa paura.
Anche
adesso
ho paura.
Potrei
fingere
di essere un cantastorie, un eroe solitario che vaga alla ricerca
dell’amore.
Ma
qui non
ci sono amore e storie da raccontare, e io non sono un eroe.
Il
mio eroe
è Ren.
Chissà,
forse lui potrà capire i miei sbagli.
E
se non
dovesse capire quelli, capirà di certo come mi sento.
È
come se
qualcuno mi stesse percuotendo ripetutamente il petto con un bastone
duro e
acuminato, ricordandomi che nella vita non ho combinato nulla di buono.
Mi
sento un
rifiuto, uno sbaglio, un traditore della peggior specie per le persone
che mi
hanno voluto bene.
La
vergogna
mi pesa sulle spalle come un masso troppo grande perché
possa spostarlo con le
mie sole forze.
Credo
che
anche Ren si sentisse così quando abbandonò i
Blast.
Mi
chiedo se
si sia mai riscattato, dopo tutto questo tempo.
La
risposta
è ovvia, anche se non è delle migliori.
Purtroppo
nemmeno
gli eroi sono perfetti in questo mondo.
Mi
stringo
le gambe al petto con le braccia , affossando il viso
nell’incavo che si è
creato fra loro.
Ormai
la
luna si è allontanata dalla finestra, seguendo la sua
monotona traiettoria.
Il
buio è
tornato a prendermi, silenzioso.
È
come se
una voragine senza fine mi stesse inghiottendo.
Shin’ici
che
lotta, Shin’ichi che affonda.
ANGOLO DELL’AUTORE
Mi
rendo
conto che non è il massimo della storia per augurare buone
feste, ma quando ho
pensato a questa fra e a Shin mi è venuto subito alla mente
il momento in cui
nel manga lo si vedeva seduto a terra nella cella della prigione. Ho
quindi
dipinto una Shin che per la prima volta nel manga diventa consapevole
della sua
fragilità e si vergogna per gli errori commessi (come poi
lui stesso dimostrerà
quando tornerà al dormitorio). Spero di averlo reso
più IC possibile, anche se
lo Shin di prima di questo momento era un ragazzino irriverente e senza
freni.
Ne approfitto
con questa storia per augurare a tutte voi del fandom di Nana un
BELLISSIMO
NATALE e un FELICE ANNO NUOVO, nell’attesa di rivederci con
una prossima
storia! (e con il continuo di questa raccolta, anche ormai sta
arrivando agli
sgoccioli). Quest’anno mi avete dato tantissimo, anche se
siete in minoranza
rispetto all’altro fandom su cui scrivo mi avete dato molto
di più di loro, e
di questo vi sono super grata! Siete un pubblico piccolo ma molto
caloroso,
perciò grazie di cuore!
Un bacione e
un abbraccio a tutte!
Place
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Capitolo 7 *** 7 - Nana ***
E
quando il petto inizia a bruciare,
è
come un pugnale che trapana il cuore
Non
riesco a
respirare.
Mi
sento
come se avessi un buco al posto del petto, un buco profondo quanto una
voragine
che risucchia tutto togliendomi l’aria.
È
una
sensazione simile all’essere inghiottiti dalle
profondità del mare, quella
distesa d’acqua che tanto amo perché mi ricorda te.
Tutto
mi
ricorda te.
Vorrei
poterti cancellare come le parole di una canzone venuta male, ma tu sei
la
melodia che non può essere cambiata, perché
perfetta così com’è.
Anche
se
continui a ferirmi, ai miei occhi resti sempre un diamante dal valore
inestimabile.
Fuori
dalla
porta del bagno la tua voce mi giunge come un grido disperato, nel
tentativo di
ricevere il mio perdono.
Mi
infastidisce, tutto ciò che dici in questo momento mi suona
come una
giustificazione ipocrita al tuo comportamento.
Al
tempo
stesso, però, amo questa voce che mi ricorda giorni felici.
Vorrei
davvero tornare con te in quella casa ai magazzini del porto,
perché costruire
insieme un nido d’amore è forse più
importante di far conoscere la mia musica a
tutto il Giappone.
Eppure,
l’immagine di te che abbracci Reira nella neve non vuole
saperne di abbandonare
la mia testa.
La
tua amata
principessa cantante, dolce e dalla voce angelica, regina indiscussa
delle
classifiche musicali.
Un
tesoro
prezioso, più prezioso di me.
Perché
dovresti sprecare il tuo talento per accompagnare una voce roca come la
mia,
graffiata dalla rabbia e dal dolore di una vita trascorsa ad essere
sempre l’ombra
degli altri?
Anche
tu mi
hai lasciata indietro, Ren, proprio come mia madre in quel giorno di
neve.
Un’altra
fitta si espande nel torace, toccando quel cuore ferito che continua a
sanguinare.
Le
ferite
che non si vedono sono le peggiori.
Vi
porto le
mani sopra, stringendole spasmodicamente nel vano tentativo di frenare
il
dolore.
È
come se mi
stessero pugnalando, facendomi pagare tutti gli errori commessi.
Orgoglio,
vanità, gelosia, invidia, possessività, egoismo.
Questa
sono
io.
È
per questo
che sei andato via, Ren?
È
per questo
che finisco con il perdere tutto ciò che amo?
È
per questo
che preferisci lei a me?
Boccheggio
ripetutamente, cercando di restare aggrappata ancora qualche secondo a
questa
maledetta vita.
Sento
che
continui a chiamarmi dall’altra parte della porta, temi che
abbia commesso
qualche atto di follia dopo aver visto quelle foto.
Se
ci tieni
tanto, crepa tu.
Non
voglio
annullarmi per te.
Allora
perché lo sto facendo?
Perché
al
solo suono della tua voce questo dolore si fa insopportabile?
Quando
sono
diventata così dipendente da te?
Vorrei
delle
risposte a queste semplici domande, ma se fossero davvero semplici
probabilmente le avrei già avute.
Tutto
quello
che ottengo è di accumulare quesiti su quesiti,
tormentandomi nei dubbi sulle
scelte che ho fatto.
Mi
chiedo se
sarei dovuta venire a Tokyo con te quel giorno, rinunciando
all’idea di
diventare una cantante professionista e diventando semplicemente la
donna di
Ren dei Trapnest, che se ne sta buona e brava a casa a pulire e
cucinare in attesa
del suo ritorno.
Poteva
essere comunque una vita soddisfacente, ma non era quella che
desideravo.
Il
desiderio
di rivalsa sui Trapnest e sulla principessa cantante è
diventato un’ossessione,
e da quel momento tutta la mia vita ha iniziato a girare intorno ad un
unico
obiettivo: dimostrare che anche io valgo qualcosa, con o senza di te.
Non
volevo
perderti, solo conservare la mia identità.
Figlia
di
nessuno, sopravvissuta solo con le proprie forze, volevo dimostrare
prima di
tutto a me stessa di valere qualcosa.
Dimmi
Ren…sono ancora importante per te?
Anche
io ai
tuoi occhi risplendo come tu risplendi ai miei?
Conosco
già
la risposta a questa domanda, è nascosta fra le righe di
quella foto scattata
da un paparazzo bastardo.
Il
petto mi
brucia, come quando ci sedevamo sul letto e io canticchiavo seguendo le
melodie
che solo tu sei in grado di far nascere da una semplice chitarra.
Ma
stavolta
è diverso.
Questo
non è
il fuoco della passione e della felicità, che scalda il
cuore e rilassa le
membra.
Questo
è il
fuoco della distruzione, che consuma e logora tutto ciò che
resta.
Raccolgo
le
ultime forze ed esco da questa vasca che non è la nostra,
l’acqua ormai è
troppo fredda.
Mi
trascino
verso la porta, esalando quei pochi respiri che ancora mi restano prima
di
toccare il fondo, e sblocco la serratura per farti entrare.
Non
so se
hai bisogno di me, Ren, ma adesso io ne ho di te.
Non
voglio
morire, non ancora.
Voglio
prima
sapere se i sacrifici che ho fatto ne sono valsi la pena, se
l’aver calpestato
l’amore mi ripagherà con qualcosa di
più grande.
E
poi voglio
vivere la mia vecchiaia insieme a te, anche se non so quanto questo
possa
essere ancora realizzabile.
Tutto
mi
sembra sempre più lontano e confuso, come un sogno che si
dimentica in fretta.
Con
fatica riesco
a pronunciare poche parole, dicendoti che sto per morire.
E
tu da eroe
quale ti piace essere mi rispondi che non lo permetterai mai.
Le
tue
labbra si posano sulle mie e tutto si spegne.
Il
tempo si
ferma, insieme al cuore e al respiro.
Sento
solo
il vago profumo della nostra acqua di colonia e le tue braccia che mi
stringono.
Lentamente
l’aria rifluisce nei polmoni, il bruciore nel petto si
attenua.
E
ritorno
alla vita.
ANGOLO DELL’AUTORE
Non
si vede
che mi piace Nana Osaki vero? *fischietta* So che non è
giusto nei confronti
degli altri personaggi fare una shot così lunga per lei, ma
mi uscivano le
parole a getto. Come Ren e Shin la sento molto vicina, e mi riesce
più facile
immedesimarmi in lei. Anche qui ho ripreso una scena del manga, quella
che
avviene dopo che Nana riceve da un paparazzo un pacco che contiene la
foto di
Ren che sembra abbracciare Reira al loro paese natale. Spero di averla
resa al
meglio perché ci tengo particolarmente! La prossima
sarà l’ultima shot che
chiuderà la raccolta!
Questa la
dedico a LuxLuxis, che finalmente
ha
preso coraggio e ha scritto anche lei su questo fandom, direi ottenendo
anche
successo immediato! So che avrebbe preferito la shot di Ren, ma in
quella dovrò
mettere i ringraziamenti a tutte perché sarà
l’ultima! Ad ogni modo spero possa
piacerti anche questa Lux, e mi raccomando scrivi su Nana di nuovo! ;)
Spero
ovviamente che sia piaciuta anche a tutte le altre!
Bacioni
Place
|
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Capitolo 8 *** 8 - Ren ***
E quando il cuore
sanguina forte,
signori,
è finita: arriva la morte.
Premo
sull’acceleratore, incurante della neve fresca appena caduta,
che si è
depositata sul suolo ricoprendolo di bianco.
Anche
quest’anno è arrivata, puntuale come sempre, nel
nostro paese d’origine.
È
uno
spettacolo che a Tokyo non si può vedere.
Cosa
ci
faccio qui?
Sto
andando
a riprendere la principessa cantante.
Forse
non è
il posto dove dovrei essere adesso, ma non posso venire da te se prima
non ho
rimesso a posto le cose.
Voglio
proteggere il castello che Takumi ha costruito sacrificando tutto il
resto, e
che io sto mandando in fumo con i miei errori.
Io
stesso ho
investito tanto nei Trapnest, giocandomi la possibilità di
una vita serena con
te.
Eppure
è
solo per questa mia scelta che adesso mi ritrovo a questo punto.
Se
avessi
continuato a vivere con te in questo posto, rinunciando alla mia
ambizione di
vivere con il talento che la vita mi ha dato, probabilmente non mi
ritroverei a
dover fronteggiare le facce deluse delle persone che mi circondano.
Yasu.
Takumi.
Kinoshita.
Tu.
I
vostri
sguardi mi giudicano, pesano tonnellate.
Non
posso
sostenerli.
Chissà
che
cosa penserebbe il piccolo Shin, che ha fatto di me il suo eroe
personale, se
sapesse quello che sono in realtà: un tossico che non
può smettere di farsi
perché non riuscirebbe più a suonare.
Queste
mani
che tremano mi stanno portando via l’ultima cosa che mi
è rimasta.
La
mia
musica è l’unico appiglio al quale posso fare fede
se non voglio sprofondare
sotto la voragine di amarezza che io stesso mi sono creato sotto i
piedi.
Devo
raggiungere Reira e riportarla a casa, così che il futuro
dei Trapnest sia
salvo.
Poi
verrò da
te, per augurarti buon compleanno e sistemare i silenzi estenuanti
degli ultimi
mesi.
Nonostante
il
tuo egoismo e le tue pressioni, non voglio rinunciare a noi.
Mi
manchi da
morirne.
È
possibile
riparare tutti gli errori che ho commesso?
Non
ho tempo
per soffermarmi a pensarlo, devo agire e basta.
Corro
sempre
più forte, dritto davanti a me.
Nello
specchietto posso vedere una macchina che mi sta seguendo,
probabilmente
fastidiosi paparazzi in cerca di qualche scoop su di noi o sulla
scomparsa di
Reira.
Devo
seminarli,
sono una minaccia che potrebbe inabissare completamente quello che si
sta già
sgretolando.
Non
era
certo questo quello che volevo quando ho deciso di trasferirmi a Tokyo.
Volevo
solo
avere l’opportunità di far conoscere a tutti la
mia musica, ma non immaginavo
che sarei finito su un ring dove ogni giorno è una continua
lotta contro gli
altri e contro se stessi.
Quel
mondo
che agli occhi della gente qualunque risplende di luce e fascino, per
quelli
come noi è un inferno che prosciuga l’anima.
Ma
di questo
te ne sarai accorta anche tu, adesso che ci sei dentro.
Dimmi,
ne
valeva davvero la pena?
Non
saremmo
forse stati più felici continuando a vivere in quel
magazzino del quale abbiamo
fatto la nostra casa, facendo musica per divertimento in quei piccoli
locali
pieni del calore dei nostri fan?
Possibile
che tutti coloro che vogliono vedere il paradiso finiscano per forza
all’inferno?*
Sono
quasi
arrivato in prossimità di quella casa.
Conosco
la
strada ad occhi chiusi, perché è il posto che amo
di più al mondo.
È
il mio
punto di partenza, e sarà anche quello della fine.
Ci
verrai a
trascorrere la vecchiaia con me, non è vero?
Quando
saremo
troppo stanchi per giocare a tirarci le palle di neve sul frangiflutti,
per
fare le rock star e per combattere coi nostri demoni.
Eccola
là,
la nostra casa.
Adesso
la
vedo chiaramente.
È
ancora
così, come l’abbiamo lasciata.
“ E
ora passiamo alla prossima canzone! Sono in molti a sperare che tornino
in
attività al più presto!”
È la voce
della radio in sottofondo, ma io non vedo altro che la nostra casa che
si
avvicina sempre più, mentre corro più veloce del
vento.
“ Black
Stones!”
C’è una
figura nera sul cornicione sotto la finestra, una donna dalla pelle
chiara che
indossa un chiodo in pelle e abiti punk.
Spalanco
gli
occhi: sì, sei proprio tu.
Voglio
raggiungerti,
voglio afferrarti prima che tu possa scappare di nuovo.
Lo
faccio,
ormai sono lì da te.
Le
gomme
dell’auto scivolano sulla neve fresca come lacrime sulle
guance.
Questa
neve
che ricopre i ricordi dei momenti più belli di
un’intera vita.
È
così
diversa dalla neve che io faccio scivolare sulle superfici lisce per
lenire il
dolore…
Sto
per
raggiungerti, ma tu con un balzo scappi via, sparendo nel nulla.
Eri
solo un’illusione?
Adesso
davanti
a me c’è un muro, il muro della nostra casa.
Non
posso
evitarlo.
Ma
forse è
proprio questa la fine che merito.
Anche
gli
eroi alla fine se ne vanno.
Però,
se non
posso salvare nessuno, voglio almeno proteggere l’ultima cosa
che di prezioso
mi resta.
Stacco
le
mani dal volante, stringendomele al petto e piegandomi su me stesso.
Chissà
se i
fantasmi possono suonare la chitarra…
Lo
spero.
Oggi
non
posso venire a festeggiare il tuo compleanno, mi dispiace.
Ma
ti
aspetto sulla riva del fiume Sanzu, Nana.
“ Blas…”
“Chi bene
parla e mal si comporta,
è
come l’erbaccia davanti alla porta.
E quando
l’erbaccia arriva al selciato,
è
come un giardino tutto ghiacciato.
E quando il ghiaccio
diventa più duro,
è
come una sposa seduta sul muro.
E quando la sposa
ritrova il suo velo,
è
come un’aquila che vola in cielo.
E
quando nel cielo son fulmini e lampi,
è come un leone che arriva nei campi.
E
quando i campi non danno più frutto,
è come un bastone che batte sul petto.
E
quando il petto inizia a bruciare,
è come un pugnale che trapana il cuore.
E quando il cuore
sanguina forte,
signori,
è finita: arriva la morte.”
“A
man of
words and not of deeds,
is like a garden
full of weeds.
And
when the
weeds begin to grow,
it's like a
garden full of snow.
And
when the
snow begins to fall,
it's like a
bird upon the wall.
And
when the
bird away does fly,
it's like an eagle
in the sky.
And
when the
sky begins to roar,
it's like a
lion at the door.
And
when the
door begins to crack,
it's like a
stick across your back.
And
when your
back begins to smart,
it's like a
penknife in your heart.
And when your
heart begins to bleed,
you're dead,
and dead, and dead indeed.”
*
vol. 25,
cap. 47
ANGOLO DELL’AUTORE
Ehm…ok,
ho
esagerato con la lunghezza! Chiedo scusa, io AMO Ren! Spero di averlo
reso al
meglio, ci tengo in modo particolare a lui.
E con questa
storia si conclude questa raccolta nata da una filastrocca presa dalla
raccolta
“Nursery
Rhyme” di John
Fletcher, intitolata appunto “A Man
of
Words anf not of Deeds”. Vi ho messo anche la
filastrocca in lingua
originale, ma quella su cui mi sono basata io è la
traduzione italiana derivata
dal telefilm.
Ci tenevo a ringraziare ad una
ad una le persone che hanno seguito questa raccolta.
Parto con il ringraziare le persone
che hanno perso il loro tempo a recensire:
- I m a witch: grazie per le bellissime
recensioni sentite e
costruttive che mi hai lasciato, per tutto il sostegno e per aver mezzo
la mia
storia fra le letture consigliate! Sei pazza! XD
- Nic87:
ci conosciamo da poco ma mi hai dato tantissimo sostegno, quindi grazie
davvero
di cuore per questo e per le tue bellissime recensioni!
- SeleAce: un grazie alla Kidda del
mio cuore, rivale del mio Zoro ma
mia grandissima sostenitrice! Grazie per tutto tesoro! <3
- Zonami84: grazie
perché sei sempre la prima a recensire e per tutto
il sostegno che mi hai dato in questo ultimo anno!
- LuxLuxis: grazie per il supporto
e sono felice di aver conosciuto
un’altra fan di questo manga!
- The_Code_End: grazie
perché sei stata una delle prime a recensire
le mie storie (non solo questa) quando sono approdata sul fandom mesi
fa, e mi
hai incoraggiata da subito!
- Mrs TENnant: grazie per le tue
recensione bellissime e sentite, mi
hai incoraggiata molto a proseguire!
- acchiappanuvole: grazie anche a
te per le recensioni bellissime e
sappi che per me è un onore sapere che segui le mie storie,
considerando che
per me sei una scrittrice eccezionale e mi inchino al tuo talento!
- Lolimik: anche se hai lasciato
una sola recensione è stata molto
apprezzata e sentita! Grazie mille!
- Saphira_chan: grazie per aver
ricambiato le mie recensioni alla tua
storia venendo a leggere i miei orrori!
Passiamo a
coloro che hanno
messo la storia nelle preferite (non me lo aspettavo): grazie di cuore Lolimik e lostitall!
E infine coloro che hanno messo
la storia nelle seguite: grazie a I m a
witch, Kayleah, LuxLuxis, Mrs
TENnnant, Nic87,
Piccola_Luna, shanir7511,
thejesusofsuburbia, Zonami84!
Grazie davvero
di cuore a tutti
voi e anche ai lettori silenziosi!
Ci vediamo con le prossime
storie (ho già un’ideuzza per un’altra
raccolta ;) )!
Bacioni a tutti
Place
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