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stranger in the clothes you know the most.
e
tu, veramente, non pensi che sia strano?
ci
conosciamo da vicino, e certe volte non ci capiamo per niente
sappiamo
esattamente cosa sta passando nella testa dell'altro
siamo
completamente inconsapevoli di cosa l'altro stia vivendo
conosciamo
così tante storie del nostro passato
e
non abbiamo idea cosa ci abbia reso ciò che siamo
sentiamo
che non faremo mai a meno dell'altro
e
facciamo fatica a condividerci la stessa stanza
come
se ogni nostro respiro inciampasse in ogni singolo dell'altro
come
se calpestassimo terre di pianeti completamente diversi
e
un momento prima stai scherzando come l'anima della festa
e
il momento dopo sei chiuso in te stesso chissà in quale altra dimensione
e
in questo momento ti guardo come la cosa che mi dice che è tutto a posto
e
il momento dopo sei esattamente il più grande problema della mia vita
e
sei vivace come un bambino in qualche stupida festività
e
sono la più sorridente e felice ed entusiasta persona qui attorno
e
sei vecchio come qualcuno che ha sputato tanto cemento quanto ne ha calpestato
e
sono l'impersonificazione del cinismo e ogni cosa che
guardo è fredda e nera
e
io, realmente, non dovrei trovarlo molto più incredibile?
sentirmi
nei panni di qualcun'altro nel momento in cui indosso gli abiti che ho sempre
hai
degli occhi stranieri nel momento in cui guardi ciò che conosci più di ogni
altra cosa
i
nostri fantasmi ci danno la caccia come se non fossero esattamente ciò che ci
siamo lasciati alle spalle
non
riconosciamo i passi che stanno facendo le nostre scarpe e la strada che
abbiamo scelto
e
certe volte mi ritorna in mente il momento esatto
quando
ho trovato chissà dove un tono per farti parlare come non avevi fatto mai con
nessun'altro
quando
riesci a mettermi di fronte a te come alla valutazione che posso avere di me
camminiamo
fianco a fianco, e teniamo d'occhio la reciproca posizione, ci accertiamo che
ogni passo sia sicuro
andiamo
in direzioni opposte come se non importasse cosa possa accaderci perché siamo
su strade diverse
ed
eri la cosa senza la quale pensavo di non riuscire più a tornare a me
ed
eri la cosa senza la quale potevo provare l'unico sollievo possibile per
ritrovarmi
ed
ero la sola persona con cui potessi parlare apertamente e senza la quale chissà
dove
ed
ero la sola persona che dovessi accuratamente evitare a costo di girare a vuoto
per non si sa dove
e
dico tutto ciò che mi passa per la testa e lancio battute che tengono banco
e
mi aggiro come non fossi nemmeno qui e quelli con cui parlo cercano di tenermi
a fuoco
e
sei inavvicinabile perché qualcosa ti gira assolutamente per il verso sbagliato
e
senza di te non è la stessa cosa per nessuno e tutti ti cercano, e vengono a
chiedere a me
e
non lo trovi terribilmente confusionale?
ancora
chi avvicini viene a fare amicizia con me, come se dovesse avere la mia
approvazione
e
mentre balli con loro cerchi il mio sguardo come se dovessi verificare che non
c'è problema
e
per quanto mi riguarda nessuno può toccarti, per quanto mi interessa puoi fare
ciò che vuoi
ci
guardano come se una delle loro migliori speranze fosse che ritorniamo
mescolati nello stesso contenitore
ci
spiano alla lontana come se quando discutiamo dovessero tenersi pronti allo
scatto per venirci a separare
ritengono
davvero, ne sono convinti, che da quando ci siamo spartiti i territori abbiamo
spaccato tutto il gruppo
e
il mio telefono era la concentrazione della loro preoccupazione di quello che
poteva averci allontanato
e
quando ci lanciamo battute tra noi si crea il gelo attorno come se fossero
pronti a buttarsi a terra nel caso volino coltelli
e
d'altra parte non siamo mai capaci di prevedere se saremo i migliori alleati o
i peggiori nemici delle prossime ore
ed
ero l'immancabile complicità di giorni e notti dove ci fosse da combinare
qualche trucco
ed
ero l'ultima persona all'altezza di una strategia da mettere in atto con buona
abilità
ed
eri di chi aspettare l'arrivo per iniziare a contare sul fatto che potevamo
saltarci fuori
ed
eri il perenne assente di ogni volta in cui si dovesse sperare perlomeno nella
buona sorte
ed
ero a chi ogni fiducia in caso le cose diventassero crudamente serie
ed
ero a chi non avresti affidato qualcosa che fosse da fare precisamente a
puntino
ed
eri chi mi accoglieva sul suo sedile per riposare prima della battaglia e passare
attraverso le giornate morte
ed
eri chi mi chiudeva la portiera in faccia mentre stavo ancora parlando come se
in ogni caso non ti interessasse
non
l'ho mai trovato davvero così estraniante, dopotutto?
la
mia peggiore ferita era averti perso e la mia più dorata speranza era non
ritrovarti mai più
sul
retro della tua carta vincente prima che lo sapessi e sul davanti di una carta
scoperchiata di colpo c'ero comunque io
potevo
leggere esattamente i tuoi modi e capire da che cosa stavi scappando e cosa
avresti inseguito fino all'esaurimento
aspettavi
ciò che avrei detto come se fossi il tuo oracolo personale, distribuzione
immediata delle tue battute migliori
davanti
al quale ti saresti inginocchiato e che avresti pugnalato alle spalle prima di
rendertene conto
non
mi importava che strade stessi attraversando, ma ti avrei difeso per molto meno
di ciò a cui tengo di più
non
ti toccava minimamente chi stavo avvicinando, e ti materializzavi per stare di
mezzo con perfetta precisione
comprendo
perfettamente tutti i tuoi torti e ti spalleggerei su ogni campo di battaglia
sapendo che hai ragione
mi
guarderesti con sospetto ogni volta che ho piena convinzione, e alla fine sai
che a modo mio ho visto giusto
ed
ero il tuo migliore ricovero e chi ti porgeva la spada e baciava la mano sporca
di sangue
ed
ero chi ti inseguiva per miglia pur di scagliarti addosso ogni cosa che pensavo
avessi completamente sbagliato
ed
eri lo sguardo che mi dava ragione o torto giudicandomi con ogni peso e misura
a tua disposizione
ed
eri l'ultimo che potesse azzardare qualsiasi commento su qualsiasi cosa
facessi, pensassi, dicessi e provassi
ed
ero la terra su cui potevi appoggiare ogni passo ad occhi chiusi e senza la
minima esitazione
ed
ero il terremoto dietro l'angolo che avrebbe scaravoltato
ogni cosa come se potessi farlo senza motivo alcuno
ed
eri la porta aperta quando fuori tirava il vento che cercava di strapparmi i
piedi dal suolo e disperdermi
ed
eri la finestra chiusa sulla quale sapevo era inutile graffiare fino a
consumarmi le unghie fino all'osso della falange
e
non l'hai mai trovato qualcosa di sconvolgente?
mi
avresti ridotto in poltiglia pur di placare la tua rabbia, e mi avresti chiesto
perdono senza riuscire a concedertelo mai
ti
avrei potuto passare attraverso come se fossi inconsistente, e non potevo
immaginare il mondo senza di te
e
sono ancora l'unica persona con la quale
puoi dire per filo e per segno cosa ti ha buttato fuori da te
non
osi pormi nemmeno una parola personale, in agguato per aggrapparti ad ogni mia
singola domanda
da
quando ho circuito il mio spazio di salvezza dalle tue multiformi tempeste e
dalle tue freddezze senza appello
e
sei ancora l'unica persona dalla quale ho fede possa provenire l'unica determinazione
esatta di cosa sta accadendo
non
cercherei il tuo consiglio nemmeno se mi trovassi con le spalle al muro davanti
ad un plotone d'esecuzione
da
quando so che non posso farmi mandare in pezzi dalle tue sentenze perché non
riesco a delimitarne correttezza
siamo
quelli che sono più vicini tra tutta questa folla e non ci permetteremmo mai di
scambiarci un abbraccio
e
sei tutto ciò che temo e in cui ancora posso credere e sperare
sei
la maledizione che arriva cercando la sua prossima vittima e la salvazione per
chi possa invocarti
e
sono tutto ciò che ti manda in frammenti scomposti e sono la sola cosa che può
ricomporti nella tua esatta forma
e
sono tutto ciò che puoi indovinare esattamente laddove finisce la tua
comprensione
e
sei tutto ciò che posso aspettarmi quando smetto di vedere ciò che può
capitarmi
e
sei chi continuo a incontrare quando cerco di lasciarmi alle spalle le strade
che ho chiuso, bruciato e calpestato
e
sono tutto ciò a cui puoi appellarti quando hai smesso di lasciarti
addomesticare da ogni scorta inesistente
e
sono l'ultima persona alla quale puoi ricorrere quando sei già così giù che per
scendere ancora dovresti scavare
e
non avrei dovuto semplicemente sospettare lo spirito di auto-conservazione?
il
caos elettrostatico che non riesco a seguire né seminare ha un nodo di passaggio
che ti corrisponde immancabilmente
per
quanto continui a girare in tondo e attraversare ogni genere di situazioni
ritorni dal via dove sono io
ho
staccato la spina più e più volte ma non riesco ad isolarti al di fuori dello
spazio in cui potrei finalmente rigenerarmi
continui
a ripetere gli stessi mantra, cambi i vestiti e le modalità come se cercassi la
migliore, e io ti ricordo chi sei
vado
in fiamme e mi ricompongo, gioco sul rewind con un
tasto sempre nuovo e inciampo immancabilmente nei tuoi lacci
sei
la prova che si può cambiare non importa quante volte pelle a mutare, e sono il
tatuaggio che non riesci a cancellare
sono
la tua spanna al di sopra del mondo a cui ti impiccherai per quanto continui a
lottare
sei
la profondità della mia intenzione fedele ad una libertà che non ho la
disponibilità di sacrificarti
e
sono chi ti solleva fino alle cime oltre le quali non riuscivi a spaziare la
vista
e
sono la zavorra da tagliare prima che ti trascini in un abisso dal quale
potrebbe non esserci ritorno
ed
è tua la mano che si sporge per spingermi sott'acqua quando sto annegando
troppo lentamente
ed
è tua la mano che mi tiene e mi solleva al di sopra di muri troppo alti da
scavalcare
e
sono chi ti può trovare quando vaghi per sfuggire qualsiasi cosa che pensi di
non poter mai affrontare
e
sono chi ti può portare su una deviazione così sbagliata che lo schianto è
imminente in ogni istante
e
sei il vortice che divora ogni luce quando tutto ciò di cui ho più bisogno è un
raggio di sole senza inizio né fine
e
sei l'ancora attorno alla quale girare quando la nebbia confonde i polmoni e la
fine del mondo reclama
non
dovresti trovarlo perlomeno completamente allucinante?
se
sotto un cielo di piombo la sola luce che brilla su scaglie è quella sulle mie
iridescenze controcorrente per non farti divorare?
se
la lampada che strofino per i desideri che non oserei nominare evoca la nuvola
di zolfo che precede te?
se
gli occhi sotto una coltre nera come pece nei quali trovi sicuro lago su cui
addormentare i tuoi dubbi sono i miei?
se
sono capace di non farmi incrinare il sorriso dalla tua presenza perché sei ciò
per cui non potrei mai spezzarmi?
se
il peso legato ai tuoi piedi che ti manda a fondo è la mia via per riportarti a
casa sano e salvo?
se
abbandono la stanza o resto ai margini per non celebrare la tua voce da gran
che la sento seguirmi ovunque?
se
quando cambi tono e parli con la gola direttamente collegata al fondo della tua
essenza ci sono io dall'altra parte?
se
posso affidarti la mia vita senza pensarci e prescindere scioltamente da te per
ogni mia singola scelta?
se
puoi sapere che sarò l'ultima persona ad abbandonarti e la prima a non farti
più riconoscere te stesso?
essendo
tu di cui non posso liberarmi e che non riuscirò mai ad afferrare
essendo
io su cui ricucire lo strappo dei tuoi sogni e lo sparo delle tue illusioni
ma
il mio demone mi ha risvegliato e se n'è andato tempo fa senza sentire un solo
richiamo di rimpianto
ma
il treno che dovevi prendere al volo è in un punto imprecisato del tragitto che
non puoi raggiungere
ma
i miei fili si riallacciano in un modo che non comprende le tue coordinate,
giocano ad evitarle per spirito innato
ma
le linee sulla tua mano indicano un tempo in cui potrei esistere solo se le
cose fossero andate diversamente
ma
il senso delle cose è corso via molto tempo fa dandomi un'unica opportunità di
saltargli in groppa e l'ho colta
ma
il flusso è già passato ben oltre il punto in cui avevo smesso di aspettarti
scaduto il tempo che potevo concederti
ma
le svolte hanno già preso il loro corso e abbiamo girato il volante in modo
diverso senza consultarci
ma
il momento in cui avresti potuto renderti conto che dovevi tornare a ripensarci
è già dall'altra parte della clessidra
ma
sono sulla riva opposta e non ho alcuna intenzione di saltare non apparendomi
nessuna immagine di noi
ma
non ho trovato il modo di afferrare il motivo per cui perdonare ed ho già
buttato i frammenti inerti sul pavimento
ma
non c'è stagione sotto la protezione della quale potremmo incontrarci per
riprovare a far funzionare
il
meccanismo spezzato che si rifiuta di girare, le risposte sbagliate che non
siano già state condannate all'errore
il
cielo in frantumi per la freccia che ho scagliato, il corvo è volato via e non
c'è gabbia che lo potrà ricatturare
il
vento passato a portare via i resti, tutto ciò che si è già ricomposto in una
realtà dove non può più esistere in somiglianza
nota: non ho la più pallida idea di se davvero
il titolo sia in quello che si può definire inglese corretto. Diciamo che molto
spesso, scribacchiando, preferisco affidarmi al come mi suonano le parole che
al loro stretto significato, e specialmente in altre lingue. Prendetela come
una licenza poetica se questo vi può dare meno fastidio. Ma ad ogni modo il
senso del titolo in italiano vorrebbe essere: ‘straniero nei vestiti che
conosci di più’.