Penne nere

di VeganWanderingWolf
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'anima dispersa in corvi ***
Capitolo 2: *** no, non ho fatto niente ***
Capitolo 3: *** stranger in the clothes you know the most ***
Capitolo 4: *** il tempo dei corvi ***



Capitolo 1
*** L'anima dispersa in corvi ***


.l’anima dispersa in corvi.

 

credo di avere l'anima dispersa in corvi che girano in tondo

gridano, vanno in fiamme

non muoiono mai

dormono o si zittiscono

forse si nascondono nell'ombra quando cerco di tirarli giù uno per uno

ma poi ricominciano

non li sopporto più

li odio

forse però se non li vedessi volare

non saprei che farmene più del cielo

o mi parrebbe molto più vuoto e insensato

 

sono perseguitato da questi corvi

ma naturalmente sono i miei corvi

vale a dire che sono perseguitato da me stesso, giusto?

ho provato ad avvelenarli in un sacco di modi

ma ricominciano ancora

ho provato ad ignorarli

funziona per un tempo limitato

ho provato a dimenticarli

ma sono totalmente incapace di farlo ora come ora

 

a volte non so proprio cosa fare

resto lì seduto e li guardo

con un terribile senso di disgrazia inevitabile

sono certo che ogni tanto cavino gli occhi a qualcuno per cibarsene

credo che giochino anche con le interiora dei cadaveri che squartano

non so se si tratti dei miei occhi e delle mie interiora

o di quelle di qualcuno che ho ucciso

o sia delle mie che di quelle di qualcun altro

la maggior parte del tempo non sono sicuro di ciò che ho fatto

figuriamoci di quello che sto facendo

e a volte mi guardo le mani e le trovo sporche di sangue

non riesco a capire se i versi che fanno i corvi di fronte al mio orrore

sia una risata o un pianto o entrambe le cose

 

scrivo cose con le penne che perdono, o le mastico a lungo pensando

sono abbastanza sicuro che non è cosa che mi fa bene

a volte si mettono sui rami e mi fissano

non sono spaventati né intimiditi dal mio ricambiare lo sguardo

impressioni alterne, forse ci capiamo perfettamente o forse per niente

forse sono sguardi di intesa o di studiarsi con reciproco sospetto

parlano tra di loro, certo, forse non di me

non credo di essere così interessante in fondo per loro

e non sono sicuro di che effetto questo mi faccia

talvolta è un gran sollievo e a volte griderei loro

'dove credete di andare, come credete di ignorarmi?!

dopotutto mi appartenete, stupidi becchi aguzzi e occhi maligni!

già, dopotutto mi appartenete, e non potete farci proprio niente!

così come vi appartengo io, almeno per il momento! d'accordo, ecco, lo ammetto!

ma non siete sempre esistiti, lo sapete, quindi oserei dire

con piena sicurezza, che la vostra esistenza dipende da me!!'

dunque, se io li ho creati io li posso distruggere

dunque, se da me sono nati mentre dormivo sulle loro uova

posso anche re-inghiottirli uno per uno, penna per penna, zampa per zampa

 

ho paura che i loro occhi rimangano aperti anche se sono morti

e che mi guarderanno da dentro per il resto dei miei giorni se li abbattessi

che mi faranno impazzire gracchiandomi cose nel cervello

non importa cosa, non importa se capirò cosa

sono un tormento, ma so che probabilmente

non sono qui banalmente per starmi addosso

ma perché, siccome dipendono da me

non possono allontanarsi troppo, non possono volare via

dovrei trovare la chiave della gabbia che non esiste

spalancargliela e cacciarli via a pedate, e riderei di gusto nel farlo

 

c'è qualcosa di veramente insopportabile in loro, insopportabile

ma so di non essere pazzo

deliro e so esattamente cosa sto dicendo

e ho trovato compagni di deliri e di lucidità

ma non riferisco quasi mai quello che dicono i corvi

e quando lo faccio, mi guardano come se fossi posseduto

certo che lo sono, e certo che l'ho fatto

certo che l'altro giorno stavo scavando nel terreno

per cercare vermi, e non so se volevo mangiarli

ma credo sia una cosa da corvi

 

e credo che il loro re o regina mi abbia fatto il nido nel cuore

proprio così, mi ha completamente devastato il muscolo

per farci un nido con tutte le pagliuzze perforanti

oggi me ne sono accorto e ho ceduto alla soggezione

è mai possibile, mi son detto

che se provassi a cacciarlo/a da lì

tirandogli dietro tutte le sue uova

e spargendo la paglia al vento come oro in fiamme

è mai possibile che allora il cuore mi si fermerebbe?

alias che morirei? e io non ero quello

che ha vissuto così a lungo col cuore sepolto?

posso camminare come se fossi morto, proprio così

 

e forse potrei pretendere molto bene allora di ignorare i corvi

per vedere se si stancano e si distraggono, in modo che li possa abbattere

ma credo che mi seguirebbero anche se fossi morto

e che per loro non rappresenterebbe una vera stranezza

registrerebbero questa novità senza particolare impressione

come se fosse tutto normale in fondo, qualsiasi cosa faccia

qualsiasi cosa io diventi, loro starebbero con me

forse credono che la loro compagnia mi sia gradita, o che non abbia di meglio

e sanno di sbagliare, ma non gliene frega niente, e sanno che mi tormentano

 

penso che quando vedono che non ce la faccio più mi lascino riposare

apposta per poter poi ricominciare da capo appena mi rialzo

e poi quando scaglio loro sassi addosso

o non rivolgo loro nemmeno un grido di rabbia

e si rendono conto che ne ho abbastanza

non cercano nemmeno di capire

semplicemente aspettano che mi passi

o cercano di distrarmi facendo giochi in volo

non capisco perché cado ancora nei loro trucchi da funambolo

ed è questo, probabilmente

il primo problema che dovrei iniziare a risolvere

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Capitolo 2
*** no, non ho fatto niente ***


. no, non fatto niente .

 

togliti la scheggia dall'osso del piede

perché puoi zoppicare quanto vuoi

e la gran parte del tempo non sarò più

al tuo fianco per controbilanciarti il passo

e sappiamo perfettamente che camminerai benissimo

ovunque tu voglia andare

e altrettanto farò anch'io

spalanca le tue ali, penne nere

il becco acuto ti segnerà la direzione

e le tue tempeste ti forgeranno se non ti ci lascerai smarrire in mezzo

 

no, non ho fatto niente

non ho le colpe che mi vuoi dare

e probabilmente nemmeno i meriti

no, non hai fatto niente

non hai i meriti che vorrei ricordarmi

e probabilmente nemmeno le colpe

il nastro s'è smagnetizzato

come se fossimo rimasti chiusi per miglia e miglia

sull'auto che va, in folle, senza meta

mi hai sentito invocare il baratro? l'ho fatto?

ti ho sentito cercare il muro? non so se ti ho sentito

la musica era troppo alta

e non ne ho mai saputo il testo

tu non me l'hai mai chiesto

forse non aveva importanza, aldilà di tutto

 

hai colpito il lunotto posteriore per incrinarlo

ma io l'ho preso a calci per uscire

non mi sono nemmeno voltato a vedere

se andava tutto in fiamme

avevo una sigaretta tra le labbra

sarebbe stato molto scenico

sono scivolato sulla benzina

e battendo la testa ho visto l'arcobaleno del sole sull'olio

ma ho tenuto la sigaretta stretta tra i denti

e ho sorriso al cielo respirando con sollievo

 

no, non ho smarrito quasi niente

ho ancora tutta la fiducia, ma non nel tuo non farmi male

e probabilmente non avevo mai imparato ad aspettarmelo

no, non hai fatto niente

sei rimasto tutto ciò che non si è dissolto

ma non illuderti che basterà imprimerlo su pelle

sono sciocchezze, sono sciocchezze smagnetizzate

come se ci fossimo dimenticati per un sacco di tempo

di rimettere la sicura e continuando a premere il grilletto a vuoto

mi hai sentito esplodere lo sparo, l'ho fatto?

ti ho sentito gridare di buttarsi a terra? non l'ho fatto?

la confusione era troppo alta

avevo smarrito l'ago della bussola ingoiandolo

tu non l'hai mai cercato

forse ha continuato a rendermi al vento, fossero ali o cenere

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Capitolo 3
*** stranger in the clothes you know the most ***


. stranger in the clothes you know the most.

 

e tu, veramente, non pensi che sia strano?

ci conosciamo da vicino, e certe volte non ci capiamo per niente

sappiamo esattamente cosa sta passando nella testa dell'altro

siamo completamente inconsapevoli di cosa l'altro stia vivendo

conosciamo così tante storie del nostro passato

e non abbiamo idea cosa ci abbia reso ciò che siamo

sentiamo che non faremo mai a meno dell'altro

e facciamo fatica a condividerci la stessa stanza

come se ogni nostro respiro inciampasse in ogni singolo dell'altro

come se calpestassimo terre di pianeti completamente diversi

 

e un momento prima stai scherzando come l'anima della festa

e il momento dopo sei chiuso in te stesso chissà in quale altra dimensione

e in questo momento ti guardo come la cosa che mi dice che è tutto a posto

e il momento dopo sei esattamente il più grande problema della mia vita

e sei vivace come un bambino in qualche stupida festività

e sono la più sorridente e felice ed entusiasta persona qui attorno

e sei vecchio come qualcuno che ha sputato tanto cemento quanto ne ha calpestato

e sono l'impersonificazione del cinismo e ogni cosa che guardo è fredda e nera

 

e io, realmente, non dovrei trovarlo molto più incredibile?

sentirmi nei panni di qualcun'altro nel momento in cui indosso gli abiti che ho sempre

hai degli occhi stranieri nel momento in cui guardi ciò che conosci più di ogni altra cosa

i nostri fantasmi ci danno la caccia come se non fossero esattamente ciò che ci siamo lasciati alle spalle

non riconosciamo i passi che stanno facendo le nostre scarpe e la strada che abbiamo scelto

e certe volte mi ritorna in mente il momento esatto

quando ho trovato chissà dove un tono per farti parlare come non avevi fatto mai con nessun'altro

quando riesci a mettermi di fronte a te come alla valutazione che posso avere di me

camminiamo fianco a fianco, e teniamo d'occhio la reciproca posizione, ci accertiamo che ogni passo sia sicuro

andiamo in direzioni opposte come se non importasse cosa possa accaderci perché siamo su strade diverse

 

ed eri la cosa senza la quale pensavo di non riuscire più a tornare a me

ed eri la cosa senza la quale potevo provare l'unico sollievo possibile per ritrovarmi

ed ero la sola persona con cui potessi parlare apertamente e senza la quale chissà dove

ed ero la sola persona che dovessi accuratamente evitare a costo di girare a vuoto per non si sa dove

e dico tutto ciò che mi passa per la testa e lancio battute che tengono banco

e mi aggiro come non fossi nemmeno qui e quelli con cui parlo cercano di tenermi a fuoco

e sei inavvicinabile perché qualcosa ti gira assolutamente per il verso sbagliato

e senza di te non è la stessa cosa per nessuno e tutti ti cercano, e vengono a chiedere a me

 

e non lo trovi terribilmente confusionale?

ancora chi avvicini viene a fare amicizia con me, come se dovesse avere la mia approvazione

e mentre balli con loro cerchi il mio sguardo come se dovessi verificare che non c'è problema

e per quanto mi riguarda nessuno può toccarti, per quanto mi interessa puoi fare ciò che vuoi

ci guardano come se una delle loro migliori speranze fosse che ritorniamo mescolati nello stesso contenitore

ci spiano alla lontana come se quando discutiamo dovessero tenersi pronti allo scatto per venirci a separare

ritengono davvero, ne sono convinti, che da quando ci siamo spartiti i territori abbiamo spaccato tutto il gruppo

e il mio telefono era la concentrazione della loro preoccupazione di quello che poteva averci allontanato

e quando ci lanciamo battute tra noi si crea il gelo attorno come se fossero pronti a buttarsi a terra nel caso volino coltelli

e d'altra parte non siamo mai capaci di prevedere se saremo i migliori alleati o i peggiori nemici delle prossime ore

 

ed ero l'immancabile complicità di giorni e notti dove ci fosse da combinare qualche trucco

ed ero l'ultima persona all'altezza di una strategia da mettere in atto con buona abilità

ed eri di chi aspettare l'arrivo per iniziare a contare sul fatto che potevamo saltarci fuori

ed eri il perenne assente di ogni volta in cui si dovesse sperare perlomeno nella buona sorte

ed ero a chi ogni fiducia in caso le cose diventassero crudamente serie

ed ero a chi non avresti affidato qualcosa che fosse da fare precisamente a puntino

ed eri chi mi accoglieva sul suo sedile per riposare prima della battaglia e passare attraverso le giornate morte

ed eri chi mi chiudeva la portiera in faccia mentre stavo ancora parlando come se in ogni caso non ti interessasse

 

non l'ho mai trovato davvero così estraniante, dopotutto?

la mia peggiore ferita era averti perso e la mia più dorata speranza era non ritrovarti mai più

sul retro della tua carta vincente prima che lo sapessi e sul davanti di una carta scoperchiata di colpo c'ero comunque io

potevo leggere esattamente i tuoi modi e capire da che cosa stavi scappando e cosa avresti inseguito fino all'esaurimento

aspettavi ciò che avrei detto come se fossi il tuo oracolo personale, distribuzione immediata delle tue battute migliori

davanti al quale ti saresti inginocchiato e che avresti pugnalato alle spalle prima di rendertene conto

non mi importava che strade stessi attraversando, ma ti avrei difeso per molto meno di ciò a cui tengo di più

non ti toccava minimamente chi stavo avvicinando, e ti materializzavi per stare di mezzo con perfetta precisione

comprendo perfettamente tutti i tuoi torti e ti spalleggerei su ogni campo di battaglia sapendo che hai ragione

mi guarderesti con sospetto ogni volta che ho piena convinzione, e alla fine sai che a modo mio ho visto giusto

 

ed ero il tuo migliore ricovero e chi ti porgeva la spada e baciava la mano sporca di sangue

ed ero chi ti inseguiva per miglia pur di scagliarti addosso ogni cosa che pensavo avessi completamente sbagliato

ed eri lo sguardo che mi dava ragione o torto giudicandomi con ogni peso e misura a tua disposizione

ed eri l'ultimo che potesse azzardare qualsiasi commento su qualsiasi cosa facessi, pensassi, dicessi e provassi

ed ero la terra su cui potevi appoggiare ogni passo ad occhi chiusi e senza la minima esitazione

ed ero il terremoto dietro l'angolo che avrebbe scaravoltato ogni cosa come se potessi farlo senza motivo alcuno

ed eri la porta aperta quando fuori tirava il vento che cercava di strapparmi i piedi dal suolo e disperdermi

ed eri la finestra chiusa sulla quale sapevo era inutile graffiare fino a consumarmi le unghie fino all'osso della falange

 

e non l'hai mai trovato qualcosa di sconvolgente?

mi avresti ridotto in poltiglia pur di placare la tua rabbia, e mi avresti chiesto perdono senza riuscire a concedertelo mai

ti avrei potuto passare attraverso come se fossi inconsistente, e non potevo immaginare il mondo senza di te

e sono ancora l'unica  persona con la quale puoi dire per filo e per segno cosa ti ha buttato fuori da te

non osi pormi nemmeno una parola personale, in agguato per aggrapparti ad ogni mia singola domanda

da quando ho circuito il mio spazio di salvezza dalle tue multiformi tempeste e dalle tue freddezze senza appello

e sei ancora l'unica persona dalla quale ho fede possa provenire l'unica determinazione esatta di cosa sta accadendo

non cercherei il tuo consiglio nemmeno se mi trovassi con le spalle al muro davanti ad un plotone d'esecuzione

da quando so che non posso farmi mandare in pezzi dalle tue sentenze perché non riesco a delimitarne correttezza

siamo quelli che sono più vicini tra tutta questa folla e non ci permetteremmo mai di scambiarci un abbraccio

 

e sei tutto ciò che temo e in cui ancora posso credere e sperare

sei la maledizione che arriva cercando la sua prossima vittima e la salvazione per chi possa invocarti

e sono tutto ciò che ti manda in frammenti scomposti e sono la sola cosa che può ricomporti nella tua esatta forma

e sono tutto ciò che puoi indovinare esattamente laddove finisce la tua comprensione

e sei tutto ciò che posso aspettarmi quando smetto di vedere ciò che può capitarmi

e sei chi continuo a incontrare quando cerco di lasciarmi alle spalle le strade che ho chiuso, bruciato e calpestato

e sono tutto ciò a cui puoi appellarti quando hai smesso di lasciarti addomesticare da ogni scorta inesistente

e sono l'ultima persona alla quale puoi ricorrere quando sei già così giù che per scendere ancora dovresti scavare

 

e non avrei dovuto semplicemente sospettare lo spirito di auto-conservazione?

il caos elettrostatico che non riesco a seguire né seminare ha un nodo di passaggio che ti corrisponde immancabilmente

per quanto continui a girare in tondo e attraversare ogni genere di situazioni ritorni dal via dove sono io

ho staccato la spina più e più volte ma non riesco ad isolarti al di fuori dello spazio in cui potrei finalmente rigenerarmi

continui a ripetere gli stessi mantra, cambi i vestiti e le modalità come se cercassi la migliore, e io ti ricordo chi sei

vado in fiamme e mi ricompongo, gioco sul rewind con un tasto sempre nuovo e inciampo immancabilmente nei tuoi lacci

sei la prova che si può cambiare non importa quante volte pelle a mutare, e sono il tatuaggio che non riesci a cancellare

sono la tua spanna al di sopra del mondo a cui ti impiccherai per quanto continui a lottare

sei la profondità della mia intenzione fedele ad una libertà che non ho la disponibilità di sacrificarti

 

e sono chi ti solleva fino alle cime oltre le quali non riuscivi a spaziare la vista

e sono la zavorra da tagliare prima che ti trascini in un abisso dal quale potrebbe non esserci ritorno

ed è tua la mano che si sporge per spingermi sott'acqua quando sto annegando troppo lentamente

ed è tua la mano che mi tiene e mi solleva al di sopra di muri troppo alti da scavalcare

e sono chi ti può trovare quando vaghi per sfuggire qualsiasi cosa che pensi di non poter mai affrontare

e sono chi ti può portare su una deviazione così sbagliata che lo schianto è imminente in ogni istante

e sei il vortice che divora ogni luce quando tutto ciò di cui ho più bisogno è un raggio di sole senza inizio né fine

e sei l'ancora attorno alla quale girare quando la nebbia confonde i polmoni e la fine del mondo reclama

 

non dovresti trovarlo perlomeno completamente allucinante?

se sotto un cielo di piombo la sola luce che brilla su scaglie è quella sulle mie iridescenze controcorrente per non farti divorare?

se la lampada che strofino per i desideri che non oserei nominare evoca la nuvola di zolfo che precede te?

se gli occhi sotto una coltre nera come pece nei quali trovi sicuro lago su cui addormentare i tuoi dubbi sono i miei?

se sono capace di non farmi incrinare il sorriso dalla tua presenza perché sei ciò per cui non potrei mai spezzarmi?

se il peso legato ai tuoi piedi che ti manda a fondo è la mia via per riportarti a casa sano e salvo?

se abbandono la stanza o resto ai margini per non celebrare la tua voce da gran che la sento seguirmi ovunque?

se quando cambi tono e parli con la gola direttamente collegata al fondo della tua essenza ci sono io dall'altra parte?

se posso affidarti la mia vita senza pensarci e prescindere scioltamente da te per ogni mia singola scelta?

se puoi sapere che sarò l'ultima persona ad abbandonarti e la prima a non farti più riconoscere te stesso?

essendo tu di cui non posso liberarmi e che non riuscirò mai ad afferrare

essendo io su cui ricucire lo strappo dei tuoi sogni e lo sparo delle tue illusioni

 

ma il mio demone mi ha risvegliato e se n'è andato tempo fa senza sentire un solo richiamo di rimpianto

ma il treno che dovevi prendere al volo è in un punto imprecisato del tragitto che non puoi raggiungere

ma i miei fili si riallacciano in un modo che non comprende le tue coordinate, giocano ad evitarle per spirito innato

ma le linee sulla tua mano indicano un tempo in cui potrei esistere solo se le cose fossero andate diversamente

ma il senso delle cose è corso via molto tempo fa dandomi un'unica opportunità di saltargli in groppa e l'ho colta

ma il flusso è già passato ben oltre il punto in cui avevo smesso di aspettarti scaduto il tempo che potevo concederti

ma le svolte hanno già preso il loro corso e abbiamo girato il volante in modo diverso senza consultarci

ma il momento in cui avresti potuto renderti conto che dovevi tornare a ripensarci è già dall'altra parte della clessidra

ma sono sulla riva opposta e non ho alcuna intenzione di saltare non apparendomi nessuna immagine di noi

ma non ho trovato il modo di afferrare il motivo per cui perdonare ed ho già buttato i frammenti inerti sul pavimento

ma non c'è stagione sotto la protezione della quale potremmo incontrarci per riprovare a far funzionare

il meccanismo spezzato che si rifiuta di girare, le risposte sbagliate che non siano già state condannate all'errore

il cielo in frantumi per la freccia che ho scagliato, il corvo è volato via e non c'è gabbia che lo potrà ricatturare

il vento passato a portare via i resti, tutto ciò che si è già ricomposto in una realtà dove non può più esistere in somiglianza

 

 

nota: non ho la più pallida idea di se davvero il titolo sia in quello che si può definire inglese corretto. Diciamo che molto spesso, scribacchiando, preferisco affidarmi al come mi suonano le parole che al loro stretto significato, e specialmente in altre lingue. Prendetela come una licenza poetica se questo vi può dare meno fastidio. Ma ad ogni modo il senso del titolo in italiano vorrebbe essere: ‘straniero nei vestiti che conosci di più’.

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Capitolo 4
*** il tempo dei corvi ***


.il tempo dei corvi.

 

 

il tempo dei corvi è arrivato da tempo

i lupi sono una leggenda lontana

l'estinzione ha steso ceneri su ogni loro orma

e il cielo ha perso i loro canti e i loro sogni

mentre le penne nere volano attraverso i fulmini

 

qui è tutto livido di nuvole e tempesta senza tregua

i corvi sono come nati per questo

non conoscono pace e non se la concedono mai

volano e volano, ogni terra che sfiorano abbandonano

come se potessero bruciarsi da un momento all'altro

 

il fuoco che crepita sotto terra, in profondità

gira il mondo e lo divora dall'interno

ma tutto questo non li riguarda, il vento soffia

li riporta in alto, lontano da tutto ciò che si dibatte nel profondo

 

non rischierebbero mai le loro ali tra i rovi

di queste ruvide faccende terrene

un solo buco e non potrebbero rialzarsi in volo

un solo squarcio e tanto basterebbe a lasciarli a terra

probabilmente non ne vale mai la pena

la sopravvivenza è qualcosa da stringere con prezioso senso

 

spalancano le ali e volano in alto

un fulmine li potrebbe ridurre in cenere

ma è un istante, molto meglio che il dilaniarsi lentamente

il vento rimulina le loro ceneri e rieccoli

rinascono senza ricordi nemmeno di ciò che hanno perso

hanno solo il senso di battaglia e quello di vendetta

 

e i loro artigli possono afferrare solo cose abbastanza leggere

da sollevarsi in aria insieme a loro

e potrebbero essere abbandonate non appena siano zavorra

 

 

chiamali

sali in cima al dorso della terra più alto che trovi

e chiamali con tutta la voce che hai

alza la tua richiesta di aiuto

 

arriveranno subito, potrai vedere il sole

luccichio divorato dalle loro penne

sanno combattere fino a trarti da ogni guaio

ma non sprecare mai la tua voce se necessiti di conforto

la luce viene divorata dal nero delle loro piume

potrebbero inchiostrare il cielo di tragedia e vendetta

ma non potrebbero mai fare nascere il sole col loro canto

 

il tempo dei lupi è finito, molto tempo fa

la luna si è spenta, e le stelle sono più fredde del ghiaccio

cadaveri cosmici, balene arenatesi nell'infinito

 

l'ho vista camminare, le sue orme bruciavano sul terreno

e quando è arrivata al ghiaccio dell'acqua ha proseguito

sapeva, oh, se sapeva

si è chiusa il canto in gola mentre il suo fuoco le scioglieva l'appoggio

l'ha affondato con sé

ha chiesto ai corvi che l'accompagnassero e lo hanno fatto

sono rimasti a volare in aria sopra all'acqua

fino a vederla scomparire sotto la superficie e molto più giù

e quando non c'era più niente da vedere se ne sono andati

non avevano motivo di restare

 

l'ho visto fermarsi, a costruire la sua stessa trappola

l'ha architettata bene, semplice ed efficace

sarebbe bastato entrarvici con un solo passo per complicarsela attorno

ha fatto quel passo, e la trappola gli si è avvinghiata attorno

non ha mai chiamato i corvi a vedere cosa gli accadeva

ma essi andavano  a cercarlo molte volte

e ogni volta se ne andavano lasciandolo lì, delusi

che non facesse la magia, che non si districasse in una sola mossa

e nella sua stessa trappola è scomparso

 

 

i corvi si sono alzati in volo

hanno sentito il richiamo portato dal vento

il lupo bianco come una zanna pulita dal sangue

ad un ciglio dal baratro

e gli hanno tenuto la coda tra il becco per trattenerlo

ma egli si è gettato in avanti trascinando con sé i suoi ultimi nemici

non c'erano altre gole per cantare il suo ultimo gesto

e i corvi hanno solo potuto mulinare il vento

per imbastire il flusso che portasse via il suo ultimo ricordo

 

e lei vestita del manto delle ombre

ha alzato le braccia unite al cielo sopra la sua testa

ha chiuso gli occhi abbandonandosi completamente

e i corvi hanno portato via ciò che restava di lei

hanno attraversato il tempo in cui non riescono a soffermarsi

hanno attraversato il senso che non riescono mai a tenere stretto in pugno

 

portano via le anime dopo le loro ultime parole non dette

gettano gli ultimi sguardi avanti e indietro e in ogni dove

attraverso ogni cosa che non rimane mai per sempre

non comprendono l'infinito eco di ogni singolo momento

 

la loro natura è troppo diversa, non riescono a sentire nelle vene

il ritmo della terra né il flusso dell'acqua

la loro unica terra è il cielo senza nulla di fermo

ogni cosa potrebbe mutare da un momento all'altro

le nuvole hanno forme perennemente cangianti

e il ripetersi del cerchio del sole e della luna

per loro solo un dato di fatto

 

 

è arrivato il tempo dei corvi

faranno comunque la cosa giusta, ma ne sono passivi elementi

come foglie nel vento, trascinati dalla direzione dei concausali incidenti

possono solo scegliere come planare meglio

 

non riescono a comprendere la corsa sul terreno e com'esso pur si muovi

un ritmo troppo lento, troppo denso, per loro

vi annegherebbero senza comprenderne comunque alcun sentimento

 

perciò spalancano le ali e si alzano in volo

alianti portati via da correnti ascensionali che li strappano via dal suolo

sorvolano in un istante distanze, senza trarre da esse alcuna lezione

e ripetono ogni atterraggio e ripetono ogni decollo

 

l'istinto solo una ripetizione di meccanismi che funzionano come sono

non una freccia che indica la direzione in cui spingersi

 

e ogni volta che tenterai di rinchiuderli in una gabbia per quanto argentea

la ritroverai vuota non appena tornerai ad essa con lo sguardo

approfitteranno di ogni tua minima distrazione per non essere più lì

 

e hai visto come si legano giocando con il loro filo rosso nel tramonto

un cielo di sangue a sancire una promessa

che potrebbe essere recisa in ogni momento

 

il paranoico timore potrebbe divenire realtà da un momento all'altro

e ognuno potrebbe fissarli troppo a lungo

come se la loro immagine potesse essere consumata dall'eccessiva conoscenza

 

potresti essere la loro unica salvezza, il privilegiato conforto

ma non aspettarti che sappiano dare altrettanto

essi non conoscono la natura delle creature che si spostano su terra

non sanno cosa sia mettersi in gioco fino a divorarsi completamente

nello slancio di una sfida che si è voluta cogliere fino in fondo

lasceranno la presa non appena non sapranno più che farsene

come se non potessero mai avere il cuore interamente su qualcosa

 

e non conoscono il trucco della fenice

lasceranno bruciacchiare il bordo delle penne

ma sono i primi a sapere che se il fuoco li divorerà per intero

non potrebbero ritornare proprio come sono

e lo temono, non vogliono accettare il rischio

rinascere con qualcosa in più e qualcosa in meno

ogni loro cenere ha sempre solo qualcosa in meno che sono disposti

a giocare sul terreno del prossimo campo di battaglia

 

hanno l'irresistibile fascino dei giochi a mezz'aria

ma non credere nemmeno per un momento

che potrebbero essere qualcosa di meno effimero di ciò che sono

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