Frammenti dello specchio.

di Clementine Kruczynski
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Notte d'inverno. ***
Capitolo 2: *** La foglia. ***
Capitolo 3: *** Bologna ***
Capitolo 4: *** Il tempo. ***
Capitolo 5: *** Prigionia. ***
Capitolo 6: *** Ridenti stelle. ***
Capitolo 7: *** Specchi d'acqua. ***
Capitolo 8: *** La ballerina. ***
Capitolo 9: *** Memorie. ***
Capitolo 10: *** Errare. ***
Capitolo 11: *** Lucciole. ***
Capitolo 12: *** Farfalle. ***
Capitolo 13: *** Azzurro. ***
Capitolo 14: *** Manichini. ***
Capitolo 15: *** Treni ***
Capitolo 16: *** Fiamme. ***
Capitolo 17: *** Luci e ombre. ***



Capitolo 1
*** Notte d'inverno. ***


Io sono le parole non pronunciate,

strozzate in gola.

Sono le ali tarpate

prima di spiccare il volo.

Sono l'urlo soffocato

che risuona per tutta la casa

vuota.

Sono il fiore strappato

perché troppo bello.

Sono la sedia vuota

accanto al telefono.

Sono lo sguardo che non hai alzato,

gli occhi che non hanno visto,

le mani bagnate di sangue,

le orecchie tappate.

Sono il vestito piegato,

strappato,

buttato.

Sono il pianoforte che suona

ma che nessuno ascolta.

Sono le gocce di rugiada cresciute sull'erba

a cui nessuno fa caso.

Sono una notte d'inverno passata all'aperto,

quando non basta una coperta a ripararti dal freddo.

 

Sono la sigaretta schiacciata sul pavimento.

Continua a pestarmi,

nemmeno mi vedi.

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Capitolo 2
*** La foglia. ***


La foglia galleggia sull'acqua

come una nave nell'oceano.

Non è bella,

non è un fiore rosso

di campo.

E' giallognola,

rachitica

stropicciata.

Una ragazza allunga la mano provando a prenderla

ma la foglia si allontana

alla deriva.

E la ragazza piange

piange

con il vestito bianco

macchiato di sangue.

E non c'è un suono,

ma pare

di sentire una voce lontano

cantare.

La ragazza si strappa i capelli

che cadono biondi

ricordando le insonni.

Ha le mani malferme,

tremanti,

mentre spergiura di essere innocente

strappandosi il veleno con le unghie

grattando

gemendo

impazzendo.

E intorno

distese gelate senza un sussurro,

un finestrino appannato

mentre il mattino piange,

immobile come la morte.

 

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Capitolo 3
*** Bologna ***


Bologna vuota,

non una parola.

Bologna sola,

senza un rumore,

Bologna

ascolta:

non un'anima che vola.

E le strade

le strade straziate

piene del nostro vuoto,

gridano a qualcuno che già è fuggito via,

fulgido nel suo mantello d'ombra.

 

E non c'è nemmeno più il gusto d'amare,

il gusto di dare,

di darsi a qualcuno.

Bologna è svanita,

svanita è la nebbia che celava l'orrore.

Celata è la macchia sul volto rigato,

parecchio assonnato,

che da ieri tu hai.

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Capitolo 4
*** Il tempo. ***


Morta è la tristezza

pioggia gelata e cristalli d' ambra,

petali innocenti sospesi nell'aria,

freschezza di suoni-

primavera.

Nessuna dannata certezza,

nessun solco sulla terra bagnata,

lasciata al Sole ad asciugare

come un panno-

d'estate.

Colori assopiti,

spiriti riappacificati

caleidoscopio di sentimenti

lasciati marcire sotto la coltre di neve-

inverno.

Un libro appoggiato sul comodino.

Pagine ingiallite

foglie secche morte

colorate-

in autunno.

 

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Capitolo 5
*** Prigionia. ***


Libertà-

grida di rabbia

mute,

libertà-

apparenze che scivolano

sopra lastre di cemento

nude,

libertà-

siediti e smetti di pensare,

libertà-

corri sul ponte senza guardare,

libertà-

fili sospesi nell'aria

inerme,

libertà-

cicatrici bianche sulle mani

conserte,

libertà-

occhi innocenti e

arrossati,

libertà-

verità scomode

e malate.

 

Libertà-

il pallore del giorno che muore,

libertà-

troppi muri costruiti

senza un rumore.

 

Libertà-

costanti addii di grida

amare,

libertà-

nessun posto

in cui tornare.

 

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Capitolo 6
*** Ridenti stelle. ***


Parole come spilli nella testa,

tutto tace nella notte

tranne i pensieri.

Nessun rumore

ma la belva dentro ruggisce,

soli nella folla

soffochiamo in solitudine.

E le stelle ridono,

ridono

intoccabili.

 

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Capitolo 7
*** Specchi d'acqua. ***


Intorno, solo specchi d'acqua.

Riflettono il mondo,

la vita,

sopravvivendo al sicuro.

Intorno, solo muto rumore,

echi lontani di parole già

dette,

anime appassite come fiori

marci.

E per noi non resta

nulla,

nulla a cui aggrapparsi di notte,

se non alle nostre

parole,

all'inchiostro sulle pagine

immortali,

cercando redenzione.

 

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Capitolo 8
*** La ballerina. ***


Un salone da ballo

deserto,

musica spenta

risuona fantasma,

colonne di sedie

abbandonate,

desolazioni di finestre rotte

stravolte

per ciò che hanno dovuto vedere.

Colonne di fumo si elevano

alte

nel cielo che morto

si lascia andare.

Brucia la città di carta

bruciano le persone sottili come

fogli,

mentre la ballerina danza

nel salone

senza un rumore.

 

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Capitolo 9
*** Memorie. ***


Volti dipinti

su statue di sale.

Ombre argentate alle porte del mattino,

strisciano lente come il sonno

fino sul fondo di una bottiglia

di vetro.

Luci verdi lontane,

anime fatte di spettri:

le più difficili da salvare.

Ricordi granitici

svaniti come nebbia sulla colline.

E quando la luce della Luna

bacerà i rami più alti del salice che

piange

io ti aspetterò dall'altra parte.

 

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Capitolo 10
*** Errare. ***


Gli errori ci perseguitano

come sciami di api

rabbiose,

anatemi scagliati al

cielo

come preghiere silenziose.

Pallida la Luna

immerge la città del suo cono

di luce,

pallida la sera

scende sulle palpebre violacee.

Vento scuro si solleva

graffiando i volti dei passanti,

senza scopo o meta

girovaghi erranti.

 

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Capitolo 11
*** Lucciole. ***


Nebbia si posa

lenta

sopra gli spilli della memoria.

Neve e freschezza,

lucciole sugli occhi di chi

dorme

brillano come fari

disperdendo le illusioni.

Castelli di carte e scacchi

posati sulla finestra,

crollano come sabbia

in una clessidra di

vetro.

Annegano i pensieri

gocce rubate al

sonno,

annegano e tornano lievi

sotto forma di sillabe

mute.

 

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Capitolo 12
*** Farfalle. ***


Battito di ali di

farfalle,

leggero come brezza sul molo deserto,

lontano come voci di fantasmi.

Battito segreto di ali di

farfalle,

ballano al ritmo di musica nascosta,

vivono la loro vita di un giorno

ignare della fine dal gusto

amaro

che le aspetta.

Battito irrequieto di ali di

farfalle,

la musica si spegne e tutto il resto

gela,

morendo nella notte

come ricordi ormai

dimenticati.

 

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Capitolo 13
*** Azzurro. ***


Case distrutte da

uragani di grida.

Occhi socchiusi,

luci troppo forti,

orizzonti fatti a pezzi.

Il paradiso dispiega le

ali

e si posa come zucchero filato

sulle labbra

di chi parla.

Odore di pioggia nell'aria,

biblioteche come ripari,

fuochi artificiali.

Neve e panchine

nei ricordi,

prati gelati e un mare di

discordia,

bianco

azzurro

az zur ro

del cielo.

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Capitolo 14
*** Manichini. ***


Manichi bianchi,

stereotipi immobili

nelle vetrine del centro,

brulicanti di persone ignare.

Distolgono lo sguardo,

fingono di non vedere

il mondo che crolla,

il mondo che soffre.

Manichini in pose

scomposte,

giullari senza colore

impassibili e tristi,

attori senza parte,

palcoscenici senza luce

che inesorabili

continuano ad esistere.

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Capitolo 15
*** Treni ***


Treni sfrecciano come

incubi

nella memoria di chi pensa.

Treni come

armi

pronte a colpire alla prima

distrazione.

Immagini di guerra e

desolata passione,

immagini di pomeriggi

stanchi

appoggiati al cuore di

sconosciuti.

Muti silenzi

trasformati in macchie sulla

pelle.

Veleno nelle bocca,

passioni insoddisfatte

sputate a terra come bile.

Treni sconosciuti

per fuggire via da

noi.

 

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Capitolo 16
*** Fiamme. ***


Occhi di stelle,
distruzioni totali a porta di
mano,
paradisi oscuri,
turbini che trascinano il respiro
verso la fine del tempo.
Paragoni buttati a
caso
come fogli strappati e piegati
gettati nel
fuoco,
ardente e vitale
che scoppietta nel giardino.
Fiamme alte,
rosse e azzurre,
si muovono come fossero fatte di
vento,
avanzano nella loro gloria,
momenti statici si frammentano
come uno specchio
spezzato.

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Capitolo 17
*** Luci e ombre. ***


Nel cielo bruciano

candele dorate

mentre fredda la paura si

contorce

sui sedili sgualciti

vecchi

di un treno.

Pallide ombre

sfuggenti

si rincorrevano nel crepuscolo,

svanendo

nel loro orizzonte di

silenzi.

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