FINAL YEAR AT FANTASY HIGH SCHOOL o Come fu che Squall e Cloud iniziarono a vedere oltre il loro naso

di DanieldervUniverse
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo giorno ***
Capitolo 2: *** Cosa successe la prima sera ***
Capitolo 3: *** Tornando alla mattina dopo ***
Capitolo 4: *** Orgoglio e rispetto ***
Capitolo 5: *** Amori al chiaro e scuro ***
Capitolo 6: *** Si fa avanti il flagello (di cosa poi non si sa)! ***
Capitolo 7: *** Yuffie Stories #01: Aladdin (Promo) ***
Capitolo 8: *** I combattimenti più violenti che si concepiscano da umana coscienza ***
Capitolo 9: *** L'Organizzazione ritorna (Per modo di dire) e Xemnas la sa lunga su qualcosa che noi potremmo non sapere ***
Capitolo 10: *** Demyx e l'ovvio risultato del primo match ***
Capitolo 11: *** Streghe assassine e Dominatrici ferine ***
Capitolo 12: *** Bartz Tidus e Gidan, e i salvataggi impossibili ***
Capitolo 13: *** Cloud...(e gli altri) vs Marluxia & Larxene ***
Capitolo 14: *** Yuffie Stories #02: La Sirenetta (Promo) ***
Capitolo 15: *** Il risveglio dei sensi ***
Capitolo 16: *** Torte, Gnocchi e Idioti ***
Capitolo 17: *** Fillerismo e Xemnas prepara la rivincita ***
Capitolo 18: *** Dolci storie che si tramando in queste mura... Parte Prima ***
Capitolo 19: *** Dolci storie che si tramando in queste mura... Parte Seconda ***
Capitolo 20: *** (RIcorretto)Dolci storie che si tramando in queste mura... Parte Terza ***
Capitolo 21: *** Dolci storie che si tramando in queste mura... Parte Quarta e Ultima ***
Capitolo 22: *** Gite, dimostrazioni d'affetto e commenti colorati come l'Arcobaleno (censurato) ***
Capitolo 23: *** Yuffie Stories #03: Robin Hood (Promo) ***
Capitolo 24: *** Orientamento al buio e al Sole (occhio ai proiettili) ***



Capitolo 1
*** Primo giorno ***


A\N: Be, posso dire che è un po...sorprendente scrivere in italiano. Di nuovo. Ma basta perderci in nostalgie inutili e passiamo la mano: è tempo di finire la scuola.
FINAL YEAR AT FANTASY HIGH SCHOOL è arrivato!!!!!!


Dove siamo?

Be è piuttosto semplice: alla Fantasy High School, il liceo più trasgressivo di sempre.

In realtà è tutta una copertura governativa: il Garden (appunto la scuola) orbitante sopra l'oceano è stato finanziato dal governo e dalla società Shinra per concentrare in solo luogo orfani, promettenti guerrieri, alieni e dissidenti politici.

Qui vengono addestrati e “educati” a essere soldati al servizio dei vari governi, imperiali e non, e soprattutto per far affluire più volontari per le forze armate della Shinra, detentore dell'equilibrio politico ed economico.

La “scuola” dura tre anni, e bisogna essere almeno prossimi ai sedici per accedervi.

Ovviamente non va sempre così: molto spesso alieni e meta-morfi vengono identificati in ritardo e costretti ad iscriversi quanto prima; inoltre vari dissidenti riescono a sfuggire all'iscrizione forzata, a volte per molto tempo, e ci sono persino casi di persone molto giovani costrette a scegliere tra la galera o l'adesione al Garden.

Questo giorno è probabilmente uno dei peggiori: il rientro della pausa estiva, dove gli “studenti” (se tali li si può definire) nuovi devono accedere alla struttura per mezzo di bolle antigravità per la prima volta, sorvegliati da altrettante guardie di sicurezza.

La scuola risulta quindi sovraffollata.

Normalmente la sorveglianza era così alta per prevenire i rischi di un colpo di stato o attentati terroristici al Garden.

La costruzione era praticamente una piccola città, che si era estesa di molto durante l'estate precedente a causa dall'implemento dei dormitori appositi per evitare agli studenti di fare uno stressante avanti e indietro dalla costa al Garden e soprattutto per limitare i rischi di introdurre corpi estranei come bombe o altri elementi atti a causare danni alla struttura.

Il Garden era anche dotato di un sistema di autodifesa che era in grado di tenere testa anche allo stesso esercito della Shinra, il più avanzato disciplinato esistente.

Agli studenti del secondo anno sarebbe stato assegnato il compito di illustrare ai loro nuovi compagni le principali attività e la planimetria del Garden, oltre a rispondere ad eventuali domande dopo il discorso che apriva come tradizione tutti gli anni scolastici.

Tutti gli studenti, anche quelli del terzo anno, erano obbligati a partecipare.

Quistis deglutì sonoramente, un po' imbarazzata ma anche determinata a mostrarsi come un autorità scolastica.

Era una dei professori più giovani della struttura, e anche una degli ultimi arrivati.

Quando la presidentessa Cosmos le aveva assegnato il compito di pronunciare il discorso, Artemisia aveva iniziato a scoccarle occhiate ostili, pur mostrandosi affabile anche quando erano sole.

Quello che più di tutti la intimoriva, però, era il nuovo insegnante di scherma arrivato quell'anno: Sephiroth.

Uno squillo di tromba la fece sobbalzare, mentre il sipario si levava e le luci sul palco si accendevano.

Fece un ingresso trionfale, in tacco alto a spillo e con un abito attillato rosso che partiva dalle spalle e arriva fino alle ginocchia, mettendo in risalto la vita e schiacciando un po' i seni fuori misura che le avrebbero senza dubbio causato molte occhiate invidiose tra le studentesse più permalose, dato che lei era solo una diciottenne.

Si aggiustò gli occhiali sul naso e iniziò.

La sua voce riempì l'auditorium: forte, ferma e sicura, priva di emozioni o di qualsiasi tono affabile.

Parlò ininterrottamente per quasi dieci minuti, rossa come un peperone per lo sforzo ma senza perdere il proprio contegno.

La notizia che erano stato stabilito l'obbligo di assegnare agli studenti una stanza nei dormitori in cui soggiornare durante l'anno venne accolta con giubilo, e Quistis pote chiaramente sentire i già alcuni ragazzi aggregarsi in gruppi di due o tre, a volte persino quattro individui.

Purtroppo la giovane professoressa ebbe l'obbligo di annunciare che, a seguito di problemi d'organizzazione (e di pressioni economiche della Shinra), il Consiglio del Garden era stato costretto a stabilire di sua scelta i vari accoppiamenti di stanza.

L'entusiasmo scemò con incredibile rapidità.

-Non sarà possibile cambiare in futuro ciò che il Consiglio ha deciso. Temo che per molti ciò potrebbe essere un problema tanto dal punto di vista sociale che di comfort scolastico, ma in ogni caso abbiamo l'obbligo di ricordare a tutti di fare tutto il possibile per andare d'accordo ed evitare eventuali contrasti. È chiaro Leonheart? Strife?

La ragazza richiamò all'ordine i due studenti in prima fila, Squall e Cloud, i quali avevano passato tutta l'orazione a scambiarsi sguardi magnetici che facevano salire di molto la tensione nella stanza.

Soltanto persone dal cuore freddo, come Lightning Farron, Leader della Squadra Disciplinare, osavano sedere vicino a loro.

I due studenti la ignorarono del tutto, continuando a scambiarsi i loro sguardi violenti, tanto che alcuni fulmini cominciarono a crepitare tra gli occhi dei due.

Dopo alcuni richiami Quistis pensò di desistere quando un doppio *Bonk* risuono nell'aria.

I due rivali non si fissavano più, ma tenevano il volto rivolto verso terra con un bernoccolo in testa.

-Bene credo sia tutto. Ora vi prego di dirigervi ai vostri dormitori con il massimo ordine ed efficienza. I pass per le vostre stanze vi saranno consegnati nell'ufficio del direttore, nel caso alcuni di voi non l'abbiano ricevuto come posta durante l'estate. Prego andate...in pace- aggiunse infine riferendosi sempre ai due litiganti che avevano ricominciato a fissarsi male dal momento che si erano ripresi in contemporanea.


-Gentile da parte tua accompagnarmi alla mia camera, Squall- gli disse Rinoa mentre i due camminavano verso i rispettivi dormitori.

“Ti sto accompagnando solo perché le nostre camere sono una di fronte all'altra” pensò lui.

-Allora, come è stata l'estate?- gli chiese lei, infilando il suo braccio sotto a quello del ragazzo ed avvinghiandocisi come un peluche.

Squall alzò il sopracciglio.

-Hai passato momenti interessanti?- insisté, visto che lui non rispondeva.

-Si- fu tutto ciò che il bruno rispose.

Era un tipo molto alto, dal corpo sottile eppure scolpito da muscoli, i capelli castani lisci che ricadevano incolti fino alla nuca, la cicatrice che attraversava il suo volto dalla fronte fino a sotto l'occhio destro in obliquo.

Portava abiti neri sopra una maglia bianca, stravaganti e un po' borchiati.

Non soddisfatta dalla risposta Rinoa gli si strinse addosso ancora di più, spingendo il gomito del ragazzo nella sua scollatura -Me ne puoi raccontare qualcuno? Tipo...non so, l'arma che ti è stata assegnata?

Per un istante negli occhi del ragazzo apparve un barlume, che si spense subito -Un Gunblade!- disse, quasi con entusiasmo (considerati i suoi standard).

-Gunblade?!- lei quasi schizzò fuori degli stivali – Ma è una arma rarissima. Di solito viene data ai migliori...oh! Ah! Scusa non volevo sembrare troppo lusinghiera...- “Oh cavolo e proprio il mio tipo!” pensò lei sorridendo impacciata, con le guance rosse.

Lui la guardò strano.

Troppo imbarazzata per continuare a guardarlo, Rinoa riportò lo sguardo sul corridoio notando il numero 321 su una porta alla loro destra -Ehi abbiamo raggiunto la tua camera!- esclamò lei, tornando guardare il suo compagno, il quale era improvvisamente interessato a tutt'altro.

Rinoa seguì il suo sguardo e vide venirgli incontro Tifa e Cloud, i quali sembravano intenti ad una tranquilla conversazione tra amici, almeno finché il biondo non scorse il caro Squall e inevitabilmente il suo sguardo fu magneticamente attratto a quello del rivale in bella tenuta.

Tifa incrociò gli occhi di Rinoa, sorpresa tanto quanto la collega.

Cloud andò a fermarsi precisamente a pochi millimetri da Squall, mentre una aura viola contornata da fulmini li avvolse.

Entrambe le ragazze sospirarono pesantemente, deluse da come le rispettive conversazioni erano state interrotte.

Poi incrociarono i loro sguardi sconsolati.

Tifa alzò il suo pass -Io sto nella camera 322. Tu?- chiese.

-Anche- rispose Rinoa, con tutta la sua gioia che ormai l'aveva lasciata come un guscio vuoto.

I due ragazzi intanto erano intenti a fissarsi.

-Vedo- Tifa sospirò di nuovo, prima di raddrizzarsi e sorridere -Almeno ho Cloud nella camera di fronte- scosse i suoi capelli castani con un aria disinteressata, facendo anche rimbalzare distintamente il gigantesco seno, protetto solo da una maglia bianca striminzita.

-Ah-ah- Rinoa si sentì un po' offesa dal gesto, per poi ricordarsi di un piccolo dettaglio -Aspetta: anche Cloud sta alla 321?

-Si perché?- Tifa chiese un po' sorpresa, prima di rendersi conto del problema attuale.

Entrambe le ragazze si voltarono verso i due, i quali erano ormai avvolti nel buio da cui spuntavano soltanto gli occhi e i fulmini che sprizzavano qua e là.

“Chi è il cretino che li ha messi nella stessa camera?” pensò Tifa, al limite della disperazione.


-Etchì- fece Artemisia, a qualche centinaio di metri di distanza.


-E mi raccomando!- disse Tifa puntando il dito contro i due ragazzi seduti sul letto davanti a lei -Non vi azzardate fare risse qui dentro o giuro che vi stacco la lingua, chiaro?

I due annuirono, entrambi con un bernoccolo in testa.

Tifa sbuffò e usci con passo di marcia dalla stanza per dirigersi nella propria, mentre Rinoa richiudeva la porta -Ah, buona fortuna- disse allegra, prima di chiudere.

Non appena il *clack* del sistema di chiusura si attivò i due si lasciarono andare all'indietro sul letto, con un sospiro di sollievo.

-Mamma mia, quella ragazza è un demone- Squall pensò ad alta voce.

-Concordo- Cloud replicò, girandosi verso il rivale, che ricambiò lo sguardo.

Rimasero a fissarsi impotenti per lungo tempo.


-Hurrà- esclamò Tidus, saltando con il pugno sollevato in giro per la stanza -Un intera camera tutta per noi!

-Evvia!- Gidan gli diede un sonoro doppio cinque in aria.

-Ah, ora si fa la bella vita- rispose ad entrambi Bartz, mentre apriva la finestra che dava sull'immenso parco sul lato sud dei dormitori.

-Ah, che aria fantastica che tira quassù- disse ancora il ragazzo, appoggiando il gomito al bordo dell'apertura.

-Ora voglio vedere se mi è proibito giocare a BlitzBall qui in giro!- esclamò Tidus tirando un pallone apposito fuori dalla sua sacca da viaggio e lanciandolo contro la parete con tale forza che la stanza tremò.

-Cavoli queste pareti resistono bene!- Gidan osservo, primo che un altro rimbombo segnalasse al trio che nella stanza affianco si trovava Lightning.

Ammutolirono tutti e tre, maledicendo il consiglio per averli affiancati a quel mostro.

-Be, poteva andarci peggio- Bartz rispose andando a sedersi sul suo letto -Potevano esserci Squall e Cloud.

Gli altri due annuirono, d'accordo con il collega.


-Maledizione- mormorò Lightning, fissando al parete in comunicazione con la camera accanto.

-Cosa?- le chiese Ashe, vice di Lightning nella Squadra Disciplinare e coinquilina attuale.

-Quest'anno sarà infernale- rispose la giovane donna dai capelli rosa.

-A chi lo dici- le fece eco la bionda, conscia anche lei a cosa la coinquilina si riferiva -Ricordo ancora quando mi hanno infilato l'urticante nella biancheria intima, o quando mi hanno ricoperto il cuscino di panna. Oppure tutte le umiliazioni che ha dovuto subire il povero Firion per causa loro.

Un sonoro *Crack* segnalò alla guerriera di aver crepato la spalliera di una sedia.

-Controllati. Non possiamo punirli senza prove certe: siamo la Squadra Disciplinare. Noi diamo sempre l'esempio, non importa cosa succede o quante umiliazioni dobbiamo subire- Lightning si volse, iniziando a radunare l'occorrente per farsi una doccia.

-Hai controllato che non ti abbiano sostituito lo Shampoo con il cioccolato come l'anno scorso?- le chiese Ashe, ricontrollando meticolosamente il contenuto dei suoi bagagli.

-Si, tranquilla- rispose Lightning, mettendosi l'asciugamano sul braccio e facendo per avviarsi.

-Sei certa che l'asciugamano non sia pieno di melassa?- insisté l'altra.

-Si- rispose Lightning, cominciando ad essere seccata.

-E che nell'accappatoio non sia nascosto un qualche insetto?

-Si!

-E che...

-Ashe chiudi il BECCO!- un aura di intento omicida si librò per la stanza facendo ammutolire all'istante la ragazza bionda.

-Umf- Lightning entrò nel bagno, tornata alla normalità, e chiuse la porta dietro di se con un tonfo sordo.

“Oh mio dio che cosa ho fatto!” pensò in silenzio la rosa, arrossendo e prendendosi il capo tra le mani “Adesso mi odierà per sempre”.


Xemnas fissò fuori dalla finestra, abbracciando con lo sguardo tutto il circondario, cogliendo ogni dettaglio degli edifici del Garden che si stagliavano alla sua vista.

-Quest'anno tutto cambierà- disse rivolto alla folla radunata dietro di lui -Quest'anno non ci fermeranno. Quest'anno siamo forti, e ci alzeremo, trionferemo! Trionferemo su coloro che osano opporcisi! Trionferemo su coloro che vogliono dominarci come fossimo pecore, e non lupi con artigli affilati come coltelli e fauci come tenaglie! Restate uniti al mio fianco, miei compagni, e rovesceremo il male che ci governa! Prima questa scuola insulsa, poi la Shinra e le sue armate, quindi il mondo intero! E lo plasmeremo in un mondo nuovo, libero per noi e i nostri figli! Unitevi a noi, e trionfiamo insieme su questo male che ci circonda!- alzò la mano al cielo in segno di trionfo, mentre tutti coloro che gli erano attorno confermarono la loro adesione, chi più chi meno.

L'unico che rimase impassibile era Sephiroth, appoggiato ad un angolo della camera, la lunga katana in mano, reclinata verso il basso.

-Non vuoi essere dei nostri, Sephiroth?!- Xemnas gli si rivolse con ardore, sperando di convincerlo.

L'uomo l'osservo con lo sguardo vacuo, disinteressato -Non mi opporrò a voi- disse, raddrizzandosi -Se avrete problemi chiamatemi. Ma non contate che io ci sia sempre- finì, uscendo dalla stanza.

-Noi ci stiamo!- Seifer rispose in un altro angolo della stanza -Potete contare sul nostro supporto. Anche se...preferirei ci fosse concesso un approccio più anonimato. Non volgiamo entrare a far parte dell'organizzazione direttamente, ma restare suoi alleati nell'ombra- il biondo ghignò malevolo.

I suoi due compagni Rajin e Fujin annuirono in assenso al loro leader, obbedienti (e pure troppo stupidi per aver capito una parola del discorso).

-Concesso. Vi daremo disposizioni al più presto, fratelli e sorella. Ora andate, e aspettate la voce della nostra chiamata alle armi- Xemnas rispose ai tre.

Seifer assentì con un cenno del capo e uscì a sua volta dalla camera, seguito dagli altri due.

-E tu, Artemisia? Non fremi forse di sfuggire da questa trappola mortale? Di rispiegare al vento le tue ali?- stavolta il ragazzo si volse verso la donna appoggiata alla scrivania, silenziosa.

Lei rimirò le proprie mani per qualche istante.

-Fate in modo di non mettervi sulla mia strada- proferì, per poi scomparire ad un gesto delle medesime.

-Credo nella tua voce come credo nel mio potere. Io, Seymour, accetto di unirmi alla vostra campagna in nome della nostra indipendenza- il ragazzo dallo sguardo orgoglioso e dai lunghi capelli blu si pronunciò così, prima di scomparire a sua volta, sicuro della propria chiamata.

-E tu, Kain? Non reclami forse di voler proteggere a qualsiasi costo coloro che ami?

Il biondo guerriero chiuse gli occhi: era massiccio, molto alto, e con un volto duro, sofferente.

-Sarò al tuo fianco se me lo chiederai.

Con un gesto di commiato uscì dalla porta a passo marziale.

Xemnas passò il suo sguardo sulle persone rimaste.

-Tredici di voi, eh?- alcuni annuirono -Bene. Da questo momento miei compagni, risplendiamo come la luce dell'alba. Che tutti ricordino questo giorno! Oggi nasce l'Organizzazione XIII!

-Credevo fossimo quattordici- obbiettò un ragazzo biondo con il ciuffo a punta.

-Il XIII rappresenta voi che avete risposto alla mia chiamata senza esitare, neanche per un attimo! Sorgete fratelli! Presto il mondo sarà libero!


-Cavoli che lusso- disse Yuna, rimirandosi nel gigantesco specchio.

La ragazza adocchiò il grosso livido che si era fatta sull'occhio destro quando aveva ricevuto in testa una palla da Blitzball, che l'aveva colpita mentre passeggiava per il parco quel pomeriggio.

-Mi chiedo chi sia l'idiota che lancia le palle così casualmente- rifletté, sbuffando di rabbia.

-Ti sei risposta da sola: un idiota!- Paine le rispose scocciata dal letto, mentre tirava fuori l'ennesima sigaretta, accendendola.

-Mah, potrebbe anche darsi che sia un idiota, ma chissà che tipo di idiota. Magari è carino...

-Sogna pure Rikku- le rispose Yuna, lanciando alla cugina con un occhiata di sbieco -Sogna pure.


Serah lasciò vagare il proprio sguardo sul parco, lasciando che i profumi e i suoni le fluissero intorno, rendendola partecipe di quel nuovo mondo tanto atteso.

Non aveva ancora incontrato la propria compagna di stanza, ma non le importava più tanto.

Più che altro era interessata alle attività che offriva il Garden, dalla semplice magia alle evocazioni, dal Blitzball ai combattimenti all'arma bianca.

Aveva sentito molto spesso parlare di quei particolari intrattenimenti dalla sorella, rinomata come una delle migliori in tutta la scuola, e ciò non aveva potuto far altro che accrescere il proprio desiderio di iscriversi al Garden, e potervi partecipare dal vivo.

Ad un certo punto notò un tipo: alto, biondo chiaro, quasi bianco, un cappotto bianco lungo fino alle caviglie e un berretto da neve.

Non poté scorgere il volto da quella distanza, ma poté notare il suo muoversi furtivo e silenzioso, guardingo.

Chi diavolo era quel tipo?


-Dunque prima eri un ladro se ho ben compreso?- Hope rivolse uno sguardo curioso al suo coinquilino.

-Già: un orfano di strada dovrà pur sopravvivere, no?- Vann rispose, seduto sul davanzale della finestra.

Il ragazzo più giovane annuì in silenzio, per poi concentrarsi nuovamente sul disfare i suoi pochi bagagli.

-E qual è la tua storia?- il biondo non poté resistere dal chiedere.

Hope non disse niente.

Ignorò la domanda e iniziò a sistemare i propri effetti personali.

-Come vuoi. Quando sarai pronti me lo dirai- Vann non smise di sorridere mentre proferiva la frase.

Hope si arrestò per un attimo, poi riprese la sua attività.

-Ehi, che hai?- insisté Vaan, curioso più che mai.

-Eh? Oh, niente, pensavo a delle cose- rispose l'altro, continuando a fare quello che faceva.


Quando la porta della camera di Garnet si aprì lei notò subito che qualcuno si era già sistemato.

“Accidenti, speravo di incontrare subito il mio compagno di stanza. Se solo tutti quei dannati agenti non fossero in giro...”.

La ragazza entrò quasi di corsa e sospirò di sollievo quando la porta si chiuse alle sue spalle.

“Se qualcuno mi riconosce è la fine. Mi chiedo cosa gli costasse a mia madre di spedirmi qui subito invece di chiudermi dentro il castello. Eh, no invece: deve essere sempre tutto complicato! Scendi dalla torre di notte con tripla sorveglianza e i riflettori che sparano luce ovunque (a proposito, grazie mille Shinra), allontanati di almeno venti miglia correndo e senza pause, disperditi nella folla, ruba degli abiti, ruba dei soldi, trova uno stramaledetto pseudonimo che non ti faccia sgamare o far sembrare un idiota, iscriviti, supera l'ispezione, manometti il sistema di riconoscimento, liberati della guardia che ti ha scoperto, impara almeno un minimo di combattimento e scherma, e sopravvivi alla prima...” -Che fai?

La ragazza scattò sul posto, voltandosi verso l'uscio.

Le porte erano chiuse, ma all'interno della camera si trovava un altra ragazza, con dei lunghi capelli rosa (credevo che solo le mie pantofole fossero rosa -Garnet-), poco più alta (e decisamente con meno curve) ma un po' più matura nello sguardo e nel portamento.

Dopo averla squadrata per poco, la principessa si fece coraggio e le chiese -Sei la mia coinquilina?

-Si. Mi chiamo Serah Farron a proposito- le porse la mano.

-Daga. È un vero piacere- rispose, ricambiando il gesto.

“Accidenti, un nome migliore non mi poteva venire in mente!” si rimproverò.


A\N: Ehhhhhhhhh stop! Ok fine primo giorno, compagni di stanze o altre cose simili. Ho detto che il crossover era tra tutti i Final Fantasy ma tutti i personaggi richiederanno tempo per essere introdotti. Per ora state rincuorati che Cloud, Squall, Gidan, Tidus e Sephiroth ci sono(la presenza dei Organizzazione XIII era d'obbligo, mi dispiace). Recensite se volete e godetevi il racconto. Alla prossima. Ciao.

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Capitolo 2
*** Cosa successe la prima sera ***


A\N: Ehi buon giorno simpatici tipi\e dietro ad uno schermo, io sono sempre io e questo è il secondo capitolo di...vabbè taglio il titolo perché è lunghissimo. Per il momento mi mantengo sempre sulla parte comico-casinista della storia perché mi sono ispirato così, prima di iniziare una trama vera e propria. Godetevelo, ridete e soprattutto recensite, senza paura di dire qualcosa di banale o incorretto (io sto qui apposta tanto).


Quistis sedeva composta e con le gambe comodamente poggiate a terra, un po' impettita e con la metà superiore del corpo nascosta dal giornale.

La professoressa leggeva solo e sempre il “Daily Bread” (lett. “Pane Quotidiano”) perché era l'unico quotidiano a cui poteva abbonarsi.

Teneva il giornale a coprirle la faccia per timidezza, non volendosi mostrare nella sua routine giornaliera; posava il giornale, per iniziare la lezione, solo quando tutti gli studenti erano entrati, e dato che esso le copriva la vista, aveva sviluppato un sesto senso per percepire le persone.

Quel giorno tuttavia sembrava che i suoi sensi fossero sfasati in qualche modo, perché avvertiva tutte le presenze, ma alcune sembravano andare e venire.

In ogni caso, dato che aveva aspettato per ben dieci minuti (beata lei, le mie devono aspettarne venti minimo), si decise a ripiegare meticolosamente in giornale e porlo sulla cattedra alla sua destra, stando bene attenta a far combaciare gli angoli, per poi rivolgere il proprio sguardo alla classe attraverso i suoi enormi occhiali tondi.

Si trovò davanti una scena assai surreale: Seifer, alla sua sinistra, la fila attaccata al muro (terzo banco a partire da davanti) era sdraiato sul banco con le braccia che gli coprivano il volto, dormendo placidamente; nella colonna centrale, al secondo banco, Tifa era seduta con la testa ripiegata all'indietro, la bocca spalancato da cui usciva un russare mezzo strozzato, e dietro di lei Cloud, svenuto sul banco con le braccia distese; alla destra di quest'ultimo Squall dormiva con la testa appoggiata al proprio pugno, protendendosi verso destra per lasciare spazio a Rinoa, che gli dormiva in braccio con il mento appoggiato sulle braccia conserte, sorridente; nell'ultimo banco (quinta fila) nell'angolo di estrema destra (sotto la finestra) sedeva Lightning, conserta e con la testa ripiegata in avanti, e un sottile filo di bava che le scivolava dalla bocca.
“Che cavolo...?” pensò Quistis con la bocca ripiegata in una smorfia indecifrabile e malriuscita


Cosa successe la sera prima...

Cloud e Squall si rivolsero raramente la parola per il resto del pomeriggio, focalizzandosi sul disfare i propri bagagli e dividersi anche nei minimi dettagli la camera.

Ovviamente insorsero alcune rogne del tipo: -Abbiamo un solo bagno con una sola vasca, bidet, gabinetto, lavandino, porta e maniglia- Cloud spiegò controllando meticolosamente il bagno (appunto).

-Abbiamo anche un solo tavolo del thé, un solo telecomando, un solo teletrasmettitore (e vi pare che gente del genere possa avere un televisore?) a ologrammi in 3D e un solo interruttore per la luce- gli rispose Squall che controllava il resto.

I due si scambiarono uno sguardo indeciso e annuirono, accettando la condivisione degli spazi.

Un bidello-inserviente bussò alla porta, portando un pacco voluminoso e lungo per Cloud.

Benché sembrasse pesante il ragazzo lo sollevò senza problemi -Grazie Cid, è stato un piacere rivederti- il biondo protese la mano che Cid strinse calorosamente -Quando vuoi ragazzo. Solo evita di farti portare pacchi così pesanti! Dannazione ho una certa età!- rispose quello sputacchiando in giro, prima di riaccendersi un altra sigaretta e prendere congedo.

-Cosa hai li dentro?- Squall domandò, intento a estrarre la valigetta da violinista che conteneva il Gun Blade.

Cloud lo guardò con interesse ricambiato, prima di srotolare l'involto e liberare il gigantesco spadone che vi era contenuto.

-LA BUSTER SWORD!?- a Squall saltarono gli occhi dalle orbite -Come è possibile che ce l'abbia tu?!- perché si sa, Squall è un maniaco delle armi ed è abbastanza competitivo.

-Dicono che mi era stata destinata da qualcuno venuto prima di me e che ormai non la può più usare. Mi chiedo chi fosse- il biondo menò un paio di fendenti (che non tagliarono nulla per miracolo) per poi fissare l'arma alla sua schiena.

Squall rimase a guardarlo un po' imbambolato, dimenticandosi del Gun Blade adagiato sul letto, finché una strana luce negli occhi di Cloud glielo fece tornare in mente.

-Che ha?- Squall pensò che il collega avesse notato qualche difetto nella struttura, ma poi l'altro scosse la testa mormorando un “niente”.

Giunse infine la sera, e i due stavano stesi sul letto a girarsi i pollici già da un bel po'.

Tifa era passata per controllare che andasse tutto bene e Rinoa aveva fatto una capatina per dare a Squall alcuni biscotti (che si era mangiato Cloud, per altro).

Poi nessun altro; un po' di avanti e indietro, qualche movimento furtivo qua e là, il passo pesante di Jecht e quello inesistente di Auron, gli irritanti passetti della prof Shantotto, con cui i due avevano una lunga storia di guerra, e infine quelli di Lightning e Ashe che segnalavano il coprifuoco.

Squall si rigirò sul fianco sinistro (verso il resto della camera) e notò che il telecomando era a terra vicino al suo letto.

Non avendo niente di meglio da fare, lo prese e accese il teletrasmettitore, beccando al primo colpo il notiziario della sera.

Imperterrito il ragazzo cambiò canale, ancora e ancora, cercando qualcosa di decente per i suoi gusti.

E lo trovo alla trecentocinquantesima volta: un semplice documentario sui disastri del mondo.

Niflheim dominava tra tutti ovviamente.

Cloud continuò a non dare alcun segno di vita.

Squall discese dal letto e vi si appoggiò con la schiena, ottenendo una visuale comoda.

L'immagine era molto nitida, e non vi erano interferenze o problemi di montaggio, e anche i colori sorprendevano per la minuziosa texture.

Squall era così assorto nel determinare i dettagli dell'immagine che non notò Cloud scivolargli affianco con dei popcorn usciti da chissà dove.

Quando il biondo meccanicamente glieli offrì, il moretto li prese senza nemmeno realizzare di averlo fatto.

In qualche modo il tempo continuò a passare, e l'ora iniziò ad essere tarda.

La prima sera la mensa era chiusa per ragioni di sicurezza (e dai che cazzo!) quindi avrebbero saltato la cena in ogni caso.

Inconsciamente, Cloud portò la propria testa a reclinarsi verso la spalla del compagno più alto, vinto dalla stanchezza.

In qualche modo quel contatto gli fece tornare in mente un vecchio amico, quasi un fratello...ma non riusciva a ricordarsi chi.

Inutilmente il biondo lottò contro il sonno, infine chiuse gli occhi, abbandonandosi contro Squall.

Il suddetto, che era a sua volta preda di Morfeo, si riscosse quel tanto che era necessario per girare la testa e osservare il biondo rivale.

Avrebbe dovuto indignarsi alla grande per una tale confidenza, ma al contrario di ciò egli si sentì ancora più rilassato, in qualche modo confortato dal sentire qualcuno vicino.

Spense il teletrasmettitore e appoggiò la propria testa su quella del rivale, come faceva con sua sorella...eh si, lei era solita addormentarglisi sulla spalla, quando erano due orfani dispersi nel...

Non riuscì a ricordare, e infine il dio del sonno catturò anche lui.


Tifa sospirò soddisfatta mentre tornava in camera.

Il suo periodo di ronda era finalmente esaurito e nessuno avrebbe avuto da lamentarsi se ora lei si fosse fatta una bella doccia e quindi infilata al letto per una buona serata di sonno.

Si stiracchiò emettendo un portentoso sbaglio, prima di estrarre il suo pass ed entrare nella camera.

Vedendoci poco, andò diretta verso i propri bagagli(a tentoni) per prendere il necessario e cambiarsi.

Dovette interrompersi a metà, tuttavia, ricordandosi di un particolare: aveva chiesto a Cloud di portargli la borsa che conteneva l'occorrente per l'igiene, e questa mancava all'appello.

“Magari non me l'ha potuta restituire perché sono stata in giro a gestire gli altri studenti tutto il giorno. O forse l'ha lasciata fuori dalla camera e qualcuno l'ha presa. O forse ce l'ha ancora lui...” insomma solo Cloud poteva sapere dove fosse finita quella borsa.

Tifa guardò giù rimirando il proprio abbigliamento che contava ormai solo un paio di mutante, una camicia e un reggiseno.

Sbuffando, decise di andare anche vestita così, tanto non c'era nessuno in giro e comunque si sarebbe dovuta spogliare molto presto.

Uscì dalla camera a passo deciso e stava per bussare a quella di fronte, ma esitò, pensando alla reazione che avrebbero potuto avere Cloud e Squall a vederla vestita così, o che magari i due stessero dormendo; in effetti le dispiaceva un po', ma infine il buon senso prevalse e lei bussò lievemente.

La porta si aprì da sola.

La ragazza si sorprese, e stava già pensando al peggio quando un folgorante pensiero le attraversò la mente: “Vuoi vedere che quei due si sono scordati di inserire il codice di sicurezza?”.

Tifa scosse il capo, ed entrò pronta a dare una bella strigliata ai ragazzi, quando ovviamente lo sguardo le cadde sui due addormentati.

Reazione normale: spalanchi un po' gli occhi per la sorpresa ma poi sorridi e fai marcia indietro.

Reazione di Tifa: gli occhi diventano praticamente quelli classici delle scene pucciose, le mani si cingono vicino al volto, tenendo i gomiti ben adesi al corpo, la gamba sinistra si piega verso l'alto, un aura rosa e gialla e contornata di fiori l'avvolge e il naso perde sangue come un rubinetto rotto perché si sa, non è che si può esser sempre casti e puri\e davanti a una cosa del genere.

-Awwwwwww!!!- mezzo miagolio mezzo gemito, Tifa lo proferì prima di disperdersi in fantasie che non sto neanche a dirvi perché ho messo il rating giallo e non rosso e voglio evitare che gli admin rompano.

Il suono però tirò i due fuori dalla presa del sonno ristoratore a cui si erano (giustamente) abbandonati, e appena si resero conto della reciproca vicinanza...*puf* finita la magia.

Cioè, oddio, si allontanarono subito l'un dall'altro e si strinsero le ginocchia al petto per l'imbarazzo, rossi come peperoni.

Quando Tifa si rese conto che l'effetto magia era finito arrossì violentemente e cercò di coprirsi alla meglio (ovvero tirando i bordi della camicia verso il basso).

-Ah, Cloud?- lei chiese.

-Mmh? Tifa...? C'è...una ragione per questo?

Il rossore dalla faccia di Cloud scomparve di colpo quando vide l'amica.

-Avrei bisogno di qualcosa- Tifa rispose evitando il contatto visivo.

-Quella cosa?- Squall rispose tirandosi in piedi -Perché se è così credo mi prenderò i tappi per le orecchie.

-OVVIO CHE NON è PER QUELLA COSA! (MANNAGGIA A UBUNTU CHE NON FA GLI Alt+...!)- Tifa praticamente divenne pomodoro per intero (col rossore che arrivava fino ai piedi).

-Quale cosa?- chiese Cloud che non ci aveva capito niente; Tifa ignorò la domanda e Squall andò a ficcarsi a letto.

-Cloud, ti ricordi quella...

-COSA DIAVOLO CI FAI QUI!?- Squall urlò quando, scostate le coperte, trovo Rinoa nel suo letto, placidamente addormentata.

-Shhhh, fai silenzio, se la ronda ci sente siamo cibo per gli uccelli- Tifa sussurrò al moro.

-Si dice per vermi- le disse Cloud a voce normale, sempre perché non ci aveva capito niente.

-Allora! Cos'è tutto questo gridare? Che siamo in una fattoria?!- Seifer, non invitato, entrò nella camera a sua volta e ovviamente vide Tifa e dal naso gli piovve una cascata di sangue.

Cloud neanche si sforzò di capire perché, e quindi neanche di comprendere la ragione per cui Tifa gli diede improvvisamente un ampia visuale del suo deretano per scaraventare l'incomodo fuori dalla camera con un pugno ben piazzato.

Squall, che in circostanze normali starebbe già sbranando Seifer, era incapacitato a farlo a causa del fatto che Rinoa gli si era avvinghiata addosso non appena lui l'aveva sfiorata per spostarla.

Intanto Cloud riuscì ad inquadrare finalmente la situazione e quindi capì che Squall stava copiosamente chiedendo aiuto.

-Ehi Tifa- il biondo le chiese -Potresti staccare Rinoa da Squall per favore?

Detto fatto, la ragazza era a terra con un bernoccolo bello grosso mentre il bruno riprendeva fiato.

-Cloud, mi serve quella borsa che ti ho chiesto di portarmi oggi- Tifa riuscì infine a dirgli.

-Ah, giusto, dimenticavo- Cloud si alzò e si diresse con passo deciso verso la cassapanca, da cui tirò fuori la suddetta borsa, che offrì alla ragazza.

Lei accetto di buon grado, soddisfatta e decisamente meno imbarazzata.

Arrossì un poco quando la sua mano sfiorò quella di Cloud, ma solo per un attimo.

Sorrise all'amico in segno di apprezzamento e con un “grazie” uscì dalla camera.

-Credo che stia dimenticando qualcosa- disse Squall, da dentro la cassapanca (il che è umanamente impossibile).

Un gigantesco punto interrogativo di pietra atterrò sulla testa del biondo (frantumandosi non appena entrò in collisione con i capelli a punta di quest'ultimo), il quale ovviamente si stava chiedendo perché, tra tutte le persone che lui conosceva, Squall era dentro la cassapanca.

Poi notò una sonnambula Rinoa agitarsi per la stanza e capì che il rivale aveva cercato misure di sicurezza estreme per sfuggirle.

-Ah, Tifa- Cloud la richiamò -Ti dispiace riportarti Rinoa in camera? Credo che se la lasciamo qui Squall non sopravviverà alla notte.

La ragazza si diede un ceffone in fronte per essersene dimenticata, e fece dietrofront.

Ma ha metà del gesto Zim!Zam!Zak!Zik! qualcosa di piccolo veloce e armato di coltelli le ridusse camicia e reggiseno in brandelli.

-KYAAAAAAHHHHHH!!!!- l'urlo più perforante che mondo abbia concepito, probabilmente uno dei pochi in grado di risvegliare i morti, o almeno i sonnambuli perché Rinoa si riscosse di colpo e si infilò subito dentro il letto di Squall coprendosi con la coperta.

La cassapanca si rovesciò di lato lasciando che il suddetto rotolasse fuori in tutta la sua goffaggine

-Ma che cazz...?

Cloud, che era intanto corso alla porta, ebbe un rapido lampo di genio -Gidan!

Un alto livello di intento omicida si sollevo da Tifa, ripiegata sulle sue ginocchia nel tentativo di conservare un po' di privacy, quando sentì il nome.

Cloud, che fino a un momento prima era pronto a gettarsi in corridoio per inseguire il ragazzo-scimmia, ebbe un rapido ripensamento e, per evitare di restare involontariamente vittima della furia di Tifa, scivolò al sicuro, dietro il lato della porta, portando la Buster Sword di fronte al volto.

Squall gli si fece a fianco, Gun Blade alla mano, mentre Rinoa al solo sentire il nome “Gidan” si era rifugiata subito sotto il letto.

Tifa si erse in tutta la sua furia, con un aura viola di intento omicida che la avvolgeva, i seni in bella vista, gli occhi bianchi e dagli angoli pronunciati, e tutti i muscoli tesi (Super Sayan a un passo dalla trasformazione).

Con un sorriso il nostro mascalzone uscì dalle ombre del corridoio, facendosi scorgere dalla ragazza, per poi partire all'attacco, disarmato.

Tifa si preparò a tirargli un pugno ben piazzato come benvenuto, ma per pura fortuna il piccoletto se ne accorse e riuscì ad evitarlo e nel contempo, dato che la ragazza era sbilanciata in avanti, sfilarle le mutande.

Tifa, che era prossima a cadere faccia avanti fece una mezza piroetta e si lanciò dietro a Gidan con quanta furia le era possibile.

Cloud le fu subito dietro e Squall a sua volta si lanciò in corridoio.

Rinoa, che voleva tutto tranne che essere lasciata sola, saltò in un gesto disperato oltre la porta atterrando su Squall.

-Nononononono ti prego non mi lasciare! Squall!- dopo alcuni secondi di lotta finalmente il tipo si districò con forza leggermente fuori dalla norma -Rinoa accidenti non sono Squall, sono Tidus!- il biondo le rispose.

Era arrivato poco prima e aveva tentato di seguire gli altri per tirare Gidan fuori dai guai, ma Rinoa aveva rovinato tutto.

-Tidus? Tidus!- la ragazza fece un ampio salto indietro proteggendosi le vesti -Dov'è Squall?!

-Lui è già partito...

-Squall!- Rinoa partì a razzo scomparendo in pochi secondi dalla vista del biondo.

-...da quella parte- il dito del ragazzo indicava nella direzione opposta a quella in cui la ragazza si era allontanata.

Di colpo Seifer saltò in piedi urlando -SQUAAALLLL!!CLOUUUUDDDD!!!TIFAAAA!!! ASPETTATE CHE VI PRENDO!- e giù di corsa sempre nella stessa direzione di Rinoa.

“Son tutti matti qui?” Tidus rimase spaesato per alcuni secondi, finché con una scrollata di capo riprese a correre nel tentativo di raggiungere Gidan, ma appena svoltato il primo angolo si trovò davanti a cinque direzioni possibili.
-Oh mamma, qui ci vorrà tutta la notte.


Serah si rigirò nel letto un altra volta, ignorando la martellante sensazione di aver dimenticato qualcosa.

Un senso di irrequietezza e insoddisfazione continuava ad opprimerle il petto con insistenza.

Alla fine la ragazza si alzò con leggerezza e si diresse alla porta, sperando che una breve passeggiata l'aiutasse a calmarsi.

Sapeva del coprifuoco ma tanto non ci sarebbe stato nessuno in giro, e poi sua sorella era il leader della Squadra Disciplinare.

Ma appena lei fece per afferrare la maniglia senti un silenzioso passo avanzare dall'altro lato della porta.

Non volendo allarmare chiunque fosse dall'altro lato, lei la aprì aprì quel tanto che bastava a liberare un piccolo spiraglio per sbirciare fuori.

Il ragazzo di quel pomeriggio stava attraversando il corridoio, il più silenziosamente possibile.

Serah scivolò in silenzio fuori della camera, richiudendo la porta per non disturbare Daga all'interno, e iniziò a seguirlo, passo felpato.


Deciso a liberarsi degli inseguitori Gidan correva al massimo delle sue capacità, fino a che non vide la porta dello sgabuzzino alla fine del corridoio.

Come solo lui sapeva fare, rallentò all'ultimo, così che Tifa si lanciasse su di lui per abbrancarlo in modo avventato, e poi saltò fuori portata.

Tifa finì diritta dentro la piccola camera di servizio, ma al contrario di lei Cloud, che era assai più bilanciato, riuscì a deviare continuando a tallonare il tanto odiato combina guai.

Vedendo la mala parata Gidan si affrettò a filarsela.

Intanto la ragazza fece letteralmente esplodere lo sgabuzzino e ne uscì più infervorata che mai.

Ma purtroppo si ritrovò davanti Lightning, il che non era bello per la maggior parte delle persone nel Garden.

Infatti l'intento omicida del leader della Squadra Disciplinare soffocò in poco tempo quello della ragazza -Cosa stai facendo?- domando quella.

Tifa si ripiegò su se stessa, arrossendo fino alla punta dei capelli -Ecco, Gidan mi ha rubato i vestiti e...

-Dovresti preoccuparti più di trovarne degli altri. Noi della Squadra Disciplinare non andiamo in giro nudi! Fila in camera! ORA!

-Si signora!- in un attimo Tifa era sparita.

Lightning rimase a rimirare lo sfacelo causato dalla ragazza, scuotendo infine il capo dallo sconforto “Adesso io e il consiglio avremo altre rogne da risolvere” pensò.

Stava per tornare in camera quando notò un lieve movimento alla sua sinistra, una piccola figura che si allontanava di soppiatto.

Essendo abbastanza stanca di gente in giro a sera tarda, con un balzò fu sopra alla figura che tentava di filarsela, scoprendo che era una ragazza del primo anno.

-Cosa ci fai fuori a quest'ora?- Lightning minacciò con dito fermo.

-Io-io...- Garnet cercò in fretta una scusa plausibile ma tanto valeva dire una mezza verità -...mi sono spaventata perché c'erano un sacco di grida e gente che urlava, così sono uscita dalla camera per scappare...ma poi mi sono persa- si coprì il colto con le mani, giusto per calmarsi un poco.

Lightning, da brava sorella maggiore, invece interpretò il gesto come se la ragazza stesse cercando di non piangere.

Tenendo fede al suo ruolo, le chiese -Qual'è il tuo nome?

-D-Daga- Garnet rispose esitante.

-Bene Daga. Io sono Lightning, leader della Squadra Disciplinare (sono già tre volte che lo ripeto ma non importa). Non sono in servizio ma è comunque mio dovere aiutarti a ritrovare la via per il tuo letto, ok?

La ragazza finse un mezzo sorriso di gratitudine, mentre nella sua testa intanto pensava “Oh cazzo! E ora se questa mi riconosce?”.


“SquallSquallSquallSquall(ecc)” -SQUAAAALLLLLL!!!!!!!!- Rinoa correva come una matta per i corridoi, nel vano tentativo di distanziare il suo “inseguitore”.

-SQUAAAAALLLLLLL!!!!!!- gridava Seifer, scambiando la figura di Rinoa per quella dell'odiato moretto -FEERMATIIII CODARDO!


Girò un altro angolo e andò a sbattere contro qualcuno.

-Ehi- Serah disse a voce più bassa possibile.

-Cosa ci fai qui fuori da sola?- rispose un tizio sconosciuto con degli abiti alquanto esotici e una bandana colorata a coprire i capelli grigi.

-Non sono affari tuoi, sto seguendo qualcuno- Serah lo aggirò e guardò verso la direzione in cui il tipo del pomeriggio era appena scomparso.

-È un miracolo che tu sia riuscita a non farti scoprire fino adesso ragazza- lo sconosciuto insisté sopra la sua spalla -Cosa credi di fare?

-È tutto il giorno che quel tipo va in giro in modo sospetto. Ho intenzione di capire cosa ha in mente. E comunque non sono affari tuoi- Serah gli spiegò, prima di avviarsi dietro all'altro.

-Forse è meglio che venga con te- il tipo le andò dietro -La scuola non è un posto pacifico durante la sera. Pensa solo alle grida fino a poco prima.

-Non sono affari miei- Serah era disinteressata -Ma se preferisci, seguimi pure.

I due continuarono a procedere ancora un po'.

-A proposito, il mio nome è Locke.

-Serah, e comunque non sono affari tuoi.


“Quanto tempo ci mettono quei due? Non è giusto che loro rimangano fuori tutta la notte a spassarsela mentre io devo restare qui a coprirgli le spalle” Bartz faceva avanti e indietro nella camera, impaziente di avere notizie degli altri due.

“Non è possibile. È inaccettabile” infine si fermò di botto “Ora basta!” e uscì dalla camera -Tidus, Gidan- il ragazzo sgattaiolò rapido tra i corridoi, sperando di non svegliare Lightning o Ashe con i suoi bisbigli.


*BAM* l'urto spedì Yuna gambe all'aria, e qualcosa di pesante le finì addosso.

-Ahi!- esclamò lei, cercando di liberarsi.

-Scusa, andavo un po' di fretta e...- Tidus si fulminò sul posto -A-ah ciao Yuna. Che coincidenza incontrarti- il ragazzo porto una mano a grattarsi dietro la testa.

Yuna arrossì sul momento, prima di scaraventare il mal capitato parecchi metri più in là con una rabbia ceca in corpo -Eccoti dunque maledetto! Dov'eri al nostro appuntamento!? EH!? Rispondi!- la ragazza avanzava implacabile verso il biondo Don Giovanni, che, preso in contropiede, decise di squagliarsela prima di essere spalmato come burro sul pane dalla sua ex-ragazza.

-Torna qui dannato pezzo di cretino!- gli urlò lei dietro, partendo all'inseguimento.

-Grazie non ci tengo!- Tidus le rispose.


Guardò a destra, poi a sinistra, per riportare lo sguardo di fronte a sé.

Chiuse gli occhi per un istante, cercando di riorganizzare le idee.

Li riaprì, ma la situazione era tale e quale a prima.

“Mi sono perso” pensò Squall.


Un grido femminile di rabbia raggiunse Lightning da dietro, e subito la guerriera si volse con mosse fluenti atterrando colei che stava arrivando da dietro.

E Yuna campitombolò a terra, col fiato mozzo per il colpo improvviso.

-Yuna- Lightning proferì, sorpresa -Che significa tutto questo?

-Dov'è lui?- fu la risposta dell'altra, quando il fiato riempì nuovamente i polmoni.

-Lui chi?

-Tidus!

-Ah, io non l'ho visto. C'eri solo tu.

-Merda- la ragazza ringhiò di frustrazione.

-Senti non vorrei infastidirti ma avrei un problema. Vedi lei...- Lightning si volse verso Garnet\Daga solo per scoprire che era scomparsa.

-Lei...?- Yuna rispose scettica.

-C'era una ragazzina qui fino a poco fa. Dov'è andata a finire?

-Se la sarà filata mentre non guardavi, no?

-Devo trovarla- Lightning strinse il pugno.

-E va bene. Dato che lo stronzo è sparito tanto vale che ti aiuti- e anche Yuna si alzò -Io guardo di qua, tu di là.


-Evvai!!!! Ho vinto!!!- Rikku esclamò al limite della gioia.

-E questa fa una per ognuna- rispose Yuffie mentre riportava i dati sulla tabella.

-Agh! Ero così vicina...- Selphie si arrese lasciando la presa sulle carte.

La biondina con le treccine, non volendo più sopportare il continuo brontolio di Paine ne le lamentele di Yuna, se l'era filata in camera del dinamico duo di casiniste, e era andata a finire con alcol, giochi semplici come poker, monopoli e roba simile.

-A volte credo che anche le altre si divertirebbero così- mormorò Rikku, un po' nostalgica.

-Magari. Tifa è così ligia al dovere, e da Aeris non ho più saputo niente- Yuffie mugugno, delusa.

-Di Quistis non ne parliamo neanche. Neanche Rinoa che è fissata con “Squall qui, Squall lì”! E non è neanche ubriaca quando lo dice!

Il trio scoppiò a ridere senza apparente motivo, prima farsi un altro bicchierino di rum.


Non si accorse della rete, proprio no.

Per qualche ragione, il modo in cui Serah aveva parlato di quel tipo sconosciuto, aveva convinto Locke che qualcosa puzzava.

Per cui la sua mente da giustiziere si era fissata sul compito di pedinare il tipo piuttosto che stare attento all'ambiente.

E così fini dritto dritto in una rete piazzata in corridoio.

Serah non fu d'aiuto e anzi scappò via di corsa urlando di paura.

“Tante grazie” pensò Locke, cercando intanto un modo per uscire da lì.

Ma poco dopo che Serah era scomparsa, una porta si aprì e una voce femminile proferì -Bene bene bene. Vediamo un po' quale pesce è finito nella rete.

A Locke per qualche strana ragione la voce sembrò familiare, e quando la rete fu girata in modo che il suo volto potesse vedere le sue aguzzine capì perché.

-Locke?

-L-Locke-san!

-Locke!

-Faris, Terra, Celes. Qualcuna di voi mi spiega cosa ci fa una rete in corridoio?- il “cacciatore di tesori” si rivolse al trio di fanciulle davanti a lui -E soprattutto mi spiegate perché Terra è con voi due?

-Beh, perché è caduta nella rete prima di te- Faris rispose.

-Eh?

-Tesoro, senti, è complicato...

-Non è complicato Celes! Perché diavolo avete messo una rete in corridoio per catturare degli altri studenti?!

-Senti, fenomeno, modera le parole, eh?- una scarica di intento omicida si sollevò tanto dalla piratessa che dalla maga, zittendo Locke.

-Terra qui ha bisogno di un corso per l'autostima, altrimenti non andrà mai da nessuna parte- Celes rispose, un po' altezzosa.

-E io cosa c'entro?

-Beh, non speravamo di prendere te, ma sei comunque un bel pesciolino da pescare, vero?- la bionda si protese verso il fidanzato, leggermente fuori dal suo personaggio quando...

-Gidan! Tidus! Dove siete!?- Bartz svoltò l'angolo nella sua perenne ricerca -Ehi voi avete visto...?- e si interruppe nel riconoscere le fanciulle di fronte a lui -Oh cazzo!

-Fermo lì!

-Prendilo!

Le due ragazze si gettarono dietro al povero malcapitato, che era risultato essere il loro principale obbiettivo.

Locke colse l'occasione per estrarre uno dei numerosi coltelli che si portava sempre dietro e tagliare le funi per svignarsela, più che altro per principio.

Bartz intanto si diede alla fuga, disperato, cosciente del fatto che le sue gambe avrebbero irrimediabilmente perso a quelle delle altre due.

Ma per sua fortuna, giungendo ad un incrocio, lui tirò dritto, e giusto poco prima che le altre due passassero ecco che Gidan sfreccia in direzione perpendicolare con le lacrime agli occhi e Cloud dietro, interrompendo il contatto visivo tra le cacciatrici e la preda, cosicché Bartz si defilò.

-Accidenti!

*tump* la corda che reggeva Locke andò a terra e il ragazzo si districò dalla rete.

-Terra fermalo! Non farlo scappare! Almeno lui no!- le due gridarono mentre si volgevano.

Ma invece la ragazza con i capelli verdi si ripiegò su se stessa, spaventata, lasciando a Locke campo libero per la fuga.

-Perché non l'hai fermato? Era Locke, dei del cielo! Lo potevi fermare come se nulla fosse!- Celes si fermò davanti e lei.

-No invece! Io non posso! Non posso! Non voglio fare male alle persone! NO!- e Terra scappò via, in lacrime.

Faris sospirò -Grandioso, e adesso? Abbiamo due fuggitivi e una ragazza da consolare. Chi fa cosa?

-Deciderà il gioco- rispose Celes, con un sorriso furbo, protendendo il pugno.

-Mi hai letto del pensiero- la piratessa sorrise.

Le due presero posizione, portarono i pungi all'indietro e infine -Carta! Forbice!...

-Scusate- Squall che passava di lì le interruppe -Avete per caso visto un tipo biondo coi capelli a punta che seguiva una scimmia?

Le due, che non avevano scorto le figure di Cloud e Gidan nella corsa, risposero di no.

-Bene, allora vado. Continuate pure a fare quello che facevate.


“È mai possibile che in piena notte ci siano così tanti rumori e così tanti trasgressori alle regole che essi stessi hanno acconsentito a promulgare e mantenere? Perché diavolo la Squadra Disciplinare è così indisciplinata! Non è possibile, sia sul piano teorico che tecnico che organizzativo!”

Xemnas uscì dal letto a dir poco adirato, scostando con nervosismo le coperte e attraversando a passo e sicuro e deciso la camera, senza emettere un suono o destare uno dei compagni che dormivano nei sacchi a pelo sul pavimento.

Nella più totale efficienza il tipo in pigiama nero uscì dalla camera senza causare bisbigli di alcun tipo e nel volgersi attorno incrociò niente di meno che il Presidente del Consiglio Studentesco Guerriero Di Luce, nome di merda ereditato dalla zia Prishe, che non aveva niente di meglio da fare che chiamarlo così (poracci gli orfani).

-Cosa pensi di fare tu, signor Xemnas? Lo sa che il coprifuoco è un atto di regolamentare scritturazione approvato dal consiglio...- bla bla bla -...e come tale va rispettato entro i limiti imposti dalla costituzione, e pertanto si estende a ogni singolo studente e\o studentessa di questo edificio correttamente edificato secondo le norme...- e bla bla bla -...e pertanto non c'è modo di trasgredire a tale servizio di ordine pubblico senza ovviamente incorrere nella regolamentare disposizione degli ordini di disciplina interna gestito dalla squadra disciplinare per nome di...- e ari-bla bla bla -...e pertanto ve lo devo chiedere: siete consapevole delle eventuali punizioni in cui potrete incorrere perseguendo i vostri sconsiderati atti?

Chiunque altro (noi lettori\scrittori inclusi) sarebbe probabilmente già morto da un mezzo secolo o poco più, ma Xemnas è Xemnas, e rispose a tono.

-Signor Di Luce, ritengo che lei sia inequivocabilmente in equivoco: vede la nostra costituzione non prevede atti a se nell'ambito del rispetto delle regolamentari regolazioni disciplinari...- bla bla bla-...in quanto non transige che differenze interne o esterne possano verificarsi nelle sue istituzioni, ma questo edifico costruito a...- e bla bla bla -...e aperto è, territorialmente parlando, neutrale e politicamente inattaccabile per cui un istituzione di un codice privato appositamente per questo particolare costrutto devono essere dapprima discusse da tutti i singoli stati o nazioni...- e ari-bla bla bla -...per essere attualmente riconoscibili, no?

Se volete vi posso trascrivere l'intero discorso a parte ma dato che il capitolo è ormai lunghissimo e manca ancora prima della fine, preferisco proseguire.


Seymour passeggiava con scioltezza per i corridoi, intento a chiedersi perché mai uno come lui non poteva avere un dannatissimo tracciatore portatile ancorato al braccio in modo da poter ritrovare la sua dannata camera, quando un susseguirsi di passi lo fece voltare poco prima che Yuna gli rimbalzasse addosso.

-Chiedo scusa, signorina- disse con fare altezzoso -Ma si può sapere perché non guarda dove va?

Yuna, con la faccia in ombra, scosse un poco la testa per schiarirsi le idee prima di alzare lo sguardo e mormorare -Oh no, prima lo stronzo adesso anche lo spogliarellista.

Seymour divenne rosso come un peperone di rabbia -Chiedo scusa?

-Seymour fuori dai piedi!- la ragazza si alzò di scatto e scoccò un occhiataccia allo spasimante.

-Yuna! Oh mio dio quale divino incontro- ovviamente la rabbia svani per lasciare il posto al lato gentile del nostro...fesso con i capelli improbabili.

-Ah-ah, fuori dai piedi ora, ho da fare- lei con fare seccato passò oltre ma il nostro fenomeno vispo vispo le si riparò davanti usando i trucchetti alla mago Merlino -Vi chiedo solo di ascoltarmi. Non siamo andati molto bene l'anno scorso, sa con Tidus e tutta la sarabanda- lui volteggiava davanti a lei imperterrito, mentre la ragazza cercava di accelerare il passo e toglierselo di torno.

-Io credo che possiamo convivere, andiamo. Mi conosci, sono un eroe, un figo pazzesco- gonfiò ancora di più i muscoli del petto -E ho anche un grande carisma, mia cara Yuna. Ho cercato di rivelarle i miei veri sentimenti un migliaio di volte ma lei ha continuato a respingermi indifferente, convinta di aver trovato il suo sogno, che poi granché alla fine non fu, andiamo...- la ragazza afferrò il bellimbusto per i capelli e lo scaraventò a parecchi metri di distanza -Fuori. Dai. Piedi.

Seymour ne aveva prese di peggio ma questa fece male dove di solito le armi non arrivavano -Yuna la prego aspetti, aspetti! La prego!- avanzò barcollando verso di lei ma purtroppo eccolo là che Gidan gli passa tra le gambe, facendolo inciampare, e Cloud lo travolse poco dopo, mettendolo K.O. una buona volta.

-Santo cielo, Seymour, stai bene?- il biondo chiese, cercando un vano segno di vita da parte del collega, che ormai era svenuto.

-Accidenti- Cloud puntò lo sguardo verso dove Gidan era appena sparito -E va bene, vorrà dire che aspetterò un altra occasione. Nel frattempo, riportiamo il nostro amico in blu in camera. Dov'è il suo bastone?


-SQUUUUAAAALLLLLL!!!!!- Seifer riuscì a gridare un secondo prima che il guerriero moro lo stendesse con un colpo secco.

“E questo è per aver inseguito una povera ragazza per i corridoi fino a farle venire i capelli blu”.

Squall si volse verso Rinoa, ansante sul pavimento per il grande sforzo.

-Sei tutta d'un pezzo?- il ragazzo si chinò vicino a lei, posandole la mano sulla spalla.

Non è che non gli piacesse Rinoa, anzi tutt'altro, ma era diventata pesante negli ultimi anni, difficile da gestire, e comunque parecchio irritante.

Lei non rispose, ma continuo ad ansare disperatamente, la faccia rossa e i muscoli che piangevano letteralmente.

Impietosito fin nell'anima, Squall la trasse a se in un abbraccio, cercando di calmarla un po'.

Dopo alcuni minuti Tifa, che aveva recuperato degli abiti decenti (almeno un po'), raggiunse i due, senza preoccuparsi di controllare se fosse un brutto momento.

-Come sta?- chiese invece.

-Affannata. Credo sia meglio riportarla in camera.

-Dai qua, faccio io. TU pensa a tornare nella tua- Tifa rispose mentre sollevava Rinoa come si faceva con le spose.

-Non posso, devo prima trovare Cloud. Quel genio si sarà perso ormai.

-Ah già. Be trovalo in fretta! C'è Lightning in giro.

-Mai stato un problema- Squall rispose a mezza voce mentre Tifa si allontanava “Allora, per cominciare: dove sono adesso?”.


Quando dici la coincidenza, tanto la piccola Garnet, decisa a filarsela in camera e non uscire mai più, tanto la più matura Serah, con lo stesso identico pensiero, si scontrarono precisamente di fronte alla loro camera.

La paura fa novanta, ma qui ha fatto 69 e non serve nemmeno che vi spieghi cosa significhi.

Travolte da un ulteriore ondata di vergogna le due si gettarono a tutta forza contro la porta della camera, che aprirono frenetiche, e si avvoltolarono nelle coperte talmente tanto che sembravano due sfere.

-D-Daga?

-Si?

-Pensi che questa scuola faccia paura?

-Tu no?

Aleggiò un minaccioso silenzio.

-Non ne parleremo per nulla al mondo di stasera, vero?

-Pienamente d'accordo.


“Perché, perché?”.

Lei non voleva fare del male a nessuno, lei aveva paura, lei amava il mondo.

Se avesse commesso un errore come l'ultima volta tutti si sarebbero fatti male.

Eppure tutti attorno erano così esigenti, credevano fermamente nella violenza...*tong*.

Terra correva nei corridoi (come tutti quella sera) con gli occhi affogati dalle lacrime, ceca come il suo dolore, e così era andata dritta dritta contro qualcuno di massiccio, cadendo all'indietro per l'impatto.

-Va tutto bene? Ti sei fatta male?- le chiese il tipo, che era un ragazzo.

Lei cercò disperatamente di asciugare le lacrime, giusto per assumere un po' di contegno, mentre con alcuni fruscii lui le si fece più vicino.

Quando lei riaprì gli occhi, ancora rossi e appannati, scorse un volto attraente e gentile, sinceramente preoccupato, con dei capelli biondi a punta che più a punta non si può, che si trovava...beh troppo vicino.

Lei gli mollò un ceffone che lo spinse di lato, arrossendo per la paura.

Lui sembrò non avvertirlo, ma capì e si fece un po' indietro, sempre con il volto allo stesso livello.

-Cosa ti è successo?

Lei rimase un po' sorpresa che non gli avesse risposto qualcosa come “Perché l'hai fatto?”, ma non gli disse niente.

-Ti serve aiuto?

Lei si ritrasse un poco, senza distogliere lo sguardo.

-Perché vedi a me servirebbe: mi sono perso- lo disse con una serietà tale da farle sgranare gli occhi “Questo tipo è serio?”.

-Perché vorresti dell'aiuto da me? Mi hai incontrata dieci minuti fa, quando ti sono venuta addosso.

-Veramente ti ho vista due volte alla cerimonia d'inizio anno, ma sono dettagli.

-D-davvero?- lei ne rimase assai sorpresa -Beh, meglio.

-Mi aiuterai?

-Va bene.

Lui le offrì la mano che la risollevò in piedi -Allora, prima mi servirebbe di scoprire qual'è la stanza di questo tizio- Cloud indicò Seymour steso poco più in là


-Snow, scusa un secondo- Squall chiese rivolto al tipo con una bandana nera in testa, i capelli bianchi schiacciati sotto e un impermeabile grigio -Sai dirmi dove posso trovare Cloud?

Snow ci rifletté un secondo prima di dire un semplice -No.


-Gidan!

-Tidus!

-VOI DUE!

*Whack* Bartz diede una bella mazzata sulla testa di entrambi -CHE COSA STA SUCCEDENDO!?

-Bartz scusa è che...- Gidan cercò di giustificarsi.

-È che il nostro amico idiota qui ha troppa voglia di fare lo sbruffone!- finì per lui Tidus, lanciando un occhiataccia al ragazzo-scimmia.

-E vorrei ben vedere! Ho dovuto correre per un ora almeno, con Faris e Celes alle calcagna!

-Che hai fatto per farle arrabbiare stavolta? Hai copulato con Lenna nei corridoi?- Gidan chiese con lo sguardo furbetto

-Chiudi il becco nano!- Bartz gli ringhiò di rimando.

-Senti chi parla, stecchino- il biondo gli tenne testa.

-Ragazzi, credo che siamo nei guai fino al collo- Tidus indicò una donna bionda in armatura che avanzava nel corridoio alle loro spalle.

-Oh-oh- Bartz, che aveva riconosciuto Celes, cominciò a spostarsi verso la direzione opposta ma fu costretto a cambiare idea quando Faris gli venne incontro.

Voi cosa avreste fatto?

Ve lo dico io: avreste preso la terza direzione che vi sbucava di lato, e di corsa.

Quando il trio inforcò appunto il corridoio che portava nella terza direzione, il duo femminile rimase interdetto abbastanza da concedere ai tre un secondo di respiro, prima che esse si lanciassero alle calcagna.

-Te l'avevo detto che bisognava prima trovare Terra prima!

-Chiudi il becco Faris!

Poco più avanti...

-Una qualche idea prima che ci prendano?- Tidus, il più stupido dei tre, chiese.

-Nessuna!- Gidan si affrettò a rispondere

“Beh, non guardate me” pensò Bartz, ma si dovette ricredere subito quando intravide una certa testa rosa che gli veniva incontro.

-Lightning , aiuto!- il ragazzo le saltò ai piedi, chinandosi finché non toccò il pavimento con la testa -La prego non faccia spargere il mio sangue inutilmente!

-Eccolo!

-Prendilo...!

-Come preferisci Bartz- rispose Lightning dando un sonoro pugno al volto di Celes -Oggi ti salverò.

Il brunetto non se lo fece ripetere due volte e filò via, con il sorriso da marrano stampato sul volto.

Intanto il duello tra le due cacciatrici e Lightning assumeva già note pesanti.

Dopo il primo colpo, che aveva raggiunto Celes al volto, il leader della Squadra Disciplinare infierì ancora sulla ragazza piazzandole un gomito nel petto, e quindi spedendola gambe all'aria con un calcio, per poi volgersi verso l'altra.

Colta di sorpresa Faris venne colpita al volto e poi bloccata alla parete, ma la piratessa era ben lungi dall'essere in difficoltà e con un deciso calcio costrinse Lightning ad indietreggiare, per poi tentare di colpirla al volto con un destro, ma la soldatessa era più esperta è paro la mossa senza scomporsi, per poi afferrare con fermezza il polso dell'avversaria e lanciarla contro la parete con una rotazione del corpo.

Faris rimase stordita per un paio di secondi e cadde a terra, ma ebbe la rapidità necessaria per schivare il successivo calcio e indietreggiare fuori dalla portata dell'avversaria.

Poi le due mossero di nuovo l'una contro l'altra: Faris tentò di colpire la soldatessa al volto con un destro, ma Lightning le bloccò la mano con la propria e usò l'altra per colpire la piratessa sull'ascella.

Il dolore al nervo fu devastante ma comunque Faris riuscì a reagire, tentando ci colpire il fianco destro dell'avversaria con un calcio, ma Lightning glielo paro e la spedì parecchi metri più in la.

Stordita per il dolore e i colpi, Faris non riuscì ad alzarsi in tempo e il leader della Squadra Disciplinare l'aveva ormai battuta quando Celes le afferrò i fianchi e la sbatté a terra con una Suplex.

La bionda quindi tentò di colpire l'avversaria ancora una volta ma quella rotolò via, assumendo una posizione di combattimento tenendosi a distanza.

-Tutta intera?- Celes chiese all'amica.

Faris si rialzò un po' stentata ma annui, raggiungendo il fianco della compagna.

-Lightning fuori dai piedi: non c'è bisogno di combattere- la bionda si rivolse poi all'altra.

-Combattere è il mio lavoro, Celes- rispose però quella imperterrita.

-Senti- la maga tentò di rispondere ma Faris la interruppe -Lasciala fare. Voglio proprio suonargliele stasera.

Celes fece spallucce, e poi le due amiche si mossero insieme, puntando entrambe ai lati del volto dell'avversaria, lasciando compiere ai pugni un largo arco prima che fossero intercettati da quelli di Lightning, che successivamente si abbassò per scivolare tra esse, schivando i calci che le furono lanciati.

Faris si gettò d'impulso contro la guerriera, mirando alla schiena, ma l'avversaria l'anticipò e le piroetto sulle spalle, dove però dovette scansarsi da un colpo di Celes e atterrare più indietro.

La maga le fu addosso, tentando una serie di attacchi che Lightning scostò indietreggiando.

Infine Celes diede un calcio diretto al volto dell'avversaria che però lo intercetto e si torse col busto per lanciarla via, ma quella la sorprese e le piantò un ginocchio nella schiena, spedendole entrambe a terra.

Per evitare di essere stretta nella morsa della gambe dell'avversaria Lightning assesto una sonora gomitata ad uno dei due ginocchi e scivolò fuori presa appena la pressione si alleviò, ma Faris le saltò sulla schiena, tentando di bloccarla a terra, venendo rapidamente disarcionata.

Quindi Lightning fece una piroetta all'indietro, ma appena riprese equilibrio Celes la colpì all'addome con un calcio, stordendola, per poi spingerla al muro con un pugno, che l'avversaria fu comunque in grado di parare.

A quel punto la soldatessa iniziò a lanciare pugni a raffica, che Lightning parò a fatica, per poi rispondere a tono con un gomito, ma Faris le arrivò da destra e la colpì al volto di nuovo, quindi Celes l'afferrò per il colletto, sbattendola al muro due volte per poi lanciarla contro la parete opposta, per poi prepararsi a darle un altro calcio all'addome.

Ma per fortuna Tifa arrivò al soccorso e piantò il suo piede in quello di Celes, bloccandola e quindi spedendola contro il muro con un perfetto gancio sinistro.

Faris le diede rapidamente un calcio al volto e stava per fare anche il ritorno ma Tifa le afferrò la gamba con entrambe le mani e la mandò a ruotare in aria, facendola cadere a terra parecchio più in là.

La ragazza si chinò quindi presso Lightning, che stava rantolando per rialzarsi in piedi.

Ma ebbe pochi istanti per farlo perché Celes l'afferrò per i capelli e le sbatté il volto contro la parete, ma quella si liberò in pochi istanti e rispedì l'avversaria a terra con una gomitata nel petto.

Faris ne approfittò per colpire Tifa al volto con un calcio volante, per poi compiere una giravolta sulle proprie mani e dargliene uno rotante, e quindi saltare indietro per evitare che l'altra potesse risponderle.

Tifa scosse il capo un secondo, prima appuntare il proprio sguardo su Faris.

E fu un grosso errore perché Celes le affibbiò un bel colpo alla nuca e stava per dargliene un altro quando Lightning le fermò la mano -Non ho ancora finito con te.

Tutte e quattro si concessero un secondo di pausa, prima di riprendere.

Lightning allontanò il pungo Celes dalla nuca di Tifa prima di riceverne uno lei stessa, ma l'altra ragazza si volse e con una rapida mossa spedì la maga bionda parecchi metri più in là.

Quindi si volse verso Faris che la anticipò e la colpi al volto con un ginocchio per poi atterrarla, schiacciandole le braccia con le proprie gambe, ma Lightning si riprese dal pugno e colpì la piratessa al volto con un calcio, e Tifa completò la mossa scrollandosi l'avversaria di dosso e tornando in piedi, mentre Celes le arrivava alle spalle gettandola di nuovo a terra.

Faris tentò di attaccare Lightning ma venne gettata subito contro il muro, seguita da Tifa dopo pochi istanti.

Le due rimaste in piedi vennero una contro l'altra, colpendosi il volto a vicenda con un pugno.

Intanto Faris si riprese e iniziò a piroettare attorno a Tifa, approfittando che la ragazza fosse più forte ma meno agile, ed effettivamente l'altra non riusciva al colpirla.

Faris e fece lo sgambetto per poi colpirla alla schiena mentre cadeva, ma Tifa resse il colpo e finì la piroetta tornando in piedi.

La piratessa la colpì con un calcio volante al volto nuovamente, ma stavolta la ragazza riuscì ad afferrarla e la stava già sventolando per aria pronta per sbatterla al suolo, quando Ashe spuntò dal nulla e le piantò un pugno nell'addome, facendola piegare in avanti per il dolore, e quindi la spedi all'indietro con un secondo colpo al volto.

Faris cadde ma la principessa fu lesta ad afferrarla e a stritolarla per bene con una stretta di braccia per poi lasciarla andare e finirla con un colpo delle mani raccolte a coppa.

Intanto Lightning e Celes non si accorsero di nulla perché impegnate in un testa a testa, ognuna bloccando il pugno dell'avversaria e nel frattempo cercando di liberare il proprio.

Ashe abbassò il proprio braccio tra le due, facendo collidere le loro teste, per poi riportare di scatto il braccio in alto e separarle di colpo.

Mentre erano ancora confuse Ashe fu lesta a piantare un bel calcio nel plesso solare di Celes, bloccandole il respiro e quindi spedirla con un pugno contro la parete, per poi protendersi all'indietro e afferrare Lightning sui fianchi con entrambe le braccia e lanciarla direttamente contro la stessa parete da sopra la testa.

Tifa riuscì a rialzarsi e tentare un colpo alle spalle, ma il vice leader della Squadra Disciplinare la stese con una gomitata.

Poi la calma tornò e Ashe scosse il capo, prima di dire ad alta voce -Perché voi altre siete sempre così attaccabrighe?

Il quel momento giunsero sulla scena Terra e Cloud da una parte e Squall e Locke dall'altra -Che è successo?

-Niente- rispose Ashe ai quattro -Queste qui stavano facendo una gran confusione, niente di grave.

Terra distolse lo sguardo, rigettando la violenza, ma Cloud le strinse le spalle, per farle coraggio.

-Oddio, credo che domani Celes mi richiederà un bel po' di pazienza- Locke rimuginò ad alta voce, chinandosi comunque a prendere la fidanzata in braccio con una tenerezza incredibile.

“Come tutte le altre” Squall pensò.

-Come tutti noi se non torniamo al letto subito- gli fece eco Ashe caricandosi Lightning sulla spalla.

-I-io e Locke possiamo pensare loro, voi andate- Terra si caricò Faris sulla schiena come se nulla fosse.

-Va bene- Cloud prese Tifa in braccio -Ashe fai strada. Io mi sono perso.

-Anch'io- Squall gli fece eco.

La principessa scoccò un occhiata sorpresa ad entrambi, prima di sbuffare ed avanzare con Lightning sulla schiena.


-Ora avresti intenzione di scapparmi, bello?- Yuna chiese all'ex, che teneva saldamente per un orecchio.

-Yuna ti prego posso giustificare il mio comportamento ehi! No ahi ahiahiahi! Molla! Mollalo!- del tutto disinteressata Yuna si trascinò Tidus dietro fino alla sua camera -Piantala di lamentarti!- e lo lanciò sul letto -E parla!

A Tidus gli si rizzarono tutti i peli sul corpo.

“EorachefaccioEorachefaccio...” Yuna era già letteralmente caduta dalle nubi quando si era innamorata di lui e per qualche ragione Tidus sapeva che fare il seduttore provetto non sarebbe servito a niente.

-Oy- Paine con gli occhi rossi e una canna in mano si sollevò dalla destra dei due -Ne volete un po'?

“Credo di dovere a Paine più di qualcosa” Tidus pensò, afferrando l'involto illegale di Marijuana e dando una bella aspirata, prima di rilasciare.

La tensione cominciò a distendersi e le parole uscirono più facili -Allora, durante l'anno scorso ho fatto una scommessa...


Messa Tifa a nanna i due rivali si ritirarono nei propria giacigli, ma come al solito...

-Cosa ci fai tu qui?- Squall non poté trattenersi dal chiedere a Rinoa, che si era rinfilata nel suo letto di nuovo.

Lei sollevò gli occhi rossi di pianto, che la facevano assomigliare ad un cane bastonato.

Suo malgrado, Squall arrossì per la tenerezza che quella ragazza gli faceva.

-Ho paura- lei rispose.

-Davvero?- Squall si sorprese -E di cosa?

-Di tutto.

Cloud li ignorò e sprofondò subito nel mondo dei sogni.

Il moretto rimase un secondo indeciso, poi scivolò nel letto anche lui e strinse Rinoa in un tenero abbraccio, che lei ricambiò.

E si cullarono a vicenda finché, mezz'ora dopo, la sveglia non suonò.


Un po' prima...

-Dannazione Gidan, che ti costava fare le cose semplici!? Perché sei stato fuori tutta la notte?- Bartz gli ringhiò con un sussurro stentato per evitare che Ashe tirasse giù la parete per strappargli la lingua.

Gidan fece una faccia strana, poi gli mostrò il suo cellulare, aprendo la galleria -Per queste.

FOTO COMPROMETTENTI OVUNQUE!

Mentre Gidan le scorreva una ad una il piccolo rivolo di sangue delle narici di Bartz divenne un fiume in piena.

-P-Paradise...


A\N: La chiudo qui perché seriamente basta, l'ho fatto anche troppo lungo. Hai miei amici gli augurò che gli sia piaciuto e intanto mi preparo a scrivere il prossimo...più breve si spera. Ed ora sotto con le recensioni raga, Hop-Hop-Hop.

 

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Capitolo 3
*** Tornando alla mattina dopo ***


A\N: DA LEGGERE D**********. Ok scusate lo sfogo ma ogni tanto mi viene il dubbio che voi non leggiate questa sezione per via di quelle regole del grassetto che mi fanno indignare anche solo perché sono considerate. Bah. Comunque allegria persone di mondo (cioè Italia) benvenuti al terzo capitolo. Quanto ci godo che è già il terzo capitolo brrrrrrrr brividi di gioia. Enjoy and review... scusate intendo godetevelo e recensite.


Tornando alla mattina dopo...

Quistis emise un brivido di imbarazzo di fronte alla classe, scatenando qualche mormorio non necessario.

Ma in ogni caso la professoressa ritrovò la compostezza e si aggiustò gli occhiali sul volto con fare severo, tanto per essere pignola.

Poi si chinò a raccogliere un attrezzo che aveva portato proprio per situazioni di quel genere.

Già sentiva i commenti sulle sue “bocce” e “la bacchetta”.

Ma quale bacchetta e bacchetta.

Non era una di quelle lascive professoresse con la gonna corta e la scollatura ampia; lei non faceva la “cattiva professoressa”, o no.

Lei usava una CAZZO di frusta.

L'oggetto si librò in aria con leggerezza e grazia, andando a schioccare per terra con una violenza disarmante che fece saltare dalla paura tutti i ragazzi esclusi i dormienti.

“Dannazione! Ero sicura che sarebbe bastato” -Classe basta con il chiacchiericcio. Seduti composti e prendete i vostri manuali. Adesso!- lei rispose mentre faceva schioccare la frusta una seconda volta.

-Manuali?- Feng, in prima fila, la interruppe -Ci era stato detto che il terzo anno si sarebbe trattato di studio pratico, non teorico!

-Per quelli di voi che non hanno ricevuto un addestramento precedentemente o durante il periodo scolastico credo sia abbastanza difficile sostenere duelli con chi magari è un soldato da più di un anno, o anche un incantatore- Quistis la rimbeccò -Se siete troppo orgogliosi per conoscere le tecniche di combattimento standard e affidarvi alla vostra esperienza fate pure.

-Oh, e lei chi si crede di essere?- Feng chiese alzandosi con fare poco riverente ed assumendo un tono arrogante.

Le due si ritrovarono testa a testa, mentre le loro fronti si scontrarono scatenando scosse elettriche.

-La tua insegnate, nonché membro élite del corpo dei SeeD, terzo grado e prima del corso. (A\N: riguardo ai gradi non fateci caso, li ho inventati su per giù tanto per fargli dire qualcosa).

-Oohhh, quante belle parole- Feng richiuse gli occhi a fessure di fronte allo sguardo orgoglioso della professoressa -Allora, missy (“signorinella”, dispregiativo) perché non facciamo una piccola sfida?- la ragazza puntò il suo indice sul petto di Quistis -Se vinco io, tutta questa idiozia del manuale finisce nel cesso a cui appartiene e tu ci insegni a combattere. Se lei vince, invece, credo che potrà dettar legge.

Le fronti delle due si separarono, lasciando la questione in sospeso per alcuni secondi.

-Sta bene- Quistis rispose sbalordendo l'intera classe.

Quindi la professoressa raccolse la frusta su se stessa e stava per tornare al suo posto quando Feng la richiamò -Ah, un altra cosa: la perdente dovrà girare nuda per la scuola per il resto del giorno.

Tutti (esclusi i soliti dormienti) ebbero un attacco di panico, accetto Quistis che sembrava folgorata sul posto e Feng che sorrideva vittoriosa “Dubito che qualcuno sia tanto stupido da accettare una sfida del genere: ora la cara prof dovrà ricredersi e venir meno alla proposta fatta, consegnandomi la vittoria senza dovermi neanche sforzare di combattere”.

-C...come vuoi!- rispose la bionda invece, rossa come un peperone e tremando per lo sforzo.

Gli occhi di Feng e quelli di tutti gli altri schizzarono furori dalle orbite (esclusi i soliti dormienti), prima che l'intera classe collassasse per lo shock (esclusi i soliti dormienti).

Parlando del diavolo, i soliti dormienti scelsero quel preciso momento per svegliarsi.

-Hmm? Cosa è successo?- mormorò Lightning tra uno sbadiglio e l'altro.

Quistis che era ancora vittima dei tremori non osò rispondere, cercando di farsi sempre più piccola.

-Ehi, perché sono tutti svenuti qui?- Cloud non poté fare a meno di chiedere.

Quistis cercò in tutti i modi di dissimulare la propria agitazione dando le spalle ai banchi ma è ormai quasi impossibile trattenersi in quelle condizioni.

-Signora, posso sapere...- Squall provò a chiedere ma Quistis uscì di gran carriera urlando -LIGHTING LI LASCIO ALLE TUE DIPENDENZE FAI IN MODO CHE NULLA ACCADA TORNO TRA POCO!

I sei si scambiarono una serie di sguardi confusi.

-Chissà se la prof oggi si sentiva bene- Rinoa chiese ad alta voce mentre Seifer attaccava Squall coinvolgendo anche Cloud prima che i due lo stendessero per poi iniziare a menarsi tra loro finché Tifa non li fermò pestandoli a sangue.


Lo sbadiglio tonante di Axel fece probabilmente ridere i polli quando lui si sveglio stiracchiandosi e contorcendosi in modo improbabile.

Poi notò che la camera era parecchio affollata, proprio come l'aveva lasciata la sera prima.

Vicino a lui si era addormentato Saix, che però sembrava dormire in una bara, rigido e dal volto inespressivo con le braccia incrociate sul petto.

Dall'altro lato era collassato un ragazzino biondo con il ciuffo a punta che a quanto pareva si chiamava Roxas.

Axel squadrò i dintorni e notando che nessun altro sembrava sveglio, si alzò in punta dei piedi e fece per allontanarsi verso la porta quando ovviamente Saix e la sua incorreggibile capacità di rompere proprio al momento giusto si svegliarono in modo inquietante.

-Dove pensi di andare?- Axel per un istante congelò la sua focosita e si gelò sul posto.

Poi si rese conto che la voce era quella del suo amico d'infanzia e si rilassò -Ah...uscivo per prepararmi- il ragazzo si volse grattandosi il retro della testa -Dopotutto non si può pretendere di convivere tutti nella stessa camera, got it memorized?

-Torna a dormire.

-Eh cosa?

-Torna al tuo giaciglio e riprendi il tuo riposo. Finché il maestro Xemnas non ci richiamerà dal nostro torpore non da qui non ci alzeremo.

-Saix ma ti ascolti quando parli? Sembri uno di quei leccapiedi dei manga che è fissato con...

-Axel, Torna. A. Dormire.

Il tono perentorio del simpatico tipo con le cicatrici incrociate e i capelli blu zittì il ragazzo e lo lasciò per alcuni secondi a fissare l'amico con occhi sgranati, prima di girarsi e mormorare in modo casuale -Pensavo che Saix si fosse svegliato, mah. Che strano.

-Dove pensi di filartela...?- un Saix che spediva furia e fiamme ovunque si alzò per inseguire l'amico e probabilmente schiacciarlo come un insetto ma il rosso arrivò alla porta e stava per iniziare a correre in corridoio come un disperato quando si ritrovò davanti una scena alquanto bizzarra.

-Ehi, c'è Xemnas qui- disse Axel un po' sorpreso, prima di essere spedito contro la parete di fronte dalla tempestiva apparizione di Saix, che non si era fatto problemi a calpestare, macellare e schiacciare le altre persone nella camera, poiché doveva essere ovunque si trovasse il suo maestro.

-Master Xemnas, quali sono i tuoi ordini?

-Saix, sei sveglio. Mi sorprendi in questo frangente: non mi ero reso conto che fosse già mattina.

Ecco, per chi evidentemente vuole capirci qualcosa: ricordate la sera prima? Bene abbiamo lasciato Xemnas a discorrere in modo lirico\logorroico\noioso\petulante\forbito con Guerriero di Luce, ma a quanto appare i due avevano infine optato per una partita a scacchi in corridoio.

Avevano preso le rispettive sedie, un banco dalla camera di Guerriero, scacchiera e pezzi.

Xemnas controllava i neri, senza esitare nella sua scelta.

Più che giocare i due si erano fissati negli occhi con un intensità che avrebbe messo a disagio chiunque(eccettuato Squall, Cloud, Sephirot, Quistis, Lightning...vabbè un po di gente)muovendo di tanto in tanto un pezzo.

Tra i due difficilmente si sarebbero notate differenze (certo a parte la carnagione un po' più scura di Xemnas e le sue orecchie a punta, il pigiama bianco, e quello a pecorelle di Guerriero), tanto erano concentrati nella loro singolare battaglia di menti, volti a travolgere il proprio avversario e scoprire i suoi obbiettivi.

L'arrivo di Saix comunque fece esplodere il legame che si era stabilito tra i due, forzandoli a riconsiderare che erano rimasti immobili per quasi sette ore e che ormai le lezioni pressavano richiedendo la loro presenza.

-Credo che mi permetterò un altra partita in momenti più opportuni, signore- disse Xemnas alzandosi.

-Non mancherò, signore- gli rispose l'altro, arraffando tutto e tornando in camera.

-Master- Saix ricominciò mentre Axel si staccava a forza dal muro in cui si era incavato e gli altri membri dell'organizzazione sbucavano dalla porta mezzi addormentati e doloranti a causa del passo nerboruto di Saix -Date l'ordine.

-Bene mio fido vassallo: vestiti- disse facendo riferimento al fatto che il nostro capelli-a-puffo era in mutande (a puffo).

-Aye!- e strike ecco che il fenomeno si rifà tutta la strada in camera al contrario incurante dei vari corpi che facevano da intermezzo scaraventando i poveri O XIII per aria di nuovo.

-E cos'è questo, mie fedeli compagni. Alzatevi e rialzate il vostro spirito. Da oggi ascendiamo al dominio del mondo. Niente ci fermerà: attraversiamo questi corridoi a testa alta fin dal primo giorno! Non ci faremo intimidire dalle ingiuste regole dell'istituzione. NOI TRIONFEREMO!

E bla bla bla bla ecco l'ennesima orazione epica da super buono che ti deve gasare ma tant'è che a nessuno gliene fregava qualcosa in quanto Axel era ancora con un braccio incastrato e il resto del gruppo era a terra in stile birilli dopo il passaggio della palla da bowling.

-Sono serio amici miei. Prendete in mano la vostra vita e fatene qualcosa di utile. E mettetevi qualcosa di dignitoso addosso!- disse il leader, riferendosi specialmente a Vexen (nudo come un verme e pure pelato -porta la parrucca-), Larxene (completo sadomaso -brutta sadica-), Axel (che portava lo stesso tipo di mutande di Saix ma rosse) e Xion che di tutta la sfiga che poteva avere aveva osato dormire un maglione color pesca che si era fatta dare da Laexus.

-Miei fedeli, cosa vi affligge?

Stavano per rispondere quando ecco che Saix gli ripassa sopra come un tornado -Ai vostri ordini.

-Ehi, avete finito? Sono incastrato nel muro, got it memorized!?- Axel ringhiò dimenandosi a più non posso, mentre il resto dell'Organizzazione rantolava prossimo alla morte.

-Saix aiuta il nostro fedele Axel.

-Si signore.

-Grazie, signore- rispose il rosso scimmiottando l'amico.

-Marluxia, sono mutande di pizzo rosa quelle?- un Zexion sopravvissuto al massacro chiese al quello che sembrava un effeminato con i capelli rosa.


-Cloud perché zoppichi così vistosamente? Non credevo di averti colpito così forte- Tifa mormora mentre i due si dirigevano verso la prossima aula (Botanica e Catalogo delle Piante più Utili e Inutili al Mondo -fa molto Harry Potter ma Hogwarts ha le migliori materie in tutto [il Campo Mezzosangue e le cattedrali dei Nephilim (ShadowHunter) fanno purtroppo schifo a confronto]-) in mezzo al resto della classe che si mischiava con nonchalance alle altre, causando un bordello e parecchi ritardi.

-No, credo che non sia colpa tua. È il petto che sembra dare segni di cedimento, mi chiedo cosa sia. Tifa...?

Neanche a dire che non ci godeva quella si era subito posta l'obbiettivo di controllare lo stato di salute del biondo, e già che c'era un altra sbirciatina ai bicipiti, senonché -COSA DIAVOLO HAI FATTO!?- esclamazione più che legittima della ragazza a vedere un gigantesco livido a forma di Terra-che-va-addosso-a-qualcuno che percorreva tutto il petto di Cloud fino all'inguine (probabile) -Te ne accorgi adesso di un problema simile?- Tifa insiste mentre tutte le ragazze che si erano fatte attorno per sbirciare a loro volta emettevano gemiti di paura.

Il biondo sollevo il sopracciglio a dire “Di che cacchio parli?” prima di abbassare lo sguardo e constatare che effettivamente questa sua insofferenza al dolore fisico non gli faceva bene -Sembrava una ragazza così dolce. Piangeva quando ci siamo urtati in corridoio.

-Urtati eh?- gli risponde sospettosa Tifa squadrandolo, prima di richiudere la giubba viola che Cloud non si toglieva mai.


-Uweeeeeehhhhh, qualcuno sospetta di meeeehhhhhhhh!!!! UEEEHHHHHH- Terra se ne esce a caso scatenando un tornado nella sua classe e facendo scoppiare i banchi in modi indecenti, mentre i compagni inermi soffrono in silenzio la loro sfiga.


-Andiamo solo tu puoi scontrarti con una ragazza che fa esplodere le bombe atomiche con la bocca, beccarti un livido che fa invidia ai migliori tatuatori e restare impassibile per qualcosa come cinque ore- Squall rimproverò Cloud mentre i due scivolavano tranquillamente tra la folla tallonati da Zell che aveva tutta l'aria di voler saltare l'ora di latino (Zell fa ancora il secondo anno perché è uno dei pochi geni ad essersi fatto bocciare) della professoressa Shantotto e usare i due come scudo in caso venisse beccato a fancazzare.

-Oh allora dovrei farmela prestare quella bocca- aggiunse con il massimo del tatto possibile Irvine (che sta scappando anche lui da Shantotto) prima di beccarsi un calcio alle palle da Yuffie, Selphie, Rikku, Vanille, Krile (FF V) e Penelo in contemporanea, per poi accasciarsi al suolo in uno stato semi-vegetativo.

Ovviamente tanto Squall che Cloud non avevano intenzione di perderci il tempo e si defilarono lasciando che la massa di gente travolgesse il povero Zell lasciandolo in balia del caso, mentre come ben sapete alla fine le ragazze avrebbero portato Irvine in infermeria senza pensarci due volte, anche perché era l'unico maschio della zona (ad essere almeno palesemente bello) da quando era morto Zack a considerarle come esseri femminili (nel senso l'unico a darglielo -e non sperate che Hope e Vaan vengano anche solo presi in considerazione-).

Comunque basta fanservice e altre porno-cazzate e torniamo alle cose importanti...ah si i due protagonisti e compagni.

-La prossima volta che proponi una cosa del genere morditi la lingua prima di spararla troppo grossa va bene?- Lightning stava ringhiando a Feng, rossa come non mai -Non è colpa mia se quella prof ci stava! Sembrava tanto quella casta e pura...

-Con una frusta!?- si azzarda a chiedere Seifer prima che Guerriero di Luce (Che si recava in pigiama alla propria lezione) potesse stenderlo con un colpo ben piazzato sul collo.

-E quanto la fai lunga. Non è che io sia così emo- rispose Cloud abbastanza neutro alla precedente frase di Squall, lasciando tutti a bocca aperta perché sembrava che i due stessero avendo una conversazione normale una volta tanto.

-Eh, seriamente...- il bruno si portò una mano al volto in segno di rassegnazione.

-Eccoci, ora non fate casini voi due, è una materia fresca di annata- Tifa si raccomandò ai due rivali prima di entrare.

Cavoli l'aula era un posto fantastico: verde, viola, amaranto, grigio, bianco, perfino nero.

Tipi di piante con fiori e decorazioni di gambo diverse e anche improbabili che si estendevano o arrampicavano lungo tutte le pareti e il soffitto, lasciando libera solo l'entrata ed un corridoio che sembrava scavato nella giungla.

-In nome di quale Dio hanno fatto questo?- chiese Rinoa mentre a buffo un paio di ali angeliche le sbucavano dalle spalle.

-Credo che bacerei qualcuno qui sotto...- mormorò Tifa senza neanche accorgersene.

-Chi?- chiese Cloud innocente senza aver capito niente (di nuovo).

-N-niente non farci CASO!!- gli rispose a tono Tifa che era rapidamente arrossita come i fiori.

-Benvenuti- una voce angelica si sollevò all'improvviso.

Tutti gli studenti tacquero, raggiungendo in ordine un piccolo bacino d'acqua, al centro del quale stava una piccola isoletta di piante su cui una figura era ripiegata a fare qualcosa.

La suddetta figura si risollevò, assumendo fattezze femminili, un lunghissimo abito rosso, una gran bel fiocco rosa legato alla sua morbida treccia di capelli castani (eh si mi avete sgamato).

Lei si volse, ancora in ombra -Io sono...- ed ti pareva che il suo sguardo non si andasse a posare sul biondo con i capelli più a punta di un missile che deve andare sulla luna -CLOUD!!!!!

Neanche un secondo contato e eccolo là che Aerith (o Aeris, come volete voi) va ad abbracciarsi a Cloud a piena forza, lasciando basiti TUTTI quelli che erano li dentro.

Squall fu il primo a riscuotersi per chiedere al rivale chi diavolo era quella ragazza prima di constatare che Cloud ricambiava a piena forza l'abbraccio (e che Aerith non sembrava soffocare) ridendo di pura gioia.

Ovviamente il brunetto divenne più bianco di un lenzuolo per lo shock.


-Allora- proferì Xemnas nell'oscurità della sua camera con tutti i suoi adepti raccolti -Iniziamo.


A\N: Scusate scusate scusate se vi interrompo qui ma questo capitolo è venuto davvero più lungo di quello che pensavo mi dispiace spero che il prossimo mi riesca più corto. Ancora scusate e ci sentiamo alla prossima. Ciao!

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Capitolo 4
*** Orgoglio e rispetto ***


A\N: Buongiorno gentili osservatori qui è il vostro DanieldervUniverse con il suo Universe di cavolate a dir poco stupefacenti. Abbiamo lasciato Cloud a spupazzarsi con Aerith, Squall a morire sul pavimento e l'Organizzazione a darsi una sistemata...riusciranno i nostri paventati eroi e villains a combinare qualcosa o rimarranno a ciurlare nel manico ancora a lungo?


-Signori, è ora- proferì Xemnas.

-Beh, possiamo aspettarne un altra, di ora?- chiese innocente il povero Zexion intento a fasciare da capo a piedi tutti esclusi Saix, Xemnas, se stesso e Axel.

Ovviamente Axel era impedito ad aiutarlo per via del braccio slogato e Saix per evitare che il suo servizievole sadismo facesse più danni; in quanto a Xemnas...beh se deve far tutto lui allora gli altri che fanno? (A\N: fottuto bastardo. X\N: Ehi, io sono il boss e faccio quello che voglio).

-La battaglia deve ancora iniziare. Bendarsi la testa ora non ha senso.

“Facile per te dirlo” stava per rispondere Marluxia, ma dopo aver riconsiderato le proprie possibilità di sopravvivenza nuovamente contro Saix, optò per il silenzio.

-In ogni caso, signore- Zexion rispose -Se costoro non potranno recarsi in infermeria allora possiamo dire che la nostra crociata sia finita prima di nascere.

-Come osi proferire tali parole di opposizione!? Cerchi forse di ottenere il comando!? Miri alla dominazione!? Vuoi distruggere...!?

-Saix Saix Saix mio fedele araldo, non premere sull'acceleratore con tanta alacrità. Non credo che il nostro Zexion qui sia così ardito e impetuoso. Ma anche se lo fosse non potrei fare a meno di lodare più che condannare. Qui siamo tutti uomini che forgiano il proprio destino, qualunque esso sia. Un'iniziativa tale è più che lodevole se viene da uno di voi.

“Senti senti” pensò di nuovo Marluxia, continuando a fissare indifferente Xemnas dall'altro capo del tavolo.

Dimenticavo certamente che vi mancano i dati spaziali.

Vi basti sapere che siccome Xemnas è quanto c'è di più simile ad un semidio, la camera era diventata una specie di stanza da castello gotico\medievale buio con le pareti grigie e i vetri dipinti, con al centro un grosso tavolo di pietra con attorno una ventina di posti di cui attualmente ne erano occupati solo tredici, più quello di Zexion che era ancora in piedi.

Tornando alla narrazione, il nostro improvvisato infermiere non poté fare a meno di arrossire fino alla punta dei capelli pur restando apparentemente impassibile.

Nel frattempo Axel squadrava i due bordi del tavolo, alternando la sua visione tra il caro Xemnas e i suoi due baldi compari Xigbar e Saix che sedevano rispettivamente a destra e sinistra del loro leader, a Marluxia con al fianco solo Larxene, la quale per altro aveva la faccia bendata perché Saix le era passato sopra con un piede.

Quanto al nostro amante del rosa non posiamo fare a meno di denotare che le bendature erano assenti ma doveva tenere una borsa di ghiaccio ancorata al fianco perché ricevere un gomito sulle vertebre non è indicata come attività giornaliera salutare.

Lo sguardo del rosso continuò a vagare sugli altri presenti, su Luxord, con i capelli terribilmente rapati, che si era limitato a guardare le sue carte mentre il naso gli sanguinava copiosamente in una vaschetta.

Poi gli capitò su Demyx, che aveva la sfortuna di sedere tra Saix e Xaldin, entrambi più grossi e minacciosi, e per di più con gli occhi gonfi e una rotula dislocata.

Neanche la sua cresta così caratteristica da restare in piedi anche mentre dormiva aveva resistito all'impetuoso guerriero dai capelli blu.

Dal canto suo Xaldin si limitava a restare impassibile mentre volteggiava con leggerezza a pochi millimetri dalla sedia per evitare di danneggiare definitivamente il coccige.

Axel finì così di squadrare le persone alla sua destra e si spostò su quelli che gli stavano di fronte, su Laexus e i suoi terrificanti capelli arancioni che spiccavano sul volto da nero-bruto e per di più con l'occhio nero, mentre Zexion finiva di fasciarne l'ampio petto.

“Perché mi sono abbassato a tanto?” si chiese Axel riportando brevemente lo sguardo su Xemnas che si era avvicinato a Zexion continuando il suo discorso da megalomane (A\N: dai andiamo democratico quanto ti pare, però...).

“Cosa speravo di ottenere unendomi a questo circolo? Sembriamo degli idioti anche solo a squadrarci. Perché, diavolo?”.

Il suo sguardo sofferente passo di nuovo per Xigbar, che sorrideva fiero per il sangue che ancora usciva dal suo occhio menomato, coperto da una benda.

“Dio santo se quello lì non è un maniaco! E Saix! Non ci posso credere che in meno di due giorni si sia bruciato il cervello! Dannazione! Non capisco! Fino a ieri sembrava tutto così normale...” il ragazzo emise un mezzo gemito coprendosi il volto con le mani.

-Che accade, Axel? Accusi forse altre conseguenze dell'urto con il muro?

Il rosso alzò il volto e fisso Xemnas negli occhi, scorgendo solennità, onore, e orgoglio, tutte emozioni che mostravano un leader determinato, ma senza freni

Avrebbe fatto di tutto pur di raggiungere i propri obbiettivi.

Disgustato dalla mancanza di compassione lo sguardo di Axel andò inevitabilmente a posarsi lontano dal suo capo, dal suo amico, dal mento di Vexen che era visibilmente fuori posto, da tutto.

E cadde su due figure, sedute isolate, una affiancata all'altra, una ragazza dai capelli neri incredibilmente fragile che sembrava mantenere coscienza a stento, appoggiata ad un ragazzo biondo con i capelli a punta sparsi qua e là.

La visione della condizione dei due lasciò il rosso senza parole.

Poi con un volto pieno di condanna egli si girò verso Xemnas, pronto a lasciare libera la sua rabbia.

E invece vide il ragazzo puntare i suoi occhi sui due, e per un istante, un solo istante, scorse ciò che cercava.

“Ma cosa...?” -Axel. Posso per favore richiedere da parte tua di condurre Roxas e Xion in infermeria? Non tengo a vedere la sofferenza che si spande per una mia frivola richiesta.

-Master Xemnas...- Saix stava per protestare quando Axel con un gesto gli carbonizzò una ciocca di capelli.

-Certo che posso- rispose il rosso, prima di avviarsi verso l'altro lato del tavolo.

Saix restò a guardarlo sconvolto, ma uno sguardo imperativo di Xemnas riportò il guerriero a sedere in silenzio.

-Master Xemnas se mi è concessa una parola...- Demyx osò parlare mentre Axel posava una mano sul volto di Xion, notando un grosso livido sul lato della testa -A proposito di ciò che voleva discutere...

-Ah si, come condurre le nostre operazioni. Dimmi, Demyx.

-Pensavo...come tutti d'altronde...che se ognuno di noi ha un proprio modo di agire, perché non tentarli tutti?

“Diavolo la ragazza potrebbe avere una commozione cerebrale. E il ragazzo non sembra nemmeno in grado aiutarmi a trasportarla” il rosso rimase a rimirare i due, ignorando ovviamente i discorsi che si svolgevano attorno al tavolo, e venendone a sua volta ignorato.

Tranne Marluxia, che lo osservava in silenzio come un predatore scruta la preda.

-Che stai dicendo?- chiese Xaldin, alquanto confuso.

-In quale accordo intendi farci agire, Demyx?- rispose con calma Xemnas -In che modo vorresti lasciare che ognuno di noi abbia la possibilità di far valere il suo piano?

-Ecco, se ognuno di noi ha un piano, possiamo decidere un ordine in cui ognuno di noi ha la possibilità di metterlo in atto, assumendo momentaneamente la guida dell'Organizzazione e...

-Tu lurido laido traditore! Come osi...!- in un lampo Xemnas accorse fermando con la propria mano il braccio assassino si Saix prima che potesse trapassare il petto del povero Demyx e probabilmente anche ferire Xaldin.

Axel rimase col fiato sospeso come tutti, guardando rapito l'improvvisa dimostrazione di forza.

-Io approvo- disse finalmente Xemnas -Siamo democratici. Se contiamo un piano per ognuno di noi, abbiamo quattordici chance di riuscire. Quattordici occasioni di colpire il nostro nemico in modo irreparabile.

Axel, riportò il suo guardo sui due ragazzi al suo fianco.

Xion era ormai incosciente e Roxas non sembrava in uno stato così grandioso, e lo guardava con sguardo di supplica.

“Come diavolo dovrei fare a portarli all'infermeria?”.

-Se tale è il disegno a cui vogliamo attenerci, credo di concordare con il nostro leader- intervenne Marluxia, lasciando Saix ancora più indignato e a bocca aperta -Se abbiamo raggiunto un accordo vi prego di scusarmi, miei compagni, ma devo a mia volta chiedere congedo per me e la mia compagna. Anche noi necessitiamo di cure più approfondite.

-Sfuggire ad una tale verità è inevitabile. Prego miei fedeli, se non avete altro da dire, siete liberi di ritirarvi- e finalmente lasciò il braccio di Saix, che si volse a guardarlo con lo sguardo vacuo e confuso, mentre tutti si affrettavano a sgomberare.

Finalmente Axel decise di agire e si caricò Xion in braccio, ignorando il dolore della slogatura, mentre Roxas si avviava zoppicante dietro di lui, ignorato da tutti.

Solo Xigbar rimase seduto a fissare Saix e Xemnas mentre si confrontavano silenziosamente.

-Puoi reggerti a me se vuoi compare- Axel si rivolse all'altro -In fondo sono abbastanza forte da tenervi entrambi.

-Lo faresti?

-Certo. Per quale altra ragione dovrei lasciarti cadere?

-Vuoi dire che sarai li a prendermi?- in un lampo il ragazzo sembro accelerare il passo per giungere al fianco di Axel, che attese sorridendo.

-Certo. E quello per cui siamo qui no? Uniti per una causa comune.

-Ma...perché? Per uno come me?

-Cosa intendi? Nessun uomo o donna nasce in modo diverso dagli altri. Siamo tutti uguali.

-Eppure guardati. Tu sei ancora in piedi, e sopporti il dolore. Io...io- alcune lacrime di impotenza discesero dagli occhi del ragazzo.

Axel lo osservò con una luce curiosa, sentendo una specie di affinità tra se stesso, e il ragazzo che a malapena teneva il suo passo.

Si volse un ultima volta verso Xemnas e compagni, incrociandone per un istante gli occhi.

Non fu sicuro di cosa lo sguardo del guerriero dalla carnagione scura esprimesse, ma quel breve attimo di luce di poco prima restava.

-Anch'io sono nato come te- Axel si rivolse di nuovo a Roxas -Siamo diversi solo se tu vuoi crederlo. Anche lei è come noi- disse il ragazzo volgendo il suo sguardo a Xion -E in ogni caso attendere in corridoi non ci rimetter in sesto. Coraggio Roxas, sempre avanti, got it memorized?

-Perché...come fai?

-Un passo alla volta. Metti un piede dietro l'altro, per così dire.

-Axel- Marluxia li fermò proprio in quel momento -Non affaticare inutilmente il tuo braccio.

E proferite tali parole il tipo fece levitare Xion a mezz'aria senza neanche bisogno di usare il proprio corpo.

-Come...?- Roxas fu sul punto di chiedere.

-La magia ha molti usi e molte applicazioni. E poi, siamo qui per aiutarci a vicenda no?- fu la tranquilla risposta del simpatico ragazzo delle cose rosa.

“Sarà” Axel fece spallucce, almeno un po' sollevato per il suo braccio.


Tornando alle cose...”serie”.

-Vi prego lasciatemi uscire! Vi prego! Aiuto! Squall amore mio resisti! Ti salverò!- e via dicendo.

Dopo lo svenimento del nostro campione alla realizzazione che Cloud avesse una vita privata all'infuori delle spade in cui fosse coinvolta una donna, Rinoa gli si era fiondata addosso cercando in modo molto esagerato di fare scena tragica sul povero amore impossibile tra lei è il tizio che era impossibilitato ad opporsi in modo alcuno.

Per evitare un escalation di “violenza” che avrebbe potuto portare il povero Squall a riportare danni seri almeno alla psiche (facendosi raccontare tutto quello che gli era capitato mentre era incosciente) Lightning, in quanto leader della Squadra Disciplinare (tormentone della storia), aveva deciso di incatenarla peggio di un elefante e chiuderla dentro una gabbia assicurata con delle catene che avrebbero potuto sostenere l'intero Garden sospeso nel vuoto.

Ma a niente era valso e adesso la pazzoide stava scatenando l'inferno pur di uscire dalla gabbia e sembrava che nemmeno lo sforzo congiunto di mezza classe più un paio di servizievoli piante sarebbe stato sufficiente a tenerla buona.

Dal canto suo l'altra metà era intenta a fare sorrisoni malati.

Perché direte voi.

Perché ovviamente, colto da un attacco di amore fraterno che non aveva mai avuto in due anni Cloud si era piegato (si, piegato) a cercare di risvegliare il suo degno compare usando i metodi convenzionali di respirazione bocca a bocca e alte cose correlate.

Ovviamente ci frega solo della respirazione bocca a bocca perché era la ragione per cui quasi tutte le ragazze escluse Tifa, Lightning, Aerith e Rinoa stavano impantanate a friggersi il cervello sparando yaoi a raffica.

-Cloud non voglio ferirti, ma temo che così non riuscirai a salvare il tuo amico- intervenne bellona con le trecce.

-In quale altro modo potrei tentare allora? Vuoi dire che sarò costretto ad osservare impotente mentre il mio amico soffrirà un lento e doloroso flagello? Oh no quale crudele destino- fu la risposta da tenore del nostro biondo testa di cavolo.

“Oh dio prima Squall poi Rinoa, adesso Cloud e Aerith. Cos'altro?” si chiese Tifa lasciando il gocciolone dell'imbarazzo scenderle sul retro della nuca mentre cercava in tutti i modi di non girarsi e invece aiutare a tener ferma la pazzoide.

-Mi hai frainteso Nuvoletta...- “Nuvoletta!?”-...c'è un modo.

(Si “Cloud” sarebbe “Nuvola” quindi credo che Nuvoletta sia un vezzeggiativo forse non proprio adatto ma abbastanza vero\stupido\comico per la storia, e comunque meglio di “Cloudy”. Se volete risolvermi il dubbio potete esprimere la vostra opinione nelle recensioni).

-Quale?

-La vedi questa?- Aerith richiamò a se una specie di pianta che sembrava innocente con uno stelo fino fino e una semplice corolla i tenui petali bianchi -E particolarmente nota per alcune sue proprietà di produrre ampie quantità di ossigeno.

-Ossigeno?- chiese il nostro ignorantissimo biondo.

-L'aria che respiriamo.

-Ah. Beh, come lo può aiutare?

-Così- e Aerith alitò leggiadramente sul fiore, spedendo una ventata di fresca aria pura su per le vie respiratorie del caro Cloud, e per completare l'effetto accompagno il tutto con gesto della mano simboleggiando di mandare un bacio.

Per UNA BUONA VOLTA Cloud capì e arrossì un poco, concedendosi un dolce sorriso.

Non così Tifa che alla fine non aveva resistito e si era voltata, e ovviamente l'attacco di gelosia fece schioccare qualche saetta qua e là abbrustolendo a caso la povera Rinoa.

-Hai capito adesso?- Aerith chiese al caro “non-proprio-o-non-ancora-fidanzatino” per aver conferma che la “lezione” fosse stata chiara.

-Certo- rispose il ragazzo prendendo con delicatezza il fiore tra le mani e portandolo alle labbra, per poi alitare leggiadramente in direzione di Squall accompagnando il tutto con un gesto della mano come a mandare un bacio.

E qui mentre tutte (tranne Lightning, Rinoa e Aerith) cadevano a terra preda di chissà quanti lussuriosi pensieri sullo yaoi, noi ci rendiamo conto che probabilmente Cloud non capirà mai un emerita ceppa e che Aerith sta sprecando il suo tempo.

Ma in compenso Squall si riprese a poco a poco e ritornò ad avere un colorito più o meno normale.

-Visto?- chiese con un sorriso la donna in rosa, chiudendo gli occhi e reclinando di lato la testa per completare l'effetto KAWHAIII!!

-Ti sono grato Aerith- rispose Cloud con uno sguardo sollevato mentre restituiva il fiore -Senza di te Squall sarebbe stato perso.

-Oh, Cloud- rispose lei chinandosi per mettergli maternamente una mano in testa (senza riuscire ad abbassare il ciuffo) -Sono sicura che ce l'avresti fatta anche da solo. Sei un eroe in fondo al tuo cuore, devi solo farti forza e accettarlo.

Tifa era ancora mezza morta e quindi non tentò in alcun modo di spaccare la terra, far esplodere lampi o causare chissà quale altro cataclisma.

In compenso -Quindi...- disse Squall, che aveva udito il discorso -Ti devo la vita? A te e a questo fiore dai grandi poteri?

-Si- risposta secca ma amichevole di Cloud.

-Quindi, mi hai salvato.

-Si.

-Credevo che il nostro odio reciproco non conoscesse confini.

-Neanche il nostro rispetto reciproco.

Squall soppesò le parole per un po' mentre Aerith si faceva indietro.

Tutt'intorno i ragazzi e le ragazze si riprendevano chi dall'assalto erotico chi dalla battaglia per trattenere Rinoa, e la suddetta era in lacrime tanto perché Squall stava facendo uno di quei suoi discorsi che tanto la riempivano di focosa passione, tanto perché lo stava facendo al suo peggior rivale e non a lei.

-Non avrei mai creduto che il mio più grande rivale potesse essere identificato come il mio migliore amico- rispose infine il bruno, alzandosi a sedere.

-È un destino che ci rende forti. Nessuno ti conosce meglio di me...- (Frecciata al petto della povera Rinoa) -...come nessuno mi conosce meglio di te. Forse solo Tifa- (e qui la signora delle gelosie alza il pollice in segno di vittoria ma Aerith non se la caga perché è intenta a fissare i due con sguardo perso).

Ma non stava con Cloud fino a trenta momenti fa?

Boh, io ho rinunciato a capirli.

-Hai ragione. Un cuore forte di una passione batte più facilmente all'unisono con un altro acceso dallo stesso ardore.

Rinoa: “Ti prego Squall accendi la tua passione per me!”.

Lightning: “È un discorso degno di un guerriero”.

Seifer: “Squall ti sconfiggerò anche con i tuoi discorsi da sentimentale idiota!”.

Aerith. “Non avrei mai immaginato uno spettacolo simile”

Maschi: “Coppia di ricchioni. E che ti pareva?”.

Femmine: “YAOIYAOIYAOIYAOIKAWHAIIIIIII!!!!!!!!”.

-Un energia che può soltanto crescere in forza e coscienza- Cloud rispose a tono al suo rivale.

-Non posso rinunciare a credere che tutto ciò sia la più grande esperienza della mia vita.

-È la nostra realtà- Cloud si erse fissando l'esterno con gli occhi brillanti di aspettativa.

-Quindi, niente più duelli?

La domanda di Squall mandò in crisi tutta quell'aura di epicità che si era venuta a formare ma Cloud si risolse a rispondere con una delle frasi meglio riuscite -Tu. Io. Il tuo Gun-Blade. La mia Buster Sword. Il campo di scherma. Stanotte.

-Non mancherò.

E voilà altra passata di ormoni femminili e signorinelle che si fanno la stanza sparate come dannate dal sangue delle narici.

Inclusa Lightning per via di un suo fetish che vi voglio presentare dopo in modo più comico quando trovo l'occasione ma per ora vi tengo appesi alla Muraglia Cinese con sotto Super Sayan e Cavalieri D'Oro che si combattono per il destino del mondo.

-Adesso credo che Squall dovrebbe recarsi in infermeria. Sapete, coma autoindotto, materia cerebrale, ecchimosi...- Aerith disse con un tono lievemente professionale, accorato e gentile.

-Sto bene- (A\N: si certo come no) rispose il bruno, ma secondi dopo era in braccio a una Rinoa ridotta ai minimi termini ma che sorrideva a trentadue denti -Lo porto io.

-Allora penso proprio che verrò con voi. In fondo è anche il mio ruolo- si intromise Cloud, anche se non aveva capito niente.

-Nonononnonoono ce la faccio da sola...- manco un passo e la nostra eroina era faccia a terra mezza morta.

-Ripensandoci portate prima lei- Aerith consigliò con la prima faccia preoccupata della storia.

-Detto fatto- rispose Squall che sa la caricò in spalla stile sacco di patate, quando Lightning (con ancora tutto il sangue in faccia) lo afferrò per un braccio.

-Non è così che si porta una ragazza svenuta e bisognosa di cure, Leonheart!

-Ah no? E come?- chiese genuinamente sorpreso Squall, che ci aveva francamente capito anche meno di Cloud sulla faccenda.

-Così!- gli rispose con veemenza la Leader della Squadra Disciplinare, prendendo in braccio la ragazza come si adduce ad una vera principessa -Io sono la Leader della Squadra Disciplinare, Claire Farron! IO so come trasportare ragazzi e ragazze in bisogno!

-Vuoi portarla tu?- le chiese a quel punto Squall, sempre perché non ci aveva capito niente.

-Con piacere- rispose invece la nostra oddio-è-troppo-lungo-ripeterlo-di-nuovo, e con andatura sciolta si diresse verso l'esterno, altezzosa e ignorante che qualcuno nel pubblico maschile si stava già immaginando certe cose.

I due fenomeni stavano per muoversi a loro volta ma all'improvviso una pianta carnivora sbucò da un pezzo della foresta e a caso inghiottì il povero Amarant Coral perché come sappiamo è l'unico che potrebbe uscire vivo da una cosa del genere.

-Oh che sbadata. Ho dimenticato di potarla. Non è che mi potreste aiutare?- disse appena appena interessata Aerith mentre sempre più teste ingoiavano sempre più persone.

-Certo- le rispose Cloud, scambiandosi un occhiata con Squall.

E così i due tardarono a recarsi all'infermeria e non incontrarono l'organizzazione XIII.

Non sapremo sai se sia stata una gran botta di culo o un immane sfiga.


A\N: Finisce qui. Finisce qui. È un altro capito miei lettori un altro capitolo! Che gioia repressa dietro uno schermo!

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Capitolo 5
*** Amori al chiaro e scuro ***


A\N: Non so se sia lecito ne se sia pratico ma di sicuro vi piace: SQUALL è una testa di rapa! CLOUD è una testa di cavolo! E l'ORGANIZZAZIONE XIII è una banda di schiappe! Di nuovo tutti insieme:...(Ecc.). Qui è DanieldervUniverse in diretta da impossilandia e questo è il 5° capitolo di Final Year At Fantasy High School (FYAFHS)!


“E poi devo anche considerare che la settimana prima del rientro avevano impiantato un nuovo sistema di propulsione nei sotterranei. E poi c'è anche la direttiva di segretezza! Perché il preside dovrebbe tener nascosto al Consiglio Studentesco quello che succede? In fondo non è che noi non facciamo il nostro lavoro di badare che gli studenti non tentino rivolte assassine contro la struttura. Tutti noi crediamo in un mondo migliore” pensava a fiumane la cara Lightning mentre attraversava i corridoi verso l'infermeria.

Ma appena arrivata era talmente distratta che non notò l'improvviso pungo gigante che le atterrò in testa con tanta forza da stenderla sul colpo.

-XALDIN! SEI USCITO DI CERVELLO!?- urlò Zexion all'energumeno che aveva steso Lightning.

-Mi dispiace Zex, ho solo agito d'istinto per...

-NON ME NE FREGA UN SANO ACCIDENTE DEL PERCHé DANNATO PIRLA! Poniti dei limiti dannato pezzo di...!

-Ok ok ok calmati, calmati vecchio mio. Limitiamoci a limitare i danni eh? Mettiamole su uno dei lettini ancora vuoti...- Vexen mise una mano sulla spalla del ragazzo più giovane, convincendolo infine a calmarsi.

La dottoressa (sexy) incaricata di tenere lo studio, Lulu (formosa come sempre), aveva (guarda caso) scelto proprio quel giorno per partire per qualche tempo a rivedere suo figlio e il suo fidanzato che tiene al sicuro nascosti dal resto del mondo e che visita occasionalmente quando le è concesso dagli impegni.

E così quella poveraccia di Rydia c'era rimasta tra capo e collo dato che faceva volontariato qua e là.

Ma Zexion, a cui la fanciulla dai trascorsi abbastanza imprevisti non dispiaceva (diciamo direttamente che gli si era folgorato il cervello a prima vista), si era preso il compito di dare una mano con la banda dei grandi pirla in modo da alleggerirle la pressione.

Grazie al cielo la ragazza era talmente presa dal tenere lontano Demyx che non si era accorta dell'evidente ruggito proveniente dalla bocca del nostro “spasimante”.

E siccome il biondo era molto molesto quel simpaticone di Laexus si prese la libertà di sollevarlo da terra di peso e guardarlo malissimo.

-Ah, Laexus. Protesti metterlo giù?- Rydia chiese al gigante che torreggiava su di lei con tutta la sua stazza -Non vorrei avere altri feriti per oggi...

-Si compare fai come dice- insisté il nostro spasimante mentre caricava Lightning su un letto (senza neanche girarsi).

Demyx si beccò un altra occhiataccia prima di scendere e filarsela fischiettando.

Axel sospirò per non scoppiare a ridere.

Il braccio era appeso al collo ed ora stava benissimo, anche se ancora dolorante.

Il ragazzo sedeva tranquillo vicino al letto di Roxas.

Il biondo era caduto nel sonno ristoratore quasi subito, e Rydia aveva quasi dato di matto a vedere le sue ferite.

La tenerezza che il fanciullo gli ispirava era del tutto nuova.

Si abituato ai modi bruschi e freddi di Saix, e fin ora non si era sentito così vicino a qualcuno da quando era bambino.

Poi lo sguardo del rosso si posò sul letto affianco.

Xion, non si era ancora svegliata.

L'incredibile fragilità che li accomunava era così stupefacente che Axel si costrinse a pensare: era stato davvero il caso che quei due si fossero fatti così male, o era stata una cosa voluta?

Il cambiamento di Saix era stato così improvviso, fino ad allora non aveva mai ferito ho attaccato nessuno.

Certo le minacce di morte e le occhiatacce non erano poche ma fino a quel momento Axel gli aveva dato solo un valore simbolico.

Si ritrovò a pensare all'amico che infilava la testa di Demyx dentro un frullatore.

“Ok no una cosa simile credo che sarebbe alquanto improbabile”.

Così il sottoscritto tirò fuori il manga di Fairy Tail e si rimise a leggere alquanto annoiato.

“Vai Natsu, brucia quel bastardo con le fiamme del drago”.

-Dimmi, Rydia- Zexion riuscì a proferire dopo vari secondi di imbarazzo mentre l'aiutava a sistemare Rinoa -Come mai fai volontariato qui?

-Oh, è una cosa che ha detto Cecil, sul come essere sempre disponibili ad aiutare il prossimo e a proteggerlo in ogni modo possibile.

-Ah, Cecil- disse il ragazzo con una punta di oscurità nella voce pensando al tanto sorridente e candido Vice-Presidente del Consiglio Studentesco -Quindi lui è il...

-Oh no, lui è solo un amico. È pure gay (quasi) dichiarato.

-Davvero!?- Zexion per poco non urlò per l'entusiasmo.

-Credo almeno. Ecco qua, adesso vediamo un attimo sotto le vestiOHMIODIO! Cosa le è successo!?- Rydia fece un salto indietro a notare quante botte, legante, fulmini e quant'altro si era beccata Rinoa fino a poco prima.

-L'unica persona che potrebbe risponderci è stesa su quel lettino adesso- rispose il ragazzo indicando Lightning ma scoccando un occhiataccia a Xaldin.

-OH mamma. Le ferite degli uomini sono così, *gulp*, spaventose.

-Credevo studiassi medicina...

-In realtà veterinaria magica. Vedi da piccola sono caduta nel mondo delle creature magiche e così sono vissuta in mezzo a loro molto a lungo.

-Davvero?

-Oh si. Ci sono le più incredibile creature in quel mondo...

-Quali?

-Oh così tante che nemmeno noi le conosciamo tutte.

-Dimmi di più.

-Oh, da dove cominciare? C'è così tanto da dire.

-Dimmi! Dimmi tutto!

-Davvero?

-Si!

-Oh, la luce lì è così intensa. È nutrimento. Le creature che nuotano nell'aria come se fosse il mare.

Un mare infinito e colmo di vita...- (A\N: Qui è meglio tagliare senno ci stiamo fino a fine storia) -...Un incredibile mondo. Come vorrei anche altri potessero vederlo.

-Mmmhh, Rydia...

-Terra chiama Zexion! Hoy! Qui Huston, astronauta è richiesto il suo rientro alla base immediatamente. Zexion scendi dalle nuvole! Torna coi piedi per terra! Sono serio! Ciccio, tra un po' sbatti al soffitto! Zexion!

Eh si.

La potenza primitiva dell'amore aveva fatto nuovamente centro e nemmeno con Vexen attaccato ai piedi era stato possibile impedirgli di levitare alto da terra.

Axel, ancora immerso nella lettura “Eddai! Perché lo hanno fatto combattere se poi non fa un emerito...eh? Oh” finalmente il rosso si rese conto della piccola emergenza “Ah beh il lampadario è proprio li sopra. Questione di minuti” e con uno schiocco di dita staccò il lucernario dal soffitto centrando la capoccia di Zexion in pieno e spedendo tanto lui quanto Vexen a terra.

Laexus si lanciò in loro soccorso cercando di prenderli al volo, e cosi tra un patapum e uno sbarararang si formò una piccola piramide umana: sotto tutti Demyx, che sie era trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato; sopra di lui Laexus, che aveva mancato i due alla grande; poi Vexen che era atterrato di culo, e Zexion che era franato di botto a un millimetro da Rydia e per di più di testa.

“Ok, la prossima volta gancio destro” Axel dovette ricredersi con i suoi metodi.

-Oh mio dio!- la ragazza esclamò disperata, e si voltò urlando quando la porta si spalancò di botto schiacciando contro la parete tanto Xaldin che stava li vicino pronto ad accogliere altri visitatori, tanto Marluxia che stava tranquillamente parlando con Larxene, la quale fu risparmiata di pochi millimetri.

-Allegri miei compagni. Oggi..!- Xemnas stava per fare una delle sue orazioni da fomentato prima di notare Rydia e cambiare ad un tono più signorile e colloquiale -Oh per il cielo mi scusi, miss. Avrei dovuto annunciarmi con un po' di preavviso, mi scusi. Ma sa, a volte è meglio chiedere il perdono che il permesso...

-Oggi...baaasta...- pum e la fanciulla svenne per lo shock.

“E solo una mia impressione o facciamo danni dovunque andiamo?” si chiese Axel, cominciando davvero a ricredersi sul fatto di essersi unito a quella gang sgangherata.


-Puff! Ecco fatto- disse Cloud togliendosi il sudore dalla fronte.

In qualche modo la pianta aveva perso tutte le corolle e quanta più gente possibile era stata risputata.

Ovviamente erano tutti così ricoperti di...qualunque cosa fosse e, beh vi lascio immaginare.

Specialmente Tifa poveretta.

Si vedeva tutto in trasparenza.

Non che a Cloud o Squall fregasse qualcosa, no.

-Bene qui abbiamo finito. Possiamo andare ora.

-Oh si certamente- rispose con un sorriso Aerith, congedando i due con un inchino.

Tifa fece il muso incrociando le braccia, e ovviamente mise in mostra ancora di più il suo non-guardaroba.

“Oh cavolo” pensò Seifer mentre sanguinava copiosamente dal naso “Se morirò morirò felice”.

-Dannazione! Voi due!- Amarant diede di nervi cercando ripulirsi -Sarei sopravvissuto anche ad una cosa del genere! Non mi serviva il vostro aiuto!

-Si si fai come ti pare- gli risposero in coro i due compari senza ascoltarlo.

Squall e Cloud sembravano così assorti in una loro conversazione di sguardi che tutte le fanciulle iniziarono ad avere “allegri” pensieri (di nuovo).

-Sono proprio dei grandi amici vero?- Aerith si avvicinò a Tifa per scambiare quattro chiacchiere.

-Ah!- rispose lei con aria sprezzante -Giammai. Fino a ieri se si incontravano in corridoio non trovavi più le pareti.

-Hai uno strano modo per dire che sono amici per la pelle.

“Perché non l'ho detto! Quali standard di amicizia hai tu!?” voleva urlarle la ragazza mentre Amarant continuava a imprecare senza sosta finché Fang non lo zittì con un sonoro cazzottone sul capoccione.

Ma, ahimè, i guai erano solo cominciati.

E infatti manco a dirlo ecco che Tifa è per aria mentre una pianta tentacolare le si stava attorcigliando intorno.

-Cos'è questo!

-Oh mamma mia credevo fosse in letargo...- disse Aerith prima che un altra ramificazione afferrasse anche lei facendola finire nella stessa situazione.

-Oh giusto. Adesso che siamo ricoperte da questa sostanza...oh no.

-Cosa!?- urlò Tifa prossima al pianto.

-Preparati amica mia. Sarà molto imbarazzante.

-NOOOOOO!!!!- si lasciò andare infine la ragazza mentre un orda di “tentacoli” si avventava sulla classe mirando a catturarli tutti.

E il bello era che Squall e Cloud erano appena usciti.

Certo che le sfighe son proprio precise al centesimo di secondo, eh?


Tidus deglutì quanto più rumorosamente possibile.

I nervi erano esausti dalla nottata insonne e dalla botta di marijuana, e così stare appoggiato al muro nascondendo quelle cose per fare quella cosa lo stava letteralmente mangiando vivo.

Fortunatamente Yuna uscì dall'edificio con una certa impetuosità, senza eleganza.

Fredde, scostante, impaziente e scocciata.

-Ti do tre minuti.

-Ma come facevi a sapere che io ero qui?

-Ti si vede benissimo.

-Ah- rispose Tidus dandosi dell'idiota quando tutti sapevano che le finestre della stanza di Yuna davano sulla parte opposta dell'edificio.

La verità era che lei aveva installato una specie di Tidus radar che faceva bip ogni volta che lui era in un raggio di venti metri.

-Senti...- il biondo si grattò la testa con così tanto vigore che a Yuna scese il gocciolone dell'imbarazzo sul retro della nuca per quanto lui fosse nervoso -Volevo chiederti scusa.

“Scusa!?” la faccia della nostra “KAWHAI GIRL” divenne talmente rossa da fare invidia ad un peperone maturo.

“Scusa. Si sta scusando? Con me? Si scusa? L'ha capito? Davvero? Ah nonononononononononono sii coerente Yuna devi liberarti dalla tua soggezione!” -Ah bene- rispose sprezzante mentre nell'interno non faceva altro che saltellare in un prato di candidi fiori bianchi con tanta allegria da sembrare infantile -Hai finalmente messo la testa a posto.

-Eh beh si può dirlo forte, AHAHAHAHAA- rise quasi come a liberarsi il cuore di due tonnellate di zavorra il nostro biondo.

-Bene se allora hai finito devo tornare dentro...- la ragazza fece per filarsela prima di perdere il controllo ma Tidus le sbarrò la strada con tanta prontezza che i due si ritrovarono troppo vicini e Yuna fece un saltò all'indietro degno di un ninja.

-Cosa credi di fare!?

-Non avevo finito.

-Bastava dirlo!

-Avevo paura che non mi avresti ascoltato!

-Come potrei..! Cioè...no hai perfettamente ragione- lei cercò di dissimulare l'imbarazzo di essersi quasi tradita.

-Allora cosa devi ancora dirmi?

-Ah, beh, io...- Tidus iniziò a sudare seriamente agitandosi un po', mentre le mani frugavano frenetiche dietro la schiena.

“Oh cavoli riesco a vedere quasi tutto. È proprio un grandissimo pezzo di maschio alfa...NONONONONONONO ci sono già cascata una volta non si deve ripetere una seconda..!” -Volevo darti questi!- e voilà, un bellissimo mazzo di...quello che sono grande quanto la porta del dormitorio e con il sacrosanto biglietto: SONO UN IDIOTA, E TU LO SAI VERO?

Fossi in lei avrei preso il biondo e lo avrei chiuso con i fiori per poi lanciarlo giù dal Garden, ma siccome Yuna è Yuna -MIO PICCOLO CHIUPICHIUPITIDUS BAMBOLOTTOBIONDODELLAMAMMAVIENIQUICHEVOGLIOABBRACCIARTI.

E così Yuna smise di fare il broncio sul perché Tidus l'aveva dimenticata per UN ANNO INTERO e iniziò a spupazzarselo e Gidan e Bartz si diedero il pugno della vittoria guardandoli nascosti dietro ai cespugli con un gran sorrisone di chi è riuscito a far scivolare un gigantesco bouquet nelle mani di un amico senza che la ragazza se ne accorgesse.

E intanto sullo sfondo ecco li che un altro uomo mostrava il suo amore: Sephrot, e i suoi muscoli d'acciao, sullo sfondo della vicenda, mentre si allenava con la Masamune, un colpo dopo l'altro preciso, rapido, elegante, tagliente.

Il campo d'allenamento era tutto per lui (ed era a torso nudo quindi tutti al riparo).


A\N: Chiudiamola qui che senno non so che scrivere per il prossimo capitolo. Se la vì comparissimi! Alla prossima. Ciao.

 

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Capitolo 6
*** Si fa avanti il flagello (di cosa poi non si sa)! ***


A\N: Devo dire che per il bene e il male sono due cose alquanto astratte, in quanto il male per te potrebbe sempre risultare bene per qualcuno più sfigato di te. Chissà se anche Fantasy High School nasconde più di 50 sfumature di grigio? (Per la cronaca non rispetto pregiudizialmente quella roba e la battuta è intesa per la “zona grigia” tra il bianco e nero con cui ci fanno sempre una capoccia così).


Squall e Cloud percorrevano in silenzio i corridoi mormorando e borbottando ognuno per se.

Non avevano litigato DI NUOVO, ma semplicemente rimuginavano sul fatto che Squall avesse tagliato più corolle ma Cloud salvato più persone.

E intanto il sottile ma leggermente lungo taglio sul braccio sinistro del primo e il palmo destro bucherellato del secondo lasciavano una serie di macchie di sangue che avrebbero sicuramente preoccupato qualcuno ma di certo non quei due.

Le persone che incontrarono nel corridoio furono relativamente poche, e comunque si tennero a distanza di sicurezza (cioè un paio di metri o più date le dimensioni della Buster Sword), tranne un figuro vestito barbaricamente, mezzo nudo e con dei tatuaggi più neri del nero, che tuttavia aveva una faccia nota.

Il losco figuro gli andò dritto incontro per poi iniziare a ridere sguaiatamente.

-Jecht?- mormorò Cloud come a dire “TU!”.

-...- Squall rispose al massimo della propria eloquenza.

-Guarda guarda il dinamico duo? Allora chi è il primo?- chiese il professore di Combattimento mentre un sigaro di proporzioni titaniche gli si materializzava in bocca già acceso.

-A fare cosa?

-Come sarebbe a dire? Il primo di voi che mi affronterà sul ring! Non ditemi che vi siete dimenticati?

-Jecht, siamo appena diventati studenti del terzo anno...

-Ragione in più per farlo prima del diploma!

-Jecht, fuori dai piedi- disse perentorio Squall aprendo bocca per la prima volta.

-Oppure? Sai bene che per spostare una montagna devi averne la forza.

-Tidus! C'è il paparino in corridoio!- chiamarono i due a gran voce.

-No no non tirate in ballo mio figlio, quel capellone, con tutti i sacrifici che ho fatto per lui! Per me lui finisce male...eh?

Ovviamente il monologo da falso padre affezionato era durato più di questa breve citazione di Francesco Guccini “La Genesi” ed il duo aveva argutamente evitato di stare a sentire scivolando non visto fino all'infermeria.

Era deserta.

-Credi che ce ne saranno altri?- chiese Cloud al compagno scostando una delle tendine dei letti, scoprendo Rydia che riposava con un panno in testa

-Di tipi come Jecht? Pensa solo a Seifer, o a Tidus quando è su di giri. Tale padre tale figlio- rispose Squall scostando un'altra delle tendine e scoprendo Xion e Roxas, con Axel che stava ancora seduto li vicino sempre leggendo Fairy Tail.

Il rosso alzò lo sguardo per un secondo, saluto con la mano e si riconciliò con la lettura.

Squall, a cui gliene fregava ancora meno, richiuse la tenda senza dire “a” ne “bah”.

Intanto Cloud aveva scovato anche Lightning, per poi avere un lampo di genio e guardare verso il banco e quindi notare bende e disinfettanti e unguenti e libri d'incantesimi curativi e altre cose che sarebbero state molto più utili che curiosare tra i feriti del giorno.

Squall invece non aveva ancora imparato la lezione, e quando dici che la curiosità ha ucciso il gatto intendi che il lettino successivo conteneva Rinoa in preda al sogno sonnambulo.

E così senza poter dire ne “a” ne “bah” Squall venne afferrato per il bavero e poi zittito con un bacio, per poi essere trascinato a forza dentro al letto.

Fortuna che Cloud possedesse un istinto di conservazione che faceva *bip* ogni volta che Squall era in pericolo, e così non ebbe dubbi su dove era finito l'amico e con un paio di rapide mosse sostituì a Squall una coperta che Rinoa continuò ad abbracciare e sbaciucchiare in modo alquanto ambiguo.

-Whew, stavo per soffocare- il moro inalò profondamente rigonfiando le gote.

-Senti prima che succeda qualche altra cosa pericolosa oggi ti spiace sederti lì?- Cloud indicò il letto di Rydia, che aveva un angolo libero.

Detto fatto, Cloud si avvicinò con uno sgabello e con una gran quantità di cose precedentemente elencate, per poi lasciar scivolare malamente a terra la maggior parte di queste e limitarsi a fasciare il braccio dell'amico.

-Cloud no. La tua mano...- tentò di protestare questi, ma il biondo lo ignorò perentoriamente -Come potrei? Se non posso sopportare un dolore simile per aiutare un amico allora la mia esistenza non ha ragione di essere.

Mentre Cloud finiva la frase Squall afferrò la mano ferita tra le sue, una stretta ferma ma gentile -Grazie.

La voce era un po' incerta ma comunque mossa da un sentimento di gratitudine.

I due si scambiarono uno sguardo pieno di comprensione e forte spirito di fratellanza maschile.

Ma vista dall'esterno cosa sarebbe sembrato?

A me due tizi che si squadravano in stile manga da scena strappalacrime, ad altri...voglio dire altre...vabbe avete capito.

Allora, i due continuarono a fissarsi per un bel po', e nel frattempo Rydia riprese un po' scossa i sensi.

Mentre la vista le si metteva a fuoco, scorse le silhouette dei due, e sembrò prenderla piuttosto alla leggera.

“Vedo...due persone...oh cavolo dopo una giornata così...sarò probabilmente nei guai fino al collo quando Lulu tornerà. Non mi ricordo neanche di essere svenuta...cosa è successo...?”.

Mentre lei era in completa confusione si tirò su a sedere, e riportò lo sguardo sui due.

“Ah...Squall e Cloud...aspetta...!?!?!?!?!??!?” -GHYAAAAAAA!!!!!

La ragazza i tuffò dietro al alto opposto del letto -V-vi prego non fate niente qui! Questa è l'infermeria! Qui ci sono persone ferite! Le lotte sono...!

-Rydia, non stiamo combattendo- le risposero in coro i due.

La ragazza ebbe un momento di confusione prima di constatare che effettivamente quelli si stavano solo medicando.

Rydia esalò un respiro di sollievo, prima di alzare d'improvviso il sopracciglio destro -Cosa combinate voi due?

-Ahhhh, ci stiamo fasciando?- rispose Cloud in tono esitante.

-Se quello si chiama fasciare io non porto il camice- lo rimbeccò la ragazza per le rime.

-L'hanno appesa nell'armadietto. Xemnas ha ritenuto che fosse più facile garantirti un ricambio d'aria o una cosa complicata, “aviazione” o simile. Dovevi federe la faccia di Zexion quando ha visto la tua...- Axel spiegò sempre da dietro la tenda.

-KYAAAAAHHHHH!!!!- la povera Rydia aveva appena realizzato di essere in mutande.

-Ehi guarda c'è un gigantesco bouquet fuori dalla finestra- disse Cloud, molto più interessato a quello.

-Scommetto che c'entra Gidan- rispose Squall dopo aver gettato una rapida occhiata verso la finestra.

-VA BENE ORA BASTA!- esplose Rydia di nuovo in camice -Sono stanca delle vostre farneticazioni e disastri! In questa infermeria lavoro io, e le cose le faccio io!- e con una spallata ben assestata piazzò Cloud a sedere sul letto (spedendo Squall a faccia in giù sul pavimento), per poi raccogliere tutte le cose che il biondo aveva lasciato cadere per rimetterle a posto.

-E nessuno di voi si muove finché non vi ho medicato chiaro?!

-Come le pare- rispose Cloud, mentre le gambe di Squall gli si chiudevano attorno al collo per aiutarsi a rialzarsi.


-Chi è vivo alzi la mano- disse Aerith rivolta alla classe.

Eccettuate poche eccezioni chiamate Tifa, Fang, Aerith stessa, Amarant e Ignus (FF III) l'intera aula si era ridotta ad un insieme infinito di corpi prosciugati.

Si proprio prosciugati, faccia scheletrica, pancia piatta, sguardo vitreo, respiro affannoso.

La seconda pianta era una pianta talmente grassa che appena sentiva un residuo di umido intorno a lei *flump* ecco che tirava fuori i tentacoli e iniziava a risucchiare ogni singola goccia d'acqua che trova.

Per questo Aerith la teneva sott'acqua in modo che incidenti del genere fossero al minimo.

Sfiga volle che l'amido e lo zucchero contenuti nella “saliva” della pianta carnivora fossero fin troppo appetitosi per i recettori della grassa e quindi...

Tifa si trascinò fradicia e malmessa fuori dal lago, sputando acqua e ignorando il fatto che la sua gonna fosse andata a galleggiare in giro per tutto lo stagno ridotta in briciole (non che la maglia stessa meglio).

-Bene, tanto basta- proferì soddisfatta la prof mentre si riassettava quel che restava degli abiti -Ehi Tifa, vecchia mia, che hai?

Quella continuò a fissare il soffitto con la faccia più distrutta che si fosse mai vista.

Prima Squall e Cloud che litigavano appena si vedevano, poi la sistemazione nelle stanze, poi la serata insonne, poi la mattina arrivata troppo presto, poi Aerith che si spupazzava Cloud, poi Rinoa, poi la pianta, poi l'altra pianta...ma soprattutto CLOUUUDD!!! “PerchéPerchéPerchéPerché!?!?!?!? Ohhhhhhhhhh!” lasciò andare solo un singhiozzo (perché era troppo debole per fare altro), prima di rimettersi in piedi ed iniziare ad arrancare verso l'uscita.

Intanto Amarant stava bestemmiando talmente tanto che Ignus era tornato sott'acqua per evitare di sentire altre eresie, almeno finché Fang non gli spuntò davanti con una faccia scocciata per poi trascinarlo fuori a forza.

-Tifa che cos'hai? Va tutto bene?- chiese Aerith stavolta preoccupata.

-Devo...solo fare un salto all'infermeria. Almeno così non avrò altre...scocciature.

-Sei assolutamente sicura di arrivarci tutta intera?- chiese Aerith molto preoccupata.

-Non serve...sono ancora intera.

-Tifa...?- Aerith chiese ancora più preoccupata ed esitante prima di essere calciata via di getto.

-STO BENE!

E così la ragazza si avviò con passo malfermo e alla ceca, sbattendo ovunque e inciampando ogni tre passi fino porta per poi uscire.

Intanto Ignus si era stancato dei vagheggiamenti di Amarant e i due erano infine arrivati alle mani.

-Wow, quale portento. Conosco qualcuno che pagherebbe qualsiasi cifra per vedere questo spettacolo. Il che mi ricorda che tra poco ho un incontro anch'io con una certa persona. Ciao ciao devo andare a cambiarmi- Fang fece un mezzo sorriso ai due maschioni per poi avviarsi all'uscita.

Aerith si risollevò assai scossa e con il naso grondante di sangue.

“Cosa ho fatto?”.


Il bouquet gigante era un vero e proprio specchio per le allodole e tutte le coppiette si erano venute a rilassare sotto la sua ombra, inclusi Locke e Celes entrambi malconci.

La prima per la serata precedente, il secondo per il momento “rampage” di Terra in classe.

Mentre erano sdraiati l'uno affianco all'altra (A\N: E ci ho messo tre volte a scriverla giusta sta frase, senza farla suonare ambigua) il ragazzo fece sgusciare un coltello che teneva nascosto nei pantaloni e taglio un paio di papaveri rossi, una margherita e un tulipano prima che Celes potesse fermarlo -Locke, lo sai che solo gli studenti del terzo anno possono portare armi come effetti personali nel Garden?

-Ah, che vuoi farci generale?- rispose lui con un tono gentile e scanzonato -Vuoi farmi un processo sommario?

“Peggior battuta del secolo Locke” pensò la bionda -Senti lo sai che se non avessi provato a rubare la daga quella volta non ti avrebbero sanzionato un intero anno scolastico. Poco ci mancava che ti arrestassero.

-Si...no non ricordo molto dell'anno scorso.

-Anche tu? Accidenti.

Poi l'ombra di Lightning si profilò lì intorno e il ragazzo nascose la sua “arma” più lesto di un felino.

Ma la ragazza era interessata a ben altro e puntò dritta verso la panchina dove “Daga” e Serah si stavano godendo un gelato dal gusto che mi ha sempre lasciato perplesso perché sapeva di paradiso.

Dopo un momento di panico le due si rilassarono notando un raro sorriso (tenue e appena accennato) sulla faccia del Leader della Squadra Disciplinare, e infatti quella si sedette in tutta calma vicino alle due parlando della giornata.

Ma ovviamente non ci frega di loro, ne di Tidus e Yuna che si erano abbandonati sul prato stile scultura greca, ovvero con il vestiario sparito nel nulla e sostituito da drappi di sottile lino o dall'erba,e soprattutto i volti illuminati dal sole, facendo un po' il gioco di chiaro\scuro.

Infatti ci interessa di Squall e Cloud che dopo un po' di legnate e la medicazione si dirigevano a passo fermo verso il campo d'allenamento.

Ignari dei sospiri che svariate single gli lanciavano dietro e per nulla interessati a fare due chiacchiere, il duo arrivò in prossimità dello spiazzo prima di essere investiti da un forte vento.

E voi ricordate benissimo che c'era un super fusto con i lunghi capelli argentei e le forti spalle che dominava indiscusso sui 50 metri quadri di deserto ambiente.

Ogni colpo di spada, ogni movimento del corpo, ogni goccia di sudore faceva parte di un puzzle, magico.

Il suo scopo era equilibrio, certezza, soavità, come un poeta che si destreggia sulla carta.

Gli occhi erano spenti, il volto deciso, la determinazione giunta ad un fine ultimo.

La natura reagiva in perfetta sincronia: ogni granello di polvere veniva tranciato in due, ogni alito di vento seguiva la splendente spada nella sua corsa attraverso lo spazio e il tempo.

Ma come tutte le cose tale momento magico in cui le Fangirl sbavano come matte venne interrotto da due sbavoni che erano andati a sbattere contro il muro d'energia che teneva il campo separato dal resto del Garden.

Eh si, anche Squall e Cloud ogni tanto perdono il controllo, specialmente se vedono un combattente di tale livello agitarsi...eh muoversi in tutta libertà.

E mal gliene incolse, perché Sephirot come tutti sanno è permaloso e se fai qualcosa di sbagliato...beh ti ritrovi la sua spada nello stomaco.

Per una gran botta di culo il tizio era ancora con lo sguardo spento e la spada arrivò a pochi millimetri dall'orecchio di Cloud nel giro di 2 nanosecondi.

Ecco, il muro di energia, se proprio dovessi spiegarlo, funziona abbastanza a caso: ogni tanto ci passi attraverso, ogni tanto ti ci incolli sopra, qualche volta passa solo la spada e via dicendo.

-Andate via- sussurrò l'uomo.

-Eh?- rispose Squall fissando la spada e la faccia del rivale, che una volta tanto sembrava scossa.

-Andate via. Qui non siete i benvenuti- insistette l'uomo, ritraendo piano piano la Masamune, mentre gli occhi dei nostri epici protagonisti la seguivano millimetro per millimetro mentre sgusciava entro il muro protettivo.

-Non ho tempo per voi.

-Ah davvero?- chiese Cloud mentre faceva un passo indietro.

-Andate via.

-Credevo dovessimo allenarci...- mormorò Squall prima di ritrovarsi la spada di Sephirot sulla gola.

-Andate via. Questo luogo non vi appartiene.

-Di che parla?- chiese Cloud assumendo un espressione confusa e interrogativa.

-Ah questo non posso saperlo- gli rispose l'altro ignorando alla grande la lama che stava per trapassargli la gola.

-Beh, entriamo?

-Dopo di te.

Si esatto: Sephirot uscì dal campo e li afferrò entrambi per i capelli prima di lanciarli dentro di peso.

-Quale ignoranza voi comuni mortali- il pazzoide con i capelli argentei gli si fece incontro mentre i due evocavano le armi -Non avete idea di quale eresia abbiate commesso. È il diavolo che vi manda a condannarmi.

-Questo è matto.

-Ma va'?!

-Ora perite sul filo della mia lama- e si lanciò contro i due.


A\N: Questa sessione si conclude in suspance. Quanti danni farà quello psicopatico di Sephirot prima che qualcuno possa fermarlo? E vedremo finalmente il duello tra Fang e Quistis? Mano alle lame fratelli!...Cosa dico che questo è il mondo reale! To the next! Ciao!

 

 

 

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Capitolo 7
*** Yuffie Stories #01: Aladdin (Promo) ***


Yuffie\N: Buon giorno gente qui è Yuffie! Sapete cosa ho fatto? Sono uscita dalla storia perché mi era venuta un idea geniale e ho chiesto all'autore se era fattibile...

A\N: TRA CHIEDERE E LEGARE COME UN SALAME ALLA SEDIA C'È DI MEZZO UN INTERO POEMA!

Y\N: Non rompere adesso o ti sparo i Simpson a palla.

A\N: No ti scongiuro i Simpson NOOOOOOOOOOO!!!!!!

Y\N: Ecco bravo stai zitto. Bene gente! Leggete e applaudite a fine corsa!


In un paese lontano lontano, dove il deserto si perde nel blu...no è la luna del blu...vabbe le notti d'oriente, son calde lo sai son più calde che mai eccetera eccetera.

Un losco figuro (A\N: Yuffie... Y\F: Okay va bene) volevo dire il nostro autore entra in scena cavalcando un drago (A\N: Cazzo c'entra il Drago!? Y\N: L'ho scritta io! A\N: Uff va bene va bene) vestito con un abito da danzatrice del ventre...no volevo dire imbacuccato come un eschimese (Y\N: Eh si. Tra arabi e eschimesi cambia il tempo, sempre imbacuccati sono) lasciando solo la sua faccia di merda scoperta (A\N: Brutta...! Y\N: Te voi guardà allo specchio? A\N: *brontolii vari*) e quell'irriverente barba troppo corta per essere quella di un uomo e troppo lunga per essere quella di un ragazzino (A\N: Dammi del ragazzino di nuovo e ti lascio per un anno da sola nel buoi gelido senza vestiario va bene!? Sono più grande di te! Y\N: Di poco. A\N: Tre anni è poco?) e lo sguardo disperso, leggero, volatile e senza dubbio poco interessato al mondo.

Il drago fece una rapida fermata e il nostro autore scese con grazia giù dalla gamba atterrando di chiappe.

-Buon giorno- rispose eloquente -Vedo qualcosa li vicino. Vi spiacerebbe avvicinarvi un attimo...

(A\N: No no no no no, è una FanFiction non un cartone animato per la miseria) -Ahia, troppo troppo. Lievemente indietro ecco perfetto. Ahia la faccia potevate fare meno danni eh?- si prese una pausa per rialzarsi mentre la videocamera continuava riprenderlo -Benvenuti a questo tempio di segreta conoscenza chiamato Agrabah (A\N: Questo è plagio!), la città avvolta nel mistero- fini di dire con un tono affabile e misterioso -Governata da un pazzo che si chiama Jecht che ha recuperato il potere di Sin per sconfiggere i nemici attorno a lui e si è preso un coglione chiamato Seymour come gran visir- disse tutto d'un fiato con una certa insistenza di toni.

Si prese trenta secondi per recuperare il fiato -Ah, questa città non potrà mai essere più incasinata di così. Ma come ben sapete a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, quindi un eroe si farà avanti per sconfiggere questo male che ci opprime!

(A\N: Tidus ovvio) -In questo momento vi aspettate che esca con il mantello splendente e il sorriso smagliante da dietro la mia schiena brandendo il brando insanguinato con una mano...e invece no. No il nostro eroe adesso è sotto terra, svenuto.

A\N: Nononononno ma vuoi dare un minimo di Background a quello che scrivi?

Y\N: Tu ci hai tirato a caso in un minestrone di gente di cui non conosci nessuno o quasi cercando di tirane fuori qualcosa! Non accetto critiche da te.

A\N: Per tutte le sante bestemmie vere o meno io sono un !AUTORE! E la storia piace!

Y\N: Certo dicevamo...


Rikku raggiunse il più rapidamente possibile la testa di Yuna, cercando di farla rinvenire usando le sue piccole e rapide mani di scimmia.

Ma ce ne volle di tempo, e Yuna comunque aveva subito un gran bel colpo alla testa per cui era difficile anche essere vivi.

Il tappeto magico a forma di leone diede il suo non indifferente contributo sollevandosi con dolcezza e agitando un po' il suo cervello.

Infine la nostra salvatrice si risvegliò mugugnando alcune parole sconnesse, prima di riprendersi del tutto.

Rikku le prese posto sulla spalla scimmiettando in tono preoccupato, finché Yuna non la prese in braccio stringendola con un ampio senso di sollievo.

Ma poi, come tutte le persone intelligenti, la ragazza non poté che constatare che il soffitto era presente, e fatto di roccia e sabbia.

Addio stelle del magico cielo!

Yuna ringhiò per la frustrazione, ma infine non poté far altro che lasciarsi cadere all'indietro sconsolata.

-Almeno ho te, vecchia mia- le ragazza accarezzò con calma la nuca della piccola scimmia -Mi dispiace Ri-Ki, di averti tirato in questa situazione. Credimi, smuoverei le montagne se solo potesse aiutarci ad uscire da qui.

La scimmia guardò triste la propria amica, prima di sorridere e tirare fuori dal nulla la lampada misteriosa che avevano tentato di trafugare.

-Non ci credo tu piccola genia!- Rikku risalì rapida sulla spalla di Yuna per lasciarle cadere la lampada in mano -Vediamo un po'. Certo che quel tipo si è dato molto da fare per una vecchia lampada come questa. Non vedo niente di speciale, niente ornamenti, vuota, leggera, vecchia oh! Vedo che c'è scritto qualcosa...ma cosa? Tu ci leggi Ri-Ki? No? E tu? A no te non potresti farmelo capire comunque. Vediamo se strofinandola un poco viene via...- ma con due lievi sfregamenti la lampada assunse una forma rossastra e iniziò a sparare lampi fulmini, fuochi d'artificio, Keyblade, comete, onde energetiche e quasi qualsiasi altra cosa, finché quella matta di Lu...ehm una figura umana e gigantesca legata alla lampada da un sottile filo blu che partiva mezza vita non emerse dal fumo.

Con un immenso sbadiglio la donna fece un paio di stretch per poi brontolare qualcosa -Alla buon ora! Ero chiusa li dentro da 25 000 anni. 25 000! Hai la minima idea di cosa voglia dire!?

-No...- rispose Yuna fissando pietrificata il corpo gigantesco e soprattutto la pelliccia che indossava.

-Tse. Me lo immaginavo- senza curarsi di fare impressione il mos...eh la genia si stacco la testa, la rigirò un altro paio di volte e poi la rimise a posto con un sorriso soddisfatto, prima di chinarsi a sedere sul nulla.

Dopo vari secondi di imbarazzante silenzio, la creatura si rivolse a Yuna con imperiosità...

A\N: Yuffie, usi troppi termini a caso. Se posso...

-Allora, cosa aspetti?

-I-io?

-No la scimmia.

-Rikku. Ma cosa vuole da lei?

-Sarcasmo. Dimmi il tuo nome ragazza.

-Y-Yuna.

-Mmh, Yuna. Bene Yuna dato che dimostri ben poca conoscenza in materia., ti consiglio di ascoltare molto attentamente. Io sono un genio, e come tale quando un essere umano strofina la mia lampada sono costretta a servirlo finché la lampada non cambia possessore.

-In sintesi chiunque abbia la lampada tra i suoi averi ti controlla.

-Qualsiasi umano. Aspetta un secondo ma io non vi ricordo così piccoli- Lulù (A\N: Non mettere i nomi a caso!) avvicinò il suo volto alla minuscola Yuna e la squadrò con occhio indagatore -Nah avrò sbagliato la taglia un altra volta.

Detto fatto Lulù raggiunse le stesse dimensioni di Yuna, prima di restare nuovamente sconcertata nella differenza di seni.

A\N: Certo questa non me l'aspettavo proprio.

Y\N: Rompi davvero tanto. Ma nel mondo reale le persone ti sopportano.

A\N: Ecco, vediamo...lui si, lei pure, lui non conta...lui non mi conosce tanto...lei mi ha già dato dell'accollo, lei non lo so, quelli là no, lui non ci sono mai uscito...

-Ma è solo una mia impressione o sono cresciute dall'ultima volta?

Dal canto suo la ragazza il tappeto e la scimmia si stavano squadrando a vicenda cercando di capire cosa succedeva.

-Scusa ma se devi obbedirmi vuol dire che posso dirti tutto quello che voglio?

-Eh? Oh no no, ci sono, ecco alcuni tabù e un limite.

-Limite?

-Certo mia cara. Ogni Genio può garantire tre desideri a padrone, dopodiché il genio dovrà attendere un altro portatore per rivedere il sole.

-Oh.

-Il che mi ricorda che noi due non ci siamo visti da un po', vero?- la genia batte il palmo al tappeto senza tanto entusiasmo.

-Ah. Ma quindi, cosa non sai fare?


Y\N: Fine!
A\N: EH!? MA CHE **************************************** MI SIGNIFICA FINE!? Esci dal tuo mondo, vieni nel mio, mi leghi come un salame, mi costringi a guardare le idiozie che scrivi, e poi interrompi sul più bello!?

_WANG_

Y\N: Chiudi il becco perdente. Oddio è tardi. Selphie mia ammazza se non rimetto a posto la scrivania...

A\N: Giuro che appena esco da questi così ti faccio fare un bel lesbo come mai in vita tua!

A\N: Comunque l'idea non è tanto male, se volete posso metterla a posto e tirarci fuori qualcosa no?

 

 

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Capitolo 8
*** I combattimenti più violenti che si concepiscano da umana coscienza ***


A\N: Eccomi scusate il ritardo Yuffie mi ha messo fuori combattimento per un po'. Allora dove eravamo rimasti...ah si SephIROT CAVOLO MO' QUELLO FA UNA STRAGE FERMI TUTTI! FATE LARGO LA MIA PENNA DOV'È?!


Cloud riuscì a ritrarsi per pochi attimi, mentre la Masamune compiva un altro fluido arco nell'aria.

Ma il colpo invece di andare a vuoto proseguì cambiando rapidamente bersaglio e ferendo Squall al braccio sinistro, mentre lui stava ancora riprendendo posizione dalla schivata precedente.

Cloud tentò di reagire in fretta gettandosi all'attacco ma la spada di Sephirot intercetto la Buster Sword di piatto.

Il biondo cercò allora di fare leva spingendo la spada del nemico lontano da se, ma invece l'astuzia letale dell'avversario gli rigiocò contro la sua stessa mossa facendo scivolare la Masamune verso il basso finché con una torsione ben assestata fece lo sgambetto al ragazzo, lasciandogli anche un taglio superficiale alla caviglia.

Ma Sephirot non finì il suo nemico e parò invece il colpo di Squall portando la spada in obliquo dietro la schiena, in modo da far scivolare il colpo verso il basso e nel contempo ferire l'avversario all'ascella, ma Squall stavolta non si fece imbrogliare e con una rapida pressione al momento giusto piantò la lama nemica nel suolo per poi allontanarla da se.

Nel mentre Cloud si rialzò con una capriola ben assestata e tentò un colpo in orizzontale ruotando su se stesso per imprimere più forza, mentre Squall preparava un affondo.

Sephirot, costretto alla difensiva, lasciò l'elsa della sua spada e indietreggiò quel tanto che era sufficiente a schivare i due attacchi.

Squall che era avvantaggiato dalla posizione lo incalzò subito, ma l'avversario dimostrò un incredibile abilità nel contrattaccare a mani nude spedendo il ragazzo a terra con un solo movimento fluido, per poi lanciarsi verso la Masamune scivolando sotto l'affondo obliquo di Cloud.

A quel punto il ragazzo proseguì la rotazione, mentre l'altro estrasse l'arma dal suolo per poi muoversi nel verso opposto, riuscendo a colpire pochi attimi più tardi, sufficienti ad usare la rotazione del nemico contro di lui per gettarlo a terra e nel contempo ferirlo alla spalla.

Cloud riuscì tuttavia a recuperare l'equilibrio spostando prontamente la gamba sinistra, ma così aprì una faglia nelle sue difese e Sephirot lanciò la sua spada dalla parte del manico così da colpire l'avversario alla tempia.

Cloud stramazzò al suolo mentre il manico ritornava nella mani del suo padrone, il quale infine compì un ampio affondo dall'alto che si abbatte perpendicolarmente sul Gunblade di Squall, che dovette piegarsi in ginocchio per resistere al colpo.

Sephirot ancora una volta dimostrò un astuzia letale facendo scivolare indietro la lama per farla scivolare oltre il filo del Gunbade e quindi piantarla nel cuore del ragazzo.

Ma qui l'istinto di sopravvivenza intervenne e Squall riuscì a bloccare la lama con la mano sinistra a pochi passi dal suo cuore.

Sephirot si scoprì compiaciuto, ma per un attimo fu colto dall'incertezza quando realizzò che la lama non sfuggiva alla presa del moro.

In quell'attimo Cloud si fece avanti ancora intontito e tentò un affondo, ma mancò il bersaglio e Sephirot lo afferrò per il bavero facendolo collidere con la sua spada (di piatto) e spedendolo oltre con una capovolta, facendolo rotolare per qualche altro metro.

Squall si volse a chiamare l'amico ma quell'attimo di distrazione gli fu fatale.

Il guerriero più forte liberò la lama dalla sua stretta, ferendolo al collo, per poi colpirlo al volto di piatto e poi sulle costole, spedendolo a terra affianco al suo amico.

Entrambi non ebbero l'istante di tregua che avevano da agognato da cinque minuti e dovettero rialzarsi subito per evitare di farsi piantare la spada nel petto, quindi compirono una doppia parata a scivolo in modo che la Masamune restasse intrappolata tra le altre due lame.

Sephirot colse al volo l'occasione e si finse sbilanciato per invitare i due ad attaccarlo, e quelli ormai esausti e senza speranza caricarono in avanti.

Rapido come un fulmine Sephirot indietreggiò sfilando la propria lama e puntandola prontamente al petto di Cloud, che non riuscì a parare in tempo e venne infilzato con un gemito.

Senza fermarsi Squall sfoderò tutta la sua forza di volontà e fisica andandosi a scontrare con Sephirot a pochi millimetri dal suo volto, le spade incrociate tra i due petti, e gli occhi dei due così vicini da fare impressione.

-HAI UCCISO IL MIO AMICO!- il moro urlò in faccia a Sephirot.

-E tu lo raggiungerai presto- gli rispose questi, spingendolo indietro e provocando scintille tra le due lame.

Accecato da queste Squall scelse di usare 'altra funzione del Gunblade, l'arma da fuoco, e sparò.

Ma Sephirot parò il colpo senza problemi, riflettendolo indietro e perforando la spalla destra del ragazzo, per poi balzare in avanti e colpirlo al petto con il pomolo.

Squall cadde a bocconi mentre Sephirot si preparava a finirlo con un unico ampio movimento.

-Fermo!- Cloud riuscì ad urlare.

Sephirot alzò lo sguardo e vide il biondo di nuovo in piedi, con il petto sanguinante.

-Tu sei forte...molto forte...- il ragazzo continuò tra un respiro e l'altro -Ma io...devo vincere. Tu...non posso lasciare...che tu l'uccida...

-Che cosa dici idiota *cough* - Squall sputò sangue -Scappa adesso!

-No! Io devo vincere...

-E con cosa? La tua sconfitta è inevitabile non hai mai avuto una chance. Tu non potrai mai vincere, non ne sarai mai in grado. Tu non hai lei...- improvvisamente il guerriero dai capelli argentei rimase in silenzio, assente.

-Potrò...non averla...ma adesso...devo almeno provarci- il biondo riuscì a sollevare la sua spada con una mano sola, prima di portarla in orizzontale al livello delle spalle.

Poi all'improvvisò alzò anche il secondo braccio mentre l'altro si mosse indietro -BAN-KAI!

Non...successe niente.

Cioè proprio niente, niente fumo, niente arrosto, niente Sephirot mazzulato di botte.

Cloud sfinito si lasciò cadere a terra piangendo -È finita.

-Cosa credevi di fare idiota?- Squall rispose disperato a sua volta.

-Voi avete scelto la morte nel momento in cui avete ignorato il mio consiglio. Ora perite come gli stolti che siete!

Ma proprio mentre Sephirot portava la spada sopra la testa per dare il colpo di grazia, un selvaggio grido di guerra si sollevò dai dintorni e una forma indistinta saltò da uno dei tetti per fiondarsi sul guerriero dai capelli argentei.

Sephirot fece un salto indietro ma l'avversario toccò terra con una leggerezza inaspettata e incalzò subito l'avversario colpendolo all'attaccatura del collo, facendogli sputare sangue.

-Chi sei tu?!- esclamò Sephirot pochi attimi dopo.

-Io sono Galuf, uno dei Quattro Signori delle Arti Marziali, e tu, ragazzo, stai attentando alla vita dei miei studenti- l'anziano combattente assunse una posa da battaglia con le gambe ben piantate al suolo, la mano destra dietro la schiena e la sinistra spinta in avanti come a invitare il nemico all'attacco.

Sephirot digrignò i denti in una smorfia di rabbia e stava per avventarsi sul guerriero quando una muraglia di fiamme apparve tra i due facendo esitare il guerriero più giovane.

-Cosa pensavi di fare?- chiese Vivi mentre volteggiava sulla scena.

Sephirot assunse uno sguardo ancora più rabbioso e si lanciò verso la piccola figura nera, ma venne intercettato a mezz'aria da una macchia rossa che lo rispedì a terra senza tanti complimenti.

Nel mentre in cui il guerriero si riprendeva dallo schianto Auron atterrò con grazia riportando la propria katana sulla schiena, e Galuf saltò al di là delle fiamme atterrando poco lontano dal suo collega.

Sephirot si rimise subito in piedi mentre le fiamme si allargavano a formare un cerchio attorno ai tre.

-Io sono Vivi, l'ultimo Mago Nero e non ti permetterò di far del male agli studenti di quest'accademia- disse la piccola figura che volteggiava.

-E io sono Auron, il Fulmine Rosso.

Sephirot ruggì di rabbia e balzò in avanti, ma una frusta gli si attorcigliò attorno ai polsi, costringendolo a fermarsi.

-Io sono Quistis, la Fanciulla Meraviglia- gli ringhiò questa tirando a se la propria frusta (che si era allungata di un bel po') e costringendo Sephirot a voltarsi verso di lei.

Questo si lanciò a testa bassa contro la bionda ma quella con una piroettagli volo sopra mentre un piccolo missile andava a piantare le gambe nel petto del guerriero, mormorando svariate frasi e farneticazioni in latino segnalando che quella era Shantotto.

E per fare trentotto la prof più odiata del Garden usò il suo scettro per sbattere Sephirot qua e là senza troppa eleganza.

Quello si rialzò ancora una volta, la bava alla bocca e la testa che sanguinava copiosamente.

-Guarda guarda eccone un altro- Jecht (uscito fuori dal nulla) disse con tono roco mentre faceva scrocchiare tutta le sue giunture -Pronto per sentire la forza di Jecht, il Domatore Nero?

Sephirot fisso il nemico dritto negli occhi, ma ancora una volta la sua attenzione venne attratta da una gigantesca pianta che spuntò di colpo da terra.

Sulla cima c'era un fiore bianco ancora chiuso che sbocciò sotto i suoi occhi rivelando Aerith tranquillamente seduta nel mezzo -E io sono Aerith la Dea dei Fiori.

Appena finito di parlare i petali si staccarono dalla corolla andandosi a piantare nel suolo come proiettili, mentre il guerriero dalla chioma argentea indietreggiava schivando.

Alla fine si ritrovo con le spalle contro il muro di fiamme, con tutti gli avversari che gli si facevano incontro.

Inalò profondamente, riacquistando quella sincronia con il mondo circostante che aveva acquisito durante l'allenamento, e si preparò alla battaglia.

Ma un ultima volta le cose precipitarono e le fiamme dietro di lui assunsero il colore nero, facendolo voltare di colpo.

-Oggi mi hai dato molto lavoro da fare- proferì una voce femminile molto maligna e oscura mentre dalle fiamme emergeva Lulu inferocita come non mai -Credo che non apprezzerai di conoscere la rabbia di Lulu Flagello della Notte.

Artemisia rimase a fissare la scena da lontano, appoggiata allo stipite della finestra.

-Gli serva di lezione- fu tutto quello che disse.


Rydia aveva appena finito di rimettere tutto in ordine e buttare Axel fuori dall'infermeria quando Lulu si teletrasportò all'interno con tre corpi.

-Oh signora siete tornaOHMIODIO! Cosa è successo!?

-Niente questi due hanno attaccato briga con la persona sbagliata- rispose la donna depositando i tre sui letti ancora liberi.

-E l-l-l-l'ultimo?- disse lei riferendosi al corpo irriconoscibile.

-Oh, quello è il nuovo professore di scherma, Sephirot. Una cosa da niente, ha fatto inferocire il corpo docenti e...


Il campo d'allenamento era gremito di persone.

Tutti aspettavano il duello Quistis vs Fang che era stato annunciato quella mattina, ignorando il destino di Cloud, Squall e Sephirot, di cui erano a conoscenza solo gli insegnanti che avevano cazziato il suddetto.

Infatti si potevano chiaramente vedere Galuf, Auron e Vivi appoggiati ad un angolo mentre parlavano allegramente di mosse, tecniche, trucchi e strategie di battaglia, passandosi l'un l'altro la borraccia di sake del “Fulmine Rosso”.

Tutt'intorno invece erano state disposte delle transenne che tenevano a distanza il numeroso pubblico lasciando ampio spazio per il combattimento tra le due.

Con un ultimo incoraggiamento Vanille spinse un orgogliosa Fang sul campo mentre Quistis attendeva già al centro di esso con la frusta avvolta attorno alla spalla sinistra.

Lightning era appoggiata in prima fila tenendosi tra sua sorella e la sua vice Ashe, ancora incerta.

-Ma sei sicura che sia una buona idea?- chiese quest'ultima.

-Io non ero sveglia in quel momento- rispose Lightning in tutta sincerità -Se lo ero stai certa che le cose sarebbero andate diversamente.

-Su su coraggio- le interruppe la voce gentile di Galuf mentre accompagnava il povero Guerriero Di Luce alle transenne -Devi stare più attento ragazzo. Il mio sinistro non perdona mai.

-Cosa è successo?- chiese Lightning aiutando l'amico ad appoggiarsi.

-Ah, credo sia colpa mia. Gli ho chiesto di aiutarmi per una dimostrazione ai ragazzi del primo anno e...beh puoi constatare i risultati.

“Quei ragazzini saranno terrorizzati” pensarono le ragazze in quel momento.

-Signor Galuf- gli chiese Serah a quel punto -I duelli in questa scuola sono sempre molto violenti?

-Cielo no ragazza mia. Dipende solo dagli sfidanti. A volte sono competizioni amichevoli.

-Solo a volte.

-Oh, è più spesso di quanto credi.

“Mia sorella non ci casca in queste cose” pensò Lightning mentre ricordava l'anziano combattente farle le stesse identiche rassicurazioni durante il suo primo anno.

Era bastato conoscere Squall e Cloud, tutto andato perso.

-Allora- disse una donna dai lunghi capelli argentei, due corna che si sviluppavano in obliquo e due ali nere che portava sempre sul vestito, non importa quale esso fosse -Come stabilito in comune accordo stamane, Quistis Trepe la Ragazza Meraviglia e Fang Yui Oerba studentessa del terzo anno della classe A avranno un duello all'ultimo sangue.

Fang: “Ho chiesto di avere un duello all'ultimo sangue?”.

Lightning: “Ha chiesto di avere un duello all'ultimo sangue?”

Serah: “Un duello all'ultimo sangue!”.

Quistis: “Artemisia mi odia, è sicuro”.

Gidan: “Ho la macchina fotografica pronta!”.

Auron: “Vinca il migliore”.

-Secondo quanto stabilito dalle due, la perdente dovrà...

-Grazie abbiamo capito. Si, succederà la cosa- la interruppe Quistis già color pomodoro.

-Quella cosa- aggiunse Fang, che non era da meno.

-Si si, quella.

-Non c'è dubbio

“L'avete proposta e accettata e adesso non avete il coraggio di dirla. Disonore su di voi, disonore sulle vostre mucche...” e Lightning continuò a citare Mulan per un po'.

-Dicevo, la perdente dovrà fare “quella cosa”. È concesso tutto, colpi bassi, ferire, spezzare ossa, strappare abiti, palpeggiare, colpire al volto, usare gomiti, ginocchia e quanto di più scorretto ci sia.

“Grazie” pensò con sarcasmo Quistis.

Entrambi Galuf e Lightning si diedero una manata sulla faccia “Proprio a Serah dovevano farlo vedere?”.

Yuna si strinse forte a Tidus, sentendo la tensione salire.

Seifer sputò per terra, cercando di mostrare un aria strafottente, con i suoi due degni compari a fargli da spalla.

Xemnas sedeva in silenzio, con attorno quasi tutta l'Organizzazione a fargli da sostegno.

-Prego signore, quando la Stella del Meridione apparirà in cielo potrete iniziare- Artemisia si fece indietro mentre le due sfidanti si fissavano.

-Tra tre, due uno...- il pubblico sostenne il fiato finché Vivi (che scrutava il cielo) diede il segnale -Via!

Quistis puntò quasi subito alle gambe dell'avversaria, facendo schioccare con estrema rapidità la frusta.

Ma Fang le scivolò attorno senza problemi e con un balzò le piantò il ginocchio in volto.

-Auch, primo colpo- mormorò Bartz con gli occhi socchiusi in una vaga forma di dolore condiviso.

-Primo sangue- sussurrò Saix, guardando le due assaltarsi.

-Se Quistis è un serpente, Fang è decisamente la mangusta- disse Serah fissando lo scontro senza scomporsi quando Quistis incassò un altra gomitata in faccia senza aver sfiorato l'avversaria.

-Quistis è una professoressa. Noi studenti siamo anni luce lontani da quel livello- le rispose Ashe mentre Quistis schivava per un pelo una bastonata.

-Vogliamo scommettere?

-No!- si intromise Lightning.

-La perdente deve svolgere il lavoro di segretaria per la nostra Leader qui- rispose Ashe senza scomporsi.

-Andata.

-Cosa sta facendo?- chiese Firion apparendo al fianco di Guerriero.

-Combatte.

-Questa è una sorpresa. Un docente che viene sconfitto da uno studente- aggiunse Cecil andando a formare un terzetto -Ai tempi di mio fratello una cosa del genere non sarebbe mai successa. Vero Kain?- il belloccio si rivolse all'onnipresente amico che si trovava proprio lì dietro.


Dopo dieci minuti Quistis era a terra, il volto coperto di sangue e gli abiti a brandelli (e un ampia porzione di seni scoperta).

Fang era quasi incolume.

-Ti conviene prepararti Ashe sono appena arrivati i rapporti dei regolamenti dell'anno scorso. Tre volumi da duemila pagine- Lightning mormorò all'amica cercando di confortarla, anche perché la visione di Ashe abbandonata dietro alle transenne con gli occhi sull'orlo delle lacrime avrebbe fatto intenerire anche due cuori di pietra come Squall e Cloud

Serah, continuava a guardare distratta mentre i professori borbottavano sottovoce molto sorpresi.

Nel mentre Fang si gettò sull'avversaria e iniziò a parlarle tenendola per il bavero.

-Cosa dicono?- chiese Gidan interrompendo la sua attività di documentazione

-Ah...dunque...”Troia”, “Sei...orgoglios...a...essere...grandi...”- Serah cominciò a tradurre facendo diventare Lightning sempre più rossa.

Intanto Cecil, Firion e Guerriero si scambiavano sguardi che significavano qualcosa per loro ma niente per tutti gli altri.

E Fang andava avanti.

Non si poteva udire niente da dietro le transenne di cosa le due stessero dicendo, ma possiamo assicurarvi che Fang stava probabilmente umiliando Quistis tanto con le parole quanto con i gesti, tanto da trasferirsi dietro la schiena della prof iniziando a palparla vistosamente.

Come vi potreste immaginare tanto per rispetto tanto per non morire dissanguati un po' tutti distolsero lo sguardo, tranne Artemisia che si godeva la scena a con uno sguardo ansioso e malevolo.

Ma Xemnas e Guerriero non distolsero lo sguardo.

-È finita disse quest'ultimo.

Tutti si volsero giusto in tempo per vedere Fang chinarsi a dire qualcosa nell'orecchio di Quistis.

Stavano già tirando un respiro di sollievo quando la prof agguantò la ragazza per la testa e la sbatté al suolo aprendo un cratere di un metro di diametro.

-UUUUHHHHHHH- esclamarono tutti girandosi dall'altra parte.

-Come ho già detto, è finita- ribadì Guerriero tirando una tazza di te fuori dal nulla e alzandola verso Xemnas che rispose a sua volta con un altra tazza uscita da chissà dove.


A\N: Finisce qui, finisce qui. Al prossimo capitolo ritorna l'Organizzazione e tutti i suoi intrighi. To the next! Ciao.

 

 

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Capitolo 9
*** L'Organizzazione ritorna (Per modo di dire) e Xemnas la sa lunga su qualcosa che noi potremmo non sapere ***


A\N: In mancanza di un ulteriori motivazioni sembra che io mi sia dimenticato per lungo e immemorabile tempo dell'Organizzazione, scomparsa dai miei registri da due capitoli (tre se dobbiamo considerare il canone di EFP). Niente paura di “bramose attese morbose” e terribili dubbi sul mio impegno: la penna è più affilata della SPADA! Armate la vostra fantasia e trinceratevi, perché io sto arrivando! E nessuno mi fermerà!

Daniele II\N: Sembri solo un idiota quando fai così...

A\N: NON COMMENTARE!


Riprendendo dall'infermeria...

 

-Cosa sta succedendo qui?- domando Xemnas quando Rydia stramazzò al suolo priva di sensi.

-Rydia!- Zexion si gettò in soccorso della ragazza (e francamente era meno imbranato di quanto ci si aspettasse da un ragazzo come lui) -Ti prego fa che non ti sia rotta una caviglia! O il polso! O l'Anulare destro! O l'Ulna! Una vertebra lombare!? Il coccige!- e via dicendo mentre controllava ogni singola parte del corpo non notando l'ematoma che la ragazza aveva sulla tempia sinistra.

-Una ghiandola lattifera!

E addio al pudore (e ritiro tutto, è peggio di qualsiasi altra persona).

Grazie al cielo Xemnas ebbe pietà di Rydia e segnalò con la testa agli altri membri che guardavano affascinati la scena di trattenere Zexion e provvedere a porre la ragazza in una situazione più conveniente.

Detto fatto il ragazzo penzolava svenuto dalla mano di Laexus, tenuto per il bavero, la lingua di fuori e con un bernoccolo che poteva competere con un portagioie, e Rydia veniva spogliata come già detto e messa al letto.

L'ematoma già stava guarendo spontaneamente.

-Sembra proprio che il mondo delle evocazioni sia un luogo che ti cambia nel profondo- mormorò Xemnas osservando la ragazza mentre guariva.

-Come fa a dedurre che sia stata nel mondo delle evocazioni?- chiese Vexen, interessato.

-Oh, osservate la luce che la finestra proietta sul suo viso- disse allora il leader, indicando la luce del sole sul volto della ragazza -Se siete coscienti della magia che governa questo mondo potrete scorgere cosa è diverso in lei.

Effettivamente lo spettro magico, quella parte di mondo che ci è rivelata dalla coscienza di poter usare la forza della natura come alleata, mostrava una serie di intricati intrecci di luci magiche attorno al corpo di Rydia, alcune entravano sotto la pelle, altre ne uscivano, alcune sparivano mentre altre cambiavano il loro corso.

-Esistono vari piani di esistenza, come molti diversi esseri che possono rispondere alla nostra chiamata quando in bisogno. Per nostra fortuna la ragazza è capitata in un mondo di luce.

-Affascinante- rispose Vexen alla spiegazione -Vorrei accertarmi di una cosa...

Prima che il feticista della scienza potesse alzare un dito sulla ragazza la mano ferma di Xemnas si chiuse di prepotenza sul polso del suo sottoposto e con una torsione da capogiro gli arrotolò il braccio su se stesso finché non sembrava una pezza che stava per essere strizzata -Vexen, per quanto rispetti la tua passione per l'inventiva, non alzare la mano su altri essere viventi. E soprattutto smettila di giocare con il tuo corpo. È rivoltante.

Nel mentre che si scopriva la natura gommosa di Vexen, Saix faceva qualcosa di assai inaspettato:

dopo essere entrato al seguito di Xemnas, aveva atteso che l'attenzione di tutti fosse concentrata su Rydia e Zexion, per poi dirigersi al capezzale di Roxas e Xion.

Axel era affondato nel suo manga, vergognandosi non poco del crollo del lampadario, e non si accorse dell'amico finché questi non si schiarì la voce.

I due non si squadrarono neanche per un secondo.

Saix, senza esitare, si inchinò verso i volti dei due svenuti e disse -Le mie scuse- in modo sicuro, calmo, sincero e puro.

Axel lasciò che il manga gli scivolasse dalle mani.

“Adesso lui chiede scusa!?” esclamò nella sua mente.

Poi, preso da un momento di commozione, abbracciò il suo migliore amico, piangendo -Stai crescendo troppo in fretta.

Saix ricambiò la stretta, anche se in modo molto cerimonioso e distaccato -Credo che il termine “maturando” sia più corretto.

-Si si, come preferisci- continuò quello piangendo sempre di più.

-Sono ancora in stato di incoscienza- Xemnas spuntò fuori come suo solito da dietro i due, fissando i ragazzi ancora in stato di convalescenza -Non avrei mai creduto che il danno fosse tanto esteso.

-Rydia ha detto che dormiranno almeno fino a domattina. Non ho ben chiaro cosa intendesse ma sembra che avesse ragione- disse Vexen mentre Laexus, spinto da una curiosità insaziabile, lo arrotolava su se stesso.

-Axel, è un problema per te restare a guardia?- il leader dai capelli argentei si volse verso il rosso.

Questi lo guardò, poi riportò i suoi occhi su Saix, che annuì in assenso.

Axel quindi si inchinò a Xemnas per ringraziarlo di tutto cuore.

-Bene miei fidi. Fasciati, curati e rimarginati (Laexus metti giù Vexen) è il momento di agire. Seguitemi- il ragazzo fece 180° di giro su se stesso e marciò diretto fuori della porta, con Marluxia e Xaldin che arrancavano dietro mezzi morti.


I nostri amichevoli perdenti...cioè intendevo l'Organizzazione (o ciò che ne restava) si diressero a passo fermo di nuovo nella sala.

-Demyx!

-AYE BOSS!- il biondo scattò come una molla spostandosi davanti al capo.

-Dopo una lunga riflessione ho accettato la tua linea di condotta. Ognuno di noi ha un proprio marchio di fabbrica che lo definisce in quanto a sentimenti, comportamento, psicologia, carattere, linguaggio. Questo indebolisce la nostra coesione interna, ma se applicassimo dati marchi separatamente, le chance di vittoria diventano un semplice atto di formalità. Noi trionferemo, come prima di noi grandi uomini e donne hanno domato i loro avversari con forza, ingegno e astuzia. Uno fallirà? Altri dieci, altri mille potranno riuscire.

-Wow!- mormorò qualcuno tra i seguaci mentre osservava la luce “divina” che emanava il grande sognatore -Quindi, mio fido biondo dalle grandi idee, qual'è il tuo piano?

L'effetto scoppiò come una palla di sapone che incontra l'ago.

-Eh?- fece l'intero seguito.

-Andiamo furfante. Non dirmi che quando hai proposto un idea brillante come questa, non avevi un secondo fine: cosa speravi di ottenere?

Demyx cominciò ad arrossarsi violentemente mentre sentiva che l'intera sala gli stava puntando addosso occhi e orecchi, una pressione incredibilmente sottile, come ombre sfocate che si allungano su di te avvicinandosi sempre di più, ingrossandosi sempre di più, deformandosi sempre di più.

Ma lui era il biondo con un QI che sfiorava gli 80 punti quindi...

-Voglio umiliare il Consiglio Studentesco.

-E perché?- chiese Xemnas con naturalezza mentre dietro di lui alcune persone lasciavano il loro istinto omicida lasciando spazio ad un po' di curiosità.

-Oh, perché nel Consiglio Studentesco c'è un ragazzino antipatico che odio e che voglio “ridurre a un pizzico”!

Xemnas continuò a fissarlo con aria neutra mentre dietro di lui l'intero gruppo stava iniziando a tirar fuori gli occhi rossi.

-Il Consiglio Studentesco detiene il controllo di buona parte dell'amministrazione. Dati, identità, rapporti. Tutti gli ordini di base, le iniziative, persino le direttive della Shinra. Averli fuori combattimento per un po' potrebbe essere essenziale. Con quei dati avremo molte più chance di riuscire- rifletté ad alta voce il leader, iniziando a guardare il vuoto con la mano sotto al mento.

-Ah, davvero?- chiese l'ingenuo Demyx mentre Xemnas continuava a sviscerare cose intelligenti a cui lui non avrebbe mai pensato, neanche sotto tortura.

-Ottima prima scelta ragazzo- proferì infine il nostro manipolatore preferito.

-Grazie, ma io stavo solo...

-Non ti sminuire: hai fatto un ottimo lavoro.

“Ma se ancora non ha fatto niente!” pensò con rabbia Marluxia mentre si reggeva a Larxene, cercando di restare in piedi.

Peggio di lui c'era solo Saix che emanava gelosia da tutti i pori.

-Allora, quali sono gli ordini?- chiese nuovamente Xemnas.

-Eh?- Demyx fece di nuovo una faccia confusa che gli costò un'altra serie di occhiatacce.

-Cosa vuoi che facciamo?- insistette Xemnas, suonando sempre calmo e affabile.

-Aaaahhhh, capito. Non fate altro: ci penserò io. Adesso fate solo in modo di non starmi attorno. Altrimenti la gente capirà.

Il biondo, ignorando l'occhiataccia delle genti attorno a lui, scivolò fuori, ma prima di chiudere la porta si girò verso gli altri facendo l'occhiolino.

Non appena i suoi passi svanirono per il corridoi l'intero gruppo stava per fiondarsi su Xemnas per avere risposte quando lo spadone di Saix fece un ampio giro attorno al guerriero scoraggiando i suddetti senza ferirli più di tanto.

-Sei sicuro che il ragazzino riuscirà?- il guerriero con i capelli blu fissò con una certa diffidenza il suo capo.

-Certo che fallirà, ma ho già un piano di riserva che ci permetterà una ricca vittoria. E ora credo che ci sia un evento pomeridiano a cui dovremo attendere...- mormorò con voce lievemente diabolica Xemnas.

-A cosa ti riferisci?- chiese Xigbar, che sembrava molto annoiato.

-Non ricordi? C'è il duello tra la professoressa Quistis e Fang Oerba- ricordò Zexion, tornato in modalità ultra seria.

-Duello?- gli occhi...cioè l'occhio di Xigbar brillò di vivo interesse.

-Disgustoso- disse a mezza voce Marluxia.

-Oh, il ragazzo dei fiori ha qualcosa da ridire- rispose quel sadico di Xigbar.

-Sarà meglio che la ferita non si rimargini o ti farò assaggiare la mia falce.

-Oh, che perverso- *doppio senso* =( .

-Cane!

-Frocio.

-Amante malato di Mirai Nikki!

-Cosplayer di Sailor Moon!

-Cos'è Mirai Nikki?- Laexus si chinò verso Zexion chiedendo a bassa voce, ma il moretto dovette deluderlo scuotendo il capo in segno di ignoranza.

-Mirai Nikki- si udì allora la voce di Xemnas, seduto su un trono di sangue in campo nero, con fiumi del rosso liquido che gli scorrevano attorno come rapide, e un orologio da taschino in silhouette sopra di lui -Manga Seinen del nuovo millennio tratta di [no spoiler], con ampie presenze di morti nei modi più violenti.

-Ah!- esclamò Laexus, non capendo comunque il nesso tra ciò e Xigbar.

-Sailor Moon, Manga Majo Shojo degli anni 90, il primo con protagoniste esclusive delle ragazze [no spoiler]- continuò Xemnas, mentre il trono diveniva una siepe di fiori dolci e colorati, i suoi abiti neri venivano sostituiti con la tipica divisa da Guerriera Sailor, e delle luci giallo-rosate danzavano sullo sfondo dando un aria di gioia, di letizia e di quella cosa chiamata infanzia.

-Sugoi- *“incredibile” in giapponese* si fece scappare Saix.

-Com'è che sai tutte queste cose?- chiese Zexion con tono lievemente altero per via dell'invidia.

-Ah, è forse un errore tenersi al passo con il mondo dei manga?- chiese di rimando Xemnas, mentre abiti comuni, cravatta, occhiali, taccuino, capelli legati e penna appoggiata all'orecchio facevano di lui un perfetto professore (e pure sexy ragazze vero? Shi-shi-shi).

“Lo è se significa sapere più di me” pensò Zexion mentre sul suo sfondo appariva una colonna di fiamme di potenza incredibile -No, è solo che da una persona del suo “impegno” non mi aspettavo tali letture!- il Zexion esteriore era di ben altra fattura.

-Ah! Ahahahahahahaha! Zexion, non hai idea di cosa significhino queste frivole immagini di fantasia per ciò che il mio cuore ha voglia di realizzare!

“Non ci credo stiamo seguendo un Otaku! Imbecilli che siamo!” la capoccia di Marluxia trillò con tutta la sua magnificenza.

-Ah- l'aria di depressione del tono di Zexion era veramente desolante -E come possono essere correlate due cose così differenti?

Xemnas si alzò immoto, nel nero più nero, rimanendo in silenzio.

-Perché...- il silenzio venne appena, velatamente, interrotto -...noi...- la voce di Xemnas iniziò a farsi più sicura e ferma -...saremo il TURBINE CHE SFONDERÀ I CIELI!

D'improvviso una trivella gigante emerse dietro al ragazzo, squarciando lo sfondo nero e mostrando un'immagine dell'universo costellato di stelle, mentre un robot si stagliò alle spalle del nostro Xemnas.

-Un tuono che precede la tempesta! Un ciclone che spazzerà via gli ostacoli! I nostri sforzi saranno leggenda! I nemici di oggi saranno i compagni di domani! Noi! CAMBIEREMO! IL! MONDO!

Un esplosione riempì lo sfondo lasciando l'immagine del robot in ombra.

-CON CHI CREDETE DI AVERE A CHE FARE!?- Xemnas si lanciò in ultima frase significativa, incrociando le braccia sul petto mentre un mantello blu notte e degli occhiali rosso fuoco a forma di stella gli comparivano addosso, imitato dal robot.

 

A\N: A voi fans mi dispiace di aver cambiato le battute in modo che potessero essere più applicabili al contesto, mi dispiace. Mi dispiace davvero! Quanto a chi invece non sa di quale Anime sto parlando, si annoti “Tengen Toppa Gurren Lagann” con priorità assoluta da qualche parte e si veda tutta LA SERIE! I'M COUNTING ON IT!

 

Tutta l'Organizzazione presente ebbe un attacco di sbalordimento acuto, venendo investiti dall'aurea di comando del leader, cadendo in ginocchio abbagliati da tanta miticità.

-Possiamo andare adesso?- chiese Xemnas mentre gli effetti speciali sbiadivano.


Demyx fissava le boccette che reggeva sul vassoio con gli occhi del bambino che aveva appena scoperto l'acqua calda.

Rosso in volto, con gli occhi grandi grandi, e le suddette mani che tremavano.

-Sta attento microcefalo. Se le rompi dovrai aspettare altri due mesi prima che io possa preparare un ricambio- disse Artemisia fissando il biondo dall'alto -E tieni a mente che non potrei essere altrettanto generosa come oggi.

“Sto aiutando qesto pezzente solo perké oggi è una bella giornata!” pensò quella riferendosi con aspettativa allo scontro del pomeriggio.

Poi si rese conto che Demyx le stava involontariamente palpando i seni nel tentativo di abbracciarla (per ringraziarla).

Ovviamente non lo uccise sul momento perché aveva comunque bisogno dei suoi servizi e invece fece ciò che nessun'altra donna avrebbe fatto in quel momento -Che tesoro! Adesso vai piccolo mio sii tu stesso fautore della tua vendetta.

-AYE ma'am!- e detto fatto il biondo scivolò fuori dalla sala con le due fiale nascoste tra le pieghe della tuta.


A\N: E qui la chiudiamo. Tanto entro breve arriverà anche il prossimo capitolo e poi gli altri a distanza più ampia. To the next my Friends. Ciao.

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Capitolo 10
*** Demyx e l'ovvio risultato del primo match ***


A\N: Rieccomi UAHGH! *salto ma manco la sedia di alcuni spazi e frano con malagrazia sul pavimento e fuori dal margine della telecamera*.

D II\N: È imbarazzante starti vicino...

A\N: Muto


Il ragazzo scivolò vispo vispo per i corridoi, ignorando eventuali incontri di gente che restava spaesata a guardarlo mentre lui si muoveva di soppiatto come se non volesse farsi vedere.

“Fucking Logic” citando internet.

E di certo il vestiario non aiutava: quante persone con le tuniche nere si muovono per i corridoi in pieno giorno?

Ma Demyx neanche veniva sfiorato da tali pensieri, ringalluzzito dal desiderio della vendetta a portata di mano.

Dopo essere stato costretto a forza da Xemnas ad attendere al duello piccante di quel pomeriggio, il biondo se l'era filata appena possibile, lasciando il gruppo ad aggiornare Axel.

Demyx raggiunse l'angolo vicino all'infermeria e lì si fermò di botto, al sentire delle voci note.

Si mantenne adeso alla parete, mentre le voci si facevano sempre più vicine.

Il sudore scendeva sempre più in fretta sulla sua fronte, il batticuore aumentava.

Se qualcuno l'avesse visto (beh okay non proprio chiunque, diciamo quel 2% di studenti-bersaglio nella sua vendetta) sarebbe finita malissimo.

E invece ecco Lightning uscire trascinandosi dietro una Rinoa impazzita che continuava a urlare -Squall! No! Voglio Squall! Voglio stargli vicino! Lasciami!

Le due si allontanarono senza neanche sospettare di essere passate a due passi da un cretino che vestiva come un ninja in pieno giorno e che almeno altre cinque persone nel corridoio stavano fissando come ebeti da cinque minuti.

-Whew, scampato pericolo- mormorò con un ampio sospiro Demyx.

-Infatti- rispose qualcuno dietro di lui -Adesso cosa si fa compare?

-Shhh- rispose il biondo senza girarsi -Dobbiamo seguirle. Ci porteranno dritti al covo. Finalmente avrò la mia vendetta.

-Interessante compare. Fai strada- rispose Gidan comodamente appoggiato al muro dietro di Demyx, con al seguito Bartz e Tidus che però aveva tutta l'aria dell'imbranato.

I quattro ripartirono in fila indiana (Si fa per dire).

In testa Demyx, con il suo muoversi furtivo senza attualmente potersi mimetizzare in zone d'ombra, e dietro Gidan che invece faceva del passare inosservato un arte: infatti si teneva sempre nell'angolo opposto a Demyx, così la gente non lo vedeva passare e lui poteva sgusciare tra studenti e studentesse non visto e occasionalmente scattare qualche foto di scollature o biancheria intima o semplici angolature piccanti.

Dal canto suo Bartz si muoveva con naturalezza, senza usare stupidi artifici come la furtività o la ricerca dei punti cechi, era solo un normale studente che camminava per i corridoi (e vedremo quanto gli sarà utile tra poco).

E infine Tidus, che da bravo idiota di turno camminava in punta dei piedi cercando di farsi più piccolo possibile.

E sembrava così ridicolo che persino Auron che passava di lì non pote che pensare “Braska tua figlia ha un debole per i deficienti senza speranza. Possa tu indicarle la strada anche se sei morto e ormai non puoi più” e tirò fuori la fiasca bevendo come offerta alla memoria dell'amico con cui avrebbe voluto percorrere quegli stessi corridoi che noi stiam or ora attraversando.

Il quartetto passo oltre mandrie di studenti che parlavano, Irvine che si faceva massacrare di botte solo per attaccare bottone, Faris che non mancò di strangolare Bartz (lo svantaggio di muoversi come una persona normale) tanto che Lena (che era alle calcagna della sorella) lo dovette rigonfiare con il compressore (manco i suoi baci erano sufficienti), Zell che aveva aperto una discussione con Cid su chi avesse il ciuffo biondo più figo (fra Zell e Tidus [e ho detto tutto]), Maria (FF II) che cercava sul vocabolario la parola "coito" nel tentativo di capire perché il solo suono nuocesse tanto alla salute di Firion, e Vivi che faceva meditazione in modo da limitare la propria balbuzie.

Infine Lightning e una Rinoa quasi soffocata per essersi fatta trascinare per il bavero per tutto quel tempo superarono un ampia porta in semplice compensato ma di un profondo nero che si chiuse cerimoniosamente con un tonfo sordo in un paio di minuti contati, e i quattro rimasero fermi in silenzio a guardarla da dietro l'ennesimo angolo.

-Perfetto: si è chiusa. Ora che facciamo?- chiese Tidus vagamente irritato e deluso dall'inaspettata presa degli eventi in cui si era infilato senza neanche sapere cosa stava facendo.

-Non è mica sigillata genio. C'è sempre un modo per entrare- rispose Gidan per nulla sfiduciato -Come va il collo, bello?

-È ancora rosso. Cavolo, spero non succeda di nuovo- rispose Bartz ripensando all'agonia provata mentre Faris lo strangolava senza pietà.

-Andiamo, se vuoi un consiglio su come portarla dalla tua parte e fare un...

-No grazie due sorelle non sono compatibili in una relazione- il ragazzo più alto zittì il biondo prima che potesse invitarlo a commettere un mezzo incesto -Concentriamoci su cosa dobbiamo fare adesso.

I tre si volsero all'unisono verso Demyx che stava a fissarli in silenzio da quando si era voltato per esporre il suo “diabolico” piano.

-Gidan-sempai!- esplose Demyx mostrando il suo volto al ragazzo che gli stava di fronte -Sei qui!

-Ti conosco?

-Sei il mio idolo. Da quando hai causato quell'incidente con la melassa al Leader della Squadra Disciplinare ho sempre voluto il tuo autografo! E non parliamo dell'incursione notturna del tuo primo giorno qui al Garden! E la torta! E le “Pendolari”! E il...

-Qualcuno dia una medaglia quest'uomo!- esclamò Gidan tra le lacrime.

-Incredibile...

-Gidan ha un fan...

Sia Tidus che Bartz erano nell'angolo opposto della sala con l'aura depressa per via del fatto che nessuno dei due fosse associato alle leggendarie imprese che avevano compiuto con il suddetto biondo

-Perché?

-Sarà per la coda...

-Sarà per la faccia...

-Sarà per l'altezza...

-Finitela di deprimervi voi due! Abbiamo un altra buona azione da compiere!- il biondo basso con il volto da bambino e la coda da scimmia richiamò a se i due compari.

-Perché?

-Perché!?

-Gidan...- risposero i due in trance mentre la depressione li schiacciava sempre più giù.

-Andiamo voi due non mi dite che avete dimenticato chi siamo!

-Chi siamo...- mormorò Bartz.

-Sei sempre tu alla fine...- mugugnò Tidus.

-Cosa...- rispose Gidan mentre la voce iniziava a tremare.

-Noi...

-Non siamo...

-Niente...

-Per te...

-O...

-Per...

-Bartz-sempai...Tidus-sempai... cosa succede?- chiese in quel momento Demyx con un aria innocente.

Quelli improvvisamente ebbero un guizzo che percorse tutta la loro schiena.

-Niente!- risposerò in coro i due balzando in piedi mentre delle luci senza dubbio immotivate cominciavano a brillare attorno ai loro volti.

Gidan sorrise da uno zigomo all'altro, mentre metteva via i due pezzi di carta su cui scritto “Bartz-sempai” e “Tidus-sempai”.

-Allora ragazzi cosa si combina?- chiese raggiante Bartz tornando assieme a Tidus vicino agli altri.

-Guardate qua- rispose Demyx estraendo le due provette -Questo è un lassativo estremamente potente. Bastano due gocce diluite in una tazza di tè e via! Chiusi in bagno almeno per un ora.

-Fantastico! Il Consiglio sarà fuori combattimento per un bel po'. Immaginate cosa potremmo fare a quel punto- disse Tidus con ovvietà senza che gli altri potessero negarli il diritto all'entusiasmo

-Vero no?

-Questa è un idea geniale. Come ti è venuta in mente?

-Diciamo che una certa dose di risentimento può fare miracoli- il caro Demyx rispose con una punta di oscurità nella voce.

-Quindi ora come facciamo a prendere il tè?- chiese Tidus.

-Tra circa venti minuti esatti verrà portato nella sala per i membri del Consiglio. È così tutte e volte- gli rispose Bartz.

-E noi saremo lì a sabotarlo!- esclamò Demyx gioioso.

-Sabotare cosa? - chiesero all'unisono due voci da dietro Tidus e Gidan che fecero saltare tutti dalla paura.

Ed eccoli lì, due baldi e feriti esemplari di Squall e Cloud, da poco dimessi dall'infermeria a seguito dei miracoli curativi di Rydia.

Il tempo che ci era voluto a Quistis e Fang di finire la battaglia e i due erano di nuovo in grado di muoversi. Coperti di bende dalla testa ai piedi, ma in posizione eretta.

-YAAAAAGHHHHHH!!!!- Tidus, Gidan e Bartz colsero l'occasione per nascondersi dietro a Demyx dalla paura -Oh no.

Per nulla minacciosi Squall e Cloud si avvicinarono sempre di più, proiettando un immagine distorta di due demoni con gli occhi vuoti e i ghigni zannuti nella mente dei tre “casinisti”.

-Cosa sono quelle?- chiese Squall indicando le provette che Demyx reggeva in mano.

-Cosa contengono?- aggiunse Cloud, allungando la mano per prenderne una.

-Fermi!- proruppe il biondo, ritraendo la mano -Non vi permetterò di toccarle! Queste sono il mio bene più prezioso! È tutta la vita che aspetto questo momento! Non posso rischiare, non vi permetterò di portarmelo via!

Fatto sta che il dinamico duo alzò le mani in segno di resa, colpiti dall'irruenza delle parole del giovane.

Facendosi coraggio i tre “fenomeni” tirarono fuori la testa da dietro il loro compagno, e dopo averlo squadrato per un paio di secondi si azzardarono a mormorare qualche frese di incoraggiamento.

-È vero...

-Non le toccate...

-Sono importanti...

-Molto importanti...

-È tutta la vita...

-È un momento magico...

-Non potete impedirlo...

-Accadrà...

-Non sarebbe giusto...

-È l'ora della mia vendetta! *risata diabolica*- Demyx si pronunciò così, iniziando come sopracitato a ridere come un...da quello che mi dicono uno che ride così e un demente.

-Con cosa esattamente?- chiese Cloud, più loquace del solito (e non stava facendo sarcasmo).

 

D II\N: Ma è ovvio dai. Ancora non gliel'ha detto con cosa.

A\N: Si. Ma dovrebbero sapere che c'entrano le due fialette. Cioè, saranno stupidi e tutto ma non sono...ah...

D II\N: Stupidi? Ti confondi da solo e poi la storia va a friggersi.

A\N: Santa Marinella, ho 19 anni! Mica 60!

D II\N: 55...

A\N: Quello che è. Ti ho creato io la tua età la decido io. Adesso dove eravamo...

 

-Con queste!- esclamò Demyx tutto pimpante mostrando con orgoglio le due suddette fialette che fino a poco prima aveva gelosamente custodito.

-E cosa fanno?- chiese ancora l'altro biondo (A\N: Mazza so' tutti biondi 'sti qua!) protendendosi per prenderne una.

-Piuttosto a cosa servono- aggiunse Squall lanciando un occhiata del tipo “Cosa dici?” all'amico\rivale\compare\simbionte\o-quello-che-è e prendendo un altra fialetta, che subito ribaltò per vedere il movimento della sostanza contenuta all'interno.

-Oh- rispose Tidus tutto sicuro di sé spalleggiando Demyx e facendo una sana accoppiata di cervelli “bucati-che-fanno-acqua-da-tutte-le-parti”, mentre Gidan e Bartz che un minimo di intelletto lo possedevano stavano già annusando guai.

-È un lassativo! Uno potente!- continuò il biondo (A\N: “Quale?” direte voi e io rispondo “E io come faccio a saperlo?”) mentre l'altro ripartiva alla carica -Due gocce appena e ne avrai per un ora!

-Davvero?- Squall stava per ri-capovolgere la fiala quando il gridò di Gidan -CLOUD!- gliela fece scappare dalle mani per lo spavento, ma ancora di più perché volgendosi vide chiaramente Cloud con in mano la fialetta vuota.

-Sei fuori!? Ma lo sai cos'è un lassativo!?- chiese Gidan afferrando il ragazzo più alto per il bavero.

-Un rilassante? Credo che dopo oggi ci farebbe comodo- rispose Cloud, apparendo convinto di aver fatto la cosa giusta ad ingurgitare la sostanza tutta d'un fiato.

-Sei un deficiente! Un lassativo è un rilassante, ma per il tuo culo! Se senti l'urgenza di andare in bagno fallo adesso prima che...!- ma Cloud già si era dato con una certa rapidità, dato che una scia di fumo bianco segnalava la sua dipartita verso il gabinetto ah! bagno.
Scusatemi.

-N...n...n...n...n...n...- Demyx dal canto suo riusciva solo a balbettare sempre la stessa lettera.

Tutto infranto.

Per due anni aveva desiderato quel momento.

Era sopravvissuto alle intemperie, alle forze oscure, a quei così chiamati Heartless, ad un anno nelle milizie, ed era finalmente riuscito ad arrivare al Garden, tutto intero.

E adesso, nell'istante in cui aveva la vittoria nel palmo della mano, tutto si era infranto in milioni minuscoli pezzi che si erano sminuzzati e polverizzati fino ai limiti del possibile, fondendosi con la realtà attuale, senza lasciare tracce o frammenti che potessero significare qualcosa.

Niente.

E cazzo però eh, te metti a parlà con quei cinque idioti del tuo piano, te la cerchi un po' tanto *KA-BOOM*

 

A\N: SEI FUORI DI TESTA!?

D II\N: Dimmelo tu.

A\N: Sacrosanta voce NON mi dare le botte in testa! Rischi di aprirmi in due.

D II\N: Ho abbastanza quoziente intellettivo da quantizzare la forza sufficiente per non ucciderti.

A\N: È il pensiero che conta!

D II\N: Abbi un po' di pietà per le persone a cui rovini parte dell'esistenza.

A\N: Uff, ritorniamo alla storia...

 

Squall dal canto suo guardò il compagno (cioè la scia che aveva lasciato) e poi si girò con un espressione inespressiva (cioè il classico sguardo alla Squall) verso Gidan che gli era più vicino.

-You won't be forgiven- letteralmente “Voi non sarete perdonati” -Never- beh dai questa è facile “Mai”.

Mentre la luce giocava brutti scherzi facendolo apparire nero, ma nero proprio stile ombra, con gli occhi tondi e giganti, il moro sollevò il GunBlade uscito da solo-lui-sa-dove che risplendette con un colorito violastro, in modo normale ma che ai tre pirla parve come se stesse sollevando una motosega.

E come da programma : -SI SALVI CHI PUÒ!

E Demyx rimase lì solo come il deficiente che è.


A\N: Ok la chiudiamo qua! Quanto mi ha fatto penare questo capitolo...

D II\N: Pensa a me. Senti non per romperti le scatole ma la “D” e il “II” non potresti scriverli attaccati da adesso in poi? Sai per comodità. Metti caso arrivino anche gli altri...

A\N: Che io ce ne scampi.

DII\N: Ben detto.

A\N: To the next! Ciao.

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Capitolo 11
*** Streghe assassine e Dominatrici ferine ***


A\N: Chiudiamo questa storia...

DII\N: Tranquilli intende la prima fase, non tutta la...

A\N: Oddio lo sanno. È ovvio!


Demyx rimase come uno stoccafisso nel corridoio, il cervello fritto come l'uovo in padella, anzi peggio.

L'annientamento definitivo delle sue speranze l'aveva annientato.

Non c'è niente da ridere, non so neanche come spiegarlo in modo commovente.

Forse perché i Flashback mi annoiano?

Beh facciamo un'altra volta sennò non si va più avanti...

Dicevo, Demyx era fermo come una statua da almeno dieci minuti.

Se andava avanti così tra poco sarebbero spuntate le ragnatele.

Per sua fortuna Xemnas in borghese (stavolta con giacca & cravatta e cartella alla mano) girò l'angolo con al seguito tutto il resto dell'Organizzazione sempre in borghese (e si va dal look da teppista darkettone metallaro di Axel allo scienziato pazzo con camice ricoperto di macchie e capelli messi a caso di Vexen, al tipico look da studente modello di Zexion, alla modalità “Principe dell'800” con tutti pizzi e abiti eleganti di Marluxia, alla dominatrice Larxene -lo giuro lei stava andando in giro vestita così-) in pompa magna, e siccome se lo aspettavano non si sorpresero che il ragazzo fosse ridotto ad un vegetale.

-Che disastro- mormorò Xaldin tra sé e sé.

-Non sarebbe successo se invece di fare il babbeo avesse pensato e poi agito- lo rimbeccò Saix lanciandogli uno sguardo carico di indifferenza sorprendente.

-Secondo quanto stabilito ognuno di noi a turno proporrà un piano e lo metterà in atto, assumendo momentaneamente il ruolo di leader- ribadì Xemnas -Non è tutta colpa sua in fondo. Avrei dovuto convincerlo a farsi aiutare.

-Sono ancora poco convinto di questa scelta che limita la tua autorità, mio leader- gli rispose Saix, facendo sempre trasparire una grande indifferenza.

-Scusa ma la tua empatia dove è andata a finire?- gli chiese Axel, che continuava a chiedersi come mai l'amico era passato dall'incutere timore come un boss della mafia, all'insensitività logica e razionale che lo faceva sembrare un robot.

-Ho scoperto che era un pericolo per i miei compagni e così l'ho soppressa.

-Intendi dire che lui te l'ha fatta sopprimere, vero?- chiese ancora poco convinto il rosso, portando lo sguardo su Xemnas.

-Ci sono cose che devo fare in quanto leader- fu la semplice risposta dell'argentato.

“Spero proprio che questa storia non mi porti a farmelo nemico” pensò Axel, alzando lo sguardo al cielo.

-Se tutto va bene questi sali dovrebbero farlo riprendere tra qualche minuto- informò Zexion facendosi passare da Vexen una fialetta che si apprestò a stappare e a portare sotto il naso di Demyx -Quanto tempo ti occorre?

-Quanto me ne servirà- gli disse con un aria professionale Xemnas, mentre Cid si faceva avanti scorbutico per portare il tè ai membri del consiglio.

Tutta l'Organizzazione si fece da parte incluso Xemnas che però si mise alle spalle del suddetto bidello\facchino-che-si-maciulla-la-schiena-tutti-i-santi-giorni aspettando che i membri all'interno si decidessero ad aprire.

Dopo alcuni istanti di mazzate alla porta da parte del povero Cid questa si aprì con cerimoniosità mostrando l'interno.

La camera era circolare, con al centro una tavola rotonda dal coefficiente d'attrito dinamico pari a 0 dato che Rinoa fece partire da un capo all'altro del tavolo di almeno tre metri di diametro un fascicolo bello pieno mandandolo in mano Cecil che si prodigò ad alzarsi per archiviarlo, mentre penne e fogli singoli slittavano tutt'intorno passando di mano in mano mentre i membri conversavano.

Guerriero (che io chiamerei Timmy tanto per accorciare) sedeva a capo tavola senza la cordiale armatura che si era sempre accollato mentre girava per il Garden, indossando quindi il completo da professore sexy.

Ovviamente era meno attraente di Xemnas per via dello sguardo da morto che aveva ogni dannato singolo istante.

Alla sua sinistra c'era Luneth (FF III) che era sommerso da mezza tonnellata di fogli vari che lasciava vedere a malapena il ciuffo del cappello.

E infine più vicine alla porta sedevano Lightning (che credo ormai sia ora di chiamare Clare no?) e Rinoa, coinvolte in un accesa discussione.

Cid mormorò qualcosa di poco lusinghiero e posò il vassoio sul tavolo, per poi andarsene senza salutare.

Xemnas allora si intrufolò tenendosi sempre nel punto cieco del bidello finché le porte si chiusero, e dato che nessuno dei cinque sembrava prestargli attenzione iniziò a servire il tè.


Sephirot riprese coscienza poco alla volta, uscendo dal sogno idilliaco in cui era caduto.

I risvegli di quel tipo erano i più dolorosi.

-Alla buon ora- sentì ringhiare Artemisia dietro di lui.

Il guerriero si voltò con calma, lasciando che le coperte scivolassero con grazia sul suo petto nudo.

Ecco una cosa che non aveva notato: il suo vestiario era appeso, inclusa la spada.

-Dove sono?

-In camera mia. Ti ci ho portato appena Lulu me l'ha permesso.

-Dovrei crederci?- chiese l'uomo dai capelli argentei tirandosi a sedere.

-Non fare lo stupido- Artemisia strinse i denti -Non sono certo disposta a lasciarti nelle mani di quella lì.

-Come ti pare- rispose Sephirot tornando a sdraiarsi.

-Hai forse intenzione di restare lì ancora per molto?- chiese ancora la strega a un passo dal diventare una furia isterica.

-Hai forse qualcosa in contrario?- rispose lui.

-Dannato kretino da kuattro soldi...inizia a trattarmi kon un po' di rispetto!

Scocciato più che mai Sephirot si alzò scostando con furia le coperte e andò ad afferrare la sua casacca stracciata durante l'assalto dei professori.

Per nulla convinta della scelta Artemisia gli piantò gli artigli nella spalla per poi lanciarlo sul letto con malagrazia.

In risposta il belloccio si rialzò per colpirla al volto ma trovò solo aria.

-Tu sei un dannato idiota! Non sei attento! Kome puoi raggiungere i tuoi obbiettivi se sei ossessionato!?- gli urlò la strega, ora alla sua destra.

Sephirot (ricordo è sempre nudo) calciò, ma ancora una volta la strega non era più lì.

-Non pensi! Non kherki! Non komprendi l'importanza di kuanto devi fare!

Sephirot mancò la strega ancora una volta.

Poi finalmente lei l'afferrò per il volto costringendolo a fissarla negli occhi -Io non ti ho portato kui perké tu potessi giocare al kowboy con i ragazzini! Ti ho portato kui perké tu caro il mio bel maniaco volevi venirkhi! Non kherkare di negarlo io lo so!

L'uomo perse la pazienza e la spinse via, minacciandola con il dito -Io sono qui perché devo trovare lei. Null'altro importa. E chiunque si metta sulla mia strada è un nemico.

Detto ciò Sephirot afferrò gli abiti che come lascito gli si strapparono in mano.

-Lo vedi!? Kuesto è sukkhesso perké tu karo il mio khitrullo hai perso la kalma! Sei kome un bambino! Kredi ke tutto kuanto ti venga dato, e non pensi mai a kome fare per prenderlo!

Invece di perdere la calma di nuovo Sephirot emise un lungo sospiro, lasciando cadere i brandelli d'abito sul pavimento.

-Non so cosa cerchi- rispose dopo alcuni secondi -Ma so bene che non è quello che cerco io. Sono qui solo perché ti sei offerta di portarmici. Ma non dirmi che ignoravi l'esistenza di conseguenze.

Artemisia sospirò al limite dell'esasperazione, stringendo le spalle con le proprie mani -Smettila. Se succederà di nuovo una cosa del genere io non ti proteggerò.

-Vedo che riesci a controllare meglio il tuo accento. È positivo. Dunque ti servo a qualcosa- il guerriero rispose allungando la mano per prendere la Masamune, ma la strega lo precedette poggiandogli la mano sulla spalla -Servi anche a qualcos'altro.


Non ci è dato di sapere se la gioia di Xemnas fosse generata dal fatto che aveva raggiunto il suo obbiettivo, o se semplicemente era contento di essersi tolto i rompicoglioni dalle pialle.

Sta di fatto che uscendo dalla Sala del Consiglio sorrideva.

-Allora come sta Demyx?

-Vuoi proprio saperlo?- chiese Zexion.

-Io dico che è morto- rispose Marluxia, guardando il Demyx fisso nella posizione in cui l'avevano trovato da almeno un ora.

-Siamo sicuri che non gli sia venuto un ictus?- chiese Luxord mentre giocava con i tarocchi.

-Non lo so. Zexion?- Xemnas reclinò la testa verso il ragazzo che però scosse la testa -Questa sostanza non può causare un ictus. Non sta ne in cielo ne in terra.

-Come fai a esserne sicuro?

-Ho consegnato personalmente la ricetta a Vexen perché la fabbricasse.

Ci furono istanti di imbarazzante silenzio, nessuno parlava e nessuno si muoveva.

-Vada per l'ictus- rispose Xemnas ruotando gli occhi al cielo.

-Nonononono avete frainteso. Non lo sto uccidendo, gli sto friggendo il cervello- cercò di giustificarsi l'uomo di gomma.

-E la differenza è...?- chiese Axel.

-Che lui così non ricorderà niente del piano e tornerà ad essere il grande idiota che tutti conosciamo.

-E questo atto di gentilezza da dove nasce?- chiese Marluxia visibilmente scettico.

-Interesse scientifico e mentale. Pensate se riuscissi a sviluppare dei vapori che riescono a far dimenticare fatti e persone. Potrei anche sviluppare dei cancellatori mirati, decidere cosa una persona deve ricordare o dimenticare. E non si accorgerebbe nemmeno, se la sostanza è virale...

-Vexen sei un genio ma per favore falla finita- disse Xemnas mentre era chiaro che stava per venirgli un mal di testa decisivo.

-Altrimenti cosa?

-Lezione di chimica elementare- rispose il leader tirando fuori due tubi criogenici -Cosa succede se congeli la gomma?

-Niente, perché io possiedo i poteri del ghiaccio, e quindi ho trovato un materiale molto interessante che è in grado di...- *SBONK* Saix stese lì su due piedi il nostro gommaiolo.

-Qualcuno mi spiega come sia possibile?- Axel sollevò il sopracciglio con tutta la sua perplessità.

Per tutta risposta Xemnas gli lanciò un cofanetto di One Piece.

-Dovrebbe aiutarmi a capire perché un uomo di gomma può svenire a seguito di un pugno?

-Certo. Non l'hai mai letto?

-No.

La faccia di Xemnas gli arrivò così vicino che Axel temette di essere fagocitato da un momento all'altro -Grrrosso errore.

-Mi rimetterò in pari lo giuro! Adesso posso leggerlo?- il rosso chiese incredibilmente a disagio.

-Certo. Qualcun altro?

-Larxene? Dove diavolo sei?- chiese Marluxia parlando con il suo cellulare magico (quando dici che le cose capitano al momento giusto) .

Tutti gli altri dissimulavano in vari modi: Saix stando fermo con le braccia conserte, Vexen girando attorno a Demyx facendo la danza della pioggia, Luxord e Xaldin giocando a dadi, Laexus guardandosi attorno confuso, Xigbar fumando come una ciminiera e Zexion trincerandosi dietro a Berserk, sicuro da risultare “intoccabile” (cosa che poi non sarà perché Xemnas gli tirerà Claymore in testa).

-Bene, non importa. L'importante è che il piano è stato un successo.

-Cosa hai fatto?- chiese Saix.

-Ho avviato le pratiche per diventare membro del consiglio.

-Scusatemi, devo andare- li interruppe Marluxia scivolando via.


Dopo l'ennesima curva Squall li perse.

Ampiamente.

E indovinate un po', si era perso anche lui (di nuovo).

-Comunque...- classica frase da dire quando non sai che dire.

-Squall?- la voce di Cloud risuonò poco distante da li.

-Cloud? Dove sei?- fece appena in tempo a girarsi in torno che beccò la porta del bagno.

-Così lontano sei dovuto arrivare?

-Prima che me ne accorgessi avevo fatto molta strada ed ero al limite. Fortuna che il bagno era vicino.

-Come ti senti?

-Non bene. È come se avessi uno scivolo che va dalla bocca al sedere.

-Pessima sensazione.

-Di sicuro va meglio di prima ma...

-Sembra che l'unica cosa da fare sia attendere- Squall scivolò sulla parete fino a sedersi, appoggiato al muro e con il Gun Blade appoggiato tra ginocchia e spalla.

-Aspetterai qui con me?

-Non posso condividere il tuo dolore, ma posso almeno ricordarti che non sei solo.

Dopo alcuni secondi di pausa, Cloud si espresse con un “Grazie” estremamente sincero.


-Sei matta- Marluxia disse all'amica -Cosa diavolo hai nel cervello?

-Tante idee- rispose Larxene con un sorriso malevolo sul volto.

-Ma perché? Dovremo tenere un profilo basso, non fare questo genere di idiozie.

-Io sono stanca del mondo e delle sue regole. Ti prego sono al limite non ne posso più devo sfogarmi!- la ragazza chiuse le mani a preghiera avvicinandosi al compagno.

-Sei una bambina capricciosa. Hai almeno idea di cosa stai facendo?- rispose lui gesticolando e sputacchiando per la furia

-Certo, sto compiendo un atto illecito secondi alcuni- disse lei innocente.

-Secondo quasi tutti!- il fucsia si infilò le mani tra i capelli.

-Xigbar approverebbe...

-Non nominare quel malato di psicosi omicida!- Marluxia iniziò a camminare avanti e indietro nervoso.

-Ti prego sono tre anni che non lo faccio. Solo stavolta.

-Ma si accorgeranno che...

-Non parlerà, non dopo che avrò finito.

-Non puoi!- cercò di convincerla.

-Senti campione mi devi ancora un grosso favore. Adesso fai la guardia, e non lasciare che nessuno si avvicini- Larxene aveva visibilmente esaurito la pazienza e pronunciò le parole ringhiando

Marluxia strinse i pugni, per poi rilassarli -Solo stavolta.

-Sapevo che eri mio amico- la ragazza tornò tutta allegra con i fiorellini che giravano intorno alla testa.

Mentre il ragazzo si voltava per dirigersi verso la porta di ferro dell'ingresso Larxene entrò dentro una stanza di medie dimensioni, tutta nera e con poca luce, esclusi due oblò che permettevano alla luce rossastra dei macchinari di entrare.

-Bene bene bene tesoro- disse la sadica mentre una frusta di fulmini si generava da uno strano congegno -Pronta a cominciare.

La bionda sollevò il volto della ragazza attaccata alle catene in modo da incontrare il suo sguardo.

Poi fece una smorfia e la riabbassò -Non stai piangendo...Eh, ti pareva! Ho beccato una di quella dalla scorza dura.

Si girò con fare deluso dando le spalle alla vittima, per poi volgersi e lanciarle una specie di coltello che le si piantò sulla fronte, appena appena quanto bastava per non cadere.

-Cominciamo- e una scossa elettrica si liberò dall'arma fino a colpire tutto il corpo della vittima.


A\N: Chiusura agghiacciante, molto agghiacciante. Lo so il rating dovrebbe essere più alto ma non è che potessi proprio fare di meglio ad equilibrare tra “riadattamento” dei personaggi e profondità della storia...o forse penso troppo in grande.

DII\N: La seconda che hai detto...

A\N: Comunque ci sto ancora pensando. Nel prossimo capitolo magari riesco a ri-bilanciarmi. To the next. Ciao.

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Capitolo 12
*** Bartz Tidus e Gidan, e i salvataggi impossibili ***


A\N: Si direbbe un problema...

DII\N: Se vuoi la mia opinione stai chiedendo troppo.

A\N: No, e che ci sono complicazioni. Non riguardano me...

DII\N: Posso immaginare che non sia così semplice, ma tranquillo la scelta alla dovrai fare.

A\N: E dovrebbe farmi sentire meglio?

DII\N: Santa Paprika no. Io sono qui perché incarno la tua sicurezza, la tua determinazione, la fiducia che riponi in te stesso, il tuo coraggio, la tua intelligenza e il tuo carisma. Il mio lavoro è proteggerti e guidarti lungo le strade che hai paura di battere. Se vuoi la mia opinione disintegrare la propria voglia di scrivere su questi piccoli ostacoli è solo dannoso.

A\N: Senti pensa a fare la mia guardia del corpo e lasciami a me stesso. Autostima un par di ********.


Marluxia si guardò intorno, tanto per scaramanzia (tanto nella stanza non c'era nessuno) prima di sollevare la propria falce e puntarla contro la porta, ricoprendola di un immenso roseto, completo di petali e spine.

A quel punto il guerriero si librò in aria,usando una corrente d'arai contornata da rosei petali di rose, che lui usava come gradini su cui camminare, cercando eventuali aperture alternative, ma non ne vide nessuna.

La sala era nella penombra, con la luce rossa dei motori del Garden che saliva dal basso, illuminando decine di macchinari ed una passerella (quella su cui aveva camminato con Larxene fino a poco prima) che forniva un piano abbastanza esteso da far passare almeno dieci persone alla volta, che percorreva tutta la parete sinistra partendo dalla porta d'ingresso.

La stanza in cui Larxene si era rinchiusa era in una specie di colonna che sporgeva dalla parete opposta, collegata al resto del complesso da un ponte, su cui potevano passare al massimo tre persone alla volta (in larghezza).

“Quante possibilità ci sono che un posto del genere esista? Non può essere una coincidenza” pensò il nostro campione mentre riscendeva leggero al suolo.

“Mi chiedo se sia davvero una buona idea” Il ragazzo fece ruotare la falce sul polso sinistro per un paio di volte prima di appoggiarla al parapetto, affianco a se.

Il rumore delle macchine era lontano, nonostante si trovasse in una stanza all'interno del complesso.

L'attesa era snervante.

Poi dopo si e no un paio di minuti il guerriero ebbe come l'impressione che qualcosa non andava, e si girò verso la colonna.


-L'abbiamo perso?

-Si!

-Finalmente!

I tre simpaticoni Tidus Gidan e Bartz alla fine di un estenuante corsa inseguiti da Squall crollarono ansanti oltre i limiti della loro capacità.

Quel “pazzo” era disumano.

-Avete...visto...gli...gli...occhi?- Gidan chiese mentre crollava a quattro zampe, il sudore che si riversava al suolo come una pioggia battente.

-Ter...terri...bili...- Bartz riuscì a balbettare.

Era l'unico tra tutti ad essere ancora in piedi, reggendosi con una mano alla parete.

-Un...vero mostro...- Tidus stava appoggiato al muro, con il deretano saldamente incollato al suolo.

Stava recuperando più in fretta degli altri.

-Cosa...facciamo...se quello...ci trova qui?- chiese Tidus, dopo aver accumulato un po' di fiato.

-Nas...nascondiamo...ci...- Gidan tentò di rispondere, mentre il calore si diffondeva lungo tutto il corpo, rendendo il contatto con i vestiti insopportabile.

-Fan...tastico...- rispose Bartz -Dove...?

Il gruppo rimase in silenzio per un po', aspettando.

Poi un grido di angoscia alquanto conosciuto li fece sobbalzare -Oh cazzo l'ha scoperto.

-Dove ci nascondiamo?

-Lì, quella porta, sennò quella ci ammazza!

I tre si gettarono contro il portone, ma visto che non cedeva dovettero azionare il gigantesco timone che probabilmente era la serratura per farlo scivolare di lato e poi infilarsi, richiudendolo di nuovo alle loro spalle.

La sala era buia, eccetto la luce rossa che saliva da degli immensi macchinari sotto di loro.

-Dove...dove siamo?- chiese Tidus in preda alla confusione più totale.

-Dove temo...non dovremmo essere- rispose Bartz, ancora col fiatone.

Poi sentirono il manubrio girare e di comune accordo andarono ad infrattarsi tra i vari macchinari che stavano sulla parete sinistra della passerella, più simili ad un labirinto di cose meccaniche che ad una parete come avevo inizialmente pensato.

-Tidus, mi stai schiacciando- mormorò Bartz al suddetto biondo.

-Scusa, ma se Gidan non mi scende dalla testa non vedo niente.

Nascosti dai vari macchinari i tre si erano rifugiati dietro ad un tubo particolarmente largo per ulteriore copertura, tenendo bene a mente che lo spazio era ristretto e che quindi se devi stare con una gamba sollevata per aria, in due nello spazio di uno perché un tubo largo come Cloud ti preme alla schiena, e se devi scendere di un metro sotto il livello della piattaforma, c'entri tranquillamente.

Ma come ben sappiamo la realtà è molto legata alla fisica e fin ora nessuno è stato in grado di batterne i concetti per cui Bartz stava schiacciato contro la colonna con una gamba sollevata al livello del bacino, con Tidus spappolato dietro in modo che sembrava che i due stessero facendo qualcosina non proprio...diciamo qualcosa di poco chiaro.

E Gidan, siccome sapeva che la visibilità era importante, era tranquillamente in equilibrio sulle loro teste.

E vide chiaramente Larxene entrare portandosi dietro la ragazza che aveva urlato prima, lasciandolo a bocca aperta per lo stupore.

Poi quando la ragazza raggiunse la stanza scavata nella colonna, l'aprì, squadrando all'interno per capirne di più.

-Ragazzi andiamo, vediamo di capire più da vicino- Gidan avvertì i due quasi bisbigliando, raggiungendo rapidamente la piattaforma grazie alle sue abilità scimmiesche.

Ma gli altri due invece...

Tidus: Aggh...Bartz...

Bartz: Ah...Tidus...stai...

Tidus: N-non è colpa mia...È stretto...

Bartz: ...ah...ah...

Gidan: Finitela prima che questo diventi uno yaoi scadente

 

A\N: Beh grazie per la fiducia.

DII\N: Ma se fai schifo a scrivere quelle cose.

A\N: HOY!

 

Gidan avanzò con l'aura che dava una sensazione di disgusto mista a depressione e shock, strisciando per quanto possibile.

La ragazza che Larxene si era portata dietro non sembrava conciata tanto male, però con una come lei non si poteva mai sapere.

Il ragazzo avanzava circospetto i sensi allertati per captare il minimo segno di pericolo.

“Questa donna deve essere un avversario formidabile se è riuscita...” -Bene!

L'esclamazione di Larxene fece ritornare Gidan di corsa al sicuro tra i macchinari.

-Che fortuna! Sembra quasi che ce l'abbiano messa apposta!- la bionda continuò a parlare con se stessa, afferrando con malagrazia la sua vittima per i capelli e portandola dentro.

-Gidan...un aiutino...- chiese Bartz dolorante più che mai mentre cercava inutilmente di scastrarsi.

Ma il ragazzo scimmia non lo ascoltò buttandosi subito in avanti, approfittando dei rumori metallici nella stanza per coprire i suoi passi.

Giunse inosservato fino alla porta, cui si sporse appena, scoprendo Larxene intenta a rimirare la ragazza incatenata di fronte a lei, dandogli fortuitamente le spalle.

Poi la ragazza estrasse il suo comunicatore portatile e digitare qualche cosa.

-Si, allora avete finito...no...senti avrei bisogno del tuo aiuto per quella cosa...si sai quella cosa...pronto...Marlì? Uff che io sia dannata.

La conversazione si interruppe in maniera così brusca che la ragazza rimase a riflettere su cosa avesse il suo migliore amico, dando a Gidan la chance di immaginarsi tutti gli scenari possibili in alcuni secondi per poi lanciarsi subito dai suoi compagni.

Si aspettava di trovarli in attesa nell'ombra, con il chiaro-scuro che li illuminava dandogli l'aria da strafighi ultra-cazzuti, così che sarebbero potuti...correre fuori e chiamare qualcuno di più competente.

Ma invece li ritrovò rossi in faccia grondanti di sudore e in una posizione ancora più imbarazzante, sempre incastrati.

-Cosa c'è che non va con voi due?- mormorò con l'aura viola della depressione attorno.

-Gidan, ti scongiuro...tirami fuori- chiese Bartz al limite di quanto il suo corpo riuscisse a sopportare.

Gidan sospirò a pieni polmoni per poi afferrare l'amico per i capelli e iniziare a tirare con tutto se stesso.

Alla fine era quasi riuscito a tirarli fuori quando il timone della porta ruotò rapidamente e un tipo in tuta nera con cappuccio entro tutto trafelato con una falce appoggiata sulla schiena.

Gidan agì d'istinto, buttandosi subito dentro all'intrico di tubature e macchinari, finendo per incastrarsi ancora peggio di prima.

-Non lo farò mai più.

-Grandioso adesso dobbiamo rimanere così finché qualcuno non ci salverà- mormorò Bartz, seccato assai.

-Non si respira...- mormorò Tidus lievemente nel panico.

-Questo perché i tuoi muscoli sono troppo pompati blitzball-maniaco...- gli rispose Bartz alquanto irritato ma il biondo lo zitti dando una scossa di reni e mozzandogli il fiato.

-State buoni, se vi contorcete...ugh, Tidus non farlo. State fermi. Fermi!- Gidan cercava inutilmente di tenerli buoni mentre le sue abilità di ladro sguscia-fuori-da-ogni-dannato-posto venivano vanificate dai due compari troppo impegnati a bisticciare per essere veramente utili ad uscire da lì.

Intanto Marluxia e Larxene parlavo tra di loro.

Gidan colse solo stralci di conversazione, mentre era impegnato a prendere a calci in faccia i suoi due compari.

Ma non gli piacque comunque come situazione.

E andò avanti così a oltranza.


Nessuno.

Marluxia non riusciva a vedere nessuno, ma non poteva togliersi dalla testa il brivido che qualcuno lo stesse osservando.

Era una sensazione così insistente che il guerriero dovette iniziare a fare avanti e indietro per la passerella, sempre più frenetico.

Era un incubo.

Larxene era di nuovo caduta preda delle sue fantasie feticiste e malate, lui era stato incastrato a farle da guardia, rischiando il tutto e per tutto senza avere colpa e contro voglia, in un intera scuola piena di gente pronta a massacrarlo senza preoccuparsi di dover affrontare accuse o oltre complicazioni di carattere penale, e si sentiva continuamente il rumore di qualcosa che si agitava.

Ma nostro gentiluomo dai capelli fucsia se ne fregava ampiamente del casino che stavano facendo i tre sfigati bloccati tra i tubi a due passi da lui.

Quando infine Bartz, al limite della sua riserva d'aria, riuscì a calciare un congegno che stava li vicino, si generò un vero frastuono, come una sirena attivata proprio in quel momento.

A quel punto, con un rumore inevitabilmente fastidioso, Marluxia si accorse che le sue sensazioni erano fondate e non una mera suggestione.

Corse ad afferrare la falce e in due balzi raggiunse il congegno scatenando i suoi fendenti dalla tipica forma sinuosa tagliando macchinari per un paio di metri di spazio.

Mentre il rumore si interrompeva, Marluxia tirò una serie di profondi respiri, cercando di calmare il cervello che aveva dato di matto (era talmente teso che si era messo ad urlare come un maniaco mentre tagliava tutto), fissando lo scempio che aveva appena compiuto, ed ignorando le altre dozzine di cose che stavano crollando per colpa sua, scatenando una vasta serie di vapori che si sparsero per l'ambiente, celando parte della zona alla vista.

Così quando un rumore sospetto alla sua sinistra lo fece sobbalzare e voltare, lui non vide i piedi di Gidan, la spalla di Bartz e la testa di Tidus finché non entrarono in contatto con il suo corpo: rispettivamente testa, petto e pancia (avrei preferito spedirgli la testa di Tidus sui maroni ma poi non si sarebbe mai rialzato).

Sta di fatto che Marluxia si fece un bel volo fino al corrimano e lì si accasciò a terra rantolando.

-Adesso, tutti alla porta!- urlò Gidan, gettandosi verso di essa seguito a ruota degli altri due prima di arrestarsi con sgomento fissando il roseto che l'aveva sigillata.

-È stato quel tizio!- Bartz si volse puntando il dito contro Marluxia, il quale si stava rialzando aiutato dalla sua falce.

-Allora siamo fregati, non conosco nessuna magia che ci permetta di liberarci di quelle dannate piante!- esclamò Gidan volgendosi in posizione difensiva.

-Quanto odio essere solo al secondo anno!- esplose Tidus.

-Ma se la tua ragazza è una cazzo di evocatrice! Sai quanti incantesimi gli avranno insegnato le creature degli altri piani! Te ne avrà già insegnato qualcuno no?- gli risposero in coro Bartz e Gidan.

-Ci siamo appena riappacificati!

-Perché te la sei dimenticata per un anno!

All'improvviso il roseto dietro di loro prese vita e una gran quantità di viticci ripieni di spine si fece subito avanti per catturarli.

I tre si lanciarono nell'unica direzione sicura, quella dove si trovava Marluxia.

-Il piano è semplice: dobbiamo distrarlo e prendergli quella falce!- disse Gidan ai due mentre si avvicinavano.

-E se magari ha usato una magia di richiamo sull'arma?- chiese Bartz.

-Allora dovremo metterlo fuori combattimento!- fu l'ovvia risposta.

-Lasciate fare a me!- Tidus prese l'iniziativa caricando avanti a testa bassa, mentre Gidan e Bartz rallentavano per trovare delle armi che potesse essere utili.

Il biondo continuò a rendere velocità mentre Marluxia, del tutto inespressivo sotto al cappuccio, non si muoveva, lasciando che i viticci si facessero avanti senza fermarsi.

Quando Tidus era prossimo a colpirlo, l'altro si spostò di lato, quel tanto che bastava per essere fuori portata, e fece lo sgambetto al ragazzo.

Ma Tidus, che come ben sappiamo è un dannatissimo atleta, fece una rapida piroetta in aria atterrando sui ginocchi per ammortizzare il colpo, per poi spingersi all'indietro con fulmineità, affibbiando un bel pugno sulla guancia destra del nemico.

Marluxia andò lungo immediatamente mentre Tidus atterrava con grazia dopo l'ennesima piroetta.

-Ora conosci il potere di un maniaco dello sport!- disse orgoglioso il biondo mentre il suo avversario si rialzava a stento.

Tidus partì nuovamente alla carica, preparando un pugno da battere di nuovo su Marluxia, ma quello lo parò dimostrando una velocità superiore, per poi contrattaccare con tutte le sue tecniche da studente del terzo anno, gonfiando il ragazzino come se non fosse niente.

Lo calciava tranquillamente da una parte all'altra della piattaforma, schivando di volta in volta i suoi pallidi tentativi si attacco, e superando sempre la sua difesa.

Non stava neanche usando le mani, intente a passarsi la falce l'un l'altra per bilanciare i movimenti, dando un idea più sinuosa e aggraziata delle mosse del suo possessore.

Alla fine Tidus cadde sulle quattro zampe, ridotto ad uno schifo e con lacrime di frustrazione che gli solcavano il volto.

-È ora di vedere se sai volare- gli disse Marluxia afferrandolo per il bavero e volgendosi verso il corrimano, ma si ritrovò davanti Bartz, distante abbastanza da essere fuori portata.

Il ragazzo fisso per alcuni secondi il suo avversario, per poi iniziare a muoversi come fanno gli artisti di arti marziali nei film di Bruce Lee -Whatta! Yatta! AH-YAH! HA! Sha! Ha!Ha!Ha! Sha! Kyatta! Muovah! Shya! Battatata! Wha! Hya! Ka! Hatnatarantaratta!

“La sua velocità è notevole. Punta tutto sulla sua corporatura, esile e leggera. Le gambe sono libere di muoversi mentre quelle mani devono essere coscienti dei punti di pressione del nemico. Però...” pensava Marluxia mentre Bartz continuava ad agitarsi dicendo cose a caso “...Sta soltanto facendo il cretino” un gocciolone dell'imbarazzo scese dietro la testa del nostro tizio dai capelli fucsia.

-HA!- Bartz concluse la sua mossa indicando Marluxia -HA! HA!- continuò ad insistere.

Il ragazzo più grande rimase a guardarlo con sguardo vacuo da sotto il cappuccio, apparendo inespressivo dall'esterno.

Bartz insisté per almeno una dozzina di volte finché no cedette e urlò -Colpiscilo e basta, diavolo!

A quel punto Marluxia si volse e beccò appieno un tubo in faccia da parte di Gidan che aveva aspettato fino a quel momento per colpire.

-Preso!

La gioia del ragazzo finì subito quanto un piede di Marluxia lo colpì in pieno stomaco, spedendolo a rantolare un po' più in là.

Tuttavia il nemico barcollò un poco per via del colpo subito, e Bartz si lanciò alla carica mirando alla falce, ma il suo avversario riuscì a reagire fulmineo piantandogli il manico nello stomaco e lasciandolo a boccheggiare.

“Xemnas aveva ragione, la magia di questi mantelli attutisce di molto i danni fisici” pensò con piacere l'incappucciato, ma poi Tidus li fece un bello sgambetto bloccandogli le gambe.

“Dannatissimi...” Marluxia fece vorticare la propria arma colpendo ripetutamente Tidus al volto (di piatto per fortuna senno eran dolori), ma quello imperterrito si rifiutava di lasciare.

Almeno finché il ragazzo più grande non gli fece una presa al collo con le sue gambe scattanti, mettendolo alle strette.

Tidus cercava in tutti i modi di liberarsi ma era inutile: la posizione era troppo svantaggiata.

Marluxia sollevò la falce sopra la testa preparandosi per dare il colpo di grazia, pensando di aggiungerci anche la voce una buona volta, ma Gidan vispo come una serpe gli fece scivolare la falce di mano e già che c'era (in qualche modo non meglio specificato dalle leggi della fisica) gli rigò il naso con la punta dell'arma.

Scornato e umiliato Marluxia rimase di sasso per un paio di secondi mentre Gidan urlava -Prendi!- lanciando la falce a Bartz, che fece appena in tempo a prenderla al volo prima che il ragazzo dai capelli fucsia gli si avventasse addosso.

Per fortuna Bartz sapeva come muoversi e tenne per alcuni istanti l'avversario a bada, sperando che Gidan riuscisse ad assalirlo alle spalle; ma all'improvviso Marluxia fece un gran salto all'indietro piroettando sopra a Gidan, che stava calando su di lui, per poi colpirlo alla schiena con la lama della sua falce che era magicamente passata dalle mani di Bartz alle sue.

-Incantesimo di Richiamo sia. Non ci resta che una carta...- Bartz dovette saltare all'indietro per evitare un fendente del nemico, ma prima che questi potesse farne un secondo Tidus gli atterrò sulla schiena facendo un doppio calco voltante, per poi piroettare a mezz'aria e colpirlo nuovamente al volto con il piede sinistro, spedendolo contro il corrimano, che stavolta si piegò un poco all'infuori.

“Dannate rotture di scatole!”...

 

A\N: Cavolo cavolo cavolo mi mancano le parole! Quali erano i corrispettivi italiani di "nuisance" e "runts"!?

DII\N: *leggendo cose sulla teoria della relatività* Ma se lo chiedi quando hai già pubblicato il capitolo a che serve?

A\N: Non lo so ma non mi viene qualcosa da far dire a Marluxia di “cattivo”.

DII\N: E tu non farglielo dire.

A\N: Eh si bella pe te...scendi dal mio letto caprioccoli! Cos'è tutta quella roba!?

DII\N: Roba che tu ancora non capisci e non capirai mai.

 

Marluxia si rialzò reggendosi e schivò un pugno di Tidus per poi afferrargli il polso e spingerlo oltre il bordo, ma per fortuna Gidan gli atterrò in testa confondendolo e cercando di accecarlo, ovviamente evitando la falce che roteava all'impazzata.

Tidus cercò di bloccarla a mani nude ma si rivelò inutile, e come risultato Marluxia lo abbatté al suolo, per poi afferrare saldamente Gidan e sbatterlo a terra con violenza.

A quel punto era tutto in regola per una bella decapitazione, ma dal nulla un viticcio di rosa irto di spine si chiuse attorno al braccio del guerriero in nero, per poi essere seguito da un altro che immobilizzò l'altro arto, costringendo il possessore a far cadere la falce.

-Ragazzi ho copiato la sua arma! Possiamo uscire da qui!- urlò Bartz segnalando ai due compagni di raggiungerlo, mentre reggeva in mano una falce identica a quella di Marluxia.

-Maledetto...- prima che l'incappucciato potesse finire la frase Tidus gli piantò un pungo nello stomaco, per poi dirigersi, zoppicando in tutta fretta, alla porta.

Quando i tre stavano ormai per uscire Bartz si volse e vide chiaramente una gran quantità di rose assassine che li stavano per raggiungere, segno che Marluxia si era liberato e aveva ripreso la falce.

-Chiudi Porca Puttana CHIUDI!- urlò Bartz spingendo con tutte le sue forze assieme ai due, riuscendo per un pelo a bloccare il roseto ambulante e sigillare la porta.

Bartz fece sparire la falce e fece un profondo respiro assieme agli altri, prima che delle spine lunghissime cominciassero a bucare la parete di ferro.

I tre urlarono di paura e si diedero alla pazzo fuga urlando nel panico, fino a sbattere ad un certo tizio con una cicatrice sul volto e lo sguardo indifferente.

Squall, che stava in piedi aspettando che Cloud uscisse, rimase a rimirare i tre fenomeni che, preceduti da una serie di grida allucinanti, erano arrivati a tutta velocità rimbalzandogli addosso per poi andarsi a spiaccicare sulla parete di fronte, cadendo al suolo uno sopra l'altro.

Squall li fissò intensamente, prima di scrollare le spalle dicendo -Comunque...

Cioè, li insegui fino ad un secondo prima, e quando li ritrovi di loro non ti frega più niente.

È anche vero che ascoltare per un quarto d'ora Cloud che si sta cagando sotto non è il massimo, ma poi il tipo finalmente uscì dal bagno dopo aver assimilato e...”espulso” la sostanza.

Il letale lassativo che ti avrebbe dovuto far restare al cesso per due giorni aveva finito il suo effetto in un ora.

Beh, lui è Cloud quindi...quindi niente.

-Oh, adesso capisco cos'era tutto quel trambusto d'inferno. Li hai spaventati e conciati male- osservò il biondo, un po' perplesso.

-Ah? No no no, sono arrivati correndo già così e mi sono rimbalzati addosso- gli rispose il degno compare.

-Se lo dici tu...chi li ha ridotti così?

-Non so neanche questo...

-Cloud...?- disse Gidan a mezza voce sotto agli altri due -CLOUD!- il ragazzo scivolò via da sotto gli altri e si avventò sul bavero del biondo mettendogli i piedi sul petto -CLOUDDEVIVENIRESUBITOÈSUCCESSAUNACOSATERRBILELEIÈINPERICOLODEVIVENIRESUBITO...!!!!!- *bang* Squall gli diede una mazzata in testa con il Gun Blade, che evidentemente gli usciva dalla manica come gli assi al poker -Parla chiaro e fai poche storie.

-Non credo che ne sia in grado: è svenuto- gli rispose Cloud fissando lo scimmiotto ai suoi piedi.

-Finge amico mio, finge.

-C'è un pazzo con una falce rosa di sotto che ci ha quasi ammazzati!- rispose Bartz per l'amico, mentre si alzava.

-E ci interessa perché?- chiese Squall sospettosissimo mentre Cloud afferrava Gidan per la cintura sollevandolo all'altezza del suo volto.

-Per proteggere una bionda maniaca che ha portato Tifa dentro un...

Gidan era ancora per aria quando Cloud sollevò Tidus per il bavero chiedendo -Dove?- con la faccia più oscura mai vista sul pianeta.

-Seguici!- esclamarono in coro tutti e tre tirandoselo dietro mentre lui estraeva la Buster Sword, probabilmente anche quella uscita dalla manica.

-Ehi. Ehi! Aspettate!- gli gridò dietro Squall cercando di non perdere terreno -Non ho neanche capito cosa..!- si era perso.

Di già.

-Fantastico...


A\N: E nel prossimo numero, Marluxia veeerrsuuushhhh Cloud!

DII\N: E Squall dove lo lasci?

A\N: E mo te lo dirò. Lo scoprirete nel prossimo numero!

DII\N: Guarda che non è figo se poi Tifa la salva Cloud da solo...

A\N: Lo so! Smettila di ripeterlo! E fai sparire tutta quella roba.

DII\N: *fissando il libro di fisica quantistica* Sto cercando di correggere gli errori...

A\N: Hai riempito la mia cazzo! di stanza con una serie di libri che non leggerò mai, cazzo! Cosa vuoi che ti dica? Prego, fai come fossi a casa tua!?

DII\N: Che noia che sei.

A\N: Ripetilo!

DII\N: *tira fuori un bazooka in cui infila la mia testa*.

A\N: Ripensandoci meglio no.

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Capitolo 13
*** Cloud...(e gli altri) vs Marluxia & Larxene ***


A\N: Allora come dicevo l'attesissimo Cloud v...

DII\N: Non. Lo. Ripetere. Mai. Più.

A\N: E dai. Stare con te è come avere un pappagallo fisso sulla spalla. Un pappagallo nero, cattivo, bellissimo, alto un metro e ottanta, in un armatura nera che sembra un normale vestito, con 150 chili di muscoli, lo sguardo assassino, il mantello, la spada, e la mia faccia.

DII\N: Riassunto eccellente. Ora scrivi o ti piombo fino ai limiti dell'umanamente possibile.


Marluxia sollevò l'arma una terza volta, tanto per aggiungere un terzo strato al roseto che proteggeva la porta.
Dopo il casino che gli avevano combinato quei tre, niente più errori.

Gli avevano fatto perdere tempo, pazienza, calma, e make-up.

Beh si dai un po' tutti i personaggi giapponesi necessitano di un minimo di make-up per ottenere facce linde e pinte come quelle.

Ma facciamo finta che non sia così.

Aveva un occhio nero, e il naso che grondava sangue.

-Maledetti cappucci. Oh certo, ti protegge dal danno fisico! Almeno potevi fare delle cazzo di maschere, no!?- continuava a ripetere come un ossesso Marluxia mentre cercava inutilmente di risistemarsi.

Anche i capelli se l'erano vista brutta.

Diciamo che, se in quel momento si fosse guardato allo specchio senza cappuccio, avrebbe urlato in Aramaico e pianto in Swahili.

Stava usando la falce per specchiarsi nel tentativo di capire quanto male fosse messo quando la porta (che tanto infrangibile alla fine non era) saltò letteralmente dai cardini (e distruggendo le migliaia di rovi che Marluxia vi aveva avvolto attorno senza alcuna pietà) volando di parecchi metri verso l'interno della sala, sfondando la passerella e facendo un gran fracasso, ma i tubi rotti da Marluxia precedentemente stavano pian piano riempiendo l'ambiente di fumo e gas, e avevano già mangiato un'ampia parte di visibilità, per cui nessuno seppe esattamente dove era atterrata la porta.

E comunque a nessuno fregava perché Marluxia era completamente concentrato sul tipo biondo con la spada gigantesca che era appena entrato, lo sguardo che mandava lampi, e Cloud voleva solo tirare Tifa fuori dalle grinfie dei due bastardi che la tenevano prigioniera.

-Oh per Dio, BASTA! Sono stanco di tutto questo! Perché volete rovinarmi la giornata tutti quanti!?- Marluxia esplose, afferrando saldamente la falce e attaccando a testa bassa, compiendo tre assalti consecutivi a breve distanza, scoprendo così l'addome e lasciando campo libero al pomolo della Buster Sword per colpire duramente.

Poi Cloud raddrizzò la lama di colpo abbattendo di piatto l'arma sul volto dell'avversario, per poi fare un passo indietro e colpire con un fendente al fianco, compiendo una rotazione completa e sbalzando Marluxia verso la zona di nebbia.

Poco dopo lo si sentì urlare come quando una persona precipita nel vuoto.

-Wow! Con un colpo del genere avrebbe dovuto tagliarlo in due!- esclamò Gidan affascinato dalla facilità con cui Cloud aveva eliminato un nemico che per loro era tanto formidabile.

-È una fortuna che abbiamo trovato Cloud in fretta! Senza di lui quel tipo ci avrebbe ucciso!- aggiunse Bartz saltando per la vittoria, ma il Cloud in questione stava già correndo supra il ponte, mirando alla porta che “intrappolava” Tifa.

Ma quando finalmente vi giunse, quella barriera così facile da attraversare (era una dannatissima porta) si dimostrò subito degna di esistere, in quanto ne la Buster Sword, ne tanto meno la forza bruta di Cloud sembrò piegarla.

-Tifa resisti! Sono io! Ti tirerò fuori da lì, TIENI DURO!

Cloud continuò a colpire, insaziabile e instancabile.

Tidus, Gidan e Bartz rimasero ad osservare dalla distanza, affascinati dalla forza emotiva del compagno più grande.

Ogni colpo era dettato da una semplice e chiara forza di attacco: Cloud non era disperato, Cloud era forte, determinato a vincere.

Colpi tremendi e rimbombi tonanti si susseguirono per vari minuti, con Cloud che ormai stava sudando come un pazzo, e i muscoli che si pompavano sempre di più per lo sforzo iniziavano a distruggere la sua instancabile tuta viola, sopravvissuta con tanta tenacia alle risse con Squall in quegli ultimi due anni.

E tutto si interruppe bruscamente quando Cloud abbassando il braccio per la trecentomiliardesima volta ed emise un verso di dolore: una rosa gli spuntava dalla spalla.

-Ops- disse Marluxia, che stava ancora ben nascosto dal fumo.

-Ancora tu?- rispose il biondo con un tono che faceva davvero paura.

Almeno, Gidan, Tidus e Bartz erano terrorizzati, Marluxia non si poteva sapere perché era avvolto dal gas, ma io non conterei sul fatto che non stesse riconsiderando le sue possibilità.

-Beh, Cloud tu pensa alla porta, noi pensiamo allo stronzo!- urlò Tidus, per rifarsi coraggio.

-Si! Avanti ragazzi addosso!- gridò Gidan gettandosi alla carica con gli altri due nel fumo, pochi secondi prima che da esso provenissero una serie di suoni onomatopeici che stavano a significare che la dentro qualcuno ce le stava prendendo.

Pochi secondi dopo i tre schizzarono fuori dell'ammasso fumoso facendo dietro front e gridando: -Cloud è tutto tuo!

-Mostraci cosa sai fare!

-Distruggilo!

Cloud rimase a guardare con sguardo perso il vano della porta scardinata in cui i tre si erano appena infilati, senza muoversi, la spada reclinata con grazia verso il basso, e le vesti sulla parte superiore del corpo quasi ridotte a brandelli.

-Beh, ammetto che questo è stato molto imbarazzante...- disse Marluxia con voce simpatizzante, ad un certo punto.

-...anche parecchio deludente- aggiunse.

Ma il tipo in nero non ebbe neanche il tempo di finire la frase che la rosa che Cloud aveva piantata nella spalla gli passò davanti al naso, sfiorandolo appena appena.

-Ehi...- disse lui senza dare in escandescenze per lo sbalordimento -...come mai non sei più lento?

-Era solo una rosa- rispose il biondo raggiungendo in fretta la nuvola di gas e disperdendola con un ampio colpo di spada (sapete stile corrente d'aria), mostrando l'immagine di Marluxia, immobile.

-Non era solo una rosa- rispose infine il ragazzo dai capelli fucsia -Era una delle mie rose. Dovrebbero avere la capacità di immobilizzare il nemico contaminando il suo sangue, prima attorno alla ferita e poi fino al cuore, a meno che non raggiungano il cervello prima soffocandolo con i propri vapori corrosivi. La spalla sinistra è il punto perfetto: tanto vicino al cuore, tanto vicino al cervello.

Cloud si volse a guardare la spalla ferita, che era appunto la sinistra, prima di scuotere il capo e rispondere -Ho scoperto recentemente di avere una certa capacità di metabolizzare molto in fretta veleni e altre sostanze estranee al mio corpo. Ergo, la tua rosa conta quando il due di coppe quando regna bastoni.

-Fai anche ironia brutto figlio di...!- Cloud balzò in avanti costringendo Marluxia ad interrompersi per intercettare l'avversario con una pioggia di rose e una serie di viticci rampicanti.

Ma la determinazione del biondo fu sufficiente a fargli scansare gli ostacoli con ampi fendenti e mirabolanti acrobazie.

Nessuno del colpi andò a segno, mentre svariate rose e rami spinosi venivano falcidiati dalla furia di Cloud.

-Preso!- esclamò Marluxia quando riuscì ad arrivare alle spalle del biondo, ma come spesso succede aveva sottovalutato le capacità combattive di uno dei migliori guerrieri del Garden, venendone travolto e volando a terra in una pioggia di detriti quando Cloud si volse nella sua direzione colpendo con un fendente al massimo della sua forza.

-Accidenti a te!- ringhiò Marluxia alzandosi, sempre illeso grazie al potere della veste -Non credere che sia finita!

-È finita- gli rispose Cloud, lanciandosi all'attacco nuovamente.

Marluxia si vide costretto a combattere corpo a corpo.

Il suo avversario era molto più esperto, e molto più forte.

All'ennesimo fendente parato i polsi del guerriero in nero iniziarono a dolere.

La forza fisica, unita al peso della spada, faceva la differenza.

Impotente di fronte all'eventualità di una sconfitta, Marluxia capì che per vincere non avrebbe potuto ricorrere alle sue doti di combattimento.

Intanto Cloud lo incalzava, costringendolo alla difensiva.

La passione ardeva forte nel cuore del ragazzo, e guidava i suoi colpi.

Colpì nuovamente dall'alto, spingendo Marluxia a difendersi puntando la parte superiore della lama verso l'alto in modo che il colpo scivolasse verso terra senza dover sforzare eccessivamente le sue giunture.

Cloud usò quell'opportunità per imprimere una rotazione alla spada, spingendo di lato l'arma del nemico, e Marluxia in risposta la fece roteare abilmente sul polso, sottraendola alla forza della lama nemica, solo per essere intercettato nell'affondo successivo, e stavolta con un fluido movimento Cloud riuscì a strappargli la falce di mano per colpirlo allo stesso tempo col pomolo proprio nel petto, per poi infierire con tutta la sua forza sul resto del corpo, menando fendente dopo fendente, senza tuttavia riuscire a ferirlo.

-Cosa diavolo succede?- si chiese ad un certo punto Cloud, quando era evidente che il nemico non sanguinava, quanto più che altro si contorceva dalla paura -Come diavolo è possibile che non riesca a scalfirti? Stai solo usando uno sporco trucco, figlio di puttana!

-Si, un trucco. Ora!- fece Marluxia con voce fioca, e al suo comando un viticcio irto di rose sì avvinghiò al braccio disarmato del biondo, o meno fece per avvinghiarglisi al braccio perché Cloud lo tagliò con un gesto rapido e pulito, ma altre decine, no centinaia di rami si avventarono sulla sua figura da ogni lato.

Cloud si difese come meglio poté, pur essendo cosciente che la via di fuga gli era stata tagliata, arrivando a strapparsi i rovi di dosso a mani nude.

Ma alla fine un inevitabile bozzolo di rose venne a formarsi attorno alla sua figura.

Marluxia si rialzò in piedi ridendo, appoggiandosi alla falce per gestire il meglio il peso del corpo mentre il dolore delle contusioni lievi venutesi a formare dalla furia di Cloud si attenuava -Sembra propria che la fortuna ti abbia voltato le spalle, maledetto pazzo. Alla buon ora.

Fece giusto in tempo a far scrocchiare la schiena che con un urlo di guerra un Cloud coperto di sangue saltò fuori dal bozzolo di rose, facendolo quasi esplodere.

Marluxia si affrettò a parare con tutta la sua forza il fendente volante dell'avversario mentre i viticci iniziarono a sparare rose a raffica alla schiena del biondo, che insistentemente si sforzò di colpire il suo nemico, che di fronte a quella furia ormai cieca e imprecisa cominciava davvero a temere che infine la Buster Sword avrebbe avuto ragione della magia del vestito e l'avrebbe tranciato in due.

I colpi di Cloud si facevano tuttavia più imprecisi ad ogni stelo di rosa che gli si piantava nella schiena, avvelenandolo sempre di più.

Alla fine Marluxia riuscì a ribaltare la situazione afferrando saldamente Cloud per una spalla e puntando la lama della sua falce alla sua gola -Ora sta fermo...

-Tu stai fermo...- gli rispose il guerriero biondo portandogli la Buster Sword sotto il mento.

Marluxia per un attimo si sentì insicuro, ma poi sorrise minaccioso -Quanto a lungo credi poter andare avanti, eh? Andiamo, credi forse di riuscire ad uccidermi prima che io ti ricambi il favore?

-Lascia andare Tifa...

-Ma non sono io a tenerla in ostaggio- rispose Marluxia indicando la colonna con la mano destra (il vano della porta d'ingresso era alle sue spalle) -C'è la mia amica lì dentro con la tua Tifa.

-Allora prima ti ucciderò...poi andrò da lei.

-Ne hai davvero le palle? Avanti forza, uccidimi: non vivrai abbastanza a lungo per scoprirlo.

Cloud cercò di fare appello a tutte le sue energie, mentre il suo cervello s'indeboliva sempre di più.

-Esatto, proprio così: con tutte quelle rose piantate in corpo nemmeno il tuo super metabolismo riesce a ripulire tutto il sangue che ti scorre in corpo. E sai qual'è il bello? Pian piano la tua forza i abbandonerà, e andrai ad infilzare la testa sempre di più su questa lama, una morte lenta e dolorosa. Perché non mi fai un favore, e lasci che finisca subito?

Cloud rimase in silenzio, mentre la smorfia di dolore sul suo volto diventava sempre più straziante.

-Mai- riuscì a rispondere a stento, prima che il suo campo visivo sfocasse in modo quasi definitivo.

-In tal caso, lo farò io per te- gli rispose impaziente Marluxia scostando la Buster Sword e afferrando saldamente la nuca di Cloud con la mano libera per spingerlo sul filo della falce.

Proprio in quel momento un colpo d'arma da fuoco risuonò nell'aria, e Marluxia avverti una terribile fitta al gomito destro, che reggeva la falce.

-Ora che c'è!?- si volse iroso il guerriero in nero, trovandosi di fronte Squall con il Gun-Blade alzato nella sua direzione.

-Lascialo.

-Oh, ne ho abbastanza di voi. Muori!- gli urlò in faccia Marluxia, spedendo un nuovo tornado di rose contro di lui, ma con un altro colpo di Gun-Blade Squall riuscì a distruggerle, disperdendo i petali e gli steli.

-Com'è possibile? Nemmeno quella spada aveva tutta quella potenza- esclamò Marluxia incredulo mentre indietreggiava, riferendosi all'arma di Cloud.

-Beh, immagino che la mia sappia come tenere il confronto- rispose Squall con un ringhio, avanzando sicuro e feroce.

“Si mette molto male: prima Strife, adesso Leonheart. Il destino o qualche divinità dei piani infernali deve avercela con me oggi” pensò in preda al panico Marluxia, mentre le prima gocce di sudore si facevano strada sulla sua fronte.

-Cosa credi di fare, eh?- lo incalzo Squall, con un tono che lasciava ben poco all'infuori di un ira volutamente repressa -Tutta quella tua spavalderia è magicamente scomparsa adesso?

-Tu non capisci...

-Stavi cercando di uccidere il mio migliore amico, impedendogli di salvare la sua migliore amica. Non c'è molto che possa sfuggire alla mia visione dei fatti.

-No, devi credermi...non lo sto facendo perché io ne abbia voglia...non ci guadagno nulla...è stato solo...sto cercando di proteggermi.

-Da chi?

-Da voi! È tutto il giorno che venite ad attaccarmi! Io non volevo niente di tutto questo! Mi ha costretto lei! Io sto cercando di non essere ucciso!- rispose con rabbia Marluxia.

-Beh dopo quello che hai fatto, le tue scuse cambiano poco- rispose con rabbia Squall, cominciando a liberare un intento omicida che iniziò a fare breccia nel cuore di Marluxia come un pugnale.

-Maledetto!- gli rispose quello in lacrime, scagliando decine di viticci all'assalto, a Squall bastò un istante per premere il grilletto una terza volta e scavare un buco nell'addome di Marluxia, bloccando i rovi all'istante.

“Non...può essere...” mentre i sensi lo tradivano Marluxia guardò incredulo il sangue che sgorgava dal suo corpo.

“Solo la magia...potrebbe...no, nessun Gun-Blade...” il ragazzo continuò ad indietreggiare inesorabilmente mentre attorno a lui il fumo si faceva avanti, celando il buco causato dalla porta scardinata da Cloud precedentemente.

-Tu...mi hai...? Magia...- Marluxia biascicò continuando ad arretrare.

-Magia? Non so di cosa parli- rispose Squall.

-Mi...hai...ucciso?- riuscì a formulare l'altro.

Il moro si fermò per un istante, insicuro.

-Io non sono un assassino, non sono come te- rispose Squall, fissandolo immobile con lo sguardo di ferro -Ma non vuol dire che io debba sforzarmi di salvarti la vita- e così il moro si volse, portando la sua arma sulla spalla sinistra, e dirigendosi verso Cloud con passo sostenuto, lasciando Marluxia al suo destino, che lo portò a cadere senza alcuna speranza.

-Cloud. Cloud!- Squall si gettò letteralmente sull'amico, quando si accorse della quantità di sangue che questi aveva perso.

-Ti prego no- il moro iniziò a controllare le ferite, notando che molte si stavano già rigenerando, la schiena era divenuta un puntaspilli per le rose.

“Se quello che il pazzo ha detto è vero, queste sono la ragione per cui Cloud ha perso conoscenza così rapidamente. Devo strapparle tutte”.

Detto fatto Squall afferrò la prima, strappandola senza pietà, ma il dolore che si sprigionò al contatto della pelle con le spine fu incredibilmente potente.

Ciò nonostante il ragazzo si ostinò a prenderne una seconda, e poi una terza.

Il dolore aumentava inesorabile.

“Coraggio amico resisti” pensava Squall mentre le sue mani si affannavano a rimuovere il male dal corpo di Cloud.

-Non mi morire qui.

Alla ventesima i sensi di Squall iniziarono a cedere, mentre ormai il dolore sembrava essersi espanso a tutto il corpo.

Ma lui non cedette, mantenendo un ritmo sostenuto.

-Non ti lascerò morire...- continuò a strappare rose, mentre le mani grondavano del suo sangue -NON TI LASCERÒ MORIRE!


Cloud si riprese, il dolore lanciante a tutti i muscoli.

Era come se tutto il suo corpo fosse stato percosso fin nell'interno.

Anche i battiti del cuore erano dolorosi.

A fatica il biondo si volse, con la vista che ancora si schiariva, scorgendo il corpo esanime di Squall lì affianco, mentre ancora reggeva l'ultima rosa in mano.

Con uno sforzo sovrumano Cloud afferrò quella pianta velenosa e la tolse dalle mani dell'amico, lanciandola lontano.

Poi si mise dolorosamente a sedere, tenendo lo sguardo fisso su Squall.

-Non credevo...fossi così pazzo- lo sguardo commosso di Cloud venne offuscato dalle lacrime -Ti sono grato...

-Cloud! Ragazzi Cloud è vivo!- senti urlare poco lontano.

Alzò lo sguardo e vide chiaramente Gidan Tidus e Bartz corrergli incontro dalla porta nella colonna.

Quando i tre erano tornati indietro per il rimorso, avevano trovato Squall ad un passo dallo svenire, e avevano cercato di soccorrerlo, ma lui li aveva allontanati dicendogli di aprire quella dannata porta e tirare Tifa fuori da lì.

Dopo un iniziale esitazione i tre avevano diligentemente ubbidito ed erano accorsi alla colonna, dove avevano infine tolto i perni e si stavano per apprestare a colpirla con tutto il loro spirito, quando Gidan aveva scorto Cloud.

-Voi tre...siete le ultime persone che mi aspettavo di vedere...- disse un po' incerto il biondo, mentre gli altri tre gli si abbracciavano addosso.

-Ci hai fatto venire un colpo.

-Vi abbiamo creduti morti!

-Sono contento che tu non sia morto!

Dopo alcuni istanti di queste frasi Cloud riuscì a chiedere -La porta...avete trovato il modo per aprirla?

-Non ancora, ma adesso è il momento di rompere gli indugi e tentare il tutto e per tutto! Forza ragazzi, come me: METEORA......!!!!!!!!!!!!- rispose Tidus alzandosi saltellando sul posto per poi lanciarsi a tutta velocità contro la porta caricando il pugno.

-...DI TIDUS!!!!!!!!- *BONK* il pugno si abbatté con tanta violenza che tutto il corpo di Tidus andò ad incavarsi nel portone creando una formella, e piegando di un poco la porta verso l'esterno.

Cloud Gidan e Bartz rimasero a guardare con il gocciolone dell'imbarazzo che gli scivolava dietro la testa.

Poi al biondo più basso si illuminò la lampadina -Giusto! Quella porta non va spinta, va tirata!

-Cosa?

-Voi due aiutatemi! Possiamo tirare giù quella dannata porta!- esclamò Gidan prima di fiondarsi verso la suddetta.

Bartz gli si fece subito dietro, mentre Cloud, ritrovando quella forza selvaggia che l'aveva sostenuto fino ad allora, iniziò a zoppicare, trascinando la Buster Sword con una mano.

Il dolore ai muscoli era davvero qualcosa di infernale, ma Cloud non si sarebbe fermato finché Tifa non fosse stata in salvo.

Gidan e Bartz afferrarono due bordi sporgenti dalle porta che si erano ripiegati verso l'esterno quando Tidus aveva impattato con tutta la sua grazia da maniaco dello sport, iniziando a tirare con poco successo.

Ma Cloud li raggiunse poco dopo e infilò la Buster Sword in una fessura tra parete e portone per fare da leva.

Cloud Gidan e Bartz, facendo uno sforzo sovrumano, iniziarono lentamente a far uscire la porta dal vano, mentre dall'interno i primi flebili suoni iniziarono filtrare.

A Cloud crebbe nel cuore un immensa angoscia, spingendolo a triplicare i suoi sforzi, spingendo al massimo i suoi muscoli già defraudati di tutte le loro forze.

Ogni volta che le grida di dolore aumentavano la sua determinazione cresceva in egual misura, il dolore fisico diveniva ormai solo un lontano ricordo al pensiero di cosa sarebbe successo alla sua migliore amica se quella barriera non fosse venuta giù.

Ignaro di tutto questo Tidus stava intanto cercando di staccarsi pur avendo tutti gli arti gentilmente incavati nella dannata porta.

E stava quasi per riuscirci quando la suddetta finalmente uscì dal vano con un forte rumore di scosse elettriche e grida di dolore e piacere, schiacciando nel contempo Tidus sotto la sua mole.

Tutto dire, oggi Marluxia non è l'unico contro cui si è accanito il destino.

Ma intanto torniamo alla macabra visione che vi risparmio perché la mia mente stavolta rischia davvero di dare un immagine che va oltre il concetto di voltastomaco.

Diciamo solo che una volta entrati Gidan, Bartz e Cloud ebbero una bella scossa lungo la spina dorsale, restando immobili quel tanto che bastava per Larxene di volgersi verso di loro e mitragliarli di coltelli elettrici.

Gidan e Bartz caddero a terra agonizzanti.

Anche a Cloud cedettero le ginocchia, ma stinse i denti e si ostinò a spingersi in avanti con tutte le proprie forze, sopportando altro dolore, più di quanto ogni altra persona in quei mondi avesse mai sopportato fino allora.

La volontà ferrea di Cloud lo costrinse a procedere, strisciando sul pavimento come un anguilla, ignorando le scariche elettriche che infierivano sulle sue stanche membra.

A Larxene quello non piacque, e si staccò da Tifa, avanzando con stizza e rabbia repressa fino alla testa di Cloud, su cui piantò un piede, fortunatamente senza tacco.

Ecco, questo ve lo posso dire: tanto Larxene che Tifa erano nude...e c'era anche un bel po' di sangue sui corpi di entrambe.

-Stai. Fermo.- gli intimò.

Cloud cerco di sfuggire ma quella tirò fuori di nuovo la frusta di fulmine, colpendo violentemente la schiena di Cloud e strappandogli un grido di dolore.

E ancora.

E ancora.

Il biondo ormai lottava solamente con la mente.

Il resto del corpo si era abbandonato all'oblio.

Poteva ancora sentire la risata diabolica di Larxene nelle orecchie, ma ora mai poco poteva fare.

-Ora non fai più tanto il duro eh?- rispose la pazza bionda -Che bello! Che bello! Un altra anima persa mi è giunta tra gli artigli!- esclamò ancora quella cambiando improvvisamente attitudine e comportandosi come una bambina a cui avevano appena regalato il suo primo giocattolo preferito.

Poi di colpo afferrò Cloud per l'indistruttibile ciuffo sollevandolo al livello del proprio volto.

-Oh mio dio quanto sei cariiino! E quanto stai bene ridotto così! Che bravo Marlì: ti ha già preparato! È proprio il mio migliore amico!

-Metti...- proferì una voce assassina proveniente dalle spalle di Larxene -Giù...- la bionda si volse lentamente, cominciando a sudare freddo -Gli...- le catene che trattenevano le mani di Tifa esplosero in mille pezzi e quella artigliò il terreno in modo di avere un appiglio solido per fare pressione sulle catene ancorate alle caviglie -Artigli...- tirò una prima volta -Da...- tirò una seconda -CLOUD!- e infine alla terza la parete a cui erano saldate le catene cedette e quelle se ne portarono via un bel pezzo.

“Oh...oh-ho” -...Ciao- fu tutto quello che riuscì a rispondere Larxene prima di venire gentilmente afferrata per il braccio da Cloud che la fece vorticare sopra la testa prima di gettarla al suolo con la gentilezza che meritava.

Guarda caso la bionda atterrò proprio ai piedi di Tifa.

Ovviamente non appena Larxene si riprese dal botto fece un salto di quelli che fanno solo i gatti, rizzando anche quei pochi peli che aveva sul corpo (capelli inclusi).

Ma a poco gli valse dato che subito dopo ogni traccia di aggressività venne rimpiazzata da una fifa blu (e ben giustificata) causata dall'incontro dello sguardo assassino dell'altra ragazza.

Tifa si fece avanti, sapete in quel modo in cui i buoni dimostrano senza alcuna variazione di dubbio il fatto che adesso è il momento di uccidere...uccidere...uccidereeeehhhhhhhhhhh.

Larxene per poco non se la fece sotto, e come se non bastasse non riusciva neanche più a muoversi.

La pressione della rabbia covata da Tifa nel profondo del suo animo sarebbe stata in grado di paralizzare anche una flotta di aeronavi.

Fu così che Larxene si vide venire incontro questa furia primordiale, questo incubo umano, questa ondata di terrore vivente, non potendo fare altro che fissarla dritta negli occhi con le membra che tremavano nella loro mollezza: non poteva scappare, non poteva sottrarsi (giustamente cacchio), poteva solo aspettare.

Tifa alzò il pugno quando ormai mancava solo un avambraccio di distanza e...e...e -YATATATATTATATATATATATATATATATATATATATATATA...- una garangola di colpi decantati dalla classica voce del maniaco di arti marziali mentre agita le sue braccia alla velocità della luce piovve sulle abbandonate membra della stronza ehm bionda, che rimase con gli occhi foderati di paura per tutti i lunghissimo trenta secondi in cui Tifa non fece altro che quello.

E quando finalmente l'ansante ex-vittima si fermò tirando profondi sospiri, l'altra cadde a terra illesa e senza dubbio rincuorata...prima di scoppiare a ridere fragorosamente.

-AHAHAHAHHAHAHAHH! È questo tutto quello che sai fare!?

Tifa non rispose, rimase a guardarla con le braccia abbandonate lungo i fianchi.

-HOHOHOHOHO! Sei così morta cara mia...- fece Larxene alzandosi e preparando un altro set di coltelli quando l'altra rispose -Tu...sei già morta.

Detto fatto prima la mano, poi il braccio, e poi il busto della bionda iniziarono a gonfiarsi, sempre di più, sempre di più, mentre il suo volto deformato era una maschera di terrore.

Tifa cadde all'indietro, ma Cloud con un ultimo sforzo riuscì ad accoglierla nelle sue braccia, stringendola al petto.

Per alcuni istanti i loro sguardi riuscirono ad incontrarsi, lasciando un pallido sorriso sul volto della ragazza prima che il dolore avesse la meglio e lei cadesse nell'oblio.

Cloud sentì una morsa al cuore e stava per chiamare il suo nome quando la metà superiore di Larxene esplose scatenando una pioggia di sangue caldo sui due.

Cloud tentò di resistere agli effluvi ma alla fine anche lui cedette alle fatiche di quelle poche ore.


A\N: C'è voluto più di quanto mi aspettassi francamente.

DII\N: Odio questo tuo modo di far capitare disgrazie alla gente.

A\N: Non è che fosse inverosimile...

DII\N: Senti, non mi parlare. Ti prego.

A\N: Oddio no, l'istinto da genitore, oddio...Ok ragazzi e ragazze, quest'ultimo capitolo è stato piuttosto violento, e se dovessero mai farci uno spettacolo TV allora il mio stomaco cederebbe senza alcuna difficoltà. Chiedo scusa nel caso vi abbia arrecato disturbo e TO THE NEXT!. Ciao.

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Capitolo 14
*** Yuffie Stories #02: La Sirenetta (Promo) ***


A\N: *zzzzz*.

Y\N: Khi-khi-khi-khi, dormi dormi pupetto, intanto la zia Yuffie fa i suoi compiti. *si siede davanti al computer e inizia a sistemare un paio di cose quando...*

DII\N: La zia Yuffie fa cosa? *si stacca dallo sfondo come una silhouette nera, appoggiando le mani sullo schienale della sedia e portando la testa affianco a quella di Yuffie parlando con il tono di chi sta per trucidarti in maniera poco cortese*.


DII\N: Sveglia campione...

A\N: Ahh....Yawn...che ore sono?

DII\N: Qualcosa tipo le quattro di notte.

A\N: E mi hai svegliato perché..?

DII\N: Ho un pacco per te.

A\N: Un cosa...? *vedo Yuffie legata come un salame gentilmente appesa alla mano di Daniele II* Oh...Cosa faceva?

DII\N: Niente, stava scribacchiando a proposito di sirene e cose varie.

A\N: DamMI QUÀ!

*trenta secondi dopo*...

A\N: Perfetto.

DII\N: Cosa?

A\N: Ora vedrai.


Scena 1: Il relitto

 

Il battito delle pinne era regolare e ma impaziente.

Scivolava tra gli speroni e nella loro ombra, in cerca del luogo.

Era sempre stato così, aveva sempre avvertito il richiamo di qualcosa di nuovo, ed era sempre lì a rincorrere quella sensazione.

E sarebbe stato molto meglio senza i pesi morti.

-Piano...! Uff... Aspettaci!

Squall sbuffò sonoramente all'ennesimo richiamo, prima di appoggiarsi ad un vecchio albero maestro affondato chissà quanti anni prima.

-Voi due...- mormorò il bruno -Perché siete così lenti maledizione?

Zell e Selphie alla fine lo raggiunsero, non propriamente stremati ma con il fiatone.

-Oh per i sette mari, Squall come fai ad andare così veloce?- gli chiese Selphie, guardandolo con gli occhi supplicanti per un po' di pausa.

-Ah. Voglio un panino alle alghe!- esclamò Zell, frustrato, mentre lo stomaco emetteva un brontolio molto triste.

-Ne hai mangiati già venti da stamattina- rispose sconsolato Squall mimando il gesto di Scar “Sono circondato da un branco di idioti”.

-IO MANGIO I PANINI!- urlò il biondo secondi prima che una codata della bella e limpida coda nera di Squall gli tappasse la bocca e gli facesse abbassare per la tremiliardesima volta il ciuffo di cui andava tanto fiero (Zell non è Cloud quindi...).

-Santo cielo fare queste cose con voi è come farle con mio padre- si lamentò di nuovo il moro prima di volgersi sinuoso e ricominciare a nuotare.

Selphie, che ovviamente non era occupata a rifarsi l'acconciatura gli si fece dietro dietro di corsa riuscendo ad aggrapparglisi alle pinne per un pelo.

-Aspetta! Aspetta! Quanto mancaugh!- Selphie venne zittita quando Squall impresse una brusca frenata spedendola dritta contro la sua schiena.

-Siamo arrivati- rispose il moro.

Selphie ai aporae oltre la spalla dell'amico, reggendosi il naso, e appena vide l'ombra che circondava la...gigantesca cosa degli umani che era arrivata chissà quando, le venne un brivido.

“Dannazione Squall, dannazione la sua coda e dannazione il suo sonar cerca-guai” pensò la sirena in giallo.

E intendo monocromaticamente, coda e reggiseno di conchiglie.

Zell e la sua tamarrissima coda blu piena di “tatuaggi” un poco più larga di quella di Squall li raggiunsero pian piano mentre la parte umana stava ancora intenta a risistemarsi i capelli.

-Dobbiamo...andare?- chiese Selphie incerta mentre anche Zell riportava la sua attenzione sul relitto oscuro, facendosi passare la voglia di pensare ai capelli.

-Certo- rispose Squall stizzito, schizzando in avanti a razzo lasciando i due a rimirare con sguardi sconvolti la cosa in cui erano appena stati costretti ad andare.

-Selphie, io me ne va...- stava dicendo Zell voltandosi quando -SQUALL! ASPETTAMI HO PAURA!- gridò lei lanciandosi dietro alla scia di schiuma.

Zell rimase per istante a rimirare il missile giallo che sfrecciava dietro al siluro nero, prima di realizzare una cosa -Ehi, ma che mi lasciate solo?

Squall arrivò all'oblò per controllare che la via fosse spianata, poi fece un rapido giro attorno al relitto cercando ulteriori punti d'uscita o entrata prima di ritornare davanti allo stesso oblò, trovandovi Selphie e Zell in fremente attesa.

-Avete cambiato idea così in fretta...- mormorò il moro lasciando i puntini di sospensione.

-Non credere che sia per...- cercò di dissimulare Zell ma Selphie gli troncò la frase -S-Squall...io...- cominciò a mormorare, rossa in faccia -H-ho paura...p-p-potrei-i...i...venire con te?- intrecciò le braccia dietro la schiena è chinò lo sguardo.

Zell arrossì fino alla punta della coda con la facilità con cui si sgranocchia un grissino.

Invece -Comunque...- Squall le passò oltre andando ad infilarsi sinuosamente dentro l'oblò, con Zell e Selphie impietriti al loro posto talmente rossi da far sembrare un pomodoro arancione.

-Mi...ha snobbato- realizzò la ragazza mentre un fantasma bianco si dilungava dalla sua bocca e i suoi occhi diventavano lunghi, ovali e bianchi.

Zell fece diluire rapidamente il rossore tornando al colorito naturale e infilò la testa nell'oblò -Ah, Squall? Senti siamo sicuri di doverlo fare? Perché vedi non sono sicuro che mi faccia bene, è un...acqua molto densa qua intorno...

-Zell- lo interruppe Squall tornando indietro con rapidità stupefacente -Senti bene, se tu e Selphie non volete entrare potete benissimo stare la fuori per quanto mi riguarda. Solo rendetevi utili, tipo fatemi un fischio se passa uno squalo...

-Certo certo tu vai pure, io resto qui e...SQUALO!- Zell si infilò rapidamente dentro all'oblò nascondendosi dietro all'amico -Ma che sei pazzo!?

-Lo sapevo- mormorò Squall chiudendo gli occhi rassegnato.

Poi afferrò Selphie con una mano è cercò di tirarla dentro ma il bacino della sirena rimase incastrato nel oblò, nonostante le spalle di Squall e Zell fossero passate benissimo.

Dopo un paio di tentativi i due tritoni finalmente riuscirono a tirare l'amica all'interno, andando a sbattere contro una parete marcia d'umidità e causando un crollo che spinse i due ragazzi più giovani a stritolare l'amico di mezzo.

Squall, prima di farsi soffocare dai due, scivolo fuori dall'abbraccio e tirò un lieve sospiro -State bene?

-C-c-c-c-certo nnnnn-nn-n-n-n-nnon preoccuparti-i-i-ihihh-i- risposero gli altri due ancora abbracciati.

-Finitela di fare i pesci rossi e metteteci un po' d'impegno.


Scena 2: Il fantasma

 

Su un piccolo scoglio, disperso in mezzo all'oceano, con miglia e miglia di mare aperto attorno, un solitario essere stava con gaiezza suprema sdraiato comodamente su un cumulo di detriti fungenti da sdraio canticchiando un motivetto senza senso.

Per giorni e giorni stava lì, solo, con gli abiti stracciati e un cannocchiale che visibilmente non sapeva usare, dato che lo agitava in aria e basta.

Lunghi capelli castani e un cappello alla “Indiana Jones” coronava un volto estraneo alle difficoltà della vita e immacolato in ogni modo, in ogni salsa e in ogni evenienza.

Non sembrava nemmeno sporco, abbronzato o ferito dalla sua permanenza sullo scoglio.

Quel giorno stava tranquillamente pensando agli affari suoi quando un richiamo alquanto potente lo fece rizzare di colpo, e volgendo il suo sguardo verso la fonte del rumore scorse Squall, Zell e Selphie sbucare a due passi dal suo piccolo angolo di mondo.

-Guarda guarda, siete voi. Che bello incontrarvi ancora una volta miei piccoli fanciullini- fece Irvine secondi prima di scivolare e andare sonoramente a cadere di faccia.

-È un piacere anche per noi- rispose Squall con sarcasmo mentre Zell si copriva la bocca per trattenere le risate.

Selphie, dall'alto della sua compassione femminile si fece avanti sul terreno tagliente quanto bastava per raggiungere il volto di Irvine con il proprio e chiedergli -Stai bene?

Il tizio sollevò lo sguardo verso di lei, arrossendo violentemente prima di rispondere -Come sempre zuccherino- e poi spinse il suo muso da belloccio divinizzato verso la sirena.

-Tutto bene allora- rispose Selphie che chiuse gli occhi sorridendo da una guancia all'altra, prima di farsi indietro tornando in acqua fino al collo e pertanto lasciando Irvine con un due di picche magari non proprio intenzionale.

-Irvine ma che schifo! Piantala- lo rimbeccò Squall dopo che il “Don Giovanni” era rimasto per almeno una ventina di secondi proteso con le labbra pronte per scambiare il bacio con la ragazza dei suoi sogni.

Irvine divenne ancora più rosso, e si raddrizzò andando a sedersi con le gambe incrociate cercando di coprire la vergogna e la delusione, ma Selphie cominciò a ridere, seguita a ruota da Zell.

Ad Irvine la risata di Selphie, fosse sguaiata, gioiosa, fangirlosa, accorata, sarcastica o finta, faceva sempre un bel effetto, e il nostro spasimante malato di pervertite si perse nel suo mondo di luce gialla\arancio e di bolle rosa brillanti.

Squall, che aveva usato lo strano oggetto (ancora sporco del sangue dello squalo) trovato nel relitto per zittire Zell con una sonora mazzata in testa, si volse a quel punto verso Irvine e proferendo -Ehi! Sveglia!- tentò di fare lo stesso con l'altro idiota, ma come solito l'oggetto attraversò il corpo del ragazzo e andò ad impattare con il suolo.

“Uff, dimenticavo...” pensò il moro portandosi una mano agli occhi.

-Si sono qui- rispose il fantasma dai capelli bruni, ritornando alla realtà e cercando di assumere un certo contegno.

-Mi spieghi perché sei così fissato con Selphie? Cosa pensi di sentire se lei per una volta ti baciasse?- chiese infastidito Squall.

Irvine parve rifletterci un attimo prima di rispondere -Niente.

A quel puntò realizzò la realtà delle sue parole e cadde nella depressione più nera -Non posso sentire niente. Non posso più sentire una donna in vita mia...

-Squall sei cattivo!- Selphie rimbeccò il moro che rispose -Che ho fatto?- con la naturalezza con cui noi diremo ai nostri genitori che abbiamo finito i compiti e che non stiamo giocando a Final Fantasy sul divano perché non ci va di farli.

Zell intanto si riprese i sensi e si mise al fianco di Squall cercando di imitare la sua espressione seria e annoiata riuscendo solo a farsi dare un'altra mazzata in testa.

-Oh Irvine, guarda che cosa abbiamo trovato!- esclamò a quel punto Selphie, afferrando lo strano oggetto per la sottospecie di manico ricurvo che aveva e lo allungò ad Irvine, a cui passò la depressione di colpo.

-WOWOWOWOOOWOOWOWW!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Dammi qua! Fantastico! Incredibile!- cominciò a cercare inutilmente di afferrarlo scatenando chissà quante inutili espressioni di gioia sul suo volto.

Selphie rimase a guardarlo con la tipica faccia dagli occhi ovali giganti e il gocciolone dell'imbarazzo, finché Squall non le mise la mano sulla spalla dicendo -È un fantasma.

A quel punto la ragazza dovette ritrarre l'oggetto e riconsegnarlo al moro, lasciando Irvine a fissarlo come un cagnolino.

-Cos'è?- chiese Squall in tono tetro.

Irvine continuò a fissare l'oggetto -Non lo so- rispose dopo un po' di esitazione.

-Allora perché facevi tutte quelle facce divertenti prima?- chiese Selphie confusa mentre Zell rinveniva di nuovo.

-Perché non ho mai visto niente del genere in vita mia.

-Sul serio?- chiese la ragazza di rimando, mentre Squall alzava il sopracciglio.

-Già. Avete un pezzo unico per le mani, complimenti. Neanche nel mondo degli uomini ci sono tanti oggetti come questo. Se volete il mio consiglio nascondetelo per bene e non fatelo arrugginire.

-Falla facile. Hai detto che tutti gli oggetti di metallo lo fanno a contatto con l'acqua- rispose Zell scocciato, anche se non aveva capito niente del discorso fino a quel momento.

Poi dal nulla una frusta di alghe spuntò dall'acqua e si avvinghiò al collo di Squall, facendo prendere un gran colpo a tutti.

-Sapevo che vi avrei trovati qui- disse minacciosa Quistis mentre emergeva dalle acque, stringendo forte la frusta nelle sue mani -Mi spiegate la ragione per cui non trovate altro da fare se non scappare dalla corte ogni sacrosantissima volta che vi capita?

“Oh, no. Seccatrice N#01 no!” pensò Squall stringendo gli occhi per la disperazione.

-Devo tenervi al guinzaglio?- incalzò la sirena, sempre più infuriata.

Selphie e Zell iniziarono a fischiettare allegramente guardando dall'altra parte come loro solito per risparmiarsi la scena classica che si presentava subito dopo.

-Quistis per favore starei facendo una cosa...- rispose Squall con una certa seccatura che trapelava dal tono brusco.

-Eh no caro! Tu adesso torni con me ad Atlantica, da tuo padre, dove gli chiederai scusa e farai il bravo ragazzo per tutto il giorno- insisté lei, cominciando a strattonarlo.

-Quist...mi stai strangolando...- iniziò a rantolare lui, a corto di fiato.


Scena 3: La barca

 

Squall nuotò via furioso e frustrato, ignorando i richiami di Zell e Selphie seminandoli nel giro di pochi istanti.

Non gli piaceva avere troppa gente attorno quando era così.

Gli serviva un po' di tempo per schiarirsi le idee.

Non era arrabbiato con gli amici o suo padre, era solo stufo che loro si preoccupassero tanto per lui.

Non gli voleva a male perché gli volevano bene, solo non sempre la sua pazienza sapeva come accettare i la loro presenza.

Alla fine optò per puntare in superficie, mirando ad uno scoglio solitario che faceva un ottimo punto per distendersi al caldo sole.

Ma una volta emerso, giusto il tempo di togliersi l'acqua dalle orecchie, sentì una voce.

Normalmente si sarebbe nascosto subito, ma per qualche scherzo del destino rimase fulminato al suo posto.

Era una voce femminile, non vi erano dubbi, ma era così...diversa.

In fondo al mare, le sirene cantavano con le più belle voci che si conoscessero, a detta di tutti i saggi.

Un paio l'avevano anche incantato, ma mai come questa.

Si spinse sopra lo scoglio per scorgere la creatura, e vide un umana.

Aveva lunghi capelli neri, che il vento leggero del giorno scompigliava lieve, è un viso delicato.

L'espressione era beata, ma la tempo stesso...triste, malinconica, come il canto.

Gli occhi erano chiusi, tutta assorbita com'era dal suo cantare soave.

Come tutti gli umani portava degli abiti, in questo caso bianchi come la luna riflessa sul mare, lasciando scoperte le estremità delle “pinne”, che se non si sbagliava Irvine aveva definito “P...p-p-ped...pie...Pedi”.

Stava su uno di quei così di legno detti “navi”, e muoveva in acqua due aste sempre di legno, avanzando piano piano.

Ad un certo punto smise di muoversi e si arrestò anche il canto.

Recuperato il buonsenso Squall subito scivolò dietro allo scoglio, per non farsi scorgere, ma tanta era la curiosità che gli destava quella femmina umana che dovette sporgersi nuovamente dallo stesso punto, tenendosi il più basso possibile.

Lei adesso era in piedi, e guardava nella direzione opposta a lui.

Mentre il vento soffiava con rinnovato vigore, i capelli si abbandonarono ad esso e sembrò che lo sguardo di lei si allontanasse per miglia e miglia, disperdendosi sulla superficie del mare.

Vittima di quel momento magico Squall ebbe una stretta al cuore, sentendosi parte di quella malinconia che sembrava dimorare nell'animo di colei su cui aveva posato gli occhi.

La ragazza si chinò nella “nave”, risollevandosi poco dopo stringendo nella mano degli strani piccoli...piccole cose rosa, che disperse in aria con un soffio.

La forza magnetica di quel gesto spinse Squall a sollevarsi e protendersi verso quella figura, sentendo il bisogno di parlarle, quando un improvvisa forza irrefrenabile gli afferrò la coda e lo ritrascinò sott'acqua di colpo con un grande *plomf*.

Ivi si rese conto che la forza irrefrenabile erano le tre paia di braccia di Selphie, Zell e Quistis.

I tre subito gli tapparono la bocca cercando nel contempo di spingerlo sempre più a fondo.

-Dannazione Squall!- esplose Zell dopo aver ricevuto una codata dal suddetto -Sei un pericolo pubblico cazzo!

-Modera i toni Zell- gli ringhiò d'improvviso Quistis, minacciosa.

Con una rapida mossa Squall ribaltò la situazione liberandosi e stendendo tutti con un sano sinistro, per poi rilanciarsi alla superficie, smanioso come non mia.

Era un sentimento nuovo.

Non lo comprendeva e non lo controllava, era come se qualcos'altro stesse decidendo per lui.

Emerso con uno scroscio d'acqua e subito si congelò sul posto, ritrovandosi col volto a due palmi da quello della ragazza.

Lei aveva udito chiaramente il tonfo, e così si era rapidamente avvicinata salendo sullo scoglio, prima che Squall riemergesse.

Rimasero entrambi immobili, gli occhi che non si staccavano mai gli uni dagli altri.

Quelli di lei erano castani, ma di un magnetismo profondo: erano più che occhi, erano due pozzi, erano due universi sconfinati da esplorare.

Squall non arrossì solo perché il suo corpo e la sua mente non erano più in grado di comunicare.

Dal canto suo la ragazza...probabilmente si, era nella stessa situazione.

Poi Quistis sbucò dall'acqua, tirando fuori anche la coda e abbattendola sulla capoccia di Squall -Dannato ragazzino viziato!

E la ragazza svenne cadendo in acqua.

*Pluf*.


A\N: Fine prima parte.

DII\N: Fine prima parte cosa, che non si è capito niente.

A\N: Va che non è facile farla per intero la storia.

DII\N: Si certo. Senti con Yuffie che ci devo fare?

A\N: Niente, la spedisci a casa con un espresso.

DII\N: Certo. Mo do hai lasciato il caffè?

A\N: Sai che non mi piace.

DII\N: Ti prendevo per il culo.

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Capitolo 15
*** Il risveglio dei sensi ***


A\N: Quanta roba che ha lasciato Yuffie! Dove diavolo lo trova il tempo di pensare tutto questo con gli impegni al Garden e il servizio con la Squadra Disciplinare...?

DII\N: Ho come il vago sospetto che sia colpa tua, come tutto in quel mondo d'altronde.

A\N: Oh, senti non mi puoi fare una colpa se a noi del mondo reale piace inventarci le cose irreali e fuori dalla nostra sfera del possibile.

DII\N: Gli altri non mi interessano, non mi hanno “inventato”: tu, invece, si.

A\N: Senti se sei ancora arrabbiato per quello che ho fatto succedere a Tifa posso...

DII\N: Ma non solo a Tifa: a Cloud, Marluxia. Anche a Larxene, Tidus, Squall, Gidan, Bartz...

A\N: Santo cielo sei così tormentato. Non è che i problemi di tutti ricadano su di te...

DII\N: Parli tu. Io non mi faccio carico della sofferenza dei miei colleghi nelle tue storie. Io mi faccio carico di rammentarti che tutte le sofferenze che gli vengono provocate sono per causa tua.

A\N: Tu stesso sei la prova che non è vero!

DII\N: Dici?...Avanti scrivi quello che ti pare, tanto non posso farci niente.


Tifa si riprese all'improvviso, come a svegliarsi di soprassalto da un incubo.

Iniziò a respirare affannosamente, guardandosi attorno smarrita, prima di mettersi a sedere, avvertendo forti fitte in tutto il corpo.

Il volto le si contrasse in una smorfia di dolore, per cui non riuscì a scorgere subito Lulu, seduta vicino alla finestra dell'infermeria, mentre fuori era piena notte: una delle venti lune era piena e splendente, facendo ombra alle altre.

-Ben sveglia- disse con un tono dolce la dottoressa, senza sorridere.

Tifa esitò ancora qualche istante, osservando smarrita l'ambiente, rima di realizzare dove si trovava.

Poi con un sospiro ricadde all'indietro, dando sollievo alle membra doloranti.

-Hai avuto una gran brutta avventura oggi, ragazza mia- le disse Lulu avvicinandosi.

Rimase a fissare ancora per un po' il volto di Tifa, ancora segnato dalle ferite di quel giorno, ed ebbe un momento di rabbia represso quasi subito -Una che mi auguro non dovrà subire più nessuno.

Gli occhi delle due si incontrarono, prima che Tifa discostasse di nuovo il suo, per nascondere la sofferenza che ancora si portava dietro.

E così le cadde l'occhio sulla figura addormentata, che si era abbandonata sul letto a seguito della tarda ora.

E subito il senso di colpa riaffiorò nell'animo di lei a vedere Aerith, con ancora il livido dovuto al pugno della mattina ben visibile sul volto dormiente.

-Non sentirti in colpa, non dopo quello che è stato oggi- le disse Lulu, sempre inespressiva.

Lei aveva già sentito quanto successo durante la lezione, anche dalla stessa Aerith, e al contrario della suddetta aveva dedotto facilmente le ragione che avevano portato Tifa a quel gesto estremo.

-Ora dormi, domattina sarà più facile parlare- aggiunse poi la donna, facendo un attimo il giro della camera controllando che pazienti e ospiti dell'albergo fossero tutti a posto, prima di tornare al suo posto accanto alla finestra.

Però Tifa ancora non si addormentava.

Così la nostra Lulu fece una breve ricerca mentale di un incantesimo del sonno per aiutare la ragazza.

Non erano proprio nel repertorio di un mago nero, gli incantesimi del sonno, ma per fortuna lei aveva avuto degli ottimi insegnanti e riuscì a riprodurre una tecnica semplice, anche se con un po' di difficoltà.

Quando avvertì il respiro di Tifa distendersi e il battito cardiaco rallentare, anche Lulu si ritirò nella dimensione dei sogni.


Il mattino dopo la prima a svegliarsi fu Aerith, abituata al ritmo delle piante e quindi sensibile ai minimi cambiamenti di luce, e subito dopo Quistis, avvezza ad una vita sana e rigorosa.

La professoressa bionda aveva dormito a sua volta su una sedia, in un angolo della stanza, lontana da porta e finestra.

Mentre la seconda si stiracchiava in silenzio la prima volgeva i suoi occhioni dolci e pieni di compassione verso il volto dell'amica, che dormiva ancora sonoramente, distesa e tranquilla.

A quel punto si volse, posando lo sguardo sugli altri due letti, dove Squall e Cloud stavano ancora in coma.

A quel punto anche Lulu uscì dal mondo dei sogni, abituata com'era a crescere un bambino di pochi mesi e quindi sensibile alle reazioni dei corpi attorno a lei.

Neanche la mancanza di sonno la turbava più.

Fece un segno di saluto alle altre due e prima di segnalargli di avvicinarsi alla porta per parlare in privato, per non svegliare i dormienti.

Ma mentre erano sul punto di uscire, un forte, rude e rozzo sbadiglio fece sobbalzare tutti gli occupanti, svegliando Tifa che stava meglio, Light che aveva dormito su una sedia appoggiata al tavolo con il gomito, e Guerriero che aveva dormito in piedi appoggiato alla parete affianco alla porta.

-Giorno...- disse con voce impastata e confusa Fang, mentre si metteva a sedere, grattandosi la schiena.

Aveva ancora la testa fasciata dal giorno prima, e di sicuro le sue abitudini trasandate non avevano fatto altro che peggiorare.

-Oh, ehi prof- salutò la ragazza quando scorse Quistis, che la fissava con lo sguardo allucinato condiviso anche dalle altre due che l'affiancavano.

Fang scese dal letto, stiracchiandosi in modo poco cortese e formale, sbadigliando a bocca spalancata nuovamente.

-Allora, che succede?- chiese Fang finito di fare stretching, constatando nel frattempo che tutti nella stanza la fissavano (esclusi i due in coma, ma quelli non si sarebbero svegliati nemmeno se Jecht e Sephirot avessero iniziato a combattere nel corridoio lì affianco).

-Niente- rispose Lulu, lanciando una rapida occhiata a Squall e Cloud, prima di riportare lo sguardo su Tifa -Meglio?

Lei ci rifletté un attimo, prima di annuire.

-Bene. Ora scusami se te lo chiedo, ma ricordi qualcosa di ieri...?

-FANG CHE FAI!?- esclamò Quistis.

-Pago la scommessa?- rispose quella alzando il sopracciglio, ferma nel gesto di levarsi quella sottospecie di copri-seno tribale che portava (grazie al cielo non stava iniziando dalla gonna).

-MA...!- stava per protestare la bionda quando Aerith le tappò la bocca, prevedendo la reazione di Lulu che si volse verso di loro con la mano e gli occhi avvolti da fiamme nere -Questa è un infermeria, e qui il silenzio è il bene più grande.

Messa alle strette Quistis sudò freddo ed annui, dando così a Fang la possibilità di finire di svestirsi e mostrarsi nuda come un verme, secondo la dizione di molti.

Mentre la bionda spalancava la bocca così tanto che il mento arrivò ad impattare con il suolo, Aerith lanciò un paio di rapide occhiate a Light e Guerriero, facendo un mezzo sorriso: la prima si era nascosta la faccia tra le mani, per nascondere il vivo rossore, mentre il secondo si era limitato ad alzare lo scudo (che si portava sempre dietro assieme alla spada, anche se indossava abiti civili, come adesso) a coprire il volto.

Tifa in tutto quel tempo si era presa un momento per ripensare al giorno prima, e il dolore e la paura si fecero subito avanti.

Lulu, per accertarsi ulteriormente, cercò di prenderle la mano, ma la ragazza la ritirò di riflesso.

-Immagino di si- rispose a quel punto la dottoressa -Credo che per oggi sia meglio non fare menzione di quanto successo- aggiunse poi voltandosi agli altri ospiti, finché il suo sguardo si posò su Fang.

-Dannazione ragazza te l'ho detto venti volte di non sforzarti troppo quando combatti. Non ti fa bene, specialmente alle gambe: diventeranno sproporzionate se non ci metti un minimo di bilancio- la rimproverò severamente la donna, fissandosi poi sul seno -Sembra che la crescita si sia interrotta.

-Beh, non è tanto male- rispose a tal proposito la ragazza, mettendolo un po' in mostra -È abbastanza grande per i miei scopi.

-Quanto ero spaventata che saresti finita come me- fece la dottoressa, facendo riferimento alle dimensioni sproporzionate del proprio.

Quistis si sentì chiamata in causa, dato che anche il suo era a dir poco da record ma evitò di fare commenti.

-Posso andare?- chiese Fang, afferrando il proprio bastone.

Quistis e Lightning reagirono saltando subito in piedi, e stavano per dire un “NO!” secco quando Aerith tappò la bocca di entrambe, per preservare l'umore di Lulu.

-Non ancora: dopo quella botta non mi fido- rispose per fortuna quella -Dovrai pazientare ancora un poco, il tempo di controllare non ci siano danni al livello nervoso.

-Come vuole lei- rispose la ragazza, un poco delusa.

Lulu stava per rivolgersi a Tifa, che intanto si era tirata a sedere con un po' di fatica, quando si sentì battere alla porta.

La donna rimase un poco sorpresa, dato che il timbro di sicuro non era quello di Rydia -Rydia, sei tu?

-No, siamo portatori di auguri di buona guarigione- si sentì dire dall'altra parte.

Lulu sbuffò -Gidan vi abbiamo dimesso ieri. Non abbiamo neanche aperto.

-Coraggio Lulu, tesoro. Non facciamo del male a nessuno stavolta. E poi non sono solo da parte nostra.

Lulu portò lo sguardo sui suoi “inquilini”, notando gli occhioni di supplica di Aerith e la teste che facevano di no come impazzite di Light e Quistis.

-Solo perché oggi mi va- rispose la dottoressa.

Così ecco entrare Gidan, con ancora qualche cerotto e un paio di graffi, con un immenso mazzo di fiori, che lui andò a depositare affianco al letto di Tifa -Da parte di tutti. Anche di Cid.

Suo malgrado la ragazza sorrise, anche perché si immaginò il burbero bidello che si raccomandava con Gidan a tal proposito.

Dietro al tappo con la coda entrarono Bartz e Tidus, anche loro non proprio in formissima e con due sacchi enormi sulla schiena.

La delusione di vedere Squall e Cloud ancora in coma si fece subito viva nei loro occhi, ma scossero le spalle e fu come se niente fosse successo.

I tre a quel punto salutarono gli altri inquilini, e non appena Gidan scorse Fang le chiese di mettersi in posa.

Lei accettò di buon grado e il pervertito maximo cominciò a scattare foto con il naso grondante, mentre i due compari si limitavano ad osservare sempre con le fontane di sangue in piena attività.

Ma ovviamente dopo pochi attimi il piede di Light schiacciò la testa di Gidan al suolo, mentre lei mormorava qualcosa sull'essere Leader della Squadra Disciplinare, per poi cercare di costringere l'amica a rivestirsi.

Ma come risultato si ritrovò girata di 180° con Fang che la rispedì al suo posto con uno sculaccione, rossa come un peperone.

Mentre nell'infermeria tornava un aria più allegra e meno tesa, fece il suo ingresso Rinoa, che si diresse a passo sostenuto ma calmo e posato da Squall, per poi sedersi sul letto e prendergli la mano tra le sue.

Quasi tutti nella stanza arrossirono con un mezzo sorriso di compiacimento, ma Tifa non poté fare a meno di chiedersi come la ragazza potesse comportarsi in modo tanto tranquillo con Squall attorno, e soprattutto come facesse ad avere un occhio nero di prima mattina.

Poi Ashe entrò, e lanciò una fugace occhiata verso l'altra ragazza, e i dubbi sbiadirono di fronte all'evidenza.

Dopo Ashe fece il suo ingresso Firion, che salutò il caro amico Guerriero e stava per farlo anche con gli altri prima di vedere Fang, e quindi svenire espellendo qualche gallone di sangue, nella risata generale (e Squall e Cloud stavano sempre in coma).

Dietro a Firion entrò Yuffie, con un espresso, che portò in silenzio a Tifa.

Quando l'amica le chiese dove l'aveva preso, lei si limitò a stringere le spalle e dire -Me lo sono ritrovato in mano.

Ma poi non è che puoi andare a dire a una che ha appena assaggiato l'Inferno sulla sua pelle che il mondo in cui vivete in realtà e stato creato dalla fantasia di qualcun altro e pretendere che quella capisca.

-Cosa sono?- chiese nel frattempo Guerriero, riferendosi ai sacchi che Tidus e Bartz avevano portato dentro.

-Oh, auguri di buona guarigione per Squall e Cloud- rispose Tidus, scatenando il silenzio generale.

-Un sacco a testa- si sentì di precisare Bartz.

Tifa sentì una fitta di gelosia fin nel profondo, e si volse subito verso Rinoa, la quale però aveva la stessa espressione in volto.

E pensare che nella sala tutti erano convinti che il 90% (almeno di quelle di Squall) le avesse scritte lei.

E di certo non si accorsero del fatto che Quistis e Ashe stessero dando le spalle alle due, rosse in volto più che mai, e che Rydia entrò cercando di essere più defilata possibile per nascondere il proprio coinvolgimento nella faccenda.

-Oh, ce ne è una da Cecil- disse Guerriero, estraendo a caso dal mucchio -La sua grafia è tanto peculiare quanto affascinante- il presidente del Consiglio Studentesco rigirò la piccola confezione di carta tra le mani, come noi faremo con un cucciolo delle dimensioni della nostra mano.

E a quel punto a tutti saltò in testa l'idea che tra Cecil e Guerriero ci fosse una relazione.

L'atmosfera si fece tuttavia sempre più colloquiale, e ovviamente persino tra i tre discoli e la Squadra Disciplinare fu chiamata una tregua.

Tifa scambiò qualche parola con Yuffie in pace, prima che arrivasse Aerith e l'abbracciasse.

Così, arriva non invitata e stringe forte a se l'amica.

Nella sorpresa si fece spazio la gratitudine e la commozione, e alla fine Tifa ricambiò l'abbraccio, piangendo di cuore.

Il sostegno delle persone che ti stanno vicino è il miglior balsamo per i mali.

Chi più chi meno in quella sala si sentirono tutti vicini per un po'.

Poi entrò Vivi, portandosi dietro un abito nero.

-S-salve a tutti gente. Vedo che siete tutti allegri- (la meditazione aiuta molto) -Lulu, eccoti qui. Mi servirebbe una mano con questo.

-Cos'è?- chiese lei interessata.

-L'abito di che abbiamo trovato nella stanza.

L'atmosfera si gelò.

-Di chi era?- Tifa fu l'unica che si arrischiò a chiedere, non sapendo.

-Probabilmente di quella ragazza- rispose Gidan.

-Sembra che fosse Larxene, anche lei era del terzo anno- spiegò Guerriero di Luce...er Timmy.

Tifa rimase in silenzio.

-È un tessuto magico, e protegge dagli attacchi fisici e dalle magie più semplici. Ancora non sappiamo come sia stato creato e soprattutto come abbai fatto lei a procurarselo- continuò a spiegare Vivi.

Mentre Lulu prendeva il capo d'abbigliamento tra le mani, dimostrando un sano interesse, a Tifa balenò un idea in testa.

-Non è che potrei chiedere un favore?


A\N: Ok, questo dovrebbe essere il giusto.

DII\N: Certo che ti ci accori a far vedere quanto ti piace essere solidale con le vittime delle sventure che crei.

A\N: Senti, uccello del malaugurio, perché invece di rovinarmi la giornata non te ne vai a fare qualche opera di beneficenza, tipo ammazzare Griffith una buona volta? O meglio andare dalla tua ragazza? O magari, che ne so, radere al suolo la Shinra se ti va?

DII\N: E tu ti fidi a restare solo quando c'è Yuffie che medita vendetta?

A\N: So quando devo chiedere aiuto.

DII\N: Si si, infatti io non mi muovo da qui.

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Capitolo 16
*** Torte, Gnocchi e Idioti ***


A\N: GURREN! LAGANN! GIGA! DRILL! BRE...!

DII\N: Hoy illuso, la fai finita?

A\N: Oh e che cavolo! È troppo figo urlarlo.

DII\N: Pensa quanto lo sia farlo davvero...

A\N: Quanto sei simpatico...

DII\N: Indovina un po di chi è la colpa.

A\N: Bah, facciamo altro.


-Sorpresa?- fece Cloud ritornando ad avere il tipico sguardo poco entusiasta che lo caratterizzava.

-Potrebbe...risultarvi...molto strano- continuò Tifa, come non l'avesse sentito.

I due maschi si scambiarono uno sguardo inespressivo, che nascondeva la confusione totale.

“Cos'era una sorpresa?” fu la muta domanda che si scambiarono quei due sguardi, ma il buonsenso fece in modo che i due non esprimessero la domanda ad alta voce, evitando così di ricevere un gran bel colpo in testa da Tifa, che dopo tre giorni di convalescenza erano l'ideale per iniziare bene una giornata.

-Comunque...ecco...- la ragazza non riusciva a spicciare mezza parola quando c'era di mezzo Cloud, e gli altri due non osavano aprire la bocca per evitare di dire qualche idiozia che gli sarebbe costata cara.

Poi Cloud realizzò una cosa, e per accertarsi meglio alzò le coperte, confermando quanto scoperto, e voltandosi verso Tifa (che cominciava a perdere sangue dal naso) chiese -Dove sono i miei vestiti?

Presa in contropiede lei esitò un istante prima di rispondere -Ecco...appunto!

-I miei vestiti sono la sorpresa?- chiese Cloud, sorpreso.

-Beh, si. I vostri vestiti- rispose Tifa, facendosi di lato rispetto alla porta e battendo le mani.

A quel punto i due portoni si aprirono verso l'interno, facendo entrare Garneth, Yuna, Serah e Aerith che reggevano la nuova tuta di Cloud (quella di Advent Children e KHII) e Rinoa e Terra che portavano pantaloni, giubba e guanti per Squall.

-Per noi?- chiesero sorpresi i due, senza raccapezzarsi.

-Certo- rispose Tifa sorridendo -Siccome avete compiuto un gesto di grande generosità e coraggio, tutte hanno accettato di collaborare all'idea- “Perché io non sapevo cucire”.

-Grazie- rispose Cloud al massimo della sua gioia, scivolando con calma fuori dalle coperte, prima di mettersi in piedi.

A quel punto il ragazzo si stiracchio ampiamente, causando a tutte (tranne Aerith, che sorrideva) una buona esplosione si sangue dal naso.

Per fortuna che gli avevano lasciato addosso un paio di mutande, senno...

Dopo alcuni secondi però Rinoa si riebbe e si volse verso Squall tutta infervorata -Squall, fatti sotto!

-Come?- chiese lui colto alla sprovvista.

-Devi farti sotto! È il tuo rivale! Si sta prendendo tutta la scena! Non è giusto!

Squall rimase ad osservarla per un paio di secondi, prima di sospirare -Beh, dato che è il mio rivale...

Anche il secondo ragazzo uscì dalle coperte, togliendosi la maglia bianca che gli avevano lasciato addosso e restando anche lui in mutande, per poi stiracchiarsi a sua volta.

A quel puntò la quantità di sangue raddoppio in modo esponenziale, lasciando Tifa, Yuna e Rinoa a fissare imbambolate i due, mentre Terra e Garneth si rifugiarono nell'angolo più estremo della stanza, spaventate, senza riuscire a distogliere lo sguardo nonostante tutto.

Aerith continuò a sorridere, restando ferma al suo posto con le gote appena arrossate e le braccia conserte.

Di fianco a lei stava Serah, che era completamente all'oscuro di quello che le stava succedendo, e continuava a sanguinare copiosamente ma senza lo sguardo terrorizzato di una pudica fanciulla ne quello affamato di una ragazza che cerca la soddisfazione fisica.

Aerith se ne accorse suo malgrado e richiamò l'attenzione dell'altra -Perché lo sguardo smarrito?

-Perché...oh, è solo...mia sorella non mi ha mai parlato di questo.

-Ah, capisco. Clare sa come essere iperprotettiva e causare più danni.

-Ma non la chiamate tutti Lightning a scuola?

-Sono una professoressa, la chiamo con il suo vero nome.

-Ah, mi scusi.

-Non preoccuparti. Comunque, siccome sembra che tu ne abbia bisogno, ti farò un corso accelerato. Innanzi tutto, quella che stai provando adesso è eccitazione sessuale.

-Eccitazione sessuale?

-Si, avviene in determinate situazioni. Vedi in natura per garantire la continuità della vita esistono due diverse tipologie di esseri viventi: i maschi e le femmine. Le femmine siamo noi, i maschi ovviamente sono loro.

-Capito.

-E in quanto di due tipologie diverse, eccettuati casi più rari, maschi e femmine non possono che essere attratti avvicendevolmente. Ora, l'urgenza sessuale che senti e tipica di questa età, in cui l'essere vivente diventa adulto o quasi. In oltre uno dei fattori scatenanti può essere la nudità di un soggetto dell'altra tipologia, appunto un maschio.

-Quindi sono eccitata dal fatto che Squall e Cloud sono nudi davanti a me.

-Esatto.

-E come posso soddisfare quest'urgenza?

-Saltandogli addosso e sfogando i tuoi bisogni corporei.

-E nel caso queste opzioni non fossero contemplabili?

-Eh, allora puoi soltanto sperare di non cedere. Certo sarebbe più facile se loro fossero meno belli o magari vestiti, e soprattutto fuori dal tuo raggio visivo. Inoltre le regole della buona educazione proibiscono di dare sfogo a quest'urgenza in pubblico.

-Non è molto bello da sentire.

-Nah, rilassati, ci si può sfogare anche in modi più innocenti.

-Modi più innocenti?

-Si, baci e abbracci. Non sono vietati e anzi sono considerati un gesto comune.

-Ah capisco. No, non capisco. Un esempio?

-Beh, vediamo. Un abbraccio...?

-Abbraccio?- chiesero a quel punto Squall e Cloud, immortalati a fare a gara di pose da statue greche, costringendo le ragazze a sbavare come maniache.

-Eh si un abbraccio...- stava dicendo Aerith prima di rendersi conto dei suoi nuovi interlocutori.

-Intendi così?- chiese Cloud, che avendo frainteso, abbracciò Squall, che ricambiò per lo stesso motivo.

Mentre ormai, malgrado la loro pudicizia, anche Garneth e Terra avevano perso il controllo dei propri feromoni, Aerith ebbe lo spirito di darsi un ceffone in fronte scuotendo il capo -No no no no no. Non così.

La professoressa si fece avanti con passo sicuro oltrepassando la grande muraglia (Tifa-Yuna-Rinoa) e gli abiti nuovi abbandonati sul pavimento, separando i due baldi giovani.

-Così!- lei passo tra i due, voltandosi verso le altre ragazza, e cinse la vita di entrambi, stringendoli a se.

Alla fine di ciò sorrise.

Ovviamente l'atmosfera della camera cambiò drasticamente, portando Yuna, Garneth, Terra e Serah a sbiancare di fronte alla carica di gelosia negativa che Tifa e Rinoa emanarono in quel preciso momento, avvolte in un aura oscura contornata da lampi originati dai loro occhi fulminanti.

Vista la mala parata le altre quattro fece silenziosamente marcia indietro strisciando al suolo per evitare di farsi sgamare, per poi serrare la porta alle loro spalle.

Quando finalmente tutte le serrature schioccarono e i sigilli magici si attivarono, tirano un sospiro di sollievo che si sentì fino alla luna.

-Oh mamma- fece Garneth appoggiando lo testa alla porta.

-Che paura- rabbrividì Terra indietreggiando e facendosi piccola piccola.

-Non sapevo che situazioni del genere potessero verificarsi- disse Serah, continuando a fissare la porta con sguardo confuso -Gli stavamo solo regalando dei nuovi vestiti.

-Squall e Cloud sono fottutamente hot- mormorò Yuna scivolando lungo le porte serrate fino a terra.

-Yuna, ma te non stavi con Tidus-senpai?- chiese Garneth, che si era interessata alla faccenda negli ultimi giorni.

-Bah non nominare più quel viscido verme in mia presenza- le rispose brusca l'altra, ancora avvelenata dal giorno dell'incidente con Light e compagnia.

-Sembra che ti sia decisa- fece Paine passando in corridoio -Niente rimpianti, spero.

-Certo, chi lo vuole intorno quell'idiota doppiogiochista infedele figlio di un ubriacone?- rispose Yuna, cercando di darsi ancora più tono.

-YaI!- esclamò Rikku sbucando da dietro a Paine a caso -Una grande applauso per la nostra nuova single!

Di punto in bianco il corridoio si oscurò e si accesero due riflettori su Rikku e Paine, che iniziarono a cantare (e soprattutto a ballare) “Single ladies” di Beyonce quando qualcosa di grosso e non ben definito arrivò scarrellando a tutta birra spedendole via dal campo visivo del lettore.

Quando le luci tornarono al loro posto, Yuna si ritrovò davanti un'immensa torta di quella da premio Nobel su un carrello da esposizione.

-What the..?- cominciò a dire la ragazza, cominciando a sospettare qualcosa, ma venne interrotta da un esplosione di crema, panna e cioccolata che rivelò un Tidus e ricoperto di leccornie all'interno del dolce.

E questi, con gli occhi da cucciolo e le lacrime di che sgorgavano come le cascate del Niagara, porse un immenso mazzo di rose, i gambi di gelatina e le corolle ognuna di un gusto di gelato diverso, disse -Yuna...Come Back to Me!

Quella era rimasta con la faccia sconvolta per tutto il tempo, ma quando sentì il disperato richiamo del ragazzo gli occhioni le si riempirono di lacrime e saltò in braccio al biondo baciandolo appassionatamente al grido -TIDUSCUCCIOLOTTODELLAMAMMA!

Serah e Garneth fecero gli occhioni grandi di commozione stringendo e le mani davanti al volto e sollevando la gamba, mentre Paine e Rikku si sedettero tranquillamente a gambe incrociate con un block-notes scrivendo -20, torta e mazzo di fiori con gelato.

-È già successo venti volte!?- fecero le altre due con lo sguardo scioccato, rompendo la magia.

Terra annui in assenso, prendendo poi al volo l'occasione per allontanarsi assieme alle due ragazze più giovani.

Intanto Tidus si ergeva virilmente in piedi, coperto di dolce dalla vita in giù, con Yuna appollaiata su un braccio che lo baciava come nei film, tenendogli la testa ferma con le mani.

L'altro braccio del ragazzo cadeva rilassato lungo il corpo, dando un idea di stabilità e dominanza sulla situazione e sul gesto.


-Allora come sono?- chiese Aerith con le braccia dietro la schiena aspettando che Squall e Cloud le dessero un responso.

-Non male: hanno flessibilità e morbidezza, e da quanto ho capito anche un incredibile resistenza, e sembrano anche profumare- rispose Cloud, menando un paio di fendenti con addosso la nuova tunica.

-Quello è merito di alcuni inserti floreali che ho inserito nel design- aggiunse Aerith spiegando.

-Ancora non capisco come sia possibile- rimuginò invece Squall rigirandosi la mano destra con il guanto infilato davanti agli occhi.

-Non lo sappiamo neanche noi. Non siamo stati in grado di determinare alcun tipo di teoria riguardo alle origini di questo materiale. Siccome Tifa ci teneva tanto non abbiamo ritardato la preparazione per fare delle analisi approfondite. E avremo costretto Cloud ad andare in giro nudo d'altronde, no?- rispose Aerith, restando seria fino all'ultimo pezzo, in cui si girò verso Cloud strizzando l'occhiolino.

-Ho dei vestiti di ricambio, lo sai- rispose invece lui, andando verso i suoi armadi e aprendoli, sconvolgendo lo sguardo calmo di Squall mostrando il caos più totale.

-Dunque, cosa posso scegliere?- cominciò a rimuginare il biondo, mentre il rivale si diresse con una certa ansia verso i propri possedimenti, per controllare che fosse ancora tutto a posto.

E per fortuna lo era, l'uragano Cloud non era passato di lì.

Aerith fece una mezza risatina, osservando come Squall continuasse a lanciare sguardi rapidi e sospettosi a Cloud mentre sceglieva in fretta e furia un cambio completo, come se temesse che il compagno di stanza potesse fare qualche scherzetto.

Dal canto loro Rinoa e Tifa erano ancora svenute sul divano con un bernoccolo in testa.

Mai attaccare Aerith in in modo impulsivo.


Xemnas osservò tutti i presenti.

Qualcuno mancava.

Certo Larxene era morta e Marluxia riposava nell'ampolla rigenerativa, ma il resto...

Roxas era venuto un poco titubante, su insistenza di Axel che riteneva quell'incontro un obbligo, specialmente dato che delle persone che avevano conosciuto sono alcuni giorni prima erano morti, e neanche tutti.

Xion aveva dovuto declinare, in quanto il danno alla testa la metteva ancora in difficoltà di muoversi e pensare chiaro, quindi per ragioni che il leader comprendeva bene si era preferito tenerla tranquilla.

Artemisia aveva rifiutato nuovamente la convocazione, e Sephirot li aveva ignorati alla grande.

Xemnas passò il suo sguardo su tutta la tavolata, scorgendo pochi volti crucciati o turbati dai fatti recenti: Axel era uno dei pochi.

Roxas cercava di apparire dignitoso, benché si sentisse in soggezione; Saix continuava a sedere stoico al suo posto, come Xemnas gli aveva insegnato; Xigbar si guardava intorno fare sadico, tenendo le mani incrociate davanti agli occhi; Luxord era intento a guardare le carte, come al solito; Zexion rimirava un immagine di Rydia, che aveva modellato con la magia in modo che la figura della ragazza risplendesse come il sole; Laexus guardava Zexion con i suoi giganteschi occhioni curiosi; Vexen si divertiva a far girare il proprio collo in posizioni assurde e umanamente impossibili; Demyx stava stravaccato sulla sedia con le braccia incrociate dietro la testa, guardando il soffitto; Xaldin era silenzioso, aspettando qualcosa.

Poi c'erano gli altri: Kain, in un angolo appoggiato alla parete con il capo chino sul petto, dandosi un aria ancora più misteriosa, mentre un Seymour mortalmente annoiato continuava ad agitare il proprio bastone (con una nuova pietra dai riflessi azzurro-bluastri incastonata in cima) davanti agli occhi stralunati di Seifer, Raijin e Fujin, che continuavano a seguirla come le falene con la luce.

Parlando di idioti ne aveva radunati non pochi.

Per riportare l'ordine Xemnas si schiarì la gola, cercando di essere lieve, ma finì per attirare solo l'attenzione di Axel e Saix, che assunsero un atteggiamento più dignitoso, senza arrischiarsi a guardarlo direttamente.

Non soddisfatto il grande leader colpì il tavolo con il pugno, urlando -Idioti!

Subito tutti (escluso Kain) saltarono in piedi sull'attenti -Si mio signore!

“Lo sapevo” pensò Xemnas con una punta di rassegnazione.

-Come osate oziare in questo modo? Sono morte delle persone!- inizi ad arringarli il ragazzo prima di essere interrotto da Xigbar -Capirai, la gente muore ogni giorno. Uno o due in più non fa molta differenza...

Quando Xemnas l'afferrò per il capo e lo lanciò contro la parete incavandogli la testa nel muro l'orbo maledisse la sua linguaccia.

-La perdita di una vita è sempre una perdita, che sia amico, nemico o sconosciuto passante.

“Sul serio non sapevi dire niente di meglio?” si domandò mentalmente Axel.

-Quello su cui ci ritroviamo davanti ora è un vicolo ceco. Dopo l'attentato di Larxene alla vita di uno dei ragazzi di quest'accademia tutti sono in allarme, Consiglio e Squadra Disciplinare. Il che significa guai, molti guai.

-Non dovremo forse considerare di prendere provvedimenti contro Marluxia per averci messo in questa situazione?- chiese Saix.

-Al momento non abbiamo nessuno da incolpare. Non è stata fatta su molta chiarezza sui fatti: stanno cercando di tenere nascosta la cosa alla Shinra- rispose Xemnas -Sembra che il luogo in cui si è sviluppato il fatto non fosse nei piani originali del Garden.

-Come se fosse stato aggiunto in segreto?- domando Kain riprendendosi momentaneamente dal suo torpore.

-Tu puoi capire molto di più Kain, non è vero?- Xemnas si rivolse direttamente al biondo capellone, che si staccò dalla parete avvicinandosi al tavolo con passo imponente.

-La Shinra ha aggiunto in segreto quella camera per uno scopo preciso. Il che significa che probabilmente altre strutture segrete sono state costruite qui per scopi ben diversi da quelli proposti- Kain raggiunse una delle sedie vuote, appoggiandoci sopra una mano -Significa...che siamo cavie?

-O peggio- rispose Xemnas -Questa non è una scuola per riformare dissidenti o terroristi o addestrare soldati, questa è una trappola mortale.

Tutti i presenti rimasero in silenzio, senza spostarsi di un millimetro.

-E allora smontiamola!- disse all'improvviso Seifer -Distruggiamola da cima a fondo! Facciamo sentire alla Shinra il peso delle nostre opinioni!

-È un gesto troppo avventato. E poi questa fortezza ci serve- Xemnas lo interruppe -No, dobbiamo trovare un modo per limitare l'influenza della Shinra su questo edificio.

-Non siamo nella condizione di farlo. L'unica maniera sarebbe attendere che le acque si calmino, ma richiederebbe troppo tempo- rifletté Seymour.

-E perché? Le lezioni sono cominciate meno di una settimana fa. Prendiamocela comoda- rispose Demyx.

-No, l'unico organo in grado di tenere la Shinra lontana è il Consiglio Studentesco. Dobbiamo costringerli a prendere le distanze- continuò invece Xemnas.

-La Shinra si insospettirebbe. Dobbiamo farle credere che vada tutto bene- intervenne Zexion -Io propongo di cercare altre strutture segrete e scoprire se possano essere usate per i nostri scopi. Usiamo le armi della Shinra contro di lei.

Tutta l'assemblea rimase in silenzio, riflettendo sulle possibili soluzione.

-Per il momento sembra essere la migliore linea d'azione- stabilì infine Xemnas -Ci divideremo in gruppi e scenderemo nelle fondamenta.

-Cavolo, altro lavoro- Demyx sprofondò nella sedia, sconsolato.

In quel momento sentirono bussare alla porta.

-Vado io- disse Zexion, volando seduto sul suo libro come fosse un tappeto magico.

-Mandali via- gli disse Saix, di rimando.

“Oh mio dio, Saix inizia a dare ordini. Tra un po comincerà anche a dirmi come devo camminare...” intanto che pensava il ragazzo raggiunse la porta aprendo uno spiraglio quel tanto che bastava per sbirciare fuori -Scusate siamo in unaRYDIA!

La ragazza con i capelli verdi arrossì di botto e distolse lo sguardo con estremo imbarazzo.

-Che ci fai qui?????- chiese il ragazzo cambiando colore e andando sul modello peperone.

Lei ovviamente non riusciva a rispondere.


A\N: Chiarezza, costanza, e suspance.

DII\N: A me pare stanchezza, stupidità e poca inventiva.

A\N: Ho i miei limiti.

DII\N: Ne terrò conto per vendette future.

A\N: Sorcio, fammi un favore e sparati va bene?

DII\N: Ripeti un po.

A\N: Non...ho detto niente. In ogni caso scusate ho avuto un crollo d'ispirazione stavolta, ma almeno ho dei piani più chiari per il futuro. TO THE NEXT. Ciao.

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Capitolo 17
*** Fillerismo e Xemnas prepara la rivincita ***


A\N: Meglio mettersi in moto prima che qualcosa vada storto.

DII\N: È un allusione al sottoscritto?

A\N: Lungi da me sopportare le tue proteste in proposito, quindi rilassati: ho solo paura che le cose mi sfuggano...di penna.

DII\N: Considerato il modo in cui scrivi direi “di tasto”, al limite “di tastiera”.

A\N: Sei sarcastico quando qualcosa non ti va giù, ormai mi ci sono abituato.

DII\N: Beh, lungi da me dirti cosa sia, quindi scrivi.


Xemnas.

Il Signore Oscuro sedeva nella sala, rischiarata da una flebile candela poggiata a terra.

Il cerchio di luce non era neanche sufficiente a disegnare i confini della stanza.

Illuminava a malapena la sedia su cui il Signore Oscuro sedeva, e ciò che vi si trovava di fronte.

Xemnas era crucciato, furioso.

La sua ira era terribile, forte come un uragano, ma celata sotto la coltre del silenzio.

Xemnas era preciso, ordinato, e soprattutto pensava, pensava ogni cosa, prima di agire.

I tratti del volto erano vittima del gioco di luce provocato dalla fiamma della candela, creando un forte contrasto, inarcando di molto la sua espressione.

Poi dal buio totale emerse una figura incappucciata, appena definita dal chiarore.

-Come sta?- chiese Saix, scoprendosi il volto e inchinandosi alla presenza del suo signore.

-Ancora in pericolo. Dovremo tenerlo in questo stato per molti giorni, se non volgiamo perderlo.

-Signore, non siamo stati in grado di recuperare la tunica di Larxene. Se n'è appropriato il Consiglio Studentesco, probabilmente.

-Lo so, è molto irritante la faccenda, nonché di primaria importanza. Se dovessero scoprire troppo potrebbero risalire alla materia prima, e a quel punto interverrebbe direttamente la Shinra, probabilmente con almeno tre nazioni a supporto. E il nostro piano verrebbe vanificato.

-Farò in modo di scoprire al più presto dove sia finito quell'abito- Saix si rimise in piedi, portando brevemente lo sguardo sul corpo avvolto nelle ombre, prima di ricondurlo sul suo signore -Vuole che le porti qualcosa?

-No, mio fido. Ora va e compi la tua missione. Non deludermi.

-Certo Lord Xemnas.

Detto ciò Saix si rinfilò il cappuccio e scomparve tra le ombre, lasciando Xemnas solo.

-Riposa mio fedele, riposa. Al tuo risveglio se ancora non compiuta, avrai la tua vendetta.

Se Marluxia avesse potuto parlare, probabilmente avrebbe risposto a tono.


Intanto si faceva giorno e i vari ospiti dovettero tornare alle rispettive attività, per cui la folla nell'infermeria cominciò a sfoltire.

Mentre Lulu, Vivi e Gue...Timmy rimasero con Tifa a parlare, gli altri si divisero piano piano.

Quistis si diresse subito verso la propria classe, a cui avrebbe dovuto spiegare la ragione per cui i tronchi d'albero sono molto più utili per l'addestramento che le semplici rocce.

Aerith si ricordò di avere alcune piante ribelli in giro per la serra e si fiondò fuori dalla stanza dopo aver dato a Tifa un ultimo bacio di buona guarigione sulla guancia.

Dal canto loro Ashe e Yuffie dovevano tornare al lavoro in quanto membri della Squadra Disciplinare, e dato che ne faceva parte anche Firion le due lo sollevarono da terra e lo portarono via con loro.

Poco dopo anche Rinoa, a malincuore, fu costretta ad andarsene, rimproverando mentalmente i rapporti sui danni alla struttura del Garden per non compilarsi da soli.

Alla fine erano rimaste solo Fang e Light, che nonostante il senso d'imbarazzo all'inizio si erano messe a discorrere come persone normali, e come persone normali uscirono dalla stanza avviandosi con calma verso l'ufficio della Squadra Disciplinare.

E come persone normali si salutarono una volta arrivate, abbracciandosi.

Fu a quel punto che Light si ricordò che la situazione non era affatto normale, e si scostò dall'amica in modo anche fin troppo brusco -FANG CHE FAI!? Non siamo più in infermeria!

-La scommessa era di girare nuda per un giorno intero. E io ho perso.

-Ma cosa dici!? Quella proposta era così assurda che se fossi stata sveglia ti avrei malmenato finché non avessi chiesto scusa!- urlò la ragazza dai capelli fucsia, iniziando a sputacchiare in giro per la veemenza del suo tono, stringendo i pungi e irrigidendo le braccia.

-Quello in effetti sarebbe stato piacevole- rispose invece Fang, assumendo un aria pensierosa senza rinunciare al tono malizioso.

-Cerca di essere seria!- rispose Light in modo ancora più esuberante e con le guance di color rosso vivo.

-Ma lo sono Light. Cosa c'è di male ad andare in giro così? Ho forse qualche difetto?- chiese Fang di rimando, con un tono canzonatorio.

E in più, per sottolineare l'ultima parte, assunse una posa che metteva in risaltò la sua bellezza fisica, la pelle, i tatuaggi le curve.

Suo malgrado Light divenne rossa come un peperone e non ebbe la forza di ribattere.

-Come pensavo. Beh, ti auguro una buona giornata. A dopo Light- disse la mora, voltandosi.

E fu allora che Light noto i tre incomodi, Gidan Tidus e Bartz, incollati alla parte posteriore del corpo di Fang, e le cadde la mascella mentre le pupille sparivano nel bianco degli occhi sgranati, più per il fatto che Fang se li era portati dietro fino a quel momento senza il minimo sforzo, che per un attuale atto oltraggio al pudore.

-Oh ciao ragazze- diceva intanto Fang, rivolta ad una Yuna con gli occhi rossi e le convulsioni di rabbia, ad un altrettanto inferocita Faris che teneva la sorella Lenna svenuta tra le braccia, ad una Serah curiosa come un bambino che vede un oggetto per la prima volta ed a una Garneth “Daga” che si teneva nascosta dietro alla compagna di stanza mentre tentava di riportarla indietro.

-Fang, dietro di te...- stava dicendo Light quando Gidan proruppe -Adesso!

I tre furbacchioni si staccarono dal corpo dell'altra ragazza per poi immobilizzare Light per mezzo di una corda, che l'avvolse come un salame.

L'altro capo della fune venne attaccato al soffitto, portando Light ad essere appesa a testa in giù a 50 centimetri da terra, al che il pavimento si aprì ed un geyser di miele o melassa spruzzò con tutta la sua violenza, ricoprendo la ragazza da capo a piedi.

Il tutto in una manciata di secondi.

-Daje! Je! Je! Je! Je! Je! Je! Je!..- i tre batterono i cinque a due mani raccolti a cerchio attorno alla vittima, prima di mettersi a ballare come indiani attorno al totem.

Una danza tribale, a cui si unirono Serah, che amava la gioia dei divertimenti, indifferentemente dalle circostanze, Fang perché era il genere di cose a cui non avrebbe mai rinunciato, Vanille perché aveva rintracciato Fang via olfatto fin li e ovviamente non poteva mancare di unirsi alla festa, Yuffie per lo stesso motivo di Serah, e Rikku, Penelo e Selphie in quanto già due dei loro membri erano all'opera e loro (capitate per caso nel corridoio) non potevano tirarsi indietro.

Andò avanti alcuni minuti finché il ringhio assassino di Ashe non fece gelare il sangue nelle vene di tutti -Cosa diavolo succede qui? Questa è la Squadra Disciplinare brutto branco di...- inizi a dire il vice di Light uscendo in corridoi prima che gli cadesse l'occhio sul suo leader e sullo stato in cui si trovava -...idioti.

Uscì anche Firion, con un fazzoletto, atto a tamponarsi il naso, ma vedere Fang nuda di nuovo lo condannò ad una caduta rovinosa rispedendolo dentro all'ufficio con un gran baccano.

-Fang...- cominciò a dire Light prima di essere interrotta dal ringhio di guerra di Yuna, che portò i tre combina guai a voltarsi verso le ragazze che li avevano seguiti fin lì.

-Ciao tesoro...- cominciò a dire Tidus con voce stridula, Yuna gli si lanciò contro con un urlo animalesco, passando dalla modalità evocatrice-buona-dolce-e-gentile alla pistolera-pazza-e-psicotica-che-ti-uccide-anche-i-sogni, colpendolo con una testata nello stomaco e spingendolo in avanti finché non avessero colpito una parete.

Bartz a quel punto se la diede a gambe, sempre nella stessa direzione, tallonato da vicino da Faris, mentre le cinque bimbette pazzoidi gli andavano dietro urlando incoraggiamenti a Faris e Yuna.

-Dicevo, Fang- fece Light richiamando l'attenzione dei presenti -Ucc...

-Scusatemi ma sono impegnato- rispose Gidan, anticipando l'ordine della sua nemesi e prendendo Garneth dolcemente in braccio -Questo adorabile piccolo fiore mi ha chiesto di mostrarle la strada per la sua stanza, e ha fretta. Vero, bocciolo di rosa?- fece il biondo usando lo sguardo magnetico numero #23, che portava la vittima del bersaglio a stare al gioco.

-PERVERTITO!- gli rispose invece Garneth evocando il suo scettro e scatenando una scossa elettrica sulla scimmietta antropomorfa, che la lasciò andare cadendo al suolo fumando.

-Prendi questo!- insisté ancora la ragazza spedendo un altra saetta a colpire il deretano del biondo, convincendolo a darsela a gambe.

-E questo! E questo!- continuò ad incalzarlo Garneth, andandogli dietro tallonata da Serah che cercava di calmarla senza risultati.

-Beh direi che tutto è bene quel che finisce bene- disse Light un paio di minuti dopo, quando nel corridoio era tornato il silenzio.

-Tu credi?- fece Fang, guardando in un punto imprecisato sopra la testa di Light.

Fu a quel punto che lei realizzò di non avere più gli stivali e i calzini, e che qualcuno le stava gentilmente succhiando il piede.

-Oh no- mormorò il leader della Squadra Disciplinare, realizzando di essere nella merda fino al collo -Ashe...- fece Light, mentre il sudore cominciava a scenderle lungo la faccia -Ashe, ti prego...- insisté con debolezza Clare, mentre l'altra continuava imperterrita la sua attività.

-Fang...- la ragazza si rivolse all'unica altra persona in zona, ma realizzò di essere fottuta quando scorse la suddetta intenta a mangiarsi popcorn spuntati dal nulla con un gran sorriso sul volto.

-Rilassati tesoro, andrà tutto bene- rispose la mora con tono affabile.

-NOOOOOOOOOOoooooooooooohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh.


La figura nera apparve di nuovo, dove le ombre si confondevano con la sua veste.

-Lord Xemnas- fece Saix inchinandosi al cospetto del suo signore -Porto buone notizie.

Una seconda figura si materializzò accanto alla prima, mostrandosi come Zexion, il quale si inchinò a sua volta, prima di parlare -Xemnas...- l'occhiataccia di Saix gli fece riformulare la frase -Mio signore Xemnas, sono riuscito ad individuare l'abito mancante. Lo hanno portato nell'infermeria.

-Perfetto. Radunate tutti e preparatevi, dobbiamo recuperarlo il prima possibile- fece Xemnas alzandosi, prima che Saix lo fermasse -Mio signore, non cercate di affaticarvi inutilmente. Penseremo noi a recuperare l'abito: provvederò io stesso a condurre l'operazione.

-Attualmente non credo che sarà necessario- intervenne Zexion, lasciando i due in silenzio -C'è dell'altro. Quando l'ho individuato, la magia oscura di cui era composto l'oggetto mi ha permesso di ascoltare quanto veniva detto attorno ad esso.

Mentre finiva la frase il mago evocò il suo libro, aprendo una pagina di arabeschi confusi e tutti illuminati di luce violacea -Sentite voi stessi.

Partì una breve registrazione, in cui si potevano distinguere chiaramente le voci di G ehm Timmy, Lulu, Tifa e Vivi, intenti a discutere.

Quando la registrazione finì, Zexion richiuse il libro facendolo sparire e chinando il capo.

Dopo vari secondi di silenzio, Saix si rivolse al suo leader -La cosa vi compiace mio signore?

Xemnas rimase in silenzio ancora pochi istanti prima di rispondere -Certo, non potrebbe essere meglio. Tuttavia, un nuovo cruccio mi assale- il ragazzo finì la frase e ricadde indietro nella sedia.

-Qual'è, mio signore?- chiese ancora Saix, chinando il capo a sua volta.

-Non so se essere sollevato per la recente piega degli eventi, o se essere attualmente deluso per dover combattere contro dei totali idioti, soprattutto per proteggere tali idioti da nemici tanto terribili.


Un paio di giorni dopo i fatti narrati, Squall e Cloud si risvegliarono nelle loro camere.

I ricordi erano confusi, le membra doloranti, e gli occhi dolenti come se qualcuno li avesse graffiati.

Erano smarriti, deboli, abbandonati.

Finché non riuscirono a mettersi a sedere, in modo da potersi volgere l'uno verso l'altro, non furono nemmeno coscienti dell'esistenza di altre forme di vita.

-Ehi, amico- fece Cloud a fatica, sollevato di scorgere la faccia di Squall.

-Ehi, amico- rispose l'altro, iniziando a sorridere.

Poi la porta si aprì con un po' di esitazione e Tifa fece capolino.

-Ehi ragazzi, siete svegli!

-Si, lo siamo. Cos'è successo?- chiese Cloud, iniziando a scostare le coperte per dirigersi verso l'amica.

-No no no, ti prego. Stai fermo lì finché non ti dico che puoi alzarti.

Cloud inarcò il sopracciglio, prima di annuire in assenso.

-Bene. Come vi sentite?

-Siamo stati meglio- rispose Squall dopo essersi preso qualche secondo per riflettere, sbadigliando.

-È un buon segno. Significa che vi state rimettendo in sesto. C'è mancato poco.

-Poco per cosa?- chiese Cloud, poco interessato.

-Perché voi due moriste.

A quel punto gli occhi dei due ragazzi si sgranarono e si attaccarono alla figura della ragazza.

-Già, se non vi foste impegnati tanto per salvarmi probabilmente io non sarei qui, e voi stareste ancora bene.

-Beh, meglio così no?- rispose Cloud con un mezzo sorriso, incerto.

Tifa arrossì decisamente tanto, e chinò il capo per non incontrare lo sguardo del biondo -E-e-e p-per questo ho...ho voluto...fare una sorpresa a...a tutti e due...


A\N: Quale sarà la sorpresa di Tifa? Lo sapremo nel prossimo episodio! TO The...

DII\N: Ancora non ho capito una cosa.

A\N: E sarebbe?

DII\N: Come fa Marluxia ad essere ancora vivo? E perché Larxene dovrebbe aver preso di mira proprio Tifa?

A\N: Pazienta ancora un po', saprò dirvelo a tempo debito. Intanto TO THE NEXT! Ciao.

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Capitolo 18
*** Dolci storie che si tramando in queste mura... Parte Prima ***


A\N: Cavolo che stanchezza...

DII\N: Stai facendo il pezzente, lo sai?

A\N: Oh, senti, io ho dei problemi da risolvere, ok? Non ci sono angioletti che te li mettono a posto nel mondo reale. Voglio solo dormire adesso!

DII\N: Per uno che crolla dalla stanchezza sembri piuttosto vivace. Hai qualche idea fulminante con cui sconvolgere quei poveracci nel sacco e non te la senti di scriverla?

A\N: E va bene, che rognoso che sei. Scrivo.


Celes si stava per sparare.

No seriamente era esausta, solo dieci minuti di lezione e già voleva la pausa pranzo.

Indovinate chi è che conduceva la lezione?

Si lei, Shantotto.

La nanerottolo malefica, peggio di venti miliardi di libri sulla magia evocativa da imparare a memoria in una settimana.

Era una maga di potenza strabiliante, feroce e anche un po' sadica, e santo cielo quanto rompeva.

Non solo parlava in rime, ma lo faceva anche in latino.

Nei giorni peggiori in greco.

Le lingue dei possenti incantesimi primari, che andavano oltre l'affiliazione dei generi di mago.

E che pizza!

Era una piaga, non si capiva niente e nessuno sopravviveva alla lezione indenne, dato che Shantotto era molto permalosa e se ti beccava che non la sentivi andavi in infermeria per tutta la giornata.

Ovviamente il numero di incidenti era drasticamente calato quando una certa coppia di studenti vedendo una loro amica malmenata dalla prof la presero per i ciucci e la tirarono fuori dalla finestra, e dall'attuale arroganza di Shantotto che molto spesso si perdeva in chiacchiere senza prestare attenzione all'ambiente.

E Zell aveva tutto il tempo di finirsi i suoi panini grufolando come un maiale mentre ne trangugiava una sana quantità.

Celes e molti altri li dentro ovviamente giravano la capoccia dall'altra parte, per preservare l'incolumità del proprio stomaco.

Siccome era un giorni di quelli, Celes era talmente distrutta che si girò quasi controvoglia.

Il suo sguardo cadde su Yuna, che stava nel banco accanto al suo, e non stava prestando attenzione.

NON stava prestando attenzione.

Yuna.

Di tutti in quella classe lei non prestava attenzione?

Da quando in qua? Era l'unica a capirci qualcosa.

E invece stava li, con lo sguardo perso nel nulla assoluto, le mani sulle guance e i gomiti sul banco, il volto un po' arrossato.

Che fosse una di quelle volte?

Si girò verso Rikku e Paine, che stavano più dietro, ma la prima dormiva sonoramente e l'altra fumava con la faccia fuori dalla finestra.

“E va bene, aspettiamo che finisca la solfa e poi forse riuscirò a chiederglielo”.

In quel momento le arrivò un foglietto ripiegato da sopra la testa, che atterrò sul suo banco, lieve e silenzioso.

Tanto per evitare di morire di noia, la bionda lo prese e lo aprì.

Dopo poche righe la apparve il tick rosso sulla fronte e poco dopo appallottolò il foglietto con il pugno e ringhiando sottovoce spedì Irvine contro il soffitto, facendo partire a la sedia come un razzo (tipo come in Angel Beats).

Il ragazzo saltò in piedi urlando -Ma che ho fatto!?- quando riatterrò, ma a quel suono Shantotto si riscosse e, urlando migliaia di maledizioni in rima, iniziò a farlo ruotare in aria usando lo scettro.

Celes fece un mezzo sorriso e si godette quel momento di pausa.


-...e allora lui, dall'alto della sua mascolinità, ha offerto i fiori dicendo “Yuna, come back to me!”. Ed è scoppiato a piangere, che lacrimoni regà. E sapete la parte più bella? Lei. Gli. Si. È. Fiondata. Addosso! A pesce!

Il boato di applausi che accolse l'orazione di Gidan faceva ampiamente capire l'idea di quanto importante fosse la lezione per Lulu.

Tanto brava, tanto forte, tanto cattiva, e quando c'era qualcosa da raccontare puff! classe dimessa.

Ma non prendetela come una cosa negativa, avevano sei ore di lezione al giorno, con una rotazione di quattro giorni, quindi non c'era fretta, anzi era fin troppo tempo.

La prof\dottoressa si fece scappare una mezza risata, pensando a come irresistibile eppure terribilmente incerto fosse l'amore tra Tidus e Yuna, tira e molla in modo talmente plateale che a volte si chiedeva non fosse il loro modo di amarsi, quello di un Flirt continuo.

Certo se Yuna fosse stata la sua sorellina minore l'avrebbe rimessa in riga, ma così...si sentiva troppo in colpa.

“E poi dai che c'era di male?” pensò Lulu, tirando un sospiro e riaggiustandosi sulla sedia.

Mentre lei li osservava ai margini della folla, Tidus non faceva altro che pavoneggiarsi nella propria gloria di macho sciupa-femmine, mentre Gidan e Bartz non facevano altro che saltare tutt'attorno ridendo e raccontando altri particolari.

Gidan, quello si che era un ragazzo sveglio (nonostante le abitudini).

Nessuno prima era riuscito farle cadere una torta nella scollatura (precisa al millimetro poi, non vi dico cosa era successo).

Ma la sua più grande risorsa era il carisma, che travolgeva tutti (quelli di sesso maschile), sempre.

E ovviamente il suo spirito da donnaiolo.

Lulu si fece un poco da parte dato che l'euforia generale stava diventando molesta.

Di fronte a tutti, Locke mise una mano sulla spalla di Gidan e ne elogiò lo spirito da romantico, accolto ovviamente da un consenso generale.

Perché?

Beh diciamo che il nostro diavoletto aveva più e più volte risolto crisi amorose o favorito lo sbocciare di rosee relazioni tra i propri compagni.

Locke e Celes ovviamente furono il primo esperimento di Gidan, anche se involontario.


Quando erano al primo anno, i due non si incrociavano neanche a pagarlo oro.

Lui si atteggiava molto come l'idolo della folla: atletico, bello, con i capelli bianchi, sempre allegro, e ovviamente non faceva altro che dare prova delle proprie capacità atletiche (che impallidirono non appena Tidus Gidan e Bartz iniziarono a darci dentro seri).

Ma sotto sotto Locke era sempre stato un ladro e niente più, e tutta quella messinscena serviva da facciata.

Celes dal canto suo era fredda con gli altri, e stava sempre da sola, cercando disperatamente di restare a passo dei compagni con l'esercizio fisico, per cui non era molto portata.

Poi era arrivata Faris, collaboratrice involontaria, che prese in simpatia la bionda nonostante il suo carattere scostante, e la fece faticare come un ciuco in esercizi estenuanti volti a trasformarla in quella che era diventata al giorno d'oggi.

Tra le due scorreva un rapporto alquanto ruvido, determinato dal fatto che Faris si faceva ancora passare per un maschio per tenere lontani gli altri ragazzi dalla sorella, ma almeno c'era una certa sincronia tra le due.

Un giorno, in cui le ragazze si esercitavano con la guardia abbassata, Gidan ebbe la brillante idea di denudare Celes, che già aveva fama di bellezza esotica, e così riuscì a rubarle il sopra della tuta d'allenamento.

Mentre la bionda si copriva il seno, la piratessa si lanciò all'inseguimento del ragazzo-scimmia, dimostrando un agilità di gran lunga superiore a quella di Locke.

I due fecero quasi il giro completo della scuola, prima di travolgere Locke, appunto.

Aveva appena “trovato” una pelliccia lunga dall'ufficio di Shantotto (dove non sarebbe più rientrato) e stava ancora decidendo cosa farci quando Gidan gli rimbalzò in testa, lasciandolo sorpreso quel tanto che bastava a Faris per gettarlo brutalmente di lato, causandogli un accesso d'ira e spingendolo ad inseguire i due.

Per un caso fortuito i ragazzi ripassarono proprio dove stava Celes, che si arrischiò ad ostacolare Gidan e riprendersi il capo d'abbigliamento con l'unico risultato di essere privata anche della metà inferiore e di fare una capriola in aria consequenzialmente al movimento compiuto da Gidan, restando stordita al suolo.

Giungendo sulla scena in quel momento Locke ebbe un attacco di panico nel vedere Celes nuda mentre si rialzava con qualche fatica da terra.

Il ragazzo entrò in confusione e cercò disperatamente un modo per tirarsi fuori da quella situazione imbarazzante e senza farlo apposta gli cadde l’occhio sulla pelliccia.

Quindi, mentre Celes si tirava su a sedere, lui le pose con delicatezza il manto sulle spalle.

Ovviamente la ragazza si volse nella direzione di Locke, il quale era tuttavia intento a sistemarle per bene il vestiario, in modo che non cadesse al primo soffio di vento.

Celes era ancora troppo stordita per urlare o scacciarlo, e rimase a fissare il volto di lui, in una via di mezzo tra l'estasi e la confusione.

Dal canto suo il ragazzo non se ne era accorto e continuava a imperterrito nella sua funzione, anche se con un rossore accennato dovuto alla situazione.

Ma, una volta finito, gli sguardi dei due inevitabilmente si incontrarono, causando a Locke un improvviso attacco di imbarazzo e spingendolo ad indietreggiare bruscamente e volgersi con fare nervoso, dandole le spalle.

Pian piano la testa di Celes cominciò a schiarirsi e la ragazza riprese coscienza di quanto accaduto e si strinse nella pelliccia, voltandosi nella direzione opposta a lui.

E rimasero così, in silenzio, lasciando che il vento soffiasse trascinando particelle nane e microscopiche in giro.

-Grazie- riuscì a mormorare la ragazza, tirando fuori tutto il coraggio che aveva.

-P-p-pre…go- riuscì a risponderle dopo alcuni tentativi Locke, grattandosi il retro della testa.

-T…tu sei Celes Chere vero?- chiese dopo alcuni secondi lui, cercando di spezzare la tensione.

-E tu sei Locke- fu la risposta di lei.

Ancora una volta il silenzio li avvolse con la sua cappa.

-Tu…cosa ci fai qui?- chiese di nuovo lui.

-Beh, cosa ci fai tu qui?- fu la secca risposta.

-Ehi Celes!- richiamò Faris da lontano –Li ho presi!

L’altra ragazza arrivò saltellando tutta allegra tenendo in mano gli abiti che aveva sottratto a Gidan dopo averlo mazzulato per bene.

-La prossima volta che si azzarda io gliela stacco quella coda..!- appena raggiunta Celes a Faris gli morirono le parole in gola, lasciandola a fissare con gli occhi sgranati il ragazzo di spalle, ignaro di tutto.

-Tuuuuhhhh…- disse Faris d’improvviso, emanando ostilità da tutti i pori e iniziando ad avanzare a passo di marcia verso Locke, che in risposta sbiancò e si immobilizzò dalla paura.

Ma Celes era un tantinello più sveglia e riuscì a prevedere la reazione dell’ “amico”, e per fermarla finì per mettersi schiena contro schiena con il ragazzo.

-Buono buono buono Faris!- esclamò lei bloccando le mani di quest’ultima –Non ha fatto niente di male! Cercava solo di aiutarmi!

-S-si!- aggiunse Locke voltandosi per dare supporto all’alleata, finendo solo per ritrovarsela pressata addosso dalla furia assassina di Faris che ormai aveva gli occhi rossi e la lingua biforcuta dei rettili che sprizzava libera dalla fauci ripiene di denti aguzzi.

Sudando freddo Locke portò lo sguardo a cadere su Celes, e divenne violentemente rosso a constatare che i movimenti della ragazza per allontanare il “nemico” la stavano purtroppo scoprendo.

-C-c-c-c-c…il vestito…- balbettò lui ormai pietrificato.

Per fortuna (beh, non per lui) Celes capì e dopo aver lanciato un breve sguardo si chinò a coprirsi, lasciando campo libero alle mani di Faris per chiudersi con tutta la loro potenza sul collo di Locke, per poi spedirlo con una rotazione delle spalle contro il muro che stava li vicino alla sua destra, colpendo la parete talmente forte da creparla.

Quindi ignorando i gridolini di protesta della bionda l’ex-piratessa diede in mano (in realtà “in petto”) all’amica i suoi abiti e si diresse di nuovo verso il ragazzo facendo schioccare tutte le nocche –Non pensare che io abbia finito, pervertito.

Locke non poté fare altro che staccarsi dal muro e cadere a terra inerme, con un teschio che gli usciva dalla bocca per mezzo di una lunga striscia bianca, e gli occhi senza più pupille.

Faris l’afferrò per il collo e lo appese al muro un’altra volta, avvicinando il proprio volto a quello color mozzarella della vittima –Tu lo sai cosa ti farò adesso vero? Quella lì è la mia amica, e tu l’hai appena vista nuda. Non ti vergogni, eh? Voi maschi, tutti uguali: pervertiti, porci, attaccabrighe, infami, manipolatori…- non riuscì a finire la frase perché un piede femminile gli arrivò sulla nuca schiacciandogli la faccia contro il muro.

-Stammi a sentire adesso, gradasso- gli fece Celes (che era riuscita ad infilarsi la biancheria intima e a togliersi la pelliccia di dosso) –Non ti azzardare a toccarlo un'altra volta, chiaro? O te la dovrai vedere con me.

Il tono duro e il volto inespressivo, oltre alla posa che esprimeva sicurezza e forza, non poté che fare dell’affermazione della ragazza una realtà fatta e finita.

Dal canto suo Locke era riuscito a riprendere un po di colore e rimase a fissarla con sguardo scioccato, più per la quantità di mazzate ricevute che per la sorpresa causata dalla frase.

Celes ovviamente fraintese e distolse il suo sguardo fiero arrossendo visibilmente.

-N-n-non fraintendermi…è solo perché mi hai aiutata prima- riuscì a balbettare lei.

Locke la fissò smarrito, prima di arrossire a sua volta e scivolare impacciato via dalla stretta di Faris.

-È stato un onore- poi ci ripensò –No è stato un dovere.

Celes avvertì una strana delusione nel petto –Un dovere?

-Si un dovere. Io ho giurato, in questo mondo, di proteggere tutte le donne!- dichiarò il ragazzo, portando una mano al cuore e assumendo un atteggiamento più lirico.

La ragazza avvertì qualcosa di nuovo, qualcosa di inaspettato, e il rossore sulle sue guance crebbe rapidamente, ma tuttavia non era ancora soddisfatta.

Gonfiando le guance e mettendo il volto di profilo disse con un tono da bambina capricciosa -Con “tutte le donne” intendi me, vero?

Locke rimase spiazzato e dovette raccogliere tutto il suo coraggio per dire -S-si.

A quel punto il cuore di ghiaccio della bionda si sciolse alla velocità della luce e lei iniziò a ondeggiare sinuosamente dalla testa ai piedi -Quando è così...

Faris, finalmente libera dal piede che la stava schiacciando, stava ancora massaggiandosi il naso con la mano destra.

Quando finalmente inquadrò la scena e vide i movimenti del corpo di Celes i suoi occhi si sgranarono dalla sorpresa, e poi corsero dritti verso Locke, che guardava la scena allibito.

A quel punto l'ex-piratessa si diede una manata in fronte.

“Non voglio crederci” pensò con tutta se stessa, prima di puntare gli occhi sull'amica.

-Certo che uno più affascinante non potevi sceglierlo- le disse con sarcasmo.

Celes ondeggiò ancora per alcuni secondi prima di incamerare l'informazione e quindi ritrovarsi con un punto esclamativo di pietra atterrato sopra la capoccia, congelandosi sul posto.

-Nononononononnononoononononoono non è così stavoehmce-ce-dicevadi...ahahah...ecco, io...lui- d'improvviso la ragazza iniziò ad agitarsi come una matta, con le mani che correvano come pazze attorno all'asse delle spalle, il volto paonazzo e la bocca spalancata che sputacchiava saliva ovunque nella foga.

Dal canto suo Locke aveva riassunto il color mozzarella e stava con gli occhi spalancati e la bocca spiovente a “V” verso il suolo, guardando fisso di fronte a se, e Faris non faceva altro che annuire in falso assenso con quanto Celes biascicava in preda all'imbarazzo.

Poi alla fine Locke ebbe la forza di riprendersi e cercò di assestare la situazione -È-è vero, stavo solo facendo il mio dovere...

-COSA!?- ringhiò a quel punto Faris, con gli occhi rossi e un aura viola che veniva emanata dalla testa, voltandosi con fare minaccioso (così minaccioso da zittire Celes e immobilizzarla sul colpo) verso di lui.

-Quella è la mia migliore amica, e tu l'hai vista nuda, l'hai toccata per coprirla con una pelliccia, le hai parlato con frasi dolci, E L'HAI FATTO PER DOVERE!

Con la ragazza\ragazzo ormai sopra di lui Locke se la fece quasi sotto e in un ultimo disperato tentativo di salvarsi la pelle esclamò -Va bene, va bene, lo ammetto! È stato un piacere, un immenso piacere farlo! È stato un immenso piacere aiutarla!

-E perché?!- urlò ancora Faris, non soddisfatta, mentre Celes cominciava a sudare per l'imbarazzo.

-PERCHÉ IO LA AMO!- urlò Locke con gli occhi chiusi, facendo rizzare tutti i peli sul corpo della bionda e facendola arrossire dalla punta dei capelli fino a quella delle unghie dei piedi.

-L'HO FATTO PERCHÉ L'AMO, E PERCHÉ FAREI QUALSIASI COSA PER PROTEGGERLA, OK!?- continuò lui tra le lacrime, chiudendosi su se stesso e coprendosi con le braccia per proteggersi dalla furia di Faris.

“Cosa cavolo dico niente di tutto questo è vero...!” pensava intanto il ragazzo piangendo per disperazione.

Sentendo che i colpi non arrivavano egli si arrischiò ad alzare lo sguardo verso Faris, che stava esitando con le gote lievemente arrossate.

Rincuorato Locke diede il colpo di grazia -È la verità- le disse guardandola dritta negli occhi, facendo la faccia da bambino che si è appena fatto la bua.

Per qualche ragione Faris ebbe un flash e vide sua sorella al posto del ragazzo, e non ce la fece più.

-Beh, quando è così- disse tirandosi indietro e grattandosi dietro la testa, per nascondere il proprio imbarazzo.

Celes a quel punto ebbe il colpo di grazia come se un fulmine le fosse passato attraverso, e si bloccò nella posizione di prima, come se fosse una statua, sbiancando.

Locke fece un profondo sospiro di sollievo, e si distese.

-SE- gli ringhiò Faris d'improvviso puntandogli contro l'indice della mano destra -Vengo a sapere che tu le hai fatto qualcosa di male, o che l'hai fatta piangere, io ti ucciderò, sono stat...stato chiaro?

Locke annui con tutto se stesso.

-Bene, allora è tempo che lasci voi due piccioncini al vostro nido- fece lei allontanandosi.

-Si gr...aspetta cosa...?- *crieak* la statua-Celes cadde a terra scricchiolando e facendo un forte tonfo.

-Oh no! Celes- fece Locke gettandosi verso di lei -Oh no, no no no no no. Ti prego dimmi che sei viva!

Lui cercò in tutti i modi di vedere se avesse ancora un briciolo di vita, ma la rigidità del corpo rese il tutto inutile.

In un ultimo disperato tentativo di avere salva la vita Locke applicò l'unica tecnica di rianimazione per le emergenze che conosceva: la respirazione bocca a bocca.

Fortuitamente per entrambi quando le labbra fecero contatto Celes si riprese di colpo saltando in aria per la sorpresa e facendo roteare il povero Locke ad una velocità di ottanta giri al secondo in aria, e come se non bastasse lo fece rimbalzare pure una dozzina di volte al suolo, cambiando il verso del giro ad ogni rimbalzo.

La ragazza riprese il controllo dei propri abiti e si rimise i restanti in fretta e furia, prima di girarsi verso Locke che si stava rialzando proprio in quel momento.

La prima cosa che il ragazzo fece quando la mise a fuoco fu chiedere scusa -M-mi dispiace io...non lo so, è complicato...cercavo di...mi dispiace aver detto quelle cose...

D'impulso Celes diede la risposta più sconvolgente del mondo -No no mi è piaciuto quello che hai detto...- prima di interrompersi di colpo, facendo arrossire entrambi fino alla punta dei capelli.

-Io...io...ecco...io- cominciò a dire Celes dondolandosi avanti e indietro sulle gambe per il nervosismo -Devo pensarci su!

-Eh?- rispose Locke ancora più rosso.

Poi Celes corse via dandogli le spalle.

-Ehi, asp...!- inizi a dire lui spingendosi avanti ma una serie di maledizioni violente gli fece capire che Shantotto l'aveva sgamato, e non fece neanche in tempo a maledire la sua fortuna che già era svenuto per le mazzate ricevute.

Si risvegliò qualche tempo dopo in infermeria, con Celes che attendeva pazientemente la sua ripresa.

Da li in poi era stato tutto un un percorso in discesa, vedersi qualche volta, nei corridoi, alle lezioni condivise, sul prato, alla pausa pranzo, uscire qualche volta nella città in cui avevano alloggio, alzarono il gomito un poco di più una notte e scambiarono il primo bacio sul tetto dell'hotel, sotto una splendente luna piena, e da li era praticamente fatta.


A\N: E questa era la prima parte.

DII\N: La prima parte di cosa?

A\N: La prima parte di questi brevi capitoli che tengono la storia in secondo piano e fanno un po' di luce sul passato condiviso di alcuni studenti.

DII\N: ...Era meglio se stavo zitto, gli avrei risparmiato una sofferenza.

A\N: Stai zitto. Devo ancora finire.

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Capitolo 19
*** Dolci storie che si tramando in queste mura... Parte Seconda ***


A\N: Allora com'è?

DII\N: Carina. Mi sento così ispirato che quasi quasi te la riscrivo da capo.

A\N: In sintesi sei pregiudicato nei confronti di quello che scrivo.


-Da oggi questa è la tua classe- disse Rydia con un sorriso.

-Eh?- le rispose Zexion con lo sguardo perso, fissando il segno che dava l'affiliazione -È una classe del secondo anno!

-E da oggi lo sei anche tu.

-Una classe?

Suo malgrado Rydia fu colta da un attacco di depressione per la scarsità della battuta -No, sei stato promosso ad honorem, come si dice.

-Ma...va bene essere esperto di magia ma il primo anno è dedicato allo sviluppo fisico, se manco quello e passo a fare qualcosa che già so fare non è un poco un controsenso?- rispose lui, serio.

-Beh no, sembra che dopo i test d'ingresso ci siano state diverse richieste di farti accedere al secondo anno immediatamente, e che alla fine il Consiglio abbia acconsentito.

“Qui c'è la firma della Shinra o qualcuno dei suoi 'clienti'. Meglio riportarlo a Xemnas il prima possibile, potrebbe tornare utile” -Ehi Zexion sei lì?- chiese Rydia mentre l'altro pensava.

-Eh? Oh si!- rispose lui.

-Be-bene- disse lei, tra l'imbarazzo e la delusione -Non vuoi entrare?

Zexion rimase un secondo in sospeso -Certo certo. Ma, tu non hai lezione adesso?

-Certo- rispose lei con una certa naturalezza.

Il silenzio si pervase tra i due per quei dieci secondi che servirono a Zexion per realizzare.

-È la tua classe?

-S-si- rispose Rydia distogliendo lo sguardo mentre le guance si coloravano teneramente di verde invece che rosso, a quanto pare perché dire sempre “rosso” è diventato troppo ripetitivo qui.

-Ah, capisco- fece Zexion talmente imbarazzato che la mano che grattava il retro della testa stava strappando tutti i capelli che aveva -Ecco per che sei venuta apposta da me.

-G-già è vero, eheheh- “Non posso dirgli che ho chiesto il suo trasferimento, altrimenti potrebbe prendersela” Rydia cercava in tutti i modi di sembrare naturale.

-F-fortuna che Kain ci ha lasciati venire allora- continuò il ragazzo mentre ormai si stava scorticando la testa.

-V-vero eh?


-R-RYDIA COSA CI FAI QUI!?

-C-cercavo te- rispose lei con un filo di voce.

-M-m-m-m-m-m-m-m-m-m-m-m-m-me?- rispose Zexion tutt'altro che silenzioso.

-Dille di andarsene e torna qui- gli disse Saix da dentro la stanza.

-S-s-senti...- cercò di spiegarle lui ma venne interrotto ancora -Zexion chiudi quella dannata porta e torna a sederti!

Rydia d'istinto gli prese la mano -V-v-vieni con me?

-C-c-cosa?

-Devo-devo mostrarti una cosa!- insisté lei, iniziando a tirare.

-Un attimo...un attimo solo devo...- cercò di giustificarsi Zexion prima di sentirsi afferrato dall'altro braccio e tirato indietro, rivelando Saix sopra di lui.

-Xemnas fa qualcosa!- gridò il ragazzo più giovane ma l'unica risposta che ottenne fu -Chiudete quella dannata porta!

-Ascoltami bene ragazzina- disse Saix puntando la sua lama bluastra dal nome-che-non-mi-ricordo dritta sotto al mento di Rydia, pericolosamente sporta in avanti -Se provi a farti vedere qui in giro un'altra volta io ti ucciderò, va bene?

A quel punto la porta si aprì ancora di più rivelando un Kain furioso come non mai che si era infilato l'armatura in meno di dieci secondi netti e stava fissando Saix con così tanto odio che sorprendeva il fatto che il ragazzo dai capelli blu non si fosse voltato.

-Ora- il braccio muscoloso di Kain si chiuse sulla spalla del compagno -basta.

Mentre la minaccia aleggiava nell'aria Rydia con uno strattone tirò Zexion fuori dalla stanza e si chiuse la porta alle spalle.


-Bene, entriamo?- chiese Rydia brutalmente imbarazzata, portando la mano sulla maniglia.

-N-n-ne sarei eternamente grato- “Oh per tutti gli dei è la classe di Rydia! Devo fare un ottima impressione...” *sbam* la porta si aprì di botto in faccia al ragazzo e se lo trascinò fino alla parete a cui lo inchiodò.

-Rydia, aiuto ti prego! Parlaci tu!- urlò Terra gettandosi tra le braccia dell'altra ragazza dai capelli verdi -È un giorno di quelli!

Rydia sospirò sconsolata per poi farsi venire un colpo apoplettico notando che Zexion non era più al suo posto ma probabilmente dietro alla porta spalancata dalla forza sovrumana di Terra.

Mentre rischiava di soffocare per la paura la porta si spostò piano piano rivelando una Zexion-frittella che avanzava come i quadri, uno spigolo per volta.

Intanto da dentro la classe volavano urla, fogli e banchi, una volta a favore di Faris che rimproverava sua sorella per perdere ancora tempo dietro al “porco”, e una volta a favore di Lenna che rinfacciava alla sorella che il porco era il suo “scimmiottino d'oro”.

-Terra mi puoi rigonfiare Zexion mentre io quieto quelle due?- chiese Rydia mentre riprendeva vita.

-Eh?- fece quella diventando un peperone per la vergogna.

Prevedendo di essere ad un passo dal morire strangolata dall'abbraccio di una Esper piangente e terrorizzata, la ragazza scivolò agilmente via dal raggio d'azione dell'altra e cercò di convincerla.

-Coraggio, non significa niente.

-NO! NO! NO!

-Ti chiedo solo un piccolo favore...

-Smettila! Non voglio! Ho già avuto un trauma questa settimana!

-Terra...

-Zitta! È imbarazzante!

-Terra, hai appena bucato la parete come fosse burro...

-Basta! Basta!

-Ah...

-È il tuo Zexion, fallo tu! Io ho paura!

A quel punto a Rydia venne un colpo: Il suo Zexion.

“Giusto, se è il mio Zexion sarebbe compito mio. Oh, ah, eh...no nonoonononono cosa vado a pensare è fuori questione è troppo imbarazzante!...ma, se lui volesse? O se non volesse! OH no Zexion cosa devo fare!? Ah, ci sono! No no no non posso, è troppo imbarazzante” le cadde l'occhio sul povero ragazzo, ancora ridotto a frittella.

Ancora imbarazzata ingoiò rumorosamente prima di avanzare con passi incerti “Non..c'è altra scelta. Lo farò io, posso farlo io...forse no” esitò, prima di avanzare ancora “F-forse...è giusto...è giusto...” venne interrotta da un suono di corrente d'aria.

Era talmente presa dalle sue seghe mentali che non si era accorta che il ragazzo era riuscito ad evocare il suo libro e che ora si stava rigonfiando da solo sotto i suoi occhi.

Inutile dirlo, su di lei calò la più oscura delle depressioni.

Quando Zexion tornò ad avere una forma normale inspirò profondamente ed espirò con tuta la sua possanza.

-Ecco fatto, ora va tutto bene.

-S-si, tutto bene- rispose Rydia ancora delusa, prima di avanzare come uno zombie verso la classe in cui le due sorelle continuavano a litigare.

-Ma che hanno?- chiese Zexion ormai conscio di quanto accadeva.

-Sono Faris e Lenna che litigano- continuò Rydia, sempre zombificata.

-E...quindi?- chiese lui, con una serie di punti interrogativi che ruotavano attorno alla testa.

-Come non lo sai?- chiese Rydia resuscitando di colpo.

-Sapere cosa?- continuò lui.

-La storia di come Bartz e Lenna si sono innamorati e di come Faris abbia iniziato ad odiarlo- ripose Yuffie giungendo in quel momento seguita a ruota da Selphie.


Nel pieno del cammin del primo anno Faris e Lenna si ritrovan a vagare per dei corridoi intente a parlarsi l'un l'altra innocentemente e senza fretta.

Ovviamente parlavano del più e del meno, senza una ragione di assoluta necessità.

Lenna doveva interrompersi almeno tre volte a frase per evitare di sbagliare e chiamare la sorella al femminile e mandare a puttane tutta la fatica che lei aveva fatto per farsi passare per un maschio.

Ad essere sinceri la cosa a Lenna scocciava non poco, specialmente per il fatto che Faris aveva fatto tutto per lei.

“Ma una buona volta una mazza di affari tuoi non te li puoi fare, invece di impicciarti della mia vita?” pensava lei quando era sola.

Comunque, dicevo, stavano passeggiando in pace quando udirono degli strepiti e si ritrovarono Gidan corrergli incontro a tutta velocità.

Memore dell'incidente con Celes Faris si era messa in mezzo intercettando la scimmia e iniziando una breve colluttazione che risultò con Lenna spinta di lato abbastanza violentemente.

La ragazza avrebbe potuta farsi non poco male cadendo se in quel momento non fosse intervenuto Bartz (non visto) che la prese al volo slittando sul pavimento per qualche centimetro con Lenna in braccio.

Dal canto suo Faris filava già per il corridoio dietro a Gidan che correva per salvarsi la vita.

Bartz fece qualche profondo respiro, calmando quel poco di adrenalina che si era formata, mentre Lenna restava immobile.

L'aveva toccata.

C'era riuscito.

Per la prima volta nella sua vita un ragazzo era riuscito a toccarla.

In tutta sincerità non si dispiaceva, anzi quasi quasi era anche piacevole.

Per nulla imbarazzata allungò una mano verso il volto di Bartz, che ansimava ancora, e senza farsi tanti preamboli lo tocco, voltandogli anche la testa in modo da poterlo vedere bene.

Niente male, tutto sommato.

Le mani sul volto della ragazzo divennero due e l'intensità dello sguardo di Lenna fu devastante, tanto che lui fraintese alla grande.

Tremando ancora per l'emozione Bartz iniziò a chinarsi con lentezza, preparandosi mentalmente al bacio che LUI si aspettava.

Dal canto suo Lenna non sospettò niente, anzi continuò a godere dal volto del ragazzo che non faceva altro che avvicinarsi.

Poi quando lui chiuse gli occhi e dischiuse le labbra, finalmente la ragazza fece due più due e lo allontanò con un ceffone, per poi alzarsi di corsa e portarsi all'altro capo del corridoio.

-Porco, pervertito, maleducato, approfittatore. Come osi!?- chiese lei tra le lacrime, stringendosi le braccia la petto.

Dal canto suo Bartz stava per fiondarsi giù dal quinto piano senza rimpianti, tanta era la sua vergogna.

In confronto il farsi sgamare nello spogliatoio femminile non era niente.

Lenna cominciò a piangere piano piano, spaventata e orrificata.

Bartz si cinse le ginocchia al petto piangendo silenziosamente a sua volta, cercando pietrificato.

Io l'avrei non l'avrei ammazzato di certo, ma si sa, si ha paura di ciò che non si conosce.

Lenna aveva avuto paura del bacio, Bartz come risultato ha sperimentato la paura del grande rifiuto.

Bastava chiarire un paio di incomprensioni e sarebbe andato tutto bene.

-Scusa- disse a mezza voce il ragazzo.

Lenna, nonostante i singhiozzi riuscì a sentirlo, si interruppe per dire grazie.

I due rimasero così, lei che ogni tanto rilasciava un singulto, lui che non aveva il coraggio di andarsene.

Tanta tensione in due metri scarsi di corridoio.

All'ennesimo singulto, il cuore di Bartz andò in pezzi e vinse la propria paura per il meglio, riuscendo ad evocare un fazzoletto di seta fine e porgerlo a Lenna, facendo ben attenzione a non fare contatto visivo.

§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

Firion ebbe una strana sensazione e si infilò la mano in tasca.

-Dov'è il mio fazzoletto? L'ho ricamato con i petali di rosa...

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Lenna ci mise un paio di minuti ad asciugarsi la faccia, ma santo cielo che morbidezza aveva quel fazzoletto.

Oltre alla calma gli fece tornare anche un piccolo sorriso.

Il grazie che disse ritornandolo al suo proprietario risaldò tutti i pezzi del cuore annientato Bartz con una colata d'amore e speranza improvvisa.

Il ragazzo sorrise a trentadue denti riprendendo il fazzoletto con grazia e rispedendolo dal suo proprietario.

Lenna rimase a guardarlo sorridere per qualche secondo, sorpresa eppure inevitabilmente contagiata.

Rimase nel dubbio con una mezza smorfia prima di scuotere capo e spalle, come a scacciare il cattivo momento e con un po di esitazione disse -Allora...è questo...che si fa quanto tocchi qualcuno la prima volta?

A Bartz le sopracciglia schizzarono in aria con violenza per poi riscendere gradualmente -Come scusa?

-Quando, quando tocchi un ragazzo o una ragazza per la prima volta...si scambia un bacio?- chiese ancora lei.

Bartz si ritrovò con le sopracciglia che ormai tiravano la pelle della fronte per quanto sorpreso era -No. Scusa ma tu non hai mai toccato nessuno?

Quando lei scosse il capo le sopracciglia si strapparono con tanta violenza che persino Sephirot avrebbe urlato di dolore in modo poco elegante, ma non Bartz perché era sbiancato e il suo mento era piantato nel pavimento di diversi centimetri.

-Mi...mio ffffratello tende ad essere poco...comprensivo, sai- continuò lei.

Bartz ebbe un improvviso rinsavimento (ma non le sopracciglia indietro) e scoppiò in una risata isterica e forzata, facendo montare la pelle d'oca alla povera Lenna.

-Ahahahahahahahahaaaahah Si tuo fratello fa quell'effetto, ahahahaahhhaaahah, che burlone ahahahahahaha, si è proprio simpatico...- “Non è simpatico per niente!” cominciò a piangere Lenna in silenzio.

-Parlando del diavolo, dov'è finito?- fece improvvisamente serio Bartz -Non dirmi che corre ancora dietro a Gidan...

-Mmmhh- fece Lenna senza assentire ne dissentire.

-V-vuoi che ti aiuti a cercarlo?- le chiese Bartz alzandosi in piedi.

Tra un verso che era metà sbuffo e metà grazie la ragazza porse la mano che lui strinse per issarla.

Ma quando lei era ormai in piedi il pavimento tradì e la ragazza cadde verso il muro tirandosi dietro Bartz, che riuscì ad arrestarsi a pochi millimetri dalla bocca di lei.

COOOOOOOOOOOOOsì vicino...

I due rimasero immobili per lungo tempo, ma lungo assai, finché le grida di Gidan non divennero abbastanza forti da farli sobbalzare.

Staccando momentaneamente lo sguardo da Lenna Bartz incrociò quello supplicante dell'amico che stava con le lacrime agli occhi mentre Faris era lì lì per afferrargli la coda e usarla per sbatterlo in giro.

-Gidan dei del cielo! Puoi...- il castano stava dicendo un poco infastidito all'amico quando quest'ultimo per avere salva la pelle gli saltò sul volto spingendolo a compiere una rotazione dall'esito inevitabile.

SMACK!!!!

Le labbra di Lenna e Bartz fecero contatto in modo irreparabile lasciandoli fulminati sul posto.

La scossa elettrica si propagò con un fulmine mentre Faris, che li aveva superati, si volgeva a scatti come i robot illuminando il mondo con il suo ghigno malefico -Tuuuuuuuhhhhhhh- fece avanzando vero i due con fare da film horror -Tuuuuuuhhhhhhh, caneeeeeehhhhhhhhhhhh.

Bartz e Lenna fecero un moto disperato per trattenerla e patatrac! Le fasce che tenevano il seno ben adeso al corpo vennero meno e Bartz si ritrovò a stringere una tetta di Faris nelle sue mani.

Prima palpò con esitazione, poi più convinto, poi ebbe abbastanza coraggio e volse lo sguardo verso Faris.

La rabbia i era dissipata, lasciando spazio all'imbarazzo più totale e al volto profondamente rosso.

-U...u...u...u-u-u-una ra-ra-ragazza?!- disse Bartz esitando ad ogni lettera.

-Coooooooosa???? Una ragazza? Fai vedere un po- fece Gidan tirando via a maglia di Faris scoprendo il suo seno abbondante per la gioia sua e di Lenna che poteva vivere in pace.

-Foto! Foto! Foto!- Gidan iniziò a scattare come un matto mentre Bartz ritraeva la mano tramando come un foglia, per poi stringersi con forza a Lenna che godette del contatto ma ebbe una crisi d'imbarazzo brutale.

All'improvviso Fari ringhiò e gli occhi divennero fiamme viola, spingendo Gidan a filarsela di gran carriera mentre Bartz e Lenna rimasero abbracciati sul posto.

-Tuuuuuuuuuuuuuhhhhh- ricominciò la ragazza puntando Bartz come un falena la luce.

-Ma allora sei una ragazza!- fece il quel momento Celes arrivando in corridoi attirata dalle grida di Gidan -OMIODIO! È fantastico.


-E così tutti seppero che Faris era una ragazza e Celes salvò Bartz da morte certa- finì Yuffie.

-Lenna e Bartz cominciarono a vedersi in segreto, finché lui non le fece un proposta di fidanzamento (su suggerimento di Gidan) davanti all'intera scuola seduta a pranzo, e da quel momento il pericolo Faris ha raggiunto i livelli odierni- aggiunse Selphie.

-Whaaa- fece Zexion incantato -Proposta...- si girò verso Rydia che per pura coincidenza ricambiava lo sguardo e i due andarono in fase pomodoro evitando lo sguardo reciproco.

-Evvai! Ne abbiamo altri due!- fecero Yuffie e Selphie battendo le mani.

-Voi cosa?- chiese in quel momento Artemisia facendo sobbalzare tutti


A\N: Tralalalalà, fuori due, mancano due.

DII\N: Stai citando i fantastici 4?

A\N: No, perché lo dici????????

DII\N: Mi andava di vederti perplesso.

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Capitolo 20
*** (RIcorretto)Dolci storie che si tramando in queste mura... Parte Terza ***


A\N: Okay, e qui RIiniziamo la parte 3...

DII\N: Di cosa si RIparla oggi?

A\N: Un amore fraterno, o quasi.

DII\N: Scusa ma visto che te lo RIchiedono, perché non fai uno Yaoi? La tua notorietà salirebbe alle stelle.

A\N: …..................................................................................................................

DII\N: Non ti piace.

A\N: Diciamo che non mi piace come piacerebbe alle ragazze.

DII\N: RIcomprensibile.

A\N: Comunque RIandiamo avanti...


Cecil fece un altro profondo respiro, cercando di non urlare, mentre Kain finiva di recitare l'incanto.

Quando l'ultima sillaba uscì dalla bocca del guerriero nero Cecil ricadde ansante sul letto mentre i circoli magici di colore violaceo si dissolsero nel nulla.

Mentre Cecil finiva di soffrire Kain si affrettò a porgli un panno bagnato sulla fronte.

-Stai bene?- chiese i biondo, mentre l'altro continuava ad ansimare, con gli occhi chiusi.

I minuti scorrevano veloci, mentre il Dragone stringeva la mano dell'amico.

Era madida di sudore.

Infine Cecil ricambiò la stretta.

Il principe aprì gli occhi e smise di ansimare.

-Si, sto bene.

Con un sospiro di sollievo Kain si rilassò, portando la mano dell'amico alla fronte in un muto ringraziamento.

-Sembri stare peggio di me, Kain. Cosa ti è successo?- chiese Cecil mettendosi a sedere.

Dopo alcuni secondi d'esitazione Kain lasciò andare la mano dell'amico e si erse in tutta la sua possanza.

-Così non può continuare- disse, con un tono grave.

-Perché?- chiese nuovamente il ragazzo con i capelli bianchi.

-Mio principe, io non sono Golbez. Non sono neanche Rosa. La mia forza magica non è paragonabile alla loro. Gli incantesimi e i sigilli magici non fanno parte della mia forza. È troppo pericoloso.

-Rosa e Golbez ti hanno insegnato quanto serve. Hai svolto un ottimo lavoro in questi ultimi anni. E poi- fece Cecil mettendogli una mano sulla spalla -Abbandona gli onorifici, sei il mio migliore amico.

Detto ciò il ragazzo andò verso l'armadio per scegliere qualche abito da infilarsi, altrimenti appena avrebbe messo il naso in classe le ragazze se lo sarebbero mangiato vivo.

-Cecil, lo capisci che cosa intendo?- disse Kain, abbastanza sconvolto.

-Lo so. Ma non vedo perché dovrei preoccuparmi- rispose, sorridendo con innocenza infantile, l'altro.

-Mi è stato esplicitamente ordinato di proteggerti!- insisté il biondo.

-Te l'ha detto il re o te l'ha detto Rosa?- chiese Cecil con aria furba, facendo arrossire di botto il povero Kain.

-Que-questo non è importante- rispose lui cercando di trarsi d'impaccio, evitando il contatto visivo.

-Non preoccuparti Kain. Mi ha protetto come meglio potevi. Non hai colpa per quello che accadrà in futuro- cercò di rassicurarlo Cecil, tirandosi su i calzoni.

-Ma se invece fosse così? Se io non riuscissi a proteggervi? Io...- ricominciò ad incalzare il Dragone, prima che Cecil lo interrompesse dandogli una pacca sulla schiena.

-Santo cielo non sono ancora morto, Kain. Non fasciarti la testa prima di essere colpito- disse il Paladino sorridendo come al solito.

Dal canto suo Kain per poco non si diede un ceffone in fronte.

“Possibile che non si renda conto?”.

Cecil riusciva sempre a farlo impazzire in ogni situazione.

Vedeva solo il lato positivo delle cose, non era mai preoccupato, non aveva paura di niente, non si sentiva mai minacciato.

Come regnante avrebbe potuto conquistarsi facilmente il favore della gente, ma come combattente...ma la paura di Kain era un'altra.

Cecil stesso ne aveva sentito parlare, ma mai l'aveva potuta veder con i suoi occhi.

Lui si.

Rosa si.

Ricordavano entrambi quel giorno nel bosco, da bambini, quando quella cosa era apparsa.

Una volta tornati al castello, il re aveva subito ordinato al suo stregone più potente, Golbez, di trovare un rimedio, e quest'ultimo si era subito chiuso con Cecil nella sua camera.

Dopo due giorni era riemerso, distrutto.

-Kain, Rosa. Cecil avrà bisogno del vostro sostegno per proteggere se stesso e le persone attorno a lui- gli aveva detto lo stregone.

Da quel giorno Rosa e Kain erano vissuti nel terrore che quella cosa potesse ripetersi, ma Cecil aveva continuato a sorridere, ignaro di tutto.

Il re sembrava non darlo a vedere, ma le condizioni del figlio adottivo gli pesavano molto sulla coscienza, portandolo ad essere sempre più scostante e ombroso.

Quando infine era stato proposta la disponibilità ad accogliere i più valenti guerrieri nel Garden costruito dalla Shinra, il re aveva immediatamente ordinato a Cecil di recarvisi.

Per tenere Rosa al sicuro tanto dall'amico, tanto dalla Shinra di cui aveva sempre sospettato, Kain aveva richiesto di accompagnare Cecil, e il re aveva acconsentiti, condividendo le preoccupazioni del giovane

-Fa che torni sano e salvo a casa, me lo prometti Kain?- aveva pregato Rosa il giorno della partenza.

-Kain, ci sei?- gli disse Cecil interrompendo il filo dei suoi pensieri.

-Eh? Ah si si, chiedo scusa- rispose il biondo, scuotendo il capo per schiarirsi le idee.

-Ti ho detto di parlarmi senza onorifici- gli disse l'altro con una certa enfasi -Che hai oggi? Sembravi più scosso del solito quando sei arrivato per recitare l'incanto.

-Come fa a...?- stava dicendo Kain quando Cecil lo interruppe -Ormai cominciò ad abituarmi.

Il biondo fisso il bianco negli occhi, prima di scuotere il capo rassegnandosi.

-Non era niente, solo un pazzo che aveva minacciato Rydia- Kain sentì lo presa ferrea di Cecil sulla sua spalla.

-Kain...

-Tranquillo non gli ho fatto niente.


Kain scosse il capo, cercando di scacciare il dolore.

La testa pulsava, e gli occhi erano tutti appannati, i ricordi sconnessi.

Kain cercò di alzarsi a sedere ma scoprì di non averne la forza.

Con le braccia abbandonate ai lati, il Dragone alzò un poco la testa, cercando di mettere a fuoco la scena.

Pian piano anche la testa riprese a funzionare con il giusto ordine.

I ricordi si riposizionarono: Rydia, Zexion, Saix...

Poi il vuoto.

Kain chiuse gli occhi nuovamente, sopportando un altra fitta di dolore mentre staccava la schiena dal muro.

Quando li riaprì riuscì a scorgere la figura di Xemnas, in piedi con le braccia conserte, al centro della sala.

Kain faticava ancora a tenere sotto controllo i propri sensi.

Poco oltre Xemnas poté scorgere Saix, nella sua stessa condizione.

A quel punto capì: il leader dell'Organizzazione XIII...

-Non ho intenzione di vedervi compiere altre azioni infantili- Xemnas pronunciò ogni sillaba come se stesse sollevando un letale nemico per il bavero.

Poi si volse e tornò alla tavola, dove quasi tutti tranne Seymour e Seifer lo guardarono con paura.


-Ha invocato perdono appena mi ha visto arrivare- mentì ancora il Dragone, senza voltarsi.

Cecil lo lasciò andare con un sospiro -Non cercare mai più di farti giustizia da solo, hai capito? C'è la squadra disciplinare per queste situazioni.

-Farò in modo di ricordarmelo- rispose Kain, a disagio.

-Ceeeeerto- disse Cecil con sarcasmo addolcito -Tipo quando hai appeso Squall al muro perché aveva scortesemente scostato dalla sua strada alcune ragazze che volevano dargli i cioccolatini di San Valentino?

Kain subì una scossa elettrica lungo tutta la spina dorsale.

-Questo è giocare sporco Cecil!- esclamò il Dragone paonazzo, mentre l'altro sorrideva con falsa innocenza.

I due si allontanarono continuando a chiacchierare amabilmente, uscì dalla e allontanandosi lungo il corridoio.

E non videro Xemnas, appoggiato con calma affianco alla porta della camera.

Aveva seguito Kain, incuriosito dalla paura che quest'ultimo aveva mostrato sul volto, e si era fermato fuori dalla camera, in silenzio, riuscendo ad ascoltare tutto.

“Cecil Harvey, Kain Highwind” pensò il guerriero “Cos'è che non potete rivelare al mondo?”.


A\N: Fine.

DII\N: È RI più corta del solito.

A\N: Be, queste dovevano essere storie brevi. Più sono brevi, più è facile scriverle, prima torno a scrivere la storia principale.

DII\N: La quarta e ultima parte è pronta?

A\N: Beh ora quasi...

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Capitolo 21
*** Dolci storie che si tramando in queste mura... Parte Quarta e Ultima ***


A\N: E adesso si va con il gran finale, quarta ed ultima parte.

DII\N: Riposate in pace voi che sarete protagonisti di questo capitolo, perché in voi le speranze del lieto fine sono andate a farsi benedire.

A\N: Di nuovo, non sai fare altro che lamentarti!

DII\N: Ma hai visto quello che scrivi?

A\N: Si, e mi piace un sacco.

DII\N: ….....................................Perché non ti uccido quando ne ho la chance?

A\N: Domanda difficile, ma scommetto che a voi altri non ve ne freghi un beneamato cazzo, vero?


Rinoa avanzò a testa alta, con alcuni membri dei Gufi del Bosco che la seguivano in ordine.

La ragazza era entrata nella resistenza da solo un misero anno, e ora che ne contava quattordici (si parla di fatti avvenuti tre anni prima degli avvenimenti al Garden) era il leader indiscusso del gruppo.

Quel giorno poteva essere determinante.

Quel giorno era il giorno in cui si moriva o si vinceva.

L'impero di Galbadia aveva precedentemente preso accordi con la Shinra in cambio di armamenti e supporto militare, ma adesso quest'ultima avrebbe fatto da intermediaria per il trattato di pace tra l'Impero di Cocoon e lo stesso Impero di Galbadia supportato dalla chiesa da Yevon, da sempre avversaria del Sanctum, e i vari alleati dell'una e dell'altra parte, tra cui l'Impero di Palamesia, l'Impero di Archadia, il regno di Baron, l'Impero Gestahliano e molti altri.

Un occasione d'oro.

Ma certo molto ardua da cogliere dato il grande concentramento dei migliori tra maghi, evocatori, guerrieri, soldati, paladini, cavalieri neri, semidei e persino eroi, per un singolo gruppo di dissidenti.

Per questo ora veniva la parte più difficile.

Rinoa diede un altra scrollata di spalle, cercando di darsi un portamento ancora più fiero, prevedendo che per avere la considerazione degli altri leader avrebbe dovuto assumere un atteggiamento maturo e sicuro.

Girando un altro degli angoli bui dei bassifondi di Midgard, gli emissari dei Gufi del Bosco finalmente avvistarono il luogo di ritrovo, dove le varie rappresentanze avevano già iniziato a riunirsi, a piccoli gruppi, confondendosi con i contorni degli edifici e gli abitanti di quella landa desolata.

Dopo aver fatto segno ai suoi compagni di sparpagliarsi e cercare di familiarizzare con gli altri affiliati, le ragazzina puntò i suoi bersagli primari, concentrati fortuitamente in un punto solo: l'affiatato ventenne con i capelli disordinati biondi coperti da una bandana lurida e scolorita, il trentenne di colore dallo sguardo duro e severo, con i capelli corti e radi e la barba, ancora più imponente dell'altro, e infine la giovane donna dai capelli biondi e la gonna più corta che Rinoa avesse mai visto.

Snow Willers, leader dei NOVA, gruppo di resistenza al Sanctum; Barret Wallace, leader di AVALANCHE e il più efferato avversario della Shinra; e infine la misteriosa Amelia, leader della resistenza di Dalmasca all'Impero di Archadia.

Rinoa rimase un po delusa dal notare l'assenza del leader de “La Roda Selvatica” e dei “Returners”, ma riconobbe alcuni dei membri tra i misteriosi figuri quindi assunse che egli non doveva essere troppo lontano.

Quando era arrivata a pochi passi dai tre riuscì a cogliere alcuni stralci della conversazione.

-...e la finiremo una volta per tutte!- stava dicendo Snow, gonfiando il petto e mimando il gesto di prendere a pungi qualcuno.

-Smettila di dire idiozie dannato idiota!- lo rimproverò Amelia, prima che Barret partisse alla carica -Non è il momento di perdersi in giochi da ragazzini! Oggi facciamo la storia.

-Ci puoi scommettere, e sarà il miglior momento della nostra vita!- rincarò Snow, sempre più gasato.

-Puoi ben dirlo, ma se dovessimo seguire te ci faremo massacrare e basta- rispose Barret incrociando le braccia sul possente petto -Qui bisogna usare cervello.

-Certo, quindi tu ne avresti abbastanza per tutti e due?- fece sarcastica Amelia, quando Rinoa ormai li aveva raggiunti.

-Di sicuro più di una donna egoista- le rispose acido il nero.

-Voler liberare il mio paese non è un atto di egoismo- rispose con un filo di voce lei, ad un passo dal saltargli alla gola.

-Beh, e tutti gli altri?- insisté Barret, guardandola con aria superiore -Pensi che i tuoi problemi riguardino solo te? Se oggi non mettiamo il trattato di pace in ginocchio Archadia avrà fin troppi alleati su cui contare e tu e i tuoi compatrioti verreste spazzati via in un soffio di vento.

-Ecco perché non lascerò che voi due idioti mandiate tutto all'aria con il vostro patriottismo o le vostre manie di fare il grande eroe- rispose con un ringhio Amelia.

Snow stava per replicare ma la donna gli puntò un dito contro, silenziandolo sul posto.

-Oh oh, okay, adesso calmiamoci tutti un minuto- intervenne Rinoa, usando le mani per segnalare di quietare i toni -Siamo qui per collaborare, non abbiamo bisogno di altri contrasti.

Gli altri tre si girarono in contemporanea verso di lei e la fissarono con sguardo indecifrabile.

Dopo alcuni secondi di imbarazzante silenzio Rinoa si schiarì la gola e stava per presentarsi quando Snow la interruppe voltandosi verso gli altri due -Chi è la ragazzina?- indicandola con il dito.

PANICO! PANICOPANICOPANICO!

“Okay, okay...calmati Rinoa devi calmarti, è solo un equivoco” pensò la ragazza voltandosi intorno prima di chiedere -Di chi state parlando?

-Di te- fu la tranquilla risposta di Barret, con un tono quasi materno.

Il sudore che era cominciato a colare come un fiume le si gelò addosso.

Rinoa rimase a fissare gli altri tre con gli occhi sbarrati, mentre un terremoto scuoteva la terra attorno a lei.

-Ti sei persa?- chiese Snow cercando di essere rassicurante, mettendole un mano sulla testa -Senti se vuoi ti possiamo aiutare a tornare a casa...- a quel punto la rabbia della ragazzina montò all'ennesima potenza e lei afferrò Snow per il colletto dell'impermeabile e gli urlò in faccia -COME TI PERMETTI BRUTTO IDIOTA CEREBROLESO BIONDO CAZZONE! Con chi credi di avere a che fare!? Io sono Rinoa Heartilly, leader dei Gufi del Bosco! È così che ti rivolgi ad un tuo pari!?

La sfuriata fece ammutolire i tre leader che rimasero a rimirare l'aria con lo sguardo perso.

Rinoa, rimase ferma nel gesto di strattonare Snow prima di rendersi conto della figuraccia, per cui mollò subito il biondo e si diede di nuovo contegno.

-Oh- disse infine Barret -Credo che le sorprese non finiscano mai.

-Almeno non è un idiota come voi due- intervenne Amelia brusca -Quanti anni hai?

-Quattordici- rispose Rinoa, cercando di essere il più rapida e diplomatica possibile.

-Ah- fece l'altra -Mi aspettavo di meglio.

-Beh, a questo si può sempre rimediare...- iniziò a dire la ragazzina, tenendo a freno l'impulso di strozzare la stronza, ma quella la interruppe ancora -No, non si può. E ora basta con queste idiozie: non ho tempo di guidare un attentato alle più alte cariche del mondo con due idioti al mio fianco e fare anche da baby sitter- rispose la ragazza più grande dando le spalle agli altri tre.

Snow mise una mano sulla bocca della ragazzina, nonostante Rinoa fosse tranquillamente in grado di gestirsi -Scusala, fa la stronza con tutti quanti.

-Smettila di dire fesserie, ragazza. Con il tuo atteggiamento infantile ci porterai alla distruzione- Barret rimproverò Amelia, puntandole il dito contro -Non si può pretendere di guidare una ribellione e nello stesso tempo mandare avanti una questione di vendetta personale. Occlude il giudizio.

-Ma ti da anche la determinazione necessaria per conseguire la vittoria- intervenne Rinoa dopo aver spinto da parte Snow, che si limitò ad incrociare le braccia al petto e fare finta di ascoltare con interesse, quando non ci capiva un'acca.

-Combattere per qualcosa di vuoto e senza nome, o un volto, o un identità, non è facile come combattere il volto dell'uomo che odi, che ti perseguita ogni notte nel sonno, che ti ha portato via tutto ciò che hai di più caro...- Rinoa diede fondo alle sue doti di letterata principiante nel tentativo di convincere i compagni ad unirsi senza battibeccare ma Amelia la interruppe gelida -Cosa ne sai tu?

Il tono fu talmente travolgente che a Rinoa si gelò la gola e le parole che ne uscivano si dispersero dissipandosi nel vuoto.

-Perché ti sei unita ai Gufi del Bosco, ragazzina?- chiese Barret, usando sempre quell'odioso appellativo.

Rinoa rimase in silenzio ancora qualche secondo prima di trovare la forza per rispondere -Mio padre è un generale dell'esercito di Galbadia. Durante il suo mandato ha sottomesso decine di altri regni in nome dell'Impero, calpestando decine di corpi di uomini e donne morti in difesa delle proprie famiglie. Ho deciso di unirmi alla resistenza perché provavo un forte senso di giustizia per quelle persone. Inoltre non vado molto d'accordo con mio padre e...

-Lo vedi? La ragione per cui ti sei unita alla resistenza è solo perché provi rancore per tuo padre, per ribellarti alle sue regole. Sei infantile, immatura, indegna. Non puoi guidare una ribellione così.

-E allora come dovrei farlo?- chiese la ragazzina ferita nel profondo.

-Per principio, come me- rispose Barret oltrepassando Amelia e avanzando ancora, lentamente -Io combatto la Shinra e i suoi alleati perché sbagliano. Non ho bisogno di sapere come o perché, sento già dentro che sbagliano. È per questo che io so guidare i miei uomini, senza che il mio giudizio venga offuscato dal rancore personale.

-In sintesi stai dicendo che combatti alla cieca, senza conoscere il risultato o l'utilità delle tue azioni- intervenne Snow, con un tono di rimprovero, facendo voltare gli altri tre verso di lui con bocca spalancata.

Stava davvero ascoltando.

Oh Santo Piripillo!

-Sentite, sono biondo e con tanti muscoli quindi sono fatto per la battaglia, non per la politica. Sono stanco di questi bisticci. Se dobbiamo fare qualcosa facciamola in fretta, insieme, senza che le singole opinioni contino. È per questo che non facciamo come i vigilanti per le strade, noi sappiamo unirci ad altre persone che condividono i nostri ideali, e sappiamo come vincere tutti insieme. Non vedo ragione per cui non dovremo farlo anche adesso.

Tra i leader cadde il silenzio.

Gli altri tre rimasero a guardare il biondo come stoccafissi, mentre lui riassumeva la sua solita aria strafottente e piena di se.

Poi Barret scosse la testa, risvegliandosi dal torpore, e tornò indietro, seguito poco dopo da Amelia, finché i quattro non si riunirono in circolo.

-Allora come procediamo?- chiese Amelia.

In quel momento un ragazzo dei Returners arrivò correndo trafelato, ansimando come un matto.

-Loro...Sono qui...ci hanno trovato!- iniziò a strepitare, raggiungendo i quattro leader -Dobbiamo scappare *pant* *pant* stanno arrivando...

-Lo sapevo che stavamo solo perdendo tempo- ringhiò Rinoa tra i denti.

-Prepariamoci ad accoglierli allora- disse Snow facendo schioccare le nocche prima che la ragazzina potesse afferrargli le palle facendolo piegare in ginocchio -Non dire fesserie! Dobbiamo disperderci!

-Ci ritroveremo ad un bar nel vicolo della dodicesima strada del ventesimo distretto!- disse Barret, urlando agli uomini di disperdersi.

-Ma tutti gli altri...?- cominciò a chiedere Rinoa prima che il nero potesse interromperla -I miei ragazzi gli mostreranno la strada! Ora dobbiamo pensare a sfuggire a quei folli! Voi due! Andate con lei!- l'uomo iniziò a correre ordinando a due membri della resistenza di seguire Rinoa.

La ragazzina prese una vicolo laterale mentre gli altri si disperdevano, seguita a ruota dai due membri assegnati alla sua difesa.

Poco dopo iniziarono a risuonare spari ed esplosioni, mentre una voce all'altoparlante recitava -IL MIO NOME È JIHL NABAAT, TENENTE COLONELLO DELLE FORZE DELL'ALLEANZA. IN NOME DELLA SHINRA E DEI PAESI DELLA GRANDE INTESA ARRENDETEVI E DEPONETE LE ARMI!

Gli accompagnatori di Rinoa erano due ragazze: una dai tratti lievemente cinesi, con uno chignon e armata con un grosso fucile d'assalto; l'altra aveva dei capelli neri di una lunghezza vertiginosa e dei seni incredibilmente sproporzionati.

-Il tubo dei gas di scarico!- disse Rinoa mentre svoltava un angolo, sicura che fosse l'ideale per coprire la fuga.

-Colpito!- rispose la ragazza con il fucile che fece fuoco contro l'oggetto sprigionando una gran quantità di gas che avrebbe sicuramente rallentato gli inseguitori.

Dopo un altra svolta si trovarono davanti un muro.

-Serve un modo per saltarlo!...- cominciò a dire Rinoa quando la ragazza dai capelli lunghi la interruppe -No!- caricando in avanti a tutta velocità e sfondando il muro con una spallata, senza neanche fermarsi.

-Questo si che è ragionare!- fece l'altra da dietro a Rinoa mentre superavano l'ostacolo ridotto in macerie.

Dopo alcuni secondi raggiunsero uno sbocco a tre.

La via centrale proseguiva dritta rispetto alla loro direzione ed era la via più rapida per allontanarsi dalla battaglia ma un colpo vacante di bazooka esplose bloccando la via.

-Maledizione si stanno avvicinando!- disse la ragazza con i grandi seni.

-Che vengano pure- rispose l'altra appoggiandosi il fucile sulla spalla.

-Dobbiamo dividerci! - disse Rinoa.

-Oh perfetto. Io vado di qua- disse la ragazza con lo chignon ma Rinoa la richiamò -No! Ci serve un piano!

-Ai veri eroi non serve un piano- rispose l'altra strafottente.

-Noi siamo ribelli, non eroi. C'è differenza. Qual è il tuo nome?

-Lebreau.

-Bene, prendi la via di sinistra, e spara come una pazza a quell'edificio finché non esplode. Confonderà i nemici e ti darà un vantaggio per svignartela inosservata. Tu, nome!

-Tifa.

-Tifa tu vai a destra, usa la tua forza per sfondare i muri portanti dell'edificio davanti a te, e cerca di tenerti nella sua ombra finché non tocca terra!

-Ma te?

-Io me la caverò! Ora andate!

Le due ragazze fecero come ordinato, correndo all'impazzata mentre la confusione prevista da Rinoa cominciava a verificarsi.

La ragazzina puntò dritta verso la via centrale, sperando che il suo azzardo fosse corretto.

Mentre gli edifici cominciavano a cadere Rinoa spiccò un balzo verso il fumo e le fiamme causate dall'esplosione del colpo di Bazooka ed atterrò al di là, affumicata e accaldata, ma almeno viva.

Senza gioire più del necessario la ragazzina si rimise in piedi e ricominciò a correre all'impazzata, raggiungendo la superficie e cercando di nascondersi tra la folla, ma vide soldati, SOLDIER, SeeD, Preti, Evocatori, Maghi e altri nemici correre ovunque per le vie della città, mentre anche la gente era nel panico.

Nel tentativo di sfuggire ad un gruppo di nemici, Rinoa afferrò il primo malcapitato che le capitò a tirò, spingendolo in un vicolo e poi usandolo come scudo per nascondersi alla vista dei nemici, appoggiandosi al muro.

-Ti prego resta immobile- sussurrò la ragazza.

E lui lo fece.

Passò mezz'ora, una lunga mezz'ora di strepiti e urla, finché alcuni ufficiali non iniziarono a riportare l'ordine comunicando che era solo un esercitazione.

Alla fine il panico cessò e le pattuglie si diradarono.

Solo quando sentì la calma assoluta di un normalissimo giorno a Midgard Rinoa trasse un profondo respiro di sollievo.

-Grazie- disse con riconoscenza al volto dello sconosciuto che era stato al gioco fino a quel momento, spingendolo indietro.

-Non c'è di che- rispose quello senza spostarsi di un millimetro -Anzi- continuò sussurrando nell'orecchio di lei -Perché non continuiamo un altro po?

I sensi anti-stupro di Rinoa si attivarono al volo e il tipo venne allontanato con un sonoro ceffone.

Era un biondo scuro, con i capelli tirati indietro sulla testa, probabilmente pieni di gel, e vestiva con una casacca bianca sopra gli abiti civili, due croci rosse sulle spalle.

-Ah è così, eh?- fece quello in un tono malizioso, voltandosi -Mi piace.

Rinoa stava per eseguire un sonoro calcio alle palle del bastardo ma quello la spinse al muro con estrema facilità, bloccando gambe e braccia.

-Coraggio piccola, cose c'è che non va? Hai perso l'ardore?

Con la paura che oramai aveva lasciato il posto ad una rabbia ceca Rinoa urlò- Angelo!- ed un agguerrito cucciolo di cane sbucò dalle sue vesti azzannando il ragazzo al naso.

Quello iniziò a contorcersi dimenandosi e mulinando il cane per aria, ma il cucciolo tenne duro, finché la padrona non inflisse un violento calcio rotante al volto del bastardo, al che il cagnolino mollò la presa e tornò saltellante tra le vesti di Rinoa.

-E ringrazia che ti faccio tenere le palle- disse minacciosa la ragazzina, mentre l'altro era ormai nel mondo dei sogni.

-E tu che hai da guardare?- chiese all'indirizzo del ragazzo moro che la stava fissando immobile da un po.

-Era mio- fece lui con voce neutra.

-Beh potevi anche aiutarmi allora!- lo rimbeccò lei, ma il ragazzo distolse lo sguardo sbuffando, sottolineando il suo disinteresse.

-Bah, voi maschi siete tutti uguali: un branco di cerebrolesi senza neuroni- aggiunse la ragazzina nascondendosi nella folla e iniziando a muoversi in direzione del bar.

Dovette girare per una ventina di minuti prima di trovarlo.

Nascosta nell'ombra di un altro vicolo secondario controllò che tutte le direzioni fossero sgombre, voltandosi anche dietro e ritrovando il moro di prima alle sue spalle, fermo e in silenzio.

D'istinto lei menò un gancio di destro, ma lui afferrò il pugno stretto nel suo palmo -Mi hai dato del cerebroleso senza neuroni- chiese con un tono indecifrabile, data la sua apatia.

-Perché ti sei offeso?- disse lei facendogli il verso.

-Non ti azzardare mai più- fece lui avanzando minaccioso, costringendola ad indietreggiare.

-Ehi mollami spilungone- Rinoa gli affibbiò un calcio sul ginocchio, facendogli perdere la presa.

Ma questo non piacque allo sconosciuto che le lanciò una sguardo carico di rancore.

-Eccola!- urlò d'improvviso una voce alla loro sinistra, e voltandosi Rinoa scorse una soldato di Galbadia che correva verso di loro, fucile alla mano.

Prima che Rinoa potesse estrarre la propria arma il ragazzo la superò e mise fuori combattimento il soldato in un paio di mosse prima che egli potesse intimare la resa.

-Che diavolo vuole?- chiese lo sconosciuto.

-Oh, scusa, non te l'ho detto: sono ricercata- rispose Rinoa con tono saccente.

-Ah capisco- fece lui raccogliendo contro voglia il fucile.

-Beh che c'è? Tanto no non è un tuo problema- continuò lei preparandosi a combattere.

-Al contrario- fece lui imbracciando l'arma -Ho una questione in sospeso con te, e finché non l'avrò regolata sarà un mio problema tenere i rompiscatole lontani de te.

-Oh mio dio, adesso fai il principe azzurro...- ma il battibecco venne interrotto dal grido di un soldato che passò volando in fondo al vicolo, accompagnato da altre grida e detonazioni, poi due soldati del Sanctum sbucarono da dietro l'angolo prima di voltarsi indietro e puntare le armi, ma uno dei due venne raggiuntò da un calcio volante di un tipo biondo con i capelli a punta, che intercettò anche un terzo soldato che arrivava da dietro senza guardare stendendolo con un gancio, mentre il secondo venne travolto da un altro compagno che gli volò addosso.

Quando tutti i nemici furono a terra Tifa svoltò l'angolo a tutta velocità seguita a ruota dal biondo.

-Oddio grazia al cielo stai bene!- gridò la ragazza abbracciando Rinoa con tutta la sua forza -Mi hai salvato la vita li giù. Se non avessi fatto come dicevi sarei morta.

-Prego...- rispose Rinoa a un passo dal soffocare.

Fortunatamente Tifa allentò la stretta e guardò lo sconosciuto fisso negli occhi -E lui è?

-Uno- fu la secca risposta.

-Mi chiamo Squall Leonheart, e finché io e la signorina qui presente non avremo chiarito qualche questione mi farò carico di tenerla fuori dai guai.

-Ah- rispose Tifa alzando il sopracciglio.

-E il tuo amico chi è?- rispose Rinoa, riferendosi al biondo, dopo aver sbuffato in direzione di Squall.

-Oh lui è un mio amico, Cloud Strife. Non lo vedo da un po ma l'ho trovato a girovagare senza meta per i bassifondi e l'ho portato con me.

Cloud rimase in silenzio, lanciando occhiate fugaci ai tre che aveva davanti.

-Bene, allora possono tenersi compagnia mentre noi finiamo i nostri affari- disse Rinoa dirigendosi verso la porta del bar, con Tifa al seguito.

-Dove credi di andare?- chiese Squall andandogli subito dietro, ma Rinoa lo fermò -Ad un incontro esclusivo, quindi se vuoi renderti utile stai qui fuori a fare la guardia, e facci un fischio se vedi dei soldati di qualsiasi nazione avvicinarsi troppo.

Detto ciò al ragazza entrò, con la porta che le si serrò dietro.

Tifa esitò ancora qualche secondo, poi si rivolse al moro -Sei il suo fidanzato?

Poi Rinoa risbucò dalla porta e afferrò l'altra per il bavero della camicetta e la tirò dentro, lasciando i due ragazzi nel vicolo da soli.


L'interno del bar era uno schifo totale.

Sudicio, nella penombra, i clienti erano tutti misteriosi e avvolti in manti oscuri.

Rinoa riuscì chiaramente a distinguere Barret e gli altri due di prima, facendosi largo tra i clienti come una furia.

-Quanti ne abbiamo persi?- chiese Rinoa sottovoce ai colleghi, mentre si sedeva rapidamente.

-Abbiamo dieci morti, una ventina agli arresti e sei dispersi. Non siamo più di una dozzina rimasti- rispose Barret stringendo i denti dalla rabbia -Maledetti!

-Adesso non è il momento di lasciarsi andare ai sentimenti Barret. Dobbiamo uscire dalla città, e in fretta- sussurrò Snow.

-No, dobbiamo sapere cosa ha deliberato il consiglio oggi!- li rimproverò Amelia -Dobbiamo sapere!

-In quel caso posso aiutarvi io- disse un altra figura gettando un fascicolo chiuso in una busta bianca.

La figura era coperta da una cappa rossa, e da sotto di essa sbucava una cascati di capelli biondi mossi e curati.

-Il mio nome è Edgar Figaro, re del regno di Figaro- disse lo sconosciuto.

-Sire cosa ci fate qui?- si alzarono di colpo gli altri tre, esclusa Rinoa -State rischiando grosso.

-È il minimo che potevo fare. Non ho potuto fare altro se non mandare il ragazzo ad avvertirvi, il consiglio non mi ha permesso di sottrarmi all'evento.

-Avete fatto più che abbastanza. Ora andate prima che ci trovino- intimò Barret spingendo con malagrazia il re verso la porta del bar, ma invece quello scivolò al massimo della sua velocità oltre il gigante umano -Che fretta c'è, dato che sono arrivato fin qui tanto vale fare conoscenza.

L'uomo si diresse verso gli altri leader (e Tifa che stava in piedi dietro a Rinoa) e puntò diretto Snow, per qualche ragione poco chiara.

Dopo averlo squadrato per qualche istante chiese -Lei signore è?

-Snow Willers, leader dei NOVA.

-Mmmhh- fece Edgar stringendo la mano del ragazzo, con sguardo spento.

-Che c'è?- chiese l'altro.

-Niente, mi ricordavi qualcuno- fece il re lasciando la frase in sospeso perché gli cadde l'occhio su Amelia.

-Mia signoooraaaa- disse il re scivolando oltre Snow e baciandole la mano -Quale piacere.

Il volto di Edgar arrivò pericolosamente vicino al volto di Amelia...-Un candido fiore di ehi!- la mano della donna si serrò in una morsa d'acciaio attorno al volto del re e lo allontanò ringhiando -Non si azzardi mai più.

Sgusciando fuori dalla presa con molta maestria il re si rivolse a Snow -Ma che ha?

-Lasci perdere- fu la semplice risposta.

Preso in contropiede Edgar rimase a fissare il vuoto davanti a se schivando i continui tentativi di Barret di catturarlo e accompagnarlo fuori dalla porta.

-Ehm- fece Rinoa con voce accennata, lievemente gelosa del fatto di essere lasciata da parte, e Edgar si mise a volteggiare su un piede solo come una ballerina finché non cadde in ginocchio al lato della sedia della ragazzina, raccogliendo la mano di lei tra le proprie, schivando tutti e tre i leader che appena avevano sentito la voce di Rinoa ebbero un “Oh-oh” lampante in testa e cercarono di proteggere la poverina dal playboy finendo una sopra all'altro.

-Un candido raggio del sol levante all'alba nei candidi e rosati cieli del primo giorno, così lieve e innocente, eppure più brillante di tutti coloro che lo seguiranno.

-Oooohhhhh- fece Rinoa ammaliata alla grande -Lo sa lei è proprio il tipo da sposare- poi di colpo l'aura cambiò -Ma i biondi non sono il mio tipo.

Mente l'immagine dello stronzo di prima tornava a tormentare la testa della povera ragazzina Edgar si pietrificò a colpo secco.

Poi l'immagine di Squall si sostituì al biondo.

“Immagino che i maschi non siano proprio il mio tipo”.

Le passarono in testa un paio di scene lesbo prima che la depressione la colpisse a morte “Sono condannata a restare da sola”.

Edgar si depietrificò piano piano restando depresso e immobile, almeno finché non notò Tifa che era rimasta immobile, ubbidiente, ma che si trovava talmente a disagio che non aveva neanche la forza di guardare il re, arrossendo senza ritegno.

Inutile dirlo la ragazza si ritrovò coinvolta in una posa di tango, con Edgar che la fissava con occhi intensi, senza parlare, sorridendo lieve.

Tifa riuscì a resistere una manciata di secondi prima di sparare Edgar contro la parete con un pugno per l'imbarazzo.

-Credo che ci convenga uscire- rifletté Rinoa prima di afferrare Tifa e il fascicolo e darsela prima che l'intera sala iniziasse a picchiarsi, scatenando una di quelle risse da taverna a cui prese parte lo stesso oste.

Ovviamente Rinoa non corse verso l'uscita, ma optò per il retrobottega dove nessuno avrebbe rotto le scatole, e così si sedette tranquilla tranquilla a leggere il fascicolo con Tifa traumatizzata per le avance di Edgar seduta al fianco.

-Senti senti, che furbi quei bastardi. Vogliono usare alcune vecchie strutture d'addestramento militare per formare un unica immensa struttura volante a prova di Shinra dove plasmare nuovi guerrieri da inviare nei vari regni che hanno sottoscritto al trattato. Il regno di Figaro incluso!- disse ad alta voce la ragazzina una volta finito di leggere.

-È l'unico modo che avevo per evitare di farmi scoprire- spiegò il re che l'aveva raggiunta nel mentre, seguito dagli altri leader.

-DA DOVE SPUNTI TU!?

-Come sei fredda ragazza, è questo il modo di rivolgersi al colui che ha appena sacrificato il suo volto?- rispose Edgar mostrando metà della sua faccia gonfia, color viola scuro.

-In ogni caso, se vogliono forgiare nuovi guerrieri significa che faranno di tutto per accumulare più persone possibili- mormorò Barret.

-E se dovessero riuscirci avrebbero una fonte inesauribile di soldati altamente addestrati nelle più svariate arti del combattimento- rifletté Amelia.

-Significa che dobbiamo infiltrare quella struttura e distruggerla- finì Snow battendo il pugno.

-Dice niente sul metodo di reclutamento?- chiese ancora Barret, mentre accarezzava la testa di Tifa nel tentativo di calmarla.

-No, il progetto è ancora in fase di sviluppo. Tutto quello che si sa è che attualmente una struttura di prova farà da esperimento, poi nel giro di un paio d'anni dovremo avere la struttura definitiva- rispose Edgar tornando serio.

-Quindi ci serviranno più informazioni per infiltrarci- dovette constatare Rinoa.

-Oh magari qualcuno che possa andare in avanscoperta- rifletté Amelia.

A Rinoa d'un tratto si accese la lampadina -A quello forse c'è un rimedio.

Detto fatto il gruppo tornò nel salone principale, oltrepassò una serie di corpi svenuti e mobili sfasciati, arrivò alla porta che dava sul vicolo del retro, l'aprì, e si ritrovarono davanti Squall e Cloud pesti e laceri nell'atto di fare un cross punch.

Non si seppe mai cosa si dissero o cosa si fecero, ma da quel giorno se le diedero sempre e per sempre.

-Maschi, pff- sbuffò Rinoa.

-Questi sarebbero?- chiese Amelia facendo una faccia diversa dal solito, con le guance arrossate e un espressione più distesa, quasi sorridente, che fece venire un brivido longo la spina di Snow che si nascose dietro a Edgar che reggeva Tifa a cui la realtà sembrava non importare.

-Le nostre cavie- fece Rinoa con un tono che era una via di mezzo tra il depresso e lo sconsolato.

A sentire “cavie” il cervello (molto suscettibile in quel momento) di Tifa fece un *BANG* sonoro che diede via ad un rapido flashback: Shinra, Padre, Niflheim, Cloud, Zack, Sephiroth, Odio, Midgard, Lifestream, Shinra, Morte, Fuoco, Fiamme.

In un balzo Tifa fu a terra e piena di rabbia ceca diede un pugno tremendo a Rinoa che planò dritta dritta contro i due litiganti travolgendoli.

O per meglio dire, planò su Squall dandogli un bel bacio volante prima di abbattersi alla parete dietro di loro svenendo l'una sopra l'altro, e Cloud venne involontariamente travolto andando a sbattere al muro qualche metro più in là.


Morbide, morbide e lisce, umide.

Dovevano essere labbra.

Considerando che le sentiva a contatto con le proprie non potevano essere altro.

Rinoa si ritirò su a fatica, mentre la testa pulsava da morire.

Poteva ancora udire alcune voci sconnesse attorno a se, ma più che altro vedeva, e si vedeva seduta su un giovane belloccio moro strafigo pestato a morte e con le labbra umide di sangue (ricordo che Rinoa gli era volata addosso a velocità cosmica).

Com'era il nome...S-squell...S-squid...Squall?

-Squall?- chiese esitante mentre i rumori tornavano ad essere chiari.

Il ragazzo mugolò qualcosa prima di aprire gli occhi e trarsi in una posizione più comoda.

-Squall?- chiese ancora Rinoa mentre i suoni acquietavano.

Il ragazzo sentiva un dolore immenso alla nuca.

Chi lo chiamava? Dov'era? Perché?

-Si- fece lui, riaprendo gli occhi e dando un occhiata migliore alla ragazza davanti a lui.

Egli oscillò gli occhi incerto, con sguardo indagatore.

Rinoa dal canto suo si soffermò sugli addominali, sulle spalle, sulle braccia, sul volto, sulle labbra e sugli occhi profondi.

Rinoa lo abbracciò con tutta la sua potenza causando una fitta alla schiena di Squall che era ancora confuso.

-Amore mio- comincio a dire la ragazzina cullando il poveraccio -Squall tesoro.

E adesso tutti voi sapete che la ragione per cui Rinoa ha una cotta per Squall è perché i pugni di Tifa in testa fanno male.


DII\N: E il caro lieto fine \ È andato a farsi bene-dire\ para-pira-para-pura \ *schiocco dita* *schiocco dita* zum-zum.

A\N: …........................................................................................................Tirarmi dentro un reattore nucleare adesso è in cima alla lista delle tue priorità vero?

DII\N: Ab-so-lu-te-ly.

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Capitolo 22
*** Gite, dimostrazioni d'affetto e commenti colorati come l'Arcobaleno (censurato) ***


A\N: Okay, adesso che abbiamo risolto i problemi della gang degli allegri momenti, torniamo alla storia principale. Eh si, perché per i signori che magari non lo sanno stavo scrivendo una storia in Dissidia che mi ha in qualche modo attirato verso la “Luce”, e a mia sorpresa ha riscosso un ampio successo, più quanto sperassi. Se qualcuno non ci ha ancora fatto un salto è libero di farlo. Per il resto mi scuso con Scorpion550 e _Akatsuki_ per la lunga attesa ma ero a corto di idee. Per Devil e Atra spero di farvi ridere ancora e ancora, senza posa. Sono tornato ancora una volta.

DII\N: Quando hai finito, la gente attende il tuo fresco ritorno in auge, bello. Lavora sodo!


Lightning percorse in silenzio i corridoi che portavano alla mensa.

Perché, ho scordato di dirvelo?

Ah.

Capisco.

Va bene allora credo che sappiate anche voi a cosa serve una mensa no?

Perfetto.
Allora Light ci potrà spiegare tutto mentre racconto.

Bene, dicevo...

Lightning percorREVA in silenzio i corridoi che portavano alla mensa dai dormitori.

Non era del tutto insoddisfatta della cosa, quel giorno, specialmente perché era il turno di scherma con Sephiroth, il quale, da una settimana a quella parte (diciamo all'incirca da quando i professori l'hanno corcato), aveva preso l'insopportabile abitudine di andare in giro con le chiappe all'aria, facendo squittire (quasi) tutte le ragazze, professoresse e creature femminili del Garden.

Francamente lei lo trovava disgustoso.

Fang, nonostante le sue abitudini, sembrava invece quasi soddisfatta che qualcuno del sesso opposto avesse preso l'abitudine di fare il naturista (o nudista se preferite).

Anzi, per lei chiunque avesse il coraggio di girare nudo\a per la scuola diventava automaticamente suo\a amico\a

Scosse il capo, scacciando i pensiero dei due seduti ad un bar a chiacchierare del più e del meno con solo i capelli addosso.

-Light, puoi ripeterci dove ci stai portando?- chiese Cloud, continuando a guardarsi attorno sperduto.

Squall non stava messo meglio.

Ah si.

C'era un'altra ragione per cui Light non era in classe quel giorno.

La questione per cui i due campioni non riuscivano ad orientarsi nei dormitori, e di conseguenza nell'intero Garden, era giunta nel Consiglio e Timmy le aveva gentilmente chiesto se poteva occuparsi lei di fargli fare brevemente un “giro” quella mattina.

La ragazza maledisse brevemente il momento in cui Ashe era uscita dalla doccia quella mattina.

“Avrei dovuto chiederle di farlo al posto mio. In fondo lei è il vice-presidente\leader della Squadra Disciplinare, avrei anche il diritto di chiederglielo. Invece no! Mi sono avviata mezza assonnata verso il bagno, l'ho vista uscire, con l'asciugamano che le cingeva appena la vita e il petto, gocciolante, i capelli che ripercorrevano dolcemente le curve del collo, l'odore del suo shampoo, il se...” e prese una porta in faccia.

-Light ci sei?- chiese Cloud, mentre tanto lui che Squall la fissava con gli occhi sgranati.

Lightning tirò brevemente indietro la testa, notano una porta di una camera ancora spalancata.

-Chi diavolo lascia la porta aperta? Nessuno è così stupido da lasciare la porta della propria camera aperta!- esclamò irata.

-È la stanza di Leila(FFII)- mormorò Squall, adocchiando il numero -È sempre aperta.

-Come fai a saperlo?- chiese Cloud, portando il suo sguardo sul rivale.

-Tutti sanno qual è la sua stanza di Leila- rispose il moro...o dovrei dire bruno?

-Perché?- chiese ancora l'altro

-Adesso lo vedrai.

Intanto Light, che conosceva l'ex-piratessa di fama, da alcune storie di Firion, si arrischiò a sbirciare dentro, sempre tenendosi il naso.

La stanza era un ammasso di rose: peluche, mazzi e vasi sparsi ovunque, rose disegnate sulle pareti e...Firion.

Un Firion cuscino, un Firion bronzeo che mimava il David di Michelangelo in mezzo alla stanza (con il pene bene in vista), un Firion-shampoo, un tavolino dove le gambe erano quattro Firion intenti a sorreggere la superficie piana, come Atlante il mondo.

C'era perfino un Firion-telecomando, dove si potevano premere certi “tasti”.

Light fece tanto d'occhi, fissando pietrificata la stanza, mentre anche Squall e Cloud facevano capolino dal battente, stile sbricia-senza-farti-sgamare.

-Qualcuno ha un fan- disse Cloud facendo sobbalzare la ragazza.

-Sembra proprio- aggiunse, incerta.

-Ma le rose che c'entrano?- chiese il biondo, non esattamente convinto della scena.

-Quella è Hilda, la compagna di stanza- aggiunse Squall.

Rimasero tutti e tre a fissare la stanza, mentre Light continuava a sentirsi sulle spine, lanciando occhiate rapide ai due e al sangue che scivolava fuori dal suo naso.

Non per via della botta alla porta.

Lei era il Leader della Squadra Disciplinare, non sanguinava dal naso per un semplice impatto con una porta.

Lei sanguinava perché Ashe aveva delle concavità perfette.

Un corpo a clessidra (cioè, fateci caso, ma i personaggi femminili di FFXII hanno tutti i fianchi stretti e le chiappe larghe) dalla perfetta sinuosità, che lasciava scivolare lo sguardo lungo la schiena e le gambe come olio...

-Anche a Firion piacciono le rose- disse Cloud, rompendo il silenzio.

-Appunto- rispose Squall.

Cloud gli lanciò uno sguardo confuso.

-In un brano dell'Orlando furioso c'erano dei doppi sensi sulle rose...- continuò, cercando di capire il punto.

-Appunto- lo interruppe Squall.

-Quindi qualcuno ha più di un fan- capì il biondo strofinandosi il mento.

-Appunto, uff- Squall sospirò.

-Che hai?- Cloud sollevò il sopracciglio.

-Niente. Solo...povero Firion.

-Perché?

-Perché pensi che la porta sia aperta?

Cloud si mise a pensare, rimuginando -Perché se la sono scordata aperta?

-Perché così Firion può vedere cosa c'è dentro- rispose il bruno (va, faccio bruno, poi moro lo risistemo dopo se serve), sospirando pesantemente -Io scapperei.

Finiti gli argomenti di cui discutere il ragazzo riportò l'attenzione su Lightning, dispersa in preda a sogni idilliaci su cose che potete intuire.

Squall le mise una mano sulla spalla, volendo attirare la sua attenzione, facendola balzare come una molla.

La ragazza compì una tripla piroetta, togliendosi una mano dal naso, e atterrando in mezzo alla stanza pronta a combattere -Non osate mai più abusare del mio corpo vili viscidi pervertiti.

Aveva sognato troppo, l'avevano interrotta al momento sbagliato.

I due ragazzi si scambiarono giustamente uno sguardo scocciato del tipo questa-sta-fuori prima di rivolgersi di nuovo a lei.

Fu allora che Squall notò il sangue dal naso.

-Light, sei venuta qui per prenderti un souvenir? Sei anche tu una fan di Firion?

Mentre Light avvampava, Squall continuò tranquillamente -Allora portarci con te è stata un ingenuità.

-Già, meno testimoni, meno problemi a mantenere il segreto- aggiunse Cloud, incrociando le braccia al petto e appoggiandosi allo stipite.

-E non siamo neanche interessati in queste cose, perché coinvolgerci?- proseguì il bruno, appoggiandosi con il gomito all'altro battente.

-Forse ti vergognavi di andarci con qualcun altro?- chiese il biondo, alzando un sopracciglio.

“Oh no, l'hanno capito. No, non posso permettergli di tirare in mezzo anche Ashe, non posso lasciarla cadere vittima dei loro giochi! Devo fare qualcosa!” pensò, tremando.

-Ma allora noi siamo qui per...- Cloud non riuscì a finire la frase perché Light lo centrò in pieno con un pugno in faccia, spedendolo all'altro capo del corridoio.

Squall sobbalzò, voltandosi appena in tempo per vedersi raggiungere da un calcio.

Immediatamente il ragazzo spostò di lato il capo, evitando il colpo di poco, per poi indietreggiare nel corridoio con un paio di salti mortali, mentre Light calava un pugno dove lui si trovava fino a pochi attimi prima.

-Cosa diavolo ti è preso?- esclamò, mentre Cloud si rialzava, massaggiandosi la guancia.

-Io sono il capo della Squadra Disciplinare, e il mio dovere è punire coloro che infrangono le regole!- gridò Lightning, gettandosi all'attacco del bruno con le braccia all'indietro, per guadagnare più velocità.

-E che abbiamo fatto noi!?- gridò di rimando Squall, mentre indietreggiava per proteggersi.

La ragazza menò un colpo ascendente con il braccio destro quando era ormai addosso al ragazzo, che schivò per un pelo, evitando anche l'attacco da sinistra.

Però a quel punto Light si era portata in una posizione vantaggiosa, quindi colpì con un calcio il ginocchio destro del ragazzo, che sporgeva in avanti, per poi raggiungerlo con un pugno allo stomaco.

Squall sembrò accasciarsi per il dolore e allora la ragazza si preparò a finirlo con una gomitata al collo, ma il ragazzo però a sorpresa con l'avambraccio, per poi regolare i conti colpendola al mento con l'altra mano.

Light indietreggiò scossa, e Cloud la raggiunse con il braccio sinistro aperto in fuori, colpendola alla schiena e trascinandola in avanti.

Quando pensò di aver fatto centro, si piegò a terra schiacciandola al suolo, per poi allontanarsi con una capriola.

-Squall, bloccala adesso finché è svenuta!- esclamò rialzandosi.

Sotto i suoi occhi il rivale si tolse di dosso Lightning e uscì dal buco del pavimento, con i muscoli gonfi e ansimando pesantemente.

Quindi in trenta secondi Cloud si ritrovò il piede di Squall in faccia.


Quando i suoni del combattimento la raggiunsero, Ashe si limitò a mandare giù il sorso di cappuccino macchiato senza scomporsi.

-Oh guarda guarda chi arriva- disse Barret, ripulendo un bicchiere e rimettendolo a posto dietro al bancone.

Ashe girò un poco la testa, e vide Squall, Cloud e Lightning intenti a combattersi a suon di pugni e arti marziali, agitandosi sulla scala a chiocciola che scendeva fino al piano come delle scimmie, rendendo il tutto simile ad uno spettacolo da circo.

-Anche Light adesso? È una novità, vero?- continuò Barret, appoggiando il suo immenso corpo al bancone e tornando a posare uno sguardo su Ashe.

“Ma che vuoi da me?” pensò la ragazza, incontrando i suoi occhi e restando neutra.

A caso un tavolo la raggiunse alla schiena, facendole sputare gli ultimi sorsi di cappuccino.

A quel punto perse la bussola e saltò addosso ai tre, piantando un gomito nella spina dorsale di Light, un calcio sul mento di Squall, e infine afferrò Cloud e lo piegò contro il suo ginocchio.

Quindi si riavviò al bancone, facendo segno a Barret di prepararle un altro cappuccino.

Quello stava per adoperarsi quando la porta di vetro che dava sull'esterno si spalancò di colpo.

 

A\N: Da questo momento in poi inizia la parte scurrile, ma scurrile per dire assolutamente da censura. Io me la canto e me la suono, e gli faccio dire quello che voglio. Quindi occhio che potreste morire molto male leggendo questa parte.

 

-*****************************!- bestemmiò Cid entrando in tutta grazia -*****************************!

-A' brutto ammasso di merda contorta e condita di stronzate aborrite! Che cazzo!- rispose Barret, facendogli eco.

Il cuore di Ashe mancò un colpo, e lei si irrigidì sul posto, andando a cadere all'indietro.

-TE BRUTTA TESTA DI CAZZO!- rispose Cid, avvicinandosi minaccioso.

-Razza di cane rognoso cretino deficiente e balbuziente handicappato di merda!

-Che merda nera del cane!

-Infame coglione testa di cazzo!

-Brutto sterco di piscio!

I due si strinsero la mano con calore e fratellanza.

-Allora, vecchio beota, come te la passi?- fece Cid, sorridendo a trentadue denti con la sua maledetta sigaretta in bocca.

-Bene, dannato pezzo di merda- rispose Barret, andando a prendere un bel bicchierone di brandy da dare all'amico -Allora, ti fanno sempre fare quelle cazzate?

-Non ne hai idea, mannagia ****! Ogni sacrosanto giorno del cazzo devo sempre andare in giro a fare delle commissioni di merda!- replicò il bidello, trangugiando un bel sorso.

-Ti capisco. Questi piccoli pezzenti non ci rispettano proprio più- rispose Barret, lanciando un occhiata ad Ashe svenuta.

-Sono degli ingrati, dei grandissimi figli di puttana!- esclamò Cid, dopo aver ingurgitato una buona quantità.

-Ben detto vecchio volpone, ben detto!- rispose Barret, afferrando la bottiglia e facendo cin cin, prima di mandare giù un bel sorso.

-Che infame nido di piccoli stronzi- continuò Cid, gettando via la cenere.

-Non c'è un cazzo d'uomo qui in giro! Tutti dei fottutissimi rammolliti!- aggiunse Barret, riprendendo aria.

-Ehi, brutto cafone!- si sentì una voce racchia ma ancora vagamente femminile proferire da dietro una porta -Non me saluti manco più!?

-Quina, brutta baldracca!- esclamò Cid, andando ad abbracciare l'obbrobrio che era appena uscito dalle cucine.

Eh si, ho dimenticato di darvi i dati spaziali.

Allora la caffetteria\ristorante\pizzeria\sala di banchetto\discoteca\bar\pub era una gigantesca costruzione a parallelepipedo sdraiato, altra quanto i dormitori, e direttamente collegata.

L'edificio dei dormitori s'incastrava con la caffetteria più o meno nel mezzo, formando una “T”, e i quattro piani che lo componevano andavano ad infilarsi vagamente all'interno dello spazio, formando quattro terrazze in cui gli studenti potevano scegliere di andare a mangiare, passando per le scale a chiocciola da cui i tre litiganti erano caduti.

Ce n'erano due per piano.

Il piano terra era invece occupato in tutta la sua lunghezza da decine di tavoli, piccoli da bar, o lunghi da pranzo.

Di tutte le forme e dimensioni.

Era uno spazio immenso, in cui potevano entrare tutti in pace.

Inoltre, mentre il lato sinistro collegava con i dormitori, e quindi aveva le finestre solo in alto, il destro era composta da una serie di vetrate montate una sull'altra e affianco all'altra, formando un immenso spazio completamente all'aperto, con diverse porte di verto che potevi spingere o tirare dall'esterno.

Nel lato sud dell'edificio non c'era niente.

Nel lato Nord invece c'era tutto lo spazio atto alla preparazione dei cibi, una cucina vasta, nascosta dietro ad un muro grigio, addirittura a due piani, e il bancone del bar, dove Barret faceva le sue faccende.

Per il cibo c'era un altro bancone, molto più vasto, dove le ordinazioni per il pranzo venivano soddisfatte.

Normalmente ci lavoravano molti volontari, ma a quell'ora di mattina erano tutti a lezione e restavano solo il barista, il capo cuoco e...Gilgamesh, il fattorino.

Mentre usciva con le sei mani stracolme delle portate speciali per le camere ed i professori, Cid baciò l'amica Quina sulle guance -Allora, come va la vita?

-Ah! Ah! Se solo sapessi! Co tutti sti fii de na mignotta che ce stanno in giro non se po fa più niente!- la “donna” girò attorno al bancone, salendo sul suo apposito sgabello per poter guardare i due in faccia più comodamente.

-Ah, ti capisco sai?- disse Barret.

-E ce lo so! Tu me capisci mejo de l'artri stronzi che gozzovigliano qua in giro, né vero?

-Essì- aggiunse Cid, prendendo un altro lungo sorso.

-Quando voi stronzi avete finito di raccontarvi cazzate io avrei delle consegne da fare, cazzo!- esclamò Gilgamesh -E gradirei una mano se possibile!

-OH, finalmente una voce da vero uomo!- esclamò Cid, dando una pacca al tipo.

-Ce l'hai fatta!- aggiunse Barret.

-Avemo trovato l'artro tipo pe pallà!- fece Quina tutta contenta.

-Dai su, abbiamo da lavorare qua! Queste mammolette non sanno fare altro che dormire, stronzi!- Cid aiutò Gilgamesh a caricare le scatole sui carrelli e si avviarono fuori dall'edificio in tutta calma, parlando ancora un po.

Quina si rinfilò nelle cucine, mentre Barret si chinò a guardare Ashe con occhio preoccupati.

-Ricorda qualcosa?- chiese Snow, comparendo dal niente.

-Oddio mi hai spaventato a morte. Non ce la fai a fare un po di rumore quando arrivi?- chiese l'uomo nero, lanciando un occhiata al biondo che era andato a sederglisi di fronte.

-Con tutto il chiasso che fate ogni giorno non mi sorprende. Allora?

-Niente, non si ricorda niente.

-Maledizione. Prima Rinoa, poi Hilda e ora lei. La ribellione sta cadendo a pezzi- Snow strinse il pugno.

-Dici che perderemo anche noi la memoria?- chiese Barret, prendendo la tazza in cui aveva bevuto Ashe per iniziare a pulirla.

-Ogni mattina è sempre più difficile restare concentrati. Dobbiamo agire in fretta. Hai delle novità che possano aiutarci?- chiese il biondo, voltando lo sguardo direttamente verso il collega.

-Forse. Voci di corridoio. Un biondo tutto scemo chiamato Demyx ha parlato di un'organizzazione, prima che un ragazzo con dei lunghi capelli blu potesse tappargli la bocca. Poi ho visto Xemnas andare a parlare con i due. Erano sospetti, molto sospetti- rispose Barret sottovoce.

-Mmmhh, andrò a fargli una visita- mormorò Snow, prima che Barret potesse mettergli in mano un bicchiere di Scoch, che il ragazzo portò alla fronte.

-Per la cronaca, hai una stalker- disse Barret, indicando Serah nascosta tra i tavoli.

-Bel problema- mormorò il biondo, senza voltarsi per evitare di spaventarla.

In un angolo, sopra un tavolo, c'era anche Amarant.

Nessuno lo notava più ormai, stava lì per meditare in santa pace, ogni mattina, ma come risultato si era solo reso più suscettibile alle “espressioni” degli allegri compari (e qui si spiega il suo momento OOC nei primi capitoli).

E stava lì, ogni giorno, ascoltando tutto, senza che qualcuno se ne curasse.


A\N: E come ben vedete, tutti quei prequel sono serviti a qualcosa. Prego recensite, ridete e se avete delle proteste inoltratele pure al sottoscritto. Oh, le spiegazioni di come Light volesse spiegare ai geni dell'orientamento come orientarsi la spiegherò nei prossimi capitoli. O forse no? Sono tornato, baby! TO THE NEXT! Ciao.

DII\N: E non scordatevi di me, mai.

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Capitolo 23
*** Yuffie Stories #03: Robin Hood (Promo) ***


A\N: Mmmmhhh...zzzz....

Yuffie\N: Stavolta non mi freghi, brutto stronzo. Ragazze è pronta la rete?

Selphie&Rikku: Yay!

Y\N: Shhh, se no arriva il tipo e ci corca.

S&R: Giusto.

Vanille\N: Nessuno in vista. Sususu dai che l'abbiamo preso.

Y\N: Uno due tre!

S&V&R&Y: Yeeeeeh! Preso.

Penelo\N: Shhhhh! E se l'altro è ancora in giro?

DII\N: *puf* Perché mi prendete nella rete?

P, S, V, R, Y\N: Oh merda...


Un panno con cappuccio, una benda all'occhio (con buco per vedere non visto annesso), un naso finto, un paio di stracci, e soprattutto un arco di fortuna.

Quelli dei soldati Palamesiani facevano largamente schifo, e il suo era troppo famoso.

Poi chi andava ad un torneo ufficiale indetto dall'Imperatore con l'arco di un fuorilegge?

Firion non era sicuro di aver fatto centro con il travestimento, ma almeno non sembrava più quel Firion Hood che tutti quanti idolatravano.

Forse avrebbe dovuto fare qualcosa per i suoi capelli, con quel bianco erano fin troppo facili da riconoscere.

Little Guy aveva proposto di metterci sopra il fango, ma francamente gli erano scesi i brividi lungo la spina dorsale all'idea.

E poi Little Guy non brillava certo per le sue idee.

Si sistemò l'arco a tracolla, si assicurò di avere sufficienti frecce, anche in caso di emergenze (tipo se lo Sceriffo Nero l'avesse riconosciuto) e si allontanò dal fiume che aveva usato come specchio.

-Ehi Guy sei pronto?- chiese, rientrando nella radura, e trovandosi davanti un omaccione impomatato e tirato a lucido, con il neo, i labbroni rossi, il girocollo da nobile, un bastone, un inquietante abito viola, un portamento altisonante, e una pancia di proporzioni improbabili.

-Sir, a quanto vedo il vostro travestimento rende bene: siete irri-conoscibile. Le mie più sentite congratulazioni- fece Little Guy, dandogli un'occhiata compiaciuta, da sotto gli immensi baffi.

-Fra'Minwu che hai fatto!- esclamò il ragazzo, mentre la sua mascella raggiungeva il terreno.

-Ancora un paio di ritocchi e ci siamo. Stai fermo- fece Minwu, sbucando da dietro al gigante, con ago e filo in bocca.

-Minwu che stai facendo!? Cos'è quell'obbrobrio!?- continuò Firion, sconvolto.

-Sir, le vostre urla disturbano le mie povere orecchie. L'etichetta stabilisce chiaramente di moderare il tono della propria voce in modo da non infastidire il vostro interlocutore- s'intromise di nuovo Little Guy (alla faccia, i nobili sono le persone più maleducate dell'universo, chi l'ha mai ascoltata l'etichetta?).

-Sono stato bravo no?- chiese Fra Minwu, finendo il suo ritocco e saltando agilmente a terra, per rimirare a braccia conserte l'opera -Oh si signor Guyron di Blanchette siete una visione sublime.

-Mi prendi in giro!?- insisté l'arciere con gli occhi di fuori.

-Signore avete superato voi stesso. Possedete un fine intuito per creare una tale opera di indiscutibile magnificenza- rispose Guy, facendo un giro completo su se stesso per dare sfogo alla sua nuova forma.

E dire che in quegli improbabili stivali sembrava camminare in punta dei piedi...forse camminava davvero in punta dei piedi.

In ogni caso Firion afferrò il suo fido arco, quello vero che stava appoggiato ad un albero lì affianco, e lo agganciò al collo del povero frate (l'unico in tutta Palamesia ad essere vestito di bianco) portandolo ad avere un faccia a faccia -Hai creato un mostro.

-Rilassati Firion, è tutto per permetterti di ricongiungerti con la tua bella no?- rispose Minwu, con un sorriso rassicurante, prima che Guy tornasse verso di loro -Ehi Firion, osserva.

Afferrò saldamente la spalla dell'amico e, anche se ci mise una grazia inequivocabile, trascinò rudemente il compagno verso il confine della foresta, tirandosi dietro, per la proprietà transitiva, anche il frate incastrato nell'arco.

-Guy cosa c'è da farmi vedere con così tanta urgenza?- chiese Firion, vagamente risentito, ma come tutta risposta l'amico gli afferrò il mento con la sua mano ciclopica e con la delicatezza di un toro gli indirizzò il capo verso i troni che stavano sul palco, bene in vista.

-Okay, vedo l'Imperatore Matheus, quel pallone gonfiato. Oh, anche Lady Hilda. Bene. Questo significa che non sarà tanto difficile tenerli d'occhio...-cominciò il ragazzo, prima di che Guy lo potesse afferrare di nuovo, costringendolo ad adocchiare una forma elegante e servizievole, in piedi affianco alla principessa con le mani appoggiate sopra un arco.

-Maria...- scappò al ragazzo, mentre arrossiva vistosamente.

-È lì davanti Sir. Fiera e splendente nel sole del mattino...- cominciò a dire Guy, dando sfogo ad un improvvisa vena poetica d'incredibile fattura, mentre Minwu, in lacrime, cercava inutilmente di liberarsi.


Firion fissò il bersaglio per pochi istanti, saggiando il vento, prima di scagliare la freccia che centrò perfettamente, aprendo in due il precedente dardo.

Come già si aspettava un incredibile coro di voci segnalò che la sua esibizione era stata travolgente e impeccabile.

-Signore e signori!- gridò il banditore, sovrastando la folla -Il vincitore di questo torneo è Robin l'Orbo!

Le esclamazioni crebbero d'intensità, mentre sotto invito del banditore Firion s'avviava verso il palco, tenendo l'arco nella mano sinistra e salutando con l'altra, seguito da un manipolo di cavalieri in formazione da parata.

Lui non ci fece tanto caso, ma al contrario Josef e Ricard si scambiarono uno sguardo preoccupato, nascosti in mezzo alla folla.

Quando il ragazzo travestito raggiunse il palco, si mise sull'attenti, fingendo di essere rispettosamente in attesa delle parole dell'Imperatore, quando i suoi occhi erano fissi su Maria.

La ragazza gli fece l'occhiolino, riconoscendo benissimo il vecchio amico d'infanzia sotto quelle mentite spoglie.

Firion per poco non svenne, ma riuscì a rimanere in posizione, ignorando completamente le parole di Matheus, che come al solo tirava fuori un discorso impomatato che aveva senso come Guy conciato da nobile.

C'era da dire che il ragazzone era probabilmente un attore migliore dell'amico, dato che restava a fissare la scena lisciandosi i baffi e annuendo convinto ogni tanto.

-...Per tanto, Robin l'Orbo- dichiarò infine l'Imperatore, poggiando momentaneamente lo scettro di lato e prendendo la spada che Hilda gli stava offrendo, alzandola di fronte al suo volto -Inchinatevi.

Firion si riprese, chinandosi come ordinato, offrendo la schiena al suo più grande nemico.

-Io qui presente, Imperatore Matheus, vi dichiaro vincitore!

La folla accolse l'ovazione gridando di gioia.

-E pertanto- continuò l'uomo, poggiando la spada sulla spalla del campione -Possiate voi fregiarvi del titolo e dell'onore nei tempi a venire.

Ci fu un'altra esplosione di giubilo, che si quietò dopo alcuni minuti.

L'imperatore a questo punto avrebbe dovuto ridare la spada alla principessa ma invece -Anzi no!

Con un colpo netto ma maldestro mantello e benda vennero tranciati, rivelando i capelli inconfondibili dell'arciere.

A Firion si gelò il sangue nelle vene.

Maria, dopo un attimo di sorpresa e terrore, fece per intervenire ma Hilda la trattenne, mentre Guy strinse convulsamente i braccioli della sedia, non sapendo cosa fare.

Anche Ricard scattò all'assalto, volendo salvare il ragazzo, ma Josef, meno impulsivo, riuscì ad afferrarlo per un piede mentre stava per superare la staccionata, facendolo cadere rovinosamente a terra, di faccia, prima di riportarlo al sicuro.

-Tu sei fuori- disse il combattente.

-Tu sei un vigliacco- ringhiò il dragone -Fatti da parte.

-Ricard, per favore. Cerchiamo di agire al momento giusto. Adesso ci faremo solo massacrare inutilmente.

-Io non faccio morire un ragazzino per un tuo capriccio- Ricard scostò il compagno con malagrazia, ma quello lo riprese subito per la spalla -Pensa a tuo figlio, Ricard. Pensa a lui, ok? Ricordati di lui.

Il passo del dragone s'arrestò, mentre con una smorfia il combattente incrociava le braccia sul petto.

-Sei un vigliacco Josef.

-Spera solo che tuo figlio non finisca con un idiota come Firion- replicò l'altro, guidando il collega verso un punto dove le guardie erano più scarse (e tutti sappiamo che è una falsa speranza perché tutti sappiamo come finirà Kain -solo, cornuto e pure sfigato-).

-Prendetelo- replicò nel frattempo l'Imperatore, fissando gelido Firion, mentre riconsegnava svogliato la spada alla principessa e riprendeva lo scettro dalle mani di Guy, livido di rabbia.

La stretta vichinga della donna sui polsi di Maria era l'unica cosa che impediva alla ragazza di balzare in mezzo ai nemici e salvare il suo amore.

Firion fece per svignarsela, ma lo Sceriffo Nero lo agguantò senza tanti complimenti, gettandolo a terra e facendolo seppellire dai suoi uomini, che in pochi attimi l'avevano immobilizzato.

-Bene bene bene- fece l'Imperatore avanzando in trionfo, alzando il mento del ragazzo con lo scettro -A quanto pare neanche il grande Firion può ingannarmi tanto a lungo, vero ragazzo?

In tutta risposta il suddetto sputò in volto al suo aguzzino, venendo percosso sul volto con lo scettro.

-La tua insolenza finalmente verrà punita- con fare irato l'Imperatore si volse, avanzando verso il trono, ma Hilda intervenne -Vostra maestà, come mai tanto accanimento per un fuorilegge?

- “Fuorilegge”, mia signora? Questi è un ribelle, non un semplice fuorilegge- replicò Matheus.

-Vi prego maestà perdonatelo- lo pregò Maria con gli occhi lucidi.

Matheus rimase in silenzio un instante -Boia!

-Vostra maestà...- iniziò Guy, diplomatico, ma l'Imperatore si sedette ignorando tutti.

Il boia s'avanzò, silenzioso e con l'immensa ascia pronta in mano, e Firion non poté dire niente perché gli venne ficcato un morso di legno in bocca, mentre lo Sceriffo stesso lo piegava in ginocchio.

Hilda nascose il volto di Maria tra le sue braccia, cosciente che l'Imperatore avrebbe potuto passare anche lei a fil di spada se avesse scoperto la relazione con Firion.

-Vostra maestà- insisté di nuovo Guy, ma l'Imperatore non lo degnò di uno sguardo.

-Dobbiamo fare qualcosa- disse Ricard, nascosto tra i barili assieme al compagno.

-Aspetta!- esclamò Josef, mentre il suo sguardo veniva attratto da una figura sgusciante che stava raggiungendo il retro del palco.

-Che c'è ancora?- fece Ricard, seguendo il suo sguardo.

Intanto i singhiozzi di Maria si facevano sempre più forti, soffocati a malapena dal petto di Hilda.

Anche Firion piangeva, della propria stupidità.

Era stato un idiota a camminare diretto tra le fauci della tigre, e adesso ne avrebbe pagato le conseguenze, davanti alla donna che amava.

-Ehm...ah...Sceriffo?- fece d'improvviso Matheus, talmente piano che solo Guy se ne accorse.

Il ragazzone si volse subito verso l'Imperatore, vedendolo leggermente pallido e sudato.

-Sceriffo- fece l'uomo con più enfasi, ma l'altro sembrò ignorarlo.

-Sceriffo!- esclamò quasi disperato, facendo voltare tutti -Sleghi il prigioniero!

-Cosa?- fece con voce distorta il Nero.

-Cosa?- fece quel lecchino di Borghen.

-COSA?- fece la folla.

-HOHA!- fece Firion.

-Cosa?- fece Guy.

-Mi avete sentito!- fece Matheus decisamente a disagio -Slegatelo subito!

Anche se un po sorpreso, lo Sceriffo si fece indietro, liberando il ragazzo dagli impedimenti, e quello si gettò immediatamente tra le braccia di Maria, con un gemito di sollievo da parte di entrambi.

Ma lo Sceriffo era di un altro avviso; si avvicinò a Borghen mettendogli una mano sulla spalla -Qui qualcosa non va. Resta vicino a sua maestà- fece per allontanarsi ma poi si rivolse di nuovo al suo sottoposto -E non prendere iniziative- ordinò, facendo storcere il naso al tipo, che si credeva chissà chi.

-Adesso, “Imperatore” dei miei stivali- fece Leila, tenendo il proprio pugnale saldamente puntato alla nuca del biondo -Di ai tuoi soldati di sgomberare il campo e lasciarci andare, altrimenti ti faccio appendere come uno stoccafisso alle mura del tuo castello, è chiaro brutto...!?

-Assassina!- gridò lo Sceriffo Nero, comparendole alla spalle, a spada tratta.

-Leila scappa!- gridò Josef schizzando fuori dal nascondiglio, preceduto da Ricard.

Ma la ragazza non ebbe fortuna dato che l'uomo in armatura l'afferrò saldamente per i capelli, sollevandola in aria e preparandosi a tagliarle la gola.

Guy sbucò dalle tende sul retro del palco, diventando verde e riducendo i propri abiti a brandelli -GUY SPACCA!- e colpì lo Sceriffo con un pugno talmente forte da spedirlo a nanna, frantumando l'elmo che gli copriva la faccia.

-Ehi ragazzone- fece Leila, che gli era atterrata sulla spalla, con tono tenero.

-Uccideteli!- grido Matheus, infuriato -Uccideteli tutti!

-Nessuno si muova o uccido l'imperatore!- esclamò Hilda, puntando la spada alla gola del suddetto, che ammutolì.

-Per il nostro signore! Sterminate i ribelli!- gridò Borghen, da ottimo coglione, ignorando la voce della donna ed estraendo la spada.

“Questo imbecille mi farà ammazzare! Ecco perché gli aveva detto di non prendere iniziative!” pensò Matheus, già sentendo la spada di Hilda perforargli la carotide.

Da canto loro i ribelli rimasero un attimo a fissare i nemici con un gocciolone dell'imbarazzo che gli scivolava sulla nuca.

Tuttavia la prima cosa che Borghen fece fu gettarsi su Hilda, che cadde pesantemente a terra.

Matheus se la diede a gambe, salvandosi per un pelo da Guy, che sotto la guida di Leila riduceva a brandelli il palco e i nemici che gli capitavano a tiro, e raggiunse un barile dietro a cui nascondersi -Uccideteli!

Firion prese la spada e si unì ai compagni in battaglia, mentre Maria afferrò una freccia e la piantò nel didietro di Borghen, spedendolo decine di metri più in là, dove Josef lo centrò con un masso spedendolo definitivamente a nanna.

-Meglio se ve la squagliate da qui mia signora, non è posto per voi!- disse Maria, prima di unirsi ai compagni nella mischia.

Leila dirigeva Guy alla carica da sopra la sua spalla, (stile Vedova Nera-Hulk), sfondando le squadre di cavalieri Neri come se fossero birilli, mentre dietro Firion e compagni finivano i rimanenti.

Il ragazzo aveva afferrato una seconda arma, una lancia che gli era capitata in mao per caso, e si difendeva con tutto se stesso, coordinando parate e affondi con grande facilità, dato che oltre ad essere grossi e lenti, i cavalieri erano anche sufficientemente sbandati, cozzando gli uni contro gli altri.

Maria gli scivolò al fianco, facendo lo sgambetto ad uno dei nemici che lo stavano impegnando, per poi rizzarsi di colpi e catturare con l'arco (di foggia simile a quello di Firion) un secondo nemico, che finì a ruzzolare molto presto nella polvere.

Firion colse al volo l'occasione per piantargli la lancia in testa, per poi deviare un colpo che probabilmente avrebbe aperto in due la ragazza con la spada.

Vedendo la mala parata Ricard balzò sul cavaliere, decapitandolo con un colpo ben assestato della sua temibile lancia, per poi allontanare un successivo avversario con un calcio, che grazie alle sue possenti gambe spedì molto lontano.

Quindi Guy, al comando di Leila, tornò indietro e ridusse in polvere i nemici rimanenti.

Poco più il là Josef riuscì a finire l'ultimo dei suoi avversari con un colpo ben assestato al petto, bucandolo da parte a parte, quindi si ricongiunse con i colleghi.

Non altrettanto bene stava andando per Hilda, che scappando si era diretta nella direzione opposta, e decine di sgherri le si erano fatti dietro.

-Cazzo la principessa!- esclamò Maria, ricordandosi di lei in quel momento.

“Oh che peccato! Una rivale in meno” pensò con un mezzo sorriso la ragazza.

-Principessa!- esclamò Firion, voltandosi verso la suddetta.

Il ragazzo avvistò una corda appesa al niente e l'afferrò al volo gettandosi verso Hilda e i suoi inseguitori, con uno sbuffo rabbioso di Maria -Torna qui brutto cretino!- la ragazza compì una brusca inversione a “U”, inseguendo l'amato.

Firion atterrò leggiadramente sulle teste dei cavalieri tuffandosi in avanti per afferrare un altra corda che era lì per caso e cingendo nel contempo anche la vita di Hilda, ma per sfortuna uno dei soldati riuscì a colpire la fune con una freccia e i due rovinarono a terra senza speranza.

-Vostra maestà scappi, qui ci penso io- disse il ragazzo, volgendosi a spada tratta verso gli avversari.

Hilda si sollevò dal fango con fatica, dolorante per la facciata e per il fatto che con la sua proverbiale imbranataggine Firion le aveva piantato un gomito nella spina dorsale.

Rimase a fissarlo indecisa, mentre quello le dava le spalle, brandendo solo una spada di fronte ad almeno dieci cavalieri.

Si chiese se le fosse dovuto fuggire, lasciarlo lì a morire per lei.

Una freccia sbucò dalla fronte di uno dei cavalieri, segnale che Maria stava tornando indietro a sua volta.

Si riscosse d'improvviso, notando una grossa spada abbandonata lì vicino: scelse la battaglia, e la sollevò con qualche difficoltà -Io resto.

Firion si volse vero di lei, con lo sguardo sorpreso, mentre il primo cavaliere gli balzava addosso.

Il ragazzo parò, facendo scivolare la lama verso destra, prima di menare un fendente che aprì in due per obliquo il torace del nemico, il quale stramazzò a terra senza emettere un suono.

Intanto Maria era stata chiusa in un angolo dal cavaliere a cui aveva piantato una freccia in testa, che non dava segni di voler morire.

Un braccio nero e possente si chiuse attorno al cranio del nemico, maciullandolo, lasciando Maria esterrefatta di ritrovarsi di fronte il fratello Leon, vestito come lo Sceriffo Nero -Sorpresa, sorellina?

Leila e Guy intanto erano bloccati, dalle decine di cavalieri creduti morti ma che invece si stavano rialzando uno dopo l'altro.

L'omaccione ricevette un brutto taglio al bracco destro, e la sua forma verde iniziò a dissiparsi, lasciando Ricard e Leila da soli a fronteggiare i nemici.

Josef invece venne intercettato da quel seccatore di Borghen, che calò la sua spada sulla schiena indifesa del combattente, rimanendo tuttavia fulminato dalla rapidità con cui quello intercettò l'arma, bloccandola tra e proprie mani.

-Mi hai stancato, vecchio babbeo. È ora di finirla con questa storia- fece il soldato, rabbioso.

-Sarà un piacere per me farlo Borghen!- replicò il combattente, prima di spedire nuovamente a nanna il soldato con un calcio al plesso solare -Ma non oggi.

Intanto Hilda tentò di aiutare Firion, ma un cavaliere la colpì al collo con un pugno, spedendola a terra.

Fortunatamente un Barriera intercettò il nemico, facendolo a cadere a terra.

-Vostra maestà, di qua!- gridò Minwu, invitandola con la mano.

La donna la prese al volo, nascondendosi, dietro ad una tenda, sorpresa -Minwu che stai facendo?

-Niente vostra maestà, vi sto salvando la vita.

In quel momento un biondo affaticato, stanco e lacero sopraggiunse, fermandosi a prendere aria di fronte ai due.

-Maestà... sono venuto a salvarvi...- disse Gordon, più morto che vivo.

-Ma grazie principe! Potremmo salvare Firion adesso?- chiese la donna, voltandosi verso il ragazzo.

-Tu non sai proprio come evitarli i guai, dico bene?- una voce conosciuta raggiunse Firion alle spalle.

Quello si volse sorpreso, scorgendo il vecchio amico Leon con il volto ammaccato dalla botta di Guy.

Il ragazzo più grande gli sorrise, fiducioso, sollevando la spada caduta a Hilda, e preparandosi a combattere quando un grido disperato -GIÙÙÙÙÙÙ LE ZAMPE DAL MIO FIRION!!!- e la terra che tremava avvisò i due che Guy e Leila stavano arrivando di gran carriera.

I due grandi eroi si scambiarono un occhiata, prima di darsela a gambe.

Intanto, più per culo che per coraggio, Hilda venne afferrata da un nemico, che tuttavia venne eliminato quando Gordon, inciampato nei suoi stessi piedi, gli finì addosso piantandogli la spada nel petto.

-Principe Gordon!

-Principessa Hila!- esclamò il ragazzo.

-Bel lavoro- disse lei, offrendo una mano aiutarlo a rimettersi in piedi.

-Vostre maestà da questa parte, prego- fece Minwu, guidandoli verso il bosco.

Dal canto loro Firion e Leon se la stavano passando piuttosto male, mentre i cavalieri che li inseguivano erano inseguiti a loro volta da Guy e Leila tallonati da vicino da Maria, che ci stava per rimettere anche il fegato pur di tenere il passo.

Poi per qualche ragione sconosciuta i nemici mancarono la svolta e andarono a sbattere contro una torre, l'unica nel raggio di cento miglia, dove Guy li seppellì per bene tra le macerie.

-Firion...- una Maria mezza morta gli svenne tra le braccia, mentre i due ragazzi riprendevano la corsa per scampare alla pioggia di macerie che stava per seppellirli.

Josef e Ricard rimasero a fissarli da lontano, sbuffando con molta enfasi -Che branco di idioti.

-Fermateli!- esclamò l'Imperatore, ma Leila, non soddisfatta, gli atterrò alle spalle, piantandogli un coltello nelle chiappe -Ti serva di lezione brutto stoccafisso!

-Fermate la ragazza!- esclamò Matheus, con quanta furia aveva in gola.

Quella fece una faccia poco convinta, limitandosi a scivolargli oltre e riprendere a correre, quando ancora una volta diversi cavalieri si rimisero in piedi per saltarle addosso.

-Oh, finalmente faccio qualcosa!- esclamò la piratessa, con un ghigno sulle labbra, scivolando agilmente tra le gambe del primo nemico, facendogli uno sgambetto, per poi spedire il secondo gambe all'aria con un doppio calcio.

Quindi balzò sulla testa di un terzo, spedendolo a terra senza tanti complimenti.

A quel punto i cavalieri le caddero addosso in massa, ma lei riuscì tranquillamente a sottrarsi alla loro presa.

La ragazza passò al successivo, che cadde dolorosamente a terra dopo un calcio nello stinco, e poi ad un altro ancora a cui balzò sopra la schiena facendolo impalare sulla spada del compagno.

-Hilda. Gordon. Firion. Maria. Guy. Leon. Ricard. Josef. Leila- a quel punto Minwu s'interruppe -Leila!

-Eccomiiiiii! Che guastafeste che siete!- esclamò quella, balzando dalla testa di un cavaliere nemico e sfrecciando a tutta velocità verso la foresta.

In pochi istanti era sparita nella selva, al seguito dei compagni, ma Hilda, da brava principessa, era rimasta sul limitare per lanciare un ultima sfida.

-Morte all'Imperatore Matheus e alla sua genia dal sangue nero!- gridò, prima di essere afferrata da otto diverse paia di mani e tirata a forza dentro, mentre decine di frecce si abbattevano dove si era fermata.


A\N: Un tantinello lungo, lo ammetto, ma lo spazio è quello che è. E poi stiamo parlando di una cosa non totalmente mia o sbaglio?

DII\N: Sei un grandissimo pezzo d'infame. Senti non vorrai fare male quelle ragazze vero?

A\N: Chi me lo impedisce?

DII\N: *sguardo truce e spada puntata alla mia gola* Io.

A\N: Sta bene.

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Capitolo 24
*** Orientamento al buio e al Sole (occhio ai proiettili) ***


A\N: Eccomi di nuovo. La scuola mi deprime quindi non posso fare a meno di passare il mio tempo libero qui a scrivere.

DII\N: Sei senza speranze.

A\N: Senti genio non giudicare, va bene?


Kain inspirò a fondo l'aria dell'ambiente.

Sapeva di calore e mistero.

Forse muffa.

Il sottosuolo del Garden era davvero un labirinto, non c'era molto altro da dire.

Secondo lui l'idea di Xemnas non era affatto il massimo: lì dentro si sarebbero persi senza chance.

-Questo posto è talmente buio che non vedo neanche la punta del mio naso.

-Forse dovresti abbassare il cappuccio.

Perché?

Il Dragone si volse ad osservare i suoi accompagnatori, alas Xemnas e Demyx, il secondo mentre si abbassava il suddetto capo di vestiario.

-Oh. Non ci credo.

Kain emise un sospiro impercettibile e riprese la discesa.

L'area era avvolta dal buio più completo, eccettuato uno spazio di qualche metro di diametro grazie ad un cristallo luminoso che Xemnas si era portato dietro.

Stavano scendendo delle larghe scale a chiocciola da quando erano entrati.

Grazie alla magia dei dormitori erano stati in grado di trovare gli ingressi nascosti quasi subito, e Xemnas li aveva divisi in gruppi, ognuno con una destinazione diversa.

L'ipotesi che ci fossero altri accessi sparsi per tutto il Garden era più che probabile, ma quelli nei dormitori avevano la precedenza, dato che erano più vicini al loro “covo”.

Ma Kain era tutt'ora infastidito dal fatto che Xemnas avesse volutamente lasciato Saix da parte per fare gruppo con lui: voleva qualcosa da lui.

-Kain rallenta: nell'oscurità la Shinra potrebbe aver costruito o nascosto qualsiasi cosa. E anche se sei un Dragone, su queste scale potresti spezzarti il collo- Xemnas lo richiamò, risvegliandolo dai suoi pensieri.

Dovette arrestarsi, determinando che era quasi fuori dal cerchio di luce.

Avere Xemnas intorno lo rendeva inquieto, e in allerta, ma se avesse cercato di avventurarsi al buio da solo sarebbe potuta finire molto male.

-Cercate di affrettare il passo allora- rispose il Dragone, riprendendo a camminare spedito, ma con un improvviso schiocco uno scudo di energia azzurra apparve di fronte a lui e ci si ritrovò a sbattere contro.

Non si fece male, era talmente teso che riuscì a balzare indietro quasi immediatamente, ma l'elmo gli scivolò sugli occhi.

Se Xemnas l'avesse voluto attaccare in quel momento avrebbe avuto tutto il vantaggio, considerato anche l'appoggio precario e irregolare dei gradini, inadatto a saltare liberamente.

Invece il leader lo raggiunse in tutta calma e senza intenzioni ostili -Rilassati Kain, non andiamo di fretta. Abbiamo tutto il tempo che ci serve.

-Non credo, sai?- rispose il Dragone, rimettendosi l'elmo nella posizione corretta.

Se Cecil l'avesse visto senza la sua tipica aria impeccabile, probabilmente avrebbe riso, continuando a ritornare sull'argomento tutta la settimana.

Ma in fondo a Kain non dispiacevano quelle attenzioni...

-Kain? Che succede? Sei arrossito di colpo- Xemnas ancora una volta lo strappò alle sue farneticazioni, appena in tempo: se non si fosse fermato avrebbe rischiato di sorridere.

-Whoooooo!! Non ci posso credere, Kain che arrossisce!- Demyx, con il suo classico entusiasmo, gli si era parato davanti, come se avesse appena trovato un tesoro inestimabile.

-Finiscila- Kain l'afferrò saldamente per il capo con la mano sinistra, volgendolo verso il fondo delle scale -E cammina.

-Ehi! Che razza di modo è di trattarmi?- protestò quello, ma Xemnas pose pace tra gli animi prima che la situazione potesse degenerare -Non adesso. Pensiamo a restare uniti, fino a quando non avremo finito l'esplorazione.

Il Dragone sbuffò, a disagio, prima di lasciar andare il compagno e riprendere la marcia.

-E comunque, non credo che un solo uomo basti come distrazione. Quelli lassù non sono tutti scemi- continuò Kain, a Xemnas.

-Fin ora non sembra abbiano dimostrato granché- ribadì Demyx.

“Parli tu?” pensò Kain, prima di ignorarlo e tornare a rivolgersi al leader -Quando noteranno la nostra assenza, quanto credi che gli ci vorrà per collegarlo a quanto starà accadendo?

-Se qualcuno lassù riuscirà a scovarci allora merita di farlo. Sono sicuro che il nostro compagno sarà in grado di attirare su di se l'attenzione necessaria abbastanza a lungo- rispose quello, tranquillo -Non preoccuparti di questo ora, Kain, ci sono molte cose che potremmo trovare avventurandoci in questi luoghi. Concentrati sul presente.

“Vuole decisamente tenermi sulle spine. Forse è una nuova tecnica d'interrogatorio. Maledizione Xemnas, cosa cerchi di ottenere giocando con me?” si chiese il Dragone, riprendendo la marcia a passo calmo ma sostenuto.


-Orientamento?- chiese Cloud, abbassando il suo succo.

-Precisamente- rispose Light, mandando giù un sorso di Limit Break (bevanda energetica tipica del posto) color caramello scuro -Volevo mostrarvi come funzionavano i dormitori.

-E la stanza di Firion era parte di questo?- aggiunse Squall, che non aveva ordinato niente.

Lightning fece per alzare le sopracciglia per la sorpresa ma il dolore dovuto al livido sull'occhio destro la fece desistere con un lieve gemito -Ancora non lo so.

-I dormitori sono una costruzione magica- spiegò Ashe, seduta al tavolo con gli altri -Dato che costruire dei dormitori sufficientemente spaziosi avrebbe occupato troppo spazio, hanno preferito incantare la costruzione con un sistema semplice: la magia che pervade i dormitori permette alle persone che vi entrano e vi escono di poter raggiungere il luogo desiderato alla velocità del pensiero, desiderandolo e basta, cambiando forma e disposizione a comando.

-Tuttavia date le decisamente vaste dimensioni effettive dei dormitori e il numero dei collegamenti fisici con il resto del complesso- proseguì Lightning -Non sempre è possibile accontentare tutti, così si rischia di disperdersi nei corridoi, o di restare isolati nel vuoto.

-Momento, non ho capito. Dove sono le camere in realtà?- chiese Squall, interrompendole, mentre Cloud, che si era perso già alla parola magia, fissava con scarso interesse la propria bevanda.

-In uno spazio dimensionale magico, teoricamente un “Vuoto” cosmico, in cui è meglio non entrare. Nella malaugurata ipotesi che uno studente dovesse ritrovarsi nel Vuoto aprendo la porta della propria stanza, ci si aspetta che sia abbastanza furbo da fare un passo indietro e richiudersi dentro- rispose la ragazza.

-Ma alla Shinra non è sembrato interessargli molto. Non sono ancora stati presi provvedimenti per prevenire casi del genere- le fece eco Ashe.

-Quindi, ricapitolando, questa connessione magica con il “Vuoto” permette al dormitorio di piegare lo spazio fisico a piacimento degli studenti, rischiando così di disperderli in un ambiente sconosciuto da cui potrebbe uscire chissà cosa, corretto?- disse Squall, con uno sguardo poco convinto.

-Decisamente- Light annui, convinta.

“Speriamo che Gidan sia abbastanza curioso per entrare lì e portarsi dietro le altre due seccature” pensò il moro.

-Ehi, ragazzini! Non dovreste andare al lezione, eh?- tuonò Barret dal balcone, mentre sfogliava il “Timber Maniacs”, stranamente interessato a quella rivista nonostante fosse qualcosa di spaventosamente illeggibile.

-Chiudi quella fogna Barret- replicò Cloud, che sembrò improvvisamente riprendersi dall'apatia di pochi momenti prima.

-Non sei neanche capace di lanciare insulti degni di questo nome eh? CHOCOBO evoluto!

-Scusatemi un attimo- fece Cloud ai suoi commensali, alzandosi per poi afferrare saldamente la spalliera della sua sedia.

-Cloud, non è che mi passi il nuovo numero del “Daily Apple”, già che vai lì?- gli disse Ashe, senza neanche voltarsi.

Mentre i gemiti dell'omone riempivano rapidamente l'aria, il giornale arrivò volando, permettendo alla ragazza di prenderlo bruscamente al volo e cominciare a sfogliarlo.

Squall e Light poterono chiaramente notare la prima pagina: “Anniversario della morte di Braska Pellegrinaggio alla tomba del leggendario eroe” torreggiava come titolo, mentre i sottotitoli riportavano “Vayne Solidor: Un uomo esemplare morto per proteggere i nostri figli”, “Imperatore Gesthal: Onore al caduto. Possa il suo sacrificio guidarci”.

-Se almeno ci credessero- mormorò Lightning, prendendo un altro sorso (ignorando con naturalezza il fatto che Barret stesse gridando di dolore come un folle).

-Il mondo sta andando a rotoli- replicò Squall, indifferente alla questione.

-Perché mai?- chiese la ragazza, abbassando la lattina sul tavolo.

-Tanto per cominciare il modo in cui ci hai attaccati stamattina.

La presa di Light si fece forte tanto da accartocciare l'oggetto -Q-q-quello che c'entra?!- esclamò, rossa di vergogna in volto.

-Perché l'hai fatto?- insisté Squall, incurante.

-Non ti riguarda!

-Invece si, altrimenti non avrei questo- replicò con freddezza il moro, mostrando un taglio sul mento.

-T-t-tu devi pensare ai fatti tuoi!

Attirata da tutto quel trambusto imprevisto Ashe sbucò da dietro il giornale, cogliendo quasi subito le guance arrossate della compagna di stanza e il suo sguardo tremolante.

Si soffermò sulla forma della bocca, tremante e sinuosa, e sui muscoli tesi del volto, in piena tempesta.

“Kawahi” pensò, mimando la parola con le labbra, in silenzio.

Perdendo interamente l'interesse per la causa sugli scarichi nocivi delle fabbriche Gesthaliane, “un vero e proprio Sin secondo gli abitanti di Luka”, la ragazza lasciò adagiare il giornale sul tavolo, per poi appoggiare i gomiti e reggersi il volto con le mani, restando a fissare incantata il dialogo che si svolgeva davanti a lei.

Almeno finché Cloud non tornò al tavolo, tenendo in mano quello che restava della sedia -Cosa mi sono perso?

-N-niente!- rispose Ashe con enfasi, risollevando il giornale di colpo e nascondendo così la sua faccia rossa.

Light e Squall tacquero di colpo, voltandosi verso di lei.

Poi la ragazza volse il capo, con un'aria vagamente triste “Ecco, lo sapevo. Lei non apprezza questo mio lato brusco e irascibile. Deve odiarmi davvero per reagire così”.

“Ohhhh, quando si arrabbia è irresistibile! Quanto vorrei poterglielo dire...” pensava intanto l'altra, con il naso incollato alle pagine.

-Cloud, perché hai preso il Timber Maniacs?- “Quella rivista spazzatura da quattro gil” chiese Squall.

-Non credo che a Barret dispiaccia- rispose con semplicità il biondo.

-MALEDETTO GALLETTO RUSPANTE!

-Che c'è? L'unico neurone che avevi è scappato così non sei più in grado d'insultarmi come si deve oh no- fece Cloud voltandosi verso il barista e sbiancando di colpo.

-IO TI BRUCIO IL CULO CLOUD!- gridò Barret, prima che il braccio-mitragliatrice potesse iniziare a caricare i colpi.

-Si salvi chi può!- i quattro balzarono in piedi con una rapidità impressionante, dandosela a gambe il più in fretta possibile, inseguiti dai colpi di mitragliatore e dal gigante nero insanguinato e infuriato.

-Ottimo modo di iniziare la mattinata!- esclamò Ashe, sovrastando il fragore.


Snow prese un lungo sorso dalla cannuccia del suo caffè riscaldato, mentre Barret scatenava l'inferno.

Il biondo si teneva un pezzo di ghiaccio sulla guancia sinistra, proprio lì dove il “Lightning Punch” lo aveva colpito in pieno.

Serah lo fissava insistentemente dall'altro lato del tavolo, con lo sguardo vagamente preoccupato.

-Fa tanto male?- chiese con esitazione.

-Tranquilla, mi hanno dato colpi migliori!- fece il biondo, con aria strafottente e un sorriso smagliante quanto prova del suo scarso QI.

“In realtà no, ma tanto vale” si disse in testa il biondo.

-Scusa, mia sorella a volte tende ad essere molto aggressiva, o protettiva nei miei confronti- rispose Serah, allontanando il proprio sguardo da quello del ragazzo, sentendosi in colpa.

-Oh, lo capisco. Anche io sono così con i miei ragazzi. Guai a chi li tocca!

-I-i-i-i-i-i-i T-t-t-t-tuoi r-r-r-ragazzI?- chiese Serah, fraintendendo a pieno regime, ma il biondo non se ne accorse.

-Si. Siamo come un grande famiglia, inseparabili.

*Immagini sufficientemente softcore che si addensano nella mente di Serah in quanto lei è ancora innocente fino alla nausea* -D-d-davvero.

-Davvero davvero!- sentendosi di colpo a suo agio Snow lasci andare il pezzo di ghiaccio e si stravaccò nel modo più scomposto possibile sulla sedia -Allora, perché mi seguivi?


Per Garneth non era stata una mattinata facile.

Nonostante Galuf fosse un insegnante forte, gentile e molto compassionevole, quasi un adorabile nonno che cercava solo una scusa per prenderti in braccio e portarti davanti ad un caldo camino con una copertina di lana e raccontarti avventure mozzafiato, lei non era esattamente portata per il lavoro fisico.

Era esausta, e grondante di sudore.

La gola era talmente secca e riarsa che non si sarebbe sorpresa molto se si fosse ritrovata a sputare sangue.

Era distrutta al punto che non riusciva neanche a pensare.

Ed era già una settimana che lo faceva.

Sconsolata cadde in ginocchio, cercando di recuperare l'aria che le veniva a mancare, ma sembrava inutile.

Temeva di svenire da un momento all'altro.

Galuf le si avvicinò lentamente, con sguardo indagatore, prima di calare un pungo deciso verso il suo petto.

Il contatto fu leggero, quasi come una carezza, ma d'improvviso l'energia le si diffuse nei muscoli e l'aria riempì i suoi polmoni in abbondanza.

-Tranquilla scricciolo, ogni sforzo sarà sempre ricompensato in egual maniera- disse l'anziano combattente, con uno sguardo vagamente sofferente ma ancora dolce, prima di sollevarla delicatamente e rimetterla in piedi.

-La pausa del mezzogiorno è quasi iniziata, vai a farti una doccia e riposati un po- le consigliò con uno sguardo incoraggiante.

La ragazza fece un mezzo inchino a mo di ringraziamento, ancora frastornata, prima di volgersi e fare un passo.

Si sentì un *clack* e di fronte a lei esplosero una miriade di fiori, talmente tanti da occupare il suo campo visivo per intero, ed in mezzo ad essi apparve quella mezza scimmia perversa da cui tutte le compagne l'avevano messa in guardia.

Il ragazzo atterrò di fronte a lei, con una rosa brillante stretta tra i denti e un sorriso smagliante (completo di scintillio finale all'estremità della bocca), per poi esibirsi in un semplice gioco di prestigio per cui da un paio di semplici margherite che ruotavano tra le sue dita apparvero due veri e propri bouquet ricolmi di ogni genere di fiore colorato esistente.

-AHHHHH!!!! PERVERTITO!- in un lampo Garneth scattò nella direzione opposta, lasciando Gidan con lo sguardo spento a fissarla andare via.

-EHI! Aspetta!- gridò poi il ragazzo partendo all'inseguimento, abbandonando i mazzi e prendendo la rosa brillante in mano.

-LA MIA ROSA SELVAGGIA!- Firion apparve in mezzo i petali dispersi dal vento, rincorrendo il biondo a perdifiato e con gli occhi quasi fuori dalle orbite.

-Firion! Hai dimenticato la teca!- gli gridò dietro Maria, cercando di raggiungerlo tenendo l'oggetto stretto al petto.

-I giovani- Galuf commentò, con un pizzico di nostalgia.


A\N: Capitolo fortuitamente capitato a pennello.

DII\N: A pennello con cosa?

A\N: Mi serviva di aprire il rubinetto a far uscire lo stress.

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