Chained love di ladyflowers (/viewuser.php?uid=51872)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** No, Ryuzaki, no! ***
Capitolo 2: *** Il pranzo è una trappola? ***
Capitolo 3: *** Delitto misterioso al feudo di Edo ***
Capitolo 1 *** No, Ryuzaki, no! ***
Questa fanfiction è nata un po' per caso e, sebbene
all'inizio fosse pensata per essere una one shot, si è
rivelata un po' troppo lunga e dunque l'ho divisa in tre capitoli.
Questo nonostante il primo abbia un sapore un po' autoconclusivo
così, se riterrete quanto prodotto dalla mia mente malata
sia davvero da gettare, potrò farlo senza problemi.
Altro piccolo avviso: i personaggi non sono OOC, anzi ho cercato quanto
più possibile di rendere i comportamenti il più
possibile vicini a quelli del manga, scherzando proprio su come
agiscono.
Detto questo buona lettura, sperando che commentiate perlomeno per
capire se queste righe sono un'emerita schifezza! Besos! ^_^
No,
Ryuzaki, no!
Venire sospettati
di essere Kira non era facile, per niente.
Il fatto di essere Kira per davvero rappresentava un dettaglio
irrilevante.
Ma era ancora peggio venire costretti, per uno strano scherzo del
destino, a stare appiccicati a Elle ventiquattro ore su ventiquattro.
E ribadiamo che stiamo parlando di Elle, il quale è in grado
di capire se qualcuno sta starnutendo anche solo dal movimento sospetto
di una ciglia. E non è bello.
Ma tutto sommato a Light Yagami, intelligente, scaltro, audace, sagace,
salace e quant'altro finisca con -ace vi venga in mente, questo piccolo
particolare della sua vita passata a stretto contatto con Elle non lo
turbava più di tanto: voglio dire, Light non è
mica Willie il Coyote... è uno che ha impiegato meno di
mezz'ora per iniziare a uccidere... e non uno o due tre nomi... qui
parliamo di un elenco degno delle proscrizioni sillane!
Eppure ciò che aveva messo a dura prova la sua resistenza
psicologica, già labile dopo aver passato giorni interi
legato come un insaccato in uno sgabuzzino per le scope sotto l'occhio
indagatore e un po' maniaco di Elle, era stata quella proposta piovuta
inaspettata dal cielo come quel Deathnote... solo mille volte peggio.
“Che cosa?! Perché ti salta in mente una storia
simile proprio adesso?!” esplose Light incredulo, non
scattando in piedi giusto per evitare di venire arrestato seduta stante.
Elle lo guardò con gli occhi spalancati e odiosamente
immobili:
“Perché? Ti crea problemi?”
Calmati Light.
Così attirerai solo i suoi sospetti. Siediti e pensa
lucidamente, in fondo non hai fatto nulla di male.
“No. Ma non credo che avere un appuntamento con Misa a questo
punto delle indagini possa servire a qualcosa. Tantopiù che,
essendo entrambi incatenati, ci dovremo assentare dal lavoro e questo
non possiamo permettercelo con Kira a piede libero.”
Uscire con Misa. Ridicola, assurda ed ignobile proposta di Elle,
sparata in mattinata quasi per caso mentre era intento a cospargere
zucchero sul caffè come se fosse aspirina.
“E' nobile da parte tua voler persistere nel dare la caccia a
Kira – ammise Elle, mordicchiandosi con fare indifferente
l'unghia del pollice – ma non farmi credere che non ti
farebbe piacere uscire un po'.”
Acc... se insisto con
troppa insistenza potrebbe sospettare che lo faccio apposta per timore
che lui possa scoprire qualcosa che non deve. Però se
accetto potrebbe pensare che io pensi che voglia andare con Misa
perché lei è sospettata di essere il secondo Kira
e metterci d'accordo su come ucciderlo... o forse è meglio
che lui non pensi che io sto pensando a lui che pensa.
Maledetto Elle, mi hai
incastrato!
“Immagino che tu nutra ancora dei sospetti verso di me,
sbaglio forse?”
Meglio prenderlo in contropiede. Su qualsiasi cosa. Anche su cosa
ordinare per cena: con Elle bisognava stare sull'attenti, sempre.
“Vedo che siamo sulla stessa lunghezza d'onda,
Light.”
Come volevasi dimostrare...
Elle sorseggiò un goccio di caffè tenendo la
tazzina per la punta delle due dita, aggiungendo:
“Credo che osservarvi interagire con l'ambiente circostante,
anziché con la solita stanza d'albergo, mi sia utile per
capire il rapporto che intercorre tra te e Misa e così farmi
un'ulteriore idea se tu e lei eravate rispettivamente il primo e il
secondo Kira.”
Tutte queste palesi, e per nulla piacevoli, accuse erano espresse con i
soliti occhi spalancati come quelli di un pokémon, un'alzata
di spalle indifferente e la schiena incurvata sulla scomoda sedia
d'ufficio.
Un corvo incrociato con una scimmia e qualcos'altro di incredibilmente
irritante... questo era Elle secondo la modestissima e alquanto
alterata visione di Light.
Respira Light,
respira... non so come possa credere che io sia Kira... io che uccido
la gente... e quella Amane che mi segue... questa è
fantascienza. Sono un onesto cittadino e se Elle sospetta ancora di me
non mi resta altro che assecondarlo e mettere a tacere ogni dubbio per
sempre.
Tanto
prima o poi lo ammazzerò!
Eh?! Cos'era questa voce
lugubre interiore proveniente dal mio subconscio più
profondo assopito da giorni?
...
Pazienza, ora ho altre
cose più importanti a cui pensare.
“E va bene, se questo può deviare i sospetti da me
e lei allora accetterò – Light fece una pausa
incerta, infine si decise ad aggiungere - ... e tu... verrai con
noi?”
Elle alzò il polso facendo tintinnare la catena che legava
inesorabilmente lui e Light come se fossero stati pane e Nutella... e
in quel momento Light era la Nutella schiacciata dalla soffocante morsa
del pane... immagine raccapricciante, Light si ripromise di dar fuoco a
quei dolci abominevoli appena ne avesse avuta la possibilità.
Cioè mai... ma lasciamolo sognare, poveretto.
Elle a quel punto fece un mezzo sorrisetto: “Devo tenerti
d'occhio, ricordi? Parteciperò anch'io, mi spiace. Ora
prendi questo e chiama Misa.”
Dicendo ciò porse a Light un cellulare, tenendolo per il
bordo con due dita come se fosse in procinto di esplodere, e il povero
Yagami junior non poté che sottostare a quell'ulteriore
odiosa richiesta.
“Devo dirle qualcosa di preciso?”
“Hai carta bianca.” rispose pacato Elle, indice
posato sulle labbra.
“Ok... “ Light sospirò infine compose il
numero, sperando che nessuno rispondesse.
Potrebbe mai Misa Amane rispondere ad una chiamata fatta sul numero di
cellulare conosciuto unicamente da Light?
Ovviamente si.
Infatti, la giovane cogl... stupidina prontamente rispose,
manco a chiamarla fosse stato Dio in persona... in effetti per lei
Light era un dio... ehm, lasciamo perdere la visione personale della
teologia vista da Misa Amane.
“Pronto? Qui parla Misa Misa!” vocetta allegra e
piena di brio. Talmente piena che Light si trattenne a stento
dall'emettere un conato di vomito.
“Misa sono io.”
“Light! Amore mio, quanto sono felice che tu mi abbia
chiamato! Matsu non si impegna come manager e così mentre
aspetto che mi diano una risposta per quella parte sono qui ad
annoiarmi e...”
Ma quanto parla?
Unico irritato pensiero di Light. Meglio non andare troppo a fondo o
nella sua mente potreste trovare cose inimmaginabili... e non
è il desiderio remoto di vedere Elle nudo, a quello ci
pensano le già numerose fiction yaoi.
“Senti, volevo proporti di uscire oggi.”
“Io e te?” La poveretta, di fronte a questo invito
inaspettato quanto l'arrivo di una meteora, rimase assolutamente
scioccata. Principio di ictus si direbbe... e di crepacuore... e
pensate un po', Kira o non Kira, è sempre opera di Light.
“Si, io e te.” ed Elle. Ma questo proprio non
poteva dirglielo.
“Ma certo tesoro mio! Non vedevo l'ora che me lo chiedessi! E
poi... uscire, finalmente mostrarci al mondo! Vieni adesso a
prendermi?”
Prima di rispondere Light si guardò un attimo, notando con
disgusto la camicia pezzata di sudore e tensione, la cravatta buttata a
terra e il ciuffo di capelli che... no, quello era perfetto ed
immobile... era questo il bello di stare dentro ad un manga: i capelli
non si scompigliavano mai e non doveva neanche comprare una parrucca!
“Mi cambio e sarò li da te tra mezz'ora.”
“Oh Light! Ti sistemi per me! Quanto ti amo!”
Ma il prode Yagami chiuse la chiamata prima che Misa potesse
sciorinargli altre stupidaggini come il fatto che lo avrebbe amato
anche se si fosse presentato a lei con le occhiaie e i piedi scalzi...
ah no, questo era Elle, scusate.
“Sarai soddisfatto ora che interrompiamo le indagini per un
tuo stupido sospetto.”
Elle si mordicchiò qualche istante il pollice infine rispose
non battendo ciglio: “Si.”
“Pazzesco – borbottò Light –
ora andiamo, dovrò indossare qualcosa di decente.”
Elle si alzò controvoglia dalla comoda sedia ma, a meno che
non volesse venire trainato come un carretto da Light fino alla stanza
d'albergo dove soggiornava, fu costretto a camminare accompagnato dal
tintinnio delle catene.
^§^§^§^§^
Svestirsi.
Piccolo piacere momentaneo dopo una stancante giornata di lavoro.
Breve istante di privacy con il proprio corpo e semplice soluzione per
staccare la spina.
Non per Light Yagami.
Non per lui che aveva davanti Elle immobile, leggermente incurvato, le
mani nelle tasche dei jeans e un'espressione di assoluta ed
incondizionata indifferenza.
Elle non era girato di spalle. Elle lo guardava, con i suoi occhi
spalancati e i capelli scompigliati come se fosse stato appena
folgorato il che, pensava segretamente Light, ad un certo punto della
sua vita doveva pur essere accaduto per ritrovarsi in quello stato.
“Ryuzaki... - accennò lui in un misto tra
irritazione ed imbarazzo – potresti...”
“Ah, certo... scusa.”
Dicendo questo si guardò qualche istante attorno infine gli
porse un paio di pantaloni ed una maglia, piegati con cura di
fianco a lui.
Confuso Light li prese in mano per poi capire, qualche istante dopo,
che Ryuzaki poteva anche essere i tre detective più
ingambissimi del mondo riuniti in una sola persona ma ancora non era
arrivato a capire un concetto elementare come quello di
intimità.
Questo tizio deve avere
qualche disturbo veramente grave. Che faccio? Mi svesto davanti a lui?
E se lo facesse per misurare la mia sfacciataggine e così
capire se io ho il carattere di Kira?
Ma forse se faccio
troppo il ritroso potrebbe pensare che ho qualcosa da nascondere...
Questi pensieri mostrano chiaramente il perché uno come
Light Yagami sia diventato Kira.
“Non stare lì a guardare!”
esclamò Light improvvisamente.
Elle lo osservò qualche istante perplesso. A ben pensarci
quella frase poteva anche avere un doppio senso.
Evidentemente, per quanto tardi in queste cose, dovevano esserci
arrivati tutti e due.
Ma, molto saggiamente, Elle non disse nulla e si limitò ad
alzare gli occhi verso il soffitto, il labbro leggermente imbronciato.
Incredibile. Con Elle
devo stare attento. Dev'essere davvero astuto se è riuscito
a farmi fare una figura simile.
A dire il vero hai fatto tutto da solo Light ma se la tua coscienza ti
suggerisce questa via di redenzione, meglio per te.
In ogni caso Elle non lo passava ai raggi X con quello sguardo a cui
nulla sfugge, così Light ne approfittò per
cambiarsi i pantaloni e sbottonarsi la camicia. Finché ad un
certo punto si bloccò, guardando con un misto di orrore e
disperazione quel luccicoso oggetto fonte dei suoi personali guai.
Le manette.
“Ryuzaki...”
Il Ryuzaki in questione abbassò lo sguardo smettendo di
contemplare il lampadario del soffitto e si rivolse verso Light
inclinando leggermente la testa per poi capire.
Così si avvicinò a Light.
Questi indietreggiò di un passo, spaventato, quando lo vide
avanzare con così tanta sicurezza.
“Aspetta Ryuzaki, che...”
Ma si bloccò, completamente sconvolto, quando Elle prese con
la punta delle dita la sua mano sollevandola leggermente per poi
afferrarla con più decisione.
E' completamente
impazzito? Che sta facendo?! Elle mi tiene per mano, la mia
mano!
Oh, bravo Light, finalmente hai smesso di farti troppe pippe mentali e
invece iniziare a preoccuparti come farebbe una persona qualsiasi.
Anche se tu non sei una persona qualsiasi...
Elle lo fissò con quei suoi occhi imperscrutabili,
guardandolo come se non capisse il motivo di tutta quell'agitazione da
parte di Light.
Si morse leggermente un labbro infine Elle commentò:
“Lo vuoi, non è vero?”
Light sudò freddo non aspettandosi una simile uscita da
parte di “Colui
che non aveva esitato a rinchiuderlo per una quantità
infinitesimale di tempo”.
“No! - esclamò Yagami in preda al panico
– Assolutamente!”
Elle apparve visibilmente turbato: “Strano! Eppure mi era
sembrato che ne avvertissi la necessità. Sai credo sia
normale, dopo tutto questo tempo passato vicini. Devo ammetterlo,
anch'io non resisto più... sono pur sempre un essere
umano.”
NO! Non è
possibile! Ha frainteso tutto! E la cosa peggiore è che ci
sta pure! Che faccio?! Se gli dessi un colpo in testa sospetterebbero
tutti di me!
Devo dissuaderlo...
questo praticamente mi vuole violentare!
“Lascia perdere Ryuzaki! Pensa a tutti i propositi che hai
fatto sul mio conto! Non vorrai mica cedere adesso!”
“Light, temo di non capirti. Credevo la pensassimo allo
stesso modo a riguardo.”
“Tu la pensi in quel modo! Non certo io!”
esclamò Light al culmine della pazienza.
“Capisco... credi che tornerei ad accusarti se tu accettassi.
Se mai sospettassi ancora di te ciò che accadrà
adesso non influirà minimamente sulle mie decisioni.
Sarà solo questione di poco, vedrai, poi sarai come
prima.” commentò Elle tranquillo, sempre
tenendogli la mano.
No che non
sarò come prima! Che accidenti crede che io sia?! Se
succedesse qualcosa tra me e lui in questa stanza... Dio... non
riuscirei più a guardarmi allo specchio!
“Finiscila Ryuzaki! Ti ho detto che non ci sto.”
Elle sospirò portandosi un dito al labbro dicendo:
“Sei davvero strano Light.”
Ah io sarei quello
strano?! Detta da uno che mi fa simili proposte con una faccia apatica
come la tua la cosa non ha molto senso!
Infine, con noncuranza, Elle si avvicinò la stessa mano ai
pantaloni.
Light in un primo momento, vedendo quel gesto, impallidì, in
seguito trattenne qualche istante il fiato per non urlare e resistere
all'impulso di dare una testata a quel chiaro maniaco sessuale e per
ultimo arrossì... anche se probabilmente, preso dalla rabbia
e dall'irritazione com'era, non se n'era accorto.
“Che stai facendo?! Fermati!”
Cercò di bloccarlo fiondando la sua mano libera su quella di
Ryuzaki prima che potesse anche solo slacciarsi un bottone
dei jeans.
Ma con suo stupore si accorse che non era esattamente in quella zona
che Elle mirava.
Due dita sottili e scheletriche infatti erano all'interno della tasca
laterale, il gomito spigoloso alzato in uno di quegli assurdi movimenti
che di solito faceva.
Elle si fermò guardando, questa volta chiaramente perplesso,
Light con gli occhi ancora più sgranati del solito e la
bocca leggermente aperta.
Infine, una volta che Light sconvolto ebbe allentato la presa, Ryuzaki
tirò fuori dalla tasca dei jeans un'insignificante chiave
metallica.
Light, giovane studente universitario, nonché responsabile
della morte dei peggiori criminali del mondo, nonché in
grado di superare indenne le trappole tese dal suo peggior nemico, si
sentì incredibilmente stupido.
“Volevi liberarti dalle manette, no?” disse
semplicemente Elle, guardandolo stranito come si potrebbe guardare un
cane che si morde la coda.
Idiota. Era solo questo.
Ebbene si. Ligth Yagami si è dato dell'idiota, proprio a
sé stesso, a sé medesimo.
Da segnare sul calendario.
“Si... per cambiarmi.” aggiunse Light, sperando che
Elle non avesse afferrato il suo clamoroso fraintendimento. Se mai
fosse accaduto il giovane Kira avrebbe potuto tranquillamente scrivere
il suo stesso nome sul Deathnote e sperare di eclissarsi il
più presto possibile dalla faccia della Terra.
Senza dire nulla, Elle sollevò la mano ammanettata di Light,
la stessa che aveva tenuto durante la loro conversazione, per poi
aprire le manette con la chiave.
La lunga catena che li univa cadde a terra con un tonfo sordo.
Light si massaggiò qualche istante il polso infine
tossicchiò leggermente e, senza ripensarci ulteriormente, si
tolse la camicia, rimanendo a petto scoperto.
Guardò di sottecchi Elle che, questa volta, non aveva lo
sguardo puntato verso il soffitto bensì verso di lui, il
solito dito appoggiato sulle labbra e l'altra mano in una tasca dei
pantaloni.
Si guardarono qualche istante, infine Light corrucciò
leggermente la bocca in una smorfia.
Non è che in
realtà io avevo capito benissimo? Magari Elle l'ha fatto
apposta ad usare il doppio senso in ogni frase. Ora mi fissa! Non
dovevo cambiarmi così apertamente davanti a lui,
chissà ora cosa passerà per la sua mente?...
Ben detto Light... il pensiero di Elle/Hideki
Ryuga/ Ryuzaki/Nome che tu non saprai mai è
fosco e oscuro come petrolio e se ci cadi... ti invischi e non ne esci
davvero più.
Improvvisamente, nel silenzio che cadde tra i due e
nell'immobilità generale, Elle ammise alzando leggermente le
spalle, per il resto non muovendosi di una virgola.
“Beato te Light. Hai un bel fisico, ti invidio.”
“Ah...”
Qualche istante di silenzio. Cosa dire davanti ad un'affermazione
simile?
“Ma no... anche il tuo va bene. Alle donne piacciono i
ragazzi magri.”
Con le occhiaie, che
girano a piedi scalzi e si abbarbicano sulla sedia come un makako forse
no ma è meglio che non lo dica altrimenti mi cade in
depressione.
“Davvero?” chiese reclinando ancora la testa Elle,
ricordando vagamente un gufo.
“Ehm... si. Davvero.”
“Ma io non sono magro. Sono praticamente anoressico eppure
mangio, credimi.”
Oh si, ti credo eccome.
Le schifezze che mangi tu farebbero diventare obesa persino Kate Moss...
“Forse dovresti andare in palestra, uscire ogni tanto, fare
sport... magari ti rafforzi un po'...”
Pensoso Elle si morse l'unghia dell'indice, sollevando leggermente gli
occhi verso l'alto, per poi tornare nuovamente a guardare Light:
“Già, probabilmente hai ragione.”
“Bene... ora direi che posso anche vestirmi
così...”
Ma non fece in tempo a prendere la maglia che Elle intervenne, questa
volta con entrambe le mani nelle tasche.
“Vuoi che ti meni?”
E adesso che diavolo sta
dicendo? E poi me lo chiede come se mi proponesse di comprare latte al
supermercato!
“Ryuzaki io non so cosa tu voglia esattamente da me ma di
certo non ho intenzione di essere usato come valvola di sfogo per i
tuoi sbalzi d'umore!”
“Giusto. Forse non c'è bisogno che ti dimostri la
mia forza... non credo che la palestra sia la soluzione sai... in fondo
sono robusto anche se non si direbbe. Guarda.”
Senza troppe cerimonie Elle si afferrò con indice e pollice
di entrambe le mani il lembo della maglia più larga di lui
di almeno due taglie e fece per sollevarla quando un terrorizzato Light
si affrettò a bloccarlo prima che compisse qualcosa di
assurdo.
Allarme.
Se Light fosse un computer questo sarebbe lo stato in cui si trovava il
suo sistema.
Ma Light, per quanto strano, non era un computer, qualcosa di ben
peggiore forse... un ragazzo che si trova davanti un altro ragazzo
intento a spogliarsi con la stessa naturalezza con cui berrebbe un
bicchiere d'acqua.
“Fermo che fai?!” esclamò sentendo la
voce andargli via.
“Ti senti male?” chiese con tono monocorde Elle.
Per qualche istante Light rimase paralizzato così Elle si
tolse la maglia tenendola con la punta per le dita della mano destra,
rimanendo a petto scheletricamente nudo.
Degli attimi. Furono dei lunghissimi attimi quelli durante i quali
Light guardò le braccia magroline di Elle, il petto con il
costato chiaramente visibile e l'addome asciutto come se fosse il
deserto del Gobi.
Insomma, non era certo il classico palestrato e sembrava doversi
spezzare da un momento all'altro, ma tutto sommato aveva qualcosa di
affascinante... forse perché per la prima volta lo vedeva
com'era per davvero.
E, incredibilmente, gli piaceva questo lato fragile di Elle, vedere
sfumata quella sua aura di magnetica intoccabilità.
Per la prima volta Elle sembrava umano.
Mitico.
Altro pensiero da cancellare per Light.
Imbarazzato come non mai si affrettò a dire:
“Sei un po' magro punto e basta, ora vestiti.”
“Tocca.”
Guardò Elle dritto negli occhi, ma come al solito attraverso
la sua espressione non riuscì a cogliere niente di
malizioso... niente di niente a dire il vero.
“Piantala Elle, questi giochetti non mi piacciono.”
Infine, prima di compromettersi ulteriormente, guardò
l'indice di Elle che indicava il proprio ventre. Comprese quell'unica
parola che non doveva più sfuggirgli per evitare di cadere
ancora in simili fraintendimenti: addominali.
Deglutì qualche istante, infine Light sbuffò un
po' seccato per poi avvicinare un dito verso la pancia di Elle che non
smise di guardarlo con la stessa attenzione di una casalinga che non
vuole perdere un solo istante della sua soap opera preferita.
Effettivamente Elle ha i
muscoli ed effettivamente si vedono... effettivamente quando mi ha
menato mi ha steso a terra...
“Si... hai addominali da paura.”
Frase infelice, davvero. Ma la verità era che voleva
togliersi al più presto da una situazione imbarazzante come
quella.
Elle lo osservò qualche istante infine abbassò
gli occhi guardandosi i piedi per poi dire:
“Da paura. Mi piace. Hai un buon vocabolario.”
Perfetto. Scena di idilliaca amicizia tra maschietti conclusa nel
migliore dei modi. Si sarebbero rivestiti, incatenati e usciti dalla
stanza in pace come non mai.
Peccato, non andò proprio così.
Perché loro sono in un albergo, questo è vero. Ma
si tratta di un albergo sorvegliato ogni singolo minuto della giornata.
E tutti
possono vedere. E quando dico tutti intendo anche Matsuda, l'uomo
più inutile dell'intero commissariato nonché uno
dei pochi che si affianca al caso Kira.
Quando si dice uomini coraggiosi e indispensabili... ebbene non si
parla di lui.
E, notizia dell'ultima ora, non stiamo parlando di Matsuda nemmeno
adesso, no, non è lui il responsabile di quanto sta per
accadere.
Bensì lei... unica ragazza che sopravviva fino alla fine di
tutta la triste faccenda, eccetto la madre e la sorella di Light ma
loro non sono mai centrate un ciufolo con la vita del ragazzo, ovvero
Misa Amane.
Misa Amane che, impaziente di rivedere il suo bellimbusto timido e
scontroso, spalancò la porta della stanza pronta a fiondarsi
tra le braccia nude del suo amato.
Un momento. Le braccia nude le aveva davvero... e anche il petto.
E... anche Elle era a petto nudo.
E Light lo toccava.
Toccava il suo pancino e sembrava pure piacevolmente sorpreso.
“AAAH! Dio mio Ryuzaki cosa stai facendo al mio Light?!
Brutto pervertito!”
Per Light fu come se tutta la sua faticosa vita da dignitoso studente
perfetto, impeccabile, senza macchia e senza paura gli passasse
davanti, fotogramma per fotogramma, da quando a solo un anno di vita
era stato portato direttamente in prima media a quando... a quando era
tornato indietro perché aveva un certo problema chiamato
pannolino, anche se se lo sapeva cambiare da solo.
Che accidenti ci fa lei
qui adesso? Dovevo passare a prenderla io più tardi! Oh
no... adesso che mi ha visto con Elle che accidenti...
“Aspetta Misa, non è come sembra! La
verità è che...”
Ma non fece in tempo a ribattere che intervenne Elle, con il solito
fare sorpreso e immobile, che si rivolse verso Misa dicendo con onesto
candore.
“Ma è proprio come sembra.”
Disgraziato! Mi vuole
rovinare fino all'ultimo!
“Non ti permetto di toccare il mio Light visto che io non ho
ancora fatto niente di spinto! Non dico di averne la
proprietà esclusiva ma se devi farci qualcosa, con il suo
esplicito consenso, lo farai solo dopo di me!”
ruggì Misa inviperita.
“Non fa una piega.” ammise Ryuzaki fissandola.
Si sono bevuti tutti e
due il cervello! Se mai Misa ne ha avuto uno... cosa di cui dubito
fortemente...
“Bravo Ryuzaki – disse soddisfatta Misa –
ora rivestiti, io e Light dobbiamo uscire.”
“Un momento – la interruppe Elle – devo
chiederti un favore.”
E, senza preavviso, appoggiò entrambe le mani sottili sulle
spalle di Misa guardandola dritta negli occhi. La ragazza fu un po'
sorpresa da quell'incontro ravvicinato del Terzo Tipo con Elle, per di
più mezzo nudo.
Arrossendo leggermente chiese: “Che vuoi?”
Che cosa avrà
in mente? E se fosse tutta una tattica per scoprire Misa e portarla a
confessare contro la sua volontà colpe che non ha mai avuto?
Ci fu qualche istante di tensione nella stanza, tensione che si poteva
tagliare con una delle affilatissime lame da barbiere di Sweeney Todd o
con i bisturi di Jack lo Squartatore, fate un po' voi.
Light guardò Elle, Elle guardò Misa e Misa
guardava prima Elle e poi Light, poi Light e poi Elle... si insomma era
confusa, un po' come voi dopo che avrete letto questa frase.
“Potrei avere successo con le ragazze?”
Lo ammazzo.
E questa non era la voce sopita del profondo subconscio interiore di
Light.
Per qualche istante nella stanza ci fu un generale sospiro di sollievo.
Misa fece un breve sorrisetto per poi portarsi un dito al mento e
sollevare lo sguardo, rispondendo con la solita vocetta odiosamente
leziosa: “Se ti impegni puoi risultare
interessante.”
“Mmm interessante. È già qualcosa
suppongo. Curioso come la tua versione e quella di Light non coincidano
affatto e di ciò me ne rammarico, speravo che anche tu lo
notassi, come giustamente lo ha notato Light.”
Light iniziò a temere per la propria dignità. No,
Elle non l'aveva ancora compromessa abbastanza.
“Notare cosa?” chiese Misa non capendo.
Ti prego Elle non dirlo,
non dirlo...
“Che, come dice Light, ho addominali da paura.”
Merda.
Lo sguardo scioccato di Misa davanti a cotale audace
affermazione fu già di per sé uno spettacolo. Ma
lo sarebbe stato ancora di più quando avrebbe scoperto,
molto presto, che il suo era un anormalissimo appuntamento a tre... con
Ryuzaki che, per quanto riguardava il relazionarsi con gli altri, aveva
le idee davvero confuse...
|
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Capitolo 2 *** Il pranzo è una trappola? ***
Piccola premessa: questo capitolo
è stupido. Davvero. Detto questo buona lettura. ( nd
autrice veramente lapidaria)
Capitolo
II
Il pranzo è una
trappola?
Misa per Light avrebbe
fatto davvero tutto. E quando dico tutto intendo proprio qualsiasi cosa.
Anche attraversare un campo minato vestita solo con un paio di
infradito, persino studiare la fisica quantistica... o uccidere la
gente.
Ma non si sarebbe mai aspettata di dover condividere l'unico,
memorabile, solluccheroso pomeriggio passato con l'amore della sua vita
proprio con quel gobbo atrofico di Riyuzaki.
Oltretutto incatenato al suddetto amore della sua vita.
Quando Light glielo disse, seppur con espressione vagamente gelida e
sprezzante sotto un sorriso di cortesia che non avrebbe ingannato
neanche un neonato, Misa sebbene con rabbia accettò.
Ricordatevi, come vi ho detto prima, che per Light avrebbe fatto di
tutto.
L'unica condizione che poteva porre, pur non potendo liberarsi di Elle
come se fosse stata una fastidiosa caccola, era quella di tener Light
per mano mentre camminavano.
Insomma, era Misa Amane, Q.I. inferiore ad uno streptococco non
aspettatevi delle uscite geniali!
Fu così che a quel punto tutti erano pronti per la
fantastica e memorabile uscita a tre, memorabile anche per Elle stesso
il quale non si divertiva più o meno... da quando era nato,
diciamo.
“Allora andiamo.” disse lui, avanzando con le mani
in tasca, senza troppi complimenti.
Misa incrociò le braccia battendo un piede a terra:
“Non dimentichi qualcosa?”
Elle inclinò la testa all'indietro guardando Misa
all'incontrario fissarlo con aperta contrarietà. Ci
pensò qualche istante infine concluse: “No, non mi
viene in mente nulla.”
“Bene, te lo dico io allora: è un oggetto il cui
nome inizia con s
e finisce con carpe...”
Light alzò gli occhi al cielo. Sarebbe stata una lunga
giornata. Atroce.
Elle ritornò alla sua posizione leggermente incurvata,
infine si guardò i piedi scheletrici come se li vedesse per
la prima volta ed emise un breve sospiro.
“Light vieni un istante nella mia stanza, devo prendermi le
scarpe.”
La sua stanza... ovvero il Quartier Generale. Elle non dormiva mai,
mangiava solo zucchero e non si muoveva dalla sedia... uno stile di
vita che farebbe invidia a tutti, davvero.
Con un sospiro, suo malgrado, Light fu costretto a seguire Riyuzaki e a
vedere gli altri agenti, per non parlare di Misa che li seguiva a ruota
come se fosse stata la loro ombra.
Elle si muoveva a passo leggero, a volte ciondolando come se dovesse
cadere da un momento all'altro e, mentre teneva l'unghia del pollice in
bocca, lasciava un braccio indietro in modo da non strattonare troppo
Light.
I due entrarono nella grande stanza mentre Matsuda e Yagami senior
guardavano i monitor, il primo ridacchiando apertamente.
“Light, Misa e io usciamo.” annunciò
Elle come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Matsuda sputò il caffé che stava sorseggiando in
un ingorgo tra fiato e risata soffocata mentre Yagami si
limitò a girarsi con uno sguardo spettrale e sul volto
un'aperta aria di dubbio.
“Lo sapevamo già.” ammise quest'ultimo.
L'onorato padre, che aveva perdonato al figlio il fatto di vederlo alle
prese con delle riviste porno, che peraltro sfogliava come se fossero
state il catalogo dell'Ikea, era ancora sconvolto da quanto aveva visto
attraverso quei monitor. Ryuzaki era un pericolo per la poca
sanità sessuale del figlio.
Se fosse stato un mormone l'avrebbe già ucciso. Ma lui non
era un mormone dunque per quella volta Ryuzaki poteva considerarsi
salvo.
“Infatti – approvò Elle – non
cercateci fino a che non saremo rientrati. Misa e Light sono la mia
diretta supervisione, se fuggiranno la responsabilità
sarà solo mia.”
Urtato nell'orgoglio di padre ferito Soichiro esclamò coi
baffi elettrici di rabbia: “Mio figlio non
scapperà! Quante volte te lo devo ripetere che è
innocente?!”
“Non è necessario Supervisore, Light lo
proverà da solo con le sue azioni.” rispose calmo
Riyuzaki.
Per la serie: non mettiamo sotto pressione la gente.
Infine, giusto per rallegrare la già amena conversazione,
intervenne Matsuda che diede un leggero colpetto di gomito a Light, il
quale osservava la scena come pietrificato dalla cruda
realtà della vita.
“Ah Light che fortuna. Tu puoi uscire con Misa Misa! Anche se
come ti comportavi con Elle nella stanza...”
Fece per aggiungere qualcos'altro di altrettanto entusiasmante, almeno
secondo i suoi canoni, ma venne brutalmente interrotto da una gelida
occhiata di Light nonché dalla faccia carica di dubbi del
venerando padre.
Elle nel frattempo si era infilato le scarpe.
Lacere.
Senza calze.
Slacciate.
Bambini a casa, in parole povere, non imitatelo.
Elle nuoce gravemente alla salute.
Ma non uccide.
A quello ci pensa Kira.
Bwah ah ah!! Ok, scusate, ritorno all'umile mansione di narratore.
Dicevamo... sotto lo sguardo stupefatto di Misa, Elle si era armato di
scarpe evitando di andare in giro scalzo come un millepiedi. Eppure la
giovane idol non aveva commentato l'ignobile modo nel quale il
detective si era conciato.
Non capiva come facesse uno come lui ad essere arrivato tanto in alto:
sciatto, scarno, perennemente disordinato, dai comportamenti strani ed
ambigui nonché in grado di assumere le pose più
impensabili.
Eppure tale suddetto sciattone coperto di occhiaie era una sorta di
controllore supremo, il custode della giustizia, il supereroe senza
tuta che protegge tutti senza paura alcuna.
Intelligenza superiore.
Quello era il motivo. Ma Misa Amane per quanto riguarda tale
motivazione era completamente all'oscuro, lei che della bellezza aveva
fatto una ragione di vita.
In ogni caso, chi bello chi sciatto, tutti erano pronti per uscire
dall'enorme palazzo nel quale, volontariamente o meno, erano stati
rinchiusi per un bel po' di tempo, troppo a dire il vero.
Ma Light non dimenticava cosa volesse dire svagarsi, uscire all'aria
aperta, divertirsi con gli amici... non dimenticava semplicemente
perché non l'aveva mia saputo: durante il giorno il suo
tragitto era scuola – casa – camera – bus
– doposcuola – casa. Ed era un movimento ciclico...
c'erano dei giorni durante i quali Light pensava di avere una relazione
con la sua stanza.
A parte questo, incredibilmente, tutti e tre (due incatenati, ma sono
particolari superflui) si erano ritrovati fuori dall'albergo pronti a
divertirsi finalmente e a sentirsi liberi, nonostante Elle puntasse il
suo sguardo su di Light, il quale si sentiva trafitto da una lama.
Ma cosa importa, ciò che veramente contava quel giorno era
vivere un pomeriggio spensierato, con le idee in testa ben chiare su
cosa fare o dove andare!
“Dove andiamo?” chiese Light leggermente altero per
quell'ulteriore tortura psicologica che era costretto a subire.
“Dove vuoi tu tesoro – rispose Misa attaccandosi al
suo braccio come una vongola – tanto questa giornata
è solo per noi due.”
“A tal proposito – intervenne Elle un po' curvo con
i pollici infilati nelle tasche dei jeans – avrei pensato ad
un certo posto.”
Light e Misa non dissero nulla. Il primo incredulo che Elle potesse
proporre qualcosa, lui che aveva una vita persin meno ciclica della sua
(per inciso: sedia – sedia – sedia), la seconda
irritata che Elle potesse interferire nella loro relazione.
Ecco come Misa e Light sono deliziosamente compatibili...
In ogni caso il giovane detective estrasse dalla tasca posteriore dei
pantaloni un foglietto di carta che spiegò portandolo
davanti a sé, tenendolo per i due angoli superiori con
pollice ed indice delle due mani.
Light lo guardò e, allibito, notò che Elle aveva
metodicamente programmato tutto, da cosa vedere per la fine della
mattinata a cosa mangiare per pranzo.
Un orribile sospetto si insinuò nella mente di Light
Questo non vuole
incastrarmi... vuole divertirsi approfittando di noi due!
Elle, facendo finta di non notare la sua espressione poco convinta,
disse:
“Per prima cosa proporrei di prendere un mezzo pubblico e
dirigerci verso il centro. Fare una passeggiata può essere
utile per parlare, in seguito potremmo mangiare. Cosa ne pensate? La
vostra opinione conterebbe molto per me.”
Guardò un istante Misa poi Light, fissandolo senza parlare
per un interminabile attimo, con il volto inclinato e gli
occhi immobili.
Se rifiutassi? Che
conseguenze avrei? E poi... sembra che ci tenga davvero al suo
programma... che importa, faccia come vuole, tanto io sono innocente e
se si vuole solo divertire... tanto meglio.
“Va bene, come vuoi.” rispose Light con un'alzata
di spalle.
“Ma come Light? Io volevo andare al cinema per avere un po'
di intimità!” esclamò Misa sconcertata.
Elle ripose il foglietto guardando Misa con quello che voleva essere
uno sguardo tranquillizzante:
“Non preoccuparti. Se preferisci possiamo andarci al
pomeriggio... fate conto che io non ci sia.”
Facile per te dirlo! Non
hai qualcuno che ti fissa senza tregua! No... no devi apparire
tranquillo e distaccato Light, tranquillo e distaccato.
“Bene – disse infine il non-più-Kira
– direi allora di andare verso la fermata e aspettare il
pullman.”
“Ottima decisione Light, la pensavo allo stesso
modo.” conlcuse Elle.
Così si diressero verso la fermata, Misa non smettendo di
staccarsi da Light il quale aveva rinunciato al possesso del braccio
che, lo sentiva, prima o poi si sarebbe staccato.
Ah si... da quel punto in poi Light avrebbe passato l'intero tragitto
del pullman in piedi con Elle al fianco e Misa che non la finiva
più di parlare di tutto ciò che aveva da parlare,
comprese cose che Light non avrebbe dovuto sentire, come dolori
mestruali o cose simili, ma in fondo Light non la ascoltava affatto,
quindi era tutto a posto.
Elle dal canto suo si teneva al palo del bus con l'ausilio di un
semplice indice, tenendo l'altra mano in tasca e attirando l'attenzione
della gente che lo guardava come se guardasse una vittima delle
radiazioni nucleari.
Ma questo era il bello di Elle: non se ne accorgeva. Tutto gli passava
affianco e lui non cambiava mai espressione: gli occhi spalancati e
apparentemente assenti, era questa la sua arma migliore.
Il fatto che gli altri lo considerassero apparentemente sfigato, strano
o a dir poco inquietante non lo toccava minimamente, era per questo che
aveva così tanti amici.
No, un momento... lui non aveva amici.
Eccetto Light.
E tutti sappiamo com'é andata a finire.
Tralasciando questo dettaglio Elle era comunque una persona gentile che
viveva della sua apparente ingenuità nei confronti di quella
piccola galassia da esplorare che rispondeva al nome di Terra.
Detta così sembra che Elle sia il Piccolo Principe.
Orrore e raccapriccio.
Come non detto, Elle era Elle punto e basta. Chi non capisce si rilegga
il manga.
In ogni caso, per la gioia delle orecchie torturate di Light,
finalmente la nostra piccola ciurma era approdata nel centro
affollatissimo, pronta a superare orde di pedoni che infestavano le
strisce pedonali, solcando le strade colme di macchine pirata nemiche e
evitando di venire colpiti da eventuali abbordaggi da parte di
dimostratrici con indosso gonnellini trasparenti e un sorriso finto
come può essere finto un 100,000 Yen di moneta.
Insomma fanno tutto quello che le persone fanno quando sono intente a
passeggiare per la strada.
Nel frattempo, in quell'oretta prima del pranzo, incredibilmente i due
ragazzi riuscirono a compiere molte degne imprese: Elle e Light, con il
loro scetticismo scientifico e matematico, avevano quasi indotto un
prestigiatore al suicidio, sbancato una lotteria per l'apertura di un
nuovo locale, inventato una nuova piattaforma di divertimento
interattivo, rielaborato la teoria dei quanti e, perché no,
progettato un inedito tunnel per gli esperimenti fisici del Cern, senza
contare la dimostrazione pratica che, per via del sospetto tono di
voce, Topolino sia al 99,9 % gay e Minnie un travestito... sempre per
la voce in falsetto.
Insomma cosine da niente che tutti i giovani della loro
età fanno quando escono a divertirsi con la loro
ragazza in comune.
Passeggiando per dirigersi a mangiare Light commentò,
apertamente divertito:
“Incredibile come quel tizio non capisse la formula sulla
forza dei pesi che, volenti o nolenti, è inevitabilmente
influenzata dalla forza di gravità. E si chiedeva
perchè riuscissimo a capire dove aveva messo la pallina...
assurdo che esistano ancora persone come queste, manco fossimo nel
Medioevo.”
“Suppongo di si – ammise Elle guardando Light con
il collo leggermente storto – ma in fondo non ci voleva
granché nemmeno a capire quanti protoni debbano scontrarsi
affinché l'esperimento del tunnel funzioni. Magari
rinforzando le bobine tenendo conto del campo magnetico alterato per
via della radioattività diffusa che...”
Misa, la normalissima, stranissima, inutilissima Misa Amane a quel
punto non poteva che cercare di far cessare quell'inutile sproloquio di
informazioni che non sarebbero interessate assolutamente a nessuno,
soprattutto a lei. E se non interessavano a lei allora, dal suo modesto
e imparziale punto di vista, non intressavano a nessun altro.
“Insomma un po' di rispetto anche per me! Sono una ragazza e
voi dovreste comportarvi da cavalieri portandomi a mangiare.”
Light spazientito alzò gli occhi al cielo. Doveva resistere
fino alla fine della giornata facendo finta di essere anche solo per lo
meno umano con una che era più inutile di un tetto fatto di
ghiaccio nel ben mezzo del deserto.
Elle si portò un dito alla bocca, pensoso, infine intervenne
commentando.
“Misa ha ragione, Light. Non dovresti comportarti
così con lei. Se io avessi una ragazza come Misa la
tratterei sempre bene, occupandomi di lei ogni giorno.”
Misa esclamò: “Oh grazie Ryuzaki, tu si che mi
capisci!”
Light pensò: Mi
pigli per il culo Ryuzaki?!
Anche qui, altra pratica dimostrazione su come questi due piccioncini
siano straordinariamente fatti l'uno per l'altra.
Elle a quel punto sollevò un indice ed indicò
un'insegna dicendo con tono di voce sicuro e calmo:
“Direi di andare là. È vicino e ci sono
posti a sedere. Senza contare che potrete sentirvi più a
vostro agio o almeno c'é un 70% di probabilità
che, essendo in un locale tipicamente giovanile, possiate essere voi
stessi.”
Light guardò l'insegna.
Un fast-food. Tutto questo per portarli ad un fast-food.
Luogo che Light in tutti gli onoratissimi anni di studente e ragazzo
perfetto quanto un'equazione matematica aveva evitato come la peste.
Light Yagami, ammettiamolo, era schizzinoso. Schizzinoso davvero.
Quale ragazzo in preda agli ormoni e alle soglie delle gozzoviglie
promesse dalle porte dell'età adulta avrebbe mai una camera
come la sua?
Perfetta, ordinata, il letto mai disfatto e, cosa peggiore al mondo,
con tremila libri scolastici ma neanche un misero poster con una idol,
un videogioco, un mito che non sia lui stesso...
Insomma Light Yagami per gli acari era l'Anticristo in persona.
Ma stoico ed impavido di fronte a quell'aperta sfida Light non volle
demordere.
Non so a che gioco tu
sia giocando Elle ma sta pur certo che non cadrò nella tua
trappola.
“Andiamo allora. Speriamo che ci sia davvero un posto a
sedere.”
“Va bene Light! - accettò entusiasta Misa che, se
Light glielo avesse detto, avrebbe anche ingoiato cianuro – E
fast-food sia. Non credevo che avessi gusti simili ma per te farei di
tutto, anche se per mantenere la linea dovrò digiunare
quaranta giorni e quaranta notti.”
Così i nostri innamorati furono costretti ad affrontare
l'odissea della coda, del scegliere un menù dal nome
impronunciabile, di trovare posti a sedere e superare semplicemente la
folla di gente che adorava l'hamburger come se si fosse trattato di una
divinità.
E da qui si capisce come nella sacra Bibbia il popolo Eletto possa aver
adorato un vitello d'oro.
Tutto questo mentre Elle si guardava attorno assolutamente compiaciuto,
lui che il massimo della visione di vita giovanile che aveva visto era
stato Watari. E non era esattamente il tipo di persona giovane, con
tutto il rispetto parlando per la sua veneranda età.
Quando Light appoggiò il suo prezioso deretano sulla sedia,
con di fianco Misa che si sorreggeva alla sua ormai atrofizzata spalla,
osservò qualche istante Elle, seduto con i piedi scalzi
sulla sedia, le braccia appoggiate alle ginocchia e le mani che
pinzavano la carta degli hamburger per denudarli... immagine un po'
sensuale per scartare un panino ma portate pazienza, anche io narratore
sono stanco di tutte quelle ore di coda.
Questo ragazzo non
è mai uscito di casa! Non sa neanche come si tiene in mano
una forchetta... pazzesco, non mi aspettavo davvero che esistessero
tipi simili!
Elle, sagacemente, beccò Light intento a fissarlo e gli
chiese a bruciapelo:
“Qualcosa non va?”
Sudore freddo. “No tutto a posto. Tutto normalissimo, ci sono
abituato a questo tipo di cose.”
“Ah si? Tieni.”
Dicendo questo Elle lanciò un hamburger a Light con la
violenza di un lanciatore di baseball ma Light, perfetto anche quando
si smocciolava, lo afferrò al volo guardando con aperto
sospetto Elle.
Che diavolo intende fare
con questo gesto? Perché mi ha dato questo misto di pane e
carne senza nient'altro che carta? Vorrà mettermi alla
prova...
“Dove sono i piatti e le forchette?” chiese Light
con tutta la serietà possibile, la schiena eretta in tutta
la sua altezzosa superiorità.
Elle non disse nulla, squadrandolo senza mostrare alcunché
della sua perplessità interiore: che Light fosse fuori da
ogni umana concezione già lo sapeva ma quella richiesta
superava ogni sua aspettativa.
“Mi confondi Light, davvero.” ammise lui con aperta
onestà, strappando un pezzo del panino con la punta delle
dita.
Silenzio.
La gente chiacchierava allegramente, inconscia della grande eresia di
Light Yagami.
Ma Elle e Misa sapevano.
Quest'ultima sorrise smagliante, incurante di quanto il suo pseudo
fidanzato aveva appena detto, e gli spiegò non mostrando
imbarazzo: “Ma caro Light gli hamburger si mangiano con le
mani. Non ci sono cose come piatti e forchette nei fast-food.”
In parole povere per Light equivaleva a essere tornato
al'età della pietra. Equivaleva abbassarsi a tutti quei
disgustosi esseri retrogradi che afferravano con forza qul cibo
strappandolo a morsi, facendo colare impietosamente il suo rivoltante
contenuto, contenendo a fatica la bava e sporcandosi inesorabilmente
per poter sperare di inghiottire qualcosa.
Almeno questo voleva dire mangiare un panino per Light. Il che era
un'emmagine equivalente a Gollum intento a divorare un pesce crudo.
“Capisco. Certo.”
“Allora mangia Light. Ritengo sia buono.” lo
invitò Elle intento a sbocconcellare il panino come se fosse
stato un mucchio di pop corn.
Infida canaglia. Tu
sapevi, tu vuoi umiliarmi per poi indurmi a confessare.
E fu così che Light addentò il suo primo
hamburger.
Ma con classe ed eleganza, come in tutte le cose che fa.
Con sguardo trucido come se stesse divorando una preda, ma
quest'immagine nelle pubblicità non si vede, ciò
ci induce a pensare che Light non sia perfetto come in uno sceneggiato
televisivo.
Ma non era finita li.
A Ryuzaki tutto questo non bastava.
Non gli era sufficiente aver sperimentato gli hamburger più
imbottiti del pianeta, bevuto liquidi zuccherati al punto da far venire
il diabete solo con lo sguardo o fagocitare schifezze fritte e
trasudanti olio come una fontanella.
No.
Ryuzaki voleva prendere il proprio fegato e usarlo come gomma per
cancellare.
Ryuzaki voleva farsi davvero del male.
Il dolce.
Prendere un dolce in un fast foood equivale al suicidio alimentare,
equivale ad accumulare grassi in un punto di non ritorno e ad un peso
immorale sulla coscienza.
Quando Light e Misa lo videro con davanti una fetta di torta colma di
panna fino a scoppiare, attentamente tolta dalla sua curata confezione,
stavano per vomitare.
Almeno su questo erano d'accordo. Anche se non so quanto possa tornare
a vantaggio per la loro relazione.
Light spalancò leggermente gli occhi, disgustato, per poi
commentare.
“Ryuzaki tu non hai intenzione di mangiare anche quella roba,
vero?”
Elle prese il cucchiaino in plastica per l'estremità e lo
affondò nei molteplici strati di panna, meringa, cioccolato
e tutto ciò che sia altamente calorico.
“Ne vuoi anche tu?”
“No, ti prego, se non mi vuoi uccidere!”
esclamò Light.
“Misa?”
La giovane attrice guardò quell'allettante fetta di torta
con un remoto desiderio che premeva, sperando che lei cedesse
concedendosi finalmente qualcosa di più del semplice gambo
di sedano.
Avanti Misa mangia un
pezzo di quella fetta. Te la sta offrendo Ryuzaki che fino a qualche
ora fa ti considerava meno della carta straccia
Piantatala maledetta
Tentazione Interiore! Se la mangerò ingrasserò a
vista d'occhio senza più fermarmi! Morirò!
Oh insomma ormai ti sei
già compromessa irrimediabilmente con quell'hamburger. Io e
te non abbiamo mai sperimentato il piacere del dolce, dello zuccero che
si scioglie sulla lingua, dei baffi di panna sopra la bocca. Non
vorresti provarlo almeno una volta prima di morire?
No! Ti prego, smettila o
non risponderò più delle mie azioni. E poi Light
mi guarda... cielo, credo che lui sappia. Ora vattene e preparati
perché da domani si torna alla carotina lessata!
NO! Non farlo! Non
rinnegare le tue pulsioni! Tutto meno che la carotina!
Oh ma non è
finita! Dopodomani ci sarà... la foglia di insalata!
E va bene, va bene, ci
rinuncio! Fa come credi! Puah, non c'è nemmeno gusto con te...
Evvai Misa Misa vince
1-0!
Ovviamente nessuno degli astanti sapeva del piccolo dialogo interiore
che la brillante e gagliarda signorina Amane aveva intrattenuto con
sé stessa.
La quale considerò la torta come il contratto da stringere
col demonio e Ryuzaki come niente meno che il diavolo in persona... non
considerava che al suo fianco c'era qualcuno che stava giusto giusto
affilando il forcone...
“No grazie Ryuzaki, davvero, non ne ho per niente
voglia.”
Ecco la coerenza e la sincerità fatta a persona.
Elle alzò le spalle
“Come preferisci.”
Passarono diversi istanti mentre Elle, con la grazia del cucchiaino
tenuto sospeso con due sole dita, mangiava la torta non smettendo di
fissare Light che non sapeva se vomitare o fuggire.
Purtroppo per lui però entrambe le cose erano da escludere.
Così per distrarsi commentò: “Ti piace
mangiare dolci eh?”
Domanda innocente ma sotto sotto era un pretesto come un altro per
studiare il suo avversario e capire le trappole che gli avrebbe teso
per accusarlo.
Anche se lui era innocente.
Del tutto.
Elle per qualche istante non rispose infine, appoggiando il cucchiaino
sul labbro inferiore, disse:
“Saperlo non ti aiuterà a capire come comportarti
con me, mi spiace Light.”
Maledizione. Fa finta di
nulla, tu non stai indagando su di lui. Naturale... devo essere
naturale.
“Ma che vai a pensare Ryuzaki? Credevo che almeno per oggi
potessimo svagarci un po'. Sto solo cercando di parlare di qualcosa che
non sia il lavoro.”
“Giusto Light! Ryuzaki comportati bene col mio fidanzato, lui
è tanto buono e bravo con tutti, ligio al dovere,
bellissimo, inafferrabile, geniale, imbattibile un po' come
Lupin...”
Brava Misa, stordiscilo con le tue parole.
Ma Ryuzaki la pervenne dicendo semplicemente: “Capisco
– guardò qualche istante Light infine rispose,
ponderando lungamente – si, mi piacciono i dolci.”
Ho scovato un tuo punto
debole Elle. Non dovevi abbassare la guardia con me!
“Immagino, a giudicare dalla torta e dai giorni precedenti,
che ti piaccia il cioccolato.”
“Non esattamente Light. Mi spiace ti sei sbagliato questa
volta.”
Com'é
possibile? Quando può avermi ingannato?... tzé
è più furbo di quanto pensassi.
“Ah, davvero? Strano.”
Ad un certo punto Elle picchiettò un dito sulla bocca,
guardando verso il soffitto, infise rispose tornando a fissare Light:
“Ora che ci penso solo a Mello piace il cioccolato. Near
invece sta tutto il giorno a giocare coi modellini... non credo che
mangi un granché...”
E ora perché
se ne esce con simili frasi?! Dove vuoi andare a parare Elle?!
“Near? Mello? Amici tuoi?” chiese cercando di
dissumulare il suo sospetto.
“Ah, no, non li conosci. Ma non credo che ti interessino,
tanto non avrai mai
a che fare con loro.”
Dicendo questo Elle finì il suo pezzo di torta, guardando
con attenzione Light, non muovendo le palpebre di un millimetro.
Light rimase in silenzio.
E' inutile cercare di
cavargli qualcosa di bocca. Tanto sicuramente sospetterebbe di me se
tentassi di scoprire altro... Near e Mello... informazione inutile per
il mio sofisticatissimo cervello superiore, non mi interesso di nessuno
che non sia me stesso quindi farò finta di nulla.
Tanto quei due tizi non
potranno mai interferire con la mia vita.
“Certo, salutameli.”
Frase cordiale per sviare ogni sospetto.
“Va bene.” disse infine Elle, dopo aver atteso
qualche istante prima di rispondere, indeciso su cosa dire con
esattezza.
Eh già quel giorno Light Yagami ancora non sapeva che Near e
Mello in realtà avrebbero interferito con la sua vita
eccome... non solo, gliel'avrebbero proprio rovinata. Ma questa...
è un'altra storia.
Bene,
dopo questo capitolo, direi di aver definitivamente toccato i vertici
della follia. Ma non è finita qui! Ah ah pensavate di
esservi liberati di me?! E invece no. Perché con il terzo e
ultimo capitolo Light entrerà in una crisi mistica
senza precedenti... o forse no.
In
ogni caso non posso che ringraziare coloro che hanno recensito con
solerizia e dovizia!
Umpa
lumpa: Concordo
in pieno, povero Light è lui il comico della situazione. Ed
Elle... beh è semplicemente lui... il
migliore!! Non
farci caso sono una Elle-maniaca-compulsiva! XD Grazie del commento!
marika
jeevas: Ho
aggiornato. Anche se tardissimissimo. Chiedo perdono! ^_^'
pUmp: Questo
capitolo è solo un intermezzo. Elle farà di
peggio. Misa comunque ce l'ha un cervello, da qualche parte, perso in
una galassia lontana lontana... solo che è inutilizzato. Ok
hai vinto... non ha cervello! XD
cicoria:
Sono davvero soddisfatta di averti fatto così
ridere! Missione compiuta! ^_^ Il mitico era troppo non-Light dovevo
mettero a tutti i costi! Bacio!
Benny_Chan: Eh si
povero Elle... ammettiamolo, è il classico tipo che fa delle
uscite senza senso! E Light che sta pagine e pagine a pensare a come
rispondergli... superbo! Vai Elle confondilo! Alla prossima! ^_^
Lav_92: Ehm...
non ho aggiornato molto presto comunque... eccomi qua! XD
pennylane: Concordo
in pieno, almeno un po' Light doveva essere OCC soprattutto i suoi
pensieri, perchè non sai mai cosa uno come lui
stia architettando. Ed è pienamente vero che non
ha assolutamente senso dell'umorismo... che ragazzo noioso! Sono
davvero contenta che invece Elle e Misa siano azzeccati! Trovo che
tutti e tre insieme siano davvero insuperabili! ^_^
Shadow
Eyes: O.O
questa è la mia faccia quando ho letto il tuo commento. E
queste T.T le mie lacrime di commozione! *.* Meraviglia davvero,
grazie! In effetti le fanfiction non Yaoi su Deathnote sono
davvero poche... anche se questa è frutto di una persona
mentalmente instabile, ovvero me! Scherzo scherzo... bwah ah ah! Ops,
scusa ogni tanto mi lascio andare a queste risate malvage. A
parte questo sono contenta che Elle ti sia piaciuto, spero che anche
questo capitolo sia abbastanza all'altezza!
E
ora....
Un
motivo recondito c'é.
Per la serie: perché questa scansafatiche dell'Autrice ha
aggiornto così tardi?!
La
verità è che mi mancava il terzo capitolo da
scrivere, non avevo ispirazioni su come renderlo davvero bene anche
perchè é facile cadere nel banale e nello
scontato. Lungi da me la banaleria. O la scontatosità.
Quindi
ora che ho l'ultimo capitolo compiuto, lo aggiornerò fra un
paio di giorni.
Lo
giuro vostro onore.
Per
chiudere in bellezza un grazie a chi ha letto e a chi ha messo la
fiction nei preferiti.
1
- Celine_Falilith
2
- cicoria
3
- Hyatt
4
- Lucetruce
5
- Minerva Bellatrix
6
- pennylane
7
- Shadow Eyes
8
- Sorina_SA
9
- Umpa_lumpa
10
- Vegeta4ever
Un
grazie particolare va anche a Marzia1987, la mia
socch, la mia amica di studi, la mia compagna di sofferenze quando ci
toccano corsi inquietanti come chimica o i geroglifici che mi ha
inserito tra gli autori preferiti. Ti auguro che tutti gli esami ti
vadano bene!! Un mega bacione!!
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