Chained love

di ladyflowers
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** No, Ryuzaki, no! ***
Capitolo 2: *** Il pranzo è una trappola? ***
Capitolo 3: *** Delitto misterioso al feudo di Edo ***



Capitolo 1
*** No, Ryuzaki, no! ***



Questa fanfiction è nata un po' per caso e, sebbene all'inizio fosse pensata per essere una one shot, si è rivelata un po' troppo lunga e dunque l'ho divisa in tre capitoli. Questo nonostante il primo abbia un sapore un po' autoconclusivo così, se riterrete quanto prodotto dalla mia mente malata sia davvero da gettare, potrò farlo senza problemi.
Altro piccolo avviso: i personaggi non sono OOC, anzi ho cercato quanto più possibile di rendere i comportamenti il più possibile vicini a quelli del manga, scherzando proprio su come agiscono.
Detto questo buona lettura, sperando che commentiate perlomeno per capire se queste righe sono un'emerita schifezza! Besos! ^_^


No, Ryuzaki, no!



Venire sospettati di essere Kira non era facile, per niente.
Il fatto di essere Kira per davvero rappresentava un dettaglio irrilevante.
Ma era ancora peggio venire costretti, per uno strano scherzo del destino, a stare appiccicati a Elle ventiquattro ore su ventiquattro.
E ribadiamo che stiamo parlando di Elle, il quale è in grado di capire se qualcuno sta starnutendo anche solo dal movimento sospetto di una ciglia. E non è bello.

Ma tutto sommato a Light Yagami, intelligente, scaltro, audace, sagace, salace e quant'altro finisca con -ace vi venga in mente, questo piccolo particolare della sua vita passata a stretto contatto con Elle non lo turbava più di tanto: voglio dire, Light non è mica Willie il Coyote... è uno che ha impiegato meno di mezz'ora per iniziare a uccidere... e non uno o due tre nomi... qui parliamo di un elenco degno delle proscrizioni sillane!

Eppure ciò che aveva messo a dura prova la sua resistenza psicologica, già labile dopo aver passato giorni interi legato come un insaccato in uno sgabuzzino per le scope sotto l'occhio indagatore e un po' maniaco di Elle, era stata quella proposta piovuta inaspettata dal cielo come quel Deathnote... solo mille volte peggio.

“Che cosa?! Perché ti salta in mente una storia simile proprio adesso?!” esplose Light incredulo, non scattando in piedi giusto per evitare di venire arrestato seduta stante.
Elle lo guardò con gli occhi spalancati e odiosamente immobili:
“Perché? Ti crea problemi?”

Calmati Light. Così attirerai solo i suoi sospetti. Siediti e pensa lucidamente, in fondo non hai fatto nulla di male.

“No. Ma non credo che avere un appuntamento con Misa a questo punto delle indagini possa servire a qualcosa. Tantopiù che, essendo entrambi incatenati, ci dovremo assentare dal lavoro e questo non possiamo permettercelo con Kira a piede libero.”

Uscire con Misa. Ridicola, assurda ed ignobile proposta di Elle, sparata in mattinata quasi per caso mentre era intento a cospargere zucchero sul caffè come se fosse aspirina.

“E' nobile da parte tua voler persistere nel dare la caccia a Kira – ammise Elle, mordicchiandosi con fare indifferente l'unghia del pollice – ma non farmi credere che non ti farebbe piacere uscire un po'.”

Acc... se insisto con troppa insistenza potrebbe sospettare che lo faccio apposta per timore che lui possa scoprire qualcosa che non deve. Però se accetto potrebbe pensare che io pensi che voglia andare con Misa perché lei è sospettata di essere il secondo Kira e metterci d'accordo su come ucciderlo... o forse è meglio che lui non pensi che io sto pensando a lui che pensa.
Maledetto Elle, mi hai incastrato!

“Immagino che tu nutra ancora dei sospetti verso di me, sbaglio forse?”
Meglio prenderlo in contropiede. Su qualsiasi cosa. Anche su cosa ordinare per cena: con Elle bisognava stare sull'attenti, sempre.

“Vedo che siamo sulla stessa lunghezza d'onda, Light.”
Come volevasi dimostrare...
Elle sorseggiò un goccio di caffè tenendo la tazzina per la punta delle due dita, aggiungendo:
“Credo che osservarvi interagire con l'ambiente circostante, anziché con la solita stanza d'albergo, mi sia utile per capire il rapporto che intercorre tra te e Misa e così farmi un'ulteriore idea se tu e lei eravate rispettivamente il primo e il secondo Kira.”
Tutte queste palesi, e per nulla piacevoli, accuse erano espresse con i soliti occhi spalancati come quelli di un pokémon, un'alzata di spalle indifferente e la schiena incurvata sulla scomoda sedia d'ufficio.
Un corvo incrociato con una scimmia e qualcos'altro di incredibilmente irritante... questo era Elle secondo la modestissima e alquanto alterata visione di Light.

Respira Light, respira... non so come possa credere che io sia Kira... io che uccido la gente... e quella Amane che mi segue... questa è fantascienza. Sono un onesto cittadino e se Elle sospetta ancora di me non mi resta altro che assecondarlo e mettere a tacere ogni dubbio per sempre.

Tanto prima o poi lo ammazzerò!

Eh?! Cos'era questa voce lugubre interiore proveniente dal mio subconscio più profondo assopito da giorni?
...
Pazienza, ora ho altre cose più importanti a cui pensare.

“E va bene, se questo può deviare i sospetti da me e lei allora accetterò – Light fece una pausa incerta, infine si decise ad aggiungere - ... e tu... verrai con noi?”

Elle alzò il polso facendo tintinnare la catena che legava inesorabilmente lui e Light come se fossero stati pane e Nutella... e in quel momento Light era la Nutella schiacciata dalla soffocante morsa del pane... immagine raccapricciante, Light si ripromise di dar fuoco a quei dolci abominevoli appena ne avesse avuta la possibilità.
Cioè mai... ma lasciamolo sognare, poveretto.

Elle a quel punto fece un mezzo sorrisetto: “Devo tenerti d'occhio, ricordi? Parteciperò anch'io, mi spiace. Ora prendi questo e chiama Misa.”

Dicendo ciò porse a Light un cellulare, tenendolo per il bordo con due dita come se fosse in procinto di esplodere, e il povero Yagami junior non poté che sottostare a quell'ulteriore odiosa richiesta.

“Devo dirle qualcosa di preciso?”
“Hai carta bianca.” rispose pacato Elle, indice posato sulle labbra.
“Ok... “ Light sospirò infine compose il numero, sperando che nessuno rispondesse.

Potrebbe mai Misa Amane rispondere ad una chiamata fatta sul numero di cellulare conosciuto unicamente da Light?
Ovviamente si.
Infatti, la giovane cogl...  stupidina prontamente rispose, manco a chiamarla fosse stato Dio in persona... in effetti per lei Light era un dio... ehm, lasciamo perdere la visione personale della teologia vista da Misa Amane.

“Pronto? Qui parla Misa Misa!” vocetta allegra e piena di brio. Talmente piena che Light si trattenne a stento dall'emettere un conato di vomito.
“Misa sono io.”
“Light! Amore mio, quanto sono felice che tu mi abbia chiamato! Matsu non si impegna come manager e così mentre aspetto che mi diano una risposta per quella parte sono qui ad annoiarmi e...”

Ma quanto parla?

Unico irritato pensiero di Light. Meglio non andare troppo a fondo o nella sua mente potreste trovare cose inimmaginabili... e non è il desiderio remoto di vedere Elle nudo, a quello ci pensano le già numerose fiction yaoi.

“Senti, volevo proporti di uscire oggi.”

“Io e te?” La poveretta, di fronte a questo invito inaspettato quanto l'arrivo di una meteora, rimase assolutamente scioccata. Principio di ictus si direbbe... e di crepacuore... e pensate un po', Kira o non Kira, è sempre opera di Light.

“Si, io e te.” ed Elle. Ma questo proprio non poteva dirglielo.

“Ma certo tesoro mio! Non vedevo l'ora che me lo chiedessi! E poi... uscire, finalmente mostrarci al mondo! Vieni adesso a prendermi?”

Prima di rispondere Light si guardò un attimo, notando con disgusto la camicia pezzata di sudore e tensione, la cravatta buttata a terra e il ciuffo di capelli che... no, quello era perfetto ed immobile... era questo il bello di stare dentro ad un manga: i capelli non si scompigliavano mai e non doveva neanche comprare una parrucca!

“Mi cambio e sarò li da te tra mezz'ora.”

“Oh Light! Ti sistemi per me! Quanto ti amo!”

Ma il prode Yagami chiuse la chiamata prima che Misa potesse sciorinargli altre stupidaggini come il fatto che lo avrebbe amato anche se si fosse presentato a lei con le occhiaie e i piedi scalzi... ah no, questo era Elle, scusate.

“Sarai soddisfatto ora che interrompiamo le indagini per un tuo stupido sospetto.”
Elle si mordicchiò qualche istante il pollice infine rispose non battendo ciglio: “Si.”
“Pazzesco – borbottò Light – ora andiamo, dovrò indossare qualcosa di decente.”
Elle si alzò controvoglia dalla comoda sedia ma, a meno che non volesse venire trainato come un carretto da Light fino alla stanza d'albergo dove soggiornava, fu costretto a camminare accompagnato dal tintinnio delle catene.

^§^§^§^§^

Svestirsi.
Piccolo piacere momentaneo dopo una stancante giornata di lavoro.
Breve istante di privacy con il proprio corpo e semplice soluzione per staccare la spina.

Non per Light Yagami.

Non per lui che aveva davanti Elle immobile, leggermente incurvato, le mani nelle tasche dei jeans e un'espressione di assoluta ed incondizionata indifferenza.

Elle non era girato di spalle. Elle lo guardava, con i suoi occhi spalancati e i capelli scompigliati come se fosse stato appena folgorato il che, pensava segretamente Light, ad un certo punto della sua vita doveva pur essere accaduto per ritrovarsi in quello stato.

“Ryuzaki... - accennò lui in un misto tra irritazione ed imbarazzo – potresti...”
“Ah, certo... scusa.”
Dicendo questo si guardò qualche istante attorno infine gli porse un paio di pantaloni ed una maglia,  piegati con cura di fianco a lui.
Confuso Light li prese in mano per poi capire, qualche istante dopo, che Ryuzaki poteva anche essere i tre detective più ingambissimi del mondo riuniti in una sola persona ma ancora non era arrivato a capire un concetto elementare come quello di intimità.

Questo tizio deve avere qualche disturbo veramente grave. Che faccio? Mi svesto davanti a lui? E se lo facesse per misurare la mia sfacciataggine e così capire se io ho il carattere di Kira?
Ma forse se faccio troppo il ritroso potrebbe pensare che ho qualcosa da nascondere...

Questi pensieri mostrano chiaramente il perché uno come Light Yagami sia diventato Kira.

“Non stare lì a guardare!” esclamò Light improvvisamente.
Elle lo osservò qualche istante perplesso. A ben pensarci quella frase poteva anche avere un doppio senso.
Evidentemente, per quanto tardi in queste cose, dovevano esserci arrivati tutti e due.
Ma, molto saggiamente, Elle non disse nulla e si limitò ad alzare gli occhi verso il soffitto, il labbro leggermente imbronciato.

Incredibile. Con Elle devo stare attento. Dev'essere davvero astuto se è riuscito a farmi fare una figura simile.
A dire il vero hai fatto tutto da solo Light ma se la tua coscienza ti suggerisce questa via di redenzione, meglio per te.

In ogni caso Elle non lo passava ai raggi X con quello sguardo a cui nulla sfugge, così Light ne approfittò per cambiarsi i pantaloni e sbottonarsi la camicia. Finché ad un certo punto si bloccò, guardando con un misto di orrore e disperazione quel luccicoso oggetto fonte dei suoi personali guai.
Le manette.

“Ryuzaki...”
Il Ryuzaki in questione abbassò lo sguardo smettendo di contemplare il lampadario del soffitto e si rivolse verso Light inclinando leggermente la testa per poi capire.

Così si avvicinò a Light.

Questi indietreggiò di un passo, spaventato, quando lo vide avanzare con così tanta sicurezza.
“Aspetta Ryuzaki, che...”
Ma si bloccò, completamente sconvolto, quando Elle prese con la punta delle dita la sua mano sollevandola leggermente per poi afferrarla con più decisione.

E' completamente impazzito? Che sta facendo?! Elle mi tiene per mano, la  mia mano!

Oh, bravo Light, finalmente hai smesso di farti troppe pippe mentali e invece iniziare a preoccuparti come farebbe una persona qualsiasi. Anche se tu non sei una persona qualsiasi...

Elle lo fissò con quei suoi occhi imperscrutabili, guardandolo come se non capisse il motivo di tutta quell'agitazione da parte di Light.

Si morse leggermente un labbro infine Elle commentò: “Lo vuoi, non è vero?”

Light sudò freddo non aspettandosi una simile uscita da parte di “Colui che non aveva esitato a rinchiuderlo per una quantità infinitesimale di tempo”.
“No! - esclamò Yagami in preda al panico – Assolutamente!”

Elle apparve visibilmente turbato: “Strano! Eppure mi era sembrato che ne avvertissi la necessità. Sai credo sia normale, dopo tutto questo tempo passato vicini. Devo ammetterlo, anch'io non resisto più... sono pur sempre un essere umano.”

NO! Non è possibile! Ha frainteso tutto! E la cosa peggiore è che ci sta pure! Che faccio?! Se gli dessi un colpo in testa sospetterebbero tutti di me!
Devo dissuaderlo... questo praticamente mi vuole violentare!

“Lascia perdere Ryuzaki! Pensa a tutti i propositi che hai fatto sul mio conto! Non vorrai mica cedere adesso!”

“Light, temo di non capirti. Credevo la pensassimo allo stesso modo a riguardo.”

“Tu la pensi in quel modo! Non certo io!” esclamò Light al culmine della pazienza.

“Capisco... credi che tornerei ad accusarti se tu accettassi. Se mai sospettassi ancora di te ciò che accadrà adesso non influirà minimamente sulle mie decisioni. Sarà solo questione di poco, vedrai, poi sarai come prima.” commentò Elle tranquillo, sempre tenendogli la mano.

No che non sarò come prima! Che accidenti crede che io sia?! Se succedesse qualcosa tra me e lui in questa stanza... Dio... non riuscirei più a guardarmi allo specchio!

“Finiscila Ryuzaki! Ti ho detto che non ci sto.”

Elle sospirò portandosi un dito al labbro dicendo: “Sei davvero strano Light.”

Ah io sarei quello strano?! Detta da uno che mi fa simili proposte con una faccia apatica come la tua la cosa non ha molto senso!

Infine, con noncuranza, Elle si avvicinò la stessa mano ai pantaloni.
Light in un primo momento, vedendo quel gesto, impallidì, in seguito trattenne qualche istante il fiato per non urlare e resistere all'impulso di dare una testata a quel chiaro maniaco sessuale e per ultimo arrossì... anche se probabilmente, preso dalla rabbia e dall'irritazione com'era, non se n'era accorto.

“Che stai facendo?! Fermati!”

Cercò di bloccarlo fiondando la sua mano libera su quella di Ryuzaki prima che potesse anche solo  slacciarsi un bottone dei jeans.
Ma con suo stupore si accorse che non era esattamente in quella zona che Elle mirava.
Due dita sottili e scheletriche infatti erano all'interno della tasca laterale, il gomito spigoloso alzato in uno di quegli assurdi movimenti che di solito faceva.

Elle si fermò guardando, questa volta chiaramente perplesso, Light con gli occhi ancora più sgranati del solito e la bocca leggermente aperta.

Infine, una volta che Light sconvolto ebbe allentato la presa, Ryuzaki tirò fuori dalla tasca dei jeans un'insignificante chiave metallica.

Light, giovane studente universitario, nonché responsabile della morte dei peggiori criminali del mondo, nonché in grado di superare indenne le trappole tese dal suo peggior nemico, si sentì incredibilmente stupido.

“Volevi liberarti dalle manette, no?” disse semplicemente Elle, guardandolo stranito come si potrebbe guardare un cane che si morde la coda.

Idiota. Era solo questo.

Ebbene si. Ligth Yagami si è dato dell'idiota, proprio a sé stesso, a sé medesimo.
Da segnare sul calendario.

“Si... per cambiarmi.” aggiunse Light, sperando che Elle non avesse afferrato il suo clamoroso fraintendimento. Se mai fosse accaduto il giovane Kira avrebbe potuto tranquillamente scrivere il suo stesso nome sul Deathnote e sperare di eclissarsi il più presto possibile dalla faccia della Terra.

Senza dire nulla, Elle sollevò la mano ammanettata di Light, la stessa che aveva tenuto durante la loro conversazione, per poi aprire le manette con la chiave.
La lunga catena che li univa cadde a terra con un tonfo sordo.

Light si massaggiò qualche istante il polso infine tossicchiò leggermente e, senza ripensarci ulteriormente, si tolse la camicia, rimanendo a petto scoperto.
Guardò di sottecchi Elle che, questa volta, non aveva lo sguardo puntato verso il soffitto bensì verso di lui, il solito dito appoggiato sulle labbra e l'altra mano in una tasca dei pantaloni.

Si guardarono qualche istante, infine Light corrucciò leggermente la bocca in una smorfia.

Non è che in realtà io avevo capito benissimo? Magari Elle l'ha fatto apposta ad usare il doppio senso in ogni frase. Ora mi fissa! Non dovevo cambiarmi così apertamente davanti a lui, chissà ora cosa passerà per la sua mente?...

Ben detto Light... il pensiero di Elle/Hideki Ryuga/ Ryuzaki/Nome che tu non saprai mai è fosco e oscuro come petrolio e se ci cadi... ti invischi e non ne esci davvero più.

Improvvisamente, nel silenzio che cadde tra i due e nell'immobilità generale, Elle ammise alzando leggermente le spalle, per il resto non muovendosi di una virgola.

“Beato te Light. Hai un bel fisico, ti invidio.”

“Ah...”
Qualche istante di silenzio. Cosa dire davanti ad un'affermazione simile?
“Ma no... anche il tuo va bene. Alle donne piacciono i ragazzi magri.”

Con le occhiaie, che girano a piedi scalzi e si abbarbicano sulla sedia come un makako forse no ma è meglio che non lo dica altrimenti mi cade in depressione.

“Davvero?” chiese reclinando ancora la testa Elle, ricordando vagamente un gufo.

“Ehm... si. Davvero.”

“Ma io non sono magro. Sono praticamente anoressico eppure mangio, credimi.”

Oh si, ti credo eccome. Le schifezze che mangi tu farebbero diventare obesa persino Kate Moss...

“Forse dovresti andare in palestra, uscire ogni tanto, fare sport... magari ti rafforzi un po'...”

Pensoso Elle si morse l'unghia dell'indice, sollevando leggermente gli occhi verso l'alto, per poi tornare nuovamente a guardare Light: “Già, probabilmente hai ragione.”

“Bene... ora direi che posso anche vestirmi così...”
Ma non fece in tempo a prendere la maglia che Elle intervenne, questa volta con entrambe le mani nelle tasche.

“Vuoi che ti meni?”

E adesso che diavolo sta dicendo? E poi me lo chiede come se mi proponesse di comprare latte al supermercato!

“Ryuzaki io non so cosa tu voglia esattamente da me ma di certo non ho intenzione di essere usato come valvola di sfogo per i tuoi sbalzi d'umore!”

“Giusto. Forse non c'è bisogno che ti dimostri la mia forza... non credo che la palestra sia la soluzione sai... in fondo sono robusto anche se non si direbbe. Guarda.”

Senza troppe cerimonie Elle si afferrò con indice e pollice di entrambe le mani il lembo della maglia più larga di lui di almeno due taglie e fece per sollevarla quando un terrorizzato Light si affrettò a bloccarlo prima che compisse qualcosa di assurdo.

Allarme.

Se Light fosse un computer questo sarebbe lo stato in cui si trovava il suo sistema.
Ma Light, per quanto strano, non era un computer, qualcosa di ben peggiore forse... un ragazzo che si trova davanti un altro ragazzo intento a spogliarsi con la stessa naturalezza con cui berrebbe un bicchiere d'acqua.

“Fermo che fai?!” esclamò sentendo la voce andargli via.

“Ti senti male?” chiese con tono monocorde Elle.

Per qualche istante Light rimase paralizzato così Elle si tolse la maglia tenendola con la punta per le dita della mano destra, rimanendo a petto scheletricamente nudo.
Degli attimi. Furono dei lunghissimi attimi quelli durante i quali Light guardò le braccia magroline di Elle, il petto con il costato chiaramente visibile e l'addome asciutto come se fosse il deserto del Gobi.

Insomma, non era certo il classico palestrato e sembrava doversi spezzare da un momento all'altro, ma tutto sommato aveva qualcosa di affascinante... forse perché per la prima volta lo vedeva com'era per davvero.
E, incredibilmente, gli piaceva questo lato fragile di Elle, vedere sfumata quella sua aura di magnetica intoccabilità.
Per la prima volta Elle sembrava umano.

Mitico.

Altro pensiero da cancellare per Light.
Imbarazzato come non mai si affrettò a dire:
“Sei un po' magro punto e basta, ora vestiti.”

“Tocca.”

Guardò Elle dritto negli occhi, ma come al solito attraverso la sua espressione non riuscì a cogliere niente di malizioso... niente di niente a dire il vero.

“Piantala Elle, questi giochetti non mi piacciono.”

Infine, prima di compromettersi ulteriormente, guardò l'indice di Elle che indicava il proprio ventre. Comprese quell'unica parola che non doveva più sfuggirgli per evitare di cadere ancora in simili fraintendimenti: addominali.

Deglutì qualche istante, infine Light sbuffò un po' seccato per poi avvicinare un dito verso la pancia di Elle che non smise di guardarlo con la stessa attenzione di una casalinga che non vuole perdere un solo istante della sua soap opera preferita.

Effettivamente Elle ha i muscoli ed effettivamente si vedono... effettivamente quando mi ha menato mi ha steso a terra...

“Si... hai addominali da paura.”
Frase infelice, davvero. Ma la verità era che voleva togliersi al più presto da una situazione imbarazzante come quella.

Elle lo osservò qualche istante infine abbassò gli occhi guardandosi i piedi per poi dire:
“Da paura. Mi piace. Hai un buon vocabolario.”

Perfetto. Scena di idilliaca amicizia tra maschietti conclusa nel migliore dei modi. Si sarebbero rivestiti, incatenati e usciti dalla stanza in pace come non mai.

Peccato, non andò proprio così.

Perché loro sono in un albergo, questo è vero. Ma si tratta di un albergo sorvegliato ogni singolo minuto della giornata.

E tutti possono vedere. E quando dico tutti intendo anche Matsuda, l'uomo più inutile dell'intero commissariato nonché uno dei pochi che si affianca al caso Kira.
Quando si dice uomini coraggiosi e indispensabili... ebbene non si parla di lui.
E, notizia dell'ultima ora, non stiamo parlando di Matsuda nemmeno adesso, no, non è lui il responsabile di quanto sta per accadere.

Bensì lei... unica ragazza che sopravviva fino alla fine di tutta la triste faccenda, eccetto la madre e la sorella di Light ma loro non sono mai centrate un ciufolo con la vita del ragazzo, ovvero Misa Amane.

Misa Amane che, impaziente di rivedere il suo bellimbusto timido e scontroso, spalancò la porta della stanza pronta a fiondarsi tra le braccia nude del suo amato.

Un momento. Le braccia nude le aveva davvero... e anche il petto.
E... anche Elle era a petto nudo.
E Light lo toccava.
Toccava il suo pancino e sembrava pure piacevolmente sorpreso.

“AAAH! Dio mio Ryuzaki cosa stai facendo al mio Light?! Brutto pervertito!”

Per Light fu come se tutta la sua faticosa vita da dignitoso studente perfetto, impeccabile, senza macchia e senza paura gli passasse davanti, fotogramma per fotogramma, da quando a solo un anno di vita era stato portato direttamente in prima media a quando... a quando era tornato indietro perché aveva un certo problema chiamato pannolino, anche se se lo sapeva cambiare da solo.

Che accidenti ci fa lei qui adesso? Dovevo passare a prenderla io più tardi! Oh no... adesso che mi ha visto con Elle che accidenti...

“Aspetta Misa, non è come sembra! La verità è che...”

Ma non fece in tempo a ribattere che intervenne Elle, con il solito fare sorpreso e immobile, che si rivolse verso Misa dicendo con onesto candore.
“Ma è proprio come sembra.”

Disgraziato! Mi vuole rovinare fino all'ultimo!

“Non ti permetto di toccare il mio Light visto che io non ho ancora fatto niente di spinto! Non dico di averne la proprietà esclusiva ma se devi farci qualcosa, con il suo esplicito consenso, lo farai solo dopo di me!” ruggì Misa inviperita.

“Non fa una piega.” ammise Ryuzaki fissandola.

Si sono bevuti tutti e due il cervello! Se mai Misa ne ha avuto uno... cosa di cui dubito fortemente...

“Bravo Ryuzaki – disse soddisfatta Misa – ora rivestiti, io e Light dobbiamo uscire.”

“Un momento – la interruppe Elle – devo chiederti un favore.”

E, senza preavviso, appoggiò entrambe le mani sottili sulle spalle di Misa guardandola dritta negli occhi. La ragazza fu un po' sorpresa da quell'incontro ravvicinato del Terzo Tipo con Elle, per di più mezzo nudo.

Arrossendo leggermente chiese: “Che vuoi?”

Che cosa avrà in mente? E se fosse tutta una tattica per scoprire Misa e portarla a confessare contro la sua volontà colpe che non ha mai avuto?

Ci fu qualche istante di tensione nella stanza, tensione che si poteva tagliare con una delle affilatissime lame da barbiere di Sweeney Todd o con i bisturi di Jack lo Squartatore, fate un po' voi.
Light guardò Elle, Elle guardò Misa e Misa guardava prima Elle e poi Light, poi Light e poi Elle... si insomma era confusa, un po' come voi dopo che avrete letto questa frase.

“Potrei avere successo con le ragazze?”

Lo ammazzo.
E questa non era la voce sopita del profondo subconscio interiore di Light.

Per qualche istante nella stanza ci fu un generale sospiro di sollievo.
Misa fece un breve sorrisetto per poi portarsi un dito al mento e sollevare lo sguardo, rispondendo con la solita vocetta odiosamente leziosa: “Se ti impegni puoi risultare interessante.”

“Mmm interessante. È già qualcosa suppongo. Curioso come la tua versione e quella di Light non coincidano affatto e di ciò me ne rammarico, speravo che anche tu lo notassi, come giustamente lo ha notato Light.”

Light iniziò a temere per la propria dignità. No, Elle non l'aveva ancora compromessa abbastanza.

“Notare cosa?” chiese Misa non capendo.

Ti prego Elle non dirlo, non dirlo...

“Che, come dice Light, ho addominali da paura.”

Merda.

 Lo sguardo scioccato di Misa davanti a cotale audace affermazione fu già di per sé uno spettacolo. Ma lo sarebbe stato ancora di più quando avrebbe scoperto, molto presto, che il suo era un anormalissimo appuntamento a tre... con Ryuzaki che, per quanto riguardava il relazionarsi con gli altri, aveva le idee davvero confuse...


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Capitolo 2
*** Il pranzo è una trappola? ***


Piccola premessa: questo capitolo è stupido. Davvero. Detto questo buona lettura. ( nd autrice veramente lapidaria)

Capitolo II


Il pranzo è una trappola?

Misa per Light avrebbe fatto davvero tutto. E quando dico tutto intendo proprio qualsiasi cosa.
Anche attraversare un campo minato vestita solo con un paio di infradito, persino studiare la fisica quantistica... o uccidere la gente.

Ma non si sarebbe mai aspettata di dover condividere l'unico, memorabile, solluccheroso pomeriggio passato con l'amore della sua vita proprio con quel gobbo atrofico di Riyuzaki.
Oltretutto incatenato al suddetto amore della sua vita.

Quando Light glielo disse, seppur con espressione vagamente gelida e sprezzante sotto un sorriso di cortesia che non avrebbe ingannato neanche un neonato, Misa sebbene con rabbia accettò.
Ricordatevi, come vi ho detto prima, che per Light avrebbe fatto di tutto.

L'unica condizione che poteva porre, pur non potendo liberarsi di Elle come se fosse stata una fastidiosa caccola, era quella di tener Light per mano mentre camminavano.
Insomma, era Misa Amane, Q.I. inferiore ad uno streptococco non aspettatevi delle uscite geniali!

Fu così che a quel punto tutti erano pronti per la fantastica e memorabile uscita a tre, memorabile anche per Elle stesso il quale non si divertiva più o meno... da quando era nato, diciamo.

“Allora andiamo.” disse lui, avanzando con le mani in tasca, senza troppi complimenti.

Misa incrociò le braccia battendo un piede a terra: “Non dimentichi qualcosa?”

Elle inclinò la testa all'indietro guardando Misa all'incontrario fissarlo con aperta contrarietà. Ci pensò qualche istante infine concluse: “No, non mi viene in mente nulla.”

“Bene, te lo dico io allora: è un oggetto il cui nome inizia con s e finisce con carpe...”

Light alzò gli occhi al cielo. Sarebbe stata una lunga giornata. Atroce.

Elle ritornò alla sua posizione leggermente incurvata, infine si guardò i piedi scheletrici come se li vedesse per la prima volta ed emise un breve sospiro.

“Light vieni un istante nella mia stanza, devo prendermi le scarpe.”

La sua stanza... ovvero il Quartier Generale. Elle non dormiva mai, mangiava solo zucchero e non si muoveva dalla sedia... uno stile di vita che farebbe invidia a tutti, davvero.
Con un sospiro, suo malgrado, Light fu costretto a seguire Riyuzaki e a vedere gli altri agenti, per non parlare di Misa che li seguiva a ruota come se fosse stata la loro ombra.

Elle si muoveva a passo leggero, a volte ciondolando come se dovesse cadere da un momento all'altro e, mentre teneva l'unghia del pollice in bocca, lasciava un braccio indietro in modo da non strattonare troppo Light.

I due entrarono nella grande stanza mentre Matsuda e Yagami senior guardavano i monitor, il primo ridacchiando apertamente.

“Light, Misa e io usciamo.” annunciò Elle come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Matsuda sputò il caffé che stava sorseggiando in un ingorgo tra fiato e risata soffocata mentre Yagami si limitò a girarsi con uno sguardo spettrale e sul volto un'aperta aria di dubbio.

“Lo sapevamo già.” ammise quest'ultimo. L'onorato padre, che aveva perdonato al figlio il fatto di vederlo alle prese con delle riviste porno, che peraltro sfogliava come se fossero state il catalogo dell'Ikea, era ancora sconvolto da quanto aveva visto attraverso quei monitor. Ryuzaki era un pericolo per la poca sanità sessuale del figlio.
Se fosse stato un mormone l'avrebbe già ucciso. Ma lui non era un mormone dunque per quella volta Ryuzaki poteva considerarsi salvo.

“Infatti – approvò Elle – non cercateci fino a che non saremo rientrati. Misa e Light sono la mia diretta supervisione, se fuggiranno la responsabilità sarà solo mia.”

Urtato nell'orgoglio di padre ferito Soichiro esclamò coi baffi elettrici di rabbia: “Mio figlio non scapperà! Quante volte te lo devo ripetere che è innocente?!”

“Non è necessario Supervisore, Light lo proverà da solo con le sue azioni.” rispose calmo Riyuzaki.

Per la serie: non mettiamo sotto pressione la gente.

Infine, giusto per rallegrare la già amena conversazione, intervenne Matsuda che diede un leggero colpetto di gomito a Light, il quale osservava la scena come pietrificato dalla cruda realtà della vita.

“Ah Light che fortuna. Tu puoi uscire con Misa Misa! Anche se come ti comportavi con Elle nella stanza...”

Fece per aggiungere qualcos'altro di altrettanto entusiasmante, almeno secondo i suoi canoni, ma venne brutalmente interrotto da una gelida occhiata di Light nonché dalla faccia carica di dubbi del venerando padre.

Elle nel frattempo si era infilato le scarpe.
Lacere.
Senza calze.
Slacciate.
Bambini a casa, in parole povere, non imitatelo.

Elle nuoce gravemente alla salute.
Ma non uccide.
A quello ci pensa Kira.
Bwah ah ah!! Ok, scusate, ritorno all'umile mansione di narratore.

Dicevamo... sotto lo sguardo stupefatto di Misa, Elle si era armato di scarpe evitando di andare in giro scalzo come un millepiedi. Eppure la giovane idol non aveva commentato l'ignobile modo nel quale il detective si era conciato.
Non capiva come facesse uno come lui ad essere arrivato tanto in alto: sciatto, scarno, perennemente disordinato, dai comportamenti strani ed ambigui nonché in grado di assumere le pose più impensabili.
Eppure tale suddetto sciattone coperto di occhiaie era una sorta di controllore supremo, il custode della giustizia, il supereroe senza tuta che protegge tutti senza paura alcuna.
Intelligenza superiore.
Quello era il motivo. Ma Misa Amane per quanto riguarda tale motivazione era completamente all'oscuro, lei che della bellezza aveva fatto una ragione di vita.

In ogni caso, chi bello chi sciatto, tutti erano pronti per uscire dall'enorme palazzo nel quale, volontariamente o meno, erano stati rinchiusi per un bel po' di tempo, troppo a dire il vero.
Ma Light non dimenticava cosa volesse dire svagarsi, uscire all'aria aperta, divertirsi con gli amici... non dimenticava semplicemente perché non l'aveva mia saputo: durante il giorno il suo tragitto era scuola – casa – camera – bus – doposcuola – casa. Ed era un movimento ciclico... c'erano dei giorni durante i quali Light pensava di avere una relazione con la sua stanza.

A parte questo, incredibilmente, tutti e tre (due incatenati, ma sono particolari superflui) si erano ritrovati fuori dall'albergo pronti a divertirsi finalmente e a sentirsi liberi, nonostante Elle puntasse il suo sguardo su di Light, il quale si sentiva trafitto da una lama.
Ma cosa importa, ciò che veramente contava quel giorno era vivere un pomeriggio spensierato, con le idee in testa ben chiare su cosa fare o dove andare!

“Dove andiamo?” chiese Light leggermente altero per quell'ulteriore tortura psicologica che era costretto a subire.

“Dove vuoi tu tesoro – rispose Misa attaccandosi al suo braccio come una vongola – tanto questa giornata è solo per noi due.”

“A tal proposito – intervenne Elle un po' curvo con i pollici infilati nelle tasche dei jeans – avrei pensato ad un certo posto.”

Light e Misa non dissero nulla. Il primo incredulo che Elle potesse proporre qualcosa, lui che aveva una vita persin meno ciclica della sua (per inciso: sedia – sedia – sedia), la seconda irritata che Elle potesse interferire nella loro relazione.
Ecco come Misa e Light sono deliziosamente compatibili...

In ogni caso il giovane detective estrasse dalla tasca posteriore dei pantaloni un foglietto di carta che spiegò portandolo davanti a sé, tenendolo per i due angoli superiori con pollice ed indice delle due mani.
Light lo guardò e, allibito, notò che Elle aveva metodicamente programmato tutto, da cosa vedere per la fine della mattinata a cosa mangiare per pranzo.

Un orribile sospetto si insinuò nella mente di Light
Questo non vuole incastrarmi... vuole divertirsi approfittando di noi due!

Elle, facendo finta di non notare la sua espressione poco convinta, disse:
“Per prima cosa proporrei di prendere un mezzo pubblico e dirigerci verso il centro. Fare una passeggiata può essere utile per parlare, in seguito potremmo mangiare. Cosa ne pensate? La vostra opinione conterebbe molto per me.”

Guardò un istante Misa poi Light, fissandolo senza parlare per un interminabile attimo, con il volto inclinato e gli occhi immobili.

Se rifiutassi? Che conseguenze avrei? E poi... sembra che ci tenga davvero al suo programma... che importa, faccia come vuole, tanto io sono innocente e se si vuole solo divertire... tanto meglio.

“Va bene, come vuoi.” rispose Light con un'alzata di spalle.
“Ma come Light? Io volevo andare al cinema per avere un po' di intimità!” esclamò Misa sconcertata.
Elle ripose il foglietto guardando Misa con quello che voleva essere uno sguardo tranquillizzante:
“Non preoccuparti. Se preferisci possiamo andarci al pomeriggio... fate conto che io non ci sia.”

Facile per te dirlo! Non hai qualcuno che ti fissa senza tregua! No... no devi apparire tranquillo e distaccato Light, tranquillo e distaccato.

“Bene – disse infine il non-più-Kira – direi allora di andare verso la fermata e aspettare il pullman.”

“Ottima decisione Light, la pensavo allo stesso modo.” conlcuse Elle.

Così si diressero verso la fermata, Misa non smettendo di staccarsi da Light il quale aveva rinunciato al possesso del braccio che, lo sentiva, prima o poi si sarebbe staccato.

Ah si... da quel punto in poi Light avrebbe passato l'intero tragitto del pullman in piedi con Elle al fianco e Misa che non la finiva più di parlare di tutto ciò che aveva da parlare, comprese cose che Light non avrebbe dovuto sentire, come dolori mestruali o cose simili, ma in fondo Light non la ascoltava affatto, quindi era tutto a posto.

Elle dal canto suo si teneva al palo del bus con l'ausilio di un semplice indice, tenendo l'altra mano in tasca e attirando l'attenzione della gente che lo guardava come se guardasse una vittima delle radiazioni nucleari.

Ma questo era il bello di Elle: non se ne accorgeva. Tutto gli passava affianco e lui non cambiava mai espressione: gli occhi spalancati e apparentemente assenti, era questa la sua arma migliore.
Il fatto che gli altri lo considerassero apparentemente sfigato, strano o a dir poco inquietante non lo toccava minimamente, era per questo che aveva così tanti amici.
No, un momento... lui non aveva amici.
Eccetto Light.
E tutti sappiamo com'é andata a finire.

Tralasciando questo dettaglio Elle era comunque una persona gentile che viveva della sua apparente ingenuità nei confronti di quella piccola galassia da esplorare che rispondeva al nome di Terra.
Detta così sembra che Elle sia il Piccolo Principe.
Orrore e raccapriccio.
Come non detto, Elle era Elle punto e basta. Chi non capisce si rilegga il manga.

In ogni caso, per la gioia delle orecchie torturate di Light, finalmente la nostra piccola ciurma era approdata nel centro affollatissimo, pronta a superare orde di pedoni che infestavano le strisce pedonali, solcando le strade colme di macchine pirata nemiche e evitando di venire colpiti da eventuali abbordaggi da parte di dimostratrici con indosso gonnellini trasparenti e un sorriso finto come può essere finto un 100,000 Yen di moneta.

Insomma fanno tutto quello che le persone fanno quando sono intente a passeggiare per la strada.

Nel frattempo, in quell'oretta prima del pranzo, incredibilmente i due ragazzi riuscirono a compiere molte degne imprese: Elle e Light, con il loro scetticismo scientifico e matematico, avevano quasi indotto un prestigiatore al suicidio, sbancato una lotteria per l'apertura di un nuovo locale, inventato una nuova piattaforma di divertimento interattivo, rielaborato la teoria dei quanti e, perché no, progettato un inedito tunnel per gli esperimenti fisici del Cern, senza contare la dimostrazione pratica che, per via del sospetto tono di voce, Topolino sia al 99,9 % gay e Minnie un travestito... sempre per la voce in falsetto.
Insomma cosine da niente che tutti i giovani della loro età  fanno quando escono a divertirsi con la loro ragazza in comune.

Passeggiando per dirigersi a mangiare Light commentò, apertamente divertito:
“Incredibile come quel tizio non capisse la formula sulla forza dei pesi che, volenti o nolenti, è inevitabilmente influenzata dalla forza di gravità. E si chiedeva perchè riuscissimo a capire dove aveva messo la pallina... assurdo che esistano ancora persone come queste, manco fossimo nel Medioevo.”

“Suppongo di si – ammise Elle guardando Light con il collo leggermente storto – ma in fondo non ci voleva granché nemmeno a capire quanti protoni debbano scontrarsi affinché l'esperimento del tunnel funzioni. Magari rinforzando le bobine tenendo conto del campo magnetico alterato per via della radioattività diffusa che...”

Misa, la normalissima, stranissima, inutilissima Misa Amane a quel punto non poteva che cercare di far cessare quell'inutile sproloquio di informazioni che non sarebbero interessate assolutamente a nessuno, soprattutto a lei. E se non interessavano a lei allora, dal suo modesto e imparziale punto di vista, non intressavano a nessun altro.

“Insomma un po' di rispetto anche per me! Sono una ragazza e voi dovreste comportarvi da cavalieri portandomi a mangiare.”

Light spazientito alzò gli occhi al cielo. Doveva resistere fino alla fine della giornata facendo finta di essere anche solo per lo meno umano con una che era più inutile di un tetto fatto di ghiaccio nel ben mezzo del deserto.

Elle si portò un dito alla bocca, pensoso, infine intervenne commentando.
“Misa ha ragione, Light. Non dovresti comportarti così con lei. Se io avessi una ragazza come Misa la tratterei sempre bene, occupandomi di lei ogni giorno.”

Misa esclamò: “Oh grazie Ryuzaki, tu si che mi capisci!”

Light pensò: Mi pigli per il culo Ryuzaki?!

Anche qui, altra pratica dimostrazione su come questi due piccioncini siano straordinariamente fatti l'uno per l'altra.

Elle a quel punto sollevò un indice ed indicò un'insegna dicendo con tono di voce sicuro e calmo:
“Direi di andare là. È vicino e ci sono posti a sedere. Senza contare che potrete sentirvi più a vostro agio o almeno c'é un 70% di probabilità che, essendo in un locale tipicamente giovanile, possiate essere voi stessi.”

Light guardò l'insegna.
Un fast-food. Tutto questo per portarli ad un fast-food.

Luogo che Light in tutti gli onoratissimi anni di studente e ragazzo perfetto quanto un'equazione matematica aveva evitato come la peste.
Light Yagami, ammettiamolo, era schizzinoso. Schizzinoso davvero.
Quale ragazzo in preda agli ormoni e alle soglie delle gozzoviglie promesse dalle porte dell'età adulta avrebbe mai una camera come la sua?
Perfetta, ordinata, il letto mai disfatto e, cosa peggiore al mondo, con tremila libri scolastici ma neanche un misero poster con una idol, un videogioco, un mito che non sia lui stesso...
Insomma Light Yagami per gli acari era l'Anticristo in persona.

Ma stoico ed impavido di fronte a quell'aperta sfida Light non volle demordere.

Non so a che gioco tu sia giocando Elle ma sta pur certo che non cadrò nella tua trappola.

“Andiamo allora. Speriamo che ci sia davvero un posto a sedere.”

“Va bene Light! - accettò entusiasta Misa che, se Light glielo avesse detto, avrebbe anche ingoiato cianuro – E fast-food sia. Non credevo che avessi gusti simili ma per te farei di tutto, anche se per mantenere la linea dovrò digiunare quaranta giorni e quaranta notti.”

Così i nostri innamorati furono costretti ad affrontare l'odissea della coda, del scegliere un menù dal nome impronunciabile, di trovare posti a sedere e superare semplicemente la folla di gente che adorava l'hamburger come se si fosse trattato di una divinità.
E da qui si capisce come nella sacra Bibbia il popolo Eletto possa aver adorato un vitello d'oro.

Tutto questo mentre Elle si guardava attorno assolutamente compiaciuto, lui che il massimo della visione di vita giovanile che aveva visto era stato Watari. E non era esattamente il tipo di persona giovane, con tutto il rispetto parlando per la sua veneranda età.

Quando Light appoggiò il suo prezioso deretano sulla sedia, con di fianco Misa che si sorreggeva alla sua ormai atrofizzata spalla, osservò qualche istante Elle, seduto con i piedi scalzi sulla sedia, le braccia appoggiate alle ginocchia e le mani che pinzavano la carta degli hamburger per denudarli... immagine un po' sensuale per scartare un panino ma portate pazienza, anche io narratore sono stanco di tutte quelle ore di coda.

Questo ragazzo non è mai uscito di casa! Non sa neanche come si tiene in mano una forchetta... pazzesco, non mi aspettavo davvero che esistessero tipi simili!

Elle, sagacemente, beccò Light intento a fissarlo e gli chiese a bruciapelo:
“Qualcosa non va?”

Sudore freddo. “No tutto a posto. Tutto normalissimo, ci sono abituato a questo tipo di cose.”

“Ah si? Tieni.”
Dicendo questo Elle lanciò un hamburger a Light con la violenza di un lanciatore di baseball ma Light, perfetto anche quando si smocciolava, lo afferrò al volo guardando con aperto sospetto Elle.

Che diavolo intende fare con questo gesto? Perché mi ha dato questo misto di pane e carne senza nient'altro che carta? Vorrà mettermi alla prova...

“Dove sono i piatti e le forchette?” chiese Light con tutta la serietà possibile, la schiena eretta in tutta la sua altezzosa superiorità.
Elle non disse nulla, squadrandolo senza mostrare alcunché della sua perplessità interiore: che Light fosse fuori da ogni umana concezione già lo sapeva ma quella richiesta superava ogni sua aspettativa.

“Mi confondi Light, davvero.” ammise lui con aperta onestà, strappando un pezzo del panino con la punta delle dita.

Silenzio.
La gente chiacchierava allegramente, inconscia della grande eresia di Light Yagami.
Ma Elle e Misa sapevano.

Quest'ultima sorrise smagliante, incurante di quanto il suo pseudo fidanzato aveva appena detto, e gli spiegò non mostrando imbarazzo: “Ma caro Light gli hamburger si mangiano con le mani. Non ci sono cose come piatti e forchette nei fast-food.”

In parole povere per Light equivaleva a essere tornato al'età della pietra. Equivaleva abbassarsi a tutti quei disgustosi esseri retrogradi che afferravano con forza qul cibo strappandolo a morsi, facendo colare impietosamente il suo rivoltante contenuto, contenendo a fatica la bava e sporcandosi inesorabilmente per poter sperare di inghiottire qualcosa.

Almeno questo voleva dire mangiare un panino per Light. Il che era un'emmagine equivalente a Gollum intento a divorare un pesce crudo.

“Capisco. Certo.”

“Allora mangia Light. Ritengo sia buono.” lo invitò Elle intento a sbocconcellare il panino come se fosse stato un mucchio di pop corn.

Infida canaglia. Tu sapevi, tu vuoi umiliarmi per poi indurmi a confessare.

E fu così che Light addentò il suo primo hamburger.
Ma con classe ed eleganza, come in tutte le cose che fa.
Con sguardo trucido come se stesse divorando una preda, ma quest'immagine nelle pubblicità non si vede, ciò ci induce a pensare che Light non sia perfetto come in uno sceneggiato televisivo.

Ma non era finita li.
A Ryuzaki tutto questo non bastava.
Non gli era sufficiente aver sperimentato gli hamburger più imbottiti del pianeta, bevuto liquidi zuccherati al punto da far venire il diabete solo con lo sguardo o fagocitare schifezze fritte e trasudanti olio come una fontanella.
No.
Ryuzaki voleva prendere il proprio fegato e usarlo come gomma per cancellare.
Ryuzaki voleva farsi davvero del male.

Il dolce.

Prendere un dolce in un fast foood equivale al suicidio alimentare, equivale ad accumulare grassi in un punto di non ritorno e ad un peso immorale sulla coscienza.

Quando Light e Misa lo videro con davanti una fetta di torta colma di panna fino a scoppiare, attentamente tolta dalla sua curata confezione, stavano per vomitare.
Almeno su questo erano d'accordo. Anche se non so quanto possa tornare a vantaggio per la loro relazione.

Light spalancò leggermente gli occhi, disgustato, per poi commentare.
“Ryuzaki tu non hai intenzione di mangiare anche quella roba, vero?”

Elle prese il cucchiaino in plastica per l'estremità e lo affondò nei molteplici strati di panna, meringa, cioccolato e tutto ciò che sia altamente calorico.
“Ne vuoi anche tu?”

“No, ti prego, se non mi vuoi uccidere!” esclamò Light.

“Misa?”

La giovane attrice guardò quell'allettante fetta di torta con un remoto desiderio che premeva, sperando che lei cedesse concedendosi finalmente qualcosa di più del semplice gambo di sedano.

Avanti Misa mangia un pezzo di quella fetta. Te la sta offrendo Ryuzaki che fino a qualche ora fa ti considerava meno della carta straccia

Piantatala maledetta Tentazione Interiore! Se la mangerò ingrasserò a vista d'occhio senza più fermarmi! Morirò!

Oh insomma ormai ti sei già compromessa irrimediabilmente con quell'hamburger. Io e te non abbiamo mai sperimentato il piacere del dolce, dello zuccero che si scioglie sulla lingua, dei baffi di panna sopra la bocca. Non vorresti provarlo almeno una volta prima di morire?

No! Ti prego, smettila o non risponderò più delle mie azioni. E poi Light mi guarda... cielo, credo che lui sappia. Ora vattene e preparati perché da domani si torna alla carotina lessata!

NO! Non farlo! Non rinnegare le tue pulsioni! Tutto meno che la carotina!

Oh ma non è finita! Dopodomani ci sarà... la foglia di insalata!

E va bene, va bene, ci rinuncio! Fa come credi! Puah, non c'è nemmeno gusto con te...

Evvai Misa Misa vince 1-0!

Ovviamente nessuno degli astanti sapeva del piccolo dialogo interiore che la brillante e gagliarda signorina Amane aveva intrattenuto con sé stessa.
La quale considerò la torta come il contratto da stringere col demonio e Ryuzaki come niente meno che il diavolo in persona... non considerava che al suo fianco c'era qualcuno che stava giusto giusto affilando il forcone...

“No grazie Ryuzaki, davvero, non ne ho per niente voglia.”

Ecco la coerenza e la sincerità fatta a persona.

Elle alzò le spalle
“Come preferisci.”

Passarono diversi istanti mentre Elle, con la grazia del cucchiaino tenuto sospeso con due sole dita, mangiava la torta non smettendo di fissare Light che non sapeva se vomitare o fuggire.
Purtroppo per lui però entrambe le cose erano da escludere.

Così per distrarsi commentò: “Ti piace mangiare dolci eh?”
Domanda innocente ma sotto sotto era un pretesto come un altro per studiare il suo avversario e capire le trappole che gli avrebbe teso per accusarlo.
Anche se lui era innocente.
Del tutto.

Elle per qualche istante non rispose infine, appoggiando il cucchiaino sul labbro inferiore, disse:
“Saperlo non ti aiuterà a capire come comportarti con me, mi spiace Light.”

Maledizione. Fa finta di nulla, tu non stai indagando su di lui. Naturale... devo essere naturale.

“Ma che vai a pensare Ryuzaki? Credevo che almeno per oggi potessimo svagarci un po'. Sto solo cercando di parlare di qualcosa che non sia il lavoro.”

“Giusto Light! Ryuzaki comportati bene col mio fidanzato, lui è tanto buono e bravo con tutti, ligio al dovere, bellissimo, inafferrabile, geniale, imbattibile un po' come Lupin...”

Brava Misa, stordiscilo con le tue parole.

Ma Ryuzaki la pervenne dicendo semplicemente: “Capisco – guardò qualche istante Light infine rispose, ponderando lungamente – si, mi piacciono i dolci.”

Ho scovato un tuo punto debole Elle. Non dovevi abbassare la guardia con me!

“Immagino, a giudicare dalla torta e dai giorni precedenti, che ti piaccia il cioccolato.”

“Non esattamente Light. Mi spiace ti sei sbagliato questa volta.”

Com'é possibile? Quando può avermi ingannato?... tzé è più furbo di quanto pensassi.

“Ah, davvero? Strano.”

Ad un certo punto Elle picchiettò un dito sulla bocca, guardando verso il soffitto, infise rispose tornando a fissare Light:
“Ora che ci penso solo a Mello piace il cioccolato. Near invece sta tutto il giorno a giocare coi modellini... non credo che mangi un granché...”

E ora perché se ne esce con simili frasi?! Dove vuoi andare a parare Elle?!

“Near? Mello? Amici tuoi?” chiese cercando di dissumulare il suo sospetto.

“Ah, no, non li conosci. Ma non credo che ti interessino, tanto non avrai mai a che fare con loro.”

Dicendo questo Elle finì il suo pezzo di torta, guardando con attenzione Light, non muovendo le palpebre di un millimetro.
Light rimase in silenzio.

E' inutile cercare di cavargli qualcosa di bocca. Tanto sicuramente sospetterebbe di me se tentassi di scoprire altro... Near e Mello... informazione inutile per il mio sofisticatissimo cervello superiore, non mi interesso di nessuno che non sia me stesso quindi farò finta di nulla.
Tanto quei due tizi non potranno mai interferire con la mia vita.

“Certo, salutameli.”

Frase cordiale per sviare ogni sospetto.

“Va bene.” disse infine Elle, dopo aver atteso qualche istante prima di rispondere, indeciso su cosa dire con esattezza.

Eh già quel giorno Light Yagami ancora non sapeva che Near e Mello in realtà avrebbero interferito con la sua vita eccome... non solo, gliel'avrebbero proprio rovinata. Ma questa... è un'altra storia.


Bene, dopo questo capitolo, direi di aver definitivamente toccato i vertici della follia. Ma non è finita qui! Ah ah pensavate di esservi liberati di me?! E invece no. Perché con il terzo e ultimo capitolo Light  entrerà in una crisi mistica senza precedenti... o forse no.
In ogni caso non posso che ringraziare coloro che hanno recensito con solerizia e dovizia!

Umpa lumpa: Concordo in pieno, povero Light è lui il comico della situazione. Ed Elle... beh è semplicemente lui... il migliore!! Non farci caso sono una Elle-maniaca-compulsiva! XD Grazie del commento!

marika jeevas: Ho aggiornato. Anche se tardissimissimo. Chiedo perdono! ^_^'

pUmp: Questo capitolo è solo un intermezzo. Elle farà di peggio. Misa comunque ce l'ha un cervello, da qualche parte, perso in una galassia lontana lontana... solo che è inutilizzato. Ok hai vinto... non ha cervello! XD

cicoria:  Sono davvero soddisfatta di averti fatto così ridere! Missione compiuta! ^_^ Il mitico era troppo non-Light dovevo mettero a tutti i costi! Bacio!

Benny_Chan: Eh si povero Elle... ammettiamolo, è il classico tipo che fa delle uscite senza senso! E Light che sta pagine e pagine a pensare a come rispondergli... superbo! Vai Elle confondilo! Alla prossima! ^_^

Lav_92: Ehm... non ho aggiornato molto presto comunque... eccomi qua! XD

pennylane: Concordo in pieno, almeno un po' Light doveva essere OCC soprattutto i suoi pensieri, perchè non sai mai cosa uno come lui  stia architettando. Ed è pienamente vero che non ha assolutamente senso dell'umorismo... che ragazzo noioso! Sono davvero contenta che invece Elle e Misa siano azzeccati! Trovo che tutti e tre insieme siano davvero insuperabili! ^_^

Shadow Eyes: O.O questa è la mia faccia quando ho letto il tuo commento. E queste T.T le mie lacrime di commozione! *.* Meraviglia davvero, grazie! In effetti  le fanfiction non Yaoi su Deathnote sono davvero poche... anche se questa è frutto di una persona mentalmente instabile, ovvero me! Scherzo scherzo... bwah ah ah! Ops, scusa ogni tanto mi lascio andare a queste risate malvage.  A parte questo sono contenta che Elle ti sia piaciuto, spero che anche questo capitolo sia abbastanza all'altezza!

E ora....
Un motivo recondito c'é.

Per la serie: perché questa scansafatiche dell'Autrice ha aggiornto così tardi?!


La verità è che mi mancava il terzo capitolo da scrivere, non avevo ispirazioni su come renderlo davvero bene anche perchè é facile cadere nel banale e nello scontato. Lungi da me la banaleria. O la scontatosità.
Quindi ora che ho l'ultimo capitolo compiuto, lo aggiornerò fra un paio di giorni.
Lo giuro vostro onore.

Per chiudere in bellezza un grazie a chi ha letto e a chi ha messo la fiction nei preferiti.
1 - Celine_Falilith
2 - cicoria
3 - Hyatt
4 - Lucetruce
5 - Minerva Bellatrix
6 - pennylane
7 - Shadow Eyes
8 - Sorina_SA
9 - Umpa_lumpa
10 - Vegeta4ever

Un grazie particolare va anche a Marzia1987, la mia socch, la mia amica di studi, la mia compagna di sofferenze quando ci toccano corsi inquietanti come chimica o i geroglifici che mi ha inserito tra gli autori preferiti. Ti auguro che tutti gli esami ti vadano bene!! Un mega bacione!!

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Capitolo 3
*** Delitto misterioso al feudo di Edo ***




III

Delitto misterioso al feudo di Edo



Mesi fa Light Yagami sognava cose semplici, a portata di mano, sogni che un qualsiasi ragazzo farebbe, con il cuore traboccante di gioia e di speranze per un futuro sereno: diventare un dio, massacrare ogni singolo criminale sulla faccia della Terra (il che comprende anche lo zio, il cugino e la sorella analfabeta...), e distruggere il suo più grande ostacolo: Elle, detective più in gamba di Perry Mason, Ispettore Gadget e Sherlock Holmes riuniti in una sola persona.


Al momento però, dato che aveva perso la memoria di sua spontanea volontà, le sue priorità erano un po' cambiate: sopravvivere a quella giornata stressante, allontanarsi ad anni luce da Misa e distruggere il suo più grande ostacolo, Elle.
Mmm... strano... l'ultima priorità non è cambiata affatto...

Inspiegabilmente però, senza che nemmeno lui avesse il tempo di fare le solite elucubrazioni mentali, si erano ritrovati a fare la fila davanti ad un cinema.
Guardò di sfuggita Elle che rimaneva al suo fianco, un pollice sulle labbra e l'altra mano infilata nella tasca dei pantaloni mentre era intento a contemplare il vuoto davanti a sé.

Mi chiedo cosa gli passi per la mente... se in questo momento provassi a contattare il suo cervello sono sicuro che darebbe il libero.
...
Ma come sono spiritoso!

Per mostrare la sua spiritosaggine rise, un ghigno malefico e profondamente sadico. Ma nessuno come al solito parve farci caso. D'altronde è più che normale che un giovane per bene e con la frangetta sugli occhi come un pechinese perennemente incazzato scoppi a ridere senza motivo.

Ti ho sentito Light.

Wha! Cosa?!

Pensi a voce troppo alta. Per la cronaca il mio cervello non da' mai il libero. È sempre occupato. Ah... ti conviene sbrigarti, tocca a noi fare i biglietti.

A quel punto Light cominciò seriamente a preoccuparsi. Ora ne era assolutamente convinto: Elle non era un comune mortale bensì un alieno, il drago delle sette sfere, un membro dell'Akatsuki o forse addirittura Mary Poppins... in ogni caso un essere terribile, dalle capacità mentali obnublianti.
E l'uso di questa parola ad alto tasso di mortalità grammaticale dimostra che i poteri sconvolgenti di Elle sono giunti sino a qui!

Light cercò di non mostrare la sua evidente sorpresa e avanzò mentre Elle era già intento a infilare due dita nella tasca dei pantaloni per estrarre i soldi.
Poi si arrestò voltandosi verso Light e Misa, la quale contemplava beata il suo yorkshire... ehm il suo Light.
“Allora?” chiese Ryuzaki attendendo una risposta per lui scontata così come era scontato che Maometto non  è cristiano.

Allora cosa? Adesso che intende dire?... Aspetta un momento, non ha ancora tirato fuori i soldi... forse vuole vedere se pago io il biglietto anche per lui...
Ma certo è sicuramente così.
No... se lo faccio penserebbe sicuramente che io sono Kira perché Kira è un ragazzo benestante, di buona famiglia, che non deve smazzarsi di lavoro per andare all'università e scrocca dai genitori. E io in effetti scrocco dai genitori e non faccio nulla dal mattino alla sera.
Ma questo non prova che io sia Kira. Altrimenti un 80% degli studenti universitari sarebbe Kira... facciamo anche un 90%.
E se invece non pagassi? Cosa proverebbe? Che sono un tirchio. E Kira è tirchio perché vuole il potere solo per sé, è il suo tessssssoro.
Mmm dada tracta est... lupus in fabula... una mela al giorno leva il medico di torno... oh Romeo Romeo perché sei tu Romeo... I'm singing in the rain... non ho più citazioni-frasi-idiozie da dire per far sorprendere e divertire la gente: fa lo stesso, ora parlo anche se qualsiasi cosa dirò potrà essere usata contro di me.

“Allora cosa Ryuzaki?” chiese Light con un rivolo di sudore che gli colava la schiena. Ma nessuno se ne sarebbe accorto così poteva ancora essere tranquillamente scambiato per una statua di cera.

“Ma come Light, non hai ancora deciso?” chiese Elle appoggiando una mano sul bancone della biglietteria e inclinando leggermente la testa, gli occhi ancora più sgranati del solito.

Mi vuole mettere con le spalle al muro! Maledetto!

Avanti, è una decisione semplice.

Ryuzaki! Sparisci dalla mia mente e lasciami spremere le meningi in pace, tu non sai cosa voglia dire la parola privacy.

Mmm forse hai ragione. Va bene, vado via.

“Non c'è problema, pago io.”
E così Light aveva puntato ad essere uno dei 90% degli studenti universitari scrocconi.

“Grazie Light, davvero. Ma io non intendevo questo.” rispose calmo Elle alzando lo sguardo verso le locandine sopra di loro.
“Ah no?” Light con un groppo in gola alzò lo sguardo a sua volta.
“Volevo solo sapere che film intendevate vedere.”

.... Mi ha fregato...

Non stiamo oltre a interpretare il pensiero di Light perché questa era solo una delle tante frasi che scorrevano nella sua mente ma, siccome questa fanfiction ha rating verde, verrà usato lo strabiliante quaderno della Merdas... Mediaset: il Censured-Note grazie al quale ogni parola scritta sul quaderno verrà censurata entro 40 secondi da ogni qualsivoglia anime, manga, fanfiction...
Incantevole vero?
Voi nemmeno immaginate quanto quell'eccelso canale televisivo, che aspira a diventare il dio della fascia pomeridiana per ragazzi, ne abbia abusato.

“Ah certo. Per me fa lo stesso non ho preferenze particolari.”
Prudentemente Light decise di non compromettersi troppo.

“Anche per me. Dove va Light vado io! Misa Misa è la sua fidanzata!” esclamò Misa gaia come una farfalla o come le donne che pubblicizzano gli assorbenti.

Elle sorrise. Un impercettibile sorrisetto increspò le sue labbra.
Era quello che voleva. Che eccellente manipolatore mentale: aveva costretto Light alla difensiva e Misa... beh, lei aveva fatto tutto da sola.
“Come preferite. Allora, se non vi dispiace, vorrei proporre io un film – si girò verso la cassiera che nel frattempo si era fatta la messinpiega e aveva giocato al bingo - “Delitto misterioso al feudo di Edo”. Watari l'ha visto in gioventù, una pellicola del talentuoso giapponese-croato Reji Stah... ero curioso di vederlo.”

Al sentire le intenzioni di Elle, Light si sentì venir meno preferendo mille volte vedere i Teletubbies o le Mermaid Melody piuttosto che essere sottoposto alla visione di quella sorta di Corazzata Potiomky (Perdonate l'ignoranza ma non so come si scriva con correttezza - nd Autrice che non ha voglia di cercare su Wikipedia... e direi anche!) versione giapponese.
Poi scoppiò a ridere, consapevole di aver vinto.
“Ryuzaki, quel film avranno smesso di proiettarlo all'incirca cinquant'anni fa, dovresti scegliere qualcosa di più moderno.”
“Strano...” commentò Ryuzkai, visibilmente deluso. Eh si, Elle era aggiornato su tutto, sapeva addirittura quante volte al giorno il Presidente degli Usa andava al bagno, ma ciò che non concerneva strettamente il suo lavoro e gli affari degli altri non lo riguardava.
Per quanto ne sapeva lui i fratelli Lumière erano ancora in vita e Tom Cruise era un gelataio.

Ma destino volle che la cassiera mettesse mano su tutta la faccenda esclamando:
“Ah no signore, lei è forunato. Solo per oggi il nostro cinema propone una serie di film calt per ricordarci di quanto la gente fosse insana di mente a finanziare simili mattoni che nessuno, a parte il regista o sua madre, andrebbe a vedere. Le faccio i biglietti?”

Maledetta femmina!

Ryuzaki, evidentemente entusiasta da tale notizia, annuì per poi voltarsi verso Light chiedendogli:
“Sei ancora disposto a pagare tu?”
Light non poteva tirarsi indietro. Era troppo tardi.
“Ovvio.” rispose semplicemente.

Prima non aveva detto nulla contro di me per il fatto che avevo proposto di pagare, dunque non dovrebbe sospettarmi. Posso pagare e fare lo sborone per tutti i soldi che ho in completa tranquillità.

Quando ebbero i biglietti si incamminarono verso la sala ed Elle gli si avvicinò sussurrandogli da dietro:
“Grazie per la tua generosità. Ma sappi che ora che ti sei offerto di pagare i miei sospetti su di te sono saliti al 9,99999 %. Se ti sta bene posso anche non renderti i soldi.”

D'oh!

^§^§^§^§^


Misa commentò entusiasta quando vide la sala del cinema:
“Wow! Fantastico ci siamo praticamente solo noi! Andiamo Light, mettiamoci un po' dietro così possiamo... insomma... fare le cose che tutti I fidanzati fanno! Kyaaah che bello non vedo l'ora!”

Insomma del cinema e del film non gliene fregava assolutamente nulla.

Elle non disse niente, limitandosi a guardarsi attorno con attenzione, camminando leggermente curvo.
Che esperienza... la sua prima volta ad un cinema!
Watari avrebbe voluto essere lì per fargli una foto e metterla sull'album dei ricordi accanto alla prima equazione sulla fisica molecolare risolta a sei anni oppure al primo progetto di motore ad elio che aveva abbozzato mentre era intento a muovere i suoi primi passi. Ormai il suo Elle era un ometto!


Improvvisamente però le luci si spensero e i tre, ancora in piedi, si ritrovarono al buio.
Qualcuno di loro si infilò velocemente in una fila a caso seguito a ruota dall'altro ammanettato e a sua volta pedinato da Misa che non vedeva l'ora di strofinarsi sul suo Light, dire cose pucciose alle sue orecchie pucciosette e vederlo sorridere pucciosamente. Che puccio!

Detto questo posso anche andarmene. Ah no, prima devo finire di narrare la fanfiction, nonché il film...

Rumore di zoccoli di cavalli, nitriti, katane che venivano sfilate.
Colpi di fucile, un uomo che ha lasciato tutto per vivere da vero Samurai, abbandonando la causa degli occidentali per seguire il carismatico leader della resistenza.
Una morte gloriosa traforato dai proiettili nemici mentre impugnava la sua spada, unica compagna che lo avrebbe condotto nell'aldilà.

Ebbene questo è l'Ultimo Samurai.

Ah... volevate che parlassi de il “Delitto misterioso al feudo di Edo”? Ma curatevi allora! Va bene, va bene, vi accontenterò...

Rumore di zoccoli di cavalli, nitriti, katane che venivano sfilate. (scusate, il potere del copia-incolla...).
Un uomo a piedi nudi corre per un sentiero desolato nella notte scura. Stava per essere colpito a morte dalla fredda lama nemica fino a che non giunse alle porte di Edo le quali si spalancarono davanti a lui, unica via di salvezza.
Gli inseguitori erano fuggiti.
Entrò nella città affrettandosi a scendere dal cavallo spossato e correndo, con il braccio ferito a portare il dispaccio al proprio daiymio.
Quando si trovò davanti ad uno dei samurai che facevano la guardia al castello si premunì di rivelare il codice affinché non venisse ucciso come uno sporco traditore.

Quando il messo parlò Light esclamò apertamente contrito: “Ma parlano Tahilandese! Ed è sottotitolato in russo! Che razza di...”
Elle si portò con tranquillità un dito alla bocca mormorando: “Ssst. Non ti hanno mai insegnato il tahilandese o il russo a scuola?”
Domanda che non ammetteva repliche e in effetti non ce ne furono. Ormai Light era rassegnato.

Era notte al castello, il messaggero ferito dopo aver riportato la preziosa pergamena contenente le informazioni del suo generale stava riposando le stanche membra.
Ma ancora dentro di sé serbava un segreto che avrebbe potuto rivelare solo al daiymio in persona quando, il giorno dopo, lo avrebbe ricevuto.
Un segreto mortale.
Dei passi appena accennati. Un aprire di shojo.
Un sospiro.
L'uomo spalancò gli occhi, cercò la sua katana ma... non c'era.

Sarà andata in bagno


Non c'era altro da fare, doveva vedersela da solo con chi lo voleva morto.

Finché una lama gelida non lo trafisse alle spalle e lui, esanime cadde al suolo.
No, quella non era una morte da samurai. Era una morte da vigliacco, una morte...

... di merda.


Questo fu il suo ultimo pensiero prima di passare a miglior vita e trascinarsi il messaggio nella tomba.


“Facile. Un colpevole davvero scontato. Da uno come Reji Stah mi aspettavo qualcosa di più.” commentò Ryuzaki mordicchiandosi un'unghia mentre teneva l'altra mano appoggiata sul ginocchio, appollaiato come un gufo su un ramo. Era già un miracolo che la poltrona non lo inghiottisse schiacciandolo come un sandwich.
Light lo guardò di traverso, storto come una linea tracciata senza un righello: “Come accidenti hai fatto a capirlo?! Io ho dei sospettati ma non è davvero possibile...”
“E' il maggiordomo – rispose semplicemente Ruyzaki, non smettendo di fissare lo schermo senza battere ciglio – Ogni volta è lui il colpevole e questa non sarà un'eccezione. Mi hai deluso Light, credevo che, in base ai chiari indizi visibili, ci saresti arrivato anche tu.”

 Nel frattempo dalla fila dietro un vecchietto si alzò in piedi sbottando inalberato: “Ahò! Non spoilerare! Qui c'é gente che ha pagato per guardare il film non per vedere voi detetivs ciarlare!”
Light si affrettò a girarsi verso lo spettatore furibondo “Chiediamo venia!”
il vecchio si girò verso il suo amico pensionato: “Chiede venia? Ma che stà a dì?!”
“Ma no... hai capito male, sei il solito sordo! Chiede una vena! Sarà dell'avis! Lasciali perdere, i giovani d'oggi sono sempre a caccia di sangue!”

Nel frattempo il film proseguiva e Misa si limitava a vedere tante immagini scorrere, un po' come quando guardava i libri illustrati per bambini, solo che quella volta le immagini erano troppo scure e deprimenti. Eh si, era proprio butto butto questo libro animato!
Così pensò bene di cercare le sue distrazioni altrove cingendo ad esempio il braccio di Light, teneramente fragile, e appoggiando la testa alla sua spalla, timidamente ricurva.
Sussurrò con voce suadente: “Ti amo. Sei davvero spettacoloso, non ho occhi che per te.”
Ci fu qualche istante di silenzio, finché nella semioscurità non sentì il suo amato parlare:
“Grazie. Non ti nascondono che le tue parole mi sorprendono, davvero.”

“Oh no, amore mio, non sorprenderti. Voglio che il nostro amore sia portato alla luce del sole.”

“Capisco. Ma come facciamo con l'altro?”

“L'altro? Oh lascia stare gli altri, per me ci sei solo tu – fece una breve pausa poi si portò un dito alla bocca commentando maliziosa – anzi, perché non ammanetti anche me... solo me. Noi due incatenati e ho già in mente...”

“Non saprei... per queste manette mi hanno già fatto parecchie storie. Però se ci stai è diverso. Vuoi fare una cosa a tre?”

Apperò com'era diretto il suo Light! Lo credeva più schivo e riservato, tutte quelle volte che lei gli aveva proposto una notte romantica le sputava in faccia sostenendo di dover prepararsi in astrofisica. Ma gli uomini erano tutti così?
Ma anche no.
Comunque quel giorno si trovava con un Light particolarmente audace e dalla risposta pronta, interessante occasione.
Da cogliere al volo. Come l'opportunità di investire nelle banche.

“Non proprio... preferirei che ci fossimo solo io e te.”
“Ammetto che mi spiazzi. Credevo proprio che tu amassi l'altro incatenato, non me... anzi, per certi aspetti credevo che ti disgustassi...”
Misa indietreggiò inorridita dallo scoprire che il suo adorato Light potesse aver avuto simili pensieri, così si affrettò a dire: “Ma che dici amore?! Non potresti mai disgustarmi, casomai è quell'altro pazzo maniaco che mi disgusta! Tu hai un così bel faccino, dei capelli tanto carini, gli occhietti teneri, il corpo atletico e meraviglioso!”
A quel punto ci fu una lunghissima pausa di silenzio. Molto meditata.
Finché non arrivò la  risposta, piuttosto dubbiosa: “Davvero pensi questo di me?”
Misa si portò una mano al petto, dispiaciuta solo di non poter vedere il volto del suo amato arrossire: “Certo! Misa Misa non mente mai!”
“Vorrà dire che dovrò comunicarglielo, sai, per correttezza.”

Dicendo questo si girò verso il suo vicino di poltrona toccandogli la spalla con l'indice:
“Light, Misa ti odia e preferisce me. Ti spiace?”
Light per qualche istante non disse nulla. Infine scoppiò in una risata: “Spiacermi?! Ryuzaki se tutto questo è vero mi hai fatto il più bel regalo della mia vita. Se la vuoi è tutta tua!”

Misa trattenne il respiro per qualche secondo. Pochi, brevi, secondi per capire di aver clamorosamente toppato.

U...un momento. Io non stavo parlando con Light? NON ERA LIGHT?!

Si girò lentamente verso il ragazzo il cui braccio aveva stritolato negli ultimi minuti di chiacchierata romantica ma vide solo la penombra.
Finché improvvisamente nel film qualcuno non accese una candela. E il volto di colui al quale aveva appena rivelato cose intime e personali venne illuminato togliendosi dall'oscurità ingannatrice.
Bocca corrucciata. Brutto segno.
Capelli altamente instabili. Pessimo segno.
Occhiaie e occhi sgranati. Tremendo, tremendissimo segno.
Posa da bargbagianni. Il vero e proprio colpo finale.

“Ryuzaki!!! Non è possibile! Io non volevo parlare con te! Il mio Light, ridammi il mio Light!”
Ryuzaki si voltò lentamente portandosi un'unghia alla bocca per poi commentare:
“Strano, credevo mi amassi. - rimase qualche istante a fissarla, immobile, finché non alzò leggermente le spalle – pazienza.”
E, senza scomporsi, tornò a guardare il film.

Ma come? Tutto qui?!

E qui finisce il pensiero di Misa, troppo sconvolta da quello che era successo e ancor più sconvolta dal fatto che veramente esistessero esseri come Ryuzaki.

^§^§^§^§^

Ebbene si, anche quella magnifica giornata, dedita all'arricchimento culturale, filosofico e alle fantasie sessuali di Misa (ma questo valeva solo per Elle, Light credeva che il sesso fosse una versione alternativa di Scala Quaranta) il trio era tornato alla base.
Davanti a loro vi era il gigantesco albergo dove ben presto sarebbero rientrati dimenticandosi di quel giorno passato insieme per tornare ai vecchi rancori ed inimicizie.

Misa si portò davanti a Light dicendo con le mani
timidamente dietro la schiena:
“Amore mio adesso dovresti darmi un bacio, come fanno tutti i fidanzati alla fine di un appuntamento.”
Light indietreggiò spaventato quando vide Misa alzarsi sulle punte.

Ma chi è questa?! .......... ah, già.... Misa...

“No, non posso devo studiare astrofisica.” si affrettò a dire lui.
“Ancora con 'sta storia dell'astrofisica! - esclamò Misa incrociando le braccia e sbuffando – Che ti costa amore dai, solo un bacetto piccolo!”

E adesso che faccio?! Mi sta attaccando, non c'é via di scampo... questo... questo è il bacio del dissennatore! E in più Elle continua a guardarci senza dire nulla!....... un momento.... Elle ci guarda!

“Non ci penso proprio! E poi Ryuzaki sta li a fissarci.”
Elle, le mani in tasca e lo sguardo finto indifferente, si limitò a dire. “Non badate a me. Prendete tutto il tempo che volete.”

Dannato! Ci godi proprio a vedermi in questo stato eh?!

Si girò verso Misa per respingerla, con una testata se necessario, ma senza che potesse fiatare si ritrovò bocca a bocca con lei, che gli si era fiondata addosso con la voracità di una sanguisuga.

Oh mio Dio. Muoio. Mi sta risucchiando l'anima.

Ecco perché Light Yagami, oltre che per il cognome che si ritrova, è il capostipite delle fanfiction yaoi su Deathnote. Diciamo che se l'è proprio andata a cercare.

A sbaciucchiamento compiuto, la cui descrizione non è da farsi un questa sede, Misa arrossì declamando il suo amore incondizionato per Light, il quale nel frattempo era andato dalla famiglia Boccasana a farsi dare il colluttorio.
Infine la balda giovane volse il suo sguardo verso Ryuzaki che solo soletto incredibilmente si era girato, dando loro le spalle, a contemplare l'albergo per mettersi a contare le finestre o per sperare di vedere Matsuda girare in mutande, perché magari si era dimenticato di allacciare la cintura, e così sfotterlo una volta che fosse rientrato.

Quel giorno Misa notò due cose di Elle, in un unico, imperdibile, momento di sanità mentale: primo, che Elle era stato gentile con loro e si era voltato per non disturbarli. Secondo, che era terribilmente solo.
Ma non lo dava mai a vedere.

Così, senza dire nulla, si avvicinò lentamente e gli schioccò un bacio su una guancia per poi ritrarsi e sorridergli.
Elle si voltò a guardarla, gli occhi spalancati, e senza dire niente si portò la punta delle dita sulla guancia.
Infine Misa corse verso di Light, che aveva appena finito di fare i risciaqui col colluttorio, il nel frattempo chiese, stupito da quel silenzio:
“Mi sono perso qualcosa?”

Misa fece una risatina allegra: “Nulla, nulla tesoro.”
Elle lo fissò qualche istante infine disse: “Andiamo Light, è tempo di rientrare. Le indagini devono riprendere, temo che senza di noi i ragazzi si siano un po' annoiati.”
Light lo seguì ma, prima di entrare attraverso le porte scorrevoli, si arrestò ribadendo:
“Guarda che io non sono Kira.”
I due nemici si guardarono a lungo, come sperando di capire meglio con chi avessero realmente a che fare.
Elle alzò gli occhi verso il soffitto, facendosi pensoso, infine rispose:
“Questo lo vedremo nel corso delle indagini – fece qualche passo avanti, dando le spalle a Light, per poi voltarsi e aggiungere con un accenno di sorriso – ma di una cosa sono sicuro. Oggi ho parlato con Light Yagami... non con Kira.”


Ormai, rullo di tamburi, la giornata di Misa, Elle e Light si è conclusa!
Ammetto di essere davvero sorpresa dalle critiche positive che avete lasciato sui primi due capitoli, soprattutto considerando che è nato tutto per caso quando ho letto le pagine dove Elle, Light e Misa erano nella stanza insieme: credevo spuntasse fuori una storia davvero insulsa, invece è andato tutto bene.
Soprattutto perché non volevo che  risultasse altamente demenziale, cosa molto rischiosa considerando dov'era ambientata la fiction...
Grazie davvero di cuore a coloro che hanno recensito, considerando soprattutto che questa era la mia prima storia su Death Note. Me si inchina profondamente!

Lav_92: Ebbene si, questo è l'ultimo capitolo. Ma vorrei scrivere a breve altre fiction del genere su Death Note... spero comunque che non ti deluda! Bacione e grazie per avermi seguito nei tre capitoli!

Umpa_Lumpa: Ma grazie davvero! Mi fa sempre piacere vedere che si apprezza il mio modo di scrivere, me commossa T.T Soprattutto visto che tutte e due adoriamo Elle! XD Un bacione!

Enne01: Oh my God! Ho dei poteri davvero eccezionali ma... accidenti non me n'ero mai accorta prima... in effetti c'erano stati diversi segnali.... Comunque no, non voglio ucciderti! Ti prego, resisti... ti regalo tutte le code di fenici che possiedo per resuscitarti, invoco la magia Aeriz... sempre che qualcosa vada storto in questa delicata missione di lettura. In ogni caso ti ringrazio per il tuo commento, davvero, sono contenta che le risate siano tali da provocare simili effetti.XDD  Anche se mi hai ricordato una cosa: da grandi poteri (ehm... si, insomma....) derivano grandi responsabilità... peccato che spiderman non scrivesse fanfiction... interessante questione.

aka_z: Wow! Grazie mille! In effetti chi meglio di Elle può confondere la mente contorta di Light? XD E Misa beh... è unica nel suo genere, anzi, spero tanto che sia una specie in via d'estinzione... poverina, sono davvero crudele... Per quanto riguarda la fiction su Matt, Mello e Near a dire la verità la mia mente diabolica sta architettando qualcosa, per ora non so. Tra pochi giorni dovrei postarne una con loro ed Elle ma, ahimé, non seguirà la linea comica di questa ff... spero di rielaborare le idee in modo interessante e a breve pubblicarne una divertente! Incrocio le dita! ^_^ (Ma come? Che razza di Autrice sei?! nd Light furibondo anche perché ha sempre e solo fatto la figura dell'imbecille)

Benny_Chan: Grassie davero (perché mi metto a "parlare" come il bradipo dell'Era Glaciale? O o')! Già, Light effettivamente fa un po' pena... ma si, in fondo ha avuto la possibilitò di passare la giornata al fianco di Elle, dovrebbe gioire! (See, come no... - Light che Non Gioisce) Un bacio, grazie dei commenti!

Kagura92: Grazie per il commento e per la magnifica frase introduttiva "Eccellente, davvero eccellente. (sindrome da Mr Burns)" XDD. I pensieri dei personaggi sono il modo migliore per addentrarsi nelle loro menti oscure... inquietante davvero! ^_^

Shadow Eyes: Ribadisco, leggo il tuo commento e mi spuntano i lucciconi! Davvero non so come ringraziarti! Anch'io stavo seriamente pensando al fatto che il cervello di Light non sia per niente normale e la teoria della Nasa spiegherebbe molte cose... Grazie ancora delle tue recensioni ^///^, un bacione!

Spero di rispondere agli eventuali commenti su quest'ultimo capitolo in una prossima fanfiction che pubblicherò o eventualmente ringraziarvi per e-mail. Sempre che con quest'ultimo capitolo non mi sia rovinata per sempre così che infamia e disonore ricadranno su di me... vedremo...

Un ringraziamento ai preferiti e a tutti i lettori!

1 - angy23
2 - Celine_Falilith
3 - Enne01
4 - Hyatt
5 - Kagura92
6 - Lav_92
7 - Lucetruce
8 - Minerva Bellatrix
9 - pennylane
10 - retsu89
11 - Shadow Eyes
12 - sho
13 - Sorina_SA
14 - Umpa_lumpa
15 - Vegeta4ever


 




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