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Eccolo
appoggiato alla ringhiera delle scale, quasi fosse indeciso tra il salire e lo
scendere, se non fosse per il libro di pozioni aperto che sta leggendo, che
palesemente indica che la direzione che prenderà sarà quella per i sotterranei.
I
suoi capelli neri sono spettinati, che sciocca, in verità non glieli ho mai
visti in ordine, sarà l’abitudine, gli occhiali sono precariamente appoggiati
alla punta del naso e gli occhi, puntati verso il tomo, mi privano del
meraviglioso spettacolo di luci che si crea tra le mille sfumature delle sue
iridi color speranza. Effettivamente è un colore adatto a lui, che è la
speranza di tutti noi.
La
divisa è in disordine, la camicia un po’ fuori dai pantaloni e il cravattino è
sfatto. Ha diciassette anni e porta il peso del mondo sulle sue spalle, ma ora
sembra davvero un comune adolescente, che studia per l’esame di fine trimestre.
In
questa posa così naturale non ha assolutamente nulla del Bambino Sopravissuto
che prima o poi dovrà fare i conti con il mago malvagio più potente del mondo,
non ha lo sguardo ferito di quando finì il Torneo Tremaghi, ne l’aria di sfida
con cui si apprestò a combattere nell’Ufficio Misteri.
Se
qualcuno mi chiedesse cosa ci faccio qui imbambolata a guardarlo, ferma proprio
al passaggio cruciale per le decine di studenti che si apprestano ad andare a
lezione, risponderei semplicemente che sono innamorata di lui. Ma non saprei
dire perché, ne da quando, ché potrebbe essere da questa mattina o da una vita
intera. Ho scoperto gradualmente che non gli volevo più bene come amico, che
l’affetto era diventato amore, semplicemente perché era Harry con la divisa in
disordine, il Bambino Sopravissuto che duellava come un mago adulto, Harry
Potter con il suo coraggio e i compiti indietro; e mi sono ritrovata ad adorare
perfino quella sua fastidiosissima abitudine di passarsi una mano tra i
capelli, il modo noncurante con cui infrange le regole e, naturalmente, i suoi
meravigliosi occhi.
Ma se
fosse lui a domandarmi cosa ci faccio immobile, qui davanti a lui,
probabilmente rimarrei imbarazzata in silenzio, in cerca della più banale delle
scuse, perché, al diavolo il coraggio dei Grifondoro, non riuscirei mai a
dirgli quanto lo amo, quanto i suoi sorrisi mi fanno stare bene. Non potrei mai
dirgli che ho trascorso più di una notte con la sua immagine fissa nella mente,
a desiderarlo e pregare perché anche lui ricambiasse i miei sentimenti.
Mi
accorgo ogni giorno che passa che c’è qualcosa di teneramente patetico nel mio
modo di amarlo, ma probabilmente è così per tutti quelli che amano con la
rassegnazione di non poter mai essere ricambiati; perché, davvero, lui dovrebbe
amare proprio me, con le decine di belle ragazze che lo adulano e lo inseguono
ovunque, perché proprio la vecchia amica, brontolona, compagna d’avventure,
Hermione?
Credo
che ormai sia un anno e mezzo, volendo parlare di cifre, che lo amo in
silenzio, e più il tempo passa, più mi rendo conto che l’anno prossimo non
aspetterò più al binario 9¾, non salirò più sul treno, non passerò la maggior
parte del mio tempo con Ron ed Harry; ed ho paura che gli impegni, che le
nostre vite, prepotentemente entrate nel mondo di quelli che chiamavamo
“grandi”, ci dividano per sempre, e che anche il mio amore svanisca, mentre io
desidero solo che duri in eterno, anche se non corrisposto.
Saranno
forse dieci o quindici minuti che me ne sto qui, immersa nei miei pensieri,
anche se sembra un’eternità, e non ho mai degnato di uno sguardo nessuno dei
frettolosi maleducati che (probabilmente anche a ragione) mi urtavano e
spingevano di qua e di là, ma mai e poi mai potrei non riconoscere il tocco
gentile delle mani del meraviglioso essere che amo, ne rimanere insensibile
alle sue domande.
“Herm,
Hermione, hey! Che cos’ hai?Ti senti bene?”
Mi riscuoto
appena e noto una vena di preoccupazione nei suoi occhi, ma sono così contenta
che si preoccupi per me…
“Come
mai te ne stavi lì, così, imbambolata? Davvero, non c’è nulla che non va?”
Eccola,
la fatidica domanda è arrivata e io, come da copione, arrossisco e non riesco a
spiaccicare parola. Gli unici suoni che escono confusi dalla mia bocca sono più
simili al linguaggio di un neandertaliano a cui hanno appena tolto tutti i
denti, ma sono troppo presa da lui, per capirmi, dal fatto che stia mormorando
“Non sono io, forse, quello che ti fissa, di solito?”.
Sono abbastanza stordita, volto la
faccia di scatto verso il pavimento che lui sta insistentemente fissando, con
ancora il suono di quelle poche parole che rimbomba furiosamente nelle mie
orecchie.
“Come?”
Sono
certa che non è stata la mia bocca a pronunciare queste parole… Non voglio
cedere al dolce suono dell’illusione…
“Era
da molto tempo”…sospiro… “che volevo dirti che tu… che tu… mi piaci. Anzi no,
penso di essere proprio innamorato di te”.
Lo stupore
si moltiplica per dieci, cento, mille volte… Alzo gli occhi verso di lui… Ma
dov’è finito il mio coraggio?…
Non
so nemmeno cosa gli ho detto, ma lui si sta avvicinando pericolosamente a me, o
forse sono io, o probabilmente lo stiamo facendo entrambi…
La
mia mente entra nel più completo delirio, divina estasi, procurata nell’esatto
momento in cui le sue labbra hanno toccato le mie. Non mi importa della gente,
degli studenti che passano, come fosse perfettamente normale vedere due
baciarsi alle otto di mattina, davanti alle scale, rischiando seriamente di
arrivare in ritardo a quello che, palesemente, sarebbe stato il più impegnativo
test di tutta la loro carriera accademica.
Non
mi importa di nulla, se non di lui.
E
l’unico pensiero razionale che riesco a formulare è…
… “A
volte i sogni si realizzano davvero”.
Note: * Comunicazione di servizio*
* L’
ultimo neurone dell’autrice è momentaneamente fuori uso, perciò la suddetta,
incosciente di ciò che ha scritto, si scusa fin d’ora per l’alto tasso di inutilità
prodotto*
Oilà.
Sono tornata, anche se con questa ficcina che è davvero molto diversa dal
genere su cui di solito mi cimento.
Ma
tant’è…
E’
venuta fuori in un momento di sfrenato romanticismo, ma non mi sembra che sia
esageratamente sdolcinata. No??^^’ Ad ogni modo lascio ai posteri l’ardua
sentenza, ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensate (sperando che abbiate
fortuitamente terminato la riserva di verdura marcia)!
Cammino come in trance per
i corridoi del castello… non so nemmeno dove sto andando, l’unica cosa che mi è
certa è il suono delle parole che Harry mi ha rivolto, che rimbomba
ossessivamente nelle mie orecchie.
E ogni volta che penso a quel bacio arrossisco senza motivo e sento una
forte fitta allo stomaco che mi prende. Come un’onda che mi avvolge, mi fa
perdere i sensi e sprofondare nel sogno, per poi ritirarsi e lasciarmi con il
piacere di sapere che in realtà è tutto vero.
Mi sembra il ricordo di qualcosa di lontano, mentre, invece, non è successo
che poche ore fa, mi pare talvolta impossibile, ma devo subito ricredermi,
perché è verità.
Io amo Harry e lui ama me.
Non è strano e meraviglioso allo stesso tempo? Non è straordinario il solo
fatto che due persone possano amarsi?
Quanta magia ci vuole per fare arrossire un uomo, bloccare la capacità di
parola di qualcuno come me, far tremare le mani, far ridere nel pianto e urlare
nel silenzio? Ma siamo sicuri che si tratti di magia?
Vorrei dire ad Harry un milione di cose, vorrei dirgli della luce che vedo
nei suoi occhi ogni volta che mi ci specchio, vorrei parlargli dei sogni che
faccio su di lui e dei tramonti che spero di godere abbracciati. Eppure mi
blocco e non riesco a dire nulla, come adesso che di soppiatto mi ha preso la
mano senza dir parola… Ma si potrebbe mai descrivere la sensazione che mi da la
sua pelle mentre delicatamente scivola sulla mia, o il sorriso che, timoroso,
si affaccia sulle sue labbra al notare la mia espressione piacevolmente
sorpresa? Penso di poter affermare che neanche un milione di parole, neanche i
versi del migliore dei poeti potrebbero mai riprodurre l’emozione che dà.
E’ bello come questo amore appena nato si affacci trepido e allo stesso
tempo gioioso verso il mondo, nei gesti semplici, ma soppesati, come faccia
sorridere e battere il cuore a mille; è bello come non se ne importi degli
altri e di quello che pensano, ma abbia la capacità di occupare le nostre menti
in ogni ora del giorno e della notte.
Incantevole è il fatto che sia solo al principio e già faccia sperare,
sognare, già faccia illudere e sospirare, fremere e pensare.
E’ il momento migliore, l’inizio di un amore, ché lascia sperare in un
futuro rosa e la felicità sembra a portata di mano, e poiché la storia è ancora
tutta da scrivere si gioisce di ogni progetto, di ogni castello in aria, e ogni
illusione ha un suono dolcissimo.
Chissà come la prenderà Ron, non vorrei che si sentisse solo, escluso da
noi due, perché deve sapere che sarà sempre il mio migliore amico. Ma devo
ammettere di avere un brutto presentimento, vorrà dire che sta sera proverò a
parlargli… Ma so che con Harry supereremo qualsiasi cosa.
Siamo già seduti al tavolo della sala comune dei Grifondoro, è sorprendente
come il tempo voli quando sono assieme a lui.
Sta mordicchiando la punta di una matita, l’aria è corrucciata nello sforzo
di concentrarsi e come al solito il cravattino è lanciato di lato al collo,
quasi completamente sciolto.
Non ho mai riso da sola in vita mia, mi chiedo perché lo stia facendo
proprio adesso.
Probabilmente è il ricordo di tutte quelle sere in cui, stanca, combattevo
contro il sonno per riuscire ad arrivare al capitolo seguente del libro di
storia della magia e lui mi guardava rapito, al di sopra del suo tema, in
silenzio per non disturbarmi, un po’ come faccio io adesso, anche se, a
rispetto suo, fallisco miseramente, visto che si gira e mi sorride.
Quante volte avrei voluto rischiarare le nostre sere stanche con un bacio,
esattamente come stiamo facendo adesso… Quanto tempo perso!
Sembra una delle scene clou di quei film d’amore che si vedono al cinema…
con la sostanziale differenza che siamo noi ad interpretare la scena; c’è
proprio tutto, le mani tra i capelli, i sospiri, i movimenti dolci e insicuri,
le ginocchia che sfiorano le gambe dell’altro. Ma, se ci fosse davvero un
copione, allora la musica avrebbe un crescendo, non mi domanderei cosa dire
quando finalmente riacquisteremo la capacità di respirare e Harry non starebbe
ridendo tra le mie labbra.
“Che c’è?” Gli chiedo divertita.
“Niente, è che stavo pensando a tutte le volte che abbiamo litigato, a
tutte le volte che mi era sembrato impossibile stare assieme a te, a tutti i
momenti che mi erano parsi perfetti per dirtelo… e invece eccoci qui! Mi sembra
naturale dirti che ti amo Hermione”.
Non so che dire, non so che fare, le mani mi tremano… cosa faccio?
“Ti amo anche io Harry Potter”… la risposta era così semplice che non mi
sono nemmeno accorta di averla detta e che le nostre bocche si sono unite di
nuovo…
Ora che riacquisto la capacità di parlare mi sorge una domanda.
“Come mai siamo soli? Di solito c’è il caos più totale in questa sala…”
“L’incontro di quidditch” risponde semplicemente lui.
In effetti ci siamo appena accorti che le masse ritornano festose dalla
vittoria.
Ecco Ron lì sull’ingresso… probabilmente se non avesse le orecchie a
fermarlo il suo sorriso gli farebbe il giro della testa! Ma che succede? Come
mai la sua espressione sta mutando così in fretta, come mai la congestione
sulle sue guance sta svanendo, perché mi guarda così?
Provo a sorridergli.
Il suo sguardo è ferito.
Rivolgo un’occhiata ad Harry e lo trovo sorpreso quanto me…
Poi una folgorazione mi coglie: la mia mano è ancora intrecciata a quella
del Bambino Sopravvissuto. Immediatamente mi sciolgo dalla stretta e faccio per
inseguire il mio migliore amico su per le scale che portano al dormitorio
maschile, ma Harry mi trattiene per la manica.
“Lascia che sia io a parlargli…” questo è quello che mi dice, ma riesco a
sentire distinte anche “Allora è ancora innamorato…”.
Rimango pietrificata in mezzo alle grida e alle risate, agli sguardi
gioiosi…
…Cos’ ho fatto?
Note: Allora ecco il secondo
capitolo, grazie a tutti quelli che mi hanno chiesto di continuare questa ff,
che voleva essere solo un’ one-shot come le altre…
E adesso che ho scaricato tutta la colpa sugli altri (scherzo… ^^’’),
spendiamo qualche parola sull’immane cavolata che ho la presunzione di chiamare
‘Fanfiction a capitoli’:
è la prima volta che supero il capitolo numero 1, perciò credo che salteranno
fuori più o meno 4 capitoletti... Giusto il tempo perchè il mio solitario
neurone si rimetta in sesto...
Sono le sette del mattino e io non ho chiuso occhio per quasi tutta la
notte
Sono
le sette del mattino e io non ho chiuso occhio per quasi tutta la notte. A
causa, penso, della terrificante stretta dalle parti dello stomaco che mi ha
tenuto in tetra compagnia da quando ho, inavvertitamente, sentito Harry parlare
da solo e confermare il sospetto che si era insinuato in me a vedere lo sguardo
turbato di Ron.
Lui mi ama.
E io, io non ho mai capito niente... perché di certo non deve essere una
cotta recente, altrimenti non mi spiego perché avrebbe reagito così male. Mi
ero ripromessa di non far mai più soffrire i miei amici e invece l’ ho fatto di
nuovo. E l’ ho fatto proprio a Ron, che è l’ultima persona (beh, magari dopo
Harry) che se lo merita.
Mi sento malissimo.
Ma certo lui deve essere stato ancora più male... e questo, comunque, non è
affatto un pensiero rincuorante. Deve, certamente, aver pensato a me, a noi,
come mostri senza cuore, insensibili… e in effetti è proprio così che ci siamo
comportati nei suoi confronti. Vorrei poter essere di nuovo lì con lui per
asciugargli le lacrime e consolarlo, come ho sempre fatto in questi sette anni…
se solo l’avessi saputo! Ma… Harry lo sapeva o no? O Ron gli aveva detto che io
ero tornata, per lui, una semplice amica?
Ecco la risposta alle mie domande.
Sta scendendo le scale, con un paio di libri sotto braccio e, stranamente,
la divisa in perfetto ordine. Non lo facevo così mattiniero il mio Harry.
Lo amo davvero tanto.
Anche se adesso il suo volto non è rischiarato da un sorriso, ma la sua
aria è piuttosto abbattuta, anche se ora si limita a sospirare e sulla sua
guancia spicca quello che ha tutto l’aspetto d’essere un livido. Voglio sapere
cos’è successo. Ma so che, qualunque cosa lui abbia fatto,o farà, è per il
nostro bene, per quello di Ron e per il nostro amore.
“Ieri sera ho provato a parlargli, ma è stato tutto inutile. Non riuscivo a
capire cosa gli era preso… Sai, lui è innamorato di te. Già da l’anno scorso
ormai. Il punto è che mi aveva detto che gli era passata… per questo mi sono
deciso a farmi aventi con te, o non ci avrei neanche provato, per suo
rispetto…”
Sembra quasi che parli più a se stesso che a me.
“Buongiorno anche a te. Ieri sera ti ho sentito mormorare e ho capito
tutto. Non me ne ero mai accorta. Cosa dovremo fare secondo te? Forse sarebbe
utile parlargli, magari a pranzo, che ne dici? A proposito… Evanesco.”
Ho fatto sparire l’ematoma che deturpava il suo volto.
“Ecco…sì, magari sarebbe un’idea… E’ che… Senti, Hermione, io ci ho pensato
tutta la notte e… non sono sicuro che sia un bene che continui tra noi. Per
rispetto verso Ron, voglio dire. Io ti amo, ma non posso neanche pensare di
farlo soffrire, perché è più che un fratello per me… Non so se capisci.”
Cosa…Cosa?
“Io…Io…non so che dire. Capisco che tu non voglia farlo stare male, ma
anche io del resto. Eppure non penso che questa sia la soluzione giusta; io amo
te, non Ron!”
Mi colpisce la razionalità con cui ho parlato, visto che dentro di me c’è
un marasma di emozioni che vanno dalla rabbia alla disperazione.
“Io…non so. Ma penso che sia la più semplice…”
Mi risponde solo questo. E se ne esce dal dormitorio, senza salutarmi, ne
voltarsi un attimo; nemmeno per controllare che io non stia piangendo.
Ma cos’è successo? Dov’è l’Harry di ieri sera?
Perché la felicità non può mai durare? Ecco… come se non bastasse, le lacrime
scendono già copiose a inumidirmi le guance.
*
Le ore di lezione non passano mai, neanche per una che, come me, le
trascorre, incessantemente, a prendere appunti. Oggi però è diverso, perché
nulla può sostituire nella mia mente le parole che lui mi ha rivolto.
Magari non è neanche cosciente di quanto mi hanno fatto stare male; magari
ha solo voluto giocare un po’ con me… No, non può essere vero.
Eppure mi ha detto che non è il caso lasciare che il nostro amore cresca.
E, quel che è peggio, non riesco neanche ad arrabbiarmi, mi sento solo delusa,
triste. Penso a causa del fatto che lo amo.
Mai fin’ora ho accolto il suono della campanella con tanto sollievo. La
lezione di Aritmanzia non finiva più.
Come faccio adesso a sedermi al loro stesso tavolo?
Eccoli la.
Sono seduti uno a fianco all’altro, Ron sorride e Harry ha sul volto una
strana espressione, a metà tra il sollievo e la rassegnazione.
Così hanno fatto pace, eh? E nessuno dei due, anche se, a loro detta, mi
amano tanto, ha minimamente pensato a come devo sentirmi io. Tante grazie
davvero. Mi sto dirigendo fuori, verso il lago, e mi siedo su una panchina. La
giornata è serena, il sole è abbastanza caldo, ma non ho tempo, ne la voglia,
per godermi il paesaggio.
“Così non ci avete messo troppo tempo per dimenticarvi di me, a quanto pare
non ero così importante. Ma chi diavolo me lo fa fare di stare male per due
così? Eppure se solo penso a come la storia con Harry avrebbe potuto essere mi
metto a sognare…
Devi lasciarlo morire Hermione. Trova la forza. Si, come se fosse semplice,
io mi sono davvero innamorata di Harry…”
Le lezioni sono state così pesanti, e il posto è così calmo che… perché
dovrei addormentarmi qui e perdere le prossime due ore di Storia della magia?
Perché non dovrei farlo?
*
I violenti raggi del sole al crepuscolo mi feriscono gli occhi e mi
inducono ad aprirli.
O mio
Dio!! Saranno almeno le sei! Ho perso tutte e due le ore pomeridiane di oggi…
Come farò per recuperarle? Nessuno si preoccupa mai minimamente di quello che
il prof dice…
Ma almeno so cosa devo fare.
Vado a parlare con Ron.
Oh, fortuna vuole che sia lui quello seduto sui gradini all’ingresso del
castello.
“Fermo, lì. Ti devo parlare”
Lo sorprendo, credo, perché le sue orecchie arrossiscono un po’.
“Parla. Ma se anche tu sei qui per dirmi che lo ami e che non rinuncerai al
vostro amore allora ti devo fermare. Perché hai perfettamente ragione ed io mi
sono comportato come un bambino. Non voglio che ne tu, ne lui soffriate…”
“Come ‘anche tu’?”
“... Perchè
siete dei veri amici, e le persone più importanti che ho. Mi passerà... Cosa?
Ma Harry no?”
Ho perso la
capacità di parlare.
“Senti vai a
cercarlo. Deve essere al campo da quittdich”
Faccio
l’unica cosa che umanamente posso fare.
“Ti voglio
bene Ron”
E mi avvio
di corsa verso il campo.
Ma riesco
ancora a voltarmi un attimo e vedere Ron sorridere per poi prendersi,
rassegnato, il volto tra le mani e una creatura sottile e bionda
avvicinarglisi...
Con
un’espressione mista a preoccupazione e sollievo e speranza e paura.
L’espressione
che mi vedo ogni volta che penso ad Harry.
L’espressione
di ogni innamorata.
Note: Chiedo venia per il ritardo con cui posto
questo, che, con ogni probabilità, sarà il penultimo capitolo di questa
ficcina.
Ad ogni modo
non mi sembra che stia venendo fuori male... nonostante tutto. ^^’
Questa
coppia mi piace davvero e, per chi si fosse preoccupato (o per chi stesse
sperando, chissà ^^...) non penso che li farò separare... sono troppo belli!!
:D
Ah, la
misteriosa ragazza che si preoccupa per Ronnie (che, davvero, non potevo
lasciare in solitudine e amarezza... :D [Davvero!!!...])... che poi misteriosa
buhahahaha... secondo voi chi sarà mai??
Beh,
lasciatemi il vostro parere anche su questo chap, che fa sempre piacere
riceverlo...
Capitolo 4 *** An HAppy End or maybe a New Beginning ***
E’ anche questo il bello dell’amore
A Happy End or maybe a New Beginning
E’ anche questo il bello dell’amore.
E’ litigare, sospirare nella delusione e gioire dell’abbraccio che sigilla
la pace.
E’ bello smarrirsi tra mille parole sussurrate, infinite ammissioni di
colpa e perdoni, tra i riflessi di luce degli occhi della persona che si ama,
forse un po’ troppo accentuati per non essere una conseguenza della forte
emozione che ci assale mentre ci si sussurra ‘mai più’ un attimo prima di unire le labbra in una definitiva, e
quanto mai agoniata, ricongiunzione.
E’ così bello che il respiro si fa a tratti affannoso, i brividi ci
colpiscono anche con 30°C e sembra quasi impossibile aver potuto stare lontani
dalla creatura che più amiamo al mondo, tanto che pare di non poter più
respirare a stare lontani da lui.
Non è bello aver sofferto, non è bella la delusione, né la sfiducia, non è
bello vedere tutto nero, ma di certo sono magnifiche la ricongiunzione, la
speranza rinata, la gioia che deriva da una nuova esplosione dell’amore… e
ancor meglio è pensare che l’abbiamo ottenuta noi, entrambi, mai cedendo alla
rassegnazione, ma lottando per questo sentimento così grande, a riprova del
fatto che quei “Ti amo” erano davvero reali.
Tutto l’amore è magnifico, tanto è grande come sentimento, ma forse questa
è la parte migliore.
La quiete dopo la tempesta.
La serenità dopo l’agonia.
E alla fine anche noi l’abbiamo trovata, senza quasi bisogno di parole,
limitandoci a guardarci e a unire di nuovo le nostre anime.
E ora, come è giusto che sia, ci stiamo godendo pienamente questa rinata
felicità, seduti sul campo da quittdich, incuranti del fatto che il sole sia
tramontato da secoli, ormai, abbracciati, a sussurrarci parole d’amore.
E penso, spero, ora vorrei solo che il nostro amore non si spenga mai,
vorrei sposare Harry e formare con lui una famiglia, vorrei passare il resto
della mia vita così, con lui…in una casa in riva al mare.
Non mi fermo a pensare che abbiamo solo diciassette anni, che la vita ci
attende con tantissime altre esperienze, che probabilmente di qui a vent’anni
mi ricorderò appena di questa serata, che sono solo i stupidi sogni di una
ragazza ancora in parte bambina.
Perché, in fondo, ora, non mi importa di nulla, se non di lui.
Se non di noi due.
Seduti su questo prato umido, fusi assieme, nella luce abbagliante del
nostro amore.
***
Sono passati vent’anni dal mio ultimo anno ad Hogwarts.
Eppure ancora, troppo spesso, mi ritrovo a pensare a quei momenti,
ricordare quelle emozioni, la mia giovinezza, trascorsa tra le mura di quel
castello.
Più di una volta mi sono ritrovata a pensare sorridendo ad allora, a tutte
quelle esperienze che mi parevano tragedie insuperabili, a tutte le volte che
mi sono arrabbiata per nulla o ho pianto come una bambina; e mi rendo conto
che, è vero, troppe di quelle volte avrei pagato galeoni su galeoni per riavere
uno solo dei giorni dei miei diciassette anni.
Quando pensavo che nulla fosse impossibile, quand’ero a volte troppo
ingenua e a volte troppo adulta, quando potevo sempre scappare sulle rive del
lago, se mi pesavano troppo le mie responsabilità di allora, quando la vita era
per me solo una bella avventura da scoprire.
Rimpiango l’euforia di allora, le risate sguaiate, i giochi che giudicavo
stupidi, le partite di quittdich e le giornate in biblioteca, la gioia che la
vita mi trasmetteva, la disperazione e la forza di andare avanti per vedere
sorgere di nuovo il sole.
Questo solo è rimasto di quell’Hermione giovane, ora donna in carriera, a
cui tutti riconoscono il merito di avere una vita perfettamente realizzata.
Non posso non dire, però, di aver più di una volta rimpianto la mai
gioventù…anche se credo che alla fine sia così per tutti.
E se si può ritrovare un po’ di spensieratezza cavalcando una scopa da
corsa o insegnando a quei giovani, la cui età tanto si invidia… io ritrovo me
stessa ogni volta in un abbraccio, in un bacio d’amore.
Perché l’amore è effettivamente l’unica cosa che è rimasta uguale ad
allora: mi trasmette le stesse sensazioni, gli stessi brividi, gli stessi
sospiri, mi fa riscoprire quella quanto mai magica capacità di sognare.
Una capacità che credevo si sarebbe persa, sarebbe rimasta sola con il mio
ricordo d’adolescenza, che a volte mi sembra davvero di non possedere più…
Ma certo è l’amore che mi fa riscoprire l’abilità di credere nei sogni, di
sognare e di inseguirli ancora, fintanto che li credo veri, nonostante la mia
innata razionalità abbia preso il sopravvento su quella piccola parte di Hermy
un po’ folle.
Perché ho passato più di una notte insonne, a ripetermi che davvero i sogni
a volte diventano realtà, anche se certe volte sembra impossibile, anche se
crederci sembra talvolta un infantilismo, perché, almeno per me è stato così,
quando meno te lo aspetti…si realizzano e più ci penso più rimango stupita…
Dal fatto che una di quelle che giudicavo illusioni, fatta seduta su un
campo da quittdich, a crepuscolo inoltrato, si è realizzata sul serio…
Perché, non sarà una casa al mare, ma appena fuori da Hogsmeade c’è una
graziosa casetta, con un bel giardino e quel che è di più una targhetta in
ottone con su scritto…
“Potter/Granger”.
E allora posso davvero dire che il mio più grande sogno si è realizzato… e,
quel che è di più posso dirlo abbracciata al mio (per sempre solo mio) Harry,
un attimo prima che 2 bimbi curiosoni si infilino tra noi e, gelosi, reclamino
la loro parte nella meravigliosa storia di una amore.
Del nostro amore.
Note: And so
it’s the end.
Così, miei cari, si conclude la mia prima long-fic, nonché la storia di un
amore davvero speciale, raccontato un po’ così… da un’autrice folle, che spera
ugualmente che vi sia piaciuta.
Anyway, il mio bacato neurone è tornato dalle vacanze in
Florida, indi per cui non so se più scriverò su di loro… anche se devo
ammettere che, cambiare per un po’, è stato davvero appassionante e anche la
coppia mi è parsa, più andavo avanti, davvero bella!
Ringrazio tutti quelli che mi hanno chiesto di andare avanti, che hanno
recensito o letto semplicemente… Lasciatemi un vostro, ultimo parere!