A dream comes true
Eccolo
lì.
Eccolo
appoggiato alla ringhiera delle scale, quasi fosse indeciso tra il salire e lo
scendere, se non fosse per il libro di pozioni aperto che sta leggendo, che
palesemente indica che la direzione che prenderà sarà quella per i sotterranei.
I
suoi capelli neri sono spettinati, che sciocca, in verità non glieli ho mai
visti in ordine, sarà l’abitudine, gli occhiali sono precariamente appoggiati
alla punta del naso e gli occhi, puntati verso il tomo, mi privano del
meraviglioso spettacolo di luci che si crea tra le mille sfumature delle sue
iridi color speranza. Effettivamente è un colore adatto a lui, che è la
speranza di tutti noi.
La
divisa è in disordine, la camicia un po’ fuori dai pantaloni e il cravattino è
sfatto. Ha diciassette anni e porta il peso del mondo sulle sue spalle, ma ora
sembra davvero un comune adolescente, che studia per l’esame di fine trimestre.
In
questa posa così naturale non ha assolutamente nulla del Bambino Sopravissuto
che prima o poi dovrà fare i conti con il mago malvagio più potente del mondo,
non ha lo sguardo ferito di quando finì il Torneo Tremaghi, ne l’aria di sfida
con cui si apprestò a combattere nell’Ufficio Misteri.
Se
qualcuno mi chiedesse cosa ci faccio qui imbambolata a guardarlo, ferma proprio
al passaggio cruciale per le decine di studenti che si apprestano ad andare a
lezione, risponderei semplicemente che sono innamorata di lui. Ma non saprei
dire perché, ne da quando, ché potrebbe essere da questa mattina o da una vita
intera. Ho scoperto gradualmente che non gli volevo più bene come amico, che
l’affetto era diventato amore, semplicemente perché era Harry con la divisa in
disordine, il Bambino Sopravissuto che duellava come un mago adulto, Harry
Potter con il suo coraggio e i compiti indietro; e mi sono ritrovata ad adorare
perfino quella sua fastidiosissima abitudine di passarsi una mano tra i
capelli, il modo noncurante con cui infrange le regole e, naturalmente, i suoi
meravigliosi occhi.
Ma se
fosse lui a domandarmi cosa ci faccio immobile, qui davanti a lui,
probabilmente rimarrei imbarazzata in silenzio, in cerca della più banale delle
scuse, perché, al diavolo il coraggio dei Grifondoro, non riuscirei mai a
dirgli quanto lo amo, quanto i suoi sorrisi mi fanno stare bene. Non potrei mai
dirgli che ho trascorso più di una notte con la sua immagine fissa nella mente,
a desiderarlo e pregare perché anche lui ricambiasse i miei sentimenti.
Mi
accorgo ogni giorno che passa che c’è qualcosa di teneramente patetico nel mio
modo di amarlo, ma probabilmente è così per tutti quelli che amano con la
rassegnazione di non poter mai essere ricambiati; perché, davvero, lui dovrebbe
amare proprio me, con le decine di belle ragazze che lo adulano e lo inseguono
ovunque, perché proprio la vecchia amica, brontolona, compagna d’avventure,
Hermione?
Credo
che ormai sia un anno e mezzo, volendo parlare di cifre, che lo amo in
silenzio, e più il tempo passa, più mi rendo conto che l’anno prossimo non
aspetterò più al binario 9¾, non salirò più sul treno, non passerò la maggior
parte del mio tempo con Ron ed Harry; ed ho paura che gli impegni, che le
nostre vite, prepotentemente entrate nel mondo di quelli che chiamavamo
“grandi”, ci dividano per sempre, e che anche il mio amore svanisca, mentre io
desidero solo che duri in eterno, anche se non corrisposto.
Saranno
forse dieci o quindici minuti che me ne sto qui, immersa nei miei pensieri,
anche se sembra un’eternità, e non ho mai degnato di uno sguardo nessuno dei
frettolosi maleducati che (probabilmente anche a ragione) mi urtavano e
spingevano di qua e di là, ma mai e poi mai potrei non riconoscere il tocco
gentile delle mani del meraviglioso essere che amo, ne rimanere insensibile
alle sue domande.
“Herm,
Hermione, hey! Che cos’ hai?Ti senti bene?”
Mi riscuoto
appena e noto una vena di preoccupazione nei suoi occhi, ma sono così contenta
che si preoccupi per me…
“Come
mai te ne stavi lì, così, imbambolata? Davvero, non c’è nulla che non va?”
Eccola,
la fatidica domanda è arrivata e io, come da copione, arrossisco e non riesco a
spiaccicare parola. Gli unici suoni che escono confusi dalla mia bocca sono più
simili al linguaggio di un neandertaliano a cui hanno appena tolto tutti i
denti, ma sono troppo presa da lui, per capirmi, dal fatto che stia mormorando
“Non sono io, forse, quello che ti fissa, di solito?”.
Sono abbastanza stordita, volto la
faccia di scatto verso il pavimento che lui sta insistentemente fissando, con
ancora il suono di quelle poche parole che rimbomba furiosamente nelle mie
orecchie.
“Come?”
Sono
certa che non è stata la mia bocca a pronunciare queste parole… Non voglio
cedere al dolce suono dell’illusione…
“Era
da molto tempo”…sospiro… “che volevo dirti che tu… che tu… mi piaci. Anzi no,
penso di essere proprio innamorato di te”.
Lo stupore
si moltiplica per dieci, cento, mille volte… Alzo gli occhi verso di lui… Ma
dov’è finito il mio coraggio?…
Non
so nemmeno cosa gli ho detto, ma lui si sta avvicinando pericolosamente a me, o
forse sono io, o probabilmente lo stiamo facendo entrambi…
La
mia mente entra nel più completo delirio, divina estasi, procurata nell’esatto
momento in cui le sue labbra hanno toccato le mie. Non mi importa della gente,
degli studenti che passano, come fosse perfettamente normale vedere due
baciarsi alle otto di mattina, davanti alle scale, rischiando seriamente di
arrivare in ritardo a quello che, palesemente, sarebbe stato il più impegnativo
test di tutta la loro carriera accademica.
Non
mi importa di nulla, se non di lui.
E
l’unico pensiero razionale che riesco a formulare è…
… “A
volte i sogni si realizzano davvero”.
Note: * Comunicazione di servizio*
* L’
ultimo neurone dell’autrice è momentaneamente fuori uso, perciò la suddetta,
incosciente di ciò che ha scritto, si scusa fin d’ora per l’alto tasso di inutilità
prodotto*
Oilà.
Sono tornata, anche se con questa ficcina che è davvero molto diversa dal
genere su cui di solito mi cimento.
Ma
tant’è…
E’
venuta fuori in un momento di sfrenato romanticismo, ma non mi sembra che sia
esageratamente sdolcinata. No??^^’ Ad ogni modo lascio ai posteri l’ardua
sentenza, ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensate (sperando che abbiate
fortuitamente terminato la riserva di verdura marcia)!
Lily_91