Cominciò tutto in una serata d'estate

di pinky_neko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Si svegliò di colpo, percorso da brividi di freddo, e subito si accorse che si trovava nella sua stanza, ma non nel suo letto. Si guardò intorno, arrossendo nel rendersi conto che non aveva le coperte… e nemmeno i vestiti!
Si girò da un lato e per poco non cacciò un grido di terrore nel vedere che al suo fianco era sdraiato Ai. Perché?, iniziò a chiedersi mentalmente, mentre fissava il corpo del senpai ugualmente nudo, cosa diavolo è successo ieri da farci finire qui? Ma la domanda che proprio non aveva il coraggio di porsi, ma che più di tutte le altre lo attanagliava, era: cosa abbiamo fatto ieri notte su questo letto da finire così???
Doveva per forza essere un incubo, doveva sicuramente essere ancora addormentato e di lì a poco si sarebbe svegliato nel SUO letto e tutto sarebbe andato per il meglio. Riguardò il viso pacifico di Ai e non poté fare a meno di arrossire pensando che in qualche modo era carino. No, aspetta, cosa aveva appena pensato?? Carino?! Ma, insomma, era un MASCHIO, non poteva piacergli un MASCHIO! Scosse con vigore la testa per poi mettersi a sedere, sentendo una fitta di dolore al basso ventre. Fantastico, pensò, un’altra prova schiacciante di ciò che è accaduto ieri sera!
Si voltò verso il compagno di stanza e le sue guance avvamparono più di prima. Ormai era chiaro quello che avevano fatto. Gli pizzicò la guancia, ma Ai fece una smorfia, scacciò via con il braccio la sua mano, come fosse una mosca fastidiosa, e si girò dall’altra parte.
Perché lui, Syo Kurusu, 17 anni, doveva trovarsi in una simile situazione?

 
Ciao a tutti! Questa è una AiSyo alla quale stavo pensando da un po' di tempo, spero possa piacervi. Intanto ho pubblicato il primo capitolo. E' breve, ma i prossimi saranno sicuramente più lunghi! Ho messo il rating arancione per i capitoli più avanti, anche perchè voglio osare un po' di più rispetto alle altre fanfiction che ho scritto. Come sempre, ogni vostro commento e giudizio è bene accetto, quindi fatevi sotto!!
Baci, pinky_neko

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Syo era seduto sul letto di Natsuki, vestito e profumato dopo aver fatto una bella doccia calda che aveva sciacquato via ogni torpore. Il suo migliore amico era partito la mattina precedente per andare a trovare la famiglia nella sua città natale e naturalmente anche la sua amata cagnolina Elizabeth.
Il biondino fissava Ai, il quale, tra uno sbadiglio e l’altro, si strofinava gli occhi con aria alquanto seccata. Evidentemente, quella mattina proprio non aveva voglia di alzarsi dal letto, ma l’espressione corrucciata del suo kohai lo aveva convinto a svegliarsi completamente.
Si sedette quindi sul letto, lasciando che il lenzuolo gli scivolasse sul bacino, scoprendo il petto chiaro, non troppo muscoloso ma sicuramente molto tonico.
“Perché stai arrossendo?” chiese subito al compagno di stanza, lasciandosi sfuggire un piccolo ghigno sulle labbra.
Syo evitò il contatto visivo e voltò di scatto la testa verso la porta della camera che condividevano. In quel momento, il legno marrone lavorato gli sembrava particolarmente interessante.
“Non potresti metterti dei vestiti addosso?!” sbottò, parlando più al muro che al diretto interessato.
Il sorrisino di Ai si allargò un poco. “Cos’è che ti imbarazza tanto, Syo. Non sembrava darti particolarmente fastidio stanotte il fatto che fossi nudo”.
A queste parole, il volto del giovane idol si infiammò, strinse forte i pugni sulle sue ginocchia e, dopo un attimo di silenzio, ribatté, con un filo di voce:
“C-Cosa abbiamo fatto esattamente i-ieri notte?”
Sia chiaro, era perfettamente ovvio ciò che avevano fatto e Syo ne era consapevole, ma era anche sicuro che, se non lo avesse sentito dire dallo stesso Ai, non ci avrebbe mai creduto fino in fondo.
“Mi sembra abbastanza ovvio, c’è davvero bisogno di dirlo?”
“P-Per favore” disse il biondino, abbassando lo sguardo. Sentiva che l’imbarazzo stava prendendo il sopravvento su di lui. Non si era mai sentito così in vita sua, voleva sprofondare in un buco nero per la vergogna!
“Ma è logico, abbiamo fatto sesso, Syo, davvero non ti ricordi?” replicò il senpai diretto, con fare quasi noncurante. Si, sembrava che non gli importasse nulla di quello che era successo e forse era davvero così.
Alle sue parole, il volto di Syo si incendiò ancora di più e il rossore arrivò anche alle sue orecchie. Si coprì il viso con le mani e si piegò sulle ginocchia, lasciando uscire dalla bocca un leggero grugnito di frustrazione.
Alzò poi immediatamente lo sguardo su Ai e replicò, con la voce più acuta del solito: “E come diavolo è successo?”
“Evidentemente, Syo, eri talmeeeente attratto da me cha hai lasciato da parte per qualche ora il raziocinio” rispose divertito, sogghignando leggermente. “In fondo, non si può resistere a lungo agli istinti, no?!”
Il biondino ne era sicuro, se non se ne fosse andato immediatamente da quella stanza lo avrebbe ucciso seduta stante.
Il senpai appoggiò i piedi a terra e si alzò con l’intenzione di andare a farsi una doccia calda prima di scendere per la colazione, ma i suoi piani cambiarono non appena vide la reazione di Syo.
Infatti, quest’ultimo, che lentamente stava recuperando il suo colorito normale, tornò ad avvampare ancora più di prima, notando che il lenzuolo era scivolato completamente a terra lasciando scoperte le intimità di Ai.
“Qual’è il problema Syo? Perché ti copri gli occhi? Hai già visto tutto stanotte” si fermò un attimo per pensare, poi continuò. “E mi hai anche fatto un bel lavoretto! Non pensavo sapessi usare la tua bocca per fare qualcos’altro di buono oltre che cantare!” e iniziò a ridere, completamente a suo agio in quella situazione, che era alquanto imbarazzante, invece, per il compagno di stanza.
Il suddetto, all’udire quelle parole, si mise in piedi e scattò all’improvviso verso la porta, tentando di aprirla, ma fu prontamente bloccato da Ai, che con una mano la richiuse e con l’altra fece girare verso di lui Syo prendendolo per il braccio con una forza che il biondino non si aspettava avesse.
Non riuscirono a guardarsi per più di mezzo secondo negli occhi, che già il senpai gli aveva incollato le labbra alle sue.
Non era un bacio dolce come quello che si davano gli amanti per augurarsi buongiorno, ma era pieno di desiderio e brama di avidità e possessione. Inizialmente, Syo tentò di divincolarsi da quel bacio passionale, ma alla fine si arrese al piacere che lentamente lo stava invadendo, partendo dalle labbra e raggiungendo anche certe particolari zone del basso ventre. Schiuse, quindi, le sue labbra in modo da approfondire quel bacio e lasciò che la lingua morbida di Ai lo invadesse ed esplorasse ogni angolo della sua bocca calda.
Mentre il gioco di lingue andava avanti sempre più intenso e facendo quasi scollegare completamente il biondino dalla realtà, la mano libera di Ai scivolò sulla sua schiena verso il basso fino a fermarsi sul suo sedere e iniziare leggermente a palparglielo.
A quel tocco, Syo si ridestò e, facendo forza con il braccio sinistro, si liberò dalla presa del compagno.
“Cosa pensavi di fare?” disse, rosso in viso, leggermente accaldato e con un po’ di fiatone.
“Pensavo di andare a fare una doccia” rispose, leccandosi le labbra compiaciuto. “Sono ancora tutto sudato e appiccicaticcio a causa del tuo sperma” e rise lievemente, quasi innocentemente, dirigendosi verso il bagno.
Arrivato sulla soglia, si fermò. “Vuoi unirti a me?” disse con un ghigno divertito stampato sulla faccia, girandosi verso il suo kohai, il quale, alle sue parole fece un altro grugnito di frustrazione ed uscì di corsa dalla porta, sentendo alle sue spalle la risata fragorosa del senpai.
Si, veramente avrebbe finito con l’ucciderlo prima o poi!!
 
Ciao a tutti! Ecco qui il secondo capitolo della mia prima fanfiction AiSyo. Spero continuerete a seguirmi e che il capitolo sia venuto bene. Per ogni commento o correzione che avete da fare aspetto le vostre recensioni. Grazie a tutti quelli che hanno letto e che leggeranno questa fanfiction!
Baci, pinky-neko

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Erano in piena estate, le giornate erano più calde e lunghe e non avevano concerti programmati fino alla fine del prossimo mese. Quindi tutti al Master Corse si godevano un po’ di sano riposo prima di rimettersi a lavorare.
C’era chi, come Natsuki, era andato a trovare la famiglia (cosa che aveva fatto anche Cecil tornando ad Agnapolis), mentre altri cercavano di rilassarsi rimanendo in quella lussuosa villetta.
Erano tutti riuniti per fare colazione insieme: alcuni, come Otoya e Reiji, con il sorrisone stampato in faccia, altri, invece, come ad esempio Ren o Tokiya, visibilmente stanchi e spossati. Questo valeva anche per un certo biondino di nostra conoscenza, il quale non faceva altro che pensare agli eventi della mattinata.
Con il suo senpai stavano succedendo delle cose particolarmente strane, ma ciò che più di tutte lo infastidiva, era che ancora non riusciva a ricordarsi cosa fosse successo ieri notte!
Mentre la sua mente vagava nei meandri dei ricordi forzandosi ad avere anche solo una minima illuminazione, Syo non si accorse che stava involontariamente continuando a fissare Ai e Reiji che si scambiavano battute e ridevano, vicini, dandosi delle pacche giocose sulle braccia e sulle spalle e guardandosi negli occhi. Provava una strana sensazione di rabbia mista a… cosa?... Gelosia?!
No, non poteva essere geloso! Non LUI e non di AI, tra tutte le persone presenti!!
Comunque, iniziava ad avere il sospetto che tra quei due ci fosse qualcosa e non poté fare a meno di chiedersi perché allora Ai aveva fatto sesso con lui. Che lo avesse soltanto usato per soddisfare i suoi bisogni del momento? No, questo era troppo, non ci stava. Non si sarebbe fatto manovrare in questo modo proprio dalla persona che più di tutte non sopportava!
Già non lo sopportava affatto. Ma allora perché ci era andato a letto? Insomma, certe cose si fanno in due, no?
E se Ai gli avesse mentito? No, era impossibile, il dolore al basso ventre poteva ancora sentirlo.
A quel pensiero, arrossì lievemente, cercando poi di nascondere l’imbarazzo abbassando lo sguardo e addentando il suo toast.
Rialzò lo sguardo poco dopo e lo ripuntò verso il senpai. Il suo sorriso gli piaceva, gli infondeva una sorta di pace interiore, una profonda armonia, era così angelico che lo distraeva da qualsiasi problema… aspetta, cosa aveva appena pensato? Angelico?! Lui?!?! Impossibile! Mai al mondo avrebbe pensato ancora ad una cosa del genere.
Ren interruppe il flusso dei suoi pensieri.
“Ci hai dato dentro ieri sera, eh, ochibi?”
A quelle parole, il volto di Syo avvampò. Che lui sapesse cosa aveva fatto con Ai??
“C-cosa intendi, Ren?” rispose, non curandosi particolarmente del nomignolo con il quale il maggiore lo aveva chiamato.
“Mmh… vuoi dire che non ti ricordi?” constatò l’idol con un lieve sorrisino di scherno sul volto.
“E-effettivamente… no.” Poi chiese, titubante. “Cosa… è successo ieri sera?”
In quel momento ringraziò il cielo che i “due piccioncini” e il resto dei Quartet night erano troppo presi dalla loro conversazione per prestare attenzione a cosa stava accadendo dall’altra sponda del tavolo, perché sarebbe stato alquanto imbarazzante per il biondino che già poco sopportava le intense occhiate divertite che gli lanciavano i suoi compagni.
“Beh…” intervenne Otoya, “diciamo che eri un po’ su di giri”.
“Non eri su di giri, eri solo completamente ubriaco” ribadì secco Tokiya, in tono abbastanza piatto che non faceva trasparire emozione.
“Ubriaco?” chiese Syo, sbiancando visibilmente.
“Oh si!! E ad un certo punto ti sei messo a ballare sul tavolo! Una scena impagabile… peccato non averla filmata!” concluse Ren, decisamente TROPPO divertito dalla situazione.
Ora, il  più piccolo del gruppo si sarebbe volentieri seppellito… non ci poteva credere… quindi era perché era totalmente sbronzo che era finito a letto con Ai??
Qualche stralcio di immagine ripiombò insistente e all’improvviso nella sua mente. I loro due corpi, nudi, abbracciati fino a non lasciar passare neanche un filo d’aria, si avviluppavano tra le coperte, girandosi e rigirandosi, invertendo di continuo le posizioni, mentre le loro bocche erano in una lotta continua per poter prendere il comando della situazione e le loro lingue si accarezzavano, calde, senza volersi separare neanche per riprendere fiato. Ricordava come cercavano, quasi disperati, di togliersi a vicenda i vestiti che avevano addosso, come le loro mani esploravano ogni cm di pelle scoperta dell’altro mentre i denti dell’uno mordevano la bocca dell’altro e le spinte si facevano sempre più forti man mano che il tempo passava, fino a farli venire una, due e chissà quante altre volte.
“NO” urlò all'improvviso, alzandosi dalla sedia, cercando di scacciare quelle immagini che gli stavano invadendo la mente, attirando di conseguenza l’attenzione di tutti i presenti, che lo fissavano interdetti. Certo non si aspettavano una simile reazione da parte del biondino, il quale, rendendosi conto della situazione, sentì come il sangue gli colorava il viso arrivando fino alle orecchie.
“Ah… s-scusate… i-io devo andare” e fuggì, diretto verso l’unico luogo che lo confortava nei momenti più brutti, seguito dagli sguardi increduli dei compagni.
Ai era l’unico che aveva mantenuto un’espressione illeggibile sul volto. “Quello stupido” pensò fra sé e sé “non pensavo si facesse prendere così dal panico”.
 
Ciao a tutti! Scusate l'incredibile ritardo... sono imperdonabile! Ma delle volte il tempo passa così veloce che nemmeno te ne rendi conto ;)
Comunque, parlando della storia, questo capitolo è più un intermezzo, avevo bisogno di dare spazio ai pensieri super confusi di Syo e introdurre quello che è successo la notte precedente, ma nel prossimo vi assicuro che si capirà tutto e che la storia progredirà!!
Spero che vi sia piaciuto nonostante tutto e che continuerete a seguirmi.
Naturalmente ogni recensione è sempre gradita e ne approfitto per ringraziare chi mi segue!
Baci, pinky_neko

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


La sera prima, ore 21.30

“BRINDIAMO ALLA FINE DEL NOSTRO TOOOOOUR!!” urlò Otoya, con un bicchiere di spumante in mano, mentre il resto degli Starish e i Quartet Night alzavano i loro calici verso quello del rosso, sorridendo soddisfatti.
“Ve la meritate tutta questa festa, ragazzi. Il vostro tour in Giappone è stato un vero successo!” disse Reiji quando si furono accomodati attorno al tavolo pieno di delizie, preparate diligentemente dal maggiore del quartetto.
“Si, tra qualche anno forse raggiungerete il nostro livello. Ma fino ad allora, teste basse signorini!” ribadì Ranmaru, beccandosi uno sguardo truce dagli Starish, che però decisero che non ne valeva la pena iniziare a discutere in quel momento.
Dopo tutti quei concerti in giro per le più grandi città dello stato, Shining gli aveva concesso un po’ di meritato riposo, quindi tutti quanti non avevano perso tempo per festeggiare.
Purtroppo i grandi assenti si facevano sentire, ovvero Natsuki e Cecil che erano partiti quella stessa mattina, non potendo aspettare oltre per non perdere i loro voli.
Comunque l’aria di festa era quasi palpabile al Master Course anche grazie alla musica di sottofondo, scelta accuratamente da Camus perché fosse ballabile, che donava alla situazione un’atmosfera quasi giocosa, come se tutti i problemi che poteva avere ogni singola persona che si trovava all’interno di quella stanza sparissero grazie ad essa – e all’alcool naturalmente!
Alcuni avevano iniziato a ballare, man mano che i bicchieri si svuotavano e venivano conseguentemente riempiti di spumante o vino, rosso o bianco che sia, in un moto continuo, fino a quando tutte le bottiglie che erano state acquistate non furono finite.
Un paio di ore dopo erano tutti quanti su di giri, ubriachi, per meglio dire, chi più chi meno, ma praticamente tutti.
Reiji si era addormentato sul divano in braccio a Ranmaru, che sbuffava continuamente, ma non sembrava intenzionato ad abbandonare la posizione, che trovava addirittura comoda. L’alcool in circolo nelle sue vene gli aveva fatto sparire il senso di imbarazzo che avrebbe provato in qualsiasi altro momento, soprattutto trovandosi di fronte a tutti i suoi amici, che comunque non stavano prestando molta attenzione alla romantica scenetta.
Camus aveva bofonchiato qualcosa di incomprensibile, prima di dirigersi verso le scale che lo avrebbero condotto nella sua camera da letto, intonando quella che pareva essere la canzone da solista di Cecil e che, grazie alla sua voce potente, quasi sovrastava la musica che usciva dalle casse dello stereo.
Dall’altra parte della stanza, ogni tanto si alzava un “To~ki~yaaaa~”, segno delle continue lamentele del rosso, il quale si sentiva ‘trascurato’ dal maggiore. Infatti, il malcapitato era rimasto per quasi un’ora intera con il braccio destro intrappolato nella morsa di Otoya che non aveva nessuna intenzione di lasciarlo andare. Il più piccolo voleva ballare insieme a lui, ma Tokiya proprio non ne aveva voglia, soprattutto per il fatto che, dopo aver bevuto così tanto, non era sicuro di potersi reggere in piedi adeguatamente. Per questo motivo, con il passare del tempo, il sonno ebbe la meglio sui due che si appoggiarono l’uno contro l’altro, addormentandosi dolcemente.
Intanto Ren se la stava passando un po’ meglio. Per quanto lui avesse bevuto, era forse quello che reggeva di più l’alcool tra i presenti, per cui non ne sentiva particolarmente l’effetto ed era ancora cosciente di quello che stava accadendo, a differenza del suo compagno di stanza. Infatti, Masato ondeggiava per tutta l’ampiezza della sala, inciampando di volta in volta nei suoi stessi piedi e appoggiandosi ai vari mobili che incontrava nel suo cammino per mantenere l’equilibrio. Ren lo guardava divertito, distratto solo da Syo che si era messo a ballare sul tavolo in maniera piuttosto scatenata, ondeggiando il bacino e alzando le braccia a ritmo di musica, mentre cantava i ritornelli di tutte le canzoni che passavano, fino a quando il ragazzo dai capelli blu non gli piombò sulle ginocchia e, avvicinando le sue labbra all’orecchio del maggiore, sussurrò, in maniera piuttosto seducente: “Perché non ci divertiamo da qualche altra parte?”
Ren colse al volo l’occasione, prendendolo in braccio come fosse una sposa e portandolo verso la stanza adiacente, dicendosi che non poteva aspettare il tempo necessario per arrivare nella loro camera dalla fretta che aveva.
Purtroppo ancora non conosceva bene la scarsa resistenza all’alcool di Masato e si ritrovò piuttosto deluso nello scoprire che, una volta adagiato sul divano, il minore si era già addormentato profondamente.
Tornando al biondino scatenato, oramai era sceso dal tavolo, ma continuava a ballare per la stanza, nonostante nessuno lo stesso più badando, adesso però in maniera decisamente più sensuale.
Solo l’unico sopravvissuto a quella strage generata dall’alcool gli si avvicinò, ovvero Ai Mikaze, che gli cinse la vita da dietro circondandolo con le sue braccia e seguendo i movimenti del biondo con il bacino in quella che pareva un danza sinuosa di corpi intrecciati.
In quel momento, Syo sentì una scarica elettrica inondargli tutto il corpo e provò un immenso piacere, soprattutto al basso ventre, dove sentiva come se qualcosa stesse prendendo vita, fremendo sempre di più ad ogni movimento dell’altro.
Da parte sua, Ai non facilitava le cose al biondo, in quanto continuava a strusciare il suo membro semieretto sul sedere di Syo, il quale a poco a poco, iniziò a gemere soffusamente.
A questo punto, non riuscendo ormai più a controllarsi, il maggiore – ma anche il più basso dei due – si girò verso Ai e appoggiò la sua bocca su quella del senpai in quello che, se dapprima era un bacio casto e a fior di labbra, subito dopo si trasformò in uno più aggressivo e passionale che strappava brividi di piacere ad entrambi.
Non appena si separarono per riprendere aria dopo qualche minuto, Ai prese il polso di Syo e lo trascinò in fretta in camera. Varcata la soglia, il biondino si separò dalla presa, chiuse la porta alle sue spalle per poi appoggiarvisi con la schiena, guardando il compagno al centro della stanza con occhi languidi di piacere.
Si tolse la maglia. “Cosa hai intenzione di fare ora, Ai-senpai~?” disse a torso nudo in tono quasi di scherno, mentre, sotto gli occhi attenti del minore, le sue mani raggiungevano la zip dei pantaloni, pronte a slacciarla in un gesto rapido, se non fosse stato per la velocità di reazione del ragazzo dai capelli ciano che tornò ad appropriarsi di quelle morbide labbra, sbattendo con forza il biondino alla porta e strappandogli così un mugolio di dolore.
Presto i due ragazzi si ritrovarono nudi sul letto di Ai, il quale guardava in basso verso Syo con uno sguardo che rifletteva tutta la lussuria di quel momento. Il biondino intanto si stringeva a lui con le braccia attorno al collo del senpai e le gambe che gli circondavano i fianchi, avvicinandolo sempre di più a sé, in modo che spingesse in lui sempre più a fondo, fino a quando entrambi non vennero, nascondendo il grido dell’orgasmo uno nella bocca dell’altro, nell’ennesimo bacio caldo che si erano scambiati quella notte.
Due parole rimasero sospese nell’aria, due parole che si dissero un istante prima di cadere tra le braccia di Morfeo uno di fianco all’altro.
“Ti amo”.
“Anch’io”.
 
Ciao a tutti!! Sono tornata con un altro capitolo della mia AiSyo. Come avrete letto questo è un luuuuungo flashback di quello che è successo la sera prima, così adesso avete scoperto come sono finiti in quel letto!! ^^
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito finora e letto fino alla fine questa fanfiction e spero che anche questo capitolo possa piacervi!
Come al solito, i vostri commenti sono più che graditi!
A presto, baci!
La vostra, pinky_neko
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Syo's pov

Ricordava. Ricordava tutto perfettamente. La festa, gli alcolici, le voci squillanti di Otoya e Reiji mentre urlavano frasi alquanto incomprensibili, il suo modo di ballare… Dio, che vergogna al solo pensiero!
Come gli era venuto in mente di mettersi in ridicolo in quel modo di fronte a tutti i suoi amici?? Il suo “io ubriaco” non aveva un po’ di contegno?! Cielo!! Era disperato.
Si trovava in un angolo del giardino sul retro della grande villa in cui risiedevano. Era un posto tranquillo, coperto da cespugli di rose e dava direttamente sul laghetto. Se ne stava steso all’ombra di un grande ciliegio e, da dove giaceva, poteva vedere il riverbero del caldo sole estivo sull’acqua, solcata da minuscole onde create dalla brezza che tirava.
Era così bello starsene lì sdraiati, tranquillamente, lontano da tutto e da tutti, come se i problemi fossero rimasti al di là dei cespugli dietro di lui. E sarebbe stato anche meglio se avesse potuto non pensare a niente, ma quello inevitabilmente era impossibile!
Continuava ad avere dei flashback sulla notte trascorsa, di lui e Ai che ballavano insieme, che si baciavano passionalmente, che si stringevano e si spogliavano e che… e che… ogni volta che finiva per pensarci avvampava al solo ricordo e iniziava a rotolarsi come un bambino capriccioso sull’erba fresca mattutina. Perché? Perché doveva essere successo proprio a lui? E perché proprio con il suo senpai?? In fondo lui non lo sopportava affatto, no?
Ma la cosa che più di tutte lo infastidiva e che meglio gli era rimasta impressa nella memoria era la frase, l’unica frase, che aveva pronunciato al ragazzo coi capelli ciano: “Cosa hai intenzione di fare ora, Ai-senpai~?” Ahhhhh, che imbarazzo!!!
Non tanto per la frase in sé, quanto più per il tono con cui l’aveva pronunciata! Così sensuale e provocatorio, per niente nel suo stile tra l’altro, che se avesse potuto si sarebbe saltato addosso da solo. Era ovvio che Ai non gli avrebbe mai potuto resistere! Non in quel momento per lo meno, sotto l’effetto dell’alcool e con un’erezione tra le gambe che aveva bisogno di essere soddisfatta!
Però bisognava ammettere che lo sguardo di Ai era a dir poco… non sapeva neanche lui come descriverlo, l’unica cosa che sapeva per certo era che mai nella sua vita si era sentito così voluto, bramato, cercato e per certi versi anche amato. Era una sensazione strana e sapeva che non avrebbe ricevuto quello sguardo mai più, per lo meno dal senpai, perché le cose tra loro due sarebbero rimaste tali e quali a come erano adesso. Punto e basta, niente di più, niente di meno.
“Anzi, forse qualcosa in meno si, non potrò più vedere quel lato di lui, così… bello” si ritrovò contemporaneamente a pensare Syo, leggermente stupito di aver detto certe cose a voce alta, ma per fortuna era da solo almeno in quel momento. In fondo, nonostante cercasse in tutti i modi di nasconderlo anche a sé stesso, poteva ricordare benissimo che gli era piaciuto e anche tanto!
Tutto di quel momento gli era piaciuto, per quanto fosse stato imbarazzante, irresponsabile, frettoloso e decisamente non consapevole, era stato al contempo magnifico, magnetico. Era come stato risucchiato dai ricordi della sera prima, non riusciva a pensare ad altro in quel momento e in realtà non voleva pensare ad altro.
Gli era piaciuto. E gli piaceva anche Ai, non c’era dubbio. O per meglio dire, gli piaceva un lato di Ai, quello più gentile, che lo guardava con amore in un modo che non aveva mai visto nessun altro fare, a parte suo fratello, ma era comunque diverso, di quello ne era sicuro.
Non che quello fosse amore, per carità!! “Resta coi piedi per terra, Syo!” si disse stringendo i pugni davanti al petto e aggrottando le sopracciglia sulle fronte.
“Stai parlando sempre della stessa persona che non perde un minuto per riprenderti e rimproverarti per ogni cosa che dici o che fai e che con tutti i suoi programmi giornalieri super dettagliati non fa altro che farti montare ancora  più rabbia e frustrazione addosso! Stai parlando di un mostro, Syo! Come puoi definirlo gentile, bello e amorevole!”
Non ci poteva essere amore tra loro, non si sopportavano a vista! Probabilmente nel vocabolario del ragazzo dai capelli ciano nemmeno era presente quella parola.
Poi si ricordò di averlo definito angelico pochi minuti prima, a colazione. Già, angelico. Lo diceva proprio a colui che aveva considerato il diavolo in persona sin dal primo giorno che lo aveva incontrato. Perché?
Non si sapeva dare una spiegazione logica a tutto quello che era accaduto, in fondo fino adesso non aveva mai pensato di avere certe tendenze.
Però era successo e ora ne era anche consapevole, finalmente. Non poteva più far finta di niente e nascondersi dietro ad un dito per negare l’evidenza. Doveva affrontare Ai come un vero uomo e dirgli… dirgli…
Aspetta… cosa avrebbe dovuto dirgli??
Affondò entrambe le mani nei capelli in un gesto di disperazione tanto affrettato che fece scivolare le forcine al suolo facendogli così ricadere un ciuffo biondo sugli occhi. Nel tentativo di rimettersele, i suoi pensieri continuarono a vagare.
“Se me lo trovassi di fronte cosa potrei dirgli? Anzi, cosa più importante, riuscirei a mantenere il controllo?”
Era questa la domanda principale: sarebbe riuscito a parlargli normalmente una volta davanti a lui?
In fondo, da quando era in giardino, non aveva fatto altro che pensare alla notte precedente, alle braccia di Ai che lo avvolgevano, alle sue stesse gambe che cingevano la vita fina del minore, alle sue mani che vagavano tra i capelli azzurri, alla lingua calda e sensuale dentro la sua bocca, alle mani del senpai che giocherellavano con i suoi capezzoli turgidi, ai loro occhi che si incontravano e che sembravano dire da entrambe le parti: “Ti voglio”.
Si rimise a sedere di scatto a quel pensiero. Lo aveva voluto davvero e, per di più, aveva voluto stare sotto?! Si ritrovò a pensare nuovamente che non aveva mai creduto di avere certe tendenze.
Ma insomma, era un uomo anche lui! Avrebbe potuto prendere in mano la situazione in qualsiasi momento e ribaltare le posizioni! Si rimise in piedi, con uno sguardo deciso, i pugni stretti e una convinzione tale da farlo sembrare pronto a spiccare un triplo salto mortale senza averne la benché minima paura.
Ecco cosa avrebbe detto ad Ai! La prossima volta lui sarebbe stato sopra e il minore sotto, come era giusto che fosse!
Si, ora sarebbe andato da lui e… NOOO! Dannazione, è tutto sbagliato!
Perché adesso stava avendo quel tipo di pensieri come se avesse intenzione di farlo una seconda volta con Ai? Certo l’idea non sembrava male, ma era tutto sbagliato!!
Fu allora che i sui occhi celesti catturarono un’immagine che difficilmente avrebbe scordato.
Dall’altra parte del lago, sulla riva, due figure, avvinghiate l’una all’altra, si stavano baciando passionalmente, due figure che riconobbe facilmente come Ren e Masato.
No, era impossibile, quello che stava vedendo non poteva essere vero. Che i suoi occhi lo stessero tradendo?
Sbatté le palpebre chissà quante volte per poi fissarsi su quella strana scenetta che gli si presentava praticamente di fronte, interpretata da due persone che conosceva ormai molto bene, pur essendo i protagonisti completamente ignari del loro unico spettatore.
Il dongiovanni di turno e il serio e sempre impeccabile dei gruppo erano una coppia? Da quando?? Magari avrebbe potuto usare questo piccolo scoop per farla pagare a Ren per tutte le volte che si era preso gioco di lui.
In fondo, però Masato non se lo meritava di certo!
Avrebbe mantenuto il silenzio e magari più avanti avrebbe anche chiesto qualche spiegazione. Erano un gruppo, tutto sommato, no? Certi segreti, almeno tra di loro, andavano confessati.
Ora, però, l’idea di parlare chiaramente con Ai non gli sembrava più così cattiva!
 
 
Ciao a tutti!! Sono tornata con un nuovo capitolo della mia AiSyo!
Spero che anche questo sia di vostro gradimento, intanto voglio fare un ringraziamento speciale a Starishadow che ha commentato tutti i capitoli fino adesso!! :)
Grazie a tutti quelli che leggeranno e come sempre ogni recensione è bene accetta!
Il prossimo capitolo sarà interamente su Ai! Ci stiamo avvicinando alla “resa dei conti”, ma abbiate ancora un po’ di pazienza! ^^
Baci, pinky_neko

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Ai's pov

Era tormentato e non sapeva neanche lui da cosa. Rimorsi non erano, per quale motivo avrebbe dovuto provare rimorso per una cosa che aveva voluto e che gli era anche piaciuta?!
In fondo, era colpa di Syo se tutto questo era successo! O meglio, era anche colpa di Syo se tutto questo era successo… lo sapeva bene anche lui che certe cose si fanno in due, indipendentemente da chi prende l’iniziativa o da chi provoca chi.
Però l’altra sera era leggermente su di giri e non capiva esattamente cosa stava accadendo – anche perché mai al mondo aveva pensato di perdere la sua verginità in quel modo! – e il biondino era così… sexy, mentre ballava e mentre lo baciava e – cavolo – mentre si spogliava! Aveva perso la testa, ma gli era anche dannatamente piaciuto. E secondo i suoi dati era piaciuto anche a Syo.
“Non sarebbe scappato poco fa per non farsi più vedere per l’intera mattina, no?” si disse.
In quel momento si trovava sul tetto, un posto perfetto per lui quando aveva bisogno di prendersi un po’ di tempo per riflettere e pensare – e dove componeva meglio i testi delle sue canzoni. Era steso a pancia in su, con un braccio portato sotto la testa e una mano che giocava con una ciocca di capelli scivolata dall’acconciatura. Tirava una leggera brezza che lo metteva sempre di buon umore e, mentre guardava il cielo cristallino, non aveva fatto altro che pensare agli occhi del suo kohai più piccolo.
Di nuovo quella sensazione… ma cos’era? Proprio non riusciva a capire - il che era strano visto quanto era ferrato in ogni campo della conoscenza - ma questa volta qualcosa gli stava sfuggendo di mano.
“Che abbia esagerato stamattina?” si ritrovò a pensare ad un certo punto. Tutto sommato, il biondino non ricordava cosa era successo la notte prima e forse assalirlo in quella maniera non era stata la mossa più geniale. Però si era sentito di agire così ed era certo che, tornando indietro, avrebbe rifatto la stessa identica cosa.
E comunque, oramai era chiaro che Syo aveva ricordato, se non tutto, in parte sicuramente e questo bastava al biondo per fargli capire che era davvero successo qualcosa.
“Così adesso si potrà prendere un po’ di responsabilità anche lui, senza dovermi incolpare di averlo soggiogato mentre era sotto l’effetto di alcool!” il sorriso sulle sue labbra si allargò, ma non raggiunse gli occhi.
C’era ancora qualcosa che non quadrava. Era paura quella che provava in quel momento? Ma paura di cosa? Di cosa avrebbe dovuto aver paura?
È vero, loro due non stavano insieme, ma… lui non aveva… mai pensato… di…
Un attimo. Loro due non stavano insieme. Loro due non stavano insieme. Ma certo! Ecco di cosa aveva paura.
Di un rifiuto.
Aveva paura che Syo avrebbe preso tutto questo come un enorme sbaglio e che alla fine dei conti lo avrebbe rifiutato, ma per lui tutto questo non era stato uno sbaglio.
Non era stato uno sbaglio? Ma lui non aveva mai pensato a Syo in quel modo.
E comunque, perché avrebbe dovuto rifiutarlo? Aveva forse intenzione di dichiararsi? A Syo, per giunta??
Ma perchè mai?
Ok, non ci stava seriamente capendo più nulla.
Una parte di lui gli diceva di far finta di niente, vedere le mosse che avrebbe fatto il suo compagno di stanza e seguirle a ruota, ma un’altra parte gli urlava di prendere la situazione in mano e sputargli in faccia le cose chiare e tonde come se le sentiva. Poi c’era sempre quella strana sensazione che non distingueva e che gli faceva stringere in una morsa dolorosa la bocca dello stomaco.
O forse un po’ più su?
Si accorse solo adesso che il suo cuore stava battendo all’impazzata. Perché? Perché pensare a Syo lo faceva stare in quel modo? Non era esattamente una brutta sensazione, ma dal momento che non la capiva… non sapeva più che fare.
Era confuso… e tormentato – ancora da cosa non si sapeva -… e… voleva stare con lui.
Si, non sapeva perché, ma voleva stare con Syo. E questo lo confondeva e tormentava ancora di più, ma in quel momento non ci fece caso e si godette quella nuova emozione che gli affiorava nel petto.
La consapevolezza. Consapevolezza di ciò che voleva veramente, consapevolezza di aver capito quale scopo doveva raggiungere e consapevolezza di non poter più fare a meno di Syo.
Il perché non lo sapeva, ma a tutto c’era un tempo e forse avrebbe dovuto aspettare un altro po’ per capire anche quel piccolo particolare.
Si alzò lentamente ed andò ad appoggiarsi alla ringhiera del tetto.
Una ventata di aria fresca lo colpì in pieno volto, mandandogli indietro le ciocche di capelli sbarazzine che gli cadevano sulla fronte. Chiuse gli occhi, assaporando uno dei momenti che più di tutti lo facevano stare bene.
Quando lì riaprì, la sua attenzione fu catturata da un ‘essere’ rotolante sull’erba sotto un ciliegio. Non appena si rese conto che quell’ ‘essere’ era Syo – ma proprio il suo Syo – cominciò a ridere. Rise così forte e così di gusto che gli vennero le lacrime agli occhi e si dovette tenere in piedi appoggiandosi alla ringhiera.
In fondo, vedere il suo kohai che rotolava da una parte all’altra del piccolo spazio di erba sul quale se ne stava sdraiato, con le mani sulla faccia e la bocca aperta come se stesse farneticando qualcosa di comprensibile solo a sé stesso, era semplicemente una scena esilarante, a tal punto da non riuscire a trattenersi.
Una volta ripreso il controllo di sé, si asciugò le lacrime annidate al bordo degli occhi con il dorso della mano e continuò a fissare Syo.
Sembrava concentrato in un qualche pensiero.
“Beh, tutto sommato anche lui è un essere pensante” si ritrovò a pensare, “e che essere pensante”. Avvampò non appena lo disse. Era talmente preso da quella figura sdraiata più in basso che non aveva saputo frenare e controllare i suoi pensieri.
Che gli piacesse? Che gli piacesse Syo? Sicuramente la sua prestazione fisica gli era più che piaciuta, ma per quanto riguardava la sua persona… cosa provava per lo Syo che tutti conoscevano?
Di nuovo quella sensazione alla bocca della stomaco… lo iniziava a stancare.
Presto si accorse che l’attenzione del biondino era stata catturata da una scenetta poco distante da lui. Seguì lo sguardo del suo kohai, per poi spalancare gli occhi in un moto di sorpresa.
“Nooo…” era sbalordito e a momenti era anche certo che un’altra ondata di ridarella lo avrebbe colpito di nuovo.
Ren e Masato si stavano baciando. Ma da quando stavano insieme quei due?
Insomma, aveva sempre visto Ren trattare Masato come se questo fosse una ragazzina cotta e stracotta di lui e gli era sembrato strano che non lo facesse anche con gli altri del gruppo se era solo un gioco – di cattivo gusto, per Masato. Ma poi aveva archiviato la questione pensando che conoscendosi da tanto tempo, quel tipo di scherzi – divertenti solo per Ren – erano una consuetudine di quando erano più piccoli.
Ma non aveva mai calcolato il fatto che potessero essere realmente una coppia.
Tornò a guardare Syo, giusto in tempo per scorgere sul suo viso un sorrisone a trentadue denti, prima che questo si alzasse e corresse nella direzione opposta ai due, fino a scomparire dalla sua vista.
Sorrise tra sé e sé, pensando al biondo e a tutto quello che avrebbe voluto dirgli e fargli, anche. Poi, facendo dietro front e dirigendosi verso le porta di uscita dal tetto, tornò alla sua mente la coppia che si stava baciando frenetica sulla riva del lago.
“In fondo, bisogna prendere esempio dai più grandi, giusto Ren?”
 
 
Ciao a tutti! Eccomi di nuovo con un altro capitolo. ^^
Non sono del tutto convinta di quello che ho scritto, ho letto e riletto cento volte, ma ogni volta mi sembra sempre peggio. Quindi ho deciso di pubblicarlo prima di finire per cancellare tutto e pentirmene poi! ;)
So che il mio Ai è leggermente OOC, ma spero qui di non esserci finita troppo. Ho pensato che queste potessero essere le emozioni che potrebbe provare in quel momento e quindi… ho scritto!
Spero che vi piaccia comunque! :)
Baci, pinky_neko

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


“Syo! Eri sparito! Finalmente sei ritornato!!”
La voce allegra di Otoya raggiunse le sue orecchie nell’istante preciso in cui lui si accingeva ad aprire la porta del salone del Master Course, nel quale i giovani idol solitamente si riposavano. Lì, vi trovò il viso sorridente del rosso e Tokiya seduto sul divano.
Possibile che il compagno di band stesse prendendo esempio da Natsuki? Mancavano solo i suoi abbracci spacca-ossa e la nuova versione del suo compagno di stanza era pronta, appena sfornata come una brioches al burro: l’avrebbe chiamata “Natsuki in rosso” – un po’ come la “Signora in giallo”, si ritrovò a pensare il biondino, cercando poi di trattenere le risate, che stavano per scoppiargli fragorose in gola.
“Beh sono stato solo a fare un giro in giardino” si scusò Syo, con un sorriso sulle labbra rosee, mentre si avvicinava al divano al centro della stanza e si sedeva accanto a un Tokiya completamente disinteressato ai loro discorsi e apparentemente preso da un libro aperto sulle sue ginocchia.
“Ma perché sei scappato via, prima a colazione? È per quello che ha detto Ren, perché hai scoperto che ieri sera hai ballato sul tav-“
“Ahhhh!! Va bene Otoya, ho capito cosa intendi” – e grazie per ricordarmelo continuamente, proprio quando iniziavo a non pensarci più – pensò, mentre sentiva il suo viso tingersi di una tonalità un po’ più scura del rosa pelle. “Mmm… diciamo che… volevo pensare con un po’ di tranquillità”
“E a cosa, di grazia?” chiese il moro al suo fianco, glaciale, senza togliere gli occhi dalle pagine, che evidentemente non stava leggendo.
Gli altri due si guardarono per un momento…
Di grazia?!
Da quando in qua Tokiya usava certi termini?
Si dovettero trattenere non poco per non scoppiare a ridere in faccia al maggiore, tentativo che fallì miseramente non appena venne aperta la porta, da cui sbucarono un Ren palesemente soddisfatto e un Masato fortemente accigliato, i quali si trovarono di fronte ai due più giovani del gruppo riversi sul pavimento.
Tokiya, dal canto suo, lanciò un’occhiataccia torva ai due idol che, con le lacrime agli occhi, si tenevano la pancia per quanto avevano trovato divertente la “battuta” del moro.
“Si può sapere. Che diavolo. State. Facendo?” il tono di Masato fece congelare le risate in gola ai due ragazzi che si ricomposero e fecero spallucce come per scacciarsi la colpa di dosso.
“Sembri parecchio arrabbiato, Masato. Cosa ti ha fatto Ren stavolta?” chiese Tokiya, ritrovando il suo solito atteggiamento contenuto ed “altezzoso”.
“Ahh… parecchio curiosetto il ragazzo!” fece Otoya di rimando, beccandosi l’ennesima occhiataccia della mattinata.
Dal canto suo, però, Ren si mise subito sulla difensiva. “Ehi, aspetta un attimo. Chi ti dice che io gli ho fatto qualcosa! Potrebbe avercela con chiunque!” ed enfatizzò la sua teoria con un gesto teatrale delle braccia, buttandosele ai lati con fare esasperato.
“Ren, ogni volta che Masa è arrabbiato è colpa tua!” riprese Tokiya, che ormai aveva abbandonato il libro su un bracciolo del divano.
Sempre colpa tua”
Perennemente colpa tua” sottolinearono gli altri due.
“Si, è colpa sua” concluse Masato, guardandolo in un modo che, se un’occhiata avesse potuto uccidere, il biondo dongiovanni quella volta sarebbe sicuramente morto stecchito.
“E dire che pensavo vi steste divertendo” affermò una voce che proveniva dalla porta dalla quale erano appena entrati i due ragazzi, la quale si rivelò appartenere al ragazzo dai capelli ciano. “… nel parco… in riva al lago…” continuò con un sorrisetto divertito che si allargò alla vista della ormai-a-lui-ben-nota coppia che sbiancò a quelle parole.
“Uhm… senpai!” l’enfasi nella sua voce morì non appena si ritrovò cinque paia di occhi puntati su di sé.
Ok, forse aveva richiamato l’attenzione nel modo sbagliato, ma in quel momento Syo proprio non aveva idea di come fare per sviare il discorso su un altro argomento che non fosse… quello!
Insomma, che Ai avesse visto era ormai palese, non avevano fatto molte altre cose quei due oltre al baciarsi sulla riva del lago… o si?
Ma perché doveva sempre pensare a cose imbarazzanti?! Adesso si sentiva il volto in fiamme e gli occhi dei presenti erano ancora puntati insistentemente su di lui.
“Cosa c’è, Syo?”
Il rossore sparì dalle sue gote non appena si accorse del tono di voce del suo senpai. Era… diverso.
Non sapeva spiegarselo, ma si era addolcito, quasi che fosse spaventato da qualcosa o da qualcuno – o da una certa situazione che si sarebbe potuta venire a creare di li a poco, si disse -. Comunque, non aveva più quella sua tipica punta di divertimento e sbeffeggiamento, tanto che al biondino gli morirono le parole in gola.
I loro occhi rimasero incatenati gli uni negli altri per qualche secondo, senza eliminare quel contatto visivo neanche per sbattere le ciglia, mentre nessuno dei due riusciva a formulare – e nemmeno a pensare – a qualcosa da dire.
Il silenzio piombato nella stanza venne prontamente interrotto da Otoya.
“Ehm… ragazzi?!” chiese insicuro.
Fu abbastanza perché i due ripresero coscienza della situazione e, imbarazzati, si diedero le spalle in uno scatto fulmineo.
“Torno in camera” borbottò il minore, sotto gli sguardi attenti e stupiti degli Starish che, una volta scomparsa la figura longilinea di Ai, puntarono i loro occhi nuovamente su Syo.
“Che sta succedendo, Kurusu?” fece Masato, sedendosi sull’altro divano del salone proprio di fronte al biondino, che, a quelle parole, si irrigidì sul posto.
“Avete litigato per caso?” continuò il rosso, un po’ intimorito non sapendo che reazione avrebbe avuto il compagno di band.
“N-no…”
Ma perché diavolo stava balbettando??
“Ah no?! Eppure non sembrava da come vi guardavate”
Lanciò un’occhiataccia a Ren, tentando di imitare quella assassina di Masato, ma era sicuro che in quel momento sarebbe apparso al maggiore più come un cane appena bastonato che chiedeva pietà. E infatti il suo sguardo provocò l’ilarità di quest’ultimo.
“Non c’è niente da ridere, idiota!”
“Già, Ren, smettila, per oggi hai fatto abbastanza” ripeté truce Masato, per poi tornare a fronteggiare Syo, mentre Tokiya ancora si chiedeva cosa avesse fatto il ‘povero’ dongiovanni. “Quindi? E’ evidente che qualcosa non va.”
“Con noi puoi parlare” continuò Otoya, addolcendo il suo sguardo.
Dopo un attimo si esitazione, il biondino si convinse che, in fondo, non c’era nulla di male a chiedere consiglio a loro – cioè, a Ren forse un po’ si, visto che probabilmente l’avrebbe preso in giro per il resto della sua esistenza, ma preferì non pensarci.
“E-ecco… vedete… i-io… c’è questa persona…”
“Che ti piace??” tuonò Otoya che, ancoratosi con le mani alle spalle di Syo come un’aquila quando acchiappa la sua preda, lo fece sussultare dallo spavento ed avvampare per le parole pronunciate.
“M-mai e poi mai!!”
Masato si lasciò sfuggire un lungo sospiro di comprensione prima di parlare. “Ora è tutto chiaro”.
“Già. Per fortuna si tratta solo di questo, cominciavo a pensare fosse più grave” rispose di rimando Tokiya, rinforcando il libro precedentemente abbandonato e riaprendolo in una pagina apparentemente a caso.
“E chi sarebbe questa persona?” chiese Ren, ammiccando leggermente in direzione del minore del gruppo, con un ghigno divertito sulle labbra.
“E’ carina??” Proseguì Otoya, decisamente troppo interessato alla questione, visti gli occhi a forma di stelle stile ‘Mila e Shiro’.
“N-non è carina…”
Per un attimo tutti lo fissarono incuriositi, a parte Tokiya che pretendeva di continuare nella lettura del suo libro anche se un occhio attento avrebbe potuto notare come le sue orecchie fossero pronte a captare ogni minimo suono che fuoriuscisse dalle labbra del biondo, il quale, preso un lungo respiro e fissando il suo sguardo al pavimento, continuò.
“E’ carino…”
Ok, se prima era imbarazzato, adesso era certo che si sarebbe potuto seppellire vivo in quell’istante per la vergogna di ritrovarsi gli occhi di tutti addosso. Pure Tokiya aveva chiuso di nuovo il libro.
Ciò era grave.
Nessuno osava dire una parola e lui meno di tutti aveva intenzione di guardare le facce che avevano i suoi compagni in quel momento.
“Che differenza fa? Se ti piace va sempre bene, no?! Indipendentemente dal fatto che questa persona sia maschio o femmina.”
Mai al mondo avrebbe pensato che da quell’imbarazzante situazione avrebbe trovato un aiuto proprio in Ren, ma in quell’istante decise che avrebbe eretto una statua in suo onore.
“In fondo uno come te non ci ha mai saputo fare con le donne, era ovvio che prima o poi avresti ripiegato sugli uomini”.
Ok, niente statua.
“Tch, grazie tante…” fece per alzarsi, amareggiato, ma venne prontamente bloccato da una mano di Otoya che, con un tocco gentile sulla spalla, lo rimise a sedere.
“Lascia perdere questo cretino, lo sai che gli piace prendere in giro le gente” disse in un sibilo Masato, guardando con occhi affilati il maggiore che sembrava leggermente pentito delle sue stesse parole.
Prendermi in giro, vorrai dire…” rispose asciutto Syo, tornando a guardarsi le scarpe e scrollandosi di dosso la mano del rosso, mentre gli occhi dei compagni vennero tutti catturati dalla figura di Ren e i loro volti assunsero il tipico cipiglio da guarda-cosa-hai-fatto-grandissimo-idiota.
“Ok, scusa, Ochi-… Syo. Non volevo prenderti in giro, era solo per alleviare un po’ la tensione e cercare di metterti a tuo agio.”
“N-non ti preoccupare, fa lo stesso.”
E mentre il silenzio tornava ad inondare la stanza, una domanda si fece largo nella mente dei presenti.
"E se quella persona fossi io????"
 
 
 
Sorpresa!! Sono tornata con un nuovo capitolo dopo un tempo vergognosamente lungo!
Chiedo umilmente perdono per l’imperdonabile ritardo, non ho scuse, ma spero proprio di riuscire a compensare pubblicando nel minor tempo possibile il prossimo! ;)
Comunque, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, anche perché ormai siamo alle fasi finali - ancora qualche capitolo e dovremmo raggiungere una conclusione! ^^
Ringrazio tutti quelli che mi seguono e spero vivamente continuerete a farlo.
Un bacione a tutti, la vostra
Pinky_neko

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Fu proprio Ren a metter fine a quel silenzio insopportabile ed imbarazzantissimo, soprattutto per un certo biondino.
“Beh, se ti può consolare io e Masa stiamo insieme già da un po’ di tempo” disse con fare innocente, guadagnandosi un’occhiata piena di sdegno da parte del compagno, le cui guance erano diventate più rosse dei capelli di Otoya.
La stanza calò in un silenzio agghiacciante – reso tale anche dall’aura nera pece che si era formata attorno alla figura di Masato, chiaro segnale del suo attuale stato d’animo, e dal fatto che sulla sua faccia si poteva leggere a caratteri cubitali: “SEI MORTO, PEZZO DI IDIOTA!!!!” – ma prima che qualcuno potesse anche solo pensare di aprire bocca, una risata fragorosa esplose tra le quattro mura.
“Stiamo delirando” mormorò Otoya a voce bassa, in modo che solo Syo davanti a lui potesse udirlo, mentre entrambi fissavano sconcertati Tokiya, il quale tentava di darsi un tono asciugandosi le lacrime dopo il suo prorompente attacco di risa.
“No, cioè… voi due state insieme??? Masato ammettilo, con cosa ti ricatta questo dongiovanni da strapazzo?” disse il ragazzo dai capelli blu, con un sorrisino stampato in faccia, “reduce” delle sue lunghe risate.
Dongiovanni da strapazzo?? I due più giovani del gruppo si scambiarono un’occhiata complice, consci di pensare la stessa cosa in quel momento: ‘Tokiya, ma che hai bevuto stamattina??’.
“Ehi!! Io non ho ricattato nessuno!” cominciò un Ren alquanto scioccato – ma per niente offeso, anzi, più che altro divertito – dal commento dell’amico. “Masa è perfettamente consapevole e consenziente di quello che fa con me, soprattutto a letto!” e rivolse un’occhiata al suddetto, ammiccando leggermente.
“REN!!” Masato, ancora più paonazzo in volto di prima, sembrava quasi stesse per esplodere dalla vergogna. “Smetti di dire cose imbarazzanti come queste, cretino!” sputò le parole addosso al biondo a denti stretti, cercando di rimarcarle con più odio possibile che potesse trovare, per quanto un sentimento decisamente contrastante che – ahi lui!! – provava per quello stesso “cretino”, glielo permettesse.
“Beh, come ha detto Ren prima” continuò Tokiya, tornando momentaneamente serio, “non c’è nulla di male in questo. Solo mi dispiace che non ce lo abbiate detto prima”.
Masato lo guardò, occhi sgranati per lo stupore nel sentirsi rivolgere quelle parole. Beh, cos’altro poteva aspettarsi dal sempre quadrato Tokiya.
Otoya e Syo, sempre più allibiti dalla situazione, continuavano a voltare contemporaneamente le loro teste da Tokiya agli altri due compagni che ora si trovavano al centro dell’attenzione, senza avere la minima occasione di ribattere – ed in realtà senza neanche trovare parole per descrivere ciò a cui stavano assistendo -.
Era tutto così terribilmente assurdo!!
Dopo aver preso un lungo respiro, Masato si decise finalmente a vuotare il tanto agognato sacco.
“Ebbene… è così. Io e questo… idiota stiamo insieme” a nessuno sfuggì il modo in cui sottolineò il non-tanto-dolce-ma-indubbiamente-sentito aggettivo rivolto al compagno, il quale non si scompose nell’udirlo, ma, anzi, sembrò esserne più che contento – era forse quello il loro modo di dimostrarsi affetto?? –
“Tutto è bene quel che finisce bene!” riprese proprio il biondo. “Visto Ochibi-chan? Non c’è niente di male in una relazione tra due ragazzi, quindi…” d’un tratto il suo tono si fece più serio “Sputa il rospo! È uno di noi per caso??”
Syo spalancò gli occhi a quella domanda, alla quale pareva che tutti fossero piuttosto interessati, visto come avevano drizzato le orecchie al sentirla, e per questo si scordò addirittura del nomignolo con il quale il maggiore lo aveva chiamato.
“No! Ma… ma come vi viene in mente una cosa del genere!! Non potrei mai innamorarvi di uno di… voi” concluse, quasi schifato, la sua affermazione, cosa che non passò inosservata agli altri che subito saltarono su.
“Perché? Cosa abbiamo noi che non ti soddisfa??” fece Otoya.
“Non puoi giudicare un libro dalla copertina, Syo” continuò Tokiya, che evidentemente aveva una fissa per i libri.
“Non siamo mica così male come ci dipingi, eh! Cosa credi?!” riprese Masato, con lo stesso tono con cui si prende parte ad un messaggio pubblicitario sulle svendite dell’ultimo minuto a metà prezzo. ‘Ci manca solo che si alzi per far vedere la “merce” in vedita’, pensò il biondino e ringraziò che il maggiore non avesse aggiunto qualcosa tipo “devi provare prima di giudicare!!” o giù di lì.
“Mmm il nostro Ochibi è piuttosto comune nei gusti se non sa apprezzare la vera arte” concluse Ren, ovviamente intendendo sé stesso con la sua frase e guadagnandosi così un’occhiata esasperata da parte dei compagni.
“Ma no, non intendevo questo! È che, si insomma… mi fa strano immaginarmi con uno di voi…” disse Syo con voce flebile, appena udibile dai presenti nella stanza, i quali iniziarono a pensare a come sarebbe stato stare con il biondino… ma i loro pensieri non furono esattamente il ritratto della purezza e finirono per arrossire come semafori, tutti tranne Ren – tranquillissimo con quel tipo di pensieri – e Otoya, il quale disse infine allegramente: “Beh non sarebbe tanto male!”
Tokiya lo guardò, quasi commosso dalla genuinità del giovane, che sicuramente stava pensando ad un’uscita al negozio di dischi come tra amici, piuttosto che ad una nottata tra le lenzuola come a tutti gli altri era venuto in mente.
“C-cioè… non che sia interessato, ma… m-ma…” continuò il rosso, cercando di “aggiustare” la frase appena uscitagli dalle labbra, una volta resosi conto degli sguardi curiosi ricevuti dei compagni al sentirla, ma finì solo per balbettare parole sconnesse, almeno fino a quando il suo compagno di stanza non intervenne.
“Ma allora se non siamo noi… è un senpai?”
Il biondino non potè evitare di avvampare ed abbassare il capo fissandosi le ginocchia alla domanda più che legittima di Tokiya, al quale fu chiaro, almeno quanto agli altri, che aveva fatto centro.
Syo non poteva permettersi di dirlo ad alta voce, era troppo imbarazzante pronunciare il suo nome in quel tipo di contesto!
“È-è un senpai, m-ma… ma non nel v-vero senso del termine…” strizzò gli occhi, sentendo come la vergogna lo stava sommergendo, conscio del fatto che i suoi compagni avrebbero capito da quel piccolo indizio. Insomma, lui era l’unico che si faceva chiamare senpai nonostante fosse il più piccolo al Master Course.
Questi, infatti, si scambiarono un’occhiata d’intesa tra loro, pensando tutti ad una stessa persona. Ai.
Ecco la risposta a tutte le loro domande ed ecco la soluzione a tutti i problemi di Syo. Semplice no?
Tutti sapevano – eccetto Syo e Otoya – che l’unica cosa da fare in quei casi era solo parlare.
Intanto fuori dalla porta della stanza, Reiji aveva ascoltato buona parte della conversazione ed ora finalmente riusciva a collegare qualche pezzo del puzzle.
Non che gli piacesse origliare i discorsi altrui, solo che aveva visto uscire il suo adorato Ai-Ai con una fretta tale da non notare nemmeno che lui stava entrando nello stesso momento in cui era uscito.
Sapeva che se lui avesse varcato la soglia, gli Starish non avrebbero mai cominciato quel discorso, per cui, preoccupato per il compagno di band più giovane, aveva deciso di “appostarsi” sulla porta per capire cosa fosse successo.
Ed ora tutto gli era chiaro!
Non doveva far altro che parlare con Ai e tutto si sarebbe risolto! Magari, però, avrebbe dovuto anche procurarsi qualche rinforzo.
Con questo pensiero in mente, si diresse a passi svelti verso la camera del conte. Primo obiettivo del suo diabolico piano? Creare una perfetta coppia di idols!
 
 
 
Ed eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo!!
Spero di non avervi fatto aspettare troppo, ma purtroppo questi sono i miei tempi tuttora – e potrebbero anche dilungarsi – quindi vi chiedo scusa in anticipo per futuri ritardi!! *si inchina in segno di scuse*
Cooomunque, passando al capitolo… ehehe devo ammettere che queste “riunioni” tra Starish mi stanno cominciando a piacere!! XD
Vorrei scriverne di più, ma direi che stiamo arrivando agli sgoccioli della nostra fanfiction! Ancora qualche capitolo e tutto si concluderà! ;)
Ringrazio tutti coloro che hanno messo la storia tra le seguite e soprattutto le mie adorate recensitrici!! Grazie mille di cuore, ciò che dite mi fa venir voglia di scrivere sempre di più e mi incoraggia moltissimo!! :)
Spero che questo capitolo possa piacervi – tranquilli, nel prossimo farà il suo grande ritorno anche Ai!! XD
Un bacione a tutti e a prestissimo!!
Pinky_neko

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***



“Ai-Ai! Non ci devi mentire! Insomma, siamo i tuoi migliori amici, oltre che i componenti della band di cui fai parte, quindi certe cose puoi dircele senza problemi!”
“No, Reiji. Così non va bene. Non parlerà mai se cominci in questo modo!”
“Ha ragione Ranmaru. E poi cos’è questa storia dei migliori amici? È la prima volta che ne sento parlare!”
“Ma insomma! Con voi due non si può proprio dire niente!” continuò il brunetto, stampandosi in faccia un broncio offeso e gonfiando le guance come fosse stato un bambino di cinque anni al quale avevano rubato il lecca-lecca.
“Senti, secondo me la cosa migliore da fare è chiederglielo direttamente. Sempre se ciò che ci hai detto sia la verità” riprese Ranmaru.
“Certo che è la verità! L’ho sentito precisamente! A Syo-chan piace Ai-Ai! Sono certo che se si mettessero insieme sarebbe un modo perfetto per farli andare d’accordo. Non litigherebbero più come al solito! E poi sarebbero una coppia così carina che-“
“Allora è per questo che ci hai costretto ad andare da Mikaze. Vuoi farlo mettere con quel nano di Kuruso perché sarebbero una coppia così carina” interruppe Camus, scimmiottando il modo di fare di Reiji alla fine della sua frase ed incrociando le braccia al petto un secondo dopo, per poi guardarlo con occhi d’accusa. “Forse non ti è chiara a situazione? IO stavo finendo di scrivere un testo e IO dovevo anche controllare l’ultimo lavoro che il mio kohai mi ha lasciato prima di partire e sempre IO avevo un appuntamento di lavoro tra mezz’ora che TU mi hai costretto a disdire e TUTTO QUESTO solo perché due mocciosi facciano coppia?! Ma mi prendi per il-“
“Calmati Camus. È inutile alzare la voce con Reiji. Ormai lo sai, quando è convinto di ciò che fa, quello che gli dici gli entra da un orecchio e gli esce dall’altro.”
“Ah, hai poco da lamentarti tu! Immagino stessi semplicemente strimpellando con la chitarra.”
“A parte il fatto che io non strimpello con la chitarra, ma la suono” cominciò accigliato il ragazzo dai capelli argentati, “mi dispiace deluderti Camus, ma Reiji, effettivamente mi ha disturbato in un momento privato decisamente poco appropriato” fece di rimando Ranmaru, sbuffando leggermente al ricordo.
Il conte, cercando di visualizzare cosa potesse mai fare il compagno di band di così privato, finì con l’avere pensieri poco casti sull’amico, che gli procurarono un forte rossore alle gote, cosa che non passò inosservata al minore che subito tentò di chiarire, ancora più infastidito di prima.
“Ma che hai capito! Stavo dormendo!!”
“Ragazzi, facciamo i seri per una volta e torniamo al fatto del giorno.” Con la sua voce ferma, Reiji li fece tornare alla realtà e pensare al perché l’amico dovesse essere così serio solo in situazioni così assurde e non quando realmente c’era bisogno di esserlo.
“Mi dispiace Myu-chan se hai dovuto cambiare i tuoi piani della giornata, mentre tu Ran-Ran non dovresti dormire dopo aver fatto colazione solo perchè abbiamo un periodo di pausa. E comunque, non stiamo facendo questo per due mocciosi qualsiasi! Si tratta di Ai-Ai e di Syo-chan! Dobbiamo aiutarli, siamo i maggiori qui dentro! Non vi pare?”
No, non gli pareva affatto, ma era inutile dirlo ad uno come Reiji, che, piuttosto che rinunciare al suo piano – sempre che ne avesse uno – li avrebbe supplicati in ginocchio ed inseguiti per tutto il Master Course se ce ne fosse stato bisogno.
“E va bene” cominciò Camus, sconsolato. “Ma basta fare le prove del discorso, andiamo e parliamogli, non voglio perdere più tempo del dovuto.”
“Si, sono d’accordo con Camus. Andiamo e facciamola finita una buona volta con tutta questa storia.” Continuò Ranmaru, già stanco dopo aver percorso il corridoio che portava alla stanza di Ai.
Infatti Reiji, dopo aver chiamato i due amici, si era soffermato un attimo fuori dalla porta di Ranmaru per “provare” quello che sarebbe stato poi il discorso da fare al compagno più giovane, cosa decisamente non voluta dagli altri due.
“Di cosa dovete parlarmi?” la voce monotòno di Ai li raggiunse prima che i tre furono in grado di arrivare alla porta della sua stanza.
“A-Ai-Ai! C-che ci fai qui?” chiese Reiji titubante, come se fosse stato scoperto con le mani nel sacchetto delle caramelle.
“Ho sentito Camus urlare, sono venuto a vedere cosa stava succedendo e vi ho sentito parlare di me. Allora? Dovete dirmi qualcosa?”
Il brunetto lanciò uno sguardo di rimprovero al conte di fianco a lui, per poi continuare. “Quanto hai sentito della nostra conversazione, Ai-Ai?”
Questo si portò una mano sotto il mento prima di rispondere con fare pensieroso.
“Mmm… più o meno da quando hai detto ‘non stiamo facendo questo per due mocciosi qualsiasi’, intendevi me e Syo, giusto?”
“B-beh… effettivamente…” cominciò Reiji che, non avendo provato abbastanza, non sapeva come formulare il discorso.
“A quanto pare Kurusu si è pazzamente innamorato di te e Reiji voleva che voi due vi metteste insieme perche oh! Sareste una coppia super-carina!” concluse Ranmaru, cercando di imitare il tono di voce del maggiore alla fine della frase. “Ora posso tornare a dormire?”
Il brunetto era allibito, almeno quanto Ai, che tutto si aspettava tranne che ricevere una confessione indiretta dal biondino che ultimamente affollava un po’ troppo i suoi pensieri.
“Il nostro compito l’abbiamo fatto, io torno a lavorare” replicò Camus, freddo come il ghiaccio, iniziando a dirigersi verso la sua camera, seguito a ruota da un Ranmaru alquanto seccato.
“Ohi, conte dei miei stivali, non ti prendere meriti che non hai! Ho fatto tutto io il lavoro sporco!”
Rimasti soli, con soltanto le voci dei compagni di band che bisticciavano in sottofondo, Reiji incatenò lo sguardo con quello del ragazzo dai capelli ciano, il quale indubbiamente pretendeva spiegazioni.
“Vedi, quello che ha detto Ran-Ran è vero. Ho per caso sentito gli Starish parlare con Syo-chan…” disse Reiji, cercando di nascondere quella punta di imbarazzo che provava – e che non pensava avrebbe mai provato! – nel parlare con Ai di queste cose.
Per caso, eh?” continuò il più giovane, inarcando le sopracciglia e stampandosi in faccia un sorrisetto compiaciuto. “Dai, entra” e con un gesto della mano, invitò il maggiore dentro la sua stanza e sospirò leggermente al richiudere la porta.
Presero entrambi posto sul letto di Ai, prima che Reiji ricominciò a parlare.
“Allora… questa mattina non ho potuto fare a meno di notare che vi comportavate in modo strano tutti e due. Insomma, Syo-chan era evidente che aveva qualcosa che non andava, visto come ha lasciato la sala da pranzo a colazione, e sono contento di averlo scoperto. Tu invece?”
“Dovrei dirti se sono felice o meno che i tuoi dubbi si siano dissipati? Beh, in tal caso ne sono molto felice”. Chissà perché, ma la maggior parte delle volte che parlava con Ai, Reiji si sentiva quasi sempre preso in giro.
Decise di non scomporsi e di continuare.
“Non fare il finto tonto. Ormai ti conosco meglio di chiunque altro qui al Master Course e ho visto le occhiatine veloci che lanciavi a Syo-chan questa mattina. Sembravi preoccupato o… triste… non saprei dirlo con certezza.”
‘Come fa a venirgli così semplice dare voce a tutti i suoi pensieri, senza nemmeno aspettarsi che magari possono mettere in imbarazzo qualcuno?!’ si chiese Ai, mentre sentiva come un lieve rossore gli imporporava le gote.
Non poteva dirglielo, assolutamente. Andava contro tutti i suoi preconcetti! Non poteva!
“Ieri sera abbiamo fatto l’amore.”
L’aveva detto.
Dire che Reiji fosse rimasto di sasso, era sminuire la sua attuale condizione. Scioccato? Allibito, forse? Erano tutti aggettivi che si potevano avvicinare alla sua momentanea… immobilità.
“Mh” il brunetto non sapeva che dire. Insomma, l’unica cosa che poteva pensare era che Ai, il suo adorato Ai-Ai, di soli sedici anni, era andato a letto con un altro ragazzo.
“Quindi… tu e Syo…” aveva scordato anche il solito onorifico con il quale si rivolgeva sempre al biondino. Il suo sguardo era perso negli occhi color ciano dell’altro, non riusciva a focalizzarsi in niente tanto era attonito.
“Qualcosa in contrario?” fece Ai di rimando, non potendo dire esattamente a cosa l’amico stesse pensando in quel momento. Questa domanda parve risvegliare dal suo stato di trance il brunetto.
“No, certo che no! In fondo anche io e Ran- ahem, volevo dire, se c’è amore il sesso non conta, no?!” sorrise, cercando di nascondere l’estremo imbarazzo che provava nell’aver quasi rivelato la sua relazione. Se lo avesse fatto, Ranmaru non l’avrebbe più perdonato. Sarebbe stato un uomo morto.
“Si, infatti” replicò l’altro, scrutando il maggiore con occhi affilati, quasi volesse strappargli dalle labbra, con un solo sguardo, tutti i suoi segreti più reconditi.
“Allora cosa c’è che non va? State insieme oppure no?”
Questa volta era il turno di Ai ad essere imbarazzato.
“Beh… eravamo un po’ ubriachi, lui soprattutto, e non sono sicuro che lo volesse veramente. Stamattina non ricordava nulla e…”
“… E questo ti ha spezzato il cuore, ti capisco. In fondo questa era la tua prima volta…” si bloccò un attimo a pensare. “Perché era la tua prima volta, vero?” chiese Reiji, preoccupato della risposta, non sapendo cos’altro poteva aspettarsi dal più giovane del gruppo.
“Certo! Ma per chi mi hai preso!” rispose subito Ai, scioccato dalla domanda rivoltagli.
Dopo aver tirato un sospiro di sollievo, il maggiore continuò.
“Comunque, l’unica cosa da fare è parlargli. Digli come ti senti, che lo volevi veramente – sempre che tu lo volessi veramente!” e la sua risata allegra riempì la stanza.
“Ok, ok, ho capito!” disse Ai, lanciandogli un’occhiataccia a quella risata improvvisa.
Mai al modo avrebbe detto apertamente a Reiji che gli piaceva un altro ragazzo.
Una volta calmatosi, il brunetto riprese a parlare, con un sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia.
“Aww!! Il mio piccolo Ai-Ai si è innamorato!!!” e fece per abbracciare il più piccolo che prontamente si scansò.
“Credo sia ora che tu te ne vada, Reiji." Tutto voleva, tranne un doppione di Natsuki nella sua camera.
“Va bene, allora ci vediamo a pranzo Ai-Ai!!” e dopo aver aperto la porta, si girò nella direzione del compagno di band per salutarlo con una mano.
Fu allora che ad Ai tornò in mente il discorso interrotto prima.
Il ghigno divertito tornò sul suo volto e lanciò a Reiji un’occhiata piena di malizia.
“Tu e Ranmaru, eh?”
Assodato. Era un uomo morto che camminava.
 


 
Eccomi tornata con un nuovo capitolo!!
Giusto per chiarire: qui ho scritto che Ai ha sedici anni (ed infatti Syo ne ha diciassette, come detto nel primo capitolo), perché sto ambientando il tutto dopo la seconda stagione di Uta – ho supposto quindi una crescita dei personaggi XD -.
Ci stiamo sempre più avvicinando alla fine di questa fanfic, direi ancora due capitoli, se tutto va bene!! ;) Sono emozionata!! ^O^
Spero che continuerete a seguirmi e che anche questo capitolo vi possa piacere e, come sempre, ogni recensione è più che gradita!! ^^
Un bacione e alla prossima!
Pinky_neko :*

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***



Note dell’autrice: Innanzitutto… scusatemi per l’imperdonabile ritardo!!! Sono passati due mesi dall’ultimo aggiornamento, il tempo è davvero volato ed io quasi non me ne ero nemmeno accorta!!! Chiedo umilmente perdono!! >//< *si prostra di fronte a tutti i lettori*
Spero comunque che leggerete questo capitolo e che lo possiate apprezzare. Come sempre, ci metto il cuore nei miei testi! :3
Detto questo, vi lascio al capitolo, direi che avete aspettato abbastanza!! ù.ù
Buona lettura!! <3
(ci vediamo in fondo! XD)

 
 
 
Si trovava di fronte alla loro camera da ormai dieci minuti buoni. Sapeva con certezza che il suo senpai era all’interno e proprio per questo non aveva il coraggio di abbassare quella maniglia e farsi avanti.
Si mise a contemplare i decori di legno della porta con un trasporto tale che non rispecchiava sicuramente il caos completo che aveva governato la sua mente in quell’ultimo mese.
Infatti, da quella sera d’estate in cui era successo l’improponibile – almeno secondo la visione del biondino -, aveva cercato in tutti i modi di evitare Ai, non sapendo come seguire i consigli che i suoi compagni di band gli avevano dato. E comunque, anche il senpai non gli aveva minimamente rivolto la parola, si era limitato semplicemente a fargli trovare ogni mattina sulla sua scrivania il plico di impegni della giornata. L’imbarazzo di quello che era successo e soprattutto di quello che avrebbero dovuto dirsi aveva decisamente preso il sopravvento.
Insomma, abitavano sotto lo stesso tetto e addirittura dormivano nella stessa camera – e grazie al cielo era tornato pure Natsuki – ma era come se non esistessero l’uno per l’altro.
O meglio, cercavano di non vedere l’altro ma, nonostante questo, spesso Syo si era ritrovato a fissarsi nei suoi occhi ciano, intensi e travolgenti, e tutto quello che avrebbe voluto fare in quei momenti di estasi completa era immergersi in quel cielo azzurrissimo ed elevarsi ad altezze sconfinate per poter raggiungere il cuore del ragazzo a cui appartenevano. Poi succedeva sempre la stessa cosa: comprendeva il senso dei suoi pensieri - e per poco non vomitava per quanto zuccherosi e diabetici avevano potuto essere -, si voltava dall’altra parte e scappava a più non posso per mettere la maggior distanza possibile tra lui e il senpai.
Era patetico? Forse un pochino, ma non poteva farci proprio nulla. Non aveva idea di come affrontare la situazione e l’unica soluzione, come gli avevano ricordato i suoi amici quasi un mese prima, era quella di parlargli.
Parlargli, certo. Come se fosse stato semplice valicare quello sguardo di ghiaccio dal quale non trasparivano mai emozioni e confrontarlo in una chiacchierata amichevole che, dove avrebbe portato, ancora non si sapeva chiaramente.
Eppure, c’era sempre qualcosa che lo attraeva di Ai e ormai era inutile negare che gli piacesse. Più di una volta si era ritrovato ad osservarlo nel sonno: il suo viso rilassato ne rifletteva i lineamenti morbidi che durante il giorno erano sempre induriti da quella maschera di freddezza che si ostinava a indossare nonostante i suoi sedici anni. Ne seguiva i movimenti del petto che si alzava e abbassava ritmicamente, segno che il suo sonno era tranquillo, a differenza di quello del biondino che, invece, ogni volta che si abbandonava tra le braccia di Morfeo, non faceva altro che rivedere centinaia e centinaia di volte la stessa scena: il corpo di Ai avvinghiato al suo in un ammasso informe di coperte malamente avvolte attorno le loro gambe nude e, non appena si svegliava, si ritrovava sempre con un’erezione insoddisfatta che svettava tra le gambe. E il peggio era che doveva addirittura aspettare ad alzarsi dal letto per fare in modo che sia il senpai – con il quale si rifiutava categoricamente di incrociare lo sguardo la mattina – che Natsuki fossero usciti.
Per quel motivo il momento della doccia era diventato un appuntamento giornaliero con il suo appagamento sessuale. E tutto questo era dannatamente frustrante!
Stava seriamente impazzendo per la situazione assurda in cui si trovava e doveva per forza mettere la parola fine una volta per tutte a quella faccenda. Fece l’unica cosa sensata alla quale aveva pensato nell’ultimo mese: abbassò la maniglia.
 
Ciò che non si aspettava di vedere, una volta entrato nella propria camera, era un Ai seduto per terra ai piedi del letto a castello nel quale dormivano i suoi kohai, intento a maneggiare qualcosa che teneva tra le mani.
Sentendo la porta chiudersi, si voltò. “Ah, sei tu.”
Syo non si preoccupò nemmeno di rispondere, attirato dall’oggetto in legno che il senpai aveva appena appoggiato sulle sue gambe.
“Cosa stai facendo col mio violino?”
Non sapeva se essere arrabbiato o semplicemente confuso del perché lo avesse tirato fuori dal suo baule personale. Si, effettivamente forse era più arrabbiato che altro.
“Chi ti ha detto di rovistare tra le mie cose?”
“Non ti ho mai sentito suonare…” L’unica frase che uscì dalle labbra di Ai in un sussurro bastò a placare la furia che stava montando dentro il biondino.
Si scrutarono qualche minuto. Era da quella mattina, da quel fatidico risveglio, che non si trovavano da soli nella stessa stanza, che non erano così dannatamente vicini. Troppo, per i gusti di Syo, nonostante fosse ancora fermo sulla soglia.
“Perché l’hai tirato fuori?” chiese, quasi intimorito.
“Come ho già detto: non ti ho mai sentito suonare.”
Aspettò qualche secondo prima di parlare. Non perché non sapesse cosa dire, ma erano i suoi occhi a bloccarlo. Quel profondo color ciano lo bloccava sul posto, si sentiva come fosse sotto esame costantemente, come se lo stesse giudicando. In quel momento, si domandò se magari non aveva paura di un giudizio negativo nei suoi confronti da parte del senpai, anzi no, da parte di Ai.
Stava esitando, era insicuro forse? Poi perché tutti quei problemi proprio in quel momento?
“Non suono più.”
Le parole gli erano scivolate fuori dalle labbra senza nemmeno che se ne accorgesse. Era strana quella sensazione. Aveva davvero paura di quello che Ai gli avrebbe detto. Lo avrebbe giudicato? Gli avrebbe riso in faccia? No, non l’avrebbe fatto e questo lo sapeva per certo. Ma allora cos’era che lo preoccupava tanto?
“Perché?”
Il biondino prese un bel respiro mentre gli si avvicinava e si sedeva sul bordo del letto di Natsuki.
“Da quando ho iniziato a cantare non suono più. Non so dirti perché, semplicemente non mi sento più di farlo.”
“Forse… devi solo trovare una valida motivazione.”
Syo abbassò lo sguardo, sorpreso dalle parole che gli erano appena state rivolte, incatenando i suoi occhi con quelli ciano del senpai che lo fissava impassibile. Dopo qualche secondo di silenzio, il senpai decise di continuare, vedendo come l’altro non facesse che guardarlo, come avesse detto la cosa più strana del pianeta.
“Quando suono il sintetizzatore, cerco sempre di trasmettere tutte quelle emozioni che non riesco a donare mentre canto. Mi completa.”
Si alzò da terra, rimettendo il violino nella sua custodia nera, per poi sedersi sul letto accanto a Syo prima di continuare.
“È questo che dovrebbe fare uno strumento, completarci. Dove non arriviamo noi con la nostra voce, può arrivare il nostro strumento, ma solo se gli fai suonare la musica del cuore.”
Dire che il biondo fosse rimasto scioccato era poco. Decisamente non si sarebbe aspettato di sentir parlare Ai in questo modo, non dopo giorni in cui a malapena si dicevano buongiorno. Era strano trovarsi lì, seduti l’uno accanto all’altro mentre ancora riecheggiavano nell’aria le ultime frasi di Ai. Una motivazione… gli bastava trovarne una, una semplice motivazione per tornare a suonare il violino.
“Quando ero piccolo”, continuò poco dopo “ogni volta che suonavo i miei genitori e parenti sorridevano sempre, mi applaudivano ed erano felici. Penso fosse per questo che suonavo all’epoca, per vederli felici, ma ora loro non sono qui…”
“Puoi rendere felice qualcun altro. Me, per esempio.” lo interruppe Ai, sussurrando appena le ultime parole, come non volesse veramente farsi sentire dal maggiore.
In un attimo, in un batter di ciglia, i loro volti si ritrovarono a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro. I loro respiri si mescolavano, mentre gli occhi affogavano nel mare che avevano di fronte. E poi iniziò, casto, semplice e inconsapevolmente voluto da entrambe le parti. Era un bacio dolce, lento, umido, e proprio per questo ebbe l’effetto di una tempesta dentro di loro.
Nelle loro anime, nel loro cuore, stava suonando la sinfonia più bella che si potesse sentire, perfettamente in sincrono con le loro emozioni. E fu allora che capirono: quello era amore, quel tipo di amore soffocato per troppo tempo che aveva solo bisogno di scavare la sua strada tra i cuori dei due giovani idol. Un tipo di amore che era sbocciato alla prima occhiata, al primo sorriso e al primo sguardo, ma che era stato così tanto soppresso da strabordare, fuoriuscire e soggiogare le menti dei due amanti che, in poco tempo, si ritrovarono distesi sul letto, mentre i loro vestiti raggiungevano in fretta il pavimento.
 
 


 
E rieccomi!! ^^ Allora, premetto che tutto il discorso sul violino sembra strano a me per prima, ma volevo proprio metterglielo! XD Ho avuto questa “illuminazione” una sera, prima di andare a dormire, e da allora ho sempre voluto aggiungerlo a questo capitolo, quindi eccovi la scena! :D 
Comunque, la parte che ho preferito scrivere è quella finale, quando si perdono l’uno negli occhi dell’altro e si baciano, capendo per la prima volta quanto sia forte il loro sentimento. Spero che anche a voi sia piaciuta! :)
Credo inoltre di dovervi dare qualche spiegazione temporale: come avrete capito, ciò che succede in questo capitolo avviene un mese dopo le vicende degli scorsi (che, invece, se ricorderete, sono successe tutte nell'arco di una sera e la mattina dopo... bel salto, eh?! XD) Pensavo che una dichiarazione da un giorno all'altro, subito dopo essere finiti a letto insieme per la prima volta - e addirittura da ubricahi!!!! - non fosse molto realistica, quindi ho decisa di lasciar passare un po' di tempo, durante il quale i due hanno fatto chiarezza sui loro sentimenti, ma comunque non sapevano come confessarsi... almeno fino adesso! (anche se una vera confessione non c'è ancora stata! ;P)
Bene, detto questo, il prossimo sarà l’ultimissimo capitolo di questa faniction – spero solo di non metterci altri due mesi prima di pubblicare… :S -. No, dai, abbiate fede, non sono sicurissima di arrivare a dicembre, ma per i primi di gennaio dovrei completare totalmente la fanfiction! :) 
Comunque sia, spero che abbiate apprezzato il capitolo - seppur corto, ma questa è lunghezza standard dei capitoli fino adesso e l'ho voluta mantenere XD -, che non vi sia sembrato troppo strano o contorto o altre cose varie e che per qualsiasi cosa - critica, semplice commento o giudizi vari - potete farmi sapere liberamente!! ^^
Un bacione a tutti quanti!
Pinky_neko :*

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***



Sentiva la mano di Syo, morbida e gentile, accarezzargli lentamente la pelle nuda dell’addome, mentre teneva premuta la tempia contro il suo cuore, come a volerne sentire i battiti che lentamente si erano calmati. Le sue dita sottili affondavano nella chioma bionda, in quel momento stranamente ribelle, e il suo braccio circondava la vita stretta del suo kohai.
Dire che era stato bellissimo, era sminuire ciò che era appena successo. Era stato tutto così naturale, i loro corpi si erano mossi in sincrono, mentre le loro mani si erano cercate tutto il tempo, stringendosi, intrecciandosi, e le loro bocche si erano scontrate continuamente mentre respiravano l’uno l’odore dell’altro ed assaporavano la pelle tra i baci e i morsi e i tocchi avidi.
Ricordava perfettamente la passione che li aveva legati, la voglia di possedersi avidamente, lì, su quel letto sfatto, tra le lenzuola che avevano preso il forte odore del sesso appena consumato. E ricordava anche la sensazione magnifica di essere avvolto da un calore indescrivibile quando aveva penetrato Syo, dolcemente ma con decisione, e il modo in cui lui si era rilassato dopo i primi secondi di dolore che avevano lasciato subito spazio ad un piacere coinvolgente.
Era stato fantastico perché erano loro due quelli che avevano provato emozioni tanto forti da distruggere. E le avevano provate insieme, forse per la prima volta.
E adesso si trovavano lì, abbracciati sul letto, con in bocca l’uno il sapore della saliva dell’altro e nel cuore un sentimento fortissimo che si rispecchiava nei loro sorrisi raggianti e soddisfatti e la cosa più importante in quel momento era che l’avevano capito. Sì, dopo aver cercato di allontanare quelle nuovissime sensazioni evitandosi reciprocamente, era bastato uno sguardo per cadere nel profondo idillio dell’amore.
“Ai…” la sua voce usciva in un sussurro, leggermente roca per quanto era stata sforzata dalle grida precedenti. Con una carezza più forte sulla nuca, il senpai gli fece capire che non aveva nulla da temere e che poteva continuare tranquillamente.
“Non siamo mai stati amici, Ai.” Per un attimo, il sangue gli si gelò nelle vene. Il ragazzo sentì il suo cuore smettere di pompare mentre visualizzava nella mente il senso di quelle crudeli parole appena udite. Che cosa voleva dire? Dopo ciò che era appena successo tra di loro, non poteva finire tutto in quel modo, come fosse stato uno sbaglio, come dovessero far finta che non fosse accaduto niente.
“Ci sarà un motivo, no? Magari noi non siamo fatti per essere amici.” Il grosso macigno che stava premendo sullo stomaco si dissolse in un attimo, udendo come la voce sussurrata di Syo tremasse così innocentemente, come se ciò che stava per dire fosse la cosa più importante della sua vita e ne sentisse il peso gravargli sulle spalle tutto in un colpo.
Ma non era così, erano in due, potevano affrontare ogni ostacolo e dividersi il peso, le oppressioni e le difficoltà che avrebbero incontrato nel loro cammino. Perché adesso erano insieme.
“E per cosa saremmo fatti Syo?” chiese, cominciando ad accarezzargli lentamente la schiena nivea.
“Fin dal primo giorno che ci siamo visti, con te è sempre stato diverso, Ai. È diverso. È sempre stato difficile dissimulare le mie emozioni di fronte a te, di fronte al tuo sguardo che pareva così lontano e distaccato. Era quasi impossibile far finta che andasse tutto bene che io fossi il solito testardo e cocciuto Syo. Ma non era così e ho iniziato a capirlo da quella sera d’estate, quando ci siamo baciati per la prima volta. Da allora mi hai sempre fatto provare sentimenti che trovavo incomprensibili. Non riuscivo mai a capire cosa mi succedeva. Il viso mi si incendiava ogni volta che incrociavo i tuoi occhi, la mie mani tremavano incontrollatamente, il mio cuore si appesantiva. Ma ripensando a tutto quello che abbiamo passato, credo di aver sempre provato tutto questo per te. Questa confusione e questo senso di inadeguatezza ogni volta che ti vedevo, dal primo giorno che ci siamo incontrati. Ed io ti ho odiato, Ai, ti ho odiato così tanto. Almeno fino quella sera.”
Prese un profondo respiro ed alzò i suoi occhi, incontrando quelli ciano del suo senpai, che in quel momento brillavano di una luce nuova, mai vista.
“Da allora so chiaramente cosa voglio e cosa ho sempre voluto da quel primissimo giorno. Non ho più nessun dubbio. Voglio te, Ai. Voglio te come non ho mai voluto nessun altro in vita mia. Voglio vedere il tuo sorriso, voglio poter camminare al tuo fianco, farmi scaldare dal tuo corpo in inverno o anche solo tenerti per mano quando siamo insieme. Amami Ai. Ama me e soltanto me. Non guardare nessun altro con il tuo sguardo penetrante e non sorridere a nessun altro nel modo in cui sorridi a me.”
Le gote del biondino si erano tinte di una leggera sfumatura rosea mentre parlava, ma aveva mantenuto per tutto il discorso uno sguardo fermo, deciso. Era convinto di ciò che stava dicendo e non sarebbe tornato indietro per nessuna ragione al mondo. Non si sarebbe pentito delle sue parole e questa sicurezza gliela davano anche gli occhi di Ai che, dopo un attimo di sorpresa, si erano sciolti nella dolcezza più assoluta.
Le carezze sulla schiena si erano bloccate.
Dopo qualche minuto di silenzio, Syo cercò di colmarlo.
“Di qualcosa…”
Il minore, che fino a quel momento non aveva fatto altro che fissarlo teneramente senza proferire parola, si avvicinò al suo volto e gli posò un leggero bacio sulle labbra arrossate.
Guarda cosa mi fai, Syo. Fin dal primo momento che ti ho visto mi hai fatto provare emozioni che nemmeno sapevo esistessero e adesso una sola tua parola mi immobilizza, mi blocca. Se solo sapessi quello che mi fai, capiresti tutto il mio amore per te.
“Ciò che hai detto è bellissimo, Syo. Non so se siamo fatti davvero l’uno per l’altro, non so se mai riusciremo a costruire qualcosa insieme, se magari non finiremo solo per rovinare tutto tra noi e tra i nostri compagni. Più ci penso, più credo che tutto questo sia sbagliato, ma una volta tanto voglio seguire il cuore non la testa come faccio di solito. Syo, io ti amo, ti amo da morire, e questo ultimo mese è stato veramente straziante senza di te, senza poterti toccare o anche solo parlare. Io credo che d’ora in poi non potrei più vivere senza di te e…”
Syo gli posò delicatamente un dito sulle labbra per zittirlo.
“Shh, basta parlare. Basta pensare al passato e al male che ci siamo fatti. Ora dobbiamo concentrarci solo su di noi, ok? Ti amo, Ai.”
Ed era così bello restarsene lì, a scambiarsi baci e carezze dopo aver fatto l’amore, con la consapevolezza che molte cose da quel momento in avanti sarebbero cambiate, ma anche la voglia di affrontarle insieme e la certezza che ci sarebbero riusciti.
“Perché stasera non usciamo? Potrei offrirti qualcosa…” fece Ai, con un sorrisino malizioso che non prometteva nulla di buono.
“No, grazie. Penso che rifiuterò questa volta, visto che già so come andrebbe a finire!” E, mettendosi a ridere insieme a Syo, pensò da quanto tempo era che non riusciva ad essere così felice come in quel momento.
Perché ora, più di ogni altro istante, loro due erano vicini, intimi come non lo erano mai stati in tutta la loro vita. Due cuori che si erano cercati per tanto tempo e, dopo essersi scontrati parecchie volte, si erano abbracciati e accolti l’uno nel calore dell’altro.
Ora non si sarebbero più persi. Ora sapevano di esserci, di colmare quel vuoto abissale che li aveva fatti trovare in quella serata d’estate.
Ora sapevano di amarsi.
 
 


 
~Fine.
 
 











 
Note dell’autrice: Ed eccoci arrivati al termine di questa mia primissima long! Giuro che mi dispiace moltissimo di averla già completata, anche perché questi due sono tra i miei personaggi in assoluto preferiti e penso scriverei su di loro in continuazione se potessi! ^^
Però sono anche molto contenta di aver raggiunto questo “traguardo”, anche perché ho già un’ideuzza per un’altra long che spero di poter mettere in pratica in breve tempo! Spero vi piacerà! XD
Comunque, passando a questa storia, sono felice che dopo lo scorso capitolo ci sia stato un “boom” di ascolti (?) e ci tenevo moltissimo a ringraziare coloro che hanno messo la storia tra le seguite e le preferite e coloro che hanno recensito i vari capitoli. Mi avete sempre dato molto coraggio e voglia di portare avanti questo piccolissimo lavoro, quindi penso sia soprattutto grazie a voi che questa storia ha trovato una sua conclusione! ^^
Grazie tantissime per tutto il supporto che mi avete dato!!!! <3
Detto questo, non mi resta che sperare che il capitolo conclusivo non sia stato completamente deludente. Se ci fosse qualcosa che avreste voluto vedere e che io non ho aggiunto, fatemelo tranquillamente sapere, potrei sempre scrivere un missing moment o qualcosa del genere! XD
Spero che la storia vi sia piaciuta e di poter anche sentire qualche commentino da parte vostra! È sempre bello sapere cosa pensano i lettori dei miei scritti, qualunque sia il giudizio! :D
Bene, direi che siamo arrivati alla fine anche di questa nota (che ormai diventa più lunga del capitolo stesso ^^”).
Un abbraccione fortissimo a chiunque abbia letto la storia! Spero apprezzerete anche la mia prossima long!
Un bacio e a presto, pinky_neko :*:*:*

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