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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Primo capitolo e dovute spiegazioni *** Capitolo 2: *** Secondo Capitolo e Iniezioni di Insulina Varie ed Eventuali *** Capitolo 3: *** Terzo Capitolo e Certe Bestie *** Capitolo 4: *** Quarto Capitolo e Guida per ragazzine antipatiche e noiose su come spezzare il cuore a poveri licantropi innocenti in sole due (o tre) mosse. *** Capitolo 5: *** Quinto Capitolo e Come TUTTI vorrebbero Perdere la Verginità *** Capitolo 6: *** Sesto Capitolo e Basta. Tanto non succede niente. *** Capitolo 7: *** Settimo Capitolo e Moltiplicazioni Impure di Bestie e Vampiri *** Capitolo 8: *** Ottavo Capitolo e una Banana ***
Capitolo 1 *** Primo capitolo e dovute spiegazioni ***
Breaking me Down
Breaking me Down
Il prodotto
interno lordo è sempre un affare di stato, ragazzi!
-Primo Capitolo e
Dovute Spiegazioni-
Isabella Swan era una ragazza a dir
poco insolita sotto molti punti di vista. E non perché
fosse una
strega, perché fosse
costretta a fare i compiti di notte o perché odiasse le vacanze estive più di
ogni
altro periodo
dell’anno.
No, non aveva nemmeno una cicatrice a
forma di saetta sulla fronte, spiacente, avete sbagliato libro.
Per quelli di voi che non sono ancora
caduti in catalessi cronica e irreversibile, abbiate la compiacenza
di seguirmi,
lettori.
Isabella Swan era decisamente e senza
via d’uscita una ragazza strana.
Prima di tutto perché all’età di
diciott’anni stava guidando una Mercedes Guardian.
Modello, a quanto pare, non ancora in
vendita di auto assolutamente indistruttibile con finestrini
antimissile e cofano non
rintracciabile nemmeno dai radar della N.A.S.A.
Ma non era tanto l’auto –modello vincitore del premio “macchina
dell’anno” sul famoso magazine “Narcotrafficanti d’Oggi”- o il fatto che la
gente schiacciasse il naso contro il suo prezioso e costosissimo
veicolo, a renderla una ragazza strana.
Lo era il fatto che lei si stesse lamentando tra sé e sé di tutta
quella pubblicità indesiderata e della potenziale velocità della sua macchina.
Insomma, la povera Bella era costretta ad andare in giro con un’auto per cui il cinquanta per cento della popolazione maschile
dell’intero universo avrebbe ucciso –la media è bassa perché su Plutone non
amano le Mercedes-.
Ma, mentre la nostra Bella guidava ansiosa, gettandosi rapide
occhiate alle spalle perché sicuramente
qualcuno la stava seguendo, in un angolino del suo
cervello si faceva strada un altro motivo di lamentela per cui il 90% della
popolazione femminile ancora dotata di occhi e ormoni l’avrebbe lapidata
volentieri.
Era fidanzata e non gradiva affatto l’idea del matrimonio.
Ebbene, direte voi, una che si fidanza a diciott’anni ha i suoi
buoni motivi per essere contraria.
Certo, qui dalla regia mi confermano che è vero, verissimo,
sacrosanto. Ma, si da il caso, che Bella Swan fosse
fidanzata con quello che lei stessa ci descrive come l’uomo più sexy del
pianeta.
Anzi, il vampiro più sexy del pianeta.
Anzi no, il vampiro vegetariano più sexy del pianeta.
Nello specifico il vampiro vegetariano e ancora vergine più sexy
del pianeta.
No, vi sbagliate, care signore, cotanta perfezione d’uomo ha
ragione d’esistere non perché sia gay (come tutti i vampiri sexy, romantici e
vegetariani del pianeta) ma perché è solo frutto dell’immaginazione di qualcun
altro.
Pregherei la regia di porgere un fazzoletto alla signora in
seconda fila: lo so, cara, quella stronza con le sue fantasie erotiche c’ha
fatto i milioni. Certo, i suoi alieni erano molto
meglio.
Potrei aggiungere un’altra quindicina di anzi e anzi no, ma mi
limiterò a dire che questo incredibilmente sexy e per sempre diciassettenne
vampiro era perdutamente innamorato di lei.
Oltre che essere incredibilmente utile durante le interrogazioni
di storia dalla prima guerra mondiale in poi. In fondo, essere nati nel 1901 ha i suoi vantaggi.
E, questo, perdonatemi l’eufemismo, si chiama avere culo.
Capite, ora?
Bella Swan si stava lamentando di essere la promessa sposa del
vampiro dei sogni di qualsiasi donna dotata di occhi e ormoni. Che spreco. Che
schifo. Che palle.
Ma non temete, carissimi, anche la nostra Bella era perdutamente
innamorata del suo principe dagli occhi d’ambra, dai capelli di bronzo, e dal
sorriso sghembo, intelligente, ironico, forte, veloce, bello, dannato, ma buono e romantico come pochi. Che oltretutto,
prima di approfittare delle sue grazie, la voleva sposare in modo che anche
padre della sposa e zie pettegole fossero contente.
Se il vostro viso è attualmente a forma di punto di domanda vi
capisco, statene certi.
Certo, potremmo pettinare le giraffe ancora un po’ e raccontarci
che in realtà Edward Cullen (nome del famoso vampiro) aveva
architettato un piano diabolico per ucciderla nel sonno, senza avere
nessuna intenzione di fare all’amore con lei, e che per questo le aveva
raccontato l’idiozia della verginità e l’aveva convinta che prima o poi
sarebbero stati un sol corpo e una sola anima.
Purtroppo, anche facendo la ceretta inguinale ai procioni
resterebbe un’innegabile verità il fatto che Edward Cullen era
un vampiro e che l’unica ragione per cui non aveva ancora sbattuto Bella sul
letto era che era preoccupato. Per due fatti:
1)Le ossa di Bella. Avrebbe potuto
spezzargliele come niente preso dall’estasi.
2)La sua anima. L’unico peccato capitale
in cui ancora non era incorso era la lussuria, quanto ai comandamenti li aveva
infranti sì e no tutti. Quindi, l’unica sua speranza era quella di sigillare la
cerniera dei suoi jeans fino al giorno del matrimonio.
Povero Edward. Povera Bella. Che storia tragica. Romeo e Giulietta
almeno per una notte hanno fatto i ricci quanto gli pareva, questi disgraziati
neanche.
Ma torniamo alla donna più sfacciatamente fortunata della terra,
quella alla guida della Mercedes Qualcosa. Sì, c’avete visto giusto. Aveva un
altro motivo per lamentarsi: infatti, Jacob, il migliore amico di Bella Swan,
un licantropo belloccio, alto, muscoloso, simpatico, eterosessuale e
perdutamente innamorato di lei era scomparso. Che spreco. Che schifo. Che
palle.
E questo turbava Bella oltre ogni dire anche perché la sua
signoria in questione era perfettamente conscia del fatto che era tutta colpa
sua se il suo migliore amico si era dato alla macchia pur di fuggire al dolore
che il rifiuto di Bella gli causava.
Ah, a proposito, i licantropi erano i peggiori nemici dei vampiri.
Strano, eh?
Riassumendo.
Bella ama Edward e Edward ama Bella. Jacob ama Bella. Bella ama
Jacob.
Ma ama di più Edward, sia chiaro. Bella è alla guida della sua
fantastica macchina e sta tornando a casa. Mancano pochi giorni al matrimonio.
Successo nulla di emozionante? Macché. Calma piatta.
Encefalogramma piatto. Grilli che grillano.
Quando, ecco un enorme colpo di scena! Bella Swan ha un flashback!
In prima persona presente indicativo. Giusto per dare fastidio al lettore.
Io ed
Edward siamo fatti davvero l’uno per l’altra. Lui è il ghiaccio e io il fuoco,
lui il tuorlo e io l’albume, lui la marmellata e io il burro, lui è la luna e
io il sole…
“Bella? ehy?”
Lui è tutto quello che mi mancava
per essere completa. E ora lo sono. Il mio Edward. Ed è mio. Solo mio.
È bello. È intelligente. Può
offrirmi l’immortalità. Riesce a sorridere in maniera “sghemba”…
“Bella? Amore? Sei ancora sul
pianeta?”
È assolutamente perfetto e mia ama. Me. Ama me. Una povera umana.
Un’attiradisgrazie. Una che si è riletta “Cime Tempestose” 72947193 volte. Ama
me. Oh, com’è bello vivere in un libro!
“Bella Swan??
Sto parlando con te, per l’amor del cielo!”
Eppure…insomma…c’è quella
questione…io…lo sto per sposare e ho accettato di farmi pagare università e
macchine costose. Insomma, ho fatto davvero tutto, ma tutto quello che voleva.
E, invece, lui per me non ha fatto niente. Gli ho solo chiesto di rendermi
immortale e di fare sesso con me. Nient’altro. Non mi sembra di chiedere poi
molto…
“BELLA!!”
Oh. Eccola. La sua voce angelica
e suadente. Perché mi sento così accaldata? Oddio, ora esplodo tanto vorrei
stringerlo a me…
“Sì, amore?”
“Bella, ti rendi conto che ti
chiamo da mezz’ora? ma dove avevi la testa?”
Di sopra. Sul mio letto. Nuda.
Con te sopra. Nudo. Parlavamo del prodotto interno lordo.
“Pensavo. Al prodotto interno
lordo.”
“Eh?”
“Economia, Edward, niente che tu
possa capire…”
“Ehy, fanciulla, io c’ero durante
la crisi del 1929..”
Il mio uomo si avvicina a me e
con il suo respiro dolce e freddo mi spazza via qualche ciuffo dalla fronte,
per poi far aderire le sue labbra alle mie. Stiamo quasi per baciarci, quando…
“Emh..”
Colpetto di tosse da parte di mio
padre. Non so se per il bacio o per la crisi del ’29. Non cambia. Ha interrotto
uno dei baci tra me ed Edward. Deve morire. E
chissenefrega se è mio padre.
“Ah, Buongiorno, Charlie!” lo
saluta Edward, con un sorriso che sembra uscito dalla pubblicità della
Mentadent. Ma è così bello…mi chiedo come faccia mio padre a
resistergli…Edward…la mia camera…il mio letto…il prodotto interno lordo…
“Dovremmo dirti una cosa...ti
conviene sederti…”
Mio padre si immobilizza. Poi una
vena inizia a pulsargli minacciosa sul collo. E le guance iniziano a
diventargli di un’insana sfumatura gialla. Lo sapevo io che gli cucino troppo pollo..
“Sei incinta?!”
Resto di stucco. Incinta? Beh, no
lo spirito santo non è venuto a farmi visita di recente…
“No!”
Silenzio. Edward mi guarda. Mio
padre mi guarda. Io li guardo entrambi. Perché si aspettano che sia io a
parlare? Guardo Edward negli occhi, nei suoi occhi ambrati pieni d’innocenza e
di virtù, di coraggio e…prodotto interno lordo…
Percepisco che Edward ha tirato un sospiro e ha iniziato un mongolo.
“Charlie, no Bella non è incinta.
So che suona assolutamente anacronistico, ma sono uno all’antica, diciamo e
voglio fare le cose per bene. Bella è meravigliosa, fantastica, bellissima,
geniale, gentile, imprevedibile-le tre ore e mezza successive sono state tagliate per necessità
di copione, ci scusiamo con i lettori- e
io la amo più di qualsiasi altra cosa al mondo. E lei ricambia.
Incredibilmente. Quindi, vorrei salvare le anime di entrambi e consumare il
nostro legame sotto il sacro vincolo del matrimonio. E visto che nessuno dei
due è intenzionato ad aspettare la prossima ventina
d’anni, le ho chiesto di sposarmi. So che secondo la tradizione avrei dovuto chiedere prima la mano di Bella a te, Charlie,
ma da quando i comunisti hanno preso il potere non ci sono più le mezze
stagioni, i giovani non sono più quelli di una volta e non c’è più rispetto per
niente…”
E come può mio padre resistere ad
una voce tanto suadente? Lo stenderà…il prodotto interno lordo…aaaahh…
Mi accorgo solo qualche minuto
dopo che ormai scotto di desiderio inappagato –grave malattia- che Edward sta
ancora parlando e che Charlie si sta concedendo un sonnellino riparatore.
Premetto che non so
nemmeno io come mi sia uscita questa. So solo che Breaking Dawn è quanto di più
improbabile io abbia mai letto. Ridicolo, a tratti. E la vampirastra è stata il
colpo di grazia. Davvero, a mio parere è di cattivo gusto stravolgere un’intera
saga solo per dare un pupo al bello e alla bestia.
Tutto sommato una piacevole lettura, ma con la trama degna di una
fanfic di serie c. poi, i gusti sono gusti e sono sicura che ci sono migliaia
di persone che hanno adorato questo libro.
Ebbene, sono molto contenta per loro, ma purtroppo non sono
riuscita a trattenermi. Dovevo assolutamente prendere un po’ in giro questo
ultimo libro della saga-Twilight.
Chi ha voglia di farsi due risate senza impegno (non ho mai
scritto nulla di divertente, io XD) o semplicemente niente di meglio da fare…mi
segua…
Capitolo 2 *** Secondo Capitolo e Iniezioni di Insulina Varie ed Eventuali ***
Breaking me Down
Breaking me Down
…A volte mi
chiedo perché passo la giornata a scrivere cazzate…
-Secondo Capitolo e
iniezioni di insulina varie ed eventuali-
Buonasera a voi tutti. Vi pongo un indovinello
interessante: quante parole servono per far apparire una tragica storia d’amore
come un’accozzaglia diabetica di immense cazzate?
No, cinque sono troppe. No, chi è l’idiota che ha
detto una? Come fai a rovinare un intero libro con una sola parola? No,
ragazzi, non ci siete proprio. Il tre non smentisce nemmeno in questo caso la
sua fama di numero magico. Infatti, signore e signori, vi informo che per
abbattere il senso del romanticismo di ogni singolo essere umano sulla terra
(Moccia escluso, chiaramente) bastano solo tre parole.
“Già mi manchi.”
Orrido.
Che infame e vile colpo basso da parte della
scrittrice! Sicuramente, non voleva davvero far dire “mi manchi già” alla sua
adorata protagonista; stava semplicemente scontando una sorta di castigo, una
pena imposta dal parroco per poter essere assunta in paradiso, senza troppe
formalità con San Pietro.
Fatto sta che Bella Swan, nonché donna più
fortunata dell’universo, aveva appena pronunciato
queste parole davanti al suo fidanzato.
“Se vuoi resto.”
Urgh. Altro colpo basso. Ma più in basso. Un
vampiro che dice “se vuoi resto”. Bram Stoker si starà rivoltando nella tomba.
“No, dai, piangerò tutta la notte, mi dispererò e
il letto sembrerà incredibilmente caldo senza di te, ma…”
“No, Bella, resto. Posso non andare. In fondo,
agli addii al celibato ci si annoia sempre.”
Le sorrise sghembo. O lui o il sorriso. Fate
voi.
Bella si sentì sopraffare da una vampata di calore
e, come ogni ragazza che si vede rivolgere un sorriso sghembo (?) dal legittimo
fidanzato, smise di respirare.
Andò in tilt. K.O. Fine della storia arrivederci e
grazie.
Ci avete sperato, eh?
No, purtroppo, come ogni bravo ragazzo
iperprotettivo Edward prese Bella tra le braccia e le tirò una serie di ceffoni
per farla ripartire.
“Amore?”
“Sì, Edward?”
“Ti amo.”
“Anch’io ti amo.”
“Io di più. Te lo dimostro: attacca prima tu.”
“No, attacca prima tu.”
“No, dai tu, per favore.”
“Bella?”
“Sì?”
“Non siamo al telefono…”
“Ah. Beh, ti amo tantissimo, pasticcino mio.”
“Anch’io, puzzina cara.”
“Sei la cosa più importante che ho, topolino
adorato…”
“…”
“Cosa c’è? Non mi ami più?”
“Mio fratello ci sta ascoltando.”
“Ah. Ciao, Jasper.”
Jasper guardò Bella con la benevolenza di un
adolescente dopo una delusione d’amore guarda un double cheeseburger.
Cetriolini compresi. Poi, alzò un sopracciglio e la fissò con l’aspettativa di
un sordo che si fa dare indicazioni da un cieco.
Passanti presi per sbaglio a bastonate compresi.
“Jasper, devo proprio venire all’addio al
celibato? Sono già stato a tutti gli addii del mondo…”
“Edward, beato imbecille, questo è il tuo addio al celibato.”
“Lo so, ma…”
“Emmett dice di dirti che se non vieni subito ti
trascina lui…”
“Sai che paura…”
“...e che ti violenta.”
“Sono pronto, Jasper. Andiamo?”
Bella restò attonita per qualche secondo dopo
l’ultimo scambio di battute. Pensava ad altro. Non al Deficit, ma al Prodotto
Interno Lordo. Causa di tutti i suoi problemi. Sospirò.
“Bella! Cosa c’è? Stai bene?!
Ti sei slogata un’unghia?!”
Bella per tutta risposta sospirò di nuovo.
Jasper pensò che ci avrebbero fatto notte nel vero
senso della parola e alzò gli occhi al cielo
disgustato. Santa pazienza. Quanto si era rincoglionito suo fratello da uno a
dieci? Quarantacinque?
“Bella, amore, cos’hai?”
“Nulla, non ti preoccupare…”
Jasper si sporse dalla finestra e afferrò un boa
constrictor per la coda. Iniziò a tirarlo e ad annodarlo.
“Dai, dimmi cos’hai…”
Jasper fece un fiocco con il boa.
“Niente, tesoro. Va e torna col tuo scudo o su di esso.”
E lo appese alla finestra come acchiappasogni.
Quel povero serpente aveva l’aria un tantino debilitata.
Edward sorrise. In modo sghembo, naturalmente,
perché, dovete sapere, che a causa di un difetto genetico il nostro caro Ed era
impossibilitato a sorridere in modo normale. Perché non ho accennato a questo
difetto di Edward nel primo capitolo? Perché, me lo sono inventata adesso. E
dalla regia mi dicono che è nel mio contratto sindacale, quindi…tié!
Dicevamo.
Edward sorrise. La sua Bella era così colta. Oltre
che bellissima, fantastica, intelligente, con un buon odore, ironica, imprevedibile-ma-in-senso-buono e speciale-non-strana…
“È la frase con cui le mogli degli spartani
salutavano i loro mariti. Anch’io adoro Sparta, sai?”
“Sparta? Cos’è Sparta? No, io dicevo il film…”
Edward scambiò una veloce occhiata con Jasper, che
si limitò a fare spallucce e a indicare con una certa insistenza la finestra.
Unica loro via d’uscita. Di scampo. Di fuga. Da Bella, la più insulsa creatura
dell’universo, secondo Jasper. L’istinto di sopravvivenza non è da sottovalutarsi anche se si è morti da un pezzo.
Edward tornò a guardare Bella e si perse nei
meandri labirintici dei suoi profondi ed espressivi occhi color cioccolato
(poi, si lamenta perché tutti la scambiano per cibo). Bella ricambiò lo sguardo
e lei invece si perse nella saggezza millenaria (2008-1901= ho tre e mezzo in
matematica, chiedo venia) dei suoi occhi dorati, macchiati di
nero e striati d’opale grigiastro con un lieve accenno del verde che fu.
Voleva sposarla, ne era certo. Gliel’avrebbe detto
e le avrebbe chiesto lo scambio degli anelli in quel preciso istante se non ci
fosse stato Jasper a tre metri da loro.
Voleva scoparlo, ne era certa. L’avrebbe sbattuto
sul letto in quel preciso istante se solo Jasper non fosse stato lì a fare il
guardone a due passi da loro.
(Come avrete notato i numeri in
questa fan fic sono estratti a sorte.)
I due si avvicinarono lentamente come spinti da
una forza superiore, bellissima e terribile insieme, ma parlare di fato era
restrittivo davanti all’immortalità. Parlare di ananké era solo un viaggiane senza senso
dell’autrice che ricorda i bei tempi del programma di prima. Parlare di Dio o
Destino era troppo…qualcosa. Quindi, si stavano avvicinando, un secondo alla
volta, come per aumentare l’attesa per l’incontro magico della
loro labbra. Perché, dovete sapere che le loro labbra si incontravano
solo sotto stretta sorveglianza dell’autocontrollo di Edward.
Poi, diciamo che sono i prof a essere frustrati
sessualmente!
Jasper osservava la scena alla moviola con
crescente irritazione e insofferenza. Si guardò intorno sconfortato e la sua
attenzione venne nuovamente catturata dalla finestra
aperta dietro di lui.
Si sporse e afferrò un pitone di due metri. Gli
tirò il collo e iniziò a rigirarselo tra le mani, cercando il punto migliore da
cui iniziare.
“Bella…” sospirava intanto Edward.
“Edward..” sospirava di
rimando Bella.
“Jasssper…” disse il pitone, nella speranza di
essere scritturato come comparsa in altre fanfiction.
“Pitone…” disse Jasper, giusto perché gli sembrava
il caso.
Il boa-acchiappasogni alzò gli occhi al cielo e
mormorò qualcosa che suonava molto come “ma in che cazzo di fanfic sono
finito…”.
Passarono diversi secondi in cui non accadde
assolutamente niente.
Passò un minuto in cui Jasper e il Pitone decisero
di presentarsi ufficialmente.
Passò una mezz’oretta durante la quale Bella ed Edward erano finalmente arrivati al momento di baciarsi.
Quando…
“Non amarme!” strillò Edward “Sono un attore di soap-opera argentino! Non puete amarme, Bella! nonpuete.”
Se i pitoni potessero
parlare con la stessa scioltezza dei boa constrictor, il nostro eroe (il
pitone) avrebbe certamente informato il gentile pubblico che il degenero di
questa fanfiction ha raggiunto il confine con la dignità umana. Se i muri
potessero rendersi conto dello scempio a cui assistono
frequentemente in queste pagine, denuncerebbero l’autrice senza tanti
complimenti al cuoco.
Se la Mayer sapesse parlare italiano e leggesse
questa fanfiction, verrebbe a cercare la suddetta autrice con una mazza da
baseball in mano.
Se ‘i mi nonno aveva le rote era un carretto…
“Cosa?” Chiese Edward all’improvviso. Gli era
parso di sentire i pensieri di qualcuno di sua conoscenza…
“Cosa che?” Ribatté Bella.
“Cosa cosa che?” Fece eco Jasper.
“Ho mal di testa.” Mugolò il pitone.
“Devo fare la pipì.” Aggiunse il boa.
“I boa non fanno la pipì.” Sentenziò la Voce Fuori
Campo.
“Edward! Jasper! Muovete le chiappe! Sto
invecchiando qui sotto.” Ruggì Emmett da fuori.
“Tecnicamente,” Precisò
la Voce Fuori Campo “ i vampiri non invecchiano.”
Cosa successe a quel punto alla Voce Fuori Campo
non è notizia che sia pervenuta, lettori. Non che ce
ne importi niente, ma le Voci Fuori Campo di questi tempi di magra, e
inflazione, costano tanto.
A quel punto, tanto per farla breve, Jasper mandò
Bella in coma vigile col suo potere tranquillizzante, e trascinò Edward fuori
di casa. Il pitone se ne tornò a casa sua e scrisse un libro sulla diffusione
della droga e dei superalcolici tra i giovani. Il boa rimase attaccato a far da
acchiappasogni per ancora molte generazioni. E tutto è bene quel che finisce
bene. Perché, a pensarci bene, il libro per come continua poteva anche finire
qui e lasciare i lettori nella beata ignoranza.
Invece no, perché come lor signori sanno e non
volevano sapere, tra qualche capitolo c’è la scena…
…no, non ve lo dico, anzi.
Niente è gratis, sapete. Nemmeno le cazzate.
Quindi, io vi descrivo passo per passo quello (oh, sì, proprio quello) che la
Mayer ci ha sfumato essendo un’integralista cristiana,
se qualcuno di voi (lo zero è plurale, vero?) lettori mi spiega perché uno come
Edward dovrebbe innamorarsi di una come Bella. scusate,
ma la cosa mi uccide. Il figo sta con la bellona. Non di nome, di fatto.
Con questa battuta penosa, vi lascio alle vostre
vite interessanti o noiose che siano.
Forse, dovrei mettere tra gli
avvertimenti “sfogo personale” perché questa roba non fa ridere per niente.
Vabbé, spero che almeno sia utile a qualcuno per sfogarsi un po’ (insultando la
sottoscritta).
Amen.
Ne approfitto per ringraziare tutti
quelli che hanno commentato e i 6 che hanno messo “Breaking me Down” tra i
preferiti: vi stimo, ragazzi. Dovete essere molto pazzi, oppure io devo farvi
molta pena. XD!
…Perché Bella
Swan dovrebbe fare pace col cervello…
-Terzo Capitolo e Certe
Bestie-
Cantami o
musa dell’appetibile Edward, iniziato bene e finito male
che con la
sua mosciaggine in questo libro finale
molti lutti
addusse alla virilità e al vecchio mito del machismo.
Cotanto
pezzo di figo finito nel circo del surrealismo,
sposato a
un‘idiota, padre di un mostro
piangete, o
eroi, la perdita di questo figlio nostro.
Provate a immaginare la disgrazia. La tremenda e
sconvolgente sventura di svegliarvi il giorno del vostro matrimonio e scoprire
di avere un infarto. Beh, direte voi, si chiama emozione, infarto è decisamente
un’iperbole. Insomma, insistereste con una risatina un po’ isterica voltando
pagina, non è proprio, proprio infarto è più un banale e innocuo attacco
d’ansia. Causato da un incubo.
A quel punto, consci di aver esaurito le scuse per
l’assurdo comportamento di Bella Swan, sbattereste la testa contro il muro e
continuereste a leggere. Fatto? Bene.
Chi di noi non ha mai avuto un infarto causato da
un incubo il giorno prima il proprio matrimonio? Tutti.
Perché sosteniamo il club (pronuncia: cleb) “Bella
è normale!”.
Ordunque, invece di cazzeggiare tra le righe nella
speranza di arrivare alle 400 parole prima di cena, ho preso l’immediata
decisione di andare avanti.
(212 parole)
Ancora cinque minuti.
Un secondo.
Ok.
Fine del cazzeggio.
Abbiamo lasciato i nostri eroi alle prese con
frasi patetiche degne di Boccia, ops Moccia, boa, pitoni, crisi di nervi,
infarti multipli, attori di soap-opera argentini e un’altra serie di personaggi
che, ad essere sincera, non c’entravano una cippa.
Ma ad essere ancora più sinceri, nemmeno i
personaggi originali c’entrano una cippa.
E vincendo proprio il nobel per la sincerità
2008/2009 tutto quello che ho scritto finora non c’entrava una cippa. Ma qualcuno
qui in sala vuole vincere il nobel per la sincerità 2008/2009?
No? Benissimo, procediamo col cazzeggio.
Allora Bella sta dormendo. Fa un incubo. No, non
le fa male la cicatrice, ve l’ho già spiegato nel primo capitolo. E no, per
l’ennesima volta non c’è nessun anello del potere, nessuna bussola d’oro e
nessun maledetto Step. Di Polli ne abbiamo a fiotti, invece.
Allora, ronfa tranquilla, fa un sogno spaventoso,
ha un infarto e si sveglia. Di soprassalto.
Questa è quella che i contemporanei chiamato
“letteratura”.
Bella scese (cambio tempo apposta per irritarvi,
tranquilli) le scale, arrivò in cucina, lustrò i piatti, pulì il lavandino,
intraprese un paio di crociate contro la muffa nel frigo, litigò con una coppia
di mosche e, infine, preparò la colazione. A suo padre. Quale ragazza non
prepara tutti i pasti al proprio padre? Arriva anche Charlie e si sedette al
tavolo di cucina, provando ad ignorare l’attacco di iperattività della figlia e
l’irritante e repentino cambio di tempo dell’autrice. Chi delle due gli stia
più sul cazzo non si sa.
“Papà?”
“Sì?”
“Sai che giorno è oggi?”
“Il 15?”
“No…”
“Bah, sarà il 16 allora…”
“No, dicevo…sì, è il 15…ma che giorno è oggi?”
Charlie guardò confuso sua figlia per qualche
istante. Poi, rilesse la riga sopra e si rese conto che l’autrice aveva di nuovo cambiato tempo.
Charlie cancellò apposta l’ultima riga, per cui
non saprete mai cosa c’era scritto. (?)
“Allora, che giorno è oggi, papà?”
“Il 15?” le chiese, molto lentamente per evitare
di urtare la sua sensibilità.
Bella sospirò con fare teatrale, scosse la testa
televisivamente e infine gli sorrise con un sorriso da cinema. Dell’orrore, sia
ben chiaro.
“Oggi mi sposo!” cinguettò tutta allegra la
piccola infame (personale considerazione della sottoscritta).
“Oh” commentò Charlie “quello…”
“Hai chiamato il prete, vero?”
“Sì…”
“In lavanderia sei stato?”
“Sì…”
“Dal fioraio?”
“Sì…”
“A comprare le bomboniere? Dallo strozzino? Dal
giardiniere? Dal macellaio?”
Charlie annuì di nuovo e scambiò un’occhiata
d’intesa con il boa-acchiappasogni ancora appeso alla porta. Quel serpente la
sapeva lunga, meritava rispetto.
Improvvisamente, comparve a caso Alice.
“Cia…” iniziò Charlie.
“No! So cosa stai per dire! Non dirmelo!”
Charlie guardò il boa, che guardò Bella che guardò
Alice che aveva lo sguardo vacuo e basta.
“Io so…”
“Ho visto…”
“Tu…”
E indicò Charlie.
“Stai per dirmi ciao…”
Il sopracciglio destro di Charlie si alzò
automaticamente.
“Ciao, Alice” rettificò con un borbottio sommesso
la Voce Fuori Campo numero 3.
Alice sorrise.
“Ohi” commentò la Voce Fuori Campo numero 3.
“Bella” disse Alice “Io so di cosa hai bisogno
ora.”
Bella spalancò la bocca in attesa.
“Cosa?” chiese Charlie.
Il boa mormorò qualcosa che somigliava molto a:
“chissà quale cazzata viene fuori ora…”
“Tu, Bella Swan, hai bisogno…” Alice sorrise “…di
una doccia!”
La scena cambiò improvvisamente. Come il tempo. E
la persona.
Per irritarvi. E perché mi sono infognata. E non
so come proseguire. Non è che potrei dare la pubblicità?
Alice stava riempiendo di creme
idratanti/esfolianti/rigeneranti/anti-invecchiamento/antimacchie Bella. Ok,
facciamo molto prima a dire la verità: le stava rastrellando via la faccia
nella speranza di riuscire a ricostruirla e a renderla presentabile prima
dell’inizio della cerimonia nuziale.
“Bella, sei emozionata?”
“Sono terrorizzata…”
“E perché? Hai paura della prima notte di nozze?”
chiese Alice con un sorriso un quarto compiaciuto, un quarto protettivo, un
quarto malizioso e un quarto a scelta del lettore. Tranquilli (lo zero è
plurale), sto solo cercando di arrivare a un certo numero di parole prima di
andare a letto.
Bella spalancò gli occhi –distruggendo
completamente tutto il lavoro di Alice- ed emise una risata un quarto isterica,
un quarto incredula, un quarto indignata e un quarto “vedi sopra”.
“Della prima notte di nozze?!” sbuffò: “Ma sei
scema? Io non vedo l’ora che arrivi la prima notte di nozze…sono solo
terrorizzata al pensiero che la Mayer rinsavisca prima di arrivare al prossimo
capitolo e si renda conto che io non me
lo merito affatto Edward Cullen…oppure che quella stronza davanti al pc in
questo momento decida di farmi fare una brutta fine per invidia…”
“Ah, già la stronza…” commentò Bella.
“BELLA SWAN!” tuonò una voce in quel momento.
Alice alzò lo sguardo: “Dev’essere Dio…”
Bella fece un salto di tre metri: “ Oh, cazzo! È
Moccia!”
“NO!” tuonò ancora la voce: “ Non sono né Dio né
Moccia…”
“Sei Marx?”
“NO…”
“Obama?”
“NO…”
Alice e Bella si scambiarono uno sguardo d’intesa:
“Sei Maria DeFilippi!!”
La voce, che non possedeva occhi, essendo solo una
voce incorporea, li alzò al cielo.
“Non sono Maria…né Costanzo…e nemmeno Santoro…” si
affrettò ad aggiungere, visto che entrambe le ragazze (nel caso di Alice in
senso lato, s’intende) avevano preso fiato per parlare: “ Sono una Voce Fuori
Campo!”
“Oh.” Commentò Bella.
“Ah.” Convenne Alice.
“Ih.” Disse Rosalie, spuntata a caso proprio in
quel momento, con in mano –chissà perché, poi- un’accetta.
“Uh.” Sentenziò Jasper comparso dal nulla, con in
mano il solito pitone.
“Aridaje.” S’intromise il pitone, che, come ogni
pitone da fanfiction inutile che si rispetti, si esprimeva solo per singulti
romaneschi.
“Sono la Voce Fuori Campo numero 4 (almeno credo)
e sono qui per farti una profezia Bella Swan.”
“Ma non stavano nella Stanza dei Misteri?” chiese,
confuso il pitone.
La Voce Fuori Campo guardò il pitone, e se gli
sguardi potessero fare a pezzi gli animali il povero pitone si sarebbe dovuto
raccogliere con un cucchiaino.
“Questo non è Harry Potter” bisbigliò Jasper.
“Ma questa è pubblicità occulta” concluse Rosalie.
“E questa è un’accetta” si affrettò a precisare, visto che Bella stava per
ribattere.
“Cazzo, zitti!” strillò la Voce Fuori Campo. “Sto
lavorando! Allora, Bella, sono qui per farti una profezia!”
“E…?”
La Voce Fuori Campo tirò fuori un pezzettino di
carta, inforcò gli occhiali e lesse ad alta voce:
“La tua altezza è 1 e 69, 57 Kg il tuo
peso…tirerai le cuoia più o meno tra un paio di capitoli.”
Alice soffocò un grido.
Jasper sospirò con aria amareggiata e mugugnò
qualcosa come: “sono sempre i migliori ad andarsene per primi…”
Il pitone finse di togliersi il cappello e disse,
rivolto a Jasper: “A proposito, io mi chiamo Lawrence.”
Jasper gli strinse la coda, mentre Rosalie,
fischiettando, nascondeva l’accetta dietro la schiena, con molta nonchalance.
Bella fissò la Voce Fuori Campo.
“Ma con Edward ci…insomma…prima di…tirare le
cuoia…hai capito, no?”
“Alle Voci Fuori Campo, si dà del lei” precisò
piccata la Voce Fuori Campo: “ Comunque, se proprio lo vuoi sapere sì…prima di
tirare le cuoia e anche dopo, se è per questo…”
“Oh, bella zio allora.”
La Voce Fuori Campo, che più degli zarri odiava
solo Harry Potter, girò i suoi incorporei tacchi e se ne andò, brontolando
qualcosa che somigliava molto a: “Guarda te cosa mi tocca fare per sbarcare il
lunario.”
“Ok” disse Alice, guardando Bella.
“Ora ci manca solo qualcosa di vecchio e qualcosa
di blu.”
“Edward è vecchio. Per lei, intendo.” Disse
Rosalie, limandosi le unghie con l’accetta.
“E il Viagra è blu.” Aggiunse Jasper, guardando
–chissà perché- fuori dalla finestra.
“Siamo a posto” Commentò il pitone. “Se copiamo
pure le battute prese da le ragazze di
Playboy siamo veramente al lumicino.”
“Tutto è bene quel che finisce bene” sospirò Alice
“andiamo a prepararci.” Disse, rivolta a Jasper e Rosalie. I tre si avviarono
verso la porta e uscirono, premurandosi di spengere la luce per lasciare Bella
al buio e creare un po’ di atmosfera.
“Ehy, aspettate un secondo.” Disse Bella: “ Perché
il Viagra?!”
Nessuno le rispose, ma percepì subito la familiare
sensazione del potere di Jasper. Una botta in testa e un flacone di valium.
Da qualche parte non si sa bene dove Edward
starnutì. Qualcuno stava pensando a lui. E chissà perché aveva la bruttissima
sensazione che non fossero pensieri lusinghieri.
“Hanno detto alla tua fidanzata che non ti tira.”
Gli spiegò il boa-acchiappasogni.
GRAZIE!!!
A tutti voi pazzi che recensite! xD!
A proposito…se qualcuno di voi vuole
scritturare il boa o il pitone davvero è liberissimo di farlo.
Se volete insultarmi, liberissimi di
farlo. Anzi, in effetti, sarebbe il vostro dovere di bravi cittadini.
Se volete adularmi, liberissimi di
farlo, ma sappiate che in quel caso avete dei problemi mentali anche voi. Scherzo,
comunque grazie davvero! Non ci speravo in questa fanfiction. xD!
Capitolo 4 *** Quarto Capitolo e Guida per ragazzine antipatiche e noiose su come spezzare il cuore a poveri licantropi innocenti in sole due (o tre) mosse. ***
Breaking
me Down
Ho
trovato un titolo lungo due righe volete pure un commento?!
Quarto
Capitolo e Guida per ragazzine antipatiche e noiose su come spezzare
il cuore a poveri licantropi innocenti in sole due (o tre) mosse.
La
letteratura fa male. Dico sul serio. Volete che ve lo dimostri?
Ebbene. Avete il libro chiamato “Breaking Dawn”? Immagino
di sì/no visto che avete aperto queste pagine. Quindi, quelli
di voi che, in realtà, stavano cercando una fanfiction sul
Signore degli Anelli (Eowin/Faramir) possono pure chiudere qui e
tornare alla pagina principale. Certo, come siate arrivati a Twilight
resterà un mistero irrisolto. Ovviamente parlo anche di quelli
che volevano leggere un paio di Ranma/Akane o che so io.
E
va bene. Lo ammetto. Mi hanno pagata per queste 100 parole. Ora sono
100. idea potrei pubblicare questo capitolino come drabble e levarmi
dai tre passi...No! Ho una missione da compiere. Ora che sono
addirittura al quarto capitolo! Che emozione. Prima della pubblicità
occulta dicevamo: la letteratura fa male. Mi sembrava un buon inizio
ad effetto. Continuiamo da lì, va.
Dunque.
Chiudete
gli occhi.
Inspirate
profondamente.
Espirate,
sempre profondamente.
Accarezzate
la copertina.
Evitate
di tagliarvi con la carta.
Inspirate
di nuovo.
NON
espirate.
E
ora, anche se avete gli occhi chiusi e non avete letto una cippa
delle indicazioni qui sopra, spalancate gli occhi e aprite il libro.
Leggete
ad alta voce.
Se
c'è scritto qualcosa tipo: “Oddio, quanto è bello
Edward nudo/in costume da bagno/con i mutandoni della nonna/vestito
da drag queen/con abiti d'epoca/quando è sghembo/vestito color
kaki -gli americani di moda capiscono quanto gli inglesi di cucina-”
se avete trovato una frase del genere non siete molto fortunati
perché queste frasi occupano il 70% del libro e quindi era
scontato che le trovaste.
Se
c'è scritto qualcosa tipo: “Io ed Edward stavamo
scopando, quando...” anche qui non siete molto fortunati perché
queste frasi occupano il 50% del libro ed è solo il 50% perché
ci sono addirittura 4 capitoli in cui non lo fanno, attenzione!
(Ah,
tra parentesi, chi di voi osa fare commenti sulle mie capacità
di somma e sottrazione verrà sottoposto alla visione
continuata di 7 film francesi ognuno dei quali lungo 5 ore e
rigorosamente rispettoso dell'unità di tempo, spazio e azione,
tanto care a tale Aristotele.)
Se,
al contrario, c'è scritto qualcosa di intelligente, più
fortunati siete delle piccole teste di cazzo, perché AVETE
SBAGLIATO LIBRO. L'uso del grassetto è giusto per irritarvi,
non perché sia una frase particolarmente importante.
Volete
sapere dove ho aperto io il libro?
“La
cerimonia confluì armonicamente nel ricevimento, a conferma
dell'infallibile organizzazione di Alice”. Tradotto per coloro
di noi che hanno solo due lauree: “La cerimonia si incazzò
-armonicamente- con il ricevimento per colpa dell-'infallibile-
organizzazione di Alice.”
Volete
sapere perché la cerimonia era tanto presa male con il
ricevimento?
Non
chiedetelo a me. Non ne ho idea.
Tra
parentesi, ma senza le parentesi in sé stesse, quante di voi
donne si farebbe togliere una preziosa e antichissima giarrettiera
dal vostro neo marito vampiro con i denti? Così, per pura
curiosità.
E
se voi foste il suddetto vampiro regalereste alla vostra neo sposina
la presenza del suo altro amore? Licantropo, tra l'altro? Secondo me
non lo farebbe nessuno, cioé...
“Oh,
Edward, grazie!” gridò Bella con le lacrime agli occhi
dalla felicità. Crac. Un pezzetto del cuore morto di Edward si
spezzò: perché diavolo Bella era così felice di
vedere il suo arci-rivale?! Bella confondendo quel “crac”
con un sorriso sghembo (? il punto di domanda è d'obbligo),
gettò le braccia al collo di Edward e gli infilò la
lingua in bocca -perdonate l'eufemismo- per poi sussurrare ad alta
voce (che espressione meravigliosa!) in modo che non potesse sentirla
nessuno se non il diretto interessato e Jacob: “Oh, Edward ti
amo tanto!”
Crac.
“E
dajé!” sussurrò il cuore di Jacob.
“Du
palle 'sta stronza!” gli rispose il fegato: “Mi farà
venire la cirrosi.”
“Nun
me ne parlà!” sospirarono i polmoni, contemporaneamente:
“Da quando nun gliela dà più, 'sta zoccola, 'sto
cretino s'ammazza de spinelli, nun so se me spiego, ahò!”
“I
polmoni sono ancora convinti di essere uno solo?” chiese la
Milza a non si sa bene chi.
Non
ottenne risposte. Solo un paio di sospiri e un paio di sghignazzi dai
neuroni.
“Jacob?
Stai avendo un attacco epilettico?” chiese Bella, spalancando
gli occhi un decimo incuriosita, un decimo preoccupata, un decimo
rimbecillita, un decimo spaventata, un decimo allucinata e cinque
decimi col pensiero rivolto all'imminente prima notte di nozze con il
suo vampiro.
“Jacob?”
chiese di nuovo visto che il ragazzo non si muoveva e che una bava
molto sospetta gli stava colando dal mento: “Jacob, guarda,
anche Edward è preoccupato per te!” aggiunse Bella
istericamente.
“Vero
Edward?”
“Oh,
s-sì!” rispose il vampiro, nascondendo precipitosamente
il cartellone con su scritto:
“Ah,
Jacobbe, facce sognà! Schiatta, nun farte pregà!”
Beh,
cos'avete da guardare? Come i pitoni al giorno d'oggi anche a Chicago
nel 1918 si parlava solo ed esclusivamente romanesco! A proposito->
vedi note in fondo al capitolo. Quando hai finito di leggere il
capitolo. Quindi ora, lettore, (ho deciso che lo zero è
singolare) lo finirai giusto per sapere quale astronomica stronzata
io debba dirti in fondo alla pagina.
Mentre
l'autrice dava fastidio ai suoi lettori (lo zero è nuovamente
tornato plurale) Jacob si riebbe, cioé, sempre per quelli di
noi che hanno solo due lauree, rinsavì e abbracciò
Bella con slancio puramente amichevole.
“Molto
amichevole” commentò Edward leggendo la riga sopra e
azzannando la mano di Jacob che si trovava sulle chiappe di Bella.
“Ahi.”
disse Jacob: “Mi hai fatto male!”
“Gli
hai fatto male!” intervenne Bella.
Il
sopracciglio destro di Edward prese vita propria e si alzò
parecchi centimetri dal suo luogo originale. Se fosse stato appena
più furbo avrebbe colto l'occasione per darsela a gambe,
sposare Tanya, e vivere una vita più o meno normale e,
soprattutto, senza figli (ops, spoiler!). Ma evidentemente non lo era
abbastanza, perché rimase lì per un interminabile
secondo, diede l'ennesimo e odiosamente lungo bacio a Bella, e se ne
andò con la coda tra le gambe e le corna sulla testa (appena
lucidate).
“Allora?”
chiese Jacob, asciugandosi la bava post-overdose. “Come va con
mister-sono-le-luci-al neon?”
“Bene,
grazie.” rispose seccata -solo il gobbo di NotreDame sa perché-
“Se non l'hai notato, ci siamo sposati.” aggiunse,
sbattendogli in faccia la fede nuziale.
Crac.
“Ma
questa lo fa apposta!” gridò il Cuore di Jacob: “Ho
già quattro by-pass per colpa sua! Vuole farmi a pezzi! E ci
gode pure!”
“Abbiamo
veramente toccato il fondo.” Ammise la Milza con aria grave.
“Aspetta
a parlare” tuonò la Voce Fuori Campo n 276481 “Potrebbe
andare peggio.”
“Potrebbe
piovere?” chiese il Fegato.
“Potrebbe
innamorarsi di una mezza vampira.”
Jacob
ebbe un sussulto.
“Cos'hai,
Jake?”
“Non
lo so. Ho come la sensazione che mi sia svenuto il cuore, non so se
mi spiego.”
“No,
non ti spieghi.” rispose tranquillamente Bella.
“Quindi...ora
ti trasformerà in vampira?”
“Non
ancora” la sventurata rispose (grazie a questa frase, farò
leggere l'intera fanfiction alla mia prof. Del ginnasio che mi mise 1
nei Promessi Sposi.).
“Come
mai?” Chiese Jacob stupito: “Hai fatto pace col cervello
per caso?”
“No,
sciocchino.” Ridacchiò Bella tutta presa da un sogno ad
occhi aperti, ambientato a Wall Street, lei ed Edward che parlavano
del Prodotto Interno Lordo.
Il
viso di Jacob assunse la famosa pozione a forma di punto di domanda
da cazzata civettuola.
“Prima
c'è un'esperienza umana che voglio fare.”
“Andare
alla caccia al cinghiale?”
“No...”
“Ubriacarti
da far schifo?”
“No...”
“Baciarmi
di nuovo?”
“No...”
“Leggere
penose fanfiction pseudo-comiche sulla relazione tra te e l'evirato?”
“Cosa
vuol dire evirato?”
“Te
lo spiego tra un capitolo, va.”
“Ma
tra un paio di capitoli tiro le cuoia! Me l'ha detto la Voce Fuori
Campo!”
il
sopracciglio sinistro di Jacob si alzò di parecchi centimetri
dalla sua posizione originale.
“Cosa
fumi, Bella?”
“Perché?”
“Voglio
davvero provare...”
“Beh,
comunque l'esperienza umana che voglio fare è l'esperienza più
importante nella vita di un'adolescente dopo il primo bacio?”
“Prendere
2 in un compito in classe programmato cinque mesi prima?”
“No,
bischero!” disse Bella tutta eccitata :”Parlare del
Prodotto Interno Lordo.”
Splat!
Il Famoso Silenzio Imbarazzante da Ragazzina Nerd Che Parla un
Linguaggio Tutto Suo si catapultò tra i due, andando a
schiantarsi con un perfetto doppio-carpiato.
“Che?”
“Voglio-andare-a-letto-con-Edward!”
scandì la carnefice tutta orgogliosa.
Crac.
E
tre.
A
questo punto un comune essere umano avrebbe:
strozzato
Bella.
Tirato
un cavalleresco pugno a Bella.
Lasciato
perdere definitivamente Bella.
Deciso
di diventare gay, per colpa di Bella.
Avuto
un infarto, sempre grazie a Bella.
Ma
ricordiamoci, lettori/e (non riesco proprio a decidermi se lo zero
sia singolare o plurale), che Jacob era un licantropo e non un comune
essere umano. Anzi, era decisamente strano anche per essere un
licantropo. Fermi un secondo. Il primo che si azzarda a dire che era
la quintessenza dell'anormalità perché aveva una
cicatrice a forma di saetta sulla fronte, verrà nominato
prossima voce fuori campo. Ma tutto minuscolo.
Comunque,
fatto sta che Jacob si sedette con molta tranquillità su una
pietra spuntata lì, ovunque si trovassero (le collocazioni
spazio-temporali non sono il forte di questa fanfiction, come
avrete/avrai notato, lettori/e.) un po' a caso. Tirò fuori un
pacchetto di roba non meglio identificata e si mise a rollare.
“Di
nuovo” sospirarono in preda alla disperazione i suoi polmoni.
“Bella?”
“Sì?”
“Ti
rendi conto che potresti restarci secca?”
“Non
succederà.”
“Come
fai ad esserne sicura?”
“Me
l'ha detto la Voce Fuori Campo.” rispose lei con l'aria di chi
la sa lunga.
“Quindi,
solo perché il tuo vampiro possa avere un orgasmo per la prima
volta in vita sua” fece una pausa per sghignazzare: “siete
pronti a scommettere sulla tua sopravvivenza sotto indicazione di una
Voce Fuori Campo?”
Vorrei
far notare che la frase suona più o meno così anche
nell'originale. Esclusa la parte sulla voce fuori campo, la parte
migliore detto tra noi.
“Sì”
rispose Bella tranquillamente.
Crac.
Jacob
svenne.
“Oddio”
disse Alice comparsa un po' a caso.
“Credo
abbia avuto un infarto.” Commentò Carlisle.
“Alla
sua età?”
“Che
cazzo ne so io di licantropi?” sbuffò il biondo medico.
(Anch'io
me lo confondo con Chase, state/stai tranquilli/o lettori/e.)
Dunque,
per
prima cosa GRAZIE a chi mi segue. È bello sapere di non essere
l'unica (Ged si asciuga una lacrimuccia.)
Come vedete la vostra assiduità nel commentare mi sta rendendo
così spocchiosa e superba da parlare per me stessa in terza
persona. Mi do addirittura degli affettuosi nomignoli!
Per
seconda cosa, avete presente che a metà di questa cazzata ho
scritto “a proposito-> vedi fine capitolo”? Ecco, a
proposito del romanseco. Confesso che vivo a Milano e ho origini
toscane quindi di altri dialetti non so una cippa. Ordunque, se
qualcuno di voi pazzi che seguite vive nella nostra Capitale (sì,
Bella, Roma è la capitale d'Italia, Volterra non fa nemmeno
provincia) mi corregga gli eventuali strafalcioni.
Per
terza cosa, ebbene sì questo capitolo fa piangere invece che
ridere, ma ho guardato un pezzo di “Buona Domenica”
l'altro giorno e i miei ultimi quattro neuroni si sono fottuti.
Per
quarta cosa, mi scuso per il torpiloquio.
Per
quinta cosa, dico solo che il pari porta sfiga e quindi una quinta
cosa ci voleva.
GRAZIE
MILLE!
Avete
notato che mi sono fatta viva per l'appunto il giorno della befana?
O.0
Capitolo 5 *** Quinto Capitolo e Come TUTTI vorrebbero Perdere la Verginità ***
Breaking me Down
Breaking me Down
Perché Il
P.I.L. è danneggiato dai Vampiri che evadono le tasse.
-Quinto Capitolo e
Come TUTTI vorrebbero perdere la Verginità-
Ormai è chiaro.
L’autrice lo fa apposta. La prima
frase di ogni capitolo esprime l’essenza stessa di tutte le pagine che vengono
dopo. Avanti, ditemi che non è così. (Per i più furbi
di voi, è una frase retorica: non
dovete alzare freneticamente la mano o mandarmi mail dicendomi: “Signorina, non
è così!”)
Breve parentesi per la Comprensione
del Testo.
È una pubblicità progresso promossa
dal ministero del pubblico fancazzismo.
Stessa fonte del “Più P.I.L. con
Edward Per Tutte/i Day”.
Dicevamo.
Il suddetto capitolo, inizia con
questa frase:
“Houston?”
Ecco.
Capito l’ironia?
No?
Nemmeno per sbaglio?
HOUSTON! “Houston, abbiamo un
problema!” “Houston, cazzo, rispondete, che stiamo per schiantarci sulla terra
alla velocità della luce e provocare una catastrofe che ci ucciderà tutti!”…non
vi dice niente?
Ringrazio la signora in prima fila per
aver cortesemente alzato la mano. Dai, almeno una persona (per quanto frutto
della mia immaginazione) l’ha capita. Possiamo dare la linea al Tg5.
***serie di
notizie incredibilmente utili, volte all’integrazione razziale, e, soprattutto,
critiche contro il governo, quando necessario***
Intanto, Bella osservava Edward. Non
le era mai sembrato così sexy come in quel momento. Cosa che, a voler essere
sinceri, le capitava piuttosto spesso ultimamente. Ma che ci volete fare. C’est
l’amour!
Così, i nostri eroi, dopo aver
provocato infarti sufficienti a tale Jacob, si trovano all’aeroporto.
Ma (attenzione!) Bella ancora non sa
quale sia la loro destinazione.
Certo, ci viene
detto che viaggiano in prima classe.
E che la loro destinazione non è
Houston.
Non è Rio de Janeiro.
Che ad est del Brasile non c’è niente
a parte l’Africa. Con gentile concessione dell’Unione Europea.
Ma le informazioni importanti vengono tralasciate.
Per esempio, di che colore ha i
capelli la tizia del check-in? E non vuole saltare addosso ad Edward?
E il suddetto vampiro non suona al
controllo, vista la quantità di assurda roba tecnologica che si è portato?
Ma vabbé.
In realtà c’entravano cipolle le
ultime frasi.
Arriviamo al dunque. Perché, avendo
appena letto il capitolo originale, io so che il succo della questione arriva
adesso. Tra un paio di pagine. E lo sapete anche voi. Sempre che, dopo averlo
letto, non siate morti di diabete, non siate soffocati dalle risate, o vi siate
innamorati a tal punto di questo capitolo, che questa fanfiction NON LA STATE
LEGGENDO.
E, in compenso, vi stiate attivando i
tergicristalli sugli occhi lacrimevoli che vi ritrovate, alla dodicesima:
“Edward, ti amo, ma troppo sangue è
stato versato per questa relazione. Non possiamo andare avanti così.”
“E, allora, Bella io ti prometto che
diventerò cattivo, recupererò Jack Sparrow dal centro di Recupero in cui lo
abbiamo mollato, e violenterò Jacob, per dimostrarti che la Forza è in te.”
“Oh, Edward.”
“Oh, Bella.”
“Domani è un altro giorno.”
Con tanto di digressione dell’autore
di turno sulle campane a festa e sulla sinfonia trionfale che chiude questa
romanticissima parte. Per concludere con i sospiri. Oh. Ah. Uh. Ih. The End.
Beh, è bello quel che piace in fondo,
no?
No, appunto. Edward è bello.
Fisicamente. Perché dal punto di vista della personalità, ammettiamolo, donne,
sarebbe meglio mettersi con un aoristo passivo di secondo grado. Futuro.
Ammesso che l’aoristo sia un modo e non un tempo. O viceversa. Boh.
Emh? Voi, mirabile pubblico a casa,
state dormendo bene? Ammetto che il capitolo si sta rivelando un tantino noioso
per il momento. Oh-oh. Vabbé, prima di continuare esco a comprare le sigarette.
(Lo so, molti dei
vostri ex sono usciti a comprare le sigarette e non si sono più fatti sentire
se non per invitarvi al loro matrimonio con la vostra ex migliore amica. Ma io
torno, vi assicuro.)
Ecco, sono tornata!
E tra qualche riga vi delizierò con
una frase ad effetto, per dimostrare che il fumo fa male ai polmoni
ma bene alle idee (con l’unica differenza, che i polmoni te li comprano
e li pagano bene, le idee no.)
“Scopami, tigre.” Pensò Bella.
“La quotazione in borsa della Fiat è aumentata” pensò Edward.
“Prendimi, qui, ovunque ci troviamo.
Ma fammi godere” pensò ancora Bella.
“Ahi. Ahi. Devo dire a Jasper di
vendere quei titoli dei Lemhan Brothers.” Rifletté
Edward.
“Edward” disse Bella, sospirando di
piacere al solo sentir la sua stessa voce nominare quel nome.
“Sì, tesoro?”
“A cosa pensi?”
“Mah, economia…”
“Anch’io.”
Pausa pregna di significato.
Momento di imbarazzo.
Lieve rossore sulle guance di lei.
Solito bianco cadaverico su quelle di lui.
Sguardo-a-pesce-lesso-micidiale di Bella.
Espressione a punto di domanda di Edward.
Niente da fare. Non capiva una sega
Edward. Probabilmente dipendeva dal fatto che i suoi ormoni erano morti con lui
nel 1918.
“Quanto manca?” chiese infine lei.
“Siamo arrivati.” Rispose lui, con un
sorriso sghembo, dopo una breve pausa.
“Ma dove siamo?”
“Ora vedrai.”
Scesero dal jet privato, dove
trovarono una limousine pronta a scortarli ovunque fossero diretti, con tanto
di Charles, il maggiordomo.
“Oddio!” disse Bella “Ecco, dove siamo! A Beverly Hills!”
“No, Bella, non siamo in America.”
Rispose lui paziente. Forse, nell’emozione del momento, la sua dolce
mogliettina aveva rimosso le 47 ore di volo appena passate.
“Oh, siamo ad Orange Country, allora!”
Edward, ricordandosi di aver
dimenticato la dignità nell’altro paio di pantaloni color cachi (che chissà che
cazzo di colore è. Basta “c”, vi prego.), non le rispose.
Stappò invece una bottiglia di champagne
e gliene versò un bicchiere, nella speranza di farla ubriacare presto.
Finalmente, arrivarono davanti ad una
villa enorme, con tanto di piscina e vista sul mare. Da tutte le prospettive.
Essendo quella un’isola.
“Eccoci” disse Edward accennando un sorrisino
sghembo (che è la versione sorriso della torre di
Pisa). “Siamo su Isola Esme.”
Bella, già abbastanza ubriaca da non
chiedersi perché diavolo un’isola avesse il nome della
sua neo-suocera, gli saltò finalmente addosso e diede voce ai suoi pensieri.
“Scopami, tigre.” Disse.
Edward deglutì, cercando lo sguardo di
Charles, il maggiordomo (epiteto formulare). Charles (il maggiordomo) si voltò
con grande discrezione dall’altra parte, accennò appena un inchino e se la
diede a gambe levate, prima che quella maledetta autrice di fanfiction lemon
(la Meyer, non io) lo spedisse in un rapporto a tre con un vampiro e un’idiota
in calore.
Bella ridacchiò, ma senza togliere gli
occhi dalla sua preda.
“Avanti, me l’hai promesso.”
“Non vorresti prima del caviale?”
“No.”
“Altro champagne?”
“No.”
“Un panino?”
“No.”
“Riposarti dal viaggio?”
“Ho dormito abbastanza. Voglio venire
a letto con te.”
“E-eh?”
“Fare l’amore, scopare, chiavare,
ciulare, fare sesso, riprodursi…”
“Ok, ok ho capito.”
Bella sorrise
soddisfatta.
“Ultimo desiderio?”
“Fai il bagno con me.”
Bella ci pensò qualche decina di
secondo. Facciamo dieci minuti.
“Saremo nudi?” chiese.
“Certamente.” Rispose lui,
arrendendosi completamente.
E, stringendola al suo caldo (sì, vi
sto prendendo per il culo) petto e baciandola appassionatamente (vedi parentesi
prima) la condusse verso la piscina, mentre il chiaro di luna li guardava
curioso.
Appena si rese conto di quel che stava
per succedere, il chiaro di luna sospirò scocciato, afferrò un paio di nuvole
di passaggio e si coprì gli occhi con quelle. Certo è, che la gente non ha un
minimo di decenza.
La mattina dopo Bella si svegliò con
forte mal di testa.
La bocca impastata, i muscoli pesanti
e il cervello nettamente rallentato (so che più di così è difficile, ma infondo,
è un’opera di fantasia, no?) la condussero subito ad un’unica possibile
conclusione.
Un sanissimo dopo-sbornia?
No, una notte di sesso sfrenato con
Edward!
Era l’unica spiegazione possibile!
A proposito di Edward, aveva smesso di
accarezzarla ora che si era accorto che era sveglia.
(Si invita la
gentile clientela ad ignorare la pesantezza di questa frase. Fa schifo. Ma non
so come altro esprimere il concetto.). <- non è una faccina. È un punto, una
parentesi chiusa e un altro punto.
“Come stai?” chiese lui.
Non era un bel tono. Sembrava gli
girassero.
Bella mugugnò qualcosa.
“Cosa?”
“Bene.”
“Cosa?” chiese ancora Edward, col pelo
rizzato. (Per favore, evitiamo i doppi sensi!)
“BENE!” urlò Bella.
“Ci sento!” rispose Edward “Intendevo
esprimere il mio disappunto davanti alla tua spregevole –per
quanto apprezzabile- bugia!”
“Eh?” chiese Bella.
Edward prese fiato…
“INTENDEVO ESP-…”
“Ci sento, ci sento! Dicevo che non ho
capito. Hai parlato difficile.” Disse lei, mettendo il broncio.
“Perché mi stai mentendo, Bella,
perché? Lo so, lo vedo che non stai bene. Come puoi dirmi che stai bene?!”
Bella, vagamente preoccupata dal tono
addolorato del suo maritino si guardò intorno e si vide ricoperta di piume.
“Oddio! Mi sto trasformando in
un’oca!” urlò.
Edward la guardò incredulo. Poi, cercò
con lo sguardo qualcuno in grado di fornirgli una spiegazione logica per
l’idiozia cronica della sua adorata mogliettina. Niente. La sala si era
svuotata. Era rimasto solo un grillo che per tutta risposta grillò
con fare conciliante. In fondo, si sa, tra grilli e vampiri ci si capisce al
volo. Sospirò. Era idiota, d’accordo. Ma, in fondo, nessuno l’aveva costretto a
sposarla.
“No, Bella, le piume sono dei
cuscini.”
“Cuscini?”
“Sì, ho azzannato un paio di cuscini mentre…”Edward
simulò un attacco di tosse.
“Ah, allora va bene.” disse Bella, con un sospiro di sollievo “Se non mi sto
trasformando in un volatile, posso tornare a dormire.”
Edward fissò lo schermo del computer
con grande risentimento. Ma perché capitavano tutte a lui?
Emh...ok,
non aggiorno da un po’ ^^’
Va
bene, lo ammetto.
Faccio
schifo. Sono da eliminare. Triturare, maciullare, uccidere, fare a pezzi...
Dunque.
Spero almeno vi sia piaciuto il capitolo. Voi, 4 gatti che mi seguite nella
speranza di portare a termine la vostra tesi in psicologia sui disturbi
adolescenziali.
Non
ho scusanti, quindi non mi metterò a elencare la serie di disgrazie capitate a
me, ai miei voti e a questo povero computer in questo periodo. Fatto sta che
non vi siete ancora liberati di me! Continuerò questa fanfiction il prima
possibile e spero di riuscire a fare lo stesso con “Lascia che la Follia ci
scorra dentro sottovoce”. Anche se la vedo dura, sinceramente. Prima delle
vacanze estive la vedo dura sul serio.
Intanto,
ne approfitto per ringraziarvi di cuore. Le vostre recensioni sono
meravigliose, fanno più ridere della fanfiction stessa, e mi rendono davvero
orgogliosa. E anche quel “31”
di quelli che hanno messo “Breaking me Down” tra le preferite e quei 2 che
l’hanno messa tra le seguite.
E,
anche, a quelli che, se esistesse “Fanfiction che ti hanno fatto schifo” ci
metterebbero la mia.
Capitolo 6 *** Sesto Capitolo e Basta. Tanto non succede niente. ***
Breaking me Down
Breaking me Down
Trattini e Filosofi a
Caso, con qualche Scrittore e una Pubblicità in Rosa nel Mezzo. Tutto
Maiuscolo.
-Sesto Capitolo e
Basta. Tanto non succede niente.-
Se un qualsiasi filosofo a caso (da
Platone a Kant, o da Kant a Platone, come cacchio vi pare) avesse letto almeno
due pagine di questa saga, avrebbe rivisto completamente le sue teorie
sull’intelletto, sull’anima umana come scheggia di quella divina e, in
generale, sugli umani come esseri dotati di ragione.
Mangiamo, scopiamo e dormiamo.
In questo o in altri ordini, ma il
principio è questo.
Non ci credete? Beh, aprire a caso
(quanto mi piace scrivere “a caso”!) il libro, per credere: “Bella fece fuori
sette uova, un paio di omelette e quattro pernici inglesi, per condire il tutto
con un’insalatina leggera”. “Bella saltò addosso ad Edward”. “Bella dormì per
sedici ore filate.”
Oppure vari mix delle tre attività.
“Bella si addormentò con ancora la
forchetta in mano, con la testa spiaccicata nel quinto piatto di lasagne che
faceva fuori.”
“Bella crollò sul petto di Edward,
prima di riuscire a violentarlo.”
“Bella non sapeva se scopare con
Edward prima o dopo la merenda di metà mattina.”
E, infatti, Edward che non è umano,
non mangia, non dorme e non ha voglia di fornicare (lo ammetto, questo verbo
l’ho imparato solo ieri). . .
No, ripensandoci, il fatto che non
abbia voglia di fornicare dipende solo ed esclusivamente dalla mogliettina che
si ritrova.
E, ripensandoci proprio alla grande,
oserei dire che il sopracitato filosofo a caso, non rivedrebbe tutta la sua
filosofia, dopo aver letto due pagine di questo libro.
Andrebbe a impiccarsi nel pollaio, o
si unirebbe ad una società segreta di scherzi telefonici.
Oppure, scriverebbe cazzate
(rigorosamente A CASO) come faccio io.
Non avete mai provato?
Bottiglia.
Più a caso di così?
Va bene, lo so che devo scrivere
qualcosa che assomigli vagamente a un nuovo capitolo in questa pagina.
Ma fa un caldo boia e quel capitolo è
privo di trama.
Vabbé ci provo. Dunque. . .
Dopo l’orrenda esperienza della prima
notte di nozze, Edward aveva escogitato un piano infallibile per evitare il
ripetersi di quella suddetta orrenda esperienza.
Fingere che Bella fosse solo il parto
della sua immaginazione. Che non esistesse, in realtà. Che fosse solo una sorta
di bambola gonfiabile che si aggirava al di qua e al di là del confine tra la
realtà e la fantasia. Che fosse un semplice agglomerato di atomi con funzioni
celebrali pari a zero e con la profondità di pensiero di una pernice in amore.
“Emh-emh. Signora Stronza?”
. . .
“Sì, lei…la S.S. La Signora Stronza
davanti al computer. Sono la Voce Fuori Campo numero 719645 + 1 e volevo
rettificare un secondo una cosa, sa…”
Prego.
“Si tratta di pura burocrazia,
sa…nulla di preoccupante…una sciocchezzuola….” La voce della Voce (ah-ah) si
faceva sempre più fievole e tremolante via, via che andava avanti a snocciolare
spiegazioni.
Ok, non ti farò
esplodere/triturare/mangiare/uccidere etc., cara Voce Fuori Campo, ma per favore, arriva al dunque!
“Ok, sì Signora, grazie Signora. In
effetti, Edward non dovrebbe fingere che Bella fosse un semplice agglomerato di atomi con funzioni celebrali pari a
zero e con la profondità di pensiero di una pernice in amore.“
Perché no, di grazia?
“Perché lo è. È esattamente quello che
è.”
E fu così che la Voce Fuori Campo
numero 719645 + 1 esplose.
Non si interrompono le fanfiction per
spiegare cose già note ai lettori, ecco!
Detto questo, sono aperti
i provini per diventare la Prossima Voce Fuori Campo. Se avete tra i 18 mesi e
gli 85 anni, il cervello vuoto, ripetete tutto quello che vi dicono, nessun
titolo di studio, speranze nel futuro pari a zero, votate Berlusconi (*), la
vostra massima aspirazione è fare la velina/il calciatore e/o farvi toccare il
culo nei salotti tv, ma siete troppo brutte o delle mezze seghe a calcio e il
Vostro Credito Residuo è pari a Zero- virgola- Zero euro, allora chiamate il
numero in sovrimpressione. Stiamo cercando voi. E ricordate: ogni Voce Fuori
Campo è unica e irripetibile. Entrate a far parte anche voi di questo unico
mondo! (**)
Emh. Sono desolata. Per il rosa,
intendo. Purtroppo abbiamo davvero bisogno di Voci Fuori Campo (ne faccio fuori
troppe a capitolo) e il tipo di persone che stiamo cercando, di solito è
attratto dal fucsia. Purtroppo il Ministero Per la Promozione delle Cazzate ci
ha tagliato i fondi e il fucsia non me lo posso permettere. Sì, ho bisogno di
soldi e non ho mai visto Parigi! A caso…
Scusate se divago, ma MI FA UN CALDO
BOIA! E non riesco a rimanere concentrata.
Dicevamo…
Edward stava fingendo che Bella non
esistesse.
“Amooooooooreeeee….”
Resta
concentrato…
“Tesooooooorooooooooooo…”
Loro
sono vicini. Ma non ti avranno. Resta concentrato.
“Cucciolooooooooooooooo…”
I
Mitocondri. Sono qui. Sono in questa stanza. Ma non ti avranno. Resta
concentrato.
“EDWARD! Porco di quel cazzo! Mi vuoi
rispondere?!”
“Sì, vuoi dirmi qualcosa, tesoro?”
chiese lui con l’aria più angelica del mondo. Ma significa che gli è spuntata
l’aureola sulla testa, l’ultima frase?
Bella affilò lo sguardo. Le labbra si
assottigliarono, per poi iniziare a tremarle pericolosamente.
“Mi stai prendendo per i fondelli?”
“Ma no, amore mio…”
“Edward.” Soffiò la P.P., la Pazza
Psicopatica. “Mi stai prendendo per il culo?”
“No?” disse Edward, esitante, incerto
su quale fosse la risposta giusta.
Le labbra di Bella presero a tremare
ancora più violentemente finché il tremore fu talmente tanto da espandersi ad
altre parti del corpo. Iniziarono a tremarle le spalle, le mani, i rotolini di
cellulite…
“E-ecco! Ve-edi?” disse la ragazza
singhiozzando.
Fece una pausa ad effetto, tirando
anche su col naso per aggiungere ancora più pathos alla scena.
“Questa è la prova che non mi ami!”
concluse, nascondendo la faccia tra le mani.
“Ma no…” iniziò Edward “Certo che ti
amo…”
“Posso avere un catino per il vomito?”
intervenne Bram Stoker.
“Ti posso cedere il mio” rispose
Sheakspeare.
“Bella, mio piccolo fiorellino di
campo, mio pasticcino al cioccolato ricoperto di crema lo sai che ti amo abbastanza
da andare al Berchet, tra tutta quella gente che puzza...(***)” Continuò il
Vampiro-che-ha-diciassette-anni-da-un-po’.
Ho notato che i trattini vanno un
sacco di moda tra le scrittrici fantasy: tipo il ragazzo-che-è-sopravvissuto,
colui-che-non-deve-essere-nominato, il-tagliolino-al-pesto-che-ho-mangiato,
i-lettori-a-cui-sto-dando-fastidio, la-trota-nell-armadio, culo-chi-legge.
Bella, mentre io facevo prendere male
il mio prossimo, non aveva ancora smesso di piangere.
“Bella, amore…” disse ancora Edward
accarezzandole la guancia delicatamente (gli avverbi di modo puzzano) “Ti amo
infinitivamente, alla follia, in tutte le lingue del mondo…”
“No, penso che il catino servirà a
me-….” Disse Sheakspeare, trattenendo i conati, mentre strappava il catino a
Bram Stoker.
“Infinitivamente non è nemmeno una
parola!” gemette Bram, prima di agguantare la borsa di un’Aspirante Voce Fuori
Campo e vomitarci dentro.
“Volete piantarla?!” abbaiò Edward
irritato ai due scrittori. Tornò poi a rivolgersi all’adorata mogliettina
“Amore…Bella…ti amo più della mia stessa vita….”
“Ma Ed, tu sei morto. Non vuol dire
niente per te la tua vita!” ribatté Bella, con gli occhi pieni di nuove
lacrime.
“No…non in quel senso…” provò a dire
Edward, ma dovette rinunciare. La sconfitta va accettata, c’è poco da fare. Lanciò
un’occhiataccia ai due scrittori, che stavano provando a montare un cappio
rudimentale sull’asse del soffitto, sospirò e si rivolse per l’ennesima volta a
Bella.
“C’è qualcosa che posso fare, per
farmi perdonare?”
Le lacrime di Bella si fermarono
all’istante.
“Beh.”
Edward mantenne un ostinato silenzio,
mentre sentiva le goccioline di sudore scendergli lungo la fronte.
“Una cosa ci sarebbe.”
Il vampiro continuò a non dire
dignitosamente niente, mentre Bella gli si avvicinava pericolosamente.
“E penso tu sappia di cosa si tratta.”
Gli sussurrò lei nell’orecchio, accarezzandosi il pizzo della maglietta che
offriva una generosa visuale della scollatura.
Edward non disse ancora nulla mentre
Bella gli infilava la lingua in un orecchio, ma pensò distintamente: Oh, cazzo, ci risiamo!.
“Addio, mondo crudele!” urlò Bram
Stoker prima di scalciare via lo sgabello che era il suo unico appoggio.
Sheakspeare si tolse il cappello con
le piume e si rivolse alla Voce Fuori Campo numero 719645 + 2 con aria
contrita: “Sono sempre i migliori ad andarsene per primi.”
La Voce Fuori Campo numero 719645 + 2
annuì con aria solenne.
“Forse dovremmo dire una parola. Per
il Signor Stoker intendo. Insomma, non è il massimo andarsene con quei due
avvinghiati sul pavimento che ****, **** e ****…”
“Hai ragione Voce. A te l’onore.”
“Oh, grazie Signor Sheakspeare.”
“Chiamami pure William.”
E il resto, gentili dame e onorevoli
cavalieri, è TUTTA CENSURA!
Riguardo gli asterischi.
(*) Non intendo offendere nessuno,
né far scoppiare una discussione politica a caso. Prendetela con filosofia,
anche se effettivamente votate Berlusconi. Farò del mio meglio per mantenere la
Par Condicio. (Ah-ah. No, sul serio, non sperate che lo faccia…XD)
(**) La qui presente sottoscritta
non risponde degli eventuali incidenti, mutilazioni, morte, congelamento
temporaneo e non, presa fuoco, distruzione, maciullazione, omicidio, stupro,
offesa, lesioni fisiche e morali di qualsiasi genere che potrebbero capitare alle Aspiranti Voci Fuori
Campo. La paga è di circa 4 centesimi a capitolo, contributi esclusi. La
pensione è garantita al 100% dello stipendio totale, visto che non si
registrano casi di Voci Fuori Campo effettivamente arrivate alla pensione.
(***) Questo è davvero scritto senza
intenzione di offendere nessuno. È solo un gioco tra me e un mio amico e mi
faceva piacere metterlo nella fanfiction.
Detto questo, chiedo, as usual,
umilmente perdono per il ritardo, per la mancata osservazione della grammatica
e della sintassi italiana e ancora vi ringrazio per il vostro calore e la
vostra assiduità nel recensire. Siete dei ganzi. Le recensioni fanno più ridere
della Fanfiction!
Capitolo 7 *** Settimo Capitolo e Moltiplicazioni Impure di Bestie e Vampiri ***
Breaking me Down
Breaking me Down
Se lo fanno i
Gem Boy è cosa buona e giusta!
-Settimo Capitolo e
Moltiplicazioni Impure di Bestie e Vampiri-
Se c’è una cosa che ormai mi è chiara,
anzi cristallina, nella fattispecie olocristallina
(quando uno impara una parola nuova, è felice di usarla, anche se ne ignora
il significato...) è la funzione dei sogni nei libri fantasy.
Servono a introdurre qualcosa di
assurdo, inconcepibile (l’avete capita? No? Ve la spiego nella nota in
fondo...) e contrarie al buon senso collettivo. Indovinate.
Come inizia questo capitolo?
Con un sogno! Della protagonista più bella che intelligente (tutti i
diritti riservati).
Bella stava dormendo e si agitava nel
sonno. Sentiva una musica incalzante e strana che proveniva dai meandri del suo
cervello, orecchiabile certo, ma oscena nei suoi contenuti...
“Sono
un vampiro, ma non pensar male, non succhio persone, non dormo in bare...”
Bella, imprigionata nel suo stesso
sogno, riconobbe il volto di Edward che si avvicinava.
“Però
anch’io devo pur mangiare, siamo uguali: mi nutro di animali...”
Ma non era il solito Edward: aveva i
capelli tirati indietro da una quantità industriale di gel, due pesanti linee
di matita nera gli cerchiavano gli occhi e aveva dei lustrini tra i denti.
“Non
sono perfetto! E’ vero lo ammetto, ho solo questo difetto...”
E cantava. Ma non con la sua solita
voce melodiosa e rassicurante, stile cartone della Disney.
No, era acuta, poi bassa (sempre
intonata), per metà baritonale, un quinto in falsetto,
quattro decimi satanica e ventinove trentesimi (esiste il tram ventinove
ventesimi, perché non la voce, allora?)...-ho finito gli aggettivi-...a vacca
da latte!
“Ma
sono ricco e carino, scusa assaggio il cagnolino...”
Bella si rigirò nel letto, sempre più
in preda al panico...
“L’uomo
lupo non lo succhio, se si arrabbia sono guai...”
Bella vide comparire (su sfondo nero,
con giochi di luce bianchi e rossi -?- a chiazze di rilevanza) anche il viso di
Jacob. Solo il viso perché il resto erano peli e pulci dall’aria sospetta. I
peli. Le pulci avevano un’aria così teneraaaaaa.
“Lui
di pulci ne ha un mucchio, in compenso non avrà mai...”
Bella si svegliò di soprassalto,
scossa dalla nausea e dai tremori (parkinson?). Che sogno orrido! E Jacob e
Edward! Quei peli! E quei lustrini!
Senza nemmeno guardare l’ora (frase
utile!) corse verso la cucina e sul tavolo vide un biglietto, indirizzato alla
signora Cullen. Perché mi dicono che, essendo loro in due, c’erano molte
possibilità che il biglietto non arrivasse al destinatario giusto.
Gentilissima signora Cullen,
La informiamo che il Sottoscritto,
Edward Cullen, Suo Eccellentissimo marito…
Se c’era una cosa che confondeva Bella
erano le parole difficili, come “eccellentissimo”, “sottoscritto”, “suo”, “che”
e “la”. Per cui la nostra eroina (nel senso che ha lo stesso effetto di
un’overdose sui nostri –io e le mie personalità multiple- nervi) non finì di
leggere il biglietto e iniziò a preoccuparsi per l’assenza di Edward.
A questo punto dovrebbe intervenire
una Voce Fuori Campo e spiegare alla Microcefala Capa che finire di leggere il
biglietto avrebbe fornito gli indizi necessari. Ma, non abbiamo ancora
completato il casting, per cui niente Voce Fuori
Campo, niente Indicazioni, niente Spiegazioni, niente Biglietto...
Bella guardò l’ora (la necessità di
questo ””””””libro””””””” di stabilire le coordinate
spazio-temporali ogni singola pagina è quantomeno irritante).
Era l’una di notte! Ma dov’era andato
a finire quel benedetto ragazzo? I bar non erano chiusi? E se fosse andato (in
tutta sincerità, ignoro se qui ci voglia il congiuntivo o meno O.o -> guardo
troppa televisione) in un Night Club? O, peggio, in un Gay Bar a fare lo
spogliarellista? O alle Poste, con tutte quelle vecchiette lussuriose? O,
Orrore e Dannazione (tutti i diritti riservati), se fosse andato a COMPRARE LE
SIGARETTE?
Bella non era una ragazza
intelligente. Lo sapeva anche lei; ma aveva visto abbastanza film da sapere
che, quando il protagonista va a comprare le sigarette, non torna!
In preda al panico aprì il frigo.
Infatti, di solito, è aprendo il frigo che cade la famosa tazzina e la
co-protagonista ha l’illuminazione e capisce in quale tabaccaio sia andato il
protagonista.
Sempre più terrorizzata, Bella fissò
l’interno del frigo. Un incauto pollo attirò la sua attenzione. Lo tirò fuori
con le mani tremanti, e lo rovesciò in un’altrettanto incauta padella. Appena
fu cotto iniziò a mangiare (con le mani –sempre tremanti- direttamente dalla
padella).
Poi le venne sonno e si addormentò.
Diverse ore dopo (vedi nota sopra),
sentì la gelida morsa di due mani sul suo collo.
Si svegliòdi soprassalto, per la seconda volta
in questo capitolo.
“Ciao, mio frugoletto di panna cotta
aromatizzata alla cannella...” Sussurrò Edward,
attirandola a se per baciarla. Bella sentì un conato di vomito salirle lungo
l’esofago. Per sua, fortuna, il conato trovò traffico verso l’uscita per la
laringe, e la Mignatta ebbe il tempo di alzarsi e correre verso il bagno.
Edward rimase interdetto per qualche
secondo.
“Beh, nemmeno tu sei ‘sto granché a
baciare! Io mica faccio tutte ‘ste scene, però...”
...
“Hai bisogno d’aiuto?”
“No!”
“Sicura?”
“Sì!”
“E’ la tua risposta definitiva?”
“Sì!”
“La accendiamo?”
“Mi vuoi lasciar vomitare in pace?!”
Edward sospirò e si sedette sul
divano, chiamando a raccolta tutta la sua pazienza. Doveva lasciarla sbollire,
tutto qua. Doveva aspettare che finisse di fingere di vomitare per quel bacio.
Probabilmente, era offesa perché le
aveva lasciato un biglietto scritto difficile, invece del solito stampatello
minuscolo e vocabolario di 4 parole. Eppure pensava che la sua vicinanza e il
suo linguaggio aulico le avessero insegnato ad apprezzare di più le parole! Era
stato un ingenuo.
Bella era l’amore della sua vita; non
poteva pretendere che fosse anche intelligente!
Attese dieci minuti.
Si mise a fischiettare per ingannare
il tempo.
“L’uomo
lupo non lo succhio, se si arrabbia sono guai...”
Pensò alla faccia di Jacob quando li avrebbe visti tornare dalla luna di miele.
Ah-ah.
“Lui
di pulci ne ha un mucchio, in compenso non avrà mai…”
Bella, per esempio? L’unica donna che
quel bifolco avesse mai desiderato? Esatto! Gne-gne-gne!
“Il
Maggiordomo!”
Al massimo un una
mezza dozzina di cani da slitta…
“La
villa a Como!”
Con George!
“I
miei milioni!”
Frase che si commenta
da sola, pensò Edward con un mezzo ghigno per un quarto cattivo e per un decimo
con senso di colpa. (?)
“I
macchinoni!”
Edward stava giusto pensando ad una
frase abbastanza cattiva e ironica (*) per commentare quell’ultimo verso
partorito dalla sua stessa mente, quando un grido riecheggiò per tutta la casa.
L’udito infallibile di Edward non
poteva sbagliare: proveniva dal bagno di servizio a mezzo metro da lui.
Spalancò la porta e gridò:”Bella!”
Per tutta risposta, sua moglie gli
lanciò una scatola di assorbenti addosso.
Seguì un lunghissimo minuto di
silenzio in cui Bella guardava Edward che guardava gli assorbenti che
guardavano Bella. Seguì un altro minuto di silenzio, questa volta in memoria
della letteratura (venuta a mancare prematuramente, nella descrizione di questa
scena.)
“Bella…” sussurrò Edward “Io non ho le
mestruazioni.”
“E’ questo il problema! Neanch’io!”
“Se ti dicessi che mi sento troppo
giovane per avere figli e prendessimo in considerazione l’aborto?”
Un altro grido squarciò l’aria. Che si
accasciò a terra, rantolante.
“Ma Bella, col culo che abbiamo,
saranno 8 gemelli!”
A volte le parole non servono. A volte
vengono a mancare. A volte si buttano direttamente sotto il primo treno per
Gallarate. E, soprattutto, quando le parole sono passate a miglior vita e non
si ha abbastanza padronanza di linguaggio da esprimere un concetto chiaro e
coerente, gridare è l’unica soluzione.
E fu quello che Bella fece.
Gridò. Per dieci minuti. Poi, gridò
ancora. Più forte. E più a lungo.
Quando finalmente la voce le morì in
gola (scusate, sono troppo abituata ad ammazzare le Voci Fuori Campo) Edward
sospirò e disse: “Afferrato il concetto. Faccio le valigie.”
Appena Edward si fu allontanato, Bella
tirò fuori il suo cellulare (di Edward) e compose un numero che non aveva mai
composto prima per chiamare una persona che non aveva mai chiamato prima.
“Alcolisti Anonimi? Sono incinta di un
vampiro morto da cento anni, devo smettere di bere per non far male al
bambino…Pronto? Pronto? Pronto!”
Della loro luna di miele rimasero solo
una gigantografia di Jacob sporco di fango –eh, il photoshop!- e un cartellone,
con su scritto: “Il mannaro non ha denaro!”
Non
aggiorno da...Un’era geologica? Tipo...Come si sarà capito
da questo capitolo sto esaurendo le idee (^^’) e stavo per abbandonare. Ma,
dopo aver sentito la canzone dei Gem Boy, non ho saputo resistere! Giusto per
non fare pubblicità occulta, naturalmente.
Ho
qualche appunto da segnalare:
1)
Avete presente tutte la parte sugli assorbenti? E’ disgustosa, vero? Ebbene, è
tratta quasi direttamente dall’originale! E io ho pagato per comprarlo!
2)
GRAZIE! Ancora di nuovo e per sempre a tutti quelli che commentano, seguono di
nascosto dalle amiche (e dagli amici) innamorate (e innamorati) di Edward (e
compagnie cantanti) e preferiscono (=mettono nei preferiti) questa storia!
3)
Sono CERTA che ci fosse un terzo punto, ma non me lo ricordo...
4)
Ah, sì. In perfetta contraddizione con quello che c’è scritto sopra, i casting
per le Voci Fuori Campo sono chiusi. Pregherei quindi la Signora Angela di
smetterla di intasarmi la mail con foto di sua figlia
e del suo criceto. Hanno fatto entrambi il provino e sono stati entrambi
RIFIUTATI (la figlia perché troppo bella e magra e bionda –la vendetta...- e il
criceto perché troppo intelligente)
Jacob nel
Paese delle Meraviglie, entra ed esce dai Viaggioni Altrui
-Ottavo Capitolo e
una Banana-
Lo splendido ottavo capitolo si apre
con tale Jacob che spacca il MUSO al suo FIDO compare Paul.
La prima cosa che il gentile lettore è
pregato di notare è che le parole TUTTE MAIUSCOLE non sono messe lì a caso o
per rendere più irritante l’impatto visivo con la pagina.
No. Sono lì per un motivo. Che vi sarà
gentilmente spiegato nella nota in fondo.
La seconda cosa che il lettore è pregato
di notare è che abbiamo improvvisamente cambiato protagonista, sempre
rigorosamente in prima persona passato remoto; la domanda spontanea che
dovrebbe affiorare alle labbra del lettore (ammesso che io abbia ancora dei
lettori, e che non siano tutti morti di vecchiaia
aspettando un aggiornamento) è la seguente: “Perché?”
Non vi dirò perché la domanda “perché”
è importante e nemmeno perché io non
voglia spiegarvi perché la domanda “perché” è importante o “perché che cosa?” il lettore dovrebbe
chiedersi.
Vi sto irritando? Bene.
Autrice: 1 vs Lettori: 0-> Numero di recensioni atteso: 1.
Negativa.
Emh. Ok, proseguiamo. Jacob, incazzato
alla n+1 perché la donna della sua vita ha deciso di diventare necrofila e per
la riforma sanitaria di Obama (*), spacca il naso a un suo amico. Boh. No. A
uno che è tipo suo cognato. Beh, rileggetevi il capitolo.
Ma il pugno glielo tira non per una
qualsiasi di quelle motivazioni quasi-razionali.
No, per un pacchetto di patatine.
Erano patatine fondamentali allo sviluppo della trama.
Dunque, patatine.
Che Paul si
infila in bocca “tutte intere” (citazione dal testo), ghignando come un
ossesso, cosa che irrita Jacob in modo incredibile anche se non ci viene
spiegato perch- emh...per quale motivo.
Chiunque abbia voglia di fare il
simpatico e di notare un qualsiasi doppio senso in questa fanfiction è
gentilmente invitato a uscire dalla finestra alla sua sinistra. (Altrettanto
gentilmente ricordo che la finestra alla sua sinistra è al quarto piano.)
Se permettete, sono io l’addetta a
rilevare doppi sensi non utili allo sviluppo dell’umanità, per farci battute
cretine sopra. Ma non lo faccio. Non perché non abbia rilevato il doppio senso,
ma perché non mi viene in mente nessuna battuta cretina. Sì, la cosa è davvero
così tanto triste.
In tutto ciò, mentre perdevo tempo
prezioso a dare spiegazioni non costruttive a lettori inesistenti, il capitolo
è rimasto lì a fissarmi, in attesa di attenzioni. Molto bene.
Posso farvi un breve riassunto dei capitoli
precedenti? No? Molto bene, lo faccio lo stesso.
C’era una volta uno che si chiamava
Ismael che su quel ramo del lago di Como…Combatte a Troia, torna a casa dopo
dieci anni e trova…poi, scopre che sua moglie è sua madre e si accieca…si butta
sotto un treno perché il Conte Vronskij…Poi butta l’anello del potere nel monte
Fato…Poi, la letteratura muore, tipo, e quindi scrivono libri su un gran
cazzaro della Roma-bene che si mette con una fighetta da
liceo-classico-privato-in-centro…Ah, e poi tipo tirano le cuoia anche la Logica
e l’Amore per la Scrittura, e la capacità di Scrivere e quindi scrivono tipo un
libro su una scema che non ha alcun tipo di qualità riscontrabile in lei,
odiosa, che fa la sarcastica con gente che prova semplicemente a essere gentile
con lei e però, chissà perché, tutti le vanno dietro e (OMG!) si mette con
questo super-mega-extra-etc.-etc.-etc. pezzo di gnocco che però è tipo…morto,
vampiro e molto, molto, molto, molto dolce&sensibile. Poi, boh si
innamorano. E si baciano, anche. A questo punto la trama fa schifo, i
personaggi sono patetici, non c’è una sola riga che faccia ridere o, almeno,
sorridere e l’autrice capisce che deve correre ai ripari. Quindi, introduce un
meraviglioso (come un cactus reciso e lasciato morire di sete), simpatico (come
un professore di greco antico che ha deciso di interrogare proprio TE quel
giorno) scapigliato (come un nonno dopo troppi bianchini al bar, mentre gioca a
briscola con altri nonnini) nuovo (si fa per dire) personaggio (=macchietta). Il
nostro mitico, inimitabile JACOB BLACK.
Jacob sbuffò e uscì dalla finestra (lo
fa davvero: uscire dalla porta fa tanto 2009!) sempre sbuffando. Con un
successivo sbuffo, per far notare ai lettori meno intelligenti che lui
non-era-contento, si incamminò verso la spiaggia.
Vide Quill (che possiamo tradurre in
Italiano con “Gerardo”).
“Ehy, che fai?” chiese il
ragazzo-che-non-era-affatto-contento-della-situazione-attuale.
“Boh. Cazzeggio, tipo.” Rispose
Gerardo. “Fumo una sigaretta, conto gli alberi, fisso il vuoto...Cose che
facciamo noi adolescenti con tutto il mondo contro per far vedere che non ce ne
frega niente…Capisci?”
Jacob capiva. Caspita se capiva.
Sbuffò.
“Capisco.” Annuì, sbuffando. Visto che
non è facile annuire, sbuffare, capire, sparare una cagata e parlare insieme
soprattutto se si ha solo mezzo neurone e un quarto (che è minore di due ma
maggiore di tre diviso otto. <- Se è giusto, vi giuro che vado a farmi
aumentare il voto di maturità.), visto tutto ciò (e questo non è Italiano)
Jacob…Mi sono persa. Nella mia stessa frase!
Visto che non è facile tutto ciò,
Jacob finì per strozzarsi con la sua stessa saliva, un po’ come la sottoscritta
con il suo stesso Italiano.
Gerardo annuì compassionevole. Un
quarto di compassione per il povero Jacob, tre ottavi per l’autrice che si
stava appunto titillando con l’idea di eleggerlo a nuova Voce Fuori Campo.
Gerardo lesse l’ultima frase,
sillabando ogni parola, deglutì, impallidì e tornò a rivolgersi al
povero-Jacob-che-non-era-affatto-contento.
“È dura pensare, eh?” disse Gerardo
annuendo gravemente “Capita anche a me. Soprattutto quando devo esprimere
concetti difficili tipo o …alla fine la vita è un casino...”
Jacob non rispose, ma si limitò a sbuffare
di nuovo.
La vita è una gran Troia. Poi,
improvvisamente, lo sentì.
Jacob rizzò il pelo, scoprì i denti e
si guardò intorno circospetto. Qualcosa era cambiato. In quel preciso istante,
in quel preciso luogo, qualcosa era appena scattato; qualcosa di orribile.
Forse, avevano appena cambiato qualcosa in Matrix. Ma no, era peggio di così,
molto peggio.
Qualcosa era appena successo a lui.
Si guardò intorno di nuovo. C’era una
leggera foschia.
Annusò l’aria. Sentì l’odore della
suddetta, leggera foschia (?!).
Si annusò le ascelle e rabbrividì
istintivamente. Oltre al consueto aroma di formaggio francese stagionato,
birra, disinfettante, vomito (colpa del sopracitato odore di birra), sudore e
alla consueta e confortante puzza di cane bagnato che lo faceva sentire a casa,
c’era qualcos’altro. Qualcosa di estraneo. I suoi affinatissimi sensi di lupo
(questa l’ho copiata ma non so da dove…) potevano percepirlo. Sapeva di…pulito.
Jacob si sentì gelare. Sapeva di cotone.
Aveva una maglietta addosso.
In preda al panico, ululò al buco
nello Zono e provò a togliersi quel fastidioso indumento. Indumenti, vestiti, il solo pensiero gli faceva rivoltare lo
stomaco!
Proprio mentre lottava con un estraneo
e fastidiosissimo foglietto che recava la minacciosissima scritta “85% cotone
14% acrilico. 1% che non vuoi sapere cos’è. Lavare in lavatrice a 40° e non
nutrire dopo mezzanotte”, sentì delle concitate voci femminili avvicinarsi.
Voci femminili. Le voci femminili,
ragionò Jacob, erano prodotte da corde vocali femminili che, a loro volta,
appartenevano a corpi femminili, che erano di proprietà di femmine!Ragazze.
Cazzo, doveva assolutamente uscire da
quella maglietta prima che lo vedessero in quello stato imbarazzante: tutto
vestito!
“Vedi che non capisci una minchia?”
disse una delle suddette voci femminili.
Jacob si immobilizzò come una faina
pronta ad attaccare un ornitorinco.
“La serie antica è molto meglio!” proseguì la voce.
“Ma fammi il favore!” replicò un’altra
voce, leggermente alterata. Questa seconda ragazza, ora Jacob la vedeva bene,
indossava una maglietta con su scritto “TEAM IDEALISMO: I’m Hegel’s sex slave!”
“Ma dai vuoi mettere il Simposio con la Critica della Ragion
Pratica? Non c’è partita…”
“Beh, cara, io prima di tutto sto per
la Fenomenologia…” rimbeccò la
seconda, per poi aggiungere conaria sognante “...E’ il più bel libro mai scritto…”
“Ma dai!”
“Beh, e cosa c’è di tanto meraviglioso
nella serie Antica?”
“Prima di tutto” iniziò la prima voce
“lo slash è canon…” disse maliziosa.
Jacob si sentì in dovere di
spiaccicarsi contro il primo muro, come ogni personaggio maschile che senta la
parola “slash”.
“Guarda che lo slash è divertente
proprio perché non è canon…”
“…Tutta invidia, cocca! Tu sei
costretta a fare i salti mortali per far mettere insieme Fichte e Schelling e
dare una spiegazione logica del tutto!”
“Sempre meglio che perdere le giornate
a chiedermi se un vecchio brutto come Socrate si metterà con Platone o con
Alcibiade! È una cosa assurda! Tanto è vecchio e lo sanno tutti che muore alla
fine!”
“Non vorrei rovinare la cosa…”
intervenne una terza voce “…Ma guardate che alla fine Platone si mette con
Aristotele…”
“No!”
“Stai scherzando? E Cratilo? Non aveva
un mezzo inciucio anche con lui?”
Fu a quel punto che Jacob si rese
conto che l’unica parola che aveva afferrato dell’intera conversazione era per
l’appunto slash. E non sapeva nemmeno cosa significasse esattamente. Sapeva
solo che se leggeva quella parola negli avvertimenti, doveva darsela a gambe.
In fretta. Soprattutto se l’unico altro personaggio citato oltre a lui era il
Vampiro-che-era-effemminato-ho-visto-Harry-Potter-4-tipo-9-volte-solo-per-vederlo-morire-ancora-ancora-e-ancora.
Confuso dai suoi stessi pensieri,
maltrattato dalla sua stessa maglietta, flippato completamente da pensieri su
se stesso e il non-morto-eh-che-cazzo-però, Jacob alzò gli occhi al cielo.
(Nei film americani, di solito, Dio ha
la risposta.)
“Ma dove cazzo sono finito?” Gemette.
“Sei in un V.d.A., mio caro.” Disse
una Voce.
“Dio?”
“No, Voce Fuori Campo. Ma puoi
chiamarmi Dio o Carl, se preferisci.”
“Quindi sono in Vida?”
“No. Sei in un V. d. A.”
“…”
La Voce Fuori Campo alzò gli occhi al
cielo.
“In un Viaggione dell’Autrice!”
esclamò la Voce Fuori Campo.
Poi, visto che il suo interlocutore
sembrava registrare tante sinapsi quanto un guscio di tartaruga deragliato,
aggiunse: “A quanto pare, l’autrice troverebbe…emh…estremamente divertente
vedere la faccia delle ragazzine che, quando ha l’i-pod scarico, le
scartavetrano i coglioni in metropolitana con i vari team Edward e Jacob…vedere
la loro faccia…mentre…ehm…qualcuno fa discorsi insensati sulla filosofia come
se fosse una serie…”
“…”
“…”
“Come me ne vado da qui?”
“Mi lasci qui con queste tre?”
sussurrò la Voce Fuori Campo.
Jacob allargò le braccia come a dire
“Che ci vuoi fare?”, oppure “Devo..”, o anche “Latte o limone nel the?”, o,
infine, “Hai un porcospino tra i denti”.
“Molto bene.” Disse stoicamente la
Voce Fuori Campo. “Vai in quella casetta laggiù, esci e guarda il Cartello
Informativo, e prega di sopravvivere fino al prossimo capitolo.”
“Grazie.”
“Come ti pare.”
Jacob si incamminò. Arrivò davanti
alla porta e lesse il cartello: “Chiunque desideri varcare codesta soglia ha lo
stesso valore sequenziale di una descrizione definita analizzata secondo la
notazione di Russell”. Jacob si grattò la testa pensieroso e lesse il cartello
successivo.
“Traduzione del
cartello-che-non-avete-capito-ma-era-lì-per-dare-fastidio-al-lettore.
Chi entra è simpatico come la merda
nel letto il giorno di Natale. ‘Fanculo.”
Sbuffando, il nostro eroe si fece
coraggio e entrò nella casetta. Annusò subito il pericolo.
Sul tavolo c’era un’ombra sospetta.
Jacob studiò la figura per un attimo
chiedendosi, vagamente inquieto, che cosa fosse.
“È una banana” spiegò il Buon Senso.
“Umh” assentì Jacob “Una banana molto
sospetta.”
“No. È una banana.” Lo contraddisse il
Buon Senso “Non c’è niente di sospetto in una banana.”
Jacob scrollò le spalle e fissando la
banana dritta negli occhi (?) le chiese: “Cos’hai in mente, banana?”
“Nulla. Non ho una mente.” Rispose
stiracchiandosi (?!) la banana.
Il Buon Senso stramazzò al suolo,
morto stecchito.
“Hai appena ammazzato una
Personificazione.” Constatò Jacob tornando a rivolgere il suo interesse alla
banana, dopo qualche preghierina per l’anima del Buon Senso.
“Fa niente.” Disse la banana,
guardandosi le unghie (?!?) “L’autrice ne ha impalate talmente tante che non mi
manderanno nemmeno una multa. Al massimo un reclamino. Ma piccolo.”
“Umh.” Assentì nuovamente Jacob.
Dopo diversi minuti di imbarazzante
silenzio, Jacob si alzò e si accomiatò dalla banana, consultando il Cartello Informativo
di fianco alla porta.
“Per la parte meno surreale della
fanfiction, appena uscito vai a destra e svolta di nuovo a destra al semaforo”
disse il Cartello Informativo, con aria annoiata.
“Peccato.” Commentò la banana.
“Avevamo un sacco di cose in comune. Potevamo essere amici.”
Emh..
Ciao? Come state?
È da circa un anno che non aggiorno.
Non lo so di preciso.
Diciamo che tra blocchi dello
scrittore, una serie di parodie di Twilight molto più divertenti di questa, la
maturità (non fatela, è una cosa disgustosa XD) il viaggio di maturità
(fatelo!), il cazzeggio post-maturità (fate anche questo!) etc. mi sono persa...e
non ho più aggiornato.
È vero sono una merda.
E voi, invece, siete meravigliosi (o
pagati molto bene dai miei amici) perché lasciate recensioni molto carine e
divertenti (per cui forse dovreste scriverla voi la fic), mettete nei
preferiti/seguiti e non perdete le speranze con un’autrice scomparsa. Beh,
grazie, grazie, grazie.
Cagate sentimentali a parte,
leggete, riflettete, recensite e notate la mia spocchia nel presumere non solo
che qualcuno stia leggendo tutto ciò ma che, anzi, sia più di una persona.
P.S.= so che ho promesso delle note
in fondo. Ma non ho intenzione di scriverle. Perché? Boh.