Ma noi non siamo nessuno?! di Scarlett Sakura (/viewuser.php?uid=44051)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Akari ***
Capitolo 2: *** Anna ***
Capitolo 1 *** Akari ***
Ma noi
non siamo nessuno?!
1°
capitolo: Akari
« Vai, Arciduca di
latta, distruggi cavaliere-gemma
lapislazzuli! » La creatura a forma di pupazzo
dalle sembianza di un duca
alzò la spada e fendette l’aria distruggendo
l’avversario. La creatura umanoide
grigia e dagli occhi verdi venne letteralmente smembrata. Ci fu un
esplosione
ed Akari venne scagliata lontano atterrando a pochi metri di distanza
nel
giardino di casa sua.
Akari:
1000-1600 = 0 LP
Tetsuo:
4000 LP = WIN
«
Ho vinto di nuovo. » si vantò Tetsuo mentre si
toglieva il
duel gazer e la realtà aumentata spariva. « E
senza perdere neanche un life
points. »
« Mi dispiace molto per Akari-san. » disse Kotori,
togliendosi la lente a sua volta, con grande solidarietà
femminile. Quella
ragazza aveva sempre una parola gentile per tutti.
« Già. » aggiunse Yuma con le mani
dietro la testa e una
faccia non particolarmente afflitta. In pratica, non gliene importava
granché;
conosceva le capacità della sorella e immaginava sarebbe
andata più o meno in
quel verso. Aveva cercato a lungo di farla appassionare a quel genere
di
combattimenti ma era stato tutto inutile.
La ventenne si mise seduta per terra togliendosi la lente
arancione e sospirando sconfitta.
Ma perché doveva perdere tutte le volte? Non riusciva a
capire. Eppure si era impegnata sodo per migliorare la propria
strategia ed il
proprio deck. Non credeva che duellare e mettere su un mazzo di carte
fosse
così complicato, doveva ammetterlo. Però non si
era fermata ed era andata
dritta per la sua strada, come faceva sempre.
Si rimise in piedi spolverandosi i pantaloni bianchi e
togliendosi il duel disk. Mentre lo riponeva in tasca il suo sguardo
cadde sul
fratello e non poté fare a meno di sentirsi ancora
più afflitta e, in un certo
senso, arrabbiata. Persino Yuma era riuscito a diventare un vero
duellante,
perché dunque non poteva riuscirci lei?
« Se c’è riuscito un asino come mio
fratello dovrei farcela
anch’io, no? » borbottò tra
sé ad occhi chiusi.
Le sarebbe piaciuto davvero pensarla così, ma non poteva.
Rialzò
le palpebre osservando Yuma chiacchierare vivacemente con i suoi due
amici e un
lieve sorriso si formò sulle sue labbra.
Lui aveva lottato tanto per raggiungere il suo obbiettivo.
Nessuno lo sapeva meglio di lei, avendolo osteggiato in tutti i modi
possibili.
Era vergogno ed inammissibile da parte sue essere gelosa di lui dopo
tutto ciò
che aveva dovuto subire. Sarebbe stato ingiusto e lei non lo era,
specialmente
con il suo adorato ed indisponente fratellino. Avrebbe potuto riprovare
anche
all’infinito ma non sarebbe mai stata in gamba come lui.
Doveva rassegnarsi su
questo.
« Vedo che hai perso di nuovo. »
« Già. » rispose senza pensare. Ma poi
si pietrificò in
preda allo stupore assoluto. Quella voce la conosceva fin troppo
bene… si girò
all’improvviso per la sorpresa ed un certo shock trovandosi
di fronte l’ultima
persona che pensava di rivedere.
« Charlie! » l’uomo la guardava immobile
e sorridente. Si
toccò il cappello in un gesto di saluto diretto solo a lei.
« Ne è passato di
tempo, Akari. » Vi era una certa malizia nella sua voce ed
uno sguardo talmente
intenso che lei, per tutta risposta, arrossì. Sì
sentì un po’ incavolata con sé
stessa. Le procurava sempre quel tipo di effetto ma, d’altro
canto, era
innamorata di lui da quando aveva quindici anni. Ed il primo amore non
si
scorda mai. Per quanto quest’ultimo sia assurdo a volte.
« Che cosa ci fai qui? »
« Sono passato per un saluto. » si
avvicinò a lei, mani in
tasca a faccia da schiaffi. Esattamente come tutte le volte che lo
rivedeva. «
Non sapevo avessi iniziato ad appassionarti ai duelli. »
« Infatti non m’interessano affatto. »
puntualizzò
abbassando gli occhi in maniera fin troppo pudica, se si considerava il
suo
carattere. « È solo che devo scrivere un articolo
su un minitorneo che si terrà
in città e per farlo sono obbligata a duellare. Inoltre
avrò la possibilità
d’immedesimarmi meglio nei duellanti. Almeno così
dice il direttore. » Cosa di
cui non era affatto convinta, ma era pur vero che il suo capo
difficilmente
sbagliava su quel genere di questioni. Charlie, per tutta riposta,
emise un
sonoro fischio e si calcò meglio il cappello in testa.
« Far duellare te? Che coraggio. » disse con un
malcelato sarcasmo,
ma il suo sguardo era talmente diretto e gentile da costringerla a
girarsi
dall’altra parte con le braccia conserte e gli occhi chiusi.
« Beh, non è colpa mia. Sono gli intoppi del
mestiere.
Comunque sia… » si voltò parzialmente
per guardarlo meglio. « Resti a pranzo da
noi? »
« Perché no? » si toccò
nuovamente la falda del cappello –
quel gesto la faceva impazzire! – e le fece
l’occhiolino. « Accetto volentieri,
purché cucini tu. E magari ti metti anche un po’
di trucco. »
« Non ci contare. » Akari si ricoprì
nuovamente di rossore e
per darsi un contegno gli diede le spalle ancora una volta. Stava
diventando
una cattiva abitudine. « Comunque vado ad avvisare la nonna.
» Lo piantò nel
mezzo del giardino intenzionata a dirigersi verso casa quando venne
improvvisamente attirata all’indietro. « Eh?
» Si trovò, non seppe bene come,
con la faccia premuta contro qualcosa di solido, caldo e che profumava
di
sandalo e terra.
Il petto di Charlie.
Si scostò lo stretto necessario per guardarlo negli occhi
mentre il rossore e le sue guance erano divenute una cosa sola. Altro
che trucco,
lì ci voleva un intero cofanetto di cipria bianca.
« Ma… » Akari era il genere di persona
che riusciva a
rimettere al suo posto chiunque. Non aveva peli sulla lingua e ancor
meno un
carattere docile. Eppure davanti all’allievo di suo padre
perdeva buona parte
del suo fuoco. Era sempre stato così. Si rese vagamente
conto di ciò mentre lui
la fissava seriamente ed intensamente; gli occhi due gemme blu dal
fondo
imperscrutabile e misterioso.
« Charlie, io… » Avrebbe dovuto
fermarlo. Pensava a questo
mentre osservava il suo viso farsi sempre più vicino. Poteva
notare le
sfumature dei suoi capelli scuri, l’abbronzatura della sua
pelle e percepire il
calore del suo fiato che sapeva vagamente di fumo. Stavolta le stava
dando il
tempo di fermarsi, solo che era lei a
non volerlo fare in quel momento.
Se soltanto avesse avuto la certezza che fosse serio…
Se soltanto non avesse trentaquattro anni…
Se soltanto non fosse un avventuriero…
Se soltanto avesse smesso di pensare una volta per tutte.
L’uomo schiuse la bocca passandosi la lingua sulla labbra
mentre Akari faceva altrettanto, attendendo che finalmente
s’incontrassero.
Avrebbe dovuto cominciare ad uscire con qualche uomo, tutta quella
astinenza
non le faceva bene.
« Akari… » la chiamò con un
tono di voce così intimo da
risultare imbarazzante. Non aveva mai cercato di sedurla seriamente,
cosa che
lei aveva sempre sperato. Ma sarebbe morta schiacciata da una trave
piuttosto
che dirglielo.
« Charlie… » invocò il suo
nome in un sussurrò un’ultima
volta prima di chiudere gli occhi e lasciarsi andare…
Stavolta per davvero…
Basta pensieri inutili…
Voleva solo essere baciata da lui…
Come solo un uomo può prendere una donna.
« Charlie! » la voce di suo fratello la
schiantò sul pianeta
terra con la stessa velocità con cui lui mangiava. Non si
aveva nemmeno il
tempo d’ingoiare il primo boccone che la ciotola del giovane
Tsukumo era già
vuota. A quanto
pareva i ragazzini che
si erano finalmente accorti della presenza dell’ospite.
Fortunatamente lui la
copriva con la sua stazza per cui nessuno dei tre sospettava neanche
lontanamente cosa stava per accadere tra di loro.
« Ciao Charlie, come stai? »
« Non c’è male Yuma, grazie. E tu?
» Da quando avevano
duellato erano diventati buoni amici, anche se si vedevano decisamente
poco.
L’uomo lasciò andare il braccio della ragazza,
girandosi verso il ragazzino in
modo da coprirla con il suo corpo e darle il tempo di riprendersi.
Akari si
girò a sua volta facendo dei respiri profondi e cercando di
ricomporsi. Mai
avrebbe permesso a qualcuno di sospettare qualcosa, tanto meno a quel
ficcanaso
di suo fratello.
« Benissimo! Che ne dici di un duello a coppie? »
chiese
quest’ultimo col suo solito entusiasmo e senza perdere tempo.
« Dico che è un’ottima idea. I partner
non mancano. » annuì soddisfatto
lanciando poi un’occhiatina alla ventenne che rispose
arrossendo ancora ed
abbassando gli occhi.
« Aspetta un attimo Yuma. » lo chiamò
Tetsuo perplesso. « Io
e te possiamo duellare insieme, ma chi farà coppia con
Charlie-san? Non c’è
nessuno che sappia duellare qui. » Senza che gli altri se ne
rendessero conto
la maggiore degli Tsukumo si girò a fissarli male. Molto
male.
« Hai ragione. Kotori non sa duellare ed oltre noi non
c’è
nessuno. » annuì un po’ deluso, ma
giusto qualche secondo. Il tempo di
ritornare in sé e passare all’azione.
«Allora faremo un duello noi due, ti va? »
Intanto un nervo pulsava minacciosamente sulla tempia della giovane che
minacciava di esplodere da un momento all’altro.
« Certo. » altro toccò al cappello.
Adorava compiere quel
semplice gesto, ma adorava ancor di più vedere la figlia del
suo maestro fuori
dai gangheri. « Se nessuno può farlo è
inutile aspettare. » A quel punto Akari
perse definitivamente la pazienza. Un conto era sapere di essere scarsa
nei
duelli, un conto era essere trattata alla stregua di un sopramobile.
« Ehi! E
io non sono nessuno?!
»
Salve
gente.
Questa fiction è la
vendetta di quei personaggi che pur essendo presenti nella serie
vengono
sistematicamente ignorati. Un piccolo modo per dare spazio e chi viene
poco
considerato.
Piccole
precisazioni:
- Secondo quanto dice
Yuma nel manga, Akari ha perso 40 volte contro Tetsuo.
- Non conosco il suo
deck. Ne ho trovato uno ma non mi piaceva e così ho scelto
l’archetipo
cavaliere-gemma.
- Per chi non lo
sapesse, Charlie è l’allievo di Kazuma
nonché proprietario della motocicletta
posseduta da Akari. Oltre ad essere l’uomo di cui
è da sempre innamorata.
Ora vi saluto gente.
Alla prossima.
Koishan sakura.
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Capitolo 2 *** Anna ***
Ma noi
non siamo nessuno?!
2° capitolo: Anna
«
Anna-san, dove vai di bello? » la ragazza si voltò
trovandosi di fronte le due amiche del cuore di Kotori. Non ricordava i
loro
nomi e neppure desiderava farlo. In quel momento aveva altro per la
testa e
l’umore non era dei migliori, per cui aveva deciso di
dileguarsi con
discrezione, cosa inconsueta per lei che faceva sempre tanto chiasso,
ma
purtroppo era stata intercettata.
« Da nessuna parte. » ritornò a guardare
davanti a sé con fare noncurante. «Ora
scusatemi ma ho da fare. » concluse, smentendo ciò
che aveva detto in
precedenza.
Le due si fissarono con curiosità, non capendo il motivo di
tanto mistero. Decisero di fare un ultimo tentativo, dato che Kozuki
sembrava
particolarmente giù di corda in quel periodo.
« Anna-san. » la chiamò la ragazza coi
capelli neri, la
stessa che l’aveva interpellata prima. « Possiamo
accompagnarti? Così facciamo
un pezzo di strada insieme. »
« Sì, dai, è un bel modo di passare il
tempo. » concluse la
castana. Quella gentile offerta, anziché risollevarle il
morale, la rese
ancora più irritabile ed infatti un nervo si
gonfiò sinistramente sulla sua
tempia mentre stringeva i denti per trattenere il nervoso. Niente da
fare, quel
giorno era più irascibile che mai.
« Sentite, non ho voglia di compagnia oggi, va bene? Ora me
ne vado e non seguitemi! » Detto ciò
voltò loro le spalle, ignorando gli
sguardi sorpresi e un po’ dispiaciuti delle due ragazze, e se
ne andò per la sua
strada.
Passeggiò per un certo periodo per le vie semi affollate
della città, passando accanto a madri con i propri bambini
ed a vetrine ricche
di merce esposte. Fu proprio di fronte ad una si queste che si
fermò,
rimirandosi nel riflesso del vetro. Subito alla sua immagine si
sovrappose
quella di un ragazzino con i capelli neri e la frangia rossa. Sorrideva
allegro
e sicuro di sé.
« Yuma, baka. » arrossì mentre con la
punta delle dita
toccava la lastra trasparente attraverso la quale facevano bella mostra
di sé
delle televisioni ultra tecnologiche. Fu proprio una di quelle ad
attirare la
sua attenzione. Stavano trasmettendo una puntata di “The
sparrow”.
« Preparati, Galaxy Queen.
» diceva l'eroe della storia mentre le puntava
contro un dito. « Non
avrò alcuna pietà. » E via
che partiva la solita tiritera dei
supereroi. Anna era contenta di vederlo tanto preso dal suo lavoro, ma
non aveva alcuna
voglia di sorbirsi l’intera puntata. Tanto più che
non seguiva neanche la
serie. Stava appunto per girare le spalle ed andarsene quando
d’un tratto due
ragazze con la divisa del terzo anno le corsero accanto, quasi
urtandola.
« Ehi, ma non ci vedete? » digrignò i
denti per la rabbia. A
quanto pare quel giorno erano tutti decisi a farla uscire
dalle grazie di Dio.
Una ragazza con i capelli neri corti e dei fiocchetti gialli in testa
ebbe la
buona grazia di fermarsi e scusarsi.
« Mi dispiace, non l’ho fatto apposta. »
La sua amica, una
tipa con i capelli fucsia e ricci, non era educata come lei e quindi
ignorò
bellamente la povera Anna.
« Lasciala perdere e muoviamoci. Altrimenti perderemoThe
Sparrow. » detto questo si trascinò letteralmente
dietro l’amica, lasciando
Kozuki con un palmo di naso. Ripresasi dallo stupore strinse la mano a
pugno
accanto al volto mentre la sua nervatura toccava le stelle.
« Lasciala perdere?! Ma dico, con chi credono di aver a che
fare? » Con lo stesso impeto di un toro partì alla
carica, non prima di aver attivato il suo fidato cannone volante.
« Ore la aggiusto io! Voglio proprio
vedere se la penserà ancora così dopo che
avrà duellato con me. » Senza esitazione
partì a tutta
birra. Dopo aver quasi sbalzato per aria dei poveri passanti ed essersi
gettata
praticamente tra gli alberi del parco cittadino si fermò
sondando con lo
sguardo la folla di curiosi che quel giorno pullulavano la zona.
« Ma che succede? » si chiese stupita ed alquanto
innervosita da tutto quel vociare.
« Avete sentito? È proprio lui! »
cinguettò
un’insopportabile voce di quarantenne sotto di lei. Fu in
quel momento che si
accorse che erano quasi tutte donne di svariate età.
« Lui? E chi sarebbe? » Era passata dalla rabbia
assoluta
alla perplessità totale. Ad un certo punto si
ricordò di cosa aveva detto la
ragazza maleducata di poco prima.
« …muoviamoci.
Altrimenti perderemo The Sparrow. »
« Tha Sparrow? Vuoi vedere che… » si
avvicinò lentamente al
fulcro dell’attenzione. Al centro del parco vi erano uomini e
donne che si
spostavano freneticamente su è giù per la zona.
Vi erano dei nastri divisori
per evitare che qualcuno si facesse male. O più
probabilmente per evitare che
qualcuno facesse del male alla celebrità del giorno.
« Signore e signori! » gridò un uomo
sulla quarantina con un
completo color confetto, capelli neri pieni di gel ed occhiali scuri.
« Ecco a
voi, The Sparrow! » A quell'annuncio
la
folla andò in brodo di giuggiole e si udirono delle grida
patetiche e
fastidiose di donne al di sopra di una certa età.
« Fantastico… » commentò la
ragazza mentre una goccia
scendeva sulla sua tempia facendo da contorno alla sua espressione
disgustata.
« Eccomi! » udirono i presenti mentre il
fantomatico eroe
pioveva dal cielo atterrando in ginocchio nel mezzo del palco bianco
adibito
per lo spettacolo. « The Sparrow è qui per
proteggervi! » esclamò alzando il
braccio sinistro in alto ed assumendo una posa da
“figo”. Ovviamente le sue
ammiratrici urlarono come delle ragazzine di fronte ad una rock star.
Queste
ultime stavano iniziando ad innervosirla ancora di più,
eppure, quando puntò
gli occhi sul ragazzo, non poté far a meno di sorridere con
dolcezza mista a
malinconia.
« È sempre il solito. Beato lui che ha sempre
così tanta
fiducia in sé e in ciò che fa. »
« Signore e signori! » il ragazzo
richiamò a sé la folla di
donne affamate. « Sceglierò una persona tra voi
che potrà duellare con me. » Dalle
presenti s’innalzò una specie di boato di
voci. Le duellanti presenti erano
emozionate e pronte a strapparsi i capelli alla prima occasione.
Anziché
preparare i deck stavano affilando le unghie. Nel senso letterale della
cosa.
« Speriamo chiami me! » cinguettò una
quattordicenne coi
capelli rossi e vaporosi.
« Scegli me, non te ne pentirai! » Ci tenne a
fargli sapere
una donna oltre i trent’anni con un elegante crocchia.
« Me! »
« No, me! »
« Prendi me! » ribadì un’ultra
settantenne col bastone, e
non era chiaro in che senso intendesse.
« Bah! » Si limitò a gettar fuori Anna
disgustata. « Ne ho
abbastanza, io me ne vado. » Fece dietrofront col suo bazuka
volante per
sloggiare ed andare a sfogare la sua rabbia da un’altra
parte. Fu in quel
momento che il giovane attore notò un oggetto volante ben
conosciuto
allontanarsi lentamente. Sorrise nel riconoscere la
passeggerà a bordo; dentro
di sé percepì una profonda felicità
farsi strada come un tranquillo fiume di montagna. Finalmente avrebbe
potuto dar vita ad un duello degno di questo nome. Era tanto che non
combatteva
contro quella persona.
« Ho deciso. » annunciò creando un gran
scompiglio generale, i primi capelli o parrucche che già
volavano.
« Il mio avversario sarai tu! » Puntò il
dito dritto verso Anna che, girata di
spalle non si accorse minimamente della cosa. Le spettatrici si
guardarono bene
dal fermarla sperando che sparisse e dando così la
possibilità ad un’altra
fortunata. Una persona che voltava le spalle al loro eroe non meritava
di
duellare con lui.
« Che razza di giornata. » Borbottava intanto la
ragazza
sempre più di mal umore.
« Sto parlando con te, Anna Kozuki! » Nel sentirsi
chiamare
così nitidamente, e per giunta di fronte a tutta quella
gente, non poté fare a
meno di fermarsi. Voltò la testa con curiosità,
dato che la sua mente era da
tutt’altra parte.
« Eh? Con me? » Solo in quel momento si accorse che
il giovane attore la stava puntando con un dito e che la folla la
fissava decisamente
inferocita. Cosa che non la preoccupò minimante, infatti la
ignorò e si diresse
dall’amico atterrando poi davanti a lui. «
Perché vuoi duellare proprio contro
di me? » Il ragazzo la guardava con un sorriso mentre
contemporaneamente afferrava il
suo duel pad.
« Perché tu sei forte, Anna. » La
ragazza, di fronte a
quell’affermazione, sobbalzò come colpita da
qualcosa. Non pensava neanche lontanamente che qualche ragazzo potesse
avere una così alta opinione della sua persona. In genere la
reputavano violenta e poco femminile.
« Io… sono forte? »
« Certo! » annuì con profonda
convinzione. Abbassò la mano e
le rivolse il sorriso più dolce che Fuya, non The Sparrow,
potesse rivolgere a qualcuno.
« E poi noi siamo amici, dico bene? »
« Fuya… » Era vero. Lei non si arrendeva
mai, nemmeno di
fronte all’evidenza. Aveva cercato in lungo e in largo il
bambino che credeva
le avesse spezzato il cuore, anche se quello non si rivelò
tale. Non aveva mai
smesso di dargli la caccia ed alla fine aveva scoperto la
verità. L’aver
conosciuto Yuma era forse una delle cose più belle che le
fossero capitate
nella vita. Eppure più tentava di avvicinarsi a lui e
più si sentiva distante.
In quel periodo, soprattutto, aveva avvertito come un impedimento quasi
fisico
che le impediva appunto di avvicinarsi a lui.
Per quel motivo si sentiva arrabbiata, confusa e sconfitta. Ed era per
tale ragione che era diventata ancor più
irascibile e se la prendeva con tutti. Come quella mattina.
Però Fuya aveva detto quelle parole… ed in fondo
aveva
ragione.
Perché era forte. Prima o poi anche Yuma se ne sarebbe
accorto.
Senza più una parola ma con un sorriso sicuro di
sé impugnò
tutto il suo armamentario. « Preparati Fuya,
perché non avrò alcuna pietà.
»
« Lo stesso vale per me. » rispose il giovane
già pronto e
con le carte in mano.
« Duel! »
Il
giorno successivo Anna stava camminando nel cortile della
scuola pronta per tornarsene a casa quando vide due ragazze che
conosceva bene.
Sachi e Sei. Le due stavano parlando animatamente, probabilmente di
qualche
celebrità. Si fermò senza saper bene cosa fare.
Voleva in qualche modo
rimediare al suo comportamento di ieri ma non capiva come. Si
passò la mano
dietro la testa mentre con espressione corrucciata tentava di farsi
venire
un’idea decente. Ad un certo punto le si accese la classica
lampadina e, senza
più indugiare, corse verso le due ragazze.
« Buongiorno. » salutò con una mano
alzata e
sperando di non apparire troppo imbarazzata. Le due la fissarono
incuriosite
prima di guardarsi in faccia con la stessa medesima espressione.
« Ehm… io…
volevo chiedervi una cosa. »
« Dì pure, Anna-san. » rispose Sachi
gentile mentre si
scostava dal volto una ciocca dei lunghi capelli castano chiaro.
« Ieri pomeriggio ho duellato con Fuya e…
» non riuscì a
terminare perché le due l’assalirono di domande
facendole prendere un certo
spavento.
« Hai duellato con The Sparrow? E cosa ti ha detto?
» chiese
la prima con sguardo estasiato.
« Com’è andata? »
proseguì Sei a ruota. « È successo
qualcosa di particolare? Eravate soli? »
« N… no. C’erano un sacco di persone.
» mise in chiaro con
perplessità e questo placò un po' le due
fanciulle.
«Beata te, Anna-san. » La giovane coi capelli neri
sospirò
afflitta. « A volte vorrei saper duellare anche io per poter
sfidare The
Sparrow, Shark, Four o qualche altro ragazzo. »
« È vero. » annuì Sachi con
un sorriso dispiaciuto. «
Sarebbe un bel modo per passare del tempo con loro senza doverli
infastidire. »
« Beh, se volete posso insegnarvi a duellare. »
propose con
tutta la gentilezze di cui era capace mista ad una dose di timidezza.
« Davvero?! » chiesero in coro mentre la fissavano
come un
credente fissava un’apparizione mistica.
« Ma… » Sei fermò in un
attimo il suo entusiasmo. « Sei sicura
che non ti dispiaccia? » sentendo la sua replica anche
l’altra calmò i suoi
bollori per fissare Anna a sua volta.
« No che non mi dispiace. Altrimenti mica ve
l’avrei
chiesto, vi pare? »
« Arigatou, Anna-san! » dissero
in coro e piene di gratitudine.
« Ah, un'ultima cosa. » mise in
chiaro prima di avviarsi col deck in mano. «
Chiamatemi Anna. » >vrei
chiesto, vi
pare? . per fissare
Anna a sua volta.
ava l' se di
timidezza.alche altro ragazzo. vide due ragazze che conosc
Salve
gente.
Questo capitolo è dedicato ad Anna che pure non compare
quasi mai. Potrebbe essere ben sfruttata nelle fiction eppure in giro
non ho letto quasi nulla su di lei.
Piccole precisazioni:
- Baka: stupido.
- The Sparrow è il nome originale de Il Passero.
- Arigatou: Grazie.
Un
saluto a tutti.
Alla prossima.
Koishan sakura.
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