Everything is gonna be alright.

di 20maggio2013
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Part one. ***
Capitolo 2: *** Part two. ***
Capitolo 3: *** Part three. ***



Capitolo 1
*** Part one. ***


“Grazie a lei..” dissi cordialmente uscendo dalla farmacia.
Entrai in macchina e partii con una meta ben precisa in mente.
In dieci minuti arrivai a destinazione.
Parcheggiai ed entrai nel grande edificio che era di fronte a me.
“Elisabeth?”
Qualcuno mi richiamò.
Mi voltai trovando la mia ex insegnante di chimica.
“Professoressa, come sta?” domandai cercando di nascondere il nervosismo.
“Tutto bene, te? Sei cresciuta molto.”
Rimasi a parlare un po’ con la mia professoressa poi suonò la campanella di fine lezione.
“Io devo andare, è stato bello rivederti.”
La salutai e poi mi diressi verso la segreteria. Guardai gli orari dei vari professori e una volta trovato quello che mi interessava mi diressi verso quella classe.
“Lizzie? Che ci fai qui?” chiese stupito Zayn quando mi vide fuori la classe dove a breve avrebbe avuto una lezione.
“Tutto bene?” il suo volto si fece preoccupato quando vide il terrore nel mio sguardo.
“Ho un ritardo.” sussurrai debolmente che il ragazzo faticò a capire cosa avessi detto.
“Cosa?- Zayn mi prese per un braccio e mi fece entra nella sua classe chiudendo la porta.- Sei... incinta?” domandò poi avvicinandosi a me.
Sapevo che quello non era il posto adatto per parlare di questo argomento, ma era la prima cosa che mi era venuta in mente.
Quando quella mattina mi ero svegliata, ero scesa a fare colazione come al solito. Avendo la mattinata libera, avevo deciso di fare la spesa. Stavo facendo una lista delle cose da comprare quando mi ricordai degli assorbenti. Solo in quel momento ero entrata in panico. Doveva venirmi il ciclo due settimane prima e in sette anni non avevo mai avuto un ritardo.
Mi ero vestita velocemente ed ero andata subito in farmacia comprando due test di gravidanza e ora mi ritrovavo qui, dovevo parlarne il prima possibile con Zayn.
“Non lo so..-la mia voce tremava.- prima di venire qui sono passata in farmacia e ho comprato due test..”
“E? Come sono risultati?”
il tono di voce era impaziente.
“Non li ho ancora fatti.”
“Li hai qui?”
domandò, io annuii.
“Vieni con me.” proferì prendendomi per mano. Mi lasciai guidare da lui, quella sua presa mi rendeva più sicura.
“Falli ora, io ti aspetto qui fuori.”
Annuii spaventata ed entrai nel bagno dei docenti per fare il test.
 
“Allora?” dopo dieci minuti d’attesa, uscii dal bagno con l’esito dei test.
“Uno positivo..-sussurrai deglutendo.- l’altro negativo.”
“Senti, io devo fare l’ultima ora di lezione e poi ho il resto della giornata libera. Che ne dici se andiamo in ospedale?”
domandò accarezzandomi il volto.
“Ok..” balbettai spaventata.
“Hei.. tranquilla.- Zayn mi attirò a se stringendomi tra le sue braccia.- Se dovesse risultare positivo non sei sola. Affronteremo questa cosa insieme come è normale che sia. Tu sei mia moglie e se sei davvero incinta, quello è anche mio figlio.”
Mi aggrappai di più al ragazzo nascondendo il mio volto nel suo petto.
“Ho solo ventidue anni Zay.. e tu ne hai ventitré, siamo ancora giovani.”
Era questo che mi terrorizzava, in quel anno e mezzo di matrimonio avevo capito che non dovevo più essere spaventata dal legame che univa me e Zayn. Avevo capito quando ci amassimo e avevo capito che non dovevo temere che lui si sarebbe stancato di me e mi avrebbe lasciato sola. Tutto quello che avevamo passato, ci aveva unito ancora di più e ora eravamo l’uno consapevole dell’amore dell’altro. Non era tutto rose e fiori tra di noi, ma come tutte le coppie litigavamo anche noi. Avevamo imparato a superare i vari ostacoli insieme e non scappavamo se c’era davanti qualcosa di troppo difficile.
“Lo so Lizzie, ma se fosse così, ce la faremo.”
Mi spostò una ciocca di capelli, che mi ricopriva il viso, dietro l’orecchio per potermi guardare negli occhi.
La campanella di inizio lezione suonò.
“Io devo andare in classe. Vuoi venire con me?”
“No.. faccio un giro per la scuola. Ci vediamo a fine lezione all’entrata?”

Zayn annuì prima di sorridermi.
“Ehi, stai tranquilla..” disse lasciandomi un semplice bacio a fior di labbra per poi andare in classe.
 
Dopo aver lasciato Zayn alla sua lezione, feci un giro per l’istituto. Era uguale a quattro anni fa.
Mi spostavo automaticamente, ormai lo conoscevo a memoria.
Sorrisi quando riconobbi quel corridoio. Il corridoio dove avevo incontrato per la prima volta Zayn.
 
“Ciao Elisabeth” non c’era bisogno che aprissi gli occhi per capire chi fosse, l’unico che mi chiamava così era..
“Che vuoi Malik?”
“Quando vengo da te a fare le ripetizioni?”
“Non lo so e non mi interessa. Ora vattene e fammi riposare.”
“Ma se siamo nei corridoi della scuola.”
“Non mi inte..”
“Mi guardi mentre parliamo?”

“Non rompere.- dissi finalmente aprendo gli occhi. Gli diedi le spalle, presi i libri dal mio armadietto e gli dissi - Oggi alle 4 da me e non fare tardi- e senza aspettare una risposta me ne andai in classe.”
 
Sorrisi a quel ricordo che affiorò nella mia mente quando raggiunsi il mio vecchio armadietto.
Se all’epoca mi avrebbero detto che sarei finita per sposarmi con quel ragazzo mi sarei messa a ridere credendo impossibile una cosa del genere. Invece ora, mi sembrava del tutto normale.
Continuai a camminare immergendomi nei ricordi che mi legavano a quella scuola e mi diressi verso il muretto dove il mio gruppo era solito incontrarsi.
“Sorellina?” Sussultai sentendo la voce di mio fratello.
“Ciao Lee.” salutai il ragazzo rimanendo seduta sul muretto.
“Che ci fai qui?” chiese raggiungendomi e sedendosi accanto a me.
“Dovevo parlare con Zayn.. lo sto aspettando.”
“Tutto bene?”
“Si.. tutto bene.”
dissi in un sospiro.
“Sicura?” Liam aveva capito che ci fosse qualcosa che mi turbava.
“Si..” cercai di mostrarmi più sicura. Non volevo nascondere a mio fratello il motivo per cui fossi preoccupata, ma prima di parlarne con qualcuno volevo esserne sicura.
 
 
“Andiamo?”
Zayn spuntò alle spalle di mio fratello.
“Ciao Lee.” lo salutò con una pacca sulla spalla.
“Io vado ragazzi. Ci vediamo stasera.” ci congedò Liam andando poi in palestra.
“Andiamo?” chiese nuovamente il moro.
Annuii appogiandomi sulla sua spalla. Mi circondò il fianco con un braccio stringendomi a lui.
Prese le chiavi dalla mia borsa ed entrò in macchina.
Mise in moto e partì verso l’ospedale.
Il suo sguardo era fisso sulla strada e ogni tanto si posava su di me sorridendomi per tranquillizzarmi.
Dopo una decina di minuti arrivammo a destinazione.
Zayn mi prese per mano e insieme entrammo dentro. Andammo nel reparto di analisi e prendemmo il ticket.
Successivamente ci sedemmo vicini e aspettammo il nostro turno.
Mi accoccolai al suo petto, avevo bisogno di un suo abbraccio.
“Andrà tutto bene.” sussurrò Zayn al mio orecchio lasciandomi un bacio sulla tempia.
Per la prima volta, da quando mi ero svegliata quella mattina, sentivo che l’affermazione di Zayn fosse vera. Se avessi avuto lui accanto, tutto sarebbe andato bene.
Aspettammo per una mezzoretta e in quel tempo riuscii a pensare ad altro.
Zayn riuscì a farmi distrarre e a rilassarmi.
L’infermiera uscì nuovamente dalla stanza insieme ai pazienti entrati precedentemente.
Guardò la sua cartelletta e poi alzò lo sguardo.
“Signori Malik?”

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Capitolo 2
*** Part two. ***


“Dove sei stata?” mi domandò Zayn appena misi piede in casa.
“Ero andata in ospedale. Ho ritirato i risultati dei test.”
Spiegai mostrando la busta gialla al ragazzo.
“Hai già visto i risultati?” scossi la testa agitata.
“No.. no ho avuto il coraggio.”
Zayn prese la busta e poi andammo insieme in soggiorno. Ci sedemmo sul divano e ci guardammo per qualche istante.
“Apro?” domandò.
Sospirai cercando di tranquillizzarmi.
“Apri.”
Era il momento di scoprire la verità.
Zayn aprì la busta gialla prendendo dei fogli. Poggiò la busta sul tavolino e lesse ciò che c’era scritto.
Lo fissai ansiosa scorrere lo sguardo da destra a sinistra.
Voltò un foglio continuando a leggere. Poi alzò lo sguardo poggiando i fogli sul tavolino.
“Allora?” domandai mordicchiandomi il labbro inferiore per il nervosismo.
Zayn mi fissò per qualche secondo, che mi sembrarono ore, negli occhi.
“È positivo.” disse infine.
Deglutii senza dire nulla.
Il ragazzo si avvicinò a me abbracciandomi.
“Ehi.. andrà tutto bene Lizzie.. ce la faremo.” cercò di tranquillizzarmi.
Mi allontanai di scatto alzandomi dal divano.
“No.. io.. io non lo voglio questo figlio.” balbettai sperando che tutto quello fosse solo un sogno.
“Lizzie..” Zayn provò ad avvicinarsi.
“No..Zayn.. ho bisogno di stare sola.” Dissi allontanandomi da lui. Presi la mia borsa ed uscii di casa.
 
 
"Sicura di stare bene? Sei stana oggi."
Jace si avvicinò preoccupato a me a fine lezione. I ragazzi dell'ultima lezione del giorno erano in camerino a cambiarsi.
"Sto bene Jace.." In realtà non sto bene per niente. Una creatura sta crescendo dentro di me.
Io non voglio essere madre a soli ventidue anni. Non voglio questo figlio.
La porta della scuola di aprì.
Lasciai Jace ballare e andai all'entrata.
Deglutii abbassando lo sguardo quando trovai Zayn sulla porta.
"Dio Lizzie. Mi hai fatto preoccupare. Dovevi essere a casa due ore fa."
Le mie lezioni di danza erano finite due ore fa ed ero rimasta a quelle di Jace. Solitamente quando lo facevo avvisavo sempre Zayn. Ma quella volta non lo feci.
"Ho pensato ti fosse successo qualcosa, poi nelle tue condizioni non puoi sforzarti più del dovuto."
Zayn si avvicinò a me preoccupato e questa volta, al contrario di prima, lo lasciai avvicinarsi e mi feci cullare dalle sue labbra.
"Io non.."
"Shh..-
mi cullò tra le sue braccia mentre con una mano mi carezzava i capelli.- ne parliamo un'altra volta ok?"
 
"Sei pronta Lizzie?"

Domandò Zayn entrando in camera.
"Cinque minuti." Diedi un'ultima occhiata allo specchio.
Erano passate tre settimane da quando avevo scoperto della gravidanza ed ormai era un mese che aspettavo un bambino.
Mi osservai allo specchio di profilo. Alzai la maglietta e osservai la pancia ancora piatta.
"Sarai stupenda anche con il pancione."
Sussultai abbassando la maglia e voltandomi verso il ragazzo.
Nonostante fossero passate tre settimane dalla notizia, ancora non riuscivo ad accettare quel bambino. Mi sentivo orribile per questo.
Nonostante fossero passate tre settimane, non avevamo detto niente a nessuno. Volevamo prima capire cosa fare.
Zayn sembra aver preso molto bene la notizia ed era felice all'idea di diventare padre.
Io invece non lo volevo.
L'unica cosa certa era che non volevo abortire. Non sarei mai arrivata a tanto. Non sarei mai arrivata ad uccidere una vita di una piccola creatura innocente.
"Andiamo?"
Domandai uscendo dalla camera. Zayn annuì seguendomi. Dopo una quindicina di minuti eravamo in ospedale.
Non aspettammo molto dato che avevamo preso appuntamento e dopo solo cinque minuti un'infermiera uscì dalla stanza della ginecologa.
"Signori Malik?"
Io e Zayn ci alzammo ed entrammo nello studio.
La dottoressa mi fece stendere sul lettino.
"Da quanto è incinta?"
Domandò mentre prendeva l'occorrente.
"Un mese." Sussurrai.
"Quindi questa è la prima ecografia, giusto?"
Annuii quando si voltò verso di me.
"Alzati la maglia tesoro." Disse gentilmente per poi spalmarmi un gel freddo sulla pancia.
Accese il monitor e poi passò uno strumento sulla mia pancia.
La ginecologa fissavo lo schermo in silenzio.
"Va tutto bene, ancora però non è possibile vedere bene il feto." Disse sorridente voltandosi verso di noi.
"Volete sentire il battito?"
Chiese poi.
Zayn alle mie spalle doveva aver annuito dato che la dottoressa scollegò le cuffie alzando il volume.
Per la prima volta, in tre settimane sentii tutta quella tensione, quella preoccupazione, svanire. Per la prima volta, sentendo quel battito, pensai veramente a come sarebbe stato essere madre.
Mi voltai verso Zayn e lo vidi fissare lo schermo con gli occhi lucidi.
Sorrisi a quella scena. Stinsi la sua mano nella mia attirando la sua attenzione.
"Volete una foto?"
Ci richiamò la dottoressa.
Mi voltai verso lo schermo fissando quel puntino più scuro.
"Si.." Proferii per la prima volta più serena.
"Ve la stampo subito." Sorrise la dottoressa porgendomi un po’ di scottex per togliermi il gel.
"Ecco a voi ragazzi." Disse porgendoci il referto. Ci diede appuntamento al mese successivo.
Uscimmo in silenzio dall'ospedale e una volta vicino all'auto lo bloccai.
Mi alzai sulle punte abbracciandolo.
"Forse non saremo dei cattivi genitori." Mormorai sul suo collo.
Lo sentii sorridere.
Portò una sua mano sul mio ventre accarezzandolo dolcemente.
"Saremo i migliori genitori al mondo."
Disse lui con un sorriso.
E in fondo ci credevo.
Dopo la visita avevo iniziato a realizzare quanto fosse vero quello che stava accadendo. Avevo iniziato ad accettare quella situazione. Sentire il battito del bambino che cresceva dentro di me, mi aveva fatto realizzare che non avrei mai potuto odiarlo.
Quello era il frutto dell'amore mio e di Zayn e stavo iniziando ad amarlo.
In verità l'avevo amato sin dall'inizio. Solo che la paura, paura di non essere una brava madre, paura per la mia poca esperienza con i bambini, mi aveva oscurato la verità. La paura mi aveva nascosto l'amore che provavo per questa piccola creatura.

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Capitolo 3
*** Part three. ***


"Credevo dormissi."
Zayn entrò in camera sorridendo mentre si toglieva il pigiama. 
"Mi sono appena svegliata. Devo vedermi con Harry tra un'ora."
Spiegai affondando la testa nel cuscino di Zayn sentendo il suo profumo. 
"Giornata faticosa oggi al lavoro?"
Chiesi sedendomi e poggiando la schiena alla spalliera. 
Zayn si infilò una maglia prima di sedersi accanto a me. 
"Ho due interrogazioni e quatto compiti." 
Disse lasciandomi un bacio sulle labbra. 
"Tutto bene?" Domandò quando vide la mia smorfia. 
"Si.. Non si stanno un secondo fermi. Scalciano in continuazione." Spiegai. 
Zayn sorrise posando una mano sulla mia pancia, ormai grande. 
"Fate i buoni.." Si abbassò all'altezza della mia pancia. 
"Sei per caso impazzito Zayn?"
Dissi divertita. 
"Si dice che i bambini nella pania della madre possono sentirti.- Affermò.- vedi? Hanno smesso di scalciare." Continuò tenendo ancora la mano sulla mia pancia. 
Sorrisi prima di tirargli uno schiaffo giocoso sulla nuca. 
"Stupido."
Gli feci la linguaccia. 
"Devo scappare.. Ci vediamo stasera Lizzie." Disse prima di baciarmi e poi baciare la mia pancia. 
Lo guardai uscire dalla camera sorridendo, poi decisi di alzarmi per iniziare a prepararmi.

“Styles.” abbracciai il mio migliore amico quando lo vidi fuori casa mia.
“Che vuoi fare Payne?” Harry mi sorrise lasciandomi un bacio sulla guancia.
“Andiamo al parco?” 
“Macchina mia o tua?”
chiese sorridente.
“A piedi, è una bella giornata.” 
“Sei sicura? Non è che ti stanchi?”
chiese premuroso. 
Da quando avevo dato la notizia della gravidanza, tutti erano diventati più premurosi con me.
“Sono incinta Harry, non sono malata.” scherzai leggermente stanca di questa situazione.
Tutte le attenzioni che mi rivolgevano erano esagerate.
“Ok, come vuoi te.” si lasciò convincere.
“Beh, come è stare in maternità?” chiese per fare conversazione.
“È una sensazione che non proverai mai riccio.” lo presi in giro facendolo ridere.
“Non si può mai essere seri con te, vero?” 
“Dovresti conoscermi abbastanza bene ormai Styles.”
“Proprio perché ti conosco, posso affermarlo.”

Continuammo a scherzare e prenderci in giro come se fossimo ancora dei ragazzini.
Scherzammo finché, passando davanti alla mia scuola di danza, mi incupii.
“Tutto bene Liz?” chiese preoccupato Harry.
“Si.. solo che mi manca.” affermai abbassando lo sguardo.
“Oh, non ti preoccupare.. vedrai che presto tornerai a danzare.” cercò di tirarmi su il morale il mio migliore amico.
“Non è questo.. mi manca Jace.”

“Jace tutto bene?” chiesi vedendo il ragazzo giù di morale.
“Si Liz.. sono felice per te..” cercò di mostrarmi un sorriso, un sorriso che di vero non aveva niente.
“Non sembri molto felice.” 
“È solo che.. è difficile Liz..”
sussurrò abbassando lo sguardo.
“Prova a spiegarmi.. a volte le cose sembrano più difficili di quello che sono.”
“È che ho paura di perderti..”
sussurrò con un tono bassissimo che faticai a capire cosa avesse detto.
“Jace, perché dici questo? Io ti voglio un gran bene. Non mi perderai mai.”
“È proprio questo il punto. Starti vicino diventa ogni giorno più difficile Liz.. Tu mi piaci da impazzire..”
disse puntando il suo sguardo azzurro nel mio.
“Jace, io..”
“Lo so.. lo so che tu ami Zayn e non mi metterei mai tra voi due. Tu sei felice con lui e non ti allontanerei mai da lui perché so che è lui a renderti felice..”

Abbracciai Jace d’istinto. Non sapevo cos’altro fare.
“Mi dispiace..”
“Forse.. forse è meglio se ci allontaniamo un po’..” 

Annuii tristemente prima di abbracciare un’ultima volta il ragazzo.


“Liz, non è colpa tua..” Harry posò una mano sulla mia spalla capendo cosa mi turbava.
“Vedrai che chiarirete.” 
“Sono sei mesi che non ci sentiamo Harry.. non so se riusciremo mai a chiarire.” 

Una lacrima sfuggì ai miei occhi ed Harry mi attirò prontamente tra le sue braccia stringendomi a lui.

“Andiamo a prendere un gelato?” domandai vogliosa al riccio di fianco a me.
“Stavo per proporti la stessa cosa.” rise alzandosi dalla panchina dove eravamo seduti.
Mi alzai anche io seguendolo verso il primo bar quando una fitta al basso ventre mi fece bloccare.
Presi un respiro profondo quando un’altra fitta, seguita da altre più forti, mi fece piegare a terra per il dolore.
“Liz?” Harry che era qualche metro più avanti a me si voltò notando la mia assenza e quando mi vide a terra dolorante si avvicinò allarmato.
“Liz? Liz? Stai bene?” chiese preoccupato piegandosi alla mia altezza. Io non rispondevo, il dolore era troppo forte.
Chiusi gli occhi per non pensarci, sentii Harry alzarsi e chiamare qualcuno allarmato.
Dopo cinque minuti arrivò un’ambulanza che mi portò subito in ospedale.

ZAYN

“Allora Jefferson..” stavo per fare una domanda al ragazzo quando squillò il mio telefonino. Solitamente non tenevo mai il telefono acceso in classe, almeno non con la suoneria. Ma da quando Lizzie era incinta, lo lasciavo acceso in caso di una emergenza.
“Scusate ragazzi.” dissi prendendo il telefono dalla tasca del giubbotto.
Il nome di Harry spuntò sul mio display. Cosa voleva Harry? Perché mi stava chiamando?
“Torno subito..” affermai uscendo dalla classe per rispondere alla chiamata.
“Harry che vuoi? Sono in classe..”
“Zayn devi venire in ospedale… Liz..”
il tono preoccupato di Harry mi fece spaventare.
“Che è successo?” chiesi allarmato.
“Non lo so.. eravamo al parco e poi lei ha avuto forti dolori di pancia. Ho chiamato l’ambulanza ma non mi hanno fatto salire.” disse agitato.
“Arrivo subito.” dissi chiudendo la chiamata.
Entrai in classe e sistemai le mie cose nella cartelletta.
“Tutto bene professore?” domandò una ragazzina della mia classe notando l’agitazione dipinta sul mio volto.
“James..-richiamai la ragazza.-tieni la classe. Io devo andare.” dissi soltanto uscendo di classe.

“Harry..” richiamai il ragazzo che era all’entrata.
“Dov’è?” domandai.
“Non lo so sono appena arrivato.” 
“Mi scusi, sa dirmi dove si trova Elisabeth Malik?”
domandai alla prima infermiera che trovai.
“Sala 23, reparto ostetrica..” disse dopo aver visto sul registro dietro il bancone.
“Tu vai.. io aspetto gli altri qui.” Annuii iniziando a correre per l’ospedale fino ad arrivare alla camera 23.
“Lizzie..” sussurrai quando la vidi stesa sul letto priva di forze.
“Zayn..” sussurrò flebilmente e stanca. Mi avvicinai a lei spaventato.
“Che è successo?” chiesi preoccupato quando la vidi piangere.
“Si sono rotte le acque.” ci misi un po’ ad assimilare quello che mi aveva appena detto.
“Come? Ma sei solo al settimo mese.” domandai un po’ più tranquillo.
Uscii spaventato dalla stanza quando Lizzie urlò forte per il dolore in cerca di un infermiera.
“Che è successo Zayn? Come sta mia sorella?” chiese preoccupato Liam raggiungendomi insieme al resto del gruppo.
“Sto per diventare padre.”

LIZ

“È arrivata l’ora.” disse l’infermiera dopo avermi visitata per l’ennesima volta quella giornata. Erano passate ben quattro ore da quando ero entrata in travaglio. Zayn era rimasto tutto il tempo accanto a me cercando di distrarmi dall’immenso dolore che avevo al basso ventre. Notai l’agitazione del ragazzo a quell’affermazione e gli stinsi forte la mano per rassicurarlo.
“Lei è il padre?” chiese l’infermiera rivolgendosi a mio marito.
“Se vuole può restare.” disse dopo che il ragazzo aveva annuito.
“Sono qui tesoro.” affermò Zayn prendendomi di nuovo la mano e scostandomi una ciocca di capelli per lasciarmi un bacio sulla guancia.
Il medico arrivò subito e si avvicinò a me per osservare la dilatazione. Poi si infilò i guanti.
Il parto durò un’oretta e fu più doloroso del previsto.
Ero sfinita e tutta sudata e Zayn accanto a me non era da meno, ma sentire il pianto dei due bambini mi fece sorridere.
“Ecco a lei..” l’infermiera si avvicinò a me con un bambino piccolissimo avvolto da una tutina blu.
Sorrisi vedendo quella piccola creatura tra le mie braccia. Era così piccola e fragile che avevo paura di fargli del male.
“La vuole tenere lei?” domandò l’infermiera con in braccio una piccola bambina in una tutina rosa.
Zayn alzò lo sguardo dal piccolo avvicinandosi all’infermiera per prendere la piccola.
Vedere Zayn, con i capelli spettinati e sudato per lo stress, con in braccio nostra figlia, mi fece una tenerezza assurda.
“Saluta la mamma.” sorrise dolcemente Zayn avvicinandosi a me. 
“Ti amo così tanto Zayn.” sussurrai stanca stringendo forte a me mio figlio.
“Ti amo anche io. E amo i nostri due figli.”
“Si può?”
domandò Liam entrando nella camera.
Annuii felice di vederlo. Mio fratello entrò in camera seguito dal resto del gruppo.
“Posso prenderlo in braccio?” chiese innocentemente Liam guardando il piccolo nelle mie braccia.
Annuii porgendogli il piccolo.
“Sono zio di due bambini bellissimi.” sorrise tenendo il piccolo tra le sue braccia e osservando la bambina che si era addormentata tra le braccia di Zayn.
“Ora potete dirci i nomi?” chiese impaziente Harry. 
“Ecco a voi Edward e Alex Malik.” annunciai. Louis mi sorrise sentendo il nome della piccola. Ormai Louis era riuscito ad andare avanti e ad aprire il cuore ad un'altra ragazza. Erano due anni che Louis ed Eleanor stavano insieme. Ma nonostante Louis amasse con tutto se stesso El, una parte del suo cuore sarebbe sempre rimasta legata ad Alex.
 

"Zayn finalmente.." Dissi voltandomi vero la porta dell'ospedale. Da poco erano andati tutti via per farmi riposare e Zayn era uscito per andare a prendersi qualcosa al bar. 
"Jace?" Mi immobilizzai quando lo vidi. Cosa ci faceva lui qui? Erano mesi che non ci parlavamo. 
"Ciao Liz.." Sussurrò sulla porta tirandosi indietro i capelli con una mano. 
"Che ci fai qui?" Deglutii confusa. 
"Ho visto Zayn giù al bar, mi ha detto che hai partorito oggi." Spiegò entrando dentro e chiudendo la porta alle sue spalle. 
Però ancora continuavo a non capire cosa ci facesse qui in ospedale. 
"Come stai?" Domandò imbarazzato. 
"Sono stanca..tu?"
"Bene.. Anche se.. Mi manchi Liz, mi manca passare del tempo con te."
"Ma se sei stato tu a dire che era meglio allontanarci."
"Lo so che ho detto... Ma.." 

La porta della camera di aprì di nuovo e la figura di un'esile ragazza comparve sulla soglia della porta. 
"Jace io dovrei andare."
"Si.. Arrivo subito Clary." 

Sorride teneramente il biondo alla ragazza che uscì poco dopo. 
"Chi è?" Chiese curiosa. 
"Oh.. La mia.. La mia ragazza."
Sussurrò imbarazzato. 
"Sono felice per te." Ammisi con il cuore più leggero. In quei mesi sapere che Jace era stato male a causa mia mi faceva sentire in colpa. 
"In questi ultimi giorni ti ho pensato molto. Non più come facevo sei mesi fa.. Ormai credo di essermi innamorato di Clary, ma tu mi manchi veramente tanto. Volevo venire a parlarti ma non ho mai trovato il coraggio.. Vorrei tornare ad avere il rapporto che avevamo prima Liz.. Sempre se te lo vuoi."
"Certo Jace che lo voglio.."

Il mio sguardo era fisso nei suoi occhi azzurri. 
"Vieni qui." Proferii facendogli segno di avvicinarsi. 
"Mi sei mancato." Sussurrai tra le sue braccia. 
"Anche tu Liz.. Tanto."



"Mamma, tu e papà avete litigato per colpa mia?"
Alex venne a sedersi accanto a me dopo che Zayn era uscito di casa sbattendo la porta. 
Mi asciugai una lacrima che era sfuggita ai miei occhi per poi sorridere a mia figlia. 
"No tesoro, non è colpa tua." La tranquillizzai scompigliandole i capelli. 
Quella bambina era la versione femminile di Zayn. Era la sua fotocopia, solo che portava i capelli più lunghi. Edward invece era più simile a me e aveva gli occhi azzurri come quelli della sorellina di Zayn. 
Erano passati ormai tre anni da quando erano nati, da quando la mia vita era completamente cambiata. 
"Dove è tuo fratello?" Chiesi prendendola in braccio e facendola poggiare sul mio petto. 
"Sta disegnando." Disse innocentemente chiudendo gli occhi al mio tocco fino ad addormentarsi. 
Controllai l'orario sul telefono: le 09:30 PM. 
Zayn era uscito tre ore fa e non era ancora rientrato. 
Sospirai, prima di prendere in braccio la piccola e portarla in camera per metterla a letto. 
"E tu cosa ci fai ancora sveglio?" Domandai avvicinandomi al piccolo che era piegato a terra a disegnare.
"Disegno." Disse sorridente senza staccare lo sguardo dal foglio. 
Edward era un bambino molto attivo al contrario della sorella ed aveva preso la passione del disegno da Zayn. 
"Cosa disegni?"
Domandai avvicinandomi a lui. 
"Questi siamo io e Alex.. E questi te e papà." Disse indicano le figure sul foglio. 
"Dai ora vai a letto.." 
Lo feci alzare e poi lo misi sotto le coperte. 
"Buonanotte piccolo mio." Sussurrai accarezzandogli una guancia prima di lasciarci un bacio. 
"Notte mamma."
Disse lui guardandomi con i suoi occhi vispi come quelli di Zayn. 
Uscii di camera chiudendomi la porta di spalle. Scesi sotto quando vidi Zayn rientrare. 
"Sei tornato vedo.." 
"Sono libero di fare quello che voglio fino a prova contraria."
Ribatté il ragazzo senza guardarmi negli occhi. 
"Fino ad un certo punto.. Hai una famiglia Zayn." 
"Non ho mai negato il contrario. Sei te che dopo quattro anni di matrimonio ancora non ti fidi di me."
 Disse alzando la voce. 
"Non urlare. Ho appena messo i bambini a letto.-Dissi cercando di mantenere la calma.- dimmi tu poi cosa dovrei pensare. Sono due settimane che ti compirti in modo strano. Poi averti trovato a flirtare con quella ragazza non ha aiutato."
"Ti ho già detto che non stavo flirtando con lei e che è solo una collega."

Sussurrò infastidito il ragazzo. 
"Se non fossi entrata io Zayn, vi sareste baciati. Fino a qualche mese fa ero sicura che tu mi amassi, ma ora..ora non so più cosa pensare. Ti sei già stancato di me? Di tutta questa situazione? Ti stai innamorando di lei?" Il mio tono di voce era interrotto da numerosi singhiozzi. 
"Come puoi anche solo pensare una cosa del genere? Io ti amo Lizzie. Non potrei mai stancarmi di te, non potrei mai stancarmi dei nostri figli. Ogni giorno è sempre una nuova scoperta. Niente è mai scontato quando ci sei te. La cosa che mi fa più male è che tu, nonostante tutto questo tempo, non ti fidi ancora di me."
"Io mi fido di te. Solo che ho paura di perderti. Ho.. Paura di rovinare tutto.. Paura di.."
Non finii di parlare perché mi ritrovai le sue labbra, desiderose di un bacio, sulle mie. 
Non lo respinsi. 
Circondai il suo collo con le mie braccia attirandolo a me. 
"Non mi perderai Lizzie." 
Sussurrò tra un bacio e l'altro sul mio collo. 
Il mio respiro si fece irregolare, proprio come il suo. 
"Mi fai impazzire." Disse ancora lasciando una scia di baci mentre con la mano sinistra entrava sotto la mia maglietta. 
Gemetti di piacere incapace di formulare una frase. 
Era incredibile come riuscissi a perdere la ragione a causa della sua vicinanza. 
"Zayn.." fu l'unico suono che uscì dalla mia bocca. Con un rapido gesto delle braccia sfilai la maglia al ragazzo mentre lui mi sbatteva al muro. Inarcai la schiena per il dolore mentre, con un salto, circondai i suoi fianchi. 
Ogni volta era sempre così. 
Dopo un litigio ci ritrovavamo in un bacio, in un abbraccio. Dopo un litigio finivamo sempre a fare l'amore. Era questo il bello di noi due. Un litigio non ci allontanava, ma ci univa più di prima e ci rendeva più forti. L'amore che ci univa era più forte di tutto. Il nostro amore era più forte dell'orgoglio, della gelosia, e di tutti gli ostacoli che la vita ci metteva davanti. Perché finché avremmo lottato insieme, finché ci saremmo amati, niente e nessuno ci avrebbe diviso. E forse, era proprio questo il vero amore. 

 

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