True Warrior

di Jacob08
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sorprese In Arrivo. ***
Capitolo 2: *** L' Uomo dagli Occhi di Falco. ***
Capitolo 3: *** Una Serie di Fortunate Circostanze. ***



Capitolo 1
*** Sorprese In Arrivo. ***






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"Vivere è un' arte che assomiglia più alla lotta che alla danza, perchè bisogna sempre tenersi pronti e saldi contro i colpi che ci arrivano imprevisti"

                                                                      (Marco Aurelio)

















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La vita è piena di sorprese. Le esperienze più strane e paradossali spesso accadono quando meno ce lo aspettiamo.


E questo, Shadow the Hedgehog lo sapeva fin troppo bene.
Aveva appena fatto in tempo a usare il Chaos Control per teletrasportarsi altrove, insieme a ciò che restava del gigantesco seme creato da Dark Oak, per impedire che il seme stesso potesse distruggere, con una colossale esplosione, tutto quello che c'era nei paraggi.


Il Blue Typhoon, la Nave di Eggman, quell' irritante riccio blu e i suoi amici, Rouge, il Dottore...
Tutti sono stati salvati grazie al suo tempestivo ed eroico intervento. Aveva deciso di sacrificare la sua stessa vita pur di salvare la Terra, Mobius e il resto dell' Universo dalla minaccia dei Metarex.


Sonic, per una volta, doveva farsi da parte.
Questa era la sua scelta. La sua missione. La sua sfida. Non gli sarebbe importato di morire. Avrebbe fatto ricorso a tutta la sua forza pur di raggiungere il proprio obbiettivo. Non si sarebbe fermato davanti a nulla, qualunque fosse stato il prezzo.


Ora si trovava lì, nel vuoto dello spazio cosmico, lontanto da tutti e da tutto, tranne che dal Guscio che conteneva a malapena l' energia fin troppo pressurizzata e instabile delle Uova Planetarie, sottratte dai Metarex agli sventurati pianeti su cui le creature aliene avevano messo piede.
Presto quell' energia sarebbe esplosa con una potenza inimmaginabile, e avrebbe disintegrato qualunque cosa si trovasse nei dintorni. Lui compreso.


Prima ancora che l' inevitabile potesse accadere, Shadow prese un profondo respiro e calò le palpebre sugli occhi, in attesa della fine. Usare il Chaos Control per fermare il tempo o per teletrasportarsi ancora...? Sicuramente non avrebbe funzionato.
Aveva già rimosso i bracciali inibitori che teneva ai polsi, da rilasciare così tutta la sua energia per quello sforzo così grande. Era già un prodigio che la sua Super Trasformazione non si fosse annullata e che non fosse tornato al suo aspetto originale.


Nella sua mente tornò, con la rapidità di fulmine, il ricordo di una giovane e candida ragazzina dalla chioma dorata e gli occhi blu oltremare, e quello di un' altra persona, una ragazza dai capelli rossi, dalle iridi dello stesso colore di quelle della prima fanciulla.


<< Maria... Molly... >> pensò il porcospino aprendo le palpebre quasi di scatto.
All' improvviso, sentì un rumore simile a quello di un frammento di vetro, il quale, sollecitato da una forza troppo grande, si incrina sempre di più, ed è sul punto di rompersi in mille pezzi.
Il fatidico momento era arrivato. L' esplosione stava per avvenire, era solo questione di qualche istante. 


Shadow the Hedgehog, la Forma di Vita Perfetta, avrebbe cessato di esistere una volta per sempre.
Ed ecco. In una frazione di secondo, una luce più abbagliante di quella emessa da suo stesso corpo, reso luminoso dalla sua Super Trasformazione, lo costrinse a chiudere ancora una volta gli occhi.


Come in un allucinante flash mnemonico, i volti di tutte le persone che aveva incontrato durante le sue avventure gli apparvero in mente, e in un impeto di furia, strinse i pugni e gridò con tutta l' aria che aveva in corpo.


-GRRRAAAAAHHH!!- 


Non era un urlo disperato o rassegnato. 
Ma un grido da guerriero, da combattente fiero e capace qual'era, fino alla fine.
L' esplosione, dopo attimi che sembravano un' eternità, avvenne. Shadow ne fu completamente investito, e una luce bianca fu l' unica cosa che riuscì a percepire, prima di perdere coscienza di sè, e di svanire nel nulla...










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Prima metà della Rotta Maggiore. Isola di Kuraigana. 
Un' isola appartenuta precedentemente al Regno di Shikkearu, sparito da quasi un decennio a causa di una guerra.
Un luogo di natura prevalentemente boscosa, dove alcune costruzioni in rovina erano ancora chiaramente identificabili, nonostante ci fosse una nebbia così densa che alcuni, come afferma un vecchio detto, non ci avrebbero visto un palmo dal naso. Un' altra caratteristica dell' isola era la presenza di colline e alture dalle forme irregolari e bizzarre, non riscontrabili in altre zone del pianeta già esplorate e conosciute.


Seppur calmo e silenzioso in apparenza, questo territorio nascondeva non poche insidie.
Gli Umandrilli, una particolare razza di scimmie, abitavano (e forse, abitano tutt'ora) nelle profondità delle foreste dell' isola.
La peculiarità di questi primati era la capacità unica di emulare gli esseri umani, e visto che il paese era devastato da continue battaglie, queste scimmie hanno imparato a combattere e ad utilizzare armi e strumenti da guerra.
Questa impressionante predisposizione all' apprendimento e all' emulazione, unita alla loro forza fisica notevole, alla loro agilità e ai loro riflessi scimmieschi, li hanno resi dei lottatori da non sottovalutare.


Ma se una persona avesse detto davanti a tutti che gli Umandrilli costituivano la minaccia più grande che potesse esserci su quel remoto e sinistro lembo di terra, con ogni probabilità quella persona sarebbe stata clamorosamente smentita.


Non molto lontano dai boschi, infatti, si trovava un colossale e inquietante castello.
Era, fino a non molto tempo fa, abbandonato e decaduto.
Successivamente, esso diventò la reggia di una delle figure più potenti e temute del mondo. 


Un uomo. Un singolo uomo, dotato di una forza e di un' abilità spaventose, al punto che migliaia di guerrieri valorosi avrebbero tremato al solo pensiero di trovarselo di fronte.


Il più Grande Spadaccino del Mondo. Pirata dalla potenza e dalla fama indiscusse, nonchè Corsaro membro della Flotta dei Sette e alleato del Governo Mondiale.
Drakul Mihawk, conosciuto anche con il soprannome di "Occhi di Falco", per il particolare colore delle iridi e per lo sguardo intimidatorio che avrebbe fatto gelare il sangue nelle vene anche alla bestia più feroce.


In quel preciso momento stava seduto di fronte al grande tavolo della sala da pranzo, mentre sorseggiava del pregiato vino rosso, sua bevanda preferita, in assoluto silenzio.
Rifletteva a lungo sugli ultimi avvenimenti che potevano definirsi, per lui, degni di considerazione.


La Battaglia a Marineford, la morte di Barbabianca e di Ace "Pugno di Fuoco", la scomparsa di Cappello di Paglia e l' intervento di Shanks il Rosso per porre fine al conflitto, l' arrivo di Roronoa Zoro a Kuraigana e la richiesta del giovane pirata di diventare suo allievo, gli ultimi due anni passati ad allenarlo nell' arte della spada...


Chissà qual'era la vera ragione per cui avesse accettato di fargli da Maestro. Già, perchè?
Perchè favoreggiare colui che ambiva al suo trono? Perchè aiutare l' uomo che, magari in un futuro molto prossimo, avrebbe potuto prendersi la sua stessa testa?


Forse perchè era sicuro del fatto che Zoro fosse meritevole di divenire suo apprendista? Perchè aveva visto in lui la determinazione, la dedizione e il coraggio di un vero guerriero, che non si sarebbe arreso davanti a nulla pur di coronare il proprio sogno di diventare il più forte spadaccino del mondo? O magari perchè non aveva niente di meglio da fare, se non metterlo alla prova?


Tanti eventi. Tante elucubrazioni. In circostanze come questa, se lo poteva anche permettere, data la momentanea assenza di Perona o di qualsiasi altro "ospite" che potesse intrattenerlo in chissà quali assurde conversazioni o attività.
Non che fosse una persona rude e inospitale. Sicuramente però non disdegnava il fatto di rimanere da solo a farsi i fatti propri, senza che nessuno potesse disturbarlo.


Fosse stato per lui, sarebbe rimasto intere ore lì, al tavolo, con il suo bicchiere e la bottiglia di vino, quando, dalla finestra, notò con la coda dell' occhio una luce. Piuttosto intensa, nonostante il punto da cui risplendeva fosse abbastanza lontano dal castello.
Ma era comunque abbagliante, tanto da far sembrare le stelle di quella sera minuscoli fuochi di fiammiferi.


Poi, vide apparire in cielo una scia luminosa, che si dirigeva a gran velocità verso terra, e sembrava che perdesse bagliore mano a mano che precipitava. 
Dopo qualche istante, la cosa che emenava quella luce così splendente sparì dietro ad alcune colline, per poi schiantarsi con un forte impatto sul terreno, dove si trovavano le rovine principali, ai confini con la foresta.


Quella sera non sarebbe rimasto tutto il tempo a sorseggiare vino nel più completo silenzio, Decisamente no.
Posò il bicchiere sul grande tavolo in noce, si alzò dalla sedia e, senza farsi troppe domande, si diresse verso la propria stanza per prendere i suoi abiti usuali e la sua Spada Nera, la Yoru.
Una volta pronto, raggiunse la porta principale e uscì, con tutta l' intenzione di scoprire cosa fosse quell' affare che era atterrato sulla sua isola. Un qualcosa di completamente estraneo alla sua esperienza lo stava aspettando...










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Bene bene bene... O forse dovrei dire male male male? 
Questo è la mia prima FanFiction Cross-Over... E come avrete sicuramente capito si tratta di una Cross-Over tra Sonic X e One Piece! Ad essere sincero, ho un po' di fifa! 
Cosa accadrà nel prossimo Chapter? Che fine ha fatto Shadow? E quale sorpresa aspetta Mihawk dagli Occhi di Falco?
Chi leggerà, vedrà! XD
Pubblicherò un altro capitolo a breve, spero di non deludervi, perchè sto dando il massimo possibile per questa storia, sebbene studio, provini, auduzioni e i lavori che mi aspettano negli studi di doppiaggio qui a Roma sono sempre in agguato (Sardegna mia, mi maaaaanchiiiii ç.ç)!
Detto questo, a voi i commenti, signore e signori! ;)




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Capitolo 2
*** L' Uomo dagli Occhi di Falco. ***


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Quando Shadow aprì gli occhi, si domandò se li avesse effettivamente aperti.
Il buio, infatti, non era meno fitto di quando li teneva chiusi. Almeno all' inizio.
Il porcospino nero e rosso stava lentamente riprendendo conoscenza, e dopo qualche esitazione da parte delle palpebre a rimanere ben spalancate, riuscì a mettere a fuoco. 


Ciò che riuscì a intravedere erano delle strane pareti scure.
Non erano perpendicolari e squadrate, come quelle di una comune costruzione.
Assumevano una  forma vagamente tondeggiante. Nel punto più in alto, poi, c'era un' apertura. Egli si trovava in fondo ad un buco. O forse, sarebbe stato meglio dire "cratere".


Perchè proprio di un cratere si trattava. Scavato in profondità, nel terreno. E Shadow non ci mise molto tempo a capirlo. Doveva essersi schiantato con violenza al suolo, chissà dove. 
Ma oltre a questo non potè scorgere altri dettagli rilevanti, il buio era ancora piuttosto fitto e comunque, era talmente rintronato da non riuscire ancora a definire con chiarezza ciò che lo circondava.


Tuttavia, la vista non fu l' unico senso a riattivarsi dopo quello stato di incoscienza.
Dopo qualche istante, infatti, potè avvertire sulla pelle, nei muscoli, su ogni centimetro del proprio corpo, solo una cosa: dolore.
Un acuto e penetrante dolore, che si disperdeva praticamente da tutte le parti. 


Sentiva distintamente il contatto con una superficie dura, compatta e allo stesso tempo... terrosa.
Qualcosa di leggero e sottile si era attaccato alla sua pelliccia nera striata di rosso. Polvere. E non poca come gli sembrava all' inizio.
Si accorse di avere la bocca secca e pervasa da uno strano sapore. Forse sangue secco, fuoriuscito da un taglietto interno o qualcosa del genere...


Chissà quali altre ferite sanguinanti aveva riportato? Quanto potevano essere gravi? 
Ancora non lo sapeva. Cercò di rialzarsi, ma la condizione di fatica che gli attenagliava le membra continuò rapida e più incalzante a tormentarlo. Se non altro, comprese di non aver subito mutilazioni o cose simili. Le braccia, le mani, le dita e le gambe se le sentiva ancora, anche se avrebbe di sicuro preferito saperle integre in tutt'altra maniera.


Faticò non pochissimo a rialzarsi, dato che il suo corpo sembrava non volesse cooperare per colpa dello stress a cui era andato incontro. Shadow tuttavia era dotato di una forza e di una resistenza fisica assolutamente straordinarie e di una elevata sopportazione del dolore, oltre che una volontà ferrea. Una volta in piedi, rimase perfettamente immobile sul fondo della fossa, con gli occhi chiusi, intento a respirare con calma e lentezza, per rilassarsi un po'.


L' aria era fresca e un po' umida. Avrebbe giurato di aver sentito uno strano odore. Un odore di... bruciato. Che ci fosse un fuoco o un incendio nei paraggi? Probabile, ma in quel momento non gli importava neanche più di tanto.
Prima di tutto doveva levarsi da lì, e dopo aver dato un' occhiata intorno avrebbe preso una decisione sul da farsi.


Le "pareti" del fondo del cratere non erano molto ripide, la loro pendenza era minima. Non sarebbe stato difficile uscire da quel buco. Si diresse lentamente verso la superficie più vicina, ma prima che potesse alzare abbastanza la gamba sinistra per poterla scalare, notò uno strano luccichio a terra, alla propria destra. Si girò per vedere cosa fosse. Spostò un po' di terriccio con la suola della scarpa, e ciò che vide lo lasciò piuttosto sorpreso.


Si trattava di due grossi bracciali dorati. Sembrava quasi che risplendessero di luce propria, nonostante la debole luce e lo strato di polvere che li ricopriva. No, non c'era il minimo dubbio al riguardo.
Erano i suoi anelli inibitori. Da quando li aveva rimossi, non se ne era più ricordato. Evidentemente li aveva riposti tra i suoi aculei, prima di utilizzare quel colossale Chaos Control per teletrasportarsi insieme al seme dei Metarex.


Questo poteva considerarsi un vero colpo di fortuna: ora aveva la piena certezza di non averli persi come in passato, e non avrebbe neanche dovuto andare in lungo e in largo per trovarli. Prima li avrebbe indossati, prima avrebbe recuperato le forze.
Nonostante fosse rimasto pesto e contuso in seguito al violento impatto col suolo, i suoi anelli si sarebbero rivelati estremamente utili. Gli avrebbero restituito un sacco di energia in breve tempo, inoltre gli avrebbero permesso di contenerla e dosarla al meglio.


Si chinò, li prese e li mise ai polsi senza pensarci due volte. Potè subito avvertire una piacevole e inebriante sensazione scorrere attraverso tutto il suo corpo, dalla testa ai piedi. Il dolore e gli acciacchi cominciarono a dissolversi pian piano, mentre i bracciali provvedevano a svolgere il loro compito.
Anche le varie, piccole ferite sanguinanti che aveva sparse un po' ovunque (e che aveva controllato precedentemente, per verificare che non fossero molto gravi) iniziarono a dolergli di meno, così come le contusioni.
Tra non molto sarebbe tornato in gran forma, anche se forse non nella migliore in assoluto, visto quello che era capitato.


Dopo un po', rinvigorito più che a sufficienza, decise che era il momento opportuno per uscire da quello squallido buco, ne scalò le pareti e raggiunse il ciglio. Una volta fuori, ciò che si ritrovò fu una densa e fitta nebbia, che gli impediva di vedere chiaramente oltre le immediate vicinanze. 
Il suolo invece era duro e roccioso, coperto in buona parte da erba fresca, piccole piante e arbusti di vario genere.
Notò anche che, non molto distante dalla soglia del cratere, c'erano numerosi fuocherelli, che bruciavano copiosi ciuffi di erba e sterpaglie, perfino qualche cespuglio.


Ecco spiegato quello strano odore di bruciato che aveva sentito prima. Con ogni probabilità, Shadow si era schiantato ad una tale velocità da poter bruciare ciò che si trovava vicino. O forse, lui stesso aveva irradiato senza rendersene conto abbastanza energia da causare un processo di combustione delle zolle di terreno. O magari entrambe le cose.


Ma un altro pensiero andò a imprimersi nella sua mente: cos'era successo prima, con esattezza? Come mai si ritrovava lì, in quel luogo sconosciuto, con qualche livido e poco più di qualche graffio addosso? Com'era sopravvissuto a quell' esplosione gigantesca? Non aveva già fatto ricorso a tutte le sue energie per fermare l' attacco finale dei Metarex? E se non l'aveva già fatto, il Chaos Control era avvenuto per caso, senza che lui lo attivasse volontariamente? O magari lo aveva attivato lui stesso, in maniera inconscia? E dov'erano gli Smeraldi del Chaos? 


<< Non ha importanza. >> pensò, scacciando quelle domande a cui avrebbe cercato di dare risposta in un secondo momento.
<< Ciò che più conta ora è capire dove sono finito. Al resto penserò più tardi. >>
Si guardò un poco attorno, alla ricerca di qualsiasi ulteriore dettaglio dell' ambiente che potesse aiutarlo a prendere una decisione su dove andare.
Suo malgrado, non riuscì a scorgere niente di significativamente utile.


Visto che non si presentava altra scelta, tirò ad indovinare, lasciando l' esito della faccenda al caso. Decise infine di proseguire davanti a sé, nel tentativo di trovare una postazione migliore da cui avrebbe potuto vedere meglio in che razza di posto era finito.
Continuò a camminare, ancora e ancora, per diversi minuti. Il cratere ormai era abbastanza lontano.
La nebbia, tuttavia, persisteva a rimanere e a limitargli la visuale. Il sentiero che percorreva diveniva via via sempre più duro e accidentato, ma per il riccio d'ebano questo si dimostrò un ostacolo tutt'altro che difficile.


Certo, se avesse potuto vedere perfettamente quello che c'era intorno, senza quella dannata coltre bianca a complicargli le cose, sarebbe stato grandioso.
Ma la vita, si sa, non concede troppi regali. Shadow aveva già avuto una bella fortuna a trovare i suoi anelli inibitori a pochi metri da dove si era risvegliato.
E questo era il meglio che poteva chiedere in una circostanza simile. Senza quelli, poteva liberare una quantità di energia eccessiva in combattimento, e questo poteva essere svantaggioso sia per i suoi nemici sia per sé stesso. Se da una parte poteva sferrare attacchi (sia fisici che energetici) molto più potenti rispetto a quando indossava i bracciali, dall'altra rischiava di rimanere privo di forze, per un intervallo di tempo tutto sommato non esiguo, e divenire quindi debole e vulnerabile.


I suoi anelli dunque giocavano un ruolo centrale. Non ne avrebbe fatto a meno.
Senza di essi, non riusciva a controllare adeguatamente la grande energia che risiedeva dentro di lui, e questo avrebbe potuto rappresentare un pericolo anche per delle persone innocenti. Erano decisamente dei rischi da non correre in maniera sciocca e avventata.


E adesso era lì, lontano da tutti coloro che conosceva, ignaro di che razza di luogo fosse quello in cui si trovava.
Non c'erano Sonic e i suoi amici, non c'era Rouge, non c'erano il Dottore e i suoi imbranati assistenti robot, nessuno di loro. Forse era meglio così. Lui aveva sempre preferito pensare e agire da solo, senza che nessuno gli dicesse cosa fare o lo assillasse. Dopo un po', notò che la nebbia stava gradualmente disperdendosi. Fu un buon segno. Potè avvertire nell' aria un fresco profumo di pineta. 


Dopo aver mosso qualche altro passo, la foschia si era ormai dissolta, lasciando al suo posto la chiara visione di un luogo alquanto insolito.
Shadow era arrivato al centro di un percorso, che si trovava proprio nel mezzo tra il limitare di una foresta e delle vecchie e decadute costruzioni. Che si trattasse di rovine abbandonate o di qualche sito archeologico, il porcospino non lo sapeva, sebbene la prima ipotesi sembrava la più plausibile. 


<< Se entrassi in quel bosco, potrei incontrare un sentiero più arduo da attraversare, e forse non riuscirei ad orientarmi molto, sempre ammesso che dalla cima di quegli alberi si veda qualcosa. Se continuassi ad andare dritto, potrei incontrare nuovamente un terreno dissestato, e ritrovarmi ancora ai margini della boscaglia senza aver concluso niente. E poi la foschia potrebbe ritornare come prima, o peggio. La strada attraverso queste vecchie mura sembra meno impervia, la nebbia è praticamente assente e potrei anche salire in cima a qualche rudere. Magari abbastanza alto per dare un' occhiata e capire dove mi trovo. >>


Formulato questo pensiero, si incamminò per le rovine. Attraversò una viuzza in mezzo a un cumulo di muri, case abbattute e blocchi pietrosi.
Non tirava un filo di vento, e l' unico rumore che si sentisse era il lontano verso di un grillo o di qualche altro insetto notturno. Il cielo era limpido e pieno di stelle. La Luna era in piena vista. Era forse il pianeta Terra, di cui aveva sentito parlare da uno dei robot di Eggman, quello su cui era arrivato? E se invece si fosse trattato di Mobius? Non potè dirlo con certezza.
Più andava avanti, più aveva l' impressione di non essere solo. Come se qualcuno, o qualcosa, lo stesse osservando da lontano.


Questa sensazione divenne sempre più intensa mano a mano che proseguiva. Decise di arrestarsi un attimo, e verificare se ciò che pensava fosse vero o solamente frutto della propria immaginazione. Rimase completamente fermo, affidandosi ai propri sensi, per garantire l' autenticità della propria teoria.
Sì... Poteva avvertire abbastanza chiaramente la presenza di forme di vita, nei paraggi. I loro movimenti (perchè aveva compreso che erano più di uno) erano veloci e discreti, ma comunque percepibili, per il riccio oscuro.


Shadow strinse i pugni, pronto a rispondere tempestivamente ad un attacco di gruppo.
Non sapeva il numero effettivo di quelle figure che si muovevavano leste nell' ombra delle rovine e degli alberi vicini, né la loro forza e la loro abilità in battaglia. Ma lo avrebbe scoperto presto.


Ci fu un rumore secco e improvviso, come quello di un rametto quando si spezza.
Shadow era pronto. 


Da tutte le parti sbucarono grosse sagome, fiere e minacciose, che guardavano il porcospino con fare curioso, feroce e aggressivo insieme.
Si trattava di scimmie, o forse era più corretto dire una via di mezzo tra grossi gorilla e babbuini, dalla pelliccia marrone scuro e dalla faccia pallida e  allungata, attraversata da strisce blu.
Erano armate di tutto punto. Erano munite di spade, pugnali, lance, asce, archi e frecce, scudi, mazze. Alcune tenevano dei fucili tra le zampe, per giunta.
I loro corpi robusti e pelosi erano protetti da solide armature e corazze.


Erano decine, e sembrava che aumentassero ad ogni secondo che passava.
Tutti scrutavano il riccio con espressioni fameliche e bellicose. Qualunque fosse la ragione di un tale comportamento, Shadow non se ne interessò.
Ciò che sapeva, era che oltre una ventina di scimmioni voleva dargli addosso e farlo a pezzi. Si avvicinavano sempre di più, mostrando le loro armi lucenti e le loro lunghe zanne.


La Forma di Vita Suprema rimase lì dove si trovava, impassibile, senza battere ciglio. E questo diede non poco fastidio alle bestie selvagge, che si aspettavano una reazione assai diversa da parte dell' intruso. Uno dei primati, armato di ascia bipenne, si avvicinò ulteriormente e lanciò un verso di sfida, guardando con astio il riccio. Voleva sferrare lui il primo attacco, dunque. Shadow lo squadrò, per nulla intimorito. I suoi occhi rossi andarono a posarsi su quelli scuri dell' animale il quale, per un attimo, bloccò i suoi passi.


La creatura ebbe uno strano senso di disagio, mentre lo guardava fisso negli occhi. Era come se il suo istinto le avesse suggerito che quello che aveva di fronte era un individuo ben lontano dall' essere timido e debole.
-Ti consiglio di non fare nulla di azzardato, di abbassare l' arma e di andartene insieme ai tuoi simili. Se non lo fai, avrai di che pentirti. Non credere che non sia disposto ad ucciderti, tanto meno che non ne sia capace.- disse con chiarezza l'istrice, senza lasciar intendere alcuna emozione.


Shadow non aveva idea se quegli esseri potessero comprendere ciò che diceva. Se erano abbastanza intelligenti da usare strumenti come quelli, forse lo erano abbastanza da comprendere, a grandi linee, ciò che il riccio aveva riferito. E per un attimo pensò di aver visto giusto, notando che le scimmie non si avvicinavano e restavano ferme ad osservarlo.


Il porcospino nero riprese a camminare per la sua strada, incurante.
-Bene. E ora preferirei che mi lasciaste passare, se non vi dispia...- 
Non riuscì a terminare la frase che lo scimmione munito di ascia si era già lanciato verso di lui, e con qualche agile balzo coprì la breve distanza che li separava.
Alzò l' arma e la fece calare con forza verso il suo obbiettivo, ma Shadow aveva già previsto la mossa dell' avversario e schivò il fendente con facilità.


Un soggetto comune, non dotato di particolari abilità combattive e di riflessi sviluppati, si sarebbe trovato la testa staccata di netto, con il collo tagliato in obliquo. Il riccio artificiale aveva chinato di poco la testa dalla parte opposta rispetto al colpo sferrato, il quale non incontrò altro che aria.
-Ti ho avvertito.- mormorò minaccioso.


La scimmia non ebbe il tempo di alzare nuovamente l' arma che un violento calcio rotante, diretto alla parte sinistra del costato, la centrò in pieno.
L' armatura si frantumò, insieme ad alcune costole, e l' animale fece un volo di diversi metri più a lato, andando a schiantarsi rovinosamente contro un mucchio di mattoni messi alla rinfusa. Il primate restò accasciato al suolo, senza muovere un muscolo. Shadow non sapeva se fosse morto o semplicemente svenuto, ma sapeva che da lì in poi non avrebbe arrecato alcun fastidio.


-Mph. Tutto qui? Allora non siete solo delle bestie ottuse, ma anche incapaci.- commentò il porcospino.
Il gruppo di ominidi rimase a guardare la scena in assoluto silenzio. Ma non sembravano spaventati, anzi. Il successivo levarsi di una serie di versi e strilli euforici e di vari gesti di apprezzamento, come il battere delle zampe in una sorta di primitivo applauso, i salti energici e il continuo innalzarsi di armi verso il cielo, convinse il riccio che lo spettacolo a cui le creature avevano assistito le aveva in qualche modo conquistate ed eccitate.


<< Sembrano seriamente intenzionati ad ingaggiare una lotta. Benissimo. Sarà questione di qualche minuto. >> riflettè Shadow.
Dopo pochi secondi, infatti, un gruppo armato di sciabole, martelli, mazze chiodate e giavellotti partì all' attacco. Cinque avversari.
<< Un altro attacco frontale. Fin troppo facile. >> pensò l' istrice, sicuro. Aveva già trovato il modo di metterli nel sacco.


Usando la sua velocità supersonica, Shadow aggirò i babbuini, ritrovandosi proprio alle loro spalle. Le belve rimasero sbigottite, credendo che fosse semplicemente svanito nell' aria, ma presto si sarebbero rese conto di quanto si sbagliassero.
-Attaccarmi in maniera così avventata è stato un grosso errore. E ora ne pagherete le conseguenze.- fece il riccio.
La Forma di Vita Definitiva scattò un' altra volta a super velocità. Colpì la prima scimmia del gruppo con un sinistro micidiale, indirizzato alla mandibola.


Cadde a terra, con una buona scorta di denti rotti, la mascella praticamente sbriciolata e un copioso fluire di sangue dalla bocca al suolo. E lì rimase.
Il porcospino si lanciò sul secondo bersaglio e lo investì con uno Spin Dash rapido e preciso alla schiena, spedendolo lontano. Al terzo non toccò sorte migliore.
Shadow svanì nuovamente. Si ritrovò dietro al suo nemico, fece un leggero salto e lo colpì con entrambe le mani unite, sulla testa.


Dopo una martellata simile, lo scimmione andò a sbattere il muso contro il pavimento, riportando una brutta ferita alla fronte e un probabilissimo trauma alla scatola cranica. Le due scimmie rimaste si precipitarono furibonde contro il riccio, brandendo rispettivamente una spada e un giavellotto. Shadow li sentì arrivare grazie al suo ottimo udito. Vide inoltre con la coda dell' occhio che una delle due fiere stava per scagliare il dardo verso di lui.
Fu un secondo, dopo il quale il primate lo tirò con tutta la forza a cui potesse fare appello. Shadow fece una rapida capriola laterale verso destra. L'asta andò a colpire un vecchio ceppo lì vicino, e l' Essere Perfetto atterrò con agilità e destrezza superiori a quelle di qualsiasi campione olimpionico, rivolto verso le belve.


Un ghigno tanto curioso quando piccolo si dipinse sul suo volto.
-Un tiro accurato, non c'è che dire. Ma ora tocca nuovamente a me.- 
-GUH?!- grugnì la scimmia disarmata, conscia di essere ormai senza alcuna difesa. Shadow compì un altro scatto a velocità elevatissima, per poi colpire il nemico con un tremendo montante al mento. Quest' ultimo, per il colpo subito, si trovò sollevato da terra di parecchio, frastornato e intontito.
Seguì subito dopo un velocissimo calcio, che mandò la creatura a terra, in uno stato pietoso.


L'ultimo rimasto del gruppetto scimmiesco si avvicinò e attaccò con la sua spada il porcospino nero, il quale schivò il fendente, ma stavolta non di moltissimo.
Pochi centimetri in più e Shadow si sarebbe ritrovato con un grosso taglio sulla guancia.
-Mph.- fece la Forma di Vita Definitiva con un brutto cipiglio. Il primate ripetè l' offensiva, esibendo una violenta stoccata con la lama, ma anche stavolta non ebbe fortuna. I movimenti del suo avversario erano incredibilmente rapidi e coordinati. Nonostante la loro forza notevole e la loro abilità nel maneggiare le armi, per questi gorilla combattere contro un soggetto tanto veloce quanto potente, si era rivelato estremamente difficile sin dall' inizio. La forza bruta non serve assolutamente a nulla, se non riesci neanche a sfiorare il tuo avversario.


Ma l' animale non sembrava avere alcuna voglia di gettare la spugna. Effettuò una giravolta, facendo ruotare la lama come un vortice. Shadow evitò l' attacco con un salto all' indietro, e quando il corpo del primate smise di ruotare, lo prese in pieno stomaco con un destro netto. Alla scimmia venne a mancare il respiro, e restò china in avanti, tenendosi il ventre tra le braccia mentre tossiva pesantemente e sputacchiava bava senza controllo. Ma non era certo finita qui.


Il riccio la bersagliò con una raffica di pugni, centrandola da tutte le parti. Una gomitata in faccia seguita da un Homing Attack, e il caso era chiuso. La creatura selvaggia, conciata com'era, non potè più reggersi in piedi, e cadde all' indietro, piena di lividi, fratture e altro ancora.
Shadow tornò ad assumere una posizione più rilassata, guardando con aria di sufficienza quella che, pochi attimi prima, era una bestia forsennata che cercava di farlo fuori a tutti  i costi.


-Non avevi comunque nessuna possibilità. Né ce l' avevano quelli che ti hanno preceduto.- mormorò Shadow, neutro.
Poi, si sentì in sottofondo un rumore metallico. Shadow girò lo sguardo appena dietro di sè, e vide che le scimmie superstiti (in realtà, parecchie di esse) continuavano a guardarlo con un atteggiamento feroce e subdolo. La risposta successiva fu di alzare, per quelle che ne fossero in possesso, archi, balestre, pistole e fucili contro l' istrice.


-KIIIK! KIIIK! GUUUUUHHH!- strepitarono i bestioni.
-Tsk. Si vede che la prima lezione non vi è bastata. D' accordo, allora. Non mi tratterrò così tanto d' ora in poi. Ma cercherò lo stesso di non strafare.-


Spari, frecce scoccate e chissà che altro partirono in direzione del riccio. Un primo proiettile gli passò sopra la testa, fischiando. E subito ne arrivarono molti di più, tutti con il solo scopo di ridurre il suo corpo in colabrodo. Ma Shadow ne sapeva già fin troppo di queste cose, e senza esitazione saltò molto in alto, verso i suoi oppositori, con una chiara visuale della linea del fuoco nemico e di quanti individui la componevano. Era giunto il momento. 


-CHAOS... SPEAR!-



 










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-Tails, è ora di andare! Gli altri ci aspettano!- 
-Arrivo subito, Sonic!- 


Miles Tails Prower afferrò lo zaino e vi infilò dentro una bottiglia di acqua naturale, riempendolo fino al limite della sua capienza. Aveva appena finito di sistemare le cose che gli occorrevano per quella giornata. Si avvicinò alla propria scrivania, ricoperta da un mucchio di fogli, attrezzi e matite, e afferrò la propria ricestrasmittente da polso. Ecco, ora aveva veramente ultimato i preparativi. Uscì dal proprio studio e si diresse verso le scale per andare in soggiorno, dove un certo riccio blu attendeva l' arrivo del suo migliore amico volpino.


Sonic The Hedgehog non era mai stato una persona troppo paziente, e questo si poteva capire da come picchiettava con fare frettoloso il piede sul pavimento.
Non era sicuramente da lui aspettare per interi minuti, fermo, senza fare nulla. Specie se si è riconosciuti come "il Porcospino più Veloce del Mondo", da uno spropositato numero di persone. In due pianeti diversi, per giunta.


-Tails, allora?! Andiamo o no?!- chiamò ancora il riccio supersonico in maniera sbrigativa.
-Arrivo, arrivo! Stavo solo prendendo il Radiovisore da polso, tutto qui!- rispose la kitsune gialla, scendendo dalle scale che collegavano il laboratorio al resto della casa. Sonic ridacchiò debolmente, scuotendo di poco la testa.
-E a cosa ti serve? Dobbiamo solo andare ad un picnic in campagna, mica in missione!- buttò divertito il riccio dalla pelliccia di un blu elettrico.
-Beh, non si sa mai! Se per caso qualcuno mandasse un messaggio importante? Oppure una richiesta di aiuto?- domandò il piccolo genio a quello che poteva considerarsi suo fratello maggiore adottivo.


-Amico, devi imparare a rilassarti un po' di più.- affermò Sonic in maniera comicamente arrendevole. Pur essendo di natura MOLTO dinamica, il porcospino sapeva bene quale fosse l' importanza del riposo e del relax. Ogni tanto pure lui, dopo una lunghissima corsa a velocità folle, si arrestava lungo il tragitto per respirare l' aria a pieni polmoni, guardare il panorama o sdraiarsi su un bel praticello, al sole, e godersi il profumo di fiori ed erbe selvatiche.


-Sonic, magari succede qualcosa proprio quando siamo fuori per questa gita... Non possiamo essere troppo sicuri.- sentenziò Tails con atteggiamento minuzioso e professionale. Sonic non sembrava troppo convinto dalle preoccupazioni del suo inseparabile compagno di avventure.
-Che mai potrebbe accadere? Abbiamo battuto i Metarex, e siamo tornati solo da pochissimo a casa. Ed Eggman non si è fatto più rivedere... Forse si è iscritto in palestra, finalmente!- disse l' istrice con un sorrisetto beffardo, al solo pensiero della sua adorata nemesi impegnata a sollevare pesi, a correre su un tapis roulant formato extra-large o, peggio ancora (per chi fosse particolarmente impressionabile), a fare ginnastica aeorobica o Zumba.


Tails rise. Sonic sapeva sempre come infondere allegria e spensieratezza negli altri, eccome.
-Sei sempre il solito... Non cambierai mai!- fece il ragazzino rassegnato.
-Perchè? Dovrei, forse?- 
-Se tu diventassi meno irritante, di punto in bianco, sarebbe un miracolo.- intervenì una voce maschile fuori campo.


Il riccio e il volpino si girarono verso la porta d' ingresso, lasciata aperta, e vi trovarono un muscoloso echidna maschio, dalla pelliccia color rosso acceso, con gli occhi chiusi, le braccia incrociate e le spalle poggiate allo stipite dell' entrata.


-Knuckles!- esclamò Tails piacevolmente sorpreso.
-Yo, Knux! Che succede, amico? Stufo di aspettare?- chiese Sonic con il suo solito ghigno sornione al forzuto combattente.
-Umpf! E' passato un quarto d' ora, si può sapere che accidenti state combinando? Alla gente non va di attendere come dei completi imbecilli!- sbottò nervoso Knuckles.
-Di che ti lamenti? Non è una delle cose che ti riesce meglio?- 
-Fottiti, Sonic! Apri di nuovo quel forno per fare una delle tue battute e giuro che...!- minacciò l' echidna, alzando il pugno.
-Smettila, Knuckles!- intervenne una voce tipicamente femminile alle sue spalle. 


Una frazione di secondo dopo, il guardiano dello Smeraldo Gigante venne spinto in avanti, e per poco non si ritrovò faccia a terra.
Al posto della solida figura dell' echidna si sostituì quella più leggiadra e delicata (entro certi limiti) di una riccia rosa con vestito e stivaletti rossi, con un fermaglio color cremisi in cima alla testa. Amy Rose aveva appena fatto il suo ingresso in scena.


-Si può sapere perchè diavolo l' hai fatto?!- sbraitò il rosso. 
-Non è così che ci si comporta, mio caro! Non permetto a nessuno di minacciare così il mio Sonic, anche se si trattasse di te!- ribattè Amy con espressione determinata. Gli altri due presenti avrebbero potuto giurare che, nel momento in cui gli occhi color ametista del ragazzo e quelli verde scuro della ragazzina si erano posati gli uni sugli altri, una specie di scintillante energia si fosse liberata. Knuckles era un individuo da non provocare troppo se non si voleva giungere a spiacevoli situazioni, ma Amy non dimostrava alcuna esitazione mentre fissava il suo amico nelle iridi.


-Tra l' altro- continuò lei -non mi sembra questo il modo di esprimersi, visto che ci sono dei bambini nei paraggi!- 
-Amy, tutto a posto? Cos'è questa confusione?- 
-Chao Chao! Chaooo!- 
<< Accidenti! >> pensò Knuckles, dopo essersi ricordato che anche Cream e Cheese stavano aspettando fuori dalla porta, e non erano da soli.
-Non è niente, tesoruccio. Knuckles ha avuto solo una piccola discussione con Sonic, tutto qui.- intervenne una voce di donna, molto matura e sensuale.


Nei successivi secondi, Cream The Rabbit, Cheese The Chao e Rouge The Bat oltrepassarono la porta e diedero un occhiata all' interno.
-Mi sento un pochino delusa, Knuckie. Ti credevo più maturo di così.- disse l' avvenente pipistrella.
-Oh, ma certo! Sono sempre io quello che deve essere ripreso per ogni minima cosa! E questo porcospino blu con la faccia da schiaffi ha sempre la coscienza pulita!- grugnì lui, infastidito. Sul viso di Sonic si stampò un sorriso a trentadue denti.
-Che posso farci, sono i piccoli vantaggi dell' essere belli e famosi! Ma stai tranquillo, bro: quando sarai grande diventerai bello, forte e popolare proprio come me! O quasi.- fece il porcospino, trattenendosi dallo scoppiare in una fragorosa risata.


Knuckles lo guardò in cagnesco, ma stavolta non avrebbe dato a quel rompiscatole la soddisfazione di vederlo infuriato.
-Primo: sono più vecchio di te di almeno un anno. Secondo: non m' importa un bel niente di diventare "famoso", come dici tu, ho già vissuto abbastanza esperienze e  affrontato tante di quelle sfide da non dover invidiare nessuno. Terzo: se mi ritrovo qui, lontano da Angel Island, lasciando il Master Emerald senza alcuna protezione- e in quell' attimo preciso, i suoi occhi ruotarono su Rouge, con espressione sospettosa -è perchè qualcuno ha voluto convincermi di venire a questa escursione, anche a costo di pungolarmi per intere ore e farmi venire il mal di testa!- concluse.


-Oh, ma dai, Knuckles!- esclamò Sonic, esasperato -Sono 24 ore al giorno che monti la guardia a quel sasso! Non ti concedi mai un po' di vero riposo! Questa gita ti farà bene, fidati se te lo dico.-
-In compagnia di un riccio spaccone, della sua guardia del corpo in gonnella e di una ladra di gioielli. Mi chiedo come questa cosa mi possa giovare!- si domandò il guardiano, ora un po' più calmo.
-Guardala da questa prospettiva: se hai tanta paura che Rouge ti possa fregare lo Smeraldo, questa è una buona occasione per tenerla... sotto sorveglianza. Non so se mi spiego...- intervenne il porcospino superveloce, vagamente divertito.
-Non ha tutti i torti, zucchero. E poi, non ci tieni a passare un po' di tempo assieme a ME?- gli chiese la ragazza pipistrello tenendosi la mano sul petto.


L' echidna arrossì, e voltò lo sguardo. Anche se, in fondo in fondo, non gli dispiaceva tanto passare un po' di tempo in compagnia dei suoi più cari amici e di quella provocante cacciatrice di tesori, Knuckles avrebbe preferito tenerlo segreto, e non rivelarlo neanche sotto tortura. "L' orgoglio si può anche mettere da parte, di tanto in tanto, ma la dignità mai!" pensava, e si sarebbe tenuto ben stretto a sè questo mantra per tanto tempo ancora, se non addirittura per sempre.
Il problema, avrebbero potuto dire molti, era che per lui la linea che differenziava questi due concetti, ovvero orgoglio e dignità, non era così netta e facile da riconoscere. Anzi, per come si comportava, alle volte, pareva quasi che per il guardiano i due termini fossero sinonimi.


-Bah! Mi arrendo! A quanto pare oggi sarò costretto a seguirvi dovunque, come un' ombra!- bofonchiò con il viso rivolto a lato.
Al gruppo di antropomorfi scappò una risata, ma Sonic assunse un' espressione piuttosto strana dopo quello che aveva detto il suo amico rosso. Gli altri poco dopo, ripresero un atteggiamento più composto.
-Allora... partiamo o no? Non dovevamo andare a fare questa escursione?- si lagnò ancora Knuckles, desideroso di dare un taglio alla cosa.
-Sì, partiamo subito! Io avevo appena finito di sistemare il necessario per il picnic, quando siete entrati.- aggiunse Tails.
-Dovevi ancora finire di prepararti?!- abbaiò ancora l' echidna, non volendo credere che la kitsune avesse potuto metterci così tanto per una cosa tanto banale.
Tails di solito era il genietto della situazione, scrupoloso e pronto ad ogni evenzienza, non capitava spesso una cosa del genere.


-Emh... Colpa mia, mi dispiace!- si scusò educatamente la volpe a due code, chinando di poco la testa, con l' aria di un bambino beccato con le mani nel vaso della marmellata.
-Non preoccuparti. L' importante è che ora andremo tutti insieme a rilassarci in un bel posticino. Chissà, magari troverò qualche bello Smeraldo del Chaos...- disse Rouge, decisamente compiaciuta dall' idea di poter rinvenire in maniera del tutto casuale qualche pietra di grande valore. 
-Non te lo lascerei sicuramente prendere!- esclamò Knuckles, guardandola con aria competitiva.
-Perchè no? Se Miss Rouge ottenesse uno Smeraldo del Chaos, questa non dovrebbe essere una buona cosa?- chiese Cream con occhietti vispi.
-E perchè dovrebbe?- domandò il rosso.
-Non sarebbe molto meglio se ce l' avesse lei, invece del Dottor Eggman o di qualche altro cattivo?-


Rouge apprezzò molto l' intervento della coniglietta. Qualcuno di dolce e di innocente che prendeva apertamente le sue difese, al 100%. Quale piacevole sorpresa!
-Grazie, piccola. Vedi, Knuckles? Qui qualcuno non ha scordato le buone maniere, e soprattutto sa fidarsi delle persone giuste.- disse Rouge con aria di superiorità.
-A suo rischio e pericolo.- fece l' echidna tra sé e sé, a denti stretti.
-Come hai  detto?- chiese lei con occhi che avevano assunto in una frazione di secondo un' espressione velenosa.
-Niente, niente!-  


-Chi arriva ultimo al Tornado allestisce il barbecue e va a prendere l' acqua alla sorgente!- trillò tutto ad un tratto Amy.
-Ci sto!- disse Tails.
-Anche io!- esclamò tutta entusiasta Cream.
-Chao! Chaooo!-
-Io pure.- fece con calma Rouge.
-Come volete.- sorrise debolmente Knuckles.
-E allora... Andiamo!- concluse la riccia rosa.


Ci fu un precipitarsi in direzione della porta d' ingresso, ma una volta che tutti il resto della banda l' oltrepassò, Amy arrestò bruscamente i suoi passi, e si voltò indietro. Vide che Sonic era rimasto immobile, con uno sguardo indecifrabile diretto a terra. Era come se fosse finito in una specie di trance. E a dire il vero, questa cosa non evitò di far preoccupare la ragazza.
-Sonic?- lo chiamò. Nessuna risposta. 
-Sonic?- disse un po' più forte. Il riccio non rispose, sembrava che fosse isolato, come in una bolla. La giovane Rose notò che il suo adorato eroe supersonico aveva corrugato la fronte, segno che qualcosa stesse bollendo in pentola.
-Sonic?!- fece quasi urlando. Sonic ebbe un piccolo sussulto, come svegliatosi da un sonno agitato.
-Uh? Oh, scusa Amy. Stavo pensando ad una cosa, niente di che.- spiegò il porcospino blu.


-Ne sei sicuro? Tesoro mio, puoi dirmelo se c'è qualcosa che ti turba!- disse lei teneramente.
-Uhm... grazie, ma non preoccuparti. Soltanto un ricordo sbucato fuori dal nulla. Davvero, niente di importante. Tu comincia ad andare, vi raggiungo subito!- si difese Sonic sorridente. Amy avrebbe detto che non la raccontava giusta, ma le sembrò inutile proseguire oltre. Non voleva punzecchiarlo o farlo sentire a disagio.
-Va bene Sonic, ti aspettiamo sul Tornado, qui fuori.- gli disse lei, lanciandogli un occhiolino e dirigendosi verso l' uscita.


Sonic fece un altro piccolo sorriso, prima di tornare ad assumere un' aria pensierosa. No, era meglio che Amy e gli altri non gli facessero certe domande, tanto meno che indovinassero quale fosse la ragione di questo comportamento, insolito da parte sua. Sonic the Hedgehog restava immobile, con lo sguardo rivolto al pavimento, ma fissando in particolar modo un' altra cosa: la propria ombra. E andando avanti, l' immagine continuò a riapparire e a riecheggiare nella sua testa, martellante.


 Ombra... Ombra... Ombra...

             
                ... Shadow.


Intenso come una tempesta di fulmini, il ricordo di quegli ultimi momenti riafforò nella mente del riccio color zaffiro.
La Battaglia Finale contro i Metarex. Il Campo Gravitazionale. Cosmo che si era unita a Dark Oak, affinchè potessero infliggergli il colpo di grazia. Il Super Attacco combinato del Sonic Driver. Il rimanente Guscio di Energia sul punto di collassare e di distruggere tutto quello che c'era lì, nelle profondità dello spazio. Quella stessa esplosione che gli avrebbe portato via tutti quelli che amava. Se non fosse stato per lui. Lui si era messo in mezzo, l' aveva tramortito a tal punto da non poter più intervenire, da non poter rischiare di essere ucciso. L' aveva fatto per l' Universo e per loro, per tutti loro. E ora... Beh, chissà...


<< Se solo tu fossi qui a vedere tutto questo... >> pensò.


Sonic mosse un poco il capo a destra e a sinistra, e prima che il pensiero della scomparsa del suo compagno d' avventura, nonchè suo più grande rivale, potesse tornare ad arrecargli pena, corse verso la porta e raggiunse gli altri, che lo stavano aspettando.

















****************************************************



















-CHAOS... SPEAR!- 
-UUUUEEEEEHHHHH!!-


Versi, urla e schiamazzi di ogni tipo risuonavano nella notte. Versi di rabbia, schiamazzi di imprecazione e di sgomento. Urla di dolore.
Decine di corpi che ricoprivano il suolo, insieme ad armi e ad altri oggetti. Scorrimenti di sangue, che bagnavano il terreno polveroso e asciutto.
Scintille dorate che facevano crepitare l' aria. Dardi di energia che trafiggevano e disintegravano qualunque cosa o essere vivente incontrassero sulla loro traiettoria. Esplosioni di lampi, di terra e di fumo andavano a stravolgere l' originale assetto di quello che era diventato un vero campo di battaglia, teatro di un feroce scontro.


Protagonista di questa lotta, nonchè unico componente di una delle due fazioni opposte tra loro, era Shadow The Hedgehog, la Forma di Vita Suprema, alle prese con un imponente orda di scimmie gigantesche, armate praticamente di ogni categoria di arma. Nonostante il chiarissimo vantaggio numerico degli ominidi, il riccio oscuro aveva da subito preso in mano la situazione. Grazie alla sua velocità supersonica, alla sua forza fisica e riflessi straordinari, Shadow era riuscito con poca fatica a sbaragliare gli avversari che si mettevano sulla sua strada. E per quale ragione lo avessero attaccato sin dal principio, egli non lo sapeva.


Tutto ciò di cui era certo, era che continuarono ad aumentare di numero, e diventare sempre più armati e agguerriti. Che stupidi esseri.
Non sapevano proprio quando era il momento di arrendersi, evidentemente. Peggio per loro, l' occasione di andarsene senza che ci fossero brutte svolte l' hanno avuta.
Da lì in poi avrebbero avuto quello che si aspettavano: la lotta, il sangue, la morte. Ma non proprio come pensavano di ottenerli. Sarebbero stati loro a crollare sotto l' indiscussa superiorità combattiva dell' istrice, e non il contrario.


-CHAOS...- la mano destra del porcospino si illuminò di un bagliore elettrico molto intenso. 
-...SPEAR!- tuonò compiendo un rapido movimento del braccio, simile ad un fendente. Pochi attimi dopo, mezza dozzina di frecce energetiche gialle schizzò all' attacco, in direzione dei rispettivi bersagli.


Tre di esse andarono a colpire direttamente alcune delle belve, le quali crollarono al suolo, con le armature a pezzi e con i corpi squartati e sanguinolenti. Morirono all' istante. Altre due andarono a colpire il terreno, qualche metro avanti rispetto alla linea di fuoco avversaria. Questo provocò dei forti scoppi, che sollevarono a loro volta una quantità notevole di terra, polvere e detriti, e ciò andò a coprire in gran parte la visuale agli animali. L' ultima freccia invece centrò un pilastro, e fece crollare l' intera struttura collegata ad esso, cosa che mandò ulteriormente i primati in confusione e smarrimento.


-CHAOS SPEAR!- urlò Shadow, e ancora una volta vennero scagliati proiettili di luce. Shadow inizialmente non aveva intenzione di ricorrere ad una delle sue tecniche più potenti e pericolose. Forse non ce ne sarebbe stato il minimo bisogno, ma ormai si era stancato di questa situazione. Quelle stupide bestie non volevano saperne di lasciarlo in pace, e con le buone non l' avevano capito. A lui non piaceva stroncare vite, ma se era costretto a farlo, se da ciò fosse dipesa la sua pelle, allora l' avrebbe fatto. Senza dubbi e senza ripensamenti. Uccidere o essere ucciso. O loro, o lui. 


Non che per il riccio quelle creature fossero una minaccia di livello planetario, come già ne aveva affrontate in passato. Assolutamente no. Tuttavia non avrebbe negato il fatto che potessero reggere il confronto con alcuni robot-sentinelle Metarex, che lui stesso aveva ridotto a ferraglia pronta per il riciclo nel tentativo di rintracciare Dark Oak e di eliminarlo con le sue stesse mani (pur non essendo riuscito a raggiungerlo per svariati inconvenienti). 
Sebbene non potentissimi, erano pur sempre dei feroci bruti assetati di sangue, e in quanto tali, a suo giudizio, non meritavano trattamento migliore di quello che stava riservando loro. 


Un proiettile d' arma da fuoco lo prese di striscio al braccio sinistro, e vi lasciò un piccolo segno rosso. Ma fu più che sufficiente per fargli perdere la pazienza, e stavolta seriamente. Shadow girò di poco la testa, e individuò un esemplare armato di un fucile di precisione, munito di cannocchiale, dall' aria trionfante. Gli rivolse un' occhiata cupa e minacciosa, e strinse i pugni. Ora gliela avrebbe fatta pagare, e sapeva anche come.


Uno scatto superveloce, e si ritrovò faccia a faccia con la scimmia, che assunse un atteggiamento molto diverso da quello precedente. Ora, dire che era rimasta paralizzata dalla sorpresa e dalla paura, per come il riccio era giunto lì in una frazione di secondo e per lo sguardo che le rivolgeva, sarebbe stato assai riduttivo. Prima ancora che l' ominide potesse emettere un suono, puntare l' arma o reagire in qualsiasi maniera, Shadow eseguì un violento pugno Isshinryu, diretto alla faccia.(*) L' animale andò a finire contro una parete.


Altre scimmie, iraconde, presero la mira e gli scagliarono contro proiettili, frecce, lance e shuriken, ma anche stavolta il porcospino le schivò con la sua strabiliante velocità di movimento, e svanì dalla loro vista. Vennero travolte da un rapidissimo attacco concatenato, che seguì questa combinazione: pugno-pugno-calcio-pugno. Un' altra venne investita in pieno da uno Spin Dash, mentre cercava di contrattaccare con una spada a due mani. 
Un numeroso gruppo si fiondò all' offensiva, ma Shadow fu più svelto e sollevò la mano sinistra. Un altro lancio.


-CHAOS SPEAR!- fece, e i dardi dorati andarono a colpire il terreno, generando un' esplosione di fango e pietre che spazzò via i nemici.
Da quel momento in poi, le belve si fecero meno audaci, e realizzarono che attaccare a ondate senza uno schema preciso non aveva la minima efficacia. Shadow vide che stavano lentamente indietreggiando, ma capì che erano ancora furiose con lui. Continuavano a rivolgergli espressioni cariche di odio e di intenzioni bellicose.


-E adesso, l' azione finale. Mi sbarazzerò di voi in pochi istanti. Non vorrei farlo, ma dopo quello che avete fatto mi ci vedo obbligato, se voglio chiudere questa storia.- commentò il riccio onice. Cominciò quindi a caricarsi dell' energia necessaria per infliggere il colpo risolutivo, ma un certo rumore di sottofondo attirò la sua attenzione. Era lontano, ma considerato l' eccellente udito di cui era provvisto, lo sentiva con molta chiarezza. Si ripeteva circa ogni mezzo secondo o poco più, secco.


Era un suono di passi. Non ebbe incertezze al riguardo. Riconobbe distintamente il rumore di suole che calpestavano un sentiero pietroso. Alzò lo sguardo, e notò che i primati, tutto ad un tratto, avevano assunto delle facce decisamente sconvolte e preoccupate. Si voltarono tutti insieme verso il sentiero che il porcospino nero e rosso aveva precendemente deciso di attraversare, prima che loro glielo impedissero.


-QUUUIIIK! QUUUIIIK! QUUUIIIK!-
-GUAH! GUAH! GUUUUUUHHH!- strepitarono, e poco dopo se la diedero a gambe levate, in direzione della foresta. Ma cosa diavolo stava succedendo? 
Perchè questo improvviso comportamento? Cosa avrebbe mai potuto atterrirli in quel modo, se pochi minuti prima sembravano incuranti del fatto che il riccio li stesse letteralmente massacrando? 


L' unica sua sicurezza era che nei successivi cinque secondi non ci fu neanche l' ombra di una singola scimmia. Si girò anche lui verso la fonte d' origine di quel rumore. Stava divenendo via via sempre più vicino. Subito dopo, Shadow vide una sagoma spuntare gradualmente da un banco di nebbia non molto distante.
Finalmente avrebbe scoperto che cosa aveva messo in fuga tutte quelle bestiacce. E ciò che vide alla fine lo lasciò piuttosto sorpreso.


Si trattava di un umano, un maschio adulto. Corporatura alta e atletica, una barba sottile, basette e baffi neri che puntavano all'insù, carnagione relativamente chiara. Indossava un lungo vestito scuro a collo alto, foderato all'interno con curiose fantasie color rosso borgogna, ed un vistoso cappello da moschettiere, nero, con una piuma verde chiaro in cima. Il vestito era aperto, e mostrava il petto e lo stomaco dell' uomo, nudi. Non indossava nulla al di sotto di esso. Vestiva dei pantaloni lunghi violacei, con una cintura decorata e degli stivali molto grandi. Al collo portava un pendente a forma di crocifisso. Dietro la schiena, infine, portava quella che sembrava una voluminosa spada, dall' elsa allungata e decorata di gemme e di strani motivi. 


Tuttavia, quello che suscitò una strana sensazione in Shadow, furono gli occhi dell' uomo. Non erano per niente simili agli occhi di qualsiasi altro umano che aveva già incontrato. Erano gialli, come quelli di un rapace. Ma non si trattava solo del colore delle iridi. C'era qualcos'altro. Il porcospino era pronto a scommettere che quello non era un essere umano qualunque. No, quell' individuo nascondeva decisamente qualcosa di molto strano. Qualcosa di... potente. E, con molta probabilità, piuttosto pericoloso. 


Ora stava guardando Shadow in assoluto silenzio, squadrandolo dalla testa ai piedi. Nonostante l' aria neutra e distaccata, parve piuttosto evidente che l' uomo non avesse mai visto prima un mobiano. Il porcospino era sul punto di domandargli perchè lo stesse fissando in quella maniera, ma l' umano fu più svelto a proferire parola.


-Sei stato tu a eliminare questi Umandrilli?- chiese con grande calma. Aveva una voce profonda e controllata. Da essa non scaturiva segno di meraviglia, tanto meno di preoccupazione. Solo un pizzico di curiosità. Il nuovo arrivato tuttavia non aveva idea se il porcospino fosse in grado di parlare o no.
Shadow, da parte sua, non sapeva esattamente cosa rispondergli. Avrebbe probabilmente chiesto chi fosse colui che si trovava di fronte, che posto fosse quello, e perchè no, anche perchè portasse una spada simile dietro la schiena. Ma poi, un altro pensiero gli balenò in mente: "Umandrilli"?
Che si trattasse...?


-Intendi forse quegli animali che impugnano armi e vestono armature e corazze?- domandò a sua volta il riccio, con tono analogo. Così l' individuo si era tolto il dubbio se comprendesse o meno il suo linguaggio. L' uomo fece cenno di sì con la testa.
-Sì, sono stato io. Non era mia intenzione fare loro del male o ucciderli, ma mi ci sono visto costretto. Mi hanno assalito, e io mi sono difeso.- spiegò lui, pur senza dare l' impressione di dover elargire scuse o giustificazioni.


-Tipico. Sono animali territoriali e competitivi, oltre che leggermente irritanti e infantili.- rispose il misterioso interlocutore. Poi rivolse al riccio un' espressione più attenta ed esaminatrice, e riprese a parlare.
-Se sei riuscito a sconfiggerne un simile numero e ad uscirne solo con qualche piccola ferita, questo vuol dire che devi essere piuttosto forte e abile.- 
-Questi graffi ce li avevo da prima che li incontrassi. Ho messo fuori gioco quegli ottusi scimmioni in pochi minuti. Semplicemente non erano alla mia altezza. E' questo quello che succede quando si sfida incauti un avversario nettamente superiore.- rimarcò l' Essere Supremo. 


-Sei molto sicuro di te stesso. Percepisco una grande energia provenire dalla tua persona. Come ti chiami? Posso saperlo?- fece l' uomo, con determinazione.
Shadow non si scompose. Riflettendoci, non aveva alcuna reale motivazione per non rivelare il suo nome alla prima persona che avesse incontrato in quella terra sconosciuta, sebbene le circostanze fossero tutt'altro che normali. Inoltre, aveva solo chiesto il suo nome, e anche abbastanza rispettosamente, cosa che non era sfuggita all' istrice.


-Shadow. Shadow The Hedgehog.- rispose il porcospino, guardandolo negli occhi.  
-Eri tu quella scia luminosa che è apparsa in cielo? E' andata a finire dietro queste colline, l' ho seguita e sono arrivato qui.- affermò l' umano.
-Scia luminosa?- ripetè. E dopo qualche secondo, comprese.  
Doveva essersi teletrasportato in quel pianeta, a centinaia e centinaia di metri di altitudine dal suolo. Successivamente si era risvegliato in quel cratere.
-Sì. Credo di sì.-
-Cosa è successo precisamente?- domandò ancora l' uomo senza nome.
-Non lo so con esattezza. E' una lunga storia.- rispose.


-Che posto è questo? Dove mi trovo?- chiese Shadow.
-Questa è l' Isola di Kuraigana, e si trova lungo la prima metà della Rotta Maggiore.- rispose l' individuo.
-Mai sentite prima d'ora.- ammise il riccio nero e rosso.
-Devi venire da molto lontano, se non conosci nemmeno la Rotta principale che attraversa i mari di questo mondo.- 
-Diciamo pure che, forse, questo non è un pianeta dove ricordo di essere stato.- 


L' ignoto personaggio, se fosse rimasto sorpreso delle parole appena udite, non lo diede a vedere. Che provenisse sul serio da un altro mondo? 
-Quindi devo bocciare l' ipotesi secondo cui tu, in realtà, sia un umano dotato dei poteri di un Frutto Zoo-Zoo.-
-Un cosa?- ripetè Shadow, alzando di poco il sopracciglio.
-Un Frutto Zoo-Zoo. Una categoria di Frutto del Diavolo.- spiegò lo sconosciuto.
-Non ho la minima idea di cosa si tratti.- 


A questo punto, il misterioso individuo era rimasto veramente interdetto. Quale creatura antropomorfa era in grado di parlare correttamente il linguaggio umano, se l' ipotesi da prima formulata (e magari, quella a cui avrebbe dato più credito) veniva smentita in modo così evidente? Non conosceva neanche alla lontana le informazioni e i dati che gli venivano detti.


-Non credo di aver mai incontrato qualcuno come te, prima d' ora. Chi sei esattamente?- chiese ancora l' umano. Il riccio trovò quella domanda leggermente indiscreta, considerando inoltre che la memoria gli giocava dei brutti tiri e che non ricordava quasi nulla del suo passato. Tuttavia non se preoccupò e disse:
-Io sono Shadow The Hedgehog. Sono la Forma di Vita Suprema.- mormorò il porcospino.
-"Forma di Vita Suprema"? In base a quale criterio ti reputi tale? Sei riuscito ad eliminare senza difficoltà numerose truppe di Umandrilli, ma non pochissimi sono in grado di farlo.- affermò lo sconosciuto. Shadow non potè fare a meno di considerare sfacciato il suo atteggiamento, tuttavia sentiva che quello di fronte a sé non era un tipo da sottovalutare troppo. Se un battaglione di gorilla incazzati se l' era filata con la coda tra le gambe al solo udire i suoi passi, qualcosa doveva pur significare. Ma non se curò granchè, e si affrettò a rispondere.


-Da dove provengo io, molti mi riconoscono come tale. Potrei darti altre prove, se lo desideri, ma ora non ho tempo. Devo trovare un modo per andarmene via da qui.- disse il riccio oscuro al suo interlocutore.
-Per andare via dall' isola serve una nave, o un' imbarcazione.- rispose il moro dagli strani occhi.
-O magari uno degli Smeraldi del Chaos.- 
-Smeraldi del Chaos?- fece l' altro. Ora era il suo turno di non sapere cosa stesse dicendo qualcuno con cui stesse dialogando.


-Gli Smeraldi del Chaos sono sette pietre, di diverso colore l' una dall' altra. Possono sembrare delle semplici gemme, ma in realtà ognuna emana una grande quantità di energia e risplende di luce propria. Si tratta di reliquie molto potenti. Le avevo tutte e sette prima, ma le ho perse quando sono arrivato in questo posto. Ora non so proprio dove possano essere. E' a causa loro se mi ritrovo qui.- 
L' uomo rimase in ascolto di ciò che il mobiano diceva. Per quanto inverosimile potesse sembrare la storia raccontata, era pur sempre un inizio. Dopo qualche secondo passato ad elucubrare, lo straniero prese la sua decisione.


-Vieni con me, al mio castello. Potresti parlarmi un po' di più della tua vicenda, e io potrei darti qualche indicazione su come lasciare l' isola, magari cedendoti una delle mie mappe.- disse impassibile l' uomo.
-Perchè vuoi aiutarmi? Non ci conosciamo neppure.- ribattè l' istrice nero e rosso.
-Vero. Ma nonostante questo, ti ritrovi su un' isola che non conosci, la mia isola, tra l' altro. Credo che almeno in parte sia affar mio ciò che vi succede. Non sei neanche sicuro se il mondo in cui ti trovi sia il tuo o no. Puoi venire con me o restare qui, tra queste rovine, e presto ti ritroveresti orde di Umandrilli pronte a darti la caccia e ad importunarti. Oppure puoi spostarti, senza una meta precisa, non sapendo minimamente come abbandonare questa distesa di terra in mezzo al mare. A te la scelta.- concluse l' umano con schiettezza incredibile.


Per quanto non lo gradisse, i fatti erano questi e Shadow lo sapeva bene. Aveva colto perfettamente nel segno. Non c'era molta scelta. Poteva passare giorni, magari settimane senza cavare un ragno dal buco, disperso su uno squallido sputo di terra, con quelle fastidiose belve alle calcagna. E ad ogni momento che passava aumentavano le probabilità che gli Smeraldi del Chaos cadessero in mani sbagliate. E a quel punto le possibilità di tornare indietro sarebbero diminuite considerevolmente. Il riccio ci pensò su un altro po', prese un profondo respiro, e disse:


-D' accordo, accetto la tua proposta. Verrò con te.-
-Bene. La mia dimora si trova da questa parte. Seguimi.- fece quello, incamminandosi verso la propria reggia.
-Aspetta.- disse Shadow con tono deciso. La sua guida fermò i suoi passi, senza voltarsi.
-Cosa succede?- 
-Se mi offri il tuo aiuto, devo almeno sapere il tuo nome. Chi sei?- domandò il riccio.


L' uomo girò di poco la testa, in modo da poter mostrare bene il lato destro del viso. L' occhio color oro opaco luccicò al tenue bagliore lunare.
-Il mio nome è Drakul Mihawk. Detto anche "Occhi di Falco", lo Spadaccino più Forte del Mondo.- affermò il guerriero dalla Spada Nera falciforme.
-In base a quale criterio ti reputi tale?- gli chiese con un leggerissimo sorriso di sfida Shadow. A quelle parole, un ghigno sinistro si stampò sulle labbra dello spadaccino.
-Molti mi riconoscono come tale.- 


Detto ciò, riprese a camminare verso il suo maniero, dove avrebbe potuto offrire al suo insolito ospite le istruzioni che gli servivano.
Shadow rimase fermo, e dopo qualche attimo di indecisione, seguì l' uomo.
<< Non malaccio, per un essere umano. >> 





















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(*) Pugno Isshinryu - Questo tipo di pugno è una variante di Okinawa, ideato da Tatsuo Shimabukuro, fondatore dello stile Isshinryu. Il pollice è protetto da chiusura sulla parte superiore del dito indice. I fautori sostengono che questa forma irrigidisce e sostiene il polso.








Ed eccoci qui, dietro le quinte! BAAAM! Non ci credo, ce l' ho fatta davvero!! 
Dopo un' attesa e una preparazione interminabili, ecco a voi il secondo capitolo del mio Cross-Over SonicXxOnePiece, "True Warrior"!
Ora mi sento molto meglio, anche perchè così qualcuno (coff coff...-Lynx_ ad esempio-coff coff...) non dovrà più puntarmi un fucile a canne mozze per invogliarmi a scrivere, anche se l' ispirazione (e su questo, molti mi daranno ragione!!) va e viene. Momenti di pura tristezza, ecco cosa sono! :(
Shadow e Mihawk si sono finalmente incontrati e presentati, la domanda che ora sorge spontanea è... "Cosa succederà nel secondo capitolo? Riuscirà Shadow a trovare un modo di andarsene da Kuraigana? Quanto potrà essere utile l' aiuto di Occhi di Falco? E gli Smeraldi del Chaos? E la Ciurma di Cappello Di Paglia? Incontrerà la Forma di Vita Suprema mentre quest' ultima è alle prese con casini micidiali? E come se la caverebbe Shadow con una scalmanata ciurma di pirati/ragazzini urlanti e strampalati?" Oh cazzo, sto esagerando con le domande! Basta così per adesso!! XD
Dedico questo capitolo (ovviamente) a Lynx_, la mia musa ispiratrice [Basta fucili a canne mozze! Mi fanno paura!! T_T] e ad un amico speciale, ovvero shinichi e ran amore (grazie per la recensione dello scorso capitolo, è un po' come se il cuore avesse ripreso a battere, davvero ;D)
E ora, senza indugio alcuno, lascio a voi i commenti! Grazie per la lettura, spero vi sia piaciuto! Al prossimo capitolo! :)



 

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Capitolo 3
*** Una Serie di Fortunate Circostanze. ***


                           





                                                                       

                                                                         











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“Gatta da pelare”.


Con questo modo di dire s' intende, in genere, un' incombenza fastidiosa, un guaio, una situazione spiacevole, o comunque un problema particolarmente complicato da risolvere. Qualora fosse difficile o addirittura impossibile risolvere il suddetto problema soltanto con le proprie forze, un aiuto da parte di una o più persone  potrebbe rivelarsi assai utile. 
In momenti critici, alcuni accetterebbero più che volentieri l' aiuto offerto.


Altri, invece, rifiuterebbero qualsiasi tipo di favore o di assistenza, e le motivazioni che possono spingere a questa scelta sono a loro volta molteplici.
C'è chi, pur apprezzando sinceramente l' offerta, decide di non coinvolgere altre persone nella stessa gravosa situazione. C'è chi decide di affrontare a tutti i costi le avversità da solo, magari a causa di un ferreo codice d' onore personale, ed è costretto a farlo, qualora non volesse intaccare la propria dignità, la propria autostima o la fiducia in sé stesso. C'è chi lo fa per mettere alla prova le proprie capacità e per scoprirne i limiti. C'è chi è pienamente sicuro di sé ed è convintissimo di sbrigarsela anche per i fatti propri, affidandosi esclusivamente alle sue risorse. Poi c'è chi si preclude spontaneamente, per le ragioni più svariate, qualsiasi tipo di aiuto esterno per la mancanza di fiducia nel prossimo.


Shadow The Hedgehog avrebbe potuto essere scambiato per la personificazione vera e propria delle ultime due ragioni esposte. Se ci fosse stata una sfida, non importa quanto difficile e pericolosa, lui avrebbe certamente preferito affrontarla da solo. Non soltanto perché aveva un' elevata considerazione delle proprie capacità (certe persone di sua conoscenza avrebbero potuto affermare che ne avesse pure troppa), ma anche perché così aveva sempre fatto: a lui non servivano aiuti particolari, era sempre stato un individuo autosufficiente e capace. 


Inoltre, egli aveva sempre preferito pensare e agire per conto suo, senza che nessuno si mettesse in mezzo e lo intralciasse, o che gli dicesse cosa fare. 
“Chi fà da sé fà per tre”, affermava un vecchio detto, e lui poteva esserne benissimo il portavoce ideale.
Se in passato ci sono state occasioni in cui ha dovuto per forza accettare che qualcuno gli desse man forte, era perché in quelle determinate circostanze non poteva davvero fare altrimenti.
Situazioni talmente critiche da mettere con le spalle al muro chiunque, lui compreso.


Ma in quel preciso istante, nonostante non stesse affrontando minacce di livello intergalattico, come lo sono stati i Metarex, era stato costretto dalla realtà dei fatti ad accettare l' aiuto di un perfetto sconosciuto. Lui, la Forma di Vita Definitiva. 
Smarrito su un' isola sconosciuta, senza avere neppure idea di che pianeta fosse quello in cui si trovava. Un miserabile sputo di terra, avvolto dalla nebbia, attraversato da vecchie rovine e fitte foreste, infestato da scimmie armate fino ai denti, non esattamente socievoli e pacifiche. Ma non erano quei primati a rappresentare il problema più serio per il riccio nero e rosso.


Shadow non aveva idea di come lasciare quel luogo. E gli Smeraldi del Chaos erano andati dispersi. Senza di essi, probabilmente, non sarebbe tornato da dove era venuto. Doveva mettersi alla loro ricerca. Doveva trovarli, e al più presto. Se fossero caduti in mani ostili? 
A quel punto, tornare indietro sarebbe potuto diventare assai complicato, più di quanto lo fosse già.
Non era sicuro di che strada prendere, non sapeva come orientarsi in quel nuovo ambiente.
L' unica sua possibilità, dunque, era quella di seguire l' uomo che gli aveva spontaneamente offerto il suo aiuto, e vedere come si sarebbe conclusa la faccenda.


Non che Shadow si fidasse pienamente di quello strano individuo, comparso dal nulla. Proprio no. Ma purtroppo non gli erano rimaste altre opzioni valide. Dovette per forza accettare la sua proposta: seguirlo fino al luogo dove risiedeva la sua dimora e ricevere le giuste indicazioni, e magari anche un mezzo di trasporto adatto.
L' uomo aveva precedentemente affermato che, per andarsene dall' isola, servisse un' imbarcazione. Questo aveva fatto intuire al porcospino che non ci fossero mezzi più avanzati e veloci, come aerei o navette volanti. Pazienza. Tanto valeva provare ad affidarsi (sempre con circospezione) ai consigli di quell' essere umano.
Un umano strano, a dire la verità. Aveva detto di chiamarsi Drakul Mihawk, conosciuto anche come "Occhi di Falco". E questo, Shadow non stentava a crederlo. Gli occhi di quell' individuo erano i più insoliti che avesse mai riscontrato in un esemplare di Homo Sapiens Sapiens. Se non ricordava male, aveva affermato di essere noto come il migliore spadaccino del mondo.


Che stesse esagerando? O magari diceva sul serio? 
Tutto ciò che il riccio sapeva era che abitava su quell' isola sinistra, che portava una voluminosa spada dietro la schiena e che aveva messo in fuga uno squadrone di primati inferociti. Senza neanche doversi confrontare direttamente con loro. E questo fece intuire al riccio che quell' uomo non stesse semplicemente buttando parole a vanvera. Chissà quanto era forte? Con quale abilità sapeva maneggiare quella lama dalla forma così insolita? Quanti gorilla avrebbe abbattuto, se questi fossero rimasti a fronteggiarlo? Ma soprattutto: aveva seriamente intenzione di aiutarlo? Perchè? Cosa ci avrebbe guadagnato?


Queste erano le domande che girovagavano per la mente dell' Essere Perfetto, mentre seguiva la misteriosa figura dello spadaccino attraverso quel territorio insidioso. Camminarono per diverso tempo, senza dire nulla. Non una parola. La nebbia andava e veniva, ma il guerriero continuava a marciare, senza la minima incertezza riguardo al percorso intrapreso. 
Shadow era poco più indietro di lui. Non sapeva quanto mancasse per arrivare a destinazione, anche se avrebbe sicuramente preferito saperlo. Dopo un altro po' di tempo speso a camminare, il porcospino rivolse al suo accompagnatore uno sguardo più attento, e parlò.


-Manca ancora molto?- domandò, con tono neutro. L' uomo non rispose. Procedeva avanti con passo sicuro, nient' altro. Sembrava non avesse sentito la domanda del porcospino, quasi come se fosse isolato in una sfera di vetro. E questo non diede una bella impressione a Shadow, il quale si sarebbe aspettato una maggiore partecipazione, sebbene discorrere non fosse esattamente una sua specialità. Al contrario, Shadow era un individuo di poche parole. Per lui erano le azioni compiute a qualificare le persone e a manipolare il corso degli eventi. Le parole possono avere un peso, ma comunque limitato.


Nonostante ciò, in quella circostanza imboccare la strada della conversazione era il modo più logico e semplice per ottenere la risposta che voleva.
Il mobiano stava per ripetere nuovamente la domanda, ma prima ancora che la voce potesse uscirgli di bocca, la sua guida si arrestò improvvisamente.
Puntò lo sguardo più in alto, e dopo qualche istante, rispose.
-Eccoci, siamo arrivati.- disse.


Anche Shadow alzò di poco la testa, e notò che dalla nebbiolina emergevano gradualemente delle strane figure. Dopo qualche passo, Shadow vide chiaramente di cosa si trattasse. Erano delle torrette. Collegate a loro volta ad una struttura che andava più in basso. E lo vide. 
Si trattava di un imponente maniero, fatto di pietra bianca, che risplendeva pallida e in maniera vagamente sinistra al tenue bagliore lunare. Le vetrate erano grandi, e da una di esse proveniva una luce. 
Un castello enorme e solido, che si estendeva in tutta la sua grandezza su una radura, con una disposizione vagamente semicircolare di alberi davanti.
Quegli alberi, in termini di altezza, non erano niente in confronto. Le componenti più alte della fortezza superavano senza problemi i trenta-quaranta metri di distanza dal suolo.


I due erano arrivati da un sentiero posto al lato destro del castello. Mihawk fece cenno al riccio di seguirlo, e Shadow gli andò dietro. Proseguirono lungo la stradina che conduceva alla porta principale: si trattava di un ampio ingresso, preceduto da delle murature bianche decorate con particolari motivi giallo scuro, e da due voluminosi crocifissi dorati, uno per entrambi i muri ai lati della porta. Di fronte ad essa c'era una scalinata. 
Shadow osservò l' entrata dell' edificio, pensieroso. Cosa lo avrebbe aspettato, una volta varcata quella soglia? L' aiuto che gli era stato spontaneamente offerto? Oppure una pugnalata alle spalle? Magari tutto ciò si trattava di una trappola ben escogitata? 
Lo spadaccino cominciò a salire le scale, ma quando si accorse che il riccio d' ebano non lo stava seguendo, si girò lentamente verso di lui.


-Qualcosa non va?- domandò l' uomo. Shadow ruotò lo sguardo nella sua direzione. Era lì, che lo guardava con quegli occhi da rapace incredibilmente freddi e penetranti.
Shadow non si scompose. Nonostante la sensazione che qualcosa bollisse in pentola non volesse abbandonare i meandri della sua mente, sapeva che in un momento simile non poteva permettersi di destare sospetti. Non con un individuo del genere. Almeno finchè non fosse stato necessario mettere le carte in tavola. E per quello, pensò, c'era tempo. Ripensandoci, non era neanche costretto a dirgli tutto quello che sapeva.
-No, non è niente. Và pure avanti.- rispose l' Essere Supremo. Non un filo di emozione nella voce che potesse tradirlo. Era sempre stato piuttosto bravo a nascondere i propri pensieri alle persone che si ritrovava intorno. L' altro lo squadrò per mezzo secondo, per poi annuire con il capo e riprendere la salita per le scale. Il riccio continuò a seguirlo. Mihawk scostò il portone di legno con la mano, aspettò che Shadow entrasse, e lo richiuse piano.


Il porcospino diede un' occhiata intorno. C'era un vasto salone, dove potè scorgere un grande tavolo fatto di legno su cui erano posati un candeliere, una bottiglia e un bicchiere pieno a metà di una bevanda rossa, probabilmente del vino. Vi erano, dall' altra parte della sala, dei mobili quali un divano e delle poltrone, con un largo tappeto davanti ad un caminetto. I mobili erano di una tonalità tendente al verde scuro, così come lo erano le tende che pendevano ai lati di una grande finestra, vicino al tavolo. Non molto distante dal camino si trovava una libreria, con scaffali pieni di libri e vecchie carte. Un arredamento sobrio, ma comunque pareva dare un assetto abbastanza confortevole e tranquillo alla dimora.


Mihawk si tolse il cappello piumato, rivelando dei corti capelli corvini portati all' indietro, e andò a poggiarlo sullo schienale di una delle sedie unite al tavolo. 
-Se per te va bene, possiamo cominciare anche subito. Vedrò di trovare una mappa adatta alle tue necessità.- disse.
-Vivi da solo in questo castello? O c'è qualcun altro?- domandò il porcospino. Non che volesse impicciarsi in affari personali, ma forse era meglio chiedere dall' inizio se ci fosse qualcuno che potesse incappare in quella bizzarra riunione.
Lo spadaccino fece per parlare, quando...
-SEI TORNATO, FINALMENTE! NON NE POTEVO PIU' DI RESTARE QUI DA SOLA!- Era una voce acuta e squillante, tipicamente femminile.


Shadow si voltò di un poco, e vide spuntare da un corridoio la figura di una ragazza umana, alta e snella. I capelli, lunghi e di colore rosa, erano portati dietro la nuca, e raccolti in quattro ciocche lasciate cadere, creando delle spirali. Indossava un vestito intero, che terminava con una lunga gonna e degli stivaletti rossi. Sul braccio sinistro c' era un tatuaggio rosa, raffigurante una sorta di pipistrello, Gli occhi erano grandi e rotondi, così come erano grandi e rotonde le pupille nere. Le ciglia erano lunghe, e le labbra sottili erano tinte di rossetto. Sulla testa portava una specie di corona, con una croce in cima. Inoltre, portava con sé il peluche di un orsacchiotto e un ombrello. 


-Mh? Quando sei tornata?- chiese lo spadaccino, con tranquillità. 
-Già da un pezzo! Ero andata a farmi un giro, per cercare qualche creatura carina e coccolosa da tenere, ma non ho avuto fortuna.- si lagnò la ragazza, sconsolata.
-In questi giorni sono anche tornata a Thriller Bark, dove ho trovato il mio povero Kumacy (*)... Inanimato, senza vita! Non sapevo cosa fare, ho dovuto lasciarlo lì!- fece, più triste di prima. -Quando sono arrivata, l' unica cosa interessante che ho trovato è...- 
-Lasciamo perdere.- tagliò corto Mihawk, interrompendola. -Tra l' altro, abbiamo un ospite stasera.-
-Un ospite?- ripetè lei, riprendendo tutto ad un tratto la calma.


La ragazza ruotò lo sguardo, e ciò che vide la lasciò a dir poco stupita. Un animale antropomorfo dal pelo nero striato di rosso, con fascio di pelliccia bianca sul petto, occhi color rubino, anelli dorati ai polsi e alle caviglie, che circondavano dei pezzi di stoffa nera e rossa. A una simile visione, gli occhi dell' umana parvero quasi brillare dall' eccitazione, e prima ancora che potesse rendersene effettivamente conto, Shadow se la ritrovò davanti a sé, intenta ad osservarlo più da vicino, con espressione vispa e curiosissima.


-Mi hai portato un cucciolo! Quant'è carino!- esclamò, quasi delirante. -Oh... Ma sei ferito! Non preoccuparti, dovrei avere delle bende da qualche parte! E poi... Vorresti essere il mio animaletto da compagnia?- domandò.
-Togliti dai piedi, mocciosa.- fece il porcospino con tono vagamente scontroso.
-EEEHHH?!- strillò lei, non aspettandoselo minimamente. In breve il suo viso assunse un aspetto sconvolto e offeso contemporaneamente.
-Sì, so parlare, se è questo che vuoi sapere. E ora spostati.- continuò il mobiano.
-Che impertinente maleducato! E che brutta voce che hai! Sembra che qualcuno ti abbia strofinato la gola con carta vetrata! E io che pensavo...!-
-Basta così, Perona.- intervenne Mihawk, nel tentativo di placare gli animi.
-Pfu! Credevo che fosse un animaletto dolce e socievole! Si può sapere dove l' hai trovato?!- chiese ancora la ragazzina dai lunghi capelli, rivolta allo Spadaccino.


A Shadow sfuggì un lievissimo verso di fastidio. Non era certamente entusiasta di essere stato scambiato per un patetico animale da compagnia, ma non ci badò troppo. Non avrebbe permesso che l' atteggiamento frivolo e infantile di una bambinetta mandasse il suo elevato autocontrollo a farsi fottere. Aveva trascorso i momenti più tediosi in compagnia di una pipistrella ossessionata dai gioielli, di uno scienziato pazzo con manie di grandezza e di autocompiacimento (da manuale), di robot goffi e imbecilli, di un riccio blu presuntuoso e irritante e di una comitiva di tanti altri personaggi "particolari". E questi potevano considerarsi i suoi alleati (che dire, invece, dei nemici precedentemente affrontati e sconfitti?).


-L'ho incontrato tra le rovine, vicino alla foresta.- spiegò l' altro. -Era alle prese con gli Umandrilli.-
-Quelle brutte scimmiacce? Sono state loro a conciarlo così?- fece incuriosita.
-No. Stando a quello che mi ha detto, era già in queste condizioni quando è arrivato sull' isola.- continuò Mihawk, dirigendosi verso la libreria.
-Sì. Mi sono risvegliato in una buca, là fuori, e quelle creature mi hanno assalito.- precisò il porcospino. -Un attacco di gruppo. Non che sia servito a qualcosa...- 
-Lei hai sconfitte?- domandò visibilmente sorpresa la femmina umana, stupita della possibiltà che un simile essere, poco più alto di un metro, solo e tra l' altro disarmato, fosse capace di una simile opera.
-Le ho uccise.- corresse il riccio oscuro, neutro.
-U-uccise?!- ripetè Perona, ancora più scioccata di quanto lo fosse già.
-Decine.- rimarcò l' Essere Supremo, con un' espressione impassibile che non evitò di far salire un brivido lungo la schiena della ragazzetta. 


In quel momento, Perona non si rese conto che stesse stringendo nervosamente il manico dell' ombrello, tra le dita della mano sinistra. Quella voce. Quello sguardo assurdamente gelido, unito a quelle iridi rosso sangue. Mihawk, d' altro canto, controllava scrupolosamente tra i vecchi volumi e le scartoffie alla ricerca di qualcosa di utile, senza farsi distrarre nè preoccupare dall' atmosfera di tensione che si stava lentamente creando tra i suoi due ospiti.
-Chi sei tu?- riuscì a dire la fanciulla, mentre faceva del suo meglio per mantenere la calma senza dare a vedere alcuna traccia di nervosismo.
-Il mio nome è Shadow. Shadow The Hedgehog.- rispose. -Non so come sono arrivato in questo posto. Ero in mezzo ad uno scontro... Ho perso i sensi, e mi sono ritrovato in un cratere, su quest' isola. Non ho la piena certezza di come sia successo, ma ora non ha molta rilevanza.- disse il porcospino artificiale.


<< Un riccio? >> si domandò mentalmente Perona. << Credevo fosse un orsetto o una roba del genere... >> 
-Aspetta! Ti sei risvegliato in un... cratere?- 
Shadow inizialmente non diede alcuna risposta. Si limitava a restare fermo, non molto distante dalla tavolata, con le braccia conserte e il suo solito atteggiamento distaccato. In seguito tornò a puntare gli occhi sull' ultima arrivata.


-Sì, è esatto.- concluse. Perona portò l' indice della mano destra, quella che sorreggeva il peluche, sul mento, con fare stranamente elucubrante.
-Forse...- mormorò tra sé e sé, con lo sguardo verso il soffitto. Poi si rivolse nuovamente al riccio.
-E' stato Orso Bartholomew a spedirti quaggiù?- domandò lei, improvvisamente più seria di come non lo fosse stata prima. Il porcospino non potè evitare di alzare un sopracciglio, leggermente perplesso. 
-Chi?- fece Shadow di rimando, ignaro di chi fosse l' individuo appena citato.
-Orso Bartholomew, detto "Il Tiranno"... Un Pirata membro della Flotta dei Sette! Non puoi non averlo sentito nominare!- esclamò.
-Non ho idea di chi sia. Né di cosa sia questa... Flotta dei Sette. E' da quando sono arrivato su questo pianeta che non so minimamente di cosa la gente parli.- bofonchiò pigramente il riccio color onice. La ragazza trovò alquanto irritante il modo di fare del suo interlocutore, ma prima che potesse fare un commento o dargli qualche altra spiegazione, le sfuggì un verso di incredulità, dopo aver ben inteso l' ultima parte della frase pronunciata dal mobiano.


-C-COSA?! T-T-TU PROVIENI... DA UN ALTRO PIANETA?!- urlò lei con un tono prima basso da maschiaccio, che poi divenne acuto e stridulo.
<< Che acume. >> pensò la Creatura Perfetta. -Sono venuto dallo spazio. Cosa c'è da meravigliarsi tanto?-
-Sta semplicemente esternando il fatto che da noi non capita spesso l' arrivo di creature provenienti da altri mondi.- proferì dal fondo della sala lo spadaccino, sempre alla ricerca di una mappa adatta.
-In questo momento sei sulla Terra e, come ho precisato al nostro incontro, sull' isola di Kuraigana, lungo la prima metà della Rotta Maggiore.- continuò.


Dopo quelle parole, gli occhi di Shadow si spalancarono e la testa ruotò quasi di scatto in direzione dell' uomo. Aveva sentito bene? Quella... era la Terra?
Senza pensarci due volte, si diresse a passo sicuro verso il guerriero e riprese a parlare.
-Questa è la Terra? Puoi garantirmelo?- chiese il riccio.
-Da come lo dici, sembra che questo nome non ti sia estraneo. Non del tutto, perlomeno. Come mai?- parlò lo Spadaccino, il quale deviò lo sguardò dagli scaffali per guardare l' antropomorfo. 


Il porcospino nero restò in silenzio, puntando gli occhi verso il pavimento e ruotandoli da un punto all' altro con fare riflessivo. Aveva già sentito parlare di quel corpo celeste in passato, da Bocoe e Decoe, i droidi-assistenti di Eggman. E, sempre secondo quanto avevano detto, Shadow era già stato su quel fantomatico pianeta, solo che lui stesso non se lo ricordava. Ma subito dopo, il Dottore aveva troncato la discussione sul nascere, come se avesse voluto nascondere chissà quale segreto. Sicuramente perchè, in un modo o nell' altro, questo gli sarebbe tornato utile. Ma quale verità si celava dietro le parole e gli schemi dello scienziato? Di certo il misterioso passato del riccio e la sua amnesia c' entravano, almeno in parte. Tuttavia, il vecchio non gli aveva mai dato spiegazioni chiare (accidenti a lui!). 


-Credo di essere già stato in questo mondo, tempo fa. Ma non ne ho l' assoluta certezza.- mormorò infine.
-Come "credi"?- squittì Perona, desiderosa di partecipare alla conversazione. 
-Non me lo ricordo.- continuò il riccio.
-Soffri di...- intervenne Mihawk, scrutando con più attenzione il suo insolito ospite. -... amnesia?- concluse. Seppur non convintissimo che informare dei perfetti sconosciuti della sua perdita di memoria fosse l' idea migliore, Shadow annuì, muovendo di poco la testa. 
-Amnesia parziale o totale?- domandò ancora lo spadaccino.
-Parziale. Solo questa vicenda della Terra mi è estranea, o quasi.- mentì (forse era meglio che quei due non scoprissero troppe cose sul suo conto, non si poteva mai sapere). Mihawk, se si fosse accorto o meno della verità distorta uscita dalla bocca del porcospino, non lo fece capire.


-Potrebbe rivelarsi un problema. Ma ora...- si interruppe Mihawk, il quale portò più in alto la mano sinistra e sfilò un foglio di carta ingiallito, rimasto incastrato tra le copertine di due grossi volumi, chissà da quanto.
-... Ecco.  Questa dovrebbe fare al caso tuo. Guarda.- disse, mostrando al mobiano il pezzo di pergamena. Si trattava di una mappa. E anche piuttosto vecchia. Shadow la prese delicatamente dalle sue mani e le diede un' occhiata più da vicino. Le iscrizioni erano impresse con dell' inchiostro che tendeva al blu scuro. I disegni, nonostante qualche leggerissima sbavatura ai lati della carta, erano molto precisi e accurati. Vi era rappresentato un enorme, lunghissimo continente su cui c'era scritto "Red Line", costeggiato alla sua destra da un grande mare: l' East Blue, il Mare Orientale. Più in basso, circondata da due linee parallele (su cui erano rappresentati dei mostri marini serpentiformi e su cui vi era scritto, per ciascuna di esse, "Calm Belt"), vi era la Grand Line, la Rotta Maggiore. Si trattava di una sezione di mare attraversata da innumerevoli isole, piccole e grandi, che terminava con un' altra distesa di terra. Gli occhi del porcospino si posarono inaspettatamente su un punto della mappa dove c'era scritto "Terra Sacra di Marijoa". Da lì potè vedere altri nomi, nomi di cui non aveva mai sentito parlare prima. Marineford, Impel Down, Enies Lobby, Arcipelago Sabaody, Water Seven, Amazon Lily, Triangolo Florian e... eccola. Un po' più a sinistra del suddetto Triangolo, c'era disegnata un' isoletta, di modeste dimensioni, su cui c'era scritto "Isola di Kuraigana". 
Era lì, dunque, il posto dove il riccio nero e rosso era arrivato. 


-Ho trovato l' isola su cui ci troviamo. Non sembra molto grande.- disse Shadow, guardandola con più attenzione.
-Non è sicuramente estesa come le isole maggiori, ma non farti ingannare. E' più grande di quello che sembra.- rispose Mihawk, dirigendosi verso il tavolo. Versò un po' del contenuto della bottiglia nel bicchiere, poi andò a sedersi su una delle comode poltrone foderate, sorreggendo il calice con la mano sinistra. E, contro ogni aspettativa del riccio, lo spadaccino lo invitò a sedersi di fronte a sé. Il porcospino accettò senza dire una parola, e si sedette, prima di riporre la mappa tra gli aculei. Perona scivolò alle spalle di Mihawk, intenta ad osservare meglio. L' uomo prese una buona sorsata di vino, poi riprese a parlare.
-Lì fuori mi avevi parlato di sette pietre che sarebbero la causa del tuo arrivo nel nostro mondo. Parlamene un po' di più.- disse l' umano. 
-Gli Smeraldi del Chaos?- domandò il riccio nero. -E' questo che vuoi sapere per prima cosa?-
Mihawk fece cenno di sì con il capo.
-Gli Smeraldi del Chaos sono, come ho già detto, delle gemme di diverso colore l' una dall' altra, e brillano di luce propria. Contengono una grande energia, e chiunque riuscirà a trovarle tutte, avrà a disposizione un potere smisurato.- spiegò.
-Aspetta un attimo!- esclamò Perona, attirando su di sè l' attenzione.
-Cosa c'è?- domandò Mihawk.
-Per caso, una di quelle pietre era simile ad un rubino, grande come un pugno, e splendeva?- chiese.
Lo Smeraldo Rosso? Lei lo aveva avvistato da qualche parte? 


-Hai trovato uno degli Smeraldi? Dove?- fece Shadow, alzandosi quasi di scatto dalla sedia e fissando la ragazza. Trovandosi quelle iridi color sangue impresse con forza su di sé, Perona si sentì un po' a disagio, ma si affrettò a rispondergli.
-H-ho notato una luce molto intensa provenire da dietro un vecchio ceppo, lungo la strada che conduce al castello... Non sapevo cosa fosse, così mi sono avvicinata con estrema cautela. Quando ho visto cosa si nascondeva dietro al tronco, sono rimasta con la bocca aperta! "Ecco un gioiello luminoso tutto per me!", pensai, e così lo presi.- disse lei con tono allegro.
-Fammi vedere.- disse Shadow, impaziente. Perona non trovò allettante il pensiero di dover rinunciare al suo nuovo tesoro, ma dopo qualche grugnito di disapprovazione, infilò la mano in una tasca nascosta del suo voluminoso vestito, e ne tirò fuori una bellissima gemma color cremisi, che brillava di una luce quasi sovrannaturale.
Uno degli Smeraldi del Chaos. 


Senza pensarci due volte, Shadow afferrò di volata la reliquia dalla manina di Perona, e non lo fece con lo stesso tatto con cui aveva preso la mappa dalle dita del suo anfitrione (cosa che alla ragazza non era sfuggita).
-Ehi!- sputò lei, acidamente. Prima che potesse inveire contro il riccio per le sue dubbie maniere, quest' ultimo osservò meglio la gemma, la strinse saldamente tra le dita, e chiuse gli occhi. All' inizio non accadde nulla. Ma d' un tratto, dal gioiello scaturì un lampo di luce scarlatta, assai intensa, che avvolse i presenti e tutto il salone. Shadow rimase immobile con le palpebre calate, tenendo la pietra ben stretta nel pugno, Perona strinse forte a sè il peluche, con gli occhi sgranati per lo stupore, e Mihawk restò a guardare la scena con una strana espressione dipinta sul volto.
Con grande sorpresa degli altri due, l' energia che veniva sprigionata dallo Smeraldo stava in qualche modo facendo effetto sul corpo del riccio d' ebano: tutti i graffi, i lividi e le contusioni riportati stavano lentamente dissolvendosi, fino a divenire praticamente invisibili. Quella strana luce lo stava... curando?
Dopo qualche secondo, la luce divenne via via più debole e fioca, fino a divenire un bagliore sì più debole, ma non per questo meno bello e accattivante.


Shadow cominciò ad aprire lentamente gli occhi, scrutò un' ultima volta la gemma che aveva in mano, e parlò.
-Sì, è uno degli Smeraldi. Nessun dubbio.- disse.
-M-ma... Ma cosa è successo?! Cos'era quella luce?!- mugolò Perona, ancora incredula.
-Ho utilizzato un po' del potere dello Smeraldo per velocizzare il processo di guarigione. L' energia delle pietre non è solo molto potente, ma anche estremamente versatile. Può essere utilizzata in molti modi, se si sa come fare.- spiegò il riccio nero e rosso.
-Questo prova che ciò che stavi dicendo prima corrisponde a verità. E' stato il potere di questi Smeraldi a portarti fin qui.- fece Mihawk, riflessivo.
-Esattamente. Più precisamente tramite il Chaos Control.- aggiunse il porcospino, girandosi verso il suo interlocutore.
-Chaos... Control?- domandò la fanciulletta, che non aveva idea di cosa fosse.
-Si tratta di un potere che manipola spazio e tempo. Grazie ad esso posso teletrasportarmi praticamente ovunque, ma posso anche rallentare, accelerare o fermare lo scorrere del tempo.- 
-Sembrerebbe una tecnica molto potente.- sentenziò lo Spadaccino.


-Infatti. Gli Smeraldi amplificano il potere di manipolazione spazio-temporale del Chaos Control. Maggiore è il numero delle gemme, maggiore è la potenza rilasciata.- raccontò la Creatura Perfetta.
-Ma dove saranno finiti gli altri Smeraldi?- chiese Perona, sempre più curiosa. Shadow mandò giù un profondo respiro prima di rispondere a quella domanda.
-Difficile a dirsi. Si saranno sparsi ai quattro venti non appena sono precipitato su questo pianeta.- disse il riccio. Ma non si trattava solo di questo. Se il primo Smeraldo aveva fatto un volo solamente di qualche centinaio di metri, gli altri potevano benissimo essere finiti a migliaia di chilometri di distanza. Non si trattava di un evento prevedibile o calcolabile, e il riccio ne era perfettamente conscio.
-Possono essere dovunque. Come farai a trovarli?- fece Mihawk, che sembrò aver intuito la parte tralasciata dal mobiano. Shadow non sapeva cosa rispondere. Già, come fare per trovare gli Smerladi mancanti?
Questa poteva considerarsi una seria complicazione. All' inizio, pensò di utilizzare lo Smeraldo Rosso come punto di partenza. Ogni Pietra, infatti, qualora ce ne fosse stata un' altra nei paraggi, avrebbe irradiato una luce molto forte, la quale si sarebbe intensificata mano a mano che si ci avvicinava alle altre gemme. Ma il riccio color onice era certo che questo non sarebbe bastato. Ci voleva qualcosa che potesse rintracciare la scia energetica degli Smeraldi, e che avesse un raggio d' azione considerevolmente ampio. Ma dove trovare una strumentazione simile?


Il porcospino nero come la notte restò taciturno, lambiccandosi il cervello alla ricerca di una soluzione. Dopo qualche istante, trascorso senza spiccicare una sillaba, fece per sistemare lo Smeraldo Rosso tra i suoi aculei, ma non appena l' estremità appuntita della gemma penetrò tra i suoi aculei scuri dalle strisce color rubino, andò a toccare qualcosa di solido, ben nascosto nella sua chioma appuntita. Dal tipo di rumore che si udì al contatto, pareva un oggetto metallico, almeno in parte. Infilò la sua mano destra, quella che non reggeva lo Smeraldo, tra i suoi spinosi capelli, trovò l' oggetto ignoto e lo estrasse. Si trattava di una specie di ricetrasmittente, metallica con l' impugnatura fatta di plastica in basso, e un monitor di dimensioni non eccessive più in alto. L' involucro del dispositivo era blu scuro, e terminava con una piccola antenna in alto a destra dello schermo. Non ci volle molto affinchè il riccio lo riconoscesse.


Quello era l' "Egg Tool 0.5R", lo stesso dispositivo che aveva utilizzato per bypassare i sistemi di sicurezza e di videosorveglianza del Blue Typhoon, con il preciso obbiettivo di rintracciare Cosmo e toglierla di mezzo il prima possibile per evitare che mandasse, tramite i microchip impiantati nelle zone del cervello che controllano la vista e l' udito, informazioni preziose ai nemici Metarex. Ma Shadow sapeva che le funzionalità dello strumento non si limitavano all' hacking. No. Quello strumento, datogli da Eggman stesso, poteva essere utilizzato come comunicatore, decriptatore e, dopo tante altre cose, come radar. Lo scienziato infatti lo aveva munito di un sensore speciale, sensibile alle radiazioni energetiche, in particolare a quella degli Smeraldi. Bisognava solo regolarlo correttamente, il resto sarebbe stato un gioco da ragazzi.


<< Eccellente. Davvero eccellente. >> fece mentalmente Shadow. In quel momento si ricordò di una ridicola scenetta che aveva avuto luogo sulla Nave del Dottore, il quale, in preda al suo solito nervosismo isterico, aveva gridato a pieni polmoni "La Fortuna sarà pure bendata, ma la Sfiga invece ci vede benissimo!!". Shadow, d' altro canto, seppure disperso su un pianeta praticamente sconosciuto e munito di poche informazioni, era riuscito a trovare a tempo di record i suoi bracciali inibitori e il primo Smeraldo del Chaos, e adesso aveva trovato un sistema efficace per trovare tutti gli altri. Mentre un certo porcospino blu avrebbe cominciato a sfottere la sua baffuta ed eccessivamente rotondeggiante nemesi per la cattiva sorte che continuava a perseguitarlo (anche nelle situazioni matematicamente più favorevoli), Shadow invece si limitò a incurvare le labbra in un minuscolo sorrisetto, che però non evitò di mettere in vista le sue piccole zanne affilate, con una strana e velata nota di perfidia. 


Il riccio nero cominciò a premere qua e là i pulsanti del dispositivo, finchè esso, come sperato, si accese. Bene. Aveva ancora un po' di energia, e non aveva subito danni interni in seguito alla rovinosa caduta dal cielo. Qualche centinaio di metri in più, e il palmare sarebbe potuto andare a farsi benedire.
Dopo un paio di secondi comparve quello che si poteva definire un elenco opzionale, composto da numerose voci messe una in fila all' altra, da destra verso sinistra. 
"Hacking", "Bussola Elettronica", "Decriptatore", "Traduttore Lingue", "Analizzatore Biometrico", "Ricetrasmittente"...


Continuò a skippare per un po', fin quando passò sulla voce "Radar". Premette il tasto per selezionare la voce, e un altro elenco si aprì. Si videro titoli come "Radar Generico", "Radar Elettromagnetico", "Radar Sorgenti di Calore"...
Mihawk e Perona continuarono a osservare il riccio, alle prese con quell' oggetto sconosciuto, senza la minima idea di che cosa fosse e a che cosa servisse. 
-Che stai facendo?- chiese Perona, avvicinandosi con fare curiosamente affascinato alle spalle del mobiano, per osservare meglio. All' inizio non rispose, concentrato com'era a cercare quello di cui aveva bisogno in quel momento.


"Radar Chaos Emeralds". Perfetto. Premette "Ok" ancora una volta. Il dispositivo rispose al comando emettendo un bip elettronico, seguito da una voce artificiale, fredda e quasi metallica. 
-Radar Smeraldi del Chaos attivato. Raggio d' azione precedentemente impostato: 500 km. Rilevazione radiazioni energetiche in corso. Attendere, prego...- 
-Ha parlato! Che cos'è? Una specie di lumacofono?- squittì sorpresa la ragazza. Pur non sapendo che per lumacofono s' intendesse una specie di chiocciola utilizzabile come telefono mediante particolari onde radio/telepatiche, Shadow rispose alla domanda.


-Questo dispositivo mi permetterà di rintracciare più velocemente gli altri Smeraldi.- disse tranquillamente il riccio.
-Dove hai trovato un simile attrezzo?- chiese Mihawk, che osservava con un insolito (ma sempre molto contenuto) interesse la strumentazione che la creatura antropomorfa teneva in pugno. 
-Mi è stato dato.- si affrettò a rispondere Shadow, il quale non voleva dilungarsi a parlare troppo a lungo di cose che non valeva la pena di spiegare nella loro interezza. Dopo qualche istante scandito da qualche altro bip-bip, l' apparato elettronico esibì ancora la sua voce priva di vita.


-Rilevazione completata. Fonti di Energia Chaos rilevate nel raggio di 500 km: 2.- sentenziò la ricetrasmittente multiuso. La Forma di Vita Suprema fece una combinazione di tasti per attivare il calcolo della posizione esatta degli Smeraldi, e in breve, l' analisi fu completata. Una delle Pietre individuate era sicuramente quella che aveva appena trovato. La sua posizione, rappresentata da un puntino giallo intermittente, coincideva perfettamente con il centro del monitor, prova definitiva che tra il rilevatore e la gemma non c'era che una distanza di pochi centimetri di distanza. L' altra Pietra rilevata invece era indicata da una freccia che puntava ai margini dello schermo. 


-Ho trovato il prossimo Smeraldo.- disse il riccio con poco più di un filo di voce, che attirò ugualmente l' attenzione degli altri due.
-Dove si trova?- domandò Perona, chiedendosi tra sè e sè di quale colore sgargiante potesse essere l' altro gioiello. Shadow estrasse la mappa da dietro la schiena, e mostrò il tutto allo spadaccino, in cerca del suo parere. Dopo una rapida eppure meticolosa analisi, Mihawk potè dare un' interpretazione ai dati offerti da Shadow, e con sicurezza, unita alla sua caratteristica imperturbabilità ben mostrata da come puntava l' indice della mano destra (quella che non reggeva il calice contenente il vino) sulla carta, trovò il punto esatto. 


L' Isola delle Donne. Amazon Lily. 


















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Salve, amici! Come vi butta?! Spero bene, mi siete mancati da morire! :)
Lo so, lo so, lo so! Sono in ritardo mostruoso, lo so perfettamente! Ma credo che ci siano alcuni (anzi, molti!) tra di voi che sanno bene cosa succede quando si effettua la combinazione "Poco Tempo a Disposizione" + "Livello Ispirazione NULLO" + "Cazzo, è meglio se lo faccio con calma o qui per la fretta uscirà un Orrore". >.>
Credo di sapere cosa state pensando: niente azione, e in soli due capitoli Shadow ha trovato già tutto quello che gli serve per andare a caccia di Chaos Emerlads. Può sembrare una bambinata, ma credetemi: mi sono visto più volte le ultime puntate di Sonic X (ovviamente in giapponse sottotitolato) per trovare tutti i dettagli di cui avevo bisogno. Penserete che sia stato troppo buono con Shaddie, ma non contateci troppo. Se ha trovato i bracciali, lo Smeraldo e il dispositivo solo in questi capitoli è perchè ho trovato il modo di sfruttarli per benino entro quelli che devono arrivare "a breve".
Poi, se il nostro riccesco antieroe avesse dovuto trovare un altro modo per cercare gli Emerlads, avreste dovuto aspettare fin troppo, credetemi.
Per quanto riguarda lo Smeraldo Rosso... Beh, sapendo noi qual'è la prossima tappa, meglio avere i propri giocattoli per fare un po' di sana baldoria, no? 
Si tratta proprio di Amazon Lily... La dimora delle Kuja e di Boa Hancock, la Principessa Serpente, nonchè membro della Flotta dei Sette (proprio come Drakul Mihawk e Bartholomew Kuma)!! Non sentite puzza di guai in arrivo? Io sì, ragazzi, e tanta! ;)
Vi potreste anche chiedere perchè, stavolta, non ho incluso un momento interamente dedicato a Sonic e co. State tranquilli, tutto segue una sua logica giocata in largo anticipo, ma non vi voglio rivelare dettagli troppo rivelatori o addirittura fuorvianti! 

Quindi continuate pure a leggere (e a recensire, se volete! :D) al resto pensiamo noi di... "TRUE WARRIOR"!!! XD
Un ringraziamento speciale va ovviamente a Lynx_, sempre "dolcemente" impaziente di leggere nuovi capitoli/one-shot (ti voglio bene, ricordatelo XD), a shiniciranamore, sempre pronto a darmi sostegno con le sue gentili e incoraggianti parole, e poi ad una persona sempre disponibile per impedire che io faccia incorrezioni/dimenticanze/errori di battitura/imprecisazioni/chipiùnehapiùnemetta, e lo fa anche con uno stile ineguagliabile: Phantom13 (Grazie anche a te per i bellissimi incoraggiamenti e complimenti, Phantom-san ^_^)!

Arrivederci a tutti, amici! ;)
Jacob
 


(*) Kumacy era uno degli animali-peluche-zombie di Perona, ha fatto la sua comparsa nella saga di Thriller Bark, dove è stato sconfitto e purificato da Usopp!

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