Pioggia

di 9Pepe4
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gocce di ricordi ***
Capitolo 2: *** Vorrei che piovesse ***
Capitolo 3: *** Importanza ***



Capitolo 1
*** Gocce di ricordi ***


Gocce di ricordi

Poggio la guancia sul vetro della finestra, conscia dell’impronta pallida e smunta che lascerà.
Il tamburellare della pioggia mi arriva chiaro e distinto all’orecchio, come il battito d’un cuore estraneo e familiare al contempo.
Sbircio fuori, gli occhi lucenti nella lentezza della malinconia… Pozzanghere, strade e marciapiedi bagnati, foglie di alberi imperlate di gocce, fili d’erba agitati dal vento, una fanghiglia ricopre il giardino.
Mi sento sospirare.
Mi chiedo se sono io.
Se questa nostalgia è mia.
Se è vicina o remota.
Allora non può essere… La pioggia non può essere un semplice fenomeno atmosferico, se è capace di suscitare emozioni dalla bellezza struggente.
A volte guardarla è un piacere, a volte è solo triste.
Di cosa può trattarsi? Cos’è questa sensazione di consapevolezza?
Come il ricordo di qualcosa di smarrito in lontananza, nei reconditi luoghi dell’animo scordato, dimenticato tra le cianfrusaglie polverose della soffitta.
La guancia scivola più giù, senza staccarsi dal vetro; un moto di stanchezza strana e nostalgia preziosa.
No, non è acqua.
Rammenda come doveva essere la terra prima della vita, della conoscenza.
Sfiora, il dito, la finestra. Forse prova a cancellare la sagoma sbiadita lasciata dalla guancia appena fuggita.
Dall’altra parte la pioggia scivola come lacrime.
Nessuno si muova. Che si zittiscano i respiri e i battiti ansiosi del cuore.
Che nessuno si muova.
Non parlo. Non piango. Non batto le palpebre, catturate dal momento.
Non penso.
Resto qui, semplicemente.
A guardare gocce di ricordi.









Questo è il primo dei miei pareri. Qualcuno è d'accordo? Qualcuno la vede diversamente? Fatemelo sapere... Recensite!

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Capitolo 2
*** Vorrei che piovesse ***


Vorrei che piovesse

Pioggia...
Se solo potessi vederla, con le sue gocce di mercurio liquido, le sue nuvole grigie e minacciose, con il suo cielo plumbeo.
Se solo potessi udirla, con il suo ticchettio instancabile, con le sue pozzanghere calpestate dalle persone troppo distratte per guardare. Con il rombo minaccioso e implorante del tuono che borbotta in lontananza.
Se solo potessi sentirla, ad infilarsi sotto i vestiti, inzuppando la stoffa, attaccandola alla pelle, scorrendo in rivoli gelati sulla schiena, lasciandosi dietro nuovi brividi.
Vorrei vederla. Vorrei udirla. Vorrei sentirla.
Vorrei sapere che c’è.
Perché sono triste, perché mi sento maledettamente impotente.
Appoggio la testa sulle ginocchia.
Il sole illumina una volta celeste sgombra di nubi eccezion fatta per qualche batuffolo bianco. Dà una tale sensazione di pace che mi sento maggiormente afflitta.
Vorrei che piovesse.
Perché così non dovrei vedere le mie lacrime, solo quelle del cielo.
Perché così non avrei contro tutto il mondo.
Perché così sentirei il cielo quasi partecipe al mio dolore... E sarei meno sola.








Era da un po’ che avevo questa ff nel cassetto, come si suol dire. Poi oggi mi è arrivata finalmente l’ispirazione. Anche se un po’ triste e, lo ammetto, un po’ strana per l’argomento trattato, in quanto non si rivolge tanto alla pioggia quanto alla mancanza di essa ^_-
shari92: grazie mille^^ Sono felice di sapere che la pensi come me, almeno nei pensieri espressi al primo capitolo. Grazie ancora, anche per averla messa tra le preferite, baci*
Abigail94: uhm, che recensione profonda. Davvero, sei talmente loquace che non riesco a rispondere all’intero commento. XP ci vediamo (spero!)
Infine grazie anche a Vegeta4ever per aver inserito la raccolta tra le preferite^^

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Capitolo 3
*** Importanza ***


Importanza


Sono fradicia e impietrita; forse ho paura di muovermi, forse non ne ho la minima voglia.
Ma cosa importa?
Le gocce di pioggia mi frustano la giacca a vento, quasi intenzionate a strapparmela di dosso. Il marciapiede è un incubo nero d’asfalto bagnato.
Come se importasse qualcosa...
Sposto il peso da una gamba all’altra, quasi con esitazione, come se nemmeno quel movimento fosse permesso, in questa tempesta d’autunno; sento che sì, anche le calze sono zuppe di acqua piovana.
Non è importante.
Alzo la manica bagnata rabbrividendo e me la passo sul viso. Sembra un gesto stanco, di quelli che possono essere eseguiti da persone sopraffatte da responsabilità infinite.
Ora… Non sono né più bagnata né più asciutta di prima.
Ma non è quel che importa.
L’unica cosa importante, l’unica che in questo momento conta davvero, è che le gocce mi scivolano sul volto in rivoli perlacei...
E allora non è più possibile distinguere le lacrime che lo hanno rigato.







Shari92: sono felice che anche questa volta tu sia d’accordo... Grazie mille, baci

Amarantab: in un primo momento sono rimasta sbalordita, quando ho letto di averti fatto piangere. Ma sono felice che sia servito perché quando la malinconia e la tristezza sono troppo forti... Be’, io spero di riuscire a farmi un bel pianto per sfogarmi. Grazie per il commento

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